39 « 40
40 „ 41
41 „ 42
42 „ 43
43 „ 44
dal 38 al 39 . , . . - 0,04
. . . . , 1,59
. , . . , 0,32
. . , . . 1,39
. . , . . 0,94
„ .. . .. . ^ V . ' ' 0,67
media
Nessun periodo può stare a confronto di que-
sto triennio. Il progresso pepò non fu uguale in
tutti i circoli come risulta dai seguenti rapporti
Zara Spalato Eagusa Cattai'o
dal 57 al 58 1,21 1,96 1,02 1,10
58 , 59 2,32 2,37 0,99 0,77
. „ 59 „ 60 1,36 1,73 0,96 0,83
. Pei distretti non possiamo istituire confronti
con altr'epoche, non possedendone i movimenti
che per V ultimo anno.
La Dalmazia viene annoverata da Guillard fra
i paesi che aumentano in popolazione più rapi-
damente di 1 anno> Eccone la lista in or-
dine decrescente ^
Stati uniti . . 3,60 Prussia , , . 1,50
Serbia, , . . 3,60 Polonia . . . 1,34
Turchia . . . 2,90_ Svezia. . . . 1,24
Valacchia. . . 2,10 Yenezia . . . 1,16
Grecia. . . , 2^10 Spagna , . 1,10
Dalmazia . . . 1,65 Finlandia . . . 1,06
Ungheria . . . 1,55 Russia. . . . 1,00
Al prossimo censimento che dovrebbe seguire
sul fine del 63 si constaterà F esattezza dei ri-
sultati desunti dalle nascite a dalle morti. Avemmo
già occasione di osservare negli studii sull'ana-
grafe quanta varietà emerga tra il fatto e i cal-
coli annuali. Ciò si dica specialmente delle città su
cui più delle nascite e delle morti influiscono le im-
migrazioni ed emigrazioni. Si dee però ritenere che
questa volta la differenza nel complesso della pro-
vincia non sarà così rilevante come lo fu per l'in-
tervallo dal 51 al 58, essendosi, almeno in quan-
to al numero, eseguita la seconda anagrafe piìi
accuratamente della prima^
4. Ove quello da noi rilevato per 3 anni e 2
mesi fosse effettivo, cioè di 1,77. "/OJ all'anno, e
tal progressione continuasse inalterata, la popo-
lazione della Dalmazia arriverebbe al doppio in
= 39 anni cioè nel 1901, anzicchè in 87 come si
argomentò sulla base dell'aumento di 0,80 veri-
ficato sul periodo di 49 anni decorsi dal 1806
al 1857, e il milione vagheggiato da Dandolo si
raggiungerebbe in 45 anni. Ma perchè ciò avven-
ga, si esigerebbe una costante, sia pur mediocre
prosperità, che non istà nella natura delle cose li-
mane, 0 un grande progresso di attività che hi'
lanciasse le tristi vicende e apprestasse i mezzi
di sussistenza ai nuovi venuti,
5. Chi bramasse di conoscere approsssimativa-
mente la popolazione indigena della Dalmazia colla
fine del 1860 dovrà fare il seguente calcolo
Popolazione effettiva. , , . . ab/ 427600
dedotti gli estranei alla provincia
in numero eguale a quelli del 1857 1857
Aggiunti gl'indigeni assenti fuori
della provincia in numero c, s, . ,
Più il contingente militare attivo
che in 8 anni diede 7615 uomini, e
detratti i morti, i hberati ecc. ecc.
vuoisi ridurre a circa .....
425743
12789
7000
Totale dei Dalmati . 445532
Avvi nel Nazionale del 25 la continuazione di
un articolo Sotto pretesto di progresso che segnala
dei gravi abusi economici nella picaola città di
R che si capisce voler dire Ragusa.
L' autore non dev' essere Dalmata ma sibbene
un uomo del gran mondo, perchè se Dalmata fosse,
parlando di cose provinciali, misurerebbe la gran-
dezza di Ragusa dalle altre città della Dalmazia
fra le quali è una delle principali per popolazione,
senza contare il resto. Ei dev' essere altresì un
gran credenzone a lasciarsi infinocchiare tante bugie.
Come vi potrebbero esser oggidì dei monopo-
listi in ogni ramo d'industria e specialmente nel
commercio delle farine ? Sarei ben curioso di sa-
perlo. So al contrario che in tutti i rami di com-
mercio a Ragusa regna un accanita concorrenza,
e che di farine vi sono depositi di Trieste, Fiume,
Strazig, Vienna, Lubiana, Ebenfurth in più mani,
senza contare le frequenti partite avventizie. È
tanta la concorrenza in questo ramo che i ven-
ditori vanno a cercare i compratori col cappello
in mano, e concedono tutte le possibili facilità di
prezzo e pagamento. Rari sono i casi che il de-
posito scarseggi. Con tutto ciò benissimo fece il
signor M a progettare 1' erezione di un piccolo
mulino a vapore a Gravosa, ed io gli auguro di
tutto cuore ottima riuscita. Io spero eh' esso non
si limiterà a macinare il grano altrui, ma vi as-
soderà la speculazione per conto proprio, ciocche
riescirebbe un vero bene al paese in generale e
al commercio in particolare, perchè richiamerebbe
una parte dei bastimenti diretti per il golfo e da-
rebbe occasi^^ a, una serie di più estesi afRìri.
S' egli abbia aspettato 45 giorni per ottenere
il permesio non lo so, nè so se si trattasse della
lioenza industriale o di quella costatazione tecnica
eh'è prescritta per le fabbriche soggette a peri-
coli d'incendio e dj^ esplosione ; so bene che la
perdita di £ 2000 che vuoisi avvenuta
per questa dilazione . grossa carota che non
passa per chiunque abbia..uh po' di pratica di affari.
Un' altra grossissimà carota sarebbe l'appoggio
che gli attuali venditori di carne godrebbero ad
esclusione dei forestieri. I genii di cui parla l'ar-
ticolo non potrebbero essere gli attuali ammini-
stratori del Comune; ma io so di certissima scienza
che la Comune si sbraccia continuamente per tro-
var nuovi concorrenti, e che il commercio delle
carni è liberissimo da 8 anni come lo è quello
del pesce, e come spero che fra poco lo sarà quello
del pane. Che la carne da febbraio a luglio scar-
seggi spesso, e sia di cattiva qualità, è conseguenza
inevitabile della posizione di Ragusa, è istoria vec-
chia di m@lti secoli, e àurerà finché l'Erzegovina
non abbia un buon governo che renda facile e
sicuro il commercio dèi bestiame. In questi tempi
poi di fiera e generale epizoozia Dio voglia che
la carne non manchi aff'atto !
Ho voluto rettificare queste inesattezze perchè
conosco perfettamente i fatti, e perch' esse ri-
cadono a discredito dell'Amministraziono comu-
nale di Ragusa, la quale tollererebbe che la po-
polazione venisse sacrificata a dei monopolisti, es-,
sendo dovere di ogni buon cittadino il difenderla
quando venga calunniata. E sottoscrivo questa ret-
tificazione perchè credo che quando si asseriscono
fatti, se ne debba assumere apertamente la re-
sponsabilità. Luiai SEERÀGLI.
(Nostre Corrispondenze).
Ragusa, 22 gennaio.
Da corrispondenze dell' Albania rilevasi che pure fra
Costantinopoli ed Antivari vi è un gran movimento de'pi-
roscafi e de'navigli a vela con a bordo della milizia turca
e delle vettovaglie. In parecchi punti di quella provincia si
sono formati straordinarii magazzinaggi e depositi per ri-
cevere le proviande; ed a quest' ora diconsi già approda-
tivi più, di sessanta bastimenti carichi a tale uopo. Si sup-
pone l'esistenza di un'armata considerevole e superiore
alla cifra di quaranta mila, riferita nel!' ultimo articolo 6
corrente. Una parte di questa occupa già le frontiere della
Grecia e del Monlenero.
Se non che, all'atto de'trasporti e trasbordi della sol-
datesca, ed in particolarità durante il viaggio, si è fatal-
mente sviluppato il tifo che cagiona molte vittime, non
risparmiati neppure alcuni dell'aquipaggio ; e se ne lamenta
qualcuna perfino fra 1'uffizialità al comando de'vapori.
Intanto, la strada militare è stata compiutamente con-
dotta al termine ; non così però i progettati Blokaus ; il
lavoro de' quali, se non sospeso affatto, come taluni riten-
gono, al certo assai lentamente prosegue.
Tutte le altre notizie che mano mano ci pervengono,
oppure si spargono forse per bizzarria, sono o molto in-
certe od al tutto inconcludenti.
In questo momento, ha approdato nel porto di Gravosa
il vapore - Omer pasrià, - reduce da Antivari, eh'è diretto
per Klek al fine d'imbarcare un corpo di tre cento qua-
ranta uomini Dicesi altresì, essere approntati colà altri due
mila per lo stesso oggetto.
Zara, 27 gennaio.
Ci gode r animo di poter annunziare il bell'ac-
coglimento che le musiche note onde il nostro e^
gregio concittadino sig. Giovanni Salghetti rivestì
la ballata, intitolata Elisa e il prigioniero^ trovano
dovunque quella è maestrevolmente interpretata da]
Mazzoleni ; avverandosi così i presagi che del SUQ
nobile ingegno ci accade più volte di fare.
La Fama n. 2, 13 gennaio 18G3, riporta dal
Diario della marina, giornale d' America :
"Ultimamente il Mazzoleni cantò al gran cM
liberale tedesco, ove c' imparadisò con una bal-
lata del titolo Eh sa e il prigioniero, che venne
accolta con entusiasmo, e della quale si volle il
bis. È lavoro veramente egregio del maestro Gio-
vanni Salghetti, che io amerei udire in tutte le
società, ove interpretato dalla voce e dall'arte,
stupende, del Mazzoleni,,.
Il Figaro n. 1, 1 e 3 genn. 1863 nei giornali
d'America :
"11 Mazzoleni è invitato a cantare in tutte le
società, e ultimamente in uno dei più eletti ciuf)
disse una ballata con cori Elisa ed il prigioniero
di Giovanni Salghetti, Dalmata, con esito straor-
dinario, in modo da doverle ripetere fra un su-
bisso di applausi. Questa ballata onora molto il
suo autore, perchè degna per l'ispirazione e la
scienza di un grande maestro,,.
Sien rese pubbliche grazie a questi distinti
compatrioti nostri, che il nome dalmato, già noto
ovunque sono in pregio gentilezza e coltura, fan
risuonare con tanto onore nelle più lontane regioni.
»•
Telegrammi.
Da Vienna 26 gennaio (mezzodì). Pietroburgo.
È scoppiata una sollevazione nel Regno di Polo-
nia. L'assalto dei ribelli, la notte dei 22 in Var-
savia ha separato le truppe accantonate, ed ha uc-
ciso singoli soldati. Distaccamenti di truppe po-
terono riunirsi e respingere i ribelli. La perdita
delle truppe ascende a 30 morti e 90 feriti. Fu
proclamato nel Regno lo stato d'assedio.
Vilna 23. La notte dai 22 ai 23, fu destinata
dal partito della rivoluzione qual notte di S. Bar-
tolomeo. — A mezzanotte in tutta la Provincia,
nello stesso momento, accadde l'assalto sui distac-
camenti delle truppe nelle città. I soldati sorpresi
in letto furono strozzati. GÌ' insorgenti incendia-
rono i villaggi vigorosamente difesi dai soldati ;
ma furono da per tutto con gravi perdite respinti.
— Fu proclamata la legge marziale. {O. D.)
Weimar 21 gennaio. Secondo la Gazzetta uf-
ficiosa di Weimar, il duca Ernesto avrebbe accet-
tato la corona greca a condizione di rimanere
reggente a Coburgo, e che la Baviera rinunzii ad
ogni pretenzione.
Cairo, 19 gennaio. Ieri ebbero luogo i fune-
rali di Said-pascià. Grande concorso di popolo. 1-
smail prese possesso della cittadella, e ricevette le
autorità. Adesione generale al nuovo governo.
Tutti i consoli e le autorità turche d'Alessandria
giunsero al Cairo, e furono ricevutr • immediata-
mente dal nuovo viceré.
N. 27. AVVISO. 3
Si porta a pubblica notizia che l'incanto i>er
la vendita dei fondi di fabbrica al giardino, o fu
piazzale Marmont, in Spalato, seguirà nei giorni 29,
30 e 31 gennaio 1863 con tutte le condizioni por-
tate dall'avviso d'asta 30 decembre 1862 n. 2713.
Chiunque desiderasse prendere ispezione dell'av-
viso d'asta, potrà farlo presso le principali Ammi-
nistrazioni Comunali della Provincia alle quali
viene contemporaneamente spedito.
I piani ed i disegni relativi sono ostensibili
presso lo scrivente nelle ore d'uffizio.
Dalla Congregazione Municipale
Spalato 15 gennaio 1863.
Pel sig. Podestà eccepitosi
L' Assessore
D.r P. ILLICE
V Assessore
D.r A. CINDEO.
Il Segretario
GIAXA.
Tipografia FratelM JìxnAUx, TISTGÉKZO DUPLAI^CICH Redattore responsabilt.
J!lf. 9, Zara 31 Gennaio 1§63.
(J %
Aiilio IV.
Prezzo d'associazione in valuta anstriaca per
Zara: per un anno fiorini 8: per sei niosi fiorini 4;
per tre mesi fiorini 3. Pil rimanente delia Provincia
a fuori: per un anno fiorini 9; per sei mesi fiorini 4
Boltli 50; per tre mesi fiorini 2 : '45. Per 1' estero, e
pel Lombardo Veneto gli stessi prezzi inargento, fran-
che del porto-posta.
Giornale politico-letterario
Esce il Mercoledì ed il Sabato.
T gruppi e le cnmnilssioni, franchi delle ppese
postali, si dirigono in Zara a V incenzo Duplanc eh Ke-
dattore della Voce Dalmatica, e gli abbuonamenti, u i
negozii librarli dei t.ignori fratelli Baitara e Pietro
Abelich, Gli avvisi di 8 linee costano I fiorino, e ogni
linea di più soldi 6. La tassa di finanza resta a carico
dui committente. Un numero separato costa soldi 10.
Zara, 50 gennaio.
Sentiamo che 1' accordo seguito tra la maggio-
ranza liberale degli autonomisti della Dieta, e i
nazionali, non trovi tra i primi quella adesione
generale che era da attendere, e che si rende ne-
cessaria a costituire un partito prevalente di mo-
derata opposizione. Ri ti ut crebbero non pochi di a-
derire, non tanto al programma formato e ai prin-
cipii che vi sono dichiarati, quanto appunto a co-
stituire un partito di mezzo, che rannodi i mem-
bri indipendenti e moderati di ciascuna opinione.
Causa incolpevole di ciò saremmo stati noi stessi,
i quali, neir annunciare la cosa, ci siamo valsi, a
denotare i membri aderenti del partito autonomo,
della qualificazione di srìiieltaiw-nUt liberali; dando
così luogo a sospettare che coloro che non si tro-
varono presenti all' adunanza nella quale fu fer-
mato l'accordo, tali non si stimassero dagli interve-
nuti, onde si intendesse di escluderU. Rannodando
a questa credenza il dissapore, per quanto leggero
e senza ragione e radice, pur vivo ancora, susci-
tato tra i concittadini nostri e i signori di Spa-
lato, dal duplice progetto di strada ferrata, si de-
dusse, essere intendimento dell' accordo, di creare
una maggioi'anza esclusivamente favorevole a Zara
e avversa a Spalato; per il che i più autorevoli
e liberali deputati di quel circolo intenderebbero
tenersi in disparte.
Prima d' ogni cosa è a notare, e noi godiamo
di aver occasione di apertamente dichiarare, non
stare noi a' servigi di nessun partito, avere opi-
nioni nostre indipendenti, le quaU si possono più
0 meno accostare a quelle dell' uno o dell' altro,
secondo che il nostro sentire Bi consiglia, ma che
non presumiamo abbiano ad essere giammai 1' e-
satta riproduzione di quelle d' altrui. Coaie non
intendiamo essere responsabili per nulla delle
credenze, nè delle deliberazioni, nè delle azioni di
nessun partito; così non dev' essere tenuto re-
sponsabile, partito, 0 corpo morale, o città, o paese,
0 provincia, o persona nessuna delle nostre parole.
Il cenno di cui favelliamo, fu dettato da noi, sulle
informazioni avute, liberamente, spontaneamente,
per dovere di giornalisti, non per consiglio, nè
sprone, nè incarico di chicchessia; non è pertanto
da far giudizio sovr' esso degP iuteadimenti dei
membri di queir adunanza.
Ciò premesso, noi crediamo di poter dimostrare
nulla esservi nel cenno medesimo, che possa
condurre alle conclusioni che si vogliono dedurre,
lìè che possa ragionevolmente indurre nessuno a
tenersi lontano dal nuovo partito.
Che nella Dieta nostra , come in ogni altro
corpo rappresentativo, il governo abbia un partito
a lui favorevole, cioè che sostenga i suoi disegni
e i suoi progetti, è cosa troppo ovvia perchè al-
cuno possa dubitarne; che questi sia per natura
più conservativo e abbia per intento di rattenere
e frenare lo slancio del partito progressivo che
correrebbe per sè agevolmente a pericolo, e che
debba perciò dirsi meno liberale, è pure evidente.
Che questo partito non sia nemico del paese,
ma che ne abbia anch' egli a scopo il maggior
bene, benché creda di conseguirio con mezzi di-
versi, è pure cosa certa; come è certo tale do-
versi pure supporre lo scopo del governo. Nessuno
pertanto avrebbe potuto tenersi offeso dell' essere
creduto appartenente a questo partito, nè noi ve-
diamo nessuna ragione perchè chi veramente vi
appartiene non lo dichiari schietto e non si metta
in una posizione che sarebbe tanto più onorevole
quanto più avrebbe ad essere netta e sincera.
Che r adunanza perciò di cui parliamo abbia
supposto nella Dieta l'esistenza di questo par-
tito, e che abbia voluto sceverarsene per ran-
nodarsi alla opinione più liberale non è a mara-
vighare, nè a dolersi; ma che ella abbia inteso
di non tenere aderente a se chi non era pre-
sente, è cosa non solo affatto contraria a verità
ma è cosa che non può in nessun modo dedursi
neppure dalla lettura del nostro cenno, dal quale
anzi risulta evidentemente il contrario. Il cenno
difatto dice che al nuovo partito liberale era
assicurata la maggioranza, il cui numero non po-
teva calcolarsi ; il che equivale a presupporre
altri a questa dover rannodarsi che non erano
presenti, e che numerare non si potevano, e par-
lando di maggioranza, era troppo chiaro che si pen-
sasse agli assenti, non essendo i presenti che otto.
Il vero è che i membri radunati avevano troppo
piena conoscenza delle opinioni dei loro antichi a-
mici politici, da non dubitare neppure che non con-
sentissero ad approvare ciò che per loro si faceva,
troppa fiducia in loro per non dubitare di fare
sovr' essi sicuro assegnamento e di prendere im-
pegno per essi. Lo stesso facevano i membri del
partito nazionale, che non essendo che due, pure
credettero di potere aderire (e non fu invano) per
tutto il partito. Che se si fa lamento non essere stato
chiamato all'adunanza un numero maggiore di de-
putati; è a riflettere che il pensiero di tentare l'ac-
cordo era venuto tardi, perchè nella stringenza
del tempo, se ne potesse raccogliere di più; che la
maggior parte non erano ancora giunti tra noi
per darne loro comunicazione, mentre pure impor-
tava di prendere una subita risoluzione.
Queir adunanza poi, non si eresse punto in par-
tito formato e costituito, nè determinò tutte le
condizioni dell'accordo per le quah venisse que-
sto irrevocabilmente fermato, nè tracciò la via
della condotta a tenere in seguito. Non fece ella
che ventilare e stabilire i principi generali pei
quali r accordo fosse possibile, e sulle cui basi si
potesse poi creare e convenientemente sviluppare
un particolareggiato programma. Perciò deliberò
essa che ogni membro presente avesse a infor-
mare dell' avvenuto quanti più deputati potesse,
invitando ciascheduno aderente, a rannodarsi agh
altri per venire insieme a deliberazione concreta
e stabile. Che si intendesse poi di tener conto degli
altri assai, provano le scelte pei comitati inca-
ricati di esaminare i nuovi progetti di legge, ca-
dute per la maggior parte sugli assenti.
Non occorre che soggiungiamo parola a togliere
il sospetto che alcun interesse municipale abbia
suggerito r accordo. Il tranquillarsi del primo im-
peto della passione, farà tosto veder chiaro ai cit-
tadini di Spalato, che la loro credenza nella ini-
micizia di Zara contro la loro città natale, era
una troppo grande ingiustizia, perchè non abbia-
no a dar bando ad ogni odiosa supposizione, e
non assentano a rannodare la vecchia amicizia.
Zara 23 gennaio.
Il giorno 20 del corrente il consiglio munici-
pale, con alla testa l'ottimo e amatissimo nostro
podestà sig. conte Cosimo Begna, recavasi dal
benemerito ed illustre sig. Antonio nobile de Ster- j
mich di Valcrociata, per esprimergli, a nome di
questi abitanti, i più vivi sensi di gratitudine e
di amore pel nuovo tratto di generosità eh' Egli
volle usare testé verso il locale Mante di pietà.
Tah sensi vennero al sullodato signtn^e dall' ama-
tissimo podestà nostro colle seguenti parole si-
gnificati :
"Per qualsiasi patria istituzione rendasi bene-
merito un cittadino, corre strettissimo obbligo al
municipio, che tutti ne rappresenta gl'interessi ed
i titoli, di palesare al benefattore la pubblica gra-
titudine.
In tale gratissima situazione trovasi attual-
mente il municipio di Zara pel nuovo tratto di
generosa beneficenza da Lei, illustre signore, te-
sté compiuto.
Fra gli antichi istituti, che attestano ancora la
religiosa pietà ed il patrio amore de' maggiori
nostri, era vi pur quello di un monte di pietà, che
per triste vicissitudini, aveva perduta la propria
esistenza. Ma Ella, per magnanimo impulso d'un
cuore commosso ai bisogni de' propri fratelli, lo
richiamò a vita novella. E, contemporanea a que-
sta ed ugualmente per di Lei merito, Zara ri-
corda r erezione dell' Asilo infantile di carità, pri-
mo che, fra queste istituzioni, ventidue anni ad-
dietro, sorgesse in Dalmazia.
Col lasciare al Monte di pietà, pel restante
della di Lei vita, che noi auguriamo lunghissima,
quel capitale che fu dallo stesso, per tale decorso
d' anni, senza censo veruno, goduto, Ella fece uh
nuovo e più segnalato benefizio al paese, che da
questo istituto ritrae tanti vantaggi, ed il paese
ne serberà sempre vivissima e grata memoria.
Permetta quindi, nobile ed illustre signore, che
il municipio, in nome dello stesso. Le esprima i
dovuti sensi di ringraziamento e si procuri inoltre
l'onore di significarle le proteste della più pro-
fonda considerazione. „
Alle parole dell' esimio podestà il nobile signor
de Stermich rispose, esser egli altamente commos-
so per la dimostrazione che gli veniva da suoi con-
cittadini e dal loro rappresentante. I bisogni cui
versava il paese essere tanti e di tale grandezza da
non essere certo la sua fortuna, nè quella d'altro
privato nessuno sufficienti a recarvi notevole prov-
vedimento ; ad ogni modo esser egli sempre pronto
a soccorrere volenteroso alle necessità della pa-
tria e a procurarne il suo miglior bene.
Possa r esempio di uomo sì degno trovare tra
i ricchi della nostra città e d' ogni paese, molti
imitatori.
Leggiamo nella Gazzetta uffizìale di Vienna ;
Vienna 18 gennaio. È pervenuto da parte della
spettabile Camera di Commercio in Zara all' i. r.
Ministero del Commercio ed agricoltura un inte-
ressantissimo rapporto sugli esperimenti di accli-
matisazione i di cui risultati promettono già ad-
desso un rilevante aumento di fondi di acquisto
in Dalmazia.
Uno di tali esperimenti si riferiva alla coltura
d^uia speda nuova di pianta di cotono, le di cui
sementi aveva portato il D.r Polak, già medico della
Siria, di Persia. Siccome tale specie viene cohi-
vata in Persia sui più alti ])endii di montagne,
di cui il clima si approssimava assai a quella
della Dalmazia in terreni alpestri; supponeva il D.r
Polak che la di lui coltura potrebbe essere van-
tairgiosa alla Dalmazia e comunicava tale parere
2Sara 4 Febbraio 1§6S. A uno 1Y.
Prezzo d'associazione in valuta austriaca per
Zara: par un anno fiorini 8: per sei mesi fiorini
per tre mesi fiorini 3. Pei rimanente delia Provincia
9 fuori: per un anno fiorini 9; per sei mesi fiorini 4
soldi 50; per tre mesi fiorini 2:25. Per 1' estero, e
pel Lombardo Veneto gli stessi prezzi in argento, tran-
che del porto-posta.
Giornale politico-letterario
Esce il Mercoledì ed il Sabato.
I gruppi e le commissioni, franchi delle spese
postali, si diri irono in Zara a V incenzo Duplanc eh Re-
dattore della Voce Dalmatica, e gli abbuonamenti, ai
negozii librari! dei sio-nori fratelli Battara e Pietro
Abelich. Gli avvisi di 8 linee costano 1 fiorino, e ogni
linea di piìi soldi 6. La tassa di finanza resta a carico
dui committente. Un numero separato costa soldi 10
GIO. LUCIO E IL GOVERNO VENETO GLI SCHIA-
VONI DI PLUTARCO DELL' ADRIANI LA LITURGIA
SLAVA SECONDO KREGLIANO^^CH.
Risposta
Al cliiarissimo signore G. Ferran-Ciipilli in Zara.
{Continuazione e fine, vedi il nr. 9)
A quel passo di Plutarco, estratto dal signor
professore dalla traduzione di Marcello Adriani
(Voce Dalma tira lì. 62 anno 1862), io era in sul
punto di fare delle osservazioni, allorché lessi le
sue nel n. 63 delia Voce medesima, e rilevai
eli'Ella pure, com'io, aveva supposto che la pa-
rola Slavi, che vi si legge, non potesse essere se
non un arbitrio del traduttore. Ma poiché Ella
non potè avere un originale di Plutarco e do-
vette servirsi delle traduzioni, credo non Le sana
discaro se io pure vi aggiunga i riscontri da me
fatti ; tanto più che il sig. professore, iu un al-
tro numero posteriore, aveva mostrato il desiderio
che si consultasse il testo greco di Plutarco.
L'edizione Aldina di Venezia del 1519, dedi-
cata da Francesco Asolano a Pietro Bembo, con-
tenente il testo greco, tanto nella vita di Paolo
Emilio, quanto in quella di Filopemene (p. 83 e
120) ha sempre IXlvptov-, o Ulupioìg e non al-
trimenti.
L' edizione a doppio testo, greco e latino, di
Basilea per cura di Girolamo Gemiiseo apud Math.
Isingriiitn anno 1542 in ambi i testi conserva
IIliri. E chi pur amasse di accertarsene, ne vegga
a p. 110 il tratto corrispondente a quello estratto
dalla traduzione di Marcello Adriani; a p. 153
nella vita di Gleomene; a pag. 133 nella vita di
Paolo Emilo; a p. 255 in quella di Alessandro
Magno, e troverà sempre, in latino ed in greco,
soltanto miri mai Slavi o Sciavi.
L'edizione stefaniana del 1572 non mi riuscì
di avere; ma consultai però quella a doppio testo
di Giacobo Ikiscke di Lipsia del 1774, e questa
pure ha tanto nell' originale che nella traduzione
latina, IIliri. Anzi non dubito di dire che il sig.
Marcello Adriani si servì a preferenza, almeno per
la vita di Filopemene, anziché del testo greco, della
traduzione latina quale si legge nella edizione di
Ileiske, qualunque sia poi 1' edizione di cui egli se
ne valse. Del che potrà persuadersene chiunque
faccia il confronto del tratto dell'Adriani, ripor-
tato dal professore, col suo corrispondente ch'io
estraggo da quella di Reiscke : "Postquam vero
«subveniens rex Antigonus Achaeis, movit cum
«iis in Cleomenem; illoque edita circa Sellasiam
"et fauces insidente, instruxit aciem juxta, certus
"signa inferro et vi irrumpere, locatus erat cum
"civibus suis Philopoemenes inter equites, eique
"subsidiarii adjuncti erant Illyrii, quibus extrema
"acies multis et fortibus viris erat clausa. His e-
"rat praeceptum, un quieti expectarent, duni ab
"altero eorum rex signuni punicea tunica hasta
" sublata dedisset. Ubijam duces urgere II! (/riorum
"cuneo annituntur Lacedaemonios, et Achaei (ut e-
"rat imperatum) in ordinibus suis observaiit ag-
"grediendi occasionem, animadvertens, Cleomenis
"frater, Euchdes divulsos hosiium ordines, lllyrios-
"que jussit ut a tergo adorirentur et retraherent
"destitutos ab equitatu. Id cum fit et milites le vis
•'armaturae retrahunt dissipantque lllyrios, adver-
"tens non magni esse negotii Philopoemen levam
"armaturam opprimere, idque ipsum tempus sugge-
"rere, demonstravit primum rem ducibus regiis.»
Consultai pure l'edizione greco-latina di Teodoro
Doehner coi tipi di Firmin Didot, Parigi 1846
V. L p. 428; non che la traduzione italiana di
Francesco Sansovino, Venezia 1564, e nell' una
come nell'altra si legge sempre llliri.\ Vedi vita
di Paolo Emilio v. L p. 313; vita di Filopemene
p. 485; vita di Gleomene v. IL p. 19.
Potrassi adunque a ragione concludere che l'A-
driani tradusse 1' Ulupto-j; di Plutarco o l'lllyrios
del traduttore latino con Scliiavoni, come per un
triste abuso furono lungamente scambiati questi
due nomi spesso e in Itaha e in Dalmazia E che
così fosse anche nel secolo decimosettimo presso
gli Itahani, n'abbiamo questa bellissima testimo-
nianza nel nostro Lucio: "... cum Slavi Illy-
"ricum fere utrumque occupaverint, nunc apudLa-
"tinos lingua Slava, ut phirimum, antiquo nomine
"regionis Illirica vocatur; usuque receptum est,
"quod latine lUyricam linguam, idem Italice
^'vauì vel Schiavonam signilicet: Dalmatae tamen,
"ipsisque contermini Slavi, Hngiiam Slauam non
"dicunt, sed Hruafam vel Srb^am, prout cujusque
"dialectus est. Sic per temporum vices confun-
"duntur nomina regionum ac gentium, ut vix ex
"veteribus monumentis ahqua distinctio tradipos-
" sit. Et quamvis (riportiamo anche questo tratto)
"per tot secula abolitam distiactionem Dalmataruni
"et Slavorum revocare inanis labor videri possit;
"in ipsis maritimis tamen civitatibus inter Slavos
"et antiquos Dalmatas observare volenti, mores
"adhuc in pluribus diversi deprehenderentur.,, (De
Reg. Dalm. 1. VI. e. 4.). E ciò basti pegli Schia-
voni dati dall' Adriani a Plutarco.
Quanto poi al tratto del signor Kreglianovich
riportato dal sig. professore {V. D. 3 gen. corr.
n. 1) non v'ha quasi parola di vero. Quel tratto
"suona: "Per convincersene sempre più, giova ri-
"flettere che Teodoreto, il Biondo e il SabeUico
"affermano che, oltre la metà del quarto secolo,
"si tenesse sulle spiagge dell'Adriatico un sinodo
"deito di poi l'Illirico, nel quale i vescovi ad
"Elpidio prete della chiesa romana e legato di
"papa Liberio, ricercarono di poter celebrare la
"liturgia e recitare i divini uffizii nella propria
"lingua. Questa traduzione che precede di due se-
"coh l'ultima invasione (634-635) degli Slavi
"/to.i è una pro<>a luminosa deW anteriore esi-
"sfeiiza in Dalmazia dell'idioma nazionale pri-
"mitivo ?„
Primieramente non consta che il sinodo detto
Illirico, tenuto vivente Liberio nel 365, e che deve
essere quello a cui allude Kreglianovich, abbia avuto
luogo sulle spiagge dell'Adriatico, non dicendoci
Teodoreto, della cui autorità si fa egli forte, in quale
parte dell'Illirico precisamente fosse tenuto. Ecco le
sue parole, secondo la traduzione latina : Cum in-
ti'llcxisset (l'imperatore Valentiniano) in Asia ac
Phri(/ia disscnsiones esse inter qaosda-n de dog-
matibiis divinis, synodam in Illirico coegit-, in qua
decreta oonfirmatnque illis misit (lib. 4. c. 7.)
In secondo luogo Teodoreto non dice punto che
Elpidio fosse legato di Liberio; anzi di Liberio
non si fa quivi da Teodoreto neppur memoria. —^
Dalla missiva, che i padri del sinodo inviarono ai
vescovi dell' Asia, si rileva beasi che Elpidio era
a questi inviato per informarli della decisione loro
ed accertarsi se essi pure professavano le stesse
dottrine.
La lettera è intitolata: "Episcopi Illyrii Ec-
"clesiis Dei et episcopis dioeceseos Asianae, Phrv-
"giae, Caroplirygiae et Pacatiana3 in Domino sa-
*lutem.^ Essa comincia: "Has nostras htteras
"misimus per ddectum fratrem nostrum et colle-
"gam Elpidium presbyterum.„
E poco appresso: "Atque propterea non erat
"animus ad vos pluribus scribere, quod unum o-
"mnium nomine ad vos misimus dominum et col-
"legam nostrum Elpidium, ut accurate discat, u-
"trum vestra praedicatio ita se habeat ut a do-
rmine et collega nostro Eustachio accepimus.«
Questo Eustachio dev'essere il vescovo d'Antio-
chia, di cui Teodoreto parla nel lib. 2. c. 15.
Né in Teodoreto, né nell' Index Conei'iorum.
che contiene pure gU atti di questo sinodo (voi.
III), non vi ha parola né degli Slavi nè della loro
hturgia, nè di alcuna dimanda dei padri fatta o
ad Elpidio o a Liberio, e nemmeno alcunché di
simile a tale argomento.
Né si trova qualche cosa di più nel Biondo o
Biondo, come potrebbe ciascuno accertarsene solo
che legga le seguenti parole di questo autore, ri-
portate pure da Lucio : "Et Sueropilus, Dalmatiae
"rex, subditaque illi Sclavorum gens, quem a Bo-
"hemis Germanis originem habuisse ostendimus,
"tunc primum ad Gliristi fidem sunt conversi.«
(Blon. 1, 3.) E l'epoca la disse altrove: "Sciavi
"Itali >m deturbarunt: fuerunt hi quos sub Suero-
"pilo Dalmatiae rege Adriani II Pont, tempore
"Ghristianos effectos ostendimus.,, (Blondus lib.
"2. dee. 2.)
Consiglierei chiunque di consultare semiH'e, per
le questioni riguardanti la Dalmazia o gli Slavi,
prima d'ogni altro, il nostro Lucio ; ché così fa-
cendo si risparmierà molta ed inutile fatica. Chiun-
que ebbe occasione di servirsene, si sarà persuaso
che al Lucio nulla sfuggì di ciò che ai suoi tempi
era possibile di sapere; nè di ciò solo, ma si sarà
pure persuaso che la luce di una sana critica gli
fu sempre compagna. — EgU riporta non solo
quanto d'interessante scrisse sugh Slavi il Biondo;
ma ci sa dire che Biondo lo trasse dai mano-
scritti di Dandolo; che Dandolo si valse della
storia del Diocleate, tradotta de Mauro Orbini
nella sua opera II regno degli Slavi; e vi rilevano
pure gh sbagli del prete di Dioclea. Se ne legga
il cap. 3 del 1. IL, e se ne resterà convinti.
Nè si voglia dedurre da ciò eh' io non abbia
consultato il Biondo : lo consultai e mi duole del
tempo perduto.
Scorsi anche il Sabellico, che nulla affiitto dice
di quanto gli attribuisce il Kreglianovich ; e quan-
to dice degli Slavi consuona quasi interamente
coi detti di Biondo.
Trovai però in Sabellico un tratto che può a-
vere un interesse nelle presenti questioni. Egli
rende ragione perchè li dica Slavi e non ///<>/,
parlando di que'popoli. "Slavi siquidera natio Illyrica
"non est, sed longe ab Illyrio nata,, (De vetust.
AquiL 1, 5. V. 3. p. 231. Basii. 1560.) Li fa pro-
venienti dai Vandah, una parte dei quali, dic'e-
gli, si disse slava ; "reliqua gens, quum circa Ta-
"naim consedisset, se Scia vos a gente quae Bos-
"phoro Cyminerio proxima fuit, nuncupavere„ : —
e soggiugne: "liorum pars Mauritii Caesaris tem-
"poribus in Dalmatiam et Illirium migi'avere, nu-
"menque pristinum tenuere.,,
Se dunque per testimonianza di Sebelhco e di
Biondo, appena regnante Maurizio, cioè tra il 582
e il 602, vennero gli Slavi nell'Iliirio e nella
Dalmazia, e si fecero cristiani essendo papa A-
*Maccliiedo ripete, che in qiiell' epoca remota
le istituzioni autonome della Dalmazia erano di
gran lunga più avanzate che noi sieno oggitiì.
È posta a TOti là proposta che il sigillo e gli
stemmi abbiano a portare l'iscrizione nelle due
lingue. È accettata a maggioranza.
Passando al terzo punto, il presidente nota es-
sere già compreso nèl primo, onde rendersi inu-
tile nuova deliberazione. Consultata la camera, che
annuisce, si passa al quarto. Senonchè, riflettuto
che il rapporto della Giunta in proposito si basa
sopra una parola errata, il presidente crede che
la proposta debba essere rimandata alla Giunta
per nuovo esame e parere. La Dieta approva
ad unanimità.
Si discute il quinto punto, che domanda, abbia
ad essere obbligata la Giunta a scrivere alle au-
torità suboi-dinate, e ai privati, nella loro lingua.
La discussione confusa e intralciata, non giovando
a schiarire la questione, Paulinovich rettifica la sua
proposta nel senso, che le evasioni di esibiti di
autorità od individui, sieno redatti nella lingua in
cui sono scritti gli esibiti stessi.
' Il deputato Lapenna presenta l'emendamento :
"Che abbia ad essere libero alla Giunta di va-
lersi indistintamente scrivendo di ciascuna delle
due lingue."
Il deputato SerragU propone che la delibera-
zione sia differita a quando verrà discusso il re-
golamento interno della Giunta, nella quale occa-
sione la questione deve risorgere.
Posta a roti la proposta Serragli, è rigettata,
^emendamento Lapenna è accettato a maggioranza.
Sulla proposta che la cancelleria della Giunta
debba usare d'arabe le hngue, il presidente os-
serva non esistere cancelleria della Giunta, ma
giovarsi questa, secondo il bisogno, dell'opera di
persone salariate; domanda quindi al deputato Pau-
linovich, se intende ritirare la sua proposta. Pau-
linovich assente.
L' assessore della Giunta Bioni, legge il rap-
porto della medesima sopra i progetti sulle com-
petenze dei vaccinatori, e sulla franchigia doganale
di entrata per le coste dalmate. Propone, che sieno
passati, per lo studio relativo, al comitato finan-
ziario, al quale debba aggregarsi il deputalo Ser-
ragli, come quegh che è l'autore del progetto me-
desimo , e meglio eh' altri nessuno conosce la
materia.
Il deputato Salghetti propone che dovendosi ag-
•gregare altri al comitato, il numero debba es-
sere di due, per isfuggire il pericolo della parità
dei suffragi.
Il deputato Lapenna, dice essere libero ai co-
mitati, come è costumanza d'ogni parlamento,
di consultare quei deputati, il cui consiglio sem-
bri necessario od utile ; non essere perciò me-
stieri di procedere a nuova elezione.
' Il deputato Serragli dichiara non poter consen-
tire ad essere aggregato al comitato. Se si crede
di aumentare il comitato medesimo, megho è ag-
giungere due membri, ma doversi procedere a re-
golare elezione per ischede. Ogni altro modo è
contrario al regolamento, ed allo statuto.
Filippi propone U elezione di'.un SJIO jiiembro,
da farsi psr ischede. Le proposte Sorrag-li e Fi-
lippi sono entrambe rigettate a maggioranza.
Il presidente pone a voti la proposta della Giunta,
(esclusa 1' aggregazione al comitafo del Serragli)
che è accettata a maggioranza.
L' assessore Radman legge una mozione di al-
cuni membri affinchè sia fatta istanza al governo
che gli impieghi pubblici, e specialmente il posto
di consigliere di Luogotenenza che sta per rimanere
vacante, sieno conferiti a' Dalmati ; e, se è possi-
bile senza danno, quest' ultimo venga soppresso.
Legge pure un indirizzo, già presentato dalla Giunta
in questo senso a S. M.
La proposta posta a voti viene accettata.
Il presidente rende noto essere impossibile trat-
tare per ora sulla elezione del deputato di Cat-
tare, a cagione di proteste pervenute alla Giunta.
Si elegge il comitato delle petizioni, nelle per-
sone dei signori Maccliiedo Girolamo, Tripcovich,
Descovich, Alberti e Giorgi.
La seduta è chiusa alle ore 2 '/i.
"Hajde bratjo, hojd'junaci,
"Konjanici i presaci,
tradotto così bene in Italiano da un giovane poeta
dalmata di Spalato.
Ed eccomi a te, o figlio benemerito della mo-
nomaniaca famiglia degli Osmanli, o arcimaestosis-
simo Abdul Aziz, primo di questo nome. Il Gran
Signore ò un giovanotto a cui gira la mattana:
se gU salta il grillo impala mezzo impero ; ne bu-
sca come un ciuco da Mirko e da Luka Vuka-
lovich, e corre pancia a terra verso la banca-
rotta. A me lo avevano dipinto immacolato come
un iconoclasta e nemico giurato delle - donne In
generale e delle odahsche in particolare. Ma in
ima di quelle notti stellate e serene che si spec-
chiano soltanto nelle azzurre onde del Bosforo, il
sultano noiato de'suoi ministri che gli spol-
pano i felicissimi Stati — chiese un bicchiere di
acqua pura ad una odahsca più pura dell'^ acqua.
Egli fu subito servito da un eunuco che non em
Tornata 5 febbraio.
La seduta è aperta alle ore 9 a. m. sotto
la presidenza del Cavaliere Petrovich e alla pre-
senza del commissario imperiale Kutschig.
Letto il verbale della precedente seduta dal
segretario Ghiglianovich, il deputato Radman ret-
tifi^ca che l'indirizzo della Giunta a S. M. perchè gli
impieghi pubblici che rimangono vacanti, sieno da
ora innanzi conferiti a' Dalmati in confronto degli
stranieri, indicato nel protocollo come semplice
progetto, è atto realmente presentato, di cui si at-
tende P evasione. Il deputato Serragli desidera che
nel processo verbale sia fatto cenno, come nella mo-
zione medesima è manifestato puranco il desi-
derio che il posto eli consigliere di luogotenenza
ora vacante, dove sia possibile senza danno, a ri-
sparmio di spese e semplificazione di amministra-
zione, venga soppresso. Il presidente mette a voti
l'aggiunta richiesta, che è approvata a maggio-
ranza. Lapenna domanda che sia indicato il nome
del deputato Girolamo Macchiedo, che propose la
iscrizione del sigillo in latino, per non confonderlo
coli'altro deputato del medesimo cognome. Ghi-
gUanovich avverte il nome essere stato ommesso
per isbaglio nella lettura, ma trovarsi scritto nel
processo verbale. Il processo verbale è approvato
ad unanimità.
L' assessore Radman legge un lungo rapporto
sul budget provinciale, già presentato all' esa-
me del comitato relativo. Il deputato Klaich re-
latore del comitato legge poi il rapporto sul me-
desimo, nel quale il budget proposto dalla Giunta
è quasi in ogni parte approvato.
Lapenna considerando che il rapporto della Giun-
ta e del comitato, contiene una moltiphcità di og-
getti svariatissimi, e abbraccia non solamente l'am-
ministrazione dei fondi, ma comprende questioni di
pubblico interesse di ogni sorta, risguardanti, e
la educazione popolare, e la pubbhca istruzione,
e la diffusione della hngua, entrando perfino nel
punto insatìrito, come direbbe quella buon'anima
di Giuseppe Giusti. — Trovarsi solo, con una
bella donna . . . . mi capite neh? La notte,
l' aria fina, la noia, il cibuk ed altre cose più
palpitanti ancora, lo riamicarono al culto del sesso
avversario, e, nuovo Salomone, si richiamò d'in-
torno una falange di donne. Oh! felice Abdul-A-
ziz,, fatti onore:: spicciati a levarti dal mondo, e
i posteri ti chiameranno benemerito dell' umanità !
Ultimo a comparire è il fiero Scita. Alessandro
ricevette da suo padre Nicolò (il quale se ne andò
di là non si sa come, ma in buon punto), ricevette,
dico, un mosaico di popoli ed egli lavora a fon-
derli - con: uno zelo addirittura impagabile. Peccato
che-per troppo zelo ne mandi un gran numero
sulla forca e in Siberia. Ma dopo tutto ciò sa^
rebbe delitto asserire che Alessandro II. non sia
un principe meno feroce di suo padre. La botte
dà del vino eha ha., dice il proverbio: ora vor-
reste elie Jo Czar ci spillasse dàlia sua botte ai-
campo della politica; crede inopportuno " di pro-
cedere ad una deliberazione che sarebbe certo pre-
cipitata, poiché seguirebbe senza il necessario esa-
me e sufliciente cognizione di causa. Propone perciò
che ambi i rapporti vengano litografati, e comunicati
ai signori deputati, e la discussione venga portata
nuovamente all' ordine del giorno, in capo a otto
giorni, nel qual tempo ognuno avrà avuto agio di
esaminarli, e formarsene una opinione conscienziosa.
Il deputato Alberti appoggia la proposta La-
penna , tanto più che reputa inconsiderato il la-
mento della Giunta, dell' esserìe stato ritìntati i
sussidii dal fondo camerale; essendo dovere di
ogni saggia amministrazione di regolare le spese
sopra i fondi che possiede, e cercare risparmi dove
questi sieno scarsi: essere incauto ed inopportuno
fare assegnamento sopra fondi destinati ad altro
oggetto, che per nessun modo potrebbero venire
da questo distratti.
Il commissario imperiale sorge a dichiarare, es-
sere pure parere del governo, che i rapporti ven-
gano litografati, e la deliberazione segua dopo e-
same più accurato.
Il deputato Culissich domanda la parola in lin-
gua ilhrica, ma poiché il suo concetto non ò chia-
ramente compreso, ripiglia in itahano , e chiede
se veramente le istituzioni autonomiche della pro-
vincia e delle comuni, sieno una legge tradotta
nel fatto, o un' apparenza spoglia di realtà, dacché
egli vede il commissario imperiale pigliar parte
alla discussione, e intromettersi negh affari di spet-
tanza della Dieta.
Il commissario imperiale risponde, che per de-
liberazione di S. M. l'imperatore, del quale lo i-
stituzioni vigenti sono dono graziosissimo, il com-
missario imperiale aveva diritto di prendere la
parola, ogni qualvolta credesse opportuno.
Il Cuhssich dichiara sottommettersi alla volontà
sovrana.
Il presidente legge il relativo paragrafo dello
statuto.
Il deputato Filippi, non intendendo preocupare
la discussione sopra il rapporto della commissione,
che sta per essere aggiornata, pur crede dover
rettificare quelle espressioni del detto rapporto,
per le quali è fatto confronto tra l'amministra-
zione dell' ospitale di Ragusa e quelle degli al-
tri ospitah, favorevole alla prima. Dichiara egli
avere conscienziosamente, quale incaricato della
Giunta, dato le sue cure all'ospitale di Zara, non
avere risparmiato disagi, indagini, e sorveglianza.
Diverse però essere le condizioni dei varii istituti;
nelle spese, a cagion d'esempio, non doversi com-
misurare al numero degli ammalati, ma piiì vera-
mente alla durata del loro soggiorno nell' istituto.
Dove la Giunta potesse realmente contare, in o-
gni ospitale, sopra un controllore del merito, del-
l' assiduità, e dell' onestà del controllore dell' o-
spitale di Ragusa Gabrilovich, certo che ne a-
vrebbe dovunque risultati mighori.
Il presidente avverte che era appunto sua in-
tenzione di proporre che i rapporti della Giunta
e della commissione fossero litografati, e distri-
buiti ai deputati per matura riflessione, e quindi
tro liquido che non sia sangue? — Capirete che
in questo caso la vostra pretesa sarebbe ridicola
e strana! — Egli intanto fa le viste di liberare
i contadini, mettendo la museruola ai signori i
quali alla loro volta hanno la riprovevole libidine
di emanciparsi, come per loro disgrazia la hanno
anche gh infehci Polacchi; e generalmente tutti i
popoli che non discendono dalla obbrobriosa stirpe
di Cam .... Ma a che giova parlare dei Po-
lacchi, se mentre io scrivo la mitraglia spazza le
vie di Varsavia, e il superbo Autocrata riceve
r annunzio che 1' ordine fa ovunqae ristabilito^ .,.
Ho terminato di passare in rivista il mio aU
bum, ed ora non mi rimane a far altro, o lettori,
che a domandarvi scusa della mia prolissità. Ma
se fui lungo nello sfogliazzare questa galleria di
ritratti principeschi, gli è perchè . . . . perchè
ve ne ha di troppi! E. JA
alcuai fogli, non verificasse la «otizia, che la
trancia stabiliva per quell'anno una universale
graudiosa esposiziouCj ove ciascuna ua^^ione :avreb-
be ottenuto ti« largo e speciale posto, nel qual
caso ritiene, aftinché l' una non riesca di danno al-
r altra, che sarebbe meglio il farla .}H-ima, otte-
nendosi il vantaggio di meglio figurarvi poi nella
successiva. Opina infine che sieno da invitarsi
in generale il maggior ftumero degli Stati esteri,
procurandosi così il vantaggio ideila miglior cono-
scenza delle condizioni deU' industrie proprie e di
quelle degli altri Stati, dei miglioramenti operati,
e del perfezionamento di cui sono ancora susce-
tive, come pure la conosceRza reciproca degli in-
dustrianti.
Tale .parere venne adottato ad ;unaiiimità di
voti ed innalzato all' eccelso J\'Iinistero.
Esauriti tutti gli argomenti, venne levata la
sedata.
Affine d'ottenere la tanto desiderata quanto
indispensabile cooperazione, di coloro che amando
il proprio paese sono bene disposti ad assecon-
dare le favorevoli intenzioni dell' eccelso l r. Mi-
nistero del Commercio verso questa provincia,
nella formazione d'una Società la quale mediante
un fondo da stabilirsi, con volontarie tenui ob-
blazioni, abbia per iscopo l'acquisto momentaneo
de' nuovi prodotti in relazione al già pubblicato
rapporto, e la fissazione di premi, per chi piìi ne
presentassero de'proprii, procurando così l'avan-
zamento di quelle colture in relazione ai pro-
gressi fatti negli altri Stati, delle quali dai primi
esperimenti ne è lecito a presagire a più fecondi
risultati, pelle condizioni propizie del suolo, senza
alcun detrimento alle già esistenti, e per offrire
un primo esempio di assocciasione in questa Pro-
vincia, cui, pella mancanza di capitali né è tanto
sentito il bisogno è deplorato il difetto; questa
Camera di Commercio vienne indotta a render di
pubblica ragione il seguente scritto direttole dal-
l'eccelso i. r. Mmistero del Commercio, dichia-
rando d'essere pronta ad offrire ogni qualsiasi
informazione o schiarimento, tolto dalla natura
del presente scritto, in proposito, come d'accettare
ogni utile consiglio che le venisse di fuori.
N. 391-2G.
All'onorevole Caiiiera di Commercio ed industria
in Zara.
Questo i. r. Ministero ha dessunto con speciale
soddisfazione dal rapporto 22 dicembre p. p, nr.
350 i risultati dell' attività, con cui codesta ono-
revole camera ed in ispecie il suo benemerito pre-
sidente, sig. Abelich, nell' interesse pubblico si de-
dicarono agli esperimenti fatti per la coltivazione
in Dalmazia del baco da seta dell' ailanto (bombyx
cjnthia) e per quella del cotone di Persia,
Facendo in proposito gran calcolo sugli elFetti
dell' eccitamento, che con tali esperimenti ben in-
caminati e diretti si porse alla popolazione di
quella provincia, così bisognosa d' un aumento
delle fonti d'industria, questo i. r. Ministero ap-
prezza in pari tempo perfettamente le osservazioni
esternate nel citato rapporto sull'importanza e
sulle conseguenze vantaggiose delle coltivazioni
in discorso.
In quanto all' allevamento del bombyx cynthia
può considerarsi quasi assicurata la doppia rac-
colta annua dei bachi relativi in Dalmazia, per
lo che questo i. r. Ministero approva sotto ogni
aspetto l'intenzione di codesta onorevole Camera
di prestarsi alla formazione d'una società e d'un
fondo per l'acquisto dei bozzoli e per i corris-
pondenti lavoii
In caso che non si potessero raccogliere in Dal-
»lazia i danari necessari! per l'attivazione del detto
foado, questo L r. Ministero dietro un' apposita i-
stanza fondata su motivi sufficienti, non sarebbe
alieno di accordare a tale scopo un modico sus-
sidio dair erario.
Relativamente poi alla coltura del cotone di
Persia, la convenienza della medesima per Dal-
mazia non risulta ancora pienamente confermata,
stante che dietro il rapporto di codesta onorevole
•Camera agli esperimenti finora fatti le piante
vennero allevate in vasi ed all'apparire del freddo
rincliiuse in serra, mentre la coltivaziane in grande
per avere risultati soddisfacenti richiederebbe, che
le piante potessero essere aillevate senza speciali
precauzioni e senza grandi spese in campagna
aperta ed in terreno ordinario.
Dietro il Tisultamento totale del primo esperi-
mento è però ,leQÌto di concbiudere con molta
probabilità, che le piante del cotone di Persia
potranno -pure venir innanzi, messe e lasciate del
tutto all'aperto, .al quale scopo questo i r. Mi-
nistero dee esprimere il vivo desiderio, che nella
stagione prossima ventura venghiuo ripetuti gli
esperimenti di coltura della detta pianta in cam-
pagna aperta ed jn terreni di diverse (ma non
affatto cattive) qualità del suolo, e ciò colla se-
mente dell'ultima raccoiti, di cui supponesi sarà
stata conservata una quantità bastante a tal fine.
Nel mentre si emana la opportuna disposizione
pel desiderato acquisto di nuova, originaria se-
mente, la quale però non potrà probabilmente
pervenirle dalla Persia che per la stagione pel
1864, si rimette a codesta onorevole Camera qui
unita la residua quantità della semente del 1861,
che facea parte di quella speditale per la stagione
del 1862, supponendosi che la maggior parte di
questi granelli avrà peranco conservata la forza
germinativa.
Saranno grati gli ulteriori rapporti di codesta
onorevole Camera sull'andamento e sui risul'ati
degli esperimenti da continuarsi nelle colture in
discorso, pel felice successo delle quali questo i.
r. Ministero sarà sempre pronto a prestare la
maggior possibile cooperazione.
In quanto finalmente agli esperimenti incammi-
nati per la coltivazione delle spugne di mare, a
cui si riferisce l'ultimo capoverso del rapporto
sopracitato, questo i. r. Ministero si riserva di
emanare le proprie deliberazioni, dopo che gli
saranno pervenuti gli atti relativi.
Vienna li 25 gennaio 1863.
WICKENBUEG.
(li equipaggio. A proposito di qiitisto, i marinai diìlla pri-
mn imbarcazione fiicoanu Leila eil alenante comparsa in
[»rescrilta rnoii'.ura, e con uii /t-s rosvo e jloccn Imuji htr~
chino, così (letto all'aibanese; non così però delia seconditi
eh' erano iii pion.i tentila, Ir igitlantlo i suUodati funzionari.
So^ldisfatc lij discipline sanilarie, il [iret'.Uo signor co-
maiidaiilft si è lr;jsfenta ;»l consolato geoeratc •tlelift Rus-
sia, q'ù resiliente; indi, il segretario gereale , un rrusso
iitìiziale del genio, qiiì dimorante da alcun tempo, ed il
comaudaiLte stesso^ si sono portati a bordo (iella fregata;
ed allò ore 1-2 meridiane i jirimi due haitno abban-
donato il naviglio; e questo ha salpato con direziono in
scdocco e, sembra, con rotta verso le bocche di .Ca.ttar)ì
(Nostra Corrispondenza).
Ragusa 3 febbraio.
Una corrispondenza ben autentica d di'Albania avvalora
le Corse voci riguardo al Dervisc pascià Aiiisir in quella pro-
vincia. Il fatto si è, essere egli ricbiamato alla capitalo del-
l' Impero ottomano. In Albania , erasi stabilito con sommo
splendore e lusso, veramente alla foggia di una corte vi-
cereale, e vi era voluto bene e temuto come si compete
e addice ad un eroe di sapere e i eiiergii. All' aito
di suo distacco, furono noleggiati due vapori grandi di
mobili e suppellettili a moderno gusto euro[ieo; e si vuole
che trovisi ora a Vienna un suo ufiìziale incaricato pure
di farne nuovi acquisti di eguale genere. Varie congbiet-
ture si aggirano intorno a sì fatta risoluzione gransignorile
Chi la vuole in relazione immediata ai mutamenti nel .^li-
nistero della subiime Porta, or' ora avvenuti Altri ascri-
vono a c<;rle disposizioni emanati; per la coscrizione mi-
litare, le quali incontrarono non solamente l'opjisnimento
della popolazione ma bensì la disapjtrovazione del governo.
Altri poi qualificano come risultamento delle mene di com-
petitori suoi per rivalità, o meglio gelosia, suscitata dalle
sue gesta della passata campagna, e dall'alta e brillante
sua posizione attuale. Infine, tutti combinano nell'inter-
pretazione di essere egli caduto in digrazia del sultano.
Inoltre, molto si discorre non senza un qualche fon-
damento che anche Vassi pascià sarebbe stato sollevato
dal posto di governatore di quella provincia, e che ciò
starebbe pure in rapporti con la premossa risoluzione, ris-
guardante il Dervisc pascià. '
In Antivari, non ostante k rigidezza deirjinverno e la
contrarietà de' tempi , le opere fortificatorie proseguono
con mirabile sollecitudine. E pare, dover essere colà cen-
tro delle evoluzioni militari.
Ora soltanto per incidenza stimo qui non fuor di luogo
la partecipazione di una circostanza recontissima di que-
sta «lattina. Alle ore nove, una fregata ad elice di primo
ordine con bandiera russa ha dato fondo presso lo scoglio
Lacroma, rimpetto alla città Uopo scambiatisi i conve-
nienti colpi di cannone fra il detto naviglio da guerra
ed il nostro Forte Molo , uii' imbarcazioiìo, con entrovi il
comandante, ha approdato alla sponda del Porto Cassone,
e precisamen'e al cancello dell'uffizio centrale di porto e
di sanità, ove debbono accedere tutte le provenienze per
de[)orre il costituto e prender pratica. La fregata porta il
nome Oslabia, Cvl il cornami mte Nasimnff; viene ila hron-
stadi, frapposta però una breve solTeniiala a Nuearino,
oggi cin([uo giorni sono. Dicesi, es.^ere annata di (jua-
m'Uacìiiqfs pezzi di canno!)*', e di (jìiiitiro cento einqmnla
Notizie politiche.
AUSTRIA.
Da Vienna 7 (mezzodì).
Cracocia 7. Ieri sera furono avssaliti dagli in-
sorgenti: Graniza, Sosnovice, Modreciov, sul con-
fine prussiano. — I Russi avrebbero avuto 41)
feriti, di cui 15 morti sarebbero stati trasportati
a Mistrovic. — In Graniza, gì' insorgenti avreb-
bero portato via seco gli apparati dal bureau te-
legrafico. Ieri presso Zamosk 250 insorgenti fu-
rono, da soli 48 Russi, totalmente distrutti.
Cracovia 8. — Continuano gli attruppamenti ai
ribelli. Tremila insorgenti nelle prossime vicinanze
di Mysloivitz. —I Russi fuggiaschi, or piii di 500,
vi accorrono. Il distretto del Governo confinante
fu totalmente sgombrato dai Russi. — Gl'insor-
genti han molta cavalleria.
— Leggesi nel Tempo dei 5 febbraio :
Nei giornali di Vienna troviamo i seguenti di-
spacci elettrici sull' instn-rezione polacca :
LeopoU 2 febbraio. Di quelli eh' erano partiti
da Leopoli per la Polonia, 40 circa ne furono ri-
condotti ieri in questa città. Gli arrestati sono
per Io più giovani artieri.
Altra del 3. Oggi fu afiissa la seguente noti-
ficazione della direzione di polizia: Da alcimi gior-
ni si reclutano qui delle persone, die dovevano
passare i confini e congiungersi agli insorti della
Polonia. Molti giovani hanno, con quest'intendi-
mento, abbandonato la città. La direzione della
polizia notifica che tanto l'arruolamento quanto il
tentativo di varcai^e i confini per Io scopo indi-
cato, verranno trattati a norma del § 65 del co-
dice penale.
Breslaoia 2 gennaio. Il treno celere non è giun-
oggi. Quello di ieri fu assalito nelle vicinanze di
Varsavia da 83 insorgenti. Questi obbligarono il
conduttore di viaggiare colla massima celerità
ed abbandonarono il treno presso Skerniewice. La
forza principale degli insorgenti, 6000 uomini ar-
mati di fucili sono concentrati presso Czenstochau.
Altra del 3 La Brcslauer Zt'j. d'oggi mat-
tina scrive: Un reggimento d'infanteria con 2
batterie è partito da Noisse per occupare il cir-
colo di Beutheu. Un commissario governativo si
è recato al confine allo scopo di ricevere all'oc-
correnza le casse russe.
Altra del 3 (sera). L'odierna Schles reca:
Il treno di Varsavia ha raggiunto il treno della
mattina della ferrovia dall'Alta Slesia, ma manca
la posta polacca. Una voce cli5 non guarentiamo
pretende che la posta sia stata presa dagli in-
sorgenti.
Un telegramma dai confini annunzia che il treno
celere di Varsavia non è giunto ; gli insorgenti si
sarebbero rivolti dai confini prussiani verso gli
austriaci per raggiungere Cracovia.
Posea 3 febbraio Un proclama dell' autorità ag-
giunge alla popolazione di non prender parte di-
retta nè indiretta all'insurrezione polacca; altri-
menti in correrebbe nel reato di alto tradimento.
PiHroburgo 3 febbraio. 11 Giornale <li Pietra-
burffo annunzia: Per motivi di precauzione sono
sospese le corse notturne da Wilna a Varsavia.
Le corse hanno luogo soltanto di giorno.
GERMANIA.
Berlino, 3 febbraio. Camera dei signori. GafFron,
Poetz, e Rittberg, appoggiati da cinquanta mem-
bri, propongono un indirizzo al re e F accettazione
di questo progetto: Fra i poteri chiamati a coo-
perare alla legislazione è sorto un conflitto, mentre
ognuno di essi esjrdtava un diritto die gii Si)etta
R,-V.n v^^
Sinra 14 Feblbralo l§63t iiiiiio IV<
Voce
Prezzo đ'associa/Jone in valuta atislriaca per
Zara: per un anno fiorini 8: pei- sei iiie^i fioi'iiii -tj
per tre mesi fiorini 2. Pel rimanente lielia Provincia
a fuori: per un anno fiorini 9; per sei mesi fiorini 4
solili 50; per tre mesi fiorini 2:25. Per 1' estero, e
pei Lombardo Veneto gli stessi prezzi in argento, tran-
cile del porto-posta.
Giornale politico-letterario
Esce il Mercoledì ed il Sabato.
I gruppi e le commissioni, franchi delle spese
postali, si dirigono in Zara a A incenzo Duplanc eh Re-
dattore della Voce Billmatira, e gli abbuonamenti, ai
ncgozii librarli dei sii^iiori fratelli Battara e Pietro
Abelicli. Uli avvisi di 8 linee costano ! fiorino, e ogni
linea di più soldi (3. i^a tassa di finanza resta a carico
del committente. Un numero separato costa soldi 10
Zan/^ 1 5 febbraio.
Poicliè il numero delle tornate della nostra
Dieta, e la qualità delle questioni discussevi, e
delle deliberazioni prese, bastano ormai a mostrare
chiaramente il suo colore politico, e quello de' vari
partiti che si agitano nel suo seno; noi crediamo
di poter senza taccia di temeritcà tifarne quei giu-
dizi, e quegli auguri sulla efficacia della opera sna,
che ci paiono più ragionevoli e probabili.
E prima osserveremo, che il ravvicinamento tra
i nazionali e gli autonomisti, di cui fu più volte
parola, non pare avere avuto quel pieno compi-
mento che era nei comuni dtsiderii, e ciò per ra-
gioni le quah noi ci faremo brevemente a di-^
scorrere. Primieramente, pare che sin dàrprinci-
pio nè gli uni, nò gli altri abbiano per l'appunto com-
preso ciò che intendevano fare, o meglio ,non hanno
sufficientemente considerato ciò che fare era pos-
sibile e conveniente. Credettero gli uni e gli altri,
0 si diedero scambievolmente ad intendere, di a-
vere a tentare una conciliazione, e di venire a
una transazione, o a un compromesso, per il quale
gli uni e gh altri dovessero linunciare a parte delle
proprii desiderii, e avesse a tracciarsi una linea di
condotta pohtica la quale potessero gli uni e gli
altri seguire invariabilmente, e i cui principii do-
vessero essere espressi in un programma immu-
tabile. Ora ciò non era nò da sperare nè da osare,
giacché in questione così chiaramente posta, e
lungamente a^gitata, e da ciascuno a proprio senno
risoluta; in questione importantissima il cui scio-
glimento nel fatto sarà di così grande importanza
per le sorti avvenire del nostro paese, non è a
credere che alcuno possa consentire a transigere;
onde r offerta scambievole di un componimento
definitivo, (che supponeva debolezza di fetle e incer-
tezza di principii), non sarebbe stato che una scam-
bievole offesa.
Ciò che era da tentare, e che noi abbiamo cre-
duto che solamente si volesse tentare, era il racche-
tamento delle passioni suscitate dalla contesa, le
quali non lasciano in essa contesa veder chia-
ramente le vere discrepanze e il loro limite, e le
faceva apparire maggiori e piìi numerose che per
avventura fossero; passioni che erano sprone a
una opposizione sistematica in ogni questione,
la quale sarebbe stata immancabilmente fune-
sta. Era da tentare di schiarire quaU erano i
punti su cui veramente le opinioni degli uni e
e degli altri erano radicalmente diverse, e quelli
in cui la diversità non era che apparente, per non
contendere all' aria e combattere contro mulini
a vento; era da accordarsi per tenere una eguale
condotta sulle altre questioni di patrio interesse,
di libertà e di umana dignità, sulle quali non po-
tevano non essere tutti concordi, se non forse per
puntiglio insensato e funesto.
Ora r avere pigliato errore su ciò fu ragione
prima, che le trattative incominciate non avessero
nè compimento nè seguito, e niun partito defini-
tivo si prendesse. La commissione dei tre deputati
eletta a tracciare il programma, si trovò sulle pri-
me così discorde, da non poter sperare di riuscire
ad adempiere il suo incarico. Prima proposta del
partito annessionista fu di dichiarare la naziona-
lità slava della Dalmazia. Ora in siffatta dichia-
razione mi già compreso lo scioghmento di tutta
la questue (che pur s' era fermato di lasciar da
banda), in senso annessionista. Il principio della
nazionaHlà non può avere applicazione pratica
che neir unione piìi o meno prossima territoriale
a'paesi slavi, e per noi, alla Croazia; dacché la
lingua niun contende di usarne a chi la sa e può
farlo, niun niega concorrere a procurarne con ogni
mezzo la diffusione e l'uso tra coloro che non la
sanno; ma niun però può negare che tutte le città
nostre, e tutta la parte colta del popolo nostro,
appartenga, non foss' altra per lingua ed educa-
zione e costume alla stirpe italiana, e che perciò
non si possa costringei la a denominarsi tii nazione
diversa. Seconda pro'po^t^ fa 1' uso della lingua
slava consentito in due materie d'insegnamento.
Ma se gli' é vero che si niega l'insegnamento in
slavo, perchè non civSb-no maestri che lo sappiano,
a ciò sufficientemente uu tanciulli che studiano,
che non abbiano pèr-hn^aa materna l'italiano,
e perchè la lingua e letteratura slava non sono
ancora atte a fornire ammaestramento bastante;
questa ragione non è raéno vahda per due od una
materia, che noi sia per le altre, nè v'è nessun
motivo di consentire che l'istruzione sia monca
e imperfetta in materia nessuna. Terza proposta
era la riforma della legge elettorale in senso demo •
cratico, cioè a dire il disegno che la parte ignorante
e misera e slava del popolo soverchiasse la pos-
sidente, la colta e la itaUana, e avendo risolutiva
deliberazione nelle cose del paese lo retrospinges-
se a condizioni peggiori delle presenti.
Questa medesima ragione, che arrestò 1' opera
della commissione pel programma, fu quella che
influì potentemente, anzi unicamente, perchè le vo-
tazioni dei deputati nella Dieta riuscissero diverse
dai desideri! degli annessionisti, e in apparenza
contrarie all' accordo che era stato fermato. Le
proposte Pauhnovich, prima d' ogni cosa, furono
presentate inaspettatamente senza essere comuni-
cate agli autonomisti, senza che sia stato loro fatto
agio di esaminarle, e se ne avesse ottenuta di-
chiarazione di adesione; erano poi di tal tenore
da trovarsi in diretta opposizione a quei principii
di pareggiamento tra le due lingue che si pro-
clamavano ; contraddicevano a quella verità ricono-
sciuta della impossibih à di valersi in ogni cosa
subito della lingua slava pochissimo nota. Per esse
si esigeva la traduzione in islavo di tutti i progetti
di legge che la presidenza distribuisce a'deputati,
(opuscoli talora di grossa mole) che avrebbe por-
tato una spesa incomportabile alle misere condizioni
nostre economiche, e che non sarebbe stata di uso
nessuno, dovendo quelli servire esclusivamente pei
deputati che conoscono l'itahano, e ignorano quasi
affatto lo slavo. Per esse, si imponeva alla Giunta
r obbligo di rispondere in slavo agli scritti che le
fossero diretti in questa lingua, sia dalle autorità
subordinate, sia da privati; per esse si chiedeva
che la cancellaria della Giunta usasse dello slavo
a voce e in iscritto. Conseguenza di queste de-
liberazioni sarebbe stato F obbhgare i membri
della Giunta e della cancelleria a deporre il loro
ufficio, il hmitaVe le scelte a posti di grande im-
portanza per la provincia a un piccolo numero
di deputati che conoscono la hngua, e che per
avventura potrebbero non sempre possedere le altre
attitudini necessarie a ben sostenerlo; ed escludere
da essi la grande maggioranza degli uomini colti
del paese ; in una parola, sarebbe stato introdur-
re a un subito ne' più importanti uffici pubblici,
queir uso della lingua slava prima riconosciuto
prematuro.
Ora a siffatte proposte era impossibile che gli
autonomisti assentissero. Siffatte proposte cade-
vano appunto su quei punti di discrepanza, sui
quali non era saggezza neppure tentare di inten-
dersi, e parevano richieste più per puntigho di
partito, che a scopo di reale utilità. Siffatte pro-
poste tendevano al completo trionfo dei principii
politici dagli autonomisti avversati, tendevano a
trasmutare, con conati impossenti per la finale
riuscita, ma funesti per le prossime conseguenze,
in slava la parte della popolazione dalmata di
lingua e coltura italiana.
Nè queste sole furono le conseguenze dell' aver
voluto tentare una completa conciliazione ; ma fu
effetto più grave il non aver potuto rannodare al
nuovo partito liberale gran parte della maggio-
ranza antica. Nacque ne' più liberali deputati il so-
spetto dell' esser tratti a soverchia condiscendenza
verso gli annessionisti, con colpevole rinunzia ai
principii professati, vigliacca diserzione dalla causa
abbracciata, e forse con pericolo di danno imminente
da procurare alla patria. Indi il lamento dell'es-
sere stati esclusi dagli amichevoh concerti presi
e quasi riputati di men larghe e libere opinioni;
indi il tenersi stretti a quello che più propria-
mente poteva chiamarsi partito del governo.
E qui ci sentiamo in clebito di ric^ noi
pure, di non trčmre sempre iiji più d^^^
dj^ parte autonoinà q'àelhi franchezza di procedere,
quer coraggio della propria opMoiie, quella co-
sciehH dePp^^ diritto, e quella costanza
di propositi che distingue gli annessionisti. La
tiraFda educazione e la lunga sommessione, e l'ob-
blio di sé, che genera necessariamente l'assolu-
tismo, paiono non avere ancora cessata sugh ani-
mi nostri la loro triste influenza. La credenza che
dagli altri dobbiamo attendere ogni cosa, e che
nulla possiamo da per noi, fa sì che in nuli' altro
si creda il senno riposto, che nell'accogliere a bocca
baciata l'altrui volontà ; che nè per noi nò per
il paese nostro sappiamo fare di meglio che evi-
tare i pericoli, e sfuggire il peggio; nè mai osia-
mo imporci sagrifici o alcuna cosa arrischiare per
conquistare il meglio.
Tuttavia non si può dire che finora le riso-
uzioni .della Dieta sieno state tali da ledere
0 menomare i diritti del paese, o contrarie a di-
gnità 0 dannose alla patria. Spesso a rincontro
l'abbiamo veduta con rara concordia prendere
deliberazioni di carattere incontrastabilmente li-
berale, e opporsi con rara energia alle immoderate
esigenze del governo. Di ciò abbiamo un esempio
nelle bella risposta data alla Luogotenenza dal
presidente, per la quale, con ragionamento invin-
cibile e con forza dignitosa, fu respinta la propo-
sta dell' ammettere commissari imperiali alle se-
dute delle coinuiissioni speciali elette per lo stu-
dio de'progetti di legge, e della Giunta provin-
ciale, e negli applausi unanimi con cui ne venne
accolta la lettura; di ciò una prova nella confer-
ma nella sua integrità del paragrafo del regola-
mento interno che dà il diritto alle commissioni e
alle Giunte di domandare schiarimenti dai mini-
stri del potere esecutivo ad ogni bisogno, dirit-
to che stranamente il commissario imperiale ci
voleva contendere..
Se non che, non è a dissimulare che nessuna
discussione di legge importante fu mossa ancora
air ardine del giorno; che quella sulle comuni si
sta penosamenté esaminando dal comitato, e che
battimenti, c le misure prese dal gabinetto prus-
siano tendono a dare ai fatti di Polonia iin ca-
rattere europeo, che la Francia e l'Inghilterra
possono agevolmente fiir constatare. Finché V a-
reopago delle cinque potenze si vuol ritenere dit-
tatore in Europa, bisogna pure che ciascuna di
quelle potenze subisca, nei casi speciali, quel di-
ritto di controllo che tutte insieme hanno stabi-
lito e riconosciuto.
Ora una rivoluzione in Polonia non può, senza
assurdo, considerarsi come un avvenimento interno
di amministrazione russa o prussiana. V è racchiuso
tutto un periodo di storia, tutto un sistema di
equilibrio europeo; giacché pare che le generose
schiere degl' insorti abbiano oggi raccolta intera
r eredità di Kosciusko, e che il loro concetto sul-
r avvenire della Polonia siasi inspirato a quei versi
dei nostro sommo concittadino:
0 risorta per voi la vedremo,
Al convito dei popoli assisa,
0 pili serva, più vii, più derisa
Sotto r orrida verga starà.
Dio faccia che la prima, e non la seconda ipotesi,
«ia destinata a coronare così magnanimi sforzi.
(Rersev).
Onorevolissimo sig. Kedattore!
L'insegnare una qualche materia fra le pre-
scritte nelle scuole superiori alle elementari in
una lingua viva del paese, che non sia lingua di
insegnamento nelle scuole stesse, siccome da un
lato esclude affatto il mutamento e la sostituzione
di questa ultima, così dall'altro inchiude da se
l'unico mezzo si razionale che pratico di procu-
rare alla prima un naturale campo di vivo eser-
cizio, senza cui non n' è possibile nè lo svolgi-
mento voluto nè il sodo appropriamento. Perciò
io nel dichiarare, che la lingua italiana, una delle
due lingue del nostro paese, debba presso noi
nelle scuole suddette continuare ad essere la lin-
gua d'insegnamento, e che la sostituzione a lei
della lingua materna, la slava, riuscirebbe ora di
dq,nno all' istruzione non meno che all' educazione
nostra, non ho nè voluto nè potuto affermar altro,
se non quello che, reclamato dalle più ovvie mas-
sime pedagogiche, viene anche consentito dalle po-
sitive leggi attuah ; che cioè restando pur la lin-
gua italiana qual lingua d'insegnamento, venga in
pari tempo alla slava aperto, per l'ulteriore di
lei coltura e perfezionamento presso di noi, quel-
li arringo che gli autonomisti stessi hanno procla-
mato e proclamano di volerle risolutamente aprire
a prò dell' intero popolo dalmata. Sicché siffatta
affermazione, non esponendo a dubbio alcuno l'i-
doneità in se della lingua nostra materna all'in-
segnamento, constata unicamente il fatto delle pre-
senti di lei condizioni in Dalmazia, ove pur troppo
e per troppe ragioni esse tuttora non hanno rag-
giunto quel grado, che alla lingua per tutti 1 ri-
guardi sarebbe dovuto e che d' altronde indispen-
sabilmente si richiederebbe a fine di adoperarla
come precipuo mezzo ed istromento onninamente
adatto alla complessiva nostra educazione.
Con questi cenni, esprimenti pienamente le re-
lative mie convinzioni, testificate dall'intera mia
attività e pubblica e privata e rassodate da una
costante esperienza, io non intendo se non com-
pletare ciò che Ella ha pubblicato a mio riguardo
nel primo Zara del n.r 15 della Voce Dalmaticn,
dandone 1' autentica interpretazione nel senso sue-
sposto, il quale solo, come Ella vede, senza ansa
ad equivoci di sorta, corrisponde tanto alla inte-
rezza del quadro da Lei sbozzato sull' occasionale
colloquio avuto in proposito , quanto al supremo
scopo, cui tutti ed autonomi e nazionali tendiamo,
idi provvedere il più ed il meglio che è possibile,
con vicendevole moderazione, armonia, e concordia,
alle moltipUci angustie della patria comune.
Nel pregaria, chiarissimo signor Redattore, che
a sì prezioso intento si compiaccia di far luogo
a queste poche hnee nel prossimo n.r della Voce
da Lei redatta, mi onoro di protestarle la mia
stima e servitù.
Zara, 22 febbrM^
(Nostra Corrispondenza).
fiagiisa.) 1 9 febbraio.
Le notizie pervenuteci oggi da Autivari riferi-
scono, restare quelle sì fatte campane ancora gia-
centi alla riva, dappoiché il governo ottomano non
ne permette l'estradazione, niulgrado gli insistenti
uffizi del cancelliere del Coasolato russo di Scu-
tari appositamente a tale effetto spedito sopraluogo.
11 piroscafo turco — lunna Danubio — vi giunse
da Costantinopoli per proseguire alla volta di Klek.
Colà imbarcherà Abdì pascià, destinato per lan-
nina, d'onde nasce il distacco di Abdul Sccmin,
attuale pascià di fannina per essere trasportato
a Scutari. Lidi prenderà a bordo Dervisc pascià
per portarlo a Costantinopoli, non avendo potuto
per alcune circostanze aver luogo la sua partenza
prima d'ora.
Nel rimaiente, vi regna in quella provincia grande
incertezza per essere tutto e tutti iu ansiosa a-
spettazione.
Notizie politiche.
AUSTRIA.
Vienna 17 febbraio. La Corrispondenza fjcne-
nerad smentisce la notizia sulle violenze che sa-
rebbero state commesse recentemente dai monte-
negrini.
Il deputato Smolka in un suo appello agli stu-
denti li sconsiglia dal prender parte all'insurre-
zione polacca.
Vienna 20 febbraio. Vuoisi che i governi d'In-
ghilterra e Francia abbiano disapprovato la con-
venzione russo-prussiana.
Si conferma la notizia che i russi, presa la
città di Miechow, la incendiarono, commettendovi
inauditi atti di barbarie e non rispettando nem-
meno gli ospitali.
A Cracovia vi ha una quantità di fuggitivi.
Gl' insorgenti hanno preso Konin.
•— Leggiamo nel Tempo :
Trieste 20 febbraio. -— Dai giornali di Vienna
toghamo questi avvisi elettrici sulle faccende di
Polonia:
Cracovia 18 febbraio. Dicesi che gl'insorgenti
siano stati battuti con grande perdita presso Mie-
chow che fu incendiato.
Oggi notte, degli insorgenti sono entrati a Czer-
na (territorio austriaco). Vi furono spinti proba-
bilmente dai russi. I fuggitivi non fanno resistenza.
Lo Czas d'oggi reca: Mentre i russi forti di
4000 uomini muovevano in tre colonne verso Oj-
kow, gli insorgenti se ne allontanavano in marcie
forzate e dirigevansi sopra Miechow dov'era ri-
masta una guarnigione di 800 russi. Gli insor-
genti attaccarono Miechow ieri mattina, ma ne
furono respinti.
Lo Czas dice correr voce a Sandomier, che
Langiewicz abbia battuto i russi impadronendosi
di due cannoni.
Altra dell' 18. Miechow fu ieri attaccato dagli
insorgenti. I russi coi loro cannoni fecero grande
strage fra gli insorgenti, i quali ebbero 200 morti
e quasi altrettanti feriti. Oggi mattina sono arri-
vati a Cracovia molti feriti che furono ricoverati
negli ospitali.
Leopoli 18 febbraio. Notizie da Tarnow annun-
ziano che Langievicz con 3500 uomini si è riti-
rato da Staszow verso Stobnica. Della sua truppa
500 uomini sono armati di fucile, circa 1000 di
falci e gli altri di randelli. Dicesi che a forza di
strapazzi sono quasi inabih a combattere. Scri-
vono da Przemysl che gli insorgenti di Zwierzj--
niec si vanno disperdendo nei dintorni di Kamien-
ka e Kziespol. Molte famiglie che si erano rifug-
gite in Galizia, ritornano in Polonia.
Varsasia 17 febbraio. Gl'insorgenti di Lan-
giewicz sono stati dispersi. Ne sono caduti 100,
e si sono loro presi 11 carri e 3 cannoni di le-
gno. Presso Mlawa fu distrutta una banda d'in-
sorgenti.
Berlino 17 febbraio. La Kreuzzlg scrive: Wiè-
lopolski teme sempre qualche attentato e non e-
sce che in una .carrozza ferrata e circondata da
gendarmi. Quando è invitato a banchetto fa visi-
tare ed occupare da soldati la casa degli invi-
tati. Questi provvedimenti inconìinciano a susci-
tare dei sospetti ; credt'^i che la faccenda dell'av-
velenameiito sia stata inventata, e- che il mar-
chese voglia circondarsi di quest'al^rcola etl appa-
rire acerrimo nemico delia rivolu/^ioiie per distrug-
gere i sospetti che mettono radice anche a corte.
La diflidcnza verso Wielopoiski è generale in
tutta l'armata russa di Polonia.
Altra del 18. Nell'odierna seduta della camera
dei deputati, i sig. Carlòwitz e Schulze doman-
darono se il governo ha conchiuso colla Russia
Una convenzione concernente il concorso della
Prussia nella repressione dell' insurrezinne polac-
ca, e nel caso affermativo quale ne sia il conte-
nuto. Il sig. de Bismak ricusò semplicemente di
rispondere. Successe una discussione e Bismark
dichiarò che il governo seguiva una politica prus-
siana e non russa, che le altre potenze non fe-
cero obiezioni di sorte, e che i dispacci accen-
nati dallo Czas sono apocrifi.
Le frazioni liberah propongono questa risolu-
zione. L'interesse della Prussia esige che non si
favorisca alcuna delle due parti, e non si deve
per conseguenza permettere a nessuna di esse di
entrare armata su territorio prussiano.
ITALIA.
Roma 16. — Ieri mattina un fuoco improvvisa
distrusse interamente il teatro Alibert, di proprietà
del principe Torlonia. Ignorasi la causa dell'ini'
cendio.
— Scrivono alla Perseveranza da Torino^ in
data 17 febbraio.
Nella riunione che in favore dei Polacchi vi
ebbe luogo domenica, l'iniziativa popolare dall'una
parte e l'autorità dall'altra fecero appunto quel
tanto di via che a ciascuna spetta 1'una dicontro
all'altra. Il partito di sinistra, il partito che ama
parere il più acceso propugnatore dei diritti dei
cittadini ed il patrono della rivoluzione italiana,
s' ebbe quel tanto di libertà che non gli si po-
trebbe negare senza violazione dello Statuto. La
autorità intervenne a tempo ; impedì 1' abuso : non
tolse r uso. Sinché si discorre di simpatia ài Po-
lacchi e del diritto di riunione, sta bene; e non
vi s'ebbe a ridire. Il commissario di polizia vi
guardava, senza far il viso dell' arme. Ma quando
il presidente De Boni invitò gli astanti a contri-
buire denaro in aiuto dell' insurrezione, il commis-
sario gli si fece avanti, e disse a lui e agh a-
stanti, che cotesto era un intervenire in una
guerra tra un popolo ed una potenza forestiera,
e ciò non apparteneva che al Governo. Perciò, se
ne fossero iti a casa, giacché dall' uso del diritto
eran trapassati nelF abuso. E tutti se l'ebbero
per detto e se n' andarono a casa : il presidente
per il primo. Ebbene, che cosa volete? A me
par bene che il Governo abbia acquistato tanta
coscienza della libertà pubbhca e della forza propria
da non trepidare avanti a ogni esercizio di diritti
che lo Statuto guarentisce ; come d' altra parte, è
di grandissimo conforto il vedere che nei citta-
dini il sentimento della legge é progredito tanto,
da bastare a persuaderii del dover loro l'autorità
di chi parla il suo nome, senza bisogno di sol-
dato 0 di guardie nazionali, senza bisogno di nes-
suno di quegli argomenti che servono a provare
che il Governo, se non è sentito colle buone, si
sa ben far sentire colle tristi. A pensare che in
due anni e in mezzo a difficoltà tante e così com-
plicate, nè tutte per colpa nostra, le popolazioni
italiane sono giunte a una pratica di libertà, e
ad un rispetto della legge, a cui le francesi haimo
mostrato così poco di potere e saper giungere,
che ora l'Imperato^ glielo dice sul viso e non se
ne adontano!
Del resto, quanto sia poco la spinta del par-
tito rivoluzionario, vi basti a persuadervene il ve-
dere, che di queste riunioni il partito esti^mo non
è riuscito a farsene che una sola in Genova. Ndle
altre città tutte d'Italia i prefetti hanno natural-
mente avuto gii stessissimi ordini che quello di
Genova. Mail Ministero dell'interno non s'aspetta,
nè ha altr-a-rispo&ta se non questa sola: Di riu-
nioni popolari ^e-^l volessero fare, avete be ) '
u iOu autorizza I' autorità polìtica di^irdluale ad in-
fliggere [iene tliscipliinn tino a venti fiorini a'que pretori
clJd Irasgrailisooiio i loro doveri, ed asso^'getla la Coiii'ine
»Ile spese Ji un altro organo che dovrebbe esservi surrogalo.
Non sarebbe il complesso d< questa leggo un incubo,
che con slermin.ito peso, scliiaccierebbe la bimm volontà
delle {)ivere Comuni, poste iti tale vero strettoio da do-
ver consultare la voluniù del prelore, prima di pciictre a
fare un passo qualunque ? .N'"n vi pare dessa niiMi libe-
rale ili quella, che ora abbiamo, di quella cioè, dt-ll'anno
di quell'anno, in cui sarebbe stato d.-litto il [iro-nunziare solamente la p,-4rola cos{itu:,iorìe, o libere Comuni!
Eppure colla legge di aliora, non l'autonlà politica di-
strettuale, ma il governo della provincia, la Luog.itentMiza,
esercitavano la sorveglianza sulle Comuni , riè s' abbassa-
va mai il voto del consig.io comunale alia disi.-retezza
del pretore, anzi il pretore che [lur interveniva al consi-
glio non aveva nemiueiio la parolu. Ora invece egli sa-
rebbe tutto.
E non valeva meglio la pena lii presentare alla di-
scussi<me della Dieta la legge approvata da Sua Maestà
pelle Oimuni colla patente 17 marzo 1849, eh'è iti at-
tività in varie province, di quello cliè il progetto che viene
presentalo? La Iciige del I8i9, quantunque sorta in mo-
intMito iji cui non serio riflesso , ma agiva sugli animi
l'orgasmo della prima impressione per cambiamenti mai
sperati, era qualche cosa, ina l'attuale progetto non si
saprebbe come chiansare.
Dobbiamo sperare che la nostra Dieta si occuperà con
interesse ia <{uesto grave argomento, e che alle Comuni
saranno dati que'diritts, cine iti tutti gli altri stati costi-
tuzionali godono, che in sostanza esse verranno conside-
rate le rappresentanze dei popoli a libertà costituiti. Con
ciò non si vorrà supporre, che debbano essere lasciale, per
dir così, in balìa di se stesse, nò; ma è necessario che
siano assoggettate ad una sorveglianza o se volete dipen-
denza più opportuna e piw decorosa, propria cioè di que-
gli organi, che sorti da elezione popolare, sono più cor-
rispondenti a* tempi ne'quali si vive, ed all'attuale progresso.
Ma sempre, sempre, quell'autorità politica distrettuale,
(i paralizza ogni volere, e più ancora quando si rifletta
alla recente pittura che delT autorità piditica distrettuale
facea nel rinforzato Consiglio dell' irjipero il principe Salin,
chiamando i pretori gP iiilìnii pascià di distretto.
Dal poterlo fare im[iuneinente, 1' uomo costituito in au-
torità facilmente ne abusa, e l'esperienza di quaranta-
quattro anni in Dalmazia, pur troppo ci ha persuasi, che
l'opinione di Sua Altezza anche fra noi poteva avere qual-
che applicazione.
Noi abbiamo la nostra Dieta ; abbiamo la Giunta che la
rappresenta; vi sono le autorità maggiori dello stato, alle
qiia!i i pretori potranno esporre gli eccessi contrarli alla
legge , e gli arbitrii delle Comuni , ma togliendole dalla
servilità de' pretori, si lascino le Comuni una volta in un
;<zif)ne decorosa, autonoma, libera, peli'esercizio pro-
prio ben essere, e sicura <li poter agire senza teiìia di
incapp;ire ad ogni passo in quella sorveglianza della buro-
cratica polizia, che set/ipre no/i cornspond.i ad ogni buona
intenzione. A.
(Articolo comunicato.*}
Onorevole Redazione !
Obbrovazzo li 24 febbraio.
Uno straniero, qui e altrove molto ben cono-
sciuto perle sue stravaganze, dettava in data 12
corrente da questa borgata un articolo, sottose-
gnato da X e riportato nella Voce Dalmatica nr.
14, in cui senz'esserne informato e meno ancora
autorizzato, ardiva costituirsi interprete dei senti-
menti di questa popolazione, e ciò in una circo-
stanza delle più solenni, qual si fu quella del tanto
sospirato acquisto del novello suo pastore, nella
persona del suo concittadino D.n Stefano Buzzo-
ìich. GÌ' insulti che l'impudente sua penna più o
meno direttamente osò versare sul nostro bene-
amato compatriotta sono troppo gratuiti, troppo
inverecondi perchè abbiati bisogno d' esser ricac-
ciatigli in gola ; ci limiteremo pertanto a constatar
alcuni fatti stranamente travisati dal signor X ;
fatti che noi nell' interesse del medesimo signore
e de' suoi amici e protetti avrem.nio voluto pas-
sar sotto silenzio, ma che l'imprudenza sua ci
obbliga, a lode della verità, a render di pubblica
ragione.
Prima ancora che si fosse difusa la nuova della
tanto bramata e paventata nomina del signor Buz-
zolich, si vide infatti un affacendarsi per la no-
stra borgata, ma non già come vuol far credere
il signor X dell' intera popolazione, sibbene del
reverendo padre Bernardino Allujevich, cappel-
lano di Podprag, che mediante il segrestano e la
*3 Per questi articoli la Redazione non assume altra respon-
•ft|iJIit» «Ae quella volala «iail» lej^
guardia comunale, qui sottoscritti, faceva racco-
gliere di buon mattino in casa propria parecchi
del volgo, e poi andava di bottega in bottega, di
bisca in bisca, di uffizio in uffìzio, di casa in casa,
e mandava messi quà e là pei vicini villaggi, e
abbeverava di acquavita i pochi accorsi, e arringava
tutti, con ciglio lagrimoso, per muoverli ad ap-
porre lor firme e croci ad uno scritto, che diceva
diretto al reverendissimo Ordinariato, collo scopo
di smentire certe accuse e calunie che si preten-
devano fatte contro il reverendo padre, e le quali
avrebbero indotto il reverendissimo Ordinariato a
dimetterlo dal posto non già di parroco e decano
come sogna il signor X ma di provvisorio ammi-
nistratore parocchiale e vice decano di Obbrovazzo.
Non è a meravigliare pertanto che per questa
guisa, ed in tal senso, gl'interessati abbiano po-
tuto raccogliere e firme e croci; anzi parecchi
dei sottoscritti al presente articolo non ebbero ri-
pugnanza ad apporvi le proprie. Che se in ciò vi
fu alcunché degno di rimarco, non fu che il sov-
verchio zelo dei niemb.ii della nostra burocrazia
e un qualche suo adepto che con invidiabile ac-
cordo s'affrettarono a sottoscriversi perfino a nome
di moglie e di figli peranco bambini ! Eppure nes-
suno meglio di questi signori era al caso di sa-
pere che il loro devotissimo padre, nell' essere
sollevato con decreto curiale dalle sue provvisorie
mansioni veniva espressamente ringraziato^ come
non manca d'avvertirci l'inspirato articolista, per
le zelanti e proficue sue prestazioni qual am-
ministratore parocchiale e vice decano.
Con quanta gioia e festa abbia poi la popola-
zione di Obbrovazzo accolto il suo novello pastore,
credevamo non essere necessario rammentarlo al
signor X. Dacché però egh mostra di ignorarlo,
anzi di voler far credere tutto il contrario, sap-
piasi che appena a Obbrovazzo si venne a cono-
scere che il signor Buzzolich s' approssimava, fu-
rono allestiti e ornati di bandiere tutti i battel-
letti che si trovarono all'uopo, e quanti vi po-
terono essere capiti, andarono ad incontrarlo fino
alla metà del fiume Zermagna, donde con inces-
santi salve di archibugi e fragorosi živio l'ac-
compagnarono fiino al suo domiciho fra le accla-
mazioni della popolazione accorsa. La sera poi
la luminaria, fu, checché ne dica il signor X, ge-
nerale, e la tenebria di certe finestre non servì
che a rendere più desiderabile ed invidiabile quel
segno di letizia per la venuta del diletto concit
tadino e pastore. E qui soltanto vi fu chi potè
osservare un qualche cenno iV alto coruccio ;
quale però partì dal cuore della nostra consor-
teria burocratica, che usciva in parole di stizzosa
disapprovazione. Nè faceva d' uopo che il signor
X e consorti dieno agli Obbrovazzani lezioni di
buona creanza, dacché essi non potevano ignorare
che al pranzo fatto la domenica seguente per fe-
steggiare r arrivo del nuovo parroco , venivano
pure invitati, oltre il reverendo ex amministratore
anche i signori i. r. impiegati, ma sì l'uno che
gli altri ebbero la gentilezza di rifiutarvisi, dando
con ciò agli abitanti una prova novella dell'amore
di quella concordia che tanto ci dovrebbe stare
a cuore.
Quanto poi a certe studiate reticenze del sig. X,
e certe cose di' ei vorrebbe ftir supporre dal lettore
ma che un avanzo, per quanto tenue, di pudore, e
più forse il timore di pubblico smascheramento non
gli lasciò dire; e specialmente quanto all'ascri-
vere sfacciatamente ai soli parenti del signor Buz-
zolich le dimostrazioni di stima e di affetto, sono
arti troppo vili per abbisognare di esplicita smen-
tita. Basti il dire che rispetto a parenti la fami-
glia Buzzohch qui non ha che quella del signor
Belan, il quale però nella ordinaria sua dimora
a Krussevo tanto poco seppe e della nomina e
e della venuta del nipote da neppur trovarvisi
presente ; come non vi si trovarono presenti nep-
pur altri individui della famiglia Buzzolich tranne
il più giovane fratello, c. r. impiegato, affatto allie-
no da qualunque specie di pubbliche dimostrazioni.
Rispetto ai meriti del reverendo padre Bernar-
dino Allujevich pare che il signor apologista si
fosse trovato un pò imbarazzato a ricordarceli, dac-
ché non trovò lodarlo d'altro che di zelo nella
istruzione, che quand'anche vi fosse, solo, non
basta; e quanto al resto, d'aver saputo accumu-
lar danari, cera, paramenti sacri ecc. tutte cose,
come ognun vede, che potrebbero avere il loro
lato debole. Ma qui pure il signor X non seppe
contenersi nei limiti della verità e della giustizia,
esagerando il valore degli oggetti accumulati, de-
fraudando della porzione di merito gli altri membri
della fabbrica della chiesa, scemando, con aperta
menzogna, queUi del predecessore dello Allujevich,
r attuale m. r. decano di Selve D.n Vincenzo Se-
garicli, di cara ed indimenticabile memoria.
Termineremo col pregare alcuni forestieri, a
non voler per 1' avvenire ingerirsi nò punto nè
poco in cose che lor non spettano, e di cessar
da una opposizione che ha loro scemato non poco
prestigio, e che continuata, nò scemerà assai di
più. L' articolista poi in ispecie preghiamo a non
costituirsi per l'avvenire interprete dei sentimenti
nostri, e così toglierci dalla necessità di rompere
un altra volta quel silenzio, che quantunque più
fiate provocati, sapevamo serbare sì a lungo.
Copia delle firme:
Angelo Simoiielli — Paolo Marinovìch — Do-
menico Giancovich — Valerio Lazaneo — Trifone
Mandich — Giuseppe Camerani — Giacomo Ma^
strovich — Ciriaco Radulovich — Andrea Sugliat
— Bortolo Bolis — Bartolomeo Treu — Giuseppe
Sassa — Patdo Jurgevich — Giovanni Elle-z —
Marco Celcovich — Petar Jurgevich - Miai Vranich
— Giorgio Miculich — Stefano Vhilelia guardia
comun, — Francesco Nachich — Matte Bugliat —
Giovanni Madrich Rosso — Giorgio Ivanovtch —•
Giovanni Madrich sacrista -- Gregorio Busolich
— Sima Miculich — Gio. Battista Fabbro — Giu-
seppe Bilich — Giuseppe Oluich — 'Itane Madrieh
— Giorgio Radulovich — Teodoro Massura —
Lago Jochich — Sttfan Zagar — Marco Giagne-
vich — Petar Vulelia — Ivan Maricich — An-
tonio Maricich — Luigi Barizon — Nicola Ti-zza
— Antonio Armadori.
Notizie politiche.
AUSTRIA.
L'-mberg, 24. — Gl'insorti respinsero nn at-
tacco dei Russi, presso Dubienka, e presero loro
due cannoni.
Vienna, 25. — La Corrèspondance gènèrale
dice che Lincoln ricusò le proposte di mediazione.
GERMANIA.
Berlino 25. — La Gazzetta della Croce assi-
cura che le notizie allarmanti diflfuse dalla stJim-
pa, relativamente alila questione polacca, non han-
no alcun fondamento, e che nessuna potenza fece
alcun atto, il quale possa rendere più difficile la
soluzione amichevole delle quistioni pendenti.
lìcrlino, 25. — La Corrispondenza Zeiler an-
nunzia un sequestro di 300 bombe e granate
presso polacchi abitanti a Berhno. Incominciossi
il relativo processo.
Berlino, 26. Parecchi ministri essendo avversi
alla convenzione colla Russia, Bismarck diede la
sua dimissione che finora non fu nè accettata nè
rifiutata.
ITALIA.
Torino 22 febbraio. Alle molte invenzioni già
proposte 0 sperimentate per costrurre sulle mon-
tagne delle strade ferrate da esercitarsi col va-
pore, deve aggiungersi ora il progetto dell'inge-
gnere inglese, sig. Fell, il quale propone di co-
struire sul Cenisio, a suo rischio e pericolo, una
strada ferrata sulla strada ordinaria stessa pel
trasporto dei viaggiatori e delle merci, mercè una
locomotiva di sua particolare invenzione. Il mini-
stro dei lavori pubblici, gen. Menabrea, ha inca-
ricata una commissione per l'esame del progetto,
ma quando potesse credersi attuabile, bisognersb-
oe intendersi colla Francia per la sua appHca-
zione. • ippin)
La proposta del sig Fell, pel passaggio del
Cenisio, venne accettata dal Governo italiano, a
condizione che l'accetti anche la Francia.
y Italia Militare porta un decreto reale che
scioglie le divisioni attive di fanteria e cavalle-
ria. I generali, comandanti le divisioni e sott^-
mercio del giorno d'oggi, e le relazioni fra paesi
e popoli, sono per modo mutate e moltiplicate, che
nessuna norma, e nessuna deduzione ragionevole
può trarsi da ciò. Nè che la conca sia più ab-
bondante' di prodotti che l'alto Danubio, fa che
maggiorente provare la nessuna ragione che a-
vrebbe Spalato di contenderci così accanitamente
un bene da essa tanto dispregiato, e al quale in
ogni caso non potrebbe mai aspirare.
Dalle cose pertanto che fui costretto a dire
lisulta che non in me è l'ignoranza e il parlare
^avventato, ma nel corrispondente la malignità con-
"scienziosa e la villana rozzezza, e che non il pro-
getto di Zara, di tanto probabile riuscita, può
•suscitare le risa di nessuno, ma bene gh sdegni
impronti, e ? imperversare incessante dei signori
.di: Spalato, la pietà per le nostre discordie mu-
nicipali,. e la riprovazione per chi male a pro-
jposito le va fomentando.
V. DUPLANOICH.
(fctre Corrispondenze).
Vienna il / marzo.
, L'anniversario della costituzione fu festeggiato nella
capitale con pompa e solennità straordinaria. Alle ìi del
mattino una messa solenne si celebrava nella cattedrale
di S. Stefano, e vi assistevano gli arciduchi Francesco
Carlo, Luigi Vittorio, Ranieri, Alberto, Guglielmo e Sigis-
mondo, il gran maggiordomo di S. M. il principe di Lich-
tenstein, i ministri Rechberg, Wickenbnrg, Hem, Lasser
e Degenfeld, il maresciallo della provincia, i membri della
Dieta, tutti i consiglieri di stato, il conte Crenneville aiu-
tante generale di S. M., parecchi generali fra i quali ri-
ìmarcavasi il barone Hess ed il principe Wasa, l'offioialita
della guarnigione, le autorità civili, il consiglio univer-
sitario, il consiglio municipale presieduto dal podestà , la
icamera di conimercio, i consiglieri di amministrazione ed
i direttori degl'istituti di credito e delle vie ferrate ecc.
1 cancellieri aulici comparvero essi pure tranne il conte
Forgach. Vuoisi che quest'ultimo fosse da tre giorni in-
disposto, 11 servizio religioso venne celebralo da S. Em.
il cardinale arcivescovo di Rauscher in persona. Le truppe
furrnavano spalliera, ed una guardia d'onore era stata posta
agl'ingressi della cattedrale, le cui maestose arcate erano
occupate da un pubblico numerosissimo. Nel pomeriggio
il pig. podestà p.r Zelinka , raccoglieva a banchetto nei
iaìonì dell'Hotel-Munsch tutte le notabilità della capitale.
1 ministri, i deputati della Dieta e parecchii consiglieri
mùnicipali erano fra i convitati.
La giornata del 26 febbraio, fu con egual pompa so-
Jennizzata in tutti i capiluoghi delle provmcie. Il ministro
Schmerling che in quel giorno si trovava a Praga, assi-
stette al banchetto ufticiale e pronunziò un toast nel quale
pose in rilievo, come arra di pace e della consolidazione
delle famiglie costituzionali, la circostanza che l'Austria
disarma.
Quanto alla stampa della capitale i giornali tutti dedi-
carono all'anniversario della costituzione un articolo più
p meno ispirato. Gli organi ufficiali (e non scarseggiano
qui giornali di questa fitta) sparsero incensi a piene mani
sulla patente imperiale; gli organi dell' opposizione ne tras-
sero argamento per accennare a quanto restò a farsi onde
la costituzione produca tutti quei frutti cui i popoli della
monarchia se ne ripromettono. Il solo Wanderer tenne
il broncio e passò oltre. Deplora forse il Wanderer che
le Diete provinciali non godono di sufficienli poteri e che
l'autonomia delle singole provincìe sia stata menomata
dall' istituzione del Reichsrath. Quantunque io mi sia ben
lungi dall'essere fra coloro che ravvisano nella patente
del 26 febbraio, un paladio infrangibile di libertà che nulla
lasci a desiderare, e quantunque io non disconosca le ten-
denze sinceramente liberali del giornale summentovato ,
nou posso a dir vere dividere il suo rammarico.
. L' autonomia come vuoisi dagli uomini del Wanderer
e del diploma d'ottobre condurrebbe a mio avviso in li-
nea retta ad un stato di cose poco diverso dalla reazione.
Ciò sembrerà a prima vista un paradosso; ma io mi fac-
cio appello ai fatti, e tristissimi fatti ci ofTersero due Diete
provinciali, quella di Galizia e quella del Tirolo. L'intol-
leranza religiosa, lo spirito di classe e di casta non tar-
derebbero a rialzare il capo , ed a mettere in forse le
vittorie del progresso in varie provincie della monarchia
se alla Dieta generale e cioè al Reichsrath non fosse at-
•tribuita la mansione salutare d'sformare la legislazione
di principii uniformi e corrispondenti ai tempi che corrono.
Il Reichsrath consapevole che sovra lui son rivolti gli oc-
chi di tutta la libera Europa, non oserebbe mai al pari
della Dieta d'iuspruck votare una risoluzione che ridur-
rebbe la libertà religiosa allo stato di pio desiderio.
Permettetemi che dalla politica passi alla cronaca urbana.
Un duello fra due secretarii d'ambasciata che ebbe
luogo pochi giorni or sono nella BrigUtorau e costò la vita
ad uno dei campioni formji ancora quasi il solo soggetto
di tutte le conversazioni. Il conte Rechtern segretario'del-
afii^baseiata Olandese, ed il si^. Muroaga segretario di
quella di Spagna si vedevano da gran tempo di mal oc-
chio a cagione di urm rivalila il cui oggetto si era una
certa rnad;iina P. bella ed elegantissima (Ijiina, nei cui sa-
loni s'incontrarono di sovente i due dipluinati. Un pre-
testo per un duello è presto trovato ed i due gentiluo-
mini nun tardarono a rinvenirlo in una discussione poli-
tica. L' indomani un colpo di pistola tirato alla distanza
di 50 passi costava la vila al conte Rechter, giovarje nel
fiore degl'anni e di r;ira bellezza e di più unico erede
di una fra fortune le piij COIOSSHH doli'Olanda
Quanto al sig. sig. di l\]iiroaga vuoisi che pwhe ore
dopo il triste avveminento abbia varcato la frontiera. Il
s)g. e la signora P. hanno essi pure abbandonato la ca-
pitale. La giustizia informa ma finora senz' alcun succes-
so ; sendocchè i nomi dei patrini seppero finora sottrarsi
ad. ogni ricerca.
ler sera si produssero al teatro Carlo nella Sonnam-
bola la celebre Palti ed il non men noto tenore Guiglini.
E indiscrivibile 1' entusiasmo col quale furono accolti que-
sti due sommi artisti. Madamigella Palti sopratutto su|>erò
le aspettazioni quantunque grandi del pubblico.. Giovane,
in sommo grado avvenente, fornita di voce oltre ogni
dire simpatica ed educata alia vera scuola del canto , la
Palti formerà per due mesi le delizie di questa capitale
cui da oltre due anni non era dato gustare le armonie
della musica italiana.
Graz, 28 febbraio.
Nella corrispondensa da Graz nel n. 'io del Nazionale,
che annunzia come gli studenti dalmato-slavi qui ditno-
ranti sieno per prender parte ad una festa prp la ricor-
renza del millenario de'SS. Cirillo e Metodio; vengono
rammentati gì' indirizzi diretti altra volta al redattore di
quel periodico da alcuni di Padova e Vienna, e si de-
plora che in quella circostanza non siensi mossi a fare
10 stesso quelli di Graz , dando così motivo a trarne sii
di loro cattivo giudizio, e con ironia ad esclamare a Graz,
si dorme. — Su tal proposito gli studenti dalmati sono
d'avviso che l'ironia avesse a cadere su di chi così s'e-
spresse, mentre essi hanno la coscienza di essere stati
perfettamente desti ed in pieno senno, quando, a quel-
l'uno che le veniva accattando per un'indirizzo progettato
ricusavano di dare le proprie firme, ripugnando i loro
nobili sentimenti 1' applaudire a chi incivilmente insulta,
e specialmente poi in quel caso, quando l'insulto era di-
retto a Tommaseo, gloria nostra. Questa e non altra è
la ragione, la quale il corrispondente si fa schivo d'e-
sporre, per cui allora non s'udì la voce degli studenti
di Graz esclamare braoo! al cagnohno che tentò di rosec-
chiare il mastrno.
In quanto poi' alla festr''ft'er i SS. Cirillo e Metodio,
giova notare che il numero di que'dalmato-slavi che vi
prenderanno parte si riduce a non più che cinque o sei.
— Ed anco questa volta non è senza ragione che ricu-
sino di prendervi parte, e non è punto che sonnecchine
gli altri dalmati qui dimoranti. — Riservando essi per i
SS. Cirillo e i\]etodio quella venerazione dovuta ad ogni
santo, non riconoscono punto in loro gii apostoli che il-
luminarono le menti de'padri nostri colla luce del van-
gelo. In prima, Tito fu da s. Paolo mandato a predicare
11 cristianesimo espressamante in Dalmazia. E che così sia
lo si sa non per l'autorità di Diocleate, ne'di Biondo o
di Kreglianovich, o simili; ma per quella inoppugnabile
del Nuovo Testamento, per 1" autorità di Paolo stesso, che
nella lettera seconda a Timoteo, lo fa sapere: <iCrcseens
abijt in Gallatiam, Ti'.iis in Dnlm,afiam<i (Paul. Ep. Il ad
Tim. cap IV). Di poi, come ogni uno sa, s. Doimo vi fu
mandato da Pietro. P] quanto a lui, ci fa fede il testimo-
nio di diecinove secoli di tutta la Dalmazia, che in esst)
venera il discepolo di Pietro, mantlato da Pietro stesso
da Roma a vescovo della nostra, già allora illustre ed an-
tica capitale, Salona. — Ed è cosa ben da stupire, che
quel dalmata, vantato uno de' promotori della festa per i
Ss. Cirillo e Metodio e che superbo vi siede nel comi-
tato , sia appunto uno di Spalato , di qiu;lla nobile figlia
di Salona; e che pare per tal modo voglia disconoscere
una delle più belle glorie della sua patria, che venera in
Doimo un apostolo della Dalmazia, il suo primo vescovo,
ed il suo patrono. — Tito adunque e Doimo ben de'se-
coli prima che Cirillo e Metodio nella Moravia , sparsero
fra Dalmati i lumi della religione di Cristo; onde essi a
ragione si gloriano d'essere stati fra le primizie del cri-
stianesimo, come pure possono vantarsi d'essere stali ben
oltre nelle scienze profane ed in ogni ramo di civiltà,
ancora ai tempi del paganesimo, e già prima della con-
quista dei romani. Di che ne fan fede ed i preziosi vo-
lumi tratti da'Romani da Salona, e le navi liburniche, e
le molte arti allora eulte in Dalmazia.
La festa per i Ss. Cirillo e Metodio dice il corrispon-
dente del Na-Jonale, è in ricordanza dell'ingresso della pro-
pia nazione nelk via della civiltà. Or bene, perchè adun-
que avranno i Dalmati dare a divedere di avere fatto que-
sto solenne ingresso ben otto secoli più tar- i , da che
realmente lo fecero? Ed a quelli, che Dalmazia vogliono
assolutamente terra slava, si chiede : e perchè dunque gli
Slavi non festeggiano Tito e Doimo. che furono taht'epoca
prima di Cirdlo e Metodio? «Ma (sono pronti a rispon-
dere) Tito e Doimo non predicarono in islavo, non cele-
brarono in slavo B — Verremmo così allora ad argomen-to,
di grave peso per quelli che sfrontatamente asseriscono
ohe la nazionalità dalmata sia slava, e'Da Imazia ' terra
slava, — In fine, col voler d.ire alla festa di cui trattasi
un' importanza diversa che di semplice solennità religiosa
(mentre tal funzione fu'Ogeltata e discussa non in sagre-
stia, ina in osteria, non avrà (limone di religioso se non
l'esterno secondo l'articolo Nazionale) non si fa egli
una dimostrazione a favore dell' idea del [lanslavismo, idea
che lo stesso Nazionale conveniva nel dichiarare utopistica?
Queste sono le ragioni, per cui la grande maggioranza
de'studenti dalmati in (jraz, ricusano di prender- parte
alla festa per i Ss. (birillo e Metodio. — Questi sano, i
svntiKienti di loro, che guidati da sensato ragionamento,
vivamente amano la libertà e la patria, senza lasciarsi cie-
camente trasportare dal torrente precipitoso del fanatismo.
Milano 1 marzo.
Persone bene informata assicurano che il nostro mi-
nistro Di-Negro siasi posto seriamente alla riforma del
materiale della manna italiana, acciocché essa possa an-
dare di pari C(dr esercito, il quale, grazie all'intelligenza
ed uniforiìiiià di vedute dei ministri che ne diressero fin
qui le sorti, procede verso il suo completo organamento. La
marina invece per una malaugurata fatalità è ancora ben
lontana da questa meta. Primo sbaglio fu quello di
non avere acceso un falò coi navigli dell'ex-regno me-
ridionale, che vecchi e sdrusciti , tranne poche eccezioni,
sarebbero impotenti a tenere il mare in una guerra. Ri-
mettere in istato conveniente quelle carcasse costerebbe
pressocchè la spesa di una costruzione e poi si avrebbe
sempre roba vecchia. Bisogna dunque assolutamente pen-
sare a sostituire i legni inservibili con altrettanti nuovi,
A tale scopo il ministero avrebbe iniziate delle pratiche
con alcuni costruttori inglesi di primo ordine, e quando
queste saranno bene inoltrate, verrà spedita in Inghilterra
una abile commissione di ufficiali di marina per isti-
pulare gli ultimi accordi.
La discussione co.minciata ier l'altro alla Camera elet-
tiva sul prestito di 700 milioni, come avrete veduto dai
resoconti, riferiti dai giornali, procede bene , ed al mo-
mento in cui siamo non v'è alcuno, nemmeno l'opjiosi-
zione, che dubiti che il Parlamento non voli a gran mag-
gioranza la proposta del ministro
Assicurasi che il marchese Pepoli, nuovo ambasciatore
italiano destinato a Pietroburgo, è incaricato di fare alla
corte di Russia amichevoli rimostranze in prò della l'o-
lonia, nel senso vnedesiino che dicesi le abbia fatte e le
faccia tuttora la Francia.
11 conte Usedom, poi, nuovo ministro di Prussia presso
il nostro gabinetto, recandosi in questi dì a fare le sue
visite ai più eminenti nostri personaggi, ha potuf;^>e«f««-
prendere come a Torino si riprovi grandemente la con-
dotta tenuta dal suo governo rispetto alla Polonia.
La'proposta fatta dall'ingegnere Fell, risgiiardante il
passaggio del Moncenisio, fu approvata dal governo ita-
liano, purché essa venga acc.ettata anche da quello di Francia.
A Napoli si fecero varii arresti per la scoperta di una
nuova cospiraziiiee borbonica: vennero tra gli altri inca-
cerati l'ex-generale borbonico Sergardi ed il maggiore
Pironti.
l giornali ed i carteggi di oggi parlano con molta pre-
occupazione della possibilità di una guerra tra la Francia
e la Prussia, guerra che come ben capirete, non tarde-
rebbe ad estendersi anche allo altre potenze ; dietro que-
ste voci la borsa è oggi in ribasso.
Sebenico, 3 marzo.
Tutto ciò che si è parlato per l'addietro circa la ere-
zione di un nuovo teatro in Sebenico, era un puro desi-
derio; e, non vi essendo stata alcuna certezza, non se
ne faceva da'più nemmen conto: ora però sembra che
quest'egregio podestà, sig. Luigi de Fenzi, voglia lasciar
memoria di sè alla patria, che davvero abbisogna di un buon
teatro, da poi che il presente è indecoroso, e capisce
pochi spettatori. Il progetto è bello, come dicono; e spero
che non giacerà gran fatto sul tavolo di qualche inerte,
come altri che finora si fecero in Dalmazia; e me n'è pegno
il buon volercela solerzia del signor Feuzi, il quale non
risparmia fatica per tutto ciò che risguarda il vantaggio
e decoro della patria, nè voglio credere che i Seben/.ani
si lascieranno sfuggire tale occasione, mentre hanno a
capi questo premuroso podestà e un valente pretore.
Eicordo ad alcuni parrochi.
Non è cosa più disdicevole agli occhi de'ben-
veggenti quanto V avvenirsi in persone le quali,
sollevate a dignità, si tengono nell'ozio il più vi-
le, e paghe delle loro rendite e dei loro stipen-
dii, nulla cura si prendono dei loro doveri. Ove
tutti adoprassero di tal maniera che sai^ebbe della
povera società ? Indarno ci verebbero alcuni a ri-
petere che ciò ch'essi non fanno viene da^ altri
eseguito dietro loro commissione. Qual principe
si terrebbe soddisfatto di un generale del suo e-
sercito, che rispondesse in tal guisa? Ma ciò ch^
forse non avviene dei capi d'armata avviene, ahi
Kara 11 ìflai'zo 19€»:J. .4-tiiio I V.
La Voce
Premo rf'associasiont in vuliita aa^triaca piT
E&ra: p«r un anno fiorini S; per i-fi ini'J-i (iorini i;
per tre mesi fiorini 2. Pi-I rimanente della Provincia
e fuori: per un anao fiorini 9; per sci mesi fiorini 4
Boldi 50; per tre mesi fiorini 2:25. Per 1' estero, e
pel Lombardo Veneto gli stessi prezzi in argento, fran-
che del porto-posta.
Giornale polidco-letterario
Esce il Mercoledì ed il Sabato,
I gruppi e le commissioni, franclii delle spese
jiostali, si dii i^;ono in Zara a Vinccuxo Duplane eh Re-
dattore della Voce Oaliiiatica, e gli abbuonamenti, si
negozii librarli dei siì!,nori fratelli Battara e Pietro
Abelich. Gli avvisi di 8 linee eostano 1 fiorino, e ogni
linea di più .snidi t!. La tassa di finanza resta a caricu
di;l conimittente. Un numero sepai-ato costa soldi 10,
Estratto del protocollo di seduta tenuto
il giorno 26 febbraio 1863 dalla camera
di Commercio ed industria in Zara.
Presenti
I signori PIETRO ABELICH presidente
Ernesto Petrìcioli-Salghetti vie. pres,
Nicolò Luxardo consùjliere
Bafjaele Obbradovich „
Pietro Ciotta „
Giovanni Bereftini „
Diodato Vucovich „
Alberto Mandel „
Giovanni Cattiirich „
Dr. Vin. de Benvenuti spgr.
{Non comparvero i signori Pietro Battara e Carlo
Pietro Bianchi.)
Essendo 1' adunanza in numero legale le seduta
viene aperta alle ore 5 '/j pom.
Fatta lettura del protocollo dell' anteriore se-
duta, viene esso senza osservazioni approvato.
Comunicati dal presidente gli atti pervenuti alla
Camera, vennero prese le seguenti deliberazioni :
Sull'istanza del Sindacato di Selve perchè sia
istituito nella borgata un posto di sensale, il cons.
sig. Albertđ''Mandel propone, in vista ai motivi
che r^'uStificano ed appoggiano la domanda, per
cui la borgata e per popolazione e per interessi
commerciali è d'importarza assai maggiore di al-
tre che godono di tale istituzione, che sia a, se-
conda del desiderio esternato da quella borgata
instituito in Selve un posto di sensale.
Tale proposta ottenne l'unanimità di voti.
Letto il ministeriale dispaccio n.r 391 a. e. con cui
dall' eccelso i. r. Ministero del Commercio veniva e-
spressa la propria soddisfazione per l' attività della
Camera ed in ispecialità alla persona del sig. presi-
dente Abelich pel zelo con cui diede opera agli espe-
rimenti sulle nuove industrie da introdursi in pro-
vincia: il vice presidente sig. Ernesto Petricioli presa
la parola fà presente il favore con cui vennero ac-
colte le temii prestazioni di questa Camera, le lusin-
ghiere ed esuberanti lodi direttele dall' eccelso i. r.
Ministero, le quali, dice, se devonsi accogliere e ri-
ferire alla buona volontcà ed intenzione della stessa,
limitata nell' opera sua a primi e scarsi esperi-
menti, devono pure servire di stimolo a seguire
la via sin ora percorsa; accenna quindi come la
Camera debba andar riconoscente verso il sig.
Ministro pelle zelanti sue prestazioni a vantaggio
del commercio ed industria, fra le quali ricorda
quelle nell'ultima esposizione di Londra in cui
la Camera in qualità di comitato filiale fu la sola
in Dalmazia che se ne occupò affine di vedere rap-
presentata in quell'emporio mondiale l'industria
del proprio circolo, ed ebbe la non Heve compia-
cenza di vedere premiati quattro de'suoi espo-
nenti, uno de'quali il sig. Girolamo Luxardo in-
signito pure della croce d'oro del merito con co-
rona; il recente e pure arduo progetto d'una e-
sposizione universale a Vienna che non tarderà
a venire una realtà e servirà potentemente al
maggior sviluppo dell' industria nazionale, e final-
mente la somma con cui egli spontaneamente e
generosamente ci veniva in soccorso a costituzione
di un foado destinato alla propagazione e pro-
gresso dei nuovi rami d'industria, e propone per
ultimo che la Camera, facendosi interprete dei sen-
timeifti del ceto che rappresenta, ne esprima con
speciale indirizzo a sua eccellenza il sig. IMinistro
del commercio e della pubbUca economia conte
Wikenburg i sensi della sua più viva e profonda
riconoscenza.
La proposta del sig. vice presidente venne ac-
colta ad unanimità di voti.
Data lettura del ministeriale dispaccio 26 a-
gosto a. p. n.r 5783-2389, si procede alle modi-
ficazioni dei §§. 31. 41. e 43. del progetto di
regolamento interno della Camera proposto dalla
Presidenza, le quali vengono accettate e la Pre-
sidenza resta incaricata di tosto proseguirle all' ec-
celso Ministero per la prescritta approvazione, in
vista al bisogno di avere una base che ne regoli
in via stabile l'interne operazioni.
L'eccelso i. r. Ministero avendo con suo dis-
paccio, comunicato sub n.r 20279-3873, invitata
la Camera ad eleggere un rappresentante alla com-
missione istituita all'esame del progetto di legge
sulle acque, compilato da esso eccelso Ministero,
la quale dovrà fra breve radunarsi presso questa
eccelsa i. r. Luogotenenza ; il presidente fà invito
ai sig. consiglieri di passare mediante schede al-
l' elezione di tale rappresentante.
Radunate le schede e fattane la verificazione,
risulta eletto ad unanimità di voti il presidente
di questa Camera sig. Pietro Abelich, il quale
ringrazia vivamente la stessa del novello voto di
fiducia che gli dimostrava.
Letto r estratto dell' operato della speciale com-
missione spedita a ' Costantinopoh dagli eccelsi ii.
rr. Ministeri degli Esteri, del commercio e della
Marina, per rilevare i disordini che in quel porto
avvengono fra la marina mercantile Austriaca ;
dietro invito dell'eccelso i. r. governo centrale
marittimo di Trieste si passa alla nomina di un
rappresentante di questa Camera alla commissione
che deve radunarsi a Trieste presso esso eccelso
governo onde esaminare e concretare le riforme
proposte al vigente codice marittimo dalla speciale
commissione di Costantinopoli.
Dietro proposta della Presidenza venne eletto
il sig. Andrea cav. Maticola i. r. ispettore ma-
rittimo a Trieste, e deliberato di mandargli il
mandato con preghiera di accettarlo.
Il presidente sig. Pietro AbeUch indi espone
quanto segue :
Signori! credo d'interpretare l'intimo sentimento
di voi tutti nonché degli elettori la cui fiducia
ha scelto voi per rappresentare gì' interessi com-
merciah del nostro circondario, facendovi proposta
d' esternare la vostra piena soddisfazione al de-
putato che avete scelto a rappresentarvi all'Ec-
celsa Dieta, vale a dire all' illustre nostro concit-
tadino presidente di Essa sig. Dr, Spiridione cav.
Petrovich.
Certamente non si deve disconoscere the Egh
ebbe nelle sue opere validi e degni collaborato-
ri, ma altresì parmi che non si debba mettere
in dubbio, che molto devesi attribuire alla sua
possente iniziativa e direzione, motivo per cui, se
il merito appartiene a tutti, a lui devesi attribuirne
una grande parte.
Nel breve giro di sedici mesi l'eccelsa Giun-
ta, nuova affatto nell'amministrazione, circondata
da quegli ostacoli che sorgono naturalmente ad
impacciare il cammino di ogni nuova istituzione,
essa seppe vincerli con costanza, e facendosi sem-
pre propugnatrice della libertà e dei diritti del
paese, seppe preparare il terreno per modo da
rendere piìl spedita 1' azione della rappresentanza
popolare, ad attuare quei provvedimenti che ur-
gentemente sono richiesti dai nostri interessi e
dai nostri bisogni. Quindi misure alla seinplitìca-
zione dell' azienda amministrativa, e con ess i il
preparamento ad una diminuzione dei pesi che ci
aggravano e l'impiego di quelli che sono imposti
dal bisogno in una maniera più conforme alle \ e-
dute della scienza economica, e con ciò pure a
renderli, come devono essere, più produttivi; quin-
di l'elaborazione di progetti, i quali quando sa-
ranno addottati, procurando stabilità e sicurezza
alla proprietà, stimolo ad un affluenza maggiore
di capitali, facile e libero scambio di prodotti,
diffusione dell' istruzione popolare, e con ciò mezzi
a dissipare l'ignoranza e a dare la coscienza di
se stessi, non mancheranno di divenire i più pos-
senti fattori di una più energica vita commerciale
quale noi tutti desideriamo.
Se dobbiamo essere orgogliosi di tanto nostro
concittadino, la Camera deve sentire più altamente
r inaprezzabile sorte di averlo eletto a rappre-
sentarià; e per ciò stimo atto di giustizia per lui
e per se stessa di significargli in maniera solenne
i suoi setitimenti.
Il vice presidente sig. Petricioli facendosi in-
terprete dei sentimenti della Camera, ringrazia il
sig. presidente per tale felice idea, ricorda come
il sig. cav. Petrovich goda la piena fiducia della
stessa e come tutti i membri indistintamente ehe
la compongono vadino orgogliosi di aver contri-
buito alla sua nomina in deputato, mentre non
poteva scegliere chi meglio del cav. Peirovich de-
gnamente la rappresentasse.
Tutti i presenti per acclamazione e con gene-
rale applauso accolgono la proposta del signor
Presidente Abelich.
Il consigliere sig. Nicolò Luxardo prendendo
argomento dalla nota con cui l'eccelsa Luogote-
nenza invitava la Camera alla solenne messa ce-
lebratasi per festeggiare il secondo anniversario
dello statuto, manifesta al presidente sig. Pietro
Abehch la sua approvazione e soddisfazione, in-
vitando i presenti ad unirsi al suo voto, per a-
ver esso, a decoro di questa Camera ottenuto Un
posto distinto per essa nelle sacre funzioni, come
r ottiene in tutte le altre pubbhche dimostrazioni,
e soggiunge che pure è giusto e conveniente che
la Camera, quale rappresentanza del ceto com-
merciale di tutto il circolo di Zara, di quel ceto
il quale sostiene forse i maggiori pesi dello Stato,
sia pure onorata nel nuovo ordine di cose di
quel riguardo che meritano le classi produttive
della società, le quaU non solo danno ad essa le
apparenze di vita, ma le vere condizioni di una
reale ed efficace esistenza.
L'invito venne accolto con generale favore e
tributato al sig. presidente il meritato encoomio.
Essendosi esauriti tutti gli argomenti del pro-
gramma la seduta venne levata alle ore 7 poni.
(Nostra Corrispondenza ).
fìagusa, •) ninno.
[.a sera dei 28 scorso rnes«, giungevano in Antivdci
cinque pascià per proscguire il vi;iggio verso Costanlino-
poli. Essi sono: Dcrvisc i\luscir jisscià, Muralb pascià.
mil pascià, Bib-iioda pascià principe de'miriditi e Vusifpascià
governatore di Sciitari. Vuoisi essere già in via di nllri
a;icora per ugual.! destitiazioiie. Ouesto movnneiilo H-
scrivo alla prciuuziuuti di essere chiamati a quella è.'pi-