Numero 92 ZARA, Mereoledì 18 Novembre 1903. Anno XXXVffl. IL DALMATA
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moderato d« eonTenirsi. -- I manoaerltti non si restitoiseoi o.
Sulla nazionalità.
Sono molti e molti anni che nella
nostra irrequieta vita provinciale, nel
r ondeggiare dei vari partiti politici,
che travagliano la nostra terra, noi
andiamo, tutti, e spesso, a cozzare
contro una mostruosa scogliera^ celata
dalle nebbie dense, a urtare contro le
sirti insidiose della nazionalità, ove i
nostri proponimenti e i nostri ideali
si rompono, come vascelli derelitti sul
navifrago mare. Il principio della na-
zionalità — precisamente la parte la
più spirituale che ci sia nella evolu-
zione di un popolo — è quello che
da noi più urta i nervi, più eccita
gr istinti bellicosi, più solleva le ge-
losie delle fazioni politiche. Anche di
questi giorni, mentre tutti gli animi
onesti e franchi della provincia esal-
tano, c' è chi ha tentato, con malvagio
intento di discordia, di riaccendere la
questione. Il Nema ih del „Jedinstvo"
relativo a noi italiani, è cosa che si
giudica da sè; è cosa tanto ingenua
e puerile, che non meriterebbe di es-
sere raccolta, se il „Jedinstvo" non
fosse r organo di un partito. Non
dunque al „Jedinstvo" diremo alcune
cose, che non pretendono certo di es-
sere rare e peregrine, ma le quali ri-
teniamo nel momento presente assai
opportune, si bene a chi esso vuole o
vorrebbe rappresentare.
La affermazione di una nazionalità
dipende dal sentimento della libertà.
Dalla coscienza del diritto di disporre
di sè. Quanto è più avanti la civiltà
di una gente, tanto più rapidamente
essa si afferma in nazione. La nazio-
nalità non ha bisogno di essere ,con-
cessa" ; nessuno può fare a meno di
riconoscerla, se non chi non abbia il
senso della umana libertà. Nello istante
stesso in cui essa si manifesta, cioè
dice di essere, eo ipso è concessa e
riconosciuta. Non dipende dal bene-
placito di questo o di quel partito.
Non ha d'uopo di timbri d'autenticità,
di bolli di provenienza. Essa c' è,
dunque è. Vuole essere, e diviene. Dice
di voler essere, e già è. Il suo germe
sta nella volontà; la sua essenza sta
nella opzione ; la sua nobiltà sta nella
libera scelta. Non è il prodotto di un
ragionamento : è cosa del cuore. Vien
dal cuore del popolo. Tocca le fibre
del sentimento, non le cellule del pen-
siero. Non ha a che fare con la razza,
espressione ancor più ambigua e con-
cetto da definirsi, non col linguaggio,
che non è che il cemento della nazio-
nalità, non col culto, che va sempre
più dissociandosi dal concetto nazio-
nale, non con le naturali frontiere, non
con le forme politiche o amministra-
tive. Essa è qualcosa di più, sopra di
tutto. Poiché è cosa tutta spirituale.
Uomini di diversa origine, di linguag-
gio e fede diversa, divisi da montagne
altissime e da valli profonde, separati
da continenti o da oceani, purché ri-
spettino le stesse tradizioni e aspirino
agli stessi ideali, sono nazionalmente
fratelli. I centri tedeschi di Boemia
che sono di nazionalità slava? I Bul-
gari della Macedonia di nazionalità
yreca, i Greci di nazionalità bulgara?
La Svizzera? Il Belgio? Le colonie
inglesi e spagnole d' America? L' Al-
sazia? Una nazionalità può fino so-
pravvivere alla morte politica, come
la polacca. Nessuno ha concesso questa
nazionalità. Esse si sono sviluppate
per generazione spontanea. Nessuno
ha potuto artificialmente crearle.
Valga r esempio di quanto s' è fatto
in Austria per fondere in una tutte le
varie genti che vi stanno agglutinate,
per creare, in due parole, una nazio-
nalità austriaca. Convien allontanarsi
dall' epoca presente e risalire assai nel
tempo e nella storia; non soffermarsi
a un ministero Schmerling, che, al-
l' indomani del riconoscimento delle
lingue provinciali, delle Landesspra-
chen^ germanizza tutto, e non più in
nome della ragion di Stato, come sotto
il ministero Bach, ma nel nome spe-
cioso della scienza e della civiltà; non
soffermarsi a Giuseppe II che pro-
clama il tedesco lingua amministrativa
ed ufficiosa, perchè, come nel mani-
festo del suo avvento al trono, „le
Provincie della monarchia devono co-
stituire un tutto ove le forze del po-
polo non debbano tendere ad altro che
alla potenza dell' Austria" ; non sof-
fermarsi a Maria Teresa, che impone
il tedesco sopra sette nazioni parlanti
sette linguaggi in Ungheria, e poi in
Boemia, Slesia, Moravia, Garniola,
Confini militari, Polonia; ma risalire,
nel tempo e nella storia, assai lontano,
per persuadersi che tutta la politica
centralista dell' Austria, che doveva
servire a consolidare l'idea unitaria,
a formare quel „tutto" di Giuseppe II,
la nazionalità austriaca, col mezzo di
una politica linguistica, non ha fatto
altro che ridurre l'Austria a essere
una provincia letteraria della Ger-
mania. Poiché sono le nazionalità che
formano lo Stato, non questo quelle ;
esse preesistono allo Stato ; non si
creano, come non si distruggono; e
non sono perfette, che quando abbiano
È vero, par troppo, anche a casa nostra
si sa cinguettare, o bene o male, di tat.te
le sette meraviglie del mondo, compreso
il colosso di Rodi; mentre si è del tutto
ignoranti, o quasi, di fronte alle cose che
ci stanno continuamente sott'occhi.
Mi ricordo, non sono molt' anni, che si
conduceva in giro per la nostra città un
professore dell'ateneo di Bruxelles, e che
insieme a lui anche il cicerone faceva le
meraviglie dinanzi ad un bel calice, che
si conserva a San Simeone. Questo mi
'piace — scappò detto a quel galantuomo
nella sua arguzia francese — anche lei
dunque visita per la prima volta Zara in
mia compagnia? Quel povero cicerone al-
lora rimase maluccio ; io però feci un grosso
giuramento, di imparare a conoscere cioè
prima le cianfrusaglie di casa nostra e poi
quelle d'altrui ; e ai giovani ho sempre in-
culcato questo principio colla comminatoria
del rimprovero, scappato di bocca al pro-
fessore suUodato. Imperocché, salvo i grassi
borghesi, portati qui dai Silberhuber, che si
scom[»seiano dalle risa al mirare p. e. le
miniature dei nostoi codici medievali, i fo-
rertierf saputi vogliono di solito vedere e
capire soltanto quello che tra noi è spe-
cificamente dalmatico, essendo stucchi e ri-
stucchi di quegli elementi spettanti all' e-
stetica... internazionale, di cui riboccano
le grandi città. ,
Va bene che gli organi organi, s m*
tende, per modo di dire — governativi, npn
si servono più di noi come di galoppini
olficiali, forse temendo non facciamo ap|)af
rire alle piòrsone i^ajgSgfìantl mettiamo verée
creato uno stato a propria imagine.
A ciò esse tendono; così è nata la
Trancia, l'Italia, la Germania, la
Spapa; così si affermeranno nella
storia le altr^ genti.
Inteso per tal modo il vero concetto
della Nazionalità, l'attentato del „Je-
dinstvo" contro la serietà del partito,
gì' interessi del quale rappresenta, è
manifesto. Neil' atto in cui slavi e ita-
iani stanno organizzandosi contro il
sistema di quella politica linguistica,
cui abbiamo accennato, tutta a van-
aggio dei tedeschi dell' Austria, i
quali, oltre a essere minoranza, non
lanno alcuna potenza civilizzatrice,
come sarebbe ovvio dimostrare, in
quell'atto stesso, l'organo degli op-
portunisti, con assai discutibile op-
portunismo, addirittura cancella noi,
italiani, dalla carta etnografica.
Il grazioso si è che non ci è mai
passato per la mente il desiderio di
farci, diremo, legittimare. Abbiamo
dimostrato a suo tempo che la co-
scienza della libertà è in noi così
viva, da riconoscere le altre naziona-
lità con i loro diritti, anche quando
esse calpestano i nostri e non ricono-
scono noi. Abbiamo persino plaudito
agli ideali avvenire di genti che ne-
gavano a noi fin le glorie del passato.
Per esistere ed affermarci non abbiamo
mai avuto bisogno di negare l'esi-
stenza agli altri e combattere le af-
fermazioni altrui : abbiamo altre armi,
altri mezzi, altre risorse: la forza di
voler essere quali ci sentiamo, la co-
munanza di ideali con la gente cui
apparteniamo, la identità di sentimenti
col gentil sangue latino. Né Slavi né
Tedeschi possono darci o toglierci un
granulo di più o di meno di questo
nostro spiritual patrimonio. Ciò che
ci può essere dato o tolto appartiene
al lato materiale della cosa, alla at-
tuazione pratica dei nostri nazionali
diritti: ivi é aperto il campo alle in-
giustizie, alle angherie, ai soprusi, di
che, comunemente, sogliono macchiarsi
le nazionalità predominanti: ivi è a-
perto il campo anche al „Jedinstvo" ;
ma ciò che appartiene al mondo ideale
nel quale si movono i principi spiri-
tuali di tutte le nazionalità non potrà
essere toccato.
Tutta la vita interna dell'Austria
si riduce a una altalena di naziona-
lità; gli uomini che dànno la spinta
si chiamano ora Hohenwart, ora Auer-
sperg, ora Taaffe, ora Badeni, ora
KOrber. L' antagonismo di razza e la
rivalità di nazione sono da noi la
norma dell a interna vita politica. Qua
e là vanno consolidandosi dei centri,
dei nuclei, int0r90 ai quali si an-
dranno stratificando nuovi Stati, i cui
embrioni già si intravedono; e questi
nuclei hanno tutti per nucleolo la na-
zionalità. Or, queste comunità etniche,
se vengono a contatto, si urtano; e
là dove convivono, la lotta assume
particolari caratteri. Su tutta la linea
è impegnata la battaglia. L'Austria
è come una scacchiera, ove ogni pezzo
ha un proprio valore, un proprio mo-
vimento, una propria mèta. Ma in
questo enorme e caotico conflitto di
popoli e di interessi, solo da noi ac-
cade che gli uni neghino la esistenza
degli altri. È il colmo della illibera-
lità.
Sono 16.000 gli italiani della Dal-
mazia, secondo le statistiche ufficiali?
E sieno! Ma ci sono. Noi sappiamo
di distretti politici in cui, ad esempio,
su tremila italiani c' è uno sloveno.
Ma c' è. Come c' è? Perchè nel cen-
simento s' è dichiarato tale : e la sta-
tistica ufficiale lo accoglie fra le sue
amorose braccia. E 16.000 che si di-
chiarino italiani non valgono a costi-
tuire una nazionalità?
E' un assurdo. E l'assurdo c' è,
perchè al concetto di nazionalità s' era
data una interpretazione erronea e
falsa, includendovi oltre al criterio
etnico della razza anche quello poli-
tico del dominio territoriale, mentre
invece è del tutto ideale.
Quanti sono in Dalmazia slavi op-
tano 0 per la nazionalità croata o per
la serba; per tal modo, per questo
atto volontario di opzione, essi sono
0 Croati 0 Serbi. Sono nel loro pieno
diritto. Diritto che ha ogni uomo di
disporre di sè. Noi lo riconosciamo a
tutti. Poiché è proprio della combat-
tività selvaggia e disordinata dei po-
poli barbari il non riconoscere la li-
bertà altrui. La libera scelta arbitraria
della propria nazionalità è un pro-
dotto della rivoluzione francese, rin-
saldato dalla rivoluzione del 48 ; ed
è un indice di progresso civile della
umanità. Non certo la razza si può
far dipendere dalla volontà; essa è
carattere etnico fisso, la nazionalità è
mutevole ed eleggibile. Chi scrive
queste righe è di razza slava, poiché
1 suoi avi son discesi al mare, dopo
aver combattuto nella loro patria bo-
snese il dominio turco; ed è di na-
zionalità italiana per deliberato atto
affermativo della sua volontà e della
sua coscienza, fattasi interprete di ciò
eh' egli sente, ama e desidera. E sa-
rebbe così sciocco il dirgli: „non ri-
conosco la tua nazionalità'', quanto
sarebbe sciocco eh' ci dicesse : „io son
di razza latina".
Le quali cose era necessario dire
)er togliere di mezzo 1' equivoco, che
in mano dei cattivi diviene potentis-
simo mezzo di discordia.
Dott. G. I. Bozloli.
quello che dovrebbe essere aesturro] pure,
data la necessità di sapere, dopo questo
esordio, credo cbe la preferenza spetti alle
cose del nostro paese, e poi a quelle degli
altri. Ho inteso che alcuni giovani egregi
s'accingono ad illustrare le marine dalma-
tiche: lo facciano e presto, chè davvero
questo adriatico orientale incornicia colle
sue limpide acque tesori di naturali bel-
lezze, e feconda memorie di storia e di
arte incomparabili.
Io non so se tutti coloro che alla mattina
prendono una boccata di aria sulle banchine
di Riva nuova, saprebbero dire, cosi ad occhio
e croce, i nomi delle isole, che da maestro a
gcilocco chiudono l'orizzonte di Zara. Là, in
fondo, p. e., sulla rotta di Fiume, di Trieste e
di Venezia né fan capolino un brusio di piccine,
che si elevano dallo specchio del mare a
guisa di esili coni, cenericci e quasi fumosi ;
più in qua, sulla via di Ancona, altre si
allungano come cetacei, e alle volte, per uno
strano giuoco di rifrazione luminosa, paiono
sollevate sul liquido elemento. A quelle
che pigliano il colore dagli strati dell'a-
tmosfera interposta, succedono le grigie, a
codeste le brune; le più vicine lascian ve-
dere le macchie oscure della vegetazione,
indi il verde distinto degli alberi, il bian-
cheggiare delle casette, le punte dei cam-
panili, il rossastro dei poderetti divisi da
muriccittoli; e poi di nuovo altre chiazze
verdastre, altre colline dai contorni impre-
cisi, perduti nel cilestro dell'aria; finché
l'occhio riposa in quella specie di lago,su
cui siedono San Cassiano, Torrette e Za-
ravecchia, che viceversa lago non è, bensì
tac^ua salata che si restringe in angusti
meàndri e pare ivi finisca. Tante sono
qu««t'isole coi loro cortei d'isolotti, dM-
solette e d'isolettine, che il nome sfugge
0 si confonde l'uno con l'altro; talvolta è
dubbio, perchè doppio o triplo; anzi, per
la varietà di esso, è come se mancasse.
I vecchi zaratini, che avevano il loro
regno municipale limitato a questo arcipe-
lago, lo chiamavano collettivamente insula,
per distinguerlo dai domini del continente,
che per essi era la storca ; e i zaratini mo-
derni, accettando la scappatoia dei loro
antenati, se hanno italianizzato la greca
starea in terraferma, quasi per compenso
diedero forma greca alle insulae, nominan-
dole scogli, in dialetto scoi. Perchè questa
voce, che pare si umile, appartiene alla
lingua di Omero (scopdos, scopultts) e se ha
in se la radice di spia, nel senso, inten-
diamoci, di corpo avanzato che guarda e
difende, non significa poi, come nel sermo
nobUis, roccia nuda e disabitata, ma breve
isoletta, in cui allignano almeno i boschi di
basso fusto, le viti, i fichi e gli ulivi.
Ma, lasciando ad altrui il dire estesa-
mente di questa graziosa corona, che re-
cinge in sul mare la nostra città, mi si
permetta di buttar giù qui poche linee sul-
r isola, che corre paralella alla coita, su
cui beviamo le non sempre pure awe di
9ita; anzi sulla parte a maestro della me-
desima, ove per alcuni mesi dovea rinfran-
care quei nervi rilasciati e Stonati, che
forse non avevan proprio bisogno né di bi-
scheri nè di corista alcuno, ma di qualche
pezzo nuovo, che gl'Ippocrati di quaggiù
non posson rimettere.
Nel dialetto quell'isola la chiamiamo U-
glian, mentre gii slavi la dicono Ujan e
Ughliàn, coli'accento tonico sulla penulti-
ma. Negli atti notarili del secolo decimo-
terzo e deciraoquarto si trovano le varianti
Iliam e Giliano, in cui lo scambio della
1 per la u, come in tanti altri casi simili.
vuoisi appartenga all' antico volgare dal-
matico. La si diceva anche isola di San
Michele, San Michele in morde, Barcagno
(traghetto) di San Michele, Olirà barcagno
Circa l'etimologia della voce le opinioni
sono varie: gli Slavi vedono in Ugliano
uglie cioè oglio, e in Ughlian ughlie cioè
carbone. La seconda derivazione non regge
perchè nè carboni nè carbonari ci furono
mai colà; potrebbe bensì valere la prima
per i m(tlti olivi, di cui l'isola è coperta
se i nomi delle regioni derivassero piut
tosto dalle industrie che dalle materie
prime in esse esistenti. Non conosciamo in
fatti dei paesi denominati AaìVoglio, molt
invece dagli olivi e dagli oliveti, primo tra
essi il sacro monte presso Gerusalemme
Comunque, il nome sarebbe sempre roma
nico, provenendo uglie da oleum, per la ra
gione che nè olivi nè oglio gli Slavi avendo
a casa loro, la pianta e l'oglio conobbero
tra noi, e li chiamarono colla voce latina
dei nostri padri. Sicché Ugliano, sarebbe
eguale ad Ògliano, in cui la u per o ci por
terebbe nuovamente alla fonetica del neo
latino di Dalmazia. Nomi di località poi
che, in regioni romaniche, finiscano in -ano
(-ano) -an, ce ne son tante, che torna super
fino il ricordarle. Aggiungiamo da ultimo
che qualche vecchio cronista zaratino re
tro cesse Ugliano o JtUianum, esattamente
in quanto alla teoria dei suoni, ma senza
storico fondamento, perchè Plinio scrisse
Contra Jader est Lissa; e Porfirogenito
vuoisi che questa Lissa l'abbia chiamata
Caiantrébeno.
Delle quali voci antiche la greca si
perduta, ma la latina no. Lissa, conservatasi
in regione neolatina, ebbe come nome di
isola r articolo : La lÀssa. Supposto poi per
equivoco che l'articolo fosse doppio: la
Progetti e... progetti.
— Il y a fagots et fagot«.
(SganareUc : Molière),
Invece di logorarsi nella compila-
zione di un progetto linguistico che
ni, necessariamente, col non accon-
tentare nessuno e col disgustar tutti,
S. E. il luogotenente avrebbe dovuto
spingere ben più innanzi la visione
dei nostri bisogni e la portata delle
sue iniziative, esigendo in prima linea,
a Vienna e per la Dalmazia, tutto
altra politica ferroviaria.
Invece — come venne accennato da
talun oratore della maggioranza — di
ferrovie neanche cenno nel messaggio
governativo, quasiché la Dalmazia,
come il Belgio, fosse solcato di ferro-
vie in fitta rete.
Eppure preoccupazione suprema e
costante di tutti gli stati o delle Pro-
vincie 0 delle città che vogliano pro-
gredire è questa delle ferrovie; e in-
vero pare, più che impossibile para-
dossale, che, all' inizio del secolo ven-
tesimo, nella costa che fronteggia
quella di Italia e che dovrebbe adunare
commercialmente tutte le risorse dei
Balcani, vi sia ancora, da risolvere,
una questione ferroviaria.
Gli è che i signori di Vienna, mu-
niti di grossi lenti poliziesche per il
dettaglio, per il rappezzo, per il ri-
piego, sono di una miopia cronica di
contro ai grandi problemi risolutivi. A
quei Machiavelli da strapazzo, che si
affaticano nel creare il patriottismo
burocratico, sfugge il criterio che solo
una soddisfacente politica ferroviaria
può fare dei sudditi soddisfatti.
E' caratteristica, ora, la lotta di con-
correnza stabilita sull' Adriatico orien-
tale, tra Venezia e Trieste e Fiume,
che dell' Adriatico orientale sono alle
porte e che sono ben lontane dal go-
dere, rimpetto all' oriente, le splendide
posizioni che hanno e Zara e Spalato
e Ragusa, trascurate dal governo, come
non sono trascurati il Camerun, o la
Tasmania.
Di questi giorni, appunto, la Bilancia
di Fiume ha rinnovato l'allarme perciò
che una parte del commercio di tran-
sito del legname prende ora la via di
V Issa, cfr. p. e. la l'orbacca (lauri bacca)
se ne soppresse uno e si disse : la Issa,
V Issa. Sorto in seguito un borgo omonimo,
sempre secondo il genio della lingua nostra,
per cui ordinariamente le piccole isole, che
contengono una località d'egual nome, ri-
fiutano l'articolo — p. e. Isto, Selve, Sale,
Lesina, Gur»ola e invece La Braem —
andò perduto anche l'altro articolo, e si
ebbe: Issa, Js, Iso, Eso. Ma qui, come già
il lettore si sarà accorto, il nome pliniano
non è rimasto proprio all'isola, che sta di
contro a Zara, ma è passato all'altra, che
immediatamente le viene dietro. E di questa
confusione non c'è da stupirsi, sapendosi
che in tutti i tempi questo insulario zara-
tino ebbe ed ha tuttora, come già si disse,
scambi e varietà di nomenclatura.
L'isola, dalla punta di San Pietro a
quella sullo stretto di Sdrelaz, è lunga quasi
ventidue chilometri; nel suo massimo, da
Sant' Eufemia al monte grande, è larga
circa quattro chilometri; lo sviluppo delle
sue coste, piene d'insenature, di cale e di
vallette, è di circa settanta chilometri. Tra
essa e la terraferma si estende il Canale
di Zara, che dai quattro chilometri si al-
larga presso Porto Schiavina *) sino agli
otto. E analoga ne è pure la profondità,
che cresce rapidamente dal sud al nord ;
giacché, nel suo filo di mezzo, se tra San
Cassiano e Cuclizza lo scandaglio scende
sino a venti metri, di fronte a Porto Schia-
vina arriva ai cinquanta. A poneite c'è il
Canale di Meeeo, che divide l'isola nostra
da Eso Ai dall' Isola lunga.
\ (Continua)
*) Schiavina sta per Slavina, cioè a. Slavina'
come invece di Slavi gì' Italiani dissero Schiavi;
•Oli da Slavina fecero Schiavina, (dial. Slavina.,
Il consiglio direttivo ha dato l'incarico
ad un apposito comitato di far tutte le
pratiche necessarie, affinchè questa bella
istituzione possa già prosperare nei primi
mesi del prossimo anno. Questo è il desi-
derio più vivo e I' augurio fecondo che
anima gli iniziatori.
Onde ottenere un appoggio da tutti gli
italiani di Zara e della provincia, il co-
mitato invita pubblicamente tutti a con-
tribuire o con oboli o con invio di libri
di lettura.
Il comitato ha poi deciso di spedire un
apposito appello alle singole persone ed
agli enti morali della città e di fuori, il
quale verrà prossimamente diramato.
Fiduciosi di esser in questa opera re-
dentrice e civile assecondati da ognuno
er il comitato : F. Beden e A. Bucevich. tfB. I libri vanno consegnati ad Anto-
nio Bucevich, Zara (Via del Monte Civico
n>0 239). Le oblazioni sono da consegnarsi
a F. Beden, Zara (Riva nuova).
AH'Jedinstvo che fa il Rodomonte,
dicendo di averci messi nel sacco, men-
tre ci ha messi solo nella convinzione
che, in dati casi, è perfettamente inutile
il rispondergli, — all' «<Jedinstvo» diremo
che mai abbiamo immaginato di chiamare
Italiani i signori serbi e croati, che par-
lano 1' italiano. Ve n'hanno che sin dalla
infanzia, avendolo succhiato col latte ma-
terno, parlano l'italiano; ma se non vo-
gliono dirsi Italiani (come in realtà sono)
padroni. Ma v' hanno parlanti italiano che
non vogliono essere nè serbi, nè croati, e
quelli, vivaddio, sono nostri, e quelli vi-
vono in tutte le nostre città, ed anche a
Cattaro, ed a quelli le autorità anche ec-
clesiastiche hanno il dovere di rivolgere
la parola in italiano. Fanno bene i vesco-
vi di Cattaro e di Ragusa di pubblicare
le loro Pastorali ed i loro Indulti in lin-
gua slava, per gli slavi, ma fanno male,
nello stesso tempo, di non voler pubbli-
carle in lingua italiana per gli italiani.
Del resto, come sempre grafomane, il
«Jedinstvo» scrive all'impazzata e sposta
la questione. Le Bocche di Cattaro e Ra-
gusa non ebbero mai il glagolito, onde
non si capisce perchè dei vescovi cattoli-
ci romani, che devono essere i primi a
prestare obbedienza a Roma, vogliano in-
novazioni glagolite che Roma non vuole.
E non si capisce perchè si esiga il gla-
golito anche nelle parrocchie foresi di San
Cassiano, di Caie e di Santa Eufemia,
che furono sempre latine e sfuggono quin-
di alla clausola dei trent'anni. Che inno-
vazioni sono codeste e quale vantaggio,
veramente, ne traggono i Croati? In Croa-
zia tutta 1' ufficiatura è latina ; latine le
registrature parrocchiali; e i Croati, tut
tavia, non ci perdono nulla in patriotti
smo croato. Ma le innovazioni, portate in
chiese, latine sin dai tempi apostolici, rin-
crescono, perchè non celano altro che un
fine politico. Ora la chiesa è di tutti e
non della politica.
Il comnne di Arbe. — L'i. r. luo
gotenenza, d' accordo colla Giunta pro-
vinciale, ha destinato quale dirigente il
comune di Arbe il commissario distrettuale
Vincenzo Tudorin, in sostituzione dell' at-
tuale commissario dirigente, Luca Mosco-
vita, che venne destinato a prestare ser-
vizio presso il capitanato distrettuale di
Sebenico.
Promozione. — L' egregio nostro
concittadino, l'ingegnere superiore Pietro
cav. de Erco, venne promosso a consi-
gliere edile.
E' questa una promozione, della quale
proviamo una viva compiacenza, trattan-
dosi d'un funzionario che alle esimie doti
d'intelligenza e di capacità nel suo ramo,
accoppia quelle del caldo patriota e del-
l' ottimo cittadino.
Accetti pertanto il sig. de Erco le no-
stre più vive congratulazioni.
Ad ingegnere superiore nel ser-
vizio edile in Dalmazia venne promosso
l'ingegnere Giovanni Storff.
Cambiamento di luogotenente
in Dalmazia. — Sotto questo titolo
scrivono da Praga alla «Zeit» di Vienna:
«Come apprende il vostro corrispondente,
il luogotenente della Dalmazia, barone
Kandel, verrà tra breve sostituito da una
personalità conosciuta nei circoli di Praga.
Si tratta del generale maggiore Svetozar
Boroevich, attualmente di stazione quale
brigadiere a Pietro Varadino, e che era
innanzi a pochi mesi capo dello stato mag-
giore a Praga.
= Nelle sfere dirigenti, dicesi, havvi l'in-
tenzione di coprire il posto di luogotenente
in Dalmazia con un alto funzionario e
la personalità addatta sarebbe il generale
maggiore Boroevich, che conosce perfetta-
mente l'italiano ed il croato.
= Nel numero del 13 corrente poi della
stessa «Zeit» viene confermata tale noti-
zia, coli' aggiunta che al barone Handel
sarebbe accordato un lungo permesso, dal
quale non farebbe più ritorno in Dalmazia.
Al «Narodni List» poi scrivono da Vienna
che a successore del barone Handel viene
designato il barone Kutschera, attualmente
sostituto del Burian al ministero comune
delle finanze.*
A tali notizie però il «Narodni List»
non presta troppa fede; nè noi pure.
Per l'accordo fra il Lloyd e le
Società dalmate. -- Tutte le Società
di navigazione da e per la Dalmazia, che
tanno acceduto alla convenzione prelimi-
nare col Lloyd, erano di questi giorni rap-
presentate a Vienna dai loro direttori e
maggiori interessati. Oltre che dai ministri
i suddetti signori furono ricevuti dal re-
ferente commerciale marittimo consigliere
aulico signor Delles, il quale pure promise
il suo appoggio al rapido esaurimento delie
pratiche per l'approvazione del progetto
di convenzione. Quindi i delegati delle
Società si recarono dai deputati delie Pro-
vincie interessate, esponendo loro ed illu-
strando i vantaggi della nuova organizza-
tone dei servigi marittimi per la Dalmazia
ottenendone promessa di appoggio incon-
dizionato.
Attualmente le comunicazioni da e per
la Dalmazia sono mantenute da sette linee
settimanali, comprese le celerissime ; dopo
1 approvazione del progetto saranno por-
tate a undici ; attualmente le linee ^laterali
che settimanalmente congiungono fra loro
le varie isole ed i vari porti della Dal-
mazia sono 38, e diverrebbero 75. Non si
può dunque negare bontà al progetto, il
quale ridonda indubbiamente a vantaggio
generale.
Con 1' attuazione di questo progetto si
darà pure un discreto incremento alle
costruzioni navali, perchè mentre il Lloyd
per sviluppare e mantenere le linee cele-
rissime da e per la Dalmazia ha fatto ese-
guire i piani per due nuovi piroscafi tipo
« Wurmbrand», che saranno molto proba-
bilmente azionati da macchine a turbine ;
tutte le altre Società dalmate, che acce-
dettero alla convenzione col Lloyd, oltre
a migliorare e rimodernare le loro flotti-
glie, dovranno necessariamente aumentare
complessivamente di almeno altri sette
piroscafi.
Per una linea dì navigazione
dalmato-argentina. — Il barone de
Cali, ministro del commercio, rispondendo
ad analoga interpellanza, ebbe a comuni-
care che si sono già iniziate pratiche per
l'istituzione di una linea a vapore per
1' Argentina.
Si tratta, come è noto, dell'offerta della
ditta Nicolò Mihanovich, il quale è con-
sole generale a. u. a Buenos-Aires. Le
trattative tendono, da quanto si sà, a sta-
bilire una linea mensile fra Trieste, Gra-
vosa, Ragusa e l'Argentina. La toccata
di Gravosa avrebbe lo scopo di facilitare
il trasporto d'emigranti dalmati nell'Ar-
gentina.
Molti dalmati, come si sà, hanno già
trovato occupazione negli stabilimenti della
ditta Mihanovich.
Nel servizio politico - ammini-
strativo in Dalmazia venne accolto
1' assolto legale Francesco Lucovich, eol-
1' «adiutum» di annue corone 1000. Ven-
ne destinato a prestare servizio presso il
capitanato distrettuale di Cattaro.
Nelle Cancellerie. — Il sotto uf-
ficiale di I classe del reggimento conte
Lacy n.o 22 Federico Allodi, venne nomi-
nato cancellista di finanza a Zara nell'XI
classe di rango.
Banda Comunale. — Domani alle
dodici e mezzo la Banda Comunale ese-
guirà il concerto, con immutato programma,
che non potè eseguire, causa il mal tem-
po, domenica passata.
I reclami del pubblico. — Ci pio-
vono in redazione i reclami contro il si-
stema ora adottato per difendere le publi-
che piantagioni, quello cioè delle siepi
fatte di filo di ferro munito di chiodi ed
altro genere di punte aguzze.
Molti bambini ebbero già le manine
lacerate da quelle punte ; ma anche disgra-
zie maggiori potrebbero succedere. Ci si
osserva che qui non siamo a Porto Arturo,
e che d' altronde non v' è alcun Musolino
da pigliare tra noi. Si tolga perciò chillu
filu pericoloso, si sopprima un sistema
barbaro, e si provveda in qualche altro
modo a salvare le piantagioni dall' inva-
sione dei gatti, dei cani e dei bambini.
Per gli orfani Zauner. — Ecco
ancora delle oblazioni, pervenuteci a van-
taggio dei poveri tre orfanelli della Zau-
ner, uccisa, si ricorda, dal marito.
Giovanni Zurich impiegato cor. 2, in-
gegnere A. Palese 1, Giovanni Battara di
Pietro 10.
Teatro Giuseppe Verdi. — Un
bellissimo teatro per la «prima» della
«Figlia di Jorio» e un pubblico scelto
ma meno numeroso per la «replica» da-
tasi giovedì a sera. La stupenda trage-
dia pastorale di Gabriele d'Annunzio, già
ammirata per la lettura da tutto il pub-
blico colto, ha un' esecuzione lodevolissi-
ma da parte della compagnia Berti. L' e
levazione di quei semplici pastori fino al
vertice più sublime della poesia tragica
sembra talora anormale ; ma non è, per-
chè la immagine — se è squisitamente a-
^orna — non varca il confine della mon-tagna, della rustica casa, della vita pa-
storale, piena, nella terra d'Abbruzzo così
come nell'alpe dalmatica, di pregiudizi, di
usi e costumi bizzarri e di sangue. Ridir qui
la favola è superfluo e sarebbe forse pro-
fanazione. Ognuno la sa; ed ognun sa
che Gabriele D'Annunzio raggiunse e-
spressioni d' arte smaglianti di colore e
salde di rilievo in questi quadri rustica-
ni, pur dominati dal Fato ; e che, toglien
dosi alle consuete morbose magnificenze
stilistiche, togliendosi al vezzo di parlare
perpetuamente di se, facendosi sublime-
mente semplice com' è semplice e grande
la natura, produsse, finalmente, il capo-
lavoro : il capolavoro che affascina alla
lettura e che, interpretato sulla scena,
scuote, avvince, meraviglia, entusiasma.
La Varini è una Mila di Codra ammi-
rata, seppure anche nella selvaggia figu-
razione della Donna Coperta di France-
sco Michetti porti le inflessioni vocali
(quasi rantoli nello amore) di Francesca
La Mila attende un' interprete somma
che non deve avere eleganza di gesti e
di vesti : creatura reietta, abietta visione
di femmina, illuminata solo nei grandi
occhi sulla faccia oscura dall' amor nuo-
vo: torcia accesa d'amore! Ma la Varini
si inalza a vera dignità d'arte nel dia
logo d' amore dell' atto secondo : un gio
iello che non v' ha 1' eguale in nessuna
delle opere teatrali antiche e moderne :
solo degno di Sheakspeare. E pur nella
scena straziante del terz' atto, quando si
crocifìgge per 1' amor suo redentore ac-
cusandosi sortiera, ha rara efficacia di re
citazione o di passione. Applauditissima
Egualmente ammirato e plaudito il Berti:
un Aligi semplice pure nel sogno, che,
desto, lo afferra e lo tiene, pur nella vi-
sione, pur nell'amore, pure nel parricidio.
Bravissimo attore, che, forse, non dovrebbe
aver così improvvisa e affrettata la pa-
rola dopo la visione dell'angelo piangente
alle spalle di Mila. Una visione deve la-
sciar mutoli, almeno per qualche secondo ;
onde più estetico il contrasto tra 1' atto
bestiale della percossa e il dono celestiale
di vedere angioli.
Forse un po' esuberante nella emission
della voce, forse un pocolino «tiranno»
il Mascalchi, che, del resto, dà vigoroso
rilievo alla parte di Lazzaro di Rojo, ca-
poccia, e, punto dall' assillo del possesso,
riesce perfetto nella sconcia profferta a
Mila di Codra. La signora Lollio Strini,
un po' convenzionale nel primo, acquista
bella efficacia nel terz' atto, dissennata pel
tragico evento onde venne colpita la sua
casa. Le nozze d'Aligi maledette e il ma-
rito ucciso dal figlio e il figliolo Aligi
condannato a morire nei gorghi del fiu-
me, con la parricida man mozza e alle
prese, nel sacco chiuso, con un mastino
rabbioso ! Orrende visioni dopo gli orrendi
presagi !
Graziose le tre sorelle d' Aligi (Rosa-
spina e Majeroni. e Mancini) ; ma grazio-
sissima, anche nello straziante dolore, Or-
nella bella. Il signor A. Majeroni, nella
particina del Mietitore, che, ebbro di sole
e di vino, spia nella casa di Candia, si
rivela bravissimo. Par proprio, colla fac-
cia arrossata e la chiostra bianca dei den-
ti, figura staccata dal quadro del Mi-
chetti.
Gli altri attori bene : disciplinati e in
carattere. La messa in scena ed i vestiari
di una bellezza artistica notevolissima :
sicché son quadri di vita vera, non fin-
zioni piene di anomalie.
Queste due rappresentazioni del capo-
lavoro d'annunziano, dando vivo godi-
mento all' intelletto, restano lietamente
segnate, per 1' ottima compagnia Berti,
nelle cronache del nostro teatro.
Ieri a sera la interpretazione della
«Città Morta» non apparve soddisfacente
appieno e non piacque ; indisposti e svo-
gliati gli attori. Fortunatamente il libro
bellissimo del D'Annunzio venne accor-
ciato d' un terzo e l'incubo agoreo durò
meno. E mancò lo scenario con la sup-
pellettile meravigliosa, trovata nei sepol-
cri dell'Agora; suppellettile sostituita, con
poca reverenza pel pubblico, da alcuni
candelieri secessionisti (!!!) e da una ma-
schera di carta d' oro. La Varini era ed
apparve indisposta; non a posto il Ma-
scalchi. Il Berti disse con efficacia la
confessione terribile del pensiero ince-
stuoso. Applausi convenzionali al calar
della tela.
— Stasera «Rosa Bernd» di Hauptman.
E domani 1' ultima del breve ciclo.
Nuova pubblicazione. — Col pros-
simo Natale incomincierà, per ordine alfa-
betico, la stampa dell' atteso nuovo «Di-
zionario degli Scrittori del Mondo Latino»,
di Angelo De Gubernatis, e dovendo avere
il suo compimento entro il mese di maggio,
è cosa urgente che gli scrittori italiani
invitati dall' autore a fornire le loro noti-
zie, e quegli altri che fossero involonta-
un piroscafo che li avrebbe ricondotti a
Trieste. In quella sera essi cenarono a bor-
do, dopodiché uno degli operai, e preci-
samente Luigi Radinger, di anni 26, fab-
bro, si recò a terra. Quando ritornò a bordo
fatalmente causa 1' oscurità cadde nel fiu-
me. In quel punto la corrente è molto
rapida e il poveretto fu trasportato lontano.
Un collega del Radinger tentò di salvarlo,
ma inutilmente, e dovette poi lottare mol-
tissimo per potersi salvare egli stesso.
Il cadavere dell'annegato non fu peranco
ritrovato. La madre dell'infelice, che è a
letto ammalata, non sa ancora nulla del
fatto perchè i famigliari glielo nascondono
per tema d' una scossa fatale.
= A questo proposito ci scrivono da
Metcovich :
«Domenica 11 m. c. Luigi Radinger
d' anni 26 da Trieste, fabbro, provvisoria-
mente occupato sull' erariale n.o 5 dell' i.
r. governo marittimo in Trieste, ritornan-
do circa le 9 p. m. a bordo, cadde acci-
dentalmente nel fiume. L'equipaggio tutto
del detto cura-porti, udito il tonfo in acqua,
accorse in coperta ed il fuochista Caselari da
Ragusavecchia,benché vestito, e ad onta del-
la forte corrente, e della notte pioviginosa,
si gettò^nel fiume per salvare il periclitante,
ma, messosi al nuoto, non lo vide più. Il
povero Radinger annegò mentre il Case-
lari appena appena salvò la vita coli' ap-
pigliarsi ad una lanzana gettata dall' e-
quipaggio del vicino piroscafo erariale
«Porer». Il Radinger era buono ed aiuta-
va la madre vecchia ed ammalata, alla
quale pur troppo non restan che lagrime.
Il cadavere ancora non si rinvenne.»
La Lega Nazionale in Dalmazia
Pervennero al gruppo di Zara :
Per onorare la memoria della defunta
signora Anna Maria Scarpa: F. Bolis cor.
1, R. Brizzi 1, P. Brunelli 1, S. d.r Ghi-
glianovich 3, C. de Benvenuti 1, Ab. Per-
sicalli 1, A. Galasso 1, E. d.r Illiich 2,
fam. Boxin 1.50. — Per onorare la me-
moria della defunta signora Anna Can-
dias : A Zink 1, V. Crassich 1, Ab. Per-
sicalli 1.
Per aver felicemente risolto un intrigo
imprevisto in ricorrenza di giorno fau-
sto : da T. G. cor. 10.
Pervennero al gruppo di Scardona :
Per onorare la memoria del defunto
bambino Antonio Rosa: famiglia de Ma-
rassovich cor. 10, famiglie Alborghetti 2,
famiglia Filippi 5, Arturo Dudan 2, Nic-
colò Vidovich 5. — Per onorare la me-
moria della defunta signora Anna Maria
Scarpa, nata Vragnizzan : famiglia Delich
cor. 3.
* * *
Per onorare la memoria dell' adoratissi-
mo angioletto Antonio Rosa di Eugenio,
decesso a Scardona: notaio Vincenzo Rosa
cor. 10.
Aiutate tutti e sempre la Lega.
da tre giorni non vi furono combatti-
menti.
Vienna, 17 decembre. — Il par-
lamento verrà di nuovo convocato pel
3 gennaio.
Vienna, 17 decembre. — Due
ancora oggi sono le versioni sulla crisi
luogotenenziale in Dalmazia. La per-
manenza del barone Handel e la con-
vocazione della Dieta, la quale, non
potendo funzionare, verrebbe sciolta
con indizione di nuove elezioni; op-
pure la nomina del barone Handel ad
un posto elevato in un dicastero cen-
trale e quella, di nuovo, di un luogo-
tenente militare. Ad ogni modo la crisi
sarà risolta prima della riapertura del
parlamento.
Budapest, 17 decembre. — Pare
inevitabile lo scioglimento della Ca-
mera.
COMUNICATI
Ringrazio sentitamente dal più profon-
do del cuore il distinto operatore prof,
dott. Welponer, il quale, assistito dai pur
valenti medici dott.ri Brun e Silvestri,
operò mia moglie, affetta da «echinococco
peritoneale» in modo così brillante da li-
berarla dal gravissimo male e da ridonar-
la guarita, dopo la degenza di circa un
mese nel sanatorio di Trieste, all' affetto
mio e dei nostri figlioletti.
All' eminente chirurgo tutte le nostre
benedizioni.
Zara, 17 decembre 1904
Giovanni Boniciolli
montatore telefonico.
(6
Se-
riamente rimasti dimenticati nel primo
appello, avendo dato alle stampe alcun
lavoro notevole, mandino al De Gubernatis
le loro notizie, non essendo possibile, che,
quando egli incomincierà a stampare, possa
farsi altra ricerca di notizie.
Al suo invito è già stato corrisposto fin
qui in modo larghissimo ; il che promette
fin d' ora un' opera di grande utilità pub-
blica ; ma, desiderando l'autore, che la
rappresentanza dell' Italia scientifica e let-
teraria che scrive per mezzo del dizionario,
sia possibilmente compiuta, ci prega di
richiamare alla memoria degli scrittori
italiani in ritardo il suo desiderio di ren-
dere piena innanzi agli stranieri la dimo-
strazione del valore intellettuale dell' Ita-
lia, che deve starci grandemente a cuore.
A questo nuovo appello patriottico è da
sperarsi che i colleghi del De Gubernatis,
nella stampa e nella scuola, facciano solle-
cita accoglienza.
Corsi peli' innesto a secco e per
la coltivazione delle viti ameri-
cane verranno tenuti nei mesi di gen-
naio e febbraio a. v. in diversi luoghi
nei distretti di Zara, Bencovaz, Sebenico
e Knin.
A titolo di premio i commissari viticoli
potranno assegnare gli attrezzi occorrenti
per l'innesto delle viti americane ai fre-
quentatori che si saranno bene esercitati
nell' innesto.
Per ogni corso sono stabiliti 10 premi.
Parecchi proprietari di case prote-
stano a mezzo nostro contro il sistema
vessatorio dell' ispettorato d' imposta nel
voler spremere contributi maggiori di
quelli che umanamente è possibil di dare.
V' hanno proprietari di case che presenta-
no specifiche più che sincere e cui pur
non si vuol credere. E si circuiscono e si e-
scutono e si vuole che confessino rendite
maggiori di quelle che veramente hanno.
Un po' di umanità e di riguardo ci vor-
rebbe in ispecie ora che per le aumenta-
te imposte tutti si lagnano dei cresciuti
prezzi d' affitto. Cosa sono codeste inchie-
ste che sanno di polizia? 0 si vuol torre
anche la camicia di dosso ai contribuenti ?
Una fine tragica fece nel Naren-
ta il giovane triestino Luigi Radinger.
Il governo marittimo aveva inviato nelle
acque del|fiume Narenta il curaporti N. 5,
per lavori di escavo, e siccome per andare
colà esso doveva passare sotto un ponte
della ferrovia attraversante il fiume, il cu-
raporti vi fu inviato con la grua sostenente
la slitta smontata. Per montarla nuova-
mente dopo avere passato il ponte, si in-
viarono anche quindici operai addetti alla
sezione meccanica del governo marittimo
Domenica scorsa questi operai avevano fi
nito il loro lavoro e il giorno dopo sareb-
bero andati a Spalato per imbarcarsi su
Le oblazioni varie
All' asilo delle orfanello. — Per
onorare la memoria della defunta signora
Maria Anna Scarpa : Arrigo Czerwenka
cor. 1, Abelardo de Denaro 1, Carlo de
Ponte 1, Niccolò Lana 1, Antonio Carli 1,
Luca Fiorentù 1, Luigi Descovich 1, A-
lessandro Ziliotto 1, Rodolfo Pfeifer 1,
Marco Allegretti 1, Giovanni Mikulić 1,
Giorgio Kulisić 1, Demetrio Dimitri 1,
Giuseppe Decovich 1, Matteo Carpani 1.
Lino de Medici 1, Niccolò Zuviteo 10,
Pietro dott. Botteri 2, Orsolina Scarpa 2.
— Per onorare la memoria della defunta
signora Anna Candias : Abelardo de De-
naro cor. 1, Carlo de Ponte 1, Niccolò
Lana 1, Giovanni Moscovita 1, Floriano
Stipanovich 1, Giovanni Alujević 1, Gio-
vanni Bakotió 1. — Per onorare la me-
moria della defunta signora Ferri: Erne-
sto Ludwig cor. 1.
Il signor Giovanni Bonalumi per 1' an
niversario della morte di suo figlio cor. 4.
All' atto del ricevimento del resoconto
1903 dalla signora Anna Geiger cor. 8.
La direzione a mezzo nostro ringrazia
sentitamente i generosi oblatori.
3 noitrijispacci
Vienna, 17 decembre. — Notizie
dal teatro della guerra recano che il
freddo è intenso in Manciuria e che
„Una delle migliori acque
minerali saline d'esportazione".
GIUSEPPE LAPPONI
medico curante di Sua Santità il Papa
Spedizione esclusiva: S. ITngar jun. i. e r. Forni-
tore di Corte, Vienna, I. Jasomirgottstr. 4. Aqui-
stasi in ogni farmacia e drogheria.
Edit. e redat. resp. Luigi de Nogovetich
Stabilimento Tipografico S. Artale
Fratelli Mandel & Nipote
Banca Cambio-Valute
ZARA
Casa Fondata nel 1853.
Succursale della Banca Austro-Ungarica.
Raccomanda quali ottime Carte per
impiego di Capitali : Lettere di pegno
dell'Istituto di Credito fondiario dal
mato al 47a°/o — Obbligazioni Pre-
stito Provinciale Dalmate al 4% —
Lettere di pegno della Banca Com-
merciale di Budapest al 4 VaVo —
Lettere di pegno della Cassa di ri-
sparmio di Budapest al 4 % — Pre-
stito ferroviario della Bosnia-Erzego-
vina al 4 7a% ecc.
Accetta depositi di denaro, in Conto
Corrente e fissi al 4% annuo d'inte-
resse, con restituzione senza preav-
viso. Accorda sovvenzioni sopra Carte di
Valore, all' usuale tasso d' interesse.
Offre per le prossime estrazioni :
Cartelle del Credito mobiliare Aust.o 1858
Estrazione 2 gennaio 1905 — Vin-
cita principale Cor. 300,000 — in rate
mensili di Cor. 20.
Cartelle del Boden Credit 3 °/0 Aust.co II Em.e — Estrazione 5 gennaio 1905
— Vincita principale Cor. 100,000 —
in rate mensili di Cor. 10.
Croce rossa Austriaca Estrazione 2 gennaio
1905 — Vincita principale di Cor.
60,000 — in rate mensili di Cor. 3.
Presti Serbi a premi 2°l0 Estrazione 15 gennaio 1905 — Vincita principale
Cor. 80,000 — in rate mensili di
Cor. 5.
Assume Assicurazioni nei rami :
Incendi, Vita, Accidenti, furto con i-
scasso, marittimo, quale Agenzia Prin-
cipale delle Assicurazioni Generali di
Trieste.
SERRAVALLO - Olio notinole di /e-
goto di Merluzzo per
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convalescenti.
1 Banea Popolare di Zara
Agenzie Sebenico e Pago.
Cartelle a rate per I' estrazione di Gennaio 1905
Lotti Credit 1858 Vincita principale Cor. 300.000 in rate mensili di Cor. 15
140.000
50.000
50.000
70.000
Lotti Reg. Danubio 5%
Lotti Cracovia
Lotti Lubiana
Croce Rossa Aust.
Lotti Innsbruck
Lotti Salisburgo
Boden Credit II Em.
Lotti Salm
Prestito Serbo 2%
Lotti Serbi 1888 F.chi
30.000
40.000
100 000
84.000 80.000
100.000
10 6
4 2 6 6 8
10
4 2 La Banca assume 1' assicurazione di Biglietti eon e senza Lotteria con-
tro la perdita in seguito ad estrazione con importo inferiore al corso di Borsa.
La tariffa per 1' assicurazione trovasi esposta nei locali della Banca e
viene spedita a chi ne facesse richiesta.
La Banca assume a modiche condizioni in semplice custodia effetti pub-
blici, ed oggetti di valore di piccolo volume assume 1' accurata verifica delle
cartelle di lotteria depositate, procura l'incasso delle sorteggiate e dei ta-
gliandi alle rispettive scadenze.
s^Tte a cui tutti attingono. Altrove è
la ricchezza nazionale; appo noi io la
chiamerei la povertà popolare.
Ma non è mia intenzione andar alto
in simile argomento, e ripiombo all'u-
mile bisogno che ha Stretto di una ci-
sterna comunale.
Si votano milioni e milioni per eser
citi, marina, per tutti i meccanismi e
congegni dello stato; per monumenti,
per isplendore di capitali e residenze,
ajpp^paggi eccetera, e perfino nelle mi-
senaade nostre lotte politiche distrag-
gasi ì somme rilevanti, ma ... un goc-
ctp' j|ii acqua potabile !
(«Viste le povere condizioni economi-
chèPtìi tante nostre comuni, dove vil-
laggi-interi mancano 1' estate del più
necessario, del più naturale, del più
igtótóbo refrigerio, là, dove non si può
fareittàfoto con le proprie forze, sa-
rebbe'^proprio un' utopia ohiedere allo
statb» franto dallo stato ci dovrebbe
es»er«^ure dovuto?
(flJeftoini, che stanno a capo dei nostri
cofflunfyJ si svestino dal soverchio egoi-
smi), una indifferenza colpevole, in
ammantano spesso, credendo
ceuW cariche solo di parata, o perchè
co4°š|klvano l'onore di puntigliosità
meschine e partigiane, pronti ad ogni
servilismo ufficioso ed ufficiale. ìEììì comuni interessino i loro rap-
presentanti alla Dieta, al Consiglio
dell'timpero; iniziino l'opera material-
mente prima, poi moralmente, non stan-
candosi a rimostrare, a chiedere, ad
interessarsi in una parola con tutte le
forze di cui sono e possono essere
cacaci.
^el caso concreto, qui dove abbiamo
de» versanti naturali a scelta, il racco-
gliere le acque piovane in una capace
cisterna, la principale difficoltà sarebbe
tolta. Tutte le famiglie, spontanea-
mente, sarebbero pronte a dare delle
giornate di lavoro, e magari perchè
queste giornate non venissero tolte ai
layori campestri, si potrebbero far ca-
dere in giorni di mezze feste, di feste
votive eccetera, di cui esuberiamo du-
rante 1' anno, e togliere lo scrupolo di
lavorare in quei giorni colla parola
illuminata dal sacro pergamo.
Anche l'indulgenza plenaria sarebbe
ben meritata !
Neil' appunto su 11' Igiene pubblica,
avrò argomento di ribattere sulla ne-
cessità del goccio di acqua potabile, e,
per intanto, dedico ai nostri ammini-
stratori il detto di Seneca.
Il suicidio di Antonio fioniciolli a Udine.
L' altro ieri ci giunse da Udine,
per telegrafo, una impressionante no-
tizia. Giovedì mattina in quella città
in Via Savorgnana n.o 16 fu trovato
cadavere nel proprio letto Antonio Bo-
niciolli, d'anni 55, zaratino. Egli si
era avvelenato col cianuro di potassio.
Antonio Boniciolli, che nei suoi pri
mi anni e anche negli anni più ma-
turi fu provetto tipografo, ebbe ingegno
naturale svegliatissimo, bella coltura
di autodidatta e vita assai agitata.
Da giovanissimo calcò la scena
come artista drammatico e poi come
appassionato filodrammatico si elevò a
certa notorietà, con plauso. Giornalista
e corrispondente di vari giornali, si di
stinse per scritti vivaci, sempre inspirato
al patriottismo più radicale. Fu qui re-
dattore del « Costituzionale > in una delle
tante deplorevoli scissure per cui an-
dò danneggiato il nostro partito, quan-
do avrebbe avuto bisogno, invece, di
maggior compattezza, e, condannato in
un processo di stampa, subì qui, sere
namente, il carcere. Dell' 87 ebbe la
redazione del «Dalmata> ed ebbe uf-
ficio anche in parecchi giornali di Trie
ste e di Fiume, alternando la profes-
sione del pubblicista a quella del di
rettore di tipografia; sino a che ebbe
domicilio stabile a Trieste, ove ebbe
l'ufficio di correttore al «Piccolo», di
cronista all' «Indipendente» e di corri-
spondente di giornali.
Oratore eminentemente popolare, sa-
peva affascinare con la calda, elo-
quente parola. In uno dei primi con-
gressi della «Lega Nazionale» ottenne,
perciò, un'ammirazione entusiastica; ed
il suo nome andò ripetuto con elogio
da tutta la stampa italiana. E, per
questo, ogni volta, egli veniva eletto
delegato del gruppo locale della «Le-
ga» e godeva numerose e salde ami-
cizie.
Ora è possibile — ci chiediamo ad-
dolorati, leggendo i commenti al lu-
gubre caso — che tutto un passato
di patriottismo fiero ed intransigente
abbia potuto esser cancellato ad un
tratto ? No, non vogliamo crederlo ;
tanto più che il Boniciolli, di tempra
assai suscettibile e di testa esaltata,
attentò anche altre volte alla sua vita.
Epperò, associandoci ai confratelli
triestini, ci auguriamo che sul tenebroso
caso una piena luce sia fatta. Se il
Boniciolli — che lascia in miseria una
vedova e dei teneri figli — si tolse
la vita per sofferenze morali e pecu-
niarie confessabili, giustizia vuole che
egli non scenda nella tomba inonorato.
£a Cronaca
non
La «Lega Nazionale» non è una
società sovversiva. — Vi sono tanti
coraggiosi, che o per motivi propri o per
interesse altrui o per suggestione di qual-
che italofobo, tremano d'inscriversi soci
alla «Lega Nazionale» ; Dio guardi poi
farsi vedere ad una delle sue feste e fa-
vorirla nemmeno di un centesimo!
Una lezione che dica a questi coraggiosi
italiani di nome che possono inscriversi
senza che la loro coscienza li rimorda
alla federazione nazionale italiana, è ve-
nuta dall' alto. Tutti abbiamo letto e sa-
puto che la dieta provinciale istriana ha
votato nell' ultima sua sessione un contri-
buto annuo di 10.000 cor. alla «Lega».
Ma i deputati della minoranza tentarono
d'indurre il governo a non sottoporre ia
esazione delle addizionali provinciali alla
sovrana sanzione, e, dopo una viva cam
pagna giornalistica contro la «Lega» ed
i suoi scopi, presentarono anche un memo-
riale al governo. Però non approdarono
ad alcun risultato e l'imperatore sanzio-
nò colla sua firma 1' esazione delle addi'
zionali provinciali e perciò anche il con
tributo della provincia alla «Lega Nazio
naie».
Il governo, evidentemente, non trovò
niente affatto illegale il patriottico atto
della dieta istriana.
Cadranno così, speriamo per sempre, le
stolide accuse che certuni avanzano per
intimorire i dubbiosi sugli scopi legali
della «Lega Nazionale.»
Carducci alla Dalmazia. — Per
le prossime feste che si stanno organiz
zando in provincia a favore della «Lega
Nazionale,» Giosuè Carducci mandò in
dono al gruppo di Sebenico un volume
delle sue poesie «per amore della Dalma-
zia e per la memoria di Niccolò Tomma-
seo», così' egli scrive.
Decessi. — È stato, questo, un in-
verno davvero crudele per tanti poveri
vecchi.
Quante buone fisonomie bianche
sorrideranno più ai loro diletti !
È morto qui, generalmente compianto,
il signor ingegnere distrettuale in riposo,
dottor Pietro Testa, che fu architetto va-
iente e laboriosissimo sino agli ultimi dì
di sua vita. Presiedette con ingegno e
zelo a molti lavori pubblici e privati, ot
tenendone elogio. .Fu anche amorevolis-
simo marito e padre e patriota nostro dei
migliori ; onde ai figli di lui porgiamo le
nostre più sincere condoglianze.
= È morto a Spalato, pur tardo d' anni,
don Agostino Casotti. Lo ricordiamo, in
tempi andati, quando tutti lo conoscevano
coli antonomasia di «catechista»; perchè
egli fu il catechista amorevole di intere
generazioni, ora incanutite, o estinte. Ot-
timo vecchio — ricordo — diritto del-
l' animo e della persona e rivestito di
bellissime doti morali. Discendeva dalla
famiglia italica che diede alla chiesa
santo : il beato Agostino Casotti.
= Ci scrivono da Borgo-Erizzo : «Dopo
un lunghissimo soggiorno tra noi, per un
fatale accidente si era trasferita a Zara
la signora Giovanna Marussich vedova
Brainovich; ma quivi la colse la morte
Donna di elette virtù domestiche, intel-
ligente, buona, la defunta lascia largo
compianto tra noi.
I funerali, dopo quelli a Zara, segui-
rono a Borgo-Erizzo, ove venne pure se
polta».
Alla sorella di lei, nonché a tutti i con
giunti, le nostre condoglianze.
Libri in dono. — Inviarono al sot
toscritto numerosi e bei libri per la «Bi
blioteca popolare» la gentile signora Cat-
terina ved. de Anselmi nata Bujas, il m
r. don Cristoforo Stipcevich, il signor
Ugo Baameister, il signor Cesare Kur-
zrock, la signorina Irma Marocchino e
1' egregio prof. Giovanni Faccini,
II signor Giuseppe Grando inviò cor. 5
e non 3 come fu per errore pubblicato.
Un ammiratore della buona iniziativa e
«amico della gioventù» inviò anche cor.
5, Giuseppe Riccoboni (Schio) Lire
Ma il massimo e più sincero elogio va
tributato alla patriottica «Società dei Ber-
saglieri». Essa che corrisponde pienamente
allo spirito democratico della nostra città
ebbe, per mezzo della sua presidenza, la
chiara visione di ciò che rappresenta in
una piccola città una biblioteca popolare
e quanta importanza abbia nello sviluppo
delle virtù cittadine e nell' estrinsecazio-
ne delle energie morali. In considerazio-
ne di questi principi la «Società dei Ber-
saglieri» con nobile atto di generosità,
degno di esempio e di encomio, ha ceduto
al sottoscritto tutta la sua biblioteca so-
ciale ammontante a circa 150 volumi. Con
1' attestazione di perenne riconoscenza,
II comitato.
Conti ciliari. — Un corrispondente
da Cale all' « Hrvatska Kruna » si dice
assalito prima da febbre e poi da alta
meraviglia per aver letto che le addizio-
nali di quel villaggio ascendono quest'anno
al 400 per cento ; e, infine, senza volere
lanciar torbidi sospetti, che, d'altronde,
sarebbero ridicoli, conclude col parafra-
sare la formola: conti chiari ed amicizia
lunga! E anche la redazione dell'«H. K.
in una postilla vuol cose concrete e
chiare.
Dopo assunte le debite informazioni, ci
e assai facile soddisfare il signor corri-
spondente.
E, anzitutto, gli ripeteremo quanto ab-
biam detto anche in altra occasione : che,
cioè, i conti chiarissimi del Comune sono
in determinate epoche dell' anno a libera
disposizione dei comunisti. Vadano al Co-
mune e vedranno che tutto è limpido e
che certe febbri e certe meraviglie non
hanno ragione di essere.
Poi, poiché vuole degli schiarimenti,
eccoli.
Le spese per la frazione di Cale giu-
sta il preventivo del 1905 votato dal pa-
trio Consiglio ed approvate dall' eccelsa
Giunta sono queste :
Imposte cor. 60; per competenze di
viaggio al capovilla e per salarii al messo
del villaggio (ciaus) cor. 66 ; per contri-
buto scolastico (com' è anche detto nella
«Kruna») cor. 855 ; per pausciale al con-
siglio scolastico locale e altre spese sco-
lastiche cor. 26 ; per spese ospitalizie (non
già cor. 400 come porta la «Kruna») bensì
cor. 800. Perchè effettivamente, nel con-
suntivo del 1903, che dovette servir di
base al preventivo del 1905, le spese o-
spitalizie ascendevano a cor. 729 ; mentre
nel 1902 erano ascese a cor. 870 e nel
1901 a cor. 903 : e quindi la media pre-
ventivata — come si vede — è giusta.
Oltre a ciò si pagano al fondo scola-
stico provinciale a titolo «rifusione di
prestito» cor. 338.40; ed il corrispondente
dell' «H. K.» è semplicemente in errore,
asserendo che tale debito viene pagato con
la pigione dell' edificio scolastico ; perchè
la frazione di Cale, per la costruzione di
detto edifizio, ha contratto col fondo sco-
lastico provinciale due prestiti : uno dei
eguali, bensì, è pagato con la pigione, ma
1 altro con ratazioni annuali, appunto, di
cor. 338.40, trattenute dall' i. r. ufficio
d' imposte.
Oltre a ciò ci sarebbe in realtà la spesa
indicata dalla «Kruna» per la guardia
campestre, in cor. 240 ; ma questa spesa
non è stata nemmeno compresa nel pre-
ventivo, perchè non ancora decisa all'atto
di votare il preventivo stesso.
E poi la frazione di Cale ha altre spese :
per commissioni ufficiose cor. 53; per con-
tributo al fondo comune cor. 99.59.
Questa cifra, del tutto irrisoria, basta
a far vedere quanto, in realtà, sia ag-
gravata, nella complessiva spesa comune,
la frazione di Cale ! 99 corone !
Di fronte alle spese correnti, non sta
una competenza d'imposta erariale
come sostiene il corrispondente dell' «H.
K.» — di cor. 1000 ; bensì di sole cor.
804 ; e quindi, a far fronte solo a queste
spese, occorrerebbe un introito, da rica-
varsi dalle addizionali sulle dirette, nel
1' ammontare di cor. 300 p. c.
Senonchè la frazione di Cale negli ul
timi anni non fu in grado di pagare le
spese, sempre preventivate in cifre all' in-
circa eguali a quelle del 1905 ; ma invece
restò in debito : nel 1901 dell' importo di
cor. 1497, nel 1902 di cor. 825 e nel 1903
di cor. 2788.09 ; per cui il conto preven-
tivo, pel 1905, porta nell' esito, giusta le
istruzioni della Giunta provinciale, le re-
stanze passive del 1903, consistenti nel
disavanzo di cassa, appunto, di cor. 2788.09
e in restanze diverse con cor. 1584.52
assieme quindi cor. 4372.61.
E per tutto ciò — non è chiaro, forse,
signor corrispondente ? — sarebbe stato
necessario di preventivare, non già 1' ad-
dizionale meravigliosa del 400 per cento,
ma quella, addirittura terrificante, dell' 800
per cento !
Pur troppo — e lo dimostrano le cifre
— è così !
Però l'Amministrazione comunale, a non
aggravare la frazione, ha conteggiato nella
partita «Introiti diversi» una somma per
«probabili rifusioni» che non potranno,
viceversa, affluir mai da nessuna parte:
ha preventivato, cioè, la somma di cor.
2890 ; e solo così le addizionali della fra-
zione di Cale poterono essere ridotte al
400 per cento.
Ed ora ? Ora il corrispondente, a calmare
la sua febbre, deve osservare con noi una
cosa. Che, cioè, siccome tutte le poste di
esito sopraccennate vengono effettivamente
trattenute dall' ufficio imposte, così chi
effettivamente anticipa alla frazione di Cale
gli altri 400 per cento, è, nè più nè meno
che la sola frazione di Zara.
Ha capito ?
Il signor corrispondente constata che a
Cale non vi furon lavori notevoli. Ma gli
può obbiettare che, seppur col contri-
be immaginare, Dio ne liberi, chissà quali
vessazioni finanziarie debbano soffrire, ad
opera del Comune di Zara, i villici di
Cale!
Nel Consiglio sanitario provin-
ciale pel triennio 1905-1907 vennero no-
minati a nuovi membri : da parte del go-
verno i dottori Niccolò barone Lallich,
Natale Pericich, Natale Curaiza ed Anto-
de Stermich e da parte della Giunta
S1
buto in natura, vi si riattarono le strade
e che vennero eseguiti dei lavori per prov-
vedere la villa di acqua potabile ; lavori
che verranno continuati nella prossima
stagione estiva e che adesso sono diretti
ad eliminare le infiltrazioni marine nel
pozzo scavato negli ultimi anni e che
contiene acqua troppo ricca di cloruri
per essere potabile.
E si può aggiungere che nell' anno 1905
venne acquistato un tratto di terreno, sul
quale esiste un pozzo con sorgente d' a-
cqua, nella spesa di cor. 300, e che, per
lavori di restauro alla scuola, vennero pur
spese cor. 268.44: assieme, in spese stra-
ordinarie, cor. 568.44.
Ma a concludere : dall' esame spassionato
del bilancio il corrispondente vede che da
quasi tutte le spese della frazione
ospitalizie, cioè, e scolastiche — è impos-
sibile il sottrarsi, come anche in altre oc-
casioni abbiamo dimostrato; aggiungendo,
questa volta, che nel 1901-1902 la fra-
zione ha dovuto sostenere una spesa ab-
bastanza rilevante anche per l'impianto
del libro fondiario.
Ma l'importante — come si è veduto
— è questo : che alle gravi spese comuni,
e per impiegati e per attribuzioni delegate
e per altro, la frazione di Cale non con-
corre che coli' esigua cifra di neanche 50
fiorinetti ; mentre, chi non capisce e non
legge che i carteggi dell' «H. K.», potreb-
mo — -
provinciale i dottori Emanuele Luxardo
e Giovanni Marcellich.
Il cnore dei nostri lettori. — A
soccorrere il villico di Sant' Eufemia, Ive
Chiuzzelin, caduto in miseria in seguito
ad un incendio, ci giunsero le seguenti
elargizioni : Giuliano Gaus cor. 1, Vence-
slao Perlini 3, Alfredo Brainovich 1, Pie-
tro Brunelli 2, Demetrio Medovich 5, Ar-
rigo Czerwenka 2, Pietro de Erco 3.
Nel giudiziario. — Il praticante
Francesco Marovich venne nominato ascol-
tante nel raggio giurisdizionale del tri-
bunale d' appello dalmato.
Corso catechetico. — Il nostro
concittadino, prof. Ernesto Perich, cate-
chista presso ia locale scuola reale, venne
destinato a prendere parte al corso cate-
chetico pedagogico che ha luogo di que-
sti giorni a Vienna. Peli'effetto il Perich
è partito giovedì.
E un incarico onorifico ; chè a tale cor-
so prendono parte i migliori pedagoghi
della monarchia.
Non troppo zelo ! — Riceviamo dal-
la città e pubblichiamo : «Pas trop de zéle,
signori dell'autorità politica. Se alla do-
menica, per caso, una bottega sta aperta
due o tre soli minuti dopo le 12, ecco a
fioccar delle multe da far paura. Malte,
subito multe, inesorabili multe ! Ma — ci
sia permessa la domanda — usano i si-
gnori dell' autorità politica altrettanto
zelo nel sopprimer la piaga funesta del
commercio girovago, che ci toglie i mi-
gliori affari ? E com' è che 1' autorità po-
litica rende seria e veramente efficace la
legge che limita il fitto piombare di quelle
cavallette che sono i commessi viaggiato-
ri, che — è storia ! — a danno di onesti
e laboriosi negozianti locali, vendono an-
che una dozzina di bottoni ed un metro
di cordella ? Non si può esser zelanti a
metà, pena la perdita di ogni serietà.
Un negoziante zaratino per tutti.»
Il ballo degli agenti al dettaglio, da-
tosi la notte di giovedì nella sala da con-
certi del nostro Verdi, riuscì brillantissi-
mo. I nostri simpatici agenti di commercio
fecero in modo impareggiabile gli onori
di casa ai numerosi invitati e alla folla
allegra delle mascherine. Notammo al
ballo la presenza dell' ill.mo signor pode-
stà e della di lui distinta signora, non-
ché quella di altri ragguardevoli cittadi-
ni. Di principali, invece, ed è ben deplo-
revole, pochini. Eppure i bravi giovani
sarebbero stati lietissimi del loro concor-
so. La festa sempre animatissima si pro-
trasse sin quasi all'alba di venerdì; e
l'incasso a favore del fondo sociale riu-
scì rilevante ; mentre, di oblazioni, ne se-
guitano ad affluire.
I merletti paghesani. — I depu-
tati dalmati a Vienna conferirono di que-
sti giorni colla signora Bruck in merito
ai lavori dei merletti in Dalmazia, ed in
ispecie di quelli di Pago, che in oggi so-
no assai apprezzati nei circoli aristocra-
tici di Vienna. Ogni giorno le ordinazioni
crescono ; ed anzi diverse ne vennero fatte,
di camicie, di tovaglie per altari, eccetera
dall' arciduca Ferdinando. A spese della
società peli' incremento di tale industria
andrà a Vienna la signorina P. Raccama-
rich di Pago allo scopo di apprendere la
manipolazione commerciale. L' abitazione
le verrà provveduta dall' arciduchessa
Gioseffa. Oltreché a Pago verrà promossa
l'industria di tali merletti anche a Suto-
more di Spizza.
Al santuario. — Riceviamo e pub-
blichiamo, associandoci al desiderio del
cittadino che ci scrive : «Ieri ho avuto
1' occasione di visitare la chiesa della B. V.
del Castello, completamente ristaurata,
che fra breve verrà ridonata al culto. La
attenzione si soffermò su due lapidi se-
polcrali che chiudono le tombe dell' arci-
vescovo Zmajevich e del canonico Carlo
Felicinovich. Mentre ia lapide apposta
sulla tomba del canonico Pelicinovich fu,
con pietoso pensiero, ristaurata dalla nob.
famiglia Pelicinovich di Treustern, quella
che copre le spoglie dell' arcivescovo Zma-
jevich venne lasciata in tale abbandono
che una parte dell' iscrizione è divenuta
illeggibile.
Non potrebbe ora 1' amministrazione del
seminario Zmajevich compiere un atto di
doveroso riguardo col disporre che venga
rinnovata 1' iscrizione sulla lapide che
copre il sepolcro del suo benemerentissimo
fondatore? Un cittadino».
Consiglio pupillare spalatino.
— Per l'iniziativa dell'autorità giudiziaria,
e coli' appoggio di alcuni ragguardevoli
cittadini, venne già disposto 1 opportuno
peli' istituzione a Spalato di questa asso-
ciazione, che sarà un organo intermedia-
rio tra il Giudizio e la popolazione, allo
scopo d' una più efficace tutela degli or-
fani.
Giubileo di monacazione. — Ie-
ri la m. r. madre Cunegonda Zerboni ce-
lebrò (senza pompe, ripugnanti alla di
lei rara modestia, ma con l'affettuosa
partecipazione di tutte le sue compagne)
il sessantesimo anniversario della sua mo-
nacazione. Nata a Venezia nel 1819, entrò
nel 39 in questo convento di Santa Maria
e nell' anno 1846, giusto addì 10 febbraio,
prese il velo ; ed ora gode fiorente e lieta
senilità.
Ricordiamo questo giubileo e per la
rarità del caso e più perchè la m. r.
madre Cunegonda fu maestra amorevolis-
sima, nella quarta elementare, per ben
mezzo secolo : maestra, cioè, a quasi t
generazioni di madri, e di vecchie e ? giovani, chela ricordano con grandissi*?1
reverenza. a
La madre Cunegonda è prima
dell' illustre pittore zaratino Frauces
Salghetti Drioli, che dipinse la pala deii°
stessa chiesa del convento, rappresentant*
«L'ultima comunione di San Benedetto6
pala molto lodata da uno dei severi cri*
tici d' arte quale fu il Selvatico.
Lo stesso Salghetti — a proprie spese
- dispose gli addobbi di Santa Maria in
occasione della consacrazione della madre
Cunegonda.
Intelligente, colta, il fu dott. Claich
parlando di lei quale ispettore scolastico'
una volta si espresse: «Peccato che tale
testa matematica non si trovi sovra un
corpo d' uomo.»
Alla veneranda e pia donna le nostre
congratulazioni e gli auguri migliori.
Nel catasto. — E aperto il concorso
a più posti di geometri per la tenuta in evidenza del catasto fondiario in Dalma-
zia, e precisamente uno colla sede a Knin
pel distretto di misurazione Knin, uno
colla sede a Chistagne pel nuovo distret-
to di misurazione Chistagne e tre colla
sede a Zara per 1' esecuzione di nuove
misurazioni allo scopo d' evidenza del ca-
tasto fondiario, eventualmente ai posti di
risulta di geometri di evidenza di II clas-
se in Dalmazia.
!Le conferenze episcopali, presiedute
dal metropolita, principiarono giovedì e
oggi hanno termine. Sono segrete. Do-
mani il banchetto dell' arcivescovo ai suf-
fragane!.
Per la verità. — Il negoziante, ac-
cusato erroneamente alcune settimane fa
di barbarie commesse contro gatti nella
corte del suo domicilio, ci prega di vole-
re inserire quanto segue : «Non nega, cioè,
che 1' esecuzione di due gatti abbia avuto
luogo nella sua corte ; ma assicura che ne
fu 1' autore un frequentatore del suo lo-
cale — il cancellista signor Giacobbe Pi-
chler — il quale, arrabbiato per l'ucci-
sione di due canarini, affidati alle cure
della famiglia, si vendicò, troncando in
un modo bensì poco umano - ma in que-
sto caso alquanto sensibile — la vita dei
due malfattori, proprietà del negoziante
stesso. Questi — in quello stesso giorno
— era assente di casa; pur dovette inno-
centemente soffrirne le conseguenze. Spe-
ra però che con questa dichiarazione —
che corrisponde alla pura verità — sarà
messo un termine alle ciarle dei troppo
creduli e che riescirà a riacquistare l'an-
tica sua fama di onesto produttore.»
Le caselle alla nostra posta. —
Finalmente anche alla posta di Zara avremo
le caselle numerate a disposizione delle
parti. Arriva la posta? Ed ogni singola
ditta o persona, munita di apposita chiave,
ritira le proprie lettere, senza bisogno di
aspettare il postiere, che spesso, gira e
rigira, si fa aspettare anche troppo. Col
primo di marzo anche i pacchi di dili-
genza verranno consegnati a domicilio e
occorreranno, all'uopo, carretti a mano e
a quadrupedi. Sempre meglio che il vedere
certi fattorini postali carichi come fac-
chini di grandi scatole e di grandi pacchi
pei cosidetti grandi signori. Ma aspet-
tiamo una sollecita e più precisa comu-
nicazione ufficiosa in argomento.
Nuova società, nuova bandiera.
— Ild Bogdanov è sempre in fermento.
Adesso ha pubblicato in opuscolo lo sta-
' uto di quella società serbo-croata di Ra-
gusavecchia che ha suscitate tante pole-
miche, e che, combattuta, è stata 1' origine
degli sdegni del suo fondatore e della nota
di lui lettera aperta a proposito dei mar-
cio in ... . Danimarca. Lo statuto è pre-
ceduto da un curioso esemplare di bandiera:
un misto, araldico, della bandiera serba
e della bandiera croata, con in mezzo uno
stellone a cinque punte in campo verde.
Nello statuto però (meno male!) sono usate
parole di conveniente riguardo ai parlanti
italiano.
Ma Ild Bogdanov va più in là. Non si
accontenta di lettere aperte : egli medita
di aprire a Ragusavecchia una tipografia
e di farvi uscire un giornale : la «Nuova
bandiera» per lo appunto.
Impiegati ausiliari. — Neil' adu-
nanza generale tenutasi di recente dalla
«Prima società degl' impiegati ausiliari
dello stato per la Dalmazia in Zara» dopo
svolto 1' ordine del giorno, ed applaudita
la bella relazione del signor segretario
Radman, si addivenne alla nomina delia
nuova direzione. Peli' anno sociale 1905
riuscirono eletti : presidente A. Perissich,
vice-presidente Gr. Ferrari-Cupilli, segre-
tario A. Radman, vice-segretario F. Kun-
dić, cassiere F. Villicich, controllore N.
Zamola, revisore S. Vallery.
Per accordo poi preso con tutte le so-
cietà consorelle dell'Austria, venne spedito
il giorno 4 febbraio a S. E. il ministro
presidente barone de Grautsch il seguente
telegramma :
«Grli assistenti e scrivani di cancelleria
della Dalmazia pregano a voler influire
acchè il progetto di legge sulla regola-
zione dei loro emolumenti e condizioni di
servizio, sia pertrattato ed accolto nella
presente sessione».
La morte di un famoso brigante
— E morto vecchissimo nel contado d'I"
moschi il famoso brigante erzegovese An-
dre Simich, pochi anni or sono graziato
dall' imperatore.
Un furto di 8000 corone venne effet-
tuato presso l'ufficio postale di Oklaj, in
quello di Knin. L'impiegato postale, J)o-
bravcich, si dice, è fuggito in America.
Due ragazzi in pericolo. — Due
ragazzi della nostra città si recarono con
una piccola imbarcazione dal porto inter-
no al molo di riva nuova, per consegnare
un collo a bordo del piroscafo dell' C.
Sirolina
Stimola l'appetito, fa aumentare il peso
del corpo, allontana tossi, vomiti e sudori
notturni.
Contro
malattie dei polmoni, catarri cronici
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mandare sempre : involto originale «Roche.»
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y parete ed io per Sua Altezza La prego di inviare ancora 2 lambrequini in bor- g
deaux a fior. 2 30 colla massima stima J
Gries, 31 novembre 1905. Francesca Loschner, governante )C
X X XXXXXXXX Il P'u bel r.galo pe, „„«mo. -= XXXXXXX*
il quale conosca bene tutto il lavoro ine-
rente alle pompe funebri, alle sepolture e
casse mortuarie viene accettato per ja
Dalmazia verso un'alta provvigione. Of-
ferte indirizzare a F. M. Kraupl, fabbrica
di merci funebri, Sonnenberg presso Ko-
motan (Boemia).
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tilografìa e la stenografìa cerca colloca-
mento come
Corrispondente tedesca e boenaa
Gentili offerte sotto Ch. P. E. 17^5
Rudolf Mosse, Praga.
"5SW wc^ <sr/ -s»" ^jy -^pf/
Medaglia d'Oro ed Argento : Parigi 1899 — Acc
Nazionale 1884 -- Vienna 1883 — Triest» 1882
— Napoli 1879 — Del merito Vienna 1875 —
Napoli 1S85 — Vienna 1873 — Zagabria 1891
Nervosità «appetenza — Pallore — Debo-, y-x .. . * » — ueoo-
lesm» — Dentizione difficile dei bambini vengono
trattate coli' uso dello
Sciloppo di fosfo-lattato di calce
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mo Cace med. pr. Sebenico — Dott. Filip-
po Colombani med. osp. Sebenico — Dott.
J. Dudan med. prov. Lissa — Doti. M.
Gazzari Sebenico — Dott. Simeone Ghi-
glianovich med. con», ed i. r. eonsig!. sani).
Žara — Dott. J. Givanovic capo dipartiin.
sanitario di luogotenenza Zaia— Dott. F
Horovitz med. privato Zara — Dott. F.
Inghini med. distrett. Zara — Dott. F.
Korsano med. pr. Trieste — Dott. C. Lu-
xardo em. dirett. ospit. 1 rov. Zara — Dott.
VI. Manger med. distrett. Sebenico — Dott.
G. Marcelle dirett. ospit. prov. Zara —
Dott. Misetić med. ospit. Ragusa— Dott.
Pardo med. pr. Trieste — Dott. Sprocam
med. pr. Pola — Dott. A. SuttiDa med. pr.
Trieste — Dott. C. Vipauz ispett. sanit.
luogot. Zara — Dott. P. Vragnizan med
priv. Trieste — Dott. F. Maruš ćmed. com.
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Nnunero 12 ZARA Sabato 9 Febbraio 1907 Abbo XLH
IL DALMATA
ASSOCIAZIONE.
Per Zaja ('or. 16 anticipatamente, semestre e trimestre in proporzione.
t'et" r impcjo Austro-Ungarico Cor. 18, semestre Cor. 9, trimestre Cor. 5
Per gli St»iti appaitenenti all'Unione postale Cor. 24 all'anno, semestre e
trimestre in proporzione. Per gli Stati non appartenenti all' Unione
postale Cor. 16 e di più l'aumento delle spese postali, semesti-e e
trimestre in proporzione. Un numero separato costt Cent. 20. Un
numero arr. Cent. 32. I num(;ri del giornale si vendono nella Li-
breiia internazionale di E. Schònfeld.
Giornale politicoi economico, letterario
Esce il mercoledì ed il sabato
^ Ufficio di redazione: Via Carriera n.o 370
^INSERZIONI.:
Le associaùoni e gli importi di denaro, in aaiegn poetali, m diri-
gano all'Amministrazione del DALMATA in Zara. Cki non resjpia«« H
foglio dopo scaduta 1' associazione, s'intende obbligato pw il tnaB»«tr«
susseguente.
Le corrispondenze devono dirigersi affiranoate eeclusivamente aua
redazione. Le lettere non affi-ancate saranno respinte. I oomwai^ si tó-
seriscono al prezzo di cent. 25 la linea, carattere testino. Awiii ed fa
serzioui a prezzo moderato da convenirsi. — I mattoacri'Sti non «i reili;
tutocono.
QUESTIONI DI MARE.
Da due nostri egregi collaboratori riceviamo
(.j[ue!5tì due articoli, che, di diverso argomento, ri-
iletlono entrambi interessi della nostra naviga-
zione a vapore.
Le nostre società di navigazione e ia con-
venzione provvisoria.
In attesa della progettata fusioue
delle società dalmate, entrerà in atti-
vità per r anno corrente un provvisorio
tendente a migliorare il servizio po-
stale e passeggeri oggi esistente. Tolta
infatti la concorrenza, le direzioni delle
società stesse devono convenire, che
nel movimento attuale delle linee vi
sono dei difetti non pochi da correg-
gere. E' noto che il combinare gli orari
convenienti a tutti i diversi interessati
è cosa impossibile, nè è certo cosa fa-
cile proporre rimedi radicali atti a cor-
reggere tutte le mancanze, tanto più
trattandosi di una costa così luQga,
fiancheggiata da isole tanto numerose ;
opperò lasciando ai nostri corrispon-
denti il compito di rilevare le lacune, e
reclamare i possibili rimedi nel rispet-
livo circondario, noi oggi ci limiteremo
a poche osservazioni di interesse locale,
per accennare poi ad alcune di inte-
resse generale; nè ci soffermeremo sulla
insufticienza delle comanicazioni postali
con le nostre vicine isole, per cui in
alcune località manca la posta per quat-
tro giorni consecutivi, giacché sappia-
mo che i nuovi orari apporteranno un
decisivo miglioramento, e saranno una
completazione del tentativo fatto dalla
Navigazione Zaratiua con proprio sa-
crificio, di alacciare le isole alla città
nostra, nè ci dilungheremo ad alcuni
non sensi nelle linee fra Zara e Se-
benico nonché Stretto-Zara nelle quali
non mancano casi di vapori che si cor-
rono dietro V un 1' altro ad uri ora di
nel pomeriggio di domenica, e al sabato ì trovandosi a Trieste, allettati dall'oc-
' 3i può (lire nessuna partenza, giacché S casione di un pronto viaggio, vi sa-
ad eccezione del Wurmbrand che parte
all' alba, poi, fino al giorno di domenica
alle 4 pom., cioè per 34 ore consecu-
tive niente. E non è a dire, che una
corsa celere per Trieste il sabato do-
popranzo con l'arrivo a Trieste di buon
mattino non sarebbe frequentata, po-
tendo essa servire per gita di piacere
0 per affari, veduto che al iuuedì sera
ci sarebbe il ritorno da Trieste col
Petka.
Un' altra grave lacuna di interesse
generale è la mancata coincidenza di
parecchi arrivi dei piroscafi a Trieste
con le partenze della ferrovia Trieste-
Cervignano, Italia, Erancia, Svizzera
eccetera, per una differenza di mezza, o
una sola ora; differenza facilmente gua-
dagnabilc in viaggi così lunghi e con
tante fermate. Ed e così clic i piro-
scafi delle due linee celeri delia Ra-
gusea^ iqua'i partono il primo al vener-
dì alle 3.30 pom. e il secondo alia do-
menica alle 4 pom. giungono a Trieste
il sabato alle 6 e luoeiìì alle 6.1.') ant.
e il treno per Cervignano parte alle 5,50
del mattino stesso ; e così il piroscafo
del Topié che parr>\ da Zara il giovedì
alle ore 1.15 pom. giuoge a Trieste
alle 6.15 ant. mentre il suddetto treno
parte alle 5.50 ant. Lo stesso caso av-
viene con i due piroscafi del Lloyd
che partono da Žara il martedì sera
alle 10 e mezzo e il giovedì sera alle
10, i quali giungono a Trieste il mer-
coledì e venerdì alle 6 pom., quando
il treno Trieste-Cervigoano parte alle
5.30 pom., cioè mezz'ora |)rima, E sì
che gli orari e le coincidenze bsne
combinate sono il segreto e !a vita
del movimento,
A proposito di un progetto.
rebbero tratti più facilmente — e non
lieve contingente dovrebbe fornire la
città stessa, cui altrimenti si creano
non poche difficoltà coli' addossarle il
viaggio sino a Volosca.
L'unico dubbio potrebbe forse es-
sere il Quarnero — ma con un cele-
rissimo, che riduca la traversata ad
un'ora o meno, anche questo punto
perderebbe il suo valore, e, d' altronde,
conviene riflettere che anche il tragitto
da Volosca oltre il Quarnerolo, con
fortunali di bora, specialmente, ha poco
da invidiare a quello del Quarnero.
Nè la durata del viaggio, per esem-
pio da S. Peter, via Trieste o via Vo-
losca, presenta certe differenze, chè
anzi, ammenoché non si crei una linea
ferroviaria diretta e celere per Volosca,
la via di Trieste è senz' altro più breve,
non solo, ma più comoda nel tratto di
mare lungo la costa istriana, a bordo
di battelli moderni, anziché prolungare
di altre ore il martirio del coupé cel-
lulare.
E ciò sia detto soltanto pello scalo
dall' interno.
Cosa dire poi della stazione finale
della linea, progettata soltanto sin
Zara ?
Certo che noi, zaratini, potremmo
esser lusingati delia scelta e trovarci
fors' anco il nostro tornaconto che Zara
serva quale stagione di transito.
Ma che cosa si dà alla provincia
conquesto troncone di linea?
Lo scopO; cho noi si sappia, il grande
obbiettivo annunciato a paroloni, è
quello di creare, come si è detto, una
comunicazione celere colla Dalmazia^
di promuovere il movimento dei fore-
stieri nella nostra provincia, di farla
losca a velocità ridotta, un trasbordo | attrezzatura in miniatara introdotto in rj 1 • -u 1 r7 una bottiglia rimasta intiera e posta au n Zara ed un viaggio omnibus da Zar., iu>eshetta, lavoro pregevoli»-O £» l;c»tt{irA KAI 0 nmanAttiva Jr. oo » »
risorgere economicamente, di rianimarne
Pare impossibile che noi si deb )a | il movimento e lo sviluppo coi mezzi
distanza, 0 partono assieme, 0 man- | avere sempre la disdetta. Non si fa un | appunto di comunicazione, nerbo di
cano affatto, senza utile pubblico e I quarto, non si realizza la decima parte j vita come la circolazione del sangue
quello privato degli armatori ; per i quali | di quanto si dovrebbe imprendere, ma- | nel corpo umano,
inconvenienti da Sebeuico ci sono gior- | terialmente, per la Dalmazia, e nove | Corrisponderebbe allo scopo il mez-
nate di doppi arrivi a Zara e nel ve- | decimi, a dir poco, di ciò che vieu
nerdì l'arrivo manca. E cosi da Zara per | fatto 0 è insufficiente, od arieggia il
soccorso di Pisa, quando addirittura
non è sbagliato.
Sebenico assistiamo a doppie partenze
che seguono ad ore eguali: il merco-
ledì alle T ant. partono assieme i vapori
Rismondo e Lloyd e il giovedì alle 6
ant. quelli del Lloyd e Negri; egual
cosa avviene a Stretto per Zara il
zo proposto?
No; esso sarebbe impari alla bisogna,
una delle solite mezze misure di chi
non ha il coraggio delle iniziative, nè
a Ragusa e Cattare. Bella prospettiva
lìavvero! Ma si viaggia molto meglio
uggi col solo «Wurmbraudi e coi cin-
que celeri dell' Uugaro-croata 1
Perchè noi sappiamo tutti quanto
incomodi e seccanti, anzi, sieno i tra-
sbordi e ben lo sanno le Compagnie,
che creano e linee e carrozze dirette
da Berlino a Roma, da Parigi ed Avri-
court a Costanza e persino, vedi mo',
da Vienna a Pola pel < Wurmbrand. >
No, no, si persuadano i s gnori di
Vienna, le cose si fanno 0 non si fanno,
e si adattino a chiedere qualche con-
sigìio a persone competenti della Dal-
mazia e di Trieste, che saranno certo
al caso di darlo.
C5osì, come proposto, sarebbe un
mezzuccio che non coglierebbe, si può
star sicuri, neppur l'altro scopo pre-
fissosi dal governo di abbattere la con-
correnza ungherese: sarebbe un passo
più indietro che in avanti.
ì\ Corriere della provincia
E così, adesso, della congiunzione I T intraprendenza e la costanza neces-
celere fra la Dalmazia e l'interno. Se- | saria a raggiungere un' alta méta, data
condo le ultime notizie, il progetto che da una visione chiara e sapiente. An-
il Governo sta per presentare tome- | zitutto si potrà, rigorosamente, esser
esatti nel!'affermare che si è congiunta
la Dalmazia alla Monarchia, quando si
è condotta la linea aache ad un punto
solo della Dalmazia, ma questo punto
non è tutto il paese, e tutto il paese,
mercoledì, nella quale giornata parte il | rebbe all' idea, che sembrava vittorio-
zaratino alle 12.35 pom. e quello del 1 sameute ripudiata, di uua linea di na-
Negri alle ore 1.45. Anche a San | vigazione celere fra Volosca e Zara.
Pietro, capoluogo della importante isola | Ma, Dio mio, se abbiamo un porto
della Brazza, sede di un i. r. Giudi- | di primo ordine, un grande emporio
zio e i. r. Capitanato distrettuale, havvi commerciab, una città grande, di vita | invece — e Spalato e Ragusa e Cat-
un servizio anormale. Da Spalato nel- | viva e moderna, Trieste, centro e scalo | taro e tutti i territori e circoudarì di
la domenica si hanno a San Pietro tre | dei traffici dall'interno e da buuna I questi scali—hanno essi pure bisogno
approdi e nel lunedi quattro coi solito parte dell' estero, Trieste colla grande di una buona, celere e razionale con-
corrersi dietro ad intervallo di un'ora, arteria ferroviaria pel nord, raddop- | giunzione con Trieste, e, per suo tra
e il mercoledì niente, nessun arrivo, | piata colia cosidetta seconda congiuu- | mite, col continente,
nessuna comunicazione 1 | zione per Vienna e la Germania che, | Non noi, soltanto, dobbiamo essere
Ciò detto di volo, osserviamo, che | assieme alio sviluppo portuario, va a ] i privilegiati, ma tutto il popolo, tutti
a tutte le linee, da Spalato, che toc- | costare centinaia di milioni, Trieste 1 1 centri debbono fruire identicamente
cano l'importante scalo di Gravosa, | infine coi suoi cantieri navali, colle j del benefizio, in quanto la loro posi-
manca la coincidenza con i treni che I istituzioni industriali e marittime, do- | zione e l'importanza loro lo consentano,
conducono in Bosnia, e che l'egual | tata di mezzi ricchi e vari ad impulso | Perché, è chiaro, la linea Volosca-
cosa accade a Metcovich ove ai pas- | e sostegno della navigazione, col suo | Zara non dovrebbe prosecuzione lungo
seggieri provenienti da Spaiato manca | popolo di capitani, marinai, macchi- la costa, giù, sino a Cattare, con mezzi
la coincidenza delie partenze per Mostar, j nisti, armatori, sensali eccetera,e si va I di pan valore; sarebbero delle linee
Le numerose linee che da Trieste e | a cercare Volosca 0 iVledolino 0 qual- | semi-celeri e forse minori in numero.
Spalato conducono a Metcovich, nes- | che altra espressione geografica a ca- | che dovrebbero servire al movimento
suna celere (meno una del Negri com- polinea d'una comunicazione di pri- | di tutto il rimanente della Dalmazia —
merciale) approdano in quel porto alla | maria, di riconosciuta importanza ? E'
sera fra le 5 e le 6, mentre il treno | madornale, semplicemente,
per Mostar parte alle 9.18 del mattino | Perché, poi, dove sono i lavori dei
successivo ; pel ritorno le condizioni | porto futuro, le opere da crearsi ?
non sono migliori. E la corrente dei viaggiatori, for- | verso il nord, ne sarebbe anch'essa
E venendo alle linee più importanti, | zata a deviare verso questo punto | danneggiata nelle relazioni colla pro-
a quelle per Trieste, va osservato, che | ignoto ? j vincia, e viceversa, affidate appunto a
vi sono tredici linee settimanali senza 1 Se la grande massa dei forestieri | «imili linee secondarie e peggiori, forse,
contare quelìa lunga e tortuosa per | dev' essere, come dovrà esserlo senza | delie attuali.
Fola. Ebbene, di queste tredici par- | dubbio, composta di viaggiatori per | Poi pensiamo a questa benedizione
^«nze per Trieste, cinque seguono da | piacere e non di affari, questi sareb- | di Dio dello sciame di viaggiatori da
Za/a nel dopopranzo di domenica dalle j bero attirati assai maggiormente tro- | riversare nelle nostre città e magari
4 alil^J 9 pom., vale a dire in cinque | vando nel proprio programma di viaggio | verso la Bosnia ed il Montenegro.
ai?e ore 4 infatti partono contem- | la toccata di Trieste, meritevole di una Oggigiorno che il secreto dell'arte
dì viaggiare come di quella di far viag-
giare il buon pubblico sta nella como-
dità e nella celerità, che cosa si ha il
coraggio di offerire al viaggiatore?
Un soprappiù incomodo sino a Vo-
battelli, non v' ha dubbio, inferiori nella
potenzialità, nella portata, per como-
dità, servizio, sicurezza e così via.
Ma se Zara verrebbe, così, favorita
ore;
poreaneajL'Taente i piroscafi della Ragusea | visita per quanto breve e per V oppor-
e del Topi% alle 5 pom. parte quello | tunità di immediate coincidenze in varie
del Lhydf 5.45 pom. quello del | direzioni.
Negri, e finalu"^®'*^® ^ POiii- quello | E gli stessi viaggiatori, che non aves-
dei Rismondo! v^inque, in cinque ore | sero divisata una gita in Dalmazia,
Da, Ragusa.
Il ballo della «Lega». — La gran-
de veglia mascherata prò «Lega Nazio-
nale» eh' ebbe luogo sabbato 26 corrente
nel Teatro Bonda no a soltanto mantenne
alta la tradizione cittadina, poiché ormai
questa festa è generalmente considerata
la migliore di questo genere, ma per ma-
gnificenza, concorso, animazione superò
davvero ogni aspettativa, assurgendo cosi
ad una di quelle solenni manifestazioni
nazionali che altamente confortano lo spi-
rito e con prepotente giovanile impulso
accelerano 1 battiti del cuore di ogni pa-
triota, È questo un successo morale ed
in uno di pratica utilità di cui possiamo
andare heri ed orgogliosi, e dal quale
dobbiamo ritrarre quegli utili ammaestra-
menti che derivano dalia constatazione
del veramente soddisfacente risultato ot-
tenuto colla strenua opera di ideale bel-
lezza, e che certamente potrà consentire
nello stesso ordine d'idee non pochi suc-
cessi ancora.
I primi ed i più meritati elogi vanno
tributati al solerte comitato, nel quale i
nostri bravi ed instancabili giovani por-
tavano in tutta la sua pienezza la parti-
colarmente simpatica nota del loro entu-
siasmo. Diramavansi gì' inviti, si prende-
vano tante altre dispo8Ìz,ioni e per 1' or-
dinazione dei fiori, e per 1' addobbo del
teatro eccetera, e contemporaneamente
s' improvvisavano piccoli balletti serali
nei locali del Grabmetto di Lettura -
sicché il comitato potevasi dire raccolto
in permanenza, mentre fervevano intanto
i preparativi da ogni parte. In grazia
alle zelanti prestazioni delle vezzose e
gentili signorine, la vendita dei viglietti
per la tombola procedeva quanto mai
sollecita ed i belissimi regali aumenta-
vano, alternando con continue emozioni
1' ansia dell' attesa dei tanto desiderato
giorno, che finalmente venne. Il busto di
Dante campeggia sull'arco verde dei pro-
scenio, In alto una grande stella simbo-
lica illuminata con lampadine elettriche
con nel mezzo un maestoso «si» ed in
basso gli stemmi delle cinque provincie
affratellate. L' atrio dei teatro è adorno
con bandiere e piante d' aranci e limoni
~ e qui é disposta :
La mostra dei regali
che quest' anno è veramente magnifica, non
soltanto superiore ad ogni previsione per
ia quantità dei doni, centoedodici (la lista
verrà pubblicata nel prossimo numero)
ma benanco per il particolare loro pregio
e per il valore effettivo. La nota domi-
nante della splendida mostra é segnata
dalla paziente, amorosa e squisitamente
gentile cooperazione delle distinte nostre
signorine e signore, poiché è stata una
vera gara, uno spirito di nobile emula-
zione di chi farà meglio, che per giorni
e giorni teneva occupate tante morbide
e graziose manine ; e nell' osservare tutti
quei lavori cosi delicati — in alcuni si
scorge anche una fine intuizione artistica
— non si può non restare presi da viva
ammirazione per tanta esuberanza di gen-
tilezza e di forte amore di patria, per
venire alla conclusione che, fino a quando
nei nostri giardini cresceranno fiori olez-
zanti per tanta grazia e spirituale bel-
lezza, noi non dobbiamo, nò possiamo di-
sperare dell'avvenire. Assai belli tutti gli
altri regali: buste con posate d'argento,
porta viglietti, fruttiere, calamai artistici,
servizi per rosolio, vasi per fiori, quadri,
volumi d' opere di prosa e poesia, botti-
glierie, eccetera. Mi si consenta però una'
menzione speciale per un bastimento con
Simo di molta pazienza e grande capacita
dell'egregio giovane Zaccagna Guglielmo,
e così pure, per il doppio valore morale,
va ricordato il bellissimo quadro coli' ef-
figie di Dante donato dalla gioventù ita-
liana delie scuole medie di Ragusa, che,
mirabile esempio di solidarietà, d'abnega-
zione e di fede, volle e seppe raggranel*
lare in piccoli risparmi 1 obolo per la
«Lega», per quanto i benefici scolastici
(e forse appunto perciò) ad essi purtroppo
non siano dati di godere.
Durante il ballo
il teatro è illuminato a giorno. Verso 1«
9 ore l'orchestra tra scroscianti applaugi
intuona l'inno della Lega, che più volt«
viene fatto ripetere; tutti i palchi com®
per incanto si popolano di dame in sfar-
zose toilettes ; esubera 1' avvenenza e la
grazia, uno sciame di eleganti e brios®
maschere invade la platea, e tosto anima-
tissime principiano le danze. Verso le
dieci ecco venire una rumorosa comitiva
di dodici calabresi, simpatici giovanotti,
con tamburi, piatti e pilferi. C è un «In-
glese» ed uno «Zio Óam» che riescono
piacevolissimi, ed un birichino di «tato»
che fa un chiasso indiavolato. La stazione
telegrafica improvvisata funziona assai
bene, ed il servizio di recapito è disim-
pegnato con lodevole zelo da alcuni gio-
vinetti in divisa da bersagliere e poscia
pure da due bravissimi porta-dispacci j la
vendita dei fiori, dei viglietti, di alcune
cartoline poslali colla canzonetta del si,
procede animatissima, mietendo abbon-
danza messe. Con pensiero gentile dei gio-
vani distribuiscono a tutte le signore e
signorine, bei mazzetti di fiori, omaggio
che le dame aggradiscono sempre con ri-
conoscenza. Il concorso di gente è cosi
grande che il ballare diviene davvero
un'ardua impresa ed in quel pigia pigia
cresce l'animazione, il pubblico plaude ai
motivi patriottici e si legge sul volto d'o-
gnuno la contentezza per ia splendida riu-
scita della festa.
La cena
nel caffè adiacente è servita assai ben,«
dal signor Roberto Odak, proprietario del-
l' «Hotel de la Ville», Tutto zeppo, non
un posto libero, molti devono attendere
il loro turno. Ai canti patriottici, agii ev-
viva non v' è più fine. L' entusiasmo rag-
giunge poi il suo culmine quando con fe-
licissima improvvisazione il dott. Benve-
nuti pronuncia un discorso jiatriottico.
Riprese le danze, alla prima quadriglia
dopo la mezzanotte prendono parte circa
cmto coppie — e ^delle figure di cotilUm
improntano l'ambiente a particolare ga-
iezza. Si baila con animazione fino alle
cinque del mattino.
L' estrazione della lotteria segui 1' in-
domani alle 6 pom. nei locali del «Grabi-
netto di Lettura», ove s'improvvisò po-
scia una seconda festina con intervento
numerosissimo di ballerini.
E cosi ebbe fine questa festa del cuore,
che lasciò in tutti gratissimo ricordo ed
in uno la persuasione che nella piena co-
scienza della nostra individualità nazio-
nale noi ritroveremo sempre quella forza
meravigliosa che oggi ancora con rinno-
vellata fede fa confidare nelle giuste e
serene rivendicazioni civili, e nell' opera
sublime di redenzione nazionale delle
nostre genti.
L'incasso, come già vi relazionai, su-
però le 2600 corone. Pervennero inol-
tre le seguenti oblazioni :
Linardovich Antonio cor. 10 — Valen-
zin Salamone 5 — Gralasso Veronica 3 —
Pini Giuseppe 10 — avv. dott. Niccolò
Svilocossi 10 — Famiglia Raeich 6 —
Nonveiller Silvano 6 — Alessandro Mo-
raitti (Gravosa; 2 — N. N. 10 ~ capitan«
Paolo Drobaz 5.
Da Scardona.
Iša veglia del 2 corrente a be-
neficio della «Lega Nazionale» resterà
memorabile negli annali di Bcardona.
Superò le più rosee previsioni, le più
ardite aspettative. Ma, io diciamo su-
bito, a onore del vero e per obbligo
di riconoscenza : tanto risultato non
sarebbe stato possibile colle sole no-
stre forze. E incoraggiamento e sus-
sidio e doni pervennero da compro-
vinciali e connazionali ; e da Chistagn«,
Bencovaz e Sebenico nostri aderenti,
spinti da sauto amore per la «Lega»
affrontando disagi e sfidando la bora
ed il freddo, vollero far atto di pre-
senza. Numerosissimo il contingente di
Sebenico diviso in due drappelli, uno
condotto dair avvocato Pini accompa-
gnato dalla sua egregia signora, ^role
dell' indimenticabile patriotta Locai, e
dalla vezzofta signorina figlia, V altro
nelle università di Grraz e Yienna, perchè
non danno anche ad essi proprie università?
A questa domanda risponde in modo
lampante e cinico lo sfegatato pangerma-
nista «Grrazer Tagblatt».
In un articolone, informato all'odio con^
tro quanto sa d'italiano, e sotto le cui
frecciate fa capolino il «Drang nach Sii-
den», dichiara sena' altro: «Non sta negli
interessi del popolo tedesco che gì'italiaai
abbiano un' università a Trieste, antica
città tedesca (!) che potrebbe diventare
una rocca della coltura italiana ed un
nuovo focolare d'irredentismo». E fra una
pioggia lapidea di fantasticherie megalo-
maniche, vorrebbe dimostrare con cifre
— 0 testone teutonico ! — «la nessuna ne-
cessità di un' università italiana.»
E cosi certi tedeschi riconoscono e ri-
spettano i diritti degli italiani!
Questi sono i giornali che in Austria
determinano ogni minimo moto, che con
tutta «sincerità» estrinsecano il loro odio
contro la nazione italiana. E se arche i
maggiori giornali di Vienna, di necessità
riconoscono i nostri diritti, lo fanno per
calmare i nostri rancori a line di tonerei
a bada, per dissimulare dinanzi al mondo
civile le ingiustizie e le parzialità del go-
verno ed il suo iavoritism(> per i tedeschi,
per nascondere le oppressioni e le perso-
.cuzioni contro gl'italiani».
= Grli studenti universitari italiani di
Sebenico, raccolti in assemblea straordi-
naria per deliberare sui gravi fatti occorsi
in questi giorni alle Università di Vienna
e Graz, votarono unanimi il seguente or-
dine del giorno :
protestano con tutta energia contro il
modo di procedere capiozo e derisorio del
geverno centrale, a cui devono attribuirsi
in prima linea i fatti incresciosi che met-
tono in pericolo i' integrità personale e
r avvenire di tanti giovani italiani, abban-
donati all' irruenza delle sopraffazioni teu-
toniche ;
si dichiarano ancora una volta solidali
coi compagni di Vienna e (xraz ;
plaudono alle loro nobili iniziative ed
augurano si approssimi il momento in cui
sieno esauditi i loro giusti postulati.
= Lunedì alle ore 8 di sera, al
Teatro Verdi, avrà luogo un comizio
di protesta pei fatti di Graz e di Yien-
na. Domani verrà affisso il manifesto.
— come abbiam detto — si adoperavano
a calmare gli animi. E, finalmente, il va-
lore, mutato in teatro di gesta scaiida-
Lose, partì.
Questa aridamente la cronaca del [)orae-
riggio di ieri. E adesso ci sia permessa
una parola calma e riflessiva. A noi pare,
cioè, che sarebbe ora di farla finita con
siffatte dimostrazioni, con siffatti sfoghi
d'odio jolitico, che turbano senza la più
remota necessità la nostra città, da mesi
tranquillissima. Se al partito croato, eterno
recriminatore sui casi di Zara, interessa
che a Zara regni 1' ordine più scrupoloso,
si adr>peri ma seriamente ad impedire
queste grida, questi baccani, questi ol-
traggi e queste violenze, che, commessi a
bordo di un vapore, in perfetta impunità,
non costituiscono certo un eroismo. L'au-
torità militare in ispecie, poiché è con-
vinta che la cittadinanza desidera di vi-
vere nel migliore accordo col militare, si
adoperi con la massima energia ad impe-
dire che siffatte deplorevoli manifestazioni
abbiano a rinnovarsi. E' urgente e indi-
spensabile che qui e altrove tornino a re-
gnare quella calma e quel rispetto reci-
proco, che sono indice e condizione di ci-
viltà ; e sarà logico e umano se gli arre-
stati per atti di impulsiva reazione, an-
dranno anche esenti da condanna, mentre
esenti da ogni condanna andranno pur
troppo le reclute che si resero ree di tante
provocazioni.
£ocessi. — Martedì a sera, all' arrivo
del piroscafo lloydiano «Almissa» dalla
provincia, usciron da bordo, e da parte
di numerose reclute dirette a Pola, delle
grida provocatrici, oltraggiose a Zara e
ai zaratuii, .frammiste a canzoni politiche
e a reiterati «živio hrvatski Zadar !» :
provocazione cui nulla, ma proprio nulla,
aveva potuto dare movente, essendo la
città tranquillissima; provocazione medi-
tata ed inscenata apposta per eccitare al
disordine. Ritornate le reclute a bordo,
incominciaron di nuovo ad urlar «živio
o^ensivi, alternati alle più feroci offese
agli italiani ; ma nè gli ufficiali del piro-
scafo, nè il commissario della polizia del-
lo stato, che assieme ai confidenti ed ai
gendarmi assisteva impassibilmente alla
scenata, tentarono, per un solo momento,
di farla cessare, consacrando 1' assurdità
che un piroscafo sia terreno d' immunità
per ogni scandalo, per ogni oltraggio.
Air atto dei distacco, le reclute imbal-
danzite — tornando a vomitare improperi
— tiraroAo da bordo dei grossi sassi, che
colpirono alcune persone adunate a riva
vecchia. L' impiegato del Lloyd signor
Cicin s' ebbe sfiorato il capo da un grosso
sasso, che avrebbe potuto riuscir micidia
le. Il commissario politico constatò «de
visu» questo attentato; ma obbiettò di non
poter far nulla.
La cittadinanza era ancora sotto 1' iia
pressione dolorosa di questi fatti, quando
ieri al pomeriggio, ad opera di altre re-
clute, si rinnovarono in proporzioni p'
gravi. Partite in grosse colonne dalla c
serma d'infanteria per imbarcarsi sul
«Petka» di partenza per Trieste, le reclute,
nell' attraversare le vie cittadine, e con
tutto che condotte da sott' ufficiali, emi-
sero reiteratamente, e ad evidente scopo
provocatorio, acclamazioni a Zara croata
e ai partiti politici croati, frammiste a
bestemmie e ad insulti sanguinosi agli ita-
liani, minacciati di morte. Questa ripetuta
ed immeritata provocazione accese di nuo-
vo gli animi allo sdegno. Imbarcatesi tu-
multuosamente, le reclute tornarono ad
urlare, da bordo, dei živio a Zara croata
e delle ingiurie ai zaratini, cominciando
a scagliare sulla gente raccolta a riva
vecchia qualche proiettile. E queste orri-
bili insulti, e il cadere di questi proiet-
tili determinarono una irresistibile rea-
zione da parte di numerosi popolani, i
quali, esasperati, cercarono di reagire.
Un gendarme, visto che un nostro popo-
lano si chinava a raccogliere un sasso, lo
ghermì e lo trasse in arresto. Da bordo
— e possiamo dimostrare che tutto era
organizzato — si tirarono c mtro la gente
grossi pezzi di carbone, dei sassi, dei tem-
perini e persino dei pezzi di ferro, uno
quali sfiorò un i. e r. capitano dei
gendarmi, che lo mostrò al comandante
«Petka». Un altro ufficiale, mentre il si-
gnor podestà e altri cittadini, recatisi al
«^etka» a salutare un amico in partenza, si
adoperavano a ristabilire la calma, trasse la
sciabola e colpì con essa al dorso il popo-
lano Pontelli. che rimase leso. I gendarmi,
impassibili di fronte alle grida furibonde
e ai gesti osceni e folli e alle provoca-
2ioni delle reclute, si adoperarono invece
® sbandare il pubblico, operando un altro
Presto. Il bracciante Livich venne ferito
, ^ 'aascella da un grosso pezzo di car-
lanciato da bordo e rincasò tutto
gpSUinante. La polizia del Comune eoo-
{. energicamente al ristabilimento del-
che pubblico, arrestando tre persone,
tro P'^^^^niente esacerbate reagivano con-
reclute ; mentre autorevoli cittadini
Corte d'Assise. '— Nei^fgiorni pas-
sati ebbe luogo alla locale Corte d'Assis«
il dibattimento contro Francesco Jelicich,
in accusa per attentato omicidio a pre-
giudizio del proprio cugino Arturo f Jeli-
cich, maestro postale a Zaravecchia. Ve-
ramente in accusa era anche il padre di
questo Francesco, il vecchio Matteo Jeli-
cich, il quale mori qualche tempo fa negli
arresti preventivi. Antica ruggine tra
r Arturo e lo zio e rispettivamente il cu-
gino determinarono il drammatico episo-
dio che, occorso a Zaravecchia al princi-
pio di quest' anno, non ebbe a miracolo
conseguenze letali. Spinto ad agire dal
padre, Francesco Jelicich, armato di ri-
voltella, penetrò nell' ufficio postale di
Zaravecchia e ne esonerò tre colpi contro
Arturo Jelicich, il quale tentò bensì di
respìngere l'aggressione, ma pur rimase
gravemente ferito. Uditi numerosi testi-
moni e chiusa 1' assunzione delle prove,
il rappresentante del P. M. Marcovincich
(e presiedeva il dibattimento il consiglie-
re de B-ossignoli) argomentò lungamente,
nella sua requisitoria, a dimostrare la per-
fetta responsabilità dell'accusato cosi nel-
1' acquisto come nell' uso dell' arme ; sep-
pure nell' accusato si siano riscontrati fe-
nomeni nervosi. L' avv. Baljak, difensore
dell' Jelicich, in una notevole arringa scal-
zò le deduzioni del P. M., rilevando come
il Jelicich, nel momento del fatto, fosse
in preda ad un gran turbamento di sensi,
come agisse solo per la suggestione pa-
terna, come, sonz' essere proprio in uno
stato permanente di alienazione mentale,
presentasse, alcoolista, tali anormalità da
essere qualificato dagli stessi periti me-
dici come un degenerato. Ai giurati ven
nero dati parecchi quesiti: principali e
suppletori. Ed essi affermarono il princi-
pale e Francesco Jelicich andò condannato
per attentato omicidio a quattro anni di
carcere duro. Malato di tubercolosi è pro-
babile che non sopraviva alla condanna.
= Oggi si agita un dibattimento d'in
teresse maggiore del solito, perchè un
maestro elementare è imputato di aver
derubato il consorzio di consumo di Col-
lane. L'accusato è un giovane di circa 24
anni, si chiama Michele Murat. La corte
è presieduta dal consigliere Salvi; per il
P. M. funge il sostituto procuratore Mar-
ko vinció ; rappresenta la parte danneggiata
l'avv. Ziliotto ; l'accusato è difeso dall'av-
vocato Klaié.
Dal dibattimento risulta quanto appresso
Nella mattina del 16 ottobre del corr
anno si trovò che era stato aperto con
violenza un banco dei locale di vendita Idei consorzio di consumo di Colane e ru-bato r importo di cor. 1030. Questo locale è al piano terreno di un
edifizio ; allo stesso piano è situata la can
celleria del consorzio. Furono trovate a
perte, senza traccie di violenza, tanto la
finestra del negozio quanto quella della
cancelleria. Invece la porta della cancella
ria, che mette in comunicazione questa
stanza col negozio, fu trovata chiusa
chiave e la chiave appesa come al solito
ad un chiodo nel negozio. Sotto la finestra
della cancelleria fu riscontrata la traccia
di un piede.
I villici di Colane cominciarono tosto
ad elevare sospetti sul maestro e ciò per
le seguenti ragioni. Diversi di loro ave-
vano rimarcato delle scorrettezze per parte
del Murat in rapporto all'amministrazione
del consorzio, per cui avevano già in an-
tecedenza espresso il desiderio che egli
non facesse più parte della direzione. L'ac-
cusato sapeva quanto danaro vi fosse in
cassa; egli aveva qualche giorno prima
sconsigliato la direzione di fare i paga-
menti dovuti ai fornitori; aveva intenzione
di recarsi in America. Ma spec almente
sospettavano su lui per il motivo che la
sera innanzi al furto egli aveva lavorato
nella cancelleria del consorzio e fu lui
che disse al custode che la finestra e la
porta della cancelleria eran chiuse ; per
cui s' impose il sospetto che egli delibe-
ratamente non abbia chiuso nè la finestra
nè la porta e poi durante la notte si sia
introdotto dalla finestra della cancelleria,
che non è elevata più di un metro sulla
strada. Perciò fu dai gendarmi praticata la
perquisizione dell' abitazione del maestro
e poi anche della scuola.
Interessante è il racconto, che fa il
gendarme, della perquisizione praticata
neir edifizio scolastico. Finche si esami-
navano i locali terreni, egli dice, il mae-
stro era mesto, preoccupato; appena pas-
sati al piano superiore l'umore di lui
mutò d'un tratto. Quando mi accertai che
al piano superiore non vi era nulla dissi
al mio compagno : hai osservato 1' umore
del maestro ? al piano terreno vi deve
essere qualche cosa. Ripetemmo perciò le
ricerche al piano inferiore ed esaminammo
perfino il contenuto di una bottiglia di
birra posta in un angolo di una sottoscala,
la rompemmo ed ecco dentro 970 cor. in
note di banca.
Quello dei due gendarmi che aveva pri-
ma esaminato il sottoscala e non aveva
trovato il danaro dice che egli aveva vi-
sto le bottiglie messe in un cantuccio, ma
che non gli era passato per la mente di
visitarne l'interno, perchè nel trattato del
dott. Grross sul modo di procedere nelle
ricerche dei reati è detto non esser mai
succeduto il caso ohe degli oggetti rubati
siano stati nascosti entro a una bottiglia.
L'accusato si difende affermando che
:^ualche suo nemico deve essere entrato
o per una finestrina del cesso o per un'al-
tra finestra della quale era spezzato un
vetro e deve aver messo quella bottiglia
col danaro nel sottoscala. Che parecchi
villici avevano dell' animosità verso di
lui, perchè aveva cooperato alla divisione
di un pascolo comunale, il quale era pri-
ma usufruito da soli due o tre villici. —
Sostiene che il ladro deve essersi nascosto
a sera fra il portone d'ingresso e la
porta del locale di vendita.
Il conduttore del magazzino, un povero
sciancato, combatte questa affermazione
dell' accusato, dicendola impossibile ; lo
spazio è tanto piccolo che egli e i suoi
famigliari nell'uscire dovevano accorger-
sene. Il ladro, dice il testimonio-, deve
essere entrato per la finèstra della can-
celleria ; di là, dopo chiusa a chiave la
porta, deve essere entrato nel negozio,
tatto il comodo suo ed uscito per la fine-
stra del negozio. Per tutto questo occor-
reva che di dentro fosse stata aperta la
finestra della cancelleria e che la porta
della stessa fosse stata trovata aperta ;
mentre il maestro andando via alla sera
disse che erano chiuse e porta e finestra
ed il teste non si accertò se fosse vero.
Il presidente del consorzio Sime Bakić,
accentua che il maestro aveva consigliato
che non si pagassero ancora i fornitori e
che egli sapeva che il denaro era nel lo-
cale e che vi sarebbe rimasto assai poco,
perchè lo avrebbero spedito via ancora in
quel giorno, se l'assenza di uno dei diret-
tori per causa di un funerale non l'avesse
impedito.
11 dibattimento continua.
Al faoco i morti! — In un libret-
to dettato da nobili idee cristiane e filo-
sofiche e scientifiche, il signor Luigi Ma-
ria Torcoletti combatte strenuamente quella
grande j)rofanazione eh'^ la cremazione.
L' autore dimostra che la cremazione è
antiistorica, antigiuridica, innaturale ed
inumana. Studio scritto con coscienza ed
in forma piacevole ed edito dal Circolo
dei santi Vito e Modesto di Fiume.
Onorificenza. — Al tenitore dei li-
bri fondiari in Spalato, Luigi Mazzocco,
venne conferita la croce d' oro del merito
colla corona.
Xote personali. — Il consigliere
d'appello Antonio dott. Gruglielmi venne
chiamato a prestare servizio presso la
suprema corte di giustizia in Vienna
Consorzio di navigazione Zara-
Barcagno. — Nell'adunanza generale
ch'ebbe luogo in questi giorni vennero
eletti a formar parte della direzione pel-
l'a -ino 1908 i signori Griovanni Devetak,
Cristoforo Mazzocco e Matteo de Portada
ed a sostituto direttore venne eletto il
signor Giuseppe Filippi.
Dicesi che la nuova direzione si sia
messa subito all'opera peli'acquisto del
tanto necessario nuovo vaporino.
Pompieri Volontari. — Pervenne-
ro al «Fondo Pompieri» da Griuseppe Per-
!ini senior cor, 50, Monte di Pietà cor. 50,
Leandro Nowotnik cor. 3.
di Gozzi, che indignava Carlo Goldoni,
risorse nell' operetta piuttosto puerile
dello Scalvini, perdendo anche tatto il
sapore satirico de' vecchi tempi. La lunga
«féerie» non poteva esser meglio rappre-
sentata ; e la Gattini, la Scotti, le Tani
e la Darvia e 1' Angelini e il Gariano e
il Breda e gli altri gareggiarono e nel
canto e in comica abilità, riscuotendo
ealdi applausi. Una lepida macchietta di
Truffaldino ii Pietromarchi ; e ammirate
assai, nel balletto, tanto la valentissima
pinia ballerina Elena Tani, quanto 1' af-
fascinante prima ballerina Mery Bazza-
nello. Stasera 1' «Augellin Belverde» si
replica. Domani al pomeriggio «Augelli-
no» e immancabile piena; domani a sera
rappresentazione d' addio della compagnia
— che va a Sebenico — col «Duchino».
Pel trasporto della polveriera.
— Il comando militare ha chiesto al lo-
cale capitanato distrettuale il permesso
di fabbrica di una casa pel corpo di guar-
dia e per un nuovo magazzino di polvere
e munizioni sulla particella catastale nu-
mero 3081—1 del comune censuario di
Borgo Erizzo nello vicinanze del serba-
toio del vecchio acquedotto.
Nel magazzino verranno deposte polveri
e munizioiii nella quantità massima di
ottantamila chilogrammi peso netto.
Giusta le vigenti disposizioni venne
fissato un sopraluogo commissionale pel
giorno 30 novembre anno corrente alle ore
10 antimeridiane.
Qualora gì' interessati a tempo non pre-
sentassero la propria opposizione alla
progettata opera, verrebbe accordato il
permesso di fabbrica.
Contemporaneamente verrà determinato
11 raggio fortificatorio (raggio del divieto
di fabbrica).
Fogli volanti triestini. — Il nuovo
numero di questo simpatico periodico umo-
ristico giuntoci questa settimana è partico-
larmente bene riuscito pel testo brioso e
le molte illustrazioni. Contiene poesie,
quadri a serie, raccontini, eccetera.
Si vende nelle principali città della
Dalmazia a 12 centesimi.
Una decisione g^indiziale. — Il
Senato penale del Tribunale dell'impero
germanico ha respinto il gravame del fab-
bricante di macchine da cucire R. Lehu-
mann in Brunswich contro la sentenza del
tribunale provinciale di Brunswich, la
quale per continuata contravvenzione alla
legge sulle marche di fabbrica lo condan-
nava ad una multa di 3000 marchi ed al-
lontanamento dei segni con cui marcava
abusivamente i suoi prodotti. La condanna
seguiva sopra domanda della fabbrica di
macchina da cucire. Compagnia Singer.
Nel processo fu constatato che il fabbri-
cante produceva e vendeva macchine da
cucire che avevano somiglianze sorpren-
denti con le note vere macchine da cucire
Singer.
The radium cinematografo. —
Ecco il nuovo è attraente programma per
le sere di lunedi, martedì e mercoledì :
Parte I. — «Il sogno di Toto». Proie-
zione fantastica.
Parte II. — «Nel Belgio». Viaggio in
ferrovia preso dal vero.
Parte III. -- «La fuga dell' odalisca»
ovvero «Il serraglio del gran sultano».
Dramma storico contemporaneo.
Parte IV. — «L' asino fedele». Proie-
zione comicissima.
«A tavola e in
conservare me-
La Dalmazia Agricola. — E' u-
scito il n.o 9 di questo ottimo periodico,
contiene il seguente sommario:
Leggi obliate! — Alcune piante utili,
che si potrebbero naturalizzare in Dal-
mazia. — Le coltivazioni nella California.
— Semina fitta o rada del frumento ? —
Gli imballaggi più in uso sui mercati e-
steri. — Le migliori varietà di pesche.
— «Notizie dai campi e dalla fattoria^
il taglio degli alberi e le stagioni ; il man-
ganese usato come concime; i tiri contro
la grandine in Fr noia ; nuovi fiori e nuo-
ve frutta ; incubatrice per 16,000 uova
per conservare freschi i fiori in viaggio
i vinaccioli al pollame. -
dispensa» : le uova ; per
glio il pesce.
Teatro Giuseppe Verdi. — Grande
successo d'ilarità ebbero «Il Duchino
la «Santarellina», due operette vecchie,
ma scintillanti di spirito e ringiovanite a
merito dei bravi attori-cantanti delia com-
pagnia Angelini. La diva Gattini, quan-
tunque visibilmente stanca, riuscì un Du-
chino delizioso ; la Elena Tani una San-
tarella piena di brio e simpaticissima.
L'Angelini un professore Bacello e un
maestro Floridoro di una comicità impa-
reggiabile. Egli fece sbellicar dalle risa,
con truccature e trovate comicissime, in
tutte e due le sere, il pubblico numero-
sissimo convenuto ^ teatro. Lunedì, per
la sua serata d' onore, s' ebbe vere ova-
zioni ed il dono, da parte della direzione
del teatro, di una ricca scatola da siga-
rette, d' argento, con fiori a smalto e de-
dica. L' A. Tani, la maestra nel «Duchi-
no», venne bissata assieme al coro mulie-
bre nella famosa lezione di solfeggio. Be-
nissimo tutti gli altri.
Ieri a sera, con un teatro straordinario,
e con grande sfarzo — per far rima —
di scenario e di vestiario, si è dato r«Au-
gellin Belverde». La fiaba meravigliosa
ohe potrebbe tornar ^utile cosi al iourtste
come all' nomo d' affari.
Per quello che riguarda Esto, 1' A., pre-
messe alcune dotte notizie generali nelle
quali studia ed illustra lo Stemma della
Città, la sua Storia attraverso i šecoli^ nel)a
leggenda, nella preistoria, durante l'im-
pero di Roma, durante il medioevo, sotto
il dominio dei padovani, degli Scaligeri,
dei Carraresi, dei Visconti, degli Estensi,
della Serenissima, della Francia e del-
l'Austria, fino al nuovo re»no, passa a
parlare delle magistrature, degli statuti
e dei decreti e privilegi della magnifica
comunità Estense e della illustre prosapia
degli Estensi che l'ebbe in si gloriosa
signoria. Un cenno anche è dedicato agli
estensi illustri e ad alcuni usi e costumi,
per arrivare ad Esie al presente.
L' ultima parte del libro è dedicata ai
dintorni con speciale riguardo al distretto
di Monselico e a gran parte di quello di
Montagnana, a Lendinara, Badia Polesine,
Bevilacqua, Noventa Vicentina; un'appen-
dice del libro tratta l'altimetria di tutta
la zona descritta e un' altra la bibliografia
euganea, che è assai copiosa e pregevole.
Da questa sommaria descrizione risul-
tano evidenti i pregi dell' opera, veramente
completa e lodevolissima per la vastità e
la cura della trattazione.
COREISFONDEm APERTA.
Un servo dello stato,
nel prossimo numero.
Pubblicheremo
La Lega Nazionale in Dalmazia
Pervennero al gruppo di Curzola:
Raccolte nell' occasione delle nozze del
signor P. Caenazzo colla signora M. De-
polo, da P. Tassovaz cor. 9:65.
Per onorare la memoria del defunto si-
gnor N. Damianovich: Pietro G. Geri-
chievich cor. 10, Antonio Pieno (Spalato)
cor. 2.
Per onorare la memoria della defunta
signora Margherita ved.a Marincovich :
dott. Lorenzo Dojmi di Delupis cor. 10. *
• *
Pervennero al gruppo di Knin :
Per onorare la memoria del defunto si-
gnor G. B. Mayer : famiglia Ghega cor. 1.
FRA LIBRI, OPUSCOLI E GIORNALI
Una pregevole guida di Este, Colli Eu-
ganei, l'erme Euganee e dintorni.
Coi tipi dell'Istituto veneto di arti gra-
fie e, la apprezzata Casa editrice che nel
breve periodo della sua esistenza ha già
fatto così belle prove di valentia e di buon
gusto, è uscito un libro di Marco Sartori
Borotto, che riempie una lacuna da molto
tempo deplorata e fu accolto universal-
mente con manifestazioni di plauso e di
simpatia.
La ridente regione euganea, così varia
d'aspetto e di paesaggio, cosi fertile e
cosi industre, è delle regioni italiano una
tra le meno conosciute e le meno apprez-
zate, appunto per mancanza d'un biografo
amoroso e intelligente che cantasse un
inno alla sua bellezza e alle virtù della
sua gente. Ben venuta adunque questa
guida del Sartori, scritta con affetto di
figlio devoto, col lodevole intento di gio-
vare al proprio paese. E ben venuta anche
perchè l'A. è perfettamente riuscito nel
suo scopo.
Il libro di Marco Sartori Borotto consta
di 334 pagine ; ha ricca ed elegante veste
tipografica ed è abbellito da numerose
vignette.
Esso illastra la regione euganea con
speciale riguardo ad Este, ai Colli Euganei
e alle Terme Euganee : piiì sommaria è la
trattazione riguardante i dintorni; som-
maria ma completa ed accuratissima, tale
da dare un' idea esatta e chiara dei paesi
descritti, senza nulla trascurare dì quello
Edit. e redat. resp. Luigi de Negovetiob.
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