£ che di ciò sìa stata non solo persuasa, ma
sBche convinta la Dieta del Regno di Dalmazia Io si
deduce chiaramente dalla leg^g^e proposta e sanzionata
B 7 aprile 1873; legge questa che, se fosse stata
tosto applicata e posta in esecuzione, in 20 anni, la
Dalmazia sarebbe attraversata da una rete di magni-
iehe strade.
Fatalmente nulla si è fatto, ad onta delle tassa-
tive disposizioni della suddetta legge e della Circo-
lare Luogotenenziale 8 decembre 1875 N. 15663.
Egli è perciò che si raccomanda vivamente al-
l'Eccelsa Luogotenenza perchè disponga tosto che la
legge 7 aprile 1873 sia posta in esecuzione, persua-
dendo le Comuni di applicare più che sia possibile
iì § 16 di detta legge, come di più facile esecuzione,
coll'apprrfittare specialmente delle giornate mezzo
festive, nelle quali i contadini nen lavorano nei campi.
Siccome poi presso qualche Comune potrebbe
mancare un tecnico pel tracciamento di qualche strada
sia comunale chevillica, l'Eccelsa Luogotenenza, d'ac-
eorda colla Giunta Provinciale, dovrebbero destinare
occasionalmente i propri tecnici a prestarsi a simili
tracciamenti.
E che già vi sia un sentito bisogno di porre in
esecuzione le suddette disposizioni, lo si desume dai
continui lagni della popolazione, e di recente anche
dei pubblici giornali, come pure dalla lettera rice-
vuta dal Capovilla di Zelengrad, uno fra i moltis-
simi villaggi della provincia, che ancora non conoscono
ehe cosa sia strada regionale, nè comunale, nè villica
mei senso della suddetta legge. •
làm li Épafaini fa
(Ricordi e Note di E. M. Vusio)
5. Speranze deluse. — Prego i lettori di leggere
stentamente il seguente brano, ultima parte di un
&Fticolo della Redazione (an. II, pag. 47):
»Se si volge l'occhio al progressivo aumento
della popolazione ed agli 82% della superficie incolta,
ehe tuttora trovasi in Dalmazia, la dì cui imposta
fondiaria in termine medio non potrà sorpassare un
earantano per campo padovano, e se si pensi, che
mettendo a coltura soltanto la decima parte dell'in-
dicata area, si aumenta quasi della metà 1' attuale su-
perficie coltivata; se si consideri il possibile miglio-
ramento delle razze, ed il miglior trattamento degli
animali domestici per vantaggiarne l'agricoltura sia
eoi concime, sia con un più esteso lavoro per atti-
varvi le semine con rotazione agraria; se si rifletta
alP utilità maggiore che sarà per derivare dalla mi-
gliorata coltivazione della vite e della confezione dei
vini, ed alla maggior produzione che saranno per dare
agli olivi, perfezionando la spremitura dell'olio, nonché
i gelsi, estendendone quanto più è possibile, le pian-
tagioni, non volendo farsi carico di altri mezzi di mi-
glioramento, che vi potrebbe aver luogo, si potrà di
leggieri convincersi che la Dalmazia possiede in sè
Messa il germe per poter senz'altro triplicare la sua
produzione agraria, senza che perciò abbia minima-
•nente ad aumentarsi V imposta attribuita a' suoi fondi.''
Non è questo brano il più forte rimprovero al-
l' attuale generazione inerte e fiacca per quel che ri-
guarda grinteressi economici della provincia? Oggi
dopo mezzo secolo, sebbene la popolazione siasi au-
mentata di 124,000 abitanti, abbiamo quasi la stessa
proporzione di terreni incolti; oggi dopo mezzo se-
colo è ancora di là da venire il possibile miglioramento
delle razze, la rotazione agraria, la confezione dei vini,
la spremitura delVolio\ oggi dopo mezzo secolo, siamo
nello statu quo (anzi sia^mo tornati indietro) mentre
quei patriolti d'allora aveano calcolato che, senza farsi
carico di altri mezzi di miglioramento (e quanti se ne
potrebbero additare) la Dalmazia può senz'altro tripli-
care i prodotti! Capite, triplicare!
Gran cosa! Un debole cervello il quale non vede
il germe rigeneratore della Dalmazia che attraverso la
sola politica, stampava poco tempo fa, che la Dal-
mazia non può essere nè Inglese nè Americana.
La Dalmazia potrebbe esserlo; ma sono i dalmati
che la vogliono Africana come il Sahara.
6. Buffoni mascherati, — Ed a proposito della
sterilttà del nostro suolo, nell'annata I, p. 155, trovo
un interessantissimo articolo del prof. Bottura, diret-
tore generale dei gin oasi in Dalmazia, il quale ri-
sponde e confuta per le rime la Gazzetta di Milano
3 maggio 1844, che aveva asserito essere la Dalmazia
sterile. Lo riporterei per intero, perchè preziosissimo,
se non fosse troppo lungo.
Or bene, il prelodato professore vi dimostra il
contrario : ,cioè che non è la Dalmazia stenle, la si
deve anzi ritenere fertilissima". E mentre dà una
buona lezione al prof. Springer, il quale nella stati-
stica dell'impero austriaco aveva stampato che la su-
perfìcie improduttiva della Dalmazia ammontava a 48
1% ; non risparmia il Tegoborski, il quale, scrivendo
intorno àlle finanze dell'impero austriaco, pure asse-
riva che il terreno produttivo della Dalmazia è 51.9%
ed il rimanente coperto di monti e di rupi. — Venendo
poi a parlare dei monti e dei colli una volta coperti
di maestose guercie e dei più alti abeti, spera che V in-
dustria umana e il tempo potranno ritornarle al pri-
miero loro stato. Accenna ai pascoli che mantengono
un milione ed un terzo di animali minuti (dunque più
di oggi che conta 824,191 pecore e 217,155 capre),
e 140,000 di animali grossi (oggi 89,728!!!). Ricorda
le valli e le pianure che somministrano 14 staja ve-
nate di frumento per ogni campo padovano (capite? ed
oggi 13 ettolitri per ettaro), e di formentone 24 staja
(ed oggi 16 ett. per ettaro). Parla di 2,700,000 ulivi
che producono da 50 a 10,000 barili di liquido; dei
gelsi che dànno fin 200 funti di ottima foglia; delle
viti che sorpassano il secolo e producono un milione
di barili di vino alVanno; dei bozzoli che nel 1841
ascendevano a 55.000 libre grosse venete (ed oggi???);
e più avanti degli orti, dei fichi, delle mandorle, ma-
rasche, carubbe, piante aromatiche. Anzi a riprova di
tutti questi argomenti che il chiaro professore cita
per dimostrare la fertilità della Dalmazia, afferma, che
essa è in grado di dare molti altri ricchi prodotti, di
cui tante Provincie non sono suscettibili; e nomina da
ultimo ricche min'ere di carbon fossile, di ferro, di
asfalto, di marmi etc.
Non prevedeva però il prof. Bottura che con-
futando gli Springer ed i Tegoborski, il suo pre-
zioso scritto avrebbe servito dopo mezzo secolo di
umiliante confutazione anche pei dalmati, per i quali
assaissimo giova il seguente brano che riporto senza
commenti:
„Se il carbon fossile, scrive egli, il ferro e la
coltura del bestiame domestico costituiscono per Pln-
r'
Intanló per riparare almeno in parte allMgnoranza
dei parrochi e dei maestri in materia agraria, la scri-
vente, sulla base di esperienze acquistatesi, e dietro
calcoli fatt», è d' opinione, che uno dei mezzi più pra-
tici e più proficui sarebbe quello di aprire annual-
mente dei concorsi letterari soltanto pei parrochi e
pei maestri, i quali presentassero in iscritto un lavoro
qualunque d'agricoltura o di economia.
Con questo mezzo semplicissimo, gli uni spinti
tial bisogno di guadsgnarsi un sussidio in denaro, gli
altri eccitati dall' amor proprio di acquistarsi nome e
fantia; altri ancora per emulare i pochi colleghi che
SI occopaDO di agricoltura, egli è certo che una parte
dei parrochi e dei maestri, abbandonerebbero occu-
pazioni meno utili e meno proficue agli interessi di
400.000 agricoltori, per dedicarsi allo studio dell'eco-
nomia e dell'agricoltura.
A tentare questo mezzo di risveglio, la scrivente
ha intenzione di aprire annualmente 4 concorsi di 30
e rispettivamente di 20 fiorini l'uno, limitando per ora
la quantità della materia al minimo possibile, con ampia
libertà di scegliersi qualsiasi argomento d'economia
0 di agricoltura; poiché appunto con questi due mezzi
di facilitazione, si lusinga di poter meglio conseguire
io scopo prefissosi.
Il concorso verrà aperto per 4 mesi di tempo,
e verrà nominato un comitato di 3 membri per l'esame
dei lavori e l'ottenimento dei premi.
À Dalmazia li ciiifliiaiit'aiiiii la
(Ricordi e Note di E. M. Vusio)
9. Di nuovo statistica. — Ma torniamo alla sta-
tistica. Neil' anno 1844 i prodotti industriali in Austria
erano valutati a 1000 milioni di fiorini, ed i prodotti
rurali a 1295 milioni. D'allora in poi nell'Austria-
Ungheria si andò sempre più progredindo, ed oggi
i prodotti rurali si sono duplicati, e gl'industriali più
ancora. Solo la Dalmazia si trova nello stesso stadio:
e se non ci avesse favorito il prezzo del vino e la
filossera che altrove ha devastato a miliardi i pro-
dotti, dopo mezzo secolo si sarebbe tornati indietro
anche in questo, vale a dire, oggi la Dalmazia avrebbe
meno prodotti industriali e rurali che non ne aveva
mezzo secolo addietro. Per citare un esempio, nel-
l'anno 1891 la sola Ungheria ha prodotto di frumento
338 milioni; di frumentone 186 milioni; di orzo 84
milioni ; di cereali quindi in complesso per 1,039 mi-
lioni. Che cosa produce la Dalmazia, lo abbiamo già
veduto. iWa il non andar avanti è come il tornar ad-
dietro.
10. Movimento ccmmerciale. — Ecco però una
vera prova di regresso. A pag. 94, anno II, in un
articolo „sul commercio della Dalmazia" leggo che
sul movimento commerciale fra la Dalmazia da una
parte, la Turchia e il Montenegro dall' altra, cioè le
due sole provinole limitrofe si esportarono 3,750,000
fiorini di merci. Quanto più non si sarà esportato a
Venezia e Trieste, che erano gli scali principali della
Dalmazia. £ precisamente dalla statistica commerciale
dell'impero dell'anno 1845, si ha, che la Dalmazia
aveva esportato 6,250,318 fiorini, e le m^ci di tran-
sito rappresentavano un valsente di 2,244,242 fiorini.
Ad onta di ciò, l'autore dell'articolo si lagna dell'in-
dolenza dei dalmati, e dà dei buoni consigli, dimo-
strando, come almeno coi prodotti dell' olio, dei vino
e del bestiame si potrebbe di molto aumentare l'e-
sportazione. Oggi l'esportazione (non compreso il vino)
ascende a circa 10 milioni, e l'importazione supera i
12 milioni all'anno. Capite? come abbiamo dato in-
dietro !
11. Trionfo completo. — Finalmente respiro: eu-
reka/ Dopo aver confrontato tanti progressi da gam-
bero, ecco nella li annata, a pag. 70 una nota che
mi consola, poiché da quella rilevo, che almeno in
una cosa abbiamo fatto un passo gigantesco. Nell'anno
1844 in Dalmazia vi erano 3 giornali : la Gazzetta di
Zara, con 150 soci; la Zara Dalmatinska con 200; e
la Dalmazia con 250, in tutto 600 abbonati, ossia 1
copia per ogni 666 abitanti. Oggi abbiamo di soli
giornali politici 8 (otto) con 6000 abbonati, ossia una
copia per ogni 87 abitanti. Allora i tre giornali si
occupavano in prima linea d'economia; oggi gli otto
giornali si occupano di sola politica. Dunque attual-
mente il giornalismo politico sta come 1 a 8, ossia
in politica da impiastrar carta abbamo progredito otto
volte tanto. Infatti in Dalmazia tu trovi dei Gladstone
e dei Bismark per ogni dove, e per ogni posto di
deputato vedi avvanzarsi 20 aspiraati. Così in politica
almeno troviamo la Dalmazia ultra progredita.
Eureka ! Eureka!
Massime economico-asrrarie
— Del perchè tra noi l'industria agraria non
attira, come dovrebbe, i capitali, i quali sembrano
sdegnarla, così l'illustre Cosimo Ridolfi dice: »Io
vedo che tutto dipende dall'influenza e dalla direzione
data ai capitali consacrati all'agricoltura, i quali sono
il p.ù delle volte pochi e male applicati, per cui lungi
dal produrre l'efi'etto che se ne aspetta si perdono o
danno frutto scoraggiante; il qual triste risultamento
conferma l'opinione pur troppo estesa e radicata, non
poter la terra rimunerare le anticipazioni che le si
fanno al pari delle manifatture e del commercio; per
cui si crede generalmente, che se la terra offre ai
capitali il più sicuro collocamento, bisogna che questi
si contentino in correspettività di essere retribuiti da
un modico frutto."
— Se vogliamo cercare la causa della diminu-
zione fra noi della produzione agricola, mentre nelle
altre nazioni è tanto aumentata, la troviamo in ciò
che disse da tanti secoli il buon Columella, la cui
seguente sentenza, fatte le debite varianti, si affa anche
al nostro caso: „Opino che non alle intemperie, sivvero
a trascuraggine nostra, abbiano ad attribuirsi le ca-
restie; conciossia chè, quasi fossero colpevoli verso di
noi, noi abbiamo abbandonata la cura de' nostri ter-
reni a schiavi e mercenari; mentre che i nostri ante-
nati tenevano ad onore di coltivarli personalmente."
Salvo qualche eccezione, lo stesso abbiam fatto noi,
affidando le nostre proprietà a coloni nudi e poveri,
pur di disertare la campagna afiascinati dalle seduzioni
cittadinesche.
Nr. 5. Zara, 20 settembre 1893. Anno I
Organ» della società agraria della Dalmazia
Esce il primo ed il terzo mercoledì d'ogni mese. L'abbonamento annuo è di fiorini 2 anticipato. Per l'estero franchi 6. Semestre in
proporzione. Dirigere le lettere e gli assegni alla Sedazione del giornale.
li \im pissiio da ssioprs;
La nostra Società agraria istituita col nobile còm-
pito di venir incontro ai bisogni della provincia, aiu-
tando e cooperando a scopo di migliorare il benessere
economico della popolazione, intraprenderà fra breve
lo studio di un gravissimo quesito, il quale, siamo
certi, troverà eco in provincia, ed i veri patrioti, col
consiglio e con proposte pratiche, ne potranno faci-
litare di molto la soluzione.
Dobbiamo però premettere, che lo scopo a cui
tende la Società agraria, non è solo Y utile materiale
che ne può derivare ad ogni singolo socio ; ma come
chiaramente la definisce il § 2 dello Statuto, il morale
ed economico miglioramento. La distribuzione quindi di
macchine, piante, sementi, animali o concimi, come
pure 1' ottenimento di premi o di sussidi per parte di
terzi, non si possono altrimenti considerare che come
parte materiale dello scopo a cui tende la Società.
Il morale ed economico miglioramento ha un si-
gnificato più alto e supremo ; una tendenza sociale
che meglio corrisponde agli attuali bisogni della vita,
al confronto di un semplice acquisto ottenuto dalla
Società a fine di un solo utile materiale.
Le condizioni economiche di un popolo non con-
sistono nel percentuale aumento, ma principalmente
nel limitare le spese e gli aggravi. Quindi chi produce
100 fiorini e sa risparmiare o ridurre la spesa a 10
fiorini di meno, è più benestante di colui che ha pro-
dotto il 10 per cento in più; poiché nel primo caso
ha g-uadagnato effettivamente 10 fiorini, mentre nel
secondo quei 10 fiorini guadagnati in più, sono vin-
colati da una corrispondente spesa, quindi si riducono
realmente ad un guadagno molto minore, e che po-
trebbe essere di un solo fiorino.
Infatti, se oggi la Dalmazia produce in media 36
milioni di fiorini in prodotti, e se 30 anni addietro
ne produceva soli 30 milioni, si dovrebbe ammettere
che oggi noi siamo più benestanti di 30 anni addietro;
ma se 30 anni addietro a soddisfare ai nostri bisogni
s'importavano 8 milioni di fiorini, ed oggi invece se
ne importano 18 milioni, dobbiamo concludere che
le nostre condizioni economiche sono oggi peggiori
di 30 anni fa; poiché allora il prodotto risu tava, di
22 milioni, ed oggi effettivamente risulta di soli 18
milioni.
Oggidì, grazie agli aumentati bisogni della vita,
ci consta, che in Dalmazia si spendono ogni anno
almeno 600,000 fiorini per assicurazioni della vita,
delle sostanze, delle case, mobili ed altro. Calcoliamo
in media che 100,000 fiorini all' anno vengano rim-
borsati; rimangono 500,000 fiorini che ogni anno la
provincia consuma a tutto vantaggio dì capitalisti
stranieri.
E chi potrebbe calcolare quale enornae censo la
Dalmazia paga ogni anno sopra capitali presi da banche
e da capitahsti esteri? Diremo poco se diciamo due
milioni all'anno. Noi quindi paghiamo sopra un ca-
pitale altrui, che rappresenta la somma di 50 milioni,
per 2VJ milioni all'anno di censo. Ora noi, sapendo
che questo capitale è nel più dei casi virtuale, e che
colle solite operazioni di bancogiro e di scambio, noi
paghiamo il censo sopra un capitale effettivamente
non ricevuto, ne viene la conseguenza che noi sempre
peggio aggraviamo la nostra posizione economica, senza
saperne ricavare un reale vantaggio.
Come fanno altrove, così possiamo farlo anche
noi, purché si voglia ; possiamo cioè essere noi stessi
ad un tempo e proprietari e inquilini, padroni e servi,
creditori e debitori.
Presentemente la nostra Società agraria conta un
migliajo di soci, e domani a condizioni accessibili, ne
potrebbe contare 10-50-100,000.
Questi 100,000 rifondono ogni anno (poniamo'
come esempio) 50,000 fiorini a Vienna, Budapest ed
altrove per assicurazioni sulle case; altri 80,000 per
assicurazioni sui mobili ; altri 100,000 per assicura-
zioni sulle merci, sulla vita e via di seguito. Forse
la decima parte appena di questa somma ritorna fra
noi. Perchè dunque noi stessi con 100,000 soci uniti
non possiamo intraprendere di tali assicurazioni?
Forse poniamo a rischio la nostra sostanza, le
nostre risorse? tutt'altro, anzi; noi siamo anticipata-
mente sicuri, che mentre oggi spendiamo 2 Vj milioni,
non ne spenderemo in media che mezzo solo, e così
colla sola forza dell'associazione, ci guadagneremo 2
milioni all'anno.
Noi 100,000 soci p. es. spendiamo 50,000 fiorini
per assicurazioni sulle case ; spendiamo quindi in media
50 s. a testa ; assicurandole invece fra noi stessi, spen-
diamo soli 10, e quei 40 risparmiati, sono effettiva-
mente guadagnati.
Questa simultanea assicurazione ci offre poi altri
utili ancora maggióri nella bilancia della nostra eco-
nomia, utili che non ci potrebbe offrire neppur la più
grossa banca del mondo.
Lo sanno tutti che ogni banca ha scopi ed im-
prese diverse e sempre limitate a certi definiti affari;
per cui alcune s'occupano di prestiti, altre di assicu-
razioni, e altre d'imprese speculative. Noi invece
nel ben rilevante numero di 100,000 soci, possiamo
aiutarci in qualsiasi bisogno. Gli uni si limiteranno ad
assicurare la vita, la casa, il terreno, i mobili ; altri
gali ; li si trattano affari, si discutono proposte ;
si studiano nuove risorse ; si progettano imprese.
Con questo mezzo si dà maggior vita al paese e
si migliorano le condizioni economiche e morali
della popolazione.
Questo terzo scopo avrà quindi per noi una
importanza tutta speciale, poiché in tale ritrovo
spariscono le lotte di partito, ed i partiti politici
continuando pur a sussistere, troveranno almeno
un campo per riposare di quando in quando dalle
lotte, e da fratelli e veri patrioti contribuire colle
proprie forze al bene comune della patria, al ri-
sorgimento economico della provincia. Qui ci uni-
remo noi pure per trattare questioni di economia,
per aprire nuove risorse al paese, e per iniziare
imprese d'interesse comune. Qui avremo conferenze
e prelezioni che ci potranno illuminare per nuovi
trovati della scienza, e additarci la via a istituzioni
ed imprese nell'interesse economico e morale della
Dalmazia. Qui attireremo alle domeniche e feste
g-li agricoltori dei villaggi circonvicini per tenere
loro prelezioni sull'agricoltura, ed incoraggiarli
con premi e con distribuzione di sementi, libri,
piante e attrezzi.
Cosi a questo interesse comune che vincola
ed obbliga ogni sincero ed onesto patriota, Zara
offrirà per la prima un nobilissimo esempio di u-
nione e concordia pel più vitale bisogno che la
provincia sente — il risorgimento economico; —
e questo esempio che troverà eco in provincia
coli'istituzione di Società per gl'interessi econo-
mici, potrà anche esser foriera di un' èra novella
per la Dalmazia ; 1' èra del risorgimento per i reali
nostri interessi.
Ecco, o Signori, delineati per sommi capi i
vantaggi di questa nuova istituzione, per effettuare
la quale, la Presidenza si onora di presentarvi per
r approvazione un Regolamento speciale, e proce-
dere poi alla nomina della Direzione, la quale af-
fidata a patrioti interessati pel bene comune della
patria, dobbiamo sperare di assistere quanto prima
air inaugurazione dell'Esposizione permanente.
Regolamento
per V Esposizione perDianeute in Zara.
1. La Società agraria della Dalmazia allo scopo di svi-
luppare in provincia 1' agricoltura e l'industria agraria, apre a
Zara un' esposizione permanente.
2. L'esposizione permanente! comprende:
a) un campionario macchine e attrezzi agricoli dei prin-
cipali btabilimenti, destinati per la vendita;
h) una raccolta dei regni animale, minerale e vegetale
della provincia, con speciale riguardo all' agricoltura e all' in-
dustria agraria;
c) un campionario di tutti i prodotti agricoli e agricoli-
industriali della provincia; e
d) una biblioteca agraria e agraria-industriale con annes-
sivi locali per lettura, convegni e conferenze.
3. Socio può essere qualunque persona o comunità purché
paghi 1' obblazione di fiorini uno al semestre.
4. L'esposizione permanente è sorvegliata e diretta da
una Direzione nominata anDualmente dalla Presidenza della
Società agraria, e composta da 5 membri, vale a dire da un
Presidente, un vice presidente, un cassiere, un segretario ed un
agente.
5. É dovere della Direzione d'accordo colla Presidenza
della Società agraria di aprire ogni anno un concorso di tutti
i prodotti della provincia. Con istruzione apposita verrà indicato
il tempo, i campionari da esporsi, le condizioni, i premi ed
eventualmente altre modalità.,
6. Sarà cura della Direzione di stabilire ogni mese uno
0 più giorni fissi, per trattare fra i soci questioni ed affari
d'interesse economico; come pure prestarsi per pubbliche con-
ferenze e prelezioni, ed in modo speciale tenere, possibilmente
nelle domeniche e feste, prelezioni per gì'agricoltori dei villaggi
che ivi affluiscono, eccitandoli di accorrere con premi in denaro,
e con distribuzione gratuita di libri, sementi, ed altro.
7. La Direzione è obbligata di tenere in ordine l'inventario
e r amministrazione dell' Esposizione permanente, ed in un
libro apposito registrare tutti i benefattori che vi contribuiranno
con libri, campionari ed oggetti pella raccolta.
8. Fondatore verrà considerato qualunque persona o co-
munità che farà dono all' Esposizione permanente di almeno 5
fiorini. JB' obbligo della Direzione di tenere esposta nei locali
in apposita tabella i nomi dei fondatori.
9. Nel caso di scioglimento della Società agraria della
Dalmazia, 1' Esposizione permanente passa in proprietà ed am-
ministrazione del Comune di Zara.
i nostra Società igraria
e le Società nazionali di navigazione a Vapore
Fin da quando venne istituita la Società a^M^aria
della Dalmazia, una delle prime sue cure l'u quella
di procurare un abbuono di viaggio po' suoi soci,
rivolgendosi a tal uopo a tutte le Società na/ionali
di navigazione a \'apore che fanno i servizi postali
nei porti della provincia.
Se si eccettui una sola di queste Società (;lie
respinse con accentuato sarcasmo la domanda l'atta,
tutte le altre vi aderirono con lodevole premura,
entrando tosto in trattative colla Direzione.
E già colle Società Topid, Rismondo e Negri di
Sebenico l'abbuono venne definitivamente stabilito 5
da altre due Società si ottennero per ora delle spe-
ciali facilitazioni; ed ancora con un'altra le tratta-
tive pendono tuttog-iorno.
xV taluni che ci chiedessero: per quali scopi e
con quali titoli la Società ha chiesto il detto abbuono
pei viaggi, rispondiamo: la Società agraria della
Dalmazia si è costituita giusta il § 2, lett. a, pel
miglioramento morale ed economico della popolazione.
Essa quindi non è una Società di speculazione 0 di
commercio, ma una Società patriotica la quale tende
per sua natura al più sacro e nobile compito a cui
possa un popolo o una nazione aspirare, il compito
di rigenerare le proprie morali ed economiche con-
dizioni.
Al postutto, la nostra Società agraria h quel-
l'effettuazione pratica quale un illustre e altamente
benemerito patriota cinquant' anni ancora addietro
suggeriva; poiché tali associazioni^ diceva, sono ca-
paci a Jar cangiare faccia ad un paese, e a schiu-
dere i suoi preziosi tesori; poiché a queste tali
associa-{ioni sole è riservato a trovare nuovi prodotti^
moltiplicare e p&rje^ionare gli esistenti, dar loro
vita e moto ; poiché da ultimo a tali associa:^ioni è
riservato di trarre dalla Dalma{ia quei vantaggi^
quei frutti i germi di cui la natura vi ha sì gene-
rosamente disseminati. Ecco dunque lo scopo della
Società agraria; scopo che riteniamo non debba essere
trascurato né da ogni patriota che sente amore di
patria, né da chiunque cittadino che sinceramente
aspiri al benessere della sua terra natale, facendosi
perciò inscrivere quale soci o di essa Società, 0, per
lo meiio, tenda a favorirla con tutti i mezzi che
stanno in loro potere.
Nr. 7. Zara, 18 ottobre 1893. Aiao I
Organo della societit agraria della Dalmazia
Esce il primo ed il terzo mercoledì d'ogni mese. L'abbonamento annuo è di fiorini 2 anticipato. Per l'estero franchi 6, Sjmesire in
proporzione. Dirigere le lettere e gli assegni alla Sedazione del giornale.
/Essosizioiie nsmaiisiile
Dunque l'Esposizione permanente la si può dire
un fatto compiuto.
Affidata com' è a una Direzione composta da veri
patrioti e da persone intelligenti, e quello che è più,
presieduta da quel distinto cittadino che Zara si onora
e si vanta di possedere, noi possiamo calcolare con
sicurezza, che tale Esposizione la vedremo quanto
prima aperta.
Egli è perciò che fin d' ora crediamo opportuno
di raccomandare a tutti i soci della provincia di spe-
dire alla Direzione dell'Esposizione permanente tatti i
campionari dei prodotti, e tutti gli oggetti che pos-
sono servire per completare la raccolta di tutto quanto
produce la provincia o appartiene ai regni animale,
vegetale e minerale.
Cominciando quindi dalle roccie greggie e lavorate
e dalle materie prime dell'industria agraria; poi pas-
sando alle sementi d'ogni specie, alle frutta e ortaggi
disseccati e conservati; ai prodotti della pesca, della
pastorizia e della caccia (animali [imbalsamati), com-
prendere anche i prodotti delle industrie domestiche
ed i modelli di costruzione.
Il quantitativo d'ogni singolo campionario non
superi il chilogramma o il litro.
È necessario che ogni articolo porti il nome del
proprietario, il luogo, la quantità disponibile, ed even-
tualmente il prezzo.
Inoltre è necessario di dichiarare, se 1' articolo
resta proprietà dell' Esposizione permanente, se è ven-
dibile, 0 lo si affida all'Esposizione per un dato tempo.
Sulla base di queste regole generali, citaremo
alcuni esempi:
A spedisce una collezione di cereali dal luogo N.N.
0 dalla sua possidenza. Il frumento a si chiama....
è vendibile al prezzo .... si produce ettolitri ....
B. spedisce insetti e uccelli utili o dannosi; il
nome, il luogo ecc.
C. spedisce un campionario di vini, di olii, di
aceto, di miele ecc.
D. spedisce giuocatoli, strumenti ecc. lavorati a
mano dai villici.
spedisce diverse qualità di marmo, di pietra,
di minerali ecc.
F, spedisce un modello dellaV villa, del molino,
della tenuta ece.
G. spedisce frutta fresche o disseccate, ortaggiecc.
E con ciò affidiamo fin d'ora al patriolismo dei
nostri dalmati quest' utile impresa che farà onore alla
nostra provincia, e mostrerà ancora una volta di quali
e quanti prodotti vadi ricca la nostra Dalmazia.
ella ana m ootti o della canima
La nettezza deve regnare sovrana in ogni luogo
di leggieri quindi si può comprendere come essa sia
di assoluta necessità in una cantina, e come tutti gli
arnesi occorrenti per ricevere il mosto e poscia il
vino, devono essere tenuti scrupolosamente netti, perchè
questi non comunichino più tardi al vino le diverse
malattie, che dappoi si sviluppano. Si può a priori
stabilire, essere causa principale di quasi tutte le ma-
lattie del vino, la poca cura che da noi si ha della
conservazione dei vasi vinari e della pulizia delle
cantine. Ed infatti, se un uomo sano vive rinchiuso
per molto tempo in un ambiente poco salubre ed in
compagnia di persone ammalate, è facile che possa
contrarre il germe della malattia dominante in quel
luogo. La cosa eguale avviene al vino; anzi nel caso
nostro lo svolgimento del processo è sicuro e sì rapido,
che noi vediamo un vino, se posto in una botte infetta
di muffa od aceto, subito all'avvicinarsi della prima-
vera, sviluppare in esso il medesimo germe. Questo
caso si riscontra in Dalmazia troppo spesso nelle can-
tine del grande come del piccolo possidente; ed
abbenchè certi ricchi proprietari si occupino di prefe-
renza nel fare l'analisi dell'alcool e degli acidi ai loro
vini, pure appena si entra nelle loro cantine, si sente
un odore così forte di aceto, che viene voglia di e-
sclamare: povero vino come sei barbaramente trattato;
da buono e sano che potevi essere, devi subire la
non lontana sorte di divenire aceto ! Il tuo padrone
invece di voler sapere quanto contieni per cento di
alcool e per mille di acidi, dovrebbe piuttosto occu-
parsi nel prepararti una cantina netta ed una botte
sana, onde ospitarti degnamente, e così possa tu per
tutto il tempo che vi soggiornerai, rimanere sano ed
egli avere il vantaggio, presentandoti in commercio,
di ricavare da te il più alto prezzo che fa la piazza,
Premesso ciò entriamo tosto in argomento.
Se nelle botti dovesse rimanere sempre il vino,
non occorrerebbe che, nel caso di un tramutamento
e prima di porvi l'altro, di lavarle semplicemente con
acqua fresca e pura Ma questo non si riscontra da
noi: anzi molti dei nostri possidenti vendono il loro
I soci che viaggiano coli' abbuono presentino presso le Agenzie la tessera. Li tessera s spedisce ai soci che pagarono Ror>, 2 più 5 soldi, ed è valevole per un anno. Le società che accor-darono r abbuono sono indicate nel nostro giornale.
Nr. 8. Zara, 1 novembre 1893. Anuo I
Organo della società agraria della Dalmazia
Esce il primo ed il terz) mercoledì d'ogai m33e. L'abbinamento annao ò di fiorini 2 anticipato. Per l'estero franchi 6. Semestre in
proporzione. Dirigere le lettere e gli assegni alla Redazione del giornale.
I P. T. signori soci sono pregati
di regolare quanto prima l'abbonamento.
N. 409.
PROTOCOLLO
della IT. Seduta della Società agraria della Dalmazia.
Zara, 22 ottobre 1893.
Presenti: E. M. Vusio, presidente; A. prof.
Nimira vice-presidente; R. Vlahov, N. prof. Ba-
tistić, D. Alacevich e S. Coschina consiglieri.
Quali invitati fanno parte alla seduta i P. T.
Signori: C. Mazzocco, S. Lovrié, P. Giampieri, P.
Cristofidis e G. prof. Modrić.
Il presidente apre la seduta alle ore 4,15 pom.
Si decide di non dare lettura del protocollo
dell'ultima seduta giacché viene stampato di volta
in volta nei due org'ani della Società.
Dapoi si passa all'ordine del giorno.
I. Nomina suppletoria del segretario. Il pre-
sidente dopo aver deplorato l'improvvisa morte
del benemerito segretario G. B. Novak, propone
di dilazionare la nomina, e di pregare il consi-
gliere D. Alacevich di accettare provvisoriamente
la carica. Accettato ad unanimità. Così pure ad
unanimità viene nominato il possidente Elia Božić
a consigliere suppletorio.
II. Elezione di una Giunta adetta alla Dire-
zione. In base al § 10 dello Statuto sociale, la
Direzione della Società agraria per estendere con
n^S'g'&io'' profitto la propria sfera d'attività sente
il bisogno di aumentare il personale, e perciò ad
unanimità viene nominata una Giunta (Comitato)
che farà parte alle sedute della Direzione, ed avrà
referati speciali da sbrigare. Quali membri della
Giunta viene nominata la Direzione dell'Esposizione
permanente composta dai signori; M. Luxardo, C.
Mazzocco, S. Lovrié, P. Giampieri e P. Cristofidis.
III. Progetto per l'imboscamentp litorale ed
insulare dei terreni sterili. Constatato il fatto che
a migliaja di ettari di terreno in Dalmazia sono
affatto privi di uno stato di terra, viene pro-
posto che il Governo assegni dei premi per l'im-
pianto dì arbusti, i quali intanto coprirebbero di
verde i detti spazi e formerebbero col tempo uno
strato di terra. Il cons. Coschina propone .inoltre
di invitare i Comuni affinchè nei detti spazi ogni
anno si sparga della semente, come viene fatto in
alcune località del Carso. Ambe le proposte ven-
gono dopo breve discussione accettate.
IV. Proposta di modificazione di alcuni §§
dello Statuto. Avendo la Società agraria in pochi
mesi di vita preso un grande sviluppo in provincia,
si constata che alcuni paragrafi non corrispondono
pienamente allo scopo dalla società prefissosi. Sulla
proposta modificazione del § 6 insorse una lunga
discussione alia quale prendono parte tutti i pre-
senti. Si decide alfine di incaricare i signori R.
Vlahov, C. Mazzocco, P. Cristofidis e D. Alacevich
affinchè studino la proposta modificazione, per por-
tarla dapoi all'ordine del giorno nella prossima
seduta.
V. Insinuato alla Giunta per aggravare con
una tassa gli stecchi del crisantemo. Sulla proposta
scritta e presentata dal cons. della società Tom-
maso Gamulin di Gelsa, alcuni membri della Di-
rezione citano degli esempi per dimostrare che
tale applicazione si troverebbe in contraddizione
colle vigenti leggi, ne apporterebbe un corrispon-
dente risultato. Dopo animata discussione fra i
sig.ri Nimira, Vlahov, Mazzoco, Cristofidis e Co-
schina, si decide a maggioranza d'interessare i
Comuni affinchè dissuadano i producenti di crisan-
temo di non mescolare g'ii stecchi col fiore.
VI. Proposta alle banche per ottenere un cre-
dito a vantaggio del ceto agricola e possidente
della provincia. Si stabilisce ad unanimità di coo-
perare affinchè in tutte le città e borgate si isti-
tuiscano le casse di risparmio, e nei villaggi le
seoske ^adruge, ed intanto la Dìre2Ìone si rivolga
a delle banche perchè sulla base del credito ac-
cordato dalla banca Slavja per l'Istria, volessero
aprire un credito anche in Dalmazia, dove si tro-
verebbe d'impiegare nell'agricoltura ed industria
agraria dei grossi capitali garantiti.
VII. Incaricare il Governo per la coltura dei
fermenti del vino. Visto come questo nuovo metodo
per la conservazione dei vini si va celermente
estendendo in Francia ed Italia e ciò con buonis-
simi risultati, i sig.ri Nimira, Vlahov e Modrić si
incaricano di farne delle esperienze, e si stabilisce
di rivolgersi alla Luogotenenza, affinchè ordini
ai due maestri ambulanti, a farne essi pure delle
prove.
Vili. Domandare per l'acquisto di un toro.
Sulla domanda fatta dal socio A. Spada di Zara,
il quale si impegnerebbe di tenere un toro pel
miglioramento della raz;5a, si stabilisce di doman-
dare alla Luogotenenza due tori; uno per Z^ara
I sod che viaggiano coli' abbuono presentino presso le Agenzie la tessera. La tessera si spedisce ai soci che pagarono fiop, 2 più 5 soldi, ed è valevole per un anno. Le società che accoV" -r/^^rt«/, r ahhmno sono indicate nel nostro giornale.
La iÉazia BI Eiopot ai fa
(Eicordi e Note di E. M. Vusio)
16. ^industria agraria. Se nel!'agricoltara non
abbiamo fatto nessun progresso, nessunissimo ne fa-
cemmo nell'industria agraria. Nell'annata II. p. 522
si legge un interessante articolo „sopra i prodotti
chimici che potrebbe somministrare la Dalmazia".
L'autore fa rilevare come la provincia potrebbe
dare la materia prima per l'impianto di parecchie in-
dustrie. In prima linea la soda.
„La Dalmazia, scrive l'articolista, producendo an-
nualmente 100,000 centinaia di sale, potrebbe con
tutta facilità produrre contemporaneamente 4000 cen-
tinaja di soda". La nota poi osserva che allorquando
i possidenti aprissero le saline allora chiuse ed ab-
bandonate, per produrre la soda, l'aumento ne sarebbe
considerevole. Essendo ora la soda il principale ele-
mento del vetro e del sapone, perchè non si potreb-
bero impiantare delle fabbriche dell'una e dell'altra
specie? Se mezzo secolo fa la Dalmazia spendeva an-
nualmente 600,000 fior, per l'importazione di vetrami
e di sapone, ora che ne spende molto di più, (per
candele e saponi 80,000 e per vetri e merci di vetro
180,000!!) perchè non potrebbero sussistere delle fab-
briche con grande vantaggio della provincia?
Nello stesso articolo trovo una proposta per la
fabbricazione della colla caravella. Allora si espor-
tavano in media dalla Dalmazia 10,000 centinaja di
ossa, dai quali si ricavavano 8000 fiorini, ora di più,
ricavandone 12,000 fiorini Da questa quantità si pos-
sono invece ricavare 3000 ed anche rispettivamente
4500 centinaja di colla caravella del valore di oltre
60,000 fiorini ovvero (rispettivamente) 90,000 fiorini.
Ancora dopo mezzo secolo dobbiamo lamentare
la mancanza di una leg^g^e provinciale, la quale proi-
bisca l'esportazione delle ossa. Se allora se ne espor-
tavano 10,000 centinaja, non temo di esagerare che
og^g-i se ne esportano almeno 3 volte tanto; e cosi
mentre si guadagnano 12,000 fior, se ne perdono an-
nualmente 180,000. E questa legge è tanto più ur-
gente e necessaria, poiché, oltre la fabbricazione della
colla caravella, si sà, che dalle ossa si estrae il sale
muriatico, che è ricercatissimo nell'industria. Ma più
di tutto giova a notare che le ossa ridotte in polvere
sono un ottimo concime che avvantegerebbe l'agricol-
tura a dieci tanti più che non fa la vendita delle ossa.
Quante industrie potrebbero da noi fiorire ce lo
disse il Zavoreo 70 anni fà. »Quantunque, egli scrive,
abbondino le correnti d'acqua, le miniere di ferro, le
terre da stoviglie, di carbon fossile, la pece, e gli strati
marmorei, ec. e s'abbiano i mezzi di far il nitro eia
seta, i panni e le tele; pure non contiamo veruno
stabilimento, nè alcuna fabbrica di manifatture, se si
eccettua qualche tintoria, alcune cerane, ed una sega
di legname (???) eh'è pure messa in opera da forestieri.
17. Le saline. Dall'annata I. pag. 180 rilevo che
mezzo secolo addietro le saline della Dalmazia occu-
pavano una superfizie di evaporazione di 344 jugeri
a 1038 klafter quadrati. Quanto spazio ne occupano
oggi, non sò; è molto probabile meno d'allora. Sò
però questo che oltre le 3 attuali saline, ce ne po-
trebbero essere parecchie altre. Lo Stato, ne ha un
introito annuo di 419,000 fior, con una spesa di 70,000
fiorini. Il sale marino è di molto superiore al minerale.
Se ora in tutta la penisola dei Balcani ed altrove si
fa grandissimo consumo di sale, perchè Io Stato non
potrebbe esportarlo anche fuori della Dalmazia, e gua-
dagnarvi 10 volte tanto? Ecco il passivo paregg-iato,
e per la Dalmazia povera una fonte di risorsa, che
risarcirebbe tante altre estinte.
18. Sericoltura. E un industria che per più ragioni,
si può temere estinta, è l'industria serica. Da una
serie di articoli interessantissimi che si leggono nella
prima annata, si sa che il distretto di Zara dall'anno
1829 in poi andò sempre più aumentando la produ-
zione della seta, e nel 1844 ne produsse 4920 funti.
Nel distretto di Spalato 4760 funti ; in quello di Ra-
gusa 8884 funti; di Cattaro dice l'articolista che l'al-
levamento vi è molto diffuso, e che il solo paese di
Castelnuovo ricavò 1200 funti.
Ma questo è ancora ben poca cosa. Poiché se
l'industria serica fosse stata favorita, si sarebbe neces-
sariamente sempre più sviluppata, ed allora si avrebbe
probabilmente raggiuoto il totale riferito dal prof.
Bottura, quando scrisse che „Dandolo dimostrò con
vigorosi calcoli, che qualora la sola decima p»rte della
Dalmazia fosse coltivata a g-elsi, ella darebbe il pro-
dotto in seta di 17 milioni di fiorini". Altro che vino!
L'oidium avea colpito i vigneti, e vi fu epoca
che la produzione del vino, era ridotta a minimi ter-
mini in Dalmazia; ma dopo risorse e trionfò. Anche
i bachi colpiti da malattia, diedero il tracollo alla pro-
duzione della seta; ma se i bachi altrove trionfano di
nuovo, pur troppo non vediamo trionfare la produ-
zione della seta fra noi.
L'Ungheria e la Croazia spendono grandi somme
perchè fiorisca la sericoltura. Qaet'ultima p. e. nel-
l'anno 1882 avea prodotto 3160 chil. di bozzoli, nella
quale industria si occupavano soli 15 comuni. Coi
premi e colle facilitazioni accordate dal Governo, nel-
l'anno 1891 si produssero 254,326 chiI. in 803 co-
muni. In dieci anni quindi fu quasi decuplicata la
produzione.
Io dico che da noi non pochi rami d'agricoltura
fiorerebbero, quando ci fosse un piano in base al
quale fossero stabiliti mezzi pratici per svilupparli.
19. Apicoltura. Anche l'apicoltura soffri un regresso.
Nell'anno 1843 alla sola Narenta si contavano 1300 al-
veari, ed all'isola di Solta 2500. Altri dati non ho
trovato; ma volendo fare una proporzione, e colla
scorta de' dati fornitimi dag-li anziani di più luoghi
della Dalmazia, si potrebbero approssimativamente cal-
colare a 30,000 il numero degli alveari esistenti in
tutta la Dalmazia mezzo secolo addietro. Secondo l'ul-
tima statistica, in Dalmazia presentemente esistono
10,900 alveari!!
La Dalmazia è un paese attissimo per la api, se
altri mai. E secondo i dati che ci forniscono i trat-
tati d'apicoltura, si potrebbero da noi mantenere ben
120,000 alveari, i quali calcolando una rendita media
di fior. 2 per alveare, darebbero un reddito di fiorini
240,000, somma considerevole, sendochè l'apicoltura
non richiede ne capitali ne mano d'opera. Oggi si
importa cera e miele per 6000 fior, e se ne esporta
per 14,000 fiorini.
Con un piano stabilito si potrebbe molto facilment«
estendere l'apicoltura razionale; ed allora il reddito
sarebbe molto maggiore.
20. Silvicoltura. Una noterella sui boschi. Da di-
verse notizie raccolte da quelle 3 annate, convien ri-
tenere che mezzo secolo fa il vandalismo avea ^à
nella massima parte della provincia compiuto la sua
opera di diboscamento, e fatto quasi un deserto della
La Società Negri accorda il 50 per cento di ribasso per tutti i porti toccati e per qualunque
posto in vapore.
Mt. 10. %traj & Af^O^è 1893. Anno P.
r ECMIMISTl
Orpno della società agraria della Dalmazia
Esce il primo ed il terzo mercoledì d'ogni mese. L'abbonamene annuo è di fiorini 2 anticipato. Per l'estero franchi S. Semestre in
proporzione. Dirigere le lettere e gli assegni alla Redazione del giornale.
I P. T. signori soci sono pregati
di regolare guanto prima l'abbonamenti
N, 486.
Telegramma di felicitazione
La Direzione della Società %raria della DàYmazia
radunata in seduta il 19 del m. p. ha spedito il ié-
g^aente teleg^ramma :
A Sua Eccellenza il Conte Giulio Falkenhayn
Ministro d' agricoltura
Vienna.
La Direzione della Società agraria della Dalmazia
seduta stante umilia a Vostra Eccellenza ossequiosi
aug-ari per l'alta fìducia dimostrata dall'Augusto nostro
Sovrano col nominarla nuovamente ministro d'agri-
coltura, e nutre ferma speranza che la Dalmazia ne
risentirà grandi vantaggi. Direzione.
A questo telegramma Sua Eccellenza telegrafi-
camente rispose:
Direzione della Società agraria della Dalmazia
Zara.
Le ringrazio di cuore per i buoni aug-uri.
falkenhayn.
Il Duovo Ministero
Sebbene estranei alla politica, ci corre però l'ob-
bligo di esternare brevemente il nostro parere sul
programma del nuovo ministero di coalizione presen-
tato alla camera il 23 p. m.
Il programma si concentra nella seguente testuale
dichiarazione: „il Governo ritiene opportuno di lasciare
riposare tutte le altre grandi questioni politiche, ed
intende in questo frattempo di dedicarsi con tutta
possa ai compiti economici e finanziari
In qual modo e fino a qual punto il nuovo mi-
nistero effettuerà il programma, lo dichiara dapoi, la
dove sì espresse:
I. Efficace, impulso a tutti i legittimi interessi e-
conomici; e
II. Una energica amministrazione che stia a livello
delle esigenze del tmpo.
Questa dichiarazione ci ha rallegrati grandemente
perchè la si direbbe coniata appositamente per la
i^almazia.
Nessuna provincia dell'Impero ha maggior bi-
sogno di „un efficace impulso a tutti i legittimi inte?
ressi economici" quanto la Dalmazia; poiché nulla ab-
biamo, e da anni ed anni tutto attendiamo; e atten-
diamo legittimamente poiché non si domanda nulla altro
ne di più che altre provincie hanno.
Nessuna provincia dell'Impero ha maggior bisog-no
»d'una energica amministrazione" quanto la Dalmazia;
poiché da noi tutto regola la politica; la politica in-
forna i sistemi; la politica inforna gli uomini senza
sistemi; la politica ci invola e uomini e sistemi che
pur potrebbero condurre la Dalmazia per la vera ed
unica via della salvezza.
Se questo programma verrà effettuato come lo
dobbiamo sperare, allora si deve dire che la nostra
Società agraria venne preventivamente istituita per
dar mano al nuovo Ministero. Poiché non avendo
tendenze politiche, ed essendo formata da tutti i ceti
della provincia per occuparsi di soli interessi economici,
il nuovo ministero non avrebbe altro che effettuare
quanto la Società lo richiede nell'interesse economico
della provincia. Nella attività fino ad ora spieg-ata
dalla Società, il ministro troverà abbondante & vasto
materiale, perché finalmente anche per la Dalmazia
si apra un'era novella di prosperità.
Quindi, 0 si effettuerà questo programma, ed al-
lora saremo a tempo salvi; o il programma sarà una
dichiarazione platonica, ed allora continueremo per
la china che da 50 anni ci conduce alla catastrofe.
Concluderemo anche noi colla dichiarazione molto
importante fatta dal nuovo Ministero:
Sincerità e verità nella Tita pubblica spe-
cialmente per la Dalmazia, è imperiosa necessità.
I I
U sosira conizione
Oggi tutti ad una voce si lagnano che la Dal-
mazia si trova in condizioni tristissime in fatto di
morale e di economia pubblica ; si Ugnano dell' u-
sura, dell'ingiustizie; della decadenza di sani prin-
cipi; della mancanza o deli'incompatenza di adatte
leggi necessarie all'azienda sociale., ma sono lagni
a base di semplici fras', di sonore parole messe a
casaccio e gettate là a mero sfogo momentaneo, che
non approdano a nulla, che non promuovono nissun
movente a un provvedimento serio, sollecito onde
riescire ad un invocato ed efficace miglioramento.
L'apatia, r indolenza sono al colmo fra di noi...
L'egoismo individuale soffoca ogni aspirazione di co-
mune benessere, procurando al paese scissure fatali,
La mm di mali ansi la
28 Ci mancano buone leggi agrarie. Una però
delle principali cause di regresso, si è che in mezzo
secolo gì interessi economici agricoli vennero af-
fatto trascurati dai nostri onorevoli nella parte le-
gislativa. Se si eccettuino poche discrete leggi a
vantaggio dell' agricoltura, noi siamo lontanissimi
da tante nazioni civili dell' Europa, che colla pro-
clamazione di buone leggi d' economia, e d' agri-
coltura, presero grande sviluppo.
Fa d' uopo sapere che forse nessuna provin-
cia dell'Europa ha dovuto lottare e star sempre
all' armi per più secoli, quanto la Dalmazia, per
scampare dal giogo musulmano. Il continuo tram-
busto delle armi, l'incostante incursione del nemico,
la devastazione di centinaje e centinaja di villaggi
operata col ferro e col fuoco, doveano necessaria-
mente tenere in armi giorno e notte la popolazione.
Era quindi impossibile attendere alla coltura dei
campi. Appena colla pace di Carlovitz (1699) e 19
anni più tardi con quella di Passorovitz la Dalma-
zia poteva deporre le armi, e dedicarsi all' agri-
coltura ed alla pastorizia. La vita agricola della
Dalmazia ha quindi meno di due secoli di esistenza.
A darle vita e risveglio venne a proposito la
legge Grimani; legge ferrea si, ma salutare. Chi
infatti negherà la providenza di una legge che mi-
nacciava colla confiscazione dei terreni, ove questi
per duè anni non venivano coltivati ? Che prescri-
ve va colla seminagione del grano quella del lino
e del canapa? che ingiungeva ad ogni morlacco
di tenere due alveari? che volleva onde egli presso
la sua casa coltivasse agli e cipolle? che ordinava
ad ogniuno di piantare un certo numero di alberi
fru ttiferi ? che fissava la proporzione tra campi la-
vo rati ed i prati ? che relegava le capre sulla col-
lina e pei monti ?....
Questa legge la si trovò buona anche nella
prima denominazione austriaca; ed conte il di Goess
ed il conte di Thurn lavoravano a tutta possa per
ajuiare il paese. Ma venne Napoleone il quale a-
bolì la legge Grimani, per proclamare un nuovo
codice rurale. Il codice però non venne pubblicato,
e le cose cominciavano piegare in peggio.
Oggi la Dalmazia avrebbe bisogno di almeno
20 leggi di economia, e d'agricoltura, molte delle
quali si dovrebbero infarinare colla Grimani.
O si faranno queste leggi, ed allora si arri-
verà a riparare non pochi mali e miserie; o si con-
tinuerà a vivere digiuni, ed allora la mancanza di
leggi necessarie pei bisogni dell' economia e del-
l' agricoltura, accelererà la catastrofe.
A conferma di quanto ho asserito, si legga
il recente brano col quale il più volte citato Za-
voreo chiude il suo importante lavoro.
Da quanto abbiamo brevemente esposto sulla
fisica costituzione della Dalmazia, e sulle qualità
morali del suo popolo si può agevolmente desu-
mere eh' essa è suscetibile d' ogni genere di mi-
gli orazione e prosperità, sì per la dolcezza del suo
eli ma, che per 1' estensione e fertilità del suo suolo,
non menochè per li copiosi prodotti del mare, e
per l' interessante sua posizione al commercio; e
finalmente che i suoi abitanti dotati dalla natura
d' una felice complessione fisica e morale, sono atti
a ricevere ogni genere di coltura e di educazione.
Ma i progressi déHe nazioni dipendono principal-
mente dalla protezione del governo e dalla savie\:{a
delle sue leggi. Essi non possono essere se non ciò
che vogliono le leggi che le regolano compatibil-
mente con le circostanze ed i tempi in cui vìvono.
Ma se questa sfortunata provincia fu mai sempre
abbandonata alla sua originaria rozzezza; se le leggi
tendenti a governarla ebbero constantemeiite in mira
di comprimerla e di avvilirla-, se le circostanze
hanno fatalmente confluito in tutt'i tempi a ren-
derla vieppiù squallida e miserabile, prevalendo la
superstizione e le nocive abitudini, separata dal
mondo civilizzato, senza interna comunicazione, e
quindi senza commercio e senza coltura, priva di
educazione, dì arti e di manifature ed industria;
che cosa doveva ella restare, se nonché barbara,
miserabile, spopolata ed infelice?"
29. Chi non studia non apprende. Quello che
più di tutto ha degenerato da mezzo secolo addie-
tro a questa parte, è la coltura agraria e lo studio
dell' economia. Queste due scienze sparirono quasi
affatto dal ceto colto, il quale si diede anima e
corpo alla politica. E perchè non si creda eh' io
r abbia sempre colla politica, e che sia il solo che
con teorie economiche voglia quasi per forza con-
durre la Dalmazia per questa strada, si legga il
seguente brano eh' io trascrivo dal programma del
giornale alla vigilia di entrare nel suo III. anno di
vita, il 1847.
„Ne ci dieno accusa di aver assunto aspetto
troppo severo; di esserci soverchio occupati dalle
aridezze statistiche, economiche, antiquarie, per-
ciocché non ci può muovere tale rimprovero che
la mente dissipila di qualche saputello, o la vel-
leità de'fanciulli, i quali ignorando affatto l'utile
di simili studi, non cercano che il solletico di qual-
che misera narrazioncella romantica, di qualche no-
velluzza lutulenta, di qualche magra poesia erotica....
E tempo ormai che si cessi da simili fole; è tempo
che anche la nostra patria, suU' esempio di tante
altre nazioni, si dia ad occupazioni più gravi, di
maggiore pratica utilità, ne si contenti di sole
ciance, lasciando che i suoi figli sprechino il tempo
prezioso in istudi leggieri e divengano a sè stessi
e ad essa inutili o perniciosi. Non abbisogna la
Dalmazia di molti poeti o romanzieri, che il suo
popolo è più poeta di parecchi che falsarono il
proprio genio logorandosi in sui libri; ma abbì-
gna di agronomi, di matematici, di tecnici d'ogni
maniera, essendo che il suo commercio, 1' agraria,
le arti tutte, che si giacciono avvilite, aspettano
da dotte ed idonee persone, miglioramenti, indi-
rizzo, incremento".
Ecco dunque chiaro, chiarissimo perchè noi
abbiamo indietreggiato. Mezzo secolo fa patriotti
dotti e teneramente affezionati alla patria ci dis-
sero, che per far risorgere la patria, bisogna ces-
sare da certe fole, allora poetiche e romantiche,
oggi polìtiche e eianeesche, che finirono col ren-
dere i dalmati inutili o perniciosi a se stessi ed
alla patria. Ci dissero che la patria abbisogna di
moralisti, di economisti, di agronomi, di tecnici,
perchè questi soltanto potranno indirizzare miglio-
mano al Governo per sviluppare l'agricoltura ed au-
mentare le fonti di risorse economiche; di riformare
le scuole per formare una soldatesca istruita nel la-
voro dei campi; e da ultimo introdurre riforme in
tutto ciò che ha uno scopo conforme al suo programma,
e che tenda a salvare la Dalmazia dalla catastrofe.
Questi requisiti la resero necessiria per dare
nuova vita alla Dalmazia.
Uniamoci dunque tatti concordi in società; poi-
ché le forze unite producono oggigiorno quella ric-
chezza e queir abbondanza che altrove stupefatti am-
miriamo.
La nostra Società con questi due requisiti è il
grano di senape gettato in terra. Diamogli aria colore
e luce, e lo vedremo albero gigantesco
Allora anche il sistema sarà conforme ai nostri
bisogni ed alle nostre aspirazioni; allora si troverà la
chiave per rigenerare la Dalmazia.
—i—•
La diTizione delle terre comanall
nella Dalmazia.
(Simeone M. Pjerotié, maestro d'agricoltura)
Robusti ingegni scrissero sopra questo vitale ar-
gomento per 1' avvenire della nostra patria ; scrissero
con profonda conoscenza di causa e con maestria.
Dirò come il mese scorso recatomi a Spalato, un
amico volle usarmi la gentilezza di presentarmi in una
società di lettura. Approfittando del cortese invito, una
sera mi trovai in mezzo a un crocchio di lettori;
quando il silenzio fu rotto da un nobile e distinto si-
gnore, il quale tutto lieto, come se avesse fatto una
grande scoperta nelle colonne di un giornale provin-
ciale, disse: udite che grazioso articolo sulla divisione
delle terre comunali della Dalmazia.
Prese a dire un avvocato, patriota incensurabile
e stimato, che la piaga più micidiale della Dalmazia
fu, è sarà le terre incolte e comunali.
Queste assennate parole del dotto avvocato, da
tutti a Spalato rispettato per le sue esimie virtù e pel
suo carattere franco e leale, s'insinuarono facilmente
nell' animo di quei signori ; presero a lodare o, me-
glio ancora, ad approvare il tema dell' articolo stam-
pato nel surricordato giornale.
Io che per altrui gentilezza mi trovava in quella
sera ammesso fra cotanto senno, dovetti per conve-
nienza tacermi, quantunque sentissi gran vogiia di dire
il fatto mio. E fu un bene, perchè se avessi preso
parte a quella discussióne, io avrei sostenuto che la
piaga antica e nuova della Dalmazia non poteva esser
altro che la discordia dei dalmati e i beni comunali
incolti.
Da nomini sinceri e giusti, per ciò che ci ri-
guarda, affrettiamoci intanto a confessare che una delle
piaghe, e fosse la maggiore, si fu ed è tuttora per
nostra sciagura, la politica e la discordia.
* * *
Assai poco udii ragionare intorno i vasti spazi!
di terra rimasti da tempi immemorabili incolti nella
nostra Dalmazia, quasi fossero privi degli elementi
propri di miglior vegetazione e produzione, od aves-
sero tal maligna indole da soffocar, percosì dire. Ira
i principii d'una natura appestata il germe di qualsiasi
produzione. .
Infatti molto strane sono le opinioni pubbliche
per riguardo alle terre incolte in Dalmazia: e quan-
tunque non pochi dalmati istruiti, ben conoscessero la
vera causa della nostra attuale economica miseria, e
tentassero di dimostrarla, tuttavia le voci loro fatal-
mente perdonsi fra i clamori di altre più numerose,
che trascinano negli antichi errori i novelli credenti.
Percorrendo io mesi addietro alcune regioni ste-
rili (incolte) nei dintorni di Sebenic >, mi incontrai in
una di siffatte lande, che per la ridente situazione, e
per la dolcezza del clima, potrebbe destare invidia
alle amene compagne di Kosovo e Petrovo polje. Se non
che rattrista V animo quell' arido aspetto del suolo,
quà e là cosparso di spini ; quelle poche bestie scar-
nate che, tratto tratto s'incontrano al pascolo; quel
cupo colore dei macigni e di miseri cespugli. Il quale
contrasto offre l'immagine d'una natura che langaè
e che muore fra l'allegria d' unaltra che nasce e s'in-
fiora. Alla vista di tale enorme quantità di terra in-
colta in tutta la Dalmazia, niuno si tratterrebbe dal
proferire l'apostrofe che il signor dr. Golombel pro-
nunciò alla vista delle lande della provincia di Bre-
tagna: „Terres incultes, disse egli, pourquoi depuis
tant de siècles votre aspect aride et monotoae ne
cesse il pas de fatiguer les regards des voyageurs?
autour de vous tout se ressent des progres heurex de
l'agriculture, tout s'anime, et paraìt recevoir une
creàtion nouvelle : pour vous seule n' existerait-il donc
ni printemps, ni automne? Gomme une terre maudite,
vous ne produisez rien, et la vegetation s' arrèt ou
commencent vos tristes limites"
Questa era la prima idea che si presentò al mio
sguardo. Contemplando io quelle lande deserte e di
poco utile, me ne maravigliava, e per più tempo stetti
meditando ciò, che a primo aspetto giudicai disgrazia
economica della Dalmazia ; cessò poi l'incertezza colle
investigazioni, brillo la verità, e comparvero ben to-
sto a miei occhi le cause che tuttora mantengono ste-
rile sì vasta superficie di terra.
Seppi allora, che il terreno incolto e deserto,
spettava alle frazioni comunali circonvicine; l'altro, da
pochi anni ridotto a coltura, ai privati; e che un'an-
tica consuetudine dava agli abitanti di que'territorii
la facoltà della vagopastura. Eseguite intanto alcune
elementari operazioni, coli'intento di conoscere la na-
tura di questi terreni incolti, non tardai a convincermi,
che il suolo sterile era come l'altro capace di pro-
duzione, purché banditi i pregiudizi, si procedesse poi
alla coltivazione. Fu anzi si forte il mio convincimento
dell'ubertuosità di quella terra, ch'io la credo oppor-
tuna per il risorgimento economico di quei poveri vil-
laggi e di quei miserimi abituri solitarii di fondare
anzi una scuola sperimentale, onde l'autorità dell' e-
sempio potesse favorire l'introduzione fra i nostri con-
tadini dalmati, di que' nuovi metodi, di quegli attrezzi
di recente invenzione, di quelle regole agronome, che
con tanto profitto dell' industria campestre altri popoli
della nostra Monarchia ed altre colte Nazioni adope-
rano.
Tale concetto era confermato dai seguenti miei
riflessi.
Gli antichi ^pplicaronsi ognora allo studio del-
l' agricoltura con esito più o meno prospero; i mio-
derni centuplicarono gli sforzi, per farne conoscere
ed apprezzare le vere massime.
Tuttavia la scienza non è peranco generalmente