ly. 48. Zara-Sabalo 50 Novenihre I8CI. Anno II.
GIORNALE ECONOSIIGO-LETTERARIO.
II Giornale si publica ogni Sabato. — Il prezzo d'associazione per Zara è di fior. 5 sol. 40 V. A.; pel resto
della Dalmazia e fuori, di fior. 6 V. A. — I pagamenti potraiuio farsi per V annata intera, ed anche per semestre, anti-
cipatamente, e dovranno da fuori di Zara essere inviati franchi per la posta, coirindicazione del nome, cognome, e domicilio
dell' associalo. —- Lettere, libri, articoli, devono alTrancarsi. — I reclami si mandano con lettera aperta, senza affranca-
zione. — In Zara le associazioni si ricevono anche al negozio librario del sìg. Pietro Ahelich. — Un numero separato vale s. 15
— Sulla coltura dei boschi in Dal-
mazia^ e sui mezzi onde riparare a' suoi bisogni di le-
gna. — Archivio capitolare di Traù ('continuazione). —
Agricoltura : iusolfoirizione dell" uva. — Camera di com-
mercio ed industria di Zara. — Società fìlannonica di
Zara. — Epigrafi. — Avviso.
Sulla colìiira dei boschi in Dalmazia, e sui mezzi
onde riparare a' suoi bisogni dì legna.
La presente memoria^ che ci Vienne comu-
nicata per publìcare^ il frullo è degli studi con-
sacrali^ molti armi addietro^ da un zelante sa-
cerdote di Spalato ad un oggetto^ il quale per
noi dÌDÌene di sempre maggiore importanza.
Tra le molte gravissime calamità, da cui era
oppresso il popolo giudaico nella schiavitù diE-
gitto, con tenere espressioni ricordate dal pro-
feta Geremia, trovasi numerata la carestia delle
legne. Anzi questa si mette del pari con la man-
canza dell' aqua, elemento tanto necessario al
sostentamento dell' uomo: acjuam nostram pecu-
nia bibimus^ Ugna nostra prmtio comparavimus.
E ben a ragione, mentre essendo le legne l'a-
Jimento del fuoco, tanto vengono ad esser ne-
cessarie quanto è lo stesso fuoco, altro degli e-
lementi egualmente interessante che V aqua al
sostentamento dell' uomo, dell' agricoltura, e delle
arti. Quindi è molto da commendare la vigilanza
di quelle nazioni, che s'interessano al provve-
dimento di questo grande oggetto, come altresì
da riprovare l'incuria di quell'altre, che lo tra-
scurano; tra le quali forse si singolarizza la no-
stra Dalmazia, dove ormai si fa sempre maggiore
il bisogno della popolazione, e mancano appunto
le legne al giornaliero consumo. La devastazione
sconsigliata de' boschi, e l'indisciplinato sradi-
camento delie ceppale hanno ridotto ad uno stato
deplorabile di sterilità la provincia tutta, e con-
dannata la nazionè quasi ad una continua siccità
ed aridezza, dacché le montagne per essere ap-
punto così spoglie come lo sono, vi tramandano
un calore insopportabile in tempo di estate, e de-
ludono conseguentemente le speranze anche del-
l' attento collivalore. Dura e spinosa verità, ma
da non tacersi è quella, dalla quale mi è pur
d' uopo d'incominciare. Fra tutti i paesi montani,
che cingono l'Adriatico ed il Mediterraneo, niuno
ve n' ha che presenti uno spettacolo più ingrato a-
gli occhi del forastiere, ed un oggetto di maggior
afflizione al buon patriota, che l'ignuda ed aspra
sterilità dei monti della Dalmazia. L' uomo a
prima vista è tentato di darne la colpa alla natura
matrigna, ma non sì tosto ha avuto un po' d' agio
di considerarli che s'avvede dell'error preso; e
non più la madre comune, ma gli sconsigliati fi-
gliuoli riconosce per autori della devastazione e del-
l' oridezza. Non è che le nostre montagne sieno
di quell' avara e d-ispettosa indole dotate, che
resista a qualunque coltura d' uomini, nonmeno-
chè alla spontanea vegetazione. Trovansi anzi
ben lungi da questa perversa originaria costitu-
zione i nostri monti calcarei. Essi sono meno
ripidi e meno alpestri dell' Apennino in To-
scana, e dei monti dell' alto Vicentino, e del Ve-
ronese, che in generale sono coperti di folte ed
utili boscaglie, o ad ancora più proficua coltiva-
zione soggetti. E sopra ogni altra dimostrativa
persuasione su questo merito basti a convincerne
ciò che furono un tempo i nostri monti, coperti
cioè di annose piante e folti boschi, e quel che
sono attualmente i monti della contermine Tur-
chia, ove si custodiscono con occhio attento, nò
si permette, come tra noi, il total loro dissipa-
mento. Io non mi farò quindi ad enutnerare par-
titamente le cause di questo nostro depaupera-
mento per non ricordare l'ignavia di una nazio-
ne, che se lo ha procurato da sè medesima, e
l'incuria di quelli a cui fummo per lo innanzi
soggetti, che o non seppero, o noti voller mai
far valere le leggi emanale a preservazione di tanto
male. Un rispettoso silenzio cuopra d'oblio la
mancanza ed il disordine, e sì pensi possibilmente
N. 49. Zara-Sabato 7 Decembre 1861. Anno IL
LA VOCE DALMATICA
GIORNALE EGONOMICO-LETTERARIO.
Il Giornale si publica ogni Sabato. — II prezzo d'associazione per Zara è di fior. 5 sol. 40 V, A.; pel resto
della Dalmazia e fuori, di fior. 6 V. A. — I pagamenti potranno farsi per T annata intera, ed anche per semestre, anti-
cipatamente, e dovranno da fuori di Zara essere inviati franchi per la posta, coir indicazione del nome, cognome, e domicilio
dell' associato. — Lettere, libri, articoli, devono affrancarsi. — I reclami si mandano con lettera aperta, senza affranca-
zione. — la Zara le associazioni si ricevono anche al negozio librario del sig. Pietro Abelich. — Un numero separato vale s. 15
Col 1862 entrerà la Voce Dalma-
tica neir anno terzo della sua vita, ma per
appagare un publico desiderio ed empire un
vuoto generalmente sentilo, più larghe for-
me da essa verranno assunte, valevoli ad
eccitare un maggiore interessamento, ed il
modesto giornale economico-letterario, esleso
anche alla parte politica, da nuova opera va-
lente dì redazione e di colloborazione sor-
retto, e più d' una volta per seltiinaiia diffuso,
verrà posto in caso di poter corrispondere
meglio air esigenze dei tempi ed ai sempre
crescenti bisogni della patria nostra.
È da sperare quindi che non solo dagli
atluali signori Associati di questo periodico
sarà di buon grado accolto siffatto annunzio,
ma che tutti puranco quei Dalmati, i quali
sono ben giustamente superbi e teneri di tale
nome, ad accrescer il novero degli Associati
stessi volenliermente concorreranno, certi che
la Redazione, senz'alcuna vista di suo personale
interesse, farà quanto starà in lei affinchè la
maggiore spesa richiesta dalla maggior am-
piezza dell'' opera torni più che sarà possi-
bile moderata e leggiera.
Soddisfatto agli obblighi della legge tut-
tora in corso, verranno rese meglio note le
modificazioni che subirà in appresso questo
periodico, ed intanto deve la Redazione:
1. pregare que' pochi de'suoi signori As-
sociati, che trovansi ancora in ritardo del paga-
mento per l'anno cor., di volerne avere memoria.
2. prevenire che saranno ritenuti quali
Associati anche per tutto l'anno 1862 tulli
quegli atluali, che prima del prossimo gennaro
non avessero dato avviso contrario.
S0'?II?I.'1R10. ~ Dichiaratone. — Il Municipio di
Spalalo a quei comunisti. — Sulla coltura dei boschi in
Dalmazia., e sui meni onde riparare a' suoi bisgni di
legna (continuazione e fine). — Opinioni e desideri. —
Il tenore Mazuoleni, di N. Tommaseo. — Il Deputato
Lapenna al Redattore del Tempo. — Altra dichiarazione.
•— Leùoncella di Galateo. — Varietà.
Dichiarazione.
Due attacchi — primi, oh' io sappia, di questo
genere — a ciò che l'uomo ha di più sacro al
mondo, 1' onore, mi dirigeva in questi giorni il
caro partito dell' annessione: uno nel Diavoletto
n. 274, e 1' altro nel nobilissimo Pozor n. 266.
Quanto al primo, il più grave, scopertone
r autore, sono stalo — è troppo noto — nella
più solenne forma risarcito, e in me oramai non
v' ha più ombra di *rancore. Quanto al secondo
però, siccome tornerebbe, già s'intende, inutile
ogni passo — chè le colonne del Pozor sono l'a-
silo impenetrabile di chi voglia gettare impune-
mente il fango sulla faccia delle più incontami-
nate riputazioni dalmate — così, dichiarando inr
teramenle falsi i falli ivi Accennati, proclamo VILE
r autore di quell' articolo, quando entro ineriti
giorni non manifestasse il suo nome, provando
la verità di quei fatti. E invito publicamente quel
redattore a non accogliere quinc' innanzi articoli
ledenti il mio onore senza la firma del corri-
spondente; invilo ch'io spero ei vorrà, se one-
sto, assecondare.
Una macchia all'onore è la morte civile;
ed io vorrei morire le mille volte fisicamente,
anziché una sola civilmente. E mentre sorriderò
di buon grado, come ho sorriso fino ad ora, ad
ogni attacco che mi facesse comparire il più sto-
lido e il più ridicolo degli uomini, non permet-
terò mai una soia parola che getti 1' ombra più
lieve su ciò eh' io feci l'idolo della mia vita; il
mio onore.
E in questa occasione dichiaro pure che
r autore dell' articolo anonimo inserito nella Sferra
N. 50. Zara-Sabalo \\ Decembre 1861. Anno II.
LA VOCE DALMATICA
GIORNALE EGONOMICO-LETTERARIO,
Il Giornale si piiblica ogni Sabato. — li prezzo d''associazione per Zara è di fior. 5 sol. 40 V. A.; pel resto
della Dalmazia e fuori, di fior. 6 V. A. — I pag^amenti potranno farsi per T annata infera, ed anche per semestre, anti-
cipatamente, e dovranno da fuori di Zara essere inviati franchi per la posta, coli'indicazione del nome, cognome, e domicilio
dell'associato. — Lettere, libri, articoli, devono affrancarsi. — I reclami si mandano con lettera aperta, senza affranca-
zione. — In Zara le associazioni si ricevono anche al negozio librario del sig. Pietro Abelkh. — Un numero separato vale s. 15
iSO^Il?!ARIO. -- Sulla mancanza in Dalmazia dei
pezzi da un soldo. — Parole del Podestà nel primo
consiglio publico del Municipio di Zara. —Ritrattazio-
ne. — I partiti in Dalmazia. — Archivio capitolare di
Traù (cont. del n. 48). — Il tenore Mazzoleni, di Tom-
maseo (cont. e fine). — Invenzione. — Varietà.
__ Col Ì8Q2 enìrevh h Voce Dalma-
tica nell'anno terzo della sua vita, Vnà per
appagare un publico desiderio ed empire un
vuoto generalmente sentilo, più larghe for-
me da essa verranno assunte, valevoli ad
eccitare un maggiore interessamento, ed il
modesto giornale economico-Ielterario, esteso
anche alla parte politica, da nuova opera va-
lente di redazione e di colloborazione sor-
retto, e più d' una volta per settimana diffuso,
verrà posto in caso di poter corrispondere
meglio all'esigenze dei tempi ed ai sempre
crescenti bisogni della patria nostra.
E da sperare quindi che non solo dagli
attuali signori Associati di questo periodico
sarà di buon grado accolto siffatto annunzio,
ma che tutti puranco quei Dalmati, i quali
sono ben giustamente superbi e teneri di tale
nome, ad accrescer il novero degli Associati
stessi volentiermente concorreranno, certi che
la Redazione, senz'alcuna vista di suo personale
interesse, farà quanto starà in lei affinchè la
maggiore spesa richiesla dalla maggior am-
piezza dell' opera torni piìi che sarà possi-
bile moderala e leggiera.
Soddisfatto agli obblighi della legge tut-
tora in corso, verranno rese meglio noie le
modificazioni che subirà in appresso questo
periodico, ed intanto deve la Redazione:
1. pregare que'pochi de'suoi signori As-
sociati, che trovansi ancora in rilardo del paga-
mento per l'anno cor., di volerne avere memoria.
2. prevenire che saranno ritenuti quali
Associati anche per tutto Tanno 1862 tutti
quegli attuali, che prima del prossimo gennaro
Bon avessero dato avviso contrario.
!§ulla mancanza in ]>alniazia
dei pezzi da un soldo.
Mozione della Giunta provinciale all' ì. r. Ministero
delle finanze.
Fra le troppo deplorabili conseguenze del-
r attuale crisi monetaria, non appartiene certa-
mente al novero di quelle che si meritino una
minor considerazione, l'ostacolo che ne viene
al più piccolo commercio da un lato, e dall' al-
tro al soccorso, che tanto imperiosamente è do-
vuto al povero accattone.
La moneta spicciola che serve in Dalmazia
ad uso del piccolo commercio è i pezzi da ca-
rantani sei in argento, i pezzi di rame da quat-
tro soldi, da un carantano, e da un soldo. Que-
sta ultima specie di moneta è la più indispen-
sabile, come quella che serve alle minute con-
trattazioni della classe più misera della popola-
zione, e lo è ora tanto più in quanto che quella
di un carantano é divenuta rarissima. Il povero,
al cui sostentamento bastano pur troppo wn pa-
ne e poche frutta, ha bisogno di soldi per farne
r aquisto: anche il pezzo da quattro soldi gli è
di soverchio, e se paga con quello, ne attende
dal venditore il resìduo. Se non che, i soldi
sono quasi intieramente scomparsi dai mercati
della nostra provincia, nè poteva essere altri-
menti dal momento che a questa parte cento
soldi sono ragguagliati ad un fiorino in carta, ed
invece nelle provincie venete, colle quali le no-
stre relazioni di commercio sono così intime e
frequenti, ad un fiorino in argento. V aggio che
fa l'argento sopra la carta, e iJ corso forzoso
H. 51. Zara-Sabato 21 Decembre 1861. Anno II.
LA VOCE DALMATICA
GIORNALE EGONORICO-LETTERARIO.
Il Giornale si publica ogni Sabato. — Il prezzo d' associazione per Zara è di fior. 5 sol. 40 V. A.; pel resto
della Dalmazia e fuori, di fior. 6 V. A. — I pagamenti potranno farsi per F annata intera, ed anche per semestre, anti-
cipatamente, e dovranno da fuori di Zara essere inviali franchi per la posta, coir indicazione del nome, cognome, e domicilio
deir associato. — Lettere, libri, articoli, devono affrancarsi. —- I reclami si mandano con lettera aperta, senza affranca-
zione. — In Zara le associazioni si ricevono anche al negozio librario del sig. Pietro Abelkh. — Un numero separalo vale s. 15.
— La publica opinione, ed il primo Con-
siglio publico del Municipio di. Zara. — Delle scuole
elementari private. — Corrispondenza. — Poesia. —
Società filarmonica di Zara. — Cronaca urbana. — An-
nunzi. —
La publica opinione, ed il primo Consiglio publico
del Municipio zaratino.
Nella vita dell'umanità, e a giudicare delle
sue condizioni e dei grandi quesiti sociali, sorge ad
epoche determinate un complesso di vedute pre-
dominanti, le quali hanno di mira speciale i rap-
porti detti civili ed ecclesiastici.
Questo complesso di vedute costituisce la
publica opinione.
Siccome cioè lo Stato e la Chiesa sono le
due società le quali comprendono 1 più eccelsi
scopi dell' attività umana, così in essa va for-
mandosi rilenta una opinione a molti comune, tanto
in relazione agli scopi stessi, quanto in relazio-
ne ai mezzi onde realizzarli. E questa opinione
si diffonde colla crescente civiltà e colla molti-
plicità dei punti di contatto e dei mezzi di co-
municazione, fino a che assume il carattere di
opinione publica^ e si erige in vera autorità. La
sua forza è invisibile perchè morale; ma perciò
appunto è altrettanto più elTicace e addiviene tal-
volta irresistibile.
Già nel secolo XV era publica opinione che
la Chiesa fosse inferma così nel suo Capo, come
ne'suoi membri, ed avesse bisogno di una radi-
cale riforma; e 1' opera di tale riforma riesci in
onta alla fervida lotta impegnala dal Supremo
Gerarca della Chiesa e da' suoi partigiani.
A' tempi nostri la publica opinione si ma-
nifesta neir aspirazione che gli Siali europei tutti
abbiano una forma di governo libera e rappre-
sentativa, per cui sia posto un freno alla po-
tenza dei dominanti; ed anche questa opera sem-
bra avviala sufiìcientemente bene.
La stampa è T organo precipuo della publi-
ca opinione, avvegnaché per essa soltanto si
raggiunga in grandi proporzioni il più rapido
cambio delle idee. Non è però, che prima della
stampa mancasse di un organo vitale 1' opinione
publica, dacché, oltre agli scritti, la parola, que-
sta naturale e primissima manifestazione di tutte
le opinioni, la era pure della publica.
E la stampa adunque e la oralità sono le
vie onde l'opinione publica si manifesta, ed a
quella ed a questa vuoisi concedere maggiore
ampiezza e più libero campo, quanto pili svilup-
pata sia la vita politica delle nazioni.
La nostra vita costituzionale è ancora nello
stalo d' embrione; epperò ogni moto, onde siamo
fatti accorti di una crescente vitalità, ne infonde
coraggio e speranza.
Questa soddisfazione ci veniva data provare
il giorno 3 dicembre p. p., in cui nella sala della
biblioteca Paravia si apriva il primo Consiglio
publico della nostra città.
L' egregio nostro Podestà signor Begna di
Possidaria, inaugurava tale lieto avvenimento pro-
ludendo con un discorso, il quale avvalorò po-
tentemente la fidanza in esso riposta dai voti u-
niversali, e traendo partito appunto dalle cose
ora dette intorno alla publica opinione, pronun-
ciava quelle parole, già riportate nell' ultimo no-
stro numero, che rivelano F uomo cresciuto ai
tempi nuovi.
Si procedette quindi alla discussione degli
argomenti segnati all' ordine del giorno, ed erano:
1. Mozione del consigliere sig. de Ponte,
perchè sia innalzata una proposta all' eccelsa
Giunta provinciale allo scopo di ottenere l'esen-
zione dei figli unici dalla leva militare.
2. Nomina di tre assessori.
3. Continuazione in via economica per Tan-
no 1862 della illuminazione notturna della città,
giardini e riva coli' attuale sistema.
1. Letta, dietro invito del sig. Podestà, la
mozione de Ponte, il Podestà stesso dichiaran-
N. S2. Zara-Sabalo 28 Decembre 1861. Anno II.
LA VOCE DALMATiCA
GIORNALE ECONOMICO-LETTERARIO.
Il Giornale si publica ogni Sabato. — II prezzo d'associazione per Zara è di fior. 5 sol. 40 V, A.; pel resto
della Dalmazia e fuori, di fior. 6 V. A. — I pagamenti potranno farsi per Tannata intera, ed anche per semestre, anti-
cipatamente, e dovranno da fuori di Zara essere inviati franchi per la posta, coli'indicazione del nome, cognome, e domicilio
dell' associato. — Lettere, libri, articoli, devono affrancarsi. — I reclami si mandano con lettera aperta, senza affranca-
zione. — In Zara le associazioni si ricevono anche al negozio librario del sig. Pietro Ahelkh. — Un numero separato vale s. 15.
Ai Dalmati«
Neil'annunziare col nuin. 18 del 1860
il deliberalo del Consiglio municipale dì Zara,
che generosamente accordava a questo gior-
nale il soYvenimento d'annui fior. 200, col-
r obbligo di devolvere almeno la metà di
detto importo in premi a coloro i quali offri-
ranno i migliori articoli che trattino di pu-
publica economia nell'interesse particolare di
questa provincia, la Redazione si riservava
di prendere le misure opportune e di stabi-
lire le modalità occorrenli per cogliere tale
scopo. Non mancò essa frattanto di prele-
vare l'importo relativo; sicché dal primo di
giugno 1860, in cui cominciò ad esistere
questo giornale, e da cui, giusta il delibe-
rato suddetto, cominciò pure ad esso il go-
dimento di quell'assegno, fino a tutto otto-
bre p. p., in cui si chiuse per la cassa mu-
nicipale r anno d' azienda 1861, venne la
Redazione a percepire l'importo di fiorini
283:33 Tenendosi quindi strettamen-
te alla condizione d' impiegarne almeno la
metà per l'oggetto sopraindicato, può es-
sa ora disporre d' oltre fior. 141 : 66 y^^;
lo che fare appunto volendo, ha trovato di
fissare, d' accordo coli' onorevole Municipio,
le regole seguenti:
1. Per premi dei migliori articoli in og-
getto di publica economia e di particolare
interesse per questa provincia, viene desti-
nata la somma rotonda di fior. 150.
2. Sarà questa divisa in tre premi, di
fior. 50 cadauno.
3. Gli argomenti degli articoli si lasciano a
libera scelta di quelli che vi si volessero applicare.
4. Il termine per la trasmissione loro
alla Redazione viene fissato a tutto febb. 1862.
5. L' aggiudicazione del premio verrà
fatta da un apposito Comitato, per la scelta
del quale passerà la Redazione di concerto
con r onorevole Municipio. I giudizii relativi
saranno publicati nel giornale.
6. Nel medesimo (qualunque sia la forma
eh' egli avesse fin allora presa) verranno in-
seriti gli articoli premiati, e lo stesso verrà
pure fatto di tutti gli altri, i quali, anche
senz'aver ottenuto il premio, trattassero di
argomenti di reale importanza.
7. Se qualche scrittore bramasse di non
far conoscere il proprio nome, dovrà accom-
pagnare l'articolo con una scheda in cui sia
questo racchiuso, e la quale non verrà a-
perta che nel solo caso in cui 1' articolo con-
seguisse il premio; apponendo alla scheda e
all' articolo un motto, o quHlunque altro segno di
corrispondenza, da cui si possano riconoscere.
8. Al giudizio del Comitato seguirà im-
mediatamente l'esborso dell'importo relativo.
Non è r entità del premio che lusinga
di veder secondate dai begli ingegni nostri
le patriottiche mire avute dal iVIunicipio nel-
raccordarlo. D'impulsi tali non hanno essi
certamente bisogno dove trattasi del patrio
bene; giova quindi sperare, che ritenendo il
presente invito non come un allettamenlo per
scrivere, ma come un' occasione di più, che
loro si offre, per esporre i frutti dei loro
studii sopra qualche materia d' utilità comu-
ne, vorran essi accoglierlo con grandimento,
e con alacrità profittarne.
nell'altra delle pietre di Deucalione, in atto di
farne rampollare un popolo nuovo, fondatore di
nuovi regni, conservatore della civiltà romana,
liberatore, felicitatore ecc. ecc., per venirne indi
a conchiudere che gli abitanti attuali di questo
suolo non altro essendo che legittimo e puro
sangue di simili padri, sono dalle voci stesse
della natura prepotentemente sospinti a quell'am-
plesso fraterno coi loro vicini, che soffocare vor-
rebbe r esistenza propria della Dalmazia, ed e-
stinguere perfino il suo nome. A quest' epoca di
storia nostra si riferisce appunto il brano che
sopra dicemmo, e che crediamo qui riportare,
perchè vedere si possa come in tale riguardo
la pensi un uomo di tant' autorità in materie sif-
fatte, qual è il sig. Kandler, da cui molto ap-
prendere possono anche certuni, che ad altri farla
vogliono da maestri.
"Nel 1000, quando cangiatesi le parti, ed
il popolo dominato divenne dominatore, ed i Bi-
zantini non più avevano sia la forza, sia la sa-
pienza di governo dei Romani, dei quali porta-
vano indegnamente il nome, le isole e le città
al mare divennero il rifugio dei latini, come e-
rano altra volta colonie di greci e grecanici, ai
quali erano ostili gli abitanti di terra ferma e
della montagna; i latini dovettero comperare con
annuo tributo la conservazione della loro nazio-
nalità, delle loro istituzioni. Abbiamo detto di po-
polo dominato che prese la rivincita sopra il do-
minatore, perchè noi dubitiamo fortemente di quel-
le irruzioni di popoli, quasi fossero venuti a mi-
lioni per occupare il terreno che occupavano al-
tri milioni, così che il popolo si sarebbe rad-
doppiato di numero; o se cacciato dalle antiche
sedi, sarebbe andato a raddoppiare i milioni di
popoli di altra provincia già popolata oltre mo-
do. Nè comprendiamo come orde di milioni po-
tessero fare lungo cammino in mezzo a paese
nemico e spaventato. C è troppa esagerazione
in questi movimenti di popoli, accresciuta dal-
l' istinto del vile di attribuire ad altri T efietto
dello scoraggiamento, e del vincitore di estolle-
re le prodezze. Le armate che ribellarono e ro-
vesciarono l'impero romano erano di provinciali
allo stipendio dei Romani, i generali erano essi
medesimi barbari. Teodorico, Odoacre erano ge-
nerali romani; le popolazioni indigene dell' antica
Dalmazia cisardiana e transardiana non altro for-
nivano ai romani che soldati di cavalleria e fan-
teria in grande numero, e marinari alle flotte di
Miseno e di Ravenna; fieri e feroci gli abitanti
indigeni, di ferocia derivata da influenza di cli-
ma, od ingenita, o altre cause locali, dacché
condizioni siffatte non si cangiarono ancora per
cangiare de' secoli, nè mai quelle popolazioni si
alzarono a coltura della mente, od a mitezza di
volontà, siccome vediamo o durare o rinnovarsi
in altre popolazioni, che sofferirono ciò che si
dice innondazione di popolo,,.
"Quanto a Dalmazia si può fare calcolo. I
latini soli fuggirono la terra ferma, gl'indigeni
rimasero; questi latini ripararono in Ragusa, in
Spalato, in Traù, in Lissa, in Lagosta, in Zara,
in Pasman, in Arbe, in Veglia, in Cherso, in
Lessino; nè queste terre sono si vaste in super-
ficie da accogliere, fosse anche a temporaneo ri-
paro, la popolazione di terra della Dalmazia tutta.
Nè questa popolazione fuggiasca fece ritorno alle
sedi lasciate. Questi, sieno Avari, sieno Croati,
sieno altri, che avrebbero fatta irruzione, noi cre-
diamo sieno nomi, e non cose, sieno orde di
venturieri, come gli Eruli condotti da Odoacre
ad innondare l'Italia, i quali poterono essere tutti
assediati entro le mura di Pavia che appena mi-
suravano un miglio romano in giro, e vivervi
insieme cogli abitanti a lungo; come i Longobardi,
il cui numero appena giungeva ai 40,000, che
avrebbero innondato un paese, che contava 10
milioni di abitanti; come la innondazione delle
Spagne e dell' Africa e dell' Italia dei V^isigoti,
dei quali poco dopo niuna traccia rimase, come
più non ve ne é dei Turchi in Algeria; vi sono
modi più sicuri e più blandi di innondazione che
non l'impeto di masse. Or mentre in altre re-
gioni, la irruzione di popoli non fu più che la
comparsa di locuste, in Rossina e Dalmazia a-
vrebbe durato; di che devesi cercare la causa
in ciò, che in quelle provincie il popolo indige-
no rimase straniero alli migranti, nella Dalmazia
il popolo indigeno si unì ai migranti per caccia-
re i romani dominatori che non più avevano la
forza di dominare. Facciasi la carta, a mò d'e-
sempio, d'Italia secondo odierni dialetti, del Mondo
romano secondo lingue, e se ne avrà a risultato
la carta di Italia anteriore alla dominazione ro-
mana, la carta delle provincie romane, fatto cal-
colo delle ondulazioni che sempre succedono ai
confini come alle spiaggie marine. Questo è certo
che Dalmati antichi e Fannoni antichi ebbero la
stessa lingua, intendiamo dei provinciali, ai quali
la romana non fu imposta; questo è certo che
nella primitiva Pannonia dei Romani, fra il Muro
ed il Savo, e nella Transardiana, nella Cisardia-
na, si parla la stessa lingua oggidì, ancorché va-
rii alcun poco per dialetti; che nelle stesse isole
e terre che mai furono invase da migrati, il ru-
stico parla quella lingua medesima che si parla
fra terra; pure è autottono, ancorché alle città
latine sia rimasto tranquillamente soggetto. Tutto
persuade che la pretesa invasione sia stata piut-
tosto una sollevazione degli indigeni antichi con-
tro i latini, di che fa cenno anche il Forfiro-
geneto,;.
N. 2. Zara-Sabato li Gennaro 1862. Anno ni.
LA VOCE DALMAm
GIORNALE ECONOMIGO-LETTERARIO.
Il Giornale si publica ogni Sabato. — Il prezzo d'' associazione per Zara è di fior. 5 sol. 40 V. A.; pei resto
della Dalmazia e fuori, di fior. 6 V. A. — I pagamenti potranno farsi per T annata intera, ed anche per semestre, anti-
cipatamente, e dovranno da fuori di Zara essere inviati franchi perla posta, coli'indicazione del nome, cognome, e domicilio
deir associato. — Lettere, libri, articoli, devono affrancarsi. — I reclami si mandano con lettera aperta, senza affranca-
zione. — In Zara le associazioni si ricevono anche al negozio librario del sig. Pietro Abelich. — Un numero separato vi)le s. 15
SOMMARBO. — Sul servizio delle ronde comunali.
— Il rovescio della medaglia sulla proposta de Ponte
nella seduta municipale del 3 dicembre. — Il nuovo
Podestà di Sebenico. — Archivio capitolare di Traù
(continuazione). — Società filarmonica di Zara. — Be-
neficenm publica. — I topi dei piroscafi. — Varietà.
Sul servizio delle ronde comunali.
Mozione della Giurila provinciale dalmata.
In avvertita relazione col regolamento pel
servigio delle ronde comunali, promulgato colla
governiale notificazione 24 settembre 1845 num.
20863-1866, venne disposto con circolare go-
vernativa del 23 gennaio 1852 n. 19728-8083:
a) che per qualsiasi reclamo portato alla
gendarmeria in oggetto di danni campestri, o pa-
scoli abusivi, la medesima avrebbe prestato alle
parti r occorrente assistenza ;
b) che ogni capovilla destinar dovesse al-
cuni rondari, perchè in turno si occupassero e-
sclusivamente della sorveglianza necessaria a re-
pressione dei ^anni campestri, agendo in caso di
contravvenzione a senso dei vigenti regolamenti,
e provocando all' evenienza di qualche ostacolo
od opposizione 1'appoggio della c. r. gendarmeria;
c) che i rondari venivano autorizzati, per
maggior elTicacia nell' esercizio di detta sorve-
glianza, ad unirsi alle ordinarie pattuglie che en-
tro il territorio del villaggio fossero fatte dalla
stessa gendarmeria;
d) che ogni capovilla mediante apposito ron-
daro dovesse render noti ogni terzo giorno al
capo del più prossimo appostamento di gendar-
meria 1 rondari da lui destinali a sorveglianza,
nonché se, e quali danni fossero nel frattempo
avvenuti nelle tenute del villaggio ;
e) Che dei danni campestri avvenuti e delle
riferte avute dai capovilla dovendo la gendar-
meria far relazione giornalmente, sulle mancanze
dei capovilla e dei rondari, che venissero per
questa o per altra via constatate, sarebbesi pro-
ceduto dal pretore in via sommarissima, e pro-
nunciata a senso del § 23 del citato regolamento
delle ronde villiche una multa da uno a sei fio-
rini; ed
P che in fine quelle Comuni che avessero
ritenuto gravosi od anche non necessari i preac-
cennati provvedimenti, erano autorizzate a pro-
vocarne la cessazione, od anche la parziale mo-
dificazione.
Le disposizioni della circolare ora riferita
vennero approvate dall' i. r. Ministero dell' inter-
no, con avviso che da parte pure dell'imp. reg.
Comando superiore di gendarmeria era stato in-
caricato il c. r. reggimento di gendarmeria a
darsi particolare premura per tale servizio di po-
lizia campestre.
Più tardi, e precisamente con nuova circo-
lare dell' i. r. Luogotenenza 28 settembre 1855
num. 13632-2601, venne tolto 1' obbligo ai ca-
povilla della giornaliera riferta sui danni campe-
stri di cui si fece sopra menzione sub e, e venne
inoltre sospeso il continuo servigio in turno delle
ronde, perchè grave all' economia domestica dei
rondari, e non necessario in circostanze ordina-
rie, ed in tutti i tempi dell' anno.
Così essendo, ha riflettuto la Giunta, che
colla prima fra le citate due circolari venne, sot-
to la lettera f)^ impartita autorizzazione alle Co-
muni di provocare, oltreché la cessazione del
continuo servigio in turno delle ronde, anche la
modificazione delle relative disposizioni; nonché
ha riflettuto ulteriormente: che la stagione inver-
nale non è stagione di frequenti lavori campe-
stri, e non è quindi a temersi che dal servigio
in turno delle ronde derivar possa grave disse-
sto all' economia domestica dei rondari; che palla
carestia la quale affligge tutta la provincia le
circostanze non possono dirsi ordinarie, e vuole
anzi ragione sia provveduto per quanto si possa
energicamente a tutela della publica sicurezza;
che la Dieta fece espressa ingiunzione alla Giunta
Alcluic coìisMcriizioni
c rettificazioiii.
Nella Gazzella di Fiume del 21 decembre
testé decorso si trova riportato un articolo of-
fendente la riputazione del sig. Vincenzo degli
Alberti nella duplico di lui qualità di deputato
per la Dalmazia al Consiglio dell' Impero, e di
direttore provinciale delle finanze, venendo in
esso particolarmente posla in rilievo la di lui
taciturnità presso l'eccelsa assemblea, e le sue
tendenze non favorevoli al ben essere della pro-
vincia.
Pretendere che lutti 1 deputati di una dieta,
d' un parlamento e simile, abbiano assolutamente
a far udire la loro voce dalla tribuna, per poi
venire alla conclusione che solamente in questo
modo ogni provincia potrà avere la compiacenza
di ritenersi degnamente rappresentata; sarebbe
un disconoscere il procedimento delle grandi u-
nioni parlamentari, dove pochi deputati hanno il
privilegio dell' iniziativa e della parola, e gli al-
tri suppliscono col buon senso e colla indipen-
denza della loro opinione, manifestati mediante
il voto di aHermazione o di negazione.
Nelle questioni dibattute sino ad ora nel
Consiglio dell' Impero in Austria, gli interessi
della Dalmazia non solamente non sono stati com-
promessi, ma in contrario vennero a trovarsi fa-
voriti dallo svolgimento di principii e di teorie,
che unitamente agli interessi della monarchia,
venivano a comprendere quelli speciali di questa
provincia. Il bisogno adunque che avesse ad in-
sorgere una voce di più, alfine di poter dire: sono
d' accordo ancor io, veniva a presentarsi come
non sussistente e neppure ricercato.
Un solo argomento di eventuale importanza
per la Dalmazia è stato portato in discussione
da un solo deputato, il quale aveva per assunto
di farne uscire una deliberazione conforme ai
desiderii delle persone di cui era l'organo co-
municativo. Fu un argomento cotesto contro il
quale tutti i deputati dalmati, professanti un'opi-
nione contraria, si sarebbero trovati in situazio-
ne di far udire la loro voce con eguale fran-
chezza in Vienna, come si trovavano già dispo-
sti di farlo qui in Zara allorquando 1' argomento
stesso fu portato in discussione per la prima volta
a questa parte. Senonchè, la voce di un solo
valse per quella di tutti, e coli' essere state ac-
cettate a grande maggioranza le conclusioni del
medesimo, diventava meno necessario che altri
si facessero a ripetere le stesse cose.
Sembra che una considerazione sia sfuggita
air autore dell' articolo della Gazzetta di Fiume^
oppure sia stata da esso ignorata, quella cioè
che r attività ed il buon volere d' uu deputato
ad un parlamento nazionale, non deve andar mi-
surato dalla comparsa più o meno clamorosa
eh' egli si trova in situazione di fare nei dibat-
timenti publici delle assemblee; in quel caso,
come si è detto di sopra, pochi sarebbero gli
eletti e molti i riprovati. Accanto dei parlamenti
in attività, sussistono i cosidetti comitati, giunte,
commissioni, ecc: unioni parziali codeste, le quali
dietro delegazione delle assemblee plenarie, han-
no per assunto di studiare maturamente gli ar-
gomenti di maggiore importanza, e di prepararli
per le deliberazioni dilfinitive.
Ora, potrebbe egli 1' autore dell' articolo della
Gazzetta di Fiume trovarsi in situazione di ga-
rantire che il deputato degli Alberti, per non a-
ver fatto risuonare la sua voce nelle aule del
parlamento, non abbia egualmente preso parte
ai lavori parziali dei comitati, i quali nell' orga-
nismo parlamentario vengono a costituire la parte
pili essenziale e più laboriosa; ed assicurare che
i di lui lumi, e le va.ste sue cognizioni, ed il
suo sano criterio, non abbiano mai esercitata una
influenza di merito sopra gli argomenti fino ad
ora pertrattati, e non sia neppure per esercitarla
sopra quelli ancora più importanti che si stanno
maturando ?
Che poi si dovrebbe dire della tanto infon-
data quanto abbietta allusione al godimento delle
diarie di deputato, senza (è l'autore dell'arti-
colo che così pretende) aver nulla operalo per
meritarle; allusione appena sopportabile sulle lab-
bra di un padrone verso un suo subalterno, il
quale presta la sua opera verso una mercede
giornaliera ?
Ciò in quanto alla taciturnità e come de-
putato.
Per ciò che risguarda all' altro appunto prin-
cipale attribuito al sig. degli Alberti, di aver u-
salo della di lui influenza di funzionario publico
piuttosto in aggravio che in sollievo della pro-
vincia, conviene trovarsi nell' assoluta ignoranza
delle vicende finanziarie della Dalmazia in questi
ultimi tempi per poter mandar fuori di simili im-
putazioni.
Durante la influenza del sig. degli Alberti
in qualità di impiegato superiore di finanza di
questa provincia, sono state attivale le due im-
poste suir industria e sulle rendite, furono resi
operativi alcuni imprestiti, e fu decretato un au-
mento straordinario sopra tulle le imposte dirette,
e parzialmente sulle indirette, sotto la denomi-
nazione di addizionale di guerra.
Si domanda, se di fronte ai presenti biso-
gni dello stalo, i quali hanno resa necessaria
r attivazione di provvedimenti di tale natura, e
di fronte alla volontà Sovrana di renderli appli-
cabili a tùtte le provincie senza distinzione, un
dirigente di finanza avrebbe potuto nutrire lusln-
parlare? Non li nomineremo quindi neppur noi,
e r attenzione volgeremo soltanto alle notabilità
che vanta la piccola schiera loro, agli avvocati
de Giorgi e Verona cioè, ed ai professori Pullich
e Klaich. Questi ultimi due sono al certo i piìi
validi campioni, e sebbene troviamo una qualche
affettazione nel vantarsi figli di contadini, pure,
senza invidiarne 1' origine, ne stimiamo 1' inge-
gno, e quanto al Klaich lo crediamo un vero
e disinteressato liberale. Senonchè, essi conoscono
assai poco la Dalmazia, si occuparono quasi e-
sclusivamente il Pullich di studi pedagogici e il
Klaich di fisica, e non crediamo che essi possa-
no gran fatto giovare a curar le piaghe della
nostra patria coi loro diplomi, 1' uno di dottore
in teologia, e l'allro di dottore in matematica.
Quanto al de Giorgi, seppure una stella, convien
credere che sia nebulosa, perciocché pochi in
Ragusa, e fuori di Ragusa nessuno travede la
sua luce. Il D.r Verona poi è un uomo di plau-
sibile ingegno, ma troppo modesto e troppo ti-
mido.
Signori annessionisti, noi vi diamo dieci pri-
mani lumi del nostro foro in altrettanti av-
vocati della forza dei Petrovich, dei Giovannizio,
dei Radmilli, e ci rispondete con una nebulosa;
vi diamo dei podestà come i D.ri Bajamonti, de
Begna ecc., e ci rispondete col capovilla di Ster-
mizza, e col segretario comunale di Budua; ad
esimii economisti che vi diamo, ci rispondete con
dei naviganti; a distinti giureconsulti, ci rispon-
dete con un parroco di campagna, con un dot-
tore in teologia, e con un professore in mate-
matica. Vi persuada, o signori annessionisti, che
malgrado le prediche, i club, i viaggi '), i rag-
giri, le declamazioni, la coazione morale, le pro-
messe, e forse la pecunia venula da Zagabria,
il vostro partito cammina sulle grucce, ed 1 co-
rifei che inviaste alla Dieta vel provano.
Sì, nel partito dell' autonomia trovansi ar-
ruolati (duce il sommo Tommaseo) gli uomini
Potremmo citare molti viaggiatori, alcuni dei quali co-
minciarono certe escursioni neir autunno 1860 ia poca di-
stanza da Zara. Ricorderemo però soltanto il viaggio, che
neir inverno del 1861 fecero nei distretti montani, l'abate
Paulinovich ed il frate francescano Puratich. A quale scopo
quel viaggio, a spese e per conto di chi? I reverendi
viaggiatori allora non avevano pernnco il kalpak naziona-
le; il solo zigaretto indicava gli uomini del progresso e
della riforma! Ricordevole è pure il viaggio fatto a que-
ste parti neir anno stesso da un famigliare di monsignor
Strossniayer, il quale ebbe a dire nel seminario centrale
di Zara che appie^tone qualche migliaio, sarebbe l'an-
nessione dei Dalmati bella e fatta; e chi fossero i for-
tunati a cui, per generoso impulso della carità fraterna di
certi liberaloni, dovrebbe toccare sì bella sorte, ciascuno
potrà immaginarselo, il quale conosca la tanto ricopiata
storiella di quel!' inconcludente fecciume straniero frammi-
sto per disavventura in Dalmazia ai suoi 400,000 slavi;
i'toriella che avrebbe pure bisogno d' una lezione d'abaco.
pili eminenti che vanta Dalmazia per ingegno,
per dottrina, per patriottismo, gli uomini più in-
fluenti per vastità di censo e di commercio. Chi
si trova invece tra le file degli annessionisti?
Noi siamo giusti, e quindi non vogliamo esclu-
dervi alcuni pochi uomini d'ingegno, e special-
mente alcuni giovani generosi, sedotti al fascino
d' una libertà di cui ritengono esservi monopo-
lio a Zagabria; con questi giovani però fanno
strano contrasto migliaia d'idioti, che in gran
parte vittime di fanatismo religioso, od illusi da
idee di comunismo (cominciate a mettersi già in
pratica dai nostri villici, come ben sanno alcuni
proprietari), si fanno giuocare quasi marionette
in prò dell' annessione; e strano contrasto vi fanno
pur nel montano parecchi di quelli, che ad onta
dei loro voli di povertà, non contenti di rendite
sproporzionate, di carrozze, cavalli, cantine da
Cardinali ecc., forse agognano, come anco qual-
che altro di tale casta, se non alla soppressione
del celibato, almeno alla carica di conti supremi,
che tra le beatitudini della costituzione croata è
riservata anche al clero
Arroge la microscopica fazione feudale di
Ragusa, magra falange di patrizi liberali dell'oggi,
che fin ieri andavano a caccia di titoli e cion-
doli; arroge qualche ridevole mediocrità, che ne-
gletta in Dalmazia, aspira alla facile immortalità
dispensata in Zagabria, ed alle promozioni che
di là, com' è noto, si promettono; arroge qualche
pettoruto scolaretto, che landem custode remolo^
e don Chisciotte nell'anima, spera all'ombra del
croatismo di passare per un Bruto od un Licur-
go; arroge coloro che voglion pescare nel tor-
bido, ed amano attizzare il fuoco della
discordia; infine, a chiudere la rivista, arroge dei
babbei o gagliolfi, che per mera opposizione per-
sonale fanno gli annessionisti; e di questi ne co-
nosciamo a Spalato, che sono annessionisti uni-
camente perchè Bajamonti e Giovannizio non lo
sono, e molti del pari ne conosciamo a Zara, e
tra gli altri la socetà anonima K. P. B., che
forse è annessionista per rivalità ai Rajcevich,
agli Avoscani, ai Lapenna.
Finiamola, o signori annessionisti. I tempi
son serii; lo piaglie di Dalmazia cruente; a que-
ste si pensi, anziché a finzioni poetiche, a sogni
dorati, a questioni di personalità, a sterili vanti
d' amor di patria, che, scusate la troppa sin-
cerità,
''A mille empie la bocca a pochi il pelto^.
80 decembre 1861.
') Il vescovo Strossmayer è conte supremo e proconsole di
un distretto. Fu anche nominato capo di un comitato per
la costruzione d' una strada ferrala.
N. 5. Zara-Sabato { Febbraro 1862. Anno III.
VOCE DALMATICA
GIORNALE EGONOMICO-LETTERARIO.
Il Giornale si publica ogni Sabato. — Il prezzo d'associazione per Zara è di fior. 5 sol. 40 V. A.; pel resto
della Dalmazia e fuori, di fior. 6 V. A. — I pagamenti potranno farsi per T annata intera, ed anche per semestre, anti-
cipatamente, e dovranno da fuori di Zara essere inviati franchi perla posta, coir indicazione del nome, cognome, e domicilio
dell' associato. — Lettere, libri, articoli, devono affrancarsi. — I reclami si mandano con lettera aperta, senza alfranca-
zione. — In Zara le associazioni si ricevono anche al negozio librario del sig. Pietro Abelich. — Un numero separato vale s. 15
Ai Dalmati.
Neil'annunziare col num. 18 del 1860
ì! deliberalo del Consiglio municipale di Zara,
che generosamente accordava a questo gior-
nale il soYvenimenlo d'annui fior. 200, col-
r obbligo di devolvere almeno la metà di
dello importo in premi a coloro i quali offri-
ranno i migliori articoli che trattino di pu-
publica economia nell'interesse particolare di
questa provincia, la Redazione si riservava
di prendere le misure opportune e di slabi-
lire le modalità occorrenti per cogliere tale
scopo. Non mancò essa frattanto di prele-
vare l'importo relativo; sicché dal primo di
giugno 1860, in cui cominciò ad esistere
questo giornale, e da cui, giusta il delibe-
rato suddetto, cominciò pure ad esso il go-
dimento di quell'assegno, fino a tutto otto-
bre p. p., in cui si chiuse per la cassa mu-
nicipale r anno d' azienda 1861, venne la
Redazione a percepire l'importo di fiorini
283:33 y^. Tenendosi quindi strettamen-
te alla condizione d' impiegarne almeno la
metà per l'oggetto sopraindicato, può es-
sa ora disporre d' oltre fior. 141 : 66 y^;
Io che fare appunto volendo, ha trovato di
fissare, d' accordo coli' onorevole Municipio,
le regole seguenti :
1. Per premi dei migliori articoli in og-
getto di publica economia e di particolare
interesse per questa provincia, viene desti-
nala la somma rotonda di fior. 150.
2. Sarà questa divisa in Ire premi, di
fior. 50 cadauno.
3. Gli argomenti degli articoli si lasciano a
libera scelta di quelli che vi si volessero applicare.
4. Il termine per la trasmissione loro
alla Redazione viene fissato a tutto febb. 1862.
5. L'aggiudicazione del premio verrà
fatta da un apposito Comitato, per la scelta
del quale passerà la Redazione di concerto
con r onorevole Municipio. I giudizii relativi
saranno publicati nel giornale.
6. Nel medesimo (qualunque sia la forma
eh' egli avesse fin allora presa) verranno in-
seriti gli articoli premiati, e lo stesso verrà
pure fatto di tulli gli altri, i quali, anche
senz'aver ottenuto il premio, trattassero di
argomenti di reale importanza.
7. Se qualche scrittore bramasse di non
far conoscere il proprio nome, dovrà accom-
pagnare r articolo con una scheda in cui sia
questo racchiuso, e la quale non verrà a-
perta che nel solo caso in cui l'articolo con-
seguisse il premio; apponendo alla scheda e
all' articolo un motto, o qualunque altro segno di
corrispondenza, da cui si possano riconoscere.
8. Al giudizio del Comitato seguirà im-
mediatamente l'esborso dell'imporlo relativo.
Non è l'entità del premio che lusinga
di veder secondale dai begli ingegni nostri
le patriottiche mire avute dal Municipio nel-
raccordarlo. D'impulsi tali non hanno essi
certamente bisogno dove trattasi del patrio
bene; giova quindi sperare, che rilenendo il
presente invito non come un allenamento per
scrivere, ma come un' occasione di più, che
loro si offre, per esporre i frutti dei loro
studii sopra qualche materia d' utilità comu-
ne, vorran essi accoglierlo con grandiinento,
e con alacrità profittarne.