cennano ad una gastrite. Quando il
male non è grave si limita alla ulce-
razione della punta della lingua.
Si attribuisce la pipita alla man-
canza d' acqua o alla cattiva qualità
di essa, ma questa causa non è sola.
La mancanza di un nutrimento rin-
frescante durante i grandi calori,
r uso del grano guasto, la poca pu-
lizia dei pollai, ecc., sono altrettante
cagioni di questo male.
Ripeto che è inutile togliere b
cartilagine della lingua all'animale
colpito da questa malattia, basta cu-
rarlo in modo da guarire l'ulcera-
zione di cui la Cartagine, la lingua,
il palato ed il becco sono la sede.
Queste parti sono tutte coperte da
piccoli punti biancastri e dolorosi.
Si può guarire questa malattia
specialmente nei suoi primordi ba-
gnando due o tre volte al giorno e
per due o tre giorni tutto l'interno
della bocca con un pennello immerso
nella seguente soluzione:
Miele ordinario parti 2
Aceto di vino „ i
Il nutrimento del soggetto am-
malato deve essere rinfrescante, ossia
composto di pastoni molto liquidi fatti
di erba ben tagliata e farina d'orzo.
Il bere deve essere leggermente salato
ed acidulo.
Quando la pipita è complicata
con catarro nasale, si formano nelle
narici depositi mucósi che disseccan-
dosi otturano le cavità nasali. Si la-
vino allora queste con acqua tiepida
e con una spilla si levino le materie
che le ostruiscono.
L' animale malato deve essere
isolato in un ambiente caldo ed a-
sciutto.
GAZZ^TINO
L'Agenzia della Società Agraria della
Dalmazia in Vienna
XVUI/l. Wahringer Gilrtel N.o 81. LMocIc
in casa propria.
1. L' Agenzia riceve ordinazioni ed in-
carichi per mezzo della Direzione in Zara,
oppure direttamente dai soci della Società ;
2. acquista e spedisce macchine, attrezzi
ed apparati, sementi, piante,^ concimi chimici,
e qualunque altro articolo, ordinatale, a prezzi
di fabbrica, franco imballaggio e consegna alla
ferrovia-Sudbahn di Vienna; "
3. assume commissioni di prodotti esclu-
sivamente naiiomli e genuini della Dalmazia,
» tanto dalla capitale, quanto da tutte le parti
della Monarchia e dall'estero;
4. s'incaricai, della venerila >di detti pro-
dotti (vini, liquori, olt, aceti, rosolt, polvere
insetticida, pesce «alato, etc. .etc.), e pubblica
nei giornali sociali i generi posti in vendita
dai producenti della Dalmazia coi relativi prezzi
e condizioni di vendita;
5. tiene un campionario (eventualmente
un deposito) dei prodotti della Dalmazia che
i producenti le spediscono, e ne procura nella
capitale, nella Monarchia ed all'estero ordi-
nazioni e spaccio;
6. tanto le ordinazioni quanto le com-
missioni le effettua gratuitamente, verso pa-
gamento delle pure spese; e
7. garantisce la buona qualità ed il buon
prezzo dei generi tanto nelle compere quanto
nelle vendite, coli' obbligo della restituzione a
danno del producente, quando il prodotto, o
l'articolo ordinato non corrispondesse.
Il Direttore dell' Agenzia
Oswald LOffler.
Istituto agrario proTÌnciale e Stazione
sperimentale in S. Miellele all' Adige
La mancanza di un buon albergo nel
di Trieste, 1' Austria Inferiore, la Slesia,
la Boemia e la Moravia; mentre la pro-
vincia meno popolata è il ducato di
Salisburgo. Vi sono in tutto 55,341
località con 3 nnilioni di case.
Della citata popolazioae, ben 13
milioni d'abitanti sono dediti all'agri-
coltura, e 5,800,000 all'industria, alle
miniere e alle-arti.
La proporzione fra queste due classi
d'abitanti, è molto varia a seconda delle
Provincie. Mentre la Boemia e la Slesia
sono quasi per noetà agricole e per
metà industriali, nelle altre province
invece il ceto agricola è in media di
'/j in contronto del ceto industriale. Le
sole 3 Provincie — Galizia, Bukovina
e Dalmazia — ne fanno eccezione ; e
precisamente nella Galizia vi sono 4 mi-
lioni 650 mila ag-ricoltori ; e 700 mda
industrianti; nella Bukovina 425,000
agricoltori e 78,000 industrianti ; nella
Dalmazia 400,000 agricoltori e 28,000
industrianti. Nella Galizia quindi gl' in-
dustrianti stanno al confronto degli a-
gricoltori come 1 a 7; nella Bukovina
come 1 a 6, e nella Dalmazia come 1
a 14. La Dalmazia quindi fra tutte le
14 Provincie dell' Austria, occupa in
questo riguardo il primo posto, vale a
dire è la più agricola delle provinc'e
dell'Austria, poiché l'industria e l'arte
occupano il minimo posto.
Per riguardo alla coltura intellet-
tuale, l'ultimo posto occupano la Dal-
mazia e la Bukovina, poiché in queste
si trova il maggior numero di analfabeti ;
mentre il primo posto occapano la
Boemia, P Austria Inferiore e il Vorarl-
berg.
In Austria vi sono circa 1 milione
d'abitazioni agricole. Nella Dalmazia e
nella Slesia abitano in media 5 persone
per casale; nel Salisburgo 1.5.
Quasi tre quarti della superficie è
montuosa»
Il totale dei terreni produttivi in
Austria è di 28,290,000 ettari. Di questi
la Galizia possiede 7,586,000 ett.; la
Boemia 5,026,000 ett.; il Tirolo col
Vorarlberg 2,392,000 ett; la Stiria
2,088,000 ett. LH Dalmazia possiede
1,255,000 ett. ed occupa per tal guisa
il quintultimo posto, superando la Slesia
(500,000 ett.), il Salisburgo (608,000),
la Oarniola (951,000) e la Oarinzia
(943,000 ett.) Si noti però che nei
1,200,000 ett. produttivi della Dalmazia,
vi figurano 600,000 ettari di pascoli ;
mentre la Slesia ne ha soli 33,000 ett.,
il Salisburgo 35,000 ett.; la Carniola
156,000 ett, e la Carinzia 53,000 ett.
Del suolo produttivo 10,636,000
ett, sono terreni arativi, dei quali la
Dalmazia (137,000 ett.) dopo il Salis-
burgo (65,000 ett.) occupa l'ultimo
posto; poi 380,000 ett. di orti e frut-
teti dei quali la Dalmazia ne possiede
37,000 ett.; poi 248,000 ett. di vigneti,
dei quali la Dalmazia occupa il secondo
posto con circ^ 100,000 ett. mentre il
litorale (Istria—Trieste e Gorizia) ne
occupa il primo con 110,000 ettaro
poi 2,663 000 ett. di pascoli dei quali
la Dalmazia occupa il primo posto (ma
sono soltanto pascoli di nome); e final-
mente 9,777,000 ett. di bosco, dei quali
la Dalmazia figura per 380,000 ett. --
ma anche questi nella massima parte,
soltanto di nome.
Riepilogando quindi risulta che la
sola Dalmazia è una provincia dell'Au-
stria esclusivamente agricola, mentre in
tutti i rami dell' agricoltura figura V ni-
tima, meno i vigneti ed i pascoli. T
vigneti ed i pascoli sono quindi i due
perni dell' agricoltura dalmata, nei quali
si deve concentrare il lavoro, il capitale
gono una maggior quantità di acido
carbonico disciolto e finalmente per-
mettono di eseguire V operazione
con rapidità ed ecomomia,
Oocorre però per l'acquisto di
una buona pompa da travaso badare
essenzialmente che sia di costruzione
semplice e solida, e che non abbia
congegni che possano scuotere il li-
quido, privandolo dell'acido carbo-
nico. Per accertarsi che una mac-
china travasatrice funzioni bene, con-
viene osservare il vino che arriva
nel recipiente d'immissione. Esso deve
innalzarsi dal fondo della botte senza
produrre troppa schiuma, la quale è
indizio di perdita d' acido carbonico,
causata dallo scuotimento del vino.
Il sistema di pompe che presta molto
bene e, secondo noi, la migliore che
finora si conosca, è quella rotativa
a due rocchetti, sistema americano.
La Dalmazia a Vienna *)
Quando l'Augusto nostro Impe-
ratore e Ee nel memorabile discorso
del Trono del 11 aprile 1891 racco-
mandava a tutte le popolazioni della
monarchia di attendere precipuamente
al risorgimento economico, dei buoni
patrioti in Dalmazia, raccoglievano
questo seme prezioso, per fecondarlo
col patriotismo e colla speranza di fare
del bene.
La Dalmazia la più povera e la
più abbandonata delle provincie, è pure
*) Eiportiamo una traduzione libera del programma del nostro organo di Vienna Dal-
matien, il quale nelle alte ed accreditate siere ha incontrato la più grande simpatia.
(N. d. E.)
in grado di poter risorgere economi-
camente, e porsi al livello di coltura,
di benestanza e di progresso delle al-
tre Provincie consorelle della Monar-
chia.
A fecondare quel seme benedetto,
nell'anno 1893 si fondò a Zara la
Società agraria della Dalmazia, lo
scopo della quale si è „il morale ed
economico risorgimento della popola-
zione, e lo stlluppo dell' agricoltura
e di tutto quanto la riguarda".
Da tutte le parti della provincia
fin dal principio s'iscrissero a centi-
naja e centinaja di soci, senza distin-
zione di partiti politici, e fra tutti i
ceti di persona. La Società perciò potè
entrare già nel primo anno d'esistenza
in piena attività, e con tutti quei mezzi
che corrispondevano meglio allo scopo,
andò man mano preparando il terreno.
Fra i mezzi i più pratici ed i
più vantaggiosi pel migliorarnento delle
condizioni economiche morali della po-
polazione e lo sviluppo dell' agricoltura,
la Direzione della Società agraria della
Dalmazia ha stabilito di fondare qui
a Vienna una speciale agenzia, la
quale, come in un'altro articolo è schia-
rito, ha una duplice mansione: di e-
stendere nella Dalmazia macchine at-
trezzi, sementi, piante, animali, con-
cimi chimici ed altro, facendone di-
retto acquisto dagli stabilimenti di
Vienna e della Monarchia; e di smer-
ciare i prodotti nazionali e genuini
della Dalmazia principalmente a Vienna,
nella Monarchia ed all' estero.
A conseguire meglio lo scopo, la
Società oltre i due organi propri. L'E-
conomista (italiano) e lo Seljak {^hNo)
pubblica ora un terzo — La Dalmaiia^
in tedesco, e quest' ultimo ha per i-
scopo di far meglio conoscere alla po-
polazione dalmata i producenti di
M 12 ZARA, 10 DECEMBRE 1895 ANNO HI
Li
Organo della S ocietà Agraria della Dalmazia
— Esce il 10 d' ogni mese —
L' abbonamento annuo è di fior. 2 — Per 1' estero franchi 6.
Per cause impreveduteldomandiamo
venia ai cortesi lettori del ritardo della
pubblica{ione dei giornali sociali.
' Sono f eripe!{ie che in Dalmazia pos-
sono succedere e successero anche alla
nostra società^ per ragioni e titoli che
a molti saranno noti almen in parte.
Intanto in mav^o riprenderemo la
pubblicaiione dei giornali e coi io
maggio ci porremmo regolarmente
in corso.
L'Amministrazione
PR0(3}R4inM4
il risorgimento economico della Dalmazia
La Dalmazia sorgerà e nuova
vita soltanto allora quando la Luo-
gotenenza e la Giunta provinciale
porranno in pratica il segutnte
programma che la Società agraria
della Dalmazia ha adottato e in-
defessamente propugna dal primo
momento della sua iatituzione, a-
doperando ogni mezzo per propa-
garlo ed infonderlo nei bisogni
della popolazione agricola della
Dalmazia.
Questo programma che a me-
rito della nostra Società ine ntra
favore nel ceto possidente ed agri-
colo, e senza l'effettuazione del
quale, ogni altro mezzo è super-
fluo o secondario, è il seguente:
1. L'istituzione di Società vil-
liche o casse rarali in tutte le
borgate e nei villaggi della Dal -
mazla ;
2. la diffusione di concimi chi-
mici, e la conseguente estensione
di prati artificiali, e rotazione ra-
zionale degli arativi ;
3. la divisione dei beni co-
munali ;
4. l'istruzione agraria nelle
scuole popolari obbligatoria, con
corsi agrari di completamento o
serali annessi alle popolari, nelle
principali località della provincia;
5. i concorsi e premi per lo
sviluppo dai vari rami dell'agri-
coltura ;
6. i corsi temporanei d'agri-
coltura, con mostre distrettuali
nJle città e borgate
la rapa, la fava o il frumentone ed il
trifoglio.
La rotazione agraria è dunque una
vera meraviglia della moderna agricol-
tura, e l'agricoltore benedirà l'ora ed
il momento nel quale si decise di adot-
tarla nei suoi campi. (Continm) V.
Il nostro organo » Dalniatien''
I nostri lettori lo sanno che la
Società agraria della Dalmazia ha
fondato a Vienna nell' ottobre del
passato anno un terzo organo sociale
redatto esclusivamente in lingua te-
desca: il Dalmatien.Lo scopo del
giornale è dì far conoscere nella
Monarchia, e specialmente a Vienna
i nostri bisogni e le nostre miserie,
ed in pari tempo i nostri pochi ma
buoni prodotti del suolo, e le nostre
bellezze naturali.
II giornale incontra sempre più
la simpatia del pubblico, e comincia
ad interessare il ceto commerciale ;
perciò il Dalmatien è destinato a
prestare interejssantissimi servizi alla
nostra Dalmazia.
A conseguire meglio lo scopo,
alla redazione del giornale interessa
anzitutto di fare reclame; si è perciò
che se ne spediscono gratuitamente a
migliaja di copie per i caffè e resto-
ranti di Vienna e delle principali
città della Monarchia ed all' estero ;
se ne spediscono a centinaja ai de-
putati, ad altolocati personaggi, a
società e grosse ditte commerciali,
insomma dapertutto, nella lusinga che
dapertutto si legga il Dalmatien^ e
si sappia ciò che noi possiamo offrire,
e ciò che noi abbisognamo.
Ma questo lusso costa alla nostra
società molto denaro; ci costa cen-
tinaja di fiorini.
Alcune circostanze se anche in-
direttamente ci osteggiano, non però
ci impediscono di venir meno allo
scopo cui tende la nostra Società, e
specialmente alla benefica propaganda
che i nostri 3 organi sociali vanno
facendo; e la storia un giorno ci
dirà ciò che abbiamo fatto noi senza
ajuti e senza mezzi, e ciò che fecero
gli altri con.... quer che si sà.
Per tornare a bomba, là Società
non ha mezzi per sostenere il Dđ/-
matien ; ma il Dalmatien potrà l^enis-
simo sostenersi col patriotismo dei
dalmati. In altri termini ai dalmati
il Dalmatien non fà di bisogno, ma
per la Dalmazia è interessàntissifnòj
che il Dalmatien esista. Bisogna dun-
que che i dalmati sostengano questo
nostro giornale. "
Il ^Dalmatien costa due fiorini
air anno. Si abbonino tutte le società
della Dalmazia, che un tanto possono
spendere ; si abbonino " i principali
caffè e i restoranti, ed il Dalmatien
si potrà gratuitamente spedire a cen-
tinaja di copie a Vienna, come anche
nelle principali città' della Monarchia
e deir estero.
Ecco l' appello che facciamo ai
nostri soci: raccomandare ai direttori
e proprietari delle società e pubblici
ridotti della Dalmazia di associarsi al Dalmatien, ed il Dalmatien a di-
spetto dei dalmatofaghi saprà pre-
stare ottimi servizi alla nostra povera
e abbandonata Dalmazia.
Spedire l'abbonamento:
Redaktion Dalmatien — Wien;
Wahringergurtel 81.
Esportazione Mondiale /f^
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MARASCHIMO &
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slocazione avanti sull'asse piano e fisso piegandosi ad o^fni
passo sulla gfamba posata indietro. — Anampicata alla per-
ika. Mani e piedi salita e discesa. — Getto della palla di
ferro. Kg. 5 m. 7 sommando lancio destro piii lancio sinistro
(ogni 30 cm. in meno un punto in meno). — Salto in alto.
M. 0.60; in lungo M. 2.—. La classifica si fa facendo la
media deiia classifica dei due saiti.
IV e V Squadra
Scala orizzontale. Traslocazione avanti sui piuoli trala-
sciando un piuolo ogni passo e facendo ogni passo un dietro
front girando dalla parte della mano che si muove. — /45se
d' eguilibrio. Asse alta ed a bilico, traslocazione avanti fino a
meta, oltrepassando ]a meta dietro front e traslocazione in-
dietro fino in fondo, dietro front e a terra. — Arrampicata
alla perlica. Salita mani e gamba, discesa sole mani. — Getto
della palla di ferro. Kg. 5 na. 8 sommando lancio destro piii
lancio sinistro (ogni 30 cm. in meno un punto in meno). —
Salio in alto. M.0.70; in lungo. M. 2.50. Per la classifica
del salto v. III squadra.
VI e IX Squadra
Salita alla fune. Salita e discesa con l'aiuto delle mani
e delle gambe. — Getto della palla di ferro. Kg^. 5 m. 8
sommando lancio destro piu lancio sinistro (ogni 30 cm. in
meno un punto in meno. — Salto in alto m. 0.60; in
lungo m. 2.—. Per la classifica del salto vedi III squadra. —
Corsa veloce. M. 100 in in 16" (ogni V^ di secondo in piu
un punto in meno).
VII e X. Squadra
Salifa alla fune. Sajita mani e piedi, discesa sole mani.
— Getto della palla di ferro. Kg. 7.250, m. 13 sinistro piii
destro (ogni 30 cm. in meno un punto in meno). — Salto
in alto m. 0.80; in lungo m. 3.—Per la classifica vedi
III squadra. — Volteggio. Palizzata di m. 1.20 con rincorsa
appoggiando le due mani. — Corsa veloce. M. 100 in 15"
{ogni Vg di secondo in piu un punto in meno.
VIII Squadra.
Salita alla fune. Salita e discesa a sole mani. — Getto
della palla di ferro. Kg. 7.250, m. 14 destro piii sinistro
(ogni 30 cm. in meno un punto in meno). — Salto in alto
m. 1.—; in lungo m. 3.50. Per la classifica vedi III
squadra. — Volteggio alla palizzata di m. 1.20 da fermo. —
Corsa veloce. M. 100 in 14" (ogni Vs di secondo in piii un
punto in meno).
Campionati sociali.
Salto in alto. Minimo di classifica metri 1.30. — Salto
in lungo. Minimo di classifica metri 4.50. — Salto in lungo
per signorine metri 3. — Salto col^asta. Minimo di classi-
fica metri 2.00 — Lancio del disco. Minimo di classifica
metri 25.00 — Lancio del giavellotto minimo metri 30.00.—
Lancio della palla di ferro chg. 7.250 minimo metri 8. — Lancio
della palla di ferro per signorine chg. 5 prima col braccio
sinistro poi col destro. Minimo somma m. 8. — Artistica. Per
i campionati di artistica ogni concorrente produrra un eser-
cizio di libera composizione su ciascuno dei quattro attrezzi.
— Loita greco romana giusta regolamento di Sezione. -—
Corsa. Veloce di metri 100, di merzo fondo 400, di fondo m.
5000. — Corsa per signorine metri 80. — Tiro alla fune
tra squadre di cinque ginnasti. — Tiro individuale col fucile
e lancio dello bombe. Vedi regolamento di Sezione.
NB. Vigono i regolamenti tecnici delle Federazioni e
Concorsi Federali.
Premi pei campionati.
A1 primo classificato di ogni gara il titolo di campione
sociale com Diploma di medaglia vermeile media ed even-
tuale oggetto artistico. Al secondo classificato, diploma di
medag^lia d'argento media. In quelle gare in cui i concor-
Tenti saranno almeno 5, il terzo classificato conseguira il
diploma di medaglia di bronzo media.
Date delle prove di esame.
1924: 1 decembre Salto. — 1925: 15 gennaio Esame
per caposquadra; I febbraio Esercizi obbligatori agli attrezzi;
15 febbraio Esercizi liberi agli attrezzi; 15 febbraio Iscrizioni
alle g^are speciali; 1 maržo Gare speciaii; 15 maržo Salita
alla fune; 10 aprile Esercizi elementari; 16 maržo Esami
allo Stadio; 1 maggio Saggio finale di ginnastica a pre-
miazione.
Tutti coloio che si saranno iscritti alla sezione Ginna-
stica saranno classificati secondo il Regolamento di classifica
per la premiazione dei Ginnasti e dovranno assoggettarsi ad
eseguire gli esercizi, sia obbligatori che liberi, compresi neU
r unito programma d' istruzione, ed alla relativa classifica
individuale come pure agli esami finali da sostenersi sotio
apposita giuria.
Per la Sezione giuochi ali' aperto.
Prequentazione: parziale da ottobre a. maržo; totale
da aprile a maggio; libera da giugno a ottobre.
Si svolgeranno giuochi scolastici - giuoco della palla
al cesto - della palla a volo; con relative gare per squadre,
secondo del regolamento di sezione.
Per la sezione scherma.
Scuola di scherma di fioretto e sciabola, per allievi
d'ambo i sessi, con frequentazione limitata. Incontri combi-
nati - assalti - accademia.
Per la sezione danza.
Scuola di ddn2e antiche e moderne. — Principi di danza
classica, e movimenti ritmici collettivi. — Ritrovi di danza
alla domenica - Balli mascherati - Veglia bianca - Balio in
costume per bambini - Saggio di danza.
Collaboratori
Dando alla liice questo giornale — che s' e prefisso un nobilis-
simo compito cui noi, senza pietese, diamo felici 'opera nostra — ci
siamo rivolti, pregandoli di collaborarvi, a parecchi amici nostri, cari
vecchi compagni di fede e di lotta.
Non rimanemmo inascoltati: pioggia d'adesioni con le piu calde
espressioni d'affeito e d'auguri. Riportarle tutte, oggi, ci e impossibile.
Lo faremo, vuci dire, poco per volta.
Oggi ne ricorderemo, senz'ordine, aicune: le prime.
„A tutti loro che, con la Fede, rAmore, il sacrizio, hanno te-
nuto e tengono alto il nome sacro d'Italia sull'altra sponda, questo
Regio Jacht Club Italiano (di Genova) manda un saluto fraterno e
r augurio piu vivo e piu sincero*.
L' on. Zimolo, dichiarandosi lieto di collaborare ci scrive... „il
deveto saluto mio insieme al mio alala der tutta la Dalmazia italiana".
Entusiastiche le adesioni del Consiglio Direttivo della Societa
Ginnastica „Francesco, Ratti" d'Alessandria e della Sociefa Dalmatica
di Trieste.
Hanno inviato pure la loro calda adesione i nostri sostenitori
Senatore Cippico e Onor. Dudan ed i signori dott. Oscar Randi da
Roma, prof, A. Cusmanich da Meranp, prof. L. conte Passerini da
Firenze, prof. N. Fattovich da Fiume, prof. A Zink, prof. R. Inchiostri,
cav. uff. prof. S. Sereni da Trieste, prof. N. Filippi, Comm. G. Sa-
balich, Remo Pappucia da Trieste, ing. U. Stenta da Trieste, cav. dott.
S. Delich da Roma, L. Bauch, prof. A. de Benvenuti, dott. B. Delich,
G. Ballarin, prof. O. Gregorio da Bolzano...
Per oggi punto - con un sincerissimo grazie a tutti.
Pro Palestra
leri ci pervenne una generosa obblazione pro Palestra
dal signor Vittoiio R. Pagan, Trieste, Via Mazzini 18. In-
fine grazie.
Gerente responsabiie e direttore: dott. prof. Delli Gioseppe
Editore: „Societ^ Ginnastica Žara".
Tipografia: E. de Schonfeid
Sartoria Civile e Militare
Cesare de Sanctis
Calie Larga - Zara - Calie Larga
Massima puntualit^ ed esattezza
=== Prezzi minimi ==
doverose iraprese; delle volte pregava un'adesione come
se dairesito delle sue nobiii ini'ziative dipendesse la sua
•sistenza.
Noi lo vedevamo affannato aggirarsi intorno alla sua
macchina scrutandooe og^ni parte con una cura tutta sua;
noi ammiravamo con vivo senso di sollievo U sua magnifica
tempra d'uomo dai fermi propositi e dalla robusta voionta,
ma nessuDo itnmaginava che quel leggero veicolo cui egli
era tanto attaccato sarebbe divenuto un giorno la sua arma
di combattente volontario; nessuno presagiva che quella
appasiionata vita sportiva gli apriva il sentiero del sacrificio
sul S. Michele donde quale bersagliere ciclista egli sarebbe
stato assunto nel ciclo del nuovo martiriologio italiano.
Cosi fu che il Club Veloce di Spalato diede alla Patria
un Martire il cui sacrificio finora ignoto, un giorno e non
lontano, verra alla luce della sua gloria e risplendera eter-
namente a tnonito degli increduli e cosforto dei fi atelli che
attendono.
Nel martirio di Francesco Rismondo e racchiusa la storia
di quelia preparazione politica e sportiva che ferveva gia
da decenni e decenni nelle varie cittadelle della Dalmazia
quando in Italia nessuno o pochi vaiutavano queirimmen50
sforzo compiuto dagfli irredenti per salvaguardare I'onore e
il prestigio d' Italia su T altra sponda.
Ci voleva dunaue 1' immolazione di Rismondo che por-
tasse nell'animo degli italiani la testimonianza della voionta
daimatica. Eppur sembra che anche que!la suprema prova
non abbia bastato per convincere cerri nostri freddi uornini
politici che le acque e la terraferma dalmate sono neces-
sarie alla sicurezza ed alla prosperita dell* Italia quanto e
piu deila barriera alpina. Og|fi si accetta con leggerezza il
fatto compiuto ed intanto la nostra civilta si dileg'ua da
quella terra « cio per opera di crimini contro il diritto na-
zionale delle genti; oggi in Italia s'impone ovunque la di-
sciplina del silenzio per quanto riguarda la sorte degli ita-
liani in Dalmazia, ma si dimentica che quel silenzio incoraggia
l'azione repressiva del regime jugoslavo che toglie ai nostri
connazionali ogai possibilita di svolgere la minima attivita
sia politica che sportiva. La Societa Ginnastica di Spalato
di cui Francesco Rismondo fu ultimo e benemerito presi-
dente, dovette sciogliersi dopo lunghi anni di eroica esi-
stenza lasciando la gioventu italiana rimasta in quella citta
senza una palestra per T esercizio fisico e soggetta a continui
soprusi che ne estenuano ogni energia spirituale.
Ma non e senza una ben deterrainata ragione politica
che nella Dalmazia soggetta alla Jugoslavia si e mirato a
colpire le societa sportive italiane, poi che la štampa croata
del litorale adriatico ebbe gia piu volte a richiamare 1' at-
tenzione deli'opinipne pubblica sulla necessita di promuo-
vere i' istituzione di circoli sportivi jugoslavi e cio col ma-
nifeste proposito di anullare il valore sportivo degli adriatici
italiani; in una parola gli ideatori dello slavismo dalmatico
vorrebbero che la Jugoslavia si conquistasse quanto prima
il predominio culturale in tutto 1'Adriatico 1
Z»ra dovrebbe essere la meta principale di questa
trionfale conquista avendo la capitale italiana della Dalmazia
gia piu volte onorato il nostro mare nelle gare internazio-
nali del remo.
Per quanto queste vane arroganze dei nostri avver«ari
non possano impressionare gli animi delle noatre genti, pur
ia sHda di questi successpri delK Austtria non dovrebbe
esser posta in non cale da parte della cittadinanza di Zara
la quale ha oggi un'altissima missione da compiere nell'in-
teresse del decoro nazionale di tutta la Dalmazia.
Zara annessa ali'italia — quantunque prigioniera nella
morsa dei suoi angusti confini — deve assurgcre in tutte le
iniziative sportive onde dare manifesta prova della propria
possanza spirituale e rivelare l'indole ingenita della propria
stirpe. E' necessario insomma che gli zaratini seguano le
orme tracciate magnificamente dal Rismondo nella lunga via
della »ua ascensione verso l'apoteosi del sacrificio • del
martirio per il cui sicuro trionfo fa d'uopo che tutti i dal-
mati temprino le proprie forze e nello sport trovino la pa-
lestra delle loro piu belle virtii che varranno a cementare
la concordia e sradicare le piccole beghe personali e poli-
tiche tanto avverse ad ogni prosperita della Patria.
Trieste, ottobre 1921. Remo Pappucfa.
La passione del mare
Non amo la retorica. Per cio il lettore non abbia paura
di udire un inno a Nettuno, ai successori di Colombo, ai
pesci, alle alghe. Sara invece un racconto semplice di quello
che, per la passione del mare, e stato fatto da un pugno
di ragazzi trentacinque anni fa.
Quei zaratini che si sono abituati a veder fiorire nella
loro citta ogni genere di sport col favore dell'opinione
pubblica, del governo e del tricolore italiano, non dovreb-
bero dimenticare che sette o otto lustri or sono un ragazzo,
destinato a crescere, non aveva a sua disposizione altri
giuochi all'aria libera che le fregne (di cui solo molto piu
tardi appresi dal volgare romanesco il significato poco pu-
lito), il trottolo e la fionda, ossia l'applicazione piij primitiva
delle proprie gambe e delle proprie mani.
11 mare, e vero, c'era anche allora, ma era considerato
come un complemento naturale della terre, buono a far
entrare in porto i vapori, a far uscire le barehe a vela degli
isolani, qualche volta a pescare ed anche a lavarcisi, ma, per
l'amor di Dio, con giudizio, non prima di San Giovanni e
non dopo la prima pioggia di Agosto.
I zaratini piii coraggiosi e piii puliti facevano il bagno
„alla vigna". Da poco era sorto, per comodita dei militari
esotici, un bagno galleggiante, di dolce menioria, che len-
tamente porto la rivoluzione nelle abitudini marine della
gioventCi zaratina. Mio padre mi ci condusse a dieci anni;
ma Taramirazione generale era ..dedicata al figlio del prof.
Storich, il carissimo e minuscolo Elci, che a soli sei o sette
anni sapeva gia nuotare e saltare „in testa".
II bagno militare fu per molti astuti il luogo di ritrovo
e di gazzarra dell' irrequieta giovinezza zaratina. Ricordiamo
i „salti generali" e la pesca del bastone dal fondo della
vasca grande, organizzati per iniziativa e in onore del sim-
patico sportman e canottiere di un'altra epoca fallita, pur-
troppo defunto, Pietro Rolh.
Ma, passato l'estate e finite le vacanze scolastiche
quel ragazzo che, bene o male, s'era abbronzito e snellito,
non aveva altra attrattiva che le sale fumose dei caffe pub-
blici col giuoco dei bigliardo, o peggio ancora con quello
delle carte. * * *
Dicevo dunque che trentacinque anni fa si trovarono
raccolti sulle panche tarlale della terza classe ginnasiale sei
o sette ragazzi, che rispondevano press'a poco ali'appello
coi norai di Barich Desiderio, Hobert Antonio, Paitoni Gio-
vanni, Randi Oscar, Smirich Antonio ecc. i quail concepi-
rono r idea rivoluzionaria di trovare una barca per esercitarsi
a vogare.
Barich, detto da tutti Baretto per le sue proporzioni
minuscole, era il piii irrequieto, inventivo e appassionato
della barca e del mare. Fu lui a scoprire da un certo Giu-
seppe Ghergona, da poco venuto, se non sbaglio, da Traii,
una „passerella" a quattro remi e timone, da noleggiare:
50 soldi (austriaci) ali' ora. La „Mizzi", cosi si chiamava la
barca, fu dunque la nostra prima.... fiamma e 1'embrione,
da cui si sviluppo.... la flotta del fiorente e trionfante Cir-
colo Canottieri Diadora.
* * *
Pero un'imprudenza e un malinteso minacciarono di
distruggere un araore dei piu santi e dei piti puri.
Baretto un giorno, a scuola, lancio uno di quei »pas-
savanti", che davano 1' appuntamento per una gita in barca:
Dopopranzo alle guattro, in bosco dei pini, colla Mizzi. Fa-
ceva lezione il prof. Tilgner, severo nel mantenere la disci-
plina e r attenzione. Come il falco, che piomba sul misero
passero, tal si precipito l'irato docente sullo sbadato scolaro.
Una vampa di sdegno fece corrugare le ciglia dell' a-
postolo della scienza.
— Chi doveva andare dopopranzo al Bosco dei pini?
— tuono la voće imperiosa.
— Mi.,, mi, mi... mi, mi... pigolarono stremiti i cinque
colpevoli.
— Domani verrete tutti accompagnati dai vostri „ge-
aitori o raccomandatari", altrimenti non vi accetto a scuola.
Avevamo la coscienza di esser« colpevoli, ma tanto... Ci
scambiammo delle occhiate languide, ma non disperate, perche,
al postutto, i genitori sapevano delle nostre gite in barca.
Quanti ricorderanno le lezioni di voga di Venci Ster-
mlch! Lui che rideva seropre, in fatto di voga e di disci-
plina non ammetteva scherzi. Bisognava star attenti, vogar
bene e „tirare". Qu>indo poi si era g-iunti lontano dalla riva
e da orccchie pericolose, da un momento all'altro un sonoro:
„Avanti Savoia" elettrizzava gii animi e i muscoli e ci fa-
ceva provare tutte le ebbrezze di una gara.... con noi stessi.
II „lancione" provoco un grave incidente di alta di-
pioraszia.
Un bel giorno ia barca usci battendo a poppa una
bandiera dalmata. Ma dopo poco, hoppi capitarono i piloti
della capitaneria di porto ad inseg-narci che la bandiera
colle tre teste di leoparde poteva stare a prua, ma che a
poppa ci doveva andare Taustnaca.
Fu un g-iorno di lutto. La bandiera dalmata fu abbas-
sata. Tenemmo cons'^lio segreto. La discussione fu breve
e la decisione unanime; piuttosto che vedere davanti ai
nostri occhi e sulla testa del noštro coraandante la bandiera
austriaca, saremmo usciti neutri, anonimi, senza bandiera.
Nel 1898 ci si offerse l'occasione di acqiiistare uno
„scale" a sei rerai, non nuovo. Non c'erano fondi. Ci tas-
samrao in dieci a pagare per un anno 2 fiorini (pari a 4
lire) al mese. Quale nome sarebbe stato date alia nuova
barca? Diamine, tanto naturale: Roma!
Con questo fatto cessa il periodo preistorico, e siamo
entrati nei preludi della costituzione del Circolo Canottieri
Diadora.
L'idea marinara aveva fatto breccia; ii bisogno di una
societa del remo era sentito generalmente. Mancava ancora
di conquistare i „patres patriae" della politica e della finanza.
Anche questo fu fatto.
Lo spazio e il momento non ci concedono di prose-
guire nei ricordi, D'altronde il mio scopo e limitato ad un
piccolo tentativo di stuzzicare l'opinione pubbllca e di pre-
parare il materiale per le pubblicazioni che la „Dalmazia
Sportiva" potra fare, in forma di numeri unići, nell'occa-
sione dei prossimi g^iubilei dei Canottieri e della Ginnastica.
Anzi tutti coloro che avessero da correg-gere, da aggiun-
gere o da protestare contro questo sproloquio, sono pregati
di non dimenticare i'indirizzo del Palazzo Fozza.
(Continuaf. Oscar Randi.
II Canottaggio Nazionale
neir orgaaizzazione olimpionlca
(Cont. V. numero prec.).
Neir anno delle Olimpiadi di Anversa (1920) la Presi-
denza federale aveva fatto comunicare alle Societa parteci-
panti alie reg^ate, credo anche per mezzo della štampa,
alcune disposizioni che obbligavano le Societa partecipanti
quel}'anno alle Reg-ate nazionali e di Campionato a Como,
a sottostare a qualsiasi cambiannento negoli armi anche se
vincitori in singole gfare, e cio per poter formare eventual-
mente un armo misto nazionale, che avrebbe dovuto par-
tecipare alle Olimpiadi di Anversa. Non mi consta cio che
si scrisse in merito ali' armo misto nei vari Giornali sportivi
di queirepoca, E' certo pero - e lo ricordo benissimo -
che il primo armo misto improvvisato quell'anno a Como
con i vari campioni del remo presenti, tutti ottimi presi
individualmente, non riuscl a dare neanche la piii lontana
speranza d'una qualsiasi possibilita A'assieme. Troppe in-
sormontabili difficolta tecniche si sarebbero dovute superare
e vincere, in soli venti giorni di preparazione, per poter
formare un allenato armo nazionale capace di affrontare
quella prova mundiale: diversita enorme di ,,stile di voga'*
dei vari componenti l'armo; diversita di temperamento in-
dividuale non plasmato da un lungo e disciplinato allena-
mento in comune; uno svariato campionario di tipi d'im-
barcazioni d'ogni origine; e infine mancanza assoluta di
tempo. Tutto cio obbligo la Commissione tecnica a lasciare
inalterata la pratica, in uso fino allora, della prevalenza vit-
toriosa del singolo armo e della libera coropetizione delle
Societa; pratica, che poteva dare maggior affidamento di
vittoria.
Cosi cadde l'idea dell'armo misto nazionale ed oggi
nensmeno piii se ne parla.
Ma suir argomento mi riservo di ritornare quando
trattero della necessita di creare e di stabilizzare uno stile
nazionale - come fu fatto in altri generi di sport - e che
abbia a caratterizzarci rispetto alle altre nazioni ed a darci
la possibilita di organizzarci nazionalmente e di imporci
alle gare europee e mondiali.
* i;:
E sempre restando alle regate naz'onali di Como del
1920, ricordero che, rimasero in lizza, per i campionati na-
zionali ed eventualmente per rappresentare 1 Itaiia alie O-
limpiadi, solamente la Lario di Como e la Diadora di Zara,
essendo, come dissi, caduta la possibilita di formare un
armo misto per outrigger a otto.
II giovane ed allora promettentissimo armo della Lario
di Como rimase vittorioso; ma non fu prescelfo per )e O-
limpiadi. L'armo della Diadora, invece, ch'ebbe a subire il
noto incidente del remo, spezzatosi alle prime palate dalla
partenza (privato che fu della possibilita d'un confronto
con la Lario di Como.) s'era iraposto alla considerazione
dei competenti, sia per la beliissima vittoria riportata il
g-iorno precedente in yole a otto, sia per il coroplesso fdr-
tissimo sebbene non ancora stabilizzato. AU'armo della Dia-
dora rimase cosi la probabilita d' essere prescelto per le
Olimpiadi di quell'anno.
Da prima la Commissione tecnica federale decise di
indire una nuova gara di confronto tra la Diadora e la
Lario di Como, gara che si sarebbe dovuta disputare il
giorno successivo a quello dei campionati. Ma la Lario non
pote impegnarsi, e quindi si decise una prova al cronografo,
che pero non ebbe luog-o causa 1'incostanza del tempo.
Rimase cosi in discussione la proposta che avevo fatta
quale rappresetnante della Diadora, in una seduta con la
Presidenza federale, nei locali della Lario, di autorizzare
cioe r armo a otto della Diadora a rimanere a Milano allo
scopo di completare 1' allenamento per i rimanenti venti
giorni, nella miglior outrigger disponibile e di inviarlo poi
- qualora la prova al cronografo fosse stata favorevole sotto
ogni aspetto - ad Anversa. Nel caso contrario la Diadora
avrebbe dovuto sopportare tutte le spese.
Questa mia proposta fu allora accolta favorevolmente
da parecchi dei presenti, compreso, se ben mi ricordo, il
noto pubblicista ed esperto, Baglioni, deila „Gazzetta dello
Sport", il quale appunto in quei giorni, scriveva mettendo
in rilievo il progresso che V armo della Diadora andava fa-
cendo di giorno in giorno in outrigger.
La mia proposta fu respinta, credo per un veto
di differenza, e i Dalmati perdettero cosi l'occasione di rap-
presentare r Itaiia alla massima competizione mondiale di
Anversa, proprio alla vigilia delFinfausto trattato
di Rapallo.
(Continua). Verban.
Pellegrinaggio ginnastico a Fiume
Come gia per Trento, Trieste e la nostra citta, le
Societa federate compiranno anche per Fiume il loro rito
d'amore partecipando alla manifeitazione che il XIII Con-
siglio Sezionale, per speciale incarico della Presidenza fe-
derale, indice in Oiocausta redenta per i giorni 6 e 7
giugno del prossimo 1925.
La manifestazione sara costituita dal Pellegrinaggio
Ginnastico Nazionale e da una gran Fešta Ginnastica finale.
Tempestivamente ritorneremo sull' argomento, esau-
rientemente.
Ci piace, pero tosto, rilevare che a Fiume s'e gia
costituito un numeroso Comitato cittadino, sotto la presi-
denza del Comm. ing. Conighi, che ha formato le varie
commissioni gia intente al rispettivo lavoro.
Fin'ora e garantito il miglior successo dell'avveni-
mento che si sta preparando.
Fiume, signorile nell' ospitalita, accogliera festosa i
ginnasti che numerosi, senza dubbio, accorreranno da ogni
parte d'Itaiia. Sara questo un premio meritatj di amore per
la Citta deir Olocausto Inconsumabile. E un nuovo vincolo.
Nel nome augusto della Patria.
A evitare disguidi e perdite del giornale, raccomandiamo caldamente
a tutti quelli che ricevono la nostra rivisia di segnalarci tosto eventuali
cambiamenti di indirizzo di časa a di recapito-
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