N. 86. Zara, Luneđi 10 Novembre 1879. Anno
Dalmazia Caitolica
KATOLIČKA DALMACIJA
Veritatem facientea in charitate, crescamus in
lllo per omnia, qui est caput Christus.
(8. Paul. Efh. IV. 15.
Esce il Lunedled il Venerdi.
—^pygfr——
Ego interim olamite:
Si quis Cathedrae Petri jungitur, mens est.
(S. Hieronym. Eft». XVI. ad Dam.)
Vos ipsos, auxiliante Deo, in dies alacriter operam Vestram impensuros in tuenda salutari Eoolesi» doctrina, animisque in Religionis amore et in ver» fldei professione
roborandis,.... (p{0 j\ nei Breve dêl 21 Febbrajo 1872 agit scrittori della Dalmaíia Cattolica.)
Condizioni d aasociazione. — Per Zara per un anno anticipatamente fior. 6. — Per la MonarcMa Austro-Ungarica fior. 7. — Per Testero per un annp fran-
chi 15 in oro. — L'associazione è obbligatoria per Tintera annata. Chi non avrà dato disdetta alla fine di un'annata, si riterrà associato anche per la seguente. — te as-
sociazioni e gl'importi di denaro in gruppi, o meglio in assegni postali, si dirigano all' Ammmistrauone della Dalmazia Cattolica in Zara. Le corrispondenze affrancate alia
Redazione. I comunicad s'inseriscono al prezzo di s. 10 la linea. Inserzioni in quarta pagina a tariffa assai rooderata. Un N.ro separato s. 8.1 manoscritti non si restituiscono.
I progressi deir Inghilterra.
Benchè il Governo inglese, dopo le grandi
promesse ricevute dalla Porta per mezzo di
Musurus pascià, abbia ritirato 1' ordine dato alia
ílotta di stazione a Malta di prendere il largo
verso I' Asia Minore, la questione dei progressi
deir Inghilterra rimarrà tuttavia per molto tempo
ancora una questione come suol dirsi palpitante
d' attualità. Ormai ognuno è persuaso che la ricca
Albione scorre col suo occhio speculatore anche
sui sinuosi lidi dell' Anatolia, e i fogli inglesi
non mancano di rendere fainigliare alia pnbblica
opinione 1' idea del dover piantare cola la do-
minazione della impératrice dell'India.
Giorni souo, una lunga lettera pubblicata
dal „Times", riassunta dalP ,,E. d. L.", era lutta
nel ribadir questo chiodo. Nell" Asia minore, a
delta dello scrittore, musulmani e cristiani, non
esclusi gli officiali dell' esercilo, vanno tutti
d' accordo nel sospirare che il paese sia occu-
pato dal!' Inghilterra, e nel riputar lei sola ca-
pace di rimettere in asselto quelle terre mal
travagliale. Perche i turchi sono gente d'animo
quieto e inchinevole ad obbedire. ma oramai
sono stufi della Porta, che non esercita più ne-
anche l'ombra d'un governo qualsiasi. L'auto-
rité è scompaginata del tutto, 1' amministrazione
pubblica uscita dei gangheri, la sicurezza delle
persone e delle robe venuta meno, ed è schian-
tato fin dalle radici tutto quello onde suol na -
scere la prospérité d' un paese. La causa d' ogni
maie, a detta dell' articolista, è da cercarsi nelle
casse vuote della sublime Porta; i soldati da
quarantadue mesi in poi non toccarono il loro
soldo, gli officiali pubblici restaño senza salario,
e in conseguenza, quella che dovrebb'essere la
macchina governativa, degenera in un apparato
di concussione. Sforniti di paga, i soldati devono
rubare per vivere, e nell'ordine civile il cai-
macan spreme le tasche del mudir, il mudir
campa a spalle del bei, e tutti assieme tortu-
rano malamente il popolo, chc deve far le spese
a tutti.
II quai popolo, oltre alla mancanza di
strade per lo smercio delle sue derrate, non è
mai sicuro nè della vita nè degli averi, poichè,
lin quasi alie porte d'Efeso, di Smirne e delle
altre città maggiori, il paese è infestato da
bande di briganti, per lo più greci, e da mi-
gliaja di circassi, trasportati di fresco in quelle
misere provincie. Indi son frequentissime le ru-
berie, i ricatti, le uccisioni, a cui non fa schermo
il governo indolente e pressochè scomposto; a
talchè la gente ormai non spera più nulla dal
Gransignore, e aspetta che a riordinare le cose
intervenga 1'Inghilterra.
II desiderio di costoro è del pari il desi-
derio dell' articolista, il quale osserva che, messo
il piede una volta nell'Asia minore, si potra
guardare con indifferenza il caso possibile che
Costantinopoli muti padrone ; e in Anatolia bi-
sogna piantarsi, ei soggiunge, perché il paese
in ogni modo andrá perduto alia Porta, e, se
1' Inghilterra non lo fa suo, ci stenderá sopra
le mani la Russia; oltre di che é mestieri ac-
quistar la signoria di qiielle terre per avere
aperta e sicura la via dell' India, la quale adesso
non sí ha che per un caftale facile ad essore
turato da chiunque vi facda colare a fondo un
vascello o due.
Non pago ancora di questi pressanti inviti,
I' articolista sfila una serie d' altri argomenti,
ch' ei crede idonei a stnzzidar 1'appetito de' suoi
compatriota e ad invogliarli; dell' annessione. De-
scrive la fecondita del si^olo, la ricchezza dei
minerali e la bontá dei pojrti, per dedurre che
il paese, governato un p<}' meno alia diavola,
puó frutlare moltissimo a chi ci impieghi un
buon dato di capitali, e ci\faecia correre Toro
che, in grazia della crisi economica presente,
giace ozioso nei forzieri j&Ua city. Piü ancora,
va notato chc gli abitanli delF Asia minore pa-
jono uati apposta per trattar l'armi; onde ne
potrebbe trarre soldati eccellenti e quanti ne
vuole i' Inghilterra, la quale ha giá sperimentato
come sia troppa la spesa del trasportare fino
sulle terre lambite dal Mediterráneo le sue truppe
indigene dell' India.
Dunque l'interesse politico ed economico
dimandano con voce imperiosa 1'annessione; e
se mai questo scongiuro non bastasse, 1'artico-
lista ha in pronto altri amminicoli per adescare
gli inglesi e per farli vaghi di quei nuovi pos-
sedimenti. Amano la caccia e la pesca? ma la
appunto avranno in copia selvaggina d'ogni ma-
niera e pesci squisiti. O sono turisti; amanti di
arrampicarsi sulle cime di monti giganteschi? e
dunque vadano in Asia minore, dove la natura
é un paradiso, e dove a poco distanza da Smir-
ne sopra Odemisch si distende un magnifico
lago, a quattromila piedi d'altezza. Infine ci tro-
veranno il loro conto anche i dilettanti d'arche-
ologia, poiche dalle rovine delle antiche cittá
si possono tuttavia disseppellire insigni reliquie
dell arte greca, e se la Prussia cavó testé mi-
rabili tesori di sotto ai ruderi di Pergamo e
ne arricchi il museo di Berlino. ben é giusto
che non resti senza bottino il museo britannico.
Questi argomenti di secondo ordine non
saranno spregiati da molti inglesi piü o meno
eccentrici; ma, anche senza gli allettamenti d' un
giornalista, il governo, crediamo, sará disposto
a prender possesso delf Asia minore. E come
a diré una necessitá fatale quella che spinge
1'Inghilterra a nuove conquiste, sia per formare
quasi tanti baluardi alie colonie giá possedute,
sia per assicurare campi di azione alia sua in-
dustria e sbocchi al suo cominercio. Ancorché
ella fosse ritrosa all' ingrandimento dei suo ter-
ritorio, un passo chiama l'altro; le colonie di
Natal e di Transwaal non possono difendersi
che portando le frontiere sul terreno occupato
dai Zulú; 1'impero dell'India vuol essere tute-
lato col piantare le sentinelle avanzate nell' Af-
ganistán, che forse, tuttoché contro voglia, dovrá
essere inghiottito esso pure, e infine gli inte-
ressi sovrani che ha i'Inghilterra nell'Océano
indiano, la obbligano a metiere stabilmente il
piede sulle coste del Mediterráneo. O tornare
indietro e declinare, o conservare la potenza
acquistata col crescerla e coll'estenderla ogni
di più ; questo fu il destino dell' impero romano,
e a questo destino obbediscono oggidi la Russia
e segnatamente 1'Inghilterra ; tenendo ferma la
nozione, non è malagevole l'indoviuare con
molta probabilité una parte della storia degli
anni prossimi a venire.
Pogled po svietu.
Jednom kad je pretresena adresa zastup-
ničkog carevinskog Vieća, ne ostaje nego da
bude predana N. Veličanstvu. Predsjednik ju je
Sabora zato jur izručio kako donosi običaj
predsjedniku ministarstva grofa Taafeu, a i ovaj
će ju bit došle izručio Caru.
Ne zna se još kad će odaslanstva na okup.
Moglo bi se lako dogodit da se otvore i pod
konac tekućega mjeseca, al samo za koji dan,
da se ne imat bude pretrgnut rad Sabora. A i
ne bi se htjelo vele za odobrenje zaledničkog
proračuna, koji, da poso prije izteče, mislimo
najbolje bi bilo kad ne bi hitao nego kakva
dva tri li mjeseca najviše. Ali da se uzmognu
i tako odaslanstva sastat koncem tek;, hoće se
da Sabori pospieše riešit pitanje o upravi Bo§ne
i ono o obrani.
Manjak n cisleitanskom proračunu spasti
će na ništo, ako dohodci dojdućih godina budu
rasti kako u prva tri mjeseca tek. godine a
troškovi ostauu nepomični. Napram lani, ljetos
se je sječnja, veljače i ožujka skupilo kakvih
920 tisuća fiorina više izravnih dohodaka, a do-
hodci neizravnih poreza još su bili obilatiji, jer
su iznieli preko pet milijuna više.
0 braći preko Velebita, naime o radu kra-
Ijevinskih odbor«, ni još nema nikakva odlučna
glasa. Uzalud obćinstvo uznemireno, neznajuć ni
hoće li ni kolika će oluja zapuhat nakon sada-
šnjeg muka i tišine, želi i pita malo više svje-
tlosti u tmini u kojoj nas Magjari drže.
Što je sigurno jest samo to, da ugarski
kraljevinski odbor ne pušta ni pedalj od onoga
položaja na koji se odmah u početak dogovora
stavio. Nego, bilo zlo bilo dobro, brzo će se
znat na kojoj smo s Magjarima.
Otvorila se je tek u isto doba kad bugar-
ska skupština i skupština nazovi-ruinelijska. Ovu
je otvorio vladalac Aleko paša. On u svom go-
voru nije taknuo nikakvo političko pitanje, nego
je samo reko nešto kako se je povratio bratski
mir izmedju kršćana i turaka, pa za tim spo-
menuo kako je stanovništvo gladno a proračun
tanahan, što je dvostruko zlo.
Znamenite su rieči, kojima izišla ovih dana
„Natinnal Zeitung" u jednom svom comunique
glede Turske. Ondje se govori, da sva zapadna
.f f .• ,'.»• • : •
Pogled po svietu.
' Izbori za geštknsko vieće, kako se došle
znaf odoše ukupno dosta povoljno po vladinu
8t**ku. Oua je našla za se većinu glasova,
nHnie 70 zastupnika više nego ostale stranke
Zptienim oporbenicim nijesu posli željenim
oni su bo u izborim tek više
dobili, I »krajna je ljevica
srećnija bila od združenih oporbenika; jer
ona ima svojih 70 zastupnika.
ZapočeŠe i u Hrvatskoj novi izbori, za
hrvatski sabor, na 12 tek. Gradovi Zagreb,
Belovar i feisek, koji su najprvi zastupnike
birali, izabraše prijašnje: n Belovaru bi izabran
ban Ivan Mažuranić, u Sisku gosp. Kotura,
u Zagrebu gosp. Nikola Krestić, gosp. Antun
Jakić, i D.r Mate Mrazović.
0 dogodjajim odnošeeim se na zaposie-
dnuće ili, o dlaci rekoh, na osvojenje Bosne
i Ercegovine, vojvode pošalju ovih dana novih
izviešća. Trinaesta vojska posla na 12 tek.
iz Zenice: Poglavita vojna kolona stigla je u
ovo mjesto jučer. Opet je ponovljeno obćenje
sa sedmim odjelom vojske, što na 10 tek.
zauze Travnik bez ičijega odpora. Dvadeseta
vojska došla je danas u Gračanicu. Vladalac
Sarajeva, po imenu Hafiz paša, posla iz Bu-
sovače telala pitajuć da bi mu dopušteno bilo
govorit s vojvodom Fili po vicem. Bi mu do-
pušteno. Vojska opočinu u Zenici, jer je bila
umorna. Uz to ponapraviše malo put Vitez.
Sutra dan, 13 tek., vojvoda Filipović
pošalje iz Zenice drugo izvješće, kazujuć da
Hafiz paša i nekolicina sarajevskih boljara
dodjoše k njemu moleć ga da ne ide s vojskom
na Sarajevo. Filipovi« im odgovori da će on
u tomu postupati kako mu je naredjeno bilo
i zamoli ih da ulože sve svoje nastojanje,
vas svoj upliv ne bili se puk dozovnuo pa-
meti a ostavio se bezkoristne oporbe.
Žica donese iz Beča na 16 tek. da, po
izvješću Filipovićevu vrhu njegova razgovora
s Hafiz pašom, nema sumnje da 30 bataljuna
redovite turske vojske sudjeluju s ustašara
turcim i da je po Bosni razdjeljeno bilo sila
oružja, praha i olova. Ustaše se utaboriše
kod Belalovca ne daleko od Busovca, njemu
li jugoistok, i tu se čeka bitka.
Szaparv-u je vala baš tvrdo: ne ruože
napried ni pedalj. Kako sam javlja, a to ne
iz Tuzle, ni iz GraČanice, nego iz Doboja,
ustaše su na 13 tek. žestoko na vojsku mu
udarili kod Gračanice. Navala je bila odbijena,
ali ipak vojska s nestašice hrane, a možda
i strieljiva, podje na se put Bosne i do-
pre do Doboja u najboljem redu, premda
joj ustaše ne dađoše mira. Svi su ranjenici
odnešeni u Doboj. Proti Szapary-u vidi se
ima ustaša preko mjere. Neko misli da ih je,
APPENDICE.
II passato e il preselite della Chiesa
Orientale in Dalmazia.
Cap. VII.
Nazionalismo e Cattolicismo in Dalmazia
(dal secolo IX in poi.)
(Continuazione.)
Quando il Dnca Moimiro, non potendo reggere
ali' urto đelle armi riunite dei Tedeschi e Magiari
venne pienamente sconfitto e la Moravia perdette la
propria indipendenza (907); molti sacerdoti slavi, rr.al
potendo sopportare il giogo straniero, si rituggiarono
nei paesi limitrofi, nella Bulgaria, Croazia e Servia.
I discepoli di s. Metodio, povtando seco le sacre carte
tradotte in lingua slava, organizzarono in quei paesi del-
le scuole, e introdussero nelie chiese la liturgia e
1' uffiziatura slava.
Ma il privilegio concesso da Adriano II e da
Giovanni
VIII ai Moravi non poteva estendersi ar-
bitrariamente ai Croati e Serbi della Dalmazia. I
Moravi erano del tutto ignari del greco e latino, o
ancor troppo barbari per intendere e parlare questi
due eolti linguaggi. Fu auesta, anzi, la ragione che
Cirillo e Metodio addussero al Papa Adriano quando
vollero scolparsi del modo d' agire, che loro veni-
va imputato a delitto. iSi quidem (cosi i dne apostoli
perorarono) si quivissemus illi populo, aliter aliquan-
do cum caeteris nationibns subvenire in lingua grae-
kakvih 12 tisuća i s njima još 2 tisuće redo-
vite turske vojske. Imaju i topova.
Ustaše su oko Bišća * tako ili jaki ili
j srčeni ili drzoviti da na austrijsku posadu
napadoše. Al im je sila za malo bila, jer
biše skoro odmah usilovani uzmieat i; uzmaknut
i sasvim. Mutešarif i paša stave se tom pri-
godom pod obranu naše vojske u tvrđjavi, u
koju se zatvore i kršćani, koji se bojahu da
ih buntovnici ne ubiju. Brzojavka od 15 tek.,
poslata od višega četnika Sameca, javi da je
opet u Bi.šć«. tišina.
U engleskom parlamentu vladini zastu-
pnici odgovore na neka pitanja. Tako na pr.,
da nije bilo s Papom nikakva dogovaranja u
smislu i namjerom da se obnove diplomatički
odnošaji. Vladini odaslanici još'jednu važnu
priobće: Engleskom' koiisulu u Trebisondi
Lazi, stanovnici oko*; Batuma, što neće da
znadu za rusku vladavinu, dadoše molbu, u
| kojoj, očituju da, ako Rus| na nje napanu oni
j će razvit zastavu englezkn i stavit se pod
: englezkn obranu. Vlada englezka nije tim na
j se nikakve odgovornosti uzela. U ostalom da
molba nije još došla ministru Vanjskih posala
i s toga se nije još na nju ni odgovorilo.
È stato un pietoso pensiero qneilo dell' Ammi-
nistrazione cornunale di ricorrere alla carita dei cit-
tadini per soccorrere le famiglie di quei militari di
Zara che formano parte dell'esercito di occnpazione
e non si trovano in grado di provvedere al mante-
nimento delle medesime. A tal effetto essa pubblica
il seguente appello:
CitJadini !
A tutelare gl'interessi e l'onore della Monarchia
molti dei nostri concittadini furono chiamati a ripren-
dere il loro posto nelle file dell'esercito.
Pronti corrispósero ail'appello del Monarca e
della patria, abbandonando famiglie ed interessi.
Molti ira essi sono padri di famiglia, sono figli
e fratelli, che a mantenere i proprî non avevano al-
tro che il proprio lavoro.
Mentre questi generosi, seguendo le bandiere,
sotto le quali militano con eroico corraggio ; soppor-
tano privazioni e tatiche d'ogni specie, ed ove oc-
corra, sono prodighi del-, íoro sangue alla patria, le
loro famiglie versáno nell'indigenza.
E nostro dovere il soccorrerle.
Le sole forze del Comune non possono bastare
a tale compito, ed è perciô, che l'Amministrazione
Comunale ieri adunatasi in apposita seduta deliberava
mediante appello al patriottismo dei propri concitta-
dini. di iniziare una pubblica colletta, onde col ri
cavato della stessa provedere al bisogno delle fami-
glie suindicate, ed occorréndo soccorrere a quei va-
lorosi militi, cui potësse toccare la triste sorte di ri-
manere feriti.
Un apposito comitaio che dal Comune verra
costituito, si occupera con Questo a raçcogliere tali
offerte e provederà perché le stesse prontamente ed
in giusta proporzione vengano impiegate allo scopo
cui saranno devolute.
Cittadini !
Il Vostro patriottismo, la Vostra generosità so-
no troppo esperimentate e non abbisognano di spe-
ciali eccitainenti. Ad esercitarli mai vi fu causa più
nobile, ed il Com un j è convinto che Voi non man
cherete;-alla Vostra JW^ 1
fkdl' Ammintéjfcazfone Comunale %
Zara, li 19" agosto 1878.
IÍ Podestà N. Trigari. it4
G li assessorî : N. cav. Luxardo — P. eav. de Tom
sick — C. P. Bianchi — F. Fmfycescki,
ca vel latina, omnino quae reprehenditis non sanxis-
I sern. Sed quia idiotos viarum Dei totaliter reperi, et
ignaros, solum hoc ingenium almifluae Sancti Spiri-
tus gratiae cordi meo inspiravit, per quod etíarn in-
' numerum popolum Deo acquisivi (V. Farlati T. III,
pag. 91). In Dalmazia a|l'incontro appo i Slavi era
ben nota ed usata la lingua latina. Cario Magno co-
| me altrove cosí pure in Dalmazia ave va aperto del-
; le scuole latine. La lingua latina era la lingua uf'fi-
j ziale, ed i Principi slaví in quell' época in questa
i lingua estendevano i pro'prí diplomi e decreti. Infi-
ne dal tempo della prima lor conversione, i Slavi
in Dalmazia avevano adpttato la Liturgia romano-
| latina, né vi appariva aícune necessita per commu-
taría colla slava. Quel che poi irritava 1' Episcopato
dalmato contro quella novitá si fu il contegno di Gre-
¡ gorio di Nona .Vescovo dei Croati fanatico sosteni-
| tore e propagatore della medesima. Egli dava con-
tinua molestia al Metropolita di Spalato arrogandosi
; pill volte i di lili diritti e machinando come sottrar
! re i Slavi della Dalmazia alia di luí soggezione.
Órdinava a sacerdoti individui che nulla sape-
vano di latino, venendo cosi a formare un clero la
di cui scienza si limitava alia lettura in slavo del
; Messale e del Breviario. Una nuova controversia pre
se ad agitare gli animi in Dalmazia. Alcuni difen-
¡ devano, altri riprovavano 1'úao della nuova Liturgia:
vi fn anzi chi la credeva infetta di eresia.
Per ristabilire la quiete, e donare la pace alia
Chiesa, Giovanni Metropolita nnito agli altri Vescovi
; suffragauei, scrisse al Sommo Pontefice Giovanni X
i rendendolo edotto di quel nuovo stato di cose, e sup-
Corrlsponaenze.
Roma, 15 agosto.
Voí, che abítate álle rive del mare e, vi dico
fra paren.tesi, siete invidiabili in questi giorni cani-
colari, avrete piú volte 1'occasione di osservare co-
me, dopo una violenta tempesta, le ondate che a
lunghi intervalli e morte vengano a frangersi sulla
spiaggia, accennino che il mare si dispone a farsi
tranquillo. Eecovi a che punto siamo in oggi colle
agitazioni per 1'Italia irredenta, le quali, da oltre un
mese tenevano in moto violento la superficie del ma-
re político italiano, dove galleggiavano tutte le teste
leggiere; mentre il fondo, ch é la parte sana della
nazione, se ne stava tranquillo. Par troppo. sedata
una tempesta, si resta sempre col timore che ne so-
pravvenga un'altra e specialmente quando 1'orizzon*
te ñon siá netto dalle nubi. tn questo caso precisa-
mente siamo noi qui in Italia. Intanto gl' interessati
rilevano le consegueijze della cadente tempesta. É
inutile che vi dica come la parte sana veda in que-
ste agitazioni una nuova fonte di guai e di dolori,
e studiandone le cause e le tendenze, vi ravvisi il
necessario svolgimento del principio rivolnzionario,
che trascina il paese ajla rovina morale e materiale.
Tra i liberali vi é una frazione che condanna il mo-
vimento per ragioni di opportunitá o diro meglio per
motivi d' interesse; e questa é la frazione moderata
rappresentata nella. camera dalla destra, nel paese
conosciuta sotto il nome di consorteria. La ^Gazzetta
Piemontese", che é un suo organo, considerando il
programma del partito d' azione ed il eoncetto a cui
sono inspírate le agitazioni, riferisce che uon possa
essere il principio nazionale il movente di tutte que-
ste manifestazioni, imperocché in tal caso il partito
stesso dovrebbe reclamare non solo 1' annessione del
Trentirio, dell' Istria e «di Trieste, ma, e con piü ra-
gione, la restituzíone di Nizza e Savoia, e della Cor-
sica, 1'annessione di Malta e del Cantone Ticino;in-
vece nelle migliaia di discorsi pronunziati e di voti
formulati non vi é una sola parol^ 'jnon ua accenno
alia redenzione di questi paesi. La „Gazzeta" percio
ci vuol vedere nell' agitazione promossa a favore del-
le provincie soggette al vostro impero, un puropre-
testo; mentre tutto il lavorio della setta avrebbe uno
scopo repubblicano. Condanna percio essa il movi-
miento, grida alP aliarme, preme sul governo perché
lo soffochi; imperciocché se il passaggio del gover-
no in mano dei sinistri ha spostato gl' interessi dei
moderati, prevedono essi nuove sventure in ogni ma-
nifestazione che possa ritardare il loro ritorno al potere.
Vi é d; altra parte un partito estremo, a cui
non vanno a sangue le dimostrazioni contro 1'Au-
stria, ma per motivi del tutto contrar!; ed é quel
partito nel cui interesse, lentamente si, ma con co-
stanza lavoravano i destri fino a tanto che nelle loro
mani era il timone dello Stato, ed ora, forse anche
senza volerlo, con maggior alacrita lavorano i sini-
stri. V* imaginarete che io intenda parlare dei socia-
listi i quali ritengono essere propizio il tempo per
1' azione. Le crisi ministéríatli che nei due ultimi an-
plicandolo perché a mezzo di apostolici» legati da man-
darsi in Dalmazia si dég'nasse di esaminare la que
stione, e significare agli Slávi la for mola della loro
fede. In Dalmazia allora regnavano Tomislao Duca
dei Croati e Michele Duqa dei Serbi. Questi due sag-
gi principi in quel difficile incontro, anche essi, alie
preghiere del clero dalmato dirette al Papa unirono
le proprie.
II Papa annul ben volentieri ai deáideri e re-
clami dei supplicanti, e sped! in Pajmazia come suoi
legati Giovanni Vescovo di Ancona, e Leone Vesco-
vo di Freneste. Questi giuosero in Dalmnzia circa
l'anno 925 portatori di Tettere papalí a,l metropolita
e suoi suffraganei ed ai Duchi Croati e Serbi. Dopo
di aver ben esamínata la questiOne viaggiatido per
le citta e castella della Croazia e Serbia, portaronsi
a Spalato dove coll'intervento del metropolita, <dei
vescovi, del duca Tomislao e , Michele noncbé di altri
ottimati celebrarono un concilio: nel quale furono sta-
biliti quindici cunonj. Relativamente airintroduzione
della lingua slava neH'uffizio divino nel canone X
venne decretato: ,.ut nullus Episcopus nostrae Pro-
vinciae, audeat in quolibet gradu slovinica lingua pro-
moveré, tame'n in clericatu et monacatu Deo deser-
ví re. Nec in sua Ecclesia sinat missas f'acere praeter
si necessitatem sacerdotum habeat per supplicatio-
nem a Rom. Pontif. licentiam ei sacerdotis ministerii
tribuet" ((Jan. X in oct. Cone.)
II vescovo di Nona mostrossi avverso a questo,
canone. Appoggiato dal suo partito mosse appello,
alia Santa Sede. Poi dall'una e dall! altra parte fu-
rono spediti dei Procurator i a Roma. Ma questi mal
Brzojavka, ođ 27 tek. iz Beograda, ne kaže
dalje ništa, hoće li naime Ristic zauzeti se
toga posla, al po svoj prilici hoće, jer inače
bi bio i on odstupio. I Srbiji nije Čisto 11a
istočnom obzorju, u dielu Stare Srbije, što joj
je trterlinski sastanak uđielio. Ima bo bunto-
vnika i ondje. S toga Srbija kupi vojsku oko
Vranje da se ne bi vatra razpirila kako se
je Austriji u Bosni i Ercegovini, kako se raz-
piruje Crnoj gori na skadarskom jezeru. Crno-
gorci su obkolili Podgoricu su kakvih 8000
vojnika pod upravom Boža Petrovića. Po
„Tagblattu" Bozo je Pe tro vic 11a 20 tek. na-
redbu primio da Podgoricu na silu posvoji,
te je započelo pucanje topova s obe strane.
lie feate del Belgio.
Il Belgio festeggió solennemente il ventesimo
quinto armo del matrimonio del re Leopoldo II col-
l'arciduchessa Maria Enrichetta d' Austria. II giova-
ne principe, al quale Leopoldo I nel 1865 lasciava
íl trono del Belgio, e la sua consorte seppero si
bene mostrarsi compresi de i do veri, che hanno verso
i popoli da loro governati, che 1' intiera nazione
prende parte ad un avvenimento che altrove sarebbe
passato inosservato.
Ií Re e la Regina del Belgio pensarono che
prima di ogni altra cosa conveniva ringraziare Iddio
dei benefizí loro accordati durante i venticioque
anni del loro matrimonio. E un solenne Tedeum
venne cantato nella chiesa di Santa Gudula, con in-
tervento delle Loro Maestà e della Corte di Fian-
dra, dell'arciduca Alberto d' Austria e del principe
Guglielmo di Prussia. Uffiziava 1' eminentissimo car-
dinale Dechamps, arcivescovo di Malines e primate
del Belgio, coll' assistenza dei Vescovi del Regno. —
Quando i Sovrani posero il piede sulla soglia del
tempio, l'illustre Porporato loro indirizzô le seguenti
parole:
,,Sire, Signora,
„Dio vi conservi lungamente, e molto lunga-
mente al Belgio, ed in questa chiesa di S. Gudula,
nella quale passarono tante generazioni e tante al-
tre passeranno ancora, 1' Episcopato belga, che verrà
dopo noi, abbia il piaeere fra venticinque anni di
presentare le sue congratulazioni al re Leopoldo II
ed alia regina Maria Enrichetta, nelle solennità per
le loro nozze d'oro, in mezzo ad un popolo tre
voltè fedele: fedele a Dio e alia Chiesa di Dio 5 fe-
dele al Re ed alia Dinastía ; fedele alla sua storia,
alie sue glorioso tradizioni ed all' unione, che fa la
forza dei figli di una stessa patria".
II Re rispóse in termini molto affettuosi verso
il venerando Cardinale, che, or sono più di tren-
t'anni, era incaricato dell' istruzione religiosa del fu-
turo Sovrano.
II re Leopoldo II del Belgio è nato in Bruxel-
les il 9 aprile 1835 da Leopoldo I, e da Luigia di
Orléans, figlia di Luigi Filippo. Prese in mogíie il
22 agosto del 1858 1'arciduchessa Maria Anna En-
richetta d'Austria, figlia dell'arciduca Giuseppe, pa-
latino di Unghería. Da quisto matrimonio nacquero
tre figlie: le principesse Luigia, maritata nel 1875
al principe Filippo di Coburgo, Stefania e Ciernen-
tina,
•
APP END 1CI.
Il passato e il presente della Chiesa
Orientale in Dalmazia.
Cap. VII.
Nazionali»mo e Cattolicisrao in Dalmazia
(dûl secolo IX in poi.)
(Continimione.)
Giunto in Dalmazia il legato Giovanni (1064)
seco conducendo Giovanni Ursini, che fu poi ¥escovo
di Traù, indisse un concilio a Spalato, in cui recitato
íl Rescritto Pápale fece palese al clero e al popolo
le imposture di Ulfo : dichiaró scismatico il pseudo
Vescovo Cededo, nulla 1' ordinazione 'da lui presunta,
finta la riammissione della Liturgia Slava.
Fu in allora che Ulfo, innanzi al Primate ed
ai Vescovi, fu deposto, bollato d' infamia, incarcerato ;
Cededo e Prolopepo furono scomunicati. Gravi pene
furono stabilité contro quelli che avessero osato di
introdurre di nuovo nella chiesa 1' Uffiziatura Slava.
Cededo mostrossi contumace: benchè scomunicato
continuó ad esercitare i diritti episcopali. Fu quindí
di nuovo in un sínodo anatematizzato. Non molto dopo
caddo 'utermo e mori ostinato nella sua empietà.
Con i,..* ebbe fine lo scisma. Ulfo, pentito, per ordine
di Papa Alessandro venne liberato dal carcere, ma
per sempre espulso dalla Dalmazia: non sappiamo
che avvenne dell' abate Prelopepo.
I Oattolici di Gand ed il Be de'Belgi.
Si legge nell' Univers:
I cattolici di Gand hanno diretto la petizione
seguente al re de'Belgi:
A Sua Maestá Leopoldo 11, re de' Belgi.
Sire,
Una dolorosa emozione, preoccupazioni penóse
si sono diffuse nel paese.
Gli atti recenti ed il linguaggio del nuovo ga-
binetto ne sono la causa: essi rjcordano epoche pe-
nóse della nostra storia.
Revoche arbitrarie, la mutilazione ingiustifica-
bile del corpo elettorale a profitto esclusivo d' un
partito, il ristabilimento mascherato del monopolio
dell'insegnamento a pro dello Stato, l'annuncio di
provvedimenti destinati a ferire direttamente le no-
stre credenze, ad indebolire 1' insegnamento della re-
ligione cattolica e a distruggere nelle nostre popo-
lazioni 1'influenza religiosa, indispensabile alia con-
servazione dell'ordine sociale come della nazionalitk
belga, giustificano purtroppo' i nostri timori.
JS'oi veniamo a deporne 1' espressione rispettosa
ai piedi della Maestá V. ed a pregarvi, Siró, ad ar-
restare, col vostro potere moderatore, il procedere
pericoloso del gabinetto.
II ministero del 22 giugno impegna il vostro
governo nella via da cui la Gran Brettagna si é,
con grande suo vantaggio, sforzata di ritornare dopo
il 1832, e in cui la Germania, illuminata da sinistrí
áttentati, ha scorto i pericoíf piú gravi per la sua
vita nazionale e peí suo sovrano. Non ci possono
esser pericoli maggiori pei sovrani e pei popoli, che
la distruzione delle nazioní e la caduta dei troni.
Devoti di cuore e d' animo alia patria nostra
ed ai nostri re, vi preghiamo, Sire, a risparmiare al
Belgio le avventure perigliose in cui il sistema po-
lítico del 22 giugno 1' ha ora lanciata.
Della Maestá Vostra
' Gand, 9 agosto i878."
Gli umilissimi e fedelissimi sudditi.
čete gonjajući četiri turčina na Poplatu kod kute Sa-
rića, u koju su se zatvorili turci i drže džebanu. Mu-
sić obkolio kulu i uzdamo se da će mu se predaji.
Živio Frano Josip Cesar i Kralj. Živile sve Čete
Njegove, Živio Jovanović i vojvoda Musić i mladi
Ercegovci Bog im bio u pomoći da podniže nepri-
jatelje krstjanstva.
Soardona, 19 agosto.
Il 18 corr., giorno Natalizio di S, M, il nostro
gloriosissimo Imperatore e Re Francesco Giuseppe I,
nella Chiesa arcipretale vi fu solenne Messa e Te
Deum, coll' intervento delle Autorità locali in gran
tenuta, e di moltïssimi cittadini d'Ogni ceto e con-
dizione, a fine d'implorare dal cielo prospero, fe-
lice, longevo e glorioso il trono al nostro Sovrano,
e la' conservazione dell' Imperiale Famiglia. A que-
sta sacra e solenne funzione non intervenne pero la
Comune, benchè un giorno avanti avesse invitato
1' autorità ecclesiastica a voler tenere un solenne Uf-
fizio Divino, e le Autorità civilt ad assistervi. Tutti
accettarono volonterosissimi 1'invito. La Comune, come
dissi, brillo per assenza, e ció per il poco accordo
che régna tra 1' Amministrazione comunale ed il suo
Capo, essendo che quelia vorrebbe che alie iolenni
funzioni facesse la prima comparsa questi, ma que-
sti, per 1' uso di non assistere ad alcuna funzione ec-
clesiastica, la mattina dei 18 corrente andè in cam-
pagna. L' Amministraziane comunal®, benchè fosse
stata sólita d' intervenire, come peí Corpus Domini,
peí ringraziamento al Signore in occasione dell in-
gresso delle nostre ^ruppe in Bosnia, ed in altre cir-
costanze, quella mattina anch' essa non comparve.
Questi faiti addolorano e noi auguriamo alia
città che non abbiano a ripetersi mai più, e che i
suo i capi ne,n dieno più 1'esempio di dispettucci pue-
rili, di gare malaugurate, le quaíi sgraziatamente con-
ducono alla trasgressione di doveri e di convenienze.
Sí pensi che il popolo non ne resta edificato e non
ne trae motivo di più profondo rispetto per chi lo
dirige male coll' esempio e non fedelmente lo rappre-
senta. .
DoplSl.
Ošlje na 22 kolovoza.
Ima pet dana da se okolo Stolca, (on je razo-
ren) bratska krv lije; neprestano danom i noću pu-
ca top i puška a dimovi se do neba digli; turci su
digli na našu vojsku krstjane i rišćane silom da se
biju; oh goleme te žalosti! Musić preko Rasna došo
je do Stolca su hiljadu i pei^otina druga, i pozdra-
vio Austrijsku vojsku na Stolačkome građu bielim
barjakom a oni njega na durbin vidjeli pak digli
dva biela barjaka i pozdravili Musića i njegove mla-
de Ercegovce Rašnjane, Žažabce i Popovce. U pro-
šasti utornik uhitiše na Drenovcu Musićeve čete 15
turaka i krštjana, i osam konja koji su gonili džeba
nu u Dubravu turcim. Musića čete obkolile su Sto-
lac svuda od poldne to jest od Žegulje sve do Ko-
šćele tako da turci ako im Austrijska vojska potu-
ži nemogu bježati (Pritužila im je bila ali ipak po-
bjegose, vesela im majka! Ur.) Vojska Austrijska u
gradu Stolcu brani se topom na sve strane, v Turci
najprvo udriše na vojnike Austrijske na Žegulji
idući u Ljubinje pak opet blizu Stolca, u Kopre-
vnicima na RadimIji gdje pade mnogo mrtvieh otud
i odovud, najviše kiridžija.
Četiri vojnika se liepo podnieše na Gorici bli-
zu Stolca bndući se sakrili za jedan stećak i ubiše
četrnaest turaka na konjima i pobjegoše zdravo i j
veselo put Stolca.
Ranio so je Stojan Krmek mladić Musićeve
In questo movimento nazionale-religioso qui il
si fu il contegno di Pietro Kresimiro III re de) la
Croazia e Dalmazia?
Il suo contegno fu quello d'un principe emi-
nentemente cattolico d1 un devoto difensope, d? un
umile ajutante délia santa Chiesa. (V. l'cacki Rad
XXVII pg. 111). Della sua pietà e reF.giosità egli
lascio imperituri monumenti nel suo Rfjgno. Elemo-
8 in as illius enarrabit omnis Ecclesia sanctorum : è
F epígrafe che si potrebbe incidere sud suo sepolcro.
Ancor sotto Nicolè il fondé a Belgrado il Monastero
di s. Giovanni Evangelista, detto ir¿di dai ss. Cosmo
e Damiano ; di poi un' altro nell' isola Pasmano pei
religiosî Benedettini. Dono di pi ngui rendite il rao
nastero di s. Maria di Zara fabbricato da Cika suo
cugino, quello di s. Grisostomo, di santo Stefano di
Spalato, di s. Tommaso di Belgrado, di s. Pietro J
d'Ossero : monasteri una vcdta tanto ricchi da servir
di commenda a cardinali vescovi e prelati di "paesi
stranieri. Cosi pure della sua devozione al Romano
Pontefice diede segni non dubbî. Accolse ed onorè
con dimostrazioni di particolare affetto il Legato
Mainardo, e sottoscriss.e le deliberazioni del Concilio
di Spalato da lui presentategli. Nè minor stima e
venerazione dimostrô verso il Primate Lorenzo :
onorô, e protesse in ogni incontro il clero del suo
regno.
Donde dobbiamo argüiré che egli uso di tutta
1'autorità di re per sostentare e coadjuvare la grande
opera della Riforma intimata dal Concilio.
I Dottrinarî dei seçolo attuale, filosofando sugli
Cittavecchia, 26 agosto.
Non era bene infórmate il correspondente di
Vrisnik, quando ai 17 maggío u. d. deplorava al som -
mo, che a Cittavecchia non vi sia stata persona di
senno e principí religiosi, che avesse voluto obbli-
gare 1' articolista G. P. ad abbandonare la via lette-
raria, e far si che ritorni al mantice ed al martello.
Ripetute; volte gli furono dati amichevoli consigli tan-
to a vq>ce, che in iscritto, ma quando il suo cuore é
omai in viíito a tal segno, da rimirare con dispre^zo
quelle credenze religioáe, che fino a ieri ebbe comu-
ni calla sua genitrice, nessuno deve meravigliarsi, se
dei bu oni e salutari consigli non sa ,trarreil mínimo
profitto. Impressionato alquanto dalle umiliazioi ri-
cevute, si rassegna, suo malgrado, al silenzio, atten-
dendo pero che il tempo gli offra un' altra occasione,
nella speranza, che gli sará piu propizia di prima.
!Ed infatti quando una grave sventura colpiva
il s'ígn or Farmacista Confalonieri, colla mor te del-
1' rmicsi figlia Maria, mentre numerosissimi cittadini
si associavano al lutto intervenendo al fúnebre cor-
t'íggio, tenutosi la mattina dei 24 corr. il sapiente
letterato (sic!) si presentava al pubblico con un fa-
scio di manoscritti, ed offrendoli ad un incarica-
to , perché li affiggesse in luoghi piü visibili, pareva,
d icesse col suo sorriso: presto, affrettati, ía che il
J.nondo conosca, che sono divenuto anche poeta.
I curios! lettori aecolsero quella ridicola com-
posizione con genérale derisione, giudicándo "che il
nuovo poeta non sa neppur bene copiaré.
avvenimenti anche rimoti, sogliono portar in campo
le cosi dette necesaitá politiche, quando vogliono dar
ragione della condotta dei re e principí in questa o
quella congiuntura, partícolarmente se ¡ questa é di
carattere religioso. Per loro Pietro Crescimiro sará
o un astuto politico, o un ipocrita, o. un crédulo bi-
gotto che volle sacrificare il benessere e 1' indipen-
denza nazionale dei suoi sudditti alia tiranníde del
clero latino, * ;
É ben vero che egli era nato ed edúcalo da
madre Veneziana, e che coito come fu ben poteva
capire che la lotta ingaggiata dai rapi contro ,1'igno-
ran za era una nóbile e santa lotta, e che ía lingua
latina era ín quei tempi 1' Unico mezzo letterario
della vera civiltá. Tuttavia, queate ragioni, per com-
prendere il suo contegno verso la Chiesa^ aulla o
poco varrebbero, se storicameute non ci fosse noto
lo spirito veramente religioso di questo principe*
Egli era per convinzione cattolico In caítoiico
Regno, dove le due autoritá 1'ecclesiastica e civile
trovavansi in perfetta concordia. La Chiesa in Dal-
mazia e Croazia era plenamente libera. Il clero e íl
popolo senza alcun impaccio per parte del governo
eleggevano i proprí Vescovi, ó questi, se da una
parte dovevano ricever la testimonianza della propria
condotta dal popolo, únicamente dalla suprema Au-
toritá. della Chiesa dovevano attendere la conferma
della propria elezione.
Un Lorenzo Primate, e un Giovanni Ursini
Vescovo di Traü erano stati tali personaggí da ob-
giovani Padri, i quali da oltaé un lustro a questa
parte cominciarono a daré quá e la consolantissimi
frutti della loro attivitk furono seoza eccezione fin
dai piü teneri anni scelti ed educati per cura delt
1' ottirno P. Dujmovic, al quale, ci piace il notarlo,
nelle niansioni di Guardiano del Convento di Zara
destinato all' edueazione degli alunni, resta largo
campo a quell' operositá che per uomini della tempra
del Ex-Provinciálé é un vero bisogno.
Noi auguriamo all' attivitá del neo-eletto le
stesse benedizioni celesti le quali aceompagnarono
quella del suo Predecessore, <e speriamo che i nostri
voti s' accompiranno conoscendo giá le distinte inten-
zioni, la discrezione dello spirito, e la bontá dell'a-
nimo del P. Giacinto Buic.
É aperto il concórso, fino al 20 setiembre, 1)
ad alcuni stipeñdí erariali da fior. 100 e fior. 150
derivanti dalla dotazione del soppresso convitto di
Zara e destinati a favore di giovani dalmati che
vogliono dedicarsi alie scuole medié e 2) ad alcuni
stipendi nautici di fioi1. 84 a favore di giovani dal-
mati, i quali i n tendón o dedicarsi alio studio del corso
náutico biennale presso le scuole di egual nome.
La mattina del 1 p. v. ottobre verrA aperta
la terza sessione ordinaria della Corte d' Assise per
l'anno 1878 presso 1'i. r. Tribunale provinciale di
Zara nella sólita sala dei dibattimenti.
Pišu nam iz Zadra:
Mljekarice, koja više koja manje, uliju, tek
(lojedna, vode u mlieko. Prošastieh godina bilo je
kadkad milo, ali kadkad i liepo, vidjeti obieljene pu-
tove, kad vlast bi naredila, da se prolije vodno mlie-
ko. A sad ? sad se mljekarice gone, plate nešto glo-
be, te se ostave da po kampi varaju. Nečija se škri-
nja popunjava, a mi da srčeino vodurinu za mlieko.
Valaj nije uredno i
Il giorno 23 p. p. con grande apparato, una
quindicina di gendarmi, die'tro ordine dell' autorità
politicá, 'feceik» una pérquisionenel, convento greco-
orientale di Krupa, nel distr'etto" di' Obferóvazzo. Vi
si rinvenneyqialcuni íucili^ retroCarica e akmne gran-
di casse di' patrone: queste arm i ^furoné ' sequestrate
e pórtate ;ia Zara. • • (Avv.)
DcMnertica è giunfeo dalla Dalmàérfa- a Zara il
piróscafo)da guerra ¡Gárgnano.- Do^q^ avér sbarcato
una isettantória di soldati' 'ammalati, :pWs'eguï il suo
viaggio.
II natalizio di S. Maestá' 1' liu^ratore fu in
partí coláis' modo quest1 armo festeggiáto a Castel-
vecchio di Tríyfi, eoll- erezione del monumehto ideato
tre anni fa in mfetíMia della- visita della stessa
Maestá Sna. L' ultimo Avv. Dalm. dkJ un ampia de-
scrizionré* di que lía fes tai ,,Nell'istante," dice 1 'Avv.,
che 'il Počfesfci pronmizió il Zivio, la música intuonó
1'inno¡ imperiale; da inille e raille petti tuonó živio,
si sprlgioé&rono i zam^iíli dei giuochi d'acqua in-
gegnosatóefiüte j preparat? caddé il Cdrtína'ggio e si
mostró il monumento, quanto semplice e conveniente
al sito, - alti^ítanto earatte ris tico; sül muro a cui é
addossatá la fontana," inalzato al disopra in pira-
mide, e collocato il busto di 8. M. e al disotto incisa
in pietra 1' iscrizione, che suona tradotta in italiano:
Al cospetto del Re, 20 aprile 1875,i proelamata Ac-
qua Regale*.
Javljajúináit iz/Rázítóoaina 2 tek^ Na 30 pr.
mj. bio je u ovomu selu proaljayljen veoma ulazak
hrabre naše vojske u glaViii grad Bosne ponosne, u
veliko i bogato Serajevo. Rekoje sv. misu mn. pošt.
i revni naš i)on Sitne Sorić. Pucnjava pušaka i sla-
vljenje zvona uzhitii'o je ovo pučanstvo, što je navr-
I lij .1 ¡ -| I . i • • r-fl njV ••! " !-•• •• -1
vlje'vodaje crkva dubkorn puna bila. Sutra dan bile
su svečane zadušnice za pale junake, da im dobri
Bog udieli vječni pokoj.
S. M. il nostro Imperatore élargi il sussidio
di f. 50 alla fabbriceria della chiesa di Žrnova pei
bisogni di quella Chiesa.
S. E. il ministro pella difesa del paese, gen.
Horst ha destinato V importo 1. 100 da distribuirsi
quale sussidio alie famiglie déi caduti landwehristi
dalmati.
Col vapore della linea celere, il quale toccava
il nostro porto mercoledi notte, vennero sbarcati e
e depositati a Spalato 500 fucili, sequestrati in Dal-
mazia dalle autorità. (D.)
Col piroscaío di jer Filtro proveniente da
Trieste, giungea a Zara, ove, a quanto veniamo a
rilevare, si tratterra alcuni. giorni, Mons. Giorgio
Markic, Vescovo di Cattaro.
U serajevskom boju, po'glasu iz Beča od 31
kolov., ostade mrtvih naših 56, 292 biše ranjena, a
dvojica su se izgubila.
La dogana turca al confine presso Ragusa ed
il forte turco Carina sulla strada Ragusa-Trebinje
furono ai 29 agosto sgombrati dai turchi ed occu-
pati da una parte della guarnigione di Ragusa. La
guaruigione turca era di 80 uomini e venne scortata
a Ragusa.
Al Prolog sulla strada di Livno ai 29 agosto
deposero le armi un ufficiale e 18 soldati turchi, ed
ai 22 dello stesso mese deposero le armi a Srb 45
ed ai 24 agosto 31 insorti. Le armi furono conse-
gnate alie truppe austriache. 8i arresero poi al co-
mando di stazione in Blagaj ai 26 agosto un Jus
pasciá e 32 redif consegnando due cannoni di mon-
fagna. ' •
Brzojavka iz Zagreba obaviešćuje da je ban
Mažuranić, po nalogu starije vlasti, naredio podžu-
panima Vladimiru Mažuraniću,' Kovače viču, Morko-
viču i Bidisljavljeviču, vladinoki perovodji Ponturi-
čiću i kotarskom sudcu Jandi neka idu u Serajevo
na zapovjed vojvode Filipovih.
N. V. Car i kralj poslao je banu Mažuraniču
list u kojem je ovako pisano :
Dragi Mažuranić bane! -.
Doznadoh po izvješću vojvode topništva barona
Filipovića, da, kad je XIII vojsku marširala, toliko
vlasti koliko pučanstvo u Hrvatskoj dadoše znakove
valjana podpomaganja i požrtvovanja.
Pozivljem vas dakle da izrazite Moje zadovolj-
stvo i Moje priznanje i vlastim, i puku.
La Wiener Zeitung pubblica la patente sovrana
dei 18 agosto, la quale convoca le Diete della Gal-
lizia, Carniola, Gorizia, Gradisca Trieste ai 12 set-
tembre; le al tre, eccetto quelle dell'Istria e della
Dalmazia ai 24 settembre. y
II nostro governo com' é noto aveva ordinato
un solo corpo di esercito, il 13.o, per occupare la
Bosnia c 1' Erzegovina, corpo com posto di quattro
divisioni la 6.a, la 7.a, la 18.a e la 20.a 11 nuovo
esercito d' occupazione si comporrá dei seguenti cor
pi: 3.o corpo d'armata, comandato dai feld mare-
sciallo conté Szapary; il 4.o corpo d'armata coman-
dato dai generale Bienerth, il 13.o corpo d'armata
comandato dai duca di Würtemberg.
11 duca di Würtemberg che aveva fino ad o-
ra comandato la 7.a divisione, surroga, nel comando
del 13.0 corpo d' armata, il maresciallo Philippovich
al quale viene affidato il comando della seconda ar-
mata d' occupazione. Questa seconda armata compren-
derebbe, secondo un giórnale di Vienna, oltre a
170,000 uomini, cifra innumerevole, ed una podeíosa
forza d' artiglieria.
Secondo la Wiener Zeitung, la distinta dei morti
e feriti del reggimento „Weber", nella battaglia di
Banjaluka, il giorno 14 corrente, oltre quelli accen-
nati nel nostro num. prec., comprende anche i se-
guenti :
Morti: Giacomo Bacic, Giovanni Gjurovié, Gia-
como Milun, Matteo Marie, Pietro Jukic, Pietro Bar-
tulic, Teodoro Colovic, Matteo Maglica, Milutin Ko-
toras, Giuseppe Sucic, Gustavo Gabrieli, Andrea
Pelosa, Matteo German, Pietro Gagrica, Giovanni
Mric, Pietro Savic, Antonio Tandara, Bartolomeo
Varini, Savo Manajlovic, Elia Bulat, Bartolomeo
Illia, Matteo Capeta, Luca Boban, Demetrio Bradas,
Simeone Balajc, Jadre Perica, Simeone Prnjak, Gia-
como Pezo, Pietro Vukovié, Paolo Dumnjak, Gio-
vanni Lizic, Cario Porlitz, Michiele Bandas, Tom-
ín aso Skoric, Antonio Kosorció, Teodoro Opaöid,
Matteo Vilenica di Pietro, Tomoaaso Alajbeg, Gio-
vanni Knezevié.
Feriti: Filippo Marunica, Pietro Pavlovic, Mirko
Ognjenovic, Bozo Trivic-Basetié. Giuseppe Paió,
Matteo Basic, Nicoló Terzin, Pietro Gersentié, Luka
Maricic, Niccolö Sormac, Giovanni Bradaric, Giovanni
Tokic, Stefano Ceglar, Giovanni Bucorovic, Matteo
Sliskovic, Giacomo Zorica, Giuseppe Uiöic, Michiele
Stipovic, Marco Maljkovié, Venceslao Sejkora, Laz-
zaro Vukanac, Aleksa Vuskovic, Marko Behavac,
Giovanni Dujmovié, Giorgio Gluié, Matteo Grosié,
Davide Kablar, Niccoló Krvavica, Antonio PaviÓ,
Niccoló Radmilovic, Stefano Sarié, Giuseppe Stransjak,
Mar tino Stupar, Andrea S uñara, Giorgio Vuckovíé,
üiuseppe Bortuzzi, Niccoló Gjurjevic, Pietro Gravnja,
Giorgio Maglica, Giovanni Vukovié, Giorgio Dusko-
vic, Lorenzo Pirnat, Pietro Diakovic, Vaso Dmitro-
vic, Pietro Glavan, Simeone Korajla, Andrea Ladje-
vió, Giuseppe Medvidovic, Giuseppe Tadié, Spiro
Uzelac, Giorgio Zanic, Zivalcié Tomic, Giorgio La
zaric, Matteo Kovacie, Antonio Grgorié, Antonio
Daneu, Giovanni Serbo, Giuseppe Sabic, Mariano
Babic, Paolo Bandic, Marco Mudrinié, Matteo Cajo,
Gregorio Magas, Giovanni Vuckovic, Luigi Costan-
tini, Gtorgio Vrdoljak, Niccoló Ivisió, Giuseppe Lu-
kas, Cristoforo Mijak, Anselmo Genda, Giacomo
Pensic, Edoardo Palisca, Marco Curkovié, Francesco
Tenze, Giovanni Prpa, Antonio Cukusié, Paolo Ga-
grica, Marco Plavcic, Pietro Katic, Giorgio Marocz,
Michiele Pupovac, Giovanni Sisak, Pietro Furlan,
Paolo Marcinko, Antonio Sucié, Giorgio Gjurié, Giu-
seppe Tolj, Jadre Perica, Giuseppe Madunié, Cíe«
mente, Poldrugovac, Giovanni Milas, Giorgio MaruSi<5.
Smarriti: Michiele Fonda, Giorgio Pai<5, Nic-
coló Savic, Stefano Vujakovié, Giovanni Ravalica,
Antonio Zamlic, Paolo Bosnjak.
Leggiamo nell'wOss. Rom." dei 29 agosto : Alia
nobilissima ed opportunissima proposta fatta dall'il-
lustre mons. Luigi Tripepi, affinchè la stampa cat-
tolica di tutto il mondo si unisca ad offrire omaggio
al glorioso Pontefice Leone XIII nel primo anniver-
sario della Sua Esaltazione al Trono Pontificio, han-
no gia aderito con bellissimi articoli o magnifiche
lettere ben 548 giornali, Rivistc, settimane religiose
e Bollettini ecclesiastici dalle varie contrade d'Eu-
ropa. E ció nel breve spazio di appena un mese. Giá
cotninciano a giungere le •edesioni degli scrittori fuo-
ri d' Europa. In mol te redazioni della stampa perió-
dica si è destata magnifica emulazione di voler se-
gnalarsi in quel giorno desiderato.
te, nè senza aver riguardo ai tempi ed ai veri bi-
signi dei popoli, poichè altrimenti avverrebbe nella
chiesa quel che avviene piíi volte nella civil società:
I' anarchia. Secondo la promessa del Divin Redento-
re I' anarchia non è possibile nella chiesa. Se tal-
volta le sue leggi a prima vista ci sembrano dure,
il tempo viene a giustifieare, e a render ragione alia
chiesa. Cosí deve esser, perché dessa è la sola auto-
rità che rappresenta in terra il diritto, vale a dire
il comando di Dio, al quale nessuno degli uomini puó
esser impunemente ribelle.
„Nazione e chiesa corrispondono fra loro (cosi
scrive un saggio) nel cuore del cattolicocome le parti
al tutto, e come la parte è ordinata al tutto cosi nel-
1'i-dea cattolica la nazione è ordinata alia chiesa".
Le aspirazioni nazionali, di qualunque grado
esse siano, devono esser regolate dalla chiesa, perché
essa sola è in caso di conoscere la loro giustizia e
opportunità.
Da questi sentimenti non sono certo animati i
seguaci della chiesa orientale in Dalmazia. Per loro
il Pravoslavje diviene un mezzo, uno strumento me-
ramente político (Pravoslavje je sredstvo). La chiesa,
secondo loro, diviene serva della nazione, e la na-
zione? Serva del Cesare-Papa. —a.
bisogni del clero e del popolo. Ció avvenne perché
ancora nella liñgua slava mancavano opere di valo-
re, e perché la coltura nazionale in quegli istituti
non veniva sofretta, come si sarebbe voluto, dalla col-
tura latina. A tutti é nofo come al di d' oggi il clero
viene educato ed istruito: ormái non v'ha tema che
si riproducano i tipi dell' antica ignoranza e rozzezza.
1 (Jededo • non sonó piü possibili!
Ormai senza alcüna óppo'sizione, nelle chiese
della iDalmaaia'dove invatóe l' üso é 'pérmessa la li-
turgia. glagoliíicá.' In tutte le chiése parrbchiali, dopo
la lettura dell'epistola e del vángeló in lingua lati-
na, il sacerdote canta e 1'una e l'altro in lingua
slava. L^amimniatraaíoae; dei Sacramenti, la predi-
cazione, la benédizione, le salmodie, le funzioni ve-
spertine si possono tenere nelk lingua nazionale, da
libri approvati dai vescovi.
Le popolazioni slave in Dalmazia trovansi sod-
disfatte, e checché si dica, non vorrebbero di piü.
I codici che contengono le salmodie e la litur-
gia slava in rito greco e vengono usati dalla chiesa
orientale scismatica in Dalmazia non hanno súbito
ancora alcuna revisione. Sono essi privi di errori?
Contengono essi in tutta la purezza il primitivo rito,?
In proposito premetteremo 1' osservazioni fatte dal-
l'illustre áafarik (Glagol. 1858 Prog. stran. 27). Nel
glagolitico (usato dai latini) trovansi soltanto mutati
alcuni accenti di voce e qualch.e parola antiquata, ma
non son giá mutate le frasi, né fu corrotta 1' idea
primitiva, come chiaramente si vede esser avvenuto
nei codici cirilliani (usati dai Pravoslavni). Queati
codici venuti in mano di uomini ignoranti, talvolta
eretici Bogomili, ed ora per lo piü sc'smatioi, nel
corSo di tanti secoli, fra tante vicissitudini e muta-
menti nella gerarchia ecclesiastica avvenuti sulla pe-
nisola dei Baloani, é impossibile quasi che per inseien-
za o malizia non siano stati macchíati da errori o
contro la fede o la purezza del rito primitivo.
Ora finché la chiesa orientale in Dalmazia vi-
vrá staccata dal centro dell' unitá e della vera fede,
inutile il desiderare e cercare che i libri sacri da
lei usati vengano riveduti e corretti. Per eseguire
questo importante lavoro, alia chiesa orientale in Dal-
mazia manca anzitutto 1' autoritá, necessaria, e i inez-
zi che dovrebbero adoperarsi, e sono: scienza e buo-
na fede. Rimettendo i lettori a quanto abbiamo scrit-
to relativamente alia questione nazionale - religiosa
insorta in Dalmazia, concludiamo:
Nella chiesa cattolica i dogmi sono immutabili,
come é immutabile Iddio e la veritk: ma la discipli-
na e il rito possono mutarsi. Tuttavia e la discipli-
na e il rito non si possono travolgere arbitrariamen-
N. 67. Zara, Venerdi 6 Setiembre 1878. Anno IX.
KATOLIČKA DALMACIJA
Veritateiii f atientes in oharitate, crcscainus in
i 11 o per omnia, qui est caput Christus.
CS. Paul. Ep h. IV. 15.
Esce il Marteii eà il Venerdi.
—
Ego interim clamite :' ' . ' -
Si quis Cathedrae Petri jnngityr, metis est.
(S. Hieronym. Epis. XVI. ad Dam.J
Vos ipsos. auxiliante Deo. in dios alaeriter operatn Vestram impensnros in tuenda salutari Bcclesiae doctrina, animisque in Religionis amore et in verse fidei professione
roborandis,.... ( Vio IX nel Breve del Sí • Febbrajo 1872 agli scriltori della Dalmazia Cattolica.)
Condizioni d'assoeiazione. — Per Zara per un anno anticipatamente fior. 6. — Per la Monarehia Austro-Ungarica fior. 7. — Per Testero per un anno fran-
chi 15 in 01-0. — L1 assoeiazione è obbligatoria per l1 intera annata. Chi non avrà dalo disdelta alla line di un' annata, si riterrà associato anche per la seguente. — Le as-
sociazioni e grimporli di denaro in gruppi, o meglio in assegni postali, si dirigano all' Amminislrazione della Dalmazia Cattolica in Zara. Le corrispondenze affrancate alia
Redazione. I comunicad s'inseriscono al prezzo di s. 10 la linea. Inserzioni in guaría pagina a tariffa assai moderata. Un N.ro separato s. 8. I ^anps.critti non si restituiscono.
Una convenzione improbabile.
Si vuole essere prossima i' elaborazione
d'un espediente diplomático speciosissimo, per
cui, si crede, sparirebbero, come per incanto,
le difficoltà createci dalla Porta Ottomana.
L' espediente troverebbe la sua espressione in
una convenzione da conchiudersi colla Turchia.
II nostro Governo vi farebbe tutte quelle di-
lucidazioni che non furono faite al Congresso
di Berlino sulla durata e intorno aile modalità
del!'occupazione della Bosnia e dell' Ercego-
vina, e proprio quelle che sono necessarie
per portare luce sull' argomento e definire sí
beue lo scopo che il nostro impero si propose,
da non permettere che esso possa ricorrere
un bel giorno alio scambio di parole esosti-
tnire al termine occupazione quello pra de-
terminato di annessione.
Che il Sultano ed i suoi ministri rivol-
gano gli occhi ad una convenzione siffatta
con tutta quella reîigiosità che userebbero
nel guardare, se ci fosse, verso una Mecca
politica, non ce ne stupiamo. Ma le ragioni
che ha la Porta Ottomana non 'le ha mica il
nostro Governo, talchè il giornalismo austriaco
crede di dover condannare una politica di
cotesto genere. La „Deutsche Zeitung" scrive:
"La guerra è sempre un gran male an-
che quando si faccia per iscopi i più giusti e
per interessi i più sacrosanti. Probabilmente
la guerra attuale avrebbe potuto evitarsi se
la convenzione, di cui ora si parla, fosse stata
sottoscritta cinque settimane or sono. Ma il
volerci ora legar le mani di fronte ai turchi
ed ai bosniaci e il permettere con un trattato
fórmale che 1' Europa intera sia autorizzata
ad ingerirsi nei fatti nostri dopo i sacrifici
d' uomini e di denaro che ci convenne di fare,
questa ci sembra una politica ingiustificabile
affatto. Se, adunque il conte Andrassy, per
riguardi particolari al partito d' opposizione
in Ungheria, per qualsiasi altro motivo, crede
di non poter fare a meno di appigliarsi ad
tina simile politica, noi non abbiamo, dice
quel giornale, che un consiglio da dargli,
quello cioè di lasciare il suo posto e di cedere
la direzione degli affari ad un successore. In
questo caso almeno la storia gli renderà giu-
stizia e lo porrà fra quei ministri che, averíelo
commesso un errore, hanno saputo subirne
coraggiosamente le conseguenze".
II Neues Wiener Tagblatt, alla sua volta
cantando all' unisono non applaude neppure
egli e dice :
Una convenzione austro-turca, è un' oífesa
al sentimento morale di tutta la popolazione,
mentre, se fosse stata conchiusa a tempo debito,
cioè prima dell' occupazione, avrebbe potuto
forse impedire F eíFusione del sangue e tutti gli
errori che sono la conseguenza della guerra,
e di una guerra come qnella, che si è dovuto
combattere. Ora, se assolutamente si vuole e
si debba conchiuderla, lo si faccia almeno in
maniera, continua quel giornale, che diventi
per 1' Austria una garanzia contro le mene
segrete della Serbia e del Montenegro, e renda
vani gli accordi che 'questi due piccoli Stati
hanno conchiuso fra loro e colla Turchia Ció
renda piú tollerabile ,il nuovo sacrificio che
ora s'impone ; ma badino i ministri, termina
il Neues Wiener Tagblatt, che se presso di
noi essi non hanno le mani legate, come in
Inghilterra, dal sindaf|ato di un partito forte e
che ha la coscienza di ci5 che vuole, non per
questo scema la loról^esponsabilitá dinanzi
alia pubblica opinioné* che sta ansionamente
aspettando i loro atji.jper giudicarli.
Se non che <§ assicura che la con-
venzione, se ha da concfhiudersi, si fará proprio
~§lle spese del prestigio%ella nostra mónarefria,
a danno de'suoi interessi piü vitaii, e che ne
verrá inceppata la libertá d' azione del nostro
Governo, laddove non ne lo volle privo nep-
pure il Congresso? La condotta del nostro
mínistero degli esteri durante le molteplici
triennali cornplicazioni d'Oriente, sempre pru-
dente, saggia e dignitosa, non ci pennette di
ritenere che proprio in questi momenti voglia
lasciarsi trascinare ad una politica che po-
trebbe essere senz' altro un addentellato alia
creazione di uno stato di cose arruffattissimo.
E poi ci sembra bene sírano che, dopo
le prove di lealtá oíferte dalla Porta ottomana,
possano ora venir stabilite fra essa e la nostra
monarchia quelle condizioni, a cui non si seppe
trovar luogo prima dell' occupazione delle due
contermini provincie. Una convenzione austro-
turca, crediamo, equivarrebbe oggidi ad una
semirinunzia al mandato ricevuto ed accettato
nel Consesso di Berlino, e siamo certi che il
nostro Governo non puo essea disposto ad un
simile passo.
Nulla quindi di piü. naturale che il leg-
gere fra le righe dei giornali, che parlano
di convenzioni, qualche cosa di meno grave.
Anzi forse non andremmo erratí vedendo in
quelle notizie un po' d' acqua fredda gettata
sui cervelli riscaldnti di esaltati patrioti un-
gheresi, che alio spirito di partigianicria ap-
passionata pospongono 1'interesse della parte
e del tutto. Se vi sará convenzione, essa si
riferirá semplicemente alia Rascia, al pasaluk
cioé di Novipazar, che b giá in parte fuori
della cerchia de' nostri interessi. In caso dif-
ferente una convenzione austro turca non avrá.
speriamo, aspetto e scopo dissimile da quello
che ci oíFrono le altre convenzioni contempo-
ranee: la inglese per Cipro e T Asia Minore,
la russa per 1'occupazione di Batum, la serba
e la montenegrina pella presa di possesso del
nuovo loro aequisto.
^Íi-T
Svraćamo pozor svih rodoljubnih srdaca u našoj
zemlji i, tvrdom nadom da će bit obilna odziva, rado
tiskamo sliedeći bratski
Poziv.
Netom se po Beču glas prosuo da će do malo
prispjeti prvi vlak s hrabrim ranjenicima, neizbrojni
puk navrvi u Siidbahnski kolodvor da jih pričeka i
pozdravi, s gromovitim „Hoch dan Tupjeveh." živjeli
junaci! Ova prva izjava sućuti bečkog pučanstva,
bi prvi melem za došle zlopaćenike goste, nemilo
osakaćene pod Banjalukom, Jajcem^ Žepcem, rodjeno
većim brojem u Dalmaciji, Krajini, Istarskoj i Sla-
voniji. Namjesćeni u c. k. bo|fcicah Garnisoa Spital
N. 1. i 2., N. C. K. Veličanstvo Velmoži#Ceear
Franjo Jozip, pohrli da ih vidi i ganutim glasöm
izrazi jim Svoju visoku zadovoljnost na hrabrosti i
harnost za težke žrtve na otar Krune i Domovine
od njih prinešene. Za N. Veličanstvom ode u pohode
Nadvojvoda, a za tim mnogobrojni puk svakog sta-
lisa i dan da^s s^rće se u rečene bolnice da se milo
prorazgofori s ranjenim junacima. Ali bečko ¿utljivo
srce nije zadovoljno samim pohodima i utažljivim
riečima: S bliza i iz daleka, od privatnih i družtvenih
ruka sliću svakdano svakojaki darovi da budu raz-
dieljeni ležećim vojnicima. Budući pak mal da ne
svi ranjenici izjavili želju, da bi rado štiva primili
da si i srce oslade i ublaže težke boli, ta želja bi
po bečkim novinam priobćena. Nakon malo časa
Upravništva raznih listova vidješe se zasuta hrpami
svakojakih knjiga da budu ranjenim izručene, što
na veliku njihovu radost bi od Visoke Vlasti doz-
voljeno i ovršeno, tako da se nemila bolnica obrati
u ugodnu Čitaonicu. Ali kakva korist vojniku Hrvatu
da kod njega leži liber incomprehensibilis, snop nje-
mačkih knjiga? Do sinoć preko stotine Hrvata
Dalmatinaca, Krajišnika i Slovena nedobiŠe u ruku
knjige u materinskom jeziku, nego žalobni i prekr-
štenih ruka leže ili sjede na bolnih posteljah, ječeći
ili sanjajući, a gdje koji i molitve šapćući. Podpisani
ganuti krstjanskom ljubavlju, potaknuti molbam
ranjene braće nemogu s manje a da ne jave dalma-
tinskim i drugim hrvatskim dobročincem vapaj ovdje
ležeće jim braće s molbom, da bi se ganuli i do-
stojali poslati po koju hrvatsku knjižicu da jim bude
na utjehu i zabavu. Ciene suvišne sve duge prepo-
ruke, uvjereni da će njihov glas naći u hrvatskih
srcih odjeku ne slabiju od one koju najde njemački
vapaj u srcih Niemaca, a samo opažaju da će imena
darovnika biti obielodanjena. Knjige mogu biti franco
upravljene častn. Gosp. Anti Gjivoje 1 Augustiner-
strasse N. 7 W,iei>, odkle će biti izručene c. k. Nad-
zorništvu vojničkih bolnica.
Beč, 2 rujna 1878.
. Pop Niko BatistU.
Pop Ivo Benzon.
Pogled po svietu.
U Bosni je ovih dana bilo sve mirno. Ustaše
serajevski odoše simo tamo, te blizu glavnog
bosanskog grada ne zna se za nijednu nji-
hovu ovišu četu. Jedino što ih je još oko
Rogatice nekoliko na okupu, ali i tu rek bi
neodlučnost i smetnja vladaju. Uz toliko naša
vojska u Sarajevu ne gubi vrieme; nego,
pregledavši položaje sarajevske, utvrdjuje na-
sipim svako zgodnije mjesto. Oko grada ima
jedna za drugom sedam utvrda ; Filipović je
Činio pokrpit i srušene sarajevske zidine i
ponačinit tvrdjavu.
organo dei ministero delle finanze. era tutto in sol-
luchero per un dispaecio ricevuto da Roma, ehe di-
ceva aver il ministero aecettata la dimissione dei
sindaco ; gli altri giornali non ci credono perché ancora
oggi si attende la conferma. Per altro è certo che
lo stesso Doda telegrafô al suo amico dol Tempo:
tranquillatevi, la cosa andrà bene, si tratta soltanto
della forma.
Non mi sento di entrare in merito alla questione,
osservo soltanto che il liberalismo in tutte le sue
gradazioni non ismentisce mai e che il suo principio
è l'oppressione e la persecuzione di chi non consente
con esso.
I veneziani si lamentano che l'esposizione di
Parigi abbia distratto i forestieri, i quali nellà sta-
gione dei bagni di mare solevano venire specialmente
dopo l'erezione dei bellissimo stabilimento al Lido:
sperano perô che molti nel ritorno divergeranno per
fare una visita alla città della laguna almeno come
touristi.
Prolog kod Sinja, na 4 rujna.
U Livnu je bezvladje na dnevnom redu. Turci
su preobukli sve stambulske činovnike, u čakšire i
ćurak, zabrijali im glave, da ih na polazku u djenet
(raj) lakše uhvati svetac Muhamed kad za svetu nje-
govu čistu vjeru (!) padnu boreć se proti Kaurinu
(nevjerniku). U samom Livnu razpraje velika medju
Turci. Dvi su stranke; jedna, što je prije bila naj-
ratobornija, hoće bezuslovno da se gjeneralu Cikošu
podloži; druga sbieg kmetova i bdlija, neda se živa
u ruke; da će izgoriti na ognjštu svomu, prije no
se ikomu dati. Medjuto ona trojica zarobljenih naših
domobranaca živi su, a hranu im daju kršćani. Bule
se pomamile; svaka pripasala jatagan, da padne koji
dušmanin po ruku tih urija odredjenih za djenet
svetca Muhameda! Turke Alkoran uči, da tko pogine
boreć se proti kaurinu, odmah leti preko tankog
mosta, širata, u krilo tizih urija, gdje ih blaži,
glazba nebeskih vjetrića, uz titranje zlatnih voćaka!
Bule vjeruju, da, ako padnu od kaurina ubivene, u
djenetu postat će uri je Svaki dan naše vojničke
straže oblaze redom katoličkih sedam pograničnih
Bela, da se nebi Turci zaleti li. Glad će u Livnu
veliki zaprietiti; a kršcanom sa biednim Fratrim
obća propast. Oh!Bože, jedali još tko vjeruje Tur-
cima!/ Naši praotci, za obilježje krstovih sliedbe-
nika, udaraše uvjek ne samo nekrsta, dali najdivljeg
surovca i divljaka. Na stotine ima svetaca, kojim je
najljepša uspomena u zivotopisih zabilježena, da su
se borili ili riečju ili izgledom proti Turčinu! Reć
nam je na žalost, da su ovi bosanski Turci izrod.
Bijahu kao pravi Hrvati, i pravi katolici. Ali kad
se poturčiše, postadoše devet puta gori nego rodjeni
azijatski Turci. Budi nam to dokazom, da posade
bosansko-hercegovačkih gradova dok su bili urodje-
nici Turci (poturice) zlo je bilo po kršćane i nao-
pako; a odkad su Anadolci odtad bar nešto bolje.
Kazao mi je očevidac, da su u prošasti petak bili
naperili Turci u Livnu topove, misleć, sad će Gikoš
na nje.
Beg Busatlić, nazvani Paša — i Car Livna i
Bosne, da je njekidan reko, videć nemogućnost od-
pora svoga, pošto je palo Sarajevo središte i Skopje
zaledje: „Aja, bre, propast ćemo. Nije moguće
oprit se. Evo imam pet sinova, sad bih ih svih pe-
toricu pregorio, da se nisam u ovi ustanak uprtio!
Alah ti mi pomozi". Ali ga hrabre balije, da neklone
duhom. Po vas cieli dan Ulemi propovjedaju biesnoj
turadi, a mujezin viče sa munara rat na kaura. Bolnim
srcem Turci dohode hodži avdes uzimati. Bule mole
niče prostrte za slavodobiće mača Svečeva!
Bio sam na 15 proš. m, u Sinju, i dušu sam
izpokojio, razmatrajuć izkrenu pobožnost onoga puka,
prama mogućoj Majci Božijoj. Cienim da je bilo
svieta 10-15 hiljada na tom glasovitom sajmu, od
svih strana i krajeva; počam od Neretve pa sve do
Krke. U večer prije toga dana bili kriesi-vatrometi
vriednog kriesara gosp. Rabisa Zadranina. Sve je
bilo liepo i krasno. Zanimalo je svakoga i pobudji-
valo dušu liepo razmješćenje kriesa raznobojnih u
Bred kojih Velika Majka Božija pojavi se uzlazeć na
nebesa. Nije bilo duše, koja neizrece: Zdrava Mario \
Prije desetog sata na Gospu unišo sam u Crkvu.
Vidjeh povorku 00. Franovaca sviećom u ruci na-
preci ići, te se jedva provukoše u tišmi pobožnog
puka. Izadjoše četri obučena misnika, a za njima u
troje službenici-misniei. Skidoše Gospu sa njezinog
Oltara i položiše pred Oltar na stol. Tada tri do
četiri i više hiljada grla zavapi: Oh Gospo! Oh
Majko! Zdravo! Zdravo! A ja neumidoh ništa, pa
klekoh vapeć i ja: Pomozi me Gospe Sinjska! Slika
gospina rek bi, da je u raju pengana; sva obvita
čistim zlatom uz drago kamenje i zrnca bisera.
Oblok je širok i velik vas u čistom starom srebru.
Ponesoše četri redovnika Gospu na ramenih i započe
veliki obhod. Sviet se krenuo, oko ga pregledat ne-
može, glazba mjestna svirt?, puk moli, Redovnici poje
pobožne pjesme. Kad se obhod u Crkvu povrati,
svak želi Gospinu poljubit priliku, il se je rukom
dotići. Pružaju se mai-amice da se od ruke do ruke
uruče misniku, kojim se dotikne gospina prilika.
A ko bi mogo izkazati onu nevidjenu zanešenost
prama Božijoj Majci! Te maramice, koje su se do-
taknulo Gospine prilike, nose pobožnici kući, i sa-
kupljenoj obitelji daju na ljubljenje. Oduljio sam, te
za danas prekudam.
NOTIZIE VARIE.
Nella seconda raetà del mese corrente
I' Episcopato Dalmato si adunerà nel Conven-
to della Badia di Curzola per tenere delle
conferenze sotto la Presidenza di Sua. Ecc.
1' Areiveseovo metropolita.
Questioni d'interesse pella Chiesa catto-
lica in Dalmazia saranno trattate dai nostri
venerandi Pastori, alle cui mani Dio ha affi-7 %
dato il reggime delle nostre Diócesi. E la
prima volta che in Dalmazia noi assistiamo
ad una conferenza dell'Episcopato : voglia es-
sa arrecare, coll' aiuto del Signore, alia no-
stra provincia i beni spirituali che stanno nel-
le intenzioni dei nostri Pastori.
N. V. naš Car i Kralj pisao je svojom rukom
Njegovoj Sjajnosti knezu Auerspergu sliedeće pismo,
što mi rado priobćujemo, jer se naš tiče i po nas je
častno:
Dragi Auersperg Kneže!
Pravom sam ugodnošću primio izvješća kako
se je po svoj Dalmaciji pokazalo uspješno i požr-
tvovno podupiranje za obranu svoje ¡rodne zemlje i
na korist XVIII diela pješačke vojske i njegovih
pričuva kad u Ercegovinu uljezoše.
Nalažem Vam, da s toga izjavite Namjestništvu
u Zadru, a po putu njegovu oblastima i pučanstvu,
što su toliko zaslužnim načinom sudjelovali, Moje
podpuno pripoznanje i zadovoljstvo.
Nella seduta di sabato dopopranzo, il Consiglio
ha autorizzato F Amministrazione comunale a sti
pulare il contralto pell' illuminazione a gas della no-
stra città.
Stando al Dalmata il Consiglio scolastico prov.
nella sua ultima seduta avrebbe proposto al mini-
stero il sig. Cav. Peričić a direttore del ginnasio di
Zara, il R. Don Antonio Matas a direttore del gin-
nasio di Spalato, il sig. Prof. Dobrilović a direttore
del ginnasio di Ragusa ed il sig. Prof. Boreić a di-
rettore delle scuole reali d Spalato.
Nei giorni 17, 18 e 19 corr. avrà luogo a Le-
šina la conferenza dei maestri di quel distretto sco-
lastico. Ci venne gentilmente favorito il relativo or-
dine del giorno che pubblichiamo assai di buon gra-
do, per essere fermamente persuasi che la cogni-
zione dell' attività del inagistero in un distretto met-
te quello degli altri distretti nella possibilité di pren-
derne notizia e di fare quindi confront], che, mentre
sono sempre interessanti, ¡riescono anche utilissimi.
L' ordine del giorno è il seguente :
1. Discorso di apertura.
2. Elezione dei protocollisti.
3. Elezione dei membri della Giunta perma-
nente, il cui compito, giusta il § 7 dell' Ordin. Min.
8 maggio 1872, consiste nell' approntare determinati
oggetti da pertrattarsi nella prossima adunanza.
4. Elezione dei due delegati per la Conferenza
provinciale.
5. Qual sarebbe il metodo più facile, avuto ri-
guardo alla categoría della scuola, per conseguiré lo
scopo inteso dal § 51 R. S. D. che, cioè, i fanciulîi
ail' età di anni 12 anni siano in grado di esprimere
esattamente i propri pensieri tanto a voce che in i-
scritto ?
6. In che nesso sta la disciplina scolastica colla
frequentazione della scuola — e quai parte spetta al
docente per promuovere quest'ultima?
7. Se sotto il punto di vista didattico e peda-
gógico sia o no da ammettersi 1' istruzione privata di
ripetizione.
8. Proporre un formulare acconcio per il libro
settimanale che comprenda tutte le materie prescritte.
9. L' uso pratico del Glogo terracqneo sulla ba-
se del^brano 65 „Oblik i gibanje zemlje" della Če-
tvrta Čitanka za pučke učione.
10. Un saggio del metodo grafico-fonico sopra
uno degli esercizí di sillabazione della Početnica, da
scegliersi a piacimento.
11. Süll' uso pratico del pallottoliere.
12. Discorso di chîusura.
Ieri mattina furono sbarcati, condotti dal piró-
scafo Andreas Hoffer, oltre cento soldati ammalati.
II Direttore del preparandio di Borgo-Erizzo,
Don Stefano Buzolić era stato nominato vice-presidente
del congresso dei maestri in Esseg.
Pišu nam iz Mostara na 1 tek.: Od kako sre-
tno i čestito me$ju nas dodje vojska našeg premi-
lostivog Cara i Kralja Frane Josipa I, svaki nam
Blagosov stiže, obilnost novca, dosta radje, na sve
strane mir, rek bi, da su medju nas došli Angjeli
nebeski; uz to godina sa svim dobra a dobra ju ki-
ša pomogla; očito se vidi da nas Otac vječni obra-
dova.
Ci scrivono da Janjina 6 cprr. :
La passata domenica coli' intervento di popolo
numerosissimo fu celebrata qui Messa solenne pella
conservazione e prosperità dell' Augusto nostro Mo-
narca, il quale, dopo aver nella fausta circostanza
del suo viaggio in Dalmazia fatto accordare 1' ere-
zione di questa chiesa, ora, consultando il Suo cuore
di Sovrano cattolico e di Padre de' suoi sudditi, e-
largiva a questa chiesa la somma di fior. 300, quale
sussidio inteso a provvedere in parte l'indispensabi-
le pel divin culto. Potete immaginarvi con che fer-
vore pregasse quel giorno specialmente questo po-
polo ed il suo zelante pastore, attaccatissimi al Tro-
no, invocando da Dio sopra 1' Augusto donatore, so -
pra tutta 1' Imp. e Reale Famiglia e sopra la valorosa
armata, che si corona di sempre nuovi trionfi nelle
contermini provincie, le benedizioni celesti piú ab-
bondanti ed elette.
La tassa di trasmissione di un dispaccio di 20
parole da tutte le stazioni telegrafiehe della Dalma-
zia per quelle della Bosnia ed Erzegovina è fissata
a soldi Bessanta, mentre è di soldi 90 dalle altre
parti del territorio austríaco. I ijtomi delle rispettive
stazioni telegrafiehe nelle due provincie verranno con
apposito avviso della competente autorità quanto pri-
ma pubblicati.
S. M. 1' Imperatore ha elargito fior. 50 quale
sussidio pel ristauro del cimitero di Vergada.
Colla V.a lista delle oblazioni pervenute alla
Giunta prov. per le famiglie dei soldati e landwehri-
sti dalmati ehiamati sotto le armi, si è raggiunta la
somma eli fior. 2090:10. Colla Vi lista di sottoscri-
zione iniziata dal Comune di Zara si ebbero già fior.
1245:58, più un pezzo da franchi 20 in oro. Sap-
piamo che fra il Clero cittadino circola anche una
lista di sottoscrizione alio stesso nobilissimo scopo,
per ispeciale iniziativa di S. Ecc. 1' Arcivescovo.
Siamo lieti di constatare che notizîe recenti
smentiscono la corrispondenza dell' „Ellenör" relativa
a Banjaluka.
ülovimeiilo della marina auslro-ungarica.
Alessandria: arr. 27 ag. Antonia, Stupa-
rić; 25 ag. Argos, Costantini. Imbni'^o: a. 29
ag. Leone, Premuda. Bordeaux. : p. 31 ag. Filo-
mena, Slegotta, Newport e Vesna, Vencliiarutti, Car-
diff. SSS r€>iiaerfiaven : a. 30 ag. Aron, Kosulić.
Deal: p. 29 ag. Lealtži, Pavletić, Filadelfia. Fe-
camp: a. 24 ag. Luigia P., Furlan. (wreeiiocli:
p. 30 ag. Mirra, Garcančić, Alessandria, RKaaslius:
p. 29 ag. Filadelfia, Poldrugo, N. York. iVlarsiglia:
p. 31 ag. Ida P., Persić, ¡Costantinopoli e Mathilde,
Lićivić, Boston e 1 sett. Gino, Gjačie, Odessa. HI.
York: a. 17 ag. Ezio, Premuda; VIII Dubrovač-
ki, Marinović; Rachel, Smrkinić ; Dorina, Katarinić;
18 Rosa, Kosulić. Odessa : p. 30 ag. Andrić, Str-
cai, Spagna. Plymouth : p. 31 ag. Hitar, Randić,
N. York, Queeiistowii: a. 31 ag. Aehille F.,
Persić. Rio Janeiro: p. 26 1. Polixeni, Radoslo-
vić, Havre. Vera Cruz: p. 25 1. Eni, Petranić,
Falmouth.
Fino al momento di porre in mac chin a
non ricevemmo i soliti dispaoci.
L'„Avvenire di ieri porta da Ragusa il se-
gaente telegramma:
II presidio turco escito da Trebinje es-
sendosi unito alle nostre truppe, insieme pro-
cedettero all' attacco della piazza. Un solo
villaggio fece fuoco sulle nostre truppe e
sulle turche; delle prime rimasero morti due
ufficiali, venti soldati feriti, le seconde ebbero
due morti e tre feriti; gl' iusorti, circa venti
caduti. Ieri il generale Poppenhein Suleiman
paseiči e questo console generale ottomano
Danish effend\ entravano a Trebinje. Oggi
Suleiman pasci^ con tre battaglioni di nizam.
armi e bagagli, arrivb qui.
Si accamparono a Gravosa, attendendo i
vapori che devono trasportarli in Albania. In
seguito all' occupazione di Trebinje la nostra
citttt b imbandierata; questa sera avra luogo
una luminaria: domani si celebrer& un Tedeum
J}. Giovanni Prodan, imprenditore editore e redattore responsabile. Tipografía di Giovanni Woditzka.
N. 69. Zara, Venerdi 13 Setiembre 1878. Anuo IX.
KATOLIČKA DALMACIJA
Veritatcm facientcs in charitate, crescamus in
illo per omnia, qui est caput Chrigtus.
fS. Paul. Eph. IV. 15.
Esce il Martedi ed il Venerdi. Ego interim clamito: Si quis Cathedrae Petri jungitur, nieus est.
(S. Weronym. Epis. XVI. ad DamJ
roborandis,
Vos ipsos. auxiliante Deo, in dics alacriter operam Vestram impensuros in tuenda salutari Ecclesne doctrina, animisque in Ileligionis amo re et in verœ fidei professione
(Pió IX riel Breve del 21 Febbrajo 1872 agit scriíinri della Dalmazia Cattolica.)
Condizioni d'associazione. — Per Zara per un anno anticipatamente fior. 6. — Per la MonarcMa Austro-Ungarica flor. 7. — Per Testero per un anno fran-
chi 15 in oro. — V associazione è obbligatoria per V intera annata. Chi non avia dato disdetta alla line di un'añnata, si riterrà associalo anche per la seguente.— Le as-
sociazioni e gl'importi di denaro in gruppi, o meglio in assegni postali, si dirigano alP Amministrazione della Dalmazia Cattolica in Zara. Le corrispondenze affrancate alia
ltedazione. I comunicati s'inseriscono al prezzo di s. 10 la linea. Inserzioni in quarta pagina a tariffa âssai modérala. Un N.ro separato s. 8. I manoscritti non si restituiscono.
Zaboravljeno jedno pleme.
Europejski sastanak, na kojeg se nitko/
osim samoga lorda Beaconsfielda, opetovano
pohvalio nije i na kojeg se svak sad tuži, za-
veo je istokom riešenje bože ter ti znaš. Ne
samo što je utopio svaku nadu rumunjskog
naroda, za kojega takodjer pravica žive, i što
je Grčku osovio pa s jačim ostavio da se be-
zuspješno dogovara, nego je sastanak cielo
pleme sasma zaboravio: pleme šćipetarsko.
Samo se spomenuo kazat mu, da ono i na da-
lje pod turčinom ostaje.
Tražit ovako mir, to se zove spraviti ra-
žanj a zec u gori. Berlinska skupština, u po-
litičkom je pogledu, više Istok zamrsila, nego
razmrsila; to se svaki dan očevidnije vidi.
Diplomacija se ozbiljno samo o slovinstvu
zabavljala, znajuć, i tu krivo nema, da je ovo
na Balkanu elemenat najpretežniji, što je naj
češće i najžešće istokom potresao i kader je
da i opet potrese.
A1 baš za to, uz ostalo neriešenje ili kri-
vo riešenje, europejska skupština imala je n-
darit temelje trajnom miru, barem što se slo-
vinskih naroda tiče. Nu ni tn se do kraja ni-
je htjelo doć.
Na ovakove pogreške europejski puno-
moćnici nadodađu novu težku pogrešku, kad
pozabiše prošlost, sadašnjost i budućnost ple-
mena važna, jer ratoborna, mnogobrojna i na
okupu, kako no je šćipetarsko pleme.
Ima, po najvjerodostojnijim podatcima,
kakvih 1,500.000 Sćipetara. Njihove su sve
kršne planine i sve ravne ravnine što ih je
od mora do Bitolje i Skoplja, od Skadra do
Janine. Pometnut sasma pitanje tolika i takova
naroda, to se ničim lako opravdat ne može.
Koliko se je tu Europa prevarila, sada
albaneski savez dokazuje. On zadaje liaka
Crnoj gori, neda mira Srbiji a prot Austriji
naoružao desetak tisuća vatrenih ustaša, da
se po Rašiji na odpor spravljaju i utvrdjuju.
Ovo postupanje Arbanasa, kako da je Europi
rječiti ironični dokaz nje slabe uvidjavnosti,
gdje nije znala, a gore ako nije htjela, uzet
u obzir elemenat, što je tako silovit i silan,
da na tri ruke su 45.000 momaka napastuje.
Možda bi, da ga je još, berlinski sastanak
na prigovore odgovorio, da nije htio potaknut
albanesko pitanje, jer je Albanija po vjeri
veoma razcjepkana? To ništa ne vriedi, jer
su na Balkanu svi narodi s vjerskog pogleda
jednaki: svi jednako razcjepkani; svi u troje
raztrkani: u katolike, rišćane i turke.
Nama se čini, da je u europejskom sa-
stanku nekomu šćipetarsko pitanje bila deveta,
kako možda Rusiji i Francuskoj, a nekomu je
lebdilo pred očima šćipetarstvo kako bič božji
za slovinstvo, po svoj prilici Turskoj i En-
gleskoj. Talijani uz to volili da stvari ostanu
kako su došle bile, pokle im ovaj krat tre-
balo triput umit ruke. Uz ovakve okolnosti
odkle sporazum ? *
Ne služi reć, da med ju Arbanasim nema
jednokupne narodne misli, da je u njih na-
rodna sviest na pojedina* plemena ograničena,
te da se više ondje izf|če težnja regionalna
od svake druge politične težnje. Šćipetarsko
pleme zna radit i jednokupno: eno nam živa
primjera. Ono ima dosta narodne sviesti kad
zna stvarat saveze da se opre slovinstvu i
osujeti mu posvojenje novih zemalja.
Pa čemu se ne osvrnut barem na poje-
dina oveća plemena, što su tek i nezavisna,
kako pleme Miriditsko ?
Današnja je diplomacija povukuša ; težko
joj je bilo Istok uredit, a vazda je to težko kad
se na sve pravedno ne csvrćeš, i kad nepri-
stranost sudcem ne ravna. Stoga diplomacija
danas krpi i prečinja,%l ne načinja; nju 11a
žalost ne nadahnu načela viša; te diplomati
vragolišuju, a narodi tuguju.
I nostri marinai.
Rileviamo dal Phare de Dunkerque che alla re-
gata che ebbe luogo a Dunkerque il 18 agosto p. p.,
anche le imbarcazioni dei bastinienti mercantili pre-
sero parte importante. Di dieci che si prenotarono,
sei si presentarono alla lotta, gagliarde e vigorose.
L'imbarcazione ciel bark austro-ungarico Esern-
pio vinse il primo premio, quella del naviglio ame-
ricano Suzan L. Campbell, il seconde - e quella
del francese Jeune, Alphonsine di Dunkerque, il terzo,
La banda musicale rallegrava la fes ta, una fol-
la stipata era spettatri.ee della gara e vi prendeva
vivo interesse applaudendo ai vincitori.
11 Console austro ungarico ricevette le ielicita-
zioni per la distinzione meritatasi dalla lancia del-
l'Enempio, montata da quattro nerboruti lussignani
e guidata dal bravo capitano Aldebrando Petrina, di
Lussingrande.
Mentre le imbarcazioni della cannoniera Alba-
tros, della nostra marina di guerra, riportavano i
primi onori nella regata di Costantinopoli, nello stes-
so giorno, in cui ricorreva il natalizio di S. M. 1'Im-
peratore, quella di un nostro legno mercantile si di-
stingueva egualmente a Dunkerque, contribuendo ad
accrescere il lustro ed il decoro della nostra marina
che in ogni occasione si mostra degna dell'onorevole
fama generalmente goduta.
Questi cenni non pot.ran.no che riescire graditi
ai nostri marini, ed a quanti si interessano delle lo
ro sorti. ( Adna.)
Pogled po svietu.
Ovaj nam je put javit s ratišta krvavih
okršaja na više mjesta. Južna Ercegovina i
zapadna i sjeverna Bosna bile su ovih dana
u tek istodobnoj živahnoj vatri.
U južnoj Ercegovini pao je grad najviši
i najvažniji u naše ruke: palo je Trebinje.
Na njem se vije sada barjak kô i u Mostaru ;
na Trebinjskim bedemima nema više biela
polumjeseca u crveno utopljena.
Trebinje je posvojeno na 7 tek. na 3 ure
po podne. Brigada Nagy pod Poppenheimovom
zapoviedi, prije nego je u Trebiuje ušla, oko
11 pr. p. istoga dana, pucala je na ustaše
kod Zasade, Gomiljana, Mustaca i Podvorca.
Poginula su dva naša Častnika, a dvaestak
vojnika ostalo mrtvih ili ranjenih. Vojska se
turska, pod Sulejman pašom, združila bila
s našima te, kad je uaša brigada zauzela grad,
mrči ođoše u Gruž kod Dubrovnika, da se
ondje ukrcaju i podju put Albanije.
Po zauzeću Trebiuja ustaše udare 11a po
našega bataljuna, što je čuvao most Trebinjicu,
al nakon uru uzmakoše. Pogibe jedan naš
častnik i druga štesterica a osmerica se izgube.
„Wiener Zeitung" donosi kako je Szapary,
posije boja na 4 tek., 0 kom progovorismo u
proš. broju, dvadesetim odjelom i dielom odieia
četvrtoga nastavio bio na 5 tek. napadanje
na ustaše kod Doboja, na desnoj obali Bosne;
da očisti put, što vodi u Maglaj i da tako
ukine pogibelj koja mu je prietila glede ob-
ćenja s trinaestim odjelom vojske.
Bitka na 5 tek. započe u podne i trajala
do noći. Neprijatelj se branio iz svojih utvrda.
Mjesta, što su bila najutvrdjenija, naši oteše
bajunetam i prenoćiše u osvojenim položajima.
Sutra dan udari opet naša vojska na turke,
što su ostavili bili sve.svoje utvrdjene polo-
žaje. Vidjevši turei da odoljet ne mogu ra-
zidjoše se manjim dielom a višim se dielom
na vrat na nos za rieku Sprecu povukoše.
Bježeć neprijatelji iz pred naše vojske, pomogla
ih mnogo gusta magla što se spustila bila i
trajala sve do podne. Po ovoj bitci Szapary
zauze položaje na putima što vode u Grrača-
nicn, u Trbuk, u Maglaj. U ovo zadnje mjesto
mogla je na 6 tek. naša vojska kad i kako
hoće, jer su mu neprijatelji uzmičuć okolicu
sasma ostavili. Boj na 5 tek. bio je veoma
krvav. Pogibe 5 naših častnika i 60 vojnika
a osta ranjenih 12 Častnika i 330 vojnika.
Ima 34 izgubljen i ka.
Na 7 tek. vojvoda Zach posla iz Zavalja,
mjesto uz našu medju, ne daleko od Bišća,
viest da se je onaj dan na desnom krilu vojske
zametnuo žestok boj i da su naši zauzeli, dvije
utvrde kod samoga Bi sca, al da su položaji
na lievoj strani još u turskim rukama. I ovaj
je okršaj mnogo krvav bio. Bi ranjen pukovnik
Tegay i prvi poručnik Kokotović i 14 Častnika ;
dva častnika pogiboše; dvojica se izgubiše i
osta ranjenih 400 vojnika.
I oko Ključa se je zgodilo važnih bojeva.
Na 6 tek. viši četnik Sametz udari ondje na
ustaše, što su stali u utvrdam, i usiluje ih
uzmicat. Boj je bio ljut i trajao je do mrkle
noći. Naši osvoje dva KljuČka obkopa, ili,
kako tudjom rieči kažemo, šanca i nekoliko
kuća na južnom obronku tvrdjave. Na 7 su
se čete odmarale. U boju osta mrtvih i ranjenih
150 naših.
Drugo zlužbeno izvješće od 9 tek. iz
Banjaluke nadoda 0 vojničkom radu kod
Ključa novih zanimivih glasova. Desno ne-