Clissa, che fronteggia Salona. Dopo quasi due ore
d¡ cammino scendemmo lungo il fiurae, e varcato un
ponte ci trovammo nella nuova Salona, povero vil-
íaggio di poche case, ma attorniato di cosi ricca
vegetazione, da far dimenticare il carattere sassoso
e sterile della Dalmazia. Credeami trasportato al li-
do opposto dell'Adriático, contemplando or questa
ora quella parte di paesaggio tutta propria ad un
quadro di Gasparo Pousin. II fiume abbandonavasi
in seno a ricchi campi ombreggiati da alberi: gli u-
livi e le viti coprivauo ambe lesponde, ed i cucuz-
zoli dei monti lontani, perdevansi nelT azzurro del
cielo. 1/ osteria del villaggio: al famoso cacciator
era d'un tipo italiano; una casupola con pergolato
di vite, traverso la quale i raggi del solé dardeggiava-
no, una statua come di senatore romano che servi-
va di banco ad una ragazza che filava, e ad un
paesano, i cui sandali somigliavano appunto a quelli
del romano cittadino, la cui rovesciata statua narra-
va P istoria di un mondo che non é piu. Dei fram-
menti di sculture s*adoprarono nei muri delle case,
ed ebbi soturno piacere di vedere come il prof. Carra-
ra li aveva fatti acconciare in maniera piu bella ed
adatta. P. e. alcuni erano disposti simmetricamente
ad ambi i lati d' una porta , aítri formavano le infe-
riori cornici di una fila di íinestre nello stile dei pal-
lidi bassorilievi co'quali Mieris é solito ornare il ver-
de ardíto delle piante e delle ghirlande.
Gian Giorgio Calergi abbozzo nel 1672 per or-
dine del Veneto senato un piano di Salona, che per
nulla somiglia alia vera costruzione della cittá al pre-
sente scoperta. \J anno 1821 Tlmperatore Francesco,
gran fautrore della Dalmazia, prescrisse gli scavi di
Salona e di Pola. Dopo la sua visita della provincia
vennero fatti nuovi piani nel 1824 e nel i835, ma
questi eziandio poco risposero alio scopo. Alcuni dif-
ficili scavi furono praticati in piu siti per rintraccia-
re monumenti, e non sortendo Y effetto, di nuovo
rimboniti. L' essenziale differenza di método del prof.
Carrara, che apportó cosí evidenti risultati, consiste
nello avere egli finalmente stabilita la vera topográ-
fica posizione. Arrivó a tal fine cominciando i suoi
scavi fuora de'muri; trovó le porte, pose a nudo
le mura in tutta la loro lunghezza e forma , pose
fine totalmente a tutte le ulteriori congetture e spe-
culazioni, facendo nella scoperta del piano il lavoro
d' un semplice geómetra. Ogni altra maniera di pro-
cedere é fallace, non essendo che le solé porte i
veri punti di diparlo al ritrovo delle strade. II piano
della vera periferia mi sta dinanzi mentre scrivo;
la cittá ha quasi figura d' un cono mozzo, essendo
la base piu lunga ad est solamente un'aggrandimento
della cittá originaria, colla quale comunicava mediante
una porta. Salona piü recente giace in riva del fiumi-
cello che serba ancora il nome primitivo, e scorre
dall'est all'ovest; essa interamente s'innalza dolcemen-
te ad una considerevole altezza, fcosicché il muro
settentrionale é di molto piu alto della parte al sud
che distendesi lungo il mare ed il fiume.
Ci recammo primieramente air angolo nord per
vedere gli scavi dei muri. Quivi trovansi le rovine
delTintera porta, che conduceva ad Andetrio o An-
derzio per la via Gabiana, e che distinguesi per
I'ordinaria fortezza di muri romani. Seguitando il gi-
ro vedemmo come la cittá dovesse esser stata difesa
da torri quadragone di varia mole dai 12 fino ai 98
piedi. Recherebbe sorpresa come un ariete (macchina da
breccie) abbia potuto danneggiare una fabbrica cosi
massiccia, se non sapessimo che allorquando con un
ariete la pietra angolare veniva scrollata, sconficca-
ta, ed indi gettata , il muro sovrastante cloveva rui-
nare fácilmente. Di qui scorgesi l'importanza che clie-
de la S. Scrittura alia pietra angolare. Gran parte
delle torri romane non hanno già I'originaria forma
quadra , ma pentagona essendovisi /\
al quadrato aggiunto un triangolo, / \
cosicchè il nuovo bastione porta a
un dispresso questa rozza figura.
Quest* appendice mostrando mura assai più sca-
denti, è chiaro essere di costruzione anziché roma-
na, barbarica: Y antico fabbricato è formato di gran-
di sassi quadrati (e vidi in una torre uno non meno
lungo di 10 piedi). Regolarmente è costruito lo sche-
letro delle mura barbare con sassi quadrati al di fuo-
ra , rozzi e cementati nell'interno.
Fra gli oggetti i più interessanti dal lato nord
della cittá v'è lo scavo d'una terma che mostraci
nuovamente, come il bagno orientale moderno è i-
denticamente lo [stesso che quello degli antichi. Se
non mi sovvenisse d'essere fra le rovine di Salona,
sarei stato indotto a credere di aggirarmi fra le mace-
rie di qualche bagno turco od arabo; il mughtaSj,
nel mezzo ha il suo tubo per Y aqua calda, in cui
potevasi tufifare col l' intero corpo, il selciato era di
terso marmo, le colonne che sorreggevano il tetto
d' alabastro orientale, ed in uno dei gabinetti late-
rali il musaico era intatto come se fosse stato mes-
so appena.
Ñon lungi dal bagno trovasi la grande porta
che congiungeva Tantica cittá colla nuova, dissotter-
rata e messa alio scoperto. II selciato scavato come
a Pompei, con canali paralelli per le ruotaie ; ma
le pietre sono piu grandi ecl úsate , il che forse pro-
va che Pompei fu sepolta quando ancora grandemen-
te fiorivano le cittá dell'impero, e Salona nella lo-
ro massima decadenza. Sopra questa porta passava
Y aquedotto in cui si vede, curioso fenomeno — una
crepatura del canale che eolio scorrere del tempo
formo una stalattite grossa come il tronco d' una
gran quercia.
L'anfiteatro di forma elittica lungo 126 piedi
giace ail 'estremitá nord-ovest, ed è ben conservato.
L'ingresso lastricato di pietre ne ha di lunghe 10
p. e 4 largbe: frammezzo una griglia anche di pie-
tra si potevano vedere senza pericolo le fiere rinchiu-
se. Come pare il clima prescriveva agli antichi il
causare il destino della Dalmazia. Cairo giunto al-
T ápice deir inciviliraento , cesso nel 151 -j di essere
la capitale del mondo est-arabico: sebbene solo da
un secolo lo spirito e la dollrina di Makris e di
Ibn-Chalikan avessero recato lustro a' suoi tribunali,
e la moschea di El-Keri, ultima dei sultani Mame-
lucchi, mostró, benchè in minore mole, che per an-
co non era sparito il gusto di un Mojed e di un
Sultano Hassan. Ma efíetti ancora più desolanti che
in Egitto avrebbe avuta in Italia la comparsa di un
nuovo Totila, in questa patria di Tiziano e Michel-
angelo, che allora appunto veniva desta dalla not-
te di 5oo anni di barbarie senza gusto , ad una nuova
e magnifica vita di scienze e di arti. Ci è impossible
misurare gli effetti della difesa di Vienna sul progresso
deir incivilimento europeo. Lo stesso dispotismo in-
terno di Venezia che noi siamo cosi pronli a condan-
nare , era duro scompagnare dallo spirito guerriero
che allora tutto reggeva , e la cui attmlá non inten-
deva che schermire il giogo che minacciava 1' Eu-
ropa.
Venezia dal 1521 al 1661, tranne le isole e
le mura di Zara, Sebenico e Spalato, non poteva
vantare un dominio rassodato in Dalmazia. In que-
st'ultimo anno fu conchiusa finalmente anzi rappat-
tumata una pace fra il Sultano e la República, e
dopochè dai veneti fu nominato un Nani qual commis-
sario per tracciare la linea di confine, le terre ce-
dute alia república furono segnate con un limite cjie
appellasi linea Nani, ed oggidi Vecchio acquisto.
IL debellamento dei Turclii, nel secondo assedio di
Vienna del 1684, e 1'evacuazione dell'Ungheria che
ne segui, produssero un'immensa impressione mo-
rale sulle rive dell' Adriático. I Veneziani con gran
successo addentraronsi n<l montano della Dalmazia:
il generale Cornaro prese Sign , Knin ed allre piaz-
ze importanti, il proveditore di Zara Mocenigo
tracció dopo la pace di Carlowitz, avvenula nel
1696, una nuova linea di confine; questa linea Mo-
cenigo circoscrive il cosi delto Nuovo acquisto e
contiene in se l'alla Dalmazia, eccetto una lunga
lista di terreno prossima all' Erzegovina di cui Imo-
schi é ora la capitale. Quest'ultima parle fu ceduta
nel trattato di Passarowitz 1' anno 1718 e chiamasi
Acquisto nuovissimo.
I romantici altipiani della Dalmazia e delle val-
late soprastanti alla Cettina ed alia Kerka formano
nei loro aspetti fisico-geografici un'altrettanto strano
contrasto colle terre di marina, quanto i veri mor-
lacchi coi Dalmati del vecchio acquisto. Breve ma
grandioso è il corso della Kerka : scalnrendo dalle
caverne delPalta Dinara, anzichè fiume è una serie
di lagbi alternati dalle più vaghe cascate, quasi il
fiume formasse la scala gigantesca di un Titano che
ascende il monte. L' ultima geologica rivoluzione delr-
la Dalmazia deve essere stata ben rimarchevole: dá
pertulto zampillano da misteriosi visceri e spontanee,
larghe masse di aqua che perdonsi in modo del pa-
ri misterioso. II fiume che inaffia le pianure della Li-
ka al di là del Velebich, s' avvalla in un' immensa
vorágine, donde poi s'insala nell'adriatico, dopo a-
vere percorsa una catena di montagne alte 4, 000
piedi. Vario è l'aspetto della vegetazione come nella
costa. Quando al principiare dell'aprile di quest'an-
no abbandonai Salona, gli alberi s'erano coperti di
fronde. L'aloe copre la costa e le isole, e la palma
alligna in Traù, Spalato e Lésina, ma non frutta.
Trovai per lo contrario sulla Cettina superiore e
sulla Kerka il clima e la vegetazione germanica : gli
alberi non aveyano ancora aperte le gemme, ed uno
slrato di neve imbiancava le montagne, solo il
desialo verde dei pascoli rimpiazzava gli scogli bru-
no-chiari ed i verdastri oliveti sui pendii della costa
adriatica.
Poche e fra loro distant! sono le citlà. Sign è
una piazza ben costrutta ed agiata , comechè punto
da cui partonsi a Travnik e Serajevo le manifatture
destinate da Trieste per la Bosnia. S' ebbe tema che
1'attivazione'd'una carovana a Spalato farebbe quel
porto sede delle spedizioni.. Ma solo quando torneranno
le cose al loro naturale avvio, ed i compratori potran-
110 trovarsi a Spalato con i mercanti d' introduzione,
Sign potra di molto svantaggiare. — Verlika colle sue
aque minerali è il piccolo Baden Baden della Dal-
mazia , UTL assai piccolo Baden Baden, come di-
cono i faceziosi di Spalato, ma di aque efficacissime
in alcune malaltie, e frequentate dai soffrenti di
Ragusa e Spalato. — Fra le dalmate citlà Knin porta
sulle mappe geografiche le maggiori letlere, perché
era punto in cui l'antica strada militare francese
dalla Croazia entrava in Dalmazia, e dopo un lungo
ámbito portava a Zara. Ma dacchè fu aperta la re-
cente e superba strada, che, a guisa di terrazze,
immediatamente conduce sui precipizii del Velebich
da Carlstadt a Obrovazzo e Zara, Knin resto ap-
partato e perdè molto di sua imporlanza. — A Dernis
mostransi ciliare le vesligia del dominio turco: scor-
gendo le sue rnoschee, i minareti, ed i giardini recin-
ti con muro, sembrerebbe di lontano d'avvicinarsi
ad una citlà orientale : nella moschea, ora chiesa, cre-
desi che il crocefisso e la pala dell'altare ascondano
ancora il tabernacolo (Mihrab) maomettano, e che
I' Allah-hy abbia cesso il luogo all' Avemaria.
Come la geografía física ed il clima SOLIO diver-
si del tutto dal rimanente della monarchia , cosi del
pari diversa è la popolazione di questo paese ; es- ^
sa rimase di sotto nell' incivilimento a tutte le altre
provincie e regni soggetli alio scettro, anzi il nuo-
vo acquisto tiene perfettamente del carattere pitto-
resco e semi-selvagio d'oriente: e tale vi è il vesti-
to. Non portano il semplice Fesz ma il turbante
*) L'Aloe (Agave americana) è frequente anche nel cir-
colo di Ra g usa ove dopo il quinquennio Sorisce: ewi pure la
palma (Phoenix dactylifera) che frutta, ma non arriva a matu-
rare attesi i íieddi che sopragiangono nel miglior punto ad
arrestare la vegetazione.
Marin Faliero colse gli allori colla più violenta e
sanguinosa espugnazione , della quale facciano cenno
gli annali della Dalmazia. Questo falto apri al vin-
citore la via al più alto potere nel superbo stato del-
le lagune, ben anco gli procaccio la tragica fioe,
a cui dalla giustizia vendicativa fu condotto. Che se
resto nella sala de'ritratti del palazzo ducale a Ve-
nezia uno spazio vuoto, il pennello di Byron vi la-
sciö una tela immortale.
Nuovamente scoppio la guerra fra Venezia e
l'Ungheria, finché ai 5 di ,setiembre del i4°9 nella
sala del maggior consiglio a Venezia il doge Steno
accettö la sommissione dei Zaratini alia república,
rapporto che si mantenne fino alla rivoluzione fran-
cese. Da quel tempo essendo Zara per tutta la du-
rata della república veneta la sede del proveditore,
ovvero del governatore generale, la vicinanza di Ve-
nezia, la copia di forestieri che trattenevansi di tem-
po in tempo, impresse a poco a poco alla città una
fisonomía veneta ; una raffinatezza di coslumi ed un
gusto per le arti, che potrebbe quasi paragonarsi a
Ragusa. AU'incontro la gelosia política del veneto
governo che faceva tacere ogni discorso sugli affari
di stato, ogni impulso di piani per migliorare le cir-
costanze della Dalmazia, non favori egualmente lo
sviluppo intellettuale dei Zaratini. Nella vita privata
regnava una módica eleganza, ed in quanto all'ar-
chiteltura delle case, il palazzo Fenzi con qualche
altro potrebbe bene affarsi nelle vicinanze del Rialto.
Il quadro sociale mostrava tutto quel riboccante di
classi privilegíate che caratterízzano il secolo XVIII.
Nell' anno 1770 ogni settantacinquesimo uomo in
Dalmazia era o frate o prete ; ogni novantaunesimo
gentiluomo: al presente la proporzione degli ecclesja-
stici sta in ragione del 1 al 22g, e jdi nobili del 1
al i 26g ; fra i tredeci vescovali dello scorso secolo
(Cherso e Veglia apparlengono al governo di Trieste)
non restaño che sei.
Nella quiete sociale la rivoluzione francese e la
caduta della república veneta piombö sui Zaratini co-
me un fulmine dal cielo sereno. AU'occupazione fran-
cese i fedecommessi furono aboliti, la maggior parte
dei gran beni divisa e smembrata, ed ora fra la vec-
chia aristocrazia di Zara, che conservo i proprii be-
ni , contansi al più dodici famiglíe.
Al presente Zara ha solo qualche importanza
come sede del governatore generale, di modo che
non sussiste con le proprie risorse ma con quelle di
tutta la Dalmazia in generale Gli Spa-
latini altamente ed unanimamente palesano il loro
desiderio di veder trasferita la sede del governo da
Zara a Spalato Sono queste le ragioni degli Spa-
latini : — Zara è sull'estremo nord, Spalato nel cen-
tro della Dalmazia; Zara è priva di commercio, e
non possiecle nè fertili vicinanze, ned un porto accon-
cio; Spalato ha tutti qu&sti vantaggi. A cio oppongo-
110 i Zaratini: essersi negli ultimi venti anni impiegate
grosse somme in fabbricare case, di modo che alcune
vie banuo guadagnato un aspetto tutto nuovo ; che
se Zara non ha i fertili ed ameni contorni di Spala-
to, è molto più fresca nella state , e dippiù maggior-
mente adatta e sicura per capitale, essendo fortezza
posta su d' una penísola ; che finalmente la sua di-
stanza dal centro della Dalmazia è compensata dal-
la vicinanza di Trieste e Vienna.
Certamente fu commesso grave fallo nel i8i4
non iscegliendo, o meglio non conservando Spalato
qual sede del governo; ma dopo tanti anni serebbe
difficile effettuare il trasferimento senza dispendio
ed incovenienti : anzi tale misura non sarebbe agevole
senza fabbricare a cosi dire una nuova città. Merita
anche considerazione Zara come fortezza , quand'an-
che le sue fortificazioni, ad occhio d'intelligente mi-
litare sieno poco formidabili, pero si conservano ;
perché in una guerra il destino di Zara esercita un'in-
fluenza morale su tutta la provincia. E Zaratini e Spala-
tini convengono dover essere capitale una piazza di
sicurtà a cagione della forma geográfica della provin-
cia; pero que'di Spalato aggiungono non abbisognar-
vi di fortificazioni regolari per respingere un qualun-
que corpo di truppe secondarie, solo che sarebbe
duopo tracciar delle linee diametrali alia pennisola
di Spalato. Finalmente da ambedue le parti v' è mol-
to da addurre sulla questione.
LS attuale governatore della Dalmazia, il tenen-
te-maresciallo Cav. di Turszky èattempalo militare, as-
sennato e pralico, che adempie con molto decoro al suo
incarico. Udii qua e là far glosse sulla scelta di un
militare a governatore della Dalmazia, e dare pre-
ferenza ad un uomo di stato civile per mire politiche,*)
ma , devo confessare che ritengo queslo giudizio mal
fondato. L' esempio dell' Inghilterra dimostra quanto i
militari sieno valenti nel reggere paesi che si trova-
no in posizioni eccezionali — essendo il comando d'una
armata o d'un reggimento la miglior scuola per ac-
quistare tina pratica conoscenza dell'umana natura,
che è la parte più importante d'un governo. Divie-
ne indispensable il giurista per la teoría delle leggi,
come per i singoli oggetti delle finanze 1' uomo di
calcolo ; ma per l'occhiata generale nell' interno del-
1' amministrazione di una provincia di popolazione
difficile a governare, ed assai vicina alla più infrenabi-
le provincia dell'impero osmanico, un esperto mili-
tare è per fermo la migliore scelta.
Non è necessario di menzionare il cerimoniale
e la forma dell'amministrazione della carica di gover-
natore , essendo questa in tutto sitnile a quelle delle
altre provincie. INel tempo dei veneti il proveditore
era perlo più qualche personaggio d'alto grado, un
Grimani, un Mocenigo, le cui finanze in isbilancio
aveano bisogno d'essere assestate. Egli sfoggiava
una gran pompa; manteneva le forze di corte vicerea-
le, e sedeva negli affari di stato sul trono. II reddito
*) S. E. fece il corso degli studii politico-legali, e comin-
ci6 la sut» cariera presso i giudizii militari.
AMO III.
Si publica ogni giovedi. II prez-
zo annuo per Zara ¿ di fiorini
4'» Per semestre fiorini a; per
fuori franco di porto fiorini 5;
per semestre o trimestre in
proporcione.
LA DALMAZIA
FOGLIO LETTERARIO ECONOMICO
m. 48.
Le associazioni si ricerono in
Zara dai proprietari, fuori da
tutti g!' II. Rft. üfficii postali.
Si riceve in cambio qualunque
giornale austríaco od estero.
Giovedi a Decembre 1847.
Contenuto. 11 Ratto. fine. — Rivista slava 'cont. — Spiegazione dei
bassorilievi del sepolcro di Diocleziano — Se il dominio veneto
cercasse di tenere la Dalmazia in ignoranza. — D.r F. Carrara
al congresso de'naturalisti a Vienna. — Pescagione del corallo
in Dalmazia. — Eco de'Giornali. — Teatro di Zara. — Zara.
— Ragusa.
IL RATTO.
(Fine.)
Succedette a quel fracasso perfetto silenzio bensi,
ma il mal di mare cominciava ad inquietar Giacchetti,
quantunque il bastimento non rollasse tanto. Per dimi-
nuiré quel mal essere, che in ispazii chiusi s'aumenta,
egli ascende sulla tolda per respirarvi dell'aria fresca.
La luna non era ancor tramontata; veleggiava la nave
maestosamente, ed appena fatti alcuni passi sulla co-
perta, Giacchetti s' avvide, che non piu Filiberti, ma
Laserra comandava, ed il capo squadra dirigeva il
timone, di piü che tutta la ciurma era sostituita da que-
gli agenti di polizia. E mentre il podestá andava tra
sé cercando la spiegazione di questo strano avveni-
mento, gli si accosta gentilmente il cavaliere, e gli
esprime il cordoglio di vederlo cosi di mal umore.
— Che vuol dir ella con ció? chiese Giacchetti.
— Permetta, signore, che le parli francamente.
Spiacemi, ripeto, di vederla abbattuta, e di esserne
io la causa. Sia certa, che nissuno piu di me ha ri-
spettato la virtü della sua signora, né mi sarei mai
sognato d' mi intrico negli affari della famiglia di leí,
se ella non me ne avesse dato 1* impulso Le mié
mire non tendevano alia sua rispeltabile consorte, si
bene ad un altro oggetto da lei non meno gelosamente
amato, e guardato, e del qnale da due anni cercava
indarno di divenir fortunato possessore — Quest' og-
getto cosi prezioso, e per il quale le tenni dietro a
traverso l'atlantico, é la sua nave, la bella Caroliua.
— Come? gridó alterato Giacchetti, facendo un
passo indietro. — Chi é ella?
— Sonmi Dallaquila, corsaro, quegli che non
turbo mai il di lei sonno in qualitá di pirata, perché
le sue navi erano dirette da bravi capitani. INon a-
vendo dunque poluto impadronirmene di nessuna per
mare, giunsi a conseguirlo coll' impadronirmi della sua
persona. — Feci per qualche tempo da pazzo, e con-
tro la mia aspettazione potei afferrare quanto bra-
mava! Ella é in mió potere, ed a bordo della piü bella
delle sue navi — Se Ella sapesse, Signor Giacchetti
quanta fatica mi abbia costato il mió divisamento! Piü
fíate, Tassicuro, era li per perdere la pazienza! Mi
si disse che ella era uomo di mondo, amante di spas-
si, di allegre brigate, quando io invece, appena giuo-
to qui, la trovai vincolata ad una virtuosa compagna,
ritirato, e tutto intento a godimenti che offre la vita
domestica — Nella decorrenza dei due mesi, che, o
personalmente seguiva i di lei passi, o li faceva te-
ner d' occhio dai miei incaricati, ella non si é stac-
cata dalla sue consuetudini, muovendosi ognora nella
medesima sfera, metódicamente uscendo da casa al
palazzo, dai. palazzo alla borsa, quindi al casino e
finalmente a casa; non una volta negli ameni contor-
ni della città. Io era di giá stanco di battere il la-
strico delle vie, e voleva ritornarmi in mare, allorché
ella mi porse ansa ad un dueilo, ad uno stratagema,
che per ultimo qui la ridusse.
Imagini il lettore come suonasse all' orecchio del
sig. Giacchetti queslo discorso, e quali pensieri lo a-
gitassero. — Cangiando di tuono in presenza d'uno
scellerato:
—- Che vuoi or tu da me? chiese il podestá in-
collerito, e pensando a ¿utt'altro che a gelosia.
— Spero che presto accorderemo, rispóse Dal-
laquila, e che la prigionia di lei e del capitano Fi-
liberti durera breve tempo. II capitano è ardito, e
trovai prudente percio di chiuderlo in un gabinetto
a parte — Separiamoci da amici e senza chiassi. El-
la mi lasci quesfa bella nave, ed io le lasceró la sua
vezzosa Signorina. Scusi dello scherzo, e sia 1' ul-
timo: — Siccome poi mi tocco di soffrire molto e lun-
gamente per conseguiré il bramato inteuto, e spen-
dere somme di danaro non indifferenli per vivere qui,
e stipendiare la gente a mia disposizione, cosi, oltre
la bella Carolina, mi contenlero di ricevere da lei...
mila franchi senza altre pretese. Per lei questa som-
ma è di poco conlo, e puo essermi fácilmente sbor-
sata mercé un suo assegno. Getteremo T ancora,
presso la prima costa, ed intanto io partiro per an-
dar a levar 1' importo dell' assegno. Ritornerô su-
bito, e se col danaro, la lascero in libertà. Le pa-
re discreta questa mia ricerca? Ma se ella si rifiu-|
lasse di porgermi il domandato assegno, ella do-:
vrà contentarsi di andar meco dove il destino ci con-||
durrà. Le riflelto pero, che il mare non è sempre
cosi tranquillo come ora, e che anche a bordo della
bella Carolina si soffre. Potrà darsi, che durante lai
sua assenza da casa sorga un uuovo cavalier Laserra:
con inlenzioni men onesle delle mie, e che le involi
AMO m.
Si publica Ogni giovedi. Il prez-
zo annuo per Zara è di fiorini
4; per semestre fiorini 2; per
fuori franco di porto fiorini 5;
per semestre o trimestre in
proporzione.
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Le associazioni si ricevono in
Zara dai proprietari, fuori da
tutti gl* II. RR. Ufficii postait.
Si riceve in cambio qualunqae
giornale austríaco od estero.
Giovedi 9 Décembre 1847.
Contenuto. Un quadro d'Imeneo — Rivista slava, fine. — Se il domi-
nio veneto cercasse di tenere la Dalmazia in ignoranza, fine. —
Spiegazione dei bassorilievi del sepolcro di Diocleziano, fine. —
Pescagione del corallo in Dalmazia. — Eco de' Giornali. —
Trieste. — Spalato. — Nominazioni.
UN QUADRO D'IMENEO.
— Udite questa e poi ridete.
— Sentiamo.
— É un fatto vero ed è accaduto nella città
di . . . .
— Oh! m'avete seccato. Spicciatevi perche
ho fretta.
— lo non ho mai fretta e sono avezzo a rac-
contare le cose con la mia pace.
— Raccontate con la vostra pace, ma almeno
incominciate.
— Incomincio. Un giovine ricchissimo era in-
namorato alla follia d'una bella ragazza , e con es-
sa avea già pattuito e assegnato il giorno delle noz-
ze. Tutti i suoi pensieri erano allegrezza e speran-
za di godimento. Già gli parea di vedere il giorno
delle nozze tulto sereno, vedea le apparecchsate rílen-
se, gli amici e i parenti in festa, e quel che è più,
la sua sposa riccamente vestita, acconcia i capelli
come una Venere; in somma si raggirava pel cer-
vello tutte le consolazioni che diço e che non dico.
Un giorno mando a chiamare un pittore. Il pittore
corse subito. Passó nella stanza del damerino, e
gli domando che mai volesse. Io voglio, ei disse,
che tu mi dipinga il giovinetto Imeneo, dio delle
nozze, Io sono sposo fra un mese e voglio questo
caro e benefico nume nella mia stanza. Ma voglio
che tu lo faccia a mio modo. Tu devi dipingere un
garzoncello tutto grazia ; con un visetlo di latte e
rose, pienotto, e con due occhioüni che sfavillino
per soverchia allegrezza : delle sue manine 1* una ter-
rà una facella con fiammolina chiara, e se puoi fare che
la sua luce somigli a quella del sole, la farai taie:
i'altra avrà una finissima catena d'oro con maglie
che a pena si veggano, sparsa qua e là di fulgidi
diamanti. Abbia intorno le grazie e qualche amori-
no. — Il pittore, accetta la commissione, va a casa
sua, scartabella libri di mitología, s'empie la testa
e il cuore di quanta allegrezza sa e puo; e con Tim-
maginativa pregna dello studiato e dell'inventato di-
pinge Imeneo tale , che parea nato fra i suoni e i
canti dell'Olimpo. Arreca il quadro suo al giovine,
10 scuopre: questi lo guarda, e Ioda : ma non pie-
namente. Maggiore era ancora la sua allegrezza in-
terna di quella che vedea dipinta nel quadro: ordi-
na al pittore che lo ritocchi, che faccia piú lieto 1' I-
meneo, piú gioconde le figure che avea d* intorno.
11 pittore promette e lo riporta seco. II tempo era
breve, si fanno le nozze prima che sia compiuto il
quadro. Passano i5 giorni dopo il matrimonio, e il
pittore ritorna con la sua tela che non avea toccata.
il giovine la vede e dice: Oh! troppo piü che io
non volea, avete fatto lieto quesl' Irneneo. Quelle
labbra ridono troppo, quella catena é troppo fina ,
quella facella fa troppo lume , e dovrebbe gittare un
po'di fumo. Che diró ¡o piü? che in due mesi lo
volea dipinto con le lacrime agli occhi, con una ca-
tena da galeotto grossa due dita, e con un tizzone
invece d'una faceila. Ma il pittore, che avea giudi-
zio non permise questo scandalo, anzi dipinse 1'I-
meneo in maniera che, veduto da lontano, parea tutto
festevole, e veduto da vicino facea una bocca e due
occhi da piangere, che pareva che il pittore I' avesse
bastonato, e in tal guisa fu paga la brama degli
amanti e degli ammogliati. —
— Letta questa novella nel foglio cremonese, ec-
co un* altra che le puo ben essere seguito e compi-
mento.
Mi trovava anni sono di passaggio in una cit-
tá litorale della Dalmazia, e non avendo certe oc-
cupazioni, che mi facessero limbeccare il cervello,
mi divertiva la sera col girare qua e la per ammaz-
zare il tempo, ed imparare qualche po' di illirico,
sendo che giá ne comprendeva alcuni vocaboli.
Un dialogo, un diverbio, una zuífa , ragionarí
serii e faceti , tutto per me era buono, fraseología
ambulante, che m' infiammava a raggiungere T inlel-
ligenza delle diciture, e dei termini comuni della
popolazione.
Passava io una sera per una contrada onorata
affatto, e da una casa egualmente onorata mi ven-
fatto di udire una specie di alterco, un duetto in
prosa fra marito e moglie, che poi termino in mu-
sica. Anche il carattere del duetto corrispondeva al-
ia contrada ed alia casa, perché le parti non face-
vano uso né di grida, né di imprecazioni, né dij
altre cose di fatto, proprie soltanto alia gente de* tri-.
vii, molto metió poi mi riusci di udire minacce con I
istrumenti micidiali, che il ciel ne liberi.
Dal contesto del duetto conobbi che il marito
Supplemento al N. SO«
DELLA DALMAZIA.
Ctníenulo. Apertura d'una nuova «trada al monte s. Elia presso Traü-
— Pescagione del eorallo. — Método della coltura dell' ulivo ,
e della fattura dell' olio nel territorio di Ragusa.
NUOVA COSTRVZIONE STB4DALE
AL MONTE
SANT'EIU PRESSO TBAU'.
Le estese e comode comunicazioni d'un paese
coll'altro produssero in ogni tempo de'rilevanli van-
taggi, dappoiché con codesto mezzo si poté fácil-
mente provedere non solo ai bisogni, ed alie indu-
strie d'un territorio; ma ben anco introdurvi ed e-
stendere quella agiatezza e benestanza , che forma
la vera prospérité d'una nazione. Le provide cure
delte riverite aulorità, a cui è commessa questa pro-
vincia, riflettono in questo parlicolare una luce vi-
vissima , meut re si osservano in Dalmazia late e co-
mode vie, che 1'attraversano e percorrono in tulte
quelle direzioni, donde emanar possano tnaggiori i
mutui commercii, e più vantaggipse le relazioni d'in-
te ressi colle provincie vicine. E tali sapienti disposi-
ziotii si rivolgono pure a sanare difetli, che rallen-
tano, anzi rendono pericolosa la comunicazione d'al-
cuni tratti a motivo di non ben condotte liuee di
strade sul dorso di ripidi monti", e per tali ordina-
menti si veggono di già aperte nuove agevoli vie
pe* più disastrosi sentieri. E vaglia il vero: le due
scoscese e precipitóse rampe, quella di sant' Elia
presso Traù, e quella di Clissa presso Spalato met-
tevano finora spavento a chiunque le doveva passa-
re. Se non che ora la prima si ebbe a commutare
in una strada la più dolce , solida ed amena, e fra
non guari avverrà lo stesso della seconda. E relati-
vamente alia rampa di sant'Elia, la mercè del va-
lente ingegno ed attenta cura di chi immaginó e di
chi diresse il nuovo lavoro, essa riusci presentemente
della lunghezza di klafter lineari circa tremila, che
col mezzo d'ordinaria carrozza puO esser percorsa
in circa quarauta minuti primi. La riduzione relati-
va risulta , come segue: La larghezza della strada è
di piedi viennesi venti, ed èd'assai maggiore eslen-
sione nelle girate, e nei punti più esposti. Mantie-
ne in tulta la sua lunghezza una dolcissima penden-
za , e vi sono dei tratti orizzonlali per la fermai a
dei carriaggi. Un tratto a due pendenze , lungo klaf-
ter 180 circa, è sorretto da alte muragüe, abilmen-
te ridotte, nelle quali si scorge tulto il carattere di
solidità. La i-imánente strada è ad una pendenza ; e
per maggior sicurezza e durata venne in tutta la sua
larghezza incisa nella roccia. Coi materiali di rifiuto
9Í eresse un'alto, continuato e solido parapetto ru-
stico, che la rende sicurissima anche di notte. Ben
ideati cordoni e con diligenza ridotli si estendono in
tulta la lunghezza a guisa di marcia-piede; mante-
nendo sempre una costante larghezza. La strada va
sempre secondando con dolcissime ed insensibili cur-
vature la natura del monte ; avendo il dotto architet-
to schivati in tal forma i tronchi pensili, pericolosi,
e di mollo dispendio. Questa strada intanto venne
aperta a publico uso la maltina dei 4 novembre pas-
sato. La presenza del sig. Capitano circolare , e quel-
la delle aulorilá di Traü, dell'ingegnere circolare,
e di moliissime persone distinte, che colá si erario
pórtale: la cilla di Traü, e la borgata di Seghetto
addobbate a festa ; le salve dai fucili che si facevano
da que' rustid , sulla cui fronie brillava un sentimen-
10 di pie na gioja e commozione, davano a questo
fat.to un carattere delle maggiori publíche solennitá.
INé questa espressione di gratiludine poteva mancare
in quegli abitauti, mentre in quel fornito lavoro es-
si , oltre alio scorgervi un nuovo mezzo di generale
uiililá, doveano considerare un particolare benefizio
loro impartilo la mercé delle superiori providenze.
11 qual benefizio certamenle deve apparire niolhnli-
calo a mille doppi, quando si pensi, che mentre
poteva esser prolratto a piü anni di lavoro, venne in vi-
sta della carestía dell'anno decorso con sapiente e pie-
toso comando ordinato in modo da esser compito in
un atino solo; in maniera che la superiore provi-
denza diede con un pensiero, fecondalo dallo spirí-
to carilalevole, che in ogni fatto la regge , una nuo-
va splendida pruova del saper opportunemeute con-
giungere in un solo mirabile nodo sollecitudine , be-
ueficenza e perfezione. Tutti gli abitanti di Seghet-
to, diffilati in bell'ordine accolsero riverenti e festo-
si i gentili ospiti, che vollero unirsi ad essi per ren-
dere publiche grazie pell'umanissimo dono, e per
assistere al votivo sacriíizio della santa messa , du-
rante la quale fu tenulo breve, ma eloquente di-
scorso in lingua illirica da quel reverendo paroco
don Marco Travirca, che seppe approfutare anche
di questa circostanza per ravvivare di pielá e di re-
igione rafíelluosa commozione de' propri amministra-
ti. Codesto avvenimento pruova ben anco, come i
Dalmali sanno apprezzare i benefizj, che vengono
loro impartiti, e come s'adoperano prouti e sponta-
nei a mostrarvi la propria gratitudine. La memoria
del giorno 4 novembre dureru intanto perenne presso
coloro, che ebbero la fortuna di assistere ad una
sifíalta solennitá; e que'terrazzani di giá la segnaro-
no, come la ricordanza della loro redenzione dalle
piü strette angosce della vita. lo, che per un caso
fortunato ho poluto esser testimonio a quella festa ,
che ne caccerà fuori il suo ceppo formatosi dalla màzza, e sempre délia specie domestica.
SISTEM AGRARIO A IITTO STAB1H, E
MIGL10RAMMT0 RiBORSABILE.
Dai prospetti statistici délia Dalmazia relativi al-la sua superficie colta ed incolta , publicad in que-sto giornale nei primi numeri del 1845, si poteva senza grande studio conchiudere, che la quanlità del terreno coito o coltivabile , diviso proporzionatamen-te fra la popolazione era in grado di dare quanto ab-bisognava per mantenere gli abitanti senza cercare rinforzi de'viveri dalFesterno.
Ma non basta la necessaria estensione del suo-10 coltivabile. Anche il miglior terreno abbandonato alie proprie forze, a tutte le influenze esteriori, co-stanti o accidentali, non dará che ricolti scarsissimi; 11 prezzo del fondo sarà poi necessariamente tenue. Ë vero che il valor dei terreni in Dalmazia varia per un campo padovano da fiorini due a fiorini quattro-cento , senza grandi differenze nel sistema della col-tivazione, in affitanza o in colonia, ma questa bas-sezza od altezza di prezzo non è norma sicura nel-lo stabilirne il valore intrínseco. II terreno non è che strumento, il lavoro è veramente il principio di fé-condité.
Nessuno porrà in dubio che i terreni di Knin, di Sign , di Dernis, d* Imoschi, della INarenta ecc. sieno migliori di questi nostri nei contorni di Zara, ai lidi del mare, sulle isole ecc. i quali in comples-so appartengono a' mediocri o piuttosto cattivi *); ma non è per questo che non possa sollevarsi il loro valore colla produttibilità procurata mercé della col-tivazione. Le cause di questo vile apprezzamento le ri-porremo nel poco prodotto per mancanza della do-vuta coltivazione, ed ammessa la necessaria coltura, nella poca sicurezza de'prodottí campestri. Quindi se non si lavora, e lavorando non si trae profitto delle stagioni più propizie a fine di co-gliere il maggior frutto possibile da un dato campo; se non si proporzionano i tratti prativi coi coltivali per rallevamenlo d'una convenevole quantité di bestia-me; se non si fa violenza al suolo, senza snervarlo; se coscienziosamente non si guardano e non si rispettano i prodotli; i terreni, riguardo al valore, rimarranno sempre inviliti, e per il misero rédito la popolazione patirá penuria, nel tempo del bisogno si getteré a carico della privata e publica carita, e Findigenza dará bando alla moralité.
Egli è certo che parecchi de'nostri campi ne* mi-
*) Non he guari, fu comperata all' asta publica una par-
tita di terreni a 30 earantani il gognale ossia il campo pado-
vano a earantani 46 I
gliori territorj, in quanto alia naturale fertilité, sor-retta un tantino dalle più indispensabili operazioni agrarie, non avrebbero nulla da ihvidiare ed ai di-spendiosi asciugamenti dell' Olanda , ed alT artifiziale fertilité della Lombardia, spinta tanto innanzi colle irrigazioni, le quali veramente in Dalmazia sareb-bero bensi necessarie nell'estreme siccité, ma im-possibili, salvi pochissimi tratti, perché in tale con-giuntura le aque de'fiumi si abbassano, né si pre-stano quindi senza un imponente dispendio alTirri-gezione. In più tratti della provincia non diremo giu-sto che predomini la stérilité , ma che a grave sien-to infrangendo sassi, ammassando terra, approfit-tando d' ogni punto nel quale si possa piantare una vite, un ulivo, un fico ecc., si ricava alla fine un qualche frutto, quand'anche non sia che meschino compenso alie fatiche che vi s' impiegano, crescendo per tal modo il valore ad un terreno che non ne aveva, quantunque poi questa natura cli lavori non offra frutti corrispondenti alie anticipazioni ed alie fatiche che vi s' impiegano, e riesca perció piuttosto passiva a chi Timprende, e pregiudizievole all'economía in generale.
Nelle basse milanesí il valor massimo del terre-no si deve al capitale, ossia al lavoro applicato sotto la forma di prato ad aqua corrente, ossia mar-cita ;nelle colline e sulle riviere dei laghi il valor massimo si deve al capitale, ossia al lavoro applica-to sotto la forma di ronchi, di oliveti, di limoniere. Nel primo caso il capitale ossia il lavoro procaccia ad una superficie arsiccia Y aqua ; nel secondo pro-cura ad una superficie sassosa la terra. Ma sempre il principio della fécondité è il lavoro; le aque , e le terre [sono meri slrumenti. Questa idea dovrebbe cer-carsi d' imprimerla profondamente nelT animo dei no-stri terrazzani , e studiare contemporáneamente le vie a far si che meüa ferma radice. Ma come sa-rebbe da spingersi innanzi I'operosité agrícola in Dalmazia? Tra i molti suggerimenti primeggiano: i.° dovervi influiré direltamente i padroni e coloro che hanno un interesse immediato nei frutti del cam-po o del loro equivalente, 2.0 inspirare in qualsivoglia modo agli agricoltori maggior energía nel lavoro , maggior cura del benes-sere proprío prívalo, e checché fosse il più alto ad in-generare i sentimenti della dignité del viver agiato, 3.° procacciarsi capitali,che sarebbono da impíegar-si e nei miglioramenti agricoli e nel riscatto dei ter-reni , e nella loro permuta o facile acquisizione per arrotondare le tenute, e spendere minor tempo nel collivarle.
Non sarebbe opera tanto agevole, né materia d' un giornaletto circoscritto V enumerare tutto quel-lo che finora è stato progeltato e che si conserva come curiosité letteraria. A scrittura di mole maggio-re spetterebbe Y esame e la critica dei singoli pro-getti, chi più, chi meno in accordo colle leggi in altivité. Qui ci limiteremo a svogliere un sistema,
Carattere del secolo 19.0 2g.
Carne di cavallo 32.
Carlstadt, prezzo de' cereali 44»
Cassa di mutuo soccorso a Milano 27.
Cas sett a della limo s ina 82.
Castelnuovo e suo stato economico 26 27.
Cattaro. Introduzione dei generi in un trien-
nio 27.
» Raccolta dell'olio in un quinquennio 27.
« Castradina 27.
« Prezzi del mese di luglio 33.
" Bozzoliy Bazar 3.° trimestre 33.
» Bazar nel 4«° trimestre 5i.
Chierlo 5o.
Cimitero del p. Lachaise 29.
Coltura de' prati ed allevamento del bestiame
35 36.
« dell' ulivo e fattura dell'olio nel terri-
torio Raguseo 5o 5i.
Congressi scientifici 9 e loro numero 48.
Conservazione delle uova 29.
» «ve 2g.
Curzola. Prezzi in novembre 47-
Doctorum virorum conventus Venetiis 5q.
Dominio veneto in Dalmazia 48 49»
Danaro ed abbassamento del suo prezzo 26.
Disciplina militare in Russia 47»
Economía agrícola dalmata 3i Š2 33.
Equivoco. La morta v'wa 47.
Farina delle ossa, concime 28.
Fiera di Sinigalia 33.
Fiume, prezzi de1 cereali 44-
Foglia de'zigari amerícani 28.
Formazione del carbone fossile 34»
Forze commerciali della Dalmazia 3g 4o-
Funghi artificialmente riprodotti 3o.
Galleria dalmata. V. Bujovich, de Cambii; Chier-
lo.
Galvanismo contro gV insetti 32.
Giornata più acconcia per pagar gli opérai 26.
Girasolé, 0 sua utilità 28.
Grano ammuffito e modo di sanarlo 89.
Influenza de' boschi sulla fertilità de' terreni 41.
Jodio nelle piante marine in Dalmazia 34 35.
Irriverenza nelle chiese 38.
Istituto di educazione femminile a Zara 47.
Istruzione publica in Dalmazia nel 1846 87. 38.
Istruzioni popolari intorno la malattia delle pa-
tate 3 g.
Ive ene h M. Il canto 5.° dell' inferno d' Alighie-
ri 26. 27.
Knin raccolti. Pozzi. Prezzi de' viveri 31.
« guasti per le piogge dirotte, prezzi de' ce-
reali , uva y salute publica 3g.
« raccolti e prezzi de9 viveri 46.
Lapidi illustrate 33. 36.v38. 44.
Lésina e Lissa pescagione 32.
Lesina pescagione. Delfini. Ricolti 43.
Letter e adriatiche. I. Cattaro 33.
» » IL Ra gusa 34.
« III « 35. 36.
» « IV. Narenta 36. 3y.
» » V. Amministrazione 37. 38.
» » VI. Importanza commerciale
di Spalato 41»
« " VII. Letteratura e storia di
Spalato 4a. 43.
» VIII Salona 45.
» 55 IX. La Dalm. montana 46.
v> « X. Zara 47.
Licenze di viaggio per un anno 34.
Locuste 36.
Magazzino di sale a Knin, e sua importanza
42. 43.
Magnetismo in medicina 45.
Malaria, ed i suoi generatori 34.
Malattia delle patate, ed istruzione popolare
relativa 3g.
Mancanza di monumenti in onore de' magistra-
ti veneti 3g. 4°»
Maniera di propagare i gelsi in Dalmazia 43.
Minis ter o d' agricoltura in Francia 5o.
Napoleone catechista 3o.
Navigazione a Vapore in Dalmazia nel 1846
26. 27. 28. 3o.
Nazione italiana 45.
Ode a Maria 35.
« L. IJnica. Poesía di Preradovich 38.
Pago, e sua condizione economica 34.
Patate e loro coltura invernale 38.
e loro malattia 3g.
Pesca del corallo in Dalmazia 48 49 5o.
Pietismo in Iscozia 47-
Pitture antiche in Traù 3o.
Polligrafo, nuovo giorríale di Vienna 49.
Predica (una) di 10 minuti 39. 4o» 41- 43» 43.
Prete (un bravo) 26.
Proprietà campestri 44»
Protezioni 38.
Puntura delle api 29.
Quadro (un) d Imeneo 49»
Quantità del frumento cresciuto da un grano
in diversi paesi 45.
Ragusa. Movimento commerciale nel lazzaretto
i.° semestre 1847 29.
» suoi raccolti 33.
« ragguagli economici 46.
« movimento nel 4»° trimestre 48.
Ratto 44. 45. 46. 47. 48.
Rettile domestico 27.
Rivista dalmata. Jancovich 34-
» Slava 4o. 41. 42. 45. 46. 47- 48« 49-
Sale in agricoltura 3i 5o.
Salmi (5) di Davide , versione dell' abate Gru-
bissich 29.
Sca vi di Salona 44«
Br. 2. / Zadar, Ponedjelriik 5 Sječnja 1880. God.
Veritatem facicntes in charit&te, crescamns in
¡lio per omnia, qui est capnt Christue.
(S. Paul. Efh. IV. 15.)
Izhodi u Poiiedjelnik i u Ego interim o)«mite: Si quis Cathedrae Petri jnngitur, roeue est.
(S. Hieronym. Epis. X VI. ad Dam.)
Vos ipsos, auiliante Deo, in dies alaoriter operam Vestram impensuros in taenda salu tari Ecclesi® dootrina, animisqne in Religionis amore et in ver® fldei professione
roborandis,.... (Pio IX u fapinsk. listu, 21 veljače 1872 pisaocim Katoličke Dalmacije.) '
Uvjeti pređbrojbe. — U Zadru, unapried 6 fior. na godinu. — Za ostalo carstvo 7 fiorina. — Za inozemstvo 7 fior. i poštarski troškovi. — Predbrojba biva za
cielu godinu; tko na svrhu jednoga godišta ne odbije list smatran je predbrojnikom i za nastajuću godinu. — Pređbrojbe i novac, najbolje poštarskom doznakom, ¿aljfi
se na Upravu Katoličke Dalmacije u Zadar, a dopisi „franco" na Uredništvo — Uvrstbe po 10 nove, redak. Objave na 4 strani ur. veoma niskih cienn.- Svaki broj
napose 8 novčića. Rukopisi se ne vraćaju.
Zadar, 5 sječnja.
I I ođjelo nešto odlučuje u ponašanju. Dužni
smo Časti svomu zvanju, svomu položaju, al
ni ođjelo nije pri tom zaboravit.
Odjelo se „Katoličkoj Dalmaciji" evo
mladim ljetom nešto promienilo, sasma se
pohrvatilo, ona se kape prihvatila.
Ima dakle dvostruko sada razloga „Ka-
tolička Dalmacija", poput katoličkog hrvatskog
naroda, držat se Čvrsto, što ikad Čvršće onih
predaja, koje hrvatska majka sincim svojim
mliekom u dušu prelieva: nepokolebive lju-
bavi i odanosti napram vjeri svetoj i rodnomu
kraju: sve za vjeru i za dom.^
Da se prvoj svetoj dužnosti kakogod
odužimo, da red ljubavi sliedimo, da s Božjim
blagoslovom nastavimo vršenje težke ali uz-
višene svoje zadaće i u novom ovom odielu
a novim ljetom, deder najprije odmah ljetos
još jednu svečanu priliku svietu pružimo, da
spozna: kako mučenički hrvatski narod, buduć
junak mimo junake na bojnom polju, nije zato,
r ni sada, manje junak u borbi za vjeru svetu;
j za koju su mu sinovi u prvom redu na Istoku
za toliko vjekova siromašna al plemenita i
poštena prsa svoja pušćanomu zrnu i oštromu
macu dragovoljno, s uzhitom izlagali.
Naš bogobojeći, daroviti narod još je,
usljed starih predsuda, potičucih od nepozna-
vanja ili zlobe, od mnogih preziran i najo-
pačnije opišivan. Kad ni najsjajniji alem koji
se u kruni njegovoj zrcali: tvrda vjernost
vječnomu Rimu, nepokolebiva odanost Rim-
skoj Stolici, nije od svake sumnje čist!
Da te magluštine izčeznu na jedan mah
pred suncem čistih iskrenih srdaca katoličko-
hrvatskog naroda u Dalmaciji, a ujedno, što
je takodjer, ako ne nuždno, a ono barem veoma
koristno, ojača se u našem puku katolička sviest
napram razkolničkom duhu koji nam na žalost
primorski i zagorski naš zrak sve to gore
kuži; dobro bi bilo, i mi to želimo i u velike
ovim hrvatskom katoličkom narodu pelimo, da,
po mogućnosti, kako mu siromaštvo dopušta,
javno vjeru svoju posvjedočuje a ljubav svoju
sv. 0. Papi izkazuje redovitim godišnjim Pe-
trovim novčićem.
To je za nas ne mala čast moć branit
Isnkrstovog Namjestili ka na zemlji a moć
obćeg Pastira svete katoličke crkve obskrblji-
vat onim sredstvima, kojih ga je lišila bun-
tovnička lupežka ruka.
Koliko tko može, al neka niko ne zao-
stane u tom plemenitom podhvatu: svi pravi
sinci imaju hrlit na pomoć zajedničkom Otcu
svomu.
Mi smo pak katolici Hrvati osobito Rim-
skoj Stolici dužni, jer nam je svedj ona bila
najbrižljivija majka i, dočim nosila pred nama
zublju vječnih istina, nije ni našu vremenitu
čast i moć zanemarila; i na naš se je ugled
svojevoljno obraćala, i krunu mu slala. Petrov
novčić neka dakle bude znak osobite naše
harnosti, i nade.
Milodare mi ćemo dragovoljno bilježit
kao i došle u našemu listu, pa bilo da se
izravno na nas slali, neka ih preko nuncija
Rimu poklanjamo, ili se dotičnim Crkovnim
starešinam dostavljali.
II lupo a difesa delF ovile.
Il Dalmala, quel famoso Dalmaia d' onde
si rovesciarono tante offese alie credenze ed
a' costumi délia grande maggioranza de' Dal-
mati e tanto vitupero a pubblici funzionarii ;
il Dalmata, eco i'edele de' periodici d'oltre
mare in quanto contengano di ostile a Roma
papale, o di canzonature agi'insegnamenti del
Sillabo; il Dalmata — stupite o cieli ! —nel
suo N.o 1 dei 3 eorr., tutto tenerezza pella
fede e moralità pubblica, tutto riverenza verso
i nostri Padri e Pastori, tutf ossequio verso
le legittime autorità civili ; si commuove e grida
I' aliarme contro 1' organo religioso, che, liorri-
bile dictu ! a tutti ed a tutto ordï F estremo
eceidio semplicemente coll' eliminare il suo
titolo italiano La Dalmazia Vattolica e pre-
sentare in fronte col nfrjvo anuo il solo slavo,
esattamente corrispondente, Katolička Dalma-
cija. Non è forse questo il caso di ripetere :
„praeclarum custodem oviumu ! e dire al vec-
chio istrione: va, forbiti almeno le fauci dal
sangue, copri le zanne, fa che sieno dimen-
ticati, se non riparati, i tanti danni che ar
recasti ail' ovile di Cristo in Dalmazia e
poi allora, Demonio fatio Frate, snoeciolando
paternostri, potrai scimiottare il eredente, lo
zelante, il divoto, con qualche speranza di
successo, almeno presso i semplici. A prolun-
garsi di qualche istante la vita che gli fugge
(colpa quel Bruto di Katotička Da'mac ja cui
grida : Tu quoque), novello Luigi XI.. il po-
vero Dalmata si dibatte convulso in ismorfie,
delle quali sarebbe crudeltà domandargli ra-
gione. Qualis vita finis ita, come visse cosi a
suo tempo morrà il Dalmata, evitando sempre
la seria polémica con noi, e gigante invece
asserendosi e trionfando in insinuazioni contro
a; supposti autori de' nostri articoli, ed in
iscambiare l'accessorio col principale, la forma
colla sostanza.
Come più e più volte per 1' addietro, cosi
anche oggi a si leale e terribile av versan o
noi ci limiteremo a rispondere semplicemente:
che v'importa di sapere chi è che scriva?
badate che cosa abbia scritto ; che conta a
favor vostro il titolo del nostro Periodico?
leggete e giudicatene il contcnuto. Sul campo
oggettivo saremo, come sempre. a vostra di-
sposizione. Finché lutto il vostro forte sarà:
versare anche su noi la vostra inesauribile
cornu-copia d' insulti vi lasceremo fare 1' Or-
lando furioso, quanto mai vi piaccia.
Ci consta positivissimamente che un co-
mitato, troppo poco nobile ed appassionatis-
simo, costituitosi in questa cattolica città, si
di verte a denigrarci e cerca di persuadere i
nostri abbuonati a non sostenere ulteriormente
il nostro giornale, adducendo a pretesto che
quest'organo cattolico della provincia, si sia
scostato dal suo sacro programma, e, „dato
un calcio al Ve iyelou sia disceso a fare pro-
paganda di „panslavismo"! Noi per grazia
del Cielo non abbiamo bisogno di difenderci:
la Chiesa ed il popolo h con noi, noi ed il
popolo siamo colla Chiesa e tutti colla Sua
Pietra Angolare. Abbiamo un Dio per nostro
giudice ed i nostri Superiori ecclesiastici: essi
conoseono bene le nostre opere, che non ven.-
gono consúmate nelle tenebre, ma in piena
luce. Preghiamo quindi pubblicamente i signori
componenti il comitato e 1' autore o gli autori
dell' infame e maligna calunnia lanciataci
contro a portare un solo falto, una sola parola
in conferma delle loro asserzioni. Frattanto
le rigettiarao con isdegno ed orrore. — Con
sommo rincresciniento ci siamo decisi a ver-
gare queste poche linee. Vae illi per quem
scandalum renit!
—_
Pogled po svietu.
Zadnjih dan», kako je paia sluđen, led i
snieg počeše kopniti po svoj srednoj Europi.
Ti em voda u prilocim raznih neka, a najskoli
Dunava, silno nabrekli» le prieti potopom mje-
stim na nizku. Gdje gdje tolika se je silna voda
u rieku izlila, da je do desel i do dvadeset se
noga nad obično podigla. U Bocu s toga podu-
zimlju n-i vas mah radnje, da osiguraju kuće i
skladišta što su u pogibelji. 0 Ugarskoj ovaj
put nema rdjavih viesti, jer sn planine daleko
od nje, te ondje ne odlučuje kopneći snieg i
led nego povodaji, a lieh u ovaj čas nema, pa
ni užasnih njihovih posljedica.
Na 31 prošloga mjeseca bio je podpisan
u Beču od austrijskih i njemačkih punomoćnika
privremeni austro-njemački trgovački ugovor.
Nema tek ništa nova u njoui, jer privremeni
ugovor nije nego dosadašnji ugovor, koji će,
s molim, odnosno neznatnim, preinak.im vriedit
još za nekoliko mjeseca, od 1 tekućega do 1
srpnja 1880.
Ruska se spominje progonit Poljake, sad u
jednom snd u drugom kraju njihove tužne kra-
ljevine, al eto se spomenula nazad dana učinit
joj i nešto dobra, premda ne jamačno iz veliko-
dušja, koliko od straha. Nihiliste, ova opaka sekta,
neriaju vladi u Petrogradu, eto ima već neko-
liko godina, nikada mira, pa Vlada nije rek bi
voljna stvarat sebi novih neprilika i šija u pro-
ganjanju katolika Poljaka. Ona ih sada ina/e i
za drugi razlog, jer naime boji se da joj Au-
striju u dogovoru s Njemačkom u zgodan č«s
ne iznese na sriedu poljačko pitanje. A i treća
je: Austrija se primiče federalizmu, te si tiein
stiče sve to jače kako vjernost Galicije tako i
simpatije poljačke kraljevine u Rusiji. Nego slabo
će pomoć Rusija samoj sebi i nepoznatomu
svomu ugledu, podieliv Poljacim nahodećim se u
carstvu jedino obćinsku samoupravu i novi
red u sudbenom postupanju. Ali eto bolje išta
nego ništa ; od zla dužnika ....
Crna gora pita odšetu od Turske zato što
joj čini držat vojsku na nogama, i hoće da joj
pripukli Carigradski siromah izbroji 2 milijuna
franaka. Uz toliko, kako sam Muktar paša br-