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delle cavità nasali le maggior parte delle particelle solide, com-
presi i mircobii, che essa può tenere in sospensione
Questi miciobii, o le loro spore, deposti sulla pituitaria, si
sviluppano abbondantemente se trovano un terreno di coltura favo-
revole; data la moltiplicità di questi germi, vi sarebberro in essa,
per cosi dire, condizioni continue infezione.
Grazie al potere bactericida del muco nasale, questo intonaco
naucoso non avrebbiB, si vede, soltanto 1' azione meccanica di trat-
tenere le particelle circolanti nell' aria inspirata. Il suo potere
difensivo è più direttamente attivo; esso si esercita inapedendo
e distruggendO|la vitalità di un gran numero di spore bacteriche.
Respiriamo adunque sempre col naso.
*
SiS 11 brodo. — La carne di manzo freschissima rende il
miglior brodo; infrollita offre un prodotto inferiore di circa il
quaranta per cento. Avviso a quelle massaie che hanno 1' abitudine
di acquistare la carne per 1' intiera settimana e la fanno cuocere
dopo alcuni giorni.
Il vitello non giova nella pentola, se non nel caso di mal-
attia perocché rende bianco ed insipido il brodo.
Siccome il vitello il pollo e in generale tutti gli-animali
a fibra bianca danno un brodo meno stimolante, meno sostanzioso
ed anzi lassativo, aggiungasi una buona gallina e vi si troverà
il tornaconto.
La carne deve mettersi nella pentola ad acqua fredda. La
preparazioni è di 2 litri di acqua per ogni chilogrammo di manzo
senz' ossa.
11 fuoco non dev' essere molto vivace. Attenzione somma a
che si levata la schiuma prima che 1' ebollizione la faccia sciogliere,
onde evitare che il brodo riesca torbido.
In prossimità alla bollitura gioverà aggiungere qualche
mestolino d' acqua fredda, affine di provocare una maggiore
quantità di schiuma.
Dopo schiumata, vi si metterà il sale, qualche carota, sèdano,
radici di prezzemolo ed uno o due chodi di garofano. È pessimo
r uso d' aggiungervi delle foglie di cavolo.
Oltre la quantità e qualità della carne ciò che contribuisce
grandemente a dare un ottimo brodo, è la bollitura continuata
ma lentissima anche per 6 o 7 ore.
*
Coltura dei giaciuti in piena terra. — Si piantano i
giacinti dal 15 settembre a tutto il 15 novembre in una terra
leggiera, sabbiosa, per quanto ciò sia possibile, e concimata
con letame non fresco. S'impiega di preferenza per concimare
il letame di bovina ben consumato. Si piantano le cipolle ad
una profondità di 8 a 10 centimetri ed a una distanza di 12
a 15 centimetri gli uni dagli altri, avendo cura di non com-
primere la terra. Subito che i geli si presentano, si coprono
di foglie morte o di strame, e si discoprono tosto che i forti
geli non sono più a temersi. Quando i giacinti sono in piena
vegetazione e che la pioggia si fa attendere bisogna inaffiarli
leggermente.
Le maniere di questa coltura si adattano egualmente a tutti
i tulipani, crocus, narcisi e Scilla.
Soci della Società agraria della Dalmazia che pagarono
il canone pel 1894.
Alfons Pavich von Phanenthal, Zara — Antonio Dešković
dl Giovanni, Pučišce Stefano Radivovié, Oattaro — Spiridione
Artale, Zara — D.r Pietro Galzigna, Pago — Michele Tomase-
vich, Almissa — Domenico Basilisco, Pago — Luigi cav. de
Serragli, Ragusa — Amministrazione Comunale, Castelnuovo —
Giorgio Kraljević, Postire — Elia Ramadanovich, Oattaro —
Tomaso Or Popovié, Oastelnuovo — Archimandrita Dositeo
Jovié, Zara — Giuseppe Kraljević, Pučišće — Michele Dragu-
lovié parroco, Zara — Giovanni Paviovié, Macarsca — Pessan
Francesco, Zara — Dr. Vale Miéeli-Tomié, Pučišde — Don
Antonio Bacie, Pločica — Ljubimiro de Draganié, Zara —
Giuseppe Tomassevieh, Arbe — Antonio M. Kamenarovié,
Dobrota — Giorgio Voivodich, Oastelnuovo — Nicolò Dapar,
Benitovae — Giuseppe Tamino, Zara — Dr. Pietro Baturié,
Pučišće — Zaccaria Defilippis, Neresi — Mestrovich Giovanni,
Benkovac — Jovo Dimitrovié, Benkovac — Dr. Antonio Ma-
dirazza, Dernis — Giorgio Milinović, Oastelnuovo — Jarić
Giuseppe. Boi — Giovanni Maroevié, Pučišće — Giuseppe
Persen, Arbe — Stefano Stojsavljèvié, Benkovac — D.r Luigi
Cesare cav. de Pavissich. Gorizia — Girolamo Vusio, Boi —
Florio Fiscovich, Orebich — Gioachino prof. Buccich, Lesina
— Emanuele Penzi, Sebenico — Tomaso Didolié q.m Pietro,
Pučišće — Nicolò Kovačević di Andrea, Pučišće — Nicolò
Lukinović di Giorgio, Pučišće — Giuseppe L. Bilić, Sebenico
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tiene in deposito coDcmi chimici garantiti dall'i. r. sta-
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„ patate „ .... „ 7.50
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„ ortaglie „
„ ulivi „ r , » " « 8.50
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Salnitro del Chili » » » » w »
I prezzi s' intendono franco in Zara. Per quantità
inferiore a 100 chil. in proporzione.
NB. Air ordinazione viene annessa una breve i-
struzione sul modo di impiegarli.
Ordinazioni d rigore alla „Società Agraria della
Dalmazia" in Zara.
Breve istfUžiOM stili' impiègo dei con-
cimi chimici.
Lo spargimento del concime chimico si fa da solo
oppure mescolato con due o tre parti di terra o sab-
bia asciutta. Lo spargimento si deve eseguire in gior-
nata calma e verso sera, meglio ancora dopo una pioggia.
Ogni pianta esge un concime appropriato; ed al-
cune piante devono essere concimato dietro regole speciali.
Vite.
Si fa attorno il ceppo, in auluono, una fossa 30-40
cm. in dametro ed altrettanto in profondità, si sparge
100 grammi di concime, ma non troppo vicino al ceppo,
e si chiude la fossa colla terra scavata. In prinaavera
bastano 40—50 grammi.
Piante fruttifere ed alivi.
Si concimano come la vite; la fossa soltanto deve
essere piìi larga e pù profonda. Per giovani piante
3 e 400 grammi per piante vecchie 1000-1200 grammi.
(ereali in generale.
Per i cereali si cosparge il terreno uniformente
col letame. I cereali seminati in autunno è megl o sieno
concimati in due riprese: in autunno e in primavera
5 0 6 quintali per ettaro.
Formentone.
Come per i cereali — 5 quintali per ettaro.
Rape e patate.
Dopo che venne reso soffice il terreno, si cosperge
4 0 5 quintali per ettaro.
Prati.
In autunno o nel mese di febbraio si cosperge 2 o
3 quintali per ettaro. Prima e dopo lo spargimento fa
d' uopo erpicare il terreno.
Fiori e tabacco.
Come per le viti: 10-15 grammi per ogni pianta.
Ortaglie.
Come per i cereali; 3 quintali per ettaro.
Salnitro del Clilli
Si impiega in primavera per rinforzare i seminati
deboli e fortificarl'.
Dirigere le ordinazioni alla 8oc. Agr. d, Dalmazia
Zara.
Un ortolano diligente deve anche aver cura di tutti gli
avanzi di letame, di erbe estirpate, di tutte le rimondature del
terreno, di foglie guaste o secche, che potrà agevolmente am-
muchiare in qualunque angolo dell' orto, cosi lasciate ogni anno
queste materie finiscono col decomporsi, e crivellate offrono una
terra leggera, grassissima e contenente tutti i migliori principii
per facilitare tanto la nascita dei semi, quanto lo sviluppo degli
ortaggi stessi.
Per tutti i generi di cavoli viene molto in acconcio 1' in-
grasso liquido di pozzo nero più o meno diluito nell' acqua a
seconda del suo stato di densità, ed è sempre a preferirsi al
fresco quello vecchio e fermentato ; esso promuove una vegetazione
rapida e rigogliosa, sebbene da molti però venga osservato che
gli ortaggi ingrassati con questa materia perdono in sapore acqui-
stando in grossezza sviluppo, ma tutto sta nel non esagerare.
Adattatissimi per gli orti sono poi i conci chimici, ricchi
di fosfati e di potassa, i quali dànno risultati eccellenti adoperati
promiscuamente collo stallatico o coi terricci.
* * *
Le punture ai piedi dei cani — Nei cani, e specialmente
in quelli che servono all' uso della caccia, sogliono alle volte
avvenire delle punture ai loro piedi, causate dalle spine che
facilmente possono iacontrarsi mentre camminano per certi sen-
tieri boschivi^
Tali punture per lo più non hanno cattive conseguenze,
a meno che la spina sia rimasta confitta nella zampa. Il cane
ferito dà subito a conoscere il dolor vivo che ne risente col
tenere il piede sollevato. Esaminando allora la parte, vedesi la
piccola ferita dalla quale sorte alcune volte porzione della spina,
e che altre volte non lascia scorgere che ad una certa profondità.
Nel primo caso, il cane guarisce da sè leccando la ferita,
come usa fare in simili frangenti ; nel secondo caso necessita
levare il corpo pungente il più presto possibile con le dita o
con una pinzetta, ed al bisogno dilatando la ferita onde impa-
dronirsi del corpo estraneo, medicando poi la parte con catapla^i
saturnici, affine di impedire la conseguente infiammazione che
potrebbe dare luogo alla suppurazione.
In seguito la ferita si può medicare con catrame vegetale
di Norvegia, sovrapponendovi delle faldelle di cotone medicato
all' acido fenico od sublimato corrosivo, tenute in posto con
adatto bendaggio.
Soci della Società agraria della Dalmazia che pagarono
il canone pel 1894.
Carlo cav. Truxa, Zara — Contessa Antonia de Borelli,
Zara — Marino de Cerineo, Splitska — Giuseppe Lorini, Sale
— Antonio Alacevich, Kistanje — Bure Giovanni, Spalato —
G. Brailli, Orebié — Fratelli Eadié, Boi — Conte Andrea de
Borelli, Zara — Antonio Botteri, Almissa — M. Vekarié, Orebié
— Giuseppe Delie, Zara — Nicolò Marèetié, Zara — Cons.
Bart. cav. Bernardi, Zara — Carlo Copani, Zara — Pietro
Knežević, Scardona — Giacomo Colombani, Imoski — Giuseppe
de Marassovich, Scardona — Pietro Nisiteo, Boi.
Editore e redattore responsabile D. Alacevich
Prem. Tipografia Vitaliani & figli.
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*) Tatti gli oggetti ricevuti verranno esposti e di volta in Tolta pubblicati secondo la presente tabella. — Ogni anno poi
verrà pubblicato in un catalogo generale diviso per sezioai. Più volte all' anno si faranno assaggi colla premiazione dei
migliori campionari. Tutti i producenti della provincia, hanno diritto di spedire in mostra i campionari che verranno esposti
e pubblicati nei giornali sociali gratuitamente. I committenti si rivolgano direttamente agli esponenti.
Ecco dunque i đoni pervenuti, e speriamo che anche in
appresso continueranno ad affluire dalla capitale e dalla pro-
vincia, per mantenere in vita quest'istituzione molto utile e
pratica, la quale con grande vantaggio si spera dì poterla col
tempo anche in altri centri della provincia istituire.
Intanto ai generosi oblatori i più sentiti ringraziamenti.
P. T. sig. Michelangelo Luxardo : 2 brente di legno di 50
htri cadauna; uua tenaglia ed una falce; Società agraria, una
zappa; Esposizione permanente: due zappe; Società Pučka
Knjiga: 200 libretti d'agricoltura; E. M. Vusio: 20 copie Mlaài
Poljodjelac e 150 libretti d'agricoltura; M. Mondini 15 libretti
d' agricoltura; Ben. Vukié: un beretto nazionale ed un crosatto;
P. Christofidls: 12 kg. di solfato di rame; M. e C. Catti eh 20
kg. di solfato di rame ; A. Diracea : due mastelle di legno duro ;
0. Tamino: una lanterna a mano, e due spazzole di radice; 0.
Mazzocco : 25 kg. di fagioli.
IN FASCIO
Canna ìndica (CanneeJ. — Magnifica pianta di grande
ornamento, con ampio fogliame verde, o listato più o meno di
bruno, con spiccanti fiori disposti in spighe di color roseo o
rosso.
Originaria dell' America meridionale, questa pianta è ve-
ramente meritevole di raccomandazione per qualunque mediocre
giardino, riunendo al bel portamento uoa facile conservazione.
Od giungere delle forti brine, le si tagliaoo i numerosi cauli
già pressoché distrutti, vicino a terra, si estrae con vanga la
massa dei suoi tuberi od occhi sotterranei, che ripuliti ben bene
della terra, si conservano durante l'inverno in cantine ben sane,
0 in altri luoghi dove la temperatura non salga ad 8 centigradi
e si coprono con sabbia asciutta.
In principio d' aprile si levano, si dividono gli occhi dalle
radici, si prepara la loro dimora vangata profondamente e ben
concimata con letame consumato ; vi si piantano gli occhi alla
distanza di 40 a 50 centimetri fra di essi, in tutti i sensi, alla
profondità di pochi centimetri; si lasciano cosi fino alla loro
vegetazione che si manifesterà nelle prime belle giornate di
maggio, quando il calore sì farà sentire; si puliscono dalle
cattive erbe, procurando di non guastare gli occhi.
Appena giunte a 30 o 40 centimetri d' altezza, si conci-
mano di nuovo in copertura con letame cavallino fresco e trito ;
indi qualche raro innaffiamento che, coli' avanzare della stagione,
si farà sempre più frequente, mantenendole tutto 1' estate in di-
screta freschezza. Non mancheranno in tal modo di far bella
mostra per tutta la stagione.
Chi a primavera ponesse in cassone a vetriata a vegetare
cotaii occhi avrebbe una vegetazione più precoce e rigogliosa
e procurerebbe la .vita a tutti gli occhi, perocché nelle primavere
fredde e di soverchia umidità, qualche occhio s'infracidisce e
muore.
* « «
Marzapani di crema. — Da una parte si sbattono sei
bianchi d'uovo in spuma assai densa; dall'altra si preparano
con 500 grammi di zucchero, la quantità d' acqua necessaria e
UQ baccello di vaniglia, uno sciloppo che si lascia cuocere fino
al punto più alto di diluizione. Allora s'incorporano poco a poco
in questo sciloppo, agitando vivamente, i bianchi di uova sbattuti
in schiuma densa, il che forma una pasta assai solida, perchè
si possa raccogliere entro un cucchiaio ordinario, e si distribuisce
ciascuna parte così divisa entro adatti pezzi di carta. Durante
la cottura che deve durare dai 26 ai 30 minuti in un forno
assai moderatamente caldo, bisogna tener d' occhio attentamente
1 pasticetti perchè non si colorino nè contraggano il menomo
sapore di bruciato che farebbe sparire quello della vaniglia.
Quando si ritirano dal forno e sono freddati, si bagna legger-
mente la carta al suo rovescio, onde poterla agevolmente staccare
e si lasciano esposti per qualche momento alla bocca del forno
onde si asciughino perfettamente. Si conservano al riparo del-
l' umidità, e vengono serviti con sopra del fior di latte sbattuto
alla neve, oppure così semplicemte senza essere confettati.
*
* *
Contro i danni delF umidità. — Un' eccellente vernice
per preservare dall' umidità i muri delle case, e i legnami, so-
prattutto quelli che sono destinati a restare sotterra è la seguente:
Prendete pesi eguali : 1. di catrame di carbon fossile (che
si forma nelle fabbriche di gaz e costa pochissimo), 2. di calce
idraolica, o cemento romano o cemento di Portland. Fate seal-«
dare in caldaia il catrame fino alla temperatura di 70 ciré
gradi, e aggiungetevi il cemento rimenando fortemente fino a
completa mistione.
Questa mescolanza resta liquida e si applica replicatamente
ai muri con grossi pennelli, e così pure ai legnami. Meglio
però, per questi ultimi se si possono lasciare immersi per
qualche tempo nel liquido istesso.
*
* *
Conservazione degli asparagi. — Sistema consigliato
da un giornale tedesco. Gli asparagi appena colti debbono essere
asciugati e con cura, specialmente nella sezione tagliata: si di-
spongono quindi in un vaso di legno di cui preventivamente il
fondo è stato coperto con uno strato di almeno dieci centimetri
di crusca ben secca, mescolata con un poco di sale da cucina
pure bene asciutto. Si riempe il vaso facendo alternare uno strato
di asparagi con un altro sei centimetri della medesima crusca
mescolata col sale. Si chiude il vaso ponendo sullo strato sa-
periore di crusca uno strato di sego fuso che si è lasciato a
metà raffreddare. Si assicura che in locale secco, gli asparagi
cosi preparati si conservano freschi per un anno.
*
Cera o catrame per bottiglie. — Se volete una cera
da bottiglie molto economica, non avete che a far fondere parti
eguali di peceresina (la pece dei calzolai) o di pece greca
(colofonia), mescolandole bene insieme.
Ma se volete una cera di migliore aspetto aggiungetevi
una parte di gomma-lacca per ogni due di pece, e un colore
economico come il nero fumo, o il vermiglione.
La miglior maniera poi di incatramare le bottiglie, dopo
averle ben chiuse, è di immergere nella ceia fusa la sommità
del collo della bottiglia, e di farla girare orizzontalmente sicché
vi si stenda attorno uno strato uniforme della cera stessa, ra-
pidamente solidificata dal freddo istesso della bottiglia.
Cappello a cilindro. Per aver il cappello a cilindro sempre
lucido e brillante come il giorno che 1' avete comperato, prendete
una spazzola morbida, versatevi sopra una goccia d'olio di man-
dole dolci, discioglete ben bene questa goccia sulla spazzola
fregandola sopra un foglio di carta bianca e poi spazzolate il
cappello, indi ripassatevi sopra un pannolino morbido, un foulard,
per esempio, e il vostro cappello diventerà come nuovo.
Se il capello è danneggiato per acqua o pioggia, si può
adottar il seguente metodo. Spazzolate acuratamente il vostro
cappello con una spazzola morbida per togliere la polvere. Prendete
un pezzo di flanella grande come un fazzoletto, oppure una pelle
flessibile, fatela scaldare al fuoco e ripassatela con forza sai
cappello nel corso del pelo. Dopo due o tre fregatine la seta
riprende il suo lucido ed il vostro cappello ridiventa nuovo.
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Agenzia della Società Agraria della Dalmazia in Zara
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Esce il primo ed il terzo mercoledì d'ogni mese.. L'abbonamento annuo è di fiorini 2 anticipato. Per l'estero franchi 6. Semestre in
proporzione. Dirigere le lettere e gli assegni alla Kedazioue del giornale.
N.o 944
La Direzione della Società Agraria della
Dalmazia, convocata a seduta straordinaria nel
g-iorno 25 corr.,
• vista la dichiarazione deposta a p. v. nella
seduta 6 corr. del Consiglio Agrario provinciale,
da parte del sig. barone Gondola, la quale suona:
„r attività della Società Agraria porta più
^d'anno che vantaggio all' agricoltura della Dal-
pmazia"
ha deliberato ad unanimità di voti quanto
segue:
I. Il sig. barone Gondola viene pubblicamente
invitato ad appoggiare con dati e circostanze di
fatto r asserzione portata a carico di questa
Società e provare che essa è piU di danno che
di vantaggio aW agricoltura della Dalmazia ;
II Tale prova si attende entro il perentorio
termine di un mese, mediante la pubblica stampa.
Dalla Direzione della Società Agraria della Dalmazia
Zara 26 giugno 1894
Il Presidente
Tusio
Segretario
D. AlaceTieh
ari la kera Tdtii oolgg irUe alla
Noi interessati in prima linea ad occuparci dalla
più triste e lugubre notizia che poteva colpire que-
sta disgraziata nostra Dalmazia, siamo stati invece
i soli a limitarci a due righe di gazzettino.
Poiché, non ci ha tanto colpito la notizia della
comparsa, che dovea essere quandochessia inevitabile,
quanto invece ci ha profondamente rattristato che
essa appena adesso ufficialmente constatata, già esi-
ste da più anni; che già la si trova in più luoghi;
e clie in ogni luogo ha non pochi focolai d'infezione!!
Ecco il fatto triste e scandaloso; ecco l'ultima
prova che la Dalmazia si vuole ad ogni costo con-
durla alla catastrofe, per ridurla ad una Siria sterile
e deserta.
Che la commissione abbia fatto il proprio do-
vere, e che porti cento prove della propria opero-
sità cartacea, a noi ciò poco importa. 11 fatto è questo,
che mentre si impiegarono tutti i me{{i possibili per
tenerla lontana, la filossera invece con tutti i
più comodi prendeva pacifico possesso; e quando
ormai era impossibile di troncarle la baldanza, allora
si svelò per burlarci di noi e dire a chi la custodiva:
non fanno per voi gli occhiali, ci vedete corto corto.
Dal momento che la comparsa della filossera si
sapeva che sarebbe un male inevitabile, non bastava
nò una commissione ad usum delphini; ci volevano
altri mezzi piti pratici; ci volevano altre persone di
più naso; ci voleva insomma un altro sistema, quel
sistema che appunto ci manca, e senza il quale sem-
pre da noi andranno Ije-cose a rovescio.
Così la filossera avrebbe dovuto lottare 40 e 50
anni per divorarci quei 100,000 ettari ^ nostri vi-
gneti — la nostra unica ricchezza, la nostra esistenza,
la nostra gloria — quand' invece fra 12—15 anni
una pietra sepolcrale potrà ricordare come per un
falso sistema la Dalmazia ha perduto 300 milioni di
capitale.
Ne ci lusingano le commissioni, e i manifesti,
proibitivi; poiché questi non arresteranno ne di un
giorno ne di una vite che il flagello non si avanzi e
che non dià l'ultimo colpo mortale alla nostra esi-
stenza.
Abbiamo con occhio attento accompagnato il
grido d' allarme e di dolore di tutti i nostri gior-
nali provinciali, ma la base fondamentale della fa-
conda non venne toccata.
Sebbene ci consta che la nostra Società agraria
ha intenzione di fare un caldo appello a tutti 1 pos-^
Bidenti ed agricoltori della Dalmazia, noi intanto,
fin d' ora dobbiamo caldamente raccomandare a tutti,
l'unico mezzo come si potrebbe resistere al male,
superando questo colpo mortale, senza soccombere.
E il primo mezzo è di fidarci delle nostre forze.
Invocare aiuti o rimedi; lusingarci che con ordinanze
proibitive il male si arresterà; attendere lumi 0 pra-
tici consigli da commissioni, sono tutto paliativi di
nessun pratico valore.
Noi dobbiamo calcolare anzitutto che questo ca-
pitale di 300 milioni di fiorini fra 12—15 anni sarà
perduto, e che le nostre condizioni economiche non
ci permetterano in questo breve periodo, di rinno-
varlo coir impianto di viti americane, — impianto
che costa molto di più che non fosse colle nostre
viti.
Senza calcolare le spese peculiari, ci vogliono
per lo meno SO suLULlonA. di giornate di
lavoro, per operare quei prodigi di lavoro e di ca-
pitale che si sono fatti in Francia.
Si tratta dunque di prolungare l'agonia, ed in
GAZZ^TINO
Il 9 luglio. — Il passato anno in questo giorno nove
soci raccolti in an locale del Grand Hotel tenevano la prima
seduta e nominavano la Direzione. Qaei giorno la Società con-
tava poco più di 100 soci. E oggi, in un solo anno di tempo,
quanta strada la società ha proficuamente percorso ! Quante belle
ed utili cose si sono fatte o iniziate; e i 100 soci sono già
saliti a circa 1700 — millesettecento !
E quel certo prepotente barone ha V impudenza di ingiu-
riare una Società che conta la bagattella di 1700 persone.
* sfs ^
Conferenze popolari. — Domenica 8 corr. il signor
Pietro Lorini tenne una conferenza (IX) sulla legge 3 aprile
1875 e relative ordinanze sulla filossera. Erano presenti 63. In
chiusa si estrassero tre premi e si distribuirono 25 libretti
d' agricoltura.
Domenica 15 corr. il signor A. prof. Nimira tenne una
conferenza (X) sugli insetti nocivi dell' ulivo. Erano presenti 66.
In chiusa si estrassero tre premi e si distribuirono 30 libretti
d' agricoltura. « * *
Il primo yivajo di viti americane. — Col più vivo
interesse abbiamo rilevato che il signor Giuseppe Filippi di
Zara proprietario di una buona parte dei vigneti di Ulbo, dà
il primo saggio di queir intraprendente coraggio, pel quale
onicamente la Francia venne liberata da una terribile catastrofe
economica. Egli senza perdere tempo, ha stabilito coi suoi coloni
per rimpianto di un grande vivajo di ?iti americane; vale a
dire 500 talee e 500 barbatelle di v. riparia ; l'istesso di v.
rupertris; l'istesso di v. solonis; in tutto 3000. In questo modo
il danno che dovea condurre fin all' ultima rovina gli abitanti
dell' ìsola, appena saranno sensibili, poiché man mano che le
viti nostrane verranno distrutte dalla filossera, seguirà l'impianto
di viti americane. Da informazioni prese dal signor Filippi,
dobbiamo sperare che le 3 qualità di viti corrisponderanno alla
natura del suolo, e che le stesse vi alligneranno. Di questo
esperimento noi terremo informati minutamente i lettori, poiché
è afiare che interessa tutta la provincia; e dai risultati che si
otterranno, si potrà stabilire le qualità delle viti da adattarsi
pei singoli terreni, come pure se negli attuali vigneti (specie
per le isole e litorale sassoso) si potrà sostituire la vite ame-
ricana, la quale fatalmente prospera per lo più in terreni profondi.
L'esempio del signor Filippi dia coraggio ai nostri pos-
sidenti; e nel prepararsi alla lotta, non si dimentichino del
detto: audaces fortima juvat, poiché dove si sarà incerti nel-
r esito, si dovrà tentare la sorte.
* «
Risposta comulatÌTa prò filossera. — La comparsa
della filossera ha impressionato profondamente tutta la provincia.
Numerosissim«« lettere da tutte le parti ci giungono, domandan-
doci consigli. È una tempesta di domande, alle quali rispondiamo
comulativamente. E la risposta generale é questa.
Sta bene tenerci pronti, e prepararci con tutti i mezzi a
combatterla. Non bisogna però precipitare. Noi abbiamo anzi-
tutto una durissima questione da sciogliere: la qualità della
vite americana da adattarsi ai diversi terreni. Bisogna attendere
i risultati delle prime pratiche che verranno fatte nei luoghi
già infetti. D'altra parte si tranquilizzino i nostri possidenti;
poiché la commissione filosserica ha preso in generale delle
buone disposizioni, (meno il deciso 5 che assolutàniente è pe-
ricoloso e per nulla pratico) e che completate col tempo, noi
speriamo che si rendeiranno efficaci. Quelle disposizioni l'Eccelso
Ministero, siamo certi, le appoggierà, (meno il 5.to) perchè
appoggia sempre qualunque cosa, purché fatta con cognizione
di causa e seriamente. E se quelle verranno tosto poste in
effetto, la filossera rallenterà di molto il suo corso ; e questo è
già un grande guadagno che farà la provincia. L'impianto poi
di viva], e l'istruzione che si divulgherà in provincia tanto per
mezzo della stampa, quanto per mezzo di maestri, porranno in
grado i nostri possidenti a regolarsi da se, ed intraprendere la
lotta nella sicurezza di riuscirci. S'inonda da sa che tutti i due
nostri giornali s'occuperanno per lungo tempo di preferenza su
questo argomento per noi vitale.
Casse Beiffeisen. — Da notizie ricevute da Spalato,
sentiamo con piacere che 1' egregio cittadino il Dr. Fortunato
Karaman, in seguito ai due interessanti lavori da esso pubblicati
suir istituzioni di casse di risparmio, si adopera di porre il suo
progetto in pratica, colla fondazione di due casse di prestito nei
due borghi đi Spalato. Siccome da noi in generale per ogni
qualunque istituzione utile e buona, si trovano oppositori e av-
versari, còsi sarà assai difficile che non li trovi anch'esso. Ma
che perciò? La santità della causa che propugna, lo farà forte
per combattere con esito felice.
I due borghi di Spalato sono due campi propizi per poter
con esito favorevole effettuare l'impresa. Egli vincerà ; e quella
vittoria avrà un doppio trionfo : un bene per Spalato, e 1' e-
sempio che dovunque in provincia verrà man mano imitato,
sulla base del motto: eocmpla tràhmt. « 4: *
Seduta della Direzione. — La XI seduta della Direzione
della Società agraria della Dalmazia indetta pel 13 corr. n(m
si potè registrarla nel protocollo, perchè avendosi dovuto trattare
r argomento dei nuovi locali della Società, la discussione d
protrasse quasi due ore, e per tal guisa l'ordine del giorno
non si è potuto svolgere. La seduta quindi verrà ripresa alia
prima occasione.
IN FJ^SCIO
Pulire i bronzi dorati. — Devonsi prima pulire dalla
cera o d' altre materie grasse, se i bronzi ne sono imbrattati,
e ciò mediante una soluzione calda di poca soda e di potassa
in molt' acqua. Si lasciano indi asciugare le parti così nettate,
ed intanto si prepara un miscuglio di : Acido nitrido (acqua
forte) grammi 52, Solfato d'alluminia grammi 4, Acqua pura
grammi 1S5.
Quando i bronzi sono asciutti s'immerge un pennello mor-
bidissimo in questo miscuglio, e con esso si passa leggermente
sulla doratura, lasciando poi seccare al calore del sole od a
quello moderato d'una stufa.
*
Pei gnarire la pipita del pollame. — Una barbara
usanza od abitudine, che si dovrebbe in ogni modo combat-
tere, si è quella delle nostre contadine di mutilare i poveri
polli quando si suppone o si giudica che soffrono di pipita.
Noi lo ripetiamo — appena che si accorge che un pollo
non beve più, esso è dichiarato affetto da pipita, e presto si
afferra il disgraziato, gli si esamina la lingua, e quasi sempre
gli viene strappata alla punta una sostanza cornea biancastra,
la quale è una specie d'unghia data da madre natura al pol-
lame perchè possa raccogliere i grani e granelli di terra.
La pipita per lo più proviene da afte ossia ulceri che si
trovano nella gola.
Presa al suo manifestarsi, questa malattia è di facile gua-
rigione. Basta un piccolo pezzo di burro grosso quanto una
nocciola e d' un altro d'aloe pari ad un pisello.
Introdotto l'aloe nel burro si forma una pillola e questa
si fa ingoiare al pollo. — Un'ora dopo l'individuo è guarito.
*
Contro i pidocchi dei bovini. — La benzina è effi-
cace per distruggere i pidocchi dei bovini. Se ne versano a
più riprese 30 o 35 grammi nel cavo della mano e si frega,
si strofina la parte dell' animale invasa dai pidocchi ; se occorre,
si ripete l'operazione dopo qualche giorno.
Soci della Società agraria della Dalmazia che pagarono
il canone pel 189é.
Lorenzo Gilardi, Spalato — Romano Vlahov, Zara — Dr.
Natale Krekich, Zara — Cristoforo Mazzocco, Zara — Conso-
lato italiano, Zarà — Giuseppe Brčić, Zara — Stefano Bar-
bieri , Zara — Michelangelo Loiardo, Zara — Pietro Androvié,
Zara — Dr. Luigi Ziliotto, Zara — Luigi Giaccich, Zara —
Giuseppe Perlini, Zara — Caff^è Europa, Zara — Michele prof.
Katurié, Zara — Colano conte de Fanfogna. Zara — Onorato
Crespi, Zara — Federico Gaspar, Zara — Rodolfo Benedetti,
Zara — Tomaso Barato, Zara — Vincenzo prof. Danilo, Zan
— Pietro Lorini, Zara — Giunta provinciale, Zara — Ca£%
Colonna, Zara — Antonio Zarich, Zara — Don Antonio Da-
vesco^i, Zara — Andrea Calussi, Zara — Ferdinando Tepper,
Zara Leopoldo cav. Stermich, Zara — Pericle Christofidis,
Zara — Dr. Giorgio de Nachich Osljak, Zara — Giacomo
Giuppani, Zara — Dr. G. A. Buccich, Zara — Benjamino Vu-
kié, Zara — Listuzzi Andrea, Zara — Giuseppe Duplancich,
Spalato — P. M. Antunovic, Zara — Don Abondio N&sso,
Zara — Eugenio Giacasa, Zara — Cirillo Cattich, Zara ^ Ni-
colò Cattich, Zara — Pompeo Giampieri, Zara — Vincenzo
Caropresi, Zara — Mons. Marco Faccini, Zara.
Lo Stabilimento rifornito con naovi ed abili operai verrà
riaperto pei primi di agosto.
Al detto Stabilimento — laboratorio meccanico e fonde-
ria — sarà unito il lavoratorio di rami, che appartiene alla
ditta Savo da oltre un secolo (casa fondata nel 1781), e for-
meranno insieme una „Sezione Industriale", la quale avrà un'am-
ministrazione a parte da quella Commerciale.
La Sezione Industriale s' occuperà in ispecial modo della
costruzione d'Alambicchi di qualunque sistema, di Torchi per
olio e vino, di Pompe ; della fabbricazione di oggetti in ferro
e metalli fusi ; di qualunque genere di riparazioni di macchine
e attrezzi meccanici. Auguriamo allo Stabilimento le più pro-
spere sorti.
* *
Kovilje. — Sotto questo titolo è uscito l'annuario della
Società agraria della Dalmazia per l'anno 1894. In questo si
trovano i lavori del campo per ogni mese dell' anno e tutte le
notizie che riguardano la Società dal 1, luglio 1893 a tutto
giugno 1894. Si trova inoltre una serie di articoli popolari che
trattano diversi argomenti d' agricoltura.
A norma dello Statuto ricevono gratuitamente 1' annuario
ì soci fondatori i quali pagano 10 corone all' anno, ed i soci
utenti i quali pagano mezzo corona.
La società stamperà ogni anno l'annuario per rendere
cosi possibile anche ai più poveri agricoltori di associarsi alla
Società col pagare soli 25 soldi all' anno.
Quanto più numerosi saraiino i soci utenti tanto più ricco
in appresso sarà 1' annuario ; e gli agricoltori colla raccolta di
più annate, potranno dire di avere una piccola biblioteca d' a-
gricoltura.
I signori possidenti ai quali sta a cuore che i loro co-
ioni acquistino cognizioni utili d'agricoltura, farebbero opera
molto proficua ed utile coli' impiegare un paio di fiorini al-
l' anno ed iscrivere i loro coloni come soci utenti della nostra
Società.
Da ultimo facciamo noto che la Direzione ha fatto stam-
pare qualche centinaio di copie in più dell'annuario 1894. Si
raccomanda perciò ai signori direttori e segretari delle figliali,
di raccogliere dei soci utenti, ed ai maestri e parrocchi di i-
scrivere gli scolari più diligenti.
* * *
Malattia dei cavoli. — Il prof. A. Nimira nell' orto
sperimentale della nostra Società di proprietà del sig. A. Spada,
Ila constatato una malattia piuttosto estesa nei eavoU che ivi
crescono.
La malattia da cui sono affetti è il Cystopus candidus.
Pers. che sempre in unione alla Peronospora parassitica col-
pisce le piante crocifero.
I sali di rame, come si usano per combattere la perono-
spora della vite, giovano anche contro questi due funghi. Ecco
dunque un rimedio facile per combatterla, che probabilmente
la ci sarà anche in provincia.
*
® *
Ospite illustre. — Ai 31. di luglio lù qui di passaggio
il nostro benemerito socio onorario, il prof. Sp. Brusina, il
quale onorò la nostra società ed il suo presidente col visitarli.
Il giorno seguente proseguì per la Dalmazia con vapore appo-
sito messo gli a disposizione dal governo della Croazia. Il viaggio
ha scopi scientifici.
Col prof. Brusina si trovano altri 6 professori.
IN FJ_SCIO
Contro l'idrofobia. — 1. Tosto dopo essere stato mor-
sicato, comprimere la ferita in tutti i sensi onde farne uscire
il sangue e la bava.
1. Lavar indi la ferita con ammoniaca allungata con acqua,
oppure con acqua di lisciva, o saponata, o di calce, o salata o
con orina,
3. Applicare profondamente sulla ferito un pezzo di ferro
infuocato, e dopo alcune ore un largo vescigante, ripetendo
questa operazione qualora dopo caduta 1' escara si vedesse, che
la prima cauterizzazione non fosse arrivata fino al punto più
profondo toccato dal dente dell' animale. La suppurazione poi
dovrà essere mantenuta lungamente ; ed intanto amministrar bi-
bite diaforetiche (che promuovono il sudore), per esempio un
decotto di salsapariglia.
»Un medico degli Stati-Uniti d'America ha scoperto, che
alcune goccie di un acido minerale qualunque, versate pronta-
mente sopra una ferita prodotta dal morso di un animale arrab-
biato, impedisce all'idrofobia di apprendersi al morsicato''.
*
* *
Conserva di pomidoro. — Ve n'è cento e un sistema
di farla ; riferiamo quello che preferisce la nostra massaia (è,
del resto, il sistema pur seguito da tante altre), perchè ne ot-
tiene sempre i mogliori risultati.
Si scelgono i pomidori sani e maturi ; si spezzano e si
introduce subito tanto la parte liquida che la parte solida in
buone bottiglie nere ben lavate. Si fa una diligente tappatura,
lasciando qualche centimetro fra il contenuto della bottiglia ed
il tappo, legando il tappo con buon spago. Si pongono di poi
le bottiglie a bollire in un recipiente a bagnomaria lasciandole
nel bagno un'ora e mezza e, se occorre, anche due ore. Non
occorre aggiungere dettagli che la stessa esperienza suggerisce
a chi, con un po' di criterio, si accinge a tale lavoro. Qualche
bottiglia può rompersi e in qualcun' altra il contenuto può an-
dar a male per difetto del tappo, ma sono cose trascurabili.
La massa si conserva inalterata per lungo tempo. Per farne
uso si stappa la bottiglia e si prepara la salsa di pomidoro
come se si trattasse di frutti freschi, appena colti.
Per fare la conserva di pomidoro molti usano sopprimere
la parte liquida; è un errore^ perchè come hanno dimostrato,
specialmente Palmeri e Passerini, la parte liquida contiene ele-
menti utili, e, particolarmente, è dessa che tiene disciolta la
parte che dà il sapore alla conserva. Dunque non va soppressa.
La Persicaria Saccalina. {Pohjgomm Sachalinense). —
La siccità dell' anno 1893 e la seguente penuria di foraggi
richiamarono 1' attenzione pubblica sopra una pianta destinata a
rendere grandi servigi all' agricoltura : trattasi della Persicaria
di Sakhaiin (Foìlcgonum Sachalinense) della famiglia della Po-
ligonee che conta già: il saraceno, l'acetosa, il romice, il ra-
barbaro fra i vegetali alimentari.
Le qualità di pianta foraggiera inerenti alla Persicaria
Saccalina sono state dimostrate in seguito ad un ragguaglio
del dotto sig. Duchartre, all' Accademia delle Scienze il 13
giugno 1893 per opera del sig. Doumet-Adanson dell' Allier.
Le qualità alimentari furono studiate praticamente nelle
stalle di Oorbonnais, della Touraine e nella Sciampagna, fra
gh altri presso il sig. Gustavo Huot, presidente del Comizio
agrario dell'Aube.
Gli animali della specie bovina, ovina e cavallina si
mostrarono ghiottissimi dei giovani rampolli, nonché della
foglia fresca o secca loro presentata.
Medesimamente in Australia i bovini e le pecore si de-
liziano di questo foraggio.
Giusta r Indian Agriculturist, la Persicaria Saccalina sa-
rebbe conosciutissima e molto utilizzata come foraggio nella
provincia di Bengala.
Essa vi presenta il medesimo rigoglio come da noi, pe-
netra nei terreni più duri e si sviluppa con una rapidità me-
ravigliosa.
I gambi sono numerosi e fìtti ; entrano presto in vegeta-
zione e toccano in breve un' altezza di 3 metri.
Le esperienze fatte dimostrano in maniera indiscutibile il
valore come foraggio e 1' avidità onde il bestiame se ne nutre.
Una pianta giovine giunge presto a coprire delle sue
foglie uno spazio di un metro quadrato. La prima raccolta si
fa quando i fusti hanno raggiunto 1' altezza di 1 metro sino 1
metro e mezzo.
Se la seconda messa è abbastanza vigorosa, si fa un se-
condo taglio. Gli anni appresso si falcia liberamente tre o
quattro volte.
La quantità del foraggio accolto è valutata di 350 a 475
tonnellate per ettaro.
Soci della Società agraria della Dalmazia che pagarono
il canone pel 1894.
Ivanovié Stanislao, Stolivo — Don Ernesto Perié, Zara
— Giovanni Gutunié, Vienna — Matia Stipanovich, Zara —
Don Marcello Mondini, Zara — Vescovo Stefano B. Pavlovich-
Lucich, Macarsca — Medovich Demetrio, Zara — Giuseppe
Lestuzzi. Zara — Alfonso Conte Borelli, Zara — Caffè Prov-
videnza, Zara — Nicolò cav. de Trigari, Zara — Biblioteca
Paravia, Zara — Carlo Polisky, Zara — Pietro cav. Negrini,
Ragusa — A. Grioni, Zara — Marco Pavišić, Zara — Carlo
G. Tamino, Zara — Amministrazione comunale, Zara.
Nr. 16 Zara, 15 Agosto 1894 Anno li.
Organo della società agraria della Dalmazia
Esce il primo ed il terzo mercoledì d'ogni mese. L'abbonamento annuo è di fiorini 2 anticipato. Per l'estero franchi 6, Semestre in
proporzione. Dirigere le lettere e gli assegni alla Eedazioiie del giornale.
I I sseouio e teiimazioii
Ricorrendo il 18 corr, il natalizio- di Sua
Maestà il nostro Augusto Imperatore e tutti
i popoli della vasta Monarchialofesteggiano con
sincera esultanza. Non è piU una festa ufficiale ;
è piuttosto una solennità popolare ; tanto e l'af-
fetto e V ossequio che e si incarnato nei popoli
della Monarchia pel nostro Monarca, pel quale
piìt che una sudditanza, gli manifestano una ve-
nerazione un culto.
Anche la nostra Società ha già dei vincoli
di speciale riconoscenza e gratitudine verso il no-
stro magnanimo Imperatore e Re ; ed è perciò
che la scrivente, interpretando i sentimenti di tutti
i soci, devotamente rispettosa Gli presenta osse-
quioso omaggio, implorandoGli da Iddio Signore
ancora lunghi anni di vita e di splendore, a onore
e vanto della gloriosa Monarchia, e per la pro-
sperità morale ed economica dei Suoi fedelissimi
sudditi.
Dalla Direzione della 8ocierà Agraria
della Dalmazia
Zara 15 agosto 1894
Il presidente
E. M. Tusio m. p.
Segretario
Doimo AlaceTich
Le filiali ^ella nostra Società.
Prendiamo occasione da una relazione pervenuta
alla Direzione della nostra Società di una filiale della
provincia, per intenderci chiaro sopra un arg^onaento,
sebbene di natura alquanto delicato.
In questa relazione si dice che alcuni soci della
filiale domandarono più volte che cosa è della Società
e che cosa fa o lavora.
Preme.so che la Società conta appena un anno
di vita, noi diciamo che J1 programma d'azione pre-
fissosi dallo Statuto sociale (§. 3) è in piena azione,
e che si sono fatti dei passi quali non avreb-
bero potuto desiderare di più nemmeno gli ottimisti.
Non mancarono infatti discussioni, prelezioni ed espe-
rimenti; non si trascararono proposte, progetti e do-
mande al Governo, alla Giunta, ai comnni; non si
omisero premi e concorsi; non si mancò di promuo-
vere r organizzazione delle scuole e lo studio dell'agri-
coltura e dell' economia; si iniziò la divisione dei beni
comunali, e finalmente si organizzò la vendita di co-
cimi chimici e di macchine ed attrezzi agrari. Dunque
tutti i 6. punti prefissi dal programma in un solo
anno di vita si misero in moto, e parecchi già sono
in piena azione. Che se alcuni sono fino ed ora cir-
c scritti a semplici atti d' uffizio, o ad un pajo di ar-
ticoli stampati nei nostri giornali sociali, ciò facilmente
si spiega pel fatto che certi argomenti e questioni
non sì sciolgono in due e due quattro, quando anche,
vi fosse la migliore volontà del mondo da parte di
tatti i competenti fattori; quindi la riforma delle scuole
popolari, la divisione dei beni comunali, la promul-
gazioni di buone legeri d'economia etc. hanno b'sogno
di un certo tempo. Chi si accinge a fabbricare un
grande edifizio, ha pur di bisogno di raccogliere un
grande materiale per la fabbrica ; e quando si sono
raccolte le pietre necessarie, ed è li pronta la calce,
la sabbia, il legname ed altro, sebbene 1' edifizio non
conta appena una pietra assicurata per le fondamente,
tuttavia lò si può dire a metà pronto. Questo è il
lavoro della nostra Società.
Ma a questo punto si ha di bisogno di aprire
ben bene gli occhi. Poiché sarebbe una fatale illu-
sione il credere che la Direzione composta da pochi
membri, essa sola abbia il compito di fare tutto. Noi
diciamo che essa assai poco potrebbe fare, quando
alla sua intrapresa non si unissero le forze dei singoli
soci, ed in modo speciale l'azione unita delle singoli
filiali.
Ed invero: a che cosa tende la Società agraria
della Dalmazia? al risorgimento economico della po-
polazione, ed allo sviluppo dell'agricoltura. Con quali
mezzi si può un tanto ottenere? coli'istruzione, colla
fondazione di società, di casse di risparmio, e di con-
sorzi; colla diffusione di sementi, animali, macchine
e attrezzi, e con altri consimili mezzi.
Quando la Società avesse dei capitali disponibili,
certamente che si potrebbero ottenere molte cose con
facilità e prestezza, Ma da dove questi capitali sociali,
con due fiorini che pagano i soci, ed i quali appena
servono per mantenere i giornali sociali, primo indi-
spensabile mezzo per fare propaganda, e preparare il
materiale?
A conseguire lo scopo, la Direzione si è ri-
volta testé all'eccelso IWinistero perchè'volesse dotare