^tala ed insultata dai Narod e da RUOÌ
pari, talché ormai ua insulto da quella
parte è cosa onorifica, perchè esso si-
gnifioa che V insaltato milita nelle file
degli onesti.
ISu questo terreno, V abbiamo già
detto, noi non seguiremo il Narod, noi
non siamo nella categorìa dei Gazzet-
tieri Eosa, e di quella stampa giornali-
stica inqualifìcabiie e demoralizzatrice,
che nata dal fango, col fango si alimenta.
Con gli onesti potremo forse anche
accettare una polemica d'indole perso-
nale, ma per farlo col Narod, dovremmo
rinunziare alla stima di noi stessi e di-
scendere al suo livello; ciò che è impos-
sibile. Ohi vive unicamente per insul-
tare due volte la settimana i sentimenti
di una nobile città, non può avere altro
sentimento che quello della bassezza.
Il podestà Trigari è avversario troppo
temuto dalla camorra venduta, perchè
ossa non abbia a tentare tutti i mezzi
per denigrarlo. Egli però sta troppo in
alto nella stima dei suoi concittadini,
ed ha troppi titoli alla pubblica grati-
tudine, perchè 1 vili attacchi del Narod
possano raggiungerlo. La questione
dell' impresa ferroviaria dalmata fu
tanto svolta, ohe se non fosse altro a di-
struggere ogni mistificazione, basterebbe
il noto fulminante discorso del com-
pianto Liubissa e unicamente il Narod,
può avere V impudenza di ripetere
ancora le stesse mistificazioni. Tutti
sanno che il podestà Trigari nè si
tolse dall' impresa, nè la vendette, ma
restò in società, ed a ciascuno può
ancora esibirò il relativo contratto.
L' affare dei mutui fu già piena-
mente svolto, 0 sarebbe ridicolo ritor-
narvi, d' altronde mutui li ebbero an-
che altre persone, che non hanno una
posiziono sociale non solo a Zara ma
a Spalato ed in altri luoghi, e le quali
non militavano nelle nostre fila, seb
10 o n o liv c n o/Ti. JOOoa. V lu gtainu^llc* ollO vt<^>'C«
11 cav. Trigari. Il torto però è nostro
di entrare in simili discussioni, quasi
il procedere di un Trigari, di un Iva
nics, potesse aver bisogno di giustifi
cazioni, o taluno di essi, avesse biso
gno di trovarsi a Vienna al Consiglio
dell'Impero, per far pensionare qual-
che consigliere, onde dar posto a qual-
che protetto 0 scongiurargli qualche cri-
minosa conseguenza. Gli attacchi dui
Narod non meritano che il disprezzo.
Se la Katolička Dalmacija avesse
letta prima la corrispondenza di Pago
inserita nel Narodni List di sabato,
non avrebbe certamente posto in dub-
bio la fede politica del partito cho
riuscì trionfante nelle elezioni del 27 e
28 ottobre. In quella corrispondenza
vi è un tale bouquet di frasi scelte,
di pensieri gentili e nobili, che nes-
suno può porre in dubbio essere desso ' _ ^ An!n t'Irvi lo /^Ì^TlltÒ un' emanazione autentica della civiltà
licaaa. Noi quindi non ci soffermere-
mo sui fiorellini croatici di quella cor-
rispondenza, considerando che dessa è
il rifiedso del carattere degli autori ed
inspiratori; io lutile è V uomo.
Quello però che non possiamo sor-
passare si è la parte meritoria della
stessa. — I licani di Pago immagi-
nano che quattro frasi da trivio, ed
una spropositata citazione di §§. di
una legge, che studiano, ma non ca-
piscono, basta a persuadere. Ci vuole
ifatti un' ingenuità unica, ad un impu-
denza tutta licana, per dire che le e-
ezioni furono fatte sulla base delle li-
ste compilate dal Podestà.
Quando in un corpo elettorale che
conta appena 70 elettori, dopo la com-
)ilazione della lista per parte del Po-
destà, il Commissario politico vi can-
cella dieci degli elettori inscritti, che
realmente hanno diritto di voto in quel
corpo, ed invece vi aggiunge ventidue
3roletarì, e sulla base di questa lista
così rettificata si fa l'elezione, domandia-
mo noi, da chi fu compilata quella li-
sta? L'addotta giustificazione è quindi
un tentativo di declinare dal vero au-
tore la responsabilità, sulla paternità
delia lista e sui vergognosi mezzi, che
furono posti in opera per comporla nel
modo che fu da noi dimostrato. Se i
licani di Pago non hanno migliori ar-
gomenti a giustificare il loro proce-
dere, li consigliamo a tacere piuttosto,
e pensare invece al modo, per approf-
fittare dei vantaggi della riportata vit-
toria, onde imporsi ad un intera po-
polazione, che non è, nè mai volle es-
sere, nè sarà licana.
e Giustina prenderanno posto nell'oscillante,
per andare alla luna, è deciso di vendicarsi,
facendo saltare in aria il loro meccanismo.
Anch' egli si è costruito un oscillante; e starà
aspettando i suoi rivali nelle ultime regioni del-
l'atmosfera, per sfidarli a lotta mortale. Ma Miss
Zibaldon ha scoperto i suoi disegni ; Miss Zi-
baldoo. la strana viaggiatrice inglese, che ha
comperato a peso d'oro il diritto di montare,
in questo .primo viaggio, alla luna.
E qui abbiamo una delle più riuscite scene
del romanzo : un duello tra due oseillanti, li-
brati suir atmosfera. Le armi sono l'elettricità
e la luce; vinto dalle quali, il prof. Tekhudej,
disperato, manda in frantumi sè e la sua mac-
china mediante una torpedine.
E così Barbicane coi suoi può arrivare sano
e salvo al nostro satellite, che viene descritto
con rara erudizione dal sig. Bersa. La man-
canza dell' aria produce nei viaggiatori delle
allucinazioni stranissime ; e la diminuzione
del loro psso li fa quasi volare sulle rovine
vulcaniche della povera lana. Barbicane e
Giustina, in mezzo a quell'idillica quiete, si
confessano il loro amore; e finalmente, dopo
molte altre avventure, toccate ai nostri per-
sonaggi, che tengono sempre desta l'atten-
zione del lettore, ripigliano terra a Trieste,
dopo dieci giorni di viaggio,
Clazzettìno della città
e della provìiicia^
In seguito al deliberato della Oa
mera di Commercio e d'Industria, proso
nella seduta del 24 ottobre d. la Pre-
sidenza rassegnava al sig. Ministro del
commercio il seguente atto, che ci
fu gentilmente comunicato:
Eccellenza.
Nella seduta del dì 24 corrente fa comu-
nicato alla Camera il riv. ministeriale dispaccio
di data 4 corr. N. 1750, relativo alla nomina
del sig. d.r Buiat a membro del Consiglio di
Stato ferroviario.
La Camera non poteva non risentire quella
penosa impressione, che già aveva destata
generalmente, ed in particolare nei Circondari
di queste e delle altre due Camfire di Rovigno
e Ragusa, una nomina, che poneva in non cale
le concordi proposte delle tre Camere di Zara,
Ragusa e di Rovigno, che si erano concretate
nel mettere innanzi, come meglio che altri,
capace a fungere quell' incarico il sig. Podestà
di Zara cav. Nicolò de Trigari, per dare pre-
ferenza alla proposta isolata della Camera di
E qui il romanzo avrebbe potuto finire col
matrimonio di Giustina e Barbicane ; ma il
signor de Beisa ha voluto ancora dare corso
alla sua fantasia. •
Il matrimonio^si va a celebrare sulla luna,
e pérfino il ^rimo figlio di Giustina vedrà la
luce sul nostro satelite. Il| quale, per cura
dei fisici e dei maÈèmatici, ripiglierà il suo
movimento di rotazione, si avrà t' atmosfera,
e sarà finalmente abitabile.
E già alcuni piccoli villaggi sorgevano sulla
luna, ed alleggerivano così la popolazione ter-
restre, quanto un chimico ehinese fece la
prodigiosa scoperta dì cangiare i sassi in pane.
A questa conquista della scienza umana, si
depose il pensiero di colonnizzare la luna ;
giacché oramai in terra ci sarebbe stato pane
per tutti.
Così il romanzo finisce ; romanzo che si
raccomanda per 1' erudizione, per la fantasia,
per lo spirito e la vivacità non comune del-
l'egregio autore. Noi lo raccomandiamo a tutta la
gioventù studiosa, perchè da esso imparerà, di-
vertendosi, molte cose appartenenti alle scienze
esatte ; e lo raccomandiamo anche agli adulti,
che vi passeranno, ridendo, un paio d' ore.
L. D.
Spalato, riguardo il sig. d.r Bulat, da V. E.
prescelto.
Doveva recare poi non lieve sorpresa il
motivo, che V. E. si compiacque di dare per
tale preferenza, vale a dire il difetto di una
concorde proposta di qaesta Camera con quelli*
delle Camere di Commercio e d'Industria di
Rovigno, Spalato e Ragasa ^ "in Erman-
„glung eines einvernehimlicheà Vorschlages àer
„Geehrten Handel und Gewerberkammer in
„Rovigno, Spalato und Ragusa" — Siccome tale
motivo stà in aperta contraddizione col fatto,
che le tre Camere di Zara, Ragusa e Rovigno
hanno fatto una proposta uguale, dovuta alle
loro precedenti cointelligenze, così esso de-
vesi ascrivere ad un semplice errore nella re-
dazione del dispaccio.
Intanto questa nomina oltre che è altamente
pregiudicevole agi' interessi delle tre Camere,
viene anche di mortificazione per la loro di-
gnità.
Era di somma importanza, che Zara, così
ingiustamente trascurata nell' argomento ferro-
viario, avesse una voce, che sarebbesi elevata
in f5uo favore nel seno del Consiglio ferro-
viario, ed avrebbe dimostrata come questa
trascuranza partisse da incompleta apprezza-
•zione delle vero condizioni di fatto. E questa
voce sarebbe stata sempre pronta a propu-
gnare anche gì' interessi dei Circondari di Ro-
vigno e Ragusa, ai suoi non opposti, mentre
non avrebbe avuto nessuna ragione per com-
battere quelli di Spaiato già stabiliti con la
creazione delle linee ferroviarie decretate.
In quella vece ì tre Circondari nel rappre-
sentante da V. E. nominato non avranno nes-
suna simpatia, non tanto perchè una giusta
valutazione dei reciproci interessi lo debbano
porre in una situazione opposta, quanto per
le passioni e risentimenti di partito politico.
Creato il Consiglio ferroviario a scopi mera-
mente economici, ognuno avrebbe dovuto spe-
rare, che quelle passioni avrebbero trovato
cniusa la porta al loro ingresso nella sala, in
cui seguiranno le sue deliberazioni. La pre-
ferenza data alla isolata proposta della Camera
di Spalato desta seri timori, che quel Con-
siglio abbia da essere inspirato soltanto ai
bisogni economici, ed ai giusti diritti.
Dalla equanimità di un Ministro, che siede
nei consigli della Corona, ed a cui è affidata
la tutela d'interessi tutto altro che politici,
ognuno ha ragione di attendere deliberati, che
abhiaiso per base soltanto la fondata valuta-
žioiia dì quasi' interessi.
Non per nulla la legge organica del Consiglio
ferroviario ha stabilito, che i 24 membri da
; ^:(:gUerr5Ì da V. E. dietio proposta delle Ca-
iiiere avesse per base questa proposta.
Se Olio dei principi più incontrastabili del si-
stema costituzionale, è quello del rispetto alla
volontà delle maggioranze, questo principio
avrebbe dovuto mettere considerazione pre-
ponderante quando trattavasi di una proposta
complessiva delle quattro Camere di Commercio.
Nel riv. dispaccio 5 luglio 1884 N. 1192,
V. E. eccitava la Camera a proporre un mem-
bro, ma senza porsi in accordo con le al-
tre 3 Camere por la proposta.
Essa ha fatto di più, e si è posta in cor-
rispondenza per tale proposta.
Se delle tre Camere, due hanno dato il
loro appoggio a questa, ricusandolo solamente
quella di Spalato, ciò non voleva dire, che
questa rappresentanza è in opposizione alle
mire delle altre tre: avrebbe dovuto bastare
questo riflesso per non dar loro ragione.
La Camera per questi motivi ha deliberato
di far conoscere alla V. E. la penosa impres-
sione destata da questa nomina, e le ^uste
sue preoccupazioni per la realizzazione delle
sue aspettative in argomento ferroviario.
V. E. vorrà accogliere il presente atto uni-
camente come una delle attribuzioni, che la
legge organica delle Camere di Commercio dà
loro, di fare presenti direttamente le lagnanze e
proposte intorno ad interessi riguardanti il
commercio e l' industria.
Zara, 28 ottobre 1884.
^ ' Il Presidente
S. SALGHETTI-DRIOLI.
I II IIL-XiUjjte
già da qualche tempo erano stati attaccati
dalla filossera. Se si riflette poi che anehe
nei vignati del Wienerwald, ed in Gumpolds-
kirchen si vedono già da qualche anno gl'io,
dizii dell'infezione, è forza concludere, che i
nostri bei tempi della rinomata produzione
vinicola sono terminati, fino a che non ai
abbia la speranza di nuovo prodotto, sebbene
dopo più anni, dalla vite americana resistente
air infezione. L' energico procedere del Miai-
stero d' agricoltura ungherese, il quale pro-
gettò di far venire già nel prossimo anno un
milione di viti resistenti dall' America, spe-
riamo che non resterà senza influenza nel no-
stro governo. Se si avrà curasche anche presso
di noi, i proprietari di vignati devastati dalla
filossera, possano avere secondo il bisogno di
tali trapianti, potranno sperare di superare in
10 0 20 anni la calamità della filossera.
Abbiamo riportata questa notizia quale
avvertimento ai nostri possidenti, onde
non ommettano tutte quelle precauzioni,
che giovano a salvarli da una calamità
che sarebbe la rovina della Provincia.
Il ministro del commercio ha nomi-
nato amministratore di posta in Cattare
queir i. r. ufficiale e dirigente 1' uffi-
cio postale in Cattare, Paolo Tironi.
Il Luogotenente di Sua Maestà i. e r.
Apostolica ha nominato il dottor Na-
tale Babarovich in provvisorio conce-
pista sanitario presso 1' i. r. Luogote-
nenza dalmata.
La Direzione provinciale delle finanze
ha nomitato il candidato al magistero
ginnasiale, Enrico Qelich, in cancellista
nella classe XI di rango.
Sotto il titolo Una supplica originale
a Sua Maestà l Imperatore alla Tages-
post di Gratz si scrive da Trieste : „Un
impiegato della Sildbahn di stazione a
Trieste, sloveno di nazionalità, di re-
cente innalzò una supplica a S. M..
l'Imperatore, nella quale pregava il
Monarca, a volersi degnare , di influire
perchè il supplicante sia traslocato da
Trieste a Lubiana. La domanda era
motivata con ciò, che a Trieste non vi
era qualsiasi istituto d'istruzione slo-
veno, nei quale il petente potesse na-
zionalmente educare i suoi figli; e ohe
questi nella scuola triestma veniva e-
ducati da irredentisti. Questa curiosa
supplica dalla Cancelleria imperiale di
gabinetto venne rimessa alla Luogote-
nenza di Trieste, che la proseguì alla
Direzione generale della Sùdbahu.
Il Segretario
Dr. G. Ghiglianovich.
Nella N. F. P. leggiamo la seguente
notizia sulla fillossera:
Come successe, anche in quest' anno si
vide palesamente poco prima della vendemmia
il danno cagionato alla vite dalla filossera.
Chi addietro una settimana avesse ispezionato
i vigneti sui pendii di Weidling, del Kahlem-
berg, di Nussberg, Grinzing, Sievering, \ Dò-
bling, dalle vili intisichite e spoglie di uve,
avrebbe potuto accertarsi del lavoro sotterraneo
di distruzione dell' insetto che va sempre più
propagandosi in maniera sconfortante. È>a
tali circostanze era da prevedersi, che non
sarebbero rimasti esenti i vigneti in Dorn-
bach. Ed ora da alcuni giorni è un fati;o che
anche i vigneti presso Alseck in Dorabar.h
Leggesi neh' Am. Balm.:
Contemporaneamente all' esposizione gene-
rale che avrà luogo a Budapest nell'anno
venturo, vi saranno esposizioni periodiche iu-
terzionali di animali, cioè, di cavalli, bovini,
lanuti, suini, conigli « volatili domestici. Vi
sarà inoltre un' esposizione apistica.
Coloro che intendessero inviare a quella
esposizione degli animali od oggetti, attinenti
all' apicoltura, vogliano rivolgersi alla Luogo-
tenenza, per ottenere i relativi programmi spe-
ciali, nonché le occorrenti stampiglie pella in-
sinuazione.
Notizie del €hoIera.
Italia. — Nel giorno 8 vi furono 3
ammalati nella provincia di Napoli; al
9 nella stessa provincia 1 ammalato;
nel giorno 10 non vi fu alcun caso.
Francia. — A Parigi: Dalla mezz^:
notte dell' 8 al mezzogiorno del 9 ^J
furono 48 ammalati e 12 morti. Dal
mezzogiorno del 9 alla mezzanotte 1S8
ammalati e 51 morti. Dalla mezzanotte
del 9 al mezzogiorno del 10 ammalati
55 e morti 27. Dal mezzogiorno del
10 alla mezzanotte morti 72. Dalla
mezzanotte del 10 al mezzogiorno dtl-
r 11 morti 36. Dal mezzogiorno alla
mezzanotte morti 20. Dalla mezzanotte
dell' 11 al mezzogiorno del 12 fur^^?
consegnati negli ospitali 132 am mala"
e ne morirono 51.
In Nantes vi furono nel giorno o
5. 78. ZARA, Martedì 13 Ottobre 18S5. Anno 4
Associazione.
Per Zara fi. 8 anticipatamente, se-
mestre e trimestre in proporzione
Per V impero Austro-ungarico fi. 9,
semestre fi. 4:50 trimestre fi. 2:50
Per gli Stati appartenenti all' XJ-
nione postale fi. 13 all' anno se-
mestre e trimestre in propor-
zione. Per gli Stati non appar-
tenenti air unione postale fi. 8
e di più l'aumento delle spese po-
stali, semestre e trimestre in pro-
porzione.
Un numero separato costa s. 10.—-
Un numero arretrato s. 16.
Inserzioni.
Giornale politico, economico, letterario.
Esce il martedì e il sabbato
v^mema
Le 12 Imi® di! piiiMftpikti
IV.
però spicca tutta la malignità
dei nostri capi-partito croati, si è nella
proposta ottava colla quale da essi si esigo
il trasferimento da Zara a Spalato di
alcuni degli uffici amministrativi.
Con questa domanda si dirige lo
strale contro la nostra città; è una di-
mostrazione ostile ed un atto di ven-
detta contro di essa. Zara è la città,
che per eccellenza fino ad ora ha re-
sistita a tutte le arti del partito croato,
dove né la" tentata corruzione, nà le
usate pressioni hanno potuto ottenere
i! loro effetto. Si adoperarono lusinghe
e minaccie, si posero in opera ipocriti
elogi e contumelie; alle lodi si unirono
le denunzie e le più vili calunnie. Qui
si diede alla luce l'organo magno del
partito croato ; si fondò la narodna ti-
sfcamića; ši costituirono gitaonica e sokol,
si chiàtìiarono in aiuto dalia provincia
proletari che nulla avevano da perdere,
ed ai quali a spese del paese si assi-
curava una comoda esistenza in mezzo
agli agi della capitale; si organizzò il
club centrale del partito; vi posero
sede i capi dello stesso — tutta questa
agitazione però riesci impotente a sna-
turare i sentimenti e le convinzioni
della nostra cittadinanza. Zara con
quella civiltà e coltura che la distingue •
rispettò il forassero, rispettò i principi
e le convinzioni di qualunque; ma volle
rispettati anche i propri, ai quali essa
restò fedeie.
Riuscite iuutili queste arti, si tenta-
rono altre vie Si volle compromettere
la di lei fkma. Verso una città glo-
riosa del suo tradizionale sentimento
di fedeltà al governo, s'inventò la ca-
lunnia dell'irredentismo; si tentarono
provocazioni onde creare disordini;
Zara però con sdegno respinse le ca-
lunnie, e disprezzando le provocazioni
fu superiore alle stesse, dando maggio
di senno civile, mostrandosi, qual'era,
un paese amante dell' ordine e della
legalità.
Tanta fermezza e costanza di carat-
tere e di principi suscitarono le ire e
l'odio di quelli che sono abituati a
APPENDICE,
DEI SEPOLCRI DELL' UER VE ¥
traduzione poetica libera di Giandome-
nico Stratico, vescovo di Lesina e Brazza,
tra gli Arcadi Tessalo Cefallenio. 1794.
(Continuazione, vedi Nr. 77.)
MEDITAZIONE DECIMA
SOPRA I SEPOLCRI DI PERSONE VECCHIE.
Leggo le varie etadi. In queste tombe
Giacciono assai, che il quarto lustro e
['1 quinto
Non passar oltre. Qui taluno intiero
D' un secolo sostenne il lungo corso.
Questi percorser della vita il cerchio,
E '1 tempo a man le decalvate teste
Al feretro portò. Tremulo il passo
Di forza scevro oltrepassar non puote,
Sebben angusta, la scavata fossa,
A cui trista canizie aitili gli trasse.
Non obbliaro i fiacchi vecchi infermi
D' esser mortali, ed il creator presente
Ebber fin dall' età fiorente e verde,
Quando immobil sembrava e trionfale
cangiare ad ogni mutare di vento, come
si fa di una frusta casacca, le proprie
convinzioni, se pur qualcuna ne hanno.
Con quel livore che è la caratteristica
del malvagio si giurò guerra e ven-
detta a questa città; e quale primo passo
a tale guerra e vendetta si è fatta la
proposta.di trasloco,
Rabbiosi che Zara, ferma nei suoi
principi, conservi la cittadina concor-
dia, e con questa ed un amministra-
zione, la' quale anziché all' agitazione
politica, mira all' interesse cittadino,
progredisca; tentasi la di lei rovina
economica e materiale, e credono rie-
scavi, togliendo a Zara la sua secolare
posizione di capirle della provincia;
privandola della sede delle autorità pro-
vinciali, che da secoli stanziarono sem-
pre in questa città. Questo è lo scopo
di quella domanda. Con questo mezzo
essi credono di privare Zara di uua
delle principali sue materiali risorse;
di toglierle il di lei lustro, di vedere
crescere, come profetizzava il Narodni
List, 1' erba per le sue piazze, di ri-
durla infine alle condizioni di una bor-
gata qualunque.
Ecco in qual modo i pseudo-deputati
tutelano e cercano gì' interessi del paese;
ed a quale sco|o essi pretendono farsi,
eleggere a rappresentanti della pro-
vincia. Sorpassando al fatto^^l% essi
vennero eletti n^l modo che tjìftf sanno,
non possono pretendere, e non Ha no
diritto di rappresentare il paese, u:
meno quei cinque, contro le elezioni d#f
quali pendono le relative proteste, nelle
quali colla prova più che certa si dimostra
l'illegalità dell' elezione, e la mancanza di
veste di seder in quella Camera, nella
quale s'introdussero con la violenza e
con la baratteria. Ohe se anche ciò
non fosse, domandiamo noi, avrebbero
essi avuto il mandato degli elettori alla
cui roviva congiurano ? Il danno ch'essi
tentano, se dovesse riuscire, non si
limiterebbe alla città di Zara, esso col-
pirebbe, ed in modo grave, tutto il di-
strette, con Beneovaz e Obbrovazzo in
specialità, che con la capitale hanno
si vivo scambio di commercio; se ne
risentirebbe tutto l'insulare fino a Lus-
sino ; ed a Sebenico, già tanto danneg-
giata dalla camorra croata, che sta in
tanti rapporti con Zara, se ne riflettereb-
Del tempo il carro, ed essi le dorate
Redini ne reggean; quando le snelle
Ore parean a lor piacere il ratto
Passo far lento. Non n' ebber l'avviso
Dal bianco crin, che giunse il freddo
[verno
Di decrepita età: stagion languente,
Morta stagion, quando nè il seme cade,
Nè frutto più produce, ed i custodi
Treman della magion, e a quei che stansi
Alle finestre una confusa nube
Toglie gli oggetti; quando al curvo dorso
Lieve locusta enorme peso appare.
Oh triste età! Quanto miglior saria
Un letargico sonno, o un' infantile
Reduce debolezza, onde sia occulta
La fiacchezza che investe, e che previene
Per lungo affanno e per continua morte
Quei dì pesanti, che a se stessi e ad altri
Per misera inazion molesti sono.
Se nelF ultimo albor manca alla lampa
L'ardente umor, quando di morte 1' ombre
Si fan spesso all' intorno, e come andarne
A provveder ed esser pronti, quando
Apre l'uscio lo Sposo, e a n««ze invita?
Senza il ricordo del senil languore,
Guai per colui, che in un sì lungo corso
Se medesmo obbliò, che i sommi detti
Dell' Autor suo divin non ebbe in mente.
fero le conseguenze. E tale danno chi
Jl ^che lo tenta? Quelli che si dicono
I rappresentanti di questi paesi.
• Con quale coscienza io zaratino Conte
*M. Borelli può associarsi a simili attentati,
per cooperare alla rovina della sua
patria? Continua egli in questo modo le
tradizioni delia sua famiglia? È questa
la maniera, con cui egli vuol rendersi
'degno della fama dei suoi antenati, e
mostrarsi erede di quell'illustre uomo
tanto grato e benemerito di questa città?
È questa l'eredità di afìetti e di citta-
dino sentimento dei quali era animato
jl'illustre suo genitore, la cui memoria
resterà imperitura in Zara, e della
quale egli, in ogui occasione con tanto
senno, con tanta abnegazione, e sagri-
nolo ue difese gl'interessi? Non lo spa-
venta la sola idea deli' onta, ciré col
suo procedere riceve quel nome cinto
fino ad ora di una tale aureola di gloria.
Onta che riescirebbe un obbrobrio, ove
si volesse dar ascolto all' opinione di
coloro che ritengono la sua eiezione un
mercato! Non crede egli infine, che qua-
lunque al suo posto, e nelle sue condizioni,
avrebbe alzato la voce per protestare
contro l'attentato alla sua patria.
Klaich, che si dice il deputato del
collegio forese di Zara; Supuk, che
ha la sfacciataggine di presentarsi alla
Camera come il rappresentante di Zara
e Sebenico, con quanta onestà occupano
tale 4?|)sto, mentre invece di curare
gfuìéressi di quelli che dicono loro e-
iettori, nè tentano la rovina per puro
stogo di un diabolico sentimento di odio
e di vendetta? È questo il mandato
che a Klaich diedero gli elettori dei
Comuni di Zaravecchia, Nona, Nove-
gradi, Sale, Selve e Beneovaz, ed è
questa la maniera, con la quale cre-
de di corrispondere alla fiducia, che
dissero di avere in lui? Lo elessero
essi forse perchè possa sfogare il suo
odio che ha per Zara, e provocare
la di lei rovina? Perchè nessun altro mo-
vente può esservi a tali pretese, che
| quello della più brutale passione. Nes-
sun motivo didatti nè politico nè eco-
nomico potrebbe giustificare le misure
chieste dai pseudo-deputati, ed esse
non si potrebbero spiegare che come un
atto di yeodetta verso Zara per parte
dei di lei più mortali nemici.
L'alma dal tempo avrà indurato e forte
Dal delitto e dal vizio l'uso indegno.
Troppo ferme radici avran gittate
L'usanze ree del cuor, che ad ogni fibra
Saran congiunte; e quasi altra sostanza
Reser un solo oggetto, al par del fosco
Color d'Etiope sulla cute, e come
Del leopardo la pelle ha le sue macchie.
Prodigio fia d'alto favor superno,
Se tal uom fugge l'eternai condanna.
Salvo sarà, ma per penace fuoco
Convien che passi. Ah! la vecchiezza è
[il verno
Di nulla produttor; gode il sagace
Coltivator de'pria serbati frutti
In algente stagion, nè allor si serba
Di sperar dalla terra il sen fecondo.
Tutto può il Nume eterno. Ubbidiente
Il nulla stesso al cenno suo risponde:
Sia la luce, Ei comanda, ed è la luce
Più ratta del pensier, più assai veloce
Del lampo. Essa dal sen del Re superno
Si spande, e fin le più remote e oscure
Della notte region passa e penetra,
domanda il Nume, e l'invecchiata scabbia
3ade dal corpo, e divien puro, Un solo
jenno del suo voler il cuore infrange
Del peccator più fermo, e a se il soggioga.
Sia pur da pochi dì ridotta in polve,
Le associazioni e gli importi di de-
naro, in assegni postali si dirigano
all' amministrazione del "Dalmata,,
in Zara. Chi non respinge il foglio
dopo scaduta l'associazione s'intende
obbligato per il trimestre susse-
guente.
Le corrispondenze devono dirigersi
affrancate esclusivamente al Redat-
tore. Le lettere non affrancate sa-
ranno respinte. I comunicati si in-
seriscono al prezzo di 9. 10 la linea.
Avvisi ed inserzioni a prezzo mode-
rato da convenirsi,
I manoscritti non si restituiscono.
Da una tale misura a Zara ed a
tutta la Dalmazia settentrionale potrebbe
derivare grave danno, ma nessun u-
tile nè alla provincia nè a qualsiasi
luogo della stessa in particolare. Si
crede, è vero con farisaica ipocrisia di
illudere Spalato, onde renderla arren-
devole a! partito croato, ma la gene-
rosa Spalato è accertata dal temico Da-
naos• altri sono i campi della sua atti-
vità, altre Io vie dell'avvenire che l'at-
tende; Spalato, ne siamo sicuri, ripu-
dierebbe anche un' apparente utile,
quando questo dovesse ottenerlo col
danno e Colla rovina di altri paesi.
Si spera di portare con tale questione
f antagonismo e la divisione delle due
città, e perciò anche la scissura nel
campc autonomo; ma Spalato [e Zara
conoscono i loro avversari, e le loro
mefistofeliche arti, ed entrambe sapranno
rimeritarle del condegno loro disprezzo,
e nella loro unione invece cercheranno
di lottare ancora per la salvezza della
patria, per la salvezza di questa mi-
sera provincia cosi basso caduta, da
dover esser rappresentata da tali rin-
negati — Spalato soffre già abbastanza
dalla prepotenza croata, e se essa in
altri tempi protestò contro la ipocrita
insinuazione, quanto più non pretesterà
ora che le tendenze avversarie sono
manifeste, intese a seppellire 1' ultimo
baluardo della coltura e dell' autono-
mia dalmata.
Quésta, come tutte le altre proposte
fatte dai pseudo-deputati croati, e da
noi superficialmente solo analizzate, per
quanto ce lo consentivano i ristretti
limiti del nostro giornale, dimostrano
le loro tendenze reazionarie e fatali.
S'insulta la patria magistratura, e si
attenta alla giustizia ; si fa onta al buon
senso dei Dalmati ; si distruggono le
ultime basì della coltura ; si procura
la rovina morale e materiale del paese.
Ecco ciò che si vuole. Tutti i Dalmati,
lo speriamo almeno, vedranno ciò che
si cerca, vedranno i pericoli che mi-
nacciano la causa della libertà e del
progresso, e tutti insorgeranno a pro-
testare contro il micidiale tentativo.
Fu la cooperazione dei nostri depu-
tati, che concorse ad aggravare la pro-
vincia di nuovi pesi; ma mai si vide
da essi una proposta, una domanda che
!i-JOi!UlBliliaBB
0 da più antica età la fragil salma,
Che uno spirto abitò, se a Lui pur piace,
Dall'obbliata tomba Ei la richiama -
Ma giusto è ancor del pari ; ah, non
[v' acciechi
Una falsa fiducia, anzi una folle
Persuasion di sua bontà, 0 mortali,
Che degli anni nel fior lunge mirate
La falce altera dell' aspra nemica.
Muovesi il cocchio, e al suo ferir declina;
Ma la rapidità ne cela il corso,
Che senza moto appar, che sì v'inganna.
Si approfitti dell'ore; ah, chi s'avvede
Come spariscan tosto? e finché torpido
Nella nave del corpo altri si giace,
Vicin forse è lo scoglio; e forse morte
La falce aguzza, e prende voi di mira.
Incauto augel così scherza sul ramo,
Vago di sua beltà svolazza, e scioglie
Nel suo grazioso errar sonori accenti.
L' occulto cacciator incurva intanto
L'arco, ed il dardo scocca. Pel sentiero
Dei venti vola morte, e al mal accorto
La vita invola, e la crude! ferita
Lo stende a terra, onde infelice preda
Nel più lieto garrir divien di quello.
Questo è il fato dell' uom! frivoli oggetti
Ruban gì' istanti, che a lui son concessi
La giustizia a placar, mercarsi il serto
meschinamente della polemica una corrispon-
denza personale, attaccando ad occhi chiusi
persone, che per nulla erano meco in relazione,
lo ti confesso d'aver creduto dapprima d'aver
che fare, se non con un dotto, almeno con
un intelligente zerbinotto; oggi invece mi sono
convinto che tu rispondi alle mie corrispon-
denze per vendette personali, e che le mie
accus>e ribalti con schiocchezze, proprie alla
tua razza. Giorni sono poi ho avuto occasione
di studiare i tuoi gusti delicati. Non c' è che
dire : tu. Prodan e Mastilevich siete un trinum
perfectum !
Con esseri che viven di mistificazioni, con gentfì
senza carattere e senza onestà, il polemizzare
riesce tedioso o, per dir meglio, ripugna, lo dun-
que ti ripeto: d'ora innanzi non baderò a quanto
tu in un giornalaccio sconosciuto possa scri-
vere a discolpa di coloro, che non poco coo-
perarono alla fine tua educazione ; mentre con-
tinuerò impavido ad infoi m:ire il pubblico di
quanto succede giornalmente di osceno in
questo capoluogo per opera dei suoi rettori, E
ciò ti busti adesso e sempre.
A quei signori zaratini, che hanno delle
proprietà in questo comune e che mi tempe-
stano di domande circa 1' andamento irregolare
degli affari comunali, risponderò d'aver esa-
minata la mia materia, d'aver cioè detto ciò
che poteva e doveva dire, e che per il resto
si rivolgano direttamente a madama Giunta,
la quale alle mie accuse non ha badato ; il che
fa vedere quanta connivenza vi sia tra essa
ed i nostri comunisti, i quali d' altro canto
senza rossore dichiarano sulla publica via
d'aver l'eccelsa Giunta in saccoccia.
Siamo inlesi, miei cari signori ? Rivolgetevi
dunque a comare Giunta; ma meglio ancora,
a compare Liubich e slate certi che le spie-
gazioni chieste vi saranno date, e che conse-
guirete quello scopo, che invano ha tentalo
conseguire il vostro Guleran.
X
Boi. — Colle notizie allarmanti, che cir-
colano sui cholera, non è a stupirsi so, come
le altre, questa buona popolazione è impres-
sionata, e se cerca di allontanare il contaggio
in tutti i modi possibili. E lo fa da se, e
fa bene, poiché i patres patriae non se ne
prendono cura, e non pensano ad altro, che
a terrorizzare ed a creare gabelle.
Giorni sono, sparsasi essendo la voce che
a Spalato era scoppiato il cholera, all' arrivo
del vapore comparvero sul molo circa venti
popolani, e con modi affatto urbani pre-
garono il capitano di proseguire il suo viag-
gio. 11 giorno di poi, essendosi ricevute no-
tizie più esatte, si lasciò approdare il vapore.
I nostri buoni patres patriae denunziarono
al giudizio quali perturbatori della pubhca
quiete quei venti popolani, od una parte di
essi.
E così è sempre.
Il terrore e la denunzia sono all'ordine del
giorno, come l'arbitrio è la più indecente pre-
potenza. E naturale che il nostro paese intero
rimpianga l'amministrazione Ivulich e deplori
la leggerezza dei Vusio, cne, conoscendo gli
uomini, non avrebbe dovuto rinunziare alla
carica di podestà, od almeno non avrebbe
dovuto permettere che gli uomini d'oggi pren-
dessero le redini del potere, perchè questi
uomini ambizioni, vani e dispotici non sono
nè amati, nè stimali, nè suscettibili d' amor
patrio. Si fanno temere semplicemente.
Ma hanno fatto il loro tempo.
X
Dal canale della Morlacca. — Poche
linee in fretta, per non perdere la posta.
Quest' oggi 31 agosto ho assistito alla se-
duta del nostro consiglio comunale.
Fra gli altri argomenti era portata all' or-
dine del giorno la decisione snl ricorso di
questa levatrice comunale, che veniva dimessa
senza motivo da questa amministrazione.
Devesi notare che la povera levatrice pre-
sta servizio a questo comune da ben 24 anni.
JiQtio il ricorso, prete Kosule (croato puro
sangue) presa la parola, cosi parlò :
„La decisione, accolta dall' amministrazione
comunale in confronto alla levatrice, è iniqua,
perchè si getta sulla strada una povera infe-
lice, che ha speso la vita servendo onorata-
mente questo Comune. Perchè ciò? Quando
noi vincemmo, si attendeva che la presente
Amministrazione riparasse al disordine (?) la-
sciato dall' Amministrazione Palcich. Cosa fece
la nuova Amministrazione ? Noi attendiamo
ancora la nomina del segretario".
„Veggo in qut^sta sala un figuro, che non
so cosa faccia, nè chi sia (parla di Giorgio
de Mirkovich). L' ufficio comunale è giornal-
mente contaminato da fatti, che la stampa
non può riprodurre. Il disordine regna V
vunque.—Non si sa chi comanda ecc. ecc.''
Un bravo di cuore al sig. Kosule.
In altra mia vi darò relazione sulla seduta,
che è rimarchevole pei molti episodi svolti-
visi.
Intanto oggi pella seconda volta il macel-
laio Cerijenko, fratello al nostro faccendiere
primo assessore Cerijenko Quaja, vendeva carne
bovina putrefatta.
Perchè poi egli la potesse smerciare, il Cer-
ijenko Quaja, primo assessore, faccendiere ecc.
ecc., aveva fatto proibire agli altri macellai di
vendere carne, fino a tanto che quella putre-
fatta del fratello macellaio non fosse esitata.
Vegga il podestà Por tada.
Ego.
X
Un nostro comprovinciale. — Leggiamo
nel Corriere di Gorizia i seguenti particolari
sulla morte del dr. Antonio Suttina, nativo
da Zlarin, presso Sebenico, medico di grido,
che dirigeva lo stabilimento termale di Mon-
faleone :
„Il dr. Antonio Suttina medico e dirigente
di questo stabilimento termale, è morto do-
menica sera nell' ospitale civico di Trieste. I
giornali, però, nel dare la prima notizia della
sua morte la dissero istantanea e 1' attribui-
rono ad apoplessia. Invece io vi so dire che
erano già 8 giorni che il povero dott. Antonio
si sentiva in condizioni di salute anormali e
poco soddisfacenti.
Domenica 22 p. p, si recò ad Aquileja e
ne ritornò la sera stessa. Lunedì si lagnava
di un certo malessere, e così poco bene passò
tutta la settimana.
Sabbato subì una crisi molto sfavoievole,
ma con tulio ciò disimpegnò le proprie in-
combenze allo stabilirne ito come di consueto.
Alle 2 pom. in obbedienza al suo espresso
desiderio lo si trasportò a Trieste, ed ivi alle
sette e mezzo dello stesso giorno spirò.
La sua malattia era tifo.
Tutti quanti ebbero occasione di conoscere
il dr. Suttina si sentirono gtandfmente im-
pressionati dalla sua morie. Era appena il se-
condo anno che egli dirigeva que&to stabili-
mento termale, e si era già tanto maneggiato
a prò' del medesimo, che gli sarebbe riuscito
di migliorarne gradatamente le sorti fino a
far risorgere queste Terme all'antica celebrità.
Non contento di giovare a Monfalcone il
dott. Suttina immaginava di sfruttare per Si-
stiana i molti pregi di quella baia, e sappia-
mo che, mediante anche l'influenza del prin-
cipe di Hohenlohe, vi sarebbe riuscito!
Sventura volle che la morte colpisse il dott.
Suttina, quando era appena al principio della
sua opera e nel fiore della vitalità.
Egli non aveva che 55 anni.
Tutti i dipendenti ed inservienti d'ilio sta-
bilimento amavano il dott. Suttina, perchè
congiungeva alla severità la più perfetta giu-
stizia.
11 povero dott. Suttina ha sopravissuto di
soli pociii mesi alla moglie, Sofia Suttina-
Buiti."
X
Mostra di aiiiiaali e testo di lingua.
— Kipurtiamo dall' Avv, Daliiut/^:
„Nei giorni 15 e 16 del incoato mese di
settembre avrà luogo a Trento una esposizione
di animali bovini e suini da razza, congiunta
(la razsa'ì) con una mostra di caseificio."
„Coloro che desiderassero un' esemplare del
relativo programma a stampa, possono riti-
rarselo presso la luogotenenza/'
E noi pure ce lo ritirammo presso la luo-
gotenenza, deplorando che tra gli animali suini
e bovini non ci siano da mettere in mostra
anche gli asininit
Posta per la marina da guerra. ~
La direzione della cancelleria miuisleriale della
sezione di marina inoltrerà jle spedizioni po-
stali per i seguenti legni da guerra, come
segue :
Per la cannoniera Nautilus, venerdì 17
settembre a Singapore (via Brindisi); arrivo
colà circa il 16 ottobre a. c.
Per la cannoniera lunedì 20 set-
tembre a Madera, (via Plymouth) arrivo colà
circa il 28 settembre a. e.
Per la corvetta Donau, martedì 14 settem-
bre a Lisbona, arrivo colà circa il 19 set-
tembre a. c.
Per l'Aurora, venerdì 17 settembre a Sin-
gapore (via Brindisi) arrivo colà circa il 16
ottobre a. c.
X
La scomparsa di un navìglio austria-
co. — Da un rapporto del Lloyd dì Londra ve-
niamo a rilevare che la nave austriaca Mie-
roslaw, di propietà della Ditta Tarabocchia
di Trieste, partita cinque mesi fa da Filadelfia
con carico di petrolio pel valore di fr. 100.000
si presume colata a fondo. L' equipaggio si
componeva di trenta uomini.
Informazioni particolari del Piccolo recano
che il Mieroslaw era di proprietà della Ditta
Giuseppe Tarabocchia di Buccari. Il naviglio
fu visto sei mesi e mezzo or sono nei pressi
di Terranova. Lo comandava il cap. Blasich.
— Dopo non si ebbe più notizie. — Il na-
viglio era raccomandato al sig. Mattio Pollich,
sensale marittimo a Trieste.
X
Per i naviganti. — Il r. ministero un-
garico per r agricoltura, industria e commer-
cio, con dispaccio 3 agosto ebbe a significare,
che i permessi di viaggio marittimo ai navi-
ganti pertinenti alla Bosnia ed Erzegovina,
saranno anche per 1' avvenire estradati nella
forma finora usata e con esenzione dal bollo ;
però l'estradazione di tali permessi di viaggio
marittimo resta riservata soltanto al governo
della Bosnia ed Erzegovina in Sarajevo, e ri-
spettivamente alle autorità circolari.
GAZZETTINO DELLA CITTÀ.
Sequestri. — L' ultimo nostro numero e
l'ultima Difesa sono stati sequestrati per un
identico motivo.
Un benevolo commento alla nota circolare
luogotenenziale sul colèra ha fatto si che en-
tra nbi i giornali di Zara e di Spalato incor-
ressero nelle censure della procura di stato.
X
Commemorazione solenne. — Il 12
settembre la città nostra ricorderà con pompa
solenne il cinquantesimo anno di presbiterato
di S. E. Rev. mons. Doimo Maupas, arcive-
scovo di Zara e metropolita della Dalmazia.
X
I fratelli Pini-Corsi. ~ Togliamo dal-
l' Arte di Trieste la seguente corrispondenza
da Catania del 14 m. p., in cui troviamo no-
tizie dei nostri concittadini fratelli Pini-Corsi:
„Mi vedo scaraventati addosso un mondo
di punti interrogativi sulla fascetta dell' Arte!
Capisco benissimo che gli interrogativi mi
domandano: Siete morto? Ed io rispondo che
son vivo e pronto a scrivere quando però si
ha da dire qualcosa. Ma negli ultimi tempi
nulla di nuovo a Catania, nulla, proprio nulla
su togli l'inflizione di venti recite di Fra dia-
volo, alternate e anche anteposte a quelle del
Faust, della Luisa Miller, del ^Ballo in
maschera ecc. ecc."
y^lncredihilia at vera! È innegabile che il
Fra diavolo sia una opera semiseria chich-,
ma l'avere essa opera sostenuta una stagione,
mi è sembrato troppo strano. Sono stati in-
terpreti la Leoni, la Cisterna, il Blasi, i fra-
telli Pini-Corsi, il Bocchino, e sono stati ot-
timi interpreti."
„La compagnia è partita per Messina, ove
ha fatto furore con 1' Pterno Fra diavolo.^^
X
La "Voce Cattolica,, di Trento del 2
aettembre dà il posto d'onore ad un articolo,
pervenutole da Zara, dal titolo: Le nozze di
oro di S, E. V Arcivescovo di Zara mons.
F. A. J). Maupas.
Vi si passano in rassegna tutte le beneme-
rènze dell' illustre prelato, aquistate per tanti
anni nel campo della chiesa e della religione.
X
Nuovo periodico. — A Rovigno è uscito
in bella edizione il primo numero d' un nuovo
periodico istriano bimensile dal titolo „La
Penna", col seguente Sommario'.
II nostro programma, La Fenna — Me-
morie di Rovigno, T. cav. Luciani — L'Istria
del de Franceschi, dott. prof. Occioni Bo-
naffons. — Fiori letterari, „La madie e la
patria", G. Prati. — Una proposta nell'in-
teresse dell' arte, V artista. — Differenza tra
r mino considerato quale unità etnografica e
quale unità amministrativa, dott. JBenussi. —
Humeneh, Humeneh (versi) Amedeo Garbo.
Vita vera, Gelosia, G, E. N. ilf. — Pri-
mavera (versi) Amedeo Garbo. — Sul morbo
asiatico, prof. Brunetti. — Pagina d' album,
A. Caccianiga. —• Pagine scelte d'autori
celebri. — Conversazioni critiche G. E. Nani
Mocenigo. — 1 bimbi, M. Serao — La ma-
dre — La gola del diavolo, H. ladertinus.
— Lettera alla contessa L.... — Note ed
impressioni — Passatempi crittografici.
Al nuovo giornale, che riafferma splendi-
damente r italianità dell'Istria, auguriamo pro-
spere le sorti.
X
„La Provincia dell' Istria" del primo
m. c. publica una critica interessantissima sul
volume terzo dell' Annuario Dalmatico, do-
vuta alla penna brillante del prof. P. Tedeschi.
In essa si esaminano i tre primi lavori,
cioè quello del prof. Erber: La Contea di
Poglissa —• deFprof. Gasperini: Notizie sulla
fauna imenotterologa dalmata — e del prof.
Bruneili: Vita ed opere di Giandomenico
Stratico.
In un prossimo articolo il chiar. professore
si occuperà del lavoro del prof. Benevenia:
Il comune di Zara nel medio evo.
Merita che qui riportiamo il giudizio gene-
rale, che il prof. Tedeschi dà intorno An-
nuario :
„CIÒ che eccita subito tutta l'attenzione del
lettore si è una larghezza di vedute, ed uno
sguardo sicuro gettato non solo sul fatto par-
ticolare, sulla storia di un dato paesello, ma
sulla provincia tutta, e spesso sulla nazione.
Niente qui adunque di campanilesco, di gretto,
non quella smania arcaica di frugare nelle
cronache spropositate di qualche archivio di
chiesuola per dare valore storico alle stram-
palate leggende. Vi si ammira pure la fre-
schezza deho stile, la purezza del dettato, una
italianità spontanea e viva. Motus in fine ve-
locior-, cosi ai confini ed oltre ai confini, nelle
antiche colonie, benché tanfo contrastata, vive
pura la romanità."
X
Esami di stato. — Lunedi dinanzi alla
commissione presieduta dall' illustre consigliere
Smirich, subirono, con esito felice, il secondo
esame di stato gli egregi signori de Benve-
nuti Angelo e Paulin Hiccardo, quest' ultimo
con distinzione in tutte le materie.
X
Cose dell'altro mondo! esclama il Mat-
tino di Trieste, riportando dal nostro giornale
la storia delle delìzie contumaciali, messe in
scena dai comuni croati della provincia.
Si, caro „Mattino'', cose delValtro mondo!
•Ma cose da turchi avresti gridato, se ti fosse
capitalo l'ultimo nostro numero, che la nostra
procura tolse di mezzo dal commercio dei
viventi. X
Desiderio giustificato. — Per lo innanzi
la direzione delle poste e telegrafi aveva la
lodevole abitudine d'informare la stampa della
provincia sui mutamenti eventuali negli orari
e nelle comunicazioni — ora invece che questi
mutamenti, causa le contumacie, sono nume-
rosissimi, 1 nostro ufficio si è trincerato in
una specie di mutismo inesplicabile.
È egli conveniente che la provincia conosce
appena dai giornali di Trieste ciò che potrebbe
conoscere più sollecitamente e correttamente
dai propri ?
Facciamo eco a questo desiderio ed interes-
siamo chi spetta a soddisfarlo.
X
Colèra. — Oggi in cootumacia vi sono 7
vapori e 19. velieri, con 268 persone di e-
quipaggio e 92 passeggieri ; la salute è ^perfetta.
Da Spalato si telegrafa, che dal 29 agosto
a tutto il 6 settembre si ebbero 8 casi sospetti,
dei quali 6 con esito letale e 2 in cura. Ieri
nessun caso nè di malattia nè di mortalità.
Con ieri fu decretata dal governo marittimo
una contumacia di 7 giorni per le provenienze
da Spalato.
A Mefkovich dalle 8 ant. del 4 settembre
alle 8 ant. di oggi: casi 2, morti 2, guariti 3.
A Komin nella stessa epoca: casi 4, morti 3,
guariti nessuno. In complesso dal principio
della malattia a Metkovich casi 50, morti 30,
guariti 16, in cura 4; a Komin casi 18, morti
12, in cura 6.
Telegrammi particolari
del „Dalmata"
VIENNA, 8. La Wiener Zeitung
di oggi publica ua autografo so-
vrano, che felicita S. E. mons. D.
Maupas, arcivescovo di Zara e me-
tropolita della Dalmazia, per la
celebrazione del suo giubileo sa-
cerdotale, e gli conferisce la Gran-
croce dell' ordine di Leopoldo.
Il principe Alfredo di Liechten-
stein, capo della frazione clericale,
ha deposto il suo mandato.
SOFIA, 8. È stata costituita una
reggenza di stato, composta da
Stambulov, Mutkurov e Karavelov.
È stato pure formato il nuovo
gabinetto nella maniera seguente:
Radoslavov presidente, Stoilov giu-
stizia, Nacevich esteri, Gesciov fi-
nanze, Ivansciov istruzione, Nico-
laiev guerra.
L'abdicazione del principe Ales-
sandro è imminente.
iiXr- i ^
TRAPASSATI.
A domicilio, in città, li 30 agosto : Minka Ma-
ria moglie di Giuseppe, usciere, da Arbe, d' anni 44,
da consunzione. — L' l settembre Oguich Pranoesea
di Nicolò giornaliero, d' anni 5, da tubercolosi pol-
monare. Bircieh Simeone da Almissa, i. r. fante di
sanità, d' anni 64 da disenteria.
Nel suburbio, li 29 agosto : Perinovich Maria Mad-
dalena di Biagio, agricoltore, d'anni 1 da dentizione
difficile.
NélV ospitale provinciale : li 1 settembre ; Dnchich
Antonio, illegittimo, di giorni 2, da mancanza di svi-
luppo. — Li 2 settembre; Bonussi Griacoma, giorna-
liera, d' anni 60, da vizio cardiaco. — Li 4 settembre:
Milovaz Natalia, contadina, da Brissevo di Nona,
d' anni 28 da turbercolosi.
Avvisi Economici
Un soldo la parola
Più una tassa di soldi 10 per ogni inserzione
Pn "narrlnfn anello matrimoniala,
Jj U jJDlUUuU che nella parte interna
ha incise le parole : Hermine 24 agosto '82.
L'onesto trovatore, che lo tara tenere alla Ti-
pografia del nostro giornale, riceverà fiorini
cioqae di mancia.
Due Studenti spesati trovano col-locamento presso una
buona famiglia d' un impiegato in Zara col-
1' occasione di poter apprendere gratis 2 lingue.
Istruzione giornaliera in lingua tedesca a
prezzo modico.
Per informazioni rivolgersi alla nostra Re-
dazione oppure per lettera A. W. 1000 ferma
in posta.
ad essa fatte per aver l'assenso all'accordo
ungherese, siano un precedente pericoloso. Magg
deplora che nelle trattative dell' accordo siano
alati trascurati gì'interessi economici deli'Au-
stria, che nessun miglioramento sia stato fatto al
trittato commerciale, e che per colpa della
destra siasi tanto ritardata la discussione. Di-
chiara che la sinistra respinge da se la re-
s^bosabilità di tali inconvenienti. Lichtenstein
rileva la necessità dell'accordo in riguardo tanto
dallato politico quanto da quello economico;
trova che col progetto proposto è proveduto a'
diversi Isisogni, ritiene unicamente poco felici i
rapporti col Lloyd, ed in questo riguardo deside-
un miglioramento. Il ministro del commercio
J^tecquehem, in un discorso accolto con generale
^ore dalla Camera, rileva 1' importanza della
^oposta, e spiega la politica commerciale del
governo. Menger, esprimendo la sua soddisfa-
^one per le dichiarazioni del ministro, pole-
oiizza contro Lichtenstein, e rimprovera alla
nMiggiorauza di respingere qualsiasi modifica-
zione alle proposte del governo, appagandosi
invece di altri compensi, che costano milioni
allo stato ed alla popolazione.
Dopo alcune parole del relatore, la Camera
delib<era di passare alla discussione speciale.
Sieinvenđer e compagni interpellano il mi-
mistro del commercio sui provvedimenti che
intende prendere, affine d'impedire gli abusi
del comitato esecutivo della ferrovia locale
della Bucovina.
La seduta è levata.
NOTE PROVINCIALI.
Echi Dalmati. — Sotto questo titolo VA-
laharda del 30 ottobre riporta una corrispon-
denza da Zara, nella quale, prendendosi a mo-
tivo l'interpellanza dell' onorevole d.r Plener,
rifa p«r sommi capi la storia delle enormezze
perpetrate nello ultime elezioui, stigmatizzando
caustiieštfnente il procedere dei nostri prvaci.
X
Traù ed il Lloyd. — Leggiamo nell' A-
labarda di Trieste che il ministero degli e-
steri, sentiti gli altri ministeri cointeressati, au-
torizzò il consiglio di amministrazione del
Lloyd, finché sono in vigore le misure sani-
tarie, a far toccare il porto di jTraù da' suoi
battelli, sulla linea Trieste-Corfù, tanto nel-
r andata quanto nel ritorno.
X
Colèra. — Il morbo asiatico ha fatto la
sua comparsa anche nei villaggi ungheresi di
Horgos, Doroszma e Algyo.
X
Mlsare contamaciali. — A datare dal
30 settembre, 1 battelli della linea dalmata
celere, che partono ogni sabato, e quelli della
linea istriano-dalmato-albanese, di partenza
ogni mìercoledi, devono scontare la prescritta
contutQacia, anziché a Zara, al lazzaretto di
8. Bartolomeo.
Per conseguenza, i battelli di queste due
linee approderanno in libera pratica nei porti
dalmati, ma dovranno però limitare nell' an-
data le loro operazioni nei porti istriani al
solo scambio delle poste, in sospesa pratica.
Il piroscafo della linea dalmato-albanese,
che parte ogni lunedì, toccherà i porti istriani
del tracciato itinerario, prendendo merci e
passeggieri, e sconterà, come finora, la con-
tugaacia a Zara.
X
Ineredlbiie dieta. — Il consiglio comu-
nale di Lesina, croato, già si sa, in sciolto,
e gli affari ne vennero demandati ad un com-
mistario straordinario, il quale però, pare im-
possibile, come a Cittavecchia, o come a Traù,
non venne scelto tra la cliqm spadroneggiante.
Che gatta ci covi ? Egli è certo però che
la popolarità del podestà Buchich è uno
spino negli occhi di madama Giunta, la quale
capisce che il croatume, per quanto esso sia
ufficiale, non può imporsi con un tratto di
penna.
X
Deslsteuza. — Scrive la Difesa essere
certo che la i. r. Procura di Stato non ab-
bia trovato di procedere nel noto attentalo
commesso contro gli impiegati comunali di
Traù, Donadini e Cerineo.
Il fatto non ci sorprende, imperocché ab-
biamo avuto parecchi altri esempi a Zara trat-
tandosi dei nostri ; ma deploriamo con la con-
sorella, che quei signori non siansi costituiti
parte civile. Ma, già si sa, quod difertur non
mifertur.
X
Pablicazlone. — Nello Schiesone Spa-
latino per V anno 1887 i chiarissimi signori
Qiuseppe cons. Alacevich e prof. Gregorio
Sliarbarini pubblicano cinque poesie inedite di
I^Qigl Tommaseo, patrizio spalatino, nato nel
1757 e morto intorno al 1830.
I
GAZZETTINO DELLA CITTÀ.
Alfonselde. — Le limitazioni, che vi soao
»Ile altee proviireie per la caccia, da noi non
•Bialono; essere cacciatore è libero ad ogni
^tadmo^ oè da noi Io lepri e le pernici
•fttto preda pntilegpa di pochi favoriti. Se
la éi^ekb à làiwrar Ifo ^^ ^ ^rto
d'armi, se anche a scopo cK caccia
divertirsi, può farlo col bastone o col sasso,
ma, se intende cacciare collo schioppo, deve
essere munito della relativa licenza. Questa è
però legge, e su ciò non vi è quindi que-
stione. Quello che importa però si è che le
limitazioni alle libertà cittadine siano regolate
dalla legge, e non dall' arbitrio; importa che il
cittadino sappia a chi debba rivolgersi, per do-
mandare quanto la legge gli accorda; importa
infine che sia tolto il capriccio autoritario.
La Sovrana Patente 24 ottobre 1852, che
stabilisce il divieto del porto d' armi, riserva
a speciali ordinanze di stabilire per ogni sin-
gola provincia l'autorità competente al rila-
scio delle relative licenze; e quindi coli'Or-
dinanza dei Ministeri dell' interno e della giu-
stizia d«l 29 gennaio 1853, eh« stabilisce le
norme per l'esecuzione della Patente Sovrana
succitata, al §. 4 tale competenza si attribuisce
in Dalmazia ai Capitanati circolari. Tale di-
sposizione è ricordata e schiarita poi colla
luogotenenziale Notificazione 4 aprile 1853
N. 4334, ed in conformità a ciò col Luogo-
tenenziale Decreto 3 ottobre 1856 N. 17845
si ordina ai Capitanati circolari la produzione
di periodici prospetti delle rilasciate licenze.
La stessa competenza era stabilita anche
dal §. 32 lelt. h, Capo li dell' Ordmanza mi-
nisteriale 19 gennaio 1853 sulla sistemazione
ed attribuzione delle autorità politiche. Senon-
chè colla Sovrana Risoluzione 29 novembre
1865, pubblicata colla Notificazione Luogote-
nenziale 29 dicembre 1865 all' Art. Il N. 10,
tale competenza si demandava alle Preture,
e nel §.11 poi della legge 16 maggio 1868
si dichiarava essere di competenza dei Capi-
tanati distrettuali tutti gli affari, che fino al-
lora erano stati nella sfera di attribuzione dei
Capitanati di Circolo e della Pretura, e quindi
anche il rilascio della licenza pel porto d'armi;
e tale disposizione veniva nuovamente accen-
tuata e schiarita coli' Ordinanza del Ministero
dell'interno 30 agosto 1865.
A tali disposizioni un' unica eccezione si
faceva, ed era che per le località, nelle quali
era slato decretato il disarmo della popolazione,
la prima istanza politica, prima di rilasciare
la licenza, dovea domandarne T autorizzazione
alla luogotenenza. Anche in questo caso
quindi non si alterava la competenza sul ri-
lascio, ma si poneva una limitazione all'esecu-
zione della stessa ; mentre 1' autorità compa-
tente, ad accordare il permesso de! porto d'armi,
restava sempre il Capitanato distrettuale.
Tanta abbondanza e chiarezza di disposi-
zioni non dovrebbero lasciar alcun dubbio
sullo spirito delle leggi e sulla volontà del
legislatore; ed il cittadino dovrebbe sapere da
quali norme è regolato 1' esercizio dei suoi
diritti.
E di fatti ogni cacciatole produceva sempre
la sua domanda per licenza al porto d' armi
all'autorità politica distrettuale, e da quosta la
otteneva.
Ora la cosa non va più così, fin questi
giorni abbiamo veduto negala tale licenza a
diversi cittadini, che la chiedevano per scopo
di caccia; e la decisione non veniva dalT au-
torità distrettuale, ma dalla luogotenenza. E-
rano cittadini, la cui condotta non dava mo-
tivo alla più scrupolosa eccezione; dilettanti
cacciatori, che avevano avuto sempre quella
licenza, ma che, essendo scaduta, ne chiede-
vano la rinnovazione. Sulla loro condotta poi
avevano le migliori attestazioni da parte del Co-
mune. Tutto ciò non giovava: le loro domande
furono respinte, senza che fosse adotto un mo-
tivo qualunque alla negativa evasione da parte
della luogotenenza.
Tale indebita ingerenza dell'autorità provin-
ciale in un affare, che non stava nelle sfere
delle sue attribuzioni, sulle prime ci sorprese,
ma poi ci convinsirao che nelle nostre condi-
zioni nulla deve sorprendere.
Il sig. de Pfauen^hal all'epoca delle elezioni
apprese ad applicare ed interpretare la legge
a modo suo, e da allora ritiene che la sua
volontà è superiore alla legge stessa. Dopo le
elezioni gli restavano ancora delle passioni da
sfogare, dei paesi ai quali voleva far pesare il
suo potere, delle persone che doveano per-
suadersi che r opposizione ai suoi voleri era
pericolosa.
Ed a questo scopo la patente sul porto
d'armi era un mezzo opportuno, per mostrare
che anche il benefìcio di godere dei più in-
nocenti piact'ri dipendeva dal beneplacito del
sig.r Alfonso. CDrae avea chiuso il nostro teatro,
così poteva anche impedire la caccia. L'osta-
colo della legge, che metteva in altre mani
quella disposizione, era troppo facile a supe-
rarsi. Se il ministro a Vienna emetteva ordi-
nanze, che non stavano in armonia collo spi-
rito della legge, a scopo di partito ; perchè il
sig.r de Pfauenthal non avrebbe potuto fare
altrettanto per scopi particolari? E' vtjro che
egli non era né eccellenza, né ministro ; ma
era consigliere aulico e capo virtuale del-
l' amministrazione politica-provinciale. L'esem-
pio lo avea —ed il sig.r Pfauenthal, superiore
alta legge, avocava a se le decisioni delle
domande per licenza al porto d'armi. Che con
ciò si violasse la legge, che si togliesse ai
cittadini il corso delle istanze da quella sta-
bilite, costituendosi la luogotenenza in prima
e seconda istanza, sono queste sottigliezze le-
gali, alle quali la mente eletak del signor
PfauoĐthal non deve abbasmrsi.
Per le decisioni poi in uno e nell' altro
senso non gli occorre altra guida che la sua
volontà. 11 signor Pfauenthal in altra occasione
diede prova della sua profonda ermeneutica,
quando sr trattò di sciogliere il comune di
Gittafecehia. Motivi non vi erano» ma lalegge
đicev« c6r la luogotenenza poteva scioglto
un comune ; ed il signor di Pfauenthal trovò
che, essendo così stabilito dallalegge, non occor-
revano molivi, ma bastava la volontà. A quella
interpretazione tutti stupirono; ma la colpa era
loro, perchè non arrivavano all'altezza del crite-
rio pfdueotaliano. La stessa interpretazione viene
ora applicata alle concessioni delle licenze per
porto d' armi. L' autorità può accordarla, ma
può ancha negarla; a decidere sta quindi nel
suo arbitrio. Ciò è quanto vuole il signor de
Pfauenthal, e la sua logica è irreprensibile.
E poi avremo coraggio da dire che non
viviamo nei più bei tempi costituzionali, e che
la Dalmazia non ha la fortuna di possedere
il più sapiente, il più imparziale dei consi-
glieri aulici del mondo! Perchè, siamo sicuri,
nessun paese ha un Pfauenthal ! Taaffe ha un
gran torto di non chiamarlo nel gabinetto;
Prazak a capo della giustizia, Pfauenthal a
capo dell' amministrazione politica — tutte le
difficoltà sarebbero scongiurate.
X
Preziosa eonfossìone. — Un ciuco qua-
lunque neir ultimo Narodni segnala scanda-
lizzato alla publica opinione l'esistenza nel
prossimo villaggio di Smilcich di alcune in-
segne commerciali in lingua italiana.
0 in che lingua voleva quel citrullo che
fossero scritte? in lingua chinese ?..
Del resto, a tenere in certa pietosa igno-
ranza il popolo bue, ed a far vedere alla pro-
vincia che in nessun luogo la lìngua italiana
più noti esiste, il Narodni in tale aigomento
avrebbe dovuto osservare il più scrupoloso
silenzio.
X
Taniier, Succi e Pavoni. — Chi non
conosce 1' esperimento, che il d.r Tanner, due
0 tre anni addietro, ha intrapreso sulla propria
pt'rsooa, per dimostrare che 1' uomo può vi-
vere almeno trenta giorni senza cibo e be-
vanda? Molti hanno fatto plauso all'ardito di-
giunatore, altri dissero Tanner un ciarlatano,
né mancarono quelli che lo dichiararono mo-
nomane.
Tanner trovò un imitatore in certo Succi,
che, non è guari, ha ripetuto l'esperimento,
sul quale pure disparati sono i giudizi. Ma
molti non sanno che i due casi non sono iso-
lati e che Tannerò Succi hanno avuto il loro
precursore nel signor Pavoni,
Costui già nel 1867, essendo funzionario
subalterno della prefettura di Lubia, travagliato
da insulti ipocondriaci, interpretando a rove-
scio un opuscolo, capitatogli malauguratamente,
di Ceito Richelli, che possedeva allora a Veldl
vicino a Lubia uno stabilimento i Jropatico, si
fisse nel cervello di liberarsi dalle sue sof-
ferenze mediante la cura della fame, e prese
la risoluzione di astenersi da ogni cibo per il
periodo di 30 giorni.
^ia che la di lui costituzione fisica non po-
tesse misurarsi con quella del Tanner e del
Succi, sia che le condizioni cerebrali del Pa-
voni non fossero cosi sode come in .coloro; si
appalesarono in lui dopo 28 giorni di perfetto
digiuno sintomi psichici di assai allarmante
natura. Parossismi, che minacciavano gravi
pericoli non solo alla di lui persona mabeo-
anc9 alle persone, che venivano io contatto
con lui, determinarono la sua reclusione in
una camera di osservazione a Lubia. Quivi
rinfrancate poco a poco le forze mediante ali-
menti appropriati, e resi più rari i parossismi
mediante farmaci f-fficaci, fu assoggettato ad una
lunga cura regolare psichiatrica, che portò be-
nefici risultati. Pavoni potè essere licenziato
dall' ospitale. Straoidinaria fu T espansione, con
cui Pavoni si accomiatò dal medico curante,
eh' ei chiamava il suo redentore, per avergli
ridonato il bene dell' intelletto.
Ma, dopo poco tempo, si riprodussero in lui,
se nòn i parossismi, le allucinazioni sulla mi-
racolosa efficacia della cura della fame, ac-
compagnate da un' avversione invincibile per
il medico eh' ebbe nell' ultimogiorno decisivo
ad interrompere il suo digiuno. Queste allu-
cinazioni trovarono espressione in pubblici in-
sulti all' indirizzo del medico e poi in un opu-
scoletto elaborato dal paziente, per dimostrare
a mezzo dei più assurdi argomenti l' efficacia
miracolosa della cura della fame, e l'ignoranza
del medico, che lo costrinse a sospenderla alla
vigilia della guarigione.
L'opuscoletto del Pavoni fu sottoposto al
partre di una capacità psichiatrica, la quale
non esitò a dichiarare Pavoni affetto da mo-
nomania intermittente.
Non consta se Pavoni abbia ritentata la
prova, ma pare di no; avvegnacchè egli abbia
potuto raggiungere dappoi sulla scala buro-
cratica un'eminente posizione. Non invidiamo
in verità i suoi amministrati, e desideriatno loro
ed al povero paziente che non si verifichi una
recidiva.
In ogni caso abbiamo nel Pavoni la prova
che la cura della fame può portare a cervelli
poco solidamente organizzati serie, assai serie
conseguenze
A titolo di curiosità ci riserviamo di com-
rnunicare ai nostri lettori qualche brano del-
l'opuscolo Pavoni, interessante sotto vari aspetti.
X
Co^atiiittaeie.—O^i vi »mio in contuma-
cia^ 1 vapora-e 15 bastimeatt a vela, con 84
persone di equipaggio e 33 passeggieri. —
La salute è peifetta.
X
Die Ostcrrolchiseh-ungarische Monar-
chie in Wort und Blld col suo 23.o fa-
scicolo, il 6.0 del primo volume, continua il
capitolo: L epoca dei re (ungheresi) della
dinastia d' Abshurgo.
X
Ladri ignoti penetrarono l'altra notte nel-
r officina di un orefice in Via del teatro vec-
chio, e ne esportarono vari oggetti preziosi.
I malfattori ancora non furono scovati.
Telegrammi particolari
del „Dalmata"
VIENNA, 3. In seguito alla pro-
posta presentata da Schmerling
alla Camera dei signori contro la
circolare Prazak, pervengono al-
l' illustre uomo innumerevoli indi-
rizzi di fiducia da Comuni e corpo-
razioni tedesche.
PRAGA, 3. 1 giornali czechi
constatano che le pretese del loro
partito sulla questione bancaria a-
bortiranno. Malgrado questa pre-
visione, essi scongiurano gli elet-
tori di accontentarsi delle buono
intenzioni e volontà addimostrate dai
deputati e non costringerli a rove-
sciare il ministero.
TIRNOVA, 3. Nei circoli del
Sobranje cresce lo spirito di indi-
pendenza,
SOFIA, 3. Il generale Kaulbars
continua nelle sue ardite provoca-
zioni. Egli offrirà un banchetto ai
traditori Grueff e Bendereff, pei quali
ottenne domenica la scarcerazione.
TRAPASSATI.
A domicilio in città. — H 26 ottobre; Bottura
Pietro di dr. Antonio, i. r. procuratore di finanza,
d' anni 13, da carbonehio; il 30 ottobre; Armaaini
GÌHcomo fu Giuseppe, peusioaatu, d'aaai 81, <jla a»
poplessia.
NeWospitale provinciale. — 11 30 ottobre; Maglov
Teodora, contadina, d' anni 50, da tifo,
L'Ammlmstrazione It«®"-:
cerca i seguenti N.ri del giornale : Annata
1881 N. 2, 70, 73, 81, 99 — 1883 N. 69 —
1885 N. 31, 83.
Ql T*10QT»nci P®"^ scrittoio un prati-
01 llUUiUa cante che abbia bella cal-
ligrafia. — Rivolgersi all'Amministrazione del
giornale.
Causa partenza Si «fdir»:
un sofà, sei poltroncine, tavolo da giuoco, cre-
denza. — I. B.. Comando di piazaa,ll piamo.
Gol primo di novembre
a. c. la ditta L. P. REI4A dal Borgo Brrazo
ha aperto a Zara una filiale in cereali prèsso
la piazza S. Bocc§, sotto la direzione del sig.
Baimondo Baimondi. — La filiale, che per
i suoi modici prezzi non teme concorrenza, si
occuperà soltanto di cereali e farine. 1(2*3)
Farbiger, schwarz- und
weissseidener Atlas 75 kr.
r^ov IVfofov j® vorBchie-
pUl mcit/l deneu Qualitàteo) versendet in
einzelnen Boben und Stiicken zollfrei ins Haus
das Seidenfabrik-DepÒt G. HENNEBERG (k. u. k.
HojQief.^ in ZUrich. Muster umgehend. Briefo ko-
sten 10 kr. Porto. (6-7)
La fabbrica
telerie e biancberie
con deposito di
maglierie, calze, tovagliato ecc.
di M. BETEB & O.o
Txieste, Vienna, Cracovia, Lemberg
Avverte lo spett. publico che il suo viag-
giatore, signor Mario Guastalla, trovasi in
Dalmazia, e che a qualunque richiesta portasi
a domicilio con il copioso suo campionario
dei suddetti articoli, più un grandioso assor-
timento di stoffe per vestiti e mantelli da
signora.
Recapiti per informazioni: Zàta, Albergo al
Vapore— Sebanico, Albergo ai Pell^rino —
Spalato, Hotel de la Ville — Ragusa, Hotel
Mir amar — Cattare, Al Cacciatore. (3-3)
Lunedì abbiamo avuto la nuovissima com-
media io 5 atti dei sigg. Moser e Schouthan,
dal titolo: Guerra in tempo di pace. Essa
incontrò dovunque, per cui non poteva a meno
di piacere anche a Zara.
Quei dialoghi sempre vivi, sempre spigliati;
quel sceneggio così maestrevolmente condotto,
tutta quella serie di qui prò quo così inge-
gnosamente trovati, imprime a tale commedia
un' aria di festa e di gaiezza, che si diflonde
tosto neir uditorio, senza lasciargli tempo di
annoiarsi un solo minuto.
Peccato che 1' esecuzione abbia lasciato al-
quanto a desiderare, giacché gli artisti, digiuni
della parte, erano incerti e quindi vincolati
tutta la sera al suggeritore, dal quale aspet-
tavano lo spunto coll'ansia di anime del Pur-
gatorio.
Se in commedie tutte di concerto, qual' è
Guerra in tempo di pace, l'affiatamento non
ha da essere perfetto, è finita: meglio è allora
lasciarle dormire.
* *
Martedì gustammo il vecchio ma bel lavoro
del sig. Ferrari: Il ridicolo. Ottima 1' esecu-
zione del III e IV atto, ov' ebbero campo di
farsi applaudire la sig.a Marchi ed i sigg.
Morelli e Marazzi-Diligenti. 11 si.g Vestri, poi,
nella sua parte di gentiluomo tedesco, fu i-
nappuutabile dalla prima parola all'ultima. Al-
trettanto dicasi della sua mise.
Constatiamo con piacere che in queste quat-
tro sere il teatro fu frequentatissimo, le prime
tre anzi affollato.
Questa sera la Celeste del Marenco.
X
Un desiderio. — Alcuni frequentatori del
teatro c' interessano di chiedere maggior pun-
tualità nell' incominciamento degli spettacoli,
e minor durata degl' intervalli tra un atto e
realtro.
Noi siamo certi che la compagnia Marazzi-
Diligenti avrà la cortesia di aderire a sì mo-
desta domanda. X
Onomastico. — Ricorrendo ieri 1' onoma-
stico di S. M. l'Imperatore, nella nostra ba-
silica vi fu messa solenne, pontificata da mons.
arcivescovo, con intervento di tutte le autorità
civili e militari.
Nella chiesa di s. Grisogono pure si celebrò
un uffizio divino per la circostanza, al quale
assi&tettero gli studenti ed i professori delle
scuole popolari e medie.
X
Partenza. — Dopo aver trascorso i suoi
due mesi di permesso fra noi, ieri mattina,
accompagnato al vapore da numeroso stuolo di
amici e di discepoli, ripartì per la Sardegna
l'egregio professore B. Costa, unitamente alla
sua famiglia.
E' un altro galantuomo, un' altra persona
intelligentissima e colta che, — sdegnosa di
curvare la fronte dinanzi a certi idoli di fango,
dei quali la boriosa vacuità va diventando or-
mai proverbiale tra noi, — si vide costretta
ad esulare, affìa di procacciarsi onestamente
un tozzo di pane.
A noi mancherà forse l'occasione di vedere
mai più 1' ottimo amico; ma i nostri più ar-
denti voti per la sua felicità lo accompagne-
ranno dovunque, sicuri che nella seconda sua
patria egli troverà quei conforti, che in questo
sventuiato paese sembrano, pur troppo, dive-
nuti esclusivo retaggio di pochi intriganti.
X
Viaggio ufficioso. — Lunedì mattina S.
E. il luogotenente col vapore da guerra Trieste
partì per Sebenico, e fu di ritorno la sera
dello stesso giorno. X
Nuovo collegio notarile. — Avendo il
ministero di giustizia approvato il regolamento
interno del collegio notarile pel circondario
di Zara, nel giorno 26 settembre e successivi
ebbe luogo nella nostra città la prima radu-
nanza dei membri del collegio stesso, a cui
assistevano anche vari candidati notarili.
Nelle sedute, tenutesi nello studio del no-
taio sig. D. Pappafava e presiedute dal con-
sigliere provinciale sig. Palisca, furono di-
scusse ed accettate tutte quelle proposte por-
tate all'ordine del giorno, che ritornano di
grande vantaggio all'esercizio del notariato e
delle quali ci occuperemo a suo tempo.
X
Distinzione. — Il consulente legale presso
il presidio del Consiglio ministeriale di Egitto,
Edoardo dr. Keller-pascià, nostro concittadino,
fu da S. M. insignito della commenda colla
stella dell' ordine di Francesco Giuseppe.
X
Successo inaspettato. — Che il Dalmata
avesse potuto essere elevato al rango di fonte
autorevole per le notizie dell'ufficiale Avvisa-
tore, mai lo avremmo creduto. Eppure ci fu
accordato tanto onore. Nell'ultimo suo numero
VAvvisatore pubblica di aver rilevato dai Dal-
mata che, nell'occasione della fermata a Zara
della squadra inglese, S. A. il duca di Edim-
burgo onorò di una sua visita il Podestà.
Senza il nostro resoconto, dunque, l'Avvisatore
avrebbe ignorato un fatto che dai reporters
ufficiali non poteva essere sorpassato.
X
Stupro. — Una povera vedova da Pro-
vicchio, venuta qui di questi giorni per testi-
moniare in un dibattimento, trovavasi dome-
nica sera a bere in uno spaccio di vino in
compagnia de' suoi due figliuoletti, un bam-
bino di circa 8 anni ed una bella ragazzina.
Avvicinatosele un individuo vestito nel co-
stume dei nostri borghigiani, offrì da bere alla
madre accarezzandone i figli, specialmente la
femmina, che invitò di poi a seguirlo fino
al banco di una rivendugliola poco discosta,
ove le prometteva di comperarle delle frutta.
L'infelice, inconscia, uscì difatti senza che la
madre, persasi a chiacchierare, se ne avve-
desse ; ed il mostro, un po' colle buone e^J
un po' colle cattive, potè intanto condurre la
bambina fuori di città, alla Spianata, dove tra
i pianti e le grida di lei, riuscì a consumare
il più turpe dei delitti.
11 miserabile trovasi già in potere della giu-
stizia. E' desso certo G. A., servitore presso
una benestante famiglia borghigiana di qui.
Ha moglie e due figli, mentre la sua vittima
conta appena li anni! x
Come da noi! — Scrivono da Gorizia
al Mattino di Trieste : . . ,-y
„La Società „Pro Patria" ha dato sui nervi 1
alla „Soča," la quale ora, onde combattere ;
questo patriotico sodalizio ed innalzare sè stessa
e la nazione da lei rappresentata nelfa fama
di fedeli austriaci, non rifugge dalle più basse
insinuazioni, incolpando gi' italiani austriaci
ed il „Pro Patria" niente altro che di irre-
dentismo.
„Essa taccia d'iriedentismo tutta la popo-
lazione italiana dell'Austria, tutta la stampa
che scritta in caratteri latini non usa pipe,
ed il „Pro Patria" poi, perchè (apriti o terra!)
accoglie sussidi dai comprovinciali dimoranti
nel regno d'Italia, e quale corpus delieti pu-
blica una circolare diramata a Roma dai si-
gnori prof. Paolo Busin ed Emilio Venezian
fra la colonia austriaca di colà, onde aiutare
il „Pro Patria". Come vedete, secondo quel
fogliaccio, questo costituirebbe nient'altro che
un crimine di alto tradimento."
Precisamente come in Dalmazia! Pur di
abbattere i lo.o avversari politici, pur d'ingra-
ziarsi i loro nuovi padroni — quegli stessi
padroni ai quali morderebbero volentieri il
cuore — i pronipoti di Zvonimiro si adattano
a fare anche la spia. E noi ne sappiamo qual-
che cosa, noi. x
Ottima idea. — Il preside del nostro Co-
mico Agrario, sig. Giuseppe Messa, alle pre-
stazioni del quale si deve la esposizione per-
manente di macchine agrarie, è intenzionato
di fare una collezione dei più recenti appa-
recchi per la facitura del burro.
A quest' uopo si è già rivolto a diverse
fabbriche, alcune delle quali gli mandarono
dei recipienti per il trasporto e per la con-
servazione del latte.
Questa collezione riescirà interessante al
paro dell'esposizione di macchine ed appa-
recchi enologici, e speriamo che fra pochi
giorni sarà aperta al pubblico, che potrà per-
suadersi come in Dalmazia si proceda molto
adamiticamente col latte, nel mentre con po-
chissima spesa si può avere tutto quanto ri-
guarda la conservazione del latte e la facitura
del burro. (Boll. Agr.) X
11 nostro mercato. — Rileviamo dallo^ stes-
so Boll. Agrario che durante il soggiorno della
r. squadra iuglese nella nostra rada, vennero
acquistati da un solo bastimento 200 paia di
polli d'india e 160 paia di oche, senza con-
tare un numero favoloso di pollastri. (!)
Ad onta di ciò, i prezzi rimasero invariati.
Ciò dimostra la grande quantità di pollame
chè può essere esportata dal contado di Zara.
X
Artista concittadino. — In occasione della
prossima fiera di 8. Simeone, il sig. F. Vita-
liani ha eseguito, su buon cartoncino in grande
formato, un lavoro litografico rappresentante
l'aitar maggiore della chiesa di s. Simeone,
colla magnifica arca racchiudente il corpo del
protettore di Zara.
Anche in questo iavoro, come in molti al-
tri usciti dalle mani del bravo sig. Vitaliani,
noi abbiamo potuto constatare il vivo amore
per la difficile arte sua nonché il crescente
progresso che nella stessa va ogni giorno fa-
cendo questo egregio giovane, che onora sè e
la patria.
11 quadro Vendesi presso le principali nostre
cartolerie, al prezzo di 20 soldi. x
L' Operajo Dalmata, nell' esternare i suoi
lagni perciò che il Comune non permise al
sig. Kirchmayer la costruzione di un altro e-
di-fizio alla Riva Nuova, dice di non poter
Comprendere i motivi che originarono quel
divieto.
Ebbene, se I' Operajo Dalmata avesse avuto
la buona idea di ripetere, o presso il sig.
Kirchmayer o presso la stessa Amministrazione
comunale, la spiegazione di quei benedetti mo-
tivi, egli probabilmente li avrebbe compresi,
e comprendendoli non avrebbe scritto quello
che scrisse.
X
La marcia „Pro Patria" del maestro
Zink, accolta con tanto entusiasmo dal nume-
roso e scelto publico che intervenne allo spet-
tacolo teatrale datosi in Gradisca nella memo-
randa sera del 25 corr. verrà prossimamente,
per gentile accondiscendenza dell' egregio au-
tore, che la ridusse per pianoforte, publicata e
posta in vendita al mite prezzo di soldi 60.
Il ricavato netto è pure dedicato al fondo
della società „Pro Patria."
— - - -—1 • --
DALLE PROVINCIE ITALIANE.
„Pro Patria." — Il ricavato netto della
festa tenutasi a Gradisca supera i 600 fiorini,
che vennero tosto rimessi alla Direzione di
Trieste.
Ci sono però ancora degli incassi da fare, e
il Corriere di Gorizia crede di non andare
errato calcolando che questi frutteranno al
fondo altri 200 fiorini:
Sicché anche dal lato finanziarlo la festa
può dirsi riuscitissima; per cui abbiamo dop-
pio motivo per rallegrarcene.
X
La scuola di Piedimonte vede aumen-
tare il numero dei discenti, ed ora questi sono
55. L'opera del „Pro Patria" prosegue assi-
dua e indefessa, e a quelli che purtroppo fatti
scettici da ripetute esperienze, dubitavano che
i suoi entusiasmi avessero ad essere fuochi di
paglia, rispondono i fatti, che promettono una
fiamma benefica e durevole, additando intanto
con tutta compiacenza la scuola di Piedimonte.
Telegrammi particolari
del „Dalmata"
VIENNA, 5. Un collaboratore
della Gazzetta di Franco forte con-
ferì con Crispi sul convegno di
Friedrichsruhe. Crispi venne in se-
guito a speciale desiderio espresso
da Bismarck; e la conferenza non
avere un determinato scopo poli-
tico. La questione romana nem-
meno fu toccata. Nessuno intende
immischiarsi nelle interne questioni
italiane, e Bismarck meno di tutti.
Il Papa vive sotto la tutela delle
leggi italiane, come cittadino ita-
liano. L' Italia vuole la conserva-
zione della pace e dell' equilibrio
europeo ; e perciò si unì all' al-
leanza Austro-Germanica. Tutti gli
stati d'Europa temono l'avanzarsi
della Russia verso Costantinopoli.
Il mare Mediterraneo non può di-
ventare un lago russo. La Bul-
garia e la sua indipendenza hanno
la piena simpatia dell'Italia.
^^^^
NOTE BIBLIOGRAFICHE.
Nuova publicazione. — Annunziamo con
piacere la prossima publicazione dell' opera
VLa e Scritti di Giuseppe Ferrari-Cupilli.
Editore n'è il sig. S. Ferrari-Cupilli, il quale,
mosso da amore figliale e da dovere cittadino,
si diede ogni cura nel raccoglier, riordinare
ed annotare tutti i moltissimi scritti sia editi
o inedili dell'illustre compatriota.
I lavori del Cupilli, improntati tutti di un
fervido amore di patria, scritti con purezza di
!:ngua e con uno siile piano ma elegante, co-
me a ragione vien detto nella scheda di as-
sociazione, non possono non essere bene ac-
colti dai dalmati tutti e dai zaratini in parti-
colare. E tanto più ne raccomandiamo I' ac-
quisto in quanto che, se anche già publicati,
vi ricompariscono quasi rinnovati in seguito
ai continui studi e alle pazienti e scrupolose
indagini a cui l'autore li ha di poi assoggettati,
e perchè — cosa di particolare interesse — vi
va unita la corrispondenza epistolare che l'illu-
stre defunto s'ebbe coi più distinti ingegni
dalmati e stranieri.
L'opera sarà divisa in due volumi, ciascuno
di pagine 320 in 8.o grande, con ritratto e
fassimile dell' autore.
II prezzo d'associazione per ogni volume
è di fiorini 2, pagabili al momento della con-
segna di ogni singolo volume. Circa quattro
mesi dopo la publicazione del primo volume,
seguirà il secondo.
X
E' uscito il n.o 9 del Bullettino di Ar-
cheologia e Storia Dalmata col seguente som-
mario :
Iscrizioni inedite. (Salona). —Osservazioni.
— Le Gemme del Museo di Spalato. — Hr-
vatski Knezovi Draškovići starinom Dalmatinci.
— Illustrazioni alla Storia di Castelnuovo nelle
Bocche di Cattato. Relazione del -Principe
Andrea Doria. — La Rascia e la Bosnia. —
Serie dei Reggitori di Spalato.
X
Die uesterreichisch-uugarischc Monar-
chie in Wort und Bild, questa splendida
publicazione dell' Hòlder di Vienna, è giunta
al 45.0 fascicolo, nel quale si tratta esclusi-
vamente del popolo magiaro e precisamente:
Mauro Jókai su La poesia popolare unghe-
rese,, Alessandro Imre su 1 proverbi unghe-
resi e Stelano Bartalus su La musica unghe-
rese di palazzo e sulle canzoni popolari.
Il testo è intercalato da 6 illustrazioni do-
vute al bullino di Paulo Vàgó, Ignazio Ro-
skovics e Alessandro Liezen-Mayer.
SEC- i
COMUNICATO.*)
Essendosi propagato per opera di qualche
miserabile che nell' Albergo „Pellegrino" da
me condotto morirono di vajuolo due miei fi-
gli, io ad onore del vero, dichiaro che questa
è un'intame menzogna, imaginata per pregiu-
dicare una famiglia onesta che vive col pro-
prio lavoro.
Anzi la verità è questa, che, di tutta la città
di Sebenico, il solo gruppo Case Macale poste
alla Marina, ove si trova il mio Albergo ed
ove abitano quaranta famiglie, è stato comple-
tamente esente da ogni caso di questa ma-
laugurata malattia e di ciò che io dico può
renderne testimonianza e il comune e l'auto-
rità politica.
Sebenico, il 29 settembre 1887.
D. Giadrov
Albergatore al „Pellegrino"
Oltre una pertrattazione esauriente delle
questioni politiche del giorno, la „Wiener
Allgemeine Zeitung" contiene tra tutti i fogli
maggior quantità di materia divertente; perciò
si adatta in modo speciale quale lettura di
famiglia.
X
Napoli, 5 novembre 1885.
Sigg. Scott e Bowne
Dichiaro d'aver trovato molto utile la Loro
Emulsione Scott nella urosalosi e nel rachi- '
tismo, e credo che il rimedio possa riuscire
molto superiore al semplice olio di fegato di
merluzzo nelle suddette malattie.
Dott. AGNELLO cav. AMBROSIO
Prof, di Chirurgia in Napoli
Via Costantinopoli, 101.
TRAPASSATI.
A domicilio in città. — Il 29 settembre: Mura
Giacinta del fu Andrea, d'anni 80, da apoplessia ce-
rebrale; il HO settembre: Mestrovich Antonio di An-
tonio, studente, d'anni 22, da tumore cerebrale.
Neil' ospitale provinciale a Borgo Erizzo. — Il
30 settembre: Foretich Stefano del fu Pietro, da
Arbe, falegname, d' anni 55, da pneumonite caseosa.
JE\ingraziamento,
Nella tremenda sciagura, toccataci per la
prematura morte del nostro dilettissimo An-
tonio, al nostro inconsolabile dolore furono
di non lieve conforto le innumerevoli attesta-
zioni di affettuosa compartecipazione e di cor-
diale compianto di cui immeritatamente fummo
fatti segno da ogni ceto di persone e da ogni
parte, che non troviamo parole adeguate ad
esprimere la nostra gratitudine. — Assicu-
riamo pertanto in generale tutti coloro che in
qualsiasi guisa parteciparono ai nostro dome-
stico lutto, di tenerne perenne memoria nei
nostri cuori addolorati.
Zara, 2 ottobre 1887.
Famiglia Mestrovich.
*) Per questi articoli la redazione non assume altra
responsabilità tranne quella voluta dalla legge,
gxxxxx?xxxxxxxx^
X X X X X X X
Fabbrica Nazionale a Vapore
di
di
I. R. Fabbricatore di Corte
TRIESTE S
Premiato con medaglie
A TUTTE LE ESPOSIZIONI
alle quali concorse
Vienna 1873 — fuori di Concorso
Diploma di Giurato internazionale.
x CIOCCOLATA x x X X X X X X X
x
Q Questa fabbrica fondata nell' anno
A 1857 fu la prima nella Monarchia ad
essere eretta con i moderni perfe-
V zionamenti dell' arte meccanica.
X A richiesta si rilascia il relativo prezzo
corrente e si rimetteranno i Campioni a
Xchi ne farà domanda accompagnata dal re-lativo importo.
X Merce esente del Dazio doganaie
X d1 entrata.
^ Deposito Generalo in Trieste
y^ Riva pescatori N. 20.
vacxxxxxisxxxxxxx!
Matteo, Marco, Rocco e Giorgio Babich di
Pridraga, per tilolo di ratto. Presiedeva il pre-
sidente de Bersa, 1' accusa era sostenuta dal
procuratore di stato Cippico e la difesa dal-
l' av?. dr. 0. Ghiglianovich. Matteo Babich
venne condannato ad un anno di carcere, Giu-
seppe e Marco a due mesi, Rocco e Giorgio
a tre mesi, avendo i giurati respinto il que-
sito del ratto commesso con violenza e am-
messo quello riflettente il ratto semplice. —
Lunedi, 27 corr., in confronto a Carlo Demo
di Polesnik per crimine di omicidio. Presie-
deva il cons. prov. Brfrcich, l'accusa era rap-
presentata dal cav. Colombari e la difesa dal -
l'avv. dr. Pappafava. Avendo i giurati re-
spinto la questione dell' omicidio e ammessa
quella dell' uccisione, il Demo venne condan-
nato a sei anui di carcere. — Ieri è incomin-
ciato, e dura tuttora, il dibattimento iu con-
fronto a Lazzaro Oluich di Bilissane per cri-
mine di appiccato incendio. Presiede i! cons.
prov. degli Ivtllio, 1' accusa è sostenuta dal
sost. proc. Goicovich e la difesa dall' avv. dr.
G. Ghiglianovich.
X
Rettifica. — N.o 308.-res.
Onorevole Signor Redattore,
In base al §. 19 della legge sulla stampa,
ho il pregio di invitare l'Onorevole Signor
Rudattore a voler inserire nel periodico „Il
Dalmata", nel modo e tempo voluto dalla legge
stessa, la qui unita rettifica.
Sebenico, 24 novembre 1887.
L'i. r. Capitano distrettuale
TONČIĆ.
Rettifica
Nel N.o 91 del periodico „11 Dalmata", e-
scito alla luce in Zara il giorno 16 corrente,
si legge sotto la rubrica — Note Provinciali
— e sotto il titolo — Sacrilegi — quanto
segue:
„Gi scrivono da Sebenico in data 12 cor-
,,r> nte, e noi con orrore pubblichiamo :
„l Greci sono giustamente furenti, perchè
„la notte scorsa i soliti eroi del croatismo pe-
netrarono nel loro cimitero e ruppero le croci
„e fecero altri danni rilevanti."
A rettifica di ciò si. dichiara, che nella uotte
dall' 11 al 12 corrente furono nel cimitero
greco-orientale di Sebenico staccate dalle ri-
spettive croci, alle quali erano fermate con filo
di ferro, e furono portate via, tre tabelle di
latta, su cui erano incisi in lingua serbo-croata
cou caratteri latini il nome, il giorno della na-
scita ed il giorno della morte dei rispettivi
defunti.
Altri danni nè a quelle, nè alle altre croci,
nè altri guasti al cimitero non furono com-
messi. L'autore o gli autori dei fatto sono
tuttora ignoti; gli atti, però, dei rilievi iu pro-
posito assunti dalla Autorità politica vennero
rimessi all' i. r. Giudizio distrettuale di Sebe-
nico peli' ulteriore procedimento penale.
Sebenico, 2à novembre 1887.
IL' i. r. Capitano distrettuale
TONČIĆ.
DALLE PROVINCIE ITALIANE.
proposta pare tendasi a ristabilire
)a pace tra i vecchi czechi ed il
Ministero.
LONDRA, 30. — Nei circoli
medici di qui esistono ancora dei
dubbi, circa la natura cancrenosa
del male che affligge il principe
ereditario di Germania.
PARIGI, 30. — La dimissione
del presidente Grevy, malgrado le
voci sparse dai giornali, ritiensi
tuttavia improbabile.
„Pro Patria" — Nella ultima radunanza
straordinaria del gruppo locale Pro Patria
a Pola, venne deciso di esporre delle cassette
Pro Patria nei locali publici di primo rango,
come pure nei locali delle società maggior-
mente frequentate da cittadini. Nella stessa l'il-
lustrissimo sig. G. A. Wassermann, podestà di
Pola, dichiarava che nella prossima seduta della
Rappresentanza comunale avrebbe proposto che
anche il municipio di Pola s'inscrivesse quale
socio del Pro Patria. Venne quindi stabilito
ohe pel capo d'anno sia publicato un numero
unico d'un giornale il cui netto ricavato vada
a favore del Pro Patria, e sia dato pure a
tale scopo un publico divertimento.
Bravi i Polesi, coraggio e avanti !
X
Due naovi giornali. — Scrive VIndipen-
dente che a Trieste stanno per publicarsi due
nuovi giornali dal titolo Pro Patria.
Uno di questi sarà dato alle luce da un
comitato, il quale intende devolvere il ricavato
della sua intrapresa ad esclusivo beneficio del
fondo sociale Pro Patria. Di carattere lette-
rario, uscirà una volta al mese, in opuscolo
in ottavo grande, con ottanta pagine di testo
e con su la copertina colorata gli stemmi riu-
niti di Trieste e dell'Istria, di Trento e di
Gorizia. Costerà f. 4,60 all'anno. Siccome non
sarà publicato prima che siensi raccolte le
firme di 1000 abbonati, invitiamo i nostri a-
mici e consenzienti politici a fargli buon viso,
memori del vecchio adagio: Uno per tutti e
tutti per uno.
-t$C 1 -ss
NOTE BIBLIOGRAFICHE.
Telegrammi particolari
del „Dalmata"
PRAGA, 30 novembre. — Alla
Dieta boema il deputato Petak pro-
pose T istituzione di scuole indu-
striali e commerciali, in luogo delle
scuole medie, sciolte in seguito al-
l' ordinanza Gautsch. Con una tale
Per un nostro concittadino. — Ripro-
duciamo dal l'Arte di Trieste il seguente arti-
coletto del sig. M. Buono, non senza felici-
tarcene col chiar. sig. V. Pappafava, il quale
co' suoi lavori riesce di tanto onore alla patria
nostra :
À propos du caractere juridique et des Vi-
cissitudes historiques du droit de propriété
sur les oeuvres de littérature et d'art, étude
du docteur Vladimir Pappafava. — Grenoble
1887.
Il sig. Jules Olòzel, avvocato alla corte
d'appello di Lione, ha tradotto dall'italiano in
francese il dottissimo studio dell' avvocato da
Zara Vladimiro Pappafava sul carattere giuri-
dico e sulle vicissitudini storiche del diritto
di proprietà letteraria ed artistica.
E' un lavoro codesto di palpitante attualità,
il diritto esclusivo e naturale degli autori di
publicare e riprodurre, durante un dato tempo,
le opere del proprio ingegno, diritto recla-
mante la prolezione contro le piraterie consi-
gliate dalla volgare avidità degl' illeciti gua-
dagni, preesistevs alle leggi che lo riconobbero
e lo sanzionarono, e non è più d' un secolo
che fu proclamato in modo solenne, e ricono-
sciuto da' popoli più inciviliti. Cionondimeno
gì' ingordi usurpatori mal si acquetano a ri-
conoscerlo, e non cessano da' tentativi di fro-
dare le leggi, ov' esse esistano, appoggiandosi
anche su qualche autorità.
Diffatti Pruudtun, Ferrara ed altri negano
recisamente un tal diritto ed accusano di pri-
vilegio odioso ogni protezione che le leggi ac-
cordano agli autori: dottrina codesta combat-
tuta con salde ragioni da altri insigni publi-
cisti.
L' egregio Pappafava in questa eruditissima
monografia, cou la calma del filosofo, con la
dottrina del giurista, con I' entusiasmo del ri-
vendicatore de' diritti dell'ingegno e del genio
umano, combatte con argomenti inconfutabili
le usurpazioni invereconde di avidi speculatori,
che per tanto tempo perpetrarono tanti de-
fraudi alla più sacra delle proprietà.
E dopo aver scientificamente esaurito il
suo tema, ed uscito vittorioso nel polemico
agone, fa la storia delle leggi positive adottate
da' vari stati civili riguardo la proprietà arti-
stico-letteraria, sottoponendo a critico esame le
varie disposizioni delle medesime, ed espri-
mendo il legittimo desiderio di vedere messe
all'unisono le diverse legislazioni inlese a tu-
telare i diritti d'autore. Il chiarissimo autore
chiude il brillante suo studio citando un e-
stralto del magnifico rapporto dell'illustre Seia-
loja al senato italiano, sul progetto di legge
relativo alla proprietà artistica e letteraria.
„Se le legislazioni — dice lo Scialoja —
sono ancora diverse e variano su materie più
vecchie assai di quelle che riguardano il di-
ritto d'autore ; se la giurisprudenza di Koma
dà una parte, e del medio evo dall'altra non
sono ancora d'accordo sulle successioni, sulla
destinazione legale de' beni mobili ed immo-
bili, sulla condizione della donna e su tanti
altri argomenti controversi, non deve recar
maraviglia, che non siasi peranco raggiunto
un accordo completo sui diritti d'autore.
„E se il diritto di proprietà in generale
è combattuto sotto tutte le forme, negato da
alcuni, maledetto da altri come un male pu-
blico, non bisogna trarre alcuna deduzione
contro i diritti d'autore dalla diversità delle
opinioni relative alla loro protezione ed alla
loro durata."
X
Santuario della beatissima Vergine
Maria di Poisan presso la città di Spa-
lato è il titolo d'un nuovo lavoro testé pu-
blicato dal signor Giacomo cav. Chiudina. L'at-
tività letteraria dell'illustre vegliardo è vera-
mente invidiabile: ne fanno fede i suoi scritti
numerosissimi e lodatiss>rai, tendenti tutti ad
illustrare la patria. Abbiamo di lui i Cenni
sulla città di Sebenico, La Dalmazia prima
della sua sottomissione ai Romani, i Cenni
sulla città di Curzola, La legislazione civile
e criminale delle città dalmatiche nel medio
evo, 1 canti del popolo slavo tradotti in
versi italiani, L archimandrita Ducić, Ma-
ria Selebam de Cattaui, Verlika e il suo
distretto, Karagiorgie il grande, La città di
Spalato e la Storia del Montenero.
E non meno importante di que'lavori è que-
sto suo ultimo: basti considerare che ad illu-
strare il Santuario della Vergine di Poisan egli
attinse in gran parte ai documenti vecchi esi-
stenti una volta presso l'Archivio dell' i. r.
Luogotenenza dalmata, ed ora presso IA Curia
vescovile di Spalato. Sutla base di questi egli
ricerca le origini della chiesa primitiva e della
Confraternita di Poisan, di cui publica la ma-
dregola compilata già nel 1470, ei rifa la
storia della costituzione del Santuario, della
fabbrica del trono d'argento in cui e riposta
la Vergine e del suo altane di marmo. Inte-
ressantissime sono le notizia he troviamo sulla
confraternita di Poissan, sulh ^pulture e la-
pidi esistenti nel Santuario, sull' amministra-
zione del medesimo.
In appendice all'illustrazione storica, I' au-
tore ha voluto aggiungere alcune dell« com-
posizioni poetiche che iu varie circostanze
furono publicate in onore della Vergine dal
Dudan, dal Devich, dal Franceschi e dal de
Grisogono, nonché una breve esposizione sui
voti, doui o lasciti più importanti per cui il
Santuario venne arricchito. La li parte del
lavoro, che è una cosa a parte, c' intrattiene
sul culto piestato dalla chiesa e dai fedeli di
tutti i tempi alla Vergine, rilevando qualmente
ella venisse celebrata dall' Alighieri e dal Pe-
trarca.
Non possiamo a meno di congratularci col-
l'egregio autore per questo suo lavoro, augu-
randoci di leggerne degli altri ancora.
11 prezzo d'abbonamento della „Wiener All-
gemeine Zeitung" per tutte le tre edizioni im-
porta in provincia soltanto sei fiorini al tri-
mestre, mentre gli altri simili grandi giornali
costano per sole due edizioni al giorno fiorini
sette. x
Napoli, 25 settembre 1885.
Sigg. Scott e Bowne,
L' Emulsione Scott, che ho avuto 1' agio
per parecchi mesi di esperimentare iu molti
bambini della mia pratica privata, mi ha sem-
pre reso degli utili servigi, non solo nelle al-
terazioni del processo di ossificazione, nella
scrofola e nel linfatismo, ma benanco nelle
lunghe o stentate convalescenze dei morbi
d' infezione.
In omaggio alla verità non posso che rac-
comandarla.
Dott. cav. GIUSEPPE SOMMA
Archivio di Patologia Infantile. Ufficio di Divisione
Via Duomo, 61 — Napoli.
X
Lotteria. — Rendiamo attenti i nostri let-
tori all' odierno avviso dei signori Kaufmann
db Simon in Amburgo. A chi desidera fare
un interessante tentativo di fortuna, e poco co-
stoso, si può specialmente raccomandare quella
lotteria garantita dallo stato, e che offre con-
siderevoli vincite.
TRAPASSATI.
A domicilio in città. — Il 23 novembre:Usigovieh
Giovanna, moglie di Girolamo, falegname, d'anni 70,
da mielite.
JSel suburbio. — 11 23 novembre: Matulich Gio-
vanni del fu Natale, agricoltore, d' anni 66, da vizio
al cuore.
Neil' ospitale militare. —- U 21 novembre: Stanis-
sich Pietro di Simeone, "i. r. marinaio, da Peterzane,
d' anni 29, da calcolo veseicale.
Neil' ospitale provinciale a Borgo Erizzo. — il
20 novembre: Jurlina Antonia di Giovanna, contadina
da Poglizza, di giorni 2, da diarrea infantile ; Rad-
manovich Paola di Saverio, contadina da Smilcich,
d'anni 32, da febbre intermittente; il 25 novembre:
Milinovich Elia del fu Simeone, cocchiere, da Ivos-
sevaz, d'anni 44, da vizio al cuore.
Ringraziamenti.
A lutte le Autorità ecclesiastiche, civili e
militari; alle lodevoli Rappresentanze delle So-
cietà cittadine; alle patrie Direzioni e mem-
bri della „Filarmonica", „Paravia", „Teatro
Nuovo" Bande „Cittadina" e „Bersaglieri", non-
ché a tutte quelle onorevoli Società, Corpora-
zioni e persone che con la loro cooperazione,
con vari e generosi doni e con offerte stra-
ordinarie, continuanti tuttora, vollero gentil-
mente gradire all'invito, perchè il fausto giorno
dell'inaugurazione del nostro sociale vessillo
avesse in tutte le sue parti un esito brillan-
tissimo, riconoscentissimi a tante dimostra-
zioni avute, quali interpreti de' sentimenti del-
l'intero corpo sociale, rendiamo dal cuore i
nostri più sentiti ringraziamenti.
Zara, 27 novembre 1887.
La Presidenza
della „Società Operaia Zaratina
N. 801.
AVVISO DI CONCORSO.
In seguito a deliberazione presa dal Consi-
glio comunale nella sua tornata 23 ottobre a.
c., si apre il concorso a due posti di medico
condotto comunale pel comune di Lissa, col-
l'annuo appuntamento di fior. 2000 per cia-
scheduno, dei quali f. 500 pel servizio comu-
nale e fior. 1500 a titolo di condotta privata.
L'appuntamento suddetto sarà da percepirsi
dalla cassa comunale in eguali rate mensili
anticipate.
Il servizio, che avrà la durata di un trien-
nio, verrà regolato mediante contratto da sti-
pularsi sulla base delle vigenti leggi.
Gli aspiranti dovranno produrre le loro do-
maude all'Amministrazione comunale a lutto
il 15 decembre p. v, comprovando la loro
età, la laurea in medicina universale, il ser-
vizio eventualmente prestato, I' autorizzazione
all'esercizio nei paesi rappresentati al Consi-
glio dell'Impero e la conoscenza delle lingue
erbo-croata ed italiana.
Dall' Amministrazione Comunale
Lissa, 12 novembre 1887.
Il Podestà
ti i A X A
L' Assessore
Siminiati.
Nel corso del corrente mese di novembre
furono elargiti a favore del locale Asilo delle
Orfanelle, fior. 20 dalle signore eredi Messale
in Dorchich, fior. 25 dai signori eredi del de-
funto Giuseppe Bakmazs, un sacco di formen-
tone dal signor Matteo Lovrich — terza ge-
nerosa off«rta in quest'anno — un barile di
vino dalla signora Mattea vedova Stipanovich,
e vari libri, oggetti di scuola e di cancelleria,
dai signori librai Mazzanti e Woditzka.
Alla generosa carità dei suddetti pii bene-
fattori, il comitato riconoscente porge, anche a
nome delle ricoverate, i dovuti più sentiti rin-
graziamenti.
Zara, 27 novembre 1887.
D. TEJA
ZARA - Via S.ta €aterina - ZARA
Grandioso deposito con invariato
assortimento di calzatura per uomini,
doune, fanciulli e bambini a prezzi
da non temere concorrenza alcuna.
Si assumono ordinazioni per tutta
la provincia verso rivalsa.
D^P" Qualunque lavoro viene c-
seguito entro 24 ore precise.
Convenier\za
Tosse
Raucedine
Bronchite
Catarro polmonare
vengono guariti radicalmente ed in pochi gioru
con la rinomala
Acqua di catrame
CONCENTRATA
preparata unicamente dal chimico farmacista
SILVIO CIATTO
nella
FARMAMA KO\DOLIVI
in TRIESTE.
Deposito generale e vendita per la Dal-
mazia presso la
FARMACIA ANDROVIG
in ZARA.
:xxxx?xxxxxxxx;
Fabbrica Nazionale a Vapore
di
CIOCCOLATA
di
I. R. Fabbricatore di Corte
TRIESTE
Premiato con medaglie
A TUTTE LE ESPOSIZIONI
alle quali concorse
Vienna 1873 — fuori di Concórso
Diploma di Giurato internazionale.
Questa fabbrica fondata nell' anno
1857 fu la prima nella Monarchia ad
essere eretta con i moderni perfe-
zionamenti dell' arte meccanica.
A richiesta si rilascia il relativo prezzo
corrente e si rimetteranno i Campioni a
chi ne farà domanda accompagnata dal re-
lativo importo.
Merce esente del Dazio doganale
d' entrata.
Deposito Generale in Trieste
Riva pescatori N. 20.
If, 70. ZARA, Sabato 1 Settembre 1888. Anno XXIIl.
Associazione.
Per >'ara fi. 8 anticipatamente, se-
mestre e trimestre in proporzione.
Per l'impero Austro-ungarico fi. 9,
semestre fi. 4:60 trimestre fi. 3:50
Per gli Stati appartenenti all'U-
nione postale fi. 13 all' anno se-
mestre e trimestre in propor-
zione. l'er gli Stati non appar-
tenenti all'unione postale fi. 8
e di più l'aumento delle spese po-
stali, semestre e trimestre in pro-
porzione.
Un numero separato costa s. 10.—
Un numero arretrato s. 16,
IL DALMATA
Giornale politico, economico, letterario.
E^ce il mercoledì e il sabbato
Inserzioni.
Le associazioni e gli importi di de-
naro, ili assegni i»ostali si dirigano
ali' aniiuiiiistrazioiie dei "Dalmata«
in Zara. Chi non respinge il foglio
dopo st;;i(luta l'associazione s' intende
obbligato per il trimestre susse-
guente.
Le corrispondenze devono dirigersi
atfrancate esclusivamente al Redat-
tore. Le lettere non atfrancate sa-
ranno respinte. 1 comunicati si in-
seriscono al prezzo di s. 10 la linea
Avvisi ed inserzioni a prezzo mode-
rato da convenirsi.
I manoscritti non si restituiscono.
8
Che le disposizioni vigenti io linea
dì sviluppo e di manutenzione forestale
siano in complesso buone ed utili, si
potrà convenire. Ma non siamo punto
d' accordo nel giudizio che la loro ap-
plicazione sia sempre corretta e non
leda quegli interessi che lo stesso le-
gislatore deve aver avuto in mira siano
rispettati.
Basta una denunzia qualunque di un
vigile ai boschi (più o meno boscati)
por ritenersi autorizzati legalmente alla
emissione di una decisione, che di-
sturba la scarsella, o compromette 1' e-
sercizio della libertà personale dei cit-
tadini.
In ogni paese civile le contravven-
zioni vanno colpite severamente, nulla
è a dirsi. Ma esistono poi sempre que-
ste contravvenzioni ? No ; e più volle
mancano perfino dei primi caratteri.
Una divergenza col capovilla, un di-
sgusto col parroco, un alterco col ca-
poronda, la non accettazione del tasso
arbitrario del lugaro, portano sovente
da noi un irresponsabile sul banco de-
gli accusati.
Non vi è discolpa, non valgono te-
stimonianze, non si ammettono prove
in confronto al denunciatore, cui, non
bastando i 5 o 7 fiorini percetti al
mese, deve necessariamente essere le-
cito di provvedere altrimenti alla pro-
pria esistenza.
E si condanna, completando una
stampiglia: ecco tutto! Si ricorre, si
pongono in campo argomenti pienpro-
vanti, si si difende con buone ragioni,
ma spesso inutilmente.
Ma che importa? L'atto fiualmente
è evaso. È un numero, una partita di
più, che da un prospetto passa ad un
altro per cadere in una distinta, che
assicura una esecuzione efficace sul
mobiglie, sugli utensili, sugli attrezzi,
sui semoventi, su tutto quello che si
possiede. Oppure dischiude le porte di
uu carcere ad un padre di famiglia,
ad una innocente fanciulla, ad un la-
borioso garzone.
Ma che monta? Langue la pastori-
zia, s'impoverisce la popolazione, si
avvilisce T individuo, i boschi non mi-
gliorano! Ma i prospetti sono in regola,
le gite aumentano, piovono da Vienna
nuovi istrumenti, che talvolta taluno
non sa nemmeno tenere in mano e le
statistiche sono complete! Tutto va
bene, tutto progredisce a seconda, cia-
scuno ha diritto di dormire fra due
guanciali !
In Sassonia, ned è molto, un danno
forestale veniva punito col taglio del
dito 0 della mano del contravventore.
A tali severe, troppo severe leggi, deve
oggimai quel paese la sua proverbiale
prosperità. Ma, parallela a tali leggi,
dicendosi anche barbare, correva l'i-
struzione estesa, la vera educazione
delle masse. I lavori di coltivazione
delle foreste seguivano razionalmente
adagio, adagio. Ma sopratutto vi era
una ben ponderata applicazione proces-
suale, precipuo elemento per assicurare
il rispetto alla legge.
In una delle gite periodiche, fatte col
fucile da caccia sulle spalle, salta in
mente ad un impiegato forestale dì sot-
trarre uno 0 più tratti di fondo dal-
l' utilizzazione ordinaria, consueta. Ed
ecco una Grida che impedisce il pa-
scolo e che ostracizza la capra, la quale
è forse l'unica risorsa di una povera
rustica famiglia. Sì protesta, si muo-
vono eccezioni pientenenti, appoggiate
da un bene intenzionato podestà. Tutto
inutile! Il gran detto è gettato, biso-
gna effettuarlo! Non è forse così? Si,
per Giove!
Ma intanto prosperano i boschi, si
dirà ! Davvero ? Non c' illudiamo ! Guar-
datevi da destra a manca e rivolgetevi
indietro. E che vedete ? Denudamento
da per tutto, miseria, squallore, dispe-
razione !
Oh, consoli! Invece di divietare tratti
intieri, non sorvegliabili per la loro e-
stensione ; invece di spendere tesori
per un apparato di lusso ed assieme
incompleto, coltivate razionalmente a
poco a poco tratti minori. E quando
le piante saranno fuori della portata
del dente degli animali, allora passate
il divieto sopra altre aree e cosi via
via. Ai sestanti, alle livellette, ai pan-
tografi, alle carte, sostituite , i pre-
cetti della pratica, correggete il capric-
cioso corso dei torrenti, diminuite le
guardie, pagate queste più convenien-
temente e fatele servire a dovere, one-
stamente, cercando che i danni siano
allontanati e prevenute le contravven-
zioni. Ed in ispecialità vi ricordate, o
consoli, ohe la facoltà di punire è na-
turalmente e legalmente schiava della
missione di giudicare con senno e giu-
stizia. Severus.
I SEQUESTRI
Aderendovi, perchè rappresenta le
nostre Idee e le nostre condizioni in
materia di stampa, togliamo dal Citta-
dino il seguente articolo:
Il nostro giornale venne ieri sequestrato
per ordine dell' i. r. Procura di stato. Ne
diede motivo uaa notizielta insignificante di
croQaca, io cui noo si incensaTa la nota or-
dinao/ia del signor ministro della giustizia,
nella sua appUcazioue ai libri tavolari a Go-
rizia.
Siccome non è possibile, in generale, che
tutto ciò che fa o vuole l'i. r. governo sia
degQo di lode, di plausi, di ammirazione, pel
semplice motivo, che anche i signori ministri
sono uomini e possono talvolta errare; siccome,
quindi, non è ammissibile che la stampa in-
dipendente di Trieste debba a priori inneg-
giare a tutte le emanazioni governative; sic-
come, in fine, qualsiasi appunto, per quanto
blando e leale, agli atti del governo viene
colpito da sequestro, cosi si finirà che la stampa
non ufficiale cè ufficiosa di Trieste — pere-
vitare noie, fastidi e danni —• si disinteres-
serà sempre più di lutto ciò che, in ordine
politico 0 amministrativo, proviene dalle sfere
governative, specialmente da quelle centrali dì
Vienna, e sopprimerà dalle sue rubriche quello
che concerne 1' Austria.
E allora, allora soltanto, saranno giustifi-
cati i lagni della Triester Zeitung, la quale in
un suo recente articolo, ispirato, deplorava che
la stampa liberale italiana di Trieste s' occu-
passe tanto scarsamente di cose austriachi^
L' unico giornale che s' occupi di cose au-
striache è il nòstro, e le note lamentevoli del
nominato giornale non erano, certo, indiriz-
zate a noi. Eppure anche noi, se gli organi
preposti alla censura della stampa non ismet-
teranno il loro eccessivo rigore, ci occuperemo
esclusivamente di tutto, fuorché degli interessi
vitali della monarchia austro-ungarica.
Si domanderà nelle Provincie all' estero,
dove arriva il nostro giornale, ed anche a
Vienna, dove il nostro giornale è letto in cir-
coli molto autorevoli, perchè mai il Cittadino,
giornale che si stampa in Austria, si disinte-
ressi affatto di cose austriache. Appunto per
prevenire una tal domanda di curiosità noi
scriviamo oggi questo articolo, e lo dedichiamo
in prima linea all' illustrissimo signor luogo-
tenente bar. de Pretis, indi ai nostri deputati
al Consiglio dell' impero, affinchè veggano se
e' è il caso che alle autorità locali preposte
alla censura della stampa vengano impartite
da Vienna istruzioni meno opprimenti.
Non sappiamo che esìsta una legge dello
stato, la quale ci vieti di discutere e di cen-
surare rispettosamente gli atti d'ogni singolo
ministro; sappiamo, invece, che le leggi fon-
damentali dello stato concedono alla stampa
una certa libertà d'azione, la quale, poi, in
pratica, ci viene troppe volte discussa dall' i.
r. censura, affidata com' è noto, in prima li-
nea, ad un commissario di polizia.
Che cosa diverrebbe di noi, se, a mo' di
esemplo, discutessimo gli atti del ministero
della guerra, con quell' accanimento con cui
vengono discussi in Italia? Che cosa avver-
rebbe di noi se, a mo' d' esempio, attaccas-
simo il ministero en block con quella energia
di linguaggio con cui l'opposizione francese
attacca il signor Floquet e compagni?
Non osiamo pensarci, senza rabbrividire !
Eppure, io teoria, le leggi austriache, in quanto
concernono la libertà di stampa, non sono
meno liberali delle italiane e delle francesi.
In teoria, lo ripetiamo, poiché in pratica è
tutt' altro, almeno a Trieste.
Anni fa, la N. jp. Presse publicò quaranta
articoli di fondo consecutivi contro il mini-
stro dell'interno, articoli di fuoco, che deter-
minarono la caduta di quel ministro, Nebsuno
di quegli articoli venne colpito da sequestro.
A Trieste, auspice l'i. r. censura locale, la
N. F. Presse sarebbe stata sequestrala qua-
ranta volte di seguito.
Ecco: noi non sappiamo il vero motivo dei
rigori eccessivi contro la stampa italiana a
Trieste. Confessiamo la nostra ignoranza. Non
sappiamo, lo giuriamo sull'onore, se a Trie-
ste si possa contare sulle libertà concesseci
dalle leggi fondamentali dello stato, in tempi
normali. Ma non desideriamo, davvero, che
una seconda geremiade dell' organo ufficioso
tedesco della sera venga giustificata, non già
dall' atteggiamento della stampa italiana trie-
stina, ben&ì dai rigori eccezionali dell' i. r.
censura — rigori che, soltanto sotto la pres-
sione di certi avvenimenti allarmanti, potieb-
bero essere in qualche modo giustificati!
Il re democratico
Il viaggio del re d' Italia nelle Komagne è
un fatto quasi compiuto e applaudito. Giunge
smentita efficace alle apprensioni dei timo-
rati, che voh'vano mezzi di repressione vio-
lenta, anziché libertà ampia anche ai violenti,
che, liberi, si trovarono privi di forza. E' smen-
tita r ubbia della ingovernabilità delle Roma-
gne; è annullata la fola che il partito della
rivoluzione prevalga in Romagna al partito
d'-ir ordine. La universalità delle dimostra-
zioni, scevre di tinta ufficiale, documenta un
nuovo plebiscito monarchico. A Forlì il re ha
avute accoglienze entusiastiche. Non era 1' o-
spite dei giornali arroganti; era il capo della
nazione, il padre del popolo, il re democra-
tico. Democrazia è eguaglianza di tutti rim-
petto alla legge, e il re d'Italia è equanime
a tutti e tutti vuole elevati alla dignità di cit-
tadini di un libero stato.
I sovvertitori, che chiedono la carabina di
Cipriani, possono adoperarla benissimo a un
innocente e poco drammatico svago di caccia.
Escono dalle città, mentre vi entra il re d' I-
talia; ma assai pochi li seguono, ma per via
non raccolgono alcuna adesione simpatica. In-
tanto le campane suonano a festa, fiammeg-
giano al sole le bandiere sabaude, le fanfare
suonano la marcia reale, e dal popolo s' alza
uu grido fragoroso, erompente, entusiastico,
eh' è protesta in uno e commovente adesione.
Ecco come — senza repressioni — il go-
verno italiano ha raggiunto gli efietti che,
colla repressione, non avrebbe certo ottenuti.
Invece di fare dei martiri, il governo italiano
ha fatto degli impotenti. Li ha lasciati dire,
li ha lasciati fare, li ha lasciati declamare. Ma
poi? Una grande reazione di buon senso e di
patriottismo è avvenuta e il tiranno s' è mu-
tato nel re buono che va in mezzo al suo po-
polo, senza guardie d' onore, chiamando il po-
polo sua prima guardia d' onore.
Perchè in Umberto come in Vittorio Em-
manuele v' è V istinto della democrazia che,
senza discese, eguaglia il sovrano al suo sud-
dito. Si narra che un giorno il re Galantuomo,
alle paure d' un suo funzionario pei moti ^ re-
pubblicani, abbia risposto: evviva, diverrò il
primo cittadino della repubblica! Parole che
in lui si tradussero in fatti e nel figlio in atti
di pietà magnanimi, e spesso pericolosi, pei
dolori del popolo.
Un duplice risultato offre questo viaggio
del re d'Italia nelle Romagne. Mentre svani-
sce la leggenda che le Romagne siano fuori
dell' Italia monarchica, s' afferma 1' altra e più
solenne leggenda del re democratico.
A Forlì il re visitò le abitazioni degli o-
perai, entrando in quelle dei più poveri ; vi-
sitò gli ospedali, fermandosi al letto degli am-
malati. Non era ostentazione ; era l'afffjtto vero
pel popolo, era il desiderio di sfatare la fola
che il re fosse individuo e concetto temibile,
superiore alla coscienza e alle leggi. Il po-
polo, che dalle teorie radicali attende i grandi
riscaUi dell' ozio e della ricchezza, ha visto
onorato, approvato il suo modesto lavoro dalla
benevolenza del re. — Ma come, si chiedono
gli operai radicali, è questo il tiranno, il de-
spota è questo ? E la moglie di un calzolaio,
un rivoluzionario notissimo, rimane confusa
dalla presenza del re, e, quand' esce, vuole
baciargli la mano, commossa sino alle lagrime.
Il re va dal popolo e trionfa dei pregiudizi
del popolo col fascino della bontà personale,
colla confortatrice parola.
E' una grande, una bella vittoria morale
sulla torbida agitazione dei radicali. Il martire
Cipriani può caricare le sue carabine rettori-
che ; esse, omai, sono destinate a fare cilecca.
Il popolo romagnolo esulta di aver trovato nel
suo re un cuore che palpita, una testa che
pensa, una coscienza che s'anima. Gli ffletti
del viaggio del re d'Italia nelle Romagno sono
più potenti — in linea morale — di quelli
della visita ai cholerosi di Napoli e ai moribondi
di Casamicciola. Li era la pietà immensa che
s' imponeva al sovrano ; qui è il trionfo com-
pleto dell'alta e Jbenintesa democrazia re-
gale sulla torbida democrazia che cerca salute
nella distruzione e l'eccidio. Umberto ha fatto
r apoteosi della regalità, che rispetta le libertà
e r unità della patria; la torbida minoranza dei
radicali fa T apoteosi del delitto e della diser-
zione. Non c' è imbarazzo di scelta fra i due
principi. Il popolo delle Romagne, che si sente
italiano e che come italiano possiede un grande
•buon senso, s' è pronunciato spontaneamente,
solennemente pel re.
Questo il plebiscito di ieri.
Nostri carteggi.
Spalato, 25 agosto.
La controversia sulla Fontana monumen-
tale è entrata in un nuovo stadio. E' una vera
delizia! Quando credete — o piuttosto quando
credono gì' ingenui — di essere giunti in
porto, ecco un' abile manovra che fa virare
il naviglio, facendolo prendere una nuova rotta.
— E così avanti fino a che si arenerà in utio
0 nell'altro scoglio, sfasciandosi affatto per
far servire i ruderi al monumento destinalo
a perpetuare la gloria del nostro dittatore.
Il ministero dell'agricoltura, dopo dieci mesi,
accolse il gravame del d.r Bajamonti, ricono-
scendo pienamente la competenza delle auto-
rità giudiziali. La motivazione che accompagna
la sentenza, se non splendida di forma, in me-
rito è certo esauriente.
Vi era bisogno di uno speciale permesso
politico voluto dal capitanato e dalla luoj^ote-
nenza? Tale è il quesito che si proponeva il
ministero dell' agricoltura, chiamandolo punto
cardinale : e, a scioglierlo, instituisce uu con^
scienzioso esame di dettaglio in seguito al
quale conclude: negativamente, essendosi tutto
avverato entro % limiti della concessione im-
partita al Comune dalV Autorità politica,
soggiungendo che, ove si volesse ammettere
unii opinione diversa, converrebbe pure am-
m» ttere che ad ogni nuova concessione a pri-
vati al loro domicilio, opifizi, giardini, ecc. do-
vrt'bbesi chiedere la licenza politica. Che ne
dicono il capitanato e la luogotenenza coi loro
30 0 40 paragrafi citati inesattamente?
Ma tutto ciò che vale?
11 ministero osserva che allora soltanto po-
trebbe essere lecita T intromissione dell' auto-
lità politica, quando ci fosse spreco d'acqua
e da questo ne venisse un danno agl'interessi
publici.
Ma poiché tutti i calcoli e tutti gli studi
— fatti in proposito e dall' ingegnere supe-
riore Mayer, e dall' ingegnere Antonelli, al-
lora addetto al Comune, e dal prof. Radrnan,
e dal prof. Turrazza di Padova, e dagli in-
gegneri d.r Pederzolli e Linaidovich, chiamali
quali periti a sciogliere la questione mediante
apposita perizia in sede giudiziale —• fann.)
risultare che vi è la bagatella di quattro mi-
lioni di litri d' acqua che soprabbondano, ver-
sandosi inutilmente nel mare, voi compren-
derete che ombra di danno non vi può esser«.
Oh ! sì, andatelo a dire !
11 signor Truxa prende quella frase e d'essa
fa una seconda edizione del primo decreto
dell'ottobre dell'anno decorso: ordina addi-
rittura la procedura edittale, e, poiché il d r
K, 86. ZARA, Sabbato 27 Ottobre 1888. Anno XX
Associazione.
Per Zara li. 8 anticipatamente, se-
mestre e trimestre in proporzione.
Per TImpero Anstro-ungarico fi. 9,
semestre fi. 4:50 trimestre fi. 3:60
Per gli Stati appartenenti all'U-
nione postale fi. 12 all'anno se-
mestre e trimestre in propor-
zione. Pur gli Stati non appar-
tenenti all' anione postale fi. 8
e di più r aumento delie spese po-
stali, semestre e trimestre in pro-
porzione.
Un numero separato costa s. 10.—
Un numero arretrato s. 16.
IL DALMAT
Giornale politico, economico, letterario.
Esce il mercoledì e il sabbato
Inserzioni.
Le associazioni e gli importi di de-
naro, in assegni postali si dirigano
air amministrazione del "Dalmata^
in Zara. Chi non respinge il foglio
dopo scaduta l'associazione s' intende
obbligato per il trimestre susse-
guente.
Le corrispondenze devono dirigersi
aftrancate esclusivamente al Redat-
tore. Le lettere non affrancate sa-
ranno respinte. I comunicati si in-
seriscono al prezzo di s. 10 la linea
Avvisi ed inserzioni a prezzo mode-
rato da convenirsi.
I manoscritti non si restituiscono
CHIACCH)EB£
Dunque il vecchio Starcevioh rinnega
il vecchio Strossmayer. Abbiamo dun-
que due profeti che non vanno d' ac-
cordo e che possono creare uno sci-
sma. Eppure tutti e due giurano in
un verbo solo; tutti e duo mangiano
un tedesco a pranzo e un magiaro a
cena, tutti e due sono convinti della
missione civilizzatrice che sapete.
Ma, forse, allo Starcevich seniore
riuscì irritante la clamorosa réclame
condensala negli ultimi tempi sul capo
di monsignore. Come? Cera ohi si
permetteva di ofiuscarlo, c' era chi si
permetteva di fargli concorrenza nel
martirio politico? La Croazia della geo-
grafia ideale, per quanto vasta, non
può contenere che un solo profeta, che
un martire solo. Due sono di troppo;
uno, certo, deve levare 1' incomodo.
Così, d' ora in poi, alle tante frazioni
e sfumature di partito, se ne aggiun-
geranno due nuove. Vi saranno gli
starcevichiani e gli strossmayeriani, che
fiiiora non avevan ragione d'esistere.
Da che parte si schiereranno i croati
di casa nostra e del uostro cuore?
Divideranno imparzialmente i loro en-
tusiasmi rettorie], o parteggieranno per
uno solo dei due campioni? Il dilemma
è profondo come le elucubrazioni del-
l' avvocato Pastrovich.
Ma sapete che sono carini davvero
questi croati al di qua e al di là della
montagna? Non basta che non abbiano
fatto nulla per aver diritto all'unità
nazionale, non basta che di questa u-
nità si siano mostrati indegni, ci vole-
vano anche queste invidiose logoma-
chie, che provvedono al buon umore
del colto e doli' inclita.
Se uno dei pontefici del croatismo
dichiara l'altro anti-papa, con poca
reverenza alle persistenti aspirazioni
cardinalizie di monsignore, vi è facile im-
maginare la concordia che regna fra
la minor gente del partito croato.
Sono in pochi e non riuscirono an-
cora a mettersi d' accordo. Vi sono i
croati di mezza tinta, che hanno sacri-
ficata l'utopia del radicalismo alla bea-
titudine dell' opportunismo. Voi li co-
noscete: cacciatori di quietanze e di
prebende, adoratori del dio Fiorino,
malleabili come la cera. L' annessione,
per cui irent'anni fa versarono il loro
inchiostro, è un' utopia. Domani che
anche il croatismo moderato riesca im-
APPENDICE
Da Castelauovo a Cattare
Siamo lieti di pubblicare questo ca-
pitolo, tratto dall' opera d'imminente
uscita : Le Bocche di Cattaro dell' e-
simio dr. Giacomo cav. Ohiudina di
Spalato :
Lo spettacolo, che ha sotto gii occhi il
viaggiatore nel passaggio da Castelnuovo alla
volta di Cattaro, è il più grandioso, è il piii
bello che si possa cootemplare. Egli vede viag-
giando col piroscafo il pittoresco canale, ora
restringersi tra spoode ameoissime, ora allar-
garsi con giri tortuosi, poscia iosinaarsi entro
teira per più chilometri alle radici della Cr-
Dagora, che adergonsi colle squallide e rupi-
ginose lor cime, e sembrano dare coli' orrido,
che d'ogni intorno spargono, un magni-
fico risalto alle bellezze di questa meravigliosa
plaga.
Poi gii si presenta la cittadella di Castel-
nuovo, questa perla delle Bocche, che sì spiega,
portuno, sapranno adornarsi di una
coccarda perfettamente costituzionale.
Poi v' hanno i croati festerecci e
duri più delle roccie del Velebit. Per
loro r annessione è una coerenza, più
che una convenienza. Cantori di salmi
glagolitici, cercatori assidui delle co-
rone di latta dei tragici Terpimiri, ca-
valieri erranti del diritto croato, ab-
borrono gli opportunisti e vogliono un
programma netto o spiegato.
Ci sono i croati speculativi, che fanno
i croati per seguire la moda e che ri-
guardano il croatismo come un diploma,
un attestato, un titolo di promozione.
Non sanno parlare che l'italiano, ma,
se li udite in istrada, giurate suH' a-
nima buona del Parcié che hanno im-
parato tutto intero il suo dizionario.
E dall'altra parte? Croati banali,
ligi al verbo di Budapest e devoti al
governo, che, in fondo, 11 tratta assai
bene. Croati selvaggi, che, quando non
muovono a rumore la Dieta, prendono
a calci parlamentari o ginnastici i col-
leghi della maggioranza. Croati che in-
vocan la Russia; croati che vogliono
la fratellanza iugoslav.a: croati anti-serbi,
anti-bulgari, anti-cosacchi ; croati che
vogliono il regno qual'è; croati epici,
che vogliono mezza Europa a loro uso
è consumo; croati che voglion la luna;
croati che non sanno neanche loro che
cosa si vogliano. Tutte le specie vi
sono rappresentate, tutte le tinte, tutte
le velleità, tutti gli appetiti.. A completare
la collezione ci mancavano proprio ie ul-
time invettive del venerando contro il
venerabile.
Intanto la Croazia, anche piccola,
non può fare da sè. Mentre 1' Hrvatska
appunta i suoi strali di redazione coa-
tro il dr. Klaich e consorti, non si fa
neanche la parodia delle Cinque Giornate.
Le cannonate retturiche del dottor Anto-
nio non sfondano la più impercettibile
breccia e i telegrammi nordici di mon-
signor Strossmayer non innalzano la
menoma barricata. Mentre i croati dei
due emisferi si accapigliano fraterna-
mente, il loro grido di guerra — Bog
i Hrvati!— più che platonico, diventa
perfettamente umoristico. È vero che,
per tutti, il dr. Bulat si arma trucida-
mente ; ma credete che questo Pulzelle
di . .. Spalato basterà solo a redimere
e ad unificare la mamma patria?
Ecco dunque i nostri bravi antago-
nisti ridotti alle loro proporzioni natu-
rali, che appartengono al dominio del-
l'operetta. Senza unità di programma,
a guisa di grazioso ventaglio, sopra un colle
verdeggiante.
Lunghesso il lido, a destra e a manca, gli
SI affacciano le belle borgate e i villaggi, che,
ora in gruppi bene ordinati, ora in linee va-
gamente estese e adorne di eleganti edifizì,
pi'otendonsi Ano al punto, ove gli si presenta
la cittadella di Cattaro.
Il distretto di Castelnuovo corre sopra una
spiaggia ridente, fino allo stretto del canale,
abbracciando i fertili e vaghissimi villaggi di
Mojdož, Baosié, Podi, Kati, Zelenika, Gjono-
vié, Kameno, Kouibur, Kruševica, Jošića, Mo-
krine, Sašović, Topla, Igalo, Savina, Meljine
e Bijela, formanti la più deliziosa plaga del
canale, che dai viaggiatori tedeschi viene u-
niversalmente addomandata la più bella re-
gione dair Austria.
La natura ha un aspetto assai calmo, assai
sereno, «, qua e là, tra i vapori, apparisce un
campanile, una torre, un maestoso gruppo di
pini.
I colli sono ricolmi di ricchezza, come il
seno d' una madre, che allatta il suo primo
bambino.
Le bianche case spiccano sopra un fondo
di verdura, fra bellissimi boschi di olivi, di
aranci e di cedri.
E' un panorama rinnovato, senza posa, di
senza un patrimonio di civiltà secolare
che autorizzi fiducia nell'indipendenza
della patria, questi signori hanno ora un
bel fare della rettorica. Il principe di
Danimarca, dopo aver parlato del mar-
cio convenzionale, avrebbe ragione di
ripetere: parole, jìarole,parole! Vo^^ouo
continuare a far fremere i torchi e i
lettori; possono applicare all'elettricità
i novi entusiasmi; possono esaltare i
chiericotti a dimostrazioni ultra-croate.
Ahimè! Starcevich è grande; ma Stros-
smayer non è più il suo profeta ! L'an-
nessione è una parola magnanima, ma
rappresenta una grande utopia! L' odio
poi magiari è una santa missione; ma
due terzi dei croati si permettono d'es-
sere appunto del parere contrario. L' an-
tipatia pei tedeschi è un apostolato ; ma
i ncstri onorevoli sono i décrotteurs de-
votissimi dei possessori della lingua del
ja. Non c'è, insomma, coerenza, non c'è
decenza, non c'è alta e unitaria edu-
cazione politica, non c' è nemmeno se-
ria tendenza nazionale.
Con tante deficienze, con rancori così
pronunciati, contali screzi politici non si
fanno davvero le nazioni. La Croazia —
per sua fortuna non potrà mai rea-
lizzare le sue aberrazioni geografiche,
che assomigliano a quelle di Campa-
nella. Perchè, concessa l'iperbole, si a-
vrebbe uno spettacolo meraviglioso ;
r opera buffa rappresentata da un' in-
tera nazione. Tutti vorrebbero essere i
primi. Primi i Dalmati, primi i Croati,
primi gli Sloveni: tutti primi! I Boulan-
ger al sego si moltiplicherebbero all'infi-
nito. Ognuno vorrebbe far prevalere le
proprie idee. Sarebbe 1' apoteosi del caos,
il cantico dei cantici della confusione.
Dopo un mese — lo giuriamo sulT om-
bra inulta del canonico Paulinovich —
se ne avrebbe di grande Croazia fin
sopra gli occhi. Dopo un anno — as-
sai probabilmente —• si tornerebbe allo
statu quo ante, il migliore di tutti.
In fondo, tutte queste battagliole
ci fanno sorriciere. Ma, pensandoci
poi un poco sul serio, sentiamo ram-
marico che in nome di tale confusio-
nismo, in nome d' una Croazia iperbo-
lica, un' accozzaglia di ciarlatani politici
abbia sconvolto il nostro disgraziato
paese. Stavamo tranquilli in casa no-
stra, felici dei nostri postulati civili, della
nostra lingua, dell' armonia esistente
fra slavi e italiani. Avevamo devo-
zione al passato e fiducia nell'avvenire;
ci credevamo chiamati a un rinasci-
mento materiale, mercè il concorso d'uo-
ville e di giardini fioriti, che danno ai venti
i loro profumi.
Zampilli di acque fresche, irradiati da un
sole d' oro, rinfrescano 1' aere odoroso.
Queste rive richiamano, in diversi punti,
ora il lago di Lacerna, ora il Bosforo ed ora
la rada di Smirne.
Valicato lo stupendo stretto delle Catene^ il
viaggiatore ammira la città di Perasto colle
sue bianche case, disposte lunghesso la riva,
a guisa di navigli lungo la rada.
In mezzo a un limpido spazio, che si
apre in faccia a Perasto, appariscono due leg-
giadre isolette: S. Giorgio e la Madonna dello
Scalpello.
E, proseguendo, vede spingersi e campeg-
giare maestosa la interminabile linea, a sinistra,
di bianchi edifizì della bella borgata di Do-
brota, eh' è alla Dalmazia ciò eh' è Broek al-
l' Olanda ; bianchi e rifulgenti d' una luce an-
cor più viva, pel contrasto eh' essi presen-
tano colle cupe cime della Sierra di Sant'E-
lia; e, a fianco, cogl'indivisibili, sempreverdi
e sempre fruttiferi, arboscelli dell' arancio e del
limone.
Ecco Stolivo, colle sue belle case campestri
disposte in anfiteatro, sul pendio di una ri-
dente collina, con la guglia piramidale della sua
chiesa, inalzantesi come una preghiera miste-
mini nostri, troppo poveri per fare del-
l' alta politica, dotati di troppo buon
senso per crear delle lotte civili.
Ma un brutto giorno s' udì una pa-
rola ancora più brutta: annessione, ahe
ne generò delle altre bruttissime: tutti
croati ! ostracismo agli italiani ! in mare!
Dio e i Oroati!. .. e così via dicendo,
a nostro ineffabile gaudio.
E, dopo venticinque anni di lotta
snervante, dolorosa, titanica, dopo aver
fatto indietreggiare di un secolo il pro-
gresso della nostra Dalmazia, si venne
a sapere dagli stessi provocatori che
r annessione era una parola priva di
senso comune e che uno dei grandi
Madhi della grande Croazia aveva torto
da vendere.
A chi dunque credere? Come oriz-
zontarci? Si fa 0 non si fa questa be-
nedetta Croazia? Si innalzano o non si
innalzano i roghi agli eretici unghe-
resi e tedeschi ? E a quando 1' ora del
nostro riscatto? Quando il Velebit sarà
un'espressione geografica?
Tutte queste domande ci si presen-
tano cosi imponenti, che abbiamo ri-
solto di rivolgerci per la spiegazione
all' on. Vrancovich, il più croato dei
nostri contemporanei.
-»^n.i»».,'»^''-
L'anno 1888 va segnalato pel gran
numero di esposizioni internazionali ohe
esso vide attuate. E un fenomeno de-
gno di nota questo moltiplicarsi di tali
feste del lavoro, quando appunto tutto
induceva a ritenere che esse volgessero
al loro termine, come strumento con-
sunto e non più adatto allo sviluppo
economico. L'indifferenza dei governi
non ha impedito che esso aorgano e si
attuino per opera di privata iniziativa;
però sarebbe assurda V affermazione che
le esposizioni odierne siano del tutto
identiche a quelle promosse e dirette
dagli stati. La differenza delle origini
e dei mezzi ha determinato anche una
differenza sostanziale fra le une e le
altre.
Le grandi esposizioni internazionali,
che, iniziatesi a Londra, si sono suc-
cedute a Parigi, a Vienna, ad al-
trove negli anni passati, poteano repu-
tarsi effettivamente universali, imperoc-
ché esse si estendevano a tutte le ma-
nifestazioni dell' attività umana, così nel-
r ordine intellettuale come in quello ma-
teriale : ciascun paese teneva a figu-
riosa dal seno d' una folla devota raccolta; poi
la graziosa borgata di Perzagoo, riparata alle
falde delle sue roccie e colla sua vaghissima
Madonna della natività, sparsa di case, edi-
ficate alla sponda della costa, come una co-
rona sgranata; poi le tre costruzioni d'una
medesima forma, legate l'una all'altra da uno
stretto pensiero di affezione, e addimaudate le
tre sorelle {tri sestrice), che nell'amicizia loro
fedele d'amore si fecero un'eguale dimora.
Quale delizioso colpo di vista, quale va-
rietà di quadri d'ogni parte, ad ogni istante,
in questi contorni argentati ; in questi allarga-
menti del canale, colla moltitudine delie chie-
suole, che, dall'alto delle loro colline, sembrano
invitare i viaggiatori ad elevare l'anima verso
Dio ; nella prospettiva di questi villaggi,
eJevantisi, a guisa di gradini, sull'ertezza del-
le montagne, e d'altri modestamente assisi in
UDO stretto vallone, e d'altri giacenti alle sponde
dei fiotti come nidi di gabbiani !
Quale contrasto fra le cime denudate di
queste montagne e V abbondante vegetazione,
che ne ricopre i fianchi!
Quale contrasto sullo stesso punto, sulla
rupe stessa, sì triste alla sommità, sì ridente alia
sua base !
E qual piacere non si prova nel mirare
questi edifizi d'ogni maniera, queste fascie dì