Namero 29 ZABA, Sabato 10 Aprile 1915, Anno L
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l'er Zara Cor. 16 anticipatamente, semestre e trimestre tu proporzione.
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mero arretrato Cent. 32. I numeri del giornale si vendono nella Li-
breria Internaz. di E. Schònfeld e negli spacci principali di tabacco.
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redazione. Le lettere non affrancate saranno respinte. — I comunicati si
inseriscono al prezzo di Cent. 25 la linea carattere testino. — Avvisi
ed inserzioni a prezzo moderato da convenirsi. — I manoscritti non si
restituiscone.
la scienza fa la guerra più micidiale.
Non è un paradosso irriverente.
La scienza, che tende a perfezionare
tutte le Eorme dell'attività umana, deve
necessariamente contribuire al miglior ren-
dimento di quella tendenza che gli uomi-
ni, come gli altri animali, hanno avu-
to e hanno a combattersi ed a sopraf-
farsi.
Perciò, come oggi si viaggia meglio e più
rapidamente che mezzo secolo fa, ci si
ammazza anche,.,, meglio e pili scientifi-
camente che non, per esempio, nella guer-
ra franco prussiana del 70.
A queste considerazioni — che non so-
no ciniche nè pessimistiche, ma sempli-
cemente realistiche — ci induce un arti-
colo di un collaboratore del «Tiraes En-
gineering Suplement», il quale infatti ri-
leva che il carattere sterminatore dell' at-
tuale guerra è dovuto in larga misura
ai progressi della scienza.
Ogni nuovo trovato della tecnica — egli
osserva — pur avendo direttamente di
mira un fine di civiltà e di benesseri',
ha reso più formidabile l'arte della guei-
ra, perfezionando i mezzi di trasporlo e
di comunicazione, cosi dal punto di vista
della velocità come dal punto di vista
della sicurezza di funzionamento, permet-
tendo di sorpassare ostacoli naturali, qua-
li i mari, i fiumi e le montagne, e met-
tendo a disposizione dell' uomo poderose
forze fisiche. La differenza tra la guerra
franco-prussiana del 1870 e 1' attuale so-
no grandissime^ Nel 1870 molti trovati
scientifici, che hanno una parte importan-
te nel conflitto attuale, come i dirigibili,
gli aereoplani, le automobili, i sommergi-
bili, i siluri, il telefono, la radiotelegra-
fia, erano sconosciuti o si trovavano nei
periodo dell'infanzia, e il motivo che ne
promosse l'invenzione o il perfezionamen-
to fu la civiltà, non la distruzione. La
scoperta della proprietà degli acciai a
I dì che furono.,..
IV.
Guerre d' altri tempi.
Le vicende del presente fanno ri-
cordare altre vicende simili del pas-
sato, tanto rispetto alle cose grandi,
quanto rispetto alle cose piccole; e
la ricordanza si ridesta specialmente
nei vecchi. Da Nestore in qua, i vec-
chi hanno avuto sempre tale debo-
lezza. C è una rissa, e' è una bat-
taglia, c' è un banchetto, c' è una
festa, che dividono o riuniscono i sol-
dati greci sotto le mura di Troia;
ad ecco Nestore, che ha veduto tre
generazioni, a narrare fatti eguali o
consimili, di cui fu parte o testimo-
nio nella sua giovinezza. Non dico
che noi, se vecchi, siamo proprio co-
me Nestore, nè che abbiamo veduto
ciò che stiamo per raccontare. Ma il
vedere talvolta è lo stesso che rac-
cogliere ciò che altri hanno veduto;
c il raccontare vale quanto riprodur-
re, unite insieme, le narrazioni sle-
gate, tramandateci dagli antenati. Se
di questi giorni p, e. — accenno ad
una cosa piccola — fosse caduto sul
campanile di s. Francesco quel ful-
mine, che, sono sessant' anni, lo di-
roccò, i vecchi ricorderebbero tutti i
fulmini, i quali si scaricarono sui
nostri campanili; e magari tutti i
campanari, che, sonando al nembo, ri-
masero stecchiti con la corda della
campana fra le mani. Ora dunque,
poiché arde una guerra grande, so-
stenuta dalle principali nazioni del
mondo, i vecchi vanno col pensiero
alle guerre dei secoli passati, e tro-
vano che da noi ci fu pure una guer-
ra grande, che durò, con qualche in-
tervallo, quasi tre secoli, durò cioè
tanto tempo, quanto ce ne volle alle
nazioni cristiane d'Europa, un.te bel-
lamente sotto la Croce, per tenere i
base di leghe e di altri metalli composti Turchi, se non lontani dal Mediter-
è stata utilizzata per la produzione di
corazze, di cannoni e di altri strumenti
guerreschi, ma gli studi che le diedero
origine miravano sopratutto alla costru-
zione di grandi navi, di ponti e di altre
opere destinate a promuovere il commer-
cio e la prosperità degli uomini. Perfino
r opera degli uffici tecnici comunali, mi-
gliorando le comunicazioni stradali, ha
concorso a rendere più formidabili gli e-
serciti, preparando delle vie più rapide
per il passaggio delle soldatesche e per
il trasporto degli approvvigionamenti.
Aiutate tutti
e sempre la Les:a
raneo orientale, lontani dall' Adria-
tico.
Tuttavia, se c' è simiglianza este-
riore nella grandezza delle guerre,
c' è dissimiglianza nelle cause e ne-
gli effetti, e spiccata dissimiglianza
poi nel modo con cui le guerre una
volta erano condotte. Altre armi, al-
tre navi, altre levate di uomini per
il servizio di terra e di mare ; pun-
to strategia e unità logistiche, tutto
affidato al coraggio e al valore per-
sonale. Sicché, nel mezzo delle bat-
taglie, esposti ad ogni pericolo i sol-
dati come i comandanti, ai quali —
cosa questa comune a tutti i tempi
— se la fortuna riusciva propizia,
onori e gratificazioni da parte del
governo, elogi e versi da parte de-
gli oratori e dei poeti; se invece la
volubil dea volt iva loro le spalle,
scherni e improperi, processi e car-
ceri.
Questo però c' era di buono, che
il materiale storico allora sorgeva
spontaneo; le relazioni sulle vittorie
e sulle sconfitte, pochi giorni dopo
gli avvenimenti, giravano per lema-
ni del pubblico, manoscritte o stam-
pate. Sostituivano i giornali politici,
che allora non c' erano; ma c'erano,
libere e indisturbate, la critica e la
polemica. La crit ca p. e. nella stes
sa Venezia contro Venezia, la pole-
mica fra i singoli narratori e le
autodifese dei generali, accusati di
negligenza o di paura. Tante disqui-
sizioni e tante stampe f acevano bene,
0 facevano male ? Non sapremmo af-
fermare che conseguenze produces-
sero rispetto ai contemporanei ; bene,
certo, per i posteri, che coll'aiuto di
quelle possono ora giungere a cono-
scere la verità.
Sono quasi tre secoli che a Zara
e nel territorio di Zara non tuona il
cannone, chè le cannonate austro-
inglesi del '9 e del '13 e le fran-
cesi del '59 furono piuttosto gli ul-
timi guizzi d' incendi guerreschi, ac-
cesi altrove e giunti a noi sullo spe-
gnersi, anziché giusta guerra. La
guerra grossa, con tutte le miserie
e le sventure che sogliono accompa-
gnarla, e prime fra esse la fame e
la peste, i nostri aotenati 1' ebbero
tra il quattrocento e il settecento ;
guerra d'invasione e di sterminio fino
a mezzo il secento, di rivincita e di
liberazione fino ai priaii decenni del
settecento. Le terre nostre portano
ancora i segni delle lotte immani,
sostenute gloriosamente dai padri no-
stri contro gl'infedeli; mentre, lun-
go il marj, da Yenezia ai Darda-
nelli, vive sempre il ricordo di cen-
to eroi, che sulle galee di s. Marco,
donarono la vita al trionfo della Ci-
viltà e della Fede,
Dopo la guerra di Cipro (1573) e
la perdita per Venezia di quel re-
gno, si può dire che la Dalmazia
fosse tutta turca. Da noi, meno una
striscia ristretta alle rive, chiusa nel
retroterra dalla prima linea delle no-
stre colline, tutto il rimanente era
diviso in sang laccati, che dipendeva-
no dal pascià di Bosnia. Attorno a
Zara, Novegradi era veneta, Carin
turca ; Possedaria veneta, Islam tur-
ca ; Rasanze veneta, Vissociane tur-
ca ; Vcrché, Nona, Brevilacqua, Za-
I. Si vede ciò che possa la fantasia.
Ho sempre invidiato quel buon Sa-
verio de Maistre, che, a cavalcioni
del parapetto della sua finestra, in-
traprese quel suo viaggio meravi-
glioso intorno alla sua camera, che
tutti sanno. Invero non gli posso per-
donare giammai quella posizione così
incomoda, pensando che andò a ri-
schio di ammaccarsi certe parti ab-
bastanza delicate, di cui però è più
il tacere^ che il parlare onesto^ attesa
la privilegiata loro posizione.
Io gli avrei per parte mia dato un
consiglio tanto saggio, quanto facile
ad eseguirsi; gli avrei detto di ser-
virsi almeno di un cuscno. Purtrop-
po egli visse parecchi decenni avan
ti, ed io ebbi, sia detto alla buon'ora,
la fortuna di vivere parecchi decen-
ni più tardi, cosi, che non gli potei
dare il mio buon consiglio in propo-
sito; allora forse non si usavano pa-
recchie cose che or sono in voga.
Basti, Un giorno, non so come,
mentr' io mi sfregolava le mani co-
me al solito, quando non so che fare
<ii meglio, e passeggiava solitario su
e giù per la mia stanza.... Solitario,
dico, perchè a dire il vero io ap-
partengo a quei resti alquanto rari
di eremiti, però senza cilicio, i quali
assai di spesso amano più la com-
pagnia delle proprie idee, che quel-
la degli uomini, non fosse per altro,
che per avere sempre ragione con sè
stessi.
Adunque in una di quelle ore so-
litarie mi apparve V ombra di Save-
rio de Maistre, la quale mi disse, ctie
se volessi intraprendere un viaggio
intorno alla mia stanza, lui, siccome
esperto in tali avventure, si sarebbe
fatto la mia guida.
Rimasi un po' stupefatto alla pro-
posta, pensando che per la mia stan-
za infine avrei potuto viaggiare solo
a mio agio e senza guida.
Ma poi mi apposi, che chi sa quali
misteri ci fossero nella mia camera
a me sconosciuti, che egli mi avreb-
be potuto svelare. Accettai, ond' egli
si mosse ed io gli tenni dietro.
Questo viaggio attraverso ad uno
spazio di tutt' al più quindici metri
quadrati io lo chiamai Microcosmo ;
e, lo dico sinceramente, non lo feci
per modestia, quantunque io abbia la
disgrazia di essere uaa persona mo-
desta assai : unica qualità buona for-
se, ond' io vada adorno. Pure la sti-
mo una disgrazia, perchè la moie.
ton e Peterzane venete, ma dopo
Grrue il Turco; Boccagnazzo veneta,
Zemonico turca; Bibigne e s. Cas
siano venete, Grallovaz turca ; la Tu-
stizza veneta, Gorizza turca ; le Tor-
rette, s. Filippo-Griacomo e Zaravec-
chia venete, ma Tin e Vrana con
tutto il lago turche. Fate passare u-
na linea fra i luoghi che abbiamo
nominato, e avrete dalla parte del
mare i possedimenti veneti, dalla
parte del continente i possedimenti
turchi. La linea, dietro queste nostre
indicazioni poco precise, potrà forse
essere, se volete, un po' capriccio-
sa ; corrisponderà tuttavia alla real-
tà, perchè i confiai spesso e a vi-
cenda venivano violati e, sebbene
fossero poi ristabiliti da commissioni
ufficiali, tornavano ad essere conte
stati per nuove usurpazioni, E cosi
intorno alle altre città littorane del-
la Dalmazia, Comunque, chi p, o, u-
sciva da Zara, a fare una cammina-
ta in terraferma, dopo un' ora, se gli
fosse talentato, si sarebbe potuto tro-
vare nelle terre, soggette alla Subli-
me porta. E, viceversa, chi avesse
avuto da rendere qualche conto ai
Bey 0 Sangiacchi vicini, dopo un' ora
di cammino avrebbe potuto mettersi
in salvo entro le mura di Zara,
Però bisogna sapere che, anche
prima di questo tempo (1573), la Dai-
ni izia non era tutta veneta, perchè i
Turchi con le loro conquiste si era-
no sovrapposti non ai possessi di Ve-
nezia, ma a quelli d' Ungheria. Da
noi, prima dell' invasione turci, i
confiai veneti erano sempre quelli,
già stabiliti coi 100.000 zecchini,
contati da Venezia nel 1409 a Ladi-
slao di Napoli per l'acquisto di Nove-
gradi, Nona, Zara e Vrana Mentre il
territorio del comune di Zara, nella
sua massima estensione, non era mai
andato, verso il retroterra, più in là
della linea Nadin-Zemonico-Vrana,
limitato a settentrione dai comuni di
Nona e Novegradi, che sottostavano
ad un Conte e ad un Provveditore
veneto, e a mezzogiorno, dopo Pa-
costiane, dal comune di Sebenico.
Nadin e Vrana erano cadute sotto il
dominio turco già nel 1538, e Zemo-
nico nel 1570. Venezia le aveva ben-
sì fortificate al primo apparire degli
Osmani, ma le nuove fortificazioni
non avevano giovato. Un nostro cro-
nacista (vedere i Repertori notarili del
canonico Guerin Ferrante fase. l3,o
alla biblioteca Paravia e i Libri Con-
sil. comun. Jadrae sotto la data 30
sett. 1496 all' archivio comunale) ri-
spetto a Nadin ci lasciò scritto : —
Lin del Castello, et la
messe il Capitanio, et
,,1496. Misèr {messere) Toma Leon,
capitanio al presente in Zara, andò
a Nadin, et U fece dir una Messa so-
lenne a! canto, et quella Messa disse
il Reverendo Vicario di Zara, et com-
piuta la Messa fece benedir il sasso
qual fu meso il primo per la fonda-
menta a Na('
detta pietra
poi Damian de Cipriano (era uno dei
nobili di Zara) messe due pietre et
suso calcina di sua man propria."
Ma le nuove fortificazioni non ave-
vano giovato, perchè guernite di scar-
so presidio, Nadin perciò fu abban-
donata da Sebastiano Sagredo (ve-
dere i Libri consil. citati sotto la data
16 aprile 1538) che, di fronte a quat-
tro mila fanti e ad altrettanti cavalli,
valse appena a condurre in salvo, a
Zara, i suoi cencinquanta soldati. Ea
medesima cjsa aveva dovuto Tare Vit-
tore Soran/50 da Vrana. Zemonico
invece, donde era pure fuggito il pic-
colo presidio italiano, potè allora es-
sere difesa da una brigata di Schia-
voni^ raccolti da alcuni gentiluomini
veneziani di casa Venier, feudatari
di qu(3l castello. Ma nel 1570 cadde
aneti' esso, come abbiamo detto, in
potere dei Turchi, e cadde per tra-
dimeato di un Girolamo, bastardo di
casa Contarini, che fu corrotto dal-
l' oro mussulmano, e passò poi al-
l' islamismo.
Le cose rimasero così sino a mezzo
il secolo decimosettimo, quando co-
minciarono le guerre di rivincita e di
liberazione dal Turco. Venezia allora
contrastava ai Turchi l'acquisto di Can-
<lia, e in Dalmazia dalle due parti
belligeranti facevaasi delle diversio-
ni, per tenere divise rispettivamente
le forze nemiche. Il primo periodo
di queste lotte, che funestarono in
modo speciale le regioni prossime a
Zara, va dal 1645 al 1669, Venticin-
que anni di sangue e di rovine! Ma
venticinque anni di gloria imperitu-
ra, perchè, se la guerra finì con la
perdita del regno di Candia, la re-
pubblica, con r oro profuso a milio-
ni e ol^erto anche dai più umili —
Simon Budini, mercante a Zara, aveva
dato 12.000 ducati — con le vite dei
migliori cittadini consacrate alla gran-
dezza della repubblica, con atti insigni
di valore che ricordavano le gesta
più belle degli antichi Greci e Ro-
mani, aveva acquistato presso tutti i
popoli civili e plauso e ammirazione.
B.
stia, lungi dall' essere una virtù ge-
neralmente pregiata, è una qualifica
di debolezza, cou la quale non si va
molto innanzi. Ad ogni modo non
per modestia, ma con riguardo alla
ristrettezza dello spazio diedi il nome
al mio viaggio.
Sotto alla mia finestra c' è un pic-
colo giardinetto con pochi fiori ed
ancor meno alberi; è circondato in
parte da casuccie ed in parte da ca-
saccie. Sulla finjstra, che vi prospet-
ta, ci sono alcune gabbie di uccelli,
Cjafesso di avere una speciale de-
bolezza per questi vaghi cautor, del-
l' aria serena ; per questi gentili viag-
giatori dei grandi spazi ; ond'io so-
venti volte cm la fantasia li seguo
nei boschi, per i monti, tra i fiori
dei prati in paesi lontani.
Allora li stinio di poco inferiori
all' uomo, il quale naturalmente ha
più di ragione, ma meno di libertà
Ritengo poi, che della civiltà di
un popolo si possa predicare dal mo-
do, che vengono trattati questi cari
animaletti.
Come vedete da ben poco dipende
il pregiudizio su un popolo; e, se si
dovesse giudicare secondo un simile
criterio, ci sono alcuni popoli di mia
conoscenza, che invece di apparte-
nere air Europa, dovi ebbero far par-
te integrante dei Zulù, Ma ciò èque
stione di geografia !
Per nostro grande conforto però
presso i popoli civili ci sono società
dette del Tìiiersdiutz. Anzi la civiltà
nostra è arrivata a tal punio di CJU-
vinzione (quest' è la parola moderna
Li più adatta) da essere più tenera
«legli animali che degli uom-ni.
Siamo arrivati adunque all' apice
e ringraziamo Domeneddio !
Per tornare però a quanto prima
dicevo, dico ed affermo, che nessuno
impedirà alla mia fantasia, come ad
un cavallo bizzarro in piena corsa,
di rappresentare il giardinetto della
mia abitazione come il giardino d'Ar-
mida, rallegrato dal canto di canori
augelli, e, seguendo la teoria dei con-
trapposti, trasformare eventualmente
un porcile in un ombroso sp co, ove
canti qualche Ninfa innamorata; le
mura di un vecchio convento di mo-
nache nel palazzo incantato di una
bella maga, eccetera. E poi potrò fi-
gurarmi il gorgheggio melanconico
del pettirosso come la voce di uno
spirito innamorato, che si lamenta per
gli ombrosi viali; il ciuguettio del
cardelliao quale il dolce bisbiglio di
due innamorati; il canto del canarino
quale la canzone d'amore di un cavalie-
re errante sotto il verone della sua bella
li. Non si sa più la distinzione fra
sacro e profano.
Mcntr' io sto fantasticando in tal
maniera, lasciando libero il freno al-
l' iiuiginativa, ecco sco()rirsi al mio
sguardo una cisterna appiè di una
collina verzicante. A destra vi siede
una donna,.. Cielo, che ai)parizione !
Se avessi venti anni di meno, vi giu-
ro, che avrei dato di volta al cer-
vello !.. Una donna completamente....
Sento sali: mi il rossore al viso solo
al pensarvi. Ma considerando, d' al-
tronde, che la moda tuttodì ci offre
di modelli ci)nsiinili, mi fo coraggio
e dico, eh' eir era completamente
nuda, salvo naturalmente la solita
fascia, eh'è di pragmatica. Mi sof-
fermerò a descriverne le forme? No-
ve le lascio indovinare. '
Costei considerava con un sorriso
voluttuoso sulle labbra un piccolo
genio alato, che agitava insidioso le
acque del pozzo ; ella portava alta
nella mano sinistra una fiaccola ar-
dente.
Dall' altra parte invece sedeva ac-
canto alla cisterna una donna dallo
sguardo severo, rivolta altrove ; tutta
chiusa in una fitta veste ; col vaso
del fuoco couerto, e ch'ella gelosa-
mente custodiva.
— Sono l'Amor sacro e l'Amor
Anche sotto questo aspetto quindi la nuova so-
cietà agraria della Dalmazia potrà essere foriera di
un'èra migliore; poiché in questa i veri patriotti di-'
menticando le lotte di partito, le ire ed 1 rancori per-
sonali, come fratelli potranno lavorare in comune pel
benessere della patria.
La Società dal canto suo non mancherà certa-
mente d'impeg^nare tutte le forze possibili onde svi-
luppare il suo prog^ramma d'azione, e per tal guisa
dimostrare con fatti quante risorse e quanti beni si
possono raccogliere.
Il valido appoggio che noi speriamo di poter
trovare in provincia, ci lusinga che la Società potrà
tenere il primato sulle lotte dei partiti politici; potrà
offrire maggiori mezzi di risorse ai singoli soci ; potrà
sviluppare i singoli rami dell'agricoltura; e più di
tutto potrà formarsi una schiera numerosa e compatta,
la quale, dominando la provincia, le darà quell'im-
pulso economico di miglioramento e di benessere,
senza il quale è inutile progettare castelli in aria.
STATUTO
delia
Società agraria della Dalmazia.
1. Tìtolo, sede e scopo.
§ 1. Viene istituita una società col titolo : Società
agraria della Dalmazia, colla sede in Zara.
§ 2. Lo scopo della Società è :
a) il morale ed economico miglioramento della po-
polazione, e ciò esclusivamente nei limiti del § 3 ; e
b) lo sviluppo dell'agricoltura e di tutto quanto
riguarda 1' agricoltura.
La Società non ha nessuna tendenza politica.
§ 3. A conseguire lo scopo proposto nel § 2,
la Società instarà specialmente:
1. di risvegliare questioni; tenere pubbliche con-
ferenze e prelezioni ; iniziare esperimenti, promuovere
gite; e a seconda del bisogno, nominare speciali co-
mitati, osservando però le relative norme di legge;
2. raccomandare alla Dieta, al Governo, alla Giunta
provinciale ed ai Comuni, progetti di legge, memo-
riali e insinuati;
3. promuovere ed aprire concorsi, premi, espo-
sizioni e lavori letterari; ,
4. favorire P istruzione agraria nelle scuole, esten-
dere la coltura agraria ed i principi razionali d'eco-
nomia ;
5. instare per la divisione dei beni comunali nei
termini delle leggi vigenti ed istituire Società villiche; e
6. estendere l'uso dei concimi chimici, introdurre
buone razze di animali, macchine ed attrezzi, piante
da frutto e sementi.
II. 8ocì.
§ 4. Socio della Società può essere per un anno
qualunque maggiorenne senza distinzione di sesso,
purché abbia pagato il relativo canone.
§ 5. II canone annuo è di fior. 2, ed ogni socio
riceve gratuitamente il giornale della Società.
g 6. Ogni socio ha diritto di eleggere ed essere
eletto, partecipare personalmente o con procura alle
sedate della Società, ed usufruire pienamente di tutti
i diritti e facilitazioni che la Società offre.
§ 7. La Direzione nomina i soci onorari e cor-
rispondenti a vita, i quali sono riconosciuti come be-
nemeriti, e questi usufruiscono degli stessi diritti come
gli altri soci.
III. Direzione.
§ 8. La Società è diretta da una Direzione co-
stituita dal presidente, vice-presidente, 12 consiglieri
e dal segretario-cassiere.
§ 9. Il presidente, il vice-presidente, due consi-
glieri ed il segretario-cassiere vengono nominati fra
i soci residenti a Zara.
§ 10. La Direzione regola l'andamento della So-
cietà, si cura per la migliore operosità della stessa;
tiene i conti ed i carteggi, nomina i soci onorari e
corrispondenti, eseguisce i conchiusi delle adunanze,
e nomina a seconda del bisogno, speciali temporanei
comitati.
§ 11. Il presidente, ed in caso d'assenza o im-
pedimento, il vice-presidente, rappresenta la Società
in confronto di terzi, indice le sedute della Direzione
e delle adunanze, presiede alle sedute e sottoscrive
col segretario i protocolli di seduta e tutti gli atti.
A parità di voti, decide quello del presidente.
§ 12. La Direzione tiene seduta almeno 6 volte
all'anno. Sono valide colla presenza di 4 membri, ed
i conchiusi presi dalla maggioranza dei voti presenti,
vengono di volta in volta notificati nei giornali pro-
vinciali.
§ 13. Nelle località dove vi sono almeno dieci
membri, hanno gli stessi il diritto di formare un gruppo,
nominare il direttore ed il segretario, stabilire il re-
golamento interno pel proprio gruppo, e partecipare
regolarmente alla Direzione la loro operosità.
IV. Adunanze.
§ 14. La Società si raduna regolarmente almeno
una volta durante 1' anno solare, e ciò in quella lo-
calità della provincia dove venne stabilito nell'ultima
adunanza a maggioranza di voti ; e straordinariamente
a Zara quando lo richiede la Direzione.
§ 15. Le adunanze sono pubbliche ; vengono
annunziate un mese prima nei giornali coH'ordine del
giorno; e sono valide qualunque sia il numero dei
soci intervenuti.
§ 16. Nelle adunanze generali: a) la Direzione
presenta la relazione sull'attività della Società e sul
resoconto sociale; b) si nomina la Direzione per un
anno, e si stabilisce il luogo della prossima adunanza
generale; c) si modificano i paragrafi dello Statuto e
si stabilisce sullo scioglimento della Società; nei quali
due casi si deve esattamente far cenno nell' ordine del
giorno ; d) si discutono gli argomenti portati all' or-
dine del giorno; e) i singoli soci hanno diritto di fare
interpellanze, e presentare a voce od in iscritto pro-
poste nell'interesse sociale, con incarico alla Direzione
di prenderle in considerazione, o portarle nella stessa
adunanza all'ordine del giorno,
§ 17. I conchiusi dell'adunanza vengono presi
a maggioranza assoluta dei voti presenti, e vengono
pubblicati nei giornali.
§ 18. Le contese insorte nella Società, vengono
decise da 3 membri nominati a maggioranza di voti,
eletti nell'adunanza ordinaria o straordinaria.
V. Principio e scioglimento della Società.
§ 19. Appena si saranno iscritti 20 soci, la So-
cietà entra in attività.
BANCA POPOLARE DI TEIESTE
Via Nuora N.ro 5
Fondata nel J868 — Capitale intieramente versato fior. 300.006
1. Seonta eambiali degli Azionisti:
& "!, annuo dirette fino a 3 mesi
SS"/« » „ oltre „ „ „
%% » di più per e?kmbiali domleiliate.
2. Accorda soyyenzioni agli Azionisti
Terso accettazione:
6®/ annuo più Vi'« per 3 mesi.
3. Anticipa danari per epoche da 15 a
90 giorni:
a) sopra earte di pubblico eredito:
SVa'/o annuo per impor i inferiori a f. 100
6 "lo „ „ ,, da f. 100 a f. 500
ò%"lo „ „ „ da f. 500 a f 1000
interessi da convenirsi per importi maggiori;
b) sopra merci o Warrants e prodotti del-
l'arte e dell'industria;
67o annuo; .
e) sopra monete oggetti d'oro, d'argento e
preziosi ;
8*/o hnnuo;
4. Apre erediti in conto corrente verso
garanzia o fideiusione a condizioni da sra-
bilirsi.
5. Accetta versamenti di danaro di qua-
lunque importo verso libretti e in conto
corrente, con prelevazione verso preavviso :
3*/o annuo d'interose;
in conto corrente ad interesse anticipato:
3^1, % annuo con preavviso da 1 a 3 mesi.
OPERAZIONI E CONDIZIONI
3^2 7o annuo con preavviso da 3 a 6 mejsi.
Fer importi di oltre fi. J 0.000 preavviso
e tasso d'interesse d» convenirsi.
Accetta vei samenti in Bancogiìro con pre-
levazioni a vista verso chéques:
2V,7 fino alla concorrenza di fior. 20,000
6. Acquista per conto di terzi effetti pub-
blici accordando il rimborso in rate, verso
il 3'/o di provvigione e l'interesse scalare
del 67o fino ad estinzione del debito.
7. (/ede Assegni sopra tutte le piazze
della Monarchia austro-ung. e del iiegno
d'Italia, verso provvigione da sUbilirsi,
8. S'incarica dell'acquisto e vendita di
effetti pubblici e valute, dell'incasso di cam-
biali e eou ons, verso '/»"/ di provvigione.
9. Accetta in custodia nella propria celia
di sicurezza depositi di carte di valore,
monete d' oro e d'argento ed oggetti pre-
ziosi, ed a richiesta assume l'incasso dei
rispettivi effetti e eoupons e la verifica
delle estrazioni a modiche condizioni.
10. Assume gì' incassi ed i pagamenti
per conto di Società cooperative, di produ-
zioni e di consumo.
Tutte le operazioni specificate nel presente
avviso vengono effettuale anche per corri-
spondenza per conto dei clienti domiciliati
fuori di Trieste.
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lissima usata tan'o
ehe all'acqua, caffè,
vino, brodo. Com-
batte con immanca-
bile effetto le febbri
intermittenti, i mali j^A o
di stomaco, i mali di HI m
capo, l'ipocondria, i ^——
il DI
j|TON;i|
?ÌfMACElÌÌ
vomiti, nausee, male
di mare, diarree, ec-
cita r appetito ed è
vermifugo ed anti-
colerico.
Gli adulti ne pren-
dano 2 cucchiai da
tavola, i faneiuli 1.
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IN FASCIO
Terra pei Tasi. — Una delle cose più importanti per la
buona riuscita delle piante coltivate in vasi, si è la scelta della
terra. Se troppo argillosa, non appena sente un po' di calore,
la la crosta alla superficie, si rende impermeabile all' acqua ed
impedisce il libero crescere del vegetale. Se troppo leggera,
manca del necessario nutrimento per le piante.
1 floricoltori di professione, adoperano per molte colture
terre speciali, come la terra di brughiera, la terra di castagno
eee. Ma al dilettante che coltiva soltanto pochi fiori per ador-
nare la finestra della sua camera, non occorrono tante cure.
Noi vogliamo suggerirgli un mezzo di avere della terra
dia ¥aso, senza fatica, senza dovere adoperare la zappa, e ciò
che più monta, senza dover ricorrere alla vagliatura per liberarla
dalle pietre, ed è quella di raccogliere la terra delle talpare.
Questa si trova nei prati a piccoli mucchi presso 1' aper-
tura delle tane delle talpe, e si presenta finamente divisa Essa
è molto sostanziosa perchè proviene dal sottostrato della pra-
teria non spossato ancora dalla coltura, ed il suo stato di di-
visione la rende permeabile assai all' acqua. Si può adoperarla
para o mescolata con dei buon terriccio ben consumato. Coloro
che ne hanno la comodità, faranno bene preparandosi il terreno
im anno per 1' altro, perchè cosi sarà meglio scomposto e più
atto a sviluppare i materiali nutritivi di cui le piante hanno
bisogno.
* * *
Preparazione dei turaccioli di sughero nuovi. —
F acendo bollire i turaccioli di sughero per qualche tempo in
aequa, prima d'impiegarli si rendono più flessibili, più facil-
mente s'introducono, e meglio si adattano al colio delle bottiglie.
Migliori d' assai riescono se dopo bolliti si immergano succes-
sivamente in etra sciolta, e si depongano poi in un luogo ri-
scaldato, e quella s'insinua ne' pori del sughero : siffatta ope-
razione è meglio ripeterla più di una volta.
* * *
Maniera di ravviTare i colori. — Di molti mezzi che
si conoscono per levare le macchie, i più per gì' ingredienti
on de sono composti, levando le macchie, alterano il colore delle
stoffe. Si può ridonarlo loro, immergendo la stoffa in un poco
d alcali, e fregando leggermente la parte che ha perduto il
colore; dopo ciò egli ritorna vivo come prima.
* * *
Per impedire che l'inchiostro ammuffl. — La più
piccola quantità di perossido di mercurio, o precipitato rosso,
aggiunta all' inchiostro, basta d'impedire che vi nasca la muffa,
senza ombra di pericolo per chi fa uso di siffatto inchiostro.
* :(: A
Il vetro delle bottiglie. — É un fatto cggimai fuori
di contestazione, che la quahtà del vetro da bottiglia ha molta
influenza sulla conservazione del vino imbottigliato. Ora si è
reso noto un semplicissimo processo mediante cui si giunge a
determinare la buona o cattiva qualità del vetro delle bottiglie
per rapporto al vino contenutovi. Chi vuole assicurarsi se la
bottiglia sia più o meno di un vetro a contatto del quale il
vino possa mantenersi inalterato, dovrà riempire d'acqua la
bottiglia da sperimentarsi e vi aggiunga dieci grammi di acido
tartarico sciogliendovelo coli' agitare il miscuglio. Dopo cinque
0 sei giorni, se nulla vi si è prodotto, il vetro si deve giudi-
care di lodevole qualità; se al contrario la soluzione è divenuta
gelatinosa, o se sonosi formati dei cristalli depositatisi al fondo
della bottiglia, il vetro dev' essere considerato di cattiva qualità.
A questo proposito vi ha chi consiglia di scaldare durante
un' ora la bottiglia coli' acido tartarico al bagno di acqua
bollente.
Industria, commercio, navigazione
— Si calcola a 40 milioni le persone che vivono eoi
prodotti del mare.
— L'Asia produce annualmente Sy^ milioni di quintali
di tabacco; l'America 3 milioni; l'Europa 2%; l'Africa Vi
di milione. Qi/indi la produzione totale del tabacco in tutto il
mondo e di Oy^ milioni di quintali.
— Da Berska e Biclina della Bosnia ia soli tre anni
(1888-1891) si esportarono 2,551,000 fio. di animali cornutL
— In Australia la coltura della vite fa grandi progressi;
mentre nell' anno 1885 si coltivarono soli 17,329 aeri di vignato,
neir anno 1891 la coltura si estese a 42,268 aeri.
— In Ungheria nel solo anno 1892 si fondarono 22 nuove
banche e 135 consorzi industriali, con un capitale fondazionale
complessivo di 32,200,000 fiorini.
— In tutta r Europa si contano oltre 20 milioni di capre.
La Spagna tiene il primo posto con 4 milioni, la Germania ne
possiede 272 5 ^^ Grecia e l'Italia ciascuna 2 milioni, mentre
fin pochi anni addietro la sola Dalmazia ne possedeva circa ui
milione di capre.
— Il consumo dello zucchero in Austria-Ungheria sempre
più si aumenta. L' anno 1886 si consumarono 2,088,000 quint
e r anno 1891 si arrivò a 2,840,000 quint. Cosi pure va au-
mentandosi il consumo del caffè. Da 315,594 quint. consumati
neir anno 1886 si consumò 355,839 quint. nell' anno 1891.
— L'Italia produce annualmente una media di 3,300,000
chilogrammi di bozzoli,
— I boschi neir Austria occupano 9,774,414 ettari di
terreno; e annualmente si esporta all'estero 125 milioni di
fiorini in legnami.
— In Inghilterra durante l'anno 1892, vennero costruiti
711 bastimenti, della portata complessiva di 1,261,107 tonnellate.
~ L'anno 1891 l'Austria ha prodotto 1.506,524 chil. di
bozzoli, dei quali la massima parte ne produsse il Tirolo ed il
Goriziano. La Dalmazia or figura in minime proporzioni.
— Nel corso dell' anno 1892 passarono il canale di Suez
3827 bastimenti con 7^711,990 ton. Di questi appartengono
all' Inghilterra 2851 bastimenti, alla Germania 292, alla Francia
174, all'Olanda 177, all'Italia 74, e all'Austria-Ungheria 6L
— I giornali scientifici portano la notizia di 3 importaat
trovati. Il primo inventato da un norvegese per saldare i' allu-
minio ; il secondo per indorare i metalli, il vetro ed il legno,
che fino ad ora io sapevano soli i cinesi, ed il terzo un appa-
rato per intessere i crini del cavallo e fare la stoffa.
Navigazione a Vapore Negri & Comp.
Sebenioo
ITINERARIO
Linea Sebenico-Zara.
Partenza da Sebenico: mercoledì (10 ant.) toccando Stretto,
Zaravecchia, S. Filippo-Giacomo, Zara.
„ da Zara: giovedì (9 ant) toccando S. Filippo-Giacomo^
Zaravecchia, Stretto, Sebenico.
Linea Stretto-Sebenico.
Partenza da Stretto : lunedì, martedì, venerdì e sabato (572
toccando Vodizze, Sepurine, Zlarin, Sebenico.
„ da Sebenico : lunedi, martedì, venerdì e sabato (3 p.)
toccando Zlarin, Sepurine, Vodizze, Stretto.
Linea Scardona- Sebenico.
Partenza da Scardona: ogni giorno (7 ant.) a Sebenico.
da Sebenico: „ „ (372 P-) » Scardona.
Linea Selenico-Rogomissa.
Partenza da Sebenico: martedì, mercoledì, venerdì (8 ant)
toccando Oapocesto, Rogosnizza.
„ da Rogosnizza: martedì, mercoledì, venerdì (12 mer.)
toccando Oapocesto, Sebenico.
Editore e redattore responsabile D. Alaceyicll.
Prem. Tipografia Vitaliani & figli.
invece preleveranno a censo un capitale; ed altri an-
cora intraprenderanno un' impresa.
Si dirà : ma per sopperire a tutti i bisogni e
per liberarci totalmente da censi e contributi all'estero,
ci vorrebbero dei milioni ; nel caso pratico ci vegli ono
50 milioni di capitale. Ora andate voi a trovare 100
mila dalmati che si trovino in grado di darvi 500
fiorini a testa. Certamente no, rispondiamo. Ma non
occorre poi tanto. Quei 100,000 soci contribuiscano
soli fior. 10 (e questo si può trovare) e voi con questo
milione potrete comodamente girare un capitale che
vi rappresenterà 20- 30-50 volle tanto.
iWa concludiamo: ia Società agraria ha uno scopo
che, posto in pratica, può elfettivamente cooperare al
miglioramento economico della provincia.
Dall'indirizzo che sapranno dargli i soci, dipenderà
il progredimento di esso scopo; e noi fin da ora siamo
i primi a proporre uno studio che, per incarico della
Direzione, poniamo da questo momento sul tappetto,
I soci intanto ci aiutino col consiglio e con pratiche
proposte.
Kote di viaggio
Poiché oggidì i viaggi sono tanto di moda, e,
che a seconda dei gusti e dello scopo, prendono de-
nominazioni diverse, come viaggi di aff'ari, di nozze
e di passatempo; così ho deciso anch'io d'intrapren-
dere un viaggio d'escursione a volo d'uccello per
intenti di coltura agrairia e per altre laccenducce; ri-
sérvandomi quando che sia, a farlo più esteso e più
regolare per tutta la provincia.
Sono certo che il pubblicare un libro di viaggi
con riguardo alla sola agricoltura, verrebbe letto con
piacere anche dai più apatici e profani e col massimo
interesse.
Il vapore della benemerita società ungaro-croata
in sole 7 ore di viaggio mi trasporta da Zara a Spalato
direttamente. Il tempo è delizioso. Dovunque volgo lo
sguardo, tutto mi indica che la Dalmazia pel suo clima,
per le sue svariatissime posizioni topografiche, per la
natura del suolo, è a ragione celebrata ; ma vale assai
poco la sua celebrità di fronte a un orizzonte bujo e
triste, che in questo viaggio, che comprende in lun-
ghezza una buona terza parte della Dalmazia, mi ha
sempre accompagnato. Ammiro la capricciosa forma
delle isole e degli scogli senza numero, che si suc-
cedono gli uni agli altri; il litorale pittoresco frasta-
gliato di continuo da seni e porti, con colline, mOn-
ticelli e colli che li circondano ; e contuttociò quelle
bellezze di natura mi rattristano e mi addolorano, dap-
poiché, se si fa eccezione di poche oasi di boschi
olivati, che fanno testimonianza dell'attivo ed accurato
lavoro del nostro agricoltore, non scorgo altro che
nudità e squallore assoluto. Non una pianta, n^on uno
strato verde di erba per ben 80 chilometri di lun-
ghezza, fra canali e stretti.
Funesta vista che mi confonde e conturba; dac-
ché quei luoghi stessi li vidi così aridi e improdut-
tivi ancor 10 anni addietro ; li vidi egualmente de-
serti, improduttivi 20 anni or sono quando tornava a
casa dopo compiuti gli studi ; li vidi nello stesso stato
ancor 35 anni addietro quando giovanetto arrivava per
la prima volta a Zara. Quindi in 35 anni nulla venne
cambiato : non uno scoglio rivestito di verde, non
una pianta di più; insomma nissun miglioramento.
Disgraziata Dalmazia! I nosiri buoni vecchi di-
rebbero che una maledizione le pesa addosso, mentre
io invece asserisco essere una forza occulta che len-
tamente r avvelena !
Fortunatamente a distrarmi da quella monotona
melanconia, vi contribuì non poco alcuni miei egregi
compagni di viaggio, l'amico D.r A. Katalinić, il mio
patriota Francesco Alačević e lo spalatino D.r Smo-
dlaka. Distanti da Zara 30 chilometri, il vapore entrò
in un delizioso bacino, da una parte abbellito dai villaggi
di Torrette, Ss. Filippo-Giacomo e Zaravecchia, e dal-
l'altra di Pasman e Tkon. Nel bel mezzo vi spiccano
tre scogli che completano la posizione romantica di
quell' ameno paesaggio. iW' ingegnai a spiegar loro,
come quel bacino figuri la più bella posizione della
Dalmazia ; un unicum nel suo genere ; per cui la po-
stura topografica, romantica; il terreno fertilissimo;
l'aria salubre; l'abbondanza d'acque vive; la molti-
tudine di alberi e arbusti spontanei che ivi alignano,
e due posizioni adatte ai bagni di mare, da superare
di molto il lido di Venezia, ben a ragione potrebbe
far di quel bacino il più incantevole luogo di resi-
denza estiva. Senonchè alle bellezze di quella natura
pur troppo fa contrasto quella dell'arte. E ci vorreb-
bero eretti all' intorno 20 o 30 casinetti di campagna
congiunti a buone strade per salire i colli, dalla som-
mità dei quali sì godono panorami siupendi; ci vor-
rebbe la toccata di un vapore giornaliero, ed allora
la signoria di Zara, gli amanti della villeggiatura, tro-
verebbero di loro aggradimento il popolare quei luoghi
nell' estiva stagione ; e la fama di quell'amena dimora
si estenderebbe dovunque.
E già da cinque anni tengo pronto un lavoro su
quel delizioso bacino: ma mi mancano ancora dei dati
per completarlo; per cui avrei bisogno di visitare anco
una volta quella Nizza adriatica dell'avvenire.
Intanto il vapore filava avanti. Era mio desiderio
di fermarmi in più luoghi, almeno pochi minuti, e per
salutare il parroco di Zaravecchia don Simeone Lo-
vrović, dedicatosi nelle ore libere all' agricoltura, per
cui quel villaggio potrebbe, approffittando, risorgere;
e per abbracciare i miei giovani amici Simičić, Detoni
e Mille, futuri r/generatori del popolo, dai quali mi
riprometto che faranno del bene alia patria. Era pure
mio desiderio di fermarmi ancora in un pajo di luoghi
per sferzare le intorpidite membra di alcuni parrochi
e maestri i quali mangiano e bevono, senza far nulla,
ma proprio nulla di bene, e pur si vantano patrioti
benemeriti, solo per essere soci a g-ornali politici
Ma il vapore fila avanti ; e dopo passata l'isola di
Vergada e Stretto, spariscono le poche oasi, per en-
trare in pieno deserto di scogli aridi e di nude colline.
Potrebbesi attribuire (ed i più in buona fede
l'attribuiscono) che quella squallida nudità dipenda o
dalla natura del suolo affatto sterile, o dalla struttura
completamente sassosa. Altrimenti non si potrebbe
spiegare, come il Governo spenda ogni anno 100,000
fiorini per imboscamenti, e come in tanti anni non
si raggiunse lo scopo di rivestire di verde almeno un
)ajo di scogli. Ma ecco però in qual modo si spiega
a cosa. Il Governo spende molto, ma non lo spende
Onore al merito. — „E' con piacere — scrive la Bivista Nazionale di Firenze — che oggi additianoo la rispettabile ditta
R. Viahov, i. r. privilegiata fabbrica di maraschino a Zara.
Non è pt-r adulazione che noi 1' additiamo, poiché la pro-
fonda conoscenza del commercio, la rettitudine negli affari. la
perfetta gentilezza nel trattare la numerosa clientela, che tende
sempre all' aumento, hanno fatto acquistare alla ditta in parola
una fama invidiabile. Oltre a queste prerogative si aggiunga una
inàtaocabile attività ed un' ammirabile buon volere quando si
ìratta di contribuire alle cose di pubblica utilità."
* * *
11 passaggio del Barcagno. — L'impresa di trasporto
di quel piccolo tratto di mare fra il porto vecchio ed il Bar-
cagno, è alfidata dal Capitanato di Porto ad una persona qua-
lunque, purché paghi circa 1000 fiorini all'anno, ed abbia due
barche. 11 contratto stipulato a tali condizioni poteva soddisfare
ed essere comodo 8 o 10 anni addietro; ma adesso, lo può
dire tutta Zara, assolutamente non regge. Da informazioni prese
m può stabilire in media, che più di lOOO persone giornalmente
fanno quel passaggio, ed il numero sensibilmente si aumenta,
poiché agli stabilimenti, ed alle numerose abitazioni, si deve
aggiungere le nuove osterie, i restaurant ed il bosco di pini
ohe richiamano molta gente. Si è per questo motivo che due
barche assolutamente non bastano; e queste, ai non pochi in-
comodi, fanno un servizio cattivo, che, per citarne uno, si fanno
attendere fin 20 minuti di tempo. Siccome sta ora per rinno-
varsi il contratto, siamo interessati di raccomandare al Capitanato
di porto di regolare meglio l'impresa, ed in tutti i casi obbli-
gare r impresario di acquistarsi un' imbarcazione a vapore.
Spenderebbe 2000 fiorini, ma ci guadagnerebbe nel risparmio
di 4 lenti marinaj, e nel regolare il passaggio ogni 5 minuti,
ciò che gli porterebbe un aumento di persone, che a dozzine
e dozzine preferiscono di spendere di più con barchette appo-
site, anziché attendere il cosidetto barcagno, molte volte perfino
pericoloso, e sempre poi incomodo. A conto fatto anche per
r impresario sarebbe un guadagno sicuro sicurissime.
Una ben meritata distinzione. — 1 giornali della
Germania portano la notizia che la ben conosciuta ed ormai
mondiale ditta Girolamo Luxardo in Zara ottenne all' Esposizione
internazionale di Magonza la più alta distinzione, la medaglia
di quello Stato, pel suo rinomato rosolio maraschino. Ai distinti
Iratelii Luxardo le nostre più cordiali congratulazioni.
l\ FASCIO
Preparazione dell' uva sotto spirito. — Si raccolgono,
al punto conveniente di maturazione, dei bei grappoli di mo-
Bcalo, di cui si distaccano, uno ad uno colie forbici, gli acini
più grossi e più sani ; questi vengono messi in un bacino di
acqua fresca per lavarli, e si dà loro due o tre colpi di spillo
sulla pelle. D' altro canto si spreme il succo di altri grani per
mescolarlo all' acquavite. Ciò fatto si asciugano gli acmi dolce-
mente con una pezzuola, si mettono nei boccioni o nei vasi di
cristallo a tappo smerigliato e si termina riempiendo questo
colla mescolanza di buona acquavite a 56-60 g. col succo di
acini prima preparato. Se si vogliono aggiungere profumi diversi
da quello del moscato, si possono impiegare dei piccoli pezzetti
di angelica, o di vaniglia o di garofano a piacimento.
Conservazione delle botti. — Ad evitare il guasto delle
botti gioverà più d' ogni altro metodo quello della solforazione.
S'incomincierà col lavarle ripetutamente con aequa finché non
esca limpida; e dopo averle capovolte in cantina per 24 ore,
per assicurarsi che asciughino, si procederà alla loro solforazione.
Questa consiste semplicemente nel riempire la botte di
acido solforoso, che è quei fumo acre che esala dalla bruciatura
dello zolfo. Questo fumo rimanendo imprigionato nella botte ben
chiusa, si oppone allo sviluppo delle muffe, che è la causa del-
l'alterazione delle botti e per conseguenza del vino.
Siccome però che il gas solforoso poco per volta si de-
compone, cosi bisogna almeno ogni due mesi ripetere questa
semplicissima operazione, che d'altronde costa quasi nulla.
* * *
Erbe nocive dei prati. — Il ranuncolo, (ranunculus acris), è un' erba che rinasce, e si trova in tutte le fienaie, ed
anche in autunno, nella quartirola. Quest' erba, contiene un a-
cido nocivo che produce le ulcerazioni, e guasta la lingua del
bestianae tutto, e quindi le giovenche, che pascolano nei prati
in cui esiste il ranuncolo, ammaestrate forse dall' apparenza,
rifiutano di mangiarla, e, dopo ultimato il pascolo, si vedono,
ancora, i fiori gialli del ranuncolo perfettamente intatti. Il succo
di quest' erba impiegasi per formare i vescicanti che usansi per
la cura della sciatica. È un' erba nociva allo stato verde ; ed
essiccata, produce anche un fieno non gustoso, e non gustato
dai bestiame tutto.
La cicuta piccola, e la grande cicuta, sono erbe velenose,
che allignano nei prati umidi, principalmente in prossimità dei
fossi adacquatori e colatori. La piccola cicuta ha le foglie che
poco differiscono da quelle del prezzemolo, é più velenosa della
grande, e dicesi anche che abbia fornito il veleno con cui il
filosofo Socrate suicidossi.
Il vumice è una pianta non velenosa come il ranuncolo,
ma è però dura e coriacea, e, per conseguenza, è poco gustata
tanto dal bestiame bovino come dal cavallino. Per le sue larghe
foglie ha il difetto di impedire lo sviluppo del trifoglio. In
principio di primavera, quindi, giova estirparla, col mezzo del
forchino, unitamente alle sue radici per impedire la riproduzione.
Navigazione a vapore S. TOPIĆ & Comp.
Linea settimanale Trieste - Cureóla.
Fartinm da Trieste: mercoledì (7 ant.); da Pola (2.30 pom.);
da Lussinpiccolo (7.20 p.); da Zara (giovedì 2.50 a.); da
Spalato (0.30 p.); da Bai (3.05 p.); da Gelsa (5.15 p.)
da Cittavecchia (8.15 p.); da Lesina (10.45 p.); da Lissa
(venerdì 5 a,); da Vallegrande (8 a.); a Cuizola (arriva
10.50 ant.). Partensa da Cui sola: venerdì (1 pom.); da Lagosta (3.20 p.);
da Vallegrande (sabato 3 ant); da Comisa (7.05 a,j;da
Lissa (10.30 a.) ; da Lesina (0.35 p.) ; da Cittavecchia
(3.05 p.) ; da Gelsa (7.05 p.) ; da Boi (8 p.) ; da Spalato
(domenica 5 a.); da Zara (1.40 p.) ; da Lnssinpiccolo
(7.10 p.); da Pola (lunedì 0.30 a); a Trieste (arriva
6.25 ant). Linea settimanale Fiume - Lissa. Partenza da Fiume: sabato (9 pom); da Zara (dom. S ant.);
da Traù (4 p.) ; da Spalato (lunedì 5 a.) ; da Milnà (7 a.) ;
da Gelsa (10 a.) ; da Cittavecchia (0.30 p.) ; a Lissa (ar-
riva 3 pom.). Partenza da Lissa: martedì (5 ant.); da Cittavecchia (8.30 a.);
da Gelsa (12 m.) ; da Milnà (2.45 pom.); da Spalato
(mercoledì 5 a.) ; da Traù (7 a.) ; da Zara (3 p.); a Fiume
(arriva 12 pom.). Linea settimanale Trieste - Spalato e isola Brazza. Partenza da Trieste: domenica (7 ant); da Pirano (9.30 a.);
da Rovigno (2.30 p.) ; da Lussinpiccolo (11 p.) ; da Zara
(lunedi 7 a.) ; da Traù (4 p.) ; da Spalato (martedì 5 a.);
da Boi (8.15 a.) ; da Gelsa (9.80 a.) ; a S. Martino (ar-
riva 11 ant). Partenza da S. Martino (Brazza): martedì (11.30 ant); da
Pučišće (L15 pom.); da Postire (3 p.) ; da S. Pietro
(4 p.); da Spalato (mercoledì 7 a.); da Traù (9 a.); da
Lussinpiccolo (12 pom.); da Rovigno (giovedì 7 a.); a
Trieste (arriva "12 mer.). Linea settimanale Spalato - Brazza - Lesina - Lissa - Curzola. Partenza da Spalato: martedì (5 ant); da S. Pietro (6.40 a.);
da Postire (7.40 a.) ; da Pučišće (8.55 a.) ; da S. Martino
(10.40 a.); da Boi (0.25 p.) ; da Gelsa (1.45 p.) ; da
Cittavecchia (4.05 p.) ; da Lesina (6.25 p.) ;. da Lissa
(mercoledì 4 a.); da Comisa (6.15 a.); da Vallegrande
(10.35 a.); da Lagosta (1.15 p.) ; a Curzola (arriva 4 p.). Partenza da Curzola: mereoledì (4.30 pom.); da Vallegrande
(giovtdì 3 ant.) ; da Lissa (6.35 a.) ; da Lesina (8.45 a.);
da Cittavecchia (11.05 a.); da Gelsa (1.25 p.) ; da Boi
(2.45 p.) ; da S. Martino (4.30 p.); da Pučišće (6.15 p.};
da Postire (7.30 p.) ; da S. Pietro (8.30 p.) ; a Spalato
(arriva 9.40 pom.).
NB. La detta Società accorda ai soci per tutti i porti di
toccata il 1. posto pagando il II. e il II. posto pagando il IIL
Ogni socio deve avere la tessera delia società.
Editore e redattore responsabile D. Alaceyich.
Prem. Tipografia Vitaliani & figli.
Nr. 7
GAZZETTINO
Domenica 22 corr. la Direzione della Società agraria della
Dalmazia terrà la sua IV seduta col seguente ordine del giorno :
1. Nomina suppletoria del segretario; 2. elezione di una
Giunta addetta alla Direzione; 3. progetto per l'imboscamento
litorale ed insulare dei terreni sterili ; 4. proposte di modifica-
zioni di alcuni §§. dello Statuto sociale ; 5. insinuato alla Giunta
perchè i Comuni aggravino con una tassa gli stecchi del cri-
santemo; 6. proposte alle banche per ottenere un credito a
vantaggio del ceio agricola e possidente della Dalmazia; 7. in-
caricare il Governo per la coltura dei fermenti del vino; 8,
domandare per 1' acquisto di un toro pel miglioramento della
razza ; 9. progetto per la costruzione di un edifizio apposito per
l'esposizione permanente; 10 eventuali proposte; 11. comuni-
cazioni ed evasioni d' atti.
Industria, commercio, navigazione
— Il governo marittimo inglese ha testé pubblicato il
aumero delle vittime del mare nell' anno 1891-2. Perirono in
tutto il mondo 25,885 marina] e passeggeri, e si salvarono 9977,
Per ogni 187 marinž-j si annegò uno.
— Io Bosnia dall' occupazione fino ad oggi vennero uccisi
10,854 lupi e 1197 orsi.
— Il canale di Corinto venne scavato da una società con
biglietti d' azione di 500 franchi e per l'importo totale di 60
milioni. Presentemente le azioni rappresentano un complessivo
di soli 30 milioni.
— A Tatoi nella Grecia si incendiò un bosco di pini con
20,000 alberi. Apparteneva al re,
— Nell'autunno dell' anno 1894 vi sarà a Pietroburgo un
esposizione di pomologia.
— In Russia vi sono 19 città sopra i 100,000 abitanti.
Pietroburgo ha 1,003,000, e Mosca 808,000 abitanti.
— In Ungheria col nuovo sistema a zone, la circolazione
sempre più si aumenta. Nei primi 8 mesi del corr. anno le
ferrate ungheresi trasportarono 970,000 passeggeri, cioè 876,600
in più dello stesso periodo del 1892 ed introitarono in più
2,289,000 fiorini.
— La società agraria della serbia ha organizzato que-
st' anno 7 esposizioni regionali in 7 distretti e riuscirono molto
feene con grande concorso.
— Col primo gennaio 1898 il debito pubblico russo se-
gnava 1,508,780,000 rubli in oro, e 2,517,162,000 rubli in carta.
IK FASCIO
Economìa domestica. — Fer levare le macchie di grasso dalle stoffe di lana, bagnate la parte macchiata, poi prendete
nn pezzo di magnesia, bagnatelo e fregatelo fortemente sulla
macchia. Lasciate asciugare.
Quando avrete spazzolato la polvere che sarà restata ade-
jente alla stoffa, ogni traccia di macchia sarà sparita.
* * *
Contro il sudore dei piedi. — Le persone che sudano
molto ai piedi, vi rimediano, asciugandoseli con pannolino al-
l' uscir dal letto, e mentre sono tuttavia in uno stato di madore,
e poi aspergendoli con qualche poco d'acquavite. I pori assor-
biscono 1' alcool, il quale fortifica il sistema generale, e lo rende
atto ad assimilarsi un'evacuazione che è sempre molesta.
Contro i Calabroni. — Non appena siamo liberati da
un insetto che tosto dobbiamo pensare ad altri non meno dan-
nosi, i Calabroni (Vespa Calabro), i quali in questa epoca m
€QÌ moltissime varietà di pere sono prossime alla maturazione,
attaccano le frutta con tale furore ed avidità, ed è cosi rapido
il guasto che producono questi voraci predatori, éhe in un
giorno riescono a divorare quasi completamente una pera Da-
ehesse d'Angoulemme di grosse proporzioni^
Per dare la caccia ai Calabroni vi ha un mezzo semplice
ed altrettanto pratico, che richiede pochissima spesa e che offre
risparmio asso oto di cure e di mano d' opera. Consiste Del-
l' appendere alla pianta del frutto prossimo alla maturazione una
bottiglia di vetro bianco, grande o piccola poco importa, avente
la bocca del diametro di due cm. almeno. Si riempie sino a
metà d' acqua melata (sopra 1(5 di litro d' acqua sono sufficienti
due cucchiaiate di melazzo), ed attirati dall' odore solleticante,
i Calabroni entreranno nella bottiglia per non sortirne più.
Questo sistema di caccia può giovare egualmente contro
le lucertole che particolarmente nelle spalliere di viti coltivate
a ridosso dei muri, recano danno gravissimo all' uva.
In cinque giorni e con sole 5 piccole bottiglie furono
presi circa 200 grossi Calabroni, i quali una volta entrati af-
fogano nel liquido; quando le bottiglie sono piene conviene
vuotarle, sciaquarle con acqua per togliere loro l'odore causato
dalla putrefazione degl' insetti morti, e rimetterle al loro posto
con della nuova acqua melata.
Navigazione a vapore fratelli Rismondo.
Linea seitimale Trieste - Metcovich. Partenza da Trieste: sabato (6 pom.); da Lussingrande (dom.
7.15 aut.); da Arbe (10 a.); da Novaglia (0.30 p.) ; da
Valcassione (2.50 p.) ; da Zara (lun. 4 a.) ; da Traù
(0.30 p.); da Spalato (2.55 p.) ; da S. Pietro (4.35 p.);
da Macarsca (mart. 4 a.) ; da S. Giorgio (6.10 a.) ; da
Trappano (7.40 a); a Metcovich (arriva 10.15 ant.). Partevim da Metcovich: mercoledì (10 aut.); da Fort' opus
(11.15 a.); da Drače (2 pom.); da Trappano (giov. 7 a.);
da Gradac (8.15 a.); da Macarsca (1.30 p.) ; da Spalato
(ven. 12 mer.) ; da Castelnuovo di Traù (2 p.) ; da Traù
(sab. 7 a.) ; da Sebenico (0.45 p.) ; da Zara (dom. 6 a.) ;
da Valcassione (9.10 a.); da Novaglia (11.35 a.); da
Arbe (2 p.) ; da Lussingrande (4.45 p.) ; a Trieste (ar-
riva lun. 5.30 ant.). Linea settimanale Trieste - Macarsca. Partenza da Trieste: giovedì (2 pom.); da Zara (ven. 7 ant,);
da Sebenico (1 p.) ; da Traù (sab. 6 a.) ; da Castelnuovo
(7.80 a.); da Spalato (1 p.) ; da S. Giovanni (2.15 p.);
da S. Pietro (8 p.) ; da Postire (3.45 p.) ; da PuèiSée
(4.45 p.) ; da Povie (5.45 p.); a Macarsca (arriva 6.45 p.). Partenza da Macarsca: domenica (11 ant); da Povie (12.15;
pom.) ; da Pučišće (1.15 p.) ; da Postire (2.15 p.) ; da
S. Pietro (3 p.) ; da S. Giovanni (3.45 p.) ; da Spalato
(lun. 3 p.) ; da Traù (mart. 5 a ) ; da Sebenico (10 a.) ;
da Zara (4 p.) ; a Trieste (arriva mer. 8 ant.). Linea settimanale Spalato - Metcovich. Partenza da Spalato : lunedì (8 ant.) ; da Karober (9.40 a.) ;
da Bobovisée (11 a.); da Milnà (11.55 a.); da Boi
2.15 pom.) ; da Gelsa (8.40 p.) ; da S. Martino (5.25 p.);
da Macarsca (mart. 9 a.) ; da Trappano (12 mer.) ; da
Fort'opus (2.15 p.) ; a Metcovich (arriva 8.15 pom.). Partenza da Metcovich: venerdì (10.15 aut.); da Trappano
(1.20 pom.) ; da S. Giorgio (2.50 p.) ; da Macarsca (5 p.);
da S. Pietro (8.10 p.) ; a Spalato (arriva 9.20 pom.). Linea bisettimanale Spalato - Metcovich. Partensa da Spalato : martedì e venerdì (5 ant.) ; da S. Gio-
vanni (6.15 a.) ; da S. Pietro (7.05 a ) ; da Postire
(7.50 a.); da Almissa (8.45 a.); da Pučišće (9.45 a.);
da Macarsca (11.55 a); da Igrane (1.15 p.) ; da Gradac
(2.50 p.); da Trappano (4 p.) ; da Fort'opus (5 55 p.);
a Metcovich (arriva 6.55 pom.).
Partenza da Metcovich : mercoledì e Venerdì (5 ant.) ; da
Fort'opus (6.15 a); da Trappano (8.15 a.); da Gradac
(9.20 a); da Igrane (10.55 a); da Macarsca (12.20 p.);
da Pučišće (2.25 p.) ; da Almissa (3.30 p.) ; da Postire
(4.20 p.) ; da S. Pietro (5.10 p.) ; da S. Giovanni (5.55 p.);
a Spalato (arriva 6,55 pom.).
Linea settimanale Spalato - Mamrsca.
Partenza da Spalato : lunedì (2 pom.) ; da S. Giovanni (2.15
p.) ; da S. Pietro (8 p.) ; da Postire (8.85 p.) ; da Pučišće
(4 45 p.) ; da Povie (5.46 p.) ; a Macarsca (arriva 7.30 p.).
Partenza da Macarsca : martedì (7 ant.) ; da S. Martino (8.15
a.); da Gelsa (10.10 a.); da Boi (11.85 a,); da Miloà
(1.55 p.); da Bobovišće (2.50 p); da Karober (4 p.)
a Spalato (arriva 5,20 p.).
Editore e redattore responsabile D. AlaceTich.
Prem. Tipografia Vitaliani & figli.
La Società fratelli Bismondo accorda il 54 per cento di ribasso per tutti i porti toccati e
per qualunque posto in vapore.