dato Padre, disti ìbuìsce fra loro le principali cari-
che delia nuova Comune.
L' articolitìta nel detto suo scritto dice che il
partito autonomo nelle prossime elezioni comunali
si arit'jrrà dalla lotta, e vorrebbe far credere che
a ciò lo itiJuce^ la mancanza di un uomo che ab-
bia la necessaria attitudine per essere capo di una
Comune importante qnal si ò la nostra. Che il par-
tito autonomo si asterrà dalla lotta, è un tatto;
ma ben altre ragioni che non quelle dali' articoli-
sta accennate a ciò lo spingono ; ragioni appunto
die lo dovranno condurre alla vittoria e che fa-
ranno senz' altro ripiombare i suoi avversari, umi-
lissimi servitori di frate Mattas, in quel nulla dal
quale sorsero.
Per ammalati di certa tempra, un metodo di cura
razionale non può raggiungere lo scopo; egli è per-
ciò che il partito no>tro, il partito cioè degli one-
sti, vuol curare i caparbi, con un metodo che a
br più che ad altri sia confacente; coli'indige-
stione, cioè, col lasciare agli avversari libero campo
alle mene ed agli intrighi per far sì che quello
stesso popolo, che condotto in inganno da pre-
dicatori di piazza, ora li appoggia, vedendosi
pressoché in uno stato di anarchia, rientri in sè
stesso e sfugga loro di mano, associandosi ai veri
patriotti ; nel cui numero sarebbe bestemmia com-
prendere gli Antissa, i Paraiza, i Milossevich. i Stu-
parich e simili, ai quali neppure persone del loro
colore rilascierebbero una patente netta, quantun-
que siano come essi frequentatori di questa cita-
GTiiza.
in un felice avvenire di questa gciiola, tanto piiì
che ne furono allontanati il frate Radmillovich ed
il supplente Marcussich i quali erano due piaghe
incurabili. Ma la piaga maggiore è il provvisorio
direttore Pericich, la quale non potrà curarsi mai
altrimenti se non col suo allontanamento da Cattaro.
Altra dell' istcssa data.
Atto XIÌI di sfiducia all' 1. R. ginnasio di
Sigli.
Col giorno 5 corr. veniva r.perto il nostro gin-
nasio modello, e questa volta senza il dozzinale di-
scorso, senza pompa e senza schiamazzi. Se male
non fui informato, pare sia stato disposto che quale
lingua d' insegnamento abbia ad essere la lingua i-
taliana, siccome quella che potrebbe giovare ai no-
stri figli, destinati a battere la carriera commer-
ciale in paesi di civiltà italiana. Ma se si rifletta
che r istruzione vena impartita dai sostenitori del
poco omogeneo gergo serbo-croato, i quali sono
nemici spiegati delia lingua italiana, noi dobbiamo
ragionevolmente dubitare di un reale progresso ed
invitare le competenti autorità a vegliare onde fac-
ciano una volta cessare quel monopolio che in senso
troppo lato viene esercitato a danno dei poveri no-
stri figli che non sembrano disposti di abbracciare
la vita monastica per la quale esclusivamente que-
sto ginnasio fu creato,
L' ardito francescano Matas si espresse però che
a dispetto di tutti il ginnasio dovrà sussistere. Il
Matas adunque parlando ironicamente di noi e mo-
strandosi poco disposto ad eseguire gli ordini del
governo, che molto male a proposito lo paga, vuol
persistere nella via da lui intrapresa. Di ciò noi
ci siamo accorti da molto tempo per cui chiesimo
nelle vie legali ia soppressione di un istituto inu-
tile e dannoso setto ogni rapporto, e se in forza
alle sacrosanti ragioni tla noi dimostrate con cal-
zanti argomenti non ci fosse dato di conseguire la
delta soppressione o per simpatia del referente
luogotenenziale verso la congrega fratesca o per
U!ia qualunque di quelle manovre che sono fami-
gliari alla stessa, sino a che la pazienza non verrà
in noi a mancare, potendo, seguiremo il.seguente
esempio, che agli occhi dei meno fanatici tleve sem-
brare come un atto di sfiducia a questo discredi-
tato istituto,
I genitori del giovane Marco Vuletich, studente
di questo ginnasio, nipote del d.r Tripalo, intimo
amico del Matas e dal quale giornalmente riceve
la santa benedizione, e che sono tutt' altro che ne-
mici di Matas e consorti, giorni sono levai'ono dal
dotto ginnasio il proprio figlio e con grave loro sa-
grifìzio lo mandarono studiare a Zara.
Cattaro 15 novemlre.
Questa scuola ginnasio-reale-nautica si aprì nei
passati giorni con un concorso di allievi abba-
stanza numeroso, avuto riguardo alla popolazione
della nostra città. Merita ogni encomio 1' Ammini-
strazione comunale ed il comitato per aver fornito
r istituto di decenti e comodi locali, senza riguar-
do alla spesa. Si deve credere, e lo assicurano
quelli che videro gli altri istituti, che in Dalma-
zia tutta non siavi un simile o migliore locale.
Ma quello che vi ha più rimarchevole e conso-
lante si è che il catechista cattolico predica ed
insegna agli allievi usando la lingua italiana, e che
ogni altra materia viene trattata in questa favella,
rimanendo lo slavo come lingua di studio libero.
Così si ricondussero i mezzi d'istruzione a quel
raetodo che esisteva fra noi sin da quando s'isti-
tuirono le scuole; ed ora solamente se ne avrà un
ffutto sicuro, malgrado alcuni pochi idioti che, sacrifi-
cando il vero interesse della pubblica istruzione, per
viste politiche si lagnano dell'attuale benefico sistema
e gridano la crocce al ministro che l'ordinò. Ma
esiste il proverbio (e qui può essere applicato
molto opportune niente), che alcuni fanno quello
clte- sanno, ma non scanno quello che fanno; im-
perciocché eglino stessi non potrebbero mai veder
Progredire i propri figli nell' istruzione usando la
lingua illirica, come li videro e li vedranno colla
lingua italica. Si deve quindi con sicurezza credere
Stolivo di Catta ro 15 noventbre.
Nella notte trapassata si sviluppò l'incendio nella
casa abitata dall'agricoltore Cico. La fiamma prin-
cipiò nel piano terreno che era pieno di paglia.
Accortasi del fuoco la moglie, questa svegliò il
marito, ed entrambi caricatisi dei proj)ri tre figli
corsero dal terzo piano alla scala per discendere.
Trovarono le fiamme divoratrici e dovettero ritor-
nare. Il povero marito collocò sulle spalle due fi-
gli e iece per iscavalcare il balcone al terzo piano
della casa, appoggiandosi sopra un sasso sporgente
dal muro. Ma la fiamma dai sottoposti balconi lo
bruciava, e l'infelice si precipitò da queir altezza
coi figli, frangendo le misere loro membra. Nel
momento stesso la moglie si gettò da un altro
balcone. Una figlia rimase fra le fiamme. Morirono
finora tre della sventurata famiglia o pel fuoco o
per la caduta, gli altri due, sono a momenti per
rendere 1' anima a Dio. Ecco le funeste conseguenze
del tenere materie infiammabili in casa abitata!
Eppure in questa borgata, ed in altri luoghi del
circolo ciò si costumai Ravvediamoci una volta
dall' uso fatale.
Alcuni hanno sospetto che il caso non sia acci-
dentale, e la giustizia sta investigando. Guai al
colpevole, se vi fosse; poiché, se si nasconde agli
uomini, cadrà certo sotto il giudizio terribile di
Dio.
Ci scusi V articolista. Col trasferimento recen-
tissimo del sig. Giuseppe Drahar dal ginnasio
di Sign al (jinnasio di Zara, sarà non già il
Xlli ma il XIV atto di sfiducia che V isti-
tuto fratesco riceve. Attenderemo una smen-
tita da Matas o una rettifica alla giovedì.
.(Nota della Redazione.)
Consiglio dell' Impero.
Caiiierta dei Deputati. — Vienna 5 novemlre.
Al banco ministeriale Le LL. EE. Taaffe., Ple-
ner, Gislcra. Jlcrger^ Herhst, e FotoeJci.
È air ordine del giorno la continuazione della
discussione della seduta precedente.
Dopo breve scambio di parole tra parecchi de-
puiati, sorge 1' on. Skene e combatte i § 10 ed 11 della
legge. Dice fra le altre cose che per i ministri il
Consiglio dell'Impero è una macchina di votazione.
Il dep. Kuranda appoggia il preopinante e fa
emenda al § 11.
Il dep. Fratohevera appoggia la Commissione e
fa una proposta in questo senso.
S. E. il ministro Dr. Berger osserva che nes-
sun Governo può serbare il silenzio in faccia a
rimproveri come quelli che furono scagliati al Go-
verno da un onorevole deputato della sinistra.
Il Governo deve respingere in modo assoluto
r accusa che esso favoreggi un sistema di Governo
personale e degradi il Consiglio dell'Impero, e par-
ticolarmente quest'eccelsa Camera, riducendola una
macchina di votazione, perdi' egli è in grado di
provare che ciò è affatto insussistente. Rimproveri
siffatti significherebbero che gli uomini del Go-
verno, venuti al potere per la fiducia di questa
Eccelsa Camera, abusarono ed abusano di codesta
fiducia nel modo più vergognoso.
Cio cade sotto il § 2 della legge sulla rispon-
sabilità ministeriale, e 1' onorevole deputato avreb-
be avuto r obbligo di proporre che il ministero
venisse posto in istato d' accusa se fosse in grado
di provare la sua asserzione.
L' oratore confuta partitamente le accuse che il
Governo abbia menomato di fatto i diritti della
rappresentanza dell' Impero perciò che riguarda gli
oggetti commerciali, e le dimostra del tutto in-
fondate. L' on. Kuranda, ignaro dei particolari, mo-
destamente attende la luce dalle discussioni della
commissione esaminatrice di quella legge; ma ben
altrimenti va la faconda riguardo a quel deputato
del quale 1' oratore si occupa esclusivamente. (I-
larità). Quel deputato è membro della Commissione
por la legge sul!' armata ed ha studiato intiera-
mente tutta la legge ed in ispecie i §§ 11 e 13.
Egli quintii inen che altri può dire die mediante
la legge .suli' armata si tenda ad una diminuzione
dei diritti relativamente alla concessione delle re-
clute. (Idovimcnto : si grida a sinistra: Oh! Oh!)
Basta leggere quei paragrafi per avvedersi eh' egli
ha assolutamente torto. (Contraddizione a sinistra).
ISH la libertà della odierna discussione ci rende
edotti che la fu una frivola frase {Grida a sini-
stra: Oh! Oh!) quella con cui s'imputò il Go-
verno di ridurre il Consiglio ad una macchina di
votazione. (Applausi).
Il dep. Slcene chiede la parola per un fatto per-
sonale, domandando che ii presidente difenda i
deputati dall' essere offesi, come avvenne da un'e-
spressione non parlamentare usata dal ministro a
suo riguardo, avendo egli chiamata una sua frase
frivola.
11 Presidente non ritiene che 1' on. dep. sia stato
offeso personalmente dal sig. ministro.
S. E. il ministro Dr. Berger crede che le pa-
role del Presidente lo dispensano ilal!' aggiungere
verbo a propria giustificazione. (Applausi).
Prende la parola il relatore Dr. Sturm per far
conoscere tutto l'andamento della discussione nel
seno della Commissione, e il modo con cui il dep.
Kuranda aveva dapprima formulata la sua emenda
e la modificazione che vi portò in seguito. Egli,
il relatore, votò contro 1' emenda Kuranda, e ap-
poggia quella del barone di Pratobevera, espo-
nendo i motivi. L' oratore dice non essere già e-
gli ministeriale ''•ad ogni costo,, come ne fu rim-
proverato, e lo potrà forse provare nei prossimi
giorni; ma qui si tratta di scegliere fra due for-
me, si tratta di togliere al ministero parlamentare
1' appoggio di quel partito, dal quale egli provenne,
ed a ciò 1' oratore non si potrà mai unire (Bra-
vo l Bravo !).
Si passa quindi alla votazione, nella qualle è
approvatoli § 10, come proposto dalla Commissione.
Posto a voti il § 11 coir emenda del dep. Ku-
randa, il risultato rimane dubbioso, e si procede
air appello nominale.
Quindi risulta respinta l'emenda Kuranda con
voti 78 contro 76.
La proposta del dep. bar, di Pratobevera è ap-
provata.
Viene quindi approvato il § 12 e l'intestatura
della legge senza discussione, e poi elevata a de-
liberato, dietro proposta del relatore, anche in terza
lettura.
È poscia levata la seduta alle ore 3 pom.
Legge con cui viene mutato il § 80 del liegola-
mentù comunale per la Dalmazia.
Sopra proposta e coli' adesione della Dieta del
Mio Regno di Dalmazia, trovo di ordinare quanto
segue :
§ 1. II § 86 del Regolamento comunale della
Dalmazia del 30 luglio 1854-, nella sua attuale
stilizzazione viene posto fuori di vigore, ed ha a
suonare in appresso come segue:
Addizionali superiori al 15 per 100 delle impo-
ste dirette, al 25 per 100 del dazio consumo
abbisiognano deU'approvazione della Giunta pro-
vinciale.
Addizionali superiori al 50 per 100 delle impo-
ste dirette, o al 100 per 100 del dazio consumo
possono imporsi soltanto in forza di una legge
provinciale.
§ 2. Questa legge deve entrar in attività col
giorno della sua pubblicazione, e potrà essere ap-
plicata anche ai preventivi compilati in preceden-
za, e che trovansi pendenti alla Giunta per la trat-
tazione.
Godolo il 28 ottobre 1868.
Francesco Giuseppe m. p.
Gislira m. p.
Notizie politiclie.
AUSTRIA.
Vienna 17 novembre. A quanto annuncia il Te-
ster Lloijd, un membro influente della delegazione
ungherese interpellerebbe nei prossimi giorni il
comune ministro degli esteri, sulle mene della Ru-
menia. La Prussia avrebbe espresso in via diplo-
matica il suo malcontento -per queste mene che
hanno in sè il germe d' un conflitto europeo.
Il Lloyd ungherese rileva da fonte attendibile che
una proposta inglese di mediasione venne già fatta
tenere a Parigi e Berlino. La mediazione sarebbe
stata accettata con premui^a da parte francese; da
parte prussiana però 1' accettazione venne assog-
gettata a condizioni ineseguibili. Nel caso proba-
bile d'un cangiamento del Gabinetto inglese sa-
rebbe da attendersi un' energica mediazione da
parte di Clarendon e in seguito il disarmo.
Pest 17 novembre. Nella seduta della Camera
dei deputati il presidente, frammezzo ad applausi
della Camera, pregò il ministro dell' interno di
presentare a S. M. 1' imperatore gli auguri della
Camera pel suo onomastico.
La tariffa daziaria dalmatina venne accettata
senza variazioni nella discussione generale e spe-
ciale.
Altra del 18. Leggesi nella Pester Correspon-
dens che il libro rosso verrà pubblicato al 24 —
25 novembre. Questo libro dà grande importanza
alla conservazione della pace e scorge nella costi-
tuzione la guarentigia che la monarchia austro-
ungherese assumo la posizione d' una grande po-
tenza.
Il sotto-comitato militare delia delegazione au-
striaca è intenzionato di cancellare la rubrica dei
pauschali ed invitò il ministro delle finanze Brestl
di dare delle informazioni sulla situazione finan-
ziaria.
11 Pester Lloyd scrive : La delegazione ungherese
non accorda in nessun caso un budget militare
maggiore di quello dell' anno scorso.
Zagabria 16 novembre, l^a Di(ita venne aperta.
Il noto autografo sovrano sulla questione fiumana
venne accolto con entusiasmo. Vennero quindi letti
indirizzi di fiducia da tutte le parti del paese.
Venne deciso di mandare congratulazioni alla Re-
gina pel suo giorno onomastico.
Altra del 17. La Dieta decise con tutti, contro
quattro voti, di corrispondere al rescritto reale.
Altra del 18. (Seduta della Dieta) In mezzo ad
un grande concorso del pubblico fu proietto il già
sanzionato accordo coli' Ungheria, paragrafo per
paragrafo. Allorché fu letto il nome del Sovrano,
come pure alla, lettura della clausola colla san-
zione, tutta la Camera scoppiò in entusiastici in-
terminabili applausi.
Domani, 19, avrà luogo una straordinaria solen-
nità ecclesiastica per la ricorrenza del giorno o-
nomastico di S. M. l'Imperatrice.
GERMANIA.
Berlino 18 novembre. Oggi tenne una seduta la
Commissione per il sequestro dei beni di principi
spodestati, alla assistette anche il ministro
delle finanze. Fu proposto da molti membri l'in-
cameramento delle rendite nel tesoro dello Stato
e r abolizione del § 4 (relativo al ripristinamento
di tale misura). Si attende il ritorno del conte
Bismark per prendere una deliberazione finale in
proposito.
ITALIA.
Firenze 16 novembre. IP Italie annuncia: Maz-
zini giace gravemente ammalato a Lugano, Il dr,
Bertani scrive che non vi ha alcuna speranza di
salvarlo,, '
Altra del 17. La Commissione austro-italica per
la regolazione delle questioni finanziarie, ancora
insolute, in seguito al trattato di pace di Vienna,
si radunerà quanto prima, c non già a Venezia,
ma a Vienna, per dove partiranno quanto priuia
i commissari italiani.
— Leggesi nella Nazione in data del 16:
Ieri partì per Parigi una deputazione pesarese
col deputato d' Ancona per reclamare la salirra di
Rossini.
Napoli 18 novembre. L'eruzione del Vesuvio
aumenta. La lava scorrendo rapidamente, minaccia
i villaggi sottostanti. Parecchie cascine furono abbat-
tute dalle lave nella scorsa notte. Il prefetto e lo altru
autorità accorsero sul luogo del pericolo e presera
opportuni provvedimenti. Spettacolo imponente stra-
ordinario.
INGHILTERRA.
Londra 13 novep-bre. Dalle elezioni finora co-
nosciute risultano eletti 210 liberali, 90 conserva-
tori. Delle elezioni irlandesi conosconsi 31 solt:in(o.
Avvennero disordini a Colton, Bristol, Belfast, Cork.
Molti feriti. La plebe di Bristol invase le caóe,
commettendo guasti.
Altra del LO. I risultati elettorali di ieri^ die-
dero un aum ento di sette voti ai liberali. Emora
i liberali guadagnarono in tutto trenta voti. Lord
Stanley tu eletto; Russell non e riuscito.
Vari giornali inglesi riportano la voce che corro
che il governo britannico abbia dato ordine di for-
tificare e di armare Gibilterra,
A^IERICA.
Nuova York 18 novembre. Si ha da Los-Ala-
mos, che parecchie città di Sonora e della Bassa
California, furono distrutte da uragani.
Gazzettino della Città c
della Provincia.
Dal benemerito nostro Podestà Co. do Begna
riceviamo la seguente lettera che ci affrettiamo a
pubblicare.
La mancanza di spazio ci costringe a rimandare
ad un prossimo numero un altro articolo che del
pari commenta la rettifica del sig. Abelich da noi
pubblicata nel nostro n.r 94.
PreglatÀssimo Sij. Hidatiorc !
Nel n.r 94 del di Lei giornale il T)'dinat<i in
una lettera portante la firma P. .^belici), non so
da quale motivo causata, perchè io nella ultima set-
timana mi trovava assente da Zara e dalla Dal-
mazia, veggo fatto di me qualche conno riferibile
alla precedente epoca nella quale ebbi, come a-
desso, r onore d' essere Podestà di Zara,
Senza occuparmi di parecchie altre inesattezze
che in quello scritto si riscontrano, mi piace sol-
tanto di constatare la completa fa'silà dell' asser-
zione eh' io abbia presieduto il Consiglio quando
dallo stesso si votava la somma di 10,000 fiorini
pegli studi di una strada ferrata da Karlstadt a
Zara, La seduta nella quale ebbe luogo quella de-
liberazione si tenne il 26 luglio 1864 e, come ri-
sulta dal protocollo originale esistente negli atti
del Comune, sotto la presidenza del gerente cav.
Antonio de Stermich, perchè io fino dai primi di
giugno dello stesso anno fruiva d' un permesso di
assenza regolarmente accordatomi dall' in allora
tutoria autoiiià politica. Ne più ebbi nd ingerirmi
negli affari del Comune fino al cessare di quel-
r Amministrazione a capo della quale continuò a
rimanere il bullodato cav. Antonio de Stermich, per
ogni buon cittadino e per me principalmenle d'in-
dimenticabile, sempre cara e rispettata memoria.
Zara 22 novembre 1868.
C». Cosimo Begua Possedaria.
VARIETA.
Per sovrabbondanza di materia non abbiamo
potuto prima d' oggi dar luogo al seguente articolo.
Religioìie ed Arte.
La vigilia della natività della B. V. titolare del-
la Chiesa Parrocchiale del Sobborgo a Terra di
Sebenico è co.stume patrio ciascun anno festeggiar-
la con fuochi d' artifizio. Numeroso popolo aceorrc
sullo spianato cosi detto „oW/a Pogliana''- che è
il luogo ove viene offerto questo trattenimento, e
che, vasto e fronteggiato d'alberi e di eleganti
edilizi mirabilmente all' uopo r isponde.
Debito di cronisti ^ci chiama a riferire le sfra-
ordinarieià onde questa volta andò coiitrasf:,ornato
lo spettacolo; amore di patria e ser,timei)!o di
giusta animirazione muove a rendere pubblico o-
maggio di lode a chi come seppe meritai'selo, saprà
anche apprezzarlo quale ricambio di gratitudine,
quale stimolo di maggiore incoraggiamento.
Una disamina critica sui pregi artistici dello spef:-
tacolo, particolareggiata o complessiva che la si
voglia, richiede certo conoscenza di pirotecnia e
delle altre riposte discipline che qvali indisjjensa-
bili accessori vi si connettono. Perchè, in difetto di
questa, ci basti così all' inconfuso, quasi a corso
di matita ritrarre a botterelle le impressioni sen-
tite, secondo che nella memoiia all' indigrojso si
riprodr.ranno le attitudi ni varie, gli intrecci, le fan-
tasie di quei moltiformi capricci del fuoco.
Oh ! come ben vorremmo gettar uno sbozzo di
quei volteggi, sì rapidi, di quelle riprese, di quegli
scampi, di quei trapassi che a raggiere, a rabesdii,
a volute campate 1' una fuori dell' altra, in molte-
plici foggie ideati, insertati, lumeggiati correvano
su per quei compartinenti in belle norme disposti,
succedendosi, innanellandosi, incuorandosi a gara,
per dir così, nel guidare la splendida ed armoniosa
carola del pensiero artistico, che vivido, gaio, lu-
minoso ti danzava sott' occhio c ad ogni volger
99. ZA.Sabato XO Decembre 187G.
Condizioni ti'.Associazione.
Per Zara.
Per un anno anticipatamente fiorini 8 : —
Per sei mesi „ „ 4 : —
Per tre mesi „ 2 : —
Per l'Impero d'Austria.
Per un anno anticipatamente fiorini 9 : —
Per sei mesi „ „ 4:50
Per tre mesi „ 2 : 50
Per l'Italia, Francia, Inghilterra,
Serbia e Turchia.
Iu Banconote austriache fior. 12:50, all'anno
semestre e trimestre in proporzione.
Giornale politico, economico, letterario.
. Esce il mercoledì e il satiatfo.
Le associazioni e gli importi di denaro, in
gruppi o meglio in assegni postali, si dirigano
alY Amministrazione del Dalmata in Zara e non,
più alla Redazione. A Spalato presso il .signor
Lorenzo Gilardi. Chi non respinge il foglio dopo-
scaduta l'associazione s'intende obbligato
per il trimestre susseguente. — Le corri-
spondenze devono dirigersi affrancate esclu-
sivamente al Redattore. Le lettere non affran-
cate saranno respinte. I comunicati si inseri-
scono al prezzo di soldi 8 la linea. Non si
inserirà nessun articolo firmato, ove esso non
sia accompagnato dall'importo di soldi <J0 per
la tassa di finanza.
Un numero separato costa soldi 8;
La riscossa.
Tutto il mondo politico è stato scosso di
questi giorni dalla grande notizia, che cioè l'e-
sercito di Parigi avesse rotto quella enorme
cerchia di ferro che lo avrebbe chiuso nella
capitale, fino al momento in cui la fame tri-
onfasse della sua costanza, se a questa virtù
non si fosse aggiunto il valore e 1" annega-
zione.
Quantunque replicatamente smentita e ri-
confermata, questa notizia continua a menar
scalpore dovunque, ed a trovare moltissimi
elieliti tra coloro che vorrebbero veder de-
lusa la stolta ambizione d' un re, e smagata
la machiavellica astuzia d1 un ministro.
Dinanzi a simile fatto che, vero, addur-
rebbe, se non la fine della guerra, la riabi-
litazione almeno della Francia, desiderata da
ognuno che abbia un cuore in petto, anche
a noi sarà permesso soffermarci; e, con cri-
tica impaiziale, tentar dai dati che ne pos-
sediamo scaturire la verità.
E, p r ben cominciare, diremo che le due
fonti ufficiali discordano tra loro in un modo
così sfacciato e burbanzoso, che ci fareb-
be disperare del nostro compito, ove non
offrisse degli addentellati ali1 osservazione.
Per esempio, gli ultimi bollettini prussiani
che annunziano la ripresa delle posizioni di
Champigny e Villiers, non accennano punto
a ciò che il corpo di Ducrot sia stato co-
stretto a ripararsi nella cinta di Parigi Me-
desimamente un dispaccio da Tours, smen-
tendo la notizia della ripresa per parte dei
Prussiani delle posizioni suddette, confessa
che le comunicazioni aerostatiche sono fin
dal 2 con*, interrotte fra la capitale e le Pro-
vincie.
Cosa vorrebbero dire qnest' esitanza e quel
silenzio? Ci pare che si possa, con un poco
di buona volontà, inferirne che né i Prus-
siani, nè i Francesi ottennero un completo
successo. I primi nò, perchè non arrivarono,
come avrebbero dovuto, a sloggiare intera-
mente il nemico dalle posizioni conquistate,
e rincacciarlo in città; e gli altri neppure,
perchè non poterono effettuare il vagheggiato
congiungimento coli1 esercito della Loire, nel
quale intento avevano irrotto sulle linee te-
desche.
A rassodarci in quest"1 opinione, ne viene
molto a proposito un telegramma recentissi-
mo da Tours, il quale è cosi concepito : „Si
hanno per pallone notizie di Parigi fino al i
di sera. Secondo le medesime, dopo la bat-
taglia presso Champigny, i Prussiani lascia-
rono i loro morti e feriti sul campo. Le loro
perdite nei combattimenti del 30 novembre e
del 2 corr. ammontano, a quanto pare, a circa
20,000 uomini. Nel passaggio della Marna,
effettuatosi il 3, i nostri non vennero mole-
stati dal nemico. Le vittorie del 30 e del 2
eccitarono a Parigi immenso entusiasmo. Il
generale Lacharière è fra i morti; tre altri
generali di brigata sono feriti. Il numero
complessivo delle forze prussiane superava
il 2 dicembre 100,000 uomini. Un rapporto
ufficiale, affisso la sera del 4, dice che 1" e-
sercito tro Dan tesi fuori di Parigi è assicuralo
contro ogni attacco, e raccoglie nuove forze
in ben meritato riposo
Neil'esaminare questo dispaccio abbastan-
za esplicito, troveremo subito la confessione
un po1 velata di ciò che la sortita non è riu-
scita. Tosto che il corpo d' armata atlrovan-
tesi fuori di Parigi, che dev1 essere quello
di Ducrot, raccoglie nuoce forze in ben me-
ritato riposo, è chiaro come il sole che ha
fallito il suo scopo; ch'era appunto di non
is are in riposo, meritato o nò poco monta.
Si dovrà dire per questo che f ultime sor-
tite dei Parigini non abbiano valso a nulla?
Noi crediamo. Tanto le notizie dì Tuurs quanto
quelle di Versailles ammettono, le prime con
affermare^ le altre con tacere, ammettono,
diciamo, che il corpo di Ducrot si trovi an-
cora extra muros ; il che vorrebbe dire aver
ess'» occupate e mantenute almeno le posi-
zioni avanzate del nemico. Ora* con questo
solo fatto, si ha ottenuto un rilevante van-
taggio da parte francese. Nella lunga ed
accanita azione le trincero prussiane avran
sofferto, com1 è probabile, guasti enormi : i
cannoni, se non tolti, saranno stati inchio-
dati, le munizioni distrutte, i magazzini sac-
cheggiati. E se, quale appare infatti, un cor-
po di 103,000 Francesi si trova assicurato
coulro ogni attacco dietro la Marna e sotto
le batterie di Vincennes, non deve riuscir
così facile ai Tedeschi di riparare queste
jatture, anche perchè le pioggie ed il gtdo
concorrono a difficoltarne i necessari provve-
dimenti
E poi, è sempre un passo fatto, un piede
posto ali1 asciutto, un polmone reso respira-
bile; e, con un po1 d'astuzia e un briciolo
di buon volere, non sarà difficile recar nuovi
guasti alle opere del nemico per dilazionare
il bombardamento, e provvedersi di vettova-
glie per rendere impossibile la resa della
città. Ecco cosa veramente ottennero i Fran-
cesi coi brillanti e sanguinosi combattimenti
del 30 novembre e del 2 dicembre.
Senonchè questo parziale successo sareb-
be di gran lunga superiore, qualora l1 eser-
cito della Loire non fosse battuto, ed Or-
léans ripresa dai Prussiani, come ci annun-
zia un novissimo dispaccio. Tutte le spe
ranze d' una riscossa vittoriosa si fondavano
sul fatto del congiungimento d'una parte del-
l' esercito di Parigi con quello del generale
Paladine. In tal caso, i Tedeschi sarebbero
stati presi tra due fuochi; giacché, mentre gli
uniti eserciti di Paladine e Ducrot li avreb-
bero còlti alle spalle, Trochu sarebbe uscito
di Parigi con tutte le truppe disponibili. Al-
lora una catastrofe per le armi germaniche
riusciva ineluttabile. Adesso invece che l'ar-
mata di soccorso è respinta oltre la Loire,
cir è quanto a dire oltre la sua base stessa
d'operazione, la riscossa, se non diviene im-
possibile, è però indefinitamente procrasti-
nata.
I giornali di Vienna, qual più qual meno,
vanno tutti in visibilio. La vecchia Presse
specialmente vede nell'ultima vittoria d'Or-
léans il dito della Provvidenza, che volle
preservare la sua junge Deutschland da un
orribile lutto. Non canti però anzi tempo l'or-
gano aristocratico. Dopo Sédan, per esem-
pio, chi avrebbe mai preveduto che la guerra
continuerebbe fin oggi, fino alla metà del di-
cembre? Ed anche dopo Metz, dopo la pri-
ma vittoria d1 Orléans, dopo il fatto di Le
Bourget, chi avria detto che i Francesi tro-
veranno tanta forza e tanto coraggio da viti-
cere a Coulmiers, da riprendere Digione, da
passare la Marna uscendo di Parigi ?
Eppure questa è pura storia; e se un1 altro
Sédan e un'altra Metz avverranno, cosa non
molto facile ora che i VVimpffen ed i Ba-
zaine sono a Wilhelmshòhe, tutto il mondo
è persuaso che V orgoglio, o meglio, il pa-
triottismo francese durerà nella sua cecità, o
piuttosto nella sua costanza.
Quanto a noi, crediamo fermamente che
le coudizioni attuali della Francia, malgrado
i recenti scacchi, siano migliori d1 assai che
al principio della guerra. Ma questo è un
tema che merita la più seria ponderazione e
gli studi più accurati : locchè ci riserviamo
di fare in un prossimo scritto.
Atteso lo stato di degradazione in cui è
caduta tra noi la stampa, manomessa da
quelli che noi chiamammo le tante volle i
malviventi della letteratura, atteso il sistema
dei libelli, delle calunnie e delle mistifica-
zioni che noi vediamo organizzate dai nostri
avversari sulla più vasta scala, e in pubbli-
co e in privato, e nei giornali e nella piaz-
za, talora nella cattedra e nel pergamo,
crediamo opportuno di riportare il brano di
un programma che l1 onorevole Paolo Fani-
bri dedicava di recente agli elettori di Ve-
nezia sua patria, i quali ebbero il buon sen-
so di nominarlo, per la terza volta, deputa-
to al Parlamento d'Italia, di cui è splendido
ornamento. =
„Niente di più naturale del supponili fuori
dei gangheri contro la stampa, e quindi in-
chinevole ali" opinione di quei moltissimi che
ne sono stomacati e la vorrebbero pure im-
brigliata ad ogni costo. Niente di più natu-
rale che il supportili idrofobo dopo vistomi
assalito a un tempo da tutti i cani idrofobi
della Penisola. Se non che que' disgraziati
animali, non essendo punto riusciti a morde-
re per davvero, ma solo a insudiciarmi d1 un
po1 di bava, io mi trovo sempre in condizio-
ni perfettamente normali di corpo e di spi-
ritose perciò dopo sì lunghe e dure prove
sono, rimasto dell1 opinione di prima.
|§* quale è dessa questa opinione ?
spella di prima, dissi, cioè la esposta nel
libro II della Giurisprudenza del duello. Ec-
cone un saggio:
SyIla. meno che mediocre necessità di una
fiera repressione del libello addurrò un ar-
gomento che non m'accadde di vedere cita-
to mai, sebbene e' cada tutto giorno sott1 oc-
chio: gli è il poco danno eli1 esso fa per I1 ap-
punto alle riputazioni. Si sente spessissimo
a dire che le riputazioni difficilissime a fab-
bricarsi sono poi agevoli a demolirsi.
La sentenza è tra le più sconfortanti, e
se fosse vera, potrebbe non solo spiegare
ma giustificare la vigliaccheria di coloro ai
quali la stima di sè medesimi e la testimo-
nianza della propria coscienza non bastano.
Per buona ventura le riputazioni onestameli
te acquistate sono all' opposto tanto difficili
a demolirsi che non è di più un monumento
granitico. Se passeggiale I' antica Sicilia o
la Magna Grecia, il Lazio o la Terra di
Lavoro, voi trovate la costa e la campagna
sparse di grandi avanzi che furono più forti
dell' opera del tempo e della rabbia dei po-
poli. Nei templi di Pesto 'non mancano che
gli idoli e i sacerdoti ; il Colosseo è capa-
ce ancora di un popolo: gli avanzi del Tem-
pio di Giove a Selinunte colpiscono più di
San Pietro. Una forte riputazione è monu-
mento contro del quale si spunterebbero in-
vano ben altri scalpelli che quelli di un mi-
serabile libellista. Da quanti anni infatti, con-
sulta la tua memoria o lettore, da quanti an-
ni non ti suona essa ali1 orecchio, picchiata
e ripicchiata la calunnia più pazientemente
ed abilmente architettata a carico di qual-
che nobile cittadino? Egli, dicesi, ha forni-
cato coi nemici del suo paese, ne ha tradi-
ti» gì' interessi, ne ha prostituito V autorità,
si è arricchito dell' altrui, la pubblica mise-
ria ha indorato la sua casa la quale è mac-
chiata di tutte le vergogne, perchè madre e
sorelle, moglie e figlie hanno fatto a gara
a chi meglio vendicasse il paese, rendendo-
gli male per male ed onta per onta. Ebbene,
o letlore, quante centinaia di volte ti è ar-
rivato di udire o di leggere tuttociò? E quan-
te volte non hai tu sclamato : anche quest' uo-
mo è finito, questa riputazione è anch' essa
caduta. Ebbene, restò vacante una cattedra,
un comando, un1 ambasceria, un seggio mi-
nisteriale.... do*re si cerca l'uomo? chi è
il candidato? — Il tale! - Il tale? Avete
inteso bene? — Lui, lo ripeto, lui! Ma
tutto ciò che si è detto del fatto suo? —
Da chi? — • Dal tale uomo, dal tal giorna-
le. — Ti ridono in faccia : ma il tale è suo
amico, ma il tal giornale lo sostiene, o per
lo meno non lo combatte più. — (7 è da
perdere la testa per coloro i quali hanno
sprecato tutto il loro fiato e tutto il loro in-
chiostro ad abbattere queir uomo, a mac-
chiare quella riputazióne. Hanno torto, per-
chè tutto ciò è neir ordine delle cose. La
verità e la virtù hanno delle attrattive per
tutti, non esclusi i tristi, quante volte il lo-
ro interesse non si trovi in qualche spicca-
ta opposizione col loro dovere. Ora è egli
possibile che la maggioranza di un popolo
sia interessata a demolire un uomo onesto?
E se questo è impossibile, come non Io sa-
rebbe il trionfo della calunnia e del libello
a carico di un onest' uomo, il quale alla lun-
ga deve avere necessariamente per sè tut i
gli onesti e di più tutti i tristi che non han-
no immediato interesse di combattergli con-
tro ?
Il libello è d'altra parte una necessaria
pietra di paragone della serietà e solidità
dei caratteri. Le antiche società secrele so-
levano provare i loro adepti con dei secreti
terrori. La moderna lascia provare i suoi
uomini colla contumelia e la calunnia, e ri-
ceve un servizio effettivo dalla canaglia che
fa commercio di tale derrata.
Chi vorrà infatti negare che due righe di
accusa tra il si e il no, di accusa impossi-
bile a sopprimersi anche da un censore pre-
ventivo, non agitino un paese schiavo infini-
tamente più di quel che non riesca a fare
un libello in piena regola, con commenti cioè
e documenti, in un paese libero? — Scia-
gura, sclama il principe di Ligne, a coloro
che non hanno ciò che in arte si chiama il
far largo. I paesi liberi hanno per appunto
il far largo, e la stampa licenziosa ci con-
tribuisce alla sua volta, come la bisca e il
lupanare sono pur necessari a formare ciò
che si chiama un uomo di mondo.
Dopo qualche lustro di stampa libera un
paese acquista davvero le qualità di un uo-
mo di mondo.
Che Tarluffo vada a calunniare un galan-
tuomo presso un uomo di mondo, ne avrà un
ghigno di sprezzo, perchè questi indovina
subito i suoi secondi fini : bisbigli invece
qualche cosa all' orecchio di un collegiale,
costui si scandolezzerà.
Sembra un paradosso e gli è un fatto po-
sitivo. Colla libertà della stampa spinta fino
al libello, la calunnia ci perde un tanto.*
Noi non possiamo che plaudire alle idee
generose, alle teorie liberali dell1 onorevole
Fambri; ma crediamo che sarebbe un grave
errore restenderne troppo I' applicazione, l'a-
ver una cieca fiducia sul trionfo della verità
e della giustizia. L' onorevole Fambri fu in-
fatti bersaglio alle calunnie le più avvelena-
te d1 ingenerosi nemici, uia egli ha trionfa-
to di esse, e con lui trionfò la verità e la
giustizia. Senonchè, se il Fambri si fosse
presentato quale candidato a qualche col-
legio d* importanza secondaria, a qualcuno
di quei collegi sui quali V opinione pubblica
non esercita influenza, oppure il giudizio del
pubblico è giuncato, noi crediamo che la can-
didatura di quell'eminente patriota avrebbe
corso qualche pericolo.
Le condizioni morbose nelle quali noi ci
troviamo da vari anni sul proposito dei li-
belli e delle calunnie, e i frequenti trionfi che
vediamo da qualche tempo di avventurieri,
di ciarlatani, d' impostori, d' intriganti e
peggio, ci persuadono che le brillanti teorie
del deputalo di Venezia non sarebbero per
noi applicabili, e che noi peccheremmo di ot-
timismo e d1 illusione nell' abbandonarci a
troppa fede sul trionfo del vero e del giusto.
Infatti 1' opinione pubblica, quella che si
riassume nel motto vox populi, vox Dei, pres-
so di noi è, salve poche eccezioni, un mito,
un' incognita; e se ella vi è, noi la vediamo
sfidala con un1 audacia che tiene all' impu-
denza. Non abbiamo noi veduto p. e. or son
pochi mesi un Fluck, settuagenario, reazio-
nario, forestiero, nemico a Zara, candidare
per deputato in questa città? E vero chela
sua candidatura fallì, ma se nella capitale
del regno si osò far tale insulto alla pub-
blica opinione, cosa non si osa di fare e
con maggiore fortuna del Fluck nei luo-
ghi minori? In generale, tra noi l1 intelli-
genza non rappresenta la maggioranza del
popolo; e dappoiché 1* uomo onesto non scen-
•^''.»mmm
reziooe. I! signor Giovanoi cav. Màrassovich do-
niauda iii liiic la cagione por cui sin'ora non è
sfato assoggettato ad esame del Consiglio d'ispe-
zione e rispettivamente della convocazione gene-
rale il centegno del capitano Stefano Stuck co
rnaodaote il MatnsaUm nel!' avveunla collisione
colla nave amencann. Il preside rÌ8")ionde che a
motivo di lotto nella faraig^lia Stueh non si ha po
toto sin'ora precedere a tale egaroe e si farà quan-
to prima. Il signor Marassovieh si dichiara soddi-
sfatto della data spiegazione.
Da ultimo il sig. de Saraca donnanda spicga-
gazione sulla settima emissione d' azioni, una vol-
ta chela gesta non è ancora coperta, e chiede alla
Direzione se essa ò intenzionata di respingere le
prenotazioni che eventnalniente le venissero fatte.
'[I preside risponde essere stala sospesa la settima
emissione ed il signor de Saraca si dichiara pie-
namente soddisfato. — Chiuso, letto e fìruialo.
fetto, o in altri modi gentili q cordiali pwcnrarono
di lenire il^ mip intenso i|olqre, prego vogliano
compiacersi'di accettare questo pubblico atto d;i
grazie eoa assicurazione dell'imperitw^ ricona-
scenza.
Zara, 11 gennaio 1S72.
Michele, JacsìcJi
1. r. officiale contabile luogotenenziale.
Per ini'ziativa presa da questa Direzione fornios-
8Ì qui pure un Consorzio enologico, ed a merito
dello zelo intelligente e della disinteressata attivi-
tà del comitato eletto dal Consorzio stesso «lei si-
gnori Oliubislavo Covaeevieb, Romano Vlahov, Vin-
cenzo Persen, Elia Scocich e Simeone Gojanovicii
Megliada, presieduto dal sig. C<tvacevich, e per
cura specialmente del li signori Vlahov e Persan
si ottennero soddisfacenti risultati in questo (;rimo
esperimento, Evvi lusinga che il Consorzio, sussi-
diato sarà dall' eccelsa Lnogotenenza come gli
fu promesso, e nel venturo anno si Sj)era otte-
nere utili e maggiori risultati, e che il vino di-
stinto del quale abbonda il nostro distretto ed i li-
quori di Sebenico saranno meglio conosciuti ed
apprezzati.
Lode pertanto ai soprannominati signori che si
resero qiu gt' anno benemeriti, non perdonando a
fatiche e dispendi pel bene delia loro patria.
Dalla Direzione del Comizio agrario
Sebenico, 10 decembre 1871.
Rosa II i, preside.
Jj' ass. Giov. Bellamaricli.
Coo animo profondamente commosso per viva
e indellebile riconoscenza, ringraziano dal fondo
del cuore i sottoscritti tutti quei loro cari amici,
e le multe persone generose e pie che con infiniti
modi genlili e delicati s'adoperarono a lenire l'in-
tenso loro dolore per la perdila da essi fatta del-
l' amata e indimenticabile loro figliuoletta Zocka.
Zara, M gennaio J872.
Spiridione ed Emilia eonjugi Bilbia.
previene che nei giorni di Domenica, Mer-
coledì e Venerdì dalle ore 10 alle 12
terrà consulto durante l'inverno per
malattie d* oreceliie.
Il ricapito è in casa ('aslelli, li piano,
rimpello la sala della Diela.
Coiiinnicato.
Pregiatissimo signor Redattore!-
Pregovi di essere compiacente ad accogliere e
dar posto nel reputato vostro giornale il Dalmata
a questo mio scritto in idioma slavo; in risposta
alla insipiila calunnia lanciatami gratuitamente da
un anonimo galantuomo, inserita nel Crnogorac
colla data Bajnaluca 1 dicembre a. p.; e ripubbli-
cata nel Pseudo Narodni List 23 p. p. N. 102
al quale nulla è sacro.:
„Znam da ce se nasladiti oni časni VlastiInik
(autore) diigorilo onog dopisa, samo kad vidi da
sam se i za malo vrieme k' njemu okrenu; ali je
to samo rad moje čistoće da moram se obazdrti
i treunt s'nogom za odbaciet smrdljvo Pilo s'koim
ot|e da me olipi.
j Dali prvo neg unidjem u odgovore dopisa gori
rečentig, reću sramnom dopisateiju dogorilo onog
Čilanjka, da dostaje za mene to što me saiio od-
kriti neuredni obraz svoi, već iza plota itase s'pi-
lom siiprotiv meni, i di neuzdržašese kadar uka-
zat lice, buduć da ga nej osiduje.
„Sad nek znade čisto, okaljani, Dngorilo, vla-
stilnik, onog dopisa, da ja jesam Andrsa Milosse-
vich sin Ivanov, a ne Milošecić kako on piše, ro-
djen u Glavicam kod Signa, bio sam dobrovoljac
Žandar, a sada trgovac pribivatelj u Splitu, i pri-
kazitelj Kuća Trgovački iz Mletaka Talianski gosp.
A. Battaggia i gosp. G. D. Riko, da odam za iijov
r^čun po Dalraacji i po Bosni rad posala trgoxiue
oni kuća, a ne za dragog posla. Da sam vodom
i srcom Siavljanin Dalmatinac, virni podajuik Ce-
8ara Austrianskog; što su bili i moi Diedovi, otac,
ja i bitće moj pinovi, da nisam Poklisar; da nisam
kupljen kako je možda on, od nitkoga, nit ima
novaca za koje kupljen mogao bi biti, sa sviem
da sam siromah Čoviek, dali sam cola vedra, či-
sta i nepomrčana. I još da bi bili on i svi oni
koi su kako on Ijuborodni koliko ja, mogli bi se
veoma dičit, ali je on kako toliko drugi lucimi-
raca nj.«mu prilični, izdaica, a ne brat SUn ljanski.
„Ja se nebavim o političkom uredu, dali bez
krivenja, kad bi bio upitan alti u kakvu slučaju
oli u razgovoru važnu, bi čisto i bistro izrekao što
Bàm, t. j. da sara siavljanin p#svemn i na svemu
dalmatinac kako gori reko ; da nisam Rus nit pol
Bns, nit što drugo. I to nisam se boja nit sramo-
va izi'cć u svakom slučaju, prid svakim i na sva-
kom mi est u di sam bio.
„Od više reću dugorilu, nek odkrie, sramno čelo
svoje, i nek se podpiše s' imenom i prizimenom
(ako poznaje svoje prizinie, što se boim da ne-
zna) kako i ja se podpisa, pak će vidit da u pr-
vom srietkn primit će pozdrav moi.
„Još moram reći dugorilu, da ako muku podnose
nepravedno bratja Slavljani pod jarnmu), to je za-
sluga naiviše on a kov i bezposlenika kakav je on
i ni ego vi ortaci, jerbo nose lažljivo ime od Na-
rodnjaka, dali nisu drugo već raspor naroda; —
samo njovH važnost jest napunit svoje dupe."
Split, 3 sičnja 1872.
Andria MilossevicJi.
il EPEETICI (caduco)
guarisce per lettere il medico speciale per
r Epilessia D.r O. Killisch in Berlino, ora
Neuenburgerstrasse 8. — Guarigioni comple-
te a centinaia.
Farmacia e Drogheria SERBAVALLO
in TRIESTE
Ciiracao ferrogiiìoso.
Prima d'anaunziare pubblicamcnle questo mio nuovo
preparalo, ho voluto affidarlo al ' esperienza medica, ac-
ciocché ne accertasse il valore nei casi, per i quali il
ferro viene tuttogioriio raccomandato.
(ili splendidi f^uccessi ottenuti mi servono d' attestazio-
ne, e m'invogliano a renderlo popolare.
Questo liquore è di un grato sapore, ed è combinato
ad un ferruginoso 11 meglio assimilabile (Pirofosfato di
ferro e di soda) che non cagiona costipazioni, nè nausee,
nè cattivo alito, come avviene spesso per l'uso dol C'«r-
boiiati e JoJuri di ferro e del Ferro ridodo con V idro-
gene.
Surrogando questi preparati che godettero fin qui nella
ter.ipia un posto primario, se ne surroga anche 1'azione;
e difatti, nelle leucoree, nelle mestrumAoni difficili, nei
C'iori pallidi, in varie affezioni del fegato, nella malaria,
ed in molte malattie consuntive nelle racAtitrf», nelle scro-
f le e ne,\V anemia, s'ottennero effetti meravigliosi e ^rua-
ri(ji >ni perfette.
Le persone gracili, i bambini deboli, ed i convalescenti
che hanno bÌ50^no di riparare all' anemia con eguente ai
processi morbosi sofferti, invece di ricorrere alle acque
minerali di lontana provenienza, imbottigliate e per lo
pili vecchie, soggette sempre se non ad una totale, certo
ad una considerevole decomposizione, e quindi d' effetto
malsicuro, troveranno nell' uso di questo nuovo liquore.
il migliore ed il più efficace mezzo a ricuperare un' otti-
ma S'ilufe.
Ai bambini se ne danno due cucchiaini da caffè due
volte al giorno; ai ragazzi due cucchiaiate, ed agli a-
dulti due bicchierini da rosolio, sempre un' ora prima del
desinare.
me pure in tutti quei oasi foolori pallidi, at
Hieiiort»«', ecc.) ove è necessario di reagire sul
sangue, sia per rendergli la sua ricchezza e la sua
abbondanza normale, come per provocare o rego-
lare il suo corso periodico.
B. U Jod81 PO (li foi'po impuro o al-
terato e un medicamento iiifVdfl«», li'pit.isU«».
Come prova della purezza e della autenticità delle
vere pilloio di Biancard, si esiga il n«»-
•sirtJ.^igfilllO d'ai'S""«»*«» r*'a<Sivo elnno-
fip«tia qui aggiunta in calce dell'etichetta
verdf^. Guardarsi dalle contraffazioni.
tarmacista a Parigi Rue Bonaparte, 40.
Non più
affezioni reumatiche!
con 1'OVATTA I>1
da raccomandarsi a tutte le famiglie, si guarisco-
no i doltiri goto»», peiiMiatìc'^ i caiaiTi,
i dolori arllcolarì, il «Md«»fc» pe«p e s-
d<*i pic'd i ntali di denti e di tv-
sla. Eccellente rimedio domestico e necessario.
Prezzo: 1|2 pacco fior. — soldi.
« 1- n ^ ® n^
l^a virtù di qtiesl' Acqua è propria delle piìt notevoli.
Essa dà alla tifila delle carni quella lsi«trltÌ(ioz?.a
e quel vellutato che pare non siano che dei più
bei giorni della gioventù, e fa sparire le liiaceilio
Ptm»«'. 0'ial""fl"e signora (e quale non lo è?) gelosa
della purezza del suo colorilo, non potrà fare a meno
dell'Acqua di Fiori di Giglio, il di cui uso divenla cimai
generale.
|ì<'|?oSÌ<aE'i : Spalato, de Graz-io. Ciirzola,
Zovelti. Lussin Piccolo, Viviani. Macarsca, Po-
jani. Hagnsa, Drohaz. Scardona, Corokilo. Se-
benico, lieros. Zara, Bercich.
Corso degli Effetti e elei Cambi
all'i, r. Borsa pubblica in Vienna.
Acqua di Giglio.
Uno dei più ricercati prodotti per la loiletta
qua di Fiori di Giglio del Planchais, chimico
giato dì Piirigi.
è TAc-
privile-
Meialliqtìes al 5 '/o
coi censi iV1aa;gio e Nuvenibre
Prestito nazionale al ."> "/g
„ dello Staio dei iSCO . ,
-^'/jossi.
Azioni della Banca nazionale . .
^ dello Stabilimento di cre-
dito
Corso dei Cambj della
Borsa medesima.
fiondra, per 10 lire sterline . .
Argenlo, per 100 fiorini
Zecchini imperiali ...
Napoleoni d' oro t . . . .
Corso medio in v. a.
11
genn.
Il
genn.
13
genn
63 2.5; 62 TO; 63 ~
6 25 62 70 i 63 —
73 70 73 40 ; 73 <0
100 - 105 -llo.b 25
810 — 858 — 863
343 60 344 — 346 60
114 «0 n.S 10 112 90
113 35 113 80 ll4 ts-ii
5 42 5 47 5 46
9 10 19 13 9 It'/;
L' ANCOR "
f)
f)
f^)
te
Società cT Assicuratone sulla Vita e sulle RendUe.
(La sede della Società è in Vienna, città, bober Markt N. 11 nello stab. prop. Ankerliof).
Al 31 Dicembre 1870, erano in vigore:
85,762 contratti con fior. 88,569,772:83 capitali assicurati, e
fior. 54,9b9:39 di rendite vitalizie.
I Fondi di riserva ammontavano a tutto 1870 a fiorini 4,421,098:34.
Lo stato delle associaziotii di so|irawivo«»xa per provveilimento pei
fanciulli e per la vecchiaia al 31 Agosto 1871 ammontavano
a 46,426 soci con un capitale inscritto di fiorini 38,432,264:44
1
Pagamenti per assicurazioni pel caso di morte dal 1." Gennaio 1859, fino il
31 Dicembre 1870.
Por 2025 polfx^ e fior. 3,(509,0 >3:75
Ž)
La Società assume le seguenti diverse ai=isicurazioni :
Pn'l eas» fìi morie, con e senza })artecipazione agli utili a tempo indeterminato o
determinato (vita durante o tenìporariamente),
„ „ €li vita, a preiitii fi«^!»!, con iniiiiitiaU* g-arasiHto oppure me-
diante partecipazione alle mutue a»!»oeia:rJ(»iii di so-
pra vi veii/.a, le quali offrono il più facile mezzo per as-
sicurare dotazioni a fanciulli, e garantire capitali per la vec-
chiaia e ciò mediante un tenue contril)uto annuo.
Coiìtr<>-ais*cisra7Joi»ì per garanzia di pagamenti fatti nelle a.<^!ìoc*iazioEii.
Kc^isclite viiaiixie con rendile annuali, immediate o protratte.
) Per gli scritti inseriti sotto a questa rubrica,
la "Redazione non assume altra responsabilità
tranne quella imposta dalle leggi.
Ringrazlamenli.
Non permettendo l'afflizione che mi preoccupa
porgere personalmente i dovuti ringraziameiìti a
otti quelli che nella perdita dell'amata consorte
Btanislava. mi diedero ambita testimonianza di af-
EMORROIDJ, FISTOLE, ed INFIAMMAZIONE
INTEUNA.
Questi malori tristi e debilitanti possono essere sicura-
mente guariti dai sofferenti, se vogliono adoperare l'Unguento
Holloway, e o-servare, con attenzione minuta, le stampate
Istruzioni. Deve fregarsi bene sulle parti al dintorno del
male, onde ogni materia nocevole venga radicalmente espulsa.
Un cataplasma di pane ed acqna, applicato al coricarsi, sarà
Aantaggioso. La più gran pulizia è necessaria alla cura. Se
coloro clic leggono questo paragrafo, lo porteranno alla co-
noscenza degli amici loro cui esso possa importare, rende-
ranno un servizio che non si dimenticherà mai piò, perchè
la guarigione è sicura.
Tanto 1' Unguento, come le Pillole, debbonsi adoperare per
le seguenti malattìe :
Lombaggine
Mal di capo
„ di gola
„ delle mammelle
„ dei capezzoli
^ di gambe
Morsicature di Mo-
squito, mosche di
rena, ecc.
Pedignoni
Questo maraviglioso unguento elaborato sotto la eoprain-
tenden/.a det professore Holioway si vende ai prezzi di fiorini
3 e fiorini 2 e soldi 90 per vaso, nelle stabilimento centrale
244 Slrand, a Londr», ed in tutte le Farmacie e Drogherie
del mondo.
S K«$f>83tpl. Una persona nell'età di 30 anni mediante un pagamento annuo di fior. 224, può assicurare ai suoi eredi un capitale di fiorini 10,000, da pagarsi dalla Società avvenga la morte dell'assicarato in qualunque epoca, andie un giorno dopo pagata la prima rata del ^ premio. C(»si {)ure: un uomo di 30 anni, assicura mediante un premio annuo di soli fior. 178,
^ alla sua tnoglie d' anni 25, pel caso eh' essa gli sopravvivesse un capitale di fiorini 10,000,
oppure una rendita vitalizia di fior. 738.28. Per assicurare una dote od un capitale a barn-
bini. Si raccomandano le /lH«ocla/J4»tii di »<»ps'a%'vìvc»i»'/.a mediante le quali, con un
versamento atmuo di fiorini 100. — Si riceverà dopo 20 anni una somma incirca di fiorini
6000 a fiorini 8000. — Secondo 1' età dell' assicurato.
N. E. Versamenti tanto maggiori che minori renderebbero in proporzione.
Pros{)eiti estesi sui vari modi di assicurazione, nonché tutti gli schiarimenti de- ^
siderabili, tanto verbali che in iscritto, si ottengono dai rispettivi signori Agenti e @
dai sottoscritti {jm
FedericoHeìmann. (jn
Rappresentante per Trieste, Litorale, Carniola, Stiria, Dalmazia, Carintia, Tirolo e Fiume,
in TIÌIESTE, Via Nuova, Nr. 24, g
Ig in ZARA press» il liljrajd sig. l§pirUIÌone Arla!e Agi-iite dell'AN'CORA. ^^
s
Cancheri
Contratture
Emorroidi
Blefantias
Fistole
Ferite
Gotta
tìonflament! glan-
dulari
Infermità cutanee
Reumatismo
Risipo a
Scorbuto
Scottature
Screpolature
labbra
Screpolala: e
mani
Tumori.
Bolle
sulle
Pillole di Blancard
al «ioduro di ferro iiialtorahite.
Approvate dall' Accademia di medicina a
Parigi ecc. ecc.
Partecipando delle proprietà del Jodio e del
ferro, queste pillole vengòno prescritte spe-
cialmente contro le scrofole, la ti »i nel suo
primo stadio, la gracili là del temperamento, co-
FARINA
del DoUor BEMTO del Uio di Messico
Prodotto alimentare naturalmente ricco di di calCC
Eniinenteinente nutritivo e di digeribilità straordinaria.
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seguenti malattie:
La coiisuiizioiii' — la broiìcliite e laringite cronica — il calarlo polmonare.
V Anemia (povertà di sangue) — \2i jiara^plegia nei bambini -- le malattie delle ossa e del midollo
spinale — lo spossamento delle nutrici e per riparare le forze dei bambini esauste dal troppo
rapid(» sviluppo.
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loro guarigione mediante la Farina Messicana. — Non confondere la Farina Melisicaiia colla Remltnt^
Arabica Du-Barry.
MATOOVIOH ifiipretiditore, editore et redattore Tipografia Detuaichi-Roo^ier,
Avendo eeli, in forza della sua posizione ufficio-
sa, un'influenza sopra questo ceto, è evidente che
non so se rn,i spiego !
Noi chiediamo per tanto, al sig. Bohrn, diretto-
re provinciale di finanza, quali misure prenderà
in proposito^ in idazione alla sua circolare.
Mttkovich, 13 febbraio.
Col mio scritto 30 luglio 1871 pubblicato nel
Dalmata del 9 agosto n.r 61, mi era impegnato
di ritornare, a ragion decisa, sull'argomento del-
l'annessi<»ne di 130 campi di terreno comunale,
imputata a Pilipp(i Dorainikovich dal valoroso scrit-
tore deirarticolo „Metkovich, 19 luglio 1871," re-
catoci dal valorosissimo Nazionale n.r 59 sotto la
data 26, luglio stesso.
Da quel momento — essendo in corso le liti che
il Dominikovich ha promosse in confronto di al-
cuni signori, che per ragione delle cariche pubbli-
che onde sono investiti avrebbero dovuto tutelare,
anziché, con un'esempio [limtosto unico che raro
n uno Stato civile, invadere personalmente la sua
proprietà ~ liti che trovunsi in revisione presso
la Suprema Corte: ed in pendenza dei processi
penali dallo stesso, e contro gli stessi autori, e
nell'identico argomento dcniunziati ancora nell'a-
gosto 1871. Da quel momenfo io era obbligato a
non parlarne, ma dappoiché la grancassa del no-
stro cerretano K. G. nel n.r 7 dei 24 gennaio del
Narodni List, sotto la data „Metk-ovich, 12sičnja"
viene a turbarci i timpani colle solite sue gradas-
sate, mi credo prosciolto dai presi impegni ed a
pie'pan entro nella lizza.
Contento di ricordar, i, sig. K. G. prestantissi-
mo, il volgaiissimo nostro adagio „i po šali proso
radja", io non vi seguirò nei voli poetici con cui
esordite la vostra pagliacciata — per tema che,
colto da vertigine, non abbia poi a seguirvi nella
tom.bolata. Probabilmente voi intendevate di sco-
dellare quella f;igiuolata ai vostri amici da lunga
pezza digiuni delle vostre leccornie. Così la cosa
sarebbe andata coi suoi piedi; ma, credo, mal a
proposito scelta la pubblica piazza per una im-
bandigione sulla cui opportunità e bontà di am-
monimento avrebbe altri potuto dirne corna e {)eg-
gio, e voi, giacché su' gusti non può disputarsi,
potreste riuscire al fatto dei pifferi della montagna
Che essi vostri amici fossero da voi imbeccati
circa r annessione dei 130 campi che attribuite al
Dominikovich, prima che il vostro comunicato 19
luglio 1871 ce lo dicesse, sapevaracelo dagli an-
tecedenti fatti, pei quali, sulle informazioni vostre,
ingannavate l'autorità politica e la Giunta, nel men-
tre questa ve ne licenziava, quella approvava e
sosteneva deliberati sui quali, interposto inutilmen-
te dal Dominikovich ricorso di annullamento e a
questa espositura ed alla Luogotenenza, e costretto
ad innalzarlo fino all'eccelso Ministero — per or-
dine di questo quei deliberati stessi espressi nei
famosi rescritti di questa comunale amministrazione
n.ri 447 e 462, 9 e 10 luglio 187Ì, vennero, a
lerraini del comunicato dell' espositura stessa 23
gennaio p. d. n.r 1346, ed inerentemente al luo-
gotenenziale dispaccio n.r 11520 ex 1871, venne-
ro levati — recte, cassati, annullati, distrutti; —
ma perchè?... perchè ledenti le leggi dello Stato
in materia di diritto privato civile. Capite voi
questo latino? Eppure per giungere a così
ovvia conclusione, ove, se si fosse voluto agire
rettamente, ragionevolmente, spassionatamente, sa-
rebbe bastato il semplice buon senso del fante del-
l'espnsitura, si dovette trattare nulla meno che fi-
no al Ministero !... Incredibile, ma vero — che
tanto possa passion di partito. — Povera Gerusa-
lemme ili man dei Turchi ! ! !
Qaesto fatto solo, come vedete, distrugge fino
al midollo quel tendenzioso vostro asserto dell'an-
nessione violenta {sic!) operata dal Dominikovich
finché era in carica di podestà a danno del pa-
trimonio del Comune. Senonché per buona ventura
col preavvertito comunicato voi stesso veniste a
sbugiardarvi presso i lontani: chè i vicini, i no-
stri terranzani cioè che conoscono i lor polli....
non ne avean d'uopo: lamentando l'insuccesso delle
preaccennate liti così in prima come in seconda i-
stanza. Ah! vi siamo dunque al guai Comin-
ciate dunque ora appena ad accorjj;ervi esservi an
che in questo basso mondo qualche autorità che
sovrasti alla rappresentanza della vostra Comu-
ne? che v'abbia qualche legge cui anche la
vostra Comune nelle varie sue attribuzioni non
possa impunemente soruassare? .. .. Eppure quQ-
sto per appunto è ciò che il Dominikovich vi ri-
cordava non già „porugljivica načinom" come voi
dite — chi non sarebbe oso di farlo in barba a
tanta potenza — ma così alla famigliare come e
J» usa coi suoi buoni amici , quando rispon-
ai poco anzi citati rescritti comunali numeri
447 e 462. E se v' aveste prestato ascolto, oppure
questa espositura avesse per tempo fatta ragio-
^^ al Dominikovich sul ricorso contro essi rescritti,
sareste risparmiata quella pillola che, per quanto
facciate d'indorarla al benemerito e benamato Lue-
e di farla per conto vostro indorare da co-
con cui siete di balla, non sarà per ciò meno
ostica al vostro palato. In fatti la vi deve sapor
dopo tanto affaccendarvi in susnrrio fra i
consorti - dopo tanto fracasso in pubblico —
TP? tante e cosi ben condotte guerriglie sui glo-
campi di Kosevo e Pologoša, dof)0 tante di-
"^'jstrazioni di pompose cavalcate per la conquista
vello d'oro dopo tanto impegno, fatiche e
persino promesse solenni dei' partigiani di quei
per far gente e testimonianze in causa; —
^^ sovrattnto dop ) almeno 24 ore di assordante
Perorazione per così giusta causa sui campi stessi,
4 giorni di seguito, così all' aperto, sotto la
(li un sole di agosto, a disagio completo di
più necessaria cosa, in confronto delle av-
>^r8arie ragioni di Punovlastnik Obćine dettate con
fosopopea da disgradare il più provetto cantam
„Milo ti je pogledati bilo«.... Tanto
che, a render compiuto quell'incantevole pa-
norama, il giudice stimò prudente di far interve-
nire sul luogo 5 gendarmi!.... „Milo ti je po-
slušati bilo" (la perorazione del Punovlastnik) „da
nam svima gaće popadoše! Ma qual criterio vi
ffite in fede vostra, il mio caro K. G., di quel Pu-
novlastnik che poi è il ben notovi segretario della
nostra Comune, Clemente Gabrich? Vorreste voi
persuaderci che quel coso sia buono a farla da
avvocato? Non dico già che non potrà divenirlo
per la ragione stessa per cui le zucche arrivano
allo stato di zucconi, ed egli ne ha per due; ma
intanto ei resta avvocato delle cause perse
Senonché, a dirvela netta, qui mi cade il so-
spetto che quel pezzo grosso di Punovlastnik sia
poi anche l'autore di quella ciaramellata. Allora
si capisce e il perché e il per come ivi di lui si
dica ogni ben di Dio!... E degli amministratori
comunali?... Misericordia! Io, per me, vedete,
non esito punto a proporli ministri presso la re-
pubblica di S. Marco. — Ed é che così posso far
ragione di quella infilzata di ^zar" per ischermirvi
dalla brutta accusa che dite il Dominikovich a-
vervi dato di comunisti di 4?arigi. Di Parigi ? ...
Cù cii .. . Eh! bello mio; quando il diav(d vostro
nasceva, il loro portava tanto di pantaloni!
Scusate dunque se vi <lico di dubitar forte della
sincerità del vostro asserto, non già perchè il Do-
minikovich, da quel gesuita che egli è, non avreb-
be fegato di dirvelo, ma perchè in realtà voi siete
comunisti di Metkovich.
Del resto non gli siete rimasto debitore, perchè
me lo avete rimbeccato di santa ragione, dacché
ognuno di quei zar vale un Perù per la santa cau- J
sa vostra e me li ebbi così opportuni proprio co-
me il cacio sui maccheroni ! Premesso soltan-
to che, come è a comune notizia, il Dominiko
vich n(n possegga alcun bestiame, amenocchè
delle specie da voi indicate non gliene voleste fa-
vorire voi stesso dalle così ben provviste vostre
masserie, passo col riverito vostro permesso ad
illustrare quegli agijraziuti vostri gingilli.
11 primo mi pute di miseria. Diavolo! Vi de-
gnaste voi dunque di accettare per questa „pri-
slavna Obćina^', fos.<e pure dalla Slavna Čitaonica
di Trieste, a titolo di elemosina 500 succidi fio-
rini? Dico elemosina perchè la fama portava che
un certo signor forastiere, cmpitano di lunghissi-
mo corso, })0Ì negoziante, erasene fatto postulatore
|)resso i buoni Triestini in sollievo dei danneggiati
dall' allagazione del Narenta nel dicembre 1870. Ed
era vero, f)oichò alla primavera successiva, vedu-
tosi per iilcuni giorni di seguito andare a zonzo
pella campagna una frotta di gente, e chiestone
il motivo, fu fatto dire e trombare da chi voleva
darsene tutto il merito, quella comitiva essere la
commissione delegata dalla locala Amministrazio-
ne comunale alla rilevazione dei danni della re-
cente allagazione a base dei futuri indirizzi sul
l'importo all'effetto elargito dalla filantropia trie-
stina. Sicché lo scopo di essa colletta non può ri-
vocarsi in dubbio ; epperò è falso che il denaro
appartenga al Comuns, il quale se non vuoi fare
un atto di vero comunismo, deve, a mente degli
esimi obblatori, andar tutto a beneficio dei dan-
neggiati.
Tutrice delle fabbricerie e stata sinora l'auto-
rità politica. Questa fabbriceria di cui il Domini-
kovich è preside da oltre 20 anni, ha annualmente
— come di dovere — presentati i relativi rendi-
conti, né mai che si sappia finora gliene venne
alcun rimarco. L'autorità stessa che è in possesso
di esattissimo inventario dei beni della fabbriceria
è, senza anche la cooperazione vostra, capace di
dedurne, almeno per approssimazione, la vendita e
valutare se, compatibilmente alle spese, possano
esservi dei civanzi di cassa. Di tutto ciò non ho
vaghezza o mandato ad occuparmi. Ciò che per
altro io so, e sanlo meco, tutti questi abitanti, è
che, durante 1' amministrazione del Dominikovich,
la fabbriceria ha concorso al prestito dello Stato
con fior. 1200, ed ha fabbricato quella casa per
cui oggidì percepisce l'annua pigione di 156 fior.,
e quella chiesuola che vedete là sul culmine del
monte S. Rocco. Questo è di scienza certa, perchè
pubblica — e mi fu detto persino che il soprav-
vanzo di cassa del 1870 fosse di pressoché 700
fiorini. Se volete saperne il netto, e ciò fosse di
vostro diritto — fatevene render conto dall'auto-
rità politica stessa. Ma se questo diritto non vi
appartenesse, ditemi un po', potreste schermirvi
dalla taccia di comunista, pretendendo ficcare il
naso ove non vi conviene ?
(Conti)iua).
trattandosi; di riva, la cui sorveglianza incombe
all'autorità politica ed alla portuale, né 1'una né
r altra si siano mosse a far liberare la marina da
quello sconcio ingombro. Noi speriamo che un'al-
tra volta esse fungeranno il proprio dovere e non
esporranno gli irritati cittadini alla tentazione di
farsi giustizia da sè col gettar in mare la roba,
fosse anche quella del magnifico podestà.
Nè qui terminano le glorie della nostra brava
Amministrazione comunale, poiché nell' istesso gior-
no in cui il fratello del podestà faceva siffatta mo-
stra dei suoi pannicelli e pannilini, il segretario
del Comune, antorizzato come sembra dal podestà,
introduceva di soppiato per una scala appartata
dell'edifizio comunale la proj)ria serva sul terraz-
zo dell' i. r. ginnasio reale, la quale stette ivi tutto
il giorno a lavare la roba della numerosa ftimiglia
del segretario, versando l'acqua sudicia senza al-
cun riguardo pel terrazzo con pericolo che pene-
tri nella sottoposta cisterna dell'istituto. Anche qui
dobbiamo far le meraviglie che non si si sia a
tempo opposto il sig. direttore ginnasiale e spe-
riamo che egli non tollererà che un'altra volta si
rinnovi tale scandalo.. 0 forse egli stringerà le
spalle e lascierà correre, come dicesi abbia fatto,
quando gli pervenne a notizia che il neointruso
docente canonico Petcovich ha cominciato, jier
quanto vuoisi, a menare le mani sopra gli scola-
ri? Ma se il signor direttore tralascia di richia-
mar al dovere il canonico Petcovich, per non in-
correre forse in disgrazia del consigliere Danilo,
che Io ha regalato al nostro ginnasio, potrà egli
tollerare che si danneggi in quel modo l'istituto
dagli organi del Comune?
C#<ì7//.eiHiio della Ciilà e
ro^iiicići.
Dalla spettabile Caoiera di commercio di
Zara ci viene gentilmente comunioato un te-
legramma in data di Vienna 1." corr., il qua-
le annunzia che il Ministero, rispondendo al-
l'interpellanza mossagli nella seduta del
febbrajo, disse che presenterà al /ìeichsrath
il progetto di legge sulla ferrovia dalmata
durante la prest-nte sessiotie, com[)resa la
lìnea di Zara, e che, ove il Consiglio del-
r Impero approvi il progetto, i lavori comin-
cieraniio quanto prima.
11 ministro del commercio ha accordato la
conferma all' eie/Jone di Ijuigi Serragli a
presidente, e di Giovanni Radanicich a vi-
ce-presidefite della Camera di commercio c
industria di Raffusa.
IjO stesso ministero ha confermato l'ele-
zione di Pietro 8avo a presidente, e di Pie-
tro Gèrcich a vice-presidente della Camera
di commercio e d'industria in Spalato.
Gli onorevoli consiglieri del Comune di Metco-
vich signori Andrea Bresich, Marco Veraja, Anto-
nio Popovich e Giorgio Nicola ci telegrafano di
smentire tutti i fatti asseriti nell' ultimo carteggio
da Metcovich pubblicato nel Narodni List del 21
febbsaio.
Garzala, 23 febbraio.
La nuova Amministrazione comunale comincia a.
darci bei saggi di sua attività. Dalle cose piccole
che sto per narrarvi potrete farvi un criterio del
come saranno amministrati i nostri maggiori inte-
ressi. Non vi parlerò della pessima illuminazione
notturna, né delle immondezze che lordano ed in-
gombrano quasi tutte le strade, nè dei cenci che
si permette pendere dalla maggior parte delle fi-
nestre. Ma quel che non posso sottacervi si è, che
tutto ieri di pieno giorno dalla casa del podestà
si spandevano secchi di lisciva, saponata ed altra
acqua fetente nella sottoposta contrada, che è quella
che conduce ai principali uffici del luogo, cioè al-
l'i. r. Capitanato e Giudizio distrettuale, all' i. r.
ufficio d'imposte ecc. Sicché i passanti erano nous
solo ammorbati dalla puzza, ma correvano perico-
lo di sdrucciolare. Con che fronte potrà domani il
sig. podeslà procedere contro chi contravviene alle
discipline sulla nettezza pubblica, se egli è il pri-
mo a violarle si spudoratamente'? Ma questo non
basta. Neil' istesso giorno il fratello del podestà
d.r Zucchetta, faceva asciugare la biancheria di
casa lungo tutta la nostra bella marina, deturpan-
do cosi r unico luogo di passeggio e di convegno
dei cittadini. Questi abusi da parte di gente che
per qtjelle vie che tutti fanno si è impossessata
della rappresentanza del paese, non ci fanno stu-
pire. Bensì ci fa meraviglia che nell' ultimo caso.
Riceviamo il seguente scritto:
Onorevole sig. Redattore,
Voglia dar luogo nel prossimo numero del suo
giornale alla seguente
Rettifica.
Dichiaro assolutamente falsi i fatti che mi si
appongono nel N. 14 del Nazionale nella corri-
spondenza Salona 6 febbraio, e più precisamente :
„che feci in modo e per fini poco lodevoli allon-
„tanare un Granich da Gomiliza, il nostro Ger-
„ghich da Suéuraz e da Savona l'Allegretti."
Aggradisca ecc. ^
Sučuraz, 25 febbraio 1872.
Pietro Gerc'cli.
Veniamo invitati a pubblicare il seguente scritto:
Javni 'poziv svrhu tajno privatnog donosajaì
Potrebujući sebi noka osoba preporuke, poslu-
žila se sa nepoštenim sredstvama u privatnom sa-
stanku kod Njegovog Visokopreosveštenstva Vite-
za našeg Gosp. Episkopa Kneževića, koja je izli-
la, da sam ja prošle godine javno u Kafaui Knin-
skoj sa nepristc^nim rječima opadao Ličnost i Saan
Arhierejski, za koe da sara odraa na tome mje-
stu bio ukoren i opomenut od gosp. Mile Katića
trgovca Kninskog.
Ni u Kafani Kninskoj, koju vrlo malo poodira
i u istoj se zaustavljam, ni n .privjUnom sastanku
nespominjem se da sam ikada što bljadoslovio
protivu moga Arhierea, ili da je meni gosp. Katić
kako javno tako i privatno ukor kakovi učinio:
zato danas javno pred cjelim svjetom pozivam to-
ga tajnog opadaČa moga, neka čisto i bistro, ako
je pošten čoek, javno iznese rječi moe skoim sam
ja uvredu prinosio Episkopu mome, kao i imenu-
je častna lica koja su se tu morala trefiti, a gos[).
Katić sa koim se on poslužio, neka dokaže istini-
tost toga?
Udvorišta nepotrebuem nikakova, nego što po-
slovica kaže, toga se držim: „use i • svoe klju-
se" potome opadanja se nestrašim, koliko znam
istinu u korist Crkve izričem i činim^ van duhov-
nog kruga, nevredjajući nikoga^ misli i osjećanja
upravljam po mome uvjerenju; ali nepoštene lja-
ge nosioe biti neću ni javno ni tajno, samo toliko
mogu reči; da gosp. Episkop Knežević, do danas
sa strane ličnosti moe visoko poštovanje zaslužne,
a kao Sveštenik u Crkvi koju mi je predao na
čuvanje, svagda u njemu moga Glavara sn afram
i priznaem; onogrf pak poštenjaka što je pred
Njegovom osobom otrov iz svoga srca na meno
bacio, nazivam; daje udvorica; laži i potom ne-
pošten čoek; akoli javno dokaže istininost svoga
tajnog prinošaja, sa potvi-dom "gosp. Katića, onda
ja postaem pred cjelim svjetom i znanim i nezna-
nim biti sa onim sčim sam njega imenovao ovdje
i potom gosp. Episkop neka nesrnatra u menioiio,
što je prie njegovi donošenja smatrao, već za o-
nakovog kakova me poštenjak opisao. Pokažimi
se na vidilo da te svjetla učiuirn?!
Kosovo, 22 febrara 1872.
A. Kolundžić, Sveštenik.
Birigniziaiìieiilo.
Nell'impossibilità di rendere personalmente i
dovuti riiigra/Jamenti a tutti quei generosi del ca-
stello S. Pietro neir isola Brazza, che nella recen-
te perdita della diletta mia sorella Domenica, pre-
sero parte al mio dolore e gareggiarono in pre-
mare onde lenirlo con dimostrazioni di amicizia e
di benevolenza, mi è forza «[»profittare della stam-
j)a per esternare, come esterno a tutti i mici cari
compatriotti, ed in specialità all'amico Matteo Be'-
letich, i sensi della più viva mia gratitudine.
Macarsca, 22 febbrajo 1872.
Vincenzo Ciulich.
N. 402.
AVVISO.
Si ha la compiacenza di portare a pub-
blica notizia, che in seguilo a decreto del-
l' inclito i. r. t^onsiglio scolastico disli-ettua-
le 1 I gennaio p. p. N. Il venne aperta in
qtiesta città mia scuola agraria elemetitare
di due classi addetta alla caposcuola comu-
nale.
A questa utde istituzione vengono ammes-
si tutti quelli che hanno percorso con pro-
fìtto le quattro classi elementari presso qua-,
lunque scuola normale dello Stalo.
Chiunque volesse approfittarne, dovrà insi-
nuarsi air uffìzio di questo Comune per es-
servi inscritto.
Dall' AmminisIrazione comunale
Traù, febbrajo 1872.
Boilelùno delie leggi prov.li
pelia Dalmazia.
Anni 1862 fino 1865 (col testo tedesco) e rac-
colta delle leggi ed ordinanze per la Dalmazia,
Zara Lib. Battara 1819 1843 coir indice alfabetico.
Lib. Battara 1819-1823, si desidera (li comperare.
Le otì'erte si accettano fino a tutto febbraio pres-
so il sig. fwlulio fiB'ygar, avvocato a Vienna,
franco.
I il I i in a z i 0 11 e.
Tutti i signori studenti, che durante il loro sta-
dio a Graz mi rimasero debitori per vestiti loro
somministrati, e dimorano a Zara, S. Pietro, Spa-
lato e Scardona, vengono pregati di pagarmi entro
giorni 14 i residui importi : nel caso contrai-io,
scorso questo termine, pubblicherò il nome d' ogni
singolo.
fS!or|*-ìo Ileifla
sarte-maestro a Graz.
Dacché il signor professerò Oppolzcr (^Rellore
magnitìci), professore dell" i. r. clinica in Vienna regio
consigliere aulico sassone ecc.) ebbe ad esaminare
r Acqua aiialerìna per la bocca
del dottor 3. li. I*(>|)|» dentista di Corte imperiale
d' Austria, Vienna, Bogiiergosse N. 2, questa fu trovala
degna di raccomandazione per tutte le molullie di bocca
e dei denti e venne ordinata anche nelF i. r. clinica di
Vienna. — Essa viene pure raccomandala dai più rino-
mali medici e professori di altre cillà per pulire e con-
servare i denti.
I «l«'pt>»ili (li qoesli arlicoli, che trovano la do-
vuta apprezziazione per le loro eccellenti qualità in Ger-
mania, Svizzera., Turchia, Inij/iHterra, America, Ofanda,
Belgio, Italia, nelle Indie Orientali ed Occidentali^ si
trovano a Zara: presso i signori fratelli Mundel e nelle
farmacie Bercicli, e Nicolò Androvich ; in Sebenico: N.
de Blislura tarniiicisla, [*ielro Beros farmacista; in Spa-
lato: N. Aljinovich, G. l'orUlz, G. Volpi farmac. ; in
/žfl7Msa; fratelli Drobaz, e Sciiirich fiirm. ; in Castelnuovo:
Dabovich ; in Catturo: frutelli Mandel e Popovich; in
Scardona: Corobulo ; in Macarsca: Pojani ; in Curzola:
Zovetti,- in Lussinpiccolo : Viviani; in Trieste: Serra-
vano fami.; in Fiume: Slayer, Liizzato, nelle farmacie
Catti, lìigotli; in Segna: Acurli furm. ; in Fola: S. A.
Wassennan fami.; in liovigno : Angelini; in Pisino :
Lion.
SPASIII EPILETIGI (caduco)
guarisce per lettere il me(iieo speciale per
l'Epilessia D.r O. ICillisch in Berlino, ora
Neuenburgerstrasse 8. —^ Guarigliónt comple-
te a centinaia.
T^r.ro X4:. J^uryCì AžXXX.
Condizioni d' Associazione^
Per Zara.
l'or un anno anticipatamente fiorini 8: —
Ter sei mesi „ » 4 : —
1 er tre mesi „ - „ 2 : —
Per l'Impero d'Austria.
I er un aono anticipatamente fiorini 9:—-
1 er sei mesi „ » 4:50
I er tre mesi „ n 2:50
Per r Italia, Francia, Inghilterra, Serbia e Turchia.
In Banconote anstriache fior. 12:50, all' anno
semestre e trimestre in proporzione.
Giornale politico, economico, letterario
iìisce li sìiercoledB e il sabato.
Le associazioni e gli importi di denaro, in
grnpfji 0 nie^'lio in assegni postai», si dirigano
ali' Amminùfrazioìie del Dalmata iti Zara e non
più alla Redaz. Chi non respinf?e il fogli«) (lop.(
scaduta l'asso(.-iazi«;iie s'intende cbblisai«
per il trimestre susseguente. - Le corri^^l^,^
denze devono dirigersi afl'rancate
mente al Kedatiorc. Le lettere non nflVancaW'^^
saranno respìnte. I comunicati si inseriscono
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la resi-
articolone da
La riforma eleltorale.
ha. grande notizia del giorno è la san-
zione sovrana accordata al progetto di leg-
ge sulle elezioni dirette. Noi saluiiauu) que-
sto fatto come il rassodainenK» del parlamen
tarisuio in Austria, e come 1' aurora di più
belle soni per noi. K vero che il bill in di-
scorso non venne ancor posto nel crogiuo-
lo della discussione, e tanto meno ottenne il
crisma dei due terzi. iVIa noi fidiamo nella
stella splendidissima della riforma elettorale,
e crediamo (die il ministero non sia cosi im-
prudente da presentare uua legge di tale en-
tità, senz/ essere prima sicuro che passerà al-
meno pel buco della serratura.
Gli arrulfapopoli di Boemia e di Carniola
si erano sbracciali a raccozzar firme di qua
e di là per le campagne, nei borghi, nelle
città; a soffiare in un fuoco immaginario; a
promettere turbolenze — chi sa? — forse
un' insurrezione, nel caso che le proposte mi-
nisteriali fossero state approvate dalP impera-
tore. Ebbene? — Tutto passò invece perla
piana: — neppure un proclama incendiario,
0 un cappanello di studenti sulla piazza.
Tant' è. È facile raccoglier firme e croci
con arti subdole e con ridicoli spauracchi; è
facile predicare P azione, 1' energia
stenza; è facile scrivere un
giornale, che — se ne avesse la forza, co-
me ne ha l' intenzione — spaccherebbe il
cielo in due parti. Ma gli uomini ci voglio-
no ; e gli uomini — per quanto gonzi sieno
— sanno qualche volta distinguere l'oro dal-
l' orpello e le lucciole dalle lanterne. Il po-
polo è sempre popolo, eh' è quanto dire su-
scettibile agP inganni, pronto alla fede, fa-
cile air entusiasmo. Ma per muoverlo, per
farlo scendere in piazza, ci vuol altro:—ci
vuole una causa giusta. Ed ecco ciò che ai
generali federalisti mancava assolutamente.
Perchè tutta questa contrarietà alla rifor-
ma elettorale? perchè questa pioggia di pe-
tizioni, di reclami, d'indirizzi? — Per sal-
vare r integrità dt-lla costituzione, per man-
tenere intatte le attribuzioni delle Diete. Colle
elezioni dirette si viene a modificare sostan-
zialmente gli statuti del 1860: — è una
violazione eh« nessun bisogno autorizza; è
un' usurpazione dei diritti delle assemblee pro-
vinciali da parte del parlament«; è una spe-
cie di colpo di Stato che il ministero com-
metterebbe appoggiato ad un partito, eh' è il
nemico cordiale di tutte le razze non tede-
sche dell'Austria.
Ubbìe, signori, ubbie! Chi vi dice che la
costituzione attuale debba essere sempre con-
dannata allo stata quo? Se T uomo è perfet-
tibile, lo devono essere anche le sue opere.
A che servirebbe la studio, a che 1" espe-
rienza, se per loro mezzo non si raggiun-
gesse il perfezionamento graduale, il pro-
gresso continuo delle leggi, dei costumi, del
le istituzioni? Uno statuto non è come il sa-
le, che non può cristallizzare se non nella
forma cubica. Col mutare dei tempi e delle cir-
costanze, anche i bisogni dei pop(»li e degli Stati
si mutano; e questo circolo perpetuo richie-
de riforme incessanti e parallele. Cosa è la
società? E un edifizio immane intorno a cui
molti ingegneri e molti operai si affaticano.
Tutto va bene fino a un certo punto: —ad
un tratto si accorgono che i disegni sono
sbagliati, che i materiali sono guasti, che la
opera minaccia rovina, o non corrisponde,
alle nuove esigenze. Allora si atterra le co-
struzioni compiute, e si comincia da capo.
E appunto in questo rinnovamento babelico
d' idee e di fatiche che sta il progresso. —
Uscendo di metafora, la morale è che le
leggi sono fatte per essere disfatte o per
essere rifatte.
(Jiianto alle prerogative delle Diete, esse
furono loro concesse dalla corona, e la co-
rona è in diritto di riprenderle. Se si trat-
tasse — col semplifioare le loro attribuzio-
I ni — di riedere all' assolutisimo di tredici
Ianni fa; anche noi allora uniremmo la no-
stra voce agli opponenti, per protestare con-
tro questa misura. Ma — tutt' al contrario
è per dare un' intonazione piiì liberale al-
APPEJ^CE.
Un buon parroco.
(Dialogo sceneggiato).
(Camera arredata con proprietà. Grande specchio
sul davanti. Scrittojo ingombro di libri e di carte.
Due finestre io fondo. Don Antonio, sdraiato so-
pra u u sofà a merli dorati, sta leggendo attenta-
«lente il Dalmata. Gli si vede accanto un volume
della Theologia moralis dello Seavini. Dopo poco,
81 ode bussare alla porta.)
Don Antonio. Chi è?
/«ori. Amici,
J^n ^»«onio. Avanti!
^on Matteo. {Entrando). Buon giorno! don Anto-
nio, buon giorno!
Don Antonio. {Andandogli incontro). Oh don Mat-
teo mio carissimo! bene arrivato! qual vento ti
porta cosi all' impensata ? Una bella nuova, neh ?
vM una sedia, ti accomoda; chè sarai al certo
fJolto stanco dal viaggio.
Doa M. Grazie, grazie infinite! {Hiedé). Una bel-
'a nuova? Una brutta disgrazia di' invece. Da
^uel remoto e deserto villaggio, dove i superio-
senza un po'di misericordia corporale mi
Qi^noo cojifijiato, che razza di notizie belle vuoi
la costituzione che si taglia i nervi alle Die-
te. Non sono esse quasi tutte il nido della
più boriosa aristocrazia e del clericalume più
fanatico? Non si opposero finora a tutte le
liberali decisioni del governo e del fìeich-
srath? Non rifiutarono d'inviare deputati al
parlamento centrale, per la ragione precipua
che in esso siedevano gì' ingegni più illu-
minati deir impero, e che 1' oscurantismo non
vi poteva figurare che come un' impondera-
bile minoranza? Non incepparono ^sse infi-
ne di continuo il funzionamento reg(dare del-
la macchina dello Stato, meritandosi cosi di
veder limitata la loro azione al campo pu-
ramente amministrativo?
Ma non è a voi — che vi vantate tanto
di essere gli amici più fedeli del popolo, i
propugnatori più zelanti e più disinteressati
dei suoi diritti — che spetta di rammaricar-
vi della riforma elettorale. Essa viene ad
applicare temperatamente una delle conquiste
più preziose del moderno progresso : — il
suffragio universale. Le elezioni dirette sono
— in ultima analisi — un appello al popo-
lo. Ora, come mai voi bandite loro la croce,
e gridale all' anatema ?
Ve lo diremo noi il perchè. E perchè la
cupidigia dei lauti appanaggi e delle abba-
glianti onorificenze hanno frustrato il vostro
credito d'uomini puri, di stoici, di Catoni
del secolo decimonono. E perchè il popolo
— da voi le tante volte abbindolato — più
non giura colle vostre parole, e non crede
più alle vostre moine. È perchè vi sentite
mancare il terreno sotto ai piedi, e irsene a
gambe levate le vostre ignobili speranze. ! ,e
elezioni dirette affrancheranno il popolo d 1-
la vostra tutela: — è naturale quindi chele
impugniate ad oltranza. La riforma elettora-
le vi ritornerà probabilmente al nulla donde
usciste : — sta quindi nel vostro interesse
d' impedirne V agnazione. — Noi vi cono-
sciamo, mascherotti !
Lettere viennesi.
Finalmente! — Confiteor. — Un monarca cos^ti-
tuzionale. —• Il diritto di petizione. — Furori c/e-
chi. — Tentennamenti polacchi. — La votazione. —
Morte dell'imperatrice Carolina. — I lavori del-
l'Esposizione. — La rotonda.
(i/ febbraio). — Finalmente l'abbiamo
questa sospirata sanzione, lo teniatno in pu-
gno questo povero progetto ! Ecco — se
noi credete - la Neue [reie Presse di jeri
che lo afferma. „Nel consiglio di ministri
— essa dice — tf^nutosi lunedi sotto la pre-
sidenza dell' imperatore la proposta per le
elezioni dirette ottenne la sovrana approva-
zione." Finalmente!
Non c'è che dire. A forza di voler du-
bitare di lutti e di tutto, io stava per pren-
dere un granchio a secco dei più solenni: —
fortuna che il fatto sia venuto a chiudermi la
bocca in tempo, prima che dicessi una cor-
belleria! In omaggio però alla verità, biso-
gna convenire con m*^ che le circostanze e-
rano tali da autorizzare Ogni timore ed ogni
sospetto. Come spiegare altrimenti questo
lungo ritardo che col difetto — più o meno
accentuato — d'accordo tra l'imperatore e
il ministero? Anche adesso — vedete —
che il bill è sancito, io mi permetto di cre-
dere che S. M. sia stata molto in forse pri-
ma di accordargli la propria ratifica.
Ed è naturale. Anzi tutio, la copia e la
violenza degl'indirizzi czeco-sloveno-polacco-
ruteno-tirolesi — che facean travedere ad-
dirittura una generale conflagrazione
non potevano non impressionarlo sinistra-
mente. Si sa: — un principe non è obbli-
gato a conoscere le condizioni d'una pro-
vincia come un giornalista. In secondo luo-
go, è un segreto palese quello che a corte
r elemento federalista e reazionario abbondi,
e che tenti con ogni mezzo di infirmare qua-
lunque misura liberale.
Tutti gli uomini di cuore e di senno de-
vono quindi saper grado a Francesco Giu-
seppe, se ha volto resistere alle insinua-
zioni dei suoi famigliari, e confermfn-e un'al-
che ti porti? Paga miserabile, incerti incertis-
simi, fame in abbondanza, de' morti uno al gior-
no, infermi a josa ; eccoti tutte le notizie che
8on oggi in grado di comunicarti. E poi.... e
poi ne bo tant' altre di consimili, da intenerire
e far piangere anche lo pietre. Oh! la spinosa
carriera che è la nostra.
Don A. Pazienza, don Matteo caro, pazienza ci
vuole. Regmtm ccelorum vim patitur et violenti
rapiunt illudi tu questo passo lo devi cono-
scere assai bene. Dici il vero che lo stato sa-
cerdota e è spinoso, ma è pure il più nobile. Ep-
poi, per non dir altro, fa d' uopo uniformarsi al-
la volontà di Dio in tutto e per tutto, e soffri-
re pazientemente lavorando la vigna del Signo-
re. Non mica per i poltroni è stato fatto il pa-
radiso.
Don M. È facile a te tessere una bella ghirlanda
di parole, a te, dico, che hai in casa ogni ben
di vita, che in volto ti si legge la beata abbon-
danza; ma vorrei ti trovassi per un paio di
giorni soltanto ne' miei panni, e conducessi vita
simile alla mia, per vedere se allora saresti ca-
pace di cantarmi: pazienza! don Matteo, pa-
zienza! Ci vuol altro! Dal detto al fatto corre
nn gran tratto, dice uno dei nostri proverbi.
Don A. Oh! lasciamoli là questi discorsi da qua-
resima, e veniamo a qual cosa di faceto, pim-
tra volta il nome cosi degnamente acquista-
lo di monarca costiiuzi»»nale. Egli non si e
punto sbigottito per le niinaccie dei federa-
l sii, e non si è creduto in diritto d'invade-
re le attribuzioni del parlamento,
il diritto di petizione infatti — garantito
dallo statuto ed accettato in ogni libero paese
come manifestazione straordinaria dell" opi-
nione — può rifleitere nel ca!»o attuale il
Hi'ichsratk^ non mai la cort)na. Non si trat-
tava già d" un deliberato del parlamento cen-
trale, cui l'imperatore potesse applicare il
suo veto. S' trattava bensi d'un atto mini-
steriale non ancora prodotto alla luce della
discussione. Sarebbe stato quindi assai in-
consulto che Sua Maesta — cedendo alla
pressione di un partito — si fosse rifiutata
di sottoscrivere (jue.st<» 6/7/, senza aver sen-
tito prima il parere delle camere, che sole
rappresentane» il paese. 1/imperatore non ha
perciò voluto sorpassare le attribuzioni dei
sig.ri deputati; e ha fatto benissimo.
I czechi sono furibondi: — basta leggere
la lh)UUk di oggi per capacitarsene. I^a loro
delusione deve essere stata tanto più acuta,
quanto magijiori erano le lusing;he concepite
in questi ultiu»i giorni II sig. Hieger e com-
pagni tenevano in pugno come cosa certis-
sima il rifiuto dell'imperatore a ratificare il
proiietto di legge sulle elezioni dirette, e —
per logica conseguenza — la morte del
ministero. Figuratevi — ora che è caduta la
benda - le loro imprecazioni contro Giove
e l'Olimpo!
E i polacchi? — I polacchi continuano
nei loro tentennamenti. Benedetta gente, che
non lascia mai comprendere quello che vo-
glia e quello che sia disposta a fare! liO
notizie odierne però suonano — sul loro
conto — in nsodo inverso che T altro jeri.
Il conte Golucliowski è attivissimo nel trat-
tare coi menibri del club polacco; e — per
quanto si dice — i deputati galiziani si ra-
duneranno venerdì per deliberare sul conte-
gno da tenersi rimpetto alla riforma eletto-
rale. Quanto poi alle conferenze dei capifiia
polacchi coi ministri, esse non si riferiscono
che ad alcune singole disposizioni della legge
elettorale, rispetto alle cctncessioni da farsi
alla Gallizia.
Non mancarono gli agitatori in quest' ul-
timo momento, che mettessero in opera tutti
i mezzi per far abortire Tempera di concilia-
zione iniziata dal governo; ed anche i cze-
chi inviarono dei deputali a Vienna per fare
l'estremo tentativo verso i polacrhi, ed in-
durli ad opporsi alta legije di riforaia elet-
torale. Sembra però che tutte queste mene
non avranno il desiderio effetto, e che il com-
ponimento — caldeggiato dal conte P<»to-
cki — per l'opera attiva di Goluchowski
riescirà di comune soddisfazione.
mi, se è permesso domandarlo, perchè sei venu-
to stamane in città?
Don M. Bravissimo! È proprio il caso di ripetere:
incidit in Scillarn qui vult vitare Charibdym.
Vuoi venire al faceto, e nello stesso tempo mi
rubi dalla bocca il motivo pel quale venni a
Zara, che è dolorosissimo. Se te ne fossi ac-
corto prima, al certo chiesto non 1' avresti.
Don A. Ma perchè?... conte?.... cosa?....
Don M. Ascoltami se vuoi, e ti narrerò brevemen-
te il tutto punto per punto. Decorse, non saprei
se una settimana intera dal nnio arrivo in par-
rocchia, ed ecco di bel njattino farmisi presente u-
no de' miei parrocchiani con un plico, dicendo
avermelo spedito un prete da Zara. Mosso da
indicibile curiosità lo presi, tenendolo per qual-
che mandato della curia arcivescovile, no guar-
dai la soprascritta, ed oh! stupore, era in isla-
vo, — Čantnom Gospodinu, Gospodinu, e qui i
miei rispettivi nome e cognome, Župniku u ecc.
ecc. Il sigillo rappresentava non lo stemma cu-
riale, ma il triregno accademico. Sta a vedere,
dissi allora tra me, che anche la caria è dive-
nuta croata per catexochen con in capite mona.
Strossmayer. Sarebbe possibile? Io una setti-
roana? Baie! Che Zara si sia scambiata con
Zagabria? Che la malaugurata annessione siasi
fatalmente avverata? Impossibile, impossibile!
Libera nos Domine ! ... Ma il plico 1' apersi al-
fine, e con somma mia sorpresa vi trovai in-
cluso .... Indovina niò, caro amico
Don A. Qualche allegato, qualche libro, qualche....
Don M. Niente di tutto questo. Vi ho trovato il
Nazionale accompagnato da una letterina scrit-
ta in slavo.
Don A. Mehercule! Ma mi l)urli tu, o dici dav-
vero ?
Don M. Sta certo che non ho voglia di burlare.
Guarda qui la soprascritta e la letterina che tut-
tavia conservo. Ascolta, e stupisci.
Casini Gospodine!
„Šaljemo Vam slavnoga našeg' Narodnoga Lista,
ubvajući da nam nečete odbaciti. Prvašniji župnik
ovog' hrvatskoga sela svedjer biaše žestoki i pra-
vi narodnjak. Hoćete li Vi drugačije? Nemojte za
velikog'Boga ! Tko ne ljubi narod on je izrod.
„Živila Trojednica!! !
y,Urednictvo Narodnoga Lista
„u Zadru.
Lo credi adesso, o non lo credi?... E dire che
è redatto da sacerdoti !
Đo7i A, Già, già; le son cose codeste dell'altro
mondo. E tu che hai fatto allora?
Don M. Che ho fatto? Nè uua, nè due, presi la
penna e vi dipinsi sopra con tanto di parole cu-
bitali: Si riluta. Ci vuol altro che di que'gior-