If. 102. ZARA, Sabbato 22 Dicembre 1888. Anno
Associazione.
Per Zara fi. 8 anticipatamente, se-
mestre e triniestre in proporzione.
Per r impero Aiistro-Hngarìco fi. 9,
semestre fì. 4:50 trimestre fi. 3:50
Per gli Stati appartcìiciiti all'U-
nione postale tì. l-J ali'anjio se-
mestre e tvimeistre in ì)roi)or-
zione. Ter gli Stati non appar-
tenenti all'unione postale fi. 8
e di più 1' aumento delle spese po-
stali, semestre e trimestre in pro-
porzione.
Un numero separato costa s. 10.—
Un numero arretrato s. 16.
IL DALMATA
Giornale polìtico, economico, letterario.
UN OPUSCOLO
L' anonimo raguseo ebbe dunque la
finezza di escluderci dal novero delle
sue combinazioni e di eliminarci dalla
esistenza politica. Puro, precisamente
Ragusa, ebbe ad offrire nelle due ultime
elezioni politiche il maggior numero di
suffragi a vantaggio del candidato dei
nostro partito. E' vero clie questo suc-
cesso era in parte dovuto alla coopc-
razione di quegli onesti slavi, che non
possono essere acquiescenti alle soper-
chierie speculative del partito croato;
ma è vero altresì eh' essi aveano so-
lennemente riconosciuta la legalità, la
importanza e la vitalità politica di que-
gli autonomi, che per 1' autore dell' o-
puscolo souo divenuti una quantité né-
gligible.
C è poi bisogno di ripetere che il
nostro partito, perchè temuto, viene
ancora osteggiato con ogni illegalità e
con ogni sopruso? 0'è bisogno di as-
serire che a Zara la imponente mag-
gioranza dei cittadini aderisce soltanto
al nostro programma? Ohe a Spalato,
a Traù, a Pago, a Oittavecchia e in
altri luoghi le maggioranze reali son
nostre e vivono di vita attiva, per
quanto resa difficile dalle lotte continue?
0' è bisogno di ricordare che, dell' 85,
i nostri avversari hanno dovuto ricor-
rere ad ogni enormezza per toglierci i
nostri rappresentanti alla Camera? Ohe,
dallo liste orribilmente sofisticato, ven-
nero tolte centinaia di nostri aderenti
politici? Che, a Spalato, dall'urna ven-
nero discacciati circa duecento elettori
del nostro partito e introdotti mino-
renni e nullatenenti croati? Che, nel-
r ultima elezione pel deputato dei mag-
giori censiti, il trionfo — il più bel
trionfo che segoi la cronaca provinciale
—^ fu nostro, quantunque fosse pubbli-
camente notorio il cinismo con cui i
croati diminuivan, truffando, il numero
dei nostri elettori?
Occorre ripetere che, per affermarci
come partito pieno di vitalità, abbiamo
bisogno di sola giustizia, giustizia al-
l' urna e in palazzo ? Che, quando fosse
ristabilito l'impero della legge, potremmo
scendere in campo perfettamente ag-
guerriti e con la certezza di più d' un
successo ?
No. Ripetere tutto ciò sarebbe per-
fettamente inutile. In venticinque anni
di lotta, il nostro partito ha attraver-
sati molti momenti diffìcili, ha subite
prove ben dolorose; ma, anziché dimi-
nuito, anziché smembrato, esso è u-
scito da questa lotta più temprato, più
puro. Si : tutti gli equivoci, tutti gli spe-
culatori del quarto d'ora, fiutando il
vento a noi sfavorevole, si sono sban-
dati. Ma guai al partito che volesse ri-
petere consistenza da cotesti percor-
ritori di tutta la rosa dei venti politica,
da codesti Girella, che hanno ia tasca
una collezione di coccarde! Si sono
messi senza convinzione nel partito
croato, perchè esso ascendeva, perchè
lucrava tutti i favori, perchè col partito
croato e' era tutto da guadagnare e
nulla da perdere, perchè i Rodich e i
Jovanovich si facevano frequentatori di
Čitaonice. Ma noi, certo, uon deplo-
riamo simili assenti; noi confidiamo
soltanto in noi stessi e nella legittimità
della nostra causa. Cambiano gli uo-
mini, cambiano gi' indirizzi politici. Non
è impossibile che, al primo mutar di
vento, questa turba di opportunisti ci
venga di nuovo tra i piedi. Intanto,
anche oppressi, noi contiamo seria-
Esce il mercoledì e il sabbato
Inserzioni.
Le associazioni e gli importiTfrde-
naro, in assegni postali si dirigano
air amministrazione del "Dalmata„
in Zara. Chi non respinge il foglio
dopo scaduta l'associazione s' intende
obbligato per il trimestre susse-
guente.
Le corrispondenze devono dirigersi
atìrancate esclusivamente al Redat-
tore. Le lettere non affrancate sa-
ranno respinte. I comunicati si in-
seriscono al prezzo di s. 10 la linea
Avvisi ed inserzioni a prezzo mode-
rato da convenirsi.
I manoscritti non si restituiscoDQ.
mente come elemento di partito, per-
chè con noi è 1" intelligenza, è la col-
tura, è il censo, è 1' elevatezza del sen-
timento, è la parte migliore della gio-
ventù. Se r anonimo è di parere con-
trario, la colpa non è nostra.
Ma proseguiamo. Forte della teoria
che nega graziosamente la nostra esi-
stenza, il raguseo, che ha il debole per
le operazioni aritmetiche, fa un' altra
divisione. La politica è un' aritmetica,
ha detto un grand' uomo, e 1' anonimo
s' ingegna di salire sui trampoli, prati-
cando la massima.
Il raguseo passa dunque in rasse-
gna la proposta formulata dal partito
croato nelle trattative d' accordo e la
trova soddisfacente. Ma 1" operazione
dei posti è sbagliata, perchè, secondo
lui, cinque posti di deputato al consi-
glio dell' impero devono esser dati ai
croati e gli altri quattro ai serbi. Alla
Giunta provinciale poi ci dovrebbero
essere due croati e due serbi, con un
presidente neutro ed imparziale.
Santa semplicità! L'operazione ci
risparmia tutto il lusso dispendiosissimo
di liste elettorali, dì commissari viag-
gianti, di gite di dispiacere all' urna
e di morti resuscitabili.
Non ci sarà più bisogno di quelle cen-
tinaia di ricorsi con cui si tenta di ret-
tificare le liste. 11 regolamento elettorale
diverrà un pleonasmo; la convocazione
alle urne sarà soppressa; e gli autonomi,
gli autonomi, che pagano le loro im-
poste come tutti gli altri, non avranno
altro incomodo che quello di portare
il loro denaro all' esattore e . . plau-
dire. Plaudite cìvesì
Né — Dio ne guardi — noi discu-
teremo con serietà quest' amabile cor-
belleria. Non ricordate la favola dei
cacciatori che facevano i conti sulla
pelle dell' orso, mentre il medesimo era
ancor vivo? Noi — paragone a parte
— non siamo disposti a lasciarci scuo--
iare a benefìcio d' un opuscolaio d' E-
pidauro. E proferiamo il vecchio si-
stema, quello d- ir elezioni, per quanto
ci sia stato contrario sin qui. Perchè
siamo convinti che, ove il nostro par-
tito volesse, ma fortemente volesse, e
ove la legge fosse una buona volta
scrupolosamente applicata, tutti i cal-
coli dell' anonimo andrebber sconvolti.
Del resto, egli non si accorge di ca-
dere in una grossa contraddizione. La
parte inferiore della Dalmazia, da lui
decretata .ai serbi, non darebbe quattro
collegi ai serbi. Dunque uno o due
deputati serbi dovrebbero essere eletti
dai croati, e, quello eh' è peggio, su
terra croata !
Un' altra anomalia. Per devenire al-
l' accordo, 1' incognito propone una
cosa, giustissima in sè, ma immensa-
mente impraiica nei riguardi del par-
tito croato. Egli vorrebbe che tanto i
croati quanto i serbi escludessero l'in-
gerenza del clero dalla politica, togliendo
ai preti la redazione degli organi di
partito. E qui è 1' utopia. Imponete ai
croati la lingua del Vuk, obbligateli a
muoversi entro confini prestabiliti, pri-
vateli della possibilità di monopolizzar
tutto e di fare speculazione di tutto,
togliete loro, infine, l'ausilio potente
del prete e del frate .e di croati
non avrete più neanche 1' ombra. Per-
chè, per loro, la prepotenza è condi-
zione d'esistenza ; perchè se i preti
fossero solo ministri dell' altare e ri-
pudiassero la politica, il partito croato
non avrebbe più nei seminari e nelle
parocchie e nei conventi focolari d' a-
gitazione; perchè il Narodni List —
per esempio --- è un lutto omogeneo
e indivisibile col suo redattore e il
scinderli è cosa impossibile.
Però — siamo imparziali — l'au-
tore dell'opuscolo ha ragione. Tutti i
cittadini, che assistono addolorati allo
nostre lotte, e ne sludian le cause, sono
d'accordo nel reclamare pel prete tutto
altro compito che quello della politica.
E così bella, è così augusta, è così
umana la religione di Cristo, sono cosi
efficaci i suoi precetti, sono tanti i bi-
sogni morali del popolo nostro, — che
al sacerdote veramente tale non do-
vrebbe rimaner tempo a preoccupa-
zioni e a provocizioni politiche.
Ma, pur troppo, è come dire al muro.
Il male c' è e bisogna soffrirlo. E se
vi accennate in nome doil'interesse co-
mune, in nome della moralità e della
pace, 1 preti gazzettieri vi dan sulla
voce come per un crimenlese com-
messo.
Uii'ultima osservazione. L'autore della
brochure dice che il posto dei depu-
tati al Consiglio dell' Impero — serbi
e croati, naturalmente — non può es-
ser dubbio. Al parlamento — dice lui
— non vi sono partiti politici, ma na-
zionali. Tutti gli slavi hanno un av-
versario comune : i tedeschi. Da qui
la coalizione della destra, cui devono
aderire i deputati della Dalmazia.
Ma — data e non concessa l'ipo-
tesi che il programma doil'anonimo si
effettuasse — potrebbero i sorbi imi-
tare il sistema tutto speculazione dei
deputati croati? Non ebbe lo Srpski
List a stimatizzare sovente codesto si-
stema, basato a concessioni continue?
Potrebbero i serbi sconfessare ad un
tratto le loro premesse di liberalismo,
e, dall'opposizione fin qui mantenuta,
passare nelle file governative? Tutto a
questo mondo è possibile ; ma, confes-
siamolo, r evoluzione sarebbe per lo
meno curiosa.
Eliminati con un tratto di penna gli
autonomi, tolti all' opposizione i serbi,
modificati essenzialmente i croati, l'au-
tore dell'opuscolo offre alla travagliata
Dalmazia le beatitudini del paradiso.
Con un colpo di bacchetta magica, tutti
i parlili scompaiono, o, meglio, ne ri-
mane uno solo : quello che dovrebbe
rendere i suoi deputati acquiescenti alle
vedute del conte ministro. Se le uto-
pie dell' opuscolo diventano le realtà
di domani, potremo gridare col Ferra-
villa: — Oh, che bella'fefta! Oh, che
bella fefta!
Il Giornale Vinicolo Italiano pubblica
quest' articolo, che noi riproduciamo nei
punti più essenziali, certi di far cosa
gradita a quanti in provincia s' inte-
ressano di viticoltura, argomento omai
di capitale importanza anche pei Dalmati:
Ija recente constalazione della fillossera in
alcun • località dei territori di Gorizia e Trie-
ste, e ia scoperta di altri nuovi focolari e cen-
tri infetti importati nella parto insulare e con-
tinentale di questa provincia dell' Istria, hanno
richiamato a giusto titolo 1'attenzioue dei vi-
ticultori delle limitrofe provincia italiane, se-
riamente minacciate per l'immediato contatto
dai territori viticoli conflaanti, e per le diu-
turne relazioni alimentate dai rapporti agricoli
e commerciali tra i rispettivi paesi.
A chiarire le notizie divulgate in proposito,
e a porgere una più retta cognizione delle o-
dierne condizioni di queste provincie sotto 1' a-
speUo della questione fillosserica, gioverà per-
tanto di dare una fedele e succinta esposi-
zione delle reali condizioni di fatto qui create
dalle ultime esplorazioni fillosseriche; come
non riuscirà inutile accennare ancora ai prov-
vedimenti qui già attivati a difesa contro il
temuto flagello.
Che per le provincia viticole dell' Austria
lo stato presente della questione fillosserica
sia molto grave ciò risulta pur troppo anclie
dalle pubblicazioni officiali comparse su que-
sto argomento in questi ultimi tempi : talchi
nessuuo più potrebbe dubitarne.
Ma 8Q lo stato fillosserico nell' Austria era
già grave nel 1886, di molto venne poi a peg-
giorare nelle susseguenti annate 1887 e 1888,
coma è facile dedurlo dalle continua e sem-
pre più numerosa scoperte di nuovi focolari
d'infezione in località per 1' avanti del lutto
immuni.
Suir andamento della infezione nel volgente
1888 non si posseggono al presente che po-
che ed incomplete indicazioni. Queste però già
bastano a mostrare 1' incremento spaventevole
preso dal malanno, che nella ^trascorsa estate
ebbe ad infierire con una violenza non ancora
veduta in passato. Senza soffermarci a men-
zionare le stragi menate su quel di Pirano e
Isola, dove diede il crollo a molli vigneti che
avevano sopportato abbastanza bene gli ante-
cedenti assalU della fillossera, e il suo continuo
avanzarsi nelle opposte direzioni di setten-
trione e mezzogiorno, basti fare menzione del-
l' infezione scoperta nell'isola di Lussino, so-
pra ben 60 mila viti e su di un'area di oltre
660 eltaii, con sn-i indizi di una infezione
anteriore alla prima scoperta della fillossera
nella parte continentale dell' Istria, cioè al 1880!
Con la fillossera ai due estremi di Oapodi-
stria e Lussino, probabilmente anteriore al
18&0, e con 800 e più ettari di vigneti già
infetti, ripartiti sopra una estensione di circa
150 chilometri quadrati, l'Istria oggidì trovasi
dunque in condizioni punto migliori di quelle
dtiir Austria inferiore, della (Jarniola e della
Siiria, e deve accingersi ad una lotta disperata
per iscongiurare più gravi ed imminenti di-
sastri.
La lotta mediante i trattamenti d'estinzione
è — salvo in certi casi speciali — già da
parecchi anni abbandonata in Istria, nell' in-
terno delle zone infette di Pirano ed Isola,
dove ora si provvede ad esperimentare i trat-
tamenti colturali e si dà larga mano alla dif-
fusione delle viti americane.
Nè giova qui nascondere, che la speranza
di spegnere l'infezione non è punto il mo-
vente che induce a continuare, nei casi spe-
ciali su citati, la lotta coi mezzi estintivi ;
imperocché l'esperienza largamente fatta in
passato ne allontana purtroppo da siffatte illu-
sioni. Si continua, sia per non contrariare di
soverchio l'opinione del volgo dei viticultori,
che ancora protesta e reclama che pur qual-
che cosa si distrugga, quasi che questo sa-
crifizio espiatorio valga a placare i Numi fil-
losserici avversi ; sia per la lusinga di rallen-
tare in tal guisa l'inevitabile cammino del
flagelio e dare tempo al tempo.
Dopo una non breve perplessità e discor-
danza di pareri, l'opinione che finalmente ora
sorge poderosa e generale nei meglio avve-
duti è però tutta ed unicamente a favore delle
viti americane resistenti. E giustizia vuole che
qui si dica come l'Istria, la quale pure fu
tra le ultime regioni ammesse a fruire della
difesa offerta dalle viti americane resistenti,
oggidì già si schierò tra le prime ad affer-
mare con inoppugnabili fatti il valore di que-
bttì stesse viti con tanta perseveranza recla-
mate.
Ed, invero, per iniziativa del Consiglio a-
grario provinciale, furono già introdoUe in Pi-
rano ed Isola 20 mila talee di viti Riparia
selvatica, York-Madeira, Solonis e Kupestris,
ritirate direttamenia dalla Francia. Queste, cu-
stodite per un anno in vivaio, vennero poscia
distribuite gratuitamente, parte innestale colle
varietà più indicale pel luogo, e parta sotto
f irma di piante madri. Altre 4000 barbatella
delle varietà suddette attendono presentemente
r innesto nel vivaio provinciale di Pirano, al-
l'ogi^etto di servire ad erigere, nei principali
centri fillosserati, dei filari modello di viti a-
mericane innestate.
Questo Istituto agrario provinciale, d' altro
lato, mediante talee ritirate dalla Boemia e da
luoghi della Stiria notoriamente ancora im-
muni, da tre anni lavora indefessamente a
moltiplicare le vili Riparia, Solonis e York-
Madeira, delle quali già possiede un vigneto
di circa un ettaro nel Podere sperimentale per
la costa in Parenzo, in terreno immune, a
suolo argillo-ferrugginoso (terreno siderolitico
dei geologi o terra rossa) povero di calcare,
poggiante su roccia calcarea della formazione
cretacea superiore; ed un secondo vigneto nel
centro dell' Istria, in Pisino, a circa 300 me-
I. 93. ZARA, Mercoledì 20 Novembre 1889. Anno XXI?:
Associazione.
Per Zara fi. 8 anticipatamente, se-
mestre e trimestre in proporzione.
Fer l'impero Austro-ungarico fi. 9,
semestre fi. 4:50 trimestre fi. 2:50
Per gli Stati appartenenti all'U-
nione postale fi. 12 all' anno se-
mestre e trimestre in propor-
zione. Per gli Stati non appar-
tenenti all' unione postale fi. 8
e di più l'aumento delle spese po-
stali, semestre e trimestre in pro-
porzione.
Un numero separato costa s. 10.—
Un numero arretrato s. 16.
IL DALMATA
Giornale politico, economico, letterario.
Esce il mercoledì e il sabbato
Inserzioni.
Le associazioni e gli importi di de-
naro, in assegni postali si dirigano
all' amministrazione del „Dalmata"
in Zara. Chi non respinge il foglio
dopo scaduta l'associazione s' intende
obbligato per il trimestre susse-
guente.
Le corrispondenze devono dirigersi
affrancate esclusivamente al Redat-
tore. Le lettere non affrancate sa-
ranno respint e. i comunicati si in-
seriscono al prezzo di s. 10 la linea
Avvisi ed inserzioni a prezzo mode-
rato da convenirsi.
I manoscritti non si restituiscono.
DELL'ANNESSIONE
(Documenti e ricordi).
III.
Il 7 febbraio del 61 una deputa-
zione dalmata si presentava all' impera-
tore, pregandolo di devolvere la deci-
sione della questione, fatta sorgere dalla
Conferenza Banale di Zagabria, alla
prima Dieta dalmata. E, nei domandar
ciò, la deputazione rilevava che „le
storiche tradizioni ricordano rispettato
ed integro il nome dalmato sino dai
secoli più remoti, prima a fronte del
grande colosso romano, poscia nelle
secolari rivalità fra Veneti e Unghe-
resi."
In quest'incontro il Municipio di Zara
ringraziava in forma pubblica e solenne
i membri della deputazione, rilevando
che, con quell'atto, s'era trattato „di
tutelare e di difendere la dignità, il
decoro e il diritto, non già di una sola
città, ma di tutto il regno, eh' era mi-
nacciato di perdere la propria perso-
nalità."
E tutte le Comuni dalmate — allora
che erano ignote le spudoratezze croate
— furon concordi nella rimostranza
anti-annessionista al monarca. Ma allora
era pur viva e potente la idea dalmatica,
né pochi disgraziati non avevano an-
cora osato di snaturare il paese e di
gabellarlo per croato, valendosi di so-
perchierie incoraggiate, e, spesso, san-
zionate persino.
E, pur nel 60, il d.r Bajamonti,
quando riseppe aver la Croazia risve-
gliate le idee del 1848, s'adoperò a
dimostrare con lucente intuizion pa-
triottica quanto intempestiva e dannosa
sarebbe f unione della provincia nostra
alla Croazia. Bajamonti parlò rivestito
della carica di rappresentante del po-
polo : e nel popolo, che aveva coscienza
dell' esser suo e non voleva esser servo
a Croazia, destò entusiasmo. Il discorso
del d.r Bajamonti, primo e vigoroso i-
nizio di lotta, venne stampato in o-
puscolo.
Ma un altro opuscolo uscì in quel
torno di tempo, editore quel Morpurgo,
annessionista convinto a sè di tutto
ciò eh' è ed era speculazione. L' opu-
scolo s'intitolava : Considerazioni sul-
T annessione del Regno di Dalmazia a
quelli di Croazia e di Slavonia; e la
sempre solerte Voce Dalmatica pole-
mizzò con l'autor dell'opuscolo, scri-
vendo, fra le moltissime altre, questo
belle parole: „Dalmazia vuol essere e
rimanere Dalmazia; non è così vile e
smemorata d'apostatare all'essere suo ;
ma sostiene di non appartenere per nes-
sun diritto alla Croazia, nè Croazia vuol
diventareE poi, chiedendo all'autor
dell' opuscolo, che aveva alluso al se-
colare possesso dei Croati: — „Diche
possesso intende parlare ? Croazia non
ebbe giammai diritto sulla Dalmazia,
ma la prima come la seconda furono
soggette all' Ungheria e pur simile as-
soggettamento esclude diritto al pos-
sesso. "
E qui, di nuovo, sopraggiunge la
parola autorevole del Tommaseo, che
dedica un altro scritto ai Dalmati ; lo
scritto : Via facti. La Croazia e la Fra-
ternità. E qui pure, nella reverenza pel
Grande, non tentiamo di riassumere
f opera sua, ma di citar qualche brano,
bello e potente.
„Egli è un fatto — scrive Niccolò
Tommaseo — che la più gran parte
del piccolo regno di moto spontaneo,
prontissimo, dissentì dal confondersi con
1' altro regno, dimostrò di non ricono-
scere nè 1' utilità nè la soavità di co-
testa confusione E certamente se Ra-
gusa e se Cattaro sentissero sè Croate,
al primo cenno avrebbero allargate le
braccia correndo a Zagabria, e gri-
dando: mescoliamoci." E più giù:...
„Via facti! 1 principi più assoluti e
più risoluti interrogano o fanno le
viste di interrogare il volere dei po-
poli che ancora non hanno.... La Croa-
zia banale, dopo ricevuto il niego del
suo desiderio, lo afferra come un as-
senso, e conclude : appunto perchè non
volete è cosa fatta. Gli è certamente
uno sforzo d' amore impaziente ; ma il
matrimonio non ha a essere ratto, nè
l'amplesso strozzare." E, al capitolo
quarto: — „Non solamente i Dalmati
non sì sentono nè si sentirono mai
Croati, ma i Croati stessi non han dato
segno di sentirsi Dalmati se non adesso
che trattasi di un loro politico inten-
dimento." E, a proposito del famoso
diritto storico: — „Guai se una noti-
zia pescata nelle cronache del medio
evo, se un nome di equivoca signifi-
cazione, si facesse titolo a rimpasti po-
litici, e valesse a decidere il destino
di anime a milioni ! I Croati dor-
mirono dodici secoli ; e adesso s' ac-
corgono d' aver popolate le terre dal-
matiche e d'essere Dalmati!"
„Nè solamente per tradizione conti-
nua, e per tranquilla possessione, i Dal-
mati sono Dalmati; ma perchè, du-
rante i lunghi secoli che li tennero
dalla Croazia divisi, più che 1' Oceano
non divida Inghilterra da America, essi
col proprio sudore inaffiarono, col san-
gue proprio difesero e rivendicarono
il terreno da sè posseduto. Combatte-
vano per la Croce e per S. Marco,
combattevano per le proprie case e
famiglie, martiri e cittadini. In Dal-
mazia furono le ultime vittorie dei Ve-
neti ; 1' ultima linea di confine, che più
s'innoltrava nella terra tenuta dagli in-
fedeli, i Dalmati l'hanno segnata col
sangue. Questa è proprietà; qui non
ci hanno parte Croati."
Splendide parole, invero, e memo-
rabili, che dicono più di quanto si sia
detto di questi giorni suli' autonomia
nostra e sulla insussistenza delle pre-
tese croate.
I Dalmati — come abbiam detto —
avevano chiesto all' imperatore che la
questione provocata dalla Conferenza
Banale fosse risolta dalla nostra Dieta. E,
a manifestare in anticipazione qual fosse
il sentimento pubblico, il dì 7 aprile
1861, in cui s'inaugurò solennemente
la prima sessione dietale, andò pub-
blicata la seguente epigrafe, eh'è pur
documento notevole di quel tempo :
VI aprile MDCCCLXI — Giorno fausto
solenne — In cui — La Dieta Dalmatica
— Dal sovrano senno raccolta — In
quest' antichissima — Capitale del Re-
gno — Inizia — La grand'opera —
Che guarentire dem alla Patria — La
gloria del suo nome — La giustizia
dei suoi diritti — V indipendenza del
viver suo — Il beneficio — Di liberali
e provvide istituzioni. — Viva Dal-
mazia !
Nella seduta del 18 aprile, difatti,
all'ordine del giorno era pure la trat-
tazione di una proposta governativa
circa l'invio a Zagabria di deputati
dalmati per esaminare il quesito del-
l' annessione della Dalmazia ai regni
di Croazia e Slavonia. L'interesse per
assistere a queste discussioni era tanto
vivo da parte dei cittadini che il con-
corso fu invero straordinario. Le gal-
lòrie erano tutte stipate e pur v'erano
molto gentili signore. Approvato il pro-
cesso verbale della precedente seduta,
il presidente fece preleggere una mo-
zione del deputato d.r Galvani, colla
(juale questi dimostrava che la proposta
governativa non era d'accettarsi. Tre-
dici deputati annessionisti — tredioi!
— presentarono allora una protesta; ma
essa venne trovata incostituzionale e
quindi passata fra gli atti della presi-
denza.
Nel prossimo numero accenneremo
brevemente assai ai discorsi memorandi
che, da parte degli uomini nostri, ven-
nero fatti in questa solenne occasione.
Qui ne basti notare che la proposta
Galvani — fàtta eccezione, naturalmente,
pei tredici che si astennero — venne
accolta ad unanimità dai deputati vo-
tanti, in mezzo ai segni d'entusiasmo
suscitati da questa prima e magnifica
prova di dalmato patriottismo. E, ad in-
terpretare la soddisfazione alta dei Dal-
mati, andò pur stampata e largamente
diffusa un'altra bellissima epigrafe, in
cui era detto che la Dieta Dalmata,
di civile senno e coraggio, d'eloquenza
e dottrina mirabilmente animata, pro-
clamando a gran voce la dalmatica
autonomia, 1' aspettazione adempiva e le
speranze allegrava di tutto un popolo,
dell'avite sue glorie e del nome onorato
della sua patria custode geloso.
pMW*
La, fintai MI1 missioni sia
Bilia di Zagabria
—
a) Diritto storico croato.
(Continuazione, vedi Nr. 92).
Il deputato Gjurkovié dichiara che, secondo
lui, l'unica base dell' annessione sono le leggi
d«l 1868. La proposta Barcié sta su tutt'altra
base; essa non parla di diritti scritti, ma
si riporta unicamente al diritto pubblico e
nazionale. Qual'è però questo diritto? Forse
quello dell' epoca in cui nemmeno eravi Croazia
e Slavonia, ma unicamente Dalmazia, quale
provincia romana ? o dell' epoca in cui croati e
serbi scesero al litorale, e nella quale nem-
meno esisteva diritto pubblico, ma possesso di
conquista che si basava sulla rapina? o il
diritto dell' epoca, in cui Croazia e Slavonia,
quale regno, erano dipendenti dall' imperatore
bizantino? o del tempo in cui erano dipen-
denti dall'imperatore d'occidente? o dell'e-
poca, in cui Croazia e Slavonia ricevevano
corona ed ambasciate dal pontefice romano? o
dell' epoca in cui erano proprietà della corona
ungherese? E' il diritto pubblico dell' anno
1389, in cui il re della Bosnia Tvarko, dopo
la battaglia di Cossovo, conquistò la Dalmazia?
o quello dell'anno 1433, in cui il re Sigi-
smondo col trattato di Ferrara cesse la Dal-
mazia ai Veneti? Il diritto pubblico del prò-
ponente è forse quello che si basa al trattato
di Carapoformio del 1796, dopoché la repub-
blica veneta ebbe la Dalmazia per 363 anni?
o dell'epoca del possesso francese quando la
Dalmazia si chiamava Illiria? o quello da
quando 1' Austria come impero, dopo il con-
gresso di Vienna del 1815, si ebbe la Dal-
mazia e la unì all' impero come provincia au-
striaca senza alcun rapporto colla Croazia e
Slavonia? Di questi diritti sceglietene uno. 0
credete forse che il diritto pubblico possa com-
porsi come un conglomerato di più diritti pub-
blici, che si basano ora sullo stato di fatto,
che esisteva molti secoli addietro, ora su quei
trattati scritti, che casualmente trovate a voi
favorevoli ?
Comprende il proponente. Egli, probabil-
mente, pensa: io accetto come diritto pubblico
croato ogni diritto pubblico ed escludo solo le
leggi del 1868. Il suo scopo è d'ingrandire
più che sia possibile la Croazia. Tale scopo
come patriota è lodevole; ma allora che egli non
parli di diritto pubblico, ma di scopi di na-
zionale individualità. Egli cerca il diritto pub-
blico nel corso di 12 secoli, allo scopo di
tiovare più titoli che sia possibile a formare
l'integrità della Croazia, Slavonia e Dalmazia;
ma iuvece non vede che, se si allontana dalle
leggi del 1868, non può nemmeno parlare
della Dalmazia. Senza riandare l'epoca dei
primi bani croati, e della quale nulla si sa di
positivo, nè quanti fossero questi bani, nè fino a
= dove si estendesse il loro potere, nè quale fosse
MI loro potere, — l'oratore ricorda che già al
tempo dei re e dei bani croati esisteva la pre-
fponderante potenza bizantina e quella della
repubblica veneta, e che il cosidetto re Drzi-
slavo era patrizio dell' imperatore di Costanti-
nopoli; che la Croazia già nel 998 domandò
la protezione della veneta repubblica. I re e i
bani croati, anzi, sempre chiesero la protezione
ora dall' impero d'ofc dpntf, ora da quello
d' oriente, ora dal pontefice, ora da Venezia.
E' noto che nel 1076 ii re ungherese Colo-
mano s'incoronò a Zaravecchia, e che al con-
gresso di Crisevaz si stabilirono i rapporti fra
1' Ungheria e la Croazia ; sono note le lotte
colla repubblica veneta, la quale finalmente
nel 1438 si ebbe la Dalmazia, e non solo,
come si vorrebbe, le città, ma tutto il territo-
rio conosciuto sotto il nome di vecchio acqui-
sto; nel 1699 colla pace di Carlovitz ebbe i
distretti di Zara e di Knin conosciuti col nome
di nuovo acquisto, e finalmente nel 1718 il
cosidetto nuovissimo acquisto, cioè il territo-
rio da Sign a Macarsca. Questo era il dominio
veneto, che nel 1796 passò ai francesi.
Relativamente alla Dalmazia inferiore, l'ora-
tore ricorda la repubblica della Poglizza, fon-
data da emigrati boanesi e magiari verso l'un-
decimo Becolo, che per molti anni ebbe i suoi
conti di nazionalità magiara, e che cessò col-
1' occupazione francese nel 1796. Ricorda la
repubblica di Narenta, che esisteva prima della
venuta dei croati in Dalmazia, nella quale im-
migrarono poi i soli serbi, che assoggettarono
anche le isole di Brazza e Curzola. Ricorda la
repubblica di Ragusa, la cui esistenza data dal
settimo secolo e visse fino al 1796. Ricorda
la repubblica delle Bocche di Cattaro, che
stette sotto la protezione ora dei re serbi, ora
degl' imperatori d' oriente, ora dei re bosnesi,
ora della repubblica veneta. Ricorda che la
Poglizza, Narenta, Ragusa e Cattaro mai ebbero
qualsiasi rapporto sia eoi croati sia coi ma-
giari, ma erano indipendenti. Conclude da ciò
che, volendo basarsi al diritto croato dei de-
corsi 12 secoli, alla Croazia potrebbe appar-
tenere tutt' al più la parte della Dalmazia da
Zara a Spalato, e le altre parti dovrebbero u-
nirsi alla Bosnia-Erzegovina. (Dr. Brlié: —
Dica alla Serbia). 1)
Barcié nella replica, come prova del preteso
diritto storico, cita il trattato di Cettigne del
1525, e la prammatica sanzione del 1712. 2)
b) Programma del club croato dalmato
e proposta Barcić.
Miskatović, ricordando il programma pubbli-
cato dal club croato dalmato, osserva che lo
stesso partito nazionale della Dalmazia colla
sua azione dimostra di non avere la più lontana
speranza, che il desiderio dell'annessione possa
realizzarsi ; se ciò non fosse, essa non si sa-
rebbe decisa ad una manifestazione del club,
nella quale dice: che il partito nazionale è
pronto di chiedere in ogni momento oppor-
tuno, che il benignissimo Re, sulla base dei
diritti nazionali e scritti, confermati dalla sa-
cra parola di S. M., unisca ìa Dalmazia alla Croa-
zia e Slavonia. Esso avrebbe agito, seriamente,
ove avesse avuta la speranza che tale serietà po-
tesse condurre allo scopo. L'oratore afferma
invece: che dal ministero austriaco è sta-
to sconsigliato al partito nazionale tale
passo, e quel ministro, che diede tale consi-
glio, non lo avrebbe fatto se non avesse avuta
l'approvazione di S. M. É evidente quindi
che il partito nazionale della Dalmazia ritiene,
che a domandare 1' annessione bisogna atten-
dere il momento opportuno. Se ciò sia pa-
triottico, 1' oratore non sa.
Barcié. Dal programma del club croato dal-
mato deduce che la maggioranza di quella
Dieta sta ferma al diritto pubblico croato, ed
il suo scopo si è l'incorporazione della Dal-
mazia alla Croazia. Relativamente alla sua pro-
posta, dichiara che questa, se non ha altro me-
rito, ha quello di provocare una manifestazione
ufficiale da parte della Dieta dalmata.
Granzupano Kovacevié. E' convinto che
gli stessi proponenti non considerano seria la
loro proposta dell' annessione della Dalmazia.
Vogliono colla stessa guadagnarsi il tavore del
1) Da tutta questa discussione sul diritto pubblico
croato risulta che non uno dei vari oratori ha saputo
non solo defluire, ma neppur dimostrare l'esistenza dello
stesso; ma che invece esso non è ohe il parto del-
l'immaginazione di fauatici, che, per evitare di par-
lare di un diritto nazionale, inventano un diritto sto-
rico, che non esiste, nè ha mai esistito.
2) Atti pubblici di un* epoca, in cui la Dalmazia
di diritto e di fatto apparteneva alla repubblica ve-
neta. La Redazione.
N, 100. ZARA, Sabbato 20 Decembre 1890. Anno XXV.
Associazione.
Per Zara fi. 8 anticipatamente, se-
mestre e trimestre in proporzione.
Per r impero Austro-ungarico fi. 9,
semestre fi. 4:50 trimestre fi. 3:50
Per gli Stali appartenenti alPlI-
nionc postale fi. 13 all' anno se-
mestre e trimestre in propor-
zione. l'er gli Stati non appar-
tenenti all' unione postale fi. 8
e di più l' aumento delle spese po-
stali, semestre e trimestre in pro-
porzione.
I n numero separato costa s. 10.—
Un numero arretrato s. 16.
Giornale politico, economico, letterario
Esce il mercoledì e il sabbato
Prossima è la fine dell'anno;
raccomandiamo quindi calda-
mente ai nostri associati di spe-
dire prontamente il saldo del
loro abbonamento alla nostra
amministrazione, clie deve sod-
disfare ad ingenti ed indiferibili
doveri.
DIETRO LE SCENE
111.
Stando le cose a quel modo che
abbiamo narralo sin qui, certo che le
condizioni delle nostre scuole non si
conservano più materialmente a quel-
l'altezza, a CUI erano giunte negli anni
f-assati ; ma per quello che si riferisce
alla coltura generale della nostra gio-
ventù studiosa, esse sono degne della
capitale della provincia, e di gran
lunga superano in questo riguardo le
scuole croate. Perchè dai nostri isti-
tuti sono usciti dei giovani, la matu-
rità dei quali, appena dato l'esame di
licenza, ha dovuto impressionare per-
siuo ! nostri avversari ; giovani che,
non avendo compiuti gli studi univer-
sitari, si sono fatti lodare, come Paolo
Villauis, Antologia italiana, e, come
Dalmazio Liburnico, da molli profes-
sori d'Italia, per i loro articoli inte-
ressantissimi di storia e di letteratura ;
giovani, come il d.r Nagy, i lavori
tìlosofici del quale figurano nelle prime
riviste della penisola; giovani, come il
Maddalena ed il Forster, che nelle
lingue romanze sono a Vienna i mi-
gliori scolari del prof. Mussafia. Noi
non sappiamo, se le scuole croate pos-
sono vantare allievi siffatti ; sappiamo
però questo che, a smentire il croati-
smo della nostra gioventù, sognato dal
signor Claich, dalle scuole di Zara non
è ancora stato licenziato un alunno, il
quale si sia poi dedicato allo studio
delle lingue e delle letterature slave.
E queste cose il signor Claich le sa
e perciò, a mutare l'abbiente che le
produce, cangia intanto i professori,
non accorgendosi che, ad ottenere il
suo scopo, dovrebbe snazionalizzare le
nostre famiglie, la città nostra, anzi,
come ha detto un suo egregio collega,
mandarci tutti al di là del mare. E
quello che più lo cuoce si è che la
nostra gioventù studiosa non si pasce
di quella politica piccina, che da tanti
anni è il suo pane quotidiano; ma,
indiretta a studi severi, esplica per
essi i suoi ideali, che nulla hanno a
che fare con quelli intorno ai quali
egli ha testé messo insieme delle pa-
role nsensate.
Ma il signor Claich ha un altro ob-
biettivo : a lui importa di avere fra le
mani degli argomenti, per far vedere
al governo che le nostre scuole vanno
male, pt jchè sono italiane. E, siccome
queste prove egli non le può comple-
tamente possedere a mezzo di certi
docenti qui insediati, si serve a no-
stro danno di certa fiscalità degna
di causa migliore. Ci si dice che in
nessun istituto della provincia le ordi-
nanze ministeriali abbiano un'esecu-
zione così rigorosa come a Zara: rigori
negli esami di ammissione, rigori negli
esami di licenza; lezioni lunghe, senza
che prima, il più delle volte, sieno
state spiegate; compiti lunghi e con-
fusi, perchè dettati da chi non cono-
sce bene la lingua d'istruzione, su ma-
teria qualche volta non trattata, o ap-
pena appena toccata di volo; note
cattive, assegnate per qualche incer-
tezza nelle risposte, per qualche errore
nei temi, o per inquietudine in iscuola ;
castighi sopra castighi per ogni non-
nulla. Tra le tante cose però merita
che qui sia descritto un po' più mi-
nutamente il modo con cui da noi
vengono lavorati i terni durante gli esami
di maturità.
La sala ha sei finestre, tre delio quali
riescono in un cortile impraticabile, e
tre sulla strada: queste ultime vengono
assicurate mediante una legatura di fili
di ferro. Quando un candidato ha ne-
cessità di uscire, è accompagnato dal
bidello, più spesso dallo stesso direttore ;.
adoperandosi questa precauzione, che
cioè ogni volta viene cangiato il came-
rino. Tutti i temi vengono dettati, senza
che i-i indichi il libro e 1' autore, donde
sono presi. Le male copie sono visitale
ogni ora e firmate dal professore sor-
vegliante 0 dal direttore. Insomma il ri-
gore è tale che, pochi anni fa i candidati,
ridotti alla disperazione, hanno tutti ab-
bandonato la sala, non già perchè non sa-
pessero tradurre un brano di greco o scio-
gliere un quesito di matematica, ma per-
chè si dichiararono incapaci d' eseguire il
compito slavo S Circostanza questa che
il signor Claich ha dovuto trasandaro
mi suo sproloquio, e che offre a noi
un altro argomento per dimostrare a
quale nazionalità appartengano gli sco-
lari delle scuole di Zara, e come v'im-
parino la lingua slava!
Ma di questi rigori noi non ci do-
gliamo, se sono basaU^a legge; ce ne
dogliamo invece, se,' come si vuole,
essi non hanno luogo nelle scuole croate.
Anzi ne abbiamo piacere, perchè, mal-
grado questi rigori, gli esami di matu-
rità riescono da noi brillantemente, e
perchè per essi risulta chiara l'igno-
ranza dei nostri nella lingua slava;
essendoché i nostri figli tutto superano
facilmente nelle altre materie, meno in
quella lingua che, a detta del signor
Claich, sarebbe a loro più d' ogni altra
famigliare, anzi succhiata col latte ma-
terno. E siccome questa ignoranza rie-
sce più che mai scandalosa agli esami
di maturità, e compromette così e i
maestri e gì' ideali del signor Claich,
per quella circostanza si mettono in
atto mille giochetti per simularla. Ab-
biamo veduto p. e. esentarsi da quel-
r esame candidati che non ne sapevano
nulla e che restavano essi stessi con tanto
di bocca di fronte a quelle esenzioni. Ab-
biamo veduto tutta la storia letteraria
croata compresa in un cartoncino da
visita, e farsene le domande in modo
che il candidato susseguente potesse
conoscere la questione, di cui egli do-
vea parlare, mentre veniva esaminato
il suo predecessore in ordine alfabe-
tico. Abbiamo veduto .... tante altre
cose che, per carità cristiana, qui vo-
gliamo tacere e che riserbiamo a tempi
migliori.
Ed ora concludiamo.
Il signor Claich si è attaccato co-
modamente ai suoi ideali, perchè lo
stato delle scuole di Zara non gli of-
friva nessun dato positivo, che po-
tesse giovare al suo scopo. Anzi le
condizioni di queste scuole facevano
contro alla sua proposta, e, svelate
sinceramente, avrebbero addimostrato
che egli, capo del partito croato, non
solo non si era adoperato per il pro-
gresso della sua lingua, ma colle sue
indirezioni avea ottenuto eh' essa ai
nostri diventasse e più difficile e più
antipatica. Quello che poi egli ha fatto
si è questo che colle sue arti meschine
ha tentato di demolire le scuole i-
taliane. — Se poi egli non ha ot-
tenuto ancora il suo intento, lo si
deve alla giustizia della nostra causa,
e a quel sangue gentile che scorre
nelle nostre vene, e che è tanto supe-
riore al suo, che si compiace dei mez-
zucci piccini dei quali abbiamo sinora
discorso.
Come poi egli abbia potuto fare e
disfare contro gì' interessi della peda-
gogia e della didattica, e come abbia
saputo imporsi a chi in nessun caso
avrebbe dovuto assecondare e convali-
dare le sue piccole astuzie, noi qui
non possiamo dirlo. 11 lettore ci rifletta
da se, e liri poi le sue conseguenze.
Certo ohe sarà un giorno fatale per
le scuole nostre quello in cui i mae-
stri, guardandosi attorno con occhio
di compiacenza, potranno esclamare:
mismo naši! Questo motto, che è sino-
nimo di Dolere è 'potere, è stato pro-
nunciato la prima volta nelle commis-
fsioni elettorali croate, ove si faceano
botare i morti, td ha finito in qualche
ufficio, ove si constatò la mancanza
ingiustificata di molte migliaia di fio-
rini! Il cielo ci tenga lontani da quel
mismo nasi, che per noi vorrebbe dire :
distruzione completa di una civiltà se-
colare e principio di un'altra, nata
ieri, estesa appena in un piccolo can-
tuccio dell'Europa orientale, estranea
affatto ai nostri avi e a noi, loro di
scendenti !
•m-
SULLA PROPOSTA
Riassumiamo.
Vantano i croati : gli argomenti ad-
dotti dal Claich sono rimasti inop-
pugnati.
Intanto il primo dei due argomenti,
quello pedagogico, è stato confutato.
Delle 60 scuole elementari del circolo
di Zara, 59, aveva detto l'on. Claich,
sono croate. — Si, ha risposto, la sta-
tistica alla mano pur esso, l'on. Bene-
venia; ma queir una italiana, da sola,
fornisce ben due quinti degli studenti
alle scuole medie di Zara; ma di con-
tro alla cifra speciosa sta il fatto che
degli studenti allo scuole medie di
Zara (come del resto di tutta la Dal-
mazia) ben due terzi sono di naziona-
litàitaliana.— Croatizzandole, ne risul-
terebbe una maggiore frequentazione
da parte degli allievi di quelle 59
scuole. Ma con eguale dispendio,
ha risposto Fon. Podich, trovano a
Spalato, a Ragusa ed a Cattaro l'istru-
zione che desiderano; lasciate dunque
il ginnasio di Zara a chi vuole edu-
care italianamente i propri figli. Ag-
giungiamo: la croatizzazione aumenta
la potenza economica del paese? E se
nò, a chè accrescere la miseria della
provincia, a chè accrescere la schiera
di coloro, e sono moltitudine^ in Dal-
mazia, che mendicano per gfi impieghi
un tozzo di pane, curvando la fronte,
e spesso la coscienza? ! Procurino dun-
que prima le industrie, i commerci a
questa gente, cui dicono di voler ren-
dere accessibili le scuole medie, coloro
ohe delle tristi condizioni della patria no-
stra — ove, nostro danno e dolore, una
estesa cksse indipendente per opporsi con
successo alla loro violenza non esiste —
approfittarono per snaturarla ed as-
servirla. Egli è che l'intelligenza at-
tuale rimane malgrado tutto nell' in-
timo dell'essere italiana. Una intelli-
genza però con coltura croata non è
Inserzioni.
Le associazioni e gli importi di de-
naro, in assegni postali si dirigano
air amministrazione del „Dalmata"
ÌQ Zara. Chi non respinge il foglio
dopoRcaduta l'associazione s'intende
obbligato per il trimestre susse-
guente.
Le corrispondenze devono dirigersi
affrancate esclusivamente al Redat-
tore. Le lettere non affrancate sa-
ranno respinte, i comunicati si in-
seriscono al prezzo di s. 10 la linea
Avvisi -ed inserzioni a prezzo mode-
rato da convenirsi.
1 manoscritti non si restituiscono.
frutto da allignare così facilmente nel
suolo dalmato; quando appena princi-
piasse a crescere, troverebbesi allato
un'altra pianta già adulta, secolare,"
poderosa: la civiltà italiana; l'umile
pianticella, privata d' aria e di succhi,
mancherebbe.
L'altro argomeato dell'on. Claich,
quello secondo il quale l'evoluzione
condannerebbe irremissibilmente gli ita-
liani di Dalmazia a perire, per cui egli
ci porgeva la mano, affinchè non ci
fossero vincitori nè vinti, a parte lo
scherno miserevole, vien posto, tra al-
tro, indirettamente in forse da uno
stesso dei suoi, dal prof. Nodilo. Que-
sti testò, nel suo discorso inaugurale,
qual neo-eletto rettore dell' università
di Zagabria, si proponeva il tema: il
popolo serbo-croato sopraviverà all' o-
dierna lotta per l'esistenza? L'egregio
professore ha creduto poter sciogliere
il problema, secondo il desiderio del
suo cuore, aflermativamente. Ma da
ogni parola quasi si intravede la sua
trepidazione per l'avvenire del suopo-
polo; da tutto si comprende, come il
suo stesso ragionamento non lo ras-
sicuri. Così «empre )! amor -verace :
palpita, dubita incerto e timoroso an-
che in mezzo ai trionfi. — L'on. Claich,
invece, è sicuro.
Questo suo secondo argomento, 1' ar-
gomento politico, come egli lo chiama,
posto e svolto in quella maniera, tra-
disce un modo di vedere ristretto, an-
gusto. Non la sola Dalmazia bisogna
prendere in considerazióne, non i soli
italiani dall'una, ed i soli croati di
Dalmazia dall'altra parte; ma l'intero
popolo croato o serbo, come vi piaccia
chiamarlo, nelle sue condizioni politi-
che, nelle sue condizioni sociali, sopra-
tutto nelle sue condizioni civili, e pa-
ragonarlo poi con i popoli vicini. Quanto
diverse appariscono allora le sorti pro-
babili della lotta, anche limitandosi al
confronto con la sola nazione italiana ;
nel qual caso pure bisogna spingere
lo sguardo al di là della nostra pro-
vincia, abbracciando in un sol tutto
r Istria e Trieste, in una parola la co-
sta orientale dell' Adriatico, ove i due
popoli vengono in contatto e in conte-
sa! — Quanto diversi allora gli auspici
por la sorte futura anche dello stesso
elemento italiano in Dalmazia! Se in
proposito fosse lecito pronunziare un
giudizio, noi, usando una fine espres-
sione del Macaulay, diremmo di essere
inclinati a credere il contrario di ciò
che r on. Claich alierma. La vitalità,
veramente prodigiosa, del popolo ita-
liano, non ha guari risorto la terza
volta a nuova gloria; 1' opera sua im-
mensurabile per la civiltà, per la u-
manità, che illuminano del sorriso della
più tenace speranza chi ne è figlio, e"
stimolano col pungolo più ardente del-
l' emulazione i figli di altra patria, ne
danno fondato motivo. Ogni afferma-
zione, lo ripetiamo, è por lo meno ar-
rischiata, ma tanto osiamo a nostra
volta asserire: l'evoluzione dal Klaich
invocata, — la quale, è bene ricordarlo,
tien conto maggiore della coltura dei
popoli, che non del numero ; la quale
pronunzia la fatale sentenza anzi tutto
contro chi si attardi nel cammino della
civiltà, — queir evoluzione, diciamo,
dagli Italiani può venir attesa fiducio-
samente.
Non di evoluzione e dei suoi lenti,
ma altrettanto duratari conquisti; di
violenza, e dei suoi più o meu effimeri
successi, doveva parlare 1' on. Claich.
FARMACIA SERRAVALLO
TRIESTE.
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mento dello malattie di
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nali, bronchite cronica
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contiene tutti i prindpL
ci c volatili del catram^àj/bcan«
dinavia ed t perciò che^kne^do-
perata con jncontcsf^Ic stresso
nelle mal^jc catari poi
menali, io&^-dfcrvosa, asma, affe-
lioai catkr^ della vescica ecc. ecc.
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Jtccbiere d'acqua due o tre
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sì usa pure come fumigazione :
riscaldando cioè il liquido puro e
respirando il suo vapore, in casi
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respiro, asma ecc., e come lo-
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periorità di quest' OLIO in confronto alle altre qualità.
E' purissimo e di sapore non disenstoso ' bambini più restii io prendono volentieri ed in breve
^ t»mpo ne riirnggono evidenti vantaggi. £ facilmente digeribile e quindi indicato ant'he alle parsone di stomaco d^bole,
economico poirbò m ragion»^ contenuto ddh bottiglie il prezzo è minore dì ogni altra qualità.
Signor Jacopo Serravallo — Trieste
L'Olio nolqrale di fegato di Merluzzo, the Voi ci favorisif p» r il IrollaniPiito d'gli tcrofolcsi ricoverati all'Ospizio marino fu
da qufstì bene tollerato e ppie^jò t-ui medesimi coslaniementt un ottimo effetto Icccbè ben volentieri vi attestiamo.
Trieste, gennaio 1890. Per il Gomitato esecutivo
cìelV Ospizio Marino
A. Dottor Castiglioni.
Si vende a fiorini UNO la bottiglia.
L'Olio Di Fegato Di Merluzzo Jodoierrato
viene preparato col euddelto Olio bianco pvrissiuio e jo.'siede ptuiò tntie le ddi di fsfo; con quetta d fferenxa che pe quello è
più conveniente nelle cond xi( ni inoibcse a lento 'det e rso, che n(n pcfpono e ne n divoiso (FFere aitsccate crn ni»zzi curativi di azione
energica, qaesto è indicalo in Intlii casi a dcccreo f iii acnio t i:ei quali di lifccillare la nutrizione langnente. ECCONE UNA PROVA I ! !
Signor J, SEBEAVALLO, Farmacista, Trieste.
Ho riceiuto a suo titrj^o la spcdieicne ài boitiglietie del suo Olio d. Fegato di Merluzzo jodoferrato, che io le commini-
Godo poitrU ecmunieare che la tvra dell'Olio di Fegato di M<r1vzio jcđcf(rra1o fa mitaeoli alla siejvcra, alla quale lo prescrissi-
Essa, debilitata estremi mente da un porto U.horioto e da t<n l uerptrio pkno di vicissitudini, giunta ora appena alla quarta botti
glietta, ka già ùvmentato di due (hilcejrcnmv di peso e sta hinissimo, cerne da lungo tempo non si sentiva.
Aggiungo d' avere indire esperimentoto il tuo eccellente prodotto in altri casi di gravi anemie, fra c^i in uno complicato
con assalii epiléttiformi, ottenendo sempre ottimi risultati e guarigioni incontestabili e durature.
GRADO, 15 Novembre 1890.Devottissimo D.r Paride Candioi.
à ^ 1:
Si vende a soldi 70 Ioj bottiglia,
Deposito: Farmacia Serravallo, Trieste.
PIAZZA CAVANA (del Sale).
Trovasi pure nelle Farmacie della Dalmazia.
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Preparato a ZARA (Dalmazia) da
ROMANO VLAHOV
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Decorato col Busto di LIBERTADOR e premialo con le più alte distinzioni.
Questo liquore, che ai prende me-
scolato con acqua, caffè, vino, the e
brodo, è composto di sostanze vege-
- tali fornite di vìrtà salutari, il cui
effetto immediato si esercita sullo sto-
maco e sugli organi digestivi ; giova
mirabilmente alla purificazione del
sangue correggendo l'inerzia e la de-
bolezza del ventricolo, e stimolando
appetito. Esso purga leggermente, sof-
foca la verminazione nelle sue fonti
migliorando gl' ingorghi cronici del
fegato e della milza, e rende sempre
meno sensibili gli antichi incomodi e-
morroidali.
Preso giornalmente preserva dai mia-
smi velenosi, tanto provenienti dal-
l'aria malsana, quanto da contagio, o
epidemie, per cui è emineiitemente
antifebbrile ed antioolerioo. ~
La mia Etichetta in tutta 1 estensione fu protocollata
Ministero del commercio ed inaustria a Vienna e divenne la
fabbrica. "T®®
MARASCIflNO ĐI ZARA.
Quello che costituisce poi di questo
Vna specialità del genere dei
B^alutifev,, e l'allontanamento in quelle
So alle quali van-
n?ose^h?® biliose^ patur-
Diffatti dopo qualche giorno l'indi-
viduo che fa uso di questo liquore
sente rinnovarsi le suo forze vitali
ed un senso di benessere generale
lo rende contento, svegliato ed at-
jivo.
Ogni fiasca viene munita di un li-
bretto a stampa contenente l'emporio
di attestati medici e privati nonché la
relativa istruzione per adoperai'e il
rimedio.
presso r 1. R.
mia marca di
Liquore universalmente conosciuto e pregiato. La mìa fabbrica lo produce secondo un me-
todo da me ritrovato, puramente dì Marasche, saturandolo di profumo naturale, e d' un gradevo-
lissimo sapore.
Roob
La mia distilleria, dopo lunghe e
faticose esperienze, ha potuto ottenere
dalle bacche di ginepro (particolar-
mente trattate) un eccellente Soob
Ooooola che non solo si beve come
delicato e squisito ma serve anche come
ristoratore delle forze, agendo sui nervi,
sul cervello e sul midollo spinale rin-
forzando lo stomaco, recando vantaggi
non pochi nelle stentate digestioni, co-
Coeeola
me pure qualche rimedio contro 1 do-
lori intestinali e le flatulenze, essendo
eminentemente diuretico.
Per riconoscere il genuino mìo Boob
Ooooola, del falsificato si badi che lo
fiasche portino incìsa l'iscrizione Ro-
mano VlaUov — Sebenloo e sieno
munite della capsula col timbro a secco,
nonché d' una fascia di carta al collo
portante la firma genuina R. Vlahov.
AVVERTIMENTO. — Vlahov, Elisir di Romano Vlahov, ed il Roob Coccola
frutto di piìi che 25 anni di fatiche e spese e d'uso ormai mondiale hanno destato l'avidità del
soliti imitatori e contraffatori che ingannando la buona" ìfede del pubblico, smerciano fraudolente
mente dei preparati nulla assomiglianti che soltanto nella fiasca e nell'involto della stessa. Ad
evitare tali manifestazioni indegne d'ogni industriale G comiTiGrciciTit^ onBsto si doTnanđi soniĐre
Vlahov Elisir, ed il Vero Roob Coccola di Romano Vlahov - Zara, esigendo
R. Vlahov l'impronta in vetro sulla bottiglia così purela capsula bianca munita del
il Vero
la firma R, nrm n,, vituiu i impront m suii oouigu i bii
relativo timbro a secco la fascia al collo portante la firma genuina R. VlahOV,
altri prodotti, i-isultato d'insigne malafede e di turpe inganno.
Dirigere le Commissioni alla ditta: Romano Vlahov, ZARA*
del
e si respingano
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Dichiarazioni
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Ordinazioni senza il relativo importo non vengono effettuate.
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177^. esclusa però la Villa di Zelengrad
soggetta alla Giurisdizione di Zara.
G) Li Beni situati nel Contado di Za-
ra > e cacasricati sotto il nom» diScaber-
gna, Percos, e Plenericò accordati còlla
Investitura dell' ex Veneto Magistrato
sopra Feudi ^o. Settembre 1745. al No-
bile Co: Antonio Giusti, e suoi Discen-
denti Maschi in esecuzione del Decreto
dell' ex Veneto Senato 26. Agosto di
quell'anno.
H) Li Beni delle due Ville di.Stari-
grad, e di Tribagn Territorio di Zara in
ordine alla Terminazione Generalizia 16,
Giugno 1707. dovendo però li primi cor-
rispondere alla Regia Finanza annual-
mente Fiorini 8. e Karantani e li
secondi Fiorini 5-
I) Li Campi 200. posti fra Gallovaz,
e S. Cassan, ed altri luoghi circonvicini
del Territorio di Zara accordati al No-
bavio.. Dopo Segna Plinio, e Tolomeo rìcordan varie Città,
che or più non efistono, quando non aveflero cangiati ì lor
antichi nonù in quel d'alcuni d'oggidì piccioli Villaggi detti
di S, Giorgio, Stari grad, Giablenaz , e Carlobago luogo più
Gonlìderablie degli alti l restè ricordati .
Non molto lungi e al sud-est dì Carlobago è Iv^ow^:an-
ticamente Enonsty e forse la ^inia di Strabene, Città Ve-
scovile, e quanto popolata > c grande un tempo, altrettan-
to piccioh , e desolata al pre^sente . Fu la capitale altre vol-
te di un.j delle undici famose Zupanle de' Croati , ed è
comunemente nota oggidì pel celebre Stabilimento fattovi ad
uso de' Tabacchi nelle vicine sue pertinenze , o campagne
dall'illustre, e intraprendente Sig« Co: Manfrin.
Da Nona andando al nord-efl fi giunge a 'ì^pvsgradi ^
fortezza ficuata nel canale > che porta il medefimo nome x
pie della quale v'è un borgo composto di loo case in cir-
ca, e andando al sud-efl c'opo otto miglia di strada fi giun-
ge a Zara detta Jadtra da Latini, e Diadora ne' balli tem-
pi 3 Città antichiHima, Colonia de' Romani, e la capitale
una volta della Liburnia, ed oggidì di tutta le Dalmazia,
e Sede, e Metropoli d' un Arcivescovo > e del Ces. Reg.
Governo e militare , e civile-politico economico . Supera le
altre Città Dalmatiche attualmente efistenti nella grandezza ,
nella bellezza , e in molti altri pregj, onde soglion distin-
guerfi le più illustri Cittadi .
Venti miglia all'Oriente di Zara evvi un plcciol vllag-
glo detto Zara VecMi^ che anticamente era Città di qual-
che conto chiamata dagli antichi Blandona , e ne' tempi do-
po, Biograd^ e in Latino ^loa maris. Meritò lo sdegno
della Repubblica Veneta, e fu atterrata da' fondamenti.
Prima di g;iungere al fiume Kerka in poca distanza dalle
sue foci par che fi debba collocare l'antica ricordata
nell'Itinerario di Antonino, e distinta <\ii\Y^rausana del To-
lomeo, perocché questa era mediterranea, e quella marit-
tima. Forse non sarebbe fuor di ragione, se ^rausa di An-
tonino fi collocafl'e là , dov' ora è Fodise vilaggio del Ter-
rito-