K, 86. ZARA, Sabbato 27 Ottobre 1888. Anno XX
Associazione.
Per Zara li. 8 anticipatamente, se-
mestre e trimestre in proporzione.
Per TImpero Anstro-ungarico fi. 9,
semestre fi. 4:50 trimestre fi. 3:60
Per gli Stati appartenenti all'U-
nione postale fi. 12 all'anno se-
mestre e trimestre in propor-
zione. Pur gli Stati non appar-
tenenti all' anione postale fi. 8
e di più r aumento delie spese po-
stali, semestre e trimestre in pro-
porzione.
Un numero separato costa s. 10.—
Un numero arretrato s. 16.
IL DALMAT
Giornale politico, economico, letterario.
Esce il mercoledì e il sabbato
Inserzioni.
Le associazioni e gli importi di de-
naro, in assegni postali si dirigano
air amministrazione del "Dalmata^
in Zara. Chi non respinge il foglio
dopo scaduta l'associazione s' intende
obbligato per il trimestre susse-
guente.
Le corrispondenze devono dirigersi
aftrancate esclusivamente al Redat-
tore. Le lettere non affrancate sa-
ranno respinte. I comunicati si in-
seriscono al prezzo di s. 10 la linea
Avvisi ed inserzioni a prezzo mode-
rato da convenirsi.
I manoscritti non si restituiscono
CHIACCH)EB£
Dunque il vecchio Starcevioh rinnega
il vecchio Strossmayer. Abbiamo dun-
que due profeti che non vanno d' ac-
cordo e che possono creare uno sci-
sma. Eppure tutti e due giurano in
un verbo solo; tutti e duo mangiano
un tedesco a pranzo e un magiaro a
cena, tutti e due sono convinti della
missione civilizzatrice che sapete.
Ma, forse, allo Starcevich seniore
riuscì irritante la clamorosa réclame
condensala negli ultimi tempi sul capo
di monsignore. Come? Cera ohi si
permetteva di ofiuscarlo, c' era chi si
permetteva di fargli concorrenza nel
martirio politico? La Croazia della geo-
grafia ideale, per quanto vasta, non
può contenere che un solo profeta, che
un martire solo. Due sono di troppo;
uno, certo, deve levare 1' incomodo.
Così, d' ora in poi, alle tante frazioni
e sfumature di partito, se ne aggiun-
geranno due nuove. Vi saranno gli
starcevichiani e gli strossmayeriani, che
fiiiora non avevan ragione d'esistere.
Da che parte si schiereranno i croati
di casa nostra e del uostro cuore?
Divideranno imparzialmente i loro en-
tusiasmi rettorie], o parteggieranno per
uno solo dei due campioni? Il dilemma
è profondo come le elucubrazioni del-
l' avvocato Pastrovich.
Ma sapete che sono carini davvero
questi croati al di qua e al di là della
montagna? Non basta che non abbiano
fatto nulla per aver diritto all'unità
nazionale, non basta che di questa u-
nità si siano mostrati indegni, ci vole-
vano anche queste invidiose logoma-
chie, che provvedono al buon umore
del colto e doli' inclita.
Se uno dei pontefici del croatismo
dichiara l'altro anti-papa, con poca
reverenza alle persistenti aspirazioni
cardinalizie di monsignore, vi è facile im-
maginare la concordia che regna fra
la minor gente del partito croato.
Sono in pochi e non riuscirono an-
cora a mettersi d' accordo. Vi sono i
croati di mezza tinta, che hanno sacri-
ficata l'utopia del radicalismo alla bea-
titudine dell' opportunismo. Voi li co-
noscete: cacciatori di quietanze e di
prebende, adoratori del dio Fiorino,
malleabili come la cera. L' annessione,
per cui irent'anni fa versarono il loro
inchiostro, è un' utopia. Domani che
anche il croatismo moderato riesca im-
APPENDICE
Da Castelauovo a Cattare
Siamo lieti di pubblicare questo ca-
pitolo, tratto dall' opera d'imminente
uscita : Le Bocche di Cattaro dell' e-
simio dr. Giacomo cav. Ohiudina di
Spalato :
Lo spettacolo, che ha sotto gii occhi il
viaggiatore nel passaggio da Castelnuovo alla
volta di Cattaro, è il più grandioso, è il piii
bello che si possa cootemplare. Egli vede viag-
giando col piroscafo il pittoresco canale, ora
restringersi tra spoode ameoissime, ora allar-
garsi con giri tortuosi, poscia iosinaarsi entro
teira per più chilometri alle radici della Cr-
Dagora, che adergonsi colle squallide e rupi-
ginose lor cime, e sembrano dare coli' orrido,
che d'ogni intorno spargono, un magni-
fico risalto alle bellezze di questa meravigliosa
plaga.
Poi gii si presenta la cittadella di Castel-
nuovo, questa perla delle Bocche, che sì spiega,
portuno, sapranno adornarsi di una
coccarda perfettamente costituzionale.
Poi v' hanno i croati festerecci e
duri più delle roccie del Velebit. Per
loro r annessione è una coerenza, più
che una convenienza. Cantori di salmi
glagolitici, cercatori assidui delle co-
rone di latta dei tragici Terpimiri, ca-
valieri erranti del diritto croato, ab-
borrono gli opportunisti e vogliono un
programma netto o spiegato.
Ci sono i croati speculativi, che fanno
i croati per seguire la moda e che ri-
guardano il croatismo come un diploma,
un attestato, un titolo di promozione.
Non sanno parlare che l'italiano, ma,
se li udite in istrada, giurate suH' a-
nima buona del Parcié che hanno im-
parato tutto intero il suo dizionario.
E dall'altra parte? Croati banali,
ligi al verbo di Budapest e devoti al
governo, che, in fondo, 11 tratta assai
bene. Croati selvaggi, che, quando non
muovono a rumore la Dieta, prendono
a calci parlamentari o ginnastici i col-
leghi della maggioranza. Croati che in-
vocan la Russia; croati che vogliono
la fratellanza iugoslav.a: croati anti-serbi,
anti-bulgari, anti-cosacchi ; croati che
vogliono il regno qual'è; croati epici,
che vogliono mezza Europa a loro uso
è consumo; croati che voglion la luna;
croati che non sanno neanche loro che
cosa si vogliano. Tutte le specie vi
sono rappresentate, tutte le tinte, tutte
le velleità, tutti gli appetiti.. A completare
la collezione ci mancavano proprio ie ul-
time invettive del venerando contro il
venerabile.
Intanto la Croazia, anche piccola,
non può fare da sè. Mentre 1' Hrvatska
appunta i suoi strali di redazione coa-
tro il dr. Klaich e consorti, non si fa
neanche la parodia delle Cinque Giornate.
Le cannonate retturiche del dottor Anto-
nio non sfondano la più impercettibile
breccia e i telegrammi nordici di mon-
signor Strossmayer non innalzano la
menoma barricata. Mentre i croati dei
due emisferi si accapigliano fraterna-
mente, il loro grido di guerra — Bog
i Hrvati!— più che platonico, diventa
perfettamente umoristico. È vero che,
per tutti, il dr. Bulat si arma trucida-
mente ; ma credete che questo Pulzelle
di . .. Spalato basterà solo a redimere
e ad unificare la mamma patria?
Ecco dunque i nostri bravi antago-
nisti ridotti alle loro proporzioni natu-
rali, che appartengono al dominio del-
l'operetta. Senza unità di programma,
a guisa di grazioso ventaglio, sopra un colle
verdeggiante.
Lunghesso il lido, a destra e a manca, gli
SI affacciano le belle borgate e i villaggi, che,
ora in gruppi bene ordinati, ora in linee va-
gamente estese e adorne di eleganti edifizì,
pi'otendonsi Ano al punto, ove gli si presenta
la cittadella di Cattaro.
Il distretto di Castelnuovo corre sopra una
spiaggia ridente, fino allo stretto del canale,
abbracciando i fertili e vaghissimi villaggi di
Mojdož, Baosié, Podi, Kati, Zelenika, Gjono-
vié, Kameno, Kouibur, Kruševica, Jošića, Mo-
krine, Sašović, Topla, Igalo, Savina, Meljine
e Bijela, formanti la più deliziosa plaga del
canale, che dai viaggiatori tedeschi viene u-
niversalmente addomandata la più bella re-
gione dair Austria.
La natura ha un aspetto assai calmo, assai
sereno, «, qua e là, tra i vapori, apparisce un
campanile, una torre, un maestoso gruppo di
pini.
I colli sono ricolmi di ricchezza, come il
seno d' una madre, che allatta il suo primo
bambino.
Le bianche case spiccano sopra un fondo
di verdura, fra bellissimi boschi di olivi, di
aranci e di cedri.
E' un panorama rinnovato, senza posa, di
senza un patrimonio di civiltà secolare
che autorizzi fiducia nell'indipendenza
della patria, questi signori hanno ora un
bel fare della rettorica. Il principe di
Danimarca, dopo aver parlato del mar-
cio convenzionale, avrebbe ragione di
ripetere: parole, jìarole,parole! Vo^^ouo
continuare a far fremere i torchi e i
lettori; possono applicare all'elettricità
i novi entusiasmi; possono esaltare i
chiericotti a dimostrazioni ultra-croate.
Ahimè! Starcevich è grande; ma Stros-
smayer non è più il suo profeta ! L'an-
nessione è una parola magnanima, ma
rappresenta una grande utopia! L' odio
poi magiari è una santa missione; ma
due terzi dei croati si permettono d'es-
sere appunto del parere contrario. L' an-
tipatia pei tedeschi è un apostolato ; ma
i ncstri onorevoli sono i décrotteurs de-
votissimi dei possessori della lingua del
ja. Non c'è, insomma, coerenza, non c'è
decenza, non c'è alta e unitaria edu-
cazione politica, non c' è nemmeno se-
ria tendenza nazionale.
Con tante deficienze, con rancori così
pronunciati, contali screzi politici non si
fanno davvero le nazioni. La Croazia —
per sua fortuna non potrà mai rea-
lizzare le sue aberrazioni geografiche,
che assomigliano a quelle di Campa-
nella. Perchè, concessa l'iperbole, si a-
vrebbe uno spettacolo meraviglioso ;
r opera buffa rappresentata da un' in-
tera nazione. Tutti vorrebbero essere i
primi. Primi i Dalmati, primi i Croati,
primi gli Sloveni: tutti primi! I Boulan-
ger al sego si moltiplicherebbero all'infi-
nito. Ognuno vorrebbe far prevalere le
proprie idee. Sarebbe 1' apoteosi del caos,
il cantico dei cantici della confusione.
Dopo un mese — lo giuriamo sulT om-
bra inulta del canonico Paulinovich —
se ne avrebbe di grande Croazia fin
sopra gli occhi. Dopo un anno — as-
sai probabilmente —• si tornerebbe allo
statu quo ante, il migliore di tutti.
In fondo, tutte queste battagliole
ci fanno sorriciere. Ma, pensandoci
poi un poco sul serio, sentiamo ram-
marico che in nome di tale confusio-
nismo, in nome d' una Croazia iperbo-
lica, un' accozzaglia di ciarlatani politici
abbia sconvolto il nostro disgraziato
paese. Stavamo tranquilli in casa no-
stra, felici dei nostri postulati civili, della
nostra lingua, dell' armonia esistente
fra slavi e italiani. Avevamo devo-
zione al passato e fiducia nell'avvenire;
ci credevamo chiamati a un rinasci-
mento materiale, mercè il concorso d'uo-
ville e di giardini fioriti, che danno ai venti
i loro profumi.
Zampilli di acque fresche, irradiati da un
sole d' oro, rinfrescano 1' aere odoroso.
Queste rive richiamano, in diversi punti,
ora il lago di Lacerna, ora il Bosforo ed ora
la rada di Smirne.
Valicato lo stupendo stretto delle Catene^ il
viaggiatore ammira la città di Perasto colle
sue bianche case, disposte lunghesso la riva,
a guisa di navigli lungo la rada.
In mezzo a un limpido spazio, che si
apre in faccia a Perasto, appariscono due leg-
giadre isolette: S. Giorgio e la Madonna dello
Scalpello.
E, proseguendo, vede spingersi e campeg-
giare maestosa la interminabile linea, a sinistra,
di bianchi edifizì della bella borgata di Do-
brota, eh' è alla Dalmazia ciò eh' è Broek al-
l' Olanda ; bianchi e rifulgenti d' una luce an-
cor più viva, pel contrasto eh' essi presen-
tano colle cupe cime della Sierra di Sant'E-
lia; e, a fianco, cogl'indivisibili, sempreverdi
e sempre fruttiferi, arboscelli dell' arancio e del
limone.
Ecco Stolivo, colle sue belle case campestri
disposte in anfiteatro, sul pendio di una ri-
dente collina, con la guglia piramidale della sua
chiesa, inalzantesi come una preghiera miste-
mini nostri, troppo poveri per fare del-
l' alta politica, dotati di troppo buon
senso per crear delle lotte civili.
Ma un brutto giorno s' udì una pa-
rola ancora più brutta: annessione, ahe
ne generò delle altre bruttissime: tutti
croati ! ostracismo agli italiani ! in mare!
Dio e i Oroati!. .. e così via dicendo,
a nostro ineffabile gaudio.
E, dopo venticinque anni di lotta
snervante, dolorosa, titanica, dopo aver
fatto indietreggiare di un secolo il pro-
gresso della nostra Dalmazia, si venne
a sapere dagli stessi provocatori che
r annessione era una parola priva di
senso comune e che uno dei grandi
Madhi della grande Croazia aveva torto
da vendere.
A chi dunque credere? Come oriz-
zontarci? Si fa 0 non si fa questa be-
nedetta Croazia? Si innalzano o non si
innalzano i roghi agli eretici unghe-
resi e tedeschi ? E a quando 1' ora del
nostro riscatto? Quando il Velebit sarà
un'espressione geografica?
Tutte queste domande ci si presen-
tano cosi imponenti, che abbiamo ri-
solto di rivolgerci per la spiegazione
all' on. Vrancovich, il più croato dei
nostri contemporanei.
-»^n.i»».,'»^''-
L'anno 1888 va segnalato pel gran
numero di esposizioni internazionali ohe
esso vide attuate. E un fenomeno de-
gno di nota questo moltiplicarsi di tali
feste del lavoro, quando appunto tutto
induceva a ritenere che esse volgessero
al loro termine, come strumento con-
sunto e non più adatto allo sviluppo
economico. L'indifferenza dei governi
non ha impedito che esso aorgano e si
attuino per opera di privata iniziativa;
però sarebbe assurda V affermazione che
le esposizioni odierne siano del tutto
identiche a quelle promosse e dirette
dagli stati. La differenza delle origini
e dei mezzi ha determinato anche una
differenza sostanziale fra le une e le
altre.
Le grandi esposizioni internazionali,
che, iniziatesi a Londra, si sono suc-
cedute a Parigi, a Vienna, ad al-
trove negli anni passati, poteano repu-
tarsi effettivamente universali, imperoc-
ché esse si estendevano a tutte le ma-
nifestazioni dell' attività umana, così nel-
r ordine intellettuale come in quello ma-
teriale : ciascun paese teneva a figu-
riosa dal seno d' una folla devota raccolta; poi
la graziosa borgata di Perzagoo, riparata alle
falde delle sue roccie e colla sua vaghissima
Madonna della natività, sparsa di case, edi-
ficate alla sponda della costa, come una co-
rona sgranata; poi le tre costruzioni d'una
medesima forma, legate l'una all'altra da uno
stretto pensiero di affezione, e addimaudate le
tre sorelle {tri sestrice), che nell'amicizia loro
fedele d'amore si fecero un'eguale dimora.
Quale delizioso colpo di vista, quale va-
rietà di quadri d'ogni parte, ad ogni istante,
in questi contorni argentati ; in questi allarga-
menti del canale, colla moltitudine delie chie-
suole, che, dall'alto delle loro colline, sembrano
invitare i viaggiatori ad elevare l'anima verso
Dio ; nella prospettiva di questi villaggi,
eJevantisi, a guisa di gradini, sull'ertezza del-
le montagne, e d'altri modestamente assisi in
UDO stretto vallone, e d'altri giacenti alle sponde
dei fiotti come nidi di gabbiani !
Quale contrasto fra le cime denudate di
queste montagne e V abbondante vegetazione,
che ne ricopre i fianchi!
Quale contrasto sullo stesso punto, sulla
rupe stessa, sì triste alla sommità, sì ridente alia
sua base !
E qual piacere non si prova nel mirare
questi edifizi d'ogni maniera, queste fascie dì
If. 102. ZARA, Sabbato 22 Dicembre 1888. Anno
Associazione.
Per Zara fi. 8 anticipatamente, se-
mestre e triniestre in proporzione.
Per r impero Aiistro-Hngarìco fi. 9,
semestre fì. 4:50 trimestre fi. 3:50
Per gli Stati appartcìiciiti all'U-
nione postale tì. l-J ali'anjio se-
mestre e tvimeistre in ì)roi)or-
zione. Ter gli Stati non appar-
tenenti all'unione postale fi. 8
e di più 1' aumento delle spese po-
stali, semestre e trimestre in pro-
porzione.
Un numero separato costa s. 10.—
Un numero arretrato s. 16.
IL DALMATA
Giornale polìtico, economico, letterario.
UN OPUSCOLO
L' anonimo raguseo ebbe dunque la
finezza di escluderci dal novero delle
sue combinazioni e di eliminarci dalla
esistenza politica. Puro, precisamente
Ragusa, ebbe ad offrire nelle due ultime
elezioni politiche il maggior numero di
suffragi a vantaggio del candidato dei
nostro partito. E' vero clie questo suc-
cesso era in parte dovuto alla coopc-
razione di quegli onesti slavi, che non
possono essere acquiescenti alle soper-
chierie speculative del partito croato;
ma è vero altresì eh' essi aveano so-
lennemente riconosciuta la legalità, la
importanza e la vitalità politica di que-
gli autonomi, che per 1' autore dell' o-
puscolo souo divenuti una quantité né-
gligible.
C è poi bisogno di ripetere che il
nostro partito, perchè temuto, viene
ancora osteggiato con ogni illegalità e
con ogni sopruso? 0'è bisogno di as-
serire che a Zara la imponente mag-
gioranza dei cittadini aderisce soltanto
al nostro programma? Ohe a Spalato,
a Traù, a Pago, a Oittavecchia e in
altri luoghi le maggioranze reali son
nostre e vivono di vita attiva, per
quanto resa difficile dalle lotte continue?
0' è bisogno di ricordare che, dell' 85,
i nostri avversari hanno dovuto ricor-
rere ad ogni enormezza per toglierci i
nostri rappresentanti alla Camera? Ohe,
dallo liste orribilmente sofisticato, ven-
nero tolte centinaia di nostri aderenti
politici? Che, a Spalato, dall'urna ven-
nero discacciati circa duecento elettori
del nostro partito e introdotti mino-
renni e nullatenenti croati? Che, nel-
r ultima elezione pel deputato dei mag-
giori censiti, il trionfo — il più bel
trionfo che segoi la cronaca provinciale
—^ fu nostro, quantunque fosse pubbli-
camente notorio il cinismo con cui i
croati diminuivan, truffando, il numero
dei nostri elettori?
Occorre ripetere che, per affermarci
come partito pieno di vitalità, abbiamo
bisogno di sola giustizia, giustizia al-
l' urna e in palazzo ? Che, quando fosse
ristabilito l'impero della legge, potremmo
scendere in campo perfettamente ag-
guerriti e con la certezza di più d' un
successo ?
No. Ripetere tutto ciò sarebbe per-
fettamente inutile. In venticinque anni
di lotta, il nostro partito ha attraver-
sati molti momenti diffìcili, ha subite
prove ben dolorose; ma, anziché dimi-
nuito, anziché smembrato, esso è u-
scito da questa lotta più temprato, più
puro. Si : tutti gli equivoci, tutti gli spe-
culatori del quarto d'ora, fiutando il
vento a noi sfavorevole, si sono sban-
dati. Ma guai al partito che volesse ri-
petere consistenza da cotesti percor-
ritori di tutta la rosa dei venti politica,
da codesti Girella, che hanno ia tasca
una collezione di coccarde! Si sono
messi senza convinzione nel partito
croato, perchè esso ascendeva, perchè
lucrava tutti i favori, perchè col partito
croato e' era tutto da guadagnare e
nulla da perdere, perchè i Rodich e i
Jovanovich si facevano frequentatori di
Čitaonice. Ma noi, certo, uon deplo-
riamo simili assenti; noi confidiamo
soltanto in noi stessi e nella legittimità
della nostra causa. Cambiano gli uo-
mini, cambiano gi' indirizzi politici. Non
è impossibile che, al primo mutar di
vento, questa turba di opportunisti ci
venga di nuovo tra i piedi. Intanto,
anche oppressi, noi contiamo seria-
Esce il mercoledì e il sabbato
Inserzioni.
Le associazioni e gli importiTfrde-
naro, in assegni postali si dirigano
air amministrazione del "Dalmata„
in Zara. Chi non respinge il foglio
dopo scaduta l'associazione s' intende
obbligato per il trimestre susse-
guente.
Le corrispondenze devono dirigersi
atìrancate esclusivamente al Redat-
tore. Le lettere non affrancate sa-
ranno respinte. I comunicati si in-
seriscono al prezzo di s. 10 la linea
Avvisi ed inserzioni a prezzo mode-
rato da convenirsi.
I manoscritti non si restituiscoDQ.
mente come elemento di partito, per-
chè con noi è 1" intelligenza, è la col-
tura, è il censo, è 1' elevatezza del sen-
timento, è la parte migliore della gio-
ventù. Se r anonimo è di parere con-
trario, la colpa non è nostra.
Ma proseguiamo. Forte della teoria
che nega graziosamente la nostra esi-
stenza, il raguseo, che ha il debole per
le operazioni aritmetiche, fa un' altra
divisione. La politica è un' aritmetica,
ha detto un grand' uomo, e 1' anonimo
s' ingegna di salire sui trampoli, prati-
cando la massima.
Il raguseo passa dunque in rasse-
gna la proposta formulata dal partito
croato nelle trattative d' accordo e la
trova soddisfacente. Ma 1" operazione
dei posti è sbagliata, perchè, secondo
lui, cinque posti di deputato al consi-
glio dell' impero devono esser dati ai
croati e gli altri quattro ai serbi. Alla
Giunta provinciale poi ci dovrebbero
essere due croati e due serbi, con un
presidente neutro ed imparziale.
Santa semplicità! L'operazione ci
risparmia tutto il lusso dispendiosissimo
di liste elettorali, dì commissari viag-
gianti, di gite di dispiacere all' urna
e di morti resuscitabili.
Non ci sarà più bisogno di quelle cen-
tinaia di ricorsi con cui si tenta di ret-
tificare le liste. 11 regolamento elettorale
diverrà un pleonasmo; la convocazione
alle urne sarà soppressa; e gli autonomi,
gli autonomi, che pagano le loro im-
poste come tutti gli altri, non avranno
altro incomodo che quello di portare
il loro denaro all' esattore e . . plau-
dire. Plaudite cìvesì
Né — Dio ne guardi — noi discu-
teremo con serietà quest' amabile cor-
belleria. Non ricordate la favola dei
cacciatori che facevano i conti sulla
pelle dell' orso, mentre il medesimo era
ancor vivo? Noi — paragone a parte
— non siamo disposti a lasciarci scuo--
iare a benefìcio d' un opuscolaio d' E-
pidauro. E proferiamo il vecchio si-
stema, quello d- ir elezioni, per quanto
ci sia stato contrario sin qui. Perchè
siamo convinti che, ove il nostro par-
tito volesse, ma fortemente volesse, e
ove la legge fosse una buona volta
scrupolosamente applicata, tutti i cal-
coli dell' anonimo andrebber sconvolti.
Del resto, egli non si accorge di ca-
dere in una grossa contraddizione. La
parte inferiore della Dalmazia, da lui
decretata .ai serbi, non darebbe quattro
collegi ai serbi. Dunque uno o due
deputati serbi dovrebbero essere eletti
dai croati, e, quello eh' è peggio, su
terra croata !
Un' altra anomalia. Per devenire al-
l' accordo, 1' incognito propone una
cosa, giustissima in sè, ma immensa-
mente impraiica nei riguardi del par-
tito croato. Egli vorrebbe che tanto i
croati quanto i serbi escludessero l'in-
gerenza del clero dalla politica, togliendo
ai preti la redazione degli organi di
partito. E qui è 1' utopia. Imponete ai
croati la lingua del Vuk, obbligateli a
muoversi entro confini prestabiliti, pri-
vateli della possibilità di monopolizzar
tutto e di fare speculazione di tutto,
togliete loro, infine, l'ausilio potente
del prete e del frate .e di croati
non avrete più neanche 1' ombra. Per-
chè, per loro, la prepotenza è condi-
zione d'esistenza ; perchè se i preti
fossero solo ministri dell' altare e ri-
pudiassero la politica, il partito croato
non avrebbe più nei seminari e nelle
parocchie e nei conventi focolari d' a-
gitazione; perchè il Narodni List —
per esempio --- è un lutto omogeneo
e indivisibile col suo redattore e il
scinderli è cosa impossibile.
Però — siamo imparziali — l'au-
tore dell'opuscolo ha ragione. Tutti i
cittadini, che assistono addolorati allo
nostre lotte, e ne sludian le cause, sono
d'accordo nel reclamare pel prete tutto
altro compito che quello della politica.
E così bella, è così augusta, è così
umana la religione di Cristo, sono cosi
efficaci i suoi precetti, sono tanti i bi-
sogni morali del popolo nostro, — che
al sacerdote veramente tale non do-
vrebbe rimaner tempo a preoccupa-
zioni e a provocizioni politiche.
Ma, pur troppo, è come dire al muro.
Il male c' è e bisogna soffrirlo. E se
vi accennate in nome doil'interesse co-
mune, in nome della moralità e della
pace, 1 preti gazzettieri vi dan sulla
voce come per un crimenlese com-
messo.
Uii'ultima osservazione. L'autore della
brochure dice che il posto dei depu-
tati al Consiglio dell' Impero — serbi
e croati, naturalmente — non può es-
ser dubbio. Al parlamento — dice lui
— non vi sono partiti politici, ma na-
zionali. Tutti gli slavi hanno un av-
versario comune : i tedeschi. Da qui
la coalizione della destra, cui devono
aderire i deputati della Dalmazia.
Ma — data e non concessa l'ipo-
tesi che il programma doil'anonimo si
effettuasse — potrebbero i sorbi imi-
tare il sistema tutto speculazione dei
deputati croati? Non ebbe lo Srpski
List a stimatizzare sovente codesto si-
stema, basato a concessioni continue?
Potrebbero i serbi sconfessare ad un
tratto le loro premesse di liberalismo,
e, dall'opposizione fin qui mantenuta,
passare nelle file governative? Tutto a
questo mondo è possibile ; ma, confes-
siamolo, r evoluzione sarebbe per lo
meno curiosa.
Eliminati con un tratto di penna gli
autonomi, tolti all' opposizione i serbi,
modificati essenzialmente i croati, l'au-
tore dell'opuscolo offre alla travagliata
Dalmazia le beatitudini del paradiso.
Con un colpo di bacchetta magica, tutti
i parlili scompaiono, o, meglio, ne ri-
mane uno solo : quello che dovrebbe
rendere i suoi deputati acquiescenti alle
vedute del conte ministro. Se le uto-
pie dell' opuscolo diventano le realtà
di domani, potremo gridare col Ferra-
villa: — Oh, che bella'fefta! Oh, che
bella fefta!
Il Giornale Vinicolo Italiano pubblica
quest' articolo, che noi riproduciamo nei
punti più essenziali, certi di far cosa
gradita a quanti in provincia s' inte-
ressano di viticoltura, argomento omai
di capitale importanza anche pei Dalmati:
Ija recente constalazione della fillossera in
alcun • località dei territori di Gorizia e Trie-
ste, e ia scoperta di altri nuovi focolari e cen-
tri infetti importati nella parto insulare e con-
tinentale di questa provincia dell' Istria, hanno
richiamato a giusto titolo 1'attenzioue dei vi-
ticultori delle limitrofe provincia italiane, se-
riamente minacciate per l'immediato contatto
dai territori viticoli conflaanti, e per le diu-
turne relazioni alimentate dai rapporti agricoli
e commerciali tra i rispettivi paesi.
A chiarire le notizie divulgate in proposito,
e a porgere una più retta cognizione delle o-
dierne condizioni di queste provincie sotto 1' a-
speUo della questione fillosserica, gioverà per-
tanto di dare una fedele e succinta esposi-
zione delle reali condizioni di fatto qui create
dalle ultime esplorazioni fillosseriche; come
non riuscirà inutile accennare ancora ai prov-
vedimenti qui già attivati a difesa contro il
temuto flagello.
Che per le provincia viticole dell' Austria
lo stato presente della questione fillosserica
sia molto grave ciò risulta pur troppo anclie
dalle pubblicazioni officiali comparse su que-
sto argomento in questi ultimi tempi : talchi
nessuuo più potrebbe dubitarne.
Ma 8Q lo stato fillosserico nell' Austria era
già grave nel 1886, di molto venne poi a peg-
giorare nelle susseguenti annate 1887 e 1888,
coma è facile dedurlo dalle continua e sem-
pre più numerosa scoperte di nuovi focolari
d'infezione in località per 1' avanti del lutto
immuni.
Suir andamento della infezione nel volgente
1888 non si posseggono al presente che po-
che ed incomplete indicazioni. Queste però già
bastano a mostrare 1' incremento spaventevole
preso dal malanno, che nella ^trascorsa estate
ebbe ad infierire con una violenza non ancora
veduta in passato. Senza soffermarci a men-
zionare le stragi menate su quel di Pirano e
Isola, dove diede il crollo a molli vigneti che
avevano sopportato abbastanza bene gli ante-
cedenti assalU della fillossera, e il suo continuo
avanzarsi nelle opposte direzioni di setten-
trione e mezzogiorno, basti fare menzione del-
l' infezione scoperta nell'isola di Lussino, so-
pra ben 60 mila viti e su di un'area di oltre
660 eltaii, con sn-i indizi di una infezione
anteriore alla prima scoperta della fillossera
nella parte continentale dell' Istria, cioè al 1880!
Con la fillossera ai due estremi di Oapodi-
stria e Lussino, probabilmente anteriore al
18&0, e con 800 e più ettari di vigneti già
infetti, ripartiti sopra una estensione di circa
150 chilometri quadrati, l'Istria oggidì trovasi
dunque in condizioni punto migliori di quelle
dtiir Austria inferiore, della (Jarniola e della
Siiria, e deve accingersi ad una lotta disperata
per iscongiurare più gravi ed imminenti di-
sastri.
La lotta mediante i trattamenti d'estinzione
è — salvo in certi casi speciali — già da
parecchi anni abbandonata in Istria, nell' in-
terno delle zone infette di Pirano ed Isola,
dove ora si provvede ad esperimentare i trat-
tamenti colturali e si dà larga mano alla dif-
fusione delle viti americane.
Nè giova qui nascondere, che la speranza
di spegnere l'infezione non è punto il mo-
vente che induce a continuare, nei casi spe-
ciali su citati, la lotta coi mezzi estintivi ;
imperocché l'esperienza largamente fatta in
passato ne allontana purtroppo da siffatte illu-
sioni. Si continua, sia per non contrariare di
soverchio l'opinione del volgo dei viticultori,
che ancora protesta e reclama che pur qual-
che cosa si distrugga, quasi che questo sa-
crifizio espiatorio valga a placare i Numi fil-
losserici avversi ; sia per la lusinga di rallen-
tare in tal guisa l'inevitabile cammino del
flagelio e dare tempo al tempo.
Dopo una non breve perplessità e discor-
danza di pareri, l'opinione che finalmente ora
sorge poderosa e generale nei meglio avve-
duti è però tutta ed unicamente a favore delle
viti americane resistenti. E giustizia vuole che
qui si dica come l'Istria, la quale pure fu
tra le ultime regioni ammesse a fruire della
difesa offerta dalle viti americane resistenti,
oggidì già si schierò tra le prime ad affer-
mare con inoppugnabili fatti il valore di que-
bttì stesse viti con tanta perseveranza recla-
mate.
Ed, invero, per iniziativa del Consiglio a-
grario provinciale, furono già introdoUe in Pi-
rano ed Isola 20 mila talee di viti Riparia
selvatica, York-Madeira, Solonis e Kupestris,
ritirate direttamenia dalla Francia. Queste, cu-
stodite per un anno in vivaio, vennero poscia
distribuite gratuitamente, parte innestale colle
varietà più indicale pel luogo, e parta sotto
f irma di piante madri. Altre 4000 barbatella
delle varietà suddette attendono presentemente
r innesto nel vivaio provinciale di Pirano, al-
l'ogi^etto di servire ad erigere, nei principali
centri fillosserati, dei filari modello di viti a-
mericane innestate.
Questo Istituto agrario provinciale, d' altro
lato, mediante talee ritirate dalla Boemia e da
luoghi della Stiria notoriamente ancora im-
muni, da tre anni lavora indefessamente a
moltiplicare le vili Riparia, Solonis e York-
Madeira, delle quali già possiede un vigneto
di circa un ettaro nel Podere sperimentale per
la costa in Parenzo, in terreno immune, a
suolo argillo-ferrugginoso (terreno siderolitico
dei geologi o terra rossa) povero di calcare,
poggiante su roccia calcarea della formazione
cretacea superiore; ed un secondo vigneto nel
centro dell' Istria, in Pisino, a circa 300 me-
N. 77. ZARA, Mercoledì 26 Settembre 1889. Anno XXIV.
Associazione.
Per Zara fi. 8 anticipatamente, se-
mestre e trimestre in proporzione,
per T impero Austro-ungarico fi. 9,
semestre fi. 4:50 trimestre fi. 2:50
Per gli Stati appartenenti all'U-
nione pestale fi. 12 all' anno se-
mestre e trimestre in propor-
zione. Ter gli Stati non appar-
tenenti ali'unione postale fi. 8
e di più P aumento delle spese po-
stali, semestre e trimestre in pro-
porzione.
Un numero separato costa s. 10.—
Un numero arretrato s. 16.
IL DALMATA
Giornale politico, economico, letterario.
Dicevamo nei nostri ultimi numeri
alcune cose intorno alle scuole popo-
lari, rilevando e i doveri che devono in-
combere alle autorità scolastiche per
l'imparziale adempimento delie leggi,
e i diritti dei nostri consenzienti poli-
tici, alla difesa dei quali essi sono chia-
mati a vigilare. Ora vogliamo tenere
parola di vari fatti, che hanno attinenza
colle scuole medie, specie di quelli che
debbono tutelare la nazionalità dei no-
stri figliuoli e T incorrotta grafia dei
nostri nomi di famiglia.
Non è raro il caso in cui da parte
dei nostri amici vengono sollevati dei
lagni contro i direttori dei ginnasi e
delle scuole reali, i quali si renderebbero
responsabili di mutare arbitrariamente in
senso croato e la nazionalità e i co-
gnomi degli scolari, che accedono agi' i-
stituti da loro diretti. Ammesso che
tutti gì' italiani della provincia com-
piano il loro dovere di dichiararsi per
tali anche nell' ambiente ufficioso di
una scuola governativa, e che quindi
la statistica della gioventù studiosa rie-
sca sbagliata a danno nostro per catti-
veria degli avversari e nou per la so-
lita pecoraggine di certi eroi da ope-
retta, noi vogliamo oggi rendere av-
visato il pubblico delle leggi, che in
proposito esistono, e invitare contempo-
raneamente il governo a curare la loro
puntuale esecuzione.
Di questi giorni, sulle colonne del
giornale ufficiale, furono pubblicati da
parte delle direzioni delle scuole me-
die della provincia i soliti avvisi c rea
f apertura delie scuole medesime, e circa
le pratiche da farsi da chi voglia pre-
sentarvi i propri figliuoli. Ebbene, que-
sti avvisi non erano tutti concepiti allo
stesso modo, anzi differivano special-
mente in una cosa per noi di grande
importanza. Le direzioni di ctee sole
scuole esigevano che gli scolari di
prima iscrizione dovessero essere mu-
niti del nazionale, le altre di questo
documento non facevano parola. Que-
sto nazionale, secondo il nostro modo
di vedere, è un atto di molto rilievo,
perchè i genitori o chi no fa lo veci
dichiarano in esso quale sia la lingua
materna del futuro scolare; e questa
loro dichiarazione, firmata di proprio
pugno, è una prova palmare di ciò
che asseriscono, superiore senza dub-
bio a quanto essi possano esprimere a
viva voce al direttore all' atto della i-
sorizione, garanzia poi indiscutibile per
1' esattezza della matricola dell' istituto.
Ebbene, perchè in alcune scuole me-
die si esige questo nazionale, e perchè
in altre apparisce che esso venga tra-
scurato? Si fonda la presentazione di
questo documento sopra una semplice
pratica, o sopra una disposizione di
La presentazione del nazionale da
parte degli scolari è obbligatoria, per-
chè dipende da una ordinanza ministe-
riale. E se il trasportarne i dati nella
matricola è solo compito del direttore,
ogni capoclasse, al princìpio dell anno
scolastico, deve raccogliere i nazionali
degli scolari, e riportare nel giornale di
classe tutte quelle indicazioni, che da esso
derivano. Così ha dichiarato il mini-
stero medesimo in un recente volume
di leggi scolastiche. (Weisungen ecc.
pag. 50.)
Come avviene adunque che in alcune
scuole della provincia questa legge non
venga osservata? E se ì direttori non
Esce il mercoledì e il sabbato
la osservano, perchè non alzano in pro-
posito la loro voce i signori professori,
specialmente quelli che si dicono ap-
partenere al nostro partito? E se di-
rettori e professori non fanno in que-
sto riguardo il loro dovere, perchè il
governo non interpone la sua autorità,
e non fa in modo che la legge venga
eseguita ?
Noi ci limitiamo quest' oggi a segna-
lare questa irregolarità alle autorità sco-
lastiche superiori, sperando eh' esse si
adopereranno, affinchè sia tosto levata.
E sta anche nell' interesse dei governo
medesimo ch'essa venga tolta: per-
chè, offrendosi così a ciascuno un modo
positivo di manifestare e tutelare la
propria nazionalità, non potranno più
avere base alcuna le tante recrimina-
zioni in proposito, giacché ognuno o
si godrà il frutto del proprio civile co-
raggio, oppure dovrà attribuire a se
stesso le conseguenze della propria vi-
gliaccheria.
La legge però, provvida in tutto,
non protegge soltanto queste dichiara-
zioni franche e leali della propria na-
zionalità, ma toglie ancora tutte quelle
scappatoie, che possono in questa ma-
teria essere escogitate dalla paura e
dai soliti riguardi umani dei tanti pi-
pistrelli della politica. C' è infatti qual-
cheduno --e questa è la peggior ge-
nia dì uomini, che mai possa immagi-
narsi — che non ha la forza di dirsi
o bianco o nero ; ma, camuffandosi d'en-
trambi i colori, vuole essere croato ed
italiano ad un tempo, oppure tedesco
ed italiano. In tali casi non è permesso
ai direttori delle pubbliche scuole il
decidere sopra queste dubbie naziona-
lità; bensì spetta a loro il fare osser-
vare ai genitori degli scolari o ai loro
sostituti che debbono dichiararsi per
1' una o per l'altra delle lingue ma-
terne, da essi citate come indizio di
nazionalità. (Ofr. Marenzeller „Norma-
lien" I pag. 109 Nota).
Un altra questione per noi interes-
sante è la grafia dei cognomi. Molte
volte e in vari luoghi si è alzata la
voce contro il brutto arbitrio, introdotto
in qualche scuola media, di alierare
capricciosamente i cognomi degli sco-
lari a seconda del partito politico, a
cui appartiene il direttore dell' istituto.
Anche qui la legge parla chiaro e tu-
tela questo sacro retaggio degli avi
nostri, obbligando i direttori a ripor-
tare nelle loro matricole i cognomi de-
gli scolari in quella forma, sotto la
quale si attrovano nella fede battesi-
male. Spetterà quindi ai genitori il con-
statare se ciò avvenga in realtà. Ma
siccome certi ministri del Signore sono
più amici della politica che della mo-
rale, così all'atto dell'estrazione della
fede dai libri battesimali dovranno i
nostri badare che la grafia del cognome
corrisponda al vero, e non permettere
eh' essa sia alterata dal fanatismo di
un prete qualunque.
Questo noi volevamo far sapere e al
governo e ai genitori; al primo, acciò
imparzialmente s'adoperi per T esecu-
zione della legge, ai secondi, perchè
facciano rispettare i propri diritti. E a
questi ultimi noi ricordiamo ancora
questo, che cioè i buoni patriotti si
conoscono ai fatti e non alle parole.
Ohi ha paura di dichiararsi per quello
che è, perchè teme p. e. il rigore dei
professori, il brutto muso del suo capo-
ufficio, una promozione, un sussidio o
uno stipendio non ottenuti, non è per-
sona costui che possa stare sotto la
nostra bandiera; anzi noi preghiamo
tutti questi egregi signori di passare
con armi e bagaglio nelle file avver-
sarie, per non contaminare d'avvan-
taggio colla loro presenza le nostre.
Ivi avranno tutto quel ben di Dio, che
potranno mai desiderare.
Ma qualcuno potrà obbiettare : se an-
che le statistiche nelle scuole croate
riusciranno a nostro vautaggio, in quelle
scuole non sarà mutata perciò la lin-
gua d'insegnamento. — Può essere: ma
sarà almeno palese l'ingiustizia della
loro esistenza. E allora potremo dire
che questa ingiustizia non la si trova
solo p. e. a Pisino, ove c' è un gin-
nasio tedesco, quantunque due terzi
degli scolari sietio italiani ; nè solo a Go-
rizia, in cui parimenti al ginnasio te-
desco accede una maggioranza di stu-
denti italiani; ma potremo dichiarare
eventualmente la medesima cosa per
qualche città della Dalmazia meridio-
nale. E, nella peggiore delle ipotesi,
potremo chiedere al governo 1' istitu-
zione di corsi paralelli italiani, facen-
doci forti dell' esempio del ginnasio i-
taliano di Trento, a cui furono aggiunti
dei corsi paralelli tedeschi.
Voi probabilmente ci tornerete ad
obbiettare che chi comanda ci riderà sul
viso e farà orecchie da mercante di-
nanzi alle nostre esigenze, E sia pure:
ma allora la parzialità sua sarà pa-
lese, e convaliderà 1' opinione che a
tutte le nazionalità in Austria si dà
quartiere, fuorché all' italiana. E noi
constateremo questa anormalità con
animo esulcerato sì, ma sempre tran-
quillo, perchè dalia storia di tutti i
tempi abbiamo imparato questa verità
indiscutibile, che nessuna ingiustizia,
quanto quelle commesse verso i popoli,
producono prima e poi delle conse-
guenze deplorevoli.
Ancora alcune cose: e queste vanno
dirette al solo governo.
È vero che nelle scuole croate della
provincia Io studio delle lingue vive è
trascuratissimo, e che laggiù i più dei
docenti se la cavano dinanzi agli sco-
lari con questa trovata : La lingua slava
già la sapete, T italiana non occorre, la
tedesca V imparerete a Vienna? !
È vero che, nella foga.... delle
spiegazioni ex cathedra, alcuni profes-
sori ingemmano il loro stile di quelle
frasi popolari croate, che saranno gio-
ielli in certi luoghi, ma che sono por-
cherie belle e buone tra persone e-
ducate ?
È vero che la pronunzia della lin-
gua latina se ne va a Zara da Erode
a Pilato in barba alla grammatica dtllo
Schultz, che è il testo prescritto, e che
subito alla prima pagina avverte che
le consonanti leggonsi in latino come
in italiano, meno il t ed il nesso ph?
Noi non sappiamo proprio, se tutto
ciò sia vero ; il governo intanto s'in-
formi in proposito, e, se fosse del caso,
faccia il suo dovere.
t —-
LE POSTILLE
Panslavismo! Ecco il babau, V orco, il
lupo mannaro della politica ... conciliativa.
Il Wiener Tagblatt c' informa che un decreto
del Capitanato distrettuale di Macarsca ha
vietato lo scoprimento del monumento al
poeta Kacich-Miossich.
E sapete perchè ? Perchè quei signori del
comitato, invece di limitarsi a onorare il
poeta, hanno voluto dedicarsi una dimostra-
zione politica, facendo scolpire sullo zoccolo
della statua dodici stemmi slavi, più lo
stemma uno e trino del regno ideale che
sapete.
Tutta questa gazzarra araldica, d' un prò-
Inserzioni.
Le associazioni e gli importi di de-
naro, ili assegni postali si dirigano
all' amministrazione del "Dalmata»
in Zara. Chi non respinge il foglio
dopo scaduta l'associazione s' intende
obbligato per il trimestre susse-
guente.
Le corrispondenze devono dirigersi
affrancate esclusivamente al Redat-
tore. Le lettere non affrancate sa-
ranno respinte. I comunicati si in-
seriscono al prezzo di s. 10 la linea
Avvisi ed inserzioni a prezzo mode-
rato da convenirsi.
I manoscritti non si restituiscono.
tmneiato carattere panslavista, ha urtati i
nervi e ha determinato il divieto, che luogo-
tenenza e ministero confermarono.
Il sottoscritto, modestamente, si permette
di meravigliarsi della meraviglia dei supe-
riori. I croati di casa nostra, trattati sem-
pre a zuccherini e a ciambelle, avevano il
diritto di credere alla più illimitata libertà
in fatto di dimostrazioni.... statuarie.
Ed erano logici. Non vediamo noi, da
parecchi anni, le tricolori croate con tanto
di stemma del triregno? E queste bandiere
non son date al vento, liberamente, impune-
mente, in ogni ogni occasione? E se i sim-
boli panslavisti possono essere ricamati, o
dipinti, perche non possono essere anche
scolpiti? Lo scalpello non ha gli stessi di-
ritti dell' ago e del pennello <?
*
Evidentemente il governo s'avvede che i
protetti e gV imposti, nella sicurezza del-
l' impunità, hanno varcata la misura. Ieri
hanno espresso il voto pel distacco della
Dalmazia dal nesso cisleitano ; oggi stanno
per perpetrare un monumento a base ....
politica per un poeta che mai s' è sognato
di farla. Di che cosa, mio Dio, non saranno
capaci domani?
Noi, per programma, siamo lungi dall' ap-
provare ogni misura Imitatrice. Ma pur
non possiamo rimanere indifferenti u, queste
restrizioni, a queste resipiscenze del governo,
che, quasi ogni giorno, ha da esperimentarc
la verità del doloroso proverbio: dagli amici
mi guardi Iddio.... con quello che segue. * #
La politica della conciliazione b divenuta,
viceversa, la politica dell' irritazione. 1 con-
ciliati sono irritati; i gaudenti, in nome del-
l' eguaglianza nazionale, sono frementi.
Ed eccovi il menu politico d oggi.
Gli czechi sono irritati contro gli uffi-
ciosi per la leggerezza con cui trattano il
noto argomento dell' incoronazione.
I ruteni della Gallizia sono irritati con-
tro il governo e si preparano a un energica
opposizione in Dieta.
Gli slavi della Moravia sono irritati per-
chè si dicono trascuratissimi in linea di i-
struzione superiore e vogliono una univer-
sità czeca anche per loro.
II comitato esecutivo dei tedeschi dellat
Boemia e irritato per la nomina del conte
Thun, eh' è favorevole al progetto d' incoro-
nazione. E, non potendo ottenere dichiara-
zioni rassicuranti dal governo, il comitato
stesso mandò a monte le trattative pel ri-
torno dei tedeschi alla Dieta di Praga.
I liberali tedeschi sono irritati perchè il
ministero seguita a favorire le aspirazioni
slave e retrive.
Viceversa, i conservativi tedeschi sono ir-
ritati perchè il conte Taaffe va sempre più
allontanandosi dai loro principi.
Irritati gV italiani, irritati i croati, irri-
tati gli sloveni.... è un plebiscito, è una
torre Eiffel d' irritazione.
* *
E meno male se la claque urlante fosse
rinchiusa nei confini segnati per noi dal
Leitha. Il conte Taaffe, superiore a queste
burrasche, potrebbe ancora sfidarle. Ma, die-
tro ai tedeschi, agli czechi, ai polacchi, agli
italiani, agli sloveni, ai croati, si osservano
i magiari.
Avete veduto che gli ungheresi non pos-
sono guardare con indifferentismo orientale,
tutto questo imporsi di pretese, tutti questi
acri conflitti di nazionalità. Essi, più lon-
tani, vedono anche le cose con più perspi-
cacia. E prevedono che, per esempio, dopo
V incoronazione di Praga, ne verrebbe un' al-
tra : quella di Zagabria ; poi un altra an-
cora: quella di Cracovia.
Se si dà V offa desiderata agli czechi, i
croati esigeranno un eguale trattamento. Senza
parlare dei polacchi e di San Casimiro .....
L' avventura, certo, sarebbe delle più ca-
ratteristiche. La duarchia austro ungarica
si muterebbe prima in triarchia, poi in te-
trarchia, e, infine, in pentarchia.
Ciò, naturalmente, non può punto garbare,
alla discendenza di Arpad e compagni. *
* *
Sempre coerenti i Barnaba della Pulitik.
Quella officina di denunzie, quel laboratorio
di delazioni, quella fabbrica di spionaggi
mette le sue colonne al servizio dei croati
dell' Istria, dopo averle messe — è noto con
qual risultato — a servizio dei croati della
Dalmazia.
Anche in un recente carteggio da Parenzo
quel libello famoso accumula più delazioni
I. 93. ZARA, Mercoledì 20 Novembre 1889. Anno XXI?:
Associazione.
Per Zara fi. 8 anticipatamente, se-
mestre e trimestre in proporzione.
Fer l'impero Austro-ungarico fi. 9,
semestre fi. 4:50 trimestre fi. 2:50
Per gli Stati appartenenti all'U-
nione postale fi. 12 all' anno se-
mestre e trimestre in propor-
zione. Per gli Stati non appar-
tenenti all' unione postale fi. 8
e di più l'aumento delle spese po-
stali, semestre e trimestre in pro-
porzione.
Un numero separato costa s. 10.—
Un numero arretrato s. 16.
IL DALMATA
Giornale politico, economico, letterario.
Esce il mercoledì e il sabbato
Inserzioni.
Le associazioni e gli importi di de-
naro, in assegni postali si dirigano
all' amministrazione del „Dalmata"
in Zara. Chi non respinge il foglio
dopo scaduta l'associazione s' intende
obbligato per il trimestre susse-
guente.
Le corrispondenze devono dirigersi
affrancate esclusivamente al Redat-
tore. Le lettere non affrancate sa-
ranno respint e. i comunicati si in-
seriscono al prezzo di s. 10 la linea
Avvisi ed inserzioni a prezzo mode-
rato da convenirsi.
I manoscritti non si restituiscono.
DELL'ANNESSIONE
(Documenti e ricordi).
III.
Il 7 febbraio del 61 una deputa-
zione dalmata si presentava all' impera-
tore, pregandolo di devolvere la deci-
sione della questione, fatta sorgere dalla
Conferenza Banale di Zagabria, alla
prima Dieta dalmata. E, nei domandar
ciò, la deputazione rilevava che „le
storiche tradizioni ricordano rispettato
ed integro il nome dalmato sino dai
secoli più remoti, prima a fronte del
grande colosso romano, poscia nelle
secolari rivalità fra Veneti e Unghe-
resi."
In quest'incontro il Municipio di Zara
ringraziava in forma pubblica e solenne
i membri della deputazione, rilevando
che, con quell'atto, s'era trattato „di
tutelare e di difendere la dignità, il
decoro e il diritto, non già di una sola
città, ma di tutto il regno, eh' era mi-
nacciato di perdere la propria perso-
nalità."
E tutte le Comuni dalmate — allora
che erano ignote le spudoratezze croate
— furon concordi nella rimostranza
anti-annessionista al monarca. Ma allora
era pur viva e potente la idea dalmatica,
né pochi disgraziati non avevano an-
cora osato di snaturare il paese e di
gabellarlo per croato, valendosi di so-
perchierie incoraggiate, e, spesso, san-
zionate persino.
E, pur nel 60, il d.r Bajamonti,
quando riseppe aver la Croazia risve-
gliate le idee del 1848, s'adoperò a
dimostrare con lucente intuizion pa-
triottica quanto intempestiva e dannosa
sarebbe f unione della provincia nostra
alla Croazia. Bajamonti parlò rivestito
della carica di rappresentante del po-
polo : e nel popolo, che aveva coscienza
dell' esser suo e non voleva esser servo
a Croazia, destò entusiasmo. Il discorso
del d.r Bajamonti, primo e vigoroso i-
nizio di lotta, venne stampato in o-
puscolo.
Ma un altro opuscolo uscì in quel
torno di tempo, editore quel Morpurgo,
annessionista convinto a sè di tutto
ciò eh' è ed era speculazione. L' opu-
scolo s'intitolava : Considerazioni sul-
T annessione del Regno di Dalmazia a
quelli di Croazia e di Slavonia; e la
sempre solerte Voce Dalmatica pole-
mizzò con l'autor dell'opuscolo, scri-
vendo, fra le moltissime altre, questo
belle parole: „Dalmazia vuol essere e
rimanere Dalmazia; non è così vile e
smemorata d'apostatare all'essere suo ;
ma sostiene di non appartenere per nes-
sun diritto alla Croazia, nè Croazia vuol
diventareE poi, chiedendo all'autor
dell' opuscolo, che aveva alluso al se-
colare possesso dei Croati: — „Diche
possesso intende parlare ? Croazia non
ebbe giammai diritto sulla Dalmazia,
ma la prima come la seconda furono
soggette all' Ungheria e pur simile as-
soggettamento esclude diritto al pos-
sesso. "
E qui, di nuovo, sopraggiunge la
parola autorevole del Tommaseo, che
dedica un altro scritto ai Dalmati ; lo
scritto : Via facti. La Croazia e la Fra-
ternità. E qui pure, nella reverenza pel
Grande, non tentiamo di riassumere
f opera sua, ma di citar qualche brano,
bello e potente.
„Egli è un fatto — scrive Niccolò
Tommaseo — che la più gran parte
del piccolo regno di moto spontaneo,
prontissimo, dissentì dal confondersi con
1' altro regno, dimostrò di non ricono-
scere nè 1' utilità nè la soavità di co-
testa confusione E certamente se Ra-
gusa e se Cattaro sentissero sè Croate,
al primo cenno avrebbero allargate le
braccia correndo a Zagabria, e gri-
dando: mescoliamoci." E più giù:...
„Via facti! 1 principi più assoluti e
più risoluti interrogano o fanno le
viste di interrogare il volere dei po-
poli che ancora non hanno.... La Croa-
zia banale, dopo ricevuto il niego del
suo desiderio, lo afferra come un as-
senso, e conclude : appunto perchè non
volete è cosa fatta. Gli è certamente
uno sforzo d' amore impaziente ; ma il
matrimonio non ha a essere ratto, nè
l'amplesso strozzare." E, al capitolo
quarto: — „Non solamente i Dalmati
non sì sentono nè si sentirono mai
Croati, ma i Croati stessi non han dato
segno di sentirsi Dalmati se non adesso
che trattasi di un loro politico inten-
dimento." E, a proposito del famoso
diritto storico: — „Guai se una noti-
zia pescata nelle cronache del medio
evo, se un nome di equivoca signifi-
cazione, si facesse titolo a rimpasti po-
litici, e valesse a decidere il destino
di anime a milioni ! I Croati dor-
mirono dodici secoli ; e adesso s' ac-
corgono d' aver popolate le terre dal-
matiche e d'essere Dalmati!"
„Nè solamente per tradizione conti-
nua, e per tranquilla possessione, i Dal-
mati sono Dalmati; ma perchè, du-
rante i lunghi secoli che li tennero
dalla Croazia divisi, più che 1' Oceano
non divida Inghilterra da America, essi
col proprio sudore inaffiarono, col san-
gue proprio difesero e rivendicarono
il terreno da sè posseduto. Combatte-
vano per la Croce e per S. Marco,
combattevano per le proprie case e
famiglie, martiri e cittadini. In Dal-
mazia furono le ultime vittorie dei Ve-
neti ; 1' ultima linea di confine, che più
s'innoltrava nella terra tenuta dagli in-
fedeli, i Dalmati l'hanno segnata col
sangue. Questa è proprietà; qui non
ci hanno parte Croati."
Splendide parole, invero, e memo-
rabili, che dicono più di quanto si sia
detto di questi giorni suli' autonomia
nostra e sulla insussistenza delle pre-
tese croate.
I Dalmati — come abbiam detto —
avevano chiesto all' imperatore che la
questione provocata dalla Conferenza
Banale fosse risolta dalla nostra Dieta. E,
a manifestare in anticipazione qual fosse
il sentimento pubblico, il dì 7 aprile
1861, in cui s'inaugurò solennemente
la prima sessione dietale, andò pub-
blicata la seguente epigrafe, eh'è pur
documento notevole di quel tempo :
VI aprile MDCCCLXI — Giorno fausto
solenne — In cui — La Dieta Dalmatica
— Dal sovrano senno raccolta — In
quest' antichissima — Capitale del Re-
gno — Inizia — La grand'opera —
Che guarentire dem alla Patria — La
gloria del suo nome — La giustizia
dei suoi diritti — V indipendenza del
viver suo — Il beneficio — Di liberali
e provvide istituzioni. — Viva Dal-
mazia !
Nella seduta del 18 aprile, difatti,
all'ordine del giorno era pure la trat-
tazione di una proposta governativa
circa l'invio a Zagabria di deputati
dalmati per esaminare il quesito del-
l' annessione della Dalmazia ai regni
di Croazia e Slavonia. L'interesse per
assistere a queste discussioni era tanto
vivo da parte dei cittadini che il con-
corso fu invero straordinario. Le gal-
lòrie erano tutte stipate e pur v'erano
molto gentili signore. Approvato il pro-
cesso verbale della precedente seduta,
il presidente fece preleggere una mo-
zione del deputato d.r Galvani, colla
(juale questi dimostrava che la proposta
governativa non era d'accettarsi. Tre-
dici deputati annessionisti — tredioi!
— presentarono allora una protesta; ma
essa venne trovata incostituzionale e
quindi passata fra gli atti della presi-
denza.
Nel prossimo numero accenneremo
brevemente assai ai discorsi memorandi
che, da parte degli uomini nostri, ven-
nero fatti in questa solenne occasione.
Qui ne basti notare che la proposta
Galvani — fàtta eccezione, naturalmente,
pei tredici che si astennero — venne
accolta ad unanimità dai deputati vo-
tanti, in mezzo ai segni d'entusiasmo
suscitati da questa prima e magnifica
prova di dalmato patriottismo. E, ad in-
terpretare la soddisfazione alta dei Dal-
mati, andò pur stampata e largamente
diffusa un'altra bellissima epigrafe, in
cui era detto che la Dieta Dalmata,
di civile senno e coraggio, d'eloquenza
e dottrina mirabilmente animata, pro-
clamando a gran voce la dalmatica
autonomia, 1' aspettazione adempiva e le
speranze allegrava di tutto un popolo,
dell'avite sue glorie e del nome onorato
della sua patria custode geloso.
pMW*
La, fintai MI1 missioni sia
Bilia di Zagabria
—
a) Diritto storico croato.
(Continuazione, vedi Nr. 92).
Il deputato Gjurkovié dichiara che, secondo
lui, l'unica base dell' annessione sono le leggi
d«l 1868. La proposta Barcié sta su tutt'altra
base; essa non parla di diritti scritti, ma
si riporta unicamente al diritto pubblico e
nazionale. Qual'è però questo diritto? Forse
quello dell' epoca in cui nemmeno eravi Croazia
e Slavonia, ma unicamente Dalmazia, quale
provincia romana ? o dell' epoca in cui croati e
serbi scesero al litorale, e nella quale nem-
meno esisteva diritto pubblico, ma possesso di
conquista che si basava sulla rapina? o il
diritto dell' epoca, in cui Croazia e Slavonia,
quale regno, erano dipendenti dall' imperatore
bizantino? o del tempo in cui erano dipen-
denti dall'imperatore d'occidente? o dell'e-
poca, in cui Croazia e Slavonia ricevevano
corona ed ambasciate dal pontefice romano? o
dell' epoca in cui erano proprietà della corona
ungherese? E' il diritto pubblico dell' anno
1389, in cui il re della Bosnia Tvarko, dopo
la battaglia di Cossovo, conquistò la Dalmazia?
o quello dell'anno 1433, in cui il re Sigi-
smondo col trattato di Ferrara cesse la Dal-
mazia ai Veneti? Il diritto pubblico del prò-
ponente è forse quello che si basa al trattato
di Carapoformio del 1796, dopoché la repub-
blica veneta ebbe la Dalmazia per 363 anni?
o dell'epoca del possesso francese quando la
Dalmazia si chiamava Illiria? o quello da
quando 1' Austria come impero, dopo il con-
gresso di Vienna del 1815, si ebbe la Dal-
mazia e la unì all' impero come provincia au-
striaca senza alcun rapporto colla Croazia e
Slavonia? Di questi diritti sceglietene uno. 0
credete forse che il diritto pubblico possa com-
porsi come un conglomerato di più diritti pub-
blici, che si basano ora sullo stato di fatto,
che esisteva molti secoli addietro, ora su quei
trattati scritti, che casualmente trovate a voi
favorevoli ?
Comprende il proponente. Egli, probabil-
mente, pensa: io accetto come diritto pubblico
croato ogni diritto pubblico ed escludo solo le
leggi del 1868. Il suo scopo è d'ingrandire
più che sia possibile la Croazia. Tale scopo
come patriota è lodevole; ma allora che egli non
parli di diritto pubblico, ma di scopi di na-
zionale individualità. Egli cerca il diritto pub-
blico nel corso di 12 secoli, allo scopo di
tiovare più titoli che sia possibile a formare
l'integrità della Croazia, Slavonia e Dalmazia;
ma iuvece non vede che, se si allontana dalle
leggi del 1868, non può nemmeno parlare
della Dalmazia. Senza riandare l'epoca dei
primi bani croati, e della quale nulla si sa di
positivo, nè quanti fossero questi bani, nè fino a
= dove si estendesse il loro potere, nè quale fosse
MI loro potere, — l'oratore ricorda che già al
tempo dei re e dei bani croati esisteva la pre-
fponderante potenza bizantina e quella della
repubblica veneta, e che il cosidetto re Drzi-
slavo era patrizio dell' imperatore di Costanti-
nopoli; che la Croazia già nel 998 domandò
la protezione della veneta repubblica. I re e i
bani croati, anzi, sempre chiesero la protezione
ora dall' impero d'ofc dpntf, ora da quello
d' oriente, ora dal pontefice, ora da Venezia.
E' noto che nel 1076 ii re ungherese Colo-
mano s'incoronò a Zaravecchia, e che al con-
gresso di Crisevaz si stabilirono i rapporti fra
1' Ungheria e la Croazia ; sono note le lotte
colla repubblica veneta, la quale finalmente
nel 1438 si ebbe la Dalmazia, e non solo,
come si vorrebbe, le città, ma tutto il territo-
rio conosciuto sotto il nome di vecchio acqui-
sto; nel 1699 colla pace di Carlovitz ebbe i
distretti di Zara e di Knin conosciuti col nome
di nuovo acquisto, e finalmente nel 1718 il
cosidetto nuovissimo acquisto, cioè il territo-
rio da Sign a Macarsca. Questo era il dominio
veneto, che nel 1796 passò ai francesi.
Relativamente alla Dalmazia inferiore, l'ora-
tore ricorda la repubblica della Poglizza, fon-
data da emigrati boanesi e magiari verso l'un-
decimo Becolo, che per molti anni ebbe i suoi
conti di nazionalità magiara, e che cessò col-
1' occupazione francese nel 1796. Ricorda la
repubblica di Narenta, che esisteva prima della
venuta dei croati in Dalmazia, nella quale im-
migrarono poi i soli serbi, che assoggettarono
anche le isole di Brazza e Curzola. Ricorda la
repubblica di Ragusa, la cui esistenza data dal
settimo secolo e visse fino al 1796. Ricorda
la repubblica delle Bocche di Cattaro, che
stette sotto la protezione ora dei re serbi, ora
degl' imperatori d' oriente, ora dei re bosnesi,
ora della repubblica veneta. Ricorda che la
Poglizza, Narenta, Ragusa e Cattaro mai ebbero
qualsiasi rapporto sia eoi croati sia coi ma-
giari, ma erano indipendenti. Conclude da ciò
che, volendo basarsi al diritto croato dei de-
corsi 12 secoli, alla Croazia potrebbe appar-
tenere tutt' al più la parte della Dalmazia da
Zara a Spalato, e le altre parti dovrebbero u-
nirsi alla Bosnia-Erzegovina. (Dr. Brlié: —
Dica alla Serbia). 1)
Barcié nella replica, come prova del preteso
diritto storico, cita il trattato di Cettigne del
1525, e la prammatica sanzione del 1712. 2)
b) Programma del club croato dalmato
e proposta Barcić.
Miskatović, ricordando il programma pubbli-
cato dal club croato dalmato, osserva che lo
stesso partito nazionale della Dalmazia colla
sua azione dimostra di non avere la più lontana
speranza, che il desiderio dell'annessione possa
realizzarsi ; se ciò non fosse, essa non si sa-
rebbe decisa ad una manifestazione del club,
nella quale dice: che il partito nazionale è
pronto di chiedere in ogni momento oppor-
tuno, che il benignissimo Re, sulla base dei
diritti nazionali e scritti, confermati dalla sa-
cra parola di S. M., unisca ìa Dalmazia alla Croa-
zia e Slavonia. Esso avrebbe agito, seriamente,
ove avesse avuta la speranza che tale serietà po-
tesse condurre allo scopo. L'oratore afferma
invece: che dal ministero austriaco è sta-
to sconsigliato al partito nazionale tale
passo, e quel ministro, che diede tale consi-
glio, non lo avrebbe fatto se non avesse avuta
l'approvazione di S. M. É evidente quindi
che il partito nazionale della Dalmazia ritiene,
che a domandare 1' annessione bisogna atten-
dere il momento opportuno. Se ciò sia pa-
triottico, 1' oratore non sa.
Barcié. Dal programma del club croato dal-
mato deduce che la maggioranza di quella
Dieta sta ferma al diritto pubblico croato, ed
il suo scopo si è l'incorporazione della Dal-
mazia alla Croazia. Relativamente alla sua pro-
posta, dichiara che questa, se non ha altro me-
rito, ha quello di provocare una manifestazione
ufficiale da parte della Dieta dalmata.
Granzupano Kovacevié. E' convinto che
gli stessi proponenti non considerano seria la
loro proposta dell' annessione della Dalmazia.
Vogliono colla stessa guadagnarsi il tavore del
1) Da tutta questa discussione sul diritto pubblico
croato risulta che non uno dei vari oratori ha saputo
non solo defluire, ma neppur dimostrare l'esistenza dello
stesso; ma che invece esso non è ohe il parto del-
l'immaginazione di fauatici, che, per evitare di par-
lare di un diritto nazionale, inventano un diritto sto-
rico, che non esiste, nè ha mai esistito.
2) Atti pubblici di un* epoca, in cui la Dalmazia
di diritto e di fatto apparteneva alla repubblica ve-
neta. La Redazione.
Come ha poi fatto T on. CU ich ađ
invocare coatto la nazionalità italiana
di Dalmazia la leggio naturale della
evoluzione, che dovrebbe bensì a detta
sua annientarla, ma che perciò in
ogni caso ne suppone la esistenza, egli,
che tante volte ha negato ohe in Dal-
mazia nazionalità italiana esista? h.
Carteggi e cartoline
Una santa domanda.
Arhe, 15 decembre.
Altre Tolte vi ho falto ceDDO di una sap-
pUca che trentatre eapi-famiglia arbesi vole-
vauo preseDtare all' Ispettore scolastico pro-
viDciale, quando fu qui in visita ufficiosa,
onde r appoggiasse presso il consiglio di cui
fa parte. Cinque signori del paese s'erano
.presentati a lui onde consegnargliela, ma il
signor ispettore, udito che si trattava di riam-
mettere nelle nostre scuole qual materia d'ob-
bligo la lingua italiana, non volle neanche
vedetta, dicendo che ciò non istava nelle
sue attribuzioni. — Non sappiamo del resto
che cosa esso signore risponderebbe verbi-
grazia ad una deputazione di signori zaralini,
che gli chiedesse di prestarsi per l'introdu-
zione della lingua slava in codeste scuole po-
polari. C'è quasi da scommettere che almeno
si degnerebbe di leggere la relativa supplica.
Poco tempo dopo questo fatto abbiamo avuto
le note raccomandazioni dell'ispettore Danilo
alle nostre bambine, poi la famosa dichiara-
zione, circa 'a sua lingua d' ufficio, di questa
amministrazione dij pubblica beneficenza. Infine
hanno mandalo a dirigere la nostra scuola
popolare femminile una maestra, che afferma
di conoscere l'italiano, ma uou vuole parlarlo
per non profanarsi!
E' noto poi come alle più eque domande ri-
sguardanti la nostra lingua rispondono i signori
croati, e non già agli autonomi soltanlo, ma
ben snche a coloro che da circa un ventennio
liauDo sacrificato i loro sentimenti, per
seguir« gì'ideali politici proprio dell'onore-
vole Ciaich e compagnia bella!
L' onorevole Vidovich ha testé detto in
Dieta: ci si macella al grido di Bog i Hr-
vati, ed ò verissimo ; ma ciò non ridonda a
nostra vergogna. E' un vituperio invece per
noi quando ci lasciamo sedurre dalle arti i-
pocrite di certi avversari, che, quando non pos-
sono gettarci u more colla prepotenza, c' in-
dorano la pillola, fingendosi spasimanti per
la nostra lingua, finché ci traggono nella via
fatale, che ci conduce al più vergognoso dei
suicidi. L'esempio di Arbe insegni ai dalmati
tutti, che sono affezionali alla civiltà latina,
dove si arrivi coi mezzi termini, coi programmi
conciliativi, colle transazioni e che so io.
Ma ecco — per tornare al primo argomento
— la supplica, che si voleva presentare al
signor ispettore.
lll.mo signor ispettore!
Non è qui nostro intendimento di aprire
una discussione sulle disposizioni che dirigono
l'istruzione nelle scuole popolari, nè sui ri-
Bultati pratici che ne scaturiscono.
Nostro scopo è soltanto quello di compiere
un dovere imprescindibile come genitori e tu-
tori dei fanciulli e fanciulle chiamali alla frtj-
quentazione delle due scuole popolari di que-
sta città.
Nè abbiamo creduto di trovare opportunità
migliore di questa, in cui V. S. Illustrissima
si trova qui in visita officiosa.
Non vogliamo nemmeno, nè il tempo ce lo
permette, ripetere qui i mille argomenti mili-
tanli, falli valere in tutte le occasioni, ed atti ad
affermare, ciò che ogni dalmata scuote nella
propria coscienza, se anche occultamente, la
necessilà cioè di non togliere affatto dall' i-
struzione popolare la lingua italiana.
Qualunque sieno i nostri personali senti-
menti politici, noi sentiamo, quando si tratta
dell'istruzione dei nostri figli, che senza tra-
dire i loro principali interessi morali e ma-
teriali, non possiamo privarli anche della co-
noscenza della lingua italiana. Se il loro av-
venire ci sta a cuore più che un astratto i-
deale politico, che del resto nulla ha da te-
mere dalla lingua italiana, se non vogliamo
che un giorno i figli nostri ci rinfaccino
giustamente una trascuranza per essi dannosis-
sima — noi dobbiamo rispondere alla voce
interna della nostra coscienza.
Come stanno oggi le cose, i nostri figli, dopo
alcuni anni di frequentazione della scuola po-
polare, non possono essere preparati siè per
proseguire gli studi in una scuola media con
• lingua d' istruzione italiana, nò in alcuna
scuola di nautica, di commercio, di meccanica
e simili.
Che se perciò non hanno i mezzi o la in-
clinazione, ma devono semplicemente dedi-
carsi ad un arte o mestiere, anche in questo
caso il non sapere leggere e scrivere corret-
tamente l'italiano è per essi un nocumento,
cosi di rilievo e sicuro che non vi ha alcuno
che non lo comprenda, e il danno si aggrava
vieppiù quando essi debbano cercare il pane
fuori di patria.
Nessuno meglio dei genitori e curatori può
giudicare ciò che sia utile e necessario ai loro
fanciulli, e, prestando volonterosi il loro tri-
buto alle pubbliche imposizioni, hanno anche
il diritto che ai loro legittimi desideri si dia
ascolto nei limili delle vigenti norme costitu-
zionali e delle leggi fondamentali dello stato.
Relativamente anche per le fanciulle val-
gono i molivi fin qui esposti. Non si può
negare l'evidenza, che in Arbe, come in tulli
i paesi litorali austro-ungarici, si parla e si
senta l'italiano nelle famiglie, nei pubblici ri-
trovi, nelle botteghe, per le strade, dapertutto.
Quei medesimi fanciulli o fancidlle che fre-
quentano le scuole popolari ove non imparano
nemmeno l'alfabeto italiano — ascoltateli in
casa e sentirete che parlano l'italiano.
Quale danno, quale rossore, diciamolo fran-
camente, per una nostra giovanetta di 12, o
15 anni, che sorte dalla nostra scuola popo-
lare, e trovandosi in contatti continui con al-
tre ragazze, inviandosi in società, non sa leg-
gete una lettera e meno scrivere una linea in
italiano! E se desidera, come deve, perfezio-
nare un tantino la primitiva istruzione ed e-
ducazione, con buone letture bene dirette,
dovrà cercarle in altra lingua, non in quella
che ha parlato e che parla in casa, colle com-
pagne, e che sente da tutti lodata?
Spinti da queste considerazioni, noi sotto-
scritti, in qualità di genitori, tutori ecc. dei
fanciulli d'ambo i sessi soggetti alla frequen-
tazione delle due nostre scuole popolari, ur-
gentemente domandiamo, che l'eccelso i. r.
consiglio scolastico provinciale, mercè T inter-
posizione di V. S. I.ma e sulla base delle
informazioni attinte coscienziosamente sopra
luogo, in questa sua visita officiosa, disponga
che d'óra in poi in questa scuola popolare
tanto maschile che femminile sia insegnata
la lingua italiana come materia d'obbligo al-
meno tre ore per settimana in tutti i corsi.
Arbe, 12 aprile 1890.
1. Sebastiano Rismondo — 2. Giovanni d.r Lemes-
sich — 3. Antonio de Grazio - - 4. Giuseppe Fer-
rari Latus — 5. Luigi Predolin fu Michele — 6.
Giuseppe Tomassovich — 7. Giuseppe Tudorin —8.
Giovanni Battis',a Predolin — 9. Luigi Tonsa fu
Giovanni — 10. Luigi Zec di Giuseppe — 11. Giu-
seppe Kordieh-Janich — 12. Antonio Spa^atin — 13.
Giuseppe Todesehini — 14. Giuseppe Spaiatin —
15. Simeone Spalatin — 16. Paolo Sbisà — 17. Va-
lentino Stella — 18. Vinoenze Ubmiani 19. Giu-
seppe Murvar — 20. f Oroce di Marco Zec macel-
laio — 21. Antonio BastiaDcich — 22. Stefano Ton-
oié — 23. Giacomo Caldana — 24. Giuseppe Bacieb
- 25. Rosa ved. Zorovioh — 26. Bortolo Castellani
- 27. Pietro Dereljii — 28. Pietro Dobrillovich ~
29. Giuseppe Usmiani — 30. Marcich Matteo — 31.
V. CallocI lira — 32. Giuseppe Calloehira — 33.
Bastiancieh Giovanni.
Nnoiro ristoratore.
Spalato, 15 decembre.
Ci siamo! Il vecchio dalla barba di neve
(come ce lo raffigurano nelle strenne) l'in-
vi rno colle sue pungenti brezze che vi cer-
cano r ossa è venuto a trovarci. Non si scherza,
fa freddo. 1 più o meno attillati soprabiti han
ceduto il posto ai paltò ben imbottiti ; gli scal-
damani entrano in funzione. 11 termometro
segna zero gradi, qualche volta, specie di buon
mattino, anche sotto.
E si anela, ci si bea d'un raggio di sole;
si poltrisce beatamente fra le soffici piume.
A proposito di freddo e di piume, mi viene ^^
alla memoria un profondo apoftegma d' un '
vecchio celibe, mio amico, e restio alle catene
nuziali, che soleva dire : il freddo bisogna conci-
liarlo coir idea del matrimonio. Se avesse torto,
giudicatelo voi.
gabbato a aera s' aperse il nuovo restaurant
Grand" Orfeo, sito in Piazza dei Signori sopra
la sala omonima.
Elegante n'è l'ambiente. Buona la cucina;
molta comodità, e, quello che maggiormente
importa, il restaurant trovasi in una posizione
centrica.
Auguriam'o buona fortuna al suo proprietario.
liO scioccliezze del Xarodui Xiist.
Pago, 17 decembre.
Il Narodni List^ in uno dei suoi ultimi
numeri, ha un articoletto intitolato Na oprezi
dove, addimostrando la rabbia che prova pelle
adesioni giunte al comizio dall' intera provin-
cia, ha le seguenti parole:
Abbiamo veduto, p. e., che alcuni semplici
contadini da Sepurine e da Pago furono in-
dotti ad apporre la croce o la firma a fa-
vore delle scuole italiane a Zara, ad onta
che questi poveretti non comprendano una
parola cž' italiano, ad onta che non sappiano
di che si tratti, ne comprendano V impor-
tanza della questione.
Non stupisce che prete Bianchini abbia
il coraggio di scrivere simili cose, dacché è
noto il coraggio del Bianchini, specialmente in
questioni intime; ma ci stupisce che il par-
tito gli permetta di scrivere sciocchezze così
fenomenali da destare la generale ilarità.
Per Sepurine ci pensi il corrispondente da
colà, ma in quanto a Pago sappia don Gio-
vanni Bianchini che è precisamente il borghi-
giano paghese libero ed onesto che non vuol
saperne di croato ed ama ed apprezza la lingua
italiana ; sappia don Giovanni Bianchini che si
potrà croatizzare tulta la Dalmazia, ma Pago
rimarrà sempre fedele alla dalmata autonomia;
sappia don Giovanni Bianchini che gì' italiani e
gli slavi stessi di Pago non manderanno
giammai i loro figli in ginnasi croati come
non lo fecero sinora e mi spiego: gl'italiani
per amore della loro nazionalità e gli slari
perchè vogliono che i loro figli siano educati
in una lingua che li possa mettere nella pos-
sibilità di conoscere il mondo civile; sappia
don Giovanni Bianchini che Pago è tutta, dico
tutta, autonoma, in barba a mille proposte del-
l' ex italiano Klaich, salvo tre o quattro che
non lo sono per questioni ptsrsonali ; sappia
don Giovanni Bianchini che a Pago l'idea
croata non fece una linea di progresso... e così
potrei andare ancora avanti; ma non lo voglio
perchè è già sufficiente lo spazio che accordate
alle nostre corrispondenze: sappia soltanto an-
cora don Giovanni Bianchini che provocati
manderemo uq indirizzo in favore delle scuole
italiane coperto non di cinquanta ma di mille
firme dacché il paese è con noi e non con voi
rinnegati italiani.
Voi vi lagnate che furono firmate le adesioni
da gente che non conosce l'italiano? ma di-
teci in grazia: e da chi è composto il grande
vostro partito croato? chi sono i frequentatori
della vostra čitaonica? chi sono gli abbonali
del vostro giornale? Gente bisognosa che da
italiana — quando si era al potere — divenne
croata, per poi divenire turca se cosi lo volesse
chi comanda le leste.
Fuori i nomi dei nostri e dei vostri ? allora
vedremo quanti dei nostri non conoscono l'i-
taliano e quanti dei vostri non conoscono il
croato! Vedrete le cifre e vi faranno pian-
gere dacché la grandissima maggioranza d^i
vostri è italiana, che non conosce una parola
di croato; e se volete vi faremo noi i nomi.
È precisamente quello che noi abbiamo vo-
luto ; perchè i paghesani desiderano che le
scuole rimangano italiane; e così noi faremo
nuovamente onde il mondo civile vegga che
la proposta Klaich è stala così insensata da
far nascere proteste persino dagli stessi slavi
dalmati, i quali non sono tutti ancora così in
basso da poter ascoltare i suggerimenti d' un
Liubich, d' un Bianchini e simili.
Il nostro contadino non comprende di che
si tratta-, ma credete voi che nelle nostre file
ci sieno tali ignoranti come quelli che voi no-
minate a podestà, ad assessori nelle voslrs
Comuni? V'ingannate, don Giovannino mio.
Voi avete bisogno dell' ignoranza onde avere
un drappello di ciechi seguaci che approvino
le vostre improntitudini, chè altrimenti la luce
per voi sarebbe sinonimo di morte.
Un partilo cro;iio, eli.» h i pt-r capo un uomo
che nel 1852— come gli ricordò JRusticus nel
n.o 306 del Fanfulla — cospirava ; un partito
simile per vivere e sostenersi ha bisogno di ac-
coliti molto ciechi e mollo sordi.
E cosi chiudo, ricordando a don Giovanni
Bianchini di non provocare i borghigiani di
Pago, dacché questi, se sinora tacquero p<'r
amore d' una conciliazione, potrebbero all' oc-
casione perdere la pazienza, dacché slavi od i-
taliani, croati non lo saranno mai, autonomi
sempre ed amt^ranno la lingua italiana più di
quanto i cioati amino le quietanze.
Rispondeteci, se ne avete il coraggio.
Un paghese.
A tutta risposta.
Milnà, 15 decembre.
Al corrispondente locale ordinario del Na-
rodni List non dirigiamo la parola per mo-
tivi particolari. Speriamo che per 1' innanzi
egli vorrà astenersi di parlare di noi perchè
altrimenti pubblicheremo una sua biografia
quanto veritiera altrettanto interessante; e
poi non potrà oflendere che sé stesso. All'al-
tro e nuovissimo corrispondente locale dello
stesso diario, e che ha voluto sfogare un odio
cosi personale e poco onorifico per lui e per
il giornale che lo ha ospitato, non si potrebbe
rispondere che col solo disprezzo e col silen-
zio da parte nostra. Noi però gli perdoneremo
un sì volgare contegno, dicendogli qualche cosa
brevemente per non dimostrare la nostra con-
ferma.
L' uomo in generale deve pensare colla sola
sua testa, avere idee proprie e non temere la
pubblica opinione quando il suo operato è
conforme alle leggi e ai propri doveri di co-
scienza; quando ancora sia convintissimo e coi
fatti alla mano, che del suo modo di pensare,
almeno, vi sia un buon numero di individui,
e fra questi anche persone intelligenti, nei
paese ove abita. Questo è 1' uomo umanamente
felice.
Il croatismo in questa borgata ha pochis-
simo terreno ed ancor questo artificiale. Se-
minarvi r odio non giova quando la sua se-
menza è stata già sparsa da moltissimi anni
ed è in peifetto germoglio.
Uomini infelici si possono chiamare sola-
mente quelli che sono costretii di pensare,
parlare ed agire a modo altrui, che temono
ad ogni istante la pubblica opinione, che si
attaccano ai fianchi dei corrispondenti di gior-
nale per esserne illesi e ch»^, se devono lo-
dare qualcuno, fare qualche sacrificio o biasi-
mare pubblicamente qualcuno, non lo fanno
se non vi sia un mezzo diretto di interesse
vicino 0 lontano.
Infelici sono pure coloro che, trovandosi a
cognizione di molti e gravi disordini in una
0 nell'altra cosa, amano il più scrupoloso si-
lenzio per non dare adito ad altri di censu-
rare la loro condona talvolta inqualificabile e
sempre a danno del pubblico pagante.
Si vogliono attaccare poco dignitosamente i
raccoglitori di moltissime firme, avute senza im-
posizioni, senza promesse, senza cabale di
sorla, perchè il loro operalo sbugiarda quanto
ognora si declama che il popolo di questo co-
mune sia ormai redento da Croazia. Noi sap-
piamo che questo popolo è dalmate e di ori-
gine slava in una sua patte, ma sappiamo ezian-
dio che per i suoi rapporti commerciali col-
r Italia e col litorale Istro-Dalmato-Albanese
e la Grecia, egli si serve da più secoli della
lingua italiana, eh'è in molte famiglie la lin-
gua materna e la lingua ordinariamente usata
in tutti gli affari giornalieri nei quali è as-
solutamente indispensabile. I giornali italiani
vi sono letti a preferenza perchè maggior-
mente compresi. Queste sono palmari verità
che non potranno esser smentite.
I firmatari delle adesioni da questa parte,
al deliberato del consiglio comunale di Zara
dì innalzare un memoriale all'augustissimo no-
stro Imperatore per iscongiurare la slavizzazione
delle scuole medie di Zara, sono sempre giu-
stissimi nel concedere ad ognuno il suo, sono
concordi nell' asserire la necessità della lingua
e coltura italiana accanto alla salva, e perciò,
domandando che la lingua italiana rimanga
quale lingua d'istruzione nelle scuole medie
di Zara, espressero un desiderio tanto sem-
plice che non può offendere alcuno e ten-
dono per soprapiù di giovare a sé ed agli al-
tri. Colle loro firme numerose — fra le quali
quelle di quattro consiglieri comunali — non
si dichiararono perciò né autonomi, nè annes-
sionisti, ma puramente uomini di senno e di
considerazione, che devono riscuotere l'applauso
di ogni spassionato.
Chiediamo al secondo corrispondente il mo-
tivo per il quale egli teme delle semplici ade-
sioni. Se egli sente così forte il suo partito
perchè dimostra, coli'inquietarsi, di temere?
Temendo, forma da sè solo la più bella con-
clusione.
Varie cose.
Ragusa, 16 decembre.
Di questi giorni fu compiuto il ristauro del
famoso poriico del cosidetlo palazzo Sponza,
opera monumentale del tempo di Leone X.
Esso è riuscito sotto ogni riguardo com-
mendevolissimo, e però vogliono essere lo-
date le prestazioni dell' esimio architetto, l'in-
gegnere Leonardo d.r de Benvenuti, che ne
dirigeva il lavoro.
E ben può dirsi che dopo l'abbandono in
cui giacque per tanti e tanti anni, sotto l'in-
gombro di inutili balaustrate di ferro, colle
quali trenta anni fa si volle coronarlo, appena
adesso si possono rilevare i suoi veri pregi
artistici.
11 nostro iotendente princip«» Alessandro
Lodzia Poninski venne nominato ciambellano
di Sua Maestà ed io questi gioì ni ha prestato*
il giuramento nelle mani di S. E. il signor
luogotenente.
Ai 15 del con. mese è morto l'i. r. con-
sigliere di luogotenenza in pensione Giovanni
Coporcich, vivamente compianto da lutti.
Per l'ukase.
Bencovaz, 16 decembre.
Anche il nostro Comune, capitanato dal
grande patriota croato Pietro Novaeovich, volle
aderire alla proposta Ciaich. Quel Novacovich
che, se può dirsi persona civile, deve attri-
buirlo esclusivamente alla lingua italiana.
Ma sin qui nulla di straordinario, dappoi-
ché il nostro Comune non poteva opporsi agli
ordini della Giunta.
Quello però che ha destato un vivo senso
di disgusto è stato il contegno degli assessori
serbi, i quali pure vi aderirono. Pareva dap-
prima che non volessero votare per tale pro-
posta, ma poscia, spinti da un tale di Zara, vo-
tarono coi croati.
CROJUCA
Camera di commercio. — Ieri sera
la nostra Camera di Commercio e d' Indu-
stria tenne una seduta, onde cooperare alle
manifestazioni legali per l'integrità dell' in-
segnamento italiano nelle nostre scuole medie.
Si trattò la questione dal vero punto di
vista della convenienza e del diritto, p^l ceto
commerciale, della istruzione in lingua ita-
liana. I traffici con Trieste, con Fiume, col-
r Italia, col Levante, si compiono, infatti, mercé
la sola lingua italiana, eh' è perciò assoluta-
mente indispensabile.
La Camera — nelle rappresentanze legali
del suo vasto circolo commerciale ed indu-
striale — convenne unanime nella proposta
di innalzare analogo Memoriale a S.M. l'Im-
peratore.
L'illustrissimo signor podestà — quale
mtmbro della Camera — ringraziò la presi-
denza ed il segretario della stessa per la no-
bile mozione, aggiungendo pure parole di
ringraziamento a due membri serbi della Ca-
mera, per l'atto di lodevole ed utile impar-
zialità, compiuto coir aderire alla proposta.
Da parte nostra encomiamo altamente la ef-
ficace manifestazione della Camera di Commer-
cio di Zara, che si aggiunge alle tante ed
eloquenti dimostrazioni di adesione e di plauso,
avute qui e nell' intera provincia, a favore di
un nostro secolare diritto civile.
Restituzione. — 11 denaro del gruppo
locale del disciollo Fro Patria venne dall'au-
torità politica restituito al dr. Giorgio Nachich
de Osljali, il quale lo inviò al dr. Cofler di
Trieste per 1' opportuna destinazione.
Decesso. — Abbiamo appreso con vero
rammarico il decesso, avvenuto il dì 15 cor-
rente a Ragusa, del consigliere luogotenenziale
in pensione Giovanni Coporcich. -
Onesto e zelante funzionario, non fece mai
transazione con la propria coscienza, rendendo
omaggio unicamente alla legge. Ottimo pa-
triota, fu operosissimo, negli ultimi anni, a
vantaggio della nostra causa.
Alla sua benedetta memoria consacriamo
un affettuoso pensiero; alla egregia gentildonna
ed ai figli, che piangono il marito ed il padre
esemplare, inviamo le nostre condoglianza
sentite.
Ancora sulle elezioni dalmate.
— In seguito alla discussione che ebbe luogo
alla Camera dei deputati relativamente alla
verifica delle elezioni Massovcich e Supuk,
tulli i giornali di Vienna si occuparono delle
stesse. In tutti una sola è la conclusione, di
riconoscere cioè l'anormalità, colla quale si
Anno XXYI. ZARA, Mercoledì 30 Settembre 1891. Numero 78.
ASSOCIAZIONE.
Per Zara fior. 8 antieipatamènte, «emestr® « tritnestra in proporzione.
Per l'Impero Austro-ungarico fior. 9, semestre fior. 4.50, trimastre fior. 2:50
Per gli Stati appartenenti ali'Untone postale fior. 12 all'anno, semtstr« «
trimestre in proporzione. Per gli Stati non appartenenti all'unione postale
fior. 8 e di più l'aumento delle spese postali, semestre e trimestre in
propor/à^ne.
Un numero separato eosta soldi 10. — Un numero arretrato soldi 16.
Giornale politico, economico, letterario,
Esce il mercoledì e il sabbato.
Ufficio di Redazione in Casa Trigari - Piazza-dell'Erbe. ^^^
INSERZIONI.
Le associazioni e gli importi di denaro, in assegni postali, si dirigano
all'amministrazione del DALMATA in Zara, «hi non respinge il fogljo dopo
seaduta 1' associazione s'intende otabllgato per il trimestre susseguente.
Le corrispondenze devono dirigersi affraneate escUsivamente al redat
tore. Le lettere non affranoate saranno respinte. I «omtnieati «i Inseriscono
al prezzo di soldi IO la linea, «arattere testino. ITTÌJÌ ed inserzioni a prezzo
moderato da eonvenirsi. — 1 manosoritti non si resiituiseoDO.
DOLENTI NOTE
Tutte le «azioni hanno eguali
diritti, ed ogni singola nazione
ha l'inviolabile diritto di con-
servare e di coltivare la propria
nazionalità ed il proprio idioma.
La parità di diruto di tutti
gl'idiomi del paese nelle scuole,
n^gii uffici e nella vita pubblica
è riconosciuta dallo stato.
Nei paedi, in cui abitano diverse
nazioni, gì'instituti di pubblica
istruzione devono essere rego-
lati in modo, che ognuna di que-
ste nazioni trovi i mezzi neces-
sari per ÌBtruiisi nel proprio i-
dionia, senza r obbligo d'impara-
re un altro idioma del paese. § iS
della legge fondamentale del 21
decembre 1867.
Nulla di più chiaro, nulla di più
santo e di più consono alle leggi di
Datura e a quelle della più rigorosa
giustizia.
Tutti i funzionari dell'antiministra-
zione dello stato, prestando il giura-
mento di servizio, devono giurare e-
ziandio di osservare inviolabilmente le
leggi fondamentali dello stato (§. 13).
In un impero costituzionale lo leggi
fondamentali formai' devono la base
d'ogni potere, nonché l'orbita delle
rispettive attribuzioni; fuori delle quali
basi ed orbite, ogni operato deve ne-
cessariamente ritenersi illegale, irrito
e nullo; ed eventualmente anche pu-
nibile. Altrimenti coteste leggi sareb-
bero una superfluità, o un tessuto
d'inganni. Ma il supporlo soltanto co-
stituirebbe un insulto al legislatore;
come, effettivamente, coiitituisce un in-
sulto alie suddette leggi ed al legisla-
tore stesso li non adempirle invioja-
bilmente. Tutti i sofismi, di più o meno
onorevoli rappresentanti, non varranno
mai a inderioiire questa verità, rigo-
rosamente logica.
Ora si domanda. Se ogni singola
stirpe ha l'inviolabile diritto di con-
servare e di coltivare la propria na-
zionalità ed il proprio idioma; con
quale diritto, in forza di quale legge,
in forza di quali poteri extra-custitu-
zionali, l'onorevole maggioranza della
Dieta dalmata va distruggendo ol'au-
tonomia e le nazionalità e le lingue
di questa provincia?
Per essa, i dalmati non sono più
dalmati, ma croati; per essa la lingua
slavo-dalmata, che è il dialetto serbo-
bosniaco, purificato, perfezionato e ri-
dotto a testo di lingua slava da dotti
scrittori dalmati, speciaJmente ragusei
— come fu del dialetto toscano per
la lingua italiana — venne, in con-
traddizione alla legge., sostituita dal
gergo croato, estraneo alla Dalmazia,
rozzo, impuro o selvaggio al pari dei
paesi da cui deriva. E la lingua ita-
liana, lingua di tutte le scuole, lingua
uttìciale, lingua di tutte le città dal-
mate, di tutto le isole, di tutti i paesi
rivieraschi e di tutte lo persone colte
e civili ovunque esistenti nella provin-
cia, venne barbaramente soppressa nelle
scuole, 0 studiosamente riUuita a tali
estremi, che rari sono i giovani no-
stri, studenti in scuoio croatizzate, i
quali, anche dopo terminata ^a loro
educazione, sappiano scrivere bene e
regolarmento una lettera famigliare nel
proprio idioma materno. Nè ciò ba-
sta; ma, con accanimento appena cre-
dibile, ed a preferenza di tutti gli al-
tri compiti, si volle onniiijamente pre-
ferir quello di distruggere questa, che
è la più dotta e la più beltà delle lin-
gue, e sostituirla dal croato iinguaggio.
All' attuale maggioranza rivolgo que-
ste domande, noto essendo che, quando
quella maggioranza era in mano degli
autonomi, dei veri, leali ed onesti dal-
mati, cioè, l'idea dell'annessione alla
Croazia e quindi quella di questa bar-
bara spogliazione, orano sempre ener-
gicamente respinte.
Senouchè, un giorno lontano, il ti-
mone del governo passò dalle mani
dei tedeschi liberali in altre mani; e
vi fu chi. fornito di talento naturale e
d'Influenza, conobbe qui tosto tutti coloro
che sarebbero stati capaci di tradire
la patria per salire al potere. Li com-
prò, li arruolò e li diviso nella pro-
vincia a seconda della loro capacità e
dei bisogni locali. Fra questi trovò
egli degli avventurieri istrutti e molto
più destri di lui; i quali, in breve,
riuscirono a dominare lui stesso od a
disporre a loro talento dei pubblici
poteri. Tutti costoro erano oriundi da
famiglie italianamente educate, italia-
namente, anzi in Italia stessa, educati
essi pure. Ed alcuni di essi avevano
esordito nella vita sociaìe con tali slanci
di liberalismo da arruolarsi perfino ai
voloDtaii di Garibaldi.
Questa nuova truppa, sempre pro-
tetta e resa onnipotente, si diede a di-
struggere tutte le comuni autonome,
insediandovi i croatizzanti. E, dove la
tirannide dei nuovi proconsoli non era
sufficiente a debellare il partilo auto-
nomo, s'impiegava la forza. E da qui
arresti arbitrari, maltrattamenti d' ogni
specie, collisioni, ferimenti e simili or-
rori, giammai prima veduti in Dalmazia.
Protestarono energicamente gli up-
pressi ; ricorsero, invocaron la legge,
la costituzione, la giustizia : fatica per-
duta! Le leggi fondamentali, i giura-
menti sulla loro inviolabilità, i sacri
diritti da tali leggi riconosciuti e san-
citi, tutto doveva essere sacrificalo. Fu
allora che i traditori delia patria, i com-
perati, ondo conservarsi \\pretiumprò-
ditionis, insorsero con tutte le cajzio-
sità leguleie, le sottigliezze e le frarudi
del loro mestiere, persuadendosi che,
per salvarsi, anzi per trionfare:
1.0 Si doveva negare l'esistenza della
nazionalità italiana e della sua' lingua
in Dalmazia.
2,0 Si dovea sostenere, che l'intiera
Dalmazia — meno gli autonomi, che, per
essi, si riducono a un pugno di laci-
norosi— è di sentimenti croati, e che
anela alla sua unione alla Croazia.
3.0 Si dovea sostenere e diffondere
in ogni incontro, su pd libelli, che
gli autonomi, sieno essi di nazionalità
italiana o slavo-dalmata, erano mmici
dello stato, felloni, pericolosi in sommo
grado e da tenersi sotto rigorosa sor-
veglianza.
I galantuomini, che avevano venduto '
l'anima ed il corpo all'influente indi-
viduo, erano riusciti più tardi a farselo
schiavo.
Ed invero: come si poteva fargli cre-
dere che in Dalmazia noo esista una
nazionalità di derivazione italiana, m(=n-
tre che egli, nella sua qualità, non po-
teva nè doveva ignorare che l'Austria,
nel prendere possesso della Dalmazia,
trovò che la lingua italiana tra ah im-
memorabili la Ungua ufficialo in tutto
il regno? che 1'Auslna stessa la con-
ferm'ò come lingua ufficiale e la con-
servò tale fino al giorno d'oggi? che.
sartbl>e stato un assurdo troppo ridi-
colo l'ammitture e conservare come
ufficiale una lingua, la quale'hon fosse
in uso e dominio? Come' fargli cre-
dere ciò, menlre egli, nelle sue visite,
doveva aver riconosciuto ohe in tutte
le città, le borgate, i villaggi riviera-
schi e le isolo, si parlava 1' italiano, e
che non vi tra persona colta in tutta
'a provincia che non lo parlasse p( r
tradizione e per consuetudine?
E come si poteva asserire a Vienna,
che la quasi totalità" del popolo dal-
mate bramava 1' annessione a Croazia,
mentre si dovea ricorrere alla forza e
all'arbitrio e alla violenza per croa-
tizzare un semplice ufficio comunale?
Con quale ardimento si poteva mentire
a Vienna che gli autonomi erano De-
mici dello slato, mentre essi altro non
invocavano, nè invocano, fuorché la
conservazione della loro autonomna,
della loro lingua e degli auiti loro di-
ritti, a tenoré dello leggi fondamentali
dello stato? Come mentire di contro a
•fatti e a verità così sfolgoranti?
Ma, pur mutati gli .uomini, i tradi-
tori della patria continuarono sen^crosta-
coli e con forza ognor crescente la loro
opera di distruzione e di servaggio della
Dalmazia.
Fra tutti i capi, si distingue per ca-
pacità e per zelo quel tale ex garibal-
dino, cui riuscì, fra le altre bravure,
di assassinare moralmente, calunnian-
dolo, il venerando patriota d.r Baja-
monti ; di emulare, di questi giorn', il
famoso Potemkin, convertendo, nell' ul-
tima visita di Sua Maestà, Spalato in
paese cioato, mascherandolo con colori^^
ed emblemi d'estraneo paese, come
quello convertiva i deserti della Russia
in paesi e città rigoglioso durante il
passaggio di Caitenna seconda per quelle
lande inospite, e che, dopo quel pas-
saggio, ridivenivan deserto, come Spa-
lalo ridivenne dalmata dopo la visita
imperiale; di far pubblicar« in argo-'
mento quella Starodrevna omelia sulla
prima facciata della Smotra Dalmatinska
del n.o 52; di esercitare di già il jus
haculi sopra i felici suoi- soggetti e di
attendere, come si dicy, di giorno in
giorno la sua promozione a vice-bano
delia Dalmazia. E perchè no? Quante
volte no-o si videro di quelli, che, in-
vece di essere caricati di obbrobrio,
sono" invece copeiti di titoli e digijià?
S'accorsero però codesti galantuo-
mini che colle maniere brutali si pro-
cedeva troppo a rilento ; risolsero quindi
di aiutarsi, pervertendo moralmente i
dalmati, e s'associarono per l'effetto
il sacerdotume croatizzante. Il quale,
barattato una volta il vangelo colla po-
litica, non si serve della religione che
per salire a cariche, ad onori, ad agia-
tezze di vita materiale; e, sopratutto,
per salire sul capo de' propri simili,
ondo condurli a loro piacimento ed
usufruirli.
Accorsero volonterosi alia chiamata
quei venditori del tempio (e faccio, na-
turalmente, le debito ^ 'cezioni pei preti
buoni, onore di Dalmazia nostra) e col
soccorso dei maestri, fabbricati nelle
officine create, riuscirono in brevis-
simo tempo a pervertire e ad inebetire
il basso popolo, specialmente quello
delle campagne, nonché la gioventù
inesperta, ed in modo speciale [»oi la
feccia sociale delle città, a lai sogno
da rendere persuasi : — l.o Che la
Dalmazia non è Dalmazia ma Croazia;
the essi, per conseguenza, non sono
dalmati, ma croati. —Che il nuovo
mistero, ad essi rivelato dal santo re
croato Zvonimiro, non deve essere di-
scusso, ma creduto ciecamente; e le
turbe impecorite a gridare : Amen sola
fides sufficit! — 3.o Ohe, secondo le
storie più veritiere, è accertato essere
stati i progenitori dej croati coloro che
distrussero Salona, Epidauro ed altro
nobili citlà latine costrutte in Dalma-
zia, e che, quindi, secondo il moderno
diritto croato, basato sopra questo fatto
storico, spetta agli attuali invasori della
Dafrwazia, quali discendenti degH anti-
chi, r esclusivo dominio, non solo de-
gli avanzf di quelle rovine, ma beuanco
delle amiche città, sorte dalle ceneri,
con tulle le altre, che a quei famosi
•frci non era riusc.'jo nè di distrug-
gere, nè* .di saccheggiare, né di deru-
bare, secondo il naturale f(?j'0 costume.
•—• 4.0 Che i diritti croati, a distin-
zione di tutte le altre nazioni^ della
terra, non vanno mai in prescrizione,
quando anche da migliaia d' anni fos-
sero stati perduti., e, per il fatto, p ù
non esistessero. — 5.o Che, secondo
un' altra rivelazione lor fatta, stava per
«ergere un grande e possente re-
gno croato colla distruzione completa
di tutte le altre razze e religion-, nes-
suna eccettuata ; e quindi si pregustava,
da quelle anime generoso, come in un
dolco sogno, la facile strage di tutti i
nemici, i saccheggi, le violenze, le ric-
chezze i tako dalje, E con ciò una
piena satolla d' odi e di desideri.
Questa ultima profezia, benché espressa
con cautela ed in senso enigmatico,
scosse più di tutte le altre la parte at-
tiva di quel partito, impaziente di emu-
lare le .gesta eroiche dei pretesi loro
proavi. — 6.0 Che, infine, per afFrtt-
taie il grande avvenimento, era in-
dispensabile si distruggessero, se^nza
riguardi é senza scrupoli, tutti, e tatto
ciò, che potesse impedirlo o ritar-
darlo.
Finalmente, quale segno di legame
sociale, i nuovi apostoli dellQ tenebre
composero la celebre formula Bog i
hrvati \ formola, come ben si vede, ri-
gorosamento esclusiva, che significa
l' esterminio di tutte le altre razze esi-
stenti ; formola che in tutte lo festive
unioni chiude i patriotici e provocatori
lor canti; formoia che basta da sé sola
a qualificare questa nuova razza d' in-
vasori.
Ridotti i veri dalmati, da un partito
cosi raccozzato, e coalizzato, il quale
dispone di quanto brama in provin-
cia, allo stato di rajà, T onorevole
maggioranza della Dieta dalmata crc-
detiu essere finalmente giunto il mo-
mento opportuno di dar loro il colpo
di grazia; e quindi nelT ultima sessione,
con un cinismo di cui soltanto quella
maggioranza è capace, sentenziò che i
dalmati rappresentati dalla minoranza
doveaiio essere assorbiti con tutti À
loro diritti dalla nazionalità rappresen-
tata dalla maggioranza appunto perchè
più estesa di numero ; appoggiando
questa condanna capitale ad una certa
evoluzione di leggi naturali, scoperta
dal proponente; le quali leggi in so-
stanza suonerebbero :, che siccome il
pesce grande per naturale disposizione
mangia il piccolo, così la nazionalità
croata, perchè più grande di numero,
dovea inghiottire l'altra, nazionalità
perchè più piccola.
Non si accorso però il detto natu-
ralista che il paragone qualificava stu-
pendamenle il partito da lui rappre-
sentato, dappoiché nel regno animale
soltanto i cannibali si pascono di carni
della propria specie.
E questo eresie venivano pronun-
ziate con una alterigia, con una pre-
potenza tale da far supporre non es-
serci più in Austria nò leggi, nò au-
torità, nè poteri da frenare ianta ti-
rannide. Questa prepotenza, infatti, scos-
se e rivoltò tutte lo anime oneste e
non vili a qualsiasi partito appar-
tengono,
Epperò si torna a domandare all' at-
tuale maggioranza dulia dieta daliuala :
in forza di qual legge calpesta essa il
suo giuiamento, o la sua solenne pro-
messa, che vale lo stes,so, di obbedire
•fedelmente alle leggi fondamentali del-
lo stato? In forza di quali poteri, ed
in vista di quali interessi, c'erca essa
con tanta insistenza di distruggere quel-
r autonomia del regno dalmato, che
gli fu riconosciuta e sancita dalle leg-
gi fondamentali coli' aggregarlo alla
cisleitania? Per quali scopi intende di
aggregarlo, o, meglio, di assoggettarlo,
alla Croazia, dalla quale aggregazione
abboire ogHi dalmato onesto? In forza
di quali leggi, in baso di-quali poteri,
trastorma essa, per modum facti, questo
regno in provincia croata, col tentar
di distruggere la lingua italiana? In
forza di quale legge, in base di quale
diritto, si credo autorizzata di decretare
r as.sorbimento delle minoranze nazio-
nali e rendersi con ciò esecutrice di
quelle tali evoluzioni della natura?
E in forza di quale legge o di quale
diritto la Ct?.'?.sorteria si credo autoriz-
zala d' innondarvO la Dalmazia di ban-
diere croate, esirant-e adatto a questa
provincia, facendo con ciò, hè^fe ^Jtóali
circostanze, un* sanguinoso insulto ai
veri cittadini della Dalmazia? Con
quale diritto, in forza di quali leggi,
avvilisce la bandiera dalmata e favo-
risce gì' insulti che le vengono fatti
dalla croatizzante plebaglia? Con qvwle
diritto, in forza di quali leggi, falsi-
fica, col mezzo de' suoi subalterni, le
liste elettorali e le anagrafi della pro-
vincia, affine di conservarsi al potere
e conseguire suoi fini non bene palesi?
In base a quali fatti si crede abilitata
di -calunniare di fellonia presso il
governo gli onesti e leali cittadini dal-
mati ? Con qual pudore, vi si domanda
in fine, .o signori, osate «negare l'esi-
stenza di quella nazionalità, la quale.
per sua disgrazia e vostra vergogna
eterna, vi diede i natali, e di quella
lingua, che vi diede il pano e il
sapere?
Il vostro procedere, onorevoli, ha
convertito il più pacifico dei popoli in
un serraglio, quasi, di belve feroci ; un
regno felice in una bolgia -infernale.
Gii odii fra le razze, fra le credt;nze,
fra i partiti sono all'estremo; la più
lieve scintilla susciterà un incendio.
E' uno spettacolo, unico forse nella
storia dello nazioni, ove la pratica sta
in perfetta contraddizione colla teorial
lufatti, rappresentanti, sortiti da abusi
di potere e da falsificazioni, giurano
inviolabile adempimento delle leggi fon-
damentali dello stato; ed operano in-
vece deliberatamente in contraddizione
a quelle leggi, a distruggere 1' autono-s
mia e la lingua d' una provincia.
Di questi fatti, che i soli croatiz-
zanti avranno il viso di bronzo di ne-
gare, non si ha il coraggio di enun-
ciare le conseguenze.
Dirò soltanto che ia custituzìone
cisleitana, posta in mano di simili ese-
cutori, fu la più grande delle disgrazie
che potesse toccare alla Dalmazia; e
che si sta ora compiendo, forse, l'ul-
timo atto della distruzione d ogni bene
morale e materiale di questo no-bilo
quanto infelice paese.
Al nostro deputato alla Camera e a
quella schiera di generosi, che inspi-
rarono le leggi fondamentali e che for-
mano il nobile corpo della sinistra
liberale, s' innalza una preghiera dai
deserti morali della Dalmazia; che
tornando, cioè, prossimamente al con-
siglio dell' impero, si adoperino stre-
nuamente a che venga ridonato 1' onoro
e la voltila obbedienza a quelle santis-
simo leggi. P, ich.
CONFESSIONI CROATE
Sotto questo titolo la Neue freie
Presse pubblica il risultato delle inter-
visto di un suo corrispondente coi capi
di tutti i tre partiti della Croazia. A-
vendo lo stesso un interesse anche polla
Dalmazia, constatandosi la ne.ssuna se-
rietà dell'agitazione, cke da noi si fa
col pretesto annessionista, troviamo u-
tile di riprodurlo anche poi nostri
lettori.
L'intervistante, premesse alcune con-
siderazioni sulle condizioni di Zagabria
e dell'esposizione, rileva: „Nel campo
dell' esposizione, al margine di un re-
cinto fiorito, si eleva una figura, ar-
tisticamente assai debolmente concepita,
del triregno. Una figura colossale, co-
ronata, della Croazia stende benedicendo
le mani sopra due più piccole figure,
la Dalmazia e la Slavonia. Intorno a
questa figura, illuminati a luce elet-
trica con accompagnamento di musica,
ed interne zuffe, furono portali in trionfo
gli esaltati annessionisti della Croazia
e gli ospiti della Dalmazia. Le autorità
erano invisibili, mentre il severo regi-
me Khuen-Hedervary, da qualche tempo,
si è fatto mite. Più non si confisca,
non si condanna, e la polizia a Zaga-
bria ha la più pacifica vita. Si gode
di questo cangiamento e si studiano le
cause. Dipende esso dalla cangiata si-
tuazione verso r estero, o da modificate
disposizioni a Budapest, o forse dal di"
visamento di concedere maggior libertà
d' h7À<jiiff al partito estremo^ onde col-
{' aiuto di questo annientare completa-
mente il eos'detto paitfi^» dell' Obzor o
Strossmayer? Nessuno può aaie una
risposta certa, ma del pari nessuna di
queste possibilità può dirsi esclusa. Le
opinioni dei partiti sono divise, più che
in qualunque altro luogo, in.quantochè
presso tutte le nazioni, per quatito pio-
cole, vi è sempre un punto a tutti
comune; presso i Croati lale baso di
patriottismo non esiste, — se si ecctt- ; ,
tui r antagonismo, in diversa grada-
zioni, verso gli ungheresi, che si ri-
scontra in tutti i partiti. Tale que- *
stione interessa tutti gii uomini politici
'C.
tonico-febbrifuga-ricostituente
-- Di somma efficacia nella POVERTÀ DI SANGUE e nelle consegruenti AFFEZIONI NEE-
VOSE neUa MANCANZA d'APPETITO e nei DISTURBI DI STOMACO, nonché nella DEBO-
LEZZA generale dell'organismo, specialmente delle signore e dei bambini. - IndispensabUe ai
oonvalescenti per riaquistare in breve tempo le forze esaurite dalle malattie.
Sostituisce vantaggiosamente le consimili specialità estere. — Preparasi e Vendesi nella
TRIESTE
Piazza Cavana FARMACIA SERRAVALLO TRIESTE Piazza Cavana
m
Trovasi pure in vendita-nelle Farmacie della Dalmazia.
FARMACIA SERRAVALLO
TRIESTE.
Casa eentrale di Medicinali, Prodotti chimici, Acque minerali, Specialità medicinali,
Oggetti di gomma elastica, Istrumenti chirurgici ecc. ecc. fondata nell'anno 1848.
Olio Verdine di Rìcino
preparato dal chimico farmacista J, SERRAVALLO in Trieste,
L^Olio di rieino, quando è p^r/g//o, è il migliore purgante che si
conosca — e fa bene!
L'Olio di ricino, quando non è perfetto, è un veleno — e
fa male !
Ii^Olio vergine di ricino ottenuto con particolare pi'ocesso
dal chimico-farmacista J. SERRAVALLO è quanto di più puro, di più per-
fetto si possa desiderare.
Questo ottimo purgante ottenne già il favore dei signori Medici e del
Pubblico, che lo usa già da parecchi anni con grande successo ed è divenuto
tanto popolare, che in ogni famiglia lo si tiene come cosa indispensabile.
Tanta fortuna dovea naturalmente eccitare la gelosia e l'avidità di
alcuni speculatori, i quali spacciano un'Olio di ricino, imbianchito artificial-
mente, ma cattivo e dannoso alla salute, illudendo la buona fede del pubblico
^^^^^^^^^ coir imitare la forma delle fiaschette e delle etichette di Serra vallo.
—'"'^^ÌÌHÌI^ salvaguardarsi da tali dannosissime imitazioni il pubblico dovrà por mente:
7." Che la boccetta sia della forma precisa del presente disegno e che porti in-
crostate nel vetro le parole: J. Serravallo-Trieste,
W Ohe sulla capsula metallica vi sieno pure rilevate le parole J. Serravallo-
Trieste ed il monogramma,
111." Che la eiich^tta^ che rappresenta la pianta del ricino^ sia attraversata dalla
firma ^ in color rosso.
7F.'' Che ogni boccetta sia munita di relativa istruzione, sulla quale si trovino
pure stampate la firma del produttore e il disegno della boccetta,
N, B. La boccetta piccola contiene 30 grammi, e la grande 45 grammi di OLIO VERGINE.
Estratto di vino
||Per l'islaotanea produzione d'un distinto
vino sano,-ci)« non può dislinguorsi dal vino
nalarale, io raccomando questa rsperiinen-
tata iipfcialità.
Prezno per 2 Kilo (sufficiente per 100 litri di vino)
5 flor. 50 sol. La ricetta rieno unita gratis, lo ga-
rantisoo otMmo effetto e sano fabbricato.
Eisparmio di spirito
si otliecp colla mia insuperabile essenza
rlnforzatlTa per acquavite; essa dà alle bi-
bite un gusto grato, piccante, e sì può aver«
soltanto da mt>.
Prezzo flor. 8.60 h1 ki ò (per 600-10(X) Litri)
inelosi^smentf all'istruzione di usarl».
(iP" Oltre questa specialità io offio tutte
le essenze ptr fabbricazione di Bnm, Co-
gnac. Liquori fini, ecc. di insuperabile bontà.
BiceitK si aoiscoDo gratis. Prezzi correnti
franco.
Karl PhiUpp Polak,
Fabbrica di specialità in essenze a Praga.
Si cercano capaci rappresentanti
ua VCilUCiOl a mite prezzo, un torchio
da stampa in ferro a mano di vecchio sistem«,
del loiwalo di earU reale.
XXXXXXi
Ai sofferenti
di debolezze di petto, di stomaco, bron-
chiti, tisi Incipiente, catarri polmonari o
vescicall, asma, tosse nervosa e canina sì
possono guarire coJJ'uso delie
Pastiglie di Catrame
preparate da P. PRENDINl farmaci-
sta in TRIESTE, li grande uso che
si fa oggidì di Preparati di Ca-
trame m'indusse a confessionare col
^ vero Estratto di Catrame di Nor-
w Tcggia delle eccellenti Pastigli« ad
^ uso di quelift che vengono importate
dali' «stero. Queste Tastiglie possedono
Itì slesse virtù dell' acqua e delle Cap-
sule di Catiarae, sono più facili a
prenderai e ad essere digerite e si
vendono a un prezzo molto mite. Ad
evitare le contraffazioni ogni pastiglia
porta timbrato da ana parte il nome
del preparatore PBENDINI e dal-
l'altra la parola CATRAME. Si ven-
dono in TRIESTE alla /armaci» PREN-
DICI in scatole a soldi 40 e si tro-
vano in tutte le primarie farmacie
d'ogni paese.
rOOOpOGDCXX:
Da vendere una nuova macchina pneumatica, a Spalato!
Per informazioni rivolgersi alla redazione de
Dalmata,
Ramo oggetti di galanteria
per la vendita di un articolo, ch<^ è patentato
'a Austria Ungheria ed in Germania e che
presto diverrà una necessità per ogni locale
pubblico e per ogni casa, si cercano case so-
Ude che vogliono assumersi con impegno la
vendita proficua. Offerte con referenze, da in-
dirizzarsi colla cifra „A. 110" a Rudolf Mosse
in Vienna.
Fabbrica dalmata
Polvere Insetticida
Bervaidì et C.ia
Gittavecchia — Dalmazia,
La polvere insetticida Bervaidi &
O.ia mica di puri e scelti fiori di cri-
santema efficacissima per distruggere
ogni sorta d'insetti come : cimici, pulci,
zanzare, baccoli, tarme, mosche ecc.
eco. Si vende ia barilli, casse, colli
postali ed anche in elegantissime fia-
sche da 20, 40, 60, 8Ó soldi v. a.
Rivenditori e grossisti ricevono sconto.
Per informazioni, prezzi e campioni rivol-
gersi alla ditta stessa.
:xxxxxxxxxxx5ocxxxxooo9cx:o<
FILIALE •ft-fta» M) mm m. mm I HLIALH
S£B£NICO (Dalmazia)
TRIESTE
TPiazza S. Giacomo 1
ELISIR STOMACALE
Approvato dall'i, r
RACCOMANDATO DA
CORROBORANTE
Autorità superiore
CELEBRITÀ MEDICHE
Preparato a ZARA (Dalmazia) da
ROMANO VLAHOV
Fornitore della Casa Reale Principesca di Lussigno a Parigi
Decorato col Busto di LIBERTADOR e premialo con le più đte distinzioni.
Questo liquore, che si prende me-
scolato con acqua, caffè, vino, the e
brodo, è composto di sostanze vege-
tali fornite di virtù salutari, il cui
effetto immediato si esercita sullo sto-
maco e sugli organi digestivi ; giova
mirabilmente alla purificazione del
sangue correggendo l'inerzia e la de-
bolezza del ventricolo, e stimolando
appetito. Esso purga leggermente, sof-
foca la verminazione nelle sue fonti
migliorando gì' ingorghi cronici del
fegato e della milza, e rende eompre
meno sensibili gli antichi incomodi o-
morroidali.
Preso giornalmente preserva dai mia-
smi velenosi, tanto provenienti dal-
l'aria malsana, quanto da contagio, o
epidemie, per cui è eminentemente
antifebbrile ed anticolerico. —
Quello che costituisce poi di questo
• liquore una specialità éel genere dei
salutiferi, e l'allontanamento in quelle
perniciose conseguenze alle quali van-
no soggette persone biliose e patur-
niose, che gemerano nell'umanità in-
finito numero di malattie.
DifFatti dopo qualche giorno l'indi-
viduo che fa uso di questo liquore
sente rinnovarsi le sue forze vitali
ed un senso di benessere generale
lo rendo contento, svogliato ed at-
^ivo.
Ogni fiasca viene munita di un li-
bretto a stampa contenente l'emporio
di attestati medici e privati nonché la
relativa istruzione per adoperare il
rimedio.
_ La mia Etichetta in tutta l'estensione fu protocollata presso l'I. E.
Ministero de! commercio ed industria a Vienna e divenne la mia marca di
fabbrica. "^KS--
MARASCHINO DI ZARA.
Liquore universalmente conosciuto e pregiato. La mia fabbrica Io produce secondo un me-
todo da me ritrovato, puramente di Marasche, saturandolo di profumo naturale, e d' un gradevo-
lissimo sapore.
Roob 1 Coccola
La mia distilleria, dopo lunghe e
faticose esperienze, ha potuto ottenere
dalle bacche di ginepro (particolar-
mente trattate) un eccellente Boob
Coccola che non solo si beve come
delicato e squisito ma serve anche come
ristoratore delle forze, agendo sui nervi,
sul cervello e sul midollo spinale rin-
forzando lo stomaco, recando vantaggi
me pure qualche rimedio contro i do-
lori intestinali e le flatulenze, essendo
eminentemente "diuretico.
Per riconoscere il genuino mìo Boob
Ooccola, del falsificato si badi che le
fiasche portino incisa l'iscrizione Ro-
mano Vlahov — Sebenico e sieno
munite della capsula col timbro a secco,
nonché d'una fascia di carta al collo
portante la firma genuina B. Vlahov.
i «
non pochi nelle stentate digestioni, co-
AVVERTIMENTO. — Vlahov, Elisir di Romano Vlahov, ed il Roob Coccola,
frutto di più che 25 anni di fatiche e spese e d'uso ormai mondiale hanno destato l'avidità dei
soliti imitatori e contraffatori che ingannando la buona-ifede del pubblico, smerciano fraudolente
mente dei preparati nulla assomiglianti che soltanto nella fiasca e nell'involto della stessa. Ad
evitare tali manifestazioni indegne d'ogni industriale e commerciante onesto si domandi sempre
il Vero Vlahov Elisir, ed il Vero Roob Coccola di Romano Vlahov - Zara, esigendo
la firma R. VlahOV l'impronta in vetro sulla bottiglia così purela capsula bianca munita del
relativo timbro a secco la fascia «1 collo portante la firma genuina R. Vlahov, e si respingano
altri prodotti, risultato d'insigne malafede e di turpe inganno. '•
Dirigere le Commissioni alla ditta: Romajao Vlahov, ZARA. :xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx: :xxxxxxxxxxxxx I xxxxxxxxxxxx
Istituto d'educazione e d'istruzione per ragazzi
„laria^^
(Istituzione di St. Maria)
in Graz, Grahen, Kirchengasse I.
Questo istituto fondato neil'anno 1858 si occupa:
a) dell' istruzione ed educazione di lanciulli, che per la loro età
sono obbligati di fnquenlare le scuole, impartendo loro tulte quelle
cognizioni che sono necessarie per poi entrare e frequentare con buon
successo le scuole medie (scolari delle scuole popolari);
b) dell'educazione e sorveglianza di quei ragazzi, che dopo d'a-
ver frequentato l'istituto, passano ad una scuola media, (ginnasio,
scuola reale) e ciò durante il tempo che frequentano le primo quat-
tro classi di detta scuola, impartendo anche, in caso di bisogno, cor-
repetizìone nelle materie scolastiche (studenti delle scuol.e medie),
Gli scolari delle popolari e quelli delle scuole medie formano
due sezioni del tutto indipendenti l'una dall'altra. Per ulteriori informazioni rivolgersi alla Direzione di questo i-stituto.
XXXXXXXXXSDOCXXXXXX
Per 3 fiorini
noi spediamo un finissimo abito di Lo-
den, 8 M.-doppia altezza, in generi di
moda, lisci, griggi, drappati, bruni, ed
anchrt in bei quadri o liste. Anche di-
rt^ttamente a privati a prezzi effettiva-
mente di fabbrica.
Furti! & Oor^e
Vienna I Marc-Aurélstrasse 3.
In provincia verso rivalsa o spedi-
zione anticipala dell'importo.
Le Pillole dei Frati
Purgative-Antieiiiorroidali .
e Depurative del Sangue
di P. Fonda farmacista in PIBANO
Si vendono in tutte le farmacie.
•i! 4® ^
.encomleranno gii eroi, ne- quali trovasi il'
yalore congiunto colla virtìl. La loro trom-
ba veridica celebrerà ne'secoli futuri le
inimitabili gesta del modello degli Eroi,
del GRANDE NAPOLEONE.
I Dalmatini con uio stile interes-
sante paleseranno delle fìsiche e morali co-
gnizioni utili ai costumi , all'industria, al-
la Patria, al Governo. La Dalmata gio-
ventù si fam'gliarizzerà colle belle lettere
non meno che colle operazioni dell' Alge-
bra e delh Geometria. Non più sembre-
ranno magici i caratteri di queste esatte
scienze , le quali avvezzeranno gli spiriti
a veder con precisione le cose, e ad. ap-
plicar tale piecisione all' altre scienze .
Non pili un'oziosa Morale s'aggirerà
intorno a frivole questioni; ma una toc-
cante § pratica Morale, indicandq le vir-
SAGGIO LETTERARIO
DI
ALCUKI GIOVANI SCOLARI
l>el Reverendissimo Sig* Canonico Arcidiacono
E VICARIO GEÌ^ERALB
DON GIOVANNI DOTT. SCACOZ
NEL CottECio DEI MAGHIFICO CONSIÒIIO DE' NOBIJ^R
DI S. LAZZAMO IN TRAU*
KE' UU'K GI0R.NI XXV. B XXVI. D'AGOSTO
MDCCCII.
'PVBB Licaro
ad esempio , ed emulazione della
DALMATA GIOVENTÙ'.
Incide - - Dimiiium fa^i, qui capit, hahst •
Horati de Arr. Poet.'
I N Z A R A )( MDCCCIIL
AI'FRTSSO DOMENICO FRACASSO.
Cm yJppvQvraione dell'Ecxdso Jmp. Ke^- Gin^ern*»
Io parecchie sere dell' inverno 1891-92 il
Buble e il Zamala rabarono dei lumi dagli a-
tri e pianerottoli delle case.
La sera del 25 marzo di quest' anno, V A- .
krap, il Bubie e lo Zrinski, provedutisi di un
pezzo dì ferro, ruppero una porta dell' ex Caffè
Stefania alla Biva Nuova; e, penetrati nel
locale, vi asportarono in più volte bicchieri e
bicchierini e una scacchiera, i quali oggetti
in gran parte vennero poi restituiti al pro-
primario dagli stessi acquirenti.
Infine il dopopranzo del 6 maggio, pure di
questo anno, 1'Akrap si introdussn io una ca-
nova della casa Petranovich-in Via dell' Ospi-
tale e quivi si tenn« appiattato fino a sera i-
noitrata. Poi, attraverso uj» finestrino, entrò
del negozio di Simeone Mestrovich, e da un
cassetto rubo oltre 50 fiorini, indi dì bel nuovo
tornò nel suo ' nascondiglio. Il Buble e il
Ciossicb, in quel frattempo stavano in sulla
via, in vedetta; e, quando avvisarono il mo-
mento propizio, che nessuno passava, diedero
il fischio convenuto, al qual segnale 1' Akrap
uscì, Il bottino venne diviso fra loro e in parte
nascosto n*i vari punti della città.
Tutti e sei . i ladruncoli furono riconosciuti
colpevoli dei reati posti loro a carico, J quali
pel solo Buble si qualificano a crimini, men-
tre per gli altri, attesa l'età inferiore ai quat-
tordici anni al tempo dei fatti commessi, seb-
bene di loro natura criminosi, si risolvono
nelle corrispondenti contravvenzioni ; e come
tali vennero condannati: il Buble, in conside-
razione che sedusse gii altri, a un anno e
mezzo di duro carcere, l'Akrap a quattro
mesi di reclusione in separato luogo dì custo-
dia, il Raucieh, lo Zrinski e il Zamala a un
mese, e il Ciossich a due settimane.
E' da sperare che le severe pene loro in-
flitte varranno a farli pentir del malfatto e
serviranno in pari tempo di eaiutare esempio
agli altri.
. E qui cade in acconcio di rilevare quanto
sia benefica, e degna d' incoraggiamento nelle
sue iniziative, la società per la tutela dei ra-
gaazi vagabondi; e di ricordare ancora una
volta ai genitori il sacro dovere di vegliare
con tutta diligenza sui figli, per risparmiare
loro il disonore e la dura esperienza del
carcere.
Signor G. Piccoli farmacista in Lubiana.
In seguito ai risultati di analasi chimica
certifico che lo „SCIROPPO Dì LAMPONE"
da lei preparato è un prodotto ECCELLEN-
TISSIMO.
Imp. reg. stazione sperimentale chimica fi-
siologicajn Klosterneuburg presso Vienna 21
dicembre 1891.
Il Direttore
Prof. D. li. Boesler
Sciroppo di Lampone, concentrato a va-
pore, filtrato e limpidissimo. Viene preparato
accuratamente eoi frutti aromatici delle Alpi.
— Una bottiglia del contenuto di un chilo-
grammo 65 soldi; bottiglie piccole a 35 soldi
I' una. Pesato, a 55 soldi il Cg. Viene spedito
in damigiane del contenuto di Cg. 3 1{2 di
sciroppo di lampone (pacco postale) a f. 2.33,
da 10 Cg. a f. 6.16, da 20 Cg. a f. 12.10,
da 40 Cg. a f. 24.20, inclusivo imballaggio.
Si spediscono campioni franchi a chiuuque ne
farà richiesta
che, con scienza e cuore, tentò .ogni mezzo
per istrapparlo alla morte. E — per le loro
gentili ed indimenticabili prestazioni -- si ab-
biano grazie riconoscenti e le famiglie Petras,
Roccamarich, Rohenbauer e il signor Damele
Petranovich e le signorine Marietta Silvestrich
ed Annetta Vincich e i signori Giovanni Be-
vilacqua e Niccolò Oluich.
Zara, 25 ottobre 1892.
Le famiglie Valenti e Kopfensteiner.
Tipografia Artaie.
Edit. e redat, responsabile Riccardo Forster.
Ricerco praticante
per la mia libreria, il quale abbia assolto, per
lo meno, 3 classi ginnasiali o reali e conosca
I' italiano, lo slavo e possibilmente il tedesco.
E. de Schónfeld, libraio, Zara.
Avviso.
Il sottoscritto si pregia di prevenire i nu-
merosi suoi avventori, nonché il P. T. pub-
blico di Zara e della provincia, che, dai giorno
d' oggi in poi, nel suo ben fornito deposito
di mobili, egli vende ogni articolo al puro
prezzo di costo, e ciò colle relative fatture
alla mano.
Zara, 26 ottobre 1892.
devotissimo
Leopoldo Kiswarday.
TÌq itoti fiora UD fornimento completo
U a VUliUtllD io raso da stauza da
ricevere. Stoffa gialla e legno dorato ; disegno
artistico. Rivolgersi, per informazioni, alla ti-
pografia.
MIGNON
CAVALLERIA RUSTICANA
I PURITANI
spartiti completi per pianoforte e canto o pia-
noforte solo, in vendita ed a nolo presso'
E. de Schónfeld, libraio, Zara.
Da collocarsi un capitale di
fior. 8000, od eventual-
mente una somma minore, o
anche maggiore fino a fior. J6.000f verso prima inta-
volazione di stabile in città.
Per informazioni rivolgersi alla ti-
pografia del nostro giornale.
E' pubblicata la 2.a edizione del
Consigliere per sani ed ammalati del
parroco Seb. Kneipp.
Vendesi presso E. de Schónfeld - Zara
a soldi 80.
Fratelli landel & Nipote
Banca — €ambio-valute
in Zara
— Filiale Catturo —
nella deficenza dei mezzi e nelle difficoltà
dell' esecuzione.
Spera che, assistito dall' onorevole consiglio
e dalle giovani forze che gli stanno a fianco,
gli sarà facilitato il suo compitola che non
riusciranno ad appagare i desideri di tutti;
ma ciò non deve disanimarli. 11 conforto lo
devono cercare nella coscienza di aver fatto
il possibile, senza curarsi delle dicerie, che
forse qualche volta ad arte si spargono per
denigrare la città. Si agisca; e non si badi
a ciò che si dice, allo scopo, forse, di creare
e il disamore e la svogliatezza. Non man-
cherà di dedicare tutte le sue forze al grave
compito, al quale dalla fiducia del consiglio
è nuovamente chiamato, sebbene le sue con-
dizioni fisiche esigau riposo. Prega di acco-
gliere queste parolo, che partono 'dal cuore,
come espressione del sentimento di affetto
e di lealtà, col quale cercò sempre, e cer-
nerà in avvenire, qualunque sia la posizione
in cui possa trovarsi, di giovare a questa
sua cara patria. Prega di esser ricambiato
di amicizia e di fiducia.
Le parole del primo cittadino di Zara sono
lungamente e vivamente applaudite e la se-
duta è sciolta.
Auguriamo al nuovo Comune, rinfrescato e
rinnovato, che in intima armonia di pensiero
e di azione prosegua securo ed energico di
conserva col nostro partito nella difesa sa-
cra dei diritti nostri nazionali e linguistici;
e battano con successo e d'accordo sempre
la via maestra dell'ordine e della dignità.
Pubblica violenza. — Da Sebenico
riceviamo questa notizia, che sta in rela-
zione con un trafiletto della K D.
„Il 22 ottobre 1 1892 alle ore 11 antime-
ridiane, nella stanza dell' i. r. capitano di-
strettuale, in presenza dì lui e di varie per-
sone, il capo della polizia locale Ante Supuk,
gridando e menando le mani in atto di col-
pire, minacciò il maestro delle scuole civi-
che signor Cristoforo Ourkovié, ripetendogli:
10 vi farò ammazzare; o credete voi, perchè
albanese, di non dovere aver paura di nes-
suno? Io vi farò vedere chi sia Supuk; io
vi farò impalare qui abbasso, in Pogliana.
E volgendosi all' i. r. capitano distrettuale :
Ella lo consigli di non sortire questa sera
di casa. Questi è quel Supuk, che, ripetuta-.
mente redarguito e poi condannato una volta,
quale podestà, ad una multa, per indecoroso
contegno in giudizio, dall' attuale i. r. giu-
dice distrettuale signor Raimondo Visich, fu
poi condannato, quale podestà, a quaranta
giorni di carcere da quell' inaccessibile giu-
dice, ora consigliere, signor Eugenio Celligoi.
Mai, come questa volta, l'i. r. capitano di-
strettuale ha 1'obbiigo di fare il suo dovere,
dimostrando che la giustizia e la legge sono
eguali per tutti.
I veri rappresentanti di un governo de-
vono reprimere le violenze da qualunque
parte esse avvengano. Le ingiustizie hanno
-sempre commosso e commuoverano il po-
polo. Sia dunque dimesso il podestà Ante
Supuk, che con tristi esempì ha distrutto la
secolare civiltà di Sebenico e siagli sosti-
tuito un gerente governativo. Così vuole la
pubblica opinione; così vuole la giustizia;
così vogliono i cittadini di Sebenico ; e il
governo nou terna di fare un' opera saggia,
che un' intiera città dalla sua giustizia ur-
gentemente domanda "
Elezioni. — Sono fissate per il giorno
17 novembre le elezioni per un posto di
deputato nel collegio Cittavecchia-Lesina.
Inutile ogni ammonimento: i nostri amici
di Cittavecchia, ne stiamo garanti, sapranno
trovar la persona che più favorevolmente e
'più .opportunamente si raccomanda per qua-
lità personali e per popolarità a raccogliere
11 maggior numero possibile di voti. Trove-
ranno le energie che costituiscono tanta parte
del passato patriotico di Cittavecchia.
Il posto rimasto vacante per la rinunzia
del d.r Spalatin, qualora . avesse regolare e
logico corso il procedimento elettorale, do-
vrebbe venir occupata dal nostro candidato.
Ai nostri amici non 1' ammonimento che sa-
rebbe superfluo, ma fio d'ora l'approva-
zione per 1' azione serrata e decisa che da
loro attendiamo.
=f Le elezioni suppletorie per la curia fo-
rese Dernis-Knin-Verlieca sono fissate pel 16
novembre.
Sulle elezioni comunali di Spalato,
ricche di. notevolissimi dettagli, un nostro
corrispondente scriverà nei prossimi numeri.
Per Carlo Dordi. — Ci scrivono da
Spalato, in data del 24 corrente:
„La notizia della morte di Carlo Dordi ci
pervenne soltanto coi giornali di Trieste.
Tosto venne diretto al municipio questo di-
spaccio : „Oggi soltanto pervenne luttuosa
novella. In nome dei connazionali di Spalato,
sascntti porgono, con cuore di fratelli, vi-
vissime condoglianze codesto spettabile mu-
nicipio per perdita illustre benemerito Dordi, "
Avvocato Cmdro — Girolamo degli Alberti
— Simeone de Capogrosso."
Altri telegrammi vennero pure diretti al
municipio di Trento dal deputato provinciale
d.r Salvi, dalla gioventù italiana di- Spalato
— con molte firme — e da alcune corpo-
razioni.
Si ricordava, in questa triste occasione, la
fratellevole solidarietà del municipio di Trento,
del compianto Dordi, e dei deputati italiani
alla Dieta d'Innsbruck, quando la morte ci
tolse Bajamonti. "
Per replezione di materia dobbiamo
sopprimere la solita rubrica politica. Così
sopprimiamo le pedanterie della Katolička,.
che cerca il pelo anche nell'uovo della nostra
ristampa.
Lega Nazionale. — La direzione
della Lega ringrazia per i seguenti importi
ricevuti: fiorini tre raccolti dai signori An-
tonio Voivodich, Giusto Andretta e Giovanni
Prencis in un gruppo d'amici ; fiorini cin-
que e cinquanta per onorare la memoria
della signora Eosa Locatelli.
= Ci venne consegnato da N. N. 1 fio*
rino, frutto d'una scommessa, e lo abbiamo
passato subito al gruppo locale della Lega.
Scommettete, scommettete e la Lega in-
casserà.
= Le oblazioni per la Lega si ricevono
^W Appalto Fogagnolo all'angolo della via
Larga. Aiutate tutti la Lega !
Il nuovo canonico. — Il canonico
onorario don Ercolano G.ampieri venne no-
minato canonico effettivo della nostra Basi-
lica Metropolitana.
La nomina venne appresa da tutti con
piacere perchè don ErColano, oltre ad es-
sere un sacerdote veramente esemplare, è
un saldo patriota, un buon figlio di Zara.
*A lui, e alla sua famiglia, le nostre feli-
citazioni.
Il nuovo segretario. — Appren-
diamo con piacere, che, nella seduta di ieri
a. sera della Camera di Commercio, 1' egregio
d.r Luigi Ziliotto venne nominato segretario
della Camera stessa, in sostituzione dei ri-
nunziatario avvocato d.r Giacomo Ghigliano-
vich, che però rimane in carica sino alla fine
dell' anno. E' un buon acquisto che fa la
rappresentanza commerciale, e ce ne. con-
gratuliamo con essa e col neo-nominato.
Il nuovo avvocato. —- Stamane, con
buon successo, fece l'esame d'avvocato il
d.r Simeone Petricevich, da Dernis, che e-
serciterà in quella borgata.
Congratulazioni.
Ad alcuni giornali d'Italia. —
E' un vezzo che dura da qualche tempo e
alle volte si ripete come a scadenze fisse.
Abbiamo avuto il conforto che molti dei
giornali del regno, quando avevano la no-
zione precisa dei fatti, e non parlavano così
a vànvera come si parla degli articoli di
moda o del tempo che fa, o dei frizzi ba-
lordi di Puntolini e di Livio Cianchettini,
hanno discorso dell' italianità della Dalmazia
con abbondanza di fatti e di prove non cam-
pate sulle nuvole. Abbiamo visto Ruggejro
Bonghi far giustizia piena e riconoscere da
pari suo con quanta tenacia nelle resistenze
e quanta fede nella continuità della tradi-
zione si lotti in Dalmazia per la conserva-
zione linguistica. Tutti quelli che sono ve-
nuti da noi, dal Marcotti a Pietro Sbarbaro,
da Pietro Sbarbaro a Giacinto Gallina, e che
hanno voluto vedere le cose come sono ve-
ramente al loro posto, ne hanno poi parlato
e scritto con veridica esattezza.
Pure, di quando in quando, come l' ornai
logoro oboe fuori di chiave, salta su qual-
che giornale a dir degli spropositi che se
venissero da altra parte farebbero ridere.
Invece che ne deriva? I nostri avversari,
che per i primi ne conoscono l'insussistenza,
se ne fanno belli e' li gridano sui tetti.
Giorni fa sul caso Ivanovich la Gazzetta
di Venezia, non si sa perchè, stampò un'in-
sinuazione storicamente destituita d'ogni
base coli' aggravante d' una Sciocchezza come
giunta alla derrata. La Perseveranza poi si
fa citare dal Narodni List, poco allegro
ono're, come pezza d' appoggio, come si di-
rebbe in un linguaggio sciaguratamente cu-
riale, per negarci 1' italianità. Se molti gior-
nali italiani hanno della Dalmazia quella
conoscenza geografica che Omero aveva
della America, stiano cheti e non vengano
a porre le mani nel bucato nostro, che a
risciacquarlo ci bastiamo noi. Ci si dirà che
l'ignoranza di pochi non cambia un pelo
della questione, e che le cose restano quelle
di prima. D'accordo; ma è pure irritante
per chi lotta da anni a dover ingollare sia
pure a intervalli lunghissimi delle corbel-
lerie così marchiane. Ed è perciò che una
volta almeno ne sarà permessa la protesta
contro giudizi trinciati così alla leggiera
senza cognizioni di fatti, di uomini e di cose.
Sono stonature singole ed isolate, ma anche
le stonature non abbiamo nè la voglia nè
il dovere di mandarle giù, tanto più che
sono stonature che non offendono solo l'orec-
chio. Certe cose bisogna lasciarle dire ai
giornali avversari ad uso e consumo della
polemica croata, che i giornali italiani non
hanno da imitare, almeno così ci sembra.
Ed è tempo che il triste vezzo finisca una -
volta.
Gratitudine croata. — Ci scrivono
da Spalato, in data del 23 corrente :
„Il giornalaccio del comune di Spalato ha
parlato giorni sono della gratitudine nostra,
a proposito della supposta conversione al
croatismo d'un recidivo penale, di cui quel-
l'organo mostrava inorgoglire. (!!!)
Noi siamo, senza cercarlo, al caso di ci-
tare la gratitudine dei suoi signori.
E' morto di crepacuore, ier 1' altro, quel
famoso sergente di polizia Cekada, di cui
tante volte si discorse. Aveva avuti dei con-
flitti, per ragioni di competenza e d'inte-
resse professionale, coli'assessore Pope Ma-
tossich, ed era stato sagrificato per conser-
vare al comune, nelia fuga universale, al-
meno quel gramo amministratore in šibica.
Avvilito, privo del suo posto, e beffato dai
biricchini, l'eroe Cekada morì in un paio di
mesi, lasciando numerosa famiglia, che nes-
suno^ di coloro pei capricci dei quali arri-
schiò per molti anni, giorno per giorno, la car-
cere, soccorse o parla di.soccorrere.
Al trasporto funebre di quel capo della
polizia locale non comparve neanche un in-
serviente comunale!
Addirittura nessuno. *
Solo alcune guardie di polizia ed alcuni
gendarmi seguivano il fèretro.
11 Lecoq del d.r Bulat finì nella più triste
e commiseranda delle maniere. Ètnunc eru-
dimini!"
Il Narodni List s' offende, quasi, per-
chè venne ordinato alle autorità àteurali di
servir le parti con stampiglie rispondenti alla
lingua usata dalle parti stesse.
Una volta — logicamente e utilmente —
le stampiglie erano soltanto italiane e nes-
suno se ne lagnava. Ora però, che si sla-
vizza a tutta oltranza, il N. h. ha ancora
il fegato di lagnarsi. H
Cosa vuole di più? La cacciata degli ita-
liani ? * * ; \
Folchetto. — Siamo stati assicurati ;
che il conte Piero Tartaglia, di Spalato, pi-
glia un cappello numero uno ogni qua! volta
viene nominato dal Dalmata.
11 conte Piero Tartaglia ha torto.
Noi sappiamo eh' egli è un buon diavolac-
cio, e, Croazia a parte, un gentiluomo com-
pito. Siamo quindi lontani le mille miglia
dall' intenzione di offenderlo.
Ma ci dica, se ha un po' di spirito. Come
fa a permettere che il famigerato Zvonimir
— lo Schiesonc d'oltre Velebit — lo mi-
stifichi in un modo così grossolano, effigian-
dolo nella verde età di vent' anni, taMo da
parere Polchetto,
.... il giovin paggio
Di Raimondo eli Tolosa?
Nel soprabito del conte Piero— per San
Zvonimiro ! —• vorremmo protestare.
Perchè, di fronte a certe anomalie, egli può
insegnarci con Giovenale eh'è assai difficile il
trattenere la satira.
I giudici popolari. — Anche questa
volta — contrariamente a legge — viene pub-
blicata in slavo la lista dei giurati per la sessione
d' assise, che avrà principio il 15 decembre
al nostro tribunale. Traduciamo, poiché ne-
anche per gentilezza si può avere una carta
italiana da un ufficio, che, a lingua interna,
ha l'italiana.
Giurati ordinari: Locas d.r Simeone, av-
vocato, da Sebenico — Erak Matteo, possi-
dente, da Strétto — Inchiostri Bonifacio,
possidente, da Sebenico — Glamoč Giovanni,
possidente, da Stretto — Pleslich Marco,
possidente, da Morter — Petrovich Giacomo,
possidente, da Bilize — Grubissich d.r Gi-
rolamo, avvocato, da Dernis — Ciala Spiri-
dione, possidente, da Sebenico — Dean To-
maso, possidente, da Zlarin — Lapenna Fran-
cesco, possidente, da Sebenico — Kursar
Giacomo, possidente, da P. Sepurine — Di-
dovich Giovanni, possidente, da Zman — E-
skinja Marco, possidente, da S. Filippo-Gia-
como — Skracich Andrea, possidente, da
Morter — Matacich Andrea, negoziante, da
Sebenico — Korofsky Pietro, possidente, da
Pristeg.— Kózul Lorenzo, possidente, da
Rasanze —; Nimira Cristoforo, possidente, da
Arbe — Mattiazzi Vincenzo, possidente, da
Sebenico —- Baricich Matteo, negoziante, da
S. Filippo-Giacomo— Eskinja Simeone, pos-
' sidente, da S. Filippo-Giacomo — Bubalo
Pasquale, possidente, da Scardona — Balikas
Rocco, possidente, da Cerniza — Benzia An-
tonio, industriante, da Pago — Pekota An-
tonio, possidente, da C. Venier — Montanari
Antonio, possidente, da Sebenico — Bares-
sin. Giovanni, possidente, daVodizze — Ple-
slich Paolo, possidente, da Morter — Cleva
Antonio, industriante, da Ulbo — Vucieh
Giovanni, negoziante, da Sebenico — Supi-
cich Giuseppe, assessore comunale, da Selve
— Bujas Simeone, possidente, da Dolaz —
Mazura Giuseppe, possidente, da Stretto —
Balanza Giovanni, possidente, da Capocesto
— Celar Gregorio, possidente, da Sebenico
— Barach Giovanni, possidente, da Rasanze.
Giurati supplenti: Vascotto Domenico, ne-
goziante, da Zara — Sossa Matteo, eapovilla,
da Oltre — Marcetich Nicolò, possidente —
•Voivodich Antonio, falegname — Negri Giu-
seppe, possidente — Bercich Spiridione, ne-
goziante— Mazzoni Girolamo, imprenditore
— Ivanov Paolo, negoziante, tutti da Zara.
Nomine. — Il ministrò del commercio
ha nominato il controllore delle poste Fer-
dinando Riboli ad amministratore postale
in Sign, i praticanti postali Giovanni Cova-
cich, Nicolò Degiovanni, Eugenio Santich,
Filiberto Businello ed Andrea Aluievich ad
assistenti postali; e Paolo Franich, Antonio
Macchiedo di Girolamo, Antonio Prebanda,
Antonio Arneri, Ugo Lana e Francesco
Chimielewski a praticanti postali in Dalmazia.
X<a squadra d' evoluzione — che stette
ancorata molti giorni nel nostro porto — è
partita lunedì alle 7 e mezzo. La corvetta
Friedrich ritardò la partenza, perchè —
causa- unfforte vento di tramontana—1'àn-
cora sua, con lieve danno, cedette.
Un desiderio. — Alcuni abbonati alla
stagione d'opera manifestano — a nostro
mezzo — un desiderio. Vorrebbero udire,
cioè, nella Cavalleria rusticana, anche la
.signorina Maria Arnoldi, una russa gentile,
che debutta e eh' è stata scritturata con re-
golare contratto.
U desiderio di udirla non può scemare
minimamente la bella rinomanza acquistatasi
dalla egregia signora Montalcino.
Dunque e l'impresa e la signorina Arnoldi
vedano di soddisfare tale domanda.
== Stasera Cavalleria. Sono incominciate,
al cembalo, Se prove dei Puritani.
lavoro d'arte. — L'intagliatore
Marco Zanardo, da Piave, fa vedere una
cornice in légno, da lui finissimamente, e
con rara abilità,artistica, intagliata. E' un
magnifico lavoro, tutto fogliami, fiori, frutta,
farfalle, in istile rococò. Il Zanardo, che ha
perduta la vista, è costretto a mostrare,
per vivere, questa sua splendida cornice. E'
un atto di filantropia V aiutarlo.
Triste convoglio. — Ieri partirono
da queste carceri criminali parecchi dete-
nuti per Oapodistria. Alla riva c' era mezza
popolazione di Borgo Erizzo, perchè nel con-
voglio erano pure i due fratelli Stipcevich,
gli uccisori del Liubicich.
Ladretti alla sbarra. — Ieri V al-
tro si tenne presso il tribunale il dibattimento
contro una banda di piccoli malfattori, com-
posta da Simeone Akrap, Simeone Apen detto
•Raucieh, Antonio Buble, Giuseppe Zamala,
Antonio Zrinski e Giovanni Ciossieh, accusati
di furto.
Lo spettacolo di quei ragazzi, dei §xià\i il
più vecchio conta quindici anni e il più gio-
vane undici appena, spinti così per tempo sulla
via del delitto, produsse, in quanti ebbero il
disgusto di assistere a quel dibattimento, un
senso di penosa impressione. Le confessioni
uscite loro di bocca attestano a qual grado di
depravazione li condusse l' abbandono ne! vi-
zio, in cai sono lasciati da congiunti senza
cuore. •
Ecco i fatti di cui si resero colpevoli.
Nel settembre del 1890 1' Akrap e I' Apen,
approfittando dell'assenza del padrone, entra-
rono nel negozio di certo Giovanni Meleda,
nel Borgo interno, e dal cassetto del banco
rubarono circa 4 fiorini e da una vetrina un
pacchetto di sigari del valore di fiorini 6:50.
La mattina del 19 novembre 1891 l'Akrap,
da sólo, penetrò attraverso una finestra in una
stanza a pianoterra della casa Perlini alla
Biva Nuova, e, trovate le chiavi d' un cas-
setto, lo aperse e portò via un astuccio con-
tenente varie monete d1 argento ed altri og-
getti di valore, elle poi vendette per poco qua
e là.
; .——
Telegrammi particolari
del „Dalmata"
VIENNA, 25 ottobre. — E'
smentito il ritiro di Sterneck.
— E' imminente la firma del
compromesso con T Italia che chia-
risce i punti controversi della clau-
sola pei vini.
-— La crisi ministeriale unghe-
rese, se non scongiurata, è ag-
giornata.
— Il bilancio dello stato au- *
striaco, che verrà presentato all'a-.
pertura dei Reìchsrath, prevede
un piccolo civanzo.
-ft^r 1 Ej'Stfg*
RACCOMANDANO quale utile im-
piego di piccoli risparmi, l'acquisto di vi-
glietti di lotteria concessionati verso paga-
mento in rate mensili da stabilirsi con f. 1
a f: 10, secondo 1' entità dell' affare.
Offronsi Croci rosse austriache — ungheresi
— italiane, Viglietti Serbi 3°/0 e Serbi Ta-
bacchi, Basilica di Pest (Dombau) „Josziv =*
Buon Cuore", Bodrn Credit 3 % — Credito
mobiliare, Città di Vienna, Lubiana, Inns-
bruck, Salisburgo ecc., a prezzi ristrettissimi.
Gruppo di Cartelle consigliabile:
1 Lubiana
1 Cedola di premio del Boden Credit
1 d.o d.o della Banca Ipotecaria 4°/0
1 Croce rossa austriaca
1 Croce rosea italiana
1 Basilica di Pest (Dombau)
1 Serbo Tabacchi
1 „Josziv — Buon Cuore"
verso 28 versamenti mensili da f. 5.
23 Estrazioni anuue — Totale delle vincite
principali nella prossima estrazione: fiorini
I55.v/X) e franchi 165.000.
Altri gruppi raccomandabili:
Un Viglietto orig.Ie della Croce rossa auet.ca
» » » » » » ung.se
» » » » » » ital.na
» » » » Basilica (Dombau)
„ Prestito Serbo Tabacchi
» » » » Buon Cuore Joesiv
„ „ „ „ Torco da f.. 400
Una Cedola di premio del Boden Credit I. Em.
» » y> » » « II. Em.
» » „ della Banca Ipot. ungh.
37 Estrazioni annue per un importo di f
517000.
Pagabile in 46 rate mensili da f. 5.
1 Viglietto orig.Ie Credito fond. aust.co 3°/
1 n „ Prestito Turco da f. 400
1. » Prestito Serbo Tabacchi
1 » n Croce, rossa italiana
Con 19 estrazioni annue e vincite di com-
plessivi f, 331.000 per singola estrazione.
Pagabile in ventiuna rata mensile da f. 10.
1 Viglietto della Croce rossa italiana.
1 » » n r ungherese.
1 * della Basilica di Pest Dombau.
1 „ ungherese Buon cuore Joseiv.
1 „ del Prestito Serbo Tahacchi.
14 Estrazioni anuue. — Totale,delle vincite
principali complessive in un anoo f.chi 540 700
e fior. 140.950.
Pagabile con f. 57.— in 19 rate mensili
da f. 3.
Immediato diritto alle vincite già col paga-
mento della prima rata.
Rivolgersi alla
Banca Cambio-valute
Fratelli Mandei & Nipote
in
Zara.
Ringraziamenti.
La commissione dirigente l'istituto di ca-
rità per l'infanzia e per la puerizia, ringrazia
I' onorevolissimo signor Pietro Africh, i. r, di-
rettore delle poste e telegrafi per la generosa
elargizione di fiorini 4 devoluta a vantaggio
di questo pàtrio istituto per onorare la me-
moria delle signore Ivcevieh, Obradovich e
Rosa vedova Locatelli nata Ceolin e di Si-
meone Hein.
Zara, 25 ottobre 1892.
La Commissione dirigente.
Rattristati dalla prematura perdita della no-
stra amata Rosina, c^Jurono di non lieve
conforto le numerose compartecipazioni al no-
stro lutto, per le quali ringraziamo di cuore.
Serberemo memore riconoscenza al signor
d.r G. Ivanics, medico curante, e al signor
d.r R. Batt'ara, il quale, sostituendo il signor
Ivanics assente, passò lunghe ore al letto della
povera ammalata, non badando a fatiche, pur
di lenirne i dolori.
Ed eguale riconoscenza serberemo al m. r.
don L. Bujas, il quale, disinteressato, più che
amico, vegliò per intere notti al capezzale
della morente.
Zara, 27 ottobre 1892.
. Marianna ved. Ceolin per sé
e congiuuti.
Vivamente commosse e piene di ricono-
scenza, le sottoscritte ringraziano tutti quei
generosi, che vollero prestare assistenza e con-
forto al compianto loro figlio, e rispettiva-
mente fratello
Antonio Valenti.
Uno speciale ringraziamento dirigono e al
m. r. don Carlo Ballarin, confortatole amoroso
del povero defunto, e al d.r Nilo Bugatto,