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DI
SPIRIDIONE ARTALE
in ZARA
trovasi vendìbile :
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Concorrenza impossibile.
Il sottoscritto ha trovato il modo di costrorre |i
letti di terrò con un sistema il meno dispeudioso ed
11 più solido immiiginabile. Coli' aiato delle maeohìne
del sao Stabilimeato può costrurre non meno di 500
letti al giorno.
Questi letti si uniscono ali'elastico con una facilità
prodigiosa, senza né viti, nè tampagno, nè alcun iu-
gombro, son/a bisogno di vedere segni; si scompongono
con pari fauilità in un minuto secondo e sono di una
solidità a tutta prova.
L'flUstioo consiste in un cauone solidissiijio avente
N. 90 molle a spira tonde di ferro prima qualità,
coperte di rame, pec essere inossidabili, o legate supe-
riormente, imbottito in capecchio e coperto di tela
forte ed elegante d» sorpassare ogni aspettazione,
ed è lungo metri 1,95 e largo metri 0,85 e costano solo
Lire 15.
Volendoli franchi d'imballaggio e di trasporto e
d' ogni altra spesa in tutte le stazioni ferroviarie del-
l'Alta Italia, aggiungere L. 8. 55.
Per la Sicilia e Sardegna e per ogni altra destina-
zione, affrancate a Bologna, Genova e Venezia a richie-
sta dei signori committenti.
L'imballaggio ò fatto con tela Juta, fortissima, e
dell'imballaggio di un letto solo vi è l'occorrente
per fare M. 7 (sette) bellissimi e grandissimi asciuga-
mani per cucina.
Il pagamento pei signori fuori di Milano dovrà
essere effettuato anticipatamente almeno per una metà
il rimanente verso il rimborso ferroviario.
Pei signori di Milano, onde provare l'incontestabile
•olidltà e per facilitare l'operaio onesto e laborioso,
•i aocordano pagamenti a rate settimanali.
Il numero è inesauribile, ed attesa la facilità di
costruzione, il settoscritto è in grado di eseguire qua-
lunque commissione.
51-52) LODOVICO DE-MICHELI
Milano, Oorao Loreto Hnm. Cua propri«.
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' od è certamente alcuno che ignori l'efficacia prodigiosa dell'Olio di ricino a sanare un gran
numero di malattie, ma pochi sono quelli che sappiano distinguere la buona dalla cattiva qualità
di questo prézioso farmaco. Chi ne abbisogna, raccomanda al venditore che glielo dia fresco, ed
il più delle volte trangugia un Olio vecchio forse di più che un anno, spremuto alle Indie od in
America, a tutt'altro uso che di medicina, ed inquinato di elementi, i quali fanno bensì parte
del seme di cui si trae l'olio, ma che devono essere allontanati acciocché quest' ultimo non riesca
un veleno anaithè un farmaco. Pochi ignorano che quattro o cinque semi di ricino cagionano
un' effetto emeto-purgativo, quale non si otterrebbe dall'Olio estratto da un numero cento volte
maggiore di semi. Ciò dimostra che nella fabbricazione dell'Olio di ricino ad uso medico richiedonsi,
cure e processi speciali, per ottenerlo scevro di quelli elementi acro-resInosi riconosciuti dal Suberain
ed a cui vanno imputati tutti i malanni cho non di rado esso produse. Studiandoper molti anni
la coltura del Ricino e la preparazione dell'Olio di quello, io sono riuscito ad ottenere mediante
un mio particolare processo un G|io di prima spremitura scevro di ogni principio acre — proprio
a questa euforbiace», — e che io denomino puro o vergine per distinguerlo dall'altro destinato
ad usi industriali. Quantunque col processo mio siano allontanate tutte le coudizioni che favo-
riscono l'irrancidimento, tuttavia essendo l'Giio di ricino per sua natura avidissimo di ossigene cui
assorbe dall'atmosfera, così per evitare tale deteiioramento, io lo fo riporre in piccoli recipienti da
una oncia l'uno, bene chiusi e ben pieno per sottrarlo all'azione ossidante dell'aria. Questa dose basta
per un adulto, ed in quantità proporzionatamente minore per un bambino.
Giova ricordare, ai non pratici, che l'olio di ricino acciocché purghi presto e non pesi sullo
stomaci, vuol essere amministrato senza mescolanza d'addi, schietto o sbattuto in una infusione
di fiori di tiglio 0 tè chinese o nel caffè o nel brodo leggiero, delle quali sostanze giova bevergli
dietro qualche tazza. j SEEBAVALLO.
Guardarsi dalle imitazioni
Serravano. ^KB
Esigere sempre Clio vergine di Ricino
DEPOSITARI: Zara: Bianchi i. r. fornitore di Corte e Bercich; Sebenico: de Mistura, Beros, Dalle
Feste; Spalato: de Grazio e Tocigl ; Traù,: Andrich ; Macarsca: Pojani ; Ourzola: Zovetti; Ra-
gusa: Drobaz e Sciarié ; Scardona: Corubolo; Lussinpiccolo : Viviani; Cattaro: Popovich e Ste-
fanovich; Lissa: Siminiati.
Dalla tipografia-editrice di S. Ar-
tale — Zara, si possono acquistare
le seguenti recentissime opere:
HCFFENHUBER FRANCESCO — Ma-
nudi pratico sui Libri londiarii se-
condo le vigenti leggi Austriache,
con formularii ed esempii, tradotto
ed inrelazione all'interesse giaridico
annotato dair avv. dr. Agostino Mas-
sovcich, deputato alla Dieta Dalmata
— 2 voi. in 8.0 f. 3:20.
RACCOLTA DI LEGGI ED ORDINAN-
ZE SCOLASTICHE per la Monarchia
Austriaca con particolare riguardo a
R. di Dalmazia. — Voi. unico fi. 1:80
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provatissimo contro ogni difetto cutaneo, e
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capellatura, a soldi 50.
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la piti delicata pelle di donne e di fanciulli
a soldi 35.
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del dr. Béringuier, per tingere i capelli e
la barba in ogni colore, perfettamente ido-
nea ed innocua, a fior. 5.
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ravviva e rinvigorisce i capelli, a soldi 85.
OLIO DI RADICI D'ERBE del dott. Bé-
ringuier, impedisce la formazione delle for-
fore e delle risipole, a fior. 1.
Tutte le sopradette specialità si vendono
genuine in Zara presso JV. Androvich farm.
— Spalato: Natale Aljinovich. — Pola:
A. Bodinis farm. — Fiume; Nicolò Pava-
dc, drogh.
Guardarsi dalle contraffazioni della Pa-
tta odontalgica del dr. Suin de Boute-
mard e del Sapone W erbe del dr. Bor-
chardt-, parecchi falsificatori e rivenditori
delle medesime furono già condannati dai
Tribunali a multe considerevoli.
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Dr. VINCENZO de BENVENUTI impienditoae editore e redattore responsabile Tipografia SPIEIDIONE ARTALE
^tala ed insultata dai Narod e da RUOÌ
pari, talché ormai ua insulto da quella
parte è cosa onorifica, perchè esso si-
gnifioa che V insaltato milita nelle file
degli onesti.
ISu questo terreno, V abbiamo già
detto, noi non seguiremo il Narod, noi
non siamo nella categorìa dei Gazzet-
tieri Eosa, e di quella stampa giornali-
stica inqualifìcabiie e demoralizzatrice,
che nata dal fango, col fango si alimenta.
Con gli onesti potremo forse anche
accettare una polemica d'indole perso-
nale, ma per farlo col Narod, dovremmo
rinunziare alla stima di noi stessi e di-
scendere al suo livello; ciò che è impos-
sibile. Ohi vive unicamente per insul-
tare due volte la settimana i sentimenti
di una nobile città, non può avere altro
sentimento che quello della bassezza.
Il podestà Trigari è avversario troppo
temuto dalla camorra venduta, perchè
ossa non abbia a tentare tutti i mezzi
per denigrarlo. Egli però sta troppo in
alto nella stima dei suoi concittadini,
ed ha troppi titoli alla pubblica grati-
tudine, perchè 1 vili attacchi del Narod
possano raggiungerlo. La questione
dell' impresa ferroviaria dalmata fu
tanto svolta, ohe se non fosse altro a di-
struggere ogni mistificazione, basterebbe
il noto fulminante discorso del com-
pianto Liubissa e unicamente il Narod,
può avere V impudenza di ripetere
ancora le stesse mistificazioni. Tutti
sanno che il podestà Trigari nè si
tolse dall' impresa, nè la vendette, ma
restò in società, ed a ciascuno può
ancora esibirò il relativo contratto.
L' affare dei mutui fu già piena-
mente svolto, 0 sarebbe ridicolo ritor-
narvi, d' altronde mutui li ebbero an-
che altre persone, che non hanno una
posiziono sociale non solo a Zara ma
a Spalato ed in altri luoghi, e le quali
non militavano nelle nostre fila, seb
10 o n o liv c n o/Ti. JOOoa. V lu gtainu^llc* ollO vt<^>'C«
11 cav. Trigari. Il torto però è nostro
di entrare in simili discussioni, quasi
il procedere di un Trigari, di un Iva
nics, potesse aver bisogno di giustifi
cazioni, o taluno di essi, avesse biso
gno di trovarsi a Vienna al Consiglio
dell'Impero, per far pensionare qual-
che consigliere, onde dar posto a qual-
che protetto 0 scongiurargli qualche cri-
minosa conseguenza. Gli attacchi dui
Narod non meritano che il disprezzo.
Se la Katolička Dalmacija avesse
letta prima la corrispondenza di Pago
inserita nel Narodni List di sabato,
non avrebbe certamente posto in dub-
bio la fede politica del partito cho
riuscì trionfante nelle elezioni del 27 e
28 ottobre. In quella corrispondenza
vi è un tale bouquet di frasi scelte,
di pensieri gentili e nobili, che nes-
suno può porre in dubbio essere desso ' _ ^ An!n t'Irvi lo /^Ì^TlltÒ un' emanazione autentica della civiltà
licaaa. Noi quindi non ci soffermere-
mo sui fiorellini croatici di quella cor-
rispondenza, considerando che dessa è
il rifiedso del carattere degli autori ed
inspiratori; io lutile è V uomo.
Quello però che non possiamo sor-
passare si è la parte meritoria della
stessa. — I licani di Pago immagi-
nano che quattro frasi da trivio, ed
una spropositata citazione di §§. di
una legge, che studiano, ma non ca-
piscono, basta a persuadere. Ci vuole
ifatti un' ingenuità unica, ad un impu-
denza tutta licana, per dire che le e-
ezioni furono fatte sulla base delle li-
ste compilate dal Podestà.
Quando in un corpo elettorale che
conta appena 70 elettori, dopo la com-
)ilazione della lista per parte del Po-
destà, il Commissario politico vi can-
cella dieci degli elettori inscritti, che
realmente hanno diritto di voto in quel
corpo, ed invece vi aggiunge ventidue
3roletarì, e sulla base di questa lista
così rettificata si fa l'elezione, domandia-
mo noi, da chi fu compilata quella li-
sta? L'addotta giustificazione è quindi
un tentativo di declinare dal vero au-
tore la responsabilità, sulla paternità
delia lista e sui vergognosi mezzi, che
furono posti in opera per comporla nel
modo che fu da noi dimostrato. Se i
licani di Pago non hanno migliori ar-
gomenti a giustificare il loro proce-
dere, li consigliamo a tacere piuttosto,
e pensare invece al modo, per approf-
fittare dei vantaggi della riportata vit-
toria, onde imporsi ad un intera po-
polazione, che non è, nè mai volle es-
sere, nè sarà licana.
e Giustina prenderanno posto nell'oscillante,
per andare alla luna, è deciso di vendicarsi,
facendo saltare in aria il loro meccanismo.
Anch' egli si è costruito un oscillante; e starà
aspettando i suoi rivali nelle ultime regioni del-
l'atmosfera, per sfidarli a lotta mortale. Ma Miss
Zibaldon ha scoperto i suoi disegni ; Miss Zi-
baldoo. la strana viaggiatrice inglese, che ha
comperato a peso d'oro il diritto di montare,
in questo .primo viaggio, alla luna.
E qui abbiamo una delle più riuscite scene
del romanzo : un duello tra due oseillanti, li-
brati suir atmosfera. Le armi sono l'elettricità
e la luce; vinto dalle quali, il prof. Tekhudej,
disperato, manda in frantumi sè e la sua mac-
china mediante una torpedine.
E così Barbicane coi suoi può arrivare sano
e salvo al nostro satellite, che viene descritto
con rara erudizione dal sig. Bersa. La man-
canza dell' aria produce nei viaggiatori delle
allucinazioni stranissime ; e la diminuzione
del loro psso li fa quasi volare sulle rovine
vulcaniche della povera lana. Barbicane e
Giustina, in mezzo a quell'idillica quiete, si
confessano il loro amore; e finalmente, dopo
molte altre avventure, toccate ai nostri per-
sonaggi, che tengono sempre desta l'atten-
zione del lettore, ripigliano terra a Trieste,
dopo dieci giorni di viaggio,
Clazzettìno della città
e della provìiicia^
In seguito al deliberato della Oa
mera di Commercio e d'Industria, proso
nella seduta del 24 ottobre d. la Pre-
sidenza rassegnava al sig. Ministro del
commercio il seguente atto, che ci
fu gentilmente comunicato:
Eccellenza.
Nella seduta del dì 24 corrente fa comu-
nicato alla Camera il riv. ministeriale dispaccio
di data 4 corr. N. 1750, relativo alla nomina
del sig. d.r Buiat a membro del Consiglio di
Stato ferroviario.
La Camera non poteva non risentire quella
penosa impressione, che già aveva destata
generalmente, ed in particolare nei Circondari
di queste e delle altre due Camfire di Rovigno
e Ragusa, una nomina, che poneva in non cale
le concordi proposte delle tre Camere di Zara,
Ragusa e di Rovigno, che si erano concretate
nel mettere innanzi, come meglio che altri,
capace a fungere quell' incarico il sig. Podestà
di Zara cav. Nicolò de Trigari, per dare pre-
ferenza alla proposta isolata della Camera di
E qui il romanzo avrebbe potuto finire col
matrimonio di Giustina e Barbicane ; ma il
signor de Beisa ha voluto ancora dare corso
alla sua fantasia. •
Il matrimonio^si va a celebrare sulla luna,
e pérfino il ^rimo figlio di Giustina vedrà la
luce sul nostro satelite. Il| quale, per cura
dei fisici e dei maÈèmatici, ripiglierà il suo
movimento di rotazione, si avrà t' atmosfera,
e sarà finalmente abitabile.
E già alcuni piccoli villaggi sorgevano sulla
luna, ed alleggerivano così la popolazione ter-
restre, quanto un chimico ehinese fece la
prodigiosa scoperta dì cangiare i sassi in pane.
A questa conquista della scienza umana, si
depose il pensiero di colonnizzare la luna ;
giacché oramai in terra ci sarebbe stato pane
per tutti.
Così il romanzo finisce ; romanzo che si
raccomanda per 1' erudizione, per la fantasia,
per lo spirito e la vivacità non comune del-
l'egregio autore. Noi lo raccomandiamo a tutta la
gioventù studiosa, perchè da esso imparerà, di-
vertendosi, molte cose appartenenti alle scienze
esatte ; e lo raccomandiamo anche agli adulti,
che vi passeranno, ridendo, un paio d' ore.
L. D.
Spalato, riguardo il sig. d.r Bulat, da V. E.
prescelto.
Doveva recare poi non lieve sorpresa il
motivo, che V. E. si compiacque di dare per
tale preferenza, vale a dire il difetto di una
concorde proposta di qaesta Camera con quelli*
delle Camere di Commercio e d'Industria di
Rovigno, Spalato e Ragasa ^ "in Erman-
„glung eines einvernehimlicheà Vorschlages àer
„Geehrten Handel und Gewerberkammer in
„Rovigno, Spalato und Ragusa" — Siccome tale
motivo stà in aperta contraddizione col fatto,
che le tre Camere di Zara, Ragusa e Rovigno
hanno fatto una proposta uguale, dovuta alle
loro precedenti cointelligenze, così esso de-
vesi ascrivere ad un semplice errore nella re-
dazione del dispaccio.
Intanto questa nomina oltre che è altamente
pregiudicevole agi' interessi delle tre Camere,
viene anche di mortificazione per la loro di-
gnità.
Era di somma importanza, che Zara, così
ingiustamente trascurata nell' argomento ferro-
viario, avesse una voce, che sarebbesi elevata
in f5uo favore nel seno del Consiglio ferro-
viario, ed avrebbe dimostrata come questa
trascuranza partisse da incompleta apprezza-
•zione delle vero condizioni di fatto. E questa
voce sarebbe stata sempre pronta a propu-
gnare anche gì' interessi dei Circondari di Ro-
vigno e Ragusa, ai suoi non opposti, mentre
non avrebbe avuto nessuna ragione per com-
battere quelli di Spaiato già stabiliti con la
creazione delle linee ferroviarie decretate.
In quella vece ì tre Circondari nel rappre-
sentante da V. E. nominato non avranno nes-
suna simpatia, non tanto perchè una giusta
valutazione dei reciproci interessi lo debbano
porre in una situazione opposta, quanto per
le passioni e risentimenti di partito politico.
Creato il Consiglio ferroviario a scopi mera-
mente economici, ognuno avrebbe dovuto spe-
rare, che quelle passioni avrebbero trovato
cniusa la porta al loro ingresso nella sala, in
cui seguiranno le sue deliberazioni. La pre-
ferenza data alla isolata proposta della Camera
di Spalato desta seri timori, che quel Con-
siglio abbia da essere inspirato soltanto ai
bisogni economici, ed ai giusti diritti.
Dalla equanimità di un Ministro, che siede
nei consigli della Corona, ed a cui è affidata
la tutela d'interessi tutto altro che politici,
ognuno ha ragione di attendere deliberati, che
abhiaiso per base soltanto la fondata valuta-
žioiia dì quasi' interessi.
Non per nulla la legge organica del Consiglio
ferroviario ha stabilito, che i 24 membri da
; ^:(:gUerr5Ì da V. E. dietio proposta delle Ca-
iiiere avesse per base questa proposta.
Se Olio dei principi più incontrastabili del si-
stema costituzionale, è quello del rispetto alla
volontà delle maggioranze, questo principio
avrebbe dovuto mettere considerazione pre-
ponderante quando trattavasi di una proposta
complessiva delle quattro Camere di Commercio.
Nel riv. dispaccio 5 luglio 1884 N. 1192,
V. E. eccitava la Camera a proporre un mem-
bro, ma senza porsi in accordo con le al-
tre 3 Camere por la proposta.
Essa ha fatto di più, e si è posta in cor-
rispondenza per tale proposta.
Se delle tre Camere, due hanno dato il
loro appoggio a questa, ricusandolo solamente
quella di Spalato, ciò non voleva dire, che
questa rappresentanza è in opposizione alle
mire delle altre tre: avrebbe dovuto bastare
questo riflesso per non dar loro ragione.
La Camera per questi motivi ha deliberato
di far conoscere alla V. E. la penosa impres-
sione destata da questa nomina, e le ^uste
sue preoccupazioni per la realizzazione delle
sue aspettative in argomento ferroviario.
V. E. vorrà accogliere il presente atto uni-
camente come una delle attribuzioni, che la
legge organica delle Camere di Commercio dà
loro, di fare presenti direttamente le lagnanze e
proposte intorno ad interessi riguardanti il
commercio e l' industria.
Zara, 28 ottobre 1884.
^ ' Il Presidente
S. SALGHETTI-DRIOLI.
I II IIL-XiUjjte
già da qualche tempo erano stati attaccati
dalla filossera. Se si riflette poi che anehe
nei vignati del Wienerwald, ed in Gumpolds-
kirchen si vedono già da qualche anno gl'io,
dizii dell'infezione, è forza concludere, che i
nostri bei tempi della rinomata produzione
vinicola sono terminati, fino a che non ai
abbia la speranza di nuovo prodotto, sebbene
dopo più anni, dalla vite americana resistente
air infezione. L' energico procedere del Miai-
stero d' agricoltura ungherese, il quale pro-
gettò di far venire già nel prossimo anno un
milione di viti resistenti dall' America, spe-
riamo che non resterà senza influenza nel no-
stro governo. Se si avrà curasche anche presso
di noi, i proprietari di vignati devastati dalla
filossera, possano avere secondo il bisogno di
tali trapianti, potranno sperare di superare in
10 0 20 anni la calamità della filossera.
Abbiamo riportata questa notizia quale
avvertimento ai nostri possidenti, onde
non ommettano tutte quelle precauzioni,
che giovano a salvarli da una calamità
che sarebbe la rovina della Provincia.
Il ministro del commercio ha nomi-
nato amministratore di posta in Cattare
queir i. r. ufficiale e dirigente 1' uffi-
cio postale in Cattare, Paolo Tironi.
Il Luogotenente di Sua Maestà i. e r.
Apostolica ha nominato il dottor Na-
tale Babarovich in provvisorio conce-
pista sanitario presso 1' i. r. Luogote-
nenza dalmata.
La Direzione provinciale delle finanze
ha nomitato il candidato al magistero
ginnasiale, Enrico Qelich, in cancellista
nella classe XI di rango.
Sotto il titolo Una supplica originale
a Sua Maestà l Imperatore alla Tages-
post di Gratz si scrive da Trieste : „Un
impiegato della Sildbahn di stazione a
Trieste, sloveno di nazionalità, di re-
cente innalzò una supplica a S. M..
l'Imperatore, nella quale pregava il
Monarca, a volersi degnare , di influire
perchè il supplicante sia traslocato da
Trieste a Lubiana. La domanda era
motivata con ciò, che a Trieste non vi
era qualsiasi istituto d'istruzione slo-
veno, nei quale il petente potesse na-
zionalmente educare i suoi figli; e ohe
questi nella scuola triestma veniva e-
ducati da irredentisti. Questa curiosa
supplica dalla Cancelleria imperiale di
gabinetto venne rimessa alla Luogote-
nenza di Trieste, che la proseguì alla
Direzione generale della Sùdbahu.
Il Segretario
Dr. G. Ghiglianovich.
Nella N. F. P. leggiamo la seguente
notizia sulla fillossera:
Come successe, anche in quest' anno si
vide palesamente poco prima della vendemmia
il danno cagionato alla vite dalla filossera.
Chi addietro una settimana avesse ispezionato
i vigneti sui pendii di Weidling, del Kahlem-
berg, di Nussberg, Grinzing, Sievering, \ Dò-
bling, dalle vili intisichite e spoglie di uve,
avrebbe potuto accertarsi del lavoro sotterraneo
di distruzione dell' insetto che va sempre più
propagandosi in maniera sconfortante. È>a
tali circostanze era da prevedersi, che non
sarebbero rimasti esenti i vigneti in Dorn-
bach. Ed ora da alcuni giorni è un fati;o che
anche i vigneti presso Alseck in Dorabar.h
Leggesi neh' Am. Balm.:
Contemporaneamente all' esposizione gene-
rale che avrà luogo a Budapest nell'anno
venturo, vi saranno esposizioni periodiche iu-
terzionali di animali, cioè, di cavalli, bovini,
lanuti, suini, conigli « volatili domestici. Vi
sarà inoltre un' esposizione apistica.
Coloro che intendessero inviare a quella
esposizione degli animali od oggetti, attinenti
all' apicoltura, vogliano rivolgersi alla Luogo-
tenenza, per ottenere i relativi programmi spe-
ciali, nonché le occorrenti stampiglie pella in-
sinuazione.
Notizie del €hoIera.
Italia. — Nel giorno 8 vi furono 3
ammalati nella provincia di Napoli; al
9 nella stessa provincia 1 ammalato;
nel giorno 10 non vi fu alcun caso.
Francia. — A Parigi: Dalla mezz^:
notte dell' 8 al mezzogiorno del 9 ^J
furono 48 ammalati e 12 morti. Dal
mezzogiorno del 9 alla mezzanotte 1S8
ammalati e 51 morti. Dalla mezzanotte
del 9 al mezzogiorno del 10 ammalati
55 e morti 27. Dal mezzogiorno del
10 alla mezzanotte morti 72. Dalla
mezzanotte del 10 al mezzogiorno dtl-
r 11 morti 36. Dal mezzogiorno alla
mezzanotte morti 20. Dalla mezzanotte
dell' 11 al mezzogiorno del 12 fur^^?
consegnati negli ospitali 132 am mala"
e ne morirono 51.
In Nantes vi furono nel giorno o
Iq questa sentenza si compendia lo
soioglimento della questione della pesca.
Cosa potrà qui obiettare la Politili?
Dovrà convenire che tutti i nostri
trattati di pesca coli' Italia sono nocivi
a noi soltanto per l'indolenza dei nostri.
Ma se gli abitanti della costa, ad
onta degli eccitamenii e dei premi, non
si sono decisi sino ad ora di abbrac-
ciare questo faticoso e povero mestiere,
non è giusto che le nostre popolazioni
si privino di un alimento sano, per la
semplice ragione che questo viene loro
procurato abbondantemente dagli stra-
nieri a dispetto dell'invidia di lucro e
della gelosia inetta dei nostri pescatori.
In quanto a noi, che riconosciamo
gì' immensi benefici dei pescatori di
Chioggia, ringraziamo di cuore il prof.
Littrow, per aver confutate ancora una
volta le corbellerie di certi signori della
destra, rappresentati dall'organo magno
della PolUik di Praga; e, mettendo in
non cale gli sproloqui sbagliati di certi
messeri, insistiamo che tanto le auto-
rità austriache quanto i rappresentanti
del regno d'Italia tutelino energica-
mente i bravi chioggiotti, che colla loro
nobile e coraggiosa industria tanno tanto
del bene al nostro paese.
NOTE POLITICHE.
Augura che la stampa spagnuola restituisca
presto la visita a Roma, culla prima della
loro storia e della civiltà.
Prega i rappresentanti dell' associazione di
portare un brindisi all'iotima intelligenza e al
sicuro accordo delle due nazioni sorelle.
Telegr^immi particolari dell'associazione an-
nunziauo che 1' alcade e i giornalisti di Bar-
cellona promisero formalmente di restituire la
visiia a Roma. 'ti * Ut
Austria. — {Legalità parlamentari). Più
che si avvicina il giorno della convocazione
del parlamento, più aumenta la confusione e
r incertezza sul contegno delle varie frazioni
della maggioranza. Clericali, polacchi e czechi
vanno a gara nelle loro esigenze e nelle loro
minaccia verso il governo. In tale momento è
quindi d'importanza il discorso tenuto da Gregr
in una radunanza di elettori a Kaudnitz, nel
quale espose le trattative corse fra il governo
ed i vari capi dei clubs sulla votazione relati-
vamente al dazio del petrolio, perchè deve rite-
nersi che Gregr non abbia fatte quelle ma-
nifestazioni senza un secondo fine. — Ecco
quanto Gregr disse in proposito:
„lo, ed altri 10 o 12 membri del duh
czeco ci riunimmo, per deliberare sul nostro
contegno nella questione del dazio sul petro-
lio. Noi calcolammo così: Se il governo dà lauto
peso al nostro voto contro la proposta Suesz,
esso deve anche a noi accordare qualche cosa
pel nostro popolo. Serissimo adunque le no-
stre domande. Io stesso formulai una parte
delle stesse, quelle cioè che si riferiscono alla
questione della banca, e dell' imposta sugli
zuccheri, e noi ci obligammo vicendevolmente
a non votare pella proposta Suesz nel solo
caso, che ci fossero date garanzie, che le no-
stre domande relativamente alla banca ed aU
r imposta sugli zuccheri sarebbero appoggiate
da tutta la destra e dal governo. l)opo tale
deliberazione consegnammo le nostre condizioni
e proposte formulate al dr. Rieger, che ci
promise di ritirare informazione dal governo e
dalla destra. Cosa disse il governo? Il conte
Taafife giustamente si scusò che egli anche
col migliore volere non poteva né promettere,
nò accordare qualsiasi cosa, dovendo sostenere
ciò che avea pattuito col governo ungherese.
Siccome però il parlamento avea diritto di
fare modificazione a quei patti, cosi esigevamo
dal parlamento, e rispettivamente da tutti ì
clvibs della maggioranza parlamentare, I' assi-
curazione, che essi appoggerebbero le nostre
pretese. Il dr. Rieger presentò quindi ai capi
dei siugoli cZm2>s, a tale scopo radunati, le
nostre condizioni, e tutti promisero e garan-
tirono colla loro parola d' onore di appog-
giare il più che fosse possibile tutte le nostre
domande. Si disse bensì qua e là che la pro-
messa dei capi dei clubs non avea qualsiasi
importanza, perchè i clubs farebbero ciò che
vorrebbero. Non voglio in tal modo screditare
l'influenza dei capi dei clubs. E' vero che noi
nulla abbiamo avuto in iscritto, però non po-
tevamo nemmeno esigere da uomini onorati,
che essi ci dessero in iscritto ciò che ci pro-
mettevano sulla loro parola d'onore. Tale pro-
messa per noi è sufficiente — ed appunto per-
chè sia pubblicamente conosciuto che noi ab-
biamo avuto le chieste garanzie da tutti i ca[)i
dei cluhs, comunico in questo luogo tutto il
corso di quelle trattative."
»
Italia. — Dietro gli annunzi della magui-
fìcenza e dell'entusiasmo dei ricevimenti della
stampa italiana in Spagna, che assumono le
proporzioni d' una vera dimostrazione, 1 on.
Bonghi inviò ai membri dell'associazione della
stampa, facenti parte della spedizione, un e-
loquentissimo telegramma, pregandoli di ef-
fusi ringraziamenti a nome dell'associazione e
del paese. Dice che aveva sperato che la pre-
senza degl' italiani in Spagna avrebbe giovato
ad accrescere l'affetto e accomunare rI' inten-
dimenti delle due nazioni latine. L'effetto su-
pera la previsione.
Accenna quanto possono valere nel mondo,
amiche e unite, le due nazioni.
11 mediterraneo le unisce, non le divide.
Forti, ordinate e tranquille potranno farne il
mare loro, e guadagnare altre glorie su altri
mari, che \e loro bandiere solcarono gioriose.
Oeriuaiiia. — Secondo informazioni della
Kolnische Zeitung il programma fissato dai
vescovi riuniti a Fulda consiste in ciò:
1. La libertà e l'indipendenza della chiesa;
2. Il diritto di nomina agli impieghi eccle-
siastici;
3. Il diritto per la chiesa di dare ai suoi
ministri l'educazione che desidera sotto la sola
condizione che questa educazione sia conforme
alle leggi ;
4. Conservazione alle scuole popolari del
loro carattere confessionale e protezione con-
tro r esclusione dei professori appartenenti a
una confraternita;
5. Il libero esercizio del culto, specialmente
per ciò che concerne 1' ordine dei gesuiti;
6. Il diritto di non considerare come fa-
centi parte della comunità ecclesiastica che i
suoi membri che professano il dogma catto-
lico in tutta la sua integrità.
I vescovi insistono inoltre sul carattere sa-
cramentale del matrimonio.
Questo programma è firmato da tutti i ve-
scovi dell' impero.
Inghilterra. — La 'scorsa domenica sono
succesi gravi disordini a Woodtord, in Irlanda,
ove 550 agenti di polizia, sotto la direzione
di parecchi magistrati, furono costretti ad as-
sediare la casa di certo Saunaers oude pro-
cedere alla sua espulsione.
L' assedio durò lungamente, perchè panicchi
irlandesi armati difendevano la casa. Infine
gli agenti di polizia, protetti da una tettoia
mobile, come le antiche testuggini, imitando
la tattica dei guerrieri romani, riuscirono ad
avvicinarsi alla casa.
Dopo un accanito combattimento a fucilate
la presero d' assalto, si arrampicarono sul tetto
e penetrarono nella casa. Vennero operati venti
arresti.
Parecchi agenti di polizia rimasero feriti,
alcuni gravemente; riportarono ustioni inseguito
all' acqua bollente che gli assediati versarono
dalle finestre. Inoltre gì' irlandesi misero iu
libertà uno sciame d'api gettandole contro gli
agenti.
Furono trovate nella casa tre grandi caldaie
piene d' acqua bollente. Vi era anche un forte
deposito di sassi.
1 viveri erano finiti.
* * *
Turchia. — 11 Pester Lloyd dice di avere
ricevuto da Costantinopoli un riassunto delle
proposte d' alleanza fatte dalla Russia alla
Porta, che, a dire il vero, non hanno un gran
carattere d' autenticità ; esse sarebbero :
1. Soluzione della questione bulgara d'ac-
cordo colla Porta.
2. Restaurazione dello statu quo ante nella
Rumelia orientale.
3. Rinunzia per parte ^della Russia all' in-
dennità di guerra di quaranta milioni di lire.
4. La 'Russia appoggerà la rivendicazione
della Porta circa la Bosnia e l'Erzegovina.
5. La Russia guarentisce alla Turchia l'in-
tegrità del suo presente territorio.
6. La Turchia cede Erzerum alla Russia.
7. Essa concede alla Russia il libero pas-
saggio pei Dardanelli.
* « *
Bulgaria. — Il Messaggiero Ufficiale pub-
blica un telegramma del principe Alessandro
all' Imperatore, spedito il 28 agosto col mezzo
del gerente del Consolato russo a Rustciuck,
nonché ia risposta dell' Imperatore al principe
a Filippopoli. Eccone il testo:
„Sire! Avendo ripreso nelle mie mani il
jj;. verno del mio paese, oso sottoporre alla
Vostra Maestà i miei più rispettosi ringrazia-
menti, perchè il rappresentante della Vostra
Maestà a Rustciuck, colla presenza ufficiale
al mio ricevimento, mostrò al popolo bulgaro
che il Governo imperiale non potrebbe appro-
vare r atto rivoluzionario diretto contro la mia
persona. Nello stesso tempo domando il per-
messo di poter sottoporre alla Vostra Maestà
tutta la mia gratitudine per l'invio speciale
dei principe Dolgorukoff, quala inviato straor-
dinario della Vostra Maestà, perchè, riprendendo
il potere legale, il mio primo atto è di sotto-
porre alla Vostra Maestà la mia ferma inten-
zione di fare ogni sacrificio per poter assecon-
dare la magnanima intenzione della Vostra
Maestà, e far uscire la Bulgaria dalla grave
crisi che attraversa. Prego la Maestà Vostra di
autorizzare Dolgorukoff ad intendersi diretta-
mente ed al più presto possibile con me. Sarò
lieto di poter dare alla Maestà Vostra la prova
definitiva di devozione inalterabile verso l'Au-
gusta Vostra persona. Il principio monarchico
mi costrinse a ristabilire la legalità in Bulgaria
ed in Rumelia. La Russia avendomi dato la
Corona, è fra le stesse mani del suo Sovrano
che sono pronto a rimetterla."
Risposta dello Czar :
„Ricevetti il telegramma di Vostra Altezza.
Non posso approvare il vostro ritorno in Bul-
garia, prevedendo le conseguenze sinistre pel
paese, di già disgraziato. La missione Dolgo-
rukoff diventa inopportuna. Asterrommi da o-
gni ingerenza nel triste stato delle cose, cui
la Bulgaria è ridotta, finché voi vi resterete.
Vostra Altezza apprezzerà ciò che deve fare,
lo mi riservo di giudicare ciò che mi co-
manda la memoria venerata di mio padre,
r interesse della Russia, e la pace dell' 0-
riente."
É vero che dopo questo oscuro dispaccio dello
czar, il principe Alessandro è entrato trion-
falmente anche a Sofia; ma è pur vero che la
sua abdicazione va diventando un fatto com-
piuto, dopo che i rappresentanti della Ger-
mania e della Russia non presero parte a
quelle feste. Ecco a questo proposito le noti-
zie da Sofia del 4 m, c,:
Il discorso del Principe annunziante l'in-
tenzione di ritirarsi è il seguente: „Sono sette
anni che lavorai per l'indipendenza e gl'interessi
della Bulgaria. La mia preoccupazione costante fu
specialmente per 1' esercito e per gli ufficiali.
Considero questi come miei figli. Ero rassicurato
della situazione personale, vedendomi circon-
dato degli ufficiali, che furono miei compagni
nelle lotte per la gloria della Bulgaria. (A
questo punto il principe piange). Riprese:
quella triste notte avendo udito rumore, do-
mandai se vi erano truppe. Fu risposto af-
fermativamente. Era tranquillo, perchè avevo
fiducia neir esercito. Malgrado tutti i disgra-
ziati avvenimenti, non mi delusi sui miei af-
tìciali. Furono all' altezza della situazione Po •
poff e Mutkuroff. (Il principe abbraccia questi
ufficiali). L' onore degli ufficiali bulgari è ri-
stabilito. Vedomi circondato dagli ufficiali de-
voti. Posso lasciare la Bulgaria indirizzando
elogi a questi ufficiali, perchè 1' ordine non si
turWà. Quali che sieno le circostanze, in cui
mi troverò, metterò la mia influenza al ser-
vizio della Bulgaria. Pregherò Iddio per essa.
Sarò il primo a domandare di essere ammesso
come volontario nelln campagne per la Mace-
donia. Infine, non posso restare in Bulgaria,
perchè lo Czar non vuole, perchè la mia pre-
senza in Bulgaria è contraria agli interessi
del paese. Sono costretto a lasciare il trono."
Popoff allora disse: „Fummo, siamo, saremo
sempre con voi. Coraggio, avanti."
11 principe rispose : „L'indipendenza della
Bulgaria esige eh' io lasci il paese. Se non lo
facessi, vi sarebbe 1' occupazione della Russia;
ma, avanti di partire, consulterò gli ufficiali
superiori, formerò una Reggenza, che cercherà
di tutelare gì' interessi degli ufficiali. In o-
gni caso conto sui!' esercito."
—'
NOTE PROVmCIALL
Arbc. — Diamo il posto d'onore, tra le
Note provinciali, alla seguente rettifica, che
ci viene spedita dal comune di Arbe, a pro-
posito di un inciso, che si leggeva in una
corrispondenza da quella città publicata nel
nostro giornale il 21 agosto.
Come si vede, la protesta del comune di
Arbe è giunta un po' tardi, ma sempre a
tempo, per esilarare gli animi nostri, oppressi
da ^ questa caldura settembrina e da questo
colèra — che non è colèra —- il quale ci
blocca gentilmeute da settentrione e da mez-
zogiorno.
In quel terribile inciso, che ha scosso il
patriotismo.... giuntalizio del signor podestà
e degli assessori dello Spitzberg dalmatino,
era detto niente meno che questo :
„JEJ qui avrei finito, se non mi corresse Vo-
Uigo di scrivervi che Madama Giunta da
alcun tempo mostra chiaro tessersela presa
col nostro comune, e ciò perche .. . ."
Or bene, gli odierni amministratori di quel
comune si sono creduti obligati a dichiarare
ufficialmente che i loro rappòiti con Madama
Giunta hanno sempre la tenerezza delia luna
di miele, e che non è vero affatto che la
Giunta Provinciale mostri d! essersela presa
seco loro.
Ci sarebbe facile gettare questa rettifica nel
dimenticatoio delle carte inutili, parendo a noi
che, in questa questione, la Giunta sola avesse
il diritto di una dichiarazione e non il comune
di Arbe ; oppure tutti e due questi enti, trat-
tandosi di rapporti, la cui verità doveva essere
fiancheggiata dalla testimonianza di entrambi.
Infatti in questa corrispondenza d'amorosi
sensi, se Paolo dice di essere amato, Francesca
— a rischio anche del suo pudore — deve
affermare di corrispondere a tanto affetto, per
togliere di dosso a Paolo il sospetto della mil-
lanteria.
Ma per far vedere a che punto sia giunto
il servilismo e l'ingenuità di certi comuui,
accogliamo volentieri nelle nostre colonne que-
sto grazioso documento, deplorando per la
città di Arbe eh' esso lascerà il tempo che ha
trovato, se non lo intorbiderà d'avvantaggio,
facendo supporre che il nostro corrispondente
abbia messo il dito proprio sulla piaga, e che
gli assessori di Arbe abbiano sbadatamente
fatto battere la lingua, dove il dente duole.
Ma ecco la rettifica :
Alla Spettabile Bedasione del periodico „Il
Dalmata"
Zara.
Sì interessa Essa Spettabile Redazione a
voler inseriie nel suo giornale „Il Dalmata"
la seguente
Rettifica.
Nel N.ro 67 del Dalmata leggesi una cor-
rispondenza da qui nella quale fra altro sta
detto che la Giunta Provinciale Dalmata da
alcun tempo mostra chiaro ^d' essersela presa
col nostro Comune e ciò perchè....
Questa accusa è del lutto inventata non es-
sendo vero aflatto che la suddetta Giunta Pro-
vinciale da alcun tempo nè per qualsiasi guisa
mostri chiaro di essersela presa con questo
Comune.
DalV Amministrazione Comun ale
Arbe 31 Agosto 1886
li Podestà
P. GALZIGNA.
Gli Assessori
Giuseppe Nimira
Antonio lerié
G. Spalatin.
X
Spaiato. — E' indescrivibile la nostra po-
sizione. Siamo sani, e non siamo sani.
Si praticano segregazioni, si esauriscono di.
sinfezioni e tutto sopra larga scala. Guardiani sa-
nitari a bizzeììe, carrozze e scarrozzate in per-
manenza, commissioni che per amor di patria
affrontano gravi pericoli nel portarsi al cimitero.
E tutto ciò per impensierire, impaurire i cit-
tadini che vorebbero creder seria l'azione del
Comune, e i borghigiani che gridano plagas
contro certe cure che si perpetrano nei loro
paraggi e che hanno per fine la morte itn-
mediata dei curati.
I Brazzani poi vogliono contumacie, non
vogliono contatti con Spalato, e preferiscono
le privazioni e l'isolamento dinanzi al pericolo
di rimaner vittime del morbo?! 11 Comune
colle sue pubblicazioni aumenta la confusione
delle idee emanando bollettini di nuovo ge-
nere, atti tutt'altro che a tranquillizzare gli
animi, abbastanza agitati per le esagerazioni che
intenzionalmente si commettono. 0 forse la pub-
blicazione di bollettini veritieri offuscherebbe
la problematica fama dell'archiatro politico e
comunale? !
Una ancora vi comunico fresca fresca. Sia-
mo arrivati a tal punto che ad una commis-
sione giudiziale, la quale oggi portavasi a Ca-
stel Suciuraz, sarebbe stato mturdetto l'accesso
al paese, senza l'intromissione di fra Ignazio
Matutinovich amministratore della mensa go-
duta dal vescovo Marco, il quale attendeva il
capo della commissione sig. consigliere Milich,
dirigente la Pretura urbana. Un dejeuner pre-
disposto venne dall' amico consigliere accet-
tato. Gii fu però di non lieve rammarico
trovarsi al gradito simposio col povero Lo-
renzo Paulin qm. Paolo applicato a fra 1-
gnazio, ia di cui querela di nullità contro la
sentenza di condanna di un mese di arresto
ebbe esito negativo, e l'unica speranza sta ora
riposta nella domanda di grazia Sovrana, in
base ai suoi titoli di assessore comunale, mem-
bro del consiglio scolastico locale e sostituto
del presidente, e segretario della commissione
di publica beneficenza, sebbene analfabeta.
Altrimenti dopo 30 mesi egli dovrà espiarla.
Gli corse pella mente ancora la vertenza dei
3 mesi di arresto non espiato da 17 anni e
la seguita annullazione del suo deciso che ri-
monta al 1874, che riteneva scomporsi gli ef-
fetti del processo dei 1869. Povero Lorenzo, se
si condensano sul suo capo tutte queste con-
danne. Questi ed altri sfoghi il sig. Milich
fece al povero Ignazio, che non ebbe il co-
raggio di parlargli delle tante cause bagatel-
lari che, dopo Milich, sono la fede e la spe-
ranza del vescovo Marco e di tra Ignazio, per
frenare certe espansioni di quei furfantelli di
Castel Suciuraz fidenti in certe decisioni ^del
governo veneto. Soltanto fu loro proibito di
raffermare le simpatie personali, e la omoge-
neità di carattere.
Vi fu quindi l' agro fra il dolce in questa
congiuntura, tanto da far piangere ambidue
questi teneri cuori.
X
Sale. —- 1/ Achille, 1' avvocato del nostro
comune manda i suoi ultimi rantoli. Dichiara
che, per quanto io chieda, per quanto insista,
i conti della vasca non si vedranno mail Let-
tori carissimi, vi prego di tener conto di que-
sta ultima dichiarazione del famigerato Mrvat
della Katolička e di farne i giudizi che me-
glio crederete !
Il corrispondente dell' organo cattolico sog-
giunge con quello spirito cretino che lo di-
stiogue, essere la mia ira contro il comune
causata da uno smacco ricevuto dal medesimo,
e che per accontentarmi il comune dovea creare
il posto di cassiere, per affidare a me quel-
l'impiego. Poveretto! Se ci fossero in cassa
7000 fior, per costruire un muro di 20 metri
quadrati, di uua larghezza di un decimetro,
che voi speculatori vi ostinate a chiamare la
vasca comunale, assicurati, mio bel campione,
che il posto di cassiere oon l'affiderebbero a
me, che non ho bisogno di quel posto, bensì
a tuo zio, che per venti anni tenne quell' uf-
ficio, ed al quale tu devi quel poco di bene
che hai appreso ! Sta però certo che una
seconda vasca comunale non si costruirà più
a Sale; ma se ciò, per nostra disgrazia, do-
vesse essere, a chi spetterebbe il posto di cas-
siere, se non a colui che è vecchio in questa
arte ?
Spensierato ragazzo, ad altre cure più pres-
santi ti chiama il tuo ministero in avvenire
e non a compromettere scioccamente, più di
quello che sono, i tuoi cari parenti, che a
quest'ora ne hanno abbastanza da grattarsi
la nuca! Io poi d'ora innanzi non ti farò
l'onore di una risposta: mi sono convinto che
sei lo strumento di tuo cognato, un fantoccio
di carne che non capisce ciò che scrive. Se
tu volevi sostenere meco una polemica, dovevi
combattere ciò che io a ragione ed a torto
esponeva al pubblico, e non dovevi mai far^
ad essa fatte per aver l'assenso all'accordo
ungherese, siano un precedente pericoloso. Magg
deplora che nelle trattative dell' accordo siano
alati trascurati gì'interessi economici deli'Au-
stria, che nessun miglioramento sia stato fatto al
trittato commerciale, e che per colpa della
destra siasi tanto ritardata la discussione. Di-
chiara che la sinistra respinge da se la re-
s^bosabilità di tali inconvenienti. Lichtenstein
rileva la necessità dell'accordo in riguardo tanto
dallato politico quanto da quello economico;
trova che col progetto proposto è proveduto a'
diversi Isisogni, ritiene unicamente poco felici i
rapporti col Lloyd, ed in questo riguardo deside-
un miglioramento. Il ministro del commercio
J^tecquehem, in un discorso accolto con generale
^ore dalla Camera, rileva 1' importanza della
^oposta, e spiega la politica commerciale del
governo. Menger, esprimendo la sua soddisfa-
^one per le dichiarazioni del ministro, pole-
oiizza contro Lichtenstein, e rimprovera alla
nMiggiorauza di respingere qualsiasi modifica-
zione alle proposte del governo, appagandosi
invece di altri compensi, che costano milioni
allo stato ed alla popolazione.
Dopo alcune parole del relatore, la Camera
delib<era di passare alla discussione speciale.
Sieinvenđer e compagni interpellano il mi-
mistro del commercio sui provvedimenti che
intende prendere, affine d'impedire gli abusi
del comitato esecutivo della ferrovia locale
della Bucovina.
La seduta è levata.
NOTE PROVINCIALI.
Echi Dalmati. — Sotto questo titolo VA-
laharda del 30 ottobre riporta una corrispon-
denza da Zara, nella quale, prendendosi a mo-
tivo l'interpellanza dell' onorevole d.r Plener,
rifa p«r sommi capi la storia delle enormezze
perpetrate nello ultime elezioui, stigmatizzando
caustiieštfnente il procedere dei nostri prvaci.
X
Traù ed il Lloyd. — Leggiamo nell' A-
labarda di Trieste che il ministero degli e-
steri, sentiti gli altri ministeri cointeressati, au-
torizzò il consiglio di amministrazione del
Lloyd, finché sono in vigore le misure sani-
tarie, a far toccare il porto di jTraù da' suoi
battelli, sulla linea Trieste-Corfù, tanto nel-
r andata quanto nel ritorno.
X
Colèra. — Il morbo asiatico ha fatto la
sua comparsa anche nei villaggi ungheresi di
Horgos, Doroszma e Algyo.
X
Mlsare contamaciali. — A datare dal
30 settembre, 1 battelli della linea dalmata
celere, che partono ogni sabato, e quelli della
linea istriano-dalmato-albanese, di partenza
ogni mìercoledi, devono scontare la prescritta
contutQacia, anziché a Zara, al lazzaretto di
8. Bartolomeo.
Per conseguenza, i battelli di queste due
linee approderanno in libera pratica nei porti
dalmati, ma dovranno però limitare nell' an-
data le loro operazioni nei porti istriani al
solo scambio delle poste, in sospesa pratica.
Il piroscafo della linea dalmato-albanese,
che parte ogni lunedì, toccherà i porti istriani
del tracciato itinerario, prendendo merci e
passeggieri, e sconterà, come finora, la con-
tugaacia a Zara.
X
Ineredlbiie dieta. — Il consiglio comu-
nale di Lesina, croato, già si sa, in sciolto,
e gli affari ne vennero demandati ad un com-
mistario straordinario, il quale però, pare im-
possibile, come a Cittavecchia, o come a Traù,
non venne scelto tra la cliqm spadroneggiante.
Che gatta ci covi ? Egli è certo però che
la popolarità del podestà Buchich è uno
spino negli occhi di madama Giunta, la quale
capisce che il croatume, per quanto esso sia
ufficiale, non può imporsi con un tratto di
penna.
X
Deslsteuza. — Scrive la Difesa essere
certo che la i. r. Procura di Stato non ab-
bia trovato di procedere nel noto attentalo
commesso contro gli impiegati comunali di
Traù, Donadini e Cerineo.
Il fatto non ci sorprende, imperocché ab-
biamo avuto parecchi altri esempi a Zara trat-
tandosi dei nostri ; ma deploriamo con la con-
sorella, che quei signori non siansi costituiti
parte civile. Ma, già si sa, quod difertur non
mifertur.
X
Pablicazlone. — Nello Schiesone Spa-
latino per V anno 1887 i chiarissimi signori
Qiuseppe cons. Alacevich e prof. Gregorio
Sliarbarini pubblicano cinque poesie inedite di
I^Qigl Tommaseo, patrizio spalatino, nato nel
1757 e morto intorno al 1830.
I
GAZZETTINO DELLA CITTÀ.
Alfonselde. — Le limitazioni, che vi soao
»Ile altee proviireie per la caccia, da noi non
•Bialono; essere cacciatore è libero ad ogni
^tadmo^ oè da noi Io lepri e le pernici
•fttto preda pntilegpa di pochi favoriti. Se
la éi^ekb à làiwrar Ifo ^^ ^ ^rto
d'armi, se anche a scopo cK caccia
divertirsi, può farlo col bastone o col sasso,
ma, se intende cacciare collo schioppo, deve
essere munito della relativa licenza. Questa è
però legge, e su ciò non vi è quindi que-
stione. Quello che importa però si è che le
limitazioni alle libertà cittadine siano regolate
dalla legge, e non dall' arbitrio; importa che il
cittadino sappia a chi debba rivolgersi, per do-
mandare quanto la legge gli accorda; importa
infine che sia tolto il capriccio autoritario.
La Sovrana Patente 24 ottobre 1852, che
stabilisce il divieto del porto d' armi, riserva
a speciali ordinanze di stabilire per ogni sin-
gola provincia l'autorità competente al rila-
scio delle relative licenze; e quindi coli'Or-
dinanza dei Ministeri dell' interno e della giu-
stizia d«l 29 gennaio 1853, eh« stabilisce le
norme per l'esecuzione della Patente Sovrana
succitata, al §. 4 tale competenza si attribuisce
in Dalmazia ai Capitanati circolari. Tale di-
sposizione è ricordata e schiarita poi colla
luogotenenziale Notificazione 4 aprile 1853
N. 4334, ed in conformità a ciò col Luogo-
tenenziale Decreto 3 ottobre 1856 N. 17845
si ordina ai Capitanati circolari la produzione
di periodici prospetti delle rilasciate licenze.
La stessa competenza era stabilita anche
dal §. 32 lelt. h, Capo li dell' Ordmanza mi-
nisteriale 19 gennaio 1853 sulla sistemazione
ed attribuzione delle autorità politiche. Senon-
chè colla Sovrana Risoluzione 29 novembre
1865, pubblicata colla Notificazione Luogote-
nenziale 29 dicembre 1865 all' Art. Il N. 10,
tale competenza si demandava alle Preture,
e nel §.11 poi della legge 16 maggio 1868
si dichiarava essere di competenza dei Capi-
tanati distrettuali tutti gli affari, che fino al-
lora erano stati nella sfera di attribuzione dei
Capitanati di Circolo e della Pretura, e quindi
anche il rilascio della licenza pel porto d'armi;
e tale disposizione veniva nuovamente accen-
tuata e schiarita coli' Ordinanza del Ministero
dell'interno 30 agosto 1865.
A tali disposizioni un' unica eccezione si
faceva, ed era che per le località, nelle quali
era slato decretato il disarmo della popolazione,
la prima istanza politica, prima di rilasciare
la licenza, dovea domandarne T autorizzazione
alla luogotenenza. Anche in questo caso
quindi non si alterava la competenza sul ri-
lascio, ma si poneva una limitazione all'esecu-
zione della stessa ; mentre 1' autorità compa-
tente, ad accordare il permesso de! porto d'armi,
restava sempre il Capitanato distrettuale.
Tanta abbondanza e chiarezza di disposi-
zioni non dovrebbero lasciar alcun dubbio
sullo spirito delle leggi e sulla volontà del
legislatore; ed il cittadino dovrebbe sapere da
quali norme è regolato 1' esercizio dei suoi
diritti.
E di fatti ogni cacciatole produceva sempre
la sua domanda per licenza al porto d' armi
all'autorità politica distrettuale, e da quosta la
otteneva.
Ora la cosa non va più così, fin questi
giorni abbiamo veduto negala tale licenza a
diversi cittadini, che la chiedevano per scopo
di caccia; e la decisione non veniva dalT au-
torità distrettuale, ma dalla luogotenenza. E-
rano cittadini, la cui condotta non dava mo-
tivo alla più scrupolosa eccezione; dilettanti
cacciatori, che avevano avuto sempre quella
licenza, ma che, essendo scaduta, ne chiede-
vano la rinnovazione. Sulla loro condotta poi
avevano le migliori attestazioni da parte del Co-
mune. Tutto ciò non giovava: le loro domande
furono respinte, senza che fosse adotto un mo-
tivo qualunque alla negativa evasione da parte
della luogotenenza.
Tale indebita ingerenza dell'autorità provin-
ciale in un affare, che non stava nelle sfere
delle sue attribuzioni, sulle prime ci sorprese,
ma poi ci convinsirao che nelle nostre condi-
zioni nulla deve sorprendere.
Il sig. de Pfauen^hal all'epoca delle elezioni
apprese ad applicare ed interpretare la legge
a modo suo, e da allora ritiene che la sua
volontà è superiore alla legge stessa. Dopo le
elezioni gli restavano ancora delle passioni da
sfogare, dei paesi ai quali voleva far pesare il
suo potere, delle persone che doveano per-
suadersi che r opposizione ai suoi voleri era
pericolosa.
Ed a questo scopo la patente sul porto
d'armi era un mezzo opportuno, per mostrare
che anche il benefìcio di godere dei più in-
nocenti piact'ri dipendeva dal beneplacito del
sig.r Alfonso. CDrae avea chiuso il nostro teatro,
così poteva anche impedire la caccia. L'osta-
colo della legge, che metteva in altre mani
quella disposizione, era troppo facile a supe-
rarsi. Se il ministro a Vienna emetteva ordi-
nanze, che non stavano in armonia collo spi-
rito della legge, a scopo di partito ; perchè il
sig.r de Pfauenthal non avrebbe potuto fare
altrettanto per scopi particolari? E' vtjro che
egli non era né eccellenza, né ministro ; ma
era consigliere aulico e capo virtuale del-
l' amministrazione politica-provinciale. L'esem-
pio lo avea —ed il sig.r Pfauenthal, superiore
alta legge, avocava a se le decisioni delle
domande per licenza al porto d'armi. Che con
ciò si violasse la legge, che si togliesse ai
cittadini il corso delle istanze da quella sta-
bilite, costituendosi la luogotenenza in prima
e seconda istanza, sono queste sottigliezze le-
gali, alle quali la mente eletak del signor
PfauoĐthal non deve abbasmrsi.
Per le decisioni poi in uno e nell' altro
senso non gli occorre altra guida che la sua
volontà. 11 signor Pfauenthal in altra occasione
diede prova della sua profonda ermeneutica,
quando sr trattò di sciogliere il comune di
Gittafecehia. Motivi non vi erano» ma lalegge
đicev« c6r la luogotenenza poteva scioglto
un comune ; ed il signor di Pfauenthal trovò
che, essendo così stabilito dallalegge, non occor-
revano molivi, ma bastava la volontà. A quella
interpretazione tutti stupirono; ma la colpa era
loro, perchè non arrivavano all'altezza del crite-
rio pfdueotaliano. La stessa interpretazione viene
ora applicata alle concessioni delle licenze per
porto d' armi. L' autorità può accordarla, ma
può ancha negarla; a decidere sta quindi nel
suo arbitrio. Ciò è quanto vuole il signor de
Pfauenthal, e la sua logica è irreprensibile.
E poi avremo coraggio da dire che non
viviamo nei più bei tempi costituzionali, e che
la Dalmazia non ha la fortuna di possedere
il più sapiente, il più imparziale dei consi-
glieri aulici del mondo! Perchè, siamo sicuri,
nessun paese ha un Pfauenthal ! Taaffe ha un
gran torto di non chiamarlo nel gabinetto;
Prazak a capo della giustizia, Pfauenthal a
capo dell' amministrazione politica — tutte le
difficoltà sarebbero scongiurate.
X
Preziosa eonfossìone. — Un ciuco qua-
lunque neir ultimo Narodni segnala scanda-
lizzato alla publica opinione l'esistenza nel
prossimo villaggio di Smilcich di alcune in-
segne commerciali in lingua italiana.
0 in che lingua voleva quel citrullo che
fossero scritte? in lingua chinese ?..
Del resto, a tenere in certa pietosa igno-
ranza il popolo bue, ed a far vedere alla pro-
vincia che in nessun luogo la lìngua italiana
più noti esiste, il Narodni in tale aigomento
avrebbe dovuto osservare il più scrupoloso
silenzio.
X
Taniier, Succi e Pavoni. — Chi non
conosce 1' esperimento, che il d.r Tanner, due
0 tre anni addietro, ha intrapreso sulla propria
pt'rsooa, per dimostrare che 1' uomo può vi-
vere almeno trenta giorni senza cibo e be-
vanda? Molti hanno fatto plauso all'ardito di-
giunatore, altri dissero Tanner un ciarlatano,
né mancarono quelli che lo dichiararono mo-
nomane.
Tanner trovò un imitatore in certo Succi,
che, non è guari, ha ripetuto l'esperimento,
sul quale pure disparati sono i giudizi. Ma
molti non sanno che i due casi non sono iso-
lati e che Tannerò Succi hanno avuto il loro
precursore nel signor Pavoni,
Costui già nel 1867, essendo funzionario
subalterno della prefettura di Lubia, travagliato
da insulti ipocondriaci, interpretando a rove-
scio un opuscolo, capitatogli malauguratamente,
di Ceito Richelli, che possedeva allora a Veldl
vicino a Lubia uno stabilimento i Jropatico, si
fisse nel cervello di liberarsi dalle sue sof-
ferenze mediante la cura della fame, e prese
la risoluzione di astenersi da ogni cibo per il
periodo di 30 giorni.
^ia che la di lui costituzione fisica non po-
tesse misurarsi con quella del Tanner e del
Succi, sia che le condizioni cerebrali del Pa-
voni non fossero cosi sode come in .coloro; si
appalesarono in lui dopo 28 giorni di perfetto
digiuno sintomi psichici di assai allarmante
natura. Parossismi, che minacciavano gravi
pericoli non solo alla di lui persona mabeo-
anc9 alle persone, che venivano io contatto
con lui, determinarono la sua reclusione in
una camera di osservazione a Lubia. Quivi
rinfrancate poco a poco le forze mediante ali-
menti appropriati, e resi più rari i parossismi
mediante farmaci f-fficaci, fu assoggettato ad una
lunga cura regolare psichiatrica, che portò be-
nefici risultati. Pavoni potè essere licenziato
dall' ospitale. Straoidinaria fu T espansione, con
cui Pavoni si accomiatò dal medico curante,
eh' ei chiamava il suo redentore, per avergli
ridonato il bene dell' intelletto.
Ma, dopo poco tempo, si riprodussero in lui,
se nòn i parossismi, le allucinazioni sulla mi-
racolosa efficacia della cura della fame, ac-
compagnate da un' avversione invincibile per
il medico eh' ebbe nell' ultimogiorno decisivo
ad interrompere il suo digiuno. Queste allu-
cinazioni trovarono espressione in pubblici in-
sulti all' indirizzo del medico e poi in un opu-
scoletto elaborato dal paziente, per dimostrare
a mezzo dei più assurdi argomenti l' efficacia
miracolosa della cura della fame, e l'ignoranza
del medico, che lo costrinse a sospenderla alla
vigilia della guarigione.
L'opuscoletto del Pavoni fu sottoposto al
partre di una capacità psichiatrica, la quale
non esitò a dichiarare Pavoni affetto da mo-
nomania intermittente.
Non consta se Pavoni abbia ritentata la
prova, ma pare di no; avvegnacchè egli abbia
potuto raggiungere dappoi sulla scala buro-
cratica un'eminente posizione. Non invidiamo
in verità i suoi amministrati, e desideriatno loro
ed al povero paziente che non si verifichi una
recidiva.
In ogni caso abbiamo nel Pavoni la prova
che la cura della fame può portare a cervelli
poco solidamente organizzati serie, assai serie
conseguenze
A titolo di curiosità ci riserviamo di com-
rnunicare ai nostri lettori qualche brano del-
l'opuscolo Pavoni, interessante sotto vari aspetti.
X
Co^atiiittaeie.—O^i vi »mio in contuma-
cia^ 1 vapora-e 15 bastimeatt a vela, con 84
persone di equipaggio e 33 passeggieri. —
La salute è peifetta.
X
Die Ostcrrolchiseh-ungarische Monar-
chie in Wort und Blld col suo 23.o fa-
scicolo, il 6.0 del primo volume, continua il
capitolo: L epoca dei re (ungheresi) della
dinastia d' Abshurgo.
X
Ladri ignoti penetrarono l'altra notte nel-
r officina di un orefice in Via del teatro vec-
chio, e ne esportarono vari oggetti preziosi.
I malfattori ancora non furono scovati.
Telegrammi particolari
del „Dalmata"
VIENNA, 3. In seguito alla pro-
posta presentata da Schmerling
alla Camera dei signori contro la
circolare Prazak, pervengono al-
l' illustre uomo innumerevoli indi-
rizzi di fiducia da Comuni e corpo-
razioni tedesche.
PRAGA, 3. 1 giornali czechi
constatano che le pretese del loro
partito sulla questione bancaria a-
bortiranno. Malgrado questa pre-
visione, essi scongiurano gli elet-
tori di accontentarsi delle buono
intenzioni e volontà addimostrate dai
deputati e non costringerli a rove-
sciare il ministero.
TIRNOVA, 3. Nei circoli del
Sobranje cresce lo spirito di indi-
pendenza,
SOFIA, 3. Il generale Kaulbars
continua nelle sue ardite provoca-
zioni. Egli offrirà un banchetto ai
traditori Grueff e Bendereff, pei quali
ottenne domenica la scarcerazione.
TRAPASSATI.
A domicilio in città. — H 26 ottobre; Bottura
Pietro di dr. Antonio, i. r. procuratore di finanza,
d' anni 13, da carbonehio; il 30 ottobre; Armaaini
GÌHcomo fu Giuseppe, peusioaatu, d'aaai 81, <jla a»
poplessia.
NeWospitale provinciale. — 11 30 ottobre; Maglov
Teodora, contadina, d' anni 50, da tifo,
L'Ammlmstrazione It«®"-:
cerca i seguenti N.ri del giornale : Annata
1881 N. 2, 70, 73, 81, 99 — 1883 N. 69 —
1885 N. 31, 83.
Ql T*10QT»nci P®"^ scrittoio un prati-
01 llUUiUa cante che abbia bella cal-
ligrafia. — Rivolgersi all'Amministrazione del
giornale.
Causa partenza Si «fdir»:
un sofà, sei poltroncine, tavolo da giuoco, cre-
denza. — I. B.. Comando di piazaa,ll piamo.
Gol primo di novembre
a. c. la ditta L. P. REI4A dal Borgo Brrazo
ha aperto a Zara una filiale in cereali prèsso
la piazza S. Bocc§, sotto la direzione del sig.
Baimondo Baimondi. — La filiale, che per
i suoi modici prezzi non teme concorrenza, si
occuperà soltanto di cereali e farine. 1(2*3)
Farbiger, schwarz- und
weissseidener Atlas 75 kr.
r^ov IVfofov j® vorBchie-
pUl mcit/l deneu Qualitàteo) versendet in
einzelnen Boben und Stiicken zollfrei ins Haus
das Seidenfabrik-DepÒt G. HENNEBERG (k. u. k.
HojQief.^ in ZUrich. Muster umgehend. Briefo ko-
sten 10 kr. Porto. (6-7)
La fabbrica
telerie e biancberie
con deposito di
maglierie, calze, tovagliato ecc.
di M. BETEB & O.o
Txieste, Vienna, Cracovia, Lemberg
Avverte lo spett. publico che il suo viag-
giatore, signor Mario Guastalla, trovasi in
Dalmazia, e che a qualunque richiesta portasi
a domicilio con il copioso suo campionario
dei suddetti articoli, più un grandioso assor-
timento di stoffe per vestiti e mantelli da
signora.
Recapiti per informazioni: Zàta, Albergo al
Vapore— Sebanico, Albergo ai Pell^rino —
Spalato, Hotel de la Ville — Ragusa, Hotel
Mir amar — Cattare, Al Cacciatore. (3-3)
Lunedì abbiamo avuto la nuovissima com-
media io 5 atti dei sigg. Moser e Schouthan,
dal titolo: Guerra in tempo di pace. Essa
incontrò dovunque, per cui non poteva a meno
di piacere anche a Zara.
Quei dialoghi sempre vivi, sempre spigliati;
quel sceneggio così maestrevolmente condotto,
tutta quella serie di qui prò quo così inge-
gnosamente trovati, imprime a tale commedia
un' aria di festa e di gaiezza, che si diflonde
tosto neir uditorio, senza lasciargli tempo di
annoiarsi un solo minuto.
Peccato che 1' esecuzione abbia lasciato al-
quanto a desiderare, giacché gli artisti, digiuni
della parte, erano incerti e quindi vincolati
tutta la sera al suggeritore, dal quale aspet-
tavano lo spunto coll'ansia di anime del Pur-
gatorio.
Se in commedie tutte di concerto, qual' è
Guerra in tempo di pace, l'affiatamento non
ha da essere perfetto, è finita: meglio è allora
lasciarle dormire.
* *
Martedì gustammo il vecchio ma bel lavoro
del sig. Ferrari: Il ridicolo. Ottima 1' esecu-
zione del III e IV atto, ov' ebbero campo di
farsi applaudire la sig.a Marchi ed i sigg.
Morelli e Marazzi-Diligenti. 11 si.g Vestri, poi,
nella sua parte di gentiluomo tedesco, fu i-
nappuutabile dalla prima parola all'ultima. Al-
trettanto dicasi della sua mise.
Constatiamo con piacere che in queste quat-
tro sere il teatro fu frequentatissimo, le prime
tre anzi affollato.
Questa sera la Celeste del Marenco.
X
Un desiderio. — Alcuni frequentatori del
teatro c' interessano di chiedere maggior pun-
tualità nell' incominciamento degli spettacoli,
e minor durata degl' intervalli tra un atto e
realtro.
Noi siamo certi che la compagnia Marazzi-
Diligenti avrà la cortesia di aderire a sì mo-
desta domanda. X
Onomastico. — Ricorrendo ieri 1' onoma-
stico di S. M. l'Imperatore, nella nostra ba-
silica vi fu messa solenne, pontificata da mons.
arcivescovo, con intervento di tutte le autorità
civili e militari.
Nella chiesa di s. Grisogono pure si celebrò
un uffizio divino per la circostanza, al quale
assi&tettero gli studenti ed i professori delle
scuole popolari e medie.
X
Partenza. — Dopo aver trascorso i suoi
due mesi di permesso fra noi, ieri mattina,
accompagnato al vapore da numeroso stuolo di
amici e di discepoli, ripartì per la Sardegna
l'egregio professore B. Costa, unitamente alla
sua famiglia.
E' un altro galantuomo, un' altra persona
intelligentissima e colta che, — sdegnosa di
curvare la fronte dinanzi a certi idoli di fango,
dei quali la boriosa vacuità va diventando or-
mai proverbiale tra noi, — si vide costretta
ad esulare, affìa di procacciarsi onestamente
un tozzo di pane.
A noi mancherà forse l'occasione di vedere
mai più 1' ottimo amico; ma i nostri più ar-
denti voti per la sua felicità lo accompagne-
ranno dovunque, sicuri che nella seconda sua
patria egli troverà quei conforti, che in questo
sventuiato paese sembrano, pur troppo, dive-
nuti esclusivo retaggio di pochi intriganti.
X
Viaggio ufficioso. — Lunedì mattina S.
E. il luogotenente col vapore da guerra Trieste
partì per Sebenico, e fu di ritorno la sera
dello stesso giorno. X
Nuovo collegio notarile. — Avendo il
ministero di giustizia approvato il regolamento
interno del collegio notarile pel circondario
di Zara, nel giorno 26 settembre e successivi
ebbe luogo nella nostra città la prima radu-
nanza dei membri del collegio stesso, a cui
assistevano anche vari candidati notarili.
Nelle sedute, tenutesi nello studio del no-
taio sig. D. Pappafava e presiedute dal con-
sigliere provinciale sig. Palisca, furono di-
scusse ed accettate tutte quelle proposte por-
tate all'ordine del giorno, che ritornano di
grande vantaggio all'esercizio del notariato e
delle quali ci occuperemo a suo tempo.
X
Distinzione. — Il consulente legale presso
il presidio del Consiglio ministeriale di Egitto,
Edoardo dr. Keller-pascià, nostro concittadino,
fu da S. M. insignito della commenda colla
stella dell' ordine di Francesco Giuseppe.
X
Successo inaspettato. — Che il Dalmata
avesse potuto essere elevato al rango di fonte
autorevole per le notizie dell'ufficiale Avvisa-
tore, mai lo avremmo creduto. Eppure ci fu
accordato tanto onore. Nell'ultimo suo numero
VAvvisatore pubblica di aver rilevato dai Dal-
mata che, nell'occasione della fermata a Zara
della squadra inglese, S. A. il duca di Edim-
burgo onorò di una sua visita il Podestà.
Senza il nostro resoconto, dunque, l'Avvisatore
avrebbe ignorato un fatto che dai reporters
ufficiali non poteva essere sorpassato.
X
Stupro. — Una povera vedova da Pro-
vicchio, venuta qui di questi giorni per testi-
moniare in un dibattimento, trovavasi dome-
nica sera a bere in uno spaccio di vino in
compagnia de' suoi due figliuoletti, un bam-
bino di circa 8 anni ed una bella ragazzina.
Avvicinatosele un individuo vestito nel co-
stume dei nostri borghigiani, offrì da bere alla
madre accarezzandone i figli, specialmente la
femmina, che invitò di poi a seguirlo fino
al banco di una rivendugliola poco discosta,
ove le prometteva di comperarle delle frutta.
L'infelice, inconscia, uscì difatti senza che la
madre, persasi a chiacchierare, se ne avve-
desse ; ed il mostro, un po' colle buone e^J
un po' colle cattive, potè intanto condurre la
bambina fuori di città, alla Spianata, dove tra
i pianti e le grida di lei, riuscì a consumare
il più turpe dei delitti.
11 miserabile trovasi già in potere della giu-
stizia. E' desso certo G. A., servitore presso
una benestante famiglia borghigiana di qui.
Ha moglie e due figli, mentre la sua vittima
conta appena li anni! x
Come da noi! — Scrivono da Gorizia
al Mattino di Trieste : . . ,-y
„La Società „Pro Patria" ha dato sui nervi 1
alla „Soča," la quale ora, onde combattere ;
questo patriotico sodalizio ed innalzare sè stessa
e la nazione da lei rappresentata nelfa fama
di fedeli austriaci, non rifugge dalle più basse
insinuazioni, incolpando gi' italiani austriaci
ed il „Pro Patria" niente altro che di irre-
dentismo.
„Essa taccia d'iriedentismo tutta la popo-
lazione italiana dell'Austria, tutta la stampa
che scritta in caratteri latini non usa pipe,
ed il „Pro Patria" poi, perchè (apriti o terra!)
accoglie sussidi dai comprovinciali dimoranti
nel regno d'Italia, e quale corpus delieti pu-
blica una circolare diramata a Roma dai si-
gnori prof. Paolo Busin ed Emilio Venezian
fra la colonia austriaca di colà, onde aiutare
il „Pro Patria". Come vedete, secondo quel
fogliaccio, questo costituirebbe nient'altro che
un crimine di alto tradimento."
Precisamente come in Dalmazia! Pur di
abbattere i lo.o avversari politici, pur d'ingra-
ziarsi i loro nuovi padroni — quegli stessi
padroni ai quali morderebbero volentieri il
cuore — i pronipoti di Zvonimiro si adattano
a fare anche la spia. E noi ne sappiamo qual-
che cosa, noi. x
Ottima idea. — Il preside del nostro Co-
mico Agrario, sig. Giuseppe Messa, alle pre-
stazioni del quale si deve la esposizione per-
manente di macchine agrarie, è intenzionato
di fare una collezione dei più recenti appa-
recchi per la facitura del burro.
A quest' uopo si è già rivolto a diverse
fabbriche, alcune delle quali gli mandarono
dei recipienti per il trasporto e per la con-
servazione del latte.
Questa collezione riescirà interessante al
paro dell'esposizione di macchine ed appa-
recchi enologici, e speriamo che fra pochi
giorni sarà aperta al pubblico, che potrà per-
suadersi come in Dalmazia si proceda molto
adamiticamente col latte, nel mentre con po-
chissima spesa si può avere tutto quanto ri-
guarda la conservazione del latte e la facitura
del burro. (Boll. Agr.) X
11 nostro mercato. — Rileviamo dallo^ stes-
so Boll. Agrario che durante il soggiorno della
r. squadra iuglese nella nostra rada, vennero
acquistati da un solo bastimento 200 paia di
polli d'india e 160 paia di oche, senza con-
tare un numero favoloso di pollastri. (!)
Ad onta di ciò, i prezzi rimasero invariati.
Ciò dimostra la grande quantità di pollame
chè può essere esportata dal contado di Zara.
X
Artista concittadino. — In occasione della
prossima fiera di 8. Simeone, il sig. F. Vita-
liani ha eseguito, su buon cartoncino in grande
formato, un lavoro litografico rappresentante
l'aitar maggiore della chiesa di s. Simeone,
colla magnifica arca racchiudente il corpo del
protettore di Zara.
Anche in questo iavoro, come in molti al-
tri usciti dalle mani del bravo sig. Vitaliani,
noi abbiamo potuto constatare il vivo amore
per la difficile arte sua nonché il crescente
progresso che nella stessa va ogni giorno fa-
cendo questo egregio giovane, che onora sè e
la patria.
11 quadro Vendesi presso le principali nostre
cartolerie, al prezzo di 20 soldi. x
L' Operajo Dalmata, nell' esternare i suoi
lagni perciò che il Comune non permise al
sig. Kirchmayer la costruzione di un altro e-
di-fizio alla Riva Nuova, dice di non poter
Comprendere i motivi che originarono quel
divieto.
Ebbene, se I' Operajo Dalmata avesse avuto
la buona idea di ripetere, o presso il sig.
Kirchmayer o presso la stessa Amministrazione
comunale, la spiegazione di quei benedetti mo-
tivi, egli probabilmente li avrebbe compresi,
e comprendendoli non avrebbe scritto quello
che scrisse.
X
La marcia „Pro Patria" del maestro
Zink, accolta con tanto entusiasmo dal nume-
roso e scelto publico che intervenne allo spet-
tacolo teatrale datosi in Gradisca nella memo-
randa sera del 25 corr. verrà prossimamente,
per gentile accondiscendenza dell' egregio au-
tore, che la ridusse per pianoforte, publicata e
posta in vendita al mite prezzo di soldi 60.
Il ricavato netto è pure dedicato al fondo
della società „Pro Patria."
— - - -—1 • --
DALLE PROVINCIE ITALIANE.
„Pro Patria." — Il ricavato netto della
festa tenutasi a Gradisca supera i 600 fiorini,
che vennero tosto rimessi alla Direzione di
Trieste.
Ci sono però ancora degli incassi da fare, e
il Corriere di Gorizia crede di non andare
errato calcolando che questi frutteranno al
fondo altri 200 fiorini:
Sicché anche dal lato finanziarlo la festa
può dirsi riuscitissima; per cui abbiamo dop-
pio motivo per rallegrarcene.
X
La scuola di Piedimonte vede aumen-
tare il numero dei discenti, ed ora questi sono
55. L'opera del „Pro Patria" prosegue assi-
dua e indefessa, e a quelli che purtroppo fatti
scettici da ripetute esperienze, dubitavano che
i suoi entusiasmi avessero ad essere fuochi di
paglia, rispondono i fatti, che promettono una
fiamma benefica e durevole, additando intanto
con tutta compiacenza la scuola di Piedimonte.
Telegrammi particolari
del „Dalmata"
VIENNA, 5. Un collaboratore
della Gazzetta di Franco forte con-
ferì con Crispi sul convegno di
Friedrichsruhe. Crispi venne in se-
guito a speciale desiderio espresso
da Bismarck; e la conferenza non
avere un determinato scopo poli-
tico. La questione romana nem-
meno fu toccata. Nessuno intende
immischiarsi nelle interne questioni
italiane, e Bismarck meno di tutti.
Il Papa vive sotto la tutela delle
leggi italiane, come cittadino ita-
liano. L' Italia vuole la conserva-
zione della pace e dell' equilibrio
europeo ; e perciò si unì all' al-
leanza Austro-Germanica. Tutti gli
stati d'Europa temono l'avanzarsi
della Russia verso Costantinopoli.
Il mare Mediterraneo non può di-
ventare un lago russo. La Bul-
garia e la sua indipendenza hanno
la piena simpatia dell'Italia.
^^^^
NOTE BIBLIOGRAFICHE.
Nuova publicazione. — Annunziamo con
piacere la prossima publicazione dell' opera
VLa e Scritti di Giuseppe Ferrari-Cupilli.
Editore n'è il sig. S. Ferrari-Cupilli, il quale,
mosso da amore figliale e da dovere cittadino,
si diede ogni cura nel raccoglier, riordinare
ed annotare tutti i moltissimi scritti sia editi
o inedili dell'illustre compatriota.
I lavori del Cupilli, improntati tutti di un
fervido amore di patria, scritti con purezza di
!:ngua e con uno siile piano ma elegante, co-
me a ragione vien detto nella scheda di as-
sociazione, non possono non essere bene ac-
colti dai dalmati tutti e dai zaratini in parti-
colare. E tanto più ne raccomandiamo I' ac-
quisto in quanto che, se anche già publicati,
vi ricompariscono quasi rinnovati in seguito
ai continui studi e alle pazienti e scrupolose
indagini a cui l'autore li ha di poi assoggettati,
e perchè — cosa di particolare interesse — vi
va unita la corrispondenza epistolare che l'illu-
stre defunto s'ebbe coi più distinti ingegni
dalmati e stranieri.
L'opera sarà divisa in due volumi, ciascuno
di pagine 320 in 8.o grande, con ritratto e
fassimile dell' autore.
II prezzo d'associazione per ogni volume
è di fiorini 2, pagabili al momento della con-
segna di ogni singolo volume. Circa quattro
mesi dopo la publicazione del primo volume,
seguirà il secondo.
X
E' uscito il n.o 9 del Bullettino di Ar-
cheologia e Storia Dalmata col seguente som-
mario :
Iscrizioni inedite. (Salona). —Osservazioni.
— Le Gemme del Museo di Spalato. — Hr-
vatski Knezovi Draškovići starinom Dalmatinci.
— Illustrazioni alla Storia di Castelnuovo nelle
Bocche di Cattato. Relazione del -Principe
Andrea Doria. — La Rascia e la Bosnia. —
Serie dei Reggitori di Spalato.
X
Die uesterreichisch-uugarischc Monar-
chie in Wort und Bild, questa splendida
publicazione dell' Hòlder di Vienna, è giunta
al 45.0 fascicolo, nel quale si tratta esclusi-
vamente del popolo magiaro e precisamente:
Mauro Jókai su La poesia popolare unghe-
rese,, Alessandro Imre su 1 proverbi unghe-
resi e Stelano Bartalus su La musica unghe-
rese di palazzo e sulle canzoni popolari.
Il testo è intercalato da 6 illustrazioni do-
vute al bullino di Paulo Vàgó, Ignazio Ro-
skovics e Alessandro Liezen-Mayer.
SEC- i
COMUNICATO.*)
Essendosi propagato per opera di qualche
miserabile che nell' Albergo „Pellegrino" da
me condotto morirono di vajuolo due miei fi-
gli, io ad onore del vero, dichiaro che questa
è un'intame menzogna, imaginata per pregiu-
dicare una famiglia onesta che vive col pro-
prio lavoro.
Anzi la verità è questa, che, di tutta la città
di Sebenico, il solo gruppo Case Macale poste
alla Marina, ove si trova il mio Albergo ed
ove abitano quaranta famiglie, è stato comple-
tamente esente da ogni caso di questa ma-
laugurata malattia e di ciò che io dico può
renderne testimonianza e il comune e l'auto-
rità politica.
Sebenico, il 29 settembre 1887.
D. Giadrov
Albergatore al „Pellegrino"
Oltre una pertrattazione esauriente delle
questioni politiche del giorno, la „Wiener
Allgemeine Zeitung" contiene tra tutti i fogli
maggior quantità di materia divertente; perciò
si adatta in modo speciale quale lettura di
famiglia.
X
Napoli, 5 novembre 1885.
Sigg. Scott e Bowne
Dichiaro d'aver trovato molto utile la Loro
Emulsione Scott nella urosalosi e nel rachi- '
tismo, e credo che il rimedio possa riuscire
molto superiore al semplice olio di fegato di
merluzzo nelle suddette malattie.
Dott. AGNELLO cav. AMBROSIO
Prof, di Chirurgia in Napoli
Via Costantinopoli, 101.
TRAPASSATI.
A domicilio in città. — Il 29 settembre: Mura
Giacinta del fu Andrea, d'anni 80, da apoplessia ce-
rebrale; il HO settembre: Mestrovich Antonio di An-
tonio, studente, d'anni 22, da tumore cerebrale.
Neil' ospitale provinciale a Borgo Erizzo. — Il
30 settembre: Foretich Stefano del fu Pietro, da
Arbe, falegname, d' anni 55, da pneumonite caseosa.
JE\ingraziamento,
Nella tremenda sciagura, toccataci per la
prematura morte del nostro dilettissimo An-
tonio, al nostro inconsolabile dolore furono
di non lieve conforto le innumerevoli attesta-
zioni di affettuosa compartecipazione e di cor-
diale compianto di cui immeritatamente fummo
fatti segno da ogni ceto di persone e da ogni
parte, che non troviamo parole adeguate ad
esprimere la nostra gratitudine. — Assicu-
riamo pertanto in generale tutti coloro che in
qualsiasi guisa parteciparono ai nostro dome-
stico lutto, di tenerne perenne memoria nei
nostri cuori addolorati.
Zara, 2 ottobre 1887.
Famiglia Mestrovich.
*) Per questi articoli la redazione non assume altra
responsabilità tranne quella voluta dalla legge,
gxxxxx?xxxxxxxx^
X X X X X X X
Fabbrica Nazionale a Vapore
di
di
I. R. Fabbricatore di Corte
TRIESTE S
Premiato con medaglie
A TUTTE LE ESPOSIZIONI
alle quali concorse
Vienna 1873 — fuori di Concorso
Diploma di Giurato internazionale.
x CIOCCOLATA x x X X X X X X X
x
Q Questa fabbrica fondata nell' anno
A 1857 fu la prima nella Monarchia ad
essere eretta con i moderni perfe-
V zionamenti dell' arte meccanica.
X A richiesta si rilascia il relativo prezzo
corrente e si rimetteranno i Campioni a
Xchi ne farà domanda accompagnata dal re-lativo importo.
X Merce esente del Dazio doganaie
X d1 entrata.
^ Deposito Generalo in Trieste
y^ Riva pescatori N. 20.
vacxxxxxisxxxxxxx!
S. 95. ZARA, Mercoledì 30 Novembre 1887. Anno X
Associazione.
Per 7ara fi. 8 anticipatamente, se-
mestre e trimestre in proporzione.
Per l'Impero Àustro-ungarico fi. 9,
semestre fi. 4:50 trimestre fi. 2:50
Per gli Stati appartenenti alTU-
nione postale fi. 12 all' anno se-
mestre e trimestre in propor-
zione. Per gli Stati non appar-
tenenti air nnione postale fi. S
e di più r aumento delle spese po-
stali, semestre e trimestre in pro-
porzione.
Un numero separato costa s. 10.—
tJn numero arretrato s. 16.
Giornale politico, economico, letterario.
Esce il mercoledì e il sabbato
Inserzioni.
Le associazioni e gli importi di de-
naro, in assegni postali si dirigano
all' amministrazione del "Dalmata,,
iu Zara. Chi non respinge il foglio
dopo scaduta l'associazione s' intende
obbligato per il trimestre susse-
guente.
Le corrispondenze devono dirigersi
affrancate esclusivamente al Redat-
tore. Le lettere non affrancate sa-
ranno respinte. 1 comunicati si in-
seriscono al prezzo di s. 10 la linea.
Avvisi ed inserzioni a prezzo mode-
rato da convenirsi.
I manoscritti non si restituiscono
Ai nostri abbonati.
Siamo già prossimi alla fine del-
l'anno, e molti dei signori abbo-
nati non hanno ancora corrisposto
ai nostri ripetati inviti, rimetten-
doci l'abbonamento.
È noto a tutti quanto ingenti
sieno le spese per l'edizione di un
giornale, in ispecialità poi quando
esso appartenga alla stampa liberale
della nostra provincia. Ne 1' am-
ministrazione può fare a meno,
colla line dell' anno, di soddisfare
a tutti i propri doveri.
E perciò che facciamo appello
al patriotismo degli onorevoli no-
stri associati, pregando quelli che
non sono in corrente colla nostra am-
ministrazione, di rimetterei quanto
prima il prezzo dell' abbonamento
in corso, nonché gli arretrati, molti
dei quali datano da parecchi anni.
RIVISTA POLITICA.
La confusione in Francia aumenta
sempre più : se la crisi presidenziale
non è un fatto compiuto, essa pare ine-
vitabile. Clemenceau, Brisson, Raynal
Ferry e Ribot, in una parola le persona-
lità tutte più eminenti consultate da
Grevy per la ricostituzione del nuovo
gabinetto, finirono col dichiarare la di
lui dimissione essere assolutamente ne-
cessaria alla formazione del gabinetto.
E Grevy ne sarebbe finalmente convinto:
egli dichiarò che partirà soltanto dopo
aver emanato un messaggio per libe-
rarsi da ogni responsabilità nelle com-
plicazioni interne ed esterne che prevede.
E questa sua intenzione Grevy la comu-
nicò a Ribot, il quale sarebbe incaricato
di formare il gabinetto, che dovrebbe re-
care alla camera il messaggio di dimis-
sione. Ribot per altro pretese che que-
st' ultimo fosse sottoposto al suo giu-
dizio prima di approvarlo.
A questo gabinetto di transazione
Ribot, dicesi che parteciperebbero Wal-
deck Rousseau, Flourens, Sadi-Oarnot
e Ferron. Altri invece vogliono che con
Rt^ot entrerebbero nel nuovo mini-
stero Goblet e Danis.
, Circa poi al successore di Grevy, i
senatori opportunisti sostengono e fanuo
propaganda in favore della candidatura
del generale Saussier. Questa candida-
tura è però combattuta dai giornali ra-
dicali.
Pur troppo ha ragione lo Standard,
quando scrive che i partiti in Francia
non sanno unirsi che per demolire, ma
che essi sono incapaci di ricostruire
sopra una base razionale.
E la Neue Ir eie Presse, che si oc-
cupa del ritiro di Grevy, lo trova in-
comprensibile, anzi misterioso, vista
la unanimità di vedute in tutte le
persone che conferirono col presi-
dente. Secondo essa, o vi deve essere
un motivo segreto all'estero e noto solo
alla Francia, oppure un'ambizione smo-
data per il seggio presidenziale da parte
degli uomini politici che consigliarono
il Grevy. Comunque sia — conclude
— deve esistere assolutamente una
base e un vincolo di solidarietà tra gli
uomini politici, poiché la loro respon-
sabilità è straordinària.
Le dimissioni di Giulio Grevy, quan-
tunque fossero naturalmente attese,
hanno destato al Quirinale grande im-
pressione. Si temono gravi conseguenze
dopo questo avvenimento.
È veuuto il tempo, non per i bona-
partisti, chè non possono venir presi
in considerazione, ma per gli organi-
sti di arrabbattarsi per ispuntarla. Ed
a questo proposito circolano le voci
più strane. Così p. e. corre voce che
i banchieri orleanisti avrebbero rice-
vuto fondi dall' Inghilterra, probabil-
mente destinati a corrompere impiegati
e giornalisti per ricercare elementi per
un colpo di stato militare. Ma il go-
vernatore di Parigi ed il prefetto di
polizia hanno preso le loro precauzioni.
Tutti i picchetti militari furono aumen-
tati, lutti i posti di polizia rinforzati;
continue pattuglie sorvegliano lo adia-
cenze di Montmartre, dove i socialisti
tengono le loro riunioni. Secondo I E-
stafette, nove battaglioni di fanteria e
otto reggimenti di cavalleria ricevettero
l'ordine di rinforzare la guarnigione di
Parigi.
Con quale occhio si vedrà a Berlino
siffatto scalmanarsi del paese della ri-
vincita? Nulla ne dicono in proposito
i giornali; essi si occupano piuttosto
del discorso della corona all' apertura
del parlamento. Ed il discorso invero
nulla offre d'interessante, eccetto che
quello di ripetere per la centesima
volta, che la triplice alleanza null'altro
ha di mira che la pace. La National
Zeitung, che ne discorre estesamente,
trova di non comprendere il perchè del
silenzio sul prolungamonto della legge
contro i socialisti. Fa emergere però
l'accentuazione del carattere difensivo
della triplice alleanza; scusa se la vi-
sita dello czar non vi è menzionata,
perchè poscia si venne a rilevarne la im-
portanza soltanto relativa, e spera che
gli accennati risultati della politica pa-
cifica aumenteranno durante la sessione
inaugurata.
La Post invece, alludendo al discorso,
menziona la nuova legge daziaria russa
contro l'industria tedesca, seguita im-
mediatamente alla venuta dello czar a
Barlino, e dice che, anche non dando
importanza a questo atto, non si pos-
sono lasciare inosservati gir agglome-
ramenti di truppe russe ai confini, sullo
scopo dei quali non esiste dubbio. Se-
condo essa quelli che ne dubitano, du-
bitano del sole, mentre quello della
guerra austro-russa splende nel cielo
mattutino.
La Kólnische Zeitung a sua volta, di-
scorrendo della situazione russa finan-
ziaria, conclude essere un fatto che
alla Russia minaccia una crisi, e dice
che questa sarebbe affrettata, se la Ger-
mania, seguendo l'esempio della Russia,
chiudesse ai prodotti russi le sue fron-
tiere.
Dunque il conveguo di Berlino non
ha giovato a migliorare le relazioni
dei due imperi. Avrebbe giovato però
a mettere in chiaro alcuni fatti, i
quali, se veri, getterebbero una luce si-
nistra sul principe della Bulgaria. La
Kólnische Zeitung afferma, che nel col-
loquio dello czar col principe di Bis-
marck sarebbe stato stabilito che l'im-
peratore venno tratto in inganno da
false lettere del cancelliere. Se queste
lettere fossero state vere, con ragione
ne sarebbe stato adirato; ma invece
furono falsificate, e credesi da parte
orleanistica. Sarebbe stato inoltre sco-
perto che una piccola si, ma influente
parte dei circoli di^ corte a Berlino,
ha cooperato alla cosa, adoperandosi a
risvegliare in Pietroburgo la convin-
zione, che T imperatore Guglielmo non
trovasi sempre in pieno accordo col
cancelliere riguardo alla politica estera.
Se le comunicazioni del loglio di
Colonia sono esatte e la falsificazione
della corrispoudenza del principe can-
celliere sulla questiono bulgara potesse
provarsi, non solo falsificata, ma falsi-
ficata da parte orleanista, la oausa di
quest' ultima ne verrebbe a toccare un
gravissimo colpo. In ogni caso si dico
incamminato il relativo procedimento
giudiziario; vedremo che ne risulterà.
In attesa di ciò guardiamo all'Italia,
la cui politica d'espansione in Africa
è veduta di mal' occhio dalla Turchia.
A Costantinopoli non si vuol credere
che tanta truppa avviata a Massaua
tenda al solo scopo di metter a segno
1' Abissinia, no, si temono dei colpi di
mano d' altra natura. Un dispaccio da
Costantinopoli annunzia che un imbarco
di quattro reggimenti di fanteria ed
altri duo di artiglieria sono diretti per
Tripoli, cosi che la forza comples-
siva in rinforzo a quella qui stanziata
è di 14.000 uomini. La Turchia a-
vrebbe quindi a Tripoli una forza di
quasi 34.000 soldati.
Tale disposizione, com'era da preve-
dersi, mise in apprensione la popola-
zione di Tripoli, la quale prevede una
occupazione italiana. In ogni caso, si
scrive da colà alla Gazzetta, Piemontese,
la popolazione tripolina tende ad un
cambiamento di governo, e lo stesso
arabo agogna un governo migliore, ed
uno stato di condizione più felice. La-
sciamo al corrispondente la responsa-
bilità di essere smentito dai fatti.
Era poi corsa voce che una nave
francese fosse stata catturata presso la
baia di Obock; ora la notizia viene
smentita. Tanto meglio.
FINIS DALMAT1AE!
Quella malaugurata questione, che da ben
un quarto di secolo tiene divisi tra loro i fi-
gli d'uua stessa terra; quella questione perla
quale si sparsero rivi d'inchiostro e si con-
sumarono magazzini di carta; che diede tanta
matassa da dipanare a statisti e a giurecon-
sulti, a filosofi e a giornalisti, a secolari ed
a preti, a bianchi, a così così ed a ueri ;
quella questione le quale — dopo il martirio
di Nona — fu una delle principali fautrici
della celebrità dell'abate Danilo, per la defi-
nizione da lui datale di questione accademica;
quella famosa questione, lettori dolcissimi, venne
finalmente risolta: Dalmatia fuit! L'annes-
sione della provincia nostra alla Croazia ap-
partiene al numero dei fatti compiuti! Il
barometro politico europeo segaa: sego su tutta
la linea!
Qualcuno avrà la dabbenaggine di credere
che nello scioglimento del gran nodo, ammesso
che non ci sia entrata la spada di nessun A-
lessaodro, vi avranno avuto parte pelò i più
alti fattori legislativi della monarchia, come
ad esempio i ministeri cis e transleithano colla
rispettive Camere alte e basse, le Delega-
zioni ecc.
Niente dì meno t satto.
0 forse che per una simile inezia avrebbe
meritato la pena di strappare alla loro beata
quiete tante brave persone quali sono i depu-
tati, i luogotenenti, i ministri e così via?
Nemmeno per celia!
Amministrare un calcio al già ventenne dua-
lismo; dare alle stampe una edizione riveduta
e corretta della Costituzione, magari coi tipi
della tiskarnica che non esiste; pigliare
la Dalmazia per un orecchio e — come i pre-
stigiatori alle grida di uno due.... tre!
pssst! — farla politicamente passare da una
parte della monarchia all'altra, son cosuccie
che di primo acchito avrebb ro potuto imbro-
gliare anche un paio di Palmerston, se volete,
ma non già un Prodan alla vigilia di diven-
tare èanónico; il quale Prodan, in matèria di'
imbrogli diplomatici, sarebbe al caso di
dare trenta punti su quaranta allo stesso Bi-
smarck!
Tornando a noi, dunque, per soddisfare fe-
delmente al nostro compito di cronisti,. non
possiamo esimerci dai constatare il triste caso:
Dalmatia fuit! La poveretta, dopo lunga e
penosa malattia è passata a miglior vita senza
i soliti contorti, senza che nessuna prefica ne
abbia pianto la dipartita, senza che a nessun
cane sia saltato in mente di darle il vale di
prammatica: — reietta ed abbandonata in morte
come lo fu in vita! E se non ci fosse stato
prete Prodan ad annunziarne, commosso dalla
gioia del riuscitogli misfatto, l'improvviso de-
cesso, noi stessi, noi, figli di Dalmazia, ne i-
gnoreremmo la fine! Orribile!
Sien grazie perciò al molto futuro monsi-
gnoreil quale, se pure ci ha orbati d«lla ma-
div, ha avuto almeno la cristiana idea di av-
visarcene, perchè potessimo provvedere al de-
cente di lei collocamento nell' ultimo asilo.
Egli è vero che a monsignore non ha co-
stato nè molta fatica nò una spesa rovinosa il
regalarci la funebre notizia, giacché, parlando
nel suo giornale della Dieta dalmata, a lui è
bastato intitolarla: Hrvatski sabor u Zadru;
ma ciò non cale: ò alla buona intenzione che
bisogna badare, e noi vi badiamo.
Dunque Hrvatski sabor u Zadru e Hr-
vatski sabor u Zagrebu!
Immaginarsi la stizza delle altre provincie
della monarchia austro-ungarica, vedendosi con-
dannate alla fortuna di possedere una sola Dieta,
di froute alla privilegiata Croazia che ne conta
due, con uno Starcevich solo però, giacché
1" altro per ora è in campagna !
Senonchè, iu tutto questo benedetto guazza-
buglio che ha per soggetto la morte politica,
1' assopimento o la sparizione che dir si vo-
glia di questa grama Dalmazia, a noi sembra
d'intravvedere un tantino di mistero che, per
quanto ci scervelliamo, non riusciamo a spie-
garci. E quindi ci rivolgiamo umilmente a chi
ne sa più di noi, perchè voglia esserci cortese
delle seguenti risposte:
1. Come va che, essendo la nostra una
Dieta croata, sulla porta della Giunta si con
tinui a tollerare in pace la vecchia tabella colla
iscrizione: Pokrajnski Odbor Dalmatinski?
2. Come va che, essendo la nostra una
Dieta croata, i viglietti che la Giunta sullo-
data distribuisce per poter accedere alle gal-
lerie dietali, portino tuttavia l'intestazione:
Sabor dalmatinski ?
3. Perchè mai, se la Dieta dalmata è una
Dieta croata, S. E. il luogotenente nel suo
discorso d' apertura ha esordito colle parole:
„Visoki sabore, velečastna gospodo kraljevi ne
Dalmacije"?
4. Perchè, se una Dieta dalmata più non
esiste, l'ufficiale Avvisatore Dalmato si o-
stina a chiamarla Sabor dalmatinski?
5. Ed il croato Narodni List, che pure
dovrebbe saperne qualche cosa, perchè sci-
miotta P organo del Governo battezzando et>.so
pure la nostra Dieta col titolo di Sabor dal-
matinski? Forse per un rimasuglio di affetto
verso lo stari pobro?
6. E se la Dalmazia ha fatto fagotto per
1' altro mondo, se essa politicamente più non
esiste, per qua! motivo monsignor Prodan
continua a intitolare il suo cencio Katolička
Dalmacija e non Katolička Hrvatska? Sa-
rebbe forse per derisione? E si che il reve-
rendo Prodan, per quanto Prodan, nella sua
qualità di sacerdote almeno non dovrebbe i-
gnorare che de mortuis nil nisi bene!
Dunque?
In attesa delle sopra implorate sei risposte,
il dunque lo diremo noi in due parole, ed è
che il croatismo di monsignor Prodan è de-
generato in cretinismo!
sac... i tm -
GLI ITALIANHN AFRICA
Telegrafano da Massaua alla Tribuna che
ras Alula, non potendo alimentare tutte lo
truppe che s' erano concentrate all' Asmara,
ha pensato di distaccarne una metà nei vil-
laggi circostanti.
Trecento soldati sono accantonati a Ghinda.
La ferrovia dal forte Gherard a Monkullo
è quasi compiuta; non mancano più che un
500 metri.
— Il ministero della guerra ha disposto
perchè ai primi di dicembre si carichino
sulle navi tende, cuscini ed altre suppellet-
tili occorrenti alle ^quattro brigate che si
trovano in Africa. Inoltre il ministero della
guerra ha disposto che le navi Archimede'
Polcevera, Scrivia e Bosforo restino ormeg
If, 70. ZARA, Sabato 1 Settembre 1888. Anno XXIIl.
Associazione.
Per >'ara fi. 8 anticipatamente, se-
mestre e trimestre in proporzione.
Per l'impero Austro-ungarico fi. 9,
semestre fi. 4:60 trimestre fi. 3:50
Per gli Stati appartenenti all'U-
nione postale fi. 13 all' anno se-
mestre e trimestre in propor-
zione. l'er gli Stati non appar-
tenenti all'unione postale fi. 8
e di più l'aumento delle spese po-
stali, semestre e trimestre in pro-
porzione.
Un numero separato costa s. 10.—
Un numero arretrato s. 16,
IL DALMATA
Giornale politico, economico, letterario.
E^ce il mercoledì e il sabbato
Inserzioni.
Le associazioni e gli importi di de-
naro, ili assegni i»ostali si dirigano
ali' aniiuiiiistrazioiie dei "Dalmata«
in Zara. Chi non respinge il foglio
dopo st;;i(luta l'associazione s' intende
obbligato per il trimestre susse-
guente.
Le corrispondenze devono dirigersi
atfrancate esclusivamente al Redat-
tore. Le lettere non atfrancate sa-
ranno respinte. 1 comunicati si in-
seriscono al prezzo di s. 10 la linea
Avvisi ed inserzioni a prezzo mode-
rato da convenirsi.
I manoscritti non si restituiscono.
8
Che le disposizioni vigenti io linea
dì sviluppo e di manutenzione forestale
siano in complesso buone ed utili, si
potrà convenire. Ma non siamo punto
d' accordo nel giudizio che la loro ap-
plicazione sia sempre corretta e non
leda quegli interessi che lo stesso le-
gislatore deve aver avuto in mira siano
rispettati.
Basta una denunzia qualunque di un
vigile ai boschi (più o meno boscati)
por ritenersi autorizzati legalmente alla
emissione di una decisione, che di-
sturba la scarsella, o compromette 1' e-
sercizio della libertà personale dei cit-
tadini.
In ogni paese civile le contravven-
zioni vanno colpite severamente, nulla
è a dirsi. Ma esistono poi sempre que-
ste contravvenzioni ? No ; e più volle
mancano perfino dei primi caratteri.
Una divergenza col capovilla, un di-
sgusto col parroco, un alterco col ca-
poronda, la non accettazione del tasso
arbitrario del lugaro, portano sovente
da noi un irresponsabile sul banco de-
gli accusati.
Non vi è discolpa, non valgono te-
stimonianze, non si ammettono prove
in confronto al denunciatore, cui, non
bastando i 5 o 7 fiorini percetti al
mese, deve necessariamente essere le-
cito di provvedere altrimenti alla pro-
pria esistenza.
E si condanna, completando una
stampiglia: ecco tutto! Si ricorre, si
pongono in campo argomenti pienpro-
vanti, si si difende con buone ragioni,
ma spesso inutilmente.
Ma che importa? L'atto fiualmente
è evaso. È un numero, una partita di
più, che da un prospetto passa ad un
altro per cadere in una distinta, che
assicura una esecuzione efficace sul
mobiglie, sugli utensili, sugli attrezzi,
sui semoventi, su tutto quello che si
possiede. Oppure dischiude le porte di
uu carcere ad un padre di famiglia,
ad una innocente fanciulla, ad un la-
borioso garzone.
Ma che monta? Langue la pastori-
zia, s'impoverisce la popolazione, si
avvilisce T individuo, i boschi non mi-
gliorano! Ma i prospetti sono in regola,
le gite aumentano, piovono da Vienna
nuovi istrumenti, che talvolta taluno
non sa nemmeno tenere in mano e le
statistiche sono complete! Tutto va
bene, tutto progredisce a seconda, cia-
scuno ha diritto di dormire fra due
guanciali !
In Sassonia, ned è molto, un danno
forestale veniva punito col taglio del
dito 0 della mano del contravventore.
A tali severe, troppo severe leggi, deve
oggimai quel paese la sua proverbiale
prosperità. Ma, parallela a tali leggi,
dicendosi anche barbare, correva l'i-
struzione estesa, la vera educazione
delle masse. I lavori di coltivazione
delle foreste seguivano razionalmente
adagio, adagio. Ma sopratutto vi era
una ben ponderata applicazione proces-
suale, precipuo elemento per assicurare
il rispetto alla legge.
In una delle gite periodiche, fatte col
fucile da caccia sulle spalle, salta in
mente ad un impiegato forestale dì sot-
trarre uno 0 più tratti di fondo dal-
l' utilizzazione ordinaria, consueta. Ed
ecco una Grida che impedisce il pa-
scolo e che ostracizza la capra, la quale
è forse l'unica risorsa di una povera
rustica famiglia. Sì protesta, si muo-
vono eccezioni pientenenti, appoggiate
da un bene intenzionato podestà. Tutto
inutile! Il gran detto è gettato, biso-
gna effettuarlo! Non è forse così? Si,
per Giove!
Ma intanto prosperano i boschi, si
dirà ! Davvero ? Non c' illudiamo ! Guar-
datevi da destra a manca e rivolgetevi
indietro. E che vedete ? Denudamento
da per tutto, miseria, squallore, dispe-
razione !
Oh, consoli! Invece di divietare tratti
intieri, non sorvegliabili per la loro e-
stensione ; invece di spendere tesori
per un apparato di lusso ed assieme
incompleto, coltivate razionalmente a
poco a poco tratti minori. E quando
le piante saranno fuori della portata
del dente degli animali, allora passate
il divieto sopra altre aree e cosi via
via. Ai sestanti, alle livellette, ai pan-
tografi, alle carte, sostituite , i pre-
cetti della pratica, correggete il capric-
cioso corso dei torrenti, diminuite le
guardie, pagate queste più convenien-
temente e fatele servire a dovere, one-
stamente, cercando che i danni siano
allontanati e prevenute le contravven-
zioni. Ed in ispecialità vi ricordate, o
consoli, ohe la facoltà di punire è na-
turalmente e legalmente schiava della
missione di giudicare con senno e giu-
stizia. Severus.
I SEQUESTRI
Aderendovi, perchè rappresenta le
nostre Idee e le nostre condizioni in
materia di stampa, togliamo dal Citta-
dino il seguente articolo:
Il nostro giornale venne ieri sequestrato
per ordine dell' i. r. Procura di stato. Ne
diede motivo uaa notizielta insignificante di
croQaca, io cui noo si incensaTa la nota or-
dinao/ia del signor ministro della giustizia,
nella sua appUcazioue ai libri tavolari a Go-
rizia.
Siccome non è possibile, in generale, che
tutto ciò che fa o vuole l'i. r. governo sia
degQo di lode, di plausi, di ammirazione, pel
semplice motivo, che anche i signori ministri
sono uomini e possono talvolta errare; siccome,
quindi, non è ammissibile che la stampa in-
dipendente di Trieste debba a priori inneg-
giare a tutte le emanazioni governative; sic-
come, in fine, qualsiasi appunto, per quanto
blando e leale, agli atti del governo viene
colpito da sequestro, cosi si finirà che la stampa
non ufficiale cè ufficiosa di Trieste — pere-
vitare noie, fastidi e danni —• si disinteres-
serà sempre più di lutto ciò che, in ordine
politico 0 amministrativo, proviene dalle sfere
governative, specialmente da quelle centrali dì
Vienna, e sopprimerà dalle sue rubriche quello
che concerne 1' Austria.
E allora, allora soltanto, saranno giustifi-
cati i lagni della Triester Zeitung, la quale in
un suo recente articolo, ispirato, deplorava che
la stampa liberale italiana di Trieste s' occu-
passe tanto scarsamente di cose austriachi^
L' unico giornale che s' occupi di cose au-
striache è il nòstro, e le note lamentevoli del
nominato giornale non erano, certo, indiriz-
zate a noi. Eppure anche noi, se gli organi
preposti alla censura della stampa non ismet-
teranno il loro eccessivo rigore, ci occuperemo
esclusivamente di tutto, fuorché degli interessi
vitali della monarchia austro-ungarica.
Si domanderà nelle Provincie all' estero,
dove arriva il nostro giornale, ed anche a
Vienna, dove il nostro giornale è letto in cir-
coli molto autorevoli, perchè mai il Cittadino,
giornale che si stampa in Austria, si disinte-
ressi affatto di cose austriache. Appunto per
prevenire una tal domanda di curiosità noi
scriviamo oggi questo articolo, e lo dedichiamo
in prima linea all' illustrissimo signor luogo-
tenente bar. de Pretis, indi ai nostri deputati
al Consiglio dell' impero, affinchè veggano se
e' è il caso che alle autorità locali preposte
alla censura della stampa vengano impartite
da Vienna istruzioni meno opprimenti.
Non sappiamo che esìsta una legge dello
stato, la quale ci vieti di discutere e di cen-
surare rispettosamente gli atti d'ogni singolo
ministro; sappiamo, invece, che le leggi fon-
damentali dello stato concedono alla stampa
una certa libertà d'azione, la quale, poi, in
pratica, ci viene troppe volte discussa dall' i.
r. censura, affidata com' è noto, in prima li-
nea, ad un commissario di polizia.
Che cosa diverrebbe di noi, se, a mo' di
esemplo, discutessimo gli atti del ministero
della guerra, con quell' accanimento con cui
vengono discussi in Italia? Che cosa avver-
rebbe di noi se, a mo' d' esempio, attaccas-
simo il ministero en block con quella energia
di linguaggio con cui l'opposizione francese
attacca il signor Floquet e compagni?
Non osiamo pensarci, senza rabbrividire !
Eppure, io teoria, le leggi austriache, in quanto
concernono la libertà di stampa, non sono
meno liberali delle italiane e delle francesi.
In teoria, lo ripetiamo, poiché in pratica è
tutt' altro, almeno a Trieste.
Anni fa, la N. jp. Presse publicò quaranta
articoli di fondo consecutivi contro il mini-
stro dell'interno, articoli di fuoco, che deter-
minarono la caduta di quel ministro, Nebsuno
di quegli articoli venne colpito da sequestro.
A Trieste, auspice l'i. r. censura locale, la
N. F. Presse sarebbe stata sequestrala qua-
ranta volte di seguito.
Ecco: noi non sappiamo il vero motivo dei
rigori eccessivi contro la stampa italiana a
Trieste. Confessiamo la nostra ignoranza. Non
sappiamo, lo giuriamo sull'onore, se a Trie-
ste si possa contare sulle libertà concesseci
dalle leggi fondamentali dello stato, in tempi
normali. Ma non desideriamo, davvero, che
una seconda geremiade dell' organo ufficioso
tedesco della sera venga giustificata, non già
dall' atteggiamento della stampa italiana trie-
stina, ben&ì dai rigori eccezionali dell' i. r.
censura — rigori che, soltanto sotto la pres-
sione di certi avvenimenti allarmanti, potieb-
bero essere in qualche modo giustificati!
Il re democratico
Il viaggio del re d' Italia nelle Komagne è
un fatto quasi compiuto e applaudito. Giunge
smentita efficace alle apprensioni dei timo-
rati, che voh'vano mezzi di repressione vio-
lenta, anziché libertà ampia anche ai violenti,
che, liberi, si trovarono privi di forza. E' smen-
tita r ubbia della ingovernabilità delle Roma-
gne; è annullata la fola che il partito della
rivoluzione prevalga in Romagna al partito
d'-ir ordine. La universalità delle dimostra-
zioni, scevre di tinta ufficiale, documenta un
nuovo plebiscito monarchico. A Forlì il re ha
avute accoglienze entusiastiche. Non era 1' o-
spite dei giornali arroganti; era il capo della
nazione, il padre del popolo, il re democra-
tico. Democrazia è eguaglianza di tutti rim-
petto alla legge, e il re d'Italia è equanime
a tutti e tutti vuole elevati alla dignità di cit-
tadini di un libero stato.
I sovvertitori, che chiedono la carabina di
Cipriani, possono adoperarla benissimo a un
innocente e poco drammatico svago di caccia.
Escono dalle città, mentre vi entra il re d' I-
talia; ma assai pochi li seguono, ma per via
non raccolgono alcuna adesione simpatica. In-
tanto le campane suonano a festa, fiammeg-
giano al sole le bandiere sabaude, le fanfare
suonano la marcia reale, e dal popolo s' alza
uu grido fragoroso, erompente, entusiastico,
eh' è protesta in uno e commovente adesione.
Ecco come — senza repressioni — il go-
verno italiano ha raggiunto gli efietti che,
colla repressione, non avrebbe certo ottenuti.
Invece di fare dei martiri, il governo italiano
ha fatto degli impotenti. Li ha lasciati dire,
li ha lasciati fare, li ha lasciati declamare. Ma
poi? Una grande reazione di buon senso e di
patriottismo è avvenuta e il tiranno s' è mu-
tato nel re buono che va in mezzo al suo po-
polo, senza guardie d' onore, chiamando il po-
polo sua prima guardia d' onore.
Perchè in Umberto come in Vittorio Em-
manuele v' è V istinto della democrazia che,
senza discese, eguaglia il sovrano al suo sud-
dito. Si narra che un giorno il re Galantuomo,
alle paure d' un suo funzionario pei moti ^ re-
pubblicani, abbia risposto: evviva, diverrò il
primo cittadino della repubblica! Parole che
in lui si tradussero in fatti e nel figlio in atti
di pietà magnanimi, e spesso pericolosi, pei
dolori del popolo.
Un duplice risultato offre questo viaggio
del re d'Italia nelle Romagne. Mentre svani-
sce la leggenda che le Romagne siano fuori
dell' Italia monarchica, s' afferma 1' altra e più
solenne leggenda del re democratico.
A Forlì il re visitò le abitazioni degli o-
perai, entrando in quelle dei più poveri ; vi-
sitò gli ospedali, fermandosi al letto degli am-
malati. Non era ostentazione ; era l'afffjtto vero
pel popolo, era il desiderio di sfatare la fola
che il re fosse individuo e concetto temibile,
superiore alla coscienza e alle leggi. Il po-
polo, che dalle teorie radicali attende i grandi
riscaUi dell' ozio e della ricchezza, ha visto
onorato, approvato il suo modesto lavoro dalla
benevolenza del re. — Ma come, si chiedono
gli operai radicali, è questo il tiranno, il de-
spota è questo ? E la moglie di un calzolaio,
un rivoluzionario notissimo, rimane confusa
dalla presenza del re, e, quand' esce, vuole
baciargli la mano, commossa sino alle lagrime.
Il re va dal popolo e trionfa dei pregiudizi
del popolo col fascino della bontà personale,
colla confortatrice parola.
E' una grande, una bella vittoria morale
sulla torbida agitazione dei radicali. Il martire
Cipriani può caricare le sue carabine rettori-
che ; esse, omai, sono destinate a fare cilecca.
Il popolo romagnolo esulta di aver trovato nel
suo re un cuore che palpita, una testa che
pensa, una coscienza che s'anima. Gli ffletti
del viaggio del re d'Italia nelle Romagno sono
più potenti — in linea morale — di quelli
della visita ai cholerosi di Napoli e ai moribondi
di Casamicciola. Li era la pietà immensa che
s' imponeva al sovrano ; qui è il trionfo com-
pleto dell'alta e Jbenintesa democrazia re-
gale sulla torbida democrazia che cerca salute
nella distruzione e l'eccidio. Umberto ha fatto
r apoteosi della regalità, che rispetta le libertà
e r unità della patria; la torbida minoranza dei
radicali fa T apoteosi del delitto e della diser-
zione. Non c' è imbarazzo di scelta fra i due
principi. Il popolo delle Romagne, che si sente
italiano e che come italiano possiede un grande
•buon senso, s' è pronunciato spontaneamente,
solennemente pel re.
Questo il plebiscito di ieri.
Nostri carteggi.
Spalato, 25 agosto.
La controversia sulla Fontana monumen-
tale è entrata in un nuovo stadio. E' una vera
delizia! Quando credete — o piuttosto quando
credono gì' ingenui — di essere giunti in
porto, ecco un' abile manovra che fa virare
il naviglio, facendolo prendere una nuova rotta.
— E così avanti fino a che si arenerà in utio
0 nell'altro scoglio, sfasciandosi affatto per
far servire i ruderi al monumento destinalo
a perpetuare la gloria del nostro dittatore.
Il ministero dell'agricoltura, dopo dieci mesi,
accolse il gravame del d.r Bajamonti, ricono-
scendo pienamente la competenza delle auto-
rità giudiziali. La motivazione che accompagna
la sentenza, se non splendida di forma, in me-
rito è certo esauriente.
Vi era bisogno di uno speciale permesso
politico voluto dal capitanato e dalla luoj^ote-
nenza? Tale è il quesito che si proponeva il
ministero dell' agricoltura, chiamandolo punto
cardinale : e, a scioglierlo, instituisce uu con^
scienzioso esame di dettaglio in seguito al
quale conclude: negativamente, essendosi tutto
avverato entro % limiti della concessione im-
partita al Comune dalV Autorità politica,
soggiungendo che, ove si volesse ammettere
unii opinione diversa, converrebbe pure am-
m» ttere che ad ogni nuova concessione a pri-
vati al loro domicilio, opifizi, giardini, ecc. do-
vrt'bbesi chiedere la licenza politica. Che ne
dicono il capitanato e la luogotenenza coi loro
30 0 40 paragrafi citati inesattamente?
Ma tutto ciò che vale?
11 ministero osserva che allora soltanto po-
trebbe essere lecita T intromissione dell' auto-
lità politica, quando ci fosse spreco d'acqua
e da questo ne venisse un danno agl'interessi
publici.
Ma poiché tutti i calcoli e tutti gli studi
— fatti in proposito e dall' ingegnere supe-
riore Mayer, e dall' ingegnere Antonelli, al-
lora addetto al Comune, e dal prof. Radrnan,
e dal prof. Turrazza di Padova, e dagli in-
gegneri d.r Pederzolli e Linaidovich, chiamali
quali periti a sciogliere la questione mediante
apposita perizia in sede giudiziale —• fann.)
risultare che vi è la bagatella di quattro mi-
lioni di litri d' acqua che soprabbondano, ver-
sandosi inutilmente nel mare, voi compren-
derete che ombra di danno non vi può esser«.
Oh ! sì, andatelo a dire !
11 signor Truxa prende quella frase e d'essa
fa una seconda edizione del primo decreto
dell'ottobre dell'anno decorso: ordina addi-
rittura la procedura edittale, e, poiché il d r