T^r.ro X4:. J^uryCì AžXXX.
Condizioni d' Associazione^
Per Zara.
l'or un anno anticipatamente fiorini 8: —
Ter sei mesi „ » 4 : —
1 er tre mesi „ - „ 2 : —
Per l'Impero d'Austria.
I er un aono anticipatamente fiorini 9:—-
1 er sei mesi „ » 4:50
I er tre mesi „ n 2:50
Per r Italia, Francia, Inghilterra, Serbia e Turchia.
In Banconote anstriache fior. 12:50, all' anno
semestre e trimestre in proporzione.
Giornale politico, economico, letterario
iìisce li sìiercoledB e il sabato.
Le associazioni e gli importi di denaro, in
grnpfji 0 nie^'lio in assegni postai», si dirigano
ali' Amminùfrazioìie del Dalmata iti Zara e non
più alla Redaz. Chi non respinf?e il fogli«) (lop.(
scaduta l'asso(.-iazi«;iie s'intende cbblisai«
per il trimestre susseguente. - Le corri^^l^,^
denze devono dirigersi afl'rancate
mente al Kedatiorc. Le lettere non nflVancaW'^^
saranno respìnte. I comunicati si inseriscono
al prezzo di soldi 8 la linea. Non '^i inserirà
nessun articolo firmato, ove esso non sia ac-
ijompagnato dall'importo di soldi ìJO per la
tassa di finanza Un num. 8e|)a:ato costa 8.8.
Uffici: Red. via del Teatro Nob:le,r\.22^l 1 p.;
Amminist. via S. Calterina n. 32iJ II piano.
la resi-
articolone da
La riforma eleltorale.
ha. grande notizia del giorno è la san-
zione sovrana accordata al progetto di leg-
ge sulle elezioni dirette. Noi saluiiauu) que-
sto fatto come il rassodainenK» del parlamen
tarisuio in Austria, e come 1' aurora di più
belle soni per noi. K vero che il bill in di-
scorso non venne ancor posto nel crogiuo-
lo della discussione, e tanto meno ottenne il
crisma dei due terzi. iVIa noi fidiamo nella
stella splendidissima della riforma elettorale,
e crediamo (die il ministero non sia cosi im-
prudente da presentare uua legge di tale en-
tità, senz/ essere prima sicuro che passerà al-
meno pel buco della serratura.
Gli arrulfapopoli di Boemia e di Carniola
si erano sbracciali a raccozzar firme di qua
e di là per le campagne, nei borghi, nelle
città; a soffiare in un fuoco immaginario; a
promettere turbolenze — chi sa? — forse
un' insurrezione, nel caso che le proposte mi-
nisteriali fossero state approvate dalP impera-
tore. Ebbene? — Tutto passò invece perla
piana: — neppure un proclama incendiario,
0 un cappanello di studenti sulla piazza.
Tant' è. È facile raccoglier firme e croci
con arti subdole e con ridicoli spauracchi; è
facile predicare P azione, 1' energia
stenza; è facile scrivere un
giornale, che — se ne avesse la forza, co-
me ne ha l' intenzione — spaccherebbe il
cielo in due parti. Ma gli uomini ci voglio-
no ; e gli uomini — per quanto gonzi sieno
— sanno qualche volta distinguere l'oro dal-
l' orpello e le lucciole dalle lanterne. Il po-
polo è sempre popolo, eh' è quanto dire su-
scettibile agP inganni, pronto alla fede, fa-
cile air entusiasmo. Ma per muoverlo, per
farlo scendere in piazza, ci vuol altro:—ci
vuole una causa giusta. Ed ecco ciò che ai
generali federalisti mancava assolutamente.
Perchè tutta questa contrarietà alla rifor-
ma elettorale? perchè questa pioggia di pe-
tizioni, di reclami, d'indirizzi? — Per sal-
vare r integrità dt-lla costituzione, per man-
tenere intatte le attribuzioni delle Diete. Colle
elezioni dirette si viene a modificare sostan-
zialmente gli statuti del 1860: — è una
violazione eh« nessun bisogno autorizza; è
un' usurpazione dei diritti delle assemblee pro-
vinciali da parte del parlament«; è una spe-
cie di colpo di Stato che il ministero com-
metterebbe appoggiato ad un partito, eh' è il
nemico cordiale di tutte le razze non tede-
sche dell'Austria.
Ubbìe, signori, ubbie! Chi vi dice che la
costituzione attuale debba essere sempre con-
dannata allo stata quo? Se T uomo è perfet-
tibile, lo devono essere anche le sue opere.
A che servirebbe la studio, a che 1" espe-
rienza, se per loro mezzo non si raggiun-
gesse il perfezionamento graduale, il pro-
gresso continuo delle leggi, dei costumi, del
le istituzioni? Uno statuto non è come il sa-
le, che non può cristallizzare se non nella
forma cubica. Col mutare dei tempi e delle cir-
costanze, anche i bisogni dei pop(»li e degli Stati
si mutano; e questo circolo perpetuo richie-
de riforme incessanti e parallele. Cosa è la
società? E un edifizio immane intorno a cui
molti ingegneri e molti operai si affaticano.
Tutto va bene fino a un certo punto: —ad
un tratto si accorgono che i disegni sono
sbagliati, che i materiali sono guasti, che la
opera minaccia rovina, o non corrisponde,
alle nuove esigenze. Allora si atterra le co-
struzioni compiute, e si comincia da capo.
E appunto in questo rinnovamento babelico
d' idee e di fatiche che sta il progresso. —
Uscendo di metafora, la morale è che le
leggi sono fatte per essere disfatte o per
essere rifatte.
(Jiianto alle prerogative delle Diete, esse
furono loro concesse dalla corona, e la co-
rona è in diritto di riprenderle. Se si trat-
tasse — col semplifioare le loro attribuzio-
I ni — di riedere all' assolutisimo di tredici
Ianni fa; anche noi allora uniremmo la no-
stra voce agli opponenti, per protestare con-
tro questa misura. Ma — tutt' al contrario
è per dare un' intonazione piiì liberale al-
APPEJ^CE.
Un buon parroco.
(Dialogo sceneggiato).
(Camera arredata con proprietà. Grande specchio
sul davanti. Scrittojo ingombro di libri e di carte.
Due finestre io fondo. Don Antonio, sdraiato so-
pra u u sofà a merli dorati, sta leggendo attenta-
«lente il Dalmata. Gli si vede accanto un volume
della Theologia moralis dello Seavini. Dopo poco,
81 ode bussare alla porta.)
Don Antonio. Chi è?
/«ori. Amici,
J^n ^»«onio. Avanti!
^on Matteo. {Entrando). Buon giorno! don Anto-
nio, buon giorno!
Don Antonio. {Andandogli incontro). Oh don Mat-
teo mio carissimo! bene arrivato! qual vento ti
porta cosi all' impensata ? Una bella nuova, neh ?
vM una sedia, ti accomoda; chè sarai al certo
fJolto stanco dal viaggio.
Doa M. Grazie, grazie infinite! {Hiedé). Una bel-
'a nuova? Una brutta disgrazia di' invece. Da
^uel remoto e deserto villaggio, dove i superio-
senza un po'di misericordia corporale mi
Qi^noo cojifijiato, che razza di notizie belle vuoi
la costituzione che si taglia i nervi alle Die-
te. Non sono esse quasi tutte il nido della
più boriosa aristocrazia e del clericalume più
fanatico? Non si opposero finora a tutte le
liberali decisioni del governo e del fìeich-
srath? Non rifiutarono d'inviare deputati al
parlamento centrale, per la ragione precipua
che in esso siedevano gì' ingegni più illu-
minati deir impero, e che 1' oscurantismo non
vi poteva figurare che come un' impondera-
bile minoranza? Non incepparono ^sse infi-
ne di continuo il funzionamento reg(dare del-
la macchina dello Stato, meritandosi cosi di
veder limitata la loro azione al campo pu-
ramente amministrativo?
Ma non è a voi — che vi vantate tanto
di essere gli amici più fedeli del popolo, i
propugnatori più zelanti e più disinteressati
dei suoi diritti — che spetta di rammaricar-
vi della riforma elettorale. Essa viene ad
applicare temperatamente una delle conquiste
più preziose del moderno progresso : — il
suffragio universale. Le elezioni dirette sono
— in ultima analisi — un appello al popo-
lo. Ora, come mai voi bandite loro la croce,
e gridale all' anatema ?
Ve lo diremo noi il perchè. E perchè la
cupidigia dei lauti appanaggi e delle abba-
glianti onorificenze hanno frustrato il vostro
credito d'uomini puri, di stoici, di Catoni
del secolo decimonono. E perchè il popolo
— da voi le tante volte abbindolato — più
non giura colle vostre parole, e non crede
più alle vostre moine. È perchè vi sentite
mancare il terreno sotto ai piedi, e irsene a
gambe levate le vostre ignobili speranze. ! ,e
elezioni dirette affrancheranno il popolo d 1-
la vostra tutela: — è naturale quindi chele
impugniate ad oltranza. La riforma elettora-
le vi ritornerà probabilmente al nulla donde
usciste : — sta quindi nel vostro interesse
d' impedirne V agnazione. — Noi vi cono-
sciamo, mascherotti !
Lettere viennesi.
Finalmente! — Confiteor. — Un monarca cos^ti-
tuzionale. —• Il diritto di petizione. — Furori c/e-
chi. — Tentennamenti polacchi. — La votazione. —
Morte dell'imperatrice Carolina. — I lavori del-
l'Esposizione. — La rotonda.
(i/ febbraio). — Finalmente l'abbiamo
questa sospirata sanzione, lo teniatno in pu-
gno questo povero progetto ! Ecco — se
noi credete - la Neue [reie Presse di jeri
che lo afferma. „Nel consiglio di ministri
— essa dice — tf^nutosi lunedi sotto la pre-
sidenza dell' imperatore la proposta per le
elezioni dirette ottenne la sovrana approva-
zione." Finalmente!
Non c'è che dire. A forza di voler du-
bitare di lutti e di tutto, io stava per pren-
dere un granchio a secco dei più solenni: —
fortuna che il fatto sia venuto a chiudermi la
bocca in tempo, prima che dicessi una cor-
belleria! In omaggio però alla verità, biso-
gna convenire con m*^ che le circostanze e-
rano tali da autorizzare Ogni timore ed ogni
sospetto. Come spiegare altrimenti questo
lungo ritardo che col difetto — più o meno
accentuato — d'accordo tra l'imperatore e
il ministero? Anche adesso — vedete —
che il bill è sancito, io mi permetto di cre-
dere che S. M. sia stata molto in forse pri-
ma di accordargli la propria ratifica.
Ed è naturale. Anzi tutio, la copia e la
violenza degl'indirizzi czeco-sloveno-polacco-
ruteno-tirolesi — che facean travedere ad-
dirittura una generale conflagrazione
non potevano non impressionarlo sinistra-
mente. Si sa: — un principe non è obbli-
gato a conoscere le condizioni d'una pro-
vincia come un giornalista. In secondo luo-
go, è un segreto palese quello che a corte
r elemento federalista e reazionario abbondi,
e che tenti con ogni mezzo di infirmare qua-
lunque misura liberale.
Tutti gli uomini di cuore e di senno de-
vono quindi saper grado a Francesco Giu-
seppe, se ha volto resistere alle insinua-
zioni dei suoi famigliari, e confermfn-e un'al-
che ti porti? Paga miserabile, incerti incertis-
simi, fame in abbondanza, de' morti uno al gior-
no, infermi a josa ; eccoti tutte le notizie che
8on oggi in grado di comunicarti. E poi.... e
poi ne bo tant' altre di consimili, da intenerire
e far piangere anche lo pietre. Oh! la spinosa
carriera che è la nostra.
Don A. Pazienza, don Matteo caro, pazienza ci
vuole. Regmtm ccelorum vim patitur et violenti
rapiunt illudi tu questo passo lo devi cono-
scere assai bene. Dici il vero che lo stato sa-
cerdota e è spinoso, ma è pure il più nobile. Ep-
poi, per non dir altro, fa d' uopo uniformarsi al-
la volontà di Dio in tutto e per tutto, e soffri-
re pazientemente lavorando la vigna del Signo-
re. Non mica per i poltroni è stato fatto il pa-
radiso.
Don M. È facile a te tessere una bella ghirlanda
di parole, a te, dico, che hai in casa ogni ben
di vita, che in volto ti si legge la beata abbon-
danza; ma vorrei ti trovassi per un paio di
giorni soltanto ne' miei panni, e conducessi vita
simile alla mia, per vedere se allora saresti ca-
pace di cantarmi: pazienza! don Matteo, pa-
zienza! Ci vuol altro! Dal detto al fatto corre
nn gran tratto, dice uno dei nostri proverbi.
Don A. Oh! lasciamoli là questi discorsi da qua-
resima, e veniamo a qual cosa di faceto, pim-
tra volta il nome cosi degnamente acquista-
lo di monarca costiiuzi»»nale. Egli non si e
punto sbigottito per le niinaccie dei federa-
l sii, e non si è creduto in diritto d'invade-
re le attribuzioni del parlamento,
il diritto di petizione infatti — garantito
dallo statuto ed accettato in ogni libero paese
come manifestazione straordinaria dell" opi-
nione — può rifleitere nel ca!»o attuale il
Hi'ichsratk^ non mai la cort)na. Non si trat-
tava già d" un deliberato del parlamento cen-
trale, cui l'imperatore potesse applicare il
suo veto. S' trattava bensi d'un atto mini-
steriale non ancora prodotto alla luce della
discussione. Sarebbe stato quindi assai in-
consulto che Sua Maesta — cedendo alla
pressione di un partito — si fosse rifiutata
di sottoscrivere (jue.st<» 6/7/, senza aver sen-
tito prima il parere delle camere, che sole
rappresentane» il paese. 1/imperatore non ha
perciò voluto sorpassare le attribuzioni dei
sig.ri deputati; e ha fatto benissimo.
I czechi sono furibondi: — basta leggere
la lh)UUk di oggi per capacitarsene. I^a loro
delusione deve essere stata tanto più acuta,
quanto magijiori erano le lusing;he concepite
in questi ultiu»i giorni II sig. Hieger e com-
pagni tenevano in pugno come cosa certis-
sima il rifiuto dell'imperatore a ratificare il
proiietto di legge sulle elezioni dirette, e —
per logica conseguenza — la morte del
ministero. Figuratevi — ora che è caduta la
benda - le loro imprecazioni contro Giove
e l'Olimpo!
E i polacchi? — I polacchi continuano
nei loro tentennamenti. Benedetta gente, che
non lascia mai comprendere quello che vo-
glia e quello che sia disposta a fare! liO
notizie odierne però suonano — sul loro
conto — in nsodo inverso che T altro jeri.
Il conte Golucliowski è attivissimo nel trat-
tare coi menibri del club polacco; e — per
quanto si dice — i deputati galiziani si ra-
duneranno venerdì per deliberare sul conte-
gno da tenersi rimpetto alla riforma eletto-
rale. Quanto poi alle conferenze dei capifiia
polacchi coi ministri, esse non si riferiscono
che ad alcune singole disposizioni della legge
elettorale, rispetto alle cctncessioni da farsi
alla Gallizia.
Non mancarono gli agitatori in quest' ul-
timo momento, che mettessero in opera tutti
i mezzi per far abortire Tempera di concilia-
zione iniziata dal governo; ed anche i cze-
chi inviarono dei deputali a Vienna per fare
l'estremo tentativo verso i polacrhi, ed in-
durli ad opporsi alta legije di riforaia elet-
torale. Sembra però che tutte queste mene
non avranno il desiderio effetto, e che il com-
ponimento — caldeggiato dal conte P<»to-
cki — per l'opera attiva di Goluchowski
riescirà di comune soddisfazione.
mi, se è permesso domandarlo, perchè sei venu-
to stamane in città?
Don M. Bravissimo! È proprio il caso di ripetere:
incidit in Scillarn qui vult vitare Charibdym.
Vuoi venire al faceto, e nello stesso tempo mi
rubi dalla bocca il motivo pel quale venni a
Zara, che è dolorosissimo. Se te ne fossi ac-
corto prima, al certo chiesto non 1' avresti.
Don A. Ma perchè?... conte?.... cosa?....
Don M. Ascoltami se vuoi, e ti narrerò brevemen-
te il tutto punto per punto. Decorse, non saprei
se una settimana intera dal nnio arrivo in par-
rocchia, ed ecco di bel njattino farmisi presente u-
no de' miei parrocchiani con un plico, dicendo
avermelo spedito un prete da Zara. Mosso da
indicibile curiosità lo presi, tenendolo per qual-
che mandato della curia arcivescovile, no guar-
dai la soprascritta, ed oh! stupore, era in isla-
vo, — Čantnom Gospodinu, Gospodinu, e qui i
miei rispettivi nome e cognome, Župniku u ecc.
ecc. Il sigillo rappresentava non lo stemma cu-
riale, ma il triregno accademico. Sta a vedere,
dissi allora tra me, che anche la caria è dive-
nuta croata per catexochen con in capite mona.
Strossmayer. Sarebbe possibile? Io una setti-
roana? Baie! Che Zara si sia scambiata con
Zagabria? Che la malaugurata annessione siasi
fatalmente avverata? Impossibile, impossibile!
Libera nos Domine ! ... Ma il plico 1' apersi al-
fine, e con somma mia sorpresa vi trovai in-
cluso .... Indovina niò, caro amico
Don A. Qualche allegato, qualche libro, qualche....
Don M. Niente di tutto questo. Vi ho trovato il
Nazionale accompagnato da una letterina scrit-
ta in slavo.
Don A. Mehercule! Ma mi l)urli tu, o dici dav-
vero ?
Don M. Sta certo che non ho voglia di burlare.
Guarda qui la soprascritta e la letterina che tut-
tavia conservo. Ascolta, e stupisci.
Casini Gospodine!
„Šaljemo Vam slavnoga našeg' Narodnoga Lista,
ubvajući da nam nečete odbaciti. Prvašniji župnik
ovog' hrvatskoga sela svedjer biaše žestoki i pra-
vi narodnjak. Hoćete li Vi drugačije? Nemojte za
velikog'Boga ! Tko ne ljubi narod on je izrod.
„Živila Trojednica!! !
y,Urednictvo Narodnoga Lista
„u Zadru.
Lo credi adesso, o non lo credi?... E dire che
è redatto da sacerdoti !
Đo7i A, Già, già; le son cose codeste dell'altro
mondo. E tu che hai fatto allora?
Don M. Che ho fatto? Nè uua, nè due, presi la
penna e vi dipinsi sopra con tanto di parole cu-
bitali: Si riluta. Ci vuol altro che di que'gior-
16 soldi, fuori si paga con 8 soldi il funto. Una
lingua qal si compera con 60 soldi e fuori di città
coli 45 soMi. Il signor coloonello coaiandaate di
questo reggimento fanti, vista l'usura di Dobrota
a carico dei militari, combinò col passato impren-
ditore il |)rezzo di 14 soldi por funto durante tutto
r anno, ed il soldato di Dobrota gode di questo
beneficio, ed è desiderabile che il comando militare
stipuli un'eguale contratto anche per la guarnigione
della città.
Grida la Comune di Cattaro, grida la Comune
di Dobrota, senza badare alla libertà del commer-
ciò ed a quella che concede ad ognuno di spen-
dere il proprio denaro con ectmomia dove e co-
me vuole, minaccia, e con ricorsi vuole ritlni-
re le fauiiglie ed il militare a sacrificare il pm-
prio interesse. Mentre vi scrivo viene affisso per
città un'avviso del Comune in cui viene eomunnato
l'arresto di quattro giorin a chi a decorrere da
domattina oserà prender carne fuori città!? Ed il
sagrificio sarebbe troppo grande, dappoiché fatto il
conto senza il contratto le famiglie andrebbero pel
prezzo inferiore avere ogni terzo giorno la carne
gratis.
A Budua, dove il podestà Racetta non fece buo-
na comparsa, successe un'affare simile a quello di
Dobrota e quel corrispoiidante potrà informarvene.
Si dice che i doni sono pei bisogni del Comune ;
ma almeno a Cattaro non si ha fiducia nell'attuale
amministrazione comunale, i membri della quale
non resero i conti pei due anni precedenti, come
è noto dai ricorsi resi pubblici colla stampa.
Meno fiducia inspira poi il podestà sillabario
Bieladinovieh, perchè la carne si ven<ie in una tet-
toia di sua proprielà della quale la pigione è ar-
cigenerosamente pagata.
Ma poiché il Comune confida di superare la crisi
col mezzo del presidente della Dieta signor Lju-
bissa, noi invece confidiamo nella discretezza degli
alti personaggi i quali vorranno disporre che sia
soddisfatta non la violenza del Comune, ma l'inte-
resse della popolazione e del militare. 0 deve
restare libero il macello o si deve rinnovare l'in-
canto, senza doni, a favore dei prezzi minori e si
avrà la carne per tutto l'anno a 12 od al più a
13. Si potrà inoltre fare una piattanza di trippe con
^^ ezzo prezzo e mangiare una lingua a buon mer-
lo. E gli alti person{%gì che mangiano senza ba-
-.are al prezzo, prenderanno in considerazione il
popolo ed il soldato che danno grande importanza
ai prezzi minori.
Se la Comune è in vero bisogno, trovi altre ri-
si)rse, faccia i possìbili risparmi... ma non aggravi
solamente quelli che non mangiano altro che carne.
ifJiizj.eliliio delia Cliià e
rovi li ci il.
il tentativo siasi fatto; giacché è noto che
sotto mano si lavora per ottenere quell'aà-
inenlo il cui progetto trovò una fredda ac-
coglitMiza e quindi andò abortito,
lia corrispoijden/.a da Milnà 6 corrente,
inserita nel n.o 3 ilei Nttzìottale^ rileva che
sullo il nome di don Mom /o, cui accennò
una nostia corrisponilen/.a. \a inU-so il sa-
cenlote don Girolamo Bonacirh.
La detta corrispondenza del 6 dichiarò
calunnioso quanto si disse del suddelto.
Per valutare la credibilità dclln due cor-
rispouili-n/.e, itiviliauio il molto levermdo don
Girolamo Buzolich, ()v'e«li sia \\ don tomolo.
a dichiaiare pubblioamente se .siem) veri o
fal>i i fatti addebitatigli.
Ci va della ripula/ione o dei molto re-
verendo 0 de! corrispondente. Staremo a ve-
dere chi'ne uscirà colla fronte umiliata. Ma
vedendo che la corrispondenza del (i .sdruc-
ciola sui fatti attribuiti a don Mornolo^ ed
attacca invece la persona del «-urrisiiondente
con iscurrilità immeritevoli di attenzione, sia-
tno indiìtti a disperare del trionfo del molto
reverendo.
od Zaslatina. A kad Ivi i to bilo, Gonimire
pak kako c«'s kukaviicè onda s ptikuoi met-
kovacim valja u ; ali toj;;! dtKiekati neces:
ne daduse bolan vise varati postcni Ijudi ne,
UìUcijose ne mucijo, tvarduti Hozju vini dajein
da su sversili duevi tvoga vt.jevanj.i i ivo^a
P. ,loz.- 8tono kaKes: 5,Kad ja odem u de-
siie svf'cu z iniiioni po vratiti, uije pope pivo
po sinjp i prija bil i: no varase vise. J.i zuam
da si d'ibar za tonja i za smutuje i V'.,...
ako i nisi za crkvu i nauke. 8aau> visoku
vlailn inolinìo dalje od nas A loda povjerenika
u dijsastini izbnrim.
Società del llersaglio.
8i avvertoiii» i sii^jiKtri wSocì Bersaglieri che
domani (^doineniraj 18 corr. alle ore 7 avrà
lu(»o;o nei locali dcll.i Società una [trova di
ballo.
Il Comitato.
(l)
AV VLSO Dì CONCOaSO.
La settitnana decorsa moriva a Sebenico
l'ottuagenario Nicolò Miletich, originario dalla
Serbia, che da oltre mezzo secolo vi aveva
fissato colà il suo domicilio.
Visse modestamente e sobriamente, costi-
tuendosi un buon patrimonio, di cui dispose
in gran parte pei bisogni s()iiituali di un po-
vero villaggio e per la costituzione di due
stipendi per T educazione negli studi suj>e-
{ riori, senza limitare la qualità od il luogo
I degli studi.
E un nobile esempio, che va ricordato con
riconoscenza ed ammirazione.
0 Una delle principali armi elettorali del no-
, stri avversari sono, senza dubbio, i pranzi!
Giovedì 15 corr. si è voluto usarla a pro-
posito d'una trentina d'elettori della cam-
pagna, e fu incaricato un trattore di rimpin-
zarli per bene, finché fossero guadagnali alla
nobile causa. Il trattore esegui puntualmente
l'incarico detnandatogli; gli elettori dal loro
canto adoperarono del loro meglio le ma-
scelle; ma quando il trattore si diresse ai
niitlenti per pagare lo scotto, qualcuno si
scusò, altri lo inandò a quel paese, ed il
povero uomo dovette pellegrinare da Krt)de
a Pilato per il gruzzolo di 150 fiorini. Fi-
nalmente, siccome questa commedia nott po-
teva continuare in questo modo, i signori
d.r G. Medovich e S. Siermich — poverini —
sobbarcaronsi alla non tenue spesa, per non far
scomparire i loro colleghi. Un tempo, i no-
stri nobili avversari, ci tacciavano di far ban-
chettare i villici ; dato ma non concesso, po-
tremmo loro rispondere: noi anche pagavamo.
Dopo lutto, i nostri buoni avversari sono
d'una estrema malleabilità, tanto da sapersi
adattare a tutte le forme : essi p. e. quando non
possono rap}»resentare a dovere la parte di
Rabagas^ si accontentano di quella più mo-^
desta di Pantalone. — „ Vica arlecch con
quel che segue.
Nel n 0 3 del Nazionale si legge: „ll pre-
ventivo pr«»vinciale pel 1874 quale fu pre-
parato dalla Giunta fu distribuito a tulli i
dejtutati nella prima seduta e rimesso a tutti
quelli della minoranza, e se non erriamo an-
che air egregio redattore dell'organo con-
sortesco."
l deputati della minoranza Alesani, Begna,
Gligo, Mery, Piperala, qui residenti non eb-
.beru il preventivo provinciale, come non eb-
bero la relazione della Giunta per Tanno
ora decorso ed è molto probabile che non
rabbiano gli altri deputati della minoranza
assenti da Zara. È inutile il soggiungere che
più fortunato di loro non fu il redattore del
Dalmata.
lia Giunta provinciale avrà avuto del re-
sto i suoi buoni motivi, per privare i depu-
tati della minoranza tanto della sua relazio-
ne ((uanto del suo preventivo, ed W Nazionale
avrà avuto i suoi motivi per asserire in fatto
Ci scrivono da Vergoraz, IO gennaio :
instancabile nostro monfatiaro Daniele
Marlinaz, indagatore di miniere per conto
della Società anonima di Macarsca, scoprì
sul monte Rillich una caverna di vaste di-
tnensioni con entro stinchi di uomini gigan-
teschi, strumenti in silice di epoche preisto-
riche. Fra questi, quattro freccie, due ascie,
e vasi rozzametite incavati. Per ultimo due
corna dì lunghezza mai veduta, e sulle quali
Essenilosi reso vacante il posto di medico con-
dotto io questo Comune, (capoluogo della Brazza
e sede del Giudizio distrettuale, si aj're il concorso
al relative posto, onde tutti coloro che intendessero
concorrervi producano a. quest'amministrazione co-
munale lo loro insinuazioni corredate dai documenti
che comprovino i titoli ed i servigi per avventura
fino ad ora prestati; e ciò entro 14 giorni decor-
ribili dalla terza inserzione del presente, che avrà
luogo nell' Anvisatore Dalmata •-con avvertimento:
1.0 Che la durata della condotta non dovrà essere
minore di anni 3;
2.0 Che l'emolumento annuo sarà di fior. 420,
pagabili in rato mensili posticipate dalia cassa
comunale ;
3.0 Che il nominato dovrà stipulare il relativo con-
tratto, le condizioni del quale sono ostensibili
fin d'ora a quest'ufficit) comunale ad ognuno
che desiderasse conoscerle.
Dall' amministrazione comnnale
San Pietra, 4 gennaio 1874.
Il -podestà
G. M. BALLARIN.
L'Assessore
P. li e ndich.
La sottoscritta si pregia d'avvertire questo colto
pubblico che assume qualunque genere di lavori,
p. e. cappellini, ricami, biancheria^»stuccature ; come
pure impartisce lezioni di ballo, sia nelle private
vi erano delle incisioni geroglifiche, Uiio di famiglie che nel suo alloggio in Galle S. Giorgio,
questi fu trattenuto da! podestà Pervan, Tal- al N.o 715 716, Lo piano.
Zara, 12 gennaio 1874.
Filomena Corondli nata Lana
DI
FEGATO di MERLUZZO
1)1
J. SERRA VALLO.
Avendo ormai le ripetute analisi cln'miche, e gli espe-
rimenti fatti sopra gli ammalati, comprovato ad evidenza,
dèi preventivo il contrario id est per
Oìentire. Che nel preventivo non figuri la pro-
posizione della Giunta per un aumento di
Stipendio agli assessori, ciò non esclude che
Irò fu spedito al deputato Paulinovich, perchè
si presti di rilevarne il significato. Gli altri
oggetti sarebbe disposto di vendere, e gli
amatori possono dirigersi al sensale patentato
sig. Bajalo. Ciò raccontano quelli che furono te-
stimoni oculari delle cose ritrovate, e n' è
piena la borgata.
Ci scrivono da Metcovich, 25 gennaio :
DoUazujeui opcin.sko viece koje se je derzalo
ovdi na 18 odecega za razbro} Q)reventiv)
i ostali klicaka : predsjednik Malo i gospod. ! «l'® «1 miglior olio di fegato di Merluzzo tanto per le
Dorot po nastojanju njihovu su vecinom nji- ® natura de'principj minerali {jodio, bromo, fos-
1 • rr •!• tM- \ foro) combinati con gli elementi organici, quanto per
hovi Zenglh vShvanjaca ma se oce jecma l , proporzione di questi ullimi (oleina, mar-
sicka : Ucinise povjerenika Aloda casnim gra- i glicerina) sia quello comunemente cluaniato
djaninom (^cittadino onorario); ma mnja go- | biaaseo, la speculazione, e i'industria si occuparono di
Spodo, pitani vas koju ugledaste lU prosvjeiu ' «'ediante particolari processi chimici, al o/io
u Alodu, ter mu to ime nadiste; ali po nje- | indvstriali, e cosi pure
' . . , I 1 \ m\ ouQ urtino di MerLnzzo tA nero, \ govu nastojanju otvori.se cesta kako bt otvo- | m«.»ìieiiiisie.
rena po pula bivgeg casnog i dobrozeijnog Per far conoscere la differenza Ira queste varie specie
na.sega pretura gosp. Frane Milkovica od • d'olio che compariscono al mercato, e chiarire cln ne
nlace nak do Turske ^ranice, ali su va mi P"'*^®®® farmaco, sulla loro varia natura, I • ® • I 1 • I • ,1':i -i: T-
danas uredjene ulice kroz misto kako je blu
uredio gosp. Milkovic od [)lace pak do crkve
sv. Ilije, ali zavede tergovine (^komerac) sa
turskoni zetnijom, kako ga je zaveo gosp.
Milkovic i ostala dobra ucinio ovomu mistu,
za koji ga uzrok faille i uciniste òastnim
gradjaninom j ali ocito je da se znatle zasto,
i vami je stalo dobro. Dok je Alodi u Mel-
kovicim vase su kese pune novaca za radi
bolesti kuzno — govedje neka se sluzba i
tie cini, pak opel sto Bog da 5 zasto da nije
lako kako hi s potnocu va§om i Alodovont
Marko Dragobratovic oda po Slivnu a vojnik
zakleii, svi vojnici [ìrisuvslovalì su u Poii a
Oli ne moze, buduci sa svini daje zdrav i
citovat, neka je bio na zad malo dana do-
pracen od c. k. zandara i bio u njihovu slanu
kako pod zalvorom za 3 dana pak? pustan
kuci, a pak ovomu se cudim a iz onditi se
ne mogu bareni visokoj vladi. Necele da
vadite imenik iz poreznog-ureda za dosaste
izbore, buduci da su doversele 3 godine, a
zasto to? za.sto vam ne stoji dobro, vidite
a kojim ste vodam, a zasto Gonimir na zad
malli yana poslao je 2 slivanja Juru i^usana
recenoga kenjica i jos i jednoga u Borovcej
neka prikazuju onomu svitu da ga sacuvaju
jos ove 3 godine da ce njim po pustiti blato
credo opportuno d'indicare il diver.so modo di prepara-
zione delle varie qualità ed i generi diflerenli di pesci
da cui sono estratte.
Il comune olio di pesce, mandato per lo più in com-
mercio, come olio bruno 0 rosso di Merluzzo, è una
mescolanza di vari grassi estralli dai fegati della Ita|a
isatis, del i><»!plBÌBSja» pEsoccna, del
pilissus l^lohiCi'ps, ecc., e d:i quelli di varie
specie di CwadBlS.— Destinato agli usi industriali, ed
alla concia delle pelli, nessuna curo è posta nella sua
preparazione, avendosi solo in mira d' ottenerne la mag
gior quantità possibile. Con tale intento, i fegati ed altri
parti grasse de'pesci raccolti in grjndi serbato), abbaii-
donansi alla putrefazione, c!:e decompone il tessuto or-
ganico e lascia sprigioBare più facilinenfe il grasso, ed
un tale pulridaggine, viene, per di più, soltoposla ad un
alto grado di temperatura, e finalmente alia pressione.
— Vedesi di leggieri che un prodotjo siffatto, è ben
lungi dalla condizione che 1' olio aveva nel suo stalo
naturale, per la sua subita parziale decomposizione di al-
cuni de'suoi elementi organici, come sarebbe V oleina
e la margarina, passate allo stato di acido grasso, in
combinazione coi prodotti ammoniacali della putrefazione
abbandonando in parte il principio dolce ossia In gliceriìia^
ed acquistando tutte le proprielà di un grasso raccido.
Difatti con analisi compartiva che ne fece il Dottore Jong,
si trova tra I' olio bruno o rosso ed il bianco una dif-
ferenza nella proporzione del principio dolce, di più che
uno per cento. Una successiva manipolazione a cui esso
viene iottoposlo, per decolorarlo e fargli vestire l'ap-
parenza delV olio medicinale, porla queste decompo-
sizioni ed alterazioni sopra una scala più grande.
L' olio medicinale di Merluzzo al contrario, il più
puro e di migliore qualità e quello che sepaarsi dai
fegati freschi del fila^Su» earljossair'io», i quali
in Afipostti apparecchi a vapore vengo"'' appena lcgg«'r-
mente riscaldati. Separata la prima (pialilà, i resi (Iti! i
di colore carico, spremuti, costiiui.siono, l'olio bruru
ed il nero, unendosi all'altro, di cui sofira fecesi cenno.
l,a diflicollà di distinguere, dui soli suoi caratteri fjsn i.
il vero olio medicinaU di fegato di Merluzzo df»ii
altri grassi raUinnti, od in varia proporzione nieicolìOi
col vero olio di Merluzzo, e 1' iniportaiizi die qui^iii
preziosa sostaitz;! medicinale ha nello stato di sua pnre'/./u
per gli'lisi medici indussero la Ditla Sc»^!^»!! J
a far preparare da un proprio incaricato ili Tì'PB'ìì-
tisaovii fi* iisìM-ricrt, l'olio di llerlnz7.o a fptH?-
«f«» con questo processo meccanico, che, per dislinguei Io
dalle altre specie commerciali, porteiù d'ora inanti il
titolo di
OLIO NATURALE DI FEGATO DI RIEBLUEZO
dì JACOPO SERRAVALLO.
e non verrà venduto che in bottiglie portunli incros'c'i
su! vetro il suo nome e la tiou'ca sulla capsula^ come soUu
su ne offre il modello.
CARATrEHE DEL VERO OfJO DI FEGATO
1)1 MERLUZZO
PER USO MEDICO,
eii l'^'jj-jaSo «si ifMcpIiiX'/.o tMOtii-
eissiiie Ila Ut) colore verdicceonureo, sapore dolce <•
odore del pesce fresco da cui fu estratto. E più rìccn
di principj medicunieiilosi dell'olio rosso o bruno : qaiud;
più ativo, sollo minor volume. l'erf^'tt;imente neutro, noi.
Iiìi la rancidilà degli allri olj di questa natura, i quali
oltre alla minore loro ellicacia, irritano lo stomaco •
producono effetti contrari a quelli che il medico vuol
ottenere, epperò danno.^i in ogni maniera.
Azione (lelP CHio
Di FEGATO in MKIILUZZO
S UI. L' 0 R (J A M S M 0 U M A N 0.
Prescindoììdo dai sali di calce, magnesia, soda, ecc.
comuni ti iuUtì le sostanze organiche, 1' olio di Merluzzo,
come Un da principio s'accennò, consta di due serie di
elemenli, gli uni di natura organica (oleina, margarina,
(fliceriìia) (ulte appartenenti alle sostanze idro-carbura te,
e gli allri di natura minerale, qìuili sono il jorfio, il 6ro-
mo, il fosforo ed il cloro talmente uniti ed intimamente
combiniili con quelli da non poterneli éepsiiire se noti
coi più isoienli mezzi toialilici ; per modo che si possoii '
considerare quasi in una condizione transitoria fra la na-
tura inorganica e l'animale. — Quale e quanta sia l'et
ficacia di (juesti ultimi in un gran numero di malaUii
Kiteressanti la nutrizione, in generale, ed in particolare,
|i sistema liiifulico-glandulure, non trovasi più, non dic(»
un medico, iiui neppure un estraneo oli' arte salutare che
noi conosca; e come in siffatla combinazione, ch'io o.i
permetto di cliiamare semianimalizzata, questi raetalli
attraversino ituiocenlensenle i nostri tessuti, dopo avere
perdute le loro proprielà meccanico-fisiche, e vinto dai
I esperienza, non confessi c!ie altrimenti somministrali, all('
stato di purezza tornerebbero gravemente compromeltenli.
A provare poi quanta parie abbiano gli idrocarburi
nel complicato magistero della nutrizione, e quanta 8?"
la loro importanza nella funzione de' polmoni e nelia
produzione del calore animale, basti ricord ars-
adulto esula pel solo polmone ogni ora grammi e 350
milligrammi d'acido carbonico, cioè grammi 0,5119 d'a-
cido carbonico per ogni kilogromtno del peso del sia»
corpo; il quale acido carbonico proviene dalla combina-
zione degli idro-carburi dell'animale coli'ossigeno atmo-
sferico. Ora, .siccome in tulle le infermità il nastro or-
ganismo, reageiulo contro le potenze esteriori con ener-
gia maggioie che nello stalo normale, produce un mag-
gior consumo de" principj idro-carburati, ne seguirebbe
ben presto la consunzione e la labe quando non si ri-
parasse a questa continua perdita con mezzi di nalura
analoga a (|uelli iiicesscinlemenle consumali con l'eserci-
zio della vita ; consunzione e tabe tanto più celeri, quanto
un tale processo di reazione duri più lungamente, e chi-
per la nalura del male sia vi- tato l'uso degli ordinar]
mezzi aìinieiitari in copia tale, da contenere la indispeo»
sabile |!ropor/,ione dei primipj idro-carburali, in difetto
dei quali devesi consumare i tessuti tinchè ne contengono.
Quale niedicamen',0 e quale mezzo respiratorio, 1' Olio di
fegato di Merluzzo tiene dunque il primo posto trj le
sostanze terapeutiche alle a modificare potentemente la
nutrizione ; e va raccomandato siccome tale in tutte le
infermità che la deteriorano, quali sono : la naturai**
;gr{ìelìiià ed il abito per <»re«ll-
tarif «>f! aequisUe aifVxi«>a»i raeliiiiclK»
o sertinelle iit{»iasfi<» {'rpetiellC*, nei
^Irtiiciiilari,nella earie «ledile os-
sa, nella spilli! nella lini ecc. Nella
convalescenza poi di gravi malattie, quali sono: le ffc'll-
bri tifoifflet' e pH«>rp«»pall, la itilllare
ecc., si può dire che la celerità della ripristinazione
della salute sia proporzionale alla quantità d'olio
amministrato.
MODO D'AMMINISTRARE L'OLIO DI FEGATO
DI MERLUZZO
di JACOPO SEIUÌAVALLO.
Senza entrare nel campo della medicina pratica, la quaie
ha, da liineó tempo, ottenuto con questo mezzo i più
brillanti successi anche in casi disperati siaci, permesso
di ciiiarire anche i non medici, che, essendo il nostro
«Ilio siMliarait' di «Il
oltreché un medicamento, eziandio una sostanza alimentare,
non si corre alcun pericolo iielP amministrarlo ad una
dose maggiore di quella die non potrebbesi dare degli
oli ordinari del commercio, i quali, o rancidi, o decom-
posti, od altrimenli misti e manipolati, oltrecchè essere
di azione assai incerta, portano spesso disordini gft^lro-
enterii'i che obbligano a sospendere T uso,-
Dose :
Si dà comunemente alla dose di un cucchiarino da caflè,
pei bambini, tre volle al giorno, aumentandone la quan-
Utà lino a tre cucchiai da tavola, e per gli adulti, si
comiiU'ia da quesla dose, e portasi a tolleranza.
VeiH.esi nel Deposito Centrale di Medicinali nostrani ed
esteri in Trieste dui Farmacista e Droghiere «f. Ser-
i*ava!i<».
f^lS. Oaaìunque bottiglia, non avente incrostato il oomi»
e la ca|)snla di stagno con la nostra marca, sarà
da ritenersi per coBlralfalta. ,
• /f)
face della discordia per sostenere. È la pa-
ce' BTaDgeliea e politica die insegnate?
Ed è per questo forse che 1' autorità ^po-
litica come vi scrissi, fìnchè viene il Z o-
gar cerca di protarre i Javori delle liste
per l'elezioni comunali? È per questo che
l'autorità stessa compose un sì mostruoso co-
mitato pella distribuzione di carestia dove vi
entra Giorgio Boglich,, assessore comunale pri-
mo possidente di Dusina che riceve denaro di
carestia pella propria madre e due suoi figli, e
vengono esclusi gì' autonomi e le infelici ve-
dove ed orfani di questi ? Ed è per questo che
lo "Spi§e„ e gli altri intriganti esercitano con
ferocia le loro vendette pubblicamente? Così
dunque si serve lo stato ed in tal modo si ri-
spotta il giuramento di servizio?
Dunque col denaro che è sangue nostro, con
persecuzioni, intrighi, intendete di agire per
far trionfare gF inimici dello stato e della co-
stituzione Sopra tale vergognoso ed arbitra-
rio procedere preghiamo i nostri deputati a
Tienna di far sentire la potente loro voce pres-
so r eccelso ministero, perchè si muova a com-
passione, e ci liberi una volta dalle mostruo-
sità che si fanno a danno della costituzione e
dell'istruzione della popolazione, e che puni-
sca gì' impiegati avversi alla costituzione perchè
spergiuri.
Non sappiamo perchè F autorità politica d'ac-
cordo col comune sottrae dalla leva militare i
giovani sudditi austriaci dimoranti "tempora-
riamente„ nelF ottomano, e perchè con scan-
dalo pubblico si trovi cancellato dall' elenco
della leva Jure Pervan nipote del podestà, gio-
vane sano e negoziante. Sopra tale mostruosa,
scandalosa e vergognosa cancellazione si chia-
ma l'attenzione della commissione militare, se
vuole conservare il suo antico prestigio di
giusta ed imparziale.
non conosiiamo nè cosa sia menzogna, nè Cosa
sia insinuazione. Le nostre corrispoadenze non
contengono nè hanno contenuto che sempre
la pura verità.
Altro della stessa data.
La corrispondenza IG gennajo inserita nel
T)almata„ n.rSha dato un colpo terribile sul
naso del cancellista Stanich, e si temeva che
voltasse il cervello, perchè vide che cose che
si credeva secretiosime a poco a poco venivano
pubblicate. Il sig, Cantìi dotato di nobili sen-
timenti ha creduto bene di fare la rettifica in-
serita nel "Dalmata,, n.r 11 la quale in fine si
uniforma alla nostra corrispondenza, perchè è
certo che nessuno può fare a meno di fare il
suo dovere e col signor Cantìi. Egli lo fece
come capo d' ufficio di difendere un proprio
subalterno meritevole o meno che fosse, lo fece
per commiserazione. Noi non saremmo ritornati
sull'argomento pel rispetto e stima che professia-
mo al sig. Cantù, qualora nella rettifica non a-
vessimo trovato insinuazione ! vocabolo che noi
non conosciamo ma che sentiamo essere cura
prediletta dei cosidetti nazionali, e per esserci
gratuitameme stato regalato così troviamo di
di fare le domande seguenti: se sia vero che
il giudice dettava ed il protocollista scriveva in
slavo e se quest' ultimo avesso scritto diversa-
mente a danno del danneggiato del furto dei
Bajalo?! Se sia vero che la c. r. gendarmeria
e i' inclito capitanato avessero fatto i rilievi sulle
ingiustizie e persecuzioni fatte dagli impiegati
di questo giudizio nei mesi giugno e luglio
1B71, le quali dal capitano furono rimesse al-
l'eccelsa luogotenenza?! Se sia vero che nel-
l'interesse degF amici avesse preso desistenza
sulle istanze per pubbliche violenze, per danni
maliziosi e minaccio pericolose e perchè? Se
sia vero che istanze fatte per un identico fatto
nell'interesse degl'amici quelle del Noktas furono
trattenute in giudizio per procedimento, e quelle
dell' avversario mandate all' autorità politica e
perchè ? Se sia vero che i figh di Jureta Eose
ricco morlacco avessero proditoriamenté scari-
cato le loro armi contro certo Togl e dove ora
si trovi la relativa denunzia? Se sia vero che
un certo Eadagl fu condannato perchè si vo-
leva avesse ucciso il caie ad un certo Pavich,
il quale in via civile domandava il pagamento
del cane, ed i testimoni che servirono per con-
dannare il Eadogl in sede civile giurarono non
esser vero a fronte delle minacele che altri-
menti era scritto nel processo di condanna pe-
nale? Se sia vero che un certo Franich fu
condannato per ben due volte perchè aveva de-
nunziato un certo Jellovich di avergli tagliata
la corda e ferito l'asino. Ambidue le sen-
tenze furono annullate dall' eccelso Appello ed
al terzo dibattimento si pregava il condannato di
far la pace col malfattore, e ciò perchè i groppi
venivano troppo spesso al pettine. Se sia vero
che Marta Babanaz fu barbarameate percossa
in giudizio e gettata giù delle scale, per cui
l'eccelso Appello aveva ordinato si procedesse
mentre il giudizio preso aveva certa desistenza ?
Se sia vero che.. ma basta perora a sue tempo
e luogo abbiamo una farraggine di fatti che
fanno orrore.
, Noi che apprezziamo le esimie qualità del
sig. Cantù che è oggetto della nostra stima e
rispetto le preghiamo d'essere più circospetto
colle rettifiche le quali anziché alleggerire la
situa ^/o^le l'aggravano sempre più, perchè noi
Dalla proTincia, 27 febbraio.
Il "Dalmata,, al suo n.r 15 nel "Gazzettino
della provincia» , facendo appunti al consiglio
scolastico provinciale, accennava sulla proba-
bile nomina del maestro Cipin al terzo posto
vacante nel preparandio di Borgo Erizzo: e
tale notizia mi torna cosi strana che io mi
credo autorizzato a spendervi due parole fran-
camente e senza reticenze.
11 reverendissimo consiglio scolastico pro-
vinciale, fino ad ora non si curò menomamen-
te della pubblica opinione, ed a visiera aper-
ta e senza riserva lo vediamo procedere nella
distribuzione dei posti per i propri adepti, pro-
tetti e raccomandati.
Dunque tra tante promozioni che si realiz-
zarono contro ogni aspettativa, tra tanti fortu-
nati che furono ammessi a lauto banchetto
si vuol per coronare F opera dar un po'
di risalto anche a questa nullità peda-
gagica del Cipin. Giusto ed imparziale d' al-
tronde, come lo sono con tutti, lo dirò anco
a favore del maestro Cipin (notomi molto bene)
non negargli io una sufficiente capacità nel-
1' istruzione elementare, ma per coprire il po-
sto al preparandio — io credo — esigersi una
coltura più elevata ; e quasi a rango di quella
di un docente ginnasiale.
Il maestro Cipin non può vantare le più
elementari nozioni storico-geografiche, e di ita-
liano poi ne sa quanto di chinese.
Dio buono ! Vi ricorderete che questo messere
olim maestro a Knin scriveva anni addietro
una corrispondenza in difesa propria, da inse-
rirsi sotto dettatura del padre A. M. e in venti
linee commise oltre 57 errori ortografici?!...
E costui sarebbe un privilegiato della tribù
dei Danilo. Avanti, signori, avanti. Buon prò
taccia a voi, ai vostri nipoti, pronipoti, cu-
gini ecc. ecc.
Sign, 5 marzo.
Se il corrispondente del "Nazionale,, intende
colla parola burocrati alludere agli ii. rr. im-
piegati, noi di buon grado tacciamo eco alle
sue parole, giacché fra gli stessi vanno com-
presi il d.r Tripalo, F ex padre Matas, i padri
francescani Salinovich, Milinovich, Jovanovieh
ecc. che fruiscono di lucrosi salari pagati loro
dalle casse erariali in qualità d'i. r. professori
ginnasiali, i quali inaspriti perchè gli altri im-
piegati hanno avuto F ardire di ribellarsi ai loro
voleri, e di scuoterne il giogo," sfogando il loro
furore cercano dì seminare zizzania calunniando
or questo or quello.
Tutti gli impiegati, che sono pagati dallo
Stato, hanno giurato fedeltà all' imperatore, alla
legge, ed alla costituzione. Tutti quelli quindi,
che non sono costituzionali, sono spergiuri.
Quale dunque è più da stimarsi, quell'impie-
gato che si mantiene fedele al proprio giura-
mento 0 quello che si rende spergiuro. Ai let-
tori F ardua sentenza.
A chi stanno a cuore gl' interessi economici
del distretto ? Porse al d.r Tripalo deputato di
Sign ? Quali saggi di amor patrio ha egli dato ?
Quando ha egli alzato la voce a difendere i pa-
tri interessi ? Noi non lo sappiamo, ed al certo
troverebbesi bene imbarazzato lo stesso corri-
spondente del "Nazionale„ se volesse rispon-
dere alle nostre domande.
GF interessi economici del distretto stanno
forse a cuore alla redazione del Pivcic ? Ma su
questo argomento, perchè importante ritorne-
remo fra breve.
Gli interessi economici del distretto stanno
forse a euore alla nostra amministrazione co-
munale? E chi si cura degli affari comunali?
Quando vi è bisogno di firmare uu atto qua-
lunque conviene che il servente comunale giri
e rigiri una buona ora per la borgata, onde
trovare il podestà od un assessore perchè si
degnino di apporvi la tanto desiderata l«ro firma.
Se al nostro comune sta tanto a cuore il be-
nessere materiale del distretto da esso rappre-
sentato, perchè colle sue indirezioni, nel torne
di soli tre mesi ha provocato per ben due volte
F intervento della locale milizia nelF occasione
delle nuttierazioni degli animali, causando forti
danni economici ai villaggi di Bajagich e Grab
e F arresto di molti capi famiglia.
Perchè non ci provede di buone strade, di
cisterne, perchè trascura la pulizia e F igiene
locale, perchè nen nomina il medico comunale ?
Noi dobbiamo assolutamente rendere lodi in-
finite alF esimio nostro medico distrettuale d.r
Ghiglianovich : egli è intelligente, attivo, solerte
e premuroso, ma può fare per un uomo e non
per due. Dovendo attendere alle sue ufficiose
mansioni, assolutamente non può prestare la
propria opera, come lo farebbe un medico co-
munale ad hoc stabilito.
Il corrispondente del "Nazionale,, accarezza
e difende quella pianta esotica, che Arcon si
appella. Ma come altre volte dicemmo, noi vor-
remmo che il nostro capitano distrettuale fosse
spassionato; vorremmo che pensasse colla sua
testa e vedesse coi suoi occhi; vorremmo che i
cordoni sanitari fossero mantenuti e che i co-
lonisti venissero scelti fra le persone oneste e
non già fra i protetti del convento; vorremmo che
le contravvenzioni sanitarie fossero severamente
punite, ma tutte indistintamente e che non si
chiudessero gli occhi sopra certe contravven-
zioncelle e certi contrabbandi di Mise Tabak,
Giacomo Bianchi e loro soci più o mono ricchi.
In una parola vorremmo che la ])ilancia delia
giustizia usata dal nostro capitano distrettuale
fosse sempre la stessa e che non subisse o-
scillazioni od alterazioni a seconda del peso non
già specifico, ma morale delle persone che de-
vono esservi pesate.
Siccome poi siamo usi a dire sempre la ve-
rità e non calunniare, così non aviliremo la
nostra penna confutando alcune basse insinua-
zioni dell' articohsta del "Nazionale.,,
ZaraveccMa, 12 marzo.
Un episodio nuovo negli annali delle mano-
vre elettorali ebbe luogo a Goriza il 10 corr.
ed ha diritto di essere conosciuto nei suoi det-
tagli. Due elettori eletti di questo villaggio, si
portarono la mattina del 10 corr. a Goriza,
onde associarsi a tre elettori eletti, due di Go-
riza ed uno di Bastane, e portarsi insieme la
mattina stessa a Zara per prender parte all'e-
lezione del deputato. Eiunitisi tutti e cinque a
Goriza, e montati sopra un carro di proprietà
di uno degli elettori medesimi, si accinsero al
viaggio, quando dopo pochi klafter di strada
furono circondati da una turba di faziosi am-
mutinati che sbarrarono loro la via, li fecero
discendere dal carro, ruppero i finimenti dei
cavalli, sequestrarono il loro bagagho, ed im-
precando allo scopo del loro viaggio, ordina-
rono sotto minaccia di morte ai due nostri di
far ritorno alle loro case, e agli altri tre di
non assentarsi dal viaggio. Dinanzi F eloquenza
delle minaccie, gli elettori di Goriza e Bastane
rimangono mummificati, ed impediti di prose-
guire per Zara, e così i loro tre voti andarono
confiscati. E noto che i nostri elettori eletti non
ne volevano sapere del Klaich, e i suoi amici
organizzarono la oscena e brigantesca dimostra-
zione, per diminuire il numero di elettori av-
versari.
Bravo il d.r Klaich! Egli almeno potrà van-
tarsi di aver avuto la simpatia di alcuni bri-
ganti di Goriza, che gli diedero il passaporto per
Vienna.
Del resto a Goriza trovasi per parroco quel
fanatico di prete Vukich, quello stesso che per
la sollevazione di Bencovaz fu in domo Petri.
Egli fu uno dei più violenti agitatori a favore
della candidatura Klaich e partì da Goriza per
Zara pochi minuti prima dell' ammutinamento !
È inutile che io vi dica che i faziosi di Go-
riza sono quasi tutti suoi amici e che. si so-
spetti generalmente che la congiura sia stata
ordita dal reverendo.
. Ma poveretto ! il degno e aanto parroco dice
che il d.r Klaich voterà coi clericali e difen-
derà gF interessi della Chiesa!
P.S. Or ora vengo a rilevare che uno dei promotori
dei disordini di Goriza venne dalla gendarmeria arre-
stato.
Odgajaiije.
(Nastavak vidi broj 17).
Drugi pako slikar, koji imade istu
nakanu, nepazi iia prva orckaiija koja
je pocinjo iicenik, niti mu ih poprav-
Ija ; podaje mu dobrih izvornika i pre-
pisaka, ali iie najboljih jer deni da
ce biti sgodnijega vremeiia za ove. Po •
godite cija je misao bila bolja? Prvo-
ga ! jer ako malodobnost nedopustjase
gojeiiceto da razazna sto je krasno, i-
stiiiito, dobro, mnogo prije nje neko
prirodjeno rriu njemo èuvstvo, ravna-
110 miKlrirn ìTredvidjenjem iiciteljevim,
uzrokom bijase da to pojmi ii svoj nji-
hovoj neizmjernosti; drugi koji je po-
lagao sve svoj e ufanje u buduénost,
pustio je da se iicenik obucava iia o-
nih uzori; a vreme prodje, ciivstvo za
krasoéut nenadje ni polja da se poja-
vi, ni hrane da se nahrani; i morade
propasti bez da je ikad zivilo, bez da
se je ikad rodilo.
Tako i majka. Ako je uzgojila sinove
m zdrava nacela i na iizvisene misli,
i sto je vise, podiipre to dobrim ìzgle-
dom, uciepiti ce u njihova jos mehka-
na srdca plemenito sjeme, ona ce se
moé ponositi da je ti dobrim sjeme-
njem nasijsla plodno zemljiste, pl'odovi
koga pojaviti ce se brzo. Ali ako bude
oponasala slikara koji nciiastojase da
odgoji ucenika za vremtna na krasotu,
nego cekase da prispije sgodniji casi
proizteée ze nju zie, skodne i
ci ve posi] edice.
Prvi utisci primljeni od djetet^ieée
ga ostaviti ni do starosti; dapace ko-
liko su starodavnji, toliko ée mu mili-
ji i ugodniji goditi uspomeni. Neka
daklo ovi utisci budu velicanstveni u
srdcu djetmjem, i neka ili majka u-
ciepliva tako da mogu oprieti se pro-
mjenom i svira suprotivstinam koje co-
Tj'ek sreta na ovoj strazi zivota, krat-
koj, ali dosta dugoj za poci stramputi-
eom.
6. „Nekoji ucitelji na nekih mjestii
u nekih okolnosti jesu prevrtljivci ~~U
ucioni ucitelji a ne gradjani, van gra-
djani a ne ucitelji: ja bi zelio da u
ucioni buda gradjani i ucitelji; van,
ucitelji i gradjani." Ove promjene sbi-
vaju se usljed mienjajucih se okoliio-
sti, te oni naginju sad na lievu sad na
desnu. Ja koji imadoh srecu obciti s
njimi iskasio sam ono o cem ovdje pi-
sem ; dapace svaki pit kad sam imao
prigodu razgovarati se s njimi (a to
je bilo cestje) slusajuc ih, vazda padalo
su mi na um ricci Giusto ve;
Io nelle scosse
Delle sommosse ecc,
i mislio sam u sebi: liepa uzgoja doi-
sto za saviest kukavuih ucenika njima
povjerenih! Promisliti kakovi 6e gra-
djani postati oni mladiéi koji ih slu-
saju. Nek Bog uzcuva i oslobodi nase
sinove od njihovog izgleda (s druge
strane vazda izvrstan izgied za onoga,
koji bude hotjeo na ovom svietu slie-
diti stop e don Girelline) ; ako o ovom
promatram na dulje, dolazim do uvje-
renja, da bi nestalo pleme postenjakah
kad bi bilo mnogo ovakovih uc'itelja.
Sjetite se izraza G. Vikova : „buducnost
jednog naroda lezi na ucionskih klupa,"
pak recite mi kakva ce vrsta naroda i-
zaci iz take ucione.
Valjda ja sanjam ? Dajo Bog; ali znam
predoÌ)ro jer se nepise spavaj.uc.
7. Majka vise neg ucitelj rnoze po-
kazati sinovom strazu dobra: jer ona
poznaje bolje od njega njihov znacaj i
njihove naklonosti.Òovjeèanstvo je
neka smjesa znacajah i raziili cudi:
ovi znacaji i ove cudi neproizlaze sve
ed naravi, mnoge se obicajno dobiva-
ju svana, od majke, od obitelji. od
druztva. Jur je nedvojbeno da prvi u-
tisci djeluju krjepko na djetinje srdce,
i to dokazasmo na prijasnjem mjestu.
Ono pako sto ovdje lìam valja znati
jestto, jedali rieci uciteljeve dopiru mi-
lije do srdca nego majòiiie ijedali ov-
dje ukorenjen opiru se promj^.nam
dogadjajah; jer cienimo da od ove o-
kolnosti zavisi dobar ili zao uspjeh uz-
goja. ^
Uèitelj bavi se s izkvarenom ili ple-
menitom, majka pako sa djetcom ne-
vinom i neizkvarenom. Akoje onasvje-
stna svojega uzvisenoga zvanja doisto
sijati ce u njihova srdca, takovo sje-
menje da iz njega uzraste liepo stahlo
krieposti : grsti se, jer proti naravi,
cieniti, da ona hotimice kita u ono sve-
tiste pocetke zia. — To ée dakie uci-
niti po neznanstvu. Istina je da se vi-
de dan danasnji po svoj zemlji ubita-
cne posljedice te zablude; a covjecan-
stvo stoga ozalostjeno uzalud se trsi
da jim pronadje izvor.
Izvor ! pogodite gdje znanost potrazu-
je izvor. u naravi. „Neki znacaji, neke
éudi koje obicajemo prepisivati naravi,
pise neki glasoviti spisatelj, doisto nei-
madu se odnositi nego na prve utiske.*)
Sada tko je tko podaje prve utiske?
majka — Potrazite dakle jedali je ona
taj izvor koji vam zadaje toliko brige.
Povratimo se malko nazad.
*) Oddo — la donna — le prime impressici.
L'assassìnio dì RaiÉiele 8onzogn<K
E. Sonzogno era direttore del perio-
dico La CapUaìe, giornale di colore molto
avanzato. In fatto di politica non ora
liscio, ma come pubblicista god(?va
nome di avveduto c- brillante ingegno.
Griorni sono non era stato ricevuto dal
gen. Garibaldi al quale voleva fare una
visita, però il giorno successivo cbbif
un' intervista.
La sera del 6 corr. veniva assassi-
nato nel locale di redazione. 11 misfatto
diede luogo a molte glosse, appunto in
riflesso alla vita che condusse, 1' indi-
gnazione i)erò fu unanime. L'Epoca dice
chc il misfatto ba commosso gli animi
della cittadinanza l'omana senza distin-
zione di partito. La Fenevcransa così
si esprime .• davanti ad un assassinio
non ci può essere in tutti che una pro-
fonda pietà pella vittima, e un senso ;
d'orrore per il miserabile che lo ha j
compiuto. I
La Capitala dice che la stanza della ;
redazione era in parecchi punti insan-
guinata, e che non vi era aleuiia rela-
zione fra la vittima e 1' assassino. —
Il IHriito così racconta il fatto :
"Delitti e piaceri, funerali e danze ecco |
l'eterna vicenda della vita ?.'CC0 la cronaca |
d'oggi !
Narriamo anzitutto il fatto piii grave, un de-
litto abbominevole avvenuto la wera del (> corr.
verso le sette o mezza, mentre in tutta Eoma
ferveva l' allegria del carnevale, mentre in piazza
Navona tripudiava una moltitudine spensierata.
11 tatto ai riassume in poche parole, e che
sono fino ad ora le sole positive e vere — tutto
il resto è mistero che si tenta spiegare con
una infinita varietà di dubbi e di congetture.
L' atroce verità è questa : il sig. Raffaele Son-
zogno, direttore del giornale La Capitale, fu
ieri sera ucciso nella propria casa con tre colpi
di pugnale !....
Nessuno fu presente al delitto.
11 sig. Sonzogno -era solo nel proprio ufficio
che fa parte delia vua abitazione al primo piano
in via Cesarini, i suoi redattori erano fuori, i
suoi operai lavoravano in tipografìa.
Tutt' a un tratto gli operai che lavoravano
al pianterreno udirono dello urla spaventose.
Uno di essi più sollecito degli altri si preci-
pitò sulle scale. — Chi trovò? Due individui,
r uno era il direttore della Capitale steso a
terra col viso ed il petto insanguinati, clie chie-
deva aiuto ccn voce fioca — l'altro era un
giovane dell'abito d'operaio die discendeva
furiosamente verso il portone.
Sonzogno era agonizzante — pochi minuti
dopo spirava. Sul di lui corpo vi erano cinque
ferite. C era. un pugnale intrinso di sangue ai
suoi piedi. È un'arma di lama fina, tor.sa, lu-
cente con un' impugnatura di legno neio.
L'individuo fuggiva violentemente e .sarebbe
forse riuscito ad uscire sulla via se gli operai
del Sonzogno non l avossoro coraggiooaintnle
afferrato viiJC( ndo i suoi sforzi.
Egli diceva: J'r.rchr mi tmfiono':' lo non
ho fatto nvUn.... Cam vo'jliono da mc'^
Accorsero (ìuasi subito i carabinieri o Tiii-
dividu» fu arrestato. Egli continuò a strillare
ad alta voce dicendo di essere innocente.
Egli uvea delle traccie di sangue sui calzoni.
E un giovane romano, di ventisette anni,
di professatone giornaliero falegname. Abitava
in via del Muro Nuovo. Ila moglie.
La funesta novella si diffuse per l'onia colla
rapidità del baleno. Tutti udirono con dolorosa
impressione, anclio quelli che avevano por Son-
zogno ripugnanze perdonali o politiche.
La questura e le autorità giudiziarie furono
subito in moto. Il questore, il procuratore ge-
nerale (ihiglieri, il cav. Capelli procuratore del
re e altri cospicui funzionari e di.-itinti citta-
dini si recarono sul luogo.
Fin da ieri sera 1' arrestato fu sottoposto ad
un interrogatorio. Diceva di essere entrato nel
portone per orinare.
Questa mattina fu sottoposto ad un secondo
interrogatorio. Egli persiste a negare.
Tutti si chiedono quale possa essere stato
il terribile movente che l'ha spinto a perpe-
trare ed a consumare freddamente un così fe-
roce omicidio.
La cospirazione politica? Non pare. Si dice
anzi che l'arrestato fosse uno di opinioni as-
sai avanzate — quelle opinioni stesse che ban-
diva il Sonzogno.
Non osiamo, non sappiamo cercare più ad-
dentro in questo arcano.
Facciamo voti perchè la giustizia trovi la
luce e presto.
E ci uniamo agli onesti d'ogni partito con
un sentimento di sincero compianto per il de-
funto e di orrore pel feroce misfatto.
II nostro corrispondente romano ci
scrive in proposito quanto segue:
I commenti ch« si fanno sali' assassinio del
Sonzogno sono molti, e variatissimi. Opinione
generale è che l'aasassino non sia che un man-
datario, ma di chi ? E certo che il Sonzogno
aveva molti nemici nel campo politico e non
politico; chi sarà il mandante?
Vi fu chi a principio sospsttò che fosse il
eolpevole uno degli operai addetti ai giornale,
e siccome il sig. Sonzogno era talvolta troppo
stiracchiatore coi suoi lavoratori, sospettavasi
clu; di qui potesse essere partito il colpo; ma
r as; assillo è un falegname romano di Traste-
vere, mai stato veduto nè alla tipografia, nè
all' ufficio, anzi da nessuno conosciuto.
II Sonzogno era grandemente inviso tanto
ai moderati, quanto dai clericali, ma come si
può sospettare che il fanatismo politico giunga
ad un talfj esaltamento da trascinare a com-
mettere un così nefttndo delitto?
Il Sonzogiìo aveva avuto dei recenti dispia-
ceri domestici — sua moglie si era allonta-
nata da lui; ed anche questo è un tema die-
tro il qu.de lavorano le menti esaltate che vor-
rebbero trov;ìre una spiegazione del fatto, ma
r assasiiino uega. e con ciò si sottrae ad altre
spiegazioiii.
L'ii incidente cingolare, dietro il quale si
almanacca ^ i e che il pugnale del quale si servì
r assassino o un arma non comune. 11 manico
ò intarsiato con una certa finezza. Non può
essere spettato ad un falegname — qualcuno
deve avercelo posto in mano — gli operai del
genere dell' assassino non usano i pugnali, ma
si servono di coltelli comuni.
,. \ , Strettoio con-.
Eccomi a relazionarvi alcuni fatti di sangue.
Nella campagna superiore di Strette, DazMtia,
si rinvennero la mattina del giovedì grasso,
stesi al suolo tre cadaveri, e precisamente alle
falde del bosco Tarkovaéa, altre volte ricetta-
colo di ladri, malandrini e peggio ancora. —
I tre individui assassinati appartengono ad una
sola famiglia, il cui nome è conosciuto pel
tribunali per quello di Morich da Puticanje.
L'assassinio commesso sopra padre, figlio
e nepote è di orribile natura. — Gli assali-
tori servironsi dapprima dell'armi da fuoco
che li colpiva di dietro; caduti al suolo, cer-
tamente non del tutto uccisi, venivano i Mo-
rieh trafitti da oltre cento colpi di coltello.
Non vi ha nessun sospetto che possa anco
alla lontana far supporre quali siano gli as-
sassini. — Si ritiene sia questa una vendetta
bene organizzata, e compiuta cosi orribilmente
contro ai caduti che. so si fjccettui, - - pos-
sessori d'un piccolo coltello, — erano inermi.
Alla vista di quei tre cadaveri, orribilmente
contrafatti, distesi l'uno può dirsi a fianco del-
l'altro, il mio cuore si strinse. Conobbi in
quel fatto la perversità degli uomini, e la ven-
detta d'Iddio.
Ltì ti'irg'e Siili' iiìcoiiipalìbilltà
Presentemente si sta elaborando in Ungheria
una legge sull'incompatibilità, che alcuni ri-
tengono dovrebbe venir adottata anche nella
Transleitania quale un postulato della politica
delle "mani pure,,. Di tal modo si vorrebbe:
purificare il parlamento e guarentire le sue de-
j liberazioni dal sospetto che interessi privati di
; ualura nuiferiale abbiano potuto influirvi. Lo
j scopo non potrebbe essere più lodevole, ma il
' mezzo è alquanto ingenuo, e chi lo sostiene
; mostra invero poca conoscenza della storia par-
I lamentare, e si potrebbe ben chiedergli quali
• conseguenze ne sarebbero derivate all'Europa,
se i consiglieri di amministrazione di società
; dell' iin})rese ferroviarie avessero per legge do-
vuto venir (esclusi dalla tribuna parlamentare,
j Laffitio, ('asimir Perier, Cavour, Derby, von
! der Maydt, che aperse la nuova era per le fi-
nanze prussiane, Jon Brighi, fecero tutti parte
di società per azioni, senza dire di Thiers che
dopo 15erry(r è il piii grande oratore della
Francia e al (filale si d('V(j la pace di Versf|-
glia. la caduta della Comune, il pagamente, dei
miliardi d' indennità, il ristabilimento dell'or-
dine in Francia, che ò pur tuttora consigliere
di amministrazione d'unu società per azioni.
Se questi uomini fossero stati esclusi dai
pariainenti sarebbero andate meglio le cose in
Europa ?
i Partendo dal punto di vista dei propugna-^
I tori della legge sull'iiicolpabilità. che l'inte-
j resse generale possa venir sacrificato all'inte-
^ resse della società ferroviaria, p. e. di cui uno j
I fa parte quale consigliere d'amministrazione,
i hi dovn-bbo escluderf; anche chi amministra
I le proprio Ko.vt-tnzc; nessun fabbricatore do-^
vrebbe essere eletto a deputato senza rillettere _
ai bisogni del commercio potrebbe; farsi pro-
piigiiutore del dazio proibitivo; nessun nego-
ziante dovrebbe Kwtire 4Ìair urna perchè non
Itadando all'industria nazionafe potrebbe farsi»
sostenitore dell'assoluto libero commercio, un
notaio nemmeno perchè potrebbe favorire l'ob-
bìigo della legalizzazione, il possidente potrebbe
essere sospetto di desiderare molte ferrovie e
strade per vendere bene le sue terre, e per-
sino chi non ha altra occupazione che quella
di tagliar coupons potrebf)e venire sospettato
di avversare una legge per 1' aumento delle
imposte sulle rendite. Ne verrebbe quiridi cte
soltanto ehi vive sotto curatela potrebbe senz»
pericolo venire eletto a rappresentante del paesij
Questa hgge adottata una volta, condwrebbe
all' assurdo e sarebbe invero incompatibile colle
lezioni della storia; incompatibile colle espe-
rienze pratiche giornaliere. (G. di T.) a
i\ostri cartegfl^i partieolarì.
Con un sentimento di dolore e di
ribrezzo pubblichiamo la s^^guente cor-
rispondenza sulla tragica fine di tre
sciagurati.
Attenderemo curiosi che sia fatta
luce sulla causa del loro assassinio e
speriamo che, sieno qualsivogliano, le
colpe dei Morich, essf non saranno stati
le vittime di uno dei cosidotti secreti
tribunali nazionali.
Scardoiia, 9 corr.
Non si sorprendano i lettori del Dalmata
della mancanza di nostri scritti a risposta delle
sempre più imfami corrispondenze del Na-
zionale. Abbiamo deliberato di attendere che
i nostri schifosi avversarli abbiano esaurita la
veramente meravigliosa vena di contumelie,
menzogne e calunnie o. come dice il loro scriba,,
che egli abbia vuotato il sacco. lìiprenderemo
allora la pena per riassumere i punti più sa-
lienti della polemica, per richiamare l'atten-
zione del pubblico sui fatti che furono da loro
0 tacitamente o espressamente ammessi, per
additare il modo, non si sa se piii sciocco o
maligno, con cui il loro patrocinatore li di-
fese. Dimostreremo ancora una volta per chi
noi sapesse già o non se ne tosse accorto a
proprie spese, che il Pierino unghie d'oro nei
quattro o piii anni che frequentò 1' università
non imparò altro che barattar carte e rubar
napoleoni; nelle quali nobili arti e loro affini
si perfezionò più tardi, non curandosi neppure
di apprendere la prima massima della teoria
delle prove factum allegantiincubitprohatio.
Egli asserisce un fatto. Viene negato. Eisponde:
ad onta della negativa il fatto è genuino, ed
in vero se fosse falso, a nessuno importerebbe
di negarlo.
Se non credi lettore, ed è infatti incredibile,
leggi il Nazionale n-r 1). E costui è giudice
da vari annil In verità che al giudiziario ei
non potrebbe appartenere se non in qualità
di poliziotto. E costui vanta per protettori per-
sonaggi altolocati I Vergogna !
Noi dunque ci difenderemo i nostri ; e poi
riattaccheremo gli avversarii; ma questa volta
entreremo nelle famiglie, parieremo della lor
vita privata, sempre però nurrando fatti certi,
citando date, nominando persone e offrendo
prove. Fummo trascinati su questo campo con
violenza che non ha esempio. Deploriamo, ma
non recediamo. K non recediamo per due ra-
gioni. Primieramente perchè vogliamo che il
pubblico sia aox'or meglio persuaso del valore
morale dei pretesi rigeneratori di Scardona;
in secondo luogo per mettere questi in lotta
col loro avvocato. Si; costoro comprenderanno
che senza le incaute ed insolenti provocazioni
(iell'articolista noi non saremmo mai sc(;si a
narrare fatti disonoranti della lor vita privata:
inferiranno quindi e giustamente che tutta la
colpa è sua. x\llora guai a lui !
La sua posizione diventa tanto terribile che
vedi nostra debolezza, ci spaventiamo per lui,
e la carità per il prossimo — egli ha tutta
l'apparenza di un uomo — ci spinge a dargli
questo salutare avvertimento. Senti. Pierino,
1 tiioi futuri nemici sono gente pericolosa, guar-
dati, sono belve. Vedi, uno di .loro è ct\pace
venire a casa tua, battere alla porta e a te,
che venissi ad aprirgli, assestare\ un tal colpo
sulia testa con bastone ferrato da farti giun-
gere in poche ore innanzi all' eterno giudice;
e tu sai bene che non sei pronto di compa-
rire a quel Tribunale ove non te la caveresti
con una semplice condanna allo sfratto. Vivi;
forse un gioino ti pentirai dei tuoi misfatti
0 Dio, se non gh uomiui, nella sua clemenza
ti perdonerà. Un'altro di costoro potrebbe ap-
plicarti uno schiaffo Non c'interrompere di-
sgraziato: sappiamo bene che uno schiaffo, cioi
un leggiero tocco di mano sulla guancia noi*
ti spaventa, imperciocché questo non sia che
una materiale dimostrazione di grave morale
offesa, che te, diffamato e sprezzato univertì
salmente, non può minimamente affliggere.
Ma qui si tratterebbe di uno schiaffo cosi po«
tente da portarti conseguenze funeste alla sa-
lute. Questo stesso tuo fratello.... politico si
intende, potrebbe in un momento di collera
menarti un colpo di bastone alla bocca dello
stomaco da farti stramazsiare. Se poi in per-
sona non li attaccassero sta pur certo che a-
palterarmo sicarii per fare le loro veci, .
Io sono forte tu dici.... Peggio per te. Si,
peggio per te. Ammettiamo che ti riesca schi-
vare il colpo e fugare il nemico, sciagurato,
ti aspetta il carcere.... In carcere io? Baje!
Non ci sono andato fino ad ora e sì che ne
ho fatte di grosse.... Taci, imprudente, e a-
scolta. Il tuo fratello.... poHtico correrà fino
a casa, forerà i suoi vestiti e tremante si pre-
senterà al giudizio, denunziando te di aver-
gli menate delle stiilettate; e colorirà così bene
il racconto che tu sarai condannato criminal-
mente a parecchi naesi di carcere. Sapevamo
che a tua conoscenza stavano questi fatti nei
quali avesti non poca parte come consulente,
ma abbiamo volato ricordarteli onde possibil-
mente non esser neppur indiretta causa di
luttuosi avvenimenti. Tu credi che i tuoi a-
mici di oggi e nemici di domani possano sen-
tire riconoscenza e gratitudine; e dà ciò la tua
calma. Errore che ti può essere fatale. Siete
fatti dello stesso intaglio; ciò che tu seiìti
sentono essi; avete su per giù i medesimi vizlì,-
Misurali alla tua stregua. Se farai còsi, cOr-.
tamente ascolterai il nostro consiglio di stare
in guardia.
Amico lettore, non te la prender con noi
perciò che con scritti di questa natura occu-
piamo le colonne del Dalmata. Ciò è una i-
neluttabile necessità, dacché il Nazionale re-
datto da un prete cattolico, accetta corrispon-
denze calunniose « che egli per tali conosce.
Dobbiamo difenderci; nessuno ci può negare
questo diritto.
Riteniamo poi di giovare al nostro paese
mostrandogli ehi sieno i suoi reggitori. Que-
sta polemica non ù più tra autonomi e an-
nessionisti, sì bene tra galantuomini e fur-
fanti. Raccontando e rammentando fatti inve-
rosimili quanto vuoi ma veri quanto la scon-
fitta toccata a Sedan al III Napoleone, noi
tendiamo far risorgere in questo paeise il senso
morale, noi procuriamo di far animo agli o-
nesti timorosi che .m tengono in disparte inor-
riditi; noi ci sforziamo d'indurre queste- co-
mune sfuggire dalle mani di gente indegna
di rappresentarlo, e così lavare l'onta else lo
ricopre.
Se il tuo paese, lettore, é in condizioni del
tutto differenti — e te lo auguriamo — al-
lora leggi le corrispondenze del Dalmata da
Scardona, come leggeresti le varietà di un
giornale qualunque, ove si riportano risnltati
stiaordinarii. A rivederci.
Gazzettino della città e
della proTincia.
Mercoledì sera 10 corr. Hotel Klinyen-
drath ebbe luogo un concerto vocale e istru-
mentale. La sala era affollatissima. La brava
orchestra del reggimento F. d' Ente qui di
stazione, come sempre, emerse lodevolmente
sia per la scelta dei pezzi, come per la felice
esecuzione. Il canto dei cori eseguito da voci
bene intuonate del suddetto reggimento, riesci
di generale aggradimento ; e cosi pure la parté
comica del bravissimo caporale, di cui ebbimft
per la seconda volta a gustare il brio e la na-
turale franchezza che piace e diverte assai.
; Dirigeva il concerto, il sempre applaudito niae-
; stro A. Tyrner a cui merito dobbiamo questi
; dilettevoli trattenimenti che vorremmo vedere
di frequente ripetuti.
; Non possiamo dispensarci, quantunque a
malincuore d'interpretare le generali lagnanze
' del pubblico circa al pessimo servizio dell'Hotel
medesimo, come pure per la mala cucina e
i bibite, nonché per 1' esorbitanza dei prezzi che
: toccano quasi al favoloso. Invitiamo quindi il
; proprietario del suddetto stabilimento a porre
: riparo a tali inconvenienti, nelP interesse suo
I e di quello del pubblico fino ad ora ri vero
dire, troppo indulgente e generoso!
: Riproduciamo con vero piacere dalla Staf-
! fetta giornale accreditatissimo di Napoli, 'il
j seguente cenno risguardaute un'illu.stre nostro
i compatriotta: La società internazionale d'in-
coragyiamento sotto l'alto protetorato di S. M.
il re d'Italia, e di tutta la sua reale famiglia,
conferi in questi giorni, diploma, medaglia d'oro
e titolo di presidente onorario al celebre te-
nore Francesco Mazzolcni. il ctnsiglio diret-
tivo di questa illustre società deliberò di oiiot
rarlo in tal guisa, e per i suoi ognor luminogil
successi nella nobile arte sua, e perchè r(!oen-
; temente si meritò — egli solo tra lutti gli ar-
tisti rinomati — 1' onorevolissima decorazione
del Libertador Bolivar, eh' è lo più cospicua
della Repubblica di Venezuela. Noi ci rallevi
griamo coir illustre artista dalmata, che seppe
meritarsi un titolo dalla Società interna&io'ì
naie d' incoraggiamento, che si «)neede all'alta
aristocrazia, e alle grandi uotabilità artisticlie,
letterarie e scientifiche.
Da un estratto, pubblicato nella Wiener
Zeitung, dei protocolli delle seduto della .se-
conda sezione dell'i, r. comnii.ssioiie centralo
per arti e monumenti storici, ie quali .vennero
Gazzettino della città e
della provìncia.
•'IjjubìWaii(|h il yà^loroso capo del-
l'insurrezione erzegovese si è ritirato
dall'.lezione» , Costretto come ci die^ ima
corpispScflèm ^ Ragusa, datlé dfecor-
die. dei éamariìlas e dai maneggi M
Montenegro; la sua vita si trovava in
' La ritirata di questo capobanda fu
il segnale della partenza della mag-
gio? parte dei volontari, e l'efferata guer-
ra combattuta prenderò se è possibile
un carattere ancora più inumano e cru-
dele. Un grido d'orrore emette l'uma-
nità nel sentire, da gente che si vuole
chiamare civile, portato in trionfo lo
scempio che da popolazioni cristiane sì
fa dell'inimico, le mutilazioni di ogni
genere, e le centinaja e migliaja di teste
recise, come fossero di vili animali, e
tutto ciò in pieno secolo XIX, il secolo
dei lumi e del progresso.
Il soccorso promesso verrà quando il
macello di quegli infelici sarà compiuto,
quando la campagna sarà ridotta un de-
serto, nè sorgerà pietra sopra pietra
per indicare dove erano le abitazioni
dell'uomo.
La gelosia reciproca delle potenze fa
si che esse centuplichino freddamente
queste stsragi feroci, mantenute e con-
tinuate dalla lusinga di un ajuto, che
mai non giunge,
Fra gl'insorti dell'Erzegovina milV
tava una giovaae; e ricca Olandese, la
sig. Merkus. Questa spese 300,000 lire
a far costruire una cappella in Geru-
salemme, e'la mantiene a proprie spese.
Ora diede 4000 lire a Wepelitshy pr
i profughi, e consegnò a Ljubibratich
un certo numero di biglietti da 1000.
Merkus ha 28 anni, è di carnagione
bruna, capelli neri, occhi azzurri.
Rileviamo da fonte /sicura, che la
càmera de^ deputati a fioma, nominò
una commissione incaricata di rilerire
suir opportunità di stabilire una linea
di navigazione tra Zara ed Ancona.
Noi abbisimo più volte trattato que-
sto argomento, dimostrando l'Utilità e
l'importanza di questa linea, ed ab-
biamo esortato cittadini, camera di
commercio e municipio, ad adoperarsi
per r esito felice di questo progètto.
(Vedi ^epialmente i n.ridi marzo anno
1875).
Oggi Io raccomandiamo nuovamente,
tanto più che furono riprese le tratta-
tive per la convenzione commerciale
fra la nostra monarchia ed il nuovo
Regno.
« MeffCdl^ì sa-a, gran'fella ài dirigeva verso
il Teatro; dapliee causa la spingeva. La prima
era quella di assistere ad un trattenimento
^ il A/Ift^ tio'ieà ixento^ cpsìrl^l^^
ktìfe/la^se'conda^quellà"^ Mire il riuovo e
primo lavoro del giovane filodrammatico, sig.
jpjpdato Maldini, éhe ptrtta il titolo: iM cac-
^ aW oro. Anch' io, sig. redattore, mi por-
tai'ad udire questa produzioiie 'e ^aiwi lerci-
amente allora quando s' alzava la tela della
aelonda^ parte c^lla serata, vide a dire al prin-
eiMo della commedia del sig. Maldini. Ecco
iì%tto. — Il sig. Taddeo Giardini (Checchi)
una figliola di nome Lauretta (Barracani)
chi è neir età di accasarsi ed amoreggia col
gievane Eoberto Ai*noldi (Bonzi) giovane im-
piegato che per lei nutre grande affetto. Come
Enrico Sirchi (Pezzaglia) viene a sapere che
la signorina Giardini ha 60,000 lire di dote
s'invaghisce perdutàmente di lei e col mezzo
del dottore Ambrogio (A. Bozzo) si fa pre-
ttiàia di ricercarla a' suoi genitori, dicendosi
fillio di ricco banchiere genovese e possessóre
di non so quante migliaja di lire di rendita,
Boberto intanto rieeréa anche egli la ragazza,
la quale, venendo a sapere come un preten-
dente più ricco di lui si fosse avanzato, la
tiàta ; il padre è pure dell' opinione della
giWave, rifiuta Eoberto ed accetta Enrico. Ma
pai prese informazioni sul conto di Sirchi si
viene a sapere che non vi era uomo a Ge-
nova avente 1' onore d' esser il padre del sig.
Enrico. Da questo nasce la sfumatura dei ca-
stelli in aria del sig. Taddeo, del sig. Enrico
^^uelli della sig. Lauretta la quale non sa
óra chi sposare. Ma fortuna 1' ajutò. Al sig.
Roberto muore in quel frattempo uno zio che
lo fa erede di 200,000 franchi, allora la si-
gnorina si fa premura di sposarlo, il sig. Tad-
deo si tiene onorato di poterlo chiamare suo
^|io, il sig. Sirchi, di cai il dottore garan-
iftva la ferrea salute, vien messo alla porta' e
r. . . cala la tela .... fuori l'autore! Fuori
r autore . . .. va bene, ma merita egli 1' au-
tore di venire al proscenio? Ciò giudicherà
Lei, pregiatissimo sig. redattore, poiché mi
permetterà alcuni appunti su questa comme-
difi. Il primo atto era nojosetto se vogliamo,
ma BU questo non dobbiamo troppo fermarci
perchè è quello che accade anche in molte
belle commedie, servendo il primo atto quasj
da prologo ai successivi od al successivo. É
vero pure che poteva essere un po' più breve
ed è in ciò l'autore, ha dimostrato impe-
rizia. — Il secondo atto, all' opposto, è ga;jo
e vivace e sarebbe stato brillantissimo ove
no® Ti fosse stata quella lettera, in cui ò
sHiascherato Sirchi, che oltre all' essere abba-
sli^za lunga fu riletta per ben 5 volte, cosa
c^e produsse diversi assalti di tosse, del resto
ahéhe questa pecca si può di leggieri perdo-
nare all'imperizia del commediografo. Ora che
io Le feci, sig. redattore, questi appunti, ne
viene di conseguenza che Lei mi domanderà:
insomma quali'impressione le fece questa
cQDomedia? io Le risponderò cosi: il sig.
^^dini fu chiamato e comparve unitamente
aflbrillaate, due volte al proscenio, i fischi
#jcerti signori, che sdegno nominare, furono
sfocati dai vivi applausi di altri. Ma non
è^égli vero, sig. redattore, che la è una gran
^an vergogna che cert' uni, connazionali al
Maldini, fischino e scoraggino cosi uno
senttore esordiente? Ma non e eglifors^Tero
che ciò sarebbe appena sousabile in persone
più colte di quei signori che, alla fine non
sono che studenti passati all' esame di matu-
riià' |)el biMio de^ chiave, o colla distinzioDe
di due sfecotìdè, che non sòrio altro che ga-
loì)j)ini od altre teste pari loro. Applaudite e
n<m scoraggiali 5Uo ' esordiente. Se una gio-
vane pianta non produce subito il primo anno
delle frutta non là si abbatte, ma le si usa
cure grandi. — Io intanto invito il signor
Deoda<|p Maldini ii - jicrivere un' altra «om-
media e (ìì proMtìr sòttò Mentito per
vedere poi se certe teste fischieranno questo,
latoro, — Rue parole sali' esecuzione. Il bril-
lante Bozzo k in quella sera insupsrabile, è-,
gli è a ini che il sig. Maldini deve una parte
del suo successo. Con qual brio, con qial"
vivacità non svolse e^U quelle scene. Il sig.;
Bozzo è artista nel più nobile significato nella
parola. Un cordiale applauso anche alla sig.
Barracani e Tassara, ai sig. Checchi, Bonzi «
Pezzaglia.
Perdoni, e mi creda
di Lei ohh.mo ed aff.mo
E. R
Riceviamo la seguente lettera, e la
giriamo alla Direzione teatrale affinchè
prò veda all' inconveniente.
Carissimo sig. BedaUore,
Non so comprendere il motivo, per il qualé,
la direzione del nostro teatro, permette alle
compagnie, nelle recite di beneficiata, di porre
il bacile, e non permette al pubblico di cora-
)erare i viglietti d' entrata. Questo uso io non
10 riscontrato in a]tre città, bensì ho veduto
11 bacile, ma anche ho veduto libera la com-
pera dei biglietti, e se alcuno voleva dare più
del prezzo d' entrata, comperava invece di uno,
due 0 più biglietti. Qui invece si è obbligati
pagare l'entrata a vista di dodici curiosi, e
gettare il denaro sul bacile, così che si può
dire, che si è obbligati pagare più del prezzo
stabilito per non farsi parlare dietro le spalle.
Un abbonalo al giornale.
Oi viene riferito, e noi pubblichiamo
con riserva fino a isicure indagini, che
il regio censore adoperi con troppo
zelo il suo-lapis sulle produzioni che
rappresenta la attuale compagnia dram-
matica. Oi si vorrebbe forse far ritor-
nare ai^ bei tempi di Perego e Maz-
zoldi? È troppo tardi.
del sig. Nallini in questo genere di la-
voro, garantiscono e raccomandano dà
per sè questa importante pubblicazione.
Sappiamo che la stampa dei restati
volumi, progredirà d'or'innanzi sollecita.
Telegrammi particolari
del "Dalmata.,,
Londra 21. — Il "Times,, dice
che la bàse del progetto del conte
Andrassy consiste nel rendere la
Turchia responsabile verso le po-
tenze. Soggiunge che V Inghilterra
accoglierebbe volentieri la crea-
zione di un nuovo Stato semi-in-
dipendente, ma che la sorveglianza
di una simile situazione impegne-
rebbe forzatamente la responsabi-
lità delle tre Potenze. Ora 1' In-
ghilterra vuole limitare la sua coo-
perazione alla presentazione della
nota e si riserva tutta la libertà
d' azione per T avvenire.
Monaco. 21. — Il governo ba-
varese non risponderà alla protesta
del Papa contro la legge sul ma-
trimonio civile.
Washington 21. — La camera
dei rappresentanti respinse con 112
contro 158 (?) la proposta tendente
ad abrogare la legge sulla ripresa
dei pagamenti in effettivo. La mi-
noranza era composta principal-
mente di democratici.
Allora s'inginocchiò innanzi al CroeijSsso,
e a proprio Conforto sciolse questa prece: —
0 Dio mio ! tu sei morto per me sulla croce,
tu hai versato il sangue pel genere umano; e,
^rjcolpevoie ch'io mi sia, una goccia del
prezioso tuo sangue scorse anche per me.
Spero nella tua misericordia!
baciato il Cristo ed una imaginetta della
Vèrgine che teneva al collo sospesa, si alzò,
e ja diede per sua memoria a fra Luca. (Quando
nàstr»'-Aleawindro le si presentò dinanzi con,
uij^ corda, ella sciamò cosi che ognuno in ,
tefi«: — Porcissima fune, che leghi il mio
corpo per sua punizione, possa tu sciogliere
V anima mia all' immortalità ed alla gloria
eterna!
jGiunta vicino al palco, Beatrice si tolse le.
pineile e ascese i ^adini con tern^ezza, ma,
gj^^jtttanzft ; disse) addio al fratello, da per;
si di distese pronta « i» modo d» riceverei
Jaj morte con tutte le cure necessarie, f^n-j
cl)^^ il. pudore, non avessé avuto a soffrire. ?
itti»'cJiinQ il capo sul ceppo. Tutti chili->
sito gU occhi, e l'aria battuta echeggiò di,
uà sòlor laceriatte ^ lunghissimo gri^! Laj
pfìi^ bella testa che i Berna avesse km» vista,!
qtiélla àìvìm testa che forniva al Bèni il tipo*
della Assunta, balzò wpiccata dal corpo!
Fra Loci iufew éi^Uiiik: l4iàìmàni
fioo air ultimo istante. Quando vide il suo
c^ reciso, lo sollevò da terra e lo mostrò
alij^opolo spettatore, sclamando : Ecco la te-
sté» di una donzella martire della sua heltd.
bernardino svenne allora anche una fiata;
egli che amava svisceratamente la sua povera
sorella non aveva potuto star saldo alla morte
di tei. Fu fatto rinvenire. Ah ! gì' inumani ;
Nóù era meglio le mille volte per luì la morie,
che* assisterò a quella ferale azione ?
•1; piedi di Beatrice si alzarono con violenza,
e M corpo si ritrasse d'in su la tavola me-
gira di quattro dita, e si dibattè tremenda-
mente convulso, poi tacque. Il capo, deposto,
non mosse fibra ; vi rimase fisso il sorriso col
quide moriva, lusingato dalle visioni di una
vi^ migliore. La fanciulla venne deposta in
al'g^te!^ J
di sotto, e agli sp'uardi commossi di tutto un
popolo si scoprì di più bel seno che natura
abbia mai creato.
Giacomo salì il jpalco; gli venne strappate
di doéso il tfi'anto, sotto cui le roventi tana-
glie amànò operaio lungo la via il più bar-
baro strazio. futtr gli astanti inorridirò^ a
quella vista."
Giacomo si approssimò a Bf^rnardino, dbé
Anche quest' anno, nella Basilica Metropoli-
tana, venne celebrata colla solita pompa reli-
giosa la festa di S.ta Anastasia patrona di
questa città. Il panegirico venne pronunziato
dal sacerdote Don B. Blasul parroco del Borgo
Erjzzo.
L'argomento scabroso per sè, e perchè trat-
tato ogni anno da esimi oratori, rendeva dif-
ficile r assunto, se non che l'oratore seppe
svolgerlo con non comune perizia.
La facilità dello stile, e la saviezza dell'espo-
sizione lo rivelò per uno de' nostri migliori
oratori sacri.
Sua Maestà Vittoria Emanuele, per mezzo
del com. Aghemo, suo capo di gabinetto, fece
con una gentilissima lettera, significare al no-
stro concittadino Angelo Nani, il Suo sovrano
aggradimento, per un lavoro letterario ese-
guito dal Nani, ed offerto al Re.
Di questi giorni coi lipi di Spiri-
dione Artale in Zara è uscito alla luce
il 3.Z0 volume della Raccolta di tutte
le leggi e norme politiche-amministrative
con partiGoìare riguardo aUa Dalmaziaj
compilata da Alessandro Nallini.
L'intelligenza, l'esattezza e la pratica
tornato in sè batteva fortemente i denti, e gli
occhi fissava come immemori di quel che ve-^
devano. Il misero fanciullo faceva pietosa vi-^
sta di sè, e tutti piangevano; solo nel ciglio
del fratello erano esauste le lagrime.
^ maggiore dei Cènci pose la mano sul
capo di Bernardino, e, voltata la faccia verso
il popolo, a voce alta esclamò: "Fratello, s^
nel nàio interrogatorio fra gli strazi della tor-
tura t'incolpai, comecché in appresso abbia
smentito ogni accusa, dichiaro solennemente
per r ultima volta, e nel momento di compa-
rire innanzi a Dio, ove m' aspettano i nostri
parenti, che sei innocente della morte di no-
stro padre, e che la è un' atroée ingiustizia
ed una indegna barbarie T averti condotto a
macchiare la tua anima con questo sanguinoso
spettacolo. 11 cielo, che è giusto, ti vendicherà.
JSoi ,8oli, erj»saoio..pi>lpevoli ; ^^erdonaci, frateilo;
Giacomo era lacero, e grondante sangue,
trafitto di piaghe è di spasimi, e non sem-
brava cosa naturale, che egli conservasse in
quello stato la vita, ma i sensi altresì e la
Avella. L'anima sua attingeva in quel mo-
mento forza sopradpaturale nella smania ché
lo animata di confessare innocente gì* inno-
cenli.
'Won^ s^lAgillètfehiò; gK btadardM'gH oe^
VARIETA'.
Un albo dedicato ad Alessandro Mcmzoni.
— (Libro di premio e di regalo).
Il fotografo Gaozini di Milano presi dal
vero i luoghi che furono scena ai personaggi
dell' immortale romanzo "I promessi spo8Ì„ e
raccoltili in un elepnte volume li dedicò al
grande autore. I luoghi fotografati sono in
tutto sedici, eseguiti molto accuratamente. Vi'
si ammirano il panorama di Lecco, due ve-
dute della casa di Lucia in Acquate, la easa
parrocchiale di don Abbondio, il Trivio, la
casa di don Rodrigo a Pomerio, il convento
del padre Cristoforo in Pescarenico, la riva
del Biene, il panorama di Pescarenico, il ponte
di Lecco, le rovine del castello dell' Innomi-
nato, la valle della Malanotte, la chiesa di
Vercurago, il monastero della signora di Mon-
za, una veduta interna delia po'^ta m^giore
del Lazzaretto di Milano, ed il palazzo del
Galeotte presso Lecco, ove Manzoni scrisse
quel romanzo, che non ha pari al mondo.
Precede al romanzo un ritratto dell' illastre
uomo attorniato da vignette che rafifigurano i
principali personaggi del libro.
L'albo in tela con parole e fregi costa nel
regno franchi 24 ; all' estero più le spese po-
stali ; in tela semplice franchi 20 nel regno ;
air estero come sopra. Rivolgersi in Milano
all'agenzia di annunzi e commissioni della
Perseveranza, via tre Alberghi, n.o 28. P.
chi,^ gli legarono le gambe ad un anello'.||l;|^'
nell' intavolato, e il carnefice, presa la lÉAt-
zuola, a mani sciolte gliela ; vibrò nella tem-
pia sinistra. Stramazzato in terra, conquiso, il
corpo di Giacomo venne a colpi d' accetta
squartato in quattro parti. Il sai^gue di quel-
r infelice zampillò sulla faccia a Bernardino,
cui quel tepido lavacro, dice il Guerrazzi, par-
tecipi tanto di conoscenza quanto bastasse a
comprendere il truce scempio fraterno.
Bernardino svenne di nuovo.
Successe un fremito, un urlo universale;
pareva che la piazza avesse a inabissare. Nes-
suno ardi muoversi, nò fare nn passo durante
r esecuzione ; un ordine e le disposizioni del
goTernatore di Roma avevano ntimorito il
cuore di tutti
Il meriggio già da due ore era suonato; il
sole dardeggiava come fuoco e trafiggeva mor-
talmente co raggi suoi più di trenta persone,
che morivano alcuni di dopo per Scaranzia,
(fra queste trovataà Ubaldino Ubaldini, 'gio-
vine di egregie e rare sembianze); altre tro-
vavano la morte sokto le ruote de' cocchj, che
fra quella folla, e angusta essendo 'là piazza,
recavano un disordine infernale.
ì i
prime necessità quella di porre un ar-
gine al vagabondaggio dei ragazzi, ed
a ciò credette di provvedere coli' isti-
tuzione degli ispettori industriali, e delle
scuole serali, onde iniziare i figli delle
classi basse al lavoro e nel tempo
stesso procurare ad essi la necessaria
istruzione. Se quelle istituzioni non ar-
rivano ancora a torre radicalmente il
male, tutti però dovranno comprendere
quali e quante erano le difficoltà con-
tro cui si doveva lottare, e tutti do-
vranno riconoscere che pure si otten-
nero importanti vantaggi e che questi
sono dovuti allo zelo, all'interesse^ al
sacrifizio ed alla abnegazione, con cui i
nostri bravi capi d'arte e gli ispettori
industriali, si accinsero all'opera e vi
perseverarono, ed è da sperarsi, che
un' istituzione tanto utile potrà sempre
meglio progredire.
Due importanti questioni da anni ed
anni giacevano insolute, quella del-
l' impiego dell' interpretazione del te-
stamento Giovino, e dell'impiego del
capitale della fondazione S. Demetrio;
e r uno e 1' altro di una importanza
decisiva. A causa delle prime pendenze
venivano esclusi da un benefizio i figli
di una gran maggioranza dei cittadini
e specialmente quelli dei nostri artisti
che si dedicavano agli studi superiori,
dell' altra dipendeva l'istituzione in
questa città dei più necessari istituti
d' educazione. Entrambe furono portate
alla loro definizione, e già néll' anno
corrente 4 graziati godono lo stipendio
che r onorevole Consiglio trovò ad essi
di accordare dalle vendite della prima
fondazione, e si spera di poter in breve
avere la sanzione dell' eccelso mini-
stero alle proposte che dall' onorevole
Consiglio furono fatte peli' istituzione
in questa città di un' istituto di educa-
zione superiore femminile coli' impiego
delle rendite delia seconda fondazione,
e realizzare con ciò uno dei più sen-
titi bisogni della città nostra.
Nella gestione economica, in quella
che ha tanta importanza e di tanto in-
teressa, l'amministrazione è nella com-
piacenza di poter ofirire risultati, che,
si lusinga, saranno accolti favorevol-
mente.
Neir assumere il demandatole inca-
rico, essa ebbe in consegna la gestione
finanziaria con un sopravanzo di cassa
di fior. 2887:18, ed un debito dì fior.
1840 verso la fondazione Giovino ed
uno di fior. 1885 verso il locale Monte
di pietà, in condizioni quindi abbastanza
vantaggiose, e che si f^pose non solo
di mautenere ma.4i sempre più mi-
gliorare ^c^^v.UQaWnaeaono
; Tutti però rico^ano il fausto avye-
mmento col quale la provincia nostra
fu felicitata nell' anno 1876, la Visita
Imperiale^; tutti ricordano l'entusiasil^
còl quale la fausta notizia venne ac-
colta da questi cittadini, il generale
voto che il ricevimento dell amatissimo
ed augustissimo Monarca fosse una fe-
dele espressione dei sentimenti di fe-
(teltà e lealtà dei quali la città nostra
giustamente si vanta, ed insieme degno
dì una capitale che meritamente è lo-
data pella sua civiltà.
L' amministrazione che sapeva di es-
ser eletta per voto e volontà cittadina,
e che sapeva di dover in ogni circo-
stanza farsi r interprete dei voti e del-
l'- opinione dei suoi mandati, si diede
tutta la premura per corrispondere al
^usto desiderio, e tutti furono giudici
s& essa vi sia riuscita.
Le dimostrazioni fatte in quella cir-
ciitanza importarono però una spe^
di^ fior. 24931:23 pel cui coprimeiito
ntìn fu adottata qualsiasi particolare
4isurà, — Quella spesa straordinarti,
e8 a cui nel preventivo non si era pròv-
vtìdùto, assorbiva sola una metà quasi
dell' annuo reddito delia frazione tìi
Zara,' ^ea aim^wHà v#)ila»we
tutta r economia aggravandola di una
tanto rilevante passività. Oltre a que-
sto nell'anno 1875 il vajuolo e le mi-
sure sanitarie addpttate per impedirne
la diÉusione importarono un' altra stra^
ordinaria spesa di fior. 2,500. Le ri-
forme introdotte nel personale d' uffi-
zio, e quelle fatte per scopi di polizia
importavano un annuo aumento di fior.
|9^0 r istituzione degli ispettori indu-
striali e della scuola serale esigev^tì^j^
Un; annua spesa di fior. 1000; il còi-^
triÌ)uto pelle scuole popolare fior. 3400,
e ja necessità di migliorare l'illumina-
zione notturna portò la relativa spesa
M fior. 5000 ai 6000.
^ provvedere a questo aumento diBpesa,
ed; insieme riparare al disesto econo-
ipico senza un maggior aggravio dei
^tribuenti fu T altro problema Che
I Amministrazione si propose nella su»
gestione,i e se anche non vi riuscì to-
talmente, pure arrivò già ad un risul-
tato che supera le stesse sue speranze.
A sostenere le spese di demolizione
alla riva nuova, e dei relativi abbelli-
menti era stato contratto un prestito
di fior, 30,000 colla fondazione di S.
Demetrio.
La destinazione di quel capitale ave«
però scopi determinati, la sua gestione
era separatamente condotta, e su di
esso non poteva quindi farsi calcolo
neir amministrazione ordinaria. — Fu
egualmente contratto un altro debito
verso r i. r. Erario militare dì fior.
1700 peli'acquisto degli spazii fortifi-
catori ; ed entrambi questi debiti vanno
ad ammortizzarsi in 10 anni con ra-
teali pagamenti.
Senza far calcolo quindi di queste
due partite; senza aumentare le pub-
bliche imposte, e mantenendosi sempre
alla stessa altezza delle rendite, in oggi
lo stato finanziario del oomune si
chiude con un sopravanzo di censo di
fior. 6241:63 ed il debito di fi. 5265:68
verso la fondazione Giovino, e dì fior.
1885 verso il Monte di pietà, cioè con
dil passivo dì soli f. 909:5.
L' Amministrazione quindi senza un
aumento di aggravi pei contribuenti è
riuscita colle ordinarie rendite non solo
a sostenere 1'annuo^ aumento di fior.
6300 di spesa, ma'-con una sana e-
conomia ha potuto riparare al grave
deficit, in cui l'avevano gettata le
suindicate straordinarie spese per pub-
bliche dimostrazioni e vajuolo, è riur
scita quindi ad avere in tre anni di
sera gestione un reale risparmio di
ciìca fior. 25,900. Per ottenere que^
però fu di necessità il diterire l'esedu-
zfon'^ di alcuni del lavori ohe si afe-
vano in progetto, ed il maggior ri-
siauro delle strade interne, che si do-
vevano eseguire. V ;
. Le resta infine di accennare aac^Ef
impassi tatti per definire la pertratta-
zfene sulle consegne dei beni derivaati
(ii|le confraternite laiche, consegna che
doveva portare un reddito al Comune,
e dal quale potranno esser coperte noji
poche sipese che ora aggravano 1'era^
no coìnunaie per iscopì di istrùzione.
An«he questa pendenza replicatamente
soliecitatgk^^esso r j. r, autorità dello
Stato, cònie si spera è pròssima alla
sua definizione.
Ciò è quanto ramministrazione cfedette
di diftver esporre all' onorevole Consiglio
nel momento che sta per deporre il
suo mandato. Essa ha la lusinga di
aver operato nell' interesse della città
ed ai suoi mandanti, e nutre speranza
che si vori à riconoscere aver essa corri-
sposto alla fiducia di cui la si volle
onorare. Quelì' interesse era V unica
meta che si era proposta ne 11'assumere
R indico, e ^ueir interesse fu il CQ-
stanre scopo'della sua attività. Come
per altro ha là coscienza di avèt* ado-
perata tutta la sua attività per deg'na-
mente disimpegnare V avuto incarico,
così d' altra parte riconosce che sé i
suoi sforzi furono coronati di un qual-
che esito, in principalità lo deve al-
r appoggio col quale questo onoi evole
Consiglio' volle, sempre sosfeaeda ' e
coadiuvarla, ed alla cooperazione con
cui la generalità dei cittadini, senza
distinzione, in ogni circostanza venne
incontro alle sue premure, è procurò
faciliiarle i difficili compiti.
„ AbbiaUsi e 1 uno e gli altri i di lei
riigraziarnenti e voglia b stéssa citta-
dina concordia continuare a sostenere
quelli che saranno chiamati a rimpiaz-
zarla nel difficile incarico, e possano
tutti, facendo sacrifizio delle sterili gare,
sempre uniti lavorare ad un unico scopo,
a quello del progresso di questa nostra
città, che ha tanti titoli alla premura
ed air affetto dei suoi figli.
Dopo di che si passa all' ardine del giorno.
1. Argomento.
Approvazione del contratto stipuluto con
il signor Giovanni Kakes.
Data lettura del contratto, V Amministra-
zione propone la sua approvažione.
É approvato senza che alcuno domandi la
parola.
IL Argomento
Approvazione del contratto stipulato con il sig.
Giuseppe Perlini.
Letta la relazione ed il contratto, 1' Ammi-
nistrazione domanda la sua approvazione.
Nessuno domanda la parola ed è approvato.
III. Argomento.
Approvazione del contratto stipulato col sig.
Francesco Fabbrovich.
Letta la relazione ed il contratto, 1' Ammi-
nistrazione propone le sua approvazione.
È approvato senza discussione.
Cons. Ciulich osserva che avendo mostrato l'e-
sperienza che non sempre si fabbrica a seconda
dei tipi che vengono prodotti, e potendo suc-
cedere che qualcuno dopo fatto l'acquisto an-
ziché un edifizio costruisca una semplice tozza,
desidererebbe che 1' Amministrazione fosse in-
vitata a studiare e proporre mezzi idonei per
costringere l'acquirente ad eseguire il progetto.
Podestà, si riserva di "Rispondere in altra
seduta.
IV. Argomento.
Nomina dei membri pella commissione
ài pubblica Beneficenza.
Data lettura delle circolari 13 marzo 1875
N. 765, e 19 febbraio 1877 N. 415 dell' ec-
celsa giunta provinciale, e dei §§. 1, 2, 3,
della legge prov. 26 feijbraio 1876 sugli isti-
tuti di pubblica Beneficenza;
L' Amministrazione propone: Che i' onore-
vole Consiglio voglia deliberare:
1.0 Che sia istituita una commissione di
pubblica Beneficenza pella città di Zara e
quésta sia costituita da nove membri.
?.o Che r istituzione di speciali commissioni
dr pubblica Beneficenza non è necessaria in
aleuna delle frazioni del circondario politico.
Non domanda alcuno la parola,
posta a voti la prima proposta. È accettata.
JPosta a voti la seconda proposta. E accettata.
Podestà invita indi il Consiglio a devenire
air elezione di 4 membri pella commissione
di pubblica Beneficenza.
Raccolte le schede e fattone lo spoglio, ri-
suìiarono :
:: per Trigari Nicolò voti 21
„ Messa Giuseppe „ 21
„ Luxardi Nicolò „ 19
„ Abelich Pietro „ 20
„ Simeone Boara \ 1
„ Cosimo conte Begna „ 1
„ Nani Frane. Agostino „ 1
; Eisultarono quindi eletti Trigari Nicolò,
Messa Giiisefjpe^ • Luxardo c Nicolò, Abelich
Pietro.
V. Argomento.
Domande per concessione di pertinenza.
1.0 Domanda di Emilio Goldstein.
Letta la domanda e gli allegati, TAmmini-
strazione propone :
Che l'onorevole Consiglio facendo luogo
alla domanda voglia accordare ad Emilio Gold-
stein la pertinenza al comune di Zara.
Non avendo alcuno chiesta la parola, postfi
a voti la proposta dell' Amministrazione. E
accettata.
2. Domanda di Giacomo Graft.
Letta r instanza e gli allisgati, 1' Ammini-
strazione propone:
Che 1'onorevole Consiglio faccia luogo alla
donaanda ed accordi la pertinenza al comune
di Žara a (Hacomo Gralt.
Post» a voti la propost«. E accettata.
3. Domanda di Am^Ha Biumi.
Letta r instanza ed i documenti, l'Ammini-
strazione propone:
Ohe l'onorevole Consìglio accogliendo la
domanda accordi ad Amalia Biumi la perti-
nenza al comune di Zara.
Nessuno domandando la parola. Posta a
voti la proposta. È accettata.
Consigliere ifessa domanda la parola, e
ricorda che da un anno e mezzo pende la no-
mina di un membro pel consiglio scolastico
locale di Zara, essendo ciò d' urgenza per .
quel corpo, propone che il Presidente voglia
invitare il Consiglio a devenire alla nomina
di un membro pel consiglio scolastico locale, r
ed eventualmente di un sostituto.
Podestà accogUendo la proposta, invite il §
Consiglio a devenire alla nomina mediante ;
schede di un membro pel consiglio scolastico v
locale, ed eventualmente di un sostituto^ |
Raccolte le schede e fattone lo spoglio, ri-
sultarono eletti per membro del consiglio sco-1
lastico: t
Spirìdione Artale con voti 19 ed una scheda
in bianco. ^
Per sostituto :
Giovanni Lodovico Salgheftti q.m Giovanni ;
con voti 19 ed una scheda in bianco.
Dopo di che Podestà leva la .sedut a alle
ore 7 3(4 p. m.
Telegrammi particolari
del "Dalmata.,,
Costantinopoli 26. Un gruppo
di deputati pensa interpellare il go-
verno sull'esilio di Midhat pascià.
Questa guarnigione verrà cambiata
con truppe dalla Siria.
Vienna 27. La Turchia si ri-
fiuta di accordare aumenti di ter-
ritorio al Montenegro, Continuano
le trattative.
— Le relazioni tra la Russia e
r Inghilterra sono assai tese. I di-
plomatici russi sostengono che rin^
ghilterra d' ora in poi lavorerà a-
lacre a frustrare qualsiasi, acco-
modamento presentato dalla Russia.
L'Inghilterra vuole la guerra.
— 28. Si dà per certa la no-
tizia d' un alleanza fra la Russia
e la Grermania.
Eilevìamo che lunedì 2 aprile la So-
oietà Filodrammatica Paravia, offrirà
un divertimento sociale.
Ringraziamenti.
' A tutti quei pietosi che in occasione della
perdita dell'amatissima nostra Carolina ci
furono cortési di amorevoli conforti, e in par-
ticolar modo alle gentili signorine ed agli e-
gregi giovani che vollero accompagnarne la
salma diletta all' estrema dimora, rendiamo
dal profondo del cuore i più vivi e sentimenti
ringraziamenti.
Zara li 25 marzo 1877
La famiglia Kouif,
Quando Iddio volle a sé richiamale, quasi
improvvisamente, lo spirito della nostra ca-
rissima Eatica e lasciarci immersi, nel dolore
amici e conoscenti tutti in varie guise procu-
rarono, consolandoci, di miti gare le nostre soffe-
renze, per cui noi dobbiamo rimanere a tutti
coloro gratissimi, ed esprimere pubblicamente
la perenne nostra riconoscenza. Particolar-
mente porgiamo grazie dal fondo dell' animo
nostro a tutti quei gentili che piamente accom-
pagnarono il nostro angioletto sino all' ultima
sua dimora.
I genitori dolentissimi
Bonaventura ed Emilia Siminiaiti.
VARIETA'.
Statistica dei pellegrinaggi. — La Nasione ha da Roma:
Mi viene comunicata da un distinto prelato
la statistica dei pellegrinaggi, che venne uf-
fieidoiBflte denunziata al Vaticano dai veseovi
delle varie nazioni, pellegrinaggi che si faranno
in Roma^m occasione del giubileo episcopale
Dall'America 1200, dal Portogallo 800
dalla Spagna in tre pellegrinaggi di tre di '
verse provincie 10 mila, dalla Prancia'in diverse
spedizioni 10 mila, dal Belgio oltre a loon
dair Olanda 600, dalla Germania 400, daU'X'
stria oltre 350, dall'Ungheria 200.
n pellegrinaggio delle provincie Italiane si
calcora ascenderà a 25,000 individui.
41. lAM, m. Aimo xn.
Oondizibni d' Assaciazrone
Per Zata fior. 8 aaticipalamente, se-
mestre e trimestee in proporsmme.
Per r Impero Austro - Ungarico
- fior. 9; semestre fior. 4:50; tri-
mestre fior. 2:50.
Per gU Stati apparteaenti all' TJ-
nione postale fior. 12 all'anno
ffeinestre e trimestre in proporzione.
Per gli Stati non appartenenti
airUnione postale fior. 8 e di più
l'aumento delle spese postali, seme-
" stre e trimestre in proporzione. *
I pagamenti sì fanno in banconote austr.
oppure in moneta d'oro del paese.
Giornale politico, economico, letterario,
£s€e il mereoledii e il gabbato.
Le associazioni e gli inaporti di
Dare, in assegni postali, si
«iramministrazione del „Dali
Zara. Chi non respinge ilfogl
scruta r assoei^ione s'intent
binato per il trimestre susseguent
Le corrispondenze devono dirigersi
afirancattt esclusÌTamenté al Beda^re.
•Le lettere non affrancsate saranno re*
spinte. I comunicati si inseriscono al
prezzo di seldi 10 la linea. Avvisi ed
inserzioni a prem) moderno da con-
venirsi. Un numero separato costa s. 8.
Zara mag$;io.
L' orizzonte diviene ogni giorno più
fosco; la guerra che pareva limitata tra
la Eussia e la Turchia, minaccia già ora
di prendere maggiori proporzioni. Alla
dichiarazione d'indipendenza della Eu-
menia ed agli armamenti della Serbia,
pare voglia ora ten^ r dietro la dichia-
razione di guerra della Grecia, ad onta
degli sforzi dell' Inghilterra per impe-
dirla.
La Turchia la quale si vede in tal
guisa minacciata ed assalila da ogni
parte, ed abbandonata da tutti, cerca
la propria salvezza nel proclamare la
guerra santa, estrema e disperata ri-
sorsa, la quale senza salvarla inonderà
di sangue 1' Asia e 1' Europa facendo
subire inauditi disastri alla povera u-
manità.
Se r Oriente è scuro, 1' Occidente
non lo è meno. 11 colpo di stato in
Francia dà luogo ai più tetri presenti-
menti ; già si va vociferando d' un al-
leanza franco-russa a danno della Ger-
mania, e la comparsa di Bismarck a
Berlino ne avvalora le voci. L' aumento
delle guarnigioni nell' Alsazia e Lorena,
secondo ii Times, sarebbe la risposta
della Germania al colpo di stato del
governo francese; si parla ancora di
un corpo d' armata russo destinato a
sorvegliare 1' Austria dalla parte delia
Transilvania, quantunque i giornali in
generale si scatenino contro 1' Austria
pella dimostrata parzialità verso la Eus-
m a danno della Turchia, ora però si
sarebbero destati dei sospetti nei russi.
L'Inghilterra, intenta esclusivamente ai
propri interessi, egoisticamente attende,
nel caso di una generale conflagrazione,
d'impossessarsi di qualche altro punto
importante, che la renda padrona ed
arbitra più ancora di quanto lo sia og-
gidì di tutti i mari e passaci, per as-
sicurare meglio i suoi domini nell' A-
sia e nelle altre parti del mondo.
Una condizione di cose tanto tesa e
minacciosa forse iion si è mai avve-
rata nella storia come al presente.
L'incertezza ed il dubbio regnano so-
vrani, poiché furono condotte le cose
ad un punto che ogni potenza diffida
dall' altra e teme d' esser tradita. I trat-
tati e le alleanze non tengono, nè con-
tano più nulla, poiché, se il tornaconto
del momento Io richiede si stracciano
ed abbandonano^ per cui come disse
Moltke, ogni potenza deve pensare da
sé per la propria salvezza.
Questa è la situazione, situazione as-
sai oscura; atmosfera pregna di elet-
tricità la quale minaccia uragani e tem-
peste imprevedute, dopo le quali, non
si può ora conoscere, quale sarà il nuovo
ordine di cose che sarà per sorgere.
àPPEroiCE.
iesto 0 ""Pogleda na hmtskn
književnost ^od. 1876.,,
( Vigii ''Qbeor„ hr. 85-79 o. g.)
(Slijedi, vidi br. 40.>,
Kritičar nadalje pita koji je razlog što se
hryitske beletrisiickè novine malo čitaju a
èé§ée talijanske i njem^ačke. Ako se ne va-
ramo, nama se čini da je tome jedini uzpok
ito prave hrvatske beletristike nema. Ovdje
dakako dolazi odmà. bogat predmet za
našu kritiku o beletrističkoisn hrvatskom listu
"Yieneu„ predmet, koji sam po sebi zahtjeva
ibs^ posla, pa ćemo za to gft^dali da na svo-
jem mj<i§tu rečemo koju gasma, nepristrano ob
pvÀm Žali kritičar što befetrjstika uspr-
^ švsinii dosadašnjem nastojanja ne ide baš
jMjbòlje, i ima pravo ; ali se z č^uge strane
Jjiito vara kad misjr da se takotpni^zlu mpŽe
$8fno dfwkotìti dobrim f^
>1 se aaročito, ,t6j »Mriia j^f^CI^ W»,
ttzdamb se, našijem J^taéStaà ntMć. m tótìo
4 Zara regna V ordine.
Il Dalmata s'era proposto di non
spendere« parola per rispondere alle e-
spettorazioni del Costituzionale. Infatti
ad un giornale serio, persuaso e ge-
loso della sua dignità, non si addice
mettersi anche nel più indiretto con-
tatto con un' organo surto per servire
alle più m°-schine velleità, alle più
grette passioni, e ^diciamolo, alla più
sfrenata demenza. È ben naturale, che
il Costituzionale, si metterebbe a festa
quel giorno in cui uno dei nostri or-
gani rappresentanti la pubblica opi-
nione lo onorasse di due parole di
polemica — ma col Costituzionale, la
polemica è un' utopia ; esso non rap-
presenta nè un partito, né una ten-
denza d'onde potrebbe provenire un
bene al paese, esso è 1' organo delle
furibonde escandescenze di un Piperata,
r organo delle speculative cortigianerie
d'un Bozich, delle effemminate ciurmerle
d' un Petris, delle velleità incompati-
bili di due 0 tre malconsigliati nostri
concittadini; esso è 1' organo- di una ri-
stretta accozzaglia di malcontenti, di cui
la maggior parte fatta ormai più savia
e prudente, si volge indietro, vede dove
i Piperata i Bozich e i Petris volevano
trascinarli, e abbandona una via che li
avrebbe condotti alla vergogna, ed alla
disistima dei propri concittadini.
Ecco, perchè il Dalmxda rifugge per-
fino dalla sola idea di rispondere alle
malo prije spomenuli da kM aas béletri stike
u pravom smislu nema, i evo kako bismo mi
to dokazali. Prije svega nastme nekoliko pita-
nja: što je beletri stika? mòzé li ona u lite-
raturi zaozimati mjesto posve Modvisno od o-
stalijeh književnijeh struka? može li cvasti
kod naroda, koji nije dopr-o do svoje potpune
obrazovanosti ? ima li ona biti prvo literarno
polje na kojemu se književnici tog mladog na-
roda imaju baviti? ili je ona samo produkt
jedne izvorne narodne razvijene književnosti
iz koje crpi svoj postanak? Što se tičesame
riječi beletristika, mi držimo da joj posao ne
sastoji u ničem dragom nego u paljetkovanjtf
svega onoga što je već u prvijem literar-
nijem strukama bilo stvoreno i izmišljeno. Po
tome dolazi da ona sama po sebi ne može
sačinjavati posebnu neodvisnu granu u knji-
ževnosti, no je, tako rekuć, zadnji proizvod
književnog rada, pa nam se zato i čini da je
ne može biti ala> joj nema temelja u drugi-
jem književnijem strukama kao na pr. u epici,
u lirici, u histonji itd. S toga istbga razloj^
ona ne može rrasti kako treba }tód narodi'né
a mattjé kod ^aff'lemi d^as
OI^À:^ 80 ta''Ift mo^
žk béiétrìstika t. jl'^proze. Da mi
aeurilità ed alle mendacie del CostUu-
donale; e se esso oggi a malincuore
prende la penna e sì accolla ii nau-
seante compito di ricacciargli in gola
i suoi due ultimi articoli — Peggio
die a Sebenico — e — L' ordine regna a
Zara — lo fa allo scopo di constatare
come il Costituzionale coi frenetici ed
itterici suoi redattori non faccia altro
che mentire, e calunniare.
Il Costituzionale, ci favorisca una ri-
sposta. — Surse esso allo scopo di
riordinare i piccoli screzi, che sussi-
stevano nella nostra città? Il CoslUvr
zionale, non è al caso di asserire che
cosi nobile fine abbia deciso i suoi
redattori a pubblicarlo. Il Costituzionale
in tutti i suoi 12 numeri, gridò sempre da
trecca avvinazzata contro la persona del
podestà Trigari, eccitò gli animi all'odio,
tentò di accendere il fuoco della di-
scordia fra cittadini e cittadini, tra
questi ed i forestieri, e per riescire non
badò a mezzi, non ebbe ribrezzo di
mettersi a braccio di qualsiasi fara-
butto, prese in mano le armi le più
abbiette, le scagliò in mezzo al po-
polo, e facendo appello al patriotti-
smo. iniziava la guerra civile: — Ed
ora che il buon senso del popolo dì
Zara, visto d' onde s' ammucchiava il
turbine, accortosi che non erano suoi
compatriotti, non erano e non sono
figli di Zara, quelli che avevano ordito
trama così abominanda, ora che que-
sto popolo ricalcitrò di faccia al peri-
colo che lo minacciava in casa sua. e
colle più dignitose ma serie e catego-
riche dimostrazioni, insegnò a questi
messeri, che avevano mal scìelto il
campo delle loro truculenti operazioni,
e li ha consigliati a levare le tende,
ed a cercarsi altro posto, perchè Zara
ama la quiete, rispetta, ma vuol essere
rispettata ; ama il forestiero, ma esige
che esso corrisponda alla proverbiale sua
ospitalità; — per tutto ciò, ii Costihir
zionale che nel suo primo numero cre-
deva di venirci a suonare, e nel suo
numero duodicesimo s'accorge d' es-
sere stato suonato, grida che a Zara
siamo in piena anarchia, ohe a Zara
još nemamo proze osnovane na temelju naro-
dnom, to je istina koju i sam kritičar malo
dalje priznaje, i nemožemo pojmiti da bi se
proza mo^la pojaviti najprije a beletristici
gdje joj nikako ne može biti mjesto ako se
pazi na ona načela što smo malo prije spo-
menuli, i na zadaću samu beletristike. Ako
je prva svrha beletri stici da zabavlja čitatelj-
stvo, nije kud kamo da se uvjerimo da
se prva naša proza ima tu pojaviti. La-
sno ie Francuzima baviti se romanima i
novelama, jer je u njih gotova klasična lite-
ratura i to im je vrelo iz kojega mogu crpiti
izo})ilja, pa za to imaju gotovu i prozu. No
kako ćemo mi? Zar ćemo početi da pišemo
prvu našu prozu u romanima? Prvi naš poku-
ša! u toj struci imora da bude dakle, beletri
stika? Tu ti ga nema, i teško nama kad bi-
smo imali tako ^ajM)četi naš rad. Iz svega o-
voga dàkle što rekosmo, lasno je uvidjeti da
je u ovom pitanju naš kritičar stranputicom
išao.^ No ima svakako tu nešto i ogromnijega.
^ Čitaš li raspravu našeg teritičal-a ođ glave
do pete i štaneš li gam gobota raemižfjati, kakvo
on ntéelo flébi sti^of ir oBoj tispravi, t s
eteđilt« ^ til^Tljati 0 Icidttl-
vmjétn proizvodima, neće t e* tókako UtejSii
si ripetono sù più ampia scala i di-
sordini di Sebenico, che l'autorità dor-
me, e persino che là nel sacrario della
giustizia si chiudono le orecchie, e non
si dà ascolto alle accuse portate dai
tanti infelici percossi, feriti, uccisi, %
via avanti. Buffoni!
Né per il Dalmata, né per Zara vale
la pena a dimostrare ohe le accuse
che sù di essa scagliano i Piperata, i
Bozich, ecc. sono vili menzogne. L'opi-
nione pubblica è quella che giudica
appunto sulla verità dei fatti — U
mata e Zara con esso non hanno biso-
gno d'invocare la carità della Daiwwwia
Cattolica a confermare le bugiarde as-
serzioni dei Piperata e dei Bozich, e la
Dalmazia Cattolica è troppo onesta per
farsi insolidale delle birbanterie del
Coslituzionàle. A Zara si pubblicano ben
sei periodici; nessuno oltre il Costituzio-
nale intravide V anarchia e il disordine
nelia nostra città, quel Costituzionale ohe
oggi vorrebbe smettere la cappa del-
l' istrione, e presentarsi in piazza colla
palma del martirio inumano al Pipe-
rata, al Bozich, al Petris, a queste tre
inclite personalità che a loro bell'agio sco-
razzano Zara, vanno dove loro pare e
piace senza che nessuno si pensi nemme-
no a guardarli di sghimbescio, e sì, che
tutti se lo sanno, che specialmente questi
incliti furono e sono i primi fra i pochi
buoni amici della nostra città e dei no-
stri uomini. E' ridicola per non dire
insensata la pretesa del Costituzionale,
che il Narodni-List, 1' Avvisatore Dal-
moto, la Dalmazia Cattolica si mettano
a gridare all' anarchia, al disordine che
secondo esso regnano a Zara.
Ci vuole la più bassa spudoratezza
a pensare che tutti gli uomini siano
corrotti e perversi, che gli onesti tran-
sigere possano coH'onore. colla morale,
per calunniare una città a buon dritto co-
nosciuta per gentile ed ospitaliera. Il
CostiiMziontde non ha che un solo con-
fratello di cui esso segue la morale,
e dirige la sua esistenza secondo i
di lui principi e da esso solo può do-
mandare conferme alle sue calunnie.
— Il Costituzionale non può farla
razebereè ništa. U golom nabriyanju književni-
jeh djela ne vodi ga jedna glavna misao, kri-
tika mu nije nadahnuta jednom mišlju koja
bi mogla dobrijem plodom uroditi po opeu
književnu stvar. Nije toliko dosta bilo spome-
nuti književni rad i kritikovati svako pojedino
djelo, što je ugledalo svijet tečajem prošle go-
dine; koliko je trebalo istaknuti opširno i po-
tanke, kojega se načela moraju držati naši spi-
satelji u knjjževnosti, a »0 svekoliko s jedinog
razloga što liječnika ide ne samo označiti bo-
lest, nego takogjer i odrediti lijek koji će tu
bolest ukinuti. Svakako, mislilo se o tom i
raspravljalo koliko se hoće, treba na-
{K)kon priznati da te to danas glavna naša
šteta što ne slqedimo svikoHci i Srbi i Hrvati
. jedno te isto nafelo, nego se Srbi drže one sjajne
' isUne Vnkovft ** piši kako puk govori „ a IHr-
vati »asiiprot minte da danas može biti u
književnosti kao Sto je bilo za iremena du-
brovačkog književaog diletantizma. Kakvo ima
biti to načelo što moramo slijediti, o tom ćemo
k^u malo kaŠĐje prozboriti; u toHko sadavi-
gjimo Što Daš kritičar^j^ovon o "Vijencu.«
U raspravi o "Yienca„ uéiiiilo oam «e j«
^ ako i slj« M kritičar zaneasa. m ti