Il neo-eletto presidente, signor Dapas,
ringrazia acclamato gli amici per 1' onore
conferitogli, e, nel ricordare le nostre pro-
vince lontane, fa fervidi voti perchè fra
breve un'Università nella nostra lingua ci
accolga tutti a Trieste.
Dopo esaurite alcune questioni d'inte-
resse meramente interno, il signor Dapas
chiude la seduta, invitando gli astanti ad
assurgere, come atto di compianto, per la
morte del socio ed amico Luigi Clemeacich,
decesso or non è molto a Firenze.»
]\oterelle politiclie. — In seno al
comitato parlamentare per sovvenire le po-
polazioni, eh' ebbero a solFrire danni ele-
mentari, parlò anche 1' OD. Vucovich, ricor-
dando che anche per la Dalmazia — e spe-
cialmente per Lissa, Pucischie ed altre
singole località — occorrevano urgenti
soccorsi. È notevole che nel progetto go-
vernativo non era compresa la Dalmazia.
Già: la Dalmazia non ha altro bisogno che
di tróboinize!
=Z Pel 21 di decembre è indetta l' ele-
zione di un deputato alla Dieta dalmata
pel collegio dei maggiori censiti di Spalato,
in sostituzione del defunto d r Valerio
Tomich-Micheli.
= Ai 9 gennaio avrà luogo l'elezione
suppletoria di un deputato dietale per la
città di Ragusa, resa necessaria dalla di-
missione del d.r Biagio Matievich.
= Giorni sono l'on. Bulat (Gaetano-Fi-
lomeno) ha dichiarato alla Camera, a nome
del club federo-slavo-cristiano, che il Huh
medesimo sarà anche in avvenire solidale
coi partiti di destra, seguendone il pro-
gramma. Però il club procurerà di facilitare
e di rendere vantaggiosa l'azione del parla-
mento, nei riflessi delle necessità dello stato,
non solo riguardo alle condizioni dell' intera
monarchia, ma anche riguardo alle condi-
zioni di questa metà dell' impero.
Insomma con la destra e.... col governo.
Faites la révérence.
= Skandal! L'on. Bianchini ha detto
alla Camera che nessuna nazione è peggio
maltrattata al mondo dei croati della Dal-
mazia.
Altro che cannoni da cento ?
Una bomba più grossa, e con maggiore
impudenza, non venne lanciata dacché è
parlamento.
Tanto che andaron rotti dei vetri, per la
detonazione.
Tumulazione. — Giovedì, alle 3, ac-
compagnata da tutto il clero e al suono
dei sacri bronzi, venne trasportata la salma
dell' arcivescovo Raicevich al vapore Nibbio
della Zaratina, che parti subito per Ragusa.
Accompagnarono la salma i canonici Mios-
sevich e Givoie, il cancelliere arcivescovile
Ciucca, il cerimonista Maupas ed il sacer-
dote Dunatov. La salma venne tumulata a
Ragusa nella chiesa dei Gesuiti, dopo so-
lenni funerali.
Partenza. — Ci scrivono da Zaravec-
chia, in data del 29 ottobre: «Ieri, dopo,
un soggiorno di oltre un anno, si staccava
da noi l'i. r. aggiunto giudiziario Giovanni
Gazzari, trasferito a Zara. Amico sincero
e leale con tutti; impiegato severo e ze-
la,nte, non faceva distinzione per alcuno; ed
alieno dai turbamenti politici, che oggidì
purtroppo si vogliono introdurre dovunque,
procedeva diritto, nè s'inchinava a nessuno.
Alla partenza eran presenti tutte l'autorità
e gli amici, nonché le più ragguardevoli per-
sone del paese. Ci congratuliamo coi za-
ratini che acquistano nel Gazzari un im-
piegato ottimo sott' ogni aspetto, nel mentre
siamo rincrescenti di averlo perduto. Un
amico. >
incidente al yacht. — Giorni sono
il piroscafo Peuceta, della società di navi-
gazione La Puglia, partiva da Risano, in
linea postale, per Bari.
Il Pelicela era comandato dal capitano
Raffaele Montuori.
Giunto il Peuceta nelle Bocche di Cattaro,
avvistò il yacht che il principe Nicola del
Montenegro ebbe ultimamente in regalo dal
sultano Abdul-Hamid.
A un tratto, il comandante del Peuceta
vide che il yacht aveva issato i fanali di
soccorso.
Il capitano Montuori si diresse subito
sul yacht principesco, di dove venne spic-
cata una lancia, e il primo ufficiale di bordo,
che si trovava dentro, raccontò al capitano
Montuori che, a circa trenta miglia dalle
Bocche di Cattaro, alla macchina del yacht,
si era rotta la biella del cilindro a bassa
pressione. Si era tentato di riparare V a-
varia, ma inutilmente.
E l'ufficiale pregava quindi il comandante
Montuori, di volere rimorchiare il yacM
sino a Porto Rosa, nelle Bocche di Cattaro,
e di ricevere a bordo la principessa Xenia
del Montenegro, sorella della principessa
di Napoli, che si trovava sul yacht.
Il bravo e valente capitano Montuori
rimorchiò il yacht sino a Porto Rosa, dove
si giunse di notte. Ancorato il yacht, la
principessa Xenia salì a bordo del Peuceta
accompagnata dal colonnello Michele Po-
povich, aiutante di campo del principe Ni-
cola del Montenegro, e da una sua dama
di compagnia.
Quando la principessa Xenia del Monte-
negro fu a bordo del Peuceta, il coman-
dante Montuori fece signorilmente gli onori
dell'ospitalità, dicendosi orgoglioso di ac-
cogliere simili ospiti sotto la bandiera ita-
liana.
La principessa, molto commossa, ringra-
ziò sentitamente in francese il capitano
Montuori, ed ebbe per lui parole di alto
encomio.
A bordo del Peuceta furono ancne por-
tate un' aquila, un condor e delle pernici.
Da Porto Rosa, il Peuceta partì con a
bordo la principessa Xenia e il suo seguito
direttamente per Bari, donde si recarono
alla volta di Napoli, dove Xenia sarà per
qualche giorno ospite gradita dei principi
ereditari d'Italia.
Un brutto caso. — La spettabile am-
ministrazi- e comunale di Obbrovazzo ci
prega di rilevare, in relazione alla notizia,
da noi portata nel n.o 86 del Dalmata, che
la donna, arrivata a Zara con un bimbo
moribondo per difterite, non era già da
Obbrovazzo, né dal Comune di Obbrovazzo,
bensì da Castel Venier, del Comune di No •
vegradi; che la donna si era recata ad
Obbrovazzo con la creatura, appunto, per
procurarle un rimedio ; che spesso malati
anche di difterite vengono ad Obbrovazzo
sia da Castel Venier, sia da Novegradi, e
che Obbrovazzo li accoglie per ispirito
umanitario; che però il bambino non potè
essere medicato ad Obbrovazzo, perchè, per
via dello stesso morbo che da quattr'anni
infierisce in quelle prti, era stata esaurita
tutta la quantità di siero a disposizione
del Comune, essendo anche in ritardo la
spedizione di nuovo siero; che, infine, il
Comune di Obbrovazzo spende molto per
ammalati e non rifiuta per ragioni umani-
tarie assistenza a malati d'altri comuni.
Ecco serviti i signori di Obbrovazzo,
dei sentimenti umanitari dei quali non ab-
biamo mai dubitato. Ma tutto ciò — se
rende ancor più terribile il caso di quella
povera madre, che da Novegradi va con un
bimbo malato di difterite ad Obbrovazzo
e da Obbrovazzo si riduce a Zara, ove il
bimbo le muore — non ha nulla a che fare
con la dolorosa constatazione da noi fatta,
che non vi sia mezzo alcuno atto ad impe-
dire l'importazione, a dir così, delle ma-
lattie infettive in città, da parte degli abi-
tanti dei vicini comuni.
Anche in Arbe v' è un medico comunale,
anche in Arbe ci sarà il siero diBehring;
ma ciò non tolse che, l'altro dì, una donna
d' Arbe portò all' ospedale di qui una crea-
tura malata di difterite, che, naturalmente,
venne respinta. Ma se si fosse persuasa
questa benedetta donna, e la donna di Ca-
stel Venier, che l'ospedale non avreb-
be accolte le loro creature, esse sarebbero
rimaste probabilmente alle loro case, con
niente di più di perduto e forse con qualche
cosa di guadagnato.
Del resto, noi non avevamo detto che la
prima delle due madri era da Obbrovazzo;
noi avevam detto che veniva da Obbro-
vazzo, com' è la verità.
Amleto. — L' on. Mercussich ha ten-
tennato parecchi anni, in questo dubbio
atroce : essere o non essere.
To he, to not be.
Essere pravasso e sfidar l'ira governa-
tiva, 0 essere governativo e non sfidare
che delle indigestioni.
Il à reculé pour mieux sauter, e, final-
mente, visto e considerato che il governo
di Zara ammansa a zuccherini anche gli
orsi radicali, 1' on. Mercussich ha fatto il
gran salto.
Oggi, come oggi, egli esibisce, con quello
della vaccinazione e degli esami di matu-
rità, anche il certificato del suo radicalismo.
Ma c' è un guaio.
Quando 1' onorevole riesci eletto col pla-
cito del d.r Bulat e del cav. Morpurgo nel
forese di Macarsca, le oche del campido-
glio radicale strillarono all' enormezza, alla
truffa, allo scandalo, giurando e spergiu-
rando che mai in Austria s' era veduta e-
lezione più mostruosa.
L' on. Bianchini — sempre modesto nella
rettorica — corresse: «mai nulla di simile
s'era veduto in Europa.»
E, adesso, come ce la mangiamo?
Adesso che quelle enormezze e quelle
truffe, giovano d' un voto di più la frazion-
cella radicale?
È facile presagire che, adesso, l'elezione
dell' on. Mercussich è limpida come un dia-
mante pei signori della Montagna.
Omaggio a Giuseppe Terdì. — Il
Coro cittadino Giuseppe Verdi doveva dare
ancora nel mese decorso un concerto per
celebrare Y ottantesimo sesto genetliaco del
grande maestro. Circostanze imprevedute
però fecero procrastinare il concerto fino a
ieri sera ; e iera a sera, raccolto nella gran
sala della Società del Bersaglio, gentilmente
concessa, un pubblico numerosissimo, ebbe
luogo la modesta, ma cordiale solennità.
Anzitutto dal corpo corale venne cantato
con grande effetto un bell'inno, espressa-
mente musicato dal maestro F. Traversi,
sovra una riuscitissima poesia del prof. N.
Piasevoli; e subito dopo lo stesso signor
Piasevoli espose alcuni cenni sul genio e
sull'opera di Giuseppe Verdi, in una fe-
lice sintesi biografica, enumerando i ca-
polavori e i tre diversi periodi estetici
del sommo maestro, e rilevando come il
coro cittadino, coli' omaggio affettuoso, in-
tendesse far eco alle onoranze tributate
da tutto il mondo civile, in quest'occasione,
a Giuseppe Verdi. Vivissimi, fragorosi ap-
plausi accolsero la cantata e il notevolis-
simo discorso.
Poi venne svolto, lodevolmente, un ricco
programma, tutto costituito di musica ver-
diana ; e air esecuzione dei singoli pezzi
presero parte i componenti del coro, con
la gentile cooperazione della signora Te-
resita Traversi e dei signori Pietro • de
Tartaglia e Carlo Pio Bianchi.
Tanto la signora Traversi, quanto il
cav. Tartaglia, emersero come pianisti di
prim' ordine, come concertisti distinti, e-
seguendo a quattro mani delle Variazioni
sul Rigoletto, accolte da unanime, calorosis-
simo applauso. La signora Traversi rese
assai bene anche delle difficili Variazioni
sulla Traviata. E il signor P. C. Bianchi
sfoggiò bella voce baritonale, educata ad
ottima scuola, nella romanza Attila e
nella romanza del Don Carlos, egualmente
applaudito.
Il corpo corale — sotto l'abile direzione
del maestro sociale, signor F. Traversi —
esegui con molto impegno e molta fusione un
coro del Nabucco, un coro dei Lombardi, un
coro del Macbeth ed un coro della Traviata.
Alcuni d' essi piacquero tanto che vennero
bissati.
Perfetta la soddisfazione dei numerosi
invitati pel riuscitissimo trattenimento, in-
spirato da un pensiero gentile e civile, al-
tamente lodevole.
Il «J'edinstTo» —- ohe ha la pretesa
d' essere un giornale umoristico — pub-
blica dei documenti storici così goffamente
contrafatti da destar la nausea, piuttosto
che le risate.
Adesso, adesso, con la grrrande reden-
zione ci^oata, molti poveri villici crepan di
fame, in vista delle tricolori redentrici.'
1\ ^Jedinstvo piglia éàpello anche per-
chè i vescovi della provincia, in morte del-
l' arcivescovo, hanno telegrafato in italiano.
Ma è forse Un crimenlese telegrafare nel-
l'idioma secolare delle Curie dalmate?
Te^ro JXUOTO. La/' drammatica
compagnia alla Città di Tonno ha voluto
licenziarsi dal nostro pubblico — che pur
le si è mostrato molto cortese — in un
modo piuttosto sgarbato. Ha dato una com-
mediola abbastanza carina dell' Antona
Traversi ed una scipita e impulita farsa
in due atti ; ma e l'una e F altra nel peg-
gior modo possibile: la prima donna, con
una delle sue non infrequenti lunette, ve-
stita da viaggio, proprio come per dire:
recito, ma tanto per finirla; e il brillante
con la solita abilità di recitare per conto
suo, masticando le parole, che divenivano
altrettante incognite per il pubblico. Si è
veduto che noi, sempre, abbiamo largheg-
giato di elogi con la compagnia, incuranti
della maggiore o minor gratitudine da parte
sua; e giusto per questo ci sarà permes-
so un franco consiglio e a certe attrici
e a certi attori, che, pur dotati di belle
qualità artistiche, si credono in diritto di
giudicare il pubblico alla stregua detì' am-
biente cittadino e portano in scena le loro
nervosità e le loro svogliatezze, perchè già,
in fondo, il teatro di Zara non è un teatro
di Roma o di Napoli, Criterio sbagliato,
signore e signori ! V ha, qui, nelle debite
proporzioni, tanta intelligenza quanta ve
ne è nel pubblico di Roma e di Napoli;
senza parlar dei diritti, che il pubblico ha
eguali in ogni latitudine.
Assai lodevoli esecuzioni ebbero, da parte
della compagnia, pareccliì lavori scenici;
ma altri mancarono il loro effetto, appunto
per questa svogliatezza, per questa mania
di eccedere nel naturalismo sino al punto
di essere trascurati. Il signor Fabbri —
r unico, forse, che recitasse sempre con
grande coscienza, appunto perchè egli è
un veterano dell' arte — dovrebbe correg-
gere questi difetti. Anche naturalisti, lo
ripetiamo, bisogna recitare, e, sopratutto,
rispettare il pubblico.
Un altro appunto. Parecchie delle novità
promesse non vennero date. E perchè? Si
diano dotazioni alle compagnie e si lascino
poi recitare per conto loro.
— I palchetti, per le due recite del No-
velli, sono tutti venduti da parecchi giorni.
Cosi ce ne fossero stati altri cento ! No-
velli sarà probabilmente a Zara dal 15 al
17 di questo mese.
Pubblicazione. — Il signor F. Salata
— che ha dato sin qui notevoli saggi come
scrittore di storia istriana — pubblica
un' assai interessante brochure ad illustra-
zione di Un ripostiglio di denari della re-
pubblica romana scoperto ad Ossero. Ed e-
lenca e classifica le 475 monete scoperte,
che vanno dal 254 al 54 a. C., rivelando
molta erudizione numismatica. Al simpatico
e valente amico nostro le più schiette con-
gratulazioni per questo suo lavoro, dedi-
cato a due fidanzati felici.
Il Corriere Triestino della moda.
— L'ultimo numero di questo magnifico
giornale di mode ha un' infinità di elegan-
tissimi figurini per signore, signorine e fan-
ciulli ; numerosi e variatissimi disegni di
ricamo e ben tre tavole a parte : una grande
e due colorate nel formato ordinario. Un
vero splendore di numero, cui aggiunge
grande praticità la ricca tavola di modelli.
Gli,abbonamenti a questo giornale — che
deve ornare il salotto d'ogni signora ele-
gante e che costa pochissimo — si rice-
vono a Trieste, presso la libreria G. Chiopris,
Piazza Nuova, n.o 1.
Caduto in mare. — La notte dell' 1
corrente, verso le 2, la guardia Milanovich
di piantone alle Mura, udì" delle grida di
aiuto, che venivano dall' opposta sponda
della Cereria.
La guardia scese correndo alla riva vec-
chia ed avverti delle grida il guardiano di
sanità marittima Swoboda. Ed entrambi,
subito, presa una barca, si recarono alla
Cereria, riuscendo a trarre dal mare il
vecchio Matteo Baccich, che vi era caduto
e che stava per annegarsi. Poi lo traspor-
tarono alla stazione di soccorso del Comune,
ove dal d.r Cerwenka gli vennero prestate,
con efficacia, le prime cure.
Zivcovich cor. 1, d.r V. de B(envenuti cor.
1, Tamino cor. 2, E. Urschitz cor. 2,
famiglie Testa cor. 2, Tolentino cor. 2, G.
ved.a Vucovich cor. 2.
* *
Pervennero al gruppo di Spalato :
Per l'apertura della scuola della Lega,
G. A. cor. 10, Stefano Strazich cor. 4, M.
Seguich cor. 4, F. P. cor. 2. Assieme cor.
20. Somma delle liste precedenti cor. 568.
Totale cor. 588.
* *
Pervennero al gruppo di Scardona:
Per onorare la memoria della defunta
signora Nelda Simonelli nata Costa, An-
nunziato de Denaro cor. 4.
Aiutate tutti e sempre la I^ega!
Le oblazioni varie
La Lega Nazionale in Dalmazia
Alla Società di Vincenzo de
Paoli. — Per onorare la memoria di S. E.
monsignor Gregorio Raicevich, don Mar-
cello Mondini cor. 16. — Per onorare la
memoria del defunto signor d.r Agostino
Ma'sovcic, d.r Antonio Rolli cor. 4, Ottilia
ved.a Guglielmi cor. 2. — Per onorare la
memoria del defunto signor Paolo Mattiazzi,
don M. Mondini cor. 1, don Oreste Det-
toni cor, 2, Giovanni Zurich cor. 1, Virgi-
nia Paut cor. 1, famiglia di F. Chirighin
cor. 2, — Per onorare le memoria del de-
funto signor Giovanni Tremoli, cons. Zuliani
cor. 2. — Per onorare la memoria della
defunta signora Nelda Simonelli, cons. Zu-
liani cor. 4.
All' asilo delle orfanelle. — Per
onorare la memoria di S. E. monsignor
Gregorio Raicevich, Alfonso de Pavich cor.
20, Paolina Palina cor. 10, fabbriceria di
Selve cor. 4, G. ved.a Marinovich cor. 2,
Leopoldo Kiswarday cor. 2, famiglia Ludwig
cor. 2. — Per onorare la memoria del de-
funto signor Enrico Bortolotti, cav. Vladi-
miro Simic cor. 1. — Per onorare la me-
moria del defunto signor d.r Agostino Ma-
sovcic, Giov. ved.a Castelli cor. 3. — Per
onorare la memoria del defunto signor G.
Tremoli, don Simeone Mestrovich cor. 3.
— Per onorare la memoria del defunto
prof. Giuseppe Cobenzl, famiglia Bertuzzi
cor. 2. — Per onorare la memoria della
defunta signorina Maddalena Smirich, fa-
miglia Bertuzzi cor. 2, Giuseppe Kovace-
vic cor. 2. — Per onorare la memoria della
defunta signora Nelda Simonelli, famiglia
Bertuzzi cor. 2. — Per onorare la memo-
ria del defunto signor Paolo Mattiazzi, E-
lisabetta Buzzolich cor. 1, Gius. Cacich*
Dimitri cor. 1, Teodoro Nachich cor. 1,
Stefano Kolombatović cor. 2, d r Vladimiro
Pappafava cor. 2, Fausto de Draganic cor.
2, Michelina Steinbach cor. 2, Antonio Pau-
lovich cor. 2, Mascellini cor. 1, d.r Casi-
miro Abelić cor. 2, Enrico Schneeweiss cor. 1,
Pietro Androvié cor. 2, famiglia Zach cor.
1. — Per onorare la memoria della de-
funta signora Maria Tomassevich, Pietro
Ginppanovich cor. 4, — Per onorare la me-
moria del defunto signor Miroslavo Kara-
baié, Paolina Pallua cor. 1. — Signore
Teresina de Pellegrini-Danieli cor. 20, Isa-
bella Nakic di Osliak cor. 2 (elargizioni
straordinarie).
Le direzioni, preposte agli istituti bene-
ficati, porgono col nostro mezzo i più vivi
ringraziamenti ai generosi oblatori.
nostro concittadino, signor de Grap.
una bella idea da parte dell' illustrissimo
signor presidente d'Appello; ma ci pare
che non sia giusto in quanto riguarda
r obbligo di frequentazione. Questa materia,
alquanto difficile, esige grande Tolontà^ed
amore da parte dei frequentatori ;,sarebbe
dunque molto più adatto che il corso si
tenesse soltanto a vantaggio dèi desiderosi
di apprenderla. È desiderabile adunque che
da parte competente sia levato l' obbligo
di frequentazione, che per gli assistenti e
scrivani ha per conseguenza — in caso di
assenza — nientemeno che il licenziamento,
con riguardo specialmente a questi ultimi,
i quali, 0 non propensi o non abili per
quello studio, hanno diritto, dopo un assiduo
e faticoso lavoro, che è ben maggiore di
quello degli addetti agli uffici di altri rami,
di avere libera almeno la domenica. X. Y
RINGRAZIAMENTI
Pervennero al gruppo di Zara:
Per onorare la memoria del defunto si-
giior Giovanni Tremoli, F. Gazzari cor. 2,
P. Tramontana cor. 1, G. Tolentino da
Trieste cor. 2. — Per onorare la memoria
della defunta signora Nelda Simonelli, P.
Tramontana cor. 1, E. Godnig cor. 2. —
Per onorare la memoria del defunto signor
Alessandro Guaraldi, E. Godnig cor. 2.
— Per onorare la memoria della defunta
signora Catterina Gillhuber, E. Godnig
cor. 2. — Per onorare la memoria della
defunta signorina Maddalena Smirich, E.
Godnig cor. 4. — Per onorare la memoria
del defunto signor P.iolo Mattiazzi, N. N.
cor. 2, P. Allacevich cor. 5, P. Billussich
cor. 2, L. Lana cor. 2, N. Lisizza cor. 2,
tF. de Medici cor. 2, L Nicolich cor. 2, G.
Scarizza cor. 2, F. Ballani cor. 2, E. d.r
Rolli cor. 2, D. Allacevich cor. 1, d.r S.
Ghiglianovich cor. 2, N. comm. Trigari cor.
4, G. Bogdanovich cor. 1, Q. Testa cor. 2,
d.r R. Ghiglianovich cor. 2, d.r G. Ghiglia-
novich cor. 2, N. N. cor. 1, E. Varda cor. 1,
d.r L. Ziliotto cor. 4, M. Gliubich cor. 2,
Ant. Persicalli cor. 2, Ar. Persicalli cor. 2,
Asc. Persicalli cor. 2, E. Tolentino cor. 2,
G. Arnerich cor. 1, F. Agonia cor. 1, N.
I NOSTRI DISPACCI
Vienna, 4 novembre. — Il club de-
gli slavi meridionali fa tutti gli sforzi
possibili onde indurre la destra a pre-
sentare il progetto di legge Bilinski,
regolante la questione linguistica in
tutte le Provincie cisleitane ; e così
prevenire la presentazione del progetto
di legge del ministero attuale, riflet-
tente soltanto la Boemia.
Si dubita però che la destra —
causa le intense divergenze in propo-
sito tra i vari partiti che la compon-
gono — possa aderire al desiderio,
degli slavi meridionali ed accordarsi
in lin progetto linguistico che abbia a
risolvere soddisfacentemente la que-
stione.
Belgrado, 4 novembre. — Questi cir-
coli ufficiali — che vi facevano serio
calcolo — sono addirittura costernati
perchè il re di Serbia Alessandro, nel
di lui recente soggiorno a Vienna, non
venne ricevuto dall' imperatore, seb-
bene il re abbia atteso espressamente
il ritorno dell'imperatore da Budapest.
COMUUTICATI*)
Mi pregio di portare a pubblica co-
noscenza che Riccardo Pirelli già mio
procuratore non fa più parte in alcun
modo dell'Agenzia internazionale Carlo
Pirelli.
Avverto inoltre che 1' agenzia stessa
d' or innanzi sarà dalla sottoscritta per-
sonalmente diretta quale sola erede e
proprietaria
Trieste, 31 ottobre 1899.
Maria Pirelli.
Ai singoli confratelli dell'ordine, ai sa-
cerdoti secolari, ai parenti ed amici, i quali
nel grave dolore della perdita dell'indi-
menticabile mia madre
Maria
mi diedero prove della loro compartecipa-
zione e in qualsivoglia maniera onorarono
la memoria della mia cara defunta, profon-
damente commosso, rendo dal cuore sentite
grazie.
Cittavecchia, 31 ottobre 1899,
Fr. Giordano Zaninovió
a nome anche di tutta la famiglia.
Presso il locale tribunale provinciale
tutti i signori ascoltanti, nonché gli assi-
stenti di cancelleria e scrivani, assistono,
ogni domenica, per ordine superiore, ad un
corso di stenografia tenuto dall' egregio
Per questi articoli la redazione n
alcuna responsabilità, fuorché quella v<S
legge.
Profondamente commossi, ringraziamo
tutte quelle gentili persone, che in qua-
lunque modo resero l'estremo tributo d'o-
nore e di affetto all'indimenticabile figlio,
nipote e fratello
Paolo.
Particolare riconoscenza esprimiamo all' il-
lustrissimo signor presidente d'Appello d.r
Adalberto Gertscher ed al corpo degl' im-
piegati dell' i. r. tribunale d'Appello, al
signor procuratore superiore di Stato Ve-
nanzio Cippico, agi' impiegati dell' i. r. tri-
bunale provinciale, del Giudizio distrettuale
e de^la^ procura di Stato, al m. r. don Gia-
como Cuka, catechista, ed al corpo inse-
gnante del ginnasio superiore, ai distinti
condiscepoli dell' amato defunto, ai di lui
zii Giovanni Battista Mattiazzi e Bortolo
Carlovatz, che accorsero a Zara a confor-
tarci e lenire il nostro intenso dolore, al
signor Oscar Giurin, alla signora Fiorenza
Staničić ed alla signorina Rosina sua figlia ;
ed a tutte quelle gentili signore che ci
furono larghe di conforti.
Preghiamo di accettare i nostri più vivi
ringraziamenti 1' egregio e valente medico
curante d.r Pietro Vragnizan ed il reve-
rendo padre Cirillo Studenčić, del convento
di S. Michele.
Zara, 1 novembre 1899.
Famiglia Mattiazsi.
Senza francobollo
Un vecchio milite. — Qui caro mio, tutti
hanno bisogno di vivere. E se degli ope-
rai vanno a far gli inservienti, vuol dire
che vi furono costretti dalla dura necessità.
Del resto gli ex militari non occupano nel
servizio pubblico tanti posti che di diritto
andrebbero a non militari? Bisogna esser
giusti.
Veritas. — E appunto, veda un po', bi-
sogna sapere chi è. Non pubblichiamo scritti
anonimi ; ed il segreto intorno al nome dei
nostri corrispondenti (lo sappia anche Lei,
signor F) è assoluto.
Signor X. - Sp. — Volevamo troncare
la violenta polemica; ma come si fa, se il
nostro corrispondente è attaccato ed è pro-
vocato ?
Merlo. - Pago — Seguiti con le sue gra-
ziose noterelle.
Gino. — Non se ne venderebbero nean-
che cento copie. Mandi al Dalmata, se crede.
Edit. e redat. resp. Luigi de Negovetioh
stabilimento Tipografloo S. Ariate
Damaschi di Seta 75 soldi
fino fior. 14.05 ai Metro, come Sete Henneberg nere,
bianche e colorate da 45 Soldi, fino a fior. 14.65 al
Metro, nei più moderni tessuti, disegni e colori.
A Privati esente da porto e dazio in Casa. Cam-
pioni a corso di posta.
Fabbriche sete di G. Henneberg
i. e r. Forn. di Corte) Zurig^o. (5;
L'acqua minerale della fonte di KRONDORF è la più raccomandabile bibita
dietetica e refrigerante
come lo comprovano innumerevoli attesta-
zioni di celebrità mediche. (20-20)
Deposito per Zara presso
Giuseppe Barone
Chi soffre epilessia, crampi ed altre
malattie nervose acquisti dei trattati
su di ciò. Ottengonsi gratis e franco
a mezzo di Schwanen, /amads^a in
Francoforte sul Meno. (15—52)
Nessun speculante di borsa faccia a
meno d' abbonarsi alla Fortuna. —
Vienna, I. Salvatorgasse 19. (Annual-
mente fior. 2). (2)
mezzo di corone all'anno, che venivano
qui consumate.
Decessi. — Sinceramente compianto,
e dopo lunga malattia, è morto un nostro
egregio concittadino, il consigliere supe-
riore edile Bartolomeo Tamino : persona
di ingegno brillante, di soda coltura, di
integro, nobilissimo carattere.
Nella sua lunga attività ufficiosa, e come
direttore della sezione alle migliorie agra-
rie, egli si rese altamente apprezzato e
benemerito della provincia, insignito meri-
tamente perciò di onorificenze sovrane.
Alla sua genialità e alla sua energia
è dov ito il lavoro mirabile del prosciu-
gamento del lago di Vrana j prosciuga-
mento, che redense un enorme tratto di
terra all'agricoltura.
Notevolissimi pure i suoi progetti e le
le sue prestazioni per la regolazione del
Cherca. E numerosi lavori importanti,
in altre località della provincia, vanno
associati al suo nome. Ovunque fu possi-
bile, regolò i corsi .d' acqua, provvedendo-
ne borghi e villaggi, assicurando lavoro
a migliaia di operai.
Patriota dal forte sentire, cittadino at-
taccatissimo alla sua Zara, ottimo figlio
e fratello e congiunto, tutti ricordano con
vivo compianto la sua figura maschia e
simpatica, il suo conversare colto, arguto
e gentile.
Di lui, tra altre opere pregevoli, ci ri-
mane il progetto di costruzione di un
campanile per la nostra Basilica Metro-
politana: un progetto bellissimo, intonato
alla romanità del tempio e pieno di ele-
ganze. Ma la fabbriceria 1> respinse, ac-
cettando invece quello, pur pregevole, del-
l' Jackson.
Ieri, con la partecipazione di ogni or-
dine di cittadini c delle rappresentanze
officiali, ebbero luogo i funerali dell'egre-
gio e compianto cittadino: e riust;irono
imponenti.
Alla famiglia del defunto porgiamo le
nostre più profonde condoglianze.
= E' morto anche, dopo lunga malat-
tia, il fotografo Tommaso Burato, che, pe:
la sua lunga e auimirata attività, s'ebbe,
con molteplici onorificenze, bellissima fa-
ma. Il suo atelier era divenuto il più im-
portante della Dalmazia e le sue nitide
ed artistiche fotografie di monumenti e
di paesaggi erano diffuse e ammirate an
che fuori delia Dalmazia. A Zara, anche
per la affabilità, il Burato era assai ben
voluto; ed egli, in ricambio, manifestò
sempre il suo affetto per Zara,
Seppure la famiglia abbia tomba a Ra-
gusa, espresse la volontà di venire tumu-
lato a Zara, ove aveva vissuto, ove aveva
svolta la sua attività artistica, ove era
generalmente stimato. Alla buona signora
e ai figli del defunto porgiamo vive con-
doglianze.
= Porgiamo pure le'nostre condoglian-
ze alle famiglie Rubcich, per il decesso
di Catterina Rubcich, ottima signorina, af-
fezionatissima alla famiglia e piena di
entusiasmo per la nostra causa.
lia questione universitaria ita-
liana. — (tIì studenti italiani di Vien-
na tennero sere or sono una adunanza per
discutere sull' attuale stadio della que-
stione universitaria e per deliberare sulle
pratiche da farsi per sollecitarne la solu-
zione.
Eu deciso di incaricare i fiduciari de-
gli studenti di mettersi in relazione con
i deputati italiani e di fare i preparativi
necessari per la ripresa dell' agitazione a
favore deli' Università italiana a Trieste.
Per una scuola commerciale.
In occasione del suo viaggio a Vienna per
tentar di scongiurare il trasferimento del
comando militare, il signor podestà s'in-
teressò di varie altro cose d'importanza
cittadina. Era altro perorò, assieme al
signor presidente della Camera di Com-
mercia, la necessità di dare maggiore svi-
luppo alla scuola commerciale testé isti-
tuita. Come provvedimenti indifferibili
richiesero la nomina di un docente abili-
tato per le materie commerciali e 1' esten-
sione dell' istruzione anche alle giovinette.
Dalle parole del ministero dell'istruzione
ritrassero il convincimento che verranno
quanto prima soddisfatti codesti desideri.
Santa Anastasia. — Sabato la Ba-
silica Metropolitana era addobbata in modo
magnifico ed era tutto uno sfolgorìo per la
fes a di Santa Anastasia patrona di Zara.
Pontificò monsignor vescovo Borzatti assi-
stito pontificalmente da S. E, l'arcive-
scovo : e le cerimonie riuscirono collo
sjilendore tradizionale. Venne eseguita di
mattina e al pomeriggio della bellissima
musica da cantanti e da suonatori citta-
dini diretti dal maestro Bavasio. Tenne
l'orazione panegirica - con eletta loca-
zione e parole calde di ammirazione per
Zara — il prodirettore delle scuole reali,
dott. Marco Granić. In ispecie l'esordio,
bellissimo, piacque assai: e speriamo di
vedere l'intero panegirico stampato.
Il concorso dei fedeli al tempio è stato
enorme. La folla invadeva, metà della
piazza. Una festa religiosa dèlie più belle,
che ripete solennità dalla anticà'tradizione.
La questione ferroviaria e la
Dieta. — Una proposta, che promuova
l'adesione della Dieta alle risoluzioni previe
dal comizio provinciale tenutosi a Spalato
il 16 corr. sulla questione ferroviaria, non
ha potato venir presentata alla prima
seduta, come sarebbe stata opportuno, per
l'assenza dei deputati di Spalato Mille,
Borcic, Mihaljevió e Trumbic.
Nè, per la stessa ragione, venne prodotta
la partecipazione delle risolusioni mediante
l'esibito, firmato a Spalato dai membri
del comitato esecutivo subito dopo il co-
mizio.
Il podestà di Spalato ha telegrafato che
una indisposizione gli impediva di recarsi
a Zara prima di giovedì.
Si dice che l'on. Vukovic ha in animo
di produrre nella prossima seduta una
proposta di sua iniziativa nella questione
ferroviaria, cae non concorderebbe piena-
mente con le risoluzioni del comizio.
Sarebbe deplorevole che la rappresen-
tanza provinciale non tenesse un procedere
concorde ed uniforme nella questione di vi-
talissimo interesse economico, cui intanto
nuoce qualsiasi rilardo.
Italiani e croati in Dalmazia.
— Con questo titolo «Il Piccolo» pub-
blica an notevolissimo articolo in rela-
zione air opuscolo pubblicato da Bugge-
ro Šestini. Ce ne ot-cuperemo nel prossi-
mo numero.
A Pasquale Villari. — Il re d'I-
talia conferi a Pasquale Villari la supre-
ma onorificenza del collare della Annun-
ziata : atto nobilissimo di riconoscimento
agli insigni menti dell' illustre storico e
patriota italiano.
A Spalato. — Le persone più rag-
guardevoli del nostro partito offersero do-
menica a sera, a Spalato, una cena al po-
destà di Zara, dott. Luigi Ziliotto, ad En-
rico porradini, all'on. Pini, al signor Spi-
ridione Artale, all'avv. Criovanni Lubin e
al direttore dei nostro giornale. La cena,
di cinquanta coperti, venne imbandita nella
sala maggiore del Gabinetto di Lettura e
servita in modo inappuntabile e con sceltis-
simo menu dal trattore signor Panakoli. Al-
lo champagne fecero notevoli brindisi e l'on.
Salvi e il nostro podestà ed Enrico Curra-
dini, a ringraziare, quest'ultimo, delie parole
rivoltegli e a manifestare la sua più viva
ammirazione per la Dalmazia, da lui visi-
tata per la prima volta. Il lieto convegno
si protrasse fin quasi la mezzanotte.
Processione. — Oggi, giorno dell' E-
pifania dei serbo-orientali, eb^e qui luogo
con pompa la loro processione per la be-
nedizione delle acque. Sotto il baldacchi-
no, in splendidi paramenti, monsignor ve-
scovo dott. N. Milas ; e alla lunga proces-
sioze presero parte due bande : la comu-
nale e la militare.
I<a «Dalmazia Agricola». — L'ul-
timo fascicolo ai questa interessante pub-
blicazione, che raccomandiamo ai nostri
possidenti, contiene :
li quesito del caro vivere. — Uno dei
mezzi per ovviare alla crisi vinicola. —
Le frutta in Inghil erra. — Il Padre Al-
l'ani e la rabdomanzia. — «Notizie agri-
Golo-commerciali» : Un comizio; l'olio di
oliva; il sangue dei macelli pubblici; a
favore del pesce salato; 1' olio di soia.—
«In dispensa e cucina»: Zampe di vitello
alla Saint-Menehould.
Cassa di protezione degli ad-
detti ai negozi al dettaglio. —
Neil' ultima assemblea generale dei soci,
dopo 1' approvazione del bilancio sociale,
venne eletta la nuova direzione che riusci
cosi composta: Paolo Micoievich presi- I
dente; Luigi Adulmar vicepresidente; '
Griovanni Pouchiè segretario ; Riccardo
(rallessich cassiere; Isidoro Chimer, An-
tonio Mattessich, Antonio Stermin, diret-
tori ; (riovanni Malnerich e Griovanni Schitz
revi80i-i.
Società Libera. — Domenica 16 gen-
naio ebbe luogo l'adunanza generale di
questo simpatico sodalizio. Il presidente
signor E. Benevenia apri la seduta rin-
graziando con belle parole gli interve-
nuti, indi il segretario signor Gr. Giuris-
sich tenne una dettagliata relazione vir-
tuale.
11 cassiere signor Francesco Smolle pre-
sentò la relazione finanziaria dalla quale
risultò ,un grande civanzo di cassa. Indi
si passò all'elezione della nuova direzione.
Furono eletti : dott. Gino de Benvenuti
presidente, Simeone Perovich vicepresi-
dente, Venceslao Kreyza segretario, Fran-
cesco Smolle cassiere, Riccardo Lazzarini
e Narciso Voivodich direttori.
Artisti concittadini. — La <Me-
dea» di Cherubini alla Scala di Milano
non ebbe un successo d' entusiasmo; pur
la nostra esimia comprovinciale, la signo-
lina Ester Mazzoleni, dovendo vince-
re 1' ostinata e quasi meditata freddezza
4el pubblico, vi ottenne un successo dei
più lusinghieri.
Cosi scrive d' essa la reputata «Gazzet-
ta dei teatri» di Milano :
«Il primissimo posto fra gli artisti è do-
vuto alla Mazzoleni — la quale torna per
la quarta volta all' ammirazione del pub-
blico milanese — poiché in quest' opera
la figura della protagonista «sapreminet
omnes». Essa è sempre sulla scena, essa
è il perno del dramma, essa è la domina-
trice di ogni situazione. E non ci voleva
meno della intelligenza e della resistenza
di questa giovanissima artista per poter
trionfare di tutte le difficoltà terrificanti
di un personaggio così eccezionale e com-
plesso, e di una parte cosi pesante e sca-
brosa. Fra i tanti successi della Mazzo-
leni, questo a me pare il più glorioso e
completo anche perchè 1' ottenerlo era as-
sai più arduo che per gli altri non fosse.
Essa piange ed implora con le lacrime
nella voce : essa impreca e si vendica con
ruggiti da leonessa. Il suo bel viso, a cui
la natura diede una dolce soavità di sor-
riso, si trasforma siffattamente da acqui-
stare una terribile impronta di ferocia im-
placabile. Le sue labbra si contraggono
a sdegnoso disprezzo, i suoi occhi scin-
tillano col fatale lampeggiamento dell' ira
E mai un istante di stanchezza, mai un
momento di sosta nella lunga lotta dei
più opposti sentimenti, onde 1' anima sua
di amante e di madre è scossa e tortura-
ta. E questa è potenza d' arte veramente
prodigiosa in una artista cosi giovane
d' anni e di carriera.»
Teatro Giuseppe Verdi. — La
compagnia del De Sanctis recitò sino a
lunedi a sera, dando nelle ultime sere
«L'Esule» del Boarget; «Senza catene
del Moschino, «Il nostro amore» delZam-
baldi e la «Buona figliuola» del Lopez.
Non possiamo, come vorremmo, dare una
diffusa relazione di tutti questi lavori
drammatici; ma solo constatiamo per la
cronaca che il De Sanctis nelP «Esule» e
nella «Buona figliuola» fece delle potenti,
originalissime creazioni, lasciando di sè
la più profonda impressione. E V Alda
Borelli, che ebbe lunedi la sua serata
d'onore e s'ebbe fioriti donativi, fu splen-
dida di verità, e di fascino personale, nelle
varie parti sostenute. Ottimamente tutti
gli altri componenti la compagnia, che
lascia di sè impressione assai grata. E
r ultima sera, a chiusura, la farsa moder-
nissima «Il casino di campagna» nella
quale il brillante G. Bertea fece da mario-
netta in modo impareggiabile.
Investimento. — Il giorno 13 cor-
rente il brigantino italiano «Emilio S.»
appartenente al porto di Venezia, coman-
dato dal capitano Emilio Forlani, carico
di carbone, si incagliò nella Valle Nozder
del porto di Tajer. Il capitanato di por-
to, appena avute notizie dell' incaglio, di-
spose pel soccorso.
Il capitano di porto signor barone Rossi
Sabatini, con ima torpediniera della i. e r.
marina di guerra, tentò di disincagliare il
veliero; ma non vi riusci. Il piroscafo
«Belrorie» della ditta D. Tripolich di
Trieste si è impegnato per il salvataggio
del veliero e del suo carico.
Il nuovo anno ci deve portare
qualche cosa di buono e prima di
tutto la salute. Ma chi vuole conservarsi
sano devo guardarsi con cura dai raffred-
dori e chi non vuole raffreddori deve u-
sare sempre le pastiglie minerali Sodener
di Fay genuine. Queste pastiglie guari-
scono subito e senza molestia il catarro.
E sono a buon mercato : cor. 1.25 la sca-
tola e si possono acquistare in tutte le
farmacie e drogherie.
Rappresentante generale per 1' Austria-
Ungheria : W. Th. Guntzert, i. r. forni-
tore di Corte, Vienna IV—1 Grosse Neu-
gasse n.o 17.
Nomine, onorificenze e traslochi.
Il ministero del commercio ha nomina-
to il commissario deli' ispettorato indu-
striale in Zara, Guido Malessevich, ad i-
spettore di secon<la classe.
La Lega Nazionaia in Dalmazia
Per l'albero di Natale.
Giuseppe Demicheli cor. 1, Sarina De-
micheli 1, Giuseppe Usmiani (Arbe) 5.
Pervennero al gruppo di Zara :
Per onorare la memoria del defunto si-
gnor Giuseppe Marussicb : Girolamo Maz-
zoni cor. 4.
Per onorare la memoria del defunto si-
gnor ing. Bortolo Tamino : Manfredo Per-
sicalli cor. 2, Rodolfo Delich 1, Giovanni
Persicalli cor. 10, Asoanio Persicalli 2,
Vincenzo Delich 1, famiglia Nutrizio 3.
Per onorare la memoria del defunto si-
gnor Tommaso Burato.: Rodolfo Delich
cor. 1.
Per onorare la memoria della defunta
signora Rubcich : Rodolfo Delich cor. 1,
Biagio Palcich di Giuseppe (Pago) 3.
Raccolte fra amici a una partita di tiro
a seguo cor. 5.
Per onorare la memoria del defunto si-
gnor Angelo Perissich: Antonio Bacota
cor. 1.
Cor. 1 vinta al Caffè Concordia ad una
partita al «tombolon» ad un centralista. «
* *
Pervennero al gruppo di Scardona :
Per onorare la memoiia della defunta
signora Marta ved. Pappafava: famiglia
Alberghetti cor. 3.
Per onorare la memoria del defunto si-
gnor Giuseppe Marussicb (Borgo Erizzo):
Luigi Molinari cor. 2.
ì nostvijispaccl
L'elezioni inglesi. — Londra,
19 gennaio. — Nelle elezioni inglesi
vennero finora eletti centoventi conser-
vatori; novantanove liberali; ventotto
nazionalisti; diciauove del partito dei
lavoro. I conservatori guadagnano qua-
rantadue seggi.
Navigazione austriaca. — Vien-
na, 19 gennaio. — Li <Mittag8zeitung>
reca che il ministero del commercio
desidera riunire le minori società di
nivigazione austriache ia una grande
società.
Il nuovo ministero ungherese-
— Budapest, 19 gennaio. — Il mi-
nistro Khuen-Hedervary assunse gli uf-
tìci. Tutti i giornali, meno il «Pestar
Lloyd», gli si mo&trano ostili.
L'arresto di un famoso ladro.
New Yo?k, 19 gennaio. — Free-
venire ai funerali, coli'inviare ghirlande
e ceri, o con prestazioni personali, reca-
rono onore alla memoria del caro estinto.
Speciali ringraziamenti porgono a S. E.
il sjgnor luogotenente Niccolò Nardelli,
all' illustrissimo signor dott. Vincenzo Ivòe-
vié, presidente della Giunta provinciale,
all' illustrissimo signor podestà dott. Luigi
Ziliotto, agli onorevoli signori funzionari
della i. r. luogotenenza e delle sezioni
luogotenenziali per le migliorie ed edile,
nonché a tutti gli altri ii. rr. dicasteri
ed uffici.
All'illustrissimo signore dott. I.
Boxich protestano la propria riconoscenza,
per aver egli voluto impegnare tutto il
suo buon cuore e la nobile sua intelli-
genza a tener vivo il fiore della speranza
neir affezionato suo paziente, ed a dare
amichevolmente conforti a chi soffriva per
la irrimediabile imminente sciagura.
Zara, 19 gennaio 1910.
Con animo riconoscente porgo le più
vive grazie all' egregio dott. "Tacconi, il
quale, con grande premura e ammirabile
valentia, salvò da vita a morte la mia
consorte Anna. Grazie dal profondo del
cuore ! Fedele PerloUi.
E'iif. e redat. resp. Luigi de Negovatiob.
Stabilimonto Tipcg-rafioo S. Artale
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tinopoli, 19 gennaio. — Il palazzo del
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è un vino corroborante che non solò è da raccomandarsi ai convalescenti maa
motivo delle sue proprietà igieniche anche come vino da colazione. N. 4 Violet fréres Thuir (Francia)
iromero 22 ZARA, Sabato 16 Marzo 1912 Anno XLVIl
DALMATA
ASSOCIAZIONE
Per Zara Cor. 16 anticipatamente, semestre e trimestre in proporzione.
Por r impero A stro-Ungarico Cor. 18, semestre Cor. 9, trimestre Cor, 5.
'•or gli Stati ai'partenenti all'Unione postale Cor. 24 all'anno, semestre
e trimestre in proporzione. Per gli Stati non appartenenti all'Unione
postale Cor. 16 e di più l'aumento delle spese postali, semestre e
trimestre in proporzione. Un numero separato eosta Cent. 20. Un
numero arr. Cent. 32. I numeri del giornale si vendono nelle Li-
breria. Int« rnaz. di E. Schònfeld e negli spacci principali di tabacco.
Giornale politico, economico, letterario
Esce il mercoledì ed il sabato
Ufficio di redazione: Calle Carriera n.o 2
INSERZIONI
Le associazioni e gli importi di denaro, in assegni postali, si diri-
gano all' Amministrazione del DÀLMATA in Zara. Chi non respinge il
foglio dopo scaduta l'associazione, s' intende obbligato per il trimestre
susseguente.
Le corrispondenze devono dirigersi affrancate esclusivamente alla
redazione. Le lettere non affrancate saranno respinte. I comunicati si
inseriscono al prezzo di cent. 25 la linea carattere testino. Avvisi ed
inserzioni a prezzo moderato da convenirsi. I manoscritti non si re-
stituiscono.
L'italiano in Serbia e da noi.
Leggiamo in una corrispondenza
da Belgrado al «Corriere della Sera»
di Milano :
«E' da qualche tempo che il mini-
stro serbo nutriva l'intenzione di isti-
tuire nelle sue scuole di Belgrado
r insegnamento della lingua italiana,
ma per ragioni d'indole varia V ese-
cuzione di tale progettata introduzio-
ne subì qualche ritardo.
Finalmente ora, per iniziativa del
ministro della pubblica istruzione, il
signor Jovanovich, ciò si è realiz-
zato, e fra qualche giorno gli alunni
di tutti i licei e delle scuole com-
merciali assisteranno ad un corso co-
mune della nostra lingua, introdotta
come facoltativa in questi istituti.
Il signor Jovanovich è un amico
dell'Italia, di cui conosce a perfezione
la storia eia lingua, e giudica molto
a proposito che il favorire la cono-
scenza del nostro idioma fra i suoi
compatrioti non possa che rendere
più intime le relazioni fra i due po-
poli che hanno vincoli di parentela
nelle loro letterature e che aspirano
eziandio a moltiplicare i loro rapporti
commerciali.
La colonia è lieta di questa deci-
sione, che farà meglio conoscere la
nostra civiltà e la nostra grandezza».
Così in Serbia, reame che aspira a
civiltà; si onora l'idioma italiano, e,
per esso, si vuol progredire.
Da noi, invece, che cosa si fa, o
si vuol fare, dello stesso idioma, che
è stato dono di Dio alla Dalmazia?
Grli avversari di ogni espressione
di pensiero e di vita italiana in Dal-
mazia ben dicono di amare la lingua
italiana ; ma è bugia farisaica ed è
amor che avvelena.
Nelle scuole della provincia tutte
quante croatizzate lo studio della
lingua italiana è meramente formale
ed assolutamente inefficace. Griovani
universitari, assolti di ginnasi croati,
scrivono l'italiano peggio di quello
che cinquant'anni or sono lo scrives-
sero da noi i pizzicagnoli. E non solo
l'italiano non si studia; ma l'italia-
no, quasi in obbedienza ad un pro-
gramma politico, si odia.
All'infuori di ogni considerazione
0 competizione di partito, i croati
dovrebbero studiare e onorare la lin-
gua italiana, mercè la quale possono
appropriarsi la universa e geniale
coltura d'Italia. E invece eccoli —
e grandi e piccoli — insofferenti,
fastidiosi di ogni parola italiana; ec-
coli a manifestare un' intransigenza
sorda e brutale rimpetto a noi e al
nostro diritto, eh' è semplicemente il
diritto di usare da liberi il prezioso
strumento di civiltà della lingua ita-
liana e di trasmettere tale diritto,
con la scuola, nei nostri figli.
Si è veduto e si vede — nella in-
gordigia di voler croatizzato ogni
pubblico ufficio contro la tradizione
e l'indole del paese — di quale a-
more i crosti amino la lingua ita-
liana. Scattano indignati per la me-
nema impronta italiana, sfuggita per
avventura alla croatizzazione.
La Serbia, che non venne benefi-
cata dal sole della civiltà italiana,
ne ricerca la sorgente benefica. Qui
i croati, che trovarono indigena la lin-
gua italiana, hanno fatto e fanno di
tutto per darle l'ostracismo.
E non dicano di no. I fatti — e
fatti ben vergognosi — ci danno so-
stanzialmente ragione. Hanno chi più
chi meno la mentalità dell' on. Zuro,
che, alla Dieta, disse — vita sua natu-
rai durante — due sole parole,
a significare la perfetta inutilità, e
non solo per lui, della lingua italiana.
E crediamo che, in fondo, a tutte le
mirabili produzioni poetiche della no-
stra nazione, i nostri avversari pre-
feriscano i versi quanto mai program-
matici e. cari ai loro orecchi, che
intimàno l'esilio — fuori con essi !
— al parlanti italiano.
Non dican di no, non dican di no.
La loro assicurazione rettorica di ama-
re svisceratamente la lingua italiana,
non impedisce il gran godimento di
sapere che il loro popolo odia, in un
solo torvo allacciamento, lingua ita-
liana e italiani.
I beniamiui del governo.
Un ciarlatano turcofilo.
Vienna, 14 marzo.
La Camera ha 1' aspetto di perfetta
bonaccia; dico l'aspetto soltanto, per-
chè c' è ancora sempre un cancro
che la rode, e finora non si è trovato
ancora un operatore che sappia gua-
rirla. E' il cancro delle lotte nazio-
nali, che attualmente ha rag-giunto
uno stadio acuto nel regno della co-
rona di S. Ycnceslao, ove czechi e
tedeschi si trovano alle prese e ai ferri
corti.
Coloro che dicono di credere a una
soluzione pacifica in Boemia, sanno
di dire una cosa della quale non sono
persuasi. Lo dicono perchè la è una
cosa di moda escogitata dal nostro
governo, maestro impareggiabile nelle
invenzioni di j)rovvisori, di trattative,
di disposizioni transitorie.
La più bella simulazione del no-
stro governo è quella di voler dare
importanza alle proposte della Ca-
mera sul rincaro.
Alla Camera s'impiegano delle set-
timane in lunghi discorsi che sono
altrettante ripetizioni, si fanno le ri-
soluzioni, le votazioni, e poi finisce
tutto lì. Con un provvedimento del-
l' introduzione di carne dalla Serbia
il governo ha fatto tutto. Però biso-
gna sapere che il governo ci teneva
e ci tiene vivamente a che la Ca-
mera funzioni, anche senza alcun van-
taggio della popolazione. La sorte
che ebbero le votazioni sul rincaro
della carne avranno anche quelle sui
cartelli e su tante altre questioni di
utilità generale.... Ma omai si ca-
pisce a chiare note che si vuole ri-
mandare le proposte sui cartelli alla
commissione per nuovi studi, cioè nel
dimenticatolo, o per lo meno ad ca-
lendas graecas.
Anche la ferma biennale segue una
brutta sorte. L' Ungheria vuole delle
concessioni che il governo di Vienna
non intende di farle, perchè facendole
darebbe un grave colpo alla compa-
gine che forma la potenza austro-
ungarica.
Lo strano si è che ci vollero, se
non sbaglio, dieci mesi di temporeg-
giamento per arrivare al risultato al
quale si è venuti, cioè alla dimissione
del gabinetto ungherese.
Si vocifera che il governo avrebbe
presentato un provvisorio (a proposi-
to!) per avere un aumento delle re-
clute, facendo balenare la speranza
che — forse — avrebbe licenziato i
soldati del terzo anno di servizio, vo-
lendo quasi introdurre in via di fatto
il servizio biennale.
L'altro dì fu fatta alla Camera la
proposta di cambiare l'ordine del
giorno, posponendo la trattazione sulla
biennale. La proposta cadde ed è
chiaro perchè. La nuova legge ap-
porterà un forte nuovo balzello, però
ci sarà miglioramento nei riguardi
dei singoli e delle loro famiglie.
Ed ora veniamo all'...amaro in fon-
do, alla nostra facoltà giuridica, che
si trovava in corso di trattazione nella
commissione al bilancio. Il governo
vorrebbe che la commissione al bi-
lancio funzionasse, ma, per funzionare,
dovrebbe liberarsi dal punto dell'or-
dine del giorno, che riguarda la Fa-
coltà, e non mica votando a favore,
veh ! bensì eliminando il punto stesso
dall' ordine del giorno.
Il governo, che favorisce in tutto
gli italiani, tenta tutte le vie di fa-
vorirli anche nella vertenza attuale,
e, per coiaio di tenerezza verso gli
italianij «ug^ri^^ce loro di aderire alla
proposta, che la Facoltà giuridica ita-
liana sia demandata a un sub-comitato
apposito, il quale avrebbe il compito
di disbrigare quanto prima la lunga
vertenza. Il governo sperava e spera
ancora nella dabbenaggine e nell' ac-
condiscendenza dei deputati italiani,
come se non fosse stata messa già
a troppo dura prova la loro' longani-
mità e pazienza. Notate bene che con-
tempoianeamente a questo tentativo
del governo di attirare i pesciolini
all'acqua dolce, è stata messa in giro
una voce che suona minaccia : cioè
che, in caso di rifiuto <lei deputati ita-
liani di aderire alla proposta sopra
menzionata, il governo, manifestando
nuovamente la sua benevolenza verso
gli italiani, provocherebbe una deci-
sione della Camera.
Le sono cose molto istruttive e
sommamente edificanti. Non siamo
per nulla i beniamini del governo,
come sostengono sempre gli avversari,
sapendo di dire una falsità.
I deputati italiani, liberali e po-
polari, di fronte a questo atteggia-
mento del governo, si dichiararono
pelò recisamente contrari a che il
progetto della Facoltà fosse assegnato
ad una sottocomissioue della commis-
sione al bilancio, o ad altra commis-
sione. Le proposte di compromesso
sulla questione della Facoltà furono
già respinte all'unanimità dagli ita-
liani nella passata sessione; e nulla
di nuovo è avvenuto che possa mu-
tare questo loro atteggiamento..
Dunque? La lotta, dunque, e pe-
nosa e ostinata ha da continuare :
povero nostro diritto arli studi supe
riori nel nostro idioma!
Adesso, come diversivo, ve ne
voglio raccontare una di nuova da-
ta, però di argomento vecchio, stra-
vecchio. Un globe-trotter, un gira-
mondo, che si dice bulgaro, e che in-
vece è... slavo-turco, e che, se è vero
il nome che porta, si chiama Kosta
Vutinof, sbarca il lunario, tenendo
delle conferenze, dove racconta al
pubblico le meraviglie del mondo ve-
dute e le sue avventure. A Sidney,
p. e., fu aggredito proditoriamente da
italiani. Ovunque ei vada s'imbatte
in assassini italiani. A Tripoli ci vori'à
molto prima che gl'italiani possano
impadronirsi del paese. La Sjiagna e
l'Italia sono due paesi ove non c'è
che corruzione e decadenza.
11 sullodato giramondo e... gabba-
mondo fu applauditissimo a Lubiana,
e i o-iornali ne fecero un avvenimento o
storico, raccomandando a tutti di fare
lieta accoglienza — è il colmo! —
all'esimio conferenziere.
rappresentavano molti fra i nostri il-
lustri Provveditori e, portate le belle
tele sulla spiaggia, vennero immol-
late barbaramente nel mare e, così
guastate le pitture, si servirono di quei
tralicci [)er foggiar ignobili grembiali.
Se io volli dire anche dei nostri
dipinti, che fregiano le nostre placide
chiesuole di villaggio, non" fu senza
motivo.
Varie, fra tali chiesuole, ebbero doni
di pale, grazie alla soppressione di
altre innumeri chiese della città no-
stra, e diverse di codeste chiesuole
ottennero, anche, doni munifici da fa-
miglie nobili zaratine; pale, che po-
trebbero, dunque, aver costituito, sen-
z' altro, 0 parte del dovizioso patri-
monio d" arte che nicchiava nelle loro
dimore p atrizie di Zara, o esser state,
fors' anco, lavorate da quelle tante
mani esperte, che, come quelle del
nostro Giorgio Ventura, di mhtro Bia-
sio da Zara, del Pittori, di PaUna il gio-
vine e di altri, che, 0 furono zaratini
(li nascita, come i due primi, od o-
ospiti nostri per alcun tempo, come
il terzo, ed ottennero commissioni in
fatto d'arte e dalle chiese e dai con-
venti nostri e dalle opulenti nostre
famiglie, come il Palma, che lasciò
alle chiese nostre molti fra i suoi
buoni dipinti. Il celebre Andrea Schia-
vonc, poi, che, se i cionacisti nostri
sono fedeli, lavorò immagini per molte
nostre chiese, ed ebbe dimora a Zara
ili conjìn di san Salvatore e vi si ac-
casò con Marina Ricci, lasciando
poscia fra noi e moglie e due nubili
figlie, quando si portò solo in Italia
può aver lasciato, noi inconsci, chi
sa quante sue opere minori,.oltre che
nelle chiese distrutte, anche nelle fa-
miglie della nostra città.
Ma se sui pute ìli rabescati, se su-
gli architravi operati i jiatrizi nostri
lasciarono inquartati i loro stemmi
sette altari con lavori a musaico e
degli utensili preziosissimi, come ri-
sulta da documenti della demolizione.
La chiesa, eh' era lunga cinquanta
braccia e larga trenta, vantava belle
pitture e il convento, nel secolo de-
cimoterzo, eh' era costato per la co-
struzione ventimila ducati, ne posse-
deva forse altre, di egual pregio,
fatture di artisti celebri, come quelle
che si vedevano nella chiesa di san
Demetrio e nel convento annesso.
E a san Demetrio? La bella pala
del Palma, col san Girolamo ed altri
santi f E la pala di san Lucd^ d^inta
da Tiziano? E l'altra, di saiì^M^me-
nico orante da\'anti a Maria, di scuòla
tizianesca, di|)inti che la stima del
pittore spalatjno De-Vita fece salire
a varie centinaia di zecchini? Ma, a
san Demetrio, c'era pure un dipinto
prezioso del nostro Schiavonetto, ed
eranvi pale dipinte alla greca, fra
cui quella del 1814, con la segna-
tura di (h'ov.inni Cleric-opolo. L" in-
cendio esiziale del 1779 divorò quasi
tutto, e ciò che si salvò è affatto
scomparso, e così i bagliori dell arte
veneziana più non rifulgono nelle no-
stre ricche chiese.
•i:
.-i:
Ma. diamo, adesso, una piccola ca-
patina anche nelle antiche case pa-
trizie di Zara, e fra queste, specie in
quelle dei Begna, dei Vergada, dei
de Ponte, dei Lautana, dei Medici,
dei Pellegrini, dei Borelli, dei Ben-
venuti, dei Felicinovich, dove ancora,
fortunatamente, mani dilajìidatrici non
giunsero a profanare, sia ritagliando,
sia dis[)erdendo. In quelle, non meno
l'icche di belle raccolte di pitture di
altre età, dei Catticli, dei Pappafava,
degli Stermich, dei Bianchi, dei Sai-
ghetti, (lei Petricioli, troveremo pure
jiiccoli resti di dipinti, reliquie di co
lorazione di cui io ho già toccato
nella mia (ridda archeologica ma che nobilescìii, tutti codesti ex-voti e sa- oggi descriNerò nicolio pifj diffu-
Pitture aijticlje di Zara.
(Continuazione vedi n.o 21).
Appena risaputa a Zara la notizia,
c'era subito il benefico che avrebbe
largheggiato una somma pel riscatto
dei quadretti, ma, come al solito, fu
troppo tardi.
lo non so capire perchè al turista
forestiero sia concesso di coraprare e
agli amatori di Zara non è concesso
alle volte, neppur di vedere.
0 forse qui si paga con minor lar-
ghezza? 0 gli studiosi zaratini ve-
dono con minor scienza? Io credo, in
ogni modo, che i forestieri sappiano
arrampicarsi meglio di noi per le no-
stre roccie, mentre gli zaratini non
amano arrampicarsi neppure per le
scale delle loro soffitte. L'acrobatismo
archeologico è decisamente un' arte
come un'altra, quando non è un me-
stiere.
Saccheggi moderni e saccheggi an-
tichi.
Mi narrava il conte Lautana che,
al tempo della rivoluzione francese,
nel saccheggio che avev^a subito la
sua palazzina veneta, nella villa di
sant'Eufemia, i contadini, penetrati in
orda nelle suo salo, ave.3sero strap-
pato dalle ricche cornici i dipinti che
cri donativi di un'epoca cristianissi-
nissima, e in una città irta di c.ase
di Dio, di conventi, di edicole e ab-
bellita da alcune di quelle piccole
ca[)pelle gentilizie che la pietà reli-
giosa domestica frastagliava di (pia-
dretti e di immagini sacre, non ci
r velano purtroppo nomi di ai'teficl del
pennello o indizi da cui si possano
fissare paternità di altri artefici che
renderebbero Zara non inferiore di
fama artistica ad altri ])aesi min »ri
di Dalmazia. A Pagusa, il Tizia-
no di])inso la Maddalena e il Por-
denone lasco un Cristo, e, a Verbo-
sca, il Veronese lavorò quadri clas-
sici, e a Lesina, dove il Rosselli donò
il Cenacolo e dove vanno anche am-
miiate pale di Schiavone, di Viva-
rini, del Carpaccio, del Tintoretto, del
Passano, del Signore Ili, del Padova-
nino e del Ridolfi, di tutti i dipinti
classici sono conosciuti gli autori,
mentre per Zara manca ogni certezza.
Gueire, saccheggi, spogliazioni, a
sporti fatti dai Provveditori, e for-
s'anco da quel barone Carnea-Stef-
faneo che amatore, intenditore forse,
od cmungentc, deve a\ erci messo pro-
babilmente lo zampino, })ale ritagliate
nel fondo per adattamenti ad altari di
minor dimensione, ecco il danno, ecco
gli sperperi!
Nel 1808, il governo francese, a-
vendo soppresso a Zara quattordici
chiese per bisogni militari, fece con-
vertire in caserme ed ospedali i due
vastissimi conventi di monache, le
Clarisse, cioè, di san Nicolò, alle
mura, e le benedettine di santa Ca-
terina, dove sorge oggi il Caffè Cen-
trai. Ebbene! Da una nota dell'ar-
tista veneziano Giambattista Augusti
Pittei'i, fatta al morire del settecento
e custodita, fra le carte del soppresso
convento di san Nicolò, nell'archivio
nostro luogotenenziale, risulta che
quel convento possedeva quindici di-
pinti di scuole italica e greca, pel
complessivo valore di lii-e venete no-
samente, do]»o esami più attriti e vi-
sioni jiiù riposate.
(Couiinna) G. Sabalich.
31 Corriere ddla proìfincia
Da Spalato,
Socicià Corale.
Sabato <; (l«)meiiica, nel salone delle
Trociirativo, (jneslii Società (\)rale darà un
grande c.oncerto vocale col seguente pro-
gramma :
Parte ì. — I. Verdi: «1 Masnadieri» -
(loro. — :>. V.M'di : «Don Carlos» - (Jran-
d' aria dram matica per basso (sig. C. Di-
miaich). — (Tiordano : «Siberia» - Coro
dei Forzati. — -4. Boito : «Mefistofele» -
Aria di Faust «(ìiiinto sul passo estre-
mo....» (sig. V. Vncetić). — 5. Leonoa-
vallo: «Pagliacci» - Coro dello Campane,
eseguito dalle allieve e dagli allievi.
Parte 11. — B. Verdi: «1 vesperi sici-
liani» - Aria per basso (sig. C. Diminicli).
— 7. Verdi : «La l'orza del d(!stino» - Fi-
nale II., per soli e coro. — H. Wagner :
«Tanuhiluser» - Coro dei Pellegrini. — 9.
Puccini : «Bolieme» - Aria di Crolline «Vec-
cliia zimarra senti....» (sig. C. I)iminicli).
— LU. Poncliielli: «Gioconda» - Coro d'in-
troduzione eseguito dalle allieve e dagli
allievi.
Dirigerà il concerto il maestro sociale
prol'. Fernando Fedeli.
Da Ragusa,
Scuole medie iu sciopero.
Oggi venerdì 15 corrente gli studoiti
e le studentesse delle scuole medie e della
civica, serbi e croati, a protesta contro,
l'allontanamento di studenti (b.hnati da
Z agabria ed a manifestazione di solida-
rietà colle studentesche croate di altri
siti che di^ questi giorni dimostrarono con-
tro il regime magiaro in Zagabria, tecero
sciopero generale, e, invec i di intervenire
alle prelezioni, inscenarono un giro per le
principali vie delia città, del borgo Pile
c di Gravosa, j)rocedendo a quattro a
quattro. Aprivano il corteo le preparando
della scuola magistrale, scortate da due
portabandiera maschi, comprese anche le
allieve internate j)resso le Ancelle di ca-
rità, fra le quali anche le così dette Figlie
di Maria, ornate delle medaglie di devo-
zione. Gridavano i soliti zivio e cantavano.
Il giro durò indisturbato per più di tre
ore con grande sorpresa della cittadinanza,
meravigliata dello strano spettacolo. (THI
vecento e sette, senza t'ner conto dei ' studenti italiani non pre.^ero parte.
COSE NOSTRE.
Nel giorno 18 marzo p. p. decorreva il ventesi-
moterzo anniversario della morte del nostro illustre
concittadino P. A. Paravia, benemeritissimo fondatore
della pubblica comunale Biblioteca. La messa che si
usava celebrare in tale ricorrenza nella chiesa di S. Si-
meone, da qualche anno è passata in dimenticanza!
Fortuna che eguale sorte non abbia incontrato anche
il monumento divisato ancora nel 1860, e che non siasi
avverata la predizione del Gobbo di pietra (annuario
zaratino del 1862): „Il monumento a memoria del be-
nemerito Paravia che ci era fatto sperare pel 1860 fu
rimandato al 61, e Dio non voglia più in là, che di tal
passo potremmo giungere facilmente al punto in cui
la risurrezione dei morti renderà mutile ogni ulteriore
opera dei viventi." — In oggi, dopo vent' anni, final-
mente la nostra Biblioteca per cura del Comune, e per
le solerti premure dell'esimio sig. Cav. P. Abelié, si
fregia del busto del suo fondatore, in bellissimo marmo
di Carrara sopra elegante piedestallo pure di marmo.
Peccato che il busto come lavoro artistico lasci
molto a desiderare, e che i lineamenti siano del tutto
diversi da quelli tranquilli ed espressivi dell' illustre
defunto.
E di conforto però il poter ammirare nella stessa
Biblioteca un altro ritratto in gesso a basso rilievo,
opera dell'egregio giovane sig. A. Lovrió, scultore in
legno, e che da qualche tempo lavora con attività degna
di lode. Il medaglione è bene riescito e colpita al vero
la fisonomia; merita particolare encomio poi pel gentile
pensiero di farne un dono al Comune per la Biblioteca.
Bravo sig. Lovrió, perseveri con amore e sopra-
tutto faccia sempre tesoro di quelle regole tradizionali
che costituiscono il supremo studio dell'artista.
L'ultimo fascicolo del Libertà e Lavoro di Trieste
nella rubrica Libri ed Autori parla molto favorevol-
mante delle Prime Liriche del nostro collaboratore e
patriota, Pietro Cassandrich. Il recensore, constatato
„il nuovo e straordinario sviluppo che da poco tempo in
qua ha preso in Dalmazia la coltivazione degli studi
letterari" trova nelle poesie del Cassandrich : il profumo
della vita e della giovinezza, facilità nel trattare il
metro nonché uguale disinvoltura nel toccare la nota
dell'affetto e quella così in voga al giorno cV oggi dal-
l'1 humor. Se deve riconoscere che alle volte la forma
si presenti alquanto trascurata, dalla versatilità d'inge-
gno dell'autore si ripromette ben altre poesie ancora
le quali in ogni lor parte potranno vantare anche
questo pregio.
Ci è grato poter annunziare che il nostro com-
patriota, maestro compositore Francesco de Suppé, fana-
tizza il pubblico dei principali teatri d'Italia colla sua
nuova operetta : Boccaccio, a detta degli intendenti uno
de' migliori lavori che abbia prodotto il suo feracissimo
ingegno musicale.
Il signor Vladimiro D.r Pappafava di Zara pub-
blicò di questi giorni, editore N. Solió, un Saggio
sulle opere che illustrano il Notariato. Sul valore let-
terario di quest'opera del nostro concittadino non ci è
dato dir parola non avendo avuto il piacere di poterla
leggere.
NOTIZIE e SPIGOLATURE.
La „Vita Italiana": Rivista contemporanea di
Torino, in occasione della prossima Esposizione Nazio-
nale di Belle Arti, uscirà stampata su carta di lusso e
adorna di incisioni eseguite da valenti artisti, con arti-
coli letterari e scientifici dovuti alla penna di scrittori
molto favorevolmente conosciuti in Italia ed una com-
pleta Rassegna dell'Esposizione di Torino, le cui migliori
opere esposte saranno riprodotte. Già col N.° 7 di
quest'anno vi ha dato opera pubblicando una grande
incisione rappresentante il Rovani, composizione di
V. Bignami di Milano.
Ciò non ostante il prezzo d' abbonamento di lire
5 all' anno, semestre e trimestre in proporzione, rimane
inalterato.
*
Ecco i Sommari dei N.i 6 e 7 del Preludio :
Sul gridare alla rettorica (Enrico Zincone). —
Da Victor Hugo : Les Contemplations. Liv. V. 4 (Olindo
Guerrini). — L'anno della nascita di Dante designato
da esso (Napoleone Razetti). — Reminiscenze biolo-
giche : Le forme degli organismi; continuazione e fine
(Luigi Paolucci). — Vere novo : Poesia (Ugo Bassini).
— La filosofia scientifica nell' educazione - Lettera a
Rodolfo Renier (Pietro Siciliani). — Lettera aperta a
Corrado Ricci (Adolfo Borgognoni). — Un viaggio dì
istruzione (Vesulus). — Bibliografìe. — Luigi Capuana :
Studi sulla letteratura contemporanea - Prima serie (R. R.)
— Goffredo di Crollolanza - Romanzo storico veneziano
(0. G.) — Cenni bibliografici. — Giornali.
Relazioni sulla peste di Milano del 1630 - Lettera
a Rodolfo Renier (Bartolomeo Malfatti). — Sonetti -
Allucinazione, Laocoonte (Arturo Graf). — Il „Cypern"
del Generale di Cesnola (Giorgio Ebers). — Elegia
(Edoardo Barbero). — L'Ospite - Scene in versi (Fi-
lippo Barattani). — Bibliografie: Lorenzo Camerano -
Introduzione allo studio dell' entomologia. — Balduino
Bocci - Sull'antodigestione dello stomaco (L. P.) —
Cenni bibliografici. — Giornali.
PICCOLA POSTA.
Sig1. D. Cat., Vienna. — Grazie : attendiamo la conti-
nuazione e la fine.
Sig. V. Tor., Graz, — Sovrabbondanza di materia ci
obbliga a rimandare T errata-corrige ad altro numero.
COSE NOSTRE.
Le due recite d'addio date dal nostro concittadino
Antonio Papadopoli al Teatro Nobile riuscirono splen-
didissime. Che il Papadopoli nelle parti del Gerente
responsabile e del Ludro si sia dimostrato distinto ar-
tista non c'è bisogno il dirlo, ma che naturalmente al-
l'età dei sessanta non si abbiano quegli splendidi mezzi
di recitazione, de' quali si può disporre in sui trenta,
ciascuno lo vede. E la signorina Papadopoli e i nostri
dilettanti fecero del loro meglio, anzi diciamolo fran-
camente, quest' ultimi, quando si pensa che per due com-
medie come quelle non ebbero nemmeno una settimana
di studio, fecero anche troppo e ci dimostrano sempre
più F amore che li anima per la nobile arte della dram-
matica. Un brava di cuore alla signora Anna Ferrari-
Cupilli, la quale, malgrado indisposta, volle concorre-
re alla riuscita della festa dicendo così bene il benvenuto
nella poesia in versi martelliani composta dal nostro
collaboratore signor G. Sabalich e su carta lucida pre-
sentata al seratante a nome dei dilettanti; ed un altro
bravo al signor Antonio Boniciolli che seppe così
maestrevolmente interpretare il Ciconi nella ballata ine-
dita: I Montenegrini. Non è a dire come il pubblico,
accorso numeroso e plaudente, e la società Filodram-
matica Paravia facilitando al seratante il suo compito
e regalandolo d'una ghirlanda di lauro a nastro di seta
bianca con frangia d'oro, abbiano addimostrato ancora
una volta il loro cuore generoso e l'amore al vecchio
concittadino, che chiude così la sua quasi cinquantenne
carriera d'artista drammatico.
Il Papadopoli ora è ritornato a Trieste quindi andrà
a Vienna per continuare il suo giro artistico ; possa esser
coronato di felici successi. NEMO.
Il nostro concittadino, signor Vladimiro Pappafava,
per la sua opera ,,Saggio delle opere che illustrano il
notariato" presentata a Sua Maestà il re d'Italia, s'ebbe
lusinghiera ricompensa in uno spillo d'oro, adorno dalla
cifra reale con aquila e corona e tempestato da brillanti.
Il 15 m. c. la società accademica degli studenti
dalmati „Dalmazia" in Graz celebrò il suo primo an-
niversario, salutato telegraficamente dalla Palestra non-
ché da numerosi amici e corporazioni ; istituendo un
fondo di soccorso onde soccorrere in parte alle critiche
condizioni degli studenti dalmati a quell' Università.
A questo scopo s'è aperta una lista di oblazioni che
raccomandiamo caldamente.
NOTIZIE e SPIGOLATURE.
Il Vindobona, giornale festivo pubblicato a Vienna
dalla società Concordia allo scopo generoso eli soccor-
rere i poveri di Gorizia, Gradisca, Istria, Moravia, Slesia,
Galizia e Dalmazia, per ricchezza ed originalità d'inci-
sioni e copia di autografi pregiatissimi, non punto in-
feriore al Paris-Murcie, fruttò la non piccola somma
di fiorini 10,000.
*
A Vienna di questi giorni sarà inaugurata la statua
del celebre maestro e compositore Beethoven.
* * *
A Torino, in occasione dell' apertura della Mostra
nazionale di belle arti, di cui il giornalismo tutto è
concorde nel tesserne le lodi, fu pubblicato un interes-
santissimo volume dal titolo Torino, dovuto alle penne
de' più rinomati scrittori torinesi fra i quali Bersezio,
Giacosa, Gamba, Anfosso, Ponehielli ed altri ancora.
Peccato, che il libro costi un po' troppo: sono 8 lire.
*
Il prof. G. Chiarini, nel n.° 18 del Fanfulla della
domenica scrive a dilungo e molto favorevolmente a
proposito di un volume di Odi barbare pubblicato dal
sedicenne Gabriele d' Annunzio, studente liceale nel
collegio Cicognini di Prato.
* * *
I N.ri 9 e 10 del Preludio (Ancona-Bologna) hanno
i seguenti sommari :
II „Prometeo" Eschileo - continuaz. e fine (Federico
Garlanda). Dall'intermezzo lirico di II. Heine - Pari-
ficazione. Dal Nordse di H. Heine (G. M. Labronio).
— A Lalage - Poesia (Ugo Bassini). — Profilo di Ugo
Bassini (Vito Saraceno). — Nel Sepolcro - Poesia (Cor-
rado Ricci). — Strazio - Sonetto (Marino Sabić). —
L'Ospite - Scene in Versi - continuaz. e -fine (Filippo
Barattini). — Bibliografia — Giuseppe Cugnoni - Opere
inedite di Giacomo Leopardi pubblicate sugli autografi
recanatesi (P.) — Cenni bibliografici. — Giornali —
Pubblicazioni. — Libri mandati in dono alla Direzione
del Preludio.
Una traduzione di Scheffel (Rodolfo Renier). —
Idillio notturno - Poesia (Corrado Corradino). — La vita
di Vittorio Alfieri scritta da esso (Licurgo Pieretti.) —
Al Fato - Poesia (Mario Rinaldini). — A proposito di
Ernesto Renan - continuaz. e fine (Orazio Grandi). —
L'agonia d'una candela (Salvatore Concato). — Biblio-
grafia - Otto Badke - Das italienisclie Volk im Spiegel
seiner Volkslieder. II. Auflage - Il popolo italiano ri-
flesso nella sua poesia popolare (R. R.) — Giornali.
Spiegazione dell' Indovinello precedente :
Don-noia.
PICCOLA POSTA.
Gnor. sig. G. Zuliani, Spalato. — Il vostro abbonamento
è saldato a tutto marzo 1880.
Onor. Società Accademica „Dalmazia", Graz. — Abbiamo
ricevuto : grazie.
Errata-Corrige.
Nell'articolo La nutrizione, inserito nel N.° precedente, a
pag. 22, col. I.a, linea 31, invece che: da 1lt a y20 leggasi: da
1/ a V /1 6 d / 20 •
Tipografia di Giovanni Woditsska.
armonizzava pienamente col sistema da lui ordinato.
{BomiscTie GescUchte 77 Vorlesungp.420).Sì e in questi
accenni del Niebuhr che trovasi in germe il pensiero
fondamentale di una monografia pubblicata poco tempo
fa dal signor Alberto Coen di Trieste, e sorvolata
affatto dal Nostro.
Ed ora facciamo punto nella speranza che l'egre-
gio compatriota non vorrà prendere in mala parte que-
ste nostre modeste osservazioni, ma dall'avere noi con
tanto amore studiato il suo lavoro argomenterà in quale
pregio r abbiamo, se ritenemmo prezzo dell' opera sobbar-
carci a si grave fatica. La critica spassionata gicva
ciò che uccide un opera è il silenzio, e questo noi ab-
biamo voluto rompere perchè si sappia che anche qui
da noi le istoriche discipline non si tengono in conto
d' un mero trastullo, ma quale un forte impulso a di-
venir migliori in pensando che un giorno questa nostra
povera patria ebbe essa pure le sue glorie dal corso
de' secoli punto offuscate.
A. Barbaro F'orleo. — Liriche in prosa; bozzetti.
— IWilano, Colombo e Cordani, 1881,
Queste liriche in prosa, (un libretto di pag. 153)
che ci furono gentilmente offerte dall'autore, sono delle
cosettine semplici e davvero riuscite. La scèlta dei
soggetti felice abbastanza, una lingua, se non sempre
corretta, scorrevole e priva di arzigogoli o dei soliti
contorcimenti, fa sì che queste cosuccie si leggano con
piacere. Conoscevamo le sue Melanconie e possiamo
asserire che vi si scorge del progresso, ci si rivela
inoltre un'anima di poeta e questo non è poco al dì
d'oggi nella nostra letteratura.
Conferenze educative tenute al Circolo di pubblico
insegnamento e dedicate alle giovani italiane da Felicita
Pezzoli -— Milano — Agnelli. 1881.
Sono cinque conferenze il cui pregio non è la no-
vità dei concetti, ma che piacciono per la loro assen-
natezza e per quella ingenuità di dettato che deriva
da un cuore di donna conscia della sua missione di
educatrice, di donna che divide il suo tempo fra le
cento faccende di famiglia e le occupazioni del suo
magistero con una costante aspirazione al bello, al
vero ed al buono. All'originalità l'autrice non aspira
perchè come dice, il mondo si ricopia con vicenda im-
mutabile ; ma è certo però che le stesse cose definite
dal criterio sorretto e illuminato dall'esperienza essa
seppe presentarle sotto un diverso aspetto capace di
destare in chi legge nuove e più serie riflessioni. Questo
suo desiderio, crediamo senza tema di esagerazione,
essa lo raggiunse, sia che ci parli della giovinetta
qual' è e quale dovrebbe essere, combattendone il mal-
vezzo esagerato di correre dietro alle mode, sia che
le insegni come vincerlo collo studio e col lavoro, e
se madri o maestre ad allevare dei figli moralmente e
fisicamente robusti. Altri forse avrebbe potuto dare al
«uo dire maggior floridezza, e venustà, avrebbe potuto
discendere a considerazioni più profonde, far d'ogni con-
siglio, d'ogni ammonizione una tesi parziale, metterci
insomma più cervello, ma non certo superarla in luci-
dità d'esposizione, in persuadente facondia e tanto
meno per bontà di cuore che tutto ce lo ha messo. E
dove si sente il cuore chi bada alle parole? diremo
anche noi con l'autrice, citando Ippolito Nievo.
Lo Stornello '^Lontan dagli occhi,, del sig. Giu-
liano Voltolini da noi pubblicato nel N.r 10 anno IL del
nostro periodico s'ebbe l'onore d'essere musicato per
voce di soprano dall'illustre nostro compatriotta Albano
Seismidt-Doda deputato al parlamento italiano e dedi-
cato alla signora Adele Kosi-Bernardini.
Sulla condizione civile degli stranieri, cenni storici
giuridici, è il titolo d'una dissertazione non ha guari
pubblicata coi tipi di G. Caprin a Trieste dal nostro
concittadino Vladimiro D.r Pappafava. Non sono che
25 pagine ma vi è tale una ricchezza di citazioni d'au-
torità antiche e moderne che non puoi non ammirare
r erudizione del giovane autore, l'amore col quale esso
coltiva la diffìcile scienza del diritto e lo spirito emi-
nentemente liberale che lo governa.
ENEVENIA. h?
NOTIZIE e SPIGOLATURE.
È morto a Cannes Bertoldo Auerbach, celebre scrit-
tore, che ha levato tanta fama in Europa.
Era nato il 28 febbraio del 1812 da genitori israe-
liti nel villaggio di Nordstetten nella Selva Nera vur-
temberghese; vi passò l'adolescenza fino a 12 anni, e
fu quindi inviato alla scuola talmudica in Hechingen.
Continuò i suoi studi a Carlsruhe, a Stoccarda e prese
a studiare legge all'università di Tubinga; ma lasciò
in breve questa disciplina per passare, incitato princi-
palmente da Davide Strauss, a quella della filosofia di
cui proseguì più tardi lo studio a Monaco sotto lo
Schelling, ed ultimamente in Heidelberg sotto il Daub,
Le persecuzioni che ebbero a soffrire in quel tempo
gli studenti, non lo risparmiarono ; arrestato a Monaco,
fu condannato per parecchi mesi al carcere nella for-
tezza di Hoenasberg. Spinto dalle intemperanze del
Menzel nella sua controversia letteraria con la cosi
detta Giovine Allemagna,V knQvha^ch iniziò coli'opuscolo
Il giudaismo e la odierna letteratura, la sua carriera
letteraria, carriera proseguita da lui con maggior plauso
coi romanzi: Spinoza e Poeta e Mercante.
Pubblicò, stando a Francoforte, ove pose dimora
nel 1838, parecchi altri scritti, fra cui la traduzione
di tutte le opere di Benedetto Spinoza, preceduta da
una biografia critica di questo filosofo.
/
riuscito a costruire in un anno 5000 chilo
metri di strade rotabili e tutti in alta mon
tagna. Non dimentica il prezioso contributo
della marina da guerra e della flotta mer
cantile.
«*’ Osserva poi che l’Italia in tutta la sua
storia ha dimostrato d’ essere una nazione
solidale con quanti combattono per un fine
. giusto e santo. Lo dimostrò in questa guer
ra col salvataggio dell’ esercito serbo dopo
la disfatta.
Viene poi a parlare della „Società, delle
nazioni “ di Wilson. Rivendica 1’origine di
questa idea al genio latino. Se ne trovano
degli accenni già in Orazio, in Virgilio e
in molti altri Rostri geni. L’umanità deve
esser affratellata, nia le nazioni non devono
venir private dei loro diritti. Non si venga
3uindi a parlare di aspirazioni paradossali i alcune nazioni. In queste contrade si ve
dono chiare le traccie di Roma e di Vene
zia. L’italianità dalmata venne sopraffatta e
per questa sopraffazione noi esigiamo ripa
razione completa. Ci si accusa di imperia
lismo! Ma tutta la storia dell’ italica gente
dimostra quanto profondo senso d’ umanità
alberghi essa nel petto : da San Giovanni
da Capistrano a Eugenio di Savoia, a San-
torre di Santarosa, alle spedizioni garibal
dine del 1870 in difesa della Francia, del
1877 in difesa della Serbia e all’ ultima
spedizione nelle Argonne.
L’ oratore chiude il suo magnifico discorso
rievocando l’eroica figura di Giuseppe
Garibaldi che, nella visione di Felice Caval
lotti, discende dal suo monumento sul Gia-
niclo per riprendere il suo antico posto di
combattimento.
Il pubblico che interruppe spesse volte
con applausi il discorso, saluta l’oratore
alla fine con un’ imponente ovazione, che si
ripete insistente, fragorosa quando i muti
lati ricompaiono al proscenio insieme all’ o-
ratore. La folla enorme agita fazzoletti, cap
pelli e banderuole tricolori. E, insieme, un
grido immenso di gioia prorompe dai petti
di tutti. La dimostrazione si protrae per
parecchi minuti tra la commozione più viva
dei presenti. E’ un momento indimenticabile.
Poi si forma un imponente corteo che
percorre le vie della città e si reca alla
„Riva vecchia" dinanzi allo yacht „Zara"
dove la signorina Matilde Millo, la figlia
dell’ eroe dei Dardanelli, stava appunto
pranzando. La gentile signorina cede alle
acclamazioni della folla e si presenta sulla
coperta della nave a ringraziare. E’ una
commovente manifestazione d’affetto quella
che Zara tutta ha voluto tributare alla figlia
del primo governatore italiano della Dal
mazia.
Poi il corteo ritorna in città e in „Piazza
del Plebiscito" tranquillamente si scioglie.
Visita della signorina Millo a Zara e a
Pago. Ieri 1’ altro alle 7 antim. la nobile
signorina Millo, accompagnata dalla marche-
sina Laura Patrizi, dalla signora Anna Neva,
direttrice delle industrie femminili italiane,
dalla signora Maria Miliotto e dalla signo
rina Maria Anna Cippico, sorella dell’ illu
stre scrittore concittadino Cippico, partì col
yacht Zara dalla nostra città per Pago. Ar
rivata colà, ricevette a bordo, alle 14, i
rappresentanti italiani del luogo ; poi si recò
a visitare la scuola dei merletti, mostrando
singolare interessamento a quell’ industria e
facendo alcuni acquisti. Si curò in modo
speciale della riorganizzazione della scuola,
il cui statuto venne già formulato. Poi visitò
il duomo e fece un giro per la città, accolta
ovunque da devota simpatia. La sera invitò
a pranzo sull’ yacht gli ufficiali del presidio
e alcune notabilità cittadine.
Ieri, giunta a Zara, ricevette la visita di
molte dame e signorine, e si trattenne fa
miliarmente con loro fino alla partenza per
Sebenico, che ebbe luogo alle 14. Speriamo
di avere presto fra noi la gentile figliola
dell’ ammiraglio Mulo, che ha già raccolto
tante affettuose simpatie nella nostra citta
dinanza.
Disfattismo in Duomo. Le solenni fun
zioni che si compiono in Duomo tutti gli
anni a festeggiare la illustre martire romana,
S. Anastasia, protettrice di Zara, quest’anno
vennero turbate, anzi troncate bruscamente
dal fanatismo politico di un pugno di ener
gumeni croati, e da certi indegni ministri
" di Dio che infestano Zara e sognavano di
schiacciarla sotto il tallone austro croato. A
tessere il panegirico della Santa Martire era
stato invitato P. Massimo da Atene, una
bella figura di cappuccino, ottimo patriotta,
che durante i quattr’anni di guerra, come
accennammo altra volta, fece miracoli di
attività nella sua chiesa della B. V. della
Salute, che egli, dopo l’internamento au
striaco dei suoi confratelli, resse con vero
spirito francescano e abbellì in modo real
mente signorile e artistico. Il valente cap
puccino svolse, con eloquenza che sa inte
ressare l’uditorio, il suo tema magnifica
mente. Ma nel descrivere la Santa davanti
alla pira, che doveva consumarla, si permise
di dire che, se l’amor di patria rese forti
Nazario Sauro e, Cesare Battisti davanti alla
, forca austriaca, 1’ amor divino, che è fiamma
celeste, fece della dama romana una eroina
sublime. Giunto poi alla fine della sua ora
zione padre Massimo ebbe pure il coraggio
di dire che, crollata la forca austriaca e
crollato con essa quel cattolicismo officiale,
ipocrita, che della religione facea strumento
di politica a dominar la Chiesa non ad ele
varla, per i Zaratini redenti e uniti alla
grande famiglia italiana, a tutti maestra di
libertà, sorgeva imperioso il dovere di di
fendere con maggior fierezza e libertà i
principi cattolici.
Non 1’ avesse mai detto ! Le pie orecchie
austro-croate ne rimasero inorridite. Il coro
croato della Cattedrale che, approfittando
della guerra, con meschino artificio vi era
introdotto per martoriare col suo latino
austro-croato gli italiani di Zara, in se
gnò di protesta dichiarò di non voler
cantare ai Vespri solenni. I chierici teologi,
che nelle processioni urlano come belve per
sopraffare coi canti croati le preci latine
del clero, scioperarono pure e non vollero
cantare le litanie e il „Tantum Ergo", che
pure aveano eseguito in Duomo ripetute
volte. Anzi la tracotanza di quei simpatici
chierici andò tant’ oltre da ecclissarsi anche
quando avrebbero dovuto portar le torce
davanti al SS. Sacramento. Nostrossignore
non se ne avrà avuto, certo, a male: che
quei tristi messeri non fanno onore all’ al
tare ; ma il fatto va registrato perchè ognu
no vegga quale spirito aleggi nei famosi
seminari della Dalmazia. Nè v’è a meravi
gliarsene.
Se uno dei vescovi dalmati, mons. Carić
di Spalato, nella Messa Pontificale prò Ju
goslavia celebrata il 15 dicembre pr. p.
ebbe il coraggio triste di apostrofare i suoi
diocesani italiani chiamandoli „nemici", e
non ha avuto rossore di dare alla pubbli
cità quello sconcio di orazione sacra, in
cui si legge : „e voi, nemici, se qui siete,
rispettate i sentimenti del popolo croato",
è escluso che i dalmati, italiani e slavi,
s’aspettino dai seminari di questi vescovi
un clero sereno e che compia la missione
di pace insegnata dal Vangelo. I seminari
dalmati creeranno ancora, come han già
fatto, energumeni croati, non sacerdoti cat
tolici.
DeT resto ogni male non viene per nuo
cere. La parola franca di P. Massimo ha
redento il nostro duomo dallo sconcio della
cappella croata : se il bravo cappuccino con
un’ altra predica riuscirà a liberar Zara dai
chierici e preti croati che la infestano, Zara
tutta gli serberà eterna riconoscenza.
Affaccendamento jugoslavo. Rifioriscono,
in questo tepido gennaio che fa sbocciare
Se mammole, le speranze dei pochi jugo
slavi locali, che si chiamarono altre volte
la colonia croata di Zara, la quale, sia detto
fra parentesi, non acquistò mai a Zara di
ritto di cittadinanza, nemmeno quando la
maggioranza croata della Dieta le mandò
in aiuto l’i. r. polizia di stato. Con' le ri
fiorite speranze fioriscono i commoventi
idilli. E i recenti jugoslavi locali si baciano
in pubblico, quando giungono da Spalato,
di contrabbando, liete notizie. Se le dette
notizie, per quanto liete, puzzano di misti
ficazione un miglio lontano, non importa.
E, affrontando serenamente il ridicolo, le
labbra jugoslave si uniscono pertanto in un
bacio che suggella la letizia eh’ è nei cuori.
Ma i pochi jugoslavi di qui sono anche
in altre (e meno sentimentali) faccende af
faccendati. Si vede, per esempio, che pa
recchi villici degli Scogli appena arrivano a
Zara vengono condotti alla sede del „Sokol".
A che fare ? Corrono in proposito varie
supposizioni, fra le quali non sappiamo nè
vogliamo scegliere. E’, del resto, escluso
che i villici si lascino condurre al „Sokol"
all’ unico scopo di fare toeletta, prima di
avventurarsi per le vie della città.
Per i croati della Dalmazia, e di altri
siti, il prete è un elemento politico di pri-
m’ordine. Anzi, i croati senza i preti non
sarebbero mai esistiti. Un’ osservazione, que-,
sta, non nuova, ma che non è inopportuno
ripetere. E i seminaristi, quelli che, cesti
nata la grande Croazia, saranno i sacerdoti
della futura Jugoslavia ortodossa e _ anche,
a tempo perso, della chiesa cattolica, de
vono pur essi darsi da fare, in questi mo
menti gravidi di destino. Lavorano perfino
quando vanno a passeggio, nelle brevi ore
in cui dovrebbero ricreare la mente dal fa
ticoso studio delia teologia, Durante il pas
seggio essi incontrano spesso dei fanciulli,
i quali, assai spesso, chiedono loro delle
immagini di santi. II seminarista, al quale
viene rivolta la domanda, si ferma, os
serva un po’ il ragazzo e poi lo sottopone
a un esame di jugoslavofilia. Se iì ragazzo
risponde bene, se dimostra di sapere quello
che un croato — o jugoslavo — deve
amare e quello che deve odiare, allora il
chierico trae dalla tasca un’ immagine, anche
due, e fa il regalo; se no, non si cura del
ragazzo.
Come si vede, in questi momenti gravidi
di destino, i pochi jugoslavi di Zara sono
tutti affaccendati, in forma più o meno sen
timentale.
Giù le mani! Sembra che gli scolari
croati d’ambo i sessi sentano da qualche
tempo nelle mani un prurito incoercibile;
gioverà che la scuola e le famiglie sappia
no ridurre al dovere questa ragazzaglia
sbizzarrita.
All’uscita (del liceo femminile di S. De
metrio, le scolare italiane vengono spesso
bersagliate con sassi dalle compagne croate.
Poiché ci consta che le pulzelle croate di
quell’ istituto danno frequenti saggi d’intol
leranza politica, ammoniamo le maestre a
mostrare maggior tatto, imparzialità e vigi
lanza e a tener saggiamente in freno le
croatine ricalcitranti, le quali dovrebbero,
smettere di menar le mani!
MARCELLO PATTIERA
--------------- - Al <
Fabbrica vino champagne
marca „Encore"
COMMISSIONI E RAPPRESENTANZE Dvsils di’ingrossa Si gai firasi
I AI I* jr f'k Rk?r -wq*. .................. - ISSI’ORX AZJOMJ.
Giorni fa un bambino di sei anni, che
passava tranquillamente per via, venne ag
gredito da uno scolare del primo corso del
locale ginnasio croato.. Se non fosse inter
venuta subito una signora, il povero bam
bino, al quale venne strappato, gettato a
terra e calpestato il tricolore italiano, sa
rebbe stato anche percosso.
Ci ripromettiamo che la direzione del
ginnasio croato vorrà prendere atto della
nostra osservazione e procurerà di evitare
per l’avvenire simili incidenti.
Nomina. Il nostro concitadino dott. Si
meone Svircic venne nominato a sostituto
del defunto notaio Radoslavo Pappafava
presidente della Camera Notarile.
La messa del soldato. Ogni domenica
alle 9, nella chiesa di San Simeone, il cap
pellano militare don Giuseppe Raffaelli ce
lebra la messa per i soldati. Dopo la messa,
egli usa tenere un sermone informato sem
pre a elevati sentimenti patriottici. Vi assisto
no numerosi anche i fedeli senza divisa, ai
quali non par vero di sentirsi chiamare dal
pergamo nuovi figli d’Italia!
Messa funebre. Giovedì, a cura degli a-
mici, venne celebrata nella chiesa della B. V.
del Castello una messa* solenne a suffragio
del nostro compianto concittadino Antonio
Marussich, morto valorosamente, combat
tendo contro i soldati dell’ Austria.
Scuola di fanatismo. In una scuola po
polare dei dintorni la signorina maestra
vi insegna, oltre alle materie prescritte,
fanatismo Jugoslavo, il quale non fa parte
del piano didattico. La detta maestra scrive
— o fa scrivere — sulla tavola nera due
frasi, che non lasciano dubbio sui suoi sen
timenti politici e sullo jscopo delle sue pe
dagogiche fatiche. Le due frasi sono : „Viva
la Jugoslavia" e „Abbasso.... ". Non com
pleteremo la seconda frase, perchè è su
perfluo e perchè ci ripugna. Ci basta di
completare la notizia. La maestra fa servire
le due frasi a esercizio di lettura per le
fanciulle affidate alle sue affettuose cure.
E* ora di finirla! Riceviamo e pubbli
chiamo : „Come tutti sanno Barcagno e Ce
raria per il loro meraviglioso sviluppo edi
lizio degli ultimi anni hanno cessato d’esser
dei semplici sobborghi della nostra città ;
ne sono parte integrante, abitata da più
migliaia di persone. Orbene, mentre in man
canza d’un ponte sarebbe necessario un
mezzo di trasporto sicuro, comodo e celere
per traghettare in città, il vaporino quando
più ce ne sarebbe bisogno ne fa delle sue.... e
sciopera. »Causa F incuria della direzione, di
due vaporini che ci sono, F uno, quello che
dovrebbe sostituire il compagno in caso di
guasto, è in disarmo perpetuo, l’altro — scar
samente provveduto di pessimo carbone
colla macchina vecchia e difettosa e con
un personale di cui no^ si sa se biasimare
di più F inettitudine, F infingardaggine o la
prepotenza villana vef^o*""ìl pubblico viag
giante e pagante — non corrisponde affatto
allo scopo. Credete che i suoi riposi av
vengano col bel tempo? Macché, a farlo
apposta, soltanto d’inverno quando infuriano
più tremende le bufere di scirocco o quan
do più torrenziale scroscia F acquazzone.
L’idea più ovvia e naturale è che si tratti
di ripicco dispettoso da parte del personale,
oltre che d’insufficenza del vaporino stesso.
Chi conosca i pericoli, le noie, i ritardi
e . . . last noi. last... iì dispendio che que
ste forzate soste del vaporino apportano ai
poveri abitanti di Cerarla e Barcagno, deve
dire che la cosa è venuta a tal punto che
il tacere sarebbe, più che indolenza, ver
gogna. Durante la guerra la direzione, col
pretesto che coll’aumento dei prezzi del
carbone ci perdeva su, procedette ad un
triplice, ingiustificatissimo aumento del tasso
mensile per gli abbonati, facendolo ascen
dere fino a cor. 3 per persona. I buoni e
pazienti abbonati tacquero e pagarono, spe
rando che almeno in compenso il servizio
migliorerebbe. Invece si andò dì male in
peggio; accorciamento dell’orario dei va
porino (terminava alle 8l/2 p. m.), fermate
lunghe ed arbitrarie col pretesto di far
acqua (affare di due o tre minuti, quando
si lavori sul serio) o di far pulizia (! ?),
rozzezza ed impertinenza estrema da parte
degli addetti al vaporino, accozzaglia di
gente mal pagata e perciò sempre svogliata
e scontrosa; insomma uh caos.
Le proteste del pubblico, dapprima timi
de, divennero sèmpre più energiche. Ma la
direzione continuava a fare F orecchio di
mercante. Una volta, ad esempio, quando il
vaporino era guasto, gli abbonati traghet
tavano gratis su barche noleggiate dalla di
rezione. Invece da qualche tempo questa
buona usanza si è perduta ! Gli scorsi gior
ni, sotto F imperversare d’un uragano di
scirocco, i poveretti, òhe dovevano per i
loro affari passare da una parte all’ altra
del porto, erano in balia dei battellanti, che
esigevano per ogni persona una corona ! E
si pensi che al Barcagno e a Ceraria, oltre
che numerosi impiegati, operai e scolali,
costretti dai loro doveri a recarsi parecchie
volte al giorno in città, abitano apche cen
tinaia di nostri soldati e marinai, accampati
ai Fortini e altrove. E che anch’ essi soffro
no grandemente per questo stato di cose.
Perciò richiamiamo F attenzione del regio
governo e del . comando di Piazza onde
prendano le misure suggerite del caso. Già
molte famiglie del Barcagno e Ceraria sono
passate in città e F esodo sarà quasi gene?
rale quando le numerose persone che scel
sero la nostra città a loro rifugio durante
la guerra, se ne saranno andate, lasciando
numerosi appartamenti liberi. Allora, se le
condizioni del servizio del vaporino non sa
ranno cambiate, i padroni di casa del Bar-
cagno e Cereria resteranno con gli alloggi
vuoti. Nel loro stesso interesse, che in que
sto caso collima con quello di tutti noi,
essf; tutti azionisti, provvedano. Comunque
è ora di finirla. Un abitante della Cereria
a nome di moltissimi altri.“
Conferimento di doti nuziali. Anche que
st’ anno erano in concorso le due doti nu
ziali, istituite dai pii fondatori Quattrinovich
e Gallessich per ragazze zaratine povere e
di illibati costumi, che passassero a matri
monio nella festa di S. Anastasia. La Fab
briceria della Basilica Metropolitana, arami-
nistratrice, ha conferito la prima- delle due
doti a Lidia Mannello del fu Santo da Zara ;
mentre la seconda, per manzanza di ragazze
concorrenti, F ha devoluta — in adempi
mento alla volontà dei benefattori — a tre
istituti pii di beneficenza e precisamente:
all’ Asilo per F Infanzia e Puerizia Cor 100,
all’ Asilo delle Orfanelle Cor. 100 ed alla
Società di S. Vincenzo de’ Paoli Cor. 64.
Pietà verso la sventura. Ci scrivono:
„Una povera donna, prestaservizi, certa An-
drina Delmisser, abitante al Canalon 17,
vedova di un udinese che a Zara, nella sua
lunga dimora, fu sempre il primo nelle no
stre file, minata da una malattia che non le
permette un soverchio lavoro per sostentare
i suoi tre figli in tenerissima età, versa in
profonda miseria. Durante la guerra, soffrì
atrocemente, perchè, essendo cittadina del
Regno, si vide negato ogni aiuto dalie au
torità e con difficoltà ottenne un po’ di mi
nestra, una volta al giorno) dalla Cucina
Popolare.
Oggi qualcosa raccoglie dalla carità, ma
è sempre poco ; i bimbi hanno fame ; chie
dono pane e vesti e la povera madre non
è in grado di esaudire F invocazione dei
bimbi. Uno di essi, di circa 5 anni, dagli
occhi intelligenti, tutto riccioli e sorrisi, è
letteralmente consumato dalla fame, dalle
privazioni.
Salviamo questi bambini ; non giuocattoli
essi chiedono ; ma pane ; salviamo questi
piccoli poveri fiori che ànno diritto al no
stro amore ; e aiutiamo la povera madre.
Giriamo la nostra invocazione al Munici
pio, alle nostre autorità, a quanti sentono
nobilmente ; grato compenso sarà a noi la
benedizione di una madre, il sorriso di tre
piccole bocche infantili." „Veritas"
Ambulatorio medico. Veniamo informati
che il dott. L. dei Medici ha riaperto il suo
ambulatorio medico ed oculistico in Calle
Carriera N. 1 III. piano ove riceve dalle
10—12 a. m. e dalle 3—5 p. m.
Circolo di Canottieri „Diadora“. Terza
lista delle oblazioni cittadine per la defini
tiva finanzazione del pontone : Laerte Ni-
colich cor. 30, Ernesto Ghirin 10, Umberto
Biasutti 20, Oscar Periini 10, Pietro Giup-
panovich 10, Bruno Lazzarini 5, Rossignoli
5, G. Gazzari 4, E. Urschttz 4, Dr. Fabrio
4, S. Cettineo 4, Renato de Portada 5,
Dr. Giov. Graovac-Brunelli 5, Giovanni A-
gustinovich 5, N. N. 30, Giovanni Contogrù
10, Giurissich Otmar 20, Defranceschi An
tonio 10, Biasutti Gino 20, Handi Raimondo
10, Ant. Battara 10, Nicolich A. 10, Sellak
10, Tom. Medich 10, Giuseppe Franich 10,
Antonietta ved. Borin 20, Fabbrovich e Rossi
14, G. Cocetti 50, Marussich 30, G. Crivelli
20, Camillo Brida 20, Pietro Battara 20,
Pressel Roberto 10, Vino. Depinguenle 10,
Armanini Antonio 10, Nino Vales 10, Carlo
Cossovich 10, Andrea Malusà 20, Pasini
prof. 10, Dr. Salghetti 5, Tullio Scharlach 5,
Gius. Scuderetti 10, Gap. Ant. Nakich 40,
ten. Nicolò Benzoni 50, ten. Antonio De
véscovi 20, Nino Pernar 10, Mario Perissich
10, Arrigo Zink 20, ten. Vinc. Marussich
5 Lire, ten. Alfonso Tripalo 5, ten. Antonio
Palcich 8r Gino Ubezzi 8.
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R. Stazione Aerologica di Zara
Bullettino metereologico.
del 18 gennaio 1919 (ore 8)
Pressione Barometrica in m/m : 751,7. Tempera
tura C.: 7°, 4. Umidità relativa: 65/100. Nebulo
sità in decimi : 10/10. Mare leggermente mosso.
Vento al suolo: ni. 5,2 da Est (al m. secondo).
Temperatura massima nelle 24 ore precedenti: 12°'3;
minima : 60,6. Acqua caduta nelle 24 ore preced.
l’osserv.: cm.310.0.
Direttore responsabile: Gaetano Feoli.
Editrice la Tipografia : E. de Schonfeld & Co.
RINGRAZIAMENTI
La famiglia ed i parenti ringraziano sen
titamente gli amici che hanno voluto ono
rare la memoria del loro povero
ANTONIO MARUSSICH
col far celebrare una messa a suo suffragio.
La sottoscritta, affranta dal dolore per il
lutto straziante da cui fu nuovamente col
pita, sente F imperioso dovere di rendere
pubbliche grazie all’ amico Signor Luciano
Gazzari che anche questa volta si prestò
colle sue assidue, premurose e disinteres
sate cure negli ultimi istanti di vita dell’a
matissimo
MARCO
strappatole sì bruscamente nel fiore degli
anni, e volle accompagnare F indimentica
bile estinto all’ eterna dimora, volendo così
porgere l’ultimo tributo d’affetto al caro
defunto.
Spalato, in gennaio 1919.
La dolente famiglia
Anna ved. Silos nata Rocchi.
II Dr. L. dei Medici ha riaperto
il suo ambulatorio medico ed ocu
listico in Calle Carriera N. 1. IH.
piano ove,riceve dalle 10-12 a. m.
e dalle 3-5 p. m.
Dr. med. Anton Zingerle
ordina: casa Borelli N. 11.
Riva nuova, 4. piano.
litui nnìlirril da signora venne scambiata la sera
uliu {jcillLllu dell’ ultima festa da ballo nella sala
del Teatro Giuseppe Verdi. Si porti la pelliccia
presa in sbaglio al custode del Teatro per avere
la propria pelliccia.
Da vendere parecchi mobili.
Rivolgersi : Casa Lapenna III piano,
Via N. Trigari N. 11.
BANCA CAMBIO-VALUTE
Casa fondala neTTSSO.
Agenzia principale in Zara
delle
Assicurazioni generali di Trieste.
Banca Popolare di Zara
Agenzie: Arto, Pago e Sebenico.
UFFICIO CAMBIO
Eoiteieie vaglia del Banco di Napoli
Agenzia della Società di Navigazione
Servizi marittimi italiani.
i