trovavano nella barca, prcsentendo qnasi la »ventura clie dovea
sopravvenirc, insistettero piesso il padrone acciö le riconducesse a ter
ra; ina invauo, perche qnesti, n>n prpvedendo alcun pericolo, credette
bene di proscguire 11 viaggio. Giunta la barca alia punta „Veliki
rat" un’ improvvisa raffica tli ven to la capovnlge e tutte le persone
ehe stavauo sulla coperta trovanai in un istante in balia delle on
de. Alcune barche di Castel Vittnri e Caste! Cambio accorsero 8ol-
lecite in aiuto degli sventurati naufraghi, ed estrassero dal mare
i9 persane. Tirata poscia a barca a terra e vuotata dell’ acqua»
vi si rinvennero sotto prora 5 cadaveri; delle altre 8 persoDe circa,
clie, a quanto asseriaeono i naufVagh , trovavansi ancora nella barca
itulla veune fiuora tlato di risaperc, per cui k pur troppo da rite-
nersi che sieno miseratnente perite nelle onde.
Ci scrivono da Gelsa, in data 14 corr. la seguente notizia
ehe ci ba destata Ia pi« dolorosa impressione, ed ö troppo elo
quente da 80 per non abbisognare i nostri commenti:
II maestro MiSin dirigente provisorio di questa scuola popo-
fUre, appena ritornato dalle vacanze autunuali, tolse via dalla scuola
Con sprezzo la Croce che serviva per le processioni; e laceratogli
In modo veramente vandalico 1' ornato, in presenza della scolare-
sca commossa e scandolizzata, la fece collocare sottu-scala in un
luogo assai indecente. II Catecbista, conosciuta tale profanaziooe,
•i fece con8egnare dal maestro Andreis quella Croce e la p >rtö re-
ftgiosamente in Cbiesa fra la commozioue di molti astanti. Un fatto
tfosl scandaloso ed oflensivo alia nostra SS.ma religione, commesso
da un maestro iu un luogo eminentemente cattolico, deve licliia-
mare 1’ attenzione dell’ eccelso i. r. Consiglio scolastieo provinciale.
Annunziatno agli amministratori di Chiese e Fabbricerie, che
gjovedl p. vent, partirä per la provincia fermandosi successiva-
riiente iu tutte le cittä, il signor Antonio Ferotti agente del signor
6, B. Rudari proprietario del coDosciuto stabilimento nazionale di
apparati, ari edi sacri ecc. iu Trento (vedi suo avviso). Abbiamo
fevuto occasione di vedere alcnni lavori di detto stabilimeuto par
tieolarmente degli apparati ricamati in oro, ed abbiamo ammirato
l’ottimo gusto e la finitezza dei lavori, corrispondenti alia riputa-
»ioue cbe gode lo stabilimento.
L’IMMACOLATA CONCEZIONE
QUADRO ID OLIO
II consiglio direttivo della Societä Oleografica lia deliberato
di distribute gratuitamcnte alle Chiese povere 50 Quadri rappre
sentanti M. F. Immacolata con a’ suoi piedi S. Agnese e un drap-
ptllo di Figlie di Marut, ehe ptiö servire ancora per stenđardi di
'Pie Unioni; e 150 semigratuitaroente alle Chiese povere, alle case
freligiose o di edueaziouc, alle scuole di fanciulle ecc: cioe a L.
3,50 (quinta parte del prezzo). Clii desidera i Quadri per ferrovia
in porto assegnato, rnontati in telnio a biette ed entro cassa, deve
Kggiungere L. 2,50 di piii. Vi sono ancora Cornici tutte dorate
da L. 8, 10, e 12 e da Lire 16, 20 e 24 con elegante cima e
eroce intagliate, e con piedi, parimenti in oro buono.
Le domande devono indirizzarsi prima dell"8 Dicembre p. v.
Alla Societä Oleografica, Strada Maggiore '209, in Bologna.
Novena dell’Immacolata. II S. Padre, licorrendo in
^uest’ anno il secondo decennio della proclamazione del Dogma del-
f immacolato Concepimento di Maria, coneedeva particolari indul-
genze per la Novena e per la Festa. L’ eleoco di dette indulgenzc
eoile apposte preghiere per la Novena si sono štampate per enra
de'Ia Societä Oieografica e si vendono franche per posta copie 100
Gent. 70; copie 500 L. 3; copie 1000 L. 5.
Don ERC9LAN0 (UAUPlEiU imprendiiore e redattore roponsaHile.
Kingraziameato*
All inclita amministrazione comunale, agli illustrissimi
signori impiegati civili e militari, al reverendo rl«*ro, agli
egregi cittadini di Zara ed ai distmti signori forestieri qui
dimoranti, che con tante e splendide maniere si compiac-
querq iu oggi <Ii ptibblicarneute dimostra re la stima e be-
uevoleiiza seutite pelf est into Antonio Rolli, la vodo
va, i figli e le sorelle del decesso, profondamente commosse
per tanta bontü, perguno di cuore a tutti i piu rispeüosi
ringraziamenti, e le dichiaraxioni di riconoscen/.a e grati-
tudine eterna.
Zara, 22 novembre 1874.
La famiglia Rolli.
STABILIMENTO APPARATI SACRI
di
G. B. RUDARI
ln Trento
Socio della Regia Accademia ltaliana di Rafaello in Urbino •
premiato dalla stessa con medaglia d' argento nel dicembre 1872,
II sottoscritto si pregia di render noto, che, spi uto dalle mol
te e significanti ordinazioni da cui e contiuuameute onorato, si pro-
curö, onde corrispondervi appieoo, un valente ed abile scnltore i»,
legao capace di eseguire qualunque piü fino e delicato lavoro.
Lo stabilimento d’mtaglio, indorature e ricami dei sottoscrit-
to viene con ciö ad accrescere di estensione e d’ irnportanza, ed 1
sig.ri committenti, ehe per avere statue, immagini ed altre sculto-
re in legno dovevano rivolgersi con loro iucomodoiu luogo diver
so e lontano, avranno per Tavvenire tutta 1’opportuuitä "di poterlr
versare ed ordinare presso il sottoscritto. 1
|n questa occasione si onora lo stesso sottofirmato di notiffi
care, cb'egli tiene nel proprio negozio in Trento stoffe di tutta s«.
ta, darnaschi ad uso di apparati, bordature in oro fino ad uso fim>
e seta, un assortiraento di apparati tanto in ricaino iu seta, iu br*
fino ed in broccato d* oro e d' argento fino, come in oro mezzo fi
no ed ordinari, nonchö stoffe d’ ogui genere delle piü rinomnt»
-fabbriebe nazionali ed estere.
Anche le commissioni d* indumenti sacerdotali come pianeta»
ßtole, piviali, dalmatiche, contineuze, ed altre come baidacchinj,
6tendardi, confaloni, panni inortaari, ombrelli, ecc. veiranno ese-
gnite colla massima puntualitä e precisione di lavoro, e c«*lla stes
sa esattezza verranno dei pari esegnite fe commissioni in hmvft
d’intaglio, indorature, come ferculi, fanali,. tabernacoh, tron i, ili*»
minazioni, raggi, ecc. ecc.
11 sottoscritto nutre Iusiuga di vedersi sempre piü onorato da
nuove ordinazioni e gljcne sono caparra le numerose ehe giä ebbe
fiu qui, promettendo mitezza e conveuienza di prezzi.
Giov. Rstfc. RURARI.
Carleggio aperio deila Dalmazia Callolica.
ragaste a tutto giugno 1875:
M. B. D. M. Novak;
a tutto maggio 1S75:
Rev.mo Mons. F. Mazzanovich, nun. rr. D. B. Zvitanovrch,
padre P. Autuuovick;
a tutto decembre 1874:
MM. RR. D. N. Roglicb, D. G. Depulo. Beor, D. P. Biclieb.
Tipografi»' tl. Tt'etäitaU.
i »
dichiarare che il Santo Padre nella aua celeste ca-
ritá, che va in cerca della pecorella smarrita per
salvarla, mandó monJRior Marinelli al Quirinale
per vedervi il Re IjftertM e parlare com luí. M non si
ebbe la cortesía — pe||usare^una pa$f>la B[|tto cor-
Pi§aé dtmol
la %||8Íone
rmettere^à ra^mrdeWissj!^;
>ie§§ prësso Ü Ê& Vittërio Ëmanlllë'
"api da Su^ Santità.
lo $tesso OssétvfÉóre Romano ' nel *sho
Ndomenica 13 di t ennáid ëdrifermô le
• coli^tegüÉíle %mo étoMniMé: &J.Ï
„1 giornali liberali, che uscirono nelle ore po
meridiano di ieri, pretendono che il dispaccio fatto
pubblicare dall' Agennia Stefani| ait' intento'di smen-
tire ció che venne da noi affermait nellët nota pub-
blicata lo scorso giovedï, partisse áal gabinetto del
ministro dell' interno. ¡ '
„A questa informazione i giornali suddetti fanno
seguire una versione, che vogliono far passare per
testuale, delle parole che il re Vittorio Emanuele,
negli ultimi suoi momenti, avrebbe proferite alia
presenza del ministro di Dio.
. „Abbiamo confermato ieri ció che asserimmo
il giorno innanzi, e torniamo oggi ad insistere sulla
assoluta verità delle nostre parole, nonostante tutte
le smentite che maliziosamente ci si lanciano contro ;
e tutto quanto si afferma in contrario dobbiamo ri-
tenerlo una mistificazione alla quale sono interessati
quelli che vogliono foggiarsi nna legge religiosa e
una Chiesa a modo loro e a loro servigio.
„Cessi adunque questo profano linguaggio, che
osa di temerariamente frapporsi tra il moribondo e
Dio, di cui il sacerdote è il rappresentante. La
Chiesa, invocata nelle strettezza del tempo e nelle
angosce dell' agonia, apre misericordiosamente le
braccia a colui che sta per compadre alla presenza
del giudice supremo, e gli spiana, per quanto è pos-
sibile, le vie dell' eterna salute ; ma veglia severa
alla piena osservanza delle sue santissime leggi".
Coloro, che cOn tanta fidanza danno
smentite, dovrèbbero pensare alla possibilità
che ornai sia nëgli archivi del Vaticano qual-
che dichiarazione irrefragabíle, come già v' era-
no mólte iettere antériori di Vittorio Emanuele
II, a eominciare dalla lettera che egli seriase
a Pió IX qoando regâîè a Maria Adelaide la
rosa d' oro, fino al giorno estremo in cui
mandé il suo cappellano a chiedere perdono
al Papa. In Vaticano si usa molta prudenza
e si rçasconde gelosamente, quahdo occorre,
il segreto del Ke, ma di là non esce mai che
il vero. E come vorreste che la Santità di
Pió IX presso a presentarsi al tribunale di
Dio laseiasse diffondere e facesse pubblicare
cosa non verá? Lo stesso Crispi, nell'interno
dell' animo suo, sa che l1 Osservatore Romano
nel suo comunicato non disse una parola che
non fosse la pura verità. (U. C.)
ministri i engleski budu to učinili namjerom
pod izlikom bivšeg parižkog ugovara,
r na dohfatu učestvovanje u smi-
Da i Engleska misli, ako joj po-
dje zdi rukom, stvoriti koju koloniju turskim
zemljištem, o tom?b|lo tko ávdftmi; pače tu
skoró1 puko bio o kojem5 se ipak ništa
djfbgo nezna, da Engleska misli kupiti u Sul-
táia Xandiju kao Sto je u Kedivea Suec
""U večer trista, ú jutro ništa. Svak u Eu-
ropi čeko Čas i uru da Čuje što će retí kra-
ljica Vikífcrijá svoí»' narodnomu zastupništvu,
ktfje je za 1? tek. na izvanredno zasieđanje
pozvano bilo. Namjesto, kako mnogi mišljahu,
lišma uslied ratnih priprava, da kraljica en-
glezka barem oštro prosudi rusko vojevanje i
zaprieti ratom ako se ne obustavi osvajanje
turskog zemljišta, ona izjavi nadu da će Rusija
po nastojanju Porte i Engleske stat mislit na
mirno riešenje a to će Engleska podupirati što
ikad bude bolje mogla. Ni jedna ni druga vo-
jujuća država, nadometne kraljica, nije došle
takla u nepristranost Engleske a sve do toga
neće kraljevina odstupiti od dosadašnjega po-
stupanja. Moguće ipak da produženjem rata,
neočekivani dogodjaji dovedu do naredaba od-
nosećih se na obranu. U tom slučaju očeki-
valo bi se pouzdanjem da bi zastupstvo doz-
volilo potrebita sredstva. Napokon i to doda
kraljica: odnošaji su sa svim državam po prija-
teljsku. Ovo je po treći put da se u poglavi-
tim prigodam vlada engleska pokazuje u spo-
razumku obzirom na istočno pitanje s ostalim
europejskim vlastima. Neće bit Sultan Vikto-
riji zahvalio na nje govoru a možda ga tko
uz to i prekorio opominjuć „u se i u svoje kljuse".
U Grčkoj se sada dogadja kao preko lani
u Srbiji; vlada nemir u puku radi politike is-
točne a medju ministrira nesloga. Times javlja
da će se promienuti ministarstvo Kumunduros,
grčki Ristić, primio bi mu predsjedništvo. Nu
što je, da malo novaca, manje brodovlja; te još
za koje vrieme Grci valja da upotrebe onu
rusku "sabirimo svoje» sile.„
pare qiflpm che coi
regina áii mari. Si i_
e 1' Austria abbiano^ldic
stantinopôli e
Dardanelli prima che vi giunga 1'esercito-rtisso, nello
stesso tempo prevenga^JPoccupazione di Gallipoli;
ad esser lesi i diritti
i per certo che 1' ínghiltej
arato ai gabinetti di
che non inte|#^no di
ser¡& escluse iláUe tpfctatfte di pace e gie-non
metteranno ¿ftii ché 'la pace sia conctSusa isolafc$-
mente senza la loro; loofferazione; la sjessa díchfti-
razione pare ¡sbbia fS&to ¿ ajiche 1'Italia, pella Grecia
regna granctéfermetí^$|if gabinetto e,,íbvÍBO, 'láettai
vorrebbero intimar guerra alia Porta, altri invece
sono d' avviso d' agiré d' accordo coll' Inghilterra. Si
tro vano del resto assai imbarazzati per non aver flotta
suffiéiente a difeüdere le coste, perció si dice che al-
cuni periti sieno giá andáti a vedere le navi italiane
battrfte sotto Lissa, per servirsi in caso di bisogno
anche di quelle.
La flotta turca continua a bombardare le cittk
russe Eupatoria, Yalta e Unapa, senza peró ottenere
altri risultati che di atterrare alcuni edifizi.
Secondo íonti turche i Serbi furono respinti nel
loro attacco su Kursumlje. II principe Milán, secondo
un telegramma da Belgrado dei 16 corr. avrebbe detto
alia legione degli studenti, che i Serbi non ripor-
ranno la spada nel fodero prima d' aver preso pos-
sesso di Prizren. Un corpo serbo marcia sopra Sje-
nica, ove dovrebbe unirsi colle truppe montenegrine.
Una divisione montenegrina d' Antivari s' impadroni
senza colpo ferire della citta di Dulcigno e un altro
corpo marcia contro Scutari.
Dal teatro della guerra.
Politički pregled,
Naši se ministri rado šetaju. I na 16 tek.
ugarski ministri trkli su se bili k kolegami beč-
kim Auerspergu, Lasseru, Pretisu i Hlumeckiu,
da reku po koju o načinu kojim bi se došlo do
konačnog sporazumljenja obzirom na savez iz
medju cis i transleithanije. Onoga istoga dana
Montiev predlog za gradjenje dalmatinskih že-
ljeznica bio je odbačen a dva dana posije bio
primljen carinsko-trgovački savez s Ugarskom.
Važna je veoma viest da je i naša vlada
javila, kao i engleska, nije sklona pustit Rusiju
i Tursku da se sami dogovaraju. Lako da naši
PODLISTAK.
Ustavni vladari.
Naši svietski državni ljudi prekovrativši kon-
stitucijonalnu slobodu, svrnuvši ju s nje plemenitog
pravca, podvrgavši ju novčenim velikasim i neposte
nim zavoditeljim, brane se carskom vlastju pri ko-
joj je još zakonska potvrda; ali to nije skoro drugo
neg prašinu bacat u oči da ljudi počemu ne ugleda-
ju tek uništenu vladarsku oblast. Što se kroz
konstitucijonalno vladanje zbiva? Na ustanovljeno
doba sakupljaju se komore na razpravu zakonskih
osnova od ministarstva predloženih a od vladara pre-
gledanih te obično onim istim duhom dišućih kojim
ministarstva dišu; nepristanu li Carevi na ministar-
ske predloge, padaju ministri, unutrašnji i izvanjski
posli u nered. Sto se tim hoće? Carska vlast mora
da se podloži ministrim i njihovom mnjenju. Had šta
to, kad Vladarim prosto odbaciti predloge neprave-
dne i nekoristne ? Što su Carevi dakle za ova-
kove državne ljude? „Car" ovo je ime od vajkada
Come ben si poteva prevedere, dopo la presa
di Plevna 1' esercito russo non trova piü seri ostacoli
e rapidamento progredisce verso Costantinopoli. Lo
stesso accadde ai Francesi nell' ultima guerra colla
Prussia dopo la famosa catástrofe di Sedan, nessuno
poté rattenere 1' esercito vittorioso tedesco, e dopo
poco seguí 1' assedio della capitale ed indi la presa.
Non altrimenti sta per avvenire ora ai Turchi se non
interviene 1' armistizio. I Russi peró vanno procra-
stinando desiderosi di arrivare a Costantinopoli, al-
meno per farvi atto di loro presenza.
Ai 15 corr. s'impegnó una viva battaglia fra
Suleiman pasciá e Gurko innanzi Filippopoli, i Tur
chi furono costretti a ritirarsi non solo dal campo di
battaglia, ma dovettero abbandonare anche la cittá
e ripiegare verso Adrianopoli. Secondo un telegramma
deH'//a®a.s i Turchi non sentendosi abbastanza forti
f>er sostenere lo scontro russo presso Adrianopoli, e a stessa cittá non essendo tanto munita da poter reg-
gere ad un vigoroso assalto, si ritirano verso Cha-
taldsche ultimo punto fortificato innanzi Costantino-
poli. La stessa Hatas assicura che 1' ambasciatore in-
glese presso la Porta, Layard, abbia chiesto al go-
verno 1' autorizzazione, che la flotta inglese entri nei
slavno u svakog naroda, značilo je otca, jer su mu
očinske dužnosti naložene bile: puk braniti od
neprijateljskih napadaja, prava mu vršit, upravljati
ga na redamo življenje da se tkomu pravo ne okr-
nji ni u osobam, ni u imanju, niti u časti; svakomu
bo svoje milo i drago. Carevi su dužni svačiji biti,
za svakog se podložnika skrbiti. Cicero poganski mu-
drac bistroumnostju svojom ostavio nam je pisano:
„1 meni se čini (de Off. 1. II. c. Vll) da ne samo
kod Medij anaca, kao Erodot veli, nego i kod naših
starijih rad uživanja pravice postavljeni su dobroću-
dni Carevi. Jer, kad je početkom većina naroda preg-
njetena bila od onih, koji imadiše više imanja, ona
utjecala bi se kojem čovjeku odličnom, koji, zaprie-
čivši uvrjedjivati slabijega, prava povrativši, je-
dnakim pravom visoke (jake) i nizke (slabe) uprav-
ljao bi".
Božanstveno objavljenje na još izvrstniji je na-
čin Careve oplemenjivalo. Premda je crkvi u prvo-
me redu za blaženu vjekovječnost naroda skrbiti
se, zato brine se ona mnogo i za vladare. Ljudi su
njihovoj oblasti podložni a ne živine. Kakono poje-
dinac čovjek neživi za ovaj sviet, ovo dariva se epi-
kurejcim i njihovoj braći, tako ni skupštine ljudi.
A Trieste le dimostrazioni di dolore per la morte
di Vittorio Emmanuele Re d' Italia sorpassarono i
limiti di quel naturale sentimento per i' altrui sven-
tura, che ove venga nobilitato dal principio religio-
so, s' impone al rispetto di tutti e si sottrae ad ogni
equivoca interpretazione. Néll' emporio del litorale
austríaco queste dimostrazioni assunsero un carattere
specificamente político, ed esse sono un insulto alia
memoria del defunto, il quale, siamo certi non avrá
voluto che la pace del suo sepolcro sia turbata da
forsennate agitazioni contro un governo che con tanta
lealtk per mezzo di un principe del sangue, dirnen-
ticando generosamente ogni anteriore dissiclio, cosperse
di lagrime il suo feretro e píamente suffragó 1' anima
sua colla preghiera. Un drapello di persone audaci
volle imporsi a quella fedele popolazione e cercó di
convertiré le funebri esequie, che con pio pensiero
per cura del consolato italiano furono tenute nella
chiesa di S. Antonio, in una dimostrazione politica.
La forza pubblica dovette intervenire contro uno scrit-
turale del Municipio ed un agente di commercio, i
quali con violenza volevano obbligare alcuni esercenti
di chiudere i loro negozí. I nostri lettori si saranno
di ció accorti dalla lettura del placato affisso per le
contrade di Napoli da noi pubblicato nell' ultimo nu-
mero. Vi aggiungiamo oggi un brano, che in argo
mentó stralciamo dalla „Gazzetta di Venezia", gior-
nale certamente non sospetto e che non si sark pre-
stato per aggravare i Triestini.
„11 vivo dolore per la morte del Re, lungi dallo
scemare, crebbe a misura che la polizia tentava di
soffocarlo. I teatri rimasero chiusi tre giorni per su-
prema volontá della popolazione; e ció malgrado che
la polizia volesse, con minaccie, tenerli aperti. Sulla
piazza del Consolato, grande dimostrazione. II gior-
nale 1' Indipendente venne sequestrato, e nella sera
si procedette all' arresto dei redattori, per cui non
useirá il giornale. Tutti i trattenimenti privati furono
sospesi. L' Associazione di beneficenza italiana tenne
ieri I' altro sera seduta straordinaria nella sala di
Minerva, e deliberó: l.o Istituire una píafondazione
Vittorio Emanuele; 2.o Organizzare una solenne messa
fúnebre; 3,o Inviare corone e rappresentanze ai fu-
nerali a Roma. Si ritiene che la polizia proibirá la
messa fúnebre. Per il giorno dei íunerali tutte le
botteghe del Corso e vie adiacenti si chiuderanno per
lutto nazionale, tutte le case saranno messe a gra-
maglia, tutti i teatri resteranno chiusi. Si prevedono
Imamo, izim tiela, dušu neumrlu, koja uviek teži
Stvoritelju svome, koj je u njoj vrhunaravna svojstva
usadio, da se čoviek njih odreći nemože a da se ne
odreče prije iste svoje plemenitosti i nerazbornim
živinam priluči; kako bi htjeli nieki tobože prosvjet-
ljeni materijaliste našega vieka. Htieli bi biti maj-
munskog koljena, kad im je majmunsko srce! u ta-
man svoje pekljanske teorije šire, svoju „selekciju"
uzvisivaju; čoviek će uviek biti djelo neizrecive mu-
drosti božje, Bogu sličan i priličan, možan pomoćju
božjom doprieti do prestolja Previšnjega. Radi toga ko-
ji su stavljeni nad upravom plemenitog ovoga stvo-
ra, dužni su uvjek pred očima držati plemenitost nje-
govu i vrhunaravnoj svrsi po kriepostnom življenju
priredjivati ga. Al nu što Duh sveti govori: „Slu-
šajte kralji i razumite; naučite se vi koji sudite
zemlju... oblast vam je od Boga podana (a tko dru
gi mogao bi nad ljudim gospodovati, kad ljudska na
rav u svakomu jednaka?). On će iztražiti djela va-
ša, pretresti vaše misli, jer dok ste bili službenici
carstva njegovoga, nijeste sudili pravo, nijeste zakon
pravednosti obsluživali nit po božjoj volji živili;...
sud strog će biti onim koji vladaju" (Sap c. V I)
Katolička Crkva, majka pravoga izobraženst va
N. 20. Zara, Venerdi 15 Marzo 1878. Anno IX.
Cattolica
KATOLIČKA DALMACIJA
Veritatem faeientes in charitate, crescamus in
illo per omnia, qui est caput Chmtus.
(S. Paul. Eph. IV. 1,5.
Esce il Lunedi ed il Venerdi. Ego interim clamito: Si quis Cathedrae Petri jnngitur, meus est.
(S. lliermym. Epis. XVI. ad Dam J
Vos ipsos. auxiliante Deo, ir» dies alacriter operara Vestram impensuros in trtenda salutari Ecclesi® doctrina, animisque in Iteligionis amore et in verae fidei professione
roborandis, (p¡0 ¡ \ ne/ Breve dll 2t Febbrajo 1872 agli scrittori delta Dalmazia Cattolica.)
Condizioni d'associazione. — Per Zara per un anno anticipatamente flor. 6. i- Per la Monarchia Austro-Ungariea flor. 7. — Per Testero per un anno fran-
chi 15 in oro. — V associazione è obbligatoria per Tintera annata. Chi non avrà dato disdetta alla fine di un'annata, si riterrà associato anche per la seguente. — Le as-
soeiazioni c gTimporti di denaro in gruppi, o nieglio in assegni postali, si dirigano alF Amministrazione della Dalmazia Cattolica in Zara. Le corrispondenze affrancate alia
Kedazione. I comunicati s" inseriscono al prezzo di s. 10 la linea. Inserzioni in quarta pagina a tariffa assai moderata. Un N.ro separato s. 8. I manoscritti non si restituiscono.
II ministero italiano.
II telégrafo si o affreltato a dar ragione
alie prevísioni del nostro corrispondente romano
sulla caduta del ministero Depretis, dopo glí
scandali dati dal Crispí. Infatti essendo stato
chiamato alia presidenza della Camera con una
imponente maggioranza Benedetto Cairoli in op-
posizione al ministero, questo diede le sue dí-
missioni, le quali furono anche accettate ed il
Cairoli stesso fu incaricato della forrnuzione del
nuovo gabinetto. Chi conosce le precedenze di
questo sinistro capopartito potrà di leggieri ar-
güiré verso dove tenda 1' Italia legale nella nuo-
va sua evoluzione política. Noi seguiamo con
attenzione questo sviluppo e la ragione è chia-
ra, imperocchè desso sta in intima relazione con
una qnestione che tanto interessa davvicino noi
e tutti i çattolici del mondo, colla liberta ed in-
dipendenza della Sede. Sotto questo ptiíito
di vista noi abbiamo considerato sempre le con-
dizioni politiche dell' Italia. Le nostre apprezzia-
zioni diverse volte furono fraintese, ci vennero
attribuite intenzioni meno rette, ed il nostro lin-
guaggio fu giudicato per lo meno come efletto
di un' appassionata esagerazíone. Prescindendo da
altre considerazioni, dornanderemo ora ad ogni
uomo onesto se la coscienza del mondo catto-
lico possa essere tranquilla, se questo possa re-
stare indifférente ad avvenimenti che nel loro
necessario svolgimento misero a discrezione di
un Crispí la liberta esterna del Capo della Cliiesa
cattolica, nelF atto più solenne della sua autori-
té? Non si tralla di persone, ma di princípi. Per
f indipendenza della Santa Sede valgono lo stes-
so i sinistri ed i destri; è la rivoluzione che
domina con questi e con quei: per gli uni e
per gli altri d¡ritió e giustizia sono arnesi di
un museo medioevale.
In mezzo pero al dolore ed alie angustie,
che ci opprimono 1' animo per aueslo stato di
cose, ringraziamo la Provvidenza, che per boc-
ca degli stessi nemici rende ora omaggio alia
santa memoria del grande Pontefice Pió IX, il
quale sino dai primi momenti h vendo smasche-
rato P intima natura della rivoluzione, ne aveva
non solo denunziato al mondo i rei propositi
verso la Chiesa, ma previsto encora le sventure
che avrebbe arrecato all' Italia.
In primo luogo è il „Tempo" di Venezia,
giornale della sinistra, che fa una sintesi delie
seguenli linee, che stralciamo dal medesimo,
della moralità del governo dei destri, il quale
condusse T Italia dal convegno di Plombières al-
la breccia di Porta Pia:
„Volete obbligarei ad usar le stesse armi, a
rispondervi per le rime? Volete che ricordiamo il
maggio del 1864, quando il Parlamento si cambiava
in Corte di Assise, ed i deputati ed il popolo face-
vano ressa per udire di un sacco d' oro che passava
da una mano tremante a un' altra mano tremante
nel riceverlo, ed uscivano condannati, ripudiati Su-
sani e Bastogi? Volete che ricordiamo i fasti delle
ferrovie merid. fino alie carte dell' inchiesta trafugate ?
Volete che rifacciamo la storia della Regia dei ta-
¡ bacchi e ridestiamo le aggressioni in via dell' Amo-
i riño : le lettere col facciamo quattrini ; le morti del
| Faccioli e degli altri ; le vergogne del Pironti che fa
! arrestare come imputati ,i testimoni per toglier la
! difesa agli innocenti; le proteste del Borgnini e del
; Nelli; la condanna della Comínissione d'inchiesta, e
le centinaia di miglioni spat'iti nelle ferrovie con un
tratto di penna? Volete ch£ entriamo nella vostra
famiglia a cercar la moralità? 0 volete che doman -
diamo i titoli di moralità alla Nazione, il giornale
della Regia, 1'apologista dei Bastogi; od a quel
corrispondente omnibus che scrive alia Nazione di
Firenze, al Pungoto di Milano, ha un' eco nel Rinno-
vamento di Venezia ed un braccio nel Piccolo di
Napoli, ed è quel famoso delle Pillóle Scotti? Volete
insomma che spieghiamo in lungo e in largo come
la destra si trovo ridotta a quel punto che obbligó
il Sella a felicitarsi per 1" avveninoento al potere
della sinistra, dichiarando che la corruzione erapiena?"
Ora audialur et altera pars, la „Gazzetta
d'Italia", giornale moderólo ' dei destri e veda-
no i. »os tri letteri qoal di moralità abbia
raggiunto il governo d' Italia :
„Se il paese deve vedere al potere, prima che
in uno stabilimento penitenziario, tutte le figure più
0 meno giudicabili che formano una grande catena,
il cui primo anello è attaccato al masso di Santo
Stefano e 1' ultimo è saldato alia porta dè^ numero
31 via S. Gallo in Firenze, *) davvero che T Italia
divverrà segno di pietà profonda e non d' immensa
invidia alie genti civili, eñe saranno teníate di tirare
intorno a noi il cordone sanitario.
Valeva davvero lt? pena di far T esperiraento
della sinistra al potere per porre in più elevato
scanno i Luciani, i Nicotera, i Crispi, soggetti degni
degli autori de' Misteri di Parigi e delle Taverne
di Londra!
Noi lo diciamo col euore in mano. Sebbene
questo rápido passaggio di figure patibolari dal potere
al domicilio moralmente coatto, dalla tribuna al car-
cere, porga argomento di tarda soddisfazione alia
Gazzetta d' Italia, che nacque e vive per non dar
quartiere a certa classe política, nonostante avremmo
preferito aver torto che aver ragione con tanta ver-
gogna nazionale, con tanto strappo del prestigio
delle nostre libere istituzioni
Siamo onesti ! disse un giorno il Barone di
Brolio, che ha poi sciupato la sua frase e sé stesso,
dimostrando che onesti per lui possono essere anche
degli uomini obbrobriosi, compresi tra il numero
1 ed il numero 31 !
Ebbene, se vogliamo essere onesti sul serio,
diciamo la verità. Quai giudizio puô íarsi di. un
partito che ha la taccia cosi orribilmente chiazzata
ed il corpo coperto di pustole nere, quali sono i
Luciani, i Crispi, i Nicotera e compagni? E qual
giudizio puô farsi di un Ministero, da cui si distac-
cano pezzi di carne fracida e cola dalle sue ferite
una materia cosi purulenta?
Oramai tutto il corpo è viziato e non ci si
venga a parlare nè di operazioni chirurgiche, nè di
cataplasmi più o meno senapati. Bisogna sotterrare
il morto, se non vogliamo ammorbare Tintero paese,
nel quale, è inutile dirlo, il pus è già inoculato! E
se cid non fosse, la forza della pubblica opinione
sarebbe più efficace e non si vedrebbero tollerati al
potere uomini, che, per reati ancor più lievi di quelli
contestati a' Crispi ed ai Nicotera, trascinerebbero,
altrove, non solo la caduta di un Ministero, ma di
un partito e fors' anche di un regno e di una repub-
blica
Nè in Inghilterra, nè in Germania un Disraeli
ed un Bismark si permetterebbero quello che si è
concesso un volgarissimo ministro, quai è 1' on. De-
pretis, di coprire per si lungo tempo uomini ed
opere quali vengono in mente pronunziando il no&e
de' Crispi, de' Nicotera e compagni. Nè in Inghilterra,
ne in Germania la Regina e T Imperatore si permet-
terebbero di prendersi a gabbo la pubblica opinione,
come si è fatto in Italia, dove indegni consiglieri
non si sono vergognati di fare sporcare I'albo degli
ordini cavallereschi del regno con nomi che finiranno
col figurar ne'registri del bagno e degli ergastoli, e
peggio ancora, non hanno esitato di consigliare che
minúscula dona fossero dalla Corte spediti a ministri
caduti sotto la pubblica esecrazione
Non è consolante spettacolo davvero che il no-
vello ramo di una dinastía tanto amata e rispettata
sia oggi entrato in Parlamento circóndato da' rami
secchi o fracidi del gabinetto Depretis ! Forse che i
rimasti sono migliori di quelli che uscirono? Forse
che il semplice fatto della convivenza non li ha resi
tutti del pari indegni di governare il paese ? Forse
che un uomo, come Depretis, che ha la mano cosi
felice da levar sul candelliere personaggi cosi puliti
come i due ministri dell' interno caduti, che ha il
cuore tanto tenero per commuoversi agli attacchi,
di cui sono bersaglio, e che ha gli occhí cosi prontí
al pianto per implorare di divider con essi la soli-
darietà delle colpe loro impútate, perfino della bi-
gamia, non apparisce agli occhi di chiunque come il
più triste appunto perché è il Tartufo della turpe
! commedia? Ed il guardasigilli? Oh! come ha ben
; custoclito le tavole della giustizia e quanto ha ben
dispensato i tesori della grazia! Forse Nicotera e
: Crispi avrebbero potuto quello che hanno potuto ai
tribunali di Firenze e di Napoli, se T on. Mancini,
anzichè ministro, non fosse divenuto la meretrice
della giustizia? E chi non sente rizzarsi i cappelli
in testa pensando all'opera nefasta de'Mezzacapo ?
E 1' on. Coppino non cerco da lungi emular la mal-
vagità de' colleghi ? E abbiamo appena bisogno di
j rilevare la sconvenienza di uomini, quali i Magliani,
! i Brin ed i Bargoni, che avendo un nome da rispet-
| tare, non si vergognarono d' imbarcarsi in cotesta
tartana, che spiegava al vento una mentita bandiera,
giacchè copriva con le sante ínsegne d' Italia e di
Savoia la veletta dell' avventuriero e del pirata?
E tempo dunque di finiría! La sinistra lasci il
potere o ci presentí degli uomini decenti; ma frat-
tanto si mandi a casa questi avanzi dispregevoli
della barca Depretis ; se pur non vogliamo assistere
alio spettacolo di un giudice onesto ed ardito insieme
che si muoverà un giorno o 1' altro ad arrestare
sulla porta del Parlamento cotesti uomini, che vanno
e si tengono al potere appunto per sottrarsi alia
giustizia ed al disprezzo del loro paese!"
Non aggiungiamo neppure una sola parola
di commente, tenianio soltanto conto di queste
confessioni.
'") 11 giornale La Nazione, organo del Nicotera e dei dis-
sident! toscani.
Po bielu crno.
Odnosno čisto obzorje prošlih dana iznovi-
ce se malo pomutilo. Na zapadnoj mu strani
pope se s njemačkih nizina oblak koji sada,
istina je, niti sunce svietu krije niti munjam
Europi sieva ; ali je takove vrste da mu se na
prizor čovjek ne može da veseli mnogo.
Bismark nazdravi, kako javismo tu skoro, u
Berlinu malo povoljno austro-ugarskoj monarkiji.
Prietnja ostade prietnja a želja bi za Europu
zapovied: što htio, to i postigo. Izrazio mnienje
.f f .• ,'.»• • : •
Pogled po svietu.
' Izbori za geštknsko vieće, kako se došle
znaf odoše ukupno dosta povoljno po vladinu
8t**ku. Oua je našla za se većinu glasova,
nHnie 70 zastupnika više nego ostale stranke
Zptienim oporbenicim nijesu posli željenim
oni su bo u izborim tek više
dobili, I »krajna je ljevica
srećnija bila od združenih oporbenika; jer
ona ima svojih 70 zastupnika.
ZapočeŠe i u Hrvatskoj novi izbori, za
hrvatski sabor, na 12 tek. Gradovi Zagreb,
Belovar i feisek, koji su najprvi zastupnike
birali, izabraše prijašnje: n Belovaru bi izabran
ban Ivan Mažuranić, u Sisku gosp. Kotura,
u Zagrebu gosp. Nikola Krestić, gosp. Antun
Jakić, i D.r Mate Mrazović.
0 dogodjajim odnošeeim se na zaposie-
dnuće ili, o dlaci rekoh, na osvojenje Bosne
i Ercegovine, vojvode pošalju ovih dana novih
izviešća. Trinaesta vojska posla na 12 tek.
iz Zenice: Poglavita vojna kolona stigla je u
ovo mjesto jučer. Opet je ponovljeno obćenje
sa sedmim odjelom vojske, što na 10 tek.
zauze Travnik bez ičijega odpora. Dvadeseta
vojska došla je danas u Gračanicu. Vladalac
Sarajeva, po imenu Hafiz paša, posla iz Bu-
sovače telala pitajuć da bi mu dopušteno bilo
govorit s vojvodom Fili po vicem. Bi mu do-
pušteno. Vojska opočinu u Zenici, jer je bila
umorna. Uz to ponapraviše malo put Vitez.
Sutra dan, 13 tek., vojvoda Filipović
pošalje iz Zenice drugo izvješće, kazujuć da
Hafiz paša i nekolicina sarajevskih boljara
dodjoše k njemu moleć ga da ne ide s vojskom
na Sarajevo. Filipovi« im odgovori da će on
u tomu postupati kako mu je naredjeno bilo
i zamoli ih da ulože sve svoje nastojanje,
vas svoj upliv ne bili se puk dozovnuo pa-
meti a ostavio se bezkoristne oporbe.
Žica donese iz Beča na 16 tek. da, po
izvješću Filipovićevu vrhu njegova razgovora
s Hafiz pašom, nema sumnje da 30 bataljuna
redovite turske vojske sudjeluju s ustašara
turcim i da je po Bosni razdjeljeno bilo sila
oružja, praha i olova. Ustaše se utaboriše
kod Belalovca ne daleko od Busovca, njemu
li jugoistok, i tu se čeka bitka.
Szaparv-u je vala baš tvrdo: ne ruože
napried ni pedalj. Kako sam javlja, a to ne
iz Tuzle, ni iz GraČanice, nego iz Doboja,
ustaše su na 13 tek. žestoko na vojsku mu
udarili kod Gračanice. Navala je bila odbijena,
ali ipak vojska s nestašice hrane, a možda
i strieljiva, podje na se put Bosne i do-
pre do Doboja u najboljem redu, premda
joj ustaše ne dađoše mira. Svi su ranjenici
odnešeni u Doboj. Proti Szapary-u vidi se
ima ustaša preko mjere. Neko misli da ih je,
APPENDICE.
II passato e il preselite della Chiesa
Orientale in Dalmazia.
Cap. VII.
Nazionalismo e Cattolicismo in Dalmazia
(dal secolo IX in poi.)
(Continuazione.)
Quando il Dnca Moimiro, non potendo reggere
ali' urto đelle armi riunite dei Tedeschi e Magiari
venne pienamente sconfitto e la Moravia perdette la
propria indipendenza (907); molti sacerdoti slavi, rr.al
potendo sopportare il giogo straniero, si rituggiarono
nei paesi limitrofi, nella Bulgaria, Croazia e Servia.
I discepoli di s. Metodio, povtando seco le sacre carte
tradotte in lingua slava, organizzarono in quei paesi del-
le scuole, e introdussero nelie chiese la liturgia e
1' uffiziatura slava.
Ma il privilegio concesso da Adriano II e da
Giovanni
VIII ai Moravi non poteva estendersi ar-
bitrariamente ai Croati e Serbi della Dalmazia. I
Moravi erano del tutto ignari del greco e latino, o
ancor troppo barbari per intendere e parlare questi
due eolti linguaggi. Fu auesta, anzi, la ragione che
Cirillo e Metodio addussero al Papa Adriano quando
vollero scolparsi del modo d' agire, che loro veni-
va imputato a delitto. iSi quidem (cosi i dne apostoli
perorarono) si quivissemus illi populo, aliter aliquan-
do cum caeteris nationibns subvenire in lingua grae-
kakvih 12 tisuća i s njima još 2 tisuće redo-
vite turske vojske. Imaju i topova.
Ustaše su oko Bišća * tako ili jaki ili
j srčeni ili drzoviti da na austrijsku posadu
napadoše. Al im je sila za malo bila, jer
biše skoro odmah usilovani uzmieat i; uzmaknut
i sasvim. Mutešarif i paša stave se tom pri-
godom pod obranu naše vojske u tvrđjavi, u
koju se zatvore i kršćani, koji se bojahu da
ih buntovnici ne ubiju. Brzojavka od 15 tek.,
poslata od višega četnika Sameca, javi da je
opet u Bi.šć«. tišina.
U engleskom parlamentu vladini zastu-
pnici odgovore na neka pitanja. Tako na pr.,
da nije bilo s Papom nikakva dogovaranja u
smislu i namjerom da se obnove diplomatički
odnošaji. Vladini odaslanici još'jednu važnu
priobće: Engleskom' koiisulu u Trebisondi
Lazi, stanovnici oko*; Batuma, što neće da
znadu za rusku vladavinu, dadoše molbu, u
| kojoj, očituju da, ako Rus| na nje napanu oni
j će razvit zastavu englezkn i stavit se pod
: englezkn obranu. Vlada englezka nije tim na
j se nikakve odgovornosti uzela. U ostalom da
molba nije još došla ministru Vanjskih posala
i s toga se nije još na nju ni odgovorilo.
È stato un pietoso pensiero qneilo dell' Ammi-
nistrazione cornunale di ricorrere alla carita dei cit-
tadini per soccorrere le famiglie di quei militari di
Zara che formano parte dell'esercito di occnpazione
e non si trovano in grado di provvedere al mante-
nimento delle medesime. A tal effetto essa pubblica
il seguente appello:
CitJadini !
A tutelare gl'interessi e l'onore della Monarchia
molti dei nostri concittadini furono chiamati a ripren-
dere il loro posto nelle file dell'esercito.
Pronti corrispósero ail'appello del Monarca e
della patria, abbandonando famiglie ed interessi.
Molti ira essi sono padri di famiglia, sono figli
e fratelli, che a mantenere i proprî non avevano al-
tro che il proprio lavoro.
Mentre questi generosi, seguendo le bandiere,
sotto le quali militano con eroico corraggio ; soppor-
tano privazioni e tatiche d'ogni specie, ed ove oc-
corra, sono prodighi del-, íoro sangue alla patria, le
loro famiglie versáno nell'indigenza.
E nostro dovere il soccorrerle.
Le sole forze del Comune non possono bastare
a tale compito, ed è perciô, che l'Amministrazione
Comunale ieri adunatasi in apposita seduta deliberava
mediante appello al patriottismo dei propri concitta-
dini. di iniziare una pubblica colletta, onde col ri
cavato della stessa provedere al bisogno delle fami-
glie suindicate, ed occorréndo soccorrere a quei va-
lorosi militi, cui potësse toccare la triste sorte di ri-
manere feriti.
Un apposito comitaio che dal Comune verra
costituito, si occupera con Questo a raçcogliere tali
offerte e provederà perché le stesse prontamente ed
in giusta proporzione vengano impiegate allo scopo
cui saranno devolute.
Cittadini !
Il Vostro patriottismo, la Vostra generosità so-
no troppo esperimentate e non abbisognano di spe-
ciali eccitainenti. Ad esercitarli mai vi fu causa più
nobile, ed il Com un j è convinto che Voi non man
cherete;-alla Vostra JW^ 1
fkdl' Ammintéjfcazfone Comunale %
Zara, li 19" agosto 1878.
IÍ Podestà N. Trigari. it4
G li assessorî : N. cav. Luxardo — P. eav. de Tom
sick — C. P. Bianchi — F. Fmfycescki,
ca vel latina, omnino quae reprehenditis non sanxis-
I sern. Sed quia idiotos viarum Dei totaliter reperi, et
ignaros, solum hoc ingenium almifluae Sancti Spiri-
tus gratiae cordi meo inspiravit, per quod etíarn in-
' numerum popolum Deo acquisivi (V. Farlati T. III,
pag. 91). In Dalmazia a|l'incontro appo i Slavi era
ben nota ed usata la lingua latina. Cario Magno co-
| me altrove cosí pure in Dalmazia ave va aperto del-
; le scuole latine. La lingua latina era la lingua uf'fi-
j ziale, ed i Principi slaví in quell' época in questa
i lingua estendevano i pro'prí diplomi e decreti. Infi-
ne dal tempo della prima lor conversione, i Slavi
in Dalmazia avevano adpttato la Liturgia romano-
| latina, né vi appariva aícune necessita per commu-
taría colla slava. Quel che poi irritava 1' Episcopato
dalmato contro quella novitá si fu il contegno di Gre-
¡ gorio di Nona .Vescovo dei Croati fanatico sosteni-
| tore e propagatore della medesima. Egli dava con-
tinua molestia al Metropolita di Spalato arrogandosi
; pill volte i di lili diritti e machinando come sottrar
! re i Slavi della Dalmazia alia di luí soggezione.
Órdinava a sacerdoti individui che nulla sape-
vano di latino, venendo cosi a formare un clero la
di cui scienza si limitava alia lettura in slavo del
; Messale e del Breviario. Una nuova controversia pre
se ad agitare gli animi in Dalmazia. Alcuni difen-
¡ devano, altri riprovavano 1'úao della nuova Liturgia:
vi fn anzi chi la credeva infetta di eresia.
Per ristabilire la quiete, e donare la pace alia
Chiesa, Giovanni Metropolita nnito agli altri Vescovi
; suffragauei, scrisse al Sommo Pontefice Giovanni X
i rendendolo edotto di quel nuovo stato di cose, e sup-
Corrlsponaenze.
Roma, 15 agosto.
Voí, che abítate álle rive del mare e, vi dico
fra paren.tesi, siete invidiabili in questi giorni cani-
colari, avrete piú volte 1'occasione di osservare co-
me, dopo una violenta tempesta, le ondate che a
lunghi intervalli e morte vengano a frangersi sulla
spiaggia, accennino che il mare si dispone a farsi
tranquillo. Eecovi a che punto siamo in oggi colle
agitazioni per 1'Italia irredenta, le quali, da oltre un
mese tenevano in moto violento la superficie del ma-
re político italiano, dove galleggiavano tutte le teste
leggiere; mentre il fondo, ch é la parte sana della
nazione, se ne stava tranquillo. Par troppo. sedata
una tempesta, si resta sempre col timore che ne so-
pravvenga un'altra e specialmente quando 1'orizzon*
te ñon siá netto dalle nubi. tn questo caso precisa-
mente siamo noi qui in Italia. Intanto gl' interessati
rilevano le consegueijze della cadente tempesta. É
inutile che vi dica come la parte sana veda in que-
ste agitazioni una nuova fonte di guai e di dolori,
e studiandone le cause e le tendenze, vi ravvisi il
necessario svolgimento del principio rivolnzionario,
che trascina il paese ajla rovina morale e materiale.
Tra i liberali vi é una frazione che condanna il mo-
vimento per ragioni di opportunitá o diro meglio per
motivi d' interesse; e questa é la frazione moderata
rappresentata nella. camera dalla destra, nel paese
conosciuta sotto il nome di consorteria. La ^Gazzetta
Piemontese", che é un suo organo, considerando il
programma del partito d' azione ed il eoncetto a cui
sono inspírate le agitazioni, riferisce che uon possa
essere il principio nazionale il movente di tutte que-
ste manifestazioni, imperocché in tal caso il partito
stesso dovrebbe reclamare non solo 1' annessione del
Trentirio, dell' Istria e «di Trieste, ma, e con piü ra-
gione, la restituzíone di Nizza e Savoia, e della Cor-
sica, 1'annessione di Malta e del Cantone Ticino;in-
vece nelle migliaia di discorsi pronunziati e di voti
formulati non vi é una sola parol^ 'jnon ua accenno
alia redenzione di questi paesi. La „Gazzeta" percio
ci vuol vedere nell' agitazione promossa a favore del-
le provincie soggette al vostro impero, un puropre-
testo; mentre tutto il lavorio della setta avrebbe uno
scopo repubblicano. Condanna percio essa il movi-
miento, grida alP aliarme, preme sul governo perché
lo soffochi; imperciocché se il passaggio del gover-
no in mano dei sinistri ha spostato gl' interessi dei
moderati, prevedono essi nuove sventure in ogni ma-
nifestazione che possa ritardare il loro ritorno al potere.
Vi é d; altra parte un partito estremo, a cui
non vanno a sangue le dimostrazioni contro 1'Au-
stria, ma per motivi del tutto contrar!; ed é quel
partito nel cui interesse, lentamente si, ma con co-
stanza lavoravano i destri fino a tanto che nelle loro
mani era il timone dello Stato, ed ora, forse anche
senza volerlo, con maggior alacrita lavorano i sini-
stri. V* imaginarete che io intenda parlare dei socia-
listi i quali ritengono essere propizio il tempo per
1' azione. Le crisi ministéríatli che nei due ultimi an-
plicandolo perché a mezzo di apostolici» legati da man-
darsi in Dalmazia si dég'nasse di esaminare la que
stione, e significare agli Slávi la for mola della loro
fede. In Dalmazia allora regnavano Tomislao Duca
dei Croati e Michele Duqa dei Serbi. Questi due sag-
gi principi in quel difficile incontro, anche essi, alie
preghiere del clero dalmato dirette al Papa unirono
le proprie.
II Papa annul ben volentieri ai deáideri e re-
clami dei supplicanti, e sped! in Pajmazia come suoi
legati Giovanni Vescovo di Ancona, e Leone Vesco-
vo di Freneste. Questi giuosero in Dalmnzia circa
l'anno 925 portatori di Tettere papalí a,l metropolita
e suoi suffraganei ed ai Duchi Croati e Serbi. Dopo
di aver ben esamínata la questiOne viaggiatido per
le citta e castella della Croazia e Serbia, portaronsi
a Spalato dove coll'intervento del metropolita, <dei
vescovi, del duca Tomislao e , Michele noncbé di altri
ottimati celebrarono un concilio: nel quale furono sta-
biliti quindici cunonj. Relativamente airintroduzione
della lingua slava neH'uffizio divino nel canone X
venne decretato: ,.ut nullus Episcopus nostrae Pro-
vinciae, audeat in quolibet gradu slovinica lingua pro-
moveré, tame'n in clericatu et monacatu Deo deser-
ví re. Nec in sua Ecclesia sinat missas f'acere praeter
si necessitatem sacerdotum habeat per supplicatio-
nem a Rom. Pontif. licentiam ei sacerdotis ministerii
tribuet" ((Jan. X in oct. Cone.)
II vescovo di Nona mostrossi avverso a questo,
canone. Appoggiato dal suo partito mosse appello,
alia Santa Sede. Poi dall'una e dall! altra parte fu-
rono spediti dei Procurator i a Roma. Ma questi mal
Brzojavka, ođ 27 tek. iz Beograda, ne kaže
dalje ništa, hoće li naime Ristic zauzeti se
toga posla, al po svoj prilici hoće, jer inače
bi bio i on odstupio. I Srbiji nije Čisto 11a
istočnom obzorju, u dielu Stare Srbije, što joj
je trterlinski sastanak uđielio. Ima bo bunto-
vnika i ondje. S toga Srbija kupi vojsku oko
Vranje da se ne bi vatra razpirila kako se
je Austriji u Bosni i Ercegovini, kako se raz-
piruje Crnoj gori na skadarskom jezeru. Crno-
gorci su obkolili Podgoricu su kakvih 8000
vojnika pod upravom Boža Petrovića. Po
„Tagblattu" Bozo je Pe tro vic 11a 20 tek. na-
redbu primio da Podgoricu na silu posvoji,
te je započelo pucanje topova s obe strane.
lie feate del Belgio.
Il Belgio festeggió solennemente il ventesimo
quinto armo del matrimonio del re Leopoldo II col-
l'arciduchessa Maria Enrichetta d' Austria. II giova-
ne principe, al quale Leopoldo I nel 1865 lasciava
íl trono del Belgio, e la sua consorte seppero si
bene mostrarsi compresi de i do veri, che hanno verso
i popoli da loro governati, che 1' intiera nazione
prende parte ad un avvenimento che altrove sarebbe
passato inosservato.
Ií Re e la Regina del Belgio pensarono che
prima di ogni altra cosa conveniva ringraziare Iddio
dei benefizí loro accordati durante i venticioque
anni del loro matrimonio. E un solenne Tedeum
venne cantato nella chiesa di Santa Gudula, con in-
tervento delle Loro Maestà e della Corte di Fian-
dra, dell'arciduca Alberto d' Austria e del principe
Guglielmo di Prussia. Uffiziava 1' eminentissimo car-
dinale Dechamps, arcivescovo di Malines e primate
del Belgio, coll' assistenza dei Vescovi del Regno. —
Quando i Sovrani posero il piede sulla soglia del
tempio, l'illustre Porporato loro indirizzô le seguenti
parole:
,,Sire, Signora,
„Dio vi conservi lungamente, e molto lunga-
mente al Belgio, ed in questa chiesa di S. Gudula,
nella quale passarono tante generazioni e tante al-
tre passeranno ancora, 1' Episcopato belga, che verrà
dopo noi, abbia il piaeere fra venticinque anni di
presentare le sue congratulazioni al re Leopoldo II
ed alia regina Maria Enrichetta, nelle solennità per
le loro nozze d'oro, in mezzo ad un popolo tre
voltè fedele: fedele a Dio e alia Chiesa di Dio 5 fe-
dele al Re ed alia Dinastía ; fedele alla sua storia,
alie sue glorioso tradizioni ed all' unione, che fa la
forza dei figli di una stessa patria".
II Re rispóse in termini molto affettuosi verso
il venerando Cardinale, che, or sono più di tren-
t'anni, era incaricato dell' istruzione religiosa del fu-
turo Sovrano.
II re Leopoldo II del Belgio è nato in Bruxel-
les il 9 aprile 1835 da Leopoldo I, e da Luigia di
Orléans, figlia di Luigi Filippo. Prese in mogíie il
22 agosto del 1858 1'arciduchessa Maria Anna En-
richetta d'Austria, figlia dell'arciduca Giuseppe, pa-
latino di Unghería. Da quisto matrimonio nacquero
tre figlie: le principesse Luigia, maritata nel 1875
al principe Filippo di Coburgo, Stefania e Ciernen-
tina,
•
APP END 1CI.
Il passato e il presente della Chiesa
Orientale in Dalmazia.
Cap. VII.
Nazionali»mo e Cattolicisrao in Dalmazia
(dûl secolo IX in poi.)
(Continimione.)
Giunto in Dalmazia il legato Giovanni (1064)
seco conducendo Giovanni Ursini, che fu poi ¥escovo
di Traù, indisse un concilio a Spalato, in cui recitato
íl Rescritto Pápale fece palese al clero e al popolo
le imposture di Ulfo : dichiaró scismatico il pseudo
Vescovo Cededo, nulla 1' ordinazione 'da lui presunta,
finta la riammissione della Liturgia Slava.
Fu in allora che Ulfo, innanzi al Primate ed
ai Vescovi, fu deposto, bollato d' infamia, incarcerato ;
Cededo e Prolopepo furono scomunicati. Gravi pene
furono stabilité contro quelli che avessero osato di
introdurre di nuovo nella chiesa 1' Uffiziatura Slava.
Cededo mostrossi contumace: benchè scomunicato
continuó ad esercitare i diritti episcopali. Fu quindí
di nuovo in un sínodo anatematizzato. Non molto dopo
caddo 'utermo e mori ostinato nella sua empietà.
Con i,..* ebbe fine lo scisma. Ulfo, pentito, per ordine
di Papa Alessandro venne liberato dal carcere, ma
per sempre espulso dalla Dalmazia: non sappiamo
che avvenne dell' abate Prelopepo.
I Oattolici di Gand ed il Be de'Belgi.
Si legge nell' Univers:
I cattolici di Gand hanno diretto la petizione
seguente al re de'Belgi:
A Sua Maestá Leopoldo 11, re de' Belgi.
Sire,
Una dolorosa emozione, preoccupazioni penóse
si sono diffuse nel paese.
Gli atti recenti ed il linguaggio del nuovo ga-
binetto ne sono la causa: essi rjcordano epoche pe-
nóse della nostra storia.
Revoche arbitrarie, la mutilazione ingiustifica-
bile del corpo elettorale a profitto esclusivo d' un
partito, il ristabilimento mascherato del monopolio
dell'insegnamento a pro dello Stato, l'annuncio di
provvedimenti destinati a ferire direttamente le no-
stre credenze, ad indebolire 1' insegnamento della re-
ligione cattolica e a distruggere nelle nostre popo-
lazioni 1'influenza religiosa, indispensabile alia con-
servazione dell'ordine sociale come della nazionalitk
belga, giustificano purtroppo' i nostri timori.
JS'oi veniamo a deporne 1' espressione rispettosa
ai piedi della Maestá V. ed a pregarvi, Siró, ad ar-
restare, col vostro potere moderatore, il procedere
pericoloso del gabinetto.
II ministero del 22 giugno impegna il vostro
governo nella via da cui la Gran Brettagna si é,
con grande suo vantaggio, sforzata di ritornare dopo
il 1832, e in cui la Germania, illuminata da sinistrí
áttentati, ha scorto i pericoíf piú gravi per la sua
vita nazionale e peí suo sovrano. Non ci possono
esser pericoli maggiori pei sovrani e pei popoli, che
la distruzione delle nazioní e la caduta dei troni.
Devoti di cuore e d' animo alia patria nostra
ed ai nostri re, vi preghiamo, Sire, a risparmiare al
Belgio le avventure perigliose in cui il sistema po-
lítico del 22 giugno 1' ha ora lanciata.
Della Maestá Vostra
' Gand, 9 agosto i878."
Gli umilissimi e fedelissimi sudditi.
čete gonjajući četiri turčina na Poplatu kod kute Sa-
rića, u koju su se zatvorili turci i drže džebanu. Mu-
sić obkolio kulu i uzdamo se da će mu se predaji.
Živio Frano Josip Cesar i Kralj. Živile sve Čete
Njegove, Živio Jovanović i vojvoda Musić i mladi
Ercegovci Bog im bio u pomoći da podniže nepri-
jatelje krstjanstva.
Soardona, 19 agosto.
Il 18 corr., giorno Natalizio di S, M, il nostro
gloriosissimo Imperatore e Re Francesco Giuseppe I,
nella Chiesa arcipretale vi fu solenne Messa e Te
Deum, coll' intervento delle Autorità locali in gran
tenuta, e di moltïssimi cittadini d'Ogni ceto e con-
dizione, a fine d'implorare dal cielo prospero, fe-
lice, longevo e glorioso il trono al nostro Sovrano,
e la' conservazione dell' Imperiale Famiglia. A que-
sta sacra e solenne funzione non intervenne pero la
Comune, benchè un giorno avanti avesse invitato
1' autorità ecclesiastica a voler tenere un solenne Uf-
fizio Divino, e le Autorità civilt ad assistervi. Tutti
accettarono volonterosissimi 1'invito. La Comune, come
dissi, brillo per assenza, e ció per il poco accordo
che régna tra 1' Amministrazione comunale ed il suo
Capo, essendo che quelia vorrebbe che alie iolenni
funzioni facesse la prima comparsa questi, ma que-
sti, per 1' uso di non assistere ad alcuna funzione ec-
clesiastica, la mattina dei 18 corrente andè in cam-
pagna. L' Amministraziane comunal®, benchè fosse
stata sólita d' intervenire, come peí Corpus Domini,
peí ringraziamento al Signore in occasione dell in-
gresso delle nostre ^ruppe in Bosnia, ed in altre cir-
costanze, quella mattina anch' essa non comparve.
Questi faiti addolorano e noi auguriamo alia
città che non abbiano a ripetersi mai più, e che i
suo i capi ne,n dieno più 1'esempio di dispettucci pue-
rili, di gare malaugurate, le quaíi sgraziatamente con-
ducono alla trasgressione di doveri e di convenienze.
Sí pensi che il popolo non ne resta edificato e non
ne trae motivo di più profondo rispetto per chi lo
dirige male coll' esempio e non fedelmente lo rappre-
senta. .
DoplSl.
Ošlje na 22 kolovoza.
Ima pet dana da se okolo Stolca, (on je razo-
ren) bratska krv lije; neprestano danom i noću pu-
ca top i puška a dimovi se do neba digli; turci su
digli na našu vojsku krstjane i rišćane silom da se
biju; oh goleme te žalosti! Musić preko Rasna došo
je do Stolca su hiljadu i pei^otina druga, i pozdra-
vio Austrijsku vojsku na Stolačkome građu bielim
barjakom a oni njega na durbin vidjeli pak digli
dva biela barjaka i pozdravili Musića i njegove mla-
de Ercegovce Rašnjane, Žažabce i Popovce. U pro-
šasti utornik uhitiše na Drenovcu Musićeve čete 15
turaka i krštjana, i osam konja koji su gonili džeba
nu u Dubravu turcim. Musića čete obkolile su Sto-
lac svuda od poldne to jest od Žegulje sve do Ko-
šćele tako da turci ako im Austrijska vojska potu-
ži nemogu bježati (Pritužila im je bila ali ipak po-
bjegose, vesela im majka! Ur.) Vojska Austrijska u
gradu Stolcu brani se topom na sve strane, v Turci
najprvo udriše na vojnike Austrijske na Žegulji
idući u Ljubinje pak opet blizu Stolca, u Kopre-
vnicima na RadimIji gdje pade mnogo mrtvieh otud
i odovud, najviše kiridžija.
Četiri vojnika se liepo podnieše na Gorici bli-
zu Stolca bndući se sakrili za jedan stećak i ubiše
četrnaest turaka na konjima i pobjegoše zdravo i j
veselo put Stolca.
Ranio so je Stojan Krmek mladić Musićeve
In questo movimento nazionale-religioso qui il
si fu il contegno di Pietro Kresimiro III re de) la
Croazia e Dalmazia?
Il suo contegno fu quello d'un principe emi-
nentemente cattolico d1 un devoto difensope, d? un
umile ajutante délia santa Chiesa. (V. l'cacki Rad
XXVII pg. 111). Della sua pietà e reF.giosità egli
lascio imperituri monumenti nel suo Rfjgno. Elemo-
8 in as illius enarrabit omnis Ecclesia sanctorum : è
F epígrafe che si potrebbe incidere sud suo sepolcro.
Ancor sotto Nicolè il fondé a Belgrado il Monastero
di s. Giovanni Evangelista, detto ir¿di dai ss. Cosmo
e Damiano ; di poi un' altro nell' isola Pasmano pei
religiosî Benedettini. Dono di pi ngui rendite il rao
nastero di s. Maria di Zara fabbricato da Cika suo
cugino, quello di s. Grisostomo, di santo Stefano di
Spalato, di s. Tommaso di Belgrado, di s. Pietro J
d'Ossero : monasteri una vcdta tanto ricchi da servir
di commenda a cardinali vescovi e prelati di "paesi
stranieri. Cosi pure della sua devozione al Romano
Pontefice diede segni non dubbî. Accolse ed onorè
con dimostrazioni di particolare affetto il Legato
Mainardo, e sottoscriss.e le deliberazioni del Concilio
di Spalato da lui presentategli. Nè minor stima e
venerazione dimostrô verso il Primate Lorenzo :
onorô, e protesse in ogni incontro il clero del suo
regno.
Donde dobbiamo argüiré che egli uso di tutta
1'autorità di re per sostentare e coadjuvare la grande
opera della Riforma intimata dal Concilio.
I Dottrinarî dei seçolo attuale, filosofando sugli
Cittavecchia, 26 agosto.
Non era bene infórmate il correspondente di
Vrisnik, quando ai 17 maggío u. d. deplorava al som -
mo, che a Cittavecchia non vi sia stata persona di
senno e principí religiosi, che avesse voluto obbli-
gare 1' articolista G. P. ad abbandonare la via lette-
raria, e far si che ritorni al mantice ed al martello.
Ripetute; volte gli furono dati amichevoli consigli tan-
to a vq>ce, che in iscritto, ma quando il suo cuore é
omai in viíito a tal segno, da rimirare con dispre^zo
quelle credenze religioáe, che fino a ieri ebbe comu-
ni calla sua genitrice, nessuno deve meravigliarsi, se
dei bu oni e salutari consigli non sa ,trarreil mínimo
profitto. Impressionato alquanto dalle umiliazioi ri-
cevute, si rassegna, suo malgrado, al silenzio, atten-
dendo pero che il tempo gli offra un' altra occasione,
nella speranza, che gli sará piu propizia di prima.
!Ed infatti quando una grave sventura colpiva
il s'ígn or Farmacista Confalonieri, colla mor te del-
1' rmicsi figlia Maria, mentre numerosissimi cittadini
si associavano al lutto intervenendo al fúnebre cor-
t'íggio, tenutosi la mattina dei 24 corr. il sapiente
letterato (sic!) si presentava al pubblico con un fa-
scio di manoscritti, ed offrendoli ad un incarica-
to , perché li affiggesse in luoghi piü visibili, pareva,
d icesse col suo sorriso: presto, affrettati, ía che il
J.nondo conosca, che sono divenuto anche poeta.
I curios! lettori aecolsero quella ridicola com-
posizione con genérale derisione, giudicándo "che il
nuovo poeta non sa neppur bene copiaré.
avvenimenti anche rimoti, sogliono portar in campo
le cosi dette necesaitá politiche, quando vogliono dar
ragione della condotta dei re e principí in questa o
quella congiuntura, partícolarmente se ¡ questa é di
carattere religioso. Per loro Pietro Crescimiro sará
o un astuto politico, o un ipocrita, o. un crédulo bi-
gotto che volle sacrificare il benessere e 1' indipen-
denza nazionale dei suoi sudditti alia tiranníde del
clero latino, * ;
É ben vero che egli era nato ed edúcalo da
madre Veneziana, e che coito come fu ben poteva
capire che la lotta ingaggiata dai rapi contro ,1'igno-
ran za era una nóbile e santa lotta, e che ía lingua
latina era ín quei tempi 1' Unico mezzo letterario
della vera civiltá. Tuttavia, queate ragioni, per com-
prendere il suo contegno verso la Chiesa^ aulla o
poco varrebbero, se storicameute non ci fosse noto
lo spirito veramente religioso di questo principe*
Egli era per convinzione cattolico In caítoiico
Regno, dove le due autoritá 1'ecclesiastica e civile
trovavansi in perfetta concordia. La Chiesa in Dal-
mazia e Croazia era plenamente libera. Il clero e íl
popolo senza alcun impaccio per parte del governo
eleggevano i proprí Vescovi, ó questi, se da una
parte dovevano ricever la testimonianza della propria
condotta dal popolo, únicamente dalla suprema Au-
toritá. della Chiesa dovevano attendere la conferma
della propria elezione.
Un Lorenzo Primate, e un Giovanni Ursini
Vescovo di Traü erano stati tali personaggí da ob-
giovani Padri, i quali da oltaé un lustro a questa
parte cominciarono a daré quá e la consolantissimi
frutti della loro attivitk furono seoza eccezione fin
dai piü teneri anni scelti ed educati per cura delt
1' ottirno P. Dujmovic, al quale, ci piace il notarlo,
nelle niansioni di Guardiano del Convento di Zara
destinato all' edueazione degli alunni, resta largo
campo a quell' operositá che per uomini della tempra
del Ex-Provinciálé é un vero bisogno.
Noi auguriamo all' attivitá del neo-eletto le
stesse benedizioni celesti le quali aceompagnarono
quella del suo Predecessore, <e speriamo che i nostri
voti s' accompiranno conoscendo giá le distinte inten-
zioni, la discrezione dello spirito, e la bontá dell'a-
nimo del P. Giacinto Buic.
É aperto il concórso, fino al 20 setiembre, 1)
ad alcuni stipeñdí erariali da fior. 100 e fior. 150
derivanti dalla dotazione del soppresso convitto di
Zara e destinati a favore di giovani dalmati che
vogliono dedicarsi alie scuole medié e 2) ad alcuni
stipendi nautici di fioi1. 84 a favore di giovani dal-
mati, i quali i n tendón o dedicarsi alio studio del corso
náutico biennale presso le scuole di egual nome.
La mattina del 1 p. v. ottobre verrA aperta
la terza sessione ordinaria della Corte d' Assise per
l'anno 1878 presso 1'i. r. Tribunale provinciale di
Zara nella sólita sala dei dibattimenti.
Pišu nam iz Zadra:
Mljekarice, koja više koja manje, uliju, tek
(lojedna, vode u mlieko. Prošastieh godina bilo je
kadkad milo, ali kadkad i liepo, vidjeti obieljene pu-
tove, kad vlast bi naredila, da se prolije vodno mlie-
ko. A sad ? sad se mljekarice gone, plate nešto glo-
be, te se ostave da po kampi varaju. Nečija se škri-
nja popunjava, a mi da srčeino vodurinu za mlieko.
Valaj nije uredno i
Il giorno 23 p. p. con grande apparato, una
quindicina di gendarmi, die'tro ordine dell' autorità
politicá, 'feceik» una pérquisionenel, convento greco-
orientale di Krupa, nel distr'etto" di' Obferóvazzo. Vi
si rinvenneyqialcuni íucili^ retroCarica e akmne gran-
di casse di' patrone: queste arm i ^furoné ' sequestrate
e pórtate ;ia Zara. • • (Avv.)
DcMnertica è giunfeo dalla Dalmàérfa- a Zara il
piróscafo)da guerra ¡Gárgnano.- Do^q^ avér sbarcato
una isettantória di soldati' 'ammalati, :pWs'eguï il suo
viaggio.
II natalizio di S. Maestá' 1' liu^ratore fu in
partí coláis' modo quest1 armo festeggiáto a Castel-
vecchio di Tríyfi, eoll- erezione del monumehto ideato
tre anni fa in mfetíMia della- visita della stessa
Maestá Sna. L' ultimo Avv. Dalm. dkJ un ampia de-
scrizionré* di que lía fes tai ,,Nell'istante," dice 1 'Avv.,
che 'il Počfesfci pronmizió il Zivio, la música intuonó
1'inno¡ imperiale; da inille e raille petti tuonó živio,
si sprlgioé&rono i zam^iíli dei giuochi d'acqua in-
gegnosatóefiüte j preparat? caddé il Cdrtína'ggio e si
mostró il monumento, quanto semplice e conveniente
al sito, - alti^ítanto earatte ris tico; sül muro a cui é
addossatá la fontana," inalzato al disopra in pira-
mide, e collocato il busto di 8. M. e al disotto incisa
in pietra 1' iscrizione, che suona tradotta in italiano:
Al cospetto del Re, 20 aprile 1875,i proelamata Ac-
qua Regale*.
Javljajúináit iz/Rázítóoaina 2 tek^ Na 30 pr.
mj. bio je u ovomu selu proaljayljen veoma ulazak
hrabre naše vojske u glaViii grad Bosne ponosne, u
veliko i bogato Serajevo. Rekoje sv. misu mn. pošt.
i revni naš i)on Sitne Sorić. Pucnjava pušaka i sla-
vljenje zvona uzhitii'o je ovo pučanstvo, što je navr-
I lij .1 ¡ -| I . i • • r-fl njV ••! " !-•• •• -1
vlje'vodaje crkva dubkorn puna bila. Sutra dan bile
su svečane zadušnice za pale junake, da im dobri
Bog udieli vječni pokoj.
S. M. il nostro Imperatore élargi il sussidio
di f. 50 alla fabbriceria della chiesa di Žrnova pei
bisogni di quella Chiesa.
S. E. il ministro pella difesa del paese, gen.
Horst ha destinato V importo 1. 100 da distribuirsi
quale sussidio alie famiglie déi caduti landwehristi
dalmati.
Col vapore della linea celere, il quale toccava
il nostro porto mercoledi notte, vennero sbarcati e
e depositati a Spalato 500 fucili, sequestrati in Dal-
mazia dalle autorità. (D.)
Col piroscaío di jer Filtro proveniente da
Trieste, giungea a Zara, ove, a quanto veniamo a
rilevare, si tratterra alcuni. giorni, Mons. Giorgio
Markic, Vescovo di Cattaro.
U serajevskom boju, po'glasu iz Beča od 31
kolov., ostade mrtvih naših 56, 292 biše ranjena, a
dvojica su se izgubila.
La dogana turca al confine presso Ragusa ed
il forte turco Carina sulla strada Ragusa-Trebinje
furono ai 29 agosto sgombrati dai turchi ed occu-
pati da una parte della guarnigione di Ragusa. La
guaruigione turca era di 80 uomini e venne scortata
a Ragusa.
Al Prolog sulla strada di Livno ai 29 agosto
deposero le armi un ufficiale e 18 soldati turchi, ed
ai 22 dello stesso mese deposero le armi a Srb 45
ed ai 24 agosto 31 insorti. Le armi furono conse-
gnate alie truppe austriache. 8i arresero poi al co-
mando di stazione in Blagaj ai 26 agosto un Jus
pasciá e 32 redif consegnando due cannoni di mon-
fagna. ' •
Brzojavka iz Zagreba obaviešćuje da je ban
Mažuranić, po nalogu starije vlasti, naredio podžu-
panima Vladimiru Mažuraniću,' Kovače viču, Morko-
viču i Bidisljavljeviču, vladinoki perovodji Ponturi-
čiću i kotarskom sudcu Jandi neka idu u Serajevo
na zapovjed vojvode Filipovih.
N. V. Car i kralj poslao je banu Mažuraniču
list u kojem je ovako pisano :
Dragi Mažuranić bane! -.
Doznadoh po izvješću vojvode topništva barona
Filipovića, da, kad je XIII vojsku marširala, toliko
vlasti koliko pučanstvo u Hrvatskoj dadoše znakove
valjana podpomaganja i požrtvovanja.
Pozivljem vas dakle da izrazite Moje zadovolj-
stvo i Moje priznanje i vlastim, i puku.
La Wiener Zeitung pubblica la patente sovrana
dei 18 agosto, la quale convoca le Diete della Gal-
lizia, Carniola, Gorizia, Gradisca Trieste ai 12 set-
tembre; le al tre, eccetto quelle dell'Istria e della
Dalmazia ai 24 settembre. y
II nostro governo com' é noto aveva ordinato
un solo corpo di esercito, il 13.o, per occupare la
Bosnia c 1' Erzegovina, corpo com posto di quattro
divisioni la 6.a, la 7.a, la 18.a e la 20.a 11 nuovo
esercito d' occupazione si comporrá dei seguenti cor
pi: 3.o corpo d'armata, comandato dai feld mare-
sciallo conté Szapary; il 4.o corpo d'armata coman-
dato dai generale Bienerth, il 13.o corpo d'armata
comandato dai duca di Würtemberg.
11 duca di Würtemberg che aveva fino ad o-
ra comandato la 7.a divisione, surroga, nel comando
del 13.0 corpo d' armata, il maresciallo Philippovich
al quale viene affidato il comando della seconda ar-
mata d' occupazione. Questa seconda armata compren-
derebbe, secondo un giórnale di Vienna, oltre a
170,000 uomini, cifra innumerevole, ed una podeíosa
forza d' artiglieria.
Secondo la Wiener Zeitung, la distinta dei morti
e feriti del reggimento „Weber", nella battaglia di
Banjaluka, il giorno 14 corrente, oltre quelli accen-
nati nel nostro num. prec., comprende anche i se-
guenti :
Morti: Giacomo Bacic, Giovanni Gjurovié, Gia-
como Milun, Matteo Marie, Pietro Jukic, Pietro Bar-
tulic, Teodoro Colovic, Matteo Maglica, Milutin Ko-
toras, Giuseppe Sucic, Gustavo Gabrieli, Andrea
Pelosa, Matteo German, Pietro Gagrica, Giovanni
Mric, Pietro Savic, Antonio Tandara, Bartolomeo
Varini, Savo Manajlovic, Elia Bulat, Bartolomeo
Illia, Matteo Capeta, Luca Boban, Demetrio Bradas,
Simeone Balajc, Jadre Perica, Simeone Prnjak, Gia-
como Pezo, Pietro Vukovié, Paolo Dumnjak, Gio-
vanni Lizic, Cario Porlitz, Michiele Bandas, Tom-
ín aso Skoric, Antonio Kosorció, Teodoro Opaöid,
Matteo Vilenica di Pietro, Tomoaaso Alajbeg, Gio-
vanni Knezevié.
Feriti: Filippo Marunica, Pietro Pavlovic, Mirko
Ognjenovic, Bozo Trivic-Basetié. Giuseppe Paió,
Matteo Basic, Nicoló Terzin, Pietro Gersentié, Luka
Maricic, Niccolö Sormac, Giovanni Bradaric, Giovanni
Tokic, Stefano Ceglar, Giovanni Bucorovic, Matteo
Sliskovic, Giacomo Zorica, Giuseppe Uiöic, Michiele
Stipovic, Marco Maljkovié, Venceslao Sejkora, Laz-
zaro Vukanac, Aleksa Vuskovic, Marko Behavac,
Giovanni Dujmovié, Giorgio Gluié, Matteo Grosié,
Davide Kablar, Niccoló Krvavica, Antonio PaviÓ,
Niccoló Radmilovic, Stefano Sarié, Giuseppe Stransjak,
Mar tino Stupar, Andrea S uñara, Giorgio Vuckovíé,
üiuseppe Bortuzzi, Niccoló Gjurjevic, Pietro Gravnja,
Giorgio Maglica, Giovanni Vukovié, Giorgio Dusko-
vic, Lorenzo Pirnat, Pietro Diakovic, Vaso Dmitro-
vic, Pietro Glavan, Simeone Korajla, Andrea Ladje-
vió, Giuseppe Medvidovic, Giuseppe Tadié, Spiro
Uzelac, Giorgio Zanic, Zivalcié Tomic, Giorgio La
zaric, Matteo Kovacie, Antonio Grgorié, Antonio
Daneu, Giovanni Serbo, Giuseppe Sabic, Mariano
Babic, Paolo Bandic, Marco Mudrinié, Matteo Cajo,
Gregorio Magas, Giovanni Vuckovic, Luigi Costan-
tini, Gtorgio Vrdoljak, Niccoló Ivisió, Giuseppe Lu-
kas, Cristoforo Mijak, Anselmo Genda, Giacomo
Pensic, Edoardo Palisca, Marco Curkovié, Francesco
Tenze, Giovanni Prpa, Antonio Cukusié, Paolo Ga-
grica, Marco Plavcic, Pietro Katic, Giorgio Marocz,
Michiele Pupovac, Giovanni Sisak, Pietro Furlan,
Paolo Marcinko, Antonio Sucié, Giorgio Gjurié, Giu-
seppe Tolj, Jadre Perica, Giuseppe Madunié, Cíe«
mente, Poldrugovac, Giovanni Milas, Giorgio MaruSi<5.
Smarriti: Michiele Fonda, Giorgio Pai<5, Nic-
coló Savic, Stefano Vujakovié, Giovanni Ravalica,
Antonio Zamlic, Paolo Bosnjak.
Leggiamo nell'wOss. Rom." dei 29 agosto : Alia
nobilissima ed opportunissima proposta fatta dall'il-
lustre mons. Luigi Tripepi, affinchè la stampa cat-
tolica di tutto il mondo si unisca ad offrire omaggio
al glorioso Pontefice Leone XIII nel primo anniver-
sario della Sua Esaltazione al Trono Pontificio, han-
no gia aderito con bellissimi articoli o magnifiche
lettere ben 548 giornali, Rivistc, settimane religiose
e Bollettini ecclesiastici dalle varie contrade d'Eu-
ropa. E ció nel breve spazio di appena un mese. Giá
cotninciano a giungere le •edesioni degli scrittori fuo-
ri d' Europa. In mol te redazioni della stampa perió-
dica si è destata magnifica emulazione di voler se-
gnalarsi in quel giorno desiderato.
te, nè senza aver riguardo ai tempi ed ai veri bi-
signi dei popoli, poichè altrimenti avverrebbe nella
chiesa quel che avviene piíi volte nella civil società:
I' anarchia. Secondo la promessa del Divin Redento-
re I' anarchia non è possibile nella chiesa. Se tal-
volta le sue leggi a prima vista ci sembrano dure,
il tempo viene a giustifieare, e a render ragione alia
chiesa. Cosí deve esser, perché dessa è la sola auto-
rità che rappresenta in terra il diritto, vale a dire
il comando di Dio, al quale nessuno degli uomini puó
esser impunemente ribelle.
„Nazione e chiesa corrispondono fra loro (cosi
scrive un saggio) nel cuore del cattolicocome le parti
al tutto, e come la parte è ordinata al tutto cosi nel-
1'i-dea cattolica la nazione è ordinata alia chiesa".
Le aspirazioni nazionali, di qualunque grado
esse siano, devono esser regolate dalla chiesa, perché
essa sola è in caso di conoscere la loro giustizia e
opportunità.
Da questi sentimenti non sono certo animati i
seguaci della chiesa orientale in Dalmazia. Per loro
il Pravoslavje diviene un mezzo, uno strumento me-
ramente político (Pravoslavje je sredstvo). La chiesa,
secondo loro, diviene serva della nazione, e la na-
zione? Serva del Cesare-Papa. —a.
bisogni del clero e del popolo. Ció avvenne perché
ancora nella liñgua slava mancavano opere di valo-
re, e perché la coltura nazionale in quegli istituti
non veniva sofretta, come si sarebbe voluto, dalla col-
tura latina. A tutti é nofo come al di d' oggi il clero
viene educato ed istruito: ormái non v'ha tema che
si riproducano i tipi dell' antica ignoranza e rozzezza.
1 (Jededo • non sonó piü possibili!
Ormai senza alcüna óppo'sizione, nelle chiese
della iDalmaaia'dove invatóe l' üso é 'pérmessa la li-
turgia. glagoliíicá.' In tutte le chiése parrbchiali, dopo
la lettura dell'epistola e del vángeló in lingua lati-
na, il sacerdote canta e 1'una e l'altro in lingua
slava. L^amimniatraaíoae; dei Sacramenti, la predi-
cazione, la benédizione, le salmodie, le funzioni ve-
spertine si possono tenere nelk lingua nazionale, da
libri approvati dai vescovi.
Le popolazioni slave in Dalmazia trovansi sod-
disfatte, e checché si dica, non vorrebbero di piü.
I codici che contengono le salmodie e la litur-
gia slava in rito greco e vengono usati dalla chiesa
orientale scismatica in Dalmazia non hanno súbito
ancora alcuna revisione. Sono essi privi di errori?
Contengono essi in tutta la purezza il primitivo rito,?
In proposito premetteremo 1' osservazioni fatte dal-
l'illustre áafarik (Glagol. 1858 Prog. stran. 27). Nel
glagolitico (usato dai latini) trovansi soltanto mutati
alcuni accenti di voce e qualch.e parola antiquata, ma
non son giá mutate le frasi, né fu corrotta 1' idea
primitiva, come chiaramente si vede esser avvenuto
nei codici cirilliani (usati dai Pravoslavni). Queati
codici venuti in mano di uomini ignoranti, talvolta
eretici Bogomili, ed ora per lo piü sc'smatioi, nel
corSo di tanti secoli, fra tante vicissitudini e muta-
menti nella gerarchia ecclesiastica avvenuti sulla pe-
nisola dei Baloani, é impossibile quasi che per inseien-
za o malizia non siano stati macchíati da errori o
contro la fede o la purezza del rito primitivo.
Ora finché la chiesa orientale in Dalmazia vi-
vrá staccata dal centro dell' unitá e della vera fede,
inutile il desiderare e cercare che i libri sacri da
lei usati vengano riveduti e corretti. Per eseguire
questo importante lavoro, alia chiesa orientale in Dal-
mazia manca anzitutto 1' autoritá, necessaria, e i inez-
zi che dovrebbero adoperarsi, e sono: scienza e buo-
na fede. Rimettendo i lettori a quanto abbiamo scrit-
to relativamente alia questione nazionale - religiosa
insorta in Dalmazia, concludiamo:
Nella chiesa cattolica i dogmi sono immutabili,
come é immutabile Iddio e la veritk: ma la discipli-
na e il rito possono mutarsi. Tuttavia e la discipli-
na e il rito non si possono travolgere arbitrariamen-
I turclii penetrad nell' ospedale, dove voleano
opporre resistenza, turono bentosto fatti a pezzi dai
nostri soldati, i quali entrarono poi nclle case, vi
trovarono un certo numero di rivoltosi che farono
scannati senza pietá. Iniine, dopo aver trasportati al-
trove i cadaveri degli infelici feriti, medici ed infer-
mieri, la cittá venne circondata dalle truppe, bom-
bardata dali' artiglieria e data alie fiatume. Banjalu-
ka non esiste piu.
»-Í^V^-
Uno spaventevols fenomeno.
Da alcuni giorni ha inesso lo sgomento nella
provincia d' Arezzo, e richiama 1' atteozione degli
scienziati, uno spaventevole fenomeno.
Agli Ortali, paesello composto di poche case
presso Quaranta, provincia d' Arezzo, il terreno da
qualche giorno si abbassa gradatamente, per modo,
che adesso si trova quattro o cinque metri al disot-
to del liveilo primitivo. In conseguenza di questo
strano fenomeno, di cui nessuno puó spiegare fino ad
ora le cause, le case del villaggio harino perduto il
il loro appiombo, e, inclinandosi a poco a poco, mi-
nacciano rovina.
Le autoritá hanno fatto sgombrare il paese, gli
abitanti hanno dovuto improvisare sui campi delle
capanne, ove si sono rifugiati con le loro famiglie.
Ma quello che appare ancora piü strano si é che, a
duecento metri, circa, dal villaggio degli Ortali, il
terreno invece di abbassarsi, si innalza quasi gon-
fiandosi, a vista d' occhio, e viene cosi a chiudere
il canale della Ghiana. Qualche scienziato si é re-
cato sul luogo, per studiare il fenomeno, e indagar-
ne le cause. Intanto quella popolazione ne é spaven-
tatissima. (L' E, d. L.)
—••-rp^y^r-^,—•—
Corrlsponaenze.
Castel Vitturi, 27 agosto.
Già sarete omai a giorno delle feste veramen-
te solenni, che in tutte le Castella si fecero per la
presa di Serajevo. Pero non essendo io stato spetta-
tore di quello, che si fece altrove, vi parlero sola-
mente di Castel-Vitturi.
Non appena si diffuse la notizia, che fu presa
dalle nostre valorose truppe, sotto il comando d' un
generale slavo, la capitale della Bosnia, che, come
una elettrica scintilla, scosse tutti, e le finestre delle
case apparvero come per incanto addobbate di tap-
petti e di bandiere nazionali. Ai festoso scampánio
dei sacri bronzi, cfFe quindi seguí, e ail' incessante
tuonar dei mortaretti, tutti e maschi e femmine, e
giovani e vecchi corsero in piazza, dove innalberato
sopra una lunghissima asta 1' imperiale vessillo, e piu
giù sulla medesima asta la nazionale tricolore, fuin-
tuonato dalla nostra alacre gioventü I' inno dell' im-
pero e ad ognijstanza si ripetevano dall'entusiastata
popolazione i Živio ali' Augusto Imperatore, all' Im-
périale Famiglia, ai generali Fillippović e Jovanović,
alie eroiche loro armate. Perfino, cosa commovente,
un vecchio cieco di circa 80 anni, fattosi guidare da
un suo nepotino, e giunto nel più denso della tolla,
si appoggió con una mano sul bastone, e coll' altra
gettô in aria la beretta gridando con quanto n1avea
in gola : Hvala ti svemogući Bože, da dočekah Što moji
didovi želiše, a ne dočekaše: sad ako će me i zem-
lja sasut, nije mi stalo. Proprio nunc dimittis.
Questo accadeva mercoledi 21 corr. Domenica poi
seguente i sacri bronzi, i tiri dei mortaretti annun-
ziavano da bel mattino al paese ut.ua delle più belle
feste che mai godesse. Si fece in mezzo della piaz-
za un vasto ottagono vestito i lati di alloro, fa-
sciati di carta fiorata aventi sopra ogni angolo una
bandiera nazionale, e nel centro il vessillo di cui più
sopra. Ad esso anche le private abitazioni corrispo-
sero aggiungendo agli addobbi di mercoledî tutto quel
di meglio che potevano. Forse stenterete a credere,
ma è pure un fatto che quantunque parecchie nostre
famiglie avessero propri figli nella Landwehr, e fos-
sero in qualche modo incerte della loro esistenza per
moite strane e false voei che di quei giorni intorno
ad essi correvano, pure dimentiche affatto delle pro-
prie angustie, non vedevi sui loro volti che brillare
la gioia; e se vi fu qualclie lagrima, fu lagrima di
commozione per quel felice successo. Alie 9 ant. si
tenne in questa parrochiale il solenne Uffizio Divino
seguito dall'inno Ambrosiano e da quello dell'Im-
pero, che fu cantato dagli scolari. Assistette alia sa-
cra funzione 1' amministrazione comunale, e tale vi
fu il concorso del popolo, e cosi fervorosa si osservó
la divozione in tutti, che nessuno si ricorda una co
sa simile. II nostro párroco nel solito discorso dopo
il vangelo profittó della fausta circostanza per ri-
<'hiamare a memoria del nostro popolo che gli slavi
lurono sempre avversi alia barbarie musulmana: che
se colsero allori in guerra, se si meritarono fama
nelle armi, se ottennero lode ed imperitura memo-
ria presso i propri connazionali, meritarono ed ot-
tennero combatiendo contro i Turchi. Essere gli Slavi
quelli che s' opposero come antemurale a quelle sel-
vagge orde, che altrimenti avrebbero innondato di
sangue cristiano tutta i'Europa. Vanta.no anche le
Castella qualche eroe celebrato nei canti popojari,
come un Kumbat da Castel Stafilee?, un Raević da
Castel Vitturi, ed altri. Non dover quindi neppur noi
mostrarci degeneri da loro, ma premere sulla via
da essi mostrataci, ne mai lasciarci fuorviare per
qualunque mira d' interesse contrario alia fede ed
alia patria, per cui essi esposero e le sostanze e la
vita. Saper bene ognuno in quanta esecrazione sia,
e sark per tutti i secoli la memoria del traditore di
Kosovo: ma gia aver le nostre truppe croate lavato
quella infamia, e vendicato quell'onta. Esorto infine
a sempre maggior fedeltA verso 1' Augusto nostro
Monarca, ed alia preghiera, affinche il Signore quanto
prima intieramente sottometta alle gloriose armi
austriache le insorte provincie. Tutto quel giorno fu
una continua fešta, e si chiuse coi falo sul monte,
che ci soprasta, con una insolita luininaria nel paese,
con balio nazionale, fuochi artificiali, suono delle
campane, e col rimbombo dei mortaretti, che conti-
nuo sino a notte abbastanza innoltrata. I Živio poi
cessarono appena allora che la folla si reco al riposo.
Prolog; kod Sinja, na 31 kolovoza.
Rado bih vas obavješćivao o svemu što se na
ovih krajevih sgadja, ali, kako U samoj stvari nevi-
dim točnosti, nesmijem se izložiti.
Poslie bitke od 15 tekućeg, gdje se naše do-
mobranstvo u krvi prolivenoj odlikora, a junački Ši-
benčani zanajviše, ništa naša amošnja vojska odlučna
neopravi. Iza toga sukoba ostadoše Turci u tvrdih
položajih Livna grada, na broju ih kakvih 3—4 hi-
ljade, medju tizim 900 samih redifa, iz male Azije.
Ovih dana povrati se nekoliko naših domobranaca,
koji se bijahu razprhali posije bitke. Cienim do sada
sa našlo 10 izgubljenima. Napomenut ću vam jednog
takoga iz Rogoznice Sibeničke, koji ležaše izranjen
sakriven tri dana u busju livanjskog polja, te se do-
vuče do bližnjeg obronka proložke planine, i kršća-
ni ga dovedoše vojničkoj posadi. Od turaka slušamo
svakakvih novina, oni neizlaze izvan Livna, već do
sriede gologa polja; tako je ,t>no sedam katoličkih
sela sasviem slobodno od turskog pokolja. Ustaške
vojvode: fra Bono Sarić-Drežnjak sa 90 katolika, i
krivoslavni Nikola Buro sa stotinu drugova predali
su sebe i drugove vojničkom zapovjedniku. Kreše,
krivoslavnog trećeg ustaškog vojvode, nestade; te
se glasa o njem da je u Livttu; o tom nejamčim.
Turci su dobro snabdiveni oružjem. Budi vam to do-
kazom, što osim one trojice zarobljenih Turaka, na-
ši vojaci dotjeraše na 27 pred večer još 21 tursko-
ga redifa, sve samih vatrenih' i samozatajnih Malo-
Aitijata, kod svakoga, uza najljepše puške, bilo je dvi
stotine naboja (bili se čoviek čudio!) Kazivao je je
dan kršćanin očevidac (koji j€ bio poslan od Tura-
ka da uhodi u Sinj) da je Turaka pokopano posije
bitke 150. Već vam je poznato da oholi Beg Buša-
tlić na čelu je Livna i samodržac je cielog kadiluka.
On se proglasio velikim Pašom, a Turci mu se kla-
njaju kao Padiši do crne zemlje, nazivljuć ga „Svie-
tlim Carem!" Nije sve istina što se u sviet trubi,
jer ,,in tempo di guerra, piu bugie che terra". Tur-
ci usilovali nekoliko kršćana, da s njima sudjeluju u
ustanku, i zato bili dotjerali livanjskog Guardiana
pred velikog Pašu Bušatlića(!) komu, da jednog Tur-
čina umjerena nebi, zamalo da glava nepadnu. I to
vam je ono što dopisnik „N. L.'^veli, daje i Guar-
dian došo pod Prolog gjeneralu Cikošu. Budi vam
i ovo svjedokom, kako jadni kršć. katolici (malo ih)
usilovani su sudjelovati pri nesmišljenom ustanku, što
katolik najodličniji Kajić na svom bajijaku neće da
nosi turski polumjesec i zviezdu, već ^Križ sa do-
tičnim nadpisom. I to još bolje će vam jamčiti, što
neki ondješnji je redovnik promako kradom jednog
čovjeka da u Sinj kršćanom dojavi, kako Turci priete
nasrnuti na Sinj i posjeći malo i veliko. U to usljed
toga postarao se kotarski Poglavar na vrat na nos,
i Načelnik sa svoje strane, dobaviti od starije vlasti
odmah izjutra jednu satniju naših Weberovaca, pa
sutradan dvi satnije iz Zadra naših domobranaca; ko-
je čim amo stigoše, poletiše bez odmora na Prolog,
i u sela kršćanska ; i tu obnoć zapališe k<3som planine
hiljadu vatara, pucajuć iz pušaka, da razume Turci,
da je u Sinju vojske dosta. U to prispije gjeneral
Cikos a za njim i pukovnija vojnika Reišah, samih
Ceha. Posije 15 kolovoza, svaki dan očekiva se kad
će poći vojska protiva Jbuntovnom Livnu, pošto su i
drugi momci došli iz Ceske, te je ovdje popunjena
pukovnija Barona Reišnha.
Nemogu mirnoći, da nerečemvam štogod o našoj
braći Cehim ove pukovnije. Ljudi su to od oka sim-
patične osobe, a umiljati svojim ponašanjem preko
mjere. Nigda Sinj nije zapamtio mirnijih ljudi na
posadi; svakoga ljudski pozdravljaju. Čim su došli u
Spljet ponamješćeni su bili pokraj Samostana Fra-
novaca na Dobrom; kad jutrom puna Crkva vojni
ka, ne vojnika današnjeg riza, nu najpobožnije če-
ljadi današnjeg vieka. Te se dakle potvrdjuje da su
sjeverna Ceska i Moravska najodanije Crkvi, i po-
božne ka Tirol; a ova je sva pukovnija od Josipo-
va (Josephstadta). Prije odlazka iz Spljeta kupili su
svi križ i meduljicu Majke Božije, te doletili k Fra-
trim da im ih blagosove. Odkad su u Sinju, uvjek
ih je koji u Crkvi. Pa kako kleče pred Isusom i Go-
spom! Svak se divi, čudi, jer nevidi današnje voj-
ništvo na žalost pobožno! — Dva puta na sedmicu na
trgu velikom udara glazba. A vele mi, da imade ova
pukovnija utemeljiteljnu-glazbenu-zakladu, i da je
ovo druga glazba vojnička, medju ih 80. Zanose
sladkim napjevima, a sve u narodnome duhu. Oh,
kako mi se srce veselilo, slušajuć udarati: „Još Hr-
vatska nij propala" i „Gdje je domok moj" itd; Za
danas dosta, nadajte mi se brzo.
NOTIZIE VARIE.
S. Ecc. Rev.ma Möns. Arcivescovo si recherà
domani a Lukoran, ove domenica avrà luogo la so-
lenne consacrazione di quella ehiesa parrochiale.
Doraani si térra seduta comunale per delibera-
re intorno la progettata illuminazione a gas. Venia-
mo assicurati che le trattative per questa opera sie-
no giá tanto progredite da far sperare che fra breve
1' affare sará bello che terminato.
In sostituzione dell' on. Antonio déglí Ivellio la
Giunta provinciale ha nominato a membro del Con-
siglio scolastico prov. 1' assessore 80stítut0 Rev.mo
Canonico Don Giuseppe Raimondi.
Naš sabor i sabor istarski, sama dva sabora
što se ne sakupljaju sada, bit će otvoreni po svoj
prilici koncem tekuće godine.
II Boll. Agr. annunzia la Most atr icq aein-
plieissima macchina per la mostatura dell'uva. Ese-
guisce fino a 250 ettolitri di mosto al giorno. Le
commissioni si dirigano a Castelnuovo di Trau ("po-
sta Castelvecchio) al fabbro-ferrraio meccaničo Gia-
como Fabris il quale garantisce il lavoro per la sua
esattezza. Costa fior. 30.
Il Cap. distrettuale di Spalato ha diretto agli
abitanti del distretto capitanale di Spalato un invitó,
col quale fa calda preghiera in ispecialità alle Signo-
re a volergli rimettere con ogni sollecitudiné filac»
cié, compresse, tasciature, guancialetti, fascie d'ogni
specie, biancheria, coperte da letto ecc. ecc., essen-
do giunto il momento in cui alie .cure dello stato de-
ve anche unirsi lo spontaneo aiuto e soccorso dei
privati per lenire i gravissimi patimenti fisici, ai quali
vanno incontro le nostre truppe.
S. E. il ministro di Giustizia emanó la seguen-
te ordinanza:
Stante la guerra realmente scoppiata trovo, in
base al § 7 della legge 20 maggio 1869 (Boíl, delle
leggi dell'Impero n. 78) di disporre, che perRegnô
di Dalmazia col giorno 5 (cinque) setiembre 1878
cominci 1' ampliamento della giurisdizione penale mi-
litare prescritto col succitato § 7 della legge 20
maggio 1869 alle persone dello Stato civile pei cri-
mini di spionaggio ed altre intelligenze col nemico,
d'ingaggio non autorizzato, di seduzione di un sol-
dato alia violazione di doveri del servizio militare,
finalmente di ajuto prestato a crimini militari.
E stato soppresso 1' ufficio postale di Ervenik,
e col l.o ottobre verrà aperto il nuovo ufficio po-
stale di Gradac (Primorje di Makarska), ove fra bre-
ve una volta per settimana toccherà il piróscafo del
Lloyd in linea dalmata.
Ci annunziano da Castel-Venier, 31 agosto:
La scuola popolare, eretta qui un anno fa, diede
agli esami, tenuti alia presenza delle autorità del luo
go, risultati molto soddisfacenti si dal lato della col-
tura intellettuale che, ció che è più decisivo ancora,
dal lato dell' educazione morale. Noi ci auguriamo
quindi realmente grandi benefizî dalla istituzione di
questa scuola popolare e speriamo che i frutti ne sa-
ranno ogni anno più consolanti.
Škole u Zagrebu. — Na višoj djevojačko} školi
u Zagrebu bijahu u sve 362 učenice, to 67 više ne-
go lani. Na kaptolskoj pučkoj školi bio je 261 uče-
nik. (26 više od lani); na dolnjogradskoj 417 uče-
nika (59 više od lani). Na svim javnim i privatnim
obćim školam bilo je u Zagrebu 2191 učenika i u-
čenica, (t. j. 170 više od prošle godine). Od tih je
1933 katolika; 70 grčko-nesjedinjenih; 17 grčko-
sjedinjenih; 166 Židova; 8 protestanta.
Da una relazione da Serajevo alia Pol. Corr.
si rileva che domenica 25 p. p. ebbe lüogo in quella
cittá, dopo l'ingresso delle ii. rr. truppe, il primo
ufficio divino, tanto nella chiesa cattolica che nella
greca, in entrambe alia presenza del comandante
dell'armata generale d'artiglieria bar. Fiiipovié, di
tutto lo stato maggiore e di una parte dell' ufficialitá
d' ogni corpo. In ambedue le chiese la sacra fun-
zione fu edificante. —• Per la prima 'volta, dopo va-
ri secoli, i cristiani di Serajevo poterono assistere al
lore ufficio divino come uomini liberi, fra il suono
festivo di tutte le campane, con porte aperte, e col
sentimento della piü completa sicurezza.
Ratri troškovi Rusije za prošloga rata proraču-
nani su na 988 milijuna rubalja.