REFORMATIONES. 117
ftrisfimo E>.N. & uituperio del Regimento noftro de Žara, ftar & habitar
non Solum nel territorio Iadertino,& inSule, ma ancora che e molto peg-
gio nelli lochi ne i quali hanno commeSfo li delitti, & quefto perche uienc
accettadi in le cafe Sotto Speranza de alcuni, dilche tutti taceno, ne Se ha
pur una riuerentia al Regimento noftro, ne etiam la GiufHtia puol effe-
quir il Suo loco,& effetto,& quefto con graue periculo Suo, & d'altri, per
che ditti malfattori no cešano perpetrar noui delitti,coSa la quale per mo
do alcuno non penfanio de tollerar ft per honor del Magiftrato noftro,qua
to etiam che patifcano pena iuxta i loro eccefsi,perd noi Piero Dolfin per
la Illuftrifsima Sig. N. de Venetia,Conte de Zara,e fuo diftretto,per reffe-
car le nefande fcelerita di preditti,& le uolonta fue,& delli altri,liquali fa-
uorifceno loro. Declaramo,terminamo,adherendofitamen a una termi-
natione fopra di cio alias per el Mag. M. Antonio Venier, tune Conte de
Žara fotto di 2 3 .de Maržo 1470. fatta, che alcuno per lo auenir fia de che
grado,ftato,e condition fi fia,non ardifca,ouero prefuma tuor, tegnir, ne
alcun de ditti bandidi de Zara,territorio,& infule de Zara,altramente con
dur a lauorar,ne a quelli preftar alcun fufsidio, uićto,ouero fauore, Sotto
pcna de lire cento de piccoli per ciafcadun contrafaciente nella qual pena
tante uolte incorrano,quante contrafaranno,da efTer applicada alla Came-
ra del Illuftrifs. Do. noftro,& eflendoli aceufator habbi la mita.
Item fe alcun di Zudefi delle Ville, del territorio, ouero infule de Žara
oecultara efsi banditi,uno,ouero piu, ouero ciafcun altro , & non denun-
tiara immediate al Regimento de Zara,caddi ciafcun de loro immediate
contrafaciente in pena ile lire 2 5. de piceioli, da effer applicade, ut fupra,
& fiano tenute tutte le lighe,& pošobe de tutti i luoghi de Zara,cofi de ter
ra ferma,come delle Ifole, & Zudefi de quelle conuocartutte le lighe, &
poiTobe fue, & inficme preftarfe ogni fauor, & fauori opportuni a pigliar
ditti malfattori,& banditi, da effer condutti illico nelle forze del Regimen
to de Zara,accioche della pena loro fiano puniti, & fe alcun Zudefe, liga,
ouer poffoba fara negligente, hauuto che haueranno notitia de ditti ban
diti a conuocar li altri della fua poffoba & liga,per pigliar ditti delinqnen-
ti,allhora effo Zudefe fiapriuato perpetuo deH'ofritio fuo,del Zudigado,e
paghi lire 2 5 .per la mita alla Camera preditta,& l'altra mitta all'accufator,
& cofi fimilmente tutti coloro che faranno chiamadi,& non uoranno pre
ftar fauor a pigliar efsi delinquenti, cadano ciafcuno deloroin penadc
lire x 5. da elTer applicada,ut fupra,& ehi non hauera da pagar la pena pe-
cuniaria, ftar debba per tutto uno giorno in berlina alla beccaria,& uno
mefe in prefon,& hoc totiens quotiens.
Quod coppofoldi non foluantur per partem appell.quando fequa-
tur concordium inter partes,feu deferta lite.
Hieronymus Pifaurus pro Serenifsimo Veneti Do. Capitaneus Gcnera-
VOCABOLARIO
ILL IR I CO-IT AL I ANO
COMPILATO SUI PITJ’ KECENTI
DA
P. Carlo A. Parčic
del Terz’ Ordine di S. Francesco.
ZARA
• I’ietro Abelio Editorc-Librajo
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RICONOSCENZA
DEL POPOLO
D I ZARA
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X NELLA TIFOG&AIIA BATTARA.
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OPINIONE
bei
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e)l isauatDatite
li’ ARTICOLO FUBELICATO IN MILANO
<fo/ira aicunts i Vtjfunti
bei Siguor
FRANCESCO SALGHETTI
ZARA
Sipo^taj’ia (jÖchtatest
In lode delle rare doti , & virtüofe tradut-
tioni fatte in lingua Illirica fopra
il Giuditiq Vniuerfale .
Del Mo It o III. Rett., & Eccell. S/g.
D. GIOVANNI ZANOTTT,
over TANZLINGHER,
lOottor 3 e Canomco della Cattedrale di Zara
S O N E T T O.
A Rdifci troppo, o debol Mufa mia>
In voler dccantar merto fublimc
Icaro pur cade dali* alte cime,,
L' impoflibil voler queft’e pazzia .
Mi impone cio il voler nafca che iia ,
Gradifcio Don Giouan quefte /nie rime,
Che prodotte d’Amor nei cor m’iin prime
L’obligo d’oflequiarti^ho in fantafia .
V opra del gran Giudicio vnica*e rara
Da te Zanotti facta a pro del Mond<s
Se necefsaria e ä ogn’vn, deu efler cara .
Celefte e tal dottrina, e molto chiara,
Saggio TANZLIGNER mio5anzi profodo
Zara gloriafi pur, che non da in Zara.
Fauflino Barbiert.
5
E certamente eh’ e’ doveva riuscire a feliee meta,
quale in fatto era riuscito e lo sperimentarono seien-
ziati nostrali e forestieri, poiclie, come dal primo mat-
tino si caleola al giorno, cosi dai piü teneri anrii rav-
visavansi in lui disposizioni spontanee a tutto ciö ehe
era bello ed ameno. Giacche sortita da natura una
vivacita in tutta attitudine della persona, una curio-
sita, benche propria all* infanzia, ma mista a ricerche
quasi di eta matura, 1’ accolse a privata compagnia
lo zio materno, il zelantissimo Prelato Dions. Belgla-
va, e gT instillo di mano in mano que’ lumi, ehe la
dilicata indole comportar poteva. E quanto proficui
gli fossero quei primi raggi di educazione, il conob-
be in poi il Seminario di Spalato ehe 1'accolse nel-
1* entrar dell’ adolescenza. Esercitatosi ivi per ben tre
anni nel rilevare le bellezze del Lazio cogli studi di
Umanita e Rettoriea, nonelie per altrettanti passato
alunno ä Zara sotto la disciplina del valeöte oratore
Mons. Giurovich, com pi i primi studi, e prese par-
tito a fermarsi aneora per un anno intiero a conver-
sare e serivere con quel luminare per raccorre qua
le ape industriosa il sueco migliore dei classici La-
tini ed Italiani. .
Iuformatosi cosi Is intelletto colla suppellettile di let-
terarie e scientificbe cognizioni, sentissi tratto alia glo-
riosa palestra di piü alti studi. Ed oh! quanto giu-
bilar dovea il suo spirito, quando si vidde ne’ colti
crocchi del Cesarotti tenuto non come discepolo, ma
come amico e figlio ehe prometteva al maestro ed alia
patria le piü belle speranze. A. Padova solo poteva
torio. A quesle ed altre notizie ehe potesti d’ altron-
de aver attinte, stiino dovere, 1’ aggiungerti le os-
servazioni della corsa sul Yellebich da me fatta e
delle sue adiacenze.
Una strada, ehe si diparte dalle deliziöse rive
dell* antica Liburnia; ehe dopo una gita di sei ore
lascia un feliee addio alle eporgenti isole , alle ame-
ne Campagne di Zara; che šalite le balze, discese
le valli, e i poggi a poggi suceedentisi di dissomi-
gliante eultura vestiti, ti conduce per il dorso alpe-
stre di un ardito monte , t’ olfre un viaggio ehe sod-
disfa non meno all* immaginazione, ehe al cuore, e-
saltando 1’ una, innondando 1’ altro di moltiplice pia-
cere. — Un vasto spazio di lande semicolte, di bo-
scaglie e casolari dove aggruppati, dove dispersi ehe
di tratto scompajono all’ occhio conduce ad un pen-
dio smaltato di verde, ehe mette alia bocca di una
Valletta marina dove scorgesi repentinamente dappres-
so il Monastero di Carino abitato da religiosi Fran-
cescani. Giace esso separato da ogni allra abitazio-
ne, come in un venerabile eremo, sul margine tii
un breve ma rapido confluente ehe tale si ha il no*
me, dove null’ a!tro oggetto sturba quel sacro sifenzio,
die la grata armonia degli augelli, il susurrar delle
frondi, il gorgogl'io del rivo, od i! mormorar di una
lieve onda che sul lito s’ infrange. Fra le misterio-
se ombre del silenzio e della solitudine steinprasi qui
1’ anima nelle meditazioni delle cose celesti ehe facili
seendono in questo vago recinto, e si armonizzano
eop'li esseri d’ intorno. Ne e agevole ridire 1’ imures-
il