§ 20. Nel caso di scioglimjento, il patrimonio so-
ciale spetta alla fondazione ag^raria provinciale.
Zara, 25 maggio 1893.
Il Comitato.
N. 12484-V.
In base al § 9 della legge 15 novembre 1867, B. L. L
N. 134, si conterma col presente Statuto 1' esistenza della So-
cietà agraria della Dalmazia.
Zara, 12 giegno 1893.
Per r i. r. Luogotenente
(L.S.) Pari eh m. p.
Babilonia Dolitica
M'incombe di dichiarare che il
Governo anche al presente, rimane
fermo ai principi fondamentali del
discorso del Trono dell' 11 aprile
1891. Nel comune lavoro di tutti i
partiti, il Governo ravvisa il più si-
curo mezzo per formare una forte
maggioranza.
(Conte Taaffe, 2 decembre 1892).
Nessuna cosa da noi è tanto in progresso, quanto
il giornalismo politico. Ogni anno vediamo comparire
nuovi giornali; e presentemente se ne contano 8 che
si occupano di politica.
Si dice che lo sviluppo del giornalismo indica
progresso; e noi pure l'ammettiamo fino ad un certo
punto. Poiché per sua natura ha mansioni importanti
e delicate a disimpegnare; e quando realmente vi cor-
risponde, esercita un vero apostolato di civiltà e di
progresso.
Fatalmente da noi le cose non stanno in questi
termini; da noi si fa troppa politica, la quale localiz-
zando il principio, si riduce per lo più a questioni
di campanile, a guerriciuole, a gare personali, a me-
schine e limitate soddisfazioni.
Sotto questo aspetto il giornalismo politico è da
noi più che altro una piaga; non è quel cozzo salu-
tare d'idee dal quale si genera la luce. Egli è quindi
cosa naturale che la politica piantatasi da noi su questo
piede falso, degenerando, ebbe per conseguenza la
moltiplicazione di giornali, ed un aumento di partiti
politici, quanti non ve ne sono fra popolazioni molto
più numerose e progredite della nostra.
Oggi quindi come stanno le cose, la babilonia
politica è al colmo: croati radicali e moderati; serbi
intransigenti e opportunisti; italiani pori e misti; e
questo senza nominare i sotto-partiti.
In questa confusione noi scorgiamo però una
sola buona cosa, vale a dire, che mentre la Dalmazia
è divisa e suddivisa in partiti, mentre le loro ten-
denze e le aspirazioni sono disparate, tutti però sono
d'accordo nel principio per riguardo agl'interessi e-
conomici del paese; tutti riconoscono che la Dalmazia
è pòvera, e che nel campo degl'interessi economici
è rimasta addietro a tutte le nazioni, a tutte le Pro-
vincie consorelle dell'Impero; tutti desiderano e vo-
gliono che anche la Dalmazia utilizzi le sue risorse
naturali, e si ponga almeno dal lato economico nella
via del progresso.
Il solo raggio di luce che noi scorgiamo io questa
confusione d'idee e di pareri, ci suggerisce una pro-
posta che noi vorremmo fare al giornalismo politico.
Dal momento che tutti i giornali sono d'accordo nel
principio, perchè non si potrebbero accordare anche
nei mezzi e lavorare con forze unite allo scopo? Non
è questione politica d'accordi o di transazioni, perchè
per nulla ci entrano, lasciando a ciascuno ampia li-
bertà di filare per la sua strada; ma si tratta di tra-
durre sul campo pratico quel principio che li lega in
comune; si tratta, fra i tanti mezzi che ciascuno pro-
pone per la prosperità degl'interessi economici, di
decidersi per i principali ed i più efficaci, e su questi
instare e far propaganda, affinchè generalizzandoli, en-
trino di fatto nell'azione pratica.
Abbiamo, per citare degli esempi pratici, la di-
visione dei beni comunali; abbiamo l'istituzione di
società villiche col lavoro in comune; abbiamo il pro-
gressivo imboscamento secondo un piano stabilito; ab-
biamo le scuole da riformare; abbiamo delle buone
leggi da creare. Tutte queste cose che ci mancano,
sono di generale utilità senza distinzione di partito ;
e queste potrebbero da per se sole cambiare total-
mente d'aspetto le nostre condizioni economiche. Eb-
bene; se per principio si viene a riconoscere questi
mezzi come olili al paese, perchè da fratelli non si
potrebbe venire ad un accordo per stabilire quali e-
spedienti si dovrebbero adoperare onde conseguirne
10 scopo? E una volta stabiliti i mezzi, il giornalismo
d'accordo li raccomanderebbe, ed ecco, generalizzato
11 principio; lo scopo pratico è conseguito. Tutto stà
che un giornale politico ne faccia proposta agli altri,
i quali per coerenza ne accetteranno volentieri l'invito,
ed uniti in congresso, non ci vorranno tanti rompi-
capi per sJabilire un accordo comune.
Il campo economico ci offre un vasto materiale
per impegnare in comune almeno una parte delle
nostre forze. La Dalmazia, curandosi soltanto di po-
litica, è rimasta di molto addietro nell'economia legi-
slativa, industriale ed agricola, ed abbiamo scavato
un abisso che minaccia seriamente il nostro avvenire.
Noi possiamo evitarlo a tempo, soltanto con un
accordo comune del giornalismo nel campo degl'in-
teressi economici.
0 il giornalismo farà eco alla nostra proposta,
ed allora avrà procurato il massimo bene al paese;
0 farà l'orecchie da mercante, ed allora ci resta sola
un'ancora di salvezza: la responsabilità del Governo;
sul quale argomento ci occuperemo nel prossimo nu-
mero.
Seljak.
La ciaiisola del 7100
Abbiamo Ietto nel „Narodni List" del 17 giugno
un articolo di fondo sulla clausola del vino, il quale
ha per noi un' importanza, come Io hanno sempre tutti
g>li articoli dei nostri giornali politici quando trattano
d'interessi economici della provincia.
Noi pure siamo d* accordo co) L." che le
proposte fatte dall'on. Bulat nell'ultima sessione die-
Ora che abbiamo la società agraria, sarebbe cosa piìi
pratica che la Direzione invitasse i rappresentanti della stampa
provinciale ad un convegno, onde stabilire un' azione comune nel
campo degl'interessi economici.
N. d. B.
A porre in pratica il programma, la Direzione
della Società nella seduta del 23 luglio ha nominato
un comitato di tre persone, formato dai sottoscritti,
coli'incarico di formulare le questioni più urgenti di
economia, ed invitasse poi là stampa provinciale ad
un convegno per porsi d'accordo sul modo che si
dovrebbero al bisogno trattare.
Il sottoscritto comitato esegui il detto incarico,
col fori»aIare il seguente programma ; e fiducioso si
rivolge al patriottismo di Essa spettabile Redazione»
affinchè voglia compiacersi d'indicare alla Direzione
della Sccietà agraria della Dalmazia:
1. Se accetta l'invito per un convegno, e se lo
stesso Redattore sia disposto ad intervenire alla di-
scussione, oppure delegare uno o più rappresentanti;
2. se trova necessario che al convegno vengano
invitati tutti i podesià della provincia, ed eventual-
mente quali altri rappresentanti del popolo; e
3. in quale mese del corrente anno preferirebbe
che il convegno avesse luogo.
Appena il sottoscritto comitato avrà evasiva ri-
sposta, con apposita lettera Essa spett. Redazione ri-
ceverà l'invito pel giorno del fissato convegno.
Zara, 20 agosto 1893.
II Comitato:
Batistié prof. N.; Nimira prof. A.; Vusio sac. E. M.
NB. L'invito venne spedito alle seguenti redazioni:
Narodni List, Dalmata, Katolička Dalmacija, Srpski
Glas, Gospodarski Poufnik, Narod, Smotra Dalmatinska,
Seljak, Crvena Hrvatska, Pučki list, Dubrovnik, Econo-
mista, e Corriere Dalmatino.
PROGRAMIMA
da discutersi nel convegno della stampa provinciale
ed eventualmente dei podestà ed altri rappresentanti
del popolo.
1. Elezione del presidente, vicepresidente e se-
gretario;
2. Quale sistema o piano dovrebbe adottare il
Governo per lo sviluppo dell' agricoltura e pel miglio-
ramento delle condizioni economiche della Dalmazia.
3. Quali leggi agrarie sarebbero necessarie di
raccomandare alla Dieta ed alla Giunta.
4. Quali cure dovrebbero impiegare i Comuni pei
progresso agricolo e di quali mezzi pratici servirsene.
5. Quale interesse dovrebbero avere i parrochi
ed i maestri per aiutare il ceto agricola, e di quali
mezzi si dovrebbero servire pel pregresso agricolo.
6. Quale piano si dovrebbe adottare per estendere
l'istruzione agraria, e come praticamente diffonderla.
7. Quale sarebbe il mezzo più utile e più pra-
tico per fondare nei villaggi le società villiche.
8. Come si dovrebbe applicare la legge sulla
divisione dei beni comunali.
9. Come si potrebbe garantire l'avvenire del no-
stro vino, e quali mezzi si dovrebbero adoperare per
spacciarlo.
10. Quale piano si dovrebbe addottare per mi-
gliorare e sviluppare l'allevamento del bestiame —
ed eventuali proposte sui pascoli e prati artificiali.
11. Come sviluppare: 1. la pollicoltura; 2. la se-
ricoltura; e 3. l'apicoltura.
12. Eventuali proposte e deliberazioni.
I I I I U mie Ilei m coiEiiaai!
Una legge severa colla quale si obbligassero i
Comuni ad effettuare la divisione dei beni comunali,
si rende ormai indispensabile e di urgente necessità.
Sebbene la slampa provinciale agraria si occupi
da tre anni su questo argomento con preferente inte-
resse, pure la scrivente si rivolge con fiducia ad Essa
eccelsa Giunta, onde voglia compiacersi di pren-
dere in serio esame la questione, ed approntare per
la prossima sessione dietale un progetto di legge, af-
finchè la delta divisione possa effettuarsi il più presto
possibile e col miglior utile risultato.
Secondo la statistica, in Dalmazia si hanno 266
mila e 607 ettari di terreno coltivato; 593,900 ettari
di pascolo e 381,762 ettari di bosco.
Riservando i 381,762 ettari per i boschi, nelle
condizioni economiche poco felici nelle quali vive il
ceto agricola, i 593,900 ettari di pascolo, come beni
comunali non solo non hanno titoli per essere con-
servati come tali, ma inceppano grandemente e con
grave danno l'economia della popolazione dalmata.
In Dalmazia vivono 399,054 abitanti col solo la-
voro della terra. Secondo la statistica dell'anno 1892,
si calcola a 36 milioni il prodotto medio dei 266.000
ettari di terreno coltivato, i quali corrispondono perciò
a 720 milioni di capitale. Divisi i 36 milioni di pro-
dotto fra i 400,000 agricoltori, risulta una media di
25 soldi a testa di guadagno a! giorno, media che
è assolutamente inferiore ai bisogni della vita giorna-
liera. Questa media poi in appresso sarà ancora più
bassa, perchè fra i 36 milioni di prodotti, quasi la
metà (17 milioni) si introitano dal vino. Ora colla
clausola, è ben noto che questa media d'introito del
vino, verrà sensibilmente diminuita.
La sproporzionata estensione dei beni comunali
è la causa precipua per cui l'agricoltura in Dalmazia
debba essere a priori passiva; essendoché per ogni
singolo agricoltore risulti una media di poco più di
mezzo ettaro di terreno coltivato. Ora si sa, che I»
media minima per assicurare una discreta esistenza,
dev'essere almeno di un ettaro a testa. Se la Dalmazia
è quindi passiva ; se la rendita giornaliera risulta di
25 soldi a testa, ciò lo si deve principalmente ascri-
vere al motivo che vi mancano ancora 134,000 ettari
di terreno coltivato. Dunque anche sotto questo ri-
guardo, o devesi introdurre la coltura intensiva (ciò
che per ora è un assurdo il pretendere) o si deve
addivenire alla divisione dei beni comunali, affinchè
la popolazione agricola possa raggiungere il necessario
quantitativo per poter coltivare ancora i 134.000 di
terreno necessario.
Il bisogno di venire a questa divisione dei beni
munali, si presenta ancor più ragionevole, quando si
riflette al meschinissimo utile che si ritrae dai 593.900
ettari di pascoli; poiché questi non servono ad altro
che a mantenere il bestiame il quale, giusta i prezzi
medi che si tengono in Croazia, rappresenta un ca-
pitale di soli 14 milioni di fiorini. Se quindi 266,000
ettari di terreno coltivato rappresentano un capitale
di 720 milioni di fiorini, e 593.900 ettari di pascolo
un capitale di soli 14 milioni, devesi venire alla con-
ni *\ ^^ JPf®®®^^« ^Ttìcolo venne spedito in forma di rapporto
ali eccelsa Giunta dalla Società agraria della Dalmazia in data
2 agosto a. e. N. 188.
sia della birra, sia del vino, tendendo all'eiietto che
un fermento buono proveniente da lieviti pure sele-
zionati, abbia il sopravvento sopra altri fermenti
naturali non sempre utili e non sempre perfetti.
Kiguardo all'influenza dei fermenti nel profumo,
l'ascrivere ad essi un' influenza maggiore di quella
die veramente possono avere, al punto da lasciar
credere che si possa con essi ottenere del Bordeaux,
del Chablis, del Champagne ecc. pel fatto che i re-
lativi lieviti provengano da questi vini, è almeno per
ora esagerato.
Diffatti dobbiamo ritenere, che se il fermento
puro selezionato, può esercitare la sua azione sul
miglioramento del bouquet, non è per questo da in-
terpretarsi eh' esso giunga a trasfondere nel vino
aromi diversi da quelli che naturalmente sono con-
tenuti nelle uve, inquantochè è indubbiamente certo,
che il profumo e sapore speciale di una data qualità
di vino, è dovuto agli elementi che costituiscono la
composizione chimica del mosto, e sopratutto agli
eteri ed ai sali che si contengono distintamente nelle
uve di ciascuna varietà di vitigno.
11 Pasteur, l'illustre innovatore delle teorie della
fermentazione ha detto: „11 gusto e le qualità del
vino dipendono certamente, per una buona parte,
dalla natura speciale dei fermenti che si sviluppano
durante la fermentazione del mosto."
Ciò significa, che mercè buoni fermenti puri se-
lezionati, potremo ottenere buone fermentazioni, e
quindi da una perfetta trasformazione del mosto in
vino, conseguita con la completa reazione dei prin-
cipi acidi-salini sulle parti zuccherine ed albuminoidi,
ne deriverà che nel vino si renderanno piti spiccati
i suoi meriti, sviluppandosi quel profumo particolare
die costituisce uno dei pregi più importanti della
buona vinificazione.
Apparisce evidente dunque che i fermenti sele-
zionati più che ad importare elementi nuovi che mo-
difichino le qualità essenziali del vino, giovano, me-
diante una completa e sana reazione fermentativa, a
sprigionare dal mosto gli eteri naturali contenuti nelle
uve, i quali con 1' ordinaria fermentazione, restereb-
bero inattivi e nascosti in quella insapidità che di
frequente si verifica nei nostri vini, sebbene prove-
nienti da terreni buoni e da uve scelte.
11 (luyot, da quell'eminente enotecnico ch'egli
e, ha scritto: che il genio del vino sta nel vitigno.
Concludendo : i fermenti puri selezionati hanno
per iscopo principalmente di prevenire le fermenta-
zioni cattive, di contribuire alla formazione del bou-
quet e quindi al miglioramento della qualità, e di
assicurare la buona riuscita e la conservazione del
vino. 11 loro buon efletto dipenderà moltissimo dal
modo di usarli.
Perchè il lievito ellitico possa da solo impadro-
nirsi della massa del mosto e condurre a termine la
fermentazione, deve ottenere subito il sopravvento a
termine oltreché contro una quantità di lieviti di
diversa natura, anche contro muffe e bacterii che
cercano d' impadronirsi del liquido zuccherino; ma
non sempre il fermento naturale è in grado di rea-
gire da solo e dominare i germi dannosi.
Mentre promuovendo la fermentazione col mezzo
di cellule di una coltura ellitica pura d'aggiungersi
alla massa del mosto nel momento che questo assieme
alle vinaccie viene versato nel tipo, accade che queste
cellule, prevenendo ogni altra fermentazione, si pro-
paghino rapidamente nel mosto, attaccano la parte
zuccherina e se ne impadroniscono, paralizzando così
l'azione delle mufi'e e dei bacterii. La fermentazione
diventa più pronta e più completa; l'alcool, 1'enoa-
cina e gli aromi speciali sono notevolmente aumentati
per raggiunta del fermento coltivato.
E dunque della massima importanza per ottenere
un effetto sicuro dall' uso dei fermenti puri, che le
uve ed i mosti prima di essere -versati nel tino, ri-
sentano il meno possibile dell' azione di altri fermenti.
Per 10 ettolitri di mosto basta, in condizioni buone
di vendemmia e con uve sane, un solo litro di lievito
e questo va distribuito uniformemente nel tino di
mano in mano che vi entreranno le uve spremute,
avvertendo di agitare ad ogni tratto la massa intera
affinchè si diftbnda e si propaghi in ogni parte del
liquido il fermento aggiunto.
Sarà però meglio moltiplicare i fermenti conte-
nuti nel litro di lievito, versandolo due giorni prima
della vendemmia in 20 litri circa di mosto appena
spremuto. In capo a 30 o 40 ore in questi 20 litri
i fermenti si saranno centuplicati milioni di volte e
cosi preparati essi saranno sufficienti a fermentare
anche 20 o 25 ettolitri di mosto.
Il trattamento dei mosti coi fermenti selezionati
fu largamente esperimentato nello scorso anno in
Francia, dove esiste un importante stabilimento di-
retto dai sig.ri Martinand et Eiesch, i primi che
abbiano applicata su larga scala la produzione dei
fermenti puri. In Svizzera vi è altro stabilimento La
C taire.
I trafficanti di vino in Dalmazia dovrebbero
porsi in relazione con questi due stabilimenti.
Intanto auguriamo che in quest'anno presso le
nostre più importanti cantine si faccia qualche prova,
e che corrispondendo i risultati come sembra, abbiano
corrisposto altrove, possa sorgere anche in Dalmazia
sotto buoni auspici e con seria iniziativa una simile
industria, pella preparazione dei fermenti ricavati dai
migliori nostri tipi di vino.
Cosi, mentre acquisterà vita una nuova industria
nazionale, i nostri produttori di vino potranno al-
l'uopo trovarsi emancipati dal prodotto estero.
Avvertiamo da ultimo, che per merito del dott.
Pini, membro del Comitato per l'esposizione di viui
ed olii che si terrà in Milano nel 1894, anche i vini
preparati con fermenti puri selezionati, figureranno
in una classe speciale in detta esposizione, come pure
una classe distinta sarà riservata per i ^sistemi ed
apparecchi per la selezione e coltura artificiale dei
fermenti del pino.^
Operosità della Direzione della Società
agraria della Dalmazia
nel mese di settembre
281. Si domanda un abbuono di viaggio per un
Direttore. Viene gentilmente concesso.
2(S9. La cassa di risparmio a Pola fornisce delle
spiegazioni sull' impianto dell' istituzione.
200. La redazione del Pučki list accetta la pro-
posta sul convegno dei giornalisti.
291. La Società Negri et Comp. di Sebenico,
accorda a tutti i soci il SO^^ di ribasso sui prezzi
di passaggio.
La Società Negri accorda il 50 per cento di ribasso per tutti 1 porti toccati
e per qualunque josto in vapore.
70
li
che 8—10 soldi, l'agricoltore sarebbe in grado di spendere
questo minimo importo, per capacitarsi se realmente l'impiego
dello stesso gli si renderebbe utile. — I venditori poi godendo
il vantaggio di saldare 1' ordinazione entro 6 mesi, potrebbero
accordare agli agricoltori il pagamento dopo 1 raccolti, e que-
sto 0 in denaro o anche in natura.
La scrivente perciò invita quei tali che volessero assu-
mersi r incarico a parteciparle in iscritto, indicando la quantità
e qualità dei concimi da spedirsi.
Zara 16 aprile 1884.
La Direzione.
* ik ìH
I concimi chimici per i flori. — Per ottenere buoni
risultati dai concimi chimici per fiori che la nostra agenzia
vende in cassette postali di 5 chil. valga la seguente breve
istruzione :
I fiori ordinariamente si coltivano in vasi :
1. pìccoli che contengono circa 1 chil. di terra;
2. medi che contengono da 3 a 5 chil. di terra;
3. grandi che contengono da 8 a 12 chil. di terra.
Pei vasi piccoli bastano 3 grammi di concime chimico ;
pei medi 10 grammi, e pei grandi 35 grammi.
I 3 grammi di concime chimico si versano in un gotto
comune d' acqua di litro) ; i 10 in 2 gotti ; i 25 gr. in 3
gotti.
Allora si sbatte un paio di volte 1' acqua. Il concime per
metà si scioglie nell' acqua, e coli' altra metà rimasta insolu-
bile si forma una leggera poltiglia. Prima che la poltiglia si
deposita nel fondo, la si versa ai piedi della pianta ; in nessun
modo fra i rami o per le foglie.
Tale letamazione si comincia in primavera quando le fo-
glie cominciano spuntare, e si può ripetere ogni mese fino a
fioritura cessata.
Pei fiori in piena terra valga la seguente regola.
I fiori annuali si letamano alla stessa guisa come i fiori
in vasi piccoli con 3 grammi ; i fiori biennali con 10 grammi,
ed i fiori perpetui con 25 grammi.
Le rose e tutti gli arbusti si letamano con 50 fino 80
grammi secondo lo sviluppo della pianta.
•
* *
Arriso interessante. — Per facilitar! ai soci lo smer-
cio dei prodotti che si tengono disponibiU per vendita, la Re-
dazione per incarico avuto dalla Società, apre nei propri gior-
nali una rubrica apposita per l'inserzione gratuita che godranno
i soli soci della Società agraria della Dalmazia. A tale scopo
basta partecipare con cartoHna postale 1. il nome e cognome
del venditore ; 2. il luogo ; 3. la qualità ; 4. la quantità dispo-
nibile ; e 5. il prezzo.
*
Ss *
Irroratrici e zolforatrici in rendita. — L'agenzia
della nostra Società non potendo soddisfare alle numerose do-
mande pervenutele per 1' acquisto dell' irroratrice Dalmatia per
quest' anno tiene a disposizioni le seguenti :
Victoria f. 17.50
Austria „ 18.—
Vermorel „22.
Syphonia (automatica) „30.—
Solforatrice Don Rebo 5.
„ Bogdanovié 4,50
I prezzi sono compresi coli' imballaggio franco bordo Zara. *
Assicurazione per danni elementarL — Alcuni ci
domandarono se potrebbero assicurare V impiantaggione del ta-
bacco contro la tempesta. Ci siamo informati qui ed a Trieste
presso le Società d' assicurazioni, e tutte ci risposero che per
singoli casi non sono in grado di accettare l'offerta.
Si richiede che in un Comune o tutti o una buona parte
dei coltivatori si uniscano per 1' assicurazione. — Da parte no-
stra raccomandiamo caldamente 1' aflare. — Con un paio di
fiorini si possono assicurare centinaia di fiorini di prodotto ;
mentre una momentanea tempesta può in due minuti distrug-
gere totalmente il raccolto, e per tal modo cagionare enormi
danni. — Quest'anno specialmente che l'estate si pronostica
piuttosto brusco, sarebbe molto conveniente di assicurare il
prodotto.
* * *
Giornali agrari che si trorano nella sala dell'E-
sposizione permanente per comodo dei soci. — 1. Agri-
eoUore — 2. Agricoltura e V industrie agrarie — 3. Amico
dei Campi — 4. Atti e Memorie ddV I. JR. Società agraria di
Gorizia — 5. Bollettino d'agriwltura — 6. Bollettino di no-
tieie agrarie — 7. Bollettino delle sezioni di Trento del Con-
siglio provinciale di Agricoltura pel Tiralo — 8. Bolletin
(f agricolture pratique — 9. Bollettino della Associazione A-
graria friulana — 10 Economista — 11 Gazzetta delle Cam-
pagne — 12 Gospodar — 13 GospodarsU list — 14 Gospo-
darski Poučnih — 15 Hrvatska pčela — 16 Kmetovalec —
17 Landwirtschaftliche Zeitung — 18 Obrtnik — 19 Poljo-
djelski Viestnik — 20 Progresso Agricolo-Commerciale — 21
Rivista mercantile - 22 Seljak - 23 Scolta - 24 Volks-
wirtscTiaftliche Wochensclìrift.
Oltre questi giornali ve ne sono altri 28 politici dei quali
4 giornalieri.
* «H
Baccomandazio ne alle filiali per l'iscrizione dei soci
nteuti. — Colla metà di maggio si comÌQcierà la stampa del-
l' annuario della Società destinato pei soci utenti. Questi non
arrivano ancora ai 500 mentre con un pò di buona volontà dei
signori direttori e segretari delle filiali se ne potrebbe^ rac-
cogliere a migliaia. — Eaccomandiamo perciò di sollecitare
r iscrizione per poter regolare la tiratura dell' almanacco, con
avvertenza che quanto piìi numerosi saranno i soci utenti tanto
pili voluminoso si potrà pubblicare 1' almanacco. *
* *
Irroratrice „Dalmatia*^. — 1 signori che ordinarono la
nuova irroratrice Dalmatia raccomandata dalla nostra Società,
sono pregati gentilmente di notificarci a suo tempo come fun-
ziona, ed eventualmente annotare quei difetti che potrebbero ri-
scontrare, onde poterla nel venturo anno perfezionare. * « *
Arriso di concorso. — Per frequentanti dei corsi d'i-
struzione teorico pratico nella bachicoltura e nell' enologia che
si terranno dal 4 al 30 Giugno a. c. presso l'i. r. Istituto spe-
rimentale chimico-agrario di Gorizia è aperto il concorso ai
seguenti stipendi :
L Uno stipendio di fl. 90 per un frequentante appartenente
alla regione settentrionale della Dalmazia.
II. Due stipendii di fl. 100 ciascuno per frequentanti ap-
partenenti alla regione meridionale della Dalmazia.
I concorrenti dovranno comprovare:
1) d' aver raggiunto 1' età di 20 anni,
2) d' aver assolto una scuola popolare.
3) d'avere la pertinenza ed il domicilio in Provincia.
4) di possedere fondi destinati all' agricoltura e di avere
cognizioni pratiche nella stessa, e
5) di abbisognare d' un sussidio per poter frequentare i
corsi d'istruzione.
Ogni stipendiato sarà tenuto di frequentare tanto il corso
di bachicoltura, come quello di enologia, nonché di partecipare
alle relative esercitazioni pratiche e dovrà assoggettarsi alla
chiusura dei corsi d'istruzione ad un esame sul di cui esito gli
verrà rilasciato analogo attestato.
I concorrenti dovranno presentare le loro istanze fino al
20 Maggio a. c. presso l'i. r. Luogotenenza in Zara.
Acquisti e vendite
A favorire lo smercio dei nostri prodotti, venne stabilito
dalla Società agraria della Dalmazia, che ogni socio possa gra-
tuitamente inserire avvisi, coli' indicazione del nome, luogo,
qualità della merce, quantità e prezzo. L' avviso dei prodotti
rimasti invenduti, si potranno verso richiesta rinnovare ogni
2-3 mesi.
*
Olio raffinato. — G. M. MarcJevié, Pueišće 20 quint.
olio raffinato I. qualità fio. 70 ; 12 quint. IL qualità a fio. 50.
*.
Solfato di rame. — P. Christofidis Zara, tiene in ven-
dita solfato di rame puro Aussig, e lo vende all' ingrosso ed al
minuto a 26 soldi il chil.
«'N'WWWWxAriA.^
IN FASCIO
Il miglior concime per gli orti. - Il miglior concime
per gli orti è quello dei cavalli e delle bovine, eccellentissimo
il pecorino e lo sterco dei volatili.
adoperandolo in istato fresco, basterà spargerlo sul terreno
sul quale si vuole seminare alla primavera, e lasciare che ivi si
mfracidisca e si mescoli al terriccio ; se poi venne adoperato già
scomposto, allora si pùo spargerlo prima delle lavature in gennaio
Nr. 15 Zara, 1. Agosto 1894 Anuo II.
Organo della società agraria della Dalmazia
Esce il primo ed il terzo mercoledì d'ogni mese. L'abbonamento annuo è di fiorini 2 anticipato. Per l'estero franchi 6. Semestre in
proporzione. Dirigere le lettere e gli assegni alla Eédazioiie del giornale.
Donde un'aiuto P)
Colpite le nostre campagne da ogni sorta di Ai-
gelli incalzantisi 1' un 1' altro, tanto da esser seriamente
minacciata la nostra ulteriore materiale esistenza, che
COSI noi facciamo per d fenderci, che cosa noi fac-
ciamo per opporci a tanti Miali ?
E' g-rido generale in Dalmazia: per il contadino
la è finita.
E per vero : le annate ci tradiscono, vigna ed
ulivo son colpiti da terribili malattie, i nostri pro-
dotti son disprezzati. L'infelice contadino cerca ancora
di difendersi; ma stretto da tanfi malanni, non sa pù
dove dar di capo. Donde un'aiuto?
Si domandò, e giustamente, dal governo, che i
danni causatici, senza nostra colpa, dall' ormai famosa
clausola, venissero compensati con sussidio in denaro
da investirsi in opere di pubblico interesse, in opere
necessarie e non di lusso. Si udirono da ogni parte
lamenti, si spedirono indirizzi, s'indissero meeting, ma
i milioni, che da Vienna attendevamo, miseramente
naufragarono proprio alle porte di Zara, — a Punta
Amica. Ma ecco sul nostro fùsco orrizzonte compare
«n raggio di speranza. E' il conte Harrach. Egli si
propone di giovar alla Dalmazia. Tutto ora si attende
da lui. Lungi da noi il sospetto che le sue intenzioni
non sieno delle migliori, ma purtroppo non possiamo
nutrir grandi speranze nè entusiastarci soverchio come
fan molti.
La Dalmazia è un Eden; — si scrive e si dice
dai nostri e dagli stranieri — ; mite ne è il clima,
ceruleo il mare, natura vi sparse a larghe mani sue
bellezze; essa il sito proprio tatto per stabilimenti bal-
neari, per luoghi di cura. Le Bocche di Cattaro son
diventate il Bosforo; le Castella contendono colla Ri-
viera. Arbe ecclisa Madera, e Lesina Nizza; i nostri
monti mettono in seconda linea quelli di Svizzera e
di Stiria. Ancora \ Itordi di Norvegia e il quadro
sarà completo. Siamo in piena Arcadia. Ai suoi tempi
una capanna e due cuori innamorati bastavano a for-
mare un paradiso in terra ; oggi da noi due alberi
in sito riparalo ci danno una stazione climatica, una
spiaggia sabbiosa formano uno stabilimento balneare;
il Velebit ed il Biokovo, il Mosor ed il Koziak son là
per ascensioni alpinistiche. Ancora un vademecum in
inglese, tedesco, italiano e francese e la nostra re-
denzione è pronta e sicura.
•) Eiportiamo tradotto del „Narodni List" N. 56 dei U
luglio 1894 questo notevole articolo.
I nostri giornali son pieni di carriSpondenze, an-
che dei più piccoli luoghi della provincia, che tutte
parlan di hotels, di staziooi climatiche, di stabilimenti
balneari, quasi unico avvenire della Dalmazia fosse il
diventare un ospitai alla sofferente umanita o un luogo
di sollazzo per i moderni Cresi. Pochi anni fa spe-
ranza per molti era uno zio di America; oggi tutti
sperano e tutto attendono dalla valigia dei biondi figli
di Albione.
Siamo seri ! Le nostre condizioni, i nostri biso-
gni son tali, che sarebbe delitto cullarci in tali chi-
merici sogni, ma dobbiamo seriamenfe pensare al no-
stro avvenire. La nostra redeozione non sta nelle mani
di touristen, di alpinisti, di bloicl sti o di gente di
tal fatta. C' inganniamo a partiio se crediamo che a
sanar Is nostre piaghe basterà cha il cantadino, get-
tate alle ortiche vanga e zappi, s'improvisi Cicerone
allo straniero che verrà a, bearsi di nostre rarità.
Noi speriamo che ancor tra noi vi saranno veri
patrioti che cercheranno alla nostra miseria rimedi
più seri e più efficaci. Non si fdccu^ balenar alla mente
del contadino come unico rimedio queste speranze
assai problematiche e che purtroppo posson riescire
anche assai funeste.
Lo si incoraggi, io si ecciti coli' esempio e colla
parola, che, fidente in Dio e nella sua onesta fatica,
lavori indffessamente intorno alla sua terra, al suo
bestiame. Certi ed abbondanti frutti ricaverà da sue
fatiche.
Ci si dia finalmente una ferrovia, che ci unisca
al mondo civile ; si mi^liorino e si aumentino le vie
di comunicazione; si diffonda in tutta la provincia la
coltura del tabacco, unica speranza dopo la perono-
spera la clausola e Ja filossera; si procuri di migliorare
l'allevamento del bestiame; si dia mano alla piantagione
su largo piede di alberi fruttiferi ; si regolino le ac-
que e i torrenti; si provvedono le nostre borgate e
villaggi di acqua potabile; si migliorino le nostre in-
dustrie e si innalzino almeno alcune fabbriche affinchè
non dipendiamo in tutto e sempre dallo straniero; si
educhino i nostri negozianti a regolar bene i propii
affari e a trattar con proprio interesse colle case e-
stere. Questi sono i nostri bisogni, queste le fonti del
nostro avvenire economico. Questo ed altro simile sia
dinanzi agli occhi del conte Harrach.
Ma la nostra proverbiale miseria continuerà fin-
ché unica speranza di economico miglioramento sa-
ranno gli hotéls, gli stabilimenti climatici e balneari
colle rispettive comitive di stranieri che a larghe
mani spargeranno tra noi sterline, che cadranno pro-
prio in sacoccia anche a chi non le cercherà.
Nr. 18
persone di Sebenico, Spalato, Rag^usa, Cattaro etc. e-
rano a giorno di quanto si stava facendo, ed aiuta-
vano col consiglio perchè l'impresa riesca degna
opera di chi avea dato P ispirazione.
Ma non era ancor nata legalmente la Società, e
già s'incontrava il priniio intoppo, precisamente là
dove si dovea credere che la Società verrebbe accolta
a braccia aperte. Quali argomenti (poco onorifici!) si
portava in campo perchè la Società non abbia vita,
oggi non Io diremo „qui potest capere copiai''', diremo
soltanto che il giuoco andò per le lunge e forse oggi
non esisterebbe ancora la Società, se da Vienna non
fossero venute parole di conforto e di coraggio.
Fu il nostro presidente Vusio che nel maggio
1893 si portò a Vienna, e venne accolto con squisata
bontà da S. Eccellenza il ministro d'agricoltura e da
altri distinti consiglieri presso queir Eccelso Ministero;
e fu Sua Eccellenza il Conte G. di Falkenheyn che
incoraggiò l'impresa patriottica, per la qual cosa la
nostra Società gli è, e gli sarà sempre r conoscente,
poiché Io si può considerare come il primo socio fon-
datore della stessa.
Infatti un mese dopo la nostra Società era legal-
mente riconosciuta; e un mese più tardi — il 9 luglio
1893 — la sua esistenza era un fatto compiuto.
Premesso questo istoriato, l' A, dice delle frottole
e noolto male difende certi suoi colleghi e impressari
che volevano rigenerare la Dalmazia coi soli pini lau-
tamente pagati, quando asserisce che il presidente
Vusio ha fondato per suo conto la Società, che è
circondato da persone ricche, che suntuosamente vi-
vendo, non conoscono i bisogni del popolo, e che non
comprende lo scopo di questa Socielà, mentre noi
non comprendiamo quello che l' A. volle va dire.
A schiarimento di queste ed altre simili frottole,
gli diremo invece che appena la nostra Società venne
legalizzata, da Mie le parti insulari, litorali e montane
delia provincia pervennero lettere di congratulazione
e di adesione; che g'à nel primo mese se ne conta-
rono a centinaia i soci; che già nel primo mese si
potè fondare dm giornali econo mici-agricoli-morali, e
la Società avere il lusso di due organi propri, che
vivono, prosperano, hanno 40 e più collaboratori, sono
letti in tutti gli angoli della provincia, e fanno tanto
e tanto bene, — anzi hanno iniziati la vera èra del
risorgimento; che la Società incontrò il favore e l'ap-
poggio di tutti i 3 partiti politici della provincia, be-
ne visa e perfino protetta dai rispettivi loro organi po-
litici — il Narodni List, il Dalmata, il Srpski Glas,
e la Katolička Dalmacija', che fra i 1700 soci 'che
conta, si trovano persone di tutti i partiti e di tutti
i ceti, mirabilmente misto il ceto agricola e povero,
col ceto possidente e ricco; che dapertutto si fonda*
rono e si stanno fondando delle filiali (meno a Ragusa,
dove l'impetuosa ira del prepotente, ci scrisse un
amico, impiega ogni mezzo per impedirlo); che da
ultimo in un solo anno di vita la Socielà ha fatto già
molta strada, come lo vedremo altra volta.
Questi sono tutto fatti; e se la serena letizia ed
il pacifico lavoro della Società, venne già nel primo
anno di vita da alcuni turbato, questo, come lo di-
mostremo p.ù tardi, conferma ancor meglio l'impor-
tanza della Socielà, e la prepara attraverso difficoltà
nuovi campi di conquista, e bea meritati alori.
A questi fatti, chiudiamo questo articolo col ri-
portare testualmente il primo punto anarchico dell' A.
sfidando la barba d' Aronne a spiegarci magari il solo
senso.
Ako se uzme da rečeno društvo nema nikakve političke
šare, još manje ono može označivati presjednika, koji živi pri-
tbjanijem političkijem životom, koji naliči na onaj našega naroda,
biva, životom prostijem, sa màlenijem dohocima, sa velikom
štednjom, sa mnogijem dužnostima a skučenijem pravima. Ali
takav život nije ovog našeg presjednika. On se jagmi, da sebi
prisvoji posve druge osobine, pa nastoji da stvori sebi ekonomni
položai, koji je sasvijem protivan onome našega naroda. U tome
mu para nema. S toga mu se i čudimo kako on u svome or-
ganu često 0 sebi govori, da je borac za životne, narodno-eko-
nomne interese, i da su njegova ekonomna načela jednaka na-
čelima našega naroda.
Na ovo mora da pristane i sam gosp. Vusio, jer nebi
inače mogao oporeći, ako ima dva prsta obraza. Tada što da
rečemo 0 tom, njegovom društvu, kojemu je duša sastavljena iz
jedinaka sa masnijem plaćama, sa malijem poznavanjem narodno-
ekonomnijeh potreba, sa mnogo prava a malo dužnosti, sa la-
ganiiem radom i raskošnijem grackijem životom?! Još bi se
moglo pojmiti, kad bi takovi elementi, kojijema je na čelu pop
Vusio, tormulisali sredstežnu tačku kakvog staleškog pokreta,
kakve modem« gospoštine, ili kakve moderne kojiževničke kor-
poracije, te je posve nepojmivo, što se oni zagrću naroduijem
ekonomnijem životom, kad se u stvari njihovog društva takova
materija, na kojoj se narodni ekonomni preporod može toliko
isto pojaviti, kao što se može pojaviti grofovske gospostvo na
Mosećani. (Continua).
Diamoci alla vita di Campagna
Da uno studio testé pubblicato dal maestro d'agri-
coltura, signor S, M. Pjerotić, che porta per titolo
ma piaga della Dalmazia — riportiamo il seguente
brano, sul quale anche noi siamo pienamente d'ac-
cordo, confermando che una delle piaghe della Dal-
mazia si è appunto la mania del possidente di vivere
in città.
„Un buon signore di Spalato ultimamente mi di-
ceva, di passaggio per Sebenico, la campagna essere
un luogo di esilio; invece il compitissimo e gentilis-
simo cav. Fontana da Sebenico la ritiene a ragione, ua
luogo di paradiso. Il primo (Spalatino) senza volerlo,
significava l'andazzo comune: e il secondo signore
(Sebenzano) significava quello che è ritenuto davvero
da tutti gì'intelligenti e ricchi possidenti nei paesi
progrediti e civih d'Europa. Da noi in Dalmazia tutti
i signori vogliono vivere in città; 1' erede di poche
centinaja di fiorini di rendità all' anno, ammassate per
lo più a furia di operazioni d' usura, sì f^ Spalatino,
Zaratino, Sebenzano, Raguseo, Cattarino ecc. : in città
ia vicenda dei piaceri, le belle maniere, il teatro, il
caffè, la čitaonica, il gabinetto di lettura, la musica,
le manovre dei sokolaši, dei pompieri, dei braccianti,
le regate dei cannottieri ecc.; onde questa cittamania
è una delle cause dello stato attuale dell'agricoltura
in Dalmazia nostra.
Ho veduto nei paesi germanici, in Ungheria,
nella Stiria, nella Boemia, nella Slavonia ecc. tutto il
contrario. Al Tedesco p. e. ripugna rinchiudersi nella
città; abbisogna egli, come gli antenati suoi figliuoli
della foresta, dell'aria libera dei campi. La nazione
tedesca e l'inglese pure, può dirsi in campagna, ove
tutti vogliono essere nati, e chi non vi è nato, de-
sidera almeno morirvi. Questi suda a far denaro per
comperarsi pochi ettari di terra ove passare tranquillo
lungi dall'aria affamicata e pesante dei grandi centri
di popolazione. L'origine campagnarda è marchio
d'aristocrazia.
I grandi, i ricchi, i baroni, i conti i lord questi
ultimi (in Inghilterra) hanno stabile domicilio nelle
loro terre ; i membri del Parlamento Inglese p. e.
non tengono in Londra se non poche stanze per la
durata delle sessioni parlamentari.
istituirla. Essi, ci sembra, non sarebbero
g^ran chè propizi; cosi almeno risulte-
rebbe da una corrispondenza inserita
nel p. p. marzo nel Narodni List. Ma
noi crediamo che essi presero la pro-
posta da un punto di vista diverso;
vale a dire dal punto di vista econo-
mico. Noi però con riguardo al, fatto
che, essi sono eolà una società organiz-
zata e compatta, che estende la sua
azione in 100 parrochie della provincia ;
che essi sono, se non milionari, certa-
mente padroni di vasti terreni; che essi
finalmente appartengono a un' ordine al-
tamente benemerito per la Dalmazia, e
che quest'ordine diede pel corso di più
secoli fig'li illustri e nelle lettere e nelle
scienze, difendendo la patria e colla
croce e colla spada, noi diciamo che
appunto come coerenti alle gloriose e
illustri gesta dei tempi passati, nessuno
meglio di essi ne dovrebbero sentire il
bisogno di fondare una scuola pratica
d' agricoitura, che ne sarebbe il focolajo
del risorgimento economico della popo-
lazione e del risveglio al progresso
agricolo. L' ordine francescano diresse
per secoli le sorti della massa apparte-
nente al ceto agricola, ed esso oggi ne
dovrebbe sentire il bisogno di non af-
fidare ad altri il secolare diritto.
^ * * •
Il Biankini parlò inoltre sul con-
siglio provinciale d'agricoltura e sulla
nostra Società agraria delia Dalmazia.
Sul consiglio nè lodò l'indirizzo, nè
approvò r operato. Essendoci noi a lungo
occupati nei nostri articoli A schiarimento
del nostro programma, non vogliamo ri-
petere quanto allora abbiamo scritto. Noi
altamante deploriamo col Biankini che
questa istituzione anziché essere bene-
fica alla provìncia, non diede affatto
nessun risultato. Deploriamo che V illu-
stre Conte Manfredo de Borelli che ne
era benemerito presidente, ha dovuto
per questo motivo rinunziare alla carica.
Ma d' altra parte confidiamo molto nella
saggezza dell' eccelso Ministero, perchè,
speriamo, che questi convinto e per-
suaso dell' attuale inoperosità del con-
siglio, saprà riparare al male, nominando
principalmente persone che sapranno
dare vita ed espressione a questa utile
e benefica istituzione.
Per riguardo alle lodi tributate alla
nostra Società ed al nostro organo il
Seljak, noi ne siamo grandemente grati
e riconoscenti all' onorevole Biankini,
poiché con quella dichiarazione fatta, ha
legalmente suggellato l'importanza e
l'operosità della nostra Società. Già il
nostro presidente Vusio gli diresse in
proposito una lettera aperta, nota ai no-
stri lettori ; e coli' elogio fatto pubbli-
camente in Dieta, dimostrò nel modo
il più chiaro ed evidente essere falsa,
assurda e maligna la dichiarazione fatta,
pochi mesi prinaa in una seduta del
cons prov. d' agricoltura, dal barone
Gondola, vale a dire: essere la nostra
Società più di danno che di vantaggio
alla provincia; poiché il Gondola depu-
tato, il Vranković ed il Tartaglia essi
pure deputati — tutti tre 'presenti in
Dieta — mentre il Biankini faceva quella
dichiarazione, tutti tre non dissero pa-
rola, nè si dichiararono contrari. Per ciò
dobbiamo credere che essi come si ad-
dice a persone oneste, dopo aver fatto
quel brutto tiro alla nostra Società, in-
formatisi meglio, si ricredettero, e col
non contraddire quanto il Biankini ha
detto, ritrattarono il loro errore ; ritrat-
tazione che a merito del Biankini noi
con piacere approviamo, e registriamo.
« ^
cui da ultimo la cosa terminò col tornar pe-
pata e salata agli orecchi di tutti, e quando
le visite serotine del solito trabiccolo, sem-
pre più rade, un anno dopo, cessarono af-
fatto, non ne fu più nulla.
Ci volle un' alzata d'ingegno, cosa non
difficile alla parlantina sciolta e festevole
delle sora Zita, per immaginare il bandolo
a questo nuovo incidente. Un bel giorno la
lattaia, che a curiosar negli orti del prossimo
pareva fatta nata, lo diceva a chi il voleva
e noi voleva, che il fratello operaio della sora
Zita, immischiatosi non si sa in che affari —
affari dove tutti i nomignoli dalla desinenza
in zia vi cancaneggiavano a posta e talento
della narratrice — aveva dovuto tar vela in
lontano paese, senza saper per ora dove so-
sterebbe e quando gli fosse possibile il l'i-
torno. E a chi le faceva la smorfia del non
voler bever grosso, rossa rossa come una
fragola, saci'amentava averlo lei veduto coi
propri occhi, e toccato colle proprie mani il
letterone pieno, stipato di nero in sul bianco
che la sora Zita, che per lei non ha un se-
greto al mondo, le aveva letto, riletto e
spiegato.
La rabberciatura riuscì e il tempo^ la bontà
d'animo della Zita, le grazie infantili della
Lisa fecero il resto.
{Continua).
ì /
GKAMMATICA SLAVA
C. A. Parèió.
l ^oi tipi di S. Artale in Zara è uscita
alla luce la seconda edizione della Gramma-
tica slava di C. A. Parcié, notevolmente ac-
cresciuta ed emendata secondo i Piani d'in-
segnamento. Abbiamo riscontrato con piacere
come r autore si sia tenuto possibilmente
nella terminologia d'accordo con quella, che
oi-a generalmente viene adottata nelle scuole,
evitando così un'inutile diversità di nomen-
clatura, che è tanto dannosa all'istruzione.
Questo libro, già adottato per lo passato nelle
scuole medie, speriamo lo sarà anche in que-
st' anno, quantunque si vada dicendo, che in
suo luogo verrà introdotto il Corso comiìleto
di G. Cobenzl. Senza nulla detrarre a que-
sto illustre filologo, osserviamo essere cosa
strana davvero che si voglia nuovamente
dare in mano agli scolari la Grammatica
slava di Budmani (giacché il Corso di G.
Cobenzl è tutto basato su questa grammati-
ca), dopo eh' era stata loro tolta, per fare
luogo a quella del Parcié. Con questi con-
tinui mutamenti di testo il progresso degli
scolari certo non potrà essere troppo soddi-
sfacente ; ed è certo poco lusinghiero per i
patrocinatori della seconda lingua del paese
il dichiarare che i nostri ragazzi hanno bi-
sogno d'imparare lo slavo da un libro ele-
mentare di esercizi, in quel modo che da
un libro d' esercizi apprendono il latino ed
il greco.
Ancora sull'etimologia della voce
SPàlàfO.
gin uno degli ultimi n.ri del Narodni List
si prendeva a disamina un articolo del n.ro
1 della Palestra, in cui si era stabilita 1' e-
timologia della voce Spalato, facendola de-
rivare secondo la comune tradizione dal la-
tino Palatimi, e non da Aspalathos, preteso
procuratore del gineceo di Diocleziano, come
vuole il Racki. L'etimologista del N, L.,
confutando l'opinione di quel nostro colla-
boratore, basa tutto il suo ragionamento su
A S. E. Thaon di Revel: „Gli Ita-
iifni di Dalmazia resiidenti in Milano
vedoiio nello sbarco a Zara l'inizio
del compimento delle loro aspirazioni
che devono all' Italia la piena sicjurezza
di quello che è il mare nostro".
A S. E. Orlando : „Neil' ora mera-
vigfliosa della vittoria gli Italiani di
Dalmazia residenti ìb Milano esultano
augurandosi che essa abbia a dare tutti
i suoi frutti. Viva l'Italia."
A S. E. Diaz. (Zona di g-uerra).
„Zara a nome della Dalmazia tutta in
ginocchio sulle rive dell'Adriatico ha
già ringraziato il suo esercito."
Air On. Salandra Roma. „Partico-
larmente affettuoso e grato si rivolge
il pensiero dei dalmati a chi in grave
momento ebbe piena coscienza dei le-
gittimi diritti d'Italia e sul suo appog-
gio ancora confidano per il raggiun-
gimento completo dei loro ideali."
Ed ecco alcune delle risposte, di-
rette al presidente dell'Associazione,
il nostro concittadino Mitis :
„S. M. il Re ha molto gradito la
manifestazione di fervida italianità di
cui Ella si è resa cortese interprete
per cotesta Associazione patriottica.
Orlando".
„Commossa ringrazio suo gentile te-
legramma. Sennino."
„La marina d'Italia è fiera di avere
contribuito al raggiungimente delle
aspirazioni nazionali. Capo dello stato
maggiore della marina Thaon de Revel".
n grido di dolore di Arbe. Venne
pubblicato ed affisso questo :
Proclama degli italiani di Arbe.
Dal 31 ottobre 1918 l'italianissima
isola di Arbe, è sotto l'intollerabile
tirannia di bande irregolari croate che
hanno svaligiato i depositi di armi
abbandonati dal fuggiasco governo
austriaco e se ne servono per terro-
rizzare» r inerme popolazione italiana,
impedendole colla violenza e colla mi-
naccia quotidiana non solo di manife-
stare con alcun segno esteriore la
propria nazionalità e il legittimo orgoglio
di appartenere alla nazione che ha
distrutto per tutti i popoli oppressi la
tirannia austriaca ; ma obbligandoli a
rimanere chiusi nelle case, sotto mi-
naccia di morte, anche per le loro
quotidiane necessità. GÌ' Italiani di Arbe
sono costretti ad assistere impotenti a
spettacoli odiosi che sono un' atroce
ingiuria ai loro sentimenti, come alle
imposizioni fatte dalla soldatesča croata
ai piroscafi che cipprodano di abbas-
sare la bandiera italiana, e alle minac-
ele e ai tentativi di aggressione fatti
ai connazionali che si trovano sugli
stessi piroscafi. Infine essi si rendono
conto che non debbono per ora la
loro vita se non allo stato transitorio
delle cose e al timore che la solda-
tesca croata .può avere di compromet-
tere con eccessi la propria causa ; ma
sentono e apprendono ogni giorno
dalle dichiarazioni stesse dai banditi
che li circondano, che ove l'abbandono
nel quale si trovano e che non pos-
sono credere definitivo venisse per
malaugurata ipotesi confermato, essi
dovrebbero o abbandonare in massa
r isola o perire.
Pieni d'incrollabile fiducia nell' af-
fetto e nella cura vigile della grande
Madre Patria, che non abbandonerà
in quest' ora di vittoria i figli per i
quali ha leoninamente combattuto,
gì' Italiani di Arbe fanno appello a Sua
Maestà il Re, ai Dirigenti la Nazione
italiana e a tutto il popolo italiano
perchè su Arbe si levi, sicura difesa,
la vigile protezione del tricolore.
Arbe, li 20 novembre 1918.
11 fascio nazionale italiano di Arbe.
In memoria di Arturo Coiautti.
Nel quarto anniversario funebre di
Arturo Coiautti (11 novembre) i dal-
mati domiciliati a Roma ricordarono il
grande loro conterraneo, deponendo
una corona d'alloro sulla sua tomba
al Verano.
I dalmati ricorderanno a momento
pili opportuno il loro poeta, la cui
salma attende di essere portata alla
sua Zara redenta.
Leggiamo poi nella „Tribuna" :
„Una gentile dama della Croce
Rossa, la signorina Ofelia Borowska
Coiautti, figlia adottiva del poeta dal-
mata Arturo Coiautti, che sino ali ul-
tima ora tenne vivo con il pensiero e
con l'azionè il sentimento dell'italia-
nità delle nostre terre oltre Adriatico,
ha ieri, per invito del colonnello^Scafi,
parlato ai soldati degenti nell'ospe-
dale del Quirinale.
La signorina Coiautti ha parlato ai
feriti gloriosi della nostra guerra e
della nostra vittoria magnifica, ricor-
dando i martiri e gli eroi e rivolgendo
un pensiero agli araldi della nostra
guerra: primo fra tutti Arturo Co-
iautti. La signorina, assai applaudita
dai soldati, ha distribuito cartoline
delle loro maestà, del generale Diaz,
e pubblicazioni di occasione, e si e
intrattenuta al letto dei feriti più gravi
confortandoli con patriottiche parole".
Il Corriere Adriatico. Esce ora in
Ancona, per Ancona e per Zara, il
„Corriere Adriatico", giornale cotidia-
no in grande formato. Dal programma
del nu«vo confratello togliamo questi
nobilissimi, significanti periodi :
»Oggi tutte le energie italiche inva-
no compresse, combattute e avvelenate
dagli Absburgo durante un secolo,
tornano a rifiorire e irresistibilmente
trionferanno nel non più amarissimo
Adriatico.
„Il mare italiano per eccellenza tra-
volgerà con le sue generose collere
quanto di artificioso e di menzognero
r Austria volle creare suU' opposta
sponda : e su ambe le rive la genia-
lità, la cultura e 1' attività della nostra
razza immortale daranno ancora nuova
vita alla civiltà latina.
„In quest' ora felice, che segna la
realizzazione del sogno dei nostri pre-
cursori, noi vogliamo con questo gior-
nale stabilire un legame tra le due
spónde del mare nostro. 11 „Corriere
Adriatico" avrà una redazione in An-
cona e una redazione a Zara : le due
città sorelle che tanto si amarono sa-
ranno così congiunte con un vincolo
nuovo.
„Il Corriere Adriatico" recherà in
Dalmazia la voce della grande Madre
italiana e le notizie della Patria e del
mondo intiero, e recherà in pari tempo
un' ampia cronaca dalmata sicché sarà
il giornale italiano più recente e p/ù
completo che si potrà leggere sull' op-
posta sponda".
Al nuovo confratello — che dà ma-
gnìfica caparra dei suoi generosi pro-
positi di affratellamento con numerosi
e notevoli articoli su Zara e sulla Dal-
mazia — inviamo, con l'espresjsione
della nostra riconoscenza, i più fervidi
auguri.
Gubelio Memmoli dice versi di
Carducci e Pascarella. Lunedì sera,
la Società del Casino offrì ai suoi soci
una bella serata intellettuale. Gubelio
Memn^oli, l'ammirato conferenziere
di domenica sera, fu lunedì applaudi-
tissimo anche come dicitore di versi.
Ed infatti egli interpretò le poesie da
lui dette con raro intuito, seppe far
risaltare tutte le arcane bellezze dei
versi carducciani e la giovenile fre-
schezza dei sonetti pascarelliani. Disse
di Carducci, tra l'altro, le odi barbare :
„Neir annuario della fondazione di Ro-
ma" e il magnifico „Saluto italico" che
sollevarono come tutte le altre poesie
un grande entusiasmo tra il folto pub-
blico. Poi, date le insistenti richieste,
Gubelio Memmoli dovette leggere la
„Canzone di Legnano" e il magnifico
squarcio poetico riscosse unanime
applauso. Lesse poi gli immortali
sonetti di Cesare Pascarella: „Villa
Gloria". Più che una collana di sonetti,
son queste poesie un canto epico, una
pagina di storia eroica magnificamente
cantata da chi visse e partecipò all' im-
presa di „Villa Gloria". Splendido e-
sempio di poesia vernacola che assur-
ge all' epopea. Scroscianti "applausi
salutarono il dicitore.
Insistentemente chiamato dal pubblico
sale al podio Carlo ScarfogUo, il quale
dice : Io e Gubelio Memmoli partiamo
domani per l'Italia e vi giuriamo che
propugneremo non la vostra causa,
che è ormai vinta e definita, ma quella
degli altri vostri fratelli di Dalmazia,
che non hanno ancora veduto il sole
della libertà. Un'imponente acclamazione
accoglie le parole dell'egregio gior-
nalista; e così la riunione SI scioohe,
ma non del tutto, che poco dopo 1 or-
chestra attacca un walzer e le giovani
coppie intrecciarono le danze, che
si protrassero fino alla mezzanotte.
A impedire gli atti vandalici. Il
governatore della P^lm^^'^
isole dalmate e curzolane ha pubblicato .
„Noi, vice-ammiragho Enrico Mi o
senatore del regno, governatore della
Dalmazia e delle isole dalmate e cur-
zolane. • 1 1 1. •
Venuto a conoscenza che "f» terri-
torio di occupazione stabilito dal trat-
tato di armistizio, si compiono dan-
neggiamenti alle proprietà private,
saccheggi, atti vandalici ecc.
ordiniamo
che dalla data del presente bando i
colpevoli di tali reati siano sotto-
posti a giudizio, e siano esaminate nel
contempo le eventuali responsabilita
personali delle autorità loca
Sebenico, 25 nov. 1919.
lo scorgere che anche si
rarie innovazioni nel tempio ? S-
caro, nel tempio e nel chioa
pareva saggiamente bandita l ^^ci 4-4-0 l'I fi Il settaria, con riguardo alla pi
rosa e al carattere indelebiln?
liano di Zara. •
Uno dei frati ^ e forc r
quelli stessi ch'ebbe a pren^ ^fi '
al corteo — amministrò giom^'^
Comunione ai fedeli, in gran v^uiii"""-""«- «j »CUCII, i n n
liani, usando per la prima vnu'^^'
pie signore sono venute a •
noi per questa novità, che off
tradizione ed il carattere dJ
lam u.auuu vof 'f
formole sacramentali in croato n
TiiP" QÌo-iiore n vom.i-^ _ i Oejj
sjcoi
^^ de 1
chiesa. ^^tica
E. Millo.
Nel regio esercito« Apprendiamo
che il signor Bruno Galzigna di Arbe
venne arruolato nel regio esercito col
grado di sottotenente. Altri giovani,
concittadini e comprovinciali, si sono
pure arruolati.
Le prime cure del governo per le
scuole. S. E. r ammiraglio Millo ha
confermato in carica il consiglio sco-
lastico provinciale della Dalmazia, ed
ha disposto che al prof. Pietro Do-
miacussic, che dopo le peripezie toc-
categli sotto il governo austriaco viene
finalmente reintegrato al suo posto in
questo ginnasio, sia affidato il con-
trollo su tutto l'andamento delle scuole
italiane nel territorio di occupazione.
Le solite menzogne. 11 „Narodni
List", maestro di impudenza, fa appa-
rire i Padri del convento e della chiesa
di San Francesco alle Mura vittime
dell' intolleranza e delle minaccie dei
cittadini ; ma, in tutta l'odissea che
esso narra, non vi è una sola parola
di vero. Tutto vi è invece volgare
menzogna; e sfidiamo chiunque a pro-
vare con fatti che quanto noi ora di-
remo non sia la pura e schietta verità.
Non da parte dei cittadini quei frati
ebbero a subir coercizioni ; ma sì, e
subito nei primi giorni della libera-
zione di Zara,' da parte di cosidetti
jugoslavi, i quali intimarono ai frati di
far sventolare in cima al campanile
della loro chiesa la bandiera croata,
riuscendo anche a farvela issare.
Ora è ben naturale che la nostra
cittadinanza — sapendo che da ben
cinque secoli la chiesa dei Francescani
alle Mura è chiesa italiana — provasse
sdegno, più che risentimento, per la
inutile e lesiva provocazione.
E, senza intimidazioni, ma con sem-
plici mezzi persuasivi, dei cittadini vol-
lero sostituita la bandiera croata con
la bandiera italiana, in armonia alle
dimostrazioni che facevano pulsare di
gioia il . cuore di ogni vero figlio di
Lara.
Il fatto che, successivamente, la ban-
diera italiana ebbe a scomparire, di-
mostra, se mai, che il fanatismo e
l'intolleranza non vanno cercate fuori,
fra i cittadini, ma nel convento stesso.
Nessuno all' infuori di qualche , frate
croatomane può aver sottratta la ban-
diera, di cui si chiede conto e si esige
la consegna.
Contrariamente a ogni più elemen-
tare norma sacerdotale ed evangelica,
offrendo anzi pubblico scandalo, al-
cuni membri della religiosa famiglia di
San Francesco alle Mura non si peri-
tarono di unirsi ad un corteo di cosi-
detti jugoslavi, e di vociare e di urlare
canzoni ed acclamazioni croate.
I cittadini riguardavano, stupefatti
prima e poi stomacati, questa provo-
cazione da parte di religiosi, chiamati
per r abito e per T ufficio al più umile,
al più riservato, al più corretto dei
contegni.
Neppure i frati di San Michele —
noti per incurabile italofobia — osa-
rono un tanto.
E, a parte la questione delle ban-
diere, rincresce assai alla cittadinanza
Si vorrà usare la dovuta sev.-
contro questi provocatori ? Si ^
•ridare al convento le vecchie conlf
tudini di evangelica umiltà, aliene]
competizioni mondane e da m^«» '
tarie?.
Vedremo.
Guardie nazionali ed ex gendarmi
austriaci. Le guardie nazionali (2)
cosi detta Jugoslavia e gli ex i. r
darmi austriaci si accoppiano, si^^"
piano e si rassomigliano come
d'acqua torbida. ^
Alla presenza, o meglio con la co
nivenza, degli ex i. r. gendarmi 1
ingiurie e le minaccie contro aniio'
giovani italiani, venivano gridate ^
Arbe dagli improvvisati guerrieri in
goslavi, proposti — si intende !— jH
tutela dell'ordine pubblico. E,
passando a vie di fatto, costoro avreb
bero avuto certo l'ausilio dei j
darmi, cui non rimane ornai altra w
sorsa che quella della bassa rappre
saglia contro gli Italiani.
Tipico, per quanto doloroso, è
caso occorso ad Obbrovazzo al nostì
consenziente signor Simeone Cettina
Pel solo fatto di essere stato a Zaij
e di essersi doverosamente fregiato (
una coccarda tricolore, venne mess
per due giorni ed una notte a vei
tortura: aggredito, percosso, rincorso
impedito dì recarsi alla sua abitazioi«
minacciato di nuovo con grossi ra6
delli ed ingiuriato in mille modi,
capi ed aizzatori della indegna, crìn
nosa gazzarra erano nientemeno c
le guardie jugoslave, assenzienti sera
pre gli ex gendarmi austriaci. 11 povw
Cettineo avrebbe potuto essere anc
linciato, e nessuno di quegli emeri
funzionari — preposti, si intende, a
r ordine pubblico — si sarebbe scom
posto.
Quest'è l'ordine che regna sotto,
cosi detto governo jugoslavo, c. il fa
moso ordine di Varsavia ; e, vivaddic
bisogna finirla !
Decesso. E morto Giuseppe Ferrar
tipografo e comproprietario di tipf
grafia. Lavoratore intelligente e so
lerte, ottimo capo famiglia, buon pi
triota, il suo decesso destò vivo con
pianto. Alla famiglia le nostre cond«
glianze.
Pensioni e g^raziaii. Le pensioni
graziali ed i sussidi d' educazione
ranno, da quanto apprendiamo, pag<
pel mese di decembre direttanoeiil
dalla locale Cassa provinciale di
nanza agli aventi diritto, i quali app«
ranno le loro firme su di un semp!«
cedolino, senz'altre formalità.
Fotografie. Il valente fotografo
gnor G. Ruprecht ha eseguite de
artistiche fotografie in grande format
dell'arrivo a Zara delle regie navic
le truppe liberatrici e delle pubblici
feste con le quali vennero accolte."
fotografie, esposte, vengono in<
ammirate.
Direttore responsabile : Gaetano Feoli.
Editrice la Tipografia: E. de Schonfeld 4 j
BancaPopolare diZatì
UFFICIO CAMBIO
fissione vaglia del Baio di llapii
Agenzìa della Società di Navigazion
Servizi marittimi italiani.