z
V
intemerati, eoi pensiero ed il cuore rivolto
in angoscia alle loro famiglie.
La detenzione per il doti, de Denaro e
per V Obratov durò poco. Invece si man
tenne per il Salamun, imputato, come Sin
daco di Stretto, di maggiore responsabilità
e di abuso del potere di ijfficio ! ! !
Di quale responsabilità? Di quale abuso
d’ ufficio ?
La polizia jugoslava chiamava il Salamun
responsabile di aver consigliato dei confi
namenti e di aver manifestato sentimenti ita
liani, favorevoli all’ occupazione italiana. Ac
cuse che, se non avessero avuto conseguenze
drammatiche, avrebbero potuto semplice-
mente divertire.
Il signor giùdice istruttore Mladineo ed
il Procuratore di Stato Ztosillo vollero coone
stata questa atroce commedia con un pro
cedimento giudiziario formale.
All' istruttore il Salamun rispose, rilevando
che a Stretto non avvennero confinamenti ;
ch’egli, per la sua rettitudine, godeva 1’e-
stimazione degli stessi avversari, e che era
stato sempre suo orgoglio e vanto essere e
dimostrarsi italiano.
Tre giorni dolorò il Salamun nella pri
gione. Finalmente, per le energiche rimo
stranze presentate dagli Italiani di Stretto <3
di Spalato a S. E. il Governatore Millo cl
all’ amiraglio americano, la turpe sevizia cessò,
i despoti jugoslavi dovettero ringoiare col
fiele i loro truci, propositi ed il Salamun
venne rilasciato in libertà.
Libertà, della quale approfittò subito per
scappare da una città, ove le leggi sono
rese abominio e ludibrio in mano a pochi
settari esaltati.
Gli italiani di Spalato, di Sebenico e. di
Stretto hanno fatto affettuose, caldissime
dimostrazioni all’ egregio Salamun, il quale
ha sperimentato di persona, pur troppo, le
delizie del libero reggimento jugoslavo.
Scalciate. 11 Sindaco di Venezia ha una
convinzione ed ha avuto un’illusione.
n convinto che tutti i popoli civili devono
sentire profondamente la religione del loro
passato; e si è illuso che questa religione
fosse pur sentita dai signori che tengono
la rappresentanza comunale di Spalato.
Per questo diresse anche al Comune di
Spalato l’invito di inviare il gonfalone mu
nicipale alla festa di San Marco : invito ovvio
e naturale quando si pensi che Spalato fu
una delle città più, fedeli alla Dominante,
ch’ebbe a fortificarla e a difenderla contro
il Turco in modo mirabile. I! podestà di
Spalato, senza Venezia, non sarebbe stato
il conte Tartaglia. Sarebbe stato, probabil
mente, un povero circonciso. «
Il podestà di Spalato ha risposto all’ in
vito gentile del Sindaco di Venezia con una
scalciata.
Ha risposto con un rifiuto, asserendo che
Spalato, come 1*intera Dalmazia, è stata
sempre jugoslava, liberata per virtù delle
armi dall’austriaca tirannide, e che quindi
appartiene ed apparterrai sempre alla Jugo
slavia, della quale ha fatto e farà sempre
sventolare il vessillo.
Il signor potta spalatino ha detto insomma
in poche linee parecchie bugie grossolane.
Spalato non è sfata ina: jugoslava ; la
bandiera municipale, bianca ed azzurra con
10 stemma delle tre torri, rimase sino a
pochi anni or sono simbolo immacolato del-
l’italianità e dello spirilo autonomico di
Spalato; le armi infine che liberarono Spa
lato dalla oppressione dell’Austria—dì quel
l’Austria, si intende, che ha creato e pro
tetto sino alì’ ingratitudine il partito croato
— sono quelle che rifulsero nelle risolutive
vittorie dell’ esercito italiano sul Piave e a
Vittorio Veneto.
Senza Venezia, Spalato avrebbe forse dei
pascià. Senza l’Italia avrebbe, dominante al
Comune, un imperiairegìo commissario au
striaco.
In quanto al futuro, esso, sì sa, è in grembo
agli Dei.
Noi conserviamo la risposta del podestà
di Spalato, il conte veneziano de Tartaglia,
come un documento caratteristico di....
croatesimo.
Alla Presidenza dell’ Associazione Na
zionale „Trento-Trieste" è pervenuto il se
guente telegramma da Montevideo :
„Sezione Trento-Trieste Uraguay plaudendo
fermo atteggiamento Delegati Conferenza
Parigi riafferma sua piena solidarietà agita
zione per giusta rivendicazione italiana Fiume
Dalmazia. — Baldassini, Scarzella."
La squadra della „Pro Jadera" a Fiume.
Nel pomeriggio di ieri è ritornata la squa
dra calcistica del „Club Pro Jadera“ affer
matasi magnificamente nella gara con la
poderosa „Olimpia" di Fiume.
I giovani narrano, pieni ancora di com
mozione, 1’ entusiastica accoglienza e le im
ponenti manifestazioni d’ affetto dell’ italia
nissima Fiume, che parevano significare ideal
mente V abbracio fraterno dei figli di Fiume
e di Zara nell’ attesa fiduciosa.
Al comparire del piroscafo, la riva di
Fiume rigurgitava di gente. 1 tricolori gar
rivano al vento, s incrociavano le grida di
evviva a Zara e a Fiume italianissima. Ap
pena sbarcati i nostri giovani, si formò un
corteo, al quale presero parie tutte le as
sociazioni fiumane con bandiere, le rappre
sentanze della Società „Nuova Italia" di
Zara, del „Veloce Club Zaratino", della
„Socieft degli studenti dalmati" e diverse
migliaia di cittadini. Il corteo si diresse alla
sede d^lla ' Società Filarmonica ove ebbe
luogo un grandioso comizio. Parlarono di
versi oratori di Fiume e di Zara; alla fine
11 presidente propose una visita al Municipio.
II sindaco comm. dott. Grossich aspettava i
figli di Zara per ripetere il giuramento su
blime : Italia o morte !
Alla sera, al Teatro municipale, venne
data una rappresentazione d’opera in onore
degli ospiti.
Alle 16.30 di domenica incominciò la gara.
La squadra della „Pro Jadera", ammiratis*
sima per la disinvoltura del gioco, per la
destrezza nei passaggi, per la compattezza
nell’ assalto, difese meravigliosamente i co
lorì di Zara. La poderosa squadra dell’,,0-
limpia" segnò tre punti in proprio favore. 1
giocatori della „Pro Jadera" sono elementi
giovanissimi e promettenti, che la cittadi
nanza deve ammirare e sorreggere.
Terminata la gara, vi fu un sontuoso
banchetto nella sala della Filarmonica, du
rante il quale furono pronunciati parecchi
discorsi. Alle 5 di ieri, la squadra za-
ratina lasciava Fiume fra un incrocio di ev
viva, che avvaloravano, in mezzo al generale
entusiasmo, l’antico patto di amicizia fra
le due città.
Corsa ciclistica. Il „Veloce Club Zaratino"
indice per il prossimo mese la prima gara
sociale d’incoraggiamento sul percorso Ze-
monico-Zara. L’ iscrizione resta liberà a tutti
i ciclisti dilettanti associati al Veloce Club.
Sono ..pure invitati i militari ciclisti.-
Borse di studio. Si comunica che la Com
missione nominata a’ sensi della Circolare
28 febbraio N.o 7930 ha conferito borse di
studio ai sottonotati studenti, appartenenti
al territorio di cotesto Governatorato, nella
misura a fianco di ciascuno indicata : Zu-
liani Eleonora di Sebenico lire 100 mensili
—. Trinaestich Grisogono di Zara lire 100
mensili — Herenda Giovanni di Zara lire
100 mensili — Giurani Dundovich Miro di
Zara lire 100 mensili — Fattovich Giovanni
di Zara lire 100 mensili — Carraia Marino
di Zara lire 100 mensili — Woditzka Silvio
di Z ara lire 50 mensili*-— Gallessich Ugo
di Zara lire 50 mensili — Damianovich Gio
vanni di Curzoìa lire 50 mensili — Damiani
Cesare di Zara lire 50 mensili.
Condoglianze. Il nostro ottimo amico e
concittadino Roberto Menici, da parecchi
anni domiciliato a Genova, ebbe ìa sventura
di perdere un’amorevolissima zia, la signora
Elena, che, vivendo con lui, gli faceva le
veci di madre. La defunta, sorella del P.
Roberto Menini, arcivescovo di Sofia, era
donna di belle virtù famigliari e tenerissima
dei suoi congiunti.
Inviando le nostre più sincere condoglianze
a Roberto Menini, avvertiamo che anche qui,
addì 16 corrente, nella chiesa di San Fran
cesco alle Mura, verrà celebrata una messa
solenne, a suffragio della compianta signora.
Messa funebre. Questa mattina, alle 10,
nella Chiesa di S. Francesco alle Mura,
venne celebrata una messa funebre a suffragio
del compianto concittadino Nicolò Benzoni.
Oltre ai parenti vi parteciparono parecchi
amici, i quali ricordano sempre e con af
fetto il defunto.
Desideri del pubblico. Ci scrivono dalla
città : „Sarebbe desiderabile che, tenuto
conto delle ottime condizioni della pubblica
AMcurcssxa in città, della stagione primaverile
già avanzata e delie conspetudinì cittadine,
si derogasse al divieto di chiudere i locali
pubblici, e specialmente il „Caffè Centrale",
alle ore 11".
Questo desiderio ci sembra tanto più
giustificato, in quanto anche ie rappresenta- ,
zioni teatrali sogliono durare fino verso
mezzanotte.
Concerto. Domenica al pomeriggio la
Banda militare della 66.a Divisione svolse
in Piazza Laurana un attraentissimo pro
gramma sotto la direzione del suo va
lente’ maestro signor Caccheini.
il pubblico, che assistette con entusiasmo
all’ improvvisato concerto, applaudì caloro
samente e replicatamente V inappuntabile
esecuzione dì ogni . singolo pezzo del pro
gramma, specie il sestetto della Lucia e il
terzo atto dell’ Aida, eseguiti con piena fu
sione e con meravigliosa delicatezza di co
lorito.
Apprendiamo con vivo piacere che la Banda,
la quale vanta degli ottimi elementi, si pro
durrà spesso anche in seguito.
11 nostro pubblico è amante in genere di
buona .musica, e ci ripromettiamo di poter
udire banche dalla nostra rinomata Banda
municipale qualche suo apprezzatissimo con
certo estivo.
Serata di recitazione. Domenica abbia
mo assistito a una recita data dalla „Sezione
filodramatica adulti" dei Ricreatorio Pasquale
Bakmasz, composta da solerti giovanotti i
quali si prestano con molto impegno all’ o-
pera di educazione popolare. I filodramatici,
coadiuvati dalla gentile signorina Colonna,
interpretarono con bell’ affiatamento la com
media del Savini „Un’ eredità in Corsica".
In chiusa il valente sig. Emilio Bross disse
con finissima arte il monologo „Celebrità"
di Ermete Novelli.
Sciopero generale a Spaiato. A Spaiato
era stato vietato ai socialisti qualsiasi mani
festazione pel primo maggio. Tuttavia gruppi
di lavoratori vollero attraversare le vie della
città in corteo. Questo fatto determinò l’ar
resto di parecchi lavoratori, che^ dal go
verno jugoslavo, vennero anche internati.
L’ indignazione dei socialisti si manifestò
con uno sciopero generale.
Attenti ai monelli borseggiatori ! Da
qualche tempo le nostre signore durante il
passeggio in Calle Larga e in altri luoghi
dove c è ressa son prese di mira da piccoli
marioli minorenni, che si danno ogni cura
per alleggerirle delle borsette che portano
in mano o infilate nel braccio. Che se non
riescono a strappare le borsette, quei pic
coli borsaioli s’ accontentano anche d’ aprirle
e involare il danaro che ci trovano in por
tafogli o portamonete.
Due di questi monelli, d’ età inferiore ai
14 anni, furono acciuffati anche giorni sono,
mentre di pieno mezzogiorno con destrezza
eran già riusciti a toglier di tasca a una
signora un portafoglio contenente 200 corone.
f carabinieri aumentano >la vigilanza per
far cessare i frequenti borseggi ; le nostre
signore sono avvisate di Mare attente.
CRONACHE TEATRALI
■ .■
Al Teatro ,,G. Verdi«
Sabato si rappresentò „La maschera e il
volto", grottesco in tre atti di Luigi Chia
relli. Sarebbe inutile discutere V opportunità
e il valore estetico di questo genere teatrale
che tiene una via di me?zo tra il dramma
tico e il comico, attenuando spesso l’impres
sione totale con la superficiale sovrapposi
zione di considerazioni umoristiche sullo
sfondo serio della favola. Così avviene che
jl Chiarelli a volte sfratti e a volte sciupi
il suo giovanile talentò drammatico. Il la
voro s’impernia nel protagonista, che sì
propone di vivere in Uì^immaginario mondo
tragico ed eroico creato dalla sua fantasia
malata (maschera), mentre invece ìa realtà
sfate i suoi sogni, rivelandogli l’essenza
.della sua psiche meschina e comune (il
volto). L’ eroe della fantasia ridiventa, per
i vezzi affascinanti di Sgvina Grazia, moglie
traditrice, il piccolo borghese della solita
società, a
L’ esecuzione d’ un situile lavoro è per gli
attori, lo conveniamo, irta di difficoltà. Bi
sogna tuttavia convenir^ che tanto la Casi
lini che il Giardini s’ adoperarono a infondere
vita e vivacità alle ornila create dal Chia
relli, ottenendo spesso Jjuoni effetti. Il pub
blico, abbastanza numeroso, mostrò di inte
ressarsi allo svolgimento della favola e chia
mò alla fine d’ ogni ,atto gli artisti alla
ribalta. Q* -*
Domenica si rappresentarono „I disonesti"
di G, Rovetta, un drapima che, come tutta
la produzione teatrale jdello scrittore lom
bardo, tesige per esser gustato molta co
scienza ed esattezza nella recitazione e una
squisità sensibilità artistica negli interpreti.
Il dialogo, semplice e Stringato, senza fron
zoli'rettorie! è il frutto della particolare at
titudine dell’ autore a considerare e ripro
durre situazioni e sentimenti colti dalla viva
realtà della vita borghese contemporanea.
Ma la semplicità richiede appunto una co
scienziosità particolare negli esecutori, per
chè la recitazione non assuma un’ aria tra
sandata, che tolga alle situazioni quell’ illu
sione della realtà, che è indispensabile a
vivificare ogni azione^ che si svolge sulla
scena. ,
E 1’ esecuzione di domenica quest’ illusio
ne non la seppe dare.
Iersera riposo. Oggi si ripete „La nemi
ca" di Nicodemi.
Ai Teatro Garibaldi
ha debuttato sabato Sera la compagnia mi
lanese di Paolo Bone^chi, un felice imitatore
di Ferravilìa. La conteagnia dà con bell’ im-
p e g n olep i u note% t A AMIafànti’ c6m m èdié
del teatro milanese. Nella rappresentazione
dei tipi classici di questo teatro — Massi-
nelli, Tecoppa, ei sur Panerà, Tobiselli —
il Bonecchì rivela una sobrietà di linea e
una vis comica molto lodevoli. Le sue truc
cature sono quanto mai caratteristiche. La
compagnia novera buoni elementi intonati,
sui quali emerge la gentile signora Pina
Milani, che si distingue anche nel canto per
molta grazia e sentimento. Un buon baritono
comico è il signor A, Polloni.
ultimjTora■ / '
(Nostro servigio telegrafico).
ROBA, 6, (ore 13.5). Orlando
e Sonnino sono partiti per
Parigi.
I precedenti della partenza
Il lavorio diplomatico e le garanzie
ROMA, 15. Il lavorio diplomatico s’è
fatto nell’ ultimo tempo sempre più intenso.
Negli uffici della presidenza del Consìglio
e del ministero degli esteri si notò un vivo
andirivieni di personalità politiche.
Iersera I’ on. Orlando ha conferito nuova
mente con S. M. il Re. Stamane alla Con
sulta ebbe luogo 'un collòquio fra Orlando
e Sonnino durato circa un’ ora. ».
La „Tribuna" d’ oggi lascia intendere che A
F invito a tornare a Parigi può essere giunto $
al governo, in ogni modo esso sarebbe un
avvenimento di secondaria importanza, poi
ché anche agli alleati ormai deve essere
chiarore ìa Delegazione italiana non si
muovera da Roma se prima non avrà avuto
le più esplicite garanzie sul complesso dellete
rivendicazioni italiane e su quei particolari
problemi che più interessano là concorde
volontà del popolo. La „Tribuna" aggiunge
che la Conferenza nelle, tre adunanze di
-sabato ha considerato la questione italiana
non piuttosto nella sostanza effettiva, ma
nel metodo da seguire per far conoscere
all Italia il vivo desiderio degli alleati di
avere il suo concorso.
Alcuni giornali francesi come 1’ „Echo de
Paris" dicono di sperare che la Francia e
l’Inghilterra sapranno simultaneamente in
durre 'Wilson ad ammettere che V esecuzione
del trattato dì Londra ài impone come un
minimum* assoluto.
La „Tribuna" osserva a questo proposito
che in caso di accettazione preventiva da
parte della Conferenza del trattato di Londra,
1 Italia dovrebbe torbare a Parigi. L’Italia
può intimare alla Francia e alt Inghilterra
di non entrare nei negoziati di pace con la
Germania finché nqn si riconosca esecu
zione del trattato di Londra. „
Le riserve dei delegati tedeschi
ROMA, 5. I giornali ricevono da Parigi
che la delegazione tedesca ha fatto le su~
riserve circa la legalità dell inizio deke trat
tative, causa l’assenza dell’Italia e la pre
senza dei delegati jugoslavi, perchè la A* 1?0"
slavia non è uno Stato riconosciuto dag i
hÌIg citte
il corrispondente dell „Idea Nazionale
osserva che in ogni caso se tali riserve sa
ranno necessarie verranno sollevate diretta
mente dall’ Italia, poiché 1’ accordo sui pre*
iiminari di pace a cui essa ha già aderito,
non può autorizzare nessuno a interpretarlo
come una rinuncia ai suoi precisi diritti con
feritile dalla dichiarazione di Londra,
li Convegno adriatìc® nazionale
ROMA, 5. 11 29 maggio s’inizierà a. Ve
nezia il convegno adriatico nazionale, i <ui
lavori si proseguiranno poi in altre sedute
a Trieste, a Fiume e a Zara.
Per il mostro diritto
ROMA, 5. A Torino, Genova, Ancona e
in moltissimi altri centri d’Italia avvengono
continue manifestazioni patriottiche tra grida
eh Viva Fiume italiana, Viva ìa Dalmazia ita
liana.
Fra Polonia e Germania
ZURIGO, 5. In seguito all’ intervento della
Missione americana la Polonia s’impegna di
consegnare alla Germania. 90,000 chi. di
patate. I polacchi si impegnano inoltre di
impedire qualsiasi danno e interruzione nel
tratto delle ferrovie.
II Belgio malcontento
BRUSSELLES, 5. Oggi si riunì il -consi
glio dei ministri presieduto da re Alberto
per decidere sull’ atteggiamento da assumete
di fronte alle gravi condizioni interne e ai
rifiuto della Conferenza dì Parigi di con
cedere al Belgio una adeguata indennità.
Pare che al Belgio si siano offerti soltanto
due miliardi, ciò che ha sollevato un’enorme
eccitazione in tutto il paese.
La capitolazione dell’Ungheria
ZURIGO, 5. II Governo ungherese me
diante un intermediario ha chiesto la pro
tezione della missione francese a Vienna.
Questa ha posto le seguenti condizioni :
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convalescenze,----- rigenera le forze,
taciuta la digestione -___
Poscritto dai più Illustri Clinici, riconosciuto
utilissimo per : i fanciulli pallidi, deboli : le
giovani anemiche, melanconiche, deboli ma
cilenti ; le persone estenuate dalla fatica del
lavoro, talvolta eccessivo, da’lle malattie,
dagli abusi; i vecchj d’ambo i sessi indeboliti!
E di gusto squisitissimo, gradito assai dalle
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capitolazione immediata» consegna di tutte
le armi e munizioni, occupazione di Buda
pest con forze dell’ Intesa, destituzione del
governo e istituzione di un regime demoera.
tico. L'intermediàrio ha posto come contro,
condizione la garanzia della sicurezza per.
sonale per i membri del governo attuale e
per le loro famiglie. Tale condizione è stata
respinta. Ugrom, ex ministro dell’interno
durante il regime Karoly, sarebbe proposto
come presidente del Consiglio.
Budapest occupata
PARIGI, 5. Un telegramma da' Berlino
annunzia che 1’ esercito romeno avrebbe Oc.
cupato Budapest. .
ZURIGO, 4. Un comunicato ungherese dice
che i romeni occuparono la testa di ponte
di Szolno e passarono il Tibisco anche
presso Tisza Tolgar. Le forze romene han
no attraversato il Tibisco e. le nostre truppe
numericamente inferiori si ritirano. In se
guito a un movimento aggirante delineato
da due parti dai czechi, Hisstole -ha.
sgomberata dalle nostre truppe, le qut^j
trovano ora a sud di Hisstole. Le nostre
truppe presso Larevo, dinanzi alle forze
czeche che avanzano, si ritirano verso A»
batmalva. Sulle altre fronti nessun notevole
cambiamento. Le principali cause dei nostri
insuccessi militari sono la mancanza disci
plina in gran parte delle nostre truppe.
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a nome degli italiani per tante sue presta
zioni e pel vivo interesse alla nostra causa.
Tutti i presenti, ed in particolare modo il
Commissario civile dott. Francesco Madi-
razza, che per il capitano Tredici professò s
speciale estimazione, presero nel modo più
affettuoso commiato dal distinto ufficiale,
che ci fu veramente amico e fratello.
Telegrammi. Venne spedito questo tele
gramma a S. E. il Presidente del Consiglio
Orlando, a S. E. il Ministro degli Esteri
Sennino ed al Presidente del Parlamento
on. Marcora a Roma :
„Il popolo di Tenin con imponente odierna
manifestazione, ^esprime il più fervido plauso
alla Delegazione italiana che con fermezza
incrollabile ha difeso e difende il diritto e
Fonore dell’ Italia. Il popolo stesso, col con
corso di tutte le Autorità locali e dei mag
giorenti villici, chiede l’immediata annessione
di tutta la Dalmazia al Regno d’Italia. —
Sindaco Scopinich".
Un altro dispaccio venne inviato dal Fascio
Nazionale di qui all’on. Sonnino.
L’on. Sonnino rispose con questi tele
grammi :
„Sindaco di Tenin. Giungemi graditissimo
il nobile telegramma inviatomi. Ringrazio
vivamente codesto popolo per l’affermata
solidarietà nazionale. — Sonnino".
„Presidente Fascio Nazionale di Tenin.
11 suo nobile e patriottico telegramma mi
giunse graditissimo. Ringrazio vivamente gli
italiani di tutto codesto distretto politico
per il loro saldo attaccamento alla Patria, —
■Sennino". ■_____
Da Zaravecchia
Ladri di legna. Il 2 andante, di giorno
ed in varie riprese, dieci contadini di qui
tagliarono e asportarono legna da questo
bosco comunale, causando un danno all’ am
ministrazione di circa 30.000 corone.
I primi sei vennero arrestati e gli altri
quattro denunziati perchè irreperibili. Si
recedette al - sequestro di parte della re-
rtiva.
dominazione italiana, la quale porta, tra altre
più : o. meno autentiche, la firmà^jdeU’ arci- ;
vescovo pòlišić, .
2) Non.si nega che F arcivescovo possa aver
incaricato altra persona di firmare a nome
suo la dichiarazione di nazionalità creata ;
si nega che abbia apposto la sua firma a
una domanda d’ annessione alla Jugoslavia^
o alla protesta contro F occupazipfté italiana.
3) -,O F arcivescovo è in bona :,fede,S:p°n
sapendo a quale documento i croati abbiano
appiccicato la sua firma o gioca, o altri lo
fa giocare, indegnamente d’ equivoco.
Noi siamo inclini ad ammettere che mons.
Pulišić, persona d’ ingegno insignita di una
delle più alte cariche ecclesiastiche, sia
superiore a qualsiasi sospetto di poca sin
cerità ; e allora quali deduzioni se ne trag
gono ? Ci pensi chi deve. Noi intanto, per
continuare la discussione su basi positive,
chiediamo che si pubblichi dal „Narodni
List" la dichiarazione che si legge in testa
al così detto plebiscito jugoslavo. Soltanto
allora la polemica potrà entrare nella fase
risolutiva.
Tasse sull’ esportazione di merci. 11 Segre
tario Generale per gli Affari Civili del Co
mando supremo pubblica le seguenti dispo
sizioni relative all’ esportazione di merci
all’ estero : „ . '
Art. 1. — Sono estese ai territori occu
pati dal R. Esercito le disposizioni dell’art.
1 del R. D. 15 settembre 1915 n. 1373 all.
A, e dell’art. 2 del D. L. 31 agosto 1916
n. 1090 all. D, con le modalità stabilite
dagli articoli seguenti.
Art. 2. —- ^permessi per l’esportazione
di merci all’ estero rilasciati subordinatamente1
alle particolari disposizioni che- regolano le
esportazioni stesse, sono - sottoposti ad una
„tassa di concessione governativa" nella mi
sura dell’ annessa tabella.
Art. 3. —• La tassa sarà liquidata dai Go
vernatorati in calce al permesso, anche se
rilasciato da altra Autorità.
I permessi saranno inviati dai Governatori
all’Ufficio Doganale o all’Ufficio delle Im- ~
poste più vicino alla residenza del richie
dente od a quello che il richiedente stesso
abbia indicato.
L’ Ufficio riscuoterà la tassa e consegnerà
il permesso dopo avervi annotato gli estremi
della partita d’ introito. Comunicherà al Go
vernatore F avvenuta riscossione.
Per la tassa, che costituisce un provento
dell’amministrazione finanziaria, saranno te
nute distinte scritture contabili.
Art. 4. — In quei territori occupati nei
quali ha tuttora corso legale la valuta del
cessato regime austro-ungarico, la tassa
potrà essere corrisposta con detta valuta,
ragguagliata in ragione di due corone e
mezzo per ogni lira italiana.
Art.f 5. — Le controversie che possono
sorgere saranno definite dal Segretariato
Generale.
Art. 6. — Le disposizioni della presente
determinazione entreranno in vigore il 20
aprile 1919.
Ritiro dei deposili presso le basiche 'di
Vietassi». La Missione italiana a Vienna. ha
avviato trattative coi Governo dell’ Austria
tedesca per il ritiro dei depositi che citta
dini delle terre redente hanno tuttora presso
le banche di Vienna. Tali pratiche sono state
condotte a buon punto, e si spera di otte
nere quanto prima 1 adesione formale del
Ministero delle Finanze dell’ Austria tedesca.
Per concretare però le richieste e per av
viare 1’ organizzazione del trasporto di tali
valori nel Regno occorre stabilire :
l.o. Quali siano i depositi di cui dovreb
be essere chiesto il ritiro.
2.o. Presso quale banca siano stati fatti
e per quale importo.
3,o. Quali depositanti desiderano che i
loro depositi siano ritirati a cura del regio
Governo.
4.o. Le qualità di pertinenti ai territori
occupati in coloro che chiedono la restitu
zione dei loro depositi.
GF interessati sono pertanto invitati a for
nire gli elementi di cui sopra ai rispettivi
Capitanati o alla Camera di Commercio e
Industria di Zara, che sono incaricati di rac
cogliere i dati in parola.
Fiorì d’arancio. Oggi la gentil signorina
Elda de Grafenstein si è unita in matrimo
nio coll’ egregio nostro concittadino, il ca
pitano medico dott. Maurizio Mandel.
Felicitazioni ed auguri.
Cartoline illustrate. E’ da deplorarsi vi
vamente che anche in alcuni negozi italiani
vengano messe in vendita cartoline illustra
te di Zara con dicitura croata, edite dalla
filiale della società „Mercur".
Se anche questa sterile offesa al carattere
italiano di Zara non abbia mai riportato
il minimo successo, pure spesse volte è
causa di inconvenienti spiacevoli. Immagi
niamoci F effetto prodotto da una di queste
cartoline spedite in Italia — e i nostri sol
dati ne spediscono giornalmente a centinaia
— con tanto di dicitura „Zadar" e per di
più : „Obala Franjo Josip" !
I proprietari di questi negozi dovrebbero
una buona volta comprendere Finconveniente,
ed ordinare cartoline con vedute della no
stra città, le quali, con dicitura esclusiva-
mente italiana, corrispondano al carattere
di Zara e al sentimento della sua cittadi
nanza.
Sequestro d’armi. In una perquisizione
fatta a domićilio a Drasković Giovanni si
rinvennero una pistola ad avancarica e 10
cartucce a pallottole per armi di modello
1891.
L’ arma e le munizioni furono sequestrate
e il responsabile arrestato.
Ostruzione di strade. Ci si lagnano che
parecchie calli, specialmente quelle del borgo,
sono sempre ostruite da carri. Quest’inco-
veniente deve essere evitato.
£
In un diverbio. Il 29 aprile u. s. in S.
Cassiano Dorich Simeone, in un diverbio
con Digan Giuseppe, lo colpì alla testa con
una zappa, producendogli ferite lacero-con
tuse giudicate guaribili in giorni sedici, salvo
complicazioni. Il feritore venne arrestato.
------- -------------------------------------- ---------------
Cronaca
Zara a Fiume sorella. Il nostro Sindaco
ha inviato questo dispacciò al „Commenda
tore dottor Grossich, presidente del Con
siglio Nazionale di Fiume. Zara, mentre ieri
tributava entusiastiche accoglienze ai rap
presentanti della stampa romena e di altre
nazioni latine sorelle, in piazza ed in teatro,
tra deliranti infinite acclamazioni di popolo,
si pretese con 1* anima tutta verso Fiume
eroica, riaffermando che niuna forza umana
varrà a strapparla alla madre Italia, cui per
volontà sua e di Dio consacrò perennemente
i suoi destini. -— Sindaco Ziliotto".
Revoca di interdmom austriache, il Co
rnando Supremo del r. Esercito italiano ha
emanato il seguente ordine :
„Noi tenente generale cavaliere di Gran
Croce Pietro Badoglio, sottocapo di stato
maggiore dell’esercito; visto F art. 251 del
Còdice penale per F esercito ; visto i nn. 39
(5 comma) e 41 del „Servizio in guerra"
parte La; Ordiniamo: Art. 1. I provvedi
menti emanati per ragioni di ordine politico,
in danno di sudditi di nazionalità Italiana,
dopo il 1 agosto 1914 dal Governo o dalle
Autorità locali della cessata Monarchia,
austro-ungarica, comunque concernenti in
terdizione da pubblici uffici o dall’ esercizio
di professioni o di arti, sono, a tutti gli
effetti, revocati dalla data in cui vennero
emessi.
Art. 2. Spetta ai governatori di provve
dere sulle istanze ali’ uopo presentate dai
singoli interessati, con obbligo, per quanto
riguarda i Consigli professionali, di unifor
marsi al provvedimento adottato. Addì 15
aprile 1919. Il sottocapo di stato maggiore
dell’ esèrcito : Badoglio.
Certe lapidi. Ci scrivono dalla città: „L’o
pera di distruzione dei primi giorni dopo
la caduta dell’Austria ha risparmiato diversi
sconci lapidei, inavvertiti forse dall’ira ge
nerosa dei demolitori.
La lapide marmorea dei Cappuccini, lo
sconcio immurato sulla facciata dell’ ufficio
portuale, la pretenziosa opera simbòlica del
liceo di S. Demetrio, il lapidone a caratteri
d’oro della Casa di ricovero — odiosi ri
cordi di umiliazione eccitano un senso
acuto di umiliazione e di disgusto.
E’ poi facile immaginare l’impressione
prodotta sul visitatore da quei ricordi che
offendono Zara nel suo carattere e nella
sua prerogativa di libera città italiana, acqui
stata dopo tanti dolori. I cittadini non insi
stono che quelle lapidi siano demolite. Insi
stono solo che siano quanto prima levate e
collocate in qualche angolo tetro del museo
perchè, un giorno, sia dato modo al fore
stiero di ricordare il secolo d’oro della do
minazione austriaca". Il
Il „Narodni List" si mostra, quando gli
torna conto, più abile negli accorti-ripieghi
che incline ad affrontare le questioni in
modo aperto e preciso. Riguardo alla retti
fica dell’ arcivescovo, il giornale croato vor
rebbe completarla con quelle di altri due
suoi cortnazionali, come se 1’ arcivescovo non
sapesse e potesse, volendo, chiarirla e com
pletarla da solo. Ma questo è meno interes
sante; noi insistiamo ancora su questi tre
punti :
1) I creati di Zara hanno mandato a Pa
rigi una dichiarazionè di protesta contro la
Arresti per illecito possesso di corone
timbrate^ Giorni sono Rilié Elia di Smo-
covich» di giornqhè nel pròprio domicilio,
vénne^ trovato in possesso dì 414 corone
timbrate con bollo jugoslavo. Le corone
vennero sequestrate. / ?
In Obbrovazzo vennero” arrestati tre indi
vidui perchè trovati in possesso di monete
cartacee a.-u. timbrate còn bollo jugoslavo
per un importo di dòrone 1693.
La nominata Draghicevié Elena venne
dichiarata in arresto perchè trovata in pos
sesso di moneta cartacea timbrata con bollo
jugoslavo per F importo di corone 206. E
il denaro venne sequestrato.
Tentato suicidio, ieri la piccola A. G.,
figlia di un trattore, tonto di suicidarsi con
dell’acido carboìico. Ma un vicino, irrom
pendo nella camera ove si era rinchiusa, ie
impedì di compiere l’atto disperato. La ra
gazzina venne trasportata all’ Ospedale con
gravi ustioni alla faccia e alla bocca. E oggi
sta meglio.
Errata-corrige. Nell’ ultimo numero, nel
sunto del discorso del capitano Cittadini,
invece di leggere: „l’Italia non vuole« si
legga: ,,F Italia non vende la sua vittoria."
E’ un errore di stampa che F intelligente
lettore avrà corretto da sè.
CRONACHETEATRALI
, AI Teatro Verdi44
Giovedì sera per la „serata italiana" era
no'in programma tre lavori drammatici in
un atto e la recitazione di una leggenda
medievale in martelliani.
La Commedia di G. Rovetta „Scellerata"
non è, nè per ampiezza di studio psicolo
gico, nè per arte di svolgimento, delle cose
meglio riuscite. La caricatura della diplo
mazìa, impersonata in un vanesio e beffata
da una marchesa, è a tinte così caricate
che confina coll’ inverosimile, sia nel fatto
che nei caratteri. lì diplomatico è abbassato •
al livello buffo di uno scolaretto pazzamente
innamorato, che si piglia la sua.brava le
zione in tutte le regole, in circostanze così
grottesche, che contrastano col più ^elemen
tare buon senso»*Dalla pochezza dei lavoro
hanno tratto quegli effetti scenici che me
glio potevano la Casilini e il Giardini.
Drammaticamente migliore è> ,,L’ Amico"
di Marco Praga, che pur nel breve giro
d’un atto svolge con perizia d’analisi uno
dei temi più generalmente trattati dai tea
tro e dal romanzo : F adulterio perpetrato
con l’amico del marito. Si può dire che il
dramma si compendia in una scena notevole
per il contrasto fra due forti passioni, il
geloso sospetto del tradimento nei marito e
F ansia di nascondere ih proprio fallo nella
donna colpevole. La recitazione fu accurata
ed efficace.
I versi di Gattesco Gatteschi che narrano
un truce episodio^ medievale, dando forma
poetica a una leggenda corrente su „La
torre dei Diavoli" tra i valligiani del Ca
sentino, furon detti da Umberto Giardini
con verità di coloritura nelle parti descritti
ve, meno misuratamente nelle affettive.
La serata si chiuse con un atto brillante
di Belli Blanes, una cosuccia abbastanza.
*
Iersera si rappresentò per la prima volta
in Italia un grottesco in* tre quadri di Um
berto Giardini, primo attore della compagnia,
lì lavoro s’intitola: „Io!..." Una ricca si
gnora s’innamora d’un giovane ricco di
buone speranze, ma corto a quattri. Men
tre passano allegramente una nottata d’a-
more nella stanzaccia matrimoniale della
signora, capitano due agenti di polizia,
dai quali apprendiamo che il povero ma
rito al momento della partenza per Ge
nova venne uccìso e che il sospetto grava
sull’ amante della beila donnina. Lui e lei
si trovano in un bel pasticcio. Ma, per, for
tuna, ecco che ritornano i due agenti per
avvertire la signora che l’omicida è stato
rintracciato e riconosciuto in un contadino
che le uccise il marito, perchè aveva mac
chiato F onore di sua figlia. Questa è, se
riuscimmo a comprendere F intreccio, la con
tenenza del grottesco. Sul valore dramma
tico di questo singolare lavoro siamo incom
petenti a dare un giudizio: lasciamo ai cri
tici d’Italia F ardua sentenza.
Quanto all’ esecuzione, diremo soltanto
che, come nelle altre recite, gli attori det
tero interpretazioni schiettamente personali
alle loro parti. Un cenno particolare si me
rita la Casilini che, sorpresa e confusa dalle
enormi difficoltà di rendere il segreto con
cetto dell’ autore, non sapeva se dovesse
colorire di tragico o di čomico la sua parte
di protagonista.
II pubbl ico era scarso. Forse molti citta
dini non erano coscienti del dovere di as
sistere alla prima rappresentazione di quest’ o-
pera, che la direzione del teatro aveva be
nignamente sottoposto al loro autorevole
verdetto.
Al Teatro Radium *
recita pure una piccola compagnia comica,
che piace. Vi si producono poi canterine e
ginnaste che vengono applaudite. Ed è
pure molto applaudito il baritono Passuti
Là coppia Felios fa ridere con duetti e
scene in romanesco. Il Felios riproduce con
.molta vis comica vari tipi popolari.
Oggi dalle T6 alle 18 il proprietario del
Radium fece dare lodevolmente una recita
gratuita per i soldati.
Aiutate F Associazione
Pro Mutilati e Invalidi.
_ _____ > all’ estremo, per sventare tale pericolo; Per.
1 if TPIllf? * * ’< A ciò ì ore più che mai nćc^ano che j
popolo mantenga la disviphn* nazioni
; ' l’unione la fede e la fiducia nena sua ’(Nostro servivo telegrafico). . unione,
La delegazione austriaca
sarà depodomani a Parigi '
. PARIGI, 10. Si conferma che l’arrivo della
delegazione austriaca avrà luogo il 12 coir.
La traduzione i preliminari di nate
mandata a -Berlino
VERSAILLES, 9. Dopo il pranzo delia
missione tedesca, che fu silenzioso, il conte
Brockdorff-Rantzau fece cominciare la tra
duzione dei preliminari di pace ; lavoro che
terminò alle ore 3 di stamane. Un esemplare
della traduzione fu portato stamane alle
3 e 15 nella camera del conte Brockdcrri,
il quale ne intraprese la. revisione immedia
ta, che condusse a termine mentre si era
fatto giorno. Numerosi esemplari del ti attuto
partirono ieri sera per Berlino con la va
ligia diplomatica.
Una campagna odia stampa tedesca
VERSAILLES, 9. I delegati tedeschi han
no lavorato nella serata di ieri fino alla
mezzanotte. Sei membri Vi ella missione te
desca sono partiti ieri sera per Berlino, ac
compagnati da Cahen, segretario di Brock-
dorf-Rantzau, e da parecchi giornalisti.
Si crede che questi giornalisti siano par
titi con la missione di iniziare una campagna
nella stampa contro i preliminari di pace.
Appello ai tedeschi dell’est
BERLINO, 9. Il governo dell’ impero ed
il governo dello ' stato prussiano hanno
trasmesso il seguente appello ai tedeschi
dell' est: ;
„Il governo dell’impero si è rivolto al
popolo tedesco dopo aver preso cognizione
delle condizioni di pace ; ma deve ancora
rivolgere una parola speciale alle popolazioni
delle provinole dell’est. La separazione dal
l’impero dell’alta Slesia e l’incorporazione
di territori puramente, o per enorme ma-
gioranza, tedeschi nell’ alta e nella bassa
Slesia, a Posen, nella Prussia occidentale, in
Pomerania e la separazione di un’ antica
città anseatica dall’impero costituiscono una
violazione del diritto di libera disposizione
della popolazione di tali territori, la quale
ha acquistato col lavoro tedesco ciò che
oggi possiede.
Tali violazioni son incompatibili coi prin
cipi del presidente Wilson.
La consultazione popolare richiesta per
parte' del sud-est delle provincie della Prus
sia orientale non può velare il carattere di
violenza dì tali pretese incompatibili. La
separazione imposta del nord-est dalla pro
vincia della Prussia orientale, non costituisce
soltanto una violenza alla popolazione, la
quale, malgrado -la propaganda fatta dal di
fuori, si sente assolutamente tedesca ; ma
completa nello stesso tempo la separazione
della Germania dai territori del grande po
polo russo, mentre la continuazione di uno
scambio non ostacolato di merci con que
st’ ultimo è una condizione per la pro
sperità dei due popoli.
La popolazione delle provincie ^orientali
della Prussia deve esser convinta che il
governo della repubblica farà di tutto, fino
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LONDRA, 9. Telegrammi dall’India aj
Times dicono che le truppe afghane si Son0
impadronite di posizioni al di qua dell,
frontiera dell India. E. impossibile dire se jj
Luogotenente Emire è. al corrente di questa
violazione della frontiera ; ma il proclama
in cui egli rivendicava 1 indipendenza, del-
F Afghanistan e il cortese congedamento da
lui effettuato dei. tre inglesi che si trova,
vano al suo servizio sono significanti.
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ROMA, 9. L’ufficio stampa della Com
missione Nazionale di KiagenTurt comunica;
„Le nostre truppe raggiunsero mercoledì
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Anno 2. - N. 48
DALMATICA
Per le inserzioni rivolgersi all’Amministrazione
Pagamento anticipato — — —
Zara, 24 maggio 1919
Redazione ed Amministrazione provvi
soriamente nella Tipografìa SchSnfeld.
RICORDANDO
Qg-gz Zara celebra il quarto anniversario
della dichiarazione di guerra dell' Italia al-
l'Austria. U 24 maggio fu il giorno atteso
da tutte le popolazioni irredente, perchè do
leva schiudere una nuova era di speranze
e sancire il riscatto di tutti gl Italiani asser
iti allo straniero.
Oh come la gioia, che brillava nei cuori,
ftaluceva negli sguardi dei poveri oppressi,
che leggevano le lugubri parole dell' Impic
catore : ,,U Re d'Italia mi ha intimato guer
ra..!" Gli zaratini aspettavano. Con fiera
dignità d'Italiani sopportavano scherni e
persecuzioni: con trepida ansia aspettavano
le sconfitte austriache e la vittoria dei libe
ratori. L' esercito e la marina, d'Italia in
tanto operavano: ogni battaglia era una
lenta, ma sicura avanzata. Venne anche il
giorno del pianto : la sciagura di Caporetto.
Oh se Leonida Bissolati fosse stato allora
tra noi e avesse soltanto intravveduto lo spa
simo atroce delle anime nostre, non avrebbe
mai osato di proporre rinunce ! Nell' epoca
triste del martirio avrebbe capito quanto
Zara sia italiana meglio che nell ’ ora indi
menticabile della redenzione.
Ma Caporetto salvò I Italia e noi. Il giorno
dell' auspicata vittoria era più prossimo e
sicuro, perchè il dolore aveva deterso ed
eìetto l' anima del popolo. Tutta Italia corse
alla difesa del Piave, contro cui ogni forza
nemica s' infranse. L' austriaco fu prima re
spinto, poi -scacciato per sempre dalle terre
italiche. E la vittoria finale lo schiantò e
annichilì.
Coll' orgoglio della sua pura e inestingui
bile italianità Zara, di fronte a tutti i suoi
nemici, afferma anche oggi la sua volontà.
La celebrazione solenne e austera del rito
patriottico è un nuovo plebiscito di amore,
ben più significativo e cosciente di mille
oscure propagande avversarie.
Viva l Italia ! Viva il Re !
Kl imitili
** *
Il Municipio, interpretando il sentimento
dei cittadini, ha fatto affiggere il seguente
manifesto :
Oggi ricorre il IV anniversario della gior
nata più memorabile della nostra storia.
Il 24 maggio 1915 anche Zara usciva dal
l’oppressione di un incubo secolare, e gli
animi si aprivano alla speranza e gli sguardi
si volgevano all’ orizzonte turchino, là dove
spuntano sul mare le antenne delle navi
d’Italia.
Italia, gettati via i ceppi delle invirili esi
tanze, balzava magnanima a fianco delle Na
zioni, che, promettendo ai popoli la libertà
e la giustizia, volevano infrangere la ege-
menie e le cupidigie avversarie.
Italia aveva udita la nostra voce d’invo
cazione; e, intimando guerra all’Austria abo
minevole, avea voluto la Croce dei suoi Re,
segno infallibile e vero della nostra reden
zione.
Con la vittoria del suo esercito meravi
glioso, Italia scioglieva il voto e rendeva
fulgido e vivo come raggio di sole il sogno
nostro maggiore.
Concittadini !
Le persecuzioni e le ansie, le angoscie e
le irrisioni da voi subite e provate ebbero
La Jugoslavia s è adunque, almeno vir
tualmente, costituita; ma sotto quale forma
1 governo, con quale consistenza unitaria
ae lo btato e con quale estensione territo
riale, e ancora un problema da risolvere, e
la soluzione non appare troppo evidente
neppure ai più fanatici assertori del jugosia-
vismo. La crisi che attraversa il nuovo°Stato
fin oggi non ha avuto alcuna soluzione per
asprezza di quelle stesse passioni e di quel
medesimo particolarismo regionale di razza
che nei secoli scorsi fu sempre di impedi
mento all unione e alla fusione della razza
serba, croata e slovena in un unico Stato.
Una forinola per tentare l’equilibrio fra le
vaiie tendenze politiche per stabilire un punto
di incontro ai diversi interessi nazionali, re-
ugiosi e politici, malgrado i suggerimenti di
alcune potenze estere, non s’è potuta tro
vare e appare anzi introvabile allo stesso
governo S.h.S. che per sopire in qualche
maniera queste ostilità secolari ha dovuto
impegnare ogni mezzo persuio la violenza
bestiale, cercando cosi di fare convergere
nell’ interesse comune le forze disordinate del
nuovo Stato contro il pericolo interno ed
estero. Questa misura però non ottenne il
risultato atteso ; al contrario invece, serbi e
croati, costretti quasi a vivere in uno stesso
confine, tentano continuamente di sopraf
farsi a vicenda accentuando sempre più la
loro differenza etnica e il loro dualismo
storico.
Ad aggravare la situazione interna dello
Stato, si aggiunge il rifiuto reciso del Mon
tenegro di accettare l’imposizione brutale e
umiliante di partecipare alla confederazione
dei paesi jugoslavi. 1 montenegrini, recla
mando la soppressione dei regime terroristico
sotto cui il paese geme e deve umiliarsi
per forza maggiore, domandano che la loro
piena e completa autonomia sia conservata
per diritto di autodecisione e che le truppe
serbe siano sostituite con truppe alleate.
Nella Croazia stessa, sbolliti i primi entu
siasmi per il governo panserbo, s’è mani
festata d’improvviso una innegabile diffe
renza nelle relazioni fra i due popoli, che,
man roano aggravata dai sistemi violènti e
dispotici dei serbi, è degenerata in vera
ostilità, tanto da provocare spesse volte
sanguinosi episodi di rivalità. Da questo at
trito è potuta rinascere e ingrossare la ten
denza federalistica, affermatasi ora con la
costituzione della „lega democratica jugosla
va" a Parigi, che è essenzialmente formata da
vecchi elementi pancroati, rappresentanti i
partiti di Starčević, Radić e Frank.
Se prevarrà la corrente federalistica o la
centralista panserba è ancora difficile stabi
lire esattamente ; possiamo dire soltanto che
la corrente panserba, affermatasi con la
costituzione del partito democratico jugosla
vo, largamente favoreggiata dal governo di
Belgrado, appoggiata dalla coalizione serbo
croata e dalle organizzazioni mussulmane
bosno-erzegovesi, ha maggiore probabilità
di sviluppo e di prevalenza.
Il punto di vista dei federalisti, dopo le
reticenze dei primi giorni, incomincia ora
ad affermarsi apertamente e senza ambiguità.
Il giornale „Obzor" di Zagabria ponde
rando e analizzando le tendenze della lega
jugoslava e del partito radicale democratico*
jugoslavo, conclude che tra i due partiti vi
è la stessa differenza di metodi e di ten
denze che esiste fra il dott." Trumbic e il
ministro Pasiè. Mentre il Trumbic rappre
senta V idea jugoslava come la concepivano
il principe Michele Obrenovié e il vescovo
incomparabile premio nell evento, che si i- Strossmayer, il Pasic non riconosce che 1 i-
niziava quattro anni or sono e maturava e 3eojOg-ia della grande Serbia. Un tempo
sbocciava come in un prodigio pel sangue j’-;dea° di una grande Serbia cozzava con
ai legioni di eroi. p {dea di una grande Croazia ; allora V idea
Consacrate dunque la data 24 maggio una grande Serbia poteva giustamente
1915 con sentimento di religione. Festeg- esjstere ed essere difesa, ma oggi è vera-
giatela con la esultanza dei forti. E con tutti menfe ingiustificata. E che così sia si sono
i vostri cuori e con tutti i vostri vessilli. accorti anche Pasiè e Pribicevic i quali par-
Essa segna il primo passo della via che vi jano ora jugoslavismo, sebbene a Parigi
condusse alla meta materna ; là dove siete agiscano tutt’ al contrario, tutelando 1’ an-
posti a nessuno nemmeno alla Serbia. Que
sto non lo volevamo, non lo vogliamo e
non lo vorremo mai..."
Ben più aspra e più tenace è V opposi
zione del partito federalista croato che se
condo un’ inchiesta interessantissima, fatta
negli ambienti politici croati da un inviato
del „Temps", costituitosi ora per la difesa
dei diritti croati, in preda della costante
persecuzione serba, vanterebbe a dirittura
un programma di rivendicazione dell’ unità
croata, solamente croata, contro qualsiasi
tentativo di fusione immediata coi serbi. Il
dott. Prebec, capo del partito frankiano, si
è espresso in questa maniera al corrispon
dente del „Temps": „Noi non abbiamo nulla
ai comune con i serbi che la lingua parlata.
La lìngua scritta, la religione, la civiltà, la
storia ci separano. L’ errore d’ apprezzamento
e la megalomania dei nostri vicini non sa
ranno senza gravi conseguenze, senza di
sordini tanto più inevitabili in quanto che
il nostro avversario fa principale assegna
mento sulla violenza e sulla forza."
Questa opposizione che si accentua ogni
giorno di più, è il sintomo della situazione
interna estremamente penosa, che preoccupa
seriamente anche il governo di Belgrado.
Indice di questa preoccupazione è la carta
costituzionale del 30 gennaio 1919, nella
quale, precorrendo le decisioni riservate alla
Costituente, si stabiliva che il „regno S.
H. S. è una monarchia costituzionale eredi
taria, con una rappresentanza nazionale." Le
finalità centralistiche di questo documento
che metteva fuori di vigore tutte le leggi
e disposizioni in quanto fossero in contrasto
con le disposizioni delia presente costituzione,
sono evidenti.
Qualche giornale di Zagabria e di Lubiana
ne aveva già riprodotto il testo, quando il
13 febbraio il documento venne sequestrato
e ritirato dalla pubblicità, perchè i commenti
e le critiche della gran parte della stampa
jugoslava erano stati troppo aspri perchè il
governo di Belgradjo potesse pensare di
forzare ancor più lai situazione dando effi
cacia giuridica, sia Jure provvisoria, al suo
tentativo costituzionale.
In questa debolezza organica e fondamen
tale dello stato jugoslavo si devono ricer
care le cause delle smisurate richieste terri
toriali, sostenute concordemente durante gli
anni di guerra dai propagandisti jugoslavi
e presentate il giorno 19 febbraio alla con
ferenza di Parigi dai delegati jugoslavi.
Ma tenendo presente che la propaganda
jug-oslava affermò durante tutta la guerra di
rivendicare alla Jugoslavia soltanto territori
in cui i serbi i croati e gli sloveni vivono
in „masse compatte senza discontinuità"
senza chiedere „ciò che spetta ad altri,"
dobbiamo domandarci se le rivendicazioni
dei delegati jugoslavi a Parigi siano vera
mente „giuste, morali e liberali."
Consultando statistiche austriache, si noti
bene, additiamo ai formulatari di queste
giuste, morali e liberali domande, ben 500.000
italiani che verrebbero compresi nella Ju
goslavia, formando con gli altri stranieri
compresi ben quattro milioni -su quattordici
milioni di abitanti.
Tutti questi problemi mettono ancora in
forse la vera forma, la consistenza, V e-
stensione territoriale di questo nuovo stato,
che qualora dovesse sorgere e rassettarsi
sulla base delle ideologie dei suoi fanati
ci assertori diventerebbe un continuo fomite
di disordini interni e un pericolo continuo
per la pace europea anzi che un organismo
statale florido e resistente.
Presenta quindi un vibrato ordine del
giorno approvato da tutti, in cui si prega
che venga risparmiato un simile danno a
Trieste per evitare una situazione che equi
varrebbe alla fine d ogni vita commerciale
triestina e si chiede al Governo che a sif
fatto maneggio sleale venga posto un ener
gico riparo dalla Delegazione italiana a Pa
rigi. A questo punto si annuncia che la
Conferenza di Parigi, mentre a Trieste si
discute, ha perpetrato già il delitto. Il Sin
daco incuora i cittadini a sperare.
Gli armatori Tripcovich e dott. Cosulieh
avvalorarono i discorsi fatti con rilievi tecnici
di grande momento, descrivendo la disastro
sa condizione degli operai triestini nel caso
che il delitto parigino restasse tale. L’on.
Gasser eccita tutti ad aver fiducia nel trionfo
del diritto e non in quello della violenza.
L’ordine del giorno viene completato invi
tando il Governo a permettere, che tutte
le navi nostre issino solo la bandiera ita
liana e ad ordinare che nessun capitano e
nessun equipaggio abbandoni le navi sotto
nessun pretesto e di fronte a nessuna mi
naccia. L’on. Venezian partecipa che la
Camera di Commercio di Genova si associa
alle proteste di Trieste e che il Convegno
nazionale adriatico di Venezia ha votato un
analogo ordine del giorno.
Frattanto fu affisso per le vie di Trieste
questo manifesto : „Cittadini ! Mentre i rap
presentanti di tutta la Venezia Giulia si
radunano a Trieste per protestare contro
1’ ultima ingiustizia perpetrata ai danni del-
l’Italia dalla finanza internazionale, noi dob
biamo manifestare intera ia nostra indigna
zione contro chi, non sodisfatto di negare
alla nostra Patria i diritti della sua grande
vittoria, vuole defraudarci della flotta mer
cantile, nostra opera, nostro lavoro, sacro
patrimonio di Trieste italiana. 11 turpe affa
rismo imperialistico degli alleati è smasche
rato. Ma 1’ Italia che ha vinto la guerra non
sopporterà di essere la vinta in pace. Saprà
ritrovare in sè stessa, nella forza del suo
popolo meraviglioso 1’ energie di difendersi
dall’ abisso di miseria in cui si vuole get
tarla. Oggi Trieste difendendo i suoi diritti
difende i diritti d’ Italia. Ancora il nostro
grido di ribellione si diffonda con la voce
che rugge in tutta la Penisola. Trieste, che
non ha mai sopportato soprusi e ingiustizie,
ai nostri difensori perchè si rub ano di nuovo
coraggio, ai novelli nemici* perchè non di
mentichino di rispettare il diritto dei po
poli, grida: „l’Italia saprà farsi giustizia da
sè".
Da Sebenico
hnalmente^Iiberi, rinati e ribattezzati nel nome
santo d’Italia 1
nessione dei territori slavi dell’ ex impero
austro-ungarico direttamente alla Serbia.
Questa idea annessionista è contraria al-
1’ idea del jugoslavismo già spiegata dal
principe Obrenovié e dal vescovo Stros-
La crescente opposizione che l’idea pan- smayer, e ora ProPu?nata dal dott. Trum ’’
serba incontra nei paesi croati ha indotto L’„Obzor" st augura ,1
11governo SHS a sottoporre tutto il paese Trumbic che, facendo cessare l centralis
alla legge marziale coll eguaglianza nei diritti della libera blo
, egge marziale. venia, Croazia e Montenegro, costituisca
uno stato formidabile e liberale.
Mentre 1’„Obzor" fa pacatamente queste
riflessioni il giornale „Dom" di Zagabria ir
un articolo si fa con violenza interprete u-
nico del malcontento in alcuni circoli croati,
ripetendo il discorso tenuto dal dott. An
tonio Pavelié in occasione dell arbitraria
trasmissione del potere del Sabor al re Pietro
Karageorgević e rispettivamente al principe
La legge marziale in Croazia
marziale.
. ha „Rijec SHS" riporta dal giornale uffi
cile che „poiché in tutto il territorio occu
pato . dalle truppe jugoslave vi sono ele
menti che servono di strumento al nemico
Per agitazioni, sabotaggi e azioni contro lo
il governo deve estendere la sfera
azione dei tribunali militari a tutte le per-
®ene borghesi. Benché all’ allontanamento
el governatore serbo Vasic da Spalato
f°sse seguita la notizia dì sospensione delle ------- mt>77n del Consiglio
»misure eccezionali" prese dall’ autorità per reggente epSaprnato sloveno 11 mantenimento dell’ordine pubblico. Il nazionale serbo-croato-slove -, c L._
»Jutarnji List" annuncia che nuove perqui-
Sl.2ioni e nuovi arresti sono stati fatti fra
operai della città. In Bosnia il governo
Iugoslavo ha ordinato la coscrizione deìje
classi 1896—97—98.
Non vi sarà nè una grande Serbia, nè
una grande Croazia, ma un grande regno
unito. Dunque possiamo dire apertamente
che la Croazia cessò di esistere. 1 croati,
non erano, non sono e non saranno sotto-
Nostre corrispondenze
Da Trieste
Per la flotta mercantile. Nella sala Dante
il Comune di Trieste tenne un’adunanza
numerosissima di tutti gli enti e di tutti i
sodalizi cittadini per discutere la grave
questione del tonnellaggio mercantile adria
tico, che gli alleati vogliono trattare come
preda ex-austriaca. Erano presenti i senatori
Valerio ed Attilio Hortis e il Presidente
della Camera di Commercio, on. Vittorio
Venezian. Il Sindaco espose la minaccia che
pende su Trieste col progettare sequestro e
ripartimento fra gli alleati della flotta mer
cantile ex-austriaca. Disse delle proteste
inviate a Roma dal Comune, dagli armatori,
dai sodalizi di Trieste. Quindi legge i te
legrammi ricevuti dal Governo e da cospicui
personaggi che fanno sperare sicuro un trat
tato di lealtà e giustizia nella grave questione
dibattuta.
Poscia 1’ on. Brocchi lumeggia la sciagura
che colpirebbe Trieste, l’Istria e la Dalmazia
se si effettuasse la minacciata ripartizione della
flotta mercantile nostra. L’ on. Zanella espone
dati precisi, donde ia rovina che sovrasta
all’avvenire commerciale di Trieste è il
lustrata ancor meglio ed espone tutte le
ragioni gravissime ed inoppugnabili che deb
bono indurre tutti noi a resistere all’ attentato
dei negoziatori di pace a danno dell’Italia.
Per la verità. Nei giornali jugoslavi si
incontrano con deplorevole frequenza accuse
e calunnie contro 1’ Italia. Pare che per
quella stampa sia obbligo patriottico met
tersi a un assai basso livello di onestà. Una
delle più freqoenti accuse che essa muove
al governo italiano è quella di trattar male
gli internati jugoslavi dei territori occupati,
ebbene gli stessi internati smentiscono
1’ accusa.
In un’istanza dei signori avv. Smolcic,
dott. Raievic, Giovanni Arjicin trasmessa al
governatorato si trova la seguente frase
testuale :
„Se anche possono esservi solo parole di
lode sulla forma con la quale viene la dispo
sizione applicata ciò non pertanto la libertà
ci è tolta.
Dunque solo parole di lode per il tratta
mento. Siamo sicuri che 1’ onesta stampa
slava non ne prenderà nota ma è affatto
indifferente. A noi basta stabilire la verità.
L* espulsione degli stranieri dalla Bosnia.
Le notizie che giungono dalla Bosnia rac
contano che il movimento antiunionista vi
assume proporzioni sempre maggiori.
Deve essere vero perchè le gravi misure
prese dal governo di Sarajevo non si spie
gano e non si giustificano che ammettendo
avvenimenti eccezionali. Dopo la proclama
zione dello stato di assedio è stata ordinata
1’ espulsione in massa degli stranieri.
La „Rijec" di Zagabria mentre vanta la
tradizionale ospitalità degli slavi accusa gli
stranieri di far attiva propaganda contro la
nascente Jugoslavia e di eccitare le plebi al
bolscevismo così che la draconiana misura
diventava inevitabile e necessaria.
I cosidetti „stranieri" in Bosnia Erzego
vina sono non soltanto impiegati del cessato
regime ma anche commercianti e industriali
stabilitisi colà dopo 1’ occupazione austriaca.
Non si può negare che dal punto di vista
serbo essi non fossero antinazionali perchè
nella grande maggioranza tedeschi e ma
giari: ma d’altra parte costituivano un ele
mento di civiltà e di progresso. Questi stra
nieri erano anche dei molesti controllori
dell’amministrazione serba: ed è intuitivo
che le loro asserite colpe siano alquanto
esagerate tanto almeno da giustificare l’espul
sione. Ma noi non vogliamo indagare se la
misura presa dal governo di Sarajevo sia
legale e consona ai principi liberali che di
stinguono la società moderna da quella del
medioevo: a noi basta constatare il fatto
per conchiudere che esso è 1’ esponente del
disagio e delle difficoltà fra i quali si dibatte
sanguinando la nascente Jugoslavia.
Da Spalato
L’ordine che regna. La vita dei nostri
consenzienti politici diventa sempre più dif
ficile, tanto che nè i cittadini si sentono più
tutelati dalle autorità nei loro più elementari
diritti nè i nostri connazionali della provin
cia, che vengono qui a sbrigare i loro
affari, possono attendervi con calma e libertà.
Sabato — come attesta anche il „Novo
Doba" — ebbe luogo qui un comizio dei
fuggiaschi croati di Zara per protestare
contro le angherie sofferte e chiedere il
sollecito invio d’ una nave inglese nelle
vostre acque. Potete immaginarvi quali cri
minose invenzioni abbiano fornito il pretesto
a quella teppa di irresponsabili per spu
tare il loro livore contro Zara che ha sempre
tollerato e rispettato gli ospiti jugoslavi.
Sappiamo tutte le torve minacce pronunciate
contro di noi e contro di voi : ma non le
riproduciamo, perchè dei parti di fantasie
malate non merita tener conto. Vi segnalia
mo soltanto,, a titolo di cronaca, che mentre
il „Novo Doba" raccomanda ipocritamente
la calma, aizza in realtà la popolazione con
tro di noi, pubblicando notizie inverosimili
e propalandole in mala fede sui pretesi mal-
trattamenti subiti quasi ogni giorno dagli
jugoslavi di Zara, che hanno invece l’invi
diabile fortuna di vivere tranquilli e indi-
sturbati nella vostra bella città, protetti dalle
leggi liberali e sapienti d Italia. A noi in
vece, purtroppo, 1’ ulteriore permanenza nella
nostra città nativa diventa, ove non si mu
tino le critiche circostanze attuali, sempre
più impossibile. La ciurmaglia incivile non
risparmia più nessuno dei nostri, i quali non
pretendono oramai altro che di esser lasciati
vivere in pace dagli impuniti insultatori.
Venerdì e sabato — come risulta dal „Novo
Doba" — vennero offesi e aggrediti perfino
alcuni ufficiali, ai quali non è però permesso
di reagire.
11 vostro concittadino signor Ottaviano
Raimondi, venuto qui per affari, dopo aver
ottenuto ampie garanzie di incolumità, do
vette per ordine del Capitanato rimanere
rinchiuso a casa per due giorni, evitando
così il pericolo di essere linciato dalla folla
sobillata dagli agitatori contro di lui. Alcuni
giovinastri, raccolti nell’ atrio del teatro, ne
circondarono la casa, aspettando che uscisse
per poterlo bastonare. Lunedì, dopo insi
stenti richieste del suo padrone di casa,
jugoslavo anche lui, il signor Raimondi, scor
tato da due agenti di polizia, potè dedicarsi
ai suoi affari e ripartire.
L’ autorità non ha più alcun mezzo di im
porsi alla teppa ; per salvare la vita al si
gnor Raimondi ha dovuto obbligarlo a un
domieijio coatto.
-= E stata sciolta la Società ginnastica,
per ordine dell’ autorità locale.
Da Tenin.
Sotto lo stellone. La maggior parte dei
villici nei dintorni della nostra città e di
Dernis, comprendono benissimo di quali
vantaggi possa essere loro apportatrice 1’ I-
talia, che coopera con lodevole zelo a sa
nare le piaghe economiche del paese pro
movendone il benessere e avviandolo a una
concezione più larga e più moderna delle
questioni politico-religiose, che per tanti
anni dietro istigazione interessata dell’ Au
stria e dei croati avevano assunto forme
acute e irragionevoli. L’ amore e la gratitu
dine dei contadini per l’Italia diventano, a
dispetto dei propagandisti jugoslavi, sempre
più sinceri e durevoli.
Però ancora l’ambiente non s’è purificato:
occorre un’ azione vigile, costante e tenace
che darà buoni frutti. Giorni fa è stato ar
restato dai Carabinieri un individuo che si
occupava di arruolare truppe per la Jugo
slavia ; il 14 andante 1 arma stessa riceveva
in consegna certi Attilia Stefano e Attilia
Giovanni, arrestati y|dai ^militari del 144o
reggimento fanti, per essere stati colti ad
esercitare lo spionaggio a danno dell’ Italia.
Sono episodi sporadici, ma significativi, evi
tabili però con grande oculatezza e con
certa energia di procedimenti.
Bisogna anche vigilare perchè gente so
spetta non varchi i confini del territorio
occupato con lo scopo evidente di sparger«
notizie velenose e calunnie contro l’Italia,
delle quali si servono poi gli agitatori. An
che il 15 del mese corrente un tale Bjedov
Vassil fu sorpreso sulla linea ferroviaria
Golubié-Sterniizza senza alcun documento
giustificativo, mentre tentava di recarsi in
Bosnia.
Anche il contingente dei criminali, di cui
questo distretto non era scarso durante il
regime cessato ,va ora scemando. Qualche
singolo caso di reato che ancora si verifica
non infirma le nostre impressioni. L’8 mag
gio beh quindici donne, delle quali quattor
dici appartengono alla famiglia Teskcra, ta
gliarono ed asportarono legna da ardere
dal bosco comunale, causando all’ ammini
strazione un danno di corone 500! Le re
sponsabili vennero denunziate dopo avvenuto
il sequestro della refurtiva.
Aiutate V Associazione
Pro Mutilati e Invalidi.
ANNO I. 1.» Gennaio 1879. N.« 19.
Lj^
DI
SCIENZE .E ERE ED AR
DIRETTO DA
P A ETANO |BILAGHEI\
hisegnaulc si!' 1. R. Scuola di Piisiic!?.
— SOMMARIO
Necrologia. A don Filippo Colfeìli. — Povera cara! Versi. — Dopo la Cena. Ghiribizzo
di fiatale. — Visioni. Sonetto. — Al Polo. — Il Fonografo. Poesia. — Memorie del Nonoo. —
Logogrifo.
Manoscritti, anche non pubblicati, non si restituiscono.
ZARA
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LA PALESTRA
EDITOEE E DIRETTORE RESPONSABILE
GAETANO BILAGHER
Anno L N.« 23. PUBBLIOASIONS BIMENSILE Zara, 1." Marzo 1879.
SUI COSTUMI
110 ftàOOO,
(Continuazione v. N.° 21.)
IV.
Mon si creda che Orazio fosse assai de-
dito alle cose politiche giacché, come di-
cemmo in principio, T indole sua ondeggiava,
si può dir sempre, accostandosi ora ad uno
ora ad un altro aspetto degli umani feno-
meni^ non si fermando mai sopra nessuno.^)
Siffatta indole non poteva esser molto batta-
gliera nè molto disposta alla tumultuosa po-
litica. Amava la republica, ma a ragione non
vi portava quell' entusiasmo e quella passione
di setta che contrastano la verità ne' suoi
sviluppi, e non vi portava quella preoccu-
pazione intensa che lo rimovesse da ogni
pensiero.
Aveva per cosa disdicevole il gittarsi con
troppa fede nelle repuhlicane lotte ed egli,
il discepolo delle Muse, colui che s'era in-
teramente dedicato all'armonia delle dolci
') V. Ep. I. 1. 14.
suore d'Apollo,, voleva distogliersi un mo-
mento dagli studi tranquilli e cangiar un
poco gli orti accademici col campo di bat-
taglia.
Arruolandosi nelle milizie di Bruto non
bilanciò le deboli forze del suo corpo, eppure
non fu quel vigliacco che molti credono, ma
soldato prode e intrepido che affrontò piil
d'una volta la morte. Lo ricorda mestamente
e' stesso là dove festeggia il ritorno dì Pom-
peo Varo, suo vecchio compagno d' armi nel
campo di Bruto (Od. II. 7):
0 saepe mecum tempus in ultimtiin
Deducte Bruto militine duce.
Nel resto conservava sempre i suoi senti-
menti di buon republicano quantunque, non
potendo più servire, con le armi, al suo par-
tito, rinunziasse per sempre alla vita guer-
riera abbandonando, come il greco poeta
Alceo, il campo di battaglia e insieme lo
scudo. E qui notiamo che le sue opinioni
politiche erano state le stesse che quelle de-
gli uomini più stimabili del suo tempo. Del
pari che Catone e Cicerone, aveva preferito
il partito del Senato ed il governo legittimo
della sua patria al partito popolare che servì
allora, come in tutti i tempii di strumento
e di pretesto agli ambiziosi, per istituire la
tirannia sulle rovine dell' antica costituzione.
V. Epist. II, 3. 45.