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riuscito a costruire in un anno 5000 chilo
metri di strade rotabili e tutti in alta mon
tagna. Non dimentica il prezioso contributo
della marina da guerra e della flotta mer
cantile.
«*’ Osserva poi che l’Italia in tutta la sua
storia ha dimostrato d’ essere una nazione
solidale con quanti combattono per un fine
. giusto e santo. Lo dimostrò in questa guer
ra col salvataggio dell’ esercito serbo dopo
la disfatta.
Viene poi a parlare della „Società, delle
nazioni “ di Wilson. Rivendica 1’origine di
questa idea al genio latino. Se ne trovano
degli accenni già in Orazio, in Virgilio e
in molti altri Rostri geni. L’umanità deve
esser affratellata, nia le nazioni non devono
venir private dei loro diritti. Non si venga
3uindi a parlare di aspirazioni paradossali i alcune nazioni. In queste contrade si ve
dono chiare le traccie di Roma e di Vene
zia. L’italianità dalmata venne sopraffatta e
per questa sopraffazione noi esigiamo ripa
razione completa. Ci si accusa di imperia
lismo! Ma tutta la storia dell’ italica gente
dimostra quanto profondo senso d’ umanità
alberghi essa nel petto : da San Giovanni
da Capistrano a Eugenio di Savoia, a San-
torre di Santarosa, alle spedizioni garibal
dine del 1870 in difesa della Francia, del
1877 in difesa della Serbia e all’ ultima
spedizione nelle Argonne.
L’ oratore chiude il suo magnifico discorso
rievocando l’eroica figura di Giuseppe
Garibaldi che, nella visione di Felice Caval
lotti, discende dal suo monumento sul Gia-
niclo per riprendere il suo antico posto di
combattimento.
Il pubblico che interruppe spesse volte
con applausi il discorso, saluta l’oratore
alla fine con un’ imponente ovazione, che si
ripete insistente, fragorosa quando i muti
lati ricompaiono al proscenio insieme all’ o-
ratore. La folla enorme agita fazzoletti, cap
pelli e banderuole tricolori. E, insieme, un
grido immenso di gioia prorompe dai petti
di tutti. La dimostrazione si protrae per
parecchi minuti tra la commozione più viva
dei presenti. E’ un momento indimenticabile.
Poi si forma un imponente corteo che
percorre le vie della città e si reca alla
„Riva vecchia" dinanzi allo yacht „Zara"
dove la signorina Matilde Millo, la figlia
dell’ eroe dei Dardanelli, stava appunto
pranzando. La gentile signorina cede alle
acclamazioni della folla e si presenta sulla
coperta della nave a ringraziare. E’ una
commovente manifestazione d’affetto quella
che Zara tutta ha voluto tributare alla figlia
del primo governatore italiano della Dal
mazia.
Poi il corteo ritorna in città e in „Piazza
del Plebiscito" tranquillamente si scioglie.
Visita della signorina Millo a Zara e a
Pago. Ieri 1’ altro alle 7 antim. la nobile
signorina Millo, accompagnata dalla marche-
sina Laura Patrizi, dalla signora Anna Neva,
direttrice delle industrie femminili italiane,
dalla signora Maria Miliotto e dalla signo
rina Maria Anna Cippico, sorella dell’ illu
stre scrittore concittadino Cippico, partì col
yacht Zara dalla nostra città per Pago. Ar
rivata colà, ricevette a bordo, alle 14, i
rappresentanti italiani del luogo ; poi si recò
a visitare la scuola dei merletti, mostrando
singolare interessamento a quell’ industria e
facendo alcuni acquisti. Si curò in modo
speciale della riorganizzazione della scuola,
il cui statuto venne già formulato. Poi visitò
il duomo e fece un giro per la città, accolta
ovunque da devota simpatia. La sera invitò
a pranzo sull’ yacht gli ufficiali del presidio
e alcune notabilità cittadine.
Ieri, giunta a Zara, ricevette la visita di
molte dame e signorine, e si trattenne fa
miliarmente con loro fino alla partenza per
Sebenico, che ebbe luogo alle 14. Speriamo
di avere presto fra noi la gentile figliola
dell’ ammiraglio Mulo, che ha già raccolto
tante affettuose simpatie nella nostra citta
dinanza.
Disfattismo in Duomo. Le solenni fun
zioni che si compiono in Duomo tutti gli
anni a festeggiare la illustre martire romana,
S. Anastasia, protettrice di Zara, quest’anno
vennero turbate, anzi troncate bruscamente
dal fanatismo politico di un pugno di ener
gumeni croati, e da certi indegni ministri
" di Dio che infestano Zara e sognavano di
schiacciarla sotto il tallone austro croato. A
tessere il panegirico della Santa Martire era
stato invitato P. Massimo da Atene, una
bella figura di cappuccino, ottimo patriotta,
che durante i quattr’anni di guerra, come
accennammo altra volta, fece miracoli di
attività nella sua chiesa della B. V. della
Salute, che egli, dopo l’internamento au
striaco dei suoi confratelli, resse con vero
spirito francescano e abbellì in modo real
mente signorile e artistico. Il valente cap
puccino svolse, con eloquenza che sa inte
ressare l’uditorio, il suo tema magnifica
mente. Ma nel descrivere la Santa davanti
alla pira, che doveva consumarla, si permise
di dire che, se l’amor di patria rese forti
Nazario Sauro e, Cesare Battisti davanti alla
, forca austriaca, 1’ amor divino, che è fiamma
celeste, fece della dama romana una eroina
sublime. Giunto poi alla fine della sua ora
zione padre Massimo ebbe pure il coraggio
di dire che, crollata la forca austriaca e
crollato con essa quel cattolicismo officiale,
ipocrita, che della religione facea strumento
di politica a dominar la Chiesa non ad ele
varla, per i Zaratini redenti e uniti alla
grande famiglia italiana, a tutti maestra di
libertà, sorgeva imperioso il dovere di di
fendere con maggior fierezza e libertà i
principi cattolici.
Non 1’ avesse mai detto ! Le pie orecchie
austro-croate ne rimasero inorridite. Il coro
croato della Cattedrale che, approfittando
della guerra, con meschino artificio vi era
introdotto per martoriare col suo latino
austro-croato gli italiani di Zara, in se
gnò di protesta dichiarò di non voler
cantare ai Vespri solenni. I chierici teologi,
che nelle processioni urlano come belve per
sopraffare coi canti croati le preci latine
del clero, scioperarono pure e non vollero
cantare le litanie e il „Tantum Ergo", che
pure aveano eseguito in Duomo ripetute
volte. Anzi la tracotanza di quei simpatici
chierici andò tant’ oltre da ecclissarsi anche
quando avrebbero dovuto portar le torce
davanti al SS. Sacramento. Nostrossignore
non se ne avrà avuto, certo, a male: che
quei tristi messeri non fanno onore all’ al
tare ; ma il fatto va registrato perchè ognu
no vegga quale spirito aleggi nei famosi
seminari della Dalmazia. Nè v’è a meravi
gliarsene.
Se uno dei vescovi dalmati, mons. Carić
di Spalato, nella Messa Pontificale prò Ju
goslavia celebrata il 15 dicembre pr. p.
ebbe il coraggio triste di apostrofare i suoi
diocesani italiani chiamandoli „nemici", e
non ha avuto rossore di dare alla pubbli
cità quello sconcio di orazione sacra, in
cui si legge : „e voi, nemici, se qui siete,
rispettate i sentimenti del popolo croato",
è escluso che i dalmati, italiani e slavi,
s’aspettino dai seminari di questi vescovi
un clero sereno e che compia la missione
di pace insegnata dal Vangelo. I seminari
dalmati creeranno ancora, come han già
fatto, energumeni croati, non sacerdoti cat
tolici.
DeT resto ogni male non viene per nuo
cere. La parola franca di P. Massimo ha
redento il nostro duomo dallo sconcio della
cappella croata : se il bravo cappuccino con
un’ altra predica riuscirà a liberar Zara dai
chierici e preti croati che la infestano, Zara
tutta gli serberà eterna riconoscenza.
Affaccendamento jugoslavo. Rifioriscono,
in questo tepido gennaio che fa sbocciare
Se mammole, le speranze dei pochi jugo
slavi locali, che si chiamarono altre volte
la colonia croata di Zara, la quale, sia detto
fra parentesi, non acquistò mai a Zara di
ritto di cittadinanza, nemmeno quando la
maggioranza croata della Dieta le mandò
in aiuto l’i. r. polizia di stato. Con' le ri
fiorite speranze fioriscono i commoventi
idilli. E i recenti jugoslavi locali si baciano
in pubblico, quando giungono da Spalato,
di contrabbando, liete notizie. Se le dette
notizie, per quanto liete, puzzano di misti
ficazione un miglio lontano, non importa.
E, affrontando serenamente il ridicolo, le
labbra jugoslave si uniscono pertanto in un
bacio che suggella la letizia eh’ è nei cuori.
Ma i pochi jugoslavi di qui sono anche
in altre (e meno sentimentali) faccende af
faccendati. Si vede, per esempio, che pa
recchi villici degli Scogli appena arrivano a
Zara vengono condotti alla sede del „Sokol".
A che fare ? Corrono in proposito varie
supposizioni, fra le quali non sappiamo nè
vogliamo scegliere. E’, del resto, escluso
che i villici si lascino condurre al „Sokol"
all’ unico scopo di fare toeletta, prima di
avventurarsi per le vie della città.
Per i croati della Dalmazia, e di altri
siti, il prete è un elemento politico di pri-
m’ordine. Anzi, i croati senza i preti non
sarebbero mai esistiti. Un’ osservazione, que-,
sta, non nuova, ma che non è inopportuno
ripetere. E i seminaristi, quelli che, cesti
nata la grande Croazia, saranno i sacerdoti
della futura Jugoslavia ortodossa e _ anche,
a tempo perso, della chiesa cattolica, de
vono pur essi darsi da fare, in questi mo
menti gravidi di destino. Lavorano perfino
quando vanno a passeggio, nelle brevi ore
in cui dovrebbero ricreare la mente dal fa
ticoso studio delia teologia, Durante il pas
seggio essi incontrano spesso dei fanciulli,
i quali, assai spesso, chiedono loro delle
immagini di santi. II seminarista, al quale
viene rivolta la domanda, si ferma, os
serva un po’ il ragazzo e poi lo sottopone
a un esame di jugoslavofilia. Se iì ragazzo
risponde bene, se dimostra di sapere quello
che un croato — o jugoslavo — deve
amare e quello che deve odiare, allora il
chierico trae dalla tasca un’ immagine, anche
due, e fa il regalo; se no, non si cura del
ragazzo.
Come si vede, in questi momenti gravidi
di destino, i pochi jugoslavi di Zara sono
tutti affaccendati, in forma più o meno sen
timentale.
Giù le mani! Sembra che gli scolari
croati d’ambo i sessi sentano da qualche
tempo nelle mani un prurito incoercibile;
gioverà che la scuola e le famiglie sappia
no ridurre al dovere questa ragazzaglia
sbizzarrita.
All’uscita (del liceo femminile di S. De
metrio, le scolare italiane vengono spesso
bersagliate con sassi dalle compagne croate.
Poiché ci consta che le pulzelle croate di
quell’ istituto danno frequenti saggi d’intol
leranza politica, ammoniamo le maestre a
mostrare maggior tatto, imparzialità e vigi
lanza e a tener saggiamente in freno le
croatine ricalcitranti, le quali dovrebbero,
smettere di menar le mani!
MARCELLO PATTIERA
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I AI I* jr f'k Rk?r -wq*. .................. - ISSI’ORX AZJOMJ.
Giorni fa un bambino di sei anni, che
passava tranquillamente per via, venne ag
gredito da uno scolare del primo corso del
locale ginnasio croato.. Se non fosse inter
venuta subito una signora, il povero bam
bino, al quale venne strappato, gettato a
terra e calpestato il tricolore italiano, sa
rebbe stato anche percosso.
Ci ripromettiamo che la direzione del
ginnasio croato vorrà prendere atto della
nostra osservazione e procurerà di evitare
per l’avvenire simili incidenti.
Nomina. Il nostro concitadino dott. Si
meone Svircic venne nominato a sostituto
del defunto notaio Radoslavo Pappafava
presidente della Camera Notarile.
La messa del soldato. Ogni domenica
alle 9, nella chiesa di San Simeone, il cap
pellano militare don Giuseppe Raffaelli ce
lebra la messa per i soldati. Dopo la messa,
egli usa tenere un sermone informato sem
pre a elevati sentimenti patriottici. Vi assisto
no numerosi anche i fedeli senza divisa, ai
quali non par vero di sentirsi chiamare dal
pergamo nuovi figli d’Italia!
Messa funebre. Giovedì, a cura degli a-
mici, venne celebrata nella chiesa della B. V.
del Castello una messa* solenne a suffragio
del nostro compianto concittadino Antonio
Marussich, morto valorosamente, combat
tendo contro i soldati dell’ Austria.
Scuola di fanatismo. In una scuola po
polare dei dintorni la signorina maestra
vi insegna, oltre alle materie prescritte,
fanatismo Jugoslavo, il quale non fa parte
del piano didattico. La detta maestra scrive
— o fa scrivere — sulla tavola nera due
frasi, che non lasciano dubbio sui suoi sen
timenti politici e sullo jscopo delle sue pe
dagogiche fatiche. Le due frasi sono : „Viva
la Jugoslavia" e „Abbasso.... ". Non com
pleteremo la seconda frase, perchè è su
perfluo e perchè ci ripugna. Ci basta di
completare la notizia. La maestra fa servire
le due frasi a esercizio di lettura per le
fanciulle affidate alle sue affettuose cure.
E* ora di finirla! Riceviamo e pubbli
chiamo : „Come tutti sanno Barcagno e Ce
raria per il loro meraviglioso sviluppo edi
lizio degli ultimi anni hanno cessato d’esser
dei semplici sobborghi della nostra città ;
ne sono parte integrante, abitata da più
migliaia di persone. Orbene, mentre in man
canza d’un ponte sarebbe necessario un
mezzo di trasporto sicuro, comodo e celere
per traghettare in città, il vaporino quando
più ce ne sarebbe bisogno ne fa delle sue.... e
sciopera. »Causa F incuria della direzione, di
due vaporini che ci sono, F uno, quello che
dovrebbe sostituire il compagno in caso di
guasto, è in disarmo perpetuo, l’altro — scar
samente provveduto di pessimo carbone
colla macchina vecchia e difettosa e con
un personale di cui no^ si sa se biasimare
di più F inettitudine, F infingardaggine o la
prepotenza villana vef^o*""ìl pubblico viag
giante e pagante — non corrisponde affatto
allo scopo. Credete che i suoi riposi av
vengano col bel tempo? Macché, a farlo
apposta, soltanto d’inverno quando infuriano
più tremende le bufere di scirocco o quan
do più torrenziale scroscia F acquazzone.
L’idea più ovvia e naturale è che si tratti
di ripicco dispettoso da parte del personale,
oltre che d’insufficenza del vaporino stesso.
Chi conosca i pericoli, le noie, i ritardi
e . . . last noi. last... iì dispendio che que
ste forzate soste del vaporino apportano ai
poveri abitanti di Cerarla e Barcagno, deve
dire che la cosa è venuta a tal punto che
il tacere sarebbe, più che indolenza, ver
gogna. Durante la guerra la direzione, col
pretesto che coll’aumento dei prezzi del
carbone ci perdeva su, procedette ad un
triplice, ingiustificatissimo aumento del tasso
mensile per gli abbonati, facendolo ascen
dere fino a cor. 3 per persona. I buoni e
pazienti abbonati tacquero e pagarono, spe
rando che almeno in compenso il servizio
migliorerebbe. Invece si andò dì male in
peggio; accorciamento dell’orario dei va
porino (terminava alle 8l/2 p. m.), fermate
lunghe ed arbitrarie col pretesto di far
acqua (affare di due o tre minuti, quando
si lavori sul serio) o di far pulizia (! ?),
rozzezza ed impertinenza estrema da parte
degli addetti al vaporino, accozzaglia di
gente mal pagata e perciò sempre svogliata
e scontrosa; insomma uh caos.
Le proteste del pubblico, dapprima timi
de, divennero sèmpre più energiche. Ma la
direzione continuava a fare F orecchio di
mercante. Una volta, ad esempio, quando il
vaporino era guasto, gli abbonati traghet
tavano gratis su barche noleggiate dalla di
rezione. Invece da qualche tempo questa
buona usanza si è perduta ! Gli scorsi gior
ni, sotto F imperversare d’un uragano di
scirocco, i poveretti, òhe dovevano per i
loro affari passare da una parte all’ altra
del porto, erano in balia dei battellanti, che
esigevano per ogni persona una corona ! E
si pensi che al Barcagno e a Ceraria, oltre
che numerosi impiegati, operai e scolali,
costretti dai loro doveri a recarsi parecchie
volte al giorno in città, abitano apche cen
tinaia di nostri soldati e marinai, accampati
ai Fortini e altrove. E che anch’ essi soffro
no grandemente per questo stato di cose.
Perciò richiamiamo F attenzione del regio
governo e del . comando di Piazza onde
prendano le misure suggerite del caso. Già
molte famiglie del Barcagno e Ceraria sono
passate in città e F esodo sarà quasi gene?
rale quando le numerose persone che scel
sero la nostra città a loro rifugio durante
la guerra, se ne saranno andate, lasciando
numerosi appartamenti liberi. Allora, se le
condizioni del servizio del vaporino non sa
ranno cambiate, i padroni di casa del Bar-
cagno e Cereria resteranno con gli alloggi
vuoti. Nel loro stesso interesse, che in que
sto caso collima con quello di tutti noi,
essf; tutti azionisti, provvedano. Comunque
è ora di finirla. Un abitante della Cereria
a nome di moltissimi altri.“
Conferimento di doti nuziali. Anche que
st’ anno erano in concorso le due doti nu
ziali, istituite dai pii fondatori Quattrinovich
e Gallessich per ragazze zaratine povere e
di illibati costumi, che passassero a matri
monio nella festa di S. Anastasia. La Fab
briceria della Basilica Metropolitana, arami-
nistratrice, ha conferito la prima- delle due
doti a Lidia Mannello del fu Santo da Zara ;
mentre la seconda, per manzanza di ragazze
concorrenti, F ha devoluta — in adempi
mento alla volontà dei benefattori — a tre
istituti pii di beneficenza e precisamente:
all’ Asilo per F Infanzia e Puerizia Cor 100,
all’ Asilo delle Orfanelle Cor. 100 ed alla
Società di S. Vincenzo de’ Paoli Cor. 64.
Pietà verso la sventura. Ci scrivono:
„Una povera donna, prestaservizi, certa An-
drina Delmisser, abitante al Canalon 17,
vedova di un udinese che a Zara, nella sua
lunga dimora, fu sempre il primo nelle no
stre file, minata da una malattia che non le
permette un soverchio lavoro per sostentare
i suoi tre figli in tenerissima età, versa in
profonda miseria. Durante la guerra, soffrì
atrocemente, perchè, essendo cittadina del
Regno, si vide negato ogni aiuto dalie au
torità e con difficoltà ottenne un po’ di mi
nestra, una volta al giorno) dalla Cucina
Popolare.
Oggi qualcosa raccoglie dalla carità, ma
è sempre poco ; i bimbi hanno fame ; chie
dono pane e vesti e la povera madre non
è in grado di esaudire F invocazione dei
bimbi. Uno di essi, di circa 5 anni, dagli
occhi intelligenti, tutto riccioli e sorrisi, è
letteralmente consumato dalla fame, dalle
privazioni.
Salviamo questi bambini ; non giuocattoli
essi chiedono ; ma pane ; salviamo questi
piccoli poveri fiori che ànno diritto al no
stro amore ; e aiutiamo la povera madre.
Giriamo la nostra invocazione al Munici
pio, alle nostre autorità, a quanti sentono
nobilmente ; grato compenso sarà a noi la
benedizione di una madre, il sorriso di tre
piccole bocche infantili." „Veritas"
Ambulatorio medico. Veniamo informati
che il dott. L. dei Medici ha riaperto il suo
ambulatorio medico ed oculistico in Calle
Carriera N. 1 III. piano ove riceve dalle
10—12 a. m. e dalle 3—5 p. m.
Circolo di Canottieri „Diadora“. Terza
lista delle oblazioni cittadine per la defini
tiva finanzazione del pontone : Laerte Ni-
colich cor. 30, Ernesto Ghirin 10, Umberto
Biasutti 20, Oscar Periini 10, Pietro Giup-
panovich 10, Bruno Lazzarini 5, Rossignoli
5, G. Gazzari 4, E. Urschttz 4, Dr. Fabrio
4, S. Cettineo 4, Renato de Portada 5,
Dr. Giov. Graovac-Brunelli 5, Giovanni A-
gustinovich 5, N. N. 30, Giovanni Contogrù
10, Giurissich Otmar 20, Defranceschi An
tonio 10, Biasutti Gino 20, Handi Raimondo
10, Ant. Battara 10, Nicolich A. 10, Sellak
10, Tom. Medich 10, Giuseppe Franich 10,
Antonietta ved. Borin 20, Fabbrovich e Rossi
14, G. Cocetti 50, Marussich 30, G. Crivelli
20, Camillo Brida 20, Pietro Battara 20,
Pressel Roberto 10, Vino. Depinguenle 10,
Armanini Antonio 10, Nino Vales 10, Carlo
Cossovich 10, Andrea Malusà 20, Pasini
prof. 10, Dr. Salghetti 5, Tullio Scharlach 5,
Gius. Scuderetti 10, Gap. Ant. Nakich 40,
ten. Nicolò Benzoni 50, ten. Antonio De
véscovi 20, Nino Pernar 10, Mario Perissich
10, Arrigo Zink 20, ten. Vinc. Marussich
5 Lire, ten. Alfonso Tripalo 5, ten. Antonio
Palcich 8r Gino Ubezzi 8.
-.....— -------- ------------------------- ■■■ ■— -...................... ........ „ a _
R. Stazione Aerologica di Zara
Bullettino metereologico.
del 18 gennaio 1919 (ore 8)
Pressione Barometrica in m/m : 751,7. Tempera
tura C.: 7°, 4. Umidità relativa: 65/100. Nebulo
sità in decimi : 10/10. Mare leggermente mosso.
Vento al suolo: ni. 5,2 da Est (al m. secondo).
Temperatura massima nelle 24 ore precedenti: 12°'3;
minima : 60,6. Acqua caduta nelle 24 ore preced.
l’osserv.: cm.310.0.
Direttore responsabile: Gaetano Feoli.
Editrice la Tipografia : E. de Schonfeld & Co.
RINGRAZIAMENTI
La famiglia ed i parenti ringraziano sen
titamente gli amici che hanno voluto ono
rare la memoria del loro povero
ANTONIO MARUSSICH
col far celebrare una messa a suo suffragio.
La sottoscritta, affranta dal dolore per il
lutto straziante da cui fu nuovamente col
pita, sente F imperioso dovere di rendere
pubbliche grazie all’ amico Signor Luciano
Gazzari che anche questa volta si prestò
colle sue assidue, premurose e disinteres
sate cure negli ultimi istanti di vita dell’a
matissimo
MARCO
strappatole sì bruscamente nel fiore degli
anni, e volle accompagnare F indimentica
bile estinto all’ eterna dimora, volendo così
porgere l’ultimo tributo d’affetto al caro
defunto.
Spalato, in gennaio 1919.
La dolente famiglia
Anna ved. Silos nata Rocchi.
II Dr. L. dei Medici ha riaperto
il suo ambulatorio medico ed ocu
listico in Calle Carriera N. 1. IH.
piano ove,riceve dalle 10-12 a. m.
e dalle 3-5 p. m.
Dr. med. Anton Zingerle
ordina: casa Borelli N. 11.
Riva nuova, 4. piano.
litui nnìlirril da signora venne scambiata la sera
uliu {jcillLllu dell’ ultima festa da ballo nella sala
del Teatro Giuseppe Verdi. Si porti la pelliccia
presa in sbaglio al custode del Teatro per avere
la propria pelliccia.
Da vendere parecchi mobili.
Rivolgersi : Casa Lapenna III piano,
Via N. Trigari N. 11.
BANCA CAMBIO-VALUTE
Casa fondala neTTSSO.
Agenzia principale in Zara
delle
Assicurazioni generali di Trieste.
Banca Popolare di Zara
Agenzie: Arto, Pago e Sebenico.
UFFICIO CAMBIO
Eoiteieie vaglia del Banco di Napoli
Agenzia della Società di Navigazione
Servizi marittimi italiani.
i
b
l’Italia in suo soccorso. E noi speriamo che
l’Italia Grande sentirà la voce di questi suoi
figli disgraziati, minacciati nella vita e negli
averi soltanto perchè amano la loro patria
sopra ogni cosa al mondo.
Intanto protestiamo e reclamiamo presso
il Governo del Re per questa inaudita limi
tazione della libertà personale, contraria alle .
norme più elementari del diritto internazio
nale.
Un duello... rientrato. Giorni sono, il
marchese Luca de Bona venne sfidato a
duello per ragioni politiche dal nobile Ar
turo de Saracca. Ma il marchese rifiutò il
cimento, tacciando lo sfidatore di austria
cante. Il de Saracca, allora, in pieno Stradone
e durante il passeggio, colpì in faccia con
uno scudiscio il signor marchese.
Da Sebenico
Concerto al Teatro Mazzoleni. Ieri sera
(15 m. c.) ebbe luogo al Teatro Mazzoleni
V annunciato concerto vocale a beneficio
del Fondo Nazionale. *
Vi accorse un pubblico numerosissimo,
come nelle grandi occasioni, lieto di rendere
omaggio agli egregi ospiti dell’ italianissima
Zara. La signora P. Tezilacich-Alacevich e
il sig. E. Lorenzini ebbero al loro compa
rire una lunga ovazione.
La signora P. Tezilacich-A. in possesso
di una bella voce fresca di soprano, modu
lata in tutte le tonalità della gamma musi
cale, cantò con passione vera e arte squisita,
interpretando efficacemente il duetto del
Rigoletto „Signor nè principe io lo vor
rei11, assecondata dal sig. E. Lorenzini che
ha una simpatica e pastosa voce tenorile,
iena di espressione e di sentimento, mor-
ida, così da suscitare applausi e acclama
zioni vivissime.
Il sig. E. Lorenzini a noi noto, avendolo
sentito altra volta come virtuoso provetto,
cantò con foga professionale e arte grande
la romanza della Carmen „Il fior che avevi
a me tu dato" e s’ ebbe i più vivi applausi.
La scena coll’aria del Trovatore ,,D’amor
sull’ ali rosee** venne brillantemente eseguita
dalla signora Alacevich, che riscosse fre
quenti e calorosi applausi. Benissimo il sig.
ing. F. Tezilacich dalla rotonda e piena
voce baritonalewche interpretò con maestria
e buona mimica teatrale 1’ aria del Bar
biere e si meritò i più vivi applausi.
Con interpretazione ottima ed assai efficace
venne brillantemente eseguito il terzetto fi
nale quarto dell’ Emani „Solingo errante
misero** dalla signora P. Tezilacich . e dai
sig.i Lorenzini e Tezilacich, che furono tutti
applauditissimi. Alla signora venne offerto
un bellisimo mazzo di fiori col nastro tri
colore.
Fra applausi scroscianti comparve poi al
proscenio la leggiadra signorina Margherita
roiani, la quale disse con grazia, eleganza
« vivo sentimento i versi di Niccolò Tom
maseo „Speranza e Coraggio** e fu viva
mente applaudita. La seconda volta si
presentò in scena con in mano il vessillo
tricolore e recitò con entusiasmo la „Croce
di Savoia**, versi di N. Tommaseo, meritan
dosi uno scroscio di applausi ed entusiastiche
acclamazioni da parte dell’ uditorio, che in
neggiò con frenetici evviva alla Grande I-
talia, alla Dalmazia italiana ed a Spalato
italiana. Venne regalata di due splendidi
mazzi di fiori col nastro tricolore ed evocata
più volte al proscenio.
Il coro a due voci eseguì con perfetta
fusione e colorito V inno di Sebenico, com
posto in occasione della festa di S. Silvestro
dal sottotenente Matano, sotto V abile dire
zione del maestro Pietro Zuliani; per gli
incessanti applausi e le entusiastiche ova
zioni del pubblico cantò l’Inno di Mameli e
l’Inno di Garibaldi, ascoltati in piedi, le
„Campane di S. Giusto** ed il nostro elet
trizzante „Sì" fra applausi vivissimi e accla
mazioni patriottiche, fra le quali erompe
vano frequenti proteste contro Bissolati.
Così il grande concerto fu coronato da
un magnifico successo, anche per le cure
intelligenti del maestro Zuliani, che, con
arte da musicista, seppe anche accompagnare
gli artisti e istruire i cori e così conseguire
un incontestabile successo.
La festa riuscì animatissima, piena di pa
triottico entusiasmo e fruttò il belF incasso
di 3500 corone.
Da Lissa.
Dagli Ababurgo a Casa Savoia. Lissa,
dove tuttora guata, nella sua maestà mar
morea, il leone austriaco, pósto a ricordare
i morti e a testimoniare ai vivi la forza d’Ab-
sburgo; Lissa, perenne ricordo all’Italia tutta
della grave e iniqua sciagura della sua ar
mata, si ridesta al saluto del tricolore, spie
gato libero al vento del mare nuovamente
nostro. Svanisce la triste visione negli occhi
di coloro che videro la lotta, fra la giovane
nazione ancora impari al suo compito e lo
Stato secolare, condannato a sparire, ma
vittorioso un’ultima volta per forza d’armi
e tradizioni militari.
Oggi ritorna la gioia nei cuori fedeli e
s’innalza un inno di gloria all’Italia grande,
che vuole liberati e riuniti tutti i suoi figli.
Oggi gli isolani fedeli fanno il voto solenne
di scolpire nei propri petti un altro leone
ben più possente e vivo, giurando di far
buona guardia, nei secoli venturi, su questa
vedetta avanzata dell’Italia, posta dal de
stino a difesa sua e della Dalmazia, contro
gl’ invasori d' oltremonte.
Alle violenze, alle frodi perpetrate dal-
1 Austria, al disordine causato dalla guerra,
succedono l’ordine, la giustizia per tutti, e
la pace sotto l’usbergo della Bianca Croce
di Savoia e dei tre colori, che sanciscono
la rivendicazione definitiva delle terre strap
pate all’ Italia in tempi funesti.
Soldati e marinai d’Italia fanno a gara
per lenire le sofferenze della popolazione,
rovinata da tanti anni di guerra, e la vita
riprende il suo corso normale.
integrazione del territorio nazionale indi
spensabile alia sicurezza della vita laboriosa
e pacifica della nazione, e contro qualunque
patteggiamento o scambio, ricordando a
tutti òhe gli uomini non son beni permuta
bili, ma militi dell’ ideale provati alla lotta
e non fiaccati da essa;
ed afferma : che, assicurate le garanzie
necessarie per la vita indisturbata di tutte
le nazioni, queste si riuniscano in una fa
miglia, che, avverando il sogno di Cattaneo
e di »Mazzini, assicuri al mondo intero pace e
lavoro."
Distribuzione di balocchi. Ieri al nostro
Teatro Verdi seguì, da parte di alcuni uffi
ciali, gloriosi mutilati di guerra, la distribu
zione dei balocchi, mandati in dono ai bam
bini di Zara da un gruppo di gentili e pa
triottiche donne bolognesi e romagnole.
Alla distribuzione assistevano le signore
del Fascio Nazionale Femminile, il Sindaco
e parecchi notevoli cittadini
I bimbi dell’ Asilo Infantile, dei Ricreatori
e delle prime classi-delle scuole popolari —
circa trecento — ricevettero con gioia i
bellissimi doni da parte dei mutilati, pure
essi felici di compiere il gratissimo incarico.
II Sindaco rivolse ai fanciulli parole piene
di affetto per essi e di riconoscenza per le
generose donatrici. 11 pubblico, numerosis*
simo, uscì in frequenti applausi e rincasò
assai lieto.
Raccolta del Risorgimento italiano. La
Società Ginnastica "Si fa iniziatrice d’una
raccolta del Risorgimento italiano in Dal
mazia. La raccolta troverà posto in una
sala della società e verrà coordinata dall’ e-
simio prof. Brunelli, il quale anche F avrà
in consegna.
S’invitano dunque'tutti gii italiani di Zara
e della. Dalmazia a 5?oler mandare alla no
stra Ginnastica quadri, libri, opuscoli, lettere
di uomini politici, giornali (anche singoli
numeri della „Difesa" di Spalato, dei „Dal
mata" e del „Risorgimento") fotografie (an
che di giovani dalmati arruolatisi nel regio
esercito durante la guerra attuale) tutto ciò,
insomma, che può illustrare la partecipazione
della Dalmazia al Risorgimento italiano dal
1860 in poi. La raccolta potrà riuscire ricca
e interessante, se gli italiani vorranno se
guire l’invito.
Una torpediniera gloriosa. L’altro
giorno giunse nel nostro porto la R.
Torpediniera 4 PN. E’ la bella torpediniera
comandata negli ultimi sei mesi di vita e di
azione marinara dal glorioso martire di Ca
podistria. E il ricordo delle gesta di Nazario
Sauro è inciso in urta epigrafe affissa al
fumaiolo, che dice :
In memoria - — deh Capitano Nazario Sau
ro di Capodistria imbarcato in questa
silurante dal 9 gennaio al 29 luglio 1916
— fatto prigioniero i il 31 luglio — subì
eroicamente il martirió a Pola il 19 agosto
Il Fascio nazionale. Appena cessato il
terrorismo austriaco, anche qui, .come nelle
altre località della Dalmazia, si costituì il
„Fascio nazionale italiano**, che spedì i se
guenti telegrammi : ~
A S. E. il Ministro Sonnino. Roma. Gli
Italiani di Lissa fidenti nel loro dentino in
viano all’ E. V. il saluto augurale, segno di
vivo affetto per la grande patria. Per il fa
scio nazionale Dott. Dojmi — Guido Mac-
chiavelli.
A S. E. il Governatore Millo. Sebenico.
Confidando nel sancimento delle sue più
sacre aspirazioni, il Fascio nazionale di Lissa
invia all’E. V. il saluto augurale, segno di
vivo attaccamento alla grande Patria. Dott.,
Dojmi, preside. *
I?Ammiraglio Millo rispose ringraziando
1’ intemerato ed energico cittadino cav. dott.
Lorenzo Dojmi di Delupis, che in questo
cinquantennio della peggior furia austro
croata custodì, assieme al manipolo fedele,
puro ed incontaminato ì’ immenso amore
all’ Italia.
Fra soldati e popolo. Il 13 decembre, al
passaggio dei delegati di Ragusa e delle
Isole al congresso di Ancona, il Coman
dante di Lissa, fen. di vasc. Sportiello, as
sieme ai suoi ufficiali, offerse ai congressisti
un vermouth d’onore. Si brindò all’Italia,
al Re, a Sonnino, e- poi s’inviò un tele
gramma di fede a S. E. Millo, in cui ra
gusei ed isolani inneggiavano alì’ Italia gran
de ed unita.
La sera del 29 decembre vi fu un riusci
tissimo trattenimento all’ antico forte inglese
di S. Giorgio, organizzato dal benamato
Com. Sportiello, coadiuvato dai suoi simpa
tici ufficiali. In un teatrino improvvisato,
colla cooperazione d’ una buona orchestrina
di soldati, si produssero i marinai del pre
sidio, interpretando con vero brio napole
tano una commedioìa e cantando varie can
zonette popolari. Si distinsero parecchi ma
rinai napoletani che furono vivamente ap
plauditi dai numerosi spettatori, fra cui c’ e-
rano molte gentili signore e signorine. La
simpatica festa terminò col canto degli inni
nazionali e con un’ ovazione al Com. Spor
tiello, Qualche giorno dopo per invito di
S. E. il contrammiraglio Galliani fu servito
un rinfresco sulla R. N. Basilicata. Fra gl’in
tervenuti v’ erano il cav. dott. Dojmi, il
giornalista americano sig. Benton, noto ami
co dell’Italia, il comandante delle isole Cur-
zolane Piazza e il comandante Sportiello.
Gli ospiti, seguendo V invito dell’ ammiraglio,
fecero poi una visita minuta alla bella nave.
E’ d’ augurarsi, che simili contatti fra ìa_
popolazione e i nostri soldati si facciano
sempre più frequenti per stringere sempre
più forti i legami che ci uniscono alla ma
dre Patria, ora e sempre.
Da Stretto
Genetliaco. Nella ricorrenza del genetliaco
di S. M. la Regina Elena, per cura ed ini
ziativa dei solerte comandante del locale
Presidio sottotenente di vascèllo Giuseppe
Caruso, ebbe luogo nella chiesa parocchiale,
per l’occasione addobbata a festa, un so
lenne ufficio divino.
La messa venne cantata dal m. r. don
Antonio Sare, che si prestò gentilmente.
Alla stessa, oltre gli ufficiali e ì marinai
del presidio, intervennero i capi di tutte le
autorità civili, un gran numero di villici
del capoluogo, nonché alcuni dei villaggi
vicini giunti espressamente per la fausta
occasione ad onta del tempo pessimo. Le
navi in porto avevano innalzato il gran pavese
e sugli uffici sventolava il vessillo nazionale.
in tale circostanza venne inviato a S. E.
l’ammiraglio Millo un telegramma del se
guente tenore :
„Ci permettiamo di pregare F Eccellenza
Vostra di voler trasmettere a S. M. la Re
gina, nella fausta ricorrenza del suo gene
tliaco, i fervidi sensi dì reverente omaggio
e di profonda devozione di Stretto italiana.
Il sindaco Salamun**.
Alla sera poi, dietro gentile invito dei
nostro sindaco, Francesco Salamun, ardente
patriotta e degno figlio della Dalmazia ita
liana,- convennero ad una festicciola familiare
tutti gli ufficiali del presidio, i membri del
comitato nazionale italiano^ quelli del fascio
giovanile ed un gran numero di persone
del nostro partito, fra le quali il signor
Nicolò Riboli, commerciante di Fiume e
figlio di quella eroica città italiana.
La serata trascorse animatissima al canto
e al suono degli inni più cari ai nostri cuori.
Si scambiarono pure dei brindisi con fer
vide acclamazioni alla nostra amata Regina,
alla grandezza d’Italia e a Spalato.
Circolo di lettura. Pur qui si è costituito
un Circolo di lettura con annessa biblioteca
circolante sotto il nóme dell’ immortale Nic
colò Tommaseo.
Il Circolo ha lo scopo di riunire quanti di
qui si sentono italiani e di curare in pari
tempo che il nostro beli’ idioma sempre più
si propaghi tra noi. Nella seduta costitutiva
il signor Bruno Sascor si rivolse a tutti i
presenti, invitandoli a contribuire allo svilup
po del Circolo, sottoscrivendo per il primo
un generoso importo. 11 suo nobile esempio
venne seguito da tutti gli altri ed in un
attimo si raccolse il bell’ importo di Cor. 700.
Ci sentiamo obbligati a rivolgere un grazie
speciale al signor Riboli per la sua generosa
oblazione.
La Cronaca
Un voto delia Camera del lavoro, lì Co
mitato politico della Camera del lavoro di
Zara convocato a seduta, e con l’assenso
unanime delle leghe professionali, ha votato
il seguente ordine del giorno :
„Il comitato politico della Camera del
lavoro di Zara, protesta contro chiunque si
arroghi il diritto di limitare o rinunciare alla
sti primi tempi dopo l’occupazione, rotte
tutte le vecchie relazioni d’affari per g i
eventi della guerra, i nostri commercianti e
industriali ne stanno riallacciando di nuove
con case del Regno e che questo laborioso
processo, il quale tocca la nostra vita eco
nomica del dopoguerra e vitalissimi intei essi
dell’Italia, esige una larga corrispondenza
dalla Dalmazia per l’altra sponda ; chi pen
si come vengano in tal modo sensibilmente
aumentate le spese postali per una impor
tantissima e operosa classe sociale, troverà
più che giusto il lagno per la stridente di
sparità di trattamento fra le varie terre re
dente. E noi speriamo che verrà presto
eliminato questo illogico e dannoso incon
veniente.
Atto di carità. Abbiamo ricevuto, assie
me ad un vi ghetto di banca di L. 100,
questa lettera :
„Il 16.o Reggimento Fanteria invia a co-
testa Direzione la somma di L. 100 con
preghiera di metterla a disposizione della
famiglia della udinese Delmisser,di cui sono
state rappresentate le misere condizioni nel
n.o 5 del suo pregiato giornale. Distinti
saluti L. Bottari**.
Ringraziamo sentitamente i caritatevoli
sovvenitori dell’infelice vedova Dalmisser,
additandone il generoso esempio.
Alia Dalmisser, subito, abbiamo conse
gnato F importo ricevuto. Lo accolse, bene
dicendo i donatori.
La riconoscenza del contadino. Una si
gnora ci racconta il seguente grazioso fat
terello. Passando per via essa incontrò un
vecchio contadino che parlando in slavo,
s’affannava a farsi intendere da alcuni no
stri soldati. La signora incuriosita si fermò
un momento. Allora uno dei soldati pregò
la signora di chiedere al contadino che co
sa egli volesse da loro. E il contadino
spiegò alla signora, che suo figlio era stato
ferito e fatto prigioniero al Piave, e che
dall’ ospedale aveva scritto a casa raccon
tando le cure affettuose alle quali era fatto
segno pur essendo in prigionia. Il vecchio
padre, udito che gli italiani erano venuti a
Zara, commosso per quanto gli aveva scritto
il figlio, aveva deciso di recarsi a Zara pur
lui, per dimostrare agli italiani la sua rico
noscenza. Infatti, egli col suo lungo discor
so, anteriore all’ intervento della signora,
aveva voluto indurre i soldati ad accettare
dal burro e delle uova, che aveva portato
con sé come prova tangibile della sua ri-
conoscenza. Rinnovò, umilmente, la sua
offerta per mezzo della signora. E restò
confuso e un pò avvilito, quando i soldatini,
pur ringraziando, rifiutarono.
Niente maschere e mascherate per le
vie. Un bando del governatore proibisce
rigorosamente in tutto il territorio occupato
di adoperare in pubblico la maschera, sotto
qualsiasi forma, e tanto singolarmente quan
to collettivamente. L’ uso della maschera
solo consentito nelle case private e nelle
sale da ballo e nei teatri. Le persone ma
scherate, che si recano ai balli in maschera,
debbono transitare le vie a volto scoperto.
Il mistero della larva, per ora, è finito.
La fila. Riceviamo e pubblichiamo : ,,A-
desso, che, grazie a Dio, la Patria ci for
nisce in abbondanza e con regolarità i ge
neri alimentari di prima necessità, si do
vrebbero anche abolire finalmente quelle
fastidiosissime file, eh’ erano una caratteri
stica dei tempi di guerra.
L’avviso del comitato di approvvigiona
mento dice chiaro : ,,F acquisto di tutti
questi generi (farina, riso, pasta, strutto)
deve venir fatto entro il mese di gennaio".
La qual cosa prova che il contingente dì
generi è proporzionato al numero dei con
sumatori e che ognuno deve ricevere asso
lutamente la razione che gli spetta. E, se
ognuno deve ricevere il tanto di riso, di
pasta, di farina e di grasso che gli spetta,
che bisogno c’è di rinnovare il doloroso spet
tacolo delle file? Non possono tutti com
perare con comodo quanto vogliono o cre
dono? Invece no. Il negoziante si ammazza
a vendere; sulla via, davanti alle porte delle
botteghe fanno ressa e fila centinaia di per
sone, e magari al vento e sotto la pioggia,
e alla sera i ritardatari, quelli che si erano
fidati dell’ avviso, scoprono che il negoziante
ha venduto tutto. E allora son nuove corse
e nuovi agglomeramenti inutili. Poiché la
roba da mangiare c’ è, si dispongano altri
menti le cose. Si dimostrino praticamente
inutili, e, occorrendo, si vietino le file, la
sciando che chi vende e chi compra possa
vendere e comperare con comodo, lenta
mente, nel termine fissato dall’avviso, cioè,
nel caso concreto, entro tutto il mese di
gennaio."
— Apprendiamo che molte persone —
per la gran ressa di questi due ultimi giorni
nelle botteghe di commestibili — non fu
rono in grado di comperare nella prescritta
misura i generi di prima necessità posti in
vendita. Siamo sicuri che il comitato d’ ap
provvigionamento provvederà a rifornire su
bito i negozi perchè tutti abbiano quanto è
loro necessario.
I guastatori e i ladri. Eccitiamo nuova
mente le autorità a provvedere con il più
inflessibile rigore contro i guastatori brutali
delle pubbliche piantagioni Torre la cor
teccia agli alberi delle Mura e guastarli con
pietre è lo stesso che volerli condannare ad
un sicuro deperimento. Ed è atto di barbarie.
E peggio che barbarie, vero furto alla pro
prietà privata è quello perpetrato ancora
continuamente nel boschetto in Val dei Ghisi,
dove ogni giorno si tagliano impunemente
le belle piante che erano pure ornamento e
decoro di un luogo preferito dai cittadini
per passare qualche ora in pace al rezzo
di alberi profumati. Raccomandiamo la cosa
ai carabinieri di ronda, perchè qualcuno del
vicinato rimedia regolarmente ai suoi bisogni
di legna segando o abbattendo a colpi di
Decorato per la seconda volta. Il nostro
concittadino dott. Maurizio Mandel, capitano
medico, è stato decorato per la seconda
volta con la croce di guerra al merito per
i servizi resi durante 1 ultima offensiva. Con
gratulazioni vivissime.
Menzogne. 11 „Narodni list** asseriva nel
suo penultimo numero che il municipio di
Zara aveva pagate le spese di viaggio agli
studenti accademici, che si sono recati nella
Penisola a visitare i loro colleghi e fratelli
d oltremare. Quest’ è una delle solite tro
vate dell’ organo jugoslavo, che non è abi
tuato a vagliare le notizie prima di pubbli
carle.
11 municipio non si è nemmeno sognato di
sovvenzionare gli studenti. Ma il „Narodni
list", naturalmente, che vuol saperla lunga,
mentre invece non vede al di là del proprio
naso, propala delle menzogne per il solo
gusto di propalarle.
Circolo Canottieri Diadora. Venerdì 24
ha luogo nei locali della „Società del Ca
sino * a ore 19.30 F assemblea generale di
questa nostra simpatica istituzione.
La direzione raccomanda caldamente ai
soci tutti di intervenire numerosi, essendo
ché gli argomenti posti all’ ordine del gior
no sono di vitale importanza.
Decesso. E morto, compianto da quanti
ebbero a conoscerlo, il consigliere di fi
nanza Giuseppe Demicheli, ,uomo colto e
di modi gentili. Fu nostro buon aderente
politico e pieno di affetto 'per la sua fami
glia. Ad essa porgiamo vive condoglianze.
Cose della posta. Da molti amici ci è
stato fatto notare, e a buona ragione, che
è un’offesa perenne all’italianità genuina di
Zara Fuso del timbro bilingue al nostro
ufficio postale. Non per questo dovrebbe
esser venuta fra noi l’Italia, a perpetuare
il ricordo dell’ odioso imbastardimento del
passato. Ora siamo liberi, italiani per sem
pre, e il primo segno di riconoscimento del
fello compiuto dovrebbe venirci dalle auto
rità di occupazione. Speriamo che sia stata
una svista, tanto più che sarebbe addirit
tura buffo il leggere ancora a Zara un tim
bro bilingue, mentre a Sebenico è già stata
adottata la dicitura italiana e altrettanto ci
consta che si è fatto a Trieste \e nel
Trentino.
Noi vorremmo anche chiedere ai fattori
competenti come si spieghi la diversità di
tassazione nel servizio postale fra la Dal
mazia e la Venezia Giulia e Tridentina.
Abbiamo ricevuto, provenienti dalle re
gioni anzidette, cartoline possali e lettere-
affrancate che portano impresso in nero sul
francobollo un timbro con F osservazione :
„Vale 10, 20 centesimi di corona**. Dunque
gli italiani delle altre terre redente si pos
sono servire delle RR. Poste pagando la
vecchia tassa austriaca; noTper una carto
lina spendiamo 10 centesimi di lira, ossia
25 centesimi di corona, e per le lettere in
proporzione. Chi pensi che proprio in que
del giorno. Un’ ccehiatina in qualche casa
del vicinato non guasterebbe per insegnare
il rispetto alla proprietà e ai bandi del g0,
vernatore.
Investimento. Domenica mattina F ex pi.
roscafo lloydiano „idabsburg’ , ora con ban
diera italiana, si incagliò nei pressi di RiVa
Derna per averla troppo avvicinata. Veniva
a prendere delle truppe, destinate a Sebe
nico. Dopo poche ore, per effetto dell alt a
marea, si disincagliò da sè, senza danno.
POSTA APERTA.
Sig. A. C. Sebenico- — Chi ha anche una me
diocre conoscenza delie norme giornalistiche sa
che degli scritti che le pervengono la Redazione
non pubblica che quanto essa crede adatto e op
portuno; il resto semplicemente si cestina e i ma.
noscritti non si restituiscono.
R. Stazione Aerologie» di Zara
Ballettino meiereologico.
del 22 gennaio 1919 (ore 8)
Pressione Barometrica in rn/rn : 762,7. Tempera
tura C. : 1°,8. Umidità relativa: 74/100. Nebulo-
sità in decimi: 4/10. Mare: calmo Vento al suolo
(in m. al min. sec.): m. 1.8 da E. Temperatura
massima (nelle 24 ore precedenti l’osserv.): 8°.2;
minima: 0°.l. Acqua caduta (nelle 24 ore precerf.
l’osserv.): m/m. 0.0.
Direttore responsabile: Gaetano Feoli.
Editrice la Tipografia : E. de Schonfeld & Co.
Annunzi economici.
Gli annunzi economici, senza distinzione di cate
goria, si pagano a cent. 15 la parola, minimo
Lire 1.50, in carattere marcato il doppio.
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La Cronaca
Il Ministro Fradeletto inviò al nostro
Sindaco il seguente telegramma:
„Sindaco Ziliotto. Ringrazio Lei e saluto
con devota effusione codesta nobile città
particolarmente cara alla mia Venezia, fo
colare inestinguibile d’italianità sulla sponda
fratèrna. Ministro Fradeletto“.
Adesioni al plebiscito. Riceviamo all’ ul
timo momento il testo di dieci telegrammi,
in parte indecifrabili» diretti da Spalato al
Sindaco di Zara. Contengono fervide ade
sioni al voto plebiscitario di Zara per V u-
nione di tutta la Dalmazia all’ Italia. Questi
telegrammi sono inviati dal fascio nazionale,
dalle donne italiane, dal fascio giovanile,
dalla società operaia, dalla società ginna
stica, dagli studenti universitari, dalla bi
blioteca popolare, dalla banda cittadina, dal
gabinetto di lettura e dalla società del tiro
a segno.
Rileveremo i più significativi e leggibili:
A Zara, degna del nome e dei diritti d’ I-
talia, riaffermante con unanime consenso di
popolo, nel patrio consiglia voto secolare
unione Dalmazia alla gran Madre ricono
scenti plaudono. Le donne di Spalato.
Là Società ginnastica afferma plaude e
consente voto plebiscitario Zara perchè tutti
i figli di questa terra trovino accoglimento
in grembo alla gran Madre Italia.
Una conferenza sulla Dalmazia. Il no*
stro G. T. ci scrive da Trieste :
. „La vittoria nostra non sarà mutilata".
Ecco l’argomento della conferenza tenuta
sere or sono al Politeama Rossetti. Il capitano
Colantuoni che a Trieste è popolarissimo
Eer la robusta eloquenza nutrita da un no- ilissimo ingegno e animata da un sacro
patriottismo, tratteggiò dinanzi ad un udito
rio affollatissimo ed attento i diritti sacro
santi dell’ Italia sulla nostra Dalmazia. Op
pose mirabilmente all’ affermazione d’impe
rialismo argomentazioni solide ed efficaci ;
parlò della civiltà croata, magnificando la
superiorità storica e letteraria degl’ Italiani,
ed accentuò al doloroso spettacolo che of
friva un ex soldato italiano rinunciatario ai
sacri diritti, riconsacrati dalla strepitosa vit
toria, decisiva per la pace. /
Ricordò il lungo martirio dei Dalmati :
1’ assalto ai loro municipi, V ostracismo alla
lingua, le- frodi elettorali, le aggressioni dei
croati, sostenuti dall’ infausto cessato go
verno ed infine ricordò, glorificandola, 1’ o-
pera di Anlonio Baiamonti.
Per i diritti storici, etnici, geografici e
militari della Dalmazia, ciascuno profonda
mente definito, e per il sangue dei caduti
sulle petrue del Carso arido, sul greto dei
fiumi o sulle cime nevose delle Alpi, il con
ferenziere eccitò con una volata lirica tutti
gl’ Italiani ad affrettare il giorno della libe
razione completa di quelle terre sacre, dove
ancora si piange e si soffre.
~ JLjwbliiOO. jrwnai»itò » con calorogrrapptausi^
il valoroso conferenziere, il quale durante la
conferenza lesse vari periodi di articoli della
Voce Dalmatica, che destarono profonda
impressione nel pubblico nell’udire le vio
lenze consumate contro i propri fratelli,
scattò unanime nel grido „abbasso i bar
bari".
A conferenza finita, erano circa le 11 di
sera, la dimostrazione di simpatìa alla Dal
mazia continuò per qualche tempo per le
vie. Lo sbocco di Via San Francesco, sede
del famigerato giornale sloveno, era chiuso
da un cordone di carabinieri.
Ad Alberto Colantuoni ho detto la pro
fonda riconoseenza di tutti noi ; di quanti
dalmati hanno salda e tenace la fede e la
speranza di veder realizzato quello che fu
il sogno più caro della loro vita".
A proposito delle famose rinunce. A
proposito delle famose rinunce di Leonida
e dei suoi trecento seguaci, Benito Mussolini
stabilisce nettamente non esservi al mondo
un solo jugoslavo, il quale rinunci a Zara,
a Fiume, a Trieste, a Gorizia e alla Valle
del Natisone.
Aggiungiamo, da parte nostra, non “esservi
un solo Jugoslavo, il quale proclami di voler
assicurati i più ampi diritti politici, linguistici
e colturali agli Italiani, che dovessero per
loro sciagura diventare sudditi della Jugo
slavia.
11 solo diritto riservato a codesti disgra
ziati sarebbe quello dell’emigrazione.
Nel cuore di 'Zara italiana la maggioranza
dietale croata tentò cinicamente la croatiz-
zazione del nostro ginnasio, I’ unico ginnasio
italiano superstite, per togliere agli Italiani
anche V ultimo mezzo di coltura. Poi, a ga-
rantirci la libertà politica, ci fece il dono
della polizia di Stato.
Lé delizie, ora create agli Italiani di Spa
lato, di Traù, di Ragusa e d’altre nostre
città irredente, sono indice dell’ esistenza
riservata ai nostri connazionali — che il ciel
li scampi e liberi 1 — dal regime Jugoslavo.
Il podestà di Ragusa è l’esponente più
completo della cricca, che ha già decisa
la distruzione dei nostri fratelli.
L’ineffabile dott. Cingria ! Circondato da
una dozzina di padri di famiglia, che do
vrebbero prendere per tre giorni la santonina
se incontrassero un cavallo imbizzito davanti
alla porta di casa, ha opposto il magnanimo
patto, fasciato di flanella igienica, all’ Italia,
giurandone, come Annibaie, 1’ esterminio.
Il terribile giuramento venne giorni sono
pronunciato in un comizio à Ragusa/ senza
che a nessuno dei presenti balenasse il pen
siero che vi è qualcuno più lacrimevole di
chi commette una scempiaggine, ed è colui
il quale la promette con la convinzione di
non poter commetterla mai.
Comunque, e per quanto sollazzevoli pos
sano riuscire, questi ruggiti, o questi ragli,
intuonano la situazione. I Croati', ora vestiti
in maschera da Jugoslavi, sono senza remis
sione.
E la speranza di suscitare fra questi odia
tori selvaggi un lampo di rettitudine politica
a nostro favore è una follia.
Una profesta di Antonio Cippico in di
fesa dell’italianità dalmata. Il nostro illu
stre concittadino Antonio Cippico, profes
sore di italiano all’ Università di Londra,
scrive nella „Morning Post" a proposito
dell’ intervista dell’ on. Bissolati :
„Le statistiche che vengono spesso citate
a proposito della popolazione italiana del-
l’Istria e della Dalmazia sono statistiche au
striache. L’Istria e la Dalmazia, malgrado
la violenta snazionalizzazione compiuta dal-
l’Austria,- sono ancora paesi tipicamente
italiani. Nessun’ altra nazionalità oppressa
soffrì tanto nelle mani degli austriaci quanto
gli italiani dell’ Istria e della Dalmazia e
ogni italiano o inglese che parli contro 1’ I-
talia per le sue moderatissime rivendicazioni
sulla costa adriatica fa il giuoco dell’avver
sario più accanito dell’ Italia".
Cippico conclude, domandando ai veri
amici dèli’ Italia di agire colla massima cir
cospezione prima di condannare il trattato
di Londra, che costituisce la testimonianza
più evidente della moderazione dell’ Italia.
I nostri studenti a Bergamo. A Berga
mo, la città che diede 200 dei mille di
Marsala, ebbe luogo domenica 19 gennaio la
giornata dalmata. A rappresentare la nostra
studentesca vi si portarono gli studenti Ba
rone e Raimondi, che furono attesi alla sta
zione dal Sindaco e da numerose associa
zioni patriottiche con vessilli, fra entusiastiche
acclamazioni alla Dalmazia italiana. Forma
tosi un corteo, vennero traversate le princi
pali vie della città. A Teatro si tenne un
comizio. Dopo la forbita parola del Sindaco
e del Provveditore agir studi Maùara, i due
giovani nostri concittadini portarono il saluto
delle loro terre e il dolore dei Dalmati per
non essere ancor compiuti i destini d’Italia.
Un elettrizzante discorso tenne 1’ avv. U.
Riva, tenente di un gruppo alpipo e dopo
di lui Ettore Bortolazzi, suscitando infiniti
applausi.
Dopo il comizio e la visita della città,
venne servito un sontuoso banchetto, du
rante il quale si pronunciarono dei discorsi
patriottici inneggianti alla Patria comune e
alla redenzione di tutte le città nostre.
Bologna e Zara. Come fu già pubblicato,
le signore di Bologna hanno inviato svariati
doni ai fanciulli della nostra città mediante
i gloriosi mutilati, che furono qui tanto fe
steggiati. L’atto cortese fu appreso con
grande piacere da tutta la cittadinanza per
il suo significato patriottico. Ormai V illustre
città di Bologna è unita alla nostra Zara
col comune vincolo della solidarietà nazio
nale. A titolo d’onor ” ’ ' ;
cogliere i doni si pr .. tsr . ..;
la signora Luisa Belli: ‘ • b
Margherita e Annina .. di Bc
quali il locale Fascic aa-ioiiaie
inviò, i piu yivi jingra:uiur:enti.
11 cacciatorpedinier
giorni s’ è ormeggiato ;
Vecchia. La bella nave, oggi al comando del
conte Giuseppe degli Oddi, ha al suo attivo
una bella serie di fatti gloriosi. Nel 1915,
il giorno stesso della dichiarazione di guerra
dell’ Italia all’ Austria, fu a Porto Buso sotto
la direzione del capitano Arturo Ciano ; un
anno dopo con Nazario Sauro compì due
audacissime imprese spingendosi il 12 giugno
e V11 luglio fino nel porto di Parenzo fra
il tempestare delle artiglierie costiere ; in
fine nei giorni 1 e 2 novembre del 1916
penetrò arditamente nel canale di Fasana.
Le gloriose gesta dello „Zeffiro" sono
ricordate in una targa infissa sul fumaiolo.
Un bando del governatore. Un bando
del governatore della Dalmazia e delie isole
dalmate e curzolane avverte che sarà pu
nito con la reclusione da quindici a venti-
quatr’ anni chiunque nel territorio della zona
occupata, arruolando o armando cittadini,
farà sorgere in armi gli abitanti dei territo
rio stesso contro i poteri degli stati occu
panti. Ad insurrezione avvenuta, chi ìa pro
mosse o diresse, sarà punito con l’erga
stolo.
Il bando commina pene a chi dà rifugio
o assistenza ai colpevoli ; a chiunque spe
disce corrispondenze contenenti espressioni
di disprezzo o di vilipendio per i Capì de
gli Stati occupanti ; a chiunque rifiuta di
indicare ai funzionari dipendenti dal gover
natorato il proprio nome e le proprie qua
lità personali ; a chiunque stacca o lacera
affissi del governatorato o delle autorità di
pendenti ; a chiunque, infine, trasgredisce
ad un ordine legalmente dato dal governa
torato.
Martiri nostri. I principali giornali di Roma
e di Milano hanno pure pubblicate affettuose
necrologie su Orazio Detoni, il giovinetto
nostro ćoncittađino, che subì a lungo cru
deli sevizie, conobbe le carceri dell Austria
e la prigionia in Russia e provò le ansie
della fuga, e, nelle squallide stanze degli
ospedali, i dolori acerbi del male che io
trasse a morte. Era un adolescente lieto e
di gentile aspetto, cui la vita si schiudeva
piena di promesse. Per amore d’Italia V eb
be invece miseramente torturata e spezzata.
Onore alla memoria del nostro martire !
Per gli studenti accademici^ 11 rettorato
dello studio patavino rende noto che le
iscrizioni per questo semestre si chiudono il
9 febbraio.
Il giorno otto poi avrà luogo a Padova
la commemorazione dei moti rivoluzionari
degli studenti di Padova nell’ anno 1848.
Refezioni scolastiche. Per cura del Fascio
nazionale femminile, presieduto dalla signora
Maria Ziliotto, da lunedi, verranno distribuite
agli scolari poveri della scuola popolare di
San Grisogono delle eccellenti refezioni
gratuite.
!■■■ 11 m ! — '»nmniLttimiiraw
La stessa cosa verrà fatta anche nelle al
tre scuole
L’ iniziativa presa dal fascio femminile è
quante?' mai lodevole ed è da augurarsi, che
le gentili e caritatevoli nostre signore pos
sano svolgere interamente il loro nobilissi
mo programma. _ ‘
' Opinioni. Pubblichiamo questa lettera,
fedeli al nostro principio di ammettere
un’ ampia discussione di tutti ì pareri e di
tutti i problemi inerenti alla vita politica ed
economica :
Spettabile Redazione,
Ho letto con vero piacere nell’ ultima
„Voce dalmatica" la relazione sulla costitu
zione del „Fascio Nazionale". Tale gioia
però andò scemando quando constatai che
anche in questo caso invalsero alcuni dei
vecchi sistèmi, tante volte dai cittadini ri
provati. ’*■ *
A fianco di uomini e nomi nuovi che
rappresentano parecchie caste saciali si tro
vano alcuni cittadini, le cui energie e atti
vità sono richieste anche per altri scopi,
così che non c’ è affidamento completo che
sempre opererebbero come dal loro patriot
tismo si potrebbe attendére. E così parec
chi sono pur elètti in due e più comitati
costituitisi ; se tali comitati dovessero venir
convocati contemporaneamente,a quale que
sti cittadini dovrebbero a preferenza parte
cipare ? '
Vennero poi- costituiti dei comitati che
hanno da occuparsi esclusivamente di que
stioni di natura economica cittadina. E con
io credo, si sia invaso il campo di at
tività del Comune, perchè il Fascio ha cer
tamente diritto di occuparsi di tutto quanto
si riferisce alla vita e all’ econopiia cittadi
ne, ma non quale promotore, sibbene in via
di controllo sul Comune, dovendo le sue
•attribuzioni essere sopra tutto politiche. E
mi sorprese di non aver veduto invece co
stituito un comitato di propaganda, col
quale paralizzare, sè anche tardivamente, la
poco leale campagna fatta all’estero ai no
stri danni da parte avversaria. e
N°n si sa poi se i membri costituenti il
„Fascio vi facciano parte per nascita (gra
zia di Dio), per nomina o per elezione,
perchè mi consta che parecchi cittadini non
vennero per nulla convocati a concorrere
all elezione dei rappresentanti delle diverse
caste. E in proposito non starebbe male
una dichiarazione.
Quanto fu da ine espresso potrà forse
esser errato ; se ciò fosse, valga a mia scu-
/a la buona intenzione. Con devota osser
vanza. Avv. Pompeo Allacevich
Un po’ di luce. Un giornale locale an
nunzia che il governo jugoslavo di Spalato
nitore e
aiit;
’.nminbe
ivlé, ad b
■ i
aio
normativa per i capi degli uffici la dispo
sizione che vieta trasferimenti d impiegati
senza il consenso del governo occupante e
se in caso di arbitrario trasferimento dei
nominati dalle loro sedi di Sebenico e Zara
a. Spalato essi verranno trattati quali rinun
ciatari ai posto sino ad ora coperto oppure
verrà anche per loro, come per i signori
dott. jero Girolamo Moscovita, giudice di
strettuale, Nicola Nisiteo, ascoltante. Dra
gomiro Jovié, cancellista assistente, Giorgio
Kaìiniè e Antonio Dakié officianti di can
celleria a Zara, adottato il sistema che que
gli impiegati i quali prestano un qualche
servizio nella Jugoslavia vanno senz’ altro
riconosciuti e rimunerati, anche quando la
presidenza del loro ufficio dovrebbe rite
nerli prosciolti dal servizio, non essendosi
entro tre mesi presentati ai loro posti nè
curati di giustificare 1’ assenza. ;
Invero un po’ di ’ luce nei meandri della
presidenza d’ Appello va assolutamente fatta.
Il silenzio, in questa e in altre questioni
importanti e delicate, potrebbe essere in
terpretato come trascuranza e debolezza.
l’azione contro gli speculatori. L’on.
Ministro Crespi ha Emesso recentemente un
decreto diretto a farla finita una buona
V£f ^a 6 Per semPre con le manovre degli
affamatori del popolo.
Gli alimenti elencati nel decreto servono
alla mensa del ricco e a quella del povero
e sono: burro, carni fresche, bovina, suina,
ovina, equina, pollaci, cacciagione, conigli;
carni in qualsiaài modo conservate comprese
quelle in scatole, insaccate, salate e i grassi;
cioceolatte, cereali e derivati, conserve di
pomodoro, fagioli, formaggi, frutta fresche
e secche nei depositi e nei luoghi di ven
dita, olio, paste alimentari, patate, prodotti
della pesca, freschi ed in qualsiasi modo
conserVati, uova e zucchero,
I provvedimenti presi dalla saggia dispo
sizione del ministro sono spicci ed avranno
1 effetto di far cessare tutti gli abusi* che
ora si riscontrano e gli eccessivi prezzi che
vengono fatti ai generi di prima necessità
sopra elencati. A tal uopo una speciale com
missione, con poteri giudiziari,-potrà com
minare multe, arresto, prigione, confisca
delle mercanzie, chiusura deli’ esercizio e ciò
tanto nei riguardi dei commercianti grossisti
che dei rivenditori, che dopo aver sfruttato
per circa cinque anni i pubblici mercati, per
impinguarsi le tasche tentano ancora di pro-
vo<?ar? a* danni delle pazienti popolazioni
artificiose carestie.
Ora che il decreto N.ro 1745 del 21 no
vembre u. s. è stato emesso, attendiamo
che le autorità lo mettano in esecuzione. E
la popolazione tutta sarà così sempre più
grata al regio governo.
Per gli agricoltori. Il ministero di Agri
coltura ha invitato tutte le [Fabbriche di
produzione di concimi chimici, che sino ad
ora lavoravano per 1’ industria bellica, a in
tensificare la produzione dei loro prodotti
per ! agricoltura.
Si spera che questo incoraggiamento, li
ndo alle agevolazioni che si faranno per le
comunicazióni con 1* estero, metteranno in
condizione, fra breve, la nostra agricoltura
di usufruire di quél quantitativo di conci
me di cui usufruiva prima della guerra. An
che le nazioni alleate ed amiche, che ave
vano dovuto sospendere 1 invio di concimi
per motivi bellici, potranno ora riprenderne
l’invio ; il Chili e le fabbriche di Terni ri
prenderanno l’invio della calciocianamide :
la Tunisia riprenderà quello della fosforite,.
Gl’italiani di Tenin. 11 Sindaco ricevette
oggi questo telegramma : „il Fascio Nazio
nale di Tenin neìl’atto della sua costituzione
saluta Zara la nobile città che tenne viva la
fiamma dell’ italianità dalmata e rende il
dovuto omaggio a Vossignoria degnissimo
cittadino e primo suo Sindaco per suffragio
di popolo e sanzione del regio governo,
gli italiani di Tenin".
li ballo della Ginnastica. 11 primo con
vegno con danze della Società Ginnastica
ebbe luogo sabato nella sala maggiore del
:Teatro Verdi e riuscì brillantissimo. Le gio
vani coppie ballarono con fervore e la festa
si protrasse, animatissima sempre, fino oltre
la mezzanotte. Furono ospiti graditissimi
numerosi ufficiali dell’ esercito.
Stasera il secondo convegno.
Tessere del tabacco. L’autorità di finanza
ha emesso una notificazione, giusta la quale
tutte le persone che sono in possesso di
tessere altrui pel prelevamento di tabacco
(a nome di assentì; morti, ecc.) sono obbli
gate a restituirle al locale distaccamento
della Guardia di finanza, a scanso di grave
responsabilità.
SI vaiuolo. Provvedimenti sanitari. Ve
niamo informati dall’ autorità sanitaria : 11 27
del mese scorso approdò qui, proveniente
da Fiume il piroscafo „Rakoczky", il quale
sbarcò venti passeggeri borghesi e dieciotto
soldati del R. E. Durante il viaggio, in un
marinaio dell’ equipaggio, dieciottenne, si
manifestò il vaiuolo. Il malato, con le più
rigorose cautele, venne trasportato nell’ ospe
dale militare alla Maddalena di Sebenico.
Le persone, sbarcate a Zara il 27 col
suddetto piroscafo, sono invitate, nel loro
stesso interesse, di presentarsi all’autorità sa-
mtaria comunale per le opportune misure
profilattiche.
Il 25 del mese scorso -— e quindi senza
la menoma relazione col caso precedente —
ebbe qui a manifestarsi il vaiuolo in una
abitante in Calle del Paradiso.
disirettui-ì in Dalmazia poé-r.i inori
della j.ona di occupazione, ed ii dott ìgna-
KèdaimL a presidente di un dittarti-
mento ' rr:
d--; n d<
le
pò rigorose, procedendo alla vaccinazione
aciìc persone ch’ebbero ad avvicinare ìa
domestica, alla disinfezione. ..... .... ip ». ~ dell’ appartaci, -i. .. , . ... . ...... .FD il ùb pev
hdetfive.
Lina balena arenata suua nostra owSta.
— Sabato, 25, a tarda sera, una balena si
arenò sulla spiaggia, che fronteggia il- Ca
nale della Fiumara piccola presso Castel
Venier.
I pescatori, subito accorsi, introdussero in
uno dei fori della testa del cetaceo una ca
psula di dinamite. Ma 1’ esplosione non ebbe
subito alcun effetto apparente. La balena
diede soltanto alcuni balzi e appena dopo
ventiquattr’ ore mori.
balena misura sedici metri e mezzo
di lunghezza. La sua bocca misura quattro
metri in larghezza e in altezza.
II suo peso è di circa cento quintali. Si
calcola di ricavarne molti quintali di grasso.
La cattura di un cetaceo sulle nostre spiag-
gie è un caso straordinario. Comunque si
vede eh’ è passato il tempo del... baccalà
per la Dalmazia.
Piccola cronaca. Una delle scorse notti
degli ignoti tentarono di scassinare la porta
dell’orificeria di Simeone Pernar in Calle
San Vito. Ma il proprietario, che abita so
pra il negozio, diede l’allarme e i ladri
fuggirono.
Ieri, verso le 21.30, i soliti ignoti aspor
tarono mediante scasso, dalla vetrina del
negozio di Emma Cecconi, in Calle Santa
Maria, alcuni oggetti pel valore di circa L. 40.
L’ arma dei CC. RR. indaga per iscoprire
gli autori del tentativo di furto e del furto.
Teatro Cine Radium. Una folla enorme
alla serata d’onore del simpatico artista
Carlo Fiorello, il quale, assieme ai suoi va
lenti compagni, riscosse calorosissimi ap
plausi. Il Fiorello s’ ebbe numerosi doni da
gli ammiratori.
Direttore responsabile: Gaetano Feoli.
Editrice la Tipografia : E. de Schonfeld & Co.
RINGRAZIAMENTO.
A tutte quelle gentili persone che in va
rie guise vollero onorare la memoria del-
1’ indimenticabile mio marito
Giuseppe Demicheli,
consigliere di finanza, sia col gentile invio
di fiori che coll’ accompagnarne all’ ultima
dimora la cara salma, e specialmente al-
l’illustrissimo signor Vice Presidente Di
rettore di finanza Vidulich, all’ egregio me
dico curante dottor Giorgio Ostoich che
9 ebbe per lui tanto amorevoli ed infaticabili
cure e che con inapprezzabile capacità sep
pe lenire in parte i dolori dell’ amato mio
marito, nonché al Reverendo Raimondo Sor
rentino vadano i più sentiti .ringraziamenti.
Sarina ved. Demicheli.
. U... 1I.IIHWII ■■MJIlUILU
R. Stazione Aerologica di Zara
Bollettino metereologìco.
del 1 febbraio 1919 (ore 8)
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762.1 0.5 70 6
leggerai.
mosso
m. 3.3
da ENE 6.2 1.3 0.6
Occasione per Grossisti e Negozianti in Manifattore
E di passaggio per Zara il sig.
GIUSEPPE ROVARO-BRIZZI,
con una partita di tessuti e di cotonerie
da Milano.
Riceverà per alcuni giorni soltanto al
pianoterra della casa Boxich a Porta Catena
(vis-a-vis 1’ Agraria)
dalle 9—12 e dalle 15—18.
PREZZI CONVENIENTI. 2_,
Annunzi economici.
Domande d’impiego e di lavoro 10 eent Ia parola, minimo
Offerte d’impiego e di lavoro « cent, la parola, minimo
Avvisi diversi e «T indole commerciali 20 cent, la parola,
minimo !.. 2.—
Calle Carriera N. 1. Ili piano ove riceve [dalle
10-12 a. m. e dalle 3-5 p. m. 6—6
J. Domi
ingrosso - TESSUTI - ingrosso
Telefono 53-01 MILANO
10 Piazza Paolo Ferrari
(accanto Teatro Scala)
Grandi Partite Tessuti di Cotone e Lana.
5—10
■ola
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•••
►
►►
►
►
►►
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-a ,-.y /f./CxriWfoXjQg
Guglielmo Grilli
Succursale di Ancona
EMPORIO:
Biancheria, Camicie per uomo e
donna, Calze, Guanti, Sciarpe, Giac
che, Camicette * per Signore, Cra
vatte, Busti, Scarpe, Ombrelli, Sa
poni, Maglierie, Portafogli ecc. ecc.
ZARA - [alle Larga, amala s. Antonio - ZARA
»
»a®»»
provincie da! confini della Svizzera a quelli
del Montenegro, sommante in tutto a meno
di un milione, venivano trattati col massimo
sospetto e diffidenza, inquadrati per siste
ma in unità composte di elementi estranei
più fidati, e cosi isolati, sorvegliati, erano
ridotti all’impotenza di nuocere. 1 Jugo
slavi, numeranti oltre 7 milioni, formavano
intere grosse unità militari sotto proprio
comando, e avrebbero potuto ben altrimenti
giovare alla causa della libertà sulla fronte
di battaglia, mentre invece furono i più
pertinaci sostenitori dell' Austria e gli ul
timi a cedere.
Avevano in Croazia un regime autonomo,
un* rappresentanza propria, la Dieta del
Regno, ma prima della finale disfatta non
un passo fu tentato, non una manifestazio
ne fu emessa da questi organi a favore
della indipendenza propria ed altrui, atta a
scuotere la compagine delia Monarchia au
striaca.
Nel 1848-9 i Jugoslavi stettero dalla parte
dei vincitori, ma furono dal tiranno defrau
dati del premio, giusta nemesi storica. Nella
guerra recente furono dalla parte dei vinti,
ma adesso vorrebbero darsi 1’ aria di alleati
dell’Intesa per lucrare dopo la sconfitta i
benefizi della vittoria. Hanno organizzato a
tale scopo una propaganda senza pari, fa
vorita dalla poca conoscenza delle nostre
condizioni, dalla conseguente buona fede di
mezzo mondo, nonché dall’invidia per la
nuova fortuna d’Italia. Cosi di tratto in
tratto come supplemento ai loro giornali esco
no fogli volanti in francese o in inglese,
che non rifuggono alle volte dalla menzogna
e dalla calunnia. Noi, forti dei diritti con
quistati dalla nostra nazione a prezzo di
tanti sacrifizi di sangue e di denaro, di pri
vazioni e di sofferenze assai maggiori di
quanto si crede, durate per tanti anni da
tutto il popolo, non esclusi noi che geme
vamo sotto il gi->go austriaco, sdegnavamo
occuparcene, tanto limpida era in noi la
coscienza del dovere compiuto, tanto inof-
fuscabile ci sembrava la faccia della verità.
Ma ormai per segni non dubbi dobbiamo
ricrederci, dobbiamo constatare il successo
incredibile di quella propaganda, e com
prendere la necessità di alzare la nostra
voce a nostra legittima difesa.
Non seguiremo gli avversari in tutti i
particolari, perchè ciò ci trascinerebbe troppo
in lungo ; ci accontenteremo di occuparci
dei punti più importanti, di ristabilire la ve
rità nei suoi aspetti principali.
Poiché tutto il mondo conosce la umanità,
la mitezza, la gentilezza del soldato italiano,
e la liberalità, anzi la eccessiva condiscen
denza che impronta ogni atto del Governo
italiano, e la squisitezza di forme che usano
nel disimpegnare le mansioni i funzionari
italiani, sarà perfettamente superfluo spen
dere una parola a confutare i Jugoslavi là
dove giungono a imputare i soldati o i fun
zionari italiani jii maltrattamenti alle nono»-
làziòni dei paesi occupati, o di oppressione
dei loro diritti. Se qualche imprigionamento,
o confinamento, anche questo al più di po
chi giorni, o qualche scioglimento di società
ebbe luogo, lo si deve ascrivere esclusiva-
mente a colpa di coloro che ne furono col
piti e che, ad onta di ripetute ammonizioni,
volevano continuare, non già a difendere le
loro aspirazioni nazionali, ma a seminare
l'odio e il disprezzo contro l’Italia e a su
scitare disordini. E quello precisamente che
avvenne al rev. Bianchini, redattore del
„Narodni List". Del resto, poiché si volle
ricordare il suo articolo „Per la verità",
è bene si sappia che egli in quello esaltava
i fasti militari dei Jugoslavi contro l’Italia
sull* Isonzo ; lasciamo giudicare agli altri con
quanta coerenza verso la nuova tesi di pre
sentarsi come alleati e collaboratori del
l’Intesa.
Non possiamo invece fare a meno di oc
cuparci più estesamente di quella parte che
si riferisce alla storia e alle condizioni della
nostra Dalmazia. Come queste furono fog
giate in un secolo d’oppressione austriaca
potrebbero a uno straniero che fosse ignaro
del nostro passato apparire degne di essere
poste a base della decisione per il nostro
avvenire e sarebbe una grave ingiustizia che
si commetterebbe a nostro danno.
I Jugoslavi accusano gli Italiani d’ignorare
la storia della Dalmazia, di non considerare
nemmeno da quale epoca i Croati ed i Serbi
sono calati alle rive dell’Adriatico ; ma nello
stesso momento omettono di dire quale po
polazione vi trovarono, e fingono che questa
popolazione sia stata tutta esterminata dagli
invasori, e sostengono che gl’italiani di
Dalmazia furono una importazione posteriore
'di molti secoli sotto il Governo di Venezia,
accarezzata e favorita in ultimo ancora più
dal Governo austriaco. Come se non fosse
nota nel mondo la propensione speciale che
nutriva l'Austria per tutte le genti italiche!
La storia documenta invece, che gl’ invasori
trovarono una popolazione romanizzata di
lingua, di costumi, di sentimenti e già cri
stiana, che non tutte le città dalmate dove
viveva, vennero allora distrutte dalle orde
selvagge, che i profughi da quelle distrutte
fondarono altri centri come Spalato e Ra
gusa. Basta all’uopo leggere Tommaso Ar-
cdiacono. Le città alla costa e sulle isole,
che cosi conservarono la impronta nazionale
latina, continuarono a formare la „Dalmazia
romana" in contrapposto al Regno di Dal
mata, Croazia e Slavonia dell’interno. Di
mano in mano che il potere centrale del
l’Impero romano s’indeboliva, si sviluppa
rono a staterelli di fatto indipendenti, se non
di diritto, con propria costituzione, con
propri statuti, redatti prima in latino poi in
italiano. Sollecite sopra tutto della propria
libertà, nelle competizioni dei più potenti
vicini si dedicavano a quello che momen
taneamente era il più forte, salvo a scuoterne
*1 ?'°go alla prima occasione favorevole,
conservando sempre la propria individualità
politica e sfruttando tutte le contingenze per
farsi confermare o addirittura ampliare i
propri privilegi. Si ribellarono, sicuramente
parecchie" volte a Venezia, non per avver
sione derivante dal sentimento nazionale,
ma per la ragione suddetta, per la quale
facevano nelle medesime circostanze la stessa
cosa contro ai Re croati e ungheresi, ri
chiamando Venezia, finché al principio del
XV secolo soggiacquero definitivamente alla
dominazione veneziana.
Falsa la storia , chi da quelle ribellioni
vuole trarre argomento per determinare il
carattere nazionale slavo delle città dalmate.
Bisogna invece osservare il fenomeno nel
suo complesso, e allora non può sfuggire
la stretta somiglianza che ebbe lo sviluppo
e il carattere dei comuni in Dalmazia con
quelli d’Italia. Non vi mancarono nemmeno
le guerre esterne tra comune e comune, du
rate talvolta per decine di anni, nè le fa
zioni interne cittadine perpetuantisi di ge
nerazione in generazione, quali quelle degli
Intrinseci e degli Estrinseci, e della plebe
contro i nobili. Una prova del carattere ita
liano dei comuni dalmati, Oltreché dalla fi-
sonomia e dai tratti caratterestici della loro
vita politica si può dedurre ancora dal fatto
che un simile sviluppo municipale mancò
affatto nelle limitrofe terre croate e serbe.
Il fenomeno rimase circoscritto alle rive del
l’Adriatico, certamente perchè determinato
dal carattere etnico di queste città e dagli
influssi della civiltà latina.
Naturalmente in tanto volgere di secoli e
di vicende non poteva non avvenire che
anche l’elemento slavo della provincia non
finisse col penetrare nelle cittadinanze co
stiere e col formarne una parte cospicua.
Ma non riuscì mai a sopraffare l’elemento
italico indigeno. Glottologi insigni come
l’Ascoli e il Bartoli dimostrano l’esistenza
di un volgare dalmatico evoltosi dalla par
lata latina su tutta la costa orientale del
l’Adriatico, e spentosi circa un secolo fa,
lasciando il posto al dialetto veneto. Nulla
meglio di ciò prova il nostro indigenato. La
lingua della vita pubblica delle città dalmate
rimase nei primi secoli il latino, e non fu
un fenomeno da ascriversi all’ influsso gene
rale della coltura, bensì propriamente etnico,
perchè nei secoli successivi il latino non fu
sostituito dallo slavo, ma dall’italiano, fuor
ché a Ragusa, dove infine sull’italiano pre
valse lo slavo per deliberato proposito po
litico, onde meglio premunirsi da! dominio
veneziano. Ma anche a Ragusa l’origine
della maggior parte della aristocrazia che
dominò durante la repubblica era ita
liana; tutti gli scrittori coltivarono oltre il
latino e lo slavo con pari amore e padro
nanza anche l’italiano, e tutta la popolazione
usa ancora oggi uno strano dialetto in cui
ogni poche parole si alterna l’italiano allo
slavo.
I Jugoslavi vantano per quasi ogni luogo
della Dalmazia qualche scrittorello che può
avere "na certa importanza nella storia dellaiwj —----- ...----- --------------
al tempo presente. Senonchè il fatto non ha
l’importanza di indice nazionale che gli vor
rebbero attribuire, perchè altrettanti nomi
per quasi ogni paesello possiamo fare noi,
di scrittori latini e italiani dai tempi più
antichi ai presenti, e ci limiteremo per amore
di brevità a ricordare per 1’epoca più antica
il giureconsulto romano Modestino, e il padre
della Chiesa S. Girolamo; per l’epoca del
Rinascimento i nomi di Francesco Patrizi di
Arbe, uno dei precursori della moderna fi
losofia, di Marco Antonio Dominis pure di
Arbe, un precursore di Galileo e di Newton,
del più grande storico dalmata, Giovanni
Lucio da Traù, degli architetti e scultori
fratelli De Laurana di Zara, noverati tra i
più grandi artisti italiani, e per il tempo mo
derno del grande patriotta e scrittore Nicolò
Tommaseo da Sebenico. Essi ebbero ben
altra importanza nella storia e per la cultura.
Da tutto ciò si può ragionevolmente con
cludere soltanto che le due nazionalità erano
commiste.
La Cronaca
Il nostro Sindaco è partito parecchi giorni
fa per Roma, dove attualmente si trova an
che 1’ on. D.r Pini, proveniente da Sebenico.
La sua partenza che aveva offerto a suo
tempo a nemici e amici lo spunto ai più
svariati commenti e a induzioni arbitrarie, è
sufficentemente spiegata dalle importantis
sime questioni economiche e politiche, che
attualmente interessano l’amministrazione
municipale e l’avvenire della città e di tutta
la regione.
Intanto a nessuno può sfuggire nel mo
mento presente l’alta importanza dell’ u-
dienza privata concessa al D.r Ziliotto da
S. M. il nostro Re il giorno 14 corrente,
Dai giornali di Roma si rileva che il no
stro Sindaco ha voluto presentare all’Au
gusto Sovrano i sentimenti di profonda de
vozione della capitale della Dalmazia e che
il Re ha molto gradito questo omaggio.
Nel colloquio, durato mezz’ ora, S. M. si
mostrò straordinariamente affabile col Sin
daco, il quale rimase commosso della cor
dialità del nostro Sovrano.
Apprendiamo da fonte competente, che il
Sindaco Ziliotto approfitterà del suo sog
giorno nella capitale anche per avvicinare
tutte quelle personalità del mondo politico,
il*cui valido appoggio potrà giovare note
volmente al trionfo delle nostre aspirazioni.
D'altra parte la competenza del D.r Zi
liotto nelle varie e multiformi questioni in
teressanti le rivendicazioni italiane su que
sta sponda potrebbe determinare i fattori
responsabili a valersi dell’ opera sua anche
altrove.
E certo in ogni modo che il Sindaco reste
rà assente da Zara ancora per qualche tempo.
11 vice-ammiraglio Cagni a Zara. Ai 15
la nostra città ebbe l’altissimo onore di
ospitare S. E. il vice-ammiraglio Umberto
Cagni, eh' è una deljlorie più belle della
nostra marina.
Reduce da un vialq in provincia, arrivò
a Zara verso le 10 bezzo con il contro
caccia „Rosolino Pil| atteso a riva .vec
chia dalle rappresetjze civili e militari,
dalla Banda Municfe e da un’enorme
folla festante, recancentinaia di tricolori.
E pur la città era tà pavesata e imban
dierata a tricolori. ì
Salutato all’atto silo sbarco dal pro
sindaco Persicalli e i rappresentanti delle
autorità, S. E. si iò per Calle Larga al
Municipio, seguito i un imponentissimo
corteo di cittadini £ ogni classe, i quali
alternavano alle nohnusicali il canto degli
inni patriottici e le iclamazioni, fervidissi
me e sonore, all* os;e illustre e alla gran
de Italia.
Piazza del plebiso, ove si fermò il cor
teo, offerse lo speicolo, ornai consueto,
delle grandi manifeizioni d’italianità della
nostra Zara. Un imfo il refrenato di accla
mazioni e di canti Un bagliore immenso
di bandiere. Si E., »stretto ad affacciarsi
al poggiuolo del Micipio, pronunciò, visi
bilmente commossojelle care parole. Disse
che il suo vecchio tore esultava al cospet
to dei cittadini di ara, sintesi dell’ italia
nità dell* intera proncia. E portò il saluto
delie terre d’Itali? stringenti in un solo
amplesso tutta la dmazia.
La Banda intonai Marcia Reale; e l’en
tusiasmo eruppe i magnifico modo, tra
l’agitarsi dei tricori e lo sventolio dei
fazzoletti e dei capelli. i
L ammiraglio s’trattenne famigliarmente
coi consiglieri comnali, ai quali diede le
più ampie e constanti assicurazioni sulle
nostre più care astrazioni per l’avvenire,
raccomandando pa.enza, calma serena e fi
duciosa e assoluta:oncordia.
Finita la solennererimonia, quando, S. E.
lasciò il Palazzo mnicipale per attraversare
nuovamente Piazzadel Plebiscito, il popolo
fece ala al suo pasaggio,Reclamandolo con
viva commozione;
L’ammiraglio sirecò quindi a visitare i
principali monumetti cittadini e il Museo di
S. Donato, sotto i guida dell’ egregio prof.
Smirich. Qui s’interessò particolarmente alle
preziose antichità -ornane che sono una te
stimonianza gloria* dell’ indelebile latinità
di queste sponde.
A mezzogiorno ebbe luogo una colazione
intima e alle 13.3) seguì la partenza, alla
quale assisteva di nuovo gran folla che non
cessò d’acclamare l’ospite insigne, 1* Italia
e la gloriosa marna italiana, finché il „Ro
solino Pilo", filando velocissimo, non fu al
largo fuori del porto.
L’arrivo della commissione degli ammi
ragli interalleati. Sabato dopo il tocco
sono arrivati a Zara i contrammiragli com
ponenti la commissione interalleata di am
miragli che, provenienti da Pola, hanno ini-
sono arrivate
al comando del comandante Miraglia con a
bordo il contrammiraglio Ugo Rombo, la
H. M. S. Diamond al comando del coman
dante Scott con a bordo il contrammiraglio
inglese E. G. Kidle e la nave americana
Maury al comando del comandante Newton
con a bordo il contrammiraglio americano
Niblack.
Ieri poi è arrivato S. E. il Governatore
viceammiraglio Enrico Millo assieme al con
trammiraglio francese Ratyè.
La città, in questi giorni, era tutta imban
dierata a festa. Le navi sono partite stamane
per la provincia.
Sui festeggiamenti, fatti agli ospiti illustri,
diremo nel prossimo numero.
11 dittico di Zara che, come già annun
ziammo, venne donato dal poeta della Pa
tria al nostro municipio, è esposto nella ve
trina della libreria de Schónfeld.
I giornali croati asseriscono che qual
cuno intenda di formare nella nostra città
un partito democratico slavofilo, avverso
all’ attuale amministrazione comunale.
A questa notizia, inesatta e tendenziosa,
n<--n si dà alcun credito da persone che
devono essere bene informate. Ora gl’ita
liani — lo sappiano amici ed avversari —-
vogliono essere soltanto Italiani, cioè com
patti e forti; gli screzi non esistono che
nelle fantasie dei gazzettieri jugoslavi. (
Quanto a noi, restiamo fedeli ai principi
propugnati nel programma politico, che svol
giamo anche oggi e svolgeremo ancor più
ampiamente in seguito, proponendoci di con
tribuire, per quanto sta in noi, al migliora
mento materiale e morale del paese. Questa
nostra opera, frutto di profondi convinci
menti, come non è soggetta a influssi di
persone o di istituzioni, cosi potrà svolgersi
completamente spontanea e indipendente
anche per 1’ avvenire.
Stonature di Curia. Mi è capitato tra
mano, non so come, il „Folium Dioecesa-
num" di gennaio, organo ufficiale della Cu
ria Arcivescovile di Zara e della Curia Ve
scovile di Sebenico. Non è nelle mie abitu
dini di leggere i fogli curiali, ma tant è ;
la mania del leggere ci ha pervasi così,
che quando si son letti tutti i giornali che
ci favorisce il Nani, si legge anche il . . .
„Folium Dioecesanum".
Naturalmente a Zara italiana e finalmente
redenta, con tanti sacerdoti italiani, con
tutto un popolo italiano, io mi immaginava
che almeno la Curia arcivescovile di Zara
avesse qualche cosa da dire anche a noi
italiani. E’ ben vero che, uscita di neutralità
l’Italia, anche il foglio curiale, più radicale
nelle conclusioni dello Stesso giornale del
governo, dichiari guerra all’italiano espel
lendolo dalle sue colonne; ma oggi la, si
tuazione politica è ben diversa. Un po’ di
riguardo a Zara italiana m’era sembrato
naturale almeno oggi. M’ingannai. Nella
curia arcivescovile di Zara come in quella
di Sebenico siamo in piena Jugoslavia,
taliano è stato bandito del tutto; anzi n
c’è più posto neppure per il latin.°’ Pe.rc, ,
in tutto quel foglio di latino, all infuori del
titolo, non trovi che un decreto papa.e e
l’esecuzione di un decreto papale che, na
turalmente, non potevano apparire in veste
jugoslava.i , .
li resto, sette pagine di testo, in lingua
croata, o più modernamente, in lingua serba-
Vi trovi commenti §al diritto canonico di
certo Bock di Sarajevo, vi trovi il notiziario
di curia che ti dà relazione sulle funzioni
in duomo; c’è anche un decreto destinato
ai sacerdoti diocesani; vi sono due cenni
necrologici; tutto in croato. E passi il ne
crologio croato di prete Perié, gran pa-
triarca croato, che, a detta del redattore
Kirigin, avrebbe avuto gran fama di filolo
go e di poeta. Ma che madre „Klaudija
Cerati", nata a Cesano-Maderno nella pro
vincia di Milano, e che per giunta è morta
a Zara nell’ educandato italiano di S. De
metrio dopo 54 anni di vita religiosa, debba
subire un necrologio croato nel foglio della
Curia Arcivescovile di Zara, eh via, signor
redattore Kirigin, è una stonatura di cui
non si sarebbe resa rea neppure la defunta
i. r. Smotra d’infausta memoria!
Reverendi 1 che non si possa esser più
seri e più oggettivi ? Che non abbiate an
cora capito che Zara è italiana e italiana
resterà ?
La vertenza tra operai e proprietari di
tipografia è stata risolta con vicendevole
sodisfazione. Il lavoro è stato ripreso sabato.
Ma, intanto, sul nostro tavolo, si sono
accumulati molti manoscritti, che, con la
migliore nostra volontà, non possono ,esser
oggi pubblicati. Lo faremo nel prossimo
numero. Nel prossimo numero daremo rela
zione delle sedute del Fascio Nazionale di
Zara, della cerimonia di consegna della ban
diera del Fascio Nazionale femminile di Roma
al Fascio femminile di Zara, delle feste
della Ginnastica, del Casino e pubblicheremo
altri stelloni di cronaca, oggi rimasti indietro.
La lettera ai dalmati riprodotta in un
opuscolo. La lettera ai Dalmati di Gabriele
d’Annunzio, è stata ora riprodotta in ele
gante opuscolo destinato ad avere la più
larga diffusione nel Paese, poiché la Lettera
in una forma mirabile con una passione
trascinante esprime il sentimento dell’ intera
Nazione e 1’ angoscia dei fratelli doloranti
dell’ altra sponda. Nessuno vorrà lasciar
passare 1’ opportunità di procurarsi la bella
pubblicazione che riproduce la più alta pa
rola detta da italiano in difesa dell’ italianità.
Gabriele d’Annunzio e il secondo col
legio di Roma. Siamo autorizzati a dichia
rare che a Gabriele d’ Annunzio non fu of
ferta in nessun modo la candidatura nel
secondo Collegio di Roma e che perciò
Egli non ebbe occasione di rifiutarla.
----- LLautor» zLella Lettera ai Dalmati, abituatoa manifestare sempre direttamenre li suo
pensiero, non riconosce alcun interprete e
si riserba la più larga libertà d’ azione.
Gli operai e il Governo. L’ Ufficio Affari
Civili del Governo della Dalmazia, assecon
dando anche la richiesta della Camera del
Lavoro di Zara, si è recentemente interes
sato di procurare lavoro ad alcuni operai
(muratori, falegnami, pittori) disoccupati di
detta città ed è riuscito a farli assumere alla
dipendenza del Comando della Difesa Mi
litare Marittima di Sebenico, col salario
giornaliero di 10 a 12 lire, oltre il vitto
(rancio marinai) e 1’ alloggio franco. Si è
però appreso con dispiacere che detto Co
mando ha dovuto, dopo pochi giorni, licen
ziare gli operai assunti perchè i medesimi
si sono mostrati pieni di pretese e, d’altra
parte, la loro capacità professionale ed il
rendimento del loro lavoro non sono risul
tati nemmeno lontanamente corrispondenti
alla elevata mercede loro corrisposta. Non
dubitiamo che 1’ Ufficio Affari Civili del
Governo della Dalmazia non ometterà in
avvenire, per questo spiacevole incidente,
di interessarsi premurosamente alla sorte di
tanti operai disoccupati esistenti in Zara,
ma riteniamo opportuno d’ altra parte rac
comandare agli operai stessi e per essi alla
Camera dì Lavoro di voler corrispondere
all’ interessamento del Governo con maggior
buona volontà, sia moderando le eccessive
pretese, sia in ogni modo facendo almeno
corrispondere alle mercedi richieste un ren
dimento di lavoro adeguato.
Decessi. È morto a Cittavecchia, gene
ralmente compianto, Francesco Tanascovich,
uomo probo, intemerato patriotta e teneris
simo marito e padre.
— Giovedì scorso i macellai e gli operai
della nostra città tributarono commoventis
sime esequie a Nino Gallioppi, un povero
giovane nostro concittadino morto a Fiume
in un sanatorio.
Alle famiglie in lutto porgiamo le nostre
condoglianze.
L* uso delle lingue nei pubblici uffici è
stato regolato in modo chiaro e preciso da
S. E. il governatore. L’italiana è lingua
interna d’ufficio; e italiana è la lingua della
luogotenenza.
Noi sappiamo, invece, da fonte positiva,
che, giorni addietro, in risposta a un bre-
vimano della Direzione provinciale di Fi
nanza, scritto, come di dovere, in lingua
italiana, il Consiglio scolastico prov. rispose
in croato. L’atto porta il N. 58 ed è fir
mato „conte Viskovic".
Associatevi alla
„LEGA NAVALE".
Neanche a farlo apposta! Riceviamo e
pubblichiamo: „Ieri ho ricevuto una lettera
da Zara : una locale, come si suol dire. Eb
bene. 11 francobollo è obliterato da appena
un soffio di timbratura, tanto che non si sa
da che ufficio p-ovenga la lettera; mentre,
nel bel mezzo della busta, nitidissimo sullo
spazio bianco, si presenta un bel timbro con
tanto di Zadar in testa. Che cosa vogliono
dire questi due timbri in una lettera sem
plice? Sono scherzetti di follia jugoslava, o
combinazione? Se è combinazione, è una
gran brutta combinazione. E i signori, che
dirigono 1’ ufficio postale, devono disporre
perchè non abbia a ripetersi mai piu .
Notizie postali. A datare dal giorno 9
febbraio a. c. i telegrammi privati d ìndole
commerciale sono ammessi non soltanto per
la città di Trieste, bensì anche per tutta la
zona italiana occupata dipendente dal Go
vernatorato di Trieste.
Per rìdere. Siamo in pieno carnovale. E,
dopo quattro anni di tetra quaresima, ab
biamo il diritto di divertirci.
Chi ci fa stare immensamente allegri,
oggi, è un professore. Anzi un regio lettore
di lingua italiana all’università di Zagabria:
il prof. Taddeo Bartolomeo Poparic.
11 quale — ma guarda quanta gentilezza!
—- ci manda una sua pappolata pubblicata
in italiano nell’„Obzor". In italiano per
modo di dire. Perchè, se il prof. I addeo,
nonché Bartolomeo, insegna come scrive, j
suoi scolari devono saper 1 italiano come,
press’ a poco, gli abitatori dello Scioa.
Ma questo importa poco. La forma è
niente, quahdo impera lo spirito. E lo spi
rito del prof. ‘ Taddeo, o Bartolomeo, è
semplicemente tremendo.
Perchè egli non si accontenta di lanciare
anatemi contro l’Italia usurpatrice; ma rug
gisce ancora:
„Figli d’Italia! L’oppressione vostra pe
sa ^a piombo ! La tirannia vostra e tale, che
dovrebbe farci sospirare la risurrezione dei
nostri testé abbattuti tiranni secolari! Ma
no ! Opprimeteci ancora più forte, depre
date, guastate le „nostre città e colti col-
1’ asta inimica e il peregrin furore", abbat
tete con sacrilega mazza le pietose lapidi,
sotto le quali „all’ombra dei cipressi e
dentro le urne" riposano i nostri cari morti,
— non riuscirete a nulla !"
Dio, che sgomento!
Ma più di queste sfuriate da burattino,
quelle che impressionano sono le scoperte
del prof. Taddeo, o, se volete, Bartolomeo.
L’Italia — secondo lui — dimentica che
i Croati le hanno dato in tutti i secoli un
largo tributo di architetti, di pittori, di
incisori e di rettori di università ; e dimen
tica — sopra tutto — di essere stata sal
vata ad opera dei Croati dalle invasioni
turchesche.
E tombola.
Non è l’Italia, face divina, che ha illu
minata questa nostra sponda : non è il Ri-
nascimento italiano xkc La ctiuesiti i nostri
ingegni più belli, affratellandoli a quelli
della Penisola; non è in virtù dell’ arte
italiana che i Maestri e gli Umanisti dal
mati si sono resi celebri ; ma sono i geni
croati del prof. Poparic che scesero all’ im
provviso, e bell’e fatti, come lo spirito
santo, ad illuminare, in nuova Pentecoste, i
barbari d’Italia.
E l’altra buffonata dei Turchi? „Senza
Venezia — scrisse Nicolò Tommaseo — la
Dalmazia, invece di governatori, avrebbe
pascià."
Del resto — a proposito degli orrori ita j
liani — rimandiamo 1’ ameno prof. Bartolo
meo e tutti i tristi pennaiuoli della Croazia,
fabbri assidui di menzogne, alla protesta
del Radic e del suo milione di agricoltori.
Lì, lì, c’ è musica, e di quella buona. Lì,
lì, sono illustrate drasticamente le delizie
dell occupazione serba, cui ultima ratio è
sempre quella del bastone e della fuci
lazione.
Edificatevi in quella, signor professore e
lettore. E non bestemmiate il santo nome
d Italia, profanando il nostro dolcissimo
idioma.
Le note di banco alleate. Consta che
circolano nel territorio occupato della Dal
mazia monete cartacee austro-ungariche,
portanti impresso il bollo della Jugoslavia
e della Croazia e Slavonia.
Poiché si ritiene che tale valuta cartacea
sia introdotta nella zona occupata a spregio
del divieto d introduzione di moneta austro-
ungarica, disposto in genere con l’art. 5
dell ordinanza 26 novembre 1918 del Co
mando Supremo del R. Esercito e col cor
rispondente Bando N.o 13 di S. E. il Go
vernatore per la Dalmazia, — si reputa
opportuno porre in guardia il pubblico a
non ricevere le monete cartacee recanti
. ° jugoslavo, avvertendo che a ca
rico dei contravventori è comminata la pena
della reclusione da 3 a 7 anni, oltre la con
fisca delie valute.
Nostri concittadini a Trieste. 11 R. Go
vernatore della Venezia Giulia ha affidato
al nostro concittadino prof. Giuseppe Miiller,
assieme al dott. Marchesatti, il compito di
TrfeVte23^ 6 dÌr'gere ‘ civici musei di
==H Sindaco di Trieste ha nominato il
nostro concittad.no Giorgio Tamino farma-
cista a quell ospedale civico.
Per le ricerche batteriologiche. Con re
cente dispostone di S. E. il Governatore,
al laboratorio batteriologico ed igienico di
V Osned 7 ?CnZa Cd al laboratorio presso
1 Ospedale di marina d: ° H
anche state affidate tutte
riologiche, cliniche
marina di Sebenico sono
le ricerche batte-
e bromatologiche perconto del R. Esercito
del'RE FC del 2iuraH- « Comando Supremo
u s 'haEdrC,t°/0nLOrdinanza 31 gennaio
«• s. ha disposto che le liste dei Giurat
formate per 1’ anno 1918 valgono anche peri
dinanzi al detto ex commissario austriaco
Luger. Il reato consisteva nell’ aver distribuito
dei buoni per i viveri.
È naturale che i nostri amici di Traù non
si lascino intimorire da simili angherie e
prepotenze, che sorpassano di gran lunga
in perfidia i sistemi polizieschi dell’Austria,
nè che mai intendono o intenderanno di
ottemperare a ingiunzioni che non fossero
quelle forzose. Questi fatti che si ripetono
quotidianamente vi danno un’ idea di ciò
che sono le autorità austro-croate. Non vi
dirò tutte le violenze perpetrate e tutti
gl’ insulti lanciati contro quella parte della
popolazione che apertamente si professa ita
liana, e che non è in grado di reagire contro
un nucleo di malfattori protetti dalle baio
nette serije.
Ma vi narrerò soltanto alcuni fatti più sa-
lienti.,
Una donnaccia, pagata della suddetta
cricca terroristica, soleva da lungo tempo
lanciare le più oltraggiose contumelie contro
le donne italiane al.loro passaggio per le
pubbliche vie. Degl’ignòti la picchiarono di
santa ragione. E subito il commissario Lu-
gher sguinzaglia i gendarmi con V ordine di
arrestare un nostro consenziente, persona
tranquilla e laboriosa, mentre neppure l’ag
gredita stessa non aveva saputo indicare il
suo aggressore. Siccome il detto nostro con
senziente, certo Buble Francesco, si trovava
a Sebenico per affari, fu citata invece sua
moglie, che il commissario minacciò pure di
far arrestare. Il giorno 17 corr. passarono
sopra la città a bassa quota due idroplani
italiani,, salutati da sventolìi di fazzoletti.
Immediatamente alcuni nostri aderenti furono
chiamati dal signor Lugher, il quale li mi
nacciò di pene severe in caso^ di recidiva
di così grave reato !
E così, per ogni atto anche, il più insigni
ficante e, come vedemmo, anche senza base
alcuna, gl’ italiani vengono citati, minacciati
e perseguitati, mentre tanti e tanti delin
quenti rimangono impuniti perchè non italiani.
Un certo Balov Andrea fu trovato morto
in mare. Si disse ch’era caduto accidental
mente nell’ oscurità della notte, mentre rin
casava. Ci consta però che era possessore
di 28000 corone, ricavate dalla vendita re
centissima di una casa e che i detti denari
non furono più trovati. Nel vicino villaggio
di Seghetto una ragazza fu aggredita e spo
gliata nuda da un gruppo di delinquenti in
pieno giorno; riuscita a svincolarsi e a scap
pare le furono sparati dietro dei colpi di
fucile, che fortunatamente andarono a vuoto.
1 malfattori però non furono molestati.
Questi i fatti più gravi, ed ora sentite i minori.
Un certo Emer, croato, barbiere, entrò
nella farmacia del signor Nutrizio Luigi chie
dendo del carbonato di ammoniaca. Il far
macista gli rispose che non ce n’ era più.
Allora V energumeno si diede a battere il
pugno sul banco e a gridare : — Badate
che qui siamo in Jugoslavia e che noi siamo
i padroni. ' ' •
Un ragazzino di 5 o 6 anni, salì a bordo
della piccola nave americana che staziona
nel porto, spintovi da curiosità infantile. La
prelodata signora Medini, che si trovava a
bordo, visto che il bambino portava sul
berretto una scrìtta italiana, lo apostrofò con
le parole : „Marsc kurbo taljanska, cosa sei
venuto a fare qui ?“
I commenti li faccia il lettore !
II giorno 12 febbraio il prete Braievich
organizzò un corteo per festeggiare il pre
sunto riconoscimento della Jugoslavia da
parte dell’ America, con sventolii di ban
diere croate e suon di musica. Il novello
Demostene tenne pure un discorso sulla
pubblica piazza e disse, fra 1’ altro, che gli
taliano vogliono annientare i croati, che il
).r Lubin è andato in Italia per vendere la
Dalmazia, che è meglio che i soldati d’Italia se
ne yadano e non patiscano più oltre il freddo.
La teppaglia viene aizzata contro gl’ ita
liani ; s’ tenta di spingerla ad eccessi ; di
incendiare le case italiane di bastonare ed
ammazzare possibilmente gl’ italiani.
Uri un membro del Comitato traurino del
Fascio Nazionale ricevette un mandato di
comparizione dal commissario Lugher, con
cepito nei termini seguenti:
Odmah na Obćinu (subito al comune).
E siccome il citato si rifiutò di ottempe
rare all’ ingiunzione, il commissario gli fece
affìggere sul portone di casa il suddetto
mandato, come si affigge una sentenza di
morte sulla casa di un delinquente latitante.
In seguito a ciò il fermento in città andò
man mano aumentando ; le famiglie più bi
sognose che maggiormente risentono della
grave situazione eòonomica si raccolsero
dinanzi al comune e con grida e minacce, ele
vando clamorose proteste. — Il commis
sario ingiunse a due suoi sicari di pianto
nare i due portoni di casa del suo perse
guitato perchè nessuno potesse salire a pre
levare i buoni per i viveri. Là situazione
ittsomma divietìe, molto critica. II fermento
nei pomeriggio era tale che si ebbe persino
a deplorare un vero e proprio combatti
mento con armi da fuoco.
Gli italiani si trovano pienamente in balìa
di se stessi, senza protezione da alcuna
parte. Perciò in momenti gravi devono dar
di piglio alle armi e difendersi da sè.
Così oggi alcuni contadini diedero 1’ as
salto alla casa di un contadino nosto ade
rente politico. Armati di fucili e di grosse
pietre iniziarono 1’ assalto, così che il misero
aggredito si vide costretto a rispondere alle
fucilate ed alle sasàate con colpi di rivoltella,
uno dei quali andò à colpire ad un braccio
uno degli aggressori, '
Ma questo primo fatto di sangue non e
che la scintilla di quanto inevitabilmente
dovrà accadere a Traù.
H comitato locale per T approvvigiona
mento minaccia di non dare più viveri a
tutti coloro jkche vanno a prenderne dagli
italiani; anzi già fin d’ora ad alcune fami
glie fu negata la quota.
Nel caso che V incendio divampi, i primi
ad essere massacrati dai sicari del comitato
terroristico di Traù saranno i più notevoli
cittadini? .x
Questi hanno tante volte chiesto prote
zione, ma invano.’
Censurato.
Nostre corrispondenze
Da Bencovaz.
Il „Circolo Savoia/4 < Per iniziativa degli
ufficiali del 16.o Fanteria, domenica scorsa
si inaugurò qui un nuovo circolo, che è
fiero di aver assunto il nome glorioso e si
gnificativo di Casa Savoia. La festa solenne
fu favorita da un tempo magnifico e allietata
dal concorso di numerosi ospiti graditissimi
venuti da Zara; uno stuolo di graziose si
gnore e signorine, parecchi ufficiali e citta
dini, che con tre camions e due automobili
eran partiti nel pomeriggio verso il tocco,
per giungere qui poco dopo le 14. Notiamo
fra gli intervenuti il comandante del 16,o
reggimento fanteria, colonnello Bottari, e un
redattore del „Popolo d’Italia".
Erano a ricevere gli ospitile a fare gli
onori di casa il comandante del distacca
mento locale di fanteria, maggiore Dalia-
persia, il gerente comunale, sig. Bruno Bo
netti, e gli ufficiali del presidio.
La festosa comitiva fece un giro per la
borgata e quindi si raccolse nella sala del
consiglio comunale magnificamente addobbata
per F occasione. Vi figuravano i ritratti delle
LL. Maestà e il busto di Dante.
Tosto un’orchestrina dì mandolinisti ve
nuta colla comitiva da Zara intonò gli inni
patriottici, che ridestarono nella sala gli echi
sopiti della vecchia italianità ora risorta a
nuovo rigoglio di vita per la magnifica virtù
delle armi d’Italia. Dopo V inaugurazione del
circolo cominciarono le danze animatissime,
interrotte per il buffet, servito con vera
signorilità, durante il quale si scambiarono
parecchi brindisi di spiccata intonazione pa
triottica.
Le ore volarono rapide, e verso le 18 i
gitanti zaratini ripartirono con le automobili
accompagnati dagli ufficiali qui di stanza
e da numerosi cittadini. Speriamo che man
terranno la promessa fattaci di ripetere tra
breve la visita tanto gradita.
Sappiamo che il redattore del „Popolo
d’Italia" si interessò vivamente di conoscere
gli usi e i costumi del popolo di questa
borgata e si fece numerosi appunti per ri
ferirne al suo giornale.
Egli espresse anche il desiderio di ritor
nare fra noi per dedicare qualche ora a una
visita ai vicini scavi romani di Asseria. Ben
vengano fra noi gli italiani della Penisola;
troveranno sempre nuovi argomenti a rin
calzo della causa nostra, che è la causa della
civiltà e delle giuste rivendicazioni d’Italia.
Da Sebenico
A proposito dello strozzinaggio. Due pa
role sincere non stanno mai male.
Malgrado il benessere apportatoci dagli
Italiani, pure il pane bianco nelle pistorie
si vende a cor, 8 il Kg. ed a cor. 4 quello
di frumento; nelle macellerie la carne di
manzo, di qualunque posizione (compresele
ossa e simili) a cor. 20 e 24 il Kg. e quella
di agnello a 34 cor. il Kg. ; in pescheria il
prezzo del pesce potrebbe ancora di molto
diminuire; nelle offellerie una pasta, che
appena si vede con il , microscopio, la
fanno pagare a cor. 2:50. È il colmo !
Il vino, malgrado l’abbondanza, è a cor. 8
il litro. Nella piazza delle frutta è ancora in
vigore lo strozzinaggio del tempo di guerra.
Lì si approfitta in ispecial modo dei poveri
soldati, che al pomeriggio vi si riversano
per fare gli acquisti.
Bisogna mettere al posto coloro i quali,
volendo far troppi guadagni, danneggiano
la popolazione.
Concludendo invitiamo l’autorità compe
tente a metter riparo con un energico in
tervento e senza riguardi a questo stato di
cose, chè la guerra è finita e con essa anche
l’Austria, la protettrice dello strozzinaggio.
E la, popolazione seguirà con plauso l’opera
degli amministratori.
Ospiti inglesi. Ai 20 corr. è arrivata nel
nostro porto la nave inglese ,,H. M. S. Fo-
rester" con a bórdo il comandante sig.
Richard Thornton Dovon.
In onore degli ospiti graditi venne tosto
allestita una festina da ballo alla società
„Casino." Le giovani coppie intrecciarono
con fervore le danze, così che la festa riuscì
animatissima e piena di brio.
Oblazioni pervenute al „Fondo-Nazionale." Per
onorare la memoria del def. A. Florer: Stellano
Cusmich cor. 20. —- Per onorare la memoria del
def. Antonio Unich: Giuseppe Matacich cof. 4;
Antonietta ved. Radetich cor/ 10. — Per onorare
la memoria del def. Lino de Medici: Antonietta
Ved. Radetich cor. 5; Giuseppe Traini cor. 5. —
Per onorare^ la memoria del def. Casimiro Ciurco-
vich : Antonietta ved. Radetich cor. 5. — Per ono
rare la memoria della def.a Nives Descovich : Nic
colò Covacev cor. 5; Giuseppe Rude cor. 3. —
Per aver ricevuto notizie del fratello Filippo: Eu
genio Bessoni cor. 25. — Per ortorare la memoria
della def.a Antonietta Merlale : Antonietta ved. Ra
detich cor. 4; Antonio Montanari cor. 2; Maria
Marasovich cor. 3. — Per onorare la memoria del
def. Stanislao Courir : Maria Marassovich cor. 3. —
Per onorare là memoria della def.a Emilia ved. de,
Sisgoreo: Riccardo Pasco cor. 5; Fam. Giuseppe
Meneghelli cor. 10; Antonio de Mattiazzi cor. 5;
Francesco Courir cor. 4; Antonio Courir cor. 3;
Giuseppe Rude cor. 3.
Da Nona.
Finalmente anche sulla perta principale
deli’antica Aenònsa, "ricca e magnifica citta
della Cfalmazia romana, sventola il sacro
vessillo dellaPatria. Ridótta a un misero
borgo infestato dalla malària, in seguito
alle devastazioni e , .;ÌlF incuria di barbari an
tichi e moderni, Nona, ricongiùnta per sempre
alla Gran Madre, / attende una giusta ripa
razione a tanto Abbandono. E il principio
è arra di un migliò^ avvenire ! Intanto ben
presto le sùe pòrte ritorneranno ad essere
fregiate dei bei leoni che. i nuovi vandali
avevano sacrilegamente levati 9 sotterrati.
Grazie alle solerti cure dell’egregio coman
dante cap. Massimo Taggi, si riuscì a sco
prire il luogo dove erano stati ^sotterrati,
quasi a cancellare,, in maniera così puerile,
la storia di cui facevano testimonianza.
Del resto la vita segue un corso rego
lare. Fuggito il famigerato dott. Zanchi, gli
altri capoccia italofobi quietarono i loro
bollenti spiriti; in ogni modo sarebbe bene
allontanarli del tutto dalla pubblica ammi
nistrazione. Timeo Danaos et dona ferentes !
La Cronaca
11 leone dì San Marco sulla Torre Ci
vica. Oggi tutta Zara era in fèsta ed im
bandierata per una semplice, ma significante
solennità cittadina. ,
Dal Museo Civico venne tolto un grande
leone di San Marco eh’ ebbe un tejnpo ad
ornare i veneti bastioni di Pago e che a
disfregio era stato gittate dai croatofili in
una cantina — e fi collocato sulla torre del
corpo di guardia, il Piazza del Plebiscito,
al posto dì yna grande aquila austriaca,
divelta e spezzata nei giorni della recente
rivoluzione.
I Vigili Volontari trasportarono 1’ artistico
Leone sopra un carro adorno di verzura
dal Museo alla Cìvica Biblioteca Paravia,
preceduto e seguito da una gran folla fe
stante, che cantava inni patriottici ed agitava
tricolori.
Al tocco, alla Cìvica Biblioteca, ebbe
luogo la solenne consegna del bassorilievo
da parte 4eI conservatore del Museo, f e-
gregio prof. Smirich, al Comune. Alle belle
parole del prof. Smirich; rispose in rap
presentanza dei Comune 1’ assessore signor
Artale, che espresse, a nome della città, vi
vissimi ringraziamenti.
L’ on. Krekich rivolse poi alla gran folla
stipata in piazza vibranti parole di saluto ,a
Venezia, il cui emblema simbolo nel passa
to della grandezza e del tenerissimo affetto
dei Dalmati per essa * oggi vaticinio di
tempi più belli,
Agli applausi si ?Tsn arono fragorosi gli
evviva a Venezia c J a grande Italia. Poi i
Vigili avvicinare v il ra: ro alla torre ed il
bel Leone, che ’ : rà m aurato nei prossimi
giorni, venne soderai-» s ad’armatura.
II ballo mascbcr.rio ai „Casino."' La so
lerte Società fù ' ■ >“ ha organizzato
nella notte dei Gio/eci t asso un grandioso
ballo mascherai v ine i. Suscito una mera
viglia. Uno sucn e uv iato di mascherine
vispe ed eleganti invierò la sala già piena
di cavalieri e di dame che attendevano di
slanciarsi nel voriic c die danze. Bellissimi
e svariati i costura: 1ne incipriate alla
rococò, un gruppo di deliziose pescatrici
napoletane, angioletti, diavolini fecero an
dare in visibilio i molti inficiali e i moltis
simi cavalieri che damarono animatamente
fino alle prime ore del giorno seguente.
Per il rispetto alia nostra lingua, ai
nosti sentimenti e alle disposizioni già ema
nate negli uffici, Siamo costretti a insistere
ancora una volta su certi abusi, che, se non
sfuggono a noi e 3 gran pubblico, il quale
se ne lagna, tanto meno dovrebbero passare
inosservati a chi per le su » funzioni è chia
mato in particolare a vegliare perchè i la
mentati inconvenienti r.on succedano e i
regolamenti siano c »seri iti.
E in primo luogo, desidereremmo che fosse
introdotto in tutti i reparti dell’ ufficiò po
stale il solo e unico tipo di timbro colla
dicitura italiana. E veramente inspiegabile il
fenomeno di lettere timbrate in un modo
simpatico e dr altre che presentano ancora
il ricordo d’ un triste passato. Ma qui certo
la simpatia e 1’ antipatia non dipendono dal
povero timbro, ma con tutta probabilità da
chi lo maneggia E non ci pare di chieder
molto se esprimiamo il desiderio e la volontà
della cittadinanza che una buona volta si
faccia un rigoroso controllo su quei quattro
pezzi di ferro e quelle gomme, che incon
sciamente rinfrescano sulle buste una pagina
di storia ormai tramontata che non è certo la
storia più simpatica di Zara e della Dalma
zia. Basterà impórre ai capi d’ogni reparto
sotto la loro personale responsabilità di to
gliere quella dicitura che è contraria alla
lingua d’ ufficio e si otterrà stubito la neces
saria unità di trattamento.
Il lagno vale anche per qualche altro uf
ficio. Di recente ci è capitata sott’ occhio
una certa liquidazione di spese, in cui il
testo croato precedeva F italiano, quest’ ul
timo era zeppò di spropòsiti e le due lingue
si frammischiavano e ingarbugliavano a se
gno, che n’ era uscita una cosa buffa e di
vertente. Accidempoli ! Neanche se si vivesse
nel paese di Oga Magoga, anziché nel bello
italo regno. < v
Il Narodni List conia sorprendenti notizie
da Parigi. Il suo ipotetico corrispondente
avrebbe avuto accesso nella sala del con
gresso interalleato e ÌBalfoùr gli avrebbe
ammiccato con un sorrisetto di simpatia. Fin
qui non c’ è che delia farsa grottesca per
ringalluzzire gli Jùgòslavi. Si aggiunge però
che Orlando e Wilson si sarebbero accor
dati di consegnare la Dalmazia al triplice
regna, salvo restando ih diritto pei; gl’italiani
di Zarà a due scuòle medie e a un console,
rappresentante d’Italia. Per il popolo croato
può essere stata quella di ieri una giornata
di tripudi®; ma a sera venne la doccia fredda
delle delusioni. Si lesse nel, „Jadran" del 26
1’ asserzione del jugoslavo Ciok che le aspi -
razioni croate sui territori Contemplati dal
patto di Londra si dovevano ritenere tra
montate e si constatò da una corrispondenza
del Vettori che il patto di Londra restava
inviolabile, rimanendo ancora in discussione
le sorti di Fiume, che in nessun caso verrà
aggregata alla Croazia, e quelle di Spalato.
'1 Quando sis dice esser nati sotto cattiva
stella ! Con le loro bubbole avevano pensato
di sollevare il morale depresso dei fratelli
rimasti al verde al primp del mese e impen
sieriti per Fintervento interalleato a Spalato.
Ma quando il castello di carta era bell’ e
fatto, eccoti una raffica importuna che te lo
rovescia di punto in bianco senza pietà !
La biblioteca „Paravia" e V approvvi
gionamento. Il comitato comunale d’ap
provvigionamento ’— proprio come ai tempi
del regime Scarić — continua a servirsi
della „Paravia" come di succursale per la
distribuzione di tessere e biglietti.
Questa manomissione potrebbe terminare
una buona volta, perchè la biblioteca deve
essere aperta a disposizione degli studiosi
e non servire a spaccio di tessere.
Sussidi per studenti. Delle 20.000 lire
che il Municipio d’Ancona, con atto di
magnanima e fraterna carità, elargì ai po
veri di Zara, il nostro Municipio decise di
devolvere 2000 lire per gli studenti univer
sitari meno abbienti, che intendano frequen
tare una scuola superiore del Regno.
Il Municipio apre quindi un concorso a
dieci sussidi di lire 200 per studenti uni
versitari zaratini di nazionalità italiana, che
intendano frequentare una scuola superiore
della Penisola.
Le domande dovranno presentarsi al pro
tocollo deglL uffici municipali (pianterreno).
Sulle domande presentate deciderà un
comitato composto dal Sindaco, da due pro
fessori e da due studenti.
Sono stati messi in circolazione i buoni
di cassa ed i biglietti di Stato italiani di
serie speciali, preannunziati nel bando 17
dicembre 1918 N.o 9 di S. E. il Governa
tore. Essi sono così specificati :
Buoni di cassa da L 1 serie 9 - Buoni
di cassa da L 2 serie 61 - Biglietti da L 5
dalla serie 3183 alla serie 3212 inclusa. Bi
glietti da L 10, dalla serie 2561 alla serie
2590 inclusa.
Si avverte ad ogni buon fine, che in for
za dello stesso Bando detti buoni di cassa
e biglietti di Stato hanno corso legale e
devono essere ragguagliati alla valuta au
striaca sulla base di L 0.40 per una corona.
Chiunque si rifiuta di accettarli in paga
mento al ragguaglio predetto, sarà deferito,
in forza dell’ art. 3 del Bando anzidetto, al
tribunale militare e punito con la reclusione
militare fino al massimo di anni 3.
Per una fabbricazione nazionale di mac
chine agricole» In questi giorni è stato
portato a termine un accordo tra la Socie
tà „Gio. Ansaldo e C." e la „Società Agri
cola Italiana" che ha sede in Bologna, per
la costruzione ed il commercio delle mac
chine agrarie.
La combinazione si propone un program
ma completo che verrà gradualmente e ra
pidamente svolto, allo scopo di provvedere
all’ agricoltura italiana e di altri paesi le
macchine più adatte ai particolari bisogni
delle diverse zone, emancipandoci dalla im
portazione estera.
La larghezza e la potenza di mezzi tec
nici della Società „Gio. Ansaldo e C.", che
nei propri stabilimenti e con propri mezzi
trasforma il minerale bruto nei materiali
siderurgici più perfetti e nelle macchine
di qualunque entità meglio finite, l’orga
nizzazione della „Società Agricola Italiana",
che si è assicutata un personale specializ
zato e già da lunghi anni in intimo con
tatto con gli agricoltori, ed a conoscenza
di quanto occorre ad essi, dànno il migliore
affidamento, che le macchine prodotte po
tranno competere ed anzi superare sotto
ogni aspetto quanto finora trovavasi sul
mercato.
Servizio telegrafico. Il Comando Supre
mo del R. Esercito italiano (Segretario Ge
nerale per gli Affari Civili) ha disposto che
dal 1. marzo p. v. gli uffici telegrafici di
Trento, Bolzano, Trieste, Pola, Gorizia, Zara
e Sebenico sono autorizzati a scambiare
telegrammi privati senza alcuna limitazione
fra loro e con Fiume, nonché con gli uffici
del Regno o degli Stati alleati e neutrali.
Per F accettazione e trasmissione di tele
grammi in partenza dai predetti uffici della
zona occupata saranno osservate le norme
e le tariffe del cessato regime, vigenti al 3
novembre 1918, applicando però rispetto
all’ Italia, la tariffa interna austro-ungarica.
I telegrammi privati provenienti dal Regno
o dall’ Estero all’ indirizzo di altri uffici te
legrafici della zòna occupata non autorizzati
al servizio telegrafico privato, e che erro
neamente fossero accettati ed inoltrati, po
tranno essere istradati fino agli uffici di
Trento, Bolzano, Trieste, Pola, Gorizia, Zara
e Sebenico e quindi proseguire per posta.
Restano, in ogni modo inalterate le di
sposizioni vigenti sulla censura.
Satima legli Sigienti Italiani Iella Dalmazia
! AVVISO.
La scrivente Società, nella seduta dire
zionale dd. 27/II a. c., ha deciso di mettere
in concorso 15 sussidi di Cor. 50Ó (cinque
cento) l’uno , per quegli studenti poveri e
bisognosi, membri di questa società, che
intendono ancora nel corso di quest’ anno
scolastico iscriversi o frequentare le Uni
versità, Scuole superiori tecniche e com
merciali. '
Le domande in iscritto debitamente cor
redate di un regolare certificato fdi povertà
e dei documenti comprovanti gli studi fatti
e la diligenza del petente, sono da prodursi
al più tardi entro il 10 (dieci) marzo a. c<
all’Amministrazione del Fondo Sussìdi ,per
il tramite della Direzione della Società, a
mani del collega Giovanni Tolja junior.
Zara, addì 28 febbraio 1919.
La Direzione della Società degli studenti
italiani della Dalmazia.
Giovanni Tolja junior Ugo Galessich
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Anno 2. - N. 17 Zara, 8 marzo 1919
Abbonamenti per ora non si ricevono.
Uu mimerò centesimi 30 di corona Per le inserzioni rivolgersi all’ Amministrazione
—• — — Pagamento anticipato — — —
Redazione ed Amministrazione provvi
soriamente nella Tipografia Schonfeld.
Giornata dì grande esultanza e di legit
timo orgoglio è stata quella di ieri per gli
Zaratini, che hanno ricevuto in ^plono dalia
città di Firenze il tricolore della Patria. Ieri
dinanzi a tutta Zara festante, dinanzi ai rap
presentanti della nobile Firenze si compì un
rito solenne di amore e di fede, si suggel
larono le antiche tradizioni di fraternità
eh’erano esistite da secoli tra questa spon
da dell’ Adriatico e la città che fu culla
della lingua e dell’ arte italiana.
Alla patriottica- cerimonia, cui gli Zaratini
assistettero piangenti di commozione e di
giubilo, oltre agli altri cospicui rappresen
tanti della città dei Fiore, uomini illustri e
nobili gentildonne, intervenne anche Colui
che descrisse da scienziato la nostra terra,
corresse errori statistici e rettificò la topo
nomastica romanza della Dalmazia nel suo
libro magnifico, che è non soltanto opera
di scienziato imparziale, ma anche la ma
gna charta dei nostri diritti e della no
stra civile libertà. A Giotto Daineìli, effi
cace assertore della nostra italianità, noi
porgiamo un devoto, reverente saluto.
Solcasi nell’ Eliade sacra evocare du
rante le feste nazionali dagli aedi i numi
tutelari della patria, perchè aleggiassero,
spiriti indigeti, sopra la turba esultante. E
ieri si evocò l’ombra del Cieco Veggente
di Dalmazia, le cui ossa, giacenti nel cam
posanto di Settignano presso Firenze, sus
sultarono certamente di gioia all’ eco della
festa dalmatica, ma anche inorridirono di
sdegno per 1’ atteggiamento antitaliano della
nazione serbica che Egli riteneva chiamata
a grandi destini, mentre invece intristisce
in queste giornate solenni nell’ibrido con
nùbio con la magniloquente arroganza croata.
Ma la lampada del Sibenicense stà ancora
viva su Lui sepolto: ond’Egli può oggi a
ragione ripeterci :
E quei che passeranno
Erranti a lume spento,
Lo accenderan da me.
Al patrio rito furono presenti anche i
mani di Arturo Colautti: la sua ombra è
placata. Zara non è piu la solitaria, la jgian-
gente: la sua grande fede si ridesta e rin-
novella nell’ amoroso consenso di tutta la
nazione italiana.
La cerimonia di ieri resterà impressa nelle
menti e nei cuori degli Zaratini e dei Fio
rentini. Zara entra a far parte della nazione
italiana nell’abbraccio augurale della città
di Dante. Il vincolo d’affetto tra le due
-città resterà indissolubile.
Oh giornate del nostro riscatto!
Oh dolente per sempre colui
Che da lunge, dal labbro d’altrui,
Come un uomo straniero, le udrà!
Che a’ suoi figli narrandole un giorno,
Dovrà dir sospirando: io non c’era;
Che la Santa vittrice bandiera
Salutata quel dì non avrà!
e
L’anima di Zara vibrò ieri del più puro
entusiasmo. Dall’ umile operaio al più colto
borghese, dal povero al ricco tutti, senza
distinzione di parte, si sentirono affratellati
da un solo pensiero : onore agli ospiti egre
gi che, guidati da sublime affetto per la
nostra terra, vennero a noi per dirci la pa
rola di fede, per offrirci un pegno tangibile
del loro affetto, una testimonianza solenne
d’amore fraterno che altamente ci onora.
Pur troppo la festa solenne, che doveva
lasciare nella cittadinanzar intiera un ricordo
indimenticabile, non fu favorita dal tempo.
Una densa nuvolaglia ingombrava il nostro
bei cielo italico, e un’ acquerugiola persistente
cadeva a bagnare le migliaia e migliaia di
bandiere tricolori che adornavano le fine
stre, i balconi, i negozi.
Al teatro Verdi
Verso le 10'30, ora fissata per la solenne
cerimonia, il popolo tutto di Žara accorreva
gruppi al Teatro Verdi, che in un batter
d’occhio fu letteralmente gremito. Il log
gione era un mare di teste, nei palchi e in
platea non un posto libero. Sul palcosce
nico, riservato alle autorità e alle rappre
sentanze, avevano preso posto i delegati
delle seguenti società: Lega Nazionale, So
cietà del Casino, Società Ginnastica, Circolo
Canottieri Diadora, Veloce Club Zaratino,
Nuova Italia, Società Filarmonica, Società
Operaia, Camera del Lavoro, Banca Popo
lare, Cassa Agricola, Monte di Pietà. No
tiamo poi una larga rappresentanza del Fascio
nazionale e del Fascio nazionale femminile.
Il Consiglio Comunale è al completo con a
Capo il prosindaco Ascanio Persicalli.
Nel palco d’onore prendono posto il ge
nerale Oneto, il contrammiraglio Galleani,
il cav. Ricci ed altri rappresentati delle
autorità.
Notiamo le bandiere. La bella e antica
bandiera della Società Ginnastica di Zara,
Quella dei nostri Vigili volontari, la nuovis-
si*na bandiera del Fascio femminile, dono
. Roma. Ad lati del palcoscenico campeg
giano quattro gonfaloni di Firenze.
Mentre si attendono gli ospiti fiorentini,
* Banda del Ricreatorio della Scuola d’arti
* mestieri dal loggione e la Banda munici
pale dal palcoscenico intonano gli inni patriot-'*
tici tra un entusiasmo indescrivibile.
Quando i signori del Comitato fiorentino
si presentano sul palcoscenico una imponente
acclamazione scoppia da tutti i settori del
teatro.
Nelle poltrone di prima fila prendon po
sto la contessa Luigia Capponi, Donna Ma
ria Colacchioni, la signora de Serragli, la
signorina Del Lungo, la signorina Santarelli,
il prof. Carlo Del Lungo, il prof. Garoglio,
il prof. Daineìli, il doti. Pachò, e la signo
ra Maria Ziliotto, con una larga rappresen
tanza del fascio femminile.
Sul proscenio prendon posto il prosindaco
Persicalli, gli assessori dott. Eugenio Rolli
e Artale e V on. Krekich. E incominciano i
discorsi.
Per il Consiglio comunale
A nome della rappresentanza cittadina
prende la parola il dott. Krekich. Egli si
sente onorato di porgere a nome del patrio
consiglio il suo commosso saluto alla rap
presentanza fiorentina per il dono superbo
della bandiera. Ma Zara V ha ben meritato
col suo lungo amore e col suo lungo sof
frire. La città, specie durante la guerra, vi
de abbattuto via via il Comune, palladio di
libertà sorto per volere di popolo, e poi le
scuole ed ogni altra istituzione. Ma il gran
cuore di Zara non è mai venuto meno, non
ha mai vacillato, e questo suo cuore si è
interamente manifestato nello storico pome
riggio del 4 novembre, quando il popolo
di Zara ha alzato le mani supplicanti verso
i fratelli liberatori, invocando la redenzione.
La grande madre Fa esaudito la figlia fe
dele, e le nostre donne, che con pazienza
mirabile avevano trapunto il tricolore, hanno
aspettato, non invano, di farlo sventolare
libero al sole. Ed oggi, per la vostra pa
triottica iniziativa — continua l’oratore —
voi, dame fiorentine, ce lo portate quale
pegno di intangibile amore e noi lo acco
gliamo con vigile cura e io conserveremo ge
losamente.
II discorso commosso dell’ on. Krekich,
interrotto spesso da applausi, viene salutato
in chiusa da una calorosa ovazione.
Per il Fascio nazionale
parla il prof. A. Caprini, il quale, dopo
aver salutato le gentildonne fiorentine e rin
graziato i signori del Comitato, insigni rap
presentanti delle scienze, delle lettere e
della stampa, per T opera fervida di studio
e d’amore, onde essi durante la guerra
contribuirono a illustrare e sostenere le no
stre più care aspirazioni, rilevò come con nes
sun’altra città, dopo Venezia, Zara eia Dal
mazia ebbero più saldi e tenaci vincoli ideali
attraverso i secoli della loro storia quanto con
Firenze. Poiché se Venezia sorressse nella sua
evoluzione il natio romanzo dalmatico contro
la sopraffazione d’altre lingue barbare che
minacciavano di sopprimerlo ; se via via
diede al nostro popolo la sua parlata armo
niosa e dolce, come l’anima mite, dei Ve
neti o come il bacio dell’ onda fra la lagu
na ; Firenze, che per eventi storici, per la
posizione geografica e sopra tutto per il
genio mirabile del suo popolo sin dal tre
cento aveva dato all’ Italia intera 1’ „idioma
gentil, sonante e puro", donò anche a noi
il mezzo efficace per T espressione del pen
siero nelle lettere, la lingua di Tommaseo
e Colautti.
Se Venezia, ci diede la pace, una saggia
amministrazione, provvide leggi, sicuri com
merci e la prosperità economica ; se salvò
le nostre terre dalla barbarie di Turchi e
di Croati, Firenze, centro delle arti e delle
lettere che resero grande e rispettata ne’ se
coli T Italia ci diede, ora e sempre, la fie
rezza di dirci e sentirci Italiani e un mezzo
potente di difesa: la cultura, con la quale,
più che con le armi, si vincono le grandi
battaglie tra i popoli.
Poi quando più fiero sorse tra le nazioni
il sentimento nazionale, noi insorgemmo e
lottammo per la difesa della lingua di Fi
renze e di Dante ; e basterà ricordare: V o-
pera svolta, per lunghi anni, dalla „Lega
Nazionale".
Se l’Italia oggi s’ accampa vittoriosa sul
Brennero, „sovra Tiralli", segnato ai suoi
destini dall’ Alighieri, lo si deve alla tenacia
montanara delle popolazioni tridentine ; se il
tricolore sventola fulgido dalle Alpi Giulie
e „presso del Quarnaro", termine vaticinato
della patria, è un frutto della fede di Trieste,
dell’ Istria e di Fiume. Ma se 1 Adriatico
torna oggi Golfo di Venezia e i nidi di vi
pere da questa sponda non morderanno più
il fianco indifeso della Gran Madre; se
T Italia potrà, libera, cercare le sue fortune
sulle vecchie vie del mare battute dalle glo
riose repubbliche marinare di AfflS&lfi,. di Ge
nova, di Venezia, diciamolo pure senza vana
iattanza, ma con legittimo orgoglio, T Italia
lo deve alla resistenza, alla fede, al sacrificio
di queste nostre genti nei secoli,
Ma la lotta, per Zara, non è finita. Anche
congiunta alla nazione, sarà sempre senti
nella avanzata d’Italia. Cantò il Carducci :
„Al nuovo sol rugge e a’ pericoli nuovi
il vecchio leon veneto".
Vada dunque il bel vessillo in Piazz» del
Plebiscito e dal balcone del Comune svela
toli alle libere aure italiche, garrisca il saluto
di Firenze al vecchio leone riapparso sulla
Torre civica, che stringe con T ugna il sacro
libro su cui sta „Pax". E pace'sia; ma pace
romana, pacati i nemici sopraffattori, non
pace con la vittoria dr Italia mutilata. Che
se T idra dalle molte teste risorgesse, noi
di Zara e di Dalmazia come gli antichi le
gionari di Roma accorreremo al vallo sulle
Alpi Dinariche, e allo straniero che tenta
di superare i valichi, rinnoveremo il grido
dei Dalmati in Roma eterna : Di qui non si
passa ! O Italia, o morte 1
In tutto il teatro scoppia un imponente
applauso.
A nome del Comitato fiorentino
Prende la parola il prof. Giotto Daineìli,
egregio illustratore della Dalmazia nostra, e
strenuo propugnatore delle nostre aspirazioni.
Egli dice :
Onorevole Sindaco, ;
L’Italia era da poco entrata nella grande
guerra delle nazioni e non soltanto per di
fendere i diritti della civiltà che essa stessa
largì da Roma al mondo intero, ma anche
per conseguire finalmente la integrità delle
sue terre e T unione dei suoi figli tutti —
quando Orazio Bacci, Sindaco di Firenze,
quasi ad affermare questo secondo scopo,
nazionale, della nostra guerra, promise che
Firenze avrebbe donato la bandiera d’Italia
a Zara redenta. La morte tolse troppo im
maturamente Orazio Bacci alla città ed al
paese ; ma il nuovo Sindaco di Firenze,
Pier Francesco Serragli, raccolse e fece sua
T idea, che un gomitato cittadino amorosa-
mente, gelosamente quasi, custodì, tra le
ansie indicibili dei lunghi anni di guerra
aspramente combattuta, fino al giorno ra
dioso della vittoria,. Vittoria della civiltà,
ma, anche per la civiltà, vittoria essenzial
mente italiana.
E siamo venuti, onorevole Sindaco, noi
cittadini di Firenze, < consegnarvi a nome
della nostra città la bandiera dell’ Italia vit
toriosa. Non è forse senza significato che
Firenze proprio, e non un’ altra città, com
pia questo, che sembra quasi un rito a una
consacrazione. In altri tempi vennero di Fi
renze in Dalmazia mercadanti ed artefici e
della nostra arte toscana sono qui, accanto
all’ arte diffusa dalla Dominante, sicure im
pronte. E come, se non la tradizione della
mercatura, certo quella dei viaggi e delle
esplorazioni si è tramandata presso di noi,
dai nostri grandi del passato giù giù fino
alla nostra generazione attuale, così è ap
punto dalla scuola dell’ Istituto fiorentino
che un Maestro e i suoi scolari han passato,
ripetutamente, il golfo di Venezia a questa
sponda, non soltanto per dimostrare che la
scienza non deve aver per suo campo i ri
stretti limiti della propria regione, ma sopra
tutto, onde affermare che qui, in Dalmazia,
terra naturalmente storicamente sentimental
mente italiana, doveva svolgersi T attività
sagace degli studiosi italiani.
Ed in Firenze pure, onorevole Sindaco,
si formò per la grande passione di De Bacci
Venuti — un nostro eroe degli Altipiani —
quel primo Comitato „Pro Dalmazia italiana",
che doveva poi agitare in tutta la Penisola
l’idea della giusta resurrezione vostra.
Per questa tradizione, forse talora incon
sapevolmente tramandata, di antichi e recenti
rapporti tra la nostra città e la vostra terra,
chi vi parlerà a nome del Comitato fioren
tino è di quella vecchia ed onorata famiglia
dei Serragli, che in un tempo mandò un
suo ramo in Ragusa in Dalmazia, dove ancor
oggi la lontana discendenza mantiene intatto
e vivo il sentimento e il vanto della sua
origine puramente italiana.
A me, signor Sindaco, spetta T onore di
portarvi il saluto di chi oggi degnamente
rappresenta la città di noi tutti.
Ecco le sue parole:
lì messaggio
Signor Sindaco
Fino da quando l’Italia era corsa dai
* fremiti della riscossa e coloro che dovean
diventare i suoi eroi sentivano i palpiti pre
monitori del lor fato glorioso, l’anima di
Firenze si volgeva con sollecito amore a
Zara, gemma dell’Adriatico.
Uno studioso nobilissimo, cui già il de
stino aveva segnato in fronte il sacrifizio
radioso, il prof. avv. Tommaso De-Bacci-
Venuti, alzò primo T affettuoso grido sì forte
che Firenze tutta lo intese e lo riecheggiò
con entusiasmo concorde. Il tricolore per
Zara ! diceva quel grido. E tosto le donne
di. Firenze balzarono per apprestarlo, collo
stesso fervido slancio che le agitava ai nomi
fatidici, di Trieste e di Trento. Zara, per
esse, voleva dir la Dalmazia, come Firenze,
per voi, vuol dire l’Italia. E il tricolore fu
trapunto, fu messo nella custodia, ed attese.
Quanto attese ! fra quali vicende, quali tre
pidazioni, quali tragiche ansici Ma anche
con qual fede! Quella stessa, onde costà,
in Zara vostra e nostra, lo aspettavano na
scosti i tricolori fratelli, che altri mani co
raggiose di donne avevano preparato per
il giorno promesso dell’inesprimibile gioia.
Ed ecco il gran giorno è venuto: il nuovo
giorno d’Italia, che i suoi profeti e poeti
vaticinarono di fra le tenebre dense; che
sarà tutto d’opere e di gloria, senza tra
monto: per noi e per voi, di qua e di là
dii’Adriatico nostro, dovunque batta un sol
cuore italiano, dovunque il cielo azzuro, co
me a Napoli, dica : qui è Italia ; dovunque
dicano, è Italia, i vigneti e gli ulivi fiorenti
come sui poggi di Firenze. Accogliete, o
fratelli, il tricolore che i fratelli vi mandano,
accoglietelo con amore infinito,, perchè infi-
nito è l’amore che ve T offre. Sventoli esso
a quei medesimi venti che agitarono i ves
silli di Roma, che gonfiarono in gloria i
gonfaloni di Venezia.
Sì spieghi esso nelle vostre strade ve
tuste, d’italica impronta, come qui si è spie
gato fra il battistero onde cristiano uscì
Dante e Palazzo Vecchio, ove si travagliò
e si affinò il Machiavelli. Baciatela, o Za
ratini, questa bandiera che Firenze vi dona :
a Zara italianissima per eroica tenacia la
dona Firenze, che agli Italiani insegnò T ita
liano, suggellando dalla sua immortale virtù
la più forte e soave di quante lingue si
parlino al mondo.
A me, non Fiorentino di nascita ma ve
nuto di fuori, a reggere per qualche tempo
questa culla divina dell’ arte, delle grazie,
della lingua d’Italia, tocca oggi la maggior
fortuna di miavita: accompagnare con voce
modesta, ma tremante di commozione, T of-
forta simbolica che Firenze vi manda, o
Zaratini, perchè vi sia pegno, nei secoli, di
religioso amore e di non mutabile fede.
Possa questo vessillo, che viene a voi dalla
città che il Tommaseo amò come sua, ve
dere innumerevoli generazioni di Dalmati
ardenti quanto lui di italianità generosa, da
mutuo amore congiunti e da fervidi scambi
di pensieri e di opere con queste terre di
Toscana gentili; possa esso nella città fe
dele, che pur nei tempi più tristi irraggiò
d’italica luce le tenebre circostanti, ondeg
giare splendido ai venti ed ai soli della
gloria come ai giórni, che già rinascono, di
Venezia e di Roma.
Il R. Commissario
Serra Caracciolo.
Detto questo il prof. Daineìli presenta in
omaggio al Comune una copia di tutte le sue
opere, segno tangibile dell’ immenso affetto
suo per la nostra terra.
Poi prosegue :
„Ho combattuto per la causa vostra, e
non soltanto vostra, ma di noi tutti : perchè
Zara redenta significa più grande e più forte
T Italia. Più grande e più forte, ed anche
migliore; perchè noi, del vecchio Regno,
dobbiamo inchinarci di fronte a voi, Italiani
fino a ieri irredenti, ed ammirare, adorare
quasi, questa italianità della Dalmazia che
voi avete voluto e saputo, ma sopra tutto
voluto, mantenere intatta e pura contro ogni
nemico, contro ogni oppressione, per offrirla
oggi alla grande Patria comune.
Per questo, onorevole Sindaco, e fratelli
nostri, della Dalmazia, io vi porto il grido
augurale di Firenze : Evviva Zara! Ma sopp
tytto, di qua e di là del Mare Nostro, Viva
! Italia!
Si prof. Garoglio
Cessati gli applausi che accolsero la let
tura dell’ adesione, prende la parola T illu
stre prof. Garoglio, che parla per incarico
dei professori e studenti dell’ istituto tecnico
di Firenze. Egli fu tra i primi, assieme a-
Isidoro Del Lungo e ad altri concittadini, a
votarsi alla propaganda per T italianità della
Dalmazia.
Legge poi due messaggi, uno del regio
Istituto tecnico Galileo Galilei e il secondo
della Lega studentesca italiana : gli stu
denti si rivolgono alla gioventù studiosa di
Zara con un fervido saluto, bene augurando
per 1’ unione della Dalmazia all’ Italia.
Poi, nel corso del suo dire, ricorda il no
stro indimenticabile Arturo Colautti, che
quando da giovane lasciò la patria per ri
parare in Italia, giunto in Ancona, prese un
pugno di terra e la baciò in segno di af
fetto. Oggi non c’ è più bisogno di ripetere
il gesto del Colautti, perchè la patria sua
è redenta. E T oratore si dilunga a parlare
d’un suo breve giro nei dintorni della città
nostra, dove trovò vestigia dell’ antica ci
viltà romana, rilevando come non sia aspro
che una civiltà superiore sia sottoposta ad
una di gran lunga inferiore ; questa invece
rientri nella più vetusta, che rimetterà la
cultura e la civiltà in un normale ordine
di cose. Esalta poi T opera dell’ esercito e
della marina in queste terre, i nostri mari
nai e soldati, pionieri di pace e progresso
della nuova Italia, e chiude il suo magnifico
discorso con un inno di gloria a Rqma, a
Firenze, a Zara e a Fiume, le due città che
han saputo conservare intatti fino all* estre
mo i bagliori della civiltà e della lingua
italica. Gloria a Zara — dice il prof, Ga-
roglio — che ci è maestra di patriottismo,
e della quale noi potremo dire ai nostri
figli: „Vedete come hanno operato gli Zara
tini, operate così anche voi !"
E termina affidando alla città di Zara la
bandiera di Firenze. Uno scoppio d’entu
siasmo saluta le ultime parole del prof.
Garoglio. Tutto il teatro è in piedi." Il
pubblico enorme sventola bandiere, fazzo
letti, cappelli tra un delirio, che non si può
ridire. La musica del ricreatorio attacca il
„Si", mentre nuovi applausi e nuove grida
rintronano nella sala.
L’ assessore del Comune Artale legge la
nobilissima lettera della sig.ra prof. Teresi-
na G. Campani-Bagnoli, con la quale pro
mette di sciogliere un suo voto, donando
a Zara il tricolore, ornato del giglio fio
rentino e dello stemma dalmatico, quando
la Dalmazia sarà annessa all’ Italia.
La signora Serragli
Prende poi la parola la signora Serragli,
che pronuncia un nobilissimo discorso. Fa
le storia di questa bandiera che Firenze ha
voluto donnare a Zara, ricordando come
T illustre letterato Orazio Bacci ne sia stato
il promotore.
E dopo avere, con bellissime parole, tes
suto T elogio del nostro patriottismo e del
nostro amore, chiude col grido di „Viva
Zara", „Viva T Italia". Uno scoppio d’ una
nimi applausi corona le belle parole. Si grida
anche „Gloria a Orazio Bacci".
11 momento solenne
Quindi la signora de Serragli e la si
gnorina Del Lungo, coi segni della più viva
commozione, aprono un artistico cofano tutto
intarsiato e recante la scritta : „A Zara so
rella, Firenze. Marzo 1919". Ne tolgono con
atto di religioso rito il serico vessillo, che
viene fissato a un’ asta e consegnato alla
signorina Eleonora Rolli, che lo solleva in
alto, agitandolo in segno di festa.
E impossibile descrivere T entusiasmo del
pubblico in questo momento. Gli occhi di
tutti si inumidiscono di lagrime, scoppiano
grida prolungate di gioia, mentre le bande
intuonano la marcia reale. Tutti balzano in
piedi, applaudono, piangono. Il momento è
solenne ed indimenticabile. Dinanzi alla Tìuova
bella bandiera tutte le altre presenti sul
palcoscenico si abbassano in segno di sa
luto.
Parla il Prosindaco
Ristabilito finalmente il silenzio, il pro
sindaco Persicalli, con belle e sentite parole,
prende in consegna la bandiera in nome
della città. Zara custodirà con gelosa cura
e con orgoglio il prezioso dono di Firenze.
Nuove ovazioni salutano le parole del
prosindaco.
Quindi tra il plauso di tutti i presenti il
prof. Garoglio propone che sia spedito un
telegramma d’ omaggio alla vedova di Ora-
zio Bacci, il promotore dell* idea di questa
bandiera. La proposta è accolta per accla
mazione.
Indi il pubblico sfolla lentamente e il
corteo si forma sulla via.
L’imponente corteo
Precede la bandiera, della „Società Gin
nastica" con una rappresentanza della So
cietà, viene poi la bandiera dei Pompieri,
quella del Fascio femminile ed in fine il
vessillo di Firenze seguito dai Vigili Volon
tari che portano il cofano. E dietro è un
seguito di molte migliaia di persone che
applaudono, cantano entusiasticamente. In
testa al corteo suona la Banda del ricrea
torio, in coda viene la Banda municipale e
tutte e due alternano il suono degli inni
nazionali a quello delle arie popolari.
La bandiera sul Palazzo municipale
Intanto il corteo arriva in Piazza del Ple
biscito, che in un batter d'occhio è gremita
di popolo festante. Le autorità e le rappre
sentanze salgono al Municipio. Il dono di
Firenze, sempre fra il giubilo delirante della
folla, viene esposto dal balcone del Palazzo
municipale. Il bel tricolore, malgrado la
pioggerella persistente, garrisce allegramente
dall’antico Palazzo in questa storica Piazza,
dove troneggia la Torre civica col suo su
perbo Leone, e la Loggia veneta, ornata da
ghirlande di fiori e da stendardi, rievocarle
giornate dell’ antiea gloria di Zara veneta.
Infine il prof. Garroglio ringrazia con
brevi parole il popolo di Zara dell’ entu
siastica accoglienza. E così a poco a poco
il corteo si scioglie e la piazza si spopola.
11 banchetto
Ier^ cominciato alle 13 e mezzo, ebbe
luogo nella sala del „Gasino" il banchetto
offerto dal Municipio in onore degli ospiti.
Oltre le signore e i signori giunti a noi da
Firenze, vi erano invitati i rappresentanti
delle autorità civili e militari, quelli delle
varie associazioni patrie e della stampa.
La tavola, di ottanta coperti, era disposta
a ferro di cavallo. In posto eminente spic
cava la bandiera donata dal Fascio nazio
nale famminile di Roma al Fascio Jemrrflnilc
di Zara.
Il menu era dei più scelti e squisiti. Il ser
vizio inappuntabile, perfetto. Durante tutto
il convivio regnò la più affettuosa anima
zione fra i commensali.
sorelle arbensi. Ecco il testo del messaggio :
„Due nostri concittadini che il 19 dicembre*
ultimo scorso nella sede della Società operaia
triestina avevano la ventura di recare alle
italiche terre gloriosamente liberate F omag
gio di devozione e di fede della repubblica,
di Marino, come presso F eccellentissima
Reggenza adempivano all’ incarico loro affi
dato dall’ illustre dottore Ugo Inchiostri di
dire che Arbe nel nome del suo Santo, che
la Dalmazia tutta vuole ricongiungersi al-
F Italia, cosi a noi porgevano il grazioso
saluto che alcune di Voi, presenti al Con
vegno, interpreti gentili del sentimento di
tutte le donne dalmate, vi compiaceste in
viarci. In questo giorno commemorativo, che
in tutta la Diocesi di Veglia da circa quattro
secoli si celebra F Ufficio proprio di San
Marino e per la festa solenne nella magni
fica vostra Cattedrale tutte le campane di
Arbe suonano a musica, dall’alto del nostro
scoglio, tendendo il nerbo della vista sulla
stesura delle acque a scorgere le materne
sponde d’llliria, porgiamo attento F orecchio
quasi per udire il concento delle sacre squille
e le vostre voci imploranti dal Santo la fi
nale redenzione. Col cuore che trema di
tenerezza, alle vostre uniamo le nostre fer
vide preci, e scelte giovinette vanno attorno
per la città e per i sobborghi a dire la
Vostra passione e raccogliere da ciascuna
sposa, da ciascuna figlia la firma votiva, che
in più elenchi Vi mandiamo insieme col
presente messaggio. Sorelle! Come voi del-
F isola di Marino, come tutti i nostri fieri e
leali fratelli Dalmati, in quest’ ora piena di
fati, da questa oasi dal nostro Santo sacrata
alla pace e alla libertà perpetua, noi pure
angosciate ma fidenti protendiamo le braccia
oltre l’Adriatico mare, il mare nostro, "per
stringervi per sempre nel nome augusto
d’Italia in un lungo fratellevole abbraccio
di gioia e d’amore. Dalla Repubblica di S.
Marino, il 28 gennaio 1919.
Il messaggio, su artistica pergamena, por
ta le firme di parecchie distinte signore e
signorine di S. Marino, fra cui quella della
presidentessa del Comitato femminile „Pro
combattenti", signora Marietta Fattori.
L’arrivo del „San Giorgio". Addì 6 cor
rente gettò le ancore nella rada di Arbe
F incrociatore corazzato „San Giorgio". La
sera venne allestito nei loceli del Grand
Hotel un thè d’ onore, offerto dal Circolo
Italiano. Vi presero parte tutti gli ufficiali
della nave col contrammiraglio Notarbartolo
e gli ufficiali del Presidio. Al saluto rivol
togli a nome degli italiani di Arbe da parte
del presidente del Fascio nazionale Lauro
Galzigna il contrammiraglio rispose ringra
ziando per F accoglienza fattagli ed augu
rando che tutte le antiche terre italiane
ritornino alla Madre patria. Indi la festa
trascorse animatissima, lasciando negli ospiti
graditissimi un dolce ricordo del nostro
paese e del forte patriottismo che vi regna.
D ì Tenin.
Fascio Nazionale. Gli italiani di questa
borgata sono in pieno risveglio. E, appena
accolte e salutate con entusiasmo le truppe
liberatrici, pensarono di costituirsi in un
„Fascio Nazionale". La costituzione del Fa
scio riuscì solenne. Agli animosi discorsi si
alternarono le acclamazioni più entusiastiche
all’ Italia redentrice e ai suoi vittoriosi sol
dati. A presidente del Fascio venne nomi
nato 1 egregio dott. Stefano Borovich.
Un banchetto. La sera del 27 febbraio,
a suggellare la perfetta, amorevole cordia
lità che regna fra gli italiani e gli ufficiali
del presidio, il „Fascio Nazionale" offerse
un banchetto alle autorità militari; banchet
to che riuscì splendidamente per la patriot
tica fusione degli animi e degli intenti e
per la scelta ricchezza del menu.
Vi presero parte, invitati, 25 ufficiali, e
35 erano gli italiani della borgata interve
nutivi.
Allo champagne pronunciarono belli e
vibranti brindisi il presidente del Fascio,
dott. Stefano Borovich, il colonnello Vacca-
rono, comandante del presidio, il consigliere
dott. Francesco Madirazza, il dott. Roberto
Hoffmann, Giovanni Scopinich, il tenente
colonnello Zina e il dott. Giuseppe Portada.
Notevole su tutti riuscì il brindisi del
dott. Francesco Madirazza. Il quale, por
tando un caldo saluto ai fratelli italiani,
mise in rilievo come sia finalmente risorta
la vecchia bandiera dalmata dai tre leopar
di, eh’ era divenuta un semplice pleonasmo
decorativo, relegata nell’ ufficio della Giunta
e degli ospedali e proscritta da una gran
parte di Dalmati, dimentichi del loro glo
rioso passato. Perfino San Gerolamo, il vec
chio patrono ufficiale della Dalmazia, aveva
dovuto di fatto cedere il posto ad altri
santi. E rilevò come Leonardo Foscolo e
Girolamo Cornar, con gli ausili dalmati,
condotti dai Difnico, dai Veranzio, dai Fen-
zi e dagli Alberti, avessero liberato il di
stretto dai Turchi e dotato riccamente il
convento Francescano di Tenin. Ricordò
infine che l’antico nome delle porte del
Castello — Porta Cornerà e Porta Loreda
na — seppur caduto in dimenticanza, non
venne arbitrariamente cambiato come tante
altre cose: nome fatidico di condottieri ita
liani, salutato con reverenza dai soldati
d’Italia.
Ai brindisi si alternarono le acclamazioni
più fervide alla grande Italia, al Re, all’ e-
sercito ; e la bellissima riunione, che lasciò
memoria incancellabile negli intervenuti,
durò sino a notte bene inoltrata.
Da Pago
R. Commissario. Giorni fa giunse fra noi
il neonominato Commissario regio al Co
mune di Pago, avv. Pompeo Allacevich di
Zara. Tale nomina seguì in seguito alle di
missioni date dal precedente gerente, sig.
A. Grimani, il quale — contrariamente alla
versione data nel giornale ufficiale croato —-
fu costretto à .tabpapso, non- per i motivi
ivi, indicati, perchè la suà posizione si
era addimostrata. ulteriormente insostenibile.
Ed in questo senso la sua sostituzione ebbio
F adesione e il plauso della popolazióne.
A S. E. Mitto vennero inviati telegrafica
mente gli; auguri della popolazione italiana
in occasione del. suo onomastico ; e S. E.
gradendo le felicitazioni rispose con un te
legramma di ringraziamento.
Una giornata memoranda per Pago sarà
quella del 17 febbraio. Al mattino, essen
dosi trasportato nell’ edificio comunale il Co
mando del presidio, a ore 8, presente un
picchetto di marinai che presentarono le
armi e un buon numero di cittadini a capo
scoperto, al segnale „alza bandiera", venne
issata per la prima volta sull’ edificio del
Comune il bel tricolore della Patria, che
per sempre garrirà al vento, tutela e spe
ranza nostra. Il Comune diede di ciò par
tecipazione telegrafica a S. E. Millo, che
rispose ringraziando per gli omaggi fattigli
pervenire.
Al pomeriggio si tenne nella sede della
„Società Dalmata", che si avvia a sempre
maggiore e più proficua attività, una nume
rosissima adunanza degli Italiani di qui.
L’adunanza venne aperta dal presidente,
che espose lo scopo della radunanza. A lui
segui F avv. Pompeo Allacevich, che tracciò
un programma di lavoro nell’ interesse della
causa nostra, che deve comprendere, oltre
F attività politica, anche quella nel campo
scolastico e nazionale. E propose la costitu
zione di un „Fascio nazionale" e di una
sezione della „Lega Nazionale."
Dopo che da parte di tutti gli interve
nuti vennero approvate le proposte fatte,
calorosamente appoggiate anche dal cons.
dott. Testa, si procedette alla costituzione
della direzione del „Fascio nazionale." Riu
scirono eletti i cittadini : Calebotta Gio
vanni, Custich Antonio, Palcich Francesco,
Paro-Vidolin Francesco, Testa dott. Giro
lamo, Usmiani Giuseppe iunior, Valentich
Andrea. Si elesse anche un comitato pro
motore della sezione locale della „Lega Na
zionale" formato dai signori : Calebotta Gia
como, Custich Giovanni, Dessanti Francesco,
Jurina Enrico, Palcich Biagio e Pocorni Ro
dolfo.
Dopo approvata la proposta di comuni
care corporativamente al comandante del
presidio e telegraficamente a S. E. Millo la
costituzione del „Fascio nazionale," fra ap
plausi incessanti e con un „Evviva F Italia"
venne chiusa 1 adunanza.
Mutamenti nel presidio. A succedere al
tenente di vascello Sur di, che ritorna al
campo d’ aviazione, giunse fra noi graditis
simo il maggiore del R. esercito cav. Con
forti, un eroe anche lui della grande guerra,
che ha il petto fregiato di parecchie me
daglie al valore, poiché fu per ben tre volte
gravemente ferito, e porta ancora le cica
trici visibili.
A dimostrare al partente comandante tutto
F amore e la stima di cui era circondato ed
al nuovo il compiacimento per la sua venuta
tra noi venne da un volonteroso comitato di
giovani allestita una cena d’addio, a cui
parteciparono tutti gli ufficiali del presidio
e le più cospicue personalità del luogo.
La cena venne servita brillantemente. Allo
spumante il sig. B. Palcich in nome della
sezione della „Lega Nazionale" diede il sa
luto ai due comandanti, che ringraziarono
commossi, il primo dicendosi dispiacente di
dover abbandonara Pago, F altro assicurando
di tutto il suo appoggio. In nome di tutta
la popolazione del Comune beneficata con
tinuamente dal comandante Surdi porse
l’addio commosso il commissario R., avv.
Pompeo Allacevich, e a nome del „Fascio"
il dott. G. Testa, che volle ancor una volta
accentuare tutte le ragioni militanti a favore
dell’ unione dei nostri paesi all’ Italia.
Tutti i discorsi erano improntati al più
alto patriottismo e dalla sala della „Società
Dalmata" che il coni. Surdi chiamò una
„sala storica" per Pago, echeggiarono fin
sulla Piazza gli „Evviva" all’ Italia, ai Sovrani,
all’ Esercito, alla Marina, e a Pago per sempre
italiana.
Partenza del Comandante. Lunedì con la
„Vedetta G. 38" partirono per Zara il
comandante Surdi, il tenente di vascello
L’Abate, il S. T. di vasc. Marini, che per
qualche tempo resse molto bril!antemente il
presidio di Novaglia, e numerosi marinai
aviatori.
A prendere congedo dai partenti conven
nero alla riva numerosi cittadini, che vollero
così ancor una volta esternare ad essi
tutto il loro rincrescimento e insieme la loro
gratitudine. Sollevò vera commozione il ta
cito, ma ardente saluto di un povero mu
tolo, beneficato ripetutamente dai partenti;
fu una vera lezione di educazione per molti
maggiorenti del partito avversario, che facil
mente avevano dimenticato le prestazioni
del comandante Surdi anche a loro favore.
Echi deL carnovale. Le ultime due do
meniche e F ultimo giorno di carnovale eb
bero luogo dei riuscitissimi balli improntati
alla più alta cordialità e democrazia nei lo
cati della „Società Dalmata", che anche in
quaresima pensa di dare ai propri soci
dei piccoli divertimenti.
Durante i balli vennero cantate molte can
zoni patriottiche e si inneggiò all’ Italia e a
Pago italiana.
Da Stretto
Per una partenza. Mercoledì scorso, in
occasione della partenza del comandante il
distaccamento di Betina, tenente Chini, ri
chiamato ad assumere altro più importante
servizio alla capitale, gli venne offerto un
„lunch",
La sala, addobbata artisticamente, pre
sentava un aspetto gaio. All’ entrare del
sig. Chini F orchestra intonò, fra calorosi e
incessanti applausi, la WWa reàfe> che venpe
ascoltata ija; piedi dai ^jjenti. -,
Disse senate parole $ sindaco sig.
mun> che* il sÌ£. Chini, icqtnroóissp, ring-ras»^
per F onore; tributatogli» promettendo di
portare all’ eterna Rom$ Lsaltìtf, Italiani
di questa sponda e ricordare quanto Sia vivo
ed intenso l ’affeWi che* essi nutrono per
F Italia.
Il giorno dopo seguì la partenza, alla
quale assisteva molta gente che volle salu
tare ancora una volta il caro comandante,
il quale durante il viaggio per Roma ha in
viato il seguente telegramma: „Sindaco Sa-
lamun, Stretto. Memore entusiastica manife
stazione simpatia invio Lei e fratelli italiani
Stretto cordialissimi e affettuosi auguri. Te
nente Chini".
Lega Navale. Si è costituita qui una se
zione della Lega Navale Italiana che conta
già 100 soci. L’iscrizione continua; ma in
tanto alla neo-istituita sezione vadano i no
stri più fervidi auguri ed un plauso ai- pro
motori.
La Cronaca
Congresso prò Dalmazia e Fiume a Mi
lano. Ieri ebbe luogo a Milano un grandioso
congresso prò Fiume e Dalmazia sotto la
presidenza del principe Colonna. Al con
gresso intervennero Gabriele d’ Annunzio e
moltissime altre personalità.
Il nostro Municipio vi si è fatto rappresen
tare, e la Camera di commercio nonché tutti
i sodalizi cittadini hanno spedito telegrammi
di adesione e di plauso.
I fiorentini a Zara. La signora Maria
Ziliotto ha ricevuto questo telegramma :
„Toccando il suolo della madre pratria, Le
inviamo un saluto affettuoso e F augurio
fervido all’ Italia nuova, riconoscenti per le
accoglienze ospitali. Capponi, Santarelli
Pachò, Biaciocchi".
Seduta comunale. La seconda seduta del
consiglio comunale si tiene stasera nella Biblio
teca Paravia col seguente ordine del giorno:
Conti consuntivi del comune e delle
aziende comunali prò 1917. — Preventivi
comunali prò 1919. — Nomina del comitato
finanziario. — Elezione di un assessore co
munale in sostituzione del defunto N. Cat-
tich. — Domande di sanatoria per delibe
rati dell’ amministrazione comunale. — Con
ferimento di borse di studio. — Domanda
di esenzione dalle addizionali comunali. —
Domanda di alcuni òrgani comunali per
un’ aggiunta di carovivere ed aumento di
competenza di vestiario. — Domanda del
sottoispettore M. Maghich per collocamento
nel permanente stato di riposo. — Appro
vazione di contratti. — Domande di confe
rimento di pertinenza. — Pareri in oggetto
industriale. — Domande di condono di spe
se ospitalizie. — Parére circa la proposta
di una tariffa per i servi di piazza. — Pa
rere circa il completamento della tariffa per
il trasporto a domicilio di legna e carbone.
L’ on.~Salvi ci scrive: „Nella mia lettera
al D.r Cingrija, che avete pubblicato nel
N.ro 14 del 26 febbraio, laddove mi riferivo
alla pretesa deposizione del conte Attems
dicevo : „non credo che un uomo, per quanto
debole e coartato, possa aver inventata di
sana pianta una tale sozzura". Le parole
,,e coartato" furono omesse, nella stampa,
per inavvertenza del proto, il che lascia
men chiaro ciò che volevo dire. Compiace
tevi di rilevarlo".
Ecco fatto.
Nuovo plebiscito. Lunedì nel pomeriggio si
sono recate dal Capo dell’ Ufficio affari ci
vili della Dalmazia, cav. Umberto Ricci, le
rappresentanze di tutte le associazioni di Zara
per comunicargli il voto unanime dei ri
spettivi soci che la provincia di Dalmazia
venga quanto prima annessa all’ Italia. E
nello stesso tempo le rappresentanze delle
società pregarono il cav. Ricci di trasmettere
questo voto a S. E. il Governatore. Il cav.
Ricci si mostrò oltremodo sodisfatto da
questo atto patriottico e promise di portarlo
tosto a conoscenza del Governatore.
Sappiamo poi che gli impiegati italiani
della Dalmazia hanno, presentato un me
moriale, col quale chiedono essi pure la
immediata annessione della Dalmazia al-
F Italia.
La partenza degli Italiani. Gli jugoslavi
si dilettano, con intensità e con insistenza,
a diffondere la voce della prossima partenza
degli Italiani, che starebbero già, facendo
fagotto, per lasciar la Dalmazia. E un de
siderio umano e nessuno può impedire a
chicchessia di sperare o anche di sognare.
E si sogni pure. È precisata anche la data
della agognata partenza, il 28, il 30, o giù
di lì, di questo mese. Una, quindicina di
giorni, ancora, da soffrire.
Informazioni esattissime hanno quei signori 1
Noi potremmo, a nostra volta, opporre
la certezza. E la certezza, salda quanto la
nostra fede, è che non solo gl’ Italiani non
se ne andranno, ma ne giungeranno degli
altri, baldi e fieri, per restarvi, finché du
rerà, fra le alpi e il mare, la divina Italia,
La quale promette di durare un bel pezzo...
Echi, del ballo accademico. Il comitato
dèi ballo accademico porge a mezzo nostro
i più sentiti ringraziamenti a tutti coloro
che tanto con oblazioni che in qualsiasi altro
modo hanno cooperato alla buona riuscita
della festa.
Siamo rincrescenti di non. poter pubblicare
quest’ anno la lista delle oblazioni*; pér la
assoluta mancanza di spazio»
II comitato stesso ci prega di avvisare
che nella notte della; fèsta vennero scambiati
degli scialli. Coloro che hanno scambiato
involontariamente lo scialle sono pregati di
portarlo dal custode della società del Ca
sino, dove sono depositati gli scialli scam
biati.
■f* Matteo Matcovich. Ci giunge da Stretto
la notizia della morte di Matteo Matcovich,
nostro vecchio e buon consenziente.
Fu marito e padre impareggiabile e pa
triotta integerrimo, pronto alla lotta nei mo
menti più difficili,, vigile e laborioso sempre.
Con grandissima giòia egli, che discendeva
da vetusta e cospicua famiglia di Stretto,
salutò la redenzione recata dall’ Italia.
Associandoci ai nostri amici e connazio
nali di Stretto, porgiamo alla desolata fa
miglia dell’ estinto le più profonde condo
glianze.
Borse di studio. Abbiamo per telegrafo
da Roma:
„Per disposizione del comando supremo
furono istituite a beneficio degli studenti
universitari e dei giovani licenziati dalle
scuole medie delle terre redente e di quelli
di nazionalità italiana appartenenti al residuo
territorio della cessata monarchia austro-
ungarica, i quali frequentino e intendano di
frequentare le scuole superiori del Regno,
100 borse di studio di Lire 100 mensili
ciascuna, e 50 mezze borse.
Le domande devono esser subito pre
sentate, eoi dati e documenti necessari, dai
giovani già inscritti a scuole superiori del
Regno, ai rettori ed ai direttori di esse, da
quelli che risiedono nelle terre redente ai
rispettivi governatori e ai commissari civili,
da quelli che risiedono in altre parti del
territorio della cessata monarchia austro-
ungarica alle autorità e missioni militari che
rappresentano F Esercito e lo Stato Italiano
al di là dei confini d’ armistizio."
Nomina. L’ „Agenzia Stefani" comunica
la nomina del comm. Francesco Salata a
prefetto a disposizione.
Questa nomina non può che rallegrare
vivamente tutta quanta la popolazione delle
terre redente. Francesco Salata, ex-deputato
alla Dieta dell’ Istria, è una delle menti più
illuminate ehe noi possediamo. Ed è stato
sempre e specialmente durante la guerra —
come fuoruscito — assieme agli altri pa-
triotti uno dei più tenaci assertori dei no
stri diritti sull’Adriatico.
Francesco Salata copre da qualche anno
ormai la carica di segretario generale per
gli affari civili presso il Comando Supremo,
e fa parte, quale consulente tecnico della
Delegazione italiana alla conferenza di Parigi
Senza cibo ! Il „Narodni List" non smette
ancora il suo vezzo delle bugie, del quale
neppure F Italia è riuscita a curarlo.
Nel numero 10 di quest’ anno pubblica
questa notizia: „Sono 15 giorni che Oltre,
Pogliana e Sant’ Eufemia non ricevono generi
alimentari. E ciò una vendetta, un ripicco
o cos’ altro ? In qualunque caso portiamo
questo a conoscenza dell’ Intesa, perchè sap
pia come si proceda con noi".
A smentire questa tendenziosa informa
zione stanno le seguenti cifre relative ai
generi alimentari forniti a quelle popolazioni
dal 19 febbraio al 19 marzo : kgr. 98.000
di farina, kgr. 9.600 di riso, kgr. 2000 di
fagioli e kgr. 294 di zucchero.
Riteniamo che di un rifornimento di viveri
così generoso quei villici debbano essere
contenti. Che ne dite, sereni gazzettieri
croati ?
Fabbrica di notizie false. La psicologia
dei nostri avversari è svelata, o meglio
smascherata, dalla indegna fabbricazione di
notizie false, con le quali si illudono di gal
vanizzare un poco i lettori dei loro giornali.
Ieri, nella vetrina della cosidetta libreria
croata, e di due altre rivendite di giornali,
venne esposto un cartello, una specie di
sommario degli articoli, che avrebbero do
vuto comparire la sera in un giornaletto ju
goslavo, redatto da certo Malenizza e stam
pato dal troppo noto Vitaliani.
Nel sommario, fra altro, era annunciato
che la rivoluzione era scoppiata in Italia (!!!)
e che l’esercito, ammutinato, aveva niente
meno che proclamata la repubblica.
L’annuncio, quantunque balordo, destò
indignazione; quell’indignazione che gli av
versari, appunto con intenzione provocato
ria, desideravano.
Ma per F intervento dell’ autorità militare
— che procede contro i propalatori della
stolta notizia e contro i contravventori alle
norme della censura — il canagliesco car
tello venne confiscato.
L’illuminazione elettrica. Gli industriali,
che fanno uso dell’ energia elettrica con
motori, seguitano a lagnarsi che la corrente
venga distribuita appena alle 17, in modo
che cogli orari, sempre invariati, la possibi
lità di utilizzazione non ascende che a sole
due ore> affatto insufficienti per poter rica
vare, colla produzione in questo breve ter
mine, le ingenti spese sostenute. Dovendosi
supplire ai bisogni con ore straordinarie,
che, oltre al maggior costo, nocciono al-
1 igiene dell’ operaio, gli industriali si rivol
gono a mezzo nostro alla direzione della
Centrale elettrica con la istanza di distri
buire F energia almeno alle 16, anticipan
done la chiusura alla mattina.
N. 141/19.
AVVISO DI CONCORSO
a due stipendi di Corone 400 (quattrocento)
l’uno dai fondi generali detta Camera, uno
per studi commerciali e F altro per studi
industriali.
Gli' aspiranti devono presentare le loro
istanze, corredate dai relativi documenti, alla
Camera di Commercio e Industria fino al
20 marzo 1919.
Dalla Camera dì Commercio e industria.
Zara, li 2 marzo 1919.
Il Presidente II Vicegretario
Luxardo D.r Tolja
AVVISI ECONOMICI
»Provvista dei necessari accessori la sott^.. scritta rimoderna, pulisce e ripara cap^jy di qualsiasi genere di feltro o paglia per sigaofè signori e bambini con garanzia di ridurli a nuovo’
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dirimpetto al palazzo Fozza
Vendita esclusivamente all* ingrosso.
2—6
^AAAAAAAAAAAAAAAP
txxxxxaxoxxxx»
I Glomeruli Ruggeri
sono pillole miracolose, infallibili, sorprendenti
contro l’Anemia. Non vi è rimedio al mondo
che per effetto possa vincere questo preparato.
In 15 giorni la persona anemica, la clorotica la
più grave sente rinnovarsi la propria vita. Torna
la forza, il colore, la gaiezza, 1’ appettito, la sa
lute come prima, insomma; e chi rivede la per
sona resta sorpreso del cambiamento quasi istan
taneo. Dopo il settimo giorno che l’ammalato
prende i Glomeruli, già sente um miglioramento
grandissimo. In seguito in breve tempo, la salute
viene e completa. E si noti: senza avere riguardo
pei cibi, la fatica, niente. Si può mangiare male,
si può nutrire d’ insalata, di erbe, di polenta, di
ciò che uno crede.Tanto il rimedio agisce lo stesso.
I Glomerulii Ruggeri vanno usati solamente
contro 1’ Anemia.
Nessuno deve illudersi che possano giovare
in altri mali esaurienti, come 1’ etisia, ecc. \
L’ Anemia à uno di questi segni :
1. Pallidezza del viso, delle labbra e delle gen
give : 2. Dolore dì capo ; 3. Respiro affannoso e bat
ticuore salendo le scale ; Poco appetito e dolori
di stomaco; 5. Debolezza nelle gambe ; 6. Qualche
doloretto di ventre; 7. Pochi od eccessivi mestrui.
Quindi chiunque può conoscerla. E poi quan
do una ragazza è pallida eome cera, c’ è poco
da sbadigliare : quella è anemica, lo dice il viso.
I Glomeruli Ruggeri costano L. 4 (tassa spe
cialità compresa) la scatola di 100 pillole suffi-
niente per una cura di 15 giorni.
Per averli, inviare ordinazioni alla
Ditta 0. RUGGERI - PESARO, Marche
Chiederli in tutte le farmacie.
•smotGooocxxxxxx«
BEI y
mani di persone inette. Specialmente il ceto
operaio della borgata, che molto ha risentito
in seguito alla sospensione dei pagamenti
delle sovvenzioni di guerra, è irritato contro
i signori dell’ approvvigionamento. Conse
guenza di questo stato di cose fu, che un
comitato di operai della locale neocostituita
società „Radničko društvo", dopo aver pro
clamato lo sciopero in paese, si recò cor
porativamente con bandiera rossa e banda
in testa a chiedere ai signori dell’ approvvi
gionamento la consegna dei libri e dei re
gistri, per prenderne ispezione. Questi libri
furono dai, suddetti signori, per non provo
care 1’ ira del popolo, tosto consegnati. Se
non si migliorano le condizioni economiche
dell’ operaio e del contadino si an^Rin
contro a brutti guai. Al contadino intéressa
il suo miglioramento economico, in prima
linea il prosciugamento della campagna di
Imoschi, che venne tante volte promosso
dal famoso, or defunto deputato Perié. Al
contadino poco importa di politica/ special-
mente di politica jugoslava ; prova ne sia
che tutte le mene dei capoccia croati di
raccogliere firme per la Jugoslavia, non
ostante 1’ agitazione dei preti e dei maestri,
non approdarono a nulla, perchè di 45.000
abitanti che conta il distretto di Imoschi,
non riuscire no a raccogliere che appena un
migliaio di firme.
La Cronaca
Il plebiscito per l’annessione. Non ap
pena dai giornali si apprese, che a Parigi
in seno al consiglio dei rappresentanti delle
grandi potenze era imminente la discussione
sulle rivendicazioni italiane e sui nuovi con
fini orientali d’Italia, gli impiegati italiani
dei territori occupati sentirono unanimi il
vivo bisogno di esprimere in un momento
storico così notevole il loro ardente desiderio,
che le nostre terre siano al più presto an
nesse alla Madre liberatrice, troncando il
periodo della fiduciosa, ma pur sempre an
siosa attesa. Il memoriale col voto e le fir
me degli impiegati di tutti i dicasteri fu
sollecitamente trasmesso in luogo compe
tente, con la preghiera di portarlo a cogni
zione dei rappresentanti d’Italia alla confe
renza di Parigi.
E l’impazienza di vedere finalmente com
piuta con una sanzione definitiva l’aspira
zione più viva del patriottismo dei Dalmati
italiani trovò la più eloquente espressione
anche nei voti e memoriali trasmessi di questi
giorni a S. E. il Governatore dalle seguenti
società cittadine : Lega Navale, Società O-
peraia, Società del Casino, Camera del La
voro, Società Filarmonica, Camera di Com
mercio, Società dei Pensionati, Nuova Italia,
Società Ginnastica, Circolo Canottieri Dia
dora, Società Dalmata di Pago.
Sappiamo poi che, a Pago si associarono
al plebiscito per 1’ annessione anche il Fascio
nazionale, la Cassa agricola e la sezione
della Lega Nazionale.
A tutti questi sodalizi, assieme a una au
torevole parola di plauso, giunse già da S.
E. V Ammiraglio Millo l’assicurazione, che
i voti espressi furono con tutta sollecitudine
portati a conoscenza del Governo centrale.
Lega Navale. Alla Sezione di Zara della
Lega Navale italiana pervennero ancora
questi telegrammi:
„Alla nuova Sezione della Lega Navale,
sorta sotto i migliori auspici in cotesta ita
lianissima città, S. A. R. il Duca D’Aosta
rende vivissime grazie per 1’ affettuoso pen
siero rivoltogli e ricambia alto fervido l’au
gurio di fecondo lavoro per la maggiore
grandezza d’Italia. — Il primo aiutante di
campo Colonnello Montasini".
„Con animo esultante saluto la costitu
zione della vigorosa sezione della Lega Na
vale di Zara, che, nel suo sorgere, da fremiti
di alta ed inflessibile italianità. — Presidente
Presbitero".
„Ringrazio vivamente per il cortese tele
gramma. — Sonnino".
„Ringrazio della gradita comunicazione e
sono certo che la Lega Navale sarà valida
collaboratrice del risorgimento marinaro di
queste terre tanto italiane. — Ammiraglio
Millo".
Società ginnastica Zara. Questo fiorente
sodalizio sportivo ha iniziato la sua attività
su larga scala. Dopo aver allestito durante
la stagione carnovalesca una serie di riu
scitissime feste di ballo, ha rivolto ora la
sua attività alle altre sezioni, che si jstanno
appena costituendo.
La scuola di ginnastica ha già incomin
ciato e vi prendono parte ormai più di 500
allievi d’ambo i sessi. E’ prossima la ria
pertura della scuola di scherma, del gabi
netto di lettura e del gabinetto giuochi.
E quanto prima, non appena saremo en
trati in primavera, riprenderà la sua attività
la sezione giuochi all’ aperto, senza dimen
ticare poi che la sezione del* giuoco della
palla al calcio è in attività continua, anzi
della sua attività diamo più giù relazione.
Ricorderemo poi che si sta iniziando una
scuola di recitazione per bambini e per
adulti e in breve tempo se ne potranno
constatare i risultati.
Noi raccomandiamo caldamente a tutta la
cittadinanza di prestare alla „Ginnastica"
tutto F appoggio materiale e morale, che
essa incondizionatamente merita e per il suo
passato e per i fini nobilissimi a cui tende.
Gara al gioco del calcio. Domenica nel
pomeriggio ebbe luogo in Campo Marzio
V annunziata gara al giuoco della palla al
calcio tra due squadre della „Società Gin
nastica".
Una di queste squadre — la prima —-
non è nuova ai cimenti sportivi. Essa ha
battuto pochi giorni fa una squadra della
„San Giorgio" e qualche settimana fa una
squadra della H. M. S. „Diamond" che era
di passaggio per Zara in occasione della
visita delia commissione interalleata degli
ammiragli.
Purtroppo la gara non venne favorita dal
tempo. 11 vento fresco di borea divenne
sempre più violento* tanto che, prima che
il secondo tempo avesse fine, il giuoco do
vette venir sospeso.
La gara incominciò „poco dopo le 16. La
superiorità della prima squadra (bianchi)
emerge fin da principio. Essa invade tosto
il campo avversario, trovando però tenace
resistenza nella difesa della seconda squa
dra, che è formata da giovani molto pro
mettenti, mentre gli assalitori mancano di
fusione e di slancio.
Gli assalitori della prima squadra invece
muovono con sicurezza all’ assalto, sono
abili nei passaggi ; promettono insomma di
diventare dei buonissimi giocatori. Ed anche
la difesa è buona.
1 due portieri sono provetti, specialmente
quello della prima squadra, che ha un calcio
molto sicuro e potente.
La gara — come era facile prevedere —
venne vinta dai bianchi con 3 goals e zero.
1’ neri hanno tentato parecchie volte di lan
ciare il pallone nella porta avversaria, ma
senza successo.
La brava banda del ricreatorio ha ralle
grato V attraente spettacolo col suono degli
inni patriottici e di altre marce.
Così, grazie alla solerzia della „Società
Ginnastica", sono state riprese a Zara an
che le gare sportive, che speriamo si sus
seguiranno 1’ una all’ altra con grande pia
cere della cittadinanza tutta.
Distribuzione di sementi agrarie. L’Italia,
nazione eminentemente agricola, svolge un
programma di redenzione economica anche
nelle sue nuove provincie. Il Governo di
Dalmazia, interessandosi vivamente all’ avve
nire della nostra agricoltura, dispose che
per la veniente primavera venisse facilitato
agli agricoltori dalmati V acquisto di sementi
di granturco, fagioli e patate a prezzi di
massima convenienza.
Le domande per l’acquisto di sementi
sono da prodursi al rispettivo comune, se
si tratta di comuni foresi : mentre per gli
agricoltori del Comune di Zara assumono
le prenotazioni il Presidente del „Consorzio
agrario cooperativo della provincia di Dal
mazia", dott. Carlo de Hoebert, ed il vice-
presidente del „Comitato agricolo distret
tuale”, cav. Venceslao de Stermich.
Per l’assegno delle qualità richieste si
darà la preferenza agli agricoltori che ga
rantiscono di seminare il quantitativo rice
vuto.
La distribuzione della prima partita di
patate seguirà entro la settimana nel magaz
zino delle susistenze militari al Campo Ca
stello.
Lagni del pubblico. Una disposizione presa
una quindicina di giorni fa dal regio Go
verno assicurava alle vedove dei caduti in
guerra, ai soldati malati, alle famiglie dei
presunti dispersi e dei prigionieri di guerra
una congrua sovvenzione, previa legittima
zione e prova del diritto di percepimento,
sulla base di attestazioni rilasciate dai sindaci
del luogo di pertinenza di chi chiedeva le
sovvenzioni.
Notoriamente tutte queste categorie di
beneficati dalla disposizione del r. governo
non percepiscono alcuna sovvenzione dal 10
decembre dell’ anno scorso, ed è facile im
maginare le disastrose condizioni economiche
di tante famiglie, che, private dei loro cari
e spesso dell’unico sostegno, campano da
tre mesi e mezzo a forza di spedienti, in
attesa d’un aiuto, sul quale contano come
debito di giustizia. Desta pietà specialmente
la sventura di tante povere vedove che col
cuore sanguinante per la perdita del capo-
famiglia devono sostenere una numerosa
figliolanza in tempi così difficili.
Ora a chi soffre e si dibatte fra le più
dure asprezze della fame non è indifferente
l’indugio nel liquidare e pagare le sovven
zioni. Il decreto c’è e dev’essere tradotto
sollecitamente in effetto; gl’indugi e i tem
poreggiamenti non fanno che inasprire gli
animi. Il verificare chi abbia diritto al per
cepimento dei sussidi può e deve procedere
alla lesta, dato che non occorrono molte
pratiche burocratiche. I danari, come da in
formazioni attinte in sede competente, ci
sono e 1’ ufficio incaricato del pagamento ha
avuto 1’ ordine di prendere in tempo i prov
vedimenti opportuni se venissero a mancare.
• Censurato
Circolano biglietti austro-ungarici falsi.
Questi sono ordinariamente biglietti da due
corone. La falsificazione è molto appari
scente, perchè nei biglietti falsi la stampa
è molto confusa, sicché il disegno apparisce
come se il biglietto fosse stato mosso nel
momento della impressione ; e, inoltre, il co
lorito rosso del biglietto si presenta assai
vivo.
Si avverte poi che esiste qualche raris
simo esemplare di biglietti falsi da 100 co
rone, messi in circolazione molli anni ad
dietro, facilmente riconoscibili al tatto, perchè
i due lati del biglietto sono egualmente lisci,
mentre, in quelli veri, una delle due superfici
è più ruvida e l’altra più liscia.
Vaccinazione obbligatoria. Il bando nr.
34, relativo alla vaccinazione, è del seguen
te tenore :
Noi Vice Ammiraglio Enrico Millo, Sena
tore del Regno, Governatore della Dalma
zia e delle Isole Dalmate e Curzolane, con
siderato che la comparsa del vaiolo in al
cuni Comuni della Dalmazia rende necessaria
l’adozione di speciali misure profilattiche
per impedire la diffusione della malattia ;
visto l’art. 19 dell’Ordinanza del Comando
Supremo in data 16 ottobre 1916 N.o 311
sull’ ordinamento dei servizi igienici e sani
tari per la popolazione civile ; in virtù dei
poteri a Noi delegati ordiniamo : Art. 1. E
obbligatoria la vaccinazione antivaiolosa di
tutti i nati nel primo semestre della vita,
ed è obbligatoria la rivaccinazione per i
fanciulli frequentanti le scuole dopo il de
cimo anno di età. Art. 2. E’ resa altresì
obbligatoria la vaccinazione e rivaccinazione
per tutta la popolazione di quei Comuni
dove si verificano casi di vaiolo. I Capita
nati distrettuali provvederanno per V appli
cazione di questa disposizione nei rispettivi
Comuni non appena verrà segnalato il pri
mo caso di vaiolo e le Amministrazioni
Comunali dovranno disporre che le relative
operazioni di vaccinazione vengano compiu
te nel più breve termine possibile. Art. 3.
Le contravvenzioni alla presente ordinanza
e alle disposizioni emanate in forza della
stessa saranno punite dai Giudizi Distret
tuali con ammenda estensibile a L 1000 e
con 1’ arresto fino a sei mesi. Art. 4. La
presente ordinanza andrà in vigore dal
giorno della pubblicazione. Sebenico, 8 mar
zo 1919. Il Vice Ammiraglio Governatore:
E. Millo.
Gli abitanti di Cereria e Barcagno co
stretti a servirsi giornalmente del vaporetto
interessano a mezzo nostro la direzione di
quell’ impresa, perchè nel fissare V orario
giornaliero per la pulizia e il rifornimento
dell’ acqua si tenga ora conto del mutato
orario delle scuole medie. Il vaporetto si
nora stava ormeggiato alla Cereria fra le
15 e le 16. Poiché la scuola comincia alle
15’30 basterebbe ritardare di una mezz’ora
1’ orario della sosta per dar modo agli sco
lari di quella plaga, che sono numerosi, di
poter arrivare in tempo alla scuola, senza
bisogno di servirsi delle barche, che rappre
sentano un incomodo grave per l’incertezza
del servizio e la variabilità del tempo e una
spesa non indifferente. Si pensi che, per
esempio, una famiglia che mandi a scuola
tre studenti dovrebbe spendere per il solo
passaggio nel pomeriggio circa 18 corone
al mese, che aggiunte alle altre 9 dell’ab
bonamento darebbero 27 corone mensili per
soli tre figlioli.
La richiesta ci sembra più che legittima
e noi la raccomandiamo alla nuova direzione,
perchè provveda.
11 servizio di sorveglianza sull’ esporta
zione di generi alimentari a bordo dei pi
roscafi che partono per Fiume, in seguito
ai ripetuti lagni mossi dalla stampa e dal
Fascio nazionale, fu intensificato e dà buoni
frutti. Anche sul ,,Knin“, venerdì scorso,
gli organi municipali dkvigilanza hanno fatto
un discreto bottino. Si sequestrarono 300
litri d’ olio, quattro sacdht di zucchero,, quat
tro sacchi e tre cesti ‘d’insalata finissima
— i buongustai dicono che di sì bella e
tenera in piazza non se ne vedeva da un
gran pezzo — inoltre 6 agnelli.
Un particolare piccante : lo zucchero pro
veniva da Stretto ed era di proprietà di un
ex-ispettore di polizia austriaca, che ai suoi
tempi migliori . . . era incaricato della visita
piroscafi per il controllo sulle merci di vie
tata esportazione.
Tutto sta che il sequestro, specialmente
dell’ olio, venga mantenuto dall’ autorità po
litica. Conviene opporsi all’ emigrazione ar
tificiosa dei generi di prima necessità, che
conservano ancora prezzi altissimi, non spie
gabili se non con le manovre degli incetta
tori di contrabbando, che pagano la merce
a caro prezzo, sicuri di rivenderla altrove
con lauti profitti ; e intanto per il loro in
teresse privato contribuiscono alla carestia
del mercato locale, esportando ciò che è
necessario per noi. Nè basterà appioppare
a questi speculatori la multa prevista da
chi trasgredisce le disposizioni dell’ autorità;
conviene mantenere la confisca e vendere a
prezzi convenienti la merce. I succhioni
vanno puniti a dovere.
Per chi telegrafa. Il Comando Supremo
del R. Esercito ha disposto che deve rite
nersi vietato lo scambio di telegrammi pri
vati coi paesi dell’ ex Impero Austro-Unga
rico (compresa la Bosnia,» Erzegovina) nonché
con la Serbia, Germania (eccetuata f Alsa-
zia-Lorena), Montenegro, Russia di Europa
e Caucaso (eccettuati la Finlandia ed i
porti russi del Mar Nero).
Per ora e fino a nuovo avviso è vietato
lo scambio di telegrammi anche con la Re
pubblica Czeco-Slovacca e con la Polonia.
Nel divieto dello scambio di telegrammi
eoi territori dell’ex Impero Austro-Ungàrico
non deve ritenersi compreso Spalato.
R. Stazione Aerologica di Zara
Bollettino metereologico.
del 18 marzo 1919 (ore 8)
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757.0 7.2 51 10 legg. mosso 4.0NNE 13.0 6.6 —
ULTIMA ORA
(Nostro servizio telegrafico).
11 messaggio di Trieste a Spalato.
ROMA 16. Ecco il messaggio del comu
ne di Trieste alla città di Spalato, letto
dall’ ing. Doria, vice sindaco di Trieste, du
rante la grandiosa manifestazione di ieri
per la consegna della bandiera da portare
a Spalato : „Memore dei giorni quando sulla
sponda orientale dell’ Adriatico tutte le città
della nostra stirpe affratellate C°"_
tro l’oppressione nemica, invocando la p
tria contro la lenta morte, il;
Trieste, assurto oggi fra le sorelle d ta^m,
.tende a Spalato le braccia anelanti la
plesso dell’ultima contrastata ?ore1^' .
•città gloriosa dei suoi antichi in
e di sua antica anima raggiante d fede
Trieste manda in pegno d amore i augurio
che la giustizia del mondo sancisca alfine il
decreto della giustizia eterna .
L’Istria per la Dalmazia.
PARENZO 16. Dopo il grandioso comi
zio di ieri prò Dalmazia è stato »nvmto i
seguente telegramma al generale i a i ,
primo aiutante di campo di o. 1 • 1
„Il popolo di Parenzo, Buie, Cittanova,
Montona, Orsera, Portole, Umago, Verte-
neglio, Visignano e Visinada, adunato a a
renzo a un comizio imponente, riaffermando
il diritto italico^sulla Dalmazia, invia al Ke
soldato, primo cittadino d’Italia, atti di plau
so e di devozione".
Il comitato „Trento-Trieste" di Parenzo
ha pure inviato il seguente dispaccio al
presidente del consiglio on. Orlando : „11
popolo di Parenzo, Buie, Cittanova, Mon
tona, Orsera, Portole, Umago, Verteneglio,
Visinada e Visignano, unite per protestare
contro la minaccia di non vedere piena
mente riconosciuto per un non necessario
compromesso diplomatico il diritto integrale
d’Italia sulla Dalmazia, confida che V. E.,
quale capo della delegazione italiana, saprà
far valere e trionfare i diritti della nazione .
Infine è stato inviato questo telegramma
al signor Clemenceau, presidente della con
ferenza della pace : „Il popolo istriano ra
dunato a solenne comizio a Parenzo, centro
amministrativo della provincia, riaffermando
unanime il diritto inoppugnabile d’Italia
sulla Dalmazia, invia i suoi voti a V. E.,
campione di giustizia, amico sincero ed entu
siasta della nostra nazione, fraternamente
avvinta da eterni le trami alla odori
L* on. Foscari per il nostro diritto.
LIVORNO 16. Ecco il sunto del discorso
dell’ on. Foscari, sottosegretario di Stato per
le colonie. L’ oratore, parlando in nome dei
governo, rileva l’alta significazione simbo
lica di Nazario Sauro, il quale impersona
ciò che fu l’Italia prima della guerra, lo
sforzo della nostra marina durante le osti
lità e ciò che sarà domani la grandezza del
nostro paese. Rivolto agli allievi dell’ acca
demia ricorda la triste situazione umiliante
del nostro paese quando per non dispiacere
al governo di Vienna era vietato alle nostre
navi di passare in vista di Lissa, e cita 1’ e-
pisodio dell’ ammiraglio Paìumbo, costretto
a lasciare il comando della squadra per aver
infranto quel divieto. Dice che le onoranze
rese a Nazario Sauro sono atto di omaggio
e di riconoscenza a tutti i marinai morti
per la patria. A quei marinai e a tutti coloro
che caddero per la grandezza d’Italia si
deve se il tricolore sventola su Pola, su
Lissa e Sebenico e se potrà sventolare do
mani su Spalato,
Così nel Mediterraneo, sino a pochi anni
or sono a noi completamente conteso, il
nostro avvenire è ormai sicuro.
Manifestazione patriottica a Pisino
TRIESTE, 16. Sotto gli auspici del cir
colo prò coltura si tenne ieri a Pisino un
imponente comizio pio Dalmazia nel teatro
comunale affollatissimo, con l’intervento di
delegati di tutti i comuni e rappresentanze
di tutti i sodalizi del distretto, fra le quali
si notava la direzione centrale della società
Monte Maggiore. Aprì il comizio il prof. Neri
invitando Pisino, rocca forte d’italianità du
rante la dominazione austriaca contro lo
slaviSmo incalzante, oggi libera, a mantenere
il patto che lega l’Istria alla Dalmazia. Ten
nero esaurienti relazioni sulla questione
dalmata il prof. Sehnidersitz e monsignor
prof. Monti per la „Trento-Trieste". Parlò
poi il dott. Bruno Coceancig, illustrando
l’attuale momento politico, affermando che
dopo il tradimento di Trumbić e le siste
matiche violenze degli jugoslavi, incapaci di
reggere civilmente la Dalmazia, questa
Parlarono,
portando l’adesione del comune di Pisino,
il sindaco avv. Costantini, per il comune di
Albona il venerando patriotta Ernesto Na-
cinovich, per i rumeni della Val d’Assa il
maestro Glavina. La manifestazione patriot
tica culminò colla votazione del seguente
ordine del giorno: ,,I cittadini di Pisino,
Antignano, Àlbona, Bogliuno, Fianona e
Gimmo, raccolti a pubblico comizio, prote
stano contro la follia del jugoslavo
il quale tenta di sovvertire ogni principio
di libertà e di giustizia, e chiedono al governo
d’Italia che la Dalmazia, dolorante per il
lungo servaggio, non sia sacrificata all’in
gordigia del croato, ma restituita integral
mente all’ Italia." Seguirono dimostrazioni
attraverso le vie della città al grido di „ev
viva la Dalmazia italiana".
Un comizio a Gorizia
TRIESTE, 15. Ieri a Gorizia ha avuto
luogo un imponente comizio delle donne
goriziane, radunate per cura dell’ associa
zione nazionale „Trento-Trieste", sezione
Gorizia, nella palestra dell’Unione ginna
stica goriziana. E’ stato votato il seguente
ordine del giorno :
„A voi, eroiche donne italiche di Fiume,
di Spalato e delle altre città italianissime’
della Dalmazia non ancora redente, giunga
il fatidico ,,ti con nu, nu con ti" e forte
talmente da esser udito in tutto il mondo.
L’indomito nostro ardore mai illanguidito
nemmeno sotto la sferza implacabile della
barbarie teutonica, perchè fede ed amore ci
spingevano, non indietreggiò dinanzi la soz
za e famelica razzamaglia feroce ; e facciamo
sagramento di essere con voi contro 0? .
ostacolo di uomini e cose, con 1 ani ino
vince ogni battaglia .
Sem Benelii a Trieste.
TRIESTE, 17. La venuta del Capit
Sem Benelli a Trieste per parlare dell’A
driatico ha acquistato per l’adesione dj
tutta Trieste un’importanza solenne. Il pOeta
soldato parlerà martedì sera al Politeama
Rossetti. L’amore d.ei triestini per il poeta
e l’ora grande che attraversiamo daranno
all’ avvenimento- un valore che tutti sentono.
L’ attesa è grandissima.
Un professore russo alla Sapienza illustra
P italianità della Dalmazia.
ROMA, 17. Il prof. Zabughin, russo, tiene
un corso di lezioni ogni mercoledì, alle ore
17, alla Sapienza su „La Dalmazia e il Rj.
nascimento". Con ricchissimo e prezioso ma
teriale storico e letterario 1’egregio profes
sore Zabughin illustra nelle sue interessan
tissime conferenze il contributo mirabile
per mole e per qualità — dato dalla Dal
mazia e specialmente dalle italianissime città
di Spalato e di Ragusa al Rinascimento
italiano, documento anche questo — dice
il russo prof. Zabughin — dell’ appartenenza
della Dalmazia ali* Italia.
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