N. 19. Zara-Sabato 10 Maggio i862. Anno [11.
LA VOCE DALMAm I.'
GIORNALE ECONOMIGO-LETTERARIO.
Il Giornale si publica ogni Sabato. — Il prezzo d' associazione per Zara è tii fior. 5 sol. 40 V. A.; pel resto
della Dalmazia e Fuori, di fior. 6 V. A. — 1 pagamenti potranno farsi per T annata intera, ed anche per semestre, anti-
cipatamente, e dovranno da fuori di Zara essere inviati franchi per la posta, coli'indicazione del nome, cognome, e domicilio
dell' associato. — Lettere, libri, articoli, devono affrancarsi. — I reclami si mandano con lettera aperta, senza alTranca-
lione. — In Zara le associazioni si ricevono anche al negozio librario del sig. Pietro Abelich. — Un numero separato vale s. 15,
È questo F ultimo numero del nostro giornale, nella sua qualità
di economico'letterario, nel suo presente formalo, e coli' attuale sua
Redazione. iXel prossimo sabato uscirà esso come giornale politico-
letterario,formato di foglio aperto, e colla redazione dell'' esimio
nostro concittadino sig. Vincenzo Duplancich, onde continuare poi
due volte per settimana, cioè martedì e sabato.
11 nuovo suo prezzo annuale sarà di fior. 8 per Zara, e fior. 9
per fuori, pagabili anche in proporzione di semestre o trimestre.
Quelli pertanto degli esistenti signori Associati che avessero sod-
disfallo, nella misura degli attuali prezzi, Tannata intera od il primo
semestre, verranno accreditati dalla nuova Redazione del dì più pa-
gato, nel fissare il debito loro per T associazione successiva, principiante
dalla metà del corrente maggio; e quelli che non avessero fatto
quest'anno alcun esborso, vengono pregati a non differire più ol-
ire il pagamento degl'importi dovuti alla Redazione cessante fino
a mezzo maggio, che sono fior. 2 s. 3 per Zara, e fior. 2 s. 25
per fuori. Vengono pregati a ricordarsi eziandio degi' importi ante-
riori di cui fossero taluni in rilardo Per tutto il resto, da mezzo
maggio in avanti, si si rivolgerà alla Redazione futura.
Deve inoltre la Redazione cessante ringraziare tutti gli onorevoli
suoi signori Associali e Collaboratori per l'appoggio ed il favore
donatole. Molti più, a vero dire, potevan essere quelli che stati sareb-
bero in caso d'offrire con gli scritti loro al periodico nostro maggiore
varietà ed interesse; ora però che il suo campo viene di molto e-
steso, giova lusingarsi che quanti sono veramente animati da patrio
zelo presteranno più di buon grado la mano al giornale medesimo,
il quale, dal canto proprio, saprà certamente corrispondere alla di-
gnità dello scopo suo, e rendersi meritevole del publico aggradimento.
I risultali del concorso ai premi proposti pelle migliori memorie
in argomenti dì publico interesse della provincia nostra, verranno
falli conoscere col nuovo giornale.
UT. 2, Zara ao kagrgrio ^nno I*
a Voce Dalmatica
Prezzo d'associazione in valuta austriaca per
Zara: per un anno fiorini 8; per sei mesi fiorini 4;
per tre mesi fiorini 3. Pel rimanente della Provincia
e fuori: per un anno fiorini ,9; per sei mesi fiorini 4
soldi 50; per tre mesi fiorini 2 : 25. Per T estero, e
pel Lombardo Veneto gli stessi prezzi inargento, fran-
chi del porto-posta.
Giornale politico-letterario
Esce il Martedì ed il Sabato.
I gruppi e le commissioni, franchi delle spese
postali, si dirigono in Zara a Vincenzo Duplancieh Re-
dattore dell» Voce Dalmatiea, e gli abbuonamenti, ai
negozi! librarli dei signori fratelli Battara e Pietro
Abelich. Gli avvisi di 8 linee costano 1 fiorino, e ogni
linea di più soldi 6. La tassa di finanza resta a carico
del committente. Un numero separato costa soldi 10.
Eivista politica.
G sarà facilmente perdonato, se oggi notiamo,
per la prima, cosa di non grande importanza, es-
sendo che ci riguarda particolarmente, ed è di
sommo interesse per la provincia nostra, e che, per
di più, si riferisce a questione da noi discussa nel
passato numero, e avventurosamente sciolta ora
secondo il consiglio nostro, cioè secondo l'opinione
publica e quella d'ogni uomo fornito di onestà e
di senno: intendiamo la questione della lingua
slava scritta, da usare nei giudizii della Dalmazia.
Il Ministro Lasser rispondendo, nella tornata del
14 della camera dei deputati, a una interpellanza
del deputato Ghubissa, dichiarò senza ambagi, che,
non essendo la lingua slava sufficientemente svi-
luppata e ricca delle voci tecniche e legali necessa-
rie , non poteva essere introdotta senza danno,
nella procedura contenziosa e penale. Se questa
risposta si riferisca a deliberazione del ministero,
che infirmi od annulli 1' altra già posta in vigore
da alcuni giorni, noi non sappiamo ; ma certo che
la ci pare troppo chiaramente significata perchè
deggia credersi diversamente; e noi siamo assai
lieti che la cosa sia così, non fosse altro, perchè
abbia a cessare lo spettacolo che abbiamo da al-
cun tempo sugh occhi, della leggerezza con cui si
considera e si tratta fra noi da taluni il serio ne-
gozio della giustizia.
Nella stessa tornata il ministero risolse inaspet-
tatamente in senso hberale e anticlericale altra
questione importante, e che aveva eccitato oltre-
modo r interesse della camera e delle gallerie,
rimandando alle calende greche la consegna dei
beni patronali della chiesa, dovuta dalla città di
Freistadt, secondo il paragrafo XXX del concor-
dato a quel clero, e ch'essa niegò di fare, inter-
ponendo petizione alla camera. Noi ci asteniamo
dal parlarne di più, ragionandone distesamente
il nostro corrispondente di Vienna.
Anche il re di Prussia, che diede pur dianzi in
casa sua saggi sì evidenti del suo poco amore alla
libertà, affetta liberalismo in casa altrui, e minaccia
il principe elettorale di Assia-Cassel di militare
invasione del suo "Stato, se non dà al suo popolo
la costituzione liberale da quello domandata. Ecco
lo stato di questa questione che occupa adesso la
stampa della Germania,
L'Assia elettorale possedeva fin dal 1830 una
costituzione libéralissima, ma nel 1850, epoca
di generale reazione, il principe la abolì; onde il
popolo non cessò poi, pel corso di dieci anni, di
mostrare per ogni via il suo malcontentamento,
così che nel 1861 fu mestieri restituire gli or-
dini costituzionali. Se non che, la nuova costi-
tuzione, che non era che una apparenza, non ap-
pagò per nulla gli Assiani i quali chiesero risoluta-
mente quella del 30.11 principe non che ade-
rirvi, in occasione delle nuove elezioni della Die-
ta , prescrisse che gli elettori promettessero a-
desione .alla costituzione del 61. Succedette una
agitazione che -richiamò 1' attenzione pure de-
gli altri governi. L'Austria e la Prussia tenta-
rono invano !e vie diplomatiche, indi quest'
iima intimò minacciosamente al principe di cedere
ai desiderii del popolo, e poiché quegli si mantenne
ostinato, spedì con nuove intimazioni il generale
Willisen che non fu neppure ricevuto in udienza; indi
concentrazione di truppe, e minaccia di invasione
del territorio. Allora la dieta- di Francoforte, che
aveva al solito guardata la questione, presentata
alla sua deliberazione, con singolare freddezza, veg-
gendo il re usurpare i suoi diritti e acquistare
prevalente influenza, si scosse a un tratto e mandò
a sua volta ad intimare al principe di cedere ai
desiderii del popolo, pronta a valersi in caso di
rifiuto della sua facoltà di intervenire colle armi
federali; alla quale intimazione il principe, come
si ha dalle ultime notizie, cedette per maggior
dignità, non curando punto le minacce del re, al
quale, impotente e deluso, non resta ora che ri-
volgere r attenzione alle bisogne domestiche di-
venute, perla composizione della nuova dieta, non
facili nè piacevoli.
E la causa della libertà pare trionfare anche in
America, ove vedemmo finora stranamente il prin-
cipio stesso prevalere nell' ordinamento politico, e
soccombere e venir conculcato nel sociale : accen-
niamo alla resa della Nuova Orleans," succeduta
pur ora per le armi federali. Per attenuare che
si vogha r importanza di questo fatto, è impossi-
bile disconoscere essere esso un passo non pic-
colo verso lo scioglimento di quella lite, tanto
più che per la successiva promessa di allarga-
mento del blocco, e quindi per la speranza di ria-
vere il prezioso" Cotone, -fiEpàlterrà e
potranno non modificare la loro politica favore-
vole finora agli Stati del Sud, e alla causa della
schiavitù : onde possiamo sicuramente dire che la
vittoria definitiva dei federali non è più che que-
stione di tempo, e di brevissimo tempo-
Più incerta e buia ci appare la questione mes-
sicana, dove la spedizione trova nel paese ostacoU
e opposizione non aspettata. Juarez incorato da
Lincoln s'apparecchia alla difesa. Il generale Prim
dichiara di trovarsi a mal partito, e domanda al
generale Serrano, che non vi assente, e gli nega
i mezzi di trasporto, di ritirarsi.
Da ultimo secondo notizie più recenti, Inglesi
e Spagnuolì, veggendo i''Francesi avanzarsi con-
tro Messico in onta al trattato, ritirano le loro
truppe, lasciandoli soli nella ragna. A che mira
Napoleone nel proseguire ostinatamente la sua
impresa? Forse a contrabilanciare colà il potere
invadente degli Stati-Uniti? Rude bisogna, e pe-
ricolosa intrapresa. Il Times intanto va incorag-
giando la Francia a por piede fermo in quelle
regiorii, dove troverebbe dominio più incontrastato
che sulle frontiera, belge e germaniche. .
Bove il buio ci appare più denso, e il vero più
intorbidato, è nello stato dé&a insurrezione della Er-
zegovina, e della guerra turco-montenegrina, sebbe-
ne qui per la vicinanza dovremmo vederci più chia-
ro, Ma è appunto in ragione della prossimità che
crescono pur le passioni, le quali, più che la tenebra
e la distanza, impedisconq di discernere il vero.
La notizia intanto della potestà della Francia e
della Eussia contro l'invasione del Montenero,
diffusa dal Levant-Herald, non era che una gra-
tuita invenzione. Non vi fu di vero in tutto ciò, se-
condo la Presse, che una proposizione d'accomoda-
mento fatta.dallajEussia per mezzo dell'ambasciatore
turco di Pietroburgo alia Porta, per la quale que-
st' ultima avrebbe dovuto riconoscere l'indipen-
denza del Montenero, e assentire agli insorti tutti
i vantaggi già loro promessi da Omer pascià; se
non che la offerta fu nettamente rifiutata. Se que-
ste novelle della Presse sieno più vere di quelle
del Lemnt - Herald^ noi non sappiamo, ma bene
sappiamo da un dispaccio del Nazionale la caduta
di Niksich, la quale importerebbe, a quanto si dice,
per la Porta la perdita dell'Erzegovina; sappiamo
che di passo in passo, di scaramuccia in scara-
muccia i Montenegrini e gli insorti e le popolazioni
che andranno in sempre maggior numero loro ag-
gregandosi per via, renderanno sempre più arduo
il trionfo alla Porta, e che la inazione dei generali
e dell' esercito turco è un fatto strano ed inespU-
cabUe.
Consulta della Giunta sulla lingua
del Foro.
Avendo non ha guari rivarcate le soglie del-
l' università, non mi saranno, io spero, niegate al-
cune parole, che prometto, se non brillanti, civili,
intorno all'articolo del sig, L Nazionak n. 20
"La lingua slava nei giudizi Dalmati, e la consulta
della Giunta provinciale. „
1. La Giunta tacque infatti e 1' estensione e la
data del regolamento del processo civile, e in tut-
t'altro caso io pure sarei stato tentato di ap-
porgliene una qualche pravità d'intenzione; ma
parlando al Ministero, e al Ministero di giustizia,
la Giunta probabUmènte arvrà trovato inutile di
tessere proprio a lui la lunga storia di quella
legge, d' altronde abbastanza notoria dovunque,
come trovò inutile il sig. L d'aggiungere alle al-
tre sue aggiunte, anche quella, che a qualche pro-
fano potea tornar importante, che cioè lo stesso
regolamento, sotto il nome di Giuseppino, e con
qualche variante, era già stato introdotto in Dal-
mazia sotto la j)rima dominazione dell' Austria nel-
l'anno 1798.
2. Che te parole idioma italiano del §.14
del regolamentò del processo civile per il regno
Lombardo Veneto suonassero equivalenti, prima che
tale regolamento fosse esteso alla Dalmazia, alle
altre una delle lingue usate in giudizio adope-
rate più tardi, e molto più tardi, nel §. 4 della
patente 9 agosto 1854, non la è cosa invero da
convincersene così di leggieri, ove puramente ri-
flettasi, che (^QMQ imponevano l'uso d'un idio-
ma soltanto, e le ultime lasciavano libera fra più
idiomi la scelta, e che fra l'uno e il più d'uno
qualche cosà ci corre. Nè certo il nostro convin-
cimento è agevolato quando il sig. L dopo qual-
che linea non dubita di scorgere fra le due frasi
un' identità di significato. Se fossero state identi-
che od anche equivalenti, non si sarebbero sosti-
tuite le parole idioma italiano del §.14 d^l suin-
dicato regolamento, alle altre idioma consueto della
provincia, che leggonsi al §. 13 del regolamento
Giuseppino. E 1' equivalenza e l' identità delle pa-
role sono esse ben diverse dallo scopo al quale
con una legge si mira, e che a seconda de' casi
può essere raggiunto con parole e con concetti
tra lor differenti Se fosse detto che tanto le pa-
role idioma italiano del §.14 del regolamento,
quanto le altre della patente 64 una delle Un-
gue usate in giudizio, tenàeYdmo a far gl che le
parti nelle varie provmcie dell'impero fossero a-
bihtate a far valere nella propria lingua le loro
ragioni in giudizio, il sig. I. avrebbe avuto ragione.
3. Io non credo punto che T inclita Giunta sia
stata mossa alla sua consulta dal riflesso, che i
decreti aulici, coi quali promulgavasi in Dahnazia
il suddetto regolamento, non diedero apposita ed
Prezzo đ'associaxionc in valuta atistriaca per
^ara: per un anno fiorini 8; per sci mesi fiorini i;
per tre mesi fiorini 3. Pel rimanente delia Provincia
e fuori: per un anno fiorini 9; per sei mesi fiorini 4
soldi 50 ; per tre mesi fiorini 2: 25. Per 1' estero. e
pel Lombardo Veneto gli stessi prezai in argento, fran-
chi del porto-posta.
Kera Maggio 1§63
Giornale politico-letterario
Esce il Martedì ed il Sabato.
I gruppi e le commissioni, franchi delle spese
postali, si dirio:ono in Zara a Vincenzo Duplancieh Re-
dattore della Yoce Dalmatica, e gli abbuonamenti, ai
iiegozii librarli dei signori fratelli Battara c Pietro
Abclìch. Gli avvisi di 8 lince costano 1 fiorino, e ogni
linea di più soldi 6. La tassa di finanza resta a carico
del committente. Un numero separato costa soldi IO.
Rivista politica.
Dall'Italia ci pervengono a questi giorni no-
tizie importanti e inattese, e di qualità affatto
diverse da quelle che noi, o altri nessuno che ami
quel paese, e ne tenga per sicuro il risorgimento,
avremmo potuto desiderare ^ F insensato tentativo
cioè, de' seguaci del partito 'd'azione, d'una inva-
sione nel Tirolo. Il linguaggio di Graribaldi nei
giorni passati più caldo del consueto, la lettera
da lui scritta a' Romani tutta piena di spiriti bel-
ligeri e minacciosi, la manifestata esacerbazione
dell'animo suo per l'arresto del Cattabeni, fatto
a suo dire per non bene giustificato motivo, il
suo aggirarsi non lontano dalle frontiere austria-
che, possono ora apparire come indizii chiari ab-
bastanza, che il suo animo inquieto e impaziente
di finire a un tratto le incertezze della sorte della
sua patria, meditasse e apparecchiasse di lunga
mano la prova audace. Fatto è che già da alcuni
giorni qualche sentore dell' intrapresa avevano a-
viito i governi italiano ed austriaco. Forse fu que-
sta la causa non conosciuta della partenza del-
l'imperatore da Venezia, e del richiamo a Vienna
di Schmerling.
Un insolito movimento eli viaggiatori tra Ge-
nova, Milano e Bergamo, diede a divedere che
si tentasse di varcare le frontiere a Rocca d'Anfo,
Stelvio, Riva di Trento. Il governo procedette a
molti arresti in Sarnico e Pallaziiolo. Mandò poi
in fretta non poche truppe a Como, Tirane, Bor-
mio , Edolo, Salò e Desenzano per custodire i
passi. Furono, fra gli arrestati, segnalati quai capi
e motori dell' impresa, il colonnello Nullo, e 1' uf-
ficiale Ambiveri, de' volontà-ri di Garibaldi. A-
vuta Garibaldi notizia dell' accaduto, parti da
Trescorre, e venne a Bergamo a interporre la sua
autorità perchè fossero rilasciati, ma invano. Ri-
tornato egh a Trescorre, condotti gli arrestati a
Brescia, alcuni del loro partito tumultuariamente
si presentarono innanzi alla porta della pretura
per ottenerne la liberazione. Respinti, si portarono
alle carceri, di cui forzarono la porta. Ne seguì
breve conflitto coi carabinieri di guardia, nel quale
APPENDICE.
Cronaca drammatica,
TEATRO DI ZARA,
Non farò la rassegna di tutto che dalla com-
pagnia drammatica fu sinora dato, nella
corrente stagione, nel detto teatro. Troppo ci vor-
rebbe a tutto sindacare. Abbiamo avuta roba nuova
e roba vecchia; poca vecchia più nuova della
nuova ; molta nuova più vecchia della vecchia ; €i
furono in somma imbanditi cibi cattivi e cibi buoni,
^e., se mi lascierete dire, di insipidi e nauseanti, vi
dirò anche, de' saporiti e degli appetitosi; così come
solitamente viene ammanito da pressoché tutte
codeste compagnie. Molte le cause di questi di-
vani d'imbandigione, nè da accagionarsi di ognuna
i capo-comici. Sì bene, piuttosto, quelle benedette
convenienze teatrali, per cui ciascuno de'primari
attori vuole, quando a quando, figurare coi pro-
pri cavalli di battaglia, senza curare se le
duzioni che per essi li costituiscono, possano o no
essere bene accolte dal pubblico, senza darsi pen-
siero se gli altri attori possano, pedestri, tejiersi
tre rimasero morti ed un ferito ; in seguito a che
la tranquillità fu ristabihta. Il numero degli ar-
restati condotti a Milano, e successivamente ad
Alessandria, è di circa 124.
Varie furono le voci diffuse sull' origine, e i mo-
tori di questi tristi fatti. Alcuni ne vollero incolpar
Garibaldi, ma il governo in una circolare diretta
ai prefetti, ne piglia le difese e dichiara insussi-
stenti le accuse. EgU stesso però scrive franca-
mente al governo di assumere la responsabilità
dell' accaduto, e si dichiara promottore e istiga-
tore di tutti i fatti. La opinione pubblica incerta
sulle cause, se condanna da una parte gh au-
tori del fatto, non sa scusare dall' altra il go-
verno, che, avvertito, non seppe impedirlo in tem-
po; e v' è taluno che gU dà carico d'esserne stato
egh medesimo il promottore.
Comunque siasi, è a lamentare che la disparità
delle opinioni sui mezzi più propri di condurre a
fine r impresa della patria redenzione, conduca
alcuni ad atti inconsiderati, che, se non ne compro-
mettono r esito, che noi crediamo immanchevole,
possono almeno ritardarlo. Non è egli a temere
che il timore di precoci" tentativi e di disordini
interni, arresti 1' opera delle,potenze proteggitrici?
Francia, che la partenza di Go3''on da Roma, e
il viaggiò del principe ISfapoleone a Napoli, danno
a divedere già prossima a por fine alla questione
romana, non potrebbe, impaurita, modificare nuo-
vamente la sua politica, e sospendere uno sciogli-
mento, che traesse a nuove imprudenze e a sforzi
impronti e pericolosi? L'Austria che ora dichiarò di
non pensare a restaurazioni, ma di star contenta
alla difesa, non potrebbe, provocata, credere di
non trovare abbastanza difesa che portandosi sul
territorio nemico, nè piena sicurezza che in un
fatto compiuto? E, dove avesse a compiersi il
nuovo fatto, chi potrebbe, e come nuovamente
disftu^lo ?
E di nuove agitazioni è pur minacciata Ger-
mania. Lungi dal confermarsi la notizia che 1' e-
lettore d'Assia abbia ceduto all'intimazione della
dieta, è certo eh' egU vi resiste risolutamente, e
un dispaccio di Vienna ci assicura che un ulli-
al paro con essi, nel loro galoppo, o solo trotto
che sia; e quella, più che benedetta, santa ragione
finanziaria, per la quale i direttori delle piccole
compagnie, ora che provvida e giusta legge fa
alcun poco rispettata la proprietà intellettuale, non
ponno procacciarsi i buoni componimenti dramma-
tici itahani più recenti, nè le buone traduzioni
delle migliori nuove produzioni de'teatri stranieri.
Eppure tra le vecchie cose del Goldoni, del Giraud,
del Bon, ad esempio, ve n'è tante di sì eccel-
lenti (e in questo, come in molti teatri, mai rap'
presentate), da rendere assai condannabile la scelta
di quelle stucchevolissime, dirò pure ad esem-
pio , d'un Cesareo PersepoU, di un Euticchio e
Sinforosa, nelle quali mal ci sapremmo dar ragione
del perchè, nonché trasceglierle, si adattino pren-
dervi parte degli artisti del merito di un Bottazzi,
della signora Derosa. Abbiamo il bel dramma La
Marescialla d" Ancre di De Vigny; perchè darne
quell'altro pasticcio sullo stesso soggetto rappre-
sentato nella serata in benefizio della signora De-
maria ? E perchè mai nulla di un Melesville, del-
l'Uchard, dell' Ancelot, diLègouvè, pressoché nulla
dello Scribe, nulla di Eotzebue, del Sandau, del-
l'Iiia»d, e di molti altri drammiaturshì e poeti
malum della Prussia chiede a quel principe il rinvio
del ministero, a soddisfazione dell' insulto fatto al
generale Willisen. Intanto abbiamo maggiori schia-
rimenti su quella questione.
L'Austria, d' accordo con la Prussia, convoca-
rono la dieta in seduta straordinaria il giorno 10,
per dehberare l'intimazione all' elettore, di sospen-
dere la decretata procedura elettorale ; però l'in-
viato dell' Assia si valse del suo diritto di diffe-
rire la decisione fino a nuova seduta, la quale fu sta-
bilita ai 13. Wilhsen fu intanto spedito coli'intima-
zione della Prussia, a cui succedette conforme de-
Hberazione della dieta, presa a grande maggio-
ranza, convalidata dall'adesione pervenuta a Vienna
dai vari stati della Germania. Se non che, nes-
suna coazione valse a far mutar proposito al prin-
cipe. Ora, se egU continua a rimanere irremovi-
bile, altro non può aspettarsi che l'invasione della
Prussia nel suo territorio, a nome della confede-
razione. Vedremo allora, come osserva il Journal
des Debats, le stesse potenze (con alla testa gli
stessi sovrani, a.nome della stessa confederazione)
che invasero già quel territorio, per rovesciare la
costituzione del 1831, e mettere in piedi quella
del 61, tornarlo ad invadere per restituire la pri-
ma e rovesciare quest' ultima. Forza insuperabile
dell' opinione pubblica e progresso dello spirito
liberale. Ma è egli a credere, come nota l'Indi-
pendenza Belga, che questo spirito animi vera-
mente il re di Prussia? Difficile cosa, se con-
sideriamo che la questione vera della libertà
nell'Assia, e il vero desiderio de'liberah Assiani,
non sta tanto nel restitun^e la costituzione del 31,
quanto nelF attivare la legge elettorale del 1849,
che ne è la base; al che la dieta non ha pensato,
nè ci penserà certo di per sè il re di Prussia.
Che se ci fu d'uopo smentire le notizie date
da noi martedì, e ritrattare le previsioni nostre
sulla questione Assiana, siamo lieti di confermare
quelle dell' America. La presa della Nuova-Orleans,
ad onta dei contrari augurii del T^mes, è già feconda
di maggiore affluenza, sul mercato, del cotone de-
siderato, e non affatto distrutto, come dicevasi;
onde se ne ebbe sensibile ribasso ne'prezzi. Mac-
comici italiani e d'altre nazioni, le cui opere, senza
spesa che di pochi soldi, ammighorerebbero d'assai
un repertorio teatrale, dando di che far figurare
eccellentemente ogni attore di merito, e di che
soddisfare, e, dirò di più, addirizzare per giusta
via, il senso dell'arte e il gusto del più esigente
e male educato tra i pubbhci, nonché del nostro,
esigentello sì, ma assennato e colto quant' altri mai.
Le produzioni alle quali questi prese maggiore
interessamento, e in fatti le più notevoh finora
date, furono La Redenzione di Ottavio Feuillet, e
Antichi e moderni, riduzione del Troppo tardi l di
Teobaldo Cicconi ; scritte col plausibile intendimento
di fare della commedia qualche cosa di più che
non sia un semphce passatempo,
Nella prima, l'autor suo dà rilievo e grandezza
all'idea religiosa, alla fede, sepolta, latente nel cuore
inaridito di donna pervertita da turpe educazione ;
idea scossa in essa a un primo palpito, dalla benedi-
zione del venerando conte di Glaibach, priore del
convento de' francescani di Vienna, fecondata e svi-
luppata poi dal calore dell' affetto che la Maddalena
prende per le virtuose qualità di un uomo leale, d'a-
nimo generoso, d'alti sensi, Maurizio Feder, nel quale
l'autore personifica uno di que'nobili tipi di cui,
m, 4. Zara 27 Iffàg^gìo 1§63.
Prezzo d'associazione in valuta austriaca per
Zar«,-: per un anno fiorini 8; per pei mRsi fiorini 4;
Iier tre mesi fiorini 3. Pel riiuaHentc, della Provincia
e fsori: per un anno fiorini 9; per rfei mesi fiorini 4
«oidi 50; per tre mesi fiorini 2 : Ptór l'estero, e
pel LonibardojVeneto gli stessi prezzi in argento, fran-
cJii tlei porto-posta.
Giornale politico-letterario
Esce il Martedì ed il Sabato.
I gruppi e le commissioni, franchi delle spese
postali, si dÌri«:ono in Zara a Vincenzo Duplancich Re-
dattore della Voce Dalmatica 1 e gli abbuonamenti, ai
negozii librarli dei signori fratelli Battara e Pietro
Abelich. Gli avvisi di 8 linee costano I fiorino, e ogni
linea di più soldi 6. La tass« di finanza resta a carico
del committente. Un numero ^eparato costa soldi IO
Kivista politica.
Dopo molto discutere, la commissione finanziaria
del Consiglio dell'impero, rifiutando ogni idea di
accrescimento deUe imposte dirette, deliberò di
proporre l'aumento della tassa sulle rendite; mi-
sura che riduce del mezzo per cento l'interesse
delle obbligazioni di Stato, Per grande che sia la
probabilità o la speranzđr che siffatta misura mi-
gliori lo stato delle finanze pubbliche, e il valore
della moneta; l'effetto del presente danno non
l)oteva non avere influenza sulle borse di Vienna
e dell'estero. Che ne avrebbe a essere poi, quando
tale progetto avesse esecuzione per la delibe-
razione del Consigho ? Quasi a compenso di que-
sta poco beta novella dobbiamo annunziare che nella
seduta dei 22 la Camera approvò in terza lettura
r appendice al codice penale per reati di stampa.
Se non che siffatta deliberazione avrà ella esecu-
zione? La Camera dei signori, delle cui modifica-
yioni non si fece interamente conto, le darà il suo as-
senso definitivo, e potremo finalmente vedere il bel
ìirogetto tramutato in legge definitiva? Speriamo.
Le Camere prussiane furono aperte il 19 dal
principe Hohenlohe, che vi pronunciò il discorso
del trono, e non jre in persona, come di con-
sueto; prova evidelìté'del suo disgusto perle nuove
elezioni, e specialmente per quella, chè fu 1' ultima,
del Dr. Jakoby di Kònisberg,'uomo singolarmente
male accetto, come quegli che,facente parte nel 1848
della deputazione spedita dalle Camere per do-
mandare la dimissione di quel ministero, e accolta
disdegnòsamente, osò pronunciare le parole : Que-
sta è la disgrazia dei re, che non vogliono udire
La verità. Il discorso fu nell'insieme poco signifi-
cante: dopo aver detto che la sessione presente
non a\Tebbe dovuto durare più che non occorresse
pei disbrigo degli affari più urgenti, toccò leggèr-
méhte le questioni presenti. E a osservare però che
la maggior parte delle questioni interne nelle quali
il governo fu apertamente discorde dalle Camere
passate, e per le quali quelle furono rimandate,
Tengono in esso sciolte secondo l'opinione e il
volere di queste, e contro la prima deteiminazione
di quello. Di questa maniera, dichiara ora consen-
tire spontaneamente a rendere conto dell' ammini-
strazione dello stato, ciò che prima rifiutò tena-
cemente. E ella questa prova di intendimenti con-
ciliativi 0 di astuzia ingannatrice, o veramente è
una prova che alla lunga è impossibile il gover-
nare contro la volontà della nazione, e che le più
ferme risoluzioni devono Cedere quando questa sj
chiaramente si manifesta ?
Non si sa prevedere quale esito possa avere la
questione dell' Assia, nè a che possano condurre le
minacce prussiane d'interVenzione. Benché evidente
il torto del principe elettore, e universale la di-
sapprovazione del suo contegno ; non è però .evi-
dente il diritto d'intervenire violentemente nei
negozi suoi interni, e nelle contese ch^ egli pnò
avere col suo popolo, E invaso che fosse il ter-
ritorio del suo stato, sarà egli perciò spodesta-
to, fi compiuta la conquista de'suoi domimi ? E
perdili, e a vantaggio di chi? Più ragionevole è
predere che segua un accordo, e ch^ egh desista
dalla resistenza, resa mutile dal rifiuto concorde
e unanime degli elettori di prendere parte alla
votazione colla imposta condizione.
Il tentativo d'invasione di garibaldini negli
stati austriaci e le luttuose conseguenze che tras-
sero seco, mettono più sempre in chiaro come,
nè la politica del ministero, nè gli intendimenti del
governo abbiano la piena adesione, e trovino l'in-
tera fiducia del paese. La condotta del governo
neir affare di Brescia, trovò la aperta riprovazione
di un partito, più numeroso e influente che non
paresse. La protesta violenta di Garibaldi (non
forse giustificata, perchè volta contro soldati ese-
cutori, che non potevano rifiutarsi di obbedire)
trova il sostegno ne'giornaU democratici, e la.di-
sapprovazione dei moderati e ministeriali. Il Dirìllo
tra gli altri si scaglia acremente contro l'operato
del governo ; secondo quello eh' ei narra, per nulla
giustificato fu lo spargimento del sangue, per nulla,
il far fuoco contro il popolo inerme la cui vio-
lenza era punto a temere.
Il^ujl mimerò dei 20 maggio che recava l'in-
dirizzì^d^associ^^^ unitaria italiana di Ge-
nova, vSne sequestrato. La Perseveranza , poco
amica del governo finora, sotto là pressione delle
agitazioni presenti, muta consiglio e lìigha a di-
fenderlo caldamente. Ma il re intanto fa ritorno
a Torino tra le ovazioni popolari; il principe Na-
poleone s'avvia verso Frauda, e la soluzione della
questione romana, che pur jlareva imminente, torna
ad essere messa da, band^
lere dell'onnipotente Napoleone, i misteri della cui
politica ogni giorno si fanno più tenebrosi. Pare che
egh il primo sia stato avvertito dei disegno d'in-
vasione, egli n' abbia dato avviso al Piemonte, con
severissimo ammonimento di prestarsi a impedirlo,
minacciando altrimenti rovina all' Italia, mentre
d' altra banda rassicurava l'Austria, e la consi-
ghava a provedere alla sua difesa. Nè meno strana
è la sua condotta nell'affare del Messico. Inghil-
terra e Spagna apertamente la sconfessano. Il dub-
bio che circa il parere della seconda pareva ri-
manere, è tolto oggimai dall'approvazione espli-
cita data dal governo al generale Prim. Mentre
gli accordi di Londra ponevano a scopo della spe-
dizione non altro che la dovuta riparazione delle
offese comuni alle tre potenze, Francia intende a
regolare le condizioni interne del paese, e por
fine ai disordini, cioè a dar mano al partito mo-
narchico capitanato da Almonte, contro la vo-
lontà del paese, di opinioni e sentimenti republi-
cani, per far regalo di quel trono all'arciduca Mas-
similiano. La " stampa inglese intanto e spàgnuola,
d"'ogni colore, si scaglia acremente contro tale
condotta. E gli Stati Uniti lascieranno eglino com-
piersi r impensato avvenimento ? Certo la cosa è
dubbia, se mandano le loro squadre nelle acque
di Vera-Cruz per osservare gli avvenimenti, se
Seward protesta contro l'istituzione della monar-
chia, benché Davis a rincontro assente, il diritto
al Messico di prò vedere a proprio senno al pro-
prio governo, e alla Francia d'aiutarlo.
La questione turco-slava potrebbe forse acco-
starsi ad UBO scioglimento, se non prendiamo er-
rore sul senso delle ultime notizie. Secondò que-
ste la Porta, respinta definitivameirte la proposta
di accordo fatta dalla' Rùssia, prenderebbe adesso
un eontegno più risoluto, e si accingerebbe" all'a-
zione,' dàlia quale parve finora astenersi, ordinando
àd Onier di attaccare il Montenero ; il che succe-
dendo, T esito della lotta non può esser dubbio.
La stessa Niksich che da tanti giorni si predica
caduta, nè lo era mài definitivamente, restando
sempre in potere dei Turchi la Cittadella, ora di-
cesi rioccupata tutta dai Turchi, è abbandonata,
dopo averla depredata, dai Montenegrini. Tuttavia
in questo alternarsi di notizie contraddicenti ogni
giudizio sarebbe prepostero, ogni predizione ar-
rischiata.
Siamo lieti di potere onorare il nostro neonato
giornale col nome di N. Tommaseo e con lo scritto
che segue, pel quale egU ci da una nuova prova
di patria carità, scendendo, affine di più sempre
schiarire questione a noi importantissima, a com-
battere contradizioni e contradicenti dei quali 1' o-
pinione pubblica ha già giudicato.
Firenze, 20 maggio.
Voi m'invitate a rispondere. Credete forse che
a me il tempo abbondi e il buon umore e la sa-
lute e la pazienza ? Per rispondere al magnanimo
anonimo, il quale col coraggio medesimo che i
Croati an'darono richiedendo la Dalmazia a Vienna
jure post liminii, cioè come una barca o una be-
stia, si volge a me, e mi domanda: quale degli
uomini della Dieta dalmatica sia per lasciar il
nome suo alla posterità. Pare che 1' anonimo non
dubiti di doverle lasciajre il suo ; il che è suffi-
'cientè alla gloria della Dalmazia, tanto eh'anch'io
me ne appago ; e, per non ripetere sempre questo
titolo d' anonimo, d' orinnanzi chiamerò lui lo spet-
tacolo della posterità.
Veramente, prima che scendere a risposte, io
dovrei aspettare eh' altri risponda ragioni e non
ciarle ai molti argomenti recati da me ne'miei
scritti. E, per non rammentare che l'ultima breve
lettera, io domandavo come potrebbe la Dalmazia,
confusa colla Croazia, rivendicare i patti della
sanzione prammatica non sanciti da lei nè per
lei ; domandavo se la sanzione prammatica ne' Con-
fini militari abbia vita, e se tale saggio del valore
politico de^ Croati ci possa incuorare ; domandavo
com'è che gli Slavi di Dalmazia diventati di su-
bito così teneri e forti, tacessero insinattanto che
non appai'isse, non dico la speranza del premio,
ma la sicurezza dell' impunità ; domandavo perchè
non approfittassero della guarentigia offerta dalla'
legge nei giudizii alla povera plebe, e non tro-
vassero testimonii di quelli e difensori di questa,'
provvedendo che la inscienza della lingua non le
nuocesse, mà aspettasero adesso di fare scandalo
e' d'irritarla; domandavo perchè, ragionando del-
l'applicare giudicialmente le leggi in lingua intel-
ligibile al popolo, non toccassero mai di quel eh' è
r essenziale; del fargU intendere un poco esse leggi,
e a ciò non badassero in questo intervallo di
tempo, che pur potevano inpunemente ; domandavo
perchè, senza ribattere e smentire il sofisma, ma
troppo tardi scusandosene, permettessero eh' altri
storicamente e filologicamente confonda i Dalmati
co' Croati, per la ragione dell' kervatski, la qual
ragione confonderebbe a'Bomani e a'Veneziani i
Corciresi parlanti insieme italiano e romaico ; do-
mandavo perchè la lingua e le lettere slave in-
cominciassero ad avere cultori in Dalmazia dojK»
finita la dominazione croata, e come i Croati
non avessero neppure elementi di slava lettera-
tura se non quando l'attinsero ai Dalmati; do-
mandavo se, trattandosi in lingua slava le cause,
dovessero gli atti pubblici e tutti ' gli/atti della
vita civile nella lingua medesima essere scritti, e
se il linguaggio della scienza sia tanto tra noi
il* *a SI Maggio Aimo
Prezzo <!'associazione in vallila austriaca per
5?ara: |)(;r un anno fiorini 8; per sei ninsi fiorini
per tre lunsi fidrini 2. l'cl riiuan^'nU; (iflla l'rovinciiv
e fuori: p«r un anno fiorini por «ci nii's^i fiorini 4
soldi 50: piT tee mesi fiorini 2 :'-Jò. fV'r 1'estero . e
pel Lottibardo Veneto gli stess^3p{;#zzi in iirg;i'n(o, fran-
chi del porto-posta.
Rivista politica.
Il nostro diligentissimo corrispondente di Vienna
giunge in tempo a darci notizia della discussione
seguita, nella tornata dei 2 6 nella Camera dei de-
putati, sopra i sussidi proposti dalla commissione
di finanza, a cagione di carestia, per l'Istria e
per la Dalmazia, e del discorso che il nostro de-
putato Lapenna vi tenne in quella occasione. Di-
mostrò egli ad evidenza come le cagioni della mi-
seria in Dalmazia non da accidenti di clima proven-
gono, e da influenze atmosferiche, ma dalla cattiva
amministrazione, e dalla ninna cura di promuo-
vere le fonti naturali di prosperi^ di che è ricca
la provincia ; e fu tale la vifIMtà e la potenza
della sua facondia, tale P efficacia del suo dire,
che la commissione recedette tosto dalla esigenza
che le comuni avessero a rimborsare l'erario dei
sussidii somministrati, aderendovi unanimemente la
Camera. Siamo lieti di annunziare per i primi tanto
benefìcio alla nostra pi-ovinda, ma più lieti di
poter largire ampio tributo di riconoscenza e
di lode al deputato Lapenna : il quale risponde
con fatti troppo evidenti alle maldicenze che sul
suo conto si tentarono di spargere ; alla opposizione
che il sedicente liberale partito annessionistico
gli mosse contro alia occasione della sua elezione
alla Dieta provinciale e al Consiglio dell' impero.
Non è la prima volta che egli dà prova dell'af-
fetto che nutre pel suo paese, essendo egli più
che altri che ci tutelò con ogni vigore, giovandosi
della sua influenza e presso il ministero e presso
ciascun membro della Camera, dalla soggezione
croatica. Non è la prima volta che dà saggio della
distinta intelligenza di die è fornito, del sape-
re di che è adorno, e che fa risuonare onorato
e distinto il nome dalmato nel parlamento au-
striaco ; ma è la prima volta che egli ci presenta
fatto sì splendido da chiuder la bocca ad ogni
avversario, da fare arrossire qualunque de' vantati
spazzalori delle vecchie nostre islilazioni, che non
sanno offrire a riscontro che sterili declamazioni
e vanti impotenti ; è la prima volta che possiamo
sfogare senza ritegno l'abbondanza del cuore e
la piena dell' ammirazione, senza tema che altri ci
dia taccia di vigliacca adulazione, o il lodato ab-
bia ad arrossire di lodi esagerate ed impronte.
I giornali ricevuti colla posta di mercoledì po-
che notizie di grande importanza ci recano, o al-
meno poche mutazioni nella situazione degli af-
fari in Europa. La questione di cui la stampa e
il mondo sembrano più preoccuparsi è quella del
Messico, nella quale la Francia tiene condotta af-
fatto diversa da quella delle potenze che le fu-
rono socie alla spedizione, e colle quaU ogni le-
game ruppe per modo, che laddove queste con-
cludono già un accordo , pel quale il governo
del Messico promette riparazione dei danni pas-
sati, guarentigia per T avvenire e compenso delle
gpese -; ella prosegue arditamente nella impresa
che ogni giorno diviene più arrischiata e perico-
losa. Molto r inveire dei giornah stranieri contro
il suo ardimento, e Tirridere deg?inglesi; molto
in Francia il discutere tra i ministeriali e gl'in-
dipendenti sul suo diritto di farlo, molto l'affan-
narsi dei primi a dimostrare (a dir vero con poco
felice successo) che ella ne abbia avuto giustifica-
zione nella convenzione di Londra; molto il gridare
tì' ognuno contro i pericoli dell' impresa. Piccolo
l'esercito che si trova avere sul luogo; remota
Giornale poliìico-letterario
Esce il Mercoledì ed il Sabato.
I grnippi e le eoniniissìoni, franchi delle spese
postali, si (liriffono in Zara a Vinoenzo lìuplancich Ile-,
datfore delia. Voce Dalmatica, e sii abbuonamenti, ai
negozi! librarii dei sÌ2;tiori fratelli Baftara c Pietro
Abelicli. (Ili avvisi di 8 linee costano I fiorino, e ogui
linea di piìi soldi 6'. La ta^vsa di finanza resta a cai'ico
del commiUente. Un numero separato costa soldi 10
ed incerta la promessa di rinforzi che il generale
Loi-encez ricevette dall' imperatore, e, benché di
20,000 soldati, scarsa al bisogno; risoluta la re-
sistenza del partito repubblicano e nazionale, dub-
bio e meschino, benché magnificato, l'aiuto dell'in-
terno partito monarchico, cioè della straniera razza
latina, di che è capo Almonte ; probabile il vahdo
intervento del governo dell'Unione, che già sul
punto di trionfare della guerra civile, sarà Ubera
di portare a difesa tutte le sue forze, e già manda
colà una sua flotta a vigilare nel golfo, e dicesi
abbia fatta intimazione di desistenza, e certo non
tollererà di leggieri nel continente il dominio eu-
ropeo, e il signoreggiare delle istituzioni dispoti-
che. Ecco la ragione perché la stampa d' ogni co-
lore, e r opinione pubblica s'accordano a condan-
Ucxre r impresa e presagire pericolo e scadimento
di credito e danno sensibile, e non giustitìcato,
nelle finanze. Se non che, fedeli al principio di
non lasciarci illudere dal desiderio di vedere vin-
cente la causa buona, e giudicando ragionevol-
mente, non possiamo credere che Napoleone non
preveda tutte le conseguenze de'suoi atti, né che
si sia gittato alla cieca in un passo così diffìcile,
che egli non abbia, o sicurezza di uscirne trion-
fante e di raggiungere il fine propostosi, o che
per avventura, il owo diae^iW sia-pià metl^to di
quello che appaia, e la soluzione voluta, diversa
dalla immaginata e aspettata dalla comune.
E la dubbietà de'suoi intendimenti è pari non
meno nella questione d'Italia. Il Goyon abbandonata
finalmente a malincuore Roma, con grave dolore
del papa, lascia in sua vece il generale Hugues,
e a' suoi ufficiali, unanimi ne' sentimenti e de' suoi
intendimenti partecipi, prescrive, nel congedarsi,
la stessa condotta nella guerra, e lo stesso con-
tegno politico. Torna a Parigi, certo per non più
rinvenirne, ma ricevuto con perfetta accoglienza
dall'imperatore, che a prèmiaiio de' suoi servigi
graditissimi, e compensarlo dello scacco sofferto, lo
nomina senatore.
Il principe Napoleone intanto, certo spedito con
nuove proposte e progetti di accomodamento, che
pareva doversi ridurre difilato a Marsiglia, va a
beli' agio visitando e percorrendo Sicilia. Una di-
minuzione e riorganizzazione dell'esercito francese
ci si annuncia intanto, mentre Tohuvenel manda a
Benedetti una nota con cui deplora gli avveni-
menti di Brescia e Bergamo come dannosi al con-
solidamento dell' italiana unità , e un' altra nota
consegna Benedetti aAntonelli passando di Roma
con cui si chiede F allontanamento di Ferdinando
tra pochi giorni da Eoma.
Garibaldi d'altra parte modifica con una let-
tera al Movimento 1' asperità della sua disappro-
vazione al contegno de'soldati nel conflitto di Bre-
scia : e di mutamenti ministeriah a Torino si va
bucinando. Un articolo del Teinps mette più in
chiaro le ragioni e gì' intendimenti di Garibaldi
nel tentativo del Tirolo. Sembra che il primo
disegno fosse di tentare una spedizione in Grecia,
quando quivi la rivoluzione parea prender piede.
Avrebbe egli determinato di mandarvi il colonnello
Cattabeni con un certo numero di volontari, e su-
scitatovi un sollevamento dalla parte del Danubio,
avrebbe, estendendosi la rivolta, tentato di. schiac-
ciare r impero ottomano, per poi rivolgersi con le
forze accresciute a provocare la rivoluzione nel-
r Austria. Ma il generale Tiìrr ne lo avrebbe di-
stolto, facendolo accorto che la rivoluzione greca
aveva in mira di innalzare al trono un figlio di
Vittorio-Emanuele, egli trovandosi, intimo della
corte, in migliore agio di negoziarvi e tutelarvi gh
interessi della Grecia. Poscia lo ammonì che la
Grecia intendeva fare da se come Italia nel 1848,
Garibaldi facilmente pieghevole, avrebbe allora ri-
volto i disegni al Tirolo affine di assalire l'Au-
stria, nel cui seno egh crede di trovara la solu-
zione della italiana questione ; Un corpo di volon-
tari doveva gittarvisi sotto la condotta di Catta-
beni, mentre d' altra parte si sarebbe tentata la
sollevazione della Venezia. Ma intanto Cattabeni
fu arrestato come imphcato nel furto Parodi (fatto
appunto neir interesse della spedizione di Grecia),
presso di lui rinvenuti il piano della spedizione,
e la lista de'complici che furono poi arrestati.
Zara, 28 maggio.
Nei giorni scorsi avemmo tra noi l'illustre pro-
fessore Teodoro Momnisen, venuto a riscontrare
sopra luogo l'esistenti lapidi antiche, per la grande
raccolta d'iscrizioni romane che si sta facendo a
Berlino, e nella quale fiigurerà nobilmente con le
sue anche la nostra Dalmazia, che può tante van-
tare preziose memorie della romana dominazione..
Così la ferrea mano del tempo, le invasioni bar-"
bariclie e le altre vicende corse dalla patria no-
stra, l'ignoranza e l'incuria, non ne avessero fatto
miserabile dissipamento, sterminando in gran parte
siffatti avanzi d'una eredità illustre, o lasciando-
seli rapire da mani straniere, o cadere lasciandoli,
se anche tra noi rimasero, in abbandono e rovina,
e taluni puranco a qualche ignobil uso volgen-
done. La pietra sepolcrale di pia famiglia romana
copre adesso nel cimitero di Cassich la spogliai
d'un aid/do morlacco, per mano caduto della pub-
blica forza ; quella dell' eroe veneto Camillo Bra-
gadin, su cui leggevasi: Fama ejus ierris vivit, at
aie Dea, copre adesso, mutilata e calpesta, nella
città di Zara, una fogna dell' ospitai militare 1 E
così altre d'ogni epoca. — Malgrado però a tanto
spensero dei monumenti nostri, uè tutto è scom-
parso, né tutto fu profanato, ed oltre al moltis-
simo conservatoci negh scritti loro da benemeriti
raccoglitori, qualche cosa tuttora esiste nell' ori-
ginario suo stato, che ispezionata dal slg. Mommsen
cogli occhi propri e con quella valentia che gli
conciha senza dubitazione la fama di primo sto-
rico ed archeologo della Germania, potè fargli sco-
prire qualche interessante novità fino ad ora non
avvertita, o correggere qualche abbaglio, e dare
a qualche pietra una più esatta interpretazione
di quella creduta fino ad ora la vera.
Fra gli oggetti che arrestarono 1' attenzione di
lui, principalissiino fu il duomo di Spalato, che
sgombrato dagli addossativi caseggiati e restituito
air originario isolamento, guadagnerebbe a mille
doppi, com' egli diceva, di quell'importanza, che
lo rende l'unico monumento del suo genere in
Austria, e farlo divenire potrebbe la meta d'un
devoto pdlegrinaggio pegli amatori della classica
antichità. Ma gli ostacoli, a vero dire, son grandi,
ingente la spesa; tatto però giova ripromettersi
col tempo dair interessamento che dovrebbe pren-
dere per tale oggetto 1' amministrazione pubbhca,
e dal patrio zelo di cui diedero t^nti nobili e-
sempi quei cittadini.
Degno d' osservazione trovò pure quel sito in
prossimità di Kistagne dove sorgono gli archi,
detti tra/ani. Ivi s'offersero a lui chiari indizi dei-
Il* o. 4 fiJlMg'iio
Vi i'x/,0 d'assoi-inzione in valiifa 'austriaca per Zara: per un hoiio noi-ini 8; per sei ninsi fiorini 4* per tre mesi fiorini 2. Pel rinianeate della Provincia e fuori: per un anno fiorini 9; per isei mesi llorini 4 j<olili óO; per tre mesi fiorini 2 :2o. l>er l'estero, e pel Lombardo V eneto gli stessi prezzi in argento, fran-chi del pcpto-posta.
'ano
Esce il Mercoledì ed il Sabato.
Rivista politica.
Siamo lieti di poter offrig^' ai nostri lettori nella
sua integrità il discorso tenuto dal deputato La-
penna, nella tornata dei 26 del Consiglio dell'im-
pero. Con lo sguardo sicuro d'uomo profondo co-
noscitore delle condizioni del proprio paese, col-
r accento di chi è altamente tocco da miserie
da lungo tempo conosciute e pur dovute deplo-
rare in silenzio, esultante di poter finalmente pro-
rompere a manifestarle, perchè speranzoso di ve-
derle riparate; dimostra egli come non le condi-
zioni naturah resero il paese nostro uno de'più
squallidi e infehci della monarchia, ma l'inerzia
e il mal volere degli uomini, e soprattutto il mal
governo, inteso, pello scaduto sistema, a procac-
ciare solo la sicurezza e l'interesse del corpo dello
tótato, col sagritìzio e 1' abbandono delle sue parti.
Posta geograficamente la nostra Dalmazia tra
l'Italia ricca d'ogni cosa, e paesi mancanti e
bisognosi di tutto; collocata sotto plaga mitissima,
con clima dolcissimo, onde vi fanno per eccellenza
il grano, gh uhvi, le viti e fino gh aranci; stesa
per una lunga costa che si apre sul mare in porti
e golfi ospitah, e però atta singolarmente a' com-
merci e alla navigazione, varia per moltiphci ac-
cidenti del suolo, ora disteso in pianure fertilissi-
me, urei SCritleviitivj Ili puggx emn/iriA ciuti
a essere rivestiti di boschi e irriguo per acque ab-
bondanti ; abitata da una gente acuta d'ingegno,
•\i\^ce di fimtasia, ardente di sentire; pure non
ha vie di comunicazione, non bosclii sui monti
denudati; le sue acque impaludate, non ad altro ef-
ficaci che a render l'aria pestifera; non ha agri-
coltura, circoscritta a pratiche primitive e affidata
a' viUici in istato di originaria selvatichezza, ai quali
però non si impartisce uè educazione, nò inse-
gnamento di sorta alcuna; non ha leggi che re-
golino e determinino i rapporti tra proprietari e
coloni, non libri tavolari che dieno valore ai
fondi, assicurandone la proprietà, non istitu-
zioni di sicurezza pubblica che garantiscano i
frutti dei campi e incoraggiscauo la foltura ; con
singolari gravezze di dazii, in mezzo alle gene-
APPENDICE.
Un'altra parola sulle scuole reali.
Mentre in luglio dell' anno decorso a mezzo
ti' un mio articolo che usciva col n. 29 della Voce
Dalmatica io deploravo la troppa indifferenza che si
lasciava rimarcare fra noi sul!' istituzione d' una
scuola reale completa nella nostra pro\dncia ; al-
lora appunto e per parte di parecchi caldi citta-
clini , e per parte dei benemeriti magistrati si ve-
ghava piucchemai sul vitale argomento, così eh' io
avrei voluto anche ritrattarmi. Ma se tosto non
r ho fatto, era perchè non avrei potuto forse iscusar
tutti così prontamente, e perchè pensavo d' al-
tronde che sarebbe stato miglior consigUo riser-
varsi ad un fatto compiuto.
Oggi che r istituzione d'una scuola reale su-
periore nella nostra provincia non è più un desi-
llerio : oggi che possiamo di vivo cuore ringraziare
la Munificenza Sovrana di essersi degnata conce-
fiere aU^ nostra Pàtria pure V erezione d'una scuola
reale superiore, che sta per attivarsi nel prossi-
mo »ovembr^ a Spalato '); oggi soddisfo ài mio
rah franchigie delle altre coste adriatiche; non
solo non favorita da speciah provedimenti per bi-
sogni speciah , ma neppur soddisfatta di conces-
sioni innocue all'interesse generale, non autoriz-
zata a valersi dei propri averi a proprio vantag-
gio; la Dalmazia, diciamo, col solo aspetto, è rim-
provero perpetuo e vergogna insostenibile al go-
verno che da tanti anni ne ha in mano e ne tra-
scura le sorti. Non per grazia pertanto, concluse
il Lapenna, doversi concedere 1' esenzione dei rim-
borso d'ogni sussidio somministrato, ma pel di-
ritto di essere in qualche parte compensati dei
mah a cui sì a lungo sottostammo. Meschino com-
penso a dir vero, e scarso riparo a sì grave e
moltipUce sciagura! ma prezioso perciò che po-
trebbe essere lusinga di diverse intenzioni e di
migliore condotta peli'avvenire.
Neil'accennare a questo fatto e nel tributare
le dovute lodi al deputato Lapenna, per aver egh
con tanta eloquenza propugnati gl'interessi della
patria, non intendiamo fraudare della parte di ri-
conoscenza dovuta pure all' altro deputato Gliu-
bissa, che è l'autore dell'amenda alla propo-
sta della Commissione. Sentiamo alcuni degli an-
nessionisti farci rimprovero di avere nel mimerò
scorso taciuto il suo nome. Noi non lo abbiamo
taciuto, perocché non pafiiamo colla sola voce Aix^ v^i-ttAXCU jJClinUUO UC van WVFlJLioj^^v/iA-
denti; e che l'amendamento fosse del Gliubissa
era stato chiaramente detto nella corrispondenza
di Vienna; nè noi ci tenevamo punto obbligati a
ripeterlo altrove. Affinchè però non si creda che
noi sconosciamo il lodevole operare perchè di av-
versario politico ; dichiariamo di essere disposti a
rendere giustizia al merito dovunque ci avvenga
trovarlo, e a far poi sempre ragione, anche dove
merito non vediamo, alla purità e schiettezza delle
altrui intenzioni, quando queste appaiano chiara-
mente. Non tale però fu il contegno nella occa-
sione medesima (onde più strana riesce la lamen-
tanza) degli annessionisti, i quali accennando nel
loro giornale allo stesso fatto, come mosso e con-
dotto a buon fine dal Gliubissa, non fecero puf-
cenno del Lapenna, il quale oltre al merito dei-
debito , ritratto cioè il mio rimprovero , e tributo
a nome della patria beneficata i sensi della più
larga riconoscenza verso tutti i promotori di tanto
benessere nazionale. Nè a più ampie lodi io m' e-
stendo, chè il merito non si lascia incrementare
per una sonora ciaacia, la quale alle volte può ap-
parire suggerita più che da desiderio .di onorare
le gesta altrui, da particolare interesse.
Io per mostrarmi fedele invece a' miei prin-
cipii, la mia riconoscenza la voglio far palese per
altra via. Desideroso che l'istituzione delle scuole
reah arrechino in Dalmazia quei frutti che non
negarono ad altre pròvincie dell'impero, io m'ac-
cingo questa volta ad esporre in breve quadro che
cosa sia l'istituto d' una scuola reale ; quali sono
le materie che in essa vengono pertrattate,. con l'e-
stensione che assume ciascheduna; nonché quali altre
potrebbero aggiungersi nella nostra scuoia per cor-
rispondere maggiormente ai nostri peculiari bisogni.
Nel predetto mio articolo del luglio decorso
e in altri successivi ancora io avevo riferto pure
qualche cosa di simile in riguardo a queste scuo-
le; n^a essendomi tenuto colà più sulle generali
( siccome allora mio scopo era di parlare alla classe
intehigente per persuaderla soltanto della neces-
I arnippi e le commi.s.'iioui, fi-aiìclii tielle spes»-postali, si ilirijjnno il! Zara a Vincenzo Duplaneicii Ke~ «hiiiore ilell.i YoCC Dalmiltuiu, e {vii abbuonsiiienti, ai ne'i'ozii librarii dei signori {rateJIi Battara e Pietrv Abulici!, (ili (ivviìii tli b linee costnno ! florino, e ogni linea di più soldi 6. Lti ta.«>>a di iioaiiisa resta a carico del commiuente. Un iiuiìiero separato costa soldi IO,
l'aver cooperato alla buona riuscita della cosa,
ebbe l'altro altissimo di aver detta francamente
la verità con tale libertà di linguaggio quale non
si sarebbe potuta attendere da un deputato, im-
piegato del governo, eletto col favore d^el governo,
e sostenente il partito del governo.
Poche le notizie del di fuori che i giornah ci
recano. Niun successo novello è a notare che muti
od alteri la situazione della questione d'Itaha, e che
ne faccia prevedere prossimo lo scioglimento. Non
ancora partito per Roma il Lavaìette ; e il gene-
rale conte di Montebello nominato comandante
del corpo d' occupazione. Il Papa lamenta, nella
sua allocuzione ai vescovi, lo stato doloroso della
chiesa, e lascia trasparire il sospetto di non po-
tere più in breve avere coi vescovi libere rela-
zioni, mentre Antonelh asserisce la situazione es-
ser sempre la stessa. Ma che il primo intenda di
liberarsi un tratto dalla costui tutela, e prender
forse deliberazioni più favorevoli al bene dell'L
talia, alcun dubita. Continua intanto nell' alta I-
taha la esacerbazione del partito d' azione, o re-
publicano che sia; proteste pervengono al governo
d'ogni banda, dai più caldi partigiani, che con-
fessano la loro partecipazione all' attentato del Ti-
rolo, e adesioni a Garibaldi. Questi pare intanto
ritirarsi verso Como. Ma il governo usa mara^
so gli arrestati somma indulgenza, che è forse
il mezzo più sicuro di disarmare gli avversari.
Pure alcuni tentativi di disordini paiono esser stati
fatti a Milano, onde il bisogno di provedere a più
efficace difesa. La grande maggioranza però dellà
popolazione, non può non disapprovare gì' impronti
agitatori, e non istarsene strettamente unita, Q
consenziente agli intendimenti del governo.
La questione del Messico provoca tuttavia le
più virulenti polemiche fra la stampa francese e
spagnuola. I fogli d'ogni colore non cessano di
accusare di slealtà i respettivi governi, V uno per
r abbandono della spedizione, l'altro per la viola-
zione del trattato di Londra : ma la opinione pub-
bUca non cessa ovunque dal condannare la con-
dotta della Francia.
sità di un istituto reale), oggi che siffatto istituto
è già in nostro possesso, mi sento in debito di
discendere a più particolari dettagli per essere in-
teso anche dalla classe meno coìta, onde animar
questa a far accorrere i propri figh a questo nuovo
fonte, per rigenerare cosi la patria a vita più fio^
rente e più prospera.
Le scuole reali tengono il mezzo fra le scuo^
le elementari e gì' istituti tecnici superiori, am-
mettono cioè žilla loro frequenza quei giovanetti
che hanno compiuto con esito favorevole le quattro
classi elementari, e consegnano agli istituti ma-
tematici superiori ben istruiti allievi. Le scuole
reali possono ancora bastare per sè stesse, cioè
sono in grado di fornire l'allievo di copiose e sal-
de cognizioni, perchè egli possa senza altro studio
ulteriore trovar collocamento negli opiflzi, nelle
fabbriche industriali, nel commercio, e se voghono
ancora nel servizio regio, come a dire : alle Poste,
agh Uffizi contabiU, ai tellegrafici, agli edih, e così
via. Si compongono queste di sei corsi, che vanno
divisi a tre a tre, formando due distinte sezioni,
una inferiore e 1' altra superiore. Nella sezione in-
feriore , che può stare anche da sola senza la su-
periore j l'insegnamento viene impartito quasi e-
J|
vediamo, ci par^ non. passare oltre la prima scorza,
essere mossa da un pic^^olo numero di individui cui
favorevoli congiunture diedero maggiore coltura e
istruzione, e nobiltà e delicatezza di sentimenti,
ma non punto comunicata agli ultimi ordini socia-
li, e compresa dalla, grande maggioranza del po-
polo 11 quale solo ha potenza di' condurre a buon
fine r opere grandi. Perciò abbiamo sempre ve-
duto la rivoluzione abortire in Bosnia e in Er-
zegovina, suscitarvisi di tempo in tempo torbidi, mo-
vimenti & lotte parziali, ma venire in breve re-
pressi, senza mai destare generale incendio e
vasta insurrezione, come fu de' Greci, che riuscisse
a un esito definitivo. Oggi stesso la insurrezione
pare assai limitata, e la Serbia, del cui aiuto da
tanto tempo si parla, rimane spettatrice silen-
2iosa e tranquilla.
Al sig. Sperato Nodilo.
A voi che di persona non conosciamo, nè cu-
riamo di conoscere, e il cui nome qual redattore
del Nazionale da poco in qua ci cadde soW oc-
chio, a voi scrittore d' articoH che, come diceste
voi stesso, oggi nascono e domani muoiono , ma
senz' aggiungere, come avreste dovuto, della morte
delle cose vi^ ; a voi son dirette queste brevi
parok;
Il componimento di data 30 maggio , inserito
nel n. 27 deV vostro periodico, ha indignato ogni
anima onesta. Rispondere a quello per filo e per
segno sarà cura d'altri ; noi ci limiteremo ft dirvi
soltanto ciò che pensiamo di voi.
Qualunque si fosse F opinione di Nicolò Tom-
maseo suir annessione a Croazia, qualunque cosa
<ietća o sfTitta egli avesse in tale proposito , voi
Sperato Nodilo , j^iente " fanciulla e vagellante, di
fronte a rinomanza cosi colossale, dovevate dubi-
tare di voi stesso e tacere.
Se Tommaseo non è giudice infalhbite, voi siete
un nulla, e non 'tocca alla nullità alzar la voce
nè punto nè poco. E voi in quella vece vi pen-
saste d'irriderlo, giungeste sino a dargli del men-
• TT.it I_1 /vi
• Sappiate peraltro, o signore, che i fatti cui il Tom-
maseo accenna, non può esserseli* sognati ; sappiate
che fatti consumati nel mistero e pur veri, più facile
assai del provarh è il negar che avvenissero ; sap-
piate che -certe reticenze sono necessari! avvisi e ob-
bligo d'anime generose ; ma che se anche gli uo-
mini tacciono, il tempo, che non compassiona,
palesa i fatti i più misteriosi per presentaci al
publico giudizio; ed il tempo paleserà come le
reticenze delF illustre Tommaseo fossero 1' espres-
sione d'un dignitoso e caritatevole sentimento.
Adoperato avendo un tale hnguaggio con esso,
voi mostraste quello di che sareste capace al bi-
sogno , dove la fiera bile che vi rende convulsa
e villana la penna espandersi potesse sotto auspici
da voi sospirati.
Voi macchiaste in sul nascere la vostra camera
XII. Finalmente il Canto, la Ginastica
e la Stenogj-afia, materie che per altro ven-
gono comprese fra gli oggetti di studio libero.
E queste sarebbero le materie che in massi-
ma vengono pertrattate nelle scuole reali, materie
le quali poi x>rendono in generale quell'estensione
che fin qui ho ricordato, ma ciò non pertanto
vi possono essere introdotte delle altre ancora, o
soffrir quelle una qualclie modificazione nel loro
trattamento, allorquando le circostanze speciah del
sito ove esiste la scuola l'addomandino.
Nel nostro paese, a cagion d'esenipio, il
quale forma nella sua gran parte una costa ma-
rittima, si potrà sperare che nella scuola reale
vengano aggiimte pure le lezioni di nautica, co-
me credo che sieno in corso già delle trattative
in questo riguardo ; e così anche ouej gióvani i
quali si dedicano alla narigazione, oltrecchè a-^
cquistar cognizioni puramente del loro ramo, po-
tranno approfittare neha scuola reale di molte altre
conoscenze che stanno in nesso coli' arte del na-
vigante , e sortire per tal guisa una coltura su-
periore di molto a quella che in generale fin qui
possedevano^ con scapito spesso dei loro interessi.
di giornahsta, voi dimenticaste chi siete e a cui
parlavate, voi, mancando di rispetto all' Uomo eh' è
di Dalmazia tutta la gloria e 1' amore, vi faceste
reo dinanzi alla patria.
Dopo ciò, signor Sperato Nodilo, vorreste voi
sapere in qual conto noi vi teniamo ? ... .
Ognuno di noi sottoscritti, se mai vi reputaste
offeso da queste franche parole, è pronto a ren-
dervi ragione.
Potete scegliere qual più v'aggrada, e siata
sicuro sin d' ora che per metterci a paro con voi,
postergate le regole della vieta cavalleria, non vi
si chiederà qual sangue scorre nelle vostre vene.
Sebenico, 5 giugno 1862.
Bartoletti Giusto, Bebam Giuseppe, Bebam Tom-
maso, Dr. Bersa, Bilancia Giacomo, Billich Giu-
seppe," Bioni Dr. Vittorio, Carminati Luigi, Chi-
rigin Francesco, Cortellini Antonio, Costan Antonio,
Costan Simeone, Difnico Francesco , de Dominis
Vincenzo, de Draganich Veranzio Dr. Federico,
de Draganich Veranzio Francesco, de Fenzi Fran-
cesco, Fosco Giovanni, Fosco Nicolò, Galvani Dr.
Antonio, Dr. Giadrov, Dr. V. Grubissich, Inchio-
stri Vincenzo, Lapenna Giovanni, Locas Dr. Giu-
seppe, Mattiassi P., Medich Tommaso, Mislan Ni-
colò , Mitis Dr. F., Novak Marino , Novak Mi-
chele, Prebenda Giovanni, Prebenda Pietro, Ro-
sani G. B:, Sinionich A.,. Sisgoreo Antonio, Stergl,
Supuk Antonio, Supuk Tommaso, Vidovich Gio-
vanni, Versine Spiridiond, Xicovich Vincenzo.
fconliniiaìio le finnej.
Big, Medattorei
Ella mi -obbligherebbé sommamente pubblicando
nel numero di sabato del suo giornale la seguente
dichiarazione:
Al Redattore del Nazionale in Zara.
Pronto sempre a /sorreggere qualsiasi novella
jnstìtuzAone da cui Potesse venire utile o decoro
alla patria, non esi^i di porre il mio nome nel-
r elenco degli associati al Nazionale ; periodico che
sperava aYre\)\)e moderate, non accresciute , le
intemperanze del partito annessionista. Dacché però
il suo numero del 31 maggio suona tanto msensata-
il cui solo nome è
monumento di gio-
ia dignità della pa-
mente oltraggioso alFUomo
pei Dalmati il più splendido
ria, io crederei di offendere
tria non respingendo d'ora iiÀanzi il fogho stesso.
Epperò la prego di togliere il mio nome e quello
del Municipio, che ho F alto onore di rappresen-
tare, dalF elenco degli associati.
A. BAJAMONTI
Podestà di Spalato.
Spalato, 5 maggio 1862.
Il n. 27 del Nazionale nel suo articolo di fondo
ha voluto bassamente e goffamente insultare Nicolò
Tommaseo gloria di Dalmazia per universale con-
senso d'Europa. L'insolente si è punito da se ; ma
non per questo i Dalmati possono lasciar passare
e con poco onore eziandio alla loro missione di
uomini sociali per eccellenza.
Potrà nella scuola reale presso noi aggiun-
gersi eziandio una cattedra speciale di agraria,
con un orto modello, per quelh che non potendo
impiegar molto tempo nello studio, come sareb-
bero i contadini, bramassero rendersi istrutti nel-
F arte di coltivare i campi, arte da noi tanto tra-
scurata. Questa istituzione ne farebbe conseguire
una seconda, le lezioni serah e dominicah voglio
dire del comporre semplice, del conteggio elemen-
tare, della geometria pratica, del disegno, della
fisica e matematica empirica, affinchè questi stessi
individui, od altre classi d'industrianti, obbligati
al quotidiano lavoro, potessero, previo questi
prinn rudimenti, toghersi da quelF ignoranza asso-
luta in cui fatalmente fin qui hanno versato nel-
la maggior parte.
Che il corso d' agraria possa andar ad effetto,
giova sperare con molta lusinga, inquantocchè mi
parve d'iscoprire da buona fonte che le provide
Autorità stanno per devolvere qualche parte del
pubblico fondo provinciale per vari stipendi, da con-
ferire in \ia d'incoraggiamento a dei giovani con-
senza pubblica dimostrazione questo progettato stu-
dio di qualche inesperto impudente a ledere F onore
nazionale-, ed i sottoscritti propongono che rac-
colta di urgenza la Società del gabinetto di let-
tura, essa che accoglie quanto in Spalato vi ha
di educazione e di coltura, parh a nome della
città nostra, e voti che il Nazionale sia respinto
d' ora innanzi dal gabinetto per decreto della So-
cietà, non già con lo scopo di vendicare il grande
Uomo, ma di offrirgli attestato delF altissima vene-
razione in cui Spalato tiene il suo nome.
Seguono le firme. • ®
Estratto dagli atti della Giunta.
1. Spirati i concorsi aperti coi programmi 17
e 18 febbraio 1862 per la produzione dei saggi
d'un dizionario itahano-illirico , e d'un libro di
esempii virtuosi, per decidere sul merito dei con-
correnti, e per consultare su altre misure a prò
della Hngua illirica, viene nominata una commis-
sione di 12 intelligenti che in Zara dimorano, e
lor diretto conveniente invito.
2. Si assegnano dal fondo lavori stradah pel
circolo di Ragusa fior. 400 in sussidio della hnea
Ragusavecchia-Merzine ; altri fior. 400 da quello
del circolo di Zara per la linea Bencovaz-Vranna,
Dell fondo idraulico si assegnano fior. 600 alla
Comune di Almissa a sussidio di parecchi lavori
da lei intrapresi per F inalveamento del Cettina,
che percorre gran tratto della provincia, e pel
conseguente scavo della foce, a cui più largamente,
sperasi, sarà proveduto dal Governo centrale ma-
rittimo.
3. Si accoglie con soddisfazione quanto viene
partecipato dall' Ecc. Luogotenenza suli' insegna-
mento straordinario della lingua illirica dalla Giunta
provocato, che per Zara venne affidato ai prof.
Dn. Giovanni Danilo e Dn. Matteo Ivcevich,
per Spalato al prof. sig. Luca Svillovich. per Ra-
gusa lasciato alla scelta di quel capitano circolare
fra 5 individui dalla Giunta proposti, per Cattaro
pure rimesso alle disposizioni di quel concistoro
vescovile. Lamentasi la breve durata del semestre
une nulla ai io ai settemDre, ma si ritiene che
verrà compensata dallo zelo dei docenti che, me-
no i giorni festivi, daranno giornahere lezioni.
'} Notossi come sospetta di partigiano rancore la reticenza
del Nazionale die, nell'annunziare il corso di queste ieziant
presso il ginnasio di Zara, non faceva cenno della Giunta isti-
tutrice. Attendeva forse il savio parere del reverendo parroco
di Podgora, cosi noto nel mondo letterario slavo.
Nota della Redattone.
(Nostre Corrispondenze).
Milano, 31 mngrj'tQ.
Il fatto più iinportanle che oggi ci recano i giornali e
le corrispondenze estere, ò ima circtìlnre del governo russo
a'suoi agenti consolari in Oriente. Essa pronostica l'im-
sninonle ririestarsi della questione orientale e prevede una
guerra. I consoli debbono avvertire i loro connazionali di
restringere i proprii affari e di prendere le opportune mi-
sure, per non aver a subire le eventuali coniplicazioni che
tadini che si dovessero dedicare allo studio delle
leggi agrarie.
Potranno nella scuola reale venir stabihte an-
cora delle lezioni separate di mercinomia, di li-
cenza commerciale, di economia nazionale, perchè
tutti quelh che dimostrassero maggior inclinazior.e
al commercio, potessero trovar quivi il pieno lor«»
pascolo.
Quanto concerne alle modificazioni, alcune
materie che nell' attuale sistema sono ritenute sic-
come materie d' obbligo, potranno essere assunte
quale studio hbero soltanto ; come a cagion d' e-
sempio : le hngue ,che, a mio debol credere, sareb-
bero tutte, infuori della lingua d'istruzione , da
escludersi come studio obbligatorio dalle scuole rea-
li, e riporlo invece fra gU oggetti di studio libe-
ro. Nè per siffata opinione creda ninno eh' io in-
tenda di avversare lo studio delle hngue, chè anzi
lo apprezzo più che mai, e lo stimo importante
specialmente per quelh che si dedicano agh studi
reah, siccome un mezzo efficacissimo onde poter
non solo comunicare cogli individui di varie na-
zioni, ma eziandio rendersi famighari le opere
scientifiche scritte in hngue. diverse. Egli è sol-
Kara 11 Gilu^uo I §63. Aufio Ili
V- m Voce Dalmatic
Pipzzo d' associazione» in valuta 'aastriara per
Zara: per un anno fiorini S; per sei mi-si fiorini i;
per tre mesi fiorini 2. l'cl rimanente della Provincia
e fuori; per un anno tìorini 9: per sei mesi (lorini 4
soldi 50; pf-r (re mesi Ijorini 2:25. Fi>r l'estera, e
jpel Lomìjardo Veneto gli .stessi prexzi in aro-i-nto, fran-
chi del porto-po.sta.
Giornale politico-letterario
Esce il Mercoledì ed il Sabato.
I gruppi » h conjfDÌss io ni, frànchi delie spc«»
postali, si dirigono in Zm a. a Vinoeiuo Uuplwicicii il«»
•iattore d'-lh Voce Dalmàtica, e sii i»ò!^uonainenf!, al
ncjozii lifararii dei bignori tVatéllf Bétfara c Pietro
Aweiicli. Gii avvisi di 8 linee costano I Qorlaa, e ogni
linea di pia .«rolui 6'. La di Unanaa resta a ca.rico
del committente. Un nuiiiero Béparato costa soldi IO
Rivista politica.
. La Camera dei deputati pose fiae, nella tornata
dei 2 maggio, alla discussione sul concordato, de-
cidendo cioè secondo la proposta della Giunta e
r emenda Herbst, negativamente la questione se
i fondi scolastici sieno di appartenenza della chiesa,
e coimnettendo quindi al governo di indagare e
determinare costituzionalmente a chi debba spet-
tare quella proprietà. Rimane con ciò abolito il
I)aragrafo 3Idei concordato, al che ora si circo-
scrivono le modificazioni da farsi; non cosi i)erò che
questo non debba riguardarsi come il primo passo
ad una revisione generale, che il governo tende
immancabilmente a procurare; ponendosi per ciò
di accordo con la corte di lloma con la quale for-
se le relative trattative furono incominciate.
Nella successiva tornata dei 7, fu posta in di-
scussione la legge sopra l'aumento delle imposte.
Propose il governo che V aumento addizionale del-
r imposta fondiaria fosse portato da 3 ai 5 duo-
decimi; che nella tassa industriale e casatico'clas-
se, e nell' imposta sulla rendita, l' addizionale fosse
raddoppiata, e innalzata la tassa sui coupons dal
5 al 7 per cento. La maggioranza della commis-
ìiione propose di non introdurre nessun aumento
sulla fondiaria, di accettare l'aumento sulle tasse
industriali e casatico, ma raddoppiare l'imposta sulla
rendit«,, omessa T addizionale, e aumentare la tassa
sui coapons dal 5 al 10 per cento. La minoranza
vuole uii aumento maggiore sull'addizionale straor-
dinaria di un duodecimo, e di un altro duodecimo
su quella del casatico pigionale.
Calde discussioni ebbero principio, nel parla-
mento italiano, relative al tentativo del Tirolo e
ai fatti successivi di Brescia e Bergamo. Una let-
tera diretta alla Camera dal Garibaldi, nega as-
solutamente r intenzione e il progetto di spedi-
zione. Dice, essersi egli partito di Caprera, chiamato
da Ricasoli, per prò vedere all' armamento del paese;
dal nuovo ministero aver avuta promessa di aiuti
per attuare la definitiva e completa unione d' I-
talia, e a ciò esser stati creati due battaglioni di
bei'sagUeri genovesi, affidati a un ufficiale di sua
confidenza. Andato a monte il pensiero di valersene
allo scopo primamente determinato, alcuni de'va-
A P POJ ICE.
Cronaca Teatrale,
TEATEO DI SPALATO.
Il 22 maggio terminò le sue rappresentazioni?
nel detto teatro, la drammatica compagnia di Fed.
Boldrini, lietissimo dell' eccellente impresa. Parlasi
del netto guadagno dj più che 2700 fiorini, fat-
tosi in men che trenta recite ; ciò die pubblichia-
mo con piacere, anche pel giovamento che , dal
sapersi i vantaggi possibiH in quel teatro, nè può
derivare al nostro.
Le difficoltà che v' erano un tempo a staccare
una buona compagnia dall' Italia, eh' avesse a re-
carsi in Dalmazia per farvi una sola stagione
a ^ara, diminuiroi|o alquanto dopo 1' ere;?ione de]
teatro di Pola, e d'ora innanzi saranno anche mi-
nori, dappoiché i capo-comici sapranno di potersi
giovare anche di quello di Spalato/ E porgessero
eziandio i nuovi teatri, da tanto tempo progettati,
di Sebenico e Bagusa ! Ne avremmo allora, nel
lenti giovani, ch'erano accorsi sotto le sue ban-
diere, furono spediti da lui in alcuni luoghi di Lom-
bardia con nessun altro intendimento che di e-
sercitarh nelle anni. Contro questi, innocenti, esser
poi stati presi i noti rigorosi provedimenti, pro-
ceduto agii arresti, e incamminato il processo.
Crispi negò a sua volta il progetto di spedizione
nel Tirolo, asserì esser quella stata apparecchiata
per oltremare, il governo essere stato d'intesa ;
aver promesso aiuto di armi e un milione in con-
tanti, determinando perfino i fondi dai quali era
suo intendimento prenderlo; offrì prove, documenti,
testimoni e nomi. Rattazzi negò ricisamente ogni
cosa, non consentì che la Camera si radunasse
in comitato segreto, per ricevere e esaminare le
prove, disse volere che la verità sjjlendesse all'a-
perto. I due battaglioni essere stati organizzati per
mandarli a reprimere il brigantaggio, avere avuto
promessa dal figlio di Garibaldi che li comandava
che non sarebbero adoperati ad altro ; il milione
essere stato offerto per prestar soccorso a giovani
che volevano emigrare. La spedizione oltremare,
non si sarebbe incamminata ai monti. Non avere
egli supposta la spedizione nel Tirolo. per far vo
tare la legge sulle associazioni; oltre ai fatti di
Brescia altre ragioni dare egli per giustificarla;
voler presentarla a discussione il giorno stesso.
La discussione non multò p\jnto a favóre dèi
ministero, nò le sue difese riuscirono abbastanza
esplicite ed energiche., perchè non rimanga sem-
pre evidente, l'indiretto, incoraggiamento che la
mollezza della sua condotta, e forse le aperte pro-
messe, hanno dato al partito d'azione. Ora il par-
lamento vorrà condonare tutto ciò, in vista del
suo contegno presente, e la scissa maggioranza
rannodarsi sinceramente a sostenerlo, per evi-
tare al paese nuove agitazioni e pericoli? È assai
probabile che, se pure non vorrà dargli un pieno
voto di fiducia sull'insieme della sua condotta, e
sulla sua politica, voglia, pel minor male, appro-
vare la sua azione nei fatti presenti, e nelle con-
giunture del momento. Sembra già che nelle sedute
successive gli opponenti o meglio gli accusatori
abbiano modificata la loro condotta, e che lo stesso
Crispi si sia indotto a non squarciare veli, e svelar
misteri, con pericolo più che del ministro, del paese.
non lungo tratto di circa 300 miglia, sei dì buoni,
dappoiché annovero tra essi anche quello di Fiu-
me. Nel lungo decorriraento di sei stagioni, puossi
combinare il trasferimento delle compagnie anche
in quello, o, in questi da esso, nel quale dàn-
nosi spettacoli a un bel circa del valore di
quelli che si potrebbero dare, per l'amniiglio-
rate condizioni, ne'nostri. Certamente che a mi-
ghorarle nel teatro di Zara (pur sempre migliori
di quelle de' summentoyati teatri, eccetto quello
di Fiume), a potervi dare, cioè, b7iona opera in
musica, ci vorrebbe la mano del governo, perchè
le esigenze del nostro pubblico, (giuste, essendo
determinate dal suo sviluppo, dalla sua intelligenza),
non ponno essere compiutamente soddisfatte dalle
sole risorse del teatro stesso, nè converrebbe il
fossero, trattandosi del teatro di una capitale di
provincia, puramente a spese de' cittadini ; ma di
ciò forse, più diffusamente, altra volta, E intanto
confortiamoci che in parte, per la drammatica al-
meno, ci si schiudano le fonti di un migliore pro-
gresso, e ci sia data maggior forza a muovere quella
potente leva di civiltà e di educaziooe morale che
Notizie di Russia ci darebbero lusinga che fin ia
quelle ultime regioni cominciasse a penetrare una
più favorevole aura di libertà. Il grande Costan-
tino fratello dell'imperatore sarebbe stato nominato
viceré di Polonia ; si parlerebbe già di restituire
la costituzione a quel regno infelice e di con-
cederla pur anco alla Russia medesima. Un con-«
siglio rappresentativo sarebbe già stato decretato,
non meno che la pubblicità nelle discussioni giu-
diziarie, una nuova organizzazione dei giudizii con
introduzione dei giurati. Questi sarebbero passi
giganteschi, e bene Alessandro avrebbe trovato
la via di acquistarsi e V amore del popolo e le
simpatie dell' Europa. Ma perchè i passi sono trop-
po rapidi, e le speranze troppo lusinghiere, ci per-
metteremo di dubitare molto delia verità di que-s
ste notizie.
Vanno avverandosi le nostre i^revisioni, mani-
festate giorni sono, in opposizione al presentire
diverso della stampa in generale, sull' e.sito del-
la spedizione francese nel Messico. I francesi
sotto il comando del Lorencez, vanno progredendo
rapidamente, essendosi già impadroniti di Pueblo,
che li accolse di assai buon grado. Pare che in
generale il paese sia bene disposto a loro favore,
e che Juarez possa far poco conto sopra il suo e-
sercito cheva poco a poco disciogliendosi. L'eser-
cito francese potrebbe star pochi giorni a far il
suo, ingresso in Messico. Pare die la candidatura
dell' arciduca Massimihano a quel trono, sia or-
mai posta da banda, attesi i replicati rifiuti del
principe, e che abbia a restituirvisi il protettorato
francese. Sarà ella più propensa l'Inghilterra a
questo cambiamento, e gli Stati Uniti vedranno
di buona voglia i francesi porre coU piede fermo?
Ragionevolmente non pare,
IL lUNICIPIO DI ZARA
A
Il fischio del rettile che striscia nel fondo li-
maccioso non giunge all' eccelse vette della mou-
tagna cui fanno corona le nubi. Epperò la causa
di quel senso di sdegnoso corruccio onde è com-
presa Dalmazia tutta, quella per cui si deliberò
è il teatro. »// gusto > ebbe a dir un giorno Whi-*
thehad a Garrik, direttore del Druy-Lane, 'il gusta
e forse la virtù di una nazione, dipendono da voi*
E Garrik giustificò quelle parole per modo da
farsi proclamare col re, co'pari, e coi comuni, il
quarto potere dell'Inghilterra! Vedasi da ciò quanta
importanza veniva data da una delle più civili
nazioni della civile Europa a cosiffatta istituzione!
E il Bajamonti, che è in Dalmazia uno de' più o»
perosi e fortunati apostoli di civiltà, cominciò, può
dirsi, lo splendido còmpito eh' ebbe la fortuna di
vedersi assegnato da Dio, coli' erigere nella sua
patria il teatro che porta il di lui caro nome;
teatro un po' troppo ampio forse; ma bello, mae-
stoso, e magnificamente ornato, Però torniamo
alla compagnia Boldrini,
Gli attori che più si conciliarono le simpatie
di quel pubblico^ furono il Boldrini stesso, la sig.
Luigia Capella'BoIdrini, un Feoli, una Servida, un
Brunini, e qualch'altro, nonché Elettra Brunini,
fanciulla d' anni dieci, che nella farsa intitolata
Frosina- sostenne la parte di tre diversi caratteri
con singolare bravura, ed ebbe, così piccina, il bel
pito all'afinimzio della misura ministeriale di scio-
gliere la Camera.
Eccone alla condoglianza della separazione ed
agli augiirii per la rielezione ; eccone agli eccita-
menti fatti alle altre Camere. Ebbene, orsù, qua-
lunque di esse, che possa vantare a proprio so-
stegno le condizioni invidiabili da me fin' ora e-
sposte, sorga a sostenere se stessa nella defunta;
orsù commercio ed industria di Spalato e del cir-
colo, mettetevi a lutto e gridate alla sventura, per
fare un piacerà al signor corrispondente M, che vi
seppe commuovere narrandovi le storie dei santi
martiri. Non dico perciò che le persone compo-
nenti la Camera disciolta non meritino di essere
rielette ; Dio me ne guardi, non è questo il mio
compito ; ogni elettore conosce quasi tutti gli eleg-
gibili od almeno ha dovere d'informarsi di chi
non gli è noto ; e non gli resta quindi che met-
tere la mano sul petto, e persuadersi che nelle
elezioni ogni spirito di partito deve soffocarsi, ogni
personalità restar muta in faccia all' interesse pub-
blico, che in fine diventa interesse degU elettori.
Hanno i membri disciolti mostrato di comprendere
che nella concordia civile sta il pubblico bene, e
che il rispetto alle leggi è caparra di libertà e
di benessere? di volere il bene del commercio e
dell' industria, indipendentemente dalle loro pas-
sioni e dalle loro velleità politiche? di sapersi
mettere all' altezza delle speranze del paese, e di
stimolarle od almeno sorreggerle anche con sacri-
fizio personale? e siano rieletti, tutti od alcuni,
colla benedizione di Dio, e con soddisfazione di
chi non domanda nella rielezione che una libera
ed illuminata manifestazione della volontà eletto-
rale. Chè se fosse altrimenti, la pubbhca opinio-
ne , che non è soltanto commerciale ed industri-
ale, ned esclusiva di chi pensa come il sig. cor-
rispondente M, giudicherà e condannerà, tanto gli
elettori che avessero tradito le proprie convinzioni,
quanto i bugiardi che con false insinuazioni aves-
sero tentato di traviare gli ignoranti o di usu-
fruire i fanatici.
La Camera non è più ; cessò dibattendosi per
vivere ancora, come i peccatori ostinati, ed il com-
missario ministeriale dovette ricordarle essere pri-
mo dovere del cittadino il rispetto alla legge, spe-
cialmente quando abbia dinanzi a se le risorse di
una libera elezione — al che io aggiungo . . .
... , ed i pronostici del signor corrispondente M.
•• K.ch
Sig. Redattore.
Essendo pienamente conformi ai nostri i senti-
menti patriottici espressi nella lettera testé a Lei
spedita da inserire nel prossimo n. della Voce
Dalmatica da molti cittadini di Sebenico, quale ri-
sposta alle insensate ingiurie con rara impudenza
scagliate, nel n. 27 del Nazionale, all'Uomo in-
temerato, onore e vanto di Dalmazia nostra, e re-
putandole fatte alla patria stessa da chi non ebbe
ritegno di amareggiare il cuore d' un di lei figlio
così illustre, vi accediamo apponendo qui appiedi
i nostri nomi.
Zlarin, li 6 giugno , 1862.
Adim Matteo di Stefano, Deban Girolamo qm. Gi-
rolamo, Beban Nicolò, Caloper Giovanni, Cicutovich
Antonio, Cicutovich Gasparo, Cicutovich Giovanni, Ci-
cutovich Simeone, Ciiglis Francesco^ Dean Francesco,
Giuranovich Macale Antonio qm. Matteo, Macale For-
tunato, Macale Nicolò qm. Stefano, Macale Cesare,
Macale Antonio qm.. Stefano, Miscoe Matteo qm. Gio-
vanni, SiUtina Dr., Tobulo Simeone, Tabulo Tommaso
G., Tobulo Antonio qm. Girolamo.
Spettabile Eedazione della "Voce Dalmatica,,.
Piacciavi d'inserire nel prossimo vostro numerò la
lettera originale ohe qui v'acchiudo a me diretta dal sig.
Sperato Nodilo, e la risposta che io a lui. É necessario
che i vostri lettori n'abbiano cognizione, e giudicar pos-
sano co'documenti soli'occhio.
Accogliete frattanto le proteste della mia più distinta
stima e considerazione.
Sebenico, 42 giugno 4 862. F. A. Dr. GALVANI.
Signore,
Nel numero del Nazionale in data 11 giugno vi sarà
questa risposta alla lettera da lei e da altri individui da
Sebenico a me indirizzata :
Cose espresse nella forma da voi usata , non possono
offendere un uomo che abbia solo un po' di senso co-
mune. lo quindi non me ne tengo otTeso, ma dichiaro
invece quanto segue :
Chi crede che in liberi tempi non è a me permesso
di discutere le ragioni politiche di chi si sia, e di difendere
nel mio giornale contro 1' autoriià di nome anche maggiore
di quello del sig. Nicolò Tommaseo, quelli che a me paiono
diritti incontestabili della nazione, a cui appartengo, è un
vile indegno del nome di libero cittadino. Queste parole,
se non le capiste, sono sempre pronto a spiegarvele; e
siccome fra di voi, a me affatto sconosciuti, il più pro-
prio a dimandarsi una spiegazione delle slesse credo il
Dr. Antonio Galvani, nolo per una mozione fatta alla dieta
dalmatica, sono certo che vorrà esser così gentile da in-
tendersi meco in proposito,
Zara, 8 giugno 4 862.
SPERATO NODILO, Red. del Nazionale.
Al sig. Sperato Nodilo redat, del Nazionale in Zara.
Signore
Se vi foste limitato seccamente: hò scelto voi, venite;
non avrei posto tempo in mezzo, e sarci venuto. Prefe-
riste invece battere altra via, e sia pure. Non avete a
gloriarvene. In quanto a me, che credo d' intendere il
vostro riposto pensiero, non abbisogno di spiegazioni, ed
ho presto finito.
Con una parata di fianco voi portaste la questione sovra
un campo diverso.
Non solo in liberi tempi e a liberi cittadini non è dis-
detto discutere le ragioni politiche di chi si sia, e difen-
dere i diritti della propria nazione contro l'autorità di
nomi quali si vogliano, m'anzi per chiunque senta amor di
patria e dignità di sè stesso è sacro dovere il farlo anche
in tempi diffìcili, quando il potere imbriglia la parola,
quand' evvi pericolo a diffondere franchi e generosi con-
cetti. Su questo non solo io non discordo da voi, ma vado
anzi più in là. Sennonché non era di ciò che trattavasi,
Per sostenere le opinioni politiche da voi professate,
voi scendeste a personalità che offesero nell'Uomo da noi
venerato l'intero paese. Non sapeste racchiudervi ne' li-
mili della moderazione, e mal ve ne venne. L' indigna-
zione di tutta quanta Dalmazia, il cui senso comune pare
siasi messo d'accordo con quello di coloro che in mia
unione firmarono l'articolo a voi diretto, ve ne ha so-
lennemente punito.
Un'ultima volta ancora, e tenetevelo ben fitto in mente.
11 motivo che ci trasse l'uno a fronte dell'altro non era
ned è 1' opinione politica. Libero a ognuno d' averne una
a sè , e di sostenerla quanto .più. alto , quanto più forte
per lui .si possa. Era bensì i'irriverente linguaggio da voi
tenuto con Nicolò Tommaseo, era 1' offesa personale che
gli avete lanciata, e che da noi fu raccolta.
L' articolo che vi dirigemmo, inserito nel n. 7 della
Voce Dalmatica, non ad altro tendeva che a rimandarvela,
offrendovi, se ve ne foste gravalo, il mezzo a chiederci
soddisfazione. Ma voi colla lettera dell'8 giugno avete
pubblicamente dichiaralo di non tenervene offeso, con che
ci lasciaste in libertà di mantenerci sul conto vostro nel
concetto che ce ne siamo formati sino a tanto che voi verso
Nicolò Tommaseo fatta non avrete condegna ritraUazione.
Sebenico 12 giugno 1862. F. A. Dr. GALVANI.
Al signor Sperato Nodilo, in Zara.
Signore ,
Le avventate, irriverenti parole eh' Ella, con veramente
croatica impudenza, osò lanciare testé contro l'adorato
educatore mio, l'illustre N. Tommaseo, addolorarono e in-
dignarono altamente me e quante ha Dalmazia nostra a-
nime gentili. Quelle parole, o signore, copersero di turpe
macchia il di Lei nome. Le ritratti Ella lostamenle, prego.
Così Ella raccheterà la generale indignazione, laverà il di
Lei nome d'infame m;icchia e darà giusta soddisfazione
al grande e adorato Uomo da Lei si immeritamente ol-
traggiato. — Sign, 5 giugno 1862.
D.mo ANTONIO DAMIANOVICH.
Zara 10 giugno.
Una corrispondenza dal N'izionale, n. 29, datata da Spa-
lato, ma coniata forse, come tante altre, mollo più vicino,
neir annunziare (un po' tardetto, per verilà,) la stampa
uscita in Zagabria fsulla fine dell'anno scorso» del poema
illirico La ricchezza e la povertà di Girolamo Cavagnini,
porge avviso di quanto scrive il medesimo riguardo ad
un vocabolario, pur illirico, compilato dal zaratino Tanzliger
{recte Tanziingher), ed esistente presso questo sig. Filippi,
a cui viene fatto l'eccitamento, se non di pubblicarlo,
almeno di curare che «non giaccia più oltre inutile in-
gombro negli scaffali della sua libreria®.
Non era duopo, a dir vero, che per conoscere quest'o-
pera del Tanzlinger ci venisse da Zagabria l'edizione del-
l'opera del Cavagnini, e da Spalalo l'avviso riferito, po-
tendo chiunque abbia letto Aiiiwario Dalmatico, arinoli,
pubblicato appunto in Spalato nel 1861, ricordarsi della
biografìa che v'inserì un zaratino, e che porta la data d'a-
prile 1860, in cui del Tanziingher, del suo vocabolario e
degli altri suoi scritti, come pure d'altre cose interessanti la
letteratura slava in Dalmazia, venne fatto ampiamente parola.
In quanto poi all' esemplare di tale vocabolario posse-
duto dal sig. Filippi, eh' esso giaccia inutile ingombro nella
sua libreria non può dirsi, essendo stato pronto sempre il
detto signore a lasciarlo esaminar da chiunque servire se
ne volesse con la retta intenzione di giovare alla patria,
come fece , tra gli altri, a grand' agio il reverendissimo
Scarich per ia sua traduzione della Bibbia. Se il sig. Fi-
lippi conserva, non diremo con gelosia, ma con riguardo,
quest'opera, ciò stesso prova la slima ch'egli sa farne,
ed il pericolo a cui ben conosce che potrebb' esporla,
cadere lasciandola nelle mani di certuni, che quanto in-
dustriosi per -abbellirsi dei meriti altrui, tanto sono anche
facili a denigrarli. C.
• •«
(Nostre Corrispondenze).
Milano, 8 giugno.
Le discussioni già da tre giorni incamminate al nostro
Parlamento e che pare vogliano, continuare per tutta la
ventura settimana, preoccupano in primo luogo l'atten-
zione degli Italiani. Dalla piega eh' esse prendono, si può
fin d'ora pronosticare ohe il ministero ne uscirà più for-
tificato e più accetto alla maggioranza. — Alle varie in-
terpellanze che gli furono mosse, il presidente del Con-
siglio rispose, presso a poco cosi: «Si disse che io non
abbia eseguito il programma ministeriale, che ho fatte pro-
messe, le quali trassero in errore alcuni giovani inesperti;
che nulla ho fatto per le grandi quislioni politiche, nulla
per r allontanamento di Francesco II da Roma, nulla per
l'ordinamento dell'amministrazione; che invece di mo-
strare principii liberali, ho mostrato tendenze retrive; che
ho trascurato l'armamento nazionale, ecc.: io risponderò
alle varie accuse formulate contre il ministero e chiarirò
quali siano i suoi intendimenti, allo scopo di far cessare
gli equivoci. Tre mesi or sono io dissi die la questione
di Roma non poteva sciogliersi che con i mezzi morali e
diplomatici ; ora è chiaro che Con questi mezzi non era
possibile che lo scioglimento avesse luogo nè in tre mesi,
né in sei: ma se non .siamo proprio all'ultimo periodo
della questione, è certo che abbiamo fatto dei gran passi
verso di esso, c che tra non molto i nostri sforzi saranno
coronati da un esito felice — Parlando di Francesco II
dirò, che non ho tralasciato d'insistere per il suo allon-
tanamento e che anche questo tra breve sarà un desiderio
soddisfatto. Ma più che della presenza materiale dell'ex
re di Napoli a Roma, a noi importa di rimuovere i mezzi
perniciosi di cui egli ed i suoi seguaci si valgono a no-
stro danno. La guarnigione francese non si mostrò mai
quanto ora sollecita a vigilare sulle mosse dei briganti e
a reprimerle. La spedizione della flotta francese a Napoli
ha in questo fatto una grandissima importanza: essa è
una protesta della Francia contro Francesco II. — Ci si
chiede che cosa fece il governo per le provincie napo-
letane. Dispo'ndo che il ministero prese la decisione del
viaggio di Napoli, per vedere davvicino le condizioni di
quelle provincie. Ora che ne conosce lo stato, il mini-
stero non mancherà d'introdurre nelle amministrazioni
quei mutamenti che sono del caso. — Quando mi sono
esposto a presentare ia legge sulie associazioni, il feci
per giovare alla libertà; il feci per salvare le nostre isti-
tuzioni. Il ministero ha principii inconcussi, i principii
della democrazia, della quale esso è figlio e per la quale
ha combattuto. — Il ministero ha dichiarato di armare
il paese, ed ha mantenuta la sua promessa, poiché Je
nostre forze sono aumentate e si aumenteranno ancora;
ma il governo, cke deve rispondere dell'armamento, vuole
anche avarne 1' iniziativa e la direzione. I^erciò non per-
metterò che altri armi sotto niun pretesto e che compro-
metta la sicurezza dello Stato. La politica non si serva
sempre degli stessi mezzi: se quelli dalla rivoluzione fu-
rono buoni quando l'Italia era un piccolo regno, ora che
essa ha 22 milioni di abitanti, non lo sono più. Al pre-
sente si deve agire con dignità e con grandezza, ed a
questa condizione le nostre forze vinceranno ogni diffi-
coltà; perocché quando l'Europa riconoscerà che non vo-
gliamo turbare alcuno, ma che intendiamo essere una
nazione libera e indipendente, essa terminerà col ricono-
scerci e darà alla nostra causa il suggello della sua ap-
provazione.» — Questa risposta fu applaudita e la Camera
accettò, con 4 89 voti, sopra 35, l'ordine del giorno pro-
posto da Minghetti, il quale suona cosi: «La Camera,
udite le apiegazioni del ministero sugli ultimi fatti, no
approva l'operato, e confidando che con l'autorità delle
leg^i manterrà sempre illese le prerogative della Corona
e del Parlamento, passa all'ordine del giorno.»
Domani deve giungere a Torino il principe Carlo Na-
poleone Bonaparte, che si reca a Firenze per prendere
le ceneri dell' avo.
Un dispaccio diplomatico ,è stato indirizzato dal signor
Thuovenel al signor Benedetti, ond'informare il governo
italiano della diminuzione delle truppe francesi a Roma;
ma per partecipargli al tempo stesso la ferma convinzione
in cui si trova il governo francese che il gabinetto ita-
liano non abbia a dipartirsi dalla prudenza.
Garibaldi è slato ieri a Belgirate, ed oggi si trova ad
Intra onde istituirvi il liro al bersaglio.
I principi reali sono partiti 1 altro ieri da Genova alla
volta della Sardegn:i: un dispaccio giunto in questo mo-
mento, annvinzia il loro arrivo a Sassari, ove il popolo li
ha accolti col più grande entusiasmo.
Mi scrivono da Roma in data del 2 corr.; che nella