Li Zara-Sabato S fiennaro <86i. Anno II.
LA VOCE DALMATICI^
GIORNALE EGONOmCO-LETTERARIO.
Il Giornale si publica ogni Sabato. — Il prezzo d' associazione per Zara è di lìor. 5 sol. 40 V. A.; pel resto
della Dalmazia • fuori, di fior. 6 V. A. — I pagamenti potranno farsi per T annata intera, ed anche per semestre, anti-
cipatamente, e dovranno da fuori di Zara essere inviati franchi per la posta, coli'indicazione del nome, cognome, e domicilio
dell' associato. — Lettere, libri, articoli, devono affrancarsi. — I reclami si mandano con lettera aperta, senza affranca-
zione. — In Zara le associazioni si ricevono anche al negozio librario del sig. Pietro Aheiich. — Un numero separato vale s. 15.
Mossi, com'è già noto, dal desiderio di concorrere, in quanto
da noi si poteva, al decoro della nostra patria, ed incoraggiali dalle
promesse di collaboratori distinti; in mancanza (V altri che a ciò vo-
lessero adattarsi, e facendo, diremo così, quasi violenza a noi stessi,
ci siamo sobbarcati air arduo incarico di rappresentare il nostro paese
sul campo spinoso del giornalismo.
Secondo che le tenui forze nostre il permisero, ci sembra non
aver fallito al nostro prog:ramma; e se non avverossi del tutto quanto
era da noi ardentemente desiderato, e quanto poteva formare la giu-
sta aspettativa di molti, non vi sarà alcuno, speriamo, che lo voglia
attribuire a nostra colpa, e riteniamo d'essercene a sulTicienza giu-
stificati. — Se alcuni dei tanti invocati colloboratori non ci diedero
fin
ne
) ad ora che scarso, ed alcuni perfino nessun aiuto, altri sponta-
ci onorarono della valevole opera loro; a ques,ti tributiamo i più
siijcerl e solenni ringraziamenti, ed ai primi rivolgiamo ancora la
speranza che non abbia anche in seguito a mancarci la dotta loro
assistenza. — Ci serve, ad ogni modo, di grato conforto, in mezzo
alle note traversie, la perseverante bontà con cui i nostri signori
Associati si mostraron disposti a sorregger V impresa nostra anche
•ft nel nuovo anno, trattane un' inconcludentc frazione, che viene ad es-
sere già compensata da novelle accessioni; lo che cifà dedur lii lu-
siflga che dai meglio intelligenti, fatta ragione alle condizioni dei
tempi ed alle circostanze locali, fu, se non altro, apprezzato il no-
stro buon volere. — Le maggiori larghezze promesse dalla Parola
Sovrana alla stampa potranno rendere più facili anche le condizioni
nostre, ed allora, senz'alcun dubbio, maggiore sarà il numero degli
scrittori che si affideranno ad essa, ed opreranno le nostre colonne
lei fruito dei loro studi. — Senza j-ecSWPSfi^razione alcuna al pro-
gramma, faremo del nostro megWi^per dare aUo stesso un più largo
li iluppo, e cogliere n^l miglior modo lo scopo ^prefissoci fin dall'o-
ioe li ben essere Hfe materiale e morale di questa Provincia.
N. 2. Zara-Salialo 12 Gennaro mi Anno li.
LA VOCE DALMATIGA
GIORNALE EGONOMICO-LETTERARIO.
Il Giornale si publica ogni Sabato. — Il prezzo <l" «ssoiiazione per Zara è di lior. 5 sol. -10 V. A.; pel resto
della Dalmazia e fuori, di fior. 6 V. A. — I pai,nuiienli potranno farsi per ì" annata intera, ed anelie per semestre, anti-
cipatamente, e dovranno da fuori di Zara essere inviati franchi per la posta, coir indicazione del nome, cognome, e domicilio
deir associato. — Lettere, libri, articoli, devono alFrancarsi. - - I reclami si mandano con lettera aperta, senza allranca-
zione. — In Zara le associazioni si ricevono anche al negozio librario del sig. Pietro Abelicli. I n numero separalo vale s. 13.
SOlfIflAmO — Quesiti d'interesse patrio. — Indi-
rizzo al sig. conte Barelli. — Biografia; della vita e
delle gesta di Gioranni Alberto Duimio. — Corrispon-
denza di Venezia. — Legislazione; sintesi generale della
scienza e della legislazione di finanza. — Cronaca ur-
bana. — Camera di commercio iti Zara. — Annunzio.
Ctuesìti d'interesse patrio.
Perchè, nel mentre che viene accordalo
ad ogni provincia nna libertà di amministrazione,
e quasi una propria autonomia, la Dahnazia do-
vrà perdere questi vantaggi, e andare avvinta
alle infondate esigenze della Croazia?
La Croazia, della quale rispettar si deve la
nazionalità, perchè vuol torla a chi non le ap-
partiene nè storicamente, nè politicamente, nè
moralmente?
La Dalmazia, che per la sua posizione non
è al certo ultima gemma della corona austriaca,
ma che pur per fatali circostanze è priva di quel-
li influenza che nel bilancio governativo esercita
la Croazia, non sarebbe essa vittima del più forte,
e più influente?
E queste due nazioni, che tanto bisogno
hanno di civiltà, come civilizzeranno rima Tal tra?
Troverà la Dalmazia in Croazia T intelligen-
za ed i capitali di cui manca?
È la Dalmazia che darà alla Croazia T in-
fluenza del suo elemento italiano, o questa a
quella l'influenza del suo elemento slavo ?
Perchè nel primo caso sacrificare in Dal-
mazia 1' elemento italiano ?
E perchè nel secondo sacrificare la nazio-
nalità della Croazia?
Non deve avere la Dalmazia, dopo quattro
secoli di dominio veneto, un'educazione italiana?
Quale vantaggio, ed a chi dal venir dessa
spenta per sempre?
Non ha la Dalmazia quasi due nazionalità?
Perchè distruggere questa doppia tendenza
tanto tradizionale e tanto strana?
Non formò la Dalmazia coli' educazione i-
taliana alT Italia Tommaseo?
Non formò essa coli' educazione slava alla
Slavia i Gondola ed i Pozza?
E la classe civile ed intelligente, benché in
minor numero, non forma forse la maggioranza
morale ?
E la classe civile in Dalmazia non è forse
italiana ?
Perchè educare il ceto civile alla scuola del
ceto ignaro, e non piuttosto questo a quella del-
l'altro?
Come si affratellerà questo elemento italiano
con un' influenza slava che vorrà predominarlo ?
Quale sarà il commercio interno ?
Che cosa darà la Dalmazia alla Croazia, e
questa a quella ?
Qual profilto ritrarrà la Dalmazia dalle mon-
tagne della Croazia, e questa dai porti della
Dalmazia ?
Ove sarà il centro governativo di queste
due riunite provincie?
Se a Zagabria, perchè la Dalmazia rimm-
zierà al suo governo, il quale andrebbe ad es-
serle tanto lontano?
Se a Zara, vi rinunzierebbe la Croazia al suo?
La dieta provinciale ove sarà tenuta ed in
quali proporzioni riunita ?
La popolazione della Croazia essendo mag-
giore a quella della Dalmazia, ed essendo i de-
putati in uguali proporzioni, quale influenza avrà
la Dalmazia nei voti deliberativi?
Se interessi e vedute diverse esistessero
nella dieta a parità di voli, chi delibererà a fa-
vore degli uni o degli altri?
In quale lingua sarà tenuta la dieta pro-
vinciale ?
Se illirica, il ceto intelligente ed elegibile
in Dalmazia qua! parte potrà prendervi?
Se italiana i Croati che vi diranno?
E sarà la Dalmazia ceduta senza che la sua
popolazione lo deliberi?
Zara ha voluto però nell'accogliere il Rap-
presentante della citlà di Spalato sorella, ecce-
dere generosa quanto i mutui riguardi potevano
consigliare, ed ha sapulo mostrare che la mente
ed il cuore del Dalmata sono capaci di mettersi
d' un sol trailo a livello del più liberale patriot-
tismo, e farsene interprete con modi così deli-
cati e splendidi, da porsi a paro della più alta
civiltà.
Un grazie adunque ed un saluto a' Zaratini,
ed air onorevole loro Rappresentanza comunale,
da questa città, che nel mentre ammira e plaude
alla sorella, si sente degnamente inspirare a que'
nobili sentimenti, che eletrizzano i popoli e pre-
parano loro di que' momenti di vita, che bastano
soli ad assicurarne la libertà; e Spalalo sarà
ambiziosa solo in quel giorno, in cui corrispon-
dendo almeno in parie alle tanle dimostrazioni
di simpatia, onde venne onorato il Capo della
sua municipale Rappresentanza, le sarà dato di-
re sulla propria riva ai figli di Zara : Dalmazia
ha due figlie, che vanno del paro in amarla, per
tendere di qua le destre ad altre sorelle illuse o
perplesse, ma non meno ricche di vita e di spe-
ranza.
Ancora un grazie, e 1' espressione dei più
caldi sentimenti di fratellevole amore, inspiran-
dosi al quale gli animi forti sono destinati a
vincere le più ardue difficoltà, ed assicurarsi la
stima e le simpatie anche nelle file dell'opposi-
zione.
Sia la moderazione il nostro vessillo, Dal-
mazia il nostro alFetto, civiltà la nostra mira, ed
a questa triade non può mancare T apoteosi
della civile libertà. Se avremo sapulo meritarci
questa, ne giudichi il mondo, chè il còmpito de-
stinato dalla previdenza alla presente generazione
è invidiabile, e ci autorizza a dire orgogliosi:
L' avvenire è nostro.
Fratelli addio.
Spalato, 14 gennaio 1861.
Il Podestà
D.r BAJAMONTI
Assessori
degli Alberti
D.r lllich
D.r Giocannizio.
Alia ragguardevole Congregazione municipale di Zara.
Lo scrivente si pregia d' esternarle i propri
sensi della più viva riconoscenza per la feste-
vole accoglienza e per la piena fiducia di cui
venne costà onorato il Podestà di Sebenico, il
qual contegno è una prova ulteriore della piena
concordia ed unione fra la nobile Zara e noi,
concordia ed unione, che in ispecialità in questi
tempi sono una necessità suprema,
Sebenico, 13 gennaio 1861.
Il Podestà
S 1 S G 0 R E 0.
Assessori
Corlellini
Zuliani,
Dopo già stampali i due indirizzi or or let-
ti, ce ne giunse un altro da Spalalo, che non
meno caldo di generosi e nobili sentimenti, ed
onorevol non meno per chi lo scrive che per
quelli a cui è rivolto, ci torna gralissirno di fre-
giarne, com'era desiderato, le nostre colonne:
Onorevoli Cittadini di Zara.
Mancherei a debito di riconoscenza se re-
duce in patria — pieno il cuore delle più dolci
impressioni che vi seppero desiare lo aspirazioni
e 1' alTralellamento onde fui testimone nella mia
breve dimora in questa indila centrale —• non
rivolgessi publica parola di ringraziamento a tutti
que' gentili che, associalisi a cotesto spettabile
Municipio nello onorare delle più affettuose di-
mostrazioni il Rappresentante di Spalalo, vollero
dare a questa città non dubbia prova di fraterno
affetto. — Oh! benediciamo a chi ci porgeva
occasione di comprenderci e di slringerci affet-
tuosa la mano, destando il più nobile sentimento:
r amor della patria. — E il giuramento di con-
cordia e fratellanza, che spontaneo ci usciva dal
labro in quel dì in cui '1 miglior senno della
nobile Zara, seduto a mensa comune, dava sì
splendida prova di civiltà nel rispetto delle di-
vergenti opinioni, non sarà per Dio I una vana
parola. Mostriamo ad Europa, come Dalmazia, se
pure modesta e inavvisala, ha sapulo inspirarsi a
quelle idee civilizzatrici di libertà e nazionalità,
che sole potranno condurre a prosperitade i po-
poli. — Mostriamo che quel senno civile ond'^"»
sì gloriosa la storica pagina de' dalmati Comuni
non è spento, ma, favilla nascosta o repressa,
sorgerà a novella vita, dacché lo spirito de' tempi
ci conduce al nobile arringo della publica cosa.
Dalmati! il solenne momento, il tempo della
prova è giunto. — L' affratellamento di Zara,
Spalato, Sebenico e Scardona, testò avvenuto
nelle più nobili forme, sia foriero di quella con-
cordia, con cui speriamo vorranno unirsi tutti
gli altri Comuni dalmati, non meno rigogliosi di
vita e ricchi di speranze. — E come in oggi
diceva alla nobile Zara questa Rappresentanza
municipale, porgendo parole di ringraziamento e
di affetto, io pure dirò ad ogni dalmata onesto:
la moderazione sia il nostro vessillo, Dalmazia
il nostro affetto, civiltà la nostra mira. — Alla
N. 4. Zara-Sabato 26 Gennaro 1861. Anno II.
LA VOCE DALMATIGA
GIORNALE EGONOMIGO-LETTERARIO.
II Giornale si pubiica ogni Sabato. — Il prezzo d" assoiiazione per Zara è di lior. f) sol. 40 V. A.; pel resto
della Dalmazia e fuori, di fior. (5 V. A. — I pagamenti potranno farsi per T annata intera, ed anche per semestre, anti-
cipatamente, e dovranno da fuori di Zara essere inviati franchi per la posta, coli'indicazione del nome, coj,'nonie, e domicilio
deir associato. — Lettere, libri, articoli, devono allVancarsi. — I reclami si mandano con lettera aperta, senza alFranca-
zione. — In Zara le associazioni si ricevono anche al negozio librario del sig. Pietro Abeìich.-- Un numero separato vale s. 15.
Ai Dalmati, Niccolò Tommaseo.
^Riproduciamo guest'' egregio lavoro dell' tiom venerando^ giuntoci da Firenze in
apposito opuscolo, certi di far cosa grata ed utile ai Dalmati^ per cui fu scritto,
coir agevolarne tra d^ essi la diffusione, e quindi la lettura e lo studio.)
'I. Se non fosse che il nome niio da taluno
fu pubblicamente pronunziato nella questione che
delle sorli della -Dalmazia si viene ag-itando, pro-
nunziato in maniera che potrebbe dar luogo a
frantendere i miei sentimenti; se non avessi ra-
gione a temere che i partiti contrari interpre-
tassero altrimenti dal vero il mio silenzio e le
parole che furono in diversa occasione da me
proferite; io continuerei a tacermi. Ma adesso è
Li necessità dell' onore e del dovere che muove
la mia parola; la quale se io reprimessi, crede-
rei fare ingiuria al paese che, lontano, io ho sem-
pre amato come presente e come se partecipassi
a tutti i vantaggi e agli onori della più splen-
dida cittadinanza che sia sulla terra. Chè a esso
io devo la prima educazione, la più potente di
tutte, r educazione del cuore, quella che mi fa
essere il poco eh' io sono; e se più e meglio
non seppi, è tutta mia, non della mia terra na-
tale, la colpa. Parlando osserverò quei riguardi
che devonsi alle condizioni di lei, sì che io a' più
malevoli e a' più sospettosi non paia nò istigatore
nè istigato ; che dall' uno e dall' altro abborre
l'indole mia; e questo scritto possa senza risico
correre per le mani di tutti. L' avere già i com-
patriotti miei significate le loro intenzioni co'rin-
graziamenti pubblici resi al Signor Conte Borelii
m'incuora a non celare le mie; non mi farà però
punto men cauto in trattare l'argomento,non dal
lato politico, ma dal morale piuttosto, dallo sto-
rico e dal letterario.
n. Non è erudizione meramente letteraria,
nè vano vanto, il rammentare quello che tutti
sanno; e appunto perchè tulti lo sanno, imporla
al proposilo nostro ridirlo (e 1' argomento, quanto
più facile a recarsi, tant' ha più valore) ; ram-
mentare che sin da tempi antichissimi la Dalma-
zia ebbe il suo proprio nome ; che prima ancora
d'aver questo nome, era compresa in una re-
gione di cui la Croazia non fu nè la maggiore
nè la più bella parte; che dell'importanza a lei
data da Roma fa fede il molto sangue costato
per debellarla e i trionfi condottine non senza
vanto; che a lei approdarono colonie e greche
e italiche ; e che dalle sue rive alle sponde d'I-
talia e di Grecia coloni tragittarono; che delle
corrispondenze di quel popoli con la romana e
con la cristiana civiltà fanno fede le navi libur-
niche, tanta parte della vittoria d'Azio, e la ve-
ste dalmatica. Certo è che Diocleziano e s. Gi-
rolamo, nessuno finora si pensò di chiamarli Croati.
Nè si sentì mai croato nè fu mai così detto il
Comune di Sobenico, ondo mosse a Venezia la
famifflia di Marco Polo, il cui Milione eccitò il n '
Genovese a scoprire attraverso al terrori del-
l' Oceano la terra, sopra la quale altre repubbli-
che adesso scoprono nei libri sacri tradotti da
Girolamo, la schiavitù di milioni d' anime essere
cosa santa.
Se i Croati sgombrarono la Dalmazia dagli
Avari, non potettero certamente distruggere tutti
gli antichi abitanti. E che sopra una solitudine
devastala non piantassero essi come conquistatori
le tende (malaugurato titolo sarebbe del resto
quella vecchia conquista all'odierna frateniilà);
che tulli loro o quasi tulli, siccome alieni dagli
potere legislativo, ed abbia a garanzia morale
la responsabilità dei ministri e la libertà della
stampa, ed a g^anzia materiale la guardia na-
zionale, potrà soltanto ingenerare la iiduèià negli
animi. ' ' ^
'Quando le finanze dello stato saranno di-
venute, mercè il nuovo vincolo, quelle della na-
zione, i suoi rappresentanti sapranno trovare il
mezzo per ristorarle in quelle risorse che oggi
sono rese impossibili, ed allora stabilito un reale
e durevole equilibrio tra le spese e le rendite,
nascerà il credito', che ha per base la fede e
la sicurezza nell'avvenire. E se la natura delle
cose dovesse essere piìi forte delle menti dei
rappresentanti nazionali, il cuore sarà chiamato
in aiuto, e si copriranno i bisogni del momento,
colla certezza di trovare nell'avvenire un gene-
roso compenso.
Tale è, Eccellenza, il risultato ottenuto nella
tornata d'oggi della camera di commercio ed
industria di Zara, la quale, giacché 1' E. V. volle
offrigliene l'occasione, ha votato di porgerle pre-
ghiera eh' Ella voglia rendersi interprete di questi
sentimenti presso S. M. l'Imperatore.
Zara, 28 gennaio 1861.
II gerente
P. ABELICH.
Il segretario
D.r a. Bulat.
tndìTiz
Alla spellabile CoDgregazionc municipale
di Zara.
Un èra nuova di maggior benessere va
sorgendo al presente per la cara patria nostra,
Dalmazia, quella cioè dell' autonomia e della dieta
provinciale.
In momenti di tanto vitale importanza qual
maggiore beneficio agli interessi di questa nostra
diletta provincia, che il bando da ogni gretto
municipalismo, e 1' affratellamento di lutti noi, che
gloriar ci possiamo di chiamarci Dalmati, senza ab-
bisognare di surrogato ! Ed una prova di ciò so-
lenne, e per noi scardonesi d'imperitura memo-
ria, si fu r aver veduto siccome codesto rispet-
tabile Municipio, appena riconosciuta l'imponenza
dell' attuale posizione, Egli il primo venisse a
.sjenderci la fraterna mano, chiamandoci a parte
di quanto trattar dovevasi pel comun bene pa-
trio, sulla causa cioè non aversi a conculcare il
diritto e la giustizia.
Questa mano fraterna, riconoscenti e pieni
d'affetto, noi accettammo e stringemmo.
In seguito poi a ciò, nella conforta a co-
desta parte del degnissimo nostro Podestà signor
Marassovich, ebbesi a rilevare la speciale atten-
zione e deferenza spiegatagli, invitandolo pure a
far parte, con altri rispettabili Podestà, di Esso
onorevole Consiglio municipale, in cui avevansi
a propugnare i piìi nobili e sacri diritti della pa-
tria comune.
Questa è una guarentigia la più solida della
già stabilita unione e fratellanza de' Dalmati, basi
fondamentali a render felice un popolo.
Scard ona quindi di tutto ciò riconoscente,
di nuovo stende la fraterna mano a Zara ed a
tutta Dalmazia, superba di poter in ogni incontro
offrire il proprio affettuoso voto all' altare della
patria. ^
Dall' Amministrazione comunale •
Scardona, 19 gennaio 1861.
Pel Podestà in permesso
VINCENZO ROSA assessore.
Giovanni Sinobad assessore.
Marassovich segretario.
Fablicazioni oceai§ione.
L' opuscolo che il Tommasèo diresse ai
Dalmati da Firenze, fu riprodotto, oltre che da
questo giornale, anche dal Diawlefto di Trieste
e dalla Gazzetta éì Fiume. Separate edizioni se
ne fecero pure in opuscoli a Zara dalla sotto-,
scritta Redazione, a Trieste da quel tipografo sig.
Coen, a Fiume dal sig. Rezza. L' edizioni nostre
però hanno ,sull'altre il vantaggio di non aver
nulla omesso delle parole dell' autore. Sappiamo
inoltre che a Zara se ne lavora una traduzione
in illirico da penna valente, per cura dell' opero-
so nostro libraio sig. Abelich.
A Spalalo venne in luce l'opuscolo: I par-
titi in Dalmazia del sig. Ignazio Bacotich, ed un
altro se ne annunzia col titolo: I partiti dalma-
ta-croati e mio giudicio (sic).
Molto poi si desidera di leggere un lavoro
uscito in proposito dall' elegante e robusta penna
del sig. Vincenzo Duplancich, di cui s'affermava
già compiuta la stampa da questa tipografia Bai-
tara, ma che, per quant'ora udiamo, sarà publi-
cato invece da una di Trieste.
Tip. Difflareiii-Rougier. D.r GOSi^lO DEGNA DI POSSIĐAKIA e GIOSEPPE FEORARI CllPIlLf, Redalliri respo«aWi.
N. 6. Zara-Sabalo 9 Febbraro 1861. Anno II.
LA VOCE DAIMATIGA
GIORNÀIE EGONOMICO-LETTERARIO.
Il Giornale si publica ogni Sabato. — Il prezzo d' associazione per Zara è di fior. 5 sol. 40 V. A.; pel resto
della Dalmazia e fuori, di fior. 6 V. A. — I pagamenti potranno farsi per V annata intera, ed anche per semestre, anti-
cipatamente, e dovranno da fuori di Zara essere inviati franchi per la posta, coir indicazione del nome, cognome, e domicilio
deir associato. — L'ìtlere, lil)ri, articoli, devono affrancarsi. — I reclami si maiiduno con lettera aperta, senza alTranca-
KÌone. — Iti Zara le associazioni si ricevono anche al negozio librario del sig. Pie/ro Abelich. — Un numero separato vale s. 15.
SOMMARIO — Può la Dalmazia unirsi alla Croazia ?
— I dirilli storici dell' Ungheria sulla Dalmazia (con-
tinnazioìie e (inej. — Camera di commercio e d' indu-
stria di Spalato. — Indirizzo al conte Borelli. — Di-
chiarazione. — Annunzio bibliografico.
Può la Dalmazia unirsi
alla Croazia?
Ogni individuo, ogni popolo, ogni nazione
ha in sè una forza che tende a sviluppare, per
perfezionare il proprio essere, ed indirizzarlo al
grandioso fine stabilito nell' ordine provvidenziale.
Da questa forza intrinseca alla natura dell'uomo
costituito in società, ne deriva il sacrosanto di-
ritto d' autonomia, il quale in certi tempi si può
soltanto conservare, ed in altri più felici puossi
esercitarlo. La Dalmazia, terra piccola, e più pic-
cola ancora per popolazione, racchiude in sè nul-
latneno molti elementi per essere autonoma, ed
ora ne ha la coscienza di possederli; imperocché
molti de' suoi illustri concittadini in questi mo-
menti d'anelito generale, ne dimostrarono tale
verità con iscritti pieni di calore e sentimento pa-
triottico, opponendosi all' unione sua colla Croazia.
La Dalmazia colla diramazione del Velebit e
del Dinara è divisa naturalmente dalla Croazia
e dalle altre meridionali provincie slave; dall' I-
talia da breve tragitto di mare ; all' oriente, se
le venissero restituiti i suoi aniichi confini, pro-
hmgherebbe il suo capo, e tra questo e 1' occi-
dente formerebbe uno scalo naturale. GÌ' inte-
ressi agricoli e pastorecci, i costumi e la coltura,
sono differenti da quelli de' nostri confinari croati.
L'elemento poi che costituisce una delle glorie
dalmate, ed affatto estraneo alla Croazia, si è
la navigazione, per cui i dalmati si mostrarono
sempre mai attissimi, portando il proprio nome a
lontani lidi. In cosa dunque vi assomigliamo, o
coraggiosi croati ? Ah ! vói dite che siamo slavi,
che qui si parla Io slavo; ma capile una volta
che la lingua, sebbene il principale, non è il
solo elemento che costituisce la nazionalità, ma_
il complesso di quanto si è detto sopra. La Dal-
mazia adunque pella sua posizione geografica,
pe' suoi interessi, coltura e costumi, ha una vita
sua propria, distinta, differente da quella della
nazione croata; e da ciò ne deriva la sua au-
tonomia. Essa la vuole, perchè è tempo di vo-
lerla; ed i suoi titoli ne sono basati su leggi di
natura.
L'augustissimo Imperatore conobbe che la
varietà de' suoi popoli componenti la monarchia
austriaca esige istituzioni che si conformino al-
l' indole speciale de' medesimi, e che T incre-
mento e lo sviluppo loro salderà viemeglio l'u-
nità monarchica, per cui ci largì la patente 20
ottobre, che solennemente garantisce la nostra
autonomia.
Le aggregazioni che i croati si affaccen-
dano di fare delle provincie slave, è un errore
dimostrato dalla storia; e questa dovrebbe loro
insegnare, che popoli d' una stirpe e d' un lin-
guaggio dovettero per secoli soggiacere al go-
verno di nazioni civili, e sotto la loro influenza
prepararsi l'avvenire, svincolandosi ed erigen-
dosi a nazione (i signori croati m' intendono)
quando erano maturi a condursi e reggersi da
sè. Il semi-panslavismo che da tale unione si
scorge, favorirebbe il colosso nordico, e noi non
gli vogliamo prestare l'opera, per non entrare
a suo tempo come goccia nell'oceano. Si dirà
che ciò non fa a proposito, non trattandosi di
fornjare uno stato indipendente; ma quale che sia
l'unione intesa a Zagabria, essa presuppone po-
poli adulti, capaci a stringersi, e formare un corpo
diretto ad uno scopo comune nazionale. E cosa
sono, 0 coraggiosi croati, tutt' i popoli slavi, tran-
ne la Polonia e la Boemia? A voi là risposta.
E cosa sarebbe la Dalmazia se le riianòasse l'e-
leiriénto italiano? Lo sappiamo noi.
Non vogliamo per questo neppure esserè|
italiani, come voi furbescamente di cdnlltìùb dì
N. 7. Zara-Sabato IO Febbraro ISOI. Anno II.
LA VQGE DAiMATIGA
GIORNALE ECONOMICO-LETTERARIO.
Il Giornale si publica ogni Sabato. — II prezzo d'associazione per Zara è di fior. 5 sol. 40 V. A.; pel resto
della Dalmazia e fuori, di fior. G V. A. — I pagamenti potranno farsi per V annata intera, ed anche per semestre, anti-
cipatamente, e dovranno da fuori di Zara essere inviati franciii per la posta, coir indicazione del nome, cog-nome, e domicilio
deir associato. — Lìttere, libri, articoli, devono affrancarsi. — I reclami si mandano con lettera aperta, senza affranca-
zione. — In Zara le associazioni si ricevono anche al negozio librario del sig. Pietro Ahelkh. — Un numero separato vale s. 15.
solfi T5 A RIO — Parole della Deputazione dalmata a
S. M. — Autonomia provinciale e nazionalità. — E-
pigrafe. — Indirizzo al sig. conte Boielli del Comune
di Scardona. — Corrispondenza musicale, — Illustri
contemporanei; il padre Lacordaire. — Dichiaraz,ione.
— Alla Redazione. — Al sig. Nicolò Matteo de' Gradi.
— Al siij. Vito Morpurgo. — Annunzio.
Parole della Deputazione Dalmata
nella sua presentazione
ALL'AUGUSTISSIMO NOSTRO MONARCA
il giorno 7 corr.
comunicate a noi dalla stessa.
iiaera ]!M[aei§tà!
La Deputazione della grande maggio-
ranza delle Comuni Dalmate, che ha l'aito
onore di trovarsi all'Augusta Vostra presen-
za^ compie al più gradilo dei doveri, pre-
gandovi di accogliere benignamente l'espres-
sioni di sincera devozione e fedeltà, della
quale non teme di asserire di averne date
le più costanti ed indubbie prove all'Augu-
sta Vostra Persona e Dinastia, e della più
sincera gratitudine per le riforme inaugurate
dalla Vostra Patente del 20 ottobre anno de-
corso, pel cui libero e pieno sviluppo Vi u-
milia i più leali auguri.
E giacché nello stabilimento dei nuovi
ordini civili la Conferenza Banale di Zaga-
bria fece sorgere la questione dell' annessio-
ne di Dalmazia al Regno di Croazia e Sla-
vonia, pretestando un diritto storico, ed in-
vocando la nazionalità, e la Maestà Vostra
coi Sovrano Suo autografo del 5 decembre
1860 diretto al Bano delist Croazia, ma non
publicato in Dalmazia, ordinava che la que-
stione avesse ad esaminarsi, discutersi, e re-
golarsi mediante Deputati del nostro Regno,
noi, inviati a tale scopo all' Augusta Vostra
Maestà, Vi preghiamo, o Sire, a voler in-
tieramente devolvere la decisione, per ciò
che riguarda i nostri interessi, alla prima
Dieta Dalmata.
È codesta per noi la questione della più
alta importanza fra quante sotto V Austriaco
Governo si agitarono sulle nostre sorti, ed
il risolverla è risolvere di tutto il nostro av-
venire.
Nel domandare adunque che sia chia-
mata la Dieta Dalmata a pronunciarsi, noi
non abbiamo altro pensiero che quello di as-
sicurarci una decisione seria e libera da parte
dell'assemblea, che, dopo la Vostra Patente
del 20 ottobre, è la sola capace dì ottenere
il rispetto di tulli, ed al cui volo ogni Dal-
mata saprà riverente inchinarsi, e verrà con
fiducia accompagnato all'alta Vostra sanzione.
Sarà codesto il voto legale del popolo
Dalmato, e qualunque esso sia per essere,
avendo da noi stessi cooperato alla decisione
del nostro avvenire, non potremo temere il
rimprovero d' aver rinunziato al diritto di
un'autonoma esistenza nel momento in cui
la vita delle nazioni risorge nell' Austria, e d'a-
ver mancalo di riverenza alle sloriche Iradizioni
die ricordano rispettato il nome Dalmalo fino
dai secoli più remoti, prima a fronte del grande
colosso romano, poscia nelle secolari riva-
lità fra Veneti ed Ungheresi e nella sua vila
municipale. Nè ebbe vera dipendenza clie
dalla Republica Veneta c dall'Aiiguata Vo-
N. 8. Zara-Sabato 23 Febbraro mi Anno li. LA VOCE DALMATICA
GIORNALE EGONOMICO-LETTERARIO.
Il Giornale si publica ogni Sabato. — Il prezzo d'associazione per Zara è di fior. 5 sol. 40 V. A.; pel resto
della Dalmazia e fuori, di fior. 6 V. A. — I pag-ainenti potranno farsi per V annata intera, ed anche per semestre, anti-
cipatamente, e dovranno da fuori di Zara essere inviati franchi per la posta, coir indicazione del nome, cognome, e domicilio
deir associato. —• Lettere, libri, articoli, devono affrancarsi. -— I reclami si mandano con lettera aperta, senza affranca-
zione. — In Zara le associazioni si ricevono anche al negozio librario del sig. Pietro Abelich. — Un numero separato vale s. 15.
SOMMARIO. — Il popolo nelle questioni di nazio-
nalità. — lndirix,zo al sig. conte Borelli del Comune
di Pago. — Ringraùamenlo del Municipio di Zara ai
sig. Deputati della Dalmazia che ritornarono da Vienna.
— Il publico giardino di Cattaro. — L'Hotel Carlinin
Zara. — Due Parole al sig. Nicolò Matteo de Gradi. —
Menzione.
Il popolo nelle ciiieisÉioni
di nazionalità.
Air autore dell' opuscolo : Considerazioni sulV an^
nessione del Regno di Dalmazia a quelli di
Croazia e Slawnia.
Farsi interpreti dell'inclinazioni, delle sim-patie, e delle tendenze d'un popolo, fu sempre argomento quanto diffìcile, altrettanto delicato; questo è un affare di coscienza, ove ogni altro principio balte una via secondaria, ove la sola ragionevolezza le sta a compagna; imperocché se chi scrive non sa svestire quel principio d'e-goismo, che tutti ne occupa, e non s'incorpora tutto col popolo di cui si fa mentore, non solo s'assume una responsabilità sugli effetti delle sue dimostrazioni o asserzioni, ma ancora si può fa-re istrumento involontario di danni e di sven-ture.
Troppa conoscenza dell' uomo, troppa e-sperienza ed erudizione domanda il popolo a chi si fa a porlo sulla scena delle questioni nazio-nali, e noi vediamo dalle storie di tutti i tempi, con quanta trepidanza dai saggi d' allora simili 172 carichi venissero ad assumersi. Ne sia esempio vn Licurgo per Sparta, un Solone per Atene, un Attilio Regolo fra i Romani, e benché i tempi d'allora sieno stati più felici, perchè le circo-stanze e le sorti delle nazioni meno confuse ed avviluppate d' adesso, pure possiamo imparare dai primordi della società con quanta delicatez-za e con quanta riflessione la causa del popolo veniva a trattarsi.
Sacrosanti sono i diritti d'un popolo, e chi s'azzarda violarli commette uno dei piti orrendi misfatti. Violare si possono questi diritti senza punto toccare il popolo di presenza, epperò una parola detta leggermente senza averla bene pon-derata, un' opinione publicata senza conoscere l'intenzione positiva delle masse, un progetto e-sternato senza una conscienziosa disamina delle circostanze, una questione intavolata sopra prin-cipio di poco fondamento, un consiglio dato fuori senza avere giustamente interpretate le mire del popolo, bastano a sconvolgere dai cardini una so-cietà nazionale.
E siccome 1' assieme di ogni umano con-sorzio è la società, così le nazioni non essendo litro che famiglie componenti questo consorzio, sono chiamate tutte a contribuire al comune av-vantaggio dell' umanità, allo sviluppo delie ten-denze d'ogni singola famiglia, al prosperamento ed al benessere del tutto. Non avvi uomo che non debba quaggiù adoperarsi pel bene comune, e benché questa missione sia più astrazione che resto, pure tutti le rimaniamo fedeli, tutti ad essa ubbidiamo.
Chi nasce e cresce in una famiglia, è mem-bro di quella, sia pure diretto o indiretto, ciò )0C0 monta; così appartiene ad una nazione que-r|i che da essa ritrae le memorie della sua schiatta. Amore di nazione è amor di patria, e come s' amano i genitori e la propria famiglia, così devesi amare la propria nazione e la pro-pria patria. Chi s'affatica pel bene della patria, avora pel bene della nazione, non compie un jeneficio, adempie ad un dovere positivo. Ogni uomo secondo le sue forze, la sua posizione, la sua inclinazione, lavorerà per questa, e ove il patrio interesse si concentra in tutte le classi, quando una comune premura si spiega pel bene patrio, e la nazione e gì' individui prosperano e progrediscono. Ma quando invece gli uomini d'u-na nazione o sono poco intelligenti, o se anche intelligenti stanno sotto il predominio della pre-
I 9. Zara-Sabato 2 Marzo 1861. ADDO II.
LA VOCE DALMATIGA
GIORNALE EGONOfflIGO-LETTERARIO.
Il Giornale si publica ogoi Sabato. — Il prezzo d' associazione per Zara è di fior. 5 sol. 40 V. A.; pel resto
della Dalmazia e fuori, di fior. 6 V. A. — I pagamenti potranno farsi per Tannata intera, ed anche per semestre, anti-
cipatamente, e dovranno da fuori di Zara essere inviati franchi per la posta, coir indicazione del nome, cognome, e domicilio
dell' associato. — Lettere, libri, articoli, devono affrancarsi. — I reclami si mandano con lettera aperta, senza afTranca-
zion«. — In Zara le associazioni si ricevono anche al negozio librario del sig. Pietro Abelich. — Un numero separato vale s. 15.
somiTlARIO. — Via facti; la Croaùa e la Frater-
nità; di nuovo a" Dalmati, N. Tommaseo. — Una cita-
zione a proposito. — Protesta. — M. A. Vidoioich ad
A. Damiamvich. — Poesia
Via facli
lia Croazia e la Fraternità
Di nuovo a Dalmati fi. Tommasèo.
I.
Il dovere mi muove a soggiungere altre
parole; e saranno, come le prime, intente a se-
dare anziché a provocare. Saranno di preghiera
che i Dalmati alle altrui provocazioni rispondano
con quanto più sanno di generosa benevolenza,
e con quel rispetto che umanamente è possibile.
Io mi compiaccio che le parole di me esule, e
dicitore non freddo e non timido, suonassero più
temperate che quelle de' miei compatriotti. le quali
sono fin qui potute giungere a me, e le quali
del resto non erano punto smodate.
Intanto, egli è un fatto, che varrà per assai
documenti e a Vienna e presso gli uomini ra-
gionevoli e onesti della stessa Croazia; egli è
un fatto, dicevo, che la più gran parte del pic-
colo regno di moto spontaneo prontissimo dis-
sentì dal confondersi con T altro regno, dimostrò
di non riconoscere nè Futilità nè la soavità di
cotesta confusione. Egli è un fatto che non solo
dalle città, ma da terre e da villaggi parlanti
cornunemeute T Illirico, mossero ringraziamenti al
conte Borelli difensore valido della distinzione;
mossero dall' isoletta di Zlarin, singolare per la
gentile pescagione de' contili di che essa ha il
segreto, e per l'industria nautica degli abitanti
che corrono ardili il mare e l'oceano; mossero
da Stretto, da cui non lontano visse per quasi
cinquant' anni in solitudine abbellita dalle sue pro-
vide colture e dalle amabili virtù il conte abate
Draganich, ospite d'Alberto Fortis e di Lord Her-
vey, amico di Melchior Cesarotti. Egli è un fatto
che dalle più delle città principali inviansi depu-
tati non solo di tra' cittadini, ma di tra' villici, i
quali significano il dissenso; e se taluno di co-
loro (che io non vo' credere) paresse mutare a-
nimo per via, ciò sarebbe contro la prima libe-
rissima intenzione delle città deputanti. Egli è un
fatto che da quelli stessi paesi che pendono an-
cora incerti, non furono mandati nè interpreti nè
lettere d'assenso all'adunanza Croata: il quale
ritengo sarebbe ingiuria imputarlo a paura di» pe-
ricoli non solamente fantastici ma impossibili, on-
d'è da attribuirsi a pudore, a coscienza, a cau-
tela di chi attende ragioni le quali vincano i
propri e i comuni sospetti. E certamente se Ra-
gusa, se Cattaro, sentissero sè Croate, al primo
cenno avrebbero allargate le braccia correndo a
Zagabria, e gridando: mescoliamoci. Egli è un
fatto che per l'assenza degli invitati, la confe-
renza così delta Banale (malaugurato suono ad
orecchi europei) credette dovere interrompere le
sue faccende, e ricorrere senz' altro a Vienna.
Ma prima volle fare una cosa. Senza attendere
nè la risposta di Vienna, nè quella dei Dalmati
dubitanti, nè l'esito delle sue nuove istanze meno
imperiose ai Dalmati dissenzienti, con un atto i-
naudito nella storia banale e nella storia non
banale se li incorporò addirittura eia facti.
II.
\ia facti Negli umili studi eh' io feci in
Dalmazia sul latino, non mi rammento di aver
riscontrata cotesta eleganza nè in Fedro liberto
nè in Flauto servo. Via facti ! ma fatto, nel lin-
guaggio dei popoli civili, conlrapponesi spesso a
diritto: e i Latini, talvolta anco a eia davano
senso diverso. Legatos eadem via agressos. —
Qui aliter jus civile tradunt.^ non fam justiiiiB
quam litigandi (raduni vias. E senza ricorrere a
I IO. Zara-Sabato 9 Marzo 1861. Alino II.
LA VOCE DALMATICA
GIORNALE ECONOMICO-LETTERARIO.
Il Giornale si publica ogni Sabato. — Il prezzo d' associazione per Zara è di fior. 5 sol. 40 V. A.; pel resto
della Dalmazia e fuori, di fior. 6 V. A. — I pagamenti potranno farsi per V annata intera, ed anche per semestre, anti-
cipatamente, e dovranno da fuori di Zara essere inviati franchi per la posta, coir indicazione del nome, cognome, e domicilio
deir associato. — Lettere, libri, articoli, devono affrancarsi. — I reclami si mandano con lettera aperta, senza affranca-
zione. — In Zara le associazioni si ricevono anche al negozio librario del sig. Pietro Abeiich. — Un numero separato vale s. 15.
IS07IÌI/1RI0. — Via facti; la Croazia e la Frater-
nità; di nuovo a'Dalmati, N. Tommaseo; (continuazione
e fine del n. 9). — Guardiamoci dagli estremi. — Al
sig. Marcantonio Vidotich in Zara. — Società filarmo-
tiica. — Poesie.
Via facli
lia Croazia e la Fraternità
Di nuovo a'Dalmati Tominasèo.
(Continuatone e fine del n. 9).
X.
Ho detto che la lingua italiana, anche e-
spulsa per legge, rimarrebbe per molte genera-
zioni nelle case e nelle anime. E coloro stessi
che la vorrebbero espulsa, si troverebbero for-
zati a usarne, e vergognando e fremendo coglie-
rebbero sè stessi in fallo. Quel eh'è radicato da
secoli, per forza de' secoli appena si schianla.
Or r italiano in Dalmazia, comechè semplice dia-
letto, comechè non potutosi svolgere col pro-
gresso de'tempi, per questa stessa povertà, ha
conservata, come i poveri sogliono, la sua pu-
rità. Molte volte m'avvenne nella beala dovìzia
delle toscane eleganze, rincontrare le voci e i
modi del veneto, quale in Dalmazia si parla ;
molte volte in' avvenne, nel dubbio se tale o
tal modo sentito o letto in Italia fosse italiano
pretto 0 se gallicismo, ricorrere con la memoria
alla favella eh' io parlai giovanetto. Perchè là
non entrarono i gallicismi, de'quali non dico To-
rino e Milano, ma la slessa Firenze è oggigior-
no contaminata. E quel poco ch'io so d'italiano,
non so se mi dia autorità, ma mi dà coscienza
di certamente affermare che le parole di ringra-
aiamento inviate dalla tei-ricciuola di Stretto, e
dallo scoglio di Zlarin al conte Borelli, il quale
non ci vuole Croati, sono scritte in italiano mi-
gliore di quel che adopera, e parlando e scri-
vendo, il conte Cavour. Veramente il nome stesso
del già successore ai Cavalieri Templari nel feudo
di Vrana suona più italiano che il nome del gen-
tiluomo di Chieri, oppugnatore inavveduto e in-
valido d' Ordini religiosi, e propugnatore di ca-
valieri pedestri senza numero e senza nome.
Nè r uso e r amore della lingua italiana
spegneva (già lo notai) ne' Dalmati 1 amore alla
lingua usala dal popolo; nè questo amore è così
nuova cosa come certuni vantano, immemori, se
non ignari. Sotto il governo de' Veneti era un
seminario illirico, che adesso non è ; i veneti fa-
cevano tutti i loro decreti volgarizzare nella lin-
gua del popolo, acciocché la legge non fosse un
privilegio e un' insidia. In Ragusa scrivevasi va-
lentemente il latino e l'illirico, 1' italiano paria-
vari correttamente. E vive ancora l'ultimo allie-
vo del Collegio illirico dì Loreto, Monsignore
Filippo Bordini, maestro mio, che parla e scrìve
le lingue di Cesare e del Petrarca e de' canti
serbici con squisita eleganza; nè, di tre lingue
diverse così signore, io conosco altro vescovo
in tutta cristianità.
XI.
Non è irriverenza verso al presente la ri-
conoscenza al passato. I Veneti comportavano
che la piccola e povera provincia di Dalmazia
chiamasse sè col nome di nazione, e così la
chiamavano anch' essi ; e la nnziotie senz' altro,
significava Dalmazia. Ora i Dalmati chiedono
questo soltanto, che non siano trattati da meno,
non dico d'un regno (tale è il titolo che la sto-
ria e il jus pubblico diede a loro), ma da meno
dell'infima delle provincìe, senza governo, senza
nome, e, peggio che senza nome, con un nome
mutato; come si fa ai condannati dal giudice per
misfatti. Senonchè i condannati mutano nome in
un numero; ed è meno umiliante perdere le me-
morie proprie, che vedersele con altre memorie
barattare.