N. 86. Zara, Luneđi 10 Novembre 1879. Anno
Dalmazia Caitolica
KATOLIČKA DALMACIJA
Veritatem facientea in charitate, crescamus in
lllo per omnia, qui est caput Christus.
(8. Paul. Efh. IV. 15.
Esce il Lunedled il Venerdi.
—^pygfr——
Ego interim olamite:
Si quis Cathedrae Petri jungitur, mens est.
(S. Hieronym. Eft». XVI. ad Dam.)
Vos ipsos, auxiliante Deo, in dies alacriter operam Vestram impensuros in tuenda salutari Eoolesi» doctrina, animisque in Religionis amore et in ver» fldei professione
roborandis,.... (p{0 j\ nei Breve dêl 21 Febbrajo 1872 agit scrittori della Dalmaíia Cattolica.)
Condizioni d aasociazione. — Per Zara per un anno anticipatamente fior. 6. — Per la MonarcMa Austro-Ungarica fior. 7. — Per Testero per un annp fran-
chi 15 in oro. — L'associazione è obbligatoria per Tintera annata. Chi non avrà dato disdetta alla fine di un'annata, si riterrà associato anche per la seguente. — te as-
sociazioni e gl'importi di denaro in gruppi, o meglio in assegni postali, si dirigano all' Ammmistrauone della Dalmazia Cattolica in Zara. Le corrispondenze affrancate alia
Redazione. I comunicad s'inseriscono al prezzo di s. 10 la linea. Inserzioni in quarta pagina a tariffa assai rooderata. Un N.ro separato s. 8.1 manoscritti non si restituiscono.
I progressi deir Inghilterra.
Benchè il Governo inglese, dopo le grandi
promesse ricevute dalla Porta per mezzo di
Musurus pascià, abbia ritirato 1' ordine dato alia
ílotta di stazione a Malta di prendere il largo
verso I' Asia Minore, la questione dei progressi
deir Inghilterra rimarrà tuttavia per molto tempo
ancora una questione come suol dirsi palpitante
d' attualità. Ormai ognuno è persuaso che la ricca
Albione scorre col suo occhio speculatore anche
sui sinuosi lidi dell' Anatolia, e i fogli inglesi
non mancano di rendere fainigliare alia pnbblica
opinione 1' idea del dover piantare cola la do-
minazione della impératrice dell'India.
Giorni souo, una lunga lettera pubblicata
dal „Times", riassunta dalP ,,E. d. L.", era lutta
nel ribadir questo chiodo. Nell" Asia minore, a
delta dello scrittore, musulmani e cristiani, non
esclusi gli officiali dell' esercilo, vanno tutti
d' accordo nel sospirare che il paese sia occu-
pato dal!' Inghilterra, e nel riputar lei sola ca-
pace di rimettere in asselto quelle terre mal
travagliale. Perche i turchi sono gente d'animo
quieto e inchinevole ad obbedire. ma oramai
sono stufi della Porta, che non esercita più ne-
anche l'ombra d'un governo qualsiasi. L'auto-
rité è scompaginata del tutto, 1' amministrazione
pubblica uscita dei gangheri, la sicurezza delle
persone e delle robe venuta meno, ed è schian-
tato fin dalle radici tutto quello onde suol na -
scere la prospérité d' un paese. La causa d' ogni
maie, a detta dell' articolista, è da cercarsi nelle
casse vuote della sublime Porta; i soldati da
quarantadue mesi in poi non toccarono il loro
soldo, gli officiali pubblici restaño senza salario,
e in conseguenza, quella che dovrebb'essere la
macchina governativa, degenera in un apparato
di concussione. Sforniti di paga, i soldati devono
rubare per vivere, e nell'ordine civile il cai-
macan spreme le tasche del mudir, il mudir
campa a spalle del bei, e tutti assieme tortu-
rano malamente il popolo, chc deve far le spese
a tutti.
II quai popolo, oltre alla mancanza di
strade per lo smercio delle sue derrate, non è
mai sicuro nè della vita nè degli averi, poichè,
lin quasi alie porte d'Efeso, di Smirne e delle
altre città maggiori, il paese è infestato da
bande di briganti, per lo più greci, e da mi-
gliaja di circassi, trasportati di fresco in quelle
misere provincie. Indi son frequentissime le ru-
berie, i ricatti, le uccisioni, a cui non fa schermo
il governo indolente e pressochè scomposto; a
talchè la gente ormai non spera più nulla dal
Gransignore, e aspetta che a riordinare le cose
intervenga 1'Inghilterra.
II desiderio di costoro è del pari il desi-
derio dell' articolista, il quale osserva che, messo
il piede una volta nell'Asia minore, si potra
guardare con indifferenza il caso possibile che
Costantinopoli muti padrone ; e in Anatolia bi-
sogna piantarsi, ei soggiunge, perché il paese
in ogni modo andrá perduto alia Porta, e, se
1' Inghilterra non lo fa suo, ci stenderá sopra
le mani la Russia; oltre di che é mestieri ac-
quistar la signoria di qiielle terre per avere
aperta e sicura la via dell' India, la quale adesso
non sí ha che per un caftale facile ad essore
turato da chiunque vi facda colare a fondo un
vascello o due.
Non pago ancora di questi pressanti inviti,
I' articolista sfila una serie d' altri argomenti,
ch' ei crede idonei a stnzzidar 1'appetito de' suoi
compatriota e ad invogliarli; dell' annessione. De-
scrive la fecondita del si^olo, la ricchezza dei
minerali e la bontá dei pojrti, per dedurre che
il paese, governato un p<}' meno alia diavola,
puó frutlare moltissimo a chi ci impieghi un
buon dato di capitali, e ci\faecia correre Toro
che, in grazia della crisi economica presente,
giace ozioso nei forzieri j&Ua city. Piü ancora,
va notato chc gli abitanli delF Asia minore pa-
jono uati apposta per trattar l'armi; onde ne
potrebbe trarre soldati eccellenti e quanti ne
vuole i' Inghilterra, la quale ha giá sperimentato
come sia troppa la spesa del trasportare fino
sulle terre lambite dal Mediterráneo le sue truppe
indigene dell' India.
Dunque l'interesse politico ed economico
dimandano con voce imperiosa 1'annessione; e
se mai questo scongiuro non bastasse, 1'artico-
lista ha in pronto altri amminicoli per adescare
gli inglesi e per farli vaghi di quei nuovi pos-
sedimenti. Amano la caccia e la pesca? ma la
appunto avranno in copia selvaggina d'ogni ma-
niera e pesci squisiti. O sono turisti; amanti di
arrampicarsi sulle cime di monti giganteschi? e
dunque vadano in Asia minore, dove la natura
é un paradiso, e dove a poco distanza da Smir-
ne sopra Odemisch si distende un magnifico
lago, a quattromila piedi d'altezza. Infine ci tro-
veranno il loro conto anche i dilettanti d'arche-
ologia, poiche dalle rovine delle antiche cittá
si possono tuttavia disseppellire insigni reliquie
dell arte greca, e se la Prussia cavó testé mi-
rabili tesori di sotto ai ruderi di Pergamo e
ne arricchi il museo di Berlino. ben é giusto
che non resti senza bottino il museo britannico.
Questi argomenti di secondo ordine non
saranno spregiati da molti inglesi piü o meno
eccentrici; ma, anche senza gli allettamenti d' un
giornalista, il governo, crediamo, sará disposto
a prender possesso delf Asia minore. E come
a diré una necessitá fatale quella che spinge
1'Inghilterra a nuove conquiste, sia per formare
quasi tanti baluardi alie colonie giá possedute,
sia per assicurare campi di azione alia sua in-
dustria e sbocchi al suo cominercio. Ancorché
ella fosse ritrosa all' ingrandimento dei suo ter-
ritorio, un passo chiama l'altro; le colonie di
Natal e di Transwaal non possono difendersi
che portando le frontiere sul terreno occupato
dai Zulú; 1'impero dell'India vuol essere tute-
lato col piantare le sentinelle avanzate nell' Af-
ganistán, che forse, tuttoché contro voglia, dovrá
essere inghiottito esso pure, e infine gli inte-
ressi sovrani che ha i'Inghilterra nell'Océano
indiano, la obbligano a metiere stabilmente il
piede sulle coste del Mediterráneo. O tornare
indietro e declinare, o conservare la potenza
acquistata col crescerla e coll'estenderla ogni
di più ; questo fu il destino dell' impero romano,
e a questo destino obbediscono oggidi la Russia
e segnatamente 1'Inghilterra ; tenendo ferma la
nozione, non è malagevole l'indoviuare con
molta probabilité una parte della storia degli
anni prossimi a venire.
Pogled po svietu.
Jednom kad je pretresena adresa zastup-
ničkog carevinskog Vieća, ne ostaje nego da
bude predana N. Veličanstvu. Predsjednik ju je
Sabora zato jur izručio kako donosi običaj
predsjedniku ministarstva grofa Taafeu, a i ovaj
će ju bit došle izručio Caru.
Ne zna se još kad će odaslanstva na okup.
Moglo bi se lako dogodit da se otvore i pod
konac tekućega mjeseca, al samo za koji dan,
da se ne imat bude pretrgnut rad Sabora. A i
ne bi se htjelo vele za odobrenje zaledničkog
proračuna, koji, da poso prije izteče, mislimo
najbolje bi bilo kad ne bi hitao nego kakva
dva tri li mjeseca najviše. Ali da se uzmognu
i tako odaslanstva sastat koncem tek;, hoće se
da Sabori pospieše riešit pitanje o upravi Bo§ne
i ono o obrani.
Manjak n cisleitanskom proračunu spasti
će na ništo, ako dohodci dojdućih godina budu
rasti kako u prva tri mjeseca tek. godine a
troškovi ostauu nepomični. Napram lani, ljetos
se je sječnja, veljače i ožujka skupilo kakvih
920 tisuća fiorina više izravnih dohodaka, a do-
hodci neizravnih poreza još su bili obilatiji, jer
su iznieli preko pet milijuna više.
0 braći preko Velebita, naime o radu kra-
Ijevinskih odbor«, ni još nema nikakva odlučna
glasa. Uzalud obćinstvo uznemireno, neznajuć ni
hoće li ni kolika će oluja zapuhat nakon sada-
šnjeg muka i tišine, želi i pita malo više svje-
tlosti u tmini u kojoj nas Magjari drže.
Što je sigurno jest samo to, da ugarski
kraljevinski odbor ne pušta ni pedalj od onoga
položaja na koji se odmah u početak dogovora
stavio. Nego, bilo zlo bilo dobro, brzo će se
znat na kojoj smo s Magjarima.
Otvorila se je tek u isto doba kad bugar-
ska skupština i skupština nazovi-ruinelijska. Ovu
je otvorio vladalac Aleko paša. On u svom go-
voru nije taknuo nikakvo političko pitanje, nego
je samo reko nešto kako se je povratio bratski
mir izmedju kršćana i turaka, pa za tim spo-
menuo kako je stanovništvo gladno a proračun
tanahan, što je dvostruko zlo.
Znamenite su rieči, kojima izišla ovih dana
„Natinnal Zeitung" u jednom svom comunique
glede Turske. Ondje se govori, da sva zapadna
N. 62. Zara, Marteđl 20 Agosto 1&78. Anno IX,
KATOLIČKA DALMACIJA
Verit&tem facientee in eharitate. crescainus in
I Ho per omnia, qui est caput Christus.
($. Paul Eph. IV.
Esce il Martedi ed il Venerdl. Ego intérim clamito : Si quis Cathedrae Petri jnngitur, meus est.
(S. Hieranym. Bpiđ, XVI. ad Dam J
Vos ipsos. auxiliante Dee, in dies alacritev opérant Vestram impensuros ín tuenda saiutari Ecelesi® doctrina, animisque ¡a fteligionis amore et in verte fidei ¡»ftfessl®m
roboranáis, £jp¡0 ¡\ nei Hi eve del 21 Webbrajo ÍST2 agli acrittori delta tíalmazia Cattolica.)
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ondizioni d'associazione. — Per Zara per un auno anticipatamente fior." 6:" p Per la Monarchia Austro-Ungarica fior. 7. — Per Testero per an anno fran-
chi 15 in oro. — í/associazione è obbligatoria per Tintera annata. Chi non avrá-diíto disdetta alla fine di un' annata, si riterrà associato anche per la seguente. — Le «s-
sociazioni e gFiinporti di denaro in gruppi, o meglio in assegni postal i, si dirigano^air Amminutramam della Dalmuma Cattolica in Zara. Le eorrispondenze aflfrancate alia
Hedazione. 1 coniunicati s" inseriscouu al prezzo di s. 10 la linea. Inserzioni in quarta? pagina a tarilfa aâsai modérala. Un N.ro separato s. 8. I manoscritti non si restituiscono.
Coi
Turska oporba raste
Turska oporba svaki dan zanimivijom
postaje. Ona se malo po malo promete u
oporba obou, odvažnu, državnu; ona malo a
malo postaje oporbom proti svemu i svakomu.
U Brodu se pred Filipovićeve noge naj-
prije prosvjed pustio. Malo vrieme postojalo
pa dodje red na prosvjed po puški i jataganu.
Poznato je kako su se iz početka li ovom
drugom stepenn postepene turske neočekivane
oporbe samo gdjegdje ustaše pomaljali, uprav
„rari nantes in gurgite vasto", a sada se
broje na tisuće: Pet tisuća ustaša kod Lu-
bin ja; pet ili kod Jajca. A gdje su oni od
Maglaja do Vranduka i ustaše SpreČani, kojih
će bit jnrve do 15 tisuća na broju, da i ne
spomenemo Hagji Lojine i još čije pristaše u
središtu Bosne ?
Do koga je mnogo što je ustanak buknuo,
pripovieda nam Hafiz paša kad po njegovim
riečima vojvoda Filipović dozna je i službeno
javlja, da medju ustašam ustadoše proti našoj
vojsci kakvih 30 bataljuna turske redovite
vojske, polovica ukupne turske vojske u Bosni!
i kad potvrdjuje da je praha i olova po po-
krajini kako na prodaju. Ovo Filipovićevo
izvješće razlama ono pečata, kojim je prvi
turski prosvjed zapečaćen bio i donaša svjetlost
gdje je bila tama, uvjerenje gdje je vladala
bojazan. Sad nastaje austrijska osornost a tur-
ska odgovornost. Vidjeti ćemo kako.
DoČim se naša krv u Bosni i Ercegovini
lije i Rusim se u Maloj Aziji šmrca. Batum
i okolica vru na vas mah. Lazi su jar počeli
pozdravi jat ognjem pogranične neredovite ruske
vojnike, te i onamo ima pogibelji da pri za-
posiednuću Batu ma i okolice budu usilovani
Rusi omastit ruke ljudskom krvlju, kako se
to na žalost amo našoj carevini dogadja. Po
tomu dakle oporba raste: s prosvjeda se i
ovamo i onamo na okršaj došlo. Turci zače-
še S Austrijom, nastaviše s Rusijom, misle
dovršit s kim?
Velika je pogreška bila što se u sastanku
nije razmatralo pitanje „a da bi se turci
oprli?" Znam, za taj slučaj nije marila Italija,
nego u koliko ga je možda željela; za nj se
nije brinula Francuzka, što ga je možda Če- ,
kala; Englezka i Bismark boga molili da:
tako bude. Londonkinja vlada znala je da je j
za oporbu na Cipru lako, a njemački knez i
nije imao gdje ni da je prot sebi vidi. Uz to j
Austrija nije mogla ni sumnjit da će poturice ;
dić glavu kako digoše u Bugarskoj pomaci
i da će navrvljet onolika povorka ustaških
¿eta i redifa. Te okolnosti nijesu dopuštale
& se što odluči o sredstvim kojim kršit
¿borbu u slučaju da je bude.
Sada bi jedva više bilo na vrieme. Oporba
u Bosni i Ercegovini proti Austriji i u Arme-1
niji prot^lusiji, nastojanjem carigradske vlade i
može samo ofctavit karakt^f oporbe državne; I
ali bi mučno mogo Sultan zajaziti nastalu
buntovničku poplavicu. Ipak možda bi jednako
s drugih gledišta shodno bilo da Austrija i
Rusija složno i hitro zametnu s Visokom Ka-
pijom brza dogovaranja i navedu ju da ustaše
miri. Austrija i Rusija imale bi pokazati bje-
ločano da se li sastanku Europa nije sama
sobom podrugivala kad je berlinske zakone
krojila. To bi sve slabo pomoglo; to bi više
dakako okasno bilo; ali bolje išta nego ništa,
bolje ikad nego nikad. Tim bi stvari jednako
stale naopako, ali bi t»ez toga bilo možda
gore, jer bi po svoj prilici zlo trajalo dulje.
A čemu da se krvolocim više krvi lije?
I Indirizzo dell' Episcopato austríaco a. S. M.
salle scuole popolari.
j Questo documento è di vecchia data, ma non
• vide la luce che in questi giorni, Non vogliamo an-
; daré indagando la causa del lungo silenzio; ci lirai
• tiamo a ram mentare soltanto che l'indirizzo che oggi
pubblichiamo, quale ce lo danno i fogli di Vienna,
fu sottoscrito dai Veseovi della Cisleitania nell' aprile
• dell' auno scorso dopo termínate le conferenze.
Eccone il tenore:
| Di tutti gli oggetti dei quai i propongono di
! trattare i sottofirmati Veseovi radunati a Vienna si
trova in primo Iuogo la scuola nelle odierne sue
condizioni, perche da essa dipende in maggior parte
1! avvenire dello stato in ri guardo ecclesiastico, poli-
tico e sociale.
I veseovi delF Impero chiedono in primo luogo,
appoggiati alia missione che hanno riguardo all'edu-
cazione che si dà nelle scuole ed ail' auto ri ta dalla
legge (§. 15 delle leggi fondamentali) loro con-
cessa, che agii organi della Chiesa neii' impartiré
1' istruzione religiosa e negli esercizi religioai per
coloro che írequentano le scuole venga lasciata
piena liberta di contenersi a seconda della volontà
e dei mandato vescovile e che agli altri oggetti
d' istruzione si dia un indirizzo tale che non sieno
di nocuinento ma bensi di giovamento alia fede degli
scolari. Nessuno potra negare, se non chi avversa
per principio la religione e le istituzioni le quali da
essa provengOno, che sia lo scopo della seuola po-
polare quel lo, di al levare la gioventù per quella
sf'era d" azione che a lei conviene e specialmente a
divenire coseienziosi ed attivi membri di quella so-
cietà religiosa alla qnale appartengono e sudditi
fedeli della monarchia, per i quali forma uno dei
principali doveri l'attaceamento a V. M. ed alia
vostra imperiale famiglia nonchè 1' obbedienza alie
leggi dello stato.
Ma i Veseovi firmati diehiarano che i principt,
ai quali s'informano le moderne leggi scolastiche ed
una serie di ordinanze relative a queste leggi non
solo non corrispondono alio scopo suddetto, ma che
in moite parti vi sono contrarie e 1' esperienza di
quasi un decennio ha fatto ved-ere che sotto le ríuove
leggi scolastiche le cognizioni necessarie per la vita
non sono nella gioventù eresciute ed aumentate, ma
che per lo contrario il sentimento religioso della
scolaresca, le pratiche di pietà l' osservanza della
disciplina, ed il buorx costume vanno viaibilmente
mancando e che le gravi s^ese per le scuole imposte
ail' impero, alie provincie ed alie comuni non portano
quei frutti, quali desiderano di vedere tutti quelli,
ai quali sta a cuore il benessere della famiglia, e
della società.
M entre avuto riguardo alia forraazione partí-
colare dell' Impero si lasciava che la legge del 25
| maggio 1868 nella parte che spetta le scuole veníase
eseguita dalle singóle rappresentanze provinciali,
avvenne che i partícolari di quelle leggi scolastiche,
; principalmente in punto dell' ispezione e della sor-
veglianza che da più davvicino interessa la Chiesit,
j non in tutti i paesi sí trovassero essere eguali e cho
f anche in alcuni punti essenziali vi fosse questa va-
| rietà secondo le idee della maggioranza nell' uno o
j nell' altro consiglio provinciale. -r
In conseguenza di cié accadde che in alcune^
¡ diócesi i veseovi non si trovarono ancora nella ne-
¡ cessità di dover alzare la loro voce contro la nuova
! e moderna scuola, per la cagione che nei paesi che
| queste diócesi comprendono la legge provinciale
| permette agli organi ecclesiastici di esercitare una
maggior influenza o perché í superiori secolarí seo
lastici procurano di tenersi sempre in amichevoli
relazioni coi rappresentanti della Chiesa cattolica.
Per lo contrario vi hanno altre provincie e
diócesi nelle quali le cose riguardo alla 8ÉÉÈ1& pre-
sero una via contraria a queli insegnamento ed edu-
cazione religioso-raorale che la Chiesa desidera sia
dato alla gioventù siudiosa, sia perché le autorità
scolastico-laiche si studiavano sempre quando lo per-
metteva la lettera della legge e talvolta ancora in-
terpretándola a capriccio d' impedire ogni qualunque
influenza della Chiesa sulla scuola anche nelle cose
che riguardano soltanto 1' istruzione religiosa e le
j pratiche di pietà, sia perché opponevano alie ordi-
: nazioni dell' autorità ecclesiastica anche quando queste
non ledevano la legge dello stato, una resistenza che
poco si conveniva aU'onore dell'ecclesiastica autorità.
Questa opposizione fatta sotto la salvaguardia della
legge fu origine di fatti deplorevolissimi avvenuti in
vari luoghi, tra i quali il tentativo fatto di »Honta-
nar e dalle scuole le i m agi ni ed í Crocefissi, il divieto
di condurre i scolari piu che una sol volta la setti-
mana alla s. Messa, 1' astensione della gioventù dalle
processioni, non eccettuaía in alcuni luoghi nemmeno
quella del Corpus Domini, la soppressione dell'„Ave"
nelle preghiere che si fanno prima e dopo la scuola.
L' appellarsi alia disposizione esplicita della legge
dello stato la quale dispone che le autorità scolasti-
che provinciali non possouo opporsi ad un ordinanza
dell' ecclesiastica autorità se non nel caso che questa
sia inconciliabile colla legge fondamentale, non pro-
dusse di regola nessun effetto ; e fu talvolta necea-
sario di far ricorso all'i. r. Ministero dell'istruzione
affinché ai catechisti venisse permesso di preparare
nei locali scolastici la gioventù fuori del tempo pre
scritto per la scuola ai Sacramenti della Cresima &
Comunione.
Del cattivo apiri to che regna in una parte dei
maestri di scuole popolari nella diócesi di Linz fu
fatta menzione dal periodico della società didattica
dell'Austria superiore. Se anche una parte sola dei
maestri fosse an i m ata dai principx che vengono
esposti nell' acchiuso foglio diocesano, non si dovrebbe
por tempo in raezzo per accertarsi di simili manife-
s taz ion i irreligioso fatte da maestri ai quali viene
affidata l'educazione della gioventù e quelle persone
le quali si fanno apostoli dell'ateísmo dovrebbonsi
tantosto allontanare dai magistero delle scuole po-
polari. Ma il sottofirmato Vescovo di Linz ha dovuto
far 1' esperienza che Je autorità da luí invócate per
por riparo ai mali accennati nel detto periodico si
dichiararono incompetenti oppure credettero di non
poter trovare motivi suíficienti per procedere contro
i loro autori. (Continua.) ,
N. 63. Zara, Venerdi 23 Agosto 18T8. Anno IX.
Cattolicâ
KATOLIČKA DALMACIJA
Veritatem facientes in charitate, crescamus in
illo per omnia, qui est caput Chrigtus.
(S. Paul. Kph, IV. 15
Esce il Martedi ed il Venerdi. Ego interim clamite: Si quia Cathedrae Petri jnngitur, metis est.
(S. Hieronym. Epis. XVI. ad DamJ
roborandis,
, Vos ipsos, auxiliante Deo, in dics alacriter operam Vestram impen.suros in tuenda salutari Ecclesi¡e doctrina, animisque in Relifionis amore et in ver® fidei profeesione
(Pió IX nel Breve del 21 Febbrajo 1872 agli scriUori della Dalmaüia Cattolica.)
Condizioni d'associazione. — Per Zara per un anno anticipatamente fior. 6. — Per la Monarcliia Austro-Ungarica fior. 7. — Per Testero per un anno fran-
chi 15 in oro, — L' associazione è obbligatoria per r intera annata. Chi non avrà dato disdetta alla line di un" annata, si riterrà associato anche per la seguente. — Le as-
sociazioni e grimporti di denaro in gruppi, o meglio in assegni postal), si dirigano al V Amministrazione della Da lm azi a Catlolica in Zara. Le corrispondenze affrancate alia
Redazione. I cotnunicati s' inseriscouo al prezzo di s. 10 la linea, lnserzioni in quarta pagina a taritt'a assai moderata. Uff N.ro separato s. 8.1 manoscritti non si restituiscono.
LJ occupazione di Serajevo.
Í1 brillantissimo successo conseguito ai
19 corrente dalle truppe imperiali corona |i
trionfi sin ora ottenuti nella fatieosa e pericolo-
sa marcia tra le balze e le gole alpeatri del-
la Bosnia e dell'Ercegovina. L' occupazione
di Serajevo segna nella storia de¡T annessione
la data piú memorabile; poiche con queN'av-
venimento, coinpiiito con tanta celeritá e glo-
ria, 1' idra rivoluzionaria che prendeva a le-
vare si alto la cresta si vide colpita nel cuo-
re. II nostro valoroso esercito non corre piü
il rischio di veder ingrossate sempre piü le
file dei rivoltosi, quindi arrestato il sito corso,
sbarrata la sita via.
Non c'illudiamo pert). II possesso di Se-
rajevo ci costo molto caro e vi é tuttora pro-
babilitá, anzi quasi certezza, che bande di
insorgenti ritentino la sorte delle armi. Da
nulla infatti si puó argüiré che esse vogliano
desistere dallo scorrazzare il paese. Ma. resta
pnr sempre vero, che la concqnista delle dtie
provincie é moralmente ed anche pressoché
materialmente un fatto compiuto e che all'arduo
compito assegnato alie nostre truppe si vide
tolto di mezzo l'ostacolo pin pernicioso, si vide
estinto il focolare dell' insnrrezione, menlre fu
gettata acqua lá appunto dove 1'incendio di-
vampava piú minaccioso.
Coll' occupazione di Serajevo gl' insorti
della parte settentrionale cessarono di essere
in comunicazione colla parte orieutale della
Bosnia; essi sono ora un raembro di un corpo
senza capo. Minacciati di fronte dalla 20.a
divisione non lo sono ora meno ai fianchi,
talché verrá loro a mancare ben presto, colla
speranza in una resistenza fruttuosa, anche il
coraggio necessario per continuare nell'oppo-
sizione. La caduta di Serajevo distrugge quella
potente influenza che sogliono esercitare in
ogni parte del mondo i centri piü popolati,
piít colti, piü ricchi.
L' elemento mussulmano della Bosnia e
dell' Ercegovina aveva in Serajevo 1' immagine
piít fedele di Costantinopoli e Mecca. Basti il
diré che quella cittá racchiude tante moschee
quante chiese ha Roma o quante ne lia Mosca.
Questo fatto b la migliore prova del quanto
vivacemente vi dominava il corano e quanto
profondamente ne devono essere comprese le
masse.
II vessillo imperiale, che sventola ora
laddove sventolava la mezzaluna, deve quindi
produrre nell' animo della popolazione mao-
mettana la depressione morale piü forte. Questa
prostrazione poi dello spirito non avrá tardalo a
trasfondersi, coirannunzio della caduta di Se-
rajevo, anche negli insorti. E vero che ne
potrebbe conseguiré anche un eífetto diame-
tralmente opposto ; ne potrebbe, eioé, derivare
la sovreccitazione fanatica piü intensa; ma
un tal caso non sembra piü probabile e non
puo realizzarsi in proporzioni allarmanti, avuto
riguardo alie vantaggiose condizioni in cui
si trova attualmente 1'esercito d'occupazione.
Noi siarno d' avviso che anche la Porta,
la quale, nonchè dolersi della resistenza armata
opposta alF ingresso delle truppe austriache.
ne la favori va, si metterà a correre col vento
che spira, s' addatterà alla potenza inesorabi-
le del fato e lascierà fare all' Austria-I)nghe-
ria, senza procurarle nuovi imbarazzi, sapen-
do che un contegno différente comproinette-
rebbe troppo gravemente il suo avvenire po-
lítico, già cosí malsicuro.
La conquista di Serajevo segna dun-
que la decadenza della rivolta ed un princi-
pio d' estinzione del fuoco che avea preso a
consumare le due provincie ; speriamo percio
di veder sloggiare ben presto dalle loro po-
sizioni e batiere sollecitamente in ritirata an-
che i numerosi ed accaniti oppositori della
Bosnia al Nord.
—- V £~
I Zemaljski Odbor, istoga dana kad Obćina
zadarska, izdade, veoma hvaljenom jer baš plemeni-
tom mišlju, sliedeći poziv svemu:
Narodu u Dalmaciji.
Pokretojom c. k. pješačke pukovnije F. Z. M.
Weber br. 22, i pozivom pod oružje dvajuh bataljuna
narodnog domobranstva, najveći dio dalmatinske
mladeži imao je ostaviti svoje obiteli. Mnoge od o-
vih obiteli ostale su tim bez jedine svoje podpore,
i prietl jim stalna nevolja.
U takvim okolnostim prieka je potreba da jim
se u pomoć priteče, a krjepku pomoć mogu jedino
pružiti rodoljub je i obća velikodušnost.
Zemaljski Odbor, kao zastupnik zemlje, i tu-
mač njezinih čuvstva, prvi se prihvaća posla, i po-
zivlje te, Narode, da dobrovoljnim darovima i pri-
nescima sudjeluješ ustanovljenju zaklade, namienjene
na pripomoć stradaj ućih obitelji naših hrabrih voj-
nika.
U svakom gradu, u svakome varošu, po moguć
nosti u svakom selu, pod uplivom i ravnanjem ča-
stnih obeinskih Opra vite) jstva, neka se ustanove po-
sebni odbori, gori navedenom zadaćom. Svote saku-
pljene neka se pošalju Odboru, koji paka, u spora-
zurnljenju sa istim častnim Opraviteljstvim, i pošto
nego se potrebito obavjesti, poduzeti će razdieljenje.
Izkaznice darovi, sa imenim velikodušnih darovatelja,
biti će objelodanjene.
Odbor je na ovu plemenitu svrhu odredio 1000
fior. iz zemljske zaklade.
Divna velikodušnost puka dalmatinskoga dobro
je poznata, i u ovoj svečanoj prigodi neće zastalno
zaostati. U vrieme kad sinovi ove zemlje dragovolj-
no hitiše pod zastave, i krv svoju proljevaju, da vrše
gradjanske dužnosti, na tebi je, Narode, da pokrie-
piš srce njihovo, razevieljeno mišlju, da su milenike
svoje ostavili u nevolji, pod prietnjom oskudice.
Zemaljski Odbor nada se, da češ se ti, Naro
de, na poziv tebi upravljen, spravno i velikodušno
odazvati.
Od zemaljskog odbora Dalmatinskoga.
U Zadru 19 kolovoza 1878.
Za predsjednika odsutna
Klaić.
Pogled po svietu.
Vojvoda Szapary još nove vojske kod
Doboja čeka, da uzmogne udarit jače na ustaše
i Čestito prodriet do Zvorni.ka, gdje mu je rek
bi prvi cilj. Uz toliko su neprijateli odmah
uza nj te ne treba da se traže ako će jedni
na druge da pale. S toga se često za koju
novu čarku Čuje. Al na 16 nije bila Čarka
nego bitka ljuta. Onoga dana oko pođue velik
se broj ustaša primakne da napada i boj se
zametne kod Doboja, na Iievoj strani Bosne.
Nfiša vojska od bi navalu, al ju zapanu znatni
gubitci. Do 17 tek. vojvode nijesu mogli sa-
stavit točna izvješća o posljeđicam Dobojskog
boja a to znači da je vladala po nešto i
smetnja » vojsci. Do 17 tek. u Beču se znalo
da: u 16 reservnoj pukovini pogiboše satnici
Mihovil Ožegović i Marko TurČić; u 78 re-
servnoj pukovini pogiboše četnici Filip Sarlay
i Hatne i satnik Adolf Loy a Ferdinard
Schmidt bi težko ranjen; u 39 pješačkoj puko-
vini bi težko ranjen Friderik Gissiibel, Četnik;
u 61 pješačkoj pukovini biše ranjeni satnik
Antun Schaffer, i poručnik Adalbert Hesse;
n 70 reservnoj pukovini bi ranjen poručnik
Erman Gelber. Koliko je vojnika ostalo mrtvih
i ranjenih to se do 17 ni u Beču znalo nije.
Na 17 je bilo sve mirno. Na 19 opet se že-
stok boj zamieša. Ustaše napadoše na sam
Doboj; nakon dugog rvanja naša vojska odbi
napadaj. Osta malo ranjen podmaršal Schmigoz.
Javismo prošastoga puta o kreševu kod
Fojniče, na putu iz Travnika put Sarajeva.
Potanje viesli donose da ona bitka, od 16
tek. kod Belalovca, bi za našu vojsku sjajna
pobjeda. Ustaški čadori, jedna im zastava i
mnogo kola strieljiva osta na raspoloživost
koloni desnoga krila, što je napala bila na
ustaše sa tri strane, s boka i iza legja. Ustaše
pobjegoše glavom bez obzira put Visokog brda
i Kiseljaka. Naša je vojska malo ondje voj-
nika izgubila, al nijedan ustaški top ne upane
u naše ruke.
V
Dan prije, na 15 tek., bila je prva Ci-
koševa bitka kod Grubera tik do Livna. Važna
bitka, jer je osujetila izvedenje ustaške na-
mjere, kad oni htjedoše zać za legja Filipo-
vićevoj vojsci i napasti na Travnik. Ova je
bitka po nas veoma zanimiva, i s drugog
gledišta, najme, jer se je prvi put tu naše
domobranstvo s neprijateljem ogledalo. Opo-
štenio se lovački bataljun i zadao neprijatelju
težke muke. Ustaša je bilo oko 3.300; ima-
dijahu 8 pogorskih topova. Naših dalmatinskih
lovaca pogibe 10 ili kako drugi kažu 16 a
5 ih osta ranjeno. Usljed bitke ustaše se
vrate u Livno, dočim kod Aržana pri granici
položi oružje dielak turske vojske, t. j. 1
častnik i 56 vojnika. I turske se bule boriše
kod Gubera te kažu da ih je 11 ostalo za-
robljeno,
N. 65. Zara, Yenerdi 30 Agosto 1878. Anno IX.
Dalmazia
KATOLIČKA DALMACIJA
Varitatem facientes in eharitate, crescamus in
illo per omnia, qui est caput Christus.
fS. Paul. Epk. IV. 15.
Esce il Martedl ed il Venerdi. Ego interim clamite: Si quis Cathedrae Petri jungitnr, meus est.
(S. Hieronym. Epis. XVI. ad Dam.)
Vos ipsos, auxiliante Seo, i» dics alacrítcr operara Vestram impensuros in tuenda salutari Ecclesi» doctrina, animisque in ílelígionis amore et in verse fidei professione
roborandia (pio /y ne¡ fínwe del 21 Febhrajo 1872 agli scriltori delta Dalmazia Cattolica.)
Condicioni d'associazione. — Per Zara per un auno anticipatamente fior. 6. — Per la MonarcMa Austro-Ungariea flor. 7. — Per Testero per an anno fran-
chi 15 in oro. — L'assoeiazione è obbligatoria per 1'intera annata. Chi non avrà dato disdetta alla fine di un1 annata, si riterrá associato anche per la seguente. — Le as-
soeiazioni e gP importi di denaro in gruppi, o meglio in assegni postali, si dirigano all" Amminislrazione della Dalmazia Cattolica in Zara. Le corrispondenze affrancate alia
Redazione. I comunicati s* inseriscono al prezzo di s. 10 la linea. ínserzioni in quarfa pagina a tari tía assai modera ta. Un N.ro separato s. 8. I manoscritti non si restituiscono.
Zara, 30 agosto.
Un cambiamento radicale ma consolan-
tissímo é sopravvenuto nelfopinione pubblica
deir Austria-Ungheria per riguardo all' occu-
pazione delle due pro vi n cié contermini. Gli
accaniti e numerosi avversari dell1 occupazione
si sono d' assai assottiglíati ed il Governo
trova ora appunto nella stampa l'appoggío
piü forte. I diarí mettono oggidl a parte le
loro polemiche, per quanto loro riesce di farlo,
e sono quasi tutti coneordi nel sostenere
I' impero, il suo onore, i suoi interessi.
Questo fatto non puo non produrre sul-
r animo 1' impressione piü lieta, mentre in
inomenti solenni popoli diversi per língua,
costil mi, tradizioni e tendenze si stringono
fraternamente la mano. E cosi va, poiché, di-
rimpetto al pan che si vuol premesso al rióme
di ogni nazione, non vi ha salvezza per le
varié nazionalitá dell' impero austro-ungaríco
che nel vicendevole appoggio. I popoli, che
vivono, riuniti provvidenzialmente, sotto lo
scettro absburgico sono minacciati quali dal-
1' Italia, quali dalT uno o dall' al tro dei due
grandi imperi nord-occidentali. Di 1 k per giunta
sporge minaccioso il capo anche il perieolo
religioso proveniente dallo scisma e dal pro-
testantesimo. Considerando quindi la cosa si
del lato político che dal lato religioso non si
pub a meno dal non restare assai favorevol-
mente impressionati dalla fase interna, che da
un mese ci accompagna, dal tempo, cioé, che in-
cominció 1' azione esterna dell' impero e che
questo si vede in un campo ben diverso da
quello che poteva aspettarsi. Le rose ed i
fiori sí cambiarono in triboli e spine e f opi-
nione che dominava quasi dapertutto un mese
addietro, che cio& 1' occupazione sí sarebbe
compiuta senza spargimento di sangue, anzi
in carta di música, ora pur troppo non regge
piü.
Non b percib a stupirne se il giornalismo
assunse un linguaggio assai ostile alia Porta,
e se la „Deutsche Zeitung ' cosí s' esprime :
„Noi ci troviámo attualmenle, se non in modo
aperto, almenó in fatto, in guerra colla Tur-
chia. É possibile che i nostri soldati si tro-
vino per ora soltanto in presenza di bande
isolate di serbi e di montenegrini; ma il vero
nostro nemico b la mezzaluna. Sappiamo ora
cib che abbiamo a fare; dobbiamo vincere la
Turchia sul campo di battaglia come * sul
terreno diplomático".
II „Fremdenblatt", giornale semi-ufficiale,
abbandona anch'esso le riserve e dice chiaro:
„Per quanto riguarda i nostri prodi soldati
della Bosnia e dell' Ercegovina, poco importa
che 1' impotenza della Porta sia piü grande
del suo difetto di lealtá; a noi basta di sa-
pere che ci troviamo in presenza di una
esplosione di fanatismo mussulmano, che dob-
biamo in ogni modo sofocare. D' altro lato,
le notizie di Costa ntínopoli annunziano che
l'opinione pubblica b giunta all'ultimo grado
di eccitazione, e gli uomini politici ottomani
a Vienna temono che le autoritä possano la-
sciarsi forzar la mano e ne sorgano quindi
complicazioni. L1 avvenire é oltremodo oscuro^
Noi speriamo ch$ F impero uscirá con
onore dalle presentí dfstrette e che 1' opposi-
zione annata oppostai al valoroso esereito.
opposizione del resto onninamente conforme
alia storia Orientale austriaca, varrä soltanto
a convertiré I'occupazione in vera aunessione,
e a raffermare alio Sfato la riputazione di
forte e potente sin ora goduta. Cosí sara
continuata la serie dei fecenti trionfi dell'Im-
pero inaugurati massimamente al Congresso,
e cementati nel mo vi mentó anuessionista ita-
liano terminato con fistfco.
La presa di Serajevo.
II corrispondente della Neue Freie Presse spe-
disce a questo giornale in data di Serajevo 19 ago-
sto í seguenti partioolarí sulla battaglia e la presa
di Serajevo :
Dopo un sanguinoso eombattimentó che duré
sette ore, le nostre truppe kanno occupato Serajevo.
Alie 8 pom., la bandiera imperiale venne issata nella
citladella fra il suono dell' inno ed il tuonar dei can-
noni ed alie 5, il comandante fece la sua entrata so-
lenne nel Konak.
II eombattimento fu aspro, la resistenza vivis-
sima e fu necessario lo sviluppo di tutte le nostre
forze per vincere 1' accanimento dei numerosi e fa-
natici nemici.
Ecco alcuni particolari raccolti in fretta:
Iersera la nostra colonna principale, forte di 8
battaglioni, 4 batterie da campagna ed una da mon-
tagna bivaccava presso Blazny, la colonoa Tegethoff
con 7 battaglioni, 4 batterie di montagna, sulla Ko
bila Glava, i inmediatamente davanti alie mura di Se-
rajevo. Le notizie che giungevano ieri dal nemico
erano contraddittorie, mentre da un lato si assicu-
rava che entreremmo senza combatiere a Serajevo,
v' erano indizî important! d' una energica resistenza:
i provvedimenti militari dovevano corrispondere a
quest' ultima supposizione, In conseguenza di ció la
divisione Tegethoff si formo in tre colonne d' attac-
co. La sinistra, brigata Lemair, doveva avanzarsi dul
Pasan Brdo contro il flanco della posizione nemica,
la brigata Polz doveva avanzarsi dalla strada. Un
battaglione del reggimeuto Francesco Cario doveva
stabilire le comunicazioni colla colonua principale.
Alie 3 % la mattina fu suonata la sveglia. La testa
della nostra colonna principale si pose in marcia da
Blaznj alie 4 ant. L' avanguardia era formata dalla
brigata Kaiffel. II generale Filipovié col suo se-
guito, che^ dovè seguire anche Hafiz pascià, si uni
alie 5 e mezza alla colonna di marcia.
Tutto il treno resté al bivacco. La brigata Polz
per prima incontro verso le 5 il nemico presso Han
Kobila Glava e cominciô tosto un eombattimento di
bersagiieri. Alie 5 e mezzo da un forte turco ai
nord-ovest della città fu sparato il primo colpo di
cannone, in seguito al quale si sviluppo un vivo com •
battimento di artiglieria. Allorchè il generale Fili-
povié udi il tuonar delle artiglierie sulla nostra ala
sinistra, ordíno che due batterie di campagna della
riserva fossero tosto collocate in prima linea.
Alie 6 e tre quarti il generale Kaiffel annun-
zio che la sua avanguardia aveva passato il ponte
della Bosna, che 1' ala sinistra di Tegetthoff era im~
pegnata in vivo eombattimento e che il Dedelo Brdo
era occupato dal nemico. Allora Kaiffel ricevette l'or-
dine di schierarsi a destra della strada ed avanzan-
dosi dall' altro pendio del Dedelo Brdo, avviluppare
il fianco sin istro del nemico. Contamporaneamente il
colonneilo Villetz, al quale era stata data una batte-
ria di campagna leggiera, ricevette 1' ordine di mar-
ciare alia sinistra di Kaiffel, avanzandosi verso il
pendio settentrionale del Debelo Brdo. Alle ore 8 il
generale Filipović prese posizione d' osservazione
presso a quest'ultima collina, dalla quale si godeva
una vista stupenda di Serajevo e del eampo di bat-
taglia.
(segue la fine.)
Pogled po svietu.
Vojvoda Bzapary bio je i na 23 tek. od
ustaša kod Do boj a napadnut, na desnoj .obali
Bosne. Nije bilo šale, boj je trajao za 9 ura.
Iz početka nijesu ustaše napali bili nego
samo na lievo vojno krilo. Njihovo je micanje
pružalo se smjerom najradje put mostova na
Bosni te naši, si u tec na to, da zaprieče ostva-
renje takove težnje, pošalju dvije satnije da
bajunetam neprijatelja suzbiju. Naravno, naši
vojnici na bajuneti su vještiji, nego ustaše na
jataganu, na handžaru ili takodjer na bajuneti,
te dvije satnije usiluju ustaše da se okane
namjere i promjene bojni plan. Ustaše uz-
mak n u ća Grabskoj u sjever. Odatle opet
dodjoše da udare na dio naše vojske u sre-
dištu, al im i tu nije sreća pomogla. Udare
tnrei i na 26 tek. nu ova bitka tek neznatna
bila.
Uz toliko su Szapary~u dohodile nove
čete na pomoć. Združi se odiel 20 s odielom
36 i sastave tako treću vojsku, Što je sada u
stanju počet iznova napadat. Rek bi da će
naši opet onim putem kojim su se onomadne
uputili bili, naime pravcem put Tuzle i
Zvornika.
Bitkom na 14 tek. kod Bišća nije zavr-
šilo tamošnje vojevanje. Iz Bišća stižu gla-
sovi da je bilo s ustašam novih ako i ne
vele znatnih okršaja t. j. na 24 kod Ključa
Bišću u podne. Ali kad se doprimaknu Bišću
nove Čete ode opasnost a za tim brzo ako
bog da i zapadni ustanak.
Na turke Livnjane ide velika vojska
pod Cikoševim zapovjedništvom. Glas je da
će se Livnjanim prije napadaja metnut na
izbor uvjeti: ili bezuvjetna predaja ili varoš u
gomilu.
Brzojavka iz Beča od 27 tek. donosi da
su turci u Serajevu, osim onoga što su došle
dali, predali zadnieh dana 6000 pušaka. Od
nizama, redifa i bašibozuka uhvaćenih u sa-
rajevskoj bitci ima 55 častnika, Što su odve-
deni u Brod. S njima biše odvedena onamo i
83 vojnika.
U Srbiji je ministarstvo dalo ostavku i
knez ju primio, nalažuć Ristiću da se misli
koje bi ljude izabrao za ministarstvo novo.
giovani Padri, i quali da oltaé un lustro a questa
parte cominciarono a daré quá e la consolantissimi
frutti della loro attivitk furono seoza eccezione fin
dai piü teneri anni scelti ed educati per cura delt
1' ottirno P. Dujmovic, al quale, ci piace il notarlo,
nelle niansioni di Guardiano del Convento di Zara
destinato all' edueazione degli alunni, resta largo
campo a quell' operositá che per uomini della tempra
del Ex-Provinciálé é un vero bisogno.
Noi auguriamo all' attivitá del neo-eletto le
stesse benedizioni celesti le quali aceompagnarono
quella del suo Predecessore, <e speriamo che i nostri
voti s' accompiranno conoscendo giá le distinte inten-
zioni, la discrezione dello spirito, e la bontá dell'a-
nimo del P. Giacinto Buic.
É aperto il concórso, fino al 20 setiembre, 1)
ad alcuni stipeñdí erariali da fior. 100 e fior. 150
derivanti dalla dotazione del soppresso convitto di
Zara e destinati a favore di giovani dalmati che
vogliono dedicarsi alie scuole medié e 2) ad alcuni
stipendi nautici di fioi1. 84 a favore di giovani dal-
mati, i quali i n tendón o dedicarsi alio studio del corso
náutico biennale presso le scuole di egual nome.
La mattina del 1 p. v. ottobre verrA aperta
la terza sessione ordinaria della Corte d' Assise per
l'anno 1878 presso 1'i. r. Tribunale provinciale di
Zara nella sólita sala dei dibattimenti.
Pišu nam iz Zadra:
Mljekarice, koja više koja manje, uliju, tek
(lojedna, vode u mlieko. Prošastieh godina bilo je
kadkad milo, ali kadkad i liepo, vidjeti obieljene pu-
tove, kad vlast bi naredila, da se prolije vodno mlie-
ko. A sad ? sad se mljekarice gone, plate nešto glo-
be, te se ostave da po kampi varaju. Nečija se škri-
nja popunjava, a mi da srčeino vodurinu za mlieko.
Valaj nije uredno i
Il giorno 23 p. p. con grande apparato, una
quindicina di gendarmi, die'tro ordine dell' autorità
politicá, 'feceik» una pérquisionenel, convento greco-
orientale di Krupa, nel distr'etto" di' Obferóvazzo. Vi
si rinvenneyqialcuni íucili^ retroCarica e akmne gran-
di casse di' patrone: queste arm i ^furoné ' sequestrate
e pórtate ;ia Zara. • • (Avv.)
DcMnertica è giunfeo dalla Dalmàérfa- a Zara il
piróscafo)da guerra ¡Gárgnano.- Do^q^ avér sbarcato
una isettantória di soldati' 'ammalati, :pWs'eguï il suo
viaggio.
II natalizio di S. Maestá' 1' liu^ratore fu in
partí coláis' modo quest1 armo festeggiáto a Castel-
vecchio di Tríyfi, eoll- erezione del monumehto ideato
tre anni fa in mfetíMia della- visita della stessa
Maestá Sna. L' ultimo Avv. Dalm. dkJ un ampia de-
scrizionré* di que lía fes tai ,,Nell'istante," dice 1 'Avv.,
che 'il Počfesfci pronmizió il Zivio, la música intuonó
1'inno¡ imperiale; da inille e raille petti tuonó živio,
si sprlgioé&rono i zam^iíli dei giuochi d'acqua in-
gegnosatóefiüte j preparat? caddé il Cdrtína'ggio e si
mostró il monumento, quanto semplice e conveniente
al sito, - alti^ítanto earatte ris tico; sül muro a cui é
addossatá la fontana," inalzato al disopra in pira-
mide, e collocato il busto di 8. M. e al disotto incisa
in pietra 1' iscrizione, che suona tradotta in italiano:
Al cospetto del Re, 20 aprile 1875,i proelamata Ac-
qua Regale*.
Javljajúináit iz/Rázítóoaina 2 tek^ Na 30 pr.
mj. bio je u ovomu selu proaljayljen veoma ulazak
hrabre naše vojske u glaViii grad Bosne ponosne, u
veliko i bogato Serajevo. Rekoje sv. misu mn. pošt.
i revni naš i)on Sitne Sorić. Pucnjava pušaka i sla-
vljenje zvona uzhitii'o je ovo pučanstvo, što je navr-
I lij .1 ¡ -| I . i • • r-fl njV ••! " !-•• •• -1
vlje'vodaje crkva dubkorn puna bila. Sutra dan bile
su svečane zadušnice za pale junake, da im dobri
Bog udieli vječni pokoj.
S. M. il nostro Imperatore élargi il sussidio
di f. 50 alla fabbriceria della chiesa di Žrnova pei
bisogni di quella Chiesa.
S. E. il ministro pella difesa del paese, gen.
Horst ha destinato V importo 1. 100 da distribuirsi
quale sussidio alie famiglie déi caduti landwehristi
dalmati.
Col vapore della linea celere, il quale toccava
il nostro porto mercoledi notte, vennero sbarcati e
e depositati a Spalato 500 fucili, sequestrati in Dal-
mazia dalle autorità. (D.)
Col piroscaío di jer Filtro proveniente da
Trieste, giungea a Zara, ove, a quanto veniamo a
rilevare, si tratterra alcuni. giorni, Mons. Giorgio
Markic, Vescovo di Cattaro.
U serajevskom boju, po'glasu iz Beča od 31
kolov., ostade mrtvih naših 56, 292 biše ranjena, a
dvojica su se izgubila.
La dogana turca al confine presso Ragusa ed
il forte turco Carina sulla strada Ragusa-Trebinje
furono ai 29 agosto sgombrati dai turchi ed occu-
pati da una parte della guarnigione di Ragusa. La
guaruigione turca era di 80 uomini e venne scortata
a Ragusa.
Al Prolog sulla strada di Livno ai 29 agosto
deposero le armi un ufficiale e 18 soldati turchi, ed
ai 22 dello stesso mese deposero le armi a Srb 45
ed ai 24 agosto 31 insorti. Le armi furono conse-
gnate alie truppe austriache. 8i arresero poi al co-
mando di stazione in Blagaj ai 26 agosto un Jus
pasciá e 32 redif consegnando due cannoni di mon-
fagna. ' •
Brzojavka iz Zagreba obaviešćuje da je ban
Mažuranić, po nalogu starije vlasti, naredio podžu-
panima Vladimiru Mažuraniću,' Kovače viču, Morko-
viču i Bidisljavljeviču, vladinoki perovodji Ponturi-
čiću i kotarskom sudcu Jandi neka idu u Serajevo
na zapovjed vojvode Filipovih.
N. V. Car i kralj poslao je banu Mažuraniču
list u kojem je ovako pisano :
Dragi Mažuranić bane! -.
Doznadoh po izvješću vojvode topništva barona
Filipovića, da, kad je XIII vojsku marširala, toliko
vlasti koliko pučanstvo u Hrvatskoj dadoše znakove
valjana podpomaganja i požrtvovanja.
Pozivljem vas dakle da izrazite Moje zadovolj-
stvo i Moje priznanje i vlastim, i puku.
La Wiener Zeitung pubblica la patente sovrana
dei 18 agosto, la quale convoca le Diete della Gal-
lizia, Carniola, Gorizia, Gradisca Trieste ai 12 set-
tembre; le al tre, eccetto quelle dell'Istria e della
Dalmazia ai 24 settembre. y
II nostro governo com' é noto aveva ordinato
un solo corpo di esercito, il 13.o, per occupare la
Bosnia c 1' Erzegovina, corpo com posto di quattro
divisioni la 6.a, la 7.a, la 18.a e la 20.a 11 nuovo
esercito d' occupazione si comporrá dei seguenti cor
pi: 3.o corpo d'armata, comandato dai feld mare-
sciallo conté Szapary; il 4.o corpo d'armata coman-
dato dai generale Bienerth, il 13.o corpo d'armata
comandato dai duca di Würtemberg.
11 duca di Würtemberg che aveva fino ad o-
ra comandato la 7.a divisione, surroga, nel comando
del 13.0 corpo d' armata, il maresciallo Philippovich
al quale viene affidato il comando della seconda ar-
mata d' occupazione. Questa seconda armata compren-
derebbe, secondo un giórnale di Vienna, oltre a
170,000 uomini, cifra innumerevole, ed una podeíosa
forza d' artiglieria.
Secondo la Wiener Zeitung, la distinta dei morti
e feriti del reggimento „Weber", nella battaglia di
Banjaluka, il giorno 14 corrente, oltre quelli accen-
nati nel nostro num. prec., comprende anche i se-
guenti :
Morti: Giacomo Bacic, Giovanni Gjurovié, Gia-
como Milun, Matteo Marie, Pietro Jukic, Pietro Bar-
tulic, Teodoro Colovic, Matteo Maglica, Milutin Ko-
toras, Giuseppe Sucic, Gustavo Gabrieli, Andrea
Pelosa, Matteo German, Pietro Gagrica, Giovanni
Mric, Pietro Savic, Antonio Tandara, Bartolomeo
Varini, Savo Manajlovic, Elia Bulat, Bartolomeo
Illia, Matteo Capeta, Luca Boban, Demetrio Bradas,
Simeone Balajc, Jadre Perica, Simeone Prnjak, Gia-
como Pezo, Pietro Vukovié, Paolo Dumnjak, Gio-
vanni Lizic, Cario Porlitz, Michiele Bandas, Tom-
ín aso Skoric, Antonio Kosorció, Teodoro Opaöid,
Matteo Vilenica di Pietro, Tomoaaso Alajbeg, Gio-
vanni Knezevié.
Feriti: Filippo Marunica, Pietro Pavlovic, Mirko
Ognjenovic, Bozo Trivic-Basetié. Giuseppe Paió,
Matteo Basic, Nicoló Terzin, Pietro Gersentié, Luka
Maricic, Niccolö Sormac, Giovanni Bradaric, Giovanni
Tokic, Stefano Ceglar, Giovanni Bucorovic, Matteo
Sliskovic, Giacomo Zorica, Giuseppe Uiöic, Michiele
Stipovic, Marco Maljkovié, Venceslao Sejkora, Laz-
zaro Vukanac, Aleksa Vuskovic, Marko Behavac,
Giovanni Dujmovié, Giorgio Gluié, Matteo Grosié,
Davide Kablar, Niccoló Krvavica, Antonio PaviÓ,
Niccoló Radmilovic, Stefano Sarié, Giuseppe Stransjak,
Mar tino Stupar, Andrea S uñara, Giorgio Vuckovíé,
üiuseppe Bortuzzi, Niccoló Gjurjevic, Pietro Gravnja,
Giorgio Maglica, Giovanni Vukovié, Giorgio Dusko-
vic, Lorenzo Pirnat, Pietro Diakovic, Vaso Dmitro-
vic, Pietro Glavan, Simeone Korajla, Andrea Ladje-
vió, Giuseppe Medvidovic, Giuseppe Tadié, Spiro
Uzelac, Giorgio Zanic, Zivalcié Tomic, Giorgio La
zaric, Matteo Kovacie, Antonio Grgorié, Antonio
Daneu, Giovanni Serbo, Giuseppe Sabic, Mariano
Babic, Paolo Bandic, Marco Mudrinié, Matteo Cajo,
Gregorio Magas, Giovanni Vuckovic, Luigi Costan-
tini, Gtorgio Vrdoljak, Niccoló Ivisió, Giuseppe Lu-
kas, Cristoforo Mijak, Anselmo Genda, Giacomo
Pensic, Edoardo Palisca, Marco Curkovié, Francesco
Tenze, Giovanni Prpa, Antonio Cukusié, Paolo Ga-
grica, Marco Plavcic, Pietro Katic, Giorgio Marocz,
Michiele Pupovac, Giovanni Sisak, Pietro Furlan,
Paolo Marcinko, Antonio Sucié, Giorgio Gjurié, Giu-
seppe Tolj, Jadre Perica, Giuseppe Madunié, Cíe«
mente, Poldrugovac, Giovanni Milas, Giorgio MaruSi<5.
Smarriti: Michiele Fonda, Giorgio Pai<5, Nic-
coló Savic, Stefano Vujakovié, Giovanni Ravalica,
Antonio Zamlic, Paolo Bosnjak.
Leggiamo nell'wOss. Rom." dei 29 agosto : Alia
nobilissima ed opportunissima proposta fatta dall'il-
lustre mons. Luigi Tripepi, affinchè la stampa cat-
tolica di tutto il mondo si unisca ad offrire omaggio
al glorioso Pontefice Leone XIII nel primo anniver-
sario della Sua Esaltazione al Trono Pontificio, han-
no gia aderito con bellissimi articoli o magnifiche
lettere ben 548 giornali, Rivistc, settimane religiose
e Bollettini ecclesiastici dalle varie contrade d'Eu-
ropa. E ció nel breve spazio di appena un mese. Giá
cotninciano a giungere le •edesioni degli scrittori fuo-
ri d' Europa. In mol te redazioni della stampa perió-
dica si è destata magnifica emulazione di voler se-
gnalarsi in quel giorno desiderato.
te, nè senza aver riguardo ai tempi ed ai veri bi-
signi dei popoli, poichè altrimenti avverrebbe nella
chiesa quel che avviene piíi volte nella civil società:
I' anarchia. Secondo la promessa del Divin Redento-
re I' anarchia non è possibile nella chiesa. Se tal-
volta le sue leggi a prima vista ci sembrano dure,
il tempo viene a giustifieare, e a render ragione alia
chiesa. Cosí deve esser, perché dessa è la sola auto-
rità che rappresenta in terra il diritto, vale a dire
il comando di Dio, al quale nessuno degli uomini puó
esser impunemente ribelle.
„Nazione e chiesa corrispondono fra loro (cosi
scrive un saggio) nel cuore del cattolicocome le parti
al tutto, e come la parte è ordinata al tutto cosi nel-
1'i-dea cattolica la nazione è ordinata alia chiesa".
Le aspirazioni nazionali, di qualunque grado
esse siano, devono esser regolate dalla chiesa, perché
essa sola è in caso di conoscere la loro giustizia e
opportunità.
Da questi sentimenti non sono certo animati i
seguaci della chiesa orientale in Dalmazia. Per loro
il Pravoslavje diviene un mezzo, uno strumento me-
ramente político (Pravoslavje je sredstvo). La chiesa,
secondo loro, diviene serva della nazione, e la na-
zione? Serva del Cesare-Papa. —a.
bisogni del clero e del popolo. Ció avvenne perché
ancora nella liñgua slava mancavano opere di valo-
re, e perché la coltura nazionale in quegli istituti
non veniva sofretta, come si sarebbe voluto, dalla col-
tura latina. A tutti é nofo come al di d' oggi il clero
viene educato ed istruito: ormái non v'ha tema che
si riproducano i tipi dell' antica ignoranza e rozzezza.
1 (Jededo • non sonó piü possibili!
Ormai senza alcüna óppo'sizione, nelle chiese
della iDalmaaia'dove invatóe l' üso é 'pérmessa la li-
turgia. glagoliíicá.' In tutte le chiése parrbchiali, dopo
la lettura dell'epistola e del vángeló in lingua lati-
na, il sacerdote canta e 1'una e l'altro in lingua
slava. L^amimniatraaíoae; dei Sacramenti, la predi-
cazione, la benédizione, le salmodie, le funzioni ve-
spertine si possono tenere nelk lingua nazionale, da
libri approvati dai vescovi.
Le popolazioni slave in Dalmazia trovansi sod-
disfatte, e checché si dica, non vorrebbero di piü.
I codici che contengono le salmodie e la litur-
gia slava in rito greco e vengono usati dalla chiesa
orientale scismatica in Dalmazia non hanno súbito
ancora alcuna revisione. Sono essi privi di errori?
Contengono essi in tutta la purezza il primitivo rito,?
In proposito premetteremo 1' osservazioni fatte dal-
l'illustre áafarik (Glagol. 1858 Prog. stran. 27). Nel
glagolitico (usato dai latini) trovansi soltanto mutati
alcuni accenti di voce e qualch.e parola antiquata, ma
non son giá mutate le frasi, né fu corrotta 1' idea
primitiva, come chiaramente si vede esser avvenuto
nei codici cirilliani (usati dai Pravoslavni). Queati
codici venuti in mano di uomini ignoranti, talvolta
eretici Bogomili, ed ora per lo piü sc'smatioi, nel
corSo di tanti secoli, fra tante vicissitudini e muta-
menti nella gerarchia ecclesiastica avvenuti sulla pe-
nisola dei Baloani, é impossibile quasi che per inseien-
za o malizia non siano stati macchíati da errori o
contro la fede o la purezza del rito primitivo.
Ora finché la chiesa orientale in Dalmazia vi-
vrá staccata dal centro dell' unitá e della vera fede,
inutile il desiderare e cercare che i libri sacri da
lei usati vengano riveduti e corretti. Per eseguire
questo importante lavoro, alia chiesa orientale in Dal-
mazia manca anzitutto 1' autoritá, necessaria, e i inez-
zi che dovrebbero adoperarsi, e sono: scienza e buo-
na fede. Rimettendo i lettori a quanto abbiamo scrit-
to relativamente alia questione nazionale - religiosa
insorta in Dalmazia, concludiamo:
Nella chiesa cattolica i dogmi sono immutabili,
come é immutabile Iddio e la veritk: ma la discipli-
na e il rito possono mutarsi. Tuttavia e la discipli-
na e il rito non si possono travolgere arbitrariamen-
N. 67. Zara, Venerdi 6 Setiembre 1878. Anno IX.
KATOLIČKA DALMACIJA
Veritateiii f atientes in oharitate, crcscainus in
i 11 o per omnia, qui est caput Christus.
CS. Paul. Ep h. IV. 15.
Esce il Marteii eà il Venerdi.
—
Ego interim clamite :' ' . ' -
Si quis Cathedrae Petri jnngityr, metis est.
(S. Hieronym. Epis. XVI. ad Dam.J
Vos ipsos. auxiliante Deo. in dios alaeriter operatn Vestram impensnros in tuenda salutari Bcclesiae doctrina, animisque in Religionis amore et in verse fidei professione
roborandis,.... ( Vio IX nel Breve del Sí • Febbrajo 1872 agli scriltori della Dalmazia Cattolica.)
Condizioni d'assoeiazione. — Per Zara per un anno anticipatamente fior. 6. — Per la Monarehia Austro-Ungarica fior. 7. — Per Testero per un anno fran-
chi 15 in 01-0. — L1 assoeiazione è obbligatoria per l1 intera annata. Chi non avrà dalo disdelta alla line di un' annata, si riterrà associato anche per la seguente. — Le as-
sociazioni e grimporli di denaro in gruppi, o meglio in assegni postali, si dirigano all' Amminislrazione della Dalmazia Cattolica in Zara. Le corrispondenze affrancate alia
Redazione. I comunicad s'inseriscono al prezzo di s. 10 la linea. Inserzioni in guaría pagina a tariffa assai moderata. Un N.ro separato s. 8. I ^anps.critti non si restituiscono.
Una convenzione improbabile.
Si vuole essere prossima i' elaborazione
d'un espediente diplomático speciosissimo, per
cui, si crede, sparirebbero, come per incanto,
le difficoltà createci dalla Porta Ottomana.
L' espediente troverebbe la sua espressione in
una convenzione da conchiudersi colla Turchia.
II nostro Governo vi farebbe tutte quelle di-
lucidazioni che non furono faite al Congresso
di Berlino sulla durata e intorno aile modalità
del!'occupazione della Bosnia e dell' Ercego-
vina, e proprio quelle che sono necessarie
per portare luce sull' argomento e definire sí
beue lo scopo che il nostro impero si propose,
da non permettere che esso possa ricorrere
un bel giorno alio scambio di parole esosti-
tnire al termine occupazione quello pra de-
terminato di annessione.
Che il Sultano ed i suoi ministri rivol-
gano gli occhi ad una convenzione siffatta
con tutta quella reîigiosità che userebbero
nel guardare, se ci fosse, verso una Mecca
politica, non ce ne stupiamo. Ma le ragioni
che ha la Porta Ottomana non 'le ha mica il
nostro Governo, talchè il giornalismo austriaco
crede di dover condannare una politica di
cotesto genere. La „Deutsche Zeitung" scrive:
"La guerra è sempre un gran male an-
che quando si faccia per iscopi i più giusti e
per interessi i più sacrosanti. Probabilmente
la guerra attuale avrebbe potuto evitarsi se
la convenzione, di cui ora si parla, fosse stata
sottoscritta cinque settimane or sono. Ma il
volerci ora legar le mani di fronte ai turchi
ed ai bosniaci e il permettere con un trattato
fórmale che 1' Europa intera sia autorizzata
ad ingerirsi nei fatti nostri dopo i sacrifici
d' uomini e di denaro che ci convenne di fare,
questa ci sembra una politica ingiustificabile
affatto. Se, adunque il conte Andrassy, per
riguardi particolari al partito d' opposizione
in Ungheria, per qualsiasi altro motivo, crede
di non poter fare a meno di appigliarsi ad
tina simile politica, noi non abbiamo, dice
quel giornale, che un consiglio da dargli,
quello cioè di lasciare il suo posto e di cedere
la direzione degli affari ad un successore. In
questo caso almeno la storia gli renderà giu-
stizia e lo porrà fra quei ministri che, averíelo
commesso un errore, hanno saputo subirne
coraggiosamente le conseguenze".
II Neues Wiener Tagblatt, alla sua volta
cantando all' unisono non applaude neppure
egli e dice :
Una convenzione austro-turca, è un' oífesa
al sentimento morale di tutta la popolazione,
mentre, se fosse stata conchiusa a tempo debito,
cioè prima dell' occupazione, avrebbe potuto
forse impedire F eíFusione del sangue e tutti gli
errori che sono la conseguenza della guerra,
e di una guerra come qnella, che si è dovuto
combattere. Ora, se assolutamente si vuole e
si debba conchiuderla, lo si faccia almeno in
maniera, continua quel giornale, che diventi
per 1' Austria una garanzia contro le mene
segrete della Serbia e del Montenegro, e renda
vani gli accordi che 'questi due piccoli Stati
hanno conchiuso fra loro e colla Turchia Ció
renda piú tollerabile ,il nuovo sacrificio che
ora s'impone ; ma badino i ministri, termina
il Neues Wiener Tagblatt, che se presso di
noi essi non hanno le mani legate, come in
Inghilterra, dal sindaf|ato di un partito forte e
che ha la coscienza di ci5 che vuole, non per
questo scema la loról^esponsabilitá dinanzi
alia pubblica opinioné* che sta ansionamente
aspettando i loro atji.jper giudicarli.
Se non che <§ assicura che la con-
venzione, se ha da concfhiudersi, si fará proprio
~§lle spese del prestigio%ella nostra mónarefria,
a danno de'suoi interessi piü vitaii, e che ne
verrá inceppata la libertá d' azione del nostro
Governo, laddove non ne lo volle privo nep-
pure il Congresso? La condotta del nostro
mínistero degli esteri durante le molteplici
triennali cornplicazioni d'Oriente, sempre pru-
dente, saggia e dignitosa, non ci pennette di
ritenere che proprio in questi momenti voglia
lasciarsi trascinare ad una politica che po-
trebbe essere senz' altro un addentellato alia
creazione di uno stato di cose arruffattissimo.
E poi ci sembra bene sírano che, dopo
le prove di lealtá oíferte dalla Porta ottomana,
possano ora venir stabilite fra essa e la nostra
monarchia quelle condizioni, a cui non si seppe
trovar luogo prima dell' occupazione delle due
contermini provincie. Una convenzione austro-
turca, crediamo, equivarrebbe oggidi ad una
semirinunzia al mandato ricevuto ed accettato
nel Consesso di Berlino, e siamo certi che il
nostro Governo non puo essea disposto ad un
simile passo.
Nulla quindi di piü. naturale che il leg-
gere fra le righe dei giornali, che parlano
di convenzioni, qualche cosa di meno grave.
Anzi forse non andremmo erratí vedendo in
quelle notizie un po' d' acqua fredda gettata
sui cervelli riscaldnti di esaltati patrioti un-
gheresi, che alio spirito di partigianicria ap-
passionata pospongono 1'interesse della parte
e del tutto. Se vi sará convenzione, essa si
riferirá semplicemente alia Rascia, al pasaluk
cioé di Novipazar, che b giá in parte fuori
della cerchia de' nostri interessi. In caso dif-
ferente una convenzione austro turca non avrá.
speriamo, aspetto e scopo dissimile da quello
che ci oíFrono le altre convenzioni contempo-
ranee: la inglese per Cipro e T Asia Minore,
la russa per 1'occupazione di Batum, la serba
e la montenegrina pella presa di possesso del
nuovo loro aequisto.
^Íi-T
Svraćamo pozor svih rodoljubnih srdaca u našoj
zemlji i, tvrdom nadom da će bit obilna odziva, rado
tiskamo sliedeći bratski
Poziv.
Netom se po Beču glas prosuo da će do malo
prispjeti prvi vlak s hrabrim ranjenicima, neizbrojni
puk navrvi u Siidbahnski kolodvor da jih pričeka i
pozdravi, s gromovitim „Hoch dan Tupjeveh." živjeli
junaci! Ova prva izjava sućuti bečkog pučanstva,
bi prvi melem za došle zlopaćenike goste, nemilo
osakaćene pod Banjalukom, Jajcem^ Žepcem, rodjeno
većim brojem u Dalmaciji, Krajini, Istarskoj i Sla-
voniji. Namjesćeni u c. k. bo|fcicah Garnisoa Spital
N. 1. i 2., N. C. K. Veličanstvo Velmoži#Ceear
Franjo Jozip, pohrli da ih vidi i ganutim glasöm
izrazi jim Svoju visoku zadovoljnost na hrabrosti i
harnost za težke žrtve na otar Krune i Domovine
od njih prinešene. Za N. Veličanstvom ode u pohode
Nadvojvoda, a za tim mnogobrojni puk svakog sta-
lisa i dan da^s s^rće se u rečene bolnice da se milo
prorazgofori s ranjenim junacima. Ali bečko ¿utljivo
srce nije zadovoljno samim pohodima i utažljivim
riečima: S bliza i iz daleka, od privatnih i družtvenih
ruka sliću svakdano svakojaki darovi da budu raz-
dieljeni ležećim vojnicima. Budući pak mal da ne
svi ranjenici izjavili želju, da bi rado štiva primili
da si i srce oslade i ublaže težke boli, ta želja bi
po bečkim novinam priobćena. Nakon malo časa
Upravništva raznih listova vidješe se zasuta hrpami
svakojakih knjiga da budu ranjenim izručene, što
na veliku njihovu radost bi od Visoke Vlasti doz-
voljeno i ovršeno, tako da se nemila bolnica obrati
u ugodnu Čitaonicu. Ali kakva korist vojniku Hrvatu
da kod njega leži liber incomprehensibilis, snop nje-
mačkih knjiga? Do sinoć preko stotine Hrvata
Dalmatinaca, Krajišnika i Slovena nedobiŠe u ruku
knjige u materinskom jeziku, nego žalobni i prekr-
štenih ruka leže ili sjede na bolnih posteljah, ječeći
ili sanjajući, a gdje koji i molitve šapćući. Podpisani
ganuti krstjanskom ljubavlju, potaknuti molbam
ranjene braće nemogu s manje a da ne jave dalma-
tinskim i drugim hrvatskim dobročincem vapaj ovdje
ležeće jim braće s molbom, da bi se ganuli i do-
stojali poslati po koju hrvatsku knjižicu da jim bude
na utjehu i zabavu. Ciene suvišne sve duge prepo-
ruke, uvjereni da će njihov glas naći u hrvatskih
srcih odjeku ne slabiju od one koju najde njemački
vapaj u srcih Niemaca, a samo opažaju da će imena
darovnika biti obielodanjena. Knjige mogu biti franco
upravljene častn. Gosp. Anti Gjivoje 1 Augustiner-
strasse N. 7 W,iei>, odkle će biti izručene c. k. Nad-
zorništvu vojničkih bolnica.
Beč, 2 rujna 1878.
. Pop Niko BatistU.
Pop Ivo Benzon.
Pogled po svietu.
U Bosni je ovih dana bilo sve mirno. Ustaše
serajevski odoše simo tamo, te blizu glavnog
bosanskog grada ne zna se za nijednu nji-
hovu ovišu četu. Jedino što ih je još oko
Rogatice nekoliko na okupu, ali i tu rek bi
neodlučnost i smetnja vladaju. Uz toliko naša
vojska u Sarajevu ne gubi vrieme; nego,
pregledavši položaje sarajevske, utvrdjuje na-
sipim svako zgodnije mjesto. Oko grada ima
jedna za drugom sedam utvrda ; Filipović je
Činio pokrpit i srušene sarajevske zidine i
ponačinit tvrdjavu.
N. 68. Zara, Marteđi 10 Setiembre 1878. Anno IX.
La
Veritatem faeientes in charitate. crescamus in "Pha« il M 3 T* t A ?H P ïl V P 71 P T ñ ^ Ego interim damit« :
tilo per omnia, qui est caput Christus. 11 Jrf* a* I v w U X CU XI V C U G 1 U 1. g¡ qu¡g Cathe()rae petr¡ jungitur, meus est.
(S. Paul. EPh. IV. 15. r^pp^p^ (S. Hier onym. Epis. XVI. ad Dam J
Vos ipsos, auxiliante Deo, in dies alacriter operam Vea tram impensnro^n tuenda salutari Ecclcsiie doctrina, atiimisque in lleligionis amure et in veras fidei professioue
roborandis, çpi0 j\ ml Bribe del Sí Febbrajo 1872 agli scriltori JeM« Dalmasia Cattolica.)
Condizioni d'associazione. — Per Zara per un anno anticipatamente fior. 6. — Per la Monarchia Austro-Ungariea fior. 7. — Per Testero per un anno fran-
chi 15 in oro. — 1/ associazione è obbligatoria per Tintera annata. Chi non avrà dato disdelta alla line di un'annata, si rilerrà associato anche per la seguente.— Le as-
sociation! e glVimporti di denaro in gruppi, o meglio in assegni postali, si diiïgano ail' Amministrazione délia Dalmazia Cattolica in Zara. Le corrispondenze affrancate alla
Redazione. I comunicati s'inseriscono al prezzo di s. 10 la linea. Inserzioni in qaarta pagina a larilFa assai moderata. Un N.ro separato s. 8.1 manosiritti non si restituiscono.
Dalmazia
KATOLIČKA DALMACIJA
^La Révue des Deux Mondes"
e la política d' Europa.
In questa autorevole rivista, apprezzata
per ía indipendenza dei suoi gindizí, troviamo
nel faseicolo del mese di luglio a larghi e
veridici trati delineata Y opera del Congresso
di Berlino e la situazione dell' Europa da co
tanto senno derivata; crediamo ben fatto ri-
produrne alcuni braoi.
L'autorevole giornale nel mese di luglio
vaticinava sugli avvenimenti d'agosto e set-
iembre:
„11 Congresso di Berlino si apriva con
lieti auspicí: tutelare gli interessi d'Europa,
sciogliere la questione d' Oriente e stabilire
su d' una solida base la pace del mondo.
Tali erano le speranze, i voti, i desideri delle
nazioni; alcuni governi pensavano altrimenti.
II Congresso appena riunito invió negli
archivi storici i trattati del 1856 e del 1871.
Gli interessi europei sono frasi che nascou-
dono disegni e combinazioni particolari. Tutte
le cupidigie, tutte le pretese piú strane sor-
gono e si appalesano ad un tempo. Colpi di
scena di lunga mano preparati, rivelano che
il Congresso b una solenne mistificazione, una
tregua, una sospensione momentánea di oífese,
rna non ma¡ piü la tutela degl; interessi eu-
ropei per una pace durevole.
U principe di Bismark ha presieduto il
Congresso con apparente disinteresse e con
superba ironía, sapendo pur troppo, che, dopo
gli accordi segreti dei plenipotenziari da lui
approvati, la discordia e non la pace avrebbe
dominata 1'Europa; egli, avuto ragione degli
oppositori interni, potrebbe in un prossimo
avvenire scegliere gli alleati e cornpiere i
suoi ambiziosi disegni.
Precisiamo, frattanto, gli accordi segreti,
che ora si dicono deliberazioni del Congresso.
Basta forse l'aver decretato a Berlino la
ce88Íone di provincie, la delimitazione delle
frontiere, le annessioni, e le disloeazioni? E
se i popoli non vi acconsentono ? Sará forse
la Turchia, amputata e annichilita, che li
obbligherá con la forza a sottomettersi contro
i propri interessi? Mai piú. Allora i monte-
negrini correranno di nuovo alie armi, contro
la lega albanese; i serbi faranno altrettanto;
i greci delusi scenderanno anch' essi in campo,
e la crisi orientale non solo riprenderá tatta
la sua importanza, ma avrá il suo contrac-
colpo in Europa, tanto piú che nb i russi si
dispongono ad ábbandonare le loro trincee di
S. Stefano, nb gV inglesi accennano a richia-
mare la squadra dal mar di Marmara.
I piccoli stati furono tutti sagrificati al-
1' ambizione dei potenti e dei piü accorti,
mentre tre grandi fatti si delineano dai lavori
del Congresso, e ne rassumono il carattere e
la moralitá. L' estensione definitiva, diploma-
ticamente affermata, della Russia in Oriente;
1' entrata dell' Austria nella Bosnia per sofo-
care il pauslavismo neil'Oriente, e l'intervento
diretto e numeroso dell' Inghilterra nella (li-
stribuzione dei territorí, delle influenze e dei
protettoraii, con la giunta della sua preda di
Cipro, che imita ai suoi possessi di Gibilterra
e di Malta fa del Mediterráneo un mare in-
glese, mentre tien d' occhio Y Egitto ed il
Canale di Suez, é upa prova dell' opera del
Congresso. ;
E, se per ipotesi, 1' Austria-Ungheria
incontrasse resisteros nella Bosnia e nella
Ercegovina *) non dévrebbe assumere la parte
di carnefice agíi «ordiui del Congresso di
Berlino ? f
Da queste deliberazioni dei congregati,
altrettanto audaci c|e impreviste, quali sono
le conseguenze i medíate e lontane? Eccoie:
L'impero ottoma4o,Miminuito ed amputato in
Asia ed in Europa, ferito mortalmente nella
sua forza morale e materiale, come potra vi-
vere ? Per qual miracolo potrá sostenersi nelle
condizioni in cui 1' hanno posto? Come con-
ciliare quei famosi piani di riforme, che gli
s' imposero senza risultato, ed oggi saranno
effettuate dai suoi protettori per meglio di-
mostrare forse 1' indipendenza e la sovranitá
che si accorda al sultano, all' imperatore di
un impero messo in brani e circondato dagli
stessi popoli nemici per odio di razza e piú
baldanzosi, e piú cupidi di nuove amputazioni?
nello stesso tempo la Russia e F Inghilterra,
rimaste a fronte 1' una all' altra nel terreno,
nei consigli, nei negoziati e negli intrighi di
Costautinopoli; questa lotta ineessante, con-
tinua, fra le due potenze chiamerassi pace
stabile e durevole? No, mille volte no: la
guerra b latente; essa put> ad ogni nuovo
fatto imprevisto scoppiare furiosa e terribile".
Pogled po svietu.
Vojvoda Szapary napreduje. Ovo je po-
glavita viest, što nam iz sjeverne Bosne stiže,
i viest mnogo zanimiva; jer, dok Szaparj
ustašku silu ne slomi, donja Bosna nije posvo-
jena. On je sada svu pomoć primio, te je
s toga na neprijatelje napadat stao. Prvi
okršaj sretan po našu vojsku. Evo što se
došle o tom boju, zna. Na 4 tek. u jutro viši
četnik Pistory ode su 4 bataljuna i dva topa
put Tešnja, da razoruža mjesto. On to i ovrši.
DoČim se ovo radilo na lievoj, na desnoj
strani Bosne 5 satnija 29. pukovnije razgledale
neprijatelju prve položaje. Uz toliko se stali
kupit ondje ustaše i kad ih se nekoliko na
kupilo 54. pukovnija primi naredbu da udari,
hodeć put Lijaća. Na 11 u jutro bitka se
puno zaplela, te bi poslana u pomoć 8. pu-
*) Nel mese di luglio all' época délia pubblicazione
della rivista era un1 ipotesi, oggi è una dolorosa realtà.
kovina i niz pogorskih topova pod vojvodom
Waldstattenom. Sedam je ura boj trajao. Ustaše
svagdje uzmakoše. Odlikovao se vojvoda Wald-
statten s njegove opreznosti a sva vojska
s hrabrosti. Kakva je bitka bila po gubitcim
se sudit može. Sto i trideset naših ostade
nešto ranjenih a nešto mrtvih. Ustaša se je bio
nakupio preko bitke velik broj. Oni su imali
i topova.
Dosta je takodjer važan bio i boj ne
pano daleko od Sarajeva, boj kod Mokra. Evo
što o njemu vojvoda Filipović na 5 tek. javio:
Kad se prosuo glas da se je mnogo ustaša
sakupilo kod Mokra, biše odaslane onamo
dvije pogorske brigade, l.a i 2.a Pripadaju
one 7. dielu i pod zapoviedi su podmaršala
Tegetoffa. Na tri tek. u jutro, Tegetoff uputi
se s desnim sjevernim krilom iz Kadinasela,
te preko potoka Krsula ode put Han Romanca.
Uz to središnja kolona, pod upravom puko-
vnika Pittela, čuvala ustaše s prieda. Kad obe
kolone započeše boj biti, neprijatelji, oko 1000
ljudi, pobjegoše u malim četam na sve strane.
Desna kolona, pod upravom podpukovnika
Sehliittemberga, cjeć odpora u zemljištu, nije
mogla uć u boj. Pogibe 30 ustaša a mnogo ih
osta ranjeno. Naših mrtvih 10, ranjenika 40.
Filipović istoga dana javlja i ovo: Pođ-
pukovnik Raslić na 3 tek. ode s 31. lovačkim
bataljunom do Han Romanca i Glasinca, ali
ne nadje više nijednoga ustašu, jer su oni
višim dielom pobjegli bili put Zvornika i
Srebrenice, dielom put Rogatice i Gorazde.
Filipović je Činio ponapravit put Što iz Sera-
jeva vodi u Višegrad. I puk mu je tute radio.
Još nije čisto izmedju Grka i Turaka.
Čudnovato je kako se Rusija za Grke misli
te je(?) Francuzku i Italiju pozvala da vojskom
u Tesaliju udju. Ova se viest ne potvrdjuje
a od nekud se oporiče. Lako da bude viest
bila istinita, ali možda Francuska i Italija
nijesu htjele pristat na poziv, te sviet, ne videć
mu uspjeha ni posljedica, mnije da poziva ni
bilo nije.
„Pol. Corr." prima iz Carigrada da Kon-
duriotis bio odlučio Čekat do svrhe proš. sed-
mice odgovor turski na notu grčku. Ako Porta
ne odgovori, to da će 7.a Grke bit isto koliko
da je odgovorila „jok", te u tom slučaju da
će Grci molit države za posredovanje.
Po engleskim listovima, nije istina da
su Rusi obustavili prenašanje vojske u Odesu.
Kako tu stvar stoji doznat će se do brzo.
Ako bo Rusi zbilja izpred Carigrada kući idu,
neće vele proć da će poć. Uz toliko svi složno
javljaju da je dio carske straže odputovao a
valjda će i ostala straža ako je istina, što se
Čuje, da će se naime maknut napokon i En-
glezima to put Galipulja!
Jučer se je imao otvorit njemački „Reichs-
tag". 0 formalnostim otvora, javljali su da
će ga otvorit svečano njemački carević glavom,
ako ne on, da će ga otvorit grof Stolberg.
N. 69. Zara, Venerdi 13 Setiembre 1878. Anuo IX.
KATOLIČKA DALMACIJA
Veritatcm facientcs in charitate, crescamus in
illo per omnia, qui est caput Chrigtus.
fS. Paul. Eph. IV. 15.
Esce il Martedi ed il Venerdi. Ego interim clamito: Si quis Cathedrae Petri jungitur, nieus est.
(S. Weronym. Epis. XVI. ad DamJ
roborandis,
Vos ipsos. auxiliante Deo, in dics alacriter operam Vestram impensuros in tuenda salutari Ecclesne doctrina, animisque in Ileligionis amo re et in verœ fidei professione
(Pió IX riel Breve del 21 Febbrajo 1872 agit scriíinri della Dalmazia Cattolica.)
Condizioni d'associazione. — Per Zara per un anno anticipatamente fior. 6. — Per la MonarcMa Austro-Ungarica flor. 7. — Per Testero per un anno fran-
chi 15 in oro. — V associazione è obbligatoria per V intera annata. Chi non avia dato disdetta alla line di un'añnata, si riterrà associalo anche per la seguente.— Le as-
sociazioni e gl'importi di denaro in gruppi, o meglio in assegni postali, si dirigano alP Amministrazione della Dalmazia Cattolica in Zara. Le corrispondenze affrancate alia
ltedazione. I comunicati s'inseriscono al prezzo di s. 10 la linea. Inserzioni in quarta pagina a tariffa âssai modérala. Un N.ro separato s. 8. I manoscritti non si restituiscono.
Zaboravljeno jedno pleme.
Europejski sastanak, na kojeg se nitko/
osim samoga lorda Beaconsfielda, opetovano
pohvalio nije i na kojeg se svak sad tuži, za-
veo je istokom riešenje bože ter ti znaš. Ne
samo što je utopio svaku nadu rumunjskog
naroda, za kojega takodjer pravica žive, i što
je Grčku osovio pa s jačim ostavio da se be-
zuspješno dogovara, nego je sastanak cielo
pleme sasma zaboravio: pleme šćipetarsko.
Samo se spomenuo kazat mu, da ono i na da-
lje pod turčinom ostaje.
Tražit ovako mir, to se zove spraviti ra-
žanj a zec u gori. Berlinska skupština, u po-
litičkom je pogledu, više Istok zamrsila, nego
razmrsila; to se svaki dan očevidnije vidi.
Diplomacija se ozbiljno samo o slovinstvu
zabavljala, znajuć, i tu krivo nema, da je ovo
na Balkanu elemenat najpretežniji, što je naj
češće i najžešće istokom potresao i kader je
da i opet potrese.
A1 baš za to, uz ostalo neriešenje ili kri-
vo riešenje, europejska skupština imala je n-
darit temelje trajnom miru, barem što se slo-
vinskih naroda tiče. Nu ni tn se do kraja ni-
je htjelo doć.
Na ovakove pogreške europejski puno-
moćnici nadodađu novu težku pogrešku, kad
pozabiše prošlost, sadašnjost i budućnost ple-
mena važna, jer ratoborna, mnogobrojna i na
okupu, kako no je šćipetarsko pleme.
Ima, po najvjerodostojnijim podatcima,
kakvih 1,500.000 Sćipetara. Njihove su sve
kršne planine i sve ravne ravnine što ih je
od mora do Bitolje i Skoplja, od Skadra do
Janine. Pometnut sasma pitanje tolika i takova
naroda, to se ničim lako opravdat ne može.
Koliko se je tu Europa prevarila, sada
albaneski savez dokazuje. On zadaje liaka
Crnoj gori, neda mira Srbiji a prot Austriji
naoružao desetak tisuća vatrenih ustaša, da
se po Rašiji na odpor spravljaju i utvrdjuju.
Ovo postupanje Arbanasa, kako da je Europi
rječiti ironični dokaz nje slabe uvidjavnosti,
gdje nije znala, a gore ako nije htjela, uzet
u obzir elemenat, što je tako silovit i silan,
da na tri ruke su 45.000 momaka napastuje.
Možda bi, da ga je još, berlinski sastanak
na prigovore odgovorio, da nije htio potaknut
albanesko pitanje, jer je Albanija po vjeri
veoma razcjepkana? To ništa ne vriedi, jer
su na Balkanu svi narodi s vjerskog pogleda
jednaki: svi jednako razcjepkani; svi u troje
raztrkani: u katolike, rišćane i turke.
Nama se čini, da je u europejskom sa-
stanku nekomu šćipetarsko pitanje bila deveta,
kako možda Rusiji i Francuskoj, a nekomu je
lebdilo pred očima šćipetarstvo kako bič božji
za slovinstvo, po svoj prilici Turskoj i En-
gleskoj. Talijani uz to volili da stvari ostanu
kako su došle bile, pokle im ovaj krat tre-
balo triput umit ruke. Uz ovakve okolnosti
odkle sporazum ? *
Ne služi reć, da med ju Arbanasim nema
jednokupne narodne misli, da je u njih na-
rodna sviest na pojedina* plemena ograničena,
te da se više ondje izf|če težnja regionalna
od svake druge politične težnje. Šćipetarsko
pleme zna radit i jednokupno: eno nam živa
primjera. Ono ima dosta narodne sviesti kad
zna stvarat saveze da se opre slovinstvu i
osujeti mu posvojenje novih zemalja.
Pa čemu se ne osvrnut barem na poje-
dina oveća plemena, što su tek i nezavisna,
kako pleme Miriditsko ?
Današnja je diplomacija povukuša ; težko
joj je bilo Istok uredit, a vazda je to težko kad
se na sve pravedno ne csvrćeš, i kad nepri-
stranost sudcem ne ravna. Stoga diplomacija
danas krpi i prečinja,%l ne načinja; nju 11a
žalost ne nadahnu načela viša; te diplomati
vragolišuju, a narodi tuguju.
I nostri marinai.
Rileviamo dal Phare de Dunkerque che alla re-
gata che ebbe luogo a Dunkerque il 18 agosto p. p.,
anche le imbarcazioni dei bastinienti mercantili pre-
sero parte importante. Di dieci che si prenotarono,
sei si presentarono alla lotta, gagliarde e vigorose.
L'imbarcazione ciel bark austro-ungarico Esern-
pio vinse il primo premio, quella del naviglio ame-
ricano Suzan L. Campbell, il seconde - e quella
del francese Jeune, Alphonsine di Dunkerque, il terzo,
La banda musicale rallegrava la fes ta, una fol-
la stipata era spettatri.ee della gara e vi prendeva
vivo interesse applaudendo ai vincitori.
11 Console austro ungarico ricevette le ielicita-
zioni per la distinzione meritatasi dalla lancia del-
l'Enempio, montata da quattro nerboruti lussignani
e guidata dal bravo capitano Aldebrando Petrina, di
Lussingrande.
Mentre le imbarcazioni della cannoniera Alba-
tros, della nostra marina di guerra, riportavano i
primi onori nella regata di Costantinopoli, nello stes-
so giorno, in cui ricorreva il natalizio di S. M. 1'Im-
peratore, quella di un nostro legno mercantile si di-
stingueva egualmente a Dunkerque, contribuendo ad
accrescere il lustro ed il decoro della nostra marina
che in ogni occasione si mostra degna dell'onorevole
fama generalmente goduta.
Questi cenni non pot.ran.no che riescire graditi
ai nostri marini, ed a quanti si interessano delle lo
ro sorti. ( Adna.)
Pogled po svietu.
Ovaj nam je put javit s ratišta krvavih
okršaja na više mjesta. Južna Ercegovina i
zapadna i sjeverna Bosna bile su ovih dana
u tek istodobnoj živahnoj vatri.
U južnoj Ercegovini pao je grad najviši
i najvažniji u naše ruke: palo je Trebinje.
Na njem se vije sada barjak kô i u Mostaru ;
na Trebinjskim bedemima nema više biela
polumjeseca u crveno utopljena.
Trebinje je posvojeno na 7 tek. na 3 ure
po podne. Brigada Nagy pod Poppenheimovom
zapoviedi, prije nego je u Trebiuje ušla, oko
11 pr. p. istoga dana, pucala je na ustaše
kod Zasade, Gomiljana, Mustaca i Podvorca.
Poginula su dva naša Častnika, a dvaestak
vojnika ostalo mrtvih ili ranjenih. Vojska se
turska, pod Sulejman pašom, združila bila
s našima te, kad je uaša brigada zauzela grad,
mrči ođoše u Gruž kod Dubrovnika, da se
ondje ukrcaju i podju put Albanije.
Po zauzeću Trebiuja ustaše udare 11a po
našega bataljuna, što je čuvao most Trebinjicu,
al nakon uru uzmakoše. Pogibe jedan naš
častnik i druga štesterica a osmerica se izgube.
„Wiener Zeitung" donosi kako je Szapary,
posije boja na 4 tek., 0 kom progovorismo u
proš. broju, dvadesetim odjelom i dielom odieia
četvrtoga nastavio bio na 5 tek. napadanje
na ustaše kod Doboja, na desnoj obali Bosne;
da očisti put, što vodi u Maglaj i da tako
ukine pogibelj koja mu je prietila glede ob-
ćenja s trinaestim odjelom vojske.
Bitka na 5 tek. započe u podne i trajala
do noći. Neprijatelj se branio iz svojih utvrda.
Mjesta, što su bila najutvrdjenija, naši oteše
bajunetam i prenoćiše u osvojenim položajima.
Sutra dan udari opet naša vojska na turke,
što su ostavili bili sve.svoje utvrdjene polo-
žaje. Vidjevši turei da odoljet ne mogu ra-
zidjoše se manjim dielom a višim se dielom
na vrat na nos za rieku Sprecu povukoše.
Bježeć neprijatelji iz pred naše vojske, pomogla
ih mnogo gusta magla što se spustila bila i
trajala sve do podne. Po ovoj bitci Szapary
zauze položaje na putima što vode u Grrača-
nicn, u Trbuk, u Maglaj. U ovo zadnje mjesto
mogla je na 6 tek. naša vojska kad i kako
hoće, jer su mu neprijatelji uzmičuć okolicu
sasma ostavili. Boj na 5 tek. bio je veoma
krvav. Pogibe 5 naših častnika i 60 vojnika
a osta ranjenih 12 Častnika i 330 vojnika.
Ima 34 izgubljen i ka.
Na 7 tek. vojvoda Zach posla iz Zavalja,
mjesto uz našu medju, ne daleko od Bišća,
viest da se je onaj dan na desnom krilu vojske
zametnuo žestok boj i da su naši zauzeli, dvije
utvrde kod samoga Bi sca, al da su položaji
na lievoj strani još u turskim rukama. I ovaj
je okršaj mnogo krvav bio. Bi ranjen pukovnik
Tegay i prvi poručnik Kokotović i 14 Častnika ;
dva častnika pogiboše; dvojica se izgubiše i
osta ranjenih 400 vojnika.
I oko Ključa se je zgodilo važnih bojeva.
Na 6 tek. viši četnik Sametz udari ondje na
ustaše, što su stali u utvrdam, i usiluje ih
uzmicat. Boj je bio ljut i trajao je do mrkle
noći. Naši osvoje dva KljuČka obkopa, ili,
kako tudjom rieči kažemo, šanca i nekoliko
kuća na južnom obronku tvrdjave. Na 7 su
se čete odmarale. U boju osta mrtvih i ranjenih
150 naših.
Drugo zlužbeno izvješće od 9 tek. iz
Banjaluke nadoda 0 vojničkom radu kod
Ključa novih zanimivih glasova. Desno ne-