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moderato d«, eosTenind. — I manoacritti non li reetltui«« o.
D congresso degli studenti italiani della Dalmazia
La lieta giornata.
Seppure cielo sia tutto grigio e
dispoato «ila pioggia» è uell' animo di
tutti i cittadini un' esultanza nel vedere
un' ottantina di studenti italiani, delle
Università e del Politecnico, qui con-
venuti, con r adesione di oltre quaran-
ta colleghi assenti, a celebrare una
loro solennità civile: la costituzione,
cioè, della Società degli Studenti Ita-
liani della Dalmaxia^ tale che, come
abbiam detto, renderà più compatte le
foro file, meglio determinati i loro vo-
leci. ] voti e gli auguri migliori vanno
flai core e dal labro di tutti a questi
giovani, care speranze della patria, che
inno'continuare le nostre vigilanze
le difese gagliarde.
Arrivati in bel numero gli studenti
italiani dalla provincia, vennero accolti
con schietta effusione dai loro com-
pagni di qui. Al Caffè Centrale, alle
10 e mezzo, i^enne servito un ve/rmoutk^
in onore degli ospiti, ai quali diede il
benvenuto, con calda parola, lo stu-
dente Tamino, ringraziato dallo stu
dente Dudan.
Poi tutti, corporativamente, in co-
lonna, si recarono al municipio.
La visita al podestà.
Li accolse con lietissimo animo il
nostro podestà, dott. Luigi Ziiiotto, cui
11 presidente del comitato promotore
della nuova società, lo studente Marco
Periini di Zara, ebbe a rivolgere in
questo modo la parola:
Permetta, maguilico siguor podestà, che,
nel-giorno m cai s'mizia l'attività, della
nostra associazione, gli studenti italiani Le
Itteeiaiio per mei^o mio nverente omagg:Ì07
e accolga m pari tempo i sensi delia no-
stra riconoscenza per la gentile ospitalità
che Zara offre all'odierna festa, ospitalità
tanto più gradita dopo gli episodi, che ci
impedirono 1' anno scorso di riunirci iu altra
città della provincia, ove pure è nostro
guanto v' ha di piiì civile e di più intelli-
gente.
A Zara italiana, custode gelosa del no-
stro patrimonio nazionale, và la nostra am-
mirazione e la gratitudine nostra, a Lei,
F amato rappresentante, 1' affetto ricono-
scente per l'opera Saa indefessa e la te-
nace e nobile fibra di patriota.
Accolga, signor podestà, ancora una volta,
i nostri salati, che oggi Le sono promessa
virili propositi da parte della gioventù
"aquatica.
^ V podestà, in nobilissimo discorso
^rito d^ cuore, ringraziò sentita-
ir^iL Periini e tutti gli studenti
della Dalmazia. Disse della di
lui soddisfazione nel veder sorgere la
nuova istituzione, che^^ova la ognor
crescente coscienza degli alti doveri
incombenti alla gioventù accademica.
Non si crede autorizzato a dar con-
sigli, ma, ove gli fosse permesso di
darne uno, vorrebbe consigliare agli
studenti di animarsi a vicenda e di
iinimare anco i più giovani tra di loro
allo studio profondo ed indefèsso, es-
sendo importante che anco gli altri
Ltalianl possano valutare la nostra im-
lorlanza, grazie alle manifestazioni del
iosfero intelletto, che ha il compito di
radiare anche su altri la luce del pen
' to italiano. Cosi operando, e nel
;\prvare e nel tramandare ai più
;giovani*l^ loro fede, quella f<;de eh' è
condizione della nostra esistenza, eoo-
j^ereranno'^ far si che gli Italiani, con
la nobiltà dell* animo e la vigoria del-
l' intelletto, possano divenire uno dei
iattori dirigenti della futura umanità.
Il* apertura del oongresso.
' ^ * ^^ concerti del
Teatri Giuseppe Verdi, sono adupaii
tutti gli studemi, e, invitati, l'ill.mo
signor podestà, i deputati%aliani alla
Dieta, gli assessori del Comune, il
presidente della Camera di Commercio,
signor Periini, e le direzioni dei patri
sodalizi. Sono rappresentati all' adu-
aauza II Dalmata^ Il Piccolo e 1'
di Trieete, e 1' Alto Adige.
il tavolo presidenziale c occupato
dai mtmhti del comitato promotore,
mgente da. direzione provvisoria.
Nelle rappresentanze dell' autorità il
commissario signor Drabek.
Inaugura il congresso il presidente
del comitato, Marco Periini, dicendo:
A nome del comitato promotore salato
il magnifico signor podestà, l'amato rap-
presentante di Zara nostra, felice augurio. {Acclamazioni.)
iSaluto i signori deputati e le rappresen-
tanze dei patri sodalizi, interpreti della
simpatia con cui il paese segue le nostre,
iniziative; ed a voi, carissimi CL»lleghi, che
numerosi siete qui convenuti, rivolgo pure
un caldo salato ; ed esso vi dica tutta la
gratitudine nostra per T entusiastica acco-
glienza che trovò m voi l'idea di unire le
giovani forze italiane in un fascio, fascio
di luce che ci deve guidare alla mèta lu-minosa di un miglior avvenire.
E bisogno imperioso era per noi il dare
un assetto definitivo alla famiglia studen-
tesca della nostra provincia. I fratelli del
Trentino, da oltre un decennio costituiti in
società, ne traggono mirabili risultati mo-
rali ed intellettuali, impiegando tutti i mez-
zi più adatti alla diffusione del pensiero e
della coltura nazionale; e non solamente
nei limiti della loro cerchia universitaria,
ma in ogni guisa ne rendono partecipi le
altre classi, che maggiormente abbisognano
di essere riscaldate al fuoco del progres-
so civile, con la parola che illumina ed
avviva il sentimento italiano. A Trieste
domenica scorsa convennero in gran numero
i colleghi della Venezia Giulia, e là furono
gettate le basi di quella associaziione c.he
metterà a profitto dell'Idea l'energia di
tanti valorosi giovani. 8' imponeva quindi
anche a uoi> la necessità di provedere ac-
chè una simile organizzazione non avesse a
mancarci. Il comit ito promotore compilò
pertanto gli statuòi, che, se pure non per-
fetti, contengono tuttavia quanto deve gui-
dare r attività sociale, cui ora non manca
che il buon volere per divenire feconda. E
cosi oggi noi pure celebriamo il lieto av-
véiiinie*ito, che da ttìtti^ sàW' appreso con
gioia, poiché è felice auspicio il concorde
lavoro dei giovani per un alto fine di li-
bertà, di patria e di progresso. (Vivissimi
applausi.)
Ma anche per un non lontano avvenire
era sentito il bisogno d'una società che
avesse a raccogliere le nostre energie di-
sperse. E' indubitato che per stringere in
un vincolo più stretto gli italiani delle no-
stre Provincie, e dare maggior continuità
all'opera intesa a conseguire tanti vitali
interessi, ai pari di altre istituzioni, sor-
gerà una federazione universitaria; e la
Dalmazia, che fa sempre prima ..1 patrio-
tico tributo di solidarietà nazionale avreb-
be dovuto demeritare dalla fama acqui-
statasi in passato con ben maggiori sacri«
fici? — E se i nostri colleghi adriatici e
del Trentino sentirono la necessità di suo-
nare a raccolta e passar in rassegna le
loro file, quanto maggiormente non lo dob-
biamo noi, cui ogni giorno urgono nuovi
pericoli ?
Ma oggi che il sogno da tanti accarez-
zato è realtà ; oggi che la società nostra
si inaugura — senza programmi magnilo-
quenti, ma pure con le migliori promesse,
perchè accompagnata fin dal suo nascere
dalle simpatie generali — oggi attendiamo
fiduciosi il compito che a lioi sarà riserbato ;
Cosi la gioventù dalmatica offrirà la prova
migliore che qui non è ancora spento lo
spirito di quella coltura nazionale che valse
tanto rispetto e considerazione ai nostri
maggiori; e l'imponenza numerica, poiché
è indubitato che nessuno trascurerà di in-
scriversi alla associazione, sarà una rispo-
sta eloquente a chi vuol svisare le cose
sul conto .nostro, e una gradita sorpresa
per coloro che ci amano, ma, pur amandoci
poco ci conoscono. {Applaml)
Ecco, egregi colleghi, le' principali ra
gioni che ci suggerirono l'opportunità della
costituzione legale ; molte altre potrei ena
merarvi, ma di queste potrà parlarvi me
glio la futura direzione nel prossimo anno,
quando appariranno ai vostri occhi i pra
tici risultati dell' opera che noi abbiamo
modestamente, ma con diligenza iniziata
Oggi pertanto, nell' inaugurare la so
cietà nostra, io formulo T augurio più fer
vido eh' essa possa prosperare e recar quei
vantaggi che i nostri bisogni reclamano ;
eh' essa sia la Scintilla da cui divampi il
fuoco che si confonda in un inno di fra-
tellanza ed accenda quella fede, che sola
pi^ò condurci alla realizzazione di tanti cari
ideali; e che vano non sia l'augurio ci
conforta lo spirito del grande dalmata, ^he
ci apprestiamo di degnamente onorare nel-
l'imminente centenario, di Nicolò Tommaseo,
che (vuoi propiziare al risveglio della gio-
ven|éù italiana della sua teria. {Entusimtici
apnlausi) ^
|Nel %\nie di questo grande di nostra
get } per noi significa: nobilmente Sen;
tir'* iÌÈi^giente pensare e fortemente volere, y
pf' f S e riuscirete! (Applausi) '
E l ora, signori, l'aiiimo mio si rattrista
nel ricordarvi un luttuoso avvenimento, che
ci ha colpiti in quest'anno;;^ an compagno
carissimo, il povero Enrico Smirich, non
siede più fra noi !
La dura morte, che non risparmia alcuno,
lo rapi agl'affetto dei genitori e degli amici
nella primavera della vitaj quando tutto
sembrava sorridergli. ^
E voi, che apprezzaste le rare doti
d'intelletto e di cuore, e l'animo mite, a-
perto ad ogni nobile sentimento, e la rara
modestia del povero Enrico, voi potrete
misurare il grande vuoto cho lasciò fra noi
la sua fine prematura.
In questo giorno, in cui celebriamo la
festa dei giovani, fra i quali egli era dei
migliori e dei più amati, l'animo nostro Io
icorda ancor una volta con l'affezione an-
tica, ed un mesto pensiero vola al povero
amico morto ! (Tutti assorgono in segno di condoglianza.)
Il saluto dalla provincia.
Presa la parola, lo studente Selem,
di Spalato, dice :
Quella voce che deve trovare eco degna
in ogni petto italiano giunse anche sino a
noi, nella martire patria del glorioso Ba-
amonti {fragorosissimi applausi) e ci chiamò
nella gentile città di Zara, qui, d'onde più
a lungo apparve gagliardo, alle altre dal-
matiche città, il veneto leone {fragorosis-simi applausi) qui ove conservate più de-
g-namente la impronta e la tradizione ita-
iche. Di qualche collega che per ragione
privata non potè, con suo dispiacere, cor-
rispondere all' invito, io vi reco anco il sa-
luto affettuoso. Noi soddisfammo all' impulfjo
del cuore, e, soddisfando a un dovere, ci
riunimmo qui a far sentire aticora una volta
la nostra voce, forte e vigorosa, in difesa
dei nostri santi ed intangibili diritti; ci
riunimmo allo scopo di aprire, ora che sia-
]paio legalmente costituiti, sempre più larghe
vie alla causa italiana;ci riunimmo a strin-
gere sull'altare della patria il nodo di
queir amicizia che è tanto necessaria alla
lotta e che deve rimanere, imperitura. plausi.) )
"Con vt>i, cari eoileghi,' ^afa tutta, questa
gemma di Dalmazia ed onore di noi ita-
liani {fragorosi applausi) manifestò la sua
ingenita italica gentilezza nell' accoglierci
in questo solenne giorno, porgendoci la più
sincera, la più gradita ospitalità. E' un atto
generoso, è un atto nobile, che cancellerà
il triste ricordo dei fatti dolorosi occorsi
nel dì, che Spalato ci dovea vedere riuaiti.
E mentre vi esprimiamo per ciò, anche a
nome dei colleghi, i sensi della più pro-
fonda gratitudine, che nutriamo e nutriremo
per voi e per Zara, mi auguro dalla con-
cordia, che ci terrà sempre uniti, i migliori
auspici per la giovine società. {Calorosi ap-plausi.)
Indi parla lo studente Damiani di Ra-
gusa: «Colleghi! Profondamente commosso
della festosa, simpatica accoglienza, che
voi, colleghi carissimi di Zara, ci voleste
prodigare, mancherei ad un imperioso do-
vere di collegialità e di patriottismo, se
non Vi esprimessi un grazie vigoroso dal
profondo dell'anima mia italiana. {Applausi )
Quindi a voi. colleghi cortesi della du-
cale ed italianissima Zara {fragorosi ap-plausi) a voi, che ognora brillaste per ab-
negazione e per patriottismo, a voi, cui le
nostre volontà e le nostre energie inten-
dono con sublime entusia^imo, il saluto fer-
vidissimo a nome dei colle^bi di ìiagusa. ( Vivissimi applausi.)
Iia relazione virtuale.
Indi lo studente Fiircich, segretario
del comitato promotore, dà la seguente
relazione virtuale:
Amid e colleghi,
Tre anni or sono in questa istessa sala
s' elevava la voce di un gruppo di animosi
studenti, voce, che prorompeva franca e
impetuosa dal loro petto, piena di nobili
propositi, a organizzare le loro giovani
forze a vantaggio della pati-ia : s'inaugu-
rava il Lo Congresso degli studenti dalmati
italiani. Un nembo di belle speranze ac-
compagnò il loro operato e lasciò intrave-
dere che v'erano ancara delle giovani e-
nergie d'una schiera, se pur limitata, la
quale offriva alla patria il fuoco del suo
entusiasmo, il contributo della sua mente,
la forza del suo braccio, schiera, che aveva
stretto un tacito patto di la\orare e di
lottai-e per i comuni ideali, per la cau«a
comune {applausi)
I congressi adunque furono ritenuti att
a trattare e risolvere le nostre que.^^tioni;
a tener viva e a sviluppavi vienvaggior-
mente 1' attività degli stiidenti^'^ Però
congressi ornai non erano saffij^enti. Altre
circostanze sopraggiunsero, le' quali lè^i^i
posero la necessità di unircili in un vincolo
più stretto e che fosse riconosciuto dalla
autorità, per ottenere anchel con mezzi le
gali l'approvazione del nost|-o• operato.
I motivi risalgono al fatto« accennato an
che dal signor presidente, èhe i trentini
erano costituiti già da un decennio e che
tastò l'Innominata accoglievà nel suo grem
bo gli studenti dell' Istria, del Friuli e di
Trieste. Ora era decoroso, anzi doveroso
che gli studenti della Dalmazia, la provin-
cia sorella, pur essi si organizzassero e si
raci/ogliessero sotto un solo vessillo; e
tanto più in quanto che aleggia l'idea, va-
gheggiata e accarezzata da tanto tempo, di
formare una federazione la quale comprenda
gli studenti italiani dell' Austria tutta. Or
come vi potevano partecipare i dalmati, i
quali formavano bensì un' unione morale,
ma da nessuno erano riconosciuti come so-
dalizio legale?
I fatti d'Innsbrack poi ci determinarono.
In quello slancio di fraternità, in quella
unione cosi ìntima di cuori, che battevano
air unisono, di fronte alla lotta degli av-
versari, cosi diversi e così numerosi, ognu-
no comprese la necessità di costituirci.
Queste adunque sono le tonti, da cui
scaturì l'idea discussa e poi approvata.
II comitato promotore intavolò le prati-
che necessarie, lavorò intorno alla compi-
lazione degli statuti, non trascurando di
occuparsi in pari tempo degli interessi e
delle questioni della nostra studentesca.
Procurò di mantenere un saldo legame
spirituale fra tutti gli studenti italiani della
Dalmazia, di disciplinare ed organizzare a
vantaggio della nostra causa le nostre gio-
vani e libere forze, di associare il nome
degli studenti dalmati italiani a tu^te le
manifestazioni nazionali.
Egli è perciò che la nostra coscienza si
ribellava contro di chi voleva opporsi o
imitare la nostra attività, credendo forse
di ravvisare un fantasima uscito «dalla terra
de'morti,» (come ovunque ne veggono dis-
seminati) terra che pur ancora abbastanza
palpita di vita rigogliosa e che noi cer-
cheremo di far vieppiù prosperare con tutte
e nostre forze.
Laonde addolorato rimase 1' animo nostro
in apprendere che due righe di decretc ci
privavano della gioia di porgere ai nostri
fratelli e colleghi il saluto nella latina Spa-
ato, che avevamo scelta a sede del nostro
III Congresso. Abbiamo inviato un tele-
gramma di protesta a S. E. il presidente
dei ministri dott. KOrber ; abbiamo ricorso
contro il decreto dell'inclito i. r. capitanato,
alla eccelsa luogotenenza, e poi al mini-
stero dttgli interni! ed abbiamo ottenuto?
Attendiamo ancora l'evasione.
Dove però possiamo con soddisfazione
registrare 1' attività de* nostri studenti per
la larga partecipazione ai fatti, che allora
ebbero luogo, si è nella questione univer-
sitaria. N
Quando dall' uDÌ%^mtà enopuntina sorse
1 grido dei nostri fmelli contro i soprusi
degli studenti tedeschi, i colleghi di Graz e di
Vienna, rispondendo numerosi all' appello
dei fratelli e alla voce del dovere, sorsero
subito a difendere i comuni conculcati di-
ritti. A tener desta l'agitazione universi-
taria, furono indetti vari comizi: quelio di
Innsbruck, di Trieste, dei Trentini, ove con
dotta e nobile parola si reclamava la uni-
versità italiana a Trieste. E noi pure ci
siamo associati a quelle manifestazioni na-
zionali, perchè uniti da stessi ideali ed in
teressi, perchè il nostro cuore batteva
all' unìsono col loro, perchè tutti egual-
mente italiani. {Vivissimi am-ausi)
Fuvvì alcuno, che sì preW a cuore gli
interessi di questa nostra'cara e pur sven-
turata patria, che rivolse il suo amoroso
pensiero alle nostre condizioni I GratD ^li
si rivolse 1' animo nostro, come ai membri
dell' Unione Parlamentare, al bar. Malfatti
ed all' on. Bennati per le sue generose pa-
role pronunciate a favore de' fratelli dal-
mati. Qui va pure menzionato il voto di
biasimo a Tito Allacevich, al quale, come
già in principio della questione di San Gi-
rolamo, gli studenti dalmati italiani ave-
vano inviato un voto di plauso, cosi i me
desimi, dopocchè dal losco affare ne
poteva ridondare onta al nome degli ita-
liani tutti della Dalmazia, disapprovarono
il di lui operato ed il contegno nella so-
luzione di detto affare. {Approvazioni)
L' ultima cosa poi che occupò la nostra
attività, sì fa la compii zione degli statuti,
impresa non scevra dì difficoltà, per chi,
come noi, è inesperto in queste faccende e
che d'altro canto pur si voleva ottenessero
r approvazione dell' autorità.
Abbiamo noi ottenuto pienamente lo sco-
po, presentando cioè un'opera perfetta? A
voi spetta il decidere. In quanto a '.oi ab-
biamo procurato di fare il nostro meglio
ed in questo riguardo la coscienza non ci
rimorde.
Però pensate, e voi tutti spero sarete
pienamente d'accordo, che non gli statut^
0 i paragrafi devono tracciare i limiti della
nostra attività. Abbiamo la società costi
tuita : ebbene : lavoriamo ; lavoriam<» ìndefes
samente, tutti concordi pel bene della no-
stra patria. Questo sarà l'unico mezzo di
far prosperare Va nostra società e di far
risentirne i vantaggi. Ma ho detto: tutti
devono cooperare secondo le loro forjje ; è
neeessai'io quindi scuoterci da quella fatale
apatia, che pur regna, tra noi sebbene in pie
coli termiùi ; è necessario che scompalìano in
nanzi all' alitare della patria certe spanda
lose invidiuzze da scolaretti o certét que-
stioni personali, che produr potrebbero e-
siziali conseguenze. {Vivisdtme approvano-ni.) Non illudiamoci: in labore virtus ei vita. Ed ampio può essere il campo della
nostra attività. Abbiamo la nostra Lega Nazionale, questo palladio della nostra col-
tura e dei nostri diritti (apptou«): orbene,
lavoriamo per essa, non la dimentichiamo
in nessuna occorrenza, lieta o luttuosa,
procuriamole dei soci. Perchè noi dobbiamo
sostenerla a costo di sacrifizi: essa man-
tiene tre scuole popolari e due asili infan-
tili, educando i nostri fratelli nel nostro
dolce idioma ed iniziandoli nella nostra
coltura: essa produce messe di copiosi frutjti
e prova ne sia la lotta continua e violenta
che le vien mossa dagli avversari.
Abbiamo il ceto operaio. Procuriamo un
riavvicinamento, un contatto maggiore: noi
ne abbiamo bisogno. Noi lo possiamo per la
posizione in cui ci troviamo e quindi dob-
biamo inculcargli l'entusiasmo del senti-
mento nazionale e porgergli il germe fe-
condo della civiltà e della coltura intellet-
tuale e morale. Invitiamolo a delle confe-
renze facili, tenute da studenti, facciamo
una specie di università popolare. Il con-
ferenziere, che presenta al pubblico la sin-
tesi di studi maturati nel silenzio e nella
meditazione, e coloiisce :1 suo dire con voce
esperta, fa percorrere al pensiero oWlo
ascolta una via assai più rapw^^
che non facciano o un corso di lez^olai si-
stematiche 0 la lettura di un libro. Sì po-
trà più o meno approvare l'autore ; ad o-
gni modo la nostra mente rimane aperta
a un nuovo corso di pensieri che, elevan-
doci, ci rende più forti e sereni contro le
piccole miserie della vita. Uno solo sia a-
duuque il nostro intento, uno solo il nostro
mezzo, uno solo il nostro motto: il lavoro,
u questa guisa ci possiamo ripromettere
dei veri vantaggi, così corrisponderemo nel
modo migliore e più degno all' augurio dì
questo fausto giorno. Attiugeremo energia
nella bellezza stessa de' nostri ideali, nella
santità della nostra causa; 1' attingeremo
nello sguardo corrusco di queir animoso
! jeone, vinto ma non domo, il quale ci ispi-
rerà il coraggio e la forza nella lotta e
o sprone e la costanza nel lavoro e che
sarà per noi sempre il miglior simbob per
l'avvenire. Eipetiamo col poeta:
«Non sbigottir, eh' io vincerò la prova.» V
Le adesioni. — I dispsooi.
Dopo approvato lo statuto della So-
detà degli studenti dalmatì italiani ^
viene comunicata questa lettera, diretta
dair on. Gbiglianovicb, impedito da
obblighi professionali, al presidente del
comitato promotore, signor Periini; e
la lettera desta, col plauso, vivo ep^
tusiasmo.
Egregio Signore ! La prego di accog
assieme ai iiuoj. -^Jolìfcghi del Comit'
miei ringraziamenti per il gt-ntile inv , ov
l'odierno congresso, e di scusare ì 1
assenza, dovuta ad indilazionabili oècupa-
zìoni professionali.
Faccio fervidissimi voti che la Società,
che si costituisce, affratelli sempre più i
nostri giovani universitari, e lì ponga con
noi, che abbiamo 1' arduo mandato di di-
rigere e rappresentare il Partito, in ognor
maggior contatto, a vantaggio della causa
comune.
Forse non mai, come oggi, fu grave il
momento per gli Italiani della Dalmazia,
e non fu mai, per ciò, come oggi, tanto
necessario, per noi, il pieno accordo in un
sistema unico di azione, che possa racco-
gliere ogni età ed ogni forza, per'la difes^"
dei nostri diritti. Il Partito, come abbisogna
dì calma e talvolta perfino di dolorosa pru- '
denza — ciò che ì più anziani tra noi per
l'esperienza del passato spesso reclamano
— il Partito sarebbe anemico e scialbo
senza 1' entusiasmo dei giovani ; e specie
di giovani quali sono gli universitari nostri.
Ardenti di patriottismo, studiosi e colti,
tutti degni della gentilezza italiana, in essi
è la prova più bnllante della vitalità del
Partito. Agli avv ersari nostri possiamo bene
obbiettare, infatti, che quando un Partito,
come il nostro, può non indarno chiamare
a pronta raccolta delle varie dalmatiche
città, e borgate, e ville, cento e più stu-
denti universitari, fieri d'italianità, non è
esso, no, la • compagine magra e morente
che si vorrebbe. Un Partito, che ha in sè
cotanto tesoro di bontà, d'ingegno e di
rinovellata energia, è pronto ad ogni du-
rissima prova.
È per ciò che dal voto che si eleverà
oggi in seno al congresso da tante anime
frementi dì sacro ardore nazionale, noi tutti,
che soffriamo pel nostro diritto, trarremo
ancora un lietissimo auspicio per la sua
magnifica vittoria.
Golia massima stima e considerazione,
ho l'onore di protestarmi
Di Lei Devotmo avv. Bob. GhigìM ^
Tamino dà poi lettura dei dispac^ ^
adesione: dei deputati italiani alla Dieta
dalmata, on.i Salvi e Smercbinich ; del-
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Il veleno contro i sorci
di Bottg^er
distrugge completamente tutti i sorci. Non è veleno-
so nè per 1 uomo nè per gli animali domestici ed
acquistasi solo presso la
Farmacia Pocliusta — Spalato
al prezzo di 60_cent. e cor. 1.20
Circa l'effetto del suo «Veleno contro i sorci" so-
no stato assai contento. Basti il dirLe che subito
dalla prima sera trovai ben dieciotto sorci morti;
perciò mi sento in obbligo di raccomandarlo ad ognuno.
Schweinfurt, 11 febbraio 19!;0.
L. Kress, lattifioio.
SERRA VALLO - Acqua anatenna per
l'igiene della bocca
mentazione, orchestra e banda e storia della
musica.)
Per consultare gli statuti, basta dirigere
domanda all' amministrazione del Liceo mu-
sicale di Trieste via Santa Caterina 1.1. p.
XJ6 liete nozze. — Il nostro egregio
amico signor Antonio Roich di Spalato si
è ui.ito oggi in matrimonio alla gentil si-
gnorina Benedettina Novak, figlia al signor
capitano Giacomo Novak di Cittavecchia.
Congratulazioni ed auguri.
La stampa onesta. — Uno dei repor-
to del Narodni Lui lia vedute l'altro dì
per le vie di Zara — come li hanno ve-
duti tutti — delle dozzine di operai italiani
regnicoli, i quali, evidentemente, anche pel
i&U.o che erano stati veduti dai cambio-
valute, rimpatriavano.
Tanto bastò al suddetto reporter e al-
l' onesto Narodni List (incapacela sua di-
chiarazione, di dire una menzogna) per
asserire che «centinaia di operai italiani
erano stati fatti venire dal nostro Comune
pei lavori di fognatura, a pregiudizio del
povero villico nostro, che muore di fame,
mentre da parte dei nostri si finge, nelle
colonne del Pravi Dalmatinac, di portargli
amore.»
Ma si può essere più sfacciatamente im-
postori ?
Anzitutto i lavori per la fognatura cit-
tadina non sono esegu ti dal Comune, ma
bensì dall' impresa barone Schwarz, la quale
potrebbe avere il diritto di impiegare chi
meglio credesse; e poi, nel caso concreto,
pei lavori di canalizzazione, la detta im-
presa impiega pochi operai, dei quali uno
solo — si noti ! — è forestiero.
Uno solo.
E v' ha di più. Anche i lavori dell' ac-
quedotto vennero lodevolmente eseguiti dalla
ditta Schwarz ; ma il Comune, a suo tempo,
e precisamente per dar da lavorare al po-
polo della nostra campagna, mise per con-
dizione all' improsa (e l'impresa accondi-
scese di buon grado) che i lavoratori fos-
sero tutti uomini dei dintorni, che avevano
necessità di guadagnarsi la giornata.
Vede come mente, adunque, e mistifica,
il Narodni List?
Il quale, s J mai, dovrebbe muovere il
rimprovero, che muove falsamente al Co-
mune di Zara, ai croatotili amici suoi, che
assunsero l'impresa dei lavori ferroviari
fra Spalato e Sigu e che impiegarono, ap-
punto, centinaia di operai itaiiani.
Ma avrebbe anche torto : perchè, mercè
la nota capacità e frugalità di tali operai,
l'impresa potè trarre 1' utile desiderato.
A tutela dei nostri oli d' oliva fini
da tavola. — Ci scrivono da Spalato :
«In relazione ad una corrispodenza dalla
Brazza comparsa nei Dalmata in data 24
gennaio anno corrente, ii signor Giuseppe
Levi sensale patentato in oli a Trieste,
sci ive nel N. 7692 del Piccolo della Sera
JU un articolo sull'importazione dell'olio di
cotone a Trieste le testuali parole: «...se
pure si può ammettere che mediante sforzi
straordinari i dalmati riuscirono a miglio-
rare piccoli quantitativi dei loro olii, si de-
ve pur convenire che non sono confronta-
bili cogli olii tini e soprafini d'Italia. Non
è colpa dei produttori, ma per il fatto che
i loro paesi non si prestano alle produzioni
dì qualità buone.»
Purtoppo da questo brano si rileva, che
ancora a Trieste non si ha la più pallida
idea di quello che si è fatto negli ultimi
auni nel campo dell' elaiotecnica e si è abi-
tuati a considerare gli oli fini dalmati d'og-
gigiorno alla stessa stregua di quelli mer-
cantili che si preparavano 20 o 30 anni fa.
La quantità d'olio fino fatto in Dalma-
zia non è poi tanto esigua come vorrebbe
far credere il signor LeVi, anzi all' ultimo
concorso di olii fini da tavola dalmati,
ch'ebbe luogo in marzo 1902 a Spalato,
gli oli assaggiati rappresentavano un quan-
titativo di quintali 1760, cifra non certo insi-
gnificante; e per quanto riguarda la bontà
ed i pregi degli oli d' oliva dalmati mi sia
lecito, per confutare le suesposte asserzioni,
citare ciò che scrisse il chiarissimo signor
dott. Eustachio Mingioli, professore di tecno-
logia agraria e direttore dell' oleifìcio spe-
rimentale annesso alla regia scuola supe-
riore d'agricoltura in Portici, nella sua re-
lazione sul concorso degli oli dalmati te-
nutosi a Spalato il 28 maggio 1896, pub-
blicata nella Eassegna dalmata, in agosto
dello stesso anno.
Il suddetto professore, uno dei più com-
petenti conoscitori d'oli d'oliva che vanti
l'Italia, ha dichiarato che «tutti gli oli
stranieri — misti insieme ai dalmati ed
alternati nella serie degli oli assaggiati,
ordinati secondo il loro grado di acidità
— presentarono caratteri meno pregevoli
dei migliori oli dalmati». Anzi qualcuno di
questi oli stranieri venne scartato già al-
l' assaggio generale, come può rilevarsi
dalia tabella sinottica allegata all'accen-
nata relazione.
Che cosa direbbe il signor Levi, cono
scendo le provenienze degli oli stranieri
degustati paralellamente a quel concorso?
Eccolo accontentato: 4 erano italiani, cioè
da Bari rispettivamente da Bitonto, 4 di
provenienza francese, da Aix, Nizza, Var e
dalle Bouches du Ehòne, ed infine due dal-
l'Africa settentrionale, cioè dall'Algeria e
da Tunisi, con la osservazione che i pro-
duttori dei suddetti oli stranieri vennero
categoricamente invitati di fornire i migliori
prodotti di quell'annata, facendo loro pre-
sente che i campioni da loro presentati do-
vranno servire di confronto nella gara che
si stava per indire fra gli oli d'oliva dal
mati.
Sarebbe perciò di somma soddisfazione
nostra avere in Dalmazia pel prossimo as-
saggio il signor Giuseppe Levi, quale esperto
conoscitore, onde imparare da lui come si
fa a conoscere e distinguere in una serie
d'oli dalmati uno o più oli forestieri e vi
ceversa.» (s.)
I lavori drammatici di un nostro
conoittadino. — La Scena di Prosa di
Milano a proposito del dramma «Senza
perdono» del nostro egregio concittadino,
signor G. Wondrich, scrive:
«Siamo in una grande città della Ger-
mania. Gunther Wolf, per sposare Paula,
della quale è innamorato, accusò crudel-
mente la sua prima moglie e ne ottenne
il divorzio. Cinque anni sono trascorsi dalle
seconde nozze e due soli dal giorno in cui
Paula ha scoperto la colpa di Gunther.
Morente per malattia di cuore, essa vuole
il perdono della vittima e la manda a chia-
mare. Anna viene, ma s'incontra prima con
Gunther e scopre a sua volta ch'egli pro-
vocò il divorzio non in buona fede, ma ca
licenza per l'importazione di tabacchi e
manufatti di tabacco oltre la linea doga-
nale. Se questo progetto sarà approvato,
ne verrà per conseguenza un aumento dei
prezzi delle sigarette e dei sigari esteri in
vendita presso i postini e le rivendite di
specialità.
Qualche giornale di Vienna crede di po-
ter assicurare che a questo aumento dei
prezzi dei tabacchi esteri terrà dietro, in
un termine più o meno breve, un aumento
generale nei prezzi di tutti i tabacchi della
regia austriaca.
inumandola. Il disgusto le olande l'animo ! "^eToz' ^^
ad nmii spinsn di niet.à Pania „—„ I is-aicevicn, operoso negoz uu nuovo, ele^
à' angoscia e resta come impietrito dai ri- \ uluue * àì m5mifattuve iu Calle Lam
operoso negoziante concittadino,
il suo perdono. Il" marito caccia'uu grido l T 'dVT° U? ™ovo elegantissimo negozio .v ano.ftsni, ; ; » u * • • \ ^ mod e di manifattori
0 VIIHIUO i «UUUU \ T)„- • X^
a ogni senso i pietà. Paula spira senza
i SUO OBvdnna. T\ a nannia nn ^ r, l *
morsi. Ora Anna vorrebbe andare verso la
morta come attratta da una forza ignota,
ma la presenza di Gunther di nuavo la
respinge.»
«È un dramma sobrio, di tristezza nor-
dica, in dialogo latico. L'antefatto delit-
tuoso s'iDsinua a poco a poco nella parlata
— che comincia con 1' agonia di Paula —
senza scuoterne l'equilibrio nè opprimerla:
i fantasmi del rimorso, della paura, delio
sdegno, non si sdoppiano dai personaggi
in viete e ridondanti declamazioni. La pa-
gina di dolore precipita serrata al suo ter-
mine, fatta, più che di parole, dì reticenze.»
E, a proposito di Bovina, dopo averne
dato il contenuto, dice:
«Anche in questa trilogia grande obbiet-
tività di giudizio, nessuna visione parti-
giana di uomini e di cose, misura scenica
nel dialogo, preziosa parsimonia di parole,
quando pure la crisi sociale che spazia
nell' animo dei personaggi, tormentandoli,
s' avvicina alla fase risolutiva
In un lavoro così denso di pensiero il
Wondrich non badò, evidentemente e di
proposito, alle esigenze della scena; questa
serbò — e la merita — per Senza perdono
Entrambi i lavori sono scritti italiana-
mente.»
Nel servizio sanitario. — Il medico
comunale di Zlarin, dott. Giorgio Gentilizza,
ed il medico privato dott. Doimo Caraman,
vennero nominati provvisori assistenti sa-
nitari, il primo presso la luogotenenza dal-
mata ed il secondo presso il capitanato di-
strettuale di Spalato.
Pei medici. — È aperto il concorso al
posto di medico comunale a Zlarin coli' an-
nuo salano di 3000 corone. Ha pure il di-
ritto di tenere 1' armadio farmaceutico.
Il ballo dei Veterani Militari al
Teatro Giuseppe Verdi riuscì beilo e ani-
mato. Vi partecipò in gran parte la i. e r.
ufficialità qui di guarnigione e vi parteci-
parono le varie rappresentauze ufficiali, con
a capo S. E. il luogotenente, S. E. il co-
mandante militare e l'ill.mo signor podestà.
L'incasso della festa, a favore del fondo
di mutuo soccorso, è stato rilevante.
I ricchi che viaggiano. — Ieri gettò
l'ancora nel nostro porto, proveniente da
Lussino, il bellissimo yacht Vesta con ban
diera germanica. Ripartì verso Sebenico
oggi alle 8 a. m., È comandato dal capi-
tano Thomas Diaper e vi viaggia con la
famiglia ii proprietario, consigliere di com-
mercio Bixenstein.
Società Zoofila della Dalmazia. —
In una delle ultime sedute direzionali la
vice-presidentessa signorina I. de Sticher
ebbe a presentare delle eleganti tavolette
dipinte ad olio, le quali rappresentano dei
gruppi d'uccelli, con relativo motto, col
quale gli stessi si raccomandano alla ge-
nerosità del pubblico per piccole oblazioni,
destinate per fornire il nutrimento durante
la rigida ed avara stagione invernale ai
poveri uccelli vaganti. Alle tavolette è ap
plicata uua cassettina di latta colla scritta
«Società Zoofila Dalmata» nella quale i
pietosi zoofili sono pregati di mettere qual-
che soldino.
Le cassette furono acquistate col denaro
sociale, mentre le tavolette sono opera e
gradito dono di alcune gentili e nobili si-
gnorine; alle quali la direzione della Zoofila
esterna qui pubblicamente la propria gra-
titudine e riconoscenza.
Dette cassettine sono esposte alla gene-
rosità dei cuoi i pietosi nei Caffè Centrale,
Cosmacendi, nonché nei restaurant Vapore,
Gned e Bristol. La direzione è incaricata
di ritirare il denaro raccolto e collo stesso
provvedere all' acquisto di miglio e simili col
quale vengono poi fornite le mangiatoie
esposte una al Giardino pubblico e due nel
Parco.
Zara-Barcagno. — L' altra sera ebbe
luogo una seduta della società che mediante
barcaccia a vapore esercita il servizio di
trasporto fra ia riva vecchia ed ii Barcagno.
Siccome il bilancio per 1' anno decorso pre-
sentò un sensibile deficit, così fu discussa
l'opportunità di sospendere 1' esercizio e
procedere ad una liquidazione. Prevalse
però l'opinione di coloro che, animati da
sentimenti di cittadina abnegazione, si di-
chiararono disposti d'arrischiare ulteriori
perdite nella speranza di potei con un più
largo appoggio da parte del pubblico con-
servare questo mezzo di comunicazione, co-
modo particolarmente nell' inverno. A mag-
gioranza di voti fu quindi deciso di conti-
nuare il servizio .per tutto l'anno corrente
in via d'ultimo esperimento.
Registriamo con vero piacere questo de-
liberato e non possiamo mettere in dubbio
che il pubblico, memore dei gravi incon-
venienti passati quando non esisteva detto
servizio, saprà apprezzarlo e vorrà quindi
cooperare alla conservazione di quest' im-
presa, eh' è divenuta indispensabile anche
per lo sviluppo edilizio al Barcagno.
E non potrebbe questa società procurarsi
inoltre una qualche sovvenzione?
Il rinoaro dei sigari e sigarette
d'importazione. — 11 ministro delle fi-
finanze ha presentato nei giorni scorsi alla
Camera ai Vienna un disegno di legge
circa uu aumento nelle cosidette tasse di
Il negozio, arredato con lusso e proprietà
e benissimo fornito, potrebbe figurare anche
iu città maggiore della nostra. E di ciò
va lodato il signor Raicevich, che concilia
1' utile proprio col decoro cittadino.
Camera di commercio di Ragusa.
— Il ministro del commercio ha confer-
mato la rielezione del conte Bernardo Ca-
boga a presidente e di Giuseppe Fazinich
a vice-presidente della Camera di com-
mercio e d'industria in Ragusa per l'anno
1903.
A Smilcich, stanotte, scoppiò un in-
cendio. Pare che il fuoco si sia sviluppato
nel uegozio Tebaldi e di lì appiccato ad
un gruppo di case. Il fatto è che con pompe
ed attrezzi stamane sono partiti per Smil-
cich parecchi dei nostri pompieri volontari.
Riferiremo di più nel prossimo numero.
Dibattimenti. — Ieri alla locale Corte
di giustizia si svolsero due dibattimenti di
un qualche interesse.
Gumich Giuseppe q.m Bartolomeo, oste
di Bencovaz, venne spodestato di tutta la
sua sostanza in seguito all' esecuzione av-
viata in suo confronto dalla di lui credi-
ti ice Amalia ved. Vidovich. Costei però,
nell' atto stesso in cui andava a preudere
possesso dei beni a lei deliberati, offerse
al Gumich la casa e l'osteria da lui fiuo
a quel momento occupate, purché le corri-
spondesse una adeguata pigione. Senou-
chè il Gumich, che a bella prima parve
accettare la. proposta, si chiuse più tardi
in un cupo silenzio, interrotto solamente da
qualche parola minacciosa, e poi, quando la
suddetta andò per pagargli il conto che
aveva fatto nella sua trattoria, diè di pi-
glio a un fucile carico a pallini e lo spianò
contro la Vidovich, la quale pazza di ter-
rore si mUe a correre, mentre Stefano Ba-
bich si slanciò sull' aggressore, gli afferrò
la cauna del fucile e con 1' aiuto di altre
persone sopj aggiunte potè disarmarlo.
Al dibattimento 1' accusato — difeso dal-
l' avv. Baijak — negò di aver avu'o l'in-
tenzione di minacciare o ferire la signora
Vidovich, sostenendo che prese il fucile
soltanto per uscire e andare alia caccia.
Ma i lestimonì assunti deposero tutti in
appoggio all' accula e quindi ia Corte con-
dannò ii Gumich per cnmine di pubblica
violenza mediaute pericolosa minaccia a un
mese di carcere duro inasprito, prendendo
in considerazione nel commisurare la pena
la grave commozione d'animo in cui ver-
sava l'accusato nel t. ovai si sul lastrico.
= Il secondo dibattimento venne tenuto
in^confronto a don Pietro Jadrossieh, par-
roco di San Cassiano, accusato pel crimine
di grave lesione corporale e difeso dal-
l' avv. R. Ghiglianovich. E' nota la vecchia
ruggine che vi è tra parroco e parrocchiaui.
Una notte 1' esplosione di una cartatuc-
cia di dinamite, collocata sullo scalino della
canonica, fece tremar l'edificio e balzare
di soprassalto il parroco e una sua cugina,
che abita con lui. il parroco ingiunse a
questa di ritirarsi nella sua camera, e poi
si appostò alla finestra, colle imposte soc-
chiuse, spiando armato di fucile se qual-
cuno tentasse di avvicinarsi di nuovo alla
canonica. Ad un tratto scorse una persona
che si avvicinò alio scalino. Sparò e ferì
piuttosto gravemente — chi? — la cugina
che aveva disobbedito all' ingiunzione. In
base alle risultanze processuali don Ja-
drossieh andò assolto.
Le rinomate semenze di rape da fo-
raggio impregnate di Mauthner fruttano i
più sorpiendenti raccolti. Eccellenti ed in-
superabili sono pure le sementi di legumi
e ai fiori di Mauthner.
A. Treveri 2, famiglie P. Valenti 1, del fu
Vallery 1. — Per onorare la memoria del
defunto signor Stefano Delich : V. de Dra-
gameli cor. 2. — Per onorare la memoria
del defunto signor Giacomo Poglaien: A.
Troiani cor. 1, B. Martinaz 1, S. Erzeg 1,
Giac. Venturini 1, R. ved. Delich 1. —
Per onorare la memoria del defunto signor
Niccolò Damiani: Giac. Venturini cor. 1,
Gius. Venturini 1. — Per onorare la me-
moria della defunta signora Angiolina Ba-
roni: Gius. Venturini 1, G. Kiswarday 2,
A. Perissich 1, Gior. Venturini 1, Giac.
Venturini 1. N. Benzoni 1, A. Nani c. 50.
E. Cepernich 1, L. Perissich 1, M. Cecoli
1, A. Troiani 1, G. Evzeg 1, G. Nani 1,
V. BoniceUi 1, R,. ved. Delich 2, F. ved.
Barich 1, famiglie de Marocchino 1, Sis-
setta 1, F. ved. Sugliat 1, G. ved. Hup-
tich 1. — Per onorare la memoria del de-
funto signor Angelo Bugatto : P. Piasevoli
cor. 1, Art. Persicalli 2, R. Raimondi 1, A.
de Benvenuti 2, M. Bottner 1, C. Pino 2,
N. dott. Bugatto in sostituzione di una
ghirlanda 10, C. de Benvenuti 2, G. Nani
1. — Per onorare la memoria del defunto
signor Alfredo Beros, decesso a Trieste:
M. Gonano cor. 4, V. Brunelli 1, Società
degli studenti italiani della Dalmazia 3. —
Per onorare la memoria del defunto signor
Tolentino, decesso a Trieste: V. Brunelli
cor. 2. — Per onorare la memoria della
defunta signora Elen? J^serum, decessa a
Trieste: B. Urschit? 1, E. Urschitz 1, M.
ved. Urchitz 1.
Qu-tle rifiuto di un assegno postale da
G. Solicky cent. 40.
Raccolte in famiglia della signorina Irma
cor. 4
Raccolte in questua cor. 3.10
N. N. per doppie caparre ricevute cor. 4.
Alcuni studenti italiani raccolti al Caffè
Unione Graz cor. 9.
* * *
La Lega Nazionale in Dalmazia
Pervennero al gruppo di Zara:
Pei onorare la memoria del defunto signor
Giuseppe Battala: Ab. Persicalli cor. 1, G.
Nani c. 60, R. ved. Delicli cor. 2, R. dott.
Nicolich 2, M. Luxardo 2. — Per onorare
la memoria della defunta signora Nicoletta
de Zamagna : G. B. Filippi cor. 3, famiglie
de Rossignoli 3, Callebich J, V. de Me-
dici 2. — Per onorare la memoria del de-
funto signor Arturo Cipriani, decesso a
Gorizia: F. Tamino cor. 1. — Per onorare
la memoria della defunta signorina Maria
Cima: D. Suich cor 5. — Per onorare la
memoria della defunta signora Catterina
ved. Jacquier : G. Kiswarday cor. 2, L. Mil-
licich 1, Gior. Venturini 1, Giuseppe Ven-
turini 1, N. Benzoni 1, A. Custich 1, V.
Bonicelli 1, A. Troiani 1, A. Crivelli 1, A.
Voivodich 1, G. Venturini 1, M. Cecoli 1,
F. ved. Tomsa c. 50, R. ved. Delich cor. 3,
famiglie de Marocchino 1, Banina L. —
Per onorare la memoria della defunta si-
gnora M. Voivodich : M. Luxardo cor. 3. —
Per onorare la memoria della defunta si-
gnora Teresa Fattovich: 0. Vezil cor. 1,
D. Medovich 2, N. Rigatti 1, F. Kukanitsch
1, R. Toniatti 1, N. dott. Krekich 4, E.
Donati 1, G. Baroni 1, L. Millicich 2, S.
dott. Ghiglianovich 3, F. Bòckh 1, V. Hof-
mann 1, L. dott. Ziliotto 3, G. Gosetti 2,
Gior. Venturini 1, P. 'l'amino 2, P. Vallery
1, S. Vallery 1, G. Bilìich 1, A. dott. Rolli
4, A. de Benvenuti 1, L. de Negovetich 1,
| A. Berettini 1, F. dott. Radnich 1, R. ved.
I Delich 1, G. Covalcech 2, G. Mialevich 1,
Pervennero al gruppo di Spalato:
Per onorare la memoria del defunto si-
gnor ingegnere Fed. Niesner: famiglia N.
Bilos (Lesina) cor. 3. — Per onorare la
memoria della defunta signora Francesca
ved. Jagodich : A. Gelich cor. 5.
Da X per rinvenuti sulla via cent. 20 *
* *
Pervennero al gruppo di Dernis-Knin :
Per onorare la memoria del defunto si-
gnor Ugo Grabovaz: I. Fiorovicli cor. 2.
Per una discussione fra amici a Dernis :
S, Foretich cor. 2, A. de Difnieo 2, M.
Gardun 2.
Durante il trattenimento di tombola al
Gabinetto di Lettura in Dernis, al l.o feb-
braio, a. c. ricavato netto cor. 14.46.
Aiutate tutti e sempre la Lega!
Le oblazioni varie
Società di beneficenza per gli stu-
denti italiani all' Università di Innsbruck.
— Terza lista di offerte. Liste precedenti
cor. 912. Muuicipio di Mori cor. 20. —
Prof. Umberto Vittori, Trieste, 3. — Asso-
ciazione democratica, Pola, 20. — Giovanni
Scomazzoni, Ala, 2. — Dott. Carlo Bellat,
Borgo di Valsugana, 10. — N. N. Trieste,
3. — Cons. dott. Leonardo de Dallago, Inn-
sbruck, 6. — Dott. Dojmi, Lissa, 10, Pie-
tro Bettiza, Spalato, 5 —1 Dott. Giulio
Dallago, Cies, 5. — Società Ginnastica,
Trieste, 25. — Unione filantropica triesti-
na «La Previdenza», 20. — Municipio di
Capodistria 20. — Comune di Gardolo 10.
— Municipio di Parenzo 40. — Stefano
Pedrini, chiusa di Bessanncne 4. — Dott.
Luigi C^ nella, Trento, 5. — A. Vielmetti,
Trieste, 5. — Maria Medeotti, Gorizia, 10.
— Dott. Natale Krekich, Zara, 5. — Mu-
nicipio di Buje 50. — Municipio di Mon-
falcone 20. — Dott. A. Marconi, consigliere
d' appello, Innsbruck, 10. — Prof. dott.
Bernardino Visitainer, Rovereto, 10. — Mu
nicipio di Condino 10. — Municipio di Cal-
donazzo 5. — Giovanni Bettiza, Spalato,
5. — Carlo Danelli, Trieste, 5. — Munici-
pio di Gradisca 10. — Camera di commer-
cio e industria, Rovigno, 20. — Municipio
di Trieste 200. — Municipio di Arco 30.
Somma complessiva delle offerte della
terza lista cor. 603. Totale complessivo
cor. 1515.
Alla Società Operaia Zaratina. —
Terza lista delle oblazioni pervenute in
occasione del ballo : Archimandrita Dositeo
Jovic cor. 5, Giovanni Battara 10, Giuseppe
Venturini 2, Francesco Malusa 2, Amedeo
Valenti 1. I Pompieri volontari d'ispezione
prestarono il loro servizio gratuitamente.
Le direzioni, preposte agli istituti bene-
ficati, porgono col nostro mezzo i più vivi
ringraziamenti ai generosi oblatori.
Grazie, o amici, vi assicuro che le
vostre affettuose dimostrazioni furono il
più largo ed ambito compenso alla mia
modesta operosità.
La soddisfazione immensa che voi mi
procuraste mi sarà sprone a fare sem-
pre e dovunque, quale medico e fun-
zionario, il mio dovere.
Dott. Arnoldo Ktìnig
i. r. medico distrettuale.
I NOSTRI J)ISPACCI
Vienna, 11 febbraio. — Si ritiene
ora clie la legge militare passerà alla
commissione, mentre invece non sus-
siste l'assoluta certezza che verrà ac-
colta in pieno dalle Camere, sebbene
sia pur probabile che l'astensione di
parecchi avversari del progetto, al mo-
mento della votazione, faccia passarla.
Si afferma che la decisione della
principessa Luisa di Sassonia di re-
carsi nel sanatorio sia stata del tutto
spontanea.
Secondo alcuni giornali Griron sa-
rebbe partito ieri sera per Ginevra.
Di questi giorni l'imperatrice Car-
lotta, l'infelice vedova di Massimiliano
del Messico, ebbe a subire una crisi
violenta, che però fu superata.
Alla malattia mentale si aggiunse
negli ultimi tempi il marasmo senile,
malgrado che 1' imperatrice abbia sol-
tanto sessantatre anni.
Le truppe di riserva in Serbia eb-
bero 1' ordine di tenersi pronte in caso
di mobilitazione.
Edit. e redat. resp. Luigi de Negovetich
Stabilimento Tipografico S. Artal*
Fratelli Mandel & Nipote
lianca Cambio-Valute
ZARA
Acquista e vende Carte di Valore
d' ogni specie sulla base del j listino
ufficiale di giornata. Per Cartelle di
lotteria „accorda il p igamento in rate
mensili^di cor. 2Jqo a 100, e più, se-
condo 1' entità|della vendita.
Sovvenziona verso deposito valori, alle
condizioni d'uso. Accetta versamenti in Conto Corrente,
con restituzione senza preavviso, cor-
rispondendo l'interesse del 4%•
Rilascia Assegni sulle principali piazze
dell' Interno, d'Italia, Francia eccetera
senza alcuna spesa. Assicura controlla perdita per ammor-
tizazione, Cartelle di lotteria e Ob-
bligazioni ai tassi che si praticano a
Vienna.
Assume assicurazioni nei Rami Incen-
dio, Vita, Accidenti e Responsabilità
Civile, quale Agenzia Principale delle
Assicurazioni Generali di Trieste.
Avverte infine che provvede alla rinno-
vazione dei fogli Coupons di Rendita
dello Stato ed altre obbligazioni, verso
semplice consegna dei Talons e rifu-
sione delle sole spese.
COMUNICATO
Appena arrivato alla mia nuova de-
stinazione sento imperioso il bisogno di
inviare ancora un affettuoso saluto ed
un grazie di cuore a tutti quei gentili
cittadini di Curzola che in occasione
della mia partenza da questa cara ed
indimenticabile città, tante e sì larghe
attestazioni di stima ed affetto vollero
tributarmi.
Davvero che non posso ancora pen-
sare ai momenti che precedettero la
mia partenza senza sentirmi l'animo
profondamente commosso.
Ai signori impiegati pel festoso ban-
chetto, al comitato cittadino pelle splen-
dide feste organizzate in mio onore,
all' ottimo corpo musicale cittadino che
vede accompagnarmi alla partenza, alla
spettabile Società Operaia che mi volle
suo socio onorario, a tutti indistinta-
mente la mia più viva riconoscenza e
gratitudine.
LA FILIALE
dell'I. & R. priv.
STABILIMENTO AUSTRIACO DI CREDITO
per Commercio ed Industria in Trieste
assume :
versamenti in Corone
verso Buoni di Cassa al portatore :
con preavviso di 4 giorni a 2y«%
n n i) ^ i; »
verso lettere di versamento a nome :
con preavviso di 4 giorni a 21/4%
» « * » 8 « » 2yto/o
» 30 „ „ 2*/«
in Napoleoni d' oro verso lettere di versamento :
con preavviso di 30 giorni a 2%
„ „ „3 mesi „ 2V«°/o
» 6 „ „ 2«/,o/0
Pei Buoni di Cassa e per le Lettere di versa-
mento in Corone attualmente in circolazione, ij
nuovo tasso d'interesse entrerà in vigore al 12
Marzo 16 Marzo e rispettivamente al 7 Aprile p. v.
a seconda del rispettivo preavviso.
Bancogiro in Corone
disponibili a vista, 2% 811 qualunque somma.
Corone e Napoleoni d' oro in Conto Corrente :
Condizioni da pattuirsi di volta in volta secondo
il termine di preavviso.
Rilascia Assegni
su Vienna, Budapest, Bruna, Carlsbad, Piume, Leo-
poli, Praga, Reichenberg, Troppavia, nonché su
Agram, Arad, Bielitz, Gablonz, Graz, Hermannstadi,
Innsbruck, Klagenfurt, Lubiana, Linz, OlmiKz,
Saaz, Salisburgo, franco spese.
Si occupa della Compera e Vendita
di divise, monete e valori.
Assume Incassi
di tagliandi, valori estratti nonché incassi d'ogni
altra specie.
Dà Antecipazioni
sopra Warrants e valori alle più modiche con-
dizioni.
Crediti verso documenti di caricazione
vengono aperti a Londra, Parigi, Berlino o su
altre piazze alle più correnti condizioni.
Lettere di Credito
vengono rilasciate su qualunque piazza.
DEPOSITI.
Si accettano in custodia carte di valore, monete
d' oro e d' argento e Biglietti di Banca. Le con-
dizioni si possono conoscere rivolgendosi alle
Casse dello Stabilimento.
Vaglia cambiarii.
Alle Casse dello Stabilimento sono pagabili i
vaglia cambiari della Banca d'Italia in lire ita-
liane oppure in Corono al corso di giornata.
Trieste, 8 marzo 1002.
CI RiriJDfÀ un Atlante geografico
AlUuuUn. usato, per le scuole
superiori. Rivolgersi al Negozio Ai tale.
Numero 92 ZARA, Mereoledì 18 Novembre 1903. Anno XXXVffl. IL DALMATA
SJASSOCIAZIONE.
Por Zara Cor. 16 anticipatamente, semestre e trimestre in proporsion«
Per r imparo Auatra-UnfsHeo Cor. 18, semestre Cor. 8, trimestre Cor. 6.
Per gli «tati appartaaanti all' Uniona postale Cor. 24 all' anno, semestre «
trimestre in proporsiene. Per i;li Stati noa appartaaoriti airUnlona postale
Cor. 16 e più 1' anmento delle spese postali, semestre e trimestre in
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Le .ssocìazioni e sfli importi di denaro, in MS«6af PMtalK si
all'AMaiMtIrailMM del DALMATA in Zara. Chi mn res(i»fire il fogli" «iop '
scaduta V aasocianone, s'intende obuiiato per il trimestre «osMiraeBte.
Le oorrispondenie derono dirigersi affrancate esoljsiTamentc) le
aazione. Le lettere non affrancate saranno respinte. I eomuoioali si
ai preMO di Cerni, 85 la linea, carattere testìno. Attìsì ed baerrioni a pre«::.
moderato d« eonTenirsi. -- I manoaerltti non si restitoiseoi o.
Sulla nazionalità.
Sono molti e molti anni che nella
nostra irrequieta vita provinciale, nel
r ondeggiare dei vari partiti politici,
che travagliano la nostra terra, noi
andiamo, tutti, e spesso, a cozzare
contro una mostruosa scogliera^ celata
dalle nebbie dense, a urtare contro le
sirti insidiose della nazionalità, ove i
nostri proponimenti e i nostri ideali
si rompono, come vascelli derelitti sul
navifrago mare. Il principio della na-
zionalità — precisamente la parte la
più spirituale che ci sia nella evolu-
zione di un popolo — è quello che
da noi più urta i nervi, più eccita
gr istinti bellicosi, più solleva le ge-
losie delle fazioni politiche. Anche di
questi giorni, mentre tutti gli animi
onesti e franchi della provincia esal-
tano, c' è chi ha tentato, con malvagio
intento di discordia, di riaccendere la
questione. Il Nema ih del „Jedinstvo"
relativo a noi italiani, è cosa che si
giudica da sè; è cosa tanto ingenua
e puerile, che non meriterebbe di es-
sere raccolta, se il „Jedinstvo" non
fosse r organo di un partito. Non
dunque al „Jedinstvo" diremo alcune
cose, che non pretendono certo di es-
sere rare e peregrine, ma le quali ri-
teniamo nel momento presente assai
opportune, si bene a chi esso vuole o
vorrebbe rappresentare.
La affermazione di una nazionalità
dipende dal sentimento della libertà.
Dalla coscienza del diritto di disporre
di sè. Quanto è più avanti la civiltà
di una gente, tanto più rapidamente
essa si afferma in nazione. La nazio-
nalità non ha bisogno di essere ,con-
cessa" ; nessuno può fare a meno di
riconoscerla, se non chi non abbia il
senso della umana libertà. Nello istante
stesso in cui essa si manifesta, cioè
dice di essere, eo ipso è concessa e
riconosciuta. Non dipende dal bene-
placito di questo o di quel partito.
Non ha d'uopo di timbri d'autenticità,
di bolli di provenienza. Essa c' è,
dunque è. Vuole essere, e diviene. Dice
di voler essere, e già è. Il suo germe
sta nella volontà; la sua essenza sta
nella opzione ; la sua nobiltà sta nella
libera scelta. Non è il prodotto di un
ragionamento : è cosa del cuore. Vien
dal cuore del popolo. Tocca le fibre
del sentimento, non le cellule del pen-
siero. Non ha a che fare con la razza,
espressione ancor più ambigua e con-
cetto da definirsi, non col linguaggio,
che non è che il cemento della nazio-
nalità, non col culto, che va sempre
più dissociandosi dal concetto nazio-
nale, non con le naturali frontiere, non
con le forme politiche o amministra-
tive. Essa è qualcosa di più, sopra di
tutto. Poiché è cosa tutta spirituale.
Uomini di diversa origine, di linguag-
gio e fede diversa, divisi da montagne
altissime e da valli profonde, separati
da continenti o da oceani, purché ri-
spettino le stesse tradizioni e aspirino
agli stessi ideali, sono nazionalmente
fratelli. I centri tedeschi di Boemia
che sono di nazionalità slava? I Bul-
gari della Macedonia di nazionalità
yreca, i Greci di nazionalità bulgara?
La Svizzera? Il Belgio? Le colonie
inglesi e spagnole d' America? L' Al-
sazia? Una nazionalità può fino so-
pravvivere alla morte politica, come
la polacca. Nessuno ha concesso questa
nazionalità. Esse si sono sviluppate
per generazione spontanea. Nessuno
ha potuto artificialmente crearle.
Valga r esempio di quanto s' è fatto
in Austria per fondere in una tutte le
varie genti che vi stanno agglutinate,
per creare, in due parole, una nazio-
nalità austriaca. Convien allontanarsi
dall' epoca presente e risalire assai nel
tempo e nella storia; non soffermarsi
a un ministero Schmerling, che, al-
l' indomani del riconoscimento delle
lingue provinciali, delle Landesspra-
chen^ germanizza tutto, e non più in
nome della ragion di Stato, come sotto
il ministero Bach, ma nel nome spe-
cioso della scienza e della civiltà; non
soffermarsi a Giuseppe II che pro-
clama il tedesco lingua amministrativa
ed ufficiosa, perchè, come nel mani-
festo del suo avvento al trono, „le
Provincie della monarchia devono co-
stituire un tutto ove le forze del po-
polo non debbano tendere ad altro che
alla potenza dell' Austria" ; non sof-
fermarsi a Maria Teresa, che impone
il tedesco sopra sette nazioni parlanti
sette linguaggi in Ungheria, e poi in
Boemia, Slesia, Moravia, Garniola,
Confini militari, Polonia; ma risalire,
nel tempo e nella storia, assai lontano,
per persuadersi che tutta la politica
centralista dell' Austria, che doveva
servire a consolidare l'idea unitaria,
a formare quel „tutto" di Giuseppe II,
la nazionalità austriaca, col mezzo di
una politica linguistica, non ha fatto
altro che ridurre l'Austria a essere
una provincia letteraria della Ger-
mania. Poiché sono le nazionalità che
formano lo Stato, non questo quelle ;
esse preesistono allo Stato ; non si
creano, come non si distruggono; e
non sono perfette, che quando abbiano
È vero, par troppo, anche a casa nostra
si sa cinguettare, o bene o male, di tat.te
le sette meraviglie del mondo, compreso
il colosso di Rodi; mentre si è del tutto
ignoranti, o quasi, di fronte alle cose che
ci stanno continuamente sott'occhi.
Mi ricordo, non sono molt' anni, che si
conduceva in giro per la nostra città un
professore dell'ateneo di Bruxelles, e che
insieme a lui anche il cicerone faceva le
meraviglie dinanzi ad un bel calice, che
si conserva a San Simeone. Questo mi
'piace — scappò detto a quel galantuomo
nella sua arguzia francese — anche lei
dunque visita per la prima volta Zara in
mia compagnia? Quel povero cicerone al-
lora rimase maluccio ; io però feci un grosso
giuramento, di imparare a conoscere cioè
prima le cianfrusaglie di casa nostra e poi
quelle d'altrui ; e ai giovani ho sempre in-
culcato questo principio colla comminatoria
del rimprovero, scappato di bocca al pro-
fessore suUodato. Imperocché, salvo i grassi
borghesi, portati qui dai Silberhuber, che si
scom[»seiano dalle risa al mirare p. e. le
miniature dei nostoi codici medievali, i fo-
rertierf saputi vogliono di solito vedere e
capire soltanto quello che tra noi è spe-
cificamente dalmatico, essendo stucchi e ri-
stucchi di quegli elementi spettanti all' e-
stetica... internazionale, di cui riboccano
le grandi città. ,
Va bene che gli organi organi, s m*
tende, per modo di dire — governativi, npn
si servono più di noi come di galoppini
olficiali, forse temendo non facciamo ap|)af
rire alle piòrsone i^ajgSgfìantl mettiamo verée
creato uno stato a propria imagine.
A ciò esse tendono; così è nata la
Trancia, l'Italia, la Germania, la
Spapa; così si affermeranno nella
storia le altr^ genti.
Inteso per tal modo il vero concetto
della Nazionalità, l'attentato del „Je-
dinstvo" contro la serietà del partito,
gì' interessi del quale rappresenta, è
manifesto. Neil' atto in cui slavi e ita-
iani stanno organizzandosi contro il
sistema di quella politica linguistica,
cui abbiamo accennato, tutta a van-
aggio dei tedeschi dell' Austria, i
quali, oltre a essere minoranza, non
lanno alcuna potenza civilizzatrice,
come sarebbe ovvio dimostrare, in
quell'atto stesso, l'organo degli op-
portunisti, con assai discutibile op-
portunismo, addirittura cancella noi,
italiani, dalla carta etnografica.
Il grazioso si è che non ci è mai
passato per la mente il desiderio di
farci, diremo, legittimare. Abbiamo
dimostrato a suo tempo che la co-
scienza della libertà è in noi così
viva, da riconoscere le altre naziona-
lità con i loro diritti, anche quando
esse calpestano i nostri e non ricono-
scono noi. Abbiamo persino plaudito
agli ideali avvenire di genti che ne-
gavano a noi fin le glorie del passato.
Per esistere ed affermarci non abbiamo
mai avuto bisogno di negare l'esi-
stenza agli altri e combattere le af-
fermazioni altrui : abbiamo altre armi,
altri mezzi, altre risorse: la forza di
voler essere quali ci sentiamo, la co-
munanza di ideali con la gente cui
apparteniamo, la identità di sentimenti
col gentil sangue latino. Né Slavi né
Tedeschi possono darci o toglierci un
granulo di più o di meno di questo
nostro spiritual patrimonio. Ciò che
ci può essere dato o tolto appartiene
al lato materiale della cosa, alla at-
tuazione pratica dei nostri nazionali
diritti: ivi é aperto il campo alle in-
giustizie, alle angherie, ai soprusi, di
che, comunemente, sogliono macchiarsi
le nazionalità predominanti: ivi è a-
perto il campo anche al „Jedinstvo" ;
ma ciò che appartiene al mondo ideale
nel quale si movono i principi spiri-
tuali di tutte le nazionalità non potrà
essere toccato.
Tutta la vita interna dell'Austria
si riduce a una altalena di naziona-
lità; gli uomini che dànno la spinta
si chiamano ora Hohenwart, ora Auer-
sperg, ora Taaffe, ora Badeni, ora
KOrber. L' antagonismo di razza e la
rivalità di nazione sono da noi la
norma dell a interna vita politica. Qua
e là vanno consolidandosi dei centri,
dei nuclei, int0r90 ai quali si an-
dranno stratificando nuovi Stati, i cui
embrioni già si intravedono; e questi
nuclei hanno tutti per nucleolo la na-
zionalità. Or, queste comunità etniche,
se vengono a contatto, si urtano; e
là dove convivono, la lotta assume
particolari caratteri. Su tutta la linea
è impegnata la battaglia. L'Austria
è come una scacchiera, ove ogni pezzo
ha un proprio valore, un proprio mo-
vimento, una propria mèta. Ma in
questo enorme e caotico conflitto di
popoli e di interessi, solo da noi ac-
cade che gli uni neghino la esistenza
degli altri. È il colmo della illibera-
lità.
Sono 16.000 gli italiani della Dal-
mazia, secondo le statistiche ufficiali?
E sieno! Ma ci sono. Noi sappiamo
di distretti politici in cui, ad esempio,
su tremila italiani c' è uno sloveno.
Ma c' è. Come c' è? Perchè nel cen-
simento s' è dichiarato tale : e la sta-
tistica ufficiale lo accoglie fra le sue
amorose braccia. E 16.000 che si di-
chiarino italiani non valgono a costi-
tuire una nazionalità?
E' un assurdo. E l'assurdo c' è,
perchè al concetto di nazionalità s' era
data una interpretazione erronea e
falsa, includendovi oltre al criterio
etnico della razza anche quello poli-
tico del dominio territoriale, mentre
invece è del tutto ideale.
Quanti sono in Dalmazia slavi op-
tano 0 per la nazionalità croata o per
la serba; per tal modo, per questo
atto volontario di opzione, essi sono
0 Croati 0 Serbi. Sono nel loro pieno
diritto. Diritto che ha ogni uomo di
disporre di sè. Noi lo riconosciamo a
tutti. Poiché è proprio della combat-
tività selvaggia e disordinata dei po-
poli barbari il non riconoscere la li-
bertà altrui. La libera scelta arbitraria
della propria nazionalità è un pro-
dotto della rivoluzione francese, rin-
saldato dalla rivoluzione del 48 ; ed
è un indice di progresso civile della
umanità. Non certo la razza si può
far dipendere dalla volontà; essa è
carattere etnico fisso, la nazionalità è
mutevole ed eleggibile. Chi scrive
queste righe è di razza slava, poiché
1 suoi avi son discesi al mare, dopo
aver combattuto nella loro patria bo-
snese il dominio turco; ed è di na-
zionalità italiana per deliberato atto
affermativo della sua volontà e della
sua coscienza, fattasi interprete di ciò
eh' egli sente, ama e desidera. E sa-
rebbe così sciocco il dirgli: „non ri-
conosco la tua nazionalità'', quanto
sarebbe sciocco eh' ci dicesse : „io son
di razza latina".
Le quali cose era necessario dire
)er togliere di mezzo 1' equivoco, che
in mano dei cattivi diviene potentis-
simo mezzo di discordia.
Dott. G. I. Bozloli.
quello che dovrebbe essere aesturro] pure,
data la necessità di sapere, dopo questo
esordio, credo cbe la preferenza spetti alle
cose del nostro paese, e poi a quelle degli
altri. Ho inteso che alcuni giovani egregi
s'accingono ad illustrare le marine dalma-
tiche: lo facciano e presto, chè davvero
questo adriatico orientale incornicia colle
sue limpide acque tesori di naturali bel-
lezze, e feconda memorie di storia e di
arte incomparabili.
Io non so se tutti coloro che alla mattina
prendono una boccata di aria sulle banchine
di Riva nuova, saprebbero dire, cosi ad occhio
e croce, i nomi delle isole, che da maestro a
gcilocco chiudono l'orizzonte di Zara. Là, in
fondo, p. e., sulla rotta di Fiume, di Trieste e
di Venezia né fan capolino un brusio di piccine,
che si elevano dallo specchio del mare a
guisa di esili coni, cenericci e quasi fumosi ;
più in qua, sulla via di Ancona, altre si
allungano come cetacei, e alle volte, per uno
strano giuoco di rifrazione luminosa, paiono
sollevate sul liquido elemento. A quelle
che pigliano il colore dagli strati dell'a-
tmosfera interposta, succedono le grigie, a
codeste le brune; le più vicine lascian ve-
dere le macchie oscure della vegetazione,
indi il verde distinto degli alberi, il bian-
cheggiare delle casette, le punte dei cam-
panili, il rossastro dei poderetti divisi da
muriccittoli; e poi di nuovo altre chiazze
verdastre, altre colline dai contorni impre-
cisi, perduti nel cilestro dell'aria; finché
l'occhio riposa in quella specie di lago,su
cui siedono San Cassiano, Torrette e Za-
ravecchia, che viceversa lago non è, bensì
tac^ua salata che si restringe in angusti
meàndri e pare ivi finisca. Tante sono
qu««t'isole coi loro cortei d'isolotti, dM-
solette e d'isolettine, che il nome sfugge
0 si confonde l'uno con l'altro; talvolta è
dubbio, perchè doppio o triplo; anzi, per
la varietà di esso, è come se mancasse.
I vecchi zaratini, che avevano il loro
regno municipale limitato a questo arcipe-
lago, lo chiamavano collettivamente insula,
per distinguerlo dai domini del continente,
che per essi era la storca ; e i zaratini mo-
derni, accettando la scappatoia dei loro
antenati, se hanno italianizzato la greca
starea in terraferma, quasi per compenso
diedero forma greca alle insulae, nominan-
dole scogli, in dialetto scoi. Perchè questa
voce, che pare si umile, appartiene alla
lingua di Omero (scopdos, scopultts) e se ha
in se la radice di spia, nel senso, inten-
diamoci, di corpo avanzato che guarda e
difende, non significa poi, come nel sermo
nobUis, roccia nuda e disabitata, ma breve
isoletta, in cui allignano almeno i boschi di
basso fusto, le viti, i fichi e gli ulivi.
Ma, lasciando ad altrui il dire estesa-
mente di questa graziosa corona, che re-
cinge in sul mare la nostra città, mi si
permetta di buttar giù qui poche linee sul-
r isola, che corre paralella alla coita, su
cui beviamo le non sempre pure awe di
9ita; anzi sulla parte a maestro della me-
desima, ove per alcuni mesi dovea rinfran-
care quei nervi rilasciati e Stonati, che
forse non avevan proprio bisogno né di bi-
scheri nè di corista alcuno, ma di qualche
pezzo nuovo, che gl'Ippocrati di quaggiù
non posson rimettere.
Nel dialetto quell'isola la chiamiamo U-
glian, mentre gii slavi la dicono Ujan e
Ughliàn, coli'accento tonico sulla penulti-
ma. Negli atti notarili del secolo decimo-
terzo e deciraoquarto si trovano le varianti
Iliam e Giliano, in cui lo scambio della
1 per la u, come in tanti altri casi simili.
vuoisi appartenga all' antico volgare dal-
matico. La si diceva anche isola di San
Michele, San Michele in morde, Barcagno
(traghetto) di San Michele, Olirà barcagno
Circa l'etimologia della voce le opinioni
sono varie: gli Slavi vedono in Ugliano
uglie cioè oglio, e in Ughlian ughlie cioè
carbone. La seconda derivazione non regge
perchè nè carboni nè carbonari ci furono
mai colà; potrebbe bensì valere la prima
per i m(tlti olivi, di cui l'isola è coperta
se i nomi delle regioni derivassero piut
tosto dalle industrie che dalle materie
prime in esse esistenti. Non conosciamo in
fatti dei paesi denominati AaìVoglio, molt
invece dagli olivi e dagli oliveti, primo tra
essi il sacro monte presso Gerusalemme
Comunque, il nome sarebbe sempre roma
nico, provenendo uglie da oleum, per la ra
gione che nè olivi nè oglio gli Slavi avendo
a casa loro, la pianta e l'oglio conobbero
tra noi, e li chiamarono colla voce latina
dei nostri padri. Sicché Ugliano, sarebbe
eguale ad Ògliano, in cui la u per o ci por
terebbe nuovamente alla fonetica del neo
latino di Dalmazia. Nomi di località poi
che, in regioni romaniche, finiscano in -ano
(-ano) -an, ce ne son tante, che torna super
fino il ricordarle. Aggiungiamo da ultimo
che qualche vecchio cronista zaratino re
tro cesse Ugliano o JtUianum, esattamente
in quanto alla teoria dei suoni, ma senza
storico fondamento, perchè Plinio scrisse
Contra Jader est Lissa; e Porfirogenito
vuoisi che questa Lissa l'abbia chiamata
Caiantrébeno.
Delle quali voci antiche la greca si
perduta, ma la latina no. Lissa, conservatasi
in regione neolatina, ebbe come nome di
isola r articolo : La lÀssa. Supposto poi per
equivoco che l'articolo fosse doppio: la
Progetti e... progetti.
— Il y a fagots et fagot«.
(SganareUc : Molière),
Invece di logorarsi nella compila-
zione di un progetto linguistico che
ni, necessariamente, col non accon-
tentare nessuno e col disgustar tutti,
S. E. il luogotenente avrebbe dovuto
spingere ben più innanzi la visione
dei nostri bisogni e la portata delle
sue iniziative, esigendo in prima linea,
a Vienna e per la Dalmazia, tutto
altra politica ferroviaria.
Invece — come venne accennato da
talun oratore della maggioranza — di
ferrovie neanche cenno nel messaggio
governativo, quasiché la Dalmazia,
come il Belgio, fosse solcato di ferro-
vie in fitta rete.
Eppure preoccupazione suprema e
costante di tutti gli stati o delle Pro-
vincie 0 delle città che vogliano pro-
gredire è questa delle ferrovie; e in-
vero pare, più che impossibile para-
dossale, che, all' inizio del secolo ven-
tesimo, nella costa che fronteggia
quella di Italia e che dovrebbe adunare
commercialmente tutte le risorse dei
Balcani, vi sia ancora, da risolvere,
una questione ferroviaria.
Gli è che i signori di Vienna, mu-
niti di grossi lenti poliziesche per il
dettaglio, per il rappezzo, per il ri-
piego, sono di una miopia cronica di
contro ai grandi problemi risolutivi. A
quei Machiavelli da strapazzo, che si
affaticano nel creare il patriottismo
burocratico, sfugge il criterio che solo
una soddisfacente politica ferroviaria
può fare dei sudditi soddisfatti.
E' caratteristica, ora, la lotta di con-
correnza stabilita sull' Adriatico orien-
tale, tra Venezia e Trieste e Fiume,
che dell' Adriatico orientale sono alle
porte e che sono ben lontane dal go-
dere, rimpetto all' oriente, le splendide
posizioni che hanno e Zara e Spalato
e Ragusa, trascurate dal governo, come
non sono trascurati il Camerun, o la
Tasmania.
Di questi giorni, appunto, la Bilancia
di Fiume ha rinnovato l'allarme perciò
che una parte del commercio di tran-
sito del legname prende ora la via di
V Issa, cfr. p. e. la l'orbacca (lauri bacca)
se ne soppresse uno e si disse : la Issa,
V Issa. Sorto in seguito un borgo omonimo,
sempre secondo il genio della lingua nostra,
per cui ordinariamente le piccole isole, che
contengono una località d'egual nome, ri-
fiutano l'articolo — p. e. Isto, Selve, Sale,
Lesina, Gur»ola e invece La Braem —
andò perduto anche l'altro articolo, e si
ebbe: Issa, Js, Iso, Eso. Ma qui, come già
il lettore si sarà accorto, il nome pliniano
non è rimasto proprio all'isola, che sta di
contro a Zara, ma è passato all'altra, che
immediatamente le viene dietro. E di questa
confusione non c'è da stupirsi, sapendosi
che in tutti i tempi questo insulario zara-
tino ebbe ed ha tuttora, come già si disse,
scambi e varietà di nomenclatura.
L'isola, dalla punta di San Pietro a
quella sullo stretto di Sdrelaz, è lunga quasi
ventidue chilometri; nel suo massimo, da
Sant' Eufemia al monte grande, è larga
circa quattro chilometri; lo sviluppo delle
sue coste, piene d'insenature, di cale e di
vallette, è di circa settanta chilometri. Tra
essa e la terraferma si estende il Canale
di Zara, che dai quattro chilometri si al-
larga presso Porto Schiavina *) sino agli
otto. E analoga ne è pure la profondità,
che cresce rapidamente dal sud al nord ;
giacché, nel suo filo di mezzo, se tra San
Cassiano e Cuclizza lo scandaglio scende
sino a venti metri, di fronte a Porto Schia-
vina arriva ai cinquanta. A poneite c'è il
Canale di Meeeo, che divide l'isola nostra
da Eso Ai dall' Isola lunga.
\ (Continua)
*) Schiavina sta per Slavina, cioè a. Slavina'
come invece di Slavi gì' Italiani dissero Schiavi;
•Oli da Slavina fecero Schiavina, (dial. Slavina.,
1BB REUMATISMI e GOTTA
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Il consiglio direttivo ha dato l'incarico
ad un apposito comitato di far tutte le
pratiche necessarie, affinchè questa bella
istituzione possa già prosperare nei primi
mesi del prossimo anno. Questo è il desi-
derio più vivo e I' augurio fecondo che
anima gli iniziatori.
Onde ottenere un appoggio da tutti gli
italiani di Zara e della provincia, il co-
mitato invita pubblicamente tutti a con-
tribuire o con oboli o con invio di libri
di lettura.
Il comitato ha poi deciso di spedire un
apposito appello alle singole persone ed
agli enti morali della città e di fuori, il
quale verrà prossimamente diramato.
Fiduciosi di esser in questa opera re-
dentrice e civile assecondati da ognuno
er il comitato : F. Beden e A. Bucevich. tfB. I libri vanno consegnati ad Anto-
nio Bucevich, Zara (Via del Monte Civico
n>0 239). Le oblazioni sono da consegnarsi
a F. Beden, Zara (Riva nuova).
AH'Jedinstvo che fa il Rodomonte,
dicendo di averci messi nel sacco, men-
tre ci ha messi solo nella convinzione
che, in dati casi, è perfettamente inutile
il rispondergli, — all' «<Jedinstvo» diremo
che mai abbiamo immaginato di chiamare
Italiani i signori serbi e croati, che par-
lano 1' italiano. Ve n'hanno che sin dalla
infanzia, avendolo succhiato col latte ma-
terno, parlano l'italiano; ma se non vo-
gliono dirsi Italiani (come in realtà sono)
padroni. Ma v' hanno parlanti italiano che
non vogliono essere nè serbi, nè croati, e
quelli, vivaddio, sono nostri, e quelli vi-
vono in tutte le nostre città, ed anche a
Cattaro, ed a quelli le autorità anche ec-
clesiastiche hanno il dovere di rivolgere
la parola in italiano. Fanno bene i vesco-
vi di Cattaro e di Ragusa di pubblicare
le loro Pastorali ed i loro Indulti in lin-
gua slava, per gli slavi, ma fanno male,
nello stesso tempo, di non voler pubbli-
carle in lingua italiana per gli italiani.
Del resto, come sempre grafomane, il
«Jedinstvo» scrive all'impazzata e sposta
la questione. Le Bocche di Cattaro e Ra-
gusa non ebbero mai il glagolito, onde
non si capisce perchè dei vescovi cattoli-
ci romani, che devono essere i primi a
prestare obbedienza a Roma, vogliano in-
novazioni glagolite che Roma non vuole.
E non si capisce perchè si esiga il gla-
golito anche nelle parrocchie foresi di San
Cassiano, di Caie e di Santa Eufemia,
che furono sempre latine e sfuggono quin-
di alla clausola dei trent'anni. Che inno-
vazioni sono codeste e quale vantaggio,
veramente, ne traggono i Croati? In Croa-
zia tutta 1' ufficiatura è latina ; latine le
registrature parrocchiali; e i Croati, tut
tavia, non ci perdono nulla in patriotti
smo croato. Ma le innovazioni, portate in
chiese, latine sin dai tempi apostolici, rin-
crescono, perchè non celano altro che un
fine politico. Ora la chiesa è di tutti e
non della politica.
Il comnne di Arbe. — L'i. r. luo
gotenenza, d' accordo colla Giunta pro-
vinciale, ha destinato quale dirigente il
comune di Arbe il commissario distrettuale
Vincenzo Tudorin, in sostituzione dell' at-
tuale commissario dirigente, Luca Mosco-
vita, che venne destinato a prestare ser-
vizio presso il capitanato distrettuale di
Sebenico.
Promozione. — L' egregio nostro
concittadino, l'ingegnere superiore Pietro
cav. de Erco, venne promosso a consi-
gliere edile.
E' questa una promozione, della quale
proviamo una viva compiacenza, trattan-
dosi d'un funzionario che alle esimie doti
d'intelligenza e di capacità nel suo ramo,
accoppia quelle del caldo patriota e del-
l' ottimo cittadino.
Accetti pertanto il sig. de Erco le no-
stre più vive congratulazioni.
Ad ingegnere superiore nel ser-
vizio edile in Dalmazia venne promosso
l'ingegnere Giovanni Storff.
Cambiamento di luogotenente
in Dalmazia. — Sotto questo titolo
scrivono da Praga alla «Zeit» di Vienna:
«Come apprende il vostro corrispondente,
il luogotenente della Dalmazia, barone
Kandel, verrà tra breve sostituito da una
personalità conosciuta nei circoli di Praga.
Si tratta del generale maggiore Svetozar
Boroevich, attualmente di stazione quale
brigadiere a Pietro Varadino, e che era
innanzi a pochi mesi capo dello stato mag-
giore a Praga.
= Nelle sfere dirigenti, dicesi, havvi l'in-
tenzione di coprire il posto di luogotenente
in Dalmazia con un alto funzionario e
la personalità addatta sarebbe il generale
maggiore Boroevich, che conosce perfetta-
mente l'italiano ed il croato.
= Nel numero del 13 corrente poi della
stessa «Zeit» viene confermata tale noti-
zia, coli' aggiunta che al barone Handel
sarebbe accordato un lungo permesso, dal
quale non farebbe più ritorno in Dalmazia.
Al «Narodni List» poi scrivono da Vienna
che a successore del barone Handel viene
designato il barone Kutschera, attualmente
sostituto del Burian al ministero comune
delle finanze.*
A tali notizie però il «Narodni List»
non presta troppa fede; nè noi pure.
Per l'accordo fra il Lloyd e le
Società dalmate. -- Tutte le Società
di navigazione da e per la Dalmazia, che
tanno acceduto alla convenzione prelimi-
nare col Lloyd, erano di questi giorni rap-
presentate a Vienna dai loro direttori e
maggiori interessati. Oltre che dai ministri
i suddetti signori furono ricevuti dal re-
ferente commerciale marittimo consigliere
aulico signor Delles, il quale pure promise
il suo appoggio al rapido esaurimento delie
pratiche per l'approvazione del progetto
di convenzione. Quindi i delegati delle
Società si recarono dai deputati delie Pro-
vincie interessate, esponendo loro ed illu-
strando i vantaggi della nuova organizza-
tone dei servigi marittimi per la Dalmazia
ottenendone promessa di appoggio incon-
dizionato.
Attualmente le comunicazioni da e per
la Dalmazia sono mantenute da sette linee
settimanali, comprese le celerissime ; dopo
1 approvazione del progetto saranno por-
tate a undici ; attualmente le linee ^laterali
che settimanalmente congiungono fra loro
le varie isole ed i vari porti della Dal-
mazia sono 38, e diverrebbero 75. Non si
può dunque negare bontà al progetto, il
quale ridonda indubbiamente a vantaggio
generale.
Con 1' attuazione di questo progetto si
darà pure un discreto incremento alle
costruzioni navali, perchè mentre il Lloyd
per sviluppare e mantenere le linee cele-
rissime da e per la Dalmazia ha fatto ese-
guire i piani per due nuovi piroscafi tipo
« Wurmbrand», che saranno molto proba-
bilmente azionati da macchine a turbine ;
tutte le altre Società dalmate, che acce-
dettero alla convenzione col Lloyd, oltre
a migliorare e rimodernare le loro flotti-
glie, dovranno necessariamente aumentare
complessivamente di almeno altri sette
piroscafi.
Per una linea dì navigazione
dalmato-argentina. — Il barone de
Cali, ministro del commercio, rispondendo
ad analoga interpellanza, ebbe a comuni-
care che si sono già iniziate pratiche per
l'istituzione di una linea a vapore per
1' Argentina.
Si tratta, come è noto, dell'offerta della
ditta Nicolò Mihanovich, il quale è con-
sole generale a. u. a Buenos-Aires. Le
trattative tendono, da quanto si sà, a sta-
bilire una linea mensile fra Trieste, Gra-
vosa, Ragusa e l'Argentina. La toccata
di Gravosa avrebbe lo scopo di facilitare
il trasporto d'emigranti dalmati nell'Ar-
gentina.
Molti dalmati, come si sà, hanno già
trovato occupazione negli stabilimenti della
ditta Mihanovich.
Nel servizio politico - ammini-
strativo in Dalmazia venne accolto
1' assolto legale Francesco Lucovich, eol-
1' «adiutum» di annue corone 1000. Ven-
ne destinato a prestare servizio presso il
capitanato distrettuale di Cattaro.
Nelle Cancellerie. — Il sotto uf-
ficiale di I classe del reggimento conte
Lacy n.o 22 Federico Allodi, venne nomi-
nato cancellista di finanza a Zara nell'XI
classe di rango.
Banda Comunale. — Domani alle
dodici e mezzo la Banda Comunale ese-
guirà il concerto, con immutato programma,
che non potè eseguire, causa il mal tem-
po, domenica passata.
I reclami del pubblico. — Ci pio-
vono in redazione i reclami contro il si-
stema ora adottato per difendere le publi-
che piantagioni, quello cioè delle siepi
fatte di filo di ferro munito di chiodi ed
altro genere di punte aguzze.
Molti bambini ebbero già le manine
lacerate da quelle punte ; ma anche disgra-
zie maggiori potrebbero succedere. Ci si
osserva che qui non siamo a Porto Arturo,
e che d' altronde non v' è alcun Musolino
da pigliare tra noi. Si tolga perciò chillu
filu pericoloso, si sopprima un sistema
barbaro, e si provveda in qualche altro
modo a salvare le piantagioni dall' inva-
sione dei gatti, dei cani e dei bambini.
Per gli orfani Zauner. — Ecco
ancora delle oblazioni, pervenuteci a van-
taggio dei poveri tre orfanelli della Zau-
ner, uccisa, si ricorda, dal marito.
Giovanni Zurich impiegato cor. 2, in-
gegnere A. Palese 1, Giovanni Battara di
Pietro 10.
Teatro Giuseppe Verdi. — Un
bellissimo teatro per la «prima» della
«Figlia di Jorio» e un pubblico scelto
ma meno numeroso per la «replica» da-
tasi giovedì a sera. La stupenda trage-
dia pastorale di Gabriele d'Annunzio, già
ammirata per la lettura da tutto il pub-
blico colto, ha un' esecuzione lodevolissi-
ma da parte della compagnia Berti. L' e
levazione di quei semplici pastori fino al
vertice più sublime della poesia tragica
sembra talora anormale ; ma non è, per-
chè la immagine — se è squisitamente a-
^orna — non varca il confine della mon-tagna, della rustica casa, della vita pa-
storale, piena, nella terra d'Abbruzzo così
come nell'alpe dalmatica, di pregiudizi, di
usi e costumi bizzarri e di sangue. Ridir qui
la favola è superfluo e sarebbe forse pro-
fanazione. Ognuno la sa; ed ognun sa
che Gabriele D'Annunzio raggiunse e-
spressioni d' arte smaglianti di colore e
salde di rilievo in questi quadri rustica-
ni, pur dominati dal Fato ; e che, toglien
dosi alle consuete morbose magnificenze
stilistiche, togliendosi al vezzo di parlare
perpetuamente di se, facendosi sublime-
mente semplice com' è semplice e grande
la natura, produsse, finalmente, il capo-
lavoro : il capolavoro che affascina alla
lettura e che, interpretato sulla scena,
scuote, avvince, meraviglia, entusiasma.
La Varini è una Mila di Codra ammi-
rata, seppure anche nella selvaggia figu-
razione della Donna Coperta di France-
sco Michetti porti le inflessioni vocali
(quasi rantoli nello amore) di Francesca
La Mila attende un' interprete somma
che non deve avere eleganza di gesti e
di vesti : creatura reietta, abietta visione
di femmina, illuminata solo nei grandi
occhi sulla faccia oscura dall' amor nuo-
vo: torcia accesa d'amore! Ma la Varini
si inalza a vera dignità d'arte nel dia
logo d' amore dell' atto secondo : un gio
iello che non v' ha 1' eguale in nessuna
delle opere teatrali antiche e moderne :
solo degno di Sheakspeare. E pur nella
scena straziante del terz' atto, quando si
crocifìgge per 1' amor suo redentore ac-
cusandosi sortiera, ha rara efficacia di re
citazione o di passione. Applauditissima
Egualmente ammirato e plaudito il Berti:
un Aligi semplice pure nel sogno, che,
desto, lo afferra e lo tiene, pur nella vi-
sione, pur nell'amore, pure nel parricidio.
Bravissimo attore, che, forse, non dovrebbe
aver così improvvisa e affrettata la pa-
rola dopo la visione dell'angelo piangente
alle spalle di Mila. Una visione deve la-
sciar mutoli, almeno per qualche secondo ;
onde più estetico il contrasto tra 1' atto
bestiale della percossa e il dono celestiale
di vedere angioli.
Forse un po' esuberante nella emission
della voce, forse un pocolino «tiranno»
il Mascalchi, che, del resto, dà vigoroso
rilievo alla parte di Lazzaro di Rojo, ca-
poccia, e, punto dall' assillo del possesso,
riesce perfetto nella sconcia profferta a
Mila di Codra. La signora Lollio Strini,
un po' convenzionale nel primo, acquista
bella efficacia nel terz' atto, dissennata pel
tragico evento onde venne colpita la sua
casa. Le nozze d'Aligi maledette e il ma-
rito ucciso dal figlio e il figliolo Aligi
condannato a morire nei gorghi del fiu-
me, con la parricida man mozza e alle
prese, nel sacco chiuso, con un mastino
rabbioso ! Orrende visioni dopo gli orrendi
presagi !
Graziose le tre sorelle d' Aligi (Rosa-
spina e Majeroni. e Mancini) ; ma grazio-
sissima, anche nello straziante dolore, Or-
nella bella. Il signor A. Majeroni, nella
particina del Mietitore, che, ebbro di sole
e di vino, spia nella casa di Candia, si
rivela bravissimo. Par proprio, colla fac-
cia arrossata e la chiostra bianca dei den-
ti, figura staccata dal quadro del Mi-
chetti.
Gli altri attori bene : disciplinati e in
carattere. La messa in scena ed i vestiari
di una bellezza artistica notevolissima :
sicché son quadri di vita vera, non fin-
zioni piene di anomalie.
Queste due rappresentazioni del capo-
lavoro d'annunziano, dando vivo godi-
mento all' intelletto, restano lietamente
segnate, per 1' ottima compagnia Berti,
nelle cronache del nostro teatro.
Ieri a sera la interpretazione della
«Città Morta» non apparve soddisfacente
appieno e non piacque ; indisposti e svo-
gliati gli attori. Fortunatamente il libro
bellissimo del D'Annunzio venne accor-
ciato d' un terzo e l'incubo agoreo durò
meno. E mancò lo scenario con la sup-
pellettile meravigliosa, trovata nei sepol-
cri dell'Agora; suppellettile sostituita, con
poca reverenza pel pubblico, da alcuni
candelieri secessionisti (!!!) e da una ma-
schera di carta d' oro. La Varini era ed
apparve indisposta; non a posto il Ma-
scalchi. Il Berti disse con efficacia la
confessione terribile del pensiero ince-
stuoso. Applausi convenzionali al calar
della tela.
— Stasera «Rosa Bernd» di Hauptman.
E domani 1' ultima del breve ciclo.
Nuova pubblicazione. — Col pros-
simo Natale incomincierà, per ordine alfa-
betico, la stampa dell' atteso nuovo «Di-
zionario degli Scrittori del Mondo Latino»,
di Angelo De Gubernatis, e dovendo avere
il suo compimento entro il mese di maggio,
è cosa urgente che gli scrittori italiani
invitati dall' autore a fornire le loro noti-
zie, e quegli altri che fossero involonta-
un piroscafo che li avrebbe ricondotti a
Trieste. In quella sera essi cenarono a bor-
do, dopodiché uno degli operai, e preci-
samente Luigi Radinger, di anni 26, fab-
bro, si recò a terra. Quando ritornò a bordo
fatalmente causa 1' oscurità cadde nel fiu-
me. In quel punto la corrente è molto
rapida e il poveretto fu trasportato lontano.
Un collega del Radinger tentò di salvarlo,
ma inutilmente, e dovette poi lottare mol-
tissimo per potersi salvare egli stesso.
Il cadavere dell'annegato non fu peranco
ritrovato. La madre dell'infelice, che è a
letto ammalata, non sa ancora nulla del
fatto perchè i famigliari glielo nascondono
per tema d' una scossa fatale.
= A questo proposito ci scrivono da
Metcovich :
«Domenica 11 m. c. Luigi Radinger
d' anni 26 da Trieste, fabbro, provvisoria-
mente occupato sull' erariale n.o 5 dell' i.
r. governo marittimo in Trieste, ritornan-
do circa le 9 p. m. a bordo, cadde acci-
dentalmente nel fiume. L'equipaggio tutto
del detto cura-porti, udito il tonfo in acqua,
accorse in coperta ed il fuochista Caselari da
Ragusavecchia,benché vestito, e ad onta del-
la forte corrente, e della notte pioviginosa,
si gettò^nel fiume per salvare il periclitante,
ma, messosi al nuoto, non lo vide più. Il
povero Radinger annegò mentre il Case-
lari appena appena salvò la vita coli' ap-
pigliarsi ad una lanzana gettata dall' e-
quipaggio del vicino piroscafo erariale
«Porer». Il Radinger era buono ed aiuta-
va la madre vecchia ed ammalata, alla
quale pur troppo non restan che lagrime.
Il cadavere ancora non si rinvenne.»
La Lega Nazionale in Dalmazia
Pervennero al gruppo di Zara :
Per onorare la memoria della defunta
signora Anna Maria Scarpa: F. Bolis cor.
1, R. Brizzi 1, P. Brunelli 1, S. d.r Ghi-
glianovich 3, C. de Benvenuti 1, Ab. Per-
sicalli 1, A. Galasso 1, E. d.r Illiich 2,
fam. Boxin 1.50. — Per onorare la me-
moria della defunta signora Anna Can-
dias : A Zink 1, V. Crassich 1, Ab. Per-
sicalli 1.
Per aver felicemente risolto un intrigo
imprevisto in ricorrenza di giorno fau-
sto : da T. G. cor. 10.
Pervennero al gruppo di Scardona :
Per onorare la memoria del defunto
bambino Antonio Rosa: famiglia de Ma-
rassovich cor. 10, famiglie Alborghetti 2,
famiglia Filippi 5, Arturo Dudan 2, Nic-
colò Vidovich 5. — Per onorare la me-
moria della defunta signora Anna Maria
Scarpa, nata Vragnizzan : famiglia Delich
cor. 3.
* * *
Per onorare la memoria dell' adoratissi-
mo angioletto Antonio Rosa di Eugenio,
decesso a Scardona: notaio Vincenzo Rosa
cor. 10.
Aiutate tutti e sempre la Lega.
da tre giorni non vi furono combatti-
menti.
Vienna, 17 decembre. — Il par-
lamento verrà di nuovo convocato pel
3 gennaio.
Vienna, 17 decembre. — Due
ancora oggi sono le versioni sulla crisi
luogotenenziale in Dalmazia. La per-
manenza del barone Handel e la con-
vocazione della Dieta, la quale, non
potendo funzionare, verrebbe sciolta
con indizione di nuove elezioni; op-
pure la nomina del barone Handel ad
un posto elevato in un dicastero cen-
trale e quella, di nuovo, di un luogo-
tenente militare. Ad ogni modo la crisi
sarà risolta prima della riapertura del
parlamento.
Budapest, 17 decembre. — Pare
inevitabile lo scioglimento della Ca-
mera.
COMUNICATI
Ringrazio sentitamente dal più profon-
do del cuore il distinto operatore prof,
dott. Welponer, il quale, assistito dai pur
valenti medici dott.ri Brun e Silvestri,
operò mia moglie, affetta da «echinococco
peritoneale» in modo così brillante da li-
berarla dal gravissimo male e da ridonar-
la guarita, dopo la degenza di circa un
mese nel sanatorio di Trieste, all' affetto
mio e dei nostri figlioletti.
All' eminente chirurgo tutte le nostre
benedizioni.
Zara, 17 decembre 1904
Giovanni Boniciolli
montatore telefonico.
(6
Se-
riamente rimasti dimenticati nel primo
appello, avendo dato alle stampe alcun
lavoro notevole, mandino al De Gubernatis
le loro notizie, non essendo possibile, che,
quando egli incomincierà a stampare, possa
farsi altra ricerca di notizie.
Al suo invito è già stato corrisposto fin
qui in modo larghissimo ; il che promette
fin d' ora un' opera di grande utilità pub-
blica ; ma, desiderando l'autore, che la
rappresentanza dell' Italia scientifica e let-
teraria che scrive per mezzo del dizionario,
sia possibilmente compiuta, ci prega di
richiamare alla memoria degli scrittori
italiani in ritardo il suo desiderio di ren-
dere piena innanzi agli stranieri la dimo-
strazione del valore intellettuale dell' Ita-
lia, che deve starci grandemente a cuore.
A questo nuovo appello patriottico è da
sperarsi che i colleghi del De Gubernatis,
nella stampa e nella scuola, facciano solle-
cita accoglienza.
Corsi peli' innesto a secco e per
la coltivazione delle viti ameri-
cane verranno tenuti nei mesi di gen-
naio e febbraio a. v. in diversi luoghi
nei distretti di Zara, Bencovaz, Sebenico
e Knin.
A titolo di premio i commissari viticoli
potranno assegnare gli attrezzi occorrenti
per l'innesto delle viti americane ai fre-
quentatori che si saranno bene esercitati
nell' innesto.
Per ogni corso sono stabiliti 10 premi.
Parecchi proprietari di case prote-
stano a mezzo nostro contro il sistema
vessatorio dell' ispettorato d' imposta nel
voler spremere contributi maggiori di
quelli che umanamente è possibil di dare.
V' hanno proprietari di case che presenta-
no specifiche più che sincere e cui pur
non si vuol credere. E si circuiscono e si e-
scutono e si vuole che confessino rendite
maggiori di quelle che veramente hanno.
Un po' di umanità e di riguardo ci vor-
rebbe in ispecie ora che per le aumenta-
te imposte tutti si lagnano dei cresciuti
prezzi d' affitto. Cosa sono codeste inchie-
ste che sanno di polizia? 0 si vuol torre
anche la camicia di dosso ai contribuenti ?
Una fine tragica fece nel Naren-
ta il giovane triestino Luigi Radinger.
Il governo marittimo aveva inviato nelle
acque del|fiume Narenta il curaporti N. 5,
per lavori di escavo, e siccome per andare
colà esso doveva passare sotto un ponte
della ferrovia attraversante il fiume, il cu-
raporti vi fu inviato con la grua sostenente
la slitta smontata. Per montarla nuova-
mente dopo avere passato il ponte, si in-
viarono anche quindici operai addetti alla
sezione meccanica del governo marittimo
Domenica scorsa questi operai avevano fi
nito il loro lavoro e il giorno dopo sareb-
bero andati a Spalato per imbarcarsi su
Le oblazioni varie
All' asilo delle orfanello. — Per
onorare la memoria della defunta signora
Maria Anna Scarpa : Arrigo Czerwenka
cor. 1, Abelardo de Denaro 1, Carlo de
Ponte 1, Niccolò Lana 1, Antonio Carli 1,
Luca Fiorentù 1, Luigi Descovich 1, A-
lessandro Ziliotto 1, Rodolfo Pfeifer 1,
Marco Allegretti 1, Giovanni Mikulić 1,
Giorgio Kulisić 1, Demetrio Dimitri 1,
Giuseppe Decovich 1, Matteo Carpani 1.
Lino de Medici 1, Niccolò Zuviteo 10,
Pietro dott. Botteri 2, Orsolina Scarpa 2.
— Per onorare la memoria della defunta
signora Anna Candias : Abelardo de De-
naro cor. 1, Carlo de Ponte 1, Niccolò
Lana 1, Giovanni Moscovita 1, Floriano
Stipanovich 1, Giovanni Alujević 1, Gio-
vanni Bakotió 1. — Per onorare la me-
moria della defunta signora Ferri: Erne-
sto Ludwig cor. 1.
Il signor Giovanni Bonalumi per 1' an
niversario della morte di suo figlio cor. 4.
All' atto del ricevimento del resoconto
1903 dalla signora Anna Geiger cor. 8.
La direzione a mezzo nostro ringrazia
sentitamente i generosi oblatori.
3 noitrijispacci
Vienna, 17 decembre. — Notizie
dal teatro della guerra recano che il
freddo è intenso in Manciuria e che
„Una delle migliori acque
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Edit. e redat. resp. Luigi de Nogovetich
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viene spedita a chi ne facesse richiesta.
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dal suo nasoere, perciò non si dovrebbe indugiare dal preferirlo a tutti i mezzi eroici, dannosi
spesso alla salute. Tutti sintomi, come: „mali di capo, rutti, bruciori, vomito, flatulenze," tanto
frequenti nei mali di „stomaco" inveterati, scompaiono spesso in un attimo.
Tstiltil6 8ue> 8P'acev°li conseguenze come: „oppressione, dolori,
palpitazione, insonnia," come pure deposizioni del sangue
nel fegato e nella milza ed „emorroidi" guariscono rapidamente e facilmente col „Vino d'erbe."
Questo guarisce ogni difficoltà di digestione, dà nu vo impulso all'apparato digerente, e, agendo
da leggero purgante, allontana tutte le sostanze inutili dallo stomaco e dagli intestini.
Pallidezza, insonnia, sfinimento, ^^rSE.«?
stione, della cattiva costituzione del sangue e di uno stato patologico del fegato. Nella completa,
„mancanza d'appetito," con „sintomi nervosi" e „ipocondria," come pure „emicranie, insonnia"
i malati languono e si esauriscono lentamente. Il „Vino d' erbe staumenta 1' appetito facilita la
nutrizione, la digestione e il ricambio materiale, migliora la oo"ituzione del sangue, calma i
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Numero 92. ZARA Sabbato 18 Novembre 1905. Anno XL
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Per Zaia Cor. 16 anticipatamente, semestre e trimestre in proporzione.
Per 1' impero Austro-Ungarico Cor. 18, semestre Cor. 9, trimestre Cor. 5
Per gli Stati appartenenti all' Unione postale Cor. 24 all' anno, semestre e
trimestre m proporzione. Per gli Stati non appartenenti all'Unione
postale Cor. 16 e di più 1? aumento delle spese postali, semestre e
trimestre in proporzione. Un numero separato costa Cent. 20. Un
numero arr. Cent 32. I numeri del giornale si vendono nella Li-
breria Internazionale di E. Schonfeld.
Giornale politico, economico, letterario
Esce il mercoledì ed il sabato
-Hai Ufficio di redazione: Via Camera n.o 370
INSERZIONI.
Le assoeiazioni e gli importi di denaro, in assegni postali, si diri
gano all' Amministrazione del DALMATA in Zara. Chi non respinge il
foglio dopo scaduta 1* associazione, s'intende obbligato per il trimestre
susseguente.
Le corrispondenze devono dirigersi affrancate esclusivamente alla
redazione. Le lettere non affrancate saranno respinte. I comunicati si as-
seriscono al prezzo di cent. 25 la linea, carattere testino. Avvisi ed in
serzioni a prezzo moderato da convenirsi. — I manoscritti non si resti
tuiscono.
Di questi giorni, nella discussione del
preventivo scolastico, venne posta in ri-
lievo alla Dieta la assoluta insufficienza
e la indecenza degli stabili che, in Dal-
mazia, danno asilo alle scuole medie. E
poiché se le altre città piangono in questo
argomento Zara non ride, diamo il primo
posto e col maggior piacere a questo no-
tevole articolo :
Et haec olim meminisse iuvabit.
Ciancisi pure quello che si voglia,
si accatastino obbiezioni sopra obbie-
zioni, ma è un fatto che, da quando
il governo e la provincia hanno schie-
rato con fine criterio gli uffici e gì' i-
stituti loro di fronte al mare azzurrino
e ai raggi dorati di babbo Apollo, tra
la verzura delle paulonie, dei mori pa-
piriteri e delle acacie, è un fatto, di-
ciamo, positivo e accertato, che la mac-
china burocratica, coi suoi annessi e
connèssi,, cammina sollecita e spedita,
che pare un incanto. Perchè, psicolo-
gia a parte, ogni fedel cristiano è per-
suaso che il lavoro delle braccia e
della mente si xende più agevole e più
proficuo, se si svolga alla luce gloriosa
dei cieli ; laddove , intristisce e riesca
come stremenzito fra le tenebre e l'u-
midore di vecchie muraglie, perdute in
mezzo all' abitato, e accasciate sotto il
peso dell'antichità, se pure veneranda.
E valga il vero.
L'Istituto magistrale e 1' Ospedale
provinciale respirano & pieni polmoni,
con grande loro vantaggio, l'aria os-
sigenata di Borgo Erizzo, e filano tal-
volta V egloga e V idillio tra il cupo
fogliame degli orti gentili.
La Guardia di finanza e il Seminario
greco-orientale prosperano a meraviglia,
come già un tempo Diocleziano, tra
i cavoli e le insalate delle aiuole su-
burbane.
I soldati di guarnigione, quando non
son di manovra, dai loro cameroni al
Forte e alla Cittadella, salutano con
lieto appetito il sole che nasce; men-
tre nello specchio del delizioso Canale
lo vedono tuffarsi il Comando militare,
1' Ospedale militare e la palazzina del
Comandante militare.
La Direzione, la Procura, i Com-
missari e le Guide di finanza, da Riva
nuova a Campo castello, se tra una
scrittura e l'altra metton giù le dotte
penne, per togliere poi le medesime ai
poveri contribuenti, mirano e piroscafi
e velieri passare loro dinanzi da ostro
a tramontana, sfidando i buffi del vento
infido.
Le Poste e i Telegrafi accompagnano
coi colpi dei timbri regolamentari e
colle battute dei tasti di Morse il so-
spiro cadenzato delle onde marine, che
vanno mollemente a infrangersi ai loro
piedi.
- Del Largo di San Simeone e degli
effluvi del Pubblico giardino — se tal-
volta li manda — godono il Genio
militare e il Palazzo luogotenenziale;
s'affacciano civettuoli e severi alla luce
meridiana il Porto e la Sanità marit-
tima,, il Tribunale, le Carceri civili e
le militari ; la Giunta, obbedendo al
motto per aspera ad astra, torreggia
sul bastione Moro; mentre di sotto,
umili in tanta gloria, Imposte e Do-
gana sorridono alle creste sorelle dei
monti Bebi
Insomma, se fate la rassegna di
tutte le belle cose, che il governo
la provincia hanno seminato a dovizia
nella nostra città, troverete che tutte
queste belle cose fanno ghirlanda al
paese nostro, bevendosi prime la luce,
l'aria e la salsedine gioconda del ma-
re, e lasciando a coloro, a cui voltan
le spalle, i sorsi di seconda mano,
meno puri e meno salubri.
E questi disgraziati, costretti a fruire
dei rifiuti dei primi, mentre ne avreb-
bero più bisogno di loro, sono i nostri
figliuoli, sparsi qua e colà nelle scuole
cittadine, quasi tutte cacciate in tetre
fabbriche, senza lume e senza aria, in
melanconici conventi in istato di atti
vità o in istato di riposo, di cui sa-
rebbe diffìcile giudicare, quali delle
due specie sieno più contrarie ad ogni
principio d'igiene ! E se fra questi ce
n' è uno, che meriterebbe d' essere is-
sofatto ridotto a minuzzoli da una
buona carica di dinamite — vi pre-
ghiamo di non mettercela — è 1' edi-
lìzio che ospita da oltre un secolo il
ginnasio italiano, malandato, sbilenco,
polveroso, vecchio e stravecchio, chiuso
da case e catapecchie, aperto soltanto
a tramontana donde il sole si ostina
a non spuntare, dai corridoi ristretti,
dalle stanze per lo più umide, oscure
e piccine, ottimo reclusorio una volta
ai frati benedettini carichi di gravi
peccata, tomba per i nostri rampolli,
bisognosi di aria, di luce, di svago e
di moto, non dannati ancora alla mor-
tificazione della carne, e alle tenebre
anticipate dei cimiteri!
E trascorso mezzo secolo, dacché
ragioni di convenienza e di sanità han-
no portato la rivoluzione negli edifici
pubblici della città ducale; ma tale
rivoluzione si è arrestata alle porte del
nostro ginnasio come di fronte alla
muraglia cinese. In mezzo secolo quella
scuola ha ottenuto due cose: i contro-
vetri e le stufe, xioè due pezze nuove
sopra un vestito a brandelli, mentre
sarebbe stato più naturale rifare da
prima tutto il vestito.
Nè si può negare che sieno man-
cate le proteste da parte dei docenti,
dei cittadini e della stampa, e neppure
i progetti da parte del governo pro-
vinciale ; ma tutto andò a rotoli a
causa di quella sinecura, di quella
indifferenza, di quella apatia, colpe-
voli e inescusabili, del governo cen-
trale, che pone all' ultimo gradino della
scala burocratica tutto ciò che in Dal-
mazia si riferisca alle scuole secondarie.
Sono trent' anni, per esempio, che si
richiese l'amozione di certo piancito di
mattoni dalla Sala delle radunanze del
ginnasio superiore, su cui per 1' umi-
dità del suolo, a pianoterra, fioriscono
rigogliosamente non sappiamo quante
specie di muschi e di licheni; e quel
piancito, mentre scriviamo, è ancora
al suo posto.
Sono trent'anni che si domandò la
sostituzione di certo selciato nei cor-
ridoi e nell'atrio con un pavimento di
legno duro, onde impedire che i ra-
gazzi vi si gelassero i piedi, essendo ob-
bligati, quando piove, a passare sovr'esso
gl'intervalli della ricreazione: e quel
selciato è sempre là ove, nei tempi
mitologici, ce lo adagiarono i reveren-
dissimi frati di San Benedetto!
Sono trent'anni che si proposero in
tutte le stanze i pavimenti a doghe,
per togliere così, almeno in parte, l'in-
conveniente dannosissimo della polve-
re. E i pavimenti questa volta furono
mutati ; ma nel viaggio che fecero da
Vienna a Zara, come certa munifica
carrozza del Parini che diventò car-
riola, le doghe si trasformarono in sem-
plici tavole di legno dolce, eguali a
quelle che c' erano prima.
E poi ci furono visite e sopraluoghi
d'architetti e d'ingegneri, di medici e
d'ispettori, di nunzi e di legati, periti
ed imperiti, nostrani e forestieri; e
proposte di acconcimi, di toppe, di ri-
cambi; e infine la restauratio ab imis
fundamentis! Bisognava abbattere tutto,
e rifabbricare tutto! E allora piani e
disegni passarono dal ginnasio al go-
verno, dal governo a Vienna, e vice-
versa; e perizie e fabbisogni, irti di
geometria e di aritmetica, gravitarono
poderosi sui tavoli degli uffici edi-
li!... Pareva che finalmente la mon-
tagna si approntasse a partorire... e
partorì ! Si decise che ... su quell'area
vecchia non poteva sorgere un edifi-
zio ... nuovo, igienico, fatto apposta
per un ginnasio, importante e decoro-
so, quale doveva adattarsi al lustro
della capitale di tutta una provincia!
E benone!!
Cercare dunque uno spazio, arioso
e soleggiato, e mandare ad acta tutte
le scritture e i piani, sinora elaborati,
fu il motto del nuovo programma!
Si pensò ai Quartieroni, ove sono
le Carceri militari; ma il Comando
militare rispose, come il papa : Non
possumus !
Si misurò 1' area alla Riva nuova,
occupata da un anfiteatro di legno:
era troppo piccola! Ma poi vi sorse il
grande palazzo Borelli, che potrebbe
contenere due ginnasi!
Si volle il g ardinetto, che stava di-
nanzi alle4 Carceri civili: era crudeltà
portar via l'aria e il sole a quei poveri
condannati ! Ma poi vi fu piantato
Y Hotel Bristol !
Adesso le aree mancano, e di re-
staurare il vecchio naturalmente più
non si parla. Anzi, a sentire qualche
pezzo grosso venuto dal settentrione,
l'edilìzio, contro cui tanto si grida,
non sarebbe po' poi inabitabile. Uno
di essi ha scoperto persino che certe
macchie di umidità sulle pareti dipen-
dano dal fiato degli scolari, e non già
da infiltrazioni nei muri!
E sarà, ma i confronti sono odiosi,
peggio ancora, irritanti !
Perchè, mentre al Tribunale ci sono
vasche da bagno a ristoro del presi-
dente e degli amici di lui, al ginnasio
non esiste conduttura d'acqua, e le la-
trine non sono a sciacquamento.
Mentre alla Luogotenenza hanno in-
nalzato un terzo piano a comodo de-
gl' impiegati, al ginnasio gli scolari
siedono a pianoterra, ove i benedettini
custodivano le botti di vino e le pile
dell'olio.
Mentre alla Luogotenenza gli asinelli
del barone Handel, buon anima sua,
godevansi la pasciona in stalle magni-
fiche, incrostate di maiolica e riscal-
date, al ginnasio i nostri ragazzi re-
spiravano e respirano in cantine umide
e tetre.
Mentre alla Luogotenenza si procu-
rarono la luce e l'aria colla demolizione
di due case vicine, l'area delle quali
fu mutata in giardino, al ginnasio la
luce e l'aria... si fabbricano nel ga-
binetto di fisica.
Mentre sul terrazzo del Genio mili-
tare fioriscono 1' agave americana e la
yucca gloriosa, nella palestra ginna-
siale non alligna neppure 1' ortica.
Mentre nei pubblici uffici, ad un gi-
rar di chiave, si fa la luce, al ginna-
sio non c' è una lampada, a pagarla
un milione ; sicché, d'inverno, alle otto
del mattino e alle quattro del pome-
riggio, la scuola incomincia e finisce,
come i salmi della settimana santa,
in tenebris.
Al ginnasio le stufe non hanno ri-
pari, e in qualche stanza arrostiscono
i più vicini, oppure, a togliere l'arro-
stimento, non vengono accese. Le cat-
tedre dei docenti, le panche dei gio-
vanetti starebbero bene in qualche o-
steria per il giuoco della mora e della
briscola; mentre porte e finestre recla-
mano un po' di vernice, che ricopra
almeno le ioro magagne.
E chi più ne ha, più ne metta!
E qualche tempo poi che al vecchio
convento è capitato l'uzzolo di certi
scherzetti, compromettenti parecchio le
teste dei maestri e degli scolari. Senza
dire uè ai nè bai... brum !... manda giù
un pezzo d'intonaco e... si salvi chi
può. In una classe, ove questo vezzo
succedeva troppo di spesso, hanno ca-
lafatato il palco, in modo però che
quanto si dice di sopra, si ode di sot-
to, e viceversa!
Immaginate i graziosi duetti i
Anche l'altro giorno piombò giù
mezzo metro quadrato di malta!
Vuoisi che il corpo docente, non sa-
pendo più a che santo votarsi, a sgra-
vio di coscienza, abbia stabilito di consa-
crare con un protocollo accidenti siffatti,
e di scolpirne la data all' orlo del buco
rimasto! Almeno così sarà salvaguar
data la cronaca dell' istituto, se non
le teste, eventualmente avareate!
E in un ambiente di tal fatta si pre-
tende che sieno svolti i magnifici pro-
grammi di studio, messi insieme per
quelle reggie, che sono i ginnasi, fab-
bricati dal governo dappertutto, meno
che in Dalmazia ! E non s'accorge il
governo che per tal modo tornerebbe
più facile rappresentare 1'«Amleto» in
un casotto di burattini?
E con che faccia tosta il governo
medesimo richiede ogni anno un rap-
porto sullo sviluppo delle forze fisiche
dei nostri figliuoli ! Sviluppo delle forze
fisiche? In cantina, tra l'umidità e la
polvere, senz'aria e senza sole?
Dopo il danno anche le beffe?
E potremmo ancora continuare su
questo tuono; ma, per oggi, ci pare
che basti, e per 1' avvenire
.... haec olim meminisse iuvabit!
*
*
31 Corriere della provincia
Da ALMISSA.
La partenza del dottore. — Do-
menica mattina con un cielo melanconico,
tra il fragore degli ottoni echeggiatiti,
parti 1' egregio dott. Antonio Barcanovich
colla distinta sua famiglia. Alla carrozza
1' accompagnarono gli amici e i conoscenti
e signore e signorine e molto popolo.
Buon amico il dott. Barcanovich, medi-
co affettuoso e capacissimo, amante della
sua professione e sopratutto fortunato
nelle care mediche, ma di una fortuna
che premia lo studio indefesso della na-
tura e che arride alla scienza.
Egli lasciò la piccola città, che lo co-
nobbe bambino e che lo vantò medico va-
lente, e quando la carrozza corse tra le file
d' alberi quasi ignudi, simili a candelabri
di bronzo, salutata dallo sventolìo di faz-
zoletti, sentimmo tutto il rammarico della
di lui partenza.
Il dott. Barcanovich con la sua grande
capacità, con la sua affabilità e colla pra-
tica fatta nei grandi ospitali di Vienna e
di Berlino, saprà cattivarsi la benevolenza
e 1' amore ovunque sarà per scegliere la
sua dimora. Il nostro caldo e fraterno sa-
luto lo accompagni nella capitale dell' im-
pero ; e ci farà la gentilezza di dividerlo
colla sua bella e gentil signora, auguran-
dogli noi un fortunato avvenire. Gli amici.
Da PAGO.
Senza medico. — Da circa tre set-
timane, dopo la partenza del medico co-
munale dott. Fabianich, siamo senza me-
dico.
Nei villaggi vicini fioccano la scarlat-
tina ed altre malattie. A Pago sono molti
gli ammalati gravemente, per cui vediamo
ogni settimana medici da Zara, con quale
dispendio della famiglie lascio giudicare.
Ogni giorno, anzi ogni momento, si avreb-
be bisogno dei medico per casi complicati.
Ad un bambino, in seguito ad uno sforzo,
coglie un grave accidente. Corre la leva-
trice, corre il farmacista, ma naturalmen-
te nessuno è al caso di prestare soccorso
al povero bambino. La povera madre di
sperata non sapendo a che santo votarsi,
chiede aiuto al podestà e qui non sappia-
mo come sia andata la cosa. Il fatto si è
che il bambino versa in grave stato. In
rissa viene ferito da arma da taglio certo
Palcich, detto Capitolo : il sangue gli sgor-
gava a fiotti dall' ampia ferita ed anche
qui nessuno fu al caso di prestargli qual
che soccorso ed il suo stato è grave.
Il nostro Comune non pensa ancora a
procurarci un medico, perchè vuole che
faccia fede di essere un buon cisto proda-
nista, in tutto il senso della parola, e così
naturalmente la scelta si protrae a lungo
Ma perchè si dà corpo a simili scioc-
chezze ? — Ricordiamoci che anche nella
scelta del Fabianich prevalsero ragioni
d'indole politica e poi .... ? Guardiamo
che il nuovo medico sia una brava per-
sona, ecco tutto. Il dott. Gralzigna era pu-
re aderente croato, ma tutti erano con
tenti della sua scelta.
Badi il Comune alla responsabilità che
si assume. Noi paghiamo regolarmente la
condotta e siamo in diritto di avere un
medico. Nella scelta non si deve guardare
nè a questo, nè a quello ; ma alle doti
intellettuali e morali.
In ogni caso, di fronte a simile trascu-
ranza della salute pubblica, il governo
deve intervenire.
Se fosse scoppiata una epizoozia, il go-
verno avrebbe già provveduto, e noi ab-
biamo alle porte di casa la scarlattina ec
altre malattie e siamo senza medico. La
popolazione di Pago consta di 4500 anime
e qualora la scarlattina vi prendesse pos
sesso farebbe stragi. E così ci destano
pena i poveri ammalati delle campagne
Ma, per Bacco, provveda chi deve!
Protocollo della seduta comunale
tenutasi il giorno 16 ottobre 1905.
III. Argomento. Domanda del comitato
promotore per V istituzione nella città di Zara
di un museo di storia naturale perchè il Con
siglio comunale dichiari se aderisce alle di
sposizioni contenute in due articoli dello sta-
tuto sociale.
Podestà. Informa essere prossima a co-
stituirsi in questa città una società sotto
il titolo «Società del museo civico di sto-
ria naturale», il cui scopo è quello di i-
stituire e conservare un museo che com-
prenda le diverse specie di corpi naturali
della provincia, specialmente dei dintorni
di Zara. L'iniziativa, è manifesto, fa onore
a chi ne ha il merito. L' Amministrazione
comunale le ha dato appoggio, mettendo
a disposizione del comitato promotore un
ocale, ed ha accordate sovvenzioni nei
ristretti limiti del fondo a disposizione.
'..to statuto, già elaborato dal comitato,
contiene due articoli che riguardano il po-
destà, rispettivamente il Comune di Zara,
e precisamente i seguenti :
Art. VI.
«d) Il podestà di Zara è socio di diritto della
direzione. Egli è esente dal contributo».
Art. XX.
«Nel caso che questa società venisse sciolta
o si sciogliesse, di tutte le cose spettanti
al museo il Comune di Zara, quale rap-
presentante della ducale città di Zara, di-
verrà proprietario e ne assumerà 1' ulte-
riore conservazione e manutenzione. Le
modalità verranno stabilite d' accordo col
Comune nell' ultima seduta definitiva, e la
consegna seguirà in base all' inventario
sociale, con doppio regolare protocollo».
Di conseguenza prima di subordinare lo
statuto all' approvazione della competente
autorità politica, il comitato si rivolge
all' on. Consiglio comunale perchè voglia ,
esprimersi, con regolare dichiarazione, se
aderisce alle disposizioni contenute negli
accennati due articoli.
Ciò premesso, il podestà dichiara aperta
la discussione.
Nessuno domandando la parola, messa
a voti la proposta dell' Amministrazione :
che 1' on. Consiglio si dichiari disposto di
accettare gli articoli VI. e XX. dello sta-
tuto della «Società del museo civico di
storia naturale» — è accolta ad unanimità.
IV. Argomento. Domande di conferimento
di pertinenza.
Su proposta dell'Amministrazione, viene
riconosciuta la pertinenza al Comune di
Zara: a Simeone Kadia, verso pagamento
della tassa di cor. 60, ed a Caterina Much-
witsch, con esenzione da tassa.
V. Argomento. Domande di cessione di fondi comunali.
a) di Isidoro dorale.
Podestà. Informa che il fondo di cui il
signor Ciorak chiede la cessione è situato
a bora della nuova sua casa in Cereria,
ha una superficie di m2 48 e forma parte
della partic. terr. 1355. L' Amministra-
zione comunale, partendo dal. riflesso che
la cessione di quel tratto di fondo po-
trebbe portare uno sconvolgimento nel
piano di regolazione di quella località ed
inceppare 1' accesso alle case vicine, pro-
pone : sia respinta la domanda.
La proposta è accettata senza discus-
sione.
b) di Matteo Jurinich.
Il podestà dichiara di togliere 1' argo-
mento dall' ordine del giorno, riservan-
dosi di ripresentarlo a discussione dopo
assunti alcuni rilievi.
VI. Argomento. Proposta di cancellazione
di crediti derivanti da indennizzi forestali.
Data lettura della nota capitanale 29/8
a. c. n.o 2952,l'Amministrazione propone :
che 1' on. Consiglio voglia autorizzare il
commutamento — per inesigibilità — in
altrettante giornate di lavoro, valutata
ciascuna a cor. 1.20, dell' importo di cor.
3 dovuto da Mattessicli Simeone fu Gria-
como, da Diclo, a titolo di indennizzo fo-
restale.
La proposta è accettata senza discus-
sione.
Dieta del Regno.
Il bilancio scolastico. — Pel suf-
fragio universale. — Il battibecco
per la conferenza di Fiume. —
La proposta Salvi per la parifi-
cazione degli studi degli'italiani.
— Nella seduta serale di mercoledì, 1' on.
Stanibuk dice allo Stroll di non aver
sottomano i documenti necessari a ri-
spondergli a proposito della persecuzione
del maestro Stambuk, suo fratello. Si ri-
serva però dì farlo a mezzo della pubblica
stampa.
Si ritorna alla discussione del bilancio
scolastico, e 1' on. Covacevich parla lunga-
mente contro lo spirito dominante alle
nostre scuole, che dovrebbero essere ri-
formate in senso pratico, insegnando 1' a-
gricoltura, l'industria domestica, l'igiene.
Essenziale insegnamento quello dell' igie-
ne. Ed accenna ai molti mali sofferti dal-
l' umanità pei mancati riguardi igienici.
Deplora che nella scuola l'insegnamento
femminile non sia più esteso e che la don-
na, da noi, sia ancora mantenuta con si-
stema orientale. Vuole anche lui che nei
ove contrasse matrimonio, sedette operoso
e laborioso per quasi quarant' anni nella
rappresentanza comunale di Pisino, sino a
tanto cioè che il Municipio passò nelle
mani dei croati.
Coito e gentile nei modi, ospitalissimo,
era conosciuto nella provincia nostra, go-
dendo l'estimazione generale.
Era intimo amico dell' avvocato dott.
J^ranccsco Costantini.
Solenni riuscirono i suoi funerali, anche
per largo concorso dai luoghi contermini.»
Da Spalato ci sono promessi pel
prossimo numero degli scritti su quelle
«elezioni per la Cassa ammalati e per la
Camera di commercio». Anche a Spalato,
per ragioni di tariffa, è scopjìiato uno
sciopero tipografico e non escon giornali.
Trilione Corale Zaratina. — Que-
sta simpatica società popolare ha cambia-
to di sede. E' passata nell' antico palaz-
zetto veneto, ov' è il bel negozio del si-
gnor Vincenzo Crivelli. I nuovi locali so-
ciali — benissimo arredati — vengono
inaugurati domenica a sera con una fe-
sticciuola famigliare, che, ne siamo certi,
riuscirà brillantissima.
Lia questione degli alloggi. —
Riceviamo e pubblichiamo: «Ogni buon
zaratino, amante del vero progresso della
sua cara città natia, deve augurarsi sin-
ceramente che quanto prima possa aver
effetto il progetto di regolazione edilizia,
fatto lodevolmente eseguire dall'ill.mo si-
gnor podestà, dott. Luigi Ziliotto. Perchè
una volta che sarà aperta 1' arteria, che
dai casali Vuchich porrà in diretta comu-
nicazione colla riva di San Rocco, ne ver-
rà di legittima conseguenza la congiun-
zione delle due rive, di Cereria e di Za-
ra, con una terza riva a levante. Né oc-
correranno più ponti e vaporetti ! E quale
vastissimo fondo non risulterebbe dall'im-
bonimento parziale della Valle dei Ghisi ;
e quale vantaggio, enorme, non ne deri-
verebbe a Zara, una volta anche risolta
la questione della Polveriera! Ecco dov«,
non solo il Consorzio degli Impiegati, ma
ogni cittadino in possesso di un capita-
letto, potrebbe fabbricare. Fabbricare, die-
tro uno speciale piano regolatore, e con
bella estetica, una quantità di piccoli edi-
fìci moderni, economici, ma puliti, a sgom-
berare certe ratere vecchie della città, per
le quali si pagano esorbitanti pigioni. Per
la congiunzione delle due rive e 1' imbo-
nimento della Valle, devono convergere
tutti gli sforzi dei competenti fattori e
dei veri patrioti : e cosi Zara avrà uno
sviluppo veramente moderno e si espan-
derà bellissima al sole, fuori delle vecchie
cinte murate.»
Istitnto di pubblica beneficenza.
— Nel mese di decembre prossimo pas-
sato furono elargiti dal suddetto istituto
i seguenti importi :
Per sussidio fisso mensile ad orfani cor.
l84, per sussidio fisso a vecchi ed impo-
tenti cor. 277, per sussidio fisso a vedove
cor. 263, per sussidio fisso a poveri ver-
gognosi cor. 559, per vitto ai poveri ac-
colti nella casa di ricovero e pasti ad e-
sterni cor. 680, per sussidio fisso mensile
al comitato muliebre cor, 20, al comitato
industriale cor. 24, per vitto ai poveri ac-
colti neir ospedaletto Colonna cor. 108.12,
straordinari e doti cor. 1103. — Assieme
cor. 3218.12. Elargiti nei mesi precedenti
cor. 23768.10. In complesso durante l'anno
1905 cor. 26.986:22.
= La spettabile commissione di pub-
blica beneficenza, tanto benemerita nel-
r elargire rilevanti sussidi fissi e straor-
dinari, è intenta a studiare il modo di al-
leviare ognor più le misere condizioni
della vera indigenza. A tal fine essa si
propone di edificare entro il corrente anno
una «casa dei poveri», in cui verrebbe
accolto gratuitamente un certo numero di
poveri, i quali però potessero ancora pro-
curarsi qualche piccolo guadagno, e to-
gliersi dall' ozio.
Anche l'istitazione di una «cucina po-
polare» è allo studio della prefata com
missione, che adesso deve depurare, me-
diante autorevoli informazioni, lo stato
reale dei propri sussidiati, affine di non
recare alcun pregiudizio ai poveri vera-
mente tali.
Impiegati trattati ,da bestie. —
Abbiamo da Vienna :
«La resistenza passiva messa in esecu-
zione da parte degl' impiegati della Cassa
di risparmio postale e le disposizioni se-
vere ordinate dall'autorità superiore, in-
giungenti un lavoro straordinario, furono
causa di dispiacentissimi incidenti, sicché
dovettero intervenire in una sol volta, in
quell'ufficio, tre ambulanze di soccorso
per curare gli impiegati colpiti da improv-
visi malori.
In una sol volta, ammalarono diciotto
tra impiegati ed impiegatesse, ai quali
medici concordemente ebbero a riconoscere
le conseguenze di un esorbitantissimo
faticoso lavoro.
Il deputato Seitz, in un'adunanza, giusta-
mente disse, che lo Stato, il quale ha i'
dovere di dare il buon esempio, oggi an
Cora non ebbe ad attivare il riposo dome-
nicale nel servizio delle Casse di risparmio
postali ; per cui gli impiegati, per raggiun
gere la loro mèta, devono costituirsi, senza
altro, in una ben diretta organizzazione.»
Nei geometri del catastOt — La
direzione di finanza ha destinato il geo-
metra superiore Griovanni Vio a Lesina ed
il neominato geometra Antonio Matulich
a Imoschi; ha inoltre traslo cato i geo-
metri superiori Carlo Policky da Lesina
a Traù e Paolo Ostoja da Traù a Chista-
gne, nonché il geometra Iginio Marinco-
vich da Imoschi a Zaravecchia.
Esposizione di dipinti. — Domani
e dopodomani, nella Civica Biblioteca Pa-
ravia (gentilmente concessa dal signor po-
destà) il giovane pittore accademico Grian-
ni Devich, di Spalato, farà un'esposizione
di ritratti e di studi da lui eseguiti. L' e-
sposizione riuscirà — senza dubbio —
molto attraente.
Cent' anni ! — In febbraio si com-
piranno cent' anni dall' occupazione fran-
cese in Dalmazia. Pubblicheremo, pella
ricorrenza storica, degli articoli,
Scioperetto, — Stando al giornale
di Sebtìuico, anche sui vapori della so-
cietà Negri & Comp,i è avvenuto uno
sciopero di marinai e di fochisti, i quali
intendono di essere meglio retribuiti.
L'imperatore di Germania fu-
tnro podestà d'Abbazia?— Il gior-
nale tedesco che esce a Pola narra che
la contessa Laura Henckel de Donner-
smark di Vienna da poco decessa ha di-
sposto testamentariamente delle sue tre
ville «Neptun, Rosalia e Aran» site nel
comune di Abbazia, a favore dell' impe-
ratore di Germania. E conclude il «Po-
aer Morgen»: «L'imperatore Grugliehno è
quindi divenuto elettore nel Comune di
Abbazia.»
Noi siamo in grado di andare più ol-
tre colla notizia del nostro fratellastro :
sappiamo che Guglielmo ha fatto già pas-
si per 1' ottenimento della sudditanza au-
striaca, ma che il podestà di Volosca
dott. Stangher non è persuaso di assicu-
rargli la pertinenza al Comune, per il
semplice fatto, che, considerata l'alta po-
sizione sociale del petente, le aderenze, il
censo e le facilità d' eloquio, egli dott.
Stangher andrebbe a rischio di vedersi
detronizzato dalla seggiola podestarile
sulla quale con gran gusto dei «Polaer»
e dei «Morgen» salirebbe Guglielmo.
Per la pubblica nettezza. -Bat-
tere il ferro finché è caldo. Sopprimere,
il più eh' è possibile, il malvezzo di mu-
tare la città in immondezzaio. Si agisce
energicamente e senza riguardi .... e si
fa egregiamente bene. Ora tocca la volta
di certi famosi'cortili interni, di vecchie
case, focolai veri d'infezione. Ne abbiam
pure in Calle Larga e in Via Santa Cat-
terina. Bisogna farli pulire, accaratamen-
te, ed impedire che i casigliani seguitino
a gettarvi i rifiuti della cucina. Davanti
al Caffè Centrale, nell'angolo di un ampio
cortile, al lato proprio di una sartoria,
vengono depositate puntualmente le spaz-
zature di tutta la casa : una casa antica,
abitata da molte famiglie povere. I sarti
se ne lagnarono più volte : ed eccitati da
noi a rivolgersi alla polizia, ne ebbimo la
graziosa risposta che appunto nella casa,
con le loro famigliole, abitavano due a-
genti di polizia ! Insomma, sotto la dire-
zione del signor assessore Salghetti, si
procede severamente a pulire, il più eh' è
ossibile, la città, multando senza riguar-
0 i lordatori. E — ripetiamo — si fa
egregiamente bene. Nelle città che si ri-
spettano neanche un bicchier d' acqua, od
una buccia di frutto, si può gettar sulla
pubblica strada.
N.B. Badi la polizia che gli abitanti
erranti delle baracche e dei |panorami, a
riva vecchia, fanno non soltanto la cuci-
na, ma tutto il comodaccio loro dietro le
mobili tende e i percossi valli. Dal punto
ove sono adunati i carretti sino all' angolo
del bastione è tutta una sudiceria di travi
marcite, di rottami e di deiezioni. Biso-
gna tener d'occhio la Donna con la Barba
e quelli che fanno vedere V uciziene del n
e della reghina de Serbia.
Pane ai poveri. — Il cuore gene-
roso della nostra cittadinanza si è mani-
festato talììiente all'altare di Sant'Antonio,
nella chiesa dei Francescani alle Mura,
che quei molti reverendi Padri poterono
distribuire ai poveri della città di Zara,
nel 1905, circa 17.000 chilogrammi di pa-
ne. Bella carità!
Funesto accidente, — Mercoledì
al pomeriggio il muratore Giacomo Ci-
gainero, d' anni 47, da Gemona di Udine,
stava acconciando il tetto del noto ca-
sale Vuchich sulla strada regia di Borgo
Erizzo. Ad un tratto, come sia come non
sia, i coppi, sui quali il Cigainero se ne
stava appoggiato, sdrucciolarono lungo il
pendio del tetto, ed il disgraziato mura-
tore cadde in istrada. E se pure 1' altez-
za del casale non sia grande, rimase cosi
malconcio da non potersi sollevare da
terra. Accorse della gente, che lo adagiò
sovra un carro e lo condusse diffilato al-
l' ospedale. Ma li — state a vedere! — ecco
sorgere contro l'infelice, ridotto agli e-
stremi, le solite formalità burocratiche.
Senza il viglietto del Comune — inutili
1 preghi e gli scongiuri — non si entra !
Il povero Cigainero stette cosi, in carro,
alle porte dell' ospedale, dalle 4 e mezzo
alle 6 e mezzo ; mentre — si vedeva —
il suo stato era tale da esigere immedia-
ti soccorsi. Bisognò rassegnarsi e trasci-
nare il carro sino alla «Stazione Comu-
nale di soccorso» ove il dott. Bugatto
visto il gravissimo stato del Cigainero —•
si affrettò di rilasciargli la indispensa-
bile dichiarazione. Il Cigainero, questa
volta, venne finalmente introdotto noli' o-
spedale ; ma, nella notte stessa — infe-
lice! — soccombette alle gravi lesioni in-
terne riportate nella caduta! A noi pare
che, in casi cosi gravi ed urgenti, si do-
vrebbe, vivaddio, transigere un poco : e
non fare questione di formalità quando si
tratta di questione di vita o di morte. Il
caso, gravissimo, del Cigainero deve, as-
solutamente, modificare 1' assurda regola
dell' ospedale.
11 secondo orologio. — La stessa
casa Solari di Pesaris, che collocò il nuovo
orologio sulla torre di Piazza dei Signori,
ne colloca un altro, adesso, per cura del
Comune, sulla torre della basilica metro-
politana.
Le malattie infettive. — E' stato
denunciato un caso di scarlattina presso
la lavandaia d' Oltre Dorkin Costa di Si-
me. Le famiglie stiano attente.
Solennità religiosa. — Lunedi, alla
Basilica Metropolitana, avranno luogo le
consuete solennità ecclesiastiche, a festeg-
giare la santa patronessa di Zara : Ana-
stasia.
Si conserva l'antica consuetudine degli
accompagnamenti orchestrali. Orchestra e
cantori, diretti dal m.o Ravasio, esegui-
ranno alla sera i V^esperi dell'Asioli e le
Litanie ed il Tantum ergo. La messa so-
lenne, pontificale, avrà accompagnamento
d'organo.
La solita, sfarzosissima illuminazione.
Il panegirico della santa verrà tenuto
alla mattina dal m. r, don Ferdinando
Belloni, rettore del Convitto Niccolò Tom-
maseo.
A proposito di pubblica decen-
za. — Apprendiamo con piacere che al
Comune, nella or decorsa settimana, sono
state multate ben undici persone per con-
travvenzione alla nettezza pubblica : e che
sono in corso numerose procedure per al-
tre, consimili contravvenzioni. Benone:
multe ! multe !
Ritratto del nnovo luogotenente.
— Il signor Tommaso Burato, fotografo
di Corte a Zara, ci comunica di aver ese-
guiti e di aver posti in vendita dei ri-
tratti fotografici del nuovo luogotenente
Nardelli. Al prezzo : formato di gabinetto
C. 2 ; nello stesso formato (50 X 53) C.
3 ; in grande formato (50 X Le
fotografie, ad importo anticipato, si man-
dano con la posta.
Il terribile attentato contro la
luogotenenza. —• L' «Hrvatska Kruna»
ha parlato di un terribile attentato con
materia esplodente contro la residenza
luogotenenziale e l'argomento fini ddl'of-
frire occasiono... a delle sonore risate. Mer-
coledì sera il vetro di una finestra della stan-
za occupata dai praticanti legali venne al-
l' improvviso spezzato da uno strano pro-
iettile che cadde, con forte rumore, come
fulmine a ciel sereno, sul tavolo del pra-
ticante signor Baccos. Certo: al momento
la sorpresa non riusci gradita ; ma poi,
esaminato attentamente il proiettile, si vi-
de che era una innocua boccetta di vetro
contenente una materia bianca, solidifica-
ta. Nitro-glicerina ? Dinamite ? Macché !
Semplicemente della cosidetta polvere di
Tripoli, con cui si usano lucidare else di
sciabole e bottoni. La stanza dei praticanti |
dà sovra un cortiletto ; ma, in alto, ha
dirimpetto l'alloggio dei cesarei-regi gen-
darmi. Ed è possiiailissimo che un gendar-
me, sbadatamente, coli' intenzione di di-
sfarsene e di farla cadere nel cortiletto,
abbia scagliata la boccetta, che, a mo-
menti, sbrigliate le fantasie, finiva col di-
ventare una bomba.
Visite annonarie. — La commis-
sione annonaria procede ad una rigorosa
visita delle carni macellate e delle salu-
merie. Ieri, in una bottega di commesti-
bili, ebbe a sequestrare parecchi chili di
salame guasto.
Per la distruzione delle moscìie.
— Mesi sono il «Matin» di Parigi bandi
un concorso con piemio di diecimila fran-
chi per un sistema di distruzione delle
mosche. La commissione, composta di au-
torità mediche parigine, esaminate le va-
rie centinaia di memorie presentate, pre-
miò uno scienisiato ancora anonimo, che
propone di distruggere le larve delle mo-
sche versando nelle latrine e sui letamai
dell' olio di schisto. Tra i concorrenti vi
era anche la regina Elisabetta di Rume-
nia, che ottenne la medaglia di bronzo.
Monete false. — Ci comunicano che
nel Comune di Sign e in altre località al-
pine vennero sequestrati dei pezzi da un
fiorino, falsi, di una composizione che pare
e non è argento. Sembra il metallo stesso
di C'erte posate, inargentato, all' esterno,
con un processo chimico. Occhio a questa
moneta !
Furterelli. — Il giovinastro V. S.,
parechie volte sfrattato da Trieste e tor-
nato a rallegrare la sua città natale, rubò
in un deposito di legnami al molo
vecchio.
Il fuoco in breve prese proporzioni
allarmanti, dilatandosi ad altri depo-
siti.
Accorsero i pompieri del porto e
civici, carabinieri e truppa. Numerosi
bastimenti, ancorati vicino al posto
dell' incendio, furono allontanati. Tutti
i proprietari sono assicurati. Il fuoco
non è ancora totalmente domato.
Vienna, 13 gennaio. — Un co-
municato ufficiale recava ieri che ia
Corona espresse al conte Fejervary il
desiderio che si ristabilisca in Unghe-
ria anzitutto r ordine, adoperandosi la
massima energia, e poi appena rista-
bilito r ordine si tratti la pace tra il
governo e la coalizione.
Il comitato esecutivo della coalizio-
ne decise invece iersera di istituire
una commissione incaricata di dirigere
e di appoggiare la resistenza passiva
ed attiva nei comitati.
Il governo austro-ungarico comunicò
al governo di Belgrado eh' esso pre-
tende r abbandono della progettata u-
uione doganale .serbo-bulgara, quale
co a dizione per
stro-serbo.
Ma la Serbia non si mostra disposta
ad accondiscendere a tale ingiunzione.
Sono qui giunti il podestà di Trieste,
dott. Sandrinelli, e gli oa. Venezian e
Pitacco. Tratteranno la questione della
1 università e della riforma elettorale.
il trattilo doganale au-
CORRISPONDENZA APERTA.
Devoto • Qui. — I canti con accompa-
gnamento d'orchestra, ancora, pare, per
quest' anno. La cappella restaurata, però,
non viene aperta, perchè incompleta. Lo
sarà tra breve.
Antico abbonato. Nel prossimo numero.
Ma la doglianza pel bagno non è esatta.
Signor X, Lesina. — Grazie; al prossimo
numero.
m^m^mskm^mti
A tutti quei generosi concittadini, pa-
renti ed amici, che presero parte ai fu-
nerali del defunto
Giuseppe Valerio Magnan
ringrazio sentitamente. Ed in modo pre-
cipuo ringrazio la venerabile confraternita
del SS. Sacramento in S. Simeone, non-
ché tutte le altre confraternite esistenti
in questa città. Ringrazio eziandio i due
medici curanti ; ed alla per fine ringrazio
quel vero benefattore occulto, che si pre-
stò con vero amore nella presente mia
sventura.
Zara, 10 gennaio 1906.
Don Gregorio Locica Marini.
COMUNICATI
Dopo circa sette mesi di malattia, e co-
stretto a dover subire due operazioni chi-
rurgiche e quindi costretto di andare a
j quest' ospedal provinciale, mi sento in ob-
i bligo, uscitone guarito, di esprimere tutta
I la mia profonda ed imperitura riconoscen-
j za al capacissimo operatore dott. Gr. Mar-
I celiò, che non solo all'ospedale, ma anche
I a domicilio volle curarmi con grande zelo
I e capacità. E di più, incomparabilmente
I generoso, salvava nel tempo stesso da
j certa morte una mia figliuoletta. Oh, cosi
I lo avessi avuto medico al capezzale del
I mio morto figliuolo ! A lui grazie eterne,
I dal cuore. E grazie vivissime, per le loro
I cure ed assistenze, ai valenti dott.i Bu-
I lat, Galvani e ai due simpatici fratelli me-
\ dici Botteri, nonché alla rev.a Madre su-
l'altro di un orologio con catena d'argento ! P^ora ed alle suore addette alla III e
al cocchiere del signor Donato FiHppi, | V '"^f ospedale. Per tanta bontà
t^k^t. Ti a^^ io e mia tamiglia -- lo ripetiamo — Nicolò Jelich. Il derubato denunciò il furto
alla polizia, la quale, subito, mise la ma-
no sul ladro, lo arrestò e lo deferi alla
Procura di Stato.
= Una piccola banda di monelli, ladri
e vagabondi, riuscì l' altro giorno a ru-
bare una banconota da 20 corone ad un
contadin di Cuclizza, venuto in città a
vender olio. I membri dell'inclita mularia,
scoperti a far spese da gran signori, ven-
nero messi in camerino, dalla polizia, e
finirono col confessarsi autori del furto e
delle scorpacciate successive. Vennero de-
feriti — e son ragazzi dai 9 ai 10 anni —
alla competente autorità.
3 nostri dispacci
Parigi, 12 gennaio. — Visconti
Venosta coi figlio Enrico e Carlo Sfor-
za segretario dell' ambasciata italiana
a Parigi sono partiti per Algesiras.
Pietroburgo, 12 gennaio. —
L? imperatore ha deciso con un ukase
in data 24 deceiiìbre, vecchio stile, di
accelerare la convocazione della Duma;
e ciò recherà un lavoro complica-
tissimo.
Dal 28 corrente in poi si permet-
teraranno le adunanze elettorali.
Il piroscafo «Michael» a'3lla gita
Helmsing-GrUram è stato catturato dai
rivoluzionari russi, i quali si impadro-
nirono di tutte !e armi che si trova-
vano a bordo.
Genova, 12 genriaio. — Ieri ver-
so le sei si è sviluppato un incendio
rimarremo
glii
eternamente
ipetiai
riconoscenti.
Giuseppe Subotta, tipografo.
Edit, a redat. resp. Luigi de NegoveUoh
SUbiiimonto Tipog-ratìoo S. Artalo
La presidenza del comitato costitui-
tosi ailo scopo di ottenere un migìio-
rameato delle condizioni degli impiegati
e del personale insegnante dello stato,
ha deciso di tenere un comizio gene-
rale, che avrà luogo domenica 14 cor-
rente alle ore 6 pom. nella sala mag-
giore del «Teatro Verdi>, gentiimeate
concessa, col seguente
Ordine del giorno :
Posizione degli impiegati :
1. Avanzamento automatico;
2. Computo dell'aggiunta di attività
nella pensione;
3. Diminuzione del servizio a trenta-
cinque anni;
4. Prammatica di servizio;
5. a) Computo nella pensione degli
anni di servizio provvisorio degli aspi-
ranti, calcolanti, diurnisti, eccetera.
b) Computo nella pensione di tutti
gli anni di supplenza e nella stabilità
e nelle aggiunte quinquennali di tutti
gli anni di supplenza dei docenti, pro-
fessori, eccetera, dai giorno dell' abili-
tazione completa;
6. Aumento dell' aggiunta di attività
ed aggiunta di carestia per Zara.
Si invitano per tanto tutti i signori
cc. rr. impiegati e docenti di interve-
nire alla indetta adunanza di sommo
interesse nell' attuale momento.
(1-2) Zara, li 8 gennaio 1906.
Cons. Antonio Zink
Prof. Db. Calvi. Agg. giud. Stef. BuoUé.
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