I. 93. ZARA, Mercoledì 20 Novembre 1889. Anno XXI?:
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mestre e trimestre in proporzione.
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nione postale fi. 12 all' anno se-
mestre e trimestre in propor-
zione. Per gli Stati non appar-
tenenti all' unione postale fi. 8
e di più l'aumento delle spese po-
stali, semestre e trimestre in pro-
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Un numero separato costa s. 10.—
Un numero arretrato s. 16.
IL DALMATA
Giornale politico, economico, letterario.
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naro, in assegni postali si dirigano
all' amministrazione del „Dalmata"
in Zara. Chi non respinge il foglio
dopo scaduta l'associazione s' intende
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affrancate esclusivamente al Redat-
tore. Le lettere non affrancate sa-
ranno respint e. i comunicati si in-
seriscono al prezzo di s. 10 la linea
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rato da convenirsi.
I manoscritti non si restituiscono.
DELL'ANNESSIONE
(Documenti e ricordi).
III.
Il 7 febbraio del 61 una deputa-
zione dalmata si presentava all' impera-
tore, pregandolo di devolvere la deci-
sione della questione, fatta sorgere dalla
Conferenza Banale di Zagabria, alla
prima Dieta dalmata. E, nei domandar
ciò, la deputazione rilevava che „le
storiche tradizioni ricordano rispettato
ed integro il nome dalmato sino dai
secoli più remoti, prima a fronte del
grande colosso romano, poscia nelle
secolari rivalità fra Veneti e Unghe-
resi."
In quest'incontro il Municipio di Zara
ringraziava in forma pubblica e solenne
i membri della deputazione, rilevando
che, con quell'atto, s'era trattato „di
tutelare e di difendere la dignità, il
decoro e il diritto, non già di una sola
città, ma di tutto il regno, eh' era mi-
nacciato di perdere la propria perso-
nalità."
E tutte le Comuni dalmate — allora
che erano ignote le spudoratezze croate
— furon concordi nella rimostranza
anti-annessionista al monarca. Ma allora
era pur viva e potente la idea dalmatica,
né pochi disgraziati non avevano an-
cora osato di snaturare il paese e di
gabellarlo per croato, valendosi di so-
perchierie incoraggiate, e, spesso, san-
zionate persino.
E, pur nel 60, il d.r Bajamonti,
quando riseppe aver la Croazia risve-
gliate le idee del 1848, s'adoperò a
dimostrare con lucente intuizion pa-
triottica quanto intempestiva e dannosa
sarebbe f unione della provincia nostra
alla Croazia. Bajamonti parlò rivestito
della carica di rappresentante del po-
polo : e nel popolo, che aveva coscienza
dell' esser suo e non voleva esser servo
a Croazia, destò entusiasmo. Il discorso
del d.r Bajamonti, primo e vigoroso i-
nizio di lotta, venne stampato in o-
puscolo.
Ma un altro opuscolo uscì in quel
torno di tempo, editore quel Morpurgo,
annessionista convinto a sè di tutto
ciò eh' è ed era speculazione. L' opu-
scolo s'intitolava : Considerazioni sul-
T annessione del Regno di Dalmazia a
quelli di Croazia e di Slavonia; e la
sempre solerte Voce Dalmatica pole-
mizzò con l'autor dell'opuscolo, scri-
vendo, fra le moltissime altre, questo
belle parole: „Dalmazia vuol essere e
rimanere Dalmazia; non è così vile e
smemorata d'apostatare all'essere suo ;
ma sostiene di non appartenere per nes-
sun diritto alla Croazia, nè Croazia vuol
diventareE poi, chiedendo all'autor
dell' opuscolo, che aveva alluso al se-
colare possesso dei Croati: — „Diche
possesso intende parlare ? Croazia non
ebbe giammai diritto sulla Dalmazia,
ma la prima come la seconda furono
soggette all' Ungheria e pur simile as-
soggettamento esclude diritto al pos-
sesso. "
E qui, di nuovo, sopraggiunge la
parola autorevole del Tommaseo, che
dedica un altro scritto ai Dalmati ; lo
scritto : Via facti. La Croazia e la Fra-
ternità. E qui pure, nella reverenza pel
Grande, non tentiamo di riassumere
f opera sua, ma di citar qualche brano,
bello e potente.
„Egli è un fatto — scrive Niccolò
Tommaseo — che la più gran parte
del piccolo regno di moto spontaneo,
prontissimo, dissentì dal confondersi con
1' altro regno, dimostrò di non ricono-
scere nè 1' utilità nè la soavità di co-
testa confusione E certamente se Ra-
gusa e se Cattaro sentissero sè Croate,
al primo cenno avrebbero allargate le
braccia correndo a Zagabria, e gri-
dando: mescoliamoci." E più giù:...
„Via facti! 1 principi più assoluti e
più risoluti interrogano o fanno le
viste di interrogare il volere dei po-
poli che ancora non hanno.... La Croa-
zia banale, dopo ricevuto il niego del
suo desiderio, lo afferra come un as-
senso, e conclude : appunto perchè non
volete è cosa fatta. Gli è certamente
uno sforzo d' amore impaziente ; ma il
matrimonio non ha a essere ratto, nè
l'amplesso strozzare." E, al capitolo
quarto: — „Non solamente i Dalmati
non sì sentono nè si sentirono mai
Croati, ma i Croati stessi non han dato
segno di sentirsi Dalmati se non adesso
che trattasi di un loro politico inten-
dimento." E, a proposito del famoso
diritto storico: — „Guai se una noti-
zia pescata nelle cronache del medio
evo, se un nome di equivoca signifi-
cazione, si facesse titolo a rimpasti po-
litici, e valesse a decidere il destino
di anime a milioni ! I Croati dor-
mirono dodici secoli ; e adesso s' ac-
corgono d' aver popolate le terre dal-
matiche e d'essere Dalmati!"
„Nè solamente per tradizione conti-
nua, e per tranquilla possessione, i Dal-
mati sono Dalmati; ma perchè, du-
rante i lunghi secoli che li tennero
dalla Croazia divisi, più che 1' Oceano
non divida Inghilterra da America, essi
col proprio sudore inaffiarono, col san-
gue proprio difesero e rivendicarono
il terreno da sè posseduto. Combatte-
vano per la Croce e per S. Marco,
combattevano per le proprie case e
famiglie, martiri e cittadini. In Dal-
mazia furono le ultime vittorie dei Ve-
neti ; 1' ultima linea di confine, che più
s'innoltrava nella terra tenuta dagli in-
fedeli, i Dalmati l'hanno segnata col
sangue. Questa è proprietà; qui non
ci hanno parte Croati."
Splendide parole, invero, e memo-
rabili, che dicono più di quanto si sia
detto di questi giorni suli' autonomia
nostra e sulla insussistenza delle pre-
tese croate.
I Dalmati — come abbiam detto —
avevano chiesto all' imperatore che la
questione provocata dalla Conferenza
Banale fosse risolta dalla nostra Dieta. E,
a manifestare in anticipazione qual fosse
il sentimento pubblico, il dì 7 aprile
1861, in cui s'inaugurò solennemente
la prima sessione dietale, andò pub-
blicata la seguente epigrafe, eh'è pur
documento notevole di quel tempo :
VI aprile MDCCCLXI — Giorno fausto
solenne — In cui — La Dieta Dalmatica
— Dal sovrano senno raccolta — In
quest' antichissima — Capitale del Re-
gno — Inizia — La grand'opera —
Che guarentire dem alla Patria — La
gloria del suo nome — La giustizia
dei suoi diritti — V indipendenza del
viver suo — Il beneficio — Di liberali
e provvide istituzioni. — Viva Dal-
mazia !
Nella seduta del 18 aprile, difatti,
all'ordine del giorno era pure la trat-
tazione di una proposta governativa
circa l'invio a Zagabria di deputati
dalmati per esaminare il quesito del-
l' annessione della Dalmazia ai regni
di Croazia e Slavonia. L'interesse per
assistere a queste discussioni era tanto
vivo da parte dei cittadini che il con-
corso fu invero straordinario. Le gal-
lòrie erano tutte stipate e pur v'erano
molto gentili signore. Approvato il pro-
cesso verbale della precedente seduta,
il presidente fece preleggere una mo-
zione del deputato d.r Galvani, colla
(juale questi dimostrava che la proposta
governativa non era d'accettarsi. Tre-
dici deputati annessionisti — tredioi!
— presentarono allora una protesta; ma
essa venne trovata incostituzionale e
quindi passata fra gli atti della presi-
denza.
Nel prossimo numero accenneremo
brevemente assai ai discorsi memorandi
che, da parte degli uomini nostri, ven-
nero fatti in questa solenne occasione.
Qui ne basti notare che la proposta
Galvani — fàtta eccezione, naturalmente,
pei tredici che si astennero — venne
accolta ad unanimità dai deputati vo-
tanti, in mezzo ai segni d'entusiasmo
suscitati da questa prima e magnifica
prova di dalmato patriottismo. E, ad in-
terpretare la soddisfazione alta dei Dal-
mati, andò pur stampata e largamente
diffusa un'altra bellissima epigrafe, in
cui era detto che la Dieta Dalmata,
di civile senno e coraggio, d'eloquenza
e dottrina mirabilmente animata, pro-
clamando a gran voce la dalmatica
autonomia, 1' aspettazione adempiva e le
speranze allegrava di tutto un popolo,
dell'avite sue glorie e del nome onorato
della sua patria custode geloso.
pMW*
La, fintai MI1 missioni sia
Bilia di Zagabria
—
a) Diritto storico croato.
(Continuazione, vedi Nr. 92).
Il deputato Gjurkovié dichiara che, secondo
lui, l'unica base dell' annessione sono le leggi
d«l 1868. La proposta Barcié sta su tutt'altra
base; essa non parla di diritti scritti, ma
si riporta unicamente al diritto pubblico e
nazionale. Qual'è però questo diritto? Forse
quello dell' epoca in cui nemmeno eravi Croazia
e Slavonia, ma unicamente Dalmazia, quale
provincia romana ? o dell' epoca in cui croati e
serbi scesero al litorale, e nella quale nem-
meno esisteva diritto pubblico, ma possesso di
conquista che si basava sulla rapina? o il
diritto dell' epoca, in cui Croazia e Slavonia,
quale regno, erano dipendenti dall' imperatore
bizantino? o del tempo in cui erano dipen-
denti dall'imperatore d'occidente? o dell'e-
poca, in cui Croazia e Slavonia ricevevano
corona ed ambasciate dal pontefice romano? o
dell' epoca in cui erano proprietà della corona
ungherese? E' il diritto pubblico dell' anno
1389, in cui il re della Bosnia Tvarko, dopo
la battaglia di Cossovo, conquistò la Dalmazia?
o quello dell'anno 1433, in cui il re Sigi-
smondo col trattato di Ferrara cesse la Dal-
mazia ai Veneti? Il diritto pubblico del prò-
ponente è forse quello che si basa al trattato
di Carapoformio del 1796, dopoché la repub-
blica veneta ebbe la Dalmazia per 363 anni?
o dell'epoca del possesso francese quando la
Dalmazia si chiamava Illiria? o quello da
quando 1' Austria come impero, dopo il con-
gresso di Vienna del 1815, si ebbe la Dal-
mazia e la unì all' impero come provincia au-
striaca senza alcun rapporto colla Croazia e
Slavonia? Di questi diritti sceglietene uno. 0
credete forse che il diritto pubblico possa com-
porsi come un conglomerato di più diritti pub-
blici, che si basano ora sullo stato di fatto,
che esisteva molti secoli addietro, ora su quei
trattati scritti, che casualmente trovate a voi
favorevoli ?
Comprende il proponente. Egli, probabil-
mente, pensa: io accetto come diritto pubblico
croato ogni diritto pubblico ed escludo solo le
leggi del 1868. Il suo scopo è d'ingrandire
più che sia possibile la Croazia. Tale scopo
come patriota è lodevole; ma allora che egli non
parli di diritto pubblico, ma di scopi di na-
zionale individualità. Egli cerca il diritto pub-
blico nel corso di 12 secoli, allo scopo di
tiovare più titoli che sia possibile a formare
l'integrità della Croazia, Slavonia e Dalmazia;
ma iuvece non vede che, se si allontana dalle
leggi del 1868, non può nemmeno parlare
della Dalmazia. Senza riandare l'epoca dei
primi bani croati, e della quale nulla si sa di
positivo, nè quanti fossero questi bani, nè fino a
= dove si estendesse il loro potere, nè quale fosse
MI loro potere, — l'oratore ricorda che già al
tempo dei re e dei bani croati esisteva la pre-
fponderante potenza bizantina e quella della
repubblica veneta, e che il cosidetto re Drzi-
slavo era patrizio dell' imperatore di Costanti-
nopoli; che la Croazia già nel 998 domandò
la protezione della veneta repubblica. I re e i
bani croati, anzi, sempre chiesero la protezione
ora dall' impero d'ofc dpntf, ora da quello
d' oriente, ora dal pontefice, ora da Venezia.
E' noto che nel 1076 ii re ungherese Colo-
mano s'incoronò a Zaravecchia, e che al con-
gresso di Crisevaz si stabilirono i rapporti fra
1' Ungheria e la Croazia ; sono note le lotte
colla repubblica veneta, la quale finalmente
nel 1438 si ebbe la Dalmazia, e non solo,
come si vorrebbe, le città, ma tutto il territo-
rio conosciuto sotto il nome di vecchio acqui-
sto; nel 1699 colla pace di Carlovitz ebbe i
distretti di Zara e di Knin conosciuti col nome
di nuovo acquisto, e finalmente nel 1718 il
cosidetto nuovissimo acquisto, cioè il territo-
rio da Sign a Macarsca. Questo era il dominio
veneto, che nel 1796 passò ai francesi.
Relativamente alla Dalmazia inferiore, l'ora-
tore ricorda la repubblica della Poglizza, fon-
data da emigrati boanesi e magiari verso l'un-
decimo Becolo, che per molti anni ebbe i suoi
conti di nazionalità magiara, e che cessò col-
1' occupazione francese nel 1796. Ricorda la
repubblica di Narenta, che esisteva prima della
venuta dei croati in Dalmazia, nella quale im-
migrarono poi i soli serbi, che assoggettarono
anche le isole di Brazza e Curzola. Ricorda la
repubblica di Ragusa, la cui esistenza data dal
settimo secolo e visse fino al 1796. Ricorda
la repubblica delle Bocche di Cattaro, che
stette sotto la protezione ora dei re serbi, ora
degl' imperatori d' oriente, ora dei re bosnesi,
ora della repubblica veneta. Ricorda che la
Poglizza, Narenta, Ragusa e Cattaro mai ebbero
qualsiasi rapporto sia eoi croati sia coi ma-
giari, ma erano indipendenti. Conclude da ciò
che, volendo basarsi al diritto croato dei de-
corsi 12 secoli, alla Croazia potrebbe appar-
tenere tutt' al più la parte della Dalmazia da
Zara a Spalato, e le altre parti dovrebbero u-
nirsi alla Bosnia-Erzegovina. (Dr. Brlié: —
Dica alla Serbia). 1)
Barcié nella replica, come prova del preteso
diritto storico, cita il trattato di Cettigne del
1525, e la prammatica sanzione del 1712. 2)
b) Programma del club croato dalmato
e proposta Barcić.
Miskatović, ricordando il programma pubbli-
cato dal club croato dalmato, osserva che lo
stesso partito nazionale della Dalmazia colla
sua azione dimostra di non avere la più lontana
speranza, che il desiderio dell'annessione possa
realizzarsi ; se ciò non fosse, essa non si sa-
rebbe decisa ad una manifestazione del club,
nella quale dice: che il partito nazionale è
pronto di chiedere in ogni momento oppor-
tuno, che il benignissimo Re, sulla base dei
diritti nazionali e scritti, confermati dalla sa-
cra parola di S. M., unisca ìa Dalmazia alla Croa-
zia e Slavonia. Esso avrebbe agito, seriamente,
ove avesse avuta la speranza che tale serietà po-
tesse condurre allo scopo. L'oratore afferma
invece: che dal ministero austriaco è sta-
to sconsigliato al partito nazionale tale
passo, e quel ministro, che diede tale consi-
glio, non lo avrebbe fatto se non avesse avuta
l'approvazione di S. M. É evidente quindi
che il partito nazionale della Dalmazia ritiene,
che a domandare 1' annessione bisogna atten-
dere il momento opportuno. Se ciò sia pa-
triottico, 1' oratore non sa.
Barcié. Dal programma del club croato dal-
mato deduce che la maggioranza di quella
Dieta sta ferma al diritto pubblico croato, ed
il suo scopo si è l'incorporazione della Dal-
mazia alla Croazia. Relativamente alla sua pro-
posta, dichiara che questa, se non ha altro me-
rito, ha quello di provocare una manifestazione
ufficiale da parte della Dieta dalmata.
Granzupano Kovacevié. E' convinto che
gli stessi proponenti non considerano seria la
loro proposta dell' annessione della Dalmazia.
Vogliono colla stessa guadagnarsi il tavore del
1) Da tutta questa discussione sul diritto pubblico
croato risulta che non uno dei vari oratori ha saputo
non solo defluire, ma neppur dimostrare l'esistenza dello
stesso; ma che invece esso non è ohe il parto del-
l'immaginazione di fauatici, che, per evitare di par-
lare di un diritto nazionale, inventano un diritto sto-
rico, che non esiste, nè ha mai esistito.
2) Atti pubblici di un* epoca, in cui la Dalmazia
di diritto e di fatto apparteneva alla repubblica ve-
neta. La Redazione.
N, 100. ZARA, Sabbato 20 Decembre 1890. Anno XXV.
Associazione.
Per Zara fi. 8 anticipatamente, se-
mestre e trimestre in proporzione.
Per r impero Austro-ungarico fi. 9,
semestre fi. 4:50 trimestre fi. 3:50
Per gli Stali appartenenti alPlI-
nionc postale fi. 13 all' anno se-
mestre e trimestre in propor-
zione. l'er gli Stati non appar-
tenenti all' unione postale fi. 8
e di più l' aumento delle spese po-
stali, semestre e trimestre in pro-
porzione.
I n numero separato costa s. 10.—
Un numero arretrato s. 16.
Giornale politico, economico, letterario
Esce il mercoledì e il sabbato
Prossima è la fine dell'anno;
raccomandiamo quindi calda-
mente ai nostri associati di spe-
dire prontamente il saldo del
loro abbonamento alla nostra
amministrazione, clie deve sod-
disfare ad ingenti ed indiferibili
doveri.
DIETRO LE SCENE
111.
Stando le cose a quel modo che
abbiamo narralo sin qui, certo che le
condizioni delle nostre scuole non si
conservano più materialmente a quel-
l'altezza, a CUI erano giunte negli anni
f-assati ; ma per quello che si riferisce
alla coltura generale della nostra gio-
ventù studiosa, esse sono degne della
capitale della provincia, e di gran
lunga superano in questo riguardo le
scuole croate. Perchè dai nostri isti-
tuti sono usciti dei giovani, la matu-
rità dei quali, appena dato l'esame di
licenza, ha dovuto impressionare per-
siuo ! nostri avversari ; giovani che,
non avendo compiuti gli studi univer-
sitari, si sono fatti lodare, come Paolo
Villauis, Antologia italiana, e, come
Dalmazio Liburnico, da molli profes-
sori d'Italia, per i loro articoli inte-
ressantissimi di storia e di letteratura ;
giovani, come il d.r Nagy, i lavori
tìlosofici del quale figurano nelle prime
riviste della penisola; giovani, come il
Maddalena ed il Forster, che nelle
lingue romanze sono a Vienna i mi-
gliori scolari del prof. Mussafia. Noi
non sappiamo, se le scuole croate pos-
sono vantare allievi siffatti ; sappiamo
però questo che, a smentire il croati-
smo della nostra gioventù, sognato dal
signor Claich, dalle scuole di Zara non
è ancora stato licenziato un alunno, il
quale si sia poi dedicato allo studio
delle lingue e delle letterature slave.
E queste cose il signor Claich le sa
e perciò, a mutare l'abbiente che le
produce, cangia intanto i professori,
non accorgendosi che, ad ottenere il
suo scopo, dovrebbe snazionalizzare le
nostre famiglie, la città nostra, anzi,
come ha detto un suo egregio collega,
mandarci tutti al di là del mare. E
quello che più lo cuoce si è che la
nostra gioventù studiosa non si pasce
di quella politica piccina, che da tanti
anni è il suo pane quotidiano; ma,
indiretta a studi severi, esplica per
essi i suoi ideali, che nulla hanno a
che fare con quelli intorno ai quali
egli ha testé messo insieme delle pa-
role nsensate.
Ma il signor Claich ha un altro ob-
biettivo : a lui importa di avere fra le
mani degli argomenti, per far vedere
al governo che le nostre scuole vanno
male, pt jchè sono italiane. E, siccome
queste prove egli non le può comple-
tamente possedere a mezzo di certi
docenti qui insediati, si serve a no-
stro danno di certa fiscalità degna
di causa migliore. Ci si dice che in
nessun istituto della provincia le ordi-
nanze ministeriali abbiano un'esecu-
zione così rigorosa come a Zara: rigori
negli esami di ammissione, rigori negli
esami di licenza; lezioni lunghe, senza
che prima, il più delle volte, sieno
state spiegate; compiti lunghi e con-
fusi, perchè dettati da chi non cono-
sce bene la lingua d'istruzione, su ma-
teria qualche volta non trattata, o ap-
pena appena toccata di volo; note
cattive, assegnate per qualche incer-
tezza nelle risposte, per qualche errore
nei temi, o per inquietudine in iscuola ;
castighi sopra castighi per ogni non-
nulla. Tra le tante cose però merita
che qui sia descritto un po' più mi-
nutamente il modo con cui da noi
vengono lavorati i terni durante gli esami
di maturità.
La sala ha sei finestre, tre delio quali
riescono in un cortile impraticabile, e
tre sulla strada: queste ultime vengono
assicurate mediante una legatura di fili
di ferro. Quando un candidato ha ne-
cessità di uscire, è accompagnato dal
bidello, più spesso dallo stesso direttore ;.
adoperandosi questa precauzione, che
cioè ogni volta viene cangiato il came-
rino. Tutti i temi vengono dettati, senza
che i-i indichi il libro e 1' autore, donde
sono presi. Le male copie sono visitale
ogni ora e firmate dal professore sor-
vegliante 0 dal direttore. Insomma il ri-
gore è tale che, pochi anni fa i candidati,
ridotti alla disperazione, hanno tutti ab-
bandonato la sala, non già perchè non sa-
pessero tradurre un brano di greco o scio-
gliere un quesito di matematica, ma per-
chè si dichiararono incapaci d' eseguire il
compito slavo S Circostanza questa che
il signor Claich ha dovuto trasandaro
mi suo sproloquio, e che offre a noi
un altro argomento per dimostrare a
quale nazionalità appartengano gli sco-
lari delle scuole di Zara, e come v'im-
parino la lingua slava!
Ma di questi rigori noi non ci do-
gliamo, se sono basaU^a legge; ce ne
dogliamo invece, se,' come si vuole,
essi non hanno luogo nelle scuole croate.
Anzi ne abbiamo piacere, perchè, mal-
grado questi rigori, gli esami di matu-
rità riescono da noi brillantemente, e
perchè per essi risulta chiara l'igno-
ranza dei nostri nella lingua slava;
essendoché i nostri figli tutto superano
facilmente nelle altre materie, meno in
quella lingua che, a detta del signor
Claich, sarebbe a loro più d' ogni altra
famigliare, anzi succhiata col latte ma-
terno. E siccome questa ignoranza rie-
sce più che mai scandalosa agli esami
di maturità, e compromette così e i
maestri e gì' ideali del signor Claich,
per quella circostanza si mettono in
atto mille giochetti per simularla. Ab-
biamo veduto p. e. esentarsi da quel-
r esame candidati che non ne sapevano
nulla e che restavano essi stessi con tanto
di bocca di fronte a quelle esenzioni. Ab-
biamo veduto tutta la storia letteraria
croata compresa in un cartoncino da
visita, e farsene le domande in modo
che il candidato susseguente potesse
conoscere la questione, di cui egli do-
vea parlare, mentre veniva esaminato
il suo predecessore in ordine alfabe-
tico. Abbiamo veduto .... tante altre
cose che, per carità cristiana, qui vo-
gliamo tacere e che riserbiamo a tempi
migliori.
Ed ora concludiamo.
Il signor Claich si è attaccato co-
modamente ai suoi ideali, perchè lo
stato delle scuole di Zara non gli of-
friva nessun dato positivo, che po-
tesse giovare al suo scopo. Anzi le
condizioni di queste scuole facevano
contro alla sua proposta, e, svelate
sinceramente, avrebbero addimostrato
che egli, capo del partito croato, non
solo non si era adoperato per il pro-
gresso della sua lingua, ma colle sue
indirezioni avea ottenuto eh' essa ai
nostri diventasse e più difficile e più
antipatica. Quello che poi egli ha fatto
si è questo che colle sue arti meschine
ha tentato di demolire le scuole i-
taliane. — Se poi egli non ha ot-
tenuto ancora il suo intento, lo si
deve alla giustizia della nostra causa,
e a quel sangue gentile che scorre
nelle nostre vene, e che è tanto supe-
riore al suo, che si compiace dei mez-
zucci piccini dei quali abbiamo sinora
discorso.
Come poi egli abbia potuto fare e
disfare contro gì' interessi della peda-
gogia e della didattica, e come abbia
saputo imporsi a chi in nessun caso
avrebbe dovuto assecondare e convali-
dare le sue piccole astuzie, noi qui
non possiamo dirlo. 11 lettore ci rifletta
da se, e liri poi le sue conseguenze.
Certo ohe sarà un giorno fatale per
le scuole nostre quello in cui i mae-
stri, guardandosi attorno con occhio
di compiacenza, potranno esclamare:
mismo naši! Questo motto, che è sino-
nimo di Dolere è 'potere, è stato pro-
nunciato la prima volta nelle commis-
fsioni elettorali croate, ove si faceano
botare i morti, td ha finito in qualche
ufficio, ove si constatò la mancanza
ingiustificata di molte migliaia di fio-
rini! Il cielo ci tenga lontani da quel
mismo nasi, che per noi vorrebbe dire :
distruzione completa di una civiltà se-
colare e principio di un'altra, nata
ieri, estesa appena in un piccolo can-
tuccio dell'Europa orientale, estranea
affatto ai nostri avi e a noi, loro di
scendenti !
•m-
SULLA PROPOSTA
Riassumiamo.
Vantano i croati : gli argomenti ad-
dotti dal Claich sono rimasti inop-
pugnati.
Intanto il primo dei due argomenti,
quello pedagogico, è stato confutato.
Delle 60 scuole elementari del circolo
di Zara, 59, aveva detto l'on. Claich,
sono croate. — Si, ha risposto, la sta-
tistica alla mano pur esso, l'on. Bene-
venia; ma queir una italiana, da sola,
fornisce ben due quinti degli studenti
alle scuole medie di Zara; ma di con-
tro alla cifra speciosa sta il fatto che
degli studenti allo scuole medie di
Zara (come del resto di tutta la Dal-
mazia) ben due terzi sono di naziona-
litàitaliana.— Croatizzandole, ne risul-
terebbe una maggiore frequentazione
da parte degli allievi di quelle 59
scuole. Ma con eguale dispendio,
ha risposto Fon. Podich, trovano a
Spalato, a Ragusa ed a Cattaro l'istru-
zione che desiderano; lasciate dunque
il ginnasio di Zara a chi vuole edu-
care italianamente i propri figli. Ag-
giungiamo: la croatizzazione aumenta
la potenza economica del paese? E se
nò, a chè accrescere la miseria della
provincia, a chè accrescere la schiera
di coloro, e sono moltitudine^ in Dal-
mazia, che mendicano per gfi impieghi
un tozzo di pane, curvando la fronte,
e spesso la coscienza? ! Procurino dun-
que prima le industrie, i commerci a
questa gente, cui dicono di voler ren-
dere accessibili le scuole medie, coloro
ohe delle tristi condizioni della patria no-
stra — ove, nostro danno e dolore, una
estesa cksse indipendente per opporsi con
successo alla loro violenza non esiste —
approfittarono per snaturarla ed as-
servirla. Egli è che l'intelligenza at-
tuale rimane malgrado tutto nell' in-
timo dell'essere italiana. Una intelli-
genza però con coltura croata non è
Inserzioni.
Le associazioni e gli importi di de-
naro, in assegni postali si dirigano
air amministrazione del „Dalmata"
ÌQ Zara. Chi non respinge il foglio
dopoRcaduta l'associazione s'intende
obbligato per il trimestre susse-
guente.
Le corrispondenze devono dirigersi
affrancate esclusivamente al Redat-
tore. Le lettere non affrancate sa-
ranno respinte, i comunicati si in-
seriscono al prezzo di s. 10 la linea
Avvisi -ed inserzioni a prezzo mode-
rato da convenirsi.
1 manoscritti non si restituiscono.
frutto da allignare così facilmente nel
suolo dalmato; quando appena princi-
piasse a crescere, troverebbesi allato
un'altra pianta già adulta, secolare,"
poderosa: la civiltà italiana; l'umile
pianticella, privata d' aria e di succhi,
mancherebbe.
L'altro argomeato dell'on. Claich,
quello secondo il quale l'evoluzione
condannerebbe irremissibilmente gli ita-
liani di Dalmazia a perire, per cui egli
ci porgeva la mano, affinchè non ci
fossero vincitori nè vinti, a parte lo
scherno miserevole, vien posto, tra al-
tro, indirettamente in forse da uno
stesso dei suoi, dal prof. Nodilo. Que-
sti testò, nel suo discorso inaugurale,
qual neo-eletto rettore dell' università
di Zagabria, si proponeva il tema: il
popolo serbo-croato sopraviverà all' o-
dierna lotta per l'esistenza? L'egregio
professore ha creduto poter sciogliere
il problema, secondo il desiderio del
suo cuore, aflermativamente. Ma da
ogni parola quasi si intravede la sua
trepidazione per l'avvenire del suopo-
polo; da tutto si comprende, come il
suo stesso ragionamento non lo ras-
sicuri. Così «empre )! amor -verace :
palpita, dubita incerto e timoroso an-
che in mezzo ai trionfi. — L'on. Claich,
invece, è sicuro.
Questo suo secondo argomento, 1' ar-
gomento politico, come egli lo chiama,
posto e svolto in quella maniera, tra-
disce un modo di vedere ristretto, an-
gusto. Non la sola Dalmazia bisogna
prendere in considerazióne, non i soli
italiani dall'una, ed i soli croati di
Dalmazia dall'altra parte; ma l'intero
popolo croato o serbo, come vi piaccia
chiamarlo, nelle sue condizioni politi-
che, nelle sue condizioni sociali, sopra-
tutto nelle sue condizioni civili, e pa-
ragonarlo poi con i popoli vicini. Quanto
diverse appariscono allora le sorti pro-
babili della lotta, anche limitandosi al
confronto con la sola nazione italiana ;
nel qual caso pure bisogna spingere
lo sguardo al di là della nostra pro-
vincia, abbracciando in un sol tutto
r Istria e Trieste, in una parola la co-
sta orientale dell' Adriatico, ove i due
popoli vengono in contatto e in conte-
sa! — Quanto diversi allora gli auspici
por la sorte futura anche dello stesso
elemento italiano in Dalmazia! Se in
proposito fosse lecito pronunziare un
giudizio, noi, usando una fine espres-
sione del Macaulay, diremmo di essere
inclinati a credere il contrario di ciò
che r on. Claich alierma. La vitalità,
veramente prodigiosa, del popolo ita-
liano, non ha guari risorto la terza
volta a nuova gloria; 1' opera sua im-
mensurabile per la civiltà, per la u-
manità, che illuminano del sorriso della
più tenace speranza chi ne è figlio, e"
stimolano col pungolo più ardente del-
l' emulazione i figli di altra patria, ne
danno fondato motivo. Ogni afferma-
zione, lo ripetiamo, è por lo meno ar-
rischiata, ma tanto osiamo a nostra
volta asserire: l'evoluzione dal Klaich
invocata, — la quale, è bene ricordarlo,
tien conto maggiore della coltura dei
popoli, che non del numero ; la quale
pronunzia la fatale sentenza anzi tutto
contro chi si attardi nel cammino della
civiltà, — queir evoluzione, diciamo,
dagli Italiani può venir attesa fiducio-
samente.
Non di evoluzione e dei suoi lenti,
ma altrettanto duratari conquisti; di
violenza, e dei suoi più o meu effimeri
successi, doveva parlare 1' on. Claich.
FARMACIA SERRAVALLO
TRIESTE.
Casa oentrale di Medicinali. Prodotti chimici, Acque minerali, Specialità medicinali,
Oggetti di gomma elastica, Istrumenti chirurgici ecc. ecc. fondata nell'aniio 1848.
ACQUA DI CATRAME
L'uso del catrame nella me-
dicina data dalla più remota
iiutichità; e nei nostri tempi i
l)rofessori Trviisseau, Caze-
ìiave, Souheiran ed altri hanno
ottenuto col suo mozzo degli
splendidi risultati, noi tratta-
mento dello malattie di
petto, catarri polmo^
nali, bronchite cronica
tosse ostinata, malat-
tie della laringe, della
vescica, dell^ uretra,
nelle eruzioni cutanee
ecc. ecc.
L'acqua di catrame Serravallo
contiene tutti i prindpL
ci c volatili del catram^àj/bcan«
dinavia ed t perciò che^kne^do-
perata con jncontcsf^Ic stresso
nelle mal^jc catari poi
menali, io&^-dfcrvosa, asma, affe-
lioai catkr^ della vescica ecc. ecc.
JJ^cJfxucchiaio da tavola in
Jtccbiere d'acqua due o tre
V08P6 al g^iorno.
FARMACIA SERRAVALLO
TRIESTE
|[boaa oa katpama
L' acqua di catrame Serravallo
sì usa pure come fumigazione :
riscaldando cioè il liquido puro e
respirando il suo vapore, in casi
di laringiti, oppressione di
respiro, asma ecc., e come lo-
zione od injezione: diluito con
acqua, nei catarri della ve-
scica, nel catarro uterino,
nello perdite bianche ecc. ecc.
Per imjaedire le contraffazioni o-
gni holtiglia è munita di etichetta
portante il marchio di fabbrica de-
bitamente registrato^ eguale al mo-
dello qui presente.
Si vende a soldi 60 la bottiglia.
Per i
bambini
deboU
Per i
convale-
scenti
Olio Naturale Di Fegato Di Merlazzo
di J. SERRAVALLO - Trieste
preparato a freddo da fegati freschi e scelti in Terranno va d^ America.
me^zo alimentare ad un tempo conveniente in
efficacia indiscntibile e la su-
Quest' Olio viene raccomandalo quale potente rimedio e quale
lulte le malattie che deteriorano la nutrizione.
Quaranta anni d' oi>pf'rienza hanno ormai dimostrata la
periorità di quest' OLIO in confronto alle altre qualità.
E' purissimo e di sapore non disenstoso ' bambini più restii io prendono volentieri ed in breve
^ t»mpo ne riirnggono evidenti vantaggi. £ facilmente digeribile e quindi indicato ant'he alle parsone di stomaco d^bole,
economico poirbò m ragion»^ contenuto ddh bottiglie il prezzo è minore dì ogni altra qualità.
Signor Jacopo Serravallo — Trieste
L'Olio nolqrale di fegato di Merluzzo, the Voi ci favorisif p» r il IrollaniPiito d'gli tcrofolcsi ricoverati all'Ospizio marino fu
da qufstì bene tollerato e ppie^jò t-ui medesimi coslaniementt un ottimo effetto Icccbè ben volentieri vi attestiamo.
Trieste, gennaio 1890. Per il Gomitato esecutivo
cìelV Ospizio Marino
A. Dottor Castiglioni.
Si vende a fiorini UNO la bottiglia.
L'Olio Di Fegato Di Merluzzo Jodoierrato
viene preparato col euddelto Olio bianco pvrissiuio e jo.'siede ptuiò tntie le ddi di fsfo; con quetta d fferenxa che pe quello è
più conveniente nelle cond xi( ni inoibcse a lento 'det e rso, che n(n pcfpono e ne n divoiso (FFere aitsccate crn ni»zzi curativi di azione
energica, qaesto è indicalo in Intlii casi a dcccreo f iii acnio t i:ei quali di lifccillare la nutrizione langnente. ECCONE UNA PROVA I ! !
Signor J, SEBEAVALLO, Farmacista, Trieste.
Ho riceiuto a suo titrj^o la spcdieicne ài boitiglietie del suo Olio d. Fegato di Merluzzo jodoferrato, che io le commini-
Godo poitrU ecmunieare che la tvra dell'Olio di Fegato di M<r1vzio jcđcf(rra1o fa mitaeoli alla siejvcra, alla quale lo prescrissi-
Essa, debilitata estremi mente da un porto U.horioto e da t<n l uerptrio pkno di vicissitudini, giunta ora appena alla quarta botti
glietta, ka già ùvmentato di due (hilcejrcnmv di peso e sta hinissimo, cerne da lungo tempo non si sentiva.
Aggiungo d' avere indire esperimentoto il tuo eccellente prodotto in altri casi di gravi anemie, fra c^i in uno complicato
con assalii epiléttiformi, ottenendo sempre ottimi risultati e guarigioni incontestabili e durature.
GRADO, 15 Novembre 1890.Devottissimo D.r Paride Candioi.
à ^ 1:
Si vende a soldi 70 Ioj bottiglia,
Deposito: Farmacia Serravallo, Trieste.
PIAZZA CAVANA (del Sale).
Trovasi pure nelle Farmacie della Dalmazia.
FILIALE SEBENICO
(Dalmazia)
FURIALE TRIESTE
Piazza S. Giacomo 1
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Approvato dall'i, r Autorità superiore
RACCOMANDATO DA IB^T CELEBRITÀ MEDICHE
Preparato a ZARA (Dalmazia) da
ROMANO VLAHOV
Fornitore della Casa Reale Principesca di Lussiqno a Parigi
Decorato col Busto di LIBERTADOR e premialo con le più alte distinzioni.
Questo liquore, che ai prende me-
scolato con acqua, caffè, vino, the e
brodo, è composto di sostanze vege-
- tali fornite di vìrtà salutari, il cui
effetto immediato si esercita sullo sto-
maco e sugli organi digestivi ; giova
mirabilmente alla purificazione del
sangue correggendo l'inerzia e la de-
bolezza del ventricolo, e stimolando
appetito. Esso purga leggermente, sof-
foca la verminazione nelle sue fonti
migliorando gl' ingorghi cronici del
fegato e della milza, e rende sempre
meno sensibili gli antichi incomodi e-
morroidali.
Preso giornalmente preserva dai mia-
smi velenosi, tanto provenienti dal-
l'aria malsana, quanto da contagio, o
epidemie, per cui è emineiitemente
antifebbrile ed antioolerioo. ~
La mia Etichetta in tutta 1 estensione fu protocollata
Ministero del commercio ed inaustria a Vienna e divenne la
fabbrica. "T®®
MARASCIflNO ĐI ZARA.
Quello che costituisce poi di questo
Vna specialità del genere dei
B^alutifev,, e l'allontanamento in quelle
So alle quali van-
n?ose^h?® biliose^ patur-
Diffatti dopo qualche giorno l'indi-
viduo che fa uso di questo liquore
sente rinnovarsi le suo forze vitali
ed un senso di benessere generale
lo rende contento, svegliato ed at-
jivo.
Ogni fiasca viene munita di un li-
bretto a stampa contenente l'emporio
di attestati medici e privati nonché la
relativa istruzione per adoperai'e il
rimedio.
presso r 1. R.
mia marca di
Liquore universalmente conosciuto e pregiato. La mìa fabbrica lo produce secondo un me-
todo da me ritrovato, puramente dì Marasche, saturandolo di profumo naturale, e d' un gradevo-
lissimo sapore.
Roob
La mia distilleria, dopo lunghe e
faticose esperienze, ha potuto ottenere
dalle bacche di ginepro (particolar-
mente trattate) un eccellente Soob
Ooooola che non solo si beve come
delicato e squisito ma serve anche come
ristoratore delle forze, agendo sui nervi,
sul cervello e sul midollo spinale rin-
forzando lo stomaco, recando vantaggi
non pochi nelle stentate digestioni, co-
Coeeola
me pure qualche rimedio contro 1 do-
lori intestinali e le flatulenze, essendo
eminentemente diuretico.
Per riconoscere il genuino mìo Boob
Ooooola, del falsificato si badi che lo
fiasche portino incìsa l'iscrizione Ro-
mano VlaUov — Sebenloo e sieno
munite della capsula col timbro a secco,
nonché d' una fascia di carta al collo
portante la firma genuina R. Vlahov.
AVVERTIMENTO. — Vlahov, Elisir di Romano Vlahov, ed il Roob Coccola
frutto di piìi che 25 anni di fatiche e spese e d'uso ormai mondiale hanno destato l'avidità del
soliti imitatori e contraffatori che ingannando la buona" ìfede del pubblico, smerciano fraudolente
mente dei preparati nulla assomiglianti che soltanto nella fiasca e nell'involto della stessa. Ad
evitare tali manifestazioni indegne d'ogni industriale G comiTiGrciciTit^ onBsto si doTnanđi soniĐre
Vlahov Elisir, ed il Vero Roob Coccola di Romano Vlahov - Zara, esigendo
R. Vlahov l'impronta in vetro sulla bottiglia così purela capsula bianca munita del
il Vero
la firma R, nrm n,, vituiu i impront m suii oouigu i bii
relativo timbro a secco la fascia al collo portante la firma genuina R. VlahOV,
altri prodotti, i-isultato d'insigne malafede e di turpe inganno.
Dirigere le Commissioni alla ditta: Romano Vlahov, ZARA*
del
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177^. esclusa però la Villa di Zelengrad
soggetta alla Giurisdizione di Zara.
G) Li Beni situati nel Contado di Za-
ra > e cacasricati sotto il nom» diScaber-
gna, Percos, e Plenericò accordati còlla
Investitura dell' ex Veneto Magistrato
sopra Feudi ^o. Settembre 1745. al No-
bile Co: Antonio Giusti, e suoi Discen-
denti Maschi in esecuzione del Decreto
dell' ex Veneto Senato 26. Agosto di
quell'anno.
H) Li Beni delle due Ville di.Stari-
grad, e di Tribagn Territorio di Zara in
ordine alla Terminazione Generalizia 16,
Giugno 1707. dovendo però li primi cor-
rispondere alla Regia Finanza annual-
mente Fiorini 8. e Karantani e li
secondi Fiorini 5-
I) Li Campi 200. posti fra Gallovaz,
e S. Cassan, ed altri luoghi circonvicini
del Territorio di Zara accordati al No-
bavio.. Dopo Segna Plinio, e Tolomeo rìcordan varie Città,
che or più non efistono, quando non aveflero cangiati ì lor
antichi nonù in quel d'alcuni d'oggidì piccioli Villaggi detti
di S, Giorgio, Stari grad, Giablenaz , e Carlobago luogo più
Gonlìderablie degli alti l restè ricordati .
Non molto lungi e al sud-est dì Carlobago è Iv^ow^:an-
ticamente Enonsty e forse la ^inia di Strabene, Città Ve-
scovile, e quanto popolata > c grande un tempo, altrettan-
to piccioh , e desolata al pre^sente . Fu la capitale altre vol-
te di un.j delle undici famose Zupanle de' Croati , ed è
comunemente nota oggidì pel celebre Stabilimento fattovi ad
uso de' Tabacchi nelle vicine sue pertinenze , o campagne
dall'illustre, e intraprendente Sig« Co: Manfrin.
Da Nona andando al nord-efl fi giunge a 'ì^pvsgradi ^
fortezza ficuata nel canale > che porta il medefimo nome x
pie della quale v'è un borgo composto di loo case in cir-
ca, e andando al sud-efl c'opo otto miglia di strada fi giun-
ge a Zara detta Jadtra da Latini, e Diadora ne' balli tem-
pi 3 Città antichiHima, Colonia de' Romani, e la capitale
una volta della Liburnia, ed oggidì di tutta le Dalmazia,
e Sede, e Metropoli d' un Arcivescovo > e del Ces. Reg.
Governo e militare , e civile-politico economico . Supera le
altre Città Dalmatiche attualmente efistenti nella grandezza ,
nella bellezza , e in molti altri pregj, onde soglion distin-
guerfi le più illustri Cittadi .
Venti miglia all'Oriente di Zara evvi un plcciol vllag-
glo detto Zara VecMi^ che anticamente era Città di qual-
che conto chiamata dagli antichi Blandona , e ne' tempi do-
po, Biograd^ e in Latino ^loa maris. Meritò lo sdegno
della Repubblica Veneta, e fu atterrata da' fondamenti.
Prima di g;iungere al fiume Kerka in poca distanza dalle
sue foci par che fi debba collocare l'antica ricordata
nell'Itinerario di Antonino, e distinta <\ii\Y^rausana del To-
lomeo, perocché questa era mediterranea, e quella marit-
tima. Forse non sarebbe fuor di ragione, se ^rausa di An-
tonino fi collocafl'e là , dov' ora è Fodise vilaggio del Ter-
rito-
Io parecchie sere dell' inverno 1891-92 il
Buble e il Zamala rabarono dei lumi dagli a-
tri e pianerottoli delle case.
La sera del 25 marzo di quest' anno, V A- .
krap, il Bubie e lo Zrinski, provedutisi di un
pezzo dì ferro, ruppero una porta dell' ex Caffè
Stefania alla Biva Nuova; e, penetrati nel
locale, vi asportarono in più volte bicchieri e
bicchierini e una scacchiera, i quali oggetti
in gran parte vennero poi restituiti al pro-
primario dagli stessi acquirenti.
Infine il dopopranzo del 6 maggio, pure di
questo anno, 1'Akrap si introdussn io una ca-
nova della casa Petranovich-in Via dell' Ospi-
tale e quivi si tenn« appiattato fino a sera i-
noitrata. Poi, attraverso uj» finestrino, entrò
del negozio di Simeone Mestrovich, e da un
cassetto rubo oltre 50 fiorini, indi dì bel nuovo
tornò nel suo ' nascondiglio. Il Buble e il
Ciossicb, in quel frattempo stavano in sulla
via, in vedetta; e, quando avvisarono il mo-
mento propizio, che nessuno passava, diedero
il fischio convenuto, al qual segnale 1' Akrap
uscì, Il bottino venne diviso fra loro e in parte
nascosto n*i vari punti della città.
Tutti e sei . i ladruncoli furono riconosciuti
colpevoli dei reati posti loro a carico, J quali
pel solo Buble si qualificano a crimini, men-
tre per gli altri, attesa l'età inferiore ai quat-
tordici anni al tempo dei fatti commessi, seb-
bene di loro natura criminosi, si risolvono
nelle corrispondenti contravvenzioni ; e come
tali vennero condannati: il Buble, in conside-
razione che sedusse gii altri, a un anno e
mezzo di duro carcere, l'Akrap a quattro
mesi di reclusione in separato luogo dì custo-
dia, il Raucieh, lo Zrinski e il Zamala a un
mese, e il Ciossich a due settimane.
E' da sperare che le severe pene loro in-
flitte varranno a farli pentir del malfatto e
serviranno in pari tempo di eaiutare esempio
agli altri.
. E qui cade in acconcio di rilevare quanto
sia benefica, e degna d' incoraggiamento nelle
sue iniziative, la società per la tutela dei ra-
gaazi vagabondi; e di ricordare ancora una
volta ai genitori il sacro dovere di vegliare
con tutta diligenza sui figli, per risparmiare
loro il disonore e la dura esperienza del
carcere.
Signor G. Piccoli farmacista in Lubiana.
In seguito ai risultati di analasi chimica
certifico che lo „SCIROPPO Dì LAMPONE"
da lei preparato è un prodotto ECCELLEN-
TISSIMO.
Imp. reg. stazione sperimentale chimica fi-
siologicajn Klosterneuburg presso Vienna 21
dicembre 1891.
Il Direttore
Prof. D. li. Boesler
Sciroppo di Lampone, concentrato a va-
pore, filtrato e limpidissimo. Viene preparato
accuratamente eoi frutti aromatici delle Alpi.
— Una bottiglia del contenuto di un chilo-
grammo 65 soldi; bottiglie piccole a 35 soldi
I' una. Pesato, a 55 soldi il Cg. Viene spedito
in damigiane del contenuto di Cg. 3 1{2 di
sciroppo di lampone (pacco postale) a f. 2.33,
da 10 Cg. a f. 6.16, da 20 Cg. a f. 12.10,
da 40 Cg. a f. 24.20, inclusivo imballaggio.
Si spediscono campioni franchi a chiuuque ne
farà richiesta
che, con scienza e cuore, tentò .ogni mezzo
per istrapparlo alla morte. E — per le loro
gentili ed indimenticabili prestazioni -- si ab-
biano grazie riconoscenti e le famiglie Petras,
Roccamarich, Rohenbauer e il signor Damele
Petranovich e le signorine Marietta Silvestrich
ed Annetta Vincich e i signori Giovanni Be-
vilacqua e Niccolò Oluich.
Zara, 25 ottobre 1892.
Le famiglie Valenti e Kopfensteiner.
Tipografia Artaie.
Edit. e redat, responsabile Riccardo Forster.
Ricerco praticante
per la mia libreria, il quale abbia assolto, per
lo meno, 3 classi ginnasiali o reali e conosca
I' italiano, lo slavo e possibilmente il tedesco.
E. de Schónfeld, libraio, Zara.
Avviso.
Il sottoscritto si pregia di prevenire i nu-
merosi suoi avventori, nonché il P. T. pub-
blico di Zara e della provincia, che, dai giorno
d' oggi in poi, nel suo ben fornito deposito
di mobili, egli vende ogni articolo al puro
prezzo di costo, e ciò colle relative fatture
alla mano.
Zara, 26 ottobre 1892.
devotissimo
Leopoldo Kiswarday.
TÌq itoti fiora UD fornimento completo
U a VUliUtllD io raso da stauza da
ricevere. Stoffa gialla e legno dorato ; disegno
artistico. Rivolgersi, per informazioni, alla ti-
pografia.
MIGNON
CAVALLERIA RUSTICANA
I PURITANI
spartiti completi per pianoforte e canto o pia-
noforte solo, in vendita ed a nolo presso'
E. de Schónfeld, libraio, Zara.
Da collocarsi un capitale di
fior. 8000, od eventual-
mente una somma minore, o
anche maggiore fino a fior. J6.000f verso prima inta-
volazione di stabile in città.
Per informazioni rivolgersi alla ti-
pografia del nostro giornale.
E' pubblicata la 2.a edizione del
Consigliere per sani ed ammalati del
parroco Seb. Kneipp.
Vendesi presso E. de Schónfeld - Zara
a soldi 80.
Fratelli landel & Nipote
Banca — €ambio-valute
in Zara
— Filiale Catturo —
nella deficenza dei mezzi e nelle difficoltà
dell' esecuzione.
Spera che, assistito dall' onorevole consiglio
e dalle giovani forze che gli stanno a fianco,
gli sarà facilitato il suo compitola che non
riusciranno ad appagare i desideri di tutti;
ma ciò non deve disanimarli. 11 conforto lo
devono cercare nella coscienza di aver fatto
il possibile, senza curarsi delle dicerie, che
forse qualche volta ad arte si spargono per
denigrare la città. Si agisca; e non si badi
a ciò che si dice, allo scopo, forse, di creare
e il disamore e la svogliatezza. Non man-
cherà di dedicare tutte le sue forze al grave
compito, al quale dalla fiducia del consiglio
è nuovamente chiamato, sebbene le sue con-
dizioni fisiche esigau riposo. Prega di acco-
gliere queste parolo, che partono 'dal cuore,
come espressione del sentimento di affetto
e di lealtà, col quale cercò sempre, e cer-
nerà in avvenire, qualunque sia la posizione
in cui possa trovarsi, di giovare a questa
sua cara patria. Prega di esser ricambiato
di amicizia e di fiducia.
Le parole del primo cittadino di Zara sono
lungamente e vivamente applaudite e la se-
duta è sciolta.
Auguriamo al nuovo Comune, rinfrescato e
rinnovato, che in intima armonia di pensiero
e di azione prosegua securo ed energico di
conserva col nostro partito nella difesa sa-
cra dei diritti nostri nazionali e linguistici;
e battano con successo e d'accordo sempre
la via maestra dell'ordine e della dignità.
Pubblica violenza. — Da Sebenico
riceviamo questa notizia, che sta in rela-
zione con un trafiletto della K D.
„Il 22 ottobre 1 1892 alle ore 11 antime-
ridiane, nella stanza dell' i. r. capitano di-
strettuale, in presenza dì lui e di varie per-
sone, il capo della polizia locale Ante Supuk,
gridando e menando le mani in atto di col-
pire, minacciò il maestro delle scuole civi-
che signor Cristoforo Ourkovié, ripetendogli:
10 vi farò ammazzare; o credete voi, perchè
albanese, di non dovere aver paura di nes-
suno? Io vi farò vedere chi sia Supuk; io
vi farò impalare qui abbasso, in Pogliana.
E volgendosi all' i. r. capitano distrettuale :
Ella lo consigli di non sortire questa sera
di casa. Questi è quel Supuk, che, ripetuta-.
mente redarguito e poi condannato una volta,
quale podestà, ad una multa, per indecoroso
contegno in giudizio, dall' attuale i. r. giu-
dice distrettuale signor Raimondo Visich, fu
poi condannato, quale podestà, a quaranta
giorni di carcere da quell' inaccessibile giu-
dice, ora consigliere, signor Eugenio Celligoi.
Mai, come questa volta, l'i. r. capitano di-
strettuale ha 1'obbiigo di fare il suo dovere,
dimostrando che la giustizia e la legge sono
eguali per tutti.
I veri rappresentanti di un governo de-
vono reprimere le violenze da qualunque
parte esse avvengano. Le ingiustizie hanno
-sempre commosso e commuoverano il po-
polo. Sia dunque dimesso il podestà Ante
Supuk, che con tristi esempì ha distrutto la
secolare civiltà di Sebenico e siagli sosti-
tuito un gerente governativo. Così vuole la
pubblica opinione; così vuole la giustizia;
così vogliono i cittadini di Sebenico ; e il
governo nou terna di fare un' opera saggia,
che un' intiera città dalla sua giustizia ur-
gentemente domanda "
Elezioni. — Sono fissate per il giorno
17 novembre le elezioni per un posto di
deputato nel collegio Cittavecchia-Lesina.
Inutile ogni ammonimento: i nostri amici
di Cittavecchia, ne stiamo garanti, sapranno
trovar la persona che più favorevolmente e
'più .opportunamente si raccomanda per qua-
lità personali e per popolarità a raccogliere
11 maggior numero possibile di voti. Trove-
ranno le energie che costituiscono tanta parte
del passato patriotico di Cittavecchia.
Il posto rimasto vacante per la rinunzia
del d.r Spalatin, qualora . avesse regolare e
logico corso il procedimento elettorale, do-
vrebbe venir occupata dal nostro candidato.
Ai nostri amici non 1' ammonimento che sa-
rebbe superfluo, ma fio d'ora l'approva-
zione per 1' azione serrata e decisa che da
loro attendiamo.
=f Le elezioni suppletorie per la curia fo-
rese Dernis-Knin-Verlieca sono fissate pel 16
novembre.
Sulle elezioni comunali di Spalato,
ricche di. notevolissimi dettagli, un nostro
corrispondente scriverà nei prossimi numeri.
Per Carlo Dordi. — Ci scrivono da
Spalato, in data del 24 corrente:
„La notizia della morte di Carlo Dordi ci
pervenne soltanto coi giornali di Trieste.
Tosto venne diretto al municipio questo di-
spaccio : „Oggi soltanto pervenne luttuosa
novella. In nome dei connazionali di Spalato,
sascntti porgono, con cuore di fratelli, vi-
vissime condoglianze codesto spettabile mu-
nicipio per perdita illustre benemerito Dordi, "
Avvocato Cmdro — Girolamo degli Alberti
— Simeone de Capogrosso."
Altri telegrammi vennero pure diretti al
municipio di Trento dal deputato provinciale
d.r Salvi, dalla gioventù italiana di- Spalato
— con molte firme — e da alcune corpo-
razioni.
Si ricordava, in questa triste occasione, la
fratellevole solidarietà del municipio di Trento,
del compianto Dordi, e dei deputati italiani
alla Dieta d'Innsbruck, quando la morte ci
tolse Bajamonti. "
Per replezione di materia dobbiamo
sopprimere la solita rubrica politica. Così
sopprimiamo le pedanterie della Katolička,.
che cerca il pelo anche nell'uovo della nostra
ristampa.
Lega Nazionale. — La direzione
della Lega ringrazia per i seguenti importi
ricevuti: fiorini tre raccolti dai signori An-
tonio Voivodich, Giusto Andretta e Giovanni
Prencis in un gruppo d'amici ; fiorini cin-
que e cinquanta per onorare la memoria
della signora Eosa Locatelli.
= Ci venne consegnato da N. N. 1 fio*
rino, frutto d'una scommessa, e lo abbiamo
passato subito al gruppo locale della Lega.
Scommettete, scommettete e la Lega in-
casserà.
= Le oblazioni per la Lega si ricevono
^W Appalto Fogagnolo all'angolo della via
Larga. Aiutate tutti la Lega !
Il nuovo canonico. — Il canonico
onorario don Ercolano G.ampieri venne no-
minato canonico effettivo della nostra Basi-
lica Metropolitana.
La nomina venne appresa da tutti con
piacere perchè don ErColano, oltre ad es-
sere un sacerdote veramente esemplare, è
un saldo patriota, un buon figlio di Zara.
*A lui, e alla sua famiglia, le nostre feli-
citazioni.
Il nuovo segretario. — Appren-
diamo con piacere, che, nella seduta di ieri
a. sera della Camera di Commercio, 1' egregio
d.r Luigi Ziliotto venne nominato segretario
della Camera stessa, in sostituzione dei ri-
nunziatario avvocato d.r Giacomo Ghigliano-
vich, che però rimane in carica sino alla fine
dell' anno. E' un buon acquisto che fa la
rappresentanza commerciale, e ce ne. con-
gratuliamo con essa e col neo-nominato.
Il nuovo avvocato. —- Stamane, con
buon successo, fece l'esame d'avvocato il
d.r Simeone Petricevich, da Dernis, che e-
serciterà in quella borgata.
Congratulazioni.
Ad alcuni giornali d'Italia. —
E' un vezzo che dura da qualche tempo e
alle volte si ripete come a scadenze fisse.
Abbiamo avuto il conforto che molti dei
giornali del regno, quando avevano la no-
zione precisa dei fatti, e non parlavano così
a vànvera come si parla degli articoli di
moda o del tempo che fa, o dei frizzi ba-
lordi di Puntolini e di Livio Cianchettini,
hanno discorso dell' italianità della Dalmazia
con abbondanza di fatti e di prove non cam-
pate sulle nuvole. Abbiamo visto Ruggejro
Bonghi far giustizia piena e riconoscere da
pari suo con quanta tenacia nelle resistenze
e quanta fede nella continuità della tradi-
zione si lotti in Dalmazia per la conserva-
zione linguistica. Tutti quelli che sono ve-
nuti da noi, dal Marcotti a Pietro Sbarbaro,
da Pietro Sbarbaro a Giacinto Gallina, e che
hanno voluto vedere le cose come sono ve-
ramente al loro posto, ne hanno poi parlato
e scritto con veridica esattezza.
Pure, di quando in quando, come l' ornai
logoro oboe fuori di chiave, salta su qual-
che giornale a dir degli spropositi che se
venissero da altra parte farebbero ridere.
Invece che ne deriva? I nostri avversari,
che per i primi ne conoscono l'insussistenza,
se ne fanno belli e' li gridano sui tetti.
Giorni fa sul caso Ivanovich la Gazzetta
di Venezia, non si sa perchè, stampò un'in-
sinuazione storicamente destituita d'ogni
base coli' aggravante d' una Sciocchezza come
giunta alla derrata. La Perseveranza poi si
fa citare dal Narodni List, poco allegro
ono're, come pezza d' appoggio, come si di-
rebbe in un linguaggio sciaguratamente cu-
riale, per negarci 1' italianità. Se molti gior-
nali italiani hanno della Dalmazia quella
conoscenza geografica che Omero aveva
della America, stiano cheti e non vengano
a porre le mani nel bucato nostro, che a
risciacquarlo ci bastiamo noi. Ci si dirà che
l'ignoranza di pochi non cambia un pelo
della questione, e che le cose restano quelle
di prima. D'accordo; ma è pure irritante
per chi lotta da anni a dover ingollare sia
pure a intervalli lunghissimi delle corbel-
lerie così marchiane. Ed è perciò che una
volta almeno ne sarà permessa la protesta
contro giudizi trinciati così alla leggiera
senza cognizioni di fatti, di uomini e di cose.
Sono stonature singole ed isolate, ma anche
le stonature non abbiamo nè la voglia nè
il dovere di mandarle giù, tanto più che
sono stonature che non offendono solo l'orec-
chio. Certe cose bisogna lasciarle dire ai
giornali avversari ad uso e consumo della
polemica croata, che i giornali italiani non
hanno da imitare, almeno così ci sembra.
Ed è tempo che il triste vezzo finisca una -
volta.
Gratitudine croata. — Ci scrivono
da Spalato, in data del 23 corrente :
„Il giornalaccio del comune di Spalato ha
parlato giorni sono della gratitudine nostra,
a proposito della supposta conversione al
croatismo d'un recidivo penale, di cui quel-
l'organo mostrava inorgoglire. (!!!)
Noi siamo, senza cercarlo, al caso di ci-
tare la gratitudine dei suoi signori.
E' morto di crepacuore, ier 1' altro, quel
famoso sergente di polizia Cekada, di cui
tante volte si discorse. Aveva avuti dei con-
flitti, per ragioni di competenza e d'inte-
resse professionale, coli'assessore Pope Ma-
tossich, ed era stato sagrificato per conser-
vare al comune, nelia fuga universale, al-
meno quel gramo amministratore in šibica.
Avvilito, privo del suo posto, e beffato dai
biricchini, l'eroe Cekada morì in un paio di
mesi, lasciando numerosa famiglia, che nes-
suno^ di coloro pei capricci dei quali arri-
schiò per molti anni, giorno per giorno, la car-
cere, soccorse o parla di.soccorrere.
Al trasporto funebre di quel capo della
polizia locale non comparve neanche un in-
serviente comunale!
Addirittura nessuno. *
Solo alcune guardie di polizia ed alcuni
gendarmi seguivano il fèretro.
11 Lecoq del d.r Bulat finì nella più triste
e commiseranda delle maniere. Ètnunc eru-
dimini!"
Il Narodni List s' offende, quasi, per-
chè venne ordinato alle autorità àteurali di
servir le parti con stampiglie rispondenti alla
lingua usata dalle parti stesse.
Una volta — logicamente e utilmente —
le stampiglie erano soltanto italiane e nes-
suno se ne lagnava. Ora però, che si sla-
vizza a tutta oltranza, il N. h. ha ancora
il fegato di lagnarsi. H
Cosa vuole di più? La cacciata degli ita-
liani ? * * ; \
Folchetto. — Siamo stati assicurati ;
che il conte Piero Tartaglia, di Spalato, pi-
glia un cappello numero uno ogni qua! volta
viene nominato dal Dalmata.
11 conte Piero Tartaglia ha torto.
Noi sappiamo eh' egli è un buon diavolac-
cio, e, Croazia a parte, un gentiluomo com-
pito. Siamo quindi lontani le mille miglia
dall' intenzione di offenderlo.
Ma ci dica, se ha un po' di spirito. Come
fa a permettere che il famigerato Zvonimir
— lo Schiesonc d'oltre Velebit — lo mi-
stifichi in un modo così grossolano, effigian-
dolo nella verde età di vent' anni, taMo da
parere Polchetto,
.... il giovin paggio
Di Raimondo eli Tolosa?
Nel soprabito del conte Piero— per San
Zvonimiro ! —• vorremmo protestare.
Perchè, di fronte a certe anomalie, egli può
insegnarci con Giovenale eh'è assai difficile il
trattenere la satira.
I giudici popolari. — Anche questa
volta — contrariamente a legge — viene pub-
blicata in slavo la lista dei giurati per la sessione
d' assise, che avrà principio il 15 decembre
al nostro tribunale. Traduciamo, poiché ne-
anche per gentilezza si può avere una carta
italiana da un ufficio, che, a lingua interna,
ha l'italiana.
Giurati ordinari: Locas d.r Simeone, av-
vocato, da Sebenico — Erak Matteo, possi-
dente, da Strétto — Inchiostri Bonifacio,
possidente, da Sebenico — Glamoč Giovanni,
possidente, da Stretto — Pleslich Marco,
possidente, da Morter — Petrovich Giacomo,
possidente, da Bilize — Grubissich d.r Gi-
rolamo, avvocato, da Dernis — Ciala Spiri-
dione, possidente, da Sebenico — Dean To-
maso, possidente, da Zlarin — Lapenna Fran-
cesco, possidente, da Sebenico — Kursar
Giacomo, possidente, da P. Sepurine — Di-
dovich Giovanni, possidente, da Zman — E-
skinja Marco, possidente, da S. Filippo-Gia-
como — Skracich Andrea, possidente, da
Morter — Matacich Andrea, negoziante, da
Sebenico — Korofsky Pietro, possidente, da
Pristeg.— Kózul Lorenzo, possidente, da
Rasanze —; Nimira Cristoforo, possidente, da
Arbe — Mattiazzi Vincenzo, possidente, da
Sebenico —- Baricich Matteo, negoziante, da
S. Filippo-Giacomo— Eskinja Simeone, pos-
' sidente, da S. Filippo-Giacomo — Bubalo
Pasquale, possidente, da Scardona — Balikas
Rocco, possidente, da Cerniza — Benzia An-
tonio, industriante, da Pago — Pekota An-
tonio, possidente, da C. Venier — Montanari
Antonio, possidente, da Sebenico — Bares-
sin. Giovanni, possidente, daVodizze — Ple-
slich Paolo, possidente, da Morter — Cleva
Antonio, industriante, da Ulbo — Vucieh
Giovanni, negoziante, da Sebenico — Supi-
cich Giuseppe, assessore comunale, da Selve
— Bujas Simeone, possidente, da Dolaz —
Mazura Giuseppe, possidente, da Stretto —
Balanza Giovanni, possidente, da Capocesto
— Celar Gregorio, possidente, da Sebenico
— Barach Giovanni, possidente, da Rasanze.
Giurati supplenti: Vascotto Domenico, ne-
goziante, da Zara — Sossa Matteo, eapovilla,
da Oltre — Marcetich Nicolò, possidente —
•Voivodich Antonio, falegname — Negri Giu-
seppe, possidente — Bercich Spiridione, ne-
goziante— Mazzoni Girolamo, imprenditore
— Ivanov Paolo, negoziante, tutti da Zara.
Nomine. — Il ministrò del commercio
ha nominato il controllore delle poste Fer-
dinando Riboli ad amministratore postale
in Sign, i praticanti postali Giovanni Cova-
cich, Nicolò Degiovanni, Eugenio Santich,
Filiberto Businello ed Andrea Aluievich ad
assistenti postali; e Paolo Franich, Antonio
Macchiedo di Girolamo, Antonio Prebanda,
Antonio Arneri, Ugo Lana e Francesco
Chimielewski a praticanti postali in Dalmazia.
X<a squadra d' evoluzione — che stette
ancorata molti giorni nel nostro porto — è
partita lunedì alle 7 e mezzo. La corvetta
Friedrich ritardò la partenza, perchè —
causa- unfforte vento di tramontana—1'àn-
cora sua, con lieve danno, cedette.
Un desiderio. — Alcuni abbonati alla
stagione d'opera manifestano — a nostro
mezzo — un desiderio. Vorrebbero udire,
cioè, nella Cavalleria rusticana, anche la
.signorina Maria Arnoldi, una russa gentile,
che debutta e eh' è stata scritturata con re-
golare contratto.
U desiderio di udirla non può scemare
minimamente la bella rinomanza acquistatasi
dalla egregia signora Montalcino.
Dunque e l'impresa e la signorina Arnoldi
vedano di soddisfare tale domanda.
== Stasera Cavalleria. Sono incominciate,
al cembalo, Se prove dei Puritani.
lavoro d'arte. — L'intagliatore
Marco Zanardo, da Piave, fa vedere una
cornice in légno, da lui finissimamente, e
con rara abilità,artistica, intagliata. E' un
magnifico lavoro, tutto fogliami, fiori, frutta,
farfalle, in istile rococò. Il Zanardo, che ha
perduta la vista, è costretto a mostrare,
per vivere, questa sua splendida cornice. E'
un atto di filantropia V aiutarlo.
Triste convoglio. — Ieri partirono
da queste carceri criminali parecchi dete-
nuti per Oapodistria. Alla riva c' era mezza
popolazione di Borgo Erizzo, perchè nel con-
voglio erano pure i due fratelli Stipcevich,
gli uccisori del Liubicich.
Ladretti alla sbarra. — Ieri V al-
tro si tenne presso il tribunale il dibattimento
contro una banda di piccoli malfattori, com-
posta da Simeone Akrap, Simeone Apen detto
•Raucieh, Antonio Buble, Giuseppe Zamala,
Antonio Zrinski e Giovanni Ciossieh, accusati
di furto.
Lo spettacolo di quei ragazzi, dei §xià\i il
più vecchio conta quindici anni e il più gio-
vane undici appena, spinti così per tempo sulla
via del delitto, produsse, in quanti ebbero il
disgusto di assistere a quel dibattimento, un
senso di penosa impressione. Le confessioni
uscite loro di bocca attestano a qual grado di
depravazione li condusse l' abbandono ne! vi-
zio, in cai sono lasciati da congiunti senza
cuore. •
Ecco i fatti di cui si resero colpevoli.
Nel settembre del 1890 1' Akrap e I' Apen,
approfittando dell'assenza del padrone, entra-
rono nel negozio di certo Giovanni Meleda,
nel Borgo interno, e dal cassetto del banco
rubarono circa 4 fiorini e da una vetrina un
pacchetto di sigari del valore di fiorini 6:50.
La mattina del 19 novembre 1891 l'Akrap,
da sólo, penetrò attraverso una finestra in una
stanza a pianoterra della casa Perlini alla
Biva Nuova, e, trovate le chiavi d' un cas-
setto, lo aperse e portò via un astuccio con-
tenente varie monete d1 argento ed altri og-
getti di valore, elle poi vendette per poco qua
e là.
; .——
Telegrammi particolari
del „Dalmata"
VIENNA, 25 ottobre. — E'
smentito il ritiro di Sterneck.
— E' imminente la firma del
compromesso con T Italia che chia-
risce i punti controversi della clau-
sola pei vini.
-— La crisi ministeriale unghe-
rese, se non scongiurata, è ag-
giornata.
— Il bilancio dello stato au- *
striaco, che verrà presentato all'a-.
pertura dei Reìchsrath, prevede
un piccolo civanzo.
-ft^r 1 Ej'Stfg*
RACCOMANDANO quale utile im-
piego di piccoli risparmi, l'acquisto di vi-
glietti di lotteria concessionati verso paga-
mento in rate mensili da stabilirsi con f. 1
a f: 10, secondo 1' entità dell' affare.
Offronsi Croci rosse austriache — ungheresi
— italiane, Viglietti Serbi 3°/0 e Serbi Ta-
bacchi, Basilica di Pest (Dombau) „Josziv =*
Buon Cuore", Bodrn Credit 3 % — Credito
mobiliare, Città di Vienna, Lubiana, Inns-
bruck, Salisburgo ecc., a prezzi ristrettissimi.
Gruppo di Cartelle consigliabile:
1 Lubiana
1 Cedola di premio del Boden Credit
1 d.o d.o della Banca Ipotecaria 4°/0
1 Croce rossa austriaca
1 Croce rosea italiana
1 Basilica di Pest (Dombau)
1 Serbo Tabacchi
1 „Josziv — Buon Cuore"
verso 28 versamenti mensili da f. 5.
23 Estrazioni anuue — Totale delle vincite
principali nella prossima estrazione: fiorini
I55.v/X) e franchi 165.000.
Altri gruppi raccomandabili:
Un Viglietto orig.Ie della Croce rossa auet.ca
» » » » » » ung.se
» » » » » » ital.na
» » » » Basilica (Dombau)
„ Prestito Serbo Tabacchi
» » » » Buon Cuore Joesiv
„ „ „ „ Torco da f.. 400
Una Cedola di premio del Boden Credit I. Em.
» » y> » » « II. Em.
» » „ della Banca Ipot. ungh.
37 Estrazioni annue per un importo di f
517000.
Pagabile in 46 rate mensili da f. 5.
1 Viglietto orig.Ie Credito fond. aust.co 3°/
1 n „ Prestito Turco da f. 400
1. » Prestito Serbo Tabacchi
1 » n Croce, rossa italiana
Con 19 estrazioni annue e vincite di com-
plessivi f, 331.000 per singola estrazione.
Pagabile in ventiuna rata mensile da f. 10.
1 Viglietto della Croce rossa italiana.
1 » » n r ungherese.
1 * della Basilica di Pest Dombau.
1 „ ungherese Buon cuore Joseiv.
1 „ del Prestito Serbo Tahacchi.
14 Estrazioni anuue. — Totale,delle vincite
principali complessive in un anoo f.chi 540 700
e fior. 140.950.
Pagabile con f. 57.— in 19 rate mensili
da f. 3.
Immediato diritto alle vincite già col paga-
mento della prima rata.
Rivolgersi alla
Banca Cambio-valute
Fratelli Mandei & Nipote
in
Zara.
Ringraziamenti.
La commissione dirigente l'istituto di ca-
rità per l'infanzia e per la puerizia, ringrazia
I' onorevolissimo signor Pietro Africh, i. r, di-
rettore delle poste e telegrafi per la generosa
elargizione di fiorini 4 devoluta a vantaggio
di questo pàtrio istituto per onorare la me-
moria delle signore Ivcevieh, Obradovich e
Rosa vedova Locatelli nata Ceolin e di Si-
meone Hein.
Zara, 25 ottobre 1892.
La Commissione dirigente.
Rattristati dalla prematura perdita della no-
stra amata Rosina, c^Jurono di non lieve
conforto le numerose compartecipazioni al no-
stro lutto, per le quali ringraziamo di cuore.
Serberemo memore riconoscenza al signor
d.r G. Ivanics, medico curante, e al signor
d.r R. Batt'ara, il quale, sostituendo il signor
Ivanics assente, passò lunghe ore al letto della
povera ammalata, non badando a fatiche, pur
di lenirne i dolori.
Ed eguale riconoscenza serberemo al m. r.
don L. Bujas, il quale, disinteressato, più che
amico, vegliò per intere notti al capezzale
della morente.
Zara, 27 ottobre 1892.
. Marianna ved. Ceolin per sé
e congiuuti.
Vivamente commosse e piene di ricono-
scenza, le sottoscritte ringraziano tutti quei
generosi, che vollero prestare assistenza e con-
forto al compianto loro figlio, e rispettiva-
mente fratello
Antonio Valenti.
Uno speciale ringraziamento dirigono e al
m. r. don Carlo Ballarin, confortatole amoroso
del povero defunto, e al d.r Nilo Bugatto,