N. 15. Zara, Lunedí 25 ^ebbrajo 1878. Anno IX.
KATOLIGIA DAIMACIJA
Veritatein facientes in charitate, crescamus
ilia pep omnia, qui est caput Christus.
fS. Paul Eph. IV. 15.
Esce il Lunedi ed il Venerdi.
——
Ego interim clamito:
Si quis Cathedrae Petri jnngitur, mens est.
(S. Hieronym. Epis. XVI. ad Dam.)
roborandis,
Vos ipsos. auxiliante Deo, in dios alacriter operam Vestra;n impensuros in tuenda salutari Eeclesiíc doctrina, animisque in Religionis amore et in ver® fidei professione
(Pió IX nel Breve del 21 Fcbbrajo 1872 <ujl% scrittori delta Ualmazia Cattoliea.)
Condizioni d'associazione. — Per Zara per un anno anticipatamente lior. 6. - Per la Monarchia Austro-Ungarica flor. 7. — Per Testero per un anno fran-
chi 15 in oro. — LT associazione è obbligatoria per V intera annata. Glii non avrà dato disdetta alia line di un' annata, si riterrà associato anche per la seguente. Le as-
socia?,ioni e gfimporti di denaro in gruppi, o meglio in assegni postali, si dirigano all* Amministraiione della Da/mazia Cattoliea in Zara. Le corrispondenze affrancate alia
Redazione. I comunicati s'inseriscono al prezzo di s. 10 la linea. Inserzioni in quarta pagina a tariffa assai moderata. Un N.ro separato s. 8.1 inanoscritti non si restituiscono.
IWrWWIMMI
Zara, 25 febbraiô.
Corne è noto ai nostri lettori alla sera
de] 18 corr. il S. Collegio dei Cardinali si è
raccolto in conclave. Il giorno seguente alla
raattina ed al dopopranzo si procedette colle
note formalità agli scrutin!, i quali non die-
dero alcun risultato. Ma Dio non ha voluto
prolungare di troppo la vedovanza della sua
Chiesa. Il giorno 20 la prima tradizionale sfu-
mata era stata osservata aile 12. 30 dopo il
mezzodï, e la piazza di S. Pietro era quasi
divenuta deserta, quando alF una pom. in pun-
to. si sono spalancati i battenti della gran
loggia chesovrasta aU'ingresso maggiore del-
la Basilica Vaticana. Intanto veduto cio, la
piazza si andava popolando, cd ecco apparire
immediatamente, corne accennammo nel numé-
ro passato, il Cardinale Catterini che pel pri-
mo ha annunziato al mondo il fansto awe-
nimento dell' Habemus Pontificem. Un lungo
grido di acclamazione per parte dei circostanti
accolse il lietissimo annunzio che è stato sa-
lutato dal giulivo suono dei sacri bronzi della
Basilica.
Esempio quasi unico nella storia dei con-
clavi; bastarono tre votazioni per riunire so-
pra'il Card. Pecci piii di due terzi dei voti
dei congregati. Fu nel meriggio del giorno 20
che il Suo nome usciva 44 volte dall' urna.
Compiuto il terzo scrutinio, si abbassa-
roño tutti i baldaccbini che sovrastavano ai
seggi degli E.mi Cardinali all' infuori del bal
dacchino al numero nove, collocato a comu
evangelii, che era quello occupato dal Card.
Pecci, il quale interrogato se volesse accet-
tare 1' elezione, rispóse che sebbene si rite-
nesse indegno di tanta altezza, puré dal mo-
mento che tatti erano concordi, si rimettea alia
volontá di Dio. Quindi il Card. Decano di-
resse al Pontefice quest' altra domanda: Quo-
modo vis vocari? II Santo Padre disse volersi
chiamare Leone XIII, in memoria di Leone
XII, pel quale avea sempre avuto somma ve-
nerazione.
Rogato I' atto di accettazione da Mons.
Martinucci, il nuovo elletto venne condotto nel-
la sacristiá, ove fu rivestito degli abiti pa-
pali, ossia sottana e calze bianche, scarpe
rosse colla croce, rocchetto, mozzetta, stola e
zucchetlo bianco. In questo tempo il Papa, co-
me aflertoa 1' „Üss. Rom." del 22, mostravasi
profondamente commosso. Rientrando in cap-
pella, il Pontefice in passando impartí la Pon-
tificia benedizione agli E.mi Cardinali, e po-
stosi a sedere sulla sedia gestatoria giá ap-
parécchiata sulla predella del!' altare, riceve-
va la prima adorazione dai Cardinali, che gli
bacciarono la mano e furono ammessi all'am-
plesso. In seguito a cib, P E.mo Card. Schwar-
zenberg, dichiarato da S. Santità Pro-Camer-
lengo, gli pose in dito 1' anello pescatorio. Cio
fatto, tutti gli allri conclavisti furono ammes-
si al baccio del piede. S. Santità, reiterata la
Sua benedizione al S. Collegio, si dipartiva
dalla Cappella per restituirsi nella sua celia.
Poco oltre le 4 pom. del giorno stesso
varí E mi Cardinali si recarono alia celia del
nuovo eletto per accompagnarlo insieme a tutti
i conclavisti fino alia loggia interna della Ba-
silica Vaticana, donde dovea impartiré alT im-
menso popolo ivi radunato e genuflesso 1'apo-
stólica benedizione.
Alie 4.30 le imposte della loggia interna
si aprirono, e T apparire del novello Gerarca
della Chiesa firsalutato da un lungo e fragoroso
applauso. Fatto sil^zi^^cjtate le preci di ri-
to, Leone XIII diede al popolo la sua prima
benedizione, dopo di che si ritiró ne' suoi ap-
partamenti, accompagnato da generale, altis-
simo ed entusiástico scoppio d»applausi e di
evviva. e dall' agitare d' innumerevoli braccia
verso I' alto protese.
Questo spettacolo tenero e sublime, co-
mosse anche coloro che eransi colá recati per
mera curiositá „Abbiamo visto, dice Y „Os-
servatore Romano" co' nostri occhi parecchi
agenti delta pubblica forza, prima estatici e
confusi, scoppiare anch' essi in singhiozzi di
commozione e di gioia; ne abbiamo üditi pa-
recchi unirsi agli Evviva dei Romani, scla-
mando coll'accento della piü profonda com-
punzione: Anche noi siamo cattolici; il Papa é
Padre nostro ancora. Fra gli altri ci colpi un
ufficiale dell; esercito che dopo essere rimasto
alcun po' come di sasso, cadde in ginnocchio
esclamando: Oh io non posso piu; Viva Leo-
ne XIII.U Insomma é stato uno spettacolo de-
gno di Roma, degno della Sede augusta di
Pietro, degno dell' illustre Porporato che si é
assiso sul trono glorioso dei Papi.
dovere di venerazione e di rispetto al suo
successore.
L' ufficiale Wiener Abendpost annunzia, che per
online sovrano dovea tenersi aile 11 ant.de! giorno
24 corr. nella parrocehiale di Corte «n solenne uf-
ficio divino con Tedeum pelP elezione del Pontefice
Leone XIII.
Taie nfticio divino, secondo il Vaterland sarebbe
celebrato da S. Ecc. il Nunzio Mops. Jacobini.
La Voce della Verità dice ehe nel primo scruti-
nio tenuto pell' elezione dei Pontefice nella mattina
dei 19 il Card. Pecci ebbe solo pochi voti, i quali
nel secondo scrutinio del giorno stesso salirono a 35.
Alla mattina del 20 il Card. Pecci ebbe 44 voti, e
cosi rimase eletto Pontefice.
Sua Santità non avendo ancora prescelto
il Card, segretario di stato, ha disposto che
quest' ufficio si esercitasse provvisoriamente da
S. E. Mons. Pietro Lasagni, col titolo di pro-
segretario di Stato.
II S. Collegio dei Cardinali, uniforman-
dosi alia voíontá del defunto S. Pontefice Pió
IX, ha fatto distribuiré ai poveri di Roma,
per mezzo del Cardinale Vicario, 100,000 lire.
Il sig. Giovanni Acquaderni, presidente
della Società della gioventíi Cattoliea italiana
ha diramato un beliissimo invito ai cattolici
d' Italia per un pellegrinaggio solenne a Ro-
ma. Egli dice fra le altre cose che a Roma
i cattolici d'Italia sono chiamati da un dupli-
ce dovere; il dovere di gratitudine eterna ver-
so 1' Angélico Pió IX che li ha lasciati, ed il
Invito Sacro.
Iddio che sempre veglia sulla Sua Chiesa,
e mediante ¡1 Divino Suo Figlio Gesü Cristo
Nostro Signore Le promise la perpetua Sua as-
sistenza, come all' única depositaría delln Divina
Sua Aulorita e Veritá: non ostanti i torbidi
| tempi nei quali Essa solea colla navicella di
i Pietro il mare tempestoso degli umani avveni-
! rnenti; dopoché Gli piaeque in questi giorni di
cliiamure alia Sua Gloria il Suo Vicario in térra
i' Iminortale PiO IX, lasciandoci nel lutto e nel
dolore per tanta perdita; poco dopo raccolti che
furono sessanla e piü Cardinali nel palazzo Va-
ticano presso il Sepolcro del Principe degli Apo-
sloli, volie tosto consolarci con un Nuovo Suc-
cessore di Colui, sopra la pietra del quale ebbe
innaIzalo la Sua Chiesa. Ammirabile Provvidenza,
la quale colla serie non interrotta dei Sommi
Pon te fie i provvede alia perpetuilá, all' unitá e
Aposlolicitá della Chiesa Cattoliea; affinché sia
il faro posto a ¡Iluminare ogni uoino che viene
al mondo; a ricondurvi coloro i quali avessero
smarrilo il senliero che mena al Cielo; ad as-
sicurare tutti, che i Cieli e la térra passeranno,
ma che Ja parola ossia la promessa di Dio non
verrá mai meno.
II nuovo Pontefice volle assumere il nome
di LEONE XÍII; e la storia ci sta garante che
da Leone I. il Grande e Santo, per bocca di
Cui a confessione dei Padri Greci, radunatí nel
Concilio Calcedonense avea parlato Pietro me-
desimo; e dalla Maeslá ed eloquenza del quale
Attila si indusse ad abbandonare 1' Italia per far
ritorno nella Pannonia, fino a Leone XII, il
quale lasció in questo secolo henedetta memo-
ria di sé; questo Nome é foriero di grandi spe-
ranze e di pacifiche vittorie; e Noi per ció col-
la medesima venerazioue con cui pel corso di
trentadue anni pregammo pel Grande Pió IX.,
pregheremo puré pel nuovo Pontefice LEONE
XIII, il quale distinto e onorato in tante guise
da Pió, non é molto era stato da Lui innalzato
all' eminente dignitá di Camerlengo, in forza di
cui gia in questi giorni di tanti dolori e di tante
speranze tenne il governo provvisorio della Santa
Zara, Lunedí 14 Marzo 1878.
Dalmazia
KATOLIČKA! DALMACIJA
KAD SE
DNE 3 OŽUJKA! MDCCCLXXVIII
U PRIESTOLNOMU HRAMU
W*mm*s JOfcOJI
pffigääjp
SLAVIO
IZBOR NOVOGA PAPE
ATA I: Vo «ffe «Ä?> «Rb
doru tavnu sa sebe svlači,
Haljine svietle na se navlači,
Pretvaraj u pjev kajački vaj,
Krstova ljubo, mezimko Boga;
Na žive znake veselja tvoga
Klikuje zemlja, odzvanja raj!
Kadno ti tvoju vidljivu glavu.
Vječni tvoj ures, vječitu slavu,
Ugrabi makli, studeni grob,
Adove sile začele nadu,
Vidoei biti tvojemu padu,
Slaviti tvoju konačnu kob!
Ele ih ljuto prevari nada!. .
S' bolnog tvog odra čitava, mlađa
Ti nam se prenii na novi viek:
Kd što će jednoČ iz grobnih tmuša
Jasnijim tielom pravedna duša
Klisiti Čila na trublja zvek.
Slavnoga Pija riedke vrline,
Čeličnu dušu, velebne Čine
Zatrt'ti htjela zavidna smrt;
A1 Višnji s' neba poslk ti Lava,
Da vjere svoje njeguje prava,
Da, Kerub novi, Čuva svoj vrt;
DvosjeČnim mačem božije rieči
Prevratnom duhu ulaz da prieči
U zemlju svetu, u božji sad;
Da lavskim srcem, i lavskom moći
Brižljivo brani, danju i moći,
Krstovo stado, nebeski grad.
Iz mora diži, Petrova plavi,
Uzdano sidro; Lavom na glavi,
Susretaj smjela srditi val;
Devet i deset punih vjekova
Kroz lagum hrliš biesnih vjetrova,
Iz kojih kriešti pakleni jal!
Oluja trista on na te sruši,
Bez da ti ipak vislaca skruši,
Kamo 1'da tvoju razklima grud!
Nad tobom nebo zahman se muti,
Na te mati srću valovi ljuti,
Zahman se skriva pod tobom prud,
Vodjena novim kormileem, Lavora,
S njim ćeš se novom ovjenčat slavom,
S njim ćeš doživjet sretniji viek;
Nesklon na sjajnost žeženog zlata,
Njegovoj skrbi obilna plata:
Vierniem dušam pružati liek;
Liek što ga donife sJ rajskih vedrina,
Previšnja mudrost božjega sina,
Kad sišla s' neba naviešćat spas;
Ter čelik-Petru dala da hrani,
Na vječni uztuk griešnoj nemani,
Nauka svoga Čudesni kvas.
Za Petrom svetim mal' da ne trista
Nasliedi došle baštinu Hrista,
Nasliedi Petrov dvostruki ključ;
Kazujuć s' kula bezsmrtnog Rima
Čitavu svietu, narođim svima
Utjehe raja, vangjelsku luč.
Petrova groba s' visokog vr' ca,
OdvjetČe vrli Pijeva srca,
Trinasti Lave razvij svoj glas;
Narodom raznim širokog svieta,
Zvuk je tvoj mio, tvoja rieč sveta,
Naputci tvoji dušam su spas.
Presveti Otče, k'nebu nas puti,
Nedaj da duše podlegnu piiti,
Sokoli u nas mlohavu ćud;
Njegtij nam ugled Krstova hrama,
Podžiži ognjem božjega plama
U mukloj dvojbi ozeblu grud.
Rječitim žarom prvoga Lava
Svraćaj bič božji s' krštenih glava,
Borcima nudjaj masline cviet;
Moli da Višnji izpuni nadu,
Da pastier jedan u jednom stadu
Prikupi vjerom razdrobljen sviet*
Nedaj da gazi silnika peta
Slabije pleme, golotna kmeta,
Utješi, Otče, sirota vaj;
Tlačenoj pravdi u pomoć leti,
Skrušenu pružaj blagoslov sveti,
Zlopatnu kazuj blaženi raj!
V5S fir
Stjepan Buzolić.
N. 16. Zara, Luneđi 11 Marzo 18T8. Anuo IX.
KATOLIG DALMACIJA
Veritftteni facienles in chuntaíe. ereseanuts in
illo jjer omnia, qui est caput Christus.
(S. Paul. F)ph. IV. 15.
Esce il Lunedi ed il Venerdi.
——
Ego interim clamito:
Si quis Cathedrae Petri jungitur, meus est.
(S. Meronym. Epis. XVI. ad Dam.)
Vos ipsos. auxiliante Deo. in dies alacriter «¡terani Veetram impensuros in taenda salutari Ecciesia! doctrina, animi.sque in Iteligionis amore et in verœ fldei professione
robota u dis, (pio fX ne( Brem de,I 21 FMrajo 1873 agli scrittori della fí almazia Cattolica.)
Condizioni d'associazicme. — Per Zara per un anno antícipatamente iior. 6. — Per la Monarchia Austro-Ungarica fior. 7. — Per Testero per un anno fran-
chi 15 in oro. —• V associazione è obbligatoria per Tintera annata. Ciii non avrà dato disdetta alla line di un' annata, si riterfà associato anche per la seguente. — Le as-
sociazioni e gl'importi di denaro in gruppi, o meglio in assegni postait, si dirigano alP Ammimstrazione della Dahnazia Caltolica in Zara. Le corrispondenze affrancate alia
Redazione. I comunicati s" inseriscono al prezzo di s. 10 la linea. Inserzioni in quarts pagina a tariffa assai modérala. Un IN.ro separato s. 8. I manoseritti non si restituiscono.
Prendiamo viva parte al lutto in cui ve-
nerdi passato fu immersa 1' Augusta Famiglia
Imperiale. per Ja morte di S. A. 1. e R. 1'Arciduca
FRANCESCO CAKIJO Padre di Sua
Maestà il graziosissimo Nostro Imperatore. È
una sventura questa che sarà intesa col piíi sen-
tito dolore in tiilli i paesi della vasta nostra
Monarchia; avendo ii defunto per le esimie sue
virtù goduto la riverente stima e 1* afletto di
tutte le popolazioni dell' Impero. Nella gloriosa
storia degl1 Absburgo restera benedetta la me-
moria delF augusto defunto, il quale dopo avere
consacrato i prirai anni della sua vita agí' in-
teressi dello StatG. ritiratosi nella vita prívala,
edificó le popolazioni col!'esempio delle preciare
sue virtù e specialmente colla sua religiosité. I
Viennesi ricordano con commozione, come ii
pió Principe nel tempo quaresimale si recava,
confuso cogli altri fedeli ad ascoltare costante-
mente la parola di Dio, ricordano gli annuali
suoi pellegrinaggi a Maria-Zell, la sua viva par-
tecipazione al lutto della Chiesa per la morte di
Pió IX ed al giubilo per F esaltazione di Leone
XIII. Sono pochi giorni che lo videro scendere
alia Nunziatura per inviare al Santo Padre col
mezzo del Nunzio le sue felicitazioni. Anche i
Dalmati ebbero la ventura di ammirare le nobili
virtù delF Illustre defunto nella visita che come
delegato da S. M. il defunto Imperatore Ferdi-
nando fece nel 1842 alia nostra Provincia. Sia
pace alF anima sua.
Kakvo to riešenje Bosnu i Ercegovinu čeka? ! svakomu na domaku to se hoće da svak bude
Hoće ii jim Austro-Ugarska bili gospodarica ili ¡jak za obranu, slab za napadanje,
pokroviteljica? Postala ona jedno ili drugo prije | Znam, tada bi mučnije bilo da Bosna ostane
sastanka možda nećelai jedno ni drugo, svrha | Austriji, nu austro-ugarsko pokroviteljstvo bilo
i europejskom sastanku," početak bosanskom rie- j bi jače i sire: sjedne daj s druge primaj. Sva-
; šenju, zadnji zbor onamo, prvi tvor ovamo. ^ • kako po Bosnu dobro; imala gospodara do Drine
Sada treba pripraviti put. Tu zadaću liepo j ili pokrovitelja do Bugarske. Dobro za nju dobro
za svakoga.
Politički pregled.
; vrše magjarski listovi, kad zagovaraju aneksiju
j za nevolju, još obilnije kad predlažu da carevina
j zaokupi od izvora Drine do utoka Pruta. Vještoj
; diplomaciji nije težko hać Bosnu tražee ju od
i Nikšića dta Vidina; da je i sitnija ne bi ju i
| čovjek u tom prostoru s oka izgubio. j Nestade razpravljanja o carinskom-cieniku.
Jesu li magjarske novine od sebe, na prizor ! Nakon tri sedmice neprekinutog rada zastupničko
| ruskoga uzpjeha, promienile dosadanje mišljenje | bečko Vieće dovrši cieničke posle. Vladin je
lili ih obavija dali viših krugova? Pa kani li; predlog skoro cio primljen; najveće je promjena
¡Austrija zbilja u Bosnu ? Što Busija o njoj misli? ¡bilo baš gdje se i očekivalo naime u carini na
U tom obziru „Reuter" ovih dana, priob- i kafu 1 kamenoulje. Tim se pomaknusmo podo-
: ćujuć uvjete mira, do? ic-e čudnovatu viest: Za ! bro naPried > sada kad Je svladana bila cienička
Bosnu Moskov mi^A? prve dvije ustale po--i prepona vieća mogu uzeti da raspravljaju'o dni-
j krajine iz Pelrograda* reforme pitaju. To je ne- j f^ važnim predmetima, što čekaju od toliko
| nadnja. A jeli to zlo ? dana i mjeseca. Jurve je došla bečkim zastup-
4i i' • , i • ,. .i , , i ničim pod ruku razprava o proračunu i na 7 Ako bi se to obistinilo propade za sada!, , \ v [ , f. , ..v ,, , , 13 • tvt i * pocese prvi put pretresati dotične predloge. austro-ugarsko gospodarstvo u Bosni; JNu pokro-1 ~ t ., c i • • v 6
viteljstvo ne: lo bi dokazalo da Austrija neće I Zast"I'"lk; Schonerer govorio je proti proraćunn i ** «' ! 1 ilononnA no nutrntrino ta tnnnA • nn m inir.fr» itAtTT r\
Bosnu u krilo neko pod krilo. A što je bolje i napadao na carevinsko vieće i na ministarstvo
Bosna medju dvije kneževine.
Nova miena nastala po Carigradskom miru
napreduje došle tiho i povoljno; što se veće
odmičemo od 3 ožujka to bolji medjunarodni
europejski odnošaji. Sada veće o sastanku nitko
ne dvoumi. I zvanični listovi kao „Norddeutsche
Ali. Zeit." za Njemačku, „Agence Russe" za
Moskovsku jamče da se obće očekivanje bez
velike prevarili neće. Prije Jurjeva dana, netom
lišće zene tri će kolovodje Andrassy, Bismark
i Gorčakov rek bi glavom na viećanje. To bi
bez sumnje dobro bilo, jer bi se poso trsio j
brže, većim sjajem, jačim uplivom.
Kakve će posljedice obletjeti svietom iz j
sastanka? Hoće li tu crpiti Austro-Ugarska nove i
sile da oporbu magjarsku svlada te srećno Bosnu I
posvoji, da stupiv na novo zemlju u istoku, ne ;
izgubi ili ne pusti što u zapadu ? Dati će Bog. j
Uz toliko o svakoj se pokrajini vidi kako |
će joj sunce granati, o svakoj se što zna a i j
dan danas o Bosni skoro ništa. 0 njoj nekad i
govorahu Srbi, sada i oni šute, s pameti ju j
smetnuše; za nju nekad oni krv lili, sada ne bi;
za nju ni naboja na Drini izpalili. Do koga je
i do šta je? Po svoj prilici do same Austrije:!
ona bo hoće da (a/pograničnim pokrajinam govor
zametne, ona hoće da bosansko pitanje rieši.
i ... ... o a tim zadobio ukor i bude pozvan na red. Ovai : ili ovo m ono? i , ... ... .... j • i i j • • J . . , zastupnik ima bit veliki napredn ak kad je i on i Pitanje nije jednostavno, pa ne može da | dopro d() toga (]a zagovara kradju manastarskih i bude ni odgovor Stvar je veće važna nego: dobarn do6im bi hUo da fljin|a gvietska ob,ast
| Bosna sama najskoli kad bi se dogodilo da | uprav]ja. Ima bit praznih moždanih a praznijega
¡Bosna u budućoj diobi ostane i u napried klin ; srca tji0 tako ^ jer u nag { djeca znadu da
I medju dvije kneževine. j ge u Uldjo nevaya prtit Nu t0 nije dosta te za->
I Kad li tad li u Srbiji i Crnoj gori, ako i | stupnik Schonerer sta istom prigodom braniti
| ne narod ala bi mučno knezovi mirovali; jedan j pravo 0bćeg glasovanja; za koga, to zna on i
¡narod a dvije loze to se nekako ne sudara. Da družina. Za dozvolu proračuna govoraše, prije
j se odaleči sto se sasma ukloniti neće, medjusobne i Schönerera, Wolfui m i Obertrant, a Monti proti
I mržnje i zavisti, rie pomažu zajedničke granice, i proračunu.
| pače se tu najčešće krv lije. S toga Bosna medju j u zasiedanju dueva 8 tek. predsjednik mi-
; dvije kneževine bila bi po nje prividni gubitak, j nistarstva govoreć o europejskom sastanku, reče
j pravi dobitak. Preko hrvatske zemlje ne bi puške ! da će se sabrat jedinom namjerom da se bavi
i palile. ¡o uredjenju istoka te da je s toga izuzet svaki
Vas bi Balkan čestitiji i uezavisnjji bio i drugi predmet,
kad bi dvije kneževine Bosna lučila. Što bi i Sastaše se i delegacije. Jednomu i drugomu
Hrvati, Crnogorci, Srbi, Arbanasi, Grci i Rumunji! odaslanstvu pitana je dozvola zajedničkih tro-
kad bi zapad dopiru do Drine, a nijedan od
balkanskih naroda nemogo dalje od Bugarske?
Njihov bi život svedjer kržljav bio; u Bugarskoj
škova za tri mjeseca i odobrenje zajma od 60
milijuna kao i podpore ze bjegunce iz Bosne i J
Ercegovine. Pitaše Andrassy-a u javnoj sjednicw
imali bi jaz i pučinu preko koje se ne bi moglo ; cemu izvanredni zajam, nu ne odgovori već za;!
bez propasti ; Bugarska bi robovala, jer bi stala j moli da mu puste dogovarati se o tomu li p|
osamljena, nejaka za odpor proti velikim drža- j dodborim, budne da se tu ne radi samo p p#
vam, izvržena svačijem uplivu, podložna svakom j sebnim interesim, nego i o europejskim^ pajŠ-
udarcu; vladao bi kako bi htio sjeverni stric, i pokon, da je europejski sastanak na ^tinp.
dakako na uštrb slobode i napredka svih istočnih j Rieč je u Beču da je Rusija priobćila na-
unuka. Kad bi srbska i crnogorska zemlja zdru-
žile sebe, odciepile bi istok od zapada, južnoj
šem caru uvjete mira. „Nord" rusko glasilo oči-
tuje da obielodanjeni uvjeti nijesu netočni. Br-
zojavka iz Londona naviešćuje o uvjetim da :
I ratna odšteta iznosi 1410 milijuna rubaljaj od
uzajemnosti žile podsjekle, svakom zamašnom
podhvatu uzpjeh i proti volji osujetile. Ne da
se misliti na bolju budućnost Balkanskoga pol- j 0vih 1100 platit će Turska pokrajinam u Aziji
u otoka bez Bugarske zajednice a te nema gdje j a 310 u gotovini, mi nije došle ništa odlučeno
Bugarska robuje a ne gospoduje. j ni iiad n[ kako. Granice Bugarskoj idu riekom
U Bosni medju dvije kneževine jamstvo j Karasu-ora od Čermena do Varne, sa strane istoč-
da neće preoteti mah ni zapad ni Rusija; svak ne, od zapadne pak premeću Sirot, što ostaje
N. 20. Zara, Venerdi 15 Marzo 1878. Anno IX.
Cattolica
KATOLIČKA DALMACIJA
Veritatem faeientes in charitate, crescamus in
illo per omnia, qui est caput Chmtus.
(S. Paul. Eph. IV. 1,5.
Esce il Lunedi ed il Venerdi. Ego interim clamito: Si quis Cathedrae Petri jnngitur, meus est.
(S. lliermym. Epis. XVI. ad Dam J
Vos ipsos. auxiliante Deo, ir» dies alacriter operara Vestram impensuros in trtenda salutari Ecclesi® doctrina, animisque in Iteligionis amore et in verae fidei professione
roborandis, (p¡0 ¡ \ ne/ Breve dll 2t Febbrajo 1872 agli scrittori delta Dalmazia Cattolica.)
Condizioni d'associazione. — Per Zara per un anno anticipatamente flor. 6. i- Per la Monarchia Austro-Ungariea flor. 7. — Per Testero per un anno fran-
chi 15 in oro. — V associazione è obbligatoria per Tintera annata. Chi non avrà dato disdetta alla fine di un'annata, si riterrà associato anche per la seguente. — Le as-
soeiazioni c gTimporti di denaro in gruppi, o nieglio in assegni postali, si dirigano alF Amministrazione della Dalmazia Cattolica in Zara. Le corrispondenze affrancate alia
Kedazione. I comunicati s" inseriscono al prezzo di s. 10 la linea. Inserzioni in quarta pagina a tariffa assai moderata. Un N.ro separato s. 8. I manoscritti non si restituiscono.
II ministero italiano.
II telégrafo si o affreltato a dar ragione
alie prevísioni del nostro corrispondente romano
sulla caduta del ministero Depretis, dopo glí
scandali dati dal Crispí. Infatti essendo stato
chiamato alia presidenza della Camera con una
imponente maggioranza Benedetto Cairoli in op-
posizione al ministero, questo diede le sue dí-
missioni, le quali furono anche accettate ed il
Cairoli stesso fu incaricato della forrnuzione del
nuovo gabinetto. Chi conosce le precedenze di
questo sinistro capopartito potrà di leggieri ar-
güiré verso dove tenda 1' Italia legale nella nuo-
va sua evoluzione política. Noi seguiamo con
attenzione questo sviluppo e la ragione è chia-
ra, imperocchè desso sta in intima relazione con
una qnestione che tanto interessa davvicino noi
e tutti i çattolici del mondo, colla liberta ed in-
dipendenza della Sede. Sotto questo ptiíito
di vista noi abbiamo considerato sempre le con-
dizioni politiche dell' Italia. Le nostre apprezzia-
zioni diverse volte furono fraintese, ci vennero
attribuite intenzioni meno rette, ed il nostro lin-
guaggio fu giudicato per lo meno come efletto
di un' appassionata esagerazíone. Prescindendo da
altre considerazioni, dornanderemo ora ad ogni
uomo onesto se la coscienza del mondo catto-
lico possa essere tranquilla, se questo possa re-
stare indifférente ad avvenimenti che nel loro
necessario svolgimento misero a discrezione di
un Crispí la liberta esterna del Capo della Cliiesa
cattolica, nelF atto più solenne della sua autori-
té? Non si tralla di persone, ma di princípi. Per
f indipendenza della Santa Sede valgono lo stes-
so i sinistri ed i destri; è la rivoluzione che
domina con questi e con quei: per gli uni e
per gli altri d¡ritió e giustizia sono arnesi di
un museo medioevale.
In mezzo pero al dolore ed alie angustie,
che ci opprimono 1' animo per aueslo stato di
cose, ringraziamo la Provvidenza, che per boc-
ca degli stessi nemici rende ora omaggio alia
santa memoria del grande Pontefice Pió IX, il
quale sino dai primi momenti h vendo smasche-
rato P intima natura della rivoluzione, ne aveva
non solo denunziato al mondo i rei propositi
verso la Chiesa, ma previsto encora le sventure
che avrebbe arrecato all' Italia.
In primo luogo è il „Tempo" di Venezia,
giornale della sinistra, che fa una sintesi delie
seguenli linee, che stralciamo dal medesimo,
della moralità del governo dei destri, il quale
condusse T Italia dal convegno di Plombières al-
la breccia di Porta Pia:
„Volete obbligarei ad usar le stesse armi, a
rispondervi per le rime? Volete che ricordiamo il
maggio del 1864, quando il Parlamento si cambiava
in Corte di Assise, ed i deputati ed il popolo face-
vano ressa per udire di un sacco d' oro che passava
da una mano tremante a un' altra mano tremante
nel riceverlo, ed uscivano condannati, ripudiati Su-
sani e Bastogi? Volete che ricordiamo i fasti delle
ferrovie merid. fino alie carte dell' inchiesta trafugate ?
Volete che rifacciamo la storia della Regia dei ta-
¡ bacchi e ridestiamo le aggressioni in via dell' Amo-
i riño : le lettere col facciamo quattrini ; le morti del
| Faccioli e degli altri ; le vergogne del Pironti che fa
! arrestare come imputati ,i testimoni per toglier la
! difesa agli innocenti; le proteste del Borgnini e del
; Nelli; la condanna della Comínissione d'inchiesta, e
le centinaia di miglioni spat'iti nelle ferrovie con un
tratto di penna? Volete ch£ entriamo nella vostra
famiglia a cercar la moralità? 0 volete che doman -
diamo i titoli di moralità alla Nazione, il giornale
della Regia, 1'apologista dei Bastogi; od a quel
corrispondente omnibus che scrive alia Nazione di
Firenze, al Pungoto di Milano, ha un' eco nel Rinno-
vamento di Venezia ed un braccio nel Piccolo di
Napoli, ed è quel famoso delle Pillóle Scotti? Volete
insomma che spieghiamo in lungo e in largo come
la destra si trovo ridotta a quel punto che obbligó
il Sella a felicitarsi per 1" avveninoento al potere
della sinistra, dichiarando che la corruzione erapiena?"
Ora audialur et altera pars, la „Gazzetta
d'Italia", giornale moderólo ' dei destri e veda-
no i. »os tri letteri qoal di moralità abbia
raggiunto il governo d' Italia :
„Se il paese deve vedere al potere, prima che
in uno stabilimento penitenziario, tutte le figure più
0 meno giudicabili che formano una grande catena,
il cui primo anello è attaccato al masso di Santo
Stefano e 1' ultimo è saldato alia porta dè^ numero
31 via S. Gallo in Firenze, *) davvero che T Italia
divverrà segno di pietà profonda e non d' immensa
invidia alie genti civili, eñe saranno teníate di tirare
intorno a noi il cordone sanitario.
Valeva davvero lt? pena di far T esperiraento
della sinistra al potere per porre in più elevato
scanno i Luciani, i Nicotera, i Crispi, soggetti degni
degli autori de' Misteri di Parigi e delle Taverne
di Londra!
Noi lo diciamo col euore in mano. Sebbene
questo rápido passaggio di figure patibolari dal potere
al domicilio moralmente coatto, dalla tribuna al car-
cere, porga argomento di tarda soddisfazione alia
Gazzetta d' Italia, che nacque e vive per non dar
quartiere a certa classe política, nonostante avremmo
preferito aver torto che aver ragione con tanta ver-
gogna nazionale, con tanto strappo del prestigio
delle nostre libere istituzioni
Siamo onesti ! disse un giorno il Barone di
Brolio, che ha poi sciupato la sua frase e sé stesso,
dimostrando che onesti per lui possono essere anche
degli uomini obbrobriosi, compresi tra il numero
1 ed il numero 31 !
Ebbene, se vogliamo essere onesti sul serio,
diciamo la verità. Quai giudizio puô íarsi di. un
partito che ha la taccia cosi orribilmente chiazzata
ed il corpo coperto di pustole nere, quali sono i
Luciani, i Crispi, i Nicotera e compagni? E qual
giudizio puô farsi di un Ministero, da cui si distac-
cano pezzi di carne fracida e cola dalle sue ferite
una materia cosi purulenta?
Oramai tutto il corpo è viziato e non ci si
venga a parlare nè di operazioni chirurgiche, nè di
cataplasmi più o meno senapati. Bisogna sotterrare
il morto, se non vogliamo ammorbare Tintero paese,
nel quale, è inutile dirlo, il pus è già inoculato! E
se cid non fosse, la forza della pubblica opinione
sarebbe più efficace e non si vedrebbero tollerati al
potere uomini, che, per reati ancor più lievi di quelli
contestati a' Crispi ed ai Nicotera, trascinerebbero,
altrove, non solo la caduta di un Ministero, ma di
un partito e fors' anche di un regno e di una repub-
blica
Nè in Inghilterra, nè in Germania un Disraeli
ed un Bismark si permetterebbero quello che si è
concesso un volgarissimo ministro, quai è 1' on. De-
pretis, di coprire per si lungo tempo uomini ed
opere quali vengono in mente pronunziando il no&e
de' Crispi, de' Nicotera e compagni. Nè in Inghilterra,
ne in Germania la Regina e T Imperatore si permet-
terebbero di prendersi a gabbo la pubblica opinione,
come si è fatto in Italia, dove indegni consiglieri
non si sono vergognati di fare sporcare I'albo degli
ordini cavallereschi del regno con nomi che finiranno
col figurar ne'registri del bagno e degli ergastoli, e
peggio ancora, non hanno esitato di consigliare che
minúscula dona fossero dalla Corte spediti a ministri
caduti sotto la pubblica esecrazione
Non è consolante spettacolo davvero che il no-
vello ramo di una dinastía tanto amata e rispettata
sia oggi entrato in Parlamento circóndato da' rami
secchi o fracidi del gabinetto Depretis ! Forse che i
rimasti sono migliori di quelli che uscirono? Forse
che il semplice fatto della convivenza non li ha resi
tutti del pari indegni di governare il paese ? Forse
che un uomo, come Depretis, che ha la mano cosi
felice da levar sul candelliere personaggi cosi puliti
come i due ministri dell' interno caduti, che ha il
cuore tanto tenero per commuoversi agli attacchi,
di cui sono bersaglio, e che ha gli occhí cosi prontí
al pianto per implorare di divider con essi la soli-
darietà delle colpe loro impútate, perfino della bi-
gamia, non apparisce agli occhi di chiunque come il
più triste appunto perché è il Tartufo della turpe
! commedia? Ed il guardasigilli? Oh! come ha ben
; custoclito le tavole della giustizia e quanto ha ben
dispensato i tesori della grazia! Forse Nicotera e
: Crispi avrebbero potuto quello che hanno potuto ai
tribunali di Firenze e di Napoli, se T on. Mancini,
anzichè ministro, non fosse divenuto la meretrice
della giustizia? E chi non sente rizzarsi i cappelli
in testa pensando all'opera nefasta de'Mezzacapo ?
E 1' on. Coppino non cerco da lungi emular la mal-
vagità de' colleghi ? E abbiamo appena bisogno di
j rilevare la sconvenienza di uomini, quali i Magliani,
! i Brin ed i Bargoni, che avendo un nome da rispet-
| tare, non si vergognarono d' imbarcarsi in cotesta
tartana, che spiegava al vento una mentita bandiera,
giacchè copriva con le sante ínsegne d' Italia e di
Savoia la veletta dell' avventuriero e del pirata?
E tempo dunque di finiría! La sinistra lasci il
potere o ci presentí degli uomini decenti; ma frat-
tanto si mandi a casa questi avanzi dispregevoli
della barca Depretis ; se pur non vogliamo assistere
alio spettacolo di un giudice onesto ed ardito insieme
che si muoverà un giorno o 1' altro ad arrestare
sulla porta del Parlamento cotesti uomini, che vanno
e si tengono al potere appunto per sottrarsi alia
giustizia ed al disprezzo del loro paese!"
Non aggiungiamo neppure una sola parola
di commente, tenianio soltanto conto di queste
confessioni.
'") 11 giornale La Nazione, organo del Nicotera e dei dis-
sident! toscani.
Po bielu crno.
Odnosno čisto obzorje prošlih dana iznovi-
ce se malo pomutilo. Na zapadnoj mu strani
pope se s njemačkih nizina oblak koji sada,
istina je, niti sunce svietu krije niti munjam
Europi sieva ; ali je takove vrste da mu se na
prizor čovjek ne može da veseli mnogo.
Bismark nazdravi, kako javismo tu skoro, u
Berlinu malo povoljno austro-ugarskoj monarkiji.
Prietnja ostade prietnja a želja bi za Europu
zapovied: što htio, to i postigo. Izrazio mnienje
% XII 2Ô
ogni attenzione eííer tradotti nell' Ospîtal '
Centrale in Zara,.e proyveduti delle occor-
renti nutrid, ricuperando nelTattodéliacon-
segna tutti gli utenijli , che Ii cuoprono, e
niunindoii delle pubbliche àccompagnatorie
tanto dalla Superiorità al Tribunale di pri-
ma Inflanza in Zara, che del Procuratore
di* Sebenico' a quelli di Zara onde fia vi-
cendevolmente riscontrato lo ilato de' Ba-
ihrdelli spediti, e ricevuti.
X V 1 I I.
Sarà pofitivo doyere del Nob. Procu-
ratore di vifitare almeno settimanalmente la
Casai délia Pietà , e quanto più frequente-
mente, pptrà , onde ocularmente riconoscere,
e provvedere allo ftato, trattamento , e bi-
sogni de poveri Derelitti , alla cóndottá, e
cura délia Ballia.
Di
N. 19. Zara, Luneđi 3 Marzo 18T9. Ann
Dalmazia Cattolica
KATOLIČKA DALMACIJA
Veritateiu facientcs in oiiarîtate, (U'eacamiis ni
¡11« per omnia, qui est cajmt Cliristus.
(S. i'tnil. K¡>h. IV. l.~>
Esce il Lunedied il VenerdL Ego interim olamito: Si f|uis Cathedrae Petri jnngifur, IIHMÎ* est,
(S. Ilieronym. Epis. XVI. ad Dma.J
Vos ipsos. auxiliante Deo, in dies alacriter operant Vcstram imiiensnro« in tunda salutari Ecclesi® doctrina, ¡inímisque in tteligionis amore et in ver® fidei prol'essione
roborandis,.... ^ ¡>¿t) /\ m,j ureve <}' 21 Feb h raj o ÍS72 agli scrittori defla Dalmazia Cattolica.)
Conđizioni đ'associasione
chi 15 in oro.
iasione. — Per Zara por un anno antivípatamente lior. 6. - Per la Monareliia Austro-Ungariea fior. 7. — Per Testero per
1/ associazione è obligatoria per F infera annala. Chi non aviada!» disdetta alla line di un' annata, si riterrà associate anche per la segi
un anno fran-
seguente. — Le as-- r? — j, . >».vi H iujiitii/u. vin hihi et i t u »•>« •* " "
sociazioni e gTimporli di denaro in gnippi, o ineglio in assegiri postali, si dirigano IV Amministrazione délia Dalmazia Cattolica in Zara. Le corrispondenze affrancate alla
lledazionc. f comunicali s" luseriscono al prezzo di s. 10 la linea. Inserzioni in quarta >agina a tariifa assai n modera ta. Un N.ro separato s. 8. I manoscritti non si restituiscono.
Degli schiarimenti.
Uno de' più gravi avvenimenti délia epoc;i
noslra, e diremo anzi il massirno, nell' ordine
civile e religioso, è quello che, mediante la più
inaudita delle violenze e la più ingiusla delle
usurpazioni, spogliava il Sotnmo Ponlefice Ro-
mano, fin delf ultimo lembo del suo principato
civile, di quel principato, di cui la Provvidenza
avealo investito perché assicurasse la libertà
délia Sua azione nel mondo, e gli atti délia
suprema autorità délia Chiesa fossero compiuti
in condizioni assolute ed ineçcezionabili di piena,
vera, eíFetiiva indipendenza.
; Iddio, che pe'suoi imperscrutabili fini per-
mise che fosse compîuio 1'iniquo attentato, voile
altresi che tale stato anormale di cose perdurasse
al mondo a che si riduca una societá civile
senza religione, e come, scrive 1' Osservatore
Romano, svincolandola dalla legittima e salutare
influenza della Chiesa e di ogni sua legge, la
societá stessa dovesse necessariamente, come
nave senza pilota, andar vagando nella immen-
sitá dei mari, e correr rischio di miseramente
perire in mezzo al cozzo delle umane passioni.
II Somrno Pontefice Pió IX di m. s. e
F attuale Pontefice Leone XIII gloriosamente re-
gnante, costituiti sotto oslile dominazione, hanno
a piü riprese lévala la voce per soslenere i loro
conculcati dirilli, non cerlo per ambizione di
regno o per cupidigia di comando, ma per di-
fendere il sacro deposito affidato nelle loro maní,
e per riporre la S. Sede in quelle condizioni
che sono indispensabili all' esercizio della sua
sopranaturale missione. Ed i cattolici, che si
professano obbedienti alia Chiesa e alie sue
íeggi, hanno fatto eco concorde ai giusti reclami
del loro duce e maestro.
Frattanto non é chi non vegga e tocchi
con mano cómela povera Italia porli dolorosa-
mente la pena di aver súbito il funesto predo-
minio delle passioni rivoluzionarie. le quali sotto
il nome di una falsa liberta distruggevano lo
oneste franchigie, violavano ogni piü sacro di-
rílio e geltavano i popoli nella piü umiliante
degradazione, dando piena liberta solíanlo alia
prostituzione ed alia bestemmia.
Com' era naturale, i Roma
poteano non commoversi alio spettacolo di tanta
degradazione e di tanta miseria, e il farlo era
per essi diritto e dovere. E a tanto cómpito,
come non venne meno Pió IX, cosi non fallisce
neanco Leone XIII, i cui sapientissimi scritti,
giá éditi anche prima che fosse innalzato alia
Caltedra del Principe degli Apostoli, lo aveano
falto annoverare tra i piü saggi e profondi pen-
satori dell' época nostra.
' Se non che Egli non solo colla sua sa-
piente parola sfolgorava gli errori e validamente
propugnava i sacri diritli della S. Sede, ma piü
volte espresse il concetto che non dovessero i
cattolici ilaliani rimanere indolenli dinanzi a
tanta ruina religiosa e ivile della loro terra
natía. E più particolarmeite nel discorso pro-
nuncíalo il 5 dicembro etilo scorso anno alia
Societá romana per gf ineressi cattolici, usciva
nelle seguenti senlenze :
„È necessario che ioi vi mostriate degni
della nobile o sania causi, alia qualle vi siete
dedicali: che, bandila 1' iierzia, si appalesi al-
l' uopo tulta la voslra opfrosilà, tenendovi tut-
tavia plenamente soggetti ail'autorità della Chiesa
e de' suoi Pastori, come a' sudditi e figli devoti
si apparlienc. È necessario che vi manteníate
sempre tra voi uniti, e che questi vincoli si
stringano ognor di più. È necessario che le vo-
stre forze divengano di giorno in giorno piü
poderoso, e che ad esse sia data tal vita, forma
e organamento, da poter tutti accorrere, come
alquanto} affinch6 fosse dimostrato luminosamentel un solo uomo^ a analsivofiH« - «i«»««^ =e hisn^
gno".
Queste parole non sono state gettate al
vento. Noi assistiamo difatti ad un vivace ri-
svegliamento della altenzione pubblica sulle con-
dizioni religiose e politiehe dell' Italia e che ne
interessano in sommo građo il presente T avve-
nire.
£ consoliinte vedere come aneora egregi
personaggi e dislinti pubblicisti, che aveano per
le pubbliche štampe emesse in sull' argomcato
proposizioni con forme equivoche, e non conci-
liabili coi sentimenti che debbono ispirare i cat-
tolici, apostolici, romani, abbiano provocala la
discussione delle loro idee in Iloma, non ne'
conciliaboli delle setle, ma con uomini, la cui
illimitata devozione, incondizionata obbedienza,
e cognizione piena del loro dovere di cattolici,
e superiore ad ogni sospetto.
Benziina - Zaklada.
Pokojni I). Grgur Benzia, Pažanin, kanonik
kod sv. Jeroliraa u Rimu, oporuci, g. 1872, našem
bogoslovnom Zavodu u Zadru, glavnicu od 1000 fior.,
ustanovljujuć da se godišnji dobitak od 42 fior. da-
riva onim med bogloslovnoj mladeži, koji, po sudu
gg. profesora, budu znali najbolje branit prava Sv.
Otca Pape i sv. Apostolske Stolice.
Po tomu se je još studenog mjeseca otvorio
natječaj i izabrale se tri tezi za natjecatelje.
Na 13 je veljače bio izpit, u pismu, i natje-
cateljicu odredjena jedna od one tri tezi, da ju rieše.
U njoj se je pitalo neka se dokaže: je li u prva
četiri vieka Rimski Papa bio glavarom ciela kršćan-
stva. Taj je pismeni izpit trajao, svedj pod nadzi-
ranjem, 11 debelih ura.
Skupivši radnje, našli su da je radnja bogo-
slovca, u IV razredu, D. Frana Ivankovića najbolja.
S toga, na 7 tek. u veče, po odredbam zakla-
de, bogosl. Ivanković, trebalo je da on glavom do-
dje i pročita svoj rad, u dvorani bogoslovnog Sje-
meništa. Predsiedao je N. P. gosp. Nadbiskup. Do
njega bilo izabrane gospode: profesora bogosl. Za-
voda, kanonika pri prvostolnom hramu, mirskog i
redovničkog svećenstva, pitomaca bogoslovaca i vi-
ših pitomaca iz Zmajevićeva Sjemeništa.
Na početku N. Preuzvišenost otvori svečanost
govorom, u kojem izmed ostalih stvari reče koju o
važnosti Benziine Zaklade. Ona je plemenit dar do-
brotvorne duše, koja, premda stanovala daleko od za-
Romani Pontefici non
vičaja, blizu mu je ipak srcem bila, te mu četiri ra-
zne Zaklade, jednu koristniju od druge, nakon sebe
ostavila. Njima će bez dvojbe neumrlo ostat kod nas
Benziina uspomena. Za tim N. Pr. pusti rieč pošt.
Ivankoviću. On je tek uru cielu svoju radnju, hrvat-
skim jezikom napisanu, čitao. Gadom se je bilo ču-
dit čujuć mladog pitomca koju silu dokaza donaša i
iz koliko raznih izvora, te je reć da je baš kršno
zadaću riešio.
Kad je pitomac Ivanković dočitao, N. Preuzvi-
šenost g. Nadbiskup upravi mu nekoliko veoma sr-
dačnih rieči u latinskom jeziku. Odredjujuć mu na-
gradu iz Benziine Zaklade, počasti ga i svojim da-
rom, da mu bude na uspomenu liepog onog dana.
Izabrane Nadbiskupove rieči, koje su izticale neke
crtice dosadašnjeg Ivankovićevog života, i izrazile
nadu za budućnost, do suza su prisutne ganule. —
N. Pr. osobitim je načinom pohvalio i liepu radnju
pitomca bogoslovca Vjekoslava Tudorina. On je u
trećem razredu i pripada takodjer ovoj nadbiskupiji.
I pitomcu je Tudorinu g. Nadbiskup, uz zaslužena
odličnu pohvalu đao uspomenu veseloga dana, da-
na posvećena angjeoskom naučitelju sv. Crkve, sv. To-
masu. Daj Bog da što prije pod njegovu sv. obranu
stavljeni budu bogoslovni Zavodi, kako se tvrdo na-
damo.
Na koncu N. Pr. pročita tri tezi za tek. godi-
nu, i tiem dovrši liepa, veoma ugodna zabava, kojom
poče našoj bogoslovnoj nadobudnoj mladeži nova pri-
godama se uče sve to bolje branit prava sv. Apo-
stolsko Stolice, od mnogih kukavica dan današnji
prezirana ako ne i zanijekana.
Daj Bože da se i drugi ugledali u odličnog
Benzin, znajuć da što ko za crkvenu mladež čini,
to za vjeru i dom čini.
Pogled po svietu.
Jednom kad su, na 4 tek., u austrijskom
odaslaničkom Odboru za proračun, pristali na
predug, da se dozvoli vladi 41 milijun i 720.000
f., koje je ona suviše u zaposiednuću potrošila;
na 5 tek. Odbornici su mogli proć, i prošli su,
na rešetanje zadnjeg predloga, onog naime,
kojim Vlada pita, preko tek. godine, za vojsku
u Bosni 34 milijuna. Izvjestitelj Slurm pred-
loži, da Odbor pristane na samo 30 milijuna
fiorina i Odbor pristane.
Sturmov je bio i onaj drugi jur poznali
nam predlog, da se početkom srpnja uma-
nji broj vojske u Bosni, ali ne samo sa 90
na 50 tisuća, nego namah kako je običaj u
mirno doba. Tim bi dakle početkom srpnja imalo
stat u svoj Bosni jedno dvaestak tisuća vojnika
najviše! A da se pomoli po nesreći nered i
bude potreba dizat na noge vojsku? Za to
Sturma i družinu mu glava ne boli, te njih je-
danaestorica proti osmerici prihvate i ovaj drugi
predlog.
Sturm, opet Sturm, učini na 5 tek. reso-
Iuciju, pozivljuć Vladu da se čuva uložit novce,
udieljene u ime zaposiednuća, u što drugo, kako
za upravu Bosne i Hercegovine i za radnje, i
da ništa ne potroši na upravu i na radnje u
Bosni, prije nego bude to ustavnim načinom
dozvoljeno. Po sreći ova druga čest Sturmove
resolucije nije izplutala: potonula je pod opa-
Zara, Lunedi 3 Novembre 1879.
alla Dalmazia Gattolica Nr. 84
iii Br. 84.
Pella rioorrenza delle Sante Feste, oggi il
foglio esce a metà.
Il giorno dei morti.
- Agli inni giocondi onde risuonano le
pareti de' sacri templi il giorno di Tutti i
Santi, succédé ogni anno un rito mesto ma
sublime, con cui la Chiesa ci ricorda i no-
stri cari defunti. Con esso la divina Religione
consacra, mediante la grazia soprannaturale,
quanto v' ha di buono ne'sentiment! naturali
deir uomo, dando loro nuovo vigore, e ren-
dendoli più nobili e puri.
Rispondendo alF invito pió ed amoroso
della Chiesa noi vediamo nel giorno de' morti
altri affollarsi a' pié degli altari, altri muovere,
mesti, guidati sempre dal raggio della fede
é della speranza, verso il sacro terreno de' ci-
miteri, per deporvi il tributo del dolore e
della preghiera.
Oh! quanto meschine, fredde, sterili ed
insipide si mostrano in questo giorno le teorie
della miscredenza e i vuoti paroloni del li-
beralismo : filantropía, e fratellanza uni versal e!
Tutto ei6, se esistesse per essi, scompari-
sce davanti alla caritá, che non conosce li-
miti nè di tempo nè di ïtiogo nè di persone,
alia fratellanza tra quei che furono e quei
chè sono e saranno, i quali formano tutti
nella comunione de'Santi un solo corpo in
Cristo, il comtme red en tore e glorificatore.
Quante consolazioni non apporta egli mai
il linguaggio della cattolica fede sulla tomba
deir uomo. Senza. la fede orribile essa si
presen,terebbe al. nostro aguardo. Sulla tom-
ba dejl'uomo ognuno sente spontanearaente
esser noi tutti figli d'uno stesso Padre, che è
ne'cieli, tutti chiaipati a passare da questa
térra di spinoso pellegrinaggio alla stessa
Patria : celeste per raccogliervi la comune beata
eredità.
Il sepolcro al lume della fede si circonda
d' un' aria serena, benchè piena di dolore.
Immaginiamoci per un momento che uno di
quegli infelici, che dicono di ridersene della
fede, e di farlo in base al progresso della
scienza, facendosi largo fra la folla che mesta
sospira, piange e prega aulle zolle del cimi-
tero, cosï si facesse a gridare: „Che fate qui
ignoranti ? E che volete che odano dei vostri
Sos^iri e delle vostre preci cotesti morti?
Sappiate che essi non sono che calce e fo-
sforo; sappiate che secondo i calcoli della
sciehza, le ossa di vostro padre, di vostra
madre, del vostro figlio, dei vostri concittadini
potrebbero fornirvi annualmente tanto di ma-
teria prima da farne bottoni, tanto di fosforo
da fabbricarne zolfanelli e maeinandone tanto
di ..."
Eppure precisamente tale è la scienza
di certuni, che non si rifiutano di accettare
come dogma le conclusioni di menti insane,
che del!' immagine di Dio arrivano a farvi un
discendente delForangutang! Che direbbe d una
dottrina si pestífera e pérfidarun figlio orfano
che oggi piange sulla tomba de' suoi genitori,
una madre; desolata che sospira sulle spoglie
mortali del!' único suo figlio ? Eppure non
manca chi trafigge col pugnale di avvelenate
teorie il seno sacrosanto di quella Chiesa, che
sola infaUibilmente ci difende, ci consola e ci
illumina, dirimpetto a ¡questa scienza fallaee,
che rinnega colla fede la ragione ed il cuore.
Guardiamoci dunque dal feroce e barbaro
materialismo, che gode di pascersi del sangue,
delle lagrime e della disperazione che procura
ai suoi adepti. Il cattolico mantenga le sue
belle, nobili e pietose costumanze, preghi
sulla tomba degli estinti, ma lo faccia coll'ar-
dore della vera fede e col balsamo della vera
speranza, per cui staccandosi dalle tombe
de' proprii cari estinti pub esclamare conso-
lato: Arrivederci!
Pogled po svietu.
Kako je poznato po brzojavkara prošastoga
broja, poče razprava i o adresi u Zastupničkom
Carevinskom Viecu, i to prvih dana minule ne-
djelje. Upisali su se biii mnogi zastupnici i mnogi
su i govorili. Spomenut je osobito Czartoriskya,
Riegera i mioistra Taafea.
Czartorisky reče o centralistim, da njihov
sustav može dakako u nekim okolnostim dovesti
državu do mogućstva, al nikad do slobode, jer
je mučno centralisti bit pravednu. Rieger, braneć
čehe prot napadanju govornika centralista, kaza
da česi ne dodjoše u Vieće da obore Ustav. A
ludost je kad se tko boji, da ne ponestane je-
dinstva u carevini, da ne propanu slobodne
ustanove i Ustav. Glede jedinstva dualizam mu
je glavu odsjeko, a Bosna, ova Nova Austrija,
kako ju počeše zvat, i ona stoji u carevini na
po se, kao nešto treće. Liepo je pak Rieger
začepio usta Siissu. Ovaj uztvrdi, da stranka
carstva stoji uza nj. A ,Rieger će njemu: kad
su g. 1866, Česi u Zlatnom Pragu, Prosijanima
u brke, slavili Carev imendan, bečka stranka
carstva na sve je drugo mislila nego slavit
Carev imendan. Još prije nego je oprao Sussa,
Rieger opere Schmerlingp, o kojemu kaza, da
AndraSsy po Sadovi doslovce ove rieči izusti:
„Ovo je onaj sto nas je preko Frankfurta na
Sadovu poveo". Usta na to centralista Jacques,
da brani Sussa i Schmerlinga, al jadna ti mu
obrana; gore ih omrčio.
Grof Taafe je govorio vjerno po svom
programu : stvoriti sporazumljenje i pomirenje
izmedju stranaka ; nezahvalna al rodoljubna
zadaća. Pošto, nadoda ministar, diše duhom
mira adresa većine, i sliedi duh i slovo pre-
stolnog govora, Vlada preporuč uje za posebnu
razpravu adresu većine.
Sutra dan, na 31 pr. mj. bilo glasovanje.
Tu adresa manjine bi odbačena, su 176 proti
155 glasova. Ovdje su se dakle opet u važnom
pitanju omjerile protivničke sile. Razlika na
uhar federalista, kako se vidi, nije malahna:
preko dvadeset g'asova. Odbacivši adresu ma-
njine, bi primljena adresa većine. Za tim ministar
predsjednik Taafe izjavi da ne misli sudjelovat
u posebnoj razpravi, jer da je Vlada iznad
stranaka. Tada Vieće primi adresu većine u
drugom i u trećem pitanju.
Potanje viesti o svršenoj razpravi vrhu a-
drese većine u Gospod, kući živo osudjuju cen-
tralistični duh većine u Gospodskoj kući. Da
podupru sporazumak i izmirenje svih naroda
Cisleitanije podju na razpravu tri člana carske
kuće: nadvojvoda Albrecht i dva careva brata:
nadvjvode Karl Ljudevit i Ljudevit Viktor, koji
kriepkim glasom glasovahu za Hlibnerov izpra-
vak, da težinom svoga glasovanja dadu primjer
i dokažu drugim velikodostojanstvenicim, što
kruna hoće i želi od njih. Ali većina, oglušnje
se tomu primjeru i zabaci izpravak, za koji
glasuju carski nadvojvode. Ovi na to ostavljaju
dvoranu, a većina kano da toga nije ni opazila,
neda niti razpravljati adrese, da pomrljivi ele-
menti nedodju do rieči, već ju prima en bloc
nepromienjenu. Na jednoj strani nalazimo car-
ske nadvojvode, crkvene dostojanstvenike kardi-
nale Schwarzemberga, Fiirstemberga, kneza nad-
biskupa Eckera Salcburžkoga, nadbisknpa Ro-
maszkana lavovskoga, knezove biskupe ljub-
ljanskoga Pogačara i gradačkoga Zwerge-
ra; na protivnoj strani kardinala Kutschkera,
opate Helfestorfera i Karla, carske gjenerale
Kollera, Kellnera, Latoura, Neipperga, Schmer-
linga. I tako pomoćju carskih gjenerala i nekih
crkvenih dostojanstvenika osudjena je pomirljiva
politika vlade, vlada sama je poražena, te je
grof TaafFe valjda samo zato glasovao napokon
i sam za adresu većine, da ministarstvo ne od-
stupi.
Čudnih razbojnika! Komunardi u Parizu,
oni isti što su bili onomadne pomilovani od
Vlade, htjeli su nema nego dva tri dana zapalit
uglove glavnog francuskog grada! Sreća požar
ne opali. Dvadeset tih nesretnika bješe uhvaćeno
i eno ih u tamnici. Možda se ne bi prevario
tko bi ovoj zlobni pokušaj smatrao osvetom
komunarda, za to što dva dana prije vlada,
osviestiv se, pokaza da nemisli dat milost svim
komunardim prognanim u Oceaniju i jer smetne
26 meiresa, što su sudjelovali u zadnjim ko-
munističnim izkazima.
Crnogorci su do 30 pr. mj. u kolaru Gu-
sinje i Plava sama dva mjesta zauzeli, al ja se
dva smatraju kao straiegično najvažnija: čeliku
i Orćenicu. Šest stotin Crnogoraca zaposjela,je
Veliku, dočim samo stoterica ih o Orćeiiicil Bit
će došle zauzeli i Pepić, kamo je odM^iralo
pet stotina vojsfce,* jol na 30 pr. mj.
Pruski Sabor, koji se je ovih dana otvorio
prestolnim govorom, izabra si za predsjednika
Kollera. Za prvog podpredsjednika bi izabran
Benda, narodnjak-liberalac a Hermann, iz sre-
dišta, za drugog podpredsjednika.
33 OplSl.
Iz Pokrajine, 22 listopada.
Pojedinci, narodi, družtva, različite ruke ljudi,
dandanji, okrenio, a priznati će svak kome nije gla-
va tikva, kud godj ti dusi drago, nemogu ti ga ču-
do, bez nekog stalnog cilja i ustanove. Tu se hoće
čelo družtvu, tu pravilnici, tu zakonici, ako će se,
kad li tad li, k svrsi. Nu po novoj šegi treba još
nešto: nema li novina posao krnjav. I crkveni i na-
rodni promicatelji s njima danas udarili kao nigda;
svaka iole prosvietljena zemlja broji po koji svoj
list; ono družtvo, koje ga nema nezna kud, jer je
na ždrielu da propadne, zašto bo nemože da piri u
svoje, kako valja, ljubav k radu, nastojanju i požr-
tvovnosti. Eto i danas medju nami opažamo istu stvar:
nadigli glavu tobožnji nekakvi srbi, pa gledaju li-
stom na vidjelo. Eh da niie nješto i da te novine
nemogu šta, nebi se za njimi, zaista, vele ni zasr-
ćalo. Najbolji umovi na različitih mjestih tu ti svoje
misli iztaknjivaju. Crkovnjaci znadu, kako te stvari
hodaju i pojme koliko njihove novine, kad su dobro
uporavljene, mogu da privriede u poslu naše svete
vjere, pa se čudimo nekim, premda, Bogu hvala,
osamljenim pojavim, što u zadnje doba u nas vidi-
mo. Po naprednjijih zemaljah, gdje je ljudi nastoj-
nih, te gdje se maličak mari za crkvu, ima crkvenih
novina u izobilju. Ta je kod nas kH i svaka još
tekar u zametku, al s vremenom, uz dobar rad, ako
je sreće, mi bismo se mogli čemu boljemu uznadati.
U nas jedan katolički list, kao u kukavice jaje,
pa nek ni njeg nije! Liepi^smo, pa i valja! Al
pravo, kako bi onda Dalmacija u svakoj iznimkom
bila? Tko su na prvom redu u drugih zemaljah, da
štošta dobra za katoličku stvar osnuju, u nas? Pa
da nije bogu plakat! Žestoko li još pozaostajetno!
K. Z.
Šibenik,
I ovdje kod nas prsnuli su Srbi kao čvrci
prije prve razhlade. Bajka ¡se & tobožnjoj nekoj
omladini, šta li. Razpitat ću bolje o stvari, pak ću
Vas obaviestiti točno, prem da cienim, da ovdje