Anno I. ZARA, 2 Novembre -1867. N. 2
L' abbonamento annua-
le per Zara fi. 5:50 v. a.
Per la Monarchia fi. 7
V. a. franca la posta.
Trimestre e semestre
in preporzione.
LA FORFETTA
GIORNALE
Un numero separato
Tale soldi 6.
Lettere, gruppi, corri-
spondenze ed inserzioni
da dirigersi alla Reda-
ECONOMICO E PURAMENTE ITMOMISTICO.
La verità vuol ir per ogni banda
E corretrice satira non ave
Riguardo al servo o a quel che pur^ comanda.
> Parinì.
E più dotto oggidì chi più possiede;
Scienza senza denar, cosa è da sciocchi,
E sudor di virtù non ha mercede!
Uosa.
Esce il Martedì e Venerdì — Vale soldi 4.
AMORE E MATRIMONIO.
La potenza che lega e tiene in nesso il mondo e la società, sta in quella tendenza die spinge T uomo al suo simile^ perchè è incontrastabile che f amore tutto regge e governa. Adatno stesso quantunque tuf-Jiito nelle delizie del paradiso terrestre, si annoiava senza una compagna, e fù compreso d'indicibile gioia, quando vide che dalla sua costa sortì Madonna Eva^ quantunque nella sua innocenza di colomba, ancora ignorasse a che essa gli avrebbe potuto giovare. Dopo la storia fatale dei pomo, che jìortò tanto dolore e tanta miseria al mondo, ed a primi coniugi regalò una vita cosi raminga e disgrayJata, cominciò appena T uomo a divenir tale, cioè, ad essere un povero diavolo, con dannato a guadagnarsi il pane col sudore della sua fronte, a mantenere moglie e figli, a pagare imposte ed a lasciarsi urtare e battere dalle tempeste della vita, fino a che, chinato il capo alla pace eterna e valicate le porte dell" eternità, va a cercarsi colà il riposo alle pene dell' esistenza.
Come dissi, F amore fù quello che rese sicuro Adamo, come al dì d'oggi rende tali molti mariti e molti giovani. Dal momento fatale in cui fu dato di denti al pomo, uomini e donne divennero atti al matrimonio, im-perochè prima d'allora nessuno pensò mai alle spese d'un battezzo, od a pagare il conto del sart^ e del calzolaio. Ma quando Adamo ed Eva furono cacciati dal Pa-radiso, e gli uomini cominciarono a moltiplicarsi, al-lora cominciò anche negli uomini a farsi sentire il solletico dell'amore e Caino fù il primo ad innamorarsi ed a prender moglie. Tutti si amarono e molti s'am-mogliarono d'allora in poi. Non havvi pagina della Storia, non havvi Comedia, non giornale, non passa-tempo dove non c'entri l'amore, dove questo potente senlimento della vita non si faccia sentire e non e-serciti il suo dominio, dove esso non riduca a sé il mendicante, non faccia bella T orridezza, non porti fortuna alla miseria, o anche T opposto .... e quando svanisce il dolce sogno di questi, e la triste verità si presenta nella sua nuda realtà, oh ! allora credetelo molti e molti si sotfregano gli occhi come l assonuafo
Gli antichi rendevano omaggio al Dio d' amore, e lo rappresentavano in un bel giovinetto armalo di arco e balestra, il quale percorreva il mondo, e chi da esso veniva ferito, non poteva guarire la sua piaga
con nuir altro che coli'amore. Al palazzo dei re, come alla capanna del povero, faceva egli le sue visite, e dove il suo dito lievemente batteva f, di cuore gli ve-niva aperto, contuttociò che il suo dardo avesse pro-curato delle incurrabili e mortali ferite. E quando questo piccolo monello aveva compiuta l'opera sua, ricomponeva il suo turcasso alle spalle, e proseguiva sua via in cerca d' altra preda.
Una vezmissima fanciulla di nome Psiche, destò r invidia della Dea Venere, la quale diè ordine al suo figlio Amore di renderla innamorata del pjù miserabile essere che ci fosse. Ma anche ad Amore doveva bat-tere r ora. Egli che fino allora in Amore fè la parte di demone, si prese di Psiche in modo, che da lei non poteva star discosto ua solo istante, e rielle con-tinue vìsite notturne che egli a lei prodigava, giara-mai volle che in stanza ardesse il lume, colla scusa che egli non voleva che essa lo riconoscesse. Ma qual donna può frenare la sua curiosità, quand' anche que-sta le avesse a recare sventura? Mentre, un giorno, Amore giaceva addormentato. Psiche accese il lume, e riconosciuto in esso il più geniale dei Numi, tale fa la sua gioia, che divenuta tremante, sull' addormentalo Amore, rinversò la lucerna e lo macchiò d'olio bol-lente, per cui svegliatosi esso di un sbalza, rimproverò acerbamente Psiche e se ne fuggì, maledicendola. Di un tal fatto si pentì essa più tardi, perchè non solo Amore la disprezzò, ma da Venere medesima fu dura-mente bistrattata. Più tardi si pacificarono, ed Amore che per il primo ebbe a persuadersi come il matri-monio sia la tomba dell' amore, volle disposarsi a Psiche, e Venere la suocera, e il licenzioso Giove ne apparecchiarono le nozze. Dopo questo matrimonio Amore divenne un esemplare padre di famiglia, lasciò tutte le sue giovanili imprese per non incorrere in contese colla sua donna. Anche senza esso continuarono gli uomini ad innamorarsi — e ciò lo sappiamo noi bene ! Ma le nozze del Dio Amore ci condussero al-l' esperienza — che nessuno prima della morte, ha il vanto di dirsi pienamente felice.
PEIIERI WRH SUIiLl DOl'i,
La virtù spesse volte nella donna è figlia dell'or-goglio — dell' ambizione. Nella donna, giovine, galante,
Anno I. ZARA, Mercoledì i l Settembre 4867. A.
CONDIZIONI D'ASSOC.
Per Zara annui fior. 6
» le Provincie » 7
li Semestre ed il tri-
mestre in proporzione.
Un numero separato
soldi 6.
GIORMLE TERRlBILlIlfE W0RI8T1C0
Esce il Mercoledì ed il Sabbato
GÌ' importi di dena-
ro, gruppi od assegni,
si ricevono direttanicii-
te dalla Redazione del
giornale.
Le lettere non affran-
cate saranno respinte.
] manoscritti non si
restituiscono.
*
Quei signori che ricevono il pre-sente numero di saggio^ sono avver-titi^ che la spedizione del secondo numero resterà sospesa per coloro che non si saranno inscritti rego-larmente quali abbonati.
CITTADIIM E PROVINCIALI!
Voi sapete benissimo che questo è il secolo del
progresso, delP invenzione, delle strade ferrate, del va-
pore, del gaz, dei palloni aereostalicì, del cotone ful-
minante, dei fucili ad ago, dei cannoni portatili, in-
ventati dal piccolo nipote del grande zio, e via dicendo^
ma ciò che forse non sapete, è che io sono l'inventore
di una semplicissima macchinetta destinata alla distru-
zione degli animali molesti.
Si, 0 fortunati abitatori di queste nobilissime
terre! Dopo lunghi e faticosi studi sono riuscito a per-
fezionare un villissimo strumento, in merito del che
mi sono guadagnala la simpatia e T approvazione dell'u-
niverso intero.
Brevetti d'invenzione, di lode, di privilegio, a josal
Eh! Kh ! E volete che vi dica di più ancora? I
Parigini, non contenti di avermi portato in trionfo,
sorretto sulle loro braccia, per tutta la gran via di Ri-
voli, i Campi Elisi, la Bladdalena, la via d'Antin ed il
Roulevard degl" Italiani, hanno voluto fregiarmi anche
del più ambito degli onori, cioè del famoso Brevetè S.
G. D. G. e non è poco !
Ma io vi giuro sulla calda cenere del mio zigaro
di Virginia, che tutto ciò è nulla di fronte al piacere
che provo nel solo pensare che il frullo dei miei lun-
ghissimi sludi potrà finalmente essere utilizzato anche
in questa nobile parte d'lìluropa.
La mia invenzione la battezzai Trappola perchè
la macchinetta, che ho V onore di presentarvi, consiste
in un semplice laccio il quale, non appena toccato da
un imprudente animale qualunque, stringe e trappola.
Però il nome non monta: dico Trappola come direi
Polpetta .. . (pei cani). 11 titolo potrebbe essere anche
una mislificazione-, anzi ammellete che lo sia ^ oppure
nò ! ... credete ciò che volete!
I vantaggi che offre la mia polpetta ... oh, che
diamine dico? ... la mia Trappola^ sono innumerevoli:
Si garantisce T estirpazione di tutte le razze d'animali
molesti, ma in ispecie dei rettili, delle formiche e delle
nottole. 11 laccio non abbisogna di leccardie, perchè
gli animali in discorso cadoao da soli in causa della
piccolissima e quasi invisibile loro cornea occulare. In-
fine si calcoli che la mitezza del prezzo della mia mac-
chinetta pone in grado le persone di qualunque ceto
ad acquistarla. Siccome poi io ho la coscienza di fare
un bene alla società regalandola di questa utilissima
mia scoperta, cosi avrò anche la coscienza di doman-
darle un qualche piccolo compenso. Mi spiego: Se a
taluno dei miei clienti avvenisse di prendere al laccio
talvolta un' orso, o tal altra una capra, lo pregherei a
voler favorirmene la pelle. Vedete, se mi contento di
poco? Tutti sanno che le pelli non conciale sono og-
gigiorno ad un vilissimo prezzo. Ma non importa j noi
le conceremo !
Vi raccomando adunque, o nobili cittadini e sus-
siegati abitatori della Provincia, a farmi onore serven-
dovi di questa mia macchina: ma avvertite però di u-
sarla con molta circospezione, perchè potrebbe benis-
simo darsi il caso, che talvolta invece di trovarvi at-
taccato un piccolo topo, vi troviate un grand'uomo (di
statura) o qualche persona venerabile (sotto pochi rap-
porti)^ e vedete bene che uno scherzo di questo ge-
Anno I. ZARA, Sabbato 14 Settembre >1867. 2.
CONBIZIOISI D'ASSOC.
Per Zara annui fior. 6
» le Provincie » 7
Il Semestre ed il tri-
mestre in proporzióne.
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GIORMLE TEMIBlllFJTE UMORISTICO
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SE LO TUOI, SIA PURE.
Ma non è possibile. Ritieni che fu sbagli —
fu hai veduto male... Capperi! mi sembri pazza! .. .
Non sono pazza nò, m'andava gridando l'altro
giorno la mia fantesca con una ciera da ossessa^ —
io li conosco benissimo^ li ho veduti tante volte e a
Verona ed a Venezia. — Erano da tutti mostrati a dito
quei messeri, ed era impossibile di prenderli in i-
sbaglio e confonderli con galantuomini. .. Io li conosco
benissimo. La mia buona Annetta voleva per forza aver
veduto qui in Zara — indovinale un po ? niente meno
di Perego e Mazzoldi! Sciocchezze, sciocchezze mia
Annetta. — Ah, sì! — non c'era verso di persuaderlo.
Non voleva nemmeno dirle che Perego e Mazzoldi e-
rano morti. — E, quel che più importa per i galan-
tuomini, pretendeva di averli veduti passeggiare in-
sieme di notte su e giù... dove diavolo? nelP atrio
del casino di Zara. — Misericordia! nel sito delle . .
non dico dì chi, perchè non sarebbe facile contentar
tutti.
Da principio, sentendo tanta stramberia, volevo ri-
dere con quella buona donna, e chiederle qualche dato
sulle persone per vedere se parlasse sul serio e con
senno ^ ma quando T ho intesa ripetermi certi paroloni
che non ammettavano replica, mi venne il pelo d' oca
e rabbrividii.
Sentiva che se fossi andato un poco innanzi avrei
finito io per dar di volta al cervello, non potendo
comprendere certi ('aiti che quella megera mi dichia-
rava di aver potuto conoscere in questi giorni; fatti
ch'essa adduceva quale prova incontrastabile del suo
asserto per caratterizzare quei Signori e provare la
loro presenza.
Per finirla e mettere in accordo ì fatti incontra-
vertibili, di cui mi parlò, e che tengo ancora in petto
per voi carissimi lettori, colle dichiarazioni relative
alle persone; dichiarazioni che daltronde non avevano
a far niente con i conotati personali di Perego e Ma-
zoldij perchè tra le altre cose la povera donna so-
steneva, che uno di quei che vide passeggiare deve
avere perrucca, mentre la perrucca fu la sola maschera
di cui non hanno fatto uso nè Perego, nè Mazzoldi in
tutta la loro brillante carriera, abbiamo convenuto, per
nostra reciproca quiete, di ritenere che saranno stati
gii spiriti errabondi sotto forme nuove dì quei due
stupratori d' ogni virtù, che la mia fantesca aveva ve-
duto neir atrio del casino di Zara.
Staremo a vedere se compariscono di nuovo... nella
mente di quella strega d'Annetta e ve ne informerò
lettori dilettissimi.
LA COMMEDIA
TRAGEDIA TUTTA DA RIDERE
in un atto e quattro scene.
Scritta espressamente per la compagnia BELLA.
SGEINA PRIMA.
Nella sala del primo posto a bordo d'un piroscafo.
Sior Leonado, vecchio e grosso possidente, siede sul
divano di poppa a canto a Sioriseppo, vecchio nego-
ziante in parrucca — Don Fulmine in occhiali verdi e
Kalpak fantastico, siede in capo al tavolo, mangiando
con autorità del formaggio svizzero — a lui di faccia,
coi gomiti sulla tavola e la testa fra le mani, dorme
Sior Momolo Girella, secco ed emerito protocollista —-
in fondò il Cameriere.
Leo. (Piglia con rumore una buona presa di tabacco^
poi offrendo la scatola a Sior IseppoJ: Sior 1-
seppo mio... se vive in tempi difficili!
Ise. La xe vera sta storia {sospira)....
Leo. Cossa voleu mo ! (sospira) Co sto tantin de Na-
Anno I, ZARA. Mercoledì 18 Settembre 1867, N'. 3.
co?intrjo:>fi K'ASSOC.
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» le Proviiicie » 7
11 Semestre ed il tri-
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AVVISO A CHI TOCCA.
La malignità, frutto di una curiosità non appagata,
Spinse alcuni belli spiriti a farmi una guerra eosidetta
alla sordina, insinuando al pubblico di mettersi in
guardia contro di mè, essendo io quel tale d'intro-
mettermi nei segreti della vita domestica delle famiglie :
e non f^^ù in là tii jeri, uno di questi belli spiriti
sparse una calunia fac simili nel!' alta sfera sociale,
adducendo che io era deciso di pubblicare la storia di
Véntiquattro matrimoni, (scusate se è poco).
In conseguenza di ciò io dichiaro, che sono troppo
compreso della mia missione per insozzare il mio nome
nel lezzo con delle azioni vili;, ed in pari tempo credo
bene di dare un salutare avviso a questo tale ed ai
suoi imitatori, pregandoli di non rompermi ulterio-
mente le scatole colle loro stupide e maligne inven-
zioni, affine non abbiano poi a dolersi, se pubblica-
mente io mi degnerò di pigliarli, non moralmente ma
materialmente per un orecchio.
Humus ayisatus est mezus salvatus. Attenti dunque.
Il Redattore della Trappola.
RIVISTA POLITICA.
Signori sappiate che non m'è permesso parlare
di politica, ma io da uomo compiacente qual sono, ap-
pagherò le vostre brame a rischio di farmi mettere
uu zampino sul collo.
Vi parlerò adunque della situazione Europea.
L'orizzonte politico è coperto di neri nugoloni, ..
ratmosférà politica è pregna di venefici miasmi... il
Barometro europeo annunzia tempesta l'oronietro
mondiale marca 1' ora dello sconvolgimento di
stomaco ecc. ecc.
Ecco la situazione generale.
Nei gabinetti diplomatici di tutti gli stati si nota
un' incessante va e vieni di persone che si credono
affaccendate e sembrano pensose, e fanno una confusione
tale da credersi al Monte di Pietà.
Le potenze sono gelose Y una dell' altra.
Le potenze si tem<>no a vicenda.
Le potenze si sono abbracciate.
Le potenze hanno stretto un' alleanza diffensiva in
favore del. . . . grano Turco.
Ecco la situazione :
L'Imperatore del Marrocco fu il mese scorso alla
caccia ... de' suoi sudditi.
11 re dei Mamalucchi canta l'aria del Nabucco:
l'ombra son i-o, i-o, i—o, i—o, i—o, d'un re.
11 gran Turco fa la cura del Lichen e del latte
d'asina.
La Francia, la grrrrande Nation, spedisce all'e-
stero i suoi campioni.... per assicurarsi lo smercio
di una partita guasta.
L'Inghilterra » cotone è beata e felice di poter
spedire dapertutto le balle dei suoi figli.
L'' Inghilterra » carbone non ci vede tanto chiaro
neir obbligo assuntosi di provvedere per dieci anni l'a-
limento al fuoco delle locomotive Francesi.
I trecento tori o vacche che rappresentano il li-
bero popolo d'Albione hanno decretato il bill contro
il maltrattamento degli animali (povera Trappolai) è
lasciano crepar di fame i rappresentati.
Ecco la situazione:
La Spagna mola.
II Portogallo tira.
La Prussia s'è indurita, .
' La Russia si fa mangiar le costole dai scrocconi
Anno I. ZARA, Sabbato 21 Sottembre ^867. N». 4
eOjNlHZIOM D'ASSOC.
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le Provincie » 7
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ro, gruppi od assei^ni.
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giornale.
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restituiscono.
I PMFEÌ! DEiiliA CClflGii BifiW.
É scherzo od è follia
Che da quel labbro uscia :
IHa come fa da i-idere
La lor credulità !
La sera del 8 corr: un padre inquisitore in com-
pagnia di un professore (sic) dell'Università di Rlenuk,
che andrà in altivilà col futuro regno della Jugoslavia,
arrivarono in Vergoraz per inquirire contro quel bir-
bone di corrispondente del Dalaiala, che ardì di pub-
blicare il contenuto di un certo programma, facendo
perdere cosi la ciarlatanesca influenza dei popi.
Discesi al palazzo, furono introdotti nelle sale di ri-
cevimento dalla zolla Borovkusa, ove si fecero loro gli
onori.
Furono serviti di calìe dalla profetessa vecchia
Malussa, colla quale il beverendo aveva impegnalo un
discorso in materia di profezie. Giunse allora la pa-
drona di casa, vedova passata in seconde nozze, e ve-
dova da quattro anni del secondo marito vivente; dessa
era accompagnata dalla sua prima damigella, una se-
conda Borovkusa, madre di un bambino che non co-
nosce il padre. Dopo scambiati i complimenti d'uso
si rinnovarano le domande alla vecchia Matussa sulle
future elezioni, sulla distruzione dalla faccia color di
terra del suddetto corrispondente del Dalmata, e sulla
prolificazione della consorte del professore: La vecchia
profetizzò essere moralmente impossibile che D. Mio,
riesca a deputato, e che meglio sarebbe per lui di
uon impacciarsene più affallo^ che egualmente diffìcile
sarà di distruggere il corrispondente del '^Dalmata,,
mentre contro quel demonio non valgono nè esorcismi
nè verghe magiche, perchè porta sempre nel seno di
quella certa erba che Marte diede ad Ulisse nell'isola di
fata Alcina, erba che aveva la virtù di rendere impotenti
il veleno e la verga magica di quella fata contro il Re
d'Itaca e suoi compagni, motivo per cui da quel mo-
inenlo la fata Alcina cadde in disgrazia. In quanto poi
alla prolificazione, rispose che invece di esorcismi
sarebbe meglio rivolgersi a qualche fabbrica Inglese
e provedersi d' un buon stantuffo da macchina a va-
pore.
Indignato T inquisitore e la padrona di casa di tale
infame profezia, cacciarono la maga fuori della sala.
Ecco infraltanto che si vedono comparire dinanzi
quattro dotforoni gobbi, o vamipri della compagnia
Bella con alcuni seguaci; riconosciuto il numero legale,
furono chiuse le porte e dopo breve discussione sulle
teorie di Marco e Tadia, detto e fatto fu deliberato il
bando contro il suddetto corrispondente. Ma siccome
non vi era presente il Dittatore, che doveva contrasse-
gnare la sentenza in prospettiva, così fù prorogata
l'intimazione del bando.
Abbiamo dato ordine, che allorquando sarà intima-
to ci spediscano una copia per pubblicarvela subito,
lettori dilettissimi, affine conosciate voi pure il nome
di questi terribili Attila che tengono sospesa sul nostro
capo la spada di quel buon diavolo di Damocle.
I mmi.
Dimmi il tuo nome ed io ti dirò la patria tua.
Hugo.
Nel meraviglioso congegno che costituisce la mac-
china sociale ben poche ruote esercitano tanto neces-
saria e visibile azione, quanto la grande ruota che
rappresenta la fama dei diritti e dei doveri ereditari.
Anno I. ZARA, Mercoledì 25 Settembre ^867. N-. 5.
CeNDIZIONI D*AS80C.
Per Zara annuì fior. 6
» le Provincie » 7
11 Semestre ed il tri-
mestre in proporzione.
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GIORMLE TERRIBILIEME WORISTICO
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te dalla Redazione del
giornale.
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BEI PER lIiE.
Chi side voi signor redaftore ?
Chi siamo noi?.... Come non lo sapete?....
"Noi siamo corno tulli gli altri nostri eguah", un nuovo
buffone !
Sì miei cari. Buffoni, buffoni ! Lasciatemela dire,
noi siamo i buffoni !
Ecco la grande scoperta, fuori della quale non vi
è salute, ed ove noi ci credessimo uomini serii, in
verità che andrebbe compromessa anche la nostra
serietà.
Largo dunque ai buffoni !
Oe non siatemi ridere adesso!? I veri buf-
foni non ridono mai !
La scoperta e tutta proprielà del mio bel Mio par-
ocQ, di Podgora figlio delle vergini montagne, (che
ampia idea della verginità! ) deputato in dieta della
dieta Diilmala, ex deputato di Croazia e Slavonia, sano
vacinalof, marche particolari: occhiali verdi e Kalpak
di fantasia ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. ecc.
ecc. ecc. ecc. Ih-, quanti eccetera!
Ora vi dirò che studiando una certa questione,
fra le molle carte mi capitò tra le mani il numero tre-
dici del Nazionale del giorno tredici di febbraio di
quest'anno (maledetto tredici che i buffoni chiamano
cabalistico) e mi comparve il mio bel Mio nel di dietro
di Sperato Nodilo, cioè nella parte posteriore del foglio
redatto da Sperato Nodilo, e precisamente alla destra
delle pillole emaroidali del dottor Sliffeson.
È là che il mio bel Mio ci chiama buffoni e ci
dice fante belle cose. Ah! Ah! Àh! povero il mio bel
Mio !
Ma presto largo, largo buffoni ! accorete dall' o-
oorevole signor deputato ! presto, fategli il solletico
sotto le piante, insinuategli le barbe d'una penna da
scrivere nelle narici, e provocatene lo sternuto
Hapciù ! !. . Ilapciù! ! . . .
Salute mio bel Mio ! ? che Dio ti conservi sano
ed allegro ali amore dei tuoi parrocchiani, de' hioi el-
letori, che come ben tu dici li conosci, ed essi co-
noscono te pure per un bonus pastora cioè nò, dobar
pastor^ e dà loro non l'anima, che non saprebbero che
farne, ma bene da mangiare e meglio da bere, e ve-
drai che in cambio di tutto ciò, questa volta li ride-
rano in sul muso. Povero il mio bel Mio ! ma vedi il
modo di darti coraggio e buon tempo ^ concentra
negli organi digestivi quel pò di vitalità che non hai
sciupata predicando le beatitudini del regno venturo,
uno e trino trojedna jedina kraljevina e serbala per
l'avvenire .... Ah! Ah! Ah !
Senti mio bel Mio! Fati corraggìo, e spera!
Le coccolle ti salveranno colla loro operosità^ e
non avvilirti, se
Fatto cancheroso
Patisci il mio nervoso
purché dai nervi in susulto non ti venga l'insonia, e
coli insouia il delirio, e nel delirio le scoperte (la più
barroca delle carriere).
Senti mio bel Mio ! ami tu la tua tranquillità ? Eb-
bene, non fabbricare castelli in aria, atlienti all'attua-
lità; capisco che la è una dura condizione per te
r adattarti a quest'idea, ma guarda dì consolarti in
quaresima col buon pesce, a pasqua colle buone foc-
cacie, a san Michele, che sar& forse il suo Eresino
ime^ con un buon pranzo. La molle erbetta del prato,
i vergini monti, T azzurro del firmamento, un cappone
arrosto, cioè nò, un dvisas nazionale, e due secchi di
ollima ervastina^ eccoti la ricetta, e vedrai che le cose
andranno meglio.
La noia, l'irascibilità che dimostri fino ai talloni
delle tue scarpe fibiate, credimi, è tutto effetto d'indi-
gestione pei falliti castelli in aria ^ adunque parsimonia
col fiato e coir inchiostro.
Tutto ciò che non cade sotto al dominio dei cinque
sensi, ritienlo per utopia. Puoi credere soltanto senza
ingannarti all' eccelenza dei cibi, alla tavola del Pervau
al Postirac col relativo adobbo ... e relativa banda
di Vergoraz . . . alla Mariella .... e successiva indi-
gestione. Ma più in là^ nò!
Il tuo più grande amico.
er
Anno I. ZARA, Sabbato 28 Settembre i 867. N". 6
COM)IZ10M D'ASSOC.
IN^r Zara annuì fior. 6
•> le Provincie » 7
Il Semestre ed il tri-
mestre in proporzione.
Ua numero separato
soldi 6.
Oli abbonamenti per
Zara si ricevono dal
librajo Poletti.
GIORNALE TERRlBlLfflTE MORISTICO
Esce il Mercoledì ed il Sabbato
GÌ' importi di dena-
ro, gruppi od assegni,
sì ricevono direttamen-
te dalla Redazione del
giornale.
Le lettere non affran-
cate saranno respinte.
I manoscritti non si
restituiscono.
FRUSTA lETTIMRll.
eh' io sia vate, me lo dice
Tu' insolita armonia :
Oh' io sia vate, se mi lice
Sperar voglio ; e cosi sia.
Signori e signore ! letterali, artisti, autori ed at-
tori, impresarii, capocomici, direttori, mecenati, poeti,
scienziati, membri e non membri insomma quanti
hanno a cuore il bello, il buono, il grande, il magni-
fico, lo stupendo e lo straordinario, volgete il naso a
loggia di punto ammirativo verso il sig. Andatesene.
Il prelato signore a vostra norma e direzione, e
per quella del mondo intero, trovasi nuovamente nella
nostra capitale, che oltre a questo grande poeta ed
un taumaturgo dentista, accoglie fra le sue mura an-
che i più squisiti rosolii.
Ah! quando penso che gli uomini grandi sono
accidenti che passano ed i buoni rosolii restano, mi
getterei via la testa dal dispetto.
Già mi pare di sentire taluno a dirmi: che dia-
mine di bisticcio fai dei poeti coi rosolii? Faresti
meglio a dirci chi è questo Andatesene^ che noi non
conosciamo.
Come, non lo conoscete ! ?. . . Ah non conoscete
il signor ^/tda/cAejie. Ah, orrore!... dire di
non conoscere il signor Andatesene o signori e una
corbelleria bella e buona !
L'antico redattore del Glasnik, il professore, lo
scienziato, il poeta, l'autore della (mettetevi un gnocco
in bocca e sillabale) riencic Domoljubnic.
Se non lo • ravvisale adesso, conviene dire che
siete proprio orbi.
t'invidia, o signori, vi
certe cose . .. certe cose . ..
L" invidia vi sussurrerà
nacque poeta.... Falsof, la sua nutrice più volte si
espresse così: quando Jovo era piccino se sapeste che
versi facea !!.... parea spiritato !
Vi dirà, sempre 1 invidia, che i suoi versi sono
sussurrerà agli orecchi
ma non prestatele fede,
agli orecchi, che ei non
prosacela cattiva, mancante di buon senso, malissimo
rimala ^ che sebbene viviamo in tempi in cui il più
magro fabbricatore di tacuini si crede capacissimo di
scrivere un Epopea, pure la comparsa di quei ver-
slronsoli (passate il peggiorativo) è il non plus ultra
dell'incredibile.
Vi dirà, che quello non solo non è un lavoro po-
etico, ma nemeno un opera qualunque.
Alto là signora invidia, con questi bisticci.... io
lessi quel libro, .... possibile che dopo reiterate ed
attente letture io non abbia letto nulla !?.... la sa-
rebbe troppo grossa!? ... diamine!
"Ah! rinvidiai !!
Favete linguis
Tacete gente antipolitica, antipoetica, anliplalonica!
I versi deir Andatesene sono levigati, scorrevoli mor-
bidi e vellutati;, che sembrano il mantello d'una gatta
da refettorio. Se volessi generare io qualche cosa di
consimile, converrebbe stessero in me riuniti i genii
tutti di 5c/irt//er, di Goethe e di Manzoni (scusale caro
Andatesene se è poco).
lo sono a quattro dita distante dal suicidio, per-
chè credo sia un indegnità l'ostinarsi a vivere dopo
r apparizione d'un siffatto prodigio.
Quando leggo quei versi, mi sento trascinato da
forza irresistibile ad accompagnarli con gesti analoghi,
e con tremoli! di voce .... pecorini e lacrimosi ....
Ah si ! ....
Tappa tappa, neka neka
Zìi .... Zu ... Zu ...
Ajde !.. nestoj.. nu.. deh .. makni
Kapa kapa ^
Tappa tappa
Tika taka
Oje! oje! oj!
Kapurale moj (Pultimo verso è mio).
Allora straluno gli occhi nè lascio vedere che il
bianco, perchè le pupille sono volte allo zenit come
la calamita al polo, e metto in paura gli astanti^ tanto
quei versi mi mandano in estasi acatalepsiaca.
Dalmati fratelli ! popolo che io adoro all' ingrosso
ed in dettaglio^ se sapeste quanto mi sento felice di
Anno I. ZARA, Mercoledì 2 Ottobre 4867, N". 7
COISmZJONI D'ASSOC.
l'er Zara annui fior. 6
•> le Provincie » 7
i! Semestre ed il tri-
mestre in proporzione.
Un numero separato
soldi 6.
Gli abbonamenti per
Zara si ricevono dal
librajo Poletti.
MMM TEMIBILHENTE UMORISTICO
Esce il Mercoledì ed il Sabbato
GÌ' importi di dena-
ro, gruppi od assegni,
si ricevono direttamen-
te dalla'. Redazione del
giornale.
Le lettere non affran-
cate saranno respinte.
I manoscritti non si
restituiscono.
I TUMIBiM
Il (urribolo è un certo arnese che serve ad in-
censare, cioè a sollevare del fumo clie puzza od olezza,
a seconda dei gusti e dei casi.
Un tale istrumento fu inventato dai preti, non si
conosce di qual culto ^ religione, ma si sa positiva-
mente che Tu ih un epoca rnofto lontana da noi e^
assai vicina al primo uomo, che per analogia colla
prima lettera delP alfabeto fu chiamato Adamo, cioè
maschio.
Il fumo quindi, ossia l'incenso, a mezzo dei turri-
boli fu la prima dimostrazione d'onore. In seguito
passò a dimostrare T adulazione, istintiva nutrizione ed
aspirazione degli uomini politici.
Prima quindi il fumo saliva solamente al cielo-,
ma a poco a poco si studiò il modo di trattenerlo in
luoghi determinati^ infine sì trovò opportunamente il tur-
rìbolo per incensare le narici dì alcune persone e di
moltissime bestie.
Agamennone ed il ' vecchio re Priamo, Sesostri,
Mosè, Pirro e Numa, furono incensati come il cocco-
drillo, le api, l'elefante, la capra e l'asino^ e re Sar-
danapalo come un turco.
Ma in que'beati tempi però erano pochi gF in-
censatori e più pochi ancora gì'incensati j la prati-
ca poi, in forza del crescit eundo, si generalizzò in
modo che ora può dirsi universale;, gì'incensati e gli
incensatori si scambiano a vicenda il turribolo, il
fumo e gli inchini, che ormai la terra altro frutto non
dà tranne il fumo.
Essendo I" uomo progressista a suo modo, cioè
perfezionatore a modo altrui, l'arte d'amministrare
il turribolo, cioè d'incensare, ossia di dare e diremo
anche di ricevere del fumo, diventò scienza, i segni
rV
esteriori furono modificati, la materia subì variazioni
di elemenli e di essenza, ed ora si può dire, che per
mezzo di applicazioni estesissime, la stampa in alcuni
luoghi, ma non qui, la parola, la spina dorsale, il
cappello a triangolo, a cono ed a cilindro, ecc: eco:
sono assieme turriboli ed incenso. Il fumo poi che ne
esala alle volte è insipido;, raramente parte dall'arrosto
del turriboliere^ ed il piùMelle volle provieiiè dall'a-
ristocrata ignorante e dal ^iaso^noso imbecille^ colla
"àitTerenzà, chr la vocazione del'fumo è relativa, e
quella dell'arrosto è assoluta^ ed anche qui.... phu!
.... phu ! .. .. potressimo dirne delle belle.
Qui in Dalmazia si può dire, che dans les salom
de la fcosidettaj haute societè^ nei clubs dei casini e
delle famose ciiaonice^ nei salons burocratici, negli
uffici, nelle niagistature, e quasi dappertutto e da tutti
coloro ì quali portano un vaso in testa, cotesto fumo
creasi, si sviluppa, sì diffonde, e parte per l'altro e-
stremo della società che lo compone.
Il bello, il grande, il buono e 1' utile esce a ca-
priccìo dei turriboli, e va a posare sulla schiena di
chi pretende e può ricambiare il fumo.
Qui in Dalmazia non è come in altri luoghi, che
i ricchi ed i nobili sono stretti fra loro dalla fram-
massoneria del denaro e del blasone, e fumano per un
istinto primitivo, e si contraccambiano il fumo per
r acquisii a malizia di tenersi in credito nò. Qui in
Dalmazia, il fumo appartiene esclusivamente agli sciocchi,
agi' ignoranti, ed a quelli che si credono di essere
Dio sa che cosa, perchè godono benefìzi che hanno
la coscienza di non aver meritati sotto verun rap-
porto.
Di scienziati nè abbiamo una caterva-, e di che mole
sono i nostri scienziati ! ? . .. e che fame che hanno
i nostri scienziati ! ? . .. e questi scienziati hanno bi-
sogno di farsi incensare dai loro mecenati, i quali
poveretti, senza titoli e senza pane, menano il turribolo
i- - %kia firnktn^ti' Mi^ilUh' '{'<1 j »'•^.'iftll'illlimi
Conđizionr'đ'Assocìà^ìonc^
Per Zara.
Per un anno .. fiorini 8 : -
Per sei mesi „ 4 : -
Per tre mesi 2 :-
Per 1 Iiiiiierò ft'Austria.
Per im anno fiorini 9 : -
Per sei mesi é
Per tre mesi „ Ž
mi •w
50
50
per r Italia, Francia, Ingfeilterraj
Serbia e Turehia. .
In Banconote austriache ììoi-. 12: 50, alP anno ;
semestre e ti'imcytré in proporzione.
Zara 25' ottobre. '
Assai necessario ed al tempo stesso assai
malagevole è il sapere rinnovare in tempo ii-
tile i vecchi assiomi della politica, perocché non
vi ha nulla di più comune del vezzo di ta-
luni, i quali applicano alle nuove situazioni
delle massime antiche, che, se furono vere
una volta, ora non lo sono più. Uno di que-
sti assiomi fu per lungo tempo formulato co-
me segue: Conviene frapporre tra le grandi
potenze dei piccoli Stati per rendere più dif-^
fieile e meno immediato V urto di una guerra
che scoppiasse tra due possenti mcini.
Nell'applicazione, questa massima fu però
quasi sempi% trovata falsa. Quando l'Austria
e la Francia si battevano, esse non si sono
fatte mai scrupolo di occupare la Svizzera e
ritaha; come se scoppiasse oggi una guerra
tra la Francia e la Prussia, nè 1' una nè 1' al-
tra di queste due potenze non si farebbero
scrupolo di occupare il Belgio.
Il principale argomento che portano in cam-
po al presente gli avversari dell'unità germa-
nica gli è questo: — che la Germania unita
sarebbe ua vicino troppo pericoloso per la
Francia. A noi sembra che siffatto ragiona-
mento non tenga, perocché due iiazioiii def
pari forti hanno paura una dell'altra e sì
rispettano a vicenda. Finché la Francia del-
l'89 era isolata sul continente in mezzo al-
l' assolutismo universale, importava alla sua si-
curezza, all' avvenire dei principi di cui era
depositaria, che essa fosse in i stato di misu-
rarsi contro tutta l'Europa. Dal 1792 al 1815
la lotta ^coUe armi fu accanita ed incessante.
Dal 1815 al 1830 succedette la tregua, la
bandiera tricolore era sparita, ed il governo
francese, se non la nazione, faceva causa co-
mune colV assolutismo, dì cui la Francia dive-
niva lo striimeàto ia Ispagna. Dal 1830 al
1848 la Santa Alleanza si riformava, metten-
do in quarantina tutti i principi liberali Dal
1852 ai giorni nostri le cose prendonì) un
altro aspetto: la Prussia e P Austria assistono
impassibili all'esecuzione della Rubsià ih Cri-
mea; nel 1859 la Russia e la Prussia assi-
stono con non minore impassibilità alla sortita
dell'Austria dall'Italia; nel 1866 l'Austria e
la Prussia vengono alle mani, l'Austria viene
esclusa dalla Confederazione Germanica é l'I-
talia termina di costituirsi. Lo schacchiere eu-
ropeo non è quindi più ciò che era nè ai tempi
dell'Impero, nè a quelli della Ristorazione, nè
a quelli di Luigi Filippo.
Non solo le antiche alleanze sono spezzate,
ma delle profonde modificazioni sono avvenute
nelle condizioni interne di Ciascun paese. Le
instituzioni liberali, la libertà di stampa, il reg-
gimé rappresentativo hanno penetrato dovun-
que, fuorché in Russia: le guerre di principio
— le più terribili di tutte — non sono at-
-OO^«»'
larko, Blacànìn i Jakov Zegerljan'm
na Zaduarju.
Dobro jutro kume.
J' Da Bog dobra, a oklem ti to doterga.
M. Baš od kuče, za pitati da mi zajme! tvoj
plužni lemiš. • '
Brate daču ti ga. dali ga nemoj de^žati za
jer znadeš da kad je sada kiša pala, oče i
meni služiti.
. Naj dalje do,osam dana ocu ti ga povratiti,
jer nadam se da u to vrime kovač oče moga na-
praviti.
Koj su kume glasovi medju vami.
-3C Brate nejma novina, »amo jučer bijo sam u
gradu, pak me dozva K. u svomu dučanu i «-
vederne u svomem skladištu gdi u mraku najdoh
četri nijegova druga koj žalosni počeše mi
Poviđati da naši narodnjaci D. i T. jesu postavljeni
u tamnici.
J. A jeli, vireti, to istina.
M. Kažu da jest.
A što ti na to odgQvori njimara.
M. Bogami jasam se tomu smija, jer što ^u tra-
Giornale politico, economico, letterario
, L0 associazioni c gli importi
gruppi 0 meglio in assegni postai^
•àVL Amnilnislmzione del Baìmatan ^
più alla Redemone, k Spalato presse
Loremo Gilardi. — Le corrispundenzo devono
dirigersi affrancate escUisivamcvie al Piedattore.
Le lettere non i:iff rancai e sai ;: uno rcKiìinte. I
commiicati si inseriscono al prezzo «ìi soldi
8 la linea. Non si inserirà nessun articolo fir-
mato, ove esso non sia accompagnato (l.i un im-
poìto di soldi 30 pei' il pagamento dc'.la lassa
di finanza. . , •
Un numero separato costa soldi 8
Esce il mercoledì e il sabato.
é, m
tHalmente;|)oésibili, perché appunto uno steèso
è il principio die domina al dì d'oggi da uri
capo all'altro dell'p]uropa.
Quanto poi alle guerre di equilibrio, esse
sono poco probabili e non vengono determi-
nate Che da pretese di dominazione di una
potenza. Ora, tra la Francia, 1' Austria, la
Prussia e l'Italia, se una di esse minacciasse
le altre, l'unione delle potenze minacciate ri-
stabilirebbe facilmente l'equilibrio.
Per quello che concerne V Inghilterra, essa
è visibilmente uscita dal periodo mihtante;
essa ha delle formidabilissime forze difensive,
e ciò le basta; poiché l'iniziativa delPoffesa
non istarebbe d'accordo nè co' suoi gusti, nè
co'suoi interessi.
Dove sono dunque i veri pericoli di guer-
ra? Essi non possono venire che da due parti:
dalla Russia e dagli Stati Uniti.
La Russia, potenza semibarbara, la cui te-
sta è pur rischiarata dalla luce di una civiltà
che le viene per riverbero, ma il cui corpo
rozzo, gigantesco ed immane è sepolto in fitte
tenebre, la Russia sola in Europa è la poten-
za che pensa a conquiste.
Le sue ambizioni in Oriente sono conosciu-
te : conservatrice in Occidente — assolutista
ne' suoi confini — sterminatrice in Polonia
^— essa è rivolttzionaria in Turchia. L'intrigo
è la sua arma favorita, l'ignoranza e la su-
perstizione sono i suoi punti d'appoggio, la
persecuzione è il suo mezzo.
A prima vista sembrerebbe che la repub-
blica americana, la cui popolazione ammonta
appena a 30 milioni d'abitanti sparsi sopra
un territorio vasto quasi al pari di quello del-
l'Europa, dovrebbe essere assai più preoccur
pata di cOlOnizjzare che di conquistare; eppu-
re, considerando bene le cose; si scorge che
da qualche anno gli Stati Uniti hanno delle
yelleità di ingerirsi negli affari del nostro con-
tinente, e che vi cercano ora delle alleanze e-
terogenee, ora delle querele senza fondamento,
e ciò per uno scopo che non è punto difficile
indovinare.
La spedizione del Messico — tra gli altri
effetti disastrosi — ha prodotto anche quello
di urtare la suscettività repubblicana degli
Stati Uniti. Il contegno impolitic<j della mag-
gior parte dei governi europei durante la guer-
ra civile, le loro preferenze poco dissiinulate
per il Sud, hanno finito di irritarli e li hanno
gettati in braccio alla Russia, la quale in quel-
l'epoca lottava contro l'insurrezione della Po-
lonia, insurrezione la cui iniziativa veniva dallo
Czar imputata a Napoleone III. Da questa co-
munanza di lagni è nata una specie di co-
munanza d'interessi tra la Ruésia e PAmèri-
ca. Ciascuno si ricorderà delle ovazioni calco-
late fatte a Nuova York agli equipaggi di una
squadra moscovita e il ricevimento solenne pre-
parato a Cronstadt ed a Pietroburgo agli uf-
žili i kasno jesu našli, dali me je vatala tuga kad
bi razgleda onu okovaau skriDja znaduči da a njoi
}eži moja menica za sto fiorina, i za koja, šta više
novaca pridajem, nemogu je doplatiti, jer kamatu
koju on uzimlje, nemaju mire^
J. Eto daklem se je baš ispunilo što niki dan
mi dva jesmo ovdi prorokovali.
M. Baš jest.
J. k i drugi kad budu ražuraili, što je na njih
dva spalo bićese poplašili.
J". Vidijosam u K. dUČatt uplašena žestoko J.
balavca, koj govoreč je Sve bebleta niti jesi moga
razumiti ni jednu rič.
J. Nije^ kume ja bi oštro pokara.
Mi Dobratije, jer neharnostj je narav _naj gora
u čoviku; Bog isti nije je moga usterpiti.
J. Ja sudim da svaki čovik je dostojan prikora koj
se tuži na našega kralja, jer milostijega nejma u
svem svitu; vidi kad izaaje gladna godina, pruža
svakomu pomoč, derzi nadušilišta i plača nauči-
telje za davati nauke dici, i još im daje poduporka
nekase mogu hraniti dok nauke prime ; činovnike
plača doklem služe, a kad za službu nisu prikladni
više tada ih nadari plaćom, a.kad umru, nadarijm
žene i dicu dajh ima stotina. Viremi ja se ne u-
midem došititi što bi ovi ljudi otili više da im
kralj dade.
fieiali di una squadra americana. Più tardi ebbe
luogo la cessione dell' America russa agli Stati
Uniti, e récentèmente la diplomazia si Occupò
cfi una rimostranza fatta al Sultano in favore
dei Cretesi da parte del governo di Wasliing-
ton, il quale fino ad ora aveva adottato per
Ì)rincipio di non immischiarsi affatto nelle cose
dell'Europa. Infine nelle differenze sollevate
dai reclami relativi al legno corsaro Alahama,
noi abbiamo veduto i fogli americani ralle-
grarsi di avere in siffatta vertenza pronta una
querela, che potrebbe divenire un casus héli
nel caso in cui occorresse trovare un pretesto
per imprendere una guerra.
La sensibilità inaspettata degli Stati Uniti
verso i Cretesi vudl dire che, se la Russia è
ben contenta di avere in Oriente il cóhcorso
dell' America per neutralizzare V Inghilterra, gli
Americani dal canto loro sono doppiamente
contenti di assicurarsi l'appoggio della Russia
contro gP Inglesi per il giorno in cui crede-
ranno opportuno di impa(jronirsi del Canada,
dell' America inglese, e di Cuba e delle An-
tille. Tale giorno del resto può benissimo coin-
cidere con quello nel quale la Russia giudi-
cherà conveniente di tentare un colpo sopra
Costantinopoli.
Ecco come il Nazionale nel suo ultimo nù-
mero annunzia la elezione di E. Matcovich a
deputato :
„Lesina 21 ottobre. — Al consigliere au-
lico Lapenna succede a deputato Enrico Matco-
violi con voti 455, tutti di Cittavecchia. Gii
elettori della città di Lesina, tutti presenti, i^qy
unanime decisione ritennero c^ecorosa éà ìndi-
spensàbile la generale astensione dal vòtov®
Questo telegramma ha bisogno di una ret-
tifica e d'una aggiunta:
Ecco la rettifica: „i voti, iilvece di essere
455, come dice il Nazionale, sono 466, cioè
11 di più.«
L' aggiunta è poi questa: „i Lesignani si
astennero dal voto unicamente perchè erano
certi Che il loro candidato sarebbe rimasto
sconfitto''; cà il Nazionale, chiamando decoròsa
quelP astensione, dà al mondo la prova che
egli — il miserabile — non si smentisce mai,
nemmeno quando i fatti gli infliggono i più
umilianti castighi. Ma chi fu bollato in fronte
per vilè e i3er calunniatore, può permettersi
qualunque indegnità!
Intanto che il Nazionale giudicava decorosa
r astensione dei pochi elettori di Lesina, il
redattore del Dalmata riceveva le seguenti di-
mostrazioni di affetto e di simpatia, le quali
sono la Ì3iù eloquente condanna dell' oi'gano
untuoso e de' stioi inspiratori :
Gli autonomi di Sebenico gli telegrafavano
la sera del 21 :
,, Èogami više im nejraa ni on što dati,, akó
ìm nè dade kratjestvo neka oni vladaju,
J". Zaludu nam je više o tomu govoriti, koj su
pošteni to vidu i znadu, a smutljivci znadu i oni
ali neče da znadu. Kaži ti meni koga oče tvoji
seljaci odabrati za vitnika.
M. Govore da neče više viro vati onim kofini su
ih skoro privarili, nego da će sada, skladni odabrati
poštena ćovika.
J. Ljudska im je viremi ako se ne puštu pri-
vanti opet, jer vidim da Frane tamo u cesto pohoda.
M. Dosada je više puta došeta, i hvata se je
onih koj su dužni K., ma jesumu odgovorili, da ih
je K. kamatom dosta izuemoga, i da to tau bože
biti zadosno, budući da im nedaje nego sami šesde-
setr fiorina a stotinu meče u menici, jer prima
šesnaest za kamatu, a za ostala dvadeset i četri
fiorina, oče da prime po cinu koju on iznese, ma-
čaka derveni, Lonćiča, Verćiča, Božih prilika oko-
vane na križu pak zatvorene u caklenoj boci^ i
napokon caklenice u kojsim nalazise quartuč one
vode što je on za se dobavlja a iz Tresta za o-
čistiti svoju ištetcnu kerv, uzbiuči za svaku fiorin
jedan i novčića pedeset.
J. Prosti kume, ma ja virovati nemogu dojsto
da on tako nemilo dere braču svoju.
M. Božjeg dneva ja nedoćeka ako ti baš pra-
vedno nisam izreka.
Enrico Matcovich, Zara.
„Accettate le cordiali congratulazioni di tutti
„gli amici."
Gli autonomi di Sign gli telegrafavano :
„Il coraggio, r onestà, 1' intelligenza, il pa-
„triottiSmo, ebbero in compenso la fiducia del
„popolo. Gli amici di Sign esultano ed inual-
„zano un viva a Cittavecchia."
Gli autonomi di Traù gli telegrafavano:
,,I sottoscritti, esultanti che alla Patria Kap-
„presentanza aggiungasi in Voi, egregio si-
„gnore, nuovo lustro e un nuovo caldo pro-
„pugnatore della Dalmata Autonomia, inviano
„cordiali felicitazioni, lietissimi auguri."
Un altro dispaccio da Traù diceva:
„Lieti che colla Vostra elezione a Depu-
„tato abbiano avuto novello trionfo quei prin-
„cipi che Voi così strenuamente propugnate,
„i Vostri amici, sempre fedeli allo stesso prin-
„c pio, sempre pronti agli stessi sagrifizi, nella
„persuasione che la Vostra vittoria è vittoria
,ideila causa comune, partecipano con sincero
„entusiasmo al voto spontaneo ed unanime
„della gentile Cittavecchia." '
Un dispaccio da Spalato firmato dagli ono-
revoli deputati autonomi Giovannizio, Rossi-
gnoli, Radman e Cindro, diceva:
„I deputati autonomi di Spalato, plaudendo
„al voto dei bravi Cittavecchiani, si congra-
„tulano col nuovo valente collega."
Un secondo telegramma da Spalato, firmato
dagli egregi signori Savo, Lallich, Zuliani, T.
Calogerà/ Pivotti, Dalbello, Radman, Bacich,
Candia, Damianovich, Catalìnich, Giovannizio,
I.aghi, De Grazici, Cuzmanich^ Gilardi, Mio ri ni,
Troccoli, Montiglia, Rossignoli, D.r Crussevich,
Pini, Passagnoli, Speraz, Paparella, Cindro, Kant,
Valle, Gattovaz, Maticich, D.r Capogrosso, An-
dreis, diceva :
„I sottoscritti che riconoscono ed applau-
„dono in Voi il difensore coraggioso del no-
„me, della civiltà e delle aspirazioni dei Dai-
„mati, sono lieti di associare i loro voti a
„quelli del nobile Collegio che Vi acclamò a
„proprio rappresentante. Possa 1' esultanza di
„questo giorno essere annunziatrice di nuovi
„tempi e presagio di fratellanza operosa e
„concorde a vantaggio della Patria."
Un nostro abbonato ungherese, dimorante a
Spalato, ci manda le seguenti due notizie che
egli tradusse dai fogli polacchi:
Spalato 19 ottobre.
Il governatore generale delle Provincie Sud-Ovest
della Russia (provincie polacche di VoHnia, Podo-
lia ed Ucrania) diresse ai suoi sotto-governatori la
seguentìe circolare:
^.Kra le forze, sulle quali si appoggia la nazio^
nalità polacca, la famiglia ha una parte importante.
Bisogna dunque impiegare tutti i mezzi per distrug-
gere 1 legami di famiglia. Voi dovete seguire con
infaticabile vigilanza i rapporti dei membri della
J. Ma zašto ti ljudi se ne tuže pravdi.
M. Stočes brate, jadan siromah da i oče neznade,
a dosada naše upraviteljstvo biloje s' njmen u slogu,
pak bi bio vuk uijo ovču.
J. Nije tako sada, mogu slobodno se tužiti biče
dragovoljno primljeni i nače pravicu, jer i pravdi
oče smerditi onako nemilosti.
M. Znaj kume da gradjani jesu sada se toga
primili, i činimise da će biti započelo harno po-
stupanje, i tako svaki moče prikazati svoje tegoče.
J. Kada su gradjgini zato stali, nebojse opre-
Miče oni u redu, kako su opremiii i nijegovom
drugu.
M. Kstžimi kume, jesteli vi složni za odabrati
Vitnike.
J. Ovi put ja se nadam da ocemo skladni biti,
i da očemo moči odabrati prave ljude.
M. Bogami u svoi krajni mislu tako, jer okušali
jesu da ako odabere herdjave ljude, biće im herdjava
i uprava, baš kako i pervi put, i zato sada nevi-
ruju više onim kipim koj nastoje za ove posle,
budući da u svako selo puk oče imati svoje pravo.
J. Tako je najpravednije, jer ti u moje selo ne-
moreš razabrati ljude kako ja mogu, koj s' njmam
živem; pak reč ću ti i drugu, zašto oćeš ti za-
povidati u moju kuču?
M' Ta ti je baš dobra; ja kume idem kuči ;
zbogom, doklem se drugi put sastanemo.
aXTro. loa.
Per un anno
Per sei mesi
Per tre mesi
Per
Per un anno
Per sei mesi
Per tre mesi
Condizioni d'Associazione.
Per Zara.
fiorini 8
4: —
2 : —
Impero d'Austria.
fiorini
4:50
2 : 50
Per r Italia, Francia, Inghilterr;
Serbia e Turchia.
la Banconote austriache f\pr. 12:50, all'
semestre e trimestre in proporzione. anno;
Giornale politico, economico, letterario
Le associazioni e gli imjporti di denaro, in
gruppi 0 meglio in assegni postali^ si dirigano
air Amministratone del Dàlmata in Zara e non
più alla Bedasione. A. Spalato presso il signor
Lorenzo Gilardi. — Le corrispondenze devono
dirigersi affrancate esclusivamente ai Redattore.
Le lettere non affrancate saranno respinte. I
comunicati si inseriscono al prezzo di soldi
8 la linea. Non si inserirà nessun artjicolo fir-
mato, ove esso non sia accompagnato da un im-
porto di soldi 30 pei il pagamento della tassa
di finanza.
Un numero separato costa soldi 8
Esce il mercoledì e il sabato.
Scolari e docenti.
Siamo assicurati che tre o quattro studenti
di ginnasio, con a capo il nipote del gran Zìo
Don Zanetto, si adoperino a raccogliere tra i
loro condiscepoli delle firme per un indirizzo
al bai-one Pliilippovich. È ima nuova manovra
della setta che abbisogna del suffragio univer-
sale di giovanetti inesperti. Son quegli stessi,
a cui mesi addietro si fece soscrivere un in-
dirizzo al conte Pozza pel classico suo no; e
son quegli stessi che domani firmeranno, se
piacerà a Don Zanetto, un indirizzo pella sa-
tanica circolare Ljubissa. Noi non diamo al-
cun peso alla dimostrazione in prospettiva, che
sarà, secondo noi, un episodio inconcludente
nella' ormai lunga commedia che la setta mise
in scena negli ultimi tempi.
Senonchè questa notizia serve di addentel-
lato ad altra, che in vero è di ben più grave
importanza. Ci si fa credere cioè, che alcuni pro-
fessori di ginnasio, forse incoraggiati da potenti
estranee influenze, vogliano esercitare pressione
sugli allievi nella scelta della lingua di inse-
gnamento, per modo che alle prelezioni di lin-
gua greca del professore Ghergurevich vi sa-
rebbe stata r altro ieri, a quanto si va buc-
cinando, una scaramuccia.
Se fosse vero questo fatto, che pella ri-
strettezza del tempo non abbiamo potuto con-
stature, e che quindi pubblichiamo con riserva,
noi non ce ne sorprenderemmo. Un ginnasio
nel quale si trova insediato il degnissimo fra-
tello di Don Zanetto, uno dei primi —~ sebben
nella retroguardia — del partito d'azione dei no-
stri jugoslavi ; un ginnasio dove si trovano rac-
colti un Boglich, un Nodilo, un Ghergurovich,
tutti amici, compari, soci, ammiratori, devoti
di Don Zanetto e del D.r Klaich ; un ginnasio
nel quale si lascia in istato di permanente
provvisorietà l'egregio direttore Pagani, para-
lizzato nella sua azione dai venti contrari che
spirano favorevoli ad un Danilo; un ginnasio
in una parola costituito come il nostro, e nel-
r anno di grazia 1867 in cui ne vidimo tante
di belle, e in questi tempi proverbialmente ec-
cezionali, è tale è uu complesso di persone e
di cose che non possono recar sorpresa le noti-
zie che circolano intorno ad esso.
Ma, Dio buono ! se è vero che i recenti in-
dirizzi circa la lingua, fatti in senso antimi-
nisteriale, vennero promossi per conto del D.r
Klaich, troviamo assai naturale che nella scuola
possa qualche professore essere trascinato dal
fanatismo politico a qualche intemperanza su-
gli allievi.
Quanto al Ghergurovich, che parla per mo-
nossilabi come i Chinesi, e che dalia natura
fu dotato della faccia caratteristica del mago,
nulla di più facile che egli, volendolo, possa
esercitare pressione sugli aliievi. La sua fiso-
nomia (ed esso non ne ha colpa) è per sè
una minaccia, uno spauracchio!
Ma se esso od altri mal sedotti voles-
sero subordinare ai loro interessi privati,
alle loro simpatie personali, alle gare di par-
tito, alle imbeccate più o meno autorevoli la
lingua d'insegnamento, il profitto dell' istru-
zione, la libertà degli allievi e dei loro geni-
tori; noi ci rivoglieremmo a Vienna, dove non
si guarda nè a destra, nè a manca, perchè si
cessi una volta dalle mezze misure e si dia
ove occorra a chi spetta qualcuna di quelle
lezioni che a certi professori diede il barone
Rauch a Zagabria ed a Fiume, tra il plauso
di chi ama davvero la gioventù, la patria, di
l chi conosce 1 veri doveri di suddito leale.
Siamo lieti di pubblicare lo scritto lusinghiero
che r esimio presidente dell' eccelso Governo cen-
trale marittimo si compiacque d' inviare al bene-
merito podestà di Scardona, in risposta all' indi-
rizzo che quello spettabile consiglio comunale gli
avea dedicato e che i nostri lettori hanno trovato
nel B.r 97 del Dàlmata. Il Governo marittimo, che
veglia solerte e provvido ai bisogni dei nostri porli
si è assicurato le simpatìe e la gratitudine dei dal-
mati, e trova in questa ed in quelle ,più facile la
via a fornire il suo nobile compito. Noi affrettiamo,
con impaziente desiderio, e Dio voglia sia prossimo
il giorno fortunato, in cui si possa del pari salu-
tare una maggiore armonia di vedute tra il par-
tito autonomo di Dalmazia e V amministrazione
provinciale sulle varie questioni che ci preoccupano,
e che questo giornale, organo della maggioranza
della dieta, ha francamente, lealmente e conscien-
ziosamente trattate.
Illustre Signor Podestà !
Assai grate mi riuscirono le espressioni, colle
quali codesto onorevole Consiglio nella pàbhìica se-
duta del giorifio 28 novembre p. p. volle testimo-
niarmi la sua riconoscensa per i lavori di escavo or
ora effettuati nel canale di Scardona.
Mi onoro d'interessarLa, illustre Signor Podestà
a voler essere V interprete dé miei ringraziamenti
presso V onorevole Consiglio.
I molti e profìcui miglioramenti., con distinta in-
telligenza ed esemplare alacrità attuati in codesto
Comune sono degni certamente dé migliori encomi,
e va lieto il Governo Centrale Marittimo di aver
potuto da parte sua contribuire alV adempimento
dei savi propositi e delle solerti cure, che distin-
guono la comunale amministrazione cui Ella., Signor
Cavaliere, con tanto onore presiede.
II Governo Centrale Marittimo non mancherà
di adoperare ogni cura per soddisfare nel miglior
modo possibile alle giuste esigenze dei vari punti
del litorale dell' Impero compatibilmente ai ristretti
limiti, che le attuali circostanze impongono alla di-
sponibilità dei relativi fondi.
Accolga, illustre Signor Podestà, V assicurazione
della distinta mia considerazione e stima.
Trieste li 9 dicembre 1867.
Godei Iiannaoj.
Processo del Dalmata.
Sotto la presidenza del sig. F. Rossi.
(Continuazione, vedi numero 101.}
Presidente interroga il D.r Radman su ciò che
crede di dire intorno all' articolo inserito nel n.r
65 del Dalmata, intitolato Noi adopreremo tutto,
e di cui egli si dichiarò autore.
Radman. Premetterò prima d' ogni altra cosa,
che r articolo di cui si tratta non è articolo che
stia da per sè. Esso è risposta alle intemperanze,
agli attacchi degli uomini del Nazionale, che vol-
lero in parecchie occasioni impudentemente falsare
a mio danno il vero senso di parole da me pro-
ferite nella seduta dietale del 25 febbraio p. p., in
difesa della maggioranza autonoma provocata nei
modi i più bassi da parte annessionista.
Che sia così, lo provano le prime parole del-
l' articolo dove vien detto :
yÈ da qualche tempo che il Nazionale, con un' in-
sistenza degna della sua malafede, va ripetendo la
frase che si legge in testa del presente articolo."
Ammessa questa verità, che d'altronde risulta
da tutto il contesto dell' articolo stesso, è tolta
affatto r idea che io abbia voluto far soggetto del
mio scritto il barone Philippovich. Io al barone
Pliilippovich non pensai nè punto, nè poco; e se
il suo nome entra nell' articolo, vi entra per inci-
denza, per una speciale circostanza, che, se fosse
stata conosciuta dall' iiiclita Procura di Stato, io
sono sicuro eh' essa non avrebbe incriminato 1' ar-
ticolo di cui si tratta nè avrebbe trovato in me
colpa per offese di rimbalzo.
Io mi valsi del nome del barone Philippovich
come di un' arma contro gì' imprudenti attacchi del
Nazionale., non come soggetto d' atti censurabili.
A questo proposito mi permetterà l'inclito Con-
sesso di leggere il brano incriminato:
„La frase in discorso — scelta dal Nazionale
con sopraffina mariuoleria ed isolata da tutte le al-
tre pronunziate in quella occasione dall' onorevole
Radman — serve ora di aureola ai pseudo martiri
dell' annessione; a quei martiri che furono cano-
nizzati dal barone Philippovich e che — dopo morti,
ben morti — vennero dall' E. S. pietosamente col-
locati nella greppi della pubblica istruzione, solo
avello che era degno di ospitare le loro spoglie
flagellate e venerande."
Questo brano è mio in ogni parola, ad eccezione
dell' epiteto onorevole che venne preposto al mio
nome dal redattore Matcovich, come egli stesso
ebbe a dichiararlo nel suo primo costituto. In que-
sto brano parlasi di greppia che, come è ben na-
turale , risveglia le idee di fame e cibo. Ma
queste idee, che traspirano dalle parole che si ha
voluto incriminare, e che formano il nerbo dell'ac-
cusa, non sono mie: sono tutte del barone Phi-
lippovich, che ebbe la degnazione di esternarmele.
Una volta, tra le altre, che per affari di pubblico
interesse io mi portai da S. E. il barone Philip-
povich, egli ebbe la cortesia di parlarmi su diversi
argomenti. Devo premettere che io non ebbi mai
col barone Philippovich conferenze confidenziali.
Conferenze di questa natura io non ho mai cer-
cato presso le pubbliche autorità, nè le ho mai de-
siderate, non essendo proprie del mio car.ittere.
Dalle pubbliche autorità io non ho chiesto mai nulla
nel mio interesse privato, e non ebbi con es.^e che
quei soli contatti, cui la mia posizione di d(.'[)Utato
0 di mandatario d'interessi coiriuni esigeva dame
— nulla.più. Io quindi trattai sempre coi capi dei
pubblici dicasteri nei riguardi di forma e di con-
venienza dovuti alle persone; ma con piena libertà
ed indipendenza d' azione e di parola, e come se
il pubblico avesse dovuto ascoltarmi. Un simile
contegno stimai dovere gli altri usare verso di me.
Io dunque non sono vincolato a segreti e 1' onor
mio vuole che, trascinato sul banco degli accusati,
parli chiaro e senza riguardi.
Dirò dunque che S. E. ebbe a parlarmi, tra le
altre cose, un giorno delle infelici condizioni del
Comune di Almissa, e, dopo alcune premesse, si
degnò dirmi: Ella dottore mi aiuterà, mi deve a-
iutare. Fu allora che mi accorsi che la nostra re-
ciproca posizione non era ben determinata, e che io
doveva con tutta franchezza fare a S. E. un' espli-
cita dichiarazione della mia maniera di sentire. E-
sternai a S. E., nel modo il più solenne, le mie
convinzioni in riguardo agli annessionisti ed i miei
sentimenti in senso strettamente autonomo. Con-
chiusi col dire: che se S. E. il barone Philippo-
vich avesse trovato opportuno di valersi della po-
vera opera mia in relazione ai sentimenti che io
aveva avuto 1' onore di manifestargli, egli mi a-
vrebbe avuto sempre pronto a qualunque sagrifizio
pel bene del mio paese. Devo dichiarare a lume
del vero, che dopo quella conferenza il barone Phi-
lippovich non trovò d' avere più bisogno delle mie
prestazioni !
Ma torno alla questione.
In quella conferenza il barone Philippovich ebbe
la degnazione di convenire meco su diversi argo-
menti relativi alla riprovevole condotta degli an-
nessionisti verso gli autonomi ed al male che essi
facevano alla provincia. Deplorava però S. E. che
gli autonomi gridassero troppo. Mi permisi allora
di osservare che se gli autonomi gridavano, lo fa-
cevano perchè provocati dagli uomini del Nazionale,
ai quali era loro dovere di ri.^pondere.
Si, è vero, soggiunse- S. E. ; ma gli uomini del
Nazionale gridano perchè hanno fame; quando a-
vranno da mangiare non griderannopiìi. — Biso-
gna dar loro da mangiare.
Quantunque non fossi persuaso, e non lo sia an-
cora, della bontà del principio di dar da mangiare
a chicchessia per J,a sola ragione che grida, pure
non badai d' avvantaggio ad una simile opinione,
e la ritenni come idea politica valevole nella trat-
tazione della cosa publica tanto quanto un' altra
qualunque. In seguito però, quando vidi avverarsi
certi fatti in correlazione al principio suespresso,
mi risovvenni dell' idea del barone Philippovich e
me ne valsi nell' occasione in cui, provocato, scrissi
r articolo di cui oggi si tratta ; alludendo appunto
a quegli individui ai quali il barone Philippovich
aveva dato da mangiare. Io non intesi dunque di
biasimare il barone Philippovich, nè di schernirlo
nemmeno di rimbalzo, come dice l'accusa; ma di
valermi dell'arme ch'egli m'aveva offerto per ri-
spondere alle provocazioni degli uomini del Nazionale.
Se questi uomini li chiamai martiri, lo feci per-
chè essi stessi, in mille occasioni, se ne vantarono
dicendosi maltrattati e negletti. L' epiteto di mar-
tiri mi risvegliò nella mente quello di canonizzati,
come sinonimo di beatificati. Ed infatti il passag-
gio dallo stato di sofferenza e di martirio a quello
di benessere o di felicità, non può ritenersi che
quale una beatitudine.
Se poi adoperai il vocabolo marzapani, qaest' è
una maniera di dire affatto indifferente. Avrei po-
tuto dire pagnotta, polenta .... ma, mio Dio, dopo
tutto chi ne mangia non avrebbe potuto offender-
sene, nè chi regala I
Conchiudo col dichiarare che io non ebbi mini-
mamente in vista nei brani incriminati nè lo scherno,
nè il dileggio verso 1' Amministrazione Provinciale
0 verso il suo capo.
Declino qualunque intenzione mi si volesse at-
tribuire in proposito, e protesto contro le asserzioni
esposte a mio carico nell' atto di accusa.
Ciò in quanto concerne gli schiarimenti, che ri-
tenni necessari di dare sulla genesi dell' articolo
incriminato. Occorrendo ne potrò aggiungere degli
altri.
In quanto poi alla mia discolpa nelle forine e
nei rapporti di legge, mi rimetto a quanto dirà
r onorevole ed egregio mio difensore, avvocato
Giovannizio.
D.r Giovannizio. Visto che il redattore Matco-
vich domandò 1' ammissione dei rilievi per la parte
che lo riguarda, e visto che tali rilievi non hanno
molta relazione cogli articoli di cui sì dichiararono
autori i sig.i Radman e Bioni, domando che nel
caso in cui vengano ammessi i rilievi in discorso
sia divisa la procedura m due parti, vale a dire
che siano giudicati i sigi Bioni e Radman indi*
pendentemente dčil sig. Matcovich, appena termi-
nato l'odierno dibattimento.
D.r Zuliani. È anch' egli del parere che si scin-
da la procedura, ed insiste per l'ammissione dei
rilievi proposti dal suo cliente.
Presidente. Sospende il dibattimento alle ore 2
p. m. annunziando eh' esso verrà ripreso alle 5 p. m.
del giorno stesso. (Continua.)
(Nostri Carteggi particolari.)
Richiamiamo la speciale attenzione dei no-
stri lettori sul seguente carteggio:
Spalato 18 decembre.
L'organo, di cui è impresario G. Danilo e
redattore responsabile quella ipotesi giornali-
stica che è L. Matich, accoglie nel suo n.r
100 alcune sconcie e ribalde iusinuazioiii a
carico dei membri della locale deputazione
scolastica, partendo forse dal riflesso che il
frugare nelle tasche altrui e 1' opporre inven-
tari economici alle ragioni avversarie sia il
più spiccio dei metodi onde morlacchizzare
tranquillamente l'istruzione pubblica in Dal-
mazia.
Ciò è chiarissimo.
Per scientemente giudicare di una com-
media, per poter fischiarla legittimamente, per
ricevere le impressioni di una pronuncia ete-
roclita e bastarda, per apprezzare il martirio
ufficioso di un docente che balbetta un lin-
guaggio umoristico e contro natura, per com-
passionare uno stuolo di ragazzi, dannati ad
esprimere a memoria quanto non sanno e non
possono decifrare leggendo, per constatare che
fra il caos e l'ordine non v' ha alleanza pos-
sibile, per concludere che 1' introduzione di
una lingua non italiana nelle scuole medie-
come lingua d'insegnamento è il più assurdo
dei progetti, se concepito in buona fede, e il
più canagliesco, se meditato a profìtto di po-
chi avventurieri : per tutto ciò è chiarissimo
che ci vogliono tasche rigonfie di valori, non
monta se truffati od estorti, ma che il buon
senso, la coscienza e le stesse percezioni vi-
sive ed acustiche non c' entrano, nè ci possono
entrare assolutamente.
L'organo del sig. Klaich rivendica a sè ed
a' propri adepti l'esclusivo diritto di apprez-
zare l'idoneità scientifica del gergo graziosa-
mente imposto alle scuole, e il valore calli-
grafico di quelle aste che 1 corpi docenti della
provincia vanno sgorbiando pressati dall' im-
periale regio cipiglio dell' ispettore lu:>gotenen-
ziale. La Giunta di Spalato non si duole di
ciò, ed anzi ha l'onore di credere che il suo
giudizio suir andamento dell' istruzione non verrà
punto pregiudicato da codesta accusa d'in-
competenza, tanto più che la legge organica
da cui essa ripete i suoi diritti non richiede
per l'efficacia dei medesimi una speciale pe-
rizia nella interpretazione di indovinelli lin-
guistici e di sciarade nazionali. Senonchè 1' or-
gano del sig. Klaich, pretendendo di neutra-
lizzare anticipatamente il parere della Deputa-
zione scolastica di Spalato sulle orgie annes-
sioniste che si fossero compiute per avventura
negli istituti raccomandati alla sua vigilanza,
reca un altro argomento, un argomento pode-
roso ed invincibile dinanzi a cui dovranno rin-
culare sgomentati tutti coloro i quali trattano
la lingua slava come un bimbo passabilmente
sudicio e sciancato^ che ha grande bisogno di
abluzioni copiose e di soccorsi ortopedici.
E questo argomento, questa abbreviativa so-
luzione del più vitale dei quesiti, questa pa-
rete corazzata dietro a cui si appiattano co-
raggiosamente i giannizzeri dell' annessione spa-
latina (?) consiste in ciò: che i signori Crus-
sevich ed Alberti ebbero degli imbarazzi eco-
nomici, e che il D.r Cindro non ha l'ortogra-
fia dell'avvocato Tacconi, nè i talenti coreo-
grafici delP avvocato Voinovich! *)
n avvocato Voinovich è direttore a vita dei halli
nella Citaoniza di Spalato, ed hot il merito di
avere proscritto i pizmccotti ed i calci ohe soma
di prammatica nelle esecumni atdéntiehe del
kolo nagionate,'