.««ino HI Zara 25 aprile 1§53 ir. IT
di Economia rurale intesto a promuovere in via istruttiva popolare il progresso deli' agricoltura ed altri oggetti economici di patrio interesse.
Questo foglio viene redatto e publicato sotto gli auspici della Società ugronouica centrale dì Zara
Prezzo d'Associazione; Per Zara, un anno F. 4; perfuori F. "5:16, sei mesi metà dell'importo
BUxìiaiARIO
Conservazione delle sanguisughe (continuazione) - Economia rurale (continuazione). - Igiene Agricola.
CONSERVAZIONE
DELLB SANGUISUGHE
(Cont. V. i Num. prec.)
Caratteri delle cibate di sangue.
Tutio air opposto succede nella san-guisuga pasciula. , 1. Difficilmente sì distende nè mai si può triplicape la lunghezza. Non si assottiglia bene, ne si gonfia riponen-dola neir acqua. 2. Si aggomitola è vero cogl' im-provvisi stringimenti della mano, ma non tanto nè con tanta energia come la ver-gine, e resta sempre voluminosa nè mai si mostra floscia atFatto.
3. Nè mai depressa, nè mai piatta, nè sottile anleriormenle, 4. Praticando T esperimento accen-nato al 4 cerattere di verginità si senti-rà fra le dita scorrere un fluido, od una materia pastosa , che a tenore della den-sità darà il senso anche d' una corda in-terna 0 di nodosità, produzioni dei con-geli 0 grumi sanguigni; che non si de-vono confondere coi rilievi che talvolta presentano gli organi genitali siti al terzo anteriore della lunghezza detl' animale. Non si percepirà la nudità delle pareli addo-minali nè quindi il senso di vuoto fino alle estremità. 5. Si scorgerà la slriscia bleu ros-sastra sul ventre prodotta dalla presensa del sangue e mancherà Taspetto velutalo. 6. La sanguisuga pasciuta è lenta nei movimenti, anzi torpida resta a fon-do del recipiente e non risponde alla chiamala , perchè ha bisogno di riposo e non di preda.
7. Le sanguisughe cibate, colla com-pressione , coi mezzi purgativi, ed an-^
Ansio US Zara 0 magfgrio ]¥. 19
di Economìa rurale intento a promuovere in via istruttiva popolare il progresso
dell'agricoltura ed altri oggetti economici di patrio interesse.
Questo foglio viene redatto e publicato sotto gli auspici della Società agronouica centrale di Zar»
Prezzo d'Associazione; Per Zara, un anno F. 4; per fuori F. 5:16, sei mesi metà dell'imperi®
Agronomìa - Studio filopatologko sulla picciola —
Economia rurale — principii diavvicendamento
agrario — Faccende del mese di Maggio.
Agronomia.
Studio filopatologico sulla picchiola,
(continuazwne V. il N. 18)
D. La crenosi, volgarmente salso,
seccume o macchie delle foglie e un ge-
nere di malattie quasi mezzano tra Te-
santema ed ii carcinoma, accostandosi
alla natura di quella col suo processo
patogenico, a questo con una contabe-
scenza completa del diachima, operata
da pustole più o meno dure e persistenti
fVedi, la mia memoria sulla crenosi del
gelso nel Voi. V, p. 43 degli atti del-
l'Ateneo di Treviso 1847). Spettano a
questa forma le macchie del gelso fF«-
rsaium maculahs: Mi) deirellera Exo-
sporium Trichellum^ il calcino della no-
ce (JFusidium luglandis: M.) e tutte le
macchie delle varie specie di Depazta:
Fr. {Phylloshcta : Pers'),
Le piante d'ogni clima dairecqua-
tore ai poli, dalle alpi al mare , sono
suscettive d'incontrare Tesantema. Piante
delia zona torrida introdotte nelle nostre
serre col mezzo di sementi, si copriro^
no della specie di parassite loro pro-
prie nel suolo nativo (V. Descript, ecc.
par M. Boiicher, Ann. de la Soc. Lmn.
1825} ed io stesso ho trovato la nuova
Gapillaria Begomae, M. sulla Begonia
platanifolia nelle serre del signor Ata-^
gelo Giacomelli di Treviso. Alcune fa-
miglie poi di vegetabili ne vanno più
soggette , come le ranoncolace, ^e om-
brellifere , le salicine |ecc. a differenza
di altre come le solanee, le fìcoidee, 1«
podofìllee e quasi tutte le piante a fo-
glie coracee, a cui tali affezioni mor-
bose sembrano quasi affatto straniere.
Ord. 3. Carcinoma j Ordine di' ma-
lattie segnalate d» unaezione da una eoa
Anno III Zara 30 magfsfìo 1S52. IV.
LMGROPMO RICCOaiTORE
di Economìa rurale intento a promoovere in via istruttiva popolare il progresso
dell'agricoltura ed altri oggetti economici di patrio interesse.
Questo foglio viene redittto e publicato sotto gli aus|iicì tiolla fìocietà ugrunuuica centrale di Zara
Prezzo d'Associazione; Per Zara, un anno F. 4; por fuori F. 5:10, sei mesi melà deirimpofro
ftOxUJIvtBIO
"Economia rurale. - Sugli ingrassi recentemente
proposti ecc. - Priiicipii di avvicendamento a-
grario. —
Economìa rurale.
La scienza, il fosforo^ e il concime.
La prima cura di un coltivatore
dev esser quella di procurare gli ele-
menti inorganici indispensabili alle pianto
e che mancassero o non fossero in suf-
ficiente quantità nel terreno, la seconda
di contribuire a procurare quelli tra gli
altri elementi che possono egualmente
somministrare la terra e Paria, vale a
dire gli elementi organici azoti e car-
bonici, e la terza di cercar d'evitare
per quanto è possibile di aumentare co-
gli ingrassi i principj costituenti dei quali
un terreno è di già naturalmente in ab-
bondanza provveduto.
Come esempio del primo precetto,
si può prendere i composti del fosforo,
i quali benché manchino in molti terreni,
e non si trovino che in picci)la quantità
in diversi altri, sono ciò nuli'ostante di
un importanza essenziale all' economia
animale e vegetale.— Negli animali in-
fatti l'acido fosforico è necessario per
formare il cervello ed i tessuti nervosi,
e combinato con la calce forma la mag-
gior parte della sostanza ossea. Per
soddisfare a questo bisogno, è neces-
sario che il fosforo sia contenuto negli
alimenti, e la natura à provveduto in
modo eh' esso esiste nei grani dell»
maggior parte dei vegetabili, ma in
proporzioni diverse.
Non riescirà sorprendente qnindi di
convenire che il fosforo è uno degli e-
lemeiiti piìi importanti degli ingrassi^ che
è di continuo tolto alla terra sotto la
forma di grano, di latte ec. e dopo es-
;itniio III Zara IS^g^iug^iio
LMGROPMO RICCOfillTORE
(iliDllii^Ll ISlBlDDlIliDIil&ItD
di Economia rurale intento a promuovere in via Istruttiva popolare II progresso
dell'agricoltura ed altri oggetti economici di patrio interesse.
Qaesto foglio viene redatto e publicato sotto gli auspici della Società agronouica centrale di Zara
Prezzo d'Associazione; Per Zara, un anno F. 4; per fuori F. 5:16, sei mesi metà dell'impotró
SOMMARIO
Agronomia. - Sulla malattie dello uve in Pole-sine. — Pastorizia — Nutricazione delle be-stie bovine. — Silvicoltura. — 11 Larice.
Agronomia.
S?Ala malattia delle uve
IN POLESINE.
(Fine)
Il SUCCO spremuto dagli acini in-festati oflfre notabili differenze da quello dei grappoli sani, benché derivanti am-bedue da un'unica vite. Rinchiude il primo, al confronto deiraltro,una proporzione mi-nore d'acido tartrico, e di glucosa o ma-teria zuccherina, quest'ultima defficienza emergendo dal sapore amarognolo e fatuo che ad esso appartiene; mentre la scar-sezza deir acido fu constatata dal gu-
sto non solo , ma dai chimici assaggi, pei quali si vide meno arrossata la carta di tornasole immersa nel fluido d'uva ammorbata, non che effervescenza più languida e breve, trattando con questo, a fissa misura, un peso stabilito di bi-carbonato di potassa, in confronto della fervidissima, che suc;edea al contatto di una egual proporzione di succo d'acini sani con la identica quantità di sale car-bonico. E s'aggiunga che gran partej di bicarbonato rimaneva insoluto ne succo di mala crasi, e niente nel buo-no, il che prova che gli acidi di quello non bastarono a decomporlo e a neu-tralizzarne interamente la base 5 per lo che l'addizione di nuov'acido, e fu il gallico, affine di rintracciare, se atomo ferrugginoso ivi fosse , destava efferve-scenza novella. Qiiesto mal succo più torbido all'aspetto , e più ingombrato di corpicciuoli nuotanti sull' oggettiva del Microscopio 5 che non jl fluido ricavato da acini di perfetta qualità, operò d; drastica azione sugli intestini dell uomo i
Affilo III Xara g^mg^iio «6
ii Economia rurale mtento a proiauovere fn Yfa tstfuliiva popolare il pr(Jgrcsse
dell'agrìcoitura ed aftn oggetti economicr (Fi patrio InteFesseà
Questo foglio viene redatto e publicato sotto gli
Prezzo d'Associazione r Per Zara, tm anno F. 4
aiispici della Società agronouica ceHtrale di Zara
per ftjori F. 5:16, sci mesi metà déirimpotro
5unto della tornata della. Società Agronomica
Centrale di Zara seguita nel giornQ 20 Giugno
corrente. - EGonomia domestica. —( Ai colti-
vatori di fichi.) - Stili'educazione del popolo
ininùto nelle città, (Desiderio) - Economia rurale
- Alcune altre parole sopra il nuovo ingrasso
di L Prader. — Varietà. Avviso,
Sunto.
iella tornata della Società Agrommica
Centrale di Zara seguita nel giorna 20
Giugno corrente.
Inteso ultimo processo verbale,
il rapporto della prestala esecuzione ai
concliiusi in quello j e presa conoscenza
degli atti corsi in seguito all'ultima ses-
tsiuiie venne stabilito :
d) Che col finir delP andante semestre
cessi la pubblicazione delP Agronomo
Raccoglitore e sia proA'veduto a fine
la Società abbia un' altr' organo.
ìi) Che vengan pregati gli attuali Si-
gnori Presidente e Vice Presiilente
che pel § 23 del vigente Regolamento
doveauo cessar dal loro incanco, a
volerlo coniiiMiare»
c) Che siano implorate alcune misure
credute necessarie alT immigliorazione
dell'acque e «trade comunali nelle cam-
pagne.
Che venga incaricalo uno de'Signori
Membri dell'esame e rapporto sugK
istrumenti agrarf, che conveirebbe to-
sto introdurre nella agrieoltara teore-
tica e pratica in Dalmaxìa^
e) Che sieno acquistati alcuni giornali
economici agrari per conto ed us»
della Società.
f) Che sia invitato il Socio Sig. l)r»
Pappafava a voler esperire un' alle-
vamento di bachi da seta nutricandoli
col a corregìuola fPolygonum centi-
nodia Lin. ).
g') Che sia annoverato tra' Soci attivi
il molto Reverendo Sig. Dr. Giorgio
Pulich Direttore del ces. reg. Gin-
nasio Superiore in Zara.. C^^ed).
ESTRATTO
f '
dalla Ga^^ena privileggiata di Vienna 104.
aprile 1814.
Signori Membri ctìtnponenti
ddla Reggea^a Fravviwial
Il StDjkto m*iàc2rìca éì rictrtm! di fai^ notò dbmatil
mattina al Popolo l'ranctse ch*fcgli in fwia d'un Decreto
emanato éell'odierna Seduta ìia dichìarito privo dtl Trond
r Imperatore Hapoleone e la sua fami{Iia, e che in segui-
to ai Decreto medesimo il Popelo > e 1' Armate sono sciolti
dai giuramento di fedeltà^
La deliberazione, ed i motivi (a) pei qunli si è a ciò
determinato vi verranno cemunicati domani ^
Parigi i. aprile 1S14.
StsnaH II Presidente del SenàtS
^ BARTHliLEMMl.
J( Se^. delia Heg^^niùi TrhvHMn
BUFONI NBSdjMURé
Aédrizxp ^ella TrovvUùria
al Fop9lo Franctst •
francesi !
Alla fine delle intestine discardie àVetè sceltd tin
•omo per vostro capo che con ^un carattere straordinario
comparve sul teatro del monti e.
Hiponeste in esso tutte le vostre speranze; ma queste
speranze furono deluse. Sopra le ruine dell'anarchia egli
null'altro ha piantato c^ il dispotismo.
Doveva almeno per gratitudine divenir francese fra-
mczzo di voi : esso però non lo fu mai. Come un avven*^
turiere che vuol ac<juistar$i nome ha sempre intraprese
delle guerre ingiuste senea fondamento) e senza scopo< In
pochi anni esso ha ingojati i jvostri tesori, e la vostra po-
polazione .
fatte le famiglie seno in lutto. L'intiera Francia so^
spira s esso è sordo a' nostri lamenti » Forse pensa alle sue
gigantesche macchinazioni pure in adesse che la sua ambi-
zione è punita da tante avversità»
•Esso non sepf»e governare nè per T interesse della na-
zione, nè per il proprio dispotismo. Distrusse ciò che vo^
leva fabbricare, e fabbricò quello che voleva distruggere :
osso aUìdavasi unicamente alla sua possanza, e per merita-
to castigo la stessa sua forza lo ha atterrato*
Finalmente l'inaudita tirannia è cessata ; le forze degli
AUeati soao nella Capitale della Francia^
Napoleone vi dominava come un Principe dè barbari •
Alessandro co' suoi generosi alleati, parla soltanto il lin-
guaggio dell'onore, della giustizia, e dell'umanità. Essi
lianne d! nuovo riconciliato coli'Europa un popolo bravo e
diigraziate
Francesi, il Senato ha dichiarato Napoleone decàdutò
dal tBono, e la patria non gli porge più ajuti. tJn solo
nuovo orà'ne di cose può liberarla. Nei abbiamo veduti
gli eccessi di un popolo sfrenato, e quelli del dispotismo:
{») Domani in altro foglio siistamperà la deliberaciofie ed i
XDotivi chc sono intcressantissinii «
Ado^riafflaii dello ristabilimentò delia Vera Mdtir«h!t »
mitando con soave leggi tutti i rami della di lei fotta *
Risorga l'agricoltura sotto gli auspici di uit p^ern*
trono: Il commercia arreiato riacquisti la primitiva llbof'*
tà. I nostri figli non sieno uccisi fra l'armi avanti di fui-*
re capaci di maneggiarle. L'ordine della natura d'ora ili
poi non sia interrotoi ed ! vecchj genitori abbiano ia coti*
solazions di morire pria de* loro ìigli»'
Francesi! Formiamo una soia unione* te nostro
versità cesseranno, e la pace porrà il fine allo stoovoglH
meato dell'Europa. L'alte Potenze alleate ci hanno dato la
loro parola . La Francia riposerà da' suoi lunghi tf avagli ^ #
dopo la trista esperienza dell'anarchia e del dìspotii^a tJiO*
yerà sotto un savio regime la propria forcuta «
Adtirzi^^o alV Armata Tratmm * f
Parigi li aprile tll^
Sddati ?
La Franfia si è liberata dal giegd sòttd U qi»aie
da tRolt'anni gemeva con voii. ^
Voi «on avevate giammai altre viste che di Coinbat-
tere per la patria ; Da ora in poi voi combattendo sotto i
vessilli dell'uomo che vi comanda combatteresti eoncro la
v&stra patria.
Kiflcttftte sapra tutto ciò che avete dovuto scurire pe^
opra della di lui tirannia I Voi formaste poco ihtìanzf pane
d'un milione ; Ora quas' tutti seno periti. J^ssi furono
consegnati alle spade ncìr che senza viveri, e senaa ospeda-
li i iLssi furono condanr?.a a perire dalla fam« e dalia mi
seria. >
Soldati! E' terftoo ormai di dar termine alle tngcscìe
della patria. La pata nelle vostre mani,' potreste voi
rifiutarla alla Francia ncssa sì gravemente ? Li stessi ne-
mici la ricercano a voj essi n«n trovano soddisfàtione nel
devastare questi bei ps ^ e bramano portare k lordarmi
contro il vostro, e Vf o oppressore soltanto*
Voi non sa reti- *ordt alla voce della patfia che vi
ch'ama e vi prega- -ssa c« parla in nomo del suo Senato^
deiU Capitale, e p ncipalmente in noltie delle sue sciagure.
Voi siete i è lei figli più distinti ; Voi non potreto
appartenere a col : i che distrugge la patria che Tabbandona
senza difesa, c! 3 fece aborire il vostro nome da tutte le
nazioni, U cjB i spargeva forse qualche ombra sospetta
sulla vostra -a; colui solo, che nemmeno era francese,
poteva macch. e l'onore delle nostre armi» ed il carattere
de' nostri so '-iti.
Voi «e* siete pià sòldatì di Napoleone; Il Senato •
tutta la Fr.uicia vi sciolgono dal vostro giuramento •
TAIlLERAND principe di Mtneventif *
. Co; «it BEURNONVILLE.
senatori JAUCOURT.
}l ùuca di DALBERG Consigliere 4$
Mate MONTISQUIOU pnm9
si^liù C ostituxionde i
Per copia conformo
Il Sei. Ugg^ della Rég, ^av:
eaboriet .
Tiara acrile 1814. Dalle stampe di Ànunio' Luì^i Battara Stampatore^ e Liha/9é
Biblioteca Comunali
•JPararia'*
• . Zara.
Anno I. ZARA, Sabbato 42 Ottobre >1867.
CO.-SDIZIO-SI n-ASSOC.
l'i-r Zara nnnui fior. <5 w le Provincie » 7 Il Scnicsti'e ed il tri-iiic.stre iu proporzione. Un numero separalo foldi fi. Gii abbonamenti per Zara si ricevono dal librajo \Vodìlziia.
Esce il Mercoledì ed il Sabbato
%. Gl'importi Vdi dona-
to, gruppi od asse(;ni.
/si ricevono direttaiuc-n-
te dalla Redazione del
giornale.
Le lettere non oITran-
cate saranno respinte.
I manoscritti non .«i
restituiscono.
jtk
i:
mm\ MIEI GOLE^'DÌSSni!.
La Trappola non e più!
Il Dalmata ve lo ha dello, ma è necessario ch'io
ve lo ripeta: la Trappola non è più!
Il mio povero arnese fu fallo in cento pezzi.
E se di ciò non piangi, di che pianger suoli?. . .
Ma io anziché abbandonarmi alia disperazione, al sui-
cidio, mi armai di santa pazienza e mi feci loslo ad
ispezionare ben bene i rimasugli di lanla rovina, per
vedere se vi era modo di riparare al guasto; mi per-
suasi di sii poiché fra i rollami trovai il laccio inlallo
e fumante ancora dell" ignobile sangue di due grossi
sorcioni, vulgo Panlsgane, le quali, nella frella e furia
deli" arabatlarsi per fuggire d«illa Trappola, hanno la-
scialo. una la coda variopinta de'colori che segnano
le fasi della sua vila; e 1" allra, il famoso crine che
cangia anch'esso a seconda delle stagioni e dei venti.
Le furbone hanno tradito chi dà loro da man-
giare?.... hanno voluto corbellarsi di me?.... si
sono ribellate al loro padrone? ... Ah si!? ... . ed il
laccio, povere le mie beslioline, non lo calcolate per
nulla?
Ma lasciamole ire in pace fin che possono, e par-
liamo di noi.
lo vi avverto adunque, padroni miei colendissimi,
che d" ora innanzi funzionerà il solo laccio, servitene
fmo a che avrò riasertata la mia macchina, i di cui rotta-
mi ho già raccolti e spediti ad un accreditato fabbricatore
moderno, il quale impiega pochissimo tempo nel ri-
|)arare i guasti,;e vi caccia certi chiodi, che vi pro-
niello io, non basterà la forza dì 300 Pantagane per
salvarsi una volta che saranno prese.
Eppur ve lo giuro sulla mia fè,
Che sol chi li vuole, ha i lacci per se.
U FIOR DI LETIEMIf i MODERll
Pregali, inseriamo la seguente lettera originale,
scritta da un Possidente ad una ragazza.
Carissimo mio e Irinseco amore.'
Ti do notizia che di salute mi trovo bene cosi tengo per fermo c sicuro lo slesso sarà di te mio dolce e viscerato amore. Sappi pure e perdonerai n un tuo amante se io non ti averti che andai al Teatro col mio amico, perchè era una cosa inpensala ed io pure non ero certo, ed non ebbi a nissuno chi li do-vesse averlire; ma con tulio ciò credo che non si prenderai |)er male. Sebbene molto mi fu dolente il non aver polulo favellare teco con ciò conobbi il pedi-mento laqui. So peraltro fossi qualche strallagoma av-verliinelo pure a ciò che io mi regali; perchè a me piace in tulle le cose al vero e non il nascondiglio come sempre ti comisi. Spero che d'ora in poi farai quel che io li dico che tulle le cose così anderanno a dovere.
Viscerato amor mio io li scriverei più a lungo ma le circostanze non me lo permelono, con tulio bramo a sapere il tuo sialo di salale mediante due righe di riscontro acciò che il mio cuore resli con-solalo. Ti prego di far il mio dovere appresso i tuoi si-gnori, e specialmente di riverir mollo la lua signora, la quale ti ama tanto e gode e si compiace della lua compagnia verso i suoi bambini. Così mio caro e con-solalo amore ti dò niile e poi mite bacci d" amore e li siringo nel seno mio. Attendo una pronta risposta Addio Addio Addio è dalo dal cuor mio non abbando-narmi giammai, e non dimenticarle di chi li ama il ciel li dia ogni bene e tulio eiò che desideri Addi» Addio unico del cuor mio non abbandonarmi.
n tuo fedel amante F B
sino alla tomba.
Anno I. ZARA, Mercoledi i6 Ottobre 4867. N-. 2-
I
t;0>'i>IZ!0NI D'ASSOC.
Per Zara annui fior. 6
» le Provincie » 7
Il Semestre ed il tri-
mestre in proporzione.
Un numero separato
soldi 6.
Gii abbonamenti per
Z«rft si ricevono dal
librajo Woditzka.
Esce il Mercoledì ed il Sabbato
Gl'importi di dena-
ro, gruppi od assegni,
si ricevono direttamen-
te dalla Redazione de!
gioniaie.
Le lettere non affraii-
"cate sai-anno respinte.
I manoscritti non si
restituiscono.
PfflSIlI FILOSOflfil'.,,, ÀI IlCilO,
Colle braccia dietro la schiena... con in bocca
un mozzicoUo di sigaro da due soldi, che mi conso-
lava le nari di un odore alquanto triviale ... io me
ne stava passeggiando giorni or sono in piazza del-
l'Erbe*, quando ad un tratto mi fermai macchinalmente
dinanzi ad un canestro di zucche e melloni. . .
Perdoni il lettore se innesto qualche frase buro-
cratica, ma è un vizio attinto quando era inserviente.
Fui licenziato appunto pella mia dose di senso comune.
Siccome mamma natura ha trovalo di conferirmi
una dose alquanto abbondante di buon senso, così il
mio cervello è un vasto laboratorio d'idee più o meno
positive, comparative, superlative e . . peggiorative ! ..
Là dove caddi immobile
osservai per bene le zucche ed i meloni ... ed ipso-
facto il laboratorio cominciò a farneticare quanto ap-
presso.
<(L' orgoglio è inseparabile nell' uomo, e per quanto
<(si tenti darla da bere, pure giunge sempre T ora in
«cui l'orgoglio vuole la sua parte e viene per conse-
((guenza smascherato ... Gli uomini sono . . .
«Zucche e melloni» gridò il venditore accovacciato
alla musulmana dietro la cesta.
«Tutto giorno, vediamo esempi di orgoglio sraasche-
«rato, uomini di talento, figli di vergini montagne,
«professori emeriti e. . . .
«Zucche» aggiunse il venditore
«e di patriottismo provalo caddero nel laccio loro leso
((dall'orgoglio .... Taluno, per esempio, estinse Tardor
«patrio nel vasto bacino che contiene l'umore dei
t'fogli di pagamento , . . Bastò ad un altro un collare
«d'oro per serrargli nella strozza le frasi .... di cui
«altra volla aveva piene le corde vocali. .. Anco certe
«calze di "seta possono attutire i sensr rei .... di qual-
«che Romito ... Oh ' •
«Zucche e melloni!» gridò più forte il venditore.
«Oh tempora, oh mores! . . . La vita è un tessuto d'illu-
« sioni, colui che ,oggi sale, domani scende li
«martire d'oggi arrischia essere il Giuda di domani,
(di mondo è una esposizione universale di
(tZucche e melloni» ...
«furbi d'ogni specie e d'ogni colore.
Qui feci un poco di sosta, e mi diedi a scegliere
nella cesta un mellone maturo ....
Un signore tronfio tronfio, mi passa vicino, e mi
da una spinta involontaria, ed io che stava curvo in
cerca del mellone, perdo l'equilibrio, e giù colla testa
nel bel mezzo della cesta fra le zucche ed i melloni.
Una sonora sghignazzala del venditore, accompa-
gnata da un coro di monelli mi rizza in piedi^ mi
volgo a destra ed a sinistra, ed alcuni passi distante
vedo il mio uomo che col pince-nez mi guarda ari-
stocraticamente ridacchiando .... Il sangue mi affluì al
cervello, s'irritarono i nervi, pigliai un mellone, ed
era li li per scaraventarlo sulla zuccha del mio urla-
tore, quando questo, vista la mala parata, fece un
mezzo giro a destra e con passo concitato in breve
disparve.
Era uno dei Florindi del Nazionale . . !
L^ idea filosofica non mancò tener dietro all' irri-
tazione e dissi, (sempre però col cervello)
«Eccof, quel buio è uno dei fortunati furbi dell'E-
« sposizione Universale, ha un buon impiego, e ride
«sul naso della povera gente . . ?
Un idea tira l'altra, l'idea dell'impiego tirò
per conseguenza un idea analoga5 la quale si può
concretare come segue.
«Amo il conferimento dei pubblici impieghi è una
«furberia . . . Certi . . .
«Zucconi, Melloni,» gracchiò il venditore.
Anno I. ZARA, Sabbaio 49 Ottobre 4867. N°. 3
COiMJUXlO.M IVASSOC.
l'er Zara annui fior. 6
lo Provincie » 7
il Semestre ed il tri-
mestre in proporzione.
C ii numero separato M.idi fi.
<;il ablionanientt per
Zara si rieevnno dal
lilirajo Woditzka.
Esce il Mercoledì ed il Sabbato
Gl'importi di dena-
ro, gruppi od assegni,
si ricevono direttaiuen-
te dalla Redazione del
gioriìa'c.
Le lettere non ailVan-
cate saranno respinte.
I uiaiioseritti non si
restituiscono.
ISTiNZA SUI GIUS.
A quei che rappresentano
Governo, Re e Nazione
Gl'impiegati rassegnano ^ .
Quesfumil petizione,
E come dentro etceltera
Implorano ragione.
Ministri eccellentissimi
Illustri signori,
E deputati egregii
Di tutti e due i colori,
Gli impiegati politici
Vengono a voi, signori,
Colia presente supplica,
A chieder che sia tolta
La preferenza indebita
Che davasi una volta
A quei della Parrucca
Che è morta e fu sepolta;
Che pur dovunque trovasi
Si prenda il buono e il bello;
Che trascurar non vogliasi
11 bene del novello;
Che infine al mal rimedisi
E facciasi cervello.
In coda a tal preambolo
Conviene diffilato
Entrar tosto in materia.
Siccome fu annunciato,
Parlando or degli ulfici,
Ed or dell'Impiegato.
Fra le varianti innumere
Dei celi in tutti i Stati,
Mavvi una classe anfibia,
Che sono gli impiegati;
In general buon diavoli
Mal visti e mal pagati.
Il funzionario pubblico
Per mala sorte è il perno
Sul quale ognor bilanciasi
Il suddito e il governo;
Dimodoché gli è debito
Servire cielo e inferno.
Premessa una tal massima
Che non si può eccepire
Degli impiegati il compito
Sta sempre nel servire:
Oh almen potesser vivere
Che non s'avria a ridirei
Or se chi serve è in obbligo
D'esser fedele e attivo,
Anche il Governo, sembrami,
Non dee lasciarlo privo
Di quanto è neccessario
Per mantenerlo vivo.
Ne a sollevar gli incomodi
Che incombono ad un posto
La dignità riscontrasi;
Se v'era svanì tosto,
Ed or non resta proprio
Nè il fumo nè l'arrosto.
Un giorno di chi studiava
Erano i primi impieghi;
Ora un idiota è inutile
Che per averli preghi.
Bogati! è un ingiustizia!
Non so se ben mi spieghi.
Ann» I. ZARA, Mercoledì 23 Ottobre 4867, N'. 4
C<KM)IZ8<>MI D'ASSOC.
Fer Zara animi fior. 6 » le Provincie » 7 Il Semestre ed il tri-mestre in proporzione. Tn numero separato soldi 6. Gii abbonamenti per Zara si ricevono dal librajo AVoditzka.
GIORMLE TERRIBILÌIEME MORISTIGf
Esce il Mercoledì ed il Sabbato
Gl'importi di dena-
ro, grflppi od assegni,
si ricevono direttamen-
te dalla Redazione del
gioi'iiale.
. Le lettere non affran-
cale saranno respinte.
I manoscritti non si
restituiscono.
LA CACCIA.
Preslo sarà bandita la completa disfruzii)ne degli
animali nocivi, indigeni ed esolici, che infestano la
Dalmazia.
I capi-caccia hanno detto qualche cosa, poche
parole, ma di quelle che toccano il cuore e via al
cervello, come il gaz dello Champagne.
E la brigala dei cacciatori si mise allegramente
all'erta per piani, per valli e per monti, cantando le
più liete canzoni.
II minuto bestiame a quella musica provò tanta
commozione alle ginocchia e tale un palpitazione al
basso ventre, con un brontolio così istintivo, così pre-
potente, che stimò savio consiglio invocare la discre-
zione dei cacciatori, ed a mandre gridò misericordia,
perorando con una certa eloquenza la causa della pan-
cia, che voleva salvare ad ogni costo per i fichi.
11 pensiero del minuto orsacchiume volò oltre i
piani, le valli ed i monti, e si accorse che una tran-
quilla digestione di fichi è la più logica delle soddi-
sfazioni, e che era stalo ben malto a comprometterla
per pochi rubli che esso neppur intascava.
Ai tempi che corrono ragiona anche il minor
gregge — progresso evidente, fotografato in azione.
Il bestiame più grosso avrà forse opinato altri-
menti, ma la pancia non riceve consigli che da se
stessa.
Però anche /' haule voice del regno animale si
lasciò pigliare in seguito alle corbellerie sfoggiate sotto
forma di eroismo estemporaneo, ed ora cerca di ac-
conciarsi alla beire meglio, seppur non sarà conciata
prima di acconciarsi.
Il magnifico cignale, preso vivo nel tempio delle
grazie, primo trofeo della gran caccia, è già al sicuro^
i maligni lo dicono un' orso puro sangue — oh, le
lingue sataniche! È una bestia selvatica e delle rare*,
ed una bestia è sempre rara quando nella sua specie
è un fenomeno.
Si crede anche, che un' orso dal finto pelo, pieno
di vento come un pallone, coperto di segni come un
cimitero, ricco di titoli e di maledizioni, e di non sò
quanti altri malanni, sarebbe molto addattato a fare il
pendant della bestia — fenomeno.
Bravi cacciatori! Mastini e corni, e avanti!
Presto e bene, perchè gli orsi testardi aspettano
la vostra musica per mettersi in ballo ^ e non è cor-
tesia farli attendere troppo.
Una sola cosa mi dorrebbe: se nella foga della
caccia si verificasse — che mi accoppassero Torso
dottor barbuto.
Per carità non dategli una schioppettata!
Ma io suppongo già che T orso barbuto avrà tanto
giudizio che basti per evitare uno sconcio sì grcive:
Vivo, e' sarà utile ancora^ lo si abbandoni duuque a
sè, onde colle imprese future lenti di ritornare nuo-
vamente a noi. — Ma che dirà il mondo ?... Phù !..
INon ci si abbada ! vestiti una volta più colori... si
può rivestirsi un'altra volta ancora.... e poi una
terza .... e così di seguito.
Ma se poi nella caccia rimanesse preso quel certo
Mio bel animale delie vergini montagne, non rispar-
miatelo per carità o cacciatori, ma avvertite di non
bucargli quella preziosa pelle di ludro, poiché ci è
necessario di conservarla intatta per mandarla alla
prossima esposizione di Pietroburgo.
1 musei se la ruberanno a gara, ed io, ora per
allora, consiglio l'autorità del luogo ove fosse per ve-
rificarsi il suo trapasso, ad apporgli un timbro d' uf-
ficio per evitare contraffazioni che ingordi speculatori
potrebbero farne. Cosi sarebbe incontestato il pregio
del vero esemplare, e fortunata quella colezione che