guardo, e mohi' pretendono i che (ìa lo stesso cfie 1' antica
Città che fi chiamava Aramandi non mostra per altro al-
cun vestigio dì CIttade antica.
Franna pochi pafli distante dal mare , e dalla Villa
Tacoflane è un luogo celebre pel suo lago esteso, e pei
Cavaliieii Templaij, che vi erano i padroni , e dove vi
risedeva un gfan Priore. Uno di questi detto Giamo di
*Palisn4 nel spinsi U sacrilega temerità fino a far
prigioniera la propria Sovrana Elisabetta Vedova di Lodo-
vico R.e d'Ungaria, e Maria di lei figliuola, nè gli bastò
questo, ma la^ pfìrfìa fece affogare in un fiume . Il nome
di Vranna è paflato adeflb in una meschina Villa forse un
miglio lontana dalle rovine dell'antico Castello.
A mezzo giornb di Knin v' è la Villa di l*romina,
4ove fu un tempo Tromona antica , e grande Città Libur--
nica, cagion funesta a Dalmati di lunga guerra, e d'innu-
raerabili disastri.
Dernis a Me2zogiomo di Tromina è una Terra mura-
ta un tempo , ora aperta con un piccioi forte , ed una
Torre .
f^erlicca a Levante, e Settentrione di Promina è pic-
cola'Fortezza, e luogo famoso per le sue acque.
Sign a Levante di Verlicca è una Fortezza , sotto a
cui fi vede un borgo abitato da persone dedite in buona
parte alla mercatura . Nella Chiesa dei Frati di quel luo-
go fi venera una Immagine miracolosa di MARIA SAN-
TISSIMA, che nell'ultima guerra tra i Veneziani 1 e ii
Turco infuse tal coraggio a poche centinkja di Morlacchi ,
che respinsero 30 milla Ttirchi. Alcuni vogliono, che Sign
fia l'antico Equum municipio celebre de' Romani , ma è
verifimile , che questa Città foffe fabbricata su d' una col-
lina preflb il fiume ali'ovefl del paflb Ham . '
Da Sign andando a Settentrione,, e a Levante fi tro-
va Imoschi » e viaggiando a Mexzoggiomo fi vede Glissa.
Imoichi è una picciola Fortezza piantata sopra un colle cam-
pestre, ed alle radici del colle v'è un borgo, Clissd c For-
tezza
POGUBAN. — V. ubitačan.
POJAV, inače znak, u primaljstvu znači koja niu drago
promina u rođilima u vrime nošenja, rodjaja i babinah.
— fenomeno. — Er seJieinung.
POGRIŠKA. — errore. — Fehler, Irrthum.
POJEDEN'. Einzeln.
POJEDINCE, jedno po jedno. —' uno per imo. —• Je
einer, einer naeJi dom andern.
POKRET NA OBLUK. — movimento d! arco di cerchio.
— K r e i s i'o r m i g e i > e \v e g u ii g.
POKRET OGNJIČAV. — movimento febbrile. Fib-
berbewegung.
POKRETLJIV, pomièljiv. — movihilc. — Beweglieh.
POLENUTI, ulupiti se sto. — deprimersi. — IJerab-
dril cken.
POLOGO, ravno. — orizsontalmente. — ganz g erade
(horizontal) w ag ere c li t.
POLOŽAJ. — posizione. Lago, Sleilung.
POLEŠKUvATL —• spesse volte coricarsi. — Si eh oft
niederlogeu.
POMAGALO, čim se pomaže. — mezzo d! ajnto. —- Hilfs-
mitteh
POMAST. — unguento. SaLbe.
POAIOLITI SE, ukazati se. apparire. — Erscheinen,
sieh zeigen.
POPRIČKE.'-- trasversalmente. — Quer.
POPRIČNA PROMIRA. --- diametro trasversale. —
Querdur ehm esser.
POPUST, popuščanje. — rilasciamento. — Ersebiaf-
fung, Abspannung
POREMEĆAJ, zbèrka. — sconterto. diseurlinc. St(i-
rung, Verwirrung. Unordnung.
POREMETITI, zbèrkaì;i. sconcertare, confondere. —
Storen, verwirren.
PORODILJA. — puerpera. — Gebàrende, Kindbet-
terin.
PORO DJAJ. — parto secondario. — Naehgeburt.
POSLIDICA. — conseguenza. — Eoige.
POSLIDNJE BOLL — dolori consecutivi. — Naelifoi-
gende Schmerzen.
ZARA, Mereoledì 11 Febbraio 1903. Anno XXXVffl. IL
^ASSOCIAZIONE.
DALMATA
er Zara Oor. 16 anticipatamente, semestre e trimestre in proporzione
Per V impero Austro-Ungarico Cor. 18, semestre Cor. 9, trimestre Cor. 5.
Per gli Stati appartenenti all' Unione postale Cor. 24 all' anno, semestre e
trimestre in proporzione. Per gli Stati non appartenenti all'Unione postale
Cor. 16 e rli più 1' tumento delle spese postali, semestre e trimestre in
proporzione. Un numero separato costa Cent. 20. Un numero arr. Cent. 32.
a ameri del giornale si ven.lono nella Libreria internazionale di E. Schfinfeld.
Giornale politico, economico,
Esce il mercoledì e il sabato.
INSERZIONI.
Le associazioni e gli importi di denaro, in UU|ll pattali, si dirigane
all' AmmiaittrazioM del DALMATA in Zara. Chi non rest inge il foglio dop
scaduta l'associamone, s'intende obbligate P*r il trimestre sossegneste.
Le corrispondenze devono dirigersi affrancate escL isivamente <i11a ie
iasione. Le lettere non affrancato saranno respinte. I comunicati si ÌB»eri*co--.
«1 presto di Cent. 25 la linea, carattere testino. Avvisi ed lasernoni a pre*:i.
moderato d<i convenirsi. — I manoscritti BOB si restituisooi o.
Clausola e politica.
Il Narodni List pubblica un primo
parere di un Comune della Dalmazia,
circa alla clausola, al quale seguiranno
altri Comuni colia stessa misura e lo
stesso fine: dazi non protezionisti,|ma
addirittura proibitivi : vino in botti,
vagoni e serbatoi, sino a 14 gradi di
alcool, 24 marchi per 100 chilo. Uva
e mosti fermentati, 30 marchi per 100
chilo. Mosto concentrato e sterilizzato
(vinaccie) 60 marchi per 100 chilo.
Meglio ancora non venisse stipulato
alcun accordo (la tariffa generale, re-
centemente pubblicata, essendo così
elevala da renderne impossibile ogni
importazione) poiché mediante esso sa-
rebbero possibili i vini piccoli, con che
nuovamente si pregiudicherebbero i vini
dalmati.
Che di vini piccoli non si abbia bi-
sogno di guastarci coìl'altrui esempio,
è cosa dolorosamente acquisita alle cio-
nache del paese, ma che non si può,
nè è utile sottacere ; che la progettata
commisurazione del nuovo dazio in
marchi, valuta germanica, presupponga
o una ignoranza, o una^malafede sugli
effetti della regolazione della valuta,
per cui si avranno i pagamenti in oro
alla pari, mentre i franchi, di cui di-
scorrono alcuni, e i marchi tedeschi
uel Comune croato, col disagio sulla
valuta, quest' ultimi anche pel maggior
intrinseco, importano un dazio maggiore,
e da noi hanno corso legale le corone,
valuta ormai normale ad ogni contrat-
tazione, ed in particolare a quelle uf-
ficiali ; che ancora il Comune sia più
esigente dei particolari, in riguardo
agi' interessi di questi ultimi — sono
fatti che non si spiegano soltanto col-
T aritmetica delle tariffe, ma in uua
serie di tendenze, le cui false utilità
ci accingiamo a brevemente discutere.
Non assumeremo la difesa degli il-
lustri enologhi, colpiti dal governo ger-
manico del sollievo dalle rappresen-
tanze consolari a Spalato, nè dell' altro
colpito a Fiume da una considerevole
condanna penale, insolvente e sottratto
dalla morte alla relativa multa di mi-
gliaia di corone, nè degli altri che qua
e là, con altri deplorevoli procedimenti,
resero necessari rigori sui vini, non
ritenendo il paese debba per ciò ad
essi speciale gratitudine. E' bensì vero,
che alcune ragguardevoli ditte della
Dalmazia, anche con proprio sagrificìo,
s'adoperarono di rialzare il credito dei
nostri vini e di estenderne il consumo
all'estero; peccato che il tentativo fu
isolato.
Non facciamo il nome di alcuno,
onde non incorrere nei confronti odiosi
e non ledere la modestia degli altri.
Sulla pesca e sul cabotaggio italiano
per verbo, sarebbe una parola d' or-
Nadejde u *)
di
dine, o sono sopite le vecchie ruggini ?
Tutto fa credere ci si tenti una sor-
presa, in quanto il grave argomento è
tutt' altro che dimenticato. Occorre ri-
cordare,! però, ;che è^stato proclamato
nel Parlamento italiano, che non si
troverebbe alcun ministro, che oserebbe
presentanosi con in una mano la clau-
solaAabolita,fcneir altra il cabotaggio e
la pesca banditi? Che di codesti av-
vertimenti non sijpuò dispensarsi dalla
debita ponderazione, essendo più che
mai veritieri? Non stimiamo nè oppor-
tuno, nè saggio, il rifiutarci a renderci
conto di certe estremi) gravità, la bal-
danza sul cui pericolo potrebbe tornare
funesta a chi mostra di disprezzarla.
Il Comune croato, dice : agi' italiani
è facile fornire del vino di forte gra-
dazione, a prezzo conveniente, in quanto
presso di essi ogni grado d'alcool, per
accrescerla, costa trenta soldi. Non è
che per gli analoghi bisogni vi siate
procurati presso i competenti fattori
dell' interno corrispondenti facilitazioni
a quelle che godono gli alcools in Italia,
per 1' amalgama coi vini, esenzione cioè
dalle tasse di consumo, con che sareste
allo stesso piede, ma supplite all' i-
nerzia col stantìo ritornello delle re-
criminazioni, standovi intanto colie mani
in mano, pretesemente turbati dalla
nefasta visione. In ogni caso, non è
che il rimprovero vada all' indirizzo
dell' Italia.
Godete già questo abbuono per gli
alcools occorrenti pei vini destinati al-
l' estero, perchè non preoccuparvi, che
eguale misura, e con più ragione, vi
sia estesa alle spedizioni per l'interno?
Nessuno dei rappresentanti della Dal-
mazia ha mai neppure sollevata tale
questione. Appena, recentemente, al
Reichsrath, i deputati italiani Tambosi
e Base vi hanno parlato a favore della
riduzione dell'imposta sullo zucchero,
destinato a scopi industriali ed al mi-
glioramento dei vini.
L' on. Bianchini e compagni, preoc-
cupati ancora di qualche insidia contro
1' elemento italiano, la cui prostrazione
non è ancora garanzia di morte sicura,
hanno di che altro a preoccuparsi, che
non di istanze e computi coi ministri
sui gradi degli alcools ; la soppressione
di un' ultima scuola, o dell' ultimo Co
mune italiano, suppliva all' ommiasione
deli' adempimento di obblighi, per cui
si vanno a cercare responsabili dove
non esistono affatto.
Ci si dirà che domandare non vuol
dire ottenere ; l'esperienza dimostra,
che, in certe situazioni, domandare
vuol dire ottenere. Ci si negherà, che
le benevolenze ministeriali, non si fos-
sero esclusivamente attratte sul terreno
nefasto della politica di campanile, noi
non avremmo la congiunzione ferro-
viaria dei porti, e con essi lo sviluppo
della prosperità? E si cerca in dire-
zione opposta alla sua derivazione. E
la clausola, che fu veramente dannosa,
nel passato decennio, perchè soltanto
allora eravamo padroni dei mercati
vinari dell'interno, per le improvvise
devastazioni filosseriche dell'Ungheria,
mentre in seguito, all' Italia, supplirà
l'Ungheria, coi vigneti ristorati ; non
è che gli avversari, tutti assorbiti nelle
mene di partito, che avrebbero avuta
la possibilità di opporvisi e probabil-
mente d'impedirla, avendo in mano
tutte le rappresentanze della provincia,
deputati, Dieta, Giunta, Comuni, Ca-
mere di commercio, comizi agrari ed
altri fattori, chiamati a pronunziarsi,
le cui manifestazioni non avrebbero
pjtuto essere disprezzate, hanno la-
sciato fare, incoscienti o colpevoli, pur
di perseguitare 1' ombra di un nostro
rinascimento?
E' uua stolta fola, questa di altri
stati, sempre in agguato contro di noi,
a minacciarci nella bors i o nella vita.
Se gli altri hanno avute, hanno accor-
date concessioni, e ad ognuno è lecito,
anche alla comunione dei cittadini, di
provvedere a sè. Il nostro nemico è
1' affarismo politico croato, ozio paras-
sitario d'indole maligna, che ha in-
quinato ogni nostra sorgente vitale.
Se 1' Austria accorda 1' esenzione di
tasse, sino agli alcools di diretta spe-
dizione per T estero, tanto che il la-
mentato alcool italiano non è in gran
parte, che alcool austriaco, ed anzi ne
fa una voce differenziale, cioè di cam-
bio ad altre pattuizioni, tanto più que-
ste facilitazioni le accorderebbe ai
propri, purché qualcuuo ne facesse ri-
chiamo. Nel reggiine di trattamento
agli alcools è ad ogni modo da ricer-
carsi il rimedio a tale inconveniente,
non in quello dei vili, come no in
quello di certa politica.
Si è pensato qualcuuo — ma effica-
cemente e non solo a parole — a pro-
cacciare alla Dalmazia compensazioni
pei danni della clausola, Gome sarebbe
stato di diritto e di dovere? E' stato
un sagritìcio, che ha costato alla pro-
vincia dozzine di milioni, a beneficio
dell' erario e de; consumatori, ma quali
le vostre prestazioni per uno sgravio
almeno parziale alla proprietà fondiaria
per tanto scapito? Diciamo avvertita-
mente prestazioni; perchè ci è stato
qualcuno anche soltanto a domandare/
dei compensi? Ma no, bastava ed era
meglio, alla prova della fame e delle
sparute apparizioni dell' esattore d'im-
poste, di poter gridare a perdifiato le
solite volgarità, o di sussurrare le so-
lite denunzie.
Il Comune croato, dice ancora al
proprio governo: 1' Italia sta per avere
favori commerciali colla Russia, eh' è
un immenso paese, ricco di risorse
Antonio Fogazzaro.
Mentre leggevo, recentemente, queste
Eeeue che Antonio Fogazzaro scrisse tra
una pagina e 1' altra, tra 1' uno e 1' altro
capitolo di un suo nuovo romanzo, tutte
m} ." affollavano intorno le divine imma-
gmi delle donne create dal più apprezzato
romanziere italiano. Egli, supremo artista
nel tratteggiare a brevi tocchi il carattere
intimo degli uomini e delle cose, impareg-
giabile notomizzatore della psiche umana,
poeta del sentimento e d' ogni più alta i-
dealità, a fianco dei personaggi che ebbero
i arcana potenza di farci palpitare con loro
in un empito irresistibile d' amore e pian-
ger insieme le più crudeli angoscie, egli
ci presenta dei tipi antipatici, perversi,
avvolti da un' aura ammorbante d'ipocrisia,
r«*"?® suPer8tizioni e di debolezze inqua-
lincabili. E a questi individui, che pur tal-
volta hanno per lui un barlume di bellezza,
uno schianto sincero di passione, noi non
lasciamo che b sdegno, la ripugnanza del
l'anima nostra, nobilitata troppo dai suoi
principi morali. Il conte Nepo, la vecchia
signora Cortis, e, diciamolo pure, in certi
mementi, Pietro Maironi, ci disgustano, e
*) Azione drammatica in due parti.
voieutieri sorpasseremmo il capitolo per
ritornare al sublime linguaggio purificante,
ideale di Elena, di Violet, di Luisa e Jean-
ne,.... figure che nella memoria di chi le
conobbe restano incancellabilmente im-
presse.
Le realtà della vita è grande nei ro-
manzi di Antonio Fogazzaro, ed i suac-
cennati fenomeni ce lo provano evidente-
mente. Noi rifuggiamo da quelle oscure
persone losche e deboli, loro infliggendo il
marchio del più sincero dispregio; e così
dalla trivialità, dalle meschinità di questo
mondo, ci sentiamo attratti a sognare deli-
ziosamente, a inebriarci nell' effluvio divino
che si trasfonde in noi dalla donna di A.
Fogazzaro. E questo avviene appunto perchè
tale è la vita che tutti viviamo.
I romanzi e le poesie di A. Fogazzaro
hanno inoltre una grande potenza sugge-
stiva per l'onda di misticismo ideale che
li invade, per la grande espressività dejlle
scene e delle situazioni drammatiche,
da lui descritte con chiarezza e semplicità
mirabile ; egli è veramente degno conti-
nuatore di Alessandro Manzoni, alla cui
stregua informa tutta 1' opera sua. Il * o-
gazzaro è forse più attraente pel soave
profumo di modernità che spira dalle sue
grandi eroine.
E' del resto assai noto che il nostro au
tore come riesce insuperabile nel plasmare
caratteri muliebri superumani per eleva
tezza di sentire e per le nobilissime pas
sioni che li fanno palpitare, è altresì arti-
sta provetto nel riprodurre quelle meschine
Sgure che infestano 1' odierna società e che
dell' egoismo più abietto fanno la loro re-
ligione.
Dunque il Fogazzaro ci offre ancora una
volta, con questa «Nadejde», un piccolo
quadro di quei tipi che egli ama tanto di
regalare ai suoi lettori.
La principessa Tatiana vive alle rive del
lago di Como, divisa dal marito; sua cura
non è che lo sfaizo, il lusso e l'anima sua
non è che un' accozzaglia di sensualità, di
egoismo e di orgoglio. Deve ricevere uu
giorno la visita del granduca Ivan, ma il
pregiudizio religioso non le permette di
accogliere quell' uomo, che segretamente è
suo amante, senza la presenza, meramente
formale, di suo marito. Questi presenzierà
alla visita del granduca alla villa dell' «E-
renio», purché gli venga pagato un debito
di 50.000 franchi, ma, poiché la sua venuta
è urgeute, egli chiede 10.000 franchi d' an-
ticipazione. E questa somma egli la riceve
per recitare, e male, una meschina comme-
dia. Poiché Tatiana e il granduca si ve-
dono so'i, si promettono amore e futuri in-
contri deliziosi. Finita la festa clamorosa
in onore del granduca russo il povero prin-
cipe che voleva rimanere coli' adorata (?)
consorte, è fatto ripartire per Genova.
Ma qui ha la parte più importante la
figlia della principessa, la piccola Nadejde,
in cui noi vediamo svolgersi in brevi mo-
menti un grande e desolante dramma psi-
cologico, vediamo la sublime elevatezza
della sua piccola anima abbeverata nel sa-
crifizio. Essa aveva sognato che la voce di
naturali incommensurabili, ingrandite
dal mistero dell'Oriente, che si esten-
dono dagli Urali e Carpazi all' Oceano
indiano; quivi si costruiscono opere
pubbliche grandiose, e vi si infiltra la
civiltà, avida di crescenti bisogni e di
consumi prodigiosi, 1' introduttore ci
raccomanda e ci porterà fortuna, di
quell' Italia cotanto abbon ita, eh ! an-
diamole al fianco in Russia e spartia-
moci i benefici. Ma come? Non è d'essa
l'immane vostra persecuzione d' ieri,
il vostro perenne tormento? Ah sì, ma
ecco, è il momento d'intenderci. Darle
nulla, torle quanto si può. Ma, e non
capite, per quanta sia la vostra incom-
prensibile arrendevolezza, che non e' è
negoziatore al mondo, che dia tutto in
cambio di nu la, e si lasci continua-
mente seccare per averne delle grazie
sospette?
Bisogna esser giusti !
Tempo addietro, tra le tante, abbiamo
dovuto leggere nell' organo dell' on.
Bianchini dei fatti specifici contro degli
operai italiani, rei d' essere impiegati
nei lavori della ferrovia Spalato-Sign.
Il brando di guerra del giornale d'op-
posizione luccicava dei suoi più sinistri
bagliori. Ma, verbigrazia, on. Bianchini,
gli opet ai italiani, sono colpevoli di
atti di violenza, o non se ne vennero
ai lavori ferroviari, perchè sobri, attiri,
intelligenti e perchè chiamativi dal-
l'impresa Antichievich-Morpurgo e com-
pagni? Le vostre doglianze le dove-
vate rivolgere a quei vostri affigliati,
che non è noto servano alla causa ita-
liana, nè a prodigalità o calcoli errati.
Quanto al nostro pane, che pretende
li mangino quei laboriosi operai, si
potrebbe ancora obbiettargli, che trat-
tandosi di una ferrovia a carico del
bilancio dello Stato, passiva nel suo
futuro esercizio, e costruita bene in
brevissimo tempo, nessun peso speciale
ne poteva giammai derivare al croa-
tismo.
Così al Cherca: resi dagl'italiani
straordinariamenti fruttiferi e di fama
mondiale i giacimenti carboniferi del
Promina; minacciati dagli stessi, pel
trasporto del carbone, di una ferrovia
italiana da Siverich a Sebenico e Spa-
lato, è soltanto pel timore e gelosia di
questi, che dobbiamo i tronchi attuali,
nella stessa direzione, la mancanza
delle congiunzioni con Zara e 1' interno,
riducendo a ciò solo l'obbiettivo prin-
cipale di tale opera. E' ancora al capi-
tale italiano, che dobbiamo gli stabili-
menti industriali pel carburo e l'elet-
tricità, ed altri, che ne verranno pros-
simamente, sullo stesso corso d'acqua,
sino a Sebenico, colla possibilità e pro-
babilità d' estendersi all' intera Dalma-
zia. Ciò è tutt' altro, che impossibile,
le energie elettriche di corrispondente
derivazione idraulica, essendo traspor-
Dio le ingiungesse di pacificar la mamma
ed il babbo lontano, e che per loro si do-
vesse sacrificare. Nadejde coglie il momento
in cui la madre le comunica la venuta de-
gli ospiti per chiederle di restar sola la
notte e Tatiana le accorda ciò, mentre si
dispone a recarsi a Bellagio per prendere
gli invitati, poi s'avvia mormorando
«Nadejde mi ha forse turbata un poco. Non
voglio esser turbata. La mia vita è scritta
così, e così la vivrò, la correrò a vela, de-
liziosamente, col vento ; venga pure il tem-
porale se vuole l M'era venuta l'idea di
farmi dare da Nadejde Ma «Vita vera» di
Tolstoj per leggerla in barca. No, no, no,
l'Odissea, l'Odissea!» E queste parole di-
mostrano bene la folle passione che 1' a-
gitava.
Nadejde invece si rassegna alla volontà
di Dio con immensa amarezza, e, dopo aver
detto alla sua domestica che amava Dio,
ma che non lo pregava mai, affinchè suc-
cedesse ciò che egli voleva, ripeteva an-
cora. «No, Lucia, se sbaglio, se il Signore
mi castiga sarò contenta che sia fatta la
sua volontà.» E con questo dolore profondo
Nadejde vuol persuadere il babbo a sot-
trarsi alla festa per nou macchiare la sua
dignità, vuol trattenerlo anche dopo ìa par-
tenza del granduca per compiere il voto,
per adempiere alla voce della coscienza.
Ma il principe deriso, ubbriaco, scompare
con la somma convenuta, mentre la princi-
pessa dà le chiavi del cancelletto al suo
amante e sogna le future ebbrezze. Na-
dejde è in preda ad una straziante ango-
tabili a grandi distanze, come recente-
mente, con risultati pienamente efficaci,
si estesero dalla Svizzera in^Italia,
ad una distanza di centinaia di chilo-
metri con incremento della vita citta-
dina altamente benefico. Ora perchè
lagnarsi della intraprendenza altrui ?
E perchè non usufruirono i monopolisti
delle sorti dalmate^tal; risorse e non ini-li M
ziarono tali imprese?
Il confinarsi dell' attività mercantile
entro i propri territori, non è bastato
agli Stati-Uniti, aventi estesi i traffici
alle immense risorse dell' America del
Sud, alle Ant.lle, alle Filippine, ed il
dominio marittimo dell'Atlantico e del
Pacifico. Producono ancora assai più
di ciò che consumano, sì da essere co-
stretti per varcarli di aprire i propri
confini al capitale europeo e vol-
gersi a minacciare l'Estremo Oriente,
in cui si combatte per la preservazio-
ne da una catastrofe sociale una con-
tesa che principiata nei litigi degli scrit-
tori, continuata nei gabinetti diploma-
tici, provata con tratti di corda, e sta-
bilita colla cessazione di un principio
di conflagrazione europea, potrebbe ter-
minare in un sovvertimento generale
degli ordini esistenti. L'Inghilterra, non
avesse che i tesori indiani, verità su-
periore a qualsiasi favola gigantesca,
e quel complesso di ricchezze, che le
scorrono a flotti d'oro, dal sistema co-
loniale, che ha creato le meraviglie del
Canadà, dell'Australia, della Nuova
Zelanda, dell' Egitto, convertendo i de-
serti in oasi profumate e i selvaggi e
gli antropofaghi in legislatori degli in-
stituti più civili, che onorino 1' uma-
nità, è l'incredibile e temuta fautrice
della politica della porta aperta dovun-
que e a tutte le nazioni. Il libero scam-
nio è insegnato dai suoi sommi econo-
misti : l'affrancamento dal servaggio
del capitale. Recentemente, promotrice
della conferenza di Bruxelles, ha por-
tato un colpo mortale al monopolio
degli zuccheri ; se ne dovrobbe avere
un abbassamento di prezzo. La Ger-
manie, che ha impronte su tutto il globo
ed iu ogni ramo dello scibile, le orme
del suo rinascimento trionfale, si pre-
para ad una tremenda rivalità, che
senza il freno politico, può condurla
al dominio universale o ad una cata-
strofe, che si alimenta intanto dei pro-
digi delle sue fortune. La filosofia della
spada è temperata dalla meteora del
classicismo di Mercurio. Sino gli stati
minori, il Portogallo, 1' Olanda, la Da-
nimarca, il Belgio, gli stati scandimm,
perchè necessari, si {aggrappano dispe-
ratamente sigli avanzi coloniali, minac-
ciati ad ogni ora, alcuno più non ba-
stando a sè stesso. L'Italia ha dovuto
seguire, mal suo grado, il movimento
universale, dapprima rifiutatasi di par-
tecipare all' occupazione mista dell' E-
scia — e questa è forse 1' unica situazione
veramente drammatica — a la tenebrosa
acqua del lago con ineffabil malia 1' attrae,
e una stella tremula che vi si specchia en-
tro è la stella del suo destino.
— «Se l'acqua mi riportasse alla sca-
letta quando quell' uomo verrà, fra lui e
lei, morta!»
E poi, errando col pensiero morente nel-
l'ignoto, nelle tenebre, esclama : Mi offro
per mio padre e per mia madre. Non ti
ho mai pregato, sento che ho meritata la
mia sorte. Sia benedetto il tuo nome, sia
benedetta la tua volontà. Come sei pro-
fondo, divino, misterioso, e come la mia
mente si perde in te ! E così parlando
stringe una crocellina fervorosamente e
scompare nel mormorio de 1' acque ....
Tale il dramma che ha pochissima viva-
cità d' azione, due soli momenti drammatici
ed anche questi più di malinconia elegiaca
che di robustezza animati. Il dialogo è
scorrevolissimo e le scene anche ben fatte,
ma il soggetto, che avrebbe potuto incan-
cellabilmente restar impresso nell' anima
nostra, ci perde moltissimo nella forma in
cui venne trattato. È dei resto molto dif-
ficile che il Fogazzaro col suo religioso
misticismo e col morale idealismo trionfi
nel teatro, come invece gloriosamente vinco
e raggiunge i più alti gradini di gloria coi
mirabili ed immortali suoi romanzi.
Luigi Frano o.
le /
54 L'ECONOMISTA
E prossima questa convalle alla borgata di
Dernis, le sta di fronte e per di più è la convalle
madre dell' acqua potabile di cui si serve la bor-
gata stessa.
Il monte Promina, questo carbonifero colosso,
dalle caratteristiche tinte giallorossiccie fino le
cineree più severe, forma sulla falda sua meridio-
nale, dì Badagn più convalli tra cui primeggia
quella Djciak, donde sorge la nomenclazione Di-
ciakova{. La convalle Didakova^ si erge per due-
cento metri dal bassopiano del Campo di Pietro
(Petrovopolje) e copre sul coordinato orrizzontale
uno spazio maggiore ad un chilometro quadrato;
con le falde a trenta gradi inclinate.
Il soprasuolo ne è di natura marnosa, ragione
per cui sotto le date inclinazioni del terreno, im-
maginar si può di leggeri con quale effetto di
distruzione 1' acque vi agiscano.
Generava questa convalle un solo torrente
nomeclato Jablana^ e questo si sperdeva furente
sulle campagne sottostanti.
Da diciotto anni fà, come dissi nel mio esor-
dio, si pensò al freno contro la possente azione
torrenziale di questa convalle e — se ben tardo —
oggi possiam dire bella e completa quest' opera
meritevole d'ogni encomio, perchè condotta razio-
nalmente e con piccolo aggravio di spesa.
I manufatti di chiusa o serra la convalle Diciath
conta il numero di ben 235, solidi e fortificati in
modo da non lasciar temere un'irruzione distruttiva.
Nei campetti d' appartamento dietro ai ma-
nufatti di chiusa sorge un mondo di fanerogame
d'alto fusto, mentre ai lati ergentisi sulle falde
della convalle c' è un mondo di piante tutelatrici
le piccole correnti.
II numero delle piante di difesa e di sosteni-
mento ascende già a più di un milione.
La qualità delle piante è V ailanto, che tanto
si presta in simili paraggi, il pioppo il salice e
molte altre specie ivi cresciute dopo le regolazioni
parziali.
Grande merito ne ebbe in ciò l'eccelso governo
e il comune coadiuvato dall' opera efficace e inde-
fessa del suo agente forestale sig.r Nicolò Vezich.
Ora sui benefizi di quest' opera di difesa dal-
l' irruenza dell' acque torrenziali, trar possiamo un
vantaggio di primo ordine per la borgata di Dernis.
Da otto anni dietro accurate osservazioni fatte
sulla dotazione della fontana Cesma, risulta ogni
anno un aumento del 30®/^ — aumento dovuto as-
solutamente allo imboscamento della convalle Di-
ciaky in discorso, e — se il comune locale —
posta mente al cattivo e stravecchio conduttore
che corre tra Vrbica e Cestna — arriverà a mi-
gliorare le condizioni di conduttura, Dernis entro
pochi anni potrà aversi una quantità d' acqua di
gran lunga maggiore a quella richiesta dei bisogni.
Dernisensi salvaguardate la convalle Dicia-
kovaz. Il Nomade.
La Società agraria della Dalmazia tiene io yen-
4ita la nuova irroratrice Dalmatia la più perfetta la più
economica e la più duratura fra le conosciute. Prezzo
fiorini 14. Imballaggio soldi 50.
II meccanico della Società ripara le pompe vecchie
di qualunque sistenpa a prezzi moderati.
GAZZJCTTINO
Antonio Fosco. — Degnissimo vescovo di Sebenico,
membro della nostra Società agraria, mori improvisamente il
26 marzo nell' età di 68 anni. Sacerdote modello e vescovo
esemplarissipao, nei 18 anni dacché governò la Diocesi di Sebe-
nico, lavorò indefessamente nella vigna del signore, e si acquistò
la venerazione a l'amore di tutto il suo gregge. Si occupò anco
nel campo delle scienze e delle lettere sul quale coi molti la-
vori pubblicati lascia un buon nome. Ma più di tutto il suo
nome resterà benedetto nel popolo, perchè al bene spirituale
e temporale, di questo, avea consecrate tutte le sue forze e
dedicate le belle doti delia sua virtù. E. i. P.
*
Acquisto di frumentone — Presso il signor Pietro
Antunovié a Zara si trova in vendita 150 kg. d. szekeler mais
indigeno a 20 soldi il kg. Chi desidera farne acquisto si rivolga
direttamente allo stesso.
* •fS ^
Alberi secolari d'ulivo. — Un possidente in pro-
vincia è costretto di liberarsi da 250 alberi secolari d'ulivo i
quali sono proveduti di magnifiche macchie, molto adatti per
lavori in rimesso. Chi volesse utilizzarli per lavori d'intaglio, si
rivolga alla Eedazione che Io informerà,
* «
Tendila Solfato di rame al minuto. — Per facilitare
ai piccoli possidenti ed agli agricolturi l'acquisto del solfato
di rame, l'Agenzia della Società Agraria tiene in vendita sac-
chetti di 5 Etli compreso imballaggio e li spedisce a mezzo
postale, franchi in tutta la provincia verso rivalsa di f. 2.
Vende pure al minuto nei locali dell'Esposizione perma-
nente in piazza dei Signori sotto l'orologio, partite da 5 chili
in poi al prezzo di soldi 28 il chilo.
I. m. R. parrochi ed i maestri sono pregati dì avvisare le
rispettive popolazioni di queste facilitazioni. *
* *
Seduto delle filiali — Constatiamo con piacere che il
lavoro delle filiali si fa sempre più animato. Quella di Benkovac
ha tenuto seduta il 25. febbrajo; Dolac Inferiore nello stesso
giorno; Imoski ai 18. febbrajo; Pago ai 4. di Marzo. I proto-
colli di seduta vennero stampati nei numeri 5. e 6. del Seljak.
Eaccomandiamo vivamente a tutte le filiali di tenere se-
dute ; ed una speciale ai direttori delle stesse affinchè procurino
di convocarle in media 4. volte all' anno ossia una per ogni
stagione.
* *
Oblazioni — Furono devoluti alla Direzione della „Espo-
sizione permanente della Società Agraria della Dalmazia le se-
guenti Oblazioni:
Signor Doimo Alacevich per onorare la memoria del def:
Sigr: Nicolò Marghetié corone 1
Eev. Dn. Abbondio Nasso per onorare la memoria del
def: Sig: Egidio Cippico corone 2.
Sigr: Marco Pavisié per lo stesso scopo corone 2.
Sig : Cristoforo Mazzocco per onorare la memoria del defi
Sig : Dr. Alberto Illich corone 6. *
Concimi chimici per prova. — L' Agenzia della So-
cietà agraria della Dalmazia allo scopo di divulgare sempre più
in provincia 1' utilizzazione dei concimi chimici, pone in vendita
cassette contenenti 5. chilogrammi di concime chimico, per ora
soltanto per far prove sulle viti, fìori e tabacco.
Una cassetta postale del peso di 5 chilog. compreso l'im-
ballaggio costa solo fiorini uno spedizione a mezzo rivalsa.
Con questa quantità si possono letamare da 35 a 50 viti;
da 70 a 100 piante di fiori secondo la grandezza e da 60 a
80 piante di tabacco a mezzo sviluppo.
Così pure in cassetta postale si spedise 5 chilog. di sal-
nitro del chili al prezzo di fiorini 1.30 e questo serve per
qualsiasi coltura, allo scopo di rinforzare le piante deboli e che
lentamente si sviluppano.
Si fa uso in maggio, giugno e luglio. Questa quantità
serve per 100 fino a 150 metri quadrati di terreno.
* *
II riformato statuto confermato. — L'Eccelsa I. R
Luogotenenza in data 15 marzo a. c. N.ro 6446—V. ha con-
fermato i § § dello statuto sociale riformati nell' adunanza ge-
nerale 14 gennaio a. c. In quest'incontro dobbiamo avvertire
che il § 13 dello statuto nel secondo periodo và stilizzato nel
seguente modo: „haeno gli stessi il diritto di formare w»
gruppo 0 filiale quale sezione sociale'' ecc.
ne trova) generoso per cuore, per coscienza; ei
non deve esserlo per obbedienza ai saperiori, per
convenienza verso i confratelli, per devozione alla
sua repubblica. Nonché adottare riforme, non
può tampoco iniziarle ; deve essere avaro, e per poco
non diremmo simoniaco. Trova egli p. e. sanguino-
sa, crudele ed ingiusta taluna di quelle mille con-
tribuzioni ') che sono imposte al povero villico
per arricchire la troppo generosa sua congrua, ei
non può rinunziarvi, dovesse il contribuente cre-
pare a suo tempo di fame. Trova esso troppo
vasta una parrocchia costituita da 10 a 12 villaggi,
ai cui bisogni un parroco solo non può prove-
dere, e che restano abbandonati all' abbrutimento,
ai pregiudizii, non può il buon uomo parlare della
suddivisione della parrocchia perchè ci va dell' in-
teresse del monastero. Forse egli trova ingiusto
e scandaloso che, sotto pretesto della mancanza
di frati, sia un parroco contemporaneamente in-
sediato in due parrocchie in un momento in cui
altro dei frati passa neghittosa la vita in qualche
convento, e in cui due dozzine dei medesimi ti
tanno a Sign i letterati, i filosofi, gU accademici ;
eppure ei deve tacere sotto pena di essere punito
od amosso. Forse egh si è affezionato alla par-
rocchia e vorrebbe dedicarle i suoi risparmi colla
costruzione d'una chiesa e d'una canonica ; è scor-
raggiato dal farlo, per timore che il nuovo guar-
diano gli invii all'indomani i suoi passaporti.
Una leva potente adunque, e assai fatale, è in
mano dei guardiani codesta amovibihtà dei par-
rochi, che è una piaga sanguinosa tanto per essi
quanto pei loro parrocchiani, i quali talvolta loro
malgrado si vedono tolto un parroco quand' anco
sia un angelo di bontà, o se lo vedono ricon-
fermato quand' anche sia un fiore d' usuraio ecc.
ecc. A noi sanguina il cuore nel pensare alle con-
dizioni morah del popolo in alcune parrocchie, che
ci ricordano in modo eloquente gh Slavi di Turchia
a cui accenna la nostra epigrafe. Non voghamo
disconoscere che qualche parroco, sebben frate, dia
qua e là sintomo di cuore e intelhgenza; ma i
più, non giova negarlo, più che all'interesse delle
popolazioni servono a quello dei loro monasteri,
alcuni dei quali, in mezzo ad una popolazione di
affamati lor tributarii, posseggono favolose ricchez-
ze. Nè il popolo della campagna sarà rigene-
rato dal suo abbrutimento senza una riforma nel
clero curato, che può solo e megho di tutti gui-
dare il popolo Slilla via del progresso. Nè ciò potrà
essere senza la soppressione della congrua par-
rocchiale e del patronato sulle parrocchie per parte
dei monasteri. Mercè la prima, il parroco non
giuocherà più la parte dell' ingordo creditore, spe-
culatore 0 gabelhere, e si guadagnerà più facil-
mente la stima e la fiducia del popolo ; mercè la
seconda, la scelta dei parrochi non sarà subordi-
nata al nipotismo, ad interessi personali, od a quelli
egoistici del monastero, sibbene all' interesse delle
popolazioni, al vero merito dei candidati. E a code-
sto desiderio si pensi specialmente dai frati di Sign,
che da qualche tempo si fanno gh apostoH del-
l' idea nazionale e si dan l'aria di costituire l'avan-
guardia del progresso fratesco. Se essi amano
davvero, e noi vogliamo crederlo, il popolo, anzi-
ché ocuparsi degU stalloni, del teatro nazionale,
cella Cittaoniga, e di altre riforme non prevedute
da san Francesco, alzino generosi la voce di ri-
nunzia e alla congrua parrocchiale e al patronato
delle parrocchie, e se non ne avessero il coraggio,
lassino certe cattedre improvvisate, per scendere tra
il popolo della compagna a frangere con esso il
pane dell' istruzione, e ad educarlo coli' esempio
edificante della modestia, della carità, dell' austerità
del costume. Z.
Dal Promina, 15 maggio.
'3 Nella parrocchia di Miglicvzi del distretto di Dernis ogni
puerpera deve porgere al reverendo parroco, che è un frate fran-
cescano, indovinate? un paio di calze (terliike). E un'imposta
addizionale, poetica e sentimentale se vogliamo, ma che non e-
eiste nelle altre parrocchie, e che probabihiicnte non esiste nep-
pure in Turchia. In altra parrocchia le madri-famiglia si presen-
tarono un sabato santo al parroco per la benedizione del pane o
focaccia pasquale, e il reverendo, finita la cerimonia, trovò op-
portuno di trattenere da ogni pane un tozzo per sè. E poi non
fji dirà con Robert, che tuot se paje cnfìn, jusqu'à l'eau bènite!
I monasteri di Vissovaz, di IMacarsca, di Sing, di Zaostrogh,
posseggono, sebbene dell'ordine de'mendicanti, un p/itrimonio di
éirca 300^000 fiorini.
(Nostre Corrispondenze).
Yìenna, maggio.
Nella seduta di ieri la Camera dei deputati si occupò
della proposta del comitato di finanza «di assentire alla
spesa di fior. 50,000 per sussid o della Dalmazia , e di
fior. 25,000 per sussidio del Litorale, e ciò in causa della
carestia occasionata dal fallito ricolto; nonché alla spesa
di altri fior. 50,000 per acquisto di grano a semina,
quest' ultimo importo però coli' obbligo della rifusione per
parie delle rispettive comuni».
Neir aprire la discussione in proposito il presidente an-
nunziava essergli, ancora prima della seduta , stato pro-
dotto in iscritto un amendemento del deputato Gliubissa
tendente a conseguire che anche i 50,000 fiorini destinati
air acquisto del grano a semina sieno ripartiti fra i po-
veri abitanti senza obbligo della restituzione.
Come oratori sull'argomento erano iscritti il vescovo
Dobrila e il Dr. Lapenna.
il primo tessè un desolante quadro delle miserie del-
l'Istria per effetto della crittogama, della siccità, e della
gragnuola, che privarono il paese d' ogni risorsa, ed ap-
pellò al sentimento di pietà dei rappresentanti delle altre
parti dell' Impero.
Il deputato Lapenna nell'esposizione de'motivi, che
arpeggiavano la mozione del comitale colle modificazioni
ritenute nel già prodotto amendamento Gliubissa, si assunse
il compito di dimostrare, che non nelle intemperie e nella
malattia delle uve possa riconoscersi la Sola causa della
carestia, ond'è desolala la Dalmazia, ma piuttosto nell'ab-
bandono in cui questo povero paese venne lasciato da
decenni. E dopo aver accennato alle colpe dell'ammini-
strazione pubblica, alle fatali conseguenze del sistema di
una eccessiva centralizzazione, ed alle trascurate altitudini
del paese e de'suoi abitanti; dopo aver dette molte dure
verità al governo centrale, conchiudeva: non è un elemo-
sina eh' io chieggo per la Dalmazia, non un atto di gra-
zia, ma sibbene il prezzo di espiazione per aver considerata
e trattata questa provincia come un posto militare e nulla
piìi; e lo chieggo in nome dell'equità e del diritto. —
Mi riservo di comunicarvi tutto il discorso del Dr. La-
penna, poiché i pubblici fogli nè riportarono uno scheletro
monco al solito, e mi limito a riferirvi solamente, che
l'impressione fatta sulla Camera fu cosi viva, da determi-
nare lo stesso relatore a recedere dalla proposta , nella
parte che decretava la rifusione, e da provocare/'
adesione della Camera, quindi perfino di quei membri
del comitato, che con una decisa maggioranza in esso
aveano pure volato sull' obbligo di restituzione.
—
Milano, 23 e 24 maggio.
Avrete certamente notato come da parecchi giorni a
questa parte i fogli italiani e gli esteri continuano a pre-
occuparsi dei deplorabili fatti or ora accaduti a Brescia;
e avrete altresì osserTato come le narrazioni e i giudizii
eh' essi danno in proposito, differiscono gli uni dagli altri
secondo i principi! che ciascuno di tali giornali professa
Acciocché adunque non abbiate ad accogliere nelle vostre
colonne le relazioni di periodici spesso mendaci o par-
ziali, credo bene di darvi un sunto esatto di questi av-
venimenti, tanto, e tanto male a proposito strombazzati.
Il 15 corr. essendosi avuto sentore che una spedizione
di volontarii stava organizzandosi al confine, allo scopo
d'irrompere nelle vallate del Tirolo, per eccitarvi una in-
surrezione; il governo italiano dava ordine ad »alcuni bat-
taglioni aquartierati in Milano di marciare prontamente al
confine e d'impedire qualsiasi violazione di territorio. Un
telegramma ministeriale, spiccato in pari tempo da Torino,
ingiungeva alle autorità civili di Brescia di procedere al-
l'arresto di alcuni uffìciah garibaldini ch'erano designati
quali capi dell'impresa. — Le misure assunte dal governo
erano giuste e opportune : giuSle, perchè nessuno - nem-
meno Garibaldi stesso - ha il diritto d'intimare la guerra,
senza il doppio consenso dei re e de'rappresentanti della
nazione; opportune, perchè in viriti di esse il paese non
era piij trascinato ad una lolla, non solo coli' Austria, ma
sibbene contro tutta la Confederazione germanica, a cui
il Tirolo è legato ; lotta per ora disuguale ed inutile.
Ambedue gli ordini del ministero venivano intanto e-
seguili: l'invasione fu impedita, ed il colonnello Nullo, con
due altri ufficiali de' volontarii, arrestati
Tutti credevano che la cosa dovesse restare a tal punto,
quando alle ore 8 Va giorno 16, un attrup-
pamento di meglio che 300 persone si presentò schiam-
mazzando alle carceri, e con grida e minacele domandò
che Nullo fosse posto in libertà — Un sergente, con otto
soldati di linea e quattro carabinieri, vegliavano alla cu-
stodia de;lle prigioni. — Vedendo che la folla aumentava
eglino chiusero la porta e si schierarono su due righe
nel cortile. Gli ammutin^iti allora, al grido di: abbasso il
picchello! rogliamo Nullo! sfondarono le imposte ed ir-
ruppero nell'atrio Al tempo stesso i soldati furono ag-
grediti ; essi indietreggiarono fino al muro, poi, dopo tre
intimazioni, la prima fila fece fuoco e la seconda caricò
alla bnjonelta. Gli ass^ililori si sbandarono e dopo un mo-
mento il locale era sgomberato : tre morti e un ferito gia-
cevano sul terreno. In quello arrivò la guardia nazionale
ed un rinforzo di truppe, e 1'assembramento fu scioito
senz'altri guai. — il picchetto non usò adunque dell'armi
che all'estremo , cioè quando l' adempimento d,el proprio
doverce la difesa personale lo esigevano imperiosamente.
Sono cei'lamenle "a deplorarsi le viltinne di questo sgra-
ziato fatto, ed il sangue sparso sarà da tutti amaramente
rimpianto, ma la responsabilità non deve cadere sopra al-
cuno, fuorché sopra quelli i quali non temettero infran-
gere le leggi e suscitare il popolo alla rivolta.
Questa è la verità x a voler entrare adesso nel campo
dei dettagli, ci sarebbe per vero da farne un grosso ma-
nipolo Ma ditemi in fede vostra, come fare ad avventu-
rarsi in un terreno che brucia? Com^ osar di ripetere
certe prolešte e certe ritntlaiioni che offendono 1' onore
nazionale? Come dirvi che il furto Parodi - di cui vi
narrai in altra mia - si collegasse con la spedizione del
Tirolo abortiia ? Aledesimamente mi dorrebbe parlare dei
Villaggi del Trentino che si affermano insorti, avvegnac-
chè tornerebbe spiacevole a sapere che la cieca impru-
denza di pochi, oltre a tanti altri giusti rimproveri, me-
ritasse anche questo di avere spinto quella povera e brava
gente alla fucilazioni e alle forche. Parliamo d' altro; sari
meglio !
I ministri incominciano ritornare da Napoli; i deputati
anch'essi, a poco a poco, rivengono. Il re è giunto a
Torino, dove gli si fecero feste e dimostrazioni.
Da lettere giunte dal confine austriaco rilevasi che tra
Villafranca e Marmirolo i vostri soldati hanno fatto con-
centramenlo di truppe con artiglieria e cavalleria. Un di-
spaccio ufficiale annunzia quest' oggi che presso Edolo
una pattuglia di tredici soldati austriaci passò il confine,
inoltrandosi per due chilometri sul nostro territorio, [ber-
saglieri italiani che stavano colà di guardia fecero loro
fuoco addosso, e gli altri si ritirarono. Questo è un fatto
abbastanza grave, perchè non se ne abbia a tener conto.
Persiste a correre voce che il Papa sia sulle mosse di
abbandonare Roma, per recarsi probabilmente in Ispagna.
Si sa di positivo che S. S. ha ritirato dal Monte di pietà
una forte somma del suo peculio particolare che vi stava
depositata da anni, l giornali di oggi farebbero credere
che il sig. Benedetti, ministro di Francia alla nostra corte,
abbia avuto l'incarico di portarsi a Roma, onde chiederà
ufficialmente che il governo del Papa allontani da'suoi
stati Francesco IL Ove il pontefice negasse di piegarsi alla
domanda, il governo dell' imperatore dovrà permettere che
r esercito italiano abbia ad occupare anche il patrimonio
di S. Pietro, per meglio sopravvedere a' propri! confini.
La sicurezza personale di Pio IX continuerebbe tutlavi^
ad essere protetta da un presidio francese
II generale Tiirr si è formato per un momento di pas-
saggio quest' oggi (24) nella nostra città, ed è partito verso
v\ "mezzodì per Trcscorre, con una missione del re per
Garibaldi.
So da buona fonte che Mazzini era nei giorni scorsi a
Milano, e che fu uno dei principali istigatori de/I'abortita
impresa del Tirolo. Egli lasciò la Lombardia il 17 ,e ieri
è giunto a Calais, donde, la sera stessa ripartiva per f In-
ghilterra.
Da una lettera che mi giunge da Parigi in data del 20
vi traduco le seguenti linee: Goyon arriverà a Parigi nel
corso della settimana e non si sa ancora con precisione
il giorno in cui partirà La Valette. Sembra che l'impera-
tore voglia sentire l'uno e l'altro prima di prendere una
decisione definitiva. — La commissione incaricata dell'e-.
same del bilancio ebbe ieri una nuova riunione per dare
r ultima mano alla compilazione del rapporto. Si assicura
che l'imperatrice si recherà col principe imperiale entro
il veniente mese a Eaux-Bonnes. Napoleone 111 andrà a
Vuhy, e dopo fattavi la sua cura, raggiungerà la moglie,
per andare a Biarritz in sua compagnia. — Mirés ha an-
nunziato che la sottoscrizione da lui aperta è aggiornata,
in seguito a misure prese dal governo in di lui riguardo.
Si assevera che, stanco degli ostacoli che incontra, egli
abbia deciso di portarsi all' estero. — Da due giorni il
sig. di Metternich, ambasciatore austriaco, visita con fre-
quenza insolita il sig. Thouvenel, e si cambiano rapida-
mente dispacci tra Vienna e Parigi. Gli avvenimenti del
Tirolo non furono punto stranieri a tali coloquii. Dicesi
ohe il governo di Vienna ha fatto sapere alle Tuilleries
che, al primo colpo di fucile tirato, era f^rma intenzione
dell'Austria passare il Mincio e occupare la Lombardia.
Tale comunicazione sarebbe stata assai male accolta dal
governo francese, lo credo che innanzi alla risoluta alti-
tudine della Francia, l'Austria ci penserà prima di abban-
donarsi ad un'aggressione che non mancherebbe di atti-
rare in Lombardia duecentomila francesi.
Qui il mio corrispondente termina ed io ne imito
esempio.
Spala/o, 25 maggio.
(Ritardata.)
Miserabile vanto di indecorosi sforzi egli è quello che
si fa nel foglio Nazionale dal corrispondente di Spalato
in data 28 aprile, e perchè la pubblica opinione non no
resti ingannata, egli è debito d'onestà sfrondare quel-»
l'articolo da tutte le esagerazioni onde si gonfia, e porre
in risalto la pura verità.
La povera giustizia nella sala dei dibattimenti di que-
sto tribunale, lungi dall'essersi presentata vestita nell'a-
bito della nazione, vi comparve in maschera, in abito d'ar-
lecchino, che faceva proprio compassione a vederla. Il sig.
Kirchmay^r, assai benemerito d'altronde per l'ordine mas-
simo in cui si tengono da lui le carceri criminali, e per
Era il padre animato da zelo incompetente al-
l' infimo organo dell' autorità, e presta vasi special-
mente nella discoperta dei rei e nel fermo dei ri-
cercati. Alcune sue manifestazioni avevano contro
di lui resa infrenabile l'indegnazione, dalla quale
sapevasi da gran tempo coperto, per cui fattosi
circospetto, di notte sempre ritornava in compagnia
fino al limitare della casa. Suo figlio unico, nep-
pur ventenne, anima innocente, esempio tra suoi
per docilità ed amore al lavoro, e non comparte-
cipe ai meriti o, come lo volevano i suoi compa-
esani, alle colpe del padre, in una sera del de-
cembre 1858 attendeva l'arrivo del genitore. Una
voce sconosciuta gli ricerca conto di lui, e rispo-
stogli che era ancora assente, invita il figlio ad
uscire, ed intrattenutisi brevi momenti, il figlio li-
cenziato rientra in casa.
L'irrefrenabile vendetta non può però rattenersi,
e vuole tosto una vittima al suo furore. La stessa
voce ripete l'invito al figlio di uscire, e trattolo
conversando a cento o poco più passi dalla casa,
in brevi momenti è fatto cadavere per 26 ferite
inflittegli, la profondità ed ampiezza delle quali,
meglio che qualunque ragionamento, fanno fede
della consumata sevizie del malfattore.
Il padre ritornava in quel mentre a casa e tra-
vedeva da lunge il dimenarsi dell'infelice, vedeva
fuggire il malfattore, e giunto vicino alla vittima
ancor palpitante ne raccoglieva gli ultimi respiri.
Egli era ancora ignaro di qual vittima si trattasse,
e col compagno accorre alla più vicina e nume-
rosa famiglia, e col suo zelo costringe tutti a ve-
nire sul luogo. Egli ultimo, occupato ad incuorare
i renitenti, comprende dalle grida dei primi arri-
vati di qual vittima si tratti. Il resto della lu-
gubre scena se lo figuri il lettore, che poco monta
al mio assunto, ma dovrà però meco conchiudere
che di pili tremendo reato sopra vittima innocente
non vi è esempio.
Accenno a questi fatti perchè già ritengo con-
sumato il processo a carico dei rei, e quindi di
nessuna influenza il mio dire.
Questi fatti mi traggono ad altro argomento,
alla malvivenza della Dalmazia. E qui mi limiterò
a brevi cenni. La malvivenza offre ancora più sfa-
vorevole la proporzione per quelli del rito greco.
Di 10 malviventi forse neppure uno del rito cat-
tolico, e se pure si tenga conto che la più favo-
revole posizione dei villaggi greci possa influire
alla malvivenza, la sproporzione resterà sempre
gigante. Anzi dirò che neppure la posizione non
ha alcuna influenza, mentre tanto pel confronto
del numero dei reati che di quello dei malviventi,
si prendano due o più villaggi finitimi dei diversi
riti, e la preponderanza resterà sempre in grado
molto superiore per i greci. Il Promina con 4000
abitanti quasi esclusivamente cattolici, confrontato
nel suindicato riguardo coi finitimi villaggi greci
di pari popolazione, non darà neppure la propor-
zione di 1 a 10 crimini o malviventi.
cenzo Nannucci sul linguaggio arcaico ; quanto ai
secondi, vediamo che nelle etimologie si tien conto
delle ricerche di Diez. Senzachè vediamo seguiti
in generale i testi più purgati ; il che non importa
poco in queste materie.
È poi da notare lo studio posto dagli editori
nel definire con esattezza i vocaboli, nel distin-
guerne sottilmente i varii significati, e nel porli
neir ordine logico della loro generazione. Quanto
al definire e al distinguere, il Tommaseo ha già
fatto le sue prove, o, per meglio dire, il suo ca-
polavoro nel Dizionario dei Sinonimi; quanto al
collocare nel loro ordine genetico i vari significati
dei vocaboli, pochi potrebbero competere con lui,
pel suo sapere filosofico, per la sua perizia nelle
lingue classiche, per la sua padronanza nella vi-
vente nostra, e pel suo acume straordinario. Certo
questo acume, dovendo principalmente esercitarsi
sopra esempii raccolti da vari e con vari fini,
giuoca talvolta con la sua finezza ; ma il senno e
la dottrina del filologo non lasciano mai sperdere
r energia del fuoco, se pure lo lascino talora scher-
zare e deviare in vampe bizzare. Si potrà dire:
io avrei ordinato diversamente; e il Tommaseo
stesso potrebbe variare in molti modi le combi-
Tenendo conto nei dati statistici anche dei reci-
divi, le proporzioni resterebbero nella stessa misura.
Erano provvide ed opportune le misure tratto
tratto attivate dal governo a frenare i crimini e la
malvivenza, ma non efficaci per radicali rimedii du-
raturi. La pubblicazione del giudizio statario de-
cretato in più parti, la insecuzione dei malritenti
affidata alla direzione del conte Paulovich e poi
del Mery, ad onta dell' indefessa operosità e fatica,
non valsero che a frenare momentaneamente si
può dire alcuni reat^^ ed a minorare il numero dei
malviventi od a renderli circospetti, ma non già
ad impedirne in breve la riproduzione in forme
ancor più spaventevoli; in una parola, non fu o-
perata la subita trasformazione nell' inclinazione di
quegli abitanti perchè altri provvedimenti ancora
si addimandavano.
Io non intendo per le premesse di addossare col-
pa nè macchia veruna ai seguaci della chiesa greca,
chè anzi non conosco pregiudizii che sieno insiti
a quella confessione e che ne difficultino il pro-
gresso, e divido l'opinione dei più, che maggior-
mente li tenga distinti dalle altre confessioni la
tenuità dei digiuni e degli ozii festivi. Che anzi
se avviene di osservare quelli viventi con altri di
diversa religione nei maggiori centri sociali, spa-
riscono fino le minime differenze.
La colpa del degrado nella civiltà loro sta, a
mio credere, in altra cagione riposta.
Gli abitanti, specialmente della parte montana
della Dalmazia, vivono in casaH dispersi lungi dai
centri delle più piccole società, ed i più, dedica-
tisi fino dall' infanzia alla pastorizia, muoiono senza
avere veduto città, ma neppure il capoluogo e ben
di rado la chiesa del loro villaggio.
In questa condizione è ben difficile poter atti-
vare scuole per educare quei miseri, ed è suffi-
ciente che essi possano talora udire la voce del
curatore d'anime, e dal medesimo apprendere u-
mani principii.
Dal clero quindi, che solo è a contatto colle
rozze masse del popolo, deve venire a questo la
prima rigenerazione. È tr^ippo importante e subli-
me il mandato che viene affidato al parroco, è
grave il pericolo al qual resta esposta la società
abbandonando quel ministero in potere di igno-
ranti ed insufficienti, e dà ciò la grave cura di
usare d' ogni diligenza per preparare coli' istru-
zione degni rigeneratori del popolo, che compren-
dano r alta missione, e siano capaci a sentire la
voce della coscienza e ritenerla il miglior guider-
done e corona alle loro fatiche. E del parroco qui
trovo a proposito ripetere quanto altri disse egre-
giamente del giudice :
"Ammettete quest'individuo nella pienezza della
"pubblica stima e confidenza, fornito di uno squi-
"sito senso morale e di una dote scientifica cor-
" relativa alla sua posizione, entrare nelle intimità
"più recondite della famiglia, nelle vicende più
"scabre degli affari, nelle più delicate relazioni
nazioni de' suoi articoli ; è ammirabile sempre e
sempre instruttivo in modo eletto da lui.
Questo Dizionario è un corso di filologia pra-
tica. Il Tommaseo ci profonde a ogni passo i lumi
del suo finissimo gusto. Il giovane e l'inesperto
che vi cercano e trovano lo scioglimento delle dif-
ficoltà in cui s' abbattono leggendo o scrivendo,
non corrono pericolo, come altrove, di pagare ad
usura quel profitto col pericolo di frantendere l'uso
di qualche proprietà e leggiadria del dire, e d'in-
vaghirsi di modi strani e non imitabiU. L'imi-
tabile è così precisamente contrassegnato, che non
vi si può far errore ; il riprensibile è indicato
non solo nell' uso del vocabolo o modo speciale,
ma, bisognando, nello stesso dettato degh esempii,
talché altri non può restare ingannato da fallace
autorità. Il Vocabolario non è più 1' oracolo dai
profetamenti ambigui ; è il maestro dotto e affa-
bile che ti conduce salvo per tutte le difficoltà
dell'intendere e dello scrivere; è il Virgilio che
ti fa riverente agli angeli, che ti difende gli occhi
da viste pericolose e ti stringe nelle sue braccia
quando devi calar per l'aere nei cerchi infernali.
La lettera e particella A, tutto lavoro del Tom-
maseo, occupa féntadue colonne ed è un prodigio
"personali, ed in questo vasto campo seminare la
"virtù, la giustizia e farsi moderatore e guida,
"sostegno e propulsatore; immaginate in mezzo
"al turbine delle vicende umane questa colma fi-
"gura, e ditemi se talora il parroco, posando la
"la mano sul cuore e confidando nella rettitudine
"della sua volontà, non ha diritto di compiacersi
"della sua fatica e di sperare sul destino dell'o-
"pera sua.„
Anche riguardo ai parrochi ha migliorato negli
ultimi anni la Dalmazia, in parte però soltanto,
voglio dire del clero curato cattolico, che ha pre-
posto alla cura d'anime giovani che hanno subito
un regolare corso di studii, ad eccezione ancora
di pochi vecchi che in breve corso d' anni ver-
rano anch' essi sostituiti da giovani dotati di mi-
glior sapere e scevri dai volgari pregiudizii.
L'amministrazione pubblica deve però togliere
a costo di qualunque sacrifizio l'ineguaglianza nel
patrimonio dei parrochi, e renderli tutti indipen-
denti dai contributi dei parrocchiani, che trasfor-
mano quel sublime ministero in im' impresa spe-
culativa.
Ma nel clero greco sta la maggior bisogna.
Giovinastri tolti dalle rozze masse del popolo,
appena appresero il leggercelo scrivere, con tre
0 quattro anni di educazione clericale in aggiunta,
son ritenuti capaci alla cura d' anime e vengono
installati nelle parrocchie in balia degli aviti pre-
giudizii , della solitudine e talora della miseria,
per cui in breve ora tornano in maggior degrado
di civiltà degli stessi loro parrocchiani. E come
mai pretendere da essi il dirozzamento delle masse
del popolo ?
Io qui non voglio accettare le dicerie volgari
che addossavano a due di quel clero la comparte-
cipazione a due dei suindicati fatti di infanticidio;
rammenterò anzi ad esempio di quelli dei due riti,
che più grata memoria, fra duecento e più parrochi,
che ebbi l'onore di conoscere, lasciò in me un
cotale del rito greco, per il singolare amore alle
lettere slave ed italiane, per la pietà e per gli
utili che proponevasi procurarle al suoi con un
giardino modello e con altro. Egli fu tolto alla
cura ed addetto alle scuole, con non so quanto
miglior vantaggio dell' umanità. Ma altri esempi,
mancano di spontaneo perfezionamento.
Della Giunta sarà il nobile incarico di avver-
tire a questi vitali bisogni, e di preparare T occor-
rente per r organizzazione delle parrocchie e per
r equiparazione dei parrochi dei due riti, special-
mente col far regolare e completare lo studio' di
quelli del rito greco, e con tal mezzo togliere dal
degrado di civiltà quella parte della popolazione
che fu vittima inconscia ed incompianta di un
deplorabile reggime.
L' argomento delle parecchie fu egregiamente
trattato in altri due articoli della V. D., per cui io
nel presente ritenni di dover accennare a quei soli
provvedimenti che non furono avvertiti. Y.
d'analisi. L' acume o lo scrupolo può trovare dove
emendarlo; ma si richiede grande studio solo a
padroneggiare materia sì svariata e sfuggevole, che
pure s'è piegata a tutte le viste dello spirito del
Tommaseo. E diciamo spirito nel senso più asso-
luto ; perchè questo gran letterato dee per sven-
tura servirsi d'altri occhi che i suoi a queste tar-
sie di vocaboli Thierry, cieco, dettò bellissimi li-
bri storici. Prescott belli d' altra bellezza, veden-
doci poco da un solo occhio, e appuntando i fatti
e i particolari eh' entravano nel suo disegno mano
mano che altri gli leggeva. Il Pi-escott ordinava
poi il tutto nella sua mente, scrivea con 1' aiuto
d' un meccanismo inventato apposta da lui, e poi
si facea rileggere lo scritto e dava l'ultima mano
al lavoro. Ma i fatti e i particolari storici sono
facili a ritenere e ordinare per la loro relativa
importanza e per la loro spiccatezza, rispetto alle
migliaia e migliaia di esempi che in generale non
hanno senso spiccato, e son divelti dal testo dei
classici come Dio vuole. È proprio edificar con
r arena ; e il Tommaseo ci riesce, e questo almeno
ci si concederà eh' è un prodigio di forza d'intel-
letto e di memoria. Si aggiunga che guest' uomo,
lasciando le cure della fiimiglia, a cui intende, dei
lissiiiia in quanto, aborrendo da «goisticlie mire,
lieii conto di tutti gli interessi dalmatici, che
nessuno vorrà credere condensati in mi solo
punto, quantunque importantissimo. Si potranno
chiamare tali aspirazioni pazze e chiraeridie?
Io non lo credo, o sigood, Nell'epoca, in cui
viviamo, hen altd progetti, al cui annunzio le
labbra del saggio si aprivano ad un sorriso di mi-
sericordia, videro la luce del sole, e furono salu-
tati dalla incredula moltitudine eoi grido dell'am-
mirazione. A queste classe non appartengono quelli,
di cui ho r onore d'intrattenervi. —
Quantunque però la iniziativa fosse partita dalLa
nostra Camera, ho creduto che essa non potesse ba-
stare a tanto affare, né a muovere efficacemente
la pubblica opinione; e perciò ho ìni-ocato l'ap-
pogio di questo Municipio: cosa questa che mi pare
tanto pii^i importante, in quanto che vuoisi dar
merito al nostro egregio podestà conte Begna di
aver intravveduta la possibilità di una ferrovia nella
linea stessa aucor nell' anno 1856, allorquando nel
giornale ufficiale Osservatore Dalmalo n,r 74 dei
7 maggio 185G comparve un'articolo dell'altro
nostro dotto concittadino sig. conte Borelli, intorno
alla possibilità di una ferrovia, che partendo da Bel-
grado passasse presso Serajevo e giungesse al
r Adriatico in Spalato o Narenta.
Per tale guisa il centro della direzione dell' i
dea, od a meglio dire dei mezzi atti a darle corpo
dalla Camera di Commercio è passata a quella
autorità cittadina, a cui per la natura della sua
istituzione vuoisi sempre concedere il primo posto
quando trattasi dei nostri patrii interessi.
Senonchè è mio avviso che la Camera di Com-
mercio, come quella che è chiamata a vegliare prin-
cipalmente sopra gì' interessi commerciali, deve
prestare all'autorità cittadina tutto il concorso
tutta la cooperazione possibile.
A questo scopo ho creduto, o signori, dovervi met-
tere a parte dei passi intrapresi invocando la vostra
approvazione, ed inoltre affinchè mi vogliate auto-
rizzare di far conoscere al Municipio il vostro vivo
interessamento per la cosa, nonché la piìi ferma
vostra disposizione di secondarlo con tutti i mezzi
che stanno in vostro potere, movendo a vantag-
gio della medesima l'opinione di tutto il ceto com-
merciale ed industriale.,, —
L'adunanza desiderosa di manifestare al sig Pre-
sidente Abelich la propria approvazione al di luio-
perato, e dimostrargli l'illimitata fiducia che ripo-
neva nelle sue patriotiche intenzioni, il sig. con-
sigliere Luxardo facendosi l'interprete di quei sen-
timenti, rivolto allo stesso, si espresse nei seguenti
termini :
die la Camera altamente apprezzava la felice
idea di quella strada ferrata che colla sua attua-
zione avrebbe per sempre assicurato il più bril-
lante avvenire a questa diletta patria un dì, come
esso ricordava, sì potente e gloriosa; esserle si-
cura guarentigia dell'opportunità e giustezza del
concepimento, la scossa sì potente che il solo suo
annunzio avea dato agli spiriti, e le speranze de-
state noli' animo d'ogni ceto di cittadini. Elargiva
i più larghi encomi al sig. Presidente pel modesto
riserbo nel far di pubblica ragione le pratiche pre-
corse prima che avesse potuto presentare qualche
lusinghiero risultamento delle stesse.
Interessava esso sig. Presidente ad esprimere
al benemerito patrio Municipio la riconoscenza di
questa Camera pel zelo col quale venne in soc-
corso alla stessa in così patriottica impresa.
Lo incoraggiava a persistere con alacre volontà
e forte anùno nel bene incominciato affare, avendo
il suffragio di tutto il paese, e assicurandogli il
pili leale e sincero appoggio della Camera, la quale
con non dubbi segni gli avea fatto conoscere i
sentimenti che l'animavano.
Rifletteva che il sacrificio di se stessi, fatto pel
preteso bene dell' universale, appoggiato ad idee
asti-atte inattuabili utopistiche, non era nè eroico
nè virtuoso, ma da ritenersi invece per irragio-
nevole ingiustificato ed ingiusto, non riflettendo in
modo sensibile nel miglioramento dell'individuo
stesse* Non doversi scoraggiare pegli ostacoli che
si fr^ponessero all' attuazione di quel progetto,
€0)isi(}erand0 che mai sempre ed ora precipuamente
le conquiste nell'ordine materiale sono assai più
faciliche nell'ordine morale, non mancandone splen-
didi esempi tuttogiorno ; che il solo tornaconto è
arbitro assoluto in tali speculazioni, che questo
non potea mancare all'attuale impresa offrendo e^a
mezzo allo scioglimento del piiì interessante dei
problemi che tormenta in oggi l'umanità ed occa-
sione a sopperire ad una suprema necessità, al piij
facile modo di condurre l'Oriente coi suoi grani in soc-
corso all'Occidente, e questi a quello con la sua civiltà
ed industrie. Che la via più diretta e facile indubbia-
mente si è quella che venne ideata, poiché, oltre ai
grani dell'Ungheria Slavonia e Panato, salendo il
Danubio, dopo breve viaggio di mare da Odessa, i
grani di questo emporio imboccando la strada che li
condurrebbero a Zara, la quale pella sua felice posi-
zione, pelle magnifiche sue condizioni topografiche
potrebbe corrispondere ad ogni più grande sviluppo
ad ogni esigenza clic in avvenire potessero avere pel
nuovo indirizzo le relazioni ed i bisogni commer-
ciali, in poche ore si troverebbero in Ancona che
le stà di faccia, e da quivi mettendosi in comu-
nicazione col sistema di strade ferrate Italiane, in
breve ora pure a Genova ed a Marsiglia, nella
più vantaggiosa opportunità d'approvigionare la
Francia e V Inghilterra, evitando la fatale naviga-
zione del Mar Nero, ed abbreviando la via di più
che mille miglia nel traversamento di quel mare,
di quello di Marmora del Arcipelago greco, nel
giro dell'Elesponto e dell'Italia tutta, che non
riescirebbe, esponendosi a tutti i pericoli di una
sì lunga navigazione, alla quale quegli implacabili
mari esigono una miseranda annuale ecatacombe di
infinite vittime, che nel punto stesso ove per retta
via verrebbe far capo la strada in discorso. Pose
quindi termine al suo discorso augurando il più
fehce esito a quel progetto, a cui tutti i presenti
fiduciosi ed unanimi si unirono coi segni della più
espUcita approvazione.
diocesi di Sebenico, invitato dallo scrivente, venne
qui oggi per celebrare domani la s. messa in questa
chiesa di s. Pietro.
Si ha r onore di renderla di ciò a^Tertita ri-
verendola distintamente.
Siverich 3 dicembre 18G2.
V. Galvani.
Questa lettera che non è d'invito, ma di sem-
plice avviso, non contiene un'espressione che possa
suscitare l'irritabilità del parroco, lèdere o meno-
mare i suoi diritti, e non poteva quindi esser causa
del rifiuto.
Che il sig. F. D. M. sostenga la sua polemica
col sig. Rosani come meglio crede, che sfoderi
quanti argomenti può aver tra mani, sta bene; ma
che non s' allontani dalla verità, e che non abusi
del nome di chi può vivere lieto e ortodosso senza
la sua preziosissima approvazione.
V. Galvani. • »«—„
Notizie politiche.
AUSTRIA.
Vienna
veva oggi
12 gennaio. Il ministro di stato rice-
( Articolo comunicato)
Siverich li 14 gennaio i 863.
Nel Nazionale 7 gennaio corrente vidi un
articolo, scritto dalle falde^del Promina [e|segnato
F. S. M., col quale, fatta menzione di me e giuo-
catovisi, non saprei con quanto d'innocenza e ca-
rità evangelica, colle voci eterodosso ed ortodosso,
vorebbesi lasciar credere ai lettori due cose: la
prima che il parroco di Dernis non fu mai da
me invitato a funzionare a Siverich nel giorno di
s. Barbara, e che, se ci venne, fu di moto suo
proprio —- la seconda che causa del fatto e quindi
una deputazione del consigho munici-
pale, la quale gli presentava una deliberazione del
consigho concernente le riunioni degli elettori. Il
ministro dichiarò che in uno stato costituzionale
bisogna anzitutto osservare le leggi. Il governo
aver dato prove della sua hberalità nell' esecuzione
della legge sull'associazione. GU elettori non co-
stituire una società; la loro riunione non poter
riguardarsi ora come unione elettorale bensì come
una radunanza popolare eh' è inebita dalla legge.
Attesa la disposizione degh animi nella capitale
proseguì il ministro, il governo non esitérebbe a
permettere queste adunanze. Ma dai resoconti che
si ebbero delle adunanze tenute in Boemia risulta
che in forma di proposta si davano istruzioni agli
elettori per ottenere la riduzione del servizio mi-
htare, esenzioni da tasse ecc. ciò eh' è evidente-
mente contrario allo statuto.
GERMANIA.
della polemica insorta tra esso articolista ed il
sig, Rosani di Sebenico fosse una lettera per squi-
sitezza d'ironia qualificata gentile, eh' io avrei di-
retto a mo' d'invito a detto parroco. Non perchè
mi caglia dell'opinione che il sig. F. D. M., può
aver concetta di me e della mia ortodossia che,
occhio umano non vedendo l'interno animo, ben
potrebbe esser pari e fors' anche maggior della sua,
ma perchè non mi garba ch'altri sia indotto in
errore, e sulla fede delle di lui parole mi stimi
inurbano o peggio, credo mio dovere di dichiarare
;)er le stampe :
1. Che se il pa,rroco di Dernis abbia funzionato
a Siverich nel giorno di s. Barbara dall' apertura
della miniera a tutto il 1856 per invito dei di-
rettori eterodossi ch'ivi stanziavano allora, o per
spontaneo molo, ignoro; ma che dal 1857 al 18G0
inclusive vi funzionasse dietro mio invito, è un
atto che nessuno potrà negare, come nessuno po-
trà dire che da altri e non da me venisse egU
convenientemente elemosinato.
2. Che nel 1&61 mi venne volontà d' invitare
a ciò un abate mio amico, e lo feci senza il più
piccolo sospetto d'aver peccato. Mi credevo in di-
ritto di farlo e fu per questo che anche nel 1862
feci venire lo stesso abate. Ma rilevato che il
parroco aveva chiuso i sacri apparati e portate
seco le chiavi, gli scrissi la lettera, se non gentile,
nemmanco inurbana, che qui trascrivo :
Molto rev. padre IfJarin
Parroco di Dernis.
Il molto rev. sacerdote D.n Giuseppe Bioni della
Berlino, 14 gennaio. - yìpsrtura della Dieta. -
Bismark legge il discorso del Trono. Eccone il
riassunto :
Desidera che si ristabilisca l'accordo sulle que-
stioni rimaste in sospeso. La soluzione ne sarebbe
facile, se si adottasse per base il rispetto reci-
proco dei diritti costituzionali.
La situazione finanziaria è perfettamente sod-
disfacente. Le rendite sorpassano le previsioni e
coprono anche le spese straordinarie. Il Governo
sottoporrà il bilancio passivo del 1862 e chie-
derà r approvazione posticipata per le spese fatte ;
presenterà il bilancio rettificato pel 1863 e quello
del 1864.
Eseguirà l'articolo supplementare alla legge
1814 sul servizio militare. Il Gabinetto fu una-
nime nel mantenere la progettata organizzazione
dell'armata, e spera poterla condurre a termine
colla fissazione legale delle spese relative. L'an-
niversario della chiamata dei volontari nel 1813
sarà celebrato colla presentazione del progetto di
legge concernente Tannata.
Il Governo adottò la risoluzione irremovibile
di non privare il paese dei vantaggi derivanti dal
trattato di commercio colla Francia al di là dei
termini fissati dal trattato vigente collo Zollverein.
La Prussia è convinta che il patto federale non
risponde più alle condizioni del tempo, ma prima
di tutto essa vuole la scrupolosa osservanza dei
trattati esistenti, ed è decica ad osservare una com-
pleta reciprocanza adempiendo i propri doveri.
ITALL':.
Scrivono alla Perseveranza- 't'orino li gennaio.
La Stampa di questa sera dà una lunga espo-
sizione di un disegno in cui il ministro dei la-
vori pubblici e quello della guerra si sono accor-
dati, e che è certo eccellente. Il disegno è inviare
nelle Provincie più infestate dal brigantaggio dei
battaglioni del genio militare ad aprirvi strade Lo
stat§ delle comunicazioni soprattutto in Capitanata,
e nel distretto del Gargano, è una delle princi-
In concreto adunque, chi di noi due sarebbe
il testimonio sospetto? Alla tua imparzialità ^la
ardua sentenza „ ! . .
Io non mi servirò delle confidenze da te pii^i
volte fatte^siii meriti del Moroevich, per provarti
quanto menzognere e vili sieno quelle lodi di cui
adorni il secondo tuo eroe. Passerò in silenzio
ancora i sentimenti di gratitudine che a lui ti
obbligherebbero,, perchè egli è pure una delle poche
colonne del tuo vacillante impero, e mi limiterò
a renderti convinto della diversità de'tuoi senti-
meiiti con un semplicissimo fatto.
Padre come sei d'un amabil figliuolo, non è
meraviglia se in lui riponi la piena del tuo af-
fetto. Eppure questo figlio che tu ami cotanto lo
aftìdi alle cure d' altro precettore, nè ti seduce
r idea eh' egli possa inspirarsi al genio di colui
che tu dici giovane (V ingegno ver-alo in molli-
plici e nobili ilisciplinc.
Compare, a te la morale! . . .
Supplirò ora alla lacuna del tuo primo periodo,
ch'io mi permisi di chiamare illogico, poiché dalle
sue premesse assai male potrebbonsi ritrarre quelle
conseguenze, E giacché ti esciron dalla penna le
voci di oziosi e amutahr'ghe, lascia ch'io intuoni
una dolente nota dalla mesta mia cetra —•
Dannato nel purgatorio di quaggiù alle pene
del "padre Ireneo della Croce,,, mal soffriva il mio
cuore assistere inerte alla rovina della diletta mia
patria, bersagliata pur troppo dalle infami mene
di qualche ingordo accattabrighe. Impotente di
giovarle col consiglio, avrei voluto additarne al-
meno le piaghe, ed a ciò appunto io tendeva colla
promessa corrispondenza sul Municipio nostro, no-
vello vaso di Pandora.
Ma resi incerti i miei passi pelle ripetute i-
stanze d' un provato amico che mi stoglieva dal-
l' impresa, dovetti poscia arrestarmi a mezzo il
cammino per imperioso comando del genitore.
E la mia lingua quindi starassi muta, ove tu
però non voglia eh' io rinuovelli
Disperato dolor, che '1 cuor mi preme
Già pur pensando, pria ch'io ne favelli.
Addio.
Obhrovazzo, 12 febbraio 1863.
Nel numero 11 di questo giornale fuvvi in
laude del reverendo D.n Stefano Buzzohch un
articolo, il quale evidentemente scritto prima del
fatto cui imprende narrare, abbisogna di qualche
menda e schiarimento.
Dopo nove anni di cure pastorali del m, re-
verendo padre Bernardino Allujevich qui prodi-
gate, giunse ai 2 corr. un decreto del reveren-
dissimo Ordinariato arcivescovile del dì precedente,
con cui resegh grazie per le zelanti e profìcue
sue prestazioni qual parroco decano, da questa cura
d'anima venive sollevato, con ciò che l'ufficio par-
rocchiale al reverendo amministratore D.n Stefano
Buzzolich, qual suo successore, abbia a consegnare.
A tal annunzio un affacendarsi vedemmo dell'in-
tera popolazione, senza distinzione di ceto e reli-
giosa credenza, la quale, fuori alcuni parenti più
o meno vicini al novello amministratore, le cui le-
gittime simpatie vanno perciò, ad esser rispettate,
tosto s'afì'rettava a stender suppliche, ad inviar te-
legrammi al reverendissimo Ordinariato, perchè
conservato ci sia il pio pastore, doppiamente caro
per le cure che nell'istruzione dei fanciulli pro-
digò — benemerito pel decoro del tempio, che
povero e spoglio, con un capitale di soli fiorini
2] assunse, poi in nove anni di coscienziosa am-
ministrazione e benanco coi privati suoi risparmii
di bel vignale, in parte di sua mano piantato, ar-
ricchì — uno scarso mezzo migliaio di fiorini in
cassa lasciò — cera accumulò pel valore di bene
700 fiorini — sacri arredi e paramenti con re-
ligioso interessamento provvide.
Ma di fronte a disposizione già emanata dif-
ficile riusciva l'esaudimento: giunse il novello am-
ministratore, e ciascuno nel mentre col sentimento
si consolava di essersi scaricato del debito di ri-
verente gratitudine verso il buon padre, dal suc-
cessore che in seguito ad ordine superiore qui
veniva, altro chieder non. potea se . non che nel
posto ottenuto con cristiana carità si fosse in-
stallato.
Il Morlacco nella sua semplicità si astiene in
simili casi da qualunque dimostrazione verso il
neoarrivato pastore fino a che il cedente non gli
abbia consegnato V ufficio parrocchiale e sia piena-
mente sciolto dalle relative sue mansioni. In ciò
evvi un tesoro di squisita delicatezza di sentimento.
I\Ia un tale non stimò decoroso di attenersi
ai sistemi morlacchi. Distribuì vino c polvere
alla poveraglia, e quasi cenno di alto corruccio,
in mano troppo zelante un trombone scoppiò —
la guardia comunale da casa in casa con invito
d'illuminare spedita, general rifiuto incontrava, sol-
tanto le finestre di alcuni parenti al novello am-
ministratore si videro da lumi rischiarate, ond' è
che se qualcuno sognava un dimostrativo trion-
fale ingresso, potè poi chiamarsene pienamente
disilluso.
Ned in ciò evvi di che lagnarsi. La venerazione
dei fedeli pel benemerito pastore da tanti anni
posseduto, il desiderio di conservarselo in appresso,
la pietosa premura di tutto schivare che potesse
rattristare gli ultimi istanti di sua dimora fra noi,
sono sentimenti legittimi e che altamente onorano
questa buona popolazione, nè saprebbesi abbastanza
biasimare V autor dell' articolo che osò travolgerli
nel fango della calunnia, mostrandosi talmente ot-
tuso pel sacro dovere di gratitudine, da immagi-
nare complotti e mene laddove non fu che mani-
festazione della più pura e santa delle umane af-
fezioni, quella del gregge al pastor suo spirituale.
Un tal tesoro di pietosa riconoscenza, fino al-
l' estremo sostenuta, dovrebbe anzi decidere il no-
vello amministratore a dirigersi in modo, da en-
trarne pur egli un giorno in possesso, su di che
ritenendo non esservi contrasto fra lui e noi, non
occorre perder parola.
L' articolo ci rallegra ancora colla notizia che
il demonio, dopo tanti secoH d'impero, finalmente
fu scornato.
Piaccia al cielo che la sia così, che il demonio
dell' ambizione, dell' ipocrisia, sia per sempre atter-
rato, nò mai più avvenga di dover con Ezechiello
esclamare: Fodie parietem, fodie, et videbìs bor-
re ndum in domo dei! X.
in ria d' esordio con alta dottrina ed in tuono
di eloquenza cattedratica si fa spietato dilaniatore
di coloro che "pubblicamente ebbero a deplorare
certi difetti nel ceto sacerdotale, spogliandoli con
dura ironia di quel sublime e palpitante amore
verso Dio, la religione.
Quale ^sin il motivo che cimentò il fdldes" a
tessere quella sorta di apologia, a noi non cale
il saperlo, nè voghamo discutere il merito di que-
sta, per non metterci alla ingloriosa lotta con sif-
fatto atleln : gli diremo soltanto coll'opinione pub-
blica che ogni uomo ha le proprie passioni, e chi
non sa talvolta infrenarle passa nella serie degli
esseri miseri e deboli. E così pure non crediamo
necessario intraitenerci su certi paradossi e sulle
aperte antitesi del fuldesi', ove con la pura e can-
dida sua morale ad un sacerdote versa il balsa-
mo della vita e nello stesso tempo ad un altro
ne straccia le viscere. Quello però che caro ci sa-
rebbe e che gli raccomandiamo caldamente è di
non avere tanta magica pretesa a leggere e giu-
dicare nei sacri palpiti F intimo dei cuori altrui,
e di non trasformare negl' insulti, imnmpcri, nere
calunnie ecc. alcuni fatti di verità che si deplo-
rano e che sono pur troppo perniciosi alla so-
cietà ed alla religione; conosca egli meglio' le
cose eh' ebbe a trattare e non facciasi sinistro in-
terprete adulterando le altrui oneste intenzioni.
In ogni modo, gli facciamo osservare, che la re-
ligione cristiana istruisce caritatevolmente e con
indulgenza anclìc i traviati, per cui starebbe bene
che l'ardito /"a/^te a guisa dell'apostolo Pietro
riponesse il suo brando nella guaina, e volendo
istruire questa misera umanità nostra, lo fàccia
attenendosi ai precetti del granfie Maestro, onde
possa dire alla sua volta: Qm noquUur me non
ambuUìt in tenebria!
Dal contado di Zara in gennaio 1863.
G. S..
Onorevolissiiiio signor Redattore!
Abbenchè l'Italia non abbisogni di rivendicare
a se l'onore del primato di molti sapienti libri,
ciò non ostante veggendosi, su per qualche gior-
nale, obbhato come quella classica terra precedesse
gli stranieri in essere di educazione popolare, per-
mettete che Vi tenga queste brevi linee dettate
soltanto con intento di semplice correzione cro-
nologica.
Dopo conosciuta e studiata 1' opera del padre
Girard "sull'insegnamento della lingua materna„
sursero infiniti libri, compilati sulle traccie di que-
sta, di celeberrimi educatori piemontesi e lombardi;
e per tacere degli altri, "gli esercizi graduali di
composizione italiana secondo i principii di me-
todica„ per Giovanni Parolo, Torino 1854; libro
che risponde a tutti i quesiti di una perfetta co-
gnizione logica linguistica della lingua italiana. E
che ne dite dell' eccellente grammatica per Cri-
stoforo Bonavino, Torino 1856? — Con questi soli
libri che cosi brevimano io ho citato, come può
asserire V Osservatore Triestino del 31 gennaio
1863, come può asserire, dico, che l'Italia man-
casse di opere veramente alte per un logico in-
segnamento della lingua italiana? Con ciò io non
intendo menomare il merito del lavoro del mae-
stro Tedesco di Trieste prossimo ad escire ali» luce
co'tipi del Lloyd austriaco, ma di semplicemente
additar ctme la questione d'un logico insegnamen-
to della lingua italiana, per V Italia e gii definita
da molto tempo. Del resto sono certissimo che
la modestia del signor Tedesco rifiuterà certe lodi
che tolgano il vero merito al suo lavoro, che per
quanto buono sia, venne già preceduto da altri.
Fiume 7 febbraio 1863. X.
L'autore del comunicalo inserito nel n. 2 a. c.
del i^azionale F, D. M. dalle falde dei Promina
Notizie politiche.
AUSTRLV.
Vienna 12 febbraio. La semiufficiale Corrisp.
generale reca: "In parecchi giornali fu fatto cenno
d' una nota circolare che il governo di Russia a-
vrebbe spedito ai suoi agenti per chiedere ai ri-
spettivi governi una sorveglianza più rigorosa del-
l' emigrazione polacca. Noi non sappiano se esiste
la nota, ma possiamo dichiarare in modo positivo
che una tale comunicazione non fu nò poteva es-
sere fatta al governo austriaco,,
Lo stesso giornale scrive: "Tra ha llussia e la
Prussia pare che si vogliano stabilire degli ac-
.cordi rapporto all'insurrezione polacca. E facile
ad immaginarsi che qui si attendono con impa-
zienza dei ragguagli piil precisi sull'indole e sul-
r importanza di questi accordi. Quanto all' Au-
stria abbiamo già detto quale debba essere la sua
condotta. Per la sicurezza dei confini austriaci
furono già prese le necessarie misure.,,
— Circa i colloquii tra V ambasciatore . russo
e il ministro liechberg sugli emigrati polaccìii,
leggiamo in una corrispondenza viennese del 5
al JeoHrnal des Drhaii.
Furono qui notati i •arii colloquii che in que-
sti ultimi giorni ebbero successivamente luogo fra
il conte Rechberg e il signor Balubine, ministero
russo accreditato alla nostra Co#e. Si comprendo
che fra i due onoreroh interlocutori si trattò spe-
cialmente degli avvenimenti a cui la Polonia è ora
il teatro, e che minacciano contemporaneamente
nel modo più grare i differenti paesi limitrofi. Io
non so fino a qujìl punto possa essere permesso
di prestare implicitamente fede a ciò che dicevasi
oggi tra il pubblico sul significato di codesti col-
loquii ; ma si pretendeva sapere che il signor de
Balabine non sarebbesi mostrato che mediocre-
mente soddisfatto in nome del suo governo, del-
l'atteggiamento preso in Galizia dall'xiustria a
fronte dei gravi avvenimenti che han luogo sì
presso ai confini che separano i due imperi. Tanto
a Varsavia che a Pietroburgo sarebbe giunta no-
tizia che una quantità di giovani galiziani, e per-
fino quelli delle scuole e dell'Università, s'arro-
lavano giornalme^ite a- Lemberg, a Cracovia e nella