cíe di 4780 miglia quadrate si scompartiscono nel
modo seguente: Napoli ne ha 8,400,000, Sardegna
5 milioni, Pontificio 3,25o,000; Toscana 1,600,000,
Parma 54o,000 , Modena 516,000, Lucca 186000;
s. Marino, 8600.
— A Bourg mori un tale, Pifíady, per la pri-
ma volta bensi, ma fu sepolto per la seconda. Al
suo primo sotterramento a Lilla , dove era di guar-
nigione, si sveglió nella bara alie salve che faceva
la sua compagnia al calarlo nel sepolcro, apri il co-
perchio della cassa , saltó fuori sano e salvo , e ri-
tornó in cittá. In quest' ultimo funerale pero , fatte
le prime salve, si attese alquanto, ma nulla di nuo-
vo scorgendosi alia terza, la bara fu calata per la
seconda e 1'ultima volta.
— Le sorelle della misericordia, che con pa-
zienza segnaîata attendono alia cura dei malati ne-
gli spedali omeopatici in Austria, e se ne fecero te-
ma della sublime loro vocazione, ricevettero dalla
munificenza del def. primate del regno d'Ungheria una
vistosa somma di danaro sicchè nella capitale unga-
rica si vedrá ben presto eretto uno di sifíatti speda-
li omeopatici.
— I lavori per 1'attivazione d'un telegrafo e-
lettro-magnetico lungo la strada ferrata da Vienna
a Cilli saranno forse a quest' ora compiuti. Alcuni
contadini curiosi, che si avvicinarono al filo di fer-
ro, ricevettero una scossa tale che furono gettati a
terra. — Questa circostanza incusse a quella gente
un terrore superstizioso, per cui neppure il piu mal-
vaggio azzarda di toccare o rovinare il filo. — Que-
sta si è la ragione per cui il telegrafo non abbiso-
gna di essere guardato.
—• Trovansi a Parigi 80,000 tedeschi, dei qua-
li 60000 sono artieri. Naturalmente con questo gran-
de loro numero si moltiplicano anche gli stabilimen-
ti sul gusto nazionale , e prosperano quasi tutti.
— L'Europa oltre alla febbre bianca e gialla,
(argento ed oro), patisce d'un altra febre o malattia,
astringente per causa del caro prezzo dei cereali, e
dei loro manufatti.
— Quelli erano i bei tempi, dice un giomale
fra le altre, quando i mercanti non erano ancora
speculatori di borsa , e non avevano bisogno di pre-
scrivere alie mogli tutto quel che dovevano fare —
quando gli artisti teatrali non venivano onorati coi
loro ritratti in litogrrafia, ma non avevano nemmen
da temere de' loro creditori — quando il monte di
pietá era troppo grande, e la cassa di risparmio trop-
po piccola — quando una fanciulla non avea già 12
amanti, ma trovava ben presto un fedele marito —
quando i cittadini non tenevano un palco in teatro,
ma abitavano nel piano della propria casa —
quando gli artisti avevano riguardo alia critica tea-
trale, e si correggevano, mentre ora la critica suo-
na come la vogliono gli artisti, — quando la mo-
glie non voleva essere il marito, ne questi osava far
da donnicciuola —- quando la gioventù rispettava i
piu vecchi di sé, ed i vecchi non si comportavano
da fanciulli — quando la scuola era assai frequen-
tata , quasi deserti i caffé, il bigliardo ed altri luo-
ghi di passatempo — quando i medici non erano
poeti, e non si aveva bisogno di tanti epitafii.
— Sulle strade ferrate inglesi furono traspor-
tad nel i.° semestre di questo anno a3, 1^9, £12
persone.
— Come narra il sig. Harthausen, le streghe so-
no in Russia tuttodi in considerazione. In casa d'un
tedesco, dice egli, che io aveva visitato, era accaduto
non ha guari un piccolo ladrocinio , e mi si disse ,
come in tali circostanze si cerchi a rinvenire il ladro
e ben anco vi si riesca. —- La padrona aveva man-
dato a chiamare una babuska , donna vecchia , che
era tenuta per strega. Appena era giunta, tutta la
gente di servizio venne radunata in una camera , e
fu detto: se il ladro si trovasse fra di loro, confes-
si il suo fallo, ed il castigo sará tenue; ove non lo
facesse , la babuska lo troverebbe ben presto. A ció
il reo confessó. — La vecchia procede in questo
modo: Dalla mollica di pane forma tante pallottole,
quanti sono gl'individui, pone innanzi a sé un va-
so con aqua, ed ordina che tutti le si facciano in-
nanzi in un semicerchio. Prende una pallottola, af-
fisa bene il primo e dice: Ivan , se tu sei colpevo-
le, questa pallottola cadrá al fondo del vaso non al-
trimenti, che la tua anima nell'inferno. Le pallotto-
le degl' innocenti rimarranno a galla. Non vi é rus-
so per quanto zotico egli siasi, e si trovi colpevole, che
voglia lasciare onde le prove giungano a questo pun-
to , e che la pallottola col suo nome si getti in aqua.
E questa pratica, da lunga pezza conosciuta si con-
serva in quel paese tutt'ora.
— Lo scibile umano non deve rimanersi chiu-
so, come 1' oro dell' avaro sotto 9 chiavi; conviene
ne approfitti l'umanitá. Per ció il sig. Blasis, maestro
di bailo dell'opera reale nel teatro di Coventgarden
a Londra scrisse un' opera: Annotazioni sulla danza
storica e pratica , — nella quale, colle piu pompose
assicurazioni del Courrier de l'Europe dimostra 1* in-
fluenza del bailo sulla civilizzazione e sulla moralitá
dei popoli antichi e moderni! — Dopo quest'opera
abbiamo il piacere di annunziare un'altra opera in-
teressantissima del sig. Eufrasio Girambocconi sulla
— maniera di apparecchiare i migliori maccaroni
alia napoletana — Anche in quest'opera si prova,
come i maccaroni influiscano potentemente sulla mo-
ralitá e sull' incivilimento dei popoli.
TEATRO DI ZARA.
Egli é dovere d' un giornale il rendere giustizia al méri-
to; quindi dopo d' essere stato in queste pagine semplicemente
accennato il bel successo della Linda di Chamounix sulle nostre
scene, non fu fatto che leggiera menzione del valore de' sin-
goli cantanti. Giacché la Linda fece nuovamete ritorno par-
laodone, eccoci ai particolari —
E dalla prima donna sig. Marta Laura Ruggeri prendendo
-c 38i)-
sassinato da Boris, ed eragü riuscito di rimpiazzarlo
sul trono coll' ambiziosa Marina Mnisciek, avendo
fatto moriré il suo figlio Fedor; e quando il popolo
disingannato fece moriré il moñaco ed elesse in suo
luogo Vasilio (Basilio) Sciuisk'ii (1606), l'a.ssistenza
della Polonia ha incoraggiato altri impostori. Al-
fine dopo una lotta sanguinosa, Mosca fu tolta
al potere della Polonia, che si preparava a smem-
brare tutte le provincie, allorché un nobile orgoglio
nazionale eccitato del principe Pojarskoi, il banchie-
re Minine e qualche altro patriota accendendo al-
1'improviso gli animi , Mosca fu ripresa sopra Vla-
dislav, la Russia liberata, ed un'assemblea generale
di bojardi e cittadini elesse per Zar Michail IV.
(1613) figlio del Patriarca Filarete e capo della ca-
sa di Romanov unita con alleanza a quella di Ru-
rik. Questo principe dolce e pacifico, chiamato suo
malgrado a sostenere parecchie guerre, perdette 1'In-
gria, che gli fu presa dagli Svedesi, e concluse col-
la Polonia un trattato poco avvantaggioso. Ma egli
si dedico a chiudere le piaghe aperte della sua pa-
tria, e suo figlio Alessio I. (i6£5) ha continuato
degnamente questo nobile incarico. Vincitore dei Po-
lacchi e del cosaco Rasine ha favorito la navigazio-
ne ed il commercio, incoraggio 1* agricoltura e pu-
blico un códice di leggi, nel tempo stesso che il
Patriarca Nikon ha riformati i libri della chiesa , mi-
sura saggia ed indispensabile, che suscito nullostante
un' opposizione violenta , ed anche uno scisma religio-
so. Fedor II. suo figlio maggiore (»676) continuo
queste utili riforme, limitando le distinzioni della no-
biltá ai servigi resi alio stato, favorendo le scienze
e terminando gloriosamente una guerra iutrapresa
contro la Turchia. I suoi due fratelli Ivan. V. e Pie-
tro I. ('1682) Fuño debole di spirito , Taltro giovane
ancora regnarono per alcun tempo congiuntamente,
in prima sotto la tutela di Natalia Naryskine im-
peratrice vedova appanaggiata, madre di Pietro,
poscia sotto quella della sorella loro Sofia , la quale
coll'ajuto degli Strelizti si era violentemente impa-
dronita del potere ch' ella esercito con abilitá e con
coraggio. Caduta alia sua volta per l'energica volon-
tá del suo giovane fratello, fu rinchiusa in un chio-
stro e Pietro poté seguire senza controllore le gran-
di inspirazioni del suo genio. Solo signore dell* impe-
ro dopo la morte di Ivan nel 1696 concluse colla
Polonia una pace definitiva, e comincio con zelo il
corso delle sue riforme. Guidato dai consigli del ge-
novese Lefort percorse l'Allemagna, l'Olanda, l'In-
ghilterra instruendosi in tutte le arti utili e prepa-
randosi a fornirne la sua patria, ma una nuova rivol-
ta degli Strelizzi e le oslilitá della Svezia sollecitaro-
no il suo ritorno in Russia.
(Siegue la fine)
—
CONFUTAZIOXE
«Z/'UIustrazione del supposto Sepolcro di Diocleziano,
prodotta ne' precedenti Nri. 24 e 26 di questo giornale,
e vera interpretazíone de' bastirilievi che vi
si trovano scolpiti.
„ Tout homme qui pense, doit faire des efforts
pour connaître la vérité; ces efforts sont dignes de
nous, quand même ils surpassent notre capacité: "
cosi diceva il Grande Federico. E quindi plauso e
gratitudine sieno retruibiti pure ail'egregio anonimo,
che, facendo mostra di storica erudizione e di per-
spicace intelligenza, credette últimamente (1) poter-
ci offerire chiarito il senso controverso de' bassirilie-
vi scolpiti sul sarcofago di Spalato, supposto appar-
tenere al mausoleo di Diocleziano, e dicui s' è ragio-
nato nei precedenti numeri di questo giornale.
Senza volermi opporre decisamente alPopinione
già preconcetta da me stesso (V. n. 52 del i846),
che il nostro sarcofago abbia potuto essere quello che
contenesse le spoglie mortali del Grande Salonitano,
duolmi pero essere nuovamente portato ad osserva-
re, che le comunque ingegnose spiegazioni offertecî
ne' precedenti numeri 24 e a5 di questo foglio, non
sieno per una parte corrispondenti a' fatti di storia
inalterabili, e per altra si trovino contradette dalle
rappresentanze stesse del marmo, di affatto opposta
natura. E' sarebbe troppo lungo e nojoso mettersi a
confutare partitamete le personifícate figure e le di-
verse azioni che ail'erudito autore di quell'articolo
sembrava scuoprire ne' bassirilievi del monumento
citato: mi limiteró soltanto a toccarne le principali
incongruenze, per poi venire a quella^spiegazione ch'è
più consentanea aile rappresentanze del nostro mo-
numento e che ormai parmi non ammettere più du-
bio.
E primieramente : chi lia mai detto che Diocle-
ziano avesse coito ed afferrato Ario Apro condut-
tore del? inviluppo, in cui V imputridito cadavere
di Numeriano stava racchiuso, ed ciddossatoglie-
/o, manifestasse ail' esercito, al popolo, al mon-
do il vero autore del clamoroso misfatto? Non
era quello il modo con cui solevatio gli antichi Ro-
mani ne' lor monumenti figurati dinotare un conso-
le, quaP era Diocleziano a quell' época. E costui, solo,
senza partito alcuno, senza soccorso, inerme af-
fatto, avrebbe poluto ció eseguire sopra la persona
del prepotente e temuto Prefetto del Pretorio, che
quai docile giumento sarebbesi lasciato sopracarica-
re di quell'incomodo e grave fardello, e senza dimo-
strare opposizione veruna sarebbesi lasciato condurre
cosi ad un suplicio sicuro? 11 gruppo di mezzo raf-
figurato alla fig. I. dei disegni prodotli dai sig. An-
drich (V. n. 4 di quest'anno) è ben lungi dai rap-
(1) Dichiuro di non aver voluto publicare ¡I presente ar-
ticolo prima di una reispezione. del monumento origínale, che
polei effelluare appena in questi nltirni giorni.
-c 388 )-
era italiano, la moglie slava, perché alie persuasive
dell'uomo dette in italiano, con qualche intarsia-
tura di gergo, la donna rispondeva in illirico, pero
con vocaboli italiani slavizzati.
Il marito alla fine, che poteva perfettamente rap-
presentare la pacienza di Socrate rampognato da San-
tippe , stanco dell' inutile diverbio, prese una chitar-
ra, ed accordolla ad un' arietta, che quadrava a ca-
pello alla nuova Santippe. Ma vedi ! ad ogni verset-
to cantato, lo interrompeva con qualche rustica escla-
mazione in cattivo illirico ? misto all' italiano ancor
piu corrotto.
]Non intesi che due sole strofe, perché me ne fugii
come un ossesso. lo doveva prender moglie da li a
qualche tempo, ma il quadro d' imene, ed il duetto
poco fa menzionato mi fecero indietreggiare d' assai,
e differii il terribile alto ad alcuni anni.
Ecco le due strofe da me udite unitamente
agí'intercalan, ed ognuno giudichi, se imene non
doveva essere dipinto colla faccia da bastonato.
Cara Nina mia diletta,
(Haide s'vragom starsina gerdna)
Tu che sei la mia speranza,
(Davvero! stvar, za bljuvat,)
Se mi manchi di costanza
(Ah poidi od o vie )
Di dolor io moriré.
(Neka te nosu, jaule.)
Quelle tue vaghe pupille,
(Joh, joh, da bi zacoravio!)
Che del sole son geinelle,
CPoji, isti u spedalu tvoje gemele)
Quelle tue splendenti stelle —
(Per amor de dio, tko moze régit)
Io nel sonno bacerô.
(Muci, erbo eu te cinit umuknut.)
E poi si dica che non aveva ragione il pittore,
che non era scusabile la mia risoluzioneî —
rivisTa^slava.
{Histoire de la langue et de la littérature des
Slaves, Russes, Serbes, Bohèmes, Polonais et Lettons
ec. del Sig. F. G. Einhhoff Parigi 1839.)
STORU D£GLI SLAVI.
Principali avvenimenti.
(Fine.)
La Polonia era il soggetto délia lotta , la quale
alPincominciare del XVIII. secolo mise il valore bril-
lante ma irreflessivo di Carlo XII. alie prese col corag-
gio perseverante dello Zar. La vittoria che gli Svede-
si riportarono a Narva, diedeper competitore ad Augu-
sto di Sassonia il saggio Stanislavo Leczinski (1704),
al quale esso fu forzato di abbandonare il trono si-
no al momento della battaglia di Poltava, che gua-
dagnata da Pietro il grande nel 1709 lo ristabili de-
finitivamente. La Prussia prese rango fra gli stati
deir Europa sotto il re Federico I. nel 1701. Frat-
tanto Pietroburgo s* inalzava sulle sponde del Bálti-
co in mezzo alie provincie recentemente conquístate.
Pietro consacro le sue cure alia creazione di una
marina , alio stabilimento delle fabriche, alio svilup-
po del linguaggio nazionale. Trionfo dei Turchi in
una guerra pericolosa, ove Caterina, ch'egli tolse
da una oscura condizione, si mostro degna di esse-
re associata al trono. Venuto con essa a Parigi , fu
di subito richiamato in Russia per gravi disordini,
ch'egli represse con una severitá inflessibile, non
risparmiando neppure il proprio figlio Alessio, il
quale erasi violentemente opposto alie sue viste. Ter-
ribile nel puniré i ribelli, ma tutto dedito al bene
de' suoi sudditi, esso fu salutato di unanime accor-
do imperatore di tutte le Russie, e lego morendo il
suo scettro alia sposa che lo aveva si attivamente se-
condato. Caterina I. (1725) segui le sue tracce, gui-
data dai consigli di Mencikov, ma mori bentosto,
lasciando il potere al figlio di Alessio, al giovane
Pietro II: 1727, il di cui regno efímero non fu
marcato se non per la carluta di un ministro, e per
T ascendente dei Dolgorukïi. Dopo la sua morte pre-
coce, il consiglio secreto porto sul trono Anna, 1780,
figlia di Ivan Y. duchessa appanaggiata di Curlandia
a pregiudizio di Anna figlia maggiore di Pietro I.
maritata col duca di Holstein. Questa principessa al
suo inalzamento ebbe un' influenza assai grande on-
de far eleggere re di Polonia Augusto III. di Sassonia
(1733) ¡11 pregiudizio di Stanislavo Leczinski contro le
viste della Svezia e della Francia, e per daré a Biren, suo
ministro, il titolo ereditario di Duca di Curlandia. So-
stenuta dall'eroismo di Munnich suo generale, trion-
fo sui Turchi, sui Tartarí, e Persiani, ed este-
se lontano le frontiere dell' impero, ch' ella lego
morendo al suo ñipóte Ivan I. («74°) ancor fanciul-
Io, posto successivamente sotto la tutela di Biren
e sotto quella di sua madre Anna di Brunswik, ma
rovesciato quasi subito da Elisabetta (1741) secon-
da figlia di Pietro il grande, sostenuta nei suoi pro-
getti dal francese Lestoc. II regno di questa prin-
cipessa fu marcato da numerosi avvenimenti tanto
contro la Svezia, ove ella fece eleggere un re, quan-
to contro la Prussia, della quale T illustre monarca
Federico il grande assalito sino nella sua capitale,
ebbe pena a respingere le armi della Russia. Dietro
i consigli di Besluïev e di Voronzov Elisabetta so-
vrana illuminata , zelante, protettrice delle scienze e
dell'arti fece intima alleanza coll'impératrice Maria
Teresa, e sostenne le di lei giuste pretensioni suli'Au.
stria. Alla sua morte destino a succederle suo nipoU
Pietro III. (»861 ) figlio di sua sorella maggiore e du-
ca di Holstein-Gottorp. Ma questo principe animato
di pure intenzioni , avendo indisposta la nazione per
una troppo grande predilezione per gli Allemanni,
è perito víttima di una rivoluzione, che mise sul
trono nel 1762 sua moglie Caterina II. nata princi-
pessa di Anhalt-Zerbst , le di cui qualité rare ed il
zialmente produttivi* i quali incarichi sono affîdali
a varj ministers Con questo ministero dovrebbe es-
sere creato sotto il titolo d'ingegneri agricoli un cor-
po di funzionarj analoghi a quelli delle foreste , dei
ponti e delle strade. Il ministro d'agricoltura com-
prenderebbe quattro direzioni generali: i. quella delle
strade vicinali, 2. quella dei corsi d'aqua e dei ca-
nali d'irrigazione, 3. quella delle foreste e dei rirn-
boscamenti, 4- quella della coltivazione dei beni publici.
— Beseda, adunanza serale degli slavi a Vien-
na. — Colla sera dei 6 di novembre si rinpersero
le riunioni di questo nome, e le vaste sale dello Sperl
non erano capaci di contenere comodamente gli ospiti,
ché vi erano radunati da mille e cento slavi, ed in
giunta un grande numero di ospiti tedeschi. Questa vol-
ta pure la società era eletta, e vi si videro perso-
naggi dell'alta nobiltà polacca e serviana. — Un co-
ro slavo, cantato maestrevolmente da 3o voci , apri
il trattenimento; successe una fantasia per flauto so-
pra canzoni boeme, quindi più canti boemi, una
declamazione umoristica, la prima che in slavo avesse
avuto luogoa Vienna, variazioni sul pianoforte, un can-
to elegiaco slovaco, una canzone polacca, poscia una
croata, e per chiusa un coro nazionale croalo. La
musica del reggimento Nugent suono varii pezzi da
ballo nazionali. — Prima che si sciogliesse la socie-
tà, ed erano 3 ore dopo la mezza notte, si cant<>
l'inno nazionale in tutti i dialetti slavi della monar-
chia austriaca.
Firano d'ornamento alla società parecchi indivi-
dui delTalta nobiltà, come si disse, moite dame, uo~
mini di stato, celebri letlerali ed artisti.
•— Le prossime assise francesi avranno ben che
fare con una delle più numerose bande di mariuoli
—- Nella 1. sessione trovavansi d'innanzi ai giudici
60 accusati, contro i quali dovevasi inquirire in 1700
punti d'accusa, e 207 delitti. La banda da più an-
ni conosciuta e temuta, delta banda Thibert, è for-
mata di due divisioni, di cui ognuna ha leggi e costu-
manze particolari. Ottocento sono gl* individui che vi
appartengono, lutli accorrevano aile fiere ed ai mer-
cati in apparenza di persone oneste, mercanti o mer-
ciajuoli, muniti ognora di carte in regola. Viaggia-
vano sempre prestissimo in carri aventi molti ripo-
stigli e segreti. — Ciô che comperavano, pagavano
puntualmente ; pero non trascuravano occasione op-
portuna di commettere ladrocinii e inganni nel che
meltevano in opera astuzia , forza , e per fino 1'omici-
dio. Tutti i membri avevano mogli, le quali servivano
di esploratrici, perluslrando le località, itidicando le ore
opportune , e nascondendo gli oggelti involati ove non
fosse stalo disgiunlo dal pericolo il venderli. I più peri-
colosi membri della banda erano quelli, che con sopo-
riferi facevano addormeutare profondamenle le per-
sone , e colla noce vomica avvelenavauo i cani. Vi
si noveravano pure molti zingani, che formavano la
compagtiia nera, e cniamavansi Romanicci, e rubavano
solo di notte! Claudio Thibert capitano di questi raa-
landrini è zingano pur lui, dell'età di 4$ anni, non sa
né leggere, nè scrivere, ma possiede memoria
sorprendente. Conduceva sempre con sè due carri,
e non mancava di caricarli in brevissimo tempo dj>
oggelti involati. A Parigi, ed in 3 altre città aveva
egli i suoi depositi principali.
ZARA.
Prezzi che correvano nel mese di novembre.
Frumento stajo ven. fui. 7:4 1|2 — señala fni. 3:53 —
orzo fni. 3:27 1[2 — fórmenteme fui. 3:26 1|2 — miglio fn¡.
3:18 — panizzo fui. 3:20 — fagiuoli rossi fni. 7:8 — lente fni.
40:22 4|2 — vino la barila da fni. 2:30 a 2:50 — birra di qui
la bar. fni. 6 — olio la bar. fai. 31:57 — aquavite la bar.
40:23 — biscotto di Trieste cent. fni. 40:20 — pomi di Ierra
ul funto car. 1 3|4 — riso cent, fni, 42:36 — fior di fariña
fni. 40:55 — carne di bne funto car. 5 — detta di castrato
car. 4 — legna di 20 poilici il carro fni. 4:10 — detta di 42
polici fni 4.
Novembre
4847.
Novembre
4846.
Consumo della carne.
Buoi. Lunuti. Porci.
395. 4027. 300.
410. 4079.
SPALATO.
422.
Vi te II i.
3d.
24.
Prezzi del mese di novembre 4847.
Frumento lo stajo veneto da fui. 5:30 a fni. 6:40 — orzo
schielto da fni. 3 a 3:20 — formentone fni. 3:50 — miglio fni.
3 — orzo di Puglia 3:40 — detto di Egitto fni. 3:30 — fru-
mento di Odessa fni. 6:30 — detto Roinelia 6:30 — sorgo
d'Italia tni. 2:40 — í'avino d'Egitto fni. 5:20 — vino da fni. 2:40 a
3:20 il bar. vtn. — aquavite di 20gradi fni. 42—detta di 46 gradi
fni. 7 — detta lavorata fni. 15 — olio d' oliva vecchio fni. 30 —
detto nuovo fni. 28 — pasta comune 100 funti di Vienna
fni. 41 — detta sotto comune fni. 9:30 — detta ordinaria fni.
8:20 — zucchero CManda pesto fni. 27:20 — detto fariña fni.
24 — detto maseavato fni 17 — detto melis in pañi fni. 27:20
— pepe schietto fni 30 — mele ordinario fni. 8:30 ?— orzo
pilato ordinario fni. 8:40 — detto tedesco fni. 42 — lardo fni.
28 — strutto colato in vesciche fni. 29 — sevo colato in bari-
li fni. 22:30 — sapone di Trieste fni. 45 — detto Canea fni.
22 — riso 4.ma qnalitá fni .14 — detto 2.da qualitá fni. 12
— risetta fui. 7:50 — butirro nostran» a fni. 28 — detto Trie-
stino fni. 37 — íieno a car. 2 1' oka — pellt di bue secche da
fti. 10 fni. 33 il 100 fii. — dette bastarde fni. 32 — dette sa-
late da fti. 23 a 24 fui. 30 — dette di becco da fti. 5 a car.
40 il fto. — delte capi salati da fti. 8 a 9 car. 44 4[2 — det-
te di castrato a stikledcr da fti. 6 car. 16 — dette di tosoni
lanuti a stikleder car. 12 1|2 — dette a sacco car. 12 4|2 —
detti salati da fii. 40 car. 11 1|2 — delte di agnello a fni. 36
100 pez. — dette di capretto l'ni. 21 — carne di bue da car. 4
a 4 1|2 il funto — detta di castrato da car. 3 a 3 1[2 — det-
ta di maj ale car. 7 — detta di castrato salata ed aíFumicata
a fni. 8 le 100 libbre grosse — cándele di sevo a car. 18 il
fto. — cera giulla a fni. 98 i 100 fti. — cera lavorata a car.
40 la libbra soitile — flor di fariña di frumento 1. qual. fni.
7:39 — detta 2. qual. fni. 6:40 — detta intera fni. 5:50 —
detta granzole fni. 3:20 — detta di orzo fni. 4;10 — deUa
di formentone fni. 4:10 — legna di taglio lungo il carro fni.
2:20 — detta corta fni. 1:15 — mercede d'un manuale, sen-
za vitto car. 20.
Se £u irá o '/ Supplemento.
G. Franceschi Estensore. — Zar«, Demarchi e Rougier Prcorietari Editori.
dita dominicale incerta in aíTittanza, o temporánea, o perpetua (livello), il fissare uno stabile Alto an-nuo, il riraborsare i miglioramenti al termine deli' af-fittanza. Pero in un modo od in un allro la cosa dovrá aver luogo, quando i terreni saranno scritti in testa del padrone.
Rivolgendo la debita attenzione al terreno pro-duttivo., pattuendo con lavoratori, che non perdano di vista il ben proprio, sapemlo essi immuni d'ogui aggravio i miglioramenti, non sarebbe davvero esage-rata 1' espettazione di vedere forse a capo di 20 o ailni le condizioni agricole un po' migliorate; ba-stera anzi che in sul principio si ottenga almejfo u-J3a frazione di que'vantaggi che altrove si otten¿óno a pie no. ^¡T
Certo pero si é, che questo mezzo é foi^pl solo Jielje presentí circostanze, il quale varrá a sollevare i fondi dal vil prezzo sotto il quale gemono, e verosímil-mente moltiplicarne i frutti. Qualunque siasi il sistema agrario, é cosa cer-ta, che il lavoro é quello che costituisce la prima sorgente della produzione, siasi qualsivoglia la forma sotto la quale questo lavoro é impiegato. Ma nell'at-tuale condizione dei nostri possidenti, che non pon-no pretendere che la semplice dominicale, e nemmen questa ottengono sempre esatta, come animare il contadíno al lavoro? Prezzolarlo, allettarlo al trava-glio con mercede generosa , sarebbe spediente da non ispregiarsi. Ma quali vantaggi ne ridonderebbero? ^Naturalmente vantaggi transitorii, e perció di poco conto, siasi peí padrone siasi peí coltivatore.
Domanda la campagna attenzion corilinua, la-voro non interroto, custodia diligente de'frutti, le quali servilü non si conciliano senza soggiacere a gravi dispendii con lavoratori mercenarii. Lo stipendiare i lavoratori a giornata ridurreb-be ben presto in rovina il piü facolloso padrone visto T alto prezzo, che in moltissimi punli dell'acqui-sto vecchio pretende il campagnuolo; prezzo che bi-lancíato coi prodotti, da sempre un déficit rilevante , accresciuto per sopra piü dalla mala fede, e dalle mani rapaci, che assottiglíano la proprietá altrui. E di fatti sussiste fra i nostri rustid una lega secreta, un convegno tácito per cui non si piegano a lavorare le campagne per conto altrui sollo ai 40 earantani al giorno, ovvero i5 a 20 earantani di danaro, e qualtro volte da mangiare. Penuriano piut-tosto che adattarsi a condizioni piü ragionevoli; e se pur (aluno lo faccia , il lavoro che presta, non é merilevole nemmen della metá di quel compenso. Le mercedi sono qui altissime , e proporzionatamen-te piu ancora che la dove il danaro vale poco.
II modo quindi piü confácente di vincolare T in-teresse deH'agricoltore al terreno da luí collivato sareb-be quello di assicurargli i frutti del medesimo, che con-seguirebbero alia sua operositá, senza farli. soggiacere
ad aggravii maggiori di quelli che da un catasto sta-bile sono o sarebbero per essere determinati (1Siegue la fine.)
ECO DE' GIORNALI.
— Coir apertura della strada ferrata da Colo-nia a Minden è stata per cosi dire compuita la co-municazione da Parigi a Berlino e Yienna. Rimane da farsi per compiere interamente questa grande linea il piccolo tratto da Oberbausen ad Arnheim. — Si annunzia da Londra, che sono state pre-se tutte le disposizioni per erigere una linea non in-terrolta di telegrafi eleltrici tra Londra e Yienna. Sebbene la distanza fra queste due capitali sia di 367 ore di viaggio, ció non perianto una parteci-pazione da una cittá all' altra potrá aver luogo in meno di 2 minuti secondi. I fili di ferro elettrici at-traverseranno il canale ad una certa profondità, e continueranno per la Francia, il Belgio e la Germa-nia. Si dice che 1' impresa potrá essere effettuata alia piü lunga in 2 anni.
— Astuzia biasimevole. Un impiegato al telégra-fo lungo una strada ferrata inglese riceve la notizia, che una casa di commercio distante di là 60 o 70 miglia aveva sospeso i suoi pagamenti, il qual avvi-so egli doveva partecipare alla casa filiale, che non si trovava che a poca distanza da quella stazione affinchè pur essa annunzii il suo fallimento. Ma quest' impiegato aveva depositato presso questa banca filiale alcuni suoi danari, e ipensava come uorao pru-dente a salvarli, — percio non comunico ulteriormen-te la notizia, ma ando alla filiale , levo il suo dana-ro , e le annunzio quindi per iscritto 1'avviso e T or-dine che aveva ricevuto.
—
CATTARO.
Attivitá del Bazar nel 4.° trimestre dell' anno camerale mi. Introduzione. Bovi n. 212 — pecore n. 4150 — capre n. 4500 — ma-iali 11. 211 — frumento fii. 20150 — avena fti. 48850 — pelli fti. 3241 — mele fti. 3470 — segó fti. 3770 — lana 8400 — cera fti. 4273 — rame fii. <1680 — formaggio fii. 9810 — pcsce fti. 2510 — castradina fti. 5610 — patate fti. 90590 capucci fti. 8650 — seotano in foglie fti. 99250 — zappino fti. 45000 — paglia fti. 28500 — legna fti. 227500 — ed in par-tite minori polli, uova , butirro . sugna , porcina , selvagina , frutta etc. Estrazione. Vino fti. 28960 — olio íti. 2510 — aquavite fti. 44380 — frumento fti. 42440 — lavóle fti. 31300 — sale fti. 71000 — riso fti. 3010 — ferro fti. 3150 — rame fii. 2415 — zuc-caro fti. 322 — caffé fti. 109 — 1800 palle da cannone, fti. 100 polvere, fti. 50 manif. di ottone, fti. 60 sapone, quindi in partite minori pasta ordinaria, cándele di segó e di cera, sapone, terraglie, vetrami, schiavine, córame crudo , anni , medicinali, chincaglierie, eordarni, stoppie, pane , furine e di-verse merci ad uso del vestito nazionale.
G. Franceschi Estensore. — Zara, Demarchi e Rougier Proprietari Editori.
—c 418 >
prez zi «
carovane in ottobre
Sebenico prezzi. 28 49
Sepolcro di Diocleziano a Spalato 48» 49*
Sete italiarte 28.
Seta dalmata, prodotto del i847> 4^»
Sete in Francia 4'-
Scuole di Parigi 29.
Scuole triviali in campagna 35.
Sistema agrario a Jitto stabile e miglioramento
redimibile 5i. 52.
Societá e gabinetti di lettura in campagna 5i.
« carantano a Vienna 29.
Sogno di mio avolo 26. 27. 28. 29. 3o 3i. 3a. 33.
Sor elle (le 5.) 5 o. 5i. 52.
Spalato. Prezzi in giugno e carovana 27.
» "- ¿72 lllglio 31 .
» « i« agosto e bozzoli 35.
jí carovane in setiembre 39-
40.
44.
» prezzi » 45.
55 carovane in novembre 49*
« prezzi « 5o.
s? importazione de lie granaglie dalV Ot-
tomano 4;'-
Strade nuove in Dalmazia 36 4o 5o.
Strade ferrate, e quanta gente ne viva 4l
Streghe in Russia 45.
Studii sugli slavi 4^.
Sussidii per Sebenico 28. 49-
Tabacco , e íma coltura in Algeri 3o.
Tahir ed un úlema 36.
Teatri della plebaglia a Londra 26.
Terra ed i suoi abitatori 3i.
Tempi a buon mercato 32.
Testamento in versi 47«
Tokai (vino di) 4l-
Tommaseo, ed il suo opuscolo per soccorrere
i p o ver i di Sebenico 28.
Tratti del carattere nazionale 32.
Trau, e suo stato economico 3i. 33.
Tra noi non han da essere secreti 34. 35. 36. 37.
Usurai 38.
TVard (Lord) a Roma 32.
Vendemmia 35. 36.
Vicino (un bravo) 4g*
Zara, vettovaglie in luglio 26.
» Seta nel territorio comunale 28.
" Cassa di risparmio i.° sem. 184-7 29-
>1 U ulivo. Le lane 29.
» Introduzione de' commestibili in maggio e
giugno 1847 3o.
» Coltivazione delle frutta\ e loro importa-
zione dal\l* es temo 31.
r Prezzi cor renti in luglio 32.
si Introduzione de' commestibili. Uve gua-
ste 84.
Prezzi corr. in agosto 36.
Clima , vigne , pescagione 36.
Introduzione de' commestibili e de vini da
juori in luglio ed agosto 38.
Raccolti e nuove seminagioni 3g.
Prezzi di setiembre 4o.
- Teatro nell'autunno 1847. 4a 45 4^-
Accademia Bindocci 43. ~ -—
Introduz. de* commestibili in setl. 46.
Prezzi delle vettovaglie 43.
Prezzi in ottobre 45.
Notizie commerciali 48.
Prezzi in novembre 5o.
dei Signori associati al giornale I¿a Dalmazia
nel secondo semestre dclV anno 1847, ai quali il
redattore ed i proprietarü porgono cor díale ringra-
ziamento per averli assistiti nella publicazione di
queslo patrio foglio periodico.
ZARA.
S. E. Sig. Gio. Augusto Cavaliere di Turszky, cons.
int. Governatore civile e militare ec. ec. ec.
S. E. mons. Godeassi Arcivescovo, cons. intimo.
Ferdniando barone di Schaller cavaliere, i. r. cons. áu-
lico ec.
P. T. Sig-. Alborghetti Raimondo cons. aul.
» Alfirevich Felice.
» Antunovich Pietro.
» Arneri Biagio, cons. d'Appelio.
» Bartsch Francesco , direttore delle publ. costruzioni.
» de Begna Cosmo.
» Bercich Michele farmacista.
» Bianchi D. Cario Federico catechista della scuola
elem. fem.
» Borcich P. Leone.
» Borelli de Francesco.
» Braulich Edoardo, cons. collegiale.
» Brazzanovich Nicolö.
» Bruneiii Francesco.
Caße del commercio
Casino di Zara.
Sig. Cattich Antonio.
» Csurlich Atanasio, archimandrita, professore.
» Degiovanni Demetrio ufiiciale de'conti.
» Dezorzi Bartolomeo
» Dominis Pietro.
Sign.a Donati Rosa.
Sig. de Fanfogna Fausto computista.
» Fasolo Michele.
» Felicinoyich di Treustern Giuseppe cancell. gov.
» Ferrari Cupilli Giuseppe ufficiale de'conti.
» Ferrari Antonio.
» Filippi Giuseppe, awocato.
» Franz Giuseppe , cons. de' conti.
» Ghetaldi, Barone di, Biagio, cons. di Governo.
» Giancix Francesco v. segr. gov. in pens.
» Giuppani Giulio Antonio v. consolé Pontificio
» de Gradi Matteo, cons. d'Appelio. Siegue.
G. Franceschi Estensore. — Zara, Demarchi e Rougier Proprietari Editori.
Dalmaciji B. 14.
kana probude duh i uzpire žar dojednog poštenog
Hrvata; a ponajskoli u Svećenstvu, što neustrašivim
čelom štiti i brani svetinje sv. vjere i mile domovine.
Proti narodnim dušmanom ustade ponajprije
svećenstvo, te nepobitna je istina, da je svećenstvo,
osobito kod nas u Dalmaciji, u narodnim mnogogo-
dišnjim borbam prezaslužno i njemu zaisto zahvaliti
imamo, ako danas poznajemo sebe i slavimo na-
rodni značaj našeg hrvatskog plemena te ako se
ponosno hrvatskim imenom smijemo zvati.
Liepo i plemenito ime hrvatsko! Svaki sin hr-
vatski duboko i tronuto se klanja tomu imenu kao
pred najčarobnijim amanetom; Hrvat smatra ga sve
tinjom. Smatra ga još većma: "lučom čuvstva život-
noga,,. Jer ko što reče učeni Deželić; „Narodnost
Je narodu ono, što je čovjeku duša. Čovječje tielo
bez duše ne ima života, ni narod bez narodnosti",
to je svakomu hrvatu zlatnima slovima na čelu u-
pisano. Da, glasoviti Deželie pogodi i opisa pravo-
lično, što i kako čovjek mora smatrati domoljublje
i koliko štovati mu je domovinu.
Riedki slučaj da koji hrvat na žrtveniku hr-
vatske svoje domovine žrtvuje svoja prava hrvatska,
na uhar protivnicim. Ali žalibože, kao što u svakoj
pšenici imade ljulja, tako ima i medju hrvatima,
takvih naime hrvata, koji sebičnjački živu i preziru
onoga, koji iskreno zagovara hrvatsku ljubljenu do-
movinu i njezina prava. Takovih ljudi ima na žalost
i u našoj varošici. To su ljudi, koji za sebične svrhe
ljube domovinu, koji za puku materijalnu korist i u
blato gaze.
Svećenstvo rekoh, da je na čelu na braniku
vjere i hrvatskih svetinja. D& o tom nas je gole-
mim dokazima osvjedočilo svećenstvo Bračko, a u
našoj varoši značajni hrvat, uzorni dušobrižnik Stje-
pan pop Vladislavić. — Don Stiepanov je program
„ljubiti vjeru i domovinu", te za ove dvije stvari
on jedino žive i sve moguće žrtvuje. Izgred koji no
se je zgodio u našoj varoši, (broj U N, L.) nije
njemu pripisat. D. Stipe je dika svećenik, koji vrši
svoju za vjeru i domovinu. Nego ustaju na nj valjda,
jer on vršeć prvu čest svojih dužnosti brani čistoću
katoličkog morala, ne gledajuć nikoga u obraz, al
pravo ima da tako radi, jer haljine koje na sebi nosi,
habre ga da tako Čini i postupa. On zanesenjake,
zašlaee nastoji krepko al umiljato da na pravu stazu
obrati. U Boga se pravednoga nadam, da će o-
vomješeani pripoznati zasluge svoga duhovnoga pa-
stira i da će ga napokon smatrati svojim spasono-
snim angjelom, pripoznajuć da svi kao on moramo
se držat one: sve za vjeru i za domovinu.
Vama će pak, zlomišljenici, uvehnuti prolazna
i prividna slava i pobjeda kojom se ponosite. U laži
su kratke noge. Budite svoji; budite pošteni narodni
sinovi, to jedino braća Hrvati i hrvatska majka od
vas traži *).
dočim učiteljem po gradovih nedajemo niti stan u
naravi niti ikakav postotak za taj posao, jer im je
godišnja plaća vriedna podmiriti stanarinu; pak čega
| da se boje? ne vukova niti lupeža koji bi ih mogli
oštetiti ili u imanju ili u osobi, a za ovo zadnje
mogu i vrata otvorena držati cieli dan i noć. Zar ti
se nečim liepo? Kako smo ti ga mi na napredku,
kako smo usrećili gladnim učiteljstvom domovinu!
Vičimo dakle nek se posvuda umnažaju škole koliko
za mužke toliko i za ženske, te se brinimo da za
vodi budu prepunjeni mladim učiteljim i učiteljicam,
za ostalo nemari!!
F. C. puiki učitelj.
U Dubrovniku, na 15 veljače
Obće je poznato, da je kod nas poljodjelstvo,
a nada sve šumastvo, koje svake godine sve se
više umanjava, dočim svaki dan trebamo sve više
drva, koliko za graciju toliko za gorivo, počelo bivat
predmetom ozbiljnog razmišljanja.
Pametni ljudi proiznadjoše pravo sredstvo kako
doskočiti toj nestašici i uzmožiti voćarstvo i šumar
stvo i to po najprvo sredstvom pučkih učiona, dali
se još nijesu latiii posla. Oni naime kažu, i pravo
imadu, da će djeca ko u igri naučiti gojiti drveće
i cieniti pojedino drvo, dapače i najmanji komadić
zemlje a vrh svega poznati će kako je bezpametno
oštetiti i osakatiti drvo ma i najmanje vriednosti bilo
a uz to uzmažat ee se, po malo ali stalno, drveće, kad
pojedini učenik kroz vrieme što se uči samo po je-
dno drvo zasadi. Eh! ti se nešale!! ma liepo ma
krasno! dali upitajte za čas tu gospodu: jeli ona
ikada pomislila na sredsta potrebita za taj posao?
učitelji su u naših rukuh, odgovaraju, te moraju da
vrše svoju dužnost, pak gdje puklo da puklo. Sred-
stva pako to je najlakše staviti u pero, evo ih:
dotične obćine dužne su dati u tu svrhu ako ne po
dva to barem po jedan kam adi ć zemlje; to zemljište
pak učitelj će ograditi zidom, ili koljem, ili draćom,
ili dudovim, ili bolje, mrežom gvozdenom obkoliti,
da se nebude .bojati marve ili kakova drugoga ne-
prijatelja.
A orudje za obdjelavanje, gnoj za poboljša-
vanje i drugog koješta? Nut ludorije: niesmo li ti
rekli da će to sve nabaviti učitelji? ta oni su ma-
štao i premastno plaćeni. Ehe!! a dobitak kog će
im prinieti taj komad zemlje? možda ni to ništa nije?
Ali ima još nešto boljega. Vidiš : učiteljem po
selih dajemo ili stan u naravi ili u tu svrhu postotak;
*) Znamo vam kazat da se ovdje napada i na vrst-
nog domoljuba gosp. S. Pjerotića; to je sramota kad čo-
vjeku nedužnu ni krivu i domoljublje se naopako tumači.
Neka svak misli kako hoće a! i neka svak radi kako ima,
pa mirna Bost.a.
Boka Kotorska, 8 veljače.
Danas se razključila sjajna ovogodišnja sveča-
nost našega odvjetnika s. Tripuna. Kada bih hotio
točni vam opis poslati pojedinih časova, kroz minulih
ovo 12 dana historičke ove domaće naše svečanosti,
kojoj i po mnjenju inostranaea u cieloj pokrajini
nema slične, morao bih zaplieniti mal ne cio povr-
šaj dičnog vašega lista, a ni taj nebi mi bio dostatan
kad bih hotio iztaknuti čuvstva nabožnog i domorod
nog žara što mi je probudjivala ova svečanost kroz
razne njene časove, navlas pokle je mnogo godina
da joj ne prisustujem sbog mog odsustva u daleke
krajeve. Bože veliki! čudan ii je i divotan taj pri-
zor za domorodca kad gleda gdje vjersko i nabo-
žno čuvstvo zauzme eieli jedan grad, a domorodna
ljubav sviem silama se natječe da dvoi'i s. vjeru,
kojoj pripisuje slavnu prošlost svoju, i u kojoj je-
dino postavlja nadu za bolju budućnost.
Ja ću se dakle ograničiti da vam spomenem
samo jedan predmet naše svečanosti, navlaš jer lie-
pih i umjetnih opisa vaši čitaoci biti će čitali u pro-
šlo doba i u domaćim novinama i u osbiljnim pi-
scima inostranskiema o našoj svečanosti, navlaš u
obzir naše monarice, koja tom prigodom igra glavnu
ulogu.
Davni je običaj da ovom prigodom, u stolnoj
crkvi, -- dočim kroz cielu godinu rieč božija se
propovieda u ¡talijanskom jeziku, — pohvalni govor,
na Svečevu čast hrvatski se slovi. Ove godine ta je
zadaća dopala vrloga Ercegnovskoga župnika g.
Tripa Radoničića. Kako se on odazvao svojoj za-
daći dosta je da vam rečem, da za cio debeli sat
slušaoci nepomični u nj su upirali oči, diveći se nje-
govoj rječitosti.
Vješti govornik obrao je predmet, izcrpljen iz
onih Davidovih rieči „Minuisti eum paulo minus ab
angelis itd.", predstavljajući Svetca kao čudo božije
milosti koliko u angjeoskoj čisto ti života, toliko u
junaštvu mučeničke smrti, al ga je znao tako vje-
što izplesti, i krasno okititi, i sve čistim i podpuno
pravilnim hrvatskim jezikom, da svi al navlaš nao-
braženi slušaoci baš su mu se divili. Al gdje je
svoju riedku rječitost pokazao i nas svieh zanio to
je bilo pri svršetku, kad nam spomenu koliko je
tiekom 11 viekova naš odvjetnik za ovaj grad od
Boga dostigao, a koliko su mu se harnošću i bogo-
Ijubnošću naši praotci odazvali, a tiem je prešo na
sadašnje doba, uzporedivši ga sa sjajnom našom pro-
šlosti, pozivaju« ganutim rieči ma bogoljubni puk da
i se povrati opet na staze svojih djedova, da se opet
! uteče svome odvjetniku, da opet moći S. Tripuna
kao u prošlo doba postanu središtem jedinstva cje-
lokupne Roke, te opet svi Bokelji zajedno jednom
molitvom budu zazivati Svetca, jednim jedinični du-
hom vjere, uhvanja i ljubavi budu ga slaviti.
Dočim se iz srca radujem vrlomu govorniku,
nemogu a da ne izrazim Vami g. Urednice svoju
i još mnogih želju, da se t. j. obratite g. Radoničiću
te da ga molite da Vam priobći rukopis, pak da il
svega il koji komad tiskate u podlistku dične K. D.,
nek se nauživaju ovog liepog govora i vaši štioci.
F. G. M.
Fraznice, 25 gennajo (ritardata).
Nel giorno 17 corr. solennitá di Sant' Antonio
Abate, titolare della Chiesa, fu esposta pella prima
volta al pubblico la nuova pala, rapprcsentante S. An
tonio di Padova, i Santi Martiri Giovanni e Paolo
e San Giovanni Ncpomuceno. II bel lavoro é del di-
stinto penello del reverendo fra Laberio del Vene
rando Collegio delle Scuole Cristiane di Roma, il
quale consacró le piu solerti cure ed indefesse fati-
che per decorare la nostra Chiesa d' un dipinto, che
puó stare in prima linea fra le pitture moderne.
L! atteggiamento della figura, 1' estático rapimento e
la contemplazione soave nel Divino Bambino Gesü
di San' Antonio; la giovanile avvenenza e candore
dei SS. MM. Giovanni e Paolo, e 1' austeritá del ge-
sto di S. Giovanüi Nepomućeno attestano 1' abilitá
non comune dell' artista.
Questa popolazione grata alia religiosa Comu-
nitá, che non volle aecettare indenizzí pella pala, e
riconoscente pello zelo ed annegazione del valente
pittore, che dedica ii suo genio arlistico alia gloria
di Dio, fa voti al Signore pella prosperitá della
Religiosa Famiglia, dichiarando di conservarne im-
peritura memoria, e ritenere si l'uno che l'altralra
i Benefattori della propria Chiesa parrochiale.
RAZLIČITE VIESTI.
Namjestnik baron Rodić vratio se je iz Beča
u prošlu sriedu.
Giovedi, 12 corr., il Consiglio scolastico pro-
vinciale tenne una seduta, in cui oltre ad altri ar-
gomenti íurono trattati anche i seguenti : proposta
fatta da due consigli scolastici distrettualî di modi-
ficare la circolare 30 ottobre 1879, relativa al modo
di conseguiré il primo collocamento per parte degli
abiturienti degli istituti magistrali; frequentazione
delle scuole popolari neila città di Ragusa e nel
distretto di Knin; locali scolastici a S. Pietro (scuola
femuixnile), a S. Martino, Villa sup. di Šolta, Bi-
skupija; proposta per 1' ammissione della chimica di
Pavao Žulić quale libro di testo nel ginnasio di
Cattaro e della Obća povjest di Hoió per le scuole
civiehe; libri di testo per l? insegnamento della re-
ligione proposti dai concistori gr.-or. della Dulmazia;
protocolli conferenziali del preparandio femminile di
Ragusa e del preparandio in Borgo Erizzo; regola
zione delF insegnamento lingüístico presso gli istituti
magistrali ; rapporto finale sull" andamento delle scuole
medie nell'anno scolastico 1878-79.
Poslan je bio ovih dana u Spljet činovnik
Zadarskog namjestnistva, da sklopi pogodbu s ravna-
teljstvom državne dalmat. željeznice za kovanje
alata, što vlada kani dieliti po Dalmaciji za promi-
canje poljodjelstva.
Attentati sopra attentati. Telegrafano da Pie-
troburgo, in data 17 corrente. — Ebbe luogo una
esplosione al palazzo imperiale d'invernó. Era stata
minata la camera delle guardie, sottoposta alia Ca-
mera da pranzo imperiale. Rimasero ferite 35 guar
die, delle quali 5 giá morirono. II pavimento della
Camera da pranzo imperiale fu squarciato per una
lunghezza di 10 ed una larghezza di 6 piedi.
La famiglia imperiale rimase illesa; per puro caso
essa non si era ancora al momento dell'esplosione
raceolta nella sala da pranzo.
Pišu nara iz Pokrajine, na 7 veljače:
U knjizi „Niz bisera Jugoslavjanskog", strana
37, redak 2, srbski spisatelj Nikola Begović tiska
sliedeće redke, što vapije njegov srbski narod:
„Bog pomozi za svete bogorodice. majke božije,
koja no sjedi na prestolju božjemu, te ona moli za
nas Boga našega, a sina svoga da se rni nebi potur-
čili ili porimili". Ako nije ovo srbski biser, šta će
ikad biti?! Nije li dragocjenjeni biser, da Bogoro-
dica moli sina svoga, da se srbi nebi porimili? a
srbski alem-kamen nijeli uzporediti nekrsta sa kr-
stom, opaki zakon sa rimskim, turčina sa katoli-
kom?.... A da! pošto, kako se oni naduto hvastaju,
sami starovjerski, pravovjerski, pravoslavni, spaso-
nosni, jedino je srbsko vostočni zakon!
Crna im pamet!
La Camera di Comraercio e d' Industria di
Zara nella seduta di jeri, dietro proposta del Presi-
dente Cav. G. Abelić ha deliberato che sia eccitato
il Governo a presentare un regolamento completo
intorno alla pesca, per regolare cosi una volta uno
dei piii potenti mezzi di economia nazionale e di
sussistenza delle popolazioni della nostra costa.
„ Vega" brod, na kom je švedski profesor Nor-
denskjold g. 1878 poduzeo putovanje od zapada na
istok kroz sjeverno ledeno more uzduž siberske
obale, te je prošle godine morao zimovati ne daleko
od Behringova puta, došo je preko Jokahame, Šan-
gaja i Singapore 5. o. m. kroz Suezki prokop u
sredozemno more. Očekivalo se ovih dana Vegu u
Napulj. Tamošnje geografičko družtvo sprema ekspe-
diciji svečani doček.
II governo provinciale della Bosnia ha raccolto
in estese tabelle e spedito a Vienna al governo co-
mune il risultato del consimento della popolazione
della Bosnia e dell' Ercegovina ultimatosi il 15 luglio
1879, dal quale emerge che la popolazione di quelle
due provincie ammonta a 1,142,147 persone, delle
quali 599,020 maschi e 543,121 femmine. II distretto
più popolato è quello di Banjaluka che conta 85753
Velevlasti o načinu, kojim će do potrebe postu-
pati prama Porti; govori li se pako o postupanju,
(^jd pripravljaju i sredila jn
tupaste. P^rtai jtti* tri tjedna za rasHnišlja-
a . ;ko je pn$vo; mjeseca srpnja na jugu
odve4- vruće za Medju to mogu Grci u
jsaliji i; Epiru spraviti svoju ljetinu, a i drugi
iHogu ukipiti, potrebite priprave. Ta zaista ne-
može se vi^e računati na mogućnost, da će se
odklonitii ppibližavfijttća se oluja. Znakovi se u-
množavaju, da će riešenje zagonetke započeti
dojdućega proljeva." — Ruski list sudi dosta pesi-
mistično o stanju stvari na iztoku.
Iz Carigrad« javljaju staroj „Pressi", da
su se vlasti složile glede demonstracije s brodo-
vljem. Svaka će vlast poslati dva broda, a
zapovjedništvo će biti „mješovit«)" englesko-frnn-
cesko. Na opetovane viesti iz Beća u engleskim
novinam, da će Austrija i Njemačka poslati svoje
brodove, ali da neće nčestvovat u nikakovoj
akciji, n. pr. u kakovom bombardementu, pri-
mjećuje „Presse", da su te viesti kao da su
kovane u kakovom turskom „Pressbureau-u"
Ako su se velevlasti složile da pošalju flotu,
onda da. će biti i složne za slučaj, da se ta flota
bude imala upotrebit.
DoplSl.
Tkon, dne 23 lipnja.
Jučer oko, 6 sata po podne vas zaliev Biograd-
ski pokazao se je u strahovitom i grozovitom prizoru,
da sličnom nema pametara.
' Nenadno silna se digla oluja i silno se uzbur-
kalo more. tyleštral ljuti uzbiesni i stade strahovita
huj^ i buka razjarenih valova. Talasi bjesnilom vi-
hra uzk;oleba,ni sumom šume, i pjenom pjene, tvoreć
ovdje ogromne goie, a ondje bezdne ponore. Pa po-
mislite, gospodine uredniče! posried ovako uzbur-
kana mora ljulja se gaeta, od 23 noge, Jure Piku-
nića iz Barotula kod Pašmana, u kojoj se nahodja-
hu> dva njegova, sina Kuzma i Krsto.
Sad, digpu ogromni valovi istu gaetu u visinu,
sad ju opet puste u nizinu i hoće da ju utope u du-
bljinu morsku.
Kad eto ti medju hukom žestokog vjetra i bu-
kom biesnih valova morskih kadkad se pokazuje pre-
vrnuta i utopljena gaeta, i rek bi da medju krikom
i vikom uplašenih i potopljenih dvaju brodara čuješ
glas: Propadosmo! propadosmo! braćo u pomoć za
Boga!
Tko da njih spasi u onoj strašnoj oluji?
Ali premda još munja sieva za munjom, grom
gruva za gromom, da žestoki vihar sve lomi i obara,
ipak Jadre Sandrie iz Tkona sa drugimi seljani:
Jakovom Ugrinićem, Tomom Ugrinićera, Simom U-
grinićem, Barom Ugrinićem, Vidom Šandrićem Ni-
kom Radovićem, videć gdje ljuti i razjareni valovi
morski nakanili su proždriti ona dva jadnika, koji
jedva jedvice kadkad se vidiahu na uzburkanom
moru, udjoše u gaetu glavara sela Ante Sandrića,
pak su 6 vesala otidjoše spasiti, ako bi bilo moguće,
ona dva utopljenika. I doisto potle mnogo truda i
PODLISTAK.
Čakavske Starinske Pjesme.
čast svetiem i sveticama božjim.
(Prepisao iz Starinskoga rukopisa u Svisvetiem
u gradu Korčuli Vid Vuletić-Vukasović.)
Masencij kralj toj videći
posla slugarn govoreći
Katarinu vij uzmite
i na dvor moj dovedite
Pokla on dan ja dovarsu
sluge posla daju starsu
I ako jest mudra diva
napunilai mene gnjiva
Cesar kada domom poide
Katarina k njemu zide
S njim se poče vele priti
i pri mudro govoriti
Dabi moga Boga molil
bi je nebo zemlju stvoril
On bi tebe k sebi vodil
i nebeski dvor otvoril
Cesar mudrost nje sliseći
sluge upraša govoreći
Po svem svitu vi pogjite •
mudarce mi dozovite
muke, i nemale njihove pogibelji, dovukoše se do
utopljenika, koji jur bjahu izgubili svu snagu i dalje
nemogahu ry^j, se bjesnilom morskim, i spasile ih,
Ina radost i* utjehu biednog i uavi'.jenog im otea
Jure.
Evo kako i kod neumjetnog i neizobraženog
seljaka kuca često srce plemenito, srce ćutljivo i
i milostivo. Pa jelde nebi bilo pravo i dostojno da
ovi ljudi, koji, za spasiti druge, staviše u strašnu
pogibel svoj život, prilično budu nadareni ? Da
vidimo *).
Dalla provincia, 20 luglio.
Giorni fa trovandomi presso un amieo ebbi la
sorte di vedere il giornale triestino, il corifeo del
giudaismo, „il Cittadino" N.ro 154. Svoltolo mi im-
battei in una corrispondenza da Spalato. L' articolista
vi si dk in isperticate lodi alia „idea serba" intu
riando da forsennato contro il croatisrao.
Alcune di quelle sperticate lodi le passererao
sotto silenzio, rammentando semplicemente che lo
spirito nazionale da principio erasi í destato come
dovea nel senso del diritto croato, difeso nuper dagli
stessi serbízanti; ma riprodurremo anche alcune di
quelle che meglio dimostrano 1' ignoranza della storia
neil' articolista. Egli scrive: "In queste (famiglie serbe)
anche oggidl si cantano le canzoni nazionab (come
,.Ej Dušane tebe vojska zove; e 1'altra „Vrieme
ište vrijeme zove) e si evoca con entusiasmo ed
affetto la memoria di Dusian e Lazzaro, Imperatori
ben piü illustri e gloriosi di Zvonimiro e Krešimiro
devotissimi della Curia romana". 11 famoso articolista,
qualora conoscesse la vita del nostro popolo, avrebbe
trovato che nelle famiglie croate cattoliche assai piü
che nelle famiglie serbe d' oggidi si cantano le glorie
di Dušan e Lazzaro. L' „Ugodni razgovor naroda
slovinskoga" del Padre franciscano Andrija Kačić
nelia nostra patria si convertí in sangue del nostro
paesano cattolico; mentre il nostro serbizzante non
conosce neppure il nome del poeta. Era questi un
uomo che comuni con noi avea le idee nazionali;
nepp.ure per sogno nella patria nostra ei vi trovava
serbi; anzi lo stesso preteso nido dello serbismo,
Cattaro, per lui era, quelche si é veramente, un di-
stretto croato „Koja no je dika od Hrvata" „gloria
dei croati".
„Lazar e Dusian sono stati imperatori piü
illustri e gloriosi di, Zvonimiro e Krešimiro? la
storia lo nega. Per convincersi di ció basta leggere
la gesta loro. Sotto Krešimiro (giacché Zvonimiro
gli fu posteriore) la Croazia era in auge della sua
gloria. Succeduto a Trpimiro avea sotto il suo co-
mando 60.000 uomini di cavalleria; 100,000 di in-
fantería, 80 navi da guerra, ciascuna a ve va 100 uo-
mini d' equipaggio, senza altre 100 piü piccole navi
equipaggiate con 20 individui per ciascuna, E nella
storia di Dušan? vi troverai tanta potenza militare?
Fu un Re assai guerriero ed intraprendente, ma fu
il tipo della tirannide. Basta leggere il suo códice
per esserne intimamente persuasi. Sebbene dal Papa
avesse chiesto la benedizione ed il vessillo di S.
Pietro per combattere contro il greco ed il búlgaro,
pure fu uomo sanguinario, che non la perdono nep-
pure al proprio padre. Oltre gli infami decreti di
persecuzione del cattolicismo, ne stabili uno in cui
*) Kod Pašmana pak utopi se i druga gaeta u kojoj
se nahodjaše župnik Nevidjana p. Lovrović, koga nam hvala
Boga, jedvice spasiše, (Vidi zahvalu. Ur.)
Katarina usidi steče
priđe Isus terjoj reče
Darse kripko divo blaga
tebi moj duh svet pomoga
Mudri tebe ne primogu
jer ti daju oblast mnogu
Na viru njih svih obratiš
i Božjemu putu spraviš
Mudri kada svi prigjoše
Katarinu izvedoše
Ona s njimi iase priti
i pri mudro govoriti
Duhom svetim njih predobi
i nebeski put otvori
Cesar videć toj puhaše
i mudarcem govoraše
Kamo zgibe vaša mudrost
ukaza se vela ludost
Da vas jedna diva dobi
i mudrostju svojom pobi
Ja vas misljah poštovati
i darovi darovati
Izgibe vam filosofija
doli pade vaša sila
Kad sažgati njih vojahu
Katarinu svi moljahu
Divo ka si Bogu draga
odren od nas dalek vraga
diceasi: „Chiunque dará ricetto ad un latino sara
punito gravemente". Quanto a Lazzaro e Zvonimiro,
la stor'.i dice T istesso; il secondo, fu incomparabil-
mente piü glorioso del primo. Lazzaro raccolse quello
che Dusan aveva seminato colla sua autocrazia ed
ambizione. L' infame tradimento di Giorgio Brankovié
ne fa fede; mentre Zvonimiro, succeduto a Kreáimiro
IV detto il Grande, conquistatore della Dalmazia bi-
zantina stretta tra le ugne del leone veneto, si rese
glorioso per la mitezza d' animo e giustizia, non
meno che per 1' estensione del suo regno, e la fedeltá
dei suoi sudditi e la pace interna del paese. Egli tu
devoto alia curia romana, ma ció non gli ridonda a
disonore; giacché la devozione alia curia romana
faceva fortunati i popoli. Prova ne sia semplicemente
il giuramento che prestavano i Re e gli Imperatori
di quell'época: Fedeltk a Dio, alia religione, al suo
luogotenente in térra, difesa della giustizia, sollievo
dell'oppresso e dell'ortano; erano le idee che se-
guire dovevano tutti i principi di allora.
L' articolista segue a diré: ,',La loro Chiesa é un
santuario di nazionalitá (forse perché é chiesa na-
zionale? In tal caso ella é serva di un principe
temporale, non santuario di nazionalitá, ma polizia
interna secreta) il loro rito é un trionfo patriótico
(contro di chi trionfarono non saprebbe provarcelo il
nuovo Achille) i loro monasteri sono il rifuggio
delle muse e dello studio". Oh 1 E dove mai, ci dica
di grazia 1' articolista, si sono sepolti i loro Tomasi,
Bonaventure, Anselmi, Bellarmini, Lugo, Suarez, Al-
fonso, con una moltitudine immensa di filosofi, teo-
logi, poeti, giuristi, storici, matematici, astronomi
fino al defunto P. Secchi, senza enumerare i vi-
venti? Eppure questi ed altrií innumerevoli furono
educati tra le mura dei conventi cattolici! E per
ristringerci e tacere d' aftri luoghi, chi non conosce la
parte che nella nostra Atene, cattolica e croata,
hanno avuto nello sviluppo delle lettere slave e delle
scienze i monasteri ? Non é vero forse che a Ragusa
i monasteri furono e sono tuttora un vero rifugio
delle muse e dello studio?
L' Achille serbo va innanjzi nella sua scienza
storico-ecclesiastica; lodato il giovane serbo ricono-
scente alia sua religione, soggiunge: „qualsiási parola
di biasimo non é soverchia pella gioventü croata papista
ed infallibilista". Si vede che il biasimo é diretto
qui specialmente verso le ultime due parole; alia
differenza che divide la religione vera dalla falsa; dif-
ferenza dall' articolista conosciuta solo di nome. Quindi
punto. „Ma i croati non sanno che 1' islamismo non
recé maggiori danni alio slavismo ed all* unitá na-
zionale, del cattolicismo di Roma". Povero ignorante!
Avesse almeno letto un poco gli atti dei Pontefici
Gregorio VII, Innocenzo III, Onorio III; la storia
croata, serba e búlgara, avrebbe veduto come il
cattolicismo santifico 1' autoritá dei loro Re, procuro
la loro indipendenza e cercé la concordia, perché
non soccombano al flagello che minacciava la ci
viltk e 1'indipendenza dell'Europa cristiana. La po
litica di Roma, contro 1' invasione mussulmana, incon-
minciata da Urbano II ebbe il suo trionfo in Pió V
nella celebre battaglia di Lepanto, e proseguí ad
essere sempre la stessa. L' esistenza di Belgrado e
Vienna ne tanno fede. A questa política fedeli, úni-
camente i soli Croati, durante quasi quattro secoli
di sanguinose lotte, non ebbero a perdere che la
Krajina. Mentre fu innegabilmente la storia della
Chiesa di Fozio e la política di Costantinopoli che fa-
vorirono le armi turche, loro procurarono i trionfi
contro la política di Roma. Bastí rammemorare la
battaglia di Varna nel 1444. Per mezzo delle armi
Tugu našu ti utoli
Boga za nas ti pomoli
Grihe naše da nam prosti
u nebeskom dvoru gosti
Blagoslov nje kad priaše
sluge tudije njih vigjaše
Oni u ognu kad gorahu
Bogu slavu uzdavahu
Bogu svoj duh kad pustiše
put njih nigdir negorise
Kralj na misti tom sideći
Katarini poča reći
O primudra divo ka si
od tebe su čudni glasi
Tvoja mudrost i lipota
meni zada vele špota
Varuj život ne pogubi
volje moje nu poljubi
Kralj kada joj toj izreče
Katarina njemu reče
Bozi tvoji jesu vrazi
zato meni nisu draži
Boga Isusa kako ljubju
viru njega ne pogublju
Isus moja sva jest dika
ranam mojim dal jest lika
Cesar obrati se k vragu
Katarinu sfuče nagu
ÊÊÊ
je»phsh»šam .'«protivnih stranaka bio uzkraćen pri-
stup. Policija posredovala je da razljera svjetinu,
a u toio metežu nekoliko ljudi bi lahko i ranjeno.
Na 30 pr. nj. očekivali su u Engleskoj da
će gjeneral^Roberls sa šeojirti* eotauii stići p )d
Kaindahnrvjer je na 24 prispio d'Kelat-i-Ghilzai
neiiašav na p'tftu 'nigdje odp ra. Heratške pu-
kovnije, koje mu je bio postao u susret Ejub
kan nisu se dakle usudile zametnuti s njim boj.
I Ejub khari uzmaknuo je od Kandahar», ali da
saknpi svoje čete i '¿nužnic položaje kako će u
blizini KnridVhara pokušati s'Uoherfsnm odlučnu
bitku.
DOPISI.
Mostar, 22 kolovoza.
Neki budalasti muhamedanski zanesenjaci živo
su uvjereni da svaki od njih koji bi namjeravao
obstati pod Vladom krstjanskom namah bi prestao
biti turćinom, niti bi fjernim smatrati se mogao, ni
uživati raskošje rajske bašče koju im je prorok
obećao. Sbog toga u nekim krajevim Bosne Herce-
govine projavljivalo se je izseljivanja turskieh fami-
lija, da traže Vladu Svečćva koljena. Samo iz Mo
stara toga izseljivanja nije bilo do nekieh dana kad
11 familija jedno s driigim ode tražiti pravieh tu-
rak&. Čudile pameti, velike sljeparije! Ostaviti svoju
domovinu, svoja dobra, kosti otaca svojieh zabora-
viti, pak se skitati od nemila do nedraga!! Vidi se
očito, da bezdan bezdan dozi vije, te žalost njihova
obraća se na njihovu glavu, i zločinstvo njihovo pada
na njihovo tjeme. Da nijesu primjera imali u Nik-
šićanim, nebi se čovjek ni čudio; ali već kad su
nageli, sretan jim put l Zviezda sreće pratila ih od
kraja do zlatnieh planina, koje im je, kako sanjaju,
Sultan obećao, te ih sunce pravde ogrijalo, pak ne-
bili nikomu s napasti! Držao sam do duše da pa-
metni i mzboriti muhamedovci rieće se/lati zavesti
tom ubitačnom' sljeparijom fanatičnih Sehovđ i nji-
hovih sanljivih ćitaba, pošto su se već dogovarali
kako bi se shodan -način življenja mogonaci iz medju
aga i kmetova; dočim Vlada o tom nikakva, dosad
pravca neizdade. Njima obratno dosadilo, i već
dogorilo više se parHiti, klati i ganjati po sudarijam
na štetu i propast svoju, gdje Nikakva pravila hena-
hode po komu bi se ravnali i izmirili, pak s pra-
vednim razlogom uvidjeli su da bi najbolje bilo na-
goditi se izmedju samih sebe, a neoČekivat dok
s njima "tudjin,, upriivi, pošto su se već jedva sjetili
da su neki nameti kmetim težki, nepravedni i ne-
snošljivi, niti je moguće, a još manje dosljedno da
agina volja bude kmetova dužnost. Prenkla bilo je
poštenih aga, koji su se mogli trpjeti, te kmetim
nisu težki bili, dapače bilo je aga koji su svoje
kmetove smatrali kao svoju čeljad, pak su ih u po
trebam njihovim pomagali, štitili i oda zla branili,
ali je te vrste ljudi vrlo malo bilo. Ovi ni sad u
ovom uzburkanom kmetskom pitanju nepovoljni tih
odnošaja nisu imali. Daklen za prepriečiti nepovoljne
posljedice koje1 bi se naravno porodile, razboritiji i
pametniji age željeli su pravednu i poštenu pogodbu
s kmetim na čas prije privatno sklopiti, pak da budu
u tom poslu dosljedni, i da im u tom mučnom na
gadjanju sretno za rukom izidje bili su našli obratno
duševnih, pouzdanih, vještih i odvažnih iz medju
sebe ljudi, koji bi posredovali u tom pitanju, jer su
age bili jur izjavili da će od svoje strane popustiti,
pak da se s kmetim pomire, i pravednu pogodbu
sklope. Ali nekoličina pripredenih zlikovaca namje-
nu ti poso pomete, jer od svoje stare deračine nehtjede
ni za dlaku popustiti, buduć vidjeli očito da Vlada
ili za to nemari, ili je posve mlitava, a vladini či-
novnici da jim idju na ruku za njihovu osebnu ko-
rist, pak da mogu preko stare deračine novu na-
metnuti na biedne i izgorjele kmete. I tako zave-
doše i ostale age, pak se zametnu smetoština gora
nego ikada. Da nebuđu digli Vuksana, Arnolda, i
Drenovačkog, ovaj bi poso od davna bio riešen, ali
ii a žalost ako se" u nas nad je koji sposoban, prave-
dan i od važan činovnik odmah ga dignu. Tako je i
pokojna Turska radila, te se; !činpfr(ik časa nebi
ruogo zadržati ako bi išo u .prilog vladi i narodu.
S ovakim elačim nigda napried, koji samo rade da
sebe okoriste a aviet makar vas propao.
Spàiato, 27 agosto. ')
sQttësto é la pri lúa volta, iSignor Redattore, che
hd 1' alto otíore di vergat una qualche riga nel di
Lei pregiato giornale. Mi rincresce olti emodo di non
pojer servirmi della lingua materna: dure circostan-
ze da cío mi dissuadono, come p. e. T ignoranza poco
sch'sabile dellá déttalingtiáí per parte di coloro bhe
nei fiilti da me cjui' narrati <£iuoeant> Una parte ira-
pof tantissicua. D' ¿vltro canto mi »affliggerebbe asfcai
se per causa mia ritornasse in fiore la chista degli
interpreti o se il redattore del periódico 1' Avvenire,
') La responsabilité della corrispon'dfenza Pdfckíiine lo
¿¿fé^ro 'áig/'frJHHikíffófndente, il quale ci assicura di
essere stato testimonio de visu «4ei fatti quivi narrati.
La Redazione.
desiderando gli sia spiegato il tenor del mió car-
teggio, fosse costretto ad accompagnarsi con due o
tre di questi ed aggravai1 cosi il lieve déficit cornu-
nale. E poi come potrei io cogliere il più meschino
effetto narrandogli, in lingua barbara, fatti da per
aè spiacevoli e tristi? Forse confabulando seco lui
nella dolce favella del si potro ammansar quel
bóllente e bellicoso spirito ed estorcergli un atto di
disapprovazione a quanto qui si lece da parte dei
suoi ed a quanto si v'orrebbe fare ancora.
Ma non preeorriàmo coi fatti. La vigilia del
giorno 1«S mese corr. i Bersaglieri di .Spalato dopo
un tiro al bersaglio ritornavano verso sera ai loro
locali. Preceduti da una ciurmaglia (Signori la veritá
è verità) íecero il solito giro inneggiando a Spalato
italiana, al libero statuto ecc. Pin qui nulla di nuovo.
Non è mió compito lo spiegare come la ciurmaglia
del naese osi accompagnarsi con questi pretti latini,
con questi italiani degni dolí' ultima pietra della pe-
nisola di Taranto o qual relazione passi fra i Ber-
saglieri ed i macellai, facchini e compagni. Non è
neppur mió compito 1'indagar perché l'autorité po-
lítica permetta portar archibugi a gente, che in mo-
menti di aberrazione mentale e di cieco patrioti-
smo, centuplicato dai fumi di una birra alcoolizzata,
potrebbe divertirsi a descriver in aria certe parabole
di íuoco. Non è mió compito neppuro il parlar di
donne, che, ninfe, danzavano leggiere dinanzi questo
patrio sodalizio. Non voglio neppur descriver qual
effetto desto nella popolazione il veder il Signor T.,
vestito a ñero portar la tanto decantata coppa, che
costó al proprietario bersagliere Sig, Pav. tre volte
più di quanto vale. Non voglio parlar dei cotillons,
che indorati da un sol, che tramontava, produceano
nei curiosi una períetta illusion ottica, talehè vi fu
un scmplieiotto, che giurava sull' anima di mamma
autonomía qnello esser oro messicano. lo voglio no
verar fatti e devenir ad una conclusione dalla quale di
leggieri si comprenda come questi nostri italianwsimi
abbiano cauSato, iniziato o sostenuto il tafferuglio
del giorno 17. Ma ritorniamo a noi. La ciurmaglia,
che accompagnava la società del Bersaglio, non si
accontento soltanto d' inneggiar a Tizio ed a Sem-
pronio roa, di otro suggestioni, come la fama vuole,
dei generali e sottogenerali della società, che no
velli Ottaviani marciavano superbi, comincio a sca-
gliar ingiurie contro i nazionali come p. e. via da
Spalato i Croati, colle teste dei puntari ecc. ecc.
Mió Dio, chi potrebbe tener a mente le parole
di dispregio agli slavi, che il redattore del periodico
1' Avvenire conia noli' ore pomeridiane e che con i
suoi condegni organi Signori Mu. e Fe. e bella compa-
gnia tramanda in plicchi sugellati alia bruzzaglia di
Spalato? Ma via le considerazioni ed i commenti. I
Bersaglieri adunque, dopo aver fatto il giro per la
città si ritiravano nei propri locali. Pria perô di de-
positar le carabine ancor una volta vollero inneg-
giar al Bajamonti, al Jeréic ecc. Avessero gridato
anche fino che fosse spuntata la prossima aurora,
nessuno per certo avrebbe il diritto di far loro una
qualche osservazione ; ma.... qui comincia il prologo
del lugubre dramma. Fra gli altri curiosi, che tran-
quilli osservavano questa irregolar processione vi e-
rano alcuni militi del battaglióne Weber stanziato a
Spalato. I Bersaglieri, che avevan da saldare un de-
bituccio con questi soldati, pensarOno essersi offerta
una bella occasionc per aggiustar seco loro i conti
ed eceitarono alcuni macellai, facchini e consimile
genia ad ingiuriar i soldati e ail' occorrenza menai
anche lo. maní. E qui sorge una faragine di dimande.
Perche i Bersaglieri spalatini aveano della ruggine
coi soldati? Perché il periodico l'Avvenire imprese a
difender i Bersaglieri senza che alcuno li avesse di
nulla accusato? E vero che il Sig. Piotro Jercic, ab-
bia nella ruattina dell' istesso giorno distribuito de-
naro a'macellai, facchini ecc? Per soddisfar in parte
a queste dimande, trasportiamoci in ispirito al giorno
della commemorazione delle Battaglie di Kljuc e Ba-
njaluka. II battaglionc cîel Weber stanziato a Spalato,
come tutti gli altri battaglioni del Weber stanziati in
provincia, pensó di festeggiar la rieorrenza di questo
fausto avvenimento in senso nazionale ed invitó la
banda nazionale. E da quel memorando giorno te-
nevansi nella società del Bersaglio sedute pomeri-
diane (si notó 1' assenza dell' autorità política) ove
ardenti patriotti (gioventà imberbe) con discorsi a
sensation deploravano 1' autonomía oltraggiata, doman-
davano la rivincita, la riscossa, proponevano e quindi
votavano questiorii di pugilato.
Le parole e gli eccitamenti dei Bersaglieri pro
dussero sulla ciurmaglia il desiderato effetto. Assas-
sine, gente da nulla, che Banjaluka d'Egitto, queste
erano le espressioni che la plebaglia di Spalato sca
gliava ai predi militi. L' Avvenire avrà forse lo sciocco
ardire di negar anche questo ? 1 macellai, questo fior
fiore del partito latino di qui colle lor dolci metà fu-
ron coloro, che diedero principio al dramma del
giorno 17. I Bersaglieri, non certo tutti, veduto che
la ciurmaglia avea appuntino eseguito i comandi dei
lor Ciipi, discesero dai propri locali (noti il periodico
Avvenire discesero) onde esser di rinforzo alla ciur-
maglia, se per Caso ad essa dovesse toccar la peggio.
E qui le dimande. E vero o non è vero che molti
Bersaglieri discesero con archibugi e senza? A che
scopo i Bersaglieri discesero? Perche non rimasero
tranquilli nei lor locali ? Perché non chiusero le porte
d'ingresso? Vi sono a Spalato guardie coamnali?
Ilanno esse il sacrosanto, do ver di tutelar e garan-
tiré la sicurezza delle persone ? Ove erano let guar-
die nel momento del tafferuglio? Vi eniste in $palato
una qualche autorità política? Vi sono a Spalato
gendarmi? Pazienza, che le'risposte vengono dâ'sè.
Molti Bersaglieri discesero, dei inonturati e non mon-
turati, con carabina e senza. Déclinar nouai qui non
serve, la popolazione stessa ce lo atteste gndando :
soldati pobili su se s Betsaljèrima. A che discesero?
Oertamente non saranno discesi a goder del bello
spettacolo e d'altro canto le tinestre dei loro locali
a tal scopo meglio eonvenivano. Vi sono a Spalato
guardie comunali? Si. A tesser la storia di questa
patria istituzione ci vorrebbe il frasar^o di Arturo
Oolautti e la ricca immaginativa di Gaetano Feoli.
Vi erano eerte guardie vecchie, e volenclo po| „ferrea
cum manu" (vedi un numero arretrato del periodico
A o venir e) il dottor Bajamonti assumere le redini
del potere fece venire da Trieste novelle guardie.
Adesso grazie al cielo abbiamo un sergente, due ca
porali e dieci o dodici guardie. Eppure lo stesso
sergente in certe ore del giorno etenta a trovar soli
tre puliziotti. Poverini sdraiati in qualche bettóla
suburbana tracannano del liquor spumoso e se la ri-
dono dei lor padroni e forse anche della loro carica.
Poverini! Al vederli un senso di pietà tosto m'in-
veste e quasi, quasi anche io pagherei loro un quarto
di vino!... Ilanno le guardie il sacrosanto dovere di
tutelare e garantiré gl' interessi e la sicurezza dei
singoli? Lo dovrebbero avere, ma..... chi sono Que-
sti singoli che la polizia tutela ? Sono i membri aella
società operaia, i soci del Bersaglio. Avemmo molfi
eserapi comprovanti che la polizia eccita il popolac-
cio ad assaltar quieti cittadini. Ove erano le guar-
die nel momento del tafferuglio? La metà era impe
gnata a suscitar la ciurmaglia e maltrattar i mili
tari e T altra metà sarà stata probabilmente occu-
pata nel eustodire da torvi sguardi i noatri fon-
tanini. Alla domanda poi se vi aîa a Spalato una
qualche autorità política, non saprei ohe risponçlere.
Il Capitano distrettuale accompagné < la società. del
Bersaglio alla sólita gara, ,dove íanche egli vuotó
due o tre càrtatuccie. ,,L'uomo aarà sémpre uomo"
dice un vecchio adagio. Pero è ,da. fortemente mera-
vigliarsi che il sig. Capitano distrettuale Kutschig non
abbià preso una qualche precauzione pria di portarsi
alla gara. Che i gendarmi si raccontino favola nelle
proprie caserme/oppure passegginoî per istrada, è
cosa, a mio parère, indifférente per l'erario e di grande
importánza per la sicurézza pubblica. Peró taluno
mi potrebbe obbiettare : poteva forse il ^ig» Capitano
prevedere un tal disordine? Chi no» prevede in un
giorno di festività, se non un disordine si grave, al-
meno un diverbio ? Se poi è vero quanto categóri-
camente asseri il „Narodni Li.st" che lo <stesso sig.
Capitano portandosi al Bersaglio abbia gdito parole
di minaecia, *lo non dico altro. —I Bersaglieri adun-
que che disoesero aggiunsero paglia al jfuoco, susci-
tarono vieppiù il popolaccio contro la ,milizia. Ono
fra questi (volendo scimiottar Erostato, che appiccó
il fuoeo al tempio di Diana per lasciar nome nella
storia) levato in alto una sedia, la scaglió contro un
milite. Un fatto tira dietro altri fatti, tre o quattro
Bersaglieri seguendo 1' esempio del prode;COnípagno
percossero con cal ci e pugni diversi sojldati. Un certo
dirigente la polizia comunale con voce rauca e,grossa
intuonó il fatal grido : cacciamo i soldati da marina.
Grido fatale, che ebbe le sue consegujenze. Una con-
fusione insólita sorse alio ra fra militari e .civili, I
macellai o facchini percuotevan i soldati ^questi ul-
timi sguainate le daghe cominciarono a di¡ffendersi.
Fra i Bersaglieri alcuni scendevano con archjbugi e
con spadini, altri sfidavano il militare con parole in-
giuriose ed altri più accorti se la avignarono. Dopo
due o tre minuti primi la marina era deserta. Ora,
erano i soldati in diritto di sguainar le daghe e far
sgombrar la ciurmaglia? La risposta agl'imparziali.
II redattore dolí' Avvenire ingolfandosi fino, la gola
nel códice militare in un numero del suo giornale
posteriore al tafferuglio pubblicó due ,o tre paragrafi,
che proibiscon alia milizia d'impacciarsi in questioni
civili. Benissimo. Ma, torse il redattor dell' Avmnire
dimenticó quel paragrafo si importante del códice
civile, il di cui tenore è all'incirca il seguente: per
propria giustificata difesa un individuo puó non solo
schiaffeggiare ma pur anco freddar un altro? O forse
il soldato non è uomo in carne ed ossa? Infélice per
non dir ridicolo è quell'altro tratto di spirito del
sig. Redattore quando asserisce che la milizia earicó
a bajonetta. Quanti morti dovemmo deplorare ? Quanti
feriti? I militi del Weber mostrarono nel giorao 17
corrénte una pazienza da Giobbe e lo stesao redat-
tore dell' Avvenire dovrebbe esser di ció intimamente
persua8o. (Segue la fine).
S ti van, 26 kolovoza.
Javljamo Vam, Mnogo PostoVani Goap. Ured-
nice, da zadarski ljudi nezadovoljni tim sto ne mare
da pohode Stivanjsku školu, da se uvjere'ob uzgoju
djece; nego nemare ni na glas, što se šivanom
razlegao. Evo ima već tri godine dana; od kad bi
javljeno po listovim, da Stivanjski puk viče: Dajte
nam zgradju za školu, ali i ovaj put, ko i sto dru
gih, badava ; jer vladini ljudi, koji bi mogli učiniti
riee činom, oni se nemiču. Mi se nemožemo do-
voljno načuditi ovoj njihovoj nemarljivosti, i nemo-