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Anno 2. - N. 40
LA VOCE DALMATICA
Abbonamenti per ora non si ricevono
Un numero centesimi 30 di corona
Uo in 8 pti ì'annBssiane
L’indirizzo patriottico di Arbe
li popolo' di Arbe, mentre si decidono le
sue sorti, a mezzo del Fascio Nazionale, del
fascio Femminile c^del Circolo Italiano’ ha
p^;viato aliò LL. Eccellenze V. E. Orlando e
l o. Sonnino il seguente angoscioso appello:
„Nell’ ora di angosciosa incertezza, in cub
prescindendo da assurde ideologie, si tenta
in buona e in mala fede di privare l’Italia
del fruttq della vittoria togliendole quanto
le è sacro ed indispensabile, il popolo di
Arbe, uno e compatto, come quando com
batteva contro i predoni slavi, alto leva per
l’ultima volta il grido della sua irriducibile
volontà perchè i fati della Patria si com
piano tutti ed Arbe dopo un secolo di ob
brobrioso servaggio sia ridata all’Italia.
Nata e cresciuta sotto gli auspici di Ro
ma, fiorita nella sua indipendenza all’ombra
dèi rossi gonfaloni della Serenissima, invano
tentarono despotiche arti falsarne il carat
tere tutto latino. Le sue mura e le sue torri,
i suoi cento palazzi stemmati, le sue mille
sorgenti e le vaste pinete cantano con la
loro bellezza la bellezza d’Italia, ed Arbe,
bella come quando accolse il doge Pietro
Tradonico, con i soldati d’Italia dentro 1<?
sue mura e il tricolore piantato sul Palazzo
del Conte, attende come donzella che vada
a nozze gli ’ sponsali con la Patria sua
grande.
A Vostra Eccellenza che nel consesso di
Parigi a ignobili tentativi di patteggiamento
contrappose il sacrosanto diritto della nazione
vittoriosa, i cittadini di Arbe lanciano il
supremo appello perchè quella che fu la
figlia più caramente diletta di Venezia non
sia data in preda alla selvaggia ugna croata
usa a dilaniare senza pietà.
Per le ceneri dei nostri morti che non
son morti, per il pianto delle nostre donne
che non è pianto, per il lutto delle nostre
madri che non è lutto, se diventa reale per
noi il sogno pel quale combattemmo g sof
frimmo, noi Vi preghiamo di non abbando
narci e ancora una volta lanciamo a Voi e
al popolo d’Italia tutto il grido che nei
secoli tante volte suonò oltre il mare : „Li
berateci dai nostri predoni; liberateci dai
croati !"
Arbe, 29 aprile 1919.
< La Presidenza del Fascio Nazionale: Doimo
• Lauro Galzigna, Giorgio Palcich, Enrico
Macaus.
La Presidenza del Fascio Femminile: Anna
Usmiani, Albina de Grazio, Maria Prinzi.
Il Consiglio direttivo del Circolo Italiano :
Alessandro Rubcich, Antonio Sbisà, Pier
Garibaldi Galzigna, Giovanni Lemesich".
Un appello đisli Miti l’Italia
La sezione romana dell’ „Associazione fra
gli Arditi d’Italia" ha pubblicato il seguente
appello :
Romani 1 Compagni d’ Arme !
Dopo ayer tutto dato, con purezza e abne
gazioni sublimi, alla causa della civiltà, noi
ì generosi, noi i gentilissimi, noi gli idealisti,
che abbiamo stupito il mondo con la luce
del nostro eroismo, ecco che siamo ora bru
talmente frodati nell’ adempimento dei patti
d’ alleanza.
Ma PItalia, se è povera di materie prime,
è ricca di volontà e di energie produttive,
e non si lascerà ricattare impunemente.
Se isolati ci vogliono, noi accettiamo con
fierezza l’isolamento. E dichiariamo che è
tempo di abbandonare ogni scrupolo, ogni
pernicioso idealismo, ogni morboso senti
mentalismo (che si traducono in denaro so
nante nelle case straniere) per occuparci
esclusivamente del nostro interesse e del
nostro avvenire di grande Nazione.
Cittadini! Combattenti!
Nessuno potrà giuocare un popolo di la
voratori intelligenti, se questo popolo di
mostrerà di essere tutto unito e pronto ad
ogni lotta per il suo diritto.
Sospendiamo per ora le lotte dei Partiti,
e stringiamoci intorno ad un solo vessillo,
in nome di quella Italia per cui abbiamo
sopportati quaranta mesi di trincea.
Serratevi intorno a noi che abbiamo giu
rato di lottare con, feroce ostinazione fino
all’ultimo. i--tr i * •
Inscrivetevi in massa alle liste di volontari,
pronti ad ogni eventualità, per la fortuna
d’Italia!
----------——<$>--$■'----------
Dimostrazioni nella Venezia ISioiia
Tutta la Venezia Giulia è insorta a pro
testare contro l’illogico e ingiusto compor
tamento di Wilson plaudendo entusiastica
mente all’ energico atteggiamento dei beri
difensori dei nostri diritti a' Parigi, in tu i
i paesi sono avvenute entusiastiche mani
festazioni di solidarietà. Si tennero comizi
e cortei a Baie dove parlarono il Sindaco
e vari studenti. Identiche manifestazioni av
vennero a Umago, Verteneglio, Crisignano,
Capelvenere, Cittanova <P Istria, Grado. . A
Pinguente tutta la cittadinanza adunatasi a-
Per le inserzioni’rivolgersi all’Amministrazione
— — — Pagamento anticipato — — —
ì
Davanti ad fn magnifico quadro, rappre
sentante la piazza San Marco con la chiesa,
venne allestito ,1* altare, sotto il quale venne
posto il cofano’ che contiene la bandiera di
combattimento.]
La messa, a|ja quale, oltre agli invitati,
assistette tutto« P equipaggio, venne solen
nemente celebrata dal cappellano di bordo
Reverendo Domenico D*Agostino, il quale
dopo il Vangelo tessè con belle parole e
spirito patriottico il panegirico del Santo.
— Durante la messa suonò V orchestra' e il
cappellano militare, rev. Gardelia, in posses
so di una limpida é pastosa voce tenorile,
cantò con molto sentimento ed espressione
Fave Maria deLGounod.
Terminata la 'messa la Banda militare del
15° Fanteria eseguì egregiamente il maestoso
inno della navt, accompagnato dal canto
dei presenti, paiole di Ettore Gallo e mu
sica del M.o Selvaggio. Eccolo :
Inno della l&gia Nave „San Marco"
CUSTOS Vel Ultor
Custode od ultdre, di avito diritto
D’un’ itala gentè, qui d’Adria sul mar,
Ancora il tuo nóme, temuto ed invitto,
Risuoni, o San Marco, dal Lido al Quarnar.
Ne’ golfi muniti, su costa ferrigna,
Ov’ieri dei padri rifulse il valor,
Rifulgan domani, ne 1’ ora sanguigna,
De’ memori figliala possa e il cor.
Rifulgano e anfora la prode latine
Trascorran vittriri per noto sentier :
Su terre francate si compiano alfine
Le sorti d’Italia^ di Dante il pensier.
Poi il Comandante della nave il Cap. di
Vascello sig. Sorrentino presentò agli ospiti
il comandante Roggeri, un eroe della guer
ra, il quale salutato da una lunga ovazione
pronunciò un vibratissimo, patriottico e denso
discorso.
Uno scroscio applausi e una grande
ovazione accoglie le fiere parole del prode
comandante.
Quindi la musica eseguì V inno alla Ma
rina e gli inni nazionali fra gli evviva a San
Marco e vivissime ovazioni.
Così ebbe fine, la cerimonia religiosa della
mattina.
Nel pomeriggi^ ebbero luogo le regate a
vela, ma mancò jil vento e ciò nonostante
riuscii <mo itbbasì
gli invitati si recarono a bordo per il rice
vimento danzante che riuscì uno splendore.
La poppa della nave venne trasformata
per P occasione in un* elegantissima sala da
ballo.
L'illusionista cav. Lunardi eseguì alcuni
dei suoi meravigliosi giuochi di prestigio
fra lo stupore degli astanti e si meritò i
calorosi applausi che gli vennero tributati.
Secondo il, programma s’intrecciarono le
danze, che, accompagnate da un’ eccèllente
orchestra, si svolsero piene di brio e di
animazione fino all’ ammainata della ban
diera.
Alle 7 e 50 precise venne ammainata la
bandiera di combattimento assieme al gonfa
lone di San Marco al suono della marcia
reale dopo la quale la banda suonò gli inni
patriottici compreso quello di „San Marco"
accompagnati dal canto dei presenti fra ac
clamazioni vivissime. Durante la festa venne
offerto un lauto rinfresco.
La splendida e riuscita festa, alla quale
prese parte S. E. il Governatore Millo con
lo Stato maggiore, si protrasse fino alle
20, lasciando in quanti vi intervennero la
più gradita impressione, sìa per l’animazione
e il brio, ehe per la grazia, cortesia e gen
tilezza veramente squisita dèi nostri ufficiali,
che alle belle doti di uomini e di soldati
accoppiano quelle di gentiluomini perfetti.
Telegrammi inviati a. Venezia. In occa
sione della lesta di San Marco S. E. il
Governatore ha così telegrafato al Sindaco
di Venezia: „Oggi, mentre la nave „San
Marco" festeggia in queste acque di Sebe
nico il nome del Santo Patrono, il pensiero
di tutti noi Italiani si volge a Venezia e dai
ricordi del passato trae sicura fede per
P avvenire".
A questo patriottico saluto il conte Gri
mani ha risposto col seguente telegramma :
„Ringrazio vivamente V. E., esempio mira
bile di ardimento e virtù marinare pel gen
tile messaggio inviatomi in un giorno di
solenni e patriottici ricordi da codesti lidi
cari all* Italia e rivolgo memore pensiero
alla gloriosa nave „San Marco" affermante
con la sua presenza nelle acque dalmate i
sacri diritti della Patria Italiana.
„Sindaco Conte Grimani. Venezia. Sebe
nico che nei monumenti ricorda il dominio
della Serenissima e che per le storiche tra
dizioni perenne affetto legava al gonfalone
di San Marco, nell’ odierna ricorrenza invia
a Venezia sorella affettuoso fraterno saluto
e fervido augurio. — Pel Fascio Nazionale,
deputato Pini".
„Associazione San Marco. Venezia, li
fiammante gonfalone della Dominante che
riconosce la sua costa ferrugina segnata in
eterno col segno indelebile di San Marco
ci è di pegno nelF attesa che siano compiuti
i .giusti confini d’Italia. Fascio Giova
nile. -—Sebenico.
comizio vibrante di entusiasmo dopo un
conciso e nobile discorso del capitano Co-
mandmi ha votato per acclamazione un fer
vido ordine, del giorno.
A Capodistria è stato affisso un mani-
es o invitante tutti, senza distinzione di
partito e di classe, ad unirsi intorno ai no
stri delegati perchè unanime la città di Na-
zano Sauro ripeta la sua fe.de nei destini
d Italia, Le campane del palazzo Pretorio
dopo parecchi lustri di silenzio chiamarono
a raccolta i cittadini. Una folla enorme si
racco se nella Piazza del Duomo. Avevanó
a erito tutti i partiti e tutte le Associazioni,
il poeta Giovanni Quarantotto arringò il po
polo rievocando le vittorie d’Italia, i diritti
secolari della Nazione su Fiume e la Dal
mazia. Fra unanimi acclamazioni e immenso
entusiasmo .fu approvato il seguente ordine
el giorno : „Il popolo di Capodistria rac
coltosi concorde a.plenario comìzio pubblico
mentre approva il risoluto contegno dei
plenipotenziari nazionali si fa anch’ esso mal
levadore in faccia al mondo del buon di
ritto dei fratelli fiumani e dàlmati e chiede
al Governo Nazionale che questo diritto sia
fatto trionfare ad ogni costo?’
. Furono inviati moltissimi telegrammi. Le
dimostrazioni in tutta la provincia continuano.
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Il comizio a Parenzo
Nella piazza Vittorio Emanuele si è tenuto
un affollatissimo comizio di protesta contro
il voltafaccia di Wilson. Parlò per primo il
sindaco Sbisà portando a nome del comune
il plauso al fiero atteggiamento dei nostri
delegati. Il dottor Voltolina trascinò la folla
con un discorso convincente ad una entu
siastica ovazione a Fiume e alla Dalmazia.
Parlarono ancora due operai incitando il
popolo ad essere pienamente italiano e ad
avere fede, in questa tragica ora che l’Italia
attraversa, nel Governo.
Fu acclamata il seguente ordine del gior
no: „Il popolo di Parenzo, d’Istria adunato
in solenne comizio sorto con un’ anima *sola
a difesa dei sacri, imprescrittibili, eterni
diritti della nazione, indignato contro 1’ atto
individuale del Presidente Wilson certamente
non condiviso dal saggio civile popolo Ame
ricano, assertore ed adoratore della libertà,
riafferma con unanime consenso iL diritto.,
d’itali» su Fiume italianissima’e ì& Dalmazia
romana, Veneta, Italiana, dolorante e straziata
ancora da obbrobrioso servaggio, stigma
tizza inaudita intromissione straniera nelle
cose interne dell’ Italia ; unisce il proprio
grido di indignazione a quello del sano,
patriottico, vigile popolo d’Italia ; plaude
all’ energico atteggiamento della delegazione
nostra traendo sicuro auspicio prossima in
tegrale consacrazione diritto nazionale". Do
po di che si formò un grandioso corteo che .
attraversò la città al canto degli inni na
zionali. „
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Dalla Provincia
Da Bencovaz.
Festa patriottica. L’ altro ieri sull’ imbru
nire partivano da Porta Terraferma due
„camions", gremiti di signori e signore che
si recavano alla festa dì ballo, offerta dagli
ufficiali del distaccamento di Bencovaz. Al
legro fu il tragitto notturno e festosa e
gentile l’accoglienza nel simpatico paese.,
Ben presto le coppie danzanti riempirono
la bella sala del circolo, riccamente e ge
nialmente ornata con fiori e illuminazione
veneziana. Al tocco circa parlò il farmacista
sig. Ruggeri, esprimendo il plauso e la
gratitudine verso i nostri delegati e chie
dendo alla grande Patria l’adempimento
del nostro voto più caldo : 1 annessione.
Calorosi applausi interrompevano l’oratore,
mentre grida di „Evviva la Dalmazia ita
liana" e „Vogliamo l’immediata annessione *,
insieme al canto degl’ inni nazionali, echeg
giavano ancora una Volta, invocanti dalla
nazione, e dal mondo tutto, l’adempimento
dei voti secolari.
Le danze si protrassero fino alle quattro
del mattino e ai primi albori l’allegra comi
tiva ritornava a Zara, serbando grato ricor
do e vivo desiderio della bella Bericoyaz
italianissima.____ _____
Da Sebenico
La festa di San Marco a Sebenico. Gli
ufficiali e i marinai della R. Nave „San
Marco" vollero solennemente festeggiare a
ricorrenza del Santo Patrono, del quale la
nave porta il nome ; epperò il signor co
mandante ed i signori ufficiali furono cosi
cortesi d’invitare a partecipare alla festa
numerose famiglie italiane.
Alle 9 le imbarcazionr si scostarono
dalla banchina con gli invitati.
Alle 10 precise a bordo della nave, dato
il segnale, venne issata la bandiera di combat»
timento, dono delle signore veneziane, al
suono dell’inno reale. Contemporaneamente
all’ albero di trinchetto venne issato il
gagliardetto del Leone alato fra entusiasti
che acclamazioni dei presenti. ,
La nave venne tutta quanta addobbata
con bandiere e palmi»».
Conte Grimani. — Sindaco. Venezia. Alla
città marinara e materna venga il saluto di
questa sezione forte di ben mille soci della
Lega Navale Italiana, nel dì vittorioso del-
l’Evangelista che invidiato sostenne per
secoli il segreto dell’ alta e schietta italianità
dalmatica, riassumente tradizioni idee aspi
razioni e martirio. — Presidente Ruggeri.
Riapertura della Biblioteca popolare ita
liana. Giovedì 24 corr. venne riaperta la
Biblioteca popolare italiana. — La biblioteca
è aperta ogni giorno — ad eccezione delie
domeniche e delle feste intermedie — alter
nativamente : un giorno dalle 11—12 fai
mattino un altra, dalle 7—8 di sera.
Le tessere d’abbonamento si prelevano
nelle ore sopraindicate. .
Dono al Fascio Giovanile. L’Associazio
ne „San Marco" di Venezia ha mandato in
dono al „Fascio Giovanile" di Sebenico un
magnifico gonfalone? di San Marco, per il
quale la direzione invia i più sentiti ringra
ziamenti.
Da Pago
Natale di Roma. Nellà ricorrenza del
Natale di Roma, il Municìpio e il Comando
del Presidio inviarono un dispaccio all’alma
Mater Roma, al quale il sindaco don Prospero
Colonna rispose, ringraziando vivamente pel
gentile gratissimo messaggio.
Fidanzamento. Giorni or sono si svolse
un gentile avvenimento : il fidanzamento
dell’ avvenente signorina Lena Raccamarich
col giovine guardia marina della R. M. sig.
La Penna di Monopoli.
Presenti gl’intimi di famiglia, il capo del
giudizio cons. dott. Testa, il medico del
presidio dott. Paolo Bosio e il commissario
R. Avv. Pompeo Allacevich, il comandante
del Presidio a nome della famiglia del fi
danzato fece la richiesta ufficiale della mano
della gentil signorina. Durante il rinfresco
offerto dalla famiglia lo stesso comandante
presentò a nome di tutto il presidio i più
fervidi auguri agli sposi, cui vennero pre
sentati parecchi mazzi di fiori.
E con una gita terminò la bella festa
familiare..
Per San Marco» Nel giorno della festa
-'idi. -San Pago- i-avte— lì Ui—
legrammà al sindaco di Venezia ; „Come un
di gli avi, festeggia oggi questa redenta
popolazione l’Evangelista protettore, segna
colo di fede nei destini della Patria.
Il Sindaco Conte Grimani rispose: „Saluto
augurale cotesto Confarne e comandante
presidio* militare giungemi particolarmente
gradito nel giorno di San Marco in cui Ve
nezia con la rievocazione del glorioso pas
sato ritempra la sua fede. — Sindaco Grimani.
27 aprile 1859. In occasione del 60,o
anniversario della seconda fuga del granduca
Leopoldo II. da Firenze, la qual ricorrenza
è sempre festeggiata da quella città sorella,
venne dal Municipio e dai Comando del
Presidio inviato un dispaccio al Municipio
di Firenze.
L’adunata commemorativa dello sbarco
delle truppe liberatrici. Domenica la cit
tadinanza si recò alle 11 in corteo a Riva
Vecchia, sostando alla banchina, ove sei
mesi mesi or sono — il benedetto giorno
del 4 novembre 1918 — approdarono le
prime truppe italiane liberatrici con la glo
riosa Torpediniera 55, considerata dagli za-
ratini come P'altare della Patria.
Veramente la cerimonia commemoratrice
avrebbe dovuto riuscir più solenne. Era pro
gettata sulla banchina P erezione di un al
tare, sul quale doveva essere celebrata una
messa ; la riva stessa avrebbe dovuto essere
addobbata a festa. Ma il tempo, più inver
nale che primaverile, impedì 1’ erezione del-
P altare e P addobbo.
Tuttavia il popolo accorse numeroso con
le bandiere delle varie associazioni cittadine
e la Banda del Ricreatorio, a rinnovare una
solenne manifestazione d’italianità.
L’ on. Krekich pronunciò un discorso vi
brante di patriottismo, che esaltò P animo
della folla. Egli ricordò il 4 novembre del
1918, quando il popolo nostro genuflesso
accolse la nave che recava i fratelli libera
tori, rilevando che, a sei mesi di distanza,
Zara rinnovava idealmente il rito e riaffer
mava P atto solenne che P ha legata indis
solubilmente alla grande Patria italiana.
,,L’ atto odierno — egli disse — corona de
gnamente le manifestazioni svoltesi pur ora
nella Penisola per proclamare la^ decisa vo
lontà del popolo italiano che queste terre
siano per sempre riunite all’ Italia. Esso h^
parlato come si addice ad un popolo co^
sciente del suo buon diritto, del suo valore
e dena sua potenza; e gli uomini, che reg
gono i destini d’Italia, devono essere osse
quienti al suo volere. Nessuna soluzione del
problema adriatico è possibile all’ infuori
dell’ annessione all’ Italia di queste terre, che
furono già di Roma e dì Venezia. Ogni al
tra soluzione, affacciata dai nemici d’Italia,
deve rigettarsi con indignazione".
Zara, 6 maggio 1919
Redazione ed Amministrazione provvi
soriamente nella Tipografìa SchSnfeld.
E, ad avvalorare ancora una volta P in
crollabile volere del popolo di Zara, pro
pose P invio al presidente dei * ministri di
questo telegramma:
„Eccellenza Vittorio Emanuele Orlando,
presidente del consiglio dei ministri Roma.
Il popolo di Zara, raccolto tutto sul posto
ove approdò la prima nave liberatrice, a
festeggiare con solenne rito patriottico il
compiersi del sesto mese del suo riscatto,
afferma ancora una volta, fra delirio di en
tusiasmo, la sua inflessibile volontà di es
sere per sempre annesso all’ Italia, depre
cando le soluzioni ibride affacciate da parte
avversaria con subdole intenzioni, che feri
rebbero un popolo fiero di venti secoli di
non interrotta civiltà latino-veneziana."
Dopo la lettura del telegramma, che, co
me il discorso, venne accolto da entusiastici
applausi, l’on. Krekich propose che il po
polo si recasse al Comune per pregare il
Sindaco di trasmettere subito il telegramma
all’ on. Orlando.
L’ imponente corteo, preceduto dalla Ban
da del Ricreàtorio, si recò per Calle Le
panto e Calle Larga, imbandierate a festa,
in Piazza del Plebiscito, ove si rinnovarono
le dimostrazioni, fervide di canti e di evviva.
Al balcone del Comune, chiamato dalle
ovazioni della folla, si presentò il nostro
Sindaco, con P on. Pini e il dott. Cace di
Sebenico, i quali vennero fatti segno ancji’es-
si ad un lungo applauso, significante la più
schietta e fraterna simpatia.
Il Sindaco fece plauso all’ atto sacro e
solenne compiuto dal popolo di Zara, tale
da riaffermare ancora una volta P incrolla
bile sua volontà di essere riunito per sempre
alla Patria. E con calda parola rinsaldò nel
popolo la fede nell’avvenire radiose della
nòstra patria, glorificando 1* Italia.
Una interminabile ovazione accolse le pa
role del Sindaco.
Lon. Pini, con accento commosso, rin
graziò la cittadinanza per la bella dimostra
zione1'di simpatia, la quale, più che alla sua
persona, intendeva diretta alla sua Sebenico;
accennò a Zara, antesignana e solidale uel-
P opera di redenzione per le alte beneme
renze patriottiche del dott. Ziliotto; ricordò
P italianità di Sebenico, la quale, in ispecie
nella festa del primo maggio, ha attestato
nel modo più eloquente il suo carattere
n&M.ione4c., af«landò COSÌ k: bugiarde asser
zioni avversarie, che sostenevano essere
soltanto diciasette gli Italiani di Sebenico.
E chiuse il suo dire, bene augurando a Za
ra e alla Dalmazia tutta, salutato da una
calorosissima ovazione.
Al suono della Marcia Reale, eseguita dal
la Banda del Ricreatorio, ed ascoltata a ca
po scoperto, e in mezzo allo sventolio delle
bandiere, la bella ed ordinata manifestazione
ebbe termine.
I volontari dalmati hanno spedito il 4
corr. il seguente telegramma a S. E. P on.
Orlando.
„I volontari di Dalmazia, quelli che con
Sicura fede e con profondo amore parteci
parono a tutta la guerra salita, e quelli che
a migliaia si apprestano a difendere il suolo
inviolabile della Patria, di fronte all’ insano
tentativo da parte di amici e nemici di
strappare all’ Italia vittoriosa il frutto del
suo martirio e della sua gloria, incrollabil
mente riaffermano la volontà della Dalmazia
tutta di essere annessa alla Madre Patria,
si dichiarano pronti a riprendere le armi al
grido di „Italia o morte" contro chiunque
tentasse di offendere la memoria di Francesco
Rismondo e di tutti i nostri martiri ed eroi
caduti per la vera unità della Patria".
Fiori <P arancio. E’ ritornato ieri il co
mandante Felice de Boccard con la sua
gentile sposa, contessa Maria Santucci di
Roma.
L’ affetto sentito da tutti gli Zaratini per
il comandante de Boccard, che fu il libe
ratore di Zara e resse le sorti della città in
momenti difficili, è così grande che ci sen
tiamo sodisfatti di riaverlo stabilmente fra
noi con la sua distinta signora.
Alla coppia gentile le nostre più cordiali
e sincere felicitazioni.
La brutta avventura toccata ad un Sin
daco. U Sindaco di Stretto, P egregio signor
Francesco Salamu n, si recò giorni sono can -
didamente a Spalato per assistere, in qualità
di testimonio, alle nozze del dott. Edoardo
de Denaro* di Stretto con la signorina Ester
de Draganich-Veranzio.
Con lui, si era recato a Spalato anche il
signor Girolamo Óbratov, pure di Stretto,
e anch’esso come testimonio alle nozze.
1 signori de Demaro, Salamun ed Obratov,
passando per le vie della città, si videro
bensì fatti segno alle torve occhiate di quel
Petito, che, vecchio arnese delli polizia au
striaca, la Jugoslavia ha voluto rimettere a
nuovo nel proprio servizio, ma non ci ba
darono più che tanto.
Senonchè, compiuto il rito nuziale, ecco
il Petito stesso presentarsi ai tre signori di
Stretto ed intimar loro, senz’ altro, P arresto.
E i tre vennero subito tradotti alle car
ceri criminali e tenuti in arresto.
Si può facilmente immaginare in quale stato
d’animo : il dott, de Denaro tolto. brusca
mente al rito nuziale ; gli altri due, onesti ed
a nome degli italiani per tante sue presta
zioni e pel vivo interesse alla nostra causa.
Tutti i presenti, ed in particolare modo il
Commissario civile dott. Francesco Madi-
razza, che per il capitano Tredici professò s
speciale estimazione, presero nel modo più
affettuoso commiato dal distinto ufficiale,
che ci fu veramente amico e fratello.
Telegrammi. Venne spedito questo tele
gramma a S. E. il Presidente del Consiglio
Orlando, a S. E. il Ministro degli Esteri
Sennino ed al Presidente del Parlamento
on. Marcora a Roma :
„Il popolo di Tenin con imponente odierna
manifestazione, ^esprime il più fervido plauso
alla Delegazione italiana che con fermezza
incrollabile ha difeso e difende il diritto e
Fonore dell’ Italia. Il popolo stesso, col con
corso di tutte le Autorità locali e dei mag
giorenti villici, chiede l’immediata annessione
di tutta la Dalmazia al Regno d’Italia. —
Sindaco Scopinich".
Un altro dispaccio venne inviato dal Fascio
Nazionale di qui all’on. Sonnino.
L’on. Sonnino rispose con questi tele
grammi :
„Sindaco di Tenin. Giungemi graditissimo
il nobile telegramma inviatomi. Ringrazio
vivamente codesto popolo per l’affermata
solidarietà nazionale. — Sonnino".
„Presidente Fascio Nazionale di Tenin.
11 suo nobile e patriottico telegramma mi
giunse graditissimo. Ringrazio vivamente gli
italiani di tutto codesto distretto politico
per il loro saldo attaccamento alla Patria, —
■Sennino". ■_____
Da Zaravecchia
Ladri di legna. Il 2 andante, di giorno
ed in varie riprese, dieci contadini di qui
tagliarono e asportarono legna da questo
bosco comunale, causando un danno all’ am
ministrazione di circa 30.000 corone.
I primi sei vennero arrestati e gli altri
quattro denunziati perchè irreperibili. Si
recedette al - sequestro di parte della re-
rtiva.
dominazione italiana, la quale porta, tra altre
più : o. meno autentiche, la firmà^jdeU’ arci- ;
vescovo pòlišić, .
2) Non.si nega che F arcivescovo possa aver
incaricato altra persona di firmare a nome
suo la dichiarazione di nazionalità creata ;
si nega che abbia apposto la sua firma a
una domanda d’ annessione alla Jugoslavia^
o alla protesta contro F occupazipfté italiana.
3) -,O F arcivescovo è in bona :,fede,S:p°n
sapendo a quale documento i croati abbiano
appiccicato la sua firma o gioca, o altri lo
fa giocare, indegnamente d’ equivoco.
Noi siamo inclini ad ammettere che mons.
Pulišić, persona d’ ingegno insignita di una
delle più alte cariche ecclesiastiche, sia
superiore a qualsiasi sospetto di poca sin
cerità ; e allora quali deduzioni se ne trag
gono ? Ci pensi chi deve. Noi intanto, per
continuare la discussione su basi positive,
chiediamo che si pubblichi dal „Narodni
List" la dichiarazione che si legge in testa
al così detto plebiscito jugoslavo. Soltanto
allora la polemica potrà entrare nella fase
risolutiva.
Tasse sull’ esportazione di merci. 11 Segre
tario Generale per gli Affari Civili del Co
mando supremo pubblica le seguenti dispo
sizioni relative all’ esportazione di merci
all’ estero : „ . '
Art. 1. — Sono estese ai territori occu
pati dal R. Esercito le disposizioni dell’art.
1 del R. D. 15 settembre 1915 n. 1373 all.
A, e dell’art. 2 del D. L. 31 agosto 1916
n. 1090 all. D, con le modalità stabilite
dagli articoli seguenti.
Art. 2. —- ^permessi per l’esportazione
di merci all’ estero rilasciati subordinatamente1
alle particolari disposizioni che- regolano le
esportazioni stesse, sono - sottoposti ad una
„tassa di concessione governativa" nella mi
sura dell’ annessa tabella.
Art. 3. —• La tassa sarà liquidata dai Go
vernatorati in calce al permesso, anche se
rilasciato da altra Autorità.
I permessi saranno inviati dai Governatori
all’Ufficio Doganale o all’Ufficio delle Im- ~
poste più vicino alla residenza del richie
dente od a quello che il richiedente stesso
abbia indicato.
L’ Ufficio riscuoterà la tassa e consegnerà
il permesso dopo avervi annotato gli estremi
della partita d’ introito. Comunicherà al Go
vernatore F avvenuta riscossione.
Per la tassa, che costituisce un provento
dell’amministrazione finanziaria, saranno te
nute distinte scritture contabili.
Art. 4. — In quei territori occupati nei
quali ha tuttora corso legale la valuta del
cessato regime austro-ungarico, la tassa
potrà essere corrisposta con detta valuta,
ragguagliata in ragione di due corone e
mezzo per ogni lira italiana.
Art.f 5. — Le controversie che possono
sorgere saranno definite dal Segretariato
Generale.
Art. 6. — Le disposizioni della presente
determinazione entreranno in vigore il 20
aprile 1919.
Ritiro dei deposili presso le basiche 'di
Vietassi». La Missione italiana a Vienna. ha
avviato trattative coi Governo dell’ Austria
tedesca per il ritiro dei depositi che citta
dini delle terre redente hanno tuttora presso
le banche di Vienna. Tali pratiche sono state
condotte a buon punto, e si spera di otte
nere quanto prima 1 adesione formale del
Ministero delle Finanze dell’ Austria tedesca.
Per concretare però le richieste e per av
viare 1’ organizzazione del trasporto di tali
valori nel Regno occorre stabilire :
l.o. Quali siano i depositi di cui dovreb
be essere chiesto il ritiro.
2.o. Presso quale banca siano stati fatti
e per quale importo.
3,o. Quali depositanti desiderano che i
loro depositi siano ritirati a cura del regio
Governo.
4.o. Le qualità di pertinenti ai territori
occupati in coloro che chiedono la restitu
zione dei loro depositi.
GF interessati sono pertanto invitati a for
nire gli elementi di cui sopra ai rispettivi
Capitanati o alla Camera di Commercio e
Industria di Zara, che sono incaricati di rac
cogliere i dati in parola.
Fiorì d’arancio. Oggi la gentil signorina
Elda de Grafenstein si è unita in matrimo
nio coll’ egregio nostro concittadino, il ca
pitano medico dott. Maurizio Mandel.
Felicitazioni ed auguri.
Cartoline illustrate. E’ da deplorarsi vi
vamente che anche in alcuni negozi italiani
vengano messe in vendita cartoline illustra
te di Zara con dicitura croata, edite dalla
filiale della società „Mercur".
Se anche questa sterile offesa al carattere
italiano di Zara non abbia mai riportato
il minimo successo, pure spesse volte è
causa di inconvenienti spiacevoli. Immagi
niamoci F effetto prodotto da una di queste
cartoline spedite in Italia — e i nostri sol
dati ne spediscono giornalmente a centinaia
— con tanto di dicitura „Zadar" e per di
più : „Obala Franjo Josip" !
I proprietari di questi negozi dovrebbero
una buona volta comprendere Finconveniente,
ed ordinare cartoline con vedute della no
stra città, le quali, con dicitura esclusiva-
mente italiana, corrispondano al carattere
di Zara e al sentimento della sua cittadi
nanza.
Sequestro d’armi. In una perquisizione
fatta a domićilio a Drasković Giovanni si
rinvennero una pistola ad avancarica e 10
cartucce a pallottole per armi di modello
1891.
L’ arma e le munizioni furono sequestrate
e il responsabile arrestato.
Ostruzione di strade. Ci si lagnano che
parecchie calli, specialmente quelle del borgo,
sono sempre ostruite da carri. Quest’inco-
veniente deve essere evitato.
£
In un diverbio. Il 29 aprile u. s. in S.
Cassiano Dorich Simeone, in un diverbio
con Digan Giuseppe, lo colpì alla testa con
una zappa, producendogli ferite lacero-con
tuse giudicate guaribili in giorni sedici, salvo
complicazioni. Il feritore venne arrestato.
------- -------------------------------------- ---------------
Cronaca
Zara a Fiume sorella. Il nostro Sindaco
ha inviato questo dispacciò al „Commenda
tore dottor Grossich, presidente del Con
siglio Nazionale di Fiume. Zara, mentre ieri
tributava entusiastiche accoglienze ai rap
presentanti della stampa romena e di altre
nazioni latine sorelle, in piazza ed in teatro,
tra deliranti infinite acclamazioni di popolo,
si pretese con 1* anima tutta verso Fiume
eroica, riaffermando che niuna forza umana
varrà a strapparla alla madre Italia, cui per
volontà sua e di Dio consacrò perennemente
i suoi destini. -— Sindaco Ziliotto".
Revoca di interdmom austriache, il Co
rnando Supremo del r. Esercito italiano ha
emanato il seguente ordine :
„Noi tenente generale cavaliere di Gran
Croce Pietro Badoglio, sottocapo di stato
maggiore dell’esercito; visto F art. 251 del
Còdice penale per F esercito ; visto i nn. 39
(5 comma) e 41 del „Servizio in guerra"
parte La; Ordiniamo: Art. 1. I provvedi
menti emanati per ragioni di ordine politico,
in danno di sudditi di nazionalità Italiana,
dopo il 1 agosto 1914 dal Governo o dalle
Autorità locali della cessata Monarchia,
austro-ungarica, comunque concernenti in
terdizione da pubblici uffici o dall’ esercizio
di professioni o di arti, sono, a tutti gli
effetti, revocati dalla data in cui vennero
emessi.
Art. 2. Spetta ai governatori di provve
dere sulle istanze ali’ uopo presentate dai
singoli interessati, con obbligo, per quanto
riguarda i Consigli professionali, di unifor
marsi al provvedimento adottato. Addì 15
aprile 1919. Il sottocapo di stato maggiore
dell’ esèrcito : Badoglio.
Certe lapidi. Ci scrivono dalla città: „L’o
pera di distruzione dei primi giorni dopo
la caduta dell’Austria ha risparmiato diversi
sconci lapidei, inavvertiti forse dall’ira ge
nerosa dei demolitori.
La lapide marmorea dei Cappuccini, lo
sconcio immurato sulla facciata dell’ ufficio
portuale, la pretenziosa opera simbòlica del
liceo di S. Demetrio, il lapidone a caratteri
d’oro della Casa di ricovero — odiosi ri
cordi di umiliazione eccitano un senso
acuto di umiliazione e di disgusto.
E’ poi facile immaginare l’impressione
prodotta sul visitatore da quei ricordi che
offendono Zara nel suo carattere e nella
sua prerogativa di libera città italiana, acqui
stata dopo tanti dolori. I cittadini non insi
stono che quelle lapidi siano demolite. Insi
stono solo che siano quanto prima levate e
collocate in qualche angolo tetro del museo
perchè, un giorno, sia dato modo al fore
stiero di ricordare il secolo d’oro della do
minazione austriaca". Il
Il „Narodni List" si mostra, quando gli
torna conto, più abile negli accorti-ripieghi
che incline ad affrontare le questioni in
modo aperto e preciso. Riguardo alla retti
fica dell’ arcivescovo, il giornale croato vor
rebbe completarla con quelle di altri due
suoi cortnazionali, come se 1’ arcivescovo non
sapesse e potesse, volendo, chiarirla e com
pletarla da solo. Ma questo è meno interes
sante; noi insistiamo ancora su questi tre
punti :
1) I creati di Zara hanno mandato a Pa
rigi una dichiarazionè di protesta contro la
Arresti per illecito possesso di corone
timbrate^ Giorni sono Rilié Elia di Smo-
covich» di giornqhè nel pròprio domicilio,
vénne^ trovato in possesso dì 414 corone
timbrate con bollo jugoslavo. Le corone
vennero sequestrate. / ?
In Obbrovazzo vennero” arrestati tre indi
vidui perchè trovati in possesso di monete
cartacee a.-u. timbrate còn bollo jugoslavo
per un importo di dòrone 1693.
La nominata Draghicevié Elena venne
dichiarata in arresto perchè trovata in pos
sesso di moneta cartacea timbrata con bollo
jugoslavo per F importo di corone 206. E
il denaro venne sequestrato.
Tentato suicidio, ieri la piccola A. G.,
figlia di un trattore, tonto di suicidarsi con
dell’acido carboìico. Ma un vicino, irrom
pendo nella camera ove si era rinchiusa, ie
impedì di compiere l’atto disperato. La ra
gazzina venne trasportata all’ Ospedale con
gravi ustioni alla faccia e alla bocca. E oggi
sta meglio.
Errata-corrige. Nell’ ultimo numero, nel
sunto del discorso del capitano Cittadini,
invece di leggere: „l’Italia non vuole« si
legga: ,,F Italia non vende la sua vittoria."
E’ un errore di stampa che F intelligente
lettore avrà corretto da sè.
CRONACHETEATRALI
, AI Teatro Verdi44
Giovedì sera per la „serata italiana" era
no'in programma tre lavori drammatici in
un atto e la recitazione di una leggenda
medievale in martelliani.
La Commedia di G. Rovetta „Scellerata"
non è, nè per ampiezza di studio psicolo
gico, nè per arte di svolgimento, delle cose
meglio riuscite. La caricatura della diplo
mazìa, impersonata in un vanesio e beffata
da una marchesa, è a tinte così caricate
che confina coll’ inverosimile, sia nel fatto
che nei caratteri. lì diplomatico è abbassato •
al livello buffo di uno scolaretto pazzamente
innamorato, che si piglia la sua.brava le
zione in tutte le regole, in circostanze così
grottesche, che contrastano col più ^elemen
tare buon senso»*Dalla pochezza dei lavoro
hanno tratto quegli effetti scenici che me
glio potevano la Casilini e il Giardini.
Drammaticamente migliore è> ,,L’ Amico"
di Marco Praga, che pur nel breve giro
d’un atto svolge con perizia d’analisi uno
dei temi più generalmente trattati dai tea
tro e dal romanzo : F adulterio perpetrato
con l’amico del marito. Si può dire che il
dramma si compendia in una scena notevole
per il contrasto fra due forti passioni, il
geloso sospetto del tradimento nei marito e
F ansia di nascondere ih proprio fallo nella
donna colpevole. La recitazione fu accurata
ed efficace.
I versi di Gattesco Gatteschi che narrano
un truce episodio^ medievale, dando forma
poetica a una leggenda corrente su „La
torre dei Diavoli" tra i valligiani del Ca
sentino, furon detti da Umberto Giardini
con verità di coloritura nelle parti descritti
ve, meno misuratamente nelle affettive.
La serata si chiuse con un atto brillante
di Belli Blanes, una cosuccia abbastanza.
*
Iersera si rappresentò per la prima volta
in Italia un grottesco in* tre quadri di Um
berto Giardini, primo attore della compagnia,
lì lavoro s’intitola: „Io!..." Una ricca si
gnora s’innamora d’un giovane ricco di
buone speranze, ma corto a quattri. Men
tre passano allegramente una nottata d’a-
more nella stanzaccia matrimoniale della
signora, capitano due agenti di polizia,
dai quali apprendiamo che il povero ma
rito al momento della partenza per Ge
nova venne uccìso e che il sospetto grava
sull’ amante della beila donnina. Lui e lei
si trovano in un bel pasticcio. Ma, per, for
tuna, ecco che ritornano i due agenti per
avvertire la signora che l’omicida è stato
rintracciato e riconosciuto in un contadino
che le uccise il marito, perchè aveva mac
chiato F onore di sua figlia. Questa è, se
riuscimmo a comprendere F intreccio, la con
tenenza del grottesco. Sul valore dramma
tico di questo singolare lavoro siamo incom
petenti a dare un giudizio: lasciamo ai cri
tici d’Italia F ardua sentenza.
Quanto all’ esecuzione, diremo soltanto
che, come nelle altre recite, gli attori det
tero interpretazioni schiettamente personali
alle loro parti. Un cenno particolare si me
rita la Casilini che, sorpresa e confusa dalle
enormi difficoltà di rendere il segreto con
cetto dell’ autore, non sapeva se dovesse
colorire di tragico o di čomico la sua parte
di protagonista.
II pubbl ico era scarso. Forse molti citta
dini non erano coscienti del dovere di as
sistere alla prima rappresentazione di quest’ o-
pera, che la direzione del teatro aveva be
nignamente sottoposto al loro autorevole
verdetto.
Al Teatro Radium *
recita pure una piccola compagnia comica,
che piace. Vi si producono poi canterine e
ginnaste che vengono applaudite. Ed è
pure molto applaudito il baritono Passuti
Là coppia Felios fa ridere con duetti e
scene in romanesco. Il Felios riproduce con
.molta vis comica vari tipi popolari.
Oggi dalle T6 alle 18 il proprietario del
Radium fece dare lodevolmente una recita
gratuita per i soldati.
Aiutate F Associazione
Pro Mutilati e Invalidi.
_ _____ > all’ estremo, per sventare tale pericolo; Per.
1 if TPIllf? * * ’< A ciò ì ore più che mai nćc^ano che j
popolo mantenga la disviphn* nazioni
; ' l’unione la fede e la fiducia nena sua ’(Nostro servivo telegrafico). . unione,
La delegazione austriaca
sarà depodomani a Parigi '
. PARIGI, 10. Si conferma che l’arrivo della
delegazione austriaca avrà luogo il 12 coir.
La traduzione i preliminari di nate
mandata a -Berlino
VERSAILLES, 9. Dopo il pranzo delia
missione tedesca, che fu silenzioso, il conte
Brockdorff-Rantzau fece cominciare la tra
duzione dei preliminari di pace ; lavoro che
terminò alle ore 3 di stamane. Un esemplare
della traduzione fu portato stamane alle
3 e 15 nella camera del conte Brockdcrri,
il quale ne intraprese la. revisione immedia
ta, che condusse a termine mentre si era
fatto giorno. Numerosi esemplari del ti attuto
partirono ieri sera per Berlino con la va
ligia diplomatica.
Una campagna odia stampa tedesca
VERSAILLES, 9. I delegati tedeschi han
no lavorato nella serata di ieri fino alla
mezzanotte. Sei membri Vi ella missione te
desca sono partiti ieri sera per Berlino, ac
compagnati da Cahen, segretario di Brock-
dorf-Rantzau, e da parecchi giornalisti.
Si crede che questi giornalisti siano par
titi con la missione di iniziare una campagna
nella stampa contro i preliminari di pace.
Appello ai tedeschi dell’est
BERLINO, 9. Il governo dell’ impero ed
il governo dello ' stato prussiano hanno
trasmesso il seguente appello ai tedeschi
dell' est: ;
„Il governo dell’impero si è rivolto al
popolo tedesco dopo aver preso cognizione
delle condizioni di pace ; ma deve ancora
rivolgere una parola speciale alle popolazioni
delle provinole dell’est. La separazione dal
l’impero dell’alta Slesia e l’incorporazione
di territori puramente, o per enorme ma-
gioranza, tedeschi nell’ alta e nella bassa
Slesia, a Posen, nella Prussia occidentale, in
Pomerania e la separazione di un’ antica
città anseatica dall’impero costituiscono una
violazione del diritto di libera disposizione
della popolazione di tali territori, la quale
ha acquistato col lavoro tedesco ciò che
oggi possiede.
Tali violazioni son incompatibili coi prin
cipi del presidente Wilson.
La consultazione popolare richiesta per
parte' del sud-est delle provincie della Prus
sia orientale non può velare il carattere di
violenza dì tali pretese incompatibili. La
separazione imposta del nord-est dalla pro
vincia della Prussia orientale, non costituisce
soltanto una violenza alla popolazione, la
quale, malgrado -la propaganda fatta dal di
fuori, si sente assolutamente tedesca ; ma
completa nello stesso tempo la separazione
della Germania dai territori del grande po
polo russo, mentre la continuazione di uno
scambio non ostacolato di merci con que
st’ ultimo è una condizione per la pro
sperità dei due popoli.
La popolazione delle provincie ^orientali
della Prussia deve esser convinta che il
governo della repubblica farà di tutto, fino
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LONDRA, 9. Telegrammi dall’India aj
Times dicono che le truppe afghane si Son0
impadronite di posizioni al di qua dell,
frontiera dell India. E. impossibile dire se jj
Luogotenente Emire è. al corrente di questa
violazione della frontiera ; ma il proclama
in cui egli rivendicava 1 indipendenza, del-
F Afghanistan e il cortese congedamento da
lui effettuato dei. tre inglesi che si trova,
vano al suo servizio sono significanti.
fili Sloveni ratreiti a sloggiare
ROMA, 9. L’ufficio stampa della Com
missione Nazionale di KiagenTurt comunica;
„Le nostre truppe raggiunsero mercoledì
Interdràuburg. Tutti i punti più importanti
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Per 1* anniversario. Questa sera per com
memorare il quarto anniversario dell’ inter
vento dell’ Italia nella grande guerra di
redenzione il nostro concittadino, prof. Nino
Fattovich, parlerà alle 19.45 al Teatro Verdi.
** *
Alle 18.45 la Banda Municipale darà, per
la stessa occasione, un concerto in Piazza
Delauranna.
L’anniversario commemorato al Liceo.
Al nostro Ginnasio-Liceo si tenne una de
gna e austera commemorazione del quarto
anniversario della grande decisione italiana.
Dinanzi agli alunni, presente pure tutto il
collegio dei professori, parlò degnamente e
con parola calda di patriottici sensi V inse-
6nanfe di storia prof. Rodolfo Inchiostri.'opo aver rilevato che si compiva nella se
renità della scuola un rito di fede, di amo
re e di gratitudine verso quelle migliaia di
cittadini soldati, che caddero lacerati dal
ferro e dalla mitraglia per testimoniare che
non è morte il morir per la patria, ma as
sunzione al cielo degli eroi, il prof. Inchio
stri eccitò i giovani a meritarsi con 1’ opera
l’olocausto di tante vite, il frutto di quel
gesto meraviglioso di popolo, onde l’Italia
affrontava una lunga agonia di stenti e di
privazioni per impedire il servaggio di altri
popoli e togliere al martirio i fratelli op
pressi dal duro giogo straniero.
Sacra data è 1’ odierna — disse 1’ oratore
— per tutta la famiglia italiana, ma dop
piamente sacra per noi, che vedemmo da
Duella decisione realizzato il più bel sogno ella nostra vita, il sospiro dei nostri pa
dri, ehe ora possono riposare tranquilli nei
loro sepolcri ; ma sacra dovrebbe essere la
data odierna a tutto il mondo civile, che
dal magnanimo gesto d’Italia è stato sal
vato e ricondotto alle ragioni della vita.
L’egregio insegnante fece quindi una
chiara sintesi delle cause che determinarono
il popolo italiano a scendere in guerra al
fianco degli alleati e lumeggiò sommaria
mente le vicende dell’ epica impresa fino al
giorno radioso della vittoria, che vide fran
tumata per sempre la rapace ingordigia
della casa d’Absburgo e crollato l’assurdo
organismo statale della monarchia. E ricor
dato il napoleonico bolettino di guerra di
Diaz del 4 novembre, conchiudeva : „Il gior
no stesso si firmava l’armistizio implorato
dall’ Austria e le truppe italiane, fra il giu
bilo inenarrabile della popolazione, entrava
no in Trento e Trieste, mentre una piccola
nave d’Italia, con alcune decine di fanti e
marinai, rifaceva i solchi, che navigò domi
natore il fato di Roma, il solco su cui Ve
nezia legò a sè schiavo 1’ oriente, per fer
marsi, o giovani, sotto i vostri occhi presso
Porta Marina. Non più il singhiozzo nei no
stri petti, non più 1’ umiliazione sulla nostra
fronte, o giovani; l’ha detto il Poeta della
Patria: „la nostra liberazione sarà la vostra".
Sarà un solo impeto e un solo compito,
sarà una sola giustizia e una sola vittoria".
Viva l’Italia !
La chiusa inspirata fu accolta da generali
acclamazioni all’Italia e al Re, cnn cui ìa
semplice, ma eloquente cerimonia scolastica
ebbe termine.
Commemorazione patriottica all’istituto
tecnico. La ricorrenza del 4.o anniversario
dell’ entrata in guerra dell’ Italia è stata so-
fennemente commemorata dinanzi ad inse
gnamenti ed allievi, dopo brevi, felici parole
del preside prof. Nardelli, dal prof. Attilio
Alesani, insegnante di storia.
Egli, con profondità di pensiero, ed ele
ganza di forma, ricercando la genesi del
grane avvenimento in tutta ìa nostra tradi
zione nazionale, seppe con appassionata
eloquenza metterne in luce tutto l’immenso
valore e l’altissimo significato morale, in
fiammando potentemente incori d’amore per
la Patria, e ricordando opportunamente
1’ opera di G. D’Annunzio, il primo soldato
e il primo mutilato d’Italia.
Quando il prof. Alesani ebbe finito, scop
piò un lunghissimo frenetico applauso di
ammirazione e di consentimento. L’aula
severa echeggiò di grida entusiastiche al-
l’Italia e alla Dalmazia tutta italiana; infine,
simpaticamente spontaneo, da duecento boc
che sgorgò fremente 1’ Inno di Mameli.
S. E. il Governatore a Borgo Erizzo. Ci
scrivono: „Desideriamo di rilevare, che S.
E. 1’ ammiraglio Millo lunedì scorso, durante
il suo breve soggiorno a Zara, onorò di una
sua visita anche il nostro sobborgo, che in
segno di giubilo era largamente imbadie-
rato. Accompagnato dal magg. generale
Squillace e da un numeroso seguito di uf
ficiali, il Governatore visitò da prima gli
accantonamenti di truppa, poi la scuola
della Lega Nazionale, dove si trattenne a
lungo col dirigente, maestro Giuseppe Duca,
informandosi minutamente e con vivo inte
resse sull’andamento della scuola. In tale
occasione S. E. manifestò tutto il suo com
piacimento perchè ai ragazzi delle borgate
s’impartiva anche l’insegnamento della lingua
albanese, Ossequiato dalla popolazione che
acclamava all’ Italia, fece quindi ritorno in
città".
Una visita alle scuole medie. D’incarico
del Comando Supremo la scorsa settimana
il prof. Alberto Alberti, già preside del
Liceo di Bologna e ora chiamato a dirigere
il Liceo di Rovereto nel Trentino, visitò mi
nutamente le nostre scuole secondarie, per
studiarne il funzionamento dei programmi,
e rilevarne i bisogni più urgenti delle col
lezioni scientifiche e delle biblioteche.
Prima di partire martedì mattina raccolse
nell’ aula del ginnasio-liceo gli scolari, e ri
volse ai giovani ispirate parole di fede nel-
V avvenire della scuola, che è destinata a
rifiorire in un nonriontano avvenire per le
amorevoli cure dell’ Italia, fatta più grande
e più cosciente dalla guerra. E certo gli
scolari, il cui vivo sentimento patriottico
aveva destato in lui la più alta ammirazione,
a dimostrare il loro affetto alla patria con
10 studio amoroso e intenso della bella e
dolce lingua d’Italia e del pensiero dei grandi,
che con le opere immortali del loro ingegno,
resero la patria grande e invidiata al mondo
civile. L’Italia ha bisogno dell’ opera dei
giovani e sa di poter contare sopra la gio
ventù studiosa delle terre redente. Consiglia
gli alunni ad appoggiare l’opera altamente
patriottica fondata e diretta nella penisola
dal Cozzano, che tende a riunire in un fascio
tutte le forze vive degli studenti e a edu
carle all’ amore verso la patria. Infine, coi
segni della più viva commozione, si congedò
dai giovani, assicurandoli che egli ricorderà
a tutti i suoi studenti da che forte senti
mento di devozione all’ Italia siano animati
gli alunni delle scuole secondarie di Zara e
provvederà, per quanto dipende dall’ opera
sua, che le scuole di Zara, rinnovando i
programmi, siano messe presto in condizione
di dare ottimi frutti.
L’egregio uomo fu vivamente acclamato
dai giovani e nell’aula dell’istituto echeggiò
11 grido di „Viva l’Italia".
Il convegno adriatico. L’annunzio che il
29 di questo mese a Venezia inizierà i propri
lavori ii Convegno Adriatico e questi sa
ranno seguiti nei giorni di poi a Trieste,
Fiume e Zara è stato dovunque accolto con
sincero entusiasmo, tanto che si spiega come
siano senza altro pervenute al Comitato or
dinatore le più autorevoli entusiastiche ade
sioni ; da quelle del Presidente del Consiglio
dei Ministri a quelle del Sindaco di Roma;
da quelle della Camera di Commercio di
Milano a quelle di molti deputati e senatori.
L’importanza delle questioni che fanno
parte del programma e la significazione del
Convegno stesso, nell’ ora attuale, sono ìe
garanzie migliori dell’ esito che si può rite
nere fin da ora assicurato.
I quesiti all’ ordine del giorno sono della
più alta importanza e si possono raggrup
pare nei seguenti quattordici importanti
gruppi : Navi e cantieri — Porti Adriatici
— Navigazione mterna, fluviale e lagunare
— Linee adriatiche di navigazione marit
tima — Emigrazione — Tariffe, noli, sov
venzioni — Espansione dei traffici — Accessi
e sbocchi ferroviari adriatico orientali — Co
municazioni aeree — Valorizzazione delle
zone adriatiche — L'Adriatico e la pesca
— L’Adriatico e la coltura marinara —
L'Adriatico e il turismo — Iniziative varie.
Ognuno di questi gruppi porta molteplici
questioni, tutte di grave importanza, che il
programma del Convegno ha opportunamente
coordinato ; programma che si può avere
facendone domanda alla Presidenza del Con
vegno stesso, che ha la propria sede a Ve
nezia, Zattere 1401, presso ì’ Istituto Italiano
per V Espansione Commerciale e Coloniale,
dal quale si possono avere tutte quelle in
formazioni e schiarimenti di cui si abbiso
gnasse, sia per l’adesione al Convegno e
sia per partecipare ad esso con relazioni.
„5 giovani esploratori". L’ ufficio di pro
paganda del Governo della Dalmazia invita
tutti i giovani dai 9 ai 17 anni ad un’adu
nanza, che si terrà lunedì prossimo, 26 corr.,
alle ore 20 nei locali della Scuola Industriale
per la costituzione del „Corpo nazionale dei
giovani esploratori", sezione di Zara.
*
Crederemmo di far torto al vivo patriot
tismo del nostro popolo, se spendessimo
troppe parole a raccomandare alla gioventù
di accorrere numerosa all’ invito dell’ Ufficio
di propaganda. L’iniziativa corrisponde a
un vivo desiderio e sodisfa un sentito bi
sogno ; il desiderio e il bisogno che sento
no tutti, ma specialmente i giovani di di
mostrare coi fatti, come essi vibrano d’un
solo pensiero e d’un solo affetto per ogni
istituzione che li piepari e li addestri a fare
un giorno tutto il loro dovere verso la
patria.
II „Corpo Nazionale dei giovani esplora
tori" raccoglierà, ne siamo certi, il fior fiore
della nostra balda gioventù, affratellata, senza
distinzione di classi sociali, da un unico
grande pensiero, da un solo altissimo ideale :
la gloria e la grandezza d’Italia.
La squadra della Società Ginnastica. Ieri
alle 19 la squadra della Società Ginnastica
ohe prenderà parte alle giornate sportive di
Roma, si produsse dinanzi a un pubblico
numerosissimo, eseguendo nel suo campo
d’ esercizi tutti i vari punti del programma
generale.
Era presente V intera direzione sociale, il
colonnello Cirillo e diversi ufficiali della
nostra guarnigione. La squadra, ottimamente
preparata e disciplinata fu, specialmente nella
corsa dei 100 metri con ostacoli, veramente
superba. Le acclamazioni del pubblico, am
mirato e orgoglioso di queste nuove forze
giovanili che sapranno certo fare onore al
ncrae di Zara nello stadio di Roma, erano
dirette in modo speciale al prof. Veglia,
che in così breve tempo ha saputo prepa
rare con tanta maestria la bella squadra di
baldi giovani, che domani s’imbarcheranno
per Ancona.
Bancanote timbrate. Il Comune di Zara
ci manda da pubblicare il seguente avviso:
„Essendo in corso la timbratura dei bi
glietti austro-ungarici circolanti nella città
di Fiume e necessitando che tali biglietti
non vengano da quella città esportati, il
Comando Supremo richiama alla stretta os
servanza in questo territorio occupato delle
disposizioni della Ordinanza del Comando
medesimo che vieta la circolazione della va
luta cartacea timbrata o comunque portante
segni di riconoscimento dei Governi attual
mente esistenti oltre la linea d’armistizio.
Un tanto si rende noto in seguito al de
creto capitanale N. 4653. —Il Sindaco, Zi
liotto. — L’assessore, Persicalli".
Il cuore del soldato. Stamane una pove
ra donna, certa Angiola Bossi di sessanta
anni, attraversando Calle del Paradiso, colta
da improvviso malessere cadde a terra. Un
fante che per caso passava di lì fu pronto
ad accorrere in aiuto della veechierella, la
quale nonxdava quasi più segni di vita.
Coadiuvato da alcuni passanti la trasportò
in una botteguccia dove con dolcezza filiale
tentò ogni mezzo per farla rinvenire. E volle
starle accanto e curarla finché non la vide
del tutto rianimata. La povera donna ria
vuta la conoscenza, strinse baciando con
tenerezza la mano del soldato, e dopo di
averlo ringraziato amorosamente, volle dare
al suo soccorritore un piccolo pegno d’a
more e di riconoscenza: un vecchio rosario
che il fante terrà a ricordo del suo atto
bellissimo e ammirevole d’umanità. Altro
esempio eloquente del cuore dei soldatini
italiani.
Idillio spezzato. Ieri sera verso le nove,
una coppia di giovani sposi entrò in un’o-
steriuccia del nostro Borgo. Preso posto in
fondo allo stanzone, accanto a un tavolino
scalcagnato, stretti stretti, serrati come due
rondini in amore, domandarono all’ oste un
po’ sospettoso mezzo litro di vino. Lui ac
cese una sigaretta; lei ne domandò un’altra
ed accese... Bevevano-, fumavano e si ama
vano: un piccolo idillio tessuto al buio,
animato da bicchieri colmi di vinaccia...
Ad un tratto la porta fu aperta con grande
violenza : entrò un uomo piccolo, ma tan-
chiato. Girò intorno gli occhi inferociti. La
donna cacciò un urlo, V uomo una bestem
mia. Lei, lui e 1’ altro si trovavano di fronte.
— Finalmente! — urlò l’uomo piccolo, ma
tarchiato.
Lei si ebbe in dono un paio di schiaffi e
di calci ; ma fra lui e l’altro si accese un
battibecco che ben presto degenerò in una
zuffa. Un bicchiere prese il volo dal tavolo ;
poi un secondo ; da ultimo la fiasca : fra
casso di vetri spaccati. Non trovando altri
proiettili volanti, i due rivali afferrarono una
sedia per ciascuno e giù botte... Come la
sia andata a finire, non lo sappiamo. Il nostro
reporter ha creduto bene dì battere in riti
rata per salvarsi e per salvare questi brevis
simi appunti dell’ idillio spezzato.
CRONACHE TEATRALI
Al Teatro WG. Verdi"
La compagnia drammatica Rosaspina-Ca-
siìini-Giardini ha ripreso le recite rinforzata
da quattro nuovi artisti, tra cui ci piace
menzionare il sign. Gaspare Prati, mutilato
di guerra e decorato al valore. Non avendo
potuto, per ragioni indipendenti dalla nostra
volontà, dare negli ultimi giorni regolari re
soconti delle rappresentazioni teatrali, ci
accingiamo a riassuniere oggi la cronaca
delle ultime recite. ì
*
,,L’ infedele" di R. Bracco, mentre non
diede buona occasione al nuovo artista G-
Prati di far spiccare debuttando le sue fa
coltà, per la sua stessa tessitura si prestò a
una sapiente interpretazione della parte di
protagonista, sostenuta dalla Casilini. E
Umberto Giardini coadiuvò al buon esito
della serata, impersonando con naturalezza
la caricatura del vagheggino. Dopo il primo
atto egli disse anche con bell’ effetto i noti
marteììiani del prologo di „Una partita a
scacchi" di G. Giacosa.
** *
„La moglie di -Claudio" del Dumas ven
ne recitata con vera intuizione drammatica.
Specialmente emersero la Casilini e il Giar
dini, che seppero dare alle loro parti giusto
rilievo. Il pubblico seppe apprezzare le qua
lità artistiche degli attori, che vennero chia
mati alla fine d’ ogni atto con molti applausi
alla ribalta. ** *
Per la sua serata d’ onore la prima attrice
Lina Casilini si scelse la commedia in 3 atti
di Sabatino Lopez „Mario e Maria/* che
offre non poche difficoltà d’ interpretazione
dato il complesso degli atteggiamenti psico
logici diversi, che il carattere originale della
donna mascolinizzata assume nella commedia
del Lopez. Tuttavia la Casilini superò con
la sua finezza d’intuito artistico tutti gli
scogli e s’ebbe quattro chiamate dopo il
primo atto, tre dopo il secondo e applausi
rinnovati alla fine della commedia.
Alla seratante venne offerto un ricco ca
nestro di fiori dai nastri tricolori e una col
lanina di perle rilegate in argento. Ottimo
il Rosaspina nella esilarante macchietta del
barone di Krubelich, e bene intonati il
Giardini, iì Prati e la Zacconi.
** *
Il „Ferro" è una delle più discusse opere
drammatiche di Gabriele d'Annunzio. Senza
entrare in un’ analisi minuta del valore
teatrale di questo lavoro d’ annunziano, tanto
più che il nostro giudizio non potrebbe in
nulla discordare da quello dei critici più
autorevoli, diremo che gli interpreti, quan
tunque ci avessero messo zelo, studio e
buona volontà, non riuscirono a interessare
il pubblico, nè a creare quell’ ambiente di
simpatia per il dramma recitato, che è ele
mento principale di successo.
* * *
Ieri si rappresentò il paradosso filosofico
in tre atti di Luigi Pirandello, intitolato „Il
piacere dell’onestà." La contenenza del la
voro si riduce a un canevaccio di vecchio
stampo. Una ragazza di buona famiglia resa
madre da un divorziato prende per marito
un giovanotto sconosciuto per coprire così
davanti al mondo il suo disonore. Ma quel
giovanotto, colto e simpatico, finisce col far
innamorare di sè sul serio la giovane si
gnora, la quale, lasciato il suo a™an^’
venta veramente una moglie fedele. O
è la parte più teatrale del lavoro ; ma
questo sfondo l’autore fa considerazioni
astratte, che sa bene ricollegare all azione
in modo da destare curiosità e interesse.
Quell’Angelo Baldovino è umanamente vero
non solo quando agisce, ma anche quando
filosofeggia, perchè i suoi ragionamenti, a
chi bene li ponderi, sono giudiziosi e ori
ginali.
L’esecuzione fu buonissima. Possiamo dire
con vero piacere che Umberto Giardini ha
interpretato il suo personaggio con grande
acume: egli si manifesta sempre piu a ore
sobrio e intelligente, capace di sodisfare le
esigenze di qualsiasi pubblico. La Casi ini
e tutti gli altri recitarono bene le loro parti,
mostrando di intendere esattamente il con
cetto dell’ autore. In complesso fu una buona
serata. Il pubblico fu largo di applausi ag i
attori. T _ — i <4 «a a 1A fi 1
ULTIMA ORA
(Nostro servizio telegrafico).
lillà (antèra s al Mo In®
PARIGI, 23. Alla Camera dei deputati,
per commemorare l’entrata in guerra del-
l’Italia a fianco degli alleati, vari deputati
fra cui Emile Costant, Barthou Franklin,
Beouiìlon e Lembac, presentarono all inizio
della seduta pomeridiana la seguente mo
zione. „La camera, lieta di celebrare nella
vittoria degli alleati 1 anniversario deh en
trata in guerra dell Italia, afferma 1 assoluta
fratellanza dei due popoli e la loro volontà
di rimanere indissolubilmente uniti in una
lega giusta e duratura". La mozione sarà
immediatamente deferita aìla commissione
per gli affari esteri, la quale designerà il
relatore, probabilmente Barthou, iì quale
doco dopo presenterà la sua relazione.
Fratellanza franco-italiana
PARIGI, 23. Appena aperta la seduta del
Senato, il presidente Dubost legge la se
guente mozione : „il Senato in occasione
dell’ anniversario dell’ entrata in guerra del-
l’Italia per la causa della giustizia e dei
diritto afferma i suoi fedeli sentimenti di
simpatia per la nazione italiana ed esprime
la sua fede nella fraterna amicizia dei due
popoli, la quale permetterà loro di racco
gliere nei fecondi lavori della pace giusta
durevole ricompensa dei loro comuni sforzi
e dei loro mutui sacrifici". La mozione porta
le firme di Gustavo Rivet, di Mauryce, Sar-
raut, di Doumergue, di De Selves, di Her-
riot, di Ournac e di Steeg.
PARIGI, 24. Il „Petit Parisien" consacra
un articolo all’ anniversario dell’ entrata in
guerra dell’ Italia. Il giornale dopo aver trac
ciato l’importante azione compiuta dall’ I-
talia, conclude : „Questi ricordi della glo
riosa fratellanza d’ armi, coronata dalla più
grande vittoria di tutti i tempi devono dis
sipare le nubi effimere che incombono at
tualmente sopra le Alpi e che oscurano la
chiara visione dei nostri comuni destini. I
vincoli che ci uniscono alla nostra sorella
latina sono cementati in tal modo, che nes
suna difficoltà passeggera riuscirà ad in
frangerli".
Tardiva resipiscenza francese
PARIGI, 23. I giornali d’oggi si mostra
no sgradevolmente sorpresi ed esprimono il
loro rincrescimento per il crescente malcon
tento che si manifesta in Italia contro la
politica francese.. Qualche giornale si mo
stra impensierito delle ripercussioni che que
sto malumore avrà sui rapporti futuri fra le
due nazioni.
Il „Popolo Romano" rileva che ormai
persino tutti i più noti francofili in Italia
sono contrari alla pace che si tenta d’im
porre all’Italia. Anche i republicani hanno
approvato un ordine del giorno vibratissimo
in questo senso.
Lo „Zolteehf danubiano so» si ettettuerà
ROMA, 23. I giornali ricevono da Parigi
che la battaglia sostenuta dall’ Italia contro
10 „Zollverein" austriaco è riuscita a limi
tarne 1’ applicazione alla soia Boemia. La
libertà doganale che gli inglesi tentavano
di far accettare per tutti gli altri stati del-
f ex impero non sarà accordata.
La forinola approvata dall’Italia concede
queste franchigie alla Boemia per soli cinque
anni, quanto basterà a quella repubblica per
11 suo impianto economico.
Il consiglio dei quattro che affronterà
oggi, venerdì, la questione presumibilmente
sopprimerà del tutto il tentativo inglese delio
„Zollverein danubiano".
Disordini e arresti in Croazia
TRIESTE, 23. Si ha da Zagabria : Gravi
attriti sono scoppiati tra ufficiali serbi e uf
ficiali jugoslavi provenienti dal disciolto e-
sercito austriaco. Questi ultimi hanno svolto
al governo centrale una petizione nella quale
chiedono di essere nuovamente staccati dal
corpo degli ufficiali serbi. Altri arresti di
uomini politici antiserbi vengono effettuati
dalle autorità militari serbe a Zagabria. Tra
gli altri venne arrestato il dr. Radičević
capo dei socialisti di sinistra a Ossiek e il
dr. Juranović Antonio a Nubina. Il giorno
20 m. corr. avvenne un conflitto tra rego
lari serbi e soldati del nuovo esercito iu
goslavo. Si deplorano alcuni morti e feriti
Gerente responsabile: Luigi Lorenzutti.
Editrice la Tipografia : E. de Schonfeld & Co.
RINGRAZIAMENTO.
Ai Colleglli e alunni, all’ on. Sin<U
Grand’ Uff. Dr. Ziliotto, all on. Dr. Kre^
agli amici trentini, a tutte quelle egre»’*’
persone, che sì vivamente parteciparono j
mio lutto e diedero dori e colazioni in ‘
moria della mia diletta mamma
Anna Ved.a Caprini
vada 1’ espressione della mia commossa, n
renne riconoscenza. ’ e'
Prof. Arturo Coprii
IL MIGLIOR MARSALA
RACCOMANDATO
DA TUTTI ! i MEDICI
eroso ausa)
STAGIONE: MARZO - DICEMBRE
CURA
FEGATO - STOMACO
INTESTINO
MALATTIE RICAMBIO
Per informazioni rivolgersi
SOCIETÀ TERME MONTECATINI
MILANO - Via Victor Hugo, 2.
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Ao»e 2. - N. 50
Abbonamenti per ora non si ricevono.
Un numero centesimi 30 di corona Per le inserzioni rivolgersi all’Amministrazione
— — Pagamento anticipato — — _
fi li EIIIBB
La relazione del prof. Bertoìini
E’ noto che il nostro egregio concittadino È da supporre che quelli di Pago e Se-
enico non siano i soli giacimenti rnt-Krcnifc»-;prof. Àngolo Bertoìini ebbe mesi addietro
dal Governo un importante missione per ìa
najm3ZÌa e che, venuto tra noi studiò mi
nutamente tutti gli svariati problemi econo
mici che riguardano ìa nostra terra e rac-
olse una larga messe di dati e informazioni
r presentare a suo tempo una dettagliata
relazione sull’ argomento ai Governo cen-
, . - - soli giaci enti carboniferi
della Dalmazia. Altri se ne trovano nell’I-
stria, ed è quindi ammissibile — dato che
la natura non procede a salti — che lo
rac- strato carbonifero si estenda dal nord al
sud, per tutta la Dalmazia. Lo stesso sfrut
tamento delle attuali miniere ci potrà dare
1 indirizzo dello strato che si potrà rintrac
ciare.
Come segretario generale della Camera Un altro minerale di grandissima impor
ci Commercio di Bari, il prof. Bertoìini fece tanza, che si trova abbondante in Dalmazia
intanto alcuni giorni addietro^ una lucida è la „bauxite«, minerale di alluminio, me^
tallo oggi usato in moltissime industrie e
nell’uso domestico. La bauxite dalmata è
la migliore che si trovi nel mondo, almeno
hnora; e ben lo sapevano i germanici che,
durante la guerra avevano mandato una
commissione con il preciso compito di portar
via il minerale nella maggior quantità pos
sibile, tanto che era perfino stabilito il
. , . f quantitativo minimo che doveva essere sca-
assunse particolare importanza perchè ratta vato ogni ora per esser poi mandato a Fiume
alla presenza di numerosi commercianti, agri- e di là in Germania. I giacimenti di bauxite
coltori, banchieri e direttori di istituti di sono ricchissimi, estesi e di facile estrazione
credito della citta e della provincia di Bari, perchè affiorano alla superficie.
t, • n i i » • Vi è poi abbondanza di marne, già noteL’agricoltura e la pastorizia in Puglia per i cementi, e che potrebbero
11 prof. Bertoìini cominciò con l’illustrare essere lavorate sui posto ; di argille ottime
le condizioni attuali della Dalmazia, e os- per le cretagììe, argille che una volta cotte,
servò che questa regione si trova ancora diventano durissime, al punto che i conta-
in uno stato primitivo, perchè l’Austria, per dini, che fabbricano da sè le proprie sto-
paura che lo sviluppo economico desse mag- vigile, contri-’'ano oggetti di creta ricevuti
glori aspirazioni di libertà politica agli ahi- dai nonni; /uEne sabbie ricche di sìlice per
tanti, nulla fece per migliorare le condizioni la fabbrica dei vetri. Esiste una sola vetreria
esposizione riassuntiva dei risultati delle sue
ricerche in Dalmazia, della quale daremo
relazione sia per V importanza delle osser
vazioni in essa contenute per la nostra fu
tura vita economica, sia come riprova del
vivo interesse e del fervido amore che que
sto figlio della Dalmazia nostra sente per
la sua terra natale.
Da notarsi che 1’ esposizione del relatore
- ■ ... . --
Žara, 31 maggio. 1919
=sfc
Redazione ed Amministrazione provvi
soriamente nella Tipografia Schònfeld.
lire, almeno entro ! limiti, la circolazione
monetaria della Dalraazia.- Fu osservato che
anche l’incerta politica economica dello Stato
contribuisce a mantenere il mondo commer
ciale nell incertezza,; per cui non è facile
oggi prendere iniziale.
Nondimeno, per nàn lasciare senza imme
diato risultato lo studio fatto sul luogo dal
prof. Bertoìini, il presidente della Camera
di Commercio, sig. Antonio De Tullio, pro
pose di completare Cattività dell’ attuale Co
mitato „Pro Dalmazia« con una sezione che
s interessi paramenti del programma eco
nomico, e studi e faciliti in ogni senso qua-
unque iniziativa possa sorgere per lo svi
luppo economico dela Dalmazia.
È grandissima l’agitazione di tutta la
Sìavonia contro la Beleg’aziohe serbo-jug*o*
slava alia conferenza* nìi Bangi, 4e specie
contro Pasic, che loffio venski Narod« ac
cusa di tradimento, perché vuole sacrificare
Trieste, e Gorizia agli italiani, per i suoi
piani in favore defa grande Serbia con
compensazioni in Ddmazia e Macedonia.
In una grande radunanza tenutasi dome
nica a Lubiana, venie deciso di mandare
subito, a Parigi parecchi uomini politici on
de agire presso ìa delegazione serbo-jugo
slava imponendole dS sostenere gli interessi
sloveni e le pretese su Trieste e Gorizia.
La deputazione è partiti martedì per Pa
rigi con alla testa 1 Arcivescovo di Lubiana
dottor Jeglich.
In considerazione poi della vivissima agi
tazione contro i serbi che, come è noto,
sono apertamente accusati di tradimento
«'agricoltura è dell’industria e le coma- a Zara, che serve per fabbricare le bottiglie tórnlVe -E sEEi;sìf!H<EvcnnE'pEcIaraato
nicazioni stradah e ferroviarie ; tanto cne la dei maraschino, ma m tutta la Dalmazia si ............ -
Dalmazia non comunica che per via maritti- trovano sabbie silicee che potrebbero dar®
ma col resto dell’ ex impsro. Per queste un grande sviluppo all’ industria vetraria,
condizioni i prodotti del suolo servono solo Abbondantissime sono poi le pietre tra
per il consumo locale, il contadino non ha sformabili in ottima calce con una semplice
alcun interesse a migliorare le colture e re- cottura.
sta in un grado di ignoranza che ne ritarda
ogni ascensione morale e intellettuale. Non
vi sono scuole agricole ~ i.,’
tutta la regione, marittimi p.T t?e-riki
5 non c’è che una mođesosP-ns t.u* n-m-
, La Dalmazia ha un clima meridionale ma
òttimo per cui tanto sulle *•: t ■•»•••
ferma si hanno gii stessi prodotti che nel-
l’Italia meridionale; vini, olii, frutta, e in
qualche punto, cereali. Tali culture però
sono in generale alio stato primitivo ed i
prodotti che se ne ottengono sono scadenti,
quantunque suscettibili di miglioramento.
Così i vini potrebbero essere opportunamen
te tagliati per il loro più facile smercio, gli
olii e le industrie derivate perfezionati ecc.
Occorre rinnovare i sistemi di cult ra e in
vestire capitali sufficenti per dare un forte
impulso all’ esportazione.
Ma più che in qualsiasi altro ramo del-
> l’agricoltura, molto vi sarebbe da fare per
la pastorizia. Questa, per antichissima tra
dizione, viene esercitata tenendo le pecore
allo stato brado, per cui gli animali ven
gono a soffrire nel loro sviluppo fisico,
specie quando soffia la bora, e per conse-
G»
oc
.e coste .ras;
G r» r»/->, r ì s* /s H .o
il giudizio statario e la direzione della po
lizia ha ordinato ai' privati la immediata
consegna delle armi ; e delle munizioni, mi
nacciando gravi pen^ contro i renitenti.
Intanto secondo f giornali sloveni i te
deschi progettano di riprendersi colla forza
La Marburgo e nascosamente distribuirebbero
. —’ f- - E- ’
,, neutra, fra Sn.Gu.. . ..■ir
li bano di Croazić
han-a che vieta. '*r.
interessamento che prendono a molte delle
questioni che costituiscono il programma del
Convegno mandando loro .apposite relazioni.
E, in breve, tutto' un fervore di attività,
che offre la prova più evidente non solo
dell’ importanza assunta dal Convegno, ma
anche dall’ aspetto nazionale oggimai rico
nosciuto ad esso, perchè la significazione
sua più bella proviene dall’entusiasmo di
lavoro che vi portano Enti e persone da
Trieste, Fiume e Zara, le città ognora più
care al cuore degli italiani.
------------------ — ----------------- ------
Dalla Provincia
Da Nona.
Arrivi di troppa. Negli ultimi giorni la
nostra cittadetta festeggiò F arrivo di 170
uomini di truppa. I soldati qui distaccati
appartengono al 15.o fanteria e sono agli
ordini di un capitano e di un tenente, due
distintissimi ufficiali. Al loro arrivo le case
erano abbondantemente pavesate coi colori
nazionali e il tricolore sventolava dalla sede
del Municipio. Siano i benvenuti in questa
terra, che è fiera dopo tanta attesa di salu
tare i figli di quell’ Italia, dì cui ' tante ro
mane e venete vestigia attestano il glorioso
passato.
....
L’ opera benefica dei poldatìny d’ Italia.
I soldati si sono dimostrai qmE.dei veri
pionieri di civiltà e di progresso; sono i.
discendenti di quei legionari gl&riosi di Ro
ma, che portarono la * civiltà nelle regioni
più remote del mondo e lasciarono, con le
opere costruite dalle loro mai$ ricordi che
il tempo non riuscì per anco a cancellare.
Bisognava vedere in che stàtb dì deperi
mento e di rovina lé pubblichi vie della
città si trovavano prima che. yenissero i no
stri bravi soldati. Oggi, grazie1 alle loro cu
re e al loro indefesso lavoro tutto s’è
cambiato come d’incanto : oMine, pulizia
regnano per tutto, tanto sulla via provin
ciale, che nelle strade fra l’abitato.
Le cure del governo però non si limitano
a questo. E’ già in lavoro un nunvn h-nnòn
in tutto e per tutto erede e continuatrice
dei sistemi austriaci.
La nostra società sportiva contava molti
anni di vita e raccoglieva ih un sol fascio
tutte le forze giovanili italiane della città.
Uno dei soci più attivi ed entusiasti era
stato il martire nobilissimo Francesco Ri-
sniondo, che eccelleva in tutti gli esercizi
sportivi.
Senza commenti.
;ìme. Se ; strie, enunci ■
■>- 3 7 - r-, visite
qui
o ;; atuit • a
o
m re
li.MttUi.lt «»4 3^ »w'i. Li vi . V - t/ C 4 đ Li 4Ì
orezzo. Ma sono ancora ricche di pesci aiti
ad essere conservati, perchè per le coste
dalmate passano numerosi banchi di sardelle
e di tonni.
A Lissa esiste già una piccola impresa
per le sardelle in scatola, ma siamo appena
all’ inizio. Il tonno invece si pesca solo per
venderlo fresco e al minuto sui mercati
locali.
Avendo sul luogo 1’ olio e il combustibile
è facile prevedere quale rendimento avrebbe
una moderna impresa peschereccia nella
Dalmazia.
I Dalmati attesìdosw
Malgrado queste risorse, malgrado che i
Dalmati accolgano con entusiasmo, come
invece non avviene in altri paesi, chiunque
si rechi colà con buoae iniziative e capitali
guenza danno uno scarso rendimento di lana, c!ìe facciano prosperare la regione, malgrado
anch’essa di qualità secondaria e quindi di |a nosfra occupazione che dura ormai da
scarso valore. Inoltre le pecore vengono to
sate solo una volta all’ anno dai contadini
.stessi con semplici forbici, per cui si ha upa
grande quantità di cascame; mancando poi
• lanifici (non ve n’è uno in tutta la Dal
mazia malgrado 1 abbondanza di forze idrau-
oltre sei mesi, finora non si è fatto tutto. Non
vaie il dire che iì tempo sia ancora troppo
breve ; basta ricordare con quanta rapidità
e solerzia abbia saputo nei secoli scorsi
sfruttare le risorse del paese la Repubblica
Veneta. Occorre che se ne interessino il
fiche) il contadino, o iì proprietario è co- Governo gli enti pubblici e i privati e che
stretto a vendere questo prodotto ad incet- sj faccia presto, poiché bisogna tendere a
latori, usando per sè solo una limitatissima legare la Dalmazia fin d’ ora — anche quella
quantità, che fila e tesse in casa propria per
i bisogni domestici.
Lo stesso dicasi delle pelli, che vengono
semplicemente disseccate al sole, non esi
stendo alcuna conceria, e cedute agli stessi
incettatori che vi fanno grossi guadagni.
Lo sfruttamento industriale
Più ancora che nell’ agricoltura, la Dal
mazia presenta un vasto campo allo sfrut
tamento industriale. Prima di tutto vi si
trova dell’ ottimo carbone che, se non può
competere con quello inglese, può però ser-
yire benissimo per la maggior parte delle
industrie. Di questo carbone ve ne sono
oue miniere : una vicina a Sebenico, già in
esercizio per i bisogni del nostro J corpo di
occupazione, iniziativa dovuta al nostro Go
vernatore, ammiraglio Millo. L’ altra si trova
Pi« a nord, nell’isola di Pago, ove già una
società zaratina ne aveva tentato lo sfrut-
amento. Per deficenza di capitali l’impresa
n°n fu potuta proseguire e siccome con il
governo austriaco non era permesso diri
gersi alle banche e ad altri privati per ot-
enerii, }a società zaratina si rivolse allo
non occupata — con relazioni e vincoli e-
conomici, che sono assai più saldi e dure
voli che non quelli politici. (
Finora non si è risolto ancora il proble
ma della moneta austro-ungarica; e benché
Ì dalmati, per iì loro profondo patriottismo
non si lamentino e nulla chiedano, ciò non
toglie che tale stato di cose soffochi ogni
attività economica, tanto che, nei traffici si
è quasi ritornati alla forma primitiva del
baratto, e le banche, come quella di. £ara,
hanno dovuto sospendere le operazioni di
cambio e di interesse su depositi.
ì dalmati sperano molto sulla nostra atti
vità, e sopratutto sui pugliesi, sia per ra
gioni geografiche, sia perchè i pugliesi sono
già favorevnlmente noti in quella regione, dove,
anche prima della guerra, avevano buone
ed estese relazioni commerciali.
Ed è da augurarsi che l’attività dei pu
gliesi sia la prima a concorrere allo sviluppo
economico della Dalmazia.
La questione della moneta
Dopo la lucida esposizione del prof. Ber-
tolini, seguì una breve discussione, che si
e§so governo austriaco, il quale mandò aggirò principalmente sulla ques o-ran-
u®/ùnrionari competentissimi a Pago per taria della Dalmazia, che oggi m PP *
odiare V importanza del giacimento, e fu demente qualsiasi iniziativa. q
Con°sciuto che la miniera avrebbe dato posilo anzi si prego 1 prò . ,mnrov-
n 8yande rendimento. Senonchè il governo deve recarsi a Roma, i so intervenga
. siriaco, avendo sempre timore dello svi- vedimento dal governo, (sia , kanche
‘UDnarcj u- . . E . . . j. .. c’n nh® autorizzi le oancne
merce dali' Italia, ci ;< pure i,
-'ri or.esi, -utlc
__ iìan&.jv. wvì esistenti tiene stazioni
di transito devono venire rimandate senza
riguardo a chi sono dirette. Le merci pro
venienti da altri paesi, dice l’ordinanza,
devono essere severamente controllate, così
pure i documenti di scorta, onde con false
dichiarazioni non vengano contrabbandate
merci italiane.
Si vede come ìa Serbia ripaga ed usura
l’Italia per quello che essa le ha fatto,
quando la Serbia era sul punto di sparire
del tutto.
Il giornali semiufficioso „Samouprava« di
Belgrado, attacca il governo romeno per
nuove supposte pretese territoriali a danno
della Jugoslavia. L’articolo, che credesi
ispirato dal governo, dice che ia Serbia a
rischio di un conflitto armato con la Ro
mania non permetterà mai il trionfo del-
l’imperialismo romeno sul Banato.
:.-i U!< < oijiiGii'n
*.perta qaV’ rutteriià militar® una
egregiamente e
Cronaca
Arrivo di S. E. il Governatore. Mercoledì
verso le ore 14, arrivò con un'automobile
da Sebenico, S. E. il Governatore Enrico
Millo. La città era tutta imbandierata: jnh
riadi di tricolori salutavano festosamente il
glorioso, Vice Ammiraglio che ora da Zara
fedele reggerà le sorti di tutta la Dalmazia
italiana.
Nel pomeriggio accostò alla Riva Derna
la R. nave „Europa«, sede temporanea dì
tutti gli uffici militari.
Così Zara ridiventa l’antica capitale della
Dalmazia, ma sotto ben diversi e più jsaeri
auspici.
La presenza nella nostra città di S.4L. il
Governatore, che ha cuore fervido di patriotta
e mente illuminata di uomo di Stato, ci è
sicura garanzia che nuova era di con
cordia civile e di pt^^sso si schiuderà per
questa terra redenta» WR
La festa dello S^étnto. Il giorno l.o
giugno, nella ricorrenza della festa dello
Statuto, avrà luogo una rivista militare della
truppe di terra e di mare alla presenza di
S. E, il’ Vice Ammiraglio Enrico Millo, Se
natore del Regno, Governatore della Dal
mazia e delle isole Dalmate e Curzolane.
, La rivista avrà inizio alle ore 9 e si svol
gerà a Riva Nuova in corrispondenza del molo.
Prima dello sfilamento delle truppe sarà
celebrata la messa da campo e saranno con
segnate alcune ricompense al valor militare.
Nel pomeriggio, alle ore 17 in località
Spianata, si svolgeranno -le, gare ginnastico-
.. le squadre militari dei vari Corpi
a Zara e della Regia Marina.
; ?ti eretti in Piazza Delauranna
.. cali ai lati e di fronte al palco
«•^vR post«' le
e civili ci^e hanno ricevuto inviti
personali. Lo steccato A (situato all’angolo
della casa Trigari) sarà messo a disposizione
del Governo affari civili per la Dalmazia;
lo steccato B (situato accanto al Caffè Lloyd)
a disposizione del Municipio. Lo steccato
C (di fronte allo steccato A) è riservato
alla Società ginnastica, al ginnasio-liceo,
alla scuola tecnica, alla scuola d’arti e
mestieri e alla scuola civica di S. Demetrio.
Lo steccato D (di fronte allo steccato B) è
destinato alle scuole elementari maschile e
femminile della città e alla scuola popolare
di Borgo Erizzo. Ci sono inoltre due altri
steccati (E, E), posti ai due lati del molo
di fronte all’altare, per i bambini dell’asilo
d’infanzia e puerizia.
Il pubblico sarà ammesso ai fianchi esterni
degli steccati. Si raccomanda di arrivare al
ui pies;
■u» versi
iiiiìi
in
11 ìSMÌI
Il rinvio non è stato per nulla motivo di ral
lentamento nel lavoro del Comitato promotore.
Anzi si direbbe che esso sia stato causa di
un’attività più alacre negli Uffici dell’Istituto
Italiano per F espansione Commerciale e Co
loniale, che, come è noto, è il promotore
del Convegno Adriatico. Sono adesioni con
tinue che giungono da tutta Italia: è l’an
nuncio dì altri temi da essere portati alia
discussione del -convegno. Tutto questo a
dimostrazione sempre maggiore che il Con
vegno è inteso nella sua completa impor
tanza ; importanza nazionale e storica, data
l’ora in cui esso avviene.
L’impronta complètamente nazionale as
sunta ormai dal Convegno si accentua an
che per il fatto delle personalità che già fin
d’ ora hanno mandato le loro relazioni sui
tèmi più diversi e involgenti tutta quanta
l’attività nazionale nei suoi rapporti con
1’ Adriatico. Non è possibile, per ragioni di
spazio, dare l’elenco di tutti i temi che già
sono pervenuti al Comitato.
Non possiamo tacere che l’onorevole
Luigi Luzzatti sarà pure uno dei più emi
nenti relatori che daranno lustro e autorità
a! Convegno, e mentre non possiamo non
mettere in rilievo che Enti pubblici del
l’Umbria e della Toscana hanno, tra l’altro
mandato importanti relazioni sulle traversali
unenti il Tirreno e l’Adriatico, quali ad
esempio quella di Livorno, Siena, Iesi, An
cona e diramazioni, dobbiamo limitarci ed
avvertire, che quasi tutte le principali Ca
mere di Commercio, prime fra esse quella
di Trieste^ Fiume e Zara hanno, mandato
loro relazioni, che verranno illustrate da
appositi rappresentanti e che talune delle
maggiori Case Industriali, quali la Fiat di
Torino, per limitarci a un unico esempio,
breve si pensa d’inaugurare anche una sar
toria. Non vi so dire le benedizioni dei
popolo così largamrnte beneficato da quest’o
pera di civiltà e carità.
Refezione scolastica. Anche a sollievo
della gioventù delle scuole popolari s’è già
fatto molto. Per le cure solerti del Sindaco
sig. Marincovìch, il quale trovò largo e pronto
appoggio nel Ten. col. Cirillo, fu già inau
gurata la refezione scolastica in tre luoghi
di questo distretto; a Nona, a Verkè e a
Bevilacqua. Ci fu, è vero, da principio,
specie nel villaggio di Verkè, qualche diffi
denza e qualche tentativo d’ostruzione contro
quest’ opera umanitaria e caritatevole ; ma le
agitazioni inconsulte di qualche famigerato
maestro e
a nulla. 1 genitori degli scolari e gli alunni
stessi finirono per comprendere la bontà e
la civiltà di questa istituzione e ora la re
fezione è frequentatissima e tutti ammirano
1’ opera benefica dell’ Italia. Nelle stanze delle
scuole oggi fa bella mostra F immagine di
S. M. il Re, come nume tutelare di queste
popolazioni, così derelitte dal cessato obbro
brioso governo.
Da Sebenico
Sponsali. Mercoledì scorso si celebrarono
qui le nozze della simpatica signorina Paola
Carmen Isler col sig. Alessandro cav. Cor
tesi, Caposezione al Ministero del Commer
cio e ora addetto come tenente di comple
tamento al locale Ufficio delle RR. Poste.
Al passaggio delle automobili una folla
di gente faceva ala dalla casa della Sposa
alla Basilica di S. Giacomo e il corteo nu
ziale fu ricoperto di fiori. Alle 10 si svolse
la cerimonia in Chiesa, dove il M. R. par
roco Don Cristoforo Caragiole dopo la
funzione di rito tenne agii sposi un vibrato q pieno conseguimento delle nostre aspira-
discorso d’occasione. zioni nazionali — ho ricevuto il gradito
Seguì un santuoso ricevimento al Casino, incarico di ringraziare, anche a nome della
I1GUAIOU1LC U1 UU<UW1C IdUIlVvIuLU " O . 1 . Il O A Cprete fanatico non approdarono P°s‘° assegnato puntualmente alle ore 8.45.
r rr - Uguale disposizione per steccati, contras-
segnati dalle medesime lettere, ci sarà anche
in Piazza d’ armi per le gare del pomeriggio.
Domani alle 21.30 ci sarà a bordo della
r. nave 5. Giorgio, un trattenimento, per il
quale furono diramati dal Governo della
Dalmazia speciali inviti.
* *
S. A. R. il Duca d’Aosta ha inviato al
Comando della 66.a Divisione la somma di
lire 500 perchè sia distribuita alla popola
zione civile. 11 Comando si riserva di far
conoscere in seguito il modo e il giorno
della distribuzione.
S. E. V on. Orlando ringrazia. Dal Se
gretariato generale per gli affari civili del
Comando Supremo giunse al nostro Sinda
co la seguente lettera :
,,D« S. E. il Presidente del Consiglio dei
Ministri — impossibilitato a rispondere agli
enti o privati cittadini che, con sentimento
altamente patriottieo, vollero fargli perveni
re calorose attestazioni di simpatia e di so
lidarietà, formulando i più fervidi voti per
apparsi di centri industriali ed operai, mise direttamente, sia che autorizzi e «^ri«rt»bi~ hanno esse pure voluto dimostrare il vivo
la C08a a dormire. fare anticipi versa corone) che valga a nstaoi nanno e h
al quale, oltre gli sposi, parteciparono il
Generale comandante la piazza e numerosi
ufficiali del presidio. Uno stuolo di bambine
bianco-vestite distribuivano fiori agli invitati.
In tale occasione S. E. il vice-ammiraglio
E. Millo fece distribuire dei sussidi ai poveri
Delegazione italiana per la Pace, i Comuni,
i Sodalizi e i singoli firmatari indicati nel
l’unità nota e di inviar loro il saluto più
cordiale per la magnifica manifestazione
d’italianità.
Prego la S. V. di volersi rendere inter-
della città. Gli sposi partirono per il viaggio prete di tali sentimenti.
tri a mamma m a 4- JU. a L*/-vv«rì In •"» 4-TI »-> n rtì/VIlAArA 1* a m « a • a •di nozze diretti a Roma la mattina seguente.
Li accompagnano i voti sinceri di felicità
di tutti i numerosi amici.
Da Spalato
La Società Ginnastica sciolta. Vi segnalai
già F ultima prodezza compiuta dal governo
della Jugoslavia : fu sciolta con decreto
dell’ autorità politica la società ginnastica
locale.
Quello che non ha fatto F Austria lo
compie la Jugoslavia, dimostrando di essere
Con distinti ossequi
Il segretario, Adamo.
Nella nota si accenna al Presidente del
Fascio Nazionale, al Fascio Nazionale e al
Fascio femminile.
Note personali. 11 nostro Sindaco è par
tito domenica scorsa a bordo deli’ „Eritrea«,
chiamato dal regio governo. Probabilmente
si porterà anche a Parigi, per fornire ai
nostri delegati informazioni importanti |pl-
F assetto politico ed economico di queste
terre.
Fortuna, e grande fortuna, die io ho da
fare con lettori che cercano il pelo nell' uovo,
e che sono pienamente convinti, e con ra-
gione, di avere il diritto di non compatire.
% %
Ma per ritornare al fatto, debbo dire che
i buoni abitanti di Unperdem amavano ap-
passionatamente il giuoco degli scacchi.
Il lettore sa che non c'è nulla di più in-
nocente, di più dilettevole, di piii istruttivo
di questo giuoco: è una cosa che nessuno
avrebbe l'ardire di porre in dubbio. E poi
è un giuoco che accarezza molto V orgoglio
dell'uomo. In fin dei fini si ha nelle proprie
mani un re, e un re di corona, circondato
dalla sua corte, dai suoi cavalieri, dal suo
esercito, se lo fa voltare e girare a propria
voglia, si prova anche il piacere di fargli
fare qualche mossa falsa, cosa che può di-
spiacere al giuocatore ma non all' uomo, ecc.
Resta adunque provato come due e due fanno
otto che il giuoco degli scacchi è quello che
più si adatta alla natura dell'uomo.
Ho detto che i buoni abitanti di Unper-
dem amavano molto questo giuoco. Per loro
gli scacchi erano un giuoco indigeno, un
giuoco patrio, erano come il ballo nazionale
e le tradizioni popolari per gli altri paesi.
Qualunque nazione ha in ogni secolo un eroe,
un uomo grande, a cui tutte le teste si vol-
gono, e che tutti riguardano con riverenza
ed orgoglio ; e così ad Unperdem in ogni se-
colo c'era stato un uomo grande che si era
levato dalla schiera dei giuocatori ordinari
per innalzarsi ad un'altezza luminosa. E
quando il chiarissimo dottor Nikolaus Quim-
perle, membro di diverse accademie, ecc. ecc.,
pubblicò il suo ingegnosissimo ed interessante
libro „Vita dei più famosi Giuocatori di scac-
chi Unperdemesi, con speciale riguardo all' in-
flusso che essi arrecarono allo sviluppo del-
l'umana civiltà" ci fu gran ressa per ben
quindici giorni al negozio di Bose Van-Hoevel,
S., et C., librai, e in poco tempo si esitarono
ben otto edizioni, la qual cosa vuol dire un
successo favoloso, ove si pensi che la città
di Unperdem conta tremila quattrocento e
quattro teste, data una testa ad ogni abitante.
Ora, alla schiera di quei celebri giuocatori
di scacchi, si poteva aggiungerne uno che
ancor viveva, voglio dire il nostro vecchio
amico signor Van-der-Brocke.
Sì, certamente, perchè nè ad Unperdem,
ne presumibilmente in nessun altro paese
della terra vi era uomo che potesse compe-
tere con lui; e fra le rarità del luogo i buoni
Unperdemesi contavano anche il detto signore,
e non c'era persona che non Io conoscesse
e non parlasse di lui con orgoglio. Anzi un
consigliere municipale, in una pubblica se-
duta, aveva avuto il felicissimo pensiero di
proporre che nel liceo di Unperdem fosse
creata la cattedra di professore di scacchi,
e che venisse affidata alle zelanti cure e alla
ben nota sapienza dell'illustre e benemerito
signor Van-der-Brocke. La proposta, sebbene
quella buona città sia poco amante delle
innovazioni, venne accolta con fragorosi ap-
plausi: ma quando questi furono cessati, il
degno borgomastro si alzò e ringraziò effu-
samente a nome di tutta la popolazione il
ben intenzionato consigliere che aveva avuto
la felicissima idea, ma gli rappresentò che
stante la scarsezza dei mezzi di cui dispo-
neva il municipio, non si poteva andar in-
contro, pel momento, a tale spesa.
(Continua).
SUI COSTUMI
10 fliiOOQ,
(Continuazione e fine v. 23.)
VI.
!on è meno fondata l'accusa di piaggeria
— come vedremo adesso.
In gioventù v' ha occasioni, nelle quali si
dimostrano assai bene le proprie tendenze;
e se uno nell' età matura sì mostra, per esem-
pio, avido di ricchezze, piaggiatore, servile,
da giovane sicuramente non può aver nasco-
sto tal fatta inclinazioni.
In Orazio ciò non accadde.
Dopo la vittoria di Filippi i vincitori tri-
buni — affinchè non avvantaggiasse il partito
di Pompeo — si mostrarono generosi e pro-
clamarono una generale amnistia.
Anche Orazio approfittò del perdono, ac-
cordato dai vincitori a quelli che avessero
deposte le armi, traversò la Tracia, varcò
r Adriatico, approdò a Brindisi e rientrò
in Roma.
Contava esso allora appena ventiquattro
anni (a. d. R. 713, 41. a. C.). Era giovane,
bello, passionato per la gloria, ma poveris-
simo, perchè aveva trovato morto il buon
padre, ed il patrimonio gli era stato com-
preso nella confisca. Sendo dunque abbru-
ciato di denaro, non era tale da procacciarsi
mendicando un pane ma, secondo la vita
descritta da Svetonio, si comperò un posto
neir uffizio del questore. ') Là stava con-
tento, quantunque tutto dì gli fosse recato
noia e disturbo e fosse sempre infestato per
malleverie, per litìgi, per suppliche e cotali
') ... victisque partibus: venia impetrata, scriptum
questorium comparavit. Ac primo Mecenati, de inde
Augusto insinuatus, non mediocrem locum in amborum
amicitia tenuit. ecc.
altre brighe, ogni volta ch'egli metteva pie'
nel palazzo ministeriale alle Esquilie eh' esso
— per gì'infiniti disturbi — chiamava nere.
Con il misero ricavato di quest' ufficio vi-
veva nella massima frugalità, cibandosi dì
erbe e dissetandosi d'acqua pura. Questo
momento però della sua vita è oscuro e non
si sa quanto rimanesse in quel posto. Sol-
tanto in pili luoghi asserisce che la povertà
lo spìnse a far versi:
Ut simul me diniisore, Pin'iippi
. .. paupertas impulit audax
ut versus facerem .. .
(Ep. II. 2. 31 ecc.;
Se non ci fosse stata la dura necessità.
Luigi Camoens ci avrebbe dato quel celebre
suo poema nazionale Os Lusiadasf Almeno
ì Portoghesi dicono di no. E anche Orazio,
se la povertà non gli avesse dato una buona
spinta, forse forse non avrebbe scritto que'
versi che oggidì formano l'ammirazione d'o-
gni cultore della classicità. Tanto la povertà
è spesso uno stimolo al ben fare, e ben disse
Michelet che gli ostacoli sono grandi in-
centivi !
La povertà dunque fece poeta Orazio, ep-
poì gli aperse le porte de' più grandi per-
sonaggi, fino d'Augusto e di Mecenate.
Non sì creda però che Orazio scrivesse
per sordida cupidìgia d'avere o per trovar
mecenati: amendue l'ipotesi non sono soste-
nibili, perchè allora, scrivendo poesie piccole
e poche, s' avrebbe aiutato poco ; eppoi non
scriveva ancora nè epodi, nè odi, ma rozze
satire ed acerbi giambi, di cui, giusta l'an-
tico Scoliaste, anche Mecenate era soggetto.
Orazio era poeta e per tale era ricono-
sciuto da tutti, non pertanto egli non aveva
fatto le pratiche opportune per introdursi da
Mecenate, dove convenivano i più eletti in-
gegni, ma un giorno vi fu introdotto quasi
per forza dal suo diletto Virgilio (a. d. R.
714). Ed allora non spese largamente inutili
... at simul atras
Ventura est Exquilias . ..
(L. /. Sat. IX).
venga, poiché gli è un sacro dovere che lo
impone.
Fino ad ora, bisogna convenire a onore
del vero, l'Italia, questa culla dell' armonia,
si è tenuta lontana dal morbo che deploriamo.
Quivi vediamo tuttogiorno non soltanto i
capisquadra della scuola seria francese, come
i Thomas, i Gounod ecc., ma i suoi maestri
che esordiscono con plauso, come il Masse-
net ed altri, fatti segno a dimostrazioni assai
lusinghiere. Persino il Wagner colla sua
musica troppo classica si fa strada in quei
teatri ove si è avvezzi a gustarne una che
con quella si trova agli antipodi. E sì che
in Italia, a voler fondere le nuove creazioni
colle vecchie che hanno ricevuto da pezza
il suggello dell' immortalità, si avrebbe forse
maggior ragione di formare un repertorio
eminentemente nazionale.
Questa muraglia chinese che alcuni im-
pongono alle opere straniere potrà, non lo
neghiamo, essere utile per certuni. Infatti,
a voler ragionare di lucro, i nomignoli più
oscuri potranno, all' ombra di tale protezio-
nismo, mettersi in evidenza fra gli autori
del proprio paese ed impinguarsi le tasche.
Ma è questa torse la vera meta cui deve
tendere 1' arte ? Quanto maggiore sarà il lu-
cro, tanto più essa ne scapiterà, poiché, se-
dotti da libidine di guadagno, i maestri non
cercheranno più di darvi lavori finiti. Ba-
sterà loro di poter raSazzonare alla meglio
uno spartito, il quale, qualunque ne sia il
merito, frutterà tuttavia dei denari al suo
padrone. Se invece le migliori creazioni mu-
sicali di tutti i paesi avranno libero l'ac-
cesso, si schiuderà un campo sempre nuovo
e sempre largo ai compositori, sorgeranno
le rivalità e 1' arte proseguirà senza inciampi
il suo cammino trionfale. Oltre all' arte ci
guadagnerà anche il pubblico che potrà ve-
nir soddisfatto nella diversità dei suoi gusti.
E, tornando alla Francia, il pubblico di Pa-
rigi applaudirà tanto più alla felice inizia-
tiva d' uno dei suoi teatri di secondo ordine,
ora che quello degli italiani, che lascia die-
tro di sè una memoria gloriosa, è li 11 per
essere demolito da una società di uomini di
borsa che non è molto lo acquistò. È spe-
rabile poi che il buon esempio non manchi
di farsi strada anche verso le olimpiche re-
gioni dell' Opera e che coloro che tengono
in mano le sorti dei teatri francesi si con-
vincano una buona volta essere le loro sole
forze, come lo affermano le più cospicue
personalità, assolutamente insufficienti.
Non sarà forse inutile il notare che noi
non intendiamo di fare eccezioni per alcun
genere musicale. Se di genere dovesse farsi
parola, bisogna confessare che i francesi po-
trebbero ridersi dell' importazione di operette
straniere. La jìlle de Madame Angot, la
Grande duchesse de Gerolstein, le Petit due
e varie altre avranno certamente vita lunga
e brillante, resteranno sempre veri gioielli
nel loro genere, ma esse e i loro fratelli nati
e nascituri non basteranno mai a dare il
lustro necessario al teatro e non saranno
mai lavori di polso atti a portare una rivo-
luzione neir arte.
Chiudiamo questi brevi cenni augurandoci
che il libero scambio dell'ingegno non trovi
più quegli inciampi che congiurano contro i
progressi dell' arte e coli' inviare un miral-
legro di cuore a quella gloria del nostro
paese che è il maestro Suppé.
Zara, Aprile 18T9.
f-»oogooc^ .
^VmUa^'xom à,a\V \\,Vmto id G. Ferrari-Cupilli^
farinaio, all'erta! air erta!
Il gabbian con te viaggia;
Su te r ala ei batte incerta,
Tu se' lunge dalla spiaggia;
Sovra V albero di poppa
Di Sanf Elmo il fuoco sta,
E d' un" onda assiso in groppa
Il delfin balzando va. —
Prega i santi, o marinar;
Negro è il cielo e freme il mar. —
fatto loro e quelli che di tali studi si dilet-
tano e quelli che non leggono che per rifarsi
la bocca con qualcosa di appetitoso o per
passar mattana.
BOLLETTINO DELLA SOCIETÀ ADRIATICA DI SCIENZE
NATURALI IN TRIESTE.
Abbiamo sottocchi i N.i 1 e 2 Voi. IV
del Bollettino della Società Adriatica di
Scienze naturali in Trieste; essi sono una
novella prova dell' attività di questa assso-
ciazione che da cinque anni onora altamente
la città di Trieste, a nessuna seconda per
coltura ed intelligenza. Il nome dell'istitu-
zione già ne indica chiaro lo scopo: tener
desto, per quanto le è possibile colle sue
forze materiali e scientifiche, il culto delle
scienze naturali prendendo per base la disa-
mina di tutto ciò che nella propria patria a
quelle si riferisce. Idea questa eminentemente
pratica e che sin dal secolo XV attivata fu
ferace di utili scoperte, perchè appunto le
flore locali sono come le monografie in altre
discipline scientifiche : piccoli ruscelli con-
correnti a formare corsi d'aqua regali e
maestasi. Non si creda però che il campo
d'esplorazione si limiti a Trieste e a' suoi
contorni^ no, esso abbraccia una più vasta
zona : il Litorale tutto in prima linea^ le flore
e tutto che può giovare a schiarimento o si
trova in uno stretto nesso scientifico con que-
ste, se anche d'altre terre, in secondo luogo :
geografia fisica, geologia, geognosia^ mete-
reologia, paleontologia, paletnologia, chimica
ed altre ancora. Donde si può vedere il ricco
e svariato materiale di questi Bollettini e
la profonda erudizione con cui è maneggiato.
Se il contenuto può interessare chiunque
s'occupa de' progressi della scienza in uno
de' suoi rami qualunque, tanto più questi
due numeri che hanno cose le quali ci ri-
guardano assai da vicino, o anzi meglio, che
sono nostre. Il D.r Biasoletto di Trieste, il
cui padre a noi Dalmati deve esser caro per-
chè sin dal 1846 ricordato dal nostro Carrara
nella Dalmazia descritta come une di quegli
illustri che erborizzarono sulle coste dalma-
tiche, c'intrattiene Sulla provenienza della
Pelargosite, un prodotto naturale dell'isola
omonima, sulla base di alcuni esemplari ri-
portati dai signori Michele Stossich e Carlo
D.r de Marchesetti da una loro perlustra-
zione. Erano dei frammenti di roccia marina
grigia, semicristallina, sparsa sulla superficie
di un deposito più molle di color brunastro
intersecato qua e là da linee più oscure.
Egli corregge l'ingegnosa teoria di ques'ul-
timo approvata da alcuni dotti italiani per
cui la Pelargosite sarebbe un prodotto vul-
canico dovuto alla parziale fusione della roc-
cia, dimostrando con ricerche sulla natura
chimica di questo prodotto, le quali egli con
chiarezza ci espone, come la Pelargosite non
sia prodotto minerale, ma bensì 'provenire da
ammassi di alghe e di frammenti vegetali
che V onda accumuli) sulla roccia^ i quali de-
positi col tempo subirono poi quella meta-
morfosi che ora si presenta... e appartenere
a quelle formazioni carbonifere che trovami
tuttora in gran copia al Nord della Scozia
e delV America e che provengono dai gigan-
teschi Sargassi svelti dalle correnti degli
oceani.
Ancor più interessante è per noi II Velebit,
lavoro del signor Adolfo Stossich, professore
presso la civica scuola reale in Trieste, già
conosciuto per le sue escursioni in Dalmazia.
Ci racconta egli di una fatta unitamente al
D.r Karl, del Museo nazionale di Pest, sulla
catena dei monti del Velebit, ultima meta
il Sveto Berdo, punto più saliente (5568').
L'esposizione abbastanza brillante del gio-
vane professore che all'occasione sa entu-
siasmarsi davanti l'armonico spettacolo della
natura nella sua piena bellezza e libero svi-
luppo adoperando i colori più vivi della sua
tavolozza, ci dimostra come lo scienziato non
abbia per nulla inaridito quella natura di
poeta quale, or fanno quindici anni, ci si era