0 SKara Agosto Voce
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tiP'l
Pi'pzzo d'assoi'iajiiitiifi in valuta aastriaca per
Zfcra: per un anno fiorini 8; per soi lui^si fiorini i-
per tre mesi fiorini Z. Pel rimanente (Idia Provincia
e fuori: pei- un anno fiorini !) ; por sei mesi fiorini 4
solili 5«; per tre mesi fiorini 2:25. F>er 1' estero, e
pel Lombardo Veneto gii stessi prezzi in nr^-ento, fran-
chi de! porto-posta.
Giornale politico-letterario
Esce il Mercoledì ed il Sabato.
I snippi e le enmniissioni, franchi delle Hpp^a
postilli, «i (liri^-iifio in Z;ira a \ ineenzo Uuplaneieh Ke-
ilaUorr iieil<i ViK'i' l'u^lKiatiril, e ili aljbuonameiiti, ai
rìeiozii lilirarii tlci si^iKiri rrntclli Battara e Pietro
Abelicii. (»li avvisi ili h linee enstaiio ! fiorino, e 02;ni
linea di più M>ldi ti. La tassa di tinanza resta a earico
dt 1 (Mimiiiittente. Un numero separato costa soidi 10^
Zara 21 agosto.
Atteso da più giorni e da tutti vivamente de-
siderato, giunse fra noi verso la sera dei 19 il
nuovo Arcivescovo metropolita monsignor Pietro
Doiino Maupa.s. Avutasi notizia positiva del suo
arrivo, fino dalla mattina di quel giorno vedevansi
in opera le necessarie disposizioni per degnamente
ric|vere l'illustre Prelato. Quando il segnale della
torre indicò che il piroscafo era in vista, le barche
degli scogh riunitesi in Zara per invito del no-
stro lodevole Municipio, sortivano dal porto e bor-
deggiavano innanzi ad esso, facendo bella mostra
delle loro variopinte bandiere e rammemorando
colla loro forma le venete galee che per tanti se-
coli solcarono questo mare. Contemporaneamente,
fra Taccalcarsi della popolazione, il nostro degnis-
simo ed amato Podestà sig. de Begna comparve
alla marina accompagnato dagU assessori e dai
consiglieri municipali. Allo scoppio dei primi mor-
taretti, che era il segnale dell'approssimarsi del
vapore, la Congregazione municipale ed il Consi-
glio scesero nei scalè appositamente a])parecchiati,
sulle prore dei quali sventolava l'azzurra bandiera
nazionale dalmata, e i cui rematori portavano i co-
lori del Comune, e mossero incontro fino fuori del
I)orto. Poco dopo, fra l'incessante fragore dei mor-
taretti e lo s|)aro dei fucili scogliani, il festoso
scampanio di tutte le chiese e gh allegri suoni di
una civica banda numerosa e bene ordinata, il
vapore tutto pavesato giunse in mezzo al porto,
accolto dagh evviva delle barchette che veleggian-
do lo circondavano e della popolazione stipata sulla
riva. Inchinato a bordo dal Podestà e dallo stesso
invitato, ei prese posto in una delle lande, e giunto
alla riva, venne ricevuto dal reverendissimo Capi
tolo e Clero, dalla Fabbriceria metropolitana e
dalla Giunta del regno. Preceduto dalle bandiere
dei villaggi e dalle livree del Comune che face-
vano strada, ei mosse verso la città con a fianco
il capo comunale. Per via venne salutato da alcu-
ni corpi delle varie magistrature, che si univano al
corteggio numerosissimo, il quale a stento potevasi
fare una via in mezzo a tanta folla di popolo (jhe
riverente e lieto lo salutava incessantemente. La
piazzetta marina era tutta adorna di bandiere, e
dalle finestre pendevano damaschi a varii colori.
Air.ingresso della porta maggiore di san Griso-
gono si leggeva una iscrizione.
Giunto alla cattedrale, orò dinanzi 1' altare del
Sacramento ed a quello di santa Anastasia. Sor-
tito dalla chiesa col medesimo ordine e collo stesso
accompagnamento, passando pella contrada di s.
Elia andò al suo palazzo. Alle ore 8 '/, il corpo
lììunicipale si portò dallo stesso per pregarlo d'ag-
gradire, quale nuova dimostrazione che per sua
cura venne fatta, una serenata della banda mi-
litare, la quale in mezzo ad una fila di torcie por-
tate dai giovani dei borghi vestiti coi loro costu-
mi di festa, rallegrò fino alle dieci di soavi armo-
nie tutta la vasta piazza gremita di gente. Così
si chiuse questa giornata che resterà memorabile
per così beila accoghenza fatta dalla città al suo
nuovo Pćistore, che fornito come è di angelico
cuore e di bella mente, impiegherà ogni mezzo per
migliorare in tutto le sue condizioni ; e sia lode
all'attuale Municipio, che tutto dispose con bel-
l'ordine e sostenne con dignità e con decoro il
posto che dalla fiducia dei proprii concittadini è
chiamato ad occupare, nè fece, come prima era
quasi di metodo, che in luogo di figurare, pareva
non avesse altro di mira che restare iuosseiTato
e confuso.
Alle 11 poi di mattina della giornata di ieri
il Consiglio municipale si portò in corpo a fare
la sua visita officiale al nuovo Arcivescovo, e siamo
lieti di poter riportare il discorso tenuto dal no-
stro Podestà, favoritoci da uno dei presenta che
raccfdte le idee coli' aiuto della memoria dell' o-
ratore, riuscì ad unirne le parole che furono le
seguenti :
"Monsignore
"Il Consiglio municipale di Zara ha 1' alto o-
nore di complimentarla pel suo felice arrivo fra
noi, e di salutare nella persona di V. S. lll.ma
il nuovo Pastore di questa capitale e della sua
vasta arcidiocesi, nonché il metropolita di questo
regno autonomo della Dalmazia.
Sono molti i bisogni di questo popolo e spiri-
tuali e temporali, a cui certamente provederanno
la sapienza, lo zelo e la insigne pietà di V. S.
lll.ma. Tuttavia non le sia discaro, o Monsignore,
se in questa prima occasione il Consiglio muni-
cipale osa particolarmente raccomandare alle sue
apostoliche sollecitudini il clero della campagna,
che vivendo in mezzo alle privazioni d' ogni sorta,
merita tanto riguardo-, e la disciplinare educa-
zione dei giovani leviti, chiamati alia santa mifi-
sione di rigenerare la parte più numerosa della
popolazione pressocchè abbandonata ; e le si e-
sterna la speranza, che come i Vescovi dei pri-
schi tempi, e come fece in più incontri il di lei
predecessore di benedetta memoria, così anche V".
S. lll.ma vorrà proteggere gli interessi temporali
del paese, unendo quasi, se così posso esprimer-
mi, alle angeliche mansioni dell' ecclesiastico mi-
mistero, quelle pure utihssime del civico magi-
strato. Protestandole infine i sentimenti cattohci
di questa città, ed invocando sopra di essa la di
lei benedizione, noi auguriamo con effusione di
cuore ogni bene possibile a V. S. lll.ma, e quali
figh devoti ci raccomandiamo alle di lei pater-
ne cure.,,
Monsignore Arcivescovo visibilmente commosso
peUe cose udite, ringraziò 1' esimio Podestà e lo
assicurò, che egli adoprerebbe tutte le sue forze
neir adempimento degh ardui ed imponenti suoi
doveri, e particolarmente nelle difficoltà dei tempi
presenti; conoscere egh i bisogni spirituah della
diocesi, ai quali coli' aiuto delP Onnipotente procu-
rerà di sopperire nel miglior modo che gli sarà
dato; essere nota la sua affezione a questa città
dove passò la piìi gran parte della sua vita, por
non aver bisogno di nuove assicurazioni del suo
interessamento pella sua prosperità; conoscere e-
gh la religiosità e le pie costumanze del paese,
che ad altri può servir di modello, e che imnnme
lo rese fino ad ora dall'invasione di quello spi-
rito sovversivo che tanto pericolo minaccia ad al-
tri luoghi; ringraziare di nuovo il Municipio pel-
l'accoghenza ricevuta, e raccomandarsi infine al suo
aiuto ed alla sua cooperazione.
Domenica ventura seguirà la solenne installa-
zione; alla sera tutta la città e l'esterno delle
chiese saranno illuminate e già si fanno molti pre-
parativi, ed, a quanto ci dicono, in quella sera fa-
cendo il giro della città, il nuovo Arcivescovo
verrà pregato di visitare la Biblioteca comunatej.
neha qual' occasione, per idea del Podestà, verrà
per la prima volta aperto un libro dei visitatori
di quel luogo, ed il primo nome sarà quello del
nostro amato Arcivescovo, nel dì solenne in cui
avrà presso possesso dell' alta sua dignità.
F. D. E.
Estratto dagli atti della Giimta
provinciale.
1. Chiusa la discussione sul progetto di legge
relativo all' istituzione dei libri fondiarii, la Giunta
determina di stamparlo onde dargli tutta la pos-
sibile pubblicità, e provocare i giudizii di persone
competenti, proponendosi di presentarlo alla pros-
sima Dieta perchè sia eretto a legge provinciale.
2. Fondandosi sullo statuto provinciale che pre-
scrive la convocazione annuale della Dieta, e sulla
necessità che le addizionah provinciali sieno da
questa votate per l'anno camerale 18G2-3; nè bra-
mando ripetere l'illegalità, che per la ristrettezza
del tempo e la forza della circostanze dovette am-
mettersi per l'aimo corrente, la Giunta innalza un
ris])ettosissinio indirizza a Sua Maestà col mezzo
di S. E. il sig. Luogotenente, perchè si degni di
convocare prima del nuovo anno camerale la Dieta
di Dalmazia.
3. Verrà stampata per intero la rimostranza
all' Eccelso Ministro di Stato sulla tutela delle pro-
prietà cam2)estri.
4. Si portano a conoscenza dell' i. r. Luogote-
nenza, anche da parte del Comune di Lissa, de' la-
gni intorno alla mancata definizione delle procedure
per danni campestri, e si domandano prc^^vedimenti
di rigore per vincere questo ormai troppo grave
disordine.
Avendo la Giunta in data 3 luglio u. s., in-
teressata la locale i. r. Luogotenenza a voler pre-
venire con mezzi convenienti, e precisamente con
quelh additati dal §. 344. del vigente codice ci-
vile, il rifiuto delle quote dominicali, che dai co-
loni di s. Cassiano ed altri minacciavasi di ripetere
anche quest' anno, e a conservare lo statu quo del
possesso del diritto di riscuotere da parte della
proprietaria Mensa arcivescovile le dominicali cor-
rispostele mai sempre fin ora, l'i. r. Luogotenenza
rescrisse in data 30 lugho, che il Capitano cir-
colare avea partecipato di aver già prese le sue
misure riferibilmente al niego delle dominicali; che
ciò non ostante erasi ricordato allo stesso Capi-
tano il tenore del sud. §, 344 C. C. e degh ar-
ticoh 22, e 20 dell'ordinanza 19 gennaio 1853,
e disposto affinchè, in quanto ?iel caso concreto si
trattasse del rnantenimenlo e ripristino deli' ordine e
della tranquillità p'ibblica, o dell' impedimento alla
rinnovazione d'atti di resistenza, dovesse il medesimo
agire, occorrendo, anche colla forza, a consegui-
mento dei fini sopramenzionati. Concliiudeva per-
altro l'i. r. Luogotenenza, che riguardo all'assi-
stenza neir esazione in via amministrativa o me-
diante la pubbhca forza delle dominicali rifiutate,
a sensi del ministeriale dispaccio 25 giugno u.d.
non potevasi farvi luogo, imperocché la contesa delle
relazioni di diritto fra proprietario e colono ap-
partengono esclusivamente al foro civile.
Ciò stante la Giunta provinciale si rivolge al-
l'i. r. Ministero di Stato colla seguente
KOTA.
Col suo dispaccio 25 giugno p. p. nr. 18736-
1218 esso eccelso Muistero di Stato si compia-
pello allii nota imparzialità di Lei, pregiatissimo
signore, pregandola di accordare a questa mia
latterà un posto nelle colonne della Voce^ e colgo
r opportmità di attestarle la perfetta mia stima
e CQiisi4ejazioiìe, -r- Yieniìa 22 agosto 1862.
. • Devotissimo servitore
IIUIGI DP. LAPENNA,
Ci facciamo un dovere di pubblicare la lettera
che segue speditaci a questo fine dall'illustre
Niccolò Tommaseo, e diretta a tale chQ "prende
in cura le cose slave, e promette scrivere di pro-
posito intorno alla Dalmazia, dov'ebbe, die'egli,
ftccogiienza ospitale^,
Al sig. Br, Timoleone Vedovi, Cremonese, ora
giudice nella provincia di Soiidrio, autore dei cenni
gul Montenegro.
Molte grazie le debbo non tanto per V onore
non meritato e non ambito che ricevo da l-ei,
quanto per l'affetto gentile che spira nelle sue
parole verso me e verso le cose slave, e verso
ìa Dalmazia, tanto più ancata quanto più infelice
niia patria. Possano Italiani e Dalmati, Italiani e
Slavi, conoscersi sempre meglio, e nell'ardue rie
della civiltà soccorrersi piamente. I libri forniti
di notizie con amore diligente raccolte, quale è
questo suo, a ciò giovando grandemente, son o-
pera di civile moralità, Meglio che nella ricono-
scenza de' lodati e compianti da I^ei, Ella ne avrà
ricompensa nella propria coscienza. Sono di cuore
silo affermo N. TOMMASEO.
19 fi'apsto 1862, di Firenze,
(Nostre Corrispondenze).
Parigi, 1S agosto.
Garibaldi continua ad inspirare seri timori al partito
conservativo. Non si sa con sicurezza nè dove egli abbia
Slabihto il suo {juartier generale, nè di quante milizie d,-
gpone, nè quali sieno i suoi disegni per l'avvenire.
A Parigi non è nièno graqde l'locertezza rispetto il con-
legno dei governo. Dicesi che T irqperalore abbia mani-
festata la sua approvazione al gabinetto Raltazzi per l'e-
nergia mostrata nel reprimere l'agitazione del partito di
3ZÌone, Olia nessuno sa s' egli intenda di fare prossima-
jnepte ne;?su|i passo verso lo scioglimento della questione
romafig. 31 parla de| pericolo in cui versa il gabinetto
Rattaz^i , mia non si sa se la Francia verrtì in suo soc-
corso con una dichiarazione esplicita circa l'occupazione
di Roma, il marchese Pepoli, dicevasi aver ragione di spe-
rare che la Francia stabilireb'be un termine alla sua oc-
cuppione. Questa ipotesi è più probabile che quella di una
guarnigione mista da stabilire a Roma ; ora poi si dice
oh' egli ba abbandunata questa speranza, e che Io stata quo
è conservalo.
Noi assistemmo a questi giorni a un assai tristo spet-
tacolo. apparizione del giornale La France e l'articolo
d^-l Lagueroniere risvegliarono le suscettibilità dei giornali
ufficiali, l^ssi videro in questo giornale un intruso che
gtava per contendere loro l'onore di r;ippresentante. La
France erasi avventurata in una questione assai dalicata,
.e tosto si videro il Constitutiomiel e Patrie riyolgere
tutta la loro artiglieria contro l'imprudente serittpre Si
disse che la France era stata creata per uccidere la Pa-
trie, e questa se n' è tosto vendicata con una nota poco
caritatevole, il che un corrispondente chiama con troppa
crudezza. — E questa una trista polemica nella quale il
vincitore non fu meno maltrattato che il vinto.
Qui si son facilmente consolati della delusione avuta
il 15 agosto. Non essendovi stato il discorso aspettalo,
dicono ora che l'imperatore è molto preoccupato della
questione d'Italia. Gli schiarimenti che si attendevano sulle
prossime ele-zioni si trovano ditferiti, e credesi che non
sieno stali offerti perchè la questione sarebbe ancora in-
decisa. Questi novellisti, intendo coloro che creano no-
tizie, hanno una filosofia loro propria: quando veggono
fallite le loro previsioni, si indennizzano con nuovi sforzi
d'immaginazione. Oggi si parla d'una allocuzione alle mi-
lizie cbe r imperatore dovrebbe pronunciare domani a
Chalons, pe|ia quale sarebbe fatta parola della guerra del
Messico.
E snientita la voce che il nuovo ambasciatore spagnuolo,
generale Goncha,ahbii^ avuto un congedo dopo l'udienza avuta
dall' imperatore a cagione delle parole dette da questi.
Troverete nel Moniteur i decreti che nominano cavalieri
della legion d'onore i signori Grandguillot, de la Boulie,
l^evet et Aaudjn del Monitore, A. Castille, Fournier, Ere-
pier^ Moi^aqd del Moniteur de l'Oise ecc.
Si annuncia ur) prossimo cambiamento nel personale
delle nostre legazioni di secondo ortline.
Jl sig. de la Tour d'Auvergne ministro di Francia a
fìerliao è arrivato a Parigi; dicesi ch'egli rephi una co-
municazione relativa al ritrovo dell' imperatore col re Gu-
glielmo che deve succedere nel prossimo mese.
Oggi alla borsa non si parlava d'altro che di Garibaldi;
si comentava l'ordine formale inviatogli dal ministero di
disarmare immediatamente, e dava non poca inquietudine il
pensare che «osa sarebbe per succedere dove egli nie-
gasse di obbedire all' ordine del gabinetto col quale s' è
posto in conflitto. Del resto gli affari sono pressoché nulli
sul nostro mercato finanziario: si nota solamente un gran
numero di aquisti fatti per ordini venuti dai dipartimenti.
L'imperatore ha oggi presieduto il consiglio dei ministri.
In alcuna società si parlò molto del viaggio del conte
di Cambord in Inghilterra, e i partigiani della fusione cre-
; devano d'esser giunti al compimento de'loro voti. Ma
sembra che la visita del capo del ramo maggiore alla re-
gina Maria Amelia non abbia avuto il risultato che si a-
spettava , e che la fusione sia piiì che mai lontana dal
compiersi. É certo che tra i partigiani del conte di Gham-
bord in Francia, vi ha aperto disaccordo. Gli uni si ten-
gono stretti air antica tattica dell' astenersi nelle prossime
elezioni; gli altri, specialmente i più giovani, presente-
ranno qualche candidato.
L' Opera ripiglia stassera il Profeta, da alcun tempo
intermesso. Domenica il teatro francese darà la prima rap-
presentazione della Biche di Molière. Federico Lemaitre
ebbe un grande scacco al Palais Royal nel Saltimbanco.
L'ora del riposo è suonata pel grande artista, egli non
fu che l'ombra di se stesso.
Milano, 20 agosto.
Da due giorni un foglio di Torino, che ha riputazione
di essere ministeriale, annunzia che il governo napoleonico
f«rà un passo innanzi nella quistione romana, subitochè
saranno sciolti j volontarii accorsi sotto il generale Gari-
baldi. Ieri quel foglio diceva di parlare per nozione pro-
pria, oggi dice di insistere nelle stesse vo(;i dietro di-
spacci spediti al governo dal ministro Pepoli che ora si
trova a Parigi, e di cui quel giornale è 1' organo diretto
A me sembra che il governo, se realmenle ha rice-
vuto una comunicazione ufficiale cosi importante, non lo
dovrebbe tacere. L'annunzio di essa scuserebbe ogni ri-
gorosa misura e toglierebbe ai suoi atti l'accusa di tar-
diva precipitazione che qualcuno non manca di lanciargli.
I giornali di oggi si occupano quasi tutti di una pro-
posta del Diritto che suggerisce in questi momenti un
ministero di conlizione, come unico mezzo di risolvere la
crisi e di indurre il generale Garibaldi a più miti consi-
gli. La proposta del Diritto è evidentemente una domanda
oziosa, perchè il gabinetto Rattazzi è appunto un mini-
stero di coalizione, nè,"in questa senso, se ne potrebbe
desiderare un altro che meglio di esso sia nel caso di
riuscire ad una ccnciliazione dell'elemento governativo
coir elemento rivoluzionario.
Nel marzo scorso quasi tutti i giornali accusavano
l'attuale gabinetto di essere composto di parti eterogenee,
tra le quali si diceva non potervi essere quella neces-
saria e profonda coesione, senza di cui non si può co-
stituire un partito politico ; e si citava il nome di De-
pretis che ne faceva parie, quantunque avesse già seduto
nei comitati di provvedimento e fosse amico di Garibaldi;
e si citavano, tra quelli che appoggiavano il gabinetto, i
nomi del marchese Cavour e del generale Bixio, uno
conservatore per eccellenza, 1' altro rivoluzionario ad ol-
tranza. — Se dunque esiste il ministero che vuole il
Diritto, perchè domandarne un altro?
Le notizie della Sicilia sono scarse e confuse: soltanto
è erto che nessun conflitto, dopo quello di S. Stefano,
è avvenuto finora tra i volontarii di Garibaldi e l'esercito.
Questo prolungarsi della crisi è già per sé solo a>-gomento
a bene sperare, poiché, lasciando campo alla riflessione ,
spiana la via a uno scioglimento che non torni dannoso
all'Italia. Non è possibile che Garibaldi, posto di fronto
alla legge, al Re, all'esercito, alla nazione, non torni a
propositi più ragionevoli : dagli odierni dispacci pare anzi
che si confermi la speranza di una pacifica soluzione.
Saprete senza dubbio, della dimostrazione accaduta a
Milano venerdì scorso e delle vane misure prese dall'au-
torità per impedirla ; i dimostranti che sommavano forse
a più di 30,000 non si sciolsero nè per le preghiere
della guardia nazionale, nè per le esortazioni dei grana-
lieri. Due reggimenti di cavalleria (uno di lancieri ed uno
di dragoni) dovettero dar fi.tto alle trombe, e fingendo
di eseguire una carica al galoppo sciolsero alla fine l'at-
truppamento. La scena di quel giorno fu altamente di-
sapprovata da tutta la stampa e con ragione. Lo statuto
ha dato agl'Italiani un governo responsabile, ma non al
tribunale della piazza. Costituzioni sifl'atte Italia non desi-
dera e non avrà giammai. Stampa e Parlamento sono i
due organi della nazione; all'infuori di essi non vi ha
che r individuo con le sue «giuste o stolte mire, coi suoi
istinti perversi o generosi; e 1'individuo, né semplice, nè
moltiplicato, non ha dallo statuto, non dalla ragioae, non
dal senso comune il diritto di costituirsi a popolo, di e-
rigersi a nazione. Troppo leggermente si trascorre a dire
ch€> il pensiero e il sentimento di un popolo ponno
non trovarsi all' unisono col parlamento. Questa è una
verità generale ed astratta di cui largamente si abusa, e
di cui la storia ci dà mille esempii contrarii. Cacciale in
nome della aazione un parlamento monarchico, e la
zione partorirà l'Impero. Oggi più ehe mai l'Italia ha bi-
sogno di conservare intero il prestigio e 1' autorità delle
sue istituzioni : — per sentenziare i ministri in piazza,
é inutile avere un Parlamento.
PS. Giunge or ora un telegramma che annunzia l'en-
trata di Garibaldi in Catania: egli è circondato dalle trup-
pe di Mella e di Ricotti. Voci, ohe credo esagetate, par-
lano di un sanguinoso conflitto che avrebbe avuto luogo
tra i volontarii e la truppa, nel quale sarebbe stata com-
pletamente dispersa la colonna comandata da Menotti, fi-
glio di Garibaldi.
Fiume, agosto.
Ci annunzia il telegrafo ehe la riunione la quale ebbe
luogo in Zagabria per trattare circa la strada ferrata dal-
l'interno al mare, si inaugurava collo stabilire unanima-
mente (eccetto, come è naturale, il deputato di Segna) la
sua linea da Semlino a Fiume: città della microscopica
autonomia, secondo il perspicace Nazionale, il quale nel
lanciare quella ironia e coli' istituire dei confronti tra le
autonomie cui si rinunziava in balia, non sembrava aver'
avuto in quel momento sana del tutto la sua logica. Eyli
più discreto non dovrebbe provocarci in questioni nelle
qtiali il discutere riesce oggidì cotanto pericoloso.
La stessa riunione in Zagabria istituì una giunta la
quale avrà ad occuparsi dell'argomento in dettaglio ed
intraprendere i convenienti passi a Vienna. In questa v'ha
il benemerito preside della nostra Camera di commercio
Iginio cav. Scarpa.
Il Pozor allorché avrà a riportare il nome di Scarpa
onorato anche in Zagabria , le tante volte oggetto delle
sue invettive e contumelie, dovrà accorgersi, e con esso
i Croati, a qual risma appartengono certi corrispondenti
di Fiume. Credevamo esaurito il loro veleno, ma c' in-
gannammo. Mentre un giornale che reputiamo neutrale
ricorda il fatto incontrastabile «il sig. Martini preside del
«Magistrato civico di Fiume, faceva di tutto il possibile
tper quietare la popolazione nella nota sera di maggio,
«il referente de Verneda fa ammalato e Peretti assente,
«eppur'tulli e tre furono sospesi» nel Pozor si manife-
stano dei timori e si scongiura la Cancelleria aulica croata
di non rimettere ai loro posti questi sediùosi ecc. All' u-
miliazione, alla sciagura , ed all' ingiustizia, si aggiunge
l'impudente calunnia, cui, lo sappiano quei malaugurati
corrispondenti, non partecipa il nostro paese. Converrebbe
che il Pozor conoscesse gli eff'etti che producono i suoi an-
ticoli e quanti vantaggi ne vennero alla sua causa qui
ed altrove, e allora l'opinione pubblica in Croazia sarebbe
ben diversa che non lo è.
Ragusa, 24 agosto.
Con posteriori relazioni, sempre autentiche, viene am-
piamente confermata la notizia dell'accettamento dell' ul-
timatum e della resa del Montenero.—
Ieri l'altro, ci pervenne una notizia molto importante,
che tratta dell'attentato alla persona del principe di Mon-
tenero. All'occasione delle festività fatte per l'arrivo a quella
parte della principessa Dorinka, vedova di Danilo - con-
sistenti, al solito, in grandi fucilerie - partì un colpo a
palla che colse sulla fronte il cavallo, montato dal principe
e lo uccise. Si vuole anzi, essere anche egli stato leg-
giermente ferito. L'autore n'è un suo servo; ma non si
è per anca potuto stabilire il colore di detto attentato;
mentre gli uni lo vogliono compro, altri lo attribuiscono
ad atto di privata vendetta, ed in fine viene interpretato
qual momento dell'entusiasmo o fanatismo per l'ultimo
avvenimento, contrario alla volontà di Mirko ed allo spirito
della popolazione.
Giorni sono, arrivarono in Antivari settecento Zeibuck
dell' Asia e tre Vapori carichi di munizioni da guerra e da
bocca, non più, come sembra, per le operazioni verso Mon-
tenero, piuttosto per la spedizione rispetto alla Servia.
Fra parecchie versioni intorno all'ulteriore destino del
Montenero, vi è una la più significante che però è sog-
getta alla massima riserva. Dervisc pascià, nominato Mu-
schir a Cettigne, da essere presidiata con diecimila uo-
mini, di truppa turca.
Nelle limitrofe Provincie ottomane nulla di nuovo.
Telegrammi.
Vknna 25 (mezzodì). Da Parigi. Il Moni!ore di
lunedì rispondendo alla domanda: quale sarebbe
il contegno del Governo di fronte all' agitazione
italiana: dice rimpetto alla chiarezza della domanda,
sembra impossibile il dubbio. Il dovere, e l'onore
militare, costringono il Governo a difendere il Papa
pili che mai. II mondo dovrebbe sapere che la Fran-
cia non abbandona nel pericolo coloro, sui quali
estendesi la di Lei protezione.
Altro. 26 (mezzodì). Da Messina 25. — Gari-
baldi abbandonò Catania. Con alcuni ufficiali si è
imbarcato sopra una nave inglese.
Bsl Napoli 25. Garibaldi sarebbe approdato a Me-
lilo presso Capo Spartivento in Calabria. fO. D.J
JipDgrafia Fratelli JBATTASA. YI^CÌENZO DUPLANCICH Kedattore responsabile.
pochi cenni che e per ia scelta e varietà (!ei pezzi delle
ppere Traviala e Trovatore di Verdi, della Sonnambula di
bellini, iSayfo di Pacini, ed altre pregevoli melodie, e per
la gradazione tenutavi, e per gli adattati concerti di piano
con violinp, di piano a quattro mani, di piano con cla-r
rino,\^i piano con flauto, e di canto, e per la disinvolr-
tura e sicurezza ,con cui vennero eseguite le rispettive
parti dal sig. Vincenzo Boschi come allievo di canto, dalle
signorine Anna Sponselli, Catterina Smerchinich, Rosina
Mirossevich c Ida Medin come allieve di piano, dal sig.
Luigi yiahoyich pome flauto, e dal sig. Marco Perucich
plarino, il trattenimento riuscì a sorpresa soddisfacente, e
ricco di plausi ben meritati ai dilettanti ed al sig. mae-
stro, il quale in ogni sua esecuzione a violino fu caro e
mirabile, ma dove portò all' entusiasmo gli spettatori e
strappi gli applausi i più vivi, si fu nella gran fantasia fw
naie, lavoro tutto suo, sopra motivi del Trovatore per due
violini con accompagnamento di piano, eseguita in com-
pagnia dei suo allievo di violino sig. Giovanni Dezorzi e
del pianista sig. Giovanni Boschi, dive rifulse l'arte squi-
sita del violinista sig. Manzato e per la sua delicatezza ac-
coppiata a na!,uralezza d'espressione, che ti molce e com-
nioye dolcemente tutto l'animo, e per quell'ammirabile
prestezza, facilità ed indifl'erenza dirò così nei passi più
ardui, che ti fanno propriamente attonito.
Anche ]a civica, che suonò due arie, non va priva di
merito, ma è desiderabile pel risalto delle sue esecuzioni,
ed eccitamento agli alunni di coltivarsi, che le si prov-
vedano quanto prima nuovi e migliori istrumenti.
Nè possiarno chiudere quest'articolo senza dare un tri-
buto di riconoscenza anche al sig. Giovanni Dezorzi sud-
detto, egregio dilettante di violino, che dà ottime spe-
ranze di eccellente riuscita, alla signora Lucia Petris de
Jlefrenstein, ed al sig. Giovanni Boschi proveti pianisti,
per le parti che molto abilmente vi presero essi pure,
e conchiuderemo col ringraziare il Municipio per le prcr-
mure òh' esso si prende alla coltura di questa beli' arte
musicale in Curzola, nonché l'egregio sig. maestro e suoi
?illievi, pregandoli a volerci di nuovo e fra breve beare
ili qualche consimile tratteniménto. — o®
Dalla Poglizza li agosto.
Nella varietà delle opinioni, nei diversi modi di sentire
e di vedere, r^ei parajleri syaria(is.simi degli uomini » quasi
injppssibile non abbiano luogo collisioni, e quindi diatribe
e dispute talvolta poco moderate. Da qui pullulano i parliti
che ridondano il più delle volte sì a danno della società
che della religione, «[partiti, (scrive Melchiore Gioja) che
aUingorio la for^a principale nel disordinato amore di se
stesso, risentono eguaUocv>le a\\a puntura deWa satira
contro di essi diretta, che al suono degli elogi che s in-
nalzano in favore degli avversarli. Coq tali disposizioni di
animo si cerca più di malignare sui motivi per cui si
§crive, di quello sia di maturatamente decidere se si ab-
l)ia pgione o torto.» Non pochi, per un motivo di'è
mera condiscendenza verso taluno, abbracciano e sosten-
gono opinioni, delle quali non saprebbero rendere ia me-
?ioma ragione.
É necessario studiare, e spogliarsi onninamente di qual-
siasi pregiudizio. Con tale metodo molti dissidii spari-
rebbero dalja società. iNelle questioni il nostro studio
|ion deve mirare a vincere, bensì a chiarire il vero, di-
sposti a lasciare la nostra maniera di pensare se un altra
migliore ce ne venga indicata. L' uomo non dovrebbe
dimenticare giammai, che per debolezza e fragilità di sua
j>atura può di leggieri inciampare. Per quanto uno sia
svegliato d'ingegno, per quanto abbia studiato, e sia ricco
di cognizioni, non è però mai infallibile, quindi gli è d'uopo
andar cauto, nè lasciarsi trasportare incautamente dal fer-
vore del suo partito. Avviene troppo spesso che alcuni,
accecati da questo spirito, per appuntellare le loro false
opinioni interpretano a capriccio un qualche scritto del-
l'avversario, perchè poi vi si succedan nuove dispute. È troppo
frequente nei partiti il trovare chi si lascia trasportare così,
che dimenticata quella moderazione e carità che si deve
sempre osservare, carica i suoi avversarli con tante in-
giuriose e personali invettive, che muovono a sdegno o-
gni animo bennato. E chi non può fremere al leggere
in questi giorni le contumelie vergognose ed indegne
che si vomitano contro alcuni, che sin dai più teneri anni
eran conoscenti ed amici, ora per diversità d'opinioni a-
perrimi nemici?
iVel'e questioni non devono entrare che quelle cose sole,
Je quali servono allo scopo. Ma perchè mai alcuni si pren-
doa jicerjza d'incastrarvi malignamente i falli, le srego-
latezze, i delitti, veri o supposti, degl'avversarii? Egli è un
j^isonorare la nazione il ricorrere alle ingiurie e menzo-
gne per difenderla. Muove a sdegno insieme ed a pietà il
vedere come alcuni per sostenere il proprio partito, ÌA-
yentino testimonianze, falsifichino firme, e da vantaggio
al bisogno le vadano accattando sin dal più vile plebeo,
vendano ai meno cauti lucciole per lanterne Questi si
potrebbero assimilare a certi eretici, i quali, trovandosi
convinti di errore, ricorrono alle ingiurie. Nè mancano
anche di quelli (intendasi di alcuni giovani studenti) che
per fare ie voglie di qualche amico o superiore, rinnegano
il Joro stesso convincimento, e per vile adulazione si fanno
pampioni d' una causa, contro la quale testé hanno com-
battuto, E quel che più monta si è, che alcuni gentilmente
mettono ia bocca degli avversarli parole che mai non hanno
detto, per poterli impugnare con maggiore vantaggio. Que-
sto è un fabbricare fantasmi per trionfarne; ma sì fatto
trionfo non fu, nè sarà mai glorioso.
In ogni questione è giuocoforza osservare la modera-
zione e carila, ed allora anziché riuscire scandalosa torna
utilissima alla socielà. JT»
Notizie politiche,
ITALIA.
Toì'ino 25 agosto. Leggesi nella Gazzella uffi-
ciale del Regno:
Le ultime notizie di Palermo recano che quella
città è perfettamente tranquilla come erano tran-
quille le altre città dell'isola, dove ad eccezione
di Catania, il Governo esercita senza contrasto la
sua azione. Gli ultimi dispacci smentiscono pie-
namente le notizie che alcuni giornali, particolar-
mente il Dirillo, hanno inventato sotto la data di
Palermo dopo la pubbhcazione dello stato d' as-
sedio, In un dispaccio di ieri, il commissario stra-
ordinario telegrafò da Palermo nei seguenti ter-
mini : Gli agitatori hanno preso sistema spargere
notizie allarmanti. Ricevo invece notizie assicu-
ranti da tutte le provincie. Palermo si mantiene
tranquilla, malgrado sforzi immensi per agitarla.
I»a popolazione minuta pii^i pericolosa comincia ad
essere estranea. Ieri 1' altro il figlio di Garibaldi
erasi mosso da Catania con una colonna per por-
tarsi sopra Messina, ma incontrate le nostre truppe,
rientrò in Catania.
il generale Ricotti è giunto il 23 ad Aci-Reale
collo stato-maggiore; il 21" battaghone Cacciatori
ad Aci-Sant'Antonio ; il rimanente delle tru|)pe a
Mascaluccia.
In Catania il generale Garibaldi avendo ordi-
nato alla guardia nazionale di andare d'avampo-
sto, questa ricusò, dicendo che la di lei missione
era quella di tutelare l'ordine. Garibaldi offrì di
far custodire le carceri da suoi, ed essa ha pure
ricusato.
Ieri sera correva voce ad Aci-Keale che Gari-
baldi si fosse impossessato a forza di due vapori
che erano nel porto di Catania; ma non si hanno
su questo fatto positive notizie. Intanto per inti-
morire ed agitare la popolazione Catanese, ieri
Garibaldi faceva pubblicare nella città che il pre-
fetto di Palermo aveva capitolato col popolo, che
Palermo era già Hberata ed in mano della Guardia
nazionale, e eh' egli aveva piena libertà d' azione.
Dalla pubblicazione di queste false notizie in
Catania combinate colle notizie che i giornali del
partito d'azione cercano di divulgare contro ve-
rità, si comprende quale sia lo scopo che questo
partito si propone, ed è perciò sempre più ne-
cessario che il pubbhco stia guardingo e non vi
presti fede,
— La Discussione ha poi i seguenti telegrammi:
""Palermo 24 agosto (ore 12). — Da Catania
annunziano Garibaldi avere convocati i notabih del
paese, per deliberare sulla formazione di un go-
verno provvisorio. Essi sonosi ricusati. Garibaldi
cercò persuaderii che egli, sottomano, è d' accordo
col Governo del Re.
Palermo continua ad essere tranquilla. Però ge-
nerano qualche inquietudine le mene continue di
agitatori.
Ad ogni momento si spargono notizie allarmanti;
la parte colta resiste all'agitazione, ma il popolo
minuto è difficile a contenersi.
Il contegno delle truppe ò ottimo.
La guardia nazionale si presta molto per l'ordine.
Dicesi che Cugina abbia mandato la dimissione. „
''Messina 25 agosto. — È giunto Persane. Ga-
ribaldi è sempre in Catania ; le nostre truppe e
la flotta cingono e sorvegliano la città.
Si era sparsa voce che una banda di Garibaldi
fosse riuscita a penetrare in Catania, ma venne
smentita. Invece questa banda si aggira nelle vi-
cinanze di Nicosa. È di circa 400 uomini; due
distaccamenti delle nostre truppe la inseguono da
vicino.
Messina e la provincia sono tranquille. „
'^Messina 25 agosto. — Garibaldi ha lasciato
questa notte Catania.
Si imbarcò sopra un legno inglese.
Si crede sia sbarcato in Calabria.
Lo accompagnano pochi del suo stato maggiore.,,
Altra del 26 agosto. L'ammiraglio Persano oc-
cupò Catania, fece 800 p.iigionieri, e destituì i co-
mandanti di due fregate, per il loro contegno e-
quivoco in occasione della partenza di Garibaldi.
Le Provincie napoletane furono poste in istato
d'assedio. Il generale Lamarmora pubblicò un pro-
clama, con cui notifica il coucentramento ^ de' po-
teri militari nelle mani del comandante. E proi-
bito di esportare e di occultare armi. Venne h-
mitata la libertà di stampa.
Si ha da Napoli : Mille volontari sono sbarcati
a Melito.
GRANBRETAGNA.
Il Morning Slar del 22 corrente pubblica la se-
guente corrispondenza :
Air editore dello Star,
Signore, vogliate inserire, se vi piace, la se-
guente lettera che ho ricevuto da Garibaldi, e alla
quale rispondo, con gioia, sottoscrivendo per 1000
lire sterline (lire italiane 25,000).
Io riceverò qualunque altra sottoscrizione.
Londra 21 agosto.
P. Stuart.
Elm-House, Scoforth, presso Liverpool.
"Caro amico Stuart,
„Mi occorre per Roma un prestito di 1. 25,000
sterline (mezzo milione di lire italiane). Vi mando
i titoli.
„Lo domando all'Inghilterra, perchè in Itaha
1' operazione non può farsi ora, senza mettere in
pericolo il segreto che è necessario ai miei piani.
Ma lo farò seguire da un altro prestito in Italia.
„Ho fiducia che i miei amici in Inghilterra mi
aiuteranno in questo, e soprattutto ho fiducia in voi
Palermo,
"Tutto vostro, G. Garibaldi,^.
SERBIA.
Belgrado, 27 agosto. Le conferenze di Costanti-
nopoh furono troncate perchè la Porta chiedeva
la sospensione degli armamenti della Serbia e la
demohzione delle barricate di Belgrado. La Porta
ritirò tutte le concessioni, collocandosi sul terreno
politico del 1856.
(Articoli comunicati)
Distintissimo signor Redattore.
Nel n. 29 della Voce Dalmatica leggesi un'ar-
ticolo segnato F. D. E. nel quale parlandosi del-
l' arrivo di Monsignor Arcivescovo Metropolita ri-
scontrasi detto, che l'attuale Municipio, il quale
dispose con bell'ordine ecc. ecc. ecc., non fece
come prima era quasi di metodo, che in luogo di
figurare, pareva non avesse altro di mira che re-
star inosservato e confuso.
Avendo io avuto la direzione del Municipio
nella quahtà di Gerente per dieci anni, cioè nel
periodo critico dal 7 luglio 1848 fino al 25 mag-
gio 1858, non posso restare indifferente a tale
offensiva censura, che dichiaro falsa in quanto
concerne l'anzidetto periodo, non ricordandomi di
alcuna occasione in cui il Municipio fosse rimasto
inosservato e confuso.
La prego, distintissimo signor redattore, di com-
piacersi inserire questa mìa nel prossimo numero
del riputato di lei foglio, e di credermi
Zara, 26 agosto 1861.
Di lei obbedienlissimo MAECO CEENIZZA.
Stimatissimo signor Redattore !
Prego la ben nota sua compiacenza di voler
inserire nel di lei periodico la presente lettera,
ove per fini speciali devo dichiarare essere io
r autore dell' articolo - Uno sguardo al Montenero -
pubbHcato nel n. 26 della Voce Dalmatica.
Nella lusinga ecc.
Cattare, li 24 agosto 1862.
sua servo GIUSEPPE MAZZOLEKI.
Tipografìa Fratelli BATTARA. VKCEÌSZO DUPLAKCICH Redattore responsabile.
da imo spazio risultato dalia demolizione delle vec-
cliie mure per l'erezione della chiesa di san Pie-
tro. L'iniziativa della Congregazione accenna alla
necessità suprema di far sorgere una nuova chiesa
parrocchiale pel borgo Luciaz; accenna come la
onorevole confraternita volesse rlcostrnirla nella
vecchia posizione sacrificando a ciò un valore di
circa 8000 fiorini; com'ella la avesse sconsigliata
portando la campo la piìi vitale ragione sotto il
triplice aspetto dell'economia, del decoro., e del-
l' estetica, e come in fine le proponesse il sito di
cui si tratta. Tocca del desiderio ch'ella, la Con-
gregazione, avrebbe avuto di proporre la cessione
gratuita dell'intero fondo, e non potendo ciò per
le gravi spese cui si è-sobbarcata, propone:
1 ® sia regalato all' onorevole confraternita la
metà del fondo che le occorre, e che le venne as-
segnato giusta tipo;
• - 2 ° per r altra metà il Municipio limiti a fiorini
2000 l'importo da sborsarsi.
Accenna quindi la Congregazione come avendo
da lungo tempo il desiderio di demolire tra ca-
sette l'una in clttavecchia e dna nella contrada
Nonveiìler, appartenenti all' onorevole confraternita,
onde migliorare le condizioni igieniche di quelle
contrade, avesse colto qiiest' occasione onde venire
iad un concreto.
Parla della difìerenza degli estimi praticati dai
signori Borri 6 Roje e dal sig. Locati, i primi dei
quali fanno ascendere a fiorini 1455 il valore di
quelle case ed il secondo a fiorini 516, ed informa
come, poste in campo non ispregevoli ragioni e
particolarniente quella deli' interdizione per parte
dell' autorità, di pubblica sicurezza delie due prime,
si fosse ella posta d'accordo colia confraternita
stessa, riducendo o norioi 700 il prezzo relativo.
Propone quindi 'sia autorizzata a riceverle in per-
muta ed a diffalcare un tale importo dai fior. 2000.
Dopo brevi discussioni passate a voti separata-
mente le tre proposte, ottengono 1' unanimità di voti.
Si passa all' argomento della cessione- di metà
del fondo Mircetta per V erezione di una chiesa,
di rito greco non • unito. Alcuni signori di tale
rito eraiisi presentati al Municipio onde chiedere
£>,][>poggìo per ottcucic dciiV eccelso IvIUilstero V in-
condizionata cessione di un locale che fa parte
dell' ospitale militare, convertito altra volta all' uso
di chiesa durante la stazione del reggimento Ale-
mann. La Congregazione pronta a sostenere e sod-
disfare 1 desiderii di qualsiasi parte della popola-
tone alle sue cure affidata, e lieta pure di poter
prestare omaggio in tale incontro ad uno de'più
grandi principii rigeneratori della società moderna,
la libertà di coscienza e del culto, offerse di buon
grado l'obolo de'propri sforzi. Ma addentratasi
ijella questione, e veduta l'impossibilità di riuscirvi,
sconsigliò dall' insistere : rivolgessero invece il pen-
siero all' erezione di una chiesa affatto nuova, as-
sicurando, il Consigho sarebbe lieto di concorrere,
per quanto stesse in lui, ad un' opera di decoro e
di utile patrio.
Scelsero la metà anteriore del fondo Mircetta
opportunissimo a tale scopo anche giunta le vedute
della Congregazione. Ella adunque concretandosi
in vista alle ragioni sviluppate nella sua iniziativa,
e particolarmente puro a quella di usare verso
tutti i suoi amministrati un eguale trattamento,
propone ;
Sieno regalati ai nostri concittadini di rito
greco non unito, rappresentati dai signori Nicolò
Plmitrovich, Costantino Yuscoviclì e Pietro Maricli,
due quinti del fcaido da essi richiesto ;
2° quale prezzo pei residui tre quinti venga
ritenuto quello determinato nella stima generale
d'uffizio de'fondi infruttuosi, cioè fiorini 2579, ri-
cucendo r importo, a regolare la cifra, a fior. 2400.
1(6 quali proposte dopo brevissima discussione
poste a voti, ottengono; la prima voti favorevoli
10, contrari 1; e l'altra l'unanimità.
Si passa alla proposta demolizione dell' angolo
del bastione Paulovicb, lavoro che dopo non lievi
^"orzi, per ridurre da prezzi eccessivi ad uno con-
yeniente, verrebbe assunto da Luca Gerra per fio-
rini 250. I^a Congregazione propone, vista l'estre^
ma modicità del prezzo cui potò essa giungere, e
certezza di non avere migliori offerte, sia ac-
cettata r offerta Gerra,^ e sia esborsato del pari al
proprietario Paulovich l'importo convenuto di fio-
rini 50 e la cessione di una colonna di pietra -
proposta che sensa discussione vengono accolte ad
unanimi voti.
Si passa a fissare un assegno a favore della
strada htorana lungo^ il. Lazzaretto, opera dovuta
all' eccezionale operosità del sig. Kirckmajer ed
alla sua^indefessa premura, quale ben di rado può
irovaršr'uon già in stranieri, ma sì pure in per-
sone nate e viventi in queste contrade.
La Congregazione toccato degli utili di questa
strada, e dell'abbellimento che ne deriva alla città
nostra, e quindi al dovere che incombe al Comune
di sorreggerla, propone:
I ® sia assegnata a questo scopo per 1' anno ca-
merale la somma di fiorini 300;
2 ° sia posta tale somma a disposizione del sig.
Kirckmajer, cioè sia pregato egh ad assumere la
direzione del lavoro, e la cassa municipale paghi
dall'assegnato fondo verso quietanze vistate da esso;
3° sia colta una tale occasione per porgere a
lui, a nome dell' intero Consiglio, i più sinceri rin-
graziamenti per r indefesse sue cure, alle quali
unicamente dobbiamo la creazione di quella strada
non meno che la di lei conservazione.
Proposte accolte tutte ad unanimi voti.
Si passa quindi ad approvare una dichiarazione
richiesta dell' autorità di finanza onde permettere
il lavoro della selciatura della piazza anco in quella
parte che trovasi oggi controversa, dichiarazione
che suona ne'seguenti termini: i lavori da impren-
dersi non alterare menomamente le relazioni di
diritto civile tra l'i. r. Fisco ed il Comune di Spa-
lato; dichiarazione che viene accolta ed approvata
ad unanimi voti. Dopo ciò, causa l'ora tarda, viene
sospesa la seduta, ed aggiornata a sabato la per-
trattàzione dell' ultimo argomento posto all' ordine
del giorno. Viene quindi chiusa la seduta ore 9 '4.
(Nostre Corrispondenze).
Vienna 2S agosto.
Chi ebbe la buona ispirazione di visitare la capitale
tleU'Auslria in questi ultimi giorni raccolse un ricco le-
aoiù di mcmor".<s di SCri^ riflessioni. P'eStC, IlJ-
rninirio, convogli e fiaccofe, lauti banchelli., evviva, brin-
disi, .nigurii, in una parola: universale triptjclio. lo non
mi farò a descrivere i deilagli : chè so per mia esperienza
quanto poco interesse desìi nei lettori lontani anche le
meglio colorite pitture di avvenimenti di codesto genere.
K dalla mia penna potrebbe sortire tutto al più un disegno
imperfetto, un quadro sbiadato. Mi basta riferirvi che la
processione di fiaccole eseguila a cura del Municipio l.i
sera del 25 per festegj^iare il riiorno dell'Imperatrice a
Vienna superò quanto Onora Vienna ha veduto di gran-
dioso in fatto di spettacoli ; la festfi dedicata il 24 nelle
località Speri ai giureconsulti tedeschi superò quanto fi-
nora Vienna ha saputo ideare ed eseguir« per meritarsi
la bella fama acquistata tra i cultori gaudeamus igitur.
Tutti i periodici d'altronde riboccano di entusiastiche de-
scrizioni di queste feste ; chi se ne compiace ricorra al-
l' uno od air altro di essi, io gli prometto largo pascolo
alla curiosità e al buon gusto. Hep'ito invece mio debito
discorrere delle discussioni eh' ebbero luogo e dei con-
chiusi che furono presi dai barb.issori della giurisprudenza
alemanna, si per l'importanza dell'avvenimenlo in se stesso,
che per lo scopo cui mira, e le conseguenze che ne pos-
sono derivare. Non è infatti a disconoscersi l'alta impor-
tanza di un congresso delle più notevoli autorità giuridiche
della Germania, le quali accorrono numerosissime a Vienna
per conciliare possibilmente l'unità nella legislazione e per
essa preparare la via all'unità nazionale e forse pol.uca.
Non può non richiamare la pubblica atlenzione questo zelo
manifesto, questa concoide tendenza degli uom.ini più in-
telligenti e più attivi di una grande nazione ad avvicinarne
le membra separate e divise, in un' epoca , in cui i go-
verni appariscono e sono forse in fatto meno che mai di-
sposti a consentire con codeste aspirazioni dei popoli Gli
è certamente di sommo rilievo il fenomeno che ci mo-
strano codesti matador! della opinione pubblica, i quali
bittono la stessa via e lavorano alacremente alla stessa
opera dell' unificazione, senza curarsi delle lolle che dina-
stiche ambizioni, tradizioni di gabinelti, o burocratiche
gelosie seitibrano voler perpetuare tra i diversi figli di
una stessa famiglia.
II Sri adunque si raocoglierano i membri del congresso
nella gnn sala del ridotto. Il consigliere intimo e profes-
sore Wàchler da Lipsia veniva eletto per acclamazione
a presidente. Egli nominava a vice-presidenti Dr. Heìn ,
presidente della camera dei deputati auatriaci, Wartensl.--
ben, consigliere del tribunale civico di Berlino, During, pre-
sidente del tribunale di CelK'u il capo-sezione Hiz-ij di
Vienna. iVimo Argemcnto delle discussioni offre la. sc-
guenlfi proposta del giudice urbano Hiersemenzel: «il con-
gresso dei giuristi tedeschi dichiari che là solamente è as-
sicurala la dign:'.à della giurisprudenza e 1' esercizio della
giustiziSiS dove il giudice è chiamato ad esaminare il que-
sito se una legge ebbe vita nelle forme costituzionali. »
Uelatore su questa proposta è il professore Thering. Egli
dislingue due questioni nella medesima, l.a Se in uno
stato costituzionale il governo emette una ordinanza, la
quale pel suo tenore avrebbe avuto bisogno della coope-
raz-ione o dell' assentimento dei corpi rappresentativi, ha
il giudice il diritto dell'esame.' da Se si tratta d'una
legge, che porta questo nome, è egli necessario per la
sua applicazione, che il giudice esamini se nel rilasciare
questa legge si osservarono le forme ^costituzionali ? Questa
seconda domanda viene dal relatore qualificata d'indole
politica. Epperciò egli si astiene dal ri'^pondervi. Scioglie
invoco airermativamente la prima, e si richiama all'autorità
deli' America seltentrionale, del Belgio, della Francia e di
qualche stato germanico, in cui questo principio è ricono-
sciulo. — Hlersemeinel s[)iega la sua proposta nel senso,
che il giudice possa esaminare leggi ed ordinanze con ri-
guardo alla loro origine costituzionale. Dopo lungo dibat-
timento si conchiude a grande maggioranza ; «il congresso
esterna il proprio convincimento giuridico, che ordinanze
del capo dello stato, o del governo, il contenuto dello
quali non si sarebbe potuto stabilire senza il consenii-
mento degli altri fattori legislativi, non sono obbligatorie
per il giudice.» —
11 di successivo tennero seduta le quattro sezioni, in
Ciji si divise r adunanza. Le prime due si raccolsero nella
sala della camera dei signori, e trattarono del sistema i-
potecario. Mi spiace che i ristretti confini d'una corrispon-
denza mi obblighino a limitarmi alle conclusioni di questa
interessantissimo colloquio Eccole: «il congresso esterna
il suo convincimento: I o che una leggo comune sulle i-
poleche sia un bisogno ; do che la legge ipotecaria debba
riposare sui principii foiulimentali della pubblicità e della
specialità; 5 zo che d sistema ipotecano debba avere per
base il sistema dei libri fondiarii. — Altro argomento di-
scusso in questa seduta olTrì la proposta del consigliera
circolare Gek sulla necessità di un comune diritto tedesco
sui beni matrimoniali. I professori Unger di Vienna e The-
ring da Giessen dimostrarono tra vivi applausi sì dal punto
di tista giuridico che filosofico l'inopportunità di una sif-
fatta comunione di beni e 1' inconciliabilità di una comune
legislazione su questo punto ; ed il congresso deliberò in
senso delle loro conclusioni. — La terza sezione si oc-
feupò della proposta del consigliere d'appello di Vienna
Dr. Keller sopra una radicale riforma della inquisizione
preliminare nel procedimento penale. Questa proposta, la
quale tendeva ad abbandonare tutta la inquisizione preli-
minare al procuratore di stato. -venne combattuta princi-
palmente dal Dr. Glaser, le cui seguenti conclusioni ven-
nero anche accolte dalla maggioranza : i .o che sia con-
servala l'inquisizione preliminare a mezzo del giudice;
2 do che però questa non abbia luogo nei casi più leg-
geri, e che alla procura di slato sia riservata 1* iniziativa
dell'accuse, e le sia devoluto il diritto ad investigazioni
primordiali di polizia giudiziaria; 5.zo che siii riformato il
sistema dell'inquisizione preliminare.» — La quarta se-
zione si occupò del quesito: ise ed in quanto debba e-
slendersi l'attivllà del procuratore di stato anche alle con-
troversie civili.» Esso venne risolto in massima'negalivamente.
Ieri nelle prime due sezioni fu deliberalo : l o che l'a-
zione di paternità sia bensì ammissibile ma colla exceplio
plurium concuinberìliurn, e che le singole limitazioni si ab-
bandonino alle pjrticolari legislazioni ; 2 do che per com-
pletare il codice mercantile germanico risulti necessaria
una legge che comprenda tutto il sistema delle assicura-
zioni. — Nella 3 za sezione si trattò delle sentenze di
scioglimento dall'accusa per mancanza di prove: contro
le quali sentenze si, pronunciò tutta l'assemblea, meno un
voto, dopo la rimarchevole osservazione del Dr. HolUendorf
di Berlino, che tale argomento non meritava 1'onor della
discussione, Indi fu deliberato che le differenze le quali
presentemente sussistono nei codici tedeschi, rebìlivaniente
all'ammissibilità della pena di morte non formano ostacolo
a che il congresso dichiari 1' urgente bisogno di una uni-
forme legislazione penale. Finalmente in una serie di con-
chiusi proposti dal Dr. Hije si pronunciò iT congresso per
l'abolizione delle pene infamanti, quali la berlina, il mar-,
chio, il bastone, e per la limitazione delle conseguenze
infamanti congiunie colla condanna. — Nella quarta se-
zione si sciolsero due quesiti: i.o n/fermaiivamente « se
relativamente alia prova in controversie civili, la sentenza
debba emettersi secondo il libero convincimento dei giu-
dici, senza regole obbligatone di prova.» 2 do negativa-
vamenle «se il jìrimo giudice sia vincolato al decreto cho
ammette una prova interlocutoria.» —
Stamane la radunanza in pieno sancì le suaccennato de-
liberazioni.
La nomina del luogotenente Dr. lìurger a ministro dell^
marina sembra un fatto compiuto. Il ministero verrà divisa
in due sezioni: 1'una per la marina da gnerra, l'altra pep
la marina mercantile. Gli vwr.anno demandati tutti gli af-.
furi relativi alia navigazione, alla sanità maritlima, od a|
consolati nei loro rapporti cogli interessi marittimi. Sembri^
del pari fuori di dubbio che al chiudersi della sessione
del paramento il presidente Dr. Hein assumerà il porta-
foglio della giosSizift, — :
pli(^a.zionì iDoliticlie lo arrestino sulla sua strada
psnoolosa; die interessi diversi vengano d'altra
parte a destare la sua attenzione, e a rivolgerne
altrove i propositi e gì' intendimenti. L'Inghilterra
già scopertamente piglia a tutelare la causa ita-
liana, i novi moti furono in gran parte da lei
suscitati e aiutati, e le ultime notizie accennereb-
bero perfino ad una sua intimazione a Napoleone,
di fissare un termine all' occupazione di Roma, e
a un invito al ministero di Torino, di consentire
a Garibaldi, già tradotto alla Spezia, l'imbarco so-
pra un bastimento inglese.
Estratto dagli atti della Giunta
provinciale.
1. In risposta ai quesiti dalla Giunta proposti
col protocollo 13 luglio (riportato nella Voce Dal-
matica del 26), avendo il comitato letterario slavo
dato alcune parziali soluzioni con rapporto degli 8
agosto, oltre ai consigli e alle critiche contenute
in altro rapporto stampato nel Nazionale, la Giunta
replicava coli'insistere per un giudizio definitivo
suir opera portante l'epigrate On je meni, brat tko
je meni rad, benché consistente in un saggio di
pochi fogli, perchè in ciò l'autore erasi unifor-
mato al programma della medesima.
Dichiarava questa inammisibili quei motivi per
dinegare il premio, che si fondassero su condizioni
non prefisse dai programmi; — chiedeva un giu-
dizio più caratterizzato sul Notaio /popolare del si-
gnor Giurassich; —• accoglieva la proposta di
raccomandare al pubblico il vocabolario dei signori
fratelli Danilo, riserbandosi in quanto al sussidio
per la stampa di deliberare ; — sosteneva l'uti-
lità di premii e sijssidii per opere elementari citando
l'esempio della Francia, e ravvisando nei casi in que-
stione quelle condizioni eccezionali appunto per le
quali il comitato ammette l'intervento governiale;
'—pregava le venissero indicati soggetti capaci di
comporre le opere bramate; —• negava l'assorta
impraticabilità e inopportunità dei semphcissimi
piani ideati per la diffusione della lingua slava,
attribuendone invece l'incompleta riuscita allo stato
della letteratura slava in Dalmazia ; — citava i
passi fatti presso le competenti autorità per la
diffusione col perfezionamento dell' istruzione po-
polare e dei maestri; — riserbava a tempo op-
portuno l' esame sull' apphcabilità degh altri con-
Bigli ; — domandava informazioni sul miglior vo-
cabolario itahano-slavo per fornirlo ad alcune
scuole che- Io desiderano; — ringraziava final-
mente il comitato delie sue cortesi prestazioni.
2. Venne dehberato di restituire al sig. Giu-
rassich un altro saggio del suo vocabolario ita-
hano-illirico perchè assai incompleto.
3. Invocansi in data 23 agosto dall'ecc. Mini-
stero di stato energici provvedimenti per repri-
mere i furti delle uve, non trovandosi sufficienti
quelli che i'incì. Luogotenenza citava con nota 14,
in risposta alle raccomandazioni della Giunta fat-
tele li 4 detto mese.
4. li i. r. Luogotenenza con nota 11 luglio d.
ji. 8056-1713 invitava la Giunta provinciale ad
esternare il suo parere sulla convenienza d'atti-
vare in Dalmazia l'ordinanza ministeriale 14 a-
prile 1855 relativa all'impiego di stalloni privati
per la monta; e ciò onde prevenire le funeste
conseguenze della propagazione della lue venerea
nei cavalli» sviluppatasi in alcune provincie della
monarchia austriaca. Nello stesso tempo comuni-
cava un progetto di regolamento diretto a togliere
l'ulteriore diffusione dei difetti nella specie equina
in Dalmazia ed a migliorarla, proposto nell' anno
1855 dalla Società agronomica centrale di Zara.
In quanto alla prima parte, la Giunta provin-
ciale, quantiinru2 non trovi F ordinanza ministeriale
25 aprile 1855 atta a raggiungere completamente
lo scopo, pure, cccTenecdo nei bisogno di rego-
lare r uso degli stalloni privati nella monta, di-
chiara che ne troverebbe utile F applicazione ; che
però nelle presenti condizioni d'un regime costi-
tuzionale, trattandosi di legge nuova per la Dal-
mazia, ritiene sia neccessario venga proposta l'or-
dinanza suddetta alla Dieta del regno e da questa
approvata^
Circa al regolamento prodotto dalla Società
agronomica centrale di Zara, fondato sul principio
castrazione forzala, la ^Giunta provinciale,
premesse alcune considerazioni generali sui mezzi
di migliorare le razze d'anhnah domestici, ed e-
saminate nei loro dettagli le influenze degli agenti
igienici od agenti esterni, e quelle dei riprodut-
tori, dimostra come semi^re le seconde riescano
subordinate alle prime; e come la riproduzione sia
da considerarsi qual mezzo di miglioramento in
quanto offre il modo di poter ripetere in copia
gl'individui, modificati dagli agenti igienici, sui
quali si cerca di completare e fissare la serie dei
cangiamenti prodotti, e che nella vita di un in-
dividuo solo sarebbe impossibile di ottenere. Di-
mostra inoltre che i prezzi straordinarii dei ri-
produttori di alcune razze non provano l'influenza
esclusiva dei riproduttori sul miglioramento delle
razze : dipendere questi prezzi da un'industria af-
fatto nuova, V industria dei concorsi, per la quale
occorrono razze particolari, i di cui individui com-
prendano in se quegli artifiziosi elementi che co-
stituiscono l'equivalente dei premii che possono
guadagnare. Considera la Giunta provinciale qual
sia l'ingerenza del governo e quale il suo scopo
nella produzione dei cavalli, ed osserva come que-
sto scopo non sia sempre in relazione agli inte-
ressi dell' agricoltura e dell' economia sociale, e
come per conseguenza, onde questo scopo non
nuoccia, sia neccessario lasciar libero il campo
all' interesse individuale degli allevatori, senza re-
strizioni, ritenendo che il progetto della castrazione
forzata, anticamente proposto anche in Francia,
ma non mai adottato, porterebbe nelle attuali con-
dizioni economiche della provincia, 1' effetto della
diminuzione dei cavalli. Non trova quindi la Giunta
provinciale nè conveniente, nè utile, ma anzi dan-
noso il regolamento proposto dalla Società agro-
nomica centrale di Zara; ed è persuasa che per
migliorare la razza dei cavalli in Dalmazia, o, a
meglio dire, per migliorare nel complesso gi' indi-
vidui della razza indigena per se stessa buonissi-
ma, sia neccessario incominciare dal migliorare le
condizioni ecoDLomiche degli abitanti della provin-
cia, che devono adoperarli; favorire la coltivazione
dei foraggi, la fabbricazione di stalle, la costru-
zione di strade ecc., per ultimo pensare ai ripro-
duttori, coi quaU si può finire, ma non s'inco-
mincia mai; che, ammesso tutto questo, il migho-
ramento della razza dei cavalU sia da lasciarsi
all' intelligenza ed all' interesse degli allevatori; che
ritenere di mighorare la razza dei cavalli nella
Dalmazia coi soli riproduttori e stabilirvi a questo
fine leggi coercitive, nelle attuaU condizioni eco-
nomiche della provincia, sia come voler aprire una
strada carrozzabile attraverso di un monte irto
di roccie, obbligando la popolazione, nel cui in-
teresse s'intenderebbe di fare la strada, di stra-
scinar sulle roccie intatte eleganti carrozze man-
tenute a spese della popolazione stessa. La Giunta
provinciale ritiene che la strada non sarà mai
fatta ; che le carrozze diverranno carri informi, se
pure potranno essero carri, e che la popolazione
finirà per essere piìi miserabile di prima.
(Nostre Corrispondenze).
Parigi, 26 agosto 1862.
Mi apponeva al vero dicendovi ieri che la nota pub-
blicata dal Monileur era emanata dal conte Walewski mi-
nistro di Stato. So infatti da fonte sicura che al Ministero
dell'interno si conobbe l'esistenza di quella nota quando
si ebbe fra le mani il foglio uflìciale : il signor Imahus
ne fu sorpreso al pari del pubblico.
11 Constitulionnel fece quest'oggi «no di quegli scam-
bietti pur troppo ordinarli nell'esistenza dei fogli semi-uf-
ficiali. Egli non solo approva la nota del Moniteur, ma con
faccia tosta dichiara che essa ratifica le idee da lui espresse
tre giorni addietro. Siccome noi siamo abituali alla capriole
del sig. Limayrac, è inutile d'insistere su questo incidente.
11 telegrafo di Torino smentisce oggi la notizia del viaggio
del re a Napoli; cio che vi ha da notare in questo di-
spaccio si è ch'egli attribuisce quel progetto ai fogli di
Parigi. Eppure sono le Correspondance France-Italiana, la
Monarchia Nazionale e non so chi altri ancora che por-
tavano a Parigi una tale novella.
Il bulettino dell'O/jfn/ow Nationale di ieri sera pare am-
mettere che nulla si farà per l'Italia. Non bisogna inter-
pretare queir articolo nel senso di una convinzione propria
alla redazione del giornale, li signor Gueroult ed il
signor Bonneau, che soli possono esprimere le idee del-
l'Nationale sono attualmente assenti, e quelli che
ora scrivono non possono pailnre che per loro proprio
conto. Del resto io sono d'avviso che il signor Gueroult
non tarderà ad emettere la sua professione di fede rap-
porto a questo affare.
Da un altro lato la corrispondenza deìY Independance Belge
assicurava oggi che il governo italiano venne autorizxato
ad esporre al Parlamento, appena sarà riconvocato, che il
governo francese ò deciso di richiamare le sue truppe da
Homa nel prossimo mese di aprile. A mio avviso qui si
pecca nel senso opposto, ed io sono assicurato che le
cose non sono così spinte, da poter sperare uno sciogli-
inenlo definitivo della vertenza.
11 corpo legislativo, checché ne dicano certi novellisti,
non sarà disciolto quest'anno, sebbene i parliti si dispon-
gano già alla lotta elettorale. A quanto pare, esso sarà con-
vocato m dicembre e farà una corta sessione fino al 20
gennaro. in tale occasione i senatori ed i deputati potranno
formulare le loro idee sulla quistione ronìana nella di-
scussione dell' indirizzo. 11 richiamo delle truppe da Roma
non potrà per conseguenza veniro deciso se non dopo
questa manifestazione legale, che, è inutile lo sperare il
contrario, non sarà certo favorevole alla causa italiana.
In certi circoli bene informati si crede che i consigli
generali, convocati come sapete per venerdì prossimo, fa-
ranno delle mozioni all'imperatore affine di sollecitare lo
scioglimento della quistione romana. l\li si assicura che
dei discorsi saranno pronunziati all' apertura delle diverse
sezioni dal conte di Persigny a Saint' Etienne, dal duca
di Morny a Clermont, dal sig. Troplony a Evreux e dal vis-
conte della Furronieou a Limages. Vedremo che cosa di-
ranno codesti organi di tante diverse opinioni.
Non istate a credere che le questioni italiane, messi-
cane, serbe, polacche eie. asserbano talmente 1' attenziona
del pubblico parigino, che egli non possa o non sappia
applicarsi ad altro. Nel mondo letterario si parla dello
vacanze che esistono all' accademia francese, e molti, ma
molti, si pongono sui ranghi. Le elezioni per gli scanni la-
sciati liberi dal duca Pouquier e da Biot sono pròssime;
e quei posti faranno gola a molti, poiché sono realmente
posti da immortali. Biot è morto ad oltantasette anni,
Pouquier a novantacinque.
Molli nomi sono posti in avanti : odo citare fra i più
appoggiati, quelli di Troplong, di Chaix-d' Est-Ange e di
Dufiiure per lo scanno di Pouquier. Aspira alla successione
di Biot il signor Cuvillier-Fleury, il sapiente medico dei
Debals, che fu in altri tempi segretario del re Luigi, padre
dell'imperatore. Si parla pure del sig. Carnè, un altro
pubblicista stimalo. Certe voci timide mormorano il nome
impossibile di Ernesto Renan, altri invece citano i nomi
di Giulio Tanin, di Enrico Marlin, d-i Giulio Simon, di,
Enrico Mastin, di Giulio Taerin e di Teofilo Gauthier. '
Le lettere di Ginevra smentiscono la notizia qui corsa
un istante, secondo la quale alcune manifestazioni ostili
avrebbero colà avuto luogo contro l'yacht del principe
Napoleone.
Alcuni giornali parlano di una noia recente dol gabi-
netto inglese per invitare il governo imperialo a termi-
nare, in un senso favorevole all'Italia, la questione ro-
mana. Posso assicurarvi che questa notizia è infondala.
Può darsi che nelle loro conversazioni col conto di Fla-
haut lord Palmerston e lord Russell abbiano potuto insi-
stere sulla necessità di uscire una buona volta da una
posizione così falsa, ma tutto si è ristretto a parole o
non vi fu alcun atto diplomatico. In un senso opposto
si vocifera che il governo francese abbia fatto rimprovero
a lord Russel degli incoraggiamenti ed aiuti evidenti che
Garibaldi trova in Inghilterra; è facile il prevedere quale
sarà la risposta del ministro della Regina.
Altra del 26.
Garibaldi è sbarcato in Calabria sopra un bastimento
inglese; questa notizia venuta per telegrafo ha sbalordito
Parigi ; i nemici del vostro governo ne profittano per dire
che esso non volle impedirnelo. La borsa fu orribilmente
agitata; il prestilo italiano è disceso a f. 69:40; un ri-
basso di quella entità non si era ancora prodotto in un
sol giorno, dacché la crisi è cominciata, eppure i dispacci
d'Italia non hanno alcun carattere officiale.
11 signor Hovin ha trionfato alle elezioni di Torigny,
L'imperatore è aspettato domani; egli riceverà in u-
dienza di congedo il signor Benedetti, il quale partirà
quindi immediatamente per Torino.
L'Independance Belge parla oggi d'una cessione di strade
ferrate napoletane che il signor conte Raltazzi avrebbe
fatto al signor Rothschild dietro mediazione del sicrnor
Peruzzi : sono autorizzato a smentire questa diceria; del
resto tutti sanno in Italia che non è certamente al Pe-
ruzzi che il sig. Raltazzi avrebbe affidato una tale missione.
Ho sotto gli occhi il discorso pronunciato ieri dal duca
di Morny all' apertura del consiglio generale di Puy-le-
drome ; l'onorevole presidente del corpo legislativo " si è
contentato di ringraziare il dipartimento della entusiastica
accoglienza fatta un mese fa all'imperatore ed all'impeia-
trice..,. accoglienza che ha fruttato a lui il titolo di duca.
Parigi, 28 agosto.
A Torino e a Parigi s'incomincia a rimettere del ti-
more cagionato dallo sbarco di Garibaldi. Ieri si parlava
•a lo SelteiiBi>i*e 1§6S.
Prp?zo d'associa?,ìoije io valuta anstriaca ppp
Zitm: |)(,>r un anno fiorini 8; por sei ì^iìsì fiorini Ij
per tre mesi fiorini 2. Pel riiuaner.te delia Provincia
e, fuori; per un anno fiorini 95 per sei '»c-si fiorini 4
soldi 50; per tre mesi fiorini 2:25. Per l'estero, e
pel Lombardo Veneto g!| stessi prezzi in arj;ento, fran-?
ehi del porto-posta.
Giornale politico-le(terario
Esce il Mercoledì ed il Sabato,
I HTi'upj^i e lo ooinmisisioni, franchi delle spose
postali, si diriic.iio in ;t Vincenzo Duplancich Ile-
d;tu«)r(' di'llii Voce l>aim;!tiea, e »li abhuonamenti, ai
NEEO/,II lilirarii dei siirioi i ITMCUÌ Battara c Pietro
Aljelii'h. (jii avvisi di S linee costano I fiorino, e ogni
linea di più soidi b*. I^a tassa di finanza resta n carico
del coinuiiiienic. In numero separato costa soldi IO.
Estratto dagli atti della O^iunta
provinciale.
1. Fatto essendosi aqiiisto di 50 esemplari del
recente opuscolo del sig. cav, d'Erco sul modo
di propagare le ostriche, benché sappiasi che l'inlc.
Luogotenenza ne fece pur aquisto di 150 esem-
plari per diramarli nella provincia, plaudendo al-
l'intenzione dell'autore, che potrebbe svegliare un
ramo d'industria molto proficuo, si delibera di
distribuirli alle persone che più sono alla portata
di cavarne profitto.
2. Sentito l'unanime favorevole voto di tutte
le corporazioni consultate, e di alcuni avvocati,
dopo una prolungata discussione si conchiude che
un progetto di legge per l'abolizione dei fede-
commessi tuttora sussistenti nell' antico territorio
della repubblica di Ragusa sia assoggetta alla pro-
sima Dieta.
Consist'esso nei seguenti termini:
Progetto di legge.
§. 1. I fedecomessi, ed in generale tutti i vincoli
dipendenti da qualsiasi disposizione fedecommissa-
ria creati anteriormente alla pubblicazione della
presente legge, e coi quali sia imposto l'obbligo di
conservare e di restituire uno o più beni di qua-
lunque natura ad una terza persona, sono sciolti
in ogni parte anche del circolo di Ragusa come
liei resto della Dalmazia.
La nullità della sostituzione fedecomniissaria non
rechercà per altro alcun pregiudizio alla validità
dell' istituzione.
§. 2. A contare dal giorno della pubbhcazione
della presente legge le sostituzioni fedecomniessa-
rie rimarranno vahde ancora per la durata e colle
distinzioni dei §. §. 611 e 612 del vigente co-
dice civile.
§. 3. La piena proprietà della metà dei beni già
vincolati si consoliderà negli attuah possessori, od
aventi diritto ai medesimi, e 1' altra metà rimane
riservata al primo od ai primi chiamati nati al
tempo della pubblicazione della presente legge.
§. 4. Tale riserva non avrà però effetto a favore
del primo o dei primi chiamati nati all' epoca della
pubblicazione della le^ge, se non nel caso in cui que-
sti siano sopravvissuti agli attuah possessori, e che
nel tempo corso tra la pubbhcazione della legge,
e la morte dei possessori suddetti, non siano so-
pravvenuti altri chiamati più prossimi i quali ai
possessori siano sopravvissuti.
Tanto nell'uno quanto nell'altro di questi casi,
e così pure, se al momento della pubblicazione
della legge non vi fosse alcun chiamato, la piena
proprietà dell' intiera sostanza fedecommessaria re-
sterà consohdata, negli attuah possessori.
L'usufrutto della totalità dei beni svincolati con-
tinuerà ad appartenere in ogni caso agh attuali
possessori, od aventi diritto durante la loro vita.
§. 5. La divisione dei beni potrà essere pro^
mossa tanto dagU attuali possessori quanto dal
primo, 0 dai primi chiamati.
' §. 6. Golia presente legge non devonsi intendere
pregiudicati quegli altri diritti, che prima della
sua pubblicazione fossero stati acquistati sui beni
fedecommessari.
3. Chiudesi un'altra prolungata discussione sul
regolamento interno della Giunta da rassegnarsi
anch' esso all' approvazione della prossima Dieta,
e si delibera che, toltine pochi articoli,"serva in-
tanto di norma alla Giunta attuale,
4. Considerando il sommo bisogno che hassi
d'un vocabolario Italiano-slavo, sia pur di piccola
mole; la bontà del saggio offerto dai signori fra-
telh Battara dell' opera dei signori fratelli Danilo
raccomandato dal comitato letterario slavo; l'im-
probabihtà che dalla stampa un editore possa ri-
cavare profitto, si offre ai suddetti signori Battara
un sussidio di fior. 800, purché venga pubblicato
non più tardi di marzo 1863, e adempiano alcune
altre condizioni, prefiggendo qual termine all' ac-
cettazione il mese corrente.
11 sig, Jakich e le ferrovie Croate.
Il signor Jakich, membro della Camera di com-
mercio di Zagabria, in un suo scritto stampato
nel Pozor e riportato nel Nazionale n. 52 discorre,
un pò bizzarramente se vuoisi, sulle ferrovie eh' e'
vorrebbe veder costrutte nel paese.
Nel fare un pò di critica a quel suo scritto,
ci è grato di notare com'egli, il primo fra i Cro-
ati di lettere, rettificasse certa idea falsa benché
accettata dallo stesso sig. Ministro di stato che
ne permise la circolazione. Il sig. Jakich dice „ Senza
la Dalmazia è ridicolo chiamare lo stato nostro i Ire
reijìu quoìido infatti non ve ne sono compresi che
dae.^ Qiieàte parole sarebbero state egregiamente
in bocca ai nostri deputati a Vienna allorquando
Schmerhng, interpellato sul senso di certa Trinità,
rispondeva vagamente esser quello un vecchio modo
di dire e nuli'altro. Sia lode pertanto al sig. Jakich
che, a costo di farsi tenere il broncio da'suoi,
vorrebbe proscritte certe anticaglie anche venera-
bih, quando il fregiarsene fuor di tempo è atte-
testato di vanità compassionevole e d'impotente
milanteria.
Veniamo alle ferrovie. Il sig. Jakich in un mo-
mento di affettuosa effervescenza per il suo paese,
discorrendo delle ferrovie croate, non ha dinnanzi
agh occhi che Zagabria, centro e cuore dell'in-
tegrità territoriale del triregno. Di là, con rara
prodigahtà, distende un lunghissimo tronco fino al
Danubio, a Semlino; altro non meno lungo si de-
gna di abbassare alla Dalmazia e lo promette a
Spalato, 0 Traù o Sebenico, permettendoci di stu-
diare la convenienza del sito; rimpiange (qualora
non dovesse sboccare a Fiume) quello che la u-
nisce strettamente a Vienna quasi con catena di
ferro, non meno che quello che per la Drava ser-
virebbe ad attrarla verso Buda-Pest.
Noi, a dir vero, in questa estrema Beozia, nu-
dati frugalmente di civiltà greco-latina, non ci ba-
deremmo tanto per sottile, e, purché un tronco
di ferrovia ci congiungesse al sistema Europeo, lo
accetteremmo, direi quasi, anche da Belzebù, trat-
tandolo, se volete, con tutte quelle precauzioni le
quah si adoperano cogh appestati. Il sig. Jakich
invece farebbe lo schizzinoso; vorrebbe nazionale
anche la ferrovia, una ferrovia ad usum Croaliàe,
senza badare che, spremuto tutto il denaro deha
nazione, appena appena viaggeremmo in ferrovia
fino alle Castella.
Questo è all'incirca lo spirito del sig. Jakich
non compresi certi errori di calcolo sui quali ora
non vai la pena di riandare.
Dopo tutto però il sig. Jakich è pieno d'in-
tenzioni misericordiose a nostro riguardo, e con
un piglio sovranamente drammatico ci fa intendere,
da vero fratello, che noi in questa faccenda gua-
dagneremmo il ben di Dio! -
Non ci fa meraviglia die il sig. Jakich la pensi
così. Egli è troppo attaccato al suo paese, né può
curarsi degli interessi nostri e fa bene. Ma quello
che veramente ci meravigha si ò che il JSazionale,
che pretende vederci bene addentro nei veri in-
teressi morali e materiali nostri, trovi di appog-
giare le idee del sig. Jakich. Citi non capisce che,
eseguita una linea da Semlino a Fiume per Za-
gabria, la Dalmazia ne rimane fuori, né può più
lusingarsi di veder congiunte le sue rive al Da-
nubio? . , . e chi è così minchione da supporre
che per far piacere a noi, per amore all' integrità
territoriale, si voglia spingere una linea (inutile,
dispendiosissima, e che non avrebbe ragione di es-
sere) da Zagabria a Spalato, quando Zagabria,
avendo con Fiume uno sbocco al mare, ha già rag-
giunto il suo scopo ? . . .
Il Nazionale non vuol star indietro al signor
Jakich, e anzi, sorpassandolo in prodigalità, de-
stina un tronco a Sebenico ed uno a Zara, tron-
chi che si staccherebbero dall'arteria madre che,
secondo lui, da Spalato per Knin, salirebbe in
Croazia. Da buon patriotta egli non ha dimenti-
cato le città sorelle e gliene sappiano grado;
peccato però che- quelle ferrovie non si possono
fare per solo decreto del Nazionale e senza il sus-
sidio di alciuaiiti milioni l E siccome tutte e
tre le città sorelle non potrebbero costituirsi em-
porii commerciali, così, per quelle che non lo fos-
sero, quei tronchi servirebbero, più che ad altro,
ad ahmentare treni di piacere. Avrebbe forse pen-
sato a ciò il Nazionale? ... Se è così, non esi-
tiamo a dichiararla un' idea proprio eccellente, un' i-
dea che ci commove, e che, in tempi meno ingrati,
provocherebbe una pleiade d'indirizzi sviscerati al
benemerito progettista.
Buono per noi che tutte queste bizzarrie del
signor Jakich e del Nazionale sono nobih eser-
cizi nelle ore d'ozio, che a fin dei conti non ca-
verebbero un ragno dal muro, e sarebbe quindi
follia il preoccuparsene. In queste opere grandiose
di ferrovie la prima condizione per gli azionisti
è il tornaconto; né si possono condurre a fine
senza il concorso dei capitali di Francia ed In-
ghilterra; e se Italia ne ha avuto d'uopo, figu-
rarsi questi miseri paesi nostri, fosse pure avve-
rata l'integrità del regno uno e trino. Ora è egli
mai supponibile che per un progetto qual è quello
del signor Jakich, per una ferrovia ad tisiim Croa-
tiae vogliano concorrere i capitali quando con ben
maggiore vantaggio sono implorati altrove ....
Vorrà Ella una società impiegarli per una via in-
diretta, lunghissima, qual si è quella da SemUno
a Fiume, quando esita di collocarli in vie più di-
rette, meno dispendiose ed assai più produttive ?.. ;
Quindi da questo lato possiamo star tranquilli
che quella ferrovia non si farà mai, perché man-
cante dei fattori essenziali a renderla pratica; come
d'altronde non dubitiamo di asserire che di ben
diversa utilità sarebbe, per una società che la im-
prendesse, la strada di Spalato, Serrajevo, Belgra-
do, siccome quella che per la via più breve con-
giunge il basso Danubio al mare, e che sarebbe
di vero vantaggio alla nostra Dalmazia costituen-
dola scalo diretto di numerose e ricche provincie.
Quale commercio d'importazione e di esportazione,
quale scambio di prodotti e quanta convenienza-
dal lato econonnco avremmo noi con una ferro-
via da Zagabria a Spalato ? . . ,
L'importanza invece della ferroviii da Spalato a
Kara Settembre 1§63
Voce
Prezzò d'associazione in valuta austriaca per
Zara: per un anno fiorini 8 ; per sci mesi fiorini 4;
per tre mesi fiorini 2. l>c! rimanente deihi Provincia
e fuori: per un anno fiorini 9; per sei mesi fiorini 4
soldi! 50; per tre mesi fiorini 2:25. Per l'estero, e
pel Lombardo Veneto gli stessi prezzi in argento, fran-
fhe del porto-posta.
Sulle condizioni della stampa in Austria.
Li 20 del prossimo ottobre saranno due anni
dacché dal trono parti il fausto annunzio d'una
nuova era in Austria; la Corona gettò in quei dì
le basi d'un nuovo edifizio amministrativo e po-
litico, incaricando ministri, consiglio dell'Impero
e diete provinciali del progredimento della fab-
brica da Essa generosamente iniziata. Ma ben po-
chi sono, pur troppo, i risultati pratici sino ad
ora ottenuti, mentre anziché regnare fra le rap-
presentanze e gli uomini che trovansi al governo
un fehce accordo, che con forze unite conduca a
buon fine l'opera grandiosa della riforHia austriaca,
non ci fu dato a vedere che una lotta fra le une
e gli altri o fra le camere stesse; sicché i iiii-
gUori propositi i più lodevoli conati si ruppero
ora all'opposizione del ministero, ed ora a quella
della camera dei signori Fu quest'ultima sorte che
toccò particolarmente alla legge sulla stampa, ai
di cui articoU allorché passano neli' aula ove sie-
dono i venerandi membri dell' alta camera, potreb-
besi riferire il verso del nostro Allighieri : Lasciale
ogni speranza^ voi ch^ enlraie. Ep\)iìrt mi non sap-
piamo immaginarci il felice sviluppo delle riforme
costituzionali, se il veicolo più possente dello spi-
rito pubbhco, ed il campo nel quale lottano e si
combattono con armi leali le diverse aspirazioni
dei popoli austriaci, non sieno finalmente posti sotto
la salvaguardia di chiare leggi. Le numerose con-
danne pronunciate in Vienna provano a quali e-
stremi dolorosi pel giornalismo, ma nemmeno ag-
gradevoli e vantaggiosi pel governo, conduca la
provvisorietà delie condizioni della nostra stampa
periodica. Il Wanckrer il cui redattore principale
sig. Maurizio Grass principiò sabato gli otto mesi
di carcere contro di lui pronunziati, ha un arti-
colo sulla stampa che ci piace riportare, contenendo
il medesimo delle osservazioni, che, se sono cal-
zanti pella residenza sono ancora più giuste re-
lativamente alle condizioni della stampa indipen-
dente provinciale, che, perdurando ancora per qual-
che tempo l'attuale stato di cose, sarà in breve
preda di quel pernicioso mutismo che segnalò il
poco avventuroso decennio di Bach. Il succitato
diario viennese così si esprime:
"Il profondo silenzio e quasi diremmo la quiete
sepolcrale della stampa austriaca comincia a riu-
scir disaggradevole anche agU organi centralistici.
I rapporti prolissi intorno a riunioni di giuristi
e adunanze d' artisti abbelliti ed adorni di tutta la
rettorica e di tutto l'orpello politico non bastano
a celare neppure ai loro sguardi tutt' altro che
imparziah la sterilità delle colonne dei nostri gior-
nali, e si procura solamente di ricercarne le cause
per trovarvi rimedio.,,
"È già una prova patente di sincerità per parte
dei nostri avversari politici il confessare, che le
nostre circostanze attuali non sono migliori e che
vi sono molte, ma molte cose che abbisognano di
miglioramento, e quindi anche di una discussione
preparatoria da parte della stampa. E con tutto-
ciò dappertutto continua a regnare profondo si-
lenzio! Donde questo strano^ fenonemo? Che la
causa fosse da cercarsi nelle condizioni attuali della
stampa? Ancora questa quistione non fu risolta
affermativamente e di già un organo centralisticó
si affatica di provare il contrario, sostenendo che
le nostre condizioni della stampa permettono tutto,
air infuori di una cosa: lo scrivere-^i)frenato„.
Giornale polìtico-letterario
Esce il Mercoledì ed il Sabato.
I g'rnppi e le commissioni, franchi delle spese
postali, si diria^ono in Zura a Vincenzo Duplancich Re-
dattore delhi Voce Dalmatica, e gli abbuonamenfi, ai
nej^ozii librai'ii dei sisnori fratelli Battara e Pietro
Abelich. t.'li avvisi di 8 linee costano I fiorino, e ogni
linea di più soidi 6. ijà tassa di finanza rcstit a carico
di.I coiuiiiittente. l'n numero separato costa soldi IO.
" Ma per guardarsi dalla "sfrenatezza„ biso-
gna conoscere il " freno „ ossia i hmiti, i quali non
possono trovarsi se non nella legge, non essendo
possibile in uno stato legale di lasciarU fissare al-
l'arbitrio, 0, per pariare con più riguardi, affi-
darne la decisione a singoU organi giudiziarii o
amministrativi. „
„Però delle deggi attualmente in vigore venne
dichiarato ripetutamente, in modo uffiziale ed ol-
fizioso, che quantunque esistano formalmente, non
possono però materialmente servir di norma per
conoscere la giusta misura di quello ch'é per-
messo. Il Governo, prendendo le cose alla lettera,
é nel suo diritto se fa applicare la legge sino a
tanto eh' essa è in vigore, ma anche i giornali del-
l' opposizione sono non solamente nel loro diritto
ma adempiono nel tempo stesso a un dovere, quello
della propria conservazione, se resi prudenti della
propria esperienza, cercano a tutto potere di evitare
qualunque possibilità d'un confiitto con delle leggi
bensì biasimate con frasi patetiche ma nou per-
ciò ancora aboMte.„
"Se anche dunque le condizioni della stampa
non sono la soia causa della quiete sepolcrale che
regna intorno di noi, esse certamente vi contri-
buiscono in gran parte.„
"Uno dei nostri pubblicisti, troppo presto ra-
pitoci dalla morte, soleva dire d'essere debitore
di gratitudine al defunto generale T/elden per a-
vergli questo insegnato il modo di scrivere in qua-
lunque circostanza. Si potrebbe adunque trovare
forse un qualche modo d'esprimere anche un pen-
siero non governativo, senza pericolo, ma quando
pure si fosse trovato il come, resterebbe da tro-
varsi il cosa parlare. „
"La stampa non crea la vita politica, essa nou
fa che rifletterla, ed ora — dove esiste vita po-
litica presso di noi? dove troviamo che la popo-
lazione prenda parte attiva agU afiari pubbhci?„
"È vero che la macchina dello stato funziona
regolarmente , e certamente non cammina peggio
che in altri tempi ; ove ciò basti, allora natural-
mente nulla resta a desiderare, e ancor meno una
maggiore attività per parte della stampa, la qnale
se è utile anzi necessaria in uno Stato costitu-
zionale, non è che d' impedimento nello Stato bu-
rocratico. Avvi però della gente, anche nel campo
dei nostri avversarli, che non son contenti d' un
movimento puramente meccanico dello Stato, e a
questi non riuscirebbe discaro se, per parlare col
linguaggio del Conte Thim ^ si scorgesse un
poco meno di ^quiete pubblica,, e un poco più di
'^vila pubblica,,.
"Con la "quiete,, non si può sciogliere nem-
meno la prima e più importante delle nostre qui-
stioni, quella cioè della costituzione. La patente
di Febbraio conta ornai un anno e mezzo di vita;
oggidì essa non è né attuata interamente ne si è
fatto un passo per la sua modificazione. Se è pos-
sibile il primo, perchè non si è eseguito? E se non
è possibile, perchè si indugia più oltre ad adottare
il secondo ? „
"Le circostanze per una tale impresa non pos-
sono essere più favorevoh di quello che il sono
al presente. L'uomo sulla Senna, il quale come di-
cono i Francesi ha- une falte de fer e une palle
velours, stende- pel momento all'ansiosa Europa
la zampa vellutata. Nò si dovrebbe lasciar trascor-
rere inutilmente un istante sì prezioso. L' agricol-
tore ritira la messe quando il tempo è bello; do-
mani sarà un altro giorno ma non si sa se sarà bei
tempo !„
"Sino a tanto che si trova tutto buono nello
stato di cose attuale, che non si domanda se non
di soddisfare ai bisogni dèlia giornata, sino a tanto
che la " quiete „ è considerata non solo come il
primo dovere del cittadino ma altresì come la sua
maggior felicità; la stampa ha poco più da fare che
registrare semphcemente le novità del giorno; —
poiché l'agitare il turibolo onde addormentare più
profondamente il dormente non è almeno la no-
str a missione. (G. del P. di T.)
Un C. ad un 1.
Lettera quinta.
Fratello carissimo !
Troppo era viva e salda tra i Dalmati la me-
moria delle relazioni per quattro secoli con Ve-
nezia tenute, perchè dai moderni apostoli dello sla-
vismo, tendenti a rivolgere tutte le simpatie verso
il monte, distraendole quanto più possibile fosse
dal mare, non si rinnovasse contro il governo di
quella repubblica l'assalto dei bottoh contro il leo-
ne, e di screditarne ogni opera non si cercasse
con le imputazioni più temerarie e maligne.
Una delle prime, e delle più sohte ad essere
tuttodì ripetute, quella fu della hngua, darsi vo-
lendo ai Yenezìani la colpa à' avere coW mtrodu-
zione dell'italiana fatto perdere alla Dalmazia l'uso
della sua materna favella, ed imbastardito il suo
nazionale carattere. Accusa falsissima, sendo la lin-
gua italiana (come l'ha detto il Lucio, ed altri
han ripetuto più volte a chi lo volesse intendere)
non più italiana che dalmatina : lingua, die nata
su queste rive nel modo stesso che sulle op-
poste, anche senza i quattro secoli del veneto reg-
gimento, e senza la intrusione di quei pretesi
20000 ripiegati stranieri che attualmente infestano
la Dalmazia, avrebb'esistito ed esisterebbe in essa,
com'esistere vi dovrà sempre, malgrado tutti gh
sforzi in contrario, per necessità inevitabile di na-
turai posizione e di relazioni sociali. Che se al
tempo del governo veneto, di questa lingua, eh' ei
non ebbe alcun merito d'avere introdotta, si dovette
naturalmente vie più diffondere tra noi l'uso, ciò fu
benefizio non danno, affermare potendosi con tutta
franchezza che la Dalmazia non fu mai tanto gen-
tilmente slava quanto al tempo della veneta do-
minazione, in cui la coltura delie itahane lettere
fu megho a portata di esercitare su quella pur delle
slave la sua benigna influenza, ed il maggiore con-
tatto della civiltà itahana contribuì potentemente
al ripuhmento della slava rozzezza, senza che però
ne venisse a perdere punto quel maschio carat-
tere, stato proprio sempre di questo popolo, come
ben sapeva il Goldoni, quando alla sua Dalmatina
faceva dire (At. I, se. 3.) :
"In illirica terra nacqui, non lo nascondo,
"Ho nelle vene un sangue noto e famoso al mondo,
"Sangue d'illustri eroi, d'eterna gloria erede,
"Che alla sua vita istessa sa preferir la fede:
"Che più d'ogni grandezza ama il natio splendore,
"Che la fortezza ispira, e il militar valore„.
Ma se falsa è 1' accusa che nel suddetto pro-
posito a Venezia fu data, quanto più sarau vere
tante altre, che mosse le vengono per la trista
pohtica da cui la si vuole diretta nel suo governo
della Dalmazia? — Troppo lungo sarebbe di tut-
t'esse parlare, ed in altri casi d'altronde ne fu a
i^mrn ^HKSBSe^SSES
E li popolo?... il popolo immiserisce ogni giorno più
non tanto per le dolorose vioendcì de'tempi, quanto pel^
pagiirirìisrao della Banca Romana, sèmpre pronta ad ap-'
profittare d'ogni occasione. Non sono'quattro giorni, che
il territorio di Marino, uno dei meglio viniferi, fu colpito
dalla grandine. Awiitasene la'notizia in Roma, la Banca
mandò subilo in girò i suoi .cognotti peri castelli romani
9(1 incettarè tulio il' vino che si trova disponibile. I^er tal
modo il povero popolo continuerà a bere vini artefatti ,
Bocivi alla salute, ed a .carissimo prezzo. Ed il municipio? ..,
o}i ! il municipio, dirètto da un Antonelli, è complice della
Ì3a«^ca goyerngta da un Antonelli, che obbidisee al mini-
stro pardinale' A'ntonétli.
Milano, 10 settembre.
Abbiamo finalmente il rapporto ufficiale del fatto di
Aspromonte e da esso si rilevano alcune verità, che va-
gamerìle conoseiute dapprima, furono dallo spirito di parte
svisate Questo documento viene a constatare la circostanza
riportata dal corrispondente di Messina dell'Capimene che
cioè il generale Garibaldi al presentarsi dell'inviato del
colonnello Pallavicino abbia messo mano al reivohvec e
che sia stato trattenuto da' suoi. Lo stesso rapporto dice
pl]0 durante il prjrno attacco una energica resistenza fu
opposta dai volontarii e soggiunge il relatore di non aver
potuto fijre a meno di compiangere che quel valore f()s$e
spiegato in opposizione al potere legittimamente costituito
e contrariamente agli interessi della patria. Alcuni gior-
nali parlarono anche di corrispondenze trovate nel campo
di Garibaldi, comprovnnti relazioni che passavano tra lui
e Mazzini; ma queste voci, quantunque molto sparse,
vanno accolte con la massima riserva. — Ora il generale
Sta meglio della sua ferita e si crede che fra una quin-
dicina di giorni sarà del tutto rist;!bilito. 11 governo ha
trattatato lui e gli altri prigionieri con la massima pre-
mura e cortesia. In quanto poi alla forma del processo,
fu deciso che il Senato, raccolto in alta corte di giusti-
zia, giudicherà il generale e i suoi seguaci.
Il governo papale ha manifestato da ultimo il desiderio
di veder stabilita la comunicazione sottomarina di Civita-
vecchia con la Corsica, e quindi per la via di Marsiglia
con Parigi, lì motivo sarebbe quello di evitare la linea
dell'Italia settentrionale, poiché al cardinale Antonelli non
garba punto che i suoi dispacci siano soggetti al sinda-
cato del governo italiano.
Qui i tumulii sono cessati e la città è ritornala nel oiso
gtato normale. La Guardia Nazionale ha firmato un indi-
rizzo all' esercito, onde dimostrare ad esso il suo dolore
per gli ultimi avrenimenti di cui fu teatro Milano.
Si parla con insistenza di un prossimo viaggio del Re
nelle varie provii.cie italane.
Per il 15 del corr. mese attendesi il ritorno in Torino
del sig. Benedetti.
Si crede che ij ministero intenda convertire la proroga
delia Camera dei deputali nella chiusura definitiva della
sessione.
AUSTRIA.
Togliamo dalle iY. N. : Il telegramma di Bel-
grado 7 corr. che annunzia il conflitto avvenuto
fra turchi e serbi a Uscliiza, osserva che i turchi
furono 1 primi ad aggredire. Lo stesso telegramma
dice clie il principe di Serbia non vuol riconoscere le
decisioui delia conferenza di Costantinopoli. Un te-
legramma di Parigi colla data dell' 8 reca le stesse
notizie.
Ragim, 8 settembre (via di Parigi). I monte-
iiegrim fortificano le alture. Omer pascià, non vo-
lendo attendere la decisione del gabinetto di Co-
ma non ci può esser disdetto di significare la
potenza dell'effetto fatto sugli animi nostri. Alla
perfettissima intonazione, alla espressione profon-
da, si congiunse la ineffabile bellezza del pezzo
eseguito, nel quale insieme alle difficoltà ammirate
dagli iateìligenti si riscontra la soavità delle più
efficaci melodie, sentite profondamente da ognuno.
Come un coro degli ultimi giorni di Suli del
Ferrari dava principio, così la scena e sestetto del
Macbeth, eseguito da tutti i dilettanti, chiudeva il
trattenimento. L'esecuzione fu, quale di cantanti di
professione, esattissima e di efietto stupendo ; re-
stando una volta di più provate con evidenza la
abilità, la pazienza e le cure del bravo maestro
Ravasio, e dall' insieme di questo, come di ogni
altro trattenimento, e dalla testimonianza di cia-
scheduno, il merito impareggiabile di chi dirige
r istituzione, e manifesto il dovere di gratitudine
per gli animi eie' Zaratini.
l'ipografia Fratelli BATTAHA.
stantinopoli, ordinò al suo esercito di riprendere
immediatamente le ostilità.
ITALIA.
Scrivono alla Perseveranza:
"Decisamente, nella lotta fra i partigiani del
processo a Garibaldi e quelli dell' amnistia la vit-
toria sarà per questi ultimi. L'eco della pubblica
opinione s'è ripercossa nelle aule ministeriali, sic-
ché l'altalena, l'indecisione stanno per aver fine,
e la pubbhcità di un processo sarà scansata in-
sieme colle sue disaggradevoli conseguenze. Que-
sta è almeno la credenza dei più, credenza che
viene giustificata dal contegno stesso dell'autorità
che, a dare una prova della sua indulgenza, ha
disposto di porre in libertà quelli tra i volontarii
garibaldini arrestati, in cui il bollore dell' età gio-
vanile prevale al buon senso.
Alla voce della probabile dimissione del mini-
stro Conforti s'è aggiunta quella relativa alla di-
missione del commendatore Depretis ; ma entrambe
queste voci si smentiranno da sè il giorno in cui
la preveduta amnistia sarà un fatto compiuto.
Intorno alla salute di Garibaldi giungono anche
oggi notizie favorevoli.
Assicurasi che il decreto di chiusura della ses-
sione parlamentare del 1861 non tarderà a ve-
nire pubblicato. Crediamo inesatta la notizia re-
lativa allo scioghiuento della Camera elettiva.
Il Consiglio comunale di Casalmaggiore è stato
anch'esso sciolto, avendo volato seguir l'esempio
di quello di Cremona, ingerendosi di politica.
La notizia del richiamo del comm. Sciaioja da
Parigi e dell'interruzione dei negoziati che rife-
risconsi al trattato di commercio tra la Francia
e l'Italia è confermata. A questa notizia si sono
fatti vari commenti. Secondo alcuni, essa lascie-
rebbe supporre che le relazioni politiche tra To-
rino e Patigi sieno oggi alquanto tese, non avendo
la Francia voluto far concessioni a riguardo della
quistione romana; secondo altri, la politica non
entrerebbe punto in questa rottura, la quale pro-
verrebbe meramente dall'impossibilità di venire per
ora ad un accordo circa a talune clausole di quel
trattato. Io ho motivo di credere che quest'ultima
versione sia assai più verosimile. Ove pure fra il
gabinetto di Torino e quello di Parigi esistessero,
circa alla quistione romana, delle divergenze, il
Governo itahano non avrebbe provocato l'interru-
zione delle pratiche per un trattato, il quale, quan-
do conchiuso, potrebbe arrecare grandi vantaggi
alle due nazioni alleate; mentre d'altro canto l'in-
terruzione di quelle trattative non eserciterebbe
di certo veruna influenza sull'animo dell'Impera-
tore a riguardo d'una quistione pohtica, di cui
pur troppo si è reso arbitrio supremo. Io credo,
ripeto, che questa interruzione debbasi esclusiva-
mente ad alcune pretese del governo di Francia,
alle quah l'Italiano non crede di poter aderire.
L'ammissione dei valori italiani alla Borsa di Pa-
rigi, la modificazione dei dazii sui ferri dell'isola
d'Elba avrebbero fra le altre cose suscitate gravi
difficoltà.
Scrivono alla stessa in data dell'11.
Vi confermo anzitutto la notizia che si riferi-
sce alla decisione presa dal Ministero del rinun-
ziare all'idea di un processo per Garibaldi e i
suoi, e di adottare il partito dell'amnistia. Quest'am-
nistia sarebbe proclamata in occasione delle pros-
sime feste pel matrimonio della principessa Pia
col re di Portogallo.
Richiamo la vostra attenzione sul carteggio stra-
ordinario di Parigi, pubblicato daìrO/mione di sta-
mane. Esso contiene importanti rivelazioni, che
vengono convalidate da altri carteggi parigini e da
persone reduci or ora dalla Francia. Giammai una
parte della nazione francese mostrossi tanto ostile
quant'oggi all'unità dell'Italia e alla restituzione
di Roma,
L'imperatore, sebbene anunato apparentemente
dalle migliori intenzioni del mondo a nostro ri-
guardo, è tornato a trincerarsi dietro alla politica
del temporeggiare. Un ministero itahano forte, com-
patto, animoso, e, sovrattutto, capace ditrar par-
tito dal posto importante occupato ormai dal luiovo
regno italiano nel consesso europeo, potrebbe solo
rimuovere ogni dubbio, ogni timore che il p^^,
sente stato di cose fa nascere nel pubblico. Al hi,
sogno di abili amministratori si unisce pei- l'it^,
lia quello di abili diplomatici ; quest'ultimo biso,
gno è assai più urgente, ma in ricambio si frap,
pongono maggiori difficoltà per soddisfarlo.
In questi giorni si è parlato di una Nota che
il Governo italiano intenderebbe inviare al Governo
imperiale, e nella quale si dimostrerebbero i pe,
ricoh a cui la pace europea andrebbe incontro,
ove la restituzione di Roma venisse ancora pro-
tratta. Oggi questa voce prende maggiore consi-
stenza; anzi da alcuni si pretende che questa Nota
sia a quest'ora pervenuta a Parigi.
È corsa voce essere intenzione del Governo i-
taliano di contrarre tra breve uu nuovo prestito.
Oggi questa notizia è formalmente smentita.
Il principe Napoleone accompagnerà probabil-
mente la principessa Clotilde in Italia, in occa-
sione delle prossime nozze della principessa Pia.
— Leggesi nella Discussiom del 10:
Siamo in grado di affermare essere imminente
la chiusura definitiva della sessione.
Il Governo si proponeva di riconvocare la Ca-
mera in epoca prossima per due principali motivi,
cioè per comunicarle il trattato di commercio colla
Francia, e per renderle conto del suo operato, a
crisi finita.
Nè l'uno nè l'altro di questi scopi potrebbe
ottenersi con una convocazione prossima.
Il trattato colla Francia per ora non può es-
sere portato a termine.
La malattia di Garibaldi non sarà di così pronta
guarigione.
In tale stato di cose, non essendo possibile il
riconvocare utilmente fra qualche settimana il Par-
lamento, è assai migliore partito chiudere la ses-
sione; e questa è appunto la decisione che sap-
piamo aver presa il Consiglio dei ministri.
— Leggesi nella stessa in data 11 :
Si parla assai da alcuni giornali di crisi mini-
steriale imminente.
Crediamo alquanto premature ed esagerate quelle
dicerie. Ma non possiamo certo essere ottimisti
così da credere die il Ministero, quale è ora coni-
posto, presenti tutta quella oniogcìieitj\ e quella
coesione, senza le quah è inutile s[)oraro unità-
d'impulso, ed energia di azione. Una iiio'lilic.izioiie
la crediamo inc^"itabile ma non ci dissiinuliamo le
difficoltà gravi che essa presenta, per l'attuale
composizione del regno. Laond-j sarà questione di
tempo. Intanto però non possiamo tacere al Mi-
nistero la necessità che esso mostri una maggiore
risolutezza, poicliò pur troppo comincia a rinascere
il dubbio che alla fermezza spiegata iiell'ultimo
periodo della crisi garibaltliiia possa tener dietro
un'altra fase di esitanza e di in;!cti>iune.
Napoli, 8 settembre. Siaiiotic vi fu malto con-
corso di popolo a Piedigrotta. Oggi ni)ii ebbe luogo
la festa mihtare, solita a farsi tutti gli anni. L'or-
dine non fu in alcun modo turbato.
Bishop venne condannato a dieci anni di la-
vori forzati.
Altra del 9. Cialdini, Bardessono e Sacco par-
tirono oggi per Genova.
Oggi in San Francesco di Paola, hanno luogo
le solenni esequie di monsignor Caputo, vescovo
di Ariano, cappellano maggiore dt'lT esercito me-
ridionale, morto ieri l'altro, Yeiitiilue coinpagois
di guardia nazionale accompagneranno il ieretro-
R parroco di Sant'Anna voleva imhirre il vescovo
moribondo a dichiarare necessario alla chiesa il
potere temporale del papa. Mons!gn{)r Caputo mo-
riva fermo nelle sue convinzioni liberali.
AVVISO.
Il collegio privato convitto in Fiume destinato
per la nautica e per il commercio, secondo il
siderio delle iamiglie, ricomincierà i suoi corsi coi
3 novembre p. v. Gli statuti e le ii(H:cssarie in-
formazioni sì potranno ottciicro d:i!<a Direzione.
VINCENZO DUPLAKCICH Redattore responsabile.
prezzo d'associazione in valuta austriaca per
gira: i»-'' "" I"-'' '"ch' (ìorini 4;
1 tre ii'esi fiorini 2. ì',1 niua.ienie della !>rovincia
: fuori: JMM- UH anno fioi iiu !) ; pe,- sci mesi fioritii 4
goiai i""'" «onni 2 Per l'estero, e
pfj I,omlian»o Veneto «li s(essi {»rezzi inargento, frau-ilei porto-i.osla.
Zara 19 settembre.
Le Narodne Novine, in uno dei passati numeri,
i-ecaiit) contro la Voce Dalmatica alcuni poveri cenni,
àtati da Zara, che tentano essere maligni e mor-
daci, e non sono che insolenti e scipiti. Noi non
siamo soliti, a dir vero, di ricercare con molta
cura, nei giornali scritti in lingua non nostra, gli
articoli che parlano di noi; anzi se ci accade, por-
tando r occhio su tali giornali, di intravedervi nelle
colonne il titolo del nostro, ci affrettiamo a voltar
carta; o, dove altri ci faccia la carità di avver-
tirci che di noi vi si tiene parola, siamo solleciti
a ringraziare, pregando di lasciarci ignorare la gran-
dezza della nostra sciagura; sopra ogni cosa poi sia-
mo soliti a guardarci dal farvi mai alcuna risposta.
Tuttociò, prima perchè sappiamo che articoli scritti
dai nostri avversarii sistematici, e però contrad-
dicenti per is})irito di partito, contro verità e co-
scienza, non ci possono essere benigni; poscia per-
cliè venentlu da qui, possiamo, su per giù, indovi-
nare chi sieno gU scriventi ; nè di tah ci curiamo
punto che le loro parole sieno piuttosto di bia-
simo e di misericordia che di lode. Questa volta
però abbiamo letto (c' è chi può attestare di a-
verci veduto leggere), e ci siamo fatto interpre-
tare per non frantendere, e vogliamo rispondere, av-
veg-Jiacchè contenendo quelle parole biasimi e ripro-
vazioni, non tanto contro noi, quanto contro tutto
il partito autonomo, e venendovi fuor di proposito
malmenate persone degne di stima, a cui si imputa-
no a caso intendimenti e disegni immaginati, cre-
diamo nostro debito di restituire in luce la verità.
Le Nonne annunciando la morte del nostro
giornale, dedotta dalla intenzione manifestata dalla
redazione di togliersi dall'impresa., dichiarano es-
serne causa il poco prosperare dell'impresa eco-
nomica; fanno ascendere a 800 fiorini il deficit
della stessa, e rinfacciano al partito autonomo di
flou averla sostenuta. Enumerando poi chi po-
trebbe subentrare alla redazione presente, nomi-
nano il sig. Fichert, e lo escludono perchè impie-
gi^to, di dubbia fede politica, e non disposto a
forsi incontro a perdite pecuniarie; il Ferrari-
Ciipilli, e lo escludono, sentenziando che non a-
^'endo saputo dirigere prima un giornale lettera-
^'io, meno saprebbe un politico, bisogna, a loro
credere, di ben altra difficoltà; concludono perciò,
giudicando la morte del giornale inevitabile e
l'allegrandosene come di fausto evento.
Quanto alla nostra morte lisponderemo colle
parole del Giusti:
„A'edrem questa morte
Dove anderà a cascare,,;
rispetto alla causa del ristare dall'impresa,
domanderemo al corrispondente d'onde egli ne
^obe la peregrina notizia e da chi prese egli le
^Jé informazioni per giudicare con tanta fran-
cliezza della nostra situazione economica. Noi per-
tanto che ne sappiamo qualche cosa di più, possiamo
Ij^sicurarlo che le ragioni che potrebbero indurre
redattore a lasciare l'impresa, sono affatto per-
onali, diverse e indipendenti dalle economiche, e
nè siamo tenuti, nè abbiamo vaghezza di
pere a nessuno i nostri conti, pure, per to-
a r'n ^ ^^ ^^^^ ^ ^^ Dalmati in generale, e
Comuni, e al partito autonomo, e a quei mol-
ssimj che ci hanno generosamente sostenuto ogni
^^^leveria di ciò che potesse accadere, e distrag-
li^® ogni accusa di indifferenza a nostro riguar-
' sodiamo di smentire e denunciare publicamente
Giornale politico-le((erarìo
Esce il Mercoledì ed 11 Sabato.
come falsa l'asserzione di quel corrispondente, e
di affermare che l'impresa del giornale rettamente
considerata, nonché riuscire a perdita, deve por-
tare netto un vantaggio suftìciente à compensare
dell'opera sua ogni discreto imprenditore. Per-
chè r impresa attuale non abbia avuti siffatti
vantaggi, ma sia invece soggiaciuta ad alcuna per-
dita, vi sono ragioni troppo evidenti, onde non re-
sti distrutta la verità del nostro asserto. Primiera-
mente l'impresa ha dovuto sul principio iucon-
trare spese che, fatte un tratta ^ non vanno nel-
r avvenire più poste a calcolò, nè sono a rifare,
e il rimborso delle quali era da ripetere in pro-
gresso di tempo, continuando nell'impresa. Altre
I gru|)pi e le commissioni, francJii delle spese
postali, si (liri'ìoiio in Zara a N'incenzo Duplancich Re-
dattore «Iella Vooe ].'all)ia(ica, e gli abbuonameiifi, ai
iie^'ozii librarli dei siitiori fratelli lìaltara e Pietro
Abeiicli. {Jli iivvisi (li 8 iitiee costano 1 fiorino, e o^^ni
linea di più solili (ì. La tussu di finanza resta a carico
(111 coiniiiittcMilc. l'ìi n'.inicro separato costa soldi IO
spese soverchie e in associazioni a giornali, e in
pagamento di coadiutóri e impiegati al giornale,
furono fatte, le quali si riconobbero superflue e di
cui in avvenire si potrebbe agevolmente far senza.
Molte riscossioni di abbonamenti sono ancora in
arretrato sulle quali però è a fare immancabil-
mente conto, fidati nella onestà e delicatezza dei
signori associati. Di pili, la Comune di Zara ha de-
cretato in nostro vantaggio la somma di 200 fior,
annui: altri 150 f. ha votato il Comune di Spalato,
e 500 fior. le altre Còmuni di quel Circolo, se-
condo le assicurazioni personali di queir esimo po-
destà; da ultima la GimiM provinciale, a cui il
giornale presta le sue colonne per l'inserzione de-
gli atti suoi, non potrebbe negare al giornale un
notevole sussidio. Tuttociò forma la somma circa
di mille fiorini annui, della quale l'attuale im-
presa non ha potuto giovarsi, ma che in avvenire
non potrebbe mancargli e basterebbe a restituire
il pieno equilibrio della gestione.
È falso pertanto die le condizioni economiche
del giornale sieno così disastrose come al corri-
spondente delle Not'ine piacque supporre; falsa
rindifferenza del partito' autonomo per l'organo
che ne rappresenta e significa le opinioni. Noi
dobbiamo anzi rendergli pubbhca testimonianza
dell'essersi egli prestato al prosperare dell' impresa
con ogni interesse, e con aiuti di denaro, e con
somministrare scritti, e con conforti morali quali
non avevamo diritto di attendere. È erroneo sopra
ogni cosa poi dedurre da ciò, come il corrisponden-
te accenna, la poca forza e importanza del par-
tito medesimo. Se il partito autonomo si è mo-
strato sempre men caldo, meno adoperante, meno
sussurrone dell'avversario nel sostenere le pro-
prie ragioni e nel combattere le contrarie, fu per-
chè r ultimo, poco numeroso e impotente, ebbe
sempre bisogno di adoperare e tener conto di
tutte le proprie forze, e di aver ben cura che
nessuna ne andasse dispersa, per pure opporre
una qualche resistenza, e, se non per trionfare, (di
che non poteva avere speranza) per cadere almeno
con meno vergogna; laddove egli a rincontro, e
per la sicurezza della sua situazione, e per la poca
fatica durata a conquistarla, e per la poca tema
di perderia, non ebbe bisogno di tanto affannarsi.
Se poi altri abbia a subentrare nell'impre-
sa del giornale alla redazione presente, e inda-
gine e supposizione gratuite, che non fa che
porre in chiaro la strana leggerezza e l'audacia
avventata del corrispondente delle Novine, Che d
Fichert abbia avuto intenzione di assumere la re-
dazione, nessuno indizio può far supporre. E-
gh sostenne già la redazione della Rmsta Dal-
mata, e se ne ritrasse; le ragioni che lo condus-
sero ad agire così allora è da ai-guire che sus-=
sistano tuttavia, e noi possiamo asserire che pur
dianzi ei non aveva mutato consiglio. Ma altre
volte già egli lia troppo bene dimostrato, ed ora
pii:i che mai, crediamo, saprebbe mostrare, come
un uomo onesto possa sostenere uffici, dove non
sieno contraddicenti diversi, e conciliare diversi
interessi, senza mancare ai propri doveri; nè
la disparità di alcune opinioni parziali, potrebbe
impedirgli di redigere il giornale, dove sussista
r accordo nella essenziale; nè da ragioni di lucro
potrebbe essere consigliato ad agire uomo del suo
carattere.
Le parole poi irriverenti contro il Ferrari Ca-
pilli, non altro palesano che la rabbia di chi non
avendo mai fatto nulla, e nulla sentendosi atto a
fare, s'avventa contro chi non cessò di adoperarsi
tutta la vita a vantaggio e decoro della patria. Vede
poi ognuno di quale buon senso sia fornito l'artico-
lista che dà maggiore pregio ed importanza e diffi^
coltà ad un giornale pohtico, che non può avere 'che
l'interesse del momento e dell'occasione, i cui giu^
dizii sono sovente avventati, fondati sopra dati
incerti e notizie false, talora dettati da affetto e-
sorbitante e da esigenze di partito; i cui scritti im-
provisati e abborracciati, senza cura di lingua e di
stile, non possono neppure subire non die il tor-
mento della lima, le prime e più semplici corre-
zioni; maggiore importanza, diciamo, che a un gior-
nale lettei'ario, die ha per intento immediato di
mantenere il culto del bello e diffondere gli inse-
gnamenti della scienza. Se non che il Ferrari-
Cupilli, più che niun altro atto a sostenere que-
sta ed ogni altra impresa letteraria, il Ferrari-
Cupilli che diresse con sapienza, con utilità ve-
race il giornale letterario, non assumerà certo la
redazione della Voce, perchè, occupato in opera più
proficua, amerà meglio seguire a rinvangare nella
istoria le patrie memorie, seguire a porre più sempre
in luce di quali utilità, di quale onore, di quali
beni siano stati in passato per la povera Dalma-
zia la gente e la lingua e la civiltà e il governo
italiano ; seguire a fare dono al suo paese di tali
opere che, tenui o gravi, di grande o piccola mole,
saranno ricercate e consultate e studiate nell' av-
venire, quando delle Novine e del suo corrispon^
dente, del Nazionale e de' suoi scrij:tori, non sarà
più nè il nome nò la memoria.
Pregiatissimo sig. Direttore !
Questa lettera non Le manderei che si stampi,
se, non dico violasse segreto alcuno, o suonasse
irriverente alla persona alla quale è diretta, ma
se non dimostrasse come le differenze, da pochi
malavvedutamente esagerate, si riducano, per con-
fessione degli stessi disputanti, a poco; e come
pedantesco sarebbe, per non dir peggio, il farne
castelli e torri a uso di guerra. È detto ormai
che nessuno vuol urgiere (ripeto la parola solenne)
l'unione a Croazia: è detto che ai Dalmati resta
il nome loro di Dalmati; con che anzi rimangono
Slavi più pretti, giacché non pare che 1 Toscani,
per esempio, chiamandosi Piemontesi, diventereb-
bero più ItaUani di prima: è detto che nessuno
della nazione può arrogare a se il privilegio del
difendere i comuni diritti; die il chiamarsi nazio-
nale non basta; perchè ciò sarebbe come se un
Gesuita, in forza del nome suo, accusasse per ne-
mico alla fede di Gesù Cristo chiunque non è
Gesuita. Smettendo duiiqùe la ormai vieta canzone.
sarebbero da determinarci esattanieiite le attribu-
zioni dell'organo cui affidare il maiiteniineiito di
tali prescrizioni.
Propone qmiadi cke il Municipio abbia ad oc-
cuparsi della •ompilazioiie di tale regolamento.
L'assessore Abelick scorgendo le difficoltà accen-
nate testé dai preopinanti, ed i vantaggi che ne
derivano alla generalità del popolo, dice che sa-
rebbe da determinarsi di togliere ogni restrizione,
ed imitando l'esempio di altre città proclamare in
tutto la libera venata, esonerando così la Comune
dall'ingiusta taccia di trascurare un oggetto che
preoccupa e forma argonaento di continui discorsi.
Passata a voti la proposta Ghiglianovich ottiene
voti favorevoli 11, nessuno contrario.
L'assessore Abelich propone che allo scopo della
compilazione del regolamento sia istituito un co-
mitato composto dei consigheri de Ponte, de Ben-
venuti € dr, Ghiglianovich.
Il sig. Podestà invita l'assessore de Cernizza ad
assumere la presidenza di questo comitato, la cui
istituzione ottiene voti favorevoh otto, contrari tre.
III. Il Podestà in evasione delle domande pro-
dotte al Municipio dà' proprh dipendenti, propone
che allo scrittore Paresi sia assegnato un sussidio
di fiorini 60, in ragione del 20 per 7o
lui appuntamento, al praticante d'uffizio Matcovich
in riflesso del servizio attento e dihgente da lui
prestato al Comune fiorini 40 dai fondi per il
diurnista, ad ogni guardia fiorini 10 dagli avve-
nibili risparmii dell' esercizio corrente, e quindi in
complesso fiorini 60 essendo stata hcenziata la
guardia Zanella, al cursore Tomaso Dragher fior.
37: 80 col ragguaglio del 20 per y^ sul di lui
salario, ed al famiglio d' ufficio A. Éussin f. 30.
Tutte queste proposte vengono passate P. scrut-
tinio segreto ed accolte per unanimità, dopo di
che la seduta pubblica viene chiusa ad ore 1 p.m.
AI corrispondente del Nazionale dai confini del
Montenero,
Tardi ma a tempo, Ella degno Signore si ricordò di
venire al punto cui forse io tendeva, e, se pur tardi, io
non posso fare a meno di dimostrarle la mia soddisfazione e
confessarle ehe miglior piacere di questo Ella non poteva
procurarmi.
Tale complimento potrebbe forse pareriò strano ; ma
che vuole .... scrivendo a certe persone su argo-
menti speciali, io uso esordire sempre di tal maniera.
Ella adunque, degno campione, nobile apostolo della
Jugoslavia, lesse il mio famoso articolo inserito nel n. 26
della Voce Dalmstiea - Grazie, e poi mille volte grazie -
l'accerto ch'Elia mi hà onorato d'assai - ma mi dica
un tantino, e non le sia grave l'interroga . . . Lo com-
prese Ella? ha potuto Ella penetrarsi nello spirito di
quello scritto? le piaque neh?!!! - lo sarò forse troppo
presuntuoso, ma trattandosi di Lei, voglio sperare di sì -
e dal punto anzi che Ella con una gentilezza squisita im-
pareggiabile si pose a censurarlo, veggo et intelligo quanta
sia la finezza della sua educazione sociale, quanto elevato
ù perspicace sia in Lei lo spirito della critica ; della ve-
lilà non si parla. Ella scrive nei Nazionale.
Adunque a Lei che relaziona dai Confini del Monte-
EgU è con te: propizio
Com' era allor che colse
De' doni suoi le gemine
Primizie, e al sen t' accolse
Con queir amor eh' effondesi
Com' acqua, e ancor non scemOj
In un desio supremo
iDona se stesso alfin.
Gon te nel pianto e il gemito
Ch' a niun di quà perdona,
In quel die muto al secolo
Del cielo al ciel ragiona;
Ognor con te sul mobile
Flutto mortai, più presso
Pel calle ov' Ei t' ha messo
Ora si stringe a te.
Muovi pur lieto e placido
In Lui che ti governa
B scintillar più fulgida
Farà la tua lucerna,
Ch'indiniinuta e vergine
Irraggerà le vie
Ove le turbe pie
Volgono al cielo i pie.
nero dieùo «el naso (i! termine ù jriviide, nr»
così mi comprenderà raei^lio), [' asserzione clic in q'! -!
tempo Cinque delle otto Nahie erano in mano del VÌIM-Ì-
lore (non dei, o degli come piti le soUhiti liviisz.o-
tori di Staisbu^j. benissimo - Ella »ti niostiò coii d'essere
HRIÌ setilizzatore, e di sapere con nuova perspicaci,i tro-
vare il lato debole dello cose - me ne
Lei. Ma se io fall«i ed errare csl ; sia così oo.n-
piacente a dirmi quante le erano a quell'enoc-i! vede, io
soRO modii;o, ra' accontento del poco, domando del pas-
sato, e sè pensare quanto debba essere in Loi l'avvili-
mento c il dolore per l'innevitabile verità degli ullimi e-
venti di quella povera e valorosa terra.
Non voglio attediarla più olite, giaceliù sò qusnlo pre-
zioso è il tempo a chi, in qualsiasi modo, allende alla
risurrezione della patria; ma prima di chiudere mi per-
metta ancora una-breve dichiarazioRe. Ella ne! u. 5G del
.\aiidnde, mi onora col dirmi - Il nostro Mnzzokni; - per
r ;tttonzi.)ne usatami, urbanità m'insegna d'esserlo tenuto;
ma a dirle il vero non ambiva mai un tale aggettivo, e
non poaso accettarlo. Perciò faccia il favore di ritirarlo e
preporio ad altri di me più degni, giacché 1' assicuro che
la schiera d« suoi cofHpariigiaai con me in filza farebbe
poca figura in faccia ai Jugoslavi.
Sempre pronto a servirla, e a dimostrarle quanio alta
in me sia la stima per Lei nobile Signora - mi dichiaro
Spalato, in settembre. Di Lei
G. MAZZOLEM.
(Nostra Corrispondenza).
Ragusa, 17 settembre.
Da tutte le parti si conferma il capitolato della conven-
zione fra la Turchia ed il Montenero, al quale si riferi-
scono le due ultime corrispondenze. Anche il vapore
pervenutoci ieri da Antivari ha portato le notizie auten-
tiche in questo rapporto.
Quattro giorni sono, gli insorgenti delie provincie ot-
tomane contermini avevano occupato una posizione impor-
tante fra Bagnani e Jasko. il perchè, Begh Cenghich, alla
testa di quattro mila uomini, ebbe ad attaccarli; e, dopo
un combattimento ostinato, gli riuscì di sformarli ad ab-
bandonarla e di impadronirsi di detta posizione. Viene
asserito, esservi state molte vittime da una e dall' altra
parte, senza potersene per anco additare con precisione
il numero. Si vede per altro, che gli agitatori influiscono
ancora a suscitare con lusinghe di eventualità avvenire
quella popolazione, inscia forse della finale soluzione
avvenuta nella vertenza tuico-montenerina.
Oggi sono stati imbarcati per Costantinopoli sul va-
pore ottomano Lutsie dugento dicimove «omini della trup-
pa turca, mal condizionali per malattie nell'accampamento
palite.
Non sarebbe poi difficile, che vi organassero intanto
delle guerrillas per dar molestia al turco, sé l'armata co-
mandata da Oervisc pascià non vi porrli piede ed agirà
con energia. •
(Àrticoli comuiìicati *)
Siamo invitati di inserire la seguente ietterà:
Alla Spettabile Redazione
deW Osservatore Dalmata in Zara.
Il periodico JSazionale nel suo n. 57 del 13
corrente pubblica l'articolo datato - Traù. 3 set-
tembre - in cui r anonimo suo corrispondente asse-
risce di aver in quel momento rilevato da fonte
Per questi articoli la Redazione noa assume altra responsaW-
lità che quella voluta dalla legge.
Lusinghi pur il secolo
Quantunque può la cruda,
J3el Dio dell'ignominia,,
Croce squallente e nuda:
La voce sua, la tepida
Kon cancellabil orma,
Incorrutibil norma
Fia sempre al tuo pensier.
Da lei consigli piovono
Ch' ogni sapienza ignora,
Virtù che al mesto al debole
Valor, conforto incuora;
Ch'un guardo ed una lacrima
Versata nella fede
Feconda di mercede
Cui corto è il mondo Inter.
Veuesaa, li i settembre.
AI^TONIO Bassi.
sicura "" come fra i diversi protocolli cretti a Vien-
''iia dalla deputazioiic sj^^dita ])er render gra-
^zie air Imperatore del concessoci allargamento del
''ponte, uno furc ne fuue esleso in cui shibilivasi
"che verrebbe imniediatarneiite iìiterposta protesta
''contro la proposta dell'inclita Giunta di conver-
''tire la metà dei redditi di s. ISIichele per la fon-
"dazione di un'accademia legale in Ziira: e poiché
''era.^i compreso, che Traù pure dovesse concor-
''rere in equa proporzione, si convenne sulla som-
'•nia di iiorini 20Q da devolversi a quest'uopo.,,
L'Aninìinistraziune comunale di Traù, deposita-
ria di tutti i protocolli eretti a Vienna dalla de-
putazione colà spedita allo scopo sumentovato, si
ritiene, per la verità, dalla verità slessa autoriz-
zata a far pubblicamente conoscere, che dalla de-
putazione di cui parlasi, non fu giammai nò a
Vienna, nò altrove esteso simile protocollo, e cho
quindi com' è brutalmente menzognera 1' allegazione
(li simile fatto dal corrispondente di Traù nel sud-
detto articolo, cosi lungi dall' essere aicara^ non po-
trebbe essere invece senuon disonestamente im-
pura la fonte, da cui lo avesse egli rilevato, quando
pure nella eifervescenza delle sue immaginazioni
non se lo avesse creato egh medesimo,
L'Amministratone comunale di Traù aliena allo
frivole dimostrazioni con cui potessero essere stati
espressi i sentimenti generali della popolazione di
Traù verso il Redattore del Nazionale al suo ar-
rivo in questa parte, non se ne fa carico nè punto
nè poco ; come non reputa meritevole di risposta
l'osservazione del corrispondente sul silenzio ri-
marcato alle tenutesi tre pubbliche sedute tanto ne-
gh assessori, quanto ne' consiglieri; — silenzio, cho
sebbene esagerato dal corrispondente, potrebbe
d'altronde essere non soltanto giustificato, ma an-
che applaudito, nel riflesso che le prestazioni pro-
poste in quelle sedute non erano altrimenti discu-
tibili fuorché colla votazione per ischede.
Non può per altro l'Amministrazione comunale
di Traù sorpassare le meraviglie che fa l'autore
del contemplato articolo perchè al posto di 'cate-
chista - direttore della caposcuola elementare il sa-
cerdote Don Francesco Barbieri abbia ottenuti sei
voti al confronto del sacerdote Don Matteo Zannoni
che ne ottenne due soli ! - Simile meraviglia do-
vrebbe dileguarsi prontamente ,al solo riflesso della
pubblica opinione che meritamente gode il sacer-
dote Don Francesco Earbieri, la di cui capacità e
modestia, i di cui costumi, la di cui condotta, e la
di cui saggezza e virtù, bastano a pienamente giu-
stificare, e giustificano presso ogni onesto cittadino
la di lui scelta.
L'attuale rappresentanza comunale di Traù, cha
sempre si ritenne responsabile del proprio operato,
e che indipendentemente dal voto del comunale
Consiglio non avrebbe mai nè rinunciato alle ra-
gioni del proprio Comune, nè disposto de'suoi di-
ritti, afferma di non avere alla deputazione spe-
dita a Vienna per ringraziare S. M. del concesso
allargamento del ponte, mai rilasciato alcun man-
dato per convenire sulla devoluzione di somma
qualsiasi dei redditi di s. Michele allo scopo della
fondazione di un'accademia legale iu Zara; e li-
pete che da quella deputazione un prolocollo re-
lativo non fu esteso giammai, e che quindi l'al-
legazione di questo fatto dal corrispondente del
Nazionale nel suo n. 57 è una detestabile inve-
reconda menzogna : - per lo che certamence in ve-
run articolo di riputato giornale, e nemmeno nel
periodico Nazionale, potrcì)be a favor suo menarsi
pubblico vanto di quella maturità di riflesso e freddezza
di ragionamenlo, che nella espressione della verità
fatta da alcuni consiglieri comunali fu riscontrata".
il periodico Nazionale, che dall'anonimo suo cor-
rispondente accolse l'articolo "Tra« S settembre„
accolga anche il presente.
Dall' Amministrazione comunale
di Traù, 17 settembre 1862.
Il Podestà conte de FAKFOGNA.
An. Barbieri, Nicolò Lubi n, Gir, Vidovich.
Signor G. Santini autore dell'articolo
ffiameat» sii verStà.
Credeva che il silenzio sarebbe stato la più di-
gnitosa risposta agli ingiuriosi di Lei attacchi, ma