vediamo, ci par^ non. passare oltre la prima scorza,
essere mossa da un pic^^olo numero di individui cui
favorevoli congiunture diedero maggiore coltura e
istruzione, e nobiltà e delicatezza di sentimenti,
ma non punto comunicata agli ultimi ordini socia-
li, e compresa dalla, grande maggioranza del po-
polo 11 quale solo ha potenza di' condurre a buon
fine r opere grandi. Perciò abbiamo sempre ve-
duto la rivoluzione abortire in Bosnia e in Er-
zegovina, suscitarvisi di tempo in tempo torbidi, mo-
vimenti & lotte parziali, ma venire in breve re-
pressi, senza mai destare generale incendio e
vasta insurrezione, come fu de' Greci, che riuscisse
a un esito definitivo. Oggi stesso la insurrezione
pare assai limitata, e la Serbia, del cui aiuto da
tanto tempo si parla, rimane spettatrice silen-
2iosa e tranquilla.
Al sig. Sperato Nodilo.
A voi che di persona non conosciamo, nè cu-
riamo di conoscere, e il cui nome qual redattore
del Nazionale da poco in qua ci cadde soW oc-
chio, a voi scrittore d' articoH che, come diceste
voi stesso, oggi nascono e domani muoiono , ma
senz' aggiungere, come avreste dovuto, della morte
delle cose vi^ ; a voi son dirette queste brevi
parok;
Il componimento di data 30 maggio , inserito
nel n. 27 deV vostro periodico, ha indignato ogni
anima onesta. Rispondere a quello per filo e per
segno sarà cura d'altri ; noi ci limiteremo ft dirvi
soltanto ciò che pensiamo di voi.
Qualunque si fosse F opinione di Nicolò Tom-
maseo suir annessione a Croazia, qualunque cosa
<ietća o sfTitta egli avesse in tale proposito , voi
Sperato Nodilo , j^iente " fanciulla e vagellante, di
fronte a rinomanza cosi colossale, dovevate dubi-
tare di voi stesso e tacere.
Se Tommaseo non è giudice infalhbite, voi siete
un nulla, e non 'tocca alla nullità alzar la voce
nè punto nè poco. E voi in quella vece vi pen-
saste d'irriderlo, giungeste sino a dargli del men-
• TT.it I_1 /vi
• Sappiate peraltro, o signore, che i fatti cui il Tom-
maseo accenna, non può esserseli* sognati ; sappiate
che fatti consumati nel mistero e pur veri, più facile
assai del provarh è il negar che avvenissero ; sap-
piate che -certe reticenze sono necessari! avvisi e ob-
bligo d'anime generose ; ma che se anche gli uo-
mini tacciono, il tempo, che non compassiona,
palesa i fatti i più misteriosi per presentaci al
publico giudizio; ed il tempo paleserà come le
reticenze delF illustre Tommaseo fossero 1' espres-
sione d'un dignitoso e caritatevole sentimento.
Adoperato avendo un tale hnguaggio con esso,
voi mostraste quello di che sareste capace al bi-
sogno , dove la fiera bile che vi rende convulsa
e villana la penna espandersi potesse sotto auspici
da voi sospirati.
Voi macchiaste in sul nascere la vostra camera
XII. Finalmente il Canto, la Ginastica
e la Stenogj-afia, materie che per altro ven-
gono comprese fra gli oggetti di studio libero.
E queste sarebbero le materie che in massi-
ma vengono pertrattate nelle scuole reali, materie
le quali poi x>rendono in generale quell'estensione
che fin qui ho ricordato, ma ciò non pertanto
vi possono essere introdotte delle altre ancora, o
soffrir quelle una qualclie modificazione nel loro
trattamento, allorquando le circostanze speciah del
sito ove esiste la scuola l'addomandino.
Nel nostro paese, a cagion d'esenipio, il
quale forma nella sua gran parte una costa ma-
rittima, si potrà sperare che nella scuola reale
vengano aggiimte pure le lezioni di nautica, co-
me credo che sieno in corso già delle trattative
in questo riguardo ; e così anche ouej gióvani i
quali si dedicano alla narigazione, oltrecchè a-^
cquistar cognizioni puramente del loro ramo, po-
tranno approfittare neha scuola reale di molte altre
conoscenze che stanno in nesso coli' arte del na-
vigante , e sortire per tal guisa una coltura su-
periore di molto a quella che in generale fin qui
possedevano^ con scapito spesso dei loro interessi.
di giornahsta, voi dimenticaste chi siete e a cui
parlavate, voi, mancando di rispetto all' Uomo eh' è
di Dalmazia tutta la gloria e 1' amore, vi faceste
reo dinanzi alla patria.
Dopo ciò, signor Sperato Nodilo, vorreste voi
sapere in qual conto noi vi teniamo ? ... .
Ognuno di noi sottoscritti, se mai vi reputaste
offeso da queste franche parole, è pronto a ren-
dervi ragione.
Potete scegliere qual più v'aggrada, e siata
sicuro sin d' ora che per metterci a paro con voi,
postergate le regole della vieta cavalleria, non vi
si chiederà qual sangue scorre nelle vostre vene.
Sebenico, 5 giugno 1862.
Bartoletti Giusto, Bebam Giuseppe, Bebam Tom-
maso, Dr. Bersa, Bilancia Giacomo, Billich Giu-
seppe," Bioni Dr. Vittorio, Carminati Luigi, Chi-
rigin Francesco, Cortellini Antonio, Costan Antonio,
Costan Simeone, Difnico Francesco , de Dominis
Vincenzo, de Draganich Veranzio Dr. Federico,
de Draganich Veranzio Francesco, de Fenzi Fran-
cesco, Fosco Giovanni, Fosco Nicolò, Galvani Dr.
Antonio, Dr. Giadrov, Dr. V. Grubissich, Inchio-
stri Vincenzo, Lapenna Giovanni, Locas Dr. Giu-
seppe, Mattiassi P., Medich Tommaso, Mislan Ni-
colò , Mitis Dr. F., Novak Marino , Novak Mi-
chele, Prebenda Giovanni, Prebenda Pietro, Ro-
sani G. B:, Sinionich A.,. Sisgoreo Antonio, Stergl,
Supuk Antonio, Supuk Tommaso, Vidovich Gio-
vanni, Versine Spiridiond, Xicovich Vincenzo.
fconliniiaìio le finnej.
Big, Medattorei
Ella mi -obbligherebbé sommamente pubblicando
nel numero di sabato del suo giornale la seguente
dichiarazione:
Al Redattore del Nazionale in Zara.
Pronto sempre a /sorreggere qualsiasi novella
jnstìtuzAone da cui Potesse venire utile o decoro
alla patria, non esi^i di porre il mio nome nel-
r elenco degli associati al Nazionale ; periodico che
sperava aYre\)\)e moderate, non accresciute , le
intemperanze del partito annessionista. Dacché però
il suo numero del 31 maggio suona tanto msensata-
il cui solo nome è
monumento di gio-
ia dignità della pa-
mente oltraggioso alFUomo
pei Dalmati il più splendido
ria, io crederei di offendere
tria non respingendo d'ora iiÀanzi il fogho stesso.
Epperò la prego di togliere il mio nome e quello
del Municipio, che ho F alto onore di rappresen-
tare, dalF elenco degli associati.
A. BAJAMONTI
Podestà di Spalato.
Spalato, 5 maggio 1862.
Il n. 27 del Nazionale nel suo articolo di fondo
ha voluto bassamente e goffamente insultare Nicolò
Tommaseo gloria di Dalmazia per universale con-
senso d'Europa. L'insolente si è punito da se ; ma
non per questo i Dalmati possono lasciar passare
e con poco onore eziandio alla loro missione di
uomini sociali per eccellenza.
Potrà nella scuola reale presso noi aggiun-
gersi eziandio una cattedra speciale di agraria,
con un orto modello, per quelh che non potendo
impiegar molto tempo nello studio, come sareb-
bero i contadini, bramassero rendersi istrutti nel-
F arte di coltivare i campi, arte da noi tanto tra-
scurata. Questa istituzione ne farebbe conseguire
una seconda, le lezioni serah e dominicah voglio
dire del comporre semplice, del conteggio elemen-
tare, della geometria pratica, del disegno, della
fisica e matematica empirica, affinchè questi stessi
individui, od altre classi d'industrianti, obbligati
al quotidiano lavoro, potessero, previo questi
prinn rudimenti, toghersi da quelF ignoranza asso-
luta in cui fatalmente fin qui hanno versato nel-
la maggior parte.
Che il corso d' agraria possa andar ad effetto,
giova sperare con molta lusinga, inquantocchè mi
parve d'iscoprire da buona fonte che le provide
Autorità stanno per devolvere qualche parte del
pubblico fondo provinciale per vari stipendi, da con-
ferire in \ia d'incoraggiamento a dei giovani con-
senza pubblica dimostrazione questo progettato stu-
dio di qualche inesperto impudente a ledere F onore
nazionale-, ed i sottoscritti propongono che rac-
colta di urgenza la Società del gabinetto di let-
tura, essa che accoglie quanto in Spalato vi ha
di educazione e di coltura, parh a nome della
città nostra, e voti che il Nazionale sia respinto
d' ora innanzi dal gabinetto per decreto della So-
cietà, non già con lo scopo di vendicare il grande
Uomo, ma di offrirgli attestato delF altissima vene-
razione in cui Spalato tiene il suo nome.
Seguono le firme. • ®
Estratto dagli atti della Giunta.
1. Spirati i concorsi aperti coi programmi 17
e 18 febbraio 1862 per la produzione dei saggi
d'un dizionario itahano-illirico , e d'un libro di
esempii virtuosi, per decidere sul merito dei con-
correnti, e per consultare su altre misure a prò
della Hngua illirica, viene nominata una commis-
sione di 12 intelligenti che in Zara dimorano, e
lor diretto conveniente invito.
2. Si assegnano dal fondo lavori stradah pel
circolo di Ragusa fior. 400 in sussidio della hnea
Ragusavecchia-Merzine ; altri fior. 400 da quello
del circolo di Zara per la linea Bencovaz-Vranna,
Dell fondo idraulico si assegnano fior. 600 alla
Comune di Almissa a sussidio di parecchi lavori
da lei intrapresi per F inalveamento del Cettina,
che percorre gran tratto della provincia, e pel
conseguente scavo della foce, a cui più largamente,
sperasi, sarà proveduto dal Governo centrale ma-
rittimo.
3. Si accoglie con soddisfazione quanto viene
partecipato dall' Ecc. Luogotenenza suli' insegna-
mento straordinario della lingua illirica dalla Giunta
provocato, che per Zara venne affidato ai prof.
Dn. Giovanni Danilo e Dn. Matteo Ivcevich,
per Spalato al prof. sig. Luca Svillovich. per Ra-
gusa lasciato alla scelta di quel capitano circolare
fra 5 individui dalla Giunta proposti, per Cattaro
pure rimesso alle disposizioni di quel concistoro
vescovile. Lamentasi la breve durata del semestre
une nulla ai io ai settemDre, ma si ritiene che
verrà compensata dallo zelo dei docenti che, me-
no i giorni festivi, daranno giornahere lezioni.
'} Notossi come sospetta di partigiano rancore la reticenza
del Nazionale die, nell'annunziare il corso di queste ieziant
presso il ginnasio di Zara, non faceva cenno della Giunta isti-
tutrice. Attendeva forse il savio parere del reverendo parroco
di Podgora, cosi noto nel mondo letterario slavo.
Nota della Redattone.
(Nostre Corrispondenze).
Milano, 31 mngrj'tQ.
Il fatto più iinportanle che oggi ci recano i giornali e
le corrispondenze estere, ò ima circtìlnre del governo russo
a'suoi agenti consolari in Oriente. Essa pronostica l'im-
sninonle ririestarsi della questione orientale e prevede una
guerra. I consoli debbono avvertire i loro connazionali di
restringere i proprii affari e di prendere le opportune mi-
sure, per non aver a subire le eventuali coniplicazioni che
tadini che si dovessero dedicare allo studio delle
leggi agrarie.
Potranno nella scuola reale venir stabihte an-
cora delle lezioni separate di mercinomia, di li-
cenza commerciale, di economia nazionale, perchè
tutti quelh che dimostrassero maggior inclinazior.e
al commercio, potessero trovar quivi il pieno lor«»
pascolo.
Quanto concerne alle modificazioni, alcune
materie che nell' attuale sistema sono ritenute sic-
come materie d' obbligo, potranno essere assunte
quale studio hbero soltanto ; come a cagion d' e-
sempio : le hngue ,che, a mio debol credere, sareb-
bero tutte, infuori della lingua d'istruzione , da
escludersi come studio obbligatorio dalle scuole rea-
li, e riporlo invece fra gU oggetti di studio libe-
ro. Nè per siffata opinione creda ninno eh' io in-
tenda di avversare lo studio delle hngue, chè anzi
lo apprezzo più che mai, e lo stimo importante
specialmente per quelh che si dedicano agh studi
reah, siccome un mezzo efficacissimo onde poter
non solo comunicare cogli individui di varie na-
zioni, ma eziandio rendersi famighari le opere
scientifiche scritte in hngue. diverse. Egli è sol-
su-quei beili vengano determinati in via .coslituziorraie,
con riguardo ai diritli sussistenti, io ìspecie di queili, che
spoltano a corporazioni, fond;izioni .eie . La Jotta fu ac-
<;at)"it3, degna del gravissimo argomento. H vescoyo Lit-winowitz terneo, ricusando però la ristretta cer-
chia .dalia proposta della .Giunla fiaanziaria ndl'art.
dei con.corda'o, e scegliei^d» in agone il yastissiiijo
campo 4el .ealtoRcismo da lui ideatilieaio ora col Santo
P.idre , ora cojla gerarchia eAcIosiastica, ora col concor-
dato slesso Parlò a lungo, con multa dgllrina, coll'espres-
' fiioné dì un ,eonvincii);ie«to .che -lo onora. H degno prelato
ravvisò nella mozione un maseheralo assalto alla religione
e slabiJita questa premessa , di cui ci lasciò veramente
desiderare J^ prava, non patì dfetto di buone ragioni a
coiiibatlerflie h eonseguonx.e. Giskra si hmciò senza titu-
bante nella lizza, li suo discorso incatenò per quasi due
ore J'aUeuzione dell'udUorio, e gli applausi che lo se-
guirono accendano ai favore onde fu accolto. Ei non si
ìimit.ò a ribattere le ragioni avversario, esaminò da tutti
ì laiti, anatorfiizzò tutii ^li ariicoli del concordato, sviscerò
r i,n(ilole e portata delle disposiziorii, olM la genesi del
docuipentp, riley.ò i dan^ii della possibile sua esecuzione,
10 .considerò nei riguardi della politica , del diritto pub-
blico, .e delle }«]tre confeiisiofli religiose, e concbiuse che
11 .concordato non poteva e non dovoa risguardarsi effi-
.eflce. fieleredi, Dobrilla, tìeleel e Rucka da un lato, Hei bst,
Kyger e Brinz dall'altro si succedettero nel combattimento,
di mi vi ho. detto poc' anzi d risultato. Mi resta solo a
s,oggiW:ngervi c|ìe Ifelcei e Bucka ddla frazione polacca
gmsliijca^'ono Ja l,oro partecipazione alla lotta, collo strano
jjj'eiesfó, che r argonciento era estraneo alla que.slione (i-
ija'iiziaria, cui, come vi è noto, il partito dei Cechi e Pu-
l^ccbi ricusò prende parte, perdonate al mio arjior pro-
prio questa osservazione, che voi ed i lettori del vostro
giornale saprete porre in armonia eoi riflessi dclU mia
prima corrispondenza suJ/a posizione, sulle tendenze <-'
Sulle aUes/ize dei yarii partili nell' attuale parlamentu
austriaco.
Daj concordato passiamo aite imposte: un chirurgo di-
rebbe da una piaga all'altra.
Quanto &ia il deficit per 1'anno che corre, non saprei
jdiryclo io, nè voi potreste farmene rimprovero, se il Mi-
pistro delle finanze ne indicò nei diversi rapporti diver-
samente la cifra, se la Giunta finanziaria confessò un er-
l'Qr di calcolo per niente meno che 14 milioni, e se per
ylt.mo non fu ancora approvato il preventivo delle spese,
onde solamente può rilevarsi l'ammontare delle rendile
necessarie a coprirlo. Ma non andremo errati di troppo,
(calcolando il deficit dai t)0 ai 70 milioni. L'anno avan-
zato e i bisogni urgenti non consentivano indugio. Le
prdinarie risorse, per (piantò aumentale da addizionali di
ìinpostc, non potrebbero sopperire alle esigenze deU'am-
niinistrazioné. Ergo indispensabile il metodo antico per
phi più spende di quanto incassa: rifugio al così detto
credito. Sopra proposta del Ministero, in qualche parte
modificala, venne accordata da entrambe le Camere l'au-
torizzazione di prelevare dalla Banca nazionale austriaca
|e obbligazioni di stato del prestito 1860, presso la tne-
ìdesima es.islenti nell'importo nominale di 123 «lilioni
in pegno del debito di 99 milioni verso la stessa, allo
scopo di effettuarne la vendita, ed impiegarne 50 rniìioni
a coprimento dei deficit, il resto a diminuzione del de-
bito, ed indiretto miglioramento della valuta. Lo ulteriori
somme necessarie per l'amministrazione di quest' anno
dovrebbero ricavarsi da un aumento dell'imposte. Il Mi-
nistero avvisava di elevare l'addizionale straordinaria della
prediale da 5 a 5 decimi; di raddoppiare l'addizionale
Straordinaria dell'imposta sull'industria e sul casatico clas-
sificatorio, e sulle rendile, e di elevare l'imposta sui coupons
idaj 5 ai 7 per cento. Dopo lunghe discussioni la mag-
gioranza della Giunta finanziaria invece propose di bisciuré
jntalta la imposta fondiaria, di accogliere la proposta mi-
nisteriale rispetto ai casatico classiucatorio, ed all' imposta
sull'industiia, di raddop[)iare l'imposta sulle rendite, de-
dotta però l'addizionale straordinaria, e di elevare l'im-
posta §ui coupons di luglio (scopo naturalmente non e-
§pressp ma sottinteso). Si pensò d'interrompere la discus-
sione suj preventivo delle spese, ed iniziarla tosto sul
proposto aumenlo d'imposte, imaginatevi la commoziuno
d'anirno dei paladini di borsa, dei rentiers in grande
ed in piccolo, dei cavalieri dagli scrigni ferrati. Miseri-
cordia l il 10 per cento sui coupons; .ma quest'è un fal-
limento, una lesione manifesta di diritto! Quasiché la co-
nfi o^d a rendila da obbligazioni acquistate al corso di 60
o 70 per cento aver dovesse il privilegio di una parziale
.esenzione dai pubblici aggravii, e questi dovessero more
solito portarsi tutti dal possidente di latifondi, ormai e-
sausto da imposte ordinarie se straordinarie. addizionali
di guerra, comunali ecc. ecc. Ventisette oratori erano i-
scritti, ed una compatta coalizione minacciava e 1' uria e
l'altra proposta col motivato ordine del giorno. Ne for-
mulò ie;i la domanda il deputato Kaisersfeld, appoggian-
dola al riflesso che r imposte dirette in molte parti del-
l'impero aveano ormai raggiunta una considerevole al-
tep.a ; che le basi, legali della Commisurazione erano no-
toriameritè diffettosfi e quindi necessaria la loro riforma;
e che se manifesto il bisogno di sacrifizio per migliorare
la condizione finanziaria, era pur trianifesta l'insuftìcienza
del prpj)oató'lìùmetrtò delle^ imposte dirette nel correole
già tanto' avanzato'ah^o aiTiministrativo. Giusta le pro-
pesile della maggioranza della Giuria dal divisato aumento
si sarebbero infatti ricavati da in 6 soli milioni. Plener
e Schmerling parlarono contro, l'aggiornamento ed alla
fine fu accolto 1'amendamenlo Hassmann, di di (Ter re la
discussione in proposito fino a che non sia pienamente
esaurita quella sul preventivo delie spese, e riconosciuto
cosi il preciso ammontare del deficit, lo credo .che alla
fine con qualche modifìcaziune syrà accolta la proposta
della maggioranza della Giunta , chè i più • ripugnano' dal-
l'aumento della prediale e ravvisano nell' imposta sulle
rendite, ed, in ispeei>L. sui cotipons. 1' unica equa fonie di
risorse. Dalmazia,-se iioh m'ingiinno, avrebbe a portare
un nuovo pe.so di circa 20,000 fiorini, dei quali iž,0()0
colpirebbero gli-irnpiegati con salario .superiore a fior GOO.
Ogni aumento" delia prediale dovrebbe dai vostri deputali
ducisamenle avversarsi.
Slamane, si procedette sul budget per la partita del-
l'istruzione pubblica. Herbst ha. tessuto un quadro ben
tristo del sistema di pretesa libera istruzione ed inse-
gnamento, ifiaugurato dal defunto ministero Thun Ne rac-
contò di beile sul metodo di tutela seguito in odio al-
l'autonomia dell'università , e sulle massime del nobilis-
simo Conte, che fa oggidì risuonare la sala de'S:gnori
lieile sue invettive eontro quella centralizzazione e quella
manìa germanizzatrice e burocratica, di cui fu non ha
guari il più furioso campione.
Quattro parole ancora di cose specificamente dalmate e
vi lascio.
Nel nr 27 de! Nazionale, nella parte slava, lessi questa
mattina una ventin;» di righe in onore al deputato Glm-
bissa. Dio mi guardi dal voler scemare i suoi meriti!
ma venta anzi tu ito, verità anche nella parte slava, almeno
quanlo è scritta in lìiifjm inleiligibile, come lo sono le
venti riglie di cui debbo farvi parola Si acc^'nna in queste
alle molle volte, che il deputato Gliubissa /ece sentire la
stia nella Camera - — alle sue proposte sulla decen-
tralizzazione da! governo centrale marittimo, sulla soppres-
sione delie gazzette uftiziali, e peli'abolizione delle inten-
denze di finanza, proposte che non avrebbero trovato ap-
poggio al Citnsiglio dell'impero; — al da lui ottenuto
aumenlo delle paghe dei sub-ilterni impiegati giudiziari!;
— ai 30,000 fiorini por sementi di grano da. esso otte-
nuti alla Dalmazia con condizione di risarcimento; — alla
da esio conseguita dispensa da siffatta restituzione Eccovi
un breve errata-corrige. 1.® 11 deputato Gbubissa fece
sentire la sua voce una volta alla Camera, e precisamente
in quell' occasione in cui propose di escludere la Dalmazia
dalle nuove leggi sulle Comuni, e negò di rappresentare
la Dalmazia e la dieta, ónde avea ricevuto il mandalo.
Gii rispose 'allora convié/jvienlemente il deputo L-anenua.
Le proposte sul governo centrale marittimo, sui fogli
uffiziali, e sulle intendenze non vennero ancora portate
in Consiglio, e non vi può quindi esser parola di appog-
gio 0 contraddizione per parte del Consiglio stesso ; non
può ancora ricouosersi l'opportunità od danno delle pro-
poste misure. 5.® L'aumento di soldo pegi'impiegati su-
balterni giudiziari! fu per tutto l'impero proposto dalla
Giunta ed accolto dal Consiglio , e il vostro Gliubissa vi
entra in quella proposta come Pilato nei credo. 4 ® 1
50,000 fiorini eolla nota condizione, non meno che gli
altri oO.OOO senza condizioni furono da Sua .Maestà as-
sentiti sulla'proposta caldissima di S E il vostro Gover-
natore, appoggiata dai Ministeri di finanza e di stato, e
qui pure il vostro Gliubissa ci entra come Pilato nel credo.
5.® Ei propose, è vero', amendamento per 1' esenzione
dall'obbligo di risarcimento dei suaccennati fior. 30,000,
e di questo gli la.sciamo il merito, facendo solamente av-
vertenza che a guadagn-ve proferente deliberato all'ainon-
demento Gbubissa sulla proposta della Giunta era pur d'uopo
d'una motivazione; che questa fu olTerla dal depiitato La-
penna cogli effetti riferitivi nell'ultima mia corrisponden-
za ; e che il pudore avrebbe pure dovuto suggerire una
equa ripartizione del merito.
. Mi resta per ultimo a giustificare le parole a anche nella
parte slava, almeno quando è scritta in lingua inlHligi-
bilet. Slavi, puro sangue, mi assicurano, a mia tranquillila,
che molti e molti articoli della parie slava del Naz-ionak,
e precisamente quelli segnati dalle letlcre P , sono un
impasto di voci bulgare, slovene, serbe e di nuova inven-
zione, alle quali non è estraneo nemmeno l'idioma te-
desco (cui fu p e., tolto a prestito il vocabolo špotanje da
spotten, deridere, con espressa špotanje di un illustre col-
laboratore del Nazionale stcss >)• Che questo mal vezzo
di abusare della infanzia letteraria della bella lingua
dalmalo-slava nuocia infinifrimenle al suo regolare sviluppo
è manifesto. Noi consigliamo a! signor M. P. di non di-
menticare il beli' adagio messo in fronte all' ultimo suo
articolo «pisi kako puk govori». Glielo consigliamo per amore
di quel popolo, che per ora non può con osso interes-
sarsi alle teorie di Gr;mm, Pericle, Ernesto Renan, Leib-
nizio, e di quegli altri dotti, dei quali s' affatica volgere
in slavo, q meglio in un gergo pseudo-slavo i sublimi
concetti.
Contro nriia intenzione ho pur fatta una lunga cicalata.
Siate ur)'altra volta piiì cauto nello scegliere i vostri cor-
rispondenti.
Notizie politiclie.
AUSTRIA.
Zara, 10 giugno- Sabato 7 corr., essendo stato
convocato il congresso generale de' soci della So- •
eiétà del Casino per deliberare sopra oggetti dì '
suo interesse, la direzione (conscia già del desi- '
derio generale de'soci, altamente ne'giorni pag, '
sati manifestato) propose che il giornale Nazio^ '
naie che stampasi in Zara, disonoratosi manife-
stando dispregi insensati e lanciando villani in-
sulti contro K Tommaseo dalmata, che è una delle
maggiori glorie contemporanee d'Italia e d'Eu-'
ropa, il cui nome rimarrà tra i piti insigni che'
abbiano illustrato il secolo XIX, sia escluso per'
sempre dai giornali a cui la Società è abbonata.
La proposta fu approvata dai soci presenti a u-
nanimità di voti. Avendo poi uno dei soci suol'
cessivamente chiesto che la direzione volesse or«
dinare al caffettiere custode di escludere, pure lo:
stesso giornale dal caffè sottoposto, la direzione'
dichiarò non poterlo fare, essendo per contratto
indipendente dalla Società l'impresa del caffè cìié;
è escìusivamente del caffettiere ; bene impegnau-'
dosi a fargliene relativa raccomandazione. Il giop^
naie diffatto non fu da allora più veduto sui ta-'
voli del caffè.
— Il Na zionale nel suo numero 29 ci ammonisce
in nome dell'onestà giornalistica, a non asserire!
leggermente fatti non veri, e ciò a proposito dei-
rabbuffo da noi fattogli per avere egli lodato il
deputato Gliubissa di una proposta utile alla pro-
vincia, fatta al Consiglio dell' impero, senza ac-
cennare air altro deputato Lapenna che quella
proposta aveva fatta addottare, e ciò dichiarando-
di non avere discusso di ciò prima del giorno 6,
soltanto riportato il relativo dispaccio telegrafici).
Noi a dir vero non sappiamo come il Nazio-
nale possa avere tanta impudenza di dare taccia,
ad altri di menzogna, mentendo spudoratament$;
egli stesso. Nell'altro suo nimiero 27 difìfiitto,parte,
slava, è p.arlato con gran lode delle molte prò-,
poste fatte al Consiglio dal Gliubissa, tra le qiiaf^
dell'ultima risguar dante l'esenzione dal rimborsgj
per la Dalmazia, dei 30,000 fiorini sommÌTÌKtra|
per acquisto di sementi. A confermare i lettori die
non curassero chiarirsi della cosa da sé, o quelli
che non potessero farlo per ignoranza della lingua,
della verità dell' asserto nostro, li invitiamo a
leggere la nostra corrispondenza di Vienna, dove
è lungamente e minutamente parlato di ciò. Dopc!
questo resta evidentemente chiaro come al NaziO'
naie soltanto spetta la taccia di poca onestà.
Vienna, 4 giugno. La Camera dei deputati ha
deciso di aggiornare la discussione sull'aumento
delle imposte sino a tanto che sarà terminata la
discussione del budget.
Vienna, 5 giugno. La Camera dei Signori voti
ieri la legge tendente a coprire il deficit del 1862,
FRANCIA.
Parigi, 3 giugno. Il Moniteur annunzia, che il
generale Lorencez cacciò li 28 aprile i Messicani
dalle loro forti posizioni fino nelle montagne. B
nemico aveva 6,000 uomini e 18 cannoni. Riffl^'
sero nelle nostre mani 20 prigionieri e due o-
bizzi.
1 Francesi ebbero 32 feriti.
L'ammiraglio Jurien, che ritorna in Francia
scrive in data 10 maggio, che^ fu tacitato il
vimento, che accagionò lo slilrco fatto innao^
tempo dai Spagnuoh. L'armata di Juarez è ài'
sorganizzata ed impotente. Lo stato sanitari^
della flotta e delle truppe è assai soddisfacente
Altra del 3. Lavalette parte stassera (3) dirèt-
tamente per Tolone e Roma.
BELGIO,
Brusselle 3 giugno. L'Imlép. Belge reca in
corrispondenza da Parigi : L'imperatore è risola''
a proseguire i suoi progetti riguardo al Messicf
La candidatura delP Arciduca Ferdinando M^®®^'
miliano ha poche prospettive di successo. E m
babile invece che veng^ stabilito nel Messico^
protettorato francese.
Tipografia Fratelli B^txAEA. Yl^QEmò. DupLAjfoiCH Redattore responsabile.
m, 9. seara 14 eiiigmo I §63. tm Anno III. as
a Voce Dalmatica
Prezzo d'associazione in valuta austriaca per
Zara: per un anno fiorini 8; per sei mesi fiorini 4;
per tre mesi fiorini 2. Pel rimanente della. Provincia
e fuori: per un anno fiorini 9; per sei mesi fiorini 4
soldi 50; per tre mesi fiorini 2:25. Per 1' estero, o
pel Lombardo Veneto gli stessi prcitzi in argento, fran-
chi del porto-posta.
Giornale politico-letterario
Esce il Mercoledì ed il Sabato.
I gruppi e le eommissioni, franclii delle spese
postali, si dirigrono in Zara a \ iiicenzo Duplancich He-
dadore della Voce Dalmatica, e sii abbuonamenti, ai
ne§;ozii librarli dei signóri Cratelli Battara e Pietro
Abelich. Gli avvisi di 8 linee eostano I fiorino, e ogni
linea di più soldi o'. La tassa di finanza resta a carico
del committente. Un numero separato costa soldi IO.
Rivista politica.
Nella tornata della Camera dei deputati del 6
• fu presentata una petizione della società degli autori
e giornalisti con la quale si domanda grazia pei
condannati per reati di stampa. Passatosi in se-
guito alla discussione del bilancio per l'istruzione,
e letto il rapporto del relatore della commissione,
il deputato Cupr mostrò la necessità d'un ministe-
ro dell' istruzione publica, non potendo pel sopprac-
carico di affari, occuparsi di questa come dovrebbe
il ministero di stato. Consigliò poi e mostrò la ne-
cessità di affidare una parte degli affari scolastici
alla direzione delle singole provincie. Noi non pos-
siamo accennare a questa sapiente proposta, senza
manifestare i caldi nostri voti perchè la Camera
voglia tenerne conto. I bisogni, le condizioni, la
varietà delle lingue parlate, la diversità del grado
di coltura, di attitudini e disposizioni delle varie
Provincie, non consentono, da una parte, che le stes-
se misure sien prese e l'eguale ordinamento attuato
per ognuna di esse ; nè dall' altra parte possono
essere sufficientemente conosciute dal potere cen-
trale lontano, e giudicante secondo informazioni
di funzionari, cui generalmente sta più a cuore di
andare a' versi di coloro a cui servono, che di gio-
vare al. paese che amministrano, perchè possano
i prendere per ognuna singolari e opportuni pro-
vedimenti. Nessun meglio pertanto, che le Provin-
cie stesse, per mezzo delle proprie diete e delle giunte
che ne emanano, sarebbero in grado di provedere
a queste bisogne. Sarebbe così esonerato lo stesso
potere della grande responsabilità dell' avvenire del
paese, e dell' educazione del popolo affidato alle
sue cure ; e sarebbero esse in grado di esercitare
una decisa influenza, col potentissimo mezzo dell' i-
struzione, sui propri destini. Per noi soprattutto,
che versiamo, a questo riguardo, in bisogni mag-
' giori che nessuna altra provincia dell' impero, sa-
' rebbe questa misura di utilità speciahssima. Allo-
ra non saremmo più nella dura necessità di suppli-
' care miseramente, per ottenere che ci si accordi
' di usare delle rendite nostre, de'nostri averi, per
prò vedere alla pubhca istruzione, come nel caso
dello studio legale, il permesso della cui istitu-
zione, a nostre spese^ domandato da tanto tempo,
ancora attendiamo. Allora la dieta e la giunta e
quindi le comuni, fornite di rendite e di fondi ne-
cessari, non lascerebbero più desiderare al popolo
della campagna quegli insegnamenti e quella edu-
cazione che in ogni paese civile si accordano; allora
potranno crearsi quelle scuole rurali in lingua
slava, che si fa rimprovero alla giunta nostra di
non avere istituite, come se colle misere rendite
provinciali d' oggidì avesse potuto farlo.
Al quale proposito non possiamo non arrestarci
un momento a notare la strana condotta del par-
tito annessionista nell' avversare di proposito e per
sistema ogni proposta, ogni atto, ogni sforzo che
la giunta faccia per procacciare, nelle sue ristrette
facoltà, il bene dal paese. Nel negozio della Hn-
gua la giunta si adoprò a tutto potere, per ogni
modo, a promuoverne lo studio e lo sviluppo; de-
cretò premi a' più operosi e valenti maestri, in-
vitò a publicare libri pel popolo; imprese a pro-
vedere al bisogno supremo di un dizionario, chia-
jnando a concorrere all'opera i più caldi anne-
gionisti, Invano : ogni cosa fu posta in derisione,
ogni atto male interpretato, condannato, senten-
ziato come ostile, benché palesemente favorevoiCj
ogni intenzione malignata. Fin il nome di lingua
slavo-dalmata criticato acerbamente dagli annes-
sionisti, che fino il nome abborrono della propria
patria ; sebbene fosse chiamata così per decreto
della dieta, dietro consiglio, e proposta e decisa
volontà manifestata dai capi-partito Klaich e Pau-
linovich. Parlano di accordo e di conciliazione.
Nulla voghamo, dicono, che la hngua; il pensiero
dell' annessione è lasciato agli eventi, all' avvenire,
all' altrui volere, ma lasciateci la lingua. Or come
soddisfare a' desideri vostri, se qualunque dichia-
razione che si fa a vostro favore è riputata e rin-
facciataci come menzogna, e ogni atto come un
tradimento ' e un inganno ? '
La mancanza dei giornali d'Italia, per colpa
delle spedizioni postali, ci tolgono-di dare minuti
ragguagli delle sedute della Càmera di Torino.
Dalle informazioni di seconda mano veniamo a
rilevare che il Rattazzi respinse nettamente ogni
partecipazione del governo al progetto della spe-
dizione garibaldiana, niegò la somministrazione di
armi e di danaro, e ogni altra ingerenza; e che
l'incidente finì con un ordine del giorno, col quale
la Camera rigettò l'inchiesta parlamentare do-
mandata da Crispi, approvò la condotta del go-
verno nell' affare di Sarnico, Bergamo e Bre-
scia, autorizzandolo a mantenere ferma 1' autorità
della legge e del parlamento. Conseguenza di ciò,
ci pare essere stata nel contegno del governo una
repressione o reazione troppo severa, perchè si
accordi cogli ordini costituzionah, e coi principii
liberali, a cui pure ei non può rinunziare, senza
porre in pericolo la propria stabilità.
La sospensione dell' associazione pel tiro na-
zionale, la legge sulle associazioni in generale pre-
sentata alla Camera, potrebbero sembrare misure
forse poco opportune o troppo rigorose.
Nè r arrivo a Roma di Lavalette, nè il comando
confidato a Montebello, nè la diminuzione della
guarnigione francese paiono aver fatto avanzare
di molto la questione di Roma ; lo statu quo, man-
tenuto ancora per lungo tempo, sembra invece la
probabilità meno incerta. Di proposizioni di acco-
modamento, e di concessioni dalla parte del go-
verno pontificio, sia in articoli dei giornah fran-
cesi semiufficiali, sia dalla pubhca voce, è sempre
di tempo in tempo parola ; non così però che vi
si possa dare leggermente credenza. E di nego-
ziazioni fra le corti di Parigi e di Vienna per
scioghere tutte le questioni adesso pendenti, si
parlò a questi giorni con insistenza: per la Ve-
nezia soprattutto offrirebbe la Francia ragguarde-
voh compensi nei paesi Danubiani, in luogo del
trono del Messico, ostinatamente rifiutato da Mas-
similiano.
E secondo una corrispondenza ^^W Indipendatice
di Parigi, Prussia e Russia sarebbero prossime a
riconoscere il regno d'Italia.
I francesi intanto proseguono e paiono sul punto
di trionfare definitivamente deha spedizione mes-
sicana. Juarez sarebbe già stato deposto dal go-
verno, a cui sarebbe stato surrogato Almonte ; più
sempre estesa nel paese la ribelhone al suo po-
tere, e quasi in ogni città la sua autorità disco-
nosciuta; i francesi, a rincontro, desiderati ed ac-
cohi festevolmente dovunque.
Nè meno prossimo è il trionfo decisivo dei fe-
derali negli Stati Uniti. Erano essi già prossimi a
Richmond dove una battagha stava per darsi.
Onorevole Redazione.
Spalato li 3 gingilo 1862.
K.ch
Questo articolo destinato al Nazionale pei mo-
tivi in esso esposti, prego sia accolto dalla Voca
Dalmatica, non potendo un Dalmata civile ricor-
darsi senza ribrezzo e nausea che nella sua pa-
tria si stampi quel periodico, dopo il suo sforzo
infantile d'insultare NICOLÒ TOMMASEO.
Spalato 1 giugno i862,
Quest' oggi la Camera di commercio ed indu-
stria di Spalato si raccolse in pubbhca seduta,
onde darsi lettura del decreto ministeriale che la
sciolse, disponendo l'immediato avviamento delle
pratiche di legge per nuove elezioni generali.
Un corrispondente del Nazionale, ne' suoi nu-
meri 22, 24, annunzia tale scioglimento, e ne
suppone le cause, ed enumera i meriti della de-
funta Camera, e facendo appello allo spirito di
corpo delle altre Camere deUa Dalmazia e del-
l'intero ceto commerciale ed industriale, la con-
forta di un cortese pronostico per le prossime
elezioni. Siccome però le Camere di commercio
sono istituti che l'avvenire della Dalmazia chiama
a sostenere una parte nobile ed utihssima se com-
prenderanno gh interessi veri della loro patria, e
con spirito superiore sapranno intendere ad essi,
studiandoli nella natura degli uomini, nella con-
dizione delle cose e nella forza degli avvenimenti;
non ho potuto persuadermi a lasciar correre quelle
corrispondenze senza richiamarle a verità, mosso
a scrivere dall'unico bisogno di non vedere in-
gannata la publica opinione con una leggerezza
veramente antinazionale, se pure non la si voglia
supporre una progettata tendenza, incompatibile
colla scrupolosa severità di che dovrebbe dare e-
sempio la stampa periodica, specialmente fra noi,
che, bambini alla vita publica, traviati da opinioni
discordi, facih quindi ad accoghere come dogma
le strombazzate di qualche fanatico, si corre a capo
basso sulle traccio segnate dall'errore o dall'im«
postura, senza badare a dove si arrivi, e se que-
sta cieca gara non conduca, anzicchè alla meta
naturale, a precipizii, nei quali meno male vi in-
cappassero i soh avventati, chè rischiano a tra-
scinarvi anche i semplici, e peggio ancora il paese. ^
Che se il Nazionale volesse chiedermi : perchè io
autonomista ricorra alle sue colonne anzicchè alla VOCÙ
Dalmatica, rispondo preventivamente : che anzitutto
iìNazionale, per essere nazionale e fedele al suo pro-
gramma, non dovrebbe respingere la onesta e tran-
quilla parola di ogni Dalmata, annessionista od au-
tonomista che egh sia, e così dar luogo alle con-
vinzioni dei figli di Dalmazia, sia che esse disilu-
dano 0 confermino i dogmatizzanti, perchè dalla
onesta discussione sarà sempre la verità che si
farà strada, ed è questa che oggi importa ai Dal-
mati di mettere in luce con buona fede e con
calma, come antidoto alle fantasie di quei veg-
genti politici di ogni colore che potessero scam-
biare il loro desiderio od il loro intéresse come
necessità nazionale, come bene della patria; che
però non intendendo io di entrare nel campo po-
htico, non dubito nemmeno possano essermi vie-
tate le colonne del Nazionale per dire qualche
verità necessaria a correttivo di quanto altri con
troppa franchezza spacciava per vero; che con
questo intendimento credo debito di dirigere la
rettifica al periodico a cui l'errore fu regalato Q
J.IIIIO
ìl^rcl^O (à' associ'azionp in valuta austrii^ca pep
Zara: per un anno fiorini 8; per sei piosi Horini iy
per tre mesi fiorini 2. Pel rimanente della Provinci*
e fuori: per un anno fiorini S; per sei mef?i fiorini 4
soldi 50; per tre mesi fioi-ini 2:25, Per 1' es;tero, e
pel Lombardo Veneto gli stessi pr«zzi iij argento, fran-
chi del porto-posta.
G torna le p o I i ( i co-le ( ter a ri o
Esce il Mercoledì ed il Sabato.
I gruppi e is Mrr.nii.wsloiii, frandii delle spiesj»,
postali, isi liirigcno ir, iSara a Vincenza DuplancicK He-
drtitore dt:i!a Voce palifliill^a, e gii abbuonamenti,
neo-ozii l-i;>rsri! iJsi si^-n&ri fratelli Battara e PiJtr«
Abeìich. Gli avvi«; di H jiuse «ostaco I Corina, « o|r,ji
linea di pià soiMi 6'. La tfiHsa di finanza resta a canco
del comeiiuente. Un nuiner« separato costa soldi IO
Zara, 15 giugno.
Nel famoso articolo di fondo cM Nazio?iole n, 27,
fra le altre cose si legge : "Alla nuova redazione
della Voce Dalmalica una sola domanda. Com' è,
di grazia, clie i "contraddicenti„ del Nazionale, in
tre soli mesi d' esistenza che ha il loro periodico,
acquistarono più di 600 lettori, de'quali poco men
di 500 in Dalmazia ; mentre la Voce Dalmalica,
die pur trattò ampiamente nel suo senso la que-
stion politica dell' annessione, non n' ebbe mai, per
intero, 450; quantunque raccomandata dalle au-
torità comunali, accetta forse all' autorità politica,
e "onorata col nome e cogli scritti di Nicolò Tom-
maseo,,? Viste queste cifre, dirà ancora l'onore-
vole redazione della Voce Dulmaiica, che le nostre
* contraddizioni furono già giudicate dall'opinione
pubblica,, ?
Siccome tale domanda, più die la nuova, ri-
sguarda la vecchia redazione di questo giornale;
così la medesima, per sollevare 1' altra, di fresco
subentratale, dall' incomodo della risposta, osserva
quanto segue:
fc Tutti sanno quanto interesse ab])iano per le at-
tuali condizioni dei tempi le notizie delle vicende
politiche, e quanto, appetto delle medesime, da
cui tutta viene assorbita l'attenzione del pubblico,
perdano d'importanza quelle concernenti soltanto la
letteratura e 1' economia, motivo per cui tanta è
oggidì la scarsezza, in certi paesi, dei fogli periodici,
che esclusivamente se n' occupino. E se ciò al-
trove, quanto più nella Dalmazia, ove l'esistenza
della stampa periodica, non politica, ebbe sempre
così poca fortuna. Il confronto quindi tra la vec-
chia Voce Dalmalica, soltanto economico-letteraria,
("A i\ Nazionale politico-letterario, non può dar
base per giudicare dell' opinione pubblica in favore
dell'uno piuttosto che dell'altro di tai giornah.
Cionondimeno, stando alle cifre surriportate, assai
più, certamente, avrebbe a compiacersene la prima
di quel che il secondo. E di fatti : quest' ultimo,
con tutte le premare usate per la sua ditFusio-
ne, con tutto il solletico d' una parte slava, con
tutta la vastità del campo aperto alle sue discus-
sioni, e con tutto il suo fervore nei trattare la santa
causa da cui prese il titolo, non avrebbe alla fin
iìne in tutta quella Dalmazia, a cui esso partico-
larmente consacra il zelante suo apostolato, nep-
pure 50 lettori (vorrà forse dire associati) più della
vecchia Voce Dalmatica, la quale ristretta alle sole
cose letterario-economiche, dovè tenersi entro i
propri confini per modo, che se anco trattò, sotto
quegli aspetti che le si competevano, la questione
dell' annessione, mai potè farlo così ampiamente,
quanto il Nazionale pretende, e quanto esso può
e fa ora. Quand' anco poi ai detti 50 si volesser
aggiungere i poco più di 100 lettori fuor di Dal'
mazia, che il Nazionale asserisce d'avere più
della sua rivale, ponderate imparzialmente le cir-
costanze tutte che sopra dicemmo, ed altre che
devono rendere il Nazionale ben accetto special-
mente in Croazia, non avrebb' esso al certo di che
menare gran vampo in confronto della vecchia
Voce Dalmatica,
La quale, d' altronde, lìon tutte godè quelle a-
gevolezze che jl Nazionale pretende, Raccomanda-
zioni delle autorità comunali essa mai m ricercò
nè seppe che fossero praticate a suo favore, sendo
stata la sola Comune di Zara che le accordò spon-
taneamente un sussidio d'annui fior. 200 per un
trièmiiio : suàsidio, la cui metà dovendo eas^'e im-
piegata, com' è noto, a non suo materiale vantag-
gio , si riduceva in sostanza ad annui fior. 100
soltanto. Neppure d'essere accetta ali' autorità po-
litica la vecchia Voce Dalmalica giammai s'accorse,
ma ebbe anzi, fra le altre gioie di cui fu sparsa la
sua carriera, l'onore di due processi, d'uno dei
quali, tentatole dagli illustri professori di questo
ginnasio ab. Diinilo e dr. Klaich, per lesione, d'o-
nore, la sua redazione, a dir vero, non si curò
mai di saper 1' esito, mentre ben sa che se dal-
l' altro, tenutole per lunghi mesi pendente sul capo
a titolo niente meno che di sedizione, restò assolta,
fu soltanto in effetto degl' imparziali giudizii di due
tribunali, e non d'alcuna indulgenza dell' autorità
poHtica, la quale anzi non mancò d'agire con tutto
quel fervore che stimava di suo dovere. Circa poi
l'accenno a Nicolò Tommaseo, quanta sia la ve-
nerazione dei veri Dalmati per un tal nome, il
Nazionale lo sa per prova ; gli scritti di lui però,
benché tali, da onorarsene qualunque giornale, fu-
rono così rari nella Voce Dalmatica, da non poter
ai medesimi attribuirsi ciò che altri vuole far tra-
vedere. Il favore quindi goduto neir opinione pu-
blica dalla vecchia Voce Dalmatica, oltreché supe-
riore, pegli esposti confronti, a quanto il Nazionale
pretende, non fu ad altro dovuto che all' affetto
dei veri Dalmati pegli interessi della patria, loro ;
affetto di cui riesce tanto più sjjlendida la prova,
quanto più gravi sono le scabrosità politiche ed
economiche con cui deve la povera nostra pro-
vincia continuamente lottare.
A Nicolò Tommaseo
il IimicipiQ di Spalato.
Senno civile de' Dalmati, tuona un detto di ve-
rità, che vendichi l'onta fatta all' ONOR nazionale
e disperda l'apostolato della discordia e deli' o-
scurantismo su questi fidi, già troppo e lunga-
mente desolati.
Banditori di redenzione apprestarono alla patria
catene inorpellate dei nomi speciosi di nazionalità
e fratellanza; contesero il seggio del sapere alla
civiltà latina, e la bestemmiarono accusandola di
essere ostacolo allo svolgimento del nazionale pro-
gresso; imprecarono alla lingua cui devono quanto
sanno, e, non conoscendone un' altra, articolarono
suoni fortunatamente non compresi e ripudiati dal
popolo; vilipesero i liberi figli della patria, cuopren-
done di vituperio i credenti; predicarono dogmi
di sovversione e di sangue, e compromisero la
sicurezza e la pace dei fratelli vissuti per secoli
in ammirata concordia,
Il senno civile dei Dalmati giudichi e condanni
chi ha compromesso 1' onor nazionale e la pace
della patria.
E a Te che, grande di fama imperitura, non
sdegnasti, facile e pio^ di spezzare il pane della
verità ai figli di questa terra, dettando precetti
di prudenza politica, mai confutati, per quanto
abborriti dai fautori dell' ž^nnesgione ad ogni costo ;
a Te mite di animo, ma pure fieramente incon-
cusso nei santi principii la cui fede suggellasti
coli' esigilo e colla povertà ; a Te la cui anima
libera, trasfusa negli atti magnanimi, desta un fre«
mito di patria carità nei nostri petti, e ci fa pre-
saghi di giorni che redimano l'inerm secolare;
a Te benedizione e onore ]
Spalato, superba di noverare k #vicke glo-
rie il tempo e le dire di tua educaziasB giova-
nile ; Spalato, non invida alla gentile e diletta so<
rella che ti diede i natali, ma felice di divider^
con essa il vanto delle prime aure di vitat e del]^
scienza del grande figlio di Dalmazia; Spalato, per
la voce del suo Municipio, Ti saluta, genio di
e di verità, faro di sicura direzione fra le sù'ti
elevate dagli imprevvidenti.
Non è a vendicare il Tuo nome che la VOG|
di un popolo si eleva fra Te ed un insano, e scqa^
fessa, la follia di lui che Ti avventava un sarca^?
mo impudente, a.busando della cara lingua
insegnata da'Tuoi maestri volunai.
Parve facile impresa lo sfrenarsi sull' esule^ loa.^
tano e fu tentata; ma lo strale incontrò l'usbergo
adamantino del publico rispetto, e, spuntato, rU
percosse nel cuore della patria.
Dalmazia in Te difende se stessa e i suoi
fetti e le sue aspirazioni più pure. Un senso ^
dignità la istruisce che quella, voce di fastoso VH
lipendio non arriva alla sfera di onore dove ess%
Ti venera e plaude al Tuo nome, giusta, se pure,
aflettuosa, apprezzatrice di Tue rare virtù, del
cuor generoso, deli' anima incontaminata : eco di
autorità incontestate ed imparziali, come sono l'i-
tale glorie, nella cui luminosa cercMa Ti decretò
onorato seggio la storia.
All' insolente sia pmiizione 1' aver osato di al?
zare lo sguardo su Te, splendido propugnatQra
delle patrie IFpertà: cliè, siccome la luce accec^
chi temerario la fissa, egli, strige croata, si è eon^
dannato a non comprenderti apostolo di una li-
bera Slavia, ma ti travide parteggiatore dell' og^^
quando ne' Tuoi dettati germoglia e si matura una
scienza, un presentimento, una profezia !
E Tu grande per animo, quanto illustre per
opere della, niente, non cercare a che alluda que-
sto fremito della dalmata terra, echeggiaote de|
nome Tuo: ignora e perdona.
Spalato, 10 giugno 1862.
Nel n. 7 del nostro giornale venne pu"bl?lic.at^
la mozione fatta da molti sQcii del gabinetto ^
lettura di Spalato perchè, raccolta d' urgenza la
società, venisse pei motivi addotti votata l'espul-
sione da quel gabinetto del periodico il NmomU
per decreto della società stessa.
Perchè il pubblico possa conoscere il vero
delle cose, e non sia obbligato ad indovinare
verità interpretando a rovescio certe corrispondenza
del Nazionale, pubblÌQliia,mo ora, altri due atti yis-
guardanti la suddetta mozione — la risposta dj.
alcuni membri della direzione di quel gabinetto
lettura in opposizione alla mozione suddetti^, § j|i
replica dei proponenti,
S giugno 1862,
La proposta di respingere da questo gabinetto
di lettura, per solenne decreto della società, il
Èfazionale,' Unàerebhe, per avviso dei sottoscritti,
anzicchè ad omaggio di venerazione per parte della
città di Spalato al nostro insigne Tomma§eOj ad
inasprire i partiti, a disseminare la discordia e
ad accderare forse la dissoluzione di questa i-
stituzione tanto utile, che ognuno ne deplorerebbe
certamente la perdita. Animata la direzione anzi^
tutto dallo si3Ìrito di moderazione e cittadin§i con-
cordia, si trova in debito di dichiarare ; che epM
trova inopportuno e forse pericoloso il con vacare
la società perchè sia da questa deliberato
ripulsa M Nazionale da questo gabinetto, e pr§ga
&.ÌÌZÌ gli ono^ovoli losciittai'i a ritirare la.lore
"inflitto pubblico biasimo all' autore dell' articolo
"signor Sperato Nodilo, e nominato l'illustre Dal-
"mata socio onorario perpetuo del gabinetto, con di-
sviato di conferire, lui vivente, egual titolo ad altri. „
Da qual parte sta adunque V intolleranza ? Cui
la rabbia politica acceca fino alla contraddizione ?
Non certo l'autonomia che in parte erasi asso-
ciata al Nazionale^ e lo respinse solo dopo il suo
articolo dei n. 27, non politico^ ad onta anche delle
suo esorbitanze politiche precedenti; che nella
società del gabinetto aveva lasciato correre le
elezioni fino a nominare due direttori fra i notorii
annessionisti, convenendo con questi nella nomina
di un terzo, quando i ciechi vedono che le avrebbe
bastato il voler approfittare delia propria posizione
per essere sempre in maggioranza ; che non si
valse mai della sale del gabinetto per tenere con-
ciliaboli, ed anzi spesso si^astenne dal ricoverarvisi
per non dare ombra e non parere indiscreta ; che
ieri sera, tuttocchè disponesse della votazione, HUI-
lameno al proferirsi della prima parola di conci-
liazione, le andò incontro con spontaneità e calore
tali da cancellare un'ira di secoU ! Eppure non
tutti gli annessionisti risposero all' appello dei più,
bravando, cariatidi immote, l'indignazione destata
dalla loro caparbietà, figlià di un progettato stu-
dio di provocazione e di insulto.
La seduta fu prorogata a giovedì. Ebbene, ogni
onesto dovrà plaudire a chi francamente e since-
ramente tendeva la mano sul campo della giusti-
zia civile, reclamante una riparazione all' onor na-
zionale offeso in Nicolò Tommaseo ; e, smesso ogni
spirito di partito, riconosceva la verità proclamata
dal grido della Dalmazia intelligente che alcune
intemperanze meritano il bando sociale perchè fe-
riscono il cuore della patria e ne compromettono
la quiete, cambiando il campo della discussione in
un vitupero di polemiche e d'ire personali, indegne
di chi voglia convincere e progredire, proprie di
menti limitate, di uomini senza cuore.
A Giovedì.
In questo mentre leggo nel n. 31 del Nazionale,
appena giunto, una corrispondenza da Spalato che
si segnala per un lusso di turpitudini e di sfron-
tate menzogne, degno di un corrispondente prez-
zolato della ex Bilancia. Ritenete intanto pretta
invenzione quanto si spaccia sull' esito finale del-
raspettativa del signor Nodilo, chè il non essere
stata onorata dell'intervento del corrispondente,
nè di altri del suo mantello, esclude la presun-
zione della presenza di quella canaglia prezzolata,
e fischiate analoghe, di cui è cenno nella corri-
spondenza.
La storia poi delle barchette soccorritrici delle
Castella altro non è che un burlesco riscontro di
quelle lagrime di tenerezza che i vecchiardi di Ca-
stel Vecchio tributarono in copia per impastare
il cemento idrauhco di un concubinato hnguistico,
quando altri piangevano da senno sull' attentato
stupro della bella lingua slavo-dalmata : riscontro
lepido di quel protocollo la cui redazione in lin-
gua nazionale si è attribuita a due signori medici
e ad un funzionario di l'raii, sorpresi del nuovo
onore, cui notoriamente non avrebbero saputo a-
spirare perchè classificabili fra gli ignoranti del
gergo in voga.
Che dire sulla commutazione del Nazionale colla
Voce Dalmatica, la quale abbonda sui tavoli degU
autonomisti pel solo legittimo titolo di abbuona-
mento, e non come retribuzione di compiacenti
corrispondenze, che fanno i calci coli' onestà e col
buon senso, come quella testé accennata?
Vi dissi del gabinetto di lettura, e sono costretto
di ritornarvi a segnalare 1' unità di vedute di que-
sti signori annessionisti con quelle dei sette che
segnarono l'indirizzo al Nazionale, incoraggiandolo
a perseverare nella brillante carriera. In vero, non
potevano far cosa pii^i grata all' autonomia che mo-
strarsi a nudo quali sono e come intendono ci-
viltà; mentre i nostri furono più umani (o più
scaltri) nel votare unanimi (meno un par di paia
fra i più ignoranti) un biasimo all' articolo inso-
lente, sceverando il turpe vezzo della personalità
dalla discussione propria di principii e di vedute
politiche. Citiamo ad onore dei concorsi nella vo-
tazione i ragguardevoli avvocato Vojnovich ed abate
Granich, i quali, pagato il tributo alla renitenza
innata negli uomini di partito, non hanno potuto
resistere al vero che si svolgeva dinnanzi agli oc-
chi loro, e, convenendo non trattarsi di questione
! politica neir emergente relativo a Mcolò Tomma-
seo, e rendendo pubblica giustizia ai tanti titoh che
lo fanno caro e rispettato, non ebbero la ventura
di uniformarsi alle profonde vedute di quelli che
al giovane Nazionale tributarono il pungolo dei loro
incoraggiamenti.
Ciò basti a mostrare che molti non sanno quello
che si voghano, nò di che si pascano ; invidiabile
! vantaggio di chi preferisce il limbo e la sua vita
I gratuita all' operosità faticosa, ma pure proficua,
di questa valle di lagrime !
Albe 1A giugno.
Non s'è cessalo di declamare in questi uUirnl tempi
che Arbe, la città dei Doniinis, dei Galzigna ecc. ecc., fosse
la città del passato senza speranza di un più lieto avve-
nire, qoasi che il buon senso de'suoi abitanti e le dis-
posizioni naturali da cui sono favoriti fossero venute a
meno, mentre il cessalo regime, sgraziatan:iente protratto
per più lustri, più penoso perchè oppressore dell' intelli-
genza, che senza la libertà non può produrre clic fruiti
infecondi, non poteva risparmiare Arbe nella sua benefica
azione. Dateci libertà e noi avremo vita, dal cui maggiore 0 minor grado dipende l'attività. Questa vera od appa-
rente libertà ha prodotto i suoi fruiti, e noi vediamo con
somma consolazione ogni cittadino alto levar la sua voce
a difesa de'propri! diritti, da qualunque parte s'attentino,
e tutte le forze e tutti gli elementi sociali collimare al
medesimo scopo. Anche noi tendiamo a libertà, e il dolce
croatico connubio, per cui mancano ancora i patrini, non
ci si presenta così attraente, come più poeticamente che
politicamente ce lo vorrebbero far credere, e specialmente
alcuni che dovrebbero ricordarsi della gran massima ora-
mai elevata ad assioma, che i governanti reggono pei go-
vernati; nè vorremmo vedere lo spettacolo d'impiegati fatti
propagatori di mal' intesa nazionalità, fra popolazioni che
intendono bene quali sieno i mezzi più acconci a con-
durli all'ottenimento dei loro morali e sociali bisogni.
Arbe fin da principio della questione ha manifestato il
suo voto, istruita forse meglio dalla posizione geografica
confinante a Croazia. 11 Nazionale, semìnsilo forse ad arte,
non ha avuto tanta forza da smuovere la nostre convin-
zioni, e nella lolla ineguale impegnatasi ulUmamenle fra
questo periodico ed il nostro Tommaseo ci ricordammo
che Tommaseo era Dalmata, ma Dalmata di cuore, e le
nostre glorie ci sono troppo care per lasciarle contami-
nare i.npunemente. Infatti, il giornale che portava quelle
invettive venne lacerato, e quantunque sembrino ridicole
queste manifestazioni a chi n' è 1' oggetto, pure hanno il
loro significato, e bisogna rinunziare al senso comune per
negarlo, il giorno appresso circolava pel casino una pro-
testa convalidata da molte firme con cui si chiedeva l'e-
sclusione dril giornale. Non sappiamo l'esito della mede-
sima, ma desidereremmo che lutti i voli legittimamente es-
pressi trovassero il loro compimento E non sarà super-
fluo di notare in proposito, che ricorrendo ai 13 corr. l'o-
nomastico del nostro arciprete Dn. Antonio Nimira, uomo a-
mato e riverito pelle sue doti di mente e di cuore, la
scolaresca in attestato di slima ed affetto erasi recata a
ossequiarlo. Uno fra i migliori giovanetti ebbe a recitare
una poesia in lin^iua italiana. Venne terminata acclamando
a Dalmazia e ad Arbe Ma in quell'ardente emozione d'af-
fetti non venne dim-ìnticato il nostro magnanimo esule,
chè una voce dal grembo di quelle anime vergini indi-
rizzava le menti ancora bambine a Tommaseo, ed un u-
nanime evviva faceva echeggiare la stanza dell'esimio sa-
cerdote, sulla cui fronte era dipinta la sua anima agitata
Queir evviva rammentava ai fanciulli che la loro causa non
era perduta, rammentava ad essi che si può essere grande
anche in esiglio, e che quantunque il morire fuori della
patria è doloroso, pure può essere onorato. Nel mentre
tributiamo le dovute lodi al bravo maestro Vujas'Kovich, ec-
citiamo la gioventù a continuare ne'loro nobili affetti, sicuri
che smentiranno neli' avvenire 1' irrisione lanciata alla no-
stra patria di città del passato.
Ragusa, 15 ghigno.
Lettere giunteci col vapore del i3 dall'Albania, che
hanno i requisiti di autenticità, offrono un qualche det-
taglio dello scontro avvenuto il 51 maggio a Vassojevici.
Vedi l'art 6 corrente. Il corpo comandato da Mirko fia
patito molle perdite, in conseguenza di che, ebbe a co-
minciare la ritirata; e per il primo ne fece parte un porta-
bandiera Barjaktari che Mirko con un colpo di pistola
freddò , unitamente a due altri. A ciò il fratello del pri-
mo ucciso rispose con un'arma da fuoco, ferendo nél
braccio lo stesso ftJirktr. Indi nacque una disordinata ri-
tirata. Ora è manifesta 1' insurrezione dei miriditi in fa-
vore de" turchi, la quale circostanza influirà alla totale
disfatta de'montenegrini ed invasione del Montenero. In-
tanto, vi è r ordine alla truppa turca, che continuatamente
arriva e sbarca in Antivari, di marciare per Scalari; ed ai mon-
tenegrini non rinnarrebbe alcun punto di territorio da li-
' pararvi in fuori dell'austriaco. Il concentramonto sarebbe
a Bielopavlovici.
Dopo il clamoroso fatto d'armi sotto Ostrog, Derviso,
con un corpo d'armata trovasi a Bilecia in attesa di vet-
tovaglie da questa parte, per scortare ; e tanta ei si dà
premura di esserne proveduto, che risulta chiaro il piano
di operazioni per un colpo decisivo.
Collo stesso vapore dell' Albania furono sbarcati 300
montenegrini a Budua, richiamati dai lavori di terre ia
Costantinopoli.
Col vapore venuto dalla Dalmazia la u^Uina del vetierd*
partì pel Montenegro questo console russo, Petcovicb,
dicesi oon danaro.
Vaga ancora una voce molto importante, die inerifa però grandissima riserva, essersi il principe di Monlenéro
rifugiato nel circolo di Catlaro. Avvertenza. Lamia fonte d'ordinario pura non mi con-
ferma la notizia del principe, riparato nel territorio di
Cattare, bensì della sua scomparsa da Montenero.
La partenza del Petcovich è seguita in compagnia di
un incognito, forse niente misterioso, se non semplice-
mente portatore del danaro. Ragusa, 48 giugno.
Da notizie, datate di Antivari, rilevasi, esservi stato un
fatto d' armi — senza indicaz'one del punto — tra mon-
tenegrini e Abdi pascià, con la peggio di questo. Ciò sa-
rebbe confermato dalla circostanza di aver marciato la
truppa turca, con lasciare affatto sguernita quella piazza,
cioè di Antivari.
Dall'altra parte poi, si conserva lo stato dapprima.
Milano, f i giugno.
La Costituzione di oggi pubblica un comunicato, a cui
generalmente si attribuisce un valore ufficiale, essendo
quel giornale 1' organo diretto di Rattazzi e di Pepoli. la
esso si annunzia il prossimo riconoscimento del regno
d'Italia per parto di: alcune grandi potenze, l'allontana-
mento di Francesco II da Roma, e si fa sperare non lon-
tano il finale scioglimento della controversia romana.
Gli arrestati di Sarnico furono tutti rimessi in libert?!.
11 vero motivo di questa determinazione rimane ancora
un mistero, ed è dubbio se la liberazione venisse d'im-
pulso del tribunale o del governo.
Un dispaccio giimto quest'oggi da Torino annunzia es-
sere stato firmato il contratto per l'istituzione del credito
fondiario. Prima di parlarvene attenderò che si presenti la
legge relativa alla sanzione del parlamento.
Alle camere p.er ora nulla di nuovo ; quella de'deputali
continua ad occuparsi della legge sulle camere di com-
mercio, la quale finora non presentò alcun incidente degno
di essere notato.
Il noto indirizzo dei vescovi ha ringalluzzito la corto
di Roma, la quale, prevedendo qualche nuova mossa da
parte delia Francia, dichiarò ufficialmente a quésta po-
tenza, che non avrebbe accettala alcuna proposta tendente
a modificare le condizioni del potere temporale.
Sono assicurato da persona degnissima di fede che il
generale Cialdini ha date lo sue dimissioni dalla carica
di vice-presidente della società del tiro nazionale.
Una congrega reazionario-legittimista si prepara in Isviz-
zera, nel castello dell' ex duchessa di Parma. 11 conte di
Cambord, questo Enrico V. in sedicesimo, ne sarà il pre-
sidente, e tutti i corifei del legittimismo, tutti i principi
spodestati vi prenderanno parte. Questo conciliabolo monstre
terrassi il 17 giugno, cioè il prossimo martedì, e quanto
sia per uscire da esso, nessuno può ancora indovinare.
Questa mattina il presidente dei ministri, uscendo dal
consiglio, ebbe una lunga ed a quanto pare importantis-
sima conferenza col signor Benedetti, ministro di Francia.
Le notizie che |giorna!mente giungono dalle provincie
meridionali recano particolari di piccoli scontri brigante-
schi di nessuna entità.
Nel prossimo agosto saranno formate sei nuove brigata
di fanteria e prenderanno i seguenti nomi: Puglie, To-
scana, Palermo, Cagliari, Ancona e Alessandria.
ler r altro il contrammiraglio conte Albini partiva da
Genova per il golfo di Palmas, ove trovasi una parte della
flotta italiana di evoluzione, composta di io legni.
Le trattative per le strade ferrate calabro-sicule sono
bene avviate, e credesi che verranno concluse contempo-
raneamente a quella delle linee napoletane concesse ai
signori Rothschild, i quali le cedettero alla compagnia
delle Lombarde e dell'Italia centrale, formandone una
società sola, separata dalle austriache.
Ieri sera è partito per Napoli il ministro di agricol-
tura e commercio, marchese Pepoli.
Il marchese di Lavalette è giunto a Roma la mattina
del 6 e fu ricevuto in udienza particolare dal Papa il
giorno 7. il generale di Montebello rimarrà ancora a Pa-
rigi qualche giorno.
Vengo a sapere di positivo in questo momento che il
colonnello Nullo fu posto in libertà ; egli si è recato im-
mediatamente da Garibaldi a Belgirate.
Scrivono dal Veneto alla Sentinella Bresciana, giornale
d'ordinario benissimo informato , che al vescovo Zinelli
venne diretta una lettera nella quale gli si annunzia la
sua morte perii giorno 24 c. e si invita il capitolo a deli-
berare per il tempo della vacanza. Il luogotenente di Vene-
zia, edotto della C0S8, telegrafò il 10 allo'ZinelIi, consiglian-
dolo ad abbandonare la diocesi ed a ricoverarsi a Venezia.
consuntivo dell'anno 1860-61, che riguarda gli
introiti, gi passa a discutere punto per punto la
partita delle spese, e dopo alcuni saggi riflessi dei
sig. revisori del conto stesso desiderando il Con-
siglio qualche ulteriore dilucidazione, si proroga
la trattazione di questo argomento ad altra seduta.
D consigliere Calvi dice, come dalla lettura d'al-
cuni giornali sembrerebbe che al Consiglio dell' im-
pero Toglia per l'istruzione pubblica formare
tia fondo generale, al quale debbano concorrere
tutte le fondazioni tendenti a tale oj^getto ove
ve ne fossero. Ei trepida in tale caso pelle nostre
patrie fondazioni, e perchè non nascano altri e
nuovi ostacoli all^ istituzione dell' accademia legale,
éd invita il sig. podestà a prendere le informa-
zioni necessarie e fare i passi opportuni ; al che
il sig. podestà promette di far quant' occorre
e verso la Giunta^ e verso i deputati di Vienna
c verso il Ministero, perchè le fondazioni nostre
restino ad esclusivo benefizio della nostra gioventù.
Dopo di ciò la seduta è levata alle ore 7 %
e stabilita per venerdì alle ore 6 pom. la prose-
cuzion della discussione del conto consuntivo.
A Nicolò Tommaseo.
Il Municipio di Sebenico.
Nello sdegno che d' ogni parte di Dalmazia
prorompe contro l'insolente scritto di saputello il-
luso al fascino di indefinite utopie, echeggia l'u-
niversale venerazione al Tuo Nome; e Sebenico
tua con orgogliosa compiacenza il nota, e a Te,
Inclito Figlio, manda parole di riconoscenza e
d' affetto.
Nel di che politici vaneggiamenti sorsero a mi-
Bacciare l'antica concordia de' Dalmati, i tuoi alti
consigli giunsero desiderati e graditi : la coscienza
de' nostri diritti n' ebbe, conforto, e sperammo che,
squarciato il velo dell'errore, che dà origine allo
spirito di parte col sostituire a scopo consentito
improvidi mezzi, 'della,cui possibilità ed opportu-
nità preterisce ogni esame, tutte le forze nostre aves-
sero a convergere al bene di questa terra diletta.
E questo voto rinnoviamo ora, fidenti nella ve-
rità da Te propugnata, che se pur da taluno in-
compresa, di kice non scema ; nel senno dalmatico,
che Te acclama: Onore suo primo.
SebenicOj 16 giugno 1862.
Vittoria e Comedia.
Talor scherzando si corregge il rialo.
Vittoria, vittoria, e sempre vittoria. Al coro degli
annessionisti, che illusi la sognano e la proclama-
no, fan eco compiacente i filarmonici del Nazio-
nale, che a questa magica parola sposano i lor
inni, le lor melodie, i lor epici telegrammi. Vit-
toria suona il capo orchestra; tuona vittoria il capo
tamburo e gran bombardone coi suoi famosi te-
legrammi di Ragusa e Cattare ; vittoria strimpella
da Spalato il primo violino alla spalla, e con una
fede ai trionfi avvezza canta vittoria don Drome-
dario dalle Castella protosuonatore di Gusla, di
piatti, e di campane, generoso mecenate di ma-
dama Lozich. Malgrado il prestigio di tanti tri-
onfi, appartenendo noi alla disgraziata genia di
reazionarii ed arrabbiati autonomisti, non rimanem-
mo peranco affascinati dagli eroicomici lor canti, e
malgrado la più buona volontà di convertirci, quan?
do certi annessionisti gridaa vittoria, vittoria, ci
troviamo istintivamente forzati di rispondere co-
media, comedia, e sempre comedia.
Sì, signori annessionisti. È una comedia allor-
quando il capo bombardone di compagnia ci canta
la presa di Niksicli, e ad ogni pochi giorni nuove
fiabe vi aggiunge, e con un pugno di montene-
grini (certo prodi d'altronde e sostenitori di cau^
sa giustissima) t| schiaccia migliaia di turchi; è una
comedia quando con una piccola batterìa di au-
tomi burocratici si via facti, intrudere nel
foro un gergo grottesco rappresentante la lingua
glava, che non corrisponde peranco ai bisogni scien-
tifici, uè air intelligenza dei giudici, degli avvocati,
dei medici ecc. ; comedia quarto come benemerito
della lingua slava si fa 1' apoteosi al Maire di Za-
arvecchia, della quondam cittè^ dove si incorona-
vano i re crobati di benedetta memoria ; come-
dia quando il chiarissimo violino alla spalla, per
riste disinteressate già s'intende, porta innanzi il
turibolo al presidente Kirkmajer ed al Dr. Giunio
nobih rivali del Maire di Zarav^c^ia ; comedia
quando si canta osanna ad ogni cariatide o mum-
mia burocratica (perfino d'impiegati di cancelle-
ria) che con impudenza ti scrivano quattro spro-
positi nel gergo sullodato; comedia quando si cita
a titolo di onore e di conquista, perla nelle mac-
cerie, madama Lozich, che alle lavandaie delle Ca-
stella insegna i caratteri di San Cirillo ; ') co-
media quando si fa del Vucalovich (ora in quie-
scenza) un Goffreddo di Buglione, quando si dà
degU antichi agli autonomisti, quando si cambia
nome in onore della nuova bandiera, non isdegnan-
dosi di sposare quello delle^ bestie come Vuk, Medo
ecc. ; comedia 1' ormai perpetuo ed esclusivo chiac-
chierare sulla lingua slava nel foro, mentre si la-
sciano in non cale questioni assai più vitah, bi-
sogni assai più urgenti nazionali ; comedia quando il
Nazionale^ a provarci il credito di cui gode, si appog-
gia aiparrochi di campagna i quali, salve poche ec-
cezioni, e specialmente nel montano, per ignoranza,
per pregiudizii, per colpe verso il popolo, per ostacoli
al suo progresso, non hanno rivali ; comedia, ma
intendiamoci, comedia da burattini, quando con
penna codarda e con mente briaca dal fanatismo
e dall' orgoglio, si insulta alla più splendida no-
stra gloria, al sommo Tommaseo , e si pongono
suir altare e vi si ardono incensi, caricature da
palco scenico, crisahdi letterarie e mummie buro-
cratiche ; idem da casotto, od almeno comedia pel
teatrino nazionale nel convento di Sign, quella del
buon pievano di Podgora, che mentendo alla sua
veste di dalmata, di sacerdote, di deputato, ma fe-
dele alla sua educazione ed ai suoi studii, provoca
con beffarda ed incivile ironia, per amore ben
inteso della sua nazione, l'inclita Giunta, la quale,
malgrado le difficoltà che tentano di opporle in-
generosi avversarli, ha fatto in pochi mesi pella
lingua slava e peli' istruzione del popolo, più che
non abbiano fatto in 50 anni (ed ove occorra ne
offriremo al reverendo la prova) duecento parrochi
di campagna.
Comedia dunque e comedianti, quand'anche in
omicron, sine fine dicentes.
Tolga il cielo che per noi si faccia fascio degli
annessionisti e dei collaboratori del Nazionale, per
arruolarli tutti all'esercito degli istrioni. Non è
cieco un fanatismo che ci guidi, e noi siamo troppo
leali per non proclamarlo, che come non è tutto
oro puro tra gU autonomisti, così non è tutto
lega e ferrareccia tra gli annessionisti. Gh auto-
nomisti, sebbene ricchi di elementi assai nobili,
mostrano, e specialmente a Zara, una sonnolenza,
un' accidia ed un egoismo non perdonabili, mentre
gli avversarli, malgrado il frequente ritornello di
spalvalderie ciarlatanesche, malgrado la presenza di
molte marionette politico-religiose, hanno anch'essi
dei nobili campioni, degli uomini d'ingegno e di
cuore, la cui grande minoranza è resa forte dalla
maggiore concordia, dalla maggiore attività, dal-
l' energia che dà il fanatismo. Senonchè, a parte
questi nobili elementi, a parte in taluno di essi
l'altezza dei concetti, quand'anche poetici e uto-
pistici, gli è certo che nelle aque dell'annessione
le spavalderie sono a galla, la ciarlataneria è
all' ordine del giorno, e ci duole trovarla colà dove
essa dovrebbe trovarne sbarrate le porte, vogliam
dire nel santuario della giustizia
Dopo quanto ne disse in questo argomento, con
sovrana autorità, il sommo Tommaseo; dopo quanto
ne dimostrava l'inclita Giunta, degna depositaria
dei nostri interessi, organo assai più competente
di certi neoati palombari del Pravdonosa ; dopo di
quello che con incalzanti ragioni ne ripeteva la
Vedi i aumeri 10, 19 e 25 del Nazionale.
Un buon frate si sbraeoiò per reclutar associati &\ Nazionale,
ehe tr.i i soserittori vanta a suo mt-rito qualche disgraziato
ehc no£ conosce l'italiano e ehe si suppone essere illette-
rato. Ricordiamo con stima molti parrochi del litorale e spe-
cialmente nelle diocesi di Sebenico e Lesina.
La politica fa capolino anco in sacrestia, e in qualche chiesa
già udiamo cantarsi in ilingua nazionale. Bi recente a'Grob-
nico, monsij^nor Soicli, pontificò in lin^^ua nazionale. A pro-
posito di Grobnico; cosa vi sembra o lettori della comparsa
a quella fetita di monsignor Strossmàyer in abito episcop,ilc, in eompjnta della coK^r^^a Sspwk ia abito aazioa^et
Voce Dalmatica contro la prematura invasione della
lingua slava nel foro; noi potremmo essere dispen-
sati dal ritornare su questo argomento, tanto pià
che la figura infelice e grottesca che vi fecero
alcuni illustri baccalari, deve essere stata suffi-
ciente, purché abbian logica e pudore, a persua-
derli, che i voti dell'aquila non son pei pipistrelli,
che la comedia non è epopea, e che 1' abito del-
l' arlecchino non è in Dalmazia 1' uniforme della
giustizia. Senonchè, il sacerdozio del giudice è troppo
sacro, nè vuoisi tollerare che si faccia del me-
desimo una questione di pagnotta, di vanità, o di
politica. Noi quindi ci crediamo autorizzati a sfio-
rare un tantino questo per noi sacro argomento.
E primamente, noi preghiamo il primo violino
alla spalla, a non suonare sui nomi proprii e a
risparmiare in avvenire certe sinfonie pei suoi pro-
tetti 0 protettori che siano. Non gli par fors'e di
far fare una figura assai magra a quel buon Va-
lencich, che senza essere nè Diogene nè Epiteto,
si affatica con la lanterna in mano a pescare ter-
mini tecnici tra le colonne del Pravdonosa, scuola
di ginastica legale? Cosa dire del Dr. Giunio
con la sua celebre arringa all' estatico uditorio ;
cosa del presidente Kirkmajer a cui si fan dire
ed omettere, leggere e promettere cose, che era
bello il tacere ? Eguale preghiera potremmo rino-
vare per chi ci parla di certo Potocgnak e di un
certo Bergner, 1' uno per quanto pare croato e
r altro tedesco, che si raccomandano all' ammirazio-
ne dei gonzi, come benemeriti della lingua slava.
Ma non ci curiam di loro, e si venga al fatto. Noi
dalmati, che abbiamo succhiato col latte la lingua
slava (serba ma non croata), che comprendiamo
quindi abbastanza bene la lingua parlata dal po-
polo, non siamo in generale addomesticati colla
lingua letteraria, nè in essa sappiamo scrivere due
linee ; comprendendo il Cacich, non comprendiamo
però r ibrido gergo del Pozor, nè quello certamente
spurio dei bollettini delle leggi, e molte volte ci
appariscono algebrici e sibilini alcuni periodi del
Glasnik redatto dal Sundecich.
Fra tali circostanze, dobbiamo ben sorprenderci
che alcuni giudici forestieri, che fin ieri misero
abbastanza a prova la nostra indulgenza nel con-
giurare contro la lingua italiana e la slava da essi
bistrattate, vogliano ora trarci a ^rimorchio, scri-
vere protocolh e sentenze, e fare a noi, all' inclita
Giunta, al Tommaseo, i maestri della lingua slava.
In affari di giustizia non si transige o signori. Le
parti vogliono avere sentenze che assicurino i di-
ritti, e non già che favoriscano, per poca esattezza
filologica, il cavillo e il pretesto a nuove contro-
versie; vogliono avere sentenze dettate da giudici,
i quali siano persuasi che la frase corrisponde al
concetto, da giudici che non prendano l'imbeccata
da diurnisti o cancellisti che interinalmente sono
boriosi maestri a discepoli inverecondi; vogliono
avere sentenze che non sieno preparate prima del
dibattimento, sentenze che possano essere analizzate
e confutate seriamente da avvocati, che j^resente-
mente le fanno segno di derisione, di scherno, di
proteste. Gridi pure qualche ridicola mediocrità,
qualche?faccendiere in omicron, che monocolo in
regno cmcorum, vorrebbe trarre al suo molino
queir .aqua che adesso corre al moUno di valenti
avvocati ; schiamazzi pure qualche diurnista sla-
vizzante, che giusta promesse inconsiderate, sogna
roma e toma; ma non si transigga per pietà ; non
si sacrifichi l'interesse delle parti, ne si permetta
di stuprare la lingua slava e forse la giustizia.
E i dalmati che in fatto di lingua ne videro
e lessero di belle; che da certi forestieri di ca-
pacità assai mediocre si videro presso i pubblici
uffizii confiscare dei posti a cui avrebbero mag-
giore diritto i loro figli; i dalmati hanno ormai il
dovere di vegliare contro conati insensati ed in-
consulti, che alla bellissima hngiia slava minac-
ciano di surrogare un ibrido gergo, e di fare dei
tribunali una babilonia ed un caos. I dalmati non
si dimenticano al certo di quel forestiero che in
un tribunale scrisse sustinela milola, anziché sen-
tinella militare; nè si dimenticarono del Nicolò
Gabo che domandando un posto di carceriere fu
nominato cancelliere. Anche oggi giorno noi tro-
viamo sul piedestallo qualche miseranda c^riatido.
rone Pipilz, la quale rimanda a non so quante genera-
zioni il risorgimento della vostra patria, e riscontra nella
lariffa doganale costì attivata un ponte solidissimo ad a-
gevolarsene la strada. Gonfortàtevi della promessa del ba-
rone , che la Camera de'Signori vorrà in altro incontro
ritornare suli' argomento ! li conte Fanfogna parlò con
affetto; con quel!'alFetto, che guadagna assai spesso gli
animi, meglio che non possano talvolta le più brillanti
orazioni.
Due par^c ancora sul vostro confratello corrucciato, il
Nazionale. Pare che il linguaggio della veritiì gli torni
molesto e che il mio errata-corrige gli abbia fatta una
cattiva impressione, lo non seguirò il suo esempio, e la-
sciando fuori dì causa l'onorevole deputato Gliubissa, e-
scluderò per ipotesi non solo, che il articolo del n.
ol Nazionale, parte slava, sia scritto od inspirato da lui,
ma perfino ch'egli ne abbia avuto sentore. Non posso am-
mettere che un uomo il quale rappresenta al Consiglio del-
l' impero il partito cosìdetto nazionale, e deve avergli of-
(erte le prove di buona fede su penare ad ogni eccezione, si
abbassi ad accattarne l'elogio per fiitti estranei ad ogni
sua cooperatione. — 11 mio errata-corrige constatava, che
il deputato Gliubissa fino a quell' epoca fece sentire la sua
voce una volta alla Camera, e precisamente nell' occasione
in cui si discusse della legge comunale, ed in cui (per-
inettetemi eh' io ripeta) negò di essere dalmata e rappre-
sentante di Dalmazia. — 11 mio errata-corrige constatava,
«chele sue proposte sul governo centrale marittimo, sui
fogli ufiìziali, e sulle intendenze non vennero ancora por-
tate in Consiglio , e non poteva quindi esservi parola di
appoggio 0 contraddizione per parte del Consiglio stesso;
non poteva ancora riconoscersi l'opportunità o il dartno
delle proposte misure». Il Nazionale ci confessa la verità
di questi fatti, d'altronde incontrastabili.— 11 mio errata-
corrige constatava che le paghe degli aggiunti giudiziari
furono cresciute per iniziativa della Giunta e conchiuso
della Camera, senr.ache Gliubissa vi entri nella proposta
a miglior titolo che Pilato nel Credo. 11 Nazionale ci as-
sicura che dalla penna del Gliubissa sortì la proposta, e che
se r appropriò la Giunta. Peccato che l'articolista e Gliubissa
non siano una sola persona; lo avremmo consigliato di do-
lersi del furto commesso in suo danno, e di rivendicare
la sua proprietà, od almeno di muover doglianja perchè
non si accennò in Consiglio al merito dell'inventore, e si
trascinò il pubblico a credere, ch'egli ci entri nella pro-
posta come Pdato nel Credo. Ci si permetta crederlo an-
cora e sostenere, che o la proposta Gliubissa relativamente
alle paghe de'jU aggiunti gitidiziarii non esista nemmeno
fra gli atti della Giunta , o non abbia offerto alcun dato
attendibile da meritarne cenno in Consiglio. — Il mio
errata-corrige constatava per ultimo che nel sussidio di
fior. 80,000 assentiti a D.dmazia, il merito del Gliubissa
debba ristringersi alla produzione di un nudo ammenda-
mento, motivato poi dal deputato Lapenna, ed inteso ad
esonerare le comuni dalmate dall'obbligo di rifondere
50,000 {tra i fior. 80,000 accordati a merito del vostro
governatore) al pubblico tesoro. E il Nazionale volens no-
lens è costretto di ridurre anche in questa parte il me-
rito Gliubissa a tali proporzioni. Chi crederebbe dopo si-
fattì confessioni, poste a raffronto colle trionfanti parole
del n 27 Nazionale, parte slava, moderate dal nostro er-
rata-corrige, che l'articolista n. 31, di cui parliamo, ci si
scaglia addosso con ogni sorta invettive, e non solo e-
saurisce a quest' effetto i dizionarii, di cui va ricca la no-
stra sorella al di là del Velebit, ma prende a prestito per-
fino dall' abborrito ottomano al di là dei Balcani il čador,
che deve senza dubbio accennare a cosa ben saporita, o-
dorosa, o sonora, se in relazione al Gliubissa si pone in
antitesi dall' articolista al kolac lapennino ? Un tal modo
di ragionare e discutere non ci fa meraviglia. Noi abbiamo
però sempre presente la graziosa risposta d'un vecchio
rispettabile della gentile Uagusa ad uno sciagurato , che
osava insudiciargli il martello della porta di casa. Il no-
biluomo ficeva appendere al martello del tugurio
stui un mazzolino di fiori col molto «ognun dà
che ha». Sia pace al nobile defunto, ed auguriamo il sen-
timento e r abito dell' uomo civile agli avversarli della
tempra di colui, al quale toccava la spiritosa risposta.
Non si prenda a male l'articolista n. di se, finché que-
st'augurio resta un pio desiderio, non siamo disposti ad
entrare in nuovi contatti con lui.
di co-
quello
Parigi, f*? giugno.
La discussione generale del budget fu chiusa ieri a
mezza seduta , e la Camera commciò immediatamente
r esame del budget di ogni ministero. 1 due primi, quelli
cioè del ministro di Stato e degli affari esteri, furono fa-
cilmente votati. Nessun incidente notevole segnalò questa
seduta; se non forse il voto unanime dell'allocazione dei
4 5 milioni pei* la spedizione del Messico, e un discorso
assai vivo di Ernesto Picard.
Giulio Favre, colto da un lutto domestico , non potrà
prender parte alla discussione del budget Dicesi che 01-
iivier prenderà la parola in sua vece per sostenere molti
emendamenti presentati dairopposizione.
Oggi la discussione versò sopra il budget del mini-
stero dell'interno. Fra i tredici progetti di legge d'inte-
resse locale che devono essere discussi dall'apertura della
sessione, ve ne ha alcuni che riguardano prestiti stra-
ordinari imposti parte alle comuni, parte ai dipartimenti'.
Il giornale di Loiret dà interessanti ragguagli sul sog-
giorno della corte a Fontainebleau, e so[)ra il ricevimento
del principe di Galles. L'erede presuntivo della corona
d'Inghilterra, al ritorno d'un lungo vinggio in Oriente, fu
invitalo dalle loro maestà a passare la giornata dei i 2
giugno al palazzo. Dopo avere ammirata la galleria di
quadri, di cui 1'ordinamento ingegnoso è dovuto all'impe-
ratrice, S. A. R. ha percorso , con le maestà imperiali, i
giardini ed il parco. Poscia la corte fece una passeggiala
nel bosco, dove fu inaugurata la nuova strada e il prm-
cipe imperiale. Il principe di Galles fu poi ricondotlo
alla strada ferrata dalle loro maestà, che quivi presero
da lui congedo.
Fra le persone di distinzione invitate in questo mo-
mento al palajzo si citano i generali della Moscova, Fleury,
e di Beville aiutanti di campo dell'imperatore, il generale
Rolin aiutante di palazzo, il marchese de la Tour ftlaubo
urg e il conte de la Bedoyere deputato al corpo legi-
slativo, le si<^norc de la Bedoyere, de la Tour iMaubourg
e di Lourmel dame di p;dazzo. Si attende l'arrivo del
principe e della principessa Metternich che furono, dicesi,
invitati al castello.
Sabbato passato si radunò il consiglio dei ministri a
Fontainebleau sotto la presidenza dell'imperatore. Assiste-
vano al consiglio i signori Troplong presidente del se-
nato, il conte di Momy presidente del corpo legislativo,
il conte Waleski, Achille Fouid, Barsch membro del con-
siglio privato e Billault ministro senza portafoglio.
Gli officiali del reggimento dei lancieri della guardia
si preparano per un carosello, e l'inaugurazione delle corse
di Fontainebleau avrà luogo il 22 giugno. Il viaggio delle
loro maestà a Nevers, a Riom e a Clernmnt Ferrand deve
esser fatto da qui ai trenta del mese, poi 1' imperatore
farà una scappata a Vichy e forse un' escursione al ca-
stello di Naves, dominio del sig. Morny.
•Si difuse la voce che il marchese di Larochejaquelein
deve concorrere con de^ la Guéroniere suo collega al se-
nato, alla redazione del giornale Aa Frincia. lo credo poter
smentire tale voce. Il signor Larochejaquelein si ritirò in
campagna, e avrebbe detto a un suo amico ch'egli non
si occuperebbe piìi di politica , ove non ne sia costretto.
La Patrie aveva pubblicato, alcun tempo, fa, una nota
sui luoghi santi, che non ebbe iche un mediocre successo;
ed ecco il Paijii che pubblica .questa sera l'identica no-
tizia, Siffatta insistenza dei giornali officiali merita d'es-
sere notata. La questione non ci sembra abbastanza chia-
ra ; si potrebbe peraltro spiegarla con una comparazione.
Supponiamo che esista a PàMgi una vecchia moschea
turca. La Turchia c la Persia; per esempio, desiderano
eh' ella sia restaur-ata, domandano il permesso al governo
francese di farla restaurare, n^^^ non vogliono eh' egli con-
(Hbuisca alla spesa. Ècooiìùlh Ja qucsìfaiie.
Il sig. Bismark nuovo ambasciatore di Prussia non ha
ancora lasciato Parigi; si crede peraltro che la imminente
crisi ministeriale renderà necessario il suo viaggio a
Berlino.
Si dice che l'imperatrice andrà a passare alcuni giorni
incognita a Londra per visitare l'esposizione.
11 Moniteur pubblica stamani senza commenti l'allocu-
zione papale, e l'indirizzo dei.vescovi.
10 chiamerò soprattutto la vostra attenzione sopra il
rapporto di Uouland, che questa mattina pubblica il Mo-
niteur. Egli domanda che una commissione sia incaricata
di esaminare il miglior modo di riorganizzare l'insegna-
mento co nmerciale e industriale. Il ministro si propone
di fare per ri3truzi<)ne primaria ciò che riuscì sì bene
da sessanta anni a questa volta per l'istruzione seconda-
ria, grazie all'organamento dei licei e dei collegi; egli
vuole inalzare il livello degli studi primari introducendo
nella gerarchia e universitaria queste scuole trasfor-
mate. A ragione il ministro chiama queste scuole, veri
colleari moderni. Il commercio e 1" industria hanno di fatto
55
preso sì largo posto nella società moderna, eh' egli è ben
tempo di far subire all'istruzione un analogo mutamento,
di addestare cioè la gioventii alle lotte industriali e com-
merciali, come altra volta si addestrava alle lotte filosofi-
che , ed oggi si addestra a quelle che si convenne di
nominare liberali.
Vi ha nel rapporto del Rouland una frase che dobbia-
mo notare, perchè contiene una promessa per 1' avvenire.
L'università, dice il ministro, aspira a diffondere l'i-
struzione primaria sopra tutti i fanciulli del paese senza
eccezione, e saprà pervenirvi, ecc. Dopo questa di-
chiarazione, non si potrebbero piiì tacciare di temerari i
voti di coloro che domandano che l'istruzione primaria
divenga obbligatoria e gratuita, e che sperano che il ri-
novellamento intellettuale preceda di poco il sociale,
11 conte e la contessa di Montebello hanno lasciato Pa-
rigi iersera, rendendosi a Marsiglia, dove devono imbar-
carsi oggi per Civitavecchia. Dicesi che il generale è ap-
portatore d'una lettera autografa dell'imperatore per il S.
Padre. Voi sapete che si disse altrettanto di Lavalette
quando fece ritorno a Roma;
Sapete che si parlò dell' intenzione dei signori Berryer
e Thiers di presentarsi candidati alla deputazione, il pri-
mo a Marsiglia ed il secondo a Roma, in occasione delle
prossime elezioni. Io erodo potere con tutta certezza as-
sicurarvi che nè i' uno nò 1' altro accetterebbe il mandalo
legislativo, che loro fosse offerto.
Si parla sempre degli affari del Messico, e si attende
domani sul Moniteur il rap|)0rt0 officiale sopra 1' affare
della Guadalupa. L' ammiraglio Jurien de la Graviere
giunse questa mane a Parigi'. Si dice eh' egli fu ricevuto
dall'imperatore alle Tuileries, dove S. M. era venuta per
presiedere il consiglio dei ministri. Si accerta che si parlò
soprattutto della composizione dei rinforzi da mandare al
Messico. Alla borsa dicevasi che il numero ascenderebbe
a 20,000 uomini ; non si sa ancora se saranno coman-
dati da un ufficiale superiore di grado a Lorenéez.
lo vi narrerò uno strano scherzo del telegrafo. Fra i di-
spacci di Costantinopoli che riassumono gì' imbarazzi po-
litici e finanziari della Turchia, ve n'ha um che annunzia
il Sultano avere ordinalo un letto guarnito di pietre pre-
ziose del valore di 7 milioni.
Si annunzia la morte di lor Canning, štalo governatore
delie Indie nel tempo della rivolta dei Cipaj.
Questa sera si parla della disorganizzazione dell'esercito
del Sud, e del prossimo trionfo del Nord.
In testa della 2o.a lista dei fondatori della società del
principe imperiale, che pubblica stammattina il Moniteur,
figurano i nomi di Rattazzi, Pepoli e Sella ministri d'Ita-
lia. Si assicura che grazie all'intromissione di alcuni grandi
dignitari dello Stato che occupano un alto rango nella
libera massoneria del rito scozzese, l'imperatore ha rifiu-
tato di continuare l'opera dell'unità massonica, seguendo
il decreto di dissoluzione delle logge poste sotto l'auto-
rilà del sig. Viennet. Le cose rimarrebbero almeno per ora
in statu quo, e i signori Viennet e Mugnan conservereb-
bero le loro autorità rispettive.
Arbe, 21 giugno.
(P. Z ) La questione dell' esclusione del Nazionale dal
civico Casino non è ancora terminata. Si attende il risul-
tato della seduta di domani, che non riesce ancor pos-:
sibile di prevedere, viste alcune circostanze, che potreba,
bero influire sul libero voto de'soc i, fra le quali dispia-
cemi di comunicarvi la seguente. Noi abbiamo lo strano
spettacolo di avere a preside della società del Casino l'i.
r. capo-politico, che fra i suoi doveri considera sacro-'
santo quello di farsi apostolo di opinioni ripudiate ri--
petutamente da questa popolazione. Presidente per suf-
fragio universale, dietro esplicite e replicate richieste dei
socii emanò l'avviso di convocazione della seduta colla
clausola, che ove venisse d.iih società rifiutato il Nazio-
nale, si avrebbe dovuto propor-f-e la sostituzione del pre--
side, il cui nome dovrebb'essere pure cancellato dal no-
vero dei socii. Noi non neghiamo al sig. capo-politico il
diritto di levarsi dalla società, ma riteniamo per fermo
eh' egli, ammiratore delle libere istituzioni croate, dovrebbe
evitare tulli quegli alli che importano seco la violazione
del piiì sacro degli umani diritti, della libertà individuale.
E che questo atto sia capaée a produrre un tale effetto,
non sarà difficile a persuadersene chiunque consideri che
gì' impiegati non vorranno rendersi rei di uh crimen laesae,
e chiunque consideri che 1' autorità d' un giudice può e-
sercitare una forte pressione morale , massime nei paesi
piccoli, ove sfortunatamente alcuni dimenticano i loro do-
veri di cittadino per mercarsi un sorriso. Chi negherà a-
bilità politica al nostro capo-politico ? Speriamo che il
senno civile dei socii saprà comprendere lo spirito del det-
tato, nè darà 1' esempio di una strana contraddizione nel-
r intervallo di otto soli giorni.
Ragusa giugno.
Ieri, a Zubzi i trebignani insieme à truppe regolari sor-
presero, talciarono, abbrucciarono nei campi e trasporta-
rono èento cinquanta (150)- cavalli di granaglie. Dervisc
marciò verso Grahovo, ieri pure, come un semplice mo-
vimento strategico, senza che si conosca per anco nè lo
scopo ned il risultamento.
In Albania, negli ultimi giorni in un punto di Bielo-
pavlovici i montenerini fecero ricca preda di dieci mila
(10,000) zecchini d'oro. Ed a Spuz, ebbero a sorprendere
tre cento cinquanta (5.^)0) toschi, ne massacrarono 500
con la perdita anche di quattro bandiere e cinquanta ca-
valli di munizioni e di viveri. A soli 50 è riuscito di fug-
gire. Con quale sagrifizio de' montenegrini è avvenuto
questo fatto, nulla si sa ancora. 1 turchi che sentivano le
fucilerie non si mossero per aiutarli.
Certo si è che regna malumore fra i pascià comandanti
l'armata dell'Albmia. 1 miriditi impedirono ai turchi il
passo nelle loro molagne; e ne sono ottomila armati.
Si ritiene, dover seguire la mossa di Derviše contem-
poranea a quella di Husseim da Vassoievici e di Abdi da
Spuz, se ne tornerà da Scutari ove è stiato richiamato da
Omer. In generale, gli affari in Albania presentarono un
triste aspetto.
Oggi, questo console turco, signor Pasich festeggia nella
sua villa a Gravosa il giorno natalizio del Sultano, con
grandioso banchetto imbandito ai diplomatici rappresen-
tanti le potenze estere, e qui residenti, con fuochi arti-
fiziali ed altre solennità convenienti a cosifalta circostanza.
Notizie politiclie.
AUSTRIA.
Zara, 28 giugno.
La seduta del Consiglio di città che doveva tenersi
nel pomeriggio di ieri come era stato aimiiiiziato.
non possiamo dolercene. Ma giacché siamo in for»
tunata occasione di possedere nella lingua slava
niì compenso delle sventure sofferte, approfittia-
mone; onde le bellezze déir idioma cj..facciano di-
men^ióàré ógni trista jnemMk, el đK^llfa^ éff
lieto cuore la gioventù cresfeàitef d^'ifijnep^
gli mirici con quella degli Slavi TTM^BS};:
. Là pretesa antichissima^ esi^eitó^^d^^ Sla^'
nfella Dalmazia, può^ dunque mtóldarsì ad accré-
scere ì farfalloni della storia, o tutt' al più ritener
la si deve per una opinione particolare, da ben
(Kverse opinioni già contraddetta e distrutta, colla
pacata spassionatezza di' era propria d'un tempo,
in cui non s'agitavano ancora le odierne quistio-
ni ; ed io tutti rispetto, ma, sincero qual sono, ti
confesso candidamente, mio buon L, di apprezzare
nel caso nostro assai più il parere d' un veterano
riputatissimo, il quale, senz' alcun fanatismo di
parte, fece in quest' argomento speciali e profondi
studii, com'è il sig. Nisiteo, che non quello di
molti dei nuovi coscritti, armeggianti da poco nel
campo dell' erudizione patria. Vorrai, per conse-
guenza, permettere alla città di Zara di rinunziar
r onore d'avere avuto gli Slavi per fondatori, spe-
cialmente quelli della iua razza, ed invece ti vor-
rai pur sovvenire di queir altro articolo del gior-
nale suddetto (n. 22 del 1846), in cui al mede-
simo sig. Nisiteo, coir appoggio d'iscrizioni greche
é latine, risultò pienamente provata V anticliità re-
mota della città stessa, e che il primo suo nom^
sas'sero, .cosi; ora'' 1' alzerà in comp^agnia' al Mùni-
cipii dalmati, perchè sia messo fine al doloroso
esiho _ di' Tommaseo dallà^' stf# patria.
Tr|;n% le interpoèìMdìif .dèjla dieta croata , a
^eijifòrono daì^^jm^a-.
m dué sMi tb'ìitativi
terzo Jader a; donde poi Zadar in slavo e Zara ih
italiano facevasi. — Ma il consei'vatore (?), Porfiro-
genito, i greci, i romani, i letterati zaratini, che, a tuo
dire, fin poco addietro ritennero il nome di Zara
per pretto slavo? — "Sogni d'infermi e fole di
romanzi „ rispondo io, spacciate da chi stimando
forse non abbastanza remota la nazionalità slava
della Dalmazia, calcolata soltanto dalle invasioni del
settimo secolo, cerca di retrospingerla fino ad epoca
in cui gli Slavi non erano conosciuti peranco in
Europa. A queste illusioni gli scrtttori zaratini,
sta pur certo mio buon I., non parteciparono mai.
Quah siano quelli di che tu intendi, non saprei,
giacché non ne nomini alcuno fuor del poeta Bara-
covich ; ma certo è che i versi d' un poeta mài
non fecero autorità veruna in punto di storia, e
certo è che un prosatore zaratino dei più ripu-
tati, come fu Simeone Gliubavaz, contemporaneo,
amico e coadiuvatore del Lucio, trattando, in al-
cune memorie manoscritte, di qufeka sua patria,
accenna all' etimologia greca del suo nome, ed in
altro luogo, alludendo alle invasioni del secolo set-
timo, dice che Zara "esperimentò il furore de'Sla-
fvi, spogliata della maggior e mighor parte del
«suo territorio, ma non già il comando„, ed al-
trove della nostra popolazione parlando, la dice
illirico-slava, lo che dimostra com' egli ritenesse ciò
che ritenuto vediamo anche dal sig. Nisiteo. Altri
scrittori, e forastieri e nostrani, favoleggiarono
molto sull' origine della città stessa, facendola ri-
salir fino ù, Jadar abnepote di Noè ; ma di Slavi
non parlarono certamente, né parlarne potevano
senza errore. Non ci vuole quindi che tuttal' im-
pudenza di certi scrittori moderni per far dire a
que'buoni vecchi ciò che neppure sognarono, come
non ci vuole che tutta l'acutezza di certi occhi e
r ardenza di certe fantasie per vedere e preteii-
dere di far agli altri vedere tutto a rovescio. E
così la povera colonna del campo di San Simeone
deve contentarsi di restare lì senza statua, come
un I senza punto, che è quanto dir senza testa.
Ma dalla colonna di San Simeone a quella di
piazza deli'erbe (romano avanzo pur essa), onde
recarci al tempio di San Donato, dove tu a se-
guirti m'inviti, non è breve il tratto^ e P af^ della
stagione richiederebbe prima qualche respiro. Fatta
quindi, se lo consenti, una breve sosta, continueremo
la nostra escursione. E ti bikcio frattanto U mànó.
primo per rabcdiiiànd^ì^è' la imparziahtà'- ed il se-
condo la sollecitudine. TaU mozioni impetranti ciò
che è mero diritto d' ogni incolpato, e che si fa-
rebbe un torto di ricordare al giudice, dovendo-
losi presumere imparziale e sollecito nel definire
i processi, dovevano rimanere, come rimasero, pel
loro contenuto senz' effetto, e d' altronde non pos-
sono quahficarsi a passi in favore degl' incolpati,
perché nell' ipotesi che fossero riconosciuti colpe-
voli, ipotesi che di tutto cuore desidero che mai
si verifichi, effetto dell'interposizione sarebbe stata
la condanna più certa e più sollecita.
E da ritenersi che dopo la chiusura della nostra
dieta, abbenchè non sia stata resa pubblica, siasi
fatta udire presso l'una o l'altra delle Comuni
dissenzienti dai principii del Nazionale qualche voce
in favore degl' incolpati, come ciò infatti seguì
presso la nostra Comune. E siccome F espressione
del Nazionale ai seguaci d' altri principii implica
una taccia di poca generosità verso avversarii po-
htici, così,- a respingere questa taccia, mi veggo co-
stretto di rendere di pubblica ragione un mio ten-
fosse Jadasia, il secondo Jadesla o JadesHa, ed il''tativo, che sinora mi pareva inutile pubbhcare, e
Il n. 35 del Nazionale plaudendo af eoùchiuso
del Consigho municipale di Zara, di supplicare che
a Nicolò Tommaseo sia accordato il libero ritorno
in questi stati, osservava che siccome il partito
rappresentato dal Nazionale alzò solo la voce, per-
chè le peiie di Yra^oloy e del suoi compagni c^-
'perchè fallito, e perchè poteva compromettere i
p^i jìhe altrove forse s'intendeva promuovere.
jrià il 28 giugno 1861 produssi alla locale
Congregazione municipale nella mia quahtà di con-
sighere municipale, in iscritto, giusta il regolamen-
to , due separate mozioni, nelle quah rappresen-
tando che Sua Maestà l'Imperatore aveva ovun-
que con frequentissimi atti di grazia manifestato
la generosa sua inchnazione al perdono, proponevo
allo spettabile Consigho due suppliche a Sua M.
r una per amnistia di tutti i Dalmati compromessi
per crimini o delitti politici, é 1' altra per amni-
stia circa i fatti di Eagusavecchia ed i trapassi
tutti per avventura in- provincia successi, nella
mira di far prevalere le proprie tendenze relati-
vaniente alla questione dell'annessione.
Appositamente feci separata mozione pel secon-
do oggetto, abbenchè già compreso nella prima,
perchè qualora la prima non conseguisse il desi-
derato intento, potesse almeno raggiungerlo la se-
conda, che sembrava di più facile riuscita. A so-
stegno di entrambe, citai l'esempio di Comuni d'al-
tre Provincie interpostesi per scopi analoghi a prò
di loro connazionali, ed appoggiai la seconda par-
ticolarmente sul riflesso che l'invocata grazia po-
trebbe agevolare il ripristino della buon' armonia
fra noi in precedenza sempre regnata.
Consultai molti dei miei colleghi nel Consiglio,
e tutti eran pronti di favorire le mie mozioni.
Senonchè l'inclito Capitanato Circolare con suo
dee. 6 luglio 1861 n. 5743 dichiarando esser cir-
coscritte le attribuzioni del Consigho alla tratta-
zione dei soli affari che riguardano la propria am-
ministrazione, ordinò alla Congregazione di elimi-
nare ambe le mozioiii dalle trattative del Consiglio.
Insinuai ricorso, ma l'eccelsa Luogotenenza col
dispaccio 26 agosto 1861 n. 12790 confermò il
circolare decreto.
Un ulterior ricorso all' eccelso Ministero non
mi parve prudente, perchè se veniva rigettato pre-
cludeva r adito a qualunque altro passo, e perciò
mi riserrài di riproporle qualora in future sessioni
le trattative presentassero argomenti, che mi vi
abilitassero, valendomi del diritto di fare a voce
mozioni aventi nesso colF argomento discusso.
Tal occasione in' offerse la lettura dello scritto
di Nicolò Tommaseo per motivare la supplica che
fh anche votata.
Allora proposi anche la ^supplica per generale
àinnistia, e tutto il Consiglio 1' accolse con favore,
ina il ^ig. delegàto politico dichiarò che in vista
alle gili seguite decisioni, e perchè non éravi alcun
nesso fra questa mOzioiie e lo scritto preletto, noii
poteva permettere là ihscussione di questa secondi
pn
'Il II I I I I . ' Il" miaryj
Dovetti quindi ritirarla, e dietro mia espressa
preghiera non fu pubblicata nel resoconto della
ceduta.
Però r o^^ìrazìóìM del Nazionale, a cu! t|i^i
tbntàtivi'di Municipio riotf efTiiiio noti) tìii
costriii^ đ pWbblìeaMi, onde v^gp che i segU;^CÌ
d^ altri priricipif dertiaron sollefcitit d'iilterporsi; e
si persuada che gli stessi védr^hno con gìèiai ri-
uscire félicemerite i' conati a prò degl' incolpati in
detto processo e non mancheranno di concorrervi.
Zara, 30 giugno 1862.
VALERIO DE PONTIÌ'.
Stimatissimo sig. Redattore.
Siccomé r insulto così ingiustamertlente scagliato
all'illustre nostro compatriota Nicolò Tommaseo
nel n. 27 del Nazionale di Zara , dal redattore
dello stesso Sperato Nodilo , doveva- scuotere ogni
buon Dalmata, che non fosse traviato dà quello
spirito di fanatismo che sventuratamente da qual-
che tempo fra noi tutto deturpa e mina ; così la
direzione di questo gabinetto di lettura in piena
seduta e ad unanimità di voti stabilì di rigettare
il Nazionale dal numero de'suoi giornah.
Nél meltre si ha la compiacenza di renderla
avvertito d'una tal risoluzione, alla quale si è de-
venuti non già per vendicare l'tJomo, gloria e 0-
nore di Dalmazia tutta, me per inostrare, almeno
in parte, lo sdegno che sì basso trascorso in noi
tutti seppe destare; la sì prega di voler dare luogo
a questi brevi cenni nelle colotìné dèi j^àtriottico
suo gìornàie.
Càttàro, h 20 giugno 1862.
La direzione del gabinetto di IfelftursÉ.
Al sig. Sperato Nodilo redattore del Na^ionald
Arbe, 20 giugno i862.
Ella nel n. 27 del suo giornale si rese reo di
detrazione verso Nicolò Tommaseo, in cui Dalma-
zia venera mente e cuore. A Lei che vuol essere
figlio non indegno di questo suolo, non toccava
attentare alla fama e gloria del Grande, che, ri-
spettando tutti, sacro dovea essere ài Dàlmati
d'ogni opinione. Arbe , mentre le altre città sue
consorelle si eleggevano a giudici di tale operato,
non poteva rimanersi indifferente, nè vi rimase ;
dando pubbhca testimonianza di nobile sentire
nella seduta tenuta il 25 corrente dalla società
del Casino, ove per assoluta maggioranza di Voti
decideva di escludere dalla stessa il Nazionale. Élla
quindi cancellerà dal numero dei suoi abbonati là
società del Casino di Arbe. (segue la firma).
Continuano le firme all' articolo della Vocè Dal-
matica n. 7, dei signori di Sebenico.
Antonio Meneghelli, Antonio Doman, Gregorio Cicin-Sain,
Antonio Obratov, Tommaso Vlakov, Giov. Covacevieh, Fortu-
nato Beban; Vincenzo Persen, Antonio Sctigor, Mc.rino Co-
vacev, Rocco Lovrich, Tommaso Petcovich, Giovanni Jàrmt,
Giuseppe SaranelU, Giuseppe Slriseo, G. ZambelU, Francesco
Lappenna, Pietro Delfin. Matteo Costan, Andrea Yidovitk,
Benedetto Frari, Rocco Biondini, Nicolò Bettinelli, Benedetto
Sisgoreo, Matteo Ercegovich, Giorgio Milissa, Giov. Miletta,
Marco Miletta, Francesco Bidat qm Vincenzo, Filippo Cace,
Tommaso Giodrov, Domenico Giàdrov, Nicolò Grubich, Gio-
vanni Berkul. Antonio Inchiostri, P. Ciciii, Giocondo de Pe-
tris, Michele Bulat, Ferdinando HasUnger. Simeone Ticulin,
Matléo Escherizza, Angelo Cattalinich, Vincenzo Chirighin,
Giovanni Chirighin, Spiridione Ghialla, Tommaso Belamarich,
Antonio Raimondi, Nicolò Colombo, Marco Baianovich, An-
tonio Fatica, Dn. Antonio Brncin, On. Luca Gulin, Giuseppe
Boghich, Nicolò Barbiani, Matteo llias, Matteo Unich, Matteo
Steghich, Giov. Maria Matcovich, Domenico Bujns, Matteo
Nicollich, Matteo Bujas, Simeone Bujas, Antonio Chitarovick,
Simeone Modun, Antonio Mistura, Antonio Macale, G. Sup-
pancich, D. Gliubich, G. Stipancich, Domenico Matteglian, F.
Garma, Pietro de Zanchi, Riccardo de Zanchi, Agostino Lap-
penna, L. Grubissich, Vincenzo Supuk, Francesco Dalben,
Andrea Colombo, Innocente Colombo, Simeone Marenzi, Vin-
cenzo Marenzi, Natale Jajaz, Giuseppe Matcovich, Sebastiani)
Bastianello, Giacomo Pasini, Andrea Locas, Antonio Kralich,
Vincenzo Marenzi di Giuseppe, Michele .Mafehzi, Vincenzo dè
Pellegrini, Ferdinando Gilardi.
(Nostre Gorrisponietìae).
Vienna M giugno.
tutto r interèsse dèlia settimana parlamentare venne aS^
S'órbito dalla Càmerà dei à%nòri; la sèdutli dilfatto del 20
iiugno % ÌTi)p(bHlntrsliiià. ^^J^Vasi all' ordino del grortiì^
Kara 5 KiU^lìo Anno Voee Dalmatica
Prezzo d'associazione ii valuta aastriaca per
per un anno fiorini 8; per s'ei inn.si fiorini 4;
IH'f tre niesi fiorini 2. Pel rimanente della Provincia
te fuori: per un anno fiorini 9; per sei mesi fiorini 4
KOMÌ 50; por tre mesi fiorini 2: 25. Per 1'estero. e
pel Lombardo Veneto gli stessi prezzi in arj^^ento, irun-
vhi del porto-posta.
Giornale politico-letterario
Esce il Mercoledì ed il Sabato.
I gruppi (t le e^mniis.sioni, franchi dell« Hpe««
postali, iii dirigono in /dea a \ inoenzo Duplancich He-
dititore della Voce I>rtlmfttica, e s:)i abbuonamenti, ai
neeozii librarii dei sijnori friitelli Battara o Pietro
Al)elicli. Gli avvisi di 8 linee costano 1 fiorino, e ogni
linea di più soldi tì. Ija tassa <li finanza resta a carico
del committente. Un numero separato costa soldi 10
Que' signori soci che non avessero
peranco soddisfatto la rata scaduta; sono
pregati di versarla quanto prima, onde
evitare ritardi nel ricevimento del giornale.
Zara, 4 luglio.
Gli scrittori del Nazionale s'avvisano di distrug-
gere r efficacia dell' articolo / falli segreti e pa-
lesi del Tommaseo da lui dettato a spiegare la sua
asserzione, essergli note cose di Dalmazia e Croa-
zia bastanti a farlo risolvere contro 1' unione pre-
matura delle due Provincie, pigliando nel numero
36 del loro giornale, non a dimostrare l'insussi-
stenza delie sue prove, ma a buffoneggiare balor-
damente. Il lepore, l'ironia fina, il sarcasmo acuto,
ciie sono qualità di stile di alcuni rari uomini pri-
vilegiati di speciale attitudine da natura, e di arte
s luisitissima dal gusto eletto e dall'assiduo studio;
3-icercate penosamente da spiriti lenti e da menti
scarse d'ingegno e povere di sapere, riescono a
sciorinare freddure degne di pietà e a provocare lo
sbadiglio. Ma quando si usano a bello studio per
distogliere gl'ignari dal meditare seriamente e dal
considerare freddamente il valore delle contrarie
opinioni, quando si usano a tentar d'invilire e to-
gliere l'autorità della persftii?^.=.clie le proclama,
perchè non si vale a distruggere gli argomenti da
essa addotti a sostenerle; quando non si ha altro
intento del dire che di addensare le tenebre sugli
occhi altrui, e traviare la pubblica opinione, se la
questione discussa verte sul destino del proprio
paese, allora la stoltezza e la scipitaggine si mu-
tano in furfanteria.
E così fecero nel loro articolo gli scrittori del
Nazionale. Il Tommaseo, a loro dire, dopo aver ac-
cennato a rivelazioni importanti ha detto cose che
a nulla approdano, come il monte della favola ha
partorito il topo; ha narrato anedotti stranieri alla
questione, sfoderati argomenti che non fanno al
caso. Ha attribuito agh uni intendimenti vieti, di-
menticati e dimessi come vesti logore e fruste, ha
giudicato degU altri come povero cieco, vivente in
catapecchia deserta, in compagnia dei tassi e dei
APPENDICE,
Quando sul primo nascere della questione dal-
matica, i caporioni del partito annessionista videro
che N. Tommaseo, la cui autorità poteva da sola
far risolvere la opinione pubbhca, pigliava parte con-
tro r unione ; non potendo vincere i suoi argomenti,
e non pur valendo a combatterli con alcuna ap-
parente speciosità di sofismi, si appigliarono al di-
sperato spediente di far guerra alla persona, stu-
diandosi di toglierle, se mai potessero, presso il po-
vero volgo la fama dell'ingegno, del sapere e del-
l' animo. Certo il paese aveva troppo buon senso
perchè tale balorda impresa avesse probabihtà di
riuscita, onde ne uscirono colle fischiate, costretti
da ultimo a disdire il senso delle proprie parole,
e scendere ^ carezze, fino a degnare Tommaseo deh
l'alta loro protezione, onde di loro ben si può dire:
"Strali di piombo tirano
Tirano e non azzeccano,
Sbranar vorrien com' aquile,
E come pulci beccano ;
Son tanto secchi e cancheri
Ch'ance mordendo seccano,
ghiri, lungi da ogni occasione di conoscere le cose;
diversamente da loro i quali, dal centro di Zara
tendendo la destra dall' Adriatico al Baltico e al
Mar nero, tutelano dalle colonne del loro gior-
nale gl'interessi di 16 miHoni di slavi: sul buo-
no della questione poi, sul forte delle accuse, sul-
r acutezza dei rimproveri, non una parola, non una
giustificazione.
Ognuno che ha buon senso e giudichi di buona
fede vede come il presentare la cosa a questo
modo non è che effetto della piii profonda mali-
gnità. Accusato ripetutamente di contraddizione per
aver prima nelle Scintille esaltata la slava nazione,
magnificatane la lingua e incoraggiatone lo studio,
preconizzati i destini fortunati di quella stirpe, e
r assimilazione a quella gente dei^Dalmati, e poi
combattuta a tutta oltranza l'annessione della no-
stra provincia a Croazia; dimostrò egli come l'una
cosa non era a confondersi con l'altra; come del-
l' unione egli non aveva mai fatta parola nelle Scin-
tille e da nessuno avutane proposta. Chiarì che
idea diversa e più alta aveva egli dello slavo ri-
sorgimento e ben migliore speranza ; che, all' in-
tento nobilissimo, l'annessione di paese diverso per
qualità naturali, disgiunto per accidenti geografici,
il commescolamento di genti varie d'indole, e di
costume, di coltura, e di civiltà, che non ìiaiino co-
muni interessi, e cui l'interesse dell' una è il sa-
grificio di quelli dell'altra, non sono necessari. Di-
mostrò che gì' intendimenti, non del popolo della
Croazia, non di quel povero volgo nel cui nome si
opera senza che egU ne sappia nulla nè mai nè
profitti, e che si trae a operare senza sapere che
si faccia e che dell' operato suo ha l'infamia ed il
danno, ma degh agitatori egoisti, erano lungi dal-
l' essere così puri e generosi e liberali come
si dava a credere, lungi dall' essere così favore-
voh a Dalmazia da essere caldamente desiderata
r unione. Dimostrò che il momento del levarsi con
efficacia e del vincere, senza cui ogni sforzo è
delitto, vólto sovente a bene dalla previdenza, ma
non mai legittimato in chi lo commette, non era
ancor giunto ; che una .gente dispersa, disgregata
e diversa, che per un polo elemento di coesione.
Tanto a leccar son soliti
Ch' anco mordendo leccano
Senonchè, per far seinpre meglio vedere, anche
agii occhi dei piìi alieni da certe indagini, quale
uomo sia il Tommaseo, é in quale opinione tenuto
fuori di Dalmazia, e se si possa veramente porgli il
capo in grembo dove grattasi di risolvere certe
questioni alquanto ostiche e buje, crediamo bene
riportare dalla Perseveranza di Milano, il seguente
articolo sul Dizionario della lingua italiana, da lui
quasi per intero compilato, edito dal Pompa, e ciò
anche per invitare all' acquisto di quest' opera per-
fetta nel suo genere che l'Italia da tanto tempo
aspettava, e che invano aveva invocato per tanti
secoU da' suoi uomini illustri e dalla sua accademia.
Quando si spegnava la vita di Vincenzo Monti,
sorgeva la luce di un giovane dalmata, il quale,
cominciando con più vigore degli stessi toscani a
combattere le dottrine di lui e del Perticari, do-
veva infine piuttosto compierne che disfarne l'opera
gloriosa. Il Tommaseo, l'ardente oppositore, era
già appuntato nel 1826 da un annahsta lettera-
rio di Milano, di audacia, d'insofferenza, di quel
nè ha mille discordi che la tengono divisa in sè, '
più che dalle genti straniere, frammista ad altre
aventi intenti diversi ; senza aver raggiunto quel
grado di coltura e queir elevatezza di sentire che
sprona contro i pericoli e dà la risoluzione di non
dare addietro per eventi sinistri; una gente che
cammina a caso, senza sapere a che intento si ado-
peri, verso che meta proceda, nè per quali mezzi
la consegua nè quali sforzi le bisognino, siffatta
gente non ha prossima probabilità di riuscita. Che
per seguire pertanto gl' incitamenti di pochi me-
statori e fanatici non si deve rovinare il proprio
paese, rapirgli i pochi beai che possiede, spingerlo
incontro a mali la cui gravità non si può misu-
rar col pensiero; assoggettarlo a nuova e più gravo
dipendenza; costringere un popolo a snaturare sè
stesso e rinegare la sua indole, la sua educazione
la sua lingua, a rifarsi ignorante e barbaro.
E questo quello che Tommaseo avea dimostrato,
questo ahneno che dal suo ragionare ogni uomo
onesto doveva dedurre, e che gli scrittori del xYa-
zionale ben sentirono chiaramente, come dal sem-
pre più fiacco discutere e dal sempre più vuoto de-
clamare apparisce, ma che furbamente dissimula-
rono e adulterarono malignamente. Che se egli non
ha giustificate le taccie date di comunismo, aveva
torse bisogno di farlo? Non era notò al paese no-
stro, non fu a noi personalmente confessato dagli
annessionisti stessi alcuno di loro parte aver data
opera, nel primo sorgere della questione, a diffon-
dere tra i contadini la credenza che il possesso
delle terre dovesse ricadere in loro mano, e con-
sigliati a negare ai proprietari la loro parte dei
frutti ? Non fu ciò propagato per i giornali di Dal-
mazia; non ne furono portate querele e decise
liti in giudizio, non costretta 1' autorità a repri-
mere gl'insensati tentativi in via politica, e con
la minaccia dell'anni?
— Ma egU evita di ventilare le nostre ragioni,
e le nostre prove crede, distruggere chiamandole
ciarle. — Ben egh ebbe torto a chiamarle cosi;
ben egli, e secolui tutti di parte autonoma hanno
fatta prova di indulgenza soverchia trattando con
riguardo gh annessionisti che pur nulla avevano
fare dogmatico e imperativo che poi in politica
ebbe Guizot; ma il buon dottor Splitz (V. Lan-
cetti) vedeva già, tra i panni slavati che gli toc-
cava mettere in bucato, che nei nuovi scritti del
demolitore del Perticari e dell' adoratore del Man-
zoni erano fili di porpora e singolare artificio. Si
notava già possesso straordinario dei classici, e
indipendenza di giudizio, riverenza delle tradizioni
e spirito d'iniziativa, genio critico e affetto crea-
tivo. Questa luce dovea splendere lunghi anni sulle
lettere itahane, e scoprire ai nostri occhi stupiti
nuovi orizzonti nella storia civile e diplomatica,
nella politica, nel racconto, nella critica, nella filo-
logia, nella poesia dantesca e nella poesia popolare.
Vincenzo Monti avea veramente condito del sale
samosatense e volteriano le discussioni filologiche.
Nessun libro nostro s'accosta quanto la Proposta
al Dizionario filosojico del Patriaca di Ferney. V è
gravità di ricerche più che non si crede; ed una
festività che non piacerebbe tanto se non avesse
le sue radici nel vero, Il Dizionario estetico del
Tommaseo non ha tanta spontaneità ed amenità ;
perchè il Tommaseo, ricchissimo di spirito, lo frena ;
ha riguardi rehgiosi, filosofici, umani; non si la-
scia mai andare al tutto contro i suoi più dispet-
Ministro non possiede le qualità, che (}a lui si ha di-
riUo di chiedere : chiara conoscenza della situazione, sin-
cera volontà ed attitudine a ripararvi. U signor Mini-
stro aver mostrato d'ignorare le basi di una equa ri-
partizione delle imposte. Oggi appena dopo tre anni di
amministrazione aver egli pensato alla riforma del pessimo
catastro stabile. Le proposte finanziarie aver tutte trovato
opposizione ragionevole , o reclamato essenziali cambia-
menti. Niente essersi fatto per correggere la pessima ri-
partizione della fondiaria. La legge sull'imposta degli spirili
i>on aver soddisfatta nè 1' una nè 1' altra Camera, quella
sul vino essersi dovuta ritirarsi. 11 proposto convegno colla
Banca rimandare a rigenerazioni il ristabilimento della va-
luta. Nessun piano essersi prodotto; tutto accennare a ti-
tubanza, a difetto di stabili principii. Gli altri Ministri a-
ver fatte e proposte utili riforme e venir pereiò sostenuti
Quello delle finanze non aver diritto a fiducia. L'ap-
plauso di molti membri della Camera mostrò che Giskra
e Skene non erano isolati nelle loro opinioni. 11 llinistro
eon poche parole , quasi impercettibili , si riservò di di-
fendere in altro momento gli atti della sua amministra-
zione, e rassegnato dovette ancora ingoiarsi un'altra pil-
lola amara, preparatagli da Skene, ehe xjhiese scusa s'ei
non sapesse porgerla inzuccherala. Dopo questo incidente,
die destò m^ito interesse nelle gitll,efie assiepate d' udi-
torio, si passò al preliminare sulle imposte dirette, che
venne approvalo giusta le proposte della Giunta di finanza.
•<=——^—-
Milano 1 giugno.
La Noce Dalmatica fu in questi giorni per ben tre volte
citala da tutti o da quasi tutti i giornali italiani in grazia
dell'insulsa impudenza del signor Sperato Nodilo, redat-
tore del Nazionale di Zara, e più ancora in grazia della
nobile indignazione con cui tutti i Municipii dalmati e
tutta la gente onesta ha respinto le sacrileghe ingiurie
con che costui ha osato vilipendere uno dei nomi più
cari alla nostra patria, all'Italia ed al mondo. — L'inno-
cente eaasa di tutte queste citazioni sono stato io, che
appena ricevuto il vostro n. 7 (7 giugno) sono corso alla
redazione del giornale ufficiale la Lombardia, al quale ho
comunicato la notizia dello schiaffo morale che i 45 Se-
benzani Ijanno inflitto sulla marmorea guancia del sig
Sperato con quello che segue. Immaginatevi se quel foglio
accolse volentieri nelle sue accreditate colonne , tanto la
protesta quanto il breve articolo che le serviva di cap-
pello. 11 giorno seguente tutti i giornali lo riportarono
con parole sdegnose. Incoraggiato dalla buona accoglienz:i
«he il giornalismo italiano faceva a' miei comunicati, non
appena avuti i vostri numeri 8 e 12 (Il giugno e 25
• - X ••••,• Il • !• • 11 m
ratino, l'altro la risposta del Tommaseo, tornai di volo
alla Lombardia e le consegnai 1 preziosi documenti, ch'essa
si affrettò a mandare per le stampe e che furono riferiti
al par del primo da tutti gli altri giornali. Ed acciocché
non crediate ch'io esageri, vi citerò il titolo di qualcuno
di essi, quali sarebbero, la Gazzetta di Milano, la Perse-
veranza, il Pungolo, r Unità Italiana, la Politica del Popolo,
(di Milano); la Gazzetta di Torino, 1' Opinione, la Monarchia
Nazionale, la Gazzetta del Popolo, la Stampa, la Costituzione
(di Torino); la Nazione e la Nuova Europa (di Firenze);
il Corrierie Mercantile ed il Movimento (di Genova) ed altri
molti che non mi sono capitati per mano, o di cui non
ricordo il nome. — Tutti questi periodici hanno chiamato
indecorosa, impudente e abbominevole la condotta del
sig. Sperato con quello che segue: oltre a questi epiteti,
a me poi piace chiamare infame quella condotta
per cui fu posto all'ostracismo il Nazionale di Zara,
{Qià e in seguilo il nostro corrispondente soggiunge parole
ed epiteti offensivi al sig. Nodilo, che noi non credianfp di
poter pubblicare, ma dei quali egli potrà prendere notiiia, se
gli talenta, neW autografo che conserviamo presso di noi, e
che siamo pronti a offrire a lettura a lui, o a qualsiasi
persona onorevole di ciò incaricata).
Ho detto così perchè tale veramente mi sembra il dalmata,
l'uomo il giornalista, che dimentica la sua missione fino a me-
ritarsi il disprezzo di tutti gli onesti; che non rifugge del
farsi puntello alla libidine croata per iscalzare i sacrosanti
diritti della sua patria; che avvilisce la propria dignità fino
a scagliarsi con basse contumelie contro un esule, un as-
sente, un vecchio, un cieco; e specialmente poi (piando
l'offeso porta un nome così amato e rispettato com'è
quello del Tommaseo. Che se il signor Sperato si chia-
masse alla sua volta offeso di questa parola eh' io gli
scaravento in faccia come un guanto, ....... s'egli,
dico, si chiamasse offeso (del che non dubito, perchè,
quantunque io lo disprezzi, pure voglio usargli la cortesia
,di crederlo coragg'ioso come lo sono tutti i Da.lmatil, al-
lora vi prego di declinargli il mio nome e T indirizzo /che
se vi pare potete mettere anche in fondo a questa mia)
e di dirgli, che qualora egli volesse da me una riparazione
d' onore con l'armi alla rpano, io gli abbrevierò la metà della
strada, e sarò per quel giorno che meglio a lui parrà in
qualsiasi sito dell'estero cl^' ei yorrà accennarmi. Dico del-
l'estero, ¥i è la Svizzera, vi son le rive anconitane, non
assai distanU dalla Daltnazia, e n)iHe altri bellissimi siti, doye
due cristiani possono a tutto lor^ agio segarsi il collo ed
inviarsi una palla tra ciglio e ciglio, senita essere punto
disturbati dall' importuno intervento delle i. r. autorità.
Dopo la presente cantafera — la quale del resto mi
sembra abbastanza chiara! — che come uomo, come gior-
nalista, e segnatamente come Dalmata e come beneficalo
del Tommaseo dovuto vomitare (vomitare è la vera
parola) contro if^^urnbattuto sig. Sperato Nodilo, capirete
anche voi che per questa volta non ho piiì voglia di scio-
rinarvi le solite notizie politiche, delle quali, per com-
penso, vi prometto una" copiosa raccolta nella prossima mia.
Che se agli abbonali'non garbasse questa licenza punto
poetica tìe\ vostro corrispondente, ed esigessero ad ogni
costo il carteggio politico milanese, a cui in virtù degli
otto fiorini esborsati hanno legittimo diritto, allora dite loro
da mia parte che ho comincialo diffatti la presente con
r intenzione di farne una corrispondenza politica, ma che
poi trascinato dal soggetto, ho dovuto scivolare fino in
fondo al mio foglietto di carta, e che ora non mi rimane
Enrico Matcovicli. altra spazio.
Fiume, 2 luglio.
La volpe perde il pelo ma non il vizio. Questo antico
proverbio non potrebbe esser meglio applicato che al
Potor ed ai suoi bugiardi corrispondenti da Fiume, i quali
mentre si sbracciano a tutta possa a voler far loro que-
sta città, non rifuggono poi a guisa di famelici lupi dal
dilaniarla di continuo con ributtanti invetlivo e coi più
turpi attacchi personali.
Altro consimile esempio, fra 1 tanti offerti da quel pe-
riodico, lo abbiamo in altra sua corrispondenza da Fiume
del 26 decorso , degna compagna di tutte quelle che la
precedettero, perchè figlia anch'essa di quei ben noti cam-
pioni, il cui vero amor nazionale consiste nell'jmpiego più
o^meno rilevante che si sono procacciati o ^che tendon
a. procacciarsi.
É d'uopo avvertire che l'autore delle novelle ributtanti
accuse contro onorevoli cittadini fiumani, pria di vergare
i suoi insani attacchi, innalza a doppie mani il turribolo,
e bruceia un mondo d'incenso a prò di tutto quello che
possa urtare i Fiumani ; e dopo aver pronunciate delle
enfatiche apostrofi affinchè la Tavola giudiziaria di Fiume
divenga un Dicastero esclusivamente croato, e vi sia ban-
dita per sempre la lingua italiana, che è quella della no-
stra città, ;ialza l'incensiere verso il dalmata sig. Milich
noto per le corrispondenze dell'usciere di Zara , deside-
randogli presso quel giudizio una più larga sfera d'azione.
i\oi non dividiamo l'opinione di alcuni maligni, che in
qu sta parte della corrispondenza vorrebbero iscorgervi
l'ispirazione stessa dell'incensato, e desideriamo anzi al
pari dell'articolista pojoriano una sfera d'azione mollo più
vasta all' incensato signore, al quale intento gli auguriamo
altrove, per poter meglio che qui esser guiderdonato pei
suoi disinteressati sentimenti nazionali!!
Dopo l'incenso a'suoi, l'onesto corrispondente ù ài Pozor
non si dimentica, secondo il solito, di spargere il veleno
sui nostri, al qual' uopo gliene porgono materia le inve-
stigazioni avute luogo testé sulle ultime dimostrazioni, cui
i giornali croati si diedero ogni possibile cura d'ingran-
dire a mo' del microscopio solare, a seconda cioè delle
loro cieche impressioni e tortuose tendenze.
Non rispettando vilmente nem oeno la sventura , quel
fior di roba di corrispondente osa citare fra i caporioni
dei disordini menzionati il già Preside magistratuale sig
Giovanni Martini. Noi non possiamo a meno di ricacciare
in gola al vigliacco corrispondente quella calunniosa taccia,
con la quale osa manomettere la fama di una persona
onorevolissima e giustamente stimata fra noi, com'è il pre-
lodato sig. Martini, che appunto in quella spiacevole cir-
costanza in cui avvennero le deplorate dimostrazioni, si
vide fino ad ora assai tarda continuamente in mezzo al
popolo, amonendolo a ritirarsi e a mantenersi tranquillo,
mentre all'opposto non si ebbe il piacere di scorgere fra
quella stessa folla il referente di [)o!izia municipale,, sig
Jlanzpni, ora su.beiitralo al posto di Preside magistratuale
in luogo del precitato sig. Martini.
Secondo ad esser fatto segno alle impronlitudini del
corrispondente pozoriano è il Dr. Giacicfi, già altaccato
altre volte nello stesso periodico, e sempre per la stessa
ragione d'esser egli buon ciltadino fiumano e caldo di-
fensore delie nostre franchigie municipali, che gli scribi
del Pozor tentano negarci e calpe.stare in mille guise.
L' onorevole Dr. Giacich disse , parlando col Commis-
sario banale sulle cose di Fiume, es^cr đ uopo di venire
incontro ai Fiumani col cuore aperto, ed aver fìducia nel-
/' intelligenza, la quale conosce come stanno le co&e ; ed es-
sere ormai tempo che Uopo 14 anni di bugiarda pace e
dannose emozioni si vedesse spuntare finalmente un ulivo.
Queste schiette parole il cui intendimento non puossi a
nieqo di lodare, il corrispondente pozoriano svisa a suo
modo e si pone a parodiarle con quella rozzezza innata
negli esseri della sua risma, e nell' atto che ritiene di far
mostra di spirito, non mette clje a nudo la sua stoma-
chevole ignoranza e malizia.
Dopo »^ev date qtieste belle prove del suo spirito, e
dopo aver emessi alcuni altri biliosi sragionamenti anche
sulla Dalmazia, perchè sostenitrice della propria autono-
mia, lo seigpaicirta del Pi>3-or finisce con strillare come
un ossesso, pe/fchè in un-'èoiiieorso aperto non ha guari
dalla regia Luogotenenza pei maesUi della nuova scuola
croaia da erigersi a Fiume, si richiede per condizione che
i predetti maestri abbiano conoscenza della lingua italiana,
per cui si dovranno accardarc quei posti a concorienl»
fiumani.
Se i tanti fatti finora conosciuti non valessero a di-
mostrare qual sia la molla principale che guida certa gente
che tanto scrive e tanto si occupa nd Pozor di noi e delle
cose nostre, crediamo che possa bastare questo dei mae-
stri che ora accenniamo, e servire di provala più convin-
cente che tutti i chiassi, tutte le mene e tufi» gli attac-
chi degli scribi pozoriani a danno di Fiume, non sono mos^i
che dall'interesse e dalla mania di buscarsft posti, twypie-
ghi ed avanzamenti. E con ciò crediamo aver dello quanto
basti per dar luce su taluni, che sprecano troppe parole
per dimostrarsi eminentissirni patriotti, e che invece rite-
niamo per vera peste sociale, perchè fomentatori decisi
di discordie e disunioni. Alcuni Fiumatìi.
Ragusa, 4 luglio.
Dopo r ultima infelice spedizione di Dervisc pascià a
Niksich per passare ivi la frontiera ed entrare nel Mon-
tenero, e dopo il suo ritorno a Rudine, ivi si era accam-
pato ed avea cominciato a dar mano ai lavori di trincee.
Quando nella notte del 29 al 30, i montenegrini condotti
da Vukotich e gli insorgenti dal Vucalovich piombarono
sul campo di Dervisc, e trovatolo in qualche disordine lo
coslrinsero alla ritirata. Molli de' Basci-Bozuk approffitta-
rono dell'occasione per disertare; si vedeano soldati get-
tar le armi per essere più spediti alla fuga. In questa
circostanza, Dervisc fece T uffìzio di buon generale , con
ferire per fino alcuni fuggiaschi. Ma il terrore si era im-
possessato del campo, ed appena Dervisc avea potuto
metter in linea alcuni battaglioni di cacciatori per pro-
teggere la ritirala. Nel frattempo, avea chiamato in suo
aiuto il corpo di riserva in Trebigne, il quale, giunto nel
dopo pranzo del 30, rinforzò Derviše che potè rientrare
a Bilecia, e colà salvarsi.
1 montenegrini patirono poche perdite, mentre Dervisc
deplora incirca 1000 tra morti e feriti Grande fu il
bottino di armi e di provigioni, raccolte dai moiitenerim.
Vukotich e Vucalovich si ritirarono poi a B idine.
Dalla parte dell'Albania sappiamo, che il governo di
Costantinopoli, prestacido poca fede ai b-dlellini di ()<ner.
mandò qual carn:nis-;ario per inqiiirire solle cause della
mala piega della guerr.», un figlio del celebrt.' Heschid
pascià, ora defunto. Del resto, Abdi trovasi sempre al suo
posto di Spiiz; e non crede di avventurare 1' esecuzione
degli ordini di 0;ner per non cimentare il proprio onore
e l'opinione vantaggiosa già acquistala.
Zara, 8 luglio.
— Molti elettori si presentarono ieri a questa Re-
dazione, pregando che venisse inserita la seguente
proposta; noi vi abbiamo aderito di buon grado,
manifestando eglino in essa un sentimento di o-
nestà e di giustizia che U onora. —
Il sig Di Gaetano Bulat coli'accettazione del
conferitogli posto d'avvocato in S. Pietro della
Brazza deve hecessariamente rinunziare a quello che
attualmente occupa di Segretàrio di questa Camera
di commercio ed industria in Žara, e quindi tale ca-
rica rimaner deve vacante colla sua partenza.
Essendosi però sparsa la voce che esso sig. dot-
tore non voglia rinunziare allo stesso, ma chiedere
semplicemente un permesso indeterminato e sosti^
tuire frattanto altri a sè in quel posto per con-
servarsi anche quell' emolumento, ciò che devesi
ritenere e si ritiene assolutamente come falso ed
inventato, perchè non trattasi di momentaneo al-
lontanamento, ma di trasferimento alla propria de-
stinazione, e perchè nè lui nò altri possono dis-
porre di esso a proprio piacimeiito, ma la Camera
sola esclusivamente, a cui è devoluta tale nomina;
così onde distruggere ogni falsa voce o maligna
e poco decorosa supposizione in proposito, e per
evitare ogni dannoso ritardo e provvedere in tempo
agh interessi della Camera e de' suoi rappresen-
tati, si rivolgono gli elettori della stessa a quest' o-
norevole Presidenza, manifestandole il loro desi-
derio, che quanto prima sia possibile venga aperto
il concorso al posto di Segretario della Camera
di commercio e d'industria in Zara, onde fra più
concorrenti a sì importante posto possa esser scelto
il migUore. Alcum Elettori.
Il celebre medico oculista Dr. Paolo Fario di Venezia,
in seguito ad invito avuto, arriverà a Zara la mattina del
20 luglio corr. per eseguire l'operazione della cataratta.
Memori di quanto fece l'anno p. p. quando parimenti
invitato esirasse la cataratta a piij individui, si spera che
.vorrà essere largo di consiglio ed o[tera a vantaggio di
quelli, che della sua valentia abbisognassero. B.
Tipografia Fratelli BATTARA, DUPLANGICH Redattore responsabile,