blìcazione in un giornale Nazionale italiano. E
poi si ha il coraggio di gridare, perchè nei no-
stri giudizii la lingua illirica non sia ancora pa-
rificata air italiana ? Fortuna che un' imperiosa
necessità non la si vince così agevolmente, o a
meglio dire fortuna, che nell' immutabile relazione
tra il mondo fisico ed il morale gli avvenimenti
sociali siano obbligati a leggi determinate dalla
natura stessa delle cose, e da que'fatti di fisica
e morale necessità, sui quali non arrivano ad
aver influenza i particolari interessi di pochi, o
r ambizione dei partili, in caso diverso ne a-
vremnio il più sanguinoso dei monopolii.
I forestieri c i nazionali.
(Comunicato)
Visto buono, Bacalà per la Dalmazia.
Sensali di Trieste.
Tre mesi addietro, pendendo tra noi il con-
corso a due posti di consiglieri d'Appello, e vi-
va pur troppo essendo ancora la memoria del
duro ostracismo, che per tanti e tanti anni ci
aveva in casa nostra colpiti, era invalso il ti-
more, che qualche candidato d' origine esotica
potesse essere preferito in que' due posti a no-
stri nazionali; ma invece un bel mattino un te-
legramma da Vienna ci regalava le nomine ai
posti medesimi di Palloni e Nicolich.
L'opinione publica, avvezza bene spesso a
crudeli disinganni e a dolorose sorprese, e che
già dapprima avrebbe voluti vedere quei due in
Appello, od almeno nel posto di consiglieri pro-
vinciali, applaudì a tale nomina, e con una ra-
rissima unanimità s' udì ripetere in coro: giusti-
zia fu fatta. Gli incontentabili vi aggiunsero sol-
tanto la parola Analmente. Senonchè, il tempo
delle dolorose sorprese per la famiglia giudizia-
ria non è cessalo, e la recente nomina di certo
Cronegher, che non sappiamo d' onde sia, a con-
sigliere circolare di Zara, cel prova *). Siamo
ben persuasi che nessuna influenza abbia potuto
provocare da Zara codesta dolorosa intrusione,
e che inattesa e spiacevole a tutti la sia piom-
bala da Vienna, onde porgere asilo ad una vit-
tima dell' intolleranza croata. Ma se nessuna pro-
vinci a dell'impero deplora tanti impiegati fore-
stieri quanti Dalmazia; se specialmente nei quat-
*) Il nostro barbiere, colla malignità propria della sua casta,
ci faceva giorni addietro vari commenti su questa nomina.
Vedendo trasferito da Cattaro a Zara l'esimio consigliere
Degiovanni, si sorprendeva T indiscreto barbiere cbe non
fosse colà spedilo il forestiero Cronegber, destinato in-
vece a Zara presso il tribunale più importante della pro-
vincia, presso il tribunale che ha maggiore bisogno di
giudici più intelligenti, più attivi, più accorti, e meglio
informati delle condizioni morali dei nostri villici. Relata
refero.
tro tribunali il loro numero è più sproporzionato
ed indiscreto; se di quattro presidenti p. e. tre
sono forestieri; se i cinque consiglieri provinciali
sono tutti forestieri; se nove ve ne sono tra 1
diciasette consiglieri circolari, ed uno, il barone
de Billembergh, appena appena nominato; se tra
codesti forestieri vi sono alcuni di una medio-
crità ormai clamorosa, ed ai quali non si può
affidare la direzione del piti semplice dibattimento
penale senza esporre i sacerdoti della giustizia
alla derisione o compassione del publico, e ta-
lora degli stessi inquisiti; se il molto ormai sto-
rico, crudelmente storico, bacalà per la Dalma-
zia. parlava in modo eloquente, e se il bacalà,
duro e indigesto altrove, quand' anche preso in
piccola dose, torna più indigesto in Dalmazia
dove se ne spedì senza economia, e dove, quan-
do si sappiano pescare, si trovano i dentali della
corona; ora ben più giusto e naturale che il
sig. Cronegher venisse impiegalo in Croazia, dove
lo colse la disponibilità, e dove quindi doveva
essere tolleralo, quando egli avesse avuto la di-
sgrazia di non aver una patria cui prestare l'o-
pera sua, di quel che in Dalmazia, dove egli fece
una villeggiatura per buona sorte brevissima, e che
conta fra i propri nazionali della gente per ogni
ragione distinta.
Il Ministero dovrebbe sapere che anche i
Dalmati, malgrado un' orientale apatìa, danno
sintomi di voler sortire di minorità e di voler
sottrarsi al mutismo di buona memoria; che essi
hanno la Dieta, la quale in momento di malu-
more aveva già brontolato qualche bruita parola,
e non avea fatto voto di silenzio; che essi han-
no La Voce Dalmatica., Il Nazionale^ eà altri oc-
correndo, onde propugnare i loro diritti; che uno
scoraggiamento, una stanchezza ed un malcon-
tento si rimarca tra le file dei più eletti giovani
burocratici; che la palestra giudiziaria, alla quale
pochi anni addietro si consacravano con orgo-
glio e con ambizione gli Smirich, i Bervaldi, i
Lapenna, i Vusio, i Paltoni, i Nicolich, i Caranton,
ed altri nobilissimi ingegni, è ora rifiutata dai
più, che vi antepongono la prosaica vita del No-
tariato, e quella non al certo poetica dell'In-
tendenza di finanza, e che quanto dapprima rare,
son ora tanto più frequenti le diserzioni dalla
famiglia giudiziaria, come cel mostrano 1 nomi
dei Bujas, Borovich e Bersa, dei Milich, Gere-
mia, Vecchietti, Vrancovich, ed altri eletti, ai
quali slan forse per aggiungersi degli ailri. A-
vrebbe dovuto riflettere il Ministero, che Dalma-
zia fa ingenti sacrifizi per 1' educazione dei pro-
pri figli, i quali nel solo viaggio per Vienna
spendono più che uno studente tedesco in un
anno di Università, e quindi era giusto di com-
pensamela, tanto più, che molti degli stipendi
stabilili pei Dalmati vengono invece goduti dai
te condannato dalle leggi della Chiesa callolica,
ma ancora da quelle dei romani imperatori, di
maniera, che a' seguaci di esso non era conce-
duto di potersi ricoverare in niuna parte del
mondo. Avendo Onorio con una lettera, e per
mezzo di alcuni suoi deputali, signiGcato al santo
pontefice di esser stato sorpreso dalla soverchia
solleciludine, che sua santità si prendeva delle
chiese della Dalmazia, le quali erano immuni dal
preteso contagio della pelagiana eresia; san Ge-
lasio gli replicò, che molto più giustamente egli
si era maravigliato della sua maraviglia; essendo
stata la Sede apostolica in ogni tempo tenuta a
prendersi una sollecita cura di tutte le chiese
del mondo. Che però essendogli stato riferito,
che da alcuni si tentava di spandere nella Dal-
mazia il contagio di detta eresia; aveva creduto
di dover essere più sollecito in avvertirlo di guar-
darsi da quella peste, che in investigare curio-
samente la verità di tal fatto, e che la sua let-
tera se non era necessaria alla cura di un mal
presente, potea servire di preservativo contro un
male possibile; onde non gli fosse giamm&i per-
messo di penetrare in quelle loro contrade per
farvi strage delle anime, e per corrompervi la
sincerità della fede„.
Sebbene 1' epoca di Teodorico ricordasse
tempi di quiete e di libertà cristiana, i men pe-
santi delle invasioni, non possiamo peraltro non
riprovare un alto di sua liberalità, che coli' an-
dar degli anni fu fomite a gravi sconcerti di re-
ligione. L'aver egli largheggialo coi due fratelli
Totila e Oslroilo, inanimiti da lui medesimo a
nettare dall' ingombro di quelle orde il terreno,
su cui erano scese a contrastargli il passaggio,
e poi a snidare le reliquie degli Eruli, ridestanti
la turpe memoria dell' antecedente impero; 1' a-
ver donato il secondo, in ricambio di questi ser-
vigi, di un piccolo regno, compreso fra Drilone
e Narona, colle città di Budua, di Aniivari, di
Dulcigno, di Dioclea e di Scalari, pose a brutti
contatti il resto della Dalmazia con quelle terre
conosciute sotto il nome di Prevalide. Idolatra
Ostroilo, idolatri i discesi con lui, si contennero
nella moderazione finché visse Teodorico, ma,
alla sua morte, ruppero il freno, e si resero in-
tolleranti del culto cattolico. Malaugurato regno,
che a fronte delle cure prodigatogli dai pontefici
salonitani, fu nel secolo nono tra i primi di quel
continente a bruttarsi nella mota dell' ambizioso
bizantino.
Le belle prove d' ingegno date dai nostri
vescovi ne' vari concili e nella soluzione dello
scisma originato dall'ewofico di Zenone; il desi-
derio mostrato in quest'incontro dai legati pon-
tificii di conoscere personalmente il bravo clero
della Dalmazia; il loro arrivo, la consecrazione
di una chiesa di Duvno, che rammenta la pre-
senza di s. Germano vescovo di Capua e dei
suoi compagni reduci da Costantinopoli coi no-
strali, diedero a conoscere che colla morte di
Esichio non era spento fra noi il lume del sa-
pere; che le invasioni straniere non sciolsero
mai i vincoli che tennero legato il nostro sa-
cerdozio al centro dell' unità cattolica ed alla
santità delle sue leggi; che la coltura nazionale,
informata alla casta coltura dell' Occidente, non
era sì labile da lasciarsi impigliare dalle mene
orientali. La lunga epoca di Teodorico troviamo
chiusa dal nome di uno Stefano, vescovo saloni-
tano, la di cui fama ci è dato a conoscere dalle
riverenti lettere di Dionigi il Piccolo. Pare che
il celebre monaco scita usasse intima famiglia-
rità con Stefano, e che 1' ammirasse fra i primi
luminari del secolo. Dal giudicio che questi pro-
ferì sul suo Ciclo pasquale^ ebbe argomento di
sentirne stima maggiore, onde si vide animalo a
chiedergli consigli, e imprendere lavori, che sono
parto, come e' stesso ne dice, delle sue esorta-
zioni; de' quali 1' unico e riputato universalmente
si è la famosa Raccolta di canoni^ eseguita sulle
traccio di Stefano, vescovo di Efeso, nella quale
si leggono purirate tutte le mende del testo gre-
co, coir aggiunta delle decretali da papa Siricio
fino ad Anastasio, dei canoni del concilio di
Calcedonia, di Sardica, di Cartagine, e di molli
concini africani, nobilitali di sua versione. La
collezione di Dionigi, dice Giannone, ebbe in
occidente e in queste nostre provincie tutta l'au -
torità e tutto il vigore, e da Nicolò I romano
pontefice viene chiamata per eccellenza Codex
canomm^ e dal diritto canonico Corpus canonum^
e ne' tempi seguenti ebbe tanta forza, che nel-
r anno 787, data in dono da Adriano 1 a Carlo
Magno, questo principe comandò a' vescovi di
Francia, che invigilassero all' osservanza dei ca-
noni in quello racchiusi, e comprese que' decreti
nel suo Capilolare di Aix-la-chapelle^ che fece
comporre nell' anno 789, secondo narra Giustel-
lo. Per quelle decretali, osserva Cautù, restò
comprovala T antica superiorità del vescovo di
Roma sovra gli altri, e per il loro valore giu-
ridico fu posta in sodo la primazia papale. Que-
sto grande lavoro porla in fronte la seguente
lettera dell' autore, diretta : Al venerabile padre
Stefano vescovo salonitano^ Dionigi il Piccolo
salute nel Signore "Sebbene Lorenzo nostro ca-
rissimo fratello, con ispessi e amichevoli e-
sortamenti non abbia cessato di muovere la no-
stra insufficienza a trasportare dal greco sermone
le regole ecclesiastiche, adulterate, come osser-
viamo, dalla confusione delle antiche versioni; pure
questo malagevole lavoro da noi finora evitalo,
imprendemmo finalmente per quel rispetto che por-
tiamo alla tua beatitudine, cui Iddio, a vantaggio del
suo popolo, volle decorare della ignita del som-
addimostravano gli elFetti dei tanti peliegrina^rgri
da esso falli per la santa causa nazionale a Vien-
na e altrove. Povero defunto I sia beuedella la
sua memoria e lo sarà. Si, se ei visse incom-
preso, non morrà incompianto. Recersa in se
Dalmazia fiirà postuma amenda dei suoi torti; la
parola d' ordine è già data per 1' esequie solenni,
che si terranno sub Jove sulla vetta del Velebich,
al confine dei distretti annessionisti di Knin e
Obbrovazzo, a poca distanza dai confini croati.
Ivi sorgerà gigantesca una bara, con una corona
monstre di ortica e di cardi, simbolo della sua
spinosa esistenza; questa corona si contrasterà
r attenzione del publico con un' elegia-ditirambo
che penderà, gigante anch'essa, dalla bara, parlo
del genio poetico del celebre cantore di Jurk
naprdjluiéa. La cappella ardente sarà ilhiminala da
un griin falò, nel quale si abbrucieranno i ri-
tratti dei 300.000 Dalmati non annessionisli, tutti
i lavori letterarii scritti dai Ualniati nella barba-
ra favella del si, la Voce Dahnatica^ e perfino
queir anima candida e perpetuamente innocente
dell' Osservatore Palmato. (Si farà grazia a que-
st' ultimo pel periodo in cui fu redatto da un
insigne slavista, essendosi constalo che non era
italiana la lingua in cui scriveva). Alcuni nobili
spiantati, venditori di liberalismo al minuto, al-
cuni professori, venditori di scienza all' ingrosso,
faranno le parli di prefiche in nome della Slavia,
ed un israelita di Spalato la farà a nomi} della
tribù di Giuda; un frale francescano, altro Pa-
dre Ventura in ottantesimo, leggerà l'orazione
funebre, rivelandone urbi et orbi i pensieri, le
opere, le virtù, 1 sacrifizi!, il martirio. Una legio-
ne di frati canterà gratis (oh miracolo !) le preci
esequiali, con quel divolo entusiasmo di cui die-
dero un primo saggio nei funerali, d'altronde
pagati, del Padre Cacich. Ogni musica sarà in-
terdetta, e il sibilo d'una borra croata accom-
pagnerà le tristi e monotone cadenze delle sal-
niadie dei leviti. La piena del dolore non ci con-
sentirà di prendere parte alla funebre cerimonia,
ma vi assisteremo però coli' innamorato pensiero,
e nella quiete religiosa della modesta nostra stan-
za pregher(!mo pace, e pace eterna, all' egregio
defunto, e gli dedicheremo un mesto ricordo nelle
pagine d' un Album,
Salve 0 fiore primojrenito della Giugoslavia,
sentinella avanzata della civiltà dei triregno, lo-
comotiva miracolosa del progresso nazionale (in
erba), salve ! La tua memoria benedetta sia se-
me che fecondi l'albero della libertà; 1' eco dei
lui sospiri risuoni fedelmente tra le dalmatiche
valli, e svegli, che è tempo ormai, il codardo
sopore degli italianizzanti. Caterva insigne di
scienze costituzionali, angelo tutelare degli sto-
rici diritti, circo massimo dei gladiatori della po-
litica, calamita delle speranze della Croazia e delle
sue adiacenze e pertinenze, a//a, e Dio non vo-
glia omega della Giugoslavia, gentile crepuscolo
di un ninnino che ancor ritarda, inarrivabile mae-
stro di vie di fatto e di consuetudini banali, sal-
ve ! salve! salve!
Da un Album — 1861.
ailanto.
Dall' opuscolo dell' egregio prof. Keller
annunziato nel precorso nostro numero to-
gliamo i brani seguen i, che all'utilità ed
alla colliira si riferiscono ci' una pianta, la
quale desia oggimai tanto inleressamenlo pel
vantaggi che può reciire all' industria serica,
ond' anche fra noi, dov' essa già facilmente
alligna, se ne possa Irar quel profitto a cui
dagli altri s' attende con tanta cura.
"Le foglie dell'ailanto somministrano una
materia coiorante gialla, resistente all'azione de-
gli alcali e degli acidi, che si presta alla tintu-
ra di sete, di tessuti di cotone e di lino. Il suo
legno è di un bianco giallastro talvolta venato
in verde e rasato. Esso uguaglia in beltà quello
dell' acero; ha un tessuto stipato, fino, elastico;
di sufficiente durezza, è suscettibile di bella po-
litura ed a mantenere tulli i colori. Il suo peso
specifico si avvicina a quello della quercia. La
qualità del legno è migliore qualora la pianta
abbia vegetalo in terreni secchi e ghiaiosi. Nel
mezzodì della Francia Io si apprezza per lavori
di carradore presso a che al pari del legno del-
l' olmo e del frassino; se ne fanno barelle for-
tissime. Esso si fende facilmente dando cerchi
lunghissimi da bolli. Forse un di sarà capace a
rimpiazzare il frassino nei vari usi che di questo
si fa. Intanto è certo che quando 1' ailanto è
secco, lo si può impiegare nei lavori di fale-
gname, di ebanista e da tornio. Verde, sarebbe
fragile; col tempo si rende duro e solido quanto
il noce. Così pure si piega e si contorce se re-
cente. Simili inconvenienti sono tolti trallandolo
come il noce, tenendolo cioè immerso nell'aqua
per vari mesi prima di disseccarlo.
L'ailanto colla disseccazione a 150 gradi
perde 29.91 per "/o del suo peso; perde quindi
meno del castagno. Arde con facilità anche se
carico di aqua, dando fiamma viva e scaldando
bene. Le fascine che si ottengono servono quan-
to quelle di quercia, e forse meglio per riscal-
dare forni.
Da 100 di legno si ottengono 37.27 di
carbone. Il carbone è eccellente, paragonabile al
carbone dell' olmo e del gelso. Fra 62 carboni
occupa il posto trentesimo primo quanto a calorie.
1\. (8. Zara-Sabato 3 Maggio i862. Anno III.
LA VOCE DALMATICA
GIORNALE ECONOfflICO-LETTERAfilO.
Il Giornale si publica ogni Sabato. — Il prezzo d'associazione per Zara è di fior. 5 sol. 40 V. A.; pel resto
đolla Dalmazia e fuori, di fior. 6 V. A. — I pagamenti potranno farsi per T annata intera, ed anche per semestre, anti-
cipatamente, e dovranno da fuori di Zara essere inviati franchi per la posta, colP indicazione del nome, cognome, e domicilio
dell' associato. — Lettere, libri, articoli, devono affrancarsi. — I reclami si mandano con lettera aperta, senza affranca-
sione. — In Zara le associazioni si ricevono anche al negozio librario del sig. Pietro Abelich. — Un numero separato vale s. i-n.
SO.THra.tniO. — Estratto dagli atti della Giunta
provinciale. — Sull'uso della lingua slava nel ramo
giudiziario, Consulta della Giunta all' ». r. Ministero di
giustizia. — Petizione del Municipio di Zara al Con-
siglio dell'Impero su l'aumento delle imposte vigenti, e
la introduzione di nuove. — Leggete tutti. — Un mor-
to Ciro. — Lettera all' avvocato Costi di Venezia. —
Predicazione. — Varietà. — Cronaca urbana.
Estratto dag^li Atti della
Giunta Provinciale.
1. Invitata dall'ecc. Luogotenenza a
sorreggere con capitali il recente consorzio
degl' interessali nel canale di Ponori nella
campagna di Lissane, la Giunta dichiarasipronta
a prestarsi, non già con mezzi materiali che
le mancano, ma con eccitamenti e consigli,
affinchè questa associazione vada in piena
attività. Invoca la prosecuzione de' necessari!
lavori, e insiste che venga estesa la pianta
della località, per la di cui mancanza da più
anni venne incagliata ogni deliberazione.
2. Avendo rimarcato nel n. 15 del
Nazionale una erronea notizia in data di Vien-
na 11 Aprile, circa il consulto che vorreb-
besi essere stato diretto alla Giunta da alcu-
ni Deputati, e dalla Giunta alle Camere di
commercio, sull' aumento della flotta austriaca,
venne invitato il Nazionale stesso a pubbli-
care una smentita.
3. In seguito a varie pertratiazioni sul-
1' erezione di uno studio legale in Zara, si
pregò nuovamente 1' ecc. Luogotenenza d'in-
formare sullo stato delle cose.
4. Riconosciuto 1' aggravio che agli al-
levatori dei trovatelli proviene da inutili gilè
al capoluogo, quando le Direzioni degli 0-
spizii non sieno provvedute di fondi, vengono
iniziali analoghi provvedimenti, in relazione
anche alle facilitazioni recentemente concesse
dallo Stato, che sussidia questo ramo.
5. Alla Comune di ZIarin la Giunta co-
munica la negativa dell' ecc. Governo centrale
marittimo sulla domanda di varii lavori in
quel porlo; negativa fondata sulla esiguità
della dotazione di fior. 60,000 pei porti della
Dalmazia, sulla neccessità di applicarne la
maggior parte a manutenzioni e lavori in
corso, e all' iniziamento del ponte di Traù,
fino dall' anno scorso stabilito nell' importo
di fior. 10,000 sul corrente esercizio. La
consiglia a non disanimarsi, e a far valere
nuovi argomenti, promettendole tutta la pos-
sibile assistenza.
6. Al sig. ab. Matteo Ivcevich profes-
sore di questo ginnasio viene partecipato un
ampio e ben meritato elogio del Comune di
Postire pei suoi meriti letlerarii. E rilevan-
dosi da quello, eh' esso stia compilando una
Antologia popolare illirica, viene animato a
pubblicarla sollecitamente, onde si accresca
il numero dei libri educativi dalla Giunta va-
gheggiati.
7. Avverati i calcoli sul costo medio
di ogni ammalato negli ospedali pel triennio
1858-59-60, viene rimostrata all' eccelsa
Luogotenenza la necessità, che le rifusioni
dello Stalo per sifilitici, partorienti, maniaci,
e detenuti, seguano in ragione non più di
soldi 63 giornalieri per testa, ma di 75.
slavo, nè abbia acquistata certezza che egli po-
tesse farlo senza pubblico danno!
Noi non vogliamo a-sserire che tutti coloro che
fecero finora l'audace esperimento, non avessero
l'attitudine a condurlo a buon fine. Sappiamo tutta-
via che i più tra essi sono tedeschi, ne' quah non
ragione di origine, non frequenza di esercizio, non
singolarità di ingegno potevano far presumere a
priori tanta dottrina; sappiamo che luoghi vi sono
(Pago per esempio) dove gli esperimenti prematuri e
forzati suscitarono già il malcontento tra il popolo
slavo, che prima intendeva la lingua parlatagli,
ed ora più non si raccapezza in quella che gli si
offre a lettura; e noi tutto giorno vediamo magni-
ficate su pei giornali, e strombazzate per le piazze
ad esempio, con singolare impudenza, prove palese-
mente riuscite degne di compassione, e fatte argo-
mento da magistrati gravissimi di gioco indecoroso.
Ma ad ogni modo è evidente che spirito di parte,
eccesso di zelo, e smania soprattutto di mostrarsi
atto a tenersi in seggio in ogni evento e ad ogni
condizione, può dare audacia a taluno di porsi a
. cimento, cui le sue forze non bastano, con danno
sicuro della giustizia. E necessario pertanto che
l'autorità invigih affichè abusi non succedano e
disordini gravi, che badi di non permettere che
altri si ponga a proprio talento ad impresa di-
sperata e rovinosa, e che pure nel consentire sif-
fatti sperimenti , proceda saggiamente parca ed
oculata.
Non è intendimento nostro nel fare queste os-
servazioni di condannare il principio santissimo
che consente al popolo l'uso della sua lingua, che si
studia di procacciare che ogni altro possa e deggia
usarne nelle sue relazioni con esso, e dove trat-
tasi dei di lui interessi. Ma diciamo che v' ha un
principio ancora più santo, ed è che gli sia resa
giustizia ; che per insensato fanatismo di parte, e
sotto apparenza speciosa di intendere al suo bene,
non si tradiscano i suoi piìt %acri interessi, non
si pongano a sbara^Uo la sua vita e il suo onore
è X suoi averi.
L'liso dèlia sua lingua fìoH gli fu mai finora
conteso, nè poteva essere; parlando seco non fu
adoperata giammai altra lingua che la sua : gli
esami delle parti, e de' testimonii, furono sempre
fatti nella sua lingua, sebbene non scritti; nella sua
lingua le formolo del giuramento, comunicatigli
nella sua lingua i decreti e le sentenze.
Benché non in tutti i giudici perfetta e piena
la cognizione dello slavo, in nessuno, neppure
degli stranieri, fu così poca, che V accusato e le
parti tutte non fossero comprese, e non ne riuscis-
se chiarissimo il pensiero , che seguissero nel-
r interpretarlo errori e sbagli notevoli capaci di
danneggiarlo, o condurre ad ingiusta sentenza. Nè
sappiamo vedere come coloro che questa verità
si studiano di negare , che adducono a ragione
della nuova misura il pericolo presente di male in-
terpretare i deposti, per la poca conoscenza della
lingua ne' giudici, non s'avveggano che il pericolo
sarebbe di gran lunga maggiore, e gli errori ine-
vitabili, se per giunta dovessero scriverla ; se dopo
avere male inteso il pensiero delle parti, fossero
anche tenuti a ritradurlo in islavo. Finché per-
tanto con la creazione di relative eccellenti isti-
tuzioni, con la pubblicazione di vocabolari e gram-
matiche, e con la creazione di cattedre apposite,
ma più di tutto per la lunga opera del tempo,
per la forza lenta e spontanea delle cose e delle
circostanze, coadiuvata dal costante buon volere,
la lingua non si perfeziona, la conoscenza non se
ne diffonda, l'uso non se ne renda agevole e fa-
miliare, r introdurla e il mantenerla nel foro non
può essere che rovinoso. Rovinoso agl'interessi
della giustizia, che alla lunga verrebbero imman-
chevolmente traditi; rovinoso al paese, della cui
miseria le leggi monche e inadatte, e l'infelice
applicazione di esse, sono causa precipua, e che
pel nuovo scompiglio verrebbe smisuratamente ad
accrescersi ; rovinoso alla stessa lingua che usan-
dola forzatamente, prima del tempo, ad ufficio a cui
ancora non è adatta, non potrebbe che imbarbarire.
(Nostre Corrispondenze).
Vienna^ SS Aprile.
Avrei desiderato inaugurare le mie corrispondenze con qual-
che importante novella, ma in quest'epoca di muto apparecchio,
di calma apparente, in questo stadio di transizione c transazione
vi ha penuria di recenti fatti decisivi, e i corrispondenti debbono
abbandonare intero il campo alle analisi delle cose passate e ai
vaticini dell' avvenire. Il trattato commerciale franco-prussiano
esaltato a Parigi e anatemizzato a Vienna; - il privilegio della
Banca iiazionàle iaustriaca decantato dai suoi azionisti é dal mi-
nistra Plener come unico rimedio alle piaghe finanziarie del-
l'Austria, come cancro perenne combattuto dalla voce pubblica; -
deficit ed aumento di spese; - Nauplia sottomessa e Corfìi in
fermento; - Luca Vucalovich ed Omer Pascià vincitori e vinti
ad una volta ; - reazione a Berlino ed elezioni libéralissime nei
distretti; - nel Monitcur riduzione» di esercito, a Roma aumento
di troppe francesi; - canonizzazione dei martiri e concili yw/jtict
di vescovi ; - liberalismo delle Narodni Listi col Vaterland per
alleato, il concordato per articolo di fede, lo statuto sugli stati
provinciali per magna charta libcrtatum; - qneste ed altre con-
simili contraddizioni formano ora 1' oggetto della pubblica rifles-
sione, e dai vari partiti nelle diverse tendenze vengono assog-
gettate al crogiuolo dellia. critica e messe a base delle diverso
speranze o^ trepidazioni. ^
Qui pili che d'altro la coscienza dell'urgente bisogno, l'i-
stinto della propria conservazione si preoccupa delle imminenti
discussioni del budget, ed una serie di progètti finanziari e di
opuscoli su questa materia dimostra almeno il generale interesse
per questo vitale quesito. Il Ministro Plener ha poca fortuna
colle sue proposte. II comitato di finanza le avversa quasi tutte;
e se da questo fatto non possiamo certamente derivare lieti pro-
nostici sulle attitudini del Ministero , ci resta il confòrto che la
grande maggioranza della camera ministeriale - per ciò che ri-
guarda la intangibilità della costituzione del 36 febbraio - e ben
lontana dall' assumere solidarietà col governo nelle questioni in-
dipendenti dal principio • costituzionale. E si che il partito del-
l'opposizione sistematica rifiuta l'onere e l'onore di codeste di-
scussioni J Per amore di verità conviene però notare che il de-
putato Ljubissa questa volta ingrossa le file della sinistra é
prende parte alla votazione. Egli saprà consolarsi de'rimproveri
del Nazionale, „per aver cos'i rinforzato, come questo dice, la
fila di questa artificiale maggioranza che si mostra cosi Unanime
nel riprovare ad ogni costo le vedute che partivano dai popoli
non tedeschi;" come questa maggioranza saprà consolarsi del-
l' altro rimprovero d'illiberale ministerialismo. Un superficiile e-
same delle condizioni e dei bisogni che determinano le tendenze
e le aspirazioni dei deputati al parlamento, un solo sguardo re-
trospettivo alia loro azione politica nei dodici mesi decorsi basta
a persuadere che la causa della libertà non è monopolio della
sinistra o della destra, che in questa assemblea opposizione e
liberalismo non sono sinonimi. Esaminiamo senza il prisma della
passione i fatti e le cose. Siedono a destra i polacchi capitanati
da Smolka e Potocki, e i czechi guidati da llieger e Clam. En-
trambi uniti nel combattere il 26 féèVraio, avvisano però a fine
diverso, hanno diverso programma à regola di loro òondottà. Il
diploma 20 ottobre,, coi quattro statuti provihciali che lo segui-
rono prima del 26 febbraio, federafisiuo e nazionalità, són l'i-
dèalc della frazione slavo-boema. |l diploma 20 ottobre non e
i pei polacchji' che un pui^t«. di pa^tenÀa, iln principio di sciogU-' dal, »«B»»
ricostituzione di condizioni politiclié cessate per forza di avveni-
mento che il sentimento di un pop&lo non oblia y non sancisce
giammai. La causa nazionale neW ora, segnala direzione è per
queste due frazioni la meta suprema : la causa della libertà è a
quella subordinata, sicché per raggiungere la prima abbiamo ve-
duto Rieger e Smolka, uomini di animo libero e generoso, in lega
col Vescovo Irsik e col Conte Clam Martinitz, li abbiamo veduti
ripugnare dalla legge suH' abolizioni de'feudi, H vedemmo più
volte devoti al partito aristocratico e clericale. Siedono a manca
e nel centro i fautori del 26 febbraio, cOncoi-di tra se ove si tratti
dei principi proclamati con qucll'atto fondamentale della costitu-
zióne, concordi col Ministero nelle questioni politiche. L'unità
dell'impero, benché in uiia lunga scala di gradazioni, è il pro-
gramma scritto sulla loro bandiera», A questo programma è per
essi^ fatalmente, pure subordinata la causa della libertà. E Giskra,
Herbst, Taschek, Schindler, uomini di sentimenti i piii caldi per
questa causa, vedemmo in singoli casi transigere a suo danno
tutte volte al suo programma minacciasse pericolo. Siedono tra
questi i centralisti dell' Austria inferiore e Salisburgo (^Giskra
e Muhlfeld alla testa), gli autonomisti tedeschi (diretti da Rech-
bauer e Wieser), quasi tutti i deputati della Carinzia e del Car-
nio, i Ruteni della Galizia, gl' Istriani, i Boemi tedeschi, que' di
Trieste e GiHzia; i due del Tirolo Italiano, quattro dei deputati
dalmati. Hanno tutti l'identiche tendenze? Mai nò: e le diverse
votazioni il dimostrano. Ma tutti stanno pel 26 febbraio j perchè
l'interesse de'loro paesi trova nell'^to di quel giot-no uh ap-
poggio alle varie aspirazioni. Concordi in questo programma po-
litico, vedete le frazioni di questa, parte seguire la propria strada
in molte importanti questioni amministrative e civili, vedete ora
r una ora 1' altra in singole questioni lealmente d' accordo colla
destra, ed in aperta lotta colle proposte governative. È la sini-
stra infatti che prese l'iniziativa nella legge sulla responsabilità
de'Ministri, combattuta dall'organo del Conte Clam, e per una
legge che sancisca la convocazione : del parlamentò ogni anno,
unico rimedio a velleità reazionarie; - è la sinistra che propu-
gnò l'abolizione dei feudi, la revisione del Concordato, l'egua-
glianza delle confessioni religiose, la" libertà domestica e perso-
nale, il secreto delle lettere; essa che combattè il famoso emen-
dement Lassec nella Novella sul codice penale; - per essa che
toccarono al Ministero tante sconfitte nella legge sulla stampa;-
essa che ora inesorabilmente fa guerra alle mozioni finanziarie
del Ministero. A torto e di mala fède si confonde adunque da
qualche giornale la posizione de'partiti, scambiando quello del-
l'opposizione costituzionale col partito del liberalismo, 1'altro fe-
dele alla costituziione onde deriva il' mandato, col partilo mini-
steriale, antiliberale. Il partito ministeriale puro conta assai po-
chi seguaci nella camera de'deputati) può appena chiamarsi par-
tito. E resterà cosi magro, finché il Ministero non si abbandoni
animoso, senza vacillare, senza ambagi, a liberali riforme; finché
tutte le promesse non si riducano in atto, finché non si consolidi
piena fiducia nelle liberali intenzioni del Governo. Voglia il Cielo
che il buon senso de' popoli offra irresistibile impulso a questo
desiderato progresso, che la concordia e la tolleranza religiosa
e nazionale, riunendo} partiti, mettano in bando per sempre nel-
l'Austria la funesta teoria del divide et impera. Allora soltanto
la causa della libèrtà sorgerà trionfante, unico magnete che rac-
colga intorno a se la compatta falange degli eletti del popoloj al-
lora solamente disarmando l'assolutismo delle più potenti èue ar-
mi, potrà raggiungersi ànche per noi lo scopo d'ogni civile società!
Milano, SÌ4 Aprile.
Quando un corrispondente scrive la sua prima lettera ad
un giornale, c già gtabilito eh' egli debba esordire con un bel
preambolo, nel quale, dopo essersi presentato a'suoi lettori, sot-
topone loro lo schema del suo programma, infiorandolo di lusin-
ghiere promesse, e corredandolo di tutti quei documenti che pos-
sono aggiungere autorità alle sue parole. Io però, scrivendo per
la prima volta alla Voce Dalmatica, credo bene di dispensarmi
da tale formalità, perchè la mi<i doppia qualità di Dalmata e di
esule rende inutile tanto la presentazione, quanto il programma.
Ciò premesso permettete che vi dica qualche cosa del sig. Urr
bano Rattazzi, attuale presidente del Consiglio dei Ministri del
Regno d'Italia.
Rattazzi è nato in Alessandria di famiglia agiatissima, ed
ha compiti gli studii legali all'Università di Torino, nella quale
città esercitò per qualche tempo con somma fortuna la sua pror
fessione di avvocato. Dotato d'ingegno pronto e perspicace, di
criterio retto e sicuro, di modi gentili, egli in breve si vide
aperta la via agli impieghi e agli onori, e fu amico di Gioberti,
di Brofferio, del d'Azeglio e di tutti gli altri uomini che illustra-
rono questi ultimi tempi: alla tazza degli onori accostò più volte
le labbra; ne gustò il sapore, ma parcamente e senza che il
nettare pericoloso gli cagionasse ebbrezza o torpore. Formidabile
avversario di Cavour, il sig. Rattazzi combattè sempre a visiera
alzata la politica misteriosa del Conte, e capitanò l'estrema si-
nistra, la sinistra ed il centro fino a tanto che Cavour non cercò
di riaccostarselo, mediante quel famoso connubio di cui tanto
parlarono i giornali di quell' epoca. Ed in quel tempo Rattazzi
poteva rifulgere assai più che non rifulse, se avesse voluto
piegare 1' altero suo carattere a certi sutterfugii diplomatici che
formavano il . fondo del carattere del suo glorioso avversario.
Ma, — destino strano di quest' uomo, o se vi garba meglio, vo-
lontà strana del cervello di quest' uomo — egli sembra avere
fatto un patto col diavolo per essere sempre in urto con le sim-
patie della Nazione! - Quando il paese ha ragione, egli corre
volontariamente a mettersi dalla parte del torto e viceversa.
Quando l'opinione pubblica era traviata e raggirata da un abile
equivoco, egli si lasciò atterrare da una menzogna autorevole -
fatta regina del giorno ^ e, strette le braccia al petto, chiusi
gli occhi, e sepolto il capo nel seno, si abbandonò nella polvere
e giacque. Tutti lo compiansero, ma tutti dissero: "gli stà bene,
perch'egli stesso Tha volutò!„ - Nel gennajo del 1860, in ri-
compensa deir essersi spontaneamente offerto in olocausto di un
nobile pensiero incomprèso, Rattazzi perdette la sua popolarità:
strana ricompensa invero, che rivela .quanto spesso siano ingiuste
le turbe ne'loro ciechi giudizii! - Mi spiego. - Il bonapartismo
fu importato ed imposto al moto italico dal congresso di Plom-
bieres. Le difficoltà che invischiarono ed invischiano il program-
ma dell'(7mt7à, tutte hanno saldo il loro capo al chiodo napoleo-
nico, a cui - sia detto di passaggio -r fu pure appiccata l'abilità
cavouriana in quel convegno. Quando le fatali, conseguenze e-
splosero dagli oscuri ed improvvidi, patti di quel contratto stipu^
lato con reciproche reticenze, ed al quale presiedette un supremo
scetticismo della popolare virtù, Cavour si ritirò, in faccia ai
coròllarii inevitabili della sua politica d'esf edienti, in faccia a
Villafranca; e le sorti del paese sarebbero cadute nell'ignoto
(restando la Lombardia in potere degli occupatori novelli,) se
un uomo pronto al sagrifizio non si fosse sobbarcato all' enorme
peso dell'eredità cavouriana, e non avesse prese le redini abban-
donate dall'auriga, che si era lasciato togliere la mano e trasci-
nare sull'orlo del burrone, .
Codest' uomo dovette avere allora una gran dose di coraggio
e di virtù cittadina per cacciarsi a simil sbaraglio, - non d'am-
bizione; - poiché riuseendó a bene, la gloria era d'altrui, riu-
armale.,, la, colpa, .doveva, essergli attr^ tutta tanto,
abilmente eransi allucinate le menti, tanto equivoca èra l'aria
che si spirava. E cosi avvenne; avvenne voglio dire che la lotta
à morte impegnatasi tra la rivoluzione italiana ed il patto di
Villafranca, quando fu vicina alla sua prima vittoria, eccitò le
gelosie naturalissime di tale che aveva la potente ambizione di
essere duce e maestro della buona riuscita. - E fu allora che
Rattazzi cadde per la principalissima ragione eh' era in voce dì '
non andare a'versi del potente e iHagnanimo alleato. Fu una
congiura di giornali, un intrigo di amWsciate, di alcòve, di éu-
doirs, un hurrd generale; vi furono persino uomini seri! èhe
minacciarono di portare la quistióne in piazza .... e messer
IJrbano dovette ecclissarsi. - Se al presente egli si fosse man-
tenuto in voce di poco affetto al supremo dittatoriato morale
delle Tuilleries, sarebbe stata una gran bella cosa per lui e per
il paese. Ma, non signori; bisognava proprio che per essere fe-
dele alla funèsta sua stella, che lo vuole antipatico all'opinione
pubblica, il signor Rattazzi andasse a farsi bonapartista, ora
proprio che il pae^^e non vuole più saperne di esserlo per pro-
prio conto. - Ma, il sig. Rattazzi é veramente quello che vuol
parere, oé fina arte di governo la sua? Io noi so e credo che
nessun altro Io sappia: so però che la Nazione, la quale sente
ardersi in petto l'entusiasmo della propria forza e del proprior
diritto, può ben fargli il viso dell'armi, con più ragione che nort
avrebbe, quasi, nel primo caso. La verità col cappello fuor degli
occhi, ecco la più bella e la più conveniente arte di governo j
imperciocché certe grottesche dissimulazioni diplomatiche sono
anticaglie da relegarsi nelle biografie degli uomini di Stato di
un tempo che non è più. t*er ricovrare la sua popolarità, il sig.
Rattazzi - credendo di salire un gradino di più sulla scala dei
suoi progressi politici - fece uno sforzo di ginnàstica, si equi-
librò sui garetti, spiccò un salto e si attaccò agli sproni di Ga-
ribaldi. - Guai se gli mancasse ora questo punto d'appoggio:
dubito forte che l'onorevole ministro farebbe un capitombolo dalla
sua scala; perche l'unica condiz.one in virtù della quale un
ministero possa oggidì esistere in Italia, è l'alternativa, o di
tenersi amico Garibaldi, oppure - ciò che è assai più difficile
- di andare a Roma. E - checché ne dicano gli ottimisti - a
Roma per ora non ci si va ! -
Altra del 6 Maggio.
n soggetto di tutti t discorsie l'argomento di cui s'intrat-
tennero tutti i nostri giornali in questa settimana, è il viaggio
di Vittorio Emanuele a Napoli, e l'entusiastiche accoglienze po-
polari ch'egli per ogni dove ricevette; accoglienze, che, senz'al-
cun dubbio, costituiscono un fatto importantissimo, molto più
grave di quanto sembri a prima vista, avvegnacchè esse signi-
fichino senza reticenze lo scopo supremo ed immutabile a cui
mirano gl'italiani. ...
Garibaldi è sempre al confine che divide il vostro stato dal
nostro, dove sotto pretesto di istituire i tiri al bersaglio, studia
tutto il giorno le posizioni e leva piani strategici e topografici.
Giorni sono il generale fu- invitato per lettera dagli insorti ellènl
a recarsi in Grècia in ajuto della rivoluzione; egli non accettò
esplicitamente, ma non respinse neppure l'invito. - Per alcune
divergenze insorte tra Garibaldi e llattazzi, Menotti, figlio dd
primo, che doveva recarsi nell' Italia Meridionale còti dne batta-
glioni di carabinieri genovesi, ha date le sue dimissioni, e seco
lui rassegnarono le proprie cariche molti altri ufficiali «li quel-,
l'elètto corpo di volontarii.
Lettere e .giornali annunziano che la polizia dì Vepezi'a-rin-;
veni in casa di un ufficiale un gran numero di, bombe air Orsini
che dovevano servire per una dimostrazione. E pure voce ac-
creditata tra noi eke quanto prima verranno traslocati tutti i ri-
UT. 2, Zara ao kagrgrio ^nno I*
a Voce Dalmatica
Prezzo d'associazione in valuta austriaca per
Zara: per un anno fiorini 8; per sei mesi fiorini 4;
per tre mesi fiorini 3. Pel rimanente della Provincia
e fuori: per un anno fiorini ,9; per sei mesi fiorini 4
soldi 50; per tre mesi fiorini 2 : 25. Per T estero, e
pel Lombardo Veneto gli stessi prezzi inargento, fran-
chi del porto-posta.
Giornale politico-letterario
Esce il Martedì ed il Sabato.
I gruppi e le commissioni, franchi delle spese
postali, si dirigono in Zara a Vincenzo Duplancieh Re-
dattore dell» Voce Dalmatiea, e gli abbuonamenti, ai
negozi! librarli dei signori fratelli Battara e Pietro
Abelich. Gli avvisi di 8 linee costano 1 fiorino, e ogni
linea di più soldi 6. La tassa di finanza resta a carico
del committente. Un numero separato costa soldi 10.
Eivista politica.
G sarà facilmente perdonato, se oggi notiamo,
per la prima, cosa di non grande importanza, es-
sendo che ci riguarda particolarmente, ed è di
sommo interesse per la provincia nostra, e che, per
di più, si riferisce a questione da noi discussa nel
passato numero, e avventurosamente sciolta ora
secondo il consiglio nostro, cioè secondo l'opinione
publica e quella d'ogni uomo fornito di onestà e
di senno: intendiamo la questione della lingua
slava scritta, da usare nei giudizii della Dalmazia.
Il Ministro Lasser rispondendo, nella tornata del
14 della camera dei deputati, a una interpellanza
del deputato Ghubissa, dichiarò senza ambagi, che,
non essendo la lingua slava sufficientemente svi-
luppata e ricca delle voci tecniche e legali necessa-
rie , non poteva essere introdotta senza danno,
nella procedura contenziosa e penale. Se questa
risposta si riferisca a deliberazione del ministero,
che infirmi od annulli 1' altra già posta in vigore
da alcuni giorni, noi non sappiamo ; ma certo che
la ci pare troppo chiaramente significata perchè
deggia credersi diversamente; e noi siamo assai
lieti che la cosa sia così, non fosse altro, perchè
abbia a cessare lo spettacolo che abbiamo da al-
cun tempo sugh occhi, della leggerezza con cui si
considera e si tratta fra noi da taluni il serio ne-
gozio della giustizia.
Nella stessa tornata il ministero risolse inaspet-
tatamente in senso hberale e anticlericale altra
questione importante, e che aveva eccitato oltre-
modo r interesse della camera e delle gallerie,
rimandando alle calende greche la consegna dei
beni patronali della chiesa, dovuta dalla città di
Freistadt, secondo il paragrafo XXX del concor-
dato a quel clero, e ch'essa niegò di fare, inter-
ponendo petizione alla camera. Noi ci asteniamo
dal parlarne di più, ragionandone distesamente
il nostro corrispondente di Vienna.
Anche il re di Prussia, che diede pur dianzi in
casa sua saggi sì evidenti del suo poco amore alla
libertà, affetta liberalismo in casa altrui, e minaccia
il principe elettorale di Assia-Cassel di militare
invasione del suo "Stato, se non dà al suo popolo
la costituzione liberale da quello domandata. Ecco
lo stato di questa questione che occupa adesso la
stampa della Germania,
L'Assia elettorale possedeva fin dal 1830 una
costituzione libéralissima, ma nel 1850, epoca
di generale reazione, il principe la abolì; onde il
popolo non cessò poi, pel corso di dieci anni, di
mostrare per ogni via il suo malcontentamento,
così che nel 1861 fu mestieri restituire gli or-
dini costituzionali. Se non che, la nuova costi-
tuzione, che non era che una apparenza, non ap-
pagò per nulla gli Assiani i quali chiesero risoluta-
mente quella del 30.11 principe non che ade-
rirvi, in occasione delle nuove elezioni della Die-
ta , prescrisse che gli elettori promettessero a-
desione .alla costituzione del 61. Succedette una
agitazione che -richiamò 1' attenzione pure de-
gli altri governi. L'Austria e la Prussia tenta-
rono invano !e vie diplomatiche, indi quest'
iima intimò minacciosamente al principe di cedere
ai desiderii del popolo, e poiché quegli si mantenne
ostinato, spedì con nuove intimazioni il generale
Willisen che non fu neppure ricevuto in udienza; indi
concentrazione di truppe, e minaccia di invasione
del territorio. Allora la dieta- di Francoforte, che
aveva al solito guardata la questione, presentata
alla sua deliberazione, con singolare freddezza, veg-
gendo il re usurpare i suoi diritti e acquistare
prevalente influenza, si scosse a un tratto e mandò
a sua volta ad intimare al principe di cedere ai
desiderii del popolo, pronta a valersi in caso di
rifiuto della sua facoltà di intervenire colle armi
federali; alla quale intimazione il principe, come
si ha dalle ultime notizie, cedette per maggior
dignità, non curando punto le minacce del re, al
quale, impotente e deluso, non resta ora che ri-
volgere r attenzione alle bisogne domestiche di-
venute, perla composizione della nuova dieta, non
facili nè piacevoli.
E la causa della libertà pare trionfare anche in
America, ove vedemmo finora stranamente il prin-
cipio stesso prevalere nell' ordinamento politico, e
soccombere e venir conculcato nel sociale : accen-
niamo alla resa della Nuova Orleans," succeduta
pur ora per le armi federali. Per attenuare che
si vogha r importanza di questo fatto, è impossi-
bile disconoscere essere esso un passo non pic-
colo verso lo scioglimento di quella lite, tanto
più che per la successiva promessa di allarga-
mento del blocco, e quindi per la speranza di ria-
vere il prezioso" Cotone, -fiEpàlterrà e
potranno non modificare la loro politica favore-
vole finora agli Stati del Sud, e alla causa della
schiavitù : onde possiamo sicuramente dire che la
vittoria definitiva dei federali non è più che que-
stione di tempo, e di brevissimo tempo-
Più incerta e buia ci appare la questione mes-
sicana, dove la spedizione trova nel paese ostacoU
e opposizione non aspettata. Juarez incorato da
Lincoln s'apparecchia alla difesa. Il generale Prim
dichiara di trovarsi a mal partito, e domanda al
generale Serrano, che non vi assente, e gli nega
i mezzi di trasporto, di ritirarsi.
Da ultimo secondo notizie più recenti, Inglesi
e Spagnuolì, veggendo i''Francesi avanzarsi con-
tro Messico in onta al trattato, ritirano le loro
truppe, lasciandoli soli nella ragna. A che mira
Napoleone nel proseguire ostinatamente la sua
impresa? Forse a contrabilanciare colà il potere
invadente degli Stati-Uniti? Rude bisogna, e pe-
ricolosa intrapresa. Il Times intanto va incorag-
giando la Francia a por piede fermo in quelle
regiorii, dove troverebbe dominio più incontrastato
che sulle frontiera, belge e germaniche. .
Bove il buio ci appare più denso, e il vero più
intorbidato, è nello stato dé&a insurrezione della Er-
zegovina, e della guerra turco-montenegrina, sebbe-
ne qui per la vicinanza dovremmo vederci più chia-
ro, Ma è appunto in ragione della prossimità che
crescono pur le passioni, le quali, più che la tenebra
e la distanza, impedisconq di discernere il vero.
La notizia intanto della potestà della Francia e
della Eussia contro l'invasione del Montenero,
diffusa dal Levant-Herald, non era che una gra-
tuita invenzione. Non vi fu di vero in tutto ciò, se-
condo la Presse, che una proposizione d'accomoda-
mento fatta.dallajEussia per mezzo dell'ambasciatore
turco di Pietroburgo alia Porta, per la quale que-
st' ultima avrebbe dovuto riconoscere l'indipen-
denza del Montenero, e assentire agli insorti tutti
i vantaggi già loro promessi da Omer pascià; se
non che la offerta fu nettamente rifiutata. Se que-
ste novelle della Presse sieno più vere di quelle
del Lemnt - Herald^ noi non sappiamo, ma bene
sappiamo da un dispaccio del Nazionale la caduta
di Niksich, la quale importerebbe, a quanto si dice,
per la Porta la perdita dell'Erzegovina; sappiamo
che di passo in passo, di scaramuccia in scara-
muccia i Montenegrini e gli insorti e le popolazioni
che andranno in sempre maggior numero loro ag-
gregandosi per via, renderanno sempre più arduo
il trionfo alla Porta, e che la inazione dei generali
e dell' esercito turco è un fatto strano ed inespU-
cabUe.
Consulta della Giunta sulla lingua
del Foro.
Avendo non ha guari rivarcate le soglie del-
l' università, non mi saranno, io spero, niegate al-
cune parole, che prometto, se non brillanti, civili,
intorno all'articolo del sig, L Nazionak n. 20
"La lingua slava nei giudizi Dalmati, e la consulta
della Giunta provinciale. „
1. La Giunta tacque infatti e 1' estensione e la
data del regolamento del processo civile, e in tut-
t'altro caso io pure sarei stato tentato di ap-
porgliene una qualche pravità d'intenzione; ma
parlando al Ministero, e al Ministero di giustizia,
la Giunta probabUmènte arvrà trovato inutile di
tessere proprio a lui la lunga storia di quella
legge, d' altronde abbastanza notoria dovunque,
come trovò inutile il sig. L d'aggiungere alle al-
tre sue aggiunte, anche quella, che a qualche pro-
fano potea tornar importante, che cioè lo stesso
regolamento, sotto il nome di Giuseppino, e con
qualche variante, era già stato introdotto in Dal-
mazia sotto la j)rima dominazione dell' Austria nel-
l'anno 1798.
2. Che te parole idioma italiano del §.14
del regolamentò del processo civile per il regno
Lombardo Veneto suonassero equivalenti, prima che
tale regolamento fosse esteso alla Dalmazia, alle
altre una delle lingue usate in giudizio adope-
rate più tardi, e molto più tardi, nel §. 4 della
patente 9 agosto 1854, non la è cosa invero da
convincersene così di leggieri, ove puramente ri-
flettasi, che (^QMQ imponevano l'uso d'un idio-
ma soltanto, e le ultime lasciavano libera fra più
idiomi la scelta, e che fra l'uno e il più d'uno
qualche cosà ci corre. Nè certo il nostro convin-
cimento è agevolato quando il sig. L dopo qual-
che linea non dubita di scorgere fra le due frasi
un' identità di significato. Se fossero state identi-
che od anche equivalenti, non si sarebbero sosti-
tuite le parole idioma italiano del §.14 d^l suin-
dicato regolamento, alle altre idioma consueto della
provincia, che leggonsi al §. 13 del regolamento
Giuseppino. E 1' equivalenza e l' identità delle pa-
role sono esse ben diverse dallo scopo al quale
con una legge si mira, e che a seconda de' casi
può essere raggiunto con parole e con concetti
tra lor differenti Se fosse detto che tanto le pa-
role idioma italiano del §.14 del regolamento,
quanto le altre della patente 64 una delle Un-
gue usate in giudizio, tenàeYdmo a far gl che le
parti nelle varie provmcie dell'impero fossero a-
bihtate a far valere nella propria lingua le loro
ragioni in giudizio, il sig. I. avrebbe avuto ragione.
3. Io non credo punto che T inclita Giunta sia
stata mossa alla sua consulta dal riflesso, che i
decreti aulici, coi quali promulgavasi in Dahnazia
il suddetto regolamento, non diedero apposita ed
scuole una parte deierrninata della pescagione: eseguito
col permesso della autorità civile, autorizzata a concederlo
dal regolamento della pesca, sanzionato e pubblicato con
governiale notificazione.
Ora al pretore Katnich cadde in pensiero di vietare
a'pescatori siffatto lavoro in giornata festiva, forse per
adempiere a non so quale paragrafo del Concordato, e
inandò al podestà per la pubblicazione del decreto. 11
Buxa che vide il danno che da siffatta misura sarebbe
venuto al paese, il quale trae in gran parte il sostenta-
mento da questa pesca, riscrisse alla pretura, dimostrando,
con speciale e ragionato rapporto, l'impossibilità che l'or-
dine avesse esecuzione, e rifiutando netto di pubblicarlo.
Quest' atto parve al piccolo pascià di Pago un eccesso
inaudito, l'opporsi al suo dispotico volere un delitto senza
pari; onde tenendo il rappresentante del paese quasi un
suo dipendente, un impiegato subalterno soggetto a' suoi
ordini, non un'autorità, pari a sè in dignità o superiore,
ne decretò senz'altro la immediata sospensione, senza
pensare neppure a nominare chi avesse a subentrare in
suo luogo, o ad assumere 1' ufficio rimaso per tal modo
vacante.
La cosa destò vera Indignazione nel paese, in tutti co-
loro che non avevano ragioni personali di poco amare il
podestà, ed era veramente pili naturale che avesse a de-
-stare un sorriso. Lo stesso Buxa avrebbe forse dovuto ri-
derne, e senza por mente alla intimazione del pretore
rimanere al suo posto, interponendo ricorso, certo chele
autorità superiori non avrebbero potuto non fargli piena
ragione, e certo che al povero Katnich aveano a toccare
il danno e le beffe, perchè il suo alto era un mani-
festo abuso d' ufficio, e perchè svelava in lui una strana
ignoranza delle proprie attribuzioni e della estensione di
sua autorità. Il Buxa credette meglio di recarsi a recla-
more costì, ove ebbe, come era da attendere, dalle auto-
rità superiori piena soddisfazione. Al Katnich venne in-
giunto di ristabilire il podestà nel suo posto, e di ritirare
i decreti emanali relativi a siffatto negozio; onde il paese
vide con viva esultanza i propri diritti nella persona del
proprio rappresentante riconosciuti e rispettata la propria
dignità.
Ho creduto di dovere darvi parte dell'avvenuto e pre-
garvi di renderlo pubblico, non per l'importanza della
cosa in se, finita già a bene; ma per avere occasione di
iiotare come lo spirito del tempo non sia ancora pene-
trato fin qui, e non percorra come sangue vitale le più
lontane membra del corpo sociale; come l'aura di libertà,
che voi senza dubbio bevete costi a larghi sorsi, e ri-
empie ed allarga i vostri visceri respiratori, non abbia
ancora purgata tutta l'atmosfera dai graveolenti vapori del-
l' antica oppressione : per osservare che la costituzione e
la libertà non saranno che bei nomi senza significato,
finché tutti i rappresentanti del potere non siano com-
presi dallo spirito delle nuove istituzioni, e non si rifac-
cino e rimutino in quello; finché dal potere supremo non
venga loro imposto di mutare la norma di loro condotta, e
questi piccoli despoti disseminati per la provincia, lontani
da ogni sindacato e vigilanza superiore , indipendenti e
signoreggianti, non cessino dal far sentire il peso d^d loro
potere sul popolo d'ogni classe, e dall' abusarne sovente
a sfogo di passione e con danno della giustizia.
(Articolo comunicato
Traù U n Maggio 1S6Ì..
Nel n. 20 del Nazionale di data 7 corrente leggemmo
r articolo — (Z) Traù 28 aprile — che già fummo
anticipatamente avvisati essere stato inviato alla redazione
di quel periodico da un nostro concittadino, la di cui
iniziale però non sarebbe Z, ma veramente M. — Noi lo
attendevamo perciò colta prevenzione, che lasciano di sè
quegli esseri, i quali avendosi riprovazione nelle loro ten-
denze divergenti dal manifesto sentimento generale , nè
trovando seguaci nel proprio voto diretto a tendenze sif-
fatte, precipitano irati nella piià sconsiderata intolleranza
verso gli altri che alle appassionate loro propensioni non
si uniformano, e vi precipitano con tale frenesia, da men-
dicare nella malignità e nella menzogna quel puntello,
eh' essi non trovano nella verità e nella ragione.
Noi troviamo in fatti falsata la verità nell'asserzione,
che «per l'invio di una deputazione a S. M. l'Imperatore
«per ringraziarlo del concesso allargamento del ponte» sia
slata aperta una seduta comunale, essendo invece un fatto
che quel deliberato del Comune fu conseguente non già
ad un protocollo di seduta, ma alla manifestazione del
relativo desiderio di tutti gli abitanti di Traù, fatta dai
Consiglieri mediante spontanea loro comparsa all' uffizio
del Comune precisamente in dala 23 aprile decorso. —
Rileviamo egualmente falsa l'asserzione, che nella seduta
comunale, presa particolarmente di mira dall'autore del
contemplato articolo, si fosse trattato di eleggere un
nuovo Consiglio comunale, mentre invece non ' si trattò
fuorché del rimpiazzo di quei soli sei Consiglieri che
avevano compiuto il triennio del loro servizio, e della
* Per questi articoli la Redazione non assume altra responsabi-
lità che quella voluta della legge.
sostituzione di un Assessore ali' altro eh' era cessato di
vivere. — Nell'asserzione poi tendente a far credere, che
alcuni trovantisi in carica comunale vi si nominano a vi-
cenda, e vi si perpetuano , rileviamo del pari una ripro-
vata menzogna, e ce la dimostra il fallo, che de'sei Con-
siglieri rimpiazzati per compiuto triennio di servizio ve-
runo venne riproposto nè a quella, nè ad altra cariba
comunale, Diremo lo stesso dell'altra impudente as-
serzione, che siavi, cioè, nel Comune di Traù, chi occupa
due cariche comunali contemporaneamente.
Nè scevra di malignità, se vogliam dir'il vero, ci si
presenta 1' accusa di ostracismo per ciò soltanto , perchè
que'due nomi che l'autore dell'articolo addita di nota
intelligenza e probità, rimasero nel volo isolato del pro-
ponente, laddove invece altri nomi furono proposti a mag-
gioranza assoluta. — Noi non contenderemo certamente
nè sulla intelligenza, nè sulla probità di quelle due per-
sone, ma ci si permetterà almeno di non ammettere che
sieno le sole fornite di simili prerogative, e di affermare
che anche senz'esse l'attuale amministrazione del Co-
mune di Traù si è retta finora con onestà e sano inten-
dimento. L'accusa poi, «che il Consiglio del Comune di
«Traù, salve poch'eccezioni, non sia composto di ele-
« menti idonei a ben comprendere le vitali necessità del
«Comune, e ad elevarsi all'altezza delle cose nuove, e
«de'nuovi tempi» , ci sembra un'accusa per lo meno
troppo azzardata, semprecchè non s'intendesse di attri-
buire con simile frase al contemplato Consiglio Y incapa-
cità di estollersi (come gltri forse farebbe) tanto alto, da
dover poi cadere a precipizio, e di distruggere con iscon-
siderata alacrità quel miglior bene, in cui colla fredda
ragione e col maturo riflesso si ha sempre perseveralo.
— Se per vitali necessità del Comune l'autore dell' articolo
intendesse (come ci pare di dover supporre) la pronta
rinunzia alla nostra autonomia, e il nostro affratellamento
alla Croazia, e ci rimproverasse con quelle sue frasi il
difetto della nostra idoneità a ben comprendere quel de-
cantalo bisogno, noi gli risponderemo senza esitare, che
quella necessità non è da noi sentita nè punto, nè poco.
— Noi lasciamo pertanto assai di buon grado alla chia-
roveggenza dell'autore dell'articolo il godimento dell' al-
legria di quei colori relativamente ai quali egli ci accusai
di cecità, mentre ci contentiamo di altri che non ci ab-
bagliano tanto : e sia purq che agli occhi suoi si pre-
sentasse il più allegro de'colori anche quello delle Dalie,
che raffigurerebtero l'incostanza, noi ameremmo sempre
di preferenza quello del Ajalvone, in cui vedremmo il mi-
glior consigliere essere il Jempo,
A nuovi tempi uomini nuovi, dice l'autore del regala-
toci articolo. — Noi però gU rispondiamo, che l'apprez-
zamento dovuto agli uomini nuovi non basta a menomare,
e molto meno a distruggere il merito di tulli gii uomini
antichi, dappoiché come fra i primi ve n'hanno indubbia-
mente degl' idonei, così dévesi ammettere che anche fra
gli ultimi, sieno essi falli saggi dallo studio, o lo sieno
dalla sperienza, ve n'hanno del pari.
Un'altra accusa ci si fa ancora, quella «che da noi si
«crede di poter fare il bene cogli stromenli della passi-
«vilà e della inazione». — 0 quest'accusa però si rife-
risce in aggravio dell'attuale Consiglio, e in questo caso
l'impudenza ne stà rilevata nella eloquente esistenza dei
fatti di pubblica notorietà operatisi a cura dell' attuale
amministrazione comunale, e del sussidio prestatovi, sep-
pure non altrimenti, almeno certamente col voto, dall'at-
tuale Consiglio: o quell'accusa ha veramente di mira gli
individui proposti al rimpiazzo dei Consiglieri che hanno
compiuto il triennio di servizio, e del neo-proposto As-
sessore, ed in quest'ultimo caso il giudizio troppo anti-
cipato sul loro conto potrebbe dirsi peccante di temerità,
e meritarsi anche più severo rimprovero.
Noi conchiuderemo dopo ciò coli' affermare di non es-
serci ingannati nelle nostre prevenzioni dacché ci fu conto
l'invio del contemplato articolo alla redazione del Nazio-
nale per parte del notoci nostro concittadino. — Se con
troppe, e immeritale offese all'onor nostro, malignando
smodatamente e cose e persone, non ci avess'egli pro-
vocati a rilevare la nessuna sua ingenuità, e la bassezza
delle sue private passioni nello svisare, adulterare, e men-
tire la verità, avrebbe potuto risparmiarsi la dispiacenza
delle presenti nostre osservazioni, — Che se poi avess'egli
osato tanto, presumendoci affatto sme cwm anche per l'o-
nore, se ne abbia il disinganno: gli serva di permanente
rimprovero la contraria verità dei fatti, che stanno, vivono,
e sono in Traù, e forse anche aitrovo, pienamente noturii:
riversi sopra sè stesso la taccia di quel gretto e misera-
bile sentimento di personalità , e di pertinacia in odìi in-
degni, che immeritamente ha egli attribuito altrui: ap-
prenda ad essere più cauto in appresso: e resti in pace.
Alcuni Consiglieri comunali.
Notizie politiche.
ITALIA.
— La Sentinella Bresciana del 16 contiene
le seguenti gravi e dolorose notizie:
La impazienza di quegli indugi che imperiose
circostanze impongono alle estreme lotte della patria
emancipazione sovreccitò molti Garibaldini, agglo-
meratisi in alcuni punti della provincia, e special-
mente in Sarnico. Ke avvenne perturbazione della
pubblica tranquillità e minaccia alla moie' .uU'to-
rità del Governo, die, essendo il risultato ael voto
nazionale, non può soffrire di essere o soverchiato
0 eliso nella sua azione.
Il Governo, con sollecite ed energiche misure e
di prevenzione e di repressione, giunse in tempo
a scongiurare il pericolo, e a Sarnico ed ovunque
la quiete fu ristabilita. A molti arresti si dovette
procedere. Dei catturati, giunsero iermattina a Bre-
scia il colonnello Francesco Nullo di Bergamo, Luigi
Di Chiaro di Venezia, Pasquali Giuseppe di Man-
tova, ed Ambiveri Giuseppe di Bergamo.
Sull'origine del fatto, sul suo sviluppo e sulle
sue conseguenze stimiamo prudente consiglio serbar
silenzio, finché, di mezzo alle svariatissime e. con-
tradditorie voci che corrono, la verità siasi fatta
piena luce.
Oggi dobbiamo solo lamentare un dolorosissimo
fatto avvenuto iersera.
Molti del popolo si ammutinarono alla pretura,
pretendendo lo scarceramento del colonnello Nullo.
Caduta, come era naturale, inevasa questa pretesa,
con urh e schiamazzi si diedero a percorrere la
città, sperando ingrossar le file ; poi ritornarono
con maggior insistenza alla pretura, e con colpi
violenti forzarono ed apersero la porta. Si udi-
rono allora parecchie detonazioni d'armi da fuoco
da parte della truppa ivi di guardia; alcuni del
popolo caddero feriti : dicesi che due sian morti.
La guardia nazionale fu invitata a porsi sotto
le armi.
Gli arrestati Nullo e compagni questa mane
partirono da Brescia.
Eaccomandare al nostro popolo la tranquillità,
rispetto all'ordine ed alle leggi, iersera violato,
sarebbe misconoscerne l'indole, che di raccoman-
dazioni tah non ha duopo.
—- Nella notte di ieri arrivarono in Milano,
da Bergamo, 123 arrestati in causa dei recenti
tentativi ; e questa sera, alle ore otto, vennero
spediti ad Alessandria. Essendo poi giunta sta-
sera alle autorità locali le notizia telegrafica che
un centinaio di individui venivano da Bergamo
col proposito di provocare disordini, furono man-
date alla stazione di porta Vittoria alcune com-
pagnie di truppa, che, all'arrivo del convoglio, li
arrestarono. La maggior parte di essi essendo gio-
vanissimi, vennero, trattenuti la notte alla stazione
per essere rimandati a casa domani. Solo una
quindicina dei più adulti furono tradotti alla que-
stura.
Lettere particolari che ci giunsero da Bergamo
assicurano che la città e la provincia sono ora
tranquille.
Da un nostro dispaccio particolare da Brescia
rileviamo che ivi pure regna la tranquillità, e che
numerosa guardia nazionale veglia sotto le anni.
Notiamo poi che, a differenza di quanto è detto
nella nota della Gazzetta ufficiale, si avrebbero a
deplorare tre morti ed un ferito, anziché tre fe-
riti ed un morto.
GERMANIA.
Dresda 20 mag;gio. L'odierno Giornale di Dresda
annunzia che il juincipe elettore dell' Assia ha
respinto Vullimalum della Prussia. L'inviato prus-
siano in Cassel ha rotto le relazioni diplomatiche
con quel governo, lo stesso fece pure 1' inviato
assiano presso la corte di BerUno, d'onde viene
richiamato dal principe d'Assia.
SPAGNA.
Cadice, 16 maggio. Si ha dall' Avana in data
30 aprile: la prima brigata spagnuola (proveniente
dal Messico) è qui sbarcata. Il general Prim sor-
veglia a Vera-Cruz l'imbarco del resto delle truppe
spagnuole.
Da Messico riferiscono quanto segue : Si fanno
preparativi di guerra. Fu pubblicato un appello
alle armi. E scoppiata la guerra civile. Assicurasi
che i monarchici hanno ottenuti dei vantaggi.
Tipografia Fratelli BATTAEA. VmcENZO PuPLANCiCH Redattore responsabile,
lèzza ed agilit?i e dèstreziza cjhe sono di si gran giova-
mento nella vita, e risparra^rio ostacoli/inceppamenliy i
comodi, che poco contano presi ad uno ad uno, ma ^lie nel-
r insieine sono irnportantissimi per la felicità della vita.
Somma poi è l'uifluenza che la perfezione, e sanità e bellezza
del corpo, a il giusto sviluppo, e le eccelleut! attitudini
degli organi esercitano sul perfezionamento delle facoltà
intellettuali. Mens sana in corpore sano.- Il lejgame stret-
tissimo tra r anuna e il corpo, fanno sì che" li perfezione
dell' uno corrisponda esattamente a quella dell'altro. Le
facoltà intellettuali hanno ad istruinento di loro ^esercizio
gli organi del corpo ; se 1'organo necessario air esplica-
mento di esse non è perfetto, l'ell'etto reale non può es-
sere quale dovrebbe, e la facoltà eJj,e rimane. Ina^iya non
può non s'offrire deperimento, " Non intendiàmo con ciò
che questa veriià si riscontri sempre; abbiamo anzi e-
sempi numerosissimi di essèri imperfettissimi di corpo,
preda di inc/jf^anti imalattie, andar forniti di mente altisr
sima, e dar fruiti maravigliosi di intelligentissima jattività.
Ma noi sappiamo che le molle eccezioni non distruggono
la regola^ generale , che gli sforzi sublimi e le attitudini
singolari non devono esser prese per » norma.
Nè meno la scienza ginnastica può ' giovare al perfe-
zionamento del cuore, e a migliorare il costume della
giovenliX perchè la stessa abitudine dei movimenti, rego-
lali, tanto più se, come, suolsi, sieno accompagnati dal
canto e dal suono, fa acquistare eerta temperanza d'ani-
mo, certa eguaglianza e moderatezza nei moti morali, non
infeconda di bene; perchè acquistando la gioventìi affetto
a-questi lodevoli esercizi, è distolta dallo spendere il
tempo in viziose abitudini o gittarlo, come vediamo sem-
pre, in ozio stupido e funesto.
Noi speriamo per tanto che i padri si persuaderanno,
facilmente a profutare del benefìcio della nuova istitu-
zione pei loro figli, e che, per non sappiamo quali pre-
giudizi, o erronee credenze^ non rifiuteranno un bene che
doveva essere il pili caldo dei loro desideri, e che la nuova
scuola avrà quel prosperamento e quella frequenza che
ragionevolmente si merita.
(Nostra Corrispoiidenza).
w Fiewna ^^ tnaggio. ,
Gravi, avvenimenti si vanno maturando nell' uno e nel-
r.^tro emisfero; grandiosi progetti, idee prepotenti, smo'
diate ambizioniii j^^^^^^ piiì alta portata si èonten-
tendono senza posa> senza inaschera di predominio; i po-
poli svegliati dal lungo letargo corrono precipitosamente
verso una meta, eh' era non ha guari un delitto ; i gOr-
verni, fatto buon viso all'inesorabile necessHà, osano ap-
pena moderare l'universale commovimento; lutto sembra
accennare ad una crisi vicina, e se Dio vuole decisiva. In
America il grande quesito dell'emancipazione de'schiavi
minaccia 1' esistenza della più veneranda federazione, che
ricordi la storia, e ci manifesta come la sacra fame del-
l'oro, r egoismo di pochi, la ragion dell'abbaco, soppri-
mendo la coscienza del giusto e dell' onesto, possono sì
per lungo tratto di tempo sospendere l'esercizio de'sacri
diritti dell' uomo, impedirne alla perfine il trionfo r|on
mai. Le convulse agitazioni nel Mfssico, e la più che di-
plomatica ingerenza de'potentati d'Europa in quella san-
guinosa controversia, se ci offrono lo spettacolo delle fa-
tali conseguenze di un sistema di governo inconciliabile
coi bisogni e coli'indole de'goverjiati, danno d'altronde
la più solenne smentita alla teoria del non-intervento,
proclamata dai gabinetti all'unisono, e violala impudente-
mente tosto chìe lo consigli la non sempre onesta teoria
del tornaconto. Le persistenti e non sempre incruente di-
mostrazioni a Varsavia ci mostrano: coli'eloquenza de^fatti,
che ogni tolleranza ha il suo limite, e che a malattia di-
sperata rimedii lenti non bastano; niuno più crede in Eu-
ropa ali'immaturità de'suoi popoli per, un liberale go-
verno. L'eroica lotta dé'poveri cristiani dell'Ercegovina
sussidiati dal fanatismo nazionale de'prodi figli delle iMon-
tagne nere o, se pur volete, dall'ambiziose astrazioni del
giovinetto loro principe, colle truppe ottomane capitanate
dall'illustre rinnegato, mette in piena luce il miserabile^
ma non miserando stato di quell'impero,direbbe a fon-
damento la conquisto, a sistema il despotismo, a religione
r intolleranza, la crudeltà, la mala fede. Non credoi permet-
tetemi ch' io dissenta dal pronostico fatto nella vostra pri-
ma rivista^ non credo che il sangue versato da'nostri vi-
cini per la pià giusta delle cause . resterà infacondo. Io
ejedo, io spero il contrario. E do desidero come dalmata,
e come cristiano. In Germania il sentimento nazionale ye-
nuto, 3" beli'armonia coi liberali intendimenti politici, somt
ministra un antidoto efficace contro quelle condizioni di
sterile qtjietismo, inoculato ad una delle più assennate na-
zioni del mondo da un sistema, di cui concordi recla-
mano la riforma i. principi e i popoli germanici. La leg-
gale, coraggiosa opposizione della dieta di Berlino; l' elo-
quente risposta dell elezioni libéralissima al decreto reale
che scioglieva la Camera, l* onesta lodevole condiscen-
denza del re, che fa ragione, nel suo discorso alla nuova
dieta, ai desiderii del popolo il contegno eroico e pru-
dente insieme degli assiani nmpelto »ile intemperanti pre-
tese del principe; il seno, sincero apppggio dall' Austria,
dalla Prussia e da quasi tutti i sovrani tedeschi sommi-
nistrato questa volta (èon raro" esempio alla causa della
libertà e diritto costituzionale; If vittorie della stessa causa
riportate nel parlamento diMorisico nelle due recenti ses-
sioni; il progresso insomma rapido e sicuro manifestatosi
in generale negli ultimi tempi sulla via delle liberali ri-
forme in tutta Germania, giustifica pienamente il mio as-
sunto. Neil' Austria in onta alle difficoltà naturali e a quelle
che r èsorbitanze di nazionalità, finora a dir vero non
equamente trattate, vanno provocando o mantenendo al
nuovo regime costituzionale, questo non perde terreno,
anzi lo rassoda e trinciera. Ora corse il secondo anno,
da che il sovrano diploma lo inaugurava nei suoi prin-
cipii fondamentali, e la patente successiva mettevalo in
atto. Chi ignora le sconfortanti profezie onde accompa-
gnavansi alla capitale i deputati delle diete provinciali ?
Quelle profezie non procurarono ancora l'aureola dell'i-
spirato all'autore. E se il parlameptO raccolto avanti Porta-
Scozzese non lascierà alla fine un ricco catalogo di leggi
sancite; s'esso non riformerà essenzialmente l'ammini-
strazione infelicissima sotto cUl abbiamo gemuto tanti anni;
se non riempierà tante lagune, non realizzerà tutti i de-
siderii, non restituirà pienamentO la valuta, non ricom-
porrà dei tutto le fmanze r'gli resterà il merito incon-
trastabile d^ aver mostrate molt^i piaghe ed accennalo al
rimedio ; di aver combattuto molti errori e pregiudizii e
preparata la via ad abbatterli; di aver raccolti molti ma-
teriali preziosi; di aver dimostrato che i popoli dell'Au-
stria vogliono esser liberi, e sanno apprezzare ed usufruire
il tesoro del sistema rappresentativo. Le discussioni finan-
ziarie franche e minuziose coi risparmii che si-vanno de-
cretando e si decreteranno neiramministràzione civile e
militare, e col ponderato lavoro sui mezzi di conseguire
l' equilibrio tra le spese e le rendite , di regolare i va-
lori de'pubblici effetti, e fissare il giusto rapporto tra la
Banca e lo Stato: queste discussioni hanno un'importanza
inestimabile, ed è a deplorarsi, che non vi abbiamo presa
parte i rappresentanti di tutto l' impero. Varie leggi di
sommo rilievo ottennero 0 sono prossime ad ottenere la
sanzione sovrana ; per altre si diede efficacissimo impulso
all'iniziativa del governo, che solennemente ne promette
la produzione nella tornata ventura. Il gravissimo assunto
della iriforroa di un sistema che durò per cosi lungo lasso
di tempo ; che s'incarnò in tutte le istituzioni; che eser-
citò la sua influenza su tutti i diversi stati sociali ; che
interessò le abitudini, i commerci, le speculazioni; siffiitto
assunto non compiesi nel giro d' un anno, ji nuovo si-
stema pianti ft;rrae radici ; il terreno si coltivi operosa-
mente, ragionevolmente; la pianta crescerà e i frutti non
tarderajnno.
U budget de\ Ministero di Stato ventìe 'tièllà parte fin
oggi discussa approvato colle riduzioni proposte dalla
Giunta finanziaria. Furonof^soppressi varii posti, per tutta
la scaia gerargica, nel dicastero centrale, e nelle luogo-
tenenze. Quella di Zara perde un consigliere, un segre-
tarió> un concepista, due impiegali di cancelleria, e V e-
rario risparmia i loro emolumenti. Una proposta di fìech-
bauer per una riforma dell'istituto della gendarmeria mei
senso che questa venga subordinata, come organo pura-
mente esecutivo, all'autorità politica, e sottomessa alla
giurisdizione civile», restò aggiornata. Non fu accolta l'al-
tra proposta Rechbauer diretta allo scioglimento dell' ispe-
zione generale della gendarmeria. Ebbe eguale destino la
mozione Sartori intesa a procurare anche agli aggiùnti
pretorili quell'aumento di fior. 100 conseniito dalla ca-
mera agli aggiunti giudiziari!. Venne invece conchiuso
colla proposta Froschauer di autorizzare il Ministero di
Stato a disporre degli eventuali risparmii nell'ammini-
strazione, che lo riguarda, per sussidii a favore degli im-
piegati delle preture miste e politiche dall'aggiunto in
giù. Offrì qualche interesse quest'oggi la discussione sulla
partita del soldo di funzione ridotto ai governatori di
Trieste è Venezia, al primo per fior. 2000, al secondo
per fior. 8400. I Ministri Schmerling e Lasser fecero la
loro parte ; ma la maggioranza della camera restò sorda,
e ... /a partita fl/«e>jo figura ridotta. Per domani stanno
all'ordine del giorno la continuazione del budget del Mi-
nistero di Stato, ed il budget del Ministero di polizia.
Seduta; pubblica dd Consiglio comunale di Zara
pel giorno 31 corrente alle ore 11 nella sala della
Biblioteca Paravia. ,
Ordine del giorno.
1. Udire la lettura d'una relazione sulla mo-
zione del Consigliere sig, de Ponte onde ottenere
la restituzione alla" Comune del dazio consumo
inòameràto dallo Stato.
2. Néìninà di un Comitato ad oggetto di stu-
diare e riferire su di una memoria della Giunta
pròtincìa:le, contenente il progetto di abolire ogni
dàzio d' entrata in 'modo che l'erario dello Stato
non ne soffra danne.
3. Domande di sussidii a due impiegati del
Municipio. • '
Notizie politiclie.
AUSTRA.
Vienna 20 maggio. Ieri nel pomeriggio si sparse
fi'a i deputati la voce eh'era imminente una crisi,
che il ministro de Schmerling aveva offerta la sua
dimissione e che la sessione del consiglio dell'im-
pero era in procinto di esser chiusa. Più tardisi-
apprese che la voce era del tutto erronea, ma
nessuno saprebbe dire da quale strana combina-
zione fosse stata originata. Il ministro di,stato
è anzi più saldo che mai nellla sua posizione ed
è ora sul punto di far prestare agli impiegati il giu-
ramento alla costituzione. Con ciò il ministero non
intende soltanto dar prova del suo liberalismo,
ma vuole porre un freno a certi impiegati di , là
della Leitha, i quali osteggiano apertamente la pa-
tente del febbraio. ,
Tra pochi giorni verrà pubblicata la nomina di
nuovi luogotenenti e dei ministri di marina e gm-
stizia. Oramai è generalmente ammesso che il por
tofoglio della marina verrà affidato al barone de
Burger. Per la giustizia è in predicato il presi-
dente del tribunale d' appello della Boemia barone
de Hennet. 1 nostri circoli parlamentari avrebbero
preferito ad ogni modo che venisse eletto per quei
posto un membro della nostra camera dei depu^
tati, la quale non difetta di distinti legali, e che
si fosse incominciato per tal modo a scegliere i
membri del gabinetto dal seno delle camere.
Vienna 22 maggio. Nell'odierna tornata dei de-,
putati fu adottata in terza lettura l' appendice al
codice penale per reati di stampa. Fu quindi conr
tinuata la discussione sul bilancio del ministro di,
stato; e precisamente su quello dell'ispezione ge-
nerale della gendarmeria.
Il deputato Rechbauer disse l'organizzazione di
quest'istituto difettoso e propose : che il governo
presenti una legge, colla quale la gendarmeria
venga sottoposta alle autorità incaricate della sor-
veglianza della pubblica sicurezza e si dichiarò
sciolta r ispezione generale della gendarmeria. Con-
tro le proposte di Rechbauer parlarono il ministro
de Lasser ed il barone de Tinti. Le proposte non
furono adottate dalla camera.
ITALIA.
Torino 22 maggio S. M. il Re è arrivato alle
ore 3. Fu ricevuto dal principe di Carignano, dalle,
autorità civili e militari. La Guardia nazionale e
la truppa erano sotto le armi, la folla straordir^
naria. S. M. assistette al defilé dal balcone del
palazzo. Continui viva al Re ed all'esercito. È-
pure arrivato il ministro Rattazzi.
Genova, 22 magggio. Sua' Maestà e arrivata in
l>ortG stamane, alle ore 8 li2; Venne ricevuta dalle
autorità civili e militari. Bicesi^ che partirà per
Torino a mezzogiorno. Più tardi vi sarà rivista
della Guardia nazionale.
BEGLIO.
Brusselle, 21 maggio L,Indèp. BÓ?///^ d'oggi an-
nunzia che il sig. Thouvenel indirizzerà quanto
prima una nota alle potenze, colla quale spiegherà
il contegno della Francia nel Messico.
FRANCIA. '
Parigi, 23 Maggio. Legesi neW Esprit Public:
La Francia è risoluta a continuare la spedizione
nel Messico. —' Il governo itahano cerca Mazzini,
il quale è nascosto a Milano.
Si ha da Madrid che l'Inghilterra invitò la
Spagna a dichiarare annullata la convenzione di
Londra riguardo al Messico. '
TURCfflA.
CoslanlinopoU, 22 maggio. La Porta respinge la
proposta della Russia chiedente il riconosciméiitò
dell'iriipendenza del Montenegro, ed ordina' defi-
nitivamente ad Omer Pascià di attaccare il Mon^
tenegro, " :
Ulostar, 20 maggio. I Montenegriui dopo san-
guinosi combattimenti nelle vie vennerò scacciati
da Niksich, e nella ritirata appiccarono l'incendio
alle case, Dervisch pascià il giorno 17 dopo un
sanguinaso combattimento, che durò fino al tra-
monto del sole s'inoltrò nella Duga fino a Ischemse
alla distanza di tre ore e mezza da Niksich.
Tipografia Fratelli BATTAEA. VINCENZO DUPLANGICH Redattore responsabile.
ne trova) generoso per cuore, per coscienza; ei
non deve esserlo per obbedienza ai saperiori, per
convenienza verso i confratelli, per devozione alla
sua repubblica. Nonché adottare riforme, non
può tampoco iniziarle ; deve essere avaro, e per poco
non diremmo simoniaco. Trova egli p. e. sanguino-
sa, crudele ed ingiusta taluna di quelle mille con-
tribuzioni ') che sono imposte al povero villico
per arricchire la troppo generosa sua congrua, ei
non può rinunziarvi, dovesse il contribuente cre-
pare a suo tempo di fame. Trova esso troppo
vasta una parrocchia costituita da 10 a 12 villaggi,
ai cui bisogni un parroco solo non può prove-
dere, e che restano abbandonati all' abbrutimento,
ai pregiudizii, non può il buon uomo parlare della
suddivisione della parrocchia perchè ci va dell' in-
teresse del monastero. Forse egli trova ingiusto
e scandaloso che, sotto pretesto della mancanza
di frati, sia un parroco contemporaneamente in-
sediato in due parrocchie in un momento in cui
altro dei frati passa neghittosa la vita in qualche
convento, e in cui due dozzine dei medesimi ti
tanno a Sign i letterati, i filosofi, gU accademici ;
eppure ei deve tacere sotto pena di essere punito
od amosso. Forse egh si è affezionato alla par-
rocchia e vorrebbe dedicarle i suoi risparmi colla
costruzione d'una chiesa e d'una canonica ; è scor-
raggiato dal farlo, per timore che il nuovo guar-
diano gli invii all'indomani i suoi passaporti.
Una leva potente adunque, e assai fatale, è in
mano dei guardiani codesta amovibihtà dei par-
rochi, che è una piaga sanguinosa tanto per essi
quanto pei loro parrocchiani, i quali talvolta loro
malgrado si vedono tolto un parroco quand' anco
sia un angelo di bontà, o se lo vedono ricon-
fermato quand' anche sia un fiore d' usuraio ecc.
ecc. A noi sanguina il cuore nel pensare alle con-
dizioni morah del popolo in alcune parrocchie, che
ci ricordano in modo eloquente gh Slavi di Turchia
a cui accenna la nostra epigrafe. Non voghamo
disconoscere che qualche parroco, sebben frate, dia
qua e là sintomo di cuore e intelhgenza; ma i
più, non giova negarlo, più che all'interesse delle
popolazioni servono a quello dei loro monasteri,
alcuni dei quali, in mezzo ad una popolazione di
affamati lor tributarii, posseggono favolose ricchez-
ze. Nè il popolo della campagna sarà rigene-
rato dal suo abbrutimento senza una riforma nel
clero curato, che può solo e megho di tutti gui-
dare il popolo Slilla via del progresso. Nè ciò potrà
essere senza la soppressione della congrua par-
rocchiale e del patronato sulle parrocchie per parte
dei monasteri. Mercè la prima, il parroco non
giuocherà più la parte dell' ingordo creditore, spe-
culatore 0 gabelhere, e si guadagnerà più facil-
mente la stima e la fiducia del popolo ; mercè la
seconda, la scelta dei parrochi non sarà subordi-
nata al nipotismo, ad interessi personali, od a quelli
egoistici del monastero, sibbene all' interesse delle
popolazioni, al vero merito dei candidati. E a code-
sto desiderio si pensi specialmente dai frati di Sign,
che da qualche tempo si fanno gh apostoH del-
l' idea nazionale e si dan l'aria di costituire l'avan-
guardia del progresso fratesco. Se essi amano
davvero, e noi vogliamo crederlo, il popolo, anzi-
ché ocuparsi degU stalloni, del teatro nazionale,
cella Cittaoniga, e di altre riforme non prevedute
da san Francesco, alzino generosi la voce di ri-
nunzia e alla congrua parrocchiale e al patronato
delle parrocchie, e se non ne avessero il coraggio,
lassino certe cattedre improvvisate, per scendere tra
il popolo della compagna a frangere con esso il
pane dell' istruzione, e ad educarlo coli' esempio
edificante della modestia, della carità, dell' austerità
del costume. Z.
Dal Promina, 15 maggio.
'3 Nella parrocchia di Miglicvzi del distretto di Dernis ogni
puerpera deve porgere al reverendo parroco, che è un frate fran-
cescano, indovinate? un paio di calze (terliike). E un'imposta
addizionale, poetica e sentimentale se vogliamo, ma che non e-
eiste nelle altre parrocchie, e che probabihiicnte non esiste nep-
pure in Turchia. In altra parrocchia le madri-famiglia si presen-
tarono un sabato santo al parroco per la benedizione del pane o
focaccia pasquale, e il reverendo, finita la cerimonia, trovò op-
portuno di trattenere da ogni pane un tozzo per sè. E poi non
fji dirà con Robert, che tuot se paje cnfìn, jusqu'à l'eau bènite!
I monasteri di Vissovaz, di IMacarsca, di Sing, di Zaostrogh,
posseggono, sebbene dell'ordine de'mendicanti, un p/itrimonio di
éirca 300^000 fiorini.
(Nostre Corrispondenze).
Yìenna, maggio.
Nella seduta di ieri la Camera dei deputati si occupò
della proposta del comitato di finanza «di assentire alla
spesa di fior. 50,000 per sussid o della Dalmazia , e di
fior. 25,000 per sussidio del Litorale, e ciò in causa della
carestia occasionata dal fallito ricolto; nonché alla spesa
di altri fior. 50,000 per acquisto di grano a semina,
quest' ultimo importo però coli' obbligo della rifusione per
parie delle rispettive comuni».
Neir aprire la discussione in proposito il presidente an-
nunziava essergli, ancora prima della seduta , stato pro-
dotto in iscritto un amendemento del deputato Gliubissa
tendente a conseguire che anche i 50,000 fiorini destinati
air acquisto del grano a semina sieno ripartiti fra i po-
veri abitanti senza obbligo della restituzione.
Come oratori sull'argomento erano iscritti il vescovo
Dobrila e il Dr. Lapenna.
il primo tessè un desolante quadro delle miserie del-
l'Istria per effetto della crittogama, della siccità, e della
gragnuola, che privarono il paese d' ogni risorsa, ed ap-
pellò al sentimento di pietà dei rappresentanti delle altre
parti dell' Impero.
Il deputato Lapenna nell'esposizione de'motivi, che
arpeggiavano la mozione del comitale colle modificazioni
ritenute nel già prodotto amendamento Gliubissa, si assunse
il compito di dimostrare, che non nelle intemperie e nella
malattia delle uve possa riconoscersi la Sola causa della
carestia, ond'è desolala la Dalmazia, ma piuttosto nell'ab-
bandono in cui questo povero paese venne lasciato da
decenni. E dopo aver accennato alle colpe dell'ammini-
strazione pubblica, alle fatali conseguenze del sistema di
una eccessiva centralizzazione, ed alle trascurate altitudini
del paese e de'suoi abitanti; dopo aver dette molte dure
verità al governo centrale, conchiudeva: non è un elemo-
sina eh' io chieggo per la Dalmazia, non un atto di gra-
zia, ma sibbene il prezzo di espiazione per aver considerata
e trattata questa provincia come un posto militare e nulla
piìi; e lo chieggo in nome dell'equità e del diritto. —
Mi riservo di comunicarvi tutto il discorso del Dr. La-
penna, poiché i pubblici fogli nè riportarono uno scheletro
monco al solito, e mi limito a riferirvi solamente, che
l'impressione fatta sulla Camera fu cosi viva, da determi-
nare lo stesso relatore a recedere dalla proposta , nella
parte che decretava la rifusione, e da provocare/'
adesione della Camera, quindi perfino di quei membri
del comitato, che con una decisa maggioranza in esso
aveano pure volato sull' obbligo di restituzione.
—
Milano, 23 e 24 maggio.
Avrete certamente notato come da parecchi giorni a
questa parte i fogli italiani e gli esteri continuano a pre-
occuparsi dei deplorabili fatti or ora accaduti a Brescia;
e avrete altresì osserTato come le narrazioni e i giudizii
eh' essi danno in proposito, differiscono gli uni dagli altri
secondo i principi! che ciascuno di tali giornali professa
Acciocché adunque non abbiate ad accogliere nelle vostre
colonne le relazioni di periodici spesso mendaci o par-
ziali, credo bene di darvi un sunto esatto di questi av-
venimenti, tanto, e tanto male a proposito strombazzati.
Il 15 corr. essendosi avuto sentore che una spedizione
di volontarii stava organizzandosi al confine, allo scopo
d'irrompere nelle vallate del Tirolo, per eccitarvi una in-
surrezione; il governo italiano dava ordine ad »alcuni bat-
taglioni aquartierati in Milano di marciare prontamente al
confine e d'impedire qualsiasi violazione di territorio. Un
telegramma ministeriale, spiccato in pari tempo da Torino,
ingiungeva alle autorità civili di Brescia di procedere al-
l'arresto di alcuni uffìciah garibaldini ch'erano designati
quali capi dell'impresa. — Le misure assunte dal governo
erano giuste e opportune : giuSle, perchè nessuno - nem-
meno Garibaldi stesso - ha il diritto d'intimare la guerra,
senza il doppio consenso dei re e de'rappresentanti della
nazione; opportune, perchè in viriti di esse il paese non
era piij trascinato ad una lolla, non solo coli' Austria, ma
sibbene contro tutta la Confederazione germanica, a cui
il Tirolo è legato ; lotta per ora disuguale ed inutile.
Ambedue gli ordini del ministero venivano intanto e-
seguili: l'invasione fu impedita, ed il colonnello Nullo, con
due altri ufficiali de' volontarii, arrestati
Tutti credevano che la cosa dovesse restare a tal punto,
quando alle ore 8 Va giorno 16, un attrup-
pamento di meglio che 300 persone si presentò schiam-
mazzando alle carceri, e con grida e minacele domandò
che Nullo fosse posto in libertà — Un sergente, con otto
soldati di linea e quattro carabinieri, vegliavano alla cu-
stodia de;lle prigioni. — Vedendo che la folla aumentava
eglino chiusero la porta e si schierarono su due righe
nel cortile. Gli ammutin^iti allora, al grido di: abbasso il
picchello! rogliamo Nullo! sfondarono le imposte ed ir-
ruppero nell'atrio Al tempo stesso i soldati furono ag-
grediti ; essi indietreggiarono fino al muro, poi, dopo tre
intimazioni, la prima fila fece fuoco e la seconda caricò
alla bnjonelta. Gli ass^ililori si sbandarono e dopo un mo-
mento il locale era sgomberato : tre morti e un ferito gia-
cevano sul terreno. In quello arrivò la guardia nazionale
ed un rinforzo di truppe, e 1'assembramento fu scioito
senz'altri guai. — il picchetto non usò adunque dell'armi
che all'estremo , cioè quando l' adempimento d,el proprio
doverce la difesa personale lo esigevano imperiosamente.
Sono cei'lamenle "a deplorarsi le viltinne di questo sgra-
ziato fatto, ed il sangue sparso sarà da tutti amaramente
rimpianto, ma la responsabilità non deve cadere sopra al-
cuno, fuorché sopra quelli i quali non temettero infran-
gere le leggi e suscitare il popolo alla rivolta.
Questa è la verità x a voler entrare adesso nel campo
dei dettagli, ci sarebbe per vero da farne un grosso ma-
nipolo Ma ditemi in fede vostra, come fare ad avventu-
rarsi in un terreno che brucia? Com^ osar di ripetere
certe prolešte e certe ritntlaiioni che offendono 1' onore
nazionale? Come dirvi che il furto Parodi - di cui vi
narrai in altra mia - si collegasse con la spedizione del
Tirolo abortiia ? Aledesimamente mi dorrebbe parlare dei
Villaggi del Trentino che si affermano insorti, avvegnac-
chè tornerebbe spiacevole a sapere che la cieca impru-
denza di pochi, oltre a tanti altri giusti rimproveri, me-
ritasse anche questo di avere spinto quella povera e brava
gente alla fucilazioni e alle forche. Parliamo d' altro; sari
meglio !
I ministri incominciano ritornare da Napoli; i deputati
anch'essi, a poco a poco, rivengono. Il re è giunto a
Torino, dove gli si fecero feste e dimostrazioni.
Da lettere giunte dal confine austriaco rilevasi che tra
Villafranca e Marmirolo i vostri soldati hanno fatto con-
centramenlo di truppe con artiglieria e cavalleria. Un di-
spaccio ufficiale annunzia quest' oggi che presso Edolo
una pattuglia di tredici soldati austriaci passò il confine,
inoltrandosi per due chilometri sul nostro territorio, [ber-
saglieri italiani che stavano colà di guardia fecero loro
fuoco addosso, e gli altri si ritirarono. Questo è un fatto
abbastanza grave, perchè non se ne abbia a tener conto.
Persiste a correre voce che il Papa sia sulle mosse di
abbandonare Roma, per recarsi probabilmente in Ispagna.
Si sa di positivo che S. S. ha ritirato dal Monte di pietà
una forte somma del suo peculio particolare che vi stava
depositata da anni, l giornali di oggi farebbero credere
che il sig. Benedetti, ministro di Francia alla nostra corte,
abbia avuto l'incarico di portarsi a Roma, onde chiederà
ufficialmente che il governo del Papa allontani da'suoi
stati Francesco IL Ove il pontefice negasse di piegarsi alla
domanda, il governo dell' imperatore dovrà permettere che
r esercito italiano abbia ad occupare anche il patrimonio
di S. Pietro, per meglio sopravvedere a' propri! confini.
La sicurezza personale di Pio IX continuerebbe tutlavi^
ad essere protetta da un presidio francese
II generale Tiirr si è formato per un momento di pas-
saggio quest' oggi (24) nella nostra città, ed è partito verso
v\ "mezzodì per Trcscorre, con una missione del re per
Garibaldi.
So da buona fonte che Mazzini era nei giorni scorsi a
Milano, e che fu uno dei principali istigatori de/I'abortita
impresa del Tirolo. Egli lasciò la Lombardia il 17 ,e ieri
è giunto a Calais, donde, la sera stessa ripartiva per f In-
ghilterra.
Da una lettera che mi giunge da Parigi in data del 20
vi traduco le seguenti linee: Goyon arriverà a Parigi nel
corso della settimana e non si sa ancora con precisione
il giorno in cui partirà La Valette. Sembra che l'impera-
tore voglia sentire l'uno e l'altro prima di prendere una
decisione definitiva. — La commissione incaricata dell'e-.
same del bilancio ebbe ieri una nuova riunione per dare
r ultima mano alla compilazione del rapporto. Si assicura
che l'imperatrice si recherà col principe imperiale entro
il veniente mese a Eaux-Bonnes. Napoleone 111 andrà a
Vuhy, e dopo fattavi la sua cura, raggiungerà la moglie,
per andare a Biarritz in sua compagnia. — Mirés ha an-
nunziato che la sottoscrizione da lui aperta è aggiornata,
in seguito a misure prese dal governo in di lui riguardo.
Si assevera che, stanco degli ostacoli che incontra, egli
abbia deciso di portarsi all' estero. — Da due giorni il
sig. di Metternich, ambasciatore austriaco, visita con fre-
quenza insolita il sig. Thouvenel, e si cambiano rapida-
mente dispacci tra Vienna e Parigi. Gli avvenimenti del
Tirolo non furono punto stranieri a tali coloquii. Dicesi
ohe il governo di Vienna ha fatto sapere alle Tuilleries
che, al primo colpo di fucile tirato, era f^rma intenzione
dell'Austria passare il Mincio e occupare la Lombardia.
Tale comunicazione sarebbe stata assai male accolta dal
governo francese, lo credo che innanzi alla risoluta alti-
tudine della Francia, l'Austria ci penserà prima di abban-
donarsi ad un'aggressione che non mancherebbe di atti-
rare in Lombardia duecentomila francesi.
Qui il mio corrispondente termina ed io ne imito
esempio.
Spala/o, 25 maggio.
(Ritardata.)
Miserabile vanto di indecorosi sforzi egli è quello che
si fa nel foglio Nazionale dal corrispondente di Spalato
in data 28 aprile, e perchè la pubblica opinione non no
resti ingannata, egli è debito d'onestà sfrondare quel-»
l'articolo da tutte le esagerazioni onde si gonfia, e porre
in risalto la pura verità.
La povera giustizia nella sala dei dibattimenti di que-
sto tribunale, lungi dall'essersi presentata vestita nell'a-
bito della nazione, vi comparve in maschera, in abito d'ar-
lecchino, che faceva proprio compassione a vederla. Il sig.
Kirchmay^r, assai benemerito d'altronde per l'ordine mas-
simo in cui si tengono da lui le carceri criminali, e per
Ogni ball,ag. di bersaglieri ha 4 comp., con 19. uffiziali.
Ogni reggini,enlQ di .cavalleria ha 0 squadroni, con 41
«ffiziale.
Ogni peggit^enlo di artiglieria ha 20 compagnie, con 84
ufTizi^ii. Oues^o corpo ha circa 800 bocche da tuoco e
7880 malli
lo stalo maggiore consta di 10 colonnelli, 20 tenenti
colopnell» , 28 maggiori, 92 capitani e 60 luogoienenti
Le divisioni derivano il-loro nome dal generale in capo
che le poniantla ; }e brigate hanno tutte il nonje tli una
provincia p. e. Aosta, Piemonte, ecc. ; i reggimenti di fan-
teria, di artiglieria, i bersaglieri, ecc., si dislinguona dal
rispettivo numero progressivo ; i reggimenti di cavalleria
portano ciascheduno il nome di una città, come iMibno,
(aenoya, Firenze, ecc.
Non vi faccio cenno delie guardie di finat)za, delle
inunicipah' e (^i quelle di pubblica sicurezza, perchè quan-
tunque sieno tutte ben addestrate nell'armi e possano,
in un caso di bisogno, disimpegnare il servizio dei sol-
dati, pqre a me sembra che non vadano comprese nei
quadri dell' esercito.
In quanto poi alle armi, tenendo conto dei fondi di
magazzino, eccedenti i bisogni dell'armata e della guardia
nazionale di Torino, Milano, Genova, Napoli, Firenze e
Brescia, si può ritenere che, specialmente dopo J'inceda
eseguita in Francia e nel Belgio dal colonnello Filippi,
avremo in serbo ai presente, por qualunque straordinaria
emergenza, per lo meno il numero elfettivo di un milionu
4i fucili, con proporzionata quantità di carabine, moscbot-
toni e rmolvers.
Qui per ora nulla di nuovo, d^dla voglia e dai disegni
in fuori di un certo partito austro«elericale, che vorrebbe
fare il gradasso, per cui abbiamo i corpi di guardia na-
zionale raddoppiali. Grandi preparativi per domenica pros-
sima, la festa dello gtatijto. il clero milanese, ad onta del
divieto di monsignor Caccia vescpvo di festeggiare, in
t|i|omo tale giorno, lo farà con tuUqi la pompa voluta da
lapto solenne circostanza.
Fiume, li 50 maggio.
Siccome I giornali non amici alla nostra città , come
sarebbe il Pozor, e forse il Nazionale che sembra volerne
«eguire le traccie, si faranno probabilmente a dipingere
con passione, e coi più tetri colori alcuni fatti avvenuti
fra noi la scorsa domenica, in occasione di una festività
disposta dai Croati sul vicino campo di Grobnico per la
benedizione della nuova bandiera del comitato che porla
il nonqe di questa città; io credo opportuno comunicarvi i
seguenti parlicolari, onde non sia svisala la verità.
1 Fiumani, che come ben sapete, sono gelosissimi dolb
loro manicipàJe autonomia, dei loro diritti storici, e della
loro lingua, che specialmente si cerca contrastargli nelle
icuole ed in altre circostanze, non si mostrarono propizi
HlJ una festività disposta per cosi dire in casa f)no[)ria,
senza essere neppure interpellati, ed alla quale si vulca
dare un aspetto fiumano, mentre non potea averlo fnmi-
ipamente, essendoché la città di Fiume non ha comune
eoi comitato che il nome. Questa indilFerenza ben dichia-
rata si accrebbe ancora di più, quando il giorno di sabato
29 corrente si vide entrare nelle ore vespertinc in città
yna sessantina di guardie dei contermini distretti croati,
jnetà a piedi e metà a cavallo, armate di fucili e di scia-
bole, sventolando numerose bandiere bianche celesti e
rosse, e passeggiando trionfalmente per le principali vie,
col gridare continui Zirio, che riudironsi dipoi ripetere
per la città durante 1' intiera notte, con altri schiamazzi
che disturbavano la cittadinanza. Questa truppa di gente
armata, il cui abbigliamento si avvicinava alla foggia dei
3erezani, dovea servire di scorta a! corteggio che il giorno
appresso recavasi da qui al campo di Grobnico a bene-
dire la menzionata bandiera.
Fra le persone di maggior distinzione giunte in tale
occasione a Fiume, dobbiamo citare monsignor vescovo di
Uiakovar Slrossmayer, che avendo preso stanza presso il
supremo conte sig. cav. de Sinaich, fu ivi complimentato
dalle autorità locali, e dal nostro civico Magistralo, a cui
rivolse parole molto lusinghiere e pregevoli, e che do-
vrebbero servire di esempio, ed essere ben ponderate da
certi intolleranti, i quali acciecati da una mal compresa
nazionalità, vorrebbero farla da padroni in casa nostra ed
ìmporci il loro volere senza riguardo alcuno alla nostra
storia ed alle nostra condizioni. 11 distinto prelato si ebbe
^ notte avanzata della stessa sera una splendida serenata
con torcie, disposta dai forestieri qui intervenuti in tal
circostanza ed alla qujjle assistette rispettosamente anche
nuiTi^erqsa popolazione di questa città. Dispiacque però ai
Fiumani, che allorquando la comitiva dei forestieri con le
faci, che ave^ fatta quella festevole dimostrazione, passava
<ul cofso innanzi al casino patriottico, si udisse gridare
da essa, in idioma slavQ, quasi in senso di provocazione ;
viva la nastra Fiume croata. Questa mancanza di tatto da
parte di quei signori non potea a meno di agire sulla
popolazione in senso contrario a quanto es.«^! esclamavano,
e difatti il giorno appresso, quando ajle ore tì antim. il
lungo corteggio, avviandosi con la bandiera a Grob-
nico, attraversava le vie principali della città, la popola-
zione, schierata numerosa dovunque., Iq ripeyev^ con elo-
quentissimo silenzio.
Giunta la comitiva verso le ore 12 meridiane a Grob-
nico, ebbe luogo tosto sotto a fiorita tenda la religiosa
funzione, che durava fin quasi le ore 5 pom , ed alL^ quale
assistevano da 3 a 6000 persone, la maggior parte pae-
sani ivi radunati dai vari distretti del comitato. Compiuta
la benedizione della bandiera, tutti i convitali passarono
alla mensa, disposta per circa ^00 coperte in varie tavole
in un edifizio prossimo al luogo; mentre in altri siti del
vasti-isirno campo di Grobnico yedevansi allestire, secondo
usasi in Ctoazia in siffatte occasioni, carni arroste ed alire
vivande, di cui a guisa di cuccagna venivano gettati suc-
cessivamente i brani alla folla. In diversi altri siti da ap-
posite boti si distribuiva vino gratuitamente; le carole e
le danze nazionali, al suono di fesse pive od altri siff.itti
istrumenti, erano compimento alla festa. 11 dio Bacco, che
sembra signoregia.sse qui e là i vari crocchi, offerse pur
motivo a diversi incidenti, fra i quali va citalo il maltrat-
tamento toccato ad un signore ungherese che erasi recato
ad osservare la festa, e che nei modi più inurbani venne
trattato da spia; indi, dopo esser-;! fatti ad una tavola di-
versi brindisi, su i quali vogliamo conservare il silenzio,
uno dei commensali propose un toast alla nazione un-
gherese ; a cui il suo vicino rispose imponendogli silenzio
con isconcie parole. E di siffatte prove di tolleranza e di
libertà pare ne siano state date altre parecchie.
Verso le ore di sera principiarono a riedere a Fiume
le prime carrozze che riconducevano gli invitati, ed il
basso popolo affollato sulla piazza della Fiumara e su
quella del Teatro, le riceveva con dimostrazioni poco cor-
tesi e con segni che non si può a meno di disapprovare.
Per t;il modo la comitiva che, secondo il disposto del
programma, dovea far ritorno in città con lo slesso or-
dine con cui era partita, non rientrò che in parte, a sin-
gole carrozze, ed ai Serezani armati pare cbe sia stato
superiormente ordinato di non entrare in citlà, venendo
prese le necessarie cautele a tal uopo di là del ponte
della Fiumara, ove fu inviala una forte pattuglia militare.
Altre pattuglie dispersero egualmente gli assembramenti
formatisi sulla [>ÌMzza suaccennata, che andavano però a-
dunandosi niiovamente qua e là per la via del corso, ri-
petendo le dimostrazioni di fischi, urli ed anche di qual-
che sassata ogni qualvolta scorgeasi una carrozza Nella
mischia non vennero risparmiate neppure le vetture fiu-
mane ed altre che il popolo certamente avrebbe rispeltate.
Verso le ore 11, passando innanzi al caffè marittimo
mercantile il supremo conte, seguilo da varii impiegati
del partito croato, colle spade sguainate, e scortato da di-
versi Panduri colle armi snudate, si udì in prossimità del
caffè una esclamazione di Eljen. K, tal punto quella co-
mitiva si diresse celeremente verso il catTè medesimo,
ove erano seduti molli paciOci ciltailini, ed anclie rJeile
signore, e si videro nel tempo slesso scintillare per l'aria
molte sciabole in segno minaccioso, per cui nacque una
generale confusione, molti fuggendo, alcuni alzando le
sedie per propria difesa, e diversi prendendo la parola
energicamente verso coloro che aveano le sciabole snu-
date contro persone inermi ed innocenti in quei fatti.
Contemporaneamente giiin^ijeva sul luogo un distaccamento
militare, comandato da un sig. ufficiale, alla cui modera-
zione e saggio contegno si dovette il pronto ristabili-
mento dell'ordine senza che avvenisse il benché minimo
altro inconveniente, ad eccezione dell' arresto di un gio-
vane capitano mercantile, che ora sentiamo però riposto
in libertà. Dopo questo incidente la popolazione si tran-
quillizzò, ed andò mano mano ritirandosi, mercè pure il
lodevole contegno del nostro preside magistratuale signor
de Martini, che persuadeva personalmente la gente a dis-
siparsi, di maniera che alle ore 1 dop? mezza notte la
città si trovava di nuovo nella più perfelta ed usuale sua
tranquillità Avvennero però durante i trambusti qua e là
degli arresti. Nel mentre deploriamo il fatto accennato,
ed ogni qualsiasi cosa atta ad alterare la pubblica quiete,
non possiamo a meno di rivolgere però il pensiero alle
circostanze che diedero motivo a questi spiacevoli avve-
nimenti, che forse non sarebbe stalo difficile l'evitare con
un pò di tatto e di previdenza.
Importava studiare di cancellare, anziché ridestare in
cento guise, le memorie dell'occupazione del 1818 e di
altre cose che ritornano sgradite al pensiero dei Fiumani.
Vorremo alla perfine ridivenire p.idroni della nostra quiete
e del nostro paese, il quale, come qualsiasi altro, non
vuole né feste nè sopercliierie né altre prevalenze d'o-
spiti, specialmente se sturb^ttori ed indiscreti.
.«..t,
Itagiisa, 30 maggio.
Lo mie previsioni, che Omi'r p;iscià nel recarsi in Al-
bania era per mettersi in istato di tentare un gran colpo,
si sono avverate. Egli in fatto nei giorni 23, 24 e 25
invase l'Albania da tre diversi punti; dalla parte Vassoje-
vici sotto il comando di Hussein pascià, da quella di
Podgoriza Abdi pascià, e dalla parte di Kolascin, il quale
ultimo punto è il più a settentrione di Montenero verso
la Servia. Entrava nel piano di Omer una contemporanea
invasione dalla parte di Herzegovina; ond'é che a Der-
više pascià era destinato tale incarico. Nikscich era il
punto il più adottato; ma il falito tentativo di Dervisc
nella fatale Duga, troppo noto, sventò da questa parte il
piano di Omer. Preveduto questo caso, Dervisc avea or-
dine di rivolgersi alla parte Banjani e di là invadere Gra-
hovo per divertire le forze de'Montenegrini e mettersi in
concerto con l'armata dell'Albania. Qui pure la sorte fu
avversa a Derv.sc il quale, trovando le migliori posizioni
strategiche occupale da una massa d'insorgenti uniti a
Montenegrini, non ha creduto prudente di avvilupparsi in
'un combattimento e lasciare esposti i fianehi al Vukotich,
che comanda nelle parli di Nikscich, d quale, libero
dai soliti impedimenti che accompagnano le armale eu-
ropee, da un momento all'altro potea piombare come
un folgore. Dovette perciò rifare il cammino e tornare a
Bilricia, conirassegnado i suoi passi con la devastazione
di tutti quei paesi, con aver bruciato una parte df Banjani
e messo a ferro e fuoco gli altri villaggi. Non abbràmo
ulteriori notizie sul progresso d^dl'armata in Albania Hus-
sein sostenne un combattimento di Ire ore; ed il risultalo
fu la ritirala de'Alontenegrini , internandosi nel paese
per far poi atto della loro presenza con qualche colpo
improvviso sopra un terreno che essi conoscono palmo
a palmo.
Notizie politiche.
AUSTEIA.
Vleìiìia, 27 maggio, Neil'ultima seduta del comi-
tato di finanza venne sopra proposta del referente
D.r Giskra espressa la gratitudine del comitato al
sig. Ministro della guerra co : Degenfeld per la
dimostrata spontaneità e condiscendenza in tutti
i lavori concernenti il ministero della guerra.
ITALIA.
Roma, 25 maggio. Il Papa in concistoro disse
piangendo ai vescovi che non avrebbe piti la con-
solazione di vederli riuniti, e che gli avvenimenti
sarebbero forse per impedirgli anche di corrispon-
dere coi! essi. Interrogato Antonelh, rispose che
non v' era nulla di cangiato nella situazione. Tale
discorso produsse a Koma una viva sensazione.
FRANCIA.
Parigi, maggio. Il Mrniiteur 2i\mm\dù.: Le
LL. MM. l'Imperatore e l'Imperatrice ricevettero
il principe di Carignano in udienza particolare.
Altra del 28. La Patrie ed il Puijs dicono che
il generale conte di Montebello, aiutante dell' Im-
peratore, è nominato comandante in capo del corpo
d'occupazione a Roma. Egh partirà quanto prima.
BEGLIO.
Brusselks, 28 maggio. L'odierna Independance
annunzia : Il marchese di Lavalette parte oggi allà
volta di Roma. Il generale duca di Montebello
rimpiazzerà il gen. Groyon qual comandante del-
l' armata d'occupazione.
RUSSIA.
Pietroburgo, 29 maggio. Rilevasi da buona fonte
che il granprincipe Costantino, il più attempato
fratello dell' Imperatore, si rechi a Varsavia in
qualità di luogotenente, venendogh dato in assisten-
za il marchese "Wielopolski.
MESSICO.
Il proclama del generale messicano Sarragossa
pubblicato in seguito alla dichiarazione di guerra
francese suona come segue: "La lotta incomincia;
i francesi hanno rotti i preliminari di Soledad.
Essi si separarono dalla coalizione di Londra,
giusta la quale di concerto cogli spagnuoh e cogli
inglesi volevano far valere le loro pretese verso la
repubbhca. In breve il tuono del cannone farà
battere più forte i cuori dei figli di Anahuac (nome
indiano per Messico). Ingannati da traditori messi-
cani, cui voi presto punirete, ardiscono i francesi
di mischiarsi nelle cose nostre. La repubblica è
indipendente. Come figli di questo popolo noi siamo
nati liberi, e noi conserveremo questa libertà o
morremo pugnando per essa. Coraggio amici ! Non
temete la lotta con un popolo, che ha il vanto del
valore. Gli uomini della libertà non hanno rivali,
e la storia dà abbastanza esempi di popoli che
hanno vinti quelli, che s'immaginavano d'essere i
conquistatori. Io credo ciecamente nel vostro
trionfo, nel trionfo dei cittadini sopra gh schiavi,
e chi tiene il trono francese si convincerà quanto
prima, che è passato il tempo delle conquiste. Noi
porremo la prima pietra per quell' edificio, che li-
bererà la Francia dalla schiavitù, nella quale è
tenuta dalle baionette di un despota. Siate sempre
valorosi nel combattimento, e generosi sulla vitto-,
ria. Il vostro generale ed amico vi condurrà frj^
breve contro gh assassini. „
Tipografia Fratelli BATTAEA, VINCENZO DUPLANCICH Redattore respon&abile^