Conto Corrente con la Posta.
0. u. della ,,$ocieia Ginnastica Zara'' c dcl ,,Circolo ganotticri Diadora''
Anno I. 2ARA, Oltobre 1924 Red. Palazzo fozza n. 3
Come il „Diadora" ando a Parigi
Siccome ho inteso a Trieste, mentre si disputavano
i Campionati Nazionali, commenH ed apprezzamenti diversi
da parte_ di vari canottieri e sportivi a carico dei nostri
Campioni, cosi credo oppdrluno far conoscere come i
canottieri del Diadora — Campioni d'Italia e d'Europa —
^iuDsero a superare la piu ambita prova, quelia delle Olim-
piadi, svoltasi quest'anno a Parigi.
Lo faceio anzitutto perche si conosca e si apprezzi
nel SUD vero valore il
sacrifizio dei nostri
Campioni che, entu-
siasti di rappresentare
l'amata Patria, grazie
solo alla loro mirabile
tenacia toccarono la
meta. Poi, perche, si
prendano a tempo tutti
i provvedimenti piu op-
portuni a ragrgiungere
in un prossimo avvenire
la miglior organizza-
zione possibile onda
ritalia possa bene af-
fermarsi nelle prove
mondiali, nella gfara tra
le g-randi nazionl.
Un'altra volta scrive-
ro suir allenamento -
stile e metodo - dei
nostri Campioni, og-gi diro soltanto ch'erano allenati e ben
preparati aila prova; in attesa sempre di poterla completare
nell* imbarcazione di tipo nuovo - donata dal C. O. N. I. -
I Campioni del „Diadora" alle Oiimpiadi di Parigi
imbarcazione che per vari motivi ancora non fu consegnata.
Imbarcazione che si volie di fabbrica nazionale, (ordinata
dal nostro C'rcolo nel mesa di maržo) e che non venne
utilizzata perche molto leggera per l'armo; le fu preferita
ia vecch?a, che pol... non fu ušata, perche arrivo a Parigi...
il giorno della prova appena.
Cominciamo l'odissea.
Partirono i nostri Campioni da Zera il 15 giugno per
Sesfo Calende a sostenere felicemente quella prova preo-
h'mpionica.
Indi, per non so qual
genere di economia
(forse due o tre mila lire
al massimo di spesa mi-
nore) furono fatti ri-
tornare da Šesto Ca-
lende a Zara il 24
giugno; benche il rap-
presentante del Dia-
dora racesse rilevare
le gravi conseguenze
che ne sarebbero deri-
vate ali' allenamento
dal lungo inutile viag-
gio di andata e ritorno.
In modo che aliavigilia
della prova olimpioni-
ca, dovettero perdere
ben cinque giorni in
viaggio, riducendosi
poi a remare in yole
per i rimanenti sette giorni. L'outrigger della Capodistria,
gentiimente loro offerta, non poterono usarla che una sol
volta. Dovettero poi sottostare ad una nuova prova a ero-
M. PATTIERA - ZARA
r>E>F»osnro r»E>Tieoivio, BBjif^iJVA. K BJAI^TA
DELLA RAFFINERIA TRIESTINA DI OLII MINERALI
..flLCOOL „FRATELLI DEaNGELI" - TRIESTE-BARCOLA
Conto Corrente con la Posta.
0, U. dclla „Societa 0innastlca Zara" e del „Clrcolo Canoltieri Diadora"
Anno I. 2ARA, novembre 1924 Red. Palazzo Fozza n. 4
Questa Rassegna, eco del nostro martirio, noi la offriamo in omaggio.
I nostri morti:
Benevenia Menotti - Codognato Francesco - Croce
Egidio - Croce Renato - Fabbrovich Ferruccio - Kraljevic-Or-
landini Roberto - Kraljevic-OrlandiDi Mirando - Linz Orio -
Rismondo Francesco - Tommaseo-Ponzetta Ferruccio - Vu-
cassovich Riccardo - Zong-aro Umberto - Zongaro Giacomo
- Zink Eneo - Zink Ezio. Presenti!
FRANCESCO RISMONDO
Francesco Rismon-
do, il martire dalmata,
nato a Spalato nei
1890. II 16 giugno
1915 si arruolava vo-
lontario nell'ottavo
Battaglione Bersaglieri
Ciclisti. Combatte va-
lorosamente sul S. Mi-
chele. Ferito ia com-
battimento e fatto pri-
gioniero dali' Austria,
fu processato per alto
tradimento e condan-
nato a morte.
F[ai[i!S(o Rismoflilo nella vita spoijiva
Quando nelle principali citta della Dalmazia l'azione
politica degli Italiani mal comincio a resistere aH'urto delle
ineffabili sopraffazioni esercitate d8ir elemento croato coadiu-
vato dai governi imperiali, gl' indigeni sentendosi stranieri in
časa propria si trincerarono nelle loro Societa e Circoli in cui
•sercitavano il culto della Patria e dove adoravano un solo
idolo: ritalia.
A Spalato ove 1'italofobia dei rinnegati e degli stranieri
infieriva piii che altrove, poi che la citta di Diocleziano era
stata scelta quale centro deirazione sterminatrice d'ogni
cosa che sapesse d'italiano, ivi la difesa degli indigeni ri-
chiedeva mezzi di opposizione piij agili e piu convincenti
capact ad incuorare le nuove generazioni alia lotta e tra-
sfondere nell'animo loro il dovere di alimentare il sentimento
nazionale e di conservare la propria lingua materna.
Della necessita di questo rinnovamento di tutte le fun-
zioni irredentistiche Francesco Rismondo era stato il soste-
nitore piii zelante. Per il suo spirito ardimentoso gli ambienti
sociali erano divenuti troppo angusti, la vita troppo oziosa
e r azione ognor piu lenta; senti insomma il bisogno di
teraprare le proprie fibre dedicandosi a nuovi allenamenti
dell'animo e del corpo. Ed ecco che Rismondo abbraccia
lo sport del ciclismo con passione cd entusiasmo. Amico
dei pericoli intraprende corse precipitose superando ostacoli,
sfiorando orli d' abissi, divorando chilometri di strade incolte
e fendendo le brezze frizzanti delle notti o l'arsura dei me-
riggi estivi. In quelia libera palestra delie sue energie vitali
Rismondo ideava la realizzazione dei suoi sogni giovaniii e
suir azzurro orizzonte della sua terra gli sembrava di veder
profilarsi lo svolgimento delle future battaglie, il trionfo
delle sicure vittorie e T approssimarsi delle navi liberatrici.
Animato da quelle vaghe visioni, un impulse di nuove
speranze nel dcstino della patria lo incitava a cercare nella
sport un mezzo di organizzazione politica e fondava il „Club
Veloc« di Spalato" cui in breve tempo si associarono le
migliori forzo giovaniii della sua citta.
Per Rismondo lo sport aveva assunto un carattere
austero di preparazione nazionale per cui Tallenamento dalle
forze fisiche doveva apportare un risveglio d'ogni vigore
dello spirito e della mente, donde un conseguente risorgi-
raent« della coscienza combattiva degli oppressi.
Si di«de quindi ali'opera piu indefessa incitando gl'in-
creduli ed incoraggiando i piu disposti a seguirlo nelle
M. PATTIERA - ZARA IMPORTAZIONE ESPORTAZIONE
DELLA RAFFINERIA TRIESTINA DI OLII MINERALI
93
/ILCOOL" „FRATELLI
DELLA DITTA
DEANGELI" TRIESTE-BARCOLA
Quanti ricorderanno le lezioni di voga di Venci Ster-
mlch! Lui che rideva seropre, in fatto di voga e di disci-
plina non ammetteva scherzi. Bisognava star attenti, vogar
bene e „tirare". Qu>indo poi si era g-iunti lontano dalla riva
e da orccchie pericolose, da un momento all'altro un sonoro:
„Avanti Savoia" elettrizzava gii animi e i muscoli e ci fa-
ceva provare tutte le ebbrezze di una gara.... con noi stessi.
II „lancione" provoco un grave incidente di alta di-
pioraszia.
Un bel giorno ia barca usci battendo a poppa una
bandiera dalmata. Ma dopo poco, hoppi capitarono i piloti
della capitaneria di porto ad inseg-narci che la bandiera
colle tre teste di leoparde poteva stare a prua, ma che a
poppa ci doveva andare Taustnaca.
Fu un g-iorno di lutto. La bandiera dalmata fu abbas-
sata. Tenemmo cons'^lio segreto. La discussione fu breve
e la decisione unanime; piuttosto che vedere davanti ai
nostri occhi e sulla testa del noštro coraandante la bandiera
austriaca, saremmo usciti neutri, anonimi, senza bandiera.
Nel 1898 ci si offerse l'occasione di acqiiistare uno
„scale" a sei rerai, non nuovo. Non c'erano fondi. Ci tas-
samrao in dieci a pagare per un anno 2 fiorini (pari a 4
lire) al mese. Quale nome sarebbe stato date alia nuova
barca? Diamine, tanto naturale: Roma!
Con questo fatto cessa il periodo preistorico, e siamo
entrati nei preludi della costituzione del Circolo Canottieri
Diadora.
L'idea marinara aveva fatto breccia; ii bisogno di una
societa del remo era sentito generalmente. Mancava ancora
di conquistare i „patres patriae" della politica e della finanza.
Anche questo fu fatto.
Lo spazio e il momento non ci concedono di prose-
guire nei ricordi, D'altronde il mio scopo e limitato ad un
piccolo tentativo di stuzzicare l'opinione pubbllca e di pre-
parare il materiale per le pubblicazioni che la „Dalmazia
Sportiva" potra fare, in forma di numeri unići, nell'occa-
sione dei prossimi g^iubilei dei Canottieri e della Ginnastica.
Anzi tutti coloro che avessero da correg-gere, da aggiun-
gere o da protestare contro questo sproloquio, sono pregati
di non dimenticare i'indirizzo del Palazzo Fozza.
(Continuaf. Oscar Randi.
II Canottaggio Nazionale
neir orgaaizzazione olimpionlca
(Cont. V. numero prec.).
Neir anno delle Olimpiadi di Anversa (1920) la Presi-
denza federale aveva fatto comunicare alle Societa parteci-
panti alie reg^ate, credo anche per mezzo della štampa,
alcune disposizioni che obbligavano le Societa partecipanti
quel}'anno alle Reg-ate nazionali e di Campionato a Como,
a sottostare a qualsiasi cambiannento negoli armi anche se
vincitori in singole gfare, e cio per poter formare eventual-
mente un armo misto nazionale, che avrebbe dovuto par-
tecipare alle Olimpiadi di Anversa. Non mi consta cio che
si scrisse in merito ali' armo misto nei vari Giornali sportivi
di queirepoca, E' certo pero - e lo ricordo benissimo -
che il primo armo misto improvvisato quell'anno a Como
con i vari campioni del remo presenti, tutti ottimi presi
individualmente, non riuscl a dare neanche la piii lontana
speranza d'una qualsiasi possibilita A'assieme. Troppe in-
sormontabili difficolta tecniche si sarebbero dovute superare
e vincere, in soli venti giorni di preparazione, per poter
formare un allenato armo nazionale capace di affrontare
quella prova mundiale: diversita enorme di ,,stile di voga'*
dei vari componenti l'armo; diversita di temperamento in-
dividuale non plasmato da un lungo e disciplinato allena-
mento in comune; uno svariato campionario di tipi d'im-
barcazioni d'ogni origine; e infine mancanza assoluta di
tempo. Tutto cio obbligo la Commissione tecnica a lasciare
inalterata la pratica, in uso fino allora, della prevalenza vit-
toriosa del singolo armo e della libera coropetizione delle
Societa; pratica, che poteva dare maggior affidamento di
vittoria.
Cosi cadde l'idea dell'armo misto nazionale ed oggi
nensmeno piii se ne parla.
Ma suir argomento mi riservo di ritornare quando
trattero della necessita di creare e di stabilizzare uno stile
nazionale - come fu fatto in altri generi di sport - e che
abbia a caratterizzarci rispetto alle altre nazioni ed a darci
la possibilita di organizzarci nazionalmente e di imporci
alle gare europee e mondiali.
* i;:
E sempre restando alle regate naz'onali di Como del
1920, ricordero che, rimasero in lizza, per i campionati na-
zionali ed eventualmente per rappresentare 1 Itaiia alie O-
limpiadi, solamente la Lario di Como e la Diadora di Zara,
essendo, come dissi, caduta la possibilita di formare un
armo misto per outrigger a otto.
II giovane ed allora promettentissimo armo della Lario
di Como rimase vittorioso; ma non fu prescelfo per )e O-
limpiadi. L'armo della Diadora, invece, ch'ebbe a subire il
noto incidente del remo, spezzatosi alle prime palate dalla
partenza (privato che fu della possibilita d'un confronto
con la Lario di Como.) s'era iraposto alla considerazione
dei competenti, sia per la beliissima vittoria riportata il
g-iorno precedente in yole a otto, sia per il coroplesso fdr-
tissimo sebbene non ancora stabilizzato. AU'armo della Dia-
dora rimase cosi la probabilita d' essere prescelto per le
Olimpiadi di quell'anno.
Da prima la Commissione tecnica federale decise di
indire una nuova gara di confronto tra la Diadora e la
Lario di Como, gara che si sarebbe dovuta disputare il
giorno successivo a quello dei campionati. Ma la Lario non
pote impegnarsi, e quindi si decise una prova al cronografo,
che pero non ebbe luog-o causa 1'incostanza del tempo.
Rimase cosi in discussione la proposta che avevo fatta
quale rappresetnante della Diadora, in una seduta con la
Presidenza federale, nei locali della Lario, di autorizzare
cioe r armo a otto della Diadora a rimanere a Milano allo
scopo di completare 1' allenamento per i rimanenti venti
giorni, nella miglior outrigger disponibile e di inviarlo poi
- qualora la prova al cronografo fosse stata favorevole sotto
ogni aspetto - ad Anversa. Nel caso contrario la Diadora
avrebbe dovuto sopportare tutte le spese.
Questa mia proposta fu allora accolta favorevolmente
da parecchi dei presenti, compreso, se ben mi ricordo, il
noto pubblicista ed esperto, Baglioni, deila „Gazzetta dello
Sport", il quale appunto in quei giorni, scriveva mettendo
in rilievo il progresso che V armo della Diadora andava fa-
cendo di giorno in giorno in outrigger.
La mia proposta fu respinta, credo per un veto
di differenza, e i Dalmati perdettero cosi l'occasione di rap-
presentare r Itaiia alla massima competizione mondiale di
Anversa, proprio alla vigilia delFinfausto trattato
di Rapallo.
(Continua). Verban.
Pellegrinaggio ginnastico a Fiume
Come gia per Trento, Trieste e la nostra citta, le
Societa federate compiranno anche per Fiume il loro rito
d'amore partecipando alla manifeitazione che il XIII Con-
siglio Sezionale, per speciale incarico della Presidenza fe-
derale, indice in Oiocausta redenta per i giorni 6 e 7
giugno del prossimo 1925.
La manifestazione sara costituita dal Pellegrinaggio
Ginnastico Nazionale e da una gran Fešta Ginnastica finale.
Tempestivamente ritorneremo sull' argomento, esau-
rientemente.
Ci piace, pero tosto, rilevare che a Fiume s'e gia
costituito un numeroso Comitato cittadino, sotto la presi-
denza del Comm. ing. Conighi, che ha formato le varie
commissioni gia intente al rispettivo lavoro.
Fin'ora e garantito il miglior successo dell'avveni-
mento che si sta preparando.
Fiume, signorile nell' ospitalita, accogliera festosa i
ginnasti che numerosi, senza dubbio, accorreranno da ogni
parte d'Itaiia. Sara questo un premio meritatj di amore per
la Citta deir Olocausto Inconsumabile. E un nuovo vincolo.
Nel nome augusto della Patria.
A evitare disguidi e perdite del giornale, raccomandiamo caldamente
a tutti quelli che ricevono la nostra rivisia di segnalarci tosto eventuali
cambiamenti di indirizzo di časa a di recapito-
H
fi
•H 0 0
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«H
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fi
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k
«H
•H Q
„Quando la tabacchiera, con il suo cognome incisovi,
regalatagli dai consoci del „Veloce Club" spalatino, £ dalla
quale Eg^li mai s' era volulo staccare, lo tradi ?
„Guarito fu affidato al boia. Cio n'sulta da un ordine
del giorno del Comando austriaco. Prima dell'esecuzione
gli chiesero se avesse qualche desiderio. Si. Ne aveva ancor
uno: „Viva Tltalia!" grido... Ma il boia s'affretto a pas-
sargK il laccio al collo, a stringere... mentre gli astanti im-
pallidivano.
„E Francesco Rismondo mori com' era vissuto: con
leonino coragg-io. Nell' ultima luce yide forse il forte Leone
di San Marco murato nel veneto bastione della casa ma-
terna, nella sua iontana citta natale....
„Ma i barbari non rispettarono nemmeno il morto:
dispersero ie sue ceneri ai vento; ad impedire che noi, in
pio, amoroso pellegrinaggio, andassimo a dargli il nostro
saluto, baciandolo di lacrime e di fiori..."
Qui a destra, qualcosa, come una bragia ardente, ci
bruciava, premendo il core.
„— Egli sapeva la sorte riserbatagli se fatto prigio-
niero. Eppure corse a noi volontario, lasciando la famiglia
€ gli agi e, pur possedendo tutte le qualifiche di ufficiale,
si arruolo come semplice bersagliere ciclista. Morire non gii
iooportava: era per !a Sua terra. Morto, voleva esser coperto
del Suo, del nostro tricolore. „La mia citta v' aspetta — mi
disse un giorno —; non la scordate voi che vivrete. Vi
attende, e da quando 1" Buona e dolce anima cara. Mori,
ma non fasciato del nostro tricolore. 11 giovane collo doveva
invece portare le traccie oltraggiose del boia. Si spense
cosi, santificato dal marlirio.
„11 Comaodo Supremo del nostro Esercito volle che
alla memoria del protomartire intrepido andasse il ricono-
scimento ufficiale della medaglia' al valore. E quanto, quanto
diče la breve motivazione! „Durante un accanito combatti-
mento si distingueva per grande valore finche cadeva ferito
gravemente — Monte San Michele — 21 iuglio 1915".
„E giorno verra in cui nella piazza veneta... ricorde-
remo il mariire suo purissimo, caduto, sul San Michele, sul
Carso maledetto, gridando: „ Viva l'Italia!".
Aveva finito. Negli occhi doloranti una lacrima bril-
lava; noi eravamo impietriti; nessuno osava parlare; il solo
rumor della pendola nelia stanza; la lampada mandava una
luce di sangue.
Fuori uggiolava il vento. Singhiozzava. Sembrava un
singhiozzo d'^anime in pena: come le nostre. Lontano, poi
sempre piii vicino, rombava, disordinato, il tuono; un rombo
strano, infernale, come lo deve aver udito dalla bocca dei
cannoni, Lui, lassu, sul San Michele, sul Carso maledetto,
Francesco Rismondo.
(FineJ. g. d.
II Dopolavoro da noi
11 Dopolavoro e un'istituzione di previdenza sociale,
la quale vuole elevare il livello spiriluale delle masse lavo-
ratrici, sviluppando armonicamente le facolta fisiche, intel-
lettuali e morali dell* individuo. II metodo per raggiungere
lo scopo non ha nulla di scolastico e di cattedratico: e in-
formato alla massima greca delV ec/ucare ricreando. Le atti-
vita ricreative attrarranno i soci, i quali poi si troveranno
arricchiti, quasi senza avvedersene, di nozioni utili e di norme
saggie; e l'unico sistema del vaso asperso di miele.
U Dopolavoro forma nel popolo una coscienza nazio-
nale; redime dal vizio, da nella vita una direttiva e una
meta, valorizza le spiccate attitudini individuali, nobilita la
fatica dei singoli, forma non degli uomihi istruiti, ma citta-
dini cosciehti, uomini onesti, forti lavoratori che sanno di-
gnitosamente guadagnare e conservare il proprio posto nel
mondo. E raggiunge altre provvidenze conseguenziali: mi-
glioramento fisico della razza — diminuzione della triste
pletora degli spostati e dei malcontenti — maggiore produ-
zione nel lavoro nazionale.
U Dopolavoro vuole educare; piii che la mente esso
vuole plasmare 1' animo del lavoratore e formare delle co-
scienze rette. Non ha un programma unico ed uniforme per
tutti; viceversa, esso ha svariate branche d' adattarsi alle
diverse circostanze e alle diverse ragioni. Ora si e in pro-
cinto di costiture coll'assenso della Confederazione delle
Corporazioni sindacali fasciste, 1'opera nazionale del Dopo-
lavoro, con gestione autonoma e si conta di ottenervi 1' a-
de&ione del Governo e delle AsSociazioni ed Enti nazionali
che si occupano dell'igiene, dell'assistenza e previdenza,
. degli sports, dell' educazione fisica, assicurazioni sociali, cul-
tura, istruzione tecnico-professionale, istruzione agraria, tu-
rismo, ecc. E' ovvio che codeste isntuzioni hanno tuttol'in-
teresse ad aderire al nuovo ordinamento del Dopolavoro,
che consentira loro di valorizzare al massimo građo la pro-
pria propaganda e di estendere il campo delie proprie pre-
stazioni in mezzo alle masse lavoratrici^
Dopo quando abbiamo detto pili sopra, e evidente
che nella nostra citta le istituzioni che potrebbero assuraersi
di organizzare il Dopolavoro sono l' Universita Popolare, tra-
sformandosi ed adattandosi alie nuove esigenze sociali, cioe
organizzando corsi speciali per operai ed in genere per la
gente del basso ceto.
Poi la Colonia Agricola che dovrebbe organizzare corsi
di propaganda agraria, ma sopratutto le nostre due massime
Societa Sportive e specialmente la „Ginnastica", la quale
ha sempre accolto nella sua palestra e nei suoi campi da
giuoco i giovani operai che intendevano addestarsi nei vari
rami dello sport ed anzi parecchi figli purissimi del nostro
forte ed intemerato popolo si sono affermati brillantemente
nei cimenti sportivi, sia a Zara che in Penisola.
E' da tempo pero che si nota nella nostra citta una
certa rilassatezza, una certa apatia, che dipendono certamente
non da poco patriottismo, ma dalle difficili condizioni eco-
nomiche, nelle quali si trova il ceto operaio ed in genere
il ceto basso.
La mancanza di lavoro nella nostra citta ha ingenerato
nella nostra classe operaia un senso di sfiducia verso tutto
e verso tutti. E' un male grandissimo, che ha determinato
una notevole emigrazione di operai da Zara sia verso le
Americhe, che nei paesi europei, in cerca di un lavoro red-
ditivo che possa dare loro la possibilita di campare 1' esi-
stenza. E' un male gravissimo, perche, in quei pochi che
sono rimasti ha creato un tale senso di scoramento che
davvero ci troviamo di fronte ad un fenomeno preoccupante.
Bisogna rim^diare. Ma come? Cosa sommamente gio-
vevole sarebbe il trovare lavoro sufficiente ai nostri operai,
ma purtroppo le condizioni odierne della nostra citta non
ci danno affidamento.
Saiebbe sommamente opportuno che il Governo si
decidesse ad iniziare 1'esecuzione della numerosa serie di
lavori pubblici progettati e che vi venissero impiegati tutti
gli operai disoccupati di Zara.
E' necessario pero che anche i nostri bravi popolani
vincano quel senso di abbattimenlo che ha pervaso 1* animo
loro. La nostra posizione e posizione di lotta, di battaglia,
posizione che deve essere da tutti accettata con spirito di
adattamento, nella certezza che i tempi, per noi, miglioreranno.
Se un senso di maggior fiducia e di maggior serenita
di spirito prevarra nelle nostre classi lavoratrici, la So-
cieta Ginnastica e 1' Universita Popolare e le altre istituzioni
adatte agli scopi dei Dopolavoro potranno organtzzare corsi,
squadre di ginnastica, equipaggi di voga ecc.
Le nostre istituzioni sportive e culturali faranno bene
ihtanto a fare opera di propaganda presso la nostra classe
lavoratrice inculcando a tutti con opera di persuasione e
di tenacia i principii sacri e provvidenziali, ai quali s'ispira
r istituzione del Dopolavoro. B.
CRONACA
La Croce di Gues-ra a tre soci della Ginnastica.
Una simpatica riunione
Recentemente il Ministero della Marina volle conferire
la Croce al merito di Guerra a tre nostri concittadini e soci
benemeriti: al cav. Vittorio Verban, ad Oscar Randi ed al
capitano mercantile Rodolfo Scopinich.
Al Verban ed al Randi perche fervidamente operosi,
e non senza pericolo, nel render utilissimi servizi alla nostra
Marina, sotto la dominazione opostolica; allo Scopinich per
essersi recato (assieme al cap. merc. Andrea Mussap, pure
nostro concittadino e pure insignito della Croce di Guerra)
sei-vendosi d'un rimorchiatore apostolico (leggi: auštro-un-
garico), ad invocare le navi liberatrici della Patria...
Giovedi sera, 5 m. c., riunitisi in una sala della Gin-
nastica, addobbata elegantemente, tutti i membri della Di-
Conto Corrente con la Posta.
Anno II — numero 6
ZARA, Giugno 1925
Red. e Amm. Palazzo fozza
VIOE^IV^A = ITO Kivi = TORIIVO
Potremmo ricordare con orgoglio le tappe ascensionali
delle giornate maggiori in cui la nostra Ginnastica, come a
Vicenza, a Forlì, a Torino, sì meritò la vittoria. No. Lo ri-
cordiamo invece con la semplice, ma profonda, soddisfazione
intima dì aver corrisposto agli scopi che da lunghissimi anni
la nostra società si prefisse: senza ambizioni, ma con instan-
cabile tenacia, sempre più in alto, sempre piti avanti attraverso
le competizioni sportive, per amore e l'esaltazione della Patria !
Queste vittorie le debbiamo certo all'operosità dei
dirigen^^i la nostra Ginnastica, »11* infaticabile maestro sociale
benemeritissimo, ai caposquadra volonterosi e allenati, ai
ginnasti tutti, insomma, obbedienti e disciplinati. Ma lo dob-
biamo sopratutto ad un grande fattore — e questo è il vero
nostro orgoglio — morale, a quel profondo sentimento na-
zionale che ci fènde infinitamente grata la vittoria perchè
in essa vediamo sempre una sublimazione della Patria,
un rito magnifico d'amore, gioia e destino ambitissimi
concessi a noi solitari oltre l'Amarissimo, che dai trionfi
presenti traggiamo il buon augurio per un altro trionfo, più
pieno, domani.
Si aspettavano, quest'inverno, i programmi dei Concorsi
che erano preannunziati per la primavera. Uno dopo l'altro, a
breve distanza di tempo, ci sono giunti, e per prima cosa
abbiamo con l'occhio cercato le date che dai rispettivi co-
mitati erano state fissate.
Vicenza 9-10 maggio — Forlì 16-17 maggio — Torino
23-24 maggio.
TI e domeniche consecutive, tre concorsi!
E Zara a Vicenza doveva andare perchè non poteva
essere assente da un Concorso che si denominava: Concorso
ginnastico delle Terre di S. Marco, e perchè quello era
i'intersezìonale a cui per regolamento doveva partecipare
prima di intervenire ad altri Concorsi.
A Torino si doveva andare per mettere in valore la
magnifica squadra femminile sulla cui ottima riuscita non si
aveva alcun dubbio, e anche per rendere alla squadra fem-
minile di Torino la visita fattaci in occasione del nostro
Concorso ginnastico Adriatico.
A Forlì non si poteva mancare per gli insistenti genti-
lissimi inviti da parte di quel Comitato che voleva assolu-
tamente la squadra nostra alla sua manifestazione.
E dalla necessità di essere presenti ai tre Concorsi
sono sorte difficoltà non lievi che, oltre al lavoro per la
preparazione tecnica delle squadre, ha dato non poco da
fare ai dirigenti la Società.
Ma nonpertanto le difficoltà furono superate e parte-
cipammo ai tre Concorsi dove le nostre valorose squadre
fecero sventolare il nostro gagliardetto abbrunato e dove
seppero meritarsi lusinghiere classifiche.
VICENZA.
Vicenza era una nostra vecchia conoscenza ; già nel
1921 due nostre squadre, una di allievi e una di adulti
avevano preso parte ad un Concorso intersezionale ; sape-
vamo perciò il gentile spirito ospitale della città e la capa-
cità organizzatrice dei componenti il Comitato. Quest'anno
una nostra squadra di ginnasti adulti comandata dal capo-
squadra sig. Lorenzini Egidio,che perla prima volta presentava
una squadra alla giurìa, e composta dei ginnasti : Brazza-
novich D., Rutar V., Mussap N., Mussap C.. Ceccoli A„
Rubessa G., Bacassun C., Albanesi G., Handel G., Hein M.,
Decovich A., Allacevich A., Donati A., Berettini G., Jurina
A., Concina U., Hrach U., prese parte alla gara nazionale
adulti, il cui si aggiudicò il premio di primo grado consi-
stente in una medaglia grande di argento e in uno splendido
leone di S. Marco in bronzo, dono del Municipio di Vicenza.
FORLÌ.
Tornati in sede i ginnasti partecipanti al Concorso di
Vicenza, partirono quelli che dovevano prendere parte al
Concorso di Forlì. La squadra questa volta era comandata
dal caposquadra Ferrari Stanislao che non era nuovo alle
giurìe nella sua funzione di caposquadra essendosi già pre-
sentato come tale a diversi altri concorsi sempre con lu-
singhieri risultati. Componevano la squadra i ginnasti : Lo-
renzini E., Vezil B., Boxvn C., Demarchi E., Concina U.,
Hrak U., Crivelli A., Brazzanovich D., Mussap C., Decovich
A., Jurina E.
La squadra che si presentava in ottima forma ottenne
una splendida classifica (132.60 su 135) aggiudicandosi il
premio di primo grado consistente in Corona di alloro e
in una splendida coppa, dono dei magistrati di Forlì.
M. PATTIERA - ZARA """^S^P^o^fW
I>BM»0(SIT0 K JVAU^TiV
DELLA RAFFINERIA TRIESTINA DI OLII MINERALI
ym w ^ ^^ I ^^ della DITTA
FILVIUUL „FRATELLI DEANGELI" TRIESTE-BARCOLA
Conto Corrente con la Posta.
Anno II — numero 8
ZARA, Agosto 1925
Red. e Amm. Palazzo Pozza
Il Congresso ordinario della Società Ginnastica
Martedì 28 luglio ebbe luog-o nella Sala F. Rismondo
il Congresso annuale ordinano della Società Ginnastica Zara.
L'assennblea, in mancanza del Presidente dott. R. Gazzari,
assente da iŽars, era presieduta dal vicepresidente dott. C.
Sòrich. li seg^retario prof. N. Filippi, dopo aver ie'to il ver-
bale del Congresso precedente, che venne approvato, diede
lettura della relazione virtuale per l'anno sociale 1924-25.
Egli cominciò col dire che, lasciando ai fatti la loro
eloquenza, li avrebbe citati senza mag nificarli perchè i soci da
soli dalla nuda esposizione dei fatti deducessero l'importanza
dell'attività svolta dalla vecchia Istituzione nell'anno sociale
che si è chiuso col 30 giugno u. s.
Cominciò col far rilevare che la pubblicazione della
„Dalmazia Sportiva" fece opera di viva propaganda dalmatica
in tutte le città d'Italia in cui viene periodicamente inviata
ad Istituzioni sportive e politiche, ad autorità, a personalità.
Fece conoscere all' assemblea le pratiche per effettuare
un pellegrinaggio a Roma, allo scopo di offrire una targa al
Presidente del Consiglio. Le pratiche furono frustrate da
eventi politici, e la targa attende momento più propizio per
essere consegnata.
Il segretario parlò dei corsi premilitari e della Società
del Tiro a Segno Nazionale a cui la Società offrì ì locali
nella propria sede e preaai per le prossime gare. Disse del-
l' attività della Sezione scherma che fu abbastanza frequentata,
ed espresse la riconoscenza della Società per il Sig. De
Denaro Bruno che diede lezioni di sciabola e che ha for-
mato un nucleo numeroso di allievi.
Passò poi a parlare della attività della Sezione ginnastica,
che ebbe l'epilogo nel saggio finale eseguito allo Stadio
e con la premiazione degli allievi ed allieve che hanno re-
golarmente frequentato le lezioni durante l'anno scolastico.
Per la prima volta fu quest'anno offerta una medaglia
d'oro ai sette capisquadra che aiutarono il maestro Veglia
prof. Felice nell'arduo compito della istruzione delle diverse
squadre. Non si dilungò ad enumerare i premi vinti dalle
squadre ginnastiche che si recarono a diversi concorsi del-
l' annata, ma citò solo i nomi delle città dove la Società
nostra intervenne : Vicenza, Schio, Forlì, Torino, Fiume.
Passò poi a parlare della Sezione Danza, che ebbe il
pili gran successo col tradizionale ballo in costume dei bam-
bini e coi numerosi riuscitissimi balli in costume e a viso
degli adulti. Ottimo quest'anno l'esito della tombola „Pro
Concorso" sia per numero che per valore di premi.
Il segretario diede poi relazione della Sezione dram-
matica, che ebbe una discreta attività e che promette un
avvenire rigoglioso. Disse della Sezione atletica che non
diede quei frutti che si dovrebbero pretendere cogli elementi
che si potrebbero avere a disposizione; tuttavia, aggiunse
che, nel campo dell'atletica dobbi=tmo essere orgogliosi di
annoverare fra i nostri giovani una campione nazionale nel
corridore G, Basan che vinse il campionato dei 5000 m.
nella ultima riunione di Bologna. 11 segretario ebbe parole
di vìvo compiacimento per il successo deli' ottimo atleta
nostro, e tutta l'assemblea applaudì ed acclamò ii campione.
Lodò anche l'atleta A. Devoscovi che ottenne dei primi premi
alla riunione atletica di Fiume e si fece onore a Riva dei Garda.
Passando alla Sezione Calcio, il segretario disse che dopo
un periodo dì adattamento, la Sezione ebbe quest'anno
una bella attività riuscendo a portare la prima Squadra ad
un grado di preparazione tale da poter misurarsi degna-
mente con le più forti squadre delle Marche.
Dopo aver accennato alla ospitalità data nei Ioaali so-
ciali alle squadre dell',,Ente Nazionale per l'Educazione
Fisica", dopo avere esposto il progetto di assumere per
r anno scolastico prossimo venturo direttamente l'istruzione
ginnastica di una parte di tali squadre, e dopo aver accen-
nato alle trattative svolte col „Dopo Lavoro" per avere
anche il compito sportivo che esso sì prefigge, disse dello
Stadio e della pratica relativa che adesso è nella fase riso-
lutiva, e della Palestra per la quale le pratiche lunghissime
non lasciano ancora vedere una prossima soluzione, benché
la questione sia di tale importanza da poter affermare es-
sere questione di esistenza per la Società. Disse poi del-
l'organizzazione interna che è precisa e completa attraverso
le varie sezioni, e annunziò la prossima istituzione del se-
gretario amministrativo organizzatore stipeAdiato.
Ricordò per coloro che non ne fossero informati che
l'anno venturo il Congresso della F. G. N. I. sarà tenuto
a Zara; e disse che si è decisa la ristampa dello Statuto
Sociale, colle modificazioni stabilite nell'ultimo Congresso
sociale straordinario.
Parlò della partecipazione a tutte le manifestazioni lo-
cali e dell' invio a Roma di una rappresentanza alla mani-
festazione di amore e di riconoscenza ai nostro „Re Libe-
ratore" nel suo XXV anno di Regno, e l'assemblea acclamò
lungamente, assurgendo.
M. PATTIERA - ZARA IMPORTAZIONE ESPORTAZIONE
l>E>JPÓSITO l^lSrHfOIvIO, BEMV^tJVA M JifAIF^TA
DELLA RAFFINERIA DI OLII MINERALI - FIUME
„ii[oir-,.»[Biooiii" „ S. A. DELLA DITTA .FRATELLI DEANGELI" — TRIESTE-BARCOLA
Conto Corrente con la tosta.
Anno li — numero 9-10
ZARA, Settembre-Ottobre 1925
Red. e Amm. Palazzo Pozza
l Appello iliillii KiPPiisliia
La Direzione della Ginnastica, nella sua ultima tornata,
nominò un Consiglio di amministrazione per i lavori neces-
sari al completamento delio Stadio (del quale parliamo in
altra parte della rivista). Esso riuscì composto dei sig-.ri :
Devetak cav. Giovanni, Lubin dott. Luigi, Perlini cav. Marco,
Rigetti Antonio e Verban cav. Vittorio.
A coprire le spese, certo enormi, che si richiedono
per sistemare decorosamente e meritatamente questa nostra
vecchia Istituzione che à un passato nazionale e una mis-
sione futura altissima da compiere, il Consiglio lancerà a
Zara e in Penisola un prestito con buoni da Lit. 100 e
da 50 l'uno.
A coprire questo prestito il Consiglio invoca il sussidio
generoso di tutti gli Italiani ai quali rivolge l'appello che
pubblichiamo:
. Fratelli,
•Accogliete con fraterno consenso la voce che s'eleva
dalla pili sacrificata delle città che, posta ai confini della
Patria, ha un'alta missione nazionale da compiere in difesa
degli Italiani adriatici, ancora asserviti a straniero dominio
e aspettanti la diana di nuove riscosse. Accogliete, con animo
pronto e volontà ferma, l'appello che oltre l'Adriatico vi
lancia la „Società Ginnastica Zara'^, istituzione alla quale
, cinquant' anni di vita, spesi nell' educazione fisica e nazionale
. dei giovani, in un postò avanzato di resistenza latina, danno
il diritto di chiedere ad oghi Italiano di sicura fede Tassi-
• steoza morale e l'aiuto materiale per sostenere una lotta,
oggi più che mai impari ed ardua.
La „Società Ginnastica Zara", ricorrendo il cinquante-
nario della sua attività, si trova nel piìi stretto bisogno di
assicurarsi una sede degna, ove possa svolgere l'opera edu-
cativa che si è prefissa, senza piìi ricorrere ad espedienti
transitori che erano forse bastevoli e giustificaii soltanto
allora, quando un tirannico governo antinazionale rie mirava
le basi con provvedimenti reazionari. Oggi che qui sventola
dopo la Vittoria il vessillo sacro della Nazione è necessario
che a questa Società, orgogliosa del suo passato di purezza
e di forza italica anche nelle ore piìi cupe dell'oppressione
austriaca, ogni buon patriotta dell'altra sponda fornisca la
possibilità di fecondo ed efficace incremento.
Invochiamo quindi, convinti delia necessità della nostra
missione e dell'urgenza di questo appello, il sussidio gene-
roso dei Fratelli per la copertura del prestito che la „So-
cietà Ginnastica Zara" è costretta a lanciare per costruire
un proprio edificio che avrà un significato di „Casa nazio-
nale" agli estremi termini dell'Italia redenta.
Sottoscrivere azioni è atto di solidarietà nazionale!
nie Spoia Ineia a Zaia
per l'incontro calcistico
Nella fatidica giornata del XX settembre, domenica,
giunse alle ore 8, graditissima, la forte squadra calcistica
dell'Unione Sportiva Anconetana, alla quale s'era unito un
gruppo di gitanti — soci — fra cui parecchie signore e
signorine; un insieme di oltre centocinquanta persone.
A riceverli gli ospiti si recarono alla Riva IV Novembre
la Direzione e molti giocatori calcisti con }a banda sociale,
preceduti dalla quale si recarono ad accompagnare gli ar-
rivati all'albergo.
Nella mattinata, accompagnati da vari membri di Di-
rezione e da parecchi Soci nostri, gli ospiti visitarono la
città, i vari monumenti, le cose più notevoli, fra le quali il
Museo archeologico di S. Donato, dove il prestantissimo
prof. Bersa -— al quale la Direzione esprìme ringraziamenti vi-
vissimi — fece con cortesia e colla competenza sua ben nota>
da guida. m
M. PATTIERA - ZARA IMPORTAZIONE ESPORTAZIONE
I>B>F»OÌSLTO R»E>TR01>I0, E IVAI^TA
DELLA RAFFINERIA DI OLII MINERALI - FIUME
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S. A.
DELLA DITTA
„FRATELLI DEANGELI«« - TRIESTE-BARCOLA
Conto Corrente con la Posta.
Anno II — numero 11
ZARA, novembre 1925
Red. c Amm. Palazzo fozza
r o r i ± o o
Carlo Del Croix ritorna fra noi, non più per lanciare
da Zara T invettiva tremenda contro i traditori della Patria
ed i rinnegatori della Vittoria, ma per levare con la sorella
mutilata che da lui attende la
consacrazione del lungo martirio,
un' inno alla Patria risorta, all' Italia
degna del suo nome e della sua
Storia.
Nell'ottobre del 1920, quando
il tradimento della Dalmazia si stava
preparando in silenzio, Carlo Del
Croix voleva parlare al popolo di
Milano, voleva dire al popolo tutto
10 strazio di questa terra italiana
che i sozzi mercanti si preparavano
a barattare. La polizia di Giovanni
Giolitti, il paladino della libertà,
11 difensore odierno dei «diritti del-
l'uomo», impedì al Grande Muti-
lato di parlare della Dalmazia.
Bisognava che la terra venduta,
non fosse nominata. Che il suo mar-
tirio non fosse esaltato, che il suo
patriottismo purissimo non fosse
citato ad esempio di fronte al triste
spettacolo della Nazione vittoriosa
in pieno disfacimento.
Oggi Carlo Del Croix, il com-
battente purissimo che impersona
l'eroismo e la fede del soldato italiano, potrà far udire
liberamente la sua voce, dalle venete mura di questa
piccola martire, che nella sua purissima anima italiana rac-
coglie il palpito e la speranza di tutti 1 Dalmati.
Carlo Del Croix sa di parlare oggi ad una Nuova
Italia, governata da uomini di vo-
lontà e di fede, consci delle mi-
serie passate, e decisi a seppellirle
sotto le granitiche mura della Pa-
tria restaurata.
La Società Ginnastica «Zara»
che da Carlo Del Croix ebbe
generosamente alimentata la sua
vita consacrata all' educazione fisica
e patriottica di giovini dalmati, la
Società Ginnastica «Zara» che
all' eroe purissimo deve la sua ri-
nascita piena di promesse, fondata
sull'amorevole appoggio di tutta la
gioventù italiana, attende con grande
esultanza il ritorno del venerato
nobile fratello, cui manda il suo
devoto e fervido saluto, nel momento
in cui sta per posare ancora una
volta il piede benedetto su questa
terra indomita ed indomabile.
A Carlo Del Croix, 1' animatore
instancabile, l'artefice tenace della
coscienza nazionale ; al collabora-
tore prezioso del nostro Duce Benito
Mussolini, giunga il saluto fervido e
devoto dei ginnasti di Zara e 1' omaggio reverente e pieno di
speranza, della Dalmazia romana. M, Mandel.
M. PATTIERA - ZARA IMPORTAZIONE ESPORTAZIONE
UEM'OJSITO l'Iv'rWOJ^IO. K IVAITTA
DELLA RAFFINERIA DI OLII MINERALI •• FIUME ,.iii[oir-jE S. A. té DELLA DITTA „FRATELLI DEANGELI" - TRIESTE-BARCOLA
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