Organo della società agraria della Dalmazia
Esce il primo ed il terzo mercoledì d'ogni mese. L'abbonameato aunuo è di fiorini 2 anticipato. Per l'estero franchi 6. Semestre in
proporzione. Dirigere le lettere e gli assegni alla Redazione del giornale.
SOCI ONORARI
della Società agraria della Dalmazia
-ooSoo-
Col massimo piacere aonunziamo la gratissima notizia che la Direzicoe nella VII, sedata
del 1 e 2 Marzo corr. ha nominato ad unanimità a Soci onorari della Società agraria della
Dalmazia, i seguenti rispettabilissimi personaggi:
Sua Eeeellenza il Dr« Ferdinando nobile di Blututeld
Consigliere intimo di S. M. I. R. A. e capo-sezione del Ministero d'agricoltura.
Splridione prof Brusina
professore dell' Università di Zagabria e direttore del Museo nazionale
Sua Eccellenza Francesco Conte Coronini Cronberg
Consigliere intimo di S. M. 1. R. A. e presidente dell' 1. R. Società agraria del Goriziano
Ervino n^ìbile Cseh
Grande zupano e presidente della Società agraria della Slavonia
Sua Eccellenza Ciorgio Conte Jellacié
Consigliere intimo di S. M. I. R. A., tenente maresciallo in riposo e presidente della
Società agraria della Croazia
Edmondo mach
Direttore dell' Istituto agrario di San Michele nel Tirolo
Dr. Massimiliano cav. de Mersi
Presidente del Consiglio provinciale d'agricoltura del Tirolo italiano
Gustavo prof. Pexider
Direttore dell' istituto agrario di Križevac.
I distinti e benefici servizi prestati dai nominati soci onorari nel campo dell' agricoltura
e deir economia nazionale; e la squisita gentilezza colla quale tutti accettarono cortesemente la
nomina, formano il più bel vanto che la nostra Società poteva desiderare. Noi potremo conside-
rarli come otto gioielli che serviranno di ornamento e di decoro alla Società agraria della
Dalmazia, la quale naturalmente sorretta da si nobili campioni, le daranno nuova forza e nuovi
mezzi morali per rendersi utile e benefica a tutta la Dalmazia, la quale unicamente dal risor-
gimento economico della popolazione può attendere un felice avvenire.
f
68
,, I
parte che tratta la „fermentazione e tecnologia del
vino. " Sarebbe molto difficile il citare i tanti memo-
riali, e le relazioni di missioni scientifiche che Mach
nel lungo periodo di attività scrisse e che per la mag-
gior parte furono resi di pubblica ragione mediante
la stampa. Collaborò inoltre nel volume il Tirolo
à^W o^QTdi, ^Oesterreich-Ungarn in Wort und Bild."-
Sin dalla fondazione del Consiglio d'agricoltura
del Tirolo (1881) funge egli quale consulente tecnico
delle sue due Sezioni (Innsbruck e Trento :) e per le
sue estese cognizioni e per lo straordinario talento
organizzatore vi ebbe spesse occasioni di rendersi
benemerito delle stesse. Caldo amico e favoreggiatore
del principio di cooperazione, fu sua cura particolare
di raiforzarlo viemmaggiormente in paese -, prese viva
parte nella fondazione di Casse di prestiti e risparmio
basate sul sistema di Eaifieisen e delle Cantine so-
ciali, istituzioni tutte che già ofirono la garanzia di
un progressivo prospe oso sviluppo.
Si può dire quasi con sicurezza matematica che
dal 1873 in poi non vi fu esposizione specialmente
agricola — forestale o congresso nazionale od inter-
nazionale al quale egli non prese parte, vuoi come
membro delle commissioni dell' aggiudicazione dei
premi, —- vuoi come referente speciale o generale.
Mach intraprese molti viaggi incaricato di mis-
sioni scientifiche nominatamente dal Ministero d'agri-
coltura. Nel 1885 fu nominato membro della Com-
missione centrale filosserica e nel 1891 e 1892 funse
quale esperto nelle conferenze tenute fra i delegati
austro-italiani per r attuazione della clausola sui vini,
fatalmente nota.
E socio corrispondente della I. R. Società agraria
in Vienna e della R. Accademia dei georgofili in
Firenze; socio onorario del Consorzio agrario dell'Alta
Pusteria, della I. E,. Società agraria di Gorizia, della
Società agraria roveretana, della Società di frutti ed
orticoltura in Bolzano, cittadino onorario di S. Mi-
chele, ecc.
isFel 1893 il Direttore Mach compiva il 20.o anno
di suo servizio in S. Michele: in tale occasione fu
fatto segno di vive simpatie e regalato di speciali
onorificenze da parte della Giuta provinciale tirolese,
delle due Sezioni del Consiglio d'agricoltura e di
altre istituzioni del Taese.
Finalmente nell' agosto dello stesso anno in rico-
gnizione dei suoi lunghi e validi servigi a vantaggio
dell' agricoltura del Tirolo in genere, S. M. volle no-
minarlo i. r. Consigliere di Reggenza.
Questo benemerito e molto attivo patriotta, ha
ora quale onorario socio della Società agraria della
Dalmazia, un vincolo di stretta amicizia anehe colla
nostra provincia.
N.ro 632.
PROTOCOLLO
delia TIII Seduta delia Direzione delia Società agraria
delia IHIniazia
Zara 6. aprile i8g4.
Presenti: E. M. Vusio presidente; A. prof. Ni-
mira I. vicepresidente; N. prof. Batistid; E. Božid,
F. Ivacich, P. Lorini, M. prof. Katurid, A. Spada,
C. Tamino, e R. Vlahov consiglieri.
Membri della giuntà : M. Luxardo, C, Mazzocco,
P. Giampieri e M. Mondini.
Segretario: D. Alacevich;
Invitati: Beniamino Vukid — Assistono alla se-
duta parecchi soci da Zara e dalla provincia.
11 presidente apre la seduta alle 7 25 pom.
Non si da lettura del protocollo dell' ultima
seduta, perchè venne già stampato. Il presidente però
domanda se qualchuno ha da fare in proposito delle
osservazioni. Il signor Mazzocco osserva che nell' ul-
timo protocollo venne omessa la sua proposta e dalla
maggioranza accettata, di invitare il Conte Manfredo
Borélli presidente del Consiglio prov. d agricoltura
in Zara onde volesse accettare la nomina di Socio
onorario della Società. 11 presidente gli osserva che
sulla base del conchiuso, la Presidenza sub N. 536
ha eseguito tosto l'incarico in iscritto ; ma siccome
fra i 9. invitati fu il solo che rispose di non poter
accettare la nomina, non era punto opportuno di in-
serire la proposta fatta. Si da dapoi lettura della ri-
sposta ricevuta dal Conte Borelli, e si decide a
grande maggioranza di inserire la rettifica nel pre-
sente protocollo.
Si da lettura della gentilissima lettera colla quale
il com. : Brioschi Frane. Senatore del Regno e direttore
della Scuola Superiore d'agricoltura di Milano ac-
cetta con ringraziamento la nomina di Socio onorario
della Socetà agraria della Dalmazia.
Messa a votazione la proposta, viene ad unani-
mità e con plauso nominato a Socio onorario il
Com : Francesco Bridsehi
Si passa dapoi all' ordine del giorno.
I. „Come le scuole popolari potrebbero coope-
rare allo sviluppo dell'agricoltura. " Lorini quale rela-
tore legge una dettagliata relazione, la quale ascoltata
colla massima attenzione, e più volte nel corpo della
lettura applaudita' viene d i ultimo ad unanimità ap-
provata colle relative resoluzioni. Yiene stabilito ad
unanimità di stampare la relazione per intere nei
giornali sociali in ambe le lingue; e dietro proposta
del Sigr. Mazzocco viene votato un atto di ringra-
ziamento al Lorini il quale con questo lavoro onora
la Società e coopera al benessere della popolazione.
II. „Sulla Istituzione di Società villiche" Il Co-
mitato di 5 membri per studiare il progetto, a mezzo
del relatore Lorini presenta la relazione con 8 con-
chiusi — i quali dopo un' emenda fatta dal cons-
Ivacich ed accettata ad unaminità, vengono approvati.
I conchiusi sono i seguenti:
II Comitato eletto a studiare il modo con cui
si potrebbe sollecitamente venire alla Costituzione di
società villiche in Dalmazia;
^ inteso il rapporto del proprio relatore sig. Pietro
Lorini, raccomanda alla spett. Direzione della Società
Agraria della Dalmazia di accogliere le seguenti
risoluzioni :
1. Si deve raccomandare la costituzione di so-
cietà villiche sulla base de'criteri enunziati nell'in-
cluso progetto di Statuto della già esistente società
villica di Sale;
Il detto progetto di Statuto dovrebb'essere
modificato, dal punto di vista formale, in guisa, da
far considerare là società viilica una semplice asso-
ciazione e non già un consorzio industriale.
3. Elaborato cosi uno statuto a base della vi-
gente legge sulle associazioni, si dovrebbe pubbli-
carlo e mandarne qualche copia ad ogni comune,
pella distribuzione a' parroci ed a' maestri del pro-
prio circondario.
4. Air iniziatore di una società villica si procu-
ep
74
ultimo perchè tenga a memoria questa fratellanza,
gli offre dei doni, che per molti villici è una vera
manna celeste **).
Queste prelezioni sono quindi un nobilissimo
esempio che Zara la capitale ha dato per la prima;
nobilissimo esempio che riflette i suoi vantaggi
non solo dal lato economico, ma sociale e morale;
anzi si può dire il principio pratico di quel rige-
ramento morale e sociale che la Dalmazia sente
tanto bisogno, se vuole porsi al livello delle na-
zioni civili e progredite.
Questo nobile e generoso esem.pio trovi imi-
tatori in provincia, e la Dalmazia con questo mezzo
la potremmo rigenerare.
Intanto facciamo caldo appello a tutta Zara.
per poter raccogliere più abbondanti frutti
delle prelezioni, i premi sono un conditio sine qua
non. La Società agraria non possedendo ancora
sufficienti mezzi, si raccomanda alla generosità del
ceto cittadino. Ogni qualunque articolo, oggetto
o mezzo che può interessare o rendersi utile al
villico, tutto servirà per incoraggiarlo. ***) Una
zappa o strumento qualunque, un temperino, un
sacchetto di farina o di paste, una beretta, una
cintola, una pentola, — insomma tutto verrà rice-
vuto con piacere dalla Direzione permanente o dal
suo presidente il sig. M. Luxardo. Zara si mo-
strò sempre generosa e splendida nell'incoraggiare
ogni buona istituzione; siamo certi quindi che il
nostro appello incontrerà nella cittadinanza pieno
favore.
***) La lista dei donatori coli'indicazione degli oggetti do-
nati verrà riportata nel nostro giornale. Chi volesse spedire de-
naro, indichi di preferenza quali oggetti desidererebbe che si ac-
quistassero per i premi.
Come le scuole popolari della Dalmazia
potrebbero cooperare allo sviluppo
dell' agricoltura?*)
e è da qualche tempo un lodevole risveglio nei
circoli competenti, tendente a migliorare le condizioni
del ceto agricolo della provincia. Questo risveglio,
se ben diretto ed utilizzato, darà, in un prossimo
avvenire, de' frutti eccellenti; mentre, nel caso op-
posto, procurerà delle forti spese, ed i risultati non
staranno in adeguata proporzione al capitale, agli
studi ed al tempo all' uopo impiegati.
L' esperienza c' insegna — e davanti a questa
ogni concetto teorico, che fosse contrario, deve ca-
dere — che ad onta degli sforzi fatti negli ultimi
tempi a far cessare od almeno diminuire l'emigrazione
e r usura, a migliorare le razze degli animali, pro-
muovere la selvicoltura, difondere la seminagione
de' trifogli e dell' erbe mediche, migliorare la confe-
zione dei prodotti del suolo, ed applicare contro le
malattie della vite e dell' ulivo i rimedi dalla scienza
scoperti, ad onta di tutti questi sforzi, dico, noi siamo
rimasti nel più deplorevole statu quo; anzi, tenuto
calcolo del sempre crescente impoverimento della
*) Questa relazione che conclude in una proposta molto pra-
tica venne approvata nella seduta 6 aprile, e la Direzione della
Società Agraria ad unaminità decise di stamparla per intero in
entrambi i giornali sociali. (iV'. d. R)
forza produttiva del suolo e della circostanza che
nulla si fa a scongiurarlo, si può asserire che nep-
pure lo statu quo, per quanto misero, si conserva.
Tant'è, noi, in linea agricola, si peggiora, ad onta
di quanti sforzi si facciano a muovere un passo avanti.
Ciò premesso, non sarà azzardato il dichiarare
che, se per quanto si faccia ad applicare le innova-
zioni dal progresso della scienza richieste, noi si stà
stazionari, noi si lavora su d' un campo ingrato, su
d' un campo che sempre più ci tradisce, vuol dire
che ci dev' essere una causa contro cui va urtare e
frangersi ogni lodevole iniziativa. Noi seminiamo pa-
role e queste non possono produrre, nè produranno
giammai, dei fatti, se non a patto che vadano cadere
su terreno dissodato e ben pronto.
Il terreno da dissodarsi, da farsi pronto a ri-
cevere i semi chiamati a redimere la nostra economia
nazionale, è il nostro ceto agricolo.
Finora noi predicammo e pochi c' intesero ; e
questi pochi furono i privilegiati dalla sorte; gente
alla quale i maggiori, vissuti in circostanze favore-
voli, prepararono uno stato, una posizione sociale;
questi pochi, che non sono obbligati a mangiare il
proprio pane col sudore della fronte, non vogliono
essere disturbati ; a costoro si grida invano : studiate,
esperimentate, fatevi iniziatori, applicate i postulati
della scienza. Eglino vi rispondono: rivolgetevi ad
altri ; il nostro pane noi ce 1' abbiamo !
Dunque, ad essere intesi, convìén rivolgersi al
popolo.
Ma il nostro popolo in genere, il ceto agricolo,
in ispecie, langue ancora sotto il pondo di vieti pre-
giudizi, i quali lo fanno cieco ed incredulo. Si decise
d'incivilirlo e si cominciò diffondere l'istruzione ele-
mentare; ma questo risveglio, in Dalmazia, data da
poco, da una ventina d' anni, e dispone di pochi
mezzi; ora si sa, che i frutti dell'istruzione popolare
non si fanno rfiaturi in sì poco tempo; fa d'uopo che
la precedente generazione sia istruita, perchè la sus-
seguente ne raccolga i frutti.
L'istruzione popolare porterà anche da noi, a
suo tempo, i frutti che porta presso nazioni che prima
di noi si accinsero ad istruire ed educare il popolo;
ma convien attendere.
La maturità in linea intellettuale e morale, e lo
sviluppo economico che ne consegue, si svolgono
gradatamente a base di principi e di leggi naturali;
sforzi in questo senso, nè salti, non se ne fanno.
^ Si potrebbe dunque attendere, avendo tempo a
disposizione: noi non ne abbiamo e quindi, dove altri
andò lento, noi dobbiamo andare a passo di corsa,
sotto pena di giungere tardi, e fuor di tempo, alla
meta.
Or dunque, come fare?
Alla scuola popolare della campagna, dev' essere
inculcato di far su una popolazione eminentemente
agricola. Pur tendendo, come finora, a base della
legge fondamentale, ad educare moralmente e reli-
giosamente i fanciulli, a sviluppare le loro facoltà
intellettuali, a fornirli delle cognizioni ed abihtà oc-
corribili, onde ulteriormente coltivarsi pella vita, ed
a^ gettare le basi dell' allevamento di uomini e citta-
dini, la scuola popolare non deve, come finora infon-
dere delle cognizioni che, più tardi sviluppate, stacchino
il ragazzo dal focolare paterno, dal campo, per
quanto ingrato, ereditato da' propri maggiori; deve
bensì instillare in lui 1' amore di questo focolare, di
questo campo, amore che spinga il ragazzo, cresciuto
ep
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ultimo perchè tenga a memoria questa fratellanza,
gli offre dei doni, che per molti villici è una vera
manna celeste **).
Queste prelezioni sono quindi un nobilissimo
esempio che Zara la capitale ha dato per la prima;
nobilissimo esempio che riflette i suoi vantaggi
non solo dal lato economico, ma sociale e morale;
anzi si può dire il principio pratico di quel rige-
ramento morale e sociale che la Dalmazia sente
tanto bisogno, se vuole porsi al livello delle na-
zioni civili e progredite.
Questo nobile e generoso esem.pio trovi imi-
tatori in provincia, e la Dalmazia con questo mezzo
la potremmo rigenerare.
Intanto facciamo caldo appello a tutta Zara.
per poter raccogliere più abbondanti frutti
delle prelezioni, i premi sono un conditio sine qua
non. La Società agraria non possedendo ancora
sufficienti mezzi, si raccomanda alla generosità del
ceto cittadino. Ogni qualunque articolo, oggetto
o mezzo che può interessare o rendersi utile al
villico, tutto servirà per incoraggiarlo. ***) Una
zappa o strumento qualunque, un temperino, un
sacchetto di farina o di paste, una beretta, una
cintola, una pentola, — insomma tutto verrà rice-
vuto con piacere dalla Direzione permanente o dal
suo presidente il sig. M. Luxardo. Zara si mo-
strò sempre generosa e splendida nell'incoraggiare
ogni buona istituzione; siamo certi quindi che il
nostro appello incontrerà nella cittadinanza pieno
favore.
***) La lista dei donatori coli'indicazione degli oggetti do-
nati verrà riportata nel nostro giornale. Chi volesse spedire de-
naro, indichi di preferenza quali oggetti desidererebbe che si ac-
quistassero per i premi.
Come le scuole popolari della Dalmazia
potrebbero cooperare allo sviluppo
dell' agricoltura?*)
e è da qualche tempo un lodevole risveglio nei
circoli competenti, tendente a migliorare le condizioni
del ceto agricolo della provincia. Questo risveglio,
se ben diretto ed utilizzato, darà, in un prossimo
avvenire, de' frutti eccellenti; mentre, nel caso op-
posto, procurerà delle forti spese, ed i risultati non
staranno in adeguata proporzione al capitale, agli
studi ed al tempo all' uopo impiegati.
L' esperienza c' insegna — e davanti a questa
ogni concetto teorico, che fosse contrario, deve ca-
dere — che ad onta degli sforzi fatti negli ultimi
tempi a far cessare od almeno diminuire l'emigrazione
e r usura, a migliorare le razze degli animali, pro-
muovere la selvicoltura, difondere la seminagione
de' trifogli e dell' erbe mediche, migliorare la confe-
zione dei prodotti del suolo, ed applicare contro le
malattie della vite e dell' ulivo i rimedi dalla scienza
scoperti, ad onta di tutti questi sforzi, dico, noi siamo
rimasti nel più deplorevole statu quo; anzi, tenuto
calcolo del sempre crescente impoverimento della
*) Questa relazione che conclude in una proposta molto pra-
tica venne approvata nella seduta 6 aprile, e la Direzione della
Società Agraria ad unaminità decise di stamparla per intero in
entrambi i giornali sociali. (iV'. d. R)
forza produttiva del suolo e della circostanza che
nulla si fa a scongiurarlo, si può asserire che nep-
pure lo statu quo, per quanto misero, si conserva.
Tant'è, noi, in linea agricola, si peggiora, ad onta
di quanti sforzi si facciano a muovere un passo avanti.
Ciò premesso, non sarà azzardato il dichiarare
che, se per quanto si faccia ad applicare le innova-
zioni dal progresso della scienza richieste, noi si stà
stazionari, noi si lavora su d' un campo ingrato, su
d' un campo che sempre più ci tradisce, vuol dire
che ci dev' essere una causa contro cui va urtare e
frangersi ogni lodevole iniziativa. Noi seminiamo pa-
role e queste non possono produrre, nè produranno
giammai, dei fatti, se non a patto che vadano cadere
su terreno dissodato e ben pronto.
Il terreno da dissodarsi, da farsi pronto a ri-
cevere i semi chiamati a redimere la nostra economia
nazionale, è il nostro ceto agricolo.
Finora noi predicammo e pochi c' intesero ; e
questi pochi furono i privilegiati dalla sorte; gente
alla quale i maggiori, vissuti in circostanze favore-
voli, prepararono uno stato, una posizione sociale;
questi pochi, che non sono obbligati a mangiare il
proprio pane col sudore della fronte, non vogliono
essere disturbati ; a costoro si grida invano : studiate,
esperimentate, fatevi iniziatori, applicate i postulati
della scienza. Eglino vi rispondono: rivolgetevi ad
altri ; il nostro pane noi ce 1' abbiamo !
Dunque, ad essere intesi, convìén rivolgersi al
popolo.
Ma il nostro popolo in genere, il ceto agricolo,
in ispecie, langue ancora sotto il pondo di vieti pre-
giudizi, i quali lo fanno cieco ed incredulo. Si decise
d'incivilirlo e si cominciò diffondere l'istruzione ele-
mentare; ma questo risveglio, in Dalmazia, data da
poco, da una ventina d' anni, e dispone di pochi
mezzi; ora si sa, che i frutti dell'istruzione popolare
non si fanno rfiaturi in sì poco tempo; fa d'uopo che
la precedente generazione sia istruita, perchè la sus-
seguente ne raccolga i frutti.
L'istruzione popolare porterà anche da noi, a
suo tempo, i frutti che porta presso nazioni che prima
di noi si accinsero ad istruire ed educare il popolo;
ma convien attendere.
La maturità in linea intellettuale e morale, e lo
sviluppo economico che ne consegue, si svolgono
gradatamente a base di principi e di leggi naturali;
sforzi in questo senso, nè salti, non se ne fanno.
^ Si potrebbe dunque attendere, avendo tempo a
disposizione: noi non ne abbiamo e quindi, dove altri
andò lento, noi dobbiamo andare a passo di corsa,
sotto pena di giungere tardi, e fuor di tempo, alla
meta.
Or dunque, come fare?
Alla scuola popolare della campagna, dev' essere
inculcato di far su una popolazione eminentemente
agricola. Pur tendendo, come finora, a base della
legge fondamentale, ad educare moralmente e reli-
giosamente i fanciulli, a sviluppare le loro facoltà
intellettuali, a fornirli delle cognizioni ed abihtà oc-
corribili, onde ulteriormente coltivarsi pella vita, ed
a^ gettare le basi dell' allevamento di uomini e citta-
dini, la scuola popolare non deve, come finora infon-
dere delle cognizioni che, più tardi sviluppate, stacchino
il ragazzo dal focolare paterno, dal campo, per
quanto ingrato, ereditato da' propri maggiori; deve
bensì instillare in lui 1' amore di questo focolare, di
questo campo, amore che spinga il ragazzo, cresciuto
Ecco dunque i đoni pervenuti, e speriamo che anche in
appresso continueranno ad affluire dalla capitale e dalla pro-
vincia, per mantenere in vita quest'istituzione molto utile e
pratica, la quale con grande vantaggio si spera dì poterla col
tempo anche in altri centri della provincia istituire.
Intanto ai generosi oblatori i più sentiti ringraziamenti.
P. T. sig. Michelangelo Luxardo : 2 brente di legno di 50
htri cadauna; uua tenaglia ed una falce; Società agraria, una
zappa; Esposizione permanente: due zappe; Società Pučka
Knjiga: 200 libretti d'agricoltura; E. M. Vusio: 20 copie Mlaài
Poljodjelac e 150 libretti d'agricoltura; M. Mondini 15 libretti
d' agricoltura; Ben. Vukié: un beretto nazionale ed un crosatto;
P. Christofidls: 12 kg. di solfato di rame; M. e C. Catti eh 20
kg. di solfato di rame ; A. Diracea : due mastelle di legno duro ;
0. Tamino: una lanterna a mano, e due spazzole di radice; 0.
Mazzocco : 25 kg. di fagioli.
IN FASCIO
Canna ìndica (CanneeJ. — Magnifica pianta di grande
ornamento, con ampio fogliame verde, o listato più o meno di
bruno, con spiccanti fiori disposti in spighe di color roseo o
rosso.
Originaria dell' America meridionale, questa pianta è ve-
ramente meritevole di raccomandazione per qualunque mediocre
giardino, riunendo al bel portamento uoa facile conservazione.
Od giungere delle forti brine, le si tagliaoo i numerosi cauli
già pressoché distrutti, vicino a terra, si estrae con vanga la
massa dei suoi tuberi od occhi sotterranei, che ripuliti ben bene
della terra, si conservano durante l'inverno in cantine ben sane,
0 in altri luoghi dove la temperatura non salga ad 8 centigradi
e si coprono con sabbia asciutta.
In principio d' aprile si levano, si dividono gli occhi dalle
radici, si prepara la loro dimora vangata profondamente e ben
concimata con letame consumato ; vi si piantano gli occhi alla
distanza di 40 a 50 centimetri fra di essi, in tutti i sensi, alla
profondità di pochi centimetri; si lasciano cosi fino alla loro
vegetazione che si manifesterà nelle prime belle giornate di
maggio, quando il calore sì farà sentire; si puliscono dalle
cattive erbe, procurando di non guastare gli occhi.
Appena giunte a 30 o 40 centimetri d' altezza, si conci-
mano di nuovo in copertura con letame cavallino fresco e trito ;
indi qualche raro innaffiamento che, coli' avanzare della stagione,
si farà sempre più frequente, mantenendole tutto 1' estate in di-
screta freschezza. Non mancheranno in tal modo di far bella
mostra per tutta la stagione.
Chi a primavera ponesse in cassone a vetriata a vegetare
cotaii occhi avrebbe una vegetazione più precoce e rigogliosa
e procurerebbe la .vita a tutti gli occhi, perocché nelle primavere
fredde e di soverchia umidità, qualche occhio s'infracidisce e
muore.
* « «
Marzapani di crema. — Da una parte si sbattono sei
bianchi d'uovo in spuma assai densa; dall'altra si preparano
con 500 grammi di zucchero, la quantità d' acqua necessaria e
UQ baccello di vaniglia, uno sciloppo che si lascia cuocere fino
al punto più alto di diluizione. Allora s'incorporano poco a poco
in questo sciloppo, agitando vivamente, i bianchi di uova sbattuti
in schiuma densa, il che forma una pasta assai solida, perchè
si possa raccogliere entro un cucchiaio ordinario, e si distribuisce
ciascuna parte così divisa entro adatti pezzi di carta. Durante
la cottura che deve durare dai 26 ai 30 minuti in un forno
assai moderatamente caldo, bisogna tener d' occhio attentamente
1 pasticetti perchè non si colorino nè contraggano il menomo
sapore di bruciato che farebbe sparire quello della vaniglia.
Quando si ritirano dal forno e sono freddati, si bagna legger-
mente la carta al suo rovescio, onde poterla agevolmente staccare
e si lasciano esposti per qualche momento alla bocca del forno
onde si asciughino perfettamente. Si conservano al riparo del-
l' umidità, e vengono serviti con sopra del fior di latte sbattuto
alla neve, oppure così semplicemte senza essere confettati.
*
* *
Contro i danni delF umidità. — Un' eccellente vernice
per preservare dall' umidità i muri delle case, e i legnami, so-
prattutto quelli che sono destinati a restare sotterra è la seguente:
Prendete pesi eguali : 1. di catrame di carbon fossile (che
si forma nelle fabbriche di gaz e costa pochissimo), 2. di calce
idraolica, o cemento romano o cemento di Portland. Fate seal-«
dare in caldaia il catrame fino alla temperatura di 70 ciré
gradi, e aggiungetevi il cemento rimenando fortemente fino a
completa mistione.
Questa mescolanza resta liquida e si applica replicatamente
ai muri con grossi pennelli, e così pure ai legnami. Meglio
però, per questi ultimi se si possono lasciare immersi per
qualche tempo nel liquido istesso.
*
* *
Conservazione degli asparagi. — Sistema consigliato
da un giornale tedesco. Gli asparagi appena colti debbono essere
asciugati e con cura, specialmente nella sezione tagliata: si di-
spongono quindi in un vaso di legno di cui preventivamente il
fondo è stato coperto con uno strato di almeno dieci centimetri
di crusca ben secca, mescolata con un poco di sale da cucina
pure bene asciutto. Si riempe il vaso facendo alternare uno strato
di asparagi con un altro sei centimetri della medesima crusca
mescolata col sale. Si chiude il vaso ponendo sullo strato sa-
periore di crusca uno strato di sego fuso che si è lasciato a
metà raffreddare. Si assicura che in locale secco, gli asparagi
cosi preparati si conservano freschi per un anno.
*
Cera o catrame per bottiglie. — Se volete una cera
da bottiglie molto economica, non avete che a far fondere parti
eguali di peceresina (la pece dei calzolai) o di pece greca
(colofonia), mescolandole bene insieme.
Ma se volete una cera di migliore aspetto aggiungetevi
una parte di gomma-lacca per ogni due di pece, e un colore
economico come il nero fumo, o il vermiglione.
La miglior maniera poi di incatramare le bottiglie, dopo
averle ben chiuse, è di immergere nella ceia fusa la sommità
del collo della bottiglia, e di farla girare orizzontalmente sicché
vi si stenda attorno uno strato uniforme della cera stessa, ra-
pidamente solidificata dal freddo istesso della bottiglia.
Cappello a cilindro. Per aver il cappello a cilindro sempre
lucido e brillante come il giorno che 1' avete comperato, prendete
una spazzola morbida, versatevi sopra una goccia d'olio di man-
dole dolci, discioglete ben bene questa goccia sulla spazzola
fregandola sopra un foglio di carta bianca e poi spazzolate il
cappello, indi ripassatevi sopra un pannolino morbido, un foulard,
per esempio, e il vostro cappello diventerà come nuovo.
Se il capello è danneggiato per acqua o pioggia, si può
adottar il seguente metodo. Spazzolate acuratamente il vostro
cappello con una spazzola morbida per togliere la polvere. Prendete
un pezzo di flanella grande come un fazzoletto, oppure una pelle
flessibile, fatela scaldare al fuoco e ripassatela con forza sai
cappello nel corso del pelo. Dopo due o tre fregatine la seta
riprende il suo lucido ed il vostro cappello ridiventa nuovo.
1 oiielmi chimici
Agenzia della Società Agraria della Dalmazia in Zara
tiene in deposito concimi chimici garantiti dall' ì. r. sta-
zione chimica di controllo in Vienna ai seguenti prezzi:
Concimi per Viti (un sacco di 100 chilog fior. 9,60
a » « » » H 7.50
» n „ n n „ 6.25
, „ „ . 8.90
, « . „ 8.50
, » n 9.70
, « « » 8.60
, . « „ 9.60
I « « n 15.—
. patate
„ cereali „
„ ortaglie „
» ulivi „ „
„ tabacco „
„ alberi fruttiferi,
„ „ fiori „ „
Salnitro del Chili , «
I prezzi s'intendono franco in Zara. Per quantità
inferiore a 100 chil. in proporzione.
NB. Air ordinazione viene annessa una breve i-
struzione sul modo di impiegarli.
Ordinazioni dirigere alla »Società Agraria della
Dalmazia" in Zara.
L'Esposizione intemazionale di Vienna 1894
relazione di E. M. Vusio
Ai 20 aprile a. c. venne aperta nella Rotonda di
Vienna un* esposizione internazionale, la quale ab-
bracciava parecchi rami d'industria, e specialmente
quelli di nutrizione g-enerale, di sostentamento mili-
tare, di salvatagg^io, e di mezzi di comunicazione.
Anch'io ebbi occasione di visitarla, esaminando
attentamente quanto mi poteva interessare di porre
in rilievo pei bisogni economici ed agricoli della
Dalmazia. E nel desiderio che le osservazioni da me
fatte, possano servire in provincia a ehi di lume, e
ad altri di sprone, eccomi a presentare in proposito
una relazione.
Il primo giorno mi sono limitato ad una visita
generale, fatta a volo. Con tutto ciò dovetti impiegare
3 buone ore di tempo; tant'era la quantità degli og-
getti esposti. A centinaia di fabbriche e di ditte com-
merciali aveano li in beli' ordine e con buon gusto
esposto i loro oggetti e gli articoli dì smercio, che
sommati assieme ci sarebbero a migliaia e migliaia
da numerare.
Quella mostra m'indicava il lavoro ed il pro-
gresso dell'industria, che a passi giganteschi ogni
anno sempre più si apre nuove risorse; ogni anno
sempre più si sviluppa e perfeziona. Quella mostra
mi diceva come a pari passo della civiltà si sviluppa
la ricchezza nazionale coli' impianto di stabilimenti in-
dustriali, che forniscoìio lavoro e pane a migliaia di
persone.
Quali progressi enormi hanno fatto le provincie
dell' Austria specialmente in questi ultimi anni !
sola Dalmazia è rimasta come inchiodata al muro;
quand'invece con un po' di intraprendenza e di buona
volontà, potrebbe gareggiare colle più ricche province
della Monarchia, tant'è la massa di materie prime che
possiede; tante le fonti di ricchezze naturali che in
se racchiude!
Terminata la rivista generale, mi portai assieme
al carissimo mio amico il Dr. Miliòevié al villaggio
internazionale (dopo si trovano una quarantina di mo-
delli di case di villaggio di tutte le provincie del-
l'Austria-Ungheria, meno che della Dalmazia) e pren-
demmo posto alla Trattoria trentina per merendare. Il
mio scopo era principalmente per assaggiare alcuni
vini del Tirolo, Ottimo trovai il Burgunder di Castel
Aquila che si vende a 85 soldi % litro, ed in gene-
rale molti vini del Tirolo trovai con molta diligenza
e studio confezionati, per cui non c' è da stupirsi che
coir intraprendenza che hanno i producenti tirolesi, e
colla diligente e razionale confezione, il loro prodotto
si apra sempre più la strada del commercio mondiale.
Naturalmente non hanno che fare col gusto di moltissime
nostre qual tà di vino; ma la qualità poco vale, quando
si trascura la confezione, e quando non si ha slancio
per saperli presentare in commercio; quindi il vino
del Tirolo sarà meglio conosciuto del nostro, finché i
dalmati non si decideranno ad imitare il loro esempio.
In quest'incontro ebbi il grato piacere di cono-
scere personalmente e di stringere la mano all'egregio
cav. de Mersi presidente del consiglio provinciale
d'agricoltura del Tirolo, e degno socio onorario della
nostra Società. Egli infaticabile pel benessere econo-
mico della provincia, si prestò per erigere quella e-
legante Trattoria, e per lo spaccio dei Fini sommini-
strati da producenti del Tirolo. Era già la terza volta
che tornava da Trento a Vienna, per ispezionare la
Trattoria. E gli dissi che capisco bene perchè in Ti-
rolo si progredisce, e perchè l'agricoltura sì eleva al
livello delle nazioni più progredite. Da noi invece i
Mersi mancano.
Dopo la rivista generale del primo giorno, ne
impiegai altri 6 per visitare più o meno dettagliata-
mente quegli oggetti chi mi potevano interessare.
Li noto per turno.
Entrato dalla parte nord della Eotonda, mi si
presenta uno spazio a guisa di grande salone, dove a
prima vista uno dietro 1' altro si ammirano due gran-
diosi padiglioni artisticamente eretti. Il primo è il pa-
diglione della ormai celebre acqua minerale di Gies-
shùbler, tutto formato da migliaia e migliaia di bottiglie
di varie grandezze, e sopra le quali sovrasta un'enorme
bottiglione della capacità di parecchi ettolitri. Quel
padiglione indica la fortuna del proprietario, e l'enorme
consumo che di quell'acqua se ne fa dovunque. E'
il trionfo del moderno reclame, che richiede capilali
è vero, ma più di tutto ci vuole intraprendenza.
Quant' acque minerali utilissime ce ne sono in Dalma-
zia; ma il consumo si limita ai bisogni locali, perchè
non si sa fare reclamo.
Il secondo padiglione che fa seguito al primo,
ed è costruito in altra forma fantastica, è quello delle
w
118 L'ECONOMISTA
cazione di quello. Per raggiungere un minor costo
possibile del coocimi artificiali si segue in moltissimi
centri agricoli il sistema dell'acquisto cumulativo, ri-
parmiando in tal guisa tanto nel prezzo d'acq listo,
quanto nelle spese di trasporto.
La nostra Società agraria nel lodevole intento di
promuovere e di facilitare in ogni riguardo la patria
agricoltura, aperse regolarmente delle sottoscrizioni,
con sempre crescente successo fra gli agricoltori di
questa provincia per l'acquisto cumulativo di solfato
0 vitriolo di rame, poi di scorie Thomas e di zolfo
macinato, estendendo quest' anno tale sottoscrizione
anche su alcuni concimi artificiali importantissimi, cioè
su concimi potassici e concimi azotati.
Lo scopo del presente scrittarello è di rivolgere
l'attenzione dei nostri agricoltori sull' importanza del-
l'uso dei concimi artificiali, di dare in succinto alcune
principili norme per la scelta dei materiali concimati
da acquistarsi e precisamente con riflesso alle colture
intraprese ed anche, per quanto ce lo concederà lo
spazio, riguardo alle altre condizioni — importantis-
sime del rimanente — come sono la natura e le pro-
prietà dei terreni da concimarsi.
GAZZJ^TINO
Per il risorgimento della pesca in Dalmazia. Sotto
questo titolo ripertiamò nell' odierno numero un estratto dal
giornale del Mattino di Trieste, ricavato da un interesaote ar-
ticolo pubblicato in tedesco dal consigliere di luogotenenza il
cav. de Vukovié. Egli è questo un argomento di molta impor-
tanza per lii Dalmazia, pei quale, nell' attuali tristi cendlzioni
economiche, è necessario di occuparsi con interesse, onde ve-
nire a qualchecosa di pratico, e per tal quisa costituire il nostro
mare una nuova fonte di risorsa per la Dalmazia. Ci piace
assai che questo argomento di grande importanza per noi, viene
trattato con solidi argomenti da un pubblico funzionario, e dob-
biamo sperare che troverà valido appoggio tanto presso le com-
petenti autorità, quanto nella pubblica stampa.
* « & TABELLA
delle conferenze popolari tenute ai villici dei di-
stretti di Zara, Benkovac e Sebenlco, per cura
della Società agraria della Dalmazia in Zara.
o ^ Giorno istruttore ARGOMENTO o
1 6/5 94 P. Lorini Sui concimi animali
e vegetali 107
2 13/5 » Oìdio 112
3 20/5 » Peronospora e solfato di rame 172
4 27/5 » Parassiti della vite 224
5 3/6 A. Nimira Erinosi e vainolo della
vite 197
6 10/6 P. Lorini Filossera 160
7 17/6 A. Nimira Foraggi 115
8 24/6 P. Lorini Filossera 165
9 1/7 E. M. Vusio Società villiche 132
10 8/7 P. Lorini Leggi e ordinanze
sulla filossera 63
11 15/7 A. Nimira Insetti nocivi all'ulivo 66
12 22/7 P. Lorini Ripielogo generale 73
Osservazioni, Alla chiusa di ogni prelezione si estrassero
3 premi e si distribuirono libretti d'agricoltura. Vennero e-
stratti 36 premi e distribuiti 475 libretti. Numero complessivo
degli uditori 1586.
Le conferenze verranno riprese col primo ottobre, e con-
tinueranno fino a tutto luglio.
Bartolomeo cay. Bernardi i. r. consigliere in pensione
e socio della nostra Società, mori a Spalatoli L corr. E. I.p.
* « *
Due parole al giornale Jedlnstro di Spalato. — Alle
nostre osservazione del tutto oggettive sul congresso degli agri-
coltori a Spalato, il Jedinstvo ci volle rispondere con mistifi-
cazioni ed inesattezze.
Anzitutto dobbiamo dichiarare che ne il Seljak ne la
nostra società non hanno legami con nessun giornale politico
della provincia, poiché scopo della Società è di occuparsi esclu-
sivamente di interessi economici e agricoli.
Dobbiamo ancora dichiarare che è maliziosa V intepreta-
zione del Jedinstva per riguardo al congresso. Nessuno più di
noi desidererebbe che in provincia ogni momento se ne tenes-
sero di consimili congressi. Anche il nostro presidente venne
invitato, ed era pronto di venire, ma due giorni prima s' am-
malò, ed il giorno del congresso telegrafò al Bulat, deplorando
vivamente di non poter assistere. Col Balat a Vienna ebbe
però in proposito 20. giorni prima un colloguio, e quando il
Bulat gli dichiarò quali erano le sue intenzioni, il Vusio pie-
namente le approvò, dicendogli che anche egli in questo senso
farebbe delle proposte.
Le deliberazioni prese dal congresso non corrispondevano
però al piano del Bulat.
Per riguardo alle Tramvie cofermiamo pienamente quanto
abbiamo dichiarato la prima volta, vale a dire : occupiamoci
seriamente per avere ma rete di Tramvie in tutta la Dalmazia.
Ed intanto continueremo a credere che queste Tramvie pei
400,000 agricoltori della Dilmazia saranno di gran lunga u-
tili e vantaggiose, finché il Jedinstvo non ci proverà con cifre
e con argomenti solidi il contrario; mentre noi siamo pronti a
provargli che 2-3 milioni di fiorini utilizzati per 400-500. chil.
di Tramvie in Dalmazia non sarebbe un capitale passivo, e
si svilupperebbe la piccola industria ed il commercio.
Confermiamo ancora quanto abbiamo detto la prima volta,
che noi in Dalmazia non sappiamo occuparci per nulla in affari
reali e solidi, e che non siamo capaci di far nulla da noi.
Mentre ci occuperemo seriamente e potremo dire che faremo da
noi, quando fonderemo banche e casse di risparmio; quando
istituiremo consorzi per la produzione, confezione e smercio del
molteplici nostri prodotti; quando inalzeremo fabbriche indu-
striali ; quando svilupperemo i diversi rami d'agricoltura con so-
cietà, con premi etc... e quando ci occuperemo per avere delle
buone leggi ed una migliore organizzazione.
Qaesto è il campo positivo sul qaale dobbiamo lavorare
ed impegnare le nostre forze ; e con questo mezzo noi scioglie-
remo anche le questioni politiche.
Pel rimanente ci piace che il Jedinstvo si occupi di questi
argomenti, e quando trova opportuno ed utile ci confati pure;
poiché se avrà ragione egli, stia certo che noi rinunzieremo alle
nostre proposte, per appoggiare le sue. Noi non siamo un partito
politico; ma appoggiamo e sosteniamo quello che meglio può
corrispondere agi' interessi economici della Dalmazia.
» « »
Un'esponente all'esposizione di Vienna ommesso.
Nella relazione del signor E. M. Vusio dell'Esposizione inter-
nazionale di Vienna, stampata nell'ultimo numero, venne om-
messo un periodo che va completato nel seguente modo.
„Mi dimenticava quasi di far cenno di un altro esponente
dalla Dalmazia, del signor Lodovico Riboli di Spalato, il quale
con molta modestia (ciò che non approvo) avea esposto uti
campionario di opolll, vini neri da taglio, vini bianchi e prosee-
chi, e che facilmente sfuggivano all' occhio del visitatore. Questo
intraprendente patriota si deve annoverare egli pure fra quelli
che fanno onore alla Dalmazia.
I suoi vini già si meritarono parecchie onorevoli distin-
zioni e medaglie a parecchie esposizioni — fra le ultime a Go-
rizia e Zagabria — ed ora anche a Vienna ottennero il primo
diploma d' onore con medaglia d' oro, che sarebbe quanto dire
il più grande premio.''
Nel riparare a questa scappata del proto, ce ne congra-
tuliamo intanto coi signor L. Riboli, ed augurandogli sempr»
maggiore intraprendenza, gli desideriamo prosperi sorti a van-
taggio del nostro vino.
* * «
Uno stabilimento industriale a Spalato. — Oi è
grato di rilevare che l'intraprendente signor Doimo Savo ha
comperato, e completato con alcuni attrezzi mancanti lo Stabi-
limento Meccanico del sig. Gaetano Piscitello, allo scopo di
continuare a Spalato un' industria reclamata generalmente.
m
124 L'ECONOMISTA N.ro 16
Fin dai tempi più remoti si coltivano, o meglio,
si tenevano le api; ma, cosa affatto strana, fu per
gran tempo trascurata la vera coltura. Ed è merito dei
nostri tempi, mediante Topera di celebri scrittori, quali
furono fluber, Dadant, Babò, Sartori, Dubini, D. Giotto
Ulivi, ecc., se venne a conoscenza l'apicoltura razio-
nale. Per essa portò larg^o contributo di studio inde-
fesso e profondo Don Giotto Ulivi, che con pazienti espe-
rienze e numerosissimi scritti intese a liberarla dalle
false teorie di cui era offuscata da interessati scrit-
tori, per cui ebbe a sostenere vive polemiche contro
avversari che delle sue prove disconobbero a bella
posta i meriti reali o tacendone i buoni risultata
Per avere una buona produzione di miele non è
sufficente| trovare una regione mellifera; si deve, come
in ogni altro ramo dell' economia agricola, avere co-
gnizioni speciali. Per cognizioni speciali non si deb-
bono intendere solamente quelle che hanno rapporto
colla storia naturale delle ap', colla loro organizza-
zione, coi loro costumi e coi loro prodotti ; cognizioni
tutte che si acquistano nel leggere hbri che trattino
della materia; ma quelle necessarie per il pratico al-
levamento, quali sono le cure di cui le api abbiso-
gnano in ogni epoca dell' anno, sia pel buon sviluppo
delle colonie, sia per d}fenderle da tutto quanto loro
possa nuocere. E per ricordarne alcune, le cure prin-
cipali sono: prima di lutto, badare alla scelta dell'al-
veare, affinchè sia fatto in modo che l'aria interna
possa rinnovarsi, per la qual scelta non sapremo in-
dicare di meglio che 1' arnia poliforme, che soddisfa
a tutte le esigenze; in secondo lucgo, che le api ab-
biano cibo a sufficienza durante la stagione invernale.
Devesi, insomma, come si fa per gli altri animali, pro-
curare che le api si conservino in buon stato d'igiene,
essendo questa indispensabile alla loro prosperità e
ad assicurare una buona produzione.
L'apicoltura è un ramo dell'economia rurale, che
esige meno spese e meno tempo di altre, procurando
tuttavia un beneficio non disprezzabile. JRiguardo al
tempo, è ben poco quello che un agricoltore deve con-
sumare intorno alle api; da ottobre fino ad aprile
può dormire i suoi sonni tracquilli, chè se le api
sono ben proviste non abbisognano dell' opera sua.
Più tardi i lavori saranno cosi brevi, che punto non
10 distoglieranno dalle sue quotidiane occupazioni. Tenue
ne è la spesa: costruito l'apiario, le api penseranno
esse a provvedersi di quanto abbisognano.
Molto si scrisse sui giornali e sui libri, ma molto
rimane ancora a farsi. La Dalmazia anche in questo
ramo è al dissotto delle altre nazioni, con grande
scapito non solo privato ma anche nazionale. La Francia
conta numerose e fiorenti socie'à che lavorano pel
progresso dell'apicoltura. Nel solo distretto di Bondry,
nella superficie di 100 chilometri si contano 1201
alveari, di cui 762 a favo mobile e 439 a favo fìsso;
11 che dà 12 alveari per chilometro. In quest'anno
il numero delle colonie in tale distretto ebbe un au-
mento del 25 per cento. Nei distretti di St. Aubin e
Fresens si contano da 30 a 38 alveari per chilometro,
L'Ungheria conta sei cattedre ambulanti, ottenendo in
breve tempo questi splendidi risultati: nell'anno 1887
vi erano 54,132 alveari a favo mobile, 253,830 a
favo fìsso, dal cui complesso si ritrassero 875,000
chilogr. di miele. Nel 1891 si contavano ben 107,865
alveari a favo mobile e 356,875 a favo fisso, tanto
che la produzione dei miele salì a chilogrami 2,051,800.
LB Germania e l'Austria, oltre al promuovere società
e cattedre ambulanti, hanno annesso alle scuole ele-
mentari rurali, un giardino ed un apiario per l'inse-
gnamento dell' agricoltura e dell' apicoltura ai figli dei
campagnuoli. E la Dalmazia? Conta appena 10,000
alveari.
IL
Nitrato di Soda. (Salnitro del Chili),
Fra i concimi azotati epperò di più pronta azione
sono da annoverarsi i nitrati. L'azoto che essi con-
tengono viene prontamente assimilato dai vegetali,
semprechè non vi scarseggino gli altri due fertiliz-
zanti. Anzi, stando ai giudizi di parecchi autorevoli
scienziati in materia ag^ricola, l'azoto somministrato in
altra forma, sia in foroia di sali ammoniacali sia in
forma di sostanza org-aniche azotate, deve trasformarsi
prima in nitrico per essere utile alle piante, cioè ela-
borato dalle medesime. Questa trasformazione ha luogo
nel suolo, grazie all' attività di esseri microscopici,
baeteri, che vengono perciò denominati nitrificatori.
Se però da un lato il salnitro, come tutti i nitrati,
presentano il vantaggio della forma adattatissima come
diretto alimentare vegetale, essi possiedono d'altra
parte una proprietà abbastanza sfavorevole.
Essi sono, senza eccezione, solubilissimi nell'acqua
e vengono per conseguenza dilavati facilmente, *)
tanto più che la terra non ha potere di assorbimento
0 fissazione per essi. Incorporando in un terreno col-
tivato una dose un po' elevata di salnitro, parte di
questo passerà col tempo inevitabilmente negli strati
più fondi, non accensibili alle radici della maggior
parte delle piante, e solo quella parte di nitrico che
in un lasso di tempo non troppo lungo poteva esser
utilizzato dai vegetali, avrà ottenuto il suo scopo.
In questo riguardo dipende molto dall' andamento
della stagione. Se dopo lo spargimento del salnitro
subentrano forti e prolungate piogge, si dovrà temere
che la maggior parte del concime viene dilavato.
Altrimenti si comportano gli azotati organici ed
1 sali d'ammoniaca. La loro decomposizione, rispet-
tivamente nitrificazioue succede più o meno lenta-
mente, e r acido nitrico ovvero i nitrati si formano
man mano, si può dire quasi in misura che le piante
ne hanno bisogno e li possono assimilare. Dunque
non vi ha così facilmente perdita dì azoto, tanto più
che la terra assorbe o fissa in misura abbastanza ri-
levante i sali ammoniacali.
Il salnitro sarà, come di leggeri si capisce, da
somministrare in lutti i casi in dosi non eccedenti, e
precisamente in tali quantità che si possa ammettere
con certezza, che la loro assimilazione avrà luogo
nel corso del periodico della intensa vegetazione.
Si vede come è razionale la regola di sommi-
nistrare il salnitro appena per un terzo in autunno — i
ben inteso trattandosi di invernenghi — e di spar-
gere il rimanente in primavera e superficialmente,
vale a dire in copertura.
Ottimi servigi rende il salnitro in quei terren
che senza essere scarsi di acido fosforico e di po-
*) Il salnitro deve venire conservato in luoghi asciatti, altri-
menti si possono subire sensibili perdite, perchè l'acqua scioglia
questo sale con grande facilità.
Anche per gli altri concimi conviene conservarli in locali
non umidi.
'»i Vj;
ratore nei cucire la ferita, per inavvertenza o per
ignoranza penetra coli' ago nelP intestino, e lo rianisce
ag^Ii integumenti. Questo accidente, che difficilmente
si conosce prima della morte dell' aniaiale, fa, che
questo mangia pochissimo, e conseguentemente non
fa una bella riuscita. Se poi la femmina è ben castrata,
ordinariamente cresce un po' più del maschio, il quale
è meno disteso, ma la carne ed il lardo di quest' ul-
timo sono più sodi, e più pesanti
I porci si rinserrano ne'porcili per ingrassarli,
in Bosnia, Croazia, Slavonia, Ungheria ecc., sul finire
dell' autunnoi invece in Dalmazia, nella parie montana,
subito dopo i primi freddi, non solamente perchè in
quella stagione abbondano gli alimenti, ma ancora
perchè essendo minore la traspirazione, havvi una
maggior disposizione all'ingrassamento; inoltre siccome
ì maiali rinserrati a tale epoca si riducono nel rigor
del verno alla loro perfezione, cosi le loro carni meglio
allora si preparano, e si conservano più lungo tempo.
In due 0 tre mesi al più s'ingrassano i porci ben in-
stallati, tenuti in quiete, e all'-oscuro, alimentati con
cibi sostanziosi, e previamente purgati con alimenti
molli, e rinfrescanti.
IVlaggior tempo si richiede nell' ingrassamento dei
verri, eie è quelli, che sono stati per più anni desti-
nati alla generazione; ma riguardo a questi, castrati
che siano, per accelerarne l'ingrassamento, si pratica
di metlervi nei beveroni della farina di loglio: questa
mistura li fa dormire, e gli ingrassa più prontamente
L'ingrassamento de'porci dipende non tanto dalla
bontà, e giusta distribuzione degli alimenti, dalla pu-
litezza dei porcili, e dalle loro qualità fìsiche, quanto
dall' età, che si ricerca in essi prima di destinarli a
questa operazione Una delle ragioni per cui il loro
ingrassamento è troppo costoso, ed imperfetto, si è il
rinchiuderli per quest' oggetto troppo giovani : e T e-
sperienza c' insegna, che gli animali per giungere ad
una perfetta grassezza debbono approssimarsi al loro
stato di cresciuta. Questo stato d'approssimazione nel
porco è dai dieciotto ai venti mesi: a quell'età in-
grassa facilmente, e prontamente; al contrario se il
porco si rinchiude prima di quell' epoca, ancorché se
gli somministri un abbondante, e sostanzioso alimento,
Invece d'ingrassare, cresce, e raramente arriva a quel
grado di perfezione. Tali maiali sono immaturi e chia-
Mjansi comunemente a mes^a carne, le loro carni, ed
il lardo non sono consistenti, e facilmente si guastano.
Haubner, LandwirtJbschaftliche lìiierheilkunde.
K()iner, Gtmdriss d. landwirthfschaftl. Thieryschtlehre
A. Scìiweinezucht.
Avviso. — I nuovi le cali dell'Esposizione permanente
sono aperti tutto il giorno, ed hanno diritto di frequen-
tarli i soci della Società agraria della Dalmazia tanto
di Zara quanto quelli della provincia. L'esposizione
permanente riceve con interesse da tutta la provincia
campionari di prodotti, e qualunque oggetto del regno
animale, vegetale e minerale. Yiene iscritto nel libro
dei donatori chi contribuisce per l'esposizione almeno
5 fiorini una volta tanto.
nm
p*)
i
(scrive Antonio cav. de Vukovié)
I.
E' ben noto che la situazione economica in
Dalmazia peggiora, da alcun tèmpo, sensibilmente, ca-
gionandovi un contraccolpo rilevante sui rapporti
commerciali, e sugh altri rappòrti di scambio. I motivi
ne vanno ricercati nella decadenza della navigazione
veliera, un dì tanto florida, nell'occupazione della
Bosnia-Erzegovina, nonché in altre costellazioni sfa-
vorevoli di natura economica ; in fine, nel crollo dei
prezzi dei prodotti agricoli. Si aggiunga la comparsa
della filossera, la quale potrebbe segnare la completa
rovina economica del paese, tanto più che la produ-
zione vinicola di Dalmazia, il migliore cespite di
risorse, — venne di già danneggiata atrocemente in
seguito al ribasso nei prezzi del vino. Tutti questi
motivi reclamano imperiosamente che vengano colti-
vate con amore le fonti di risorse ésistenti nel paese,
non fosse altro per paralizzarvi i danni economici già
subentrati e per salvarne la. popolazione da una com-
pleta catastrofe econonnica. A tale scopo devonsi in
linea rialzare le sorti della navigazione e della pesca
di mare.
Mi limiterò, per ora, a trattare il quesito della
pesca di mare. L'argomento interessa eminentemente,
in linea di economia nazionale, non solo la Dalmazia,
ma tutto il Litorale al di quà dell' Adria. Del resto,
mi sia lecito osservare che io, con questo breve la-
voro, non intendo in alcun modo di porgere un ela-
borato scientifico; ho di mira piuttosto di trar profitto
dalle esperienze da me raccolte all' estero, in Austria
e nella mia patria più ristretta, la Dalmazia, le di cui
condizioni e i di cui b;sogni a me sono noti. In pari
tempo, mi preme di sollevare nella stampa una fe-
conda discussione su questo argomento cosi interes-
sante ed economicamente così vantaggioso.
Alla pesca di mare, la quale, a canto alla navi-
gazione veliera (questa, sia détto di passaggio, diffi-
cilmente riacquisterà il suo antico splendore) potrebbe
formare una delle principali fonti di risorse della
Dalmazia, non si dava, fino a pochi anni fa, veruna
importanza speciale, così che la pesca lasciava molto
a desiderare in rapporto alla sua produttività. N'erano
causa una difettosa organizzazione e la scarsa cura e
poca attenzione che le venivano rivolte. Appena ne-
gli ultimi anni si fece qualche sforzo per promuovere
e rialzare le sorti della pesca di mare. Però, ciò che
si fece è di gran lunga inferiore ai bisogni e alle
condizioni di quel ramo d'industria. Anche in questo
caso, una malintesa economia riesce di danno allo
sviluppo di una fonte di guadagno così importante
per le popolazioni litoranee. La qual cosa è tanto piii
deplorevole, inquantochè appunto il mare Adriatico
possiede una riviera ricca di pesca: delle 440 specie
di pesci del Mediterraneo, nell'Adriatico ne sono rap-
presentate 320. K
*) Il cav. de Yukovié L E. consigliere presso la Luogo-
tenenza di Zara scrisse due interessanti articoli sulle pesca ài
mare nell'accreditato giornalet „Votkswirtschaftliche Wochen-
i quali vennero tradotti dal prof. Jozo Modrié e pub-
blicati in separato oposcòlo. Col ^èrmesso dell'autore, li ripor-
timi«) anche nel nostro giornale, per Svegliare meglio in pro-
vinei^ questo argomento per noi tanto importante. (N. d. B.)
carbonico ài questo e forn^c0 c(^ì p aljro potente
agei)te ^elja putri^ìone Vipgétalp.
La quanlit^ di ^opraloisfato da atQ^pìnistrarsi alle
terre, varia secon^ pjatjira di e^^ terre e delle
colture. Generalmente si osserva, che liei terreni fran-
chi, e in buone condizioni di fertillità prova bene la
dose d^ 400 a 500 chilogrammi per ef^ro. Dei ^o-
prafosfati minerali e fossili ce ne vuole una dose un
poco magg^ipre.
Per tutte le colture arative e pei prati conviene
sennpre aver riguardo alla quantità di prodotto dato
dal suolo l'anno antecedente, per rifornir (questo delle
perdite fatte. Ma dessi considerare che per avere il
migliore prodotto p. e. di barbabietole e di patate
devesi preferire l'alta' dose di ch.logr. 500; per le
piante cereali in genere bastano 300 a 400; e cosi
pei prati. Per le vigne e gli alberi fruttiferi coltivati
esclusivamente, la dose è ()i 400 a 500 chilogrammi
per ettarp.
JLa ffe&ca ai mfiwe
Scrive Antonio cav. de Vukovié
II
Ho digià rammentato che da noi, per rialzare le
sorti della pesca, si spendono annualmente, da parte
dello Stato, alcune migliaia di fiorini. Gli importi as-
segnati dai fattori legislativi a tale scopo devonsi
quindi considerare, in riguardo all' importanza dell' ar-
gomento, siccome insufficienti e con essi è difficile
raggiungere alcunché. Se, in generale, si desidera
ottenere qualche successo, l'azione della pubblica
amministrazione dovrjebbe esser più generosa, poiché,
per rialzare e soccorrere la nostra pesca, non sono
sufficieati le scuole di pesca, ma ci vogliono eziandio
sussidi pecuniari ed altre misure energiche.
L'importo netto della pesca sulla costa dalmata
ed istriana — per quanto vi si siano impegnate 3000
barche da pesca, con un equipaggio di 11.000 per-
sone — raggiunse, in questi ultimi anni, con stento
la somma di iVj milione di fiorini all' anno, cifra in-
significante se si rifletta quanto il nostro mare sia
ricco di pescagione. Nella somma suddetta non 6
compresa la pesca del corallo nè la pesca delle o-
striche nè il consumo locale. Quell' importo potrebbe
esser di molto superato, ed esso, ad ogni modo, di-
nota quanta ricchezza sia riposta nell'esercizio della
pesca, e con quanta efficacia potrebbesi giovare alle
condizioni economiche del Litorale, patrocinando quel-
V importante industria.
Fra le misure atte a rialzare le sorti della pesca
nomino in primo luogo la fornitura di sale ~ per
salare il pesce — ai pescatori e agli industriali che
s'occupano della salatura di pesce, — dai depositi
erariali a prezzo di favore. C,ò potrebbe farsi, da
parte dello Stato, senza sacrifizi pecuniari speciali, se-
gnatamente se alle nostre saline si desse un maggior
sviluppo, e con ciò si creerebbe pure alla popolazione
dalmata e, in generale, alla popolazione litoranea una
nuova fonte di guadagno. Ritornerò sull' argomento.
Qui mi permetto di rilevare soltanto che, anche in
altri paesi, p. e. in Francia, il sale necessario per la
confezione del pesce va esente d'imposta.
Fra le altre misure indicate a slanciare l'indu-
stria peschereccia, noto le seguenti;
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1. L'istituzione di fondi di prestito per i pescatori.
Con sipili fondi si ottennio già brillanti risul-
tati in isyezia, Noi'vegia, Germania e Francia e con
ciò pure s'indennizzarono i pescatori dei mancanti
guadagni causati dalla decadenza della navigazione
veliera.
In Norvegia, in seguito ad una risoluzione dello
storthing nazionale, quel fondo ammonta a 400.000
corone, mentre poi altre 200.000 corone sono devo-
lute a promuovere la pesca di mare. Anche la Sve-
zia ha un simile fondo di prestito nel!' importo di
100.000 corone. In Germania poi si usano accordare
dallo Stato prestiti esenti di censo per la costruzione
di navi peschereccie.
2. Il conferimento di premi, e precisamente;
a) per armamenti di navi da pesca,
b) per la pesca superiore ad una stabilita quan-
tità normale.
Simili premi esistono già da anni, nel Belgio e
in Francia. La sola Francia impartisce milioni di
premi per la pesca in alto mare.
3. L'istituzione di casse di soccorso per pesca-
tori inabili al lavoro, le quali casse dovrebbero, al-
meno, esser sussidiate dai fondi dello Stato.
Anche consimili istituzioni vigono già, da anni,
in Francia, nel Belgio, in Danimarca.
4. L'istituzione di casse di assicurazione per
navi da pesca e per reti, come già esistono in Ger-
mania.
5. L'esenzione dei pescatori dalla tassa-industria,
come s'usa nella maggior parte dei paesi suddetti. —
La costa istriana è digià esente da quella tassa; an-
che i pescatori italiani ne sono esenti ; così che i pe-
scatori dalmati sono, presentemente, i soli che pagano
ancora la tassa-industria....
6. L'esenzione, perlomeno parziale, della impo-
sta-rendita per quegh industriali che s'occupano del-
l' industria razionale di salare e conservare il pesce,
esenzione già praticata in altri paesi.
7. L'istruzione primaria nel Litorale dovrebbe
aver di mira, quanto più possibile la pesca, e ciò in
modo speciale corredando le scuole con collezioni di
pesci allo scopo di impartire un'istruzione intuitiva.
8. L' attuazione d'ispettorati dì pesca, rispettiva-
mente di organi chiamati ad invigilare e mantenere
la dovuta disciplina nella pesca.
9. L'istituzione di corporazioni e società di pe-
sca, chiamate a promuovere -e sorvegliare gli interessi
della pesca. In rapporto a quest'istituzione sarebbe
raccomandabile la pubblicazione di un giornale di
pesca.
10. I danari incassati dalle multe, derivate da
infrazioni alle prescrizioni sulla pesca, dovrebbonsi
devolvere a formare, rispettivamente a sussidiare i
fondi sub 1. 2 3. 4.
Di pari passo coli' attuazione delle nominate mi-
sure, si dovrebbero pure colmare, nella nostra legi-
slazione, le lacune esistenti riguardo all' industria pe-
schereccia, e tutto il ramo pesca dovrebbe esser
regolato a seconda dei bisogni e delle condizioni at-
tuali. Oltre a ciò la statistica della pesca dovrebbe
esser fatta con un metodo più precìso e più completo
dell' attuale.
Di tutte le nominate istituzioni — atte a favorire
ia pesca — per il benessere deila nostra popolazione
litoranea, che da epoca immemorabile ricerca nella
pesca i suoi migliori proventi — da noi non esiste quasi
nessuna!.... Colla legge provinciale del 9 novembre