N. 72. Zara, Martedi 24 Setiembre 1678. Anno IX.
KATOLIČKA DALMACIJA
Veritatcm facientos In cluvritatc. creseamns in
illo per omnia, qui est caput Christus.
(S. Paul. Eph. IV. 15.
Esce il Martedi ed il Venerdl. Ego interim clamite: Si quis Cathedrae Petri jungitiir, meus est.
(S. Hieronym. Efts. XVI. ad Dam.)
roborandis,.... Vos ipsos. auxiliante Deo, in dios ahiüriter operam Vestram impensuros in tu;nda salutari Ecclcsi» doctrina, animisque in íteligionis amo re et in vera) fidei professions CPió IX nel Breve dël 21 Febbrajo 1872 agit scrifíori r/a/M Dalmazia Cattolica.)
Condizioni d'associazione. — Per Zara per un armo anticipatamente fior. 6. — Per la Monarchia Austro-Ungarica fior. 7. — Per Testero per un anno fran-
chi 15 in oro. — L1 associazione è obbiigatoria per I'intera annata. Chí non a Vf à dalo disdelta alla line di un1 annata, si riterrà associato anche per la seguente.-— Le as*
sociazioni e grimporti di denavo in gruppi, o meglio in assegni poslali, si dirigano àlT Amministraúone della Dalmazia Cattolica in Zara. Le corrispondenze affrancate alia
Redazionc. I comuñicati s' inseriscono al prezzo di s. 10 la linea. Inserzioni in quarta pagina a larilFa assai modérala. Un N.ro separato s. 8.1 manoscritti non si restitmscono.
La contro-rivoluzione.
II conté di Mun, 1'filustre difensore de' di-
ritti cattolici ed oratore eloquentissimo, pro -
nunzió uno stupendo discorso ai rap presen-
tanti delle societá operaie francesi, riuniti a
Chartres in Congresso. Un tratto specialmente,
relativo al socialismo, al neraico interno e
formidabile che turba i son ni alie alte sfere
ufficiali tedesche piñ che qualunque avversario
estenio, desto 1' attenzione della stampa eu-
ropea e della francese massimamente, che se
ne occupív annettendovi la piíi alta importanza.
Cradiamo "perció di fare cosa grata a nostri
lettori ripertandolo tradotto. II brano getta
vivi sprazzi di luce sul vero stato delle cose,
sulla natura del partito dichiarato nemico di
Dio, dello Stato e della societá.
„ AscóTto glá le gridá d! tuttl ! 11-
berali che ci dicono con isdegno: „Voi vi
appellate alie passioni sovversive; intorbidate
Fordine stabilito; siete uu socialista". E il
grande argoinento che in questi ultirai ternpi
si rivolge con tro di noi, ed é per lo meno
grazioso vederlo uscire dalla penna di coloro
che han no accettato il programma presto (li-
men ti cato delle rivendicazioni socialiste.
„Ed ecco uomini che si dichiarano figli
della rivoluzione e pretendono impediré che
siano discussi e giudicati. E con qual diritto?
Essi hanno distrutto tutto e se ne van tan o.
Essi hanno cacciato Dio dalle istituzioni e
dalle leggi. Essi hanno scalzato i fondamenti
dell' arito ritá e del rispetto. Essi hanno rove-
sciato tutto T edifizio nazionale, ed ora do-
mandano per se un' obbedienza che rifiutano
a Dio, un rispetto che rifiutano a tutto il
passato della Francia, e in nome di qual
principio ?
„E forse colpa nostra se la rivoluzione
ha prodotto i suoi frutti; se, dietro i gaudenti,
sta un popolo che soffre, e coi suoi lamen ti
riesce a soffocare la voce dell' ottimismo
libérale? Aspetta che noi lo facciamo tacere?
„Ci sí ehiama socialisti perché consta-
tiamo quanto é di legittimo diritto nella ri-
vendicazione degli operai: ci si dice che tur
biamo la pace pubblica perché riconosciamo
la conseguenza necessaria e forzata del prin-
cipi rivoluzionari nelle violenti pretese di co-
loro che vogliono godere alia loro volta, e
che stanchi di fare le rivoluzioni per gli altri,
domandano che alia fin fine se ne lasci fare
una anche per loro, quella che fu loro pro-
rnessa e per la quale furono armati. Ecclié!
Oedete che noi, avversarí decisi della rivo-
luzione, figli docili della Chiesa, abbiamo a
8 os ten ere le parti dei liberali contro i loro
eredi naturali, intervenire in una querela che
non é la nostra, scegliere tra due errori, in-
vece di proclamare la veritá tutt' i n ti era?
Sarebbe una condotta ipocrita e inconseguente.
„No, no; noi né siamo né saremo raai
socialisti. II socialismo, -secondo il P. Félix, é
lo, negazione delV autor itá di Dio, e noi ne
siamo 1' aííermazione; 6 T affermazione delf ín-
dipendenza assoluta dell nomo, e noi ne siamo
la negazione; e la passione del possedere, e
la nostra dottrina si appoggia sul sacrifizio.
II socialismo é la rivoluzione-logica; e noi
siamo la contro-rivoluzione irreconciliabile.
Nuil a di comune tra noi: ma ira questi due
éstremi non vi é piñ posto peí liberalismo,
,,D' altronde si sá, anche qliando sí finge
di non saperlo, che noi non siamo fautori di
sommosse, e non attendiamo dalla forza il
trionfo delle nostre dottrine cristiane; rispet-
tiamo le leggi che non abbiamo fatte, quando
non esigano dalla nostra coscienza concessioni
impossibili, e la 'nostra religióne, che si ol-
traggia, resta anche per. ftpglli stejli che
1' oltraggiano, 1' ultimo cantuccio, in cui trova
sostegno la loro autoritá. Non insegniamo né
ribellioni né guerre; predichiamo pace e con-
cordia, e crediamo che non possano fondarsi
che sul lo spirito di sacrifizio, che produce la
devozioue e 1' annegazione. Si, abbiamo visto
le piaghe che soffre la classe operaia; abbiamo
sentito battere il suo cnore e abbiamo provato
una profonda e teñera compassione per essa;
ma lo spettacolo. che piíi ci commuove nella
trágica storia delle sofferenze di un popolo, ó
la cieca fiducia in uomini che abusano di lui,
e che sfruttano i suoi mal i per sollevare le
sue iré a profitto della loro ambizione. Vi
scongiuriamo a staccarvi da cosi perfidi con-
siglieri e da questa via sanguinosa di rivolu-
zione per dove vi si trascina, di caduta in
caduta, da un secolo, ogni volta producendovi
nuove e piú gravi ammaccature. Vi suppli-
chiamo di aprire gli occhi e di guardare chi
veramente vi ama di un amor disinteressato
e vi parla il linguaggio del cuore".
Pogled po svietu.
I BihaČ je naš. Krvno mjesto, što, kako
je znamenito došle bivalo, tako je i u naše
doba uspomenu važnu sebi privezalo. Oko
BišČa bo pogibe naše vojske koliko god u
osvojenju glavnog Serajeva grada, ako ne i
više. Sto se od onomadne pod Bišćem izkolilo,
javismo. Evo nas sada, da, po službenom
izvješću, priobćimo što se je zgodilo u zadnjem
jurišu.
Vojvoda Zacli, pošto je prije osvojio
Zegar na 18 tek., stane pucat na tvrđjavu i
na dva šanca na brdu DebeljaČi pa zatim
naredi juriš su 4 bataljuna. Osvoji prva utvr-
djena mjesta na brdu i ugniezdi se u njima.
A1 mu nije bilo tu počinka. Jnr na 6 ura po
podne ustaše iz tvrdjave i s desne strane Une,
napanu na brdo. Naši ih dočekaju i pozdrave
kako treba, da se neprijatelj na trag opet
povuče. Druga ustaška kolona, 800 ljudi, i dra, da proti Turskoj govori, pokle Hussein
doprimakne se krajem po vrhu Paparovića i
Barjevca. Na nje udari pet satnija pričuvne
pukovnije br. 76 i «siluje ih vratit se na
se. U ovim bojevima, ne zna se još koliko
naših pogine. Biše ranjeni majori Braun i
Bablaska.
13 sijed ovih uspjeha našim je osvojen je
Bišća mnogo lašnje ostalo, te se grad predade
nam ah sutra dan, na 19 tek., kako to iz
Zavalja vojvoda Reinlander javio. Naša vojska
zauze graf'na 4 po podne. Nadjoše pet to-
pova, jedan mali i četiri velika; mnogo oružja.
Sve je to ostavila bila redovita turska vojska,
koje u Bisču nije bilo, izuzamši topdžije i jedno-
ga častnika.
O djelovanju vojske u Posavini, imaju
sljedeće viesti. Brzojavka vojvode što je na
Čelu 4 vojske priobći kakoje 26. brigada na 16
tek. (foprla u Dubravu; mjesto na rječici Tinji,
na jednakoj dalečini od Save i od Sprece, a
uz toliko 25. brigada, nakon duge i ljute bitke,
zauzela Ronkare i Krespić. Na 17 tek., 13.
odjel vojske odluči udarit na Novu-Brskii. Po
SamaČkom putu razredi se 25. brigada, držeć
se lievim bokom na Savi, dočim 26. brigada
primi naredbu da ide Novoj-Brski u jug. Čete
su napredovale al u vatri živoj i istom kako
su popošle napried mogli ih pomoć topovi.
Tri se niza topova tada namjestilo. Pješaci
prodru do vanjskih utvrda, zauzmu dva šanca,
a za tim sve mjesto zapreme. Ne zna se još
za gubitke. Boj je trajao do 8 ura u večer.
Ništa drugo došle ne bi znamenita gdje
drugo u Bosni, osim što je viši dio treće voj-
ske, koja se iz Doboja napried pomakla, pro-
Šo Gračanicu, tek po puta od Doboja do
Donje Tuzle. Buduć da se u ovom posljednjem
mjestu, a tako i u Bjelini i Zvorniku, najže-
šći ođpor spravlja, nadati se je svaki dan
glasu da su Szaparjeve i Bienerthove čete na
ustaše nastupili i s njima boj zametli. Iz Beo-
grada javljaju da se je i Hagji Loja nekako
u Zvornik dovuko. Ovaj je grad dakle sada
srce ustaškomu životu u sjevernoj Bosni te
će tu bit po svoj prilici bitka zadnja i odlučna.
Naša brzojavka o Bugarskoj, koju done-
sosmo u prošastom brojU, evo, po drobnijim
viestima, o čemu govori. Nekoliko kotara i-
stočne Rumelije poslaše carigradskoj vladi o-
daslanike, neka predadu poklisarim velikih dr-
žava prosvjed proti odlukama berlinskog ugo-
vora, u koliko se one odnose na prepolovljenu
Bugasku, jer Bugari neće da jedna zemlja bu-
de u dvoje razdieljena te čest bude autonomna
a čest postane nezavisna. Odaslanici izjave ka-
ko Bugari ne misle pustit da turei zadju u
Balkan i namjeste ondje posade, jer odatle bi
se mogle dogodit po drugi put sve one kr-
vničke strahote štosu do minulog zadnjeg ra-
ta dovele.
Crn ogorčim ne predadoše još Pođgoricu.
S toga se knez Nikola obratio na cara Aleksan-
mai. Ella poi, che dalla Nostra fiducia fu chiamata
a parte delle Nostre altissime cure, rechi, come 1' il-
lustre suo antecessore, all' adempimento dei nostri di-
segni il concorso della sua ferina ed intelligente o-
perositá, certa che non le verra mai meno la Nostra
assistenza.
. | íntanto, come pegno del Nostro particolare af-
fet%f iceva lrapostólica benedizione, che dall' intimo
deícuore le impartiamo.
Dal Vaticano, 27 agosto 1878.
LEONE PP. XIII.
La lettera di S. Santitá e la stampa.
II Corriere della Sera, commentando la lettera
del Santo Padro ail'E.mo Card. Nina, scrive:
„In veritá, questo Papa aristocrático ecl áulico
é íormidabile. Leone XIII ha natura calma che gli
permette di condurre la sua campagna con meditata
strategia. La sua riconciliazione con la Germania é
un colpo da maestro. 11 modo con cui questa ricon-
ciliazione é annunciata nella sua lettera al Nina é ori-
ginalissimo. Non ci mette puntiglio: dice nettamente
ch' egü stesso ha voluto la pace, e ne ha fatto la
proposta.
Con un Papa siffatto non si scherza. L' Italia
ha bisogno di ministri molto abili. Disgraziatamente,
peró, il Confortó non é stato tale relativamente ai
vescovati".
La Stella d1 Italia non é triviale come molti
dé' suoi confratelli. Essa scrive:
„Questa lettera viene a provare quanto giusta-
mente noi, e con noi gran parte della stampa assen-
nata, si riprovasse la política biliosa, taccagna, scur-
rile, adottata in questi ültiini tempi come norma delle
rfelazioni fra Chiesa é Stato in Italia.
La lettera di Leone XIII é come il program-
ma da lui segnato peí governo della cattolicitá. E un
documento che rivela la mente acuta, dotta, sicura
di un uomo degnó di Sedere dove la Prowidenza lo
portó, di un uomo che imprimerá nella storia orme
indelúbiíi, se gli basterk la vita a concretare i suoi
alti diségni, che amici e nemici, credenti e non cre-
denti, débbono rićonoscere inspirad da largo senti-
mento del bene".
E tornando un' altra volta sulla lettera del Pa
pa scrive:
„Da poche menti politiche massime ai nostri
giorrii, é uscito un programma largo, chiaro e ben
definito come quello che testé dava ai popoli catto-
lici Leoné tredicesimo. Per noi il valore di quel do-
cumonto, e 1'abbiamo gia accennato, é massimo,né
puó Sconfessarsi se non da chi si tiene trincerato
negli angustí limiti di Un partito o di una setta o
da chi giudica le cose ed i fatti da un lato* solo, sen-
za levarsi a quella sintesi che é prima condizione a
vedere intera la veritk.
Per fermo é prova inoppugnabile di grande
avanzamento additare i mali che travagliano la ama-
nitk e cercarne i rimedl nelle dottrine dell' Evange-
lo che alia fine si risolvono nel vero, nell' altissimo
vero che, al diré di s. Paolo, é destinato a trarci dai
legami della schiavitü: Veritas liherabis nos.
E a liberar la Germania dalle idee sovvertitri-
ci che la minacciano, a riporre armonía nelle deso-
íate conlrade di Oriente non v' ha piü ovvio e savio
ríparo aH' infuori del ristabilimento di quelle idee
morali che godono di una vita imperitura. Da esse
mosse la redenzione del mondo pagano, ad esse ri-
tornando potrk il mondo cristiano spogliarsi dai lu-
ridi avanzi del páganesimo che son causa degli ec-
cessi che si sono svolti testé ed han funestato e spar-
so di sangue innocente tante infelici contrade".
La Provincia di Brescia dice:
„La lettera del Papa é una implícita dichiara-
zione di guerra all'Italia, guerra che non dobbiamo
temere, ma neanche spregiare, e che esige dal go-
verno molta vigilanza ed energía".
L* Adriático dice che !a lettera del Papa „é
importante perchó rivela nel Santo Padre la ferma
intenzione di rendersi solídale col suo predecessore
e continúame la condotta a nostro riguardo. Del re-
sto, nella sua sostanza, la lettera non fa che ricon-
fermare la Chiesa di fronte all' Italia nella condizio-
ne in cui si trovava al tempo di Pio IX. E ció sí
doveva prevederé, ed era troppa fiducia credere che
la Santa Sede potesse, quando mai, acconciarsi ai
fatti compiuti".
Pogled po svietu. _______ «
Ustanak je po Filipovićevu izvješću sasma
minuo. Naši su sve tvrdjave od BihaČa do
Višegrada, od Bjeline do Klobuka zauzeli, te
ne preostaje nego da se pokrajine stanu
uredjivat.
U Višegrad, zadnje važnije ustaško gniez-
do, uljezoše naši na 4 tek. u jutro. Namah
zatim ode k zapovjedniku vojske Višegradsko
odaslanstvo, da mu očituje vjernosti odanost.
Sada pada zanešenost te i mnogim tureim
drago daje ustanak udušen. To je službenim
izvješćem sam baron Filipovie javio. Njemu j male intenzione di scartare dalle funzioni delia ma-
je to na čast, jer je pod njegovim vrhovnim ! P«'»tratura, doli'amministrazione e deir armata, tutti
• *VA i_ i_ x • i -i ! quei:i rihe non la peMatio come voi. Ecco li dispo-
zapovjedništvom hrabra naša vojska onu silnu | , . he y. propoFnete d< inaugurare in FrancialEd bunu zakopala.
Ostavka našega ministarstva, po „N. F.
Presse" nije prava ostavka, nego u koliko su
joj ministri ukazali put. Oni su, po rečenom
listu, na 2 tek. zamolili N. V. cara, da bi
odlučio vrhu ostavke, koju je ministarstvo
dalo bilo još na 3 srpnja. Uzrok pak, s kojeg
su ministri do toga; došli, da je nesporazum
s Andrassyem, pokle on misli jednu a oni
drugu o načinu kojim bi imali uredit zajam za
zaposiednuće Bosne.
„Polit.. Corr." prima, što jurve u jezgri
javismo, kakojeMuktar paša obznanio tursku
vladu da mu nije *za rukom pošlo umiriti
Kandiju. Uz to se prosiplje glas da će Midhat
pašu imenovat upraviteljem Kandije. S toga
su ga valjda onamo izkrcali a ne pozvali ga
u Carigrad. Ako to bude istina, ne znamo
što će koristit Midhatino kandijsko pašovanje,
jer to je poznato da nije Kandijancim do
osoba, nego do stvari. Oni zabtievaju promjenu
u upravi, a ne promjenu upravitelja.
Kako se je predvidjalo, zakon proti so-
cijalismu u berlinskom „Reichstagu" primljen
je, al u nečem promienjen. Tim je vlada samo
na pola zadovoljna. Ona se je najviše opirala
privremenosti zakona, jer je odbor stavio da
zakon vriedi za dvije godine dana. To vladi
nije po ćudi, dočim bi se uz male preinake
ostalomu prilagodila. Sad će ona po svoj prilici
nastojat da se privremenost zakonu ukine.
Hindostán nije još u ratu s Afganistanom;
ali obe ove države dižu vojsku na noge i
prikupljaju je na zgodna mjesta.
„Advertiser" donosi da je engleska vlada,
koja rek bi nije još odlučila što će i kako
će, naredila poglavaru pomorske indijske sile
neka pošalje nekoliko brodova u persijski
zaliev. Tjm kako da misli držat na uzdi per-
sijskog Šaha, da se ne bi Emiru pridružio ili
ga skrovito pomagao, s
Na muci je EngteÉta, video kako se ipak
Emir još neće da pokori, jer joj je težko
trgnut mač iz korice, a treba da ga trgne,
ako joj ŠirAU ne reče „prosti"; inače bi po
ugled Engleske u Indijam zlo bilo.
Crnogorci se približuju novomu ratu, što
će, ako baš pukne, bit možda od najgrozovi-
tijih crnogorskih ratova. Ovaj bo krat Crna
gora imati će posla s ljutim Arnautim, koji
ni pošto neće da puste zemljište Crnoj gori
u Berlinu odredjeno.
Na vas se mah kupi crnogorska vojska,
al nje je naprama Albanezim malo, samo,
računaju, 26.000 ljudi. Iz svih nahija Čete se
rede niz južno-istočnu granicu. Ima i nešto
vojske na granici ercegovačkoj, a to dok se
ostave oružja ustaše što ih je još u onom
predjelu.
O ercegovačkim ustašam ima viest što
bi dokazala kako Crna gora prijateljski s našom
monarkijom postupa, jer da je knez pozvao
sve ustaške vodje u Bilek neka se Austriji
podlože.
Crna gora, predvidjajuć rat s Arnautim i
njihovim savezom, kažu dogovara se sa Srbijom
i s Grčkom u ime zajedničkoga rada proti
zajedničkom neprijatelju. Mučno da dogovori,
bez upliva koje europejske vlasti, do uspjeha
dodju, jer Srbija nema novaca izobila a nije
joj toliko sada Albaneski savez pogibeljan,
kad je novo zemljište zauzela. Grčka bi pak
možda rado pristala na savez s Crnom gorom,
te ima za to svoga ođaslanika u Uetinju, ali
sredstva joj malo. S toga moglo bi se dogodit
lako da Crnagora bude usilovana u rat sama.
Prije ipak nego se do toga dodje, vjerovatno
je da će Rusija, koja sve to veći upliv od ne-
koliko vremena u Carigradu stiče, nastojat da
se rat ukloni.
All' ex seminarista Gambetta
risposta del Vescovo di Angers.
(Contin. e fine.)
,,É bello sentirvi parlare del „generale servag-
gio" voi, che nel vostro discorso annunciate la for-
osate pronunciare la parola di libertà! Questa paro-
la sul vostro labbro non ha senso. Quanto al clero,
dove tróvate voi la menoma tendenza a tener ischia-
vo alcuno? Non siete liberi, voi e quelli che vi se-
guono, di fare la Pasqua o di non farla, di frequen-
tare i sacramenti o di astenervene ? Dovete renderne
conto davanti a Dio: ecco tutto. Ma quanto agli uo-
mini, dove tróvate una velleità comunque sia leggiera
di costringervi ad una pratica religiosa'? E non vi
prendete gabbo della pubblica credulità, fingendo una
oppressione là dove non si pensa da nessuno a to-
gliervi bricciola di libertà?
„Vi coníesso essermi impossibile immaginare
che abbiate parlato sul serio quando avete segnalato :
„Le usurpazioni incessanti che commette 1' ultramon-
tanisino e 1' invasione che egli fa tutti i giorni nel
dominio dello Stato". A sentirvi, si direbbe che i
membri del clero riempiono í Consigli municipali, i
Consigli generali, il Senato e la Camera dei depu-
tati. Invece la verità è che 1' elemento ecclesiastico
è rappresentato in nessun luogo o giù di li. Nel
Parlamento germánico vi sono trenta preti, raentre
nel Senato francese, per difendere gli interessi reli-
giosi, vi è un solo Vescovo. In nessuna época come
1' attuale il clero si è oceupato cosi poco degli àffari
di Stato; in nessun paese, come nel nostro, esso è
tenuto fuori della cosa pubblica. E voi veníte davanti
ad un uditorio, o prevenuto o distratto, a presentare
il clero di Francia disposto a invadere tutto il do-
minio dello Stato. Con quali parole qualifieare tale
eccesso di linguaggio?
„Voi díte: — Sempre cosí; quando la fortuna
della patria si abbassa, il gesuituismo s' innalza. —
Parola imprudente, signore, che nessuno men che
voi ha diritto di pronunciare. Perche nessuno ha
dimenticato che, quando la fortuna della Francia si
è abbaâsata, siete salito voi ; e, quando la Francia è
atterrata, voi fate colle sue ruine un piedestallo per
salire al potere. Sono Alsaziano, e avrei diritto di
domandarvi conto, in nome del mió paese natale,
delle spietate e cruenti follie che hañno terminato
le nostre calamità e cOnvertita una sconfitta in una
catástrofe senza- rimedio.
„Lasciamo queste tristi memorie, alie quali è
unito il nome vostro, per esaminare 1' avvenire eñe
intendete preparare. Dunque ci preparate la perse-
cuzione, e fra poco. Giacchè con qual altro nome
chiamare la soppressione degli Ordini religiosi, della
liberta d'insegnamento, delle vocazioni ecclesiasti-
che? Persecuzione aperta, violenta, ad onta dell'ap
parenza di legalità colla quale volete coprirla. Con
un linguaggio, che avete creduto rendere spirítoso,
ma che è sconveniente, paríate di — queste migliaia
di preti molticolori, che non hanno patria. — Questi
preti, signore, sono al servizio dei vostri concittadini ;
da mattina a sera istruiscono i fanciulli, curano gli
ammalati, consolano i poveri. Nè avete il diritto di
occuparvi del colore del loro abito, mentre essi non
intendono esaminare il colore del vostro. Sono citta-
dini come voi, ed hanno come voi e i vostri amici
il diritto di riunirsi, di vivere insieme, di pregare e
di lavorare in comune. La loro patria è la Francia
e la loro nazionalità è certa. Che volete di più, e
con qual diritto mette rete la mano tra la Jloro co-
scienza e Dio?
„Dopo la libertà d'associazione, il dispotismo,
di cui vi fate il portavoce, si appresta a distruggere
un'altra libertà non meno preziosa, quella dell'in-
segnamento. E cié, voi dite, sotto il pretesto „che
non dobbiamo permettere che nelle nostre scuole si
bestemmí la nostra storia". Ma che! voi e il partito
violento di cui siete a capo, vi siete coatituiti guar-
diani e difensori della nostra storia nazionale ! voi
che incominciate questa storia dall' 89 o dai 93, e
che non vedete al di là che una serie di errori e
di infamie! Voi che non vi occupate che a schernire
le nostre grandezze e le nostre glorie secolari, a
insultare i nostri re, a gettare nel fango i nostri
grandi uomini, a denigrare le nostre veechie istitu-
zioni e a parlare della Francia antica, del suo clero,
della sua nobiltà, della sua condizione politica e
sociale, come se avesse presentato per quindici se
coli lo spettacolo di un Mongol o d'una Tartaria!
E sotto questo pretesto il vostro dispotismo si pre-
para a toglierci quel po' di libertà che la lëgge ci
accorda? Giacchè è un minimum di libertà, questa
partecipazione cosi subordinata, ristretta, limitataT
non già al conferimento dei gradi, come erróneamente
affermate, mentre resta tutt' affatto in mano alio
Stato, ma alla semplice interrogazione degli studenti.
E quando vi parrà di rimettere in discussione questa
cosa, noi rivendicheremo un diritto che sembrava
abbandonato, e domanderemo al nostro paese se è
giusto, se è equo, se è utile, che 108,805 allievi *)
di famiglie írancesi siano sottoposti agli esami del
baccelleriato in lettere o in scienze senza che un
solo dei loro professori sia ammesso a sedere nel
giuii degli esaminatori. Vi attendiamo con fiducia
in q*i«'*to campo, se pur vi converrà di chiamarviei.
...Ma dove il dispotismo che ci minacciate ap-
paru.i in tutta la sua violenza, sarà nelle catene
che preparate alla forinazione del clero in Francia.
raccoglimento religioso col quale hanno ascoltato la
sua parola, 1' entusiasmo che hanno dimostrato quan-
do Leone XIIJ, sceso dal suo trono, si è degnatodi
passare ben due volte in mezzo ad essi.
Commossi sino alie lagrime, stringendosi 1' uno
sull'altro, baciavano la mano e gli abiti del Sommo
Gerarca, indirizzandogli parole improntate ai senti
meoti del più profondo rispetto, del più tenero attac-
camento.
Oh è pur commovenle 1' assistere a questi slan
ci di amore, ispirati da quella fede che vinse il mon-
do, e che del mondo avrà vittoria, nonostante gli
sforzi del nemico infernale!
L' onnipotente Iddio, che ne è dall' alto de' cieli
testimonio, ne terrà. conto nella sua infinita miseri-
cordia, e ridarà alla sua Chiesa la pace e 1' indipen-
denza che è il necessario complemento délia sua vi-
ta e délia sua potenza nel mondo.
L' arrivo ad Orléans della salma di mons-
Dupanloup.
11 Moniteur Orléanais reca i seguenti partico-
larí sull'arrivo ad Orléans delíe spoglie mortali del-
l'illustre monsignor Dupanloup e sulla sua esposi
zione all'Episcopio : „11 corpo di monsignor Dupan-
loup giünse mercoledi sera alla stazione d' Orléans.
L' abate Bougaud, vicario generale, 1' abate Chapon,
del clero della Basilica, e molti altri sacerdoti, ac
compagnavano il cadavere del Yescovo d'Orléans.
Molto tempo prima una folla compatte, silenciosa e
raccolta, stazionava nelle vicinanze e nel gran cortile
d' arrivo della via Verde. II servizio d' ordine era
tatto da una brigata di gendarmi a piedi e da una
squadra di agenti della polizia centrale. Sul corso
deserto della stazione monsignor Coullié aspettava
I' arrivo del treno fúnebre, e lo accompagnavano i
vicari generali Rabotin, Clesse, Desnoyers, Bran
chereau (esecutore testamentario di monsignor Du-
panloup), Tranchau, arciprete della cattedrale, ecc.
„Alie nove ore giunse il treno, all' apparire
del quale tutti gli astanti si scoprirono rispettosa-
mente il capo. L'abate Bougaud discese coli' abate
Chapon dal carrozzone che seguiva immediatamente
quello del morto Vescovo e si gettó nelle braccia di
monsignor Coullié. II carrozzone che conteneva la
cassa fu condotto nel piccolo cortile di arrivo, ove
si trovava il carro fúnebre, ornato di velluto ñero a
frangle ed a stelie d' oro, sormontato da cinque
pennacchi. Venne estratta la cassa avvolta di un
drappo di velluto ñero colla gran croce di argento
e quasi ricoperta di fiori e di corone. Dieci uomini
la issarono a fatica sul carro, che si inosse imme-
diatamente seguito da monsignor Coullié, dal clero
e dalla folla, dirigendosi lentamente al Vescovado
peí corso, la via des Anglais e piazza de l'Etape.
„Giunti all'episcopio, la cassa venne aperta,
e il corpo del Prelato, rivestito degli abiti pontifi-
cal!, fu collocato sotto un ricco baldacchino, intorno
al quale bruciano moite torcie, e vengono in folla a
pregare i sacerdoti ed i fedeli ; gli Orleanesi in
poche ore vi accorsero in numero superiore ai 10
mila. I chierici del gran Seminario vegliano intorno
al morto Vescovo, il quale sembra appena addçr-
mentato, e alie istanze dei fedeli fanno toccare alie
mani del Vescovo le medaglie, le corone e i libri
di divozione, che vogliono conservare come preziose
reliquie".
Il Bar. Filipovic e il Daca di Würtemberg.
Leggesi nel Fremdenblalt :
La notizia che il Duca di "Wurtemberg sin sta-
to nominato a sostituire il comandante in capo del-
1' esercito d' occupazione e che il generale d'artiglie-
AF zuiija ljuta,
S memle izidje,
Zavidno vidje,
. Što stvori Bog.
— „Stani... što delaš?. .
Tmina ga shvati!. ..
Tvorcu sakrati
Posluha gled.
Grom mu naviesti
Proklestvo vječno,
Umor nesrećno
Dodje na red !
Zlosrečni t Bogu
Htio sličiti,
I sve viditi
Uz crni svjet.
Tmina ga skrije;
Tlapnja, utvora,
Pamet mu sČara,
Postane klet!...
— Nesrećno motrim
U svoje doba,
Da ljudska zloba
Sve ruši sad! —
Slovinska Majko,
Kod Božjeg krila,
Nek' tvoja sila
Sine uz red!... V. V.
ria Filipovic sia atteso a Praga ha dato motivo ad
ogni sorta di combinazioni.
S' è voluto íar credere che la partenza per Pra-
ga del comandante supremo dell' esercito fosse do-
vuta a conflitti sorti nella questione della demobili-
tazione. Noi possiamo assicurare all' incontro che la
demobilitazione fu decisa di pieno accordo col co-
mandante in capo, in cui non vi è il caso di parlar
di conflitto. Se poi il generale d' artiglieria Filipovié
lascia Serajevo per recarsi a Praga, ció non vuol di-
re che egli abbia deposto il comando della seconda
armata. Egli anzi continua ad esserue comandante,
ma siccome i comandi dei vari corpi ora in Bosnia
vengono posti sul piede di pace e per conseguenza
la seconda armata viene ridotta ad avere la forzadi
un corpo d' armata, cessa la necessità della presen-
za personale sul luogo del comandante supremo, e
basta che provvisoriamente subentri al suo posto il
più anziano comandante di corpo che è precisamen-
te il Duca bi Würtemberg.
Se per altro avessero a sorvenire circostanze
che richiedessero un' azione da parte delle nostre
truppe, il generale d' artiglieria barone Filipovic ab-
bandonerebbe il posto a Praga riservatogli da S. M.
F Imperatore, per riprendere íl comando di quell'ar-
mata che si coperse di gloria ed ha prestato cosi u
tili servigi alia monarchia.
Gli avvenimenti e la stampa,
La Gazette du Midi percorre brevemente le
diverse fasi della repubblica in Francia dal 1870 in
poi, e ricorda che si promise di far scaturire dal
suolo le aruiate nazionali per iscacciare lo straniero,
e che si dovette capitolare a Parigi. La Francia che
sperava nell'avvenire, fu ad un tratto risvegliata da-
gli orrori della Comune. Disfatta la Comune, si disse
che un paese non puó vivere tranquillo e rispettato
senza costituzione. Fu votata la costituzione ; la re-
pubblica venne riconosciuta di nome e di fatto a
regiine legale ; e non ando guarí che si adottó la
fortnola*. „La repubblica sarà conservatrice o non
esisterà". Non si tardó a domandare una Camera
repubblieana per assicurare i beneficí desiderati. Fu
eletta la Camera repubblieana, e il paese fu anche
più agitato di prima. II maresciallo chiamó presso
di sé ministeri di diverse opinioni, e non provó che
disinganni e scoraggiamento. Si rassegno a scegliere,
come gli si era consigliato, un ministero francamente
repubblicano, ma il maresciallo ne rimase cosi rat-
tristato che chiese al Sûnato il cliscioglimento di
questa Camera impotente ed ostile ad ogni spirito
di governo.
II periodo del 16 maggio non fu che una
guerra accanita fra i partiti per cinque mesi. Tutta
la vita nazionale era, per cosi dire, sospesa. L' eífer-
vescenza delle passioni, i manifesti dei 363, a cui
si dava il nome di ribelli, 1' ingiunzione fatta al
maresciallo di „sottomettersi o di dimettersi", i ti-
mori di colpi di Stato, da una parte, di guerra civile
dall'altra, rendevano più che mai chimerica la spe-
ranza di vivere in pace. Le elezioni del 14 ottobre
dovevano essere il termine di questa crisi. La som-
messione del capo deilo Stato fu più completa di
quello che si poteva aspettare. I repubblicani ora
sono dappertuto; sono nel ministero, nelle pretetture,
in tutti gl' impieghi grandi e piccoli. Sono cessate le
ansietà, circa alia política interna ed agli avvenimeti
esterni? Che manca ora ai Repubblicani? II rinno-
vamento, essi dicono, del Senaîo, ma poi si andrà
sempre di male in peggio.
„La Gazette du Midi domanda a che punto
siamo, e risponde: „Una viva inquietudine regna
dappertutto in Europa. Si attribuisce al governo
francese 1' intendimento di fare una dimostrazione
navale nel Mediterráneo. Gravi parole, dirette alia
A
GUGLIELMQ I
Imperatore della Germania
dopo il duplice attentato
Sonetto.
Sangue vuolsi da te. In fatal congresso
Si son raccolti gli osti tuoi e segnaro
L' aspra sentenza, c' al sanguigno acciaro,
O Prence, destinó il tuo capo stesso.
Deciso venne: e 1' esecrando eccesso
Per ben due fiate consumar tentaro;
Ma un invisibil braccio il colpo amaro
Per due fiate stornó, e 1' acciar fu fesso.
Corresti 1'Europa col falmineo brando
E sol superbo di compatte schiere,
Dal tuo trono segnasti di Dio il bando.
Ma se desii tranquillo sulle piume
Posar, e gli empi piu non vuoi teme re,
Sire! il sentier cangia e placa il Nume.
Don R. P.
Francia, si sono proferite alia tribuna dal cancelliere
germánico, oggi preoccupato del pericolo che la vi-
cinanza d' una repubblica rischia di far correre alia
Monarchia tedesca. Ecco il risultato delle elezioni
del 14 ottobre ; esse aprivano, dicevasi, un' era du
ratura di pace; dopo un anno appena, le diffidenze
europee, gl'intrichi diplomatici, gli apparecchi mili-
tari danno crudeli pensieri ai nostri uomini di Stato".
La Repubblica co' suoi programmi, colle sue
bugiarde promesse ha gettato la Francia sul pendió
di nuovi disastri.
Notizie sull' Afganistán,
11 „Daily Telegraph" scrive:
Nel momento che 1' Afganistán attira a sé
1' attenzione del pubblico, stanteché sta per diven-
tare il teatro d' una spedizione inglese che puó essere
il pretesto anche di più serie complicazioni, è inté-
ressante il conoscere la popolazione d1 una regione
di cui finora non s' ebbe occasione di occuparsi.
La popolazione dell' Afganistán non è stata
mai esattamente conosciuta ; gli uni 1'hanno calcolata
di 2 milioni e gli altri la fanno ascendere fino a 7
milioni. Essa è composta di diverse e diíferenti razze,
delle quali la più numerosa e la più importante sotto
tutti i rapporti è quella degli Afgani propriamente
detti.
La forma del loro governo ed i loro costumi
sono pressochè quelli di tutti i popoli maomettani;
ma sebbene fieri della loro religione, gli afgani non
si fanno scrupoio di trasgrediré quelle leggi, che
¿oro proibiscono di soddisfare alie passioni. E un
íatto che, malgrado il Corano, gli Afgani fanno un
grande abuso delle bevande spiritose.
L' Afgano è un vero ipocrita e tenace nell'odio;
la sua malafede é proverbiale in Oriente, quanto la
sua inclinazione al saccheggio ed al massacro. Non
è valoroso, come sono i Licksi ed i Goorkas ; è
ardito, ma alia prima sconfitta si scoraggia; inoltre
e vanitoso, avaro e sleale.
Quando ha un ospite sotto il suo tetto 1' afgano lo
tratta da fratello: tutti i più squisiti cibi che le
donne del harem dell' Afgano sanno preparare, —
ed ogni donna afgana è un emerita cuoca — sono
a disposizione dell' ospite. Ma appena lo straniero
ha varcato la soglia della porta dell' Afgano questi
non esiterà un momento di trargli a bruciapelo una
fucilata, se ha supposto che la sua borsa è ben
fornita, od anche solamente se 1' abito dell' ospite
accarezzato gli ha piaciuto,
L' Afgano per natura è ladro ed assassino ed in
certe parti del suo paese non ha altra professione ;
il più piccolo pretesto gli basta per uccidere un sao
rivale o nemico, e 1' odio di razza o di religione gli
offrono numeróse occasioni. Cosí basta che uno
straniero porti il turbante in maniera che non piace
all' Afgano, perché questi all'% infelice viaggiatore
faccia conoscere la carabina. E d' aggiungersi che
il turbante nell' Afganistán rappresenta la parte del
tartaño nella Scozia: ogni tribu adopera una parti-
colare stoffa ed una speciale maniera d'annodarla
intorno alia testa.
Le tribu sono assai numeróse ; esse si dividono
in tribù nomadi ed in tribù agricole. Le prime abi-
tano specialmente le parti più selvaggie del Kho-
rassan, ove i pascoli sono numerosi ed a piacere
possono errare col loro gregge. Esse nominalmente
sono soggette all' Emiro, ma, in realtà, non ricono-
scono che il loro particolare capo, per mezzo del
quale pagano il loro tributo alla centrale autorità
od a cía ha il controllo assoluto sulle relazioni delle
tribù fra loro. Ogni tribù manda un contingente
all' esercito regolare e formano la più importante
parte della riserva.
L' armata regolare principalmente é reclutata
fra le classi degli agricoltori. L' afgano del resto
non é imbarazzato per scegliere la sua professione :
egli non puó essere che soldato o agricoltore. O per
novità o per abitudine egli non vuol saperne di
commercio, né dedicarsi ad alcuna industria, ed è
ció probabilmente che ha assicurato agli Afgani la
loro supremazia sulle altre razze che abitano in
quelle contrade. In quanto alia bellezza fisica del-
1' Afgano pochi sono i popoli che gli si possano pa-
ragonare.
Tutti i viaggiatori s'accordano nel dire che e
gli uomini e le donne sono d'una rimarchevole bel-
lezza, quasi tutti grandi e ben proporzionati. Non è
a maravigliarsi che gli Afgani sieno espertissimi in
tutti gli esercizi di forza e destrezza, come caccia,
corso e giuochi di ogni genere.
Come cavalleria, possono essere paragonati ai
popoli dell'India ed anche agli inglesi stessi; hanno
una rimarchevole destrezza nel maneggiare tanto il
fucile che 1' arco e la fionda.
Dopo gli Afgani la classe più notevole è quella
dei Tajiksi, d'origine persiana. Questi nel físico
rivaleggiano cogli Afgani, ma differiscono nell'indole
e nei costumi. In generale sono più miti e sommessi,
e sebbene ignoranti e superstiziosi come i loro vi-
cini, sono meno turbolenti. Quelli che abitano in
campagna sono agricoltori, e gli altri si dedicano al
commercio o a qualcbe industria.. Molti abbracciano
la carriera militare : e questi sono conosciuti sotto il
ćaju ovako u taman zastupnike, dobro bi ih
bilo poslat kući. Vlada to rek bi ne misli,
nu možda će napokon imenovat ministarstvo,
koje će obavljat posle, što ministrim pripa-
daju, t. j. imenovat će „Beamten-Ministerium".
- Srećniji bio u Italiji ministar Cairoli.
S njegove besjede u Paviji, gdje je razvio i
on svoj program, tri mu druga namali odstu-
pila: ministar za posle vanjske, Corti, ministar
za posle ratne, Bruzzo, i ministar mornarice,
Di Brocchetti. Nu eto glasa, da su se jurve
našli drugi. Cairoli da će na mjesto Cortievo,
Bouelli na mjesto Bruzzovo, a ko će na mjesto
Di Brocclietti-a još se nezna.
Javili smo onomadne kako su na 17 tek.
čekali u Carigradu spise odnoseće se na re-
forme, što Visoka Kapija misli proizvesti na
otoku Kandiji.
Ugovor je ugovoren bio izmedju Ahmet
Muktara paše i izmedju odaslanika narodne
kandijske skupštine. Na 20 tek. predadoše
spise Sultanu, da ih pregleda i potvrdi, a eto
nam sada sa Kaneje glas da je turski car
podpisao predloženi mu ugovor.
Tiem je ponešto zadovoljeno želji kan-
dijskih ustaša; al ni po što težnji ostalih
Grka, najmanje pak težnji Grka u kraljevini.
S toga se sadašnji ugovor može smatrat kako
stvar privremena, koja je preklopila dosadašnju
ustašku vatru, al ju nije ugasila.
Ipak, ako turci budu vješti i lukavi, ne
bi duda bilo kad se ne bi više mir na Kan-
diji do duga pomutio, jer uz poboljšiee i sa-
moupravu lako se može pomolit medju otoča-
nima težnja put neodvisnosti i od grčke i od
turske vlade. Tko zna da, u slučaju grčko-
turskog sukoba, Kandijanci ne ostave preko-
morsku braću samohranu? Možda bi tada
otoČani samo bučili malo, al to jedino ne bili
postali nezavisniji, samosvojniji, slobodniji.
U Njemačkoj su socijaliste jur na muci
usljed novog zakona proti njima. Na 23 tek.
Vlasti uzaptiše list „Berliner Freue Presse"
i u jedno bi onim novinam zabranjeno dalje
izdavanje. To je uradilo socijalistim predsjed-
ništvo berlinskog redarstva. Ono je, u ime
istoga zakona, razpustilo takođjer sva berlinska
socijalistična družtva, 4 ih na broju. Nije
redarstvu ni to bilo dosta: zabranilo je obie-
lodanit 34 spisa, valjda jer su i oni socija-
lizmom nadahnuti bili. Socijalistična glasila
viču na to, al koja im korist? Došo red i
na nje.
Englezi su sve do zadnjega Časa kupili
vojsku proti afganskom Emiru. S toga je,
zadnjih dana nadasve, sviet pozorno motrio
putovanje odaslanika, Nabab Gholam Hussein
Khana, kojeg je lord Lytton Sir Aliji poslao
PODLISTAK.
Postanje svjetovne papinske vlasti ili
pedeset godina talijanske historije
(724-774.)
Napisao NATKO N0DIL0.
Kakova to knjiga? kakov to povjestničar?
I.
Kao profesor poviesti na zadarskoj gimnaziji
pisao je g. Nadko Nodilo na talijanskom jeziku egi-
patsku poviest; kao profesor na zagrebačkom sveu-
čilištu napisa on pred nekoliko mjeseci: Pedeset go-
dina talijanske poviesti. Hrvatski narod neima se da-
kle od prvog profesora obće poviesti na sveučilištu od
g. Nadka nadati nijednom djelu o poviesti hrvatskoj?
ako ne hrvatskoj, možda stranjskoj, koja se hrvatske
izbliže tiče? Ovakovih nam se radnja hoće; neobradjena
polja dosta i predosta, a u N. N., reć bi, i rada i glave.
Pa je sveučilište i zato utemeljeno, za to su i odre -
djene nekoje plaće, da prije svega metemo pred svo-
jim vratima. Nas će Nadko čistiti i gladiti talijansku
poviestnu palaču! Šta velju? ne će onpopunjati po-
viesti talijanske, Nodilo se za to prekasno rodio; on
će izpravljati one, što jih zove: „odvjetnike politike
i učenjake historije klerikalne"; on će iz „svjedo-
čanstva neoprovrživih" dokazati, da su rimski pape,
stvarajuć si neodvisnu državu u osmom vieku, „zga-
zili prepreke legitimne gotovo jednake" onim, što jih
zgaziše stvaratelji Italije Unite; on će dokazati, da
su Grgur II i III, Zakarija i Pavao bili galantuo-
mini poput Viktora Emanuela; da su bili herosi ni
bio. Kad se odaslanik povratio, razniele su se
bile dvije protivne viesti; neko bi reko: od-
govor nepovoljan, rat gotov; a neko: odgovor
je povoljan, nadat se da će poso svršit mirno.
Još nije moguće doznat kako -uprav stvar
stoji. Po svoj prilici nijesu pogodili ni jedni
ni drugi. Emir bo rek bi nije htio da odgo-
vori kako bi Engleze jače razdražio i Činio
da rat pukne, al nije htio ni da odgovori kako
bi Indiju i Britaniju sasma umirio i zadovoljio.
Tim je afganska stvar ostala u stanju
neodlučenom i neizvjesnom, nu gdje još ima
ratu mjesta. S toga lako da bude istinita
viest što je doletjela žicom iz Bombaya. kažuć
da su ondje novine izniele glas, daje marš proti
Kabulu odgodjen do dojduće godine, a to neka
ljudi uzmognu udarit na Emira dobro pri-
pravljenom vojskom. Ovo je dakako pod uvjet
rečeno; da će naime bit tako ako se englesko-
afganski odnošaji u nešto bolje ne prometnu,
a još prije, ako se podje sa zla na gore.
Uz toliko su Englezi priveli na svoju
Kelatskog Khana, koji dopušta, javlja „Reu-
ter", engleskim Četama da mogu slobodno
preko njegove zemlje put Kvetaha. Pače kažu
da je Khan spravan pribavit Četama i hranu.
Nikad bolje po britansku vladu.
Le ricompense ali' Esposizione đi Parigi.
II 21 del mese corrente fu il giorno solenne
aspettato con tanta impazienzz dagli espositori del
Trocadero e del Campo di Marte. Poco prima di
mezzogiorno le porte del palazzo dell' Industria ai
Campi Elisi, in cui doveva farsi la distribuzione
delle ricompense, si aprirono ai 25 mila invitati che
si collocarono nelle tribune laterali e nella parte oc-
cidentale delle sale. Nella parte orientale andarono
a prender posto gli espositori premiati dinanzi ad
un palco immenso, su cui dovevano sedere il mare-
sciallo di Mac-Mahon, i principi stranieri col seguito,
in mezzo ai senatori, ai deputati ed ai commissari
delle sezioni straniere. I pilastri delle tribune e la
volta delF edifizio pavesate coi colorí delle nazioni
espositrici; il fondo delle tribuna ornato di ricche
tappezzerie; macchie di verzura benissimo disposte
presentavano uno spettacolo magnifico ed imponente.
Quell' immenso quadrilatero, il quale, dopo il
1855, s' é mostrato ogni anno sotto tanti e si diffe-
renti aspetti, venne anche in quel giorno disposto
felicemente, e riusci una cosa veramente splendida.
Al mezzo tocco si chiusero le porte. Allora il Pre-
sidente della Camera, accompagnato dagli uffizi,
giunse al gran portone, ove ricevette gli onori mili-
tari, e venne accolto dal ministro del commercio;
poco dopo venne il presidente del Senato, ed al tocco
giunse il maresciallo, che venne ricevuto dal ministro
del commercio e dal commissario generale dell'Espo-
sizione, assistiti dai due direttori delle sezioni stra-
niere e franccsi, dal prefetto della Senna e dal pre-
fetto di polizia. Comineia la funzione. II maresciallo
s' avvia in corteggio verso il palco, ove prende posto
coi ministri; vicino a luí ed in un palco speeiale
sta il Corpo diplomático. I Principi stranieri, collo-
' cati a destra ed a sinistra del Presidente, sono : Don
I Francesco d'Assisi, il Principe di Galles, il Principe
reale di Svezia, quello di Danimarca, il Conte di
Fiandra e il Duca d' Aosta. Sul fondo sta un' or-
chestra di 1600 musici e coristi. II cannone degli
Invalidi annunzia T apertura della festa, ed inco-
mincia tosto lo sfilare del corteggio degli espositori.
Ogni gruppo, rappresentato da' suoi giurati di classe
e da' suoi lauread, sfila colla bandiera in testa di-
nanzi al palco; i soldati e guardiani stranieri aprono
la marcia; ed i gruppi, nel ritornare a loro posto,
sfilano neir ordine stabilito dal regolamento generale
dell'Esposizione: belle arti, arti liberali, industria
mobiliare, dei tessuti, industrie estrattive, macchine,
prodotti alimentan, agri ed orticoltura.
Ogni presidente di gruppo sale i gradini del
palco e riceve dal ministro il catalogo degli esposi-
tori premiati. Durante la sfilata l'orchestra, che
dalle undici al mezzo tocco aveva già suonato molte
marcie ed eseguiti varí inni, eseguisce la sinfonia
: Orient et Occident di Saint-Saëns. 11 maresciallo
s' alza in piedi e pronunzia il seguente discorso :
„Signori, vengo in quest' oggi ad assegnare solenne-
mente, in nome della Francia, le ricompense ottenute
dagli espositori di tutte le nazioni, nel grande con-
corso al quale erano stati invitati dal nostro paese.
Mi piace anzittuto ringraziare i principi ed i rap-
presentanti di tutte le Potenze dell' appoggio e dello
splendore che arrecarono, colla loro presenza ali'E-
sposizione di Parigi; voglio ringraziare i Governi
ed i popoli della fiducia che ci hanno dimostrata
nel!' affrettarsi a prender posto alia Mostra.
„Se la riuscita della medesima ha risposto alia
loro aspettazione ed alla nostra, ne sia reso T onore
agli egregi ordinatori di questa grande impresa ed
ai loro modesti cooperatori. Tutti gareggiarono d'in-
telligenza e di zelo nel disimpegno delle difficili e
diverse incombenze che avevano accettate. Quando
il Governo della Repubblica convito gli seienziati,
gli artisti e i lavoratori di tutte le nazioni nella
! nostra capitale, la Francia aveva da poco sostenuto
dolorose prove, e la sua indust.ua non era stuggita
ai colpi della vasta crisi commerciale, che già pesava
sul mondo intiero; etuttavia 1' Esposizione del 1878
ha eguagliato, se non superato, le precedenti.
„Ringraziamo Dio, il quale, per consolare il
nostro paese, ha permesso che questa grande e pa-
cifica gloria gli fosse riservata.
„Noi constatiamo con tanto maggiore soddisfa-
zione questi felici risultati, in quanto che nella nostra
intenzione il successo della Mostra internazionale
doveva tornare ad onore della Francia. Per noi non
solo trattavasi di iilcoraggiare le arti e constatare i
perfezionamenti arrecati a tutti i mezzi di produzione,
ci stava sopratutto a cuore di dimostrare che cosa
in questi sette anni passati nel raccoglimento e con-
sacrati al lavoro si fosse fatto per riparare i più
terribili disastri.
„Si è potuto vedere che la solidità del nostro
crédito, 1' abbondanza delle nostre risorse, la pace
delle nostre città, la calma delle nostre popolazioni,
1' istruzione ed il contegno del nostro esercito, oggi
ricostituito, attestano una organizzazione che, ne
sono convinto, sarà féconda e durevole. La nostra
ambizione nazionale non si arresterà là. Se noi siamo
divenuti più laboriosi e previdenti, dovremo ancora
alla memoria delle nostre disgrazie il mantenimento
e lo sviluppo fra noi dello spirito di concordia, del
rispetto assoluto delle istituzioni e delle leggi, del-
l'amore ardente e disinteressato della patria!"
mrve manji neg Garibaldi; da su bili poštenjaci kao
Cavour, Cialdini, Farini itd.; teto će dokazivati sve
u namjeri da se „iz mrtvih podignuta Italija
opet ne raztrgne na droptinice". Nježne ti njege za
Viške bjegunce! Nu negdašnjegpoborca za narodne
misli u Dalmaciji nije na rad toliko vabila ova nje-
žna njega, koliko nešto drugo. —
Nodilo srće na prvom listu svoje radnje na
„stranku konservativnu", na „veliku stranku kleri-
kalnu". Klerikalci za mnogo su godina mladog Nad-
ka klerikalnom odjećom odievali, klerikalnim hlje-
bom pitali; on je iz malog sjemeništa pohadjao gim-
naziju, on je u velikom sjemeništu svršio sve bogo-
slovne kurse; padaše sad klerikalcem ne oduži?!—-
Primljeno veliko dobročinstvo, preveliko je breme za
bahatca, a da pod njim ne stenje! A ti, narode hr-
vatski, čitaj plod tih stenjanja; zamrzi na Viktore
Etnanuele, Cavoure osmoga vieka, a daj, moderne
ideje, klerikalcem najzazornije — fait accomplit, ple-
biscit — to zahtievaju, daj obljubi Grgure, Zakarije,
Pavle devetnaestog vieka! Vjeruj narode tvom uče-
nom sinu, koji je „u samih papinskih listovih osmo-
ga vieka, pa u papinskih historika ili bar u klerika
historika.... suho zlato legitimnosti (papinske dr-
žave) tražio — tražio al nigdje ga ne našao!" Gle
narode, kolika odatle tebi korist!
Drugi uzrok, što je N. N sio pisati o „posta-
nju svjetovne papinske vlasti", biti će ovaj. — Mon-
tesquieu ostavio negdje napisano (Esprit des lois), da
o vjeri uviek govori pobožnik i bezbožac, onaj go-
vori ob onom što ljubi, ovaj ob onom česa se boji.
Montesquieu govori gnomice, niti je moja namjera
ovu izreku doslovce uporaviti na naš slučaj ; uzim-
ljem iz nje prvog diela bitnost, i velim: prijatelj i
neprijatelj; a objekt razgovora širim na sve pred-
mete, ovdje u našem slučaju na crkvu i pape. U
koju dakle vrstu Montesquieu-vih govornika ide No-
dilo, ili, govoreć točnije, Nodilova knjižica?
II.
Kako Nodilo u svojoj knjizi govori o vjeri i
o bogoljubnosti, o svetcih i crkovnjacih.
1. Na strani 32. čitam: „.... pa sve ovo tu
položi na dar grozovitome čuvaru vrata nebeskih". —
Po dnu stranice stoji tekst: ,, et ante corpus a-
postoli poneret".
2. Pripoviedajuć kako je Grgur III. prosio i
očekivao od Karla Martela pomoć proti Longobar-
doin, al je nedobio, nastavlja Nodilo svoje pripovie-
danje na str. 44. ovako: „Ipak ta toliko željena in-
tervencija morala je slijediti, kadli tadli". Kao uzrok
uzvišenijeg obzira, više naravi, za što je intervencija
morala sliediti, navadja sliedeće: „Naivna varvarska
vjera onoga vremena cijenila je, da čovjek isto tako
raja se clostoji velikom kojom zadužbinom na uhar
božijim ugodnicima, ljudima crkovnim, koliko bud-
nom savjesti i neporočn«sti, pa svagdanjom mukom
hristjanskoga života". — Ovo je dakako bila var-
varska vjera, kako to N. N. lukavo kaže. Nujerse
na toj vjeri osnivala pomoć Franaka, pružena rim-
skim papam, i bojevi poduzeti, tko ne će prezirnim
okom, smatrajuć motive, gledati na franačke podhva-
te? Pa tekom svoje knjige N. N. neće nikad zabo-
raviti, da nam, bez dodatka varvarski, predstavi, kako
su i pape te religijozne motive uviek izticali, na pri-
mjer: „Sed hortamur (Grgur III.) tuam bonitatemco-
ratn damino, et ejus terribili judicio, Christianissime
fili (Karlo Martel), ut propter Deum et animae tuae
salutem subvenias ecclesiae sancti Pétri et ejus pe-
culiari populo". (Nota bene: ovo je N. jurve naveo
N. 83. Zara, Luneđi 4 Novembre 1878. Anno IX.
Dalmazia
KATOLIČKA DALMACIJA
Veritatem facienlcs in charitate, crescamus in
¡11« per omnia, qui est caput Cliristus.
f$. Paul. Eph. IV. IS.
Esce il Lunedl ed il Venerdl. Ego interim claniito: Si quis Cathedrae Petri jnngitur, meus est.
(S. flier onym. Epis. XVI. ad DmnJ
roborandis,....
Vos ipsos, auxiliante Deo, in Jies alacriter operam Vestram impensuros in tnomia salutari Ecclesia) doctrina, animisqut; in Iielígionis ainore ct in verse fidei professione
(Pió IX nel Breve del SI Fzbbrctjo 1872 agli scrittori della Dalmazia Cattolica.)
Condizioni d'associazione. — Per Zara per un anno anticipatamente fior. 6. — Per la Monarchia Ausíro-Ungarica fior. 7. — Per Testero per un anno fraî-
chi 15 in oro. — L1 associazione è obbligatoria per Tintera annata. Chi non avrà dato disdetta alla line di un1 annata, si riterrà associato anche per la seguente. — Le as-
sociazioni e gTimporti di denaro in gruppi, o tneglio in assegni postali, si dirigano all1 Amministrazione delia Dalmazia Cattolica in Zara. Le corrispondenze affrancate alia
Redazione. I çoirçunicati s'inseriscono al prezzo di s. 10 la linea. Inserzioni in quarta pagina a lariifa assai moderata. Un N.ro separato s. 8.1 manoscritti non si restituiscono.
I libri proibiti a Berlino.
Piu volte íinora siamo stati costretti dal-
T amore alie anime ed alia Patria a levare
la voce contro la diffusione de' libri proibiti,
detti a pien diritto vera peste délia società.
Con ció non abbiamo fatto altro che seguire
T esempio della Chiesa e dar retta alia ra-
gione, nonchè alie prove che 1' esperienza
d' ogni giorno e d' ogni paese ci porge sot-
t' occhio.
In questa santa impresa per poco acqui-
stammo uno strenuo campione nello stesso
moderno liberalismo. Egli pure si prende ora
il pensiero di mettere fnori di dubbio essere
la proibizione de' libri perversi un atto savis-
simo e neeessario.
Davvero si è un bel conforto per noi
cattolici il vedere come anche coloro, che
stanno impettiti dinanzi alla maestà e sapienza
della Chiesa e ne avversano le istituzioni, di
volta in volta sono indotti a darsi per vinti
ed addottarne lo spirito.
Uno splendido esempio di tal sorta lo
abbiamo nella proibizione di 34 libri sociali-
stici fatta testé a Berlino dal Presidente di
polizia, cui I' ünitá cattolica fa rilevare egre
giamente, mostrando come tutto ci5 riesce a
fare 1' apología della Chiesa cattolica e a di-
fendere la tanto osteggiata istituzione della
S. Congregazione dell" Indice ossia dei libri
proibiti. L'Imperatore di Germania e il sno
Cancelíiere, dice I1 Unità, possouo essere bens\
neraici del Cattolicismo, ma spesso governano
secondo i principí cattolici.
II Journal de Francfort nel 1877 dole-
vasi dell' Imperatore di Germania e del suo
Governo, ehe „appellavano alia tradizione
del símbolo degli Apostoli, a confessioni scritte
ed alie decisioni del magistero infallibile di
un sovrano-pontefice nazionale. Questo non è
piíi protestantesimo, ma cattolicismo". E sog-
giungeva: „Nella realtà delle cose, per sal
varsi dalla dissoluzione, il protestantismo è
dunque giunto in contraddizione col suo più
intimo principio, a proclamare e praticare in
una larga maniera le idee puramente catto
liche". E la Vossische Zeitung conchiudeva
che, governaudosi la Germania in tal modo,
„non restava più come ultima conseguenza
che seguire 1' esempio dei puseisti inglesi, e
rientrare in grembo della Chiesa romana, dove
soltanto trovasi la salvezza".
La proibizione dei libri ¡pessimi o peri-
colosi è difatto un'istituzione cattolica. Essa
data fin dai tempi di S. Paolo, alie cni esor-
tazioni neir anno 51.o dell'eia volgare vennero
bruciati in Efeso un gran numero di libri mal-
vagi. Quindi fu costantemente seguito nella
Chiesa fino al regnante Papa Leone XIII
il sapientis8imo costume di proibire i libri,
come pub vedersi nella Storia polémica
della proibizione dei libri del P. Antonio Zac-
earía, e nel 1876, per comando di Pió IX,
stampavasi in Roma dalla Tipografía di Pro-
paganda una nuova edizione dell'Indice dei
libri proibiti „in qua libri omnes ab Apostólica
Sede usque ad annum 1878 proscripti suis lo-
cis recenseluru.
II prefetto di polizia di Berlino avrebbe
fatto meglio ad accettare quell'Indice piutto-
sto che compílame uno miovo. Ed invece dei
trentaquattro libri ch'egli ha proibiti, dovea
vietare e condannare quelli di Martin Lutero,
secondo la prima classe dell'Indice Tridentino.
Imperocché il socialismo che ora tormenta la
Germania non & che una conseguenza inevi-
tabile delle dottrine lutenine. L'operaio tede-
sco ora legge e ragiona, come osservava la
Berliner Freie Presse „L'operaio socialista legge
di sera il sno giornale od un libro, estende
le sue cognizioni, affine dj^poter piü utilmente
adempiere i suoi doveri verso lo Stato ed il
Comune.
I socialisti tedesehi, per vendicarsi del
prefetto di polizia di Berlino, ristampino al-
cune pagine degli scritti di Lutero, e saranno
piíi efficaci a promuovere il socialismo che i
trentaquattro libri proibiti e la Freie Presse.
Noi siamo lontani dal riprovare la proibizione
di questi libri; ma vorremmo che la nuova
Congregazione stabilita nella Capitale dell'Im-
pero germánico presentaste tutte le guarenti-
gie che offre 1' antica Sacra Congregazione
dell' Indice stabilita in Roma.
La quale non ha che una forza pura-
mente morale, e non vieta i libri colla spada
in mano, sibbene comandando alie coscienze.
E non dipende dall'arbitrio di un prefetto di
polizia, ma b retta dasaviissime rególe, come
quelle del sacrosanto Concilio Tridentino, svol-
te e commentate da Clemente VIII e da Be-
nedetto XIV. E prima di proibire, studia, e-
samina, e se occorre, interroga ed ammette
alie diffese. Oh i grandi servigi che ha reso
e rende non solo alia Chiesa, ma eziandio
aH'ordine sociale questa sapientissima Con-
gregazione !
Essa proibisce, oltre i libri empii, gli o-
sceni, che corrompono la gioventú, e prepa-
rano i felloni ed iregicidi; proibisce i libri di
negromanzia, di chiromanzia, di astrologia giu-
diziaria, che fanno i popoli vittime degli im-
postori; proibisce i libri che negano la libertá
dell'nomo, e ne fanno una macehina; proibi-
sce i libri bugiardi, che falsificano la storia, i
libri rivoluzionari, che commuovono le plebi,
ed anche i libri di coloro che propugnano il
despotismo e la tirannia. In una istruzione di
Papa Clemente VIII sopra V Indice sono con-
dannati gli scritti che ex gentilium placitis,
moribus, exemplis tirannicam politicam fovent,
promuovono il governo tirannico.
Fortunati i popoli, fortunati i Re e gli
Imperatori se 1'índice dei libri proibiti, com-
pilato d'ordine dei Papi, fosse o almeno di-
ventasse legge degli Stati! In tal caso non
sarebbe nato certamen te il socialismo; non si
vedrebbero con tanta frequenza gli attentati
contro la vita dei Sovrani, e non diverrebbe
neeessario un nnovo Indice dei libri proibiti,
compilato d'ordine del prefetto della polizia
di Berlino!
Pogled po svietu.
Liberalna stranka Ugarskog sabora iza-
brala je odbor, da sastavi Kralju adresn.
Medju ostaliem odbornicima imaju tu Falk,
Wahrmann, Horvath i Zsedenj, sve živi au-
tianesionista. Sreća, da svi nijesu kako ova
Četverica a još viša sreća, što zakonoše Go-
spoda u svojem Visokom Vieću nijesu adresi
dkli.nikakva, paliti^koga. oblika; te tak^, sye
da zastupničko Vieće i uzpita od Krune neka
vojskom udari na trag, neće se moć reć da
su svi na taj smiešni predlog pristali: gdje
bo zastupani narod izmrče slojevi niži, oprat
će ga donekle slojevi viši.
Jednomu se klubu u Beču dogodilo što
zviezdoznanci kažu da se izkoli kadkad zviez-
dama repaticama: od jedne postanu dvije. Tu
je mienu okušo klub ljevičara, kojemu je sada
glavar Dr. Wolfrum. Nijesu se mogli svi se-
damdeset složit u odgovoru na Pretisevo pi-
tanje, a tim ne posredno ni na pitanje bosansko,
te ih 30 ode drugim putem. Da ih pak ne
potvore da su radili plaho, sastanu se u za-
stupnika Dumbe, da se promisle bolje hoće
li sami ali će se vratit na staro mjesto. Vi-
dješe tu da bi im samim bio glas slab, te
odluče sastat se s klubom naprednjaka. Ođ-
ciepljenici su za tim htjeli da se nova smjesa
prozove „klub ujed i njeni ka". Nu treba će rek
bi da odustanu od te namjere, jer naprednjaci
drže tvrdo za svoje uže i neće da im niko
nameće nova imena a još manje nova pro-
grama.
Medju zastupnicim što su istupili iz kluba
ljevičara ima baš poglavitih imena, kako su:
Demel, Kuranda, Beer, Klier, Newirth, Dtimba
i Giskra. Da nijesu dakle odstupila nego ova
sedmerica sama, za preostale bi ljevičare slabo
po uplivu bilo. Po tomu nije Čuda što se
Wolfrum tuži da odsle njegov klub tek i nema
više glasa.
Uz ovu razejepkanost raznih elemenata
bečkoga zastupničkoga Vieća, (Jesi vidješe da,
i prije novih izbora, mogla bi njihova (fede-
listična) stranka kušat ne bi li mogla sastavit
novo mistarstvo, koje da bude, barem dobrim
dielom, novoliko. S toga su se češki kolovodje
trknuli do Beča, da se ondje s ostalim jedno-
mišljenicima dogovaraju. Ne zna se je li što
došle pošlo za rukom, al moguće je još. To
očito odkrivaju bečki listovi; prem da možda
oni donekle i prećerivaju, od straha da cen-
tralizmu odmah sada ne odzvoni.
quello scrittore de'nostri, aiuterà possentemente a
risvegliare emularne, di cui per fatalità man-
chiamo in Dalmazia, siccome in paese povero, e
dall'emulazione ne proverranno que' frutti, che pur
troppo scarseggiano tra noi, fatta in proporzione
ragione all'acutezza di mente, all'impegno robusto
ond'è dotato il dalmata.
Quante cose poi in Dalmazia non devonsi co-
minciare, quante continuare o condurre a perfe-
zionamento, quante proporre, quante togliere, o
correggere? E della Dalmazia nella massima parte
del nostro lavoro noi ci occuperemo, discorrendo
ad ora ad óra tutto che rispetto all' intellettuale,
al .morale al fisico le appartiene. Nè qui v' ha al-
cufta^ehe non veda quanto vasto e vario ed impor-
tante argomento egli sia, du cui può venirne non
piccola utilità.
In letterature coltivava e coltiva la Dalma-
zia la latina, l'italiana, l'illirica, e con prò fìtto
spesse volte anche la greca: ebbe scrittori di ogni
maniera, de' quali taluni quasi affatto ignorati: ebbe
storie proprie parecchie, ma incomplete: ebbe ed ha
monumenti, resti di sua antica floridezza, seminati
per tutto quanto è vasto il suo suolo, i più sco-
perti ed illustrati, molti da scoprirsi ed illustrarmi
ebbesi uomini illustri in ogni genere di virtù. Ora
ciascuno di questi oggetti ci apre vasto campo a
studi letterarii storici, biograficiarcheologici, i quali
noi verremo inserendo in queste pagine. Nè solo di
ciò; ma ubertoso lavoro ci daranno eziandio le abi-
tudini, le pratiche, scene domestiche, le virtù, i vi-
%ii di questo nostro popolo dalmata, i cui costumi,
perchè originali, e debolmente altrove conosciuti,
riescono tanto più. curiosi e gradevoli, e de'quali
taluni vogliono essere emendati, altri conservati
scrupolosamente in loro vergine purezza, altri tem-
perati a maniere più sobrie o più gentili.
Che se, poi alla parte economica volgiamo lo
sguardo, e quanto "mai' non ci. resta e a dire e a
fare? Quali tesori per l'industria nazionale non
offrono i tre regni della natura? Quante ricche mi-
niere non stanno ascose e sconosciute nelle viscere
della nostra terra, di cui ci accaderà spesso di far
parola? L'agricoltura, che, quantunque in alcuni
luoghi progredita, in altri è abbandonata e neglet-
ta, ci chiamerà spesso a favellare su questa prima
delle arti, tenuta ora dall'unanime consenso degli
economisti', precipua fonte di ricchezza in ogni pae-
se. Quindi della coltivazione de'piani, de'colli, dei
monti: quindi della propagazione de'boschi, de'prati
artificiali, dell architettura agricola: quindi della
pastorizia, dell'aumento e del miglioramento delle
razze negli animali. E le arti poi qiumt' uopo non
> hanno esse di perfezionamenti; quante non resta-
no ancora ad introdursi? Eppure in Dalmazia vi
ha la materia prima per ognuna quasi, ma la scar-
sezza di artefici, obbliga il dalmata a lasciarsela
uscire della provincia, per indi ricomperarla ma-
nufatta a prezzo altissimo e gravata di balzelli.
Molto ancora ci rimarrà a parlare della no-
stra marina mercantile, e del commercio maritti-
mo, molto de'mercati, de' bazan, delle carovane
che tra breve sperasi, saranno attuate.
Nè la Dalmazia sola sarà sempre lo scopo di
nostre fatiche. Parleremo tratto tratto eziandio
della condizione e del progresso letterario e scien-
tifico degU altri paesi, per derivarne da quelli ove
ffida in acconcio, utili confronti, applicazioni, in-
segnamenti alla nostra letteratura*
E se il cielo ne aiuti e l'umano favore dé no-
stri cortesi lettori, da oggi ci metteremo per la via
fin -qui brevemente tracciata, trattenendoci ora di
uno ora di un' altro de' soggetti discorsi. Ogni con-
tesa, ogni guerra letteraria per noi si eviterà in
quanto ci sarà dato, amando meglio di passarsela
leggermente sugli attacchi altrui, comunque acerbi,
che di nuocere al nostro proponimento, riempiendo
le pagine d'inutili e vuote difese. Amore di patria
soltanto al lavoro c'indusse, e l'amore di patria ci
darà lena di continuarlo, e ci rinoverà vigore, ove
stanchi a mezzo il cammino ristessimo.
Queste poche considerazioni abbiamo fatto an-
dar innanzi e 'per divisare in qualche modo la tela
di tutto il lavoro, e per far avvertiti i nostri so-
scrittori dell' importante argomento, che si andrà
sviluppando.
UZZO DI PROGRESSO.
Jofb e peuioao v più, SeòCttt campi ^
iwtóutauòo <x paiìi tatcH e letUt.
PETK.
Quantunque la facoltà di pensare sia un'attri-
buto essenziale dello spirito, da eui Cartesio traeva
la nozione della "nostra esistenza, pure veggiamo
taluni spesso farne sì poco uso, che giunti alla ca-
nizie, sembrano quasi stranieri nel mondo: tanto
gli avvenimenti discorrevano rapidi ai loro sguardi
senza lasciarvi orma. Invano perciò la gioventù lu-
singasi dagli stessi ricevere consigli, anzi più fiate
il loro esempio, fatto autorevole per l'età, non
puote servir di specchio, nè di guida alla crescen-
te generazione.
A cotesti non favelliamo ; ma bensì a coloro,
che seppero fino dai primi loro giorni, procacciarsi
Nelle giornate di mercato fiorito accedono al
fastello da 1000 persone.
MOVIMENTO
al rastello delle Plocce (Ragusa)*
Dal 1* di aprile a tutte il 26 dello stesso
arrivarono da Mostar, Travnik, Rogatizza, Sara-
jevo, Focchia, Popovo, Gascò, Niksich, Stolaz Tre-
bigne e Corieniki 12, carovane di 1066 cavalli, ac-
compagnati da 869 persone, e recarono: 22 ca-
valli carichi di cera gialla — 6 detti di valonea —
6 di pelli di agnello o capretto — 6 pelli di lepre
— 11 frutta secche — 4 sego colato — o lana
pecorina — 2 code di bue — 2 burro — 118 le-
gna da fuoco e carbone—1 pelliccerie diverse.
Furono esportali: sale lUi37200—calfè e zuc-
chero 40880 — cotone filato ed in manifatture
18255 —granaglie e legumi 112466 —riso 9669 —~ 1 g
PREZZO CORRENTE di alcune merci a Trieste, che più da vicino riguardano il commercio dalmato.
6 maggio A 84-5. (Dal giornale del Lloyd Austriaco).
— olio d'uliva 2653
frutta secche 1360 -
- acciaio e stagno 5989 —
spiriti diversi 28 ed altre
merci; come lino, canape, sapone, agrumi, robbia,
carta assortita, pallini, tavole, incenso, indaco 7359.
Seta. H Lloyd Austriaco ha da Milano in
data 26 d'aprile, che la seta su quel mercato è in
molto favore, e specialmente per trame da 28-32
fino 40-50, che sono molto ricercate per essere in-
viate a Lione. Dai 17 sino ai 20 aprile si vendet-
tero 279 balle, ciò che manifestamente indica un
consumo considerevole. I ragguagli dalla Francia,
Inghilterra ed America sono favorevoli per le no-
stre sete, e quantunque una considerevole partita
di seta chinese arrivata a Londra vi avesse alquan-
to diminuite le ricerche, pure si ha lusinga, che la
quantità quivi disponibile del nostro filato troverà
un convenevole smercio.
Acquavite bar.
Allume d* Istria cent
Aranci .......... 51 Avena stnjo
Baccalari in partite cent. Caffè Cuba » n Avena 55
y> Portorico o «
TI Rio
)1 Bahia 51 fi La Guayra 1
n S. Domingo ...... ii
« Mocca »
j 1 Giava 51 Canape ti
Capperi r
Carubbe 51
Cera bosnese
Chiodi iti botti da 70 od 1 ip traili. »
55 schizzi 9, la, i8,m. «chizz. 11
Colla caravella . . .
Corami dello Stalo . ,
Cotoni lana ....
Cotoni filati 6-8 ..... funto ingl.
i4 •
24 32
36
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ìi 10 55 16 51 38
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Cremor tartaro ....
Fava .......
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Ferro inglese assort.
r» di Cari ni in in fssci
« ordinario e spiagge
Fichi dalmati . . , .
Frumento tenero . . .
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Formentone . . . .
Galla d'Istria .... Grippola
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4 M2 2 2,3 i5 28
26 3 3^
Lana lavata fina e m. fina .... cent.
55 grossa da malerazzi . . 51
Lana sucida fina e m. fina .... 55
grossa da malerazzi . .
Agnellina lavata 55
51 calcinata ....... 55
Lino 51
Mandorle dolci 5
Mele n
Olio Dalmazia e I\ag«sa . . . . orna
Orzo stajo
Pelli di bue secche nostrane . . . cenU
agnellino dalmate „
PpPe •
Pomelle di lauro .
Piombo „
Riso d'OstigUa „
„ di Mantova
„ milanese
Scorze d' aranci ........ „
„ di limoni ....... „
Seme di lino „
Sapone di Trieste
Seta di Dalmazia ed Istria .... Funto
Spirito francese 3;6 a 0,7 . . . . barile
„ nazionale 3[6 a 3j7 . . . . orna
Somacco cent.
Sevo dalmato ?" „
Spugne greggie fine
„ da cavallo „
Uva
Zafferano '. . funto
Zuccaro rmlis francese cent.
„ olandese „
„ pesto inglese „
„ „ olandese
„ „ francese „
v Avina bianco
S.Jago „ „
„ Trinità „ ..... „
Bahia „ Fernainbuoo „ . „ . . .
da fior, a fior.
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660 | 90 !
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18 1,3 23 | 23 !
22 1,2
18 !
16 1,2
16 ip
frumento f.ti 1713. — orzo f.ti 490. — napolizza
f.ti 112. — zapino f.ti 143.
Stato della campagna d Imoschi.
La parte a mezzogiorno della campagna e an-
cora inondata dalle aque, ed appena dalla parte di
settentrione si cominciano le arature del sorgo. —
Quella porzione di piano, non soggetta alle inonda-
zioni, presenta un buon raccolto sì di grani bianchi
che di minuti, come del pari i grani bianchi delle
costiere vanno molto bene. — I fieni saranno catti-
vi per la campagna, ottimi sul cretoso. — In gene-
rale un mediocre raccolto si può sperare, se nella |
state presente non seguano considerabili cangiamenti
atmosferici. — La vite infine promette abbondanza
di raccolto.
Ragusa 26 giugno.
Dal giorno 10 corrente a tutto ieri dalla con-
termine Turchia calarono al rastello delle Plocce 7
caravane di 645 cavalli accompagnati da 482 per-
sone, e portarono 18 cavalli, carichi di canne di iu-
dica, 9 carbone e legna da fuoco, 5 cera vergine,
2 pelli di tasso, martora, lupo, fuina ec., 2 pelli di
bue salate, 2 lana pecorina, e 4 di miglio ed orzo;
ed esportarono per la Turchia: sale f.ti 84999, caf-
fè e zucchero f.ti 13343, granaglie f.ti 22666, ri-
so f.ti 1588, cotone filato ed in manifatture/.to' 3168,
pelliccierie di ver se f.ti 1656, olio d'uliva/Ui 1740,
aquavlte f.ti 1336, carta assortita f.ti 626, acciaio
e stagno crudo f.ti 1240, sapone f.ti 538; ed in
piccole partite, polvere da tiro, pallini di piombo, co-
lori diversi), manifatture di vetro, preparazioni chi-
miche, arnesi di casa, f.ti 1478.
Bazar di Cattavo. Movimento nei mesi
di maggio e giugno.
Introduzione. Buoi n. 230. — castrati n. 550.
— maiali n. 180. — spelta f.ti 2200. — pelli a-
gnelline f.ti 5000. — cera f.ti 650. — lana f.ti
8500. — formagio f.ti 215Ó0. — rame f.ti 550.
— pesce secco f.ti 5500. — paglia]f.ti 12000. —
zapi no f.ti 4500. — scotano f.ti 28500. — legna
14500.
Estrazione. Maiali n. 100. — vino f.ti 27000.
— olio f.ti 1350. — aquavita f.ti 2200. - formen-
tone f.ti 302800. — tavole f.ti 11000. — sale
>54325. — riso f.ti 1800. — ferro f.ti 3500. —
zucchero fti 750. — caffè f.ti 437. — rame f.ti
850. — manifatture di cotone 3500. — terraglie,
vetri, paste, sapone, candele di sego, schiavine, opan-
che, medicinali, armi e diverse merci ad uso del pro-
prio vestiario nazionale.
Consumo della carne nel mese di maggio.
Buoi n. 70. — vitelli n. 3. — castrati n. 30.
— eapre n. 30. — agnelli 100.
NAVIGAZIONE.
7jara 1 luglio.
La società della navigazione a vapore del Lloyd
Austriaco, intenta ognora per le moltiplici corse dei
suoi piroscafi, a procurare al publico maggiori co-
modità; ora che possiede 20 bastimenti a vapore,
ed allargò in conseguenza la sfera delle sue opera-
zioni, dispose, che cominciando con questo mese di
luglio, venga attivato un nuovo ordine d'itinerarii
sulle linee dell'Adriatico, della Grecia, del Levante,
della Soria e del Marnerò fino a Gallaz. Distribuiti
acconciamente i giorni di partenza da Trieste, e di
arrivo ai singoli punti contemplati dal nuovo piano,
era di conseguenza, che una modificazione subisse
anche la corsa sulla linea della Dalmazia, per cui
non più ai 5 ed ai 20 d'ogni mese si staccherebbe da
Trieste un vapore per questa provincia, ma piutto-»
sto ogni secondo giovedì. Con tal nuovo ordine le
corse da 24 eh' erano all'anno, s'aumenteranno a 26,
quindi comunicazione regolare più frequente.
Col 24 di luglio perciò, primo giovedì della
nuova corsa, un piroscafo scioglierà da Trieste alle
6 pom. per Lussino, Zara ec., e percorrerà la co-
sta dalmata fino a Cattaro in 5 giorni. Arriva per
tal modo a Zara venerdì dopopranzo; parte sabato
alle 9 ant. per Sebenico, dove giunge alle 3 pom.
Domenica alle 9 antiin. prosiegue per Spalato, vi
arriva alle 3 pom.; lunedì alle 6 di mattina si stac-
ca per Lesina, dove approda verso le 10 antim.
Lo stesso giorno alle 11 va per Curzola; vi giun-
ge alle 4 poni., e dopo una fermata di 4 ore, leva
le ancore per llagusa. Vi approda martedì mattina
alle 3; riparte alle 11 ed alle 4 pom. afferra a
Cattaro, dove si trattiene sino alla mezzanotte.
Reduce dalle Bocche, arriva a Ragusa mer-
coledì alle 6 di mattina; alle 11 scioglie per Cur-
zola ; da qui a mezzanotte per Lesina, e vi approda
giovedì alle 5 di mattina. Alle 7 parte per Spala-
to, e venerdì alle 7 antim. si pone in cammino alla
volta di Sebenico. Sabato alle 7 di mattina leva
l'ancora, e verso un'ora pom. entra nel porto di
Zara. La partenza per Trieste e Lussin, siegue
domenica alle 9 antim.
I buoni servigi prestati dal pacchetto a vapo-
re in Dalmazia sono superiori ad ogni encomio. Le
comunicazioni fra Trieste e la Dalmazia facilitate;
la distanza fra quella piazza e Zara, ridotta a 20
ore circa, gli agi offerti da un piroscafo, in cui o-
gni cosa ò calcolata a comodo de'passeggieri, la
spaziosità dolio scafo, la solidità e sicurezza delle
macclùne, per cui in tutto il tempo, da che fu atti-