seri della Croazia, assai più delie fan-
tasticherie dell' ffunessiono dalmata, allo
quali, come a Zagabria si sostiene, si
diede un' importanza maggiore di quanto
esse si meritano.**
Il oorrispondente principia le suo in-
terviste cogli uomini del partito nazio-
nale, 0 governativo, come il più forte.
Uno dei più influenti capì di quel par-
tito si sarebbe espresso:
„Ella desidera una spiegazione sul
moviniento dalmato; voglio gradirla.
Premetto, che, senza adularmi, posso
dire di oonosoerne le condizioni, e quindi
non prendo le oose tanto sul serio.
Secondo le nostre leggi, la Dalmazia
è una parte integrante della Corona
di San Stefano. Di fatto però il par-
tito governativo non si occupa del-
la attuazione di tale idea; e vodo
ohe anche gli uomini dei partiti d'op-
posizione idearono lo cose del tutto
diversainonle da quello che risultò in
fatto. La loro intenzione oru una gran-
diosa dimostrazione contro tutto lo
stato di frttto presento, ed in prima linea
contro il dualismo. Co no siamo ac-
corti, abbiamo preso parto allo festi-
vità, 0 con ciò fatto abortire il pro-
getto. Dall'altra parto si volova da o-
gnuQO dei partiti dell'opposizione gua-
dagaaro 1 dalmati per so. A quale
scopo? In verità non lo so, e ciò è per
mo un enigma. Klla Io sa : gli starce-
viđani^ esigono i unione della Dalmazia
alla Croazia sulla base di un diritto
pubblico croato, che non esiste, in quanto
che da 800 anni noi non abbiamo che
un solo diritto pubblico comune colV Un-
gheria-, altro diritto non conosco, e ciò
che fu or sono più, che otto secoli è
così nebuloso, che nessun uomo politico
serio non può occuparsene. Il diritto
pubblico oggi in vigore é (accordo col-
r Ungheria. In questo è precisato nella
miglior forma immaginabile il diritto di
stato, ed esso contiene il summuin di
quanto può esser accordalo alla Croa-
zia. Il partito detto dell' Obzor è il
peggiore ohe esista al mondo. Ptr
conservarsi popolare in basso, anche
esso fìnge un diritto di stato croato.
Se si viene percalle trattative, è sem-
pre quello, che sarebbe pronto di fare
all'Ungheria concessioni ancora mag-
giori dei vecchi unionisti e del par-
tito nazionale. Ne al partito del diritto,
però, ne agli obzoristi è riuscito di gua-
dagnare per se gli elementi seri fra i
dalmati. Dopoché i signori furono qui,
videro tutto, furono a contatto coi
membri del partilo nazionale ed ebbero
un esatta nozione della situazione. An-
che in Dalmazia si parla di una unione
in base alla legge, e chi è su questo
terreno sa troppo bene la via che deve
percorrere tale questione. Prima si deve
calcolare e trattare colt Austria e colla
sua legale rappresentanza, poi col par-
lamento ungherese; e perciò, lo ripeto,
la questione non ha qualsiasi importanza
di attualità.''
„A quale scopo adunque to schia-
mazzo?"
„Si volle forse creare in Dalmazia
un'opposizione di diritto pubblico —
soggiunse, stringendosi nelle spalle, l'in-
tervistato — ciò però cogli uomini seri
non è riuscito; forse lo è tutt'al pù
verso alcuni sbarbatelli ; questi però
col tempo, come lo dimostra l'espe-
rienza, si faranno più prudenti. I no-
stri signori dell'opposizione non sono
punto felici nella scolta nè dell'og^'otto,
DÒ del soggetto dello dimostrazioni. Il
poeta Caccich, dinanzi al monumento
del quale si svolsero le scene più, inte-
ressanti, celebra entusiasticamente nelle
sue opere gli eroi ungheresi, e quando
nel consiglio comunale si trattò di ac-
cordare un importo pelV erezione del
monumento, i membri del partilo nazio-
nale dichiararono di aderirvi, motivando
la loro adesione appunto perchè Cac'
deh, già da molti secoli addietro, cantò
la comunione colf Ungheria. E questo
esauriente motivo politico indusse forse
il bano di prendere parte alla solen-
nità dello scoprimento. In ogni caso
la sua presenza impedì senza dubbio
maggiori dimostrazioni politich^^"
L'intervistato parlò poi della solida-,
rietà slava e delle cose intera^ d'oìla
Croazia. Relativamente agll/i-žtchi disse :
„Che il signor (i^rgr venga, o no, per
noi iìTTuitleronl»». Gli czechi approfittano
dei croati solo quando sono in lotta
in oose loro. Terminate queste, trattano
i croati a calci. Ciò già successo : la
nostra opposizione però mai vuole ap-
piendere qualche cosa dall'esperienza.
Forse ora li attende [o stesso destino^
non li invidio."
Parlando delle oose interne disse :
„che il partilo dell' Obzor corre verso
la sua fine. Il partito Starcevioh ac-
quista terreno tra i fukari e gli stu-
denti. Il partito dominante ha troppe
cose da regolare in casa sua per oc-
cuparsi con altro. L'antagonismo per
r Ungheria lo attribuisce al contegno
dello 'stesso governo nell'epoca di
Rauch,-^ a Khuen-Hedervary, all' orga-
nizzazione delle scuole, nelle quali e
coi libri di lettura e colle parole sì
insinua 1' avversioue all' Ungheria, ed
alla burocrazia inspirata all' indirizzo
degli anteriori governi. Furono com-
messi molti falli, ma questi vanno cor-
reggendosi dal partito nazionale,"
Nel prossimo numero continueremo.
l argomento del giorno in Francia
La soppressione dei passaporti è V argo-
mento 0 piuttosto ra?veniraento del gioroo.
Ed è noto che alla Francia ne abbisogna
sempre uno, come a noi tutti il pane quoti-
diano. Al piatto del giorno succede quello
dfl domani, che fa dimeniicaro il precedente,
e cot>) via Tia, costantemente.
Dopo le grandi manovre, che hanno si
lungamente * occupato le colonne dei suoi
diari; dopo il discorso dell'ex ministro Qo-
blet, tanto da essi bistrattato; dopo le loro
recriminazioni pel saluto che la squadra ila-
liana n Salonicco non avrebbe reso ad un
piroscafo mercantile francese, benché fosse
nolo che T ^miraglio Sanfeiice sia in ot-
time relazioni col comandante dell' incrocia-
tore francese che ò in quel porto, e che 1' ab-
bia avuto alla sua mensa ; infine, dopo la
battaglia per le rappresentazioni di Lohengrin
all' Opera, in favore d^Ile quali coloro che
le propugnavano, citavano come il più forte
argoni'nto il successo che questo dramma
lirico di Wagner ebbe in Russia (!) quasiché
dalla visita di Gronstadt in poi la Russia
dovesse tutto regolare in B'rancia, anche le
rappresentazioni teatrali — ecco 1" inaspettata
abolizione dei passaporti per l' Alsazia-Lorena
che, provocando dapprima un sentimento di
giubilo assai naturale, ha immediatamente
messo in pensiero il paeso, o almeno i pu-
blicisti, che si affidano di rappresentarne 1' o-
pinione. Ed eccoli tutti a logorarsi il cervello
per cercar d'indagare a qual movente,'a q^ual
ragione, a qual interesse ha obbedito T im-
peratore (juglielmo p»»r determinarsi spon-
taneamente a prendere questo provvedimento,
a fare questa concessione.
Sarebbe, dicono gli uni, per attenuare 1' af-
fetto rincrescevole del suo brindisi di Erfust?
No, assicurano gli altri; è per indispeUire
maggiormente l'ex-gran cancelliere, principe .
di Bismarck.
Altri «ncora pretendono che l'imperatore
ha voluto con ciò esprimere la sua gratitudine
al governo francese, per aver questo spiegata
tutta la sua energia a rt>primere la mala-
voglia di coloro che osavano opporsi alla rap-
presentazione d' un capolavoro del suo predi-
letto Wagner. — Si potrebbe) continuare
lungamente una enumerazione, la quale, se
mtftie in rilievo la fantasia dei polemisti po-
litici francesi, non fa il più grande onore
alla loro sagacia, per non dire al loro buon
senso. Preferiamo restarne alla gioia, gene-
ralmente provala a Parigi, per la soppres-
sione d'un ostacolo finora assai nocivo agli
interessi francesi... benché si abbia a leggere
in alcuni dei periodici, che, se i passaporti
per r Alsazia-Lorena sono stati aboliti, sì è
perchè nuocevano anche più agli interessi
delle due provincie, e per conseguenza alla
Germania. Anzi questa fra le vare ipotesi non
è la meno diffusa.
Essa non è meno una prova della diffi-
denza che si ha per tutto ciò che possa fare
r Alemagoa, anche quando quel che fa è
favorevole alla Francia! Il timeo dona ferentes
da parte dell' imperatore Guglielmo è divenuto
un dogma. Ogni tentativo conciliante è sor-
gente di gravi sospetti, come lo furono la
venuta a Parigi dell' imperatrice madre e
r invito agli artist] francesi di esporre le loro
opere a Berlino. In tutto si teme un secondo •
fine, un agguato. Non vi è eiie un ramo, un
solo, per calmare gli animi: rompere la tri-
plice alleanza e restituire alla Francia 1' Al-
sazia e la Lorena. Fino che ciò non è at-
tuato, Guglielmo II sarà sempre considerato
come il più fiero inimico della Francia, desi-
deroso di muoverle guerra per invaderla, come
fece il suo a^o, e cercare di mutilarla an-
che p ù.
Intanto T inno alla pace risuona dappertut-
to sul territorio francese, almen moralmente,
• ma invece l'inno russo vi risuona Hi fatto,
al punto da stancare le orecchie.... anche del
Granduca Alessio. Il canto della Marsigliese
a Gronstadt fece definitivamente chiudere il
tempio di Giano.
Divenuta amica della Francia, la Russia
impone la pace all' Europa tuUa. Stabene, e
nessuno può desiderare di meglio, come nes-
suno sarebbe coi-ì insano per voler che la
pace sia turbata. Ma queste assicurazioni
pacifiche, cosi sagge, così legittime, così na-
turali, mal si accordano con quelle del riac-
quisto dell' Alsazia e della Lorena,,
questo che il patriotismo può .%'etiza dubbio
giustificare, ma che la ferr.na volontà della
Russia unita alla Franclj^^ d'imporre la pace
neutralizza in^y^VaViìmente,
ì .. K "i' avversione così profonda contro la
* triplice alleanza non ha altra origine che nel-
la convinzione, anche profonda in Francia,
che essa sia stata stretta per assicurare alla
Germania il possesso delle due provincie.
Non vi ha in ciò una flagrante contraddi-
zione? Come spiegare il mantenimento della
paM, da tutti desiderata, e dalla Russia in-
sieme alla Francia imposta, con la ripresa,
per parte di quest' ultima potenza, dell' Alsa-
zia e della Lorena?
Se si spera che l'imperatore Guglielmo,
dopo avere cominciato dall'abolire i passa-
porti, voglia in uno slancio di generosità i-mitare T imperatore d' Austria, il quale fece
dono a Napoleone III della Venezia, perchè
questa ritornasse all' Italia, e si rassegnasse
a seguire un tal esempio, rfndendo gratuita-
mente le due Provincie alla Francia, non è
già scrivendo tuttodì di lui quello che se ne
scrive nei diari francesi che si può spingerlo ^ farne cavallerescamente la retrocesBione.
Ma ormai la piega è presa, ed è vano
sperare T adozione di altro sistema. Un adagio,
volgare come lo sanno tutti, vuole che in certi
casi il miele sia più efficace che T aceto. A
Parigi, invece, si fa un grande consumo di
aceto.
Se ne fece e si continua pur troppo a farne
rispetto air Italia. Or non bisogna essere un
forte politico, un troppo abile uomo di stato,
per comprendere che se, prima che il trat-
tato della triplice fosse rinnovato, la stampa
francese (per non dire il governo) avesse meno
picchiato soli' Italia, non 1' avesse continua-
mente fatta segno dei suoi livori, si tosse
mostrata verso di essa più equa, più arren-
devole, più conciliante, l'avrebbe forse im-
pegnata ad allontanarsi dai due imperi del
centro per riavvicinarsi a lei.
Ma andate un po' a ragionare con coloro
che fondano il loro argomentare su idee pre-
concette, dalle quali non vi è potere al mondo
che possa allontanarli menomamente !
^ 1»?* ^
^ I disastri in Spagna
Alla seconda metà del mese, dopo molti
giorni di sereno e di caldo intenso, il tempo
si è subitamente cambiato. Uragani violenti
si alternarono con pioggie torrenziali in tutte
le regioni meridionali ed orientali della pe-
nisola iberica. —• Le linee telegrafiche furono
-interrotte, le ferrovie dovettero sospendere il
movimento, molti treni erano bloccati nelle
stazioni intermedie, i ponti vennero portati
via, la campagne devastate, i vigneti mezzo
distrutti alla vigilia della vendemmia — in-
somma tutta una serie di danni gravissimi e
di disastri. Le interruzioni ferroviarie e tele-
grafiche furono- tali, che per 48 ore il go-
verno centrale non potè essere informato del-
le grandi sciagure cagionate nelle varie pro-
vincie dagli uragani e dalle inondazioni.
L' uno dietro l'altro giunsero p;.i i tristi
messaggi, che annunciavano quanto dura-
mente fossero state colpite le provincie di
Valenza, d' Almeria e specialmente di Toledo.
A Valenza, la città del Oid, come la chiamano
gli spagnuoli, un ciclone ha devastato la bel-
la Huerta, i sobborghi e tutte le campagne
dei dintorni. — in Almeria un nubifragio ha
cagionato una inondazione specialmente nei
quartieri poveri; la fiumana invase i piani in-
feriori delle case, asportando arredi ed 'uten-
sili, danneggiando più di 500 case e spez-
zando le condutture del gas e dell' acqua
potabile.-Parecchie persone perirono misera-
mente; perirono pure parecchi bambini. Si
calcola che i danni nella provincia d' Almeria
ascendano a non meno di cinque milioni di,
pesetas. Altre provincie del mezzogiorno sono
pure state colpite più o meno dalla calà^mità.
Ma addirittura spaventevole, immane è la
catastrofe di Gonsuegra. Fu il prefetto di
Toledo il primo a segnalarla al ministro del-
l' interno. Gonsuegra era una piccola citià di
7260 abitanti, fabbricata sulle due sponde del
fiume Amarguillo, nel fondo d' una valle cir-
condata a guisa di anfiteatro dai monti. Pa-
recchi piccoli corsi d' acqua e torrentelli,
confluenti dell' Amarguillo, scondono dalle
montagne di Toledo al di sopra di Gonsuegra.
Quattro ponti di pietra mettevano in comu-
nicazione le due parti delia città, la quale
contava complessivamente 1100 case, costruite
di mattoni, due chiese parrocchiali, scuole,
una prigione, un palazzo municipale ed una
caserma di gendarmeria. Sopra un colle sor-
gono la massiccie rovine d' una rocca medioe-
vale dei cavalieri gerosolimitani.
Per colmo di sventura, v' era grande af-
fluenza di gente del contado a Gonsuegra,
con numeroso bestiame, per la fiera, che si
doveva tenere il giorno seguente. Si faceva
testa e baldoria in molte case private e negli
alberghi. In una casa erauo radunate 60
persone ad una festa nuziale.
Densi nuvoloni coprivano l'orizzonte, raf-
fiche impetuose di vento soffiavano dalla Sierra
e gli abitanti di Gonsuegra osservavano, che
la corrente dell' Armaguillo cresceva e le ac-
que erano giallastre e limacciose. Nondimeno
nessuno immaginava la imminente catastrofe
perchè a mpmoria d' uomo non erano ras.i
avvenute inondazioni in quei luoghi.
Quasi tutta la popolazione era coricata quan-
do r uragano è scoppialo con violenza e ìt
acque del fiume cominciarono a salire Ono a
toccare gli archi troppo bassi dei ponti.
Bentosto alberi sradicati, sterpi ed altre ma-
cerie trasportati dalla gonfia corrente forma- ]
roDo uno bbarramento al primo ponte, che |
cagionò la inondazione della città.
Poi quando la massa impetuosa dellfe acque
abbattè uno dopo 1' altro i ponti, la fiumana,
trasportando le vittime e le ros-^-erie di Gon-
suegra, allagò la pianura al d/i sotto della citià
per una estensione di meti 50 chilometri.
Poche sono le notizia e le relazioni giunte
finora, ma queste poche bastano a «dare una
idea dell' immac,% sventura. Quelli- fra gli a-
bitanli di Ctinsu?gra che ancora non si erano
coricati udirono improvvisamente un sordo
iuraocc nel buio della notte, poi subito lo
spaventevole fracasso delle case crollanti, e
grida strazianti delle vittime, urla e ululati
degli animali — 1' impetuosa fiumana, ir-
rompendo irrefrenabile dovunque, travolgeva
nei suoi gorghi torbidi creature umane, ca-
valli, vacche, buoi, cani, masserizie, utensili
e ruderi di ogni sorta. La scena lugubre £
spaventevole era di tratto rischiarata dai lampi
che solcavano le nubi, mentre continuava a
cadere una pioggia torrenziale.
Gli abitanti della parte più elevata della
città e più lontana dalle vie più basse rie-
scirono in parte a porsi in salvo seminudi.
Quando si fece giorno e le acque comincia-
rono a calare, lo spettacolo che si offerse ai
superstiti era desolante, orribile — la penna
si proverebbe invano a descriverlo e la ma-
tita a tratteggiarlo. Gonsuegra, come dissi,
aveva più di mille case. Quattrocento erano
crollate, altre trecento minacciavano rovina e
molte di esse crollarono poi, cinquanta sole
rimasero rittg e salde sulle fondamenta e le
rimanenti sono più o meno danheggfate. Le
due chiese erano inondate. Ggli archivi par-
rocchiali, unico registro di stato civile della
località, sono stati portati via dalla fiumana.
Il campo melmoso, in cui fu tramoftlata la
città, era disseminato e pieno di cadaveri,
Fra le rovine d' una casa furono trovati i 60
corpi degl'invitati alte nozze; in un'altra
casa venti cadaveri, in un piano terra sette,
tutti membri d'una famiglia. In breve, il
primo giorno furono raccolti 608 cadaveri e
l'alcade della città annunciò la scomparsa di
2000 persone. 1 danni materiali sorpassano i
dieci milioni; non meno di 4000 capi di
bestiame sono periti nella catastrofe. 1 corpi
umani e delle bestie, trasportati lontano dalla
fiumana ed insepolti, appestano 1* aria per
gran tratto intorno. Si sono trovati i cada-
veri di infelici, che avevano tentalo fuggire
e che furono travolti dalla fiumana; un prete
serrava ancora nelle mani raitraprite il bre-
viario ed il quadrato. Un miserissimo padre
che si vide portar via quattro figli, divenne
pazzo; parecchie donne si aggiravano pure
divenute pazze fra le rovine.
Incredibile, ma vero, i gendarmi colsero
parecchi scellerati che approfittarono per ab-
bandonarsi al saccheggio. Verranno giudicati
sommariamente.
I NOSTRI_CARTEGGI
All' erta ! — Pel nostro vino.
Spalato, 26 settembre.
E' un grido d' allarme che oggi dobbiamo
emettere contro un nuovo nemico che minac-
ci»' il nostro commercio vinicolo. 1 vini costi-
tuiscono come è notorio il lamo principale del
nostro commercio di esportazione e rappresen-
tano il fattore più proficuo nel bilancio econo-
mico della Dalmazia; 1'additare il nemico, il
sorgere a ditesa di un prodotto che se, in
generale, e prezioso pel paese, è per alcuni
distretti fonie anche di risorsa, mezzo presso-
ché esclusivo di esistenza, è non solo diritto,
è dovere. Alieni da pregiudizi regionali, o da
spirito di monopolio, amici della libera con-
correnza, ma avversari della mistificazione e
del contrabbando, abborderemo la delicata
questione con calma, con lealtà e colla fran-
chezza reclamate dalla serietà ed importanza
dell' argomento.
Or bene: il nostro nemico è il vino che dalla
Grecia, dalla Puglia e dalla Sicilia è impor-
tato a Trieste e a Fiume, donde, previe combi-
nazioni «himiche, viene con etichetta nazio-
nale spedito all' estero, e più spesso in Francia.
Per quello che concerne Trieste, è un fatto
che negli ultimi tempi vi furono importate
grandiose partile di tamarindo, la cui presenza
va spiegata col metouo di adulterare i vini
della Grecia, che sposati all'acqua, all'alcool
e al tamarindo, vengono poi spediti in Fran-
cia. Ed eccoci alla genesi di codesto equivoco
matrimonio, o meglio adulterio.
l vini di Grecia hanno il tre e mezzo, fino
il quattro e mezzo per mille di gesso, e in
Francia non si permette 1' accesso a vini che
abbiano più dei due per mille. Ora, a delu-
dere le esigenze francesi, si allunga il vino
coir acqua, e lu compenso lo si rafforza co!-
r aleooi e coi tamarindo che vi couiribuisce il
suo estraiÉo. La parte del gesso resta cosi di-
minuita e ridotta alla proporzione legale, e il
vino greco, rifatto e eontrafatto, forse anche
commisto ai nostro, parte felicemente per la
sua destinazione. Se si calcoli che il vino di
Santa Maura costa dai 6 ai 7 fiorini l" ettoli-
tro — franco Trieste — si potrà valutare co-
me, con un prezzo di gran lunga inferiore,
esso possa fare all' estero una schiacciante
concorrenza ai vini nostrani.
Per quello riguarda le partite che vengono
dalla Puglia e Sicilia, siccome i vini italiani sono
aggravati di forti dazi e quindi pressoché
chiusi ai mercati francesi, così a Trieste ven-
gono tagliati nel punto franco con vini dal-
mati e quindi con patente nazionale spediti
in Francia. E' così che i nostri vini servono
.di passaporto a quelli della Puglia e sono
un' arme che si ritorce, contro i vini genuini
che dai nostri distretti vinicoli vengono spe-
diti dirottamente in Francia.
Ed ora lasciando Trieste e certe etichette,
condurremo il nostro lettore, a Fiume, dove
pure si importano assai spesso grosse partite
di vino dalla Grecia e dall' Italia, per essere
poi dirette in Francia, in Ungheria, in Ger-
mania. E qui dobbiamo dichiarare che non ci
constano gli eventuali miracoli in quella città
col tamarindo: ci constano però, e sono il-
segreto di Pulcinella, varie manovre di mani-
pola-zione, la più semplice delle quali è di
m-scere il vino dalmato col greco, col pu-
gliese e col siciliano per poi spedirlo al di
fuori con patenti nazionali. Dove si facciano
codeste manovre, se in magazzini privati o
publici, non possiamo asserire; ned è escluso
che qualche grosso burocrata vi cacci dentro
lo zampino. Noi non vogliamo accusare al-
cuno; ma non sarebbe questo il primo caso
di abusi per parte di taluno di.coloro che sa-
rebbero chiamati a rispettare e a far rispettare
la legge; non sarebbe d'altronde il primo caso
di qualche alto locato che sia vittima della
propria buona fede ed ingenuità, e, senza
colpa, si renda compartecipe dell' abuso.
Gome si vede, il pericolo è grave ed esige
pronti ed energici provvedimenti. Codesto pe-
ricolo è più grave della crittogama e della
peronospora, dalla quale il solerte produttore
può garantirsi, mentre non is à nelle sue forzp,
nè nelle sue attribuzioni, di garantirsi da una
concorrenza illegiiiim», da adulterazioni de-
pU re voli e da sconosciuti congiurati a suo
danno.
Ed è un dovere dell' autorità tutoria di ve-
gliare a difesa della legge, come è un diritto
per noi di invocare la sua attenzione e quella
del paese, al quale ripetiamo: all' erta! A que-
sto proposito ci sembra che le fenomenali
partite di tamarindo arrivate a Trieste, incom-
patibili e sproporzionate coi bisogni farmaceu-
tici, sono una rivelazione: "esse offrono prova
eloquente dell' abuso da noi deplorato e po-
trebbero offrire guida sicura fi-facile a provvide
misure. — Videant consules.
La solita antifona*
San Pietro, 27 settembre.
Qirt a S. Pietro occorrono continui bordelli
per via di partito, e ne soa causa cinque o
sei chierici, i quali non fanno che tutto il
santissimo giorno passeggiar per S. Pietro,
provocando e gridando: — Propala taljan-
ština, propali taljmci u Supetru e cosi via.
Dalle otto alle nove di sera, poi, fino a una
ora 0 alle due di notte, essi, presi dal vino,
assieme ad altri giovanotti, urlano e cantano
canzonaccie croate. Ed in tal modo stordi-
scono le orecchie dei pacifici paesani, e cosi
offendono impunemente i tranquilli, e così
nascono scandali e baruffe e scenate. Il co-
mune, naturalmente, lascia che facciano il
diavolo a quattro: anzi li loda.
Se invece qualchedun altro si azzardasse
solo di cantare una canzone in italiano, op-
pur se gridasse un evviva, o solo se parlasse
in favor d' un autonomo, sarebbe subito arre-
stato e punito. E di questo si ha piove. Dov' è
la giustizia? E sono permessi simili baccani?
E gli uni possono offender gli altri in quanto
hanno di più caro al mondo: nel sentimento
patriottico ?
NotereUe alenane.
SifiF», 37 settemlre
L' altro dì il signor barone RotWUiid di
Parigi fece appositamente col suo seguito una
escursione fino a Sign per vedere — oltre -
alla bella ed importante borgata e la sua va-
sta campagna — i tanto decantati giostranti.
Intrattenutosi con visibile piacere — mentre
s'attrovava nell'ufficio comunale — ad osser-
vare il vicino mercato delle biade e delle
frutta, capitò, dietro suo desiderio e verso
prestazione del signor podestà, un drappello
di giostranti colla lancia in asta, in costume
ricco d'oro ed argento su destrieri bardati
con costosi finimenti. I relativi servi erano
armati e pure in costume; il cavallo di ma-
neggio con ricchi indumenti ed armi ; v' e-
rano poi i porta-scudo e mazze e la bandiera.
Tanto il signor Rothschild fu entusiasmato
nel vederli, che, per gentile accondiscendenza
d'essi stessi, li dispose in otto diversi gruppi
per fotografarli ; e li fotografò. Ringraziato
con calde parole pel piacere procuratogli, e-
largì al drappello fiorini 200. Gosì anche
Sign (Sign dalm-ita e non Sinj croata) per
prestazione dei giostranti autonomi, e niuno
croato, viene ad essere conosciuta.
Quest'anno la raccolta dei fieni e delle
biade è stata media, e quella dei tabacchi e
dell' uva promette bene. La siccità perdura.
— Gospar Mate ponga nel suo vuoto ba-
gaglio intellettuale, ben ponderandt, questi
versi del Goldoni:
L'asiuo travestito da leone
alfin si scopre
e l'albagia depone.
Fischio.
uoMiNy: COSE
— Il testamento della Wilt. —
Venne aperto il testamento della cantante Wilt,
suicidatasi giorni sono. Essa nomina erede
universale la figlia Fanny Goettinger, dimo-
rante a Graz, moglie al baritono. Assegna
inoltre i seguenti legati : fiorini 20,000 al-
l' asilo infantile di Kahleiibergerdorf, f. 5000
all' istituto per orfani di Zillingedorf, f. 5000
all' asilo Rodolfiano, al professore Gaeufibacher
(che la istruì nel canto) f. 20,000, alla sua
danfa di compagnia baronessa Todesco-Eiltsch
f. 5000, air ospitale di Maria Teresa a Vienna
f. 10,000, al Conservatorio di Vienna f.
10,000, al fondo pensioni del teatro Nazionale
di Budapest e all' Opera di Budapest ciascuno
f. 5000.
— Đonazio ne di nna cantante a-
gr inondati spagnuoli. — La nota
cantante Eiena Sanz, che vive a Parigi, donò
tutto il patrimonio che re Alfonso Xll aveva
lasciato in legato ai suoi figliuoli, e che am-
monta a circa 1/4 di milione, agli inondati
della Spagna,
— Eredità colossale. — Scrivesi da
Ghanibery :
Si annunzia che un povero mercantuecio
sarebbe diventato improvvisamente venti volle
milionario.
Una sua parente, partila per 1' America co-
me cameriera, venne sposala dal figlio d' una
riochiS'sima famiglia, presso la quale era di
servizio.
Tutti i membri di quella famiglia morirono
in breve. Ed anche ìa cameriera, diventata
padrona di una grande fortuna, non potò
godere a lungo di essa, giacché morì pure
presto.
Per la sua origine ignota le ricerche dei
di lei parenti durarono a lungo. Infine si sco-
prì che il buon mercante era il solo erede.
Egli è partito, accompagnato dal suo no-
taio, per prender possesso dell' immensa for-
tuna.
Il suo scopo è di ritornare al suo paese e
di costrurre un cartello moderno, accanto a
vecchie rovine,
— Un attentato cìie costa caro.
— Il ministro delle finanze del Giappone ha
publicato un curiosissimo documento, il rias-
sunto delle spesa che lo stalo ha dovuto fare
in occasione dell' attentato contro lo Gzare-
vitch.
E queste spese ammontano alla somma ri-
spettabile di 125 mila franchi...
— Una scommessa. — E' un col-
lega... di Newcastle che l'ha proposta, 1' ha
tenuta e 1' ha vinta.
Egli ha scommesso di compiere in un quarto
d'ora, una corsa in queste condizioni: un
quarto di miglio in bicicletta, un quarto di
miglio in una barca a remi, 440 yarde a
piedi, 440 a nuoto e 440 a cavallo.
Là stranissima corsa ebbe luogo martedì
ed il giornalista la vinse fra gli applausi della
moltitudine.
Le cinque parti della sua corsa egli le e-
segui in 12 minuti e 43 secondi.
Perchè non farno una sesta parte, puta
caso, in pallone? — Una condanna originale. —
E' stata pronunciata a Vienna di questi giorni.
Un industriale viennese fn condannato a 15
lire d' ammenda perchè aveva detto il fatto
suo ad un impiegato del telefono che tardava
a metterlo in comunicazione con un cliente.
Auguriamoci che questo genere di legisla-
zione non sia adottalo colà... dove i telefoni
funzionano presso a poco come a Vienna.
— Orribile drama di famigli»*
™ Venerdì notte a Annecy un gendarme» certo Thoaes, uccise a colpi di pugnale
Anno XXYI ZAEA, Mercoledì 25 Novembre 1891. Numero 94 IL DA LM ATA
ASSOCIAZIONE.
P«r Zara fior. 8 antiaipatamente, semestre e trimestr« ÌQ proporziooe.
Ptr l'Impero Austro-ungarico fior. 9, sein«stre fior. 4:50, trimestre fior. 2:^0
Per gii Stati appartenenti all'Unione postale fior. 12 all'anno, semestre e
trimestr» iu proporziene. Per gli Stati non appartenenti all'unione postale
8 e di j^iù l'aumento delle spese postali, semeslre e'trìmestre in
proporzione.
tfu nimer* separato eosta soldi IO. — Uu numero arretrato soldi 16.
Giornale politico, economico, letterario.
Esce il mercoledì e il safibato.
^^^ Uffleio di Redazione in Casa Trigari - Piazza dell'Erte.
INSERZIONI.
Le assooiazioni e gli importi di denaro, io aswfni postali^ 0i dirigano
all'amministraziono del DALMATA in Zar», «li non rospiafo il foglio dopo
saaduta 1'assooiasiAno s'intende obbligato ptr U trimestre snaseguente.
le iorrispondenze devene dirigersi affraneate esclusivamento »1 redat
toro. Le lettere non affraneate saranno respinte. I Mmunitati si ingeriieono
al prezzo di soldi IO la liaea, carattere testino. ATVÌI! sd inserzioni a preszo
moderato da convenirsi. — 1 manoseritti non li restituissono.
Se fossero onesti—
Il Narodni List SGi'iveudo sulla
nota risposta del rniaislro Gautsoh alla
Camera — confessa che i suoi con-
senzienti, i croati, posseggono già un
mezzo di grande coltura nella lingua
italiana, più confacente ed adatta della
tedesca.
Non ripeteremo quanto abbiam detto
in più incontri sulla misericorde qua-
lifica di lingua di coltura data alla lin-
gua italiana. Un idioma, eh'è univer-
salmente parlato in Dalmazia, anche
dalle classi popolari, è assai di più di
una lingua di coltura. Volendo acco-
gliere questo enunciato, si stabilirebbe
il paradosso linguistico che i nostri
popolani possono concedersi il lusso di
una lingua di coltura, precisamente
come i gentiluomini allo corti di Oat-
terina II o di Federico il Grande,
La lingua italiana, indigena in Dal-
mazia, ha caratteristica nazionale, av-
Talorata da tradizioni, da documenti,
dalla universale estensione. Lo abbiamo
scritto mille volte, dimostrandolo fino
alla sazietà.
• Ma torniamo al contraddicente e-
nunciato del Narodni List. E chie-
diamo: come va che l'organo magno
dei croati conviene sulla necessità de-
gli eftìcaciasimi mezzi di coltura of-
ferti dallo scibile italiano, mentre il
partito stesso è il più implacato di-
struitort) dtjlla lingua italiana in Dal-
mazia? Com'è possibilò di realizzare i
benefici dt^ila coltura italiana, se l'o-
dio contro tutto ciò che sa d'italiano
è elevato a sistema dai nostri avver-
sari? Oomt possono le nuove genera-
zioni usufruire i vantaggi della coltura
italiana, se tutte le dalmate scuole
sono, 0 vogiiouo essere, croatizzate, in
odio appunto a quella secolare civiltà
italica, che diede fama alla nostra pro-
vincia? E il Narodni Xis^, mentre con-
viene sulla necessità di questa coltura,
come fa, noi tempo medesimo, a coo-
nestare la dannosa e illegale croatiz-
zazione del seminario teologico?
Il Narodni List, adunque, fa degli,
atroci bisticci, per quanto possa essere
caratteristic-A la sua confessione. Affer-
mare la necessità della coltura italiana,
e, nello stesso tempo, combatterla,
è un paradosso superiore alla credibi-
lità. La coltura italiana sì; l'alfabeto
Italiano no. L' obbligo di approfittare di
tutti i libri d'Italia, si; ma non quello di
mandar libri italiani alla scuola. Con
questo non senso eiffelliano è come
voier costruire una casa dal tetto!
I giovani non possono avvantaggiarsi
della coltura italiana perchè, in pro-
vincia, anche se nati italiani, devono
NOTERELLE GOL^DONIANE
La visita al Voltaire.
I.
J?a r Albergati a procurare al Voltaire la
coDosceoza delle opere dfl Goldoni, e a creare
cosi la relazione ira i due, che D« fu la con-
BegUHDZa. Egli stesso era eotrato in corrispon-
deoza epistolare col grande filosofo sotto il prete-
sto di qualche informazione sul modo di rap-
prfcs Qtare b sua Semiramide. Poiché, come
è uoto, Fraacesco Albergati fu anch'egli com-
mediografo e lenuva in casa sua UD piccolo
teatro, dove agivano signore e signori della
migliore società di Bologna.
Si conoscono nove lettere del Voltaire al
Goldoni % ma del Goldoni al Voltaire soltanto
una '), e in quesla è evidente il tentativo di
. Gfr. in proposito e snll' Albergati in generale il
bel libro del Masi; La vita, i tempi, gli amiei di
grammo Albergati, commediografo del secolo
A Kiii Bologna Nigbla Zanichelli lb88 (seconda e-
aizione) - Per le sue relazioni col Voltaire vedi
cap. Ul. — 11 Goldoni dedica air Albergati un elegio
grandissimo nelle Memorie (parte IL, cap. XV). In-
titolò a lui la Serva amorosa (tedi edizioni Pape-
ruii e Pasquali) e l'intero tomo X. del Nuovo tea-
tro comico, edito dal Pittori. Compose ancora per il
Hall commedie (redi cap. 45, parte If.
aeiie Mem.) Le lettere del nostro pubblicate dal Masi
ì;5?^,^»®<^Zanichelli 1880) sono in gran parte dirette
Oeuvres complètes Nouvelle édition.
yr m 1885. Cfr. ivi i volumi XL. XLII. ALII/ xjLvj^i
Rn.-L iv?^^* dei Goldoni, raccolti da A. Q. Spinelli, pagtus.
divenir cretini nello scuole croate. Guai
a chi parla o a chi scrive, commer-
ciante 0 impiegato, in lingua italiana!
8i croatizzauo persino i monumenti e
poi si vien fuori col dire che la col-
tura italiana è idonea ed indispen-
sabile!
E' proprio quanto abbiam detto noi:
i croati bea veggono adesso a che co^
li abbia condotti il loro odio snaturato
e parricida contro la nostra lingua e
contro la nostra coltura. Hanno mise-
ramente sconvolto il paese; hanno as-
sassinato, con intenzione proditoria,
l'avvenire intellettuale di migliaia di
giovani ; hanno voluto far lavorare à-
varicameute il piccone senza sapere
che cosa edificare sulle rovine. E,
quando predetteró di averla finita cogli
italrani — che sono indigeni, che sono
fratelli, che hanno gli stessi ideali di
patria, riassunti nei nome glorioso di
dalmati — si avvidero di aver fatto
un lavoro pazzo ed inutile, avendo di
contro un altro avversario: il tede-
sco.
E adesso si accorgono e confessano
che la coltura italiana è appropriata
ed indispensabile, facendo argomentare
anche i più ingenui sulla loro riprove-
vole incoerenza di demolitori, che pian-
gono sulle cose demolite.
E' che i nostri avversari non sanno
e non possono essere onesti. Alle pa-
role del signor Gaatsch, e per tutto
quello che possono significare per l'av-
venire degli slavi dell'Austria, essi
avrebbero dovuto opporre, almeno a
nostro riguardo, un sincerissimo atto
di contrizione, vedendo di renderci un
po' di giustizia, perchè non v' ha ele-
mento straniero che possa dominare un
popol compatto, anzicchè come il nostro
miseramente scisso da lotte di parte.
Dire: „Dio signore; abbiamo voluto
„distruggere il tesoro inapprezzabile
„della lingua italiana, mentre nulla
„avevamo da sostituirle; abbiamo sa-
„crificati, martoriati, vessati coloro che
„difendevano tanto tesoro; e, adesso,
„conveniamo eh' era mille volte pre-
„feribile alla lingua e alla coltura
„germaniche, che penetrano in tutti i
„meati dell'amministrazione e vanno
„lassù, nel cuore dei popoli slavi, a
„significar chiaramente che, per noi,
„non c' è utopia di redenzione lingui-
„stica. Abbiamo peccato, gravemente
„peccato; ed è nostra colpa, nastra gra-
„vissima colpa!"
Avessero coscienza, dovrebbero dire
cosi; e cambiar sistema e finirla con
quello di una croatizzazione pazza, esi-
ziale, e, in fin dei conti, inutile perfe t-
tamente, perchè va a beneficio di terzi.
imitare lo stile epistolare meritamente celebre
del suo grande ammiiatore, nè si può dire
che vada fallilo 1' intento. La stessa corrispon-
denza però tra il Voltaire e T Albergati pare
che abbia la sua ragione d' essere nel nome
del Goldoni soltanto; poiché non c'è quasi
lettera del Voltaire al senatore bolognese, dove
non ricorra il nome del nostro poeta, del quale
si parla sempre con affetto e coli' interesse più
cordiale : una prova che 1' ammirazione per
lui tra sincera.
Il primo accenno del Voltaire al Goldoni è
in una lettera del 15 ft^bbraio 1760 all' Al-
bergati^ in queste belle parole: „AspeUo il
caro Goldoni. Amo la sua peisona quando
leggo le sue commedie. Egli è veramente un
buon uomo, un buon carattere, tutto nainra,
tutto verità.« Il Voltaire alludeva evidenle-
ra^nte colle prime parole alla promessa del
Goldoni di toccare nel suo viaggio alla volta
di Parigi il castello di Ferney, dov' egli allora
risiedeva. E in una lettera dello stesso anno
f 19 giugno) il Voltaire mandava all'Albergati
le noie quartine nelle quafi riassumeva il
suo giudizio sul poeta italiano, dicendolo pit-
tore della natura: „ficco mio signore —con-
cludeva — la mia sentenza. Mi iusingo ch'ella
sarà firmata al vostro tribunale.« I versi
furono resi di pubblica ragione nella Gan^éta
veneta di Gasparo Gozzi, e già nel numero
seguente c'è una lettera di Carlo Goldoni al
Gazzeltiere, dove la sua contentezza per que-
sta prova d' ammirazione da parte del Voi-
Le conferenze dei vescovi a Vienna
Negli scorsi giorni si sono tenute a
Vienna delle conferenze dai vescovi
austriaci. E' da qualche anno che si
ripete la pratica.
Ciò che vanno a fare codesti mon-
signori alla capitale dell' impero non
potremmo asseverarlo con certezza ;
ma, giudicando dai fatti, ben potremmo
dire, che i risultati di tali congressi,
almeno per quanto ci riguarda, sono
dt-1 tutto negativi. .
Pur troppo, ci par di scorgere, che
mentre in codeste radunanze si sta trat-
tando di alti quesitf, iu parte politici,
si concede un piccolo posto e subordi-
nato a molte altre questioni più scot-
tanti, più imperiose, e d'immediato in-
teresse religioso, come sarebbero quelle
che direttamente e in supremo grado
riflettono la chiesa, il clero, la disci-
plina sacerdotale, le funzioni sacre e
la morale cristiana.
Non è perchè noi lo diciamo, ma
perchè da tutti constatato e sentito: lo
spirito religioso, la fede, la pietà, 1' a-
more del prossimo, la riverenza ai mi-
nistri del signore ebbero negli ultimi
tempi da noi scosse terribili, esiziali ;
e non soltanto nella parte colta e ci-
vile* delle città, ma peggio ancora nelle
campagne, in generale.
La qual cosa noi la spieghiamo
come un tovagliolo. Quando alla reli-
gione si confondo la politica, e peggio
ancora quesf liltima si sovrappone sulla
prima, la pietà e iL timor di Dio non
possono non sentirne detrimento. Co-
desti sentimenti — la religione e la
politica — sono inconciliabili fra loro,
non possono quindi eonfondcrsijsenza
pericolo di cader nel fango, brultando
sè stessi 0 la soma, per usare del con-
cetto di Dante, che pur ne sapeva
qualche cosa.
Di solito .si accusano i cosi detti si-
gnori d' apatia e d'indifferentismo per
tutto quanto sa di religione : sarà'vero
e noi non io contestiamo ; ma, volgendo
gli occhi alle campagne, so sono giu-
sti, codesti accusatori avranno ben più
da deplorare e da rammaricarsi. Quivi
non troveranno apatia e indifferenza
soltanto, ma immoralità, spergiuri, vio-
lenze, grassazioni, sacrilegi, disonestà
pubblica e privata. Per capacitarsi di
ciò che diciamo, basta consultare i
ruoli penali dei giudizi e dei tribu-
nali.
Dunque 1' immoralità e l'irreligione,
più che farsi strada, trionfarono da
noi negli ultimi tempi, a grande scon-
forto dei timorati, degli onesti, di tutti
quelli, infine, che nella'^ religiene vi-
dero sempre, non pure un freno alle
') Voltaire, op. cit.
Cfr. Masi, Lettere ecc.
') Toltairo. 0^. cHr
XIX.
taire è evidente: „L'essere da un sì gran-
d' uomo lodato — scrive-il Goldoni — è una
marea indelebile all' onor mio, di cui ringra-
ziarlo vorrei, se degnamenie sapessi farlo."
E' procurò io verità di mostrargli la sua ri-
conoscenza, dedicandogli nel 1761 con parole
che furono lodate (vedi stranezza!) da Giu-
seppe Baretti Pamela maritata, un lavoro
però de' più deboli, e dove non v' ha traccia
di quello studio e finezza eh' egli assicura
nelle Memorie^) di averci messo. E' strano
però che anche un critico moderno ne parli
con lode
Se era nell' uso dell' epoca di dar la stura
ad elogi strampalati nelle dedicatorie — e il
Goldoni in questo riguardo mi pare che non
restasse mdietro a nessuno — si può imma-
ginarsi che parole avrà adoperato traitandosi
del Vollaire. In fatti esager-a davvero. Per l'e-
pica lo vuol uguale a Virgilio, per l'eloquenza
a Cicerone, per la lirica ad Orazio, per la
storia a Giulio Cesare e — è il caso di dire
Cfr. Opere del conte Gasparo Gozzi Viniziano,
Bergamo 1825. Tomm. Fantozzi. Ivi voi. V. Gazzetta
veneta n.ri 45, 46. La lettera del Groldoni è riportata
anche dall'Urbani nella sua raccolta di lettere del
Goldoni. Venezia. Ongania. 1880. Lett. XXVI.
La Frusta letteraria di G. B. Milano. Dalia
Società tipografica de'Cliissici italiani 1838. Voi. 11.
") Mem. parte II. oap. XXXVIII. — Autore
a cMHegge di quest'opera (Ed. Pasquali) il Solda
dice : „Tutto quello che ha di buono la presente mia
opera è la dedica a Monsieur Voltaire." Evidente-
mente non si trattava che d'una cortesia. Ma era
pfèss' a poco la verità.
") „Pamela maritata, lavoro bello por intelligenti
osservazioni, per linezza di moralità." Cosi Ferdi-
nando Galanti nel suo libro G. G. e Venezia nel se-
colo XVm. Padova, Prateni Salmin, 1882.
smodate passioni, ma un necessario
fattore di caritatevole e civile con-
vivenza.
Se ciò è vero, come indubitato, sorge
naturalmente la brama di eruire le
cause di tanto abbandono, peggio, anzi,
di tanto sfacelo nelle cose attinenti
alla chiesa, alja religione, alla morale
cristiana.
Per noi, dunque, la principal causa
di quanto sopra, non in altro luogo la
troviamo che in una parte del clero. Non
diciamo di tutto, che di sacerdoti buoni,
pii, timorati e anche bravi insieme, ce
n' è una beila e onorata falange, alla
quale siamo sempre pronti di rendere
ampia giustizia. Se non ohe que-
sf ultimi sembra abbiano perduto ogni
prestigio, e dal momento che le curie
vescovili non trovano la forza, il vi-
gore, r autorità di opporsi e di arre-
stare la corruzione che viene ed è
sparsa a piene mani, non si può ad
altri accagionare i presenti mali che
ad una parte del clero stesso.
Nè ci sembrerebbe affatto impossi-
bile di mettere un argine a codesto
andazzo ; purché si voglia, tutto si può
raggiungere. Ad ogni modo conver-
rebbe addimostrare per io meno la
buona disposizione di voler agire con
energia.
Eitornando alle conferenze dei vescovi
piglieremo le conclusioni che ne fa' in
proposito la Neue freie Presse di Vienna.
Eccole :
„L'anno scorso il conte Ozaky ha
fatto, e non egli solo nè per il primo,
l'osservazione che la chiesa cattolica
si trova in uno stato di rivoluzione
interna. La brama di guerra non ha
origine, meno singole eccezioni, noli'e-
piscopato. I vescovi sanno benissimo
che nè in Austria nò in Ungheria la
chiesa non è avversata nè dal governo
nè dalla legislazione, e che ovunque
c'è il desiderio di vivere in pace colla
chiesa non solo, ma di conservare alla
crescente generazione il sentimento re-
ligioso, (osa questa conciliabilissima
coir istruzione laicale. Ma dacché la
chiesa è discesa nell'arena politica, ed
è diventata un partito, sono sorti in
essa i radicali come negli altri partiti.
La politica miope dei Rudiger e degli
Zwerger credeva di esser utile alla
chiosa, educando nel clero una gioventù
battagliera e non ha fatto che provo-
care un pericolo. Questa gioventù è
divenuta più potente dell' episcopato ; e,
poiché il suo elemento è la guerra,
essa vuole Ja guerra.
Lo spassionato osservatore vede o-
gni giorno come i vescovi, invece di
dirigere il movimento ecclesiastico, ven-
gono da quello trascinati, e, esitanti e
tardi nelle loro manifestazioni, accon-
sentono a ciò che il clero, motu pro-
prio, ha intrapreso, senza attendere i
loro comandi.
La rivolta dei membri contro il capo
entra nel Vaticano, dove il comando
di Leone XIII non è asooltato di più
che lo siano i vescovi austriaci nelle
loro diocesi."
— chi più n' ha più ne metta. Ma poi rileva
il benefizio immenso a cui equivale per lui
una tal lode, e qui esagera soltanto sino a un
c<»rto .punto. Si sa qual era 1' influenza del
Voltaire in Europa nel secolo scorso e si può
dire che il secolo prenda il nome da lui e
dagli enciclopedisti suoi compagni. Al Gol-
doni, che appunto alloii si trovava alle prese
eoi suoi emuli ed avversari, e che, dopo tanti
anni di lavoro glorioso, era io procinto di
cercar pane in terra di Francia, secondo
le parole del Tommaseo una testimonianza
del suo valore da un tribunale tanto alto ca-
pitava quanto mai opportuna, e non è mera-
viglia se colla sua ing^'ouilà consueta se ne
vanta e vi aitribuisoe anzi maggior significato
che non abbia.
La miglior prova dell' importanza d'un tale
avvenimento per il Goldoni fu lo sgomento
dei suoi avversari. Un elogio tanto chiaro da
parte del Voltaire fece proprio pigliar la stizza
ai Grauelleschi, che per levarsela di dosso
non seppero far meglio che mettere in bur-
letta da prima le famose quartine, cho per
non essere gran cosa si prestavauo a ciò, e
poi, avvedendoar che la mediocrità dei versi
nulla toglieva al giudizio eh» contenevano, ne
misero in dubbio l'autenticiià. K Giuseppe
Baretti, che pur di dar addisse al Goldoni ri-
nunziava a quella sua logica rude ma esube-
rante di vita e di efficacia, ch<i lo fa uno
degli iniziatori più benemeriti del rinnova-
mento della nostra letteratura, affermava che
') N. Tommaseo. Storia civile nella letteraria.
Torino. Loeseher, 1872. Vedi il saggio del Chiari
pug. 273.
A un corrispondente .
E sempre doglianze contro prèti
calunniatori e libellisti I Da noi, anzì,
in ogni evenienza politica un po' cu-
riosa, si. potrebbe parafrasare il motto
del celebre Lecoq con quest'altro: —
cercate il prete croato. Il nostro eccel-
lente amico on. Nicolò Vidovich ha
trovato il suo prete, che accumulò, con
pubblico scandalo, delle accuse scioc-
che e maligne contro di lui, tanto da
far perdergli la pazienza; di farla per-
dere a lui, eh' è il più leale e il più
conciliativo degli uomini.
E quando — domandiamo — finirà
questo sconcio spettacolo di preti cor-
rispondenti di libelli politici? Quando
verrà ridato interamente alle cure e-
vangeliche il sacerdote ?
Attendendo la risposta, diamo la pa-
rola all' on. Vidovich, che si dirige al
famigerato Xi6, corrispondente da Scar-
dona nel n.ro 91 del giornale comunale
di Spalato :
„Non amore dell' arte, non filantropia
e meno ancora carità cristiana, non
desiderio di concordia vi spinsero a
scrivere la corrispondenza del 2 cor-
rente. L' avete fatto coli' intenzione dì
acquistarvi merito presso persone della
vostra levatura e del vostro carattere,
e per dar sfogo all' odio verso due
partiti che dovreste rispettare, e perchè
rispettabili e onde poter esigere rispetto
al vostro. Dev' essere prepotente in voi
la passione, se non siete riescilo a
frenarvi almeno per qualche tempo!
Siete venuto qui da poche settimane
appena, e villanamente attaccate con
ingiurie e calunnie serbi ed autonomi,
che formano la sterminata maggioranza
in confronto del vostro partito!? Dav-
vero che se non foste, nella vostra
qualità di prete croato, un ragazzo
viziato, vi si dovrebbe giudicare paz
zo. E dire che siete mandato qui a
esercitare missione sacerdotale !
Dai sacri libri certamente non avete
appreso altro se nonché c' erano una
volta dei Farisei e S. Tommaso, V in-
credulo, da voi ricordati nella coi-
rispondenza. No, avete ancora appreso
qualche cosa, voglio dire l'inimicizia
che certi popoli antichi si sentivano in
il Voltaire non aveva letto nemmeno le coni-
medie del Goldoni, e non le aveva lette per-
chè non sapeva l'italiano. Ora io non spc z-
zerei neanche una lancia a provare che 1' ita-
liano del Voltaire fosse superiore ad ogni b a-
simo. Basta ricordare la truffaldinesca tradu«
zione, come la disse il Baretti del canto
XXVIl éaW Inferno per aver una prova evi-
dente che il tuscanu del grande filosofo zop-
picava maledettamente, ma che non ne sapesse
neanch« tanto da poter leggere il nostro au-
tore, questo non lo credeva neppure il Ba-
retti.
Scrive il Voltaire d' aver dato alla proni-
pote del gran Corneille le commedie del Gol-
doni onde vi apprendesse la lingua e i co-
stumi, poiché egli ammirava la tendenza
morale che è nella più parte delle opere tea-
trali di questo puhUico avvelenatore coni e
r a va (l< tlo il Barelli, non più iriticando
ma iiiurdendo. E nella Frusta letteraria A-
risiatou «canuabue pensando alla liugua tra-
saiul.iiji dift^Uosa del Goldoni si nd« alle-
grauKiite che il filosofo francese la facessf
servir.' a questo scopo. Non c'è difficoltà ad
amili liere che la forma di queste commedi,
lasci ;i desiderar«, ma con'emporaneaineute si
potrebbe d-mandaM: Dov'era prima d. l no-
stro (lotta una prosa facile e naiuraii; che
h'ad;iUassB a quest'effetto?
E. Maddalena.
Baretti. Op. cU. 8" numero.
Cfr. sull'italiano del Voltaire. Moran.li. Vo'tair
I contro Shake^eare e Baretti contro Voltaire. Oitui t di Castello, S. Lapi. 1884. Cap. X.
SIGNORI I
ìi tiniversalc opinione neU'Italia nò-:
stra adottata, e in più lontane regioni da-
gli scritti de'loquaci viaggiatori dissemina-
ta, che i buoni padri nostri, ben più di
Marte che di Pallade seguaci, con partico-
lare ed esclusiva dedicazione il generoso
mestiero dell' armi coltivassero . La storia
tradizionale, e le rozze canzoni de'rustici
Bardi della Dalmazia dipingono un eroe
nazionale d'ispide pellicce avvolto , con
lunga scimitarra al fianco, d'ogni molle
compiacimento schivo e di qualsivoglia do-r
mestica gentilezza, al gelo indurarsi de'
\
Io parecchie sere dell' inverno 1891-92 il
Buble e il Zamala rabarono dei lumi dagli a-
tri e pianerottoli delle case.
La sera del 25 marzo di quest' anno, V A- .
krap, il Bubie e lo Zrinski, provedutisi di un
pezzo dì ferro, ruppero una porta dell' ex Caffè
Stefania alla Biva Nuova; e, penetrati nel
locale, vi asportarono in più volte bicchieri e
bicchierini e una scacchiera, i quali oggetti
in gran parte vennero poi restituiti al pro-
primario dagli stessi acquirenti.
Infine il dopopranzo del 6 maggio, pure di
questo anno, 1'Akrap si introdussn io una ca-
nova della casa Petranovich-in Via dell' Ospi-
tale e quivi si tenn« appiattato fino a sera i-
noitrata. Poi, attraverso uj» finestrino, entrò
del negozio di Simeone Mestrovich, e da un
cassetto rubo oltre 50 fiorini, indi dì bel nuovo
tornò nel suo ' nascondiglio. Il Buble e il
Ciossicb, in quel frattempo stavano in sulla
via, in vedetta; e, quando avvisarono il mo-
mento propizio, che nessuno passava, diedero
il fischio convenuto, al qual segnale 1' Akrap
uscì, Il bottino venne diviso fra loro e in parte
nascosto n*i vari punti della città.
Tutti e sei . i ladruncoli furono riconosciuti
colpevoli dei reati posti loro a carico, J quali
pel solo Buble si qualificano a crimini, men-
tre per gli altri, attesa l'età inferiore ai quat-
tordici anni al tempo dei fatti commessi, seb-
bene di loro natura criminosi, si risolvono
nelle corrispondenti contravvenzioni ; e come
tali vennero condannati: il Buble, in conside-
razione che sedusse gii altri, a un anno e
mezzo di duro carcere, l'Akrap a quattro
mesi di reclusione in separato luogo dì custo-
dia, il Raucieh, lo Zrinski e il Zamala a un
mese, e il Ciossich a due settimane.
E' da sperare che le severe pene loro in-
flitte varranno a farli pentir del malfatto e
serviranno in pari tempo di eaiutare esempio
agli altri.
. E qui cade in acconcio di rilevare quanto
sia benefica, e degna d' incoraggiamento nelle
sue iniziative, la società per la tutela dei ra-
gaazi vagabondi; e di ricordare ancora una
volta ai genitori il sacro dovere di vegliare
con tutta diligenza sui figli, per risparmiare
loro il disonore e la dura esperienza del
carcere.
Signor G. Piccoli farmacista in Lubiana.
In seguito ai risultati di analasi chimica
certifico che lo „SCIROPPO Dì LAMPONE"
da lei preparato è un prodotto ECCELLEN-
TISSIMO.
Imp. reg. stazione sperimentale chimica fi-
siologicajn Klosterneuburg presso Vienna 21
dicembre 1891.
Il Direttore
Prof. D. li. Boesler
Sciroppo di Lampone, concentrato a va-
pore, filtrato e limpidissimo. Viene preparato
accuratamente eoi frutti aromatici delle Alpi.
— Una bottiglia del contenuto di un chilo-
grammo 65 soldi; bottiglie piccole a 35 soldi
I' una. Pesato, a 55 soldi il Cg. Viene spedito
in damigiane del contenuto di Cg. 3 1{2 di
sciroppo di lampone (pacco postale) a f. 2.33,
da 10 Cg. a f. 6.16, da 20 Cg. a f. 12.10,
da 40 Cg. a f. 24.20, inclusivo imballaggio.
Si spediscono campioni franchi a chiuuque ne
farà richiesta
che, con scienza e cuore, tentò .ogni mezzo
per istrapparlo alla morte. E — per le loro
gentili ed indimenticabili prestazioni -- si ab-
biano grazie riconoscenti e le famiglie Petras,
Roccamarich, Rohenbauer e il signor Damele
Petranovich e le signorine Marietta Silvestrich
ed Annetta Vincich e i signori Giovanni Be-
vilacqua e Niccolò Oluich.
Zara, 25 ottobre 1892.
Le famiglie Valenti e Kopfensteiner.
Tipografia Artaie.
Edit. e redat, responsabile Riccardo Forster.
Ricerco praticante
per la mia libreria, il quale abbia assolto, per
lo meno, 3 classi ginnasiali o reali e conosca
I' italiano, lo slavo e possibilmente il tedesco.
E. de Schónfeld, libraio, Zara.
Avviso.
Il sottoscritto si pregia di prevenire i nu-
merosi suoi avventori, nonché il P. T. pub-
blico di Zara e della provincia, che, dai giorno
d' oggi in poi, nel suo ben fornito deposito
di mobili, egli vende ogni articolo al puro
prezzo di costo, e ciò colle relative fatture
alla mano.
Zara, 26 ottobre 1892.
devotissimo
Leopoldo Kiswarday.
TÌq itoti fiora UD fornimento completo
U a VUliUtllD io raso da stauza da
ricevere. Stoffa gialla e legno dorato ; disegno
artistico. Rivolgersi, per informazioni, alla ti-
pografia.
MIGNON
CAVALLERIA RUSTICANA
I PURITANI
spartiti completi per pianoforte e canto o pia-
noforte solo, in vendita ed a nolo presso'
E. de Schónfeld, libraio, Zara.
Da collocarsi un capitale di
fior. 8000, od eventual-
mente una somma minore, o
anche maggiore fino a fior. J6.000f verso prima inta-
volazione di stabile in città.
Per informazioni rivolgersi alla ti-
pografia del nostro giornale.
E' pubblicata la 2.a edizione del
Consigliere per sani ed ammalati del
parroco Seb. Kneipp.
Vendesi presso E. de Schónfeld - Zara
a soldi 80.
Fratelli landel & Nipote
Banca — €ambio-valute
in Zara
— Filiale Catturo —
nella deficenza dei mezzi e nelle difficoltà
dell' esecuzione.
Spera che, assistito dall' onorevole consiglio
e dalle giovani forze che gli stanno a fianco,
gli sarà facilitato il suo compitola che non
riusciranno ad appagare i desideri di tutti;
ma ciò non deve disanimarli. 11 conforto lo
devono cercare nella coscienza di aver fatto
il possibile, senza curarsi delle dicerie, che
forse qualche volta ad arte si spargono per
denigrare la città. Si agisca; e non si badi
a ciò che si dice, allo scopo, forse, di creare
e il disamore e la svogliatezza. Non man-
cherà di dedicare tutte le sue forze al grave
compito, al quale dalla fiducia del consiglio
è nuovamente chiamato, sebbene le sue con-
dizioni fisiche esigau riposo. Prega di acco-
gliere queste parolo, che partono 'dal cuore,
come espressione del sentimento di affetto
e di lealtà, col quale cercò sempre, e cer-
nerà in avvenire, qualunque sia la posizione
in cui possa trovarsi, di giovare a questa
sua cara patria. Prega di esser ricambiato
di amicizia e di fiducia.
Le parole del primo cittadino di Zara sono
lungamente e vivamente applaudite e la se-
duta è sciolta.
Auguriamo al nuovo Comune, rinfrescato e
rinnovato, che in intima armonia di pensiero
e di azione prosegua securo ed energico di
conserva col nostro partito nella difesa sa-
cra dei diritti nostri nazionali e linguistici;
e battano con successo e d'accordo sempre
la via maestra dell'ordine e della dignità.
Pubblica violenza. — Da Sebenico
riceviamo questa notizia, che sta in rela-
zione con un trafiletto della K D.
„Il 22 ottobre 1 1892 alle ore 11 antime-
ridiane, nella stanza dell' i. r. capitano di-
strettuale, in presenza dì lui e di varie per-
sone, il capo della polizia locale Ante Supuk,
gridando e menando le mani in atto di col-
pire, minacciò il maestro delle scuole civi-
che signor Cristoforo Ourkovié, ripetendogli:
10 vi farò ammazzare; o credete voi, perchè
albanese, di non dovere aver paura di nes-
suno? Io vi farò vedere chi sia Supuk; io
vi farò impalare qui abbasso, in Pogliana.
E volgendosi all' i. r. capitano distrettuale :
Ella lo consigli di non sortire questa sera
di casa. Questi è quel Supuk, che, ripetuta-.
mente redarguito e poi condannato una volta,
quale podestà, ad una multa, per indecoroso
contegno in giudizio, dall' attuale i. r. giu-
dice distrettuale signor Raimondo Visich, fu
poi condannato, quale podestà, a quaranta
giorni di carcere da quell' inaccessibile giu-
dice, ora consigliere, signor Eugenio Celligoi.
Mai, come questa volta, l'i. r. capitano di-
strettuale ha 1'obbiigo di fare il suo dovere,
dimostrando che la giustizia e la legge sono
eguali per tutti.
I veri rappresentanti di un governo de-
vono reprimere le violenze da qualunque
parte esse avvengano. Le ingiustizie hanno
-sempre commosso e commuoverano il po-
polo. Sia dunque dimesso il podestà Ante
Supuk, che con tristi esempì ha distrutto la
secolare civiltà di Sebenico e siagli sosti-
tuito un gerente governativo. Così vuole la
pubblica opinione; così vuole la giustizia;
così vogliono i cittadini di Sebenico ; e il
governo nou terna di fare un' opera saggia,
che un' intiera città dalla sua giustizia ur-
gentemente domanda "
Elezioni. — Sono fissate per il giorno
17 novembre le elezioni per un posto di
deputato nel collegio Cittavecchia-Lesina.
Inutile ogni ammonimento: i nostri amici
di Cittavecchia, ne stiamo garanti, sapranno
trovar la persona che più favorevolmente e
'più .opportunamente si raccomanda per qua-
lità personali e per popolarità a raccogliere
11 maggior numero possibile di voti. Trove-
ranno le energie che costituiscono tanta parte
del passato patriotico di Cittavecchia.
Il posto rimasto vacante per la rinunzia
del d.r Spalatin, qualora . avesse regolare e
logico corso il procedimento elettorale, do-
vrebbe venir occupata dal nostro candidato.
Ai nostri amici non 1' ammonimento che sa-
rebbe superfluo, ma fio d'ora l'approva-
zione per 1' azione serrata e decisa che da
loro attendiamo.
=f Le elezioni suppletorie per la curia fo-
rese Dernis-Knin-Verlieca sono fissate pel 16
novembre.
Sulle elezioni comunali di Spalato,
ricche di. notevolissimi dettagli, un nostro
corrispondente scriverà nei prossimi numeri.
Per Carlo Dordi. — Ci scrivono da
Spalato, in data del 24 corrente:
„La notizia della morte di Carlo Dordi ci
pervenne soltanto coi giornali di Trieste.
Tosto venne diretto al municipio questo di-
spaccio : „Oggi soltanto pervenne luttuosa
novella. In nome dei connazionali di Spalato,
sascntti porgono, con cuore di fratelli, vi-
vissime condoglianze codesto spettabile mu-
nicipio per perdita illustre benemerito Dordi, "
Avvocato Cmdro — Girolamo degli Alberti
— Simeone de Capogrosso."
Altri telegrammi vennero pure diretti al
municipio di Trento dal deputato provinciale
d.r Salvi, dalla gioventù italiana di- Spalato
— con molte firme — e da alcune corpo-
razioni.
Si ricordava, in questa triste occasione, la
fratellevole solidarietà del municipio di Trento,
del compianto Dordi, e dei deputati italiani
alla Dieta d'Innsbruck, quando la morte ci
tolse Bajamonti. "
Per replezione di materia dobbiamo
sopprimere la solita rubrica politica. Così
sopprimiamo le pedanterie della Katolička,.
che cerca il pelo anche nell'uovo della nostra
ristampa.
Lega Nazionale. — La direzione
della Lega ringrazia per i seguenti importi
ricevuti: fiorini tre raccolti dai signori An-
tonio Voivodich, Giusto Andretta e Giovanni
Prencis in un gruppo d'amici ; fiorini cin-
que e cinquanta per onorare la memoria
della signora Eosa Locatelli.
= Ci venne consegnato da N. N. 1 fio*
rino, frutto d'una scommessa, e lo abbiamo
passato subito al gruppo locale della Lega.
Scommettete, scommettete e la Lega in-
casserà.
= Le oblazioni per la Lega si ricevono
^W Appalto Fogagnolo all'angolo della via
Larga. Aiutate tutti la Lega !
Il nuovo canonico. — Il canonico
onorario don Ercolano G.ampieri venne no-
minato canonico effettivo della nostra Basi-
lica Metropolitana.
La nomina venne appresa da tutti con
piacere perchè don ErColano, oltre ad es-
sere un sacerdote veramente esemplare, è
un saldo patriota, un buon figlio di Zara.
*A lui, e alla sua famiglia, le nostre feli-
citazioni.
Il nuovo segretario. — Appren-
diamo con piacere, che, nella seduta di ieri
a. sera della Camera di Commercio, 1' egregio
d.r Luigi Ziliotto venne nominato segretario
della Camera stessa, in sostituzione dei ri-
nunziatario avvocato d.r Giacomo Ghigliano-
vich, che però rimane in carica sino alla fine
dell' anno. E' un buon acquisto che fa la
rappresentanza commerciale, e ce ne. con-
gratuliamo con essa e col neo-nominato.
Il nuovo avvocato. —- Stamane, con
buon successo, fece l'esame d'avvocato il
d.r Simeone Petricevich, da Dernis, che e-
serciterà in quella borgata.
Congratulazioni.
Ad alcuni giornali d'Italia. —
E' un vezzo che dura da qualche tempo e
alle volte si ripete come a scadenze fisse.
Abbiamo avuto il conforto che molti dei
giornali del regno, quando avevano la no-
zione precisa dei fatti, e non parlavano così
a vànvera come si parla degli articoli di
moda o del tempo che fa, o dei frizzi ba-
lordi di Puntolini e di Livio Cianchettini,
hanno discorso dell' italianità della Dalmazia
con abbondanza di fatti e di prove non cam-
pate sulle nuvole. Abbiamo visto Ruggejro
Bonghi far giustizia piena e riconoscere da
pari suo con quanta tenacia nelle resistenze
e quanta fede nella continuità della tradi-
zione si lotti in Dalmazia per la conserva-
zione linguistica. Tutti quelli che sono ve-
nuti da noi, dal Marcotti a Pietro Sbarbaro,
da Pietro Sbarbaro a Giacinto Gallina, e che
hanno voluto vedere le cose come sono ve-
ramente al loro posto, ne hanno poi parlato
e scritto con veridica esattezza.
Pure, di quando in quando, come l' ornai
logoro oboe fuori di chiave, salta su qual-
che giornale a dir degli spropositi che se
venissero da altra parte farebbero ridere.
Invece che ne deriva? I nostri avversari,
che per i primi ne conoscono l'insussistenza,
se ne fanno belli e' li gridano sui tetti.
Giorni fa sul caso Ivanovich la Gazzetta
di Venezia, non si sa perchè, stampò un'in-
sinuazione storicamente destituita d'ogni
base coli' aggravante d' una Sciocchezza come
giunta alla derrata. La Perseveranza poi si
fa citare dal Narodni List, poco allegro
ono're, come pezza d' appoggio, come si di-
rebbe in un linguaggio sciaguratamente cu-
riale, per negarci 1' italianità. Se molti gior-
nali italiani hanno della Dalmazia quella
conoscenza geografica che Omero aveva
della America, stiano cheti e non vengano
a porre le mani nel bucato nostro, che a
risciacquarlo ci bastiamo noi. Ci si dirà che
l'ignoranza di pochi non cambia un pelo
della questione, e che le cose restano quelle
di prima. D'accordo; ma è pure irritante
per chi lotta da anni a dover ingollare sia
pure a intervalli lunghissimi delle corbel-
lerie così marchiane. Ed è perciò che una
volta almeno ne sarà permessa la protesta
contro giudizi trinciati così alla leggiera
senza cognizioni di fatti, di uomini e di cose.
Sono stonature singole ed isolate, ma anche
le stonature non abbiamo nè la voglia nè
il dovere di mandarle giù, tanto più che
sono stonature che non offendono solo l'orec-
chio. Certe cose bisogna lasciarle dire ai
giornali avversari ad uso e consumo della
polemica croata, che i giornali italiani non
hanno da imitare, almeno così ci sembra.
Ed è tempo che il triste vezzo finisca una -
volta.
Gratitudine croata. — Ci scrivono
da Spalato, in data del 23 corrente :
„Il giornalaccio del comune di Spalato ha
parlato giorni sono della gratitudine nostra,
a proposito della supposta conversione al
croatismo d'un recidivo penale, di cui quel-
l'organo mostrava inorgoglire. (!!!)
Noi siamo, senza cercarlo, al caso di ci-
tare la gratitudine dei suoi signori.
E' morto di crepacuore, ier 1' altro, quel
famoso sergente di polizia Cekada, di cui
tante volte si discorse. Aveva avuti dei con-
flitti, per ragioni di competenza e d'inte-
resse professionale, coli'assessore Pope Ma-
tossich, ed era stato sagrificato per conser-
vare al comune, nelia fuga universale, al-
meno quel gramo amministratore in šibica.
Avvilito, privo del suo posto, e beffato dai
biricchini, l'eroe Cekada morì in un paio di
mesi, lasciando numerosa famiglia, che nes-
suno^ di coloro pei capricci dei quali arri-
schiò per molti anni, giorno per giorno, la car-
cere, soccorse o parla di.soccorrere.
Al trasporto funebre di quel capo della
polizia locale non comparve neanche un in-
serviente comunale!
Addirittura nessuno. *
Solo alcune guardie di polizia ed alcuni
gendarmi seguivano il fèretro.
11 Lecoq del d.r Bulat finì nella più triste
e commiseranda delle maniere. Ètnunc eru-
dimini!"
Il Narodni List s' offende, quasi, per-
chè venne ordinato alle autorità àteurali di
servir le parti con stampiglie rispondenti alla
lingua usata dalle parti stesse.
Una volta — logicamente e utilmente —
le stampiglie erano soltanto italiane e nes-
suno se ne lagnava. Ora però, che si sla-
vizza a tutta oltranza, il N. h. ha ancora
il fegato di lagnarsi. H
Cosa vuole di più? La cacciata degli ita-
liani ? * * ; \
Folchetto. — Siamo stati assicurati ;
che il conte Piero Tartaglia, di Spalato, pi-
glia un cappello numero uno ogni qua! volta
viene nominato dal Dalmata.
11 conte Piero Tartaglia ha torto.
Noi sappiamo eh' egli è un buon diavolac-
cio, e, Croazia a parte, un gentiluomo com-
pito. Siamo quindi lontani le mille miglia
dall' intenzione di offenderlo.
Ma ci dica, se ha un po' di spirito. Come
fa a permettere che il famigerato Zvonimir
— lo Schiesonc d'oltre Velebit — lo mi-
stifichi in un modo così grossolano, effigian-
dolo nella verde età di vent' anni, taMo da
parere Polchetto,
.... il giovin paggio
Di Raimondo eli Tolosa?
Nel soprabito del conte Piero— per San
Zvonimiro ! —• vorremmo protestare.
Perchè, di fronte a certe anomalie, egli può
insegnarci con Giovenale eh'è assai difficile il
trattenere la satira.
I giudici popolari. — Anche questa
volta — contrariamente a legge — viene pub-
blicata in slavo la lista dei giurati per la sessione
d' assise, che avrà principio il 15 decembre
al nostro tribunale. Traduciamo, poiché ne-
anche per gentilezza si può avere una carta
italiana da un ufficio, che, a lingua interna,
ha l'italiana.
Giurati ordinari: Locas d.r Simeone, av-
vocato, da Sebenico — Erak Matteo, possi-
dente, da Strétto — Inchiostri Bonifacio,
possidente, da Sebenico — Glamoč Giovanni,
possidente, da Stretto — Pleslich Marco,
possidente, da Morter — Petrovich Giacomo,
possidente, da Bilize — Grubissich d.r Gi-
rolamo, avvocato, da Dernis — Ciala Spiri-
dione, possidente, da Sebenico — Dean To-
maso, possidente, da Zlarin — Lapenna Fran-
cesco, possidente, da Sebenico — Kursar
Giacomo, possidente, da P. Sepurine — Di-
dovich Giovanni, possidente, da Zman — E-
skinja Marco, possidente, da S. Filippo-Gia-
como — Skracich Andrea, possidente, da
Morter — Matacich Andrea, negoziante, da
Sebenico — Korofsky Pietro, possidente, da
Pristeg.— Kózul Lorenzo, possidente, da
Rasanze —; Nimira Cristoforo, possidente, da
Arbe — Mattiazzi Vincenzo, possidente, da
Sebenico —- Baricich Matteo, negoziante, da
S. Filippo-Giacomo— Eskinja Simeone, pos-
' sidente, da S. Filippo-Giacomo — Bubalo
Pasquale, possidente, da Scardona — Balikas
Rocco, possidente, da Cerniza — Benzia An-
tonio, industriante, da Pago — Pekota An-
tonio, possidente, da C. Venier — Montanari
Antonio, possidente, da Sebenico — Bares-
sin. Giovanni, possidente, daVodizze — Ple-
slich Paolo, possidente, da Morter — Cleva
Antonio, industriante, da Ulbo — Vucieh
Giovanni, negoziante, da Sebenico — Supi-
cich Giuseppe, assessore comunale, da Selve
— Bujas Simeone, possidente, da Dolaz —
Mazura Giuseppe, possidente, da Stretto —
Balanza Giovanni, possidente, da Capocesto
— Celar Gregorio, possidente, da Sebenico
— Barach Giovanni, possidente, da Rasanze.
Giurati supplenti: Vascotto Domenico, ne-
goziante, da Zara — Sossa Matteo, eapovilla,
da Oltre — Marcetich Nicolò, possidente —
•Voivodich Antonio, falegname — Negri Giu-
seppe, possidente — Bercich Spiridione, ne-
goziante— Mazzoni Girolamo, imprenditore
— Ivanov Paolo, negoziante, tutti da Zara.
Nomine. — Il ministrò del commercio
ha nominato il controllore delle poste Fer-
dinando Riboli ad amministratore postale
in Sign, i praticanti postali Giovanni Cova-
cich, Nicolò Degiovanni, Eugenio Santich,
Filiberto Businello ed Andrea Aluievich ad
assistenti postali; e Paolo Franich, Antonio
Macchiedo di Girolamo, Antonio Prebanda,
Antonio Arneri, Ugo Lana e Francesco
Chimielewski a praticanti postali in Dalmazia.
X<a squadra d' evoluzione — che stette
ancorata molti giorni nel nostro porto — è
partita lunedì alle 7 e mezzo. La corvetta
Friedrich ritardò la partenza, perchè —
causa- unfforte vento di tramontana—1'àn-
cora sua, con lieve danno, cedette.
Un desiderio. — Alcuni abbonati alla
stagione d'opera manifestano — a nostro
mezzo — un desiderio. Vorrebbero udire,
cioè, nella Cavalleria rusticana, anche la
.signorina Maria Arnoldi, una russa gentile,
che debutta e eh' è stata scritturata con re-
golare contratto.
U desiderio di udirla non può scemare
minimamente la bella rinomanza acquistatasi
dalla egregia signora Montalcino.
Dunque e l'impresa e la signorina Arnoldi
vedano di soddisfare tale domanda.
== Stasera Cavalleria. Sono incominciate,
al cembalo, Se prove dei Puritani.
lavoro d'arte. — L'intagliatore
Marco Zanardo, da Piave, fa vedere una
cornice in légno, da lui finissimamente, e
con rara abilità,artistica, intagliata. E' un
magnifico lavoro, tutto fogliami, fiori, frutta,
farfalle, in istile rococò. Il Zanardo, che ha
perduta la vista, è costretto a mostrare,
per vivere, questa sua splendida cornice. E'
un atto di filantropia V aiutarlo.
Triste convoglio. — Ieri partirono
da queste carceri criminali parecchi dete-
nuti per Oapodistria. Alla riva c' era mezza
popolazione di Borgo Erizzo, perchè nel con-
voglio erano pure i due fratelli Stipcevich,
gli uccisori del Liubicich.
Ladretti alla sbarra. — Ieri V al-
tro si tenne presso il tribunale il dibattimento
contro una banda di piccoli malfattori, com-
posta da Simeone Akrap, Simeone Apen detto
•Raucieh, Antonio Buble, Giuseppe Zamala,
Antonio Zrinski e Giovanni Ciossieh, accusati
di furto.
Lo spettacolo di quei ragazzi, dei §xià\i il
più vecchio conta quindici anni e il più gio-
vane undici appena, spinti così per tempo sulla
via del delitto, produsse, in quanti ebbero il
disgusto di assistere a quel dibattimento, un
senso di penosa impressione. Le confessioni
uscite loro di bocca attestano a qual grado di
depravazione li condusse l' abbandono ne! vi-
zio, in cai sono lasciati da congiunti senza
cuore. •
Ecco i fatti di cui si resero colpevoli.
Nel settembre del 1890 1' Akrap e I' Apen,
approfittando dell'assenza del padrone, entra-
rono nel negozio di certo Giovanni Meleda,
nel Borgo interno, e dal cassetto del banco
rubarono circa 4 fiorini e da una vetrina un
pacchetto di sigari del valore di fiorini 6:50.
La mattina del 19 novembre 1891 l'Akrap,
da sólo, penetrò attraverso una finestra in una
stanza a pianoterra della casa Perlini alla
Biva Nuova, e, trovate le chiavi d' un cas-
setto, lo aperse e portò via un astuccio con-
tenente varie monete d1 argento ed altri og-
getti di valore, elle poi vendette per poco qua
e là.
; .——
Telegrammi particolari
del „Dalmata"
VIENNA, 25 ottobre. — E'
smentito il ritiro di Sterneck.
— E' imminente la firma del
compromesso con T Italia che chia-
risce i punti controversi della clau-
sola pei vini.
-— La crisi ministeriale unghe-
rese, se non scongiurata, è ag-
giornata.
— Il bilancio dello stato au- *
striaco, che verrà presentato all'a-.
pertura dei Reìchsrath, prevede
un piccolo civanzo.
-ft^r 1 Ej'Stfg*
RACCOMANDANO quale utile im-
piego di piccoli risparmi, l'acquisto di vi-
glietti di lotteria concessionati verso paga-
mento in rate mensili da stabilirsi con f. 1
a f: 10, secondo 1' entità dell' affare.
Offronsi Croci rosse austriache — ungheresi
— italiane, Viglietti Serbi 3°/0 e Serbi Ta-
bacchi, Basilica di Pest (Dombau) „Josziv =*
Buon Cuore", Bodrn Credit 3 % — Credito
mobiliare, Città di Vienna, Lubiana, Inns-
bruck, Salisburgo ecc., a prezzi ristrettissimi.
Gruppo di Cartelle consigliabile:
1 Lubiana
1 Cedola di premio del Boden Credit
1 d.o d.o della Banca Ipotecaria 4°/0
1 Croce rossa austriaca
1 Croce rosea italiana
1 Basilica di Pest (Dombau)
1 Serbo Tabacchi
1 „Josziv — Buon Cuore"
verso 28 versamenti mensili da f. 5.
23 Estrazioni anuue — Totale delle vincite
principali nella prossima estrazione: fiorini
I55.v/X) e franchi 165.000.
Altri gruppi raccomandabili:
Un Viglietto orig.Ie della Croce rossa auet.ca
» » » » » » ung.se
» » » » » » ital.na
» » » » Basilica (Dombau)
„ Prestito Serbo Tabacchi
» » » » Buon Cuore Joesiv
„ „ „ „ Torco da f.. 400
Una Cedola di premio del Boden Credit I. Em.
» » y> » » « II. Em.
» » „ della Banca Ipot. ungh.
37 Estrazioni annue per un importo di f
517000.
Pagabile in 46 rate mensili da f. 5.
1 Viglietto orig.Ie Credito fond. aust.co 3°/
1 n „ Prestito Turco da f. 400
1. » Prestito Serbo Tabacchi
1 » n Croce, rossa italiana
Con 19 estrazioni annue e vincite di com-
plessivi f, 331.000 per singola estrazione.
Pagabile in ventiuna rata mensile da f. 10.
1 Viglietto della Croce rossa italiana.
1 » » n r ungherese.
1 * della Basilica di Pest Dombau.
1 „ ungherese Buon cuore Joseiv.
1 „ del Prestito Serbo Tahacchi.
14 Estrazioni anuue. — Totale,delle vincite
principali complessive in un anoo f.chi 540 700
e fior. 140.950.
Pagabile con f. 57.— in 19 rate mensili
da f. 3.
Immediato diritto alle vincite già col paga-
mento della prima rata.
Rivolgersi alla
Banca Cambio-valute
Fratelli Mandei & Nipote
in
Zara.
Ringraziamenti.
La commissione dirigente l'istituto di ca-
rità per l'infanzia e per la puerizia, ringrazia
I' onorevolissimo signor Pietro Africh, i. r, di-
rettore delle poste e telegrafi per la generosa
elargizione di fiorini 4 devoluta a vantaggio
di questo pàtrio istituto per onorare la me-
moria delle signore Ivcevieh, Obradovich e
Rosa vedova Locatelli nata Ceolin e di Si-
meone Hein.
Zara, 25 ottobre 1892.
La Commissione dirigente.
Rattristati dalla prematura perdita della no-
stra amata Rosina, c^Jurono di non lieve
conforto le numerose compartecipazioni al no-
stro lutto, per le quali ringraziamo di cuore.
Serberemo memore riconoscenza al signor
d.r G. Ivanics, medico curante, e al signor
d.r R. Batt'ara, il quale, sostituendo il signor
Ivanics assente, passò lunghe ore al letto della
povera ammalata, non badando a fatiche, pur
di lenirne i dolori.
Ed eguale riconoscenza serberemo al m. r.
don L. Bujas, il quale, disinteressato, più che
amico, vegliò per intere notti al capezzale
della morente.
Zara, 27 ottobre 1892.
. Marianna ved. Ceolin per sé
e congiuuti.
Vivamente commosse e piene di ricono-
scenza, le sottoscritte ringraziano tutti quei
generosi, che vollero prestare assistenza e con-
forto al compianto loro figlio, e rispettiva-
mente fratello
Antonio Valenti.
Uno speciale ringraziamento dirigono e al
m. r. don Carlo Ballarin, confortatole amoroso
del povero defunto, e al d.r Nilo Bugatto,
Venne poi presentato il segretarie nuovo,
il d.r Luigi Ziliotto, e si trattarono altri
affari correnti.
Lega Nazionale. — Pervennero alla
direzione della Lega per onorare la memo-
ria della signora Maria Nani fiorini 3 quale
oblazione dei signori Angelo Nani, Girolamo
Nani ed Ermes Baldo.
La buona abitudine di soccorrere la Lega
in casi di lutto va incoraggiata e sempre
maggiormente estesa. Benissimo.
= Dalla compagnia allegra all' Hotel al
Vapore fiorini 5.10. Viva il buonumore e la
generosità della compagnia allegra. Aiutate
tutti la Lega!
Elargizione. — Il comitato dirigente
l'asilo delle orfanelle ci partecipa che S. E.
l'ill.mo signor luogotenente Emilio David
nobile di Rhonfejd si compiacque di elargire
a vantaggio dell' asilo il cospicuo importo di
fiorini 100.
tfuovo ingegnere. — Apprendiamo
con piacere che l'aggiunto edile signor E-
nea Nicolich venne nominato ingegnere. Al
giovine egregio - che dirige con grande
perizia i lavori per la regolazione del Kerka
— facciamo le nostre congratulazioni.
Esame. — Il d.r Antonio Bolli, conci-
piente alla procura di finanza, ha oggi subiti,
con esito assai brillante, gli esami d' avvo-
cato.
Le nostre più sincere congratulazioni.
Due interpellanze. — L'on. Bian-
chini — che potrebbe fungere da protago-
nista nella farsa II parlatore sterno — ha
presentate alla Camera due nuove interpel-
lanze.
Vorrebbe che le casse provinciali dello
stato accettassero in pagamento le mo-
nete d'argento bucate, che i nostri villici
portano sul vestito.
Interpellò inoltre sull'indispensabile tra-
sloco del bersaglio militare di Spalato.
I visitatori di quel cimitero possono cor-
rere il piacevole rischio di pigliare una palla
nello stomaco o nel cervello. E gli auto-sep-
pellimenti — si sa — non piacciono ad alcuno.
Un dibattimento. — All'ultima ora
ci pervengono delle relazioni sul dibatti-
mento per lesione d'onore mediante la
stampa, ch'ebbe luogo di questi giorni al-
l'assise di Ragusa, dietro denuncia del d.r
Pugliesi, medico a queir ospedale provin-
ciale, contro certo Ciarocchi, ex redattore
della Crvena Hervatsha, e contro 1' attuale
redattore Supilo.
Gli accusati — quantunque le loro insi-
nuazioni fossero assai gravi e venissero com-
pletamente demolite alla udienza — vennero
assolti dalla giurìa.
L'assoluzione destò penosa impressione
nella cittadinanza. Ma al prossimo numero
i dettagli.
Le elezioni a Traù. — Ebbero luogo
di questi giorni 1' elezioni comunali a Traù,
con incontrastato vantaggio del partito
Puovich.
jbiciamo espressamente partito Puovich,
perchè oggi, con tante sfumature, non si sa
mai propriamente a qual parrocchia politica
appartenga questo o quel gruppo di av-
versari.
II manto della Croazia ha più colori della
veste di Arlecchino.
L* onorevole Zuro — per esempio — imita
ogni mattina il principe Amleto con questo
profondo dilemma:
— Sono opportunista, o sono radicale?
Tornando all' elezioni di Traù va rilevato
che inostri consenzienti politici hanno fatta
— come quelli di Spalato •— una politica di
astensione.
Il terzo corpo cittadino schiacciato —
come quello di Spaiato — dalle falangi ru-
sticane; le liste fatte ad uso e consumo dei
comunardi; la sfiducia dei galantuomini pro-
fonda.
" I nostri egregi corrispondenti da Traù ci
-daranno senza dubbio notizia dell' ultima, in-
cruenta campagna.
- Mare magno eroato. — L'on.
Bianchini — nelle sue dimostrazioni ultra-
croate alla Camera — ha voluto, bontà sua,
ricordare anche il Dalmata.
Se l'onorevole si degnasse, la nostra re-
dazione — in segno di gratitudine — sa-
rebbe disposta di regalargli un paio di tac-
chini natalizi.
Ma la storia s'insegna, o non s'insegna.
Perchè alludere al Dalmata e non ricor-
dare per esempio che il Nazionale, nei suoi
Primi numeri, ebbe ad affermar nettamente
l'esistenza di una stirpe italiana in Dal-
mazia ?
Perchè non ricordare che i diritti lingui-
stici di codesta stirpe dovevano esser sacri
Pei nazionali slavi d' allora ?
Grattatio capitis facit recordare òosellas,
dice il poeta Stoppino.
Llon. Bianchini doveva grattarsi, per Dio,
8 ricordar tutto, dall' alfa all' omega.
Don Giovannino Prodan insiste nel
torci credere che noi non comprendiamo il
-•> latino politico.
Può anche darsi che cosi sia; e che, a
lato dei partiti esistenti, ce ne sia un quinto :
Quello dei provasi senza macchia, senza
P^ura e.... senza soldati.
Con don Giovanni — duce e almirante di
questo partito — non vogliamo scaldarci il
%to, Vuole che siano cinque? E cinque
siano !
Notiamo soltanto, per incidenza, ch'egli
chiama la locale Citaoniza un museo po-
litico.
Un museo di mummie, o di Veneri conia
* di fico?
. In un caso o nell' altro — plasticità o es-
culento — 1' offesa è gravissima e va la-
vata col sangue.
* valetudinari della Citaoniza sono pregati
armarsi di lancia e di maglia. Il redat-
te della Katolička, domani, deve puzzar
a> cadavere.
La nota allegra sull' Allegretti ci è
«lata suggerita dal giornale dei serbi. Il re-
fendo Prodan è pregato di saperlo. E' una
aQibiaìe semplicemente girata.
^ L' organino di don Giacchetta — si
crive da Pola all' Indipendente — annun-
a> con una eerta solennità, che nella bor-
gata di Knin, in Dalmazia, fu condotto a
termine il nuovo edilizio che servirà per
la conservazione dì monumenti storici croati.
Monumenti croati in Dalmazia? Ma quali,
per Bacco! Forse un lembo del manto che
Zvonimiro avrebbe voluto portare, ma... che
non aveva? Oppure la corona di latta del-
l' immortale Kakemiro?
Del resto la manìa di certi messeri, sul
taglio di don Giacchetta, di voler cancellato.
il glorioso nome di Dalmazia, gabellando per
puro croato tutto quanto deriva da quel
paese, non è affatto nuova.
Noi abbiamo veduto, per esempio, ancora
parecchi anni sono in alcune effemeridi di
Zagabria chiamar scrittore croato un Tom-
maseo e maestro croato un Suppè. Perchè
mai? Ah! è un segreto, che don Giacchetta
non intende confidare a nessuno!..."
— Gli organini avversari sbalordiscono le
cinque parti del mondo, ed altri siti ancora,
raccontando che la società politica Edinost
ha dichiarato di riconoscere gli onorevoli
deputati Spincich e Laginja quali rappre-
sentanti del popolo croato-sloveno, e ciò
perchè esssi furono, in seguito ad un mira-
Me accordo, eletti dagli elettori croati e
sloveni !
E noi che li credevamo i rappresentanti
della soperchieria, della mistificazione e del-
l' intrigo elettorale portati ad un grado in-
verosimile !
Confessiamo il granchio e ne facciamo
onorevole ammenda.
= Ultimamente, alla Camera, ci sono
stati degli onorevoli, i quali hanno avuto il
fegato di dichiarare che i croati sono op-
pressi in Dalmazia.
Ed è vero.
Sono oppressi di cariche pubbliche, di
rappresentanze, di quietanze.
Sono oppressi dal peso, dispotico, del po-
tere.
Sono oppressi dall' obbligo di vuotare le
casse comunali a vantaggio proprio, degli
amici e dei parassiti.
Oppressi, poveretti, oppressi!
A quando la Marsigliese, che ecciti i pa-
trioti a liberarsi da tanta oppressione ? A
quando la spontanea rinunzia agli incassi
opprimenti che la commedia gran-croata as-
sicura ?
= Nell'ultimo dibattimento, a Sebenico,
l'ex pascià Supuk, interrogato se comprendesse
il croato, rispose spartanamente:
— Il croato no; lo slavo si!
Se non è zuppa è pan bagnato; ma c'è
la punta acerba dell' ironia contro i radicali,
che si dicono i depositar! dell' idea gran-
croata.
Croati no e slavi si!
Dunque perfettamente d'accordo con que-
gli slavi, che, aderendo numerosi al nostro
partito, non vogliono sentire a parlar di
Croazia.
Che il d.r Supuk, divenuto vecchio, voglia
farsi eremita?
Che sia diventato autonomo?
Ci faccia il piacere squisito di mandarcelo
a dire. Nel caso, lo inviteremo a versare
alla Lega Nazionale la multa che non ha
pagata nel processo Ciurcovich.
= AH' ora di porre in macchina apprendo
che il gerente, a Sebenico, farà selciare an-
che i borghi. Tolte le pietre .... indipen-
denti, si sarà fatto Un gran passo sulla via
dell'ordine. Via eh'è sempre lastricata.
Elezione suppletoria. — Dunque
il signor Macchiedo n.o 2, nobile de Palilo,
è stato eletto deputato, con giòlito della
legione opportunista.
Alla biografia dell'ultimo numero ci siamo
dimenticati di aggiungere che il giovine de-
putato è stato, a suo tempo, un esimio di-
lettante filodrammatico italiano.
Pochi, è vero, andarono esenti dal cri-
mine di pubblica recitazione. Ha recitato
anche il collega Cassandrich, della Smotra;
e corrono dei fondati sospetti per ritenere
che anche 1' on. Vrancovich — degli anni suoi
nel fiore — abbia portate in iscena delle
lettere su bacili d' argento.
Il fatto è che il signor Macchiedo juniore
non potrà portare in Dieta dei rancori arti-
ficiosi contro la lingua italiana. Glielo im-
pediranno — se non altro — le dolci re-
miniscenze del palcoscenico.
= Come si è veduto, i nostri amici politici
di Cittavecchia hanno fatto il loro dovere,
dando un notevole contingente di voti. Anche
con esito negativo, ci piace questo concorso
all' urna, in nome dei nostri principi. Se
non altro si dà segno di esistenza e di re-
sistenza. E' un po' di ginnastica che fa bene
all' organismo e lo fortifica.
Mancarono, invece, i voti dei nostri, a
Lesina. Campanilismo — si dice — e così si
pretende di spiegare ogni cosa.
Ci sia permesso però di obbiettare che
lo spirito di campanile non deve mai
prevalere allo spirito di disciplina e di
partito.
Ai campanili bastano le campane; ma ai
partiti occorrono le coscienze.
E ciò sia detto senza rancore.
«« Il Narodni List — si giura:
quattro volte al giorno clie è
più croata della barba di Saa£? Antonio'
Starcevich.
Sarebbe crudeltà non credergli. • f ' ;
La Dalmazia è tanto croate che basta
dare un' occhiata a questo trifoglio di can-
didati, nelle ultime elezioni dietali suppletorie.
Macchiedo - Bervaldi- Nisiteo.
Son nomi degni del più italiano dei collegi
d'Italia.
E pensare che 1' elezioni, invece, occor-
sero a Hvar e a Starigrad.... in Croazia !
E pensare che il deputato dimissionario
si chiama Spalatin.
E che il colombo della Dalmazia croata
si chiama Bianchini!
Non manca che levare il ponte, perchè,
grazie a Dio, ci siam tutti.
= Un giornale fa credere che gii impie-
gati del collegio cittadino vacante abbiano
votato pel candidato croato-opportunista, per
1' on. Macchiedo II.o.
La qual cosa, in altri termini, può signi-
ficare che gli impiegati, in politica, devono
atteggiarsi a croati-opportunisti.
Veramente gli impiegati dovrebbero esser
liberi di votare per chi meglio loro talenta,
essendo parecchie le delizie dei partiti pro-
vinciali.
Ma ecco invece che per la centesima
volta manifestano un obbligo di passiva ade-
sione ai croati-opportunisti.
Gatta, sotto, ci deve covare.
C' è un Beféhl, un' ordinanza, un firmano,
che obblighi a questo contegno le squadre
burocratiche ?
Mando un francobollo da tre alla Smotra,
per la risposta.
Per la nuova valuta. — Si annun-
zia da Vienna che i ministri Wekerle e
Steinbach hanno concordato che a partire
dal 1 gennaio nelle pubbliche casse dello
stato si accettino pezzi da 20 corone per 10
fiorini. Per ritirare 40 milioni di banconote
da fiorini 1 verranno messi in circolazione,
nel 1893, 80 milioni di corone d'argento;
per ritirare i pezzi da 20 soldi si mette-
ranno in circolazione 1' anno prossimo r^nete
di nichelio per 12 milioni.
Esecuzioni mobiliari per re-
stanze d' imposte. — La Wiener Zei-
tung reca un' ordinanza emanata dal ministro
delle finanze di concerto col ministro della
giustizia, a tenore della quale, nei casi di e-
secuzioni mobiliari per la riscossione di im-
poste -arretrate, il rispettivo ufficio steurale
ha da fungere quale rappresentante della
procura di finanza, se questa non ha la pro-
pria sede d' ufficio nel luogo ove segue 1' e-
secuzione.
L'ufficio steurale ha da fungere in tale
qualità senza speciale mandato.
La legge sulla stampa. — Da venti
anni va manifestandosi al parlamento di
Vienna la tendenza di riformare la vigente
legge sulla stampa senza che sinora siasi mai
potuto arrivare ad una conclusione.
Ora sembra finalmente che le cose accen-
nino a cambiare. La giunta parlamentare
della stampa ha concretato le sue proposte,
che verranno presentate fra breve alla Ca-
mera dei deputati.
Le riforme, sulle quali furono fatti studi
e discussioni, erano molto più vaste di quanto
risulti ora dalle proposte. Ma siccome i fat-
tori governativi si dimostrarono contrari a
qualsiasi riforma, la giunta parlamentare ri-
tiene di poter approdare più facilmente ad
un risultato pratico, limitandole ai punti es-
senziali e rinunciando, per ora, a scuotere
le basi della procedura oggettiva, il cui man-
tenimento fu dichiarato dal governo assolu-
tamente indispensabile.
Le proposte, così concretate, sono le se-
guenti :
E' stabilita l'abolizione dell' obbligo di
fornir cauzione ; per le multe e le spese de-
rivanti da processi risponde 1' impresa gior-
nalistica ;
la vendita dei giornali, entro a limiti fis-
sati dalla legge, non può venir negata a
nessuno ;
il sequestro dei giornali è ammissibile sol-
tanto nei casi di offesa alla maestà sovrana,
eccitando all' odio ed al disprezzo contro il
capo dello stato, bestemmia, rivelazioni d'o-
perazioni militari, offesa alla morale, e in
quei casi di eccitamento a crimini o a de-
litti in cui omettendo il sequestro vi sarebbe
urgente pericolo che il reato si compia im-
mediatamente.
L' abolizione del bollo dei giornali formerà
oggetto d' un disegno di legge speciale.
Come si vede, queste riforme proposte
sono lungi dal corrispondere in tutto alle
reali esigenze, imposte dallo spirito dei
tempi; ma in ogni modo esse apporterebbero
già un sensibile miglioramento nella condi-
zione della stampa.
Nel mondo officiale. — Nomine.
L'i. r. concepista provvisorio di finanza Ni-
colò Bernardi venne nominato concepista
provvisorio presso l'i. r. luogotenenza.
Il signor Teodosio Gladulich venne nomi-
nato praticante di porto e sanità marittima
con destinazione a Curzola.
Traslochi. L'i. r. segretario distrettuale
Carlo Marcovich venne trasferito da Sebe-
nico a Bencovaz e l'i. r. segretario distret-
tuale Francesco Namar da Bencovaz a Se-
benico.
Concorsi. E' aperto il concorso, ad un
posto di consigliere d'appello nella VI classe
di rango; a due posti di cancellista, uno
presso il tribunale di Spalato e l'altro presso
il giudizio distrettuale di Ragusavecchia,
ambedue nell'XI classe di rango; ad un po-
sto di pilota-guardiano presso la deputa-
zione di porto e sanità marittima a Sebe-
nico cogli emolumenti di fiorini 437:50 e la
montura in natura.
Investimento — Il piroscafo postale
italiano Napoli arrivò qui stamane alle 9,
anzicc.hè lunedì a sera. Il ritardo è stato
causato dalla circostanza, che il Napoli, as-
siemerai piroscafo Gottardo della N. G. I.
ed al rimorchiatore n.o 18, si portò nella
posizione Gallina, presso il porto di Ancona,
a tentare lo scagliamento del piroscafo Ai,7 aie,
con carico di zucchero, della ditta Sch arz
di Fiume. Ma l'opera energica di salvatag-
gio rkscì inutile, perchè il piroscafo è troppo
l affondato, Si dovrà fare l'alibo del carico.
la porto. — Ieri alle 3 del pomerig-
gio, proveniente da Fiume, gettò l'àncora
nel nostro porto il bellissimo yacht a va-
gire Vanades, di 36 tonnellate, con ban-
inglese, comandato dal capitano A.
Bay, con otto passeggeri e dieciotto per-
sone di equipaggio.
I ricchi inglesi, scesi a terrà, visitarono
le cose più notevoli della nostra città.
Rivista Illustrata. — Ci venne gen-
tilmente inviato il numero di saggio di que-
sta nuova pubblicazione settimanale di do-
dici pagine, edita dalla tipografia Vitaliani.
E' bene avere in Dalmazia un giornale di
lettura piacevole ed interessante eon belle e
numerose incisioni. La Rivista Illustrata —
ne siamo certi — incontrerà il favore del
pubblico. Prezzo d'abbonamento un trime-
stre f. 1.50, un semestre f. 3, un anno f. 6.
Colombi.... non viaggiatori. —
Una delle scorse notti vennero fermati dalla
polizia, all'atto della partenza del piroscafo
per Trieste, due giovani amanti, che avevano
concepito il progetto di scappare in America.
Paese di libertà, quello, ma un po' difficile
a raggiungersi, tanto più che Paolo aveva
con sè soli cento e cinquanta iorini e Fran- '
cesca le sue speranze e i.... «noi sogni!
Magro bagaglio davvero ! I giovani tftioorenni
— dopo severe riprensioni — vennero ri-
consegnati alle rispettive famiglie.
• *
NOTIZIE ^COMMENTI
Nella cis e trans.
Durante le vacanze natalizie »erri nominato,
a quanto si afferma, il ministro czeco.
Le maggiori probabilità sono per il prin-
cipe Lobkovritz.
= La Montaqsrewue reca: U consiglio
dell' impero si riunirà ai 18 gennaio. Viste 1«
varie e tendenziose notizie sul banchetto di
congedo della destra, il citato giornale si dica
in grado di osserverà che Taaffa ed i colleghi
di gabinetto avevano dichiarata d' intervenirvi
a patto che non vi si pronunciassero brindisi
di colore, politico. Cose italiane»
Domenica il r« ha ricevuto io !orma so-
lenne le presidenza • 1« deputazioni del se-
nato e della Camera, che avevamo il mandato
di presentargli gli indiri; di risposta al di-
scorso rt*IIa Corona.
Rispondendo all'indirizzo del senato il re
disse che s'occupava tanto a forse più di tutti
gli altri degli ultimi incidenti al senato; che
nutriva però fiducia eh' essi non lasceranno
traccia alcuna e saranno risolti io modo sod-
disfacente con la saggezza e il patriutismo del
sonato. Si dichiarò completamente fiducioso
nella sapiente opera del senato e nei senti-
menti di devozione ed affetto espressigli. Al-
l'indirizzo letto dal presidente della Camera,
on. Zaoardelli, il re rispose brevi e nobili pa-
role. Il re diss" che la approvazione data dalla
Camera ai concetti che imperniano il pro-
gramma dei governo è pegno certo degli utili
risultati che darà questa legislatura per il pro-
gresso morale, intellettuale ed economico del
paese.
=» Dopo U vacanza natalizie il ministero farà
importanti dichiarazioni riguardo al senato. La
questione della convalidazione, dai senatori
verrà definitivamente risolta.
Cose francesi.
Superata la prima « dolorosa impressione
prodotta dall'annunzio dell'arresto di Carlo
Lessep8 e dei due suoi colleghi nell' ammini-
strazione del Panama, Fontanes e Sans-Leroy,
è forza convenire che 1' atto di energia com-
pito dal ministero Ribot può considerarsi come
la soluzione definitiva delia grande questione
che andava agitandosi da troppo tempo.
Forse 1' unica soluzione che si presentava
come possibile per impedirà una catastrofe
nella quale poteva esser travolta la stessa
repubblica ; forse l'inizio a nuovi, energici
arresti. Si dice, infatti, che parecchi deputati
siano sorvegliati dalla polizia.
La Libre Parole intanto annunzia nuove
rivelazioni. Dice che i corrotti furono tremila
per la complessiva somma di 20 milioni. Sog-
giunge che ha nelle mani il dossier che prova
quanto sopra e consterebbe di 214 pagine.
Cose russe.
Giusta notizie da Varsavia fu dato ordine
di allestire in due punti presso il confina
russo verso la Germania grandi baracche per
1' alloggio di due divisioni di truppe, che ver-
ranno concentrate al detto confine nel mese
di marzo.
= Il ministro residente rasao Argiropulo,
ritornato testé da Pietroburgo, è riuscito a
eliminare certe differenze che esistevano fra
lo czar ed il principe. Quest' ultimo si re-
cherà fra breve a Pietroburgo.
= Si fanno commenti sull' udienza parti-
colare nccordata dallo czar all' inviato serbo
Alimpijeh Vassilievich, alla quale fu presente
anche 1' attaché militare russo in Serbia, ba-
rone Taube.
Si vocifera che in questa udienza siano stati
trattati i preliminari d' una convenzione mi-
litare russo-serba e la cessione alla Serbia di
grandi quantità di materiale da guerra.
Intanto a Belgrado si aprirà una grande a-
genzia russa, sovvenzionata dal governo.
* \ •
E' interessante a sapersi che per il viaggio
mondiale dell' arciduca Francesco Ferdinando
d' Austria-Este, che venne da lui cominciato al
15 decembre coli' incrociatore Imperatrice E-
lisabetta, per 1' approvigionamento della nave
la ditta Giesshiibl-Puch8tein ha fornito alcune
migliaia di fiasche della nota corrente di ac-
qua acidula Giesshiibler.
M*'
Senz£ francobollo.
Signor n. n. - Milnà. — Ella può capir ben« eht
noi non possiamo interosarci dal progreno dalle
scuole eroatizzat«, mentre tanti italiani, per essa, ri-
mangono privi d'istruzione.
Signor x. y. - Catturo. - Grazi«. Non marita la
pena di confutar quella dal 'a. Wmo. La corrispon-
den a che abbiamo oggi rices aia oi fa«a panou im*
previene. Ma è possibile?
Ringraziamenti.
Mancherei a un saero obbligo di ricono-
scenza, ove non ringrazia pubblicamente gli
esimi međici d.r Boglich d.r Madirazra, i
quali salvarono la mia coi rte da no* gra-
vissima malattia, prestandole cura solerti, in-
telligenti ed efficaci. Grazie, mille volte gra-
zie 1 La mia gratitudine per essi sarà imperi-
tura.
Spalato, 20 decembre. V. Bertoli.
Tipografia Artale.
Edit. « redat, responsabile Riccardo Forster.
Tre posti di guardia di li classe con
I' appuntamento di fior. 28 al mese.
Inoltre vanno congiunti l'alloggio in natura
e l'indennizzo di massa pel vestiario, al quale
deve provvedere la guardia, uell' importo di
annui fior. 55, non comprendendosi però nello
stesso 1' uniforme di alta tenuta e 1* armatura,
che vengono somministrate dal Comunt.
Gli eventuali risparmi eh« le guardi« fa-
cessero sull'importo di massa andranno a loro
beneficio.
Gli aspiranti dovranno produrre le loro do-
mande all' ufficio dell' Amministrazione Co-
munale fino al 15 gennaio 1893, compro-
vando nelle stesse:
a) i servigi fino ad ora prestati ;
b) la sudditanza nei regni e paesi rappre-
sentati al Consiglio dell' Impero ;
c) la condotta incensurata;
d) il saper leggere e scrivere ;
e) l'età non inferiore ai 20 anni • DUO su-
pcriore ai 40;
f) d'aver soddisfatto a tutti gli obblighi
militari.
La lingua di servizio è l'italiana : ti do-
manda però la conoscenza anche dell» alava.
Saranno preferiti gli ex militari ad i non
ammogliati.
L'assunzione seguir« io vi« provvisori* par
sei mesi, dopo i quali si paaaorà alla nomina
definitiva.
Dall' Amministrazione Comunale
Zara, 14 decembre 1892.
Il Podestà
TRIGARI.
« L'Assessore
Defranceschi.
Avviso.
Si apre il concorso al posto di medico cu-
rante della locala Società Operaia Zaratina
di mutuo soccorso cooperatrice.
L'annuo appuntamento è di fiorini 500, pa-
gabili in rate trimestrali o mensili.
I concorrenti dirigeranno le loro domande
a questa presidenza, non più tardi del 30 cor-
rente.
Zara, 16 dicembre 1892.
La Presidenza
della „Società Operaia Zaratinau
di mutuo soccorso cooperatrice.
Fratelli Mandel & Nipote
Banca — Cambio-valute
in Zara
— Filiale Cattaro —
N.o 8337.
Avviso.
Si apre il concorso ai seguenti posti nel
corpo delle guardie di polizia del Comune :
Un posto di capo guardia (caporale) con
T appuntamento di fior. 35 ai mese.
Quattro posti di guardia di I. classe con
1' appuntamento di fior. 30 al mese.
RACCOMANDANO quala utila im-
piego di piccoli risparmi, l'acquisto di vi-
glietti di lotteria concessionati verso paga-
mento io rate mensili da stabilirsi con f. 1
a f. 10, secondo I' entità dell' sffare.
Offronsi Croci rosse austriache — ungheresi
— italiane, Viglietti Serbi 3% e Serbi Ta-
bacchi, Basilica di Pest (Dombau) „Josziv
Buon Cuore", Bodon Credit 3 °/0 — Credito
mobiliare, Città di Vienna, Lubiana, Inns-
bruck, Salisburgo ecc., a prezzi riatrettiisimi.
Gruppo di Cartelle consigliabile
1 Lubiana
1 Cedola di premio del Boden Credit
1 d.o d.o della Banca Ipotecaria 4%
1 Croce rossa austriaca
1 Croce rossa italiana
1 Basilica di Pest (Dombau)
1 Serbo Tabacchi
1 „Joszi? — Buon Cuore"
verso 28 versamenti mensili da f. 5.
23 Estrazioni anuue — Totale delie vincita
principali nella prossima «strazione: fiorini
155.vXX) e franchi 165.000.
Altri gruppi raccomandabili:
Un Viglietto orig.le della Crooe rossa aust.ca
» » » n n n UOg.86
un n t> n » ìtal.na
„ ,, „ „ Basilica (Dombau)
„ n „ Prestito Serbo Tabacchi
„ „ „ „ Buon Cuore Jczsiv
„ „ „ Turco da f. 400
Una Cedola di premio del Boden Credit I. Em.
„ „ „ n „ » II. Era.
„ „ „ della Banca Ipot. ungh.
37 Estrazioni annue per un importo di f.
517000.
Pagabile in 46 rata mensili da f. 5.
1 Viglietto orig.le Credito fond. aust.co Ò°L
1 „ „ Prestito Turco da f. 400
1 „ „ Prestito Serbo Tabacchi
1 „ „ Croce rossa italiana
Con 19 estrazioni annue e vincita di com-
plessivi f. 331.000 per singola estrazioni».
Pagabile in ventiuna rata mensile da f. 10.
1 Viglietto della Croca rossa italiana. ^
T ungheres«.
1 „ della Basilica di Pest Dombau.
1 „ ungherese Buon cuore Josziv.
1 „ del Prestito Serbo Tabacchi.
14 Estrazioni annue. — Total« dali« vioeite
principali complessive in un anno f.chi 540.700
e fior. 140.950.
Pagabilo eoo t. 67.— in 10 rat« mamili
da f. 3.
Immediato diritto alle vincita già col paga«
meato della prima rata.
Rivolgersi alla
Banca Cambio-valute
Fratelli Mandel & Nipote
io Etra.
E' pubblicata la 2.a edizione del
Consigliere per sani ed ammalati del
parroco Seb. Kueipp.
Vendesi presso E. de Schònfeld - Zara
a soldi 80«
FRANCOBOLLI. Jg
sionisti. Un album (edizione Daberkow di
Vienna) con più di mille e cinquecento fran-
cobolli, fra i quali parecchi rari e molti co-
stosi, è in vendita per soli fiorini 50, pronta
coesa. Rivolgersi per iutormazioni alla rada-
sione dal Dalmata.
Anno XXYIII. ZARA, Mercoledì 27 Settembre 1893.
-. i . il- —a ni» sài • i i • gaa
1 nn m fumerò 77.
IL
ASSOCIAZIONE.
DALMATA JL# JL JL • é JL f JL JL Jk. ^JL JL 1m.
P«r Zara fi«r. 8 Hiicieipatament«, semestre 6 trimestr* in proporziono.
Ptr l'impero Austro-ungarico fior. 9, semestre fior. 4:50, trimestre fior. 2:50
Per gli Stati appartenenti all' Unione postale fior. 12 all' anno, semestre •
trimestre ili proporzione. F«>r gii Stati non appartenenti ali'unione postale
fier. 8 e di più l'aumento delle spete postali, semestre e trimestre io
proporzione.
Un nimor* ««parato «otta soldi IO. — Un numero arretrato soldi 16.
WBBWWMBBBKMMBBBMHgMHWg^jWM^fffMff^fyffgr^^- •ncnpKVK^r^ «fra*»»» rwisrr.
Giornale politico, economico, letterario.
Esce il mercoledì e il sabbato.
Ufficio di Redazione in Casa Trigari » Piazza dell'Erbe.
INSERZIONI.
Le Mieeiazioni e gli importi di denaro, in assegni pestali, si dirigano
all'amministrazione del DALMATA in Zara. Chi nen respinge il foglio dopo
seadat» 1' associazione s'intende obbligato per il trimestre susseguente.
Le eorriepondenze devono dirigersi affrancate eselusivamente al redat-
tore. Le lettere non affrancate saranno respinte. I eomunioati «i inseriscono
al prezzo di soldi IO la linea, carattere testino. Avvisi ed inserzioni a prezzo
moderato da convenirsi. — 1 manoscritti nen si restituiscono.
PARTITO 0 FAZIOSE?
Vi fu un tempo ìq cui, ad indicare
la prevalere tendenza del sedicentesi
partito croato a tutto concentrare in
se, uffici politioi ed amministrativi, o-
nori e favori, si era fatto uso dalia
parola consorteria. Oggi quella parola
non basta più, e queila tendenza ha
ingenerato abitudini ben più tristi e
perniciose.
Ed è così. À scadenze fisse si spezza
e si divide il panettone degli assesso-
rati provinciali, e, da una lunga serie
d'anni, costantemente fra gli stessi
capoccia croati. Poi, a supplenza di
un mancato assessorato, s istituisce in
tutta fretta un lauto segretariato. Alie
comuni spadroneggiano croati, scialando
da podestà, da assessori, da segretari,
da scritturali e magari da guardie.
Agli ospedali gli amministratori, i com-
primari, gì' infermieri sono del pari
—• tranne assai rare eccezioni — croati
e lautamente stipendiati. Gi' istituti di
pubblica beneficenza in provincia affi-
dati a croati e beneficanti quasi esclu-
sivamente altri oroati. Le scuole eroa-
tizzate tutte, o quasi tutte, e 1' educa-
zione abbandonata a professori e a
maestri, che, per lo più, educano la
gioventù all' amore verso Croazia e al
dispregio verso le altre nazionalità. La
chiesa mascherata a croaiismo da fa-
natici ministri del vangelo croato. La
religione divenuta fomite di discordie
ed odi cittadini a vantaggio del croa-
turne indigeno.
Al partito consorteria tennero die-
tro le consorterie-gruppi, le bande di
ventura parlamentari ; e, dopo aver
tutto ottenuto, non si cerca più il mo-
nopolio dei soliti benefici; masi fa una
speculazione pel conseguimento di utili
diretti ed indiretti,
E' ftosì che si è verificata la scis-
sura tra oroati e serbi e 1' uscita dei
secondi dalle file dall'originario partito
nazionale slavo. E' così che poco a
poco tra le stesse file del partito croato
sono sorte le gelosie del primato e si
sono formati i gruppi degli opportu-
nisti e dei radicali. E' così che gì' in-
censati fino a ieri dal Narodni List
sono oggi stati fatti segno a quelle
accuse che da parte nostra erano state
sollevate da vent'anni e che lo stesso
Narodni List tacciava allora di men-
dacio.
Attualmente poi pei croati è dive-
nuta una necessità 1'affermare in ogni
e qualunque occasiona il croatismo
dc'.la Dalmazia; ed alle vecchie ten-
denze si è aggiunta quella di elimi-
nare, con qualunque pretesto, tutti gli
altri partiti politici della provincia.
Poco importa, che un partito non sia
che una frazione di un tutto, perchè i
croati in Dalmazia vogliono, ad ogni
costo, essere questo tutto. L' orgoglio
e l'usurpazione, onde sorgono tali i~
dee o che danno l'impronta della fa-
zione ad ogni partito politico aspirante
all' esclusivismo, sono per essi natu-
ralissima cosa.
Sa così non fosse, non avrebbero
spogliato gì' italiani ed i serbi di ogni
libertà ; non avrebbero, al pari d'ogni
fazione, proclamato il trionfo dell'e-
goismo e l'usufrutto dello stato a pro-
prio vantaggio.
La caccia all' italiano non è un me-
rito esclusivo di Aigues-Mortes ; ma il
brevetto d'invenzione spetta invece a
quello che da noi s'afferma partito croato.
Informino all'uopo le violenze un giorno
perpetrate sui marinai del Mozambano,
le persecuzioni ai pescatori chiog-
giotti, la fine miseranda di Pio Pa-
dovani, gli oltraggi di ieri contro gli
italiani regnicoli.
Ovunque i partiti politici, quelli che
sono tali nel vero e legittimo loro
senso, non escludono gli altri partiti.
Dalle loro lotte 3i ha, in altri paesi,
argomento di vita sana e forte, per-
chè traggono in luce forze da prima
sconosciute.
Da noi all' opposto il sedicentesi
partito croato nella lotta accanita con-
tro gli altri partiti, si studia costante-
mente e rigidamente non solo il modo
di tenerli sempre lontani dalla cosa
pubblica, ma di negar loro perfino
f esistenza.
E' questa una teoria che anzi forma,
per dir così, un articolo del credo di
quegli uomini politici, i quali per tal
modo servono egregiamente il proprio
egoismo ed i propri vantaggi perso-
nali. Il fine all' uopo santifica ogni
mezzo, e quindi l'arma loro non può
essere altra che 1' impostura e la ca-
lunnia. All'uopo, il già tristamente ce-
lebre d.r Bulat, nel suo organo, man-
tenuto a spese dei contribuenti della
povera Spalato, ci ha dato delle prove
non dubbie sulla natura di tali armi.
Ai bagordi rientrati di Ragusa e di Knin,
il d.r Bulat — il liberale d.r Bulat!
— vorrebbe far susseguire pegli italiani
e pei serbi le delizie delie baionette.
Le violenze dei croati d'oltre monte,
perpetrate a Zara, farle premiare collo
sfascio di quel Comune o collo stupro
della più balla sua caratteristica, l'au-
tonomia.
Ma l'irrequieto d.r Bulat, e con
esso tutti i suoi aderenti politici, hanno
ragione! A Zara, a Knin e negli altri
paesi, nei quali la rappresentanza cit-
tadina è ancora nelle mani d'italiani
o di serbi, non siedono al potere pre-
potenti dilapidatori, o vanitosi citrulli.
Le casse comunali quivi non sono an-
cora vuotate. Per essi quindi, che re-
sistono alla malsana corrente dei tempi,
le baionette e i rigori.
Il potere non può, nè deve restare
nelle mani di chi non è fazioso croato,
GÌ' italiani ed i serbi non sono croati,
sono quindi felloni. I fedeloni, all' op-
posto, crescono e si moltiplicano, alla
foggia di funghi, sotto l'albero dei
diritto storico croato, tanto al di quà
non meno che al di là della già nota
barriera. Diritto storico quello degli
uni quanto quello degli altri, ma senza
il correlativo dell' obbligo, almeno in
apparenza. Diritto nei croati di Croa-
zia di staccarsi dal nesso dell' impero
e rendere schiava la Dalmazia pur
staccata dal medesimo nesso, — di-
ritto nei croati di Dalmazia di dare
alla lor volta 1' addio all' Austria per
passare tra gli amplessi di Croazia
emancipata. Diritto adunque 1' uno e
1' altro di rapina e d' alto tradimento.
Ma i felloni siamo noi ed i serbi! I
partiti veri e legittimi, quali l'italiano
ed ii serbo, possono, anzi devono, in
Dalmazia destare apprensioni; la fa-
zione croata non mai. X.
—
Il diritto di riunione
(Dalla Neue freie Presse).
Con la notificazione della direzione di
polizia di Vienna, testé publicata, viene com-
pletata con una serie di presemi oni la legge
di riunione, la quale per le riunioni sottratte
al controllo dell'autorità nuli'altro richiede
se non che siano ristrette a persone invitate.
Secondo tale notificazione, d'ora in poi, chi
convoaa la riunione deve prima di tutto
presentare un elenco degli invitati. Da quel-
l'elenco deve emergere che il numero de-
gl' invitati è limitato individualmente. Se
l'invito è diramato a intiere classi o cate-
gorie di persone, la riunione viene ad es-
sere una riunione accessibile alla generalità,
quando anche posteriormente i singoli par-
tecipanti vengano muniti di un viglietto
d'invito.
Chi convoca la riunione deve inoltre non
solo individualmente, ma ben anco di pro-
pria libera scelta designare le persone che
vuole ammettere e si spoglia di questa
scelta affidando ad altri fattori la designa-
zione delle persone da invitarsi
Se ad una pluralità di persone non indi-
vidualmente determinata, come sarebbe a
consenzienti politici, s'indirizza l'invito a
nominare delegati ad uua riunione, ai quali
il convocante si dichiara pronto a rimettere
viglietti d'invito, tale riunione, benché ri-
stretta a queste persone, viene trattata come
accessibile alla generalità.
Infine chi convoca è tenuto a conoscere
i partecipanti alla riunione almeno tanto da
poter confermare con sicurezza, in base al-
l' invito, 1* identità degl' invitati.
E tutto ciò si esige, non già in base ad
un'ordinanza d'esecuzione emanata dal mi-
nistero, ma unicamente mediante l'interpre-
tazione della legge! Bagta soltanto rendersi
un chiaro conto della portata di queste di-
sposizioni, per ammirare la fecondità di que-
sta interpretazione.
A voler osservare esattamente le suespo-
ste prescrizioni, il borgomastro di Vienna,
che offre ogni anno al palazzo municipale
una serata di ricevimento, alla quale sono
invitate tutte le persone comunque notabili
di Vienna, dovrà annunziare questo ricevi-
mento come riunione „accessibile alla gene-
ralità", eventualmente tenerlo alia presenza
di un commissario di polizia, poiché in pri-
mo luogo bea difficilmente sarà in grado di
controllare, iu base al viglietto d'invito,
l'identità di ogni singola persona, non essendo
puoto possibile che egli le conosca perso-
nalmente tutte, e m secondo luogo ben dif-
eilmente curerà egli stesso ia compilazione
della lista delle persone da invitarsi, ma
affiderà la bisogna ad un impiegato, previa
spiegazione dei punti di vista che hanno da
regolare la scelta.
Per motivi di egual natura dovrebbesi
annunziare ali' autorità come riunione acces-
sibile alia generalità la serata di ricevimento
che il ministro dell' istruzione suol dare
quando si tiene un congresso scientifico a
Vienna, come, per esempio, avvenne in oc-
casione del congresso d'igiene.
Ma vi ha di più: chi dà un ballo di fa-
miglia ed invitandovi un amico, lo eccita a
condurre seco un paio di buoni ballerini di
sua conoscenza, farà bene ad invitare anche
la polizia, poiché ha, senza dubbio, fatto di-
pendere da un altro fattore la scelta delle
persone da invitarsi, e, per disgrazia, la
legge di riunione designa bensì espressa-
mente i divertimenti pubblici come esenti
dalle disposizioui della legge, ma non già
però i divertimenti privati. Anzi è discutibile
se chi, non conoscendo d'una famiglia se
non il capo, lo invita a mensa e lo prega
di condurre seco la sua famiglia, non con-
vochi con ciò una riunire non limitata a
partecipanti invitati, perchè, in primo luogo,
l'invito è diretto ad una „pluralità di persone
non individualmente determinata" e in se-
condo luogo perchè per l'identità della mo-
glie e dei figli dell' invitato egli altra garan-
zia non ha che ìs assicurazioue del suo amico,
specialmente poi se l'invito è fatto a voce
e non è quindi in grado „di confermare con
sicurezza e precisione f identità in base al
viglietto d'invito".
Noi non dubitiamo che 1' autorità di pub-
blica sicurezza non ispingerà l'esecuzione
della propria disposizione fino a tali estremi;
ma dove è il confine? Dov'è specialmente
per le riunioni il cui scopo non è esplicito
e s'aggira fra la conversazione e la seria
discussione ? Si pensi un po' ad un salotto,
nel quale non si parla soltanto dell'ultimo
lavoro teatrale e dell'ultima giornata di
corse, ma anche di politica e dove ad ogni
persona già presentata è tacitamente con-
cesso il diritto di condurre seco e presen-
tare forestieri.
E la notificazione della polizia di Vienna
si pubblica in un momeuto in cui l'opposta
interpretazione della legge di riunione pende
presso il potere relativo ; è stata già deli-
berata dalla Camera dei deputati e non ab-
bisogna che dell' approvazione della Camera
dei signori e della corona per ricevere forza
di legge!
Ognuno sa che la decisione della suprema
corte alla quale si richiama la polizia, fu
riconosciuta daila Camera dei deputati una-
nimemente quale una decisione che non
corrisponde uè alla lettera né allo spirito
della legge. Appena si conobbe quella deci-
sione, il deputato Pernerstorfer avanzò la
proposta di provocare una interpretazione
autentica della legge, per prevenire simili
decisioni; e quella proposta fu ritenuta cosi
straordinariamente necessaria ed urgente
che alla commissione incaricata di riferire
in proposito fu fissato un termine di quin-
dici giorni. In seno alla commissione stessa
non vi fu alcuna divergenza circa l'erroneità
delia interpretazione della suprema corte,
soltanto si fu discordi sulla questione se si
dovesse dare un'interpretazione autentica
dell'espressione di „partecipanti invitati" o
si dovesse senz'altro modificare la legge in
modo che non v'entrasse più quell'espres-
sione che dava adito a simili erronee inter-
pretazioni. E la Camera dei deputati, per
camminare proprio su terreno sicuro, si de-
cise per il secondo provvedimento, quantun-
que t' avesse proposto soltanto la minoranza
della commissione.
Tutto ciò è certamente noto all'autorità
eli Vienna e cionnonostante'easa Hiene cosi
poco conto dei convincimento unanime di
un intero fattore legislativo,, da non lasciar-
sene distorre dall' applicare ancora la legge
in senso opposto.
^jas^sE^r
CONFESSIONE
Colla proclamazione del presente
stato d'assedio in alcune località delia
Boemia, il conte Taafie ritenne indub-
biamente di aver posto un freno al-
l'agitazione dei giovani czechi, la quale
andavasi sempre più allargando nella
popolazione con minaccia di futuri danni,
non soltanto per il principio di centra-
lizzazione, ma per la sicurezza ed il
prestigio stesso dello stato, che noi prin-
cipio dinastico trova la sua più solida
base.
Non si può negare che il movi-
mento czeco era giunto a tale punto
di au iacia da non poter lasciare impas-
sibile ed inattivo un governo, a cui spetta
il mantenimento dell'ordine e della pu-
blica tranquilità; se non che la sospen-
sione di alcuni diritti costituzionali nella
Boemia, a nostro modo di vedere, venne
in mal punto, ed ove pure raggiun-
gesse lo scopo suo, cioè l'attenuamento
del movimento czeco, riuscirebbe fatale
all'autore, imperciocché il conte Taaffe
ricorse ad una misura eccezionale, che
è simultaneamente la condanna dell'a-
gitazione czeca e della sua stessa po-
litica.
Infatti, se in un periodo di quat-
tordici anni di governo, che doveva
esclusivamente essere informato dal prin-
cipio della riconciliazione, la principale
questione nazionale, quella degli czechi,
si venne di tanto impeggiorando da
rendere necessaria la poignée de fer del
Taaffe, questo fatto documenta l'in-
sucesso del presidente dei ministri, il
quale colla stessa, misura di rigore
confessa ora la impotenza del suo pro-
gramma, confessa, cioè, qualmente
il principio della riconciliazione fosse
un postulato di apparente splendore,
ma nel fatto si sia ridotto a rendere
la piaga di natura ancora più maligna.
Ora, secondo le norme costituzionali
e parlamentari, quando un ministero
viene meno al principio che contras-
segnò il suo avvento al potere, è co-
stretto a ritirarsi. Ma, nella Cisieitania,
questa norma parlamentare segna tali
deviazioni, che si potrebbe dubitare
v'abbia mai esistito; e, senza ricor-
ìere agli esempi negativi dei passati
ministeri, possiamo rilevarla dall'attuale,
il quale oggi si posa appunto sui fram-
menti del proprio programma.
Diciamo frammenti, imperciocché
quanto promettevasi nel programma del
1879 fallì alla prova; fallì, non solo il
principio della riconciliazione, ma pure
il principio del ministero, che pro-
metteva di tenersi al di sopra dei
partiti, mentre in realtà cercò il con-
tatto persino col gruppo antisemitico.
Il ministro Taaffe deve aver fatto
sentire il suo pugno di ferro alla na-
zione czeca a malincuore, perchè indub-
biamente intuiva che quella misura
era arma a doppio taglio, che, più
dei giovani czechi, feriva di profonda
ferita il ministero.
Ora il fatto delia proclamazione dello
stato d' assedio in Boemia verrà cer-
tamente a proiettare un' ombra sul
Reićhsrath, nè sarebbe esolusa la pos-
sibilità che esso divenga ia questione
intorno cui si svolga una di quelle
ardenti lotte parlamentari, alle cui
conseguenze oramai difficilmente si po-
trebbe sottrarre il Taaffe.
Difatti il presidente dei ministri au-
striaco non attinge forza da una solida
e compatta maggioranza, con cui po-
trebbe sfidare le ire delle minoranze
coalizzate; la sua maggioranza, a cui
dovevano partecipare il club Hohen-
wart, il Polsky Club e le sinistre riu-
nite, si trova ancora in uno stato em-
brionale e nulla fa credere che possa
divenire un perfetto organismo.
Nel frattempo inoltre abbiamo avuto
una manifestazione, che potrebbe far
ritenere il conte Taaffe manchi di quella
assoluta fiducia della corona che for-
mava, fino ad ora, il suo più valido
appoggio, onde poteva sostenere attac-
chi di opposizione, coalizione di mino-
ranze, deficienza di una solida mag-
gioranza, sicuro di se, perchè lo inga-
gliardiva contro queste ostilità del par-
lamento la fiducia del sovrano : ed
anzi nei momenti più difficili, quando
le onde della tempesta parlamentare si
facevano più grosse ed agitate, egli
soleva ricorrere a questo porto di sa-
lute della fiducia della corona, dovo
sfidava gli elementi scatenatisi contro
di lui.
Non oseremo dire propriamente che
venga ora di colpo a mancare questo
unico puntello al Taaffe, che abbia,
cioè, del tutto perduto ia fiducia della
corona: ii fatto però dell'allocuzione
dell'imperatore alla deputazione a Ja-
roslau, ma specialmente lo spiccato
favore accordato al luogotenente della
Galizia, conte Badeni, oi sembra assai
sintomatico, accennandoci al successore
del Taaffe.
Forse verrà fatto al conte Taafie
colla sua nota abilità di mantenersi
ancora, ma però in una serio di fatti
e di incertezze ci sembra di scorgere
i seguì precursori della catastrofe e di
capire come il oiclo del conte Taaffe sia
ormai compiuto.
—
„Folklore" italiano
Tempo fa abbiamo annunzialo che si stava
costitupodo a Roma, sotto la direzione dell'il-
lustre prof. Angelo de Gubernatis, una società
del folklore italiano, cioè una società nazio-
nale per U tradizioni popolari italiane.
Da una circolare testé ricevuta rileviamo
con piacere, che la società stessa ora può
dirsi un fatto compiuto. Infatti il prefato pro-
fessore ha la viva sodisfazione di poter affer-
mare che il giorno 10 audante erano già su-
perate le 500 adesioni da lui desiderate per
muovere il campo, e porre auimosamente mano
al grande monumento che ora potrà veramente,
col concorso di lutti i migliori italiani, eri-
gere alla tradizione popolare italiana. Le
prime adesioni volute non solo gli souo giunte,
ma sono cobi calda e simpatiche, per la massima
parte, da fargli comprendere che 1' affettuosità
del suo grido e«-a etato sentito e raccolto.
Si comprese bene che egli non voleva cor-
rer dietro puerilmente ad un semplice studio
di vana curiosità o di facile erudizione; ma
ehe un sentimento più forte e più profondo
lo muoveva, al quale ogni buon cittadino, o-
gni studioso italiano che senta la propria ita-
lianità nella vita e nella tradizione, può lar-
gamente partecipare.
Egli desidera dunque, sovra ogni cosa, che
la figura reale del popolo italiano, dalla mu-
sica, dal canto, dalla dauza, dulia rappreseti -
tazione popolare fino alla scienza occulta del
popolo; dalla vita delle nostre eorpor&zfoni
d' arti e mestieri, confraternite, muuicipl, fino
alla poetica leggenda che ci permette di rin-
tracciare qualche filone prezioso d' antiche ci-
viltà solo in apparenza estinte, si ritrovi fe-
delmente uella sua tradizione più ingenua e
più 8chÌHtta; che l'anima sua latente e se-
greta s'indaghi; perchè, quando sapremo me-
glio quello che die®, che crede, quello ehe
pensa, che sa, o che ignora il nostro volgo,
potremo meglio comprenderne il carattere,
misurure le euergie, argomentarne e dirigerne
meglio i destini.
Ed eceo che nella seconda quindicina del
prossimo novembre inaomiucierà a publicarsi
a Roma il primo fascicolo della Rivista delle
dizioni popolari. I soci meno esperti e pur
volonterosi di concorrere a questo lavoro na-
zionale e collettivo di risurrezione e ri-ostru-
zione della italica tradizione, troveranno larghe
istruzioni che agevoleranno le loro indagini ;
ma tra i soci, de' quali sarà pubblicato e-
lenco nel primo fascicolo della Rivista, pa-
recchi varranno già, fin d' ora, designati come
consiglieri, affinchè, se i soci, per ora, meno
agguerriti abbiano qualche maggior opportu-
nità di accostarli, possano, volendo, nelle loro
ricerche e ne' loro lavori, riceverne eccitamento
e conforto, guida e consiglio.
Il canoue d' associazione è di lire 12 an-
nue, pagabili anche in quattro rate. Ogni socio
riceve gratuitamente la su annunziata Rivista
che si pubblicherà a Roma mensilmente. Per
chi non vorrà far parte della società, l'abbo-
namento anuuo della Rivista costerà invece
lire 20.
Speriamo che molti saranno coloro che
vorranno inscriversi nella suddetta associazione.
Chi vuol farlo non ha che da insinuarsi al-
l'illustre Angelo de Gubarnatis professore
nel!' Università di Roma e direttore della so-
cietà nazionale per le tradizioni popolari ita-
liane."
-a***-
J
inno XXYIII. ZAM, Mereoledì 22 Novembre 1893. Sumero 93.
se• IL
ASSOCIAZIONE.
DALMATA
P«r Zara fior. 8 anticipatamente, semestre e trimestre in proporzione.
Pff l'Impero Austro-ungarico fior. 9, semestre fior. 4:50, trimestre fior. 2^50
Fer gli Stati appartenenti all' Unione postale fior. 12 all' anno, semestre •
trimestre in proporzione. Per gli Stati non appartenenti all' unione postale
fior. 8 e di più r»uiaen,to delle spese postali, semestre e trimestre in
proporzione. ,
Ua namro separato «sosta soldi IQ. — Un numero arretrato soldi 16.
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Esce il mercoledì e il sabbato.
Uflltio lì Rtiazieie ia Caia Trigari - Piazza dell' Erbe.
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Le Msociazioni • gli importi di denaro, in assegni postali, si dirigano
all'amnainistrazien» del DALMATA in Zara. Chi non respinge il fogli® dopo
••aduta 1' associazione s'intende obbligato per il trimestre susseguente.
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tore. Le lettere non affrancate oaranno respinte. I comunicati si inseriscono
al prezzo di soldi IO la linea, carattere testino. Arrisi ed inserzioni a prezzo
moderate da eoaveuirii. — 1 manoscritti non si restituiscono.
Dopo aver letto il „Narodni List"
L' italianità io Dalmazia è una men-
zogna ; il partito autonomo è un di-
sgraziato che avrà da mordersi ia lin-
gua.... rettorica ; i dispacci ai d.r Piener
lasceranno ii bratto tempo di prima;
noi, come sempre, siamo morti e se-
polti Ma, intanto, il Narodni List
dedica a quegli innocentissimi dispacci
nientemeno che un lungo carteggio da
Vienna (con monologhi da morlacco)
un luogo articolo, un trafiletto e un
dispaccio. Troppa grazia, Sant' An-
tonio !
E1 ben curioso quel partito che grida
sui tetti: —Badate; io sono il padrone
assoluto della Dalmazia ; la Dalmazia
b interamente e veramente croata.... E
poi, e poi, come I'Amazzasette del tea-
tro comico, si allarma al più piccolo
rumore, al più insignificante segno di
reazione. A un partito, che monopo-
lizzasse veramente !a> provincia, non
dovrebbero far nè caldo, nè freddo le
manifestazioni di chi non esiste. Poiché
di italiani, sia benedetto San Cirillo glo-
rioso, non v' ha, in Dalmazia, neppur
1' ombra ; gli autonomi, per San Me-
todio, son morti ; e tra defunti e fe-
riti, come diceva quel tal nostro lupo
di mare, ghe ne xe una sèssola piena.
Dunque ?
Non sono, 110, reverendi, i di-
spacci all'illustre Piener che destano
il vostro aliai me. Di dispacci — ove
si fosse voluto imitare il giochetto
vostro delle circolari ingiuntive — ne
avremmo poniti mandar cento all' il-
lustre statista; mentre quelli che a lui
pervennero sono effetto di spontanea
e patriottica gratitudine. Non sono, no,
i dispacci che vi fanno scrivere tante
sciocchezze; ma è l'esatta intuizione,
0 la coscienza, che, se domani uomini
nuovi ristabilissero il dominio vero
della GIUSTIZIA in provincia, risolle-
vando le coscienze da un iniquo si-
stema di sospetto e di terrorismo, il
gran baraccone croato crollerebbe con
tutti i burattini, come castello di carte
da giuoco.
E avete il coraggio, ancora, di dire,
che la hrvatska stranka — quella del-
le baionette! — non ha mai telegra-
fato, a ministro, per nomina! Oh, la
hrvatska stranka ha fatto ben ci i più !
Ha votato col ministero tedesco e cen-
tralista, prima delle elezioni dirette, in
odio ai suoi principi nazionali e a dan-
no della popolazione dalmata. Ha tran-
satto nella persona dell' ora morto Pau-
linovich cogli Schwabi del ministero.
Ha trovato necessario, nello stesso
Narodni List, l'adozione della lingua
tedesca come Staatssprache. Ha fatti
cittadini onorari baroni e baroncini
tedeschi. Ha lodato e festeggiato, in ogni
occasione, gli autoritari d'ogni gros-
sezza e d' ogni colore. Ma noi, perchè
abbiamo telegrafato in atto di grati-
tudine a quel Piener, che, privi di
rappresentanti alla Camera, ci offrì una*
splendida, tutela, — noi abbiamo com-
messo grave peccato di servilismo !
Sta a vedere che dovevamo mandare
a dire delle insolenze all'illustre pa-
trocinatore !
E il Narodni List, ancora, ha il fe-
gato di venirci a dire con ia disinvol-
tura di Pagliaccio: — Ah, vedete: gli
autonomi sperano in qualche combina-
zione, in qualche pressione autoritaria,
in tutto, fuorché nella propria forza e
nella propria virtù !
Chi parla!!
Ma se nella čista hrvatska zemlja il
deputato croato del secondo collegio
cittadino carpisce da otto anni — inve-
rificalo ! — il suo seggio alla Camera
dei deputati ; se il porta-bandiera del-
1 'hrvatska stranka riesci eletto — a
beatitudine del parlamento e a terrore
degli stenografi — con due 0 tre soli
voti di maggioranza; se, dovunque si
sono insediati con la violenza, gli annes-
sionisti hanno il quotidiano bisogno di
ricorrere a nuove violenze per farsi
oppressori del nostro partito, che re-
siste e non vuole piegarsi!
E voi — voi ! — parlate di virtù !
Ma che cosa ha dato il nostro par-
tito in compenso a chi lo segue- con
sempre immutabile afretto ? Il partito
autonomo-italiano ha elargite le pre-
bende, le quietanze, le sinecure, onde
va ricco — per lungo e iniquo arti-
ficio — il sè dicente partito croato ? No,
no, signori ! Il nostro partito e da ven-
t'anni che combatte per un ideaie, per
un diritto, e, più che con virtù per-
sonale, con vero eroismo; e ci è di
orgoglio vivissimo il dirlo. Mentre i
martiri della stranka prava facevano il
gruzzolo, gli uomini nostri, sì, per Dio,
pagavano di borsa e di persona. Niuno
di noi, certo, vendette la propria fede
politica per uffici, moneta od onori.
E, chi ci abbandonò, ci depuro.*)
Anche senza licenza del Narodni
List, noi seguiteremo quindi a combat-
tere con aspirazioni legali, cercando
tutela nel § 19 della legge di fonda-
mento. Se ia nostra resistenza esaspera
i signori del Narodni List, niente di
meglio : vuol dire eh' essa è ben più
seria di quanto si creda. Ah, i morti
vi seccano ? Egregiamente : vuol dire
che son più vivi di prima. Ah, la ita-
lianità, in Dalmazia, è una menzogna?
Benissimo : sorgeranno, tra breve, de-
gli altri gruppi della Lega Nazionale.
E ti ti cichi e mi me la godo, dice il
ritornello trasmessoci da certi ante-
nati della.... Licca. Ma lo torniamo a
ripetere : è ben da commiserarsi quel-
f onnipotente e munificente partito,
che, dicendosi il depositario dell' idea
paesana, ha paura, come Arlecchino,
delle fantasima. Chi mai ce 1' avrebbe
detto, dopo aver subiti per più di
venti anni e canagliate e sevizie ? Po-
chi ed affettuosi dispacci ad una eccel-
lenza bastano per far venire la trema-
rella in corpo agli eroi del Triregno.
Che diavolo ! Da Spizza ad Arbe la
Dalmazia non è tutta croata ? Non do-
vete annettervi, domani, alla Croazia
e comporre il gran regno, che darà
da pensare a tedeschi e a ungheresi?
Su, dunque, forti, e niente paura!
_—_—»a®;, [1 ^ m*
(Ina pagina di storia
Con questo titolo, riportiamo dall' Istria
del 18 corrente, l'articolo La caduta del
conti Taaffe, nel quale articolo è descritto
eoo verità e con la riservatezza imposta dalla
censura, un funesto periodo attraversato, per
ciò che riguarda le nostre provincie.
„Il conte Taaffe durò tredici anni in ca-
rica, e, quantunque più volte la maggioranza
che lo sosteneva alla Camera tosse più che
altro, irrisoria e persino talvolta gli si mo-
strasse contraria, tuttavia aveva messe sì sal-
de radici che nessuno fin qui fu capace di
abbatterlo. E di fatti ebbe una straordinaria
abilità, ad ogni minaccia di crisi, di attirare
a sè, con più o meno opportune concessioni,
dei gruppi di deputati quanti bastavano per
ottenere il suo intento. Parecchi anche ap-
proffittarono di questo sistema, tutto proprio
del conte Taaffe, in particolar modo 1 Gali-
ziani e gli Slavi del sud, e fino ad un certo
punto anche i Czechi. Ma tutto ciò avveniva
a scatti, senza programma fisso e determinato,
coli' unico intento di sbarcare, come suol
dirsi, bene 0 male, il lunario.
Veramente era sorto il conte Taaffe con un
programma detto di conciliazione fra le varie
nazionalità dell' impero : all' atto pratico, però,
egli non solo non raggiunse l'intento, ma
3uscito tante passioni opposte, da trarne fuori
una matassa ingarbugliata di esigenze, di con-
testazioni e di pretese, che mai si è veduta
1' eguale. Per cui fu detto da qualche pub-
li nostro partito — che non attende favo-
ri da nessun governo ma solo giustizia —
sostenne e sostiene a sue spese quei sodalizi
e quegli istituti che il partito sèdicente croato,
reso arbitre di molto eotto il regime del
conte Taaffe, sostiene, viceversa, coi pubblici
fondi. Il famoso partito TJnico si fa mantenere
della provincia e dagli stessi avversari, dai
nostri, cioè, che sono i maggiori contribuenti.
Pubblicheremo anzi tra breve uno studio, do-
cumentato, a provare presso a poco quanto abbia
costato alla provincia il partito degli italiani,
che si atteggiano a croatofili, e quanto, vi-
ceversa, abbia costato alle tasche degli uo-
mini nostri il partito, che abbiamo l'onore
di rappresentare. N. d. R.
blicista, che egli il bene fece male, e il male
fece bene.
La cosa del resto la si spiega ben facil-
mente. Se è vero, coma si dice da tutti, che
P impero austro-ungarico si trova sulla via
d' una decisa trasformazione, anche nei rap-
porti del diritto pubblico interno, per le esi-
genze sempre più accentuate dwlle singole po-
polazioni, conveniva favorire questo graduale
svolgimento sulla base del diritto storico
di ogni singola regione o dominio, senza
predilezione, nè per 1' uno nè per 1' altro, ma
in eguale misura pet tutti. In quella vece è
successo tutto all' opposto, e le concessioni
fatte senza criterio e direttiva finirono col-
I' accontentare, momentaneamente, solo i più
rumorosi. Dal che n' è avvenuto ancora, di
provocare in parecchie provincie, come nella
nostra e nelle altre finitime, un pandemonio
di incertezze, di contestazioni, di rivalità, di
gelosie e di prepotenze. Onde il risultato ef-
fettivo del sistema Taaffe fu quale 1' abbiamo
di sopra descritto, quello, cioè, di accrescere
in modo straordinario le esigenze e le pre-
tese di tutti, senza accontentare nessuno. Da
ciò la grande confusione in ogni parte delia
Monarchia, e ia preponderanza dei partiti e-
stremi, di quei partiti, cioè, che sanno tutto
osar*» pur di raggiungere la mèta che ciascuno
di loro si è proposta.
Ma al fine lo stato delle «ose giunse ad un
punto che non si poteva più sostenere, e la
stravagante legge sull'allargamento del voto e»
lettorale, prodotta iuopinatamente dal conte
Taaffe al parlamento, nonché il fatto troppo
precipitato della proclamazione del piccelo
stato d' assedio a Praga, determinarono la
sua caduta.
Noi, certo, non lo compiangiamo; che nes-
suno dei governi, che si sono seguiti a Vien-
na, fino dall' epoca della proclam]g«r«ne della
costituzione, ci ha recati tanti grattacapi
come questo ultimo dei conte Taaffe.
Ed in vero, si fu appunto in quest' epoca
che la nostra Dieta provinciale si è conver-
tila, senza prò, in una palestra quasi di pu-
gilato, di violenze e di confusione. Ormai non
si viene più in Dieta per tare, come un tempo,
della buona amministrazione, ma per pro-
muovere conflitti, suscitare scandali, eternare
discordie, appunto da quei deputati slavi del-
la minoranza che coi favori del nuovo si-
stema seppero farsi largo e venire a galla.
E si osò fino I' incredibile, senza trovar
maniera di porre un argine a siffatte escan-
descenze.
Nessuna meraviglia, quindi, che un tale
«ontegno della Dieta portasse delle funeste e
deleterie conseguenze suhe popolazioni e del-
le città e della campagna, le une irritate dal-
l' impronto atteggiamento di chi osava sfidare
i sentimenti più delicati del cuore e le se-
colari consuetudini ; le altre, imbaldanziti dal
sentirsi sollecitate a rivendicare fantastici di-
ritti, e lusingate di migliore avvenire eco-
nomico, quando si staccassero da quelli che
un dì chiamarono fratelli, e che ora son loro
dipinti quali acerrimi nemici. Il che tutto
produsse uno stato di intolleranza, di incom-
patibilità e di violenza ehe mai si è veduto
1' eguale. Basti dire che la ribellione e la per-
secuzione invasero persino i sacri tempii.
Fu appunto in quest' epoca, che, non ba-
stando lo stato caotico in cui era caduto il
paese per gli antagonismi nazionali, artificial-
mente creati, si volle ancora portare la con-
fusione delle lingue nel campo dei tribunali
e dei giudizi E qui non ripeteremo quello
che abbiamo già detto le cento volte ; ognuno
sa quanto abbia scapitato il prestigio della
giustizia stessa sotto I' impero dei sistemi in-
garbugliati e contradicenti, di utilità pratica
per nessuno, e gravosissimi alle parti.
Nè qui è finita la dolorosa istoria delle pe-
ripezie e dei disagi subiti dal nostro paese
nei 13 anni sopra detti, tanto in ordine so-
ciale, che politico, giudiziario e persino reli-
gioso; basti dire che converrebbe riportarsi
col pensiero a molti anni addietro, all' epoca
più assoluta del sistema metterniohiamo, per
trovare un periodo tanto convulso come fu il
presente. Diremo anzi, che fra i due sistemi
il secondo potrebbe avere la preferenza sul
primo, se non altro perchè il principe Met-
ternich sapeva quello che voleva; mentre dal
conte Taaffe, da tutto 1' insieme dei suoi atti,
non si potè mai comprendere che cosa voles-
se e quale mèta intendesse raggiungere. Che se
egli ebbe, a quando a quaudo, dei riguardi
per 1' una o per 1' altra delle varie nazionalità
dell' impero, per gli italiani non ne ebbe mai
alcuno; intendiamo dire non per noi soltanto,
ma anche per Trieste, Gorizia, pel Trentino
e per la Dalmazia. Su di che ci sarebbe da
dire, veramente, delle cose mollo gravi, se
la libertà della stampa fosse, come tante al-
tre, una cosa reale e non fittizia. Ed ora,
caduto Taaffe, che cosa accadrà ? E' prudente
di aspettare."
Il Battemberg
Nella graziosa villa della L$ech-
gasse a Graz è entrato il lutto; il prin-
cipe Battemberg, che per sette anni
aveva regnato sul giovane popolo bul-
garo, è morto e tutto il mondo sente
la grave perdita. Era un «roe ed un
uomo sventurato : chi non si senta
commosso della sua così intempestiva
e così deplorevole fine?
À ventidue anni era salito sul trono.
La sua gioventù forte e nobilmsnts
baldanzosa e i suoi talenti promette-
vano un' èra felice per la Bulgaria. Ma
nè le sue belle doti nè gli allori me-
ritati sul campo di battaglia valsero
a consolidare il suo tronco. L'invidia
dell' impero moscovita lo scosse « l'in-
grato suo popolo, che ? i soldati stessi,
eh' egli aveva condotto alla vittoria, lo
rovesciarono.
Non riesoirà csrto discaro un po' di
storia. Alessandro di Battemberg era
il secondogenito dal matrimonio mor-
ganatico del principe Alessandro d'As-
sia colla contessa Giulia Hanek e na-
cque il 5 april« 1857 a Verona. Alla
contessa era stato conferito il titolo
di principessa di Battemberg, titolo
che ereditarono pure i figliuoli.
Il padre del principe era al tempo
della nascita di Alessandro gsnerale di
brigata nell' armata austriaca in Italia
sotto Radetzky, che tenne il neonato
principe al fonte battesimale.
Assolti gli studi militari il principe
Battemberg entrò come tenente nei
24.o reggimento dei dragoni grandu-
cali di Assia. Nell'anno 1877 prese
parte alla guerra russo-turca e ebbe
già allora occasione di conoscere la
Bulgaria. Dopo la guerra fu trasferito
a Berlino e sin da quei tempo l'atten-
zione di coloro che pensavano dare un
principe alla Bulgaria, si volse su lui
che, anche nefMa modesta posizione in
cui si trovava avea dato nel corso
della guerra turco-russa saggi bril-
lanti del suo valore e della sua va-
lentia.
An«he ii fatto che era nipote dello
czar Alessandro II gli preparava la
via al trono; e, di fatti, nella seduta
del 26 aprile 1879, il grande Sobrauje
lo elesse a unanimità a principe di
Bulgaria e la potenze lo conferma-
rono.
L'8 luglio 1879 egli fece il suo so-
lenne ingresso a Tirnovo e prestò il
giuramento di osservare e mantenere
)a costituzione del principato. A resi-
denza scelse Sofia. Salutato in tutto il
paese con vera gioia, seppe cattivarsi
sempre più le simpatie dei bulgari e
ottenere presto una popolarità e una fi-
ducia invidiabile, che si vide ben pre-
sto costretto di metter a prova. Il So-
branje, in oui prevalgono gli elementi
radicali, si mise di mezzo alle sue a-
spirazioni e tentò di limitare il suo
potere.
Alessandro di Battemberg dichiarò
allora di dover diporre la sua corona,
se non gli venivano accordati straor-
dinari pieni poteri. La simpatia per il
principe la vinse, ed ottenne ciò che
aveva domandato.
Anohe la stragrande influenza che
i russi si erano acquistata in Bulgaria
fu limitata mercè la tua avvedutezza.
Egli si proponeva render libera la Bul-
garia in tutti i riguardi, specialmente
poi sottrarla ad ogni esterna influenza.
Conseguenza di questi virili e nobili
propositi fu l'implacabile avversione
dello czar e del partito paslavista in
Russia. Lo si designò come un in-
grato e si cercava di sbalzarlo dal
trono. Quando poi, dopo la solleva-
zione della Rumelia orientale, il prin-
cipe di Battemberg, per consiglio del
ministro-presidente Karaw«low, accettò,
pur violando il trattato di Berlino, il
dominio offertogli dalla reggenza prov-
visoria rivoluzionaria, e nel proclama
di Tirnovo del 20 settembre si chiamò:
„principe delle due Bulgarie per la
volontà dell' onnipotente Iddio e del
popolo," lo czar, in risposta, lo feq*
cancellare dalle liste dell' armata rusgs
e cercò di render la Bulgaria quasi.»
condizioni d'impotenza ad ogni di&B&
col richiamare tutti gli ufficiali russi
dall' esercito bulgaro.
Poco tempo dopo il principe con-
dusse i suoi soldati contro la Serbia.
Slivnitza e Pirot furono due catastrofi
}«r re Milano.
Frattanto la Russia lavorava inde-
gnamente a danno del principe. Il vec-
chio colosso russo avsa paura dello
staterello appena sorto e del suo prin-
cipe! Le agitazioni crebbero e finirono
con un atto vigliacco, che non si sa-
rebbe mai aspettato dai militari bul-
gari. Hanno la sola scusa che la Rus-
sia vi aveva la mano dentro.
Nella notte del 21 agosto 1886 il
principe fu costretto a firmare 1' atto
di abdicazione. Fu tenuto prigioniero
e scortato nella oitlà di lioni, ove, per
ordine dello czar, fu rilasciato in li-
bertà. Durante il viaggio verso la pa-
tria tedesca, riseppe essere desiderio
generale il suo ritorno e eho i cospi-
ratori, che lo avevano scacciato, erano
stati arrestati. Di fatti vi foco ritorno
e fu accolto con giubilo indicibile. Ma
la Russia continuò la sua opera inde-
corosa, e il principe, vista la scortese
repulsa alla sua umile preghiera, con-
siderato che si sarebbe circondato di
traditori e che le congiure, 1' agita-
zione nel paese sarebbero state all'or-
dine del giorno, rinunciò spontanea-
mente e definitivamente al trono. Lo
fece il 7 settembre 188B.
Per parecchio tempo non si parlò
più di lui. Ritornò in mernoi ia quando
si trattava del suo matrimonio colla
principessa Vittoria, la seconda figlia
dell'imperatore Federico 111. Però que-
sta unione, per la proterva opposizione
di Bismarek, che vinse fin la decisa
volontà dell' imperatore Federico, non
ebbe luogo.
11 principe poco tempo dopo prese
il congedo dall' esercito prussiano.
Al principio del 1889 la notizia del
suo matrimonio colla cantante del tea-
tro di corte di Darmsladt, signorina
Loisinger, rese attonito il mondo. Egli,
in quest' incontro, prese il nome di
conte di Hartenau. I novelli sposi si
recarono a Graz, ove acquistarono una
villa, nido d' un romantico amore. Nel
1892 il conte Hartenau entrò nell'eser-
cito austrìaco come colonnello e poco
dopo saiì al grado di maggiore ge-
nerale. Ora lascia la vedova con due
figliuolini, dei quali l'ultimo, una
bimba, nacque poche settimane fa.
Il conte Hartenau era una figura
simpaticissima. Alto di statura, dalie
spalle larghe, con una bella barba
biondo-scura ed ii viso abbronzito ; gli
occhi sfavillanti e il naso aquilino:
un assieme di forza e di genio, un
vero tipo di condottiero.
A Graz lo conoscevano tutti o tutti
s' interessavano di lui e dei suoi casi.
Chi lo vedeva passart a cavallo per i
viali dello Stadtpark, teneva dietro co-
gli occhi a quel cavaliere che andava,
pensoso, forse ricordando il suo pas-
sato e sorutando nel futuro, dal quale
desiderava altri allori. Ad Alessandro
di Battemberg non bastava Slivnitza a
Pirot. E ora giace morto nell'avello, lui,
che avrebbe potuto mettere in agita-
zione il monde intero.
^^
KALNOKY A MONZA E LA TRIPLICE
La Gazzetta Piemontese, discorrendo
della triplice, dice che nel trattalo la
eventualità di un aiuto reciproco in
caso di aggressione fu preveduta tra
1' esercito germanico e 1' esercito austro-
ungarico da un Iato, e tra l'esercito
germanico e l'esercito italiano da un
altro lato. — E l'articolo della Gaz-
zetta continua:
Più chiaramente: l'Italia, in date
( condizioni, si è impegnata a tenere
disponibile un'armata di operazione in
sostegno dell'esercito germanico, ma non
> si è impegnata a tenere disponibile
XI Congresso Medico Internazionale
ROMA 1894
LÀ GIURIA
Senatore Prof. Paterno
w : i : della Sezione Farmaceutica aW Esposizione Inlernazionale di Medicina e d'Igiene in Roma Marzo-Aprile 1804, composta dei P. T. Signori
di Palermo I
Prof. dott. Lauter Brompton "
Consigliere intimo Prof. Binz
Prof. Peratonner
Prof Daeomo
di Londra
di Bonn
di Catania
di Modena
cleor-otò alla
CHINA SERRAVALLO
FERRUGINOSA
(preparata nella Farmacia i^erravallo In Trieste)
La
Portland-Cementwerk Legenfeld, Oberkrain
raccomanda
il SUO primissima qualità.
CIOCCOLATA
digrassato solubile
della Fabbrica Nazionale a vapore di
ANGELO VALERIO
L R. Fabbricatore di Corte
Deposito generale Via Lazzaretto vecchio ìY. 20, ingresso Eiva Pescatori, Filiale
a I*ola, Via Sergia N. 16.
Medaglia d'
1*ARERE del celebre prof. dott. cav. di Moorhof
i. r. iii'oressorc all' Uiiivcìrsilà «I" Vienna.
Il solloscritto ha espcrimentalo in molti casi la CHINA SEIIIIAVALLO J^EBRUGINOSJ, quale iwc-
parato tonico e si è convinto dell' eccellente sua efficacia. Essa possiede inoltre un sapore gradevole, sicché viene presa
mollo volenlieri.
Vicìiìia, oO Magffio 18!) 1. M08ET10 MOORHOF.
PAR£R£ del celebre prof. dott. Sichaiita
i. r. Professor« di ostetricia e ^ginecologìa all' Univ ersità di Vienna.
Signor J. SEIUÌAVALLO TBIESTE
La sua CHINA SEERAVALLO FERRUGINOSA è molto gradevole da prendersi ed eccita in sommo
grado /' appetito. Gli esperimenti sinora eseguiti, mi fecero un impressione molto favorevole e la prego anzi di mettere
a mia disposizione ancora delle bottiglie.
Vienna, 21 Giugno IS'J-l. Devotissimo Frof. ISCHAUTA.
Parere del sig. dott. Eugenio Giisina
Meaioo chirurgo all'Ospedale civico. Specialista per le malattie
del sistema nervoso.
Mi è grato d attestarvi che da parecchio tempo ado-
pero su larga scala la CHINA FERRUGINOSA da
voi preparata e che trovo questa felice combinazione non
solo vantaggiosissima in tutti i casi d'inappetenza, di a-
nemia e di riconvalescenze protratte dopo gravi malattie,
ma che essa m'è anche di non piccolo aiuto nella cura
delle differenti malattie nervose e di m.olti disturbi psi-
chici.
Frescrivo la CHINA SERRAVALLO FERRU-
GINOSA di preferenza a tutti gli altri preparati di
questo genere, perchè essa non m'ha ricusato mai gli
eff'etli bramati, ^jcrc/zè essa viene tollerata ottimamente
anche dallo stomaco il più delicato ed in fine perchè viene
aggradila da tutti gli ammalati per il suo squisito sa-
pore.
Trieste, 1 Marzo 1893.
Dott. EUGENIO GUSINA.
Parere del sig. dott. eav. Ignazio Hotfmaun
i. r. medico siabale.
Confermo volentieri, in omaggio alla verità, che in
dodici casi di < fanciulli e signore ove c^ era indicazione di
\ preparali ferruginosi^ ma che per disturbi di digestione
i soliti ferruginosi non potevano venir tollerati, ebbe in-
vece un esito ottimo e brillante una lunga cura della
CHINA SERRAVALLO FERRUGINOSA, tanlopù
importante per la suddetta debolezza di digestione.
Trieste, Gi^igno 1893.
IGNAZIO dott. HOFIMANN.
Parere del sig. dott. N. Fri«d
_ i. r. medico di vascello.
• La CHINA SERRAVALLO FERRUGINOSA
J dimostrò un eccèllente rimedio in tutti i casi di debo-
w lezza, tanto se provenienti da catarri', cronici dello sto-
maco-, quanto da anemia o da malattie esaurienti. Il
detto^ preparalo aiuta grandemente la digestione e contri-
buisce così a riacquistare le forze perdute. Un merito
speciale di questo medicamento è il suo sapore gradevole,
^sicché viene preso vOilentieri dai bambini, i quali^ rifug-
Ujono dal sff-pore amw.YÌssmo dei soliti preparati di China.
Trieste, IMar^o 1893. ^^
Parere de) sig. cav. dott. Giorgio Nicolicli
Medico chirurgo primario
l'josidciite del Collegio modico del civico Ospedale di Trieste.
Da vario tempo faccio largo uso della CHINA
SERRAUAIJjO FERRUGINOSA contro tutte quelle
forme morbose neìle quali e indicata una cura tonica e
ricosiituente ; e sono ben lieto di confermare che questo
preparato fece sempre buona prova.
Trieste, 23 Febbraio ISD3. Dott. NICOLICH.
: i
: t
in Formaggi Boemi e Quargei !!!
Io riinctlo FRANCO in ogni staziono po.stalc au.-ung. :
Un Collo di 5 Ch. di gustoso formaggio Romadour in quadrelli
„ „ „ T) „ di formaggio di birra „ ,, .......
» ,, „5 „ „ „ Bardstein
„ „ „ 5 „ di lìiccanto (Juargel boemo
„ „ „ .0 „ di Buster (contenuto netto 5 Ch.j ......•••
Inoltre Formaggio di Tilsit in piccole forme a 2 e 1 Cli. però non att'rancate per Ch.
In guardia delle iwÀtazioni.
Primo Caseifi cio Kólinese
(Boemia).
f. 3:90
„ 2:fi6
« 2:75
« 1-.90
„ 4:42
n —.56
Parere del sig. dott. Paolo Zencovich
Medico-chirurgo. Specialista in Ostetricia e Ginecologia.
Dichiaro essere la CHINA SERRAVALLO FER- _
RUGINOSA, un ottimo rimedio nei casi di anemia e®
clorosi, e di somma efficacia — quale ricostituente — W
neìle convalescenze dopo gravi malattie. Ordino a preferenza fP
di altri tonici, il sullodato preparato, alle donne gravide^
ed alle puerpuere, se affette da indebolimento generale. 9
Trieste, Giugno 1803. ^^
Dott. PAOLO ZENCOVICH. •
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0) M U tk
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Wo if'-ì O »
WS
11 Deposito ARMI e MUNIZIONI
— DI —
LUIGI ANNINGER
all' Angolo via Cassa di Risparmio
TRIESTE
e S. Niccolò 6
Rappresentante delle Fabbriche Leopoldo Gasser di Vienna
e W. W. Greener di Birmingham.
Ha ricevuto un grandioso assortimento di fucili da caccia dei più recenti sistemi, nonché
carabine Flobei't e Revolver dì tutte le qualità e grandezze, come puro un grande assortimento
di tutti gli accessori da caccia a prezzi molto convenienti.
Fucile Lancaster a 2 canne d'acciaio, chiave doppia l'ornimcnli temp. a incisi, acciarini rimbal-
zanti -•••-........, . f. 15.
Dello canne tortiglione vernice acciarini rimbalzanti . 18.—
Delio „ detto a fornimenti grigi ricca incisione acciarini rimbalzanti . . . „ 20.—
Detto canno tortiglione, vernice fornimenti nichel ricca incisione acciarini rimbalzanti . „ 2l.—
Detto canne tortiglione, chiave fra i cani (Top-Lever) smontagio automatico bindella prolun£;ata
gutllocher canna sinistra Choke-Borcd . . . ' f. 22. -
Delto canne tortiglione, vernice chiave fra'i cani, (Top-Lever) smontagio" automatico, bindella pro-
lungata triplice chiusura canna sinistra Choke-Eored . . . . . . f. 24.-
Delto canne Damasco chiusura Greener acciarini avanti canna sinistra Choke-Bored". ' „ 45.-
Deposito Pallini temperati inglesi.
Parere del Sig. dott. A. Bellan
i. r. medico stabale superiore, Direttore deJi'i. r. Ospitale
di Guarnigione N. 13. jjj^
Confermo che la CHINA SERRAVALLO FER-^
RUGINOSA, preparata nella Farmacia Serravalìo A
Trieste, venne da me usata nella mia piratica medica in ^
casi di anemia e di debolezza generale dell'organisw.o ^
dopo malattie esaurienti e specialmente nelle convalescenze
di influenza e che ottenni sempre i desiderati ottimi effetti, m
Theresienstadt, Marzo 1893. Dott. A. BELLAN.
Parere del sig. dott. M. Fava
Medico chirurgo ed ostetrico.
Il sottoscritto raccomanda da molti mesi la CHINA
SERRAVALLO FERRUGINOSA e trova eli essa
corrisponde pienamente in tutte quelle forme morbose
nelle quali son indicati i preparati marziali, i tonici, i
ricostituenti. 9
Specialmente ebbe a lodarsene nelle convalescenze ^
di malattia acute ed esaurienti, ove c è da combattere
anemia e debolezza da parte degli or gami digerenti, non-
ché nelle speciali indisposizioni degli adolescenti d ambo
i sessi, che talvolta hanno intolleranza per i soliti pre
parati di ferro.
Trieste, Dicembre 1892. Dott. M. FA VA.
W
l I I
ACQUA
ACIDULA
alcalina purissima
OttÌDia bibita per tavola e riofrescatìva,
provata nelle tessi, nei cattar! degli organi
respiratori e digestivi, e delia vescica,
ENRICO MATTONI
KjiiìsÌ)<mì V V[(;ìnia.
DepaAU) <. tnerale ella Dalmazia, Bosnia
Jirzegonn-t ed il Levante presso Francesco
JeckeL t' . i'epositi secondari nelle sin-
gole città V K)i!. distretti:
Zara n S • etiico nella Premiata Farmacia
Androvich. (Spadaio nelle Farmacie Tocigi e
Volni e nella Drogheria AIjnovié e Marie
Bagusa nelle Farmacie Drobac, Sarié, presso
i E. P. Francescani, nella Drogheria Liipizié
e presso E. Srinèié e B Weiss. Catturo presso
la Farmsieia Stefanorié. Mostar presso lo Far-
macie Zovotti e Thonhauser. Cettinje (Monte-
negro) presso Visko Vulletié.
ai Sorci
(Felice Immiseli, Delitzscli)
E il migliore mezzo per estirpare presto
e sicuramente ratti e topi. Innocuo per uo-
mini ed animali domestici. Si può avere in
pacchetti da 30 soldi a 00 soldi pi'esso il
farmacista G. Ruggeri in Bencovaz.
Un Ag-giuiito
SI ricerca, celibe, specialista, con parecchi anni di
pratica, che abbia però varcati i 24 anni, robusto,
energico, che conosca perfettamente le lingne tede-
sca e boema, collocamento immediato, salario fio-
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cadono a luce chiara e perciò ad occhi
aperti del più idiota eziandio, noi non pos-
siamo che lamentarcene e facciamo voti
ardenti die questo stato anormale di cose
aì)bia a finire in qualunque modo possibile
per il bene puranche della futura genera-
zione, la (juale, come alla pianta, mancan-
do le necessarie e consistenti radici, dove
perire in l)reve tempo per mancanza del
priucipale, salutifero nutrimento
Interessiamo anche 1 competenti fattori
a vederci un po' chiaro in (questa dolorosa
faccenda, che cagiona danno immenso alle
povere famiglie che per la loro condizione
vogliano far proseguire gli studi ai propri
figliuoli, giacché si ha tutta la probabilità
che le cose continueranno di ((uesto passo
per una serie non breve di anni. 8i po-
trebbe ancora continuare perchè di argo-
menti ne abbiano a sufficienza. Per oggi
basta.
Visto però che il sopradetto corrispon-
dente ha voluto, provocandoci, rompere
pel primo il silenzio, gliene siamo cordial-
mente grati e snerianio che in seguito ci
darà motivo di ])orre in chiaro certe altre
coserelle molto interessanti, più assai del
suo Z'iuiìa Hrvatska.
Un tanto come acconto al carteggio da-
tato da «lui del 7 corrente, inserito nel
n.o 99 del 12 decembre del Narodni. Lid.
ÀPifO.
La questione istriana alla Camera
Discutendosi venerdì a,lla Camera dei
deputati il bilancio provvisorio, prese la
parola il deputato Ferjancich, dicendo che
a Trieste ed a Tirano il governo si è la-
sciato imporre dagli argomenti di piazzai!!)
Il ministro della giustizia ordinò che le
tabelle dei giudizi in Istria rechino la
scritta bilingue; il tribunale d'appello ce-
dette in seguito agli eccessi di Pirano. h'u
anche offeso il sentimento nazionale sloveno
con la concessione e il successivo togli-
meuto delle tabelle bilingui. Ma c' è una
altra questione, quella delle prediche slo-
vene. Il consiglio comunale di Trieste non
le vuole, il Luogotenente cede, si reca dal
vescovo, fa rimostranze e gli dichiara di
non poter garantire 1' ordine pubblico se si
predica in isloveno. {(Mite! uditef dai han-
vki dei (/iovani-rzedU e degli sforeni.) Il ve-
scovo sospende le prediche, gli sloveni in-
terpellano alla Camera; ma non si dà ri-
sposta alcuna.
Dopo il discorso del deputato Ferjancich
il d.r Rizzi pronunciò un notevole discorso.
„La lotta nazionale — egli disse — as-
sume nel Litorale di giorno in giorno un
carattere più acuto. Contro quella parte
della popolazione che rappresenta l'intelli-
genza, la coltura ed il censo si sobilla
r altra, rappresentata da un popolo di con-
tadini rozzo ed ottuso, eccitaiidolo alla
guerra civile col pretesto dell' equipara-
zione nazionale e dell' emancipazione eco-
nomica. I miei compagni ed io non abbia-
mo però alcuna intenzione di portar qui
un' altra volta la questione delle tabelle
bilingui". L'oratore tratteggia quindi il
contegno seguito nella questione, ^aX go-
verno, e chiede da chi sieno state prese
quelle misure per le quali tutti dichiarano
di saper niente.
La conclusione n' è però che le tabelle
bilingui sono ora al posto delle italiane, e
vede nel contegno del governo l'intenzione
di voler favorire le aspirazioni degli slo-
veni neir Istria.
Continua dicendo che la prevenzione
contro gì' italiani non è cosa nuova perchè
la parola italiano significa m/qetto perico-
loso.
„Il nostro partito, prosegue 1' oratore,
non ha mai negato agli slavi calati nell' I-
stria il diritto di promuovere il proprio
sviluppo nazionale, ma ora che fu dimo-
strato il danno, che deriva agli stessi slavi
dalla compilazione di documenti giudiziari
in lingua slovena, sono inutili tutte le pre-
tese equiparazioni. Gli italiani dell' Istria
vogliono l'integrità del carattere italiano
della provincia, la sua tutela dalla slaviz-
zazione ; poiché neir Istria non c' è che
una caratteristica sola, quella dell' italia-
nità, e gli stessi sloveni, fatte pochissime
eccezioni, si servono della lingua italiana
a preferenza della slava. Neil' Istria non
esiste alcuna stirpe slava omogenea, ma
invece moltissime razze slave frammischia-
te, che per lingua comune hanno l'italiana".
L'oratore continua dicendo che gli slo-
veni, i quali attaccano gl'italiani, non agi-
scono per proprio impulso, ma sono invece
aizzati dal di fuori ; e se si provedesse
all' espulsione di quegli elementi stranieri,
la pace nell' Istria sarebbe ristabilita in
brev' ora, senza bisogno di altri provvedi-
menti.
Parla poi delle preferenze del governo
a danno degli Italiani dell'Istria e dichiara
che il suo partito ha fatto tutto ciò che
era possibile di fare per mantenere la pa-
ce, comportandosi esso sempre in modo da
non suscitare difficoltà al governo.
Esprime infine la speranza che il governo
muterà sistema, nel qual caso egli ed i
suoi consenzienti politici voteranno per
esso, in caso contrario saranno costretti
di passare all'opposizione.
sopra tutti il luogotenente e afferma che
fra il partito progressista ed il luogotenente
esiste un accordo secreto. L'oratore passa
quindi a parlare della questione delle pre-
diche slovene a Trieste e dice che queste
prediche furono revocate per intervento del
luogotenente. 11 governo è ora tanto de-
bole, che non può nemmeno far apporre a
una parete un'innocente insegna bilingue,
tanto fiacco, da non saper come garantire
r ordine se si fanno prediche slovene. {Ap-
plausi dai ha fichi dei croati e degli sloveni)-
A un tale governo, che non ha riguardo
alcuno per la maggioranza della popola-
zione slovena del Litorale, che si lascia
infiuenzare dalle volontà della piazza e,
chissà, forse anche dai desideri del governo
italiano, l'oratore non può accordare nem-
meno un soldo. Nelle condizioni attuali un
accordo con gl'italiani del Litorale, consi-
derati i sentimenti ai quali essi s'inspira-
no, è impossibile!
Al discorso di Spincich succede un mo-
mento di tregua, che non è di lunga durata,
poiché Laginja domanda la paroln. Egli
dice : Il governo ha fatto ben poco per gli
interessi economici dell' Istria e della sua
popolazione croata; sarebbe dunque equo
che esso accordasse una buona volta ai
croati ciò che da tanto tempo godono gli
italiani ; altrimenti i croati non si ritrove-
ranno più dalla parte del governo. L' ora-
tore domanda l'erezione di una scuola me-
dia slovena per l'Istìia e dice che con ciò non
verrebbe ' leso in alcun modo il possesso
nazionale degli italiani. Il Laginja viene a
parlare quindi del movimento pancroatu e
dice che nessuno pensa a cambiare la po-
sizione, r organizzazione e lo sviluppo delia
monarchia austro-ungarica, in favore di una
grande (Croazia, in via extra-parlamentare ;
pure è questa parola che usano general-
I mente come spauracchio,coloro che vogliono
negati ai croati i loro diritti costituzionali.
Fino a tanto che il governo non dichiara
esplicitamente che esso non attribuisce al-
cuna importanza alle asserzioni dei dejin-
tati italiani, l'oratore non può votare i;i
favore del bilancio prò visorio.
* * *
* *
Nella discussione parlò anche il ^leputato
Spincich. Secondo lui, nessun popolo ha
patito tanto quanto i croati e gli sloveni
dell' Istria durante l'era costituzionale ; ma
il governo, dice, fa la parte dello struzzo
e vuole ignorar tutto. 1/ on. Spincich rifà
quindi, a suo modo, la storia della que-
stione delle tabelle e dice che non la po-
polazione dell'Istria è responsabile degli
eccessi avvenuti, ma bensì coloro che stan-
no a capo dei comuni. L' oratore critica a-
spramente il contegno seguito in queir oc-
casione dagli organi del governo; biasima
Nella seduta di sabato, poi, il ministro
dell' interno, marchese Eacquehem, dichiara
anzitutto, in merito alla missione, slovena
a Trieste, che ([uella missione non venne
sospesa per incarico della luogotenenza di
Trieste.
Il luogotenente disse al vescovo se non
fosse possibile, e più consulto, di tener le
prediche slovene in una chiesa situata più
vicina al perimetro della città. Così pure
il luogotenente non ha fatto nè verbalmente
uè data per iscritto una dichiarazione giu-
sta la quale egli non potrebbe rispondere
per il mantenimento della pubblica quiete
e neppure eh' egli non si faceva malleva-
dore, qhe si potessero impedire, al caso,
evehtuKli eccessi.
Di fronte al discorso tenuto dal deputato
Ferjancich, il ministro constata che i de-
putati conservativi da lui attaccati non
hanno sacrificato gl'interessi religiosi della
popolazione slovena.
Relativamente alle asserzioni del depu-
tato Spincich, il ministro osserva che non
s' occuperà molto di quanto ha detto quel
deputato poiché tutto il di lui discorso si
-basa SU- voci di asserzioni molto azzardate.
Il ministro non sa se sieno da prendersi
sul serio quelle asserzioni che sembrano
sorte da una convenzione conclusa col go-
verno italiano per la guarentigia dell' at-
tuale dominio della nazionalità italiana
dell'Istria; se la cosa era cosi, il ministro
ritiene superfluo di dare l'assicurazione
che una tale convenzione non esiste che
nell'immaginazione del deputato Spincich,
Nella difesa che il ministro fa del luo-
gotenente di Trieste ribatte anche la pre-
tesa, avanzata dal deputato Ferjancich, colla
quale questi domandava, in via di racco-
mandazione, la rimozione dell' attuale luo-
gotenente del Litorale.
Dopo il ministro dell' interno, parlò il
ministro della giustizia conte Schonborn.
Egli-ventilò la questione delle tabelle bi-
lingui sotto il punto di vista sloveno ed
italiano, dicendo che da ambedue le parti
la cosa venne esagerata di molto e le venne
data un' importanza maggiore -di quella che
realmente aveva.
Le prescrizioni relative alla necessità
delle due lingue nel raggio giurisd zionale
del tribunale d'appello di Trieste datavano
da tempo molto lungo.
Circa alle tabelle degli uffici, già prima
era stata presa una serie di disposizioni ;
ed accenna che, ancor prima che l'attuale
governo salisse al potei^e, un numero rile-
vante di giudizi distrettuali possedeva ta-
belle non solo bilingui, ma ben anco tri-
lingui.
Passando alla confutazione del discorso
pronunciato dal deputato d.r Rizzi, il mi-
nistro dice che ciascuno che possieda una
qualche coltura non può sottrarrsi all' im-
pressione imponente che esercita 1' antica
coltura italiana; però il d.r Rizzi avrebbe
potuto esser più efficace nel suo discorso,
tralasciando cioè d' osservare che soltanto
gl' italiani del Litorale sono al caso di
rappresentare una parte importante nella
politica.
Io credo, dice il ministro, che nella vita
politica non si possa fare uno sbaglio mag-
giore di quello di deprezzare gli avversari
od i rivali nazionali e politici.
Nei paesi dove si parlano varie lingue,
fa d'uopo procurare che i giurati compren-
dano la lingua nella quale viene condotto
il processo.
Nella questione delle tabelle bilingui, si
deve tener calcolo da una parte dell'esistenza
di un certo numero di slavi che in certi
distretti è rilevante e forma la maggioranza
e dair altra non si può esigere di operare
ad un tratto una rivoluzione nelle condi-
zioni del paese che datano da secoli. Non
si può assolutamente comprendere che la
preponderanza sviluppatasi in seguito ad
un processo storico possa venir d'un colpo
solo eliminata dal governo. (Appi-ovazioni
degli italiani). Siccome però erano avvenuti
disordini, il governo tentò prima di rista-
bilire la quiete, poi deliberò di esaminare
le disposizioni di dettaglio e non sospese
r ulteriore esecuzione.
In chiusa alla seduta nell'occasione delle
varie rettificazioni di fatto, si venne a vio-
lenti attacchi reciproci.
Dopo che il deputato Schleicher ebbe
parlato pure per una rettificazione di fatto,
ottiene la parola il deputato Spincich, il
quale dice che nel discorso pronunciato
dal d.r Bartoli si contengono asserzioni che
sono soltanto menzogne e fatti svisati.
Il presidente della Camera barone Chlu-
mecky: «Prego l'on. preopinante di non
usare consimili espressioni ! »
11 deputato Laginja dichiara, che in me-
rito alla questione delle prediche slovene
a Trieste deve sostenere che il luogote-
nente ha dichiarato al vescovo di ritenere
fondata l'opinione del podestà di Trieste
che in occasione di prediche slovene nella
chiesa di S. Antonio nuovo potrebbero ve-
rificarsi delle perturbazioni dell' ordine
pubblico.
La sospensione della missione slovena,
continua il deputato Laginja, non avrebbe
avuto effetto se la luogotenenza di Trieste
avesse saputo dare una risposta giusta e
corrispondente alle rimostranze dell' ordi-
nariato vescovile contro l'incompetente in-
trusione degli italianissimi di Trieste in
questione puramente di spettanza della
ciiitsa.
Il deputato Burgstaller, a nome dei de-
putati italiani di Trieste, dichiara che tutto
quaiìto dissero i deputati sloveni è assolu-
tamente falso. Sarebbe ora, dire T oratore,
di finirla una buona volta con questo pre-
ce.Iure inqualificabile che non porta alcun-
utile alla popolazione. {Grida degli sloveni
e croati : Questa non è una rettificazione
di fatto !) Un tal i)rocedere, continua il
deputato, non è degno nè degli oratori nè
del parlamento e deve dirsi veramente
io-nobile!
Il deputato Spincich rettifica poi alcuni
fatti ed i, deputato Burgstaller sostiene
quanto ha detto contro gli sloveni.
LA CROBrAGA
Consiglio comunale
Continuazione e fine della seduta del
giorno 11 corrente,
i) Preventivi delle frazioni foresi.
Senza discussione .sono approvati i se-
guenti preventivi per le frazioni foi-esi :
Bibigne. Esito f. 1495:58. Introito pari.
Addizionale alle imposte dirette nella mi-
sura del 50 per cento.
Bigliane. Esito f^ 1971:56 e mezzo. In-
troito f 1071:56 e mez^o. Addizionale alle
imposte dirette nella misura del 70 per cento.
Boccagìia^zo. Esito f 1567:72. Introito f.
1567:72. Addizionale alle imposte dirette
nella misura der 60 per cento.
San Cassiano. Esito f. 2755:39. Introito
f. 2755:39. Addizionale alle imposte dirette
nella misura del 50 per cento. .
Cale Esito f. 1321:05. Introito f. 1321:05.
Addizionale alle imposte dirette nella mi-
sura del 190 per cento.
Cuclizza. Esito f. 1214:29. Introito f
1214:29. Addizionale alle imposte dirette
nella misura del 180 per cento.
Diclo-Cosino. Esito f. 2127:44. Introito f.
2127:44. Addizionale alle imposte dirette
nella misura del 150 per cento.
Borjo Erizzo-Cern\j-. 'Ksito f. 3817:33. In-
troito f. 3817:33. Addizionale alle imposte
dirette nella misura dell'80 per cento.
S. • Eiffemia. Esito f. 536.60. Introito f.
536:60. Addizionale alle imposte dirette
nella misura del 120 per cento.
Galovaz. Esito f. 1317:97. Introito f.
1317:97. Addizionale alle imposte dirette
nella misura del 50 per cento.
Liicoran, Esito f. 800:65. Introito f 800:65.
Addizionale alle imposte dirette nella mi-
sura del 200 per cento.
• Munizza. Esito f 1230:80. Introito f
1230:80. Addizionale alle imposte dirette
nella misura del 120 per cento.
Oltre. Esito f. 1845:80. Introito!. 1845:80.
Addizionale alle imposte dirette nella mi-
sura del 120 per cento.
Peter zane. Esito f. 714:16. Introito f.
714:16. Addizionale, alle imposte dirette
nella misura del 150 per cento.
Fogliarla. Esito f. 798:30. Introito f. 798:30.
Addizionale alle imposte dirette nella mi-
sura del 180 per cento.
Scabergne. Esito f. 3393:69. Introito f
3393:69. Addizionale alle imposte dirette
nella misura del 120 per cento.
Sestrugn. Esito f. 265:33. Introito f
265.69. Addizionale al^e imposte dirette
nella misura del 100 per cento.
Smocovich. Esito f. 998. Introito f. 998.
Addizionale alle imposte dirette nella mi-
sura del 75 per cento.
Ugliano. Esito i 1214:87. Introito f.
1214:87. Addizionale alle imposte dirette
nella misura del 60 per cento
Zemonico. Esito f. 5240:05. Introito f
5240:05. Addizionale alle imposte dirette
nella misura del 50 per cento.
L) Preventivo delle fondazioni.
Fondazione Ciprianis. Introito f. 810:42.
Esito f. 810:42.
Fondazione Giovino. Introito f. 3941:42.
Esito f. 3941:42.
III. Argomento. — Nomina del comitato
finanziario.
Essendo stato stanziato il preventivo, il
Podestà invita il consiglio a devenire alla
nomina del comitato finanziario a senso
del §. 42. E. C.
Vengono ad unanimità rieletti i signori
Bressan Giuseppe, Krekich d.r Natale e
Tocigl Rodolfo.
IV. Argomento. — Conferimento di sti-
pendi,
Ripristinazione di stipendi.
Riferisce l'assessore Roberto d.r Ghiglia-
novich e senza discussione
a) viene approvata la deliberazione del-
l' amministrazione con la quale venne nuo-
vamente poslo in corso lo stipendio allo
studente di legge Giovanni di Spiridione
Cristo.
h) viene conferito uno stipendio dalla
fondazione Giovino dell'annuo importo di
f. 210 a cadauno degli studenti Desiderio
Barich, Giorgio Wondrich ed Oscar Randi.
y. Argomento. — Concorrenza in lavori
di pubblica utilità.
Senza discussione, sopra proposta della
amministrazione, si delibera :
a) di approvare l'obbligo assuntosi dai
villici di Pogliana nel tenutosi convocato
di concorrere nei lavori di ristauro a quel
porto con le seguenti prestazioni.
1. imbonimento, somministrazione e tra-
sporto del materiale a ciò necessario;
2. somministrazione delle pietre necessa-
rie per il lavoro del suolo da costruirsi ;
.3. somministrazione delle pietre necessa-
rie per la costruzione di due garofolini ;
4. manualità.
h) di assumere a carico della frazione
di Zemonico la concorrenza coli' importo
di f. 40 nei lavori per l'impianto di una
stazione telegrafica in quel villaggio.
e) di approvare 1' obbligo assuntosi dai
villici di Cuclizza nel tenutosi convocato di
concorrere con un importo di f. 148:10
nei lavori di restauro a quella chiesa.
d) di approvare egualmente V obbligo
assunto dai villici di. Bigliane inferiore di
concorrere nei lavori di ristauro al pozzo
con una contribuzione in denaro sull'im-
porto di f 1 (uno) per famiglia.
VI. Argomento. Nomina di membri del
consiglio scolastico locale.
Podestà comunica che i professori Bru-
neìli Vitaliano e Tilgner Arturo, essendo
stati traslocati ad altri ginnasi, cessarono
dalla carica di membri del consiglio scola-
stico locale, ed il professore Benevenia Lo-
renzo vi rinunziò. Questi erano tutti mem-
bri eletti dal consiglio comunale. Invita
quindi il consiglio a devenire mediante
schede alla nomina di altri tre membri.
Assessore d.r Ghiglianovich Roberto. Prima
di procedere alla nomina dei nuovi membri
del locale consiglio scolastico in sostitu-
zione dei professori Brunelli, Tilgner, Be-
nevenia, gli sia permesso, ritenendo d'in-
tei pretare l'intenzione dell' onorevole con-
siglio, d'inviare un caldo, affettuoso saluto
ai due pi imi, che dalla carica di membri
del consiglio stesso decaddero per un for-
zato, inaspettato trasferimento, ed assieme
ad un saluto l'espressione della più viva
riconoscenza per la parte dagli stessi presa
da tant'anni, con rara abnegazione, a van-
taggio delle nostre povere scuole italiane.
Impiegati dello stato entrambi, essi intui-
rono egregiamente come la loro posizione
di membri del locale consiglio scolastico
fosse prettamente autonoma, e come, nel-
l'esercizio di tale funzione, lo scrupoloso
adempimento dei loro obblighi non poteva
venire per veruna ragione menomato. Pel
loro ingegno, e pel loro carattere, alta-
mente onoranti questa nostra amata città,
essi lottarono con rara energia per i diritti
delle nostre scuole, e si è in grazia a tale
energia, ed immensa loro attività, se l'ec-
celso governo dovette accondiscendere a
qualche modesta nostra pretesa nei riguardi
di questa scuola popolare. Il sostituire que-
sti egregi nel locale consiglio scolastico
non è certamente facil cosa. Ritiene però
che il loro esempio sarà di sprone efficace
ai loro successori. Propone quindi:
Che r onorevole consiglio, esprimendo la
propria riconoscenza per tanto patriotica
fatica, invi ai medesimi un affettuoso saluto,
e l'augurio di rivederli presto; e che l'ammi-
nistrazione si renda interprete presso gli
stessi di tale voto. (Applausi prolungati).
Podestà. Unendosi all'assessore d.r Ghi-
glianovich, ricorda l'attività, lo zelo, l'ab-
negazione con cui gli uscenti dal consiglio
scolastico locale si prestarono a vantaggio
delle nostre scuole, deplora la loro perdita
per quella istituzione e la loro partenza da
questa città, e desidera il loro ritorno. Non
dubita che i sostituti continueranno la pa-
triotica opera a vantaggio della nostra
scuola.
Nessun' altro domanda la parola. —
Posta a voti la proposta del d.r Ghiglia-
novich, è accettata ad unanimità.
Raccolte indi le schede e fattosi lo spo-
glio risultano eletti a membri del consiglio
scolastico locale Cattich Manfredo, Krekich
d.r Natale, Willenik Paolo.
U podestà annunzia il risultato, ed es-
sendo esaurito l'ordine del giorno leva la
seduta.
Per 1' esattezza. — Notizie più pre-
cise, giunteci da Vienna, ci impongono
r obbligo di rettificare, per la verità, il
gazzettino dal titolo Udienze sovrane, pub-
blicato nel nostro numero 99 di mercoledì
scorso ; e ciò ntl senso che V on. conte
Bonda non venne ricevuto, addi 10 cor-
rente, in udienza da S. M. l'Imperatore
nella rappresentanza della locale Camera
di commercio e della curia del maggior
censo della Dalmazia, ma venne ricevuto
in udienza del tutto privata, nella sua qua-
lità di ciambellano.
"Voce dal se» fuggita.... Ci vien detto
che il giornalista Politeo tenta di stemperare
con spiegazioni l'effetto delle parole daini
scritte nella Mlada Hrvatska, e da noi ri-
prodotte, sulla necessità degli studi italiani
in Dalmazia. Il signor Politeo non aveva
bisogno di giustificarsi, di modificarsi. Quan-
to scrisse è la pura e semplice verità, che
mille risme di carta stampata non potreb-
bero rettificare. Noi la teniamo anzi come una
confessione preziosa ; e il Politeo avrebbe
assai meglio provveduto a sé stesso, senza
perdersi in divagazioni oziose e solo ripe-
tendo le parole di Ponzio Pilato : Quod
scripsi, scripsi —
JjSl Dieta dalmata. Una Patente
convoca le Ditfe provinciali. La dalmata
s'apre ai 10 gtnnaio del 1895.
dottori. — Apprendiamo con
piacere che gli egregi giovani nostri con-
cittadini Angelo de Benvenuti e Stefano
Borovich vennero promossi dottori in lego-e
all'Università di. Graz Sentite congratu-
lazioni.
Itorcich c Liagliigna. — In u^o de-
gli ultimi numeri del nostro giornale ab-
biamo fatto cenno che. a Vienna, in m^;^
seduta della commissione parlamentare alla
verifica delle elezioni, venne deliberato di
far ulteriori rilievi sulla contestata elezione
dell' on. Borcich, il quale da otto anni siede
inverificato alla Camera dei deputati. Ora
apprendiamo che, del pari, dalla prefata
commissione, venne deliberato di incaricare
il governo a voler fare i necessari rilievi
sulle circost uize addotte nei ricorsi pi-y.
dotti contro 1' elezione^ Laghigna. Venne
oltre a ciò, constatata alcuna irregolarità
avvenuta in quell'elezione (e quante!) e
precisamente quella di aver fatto buoni clei
voti di ditte, che, per il compossesso di un
ente, non avevano diritto alla votazione.
Questa irregolarità, da sola, ha influito che
spuntassero a Canfanaro degli elettori e-
letti che poi hanno determinato la elezione
dell'avvocato Laghigna. Eppure, in prece-
denti elezioni istriane, era spuntato a rap-
presentante dei comuni foranei della parte
occidentale dell'Istria (lo stesso collegio
ora l appresentato dal Laghigna) l'onore-
vole avvocato Tomaso de Vergottini, ma
non appena egli si era recato al parlamento,
questo, in un vedi e non vedi, raccolta la
commissione alle verifiche, seppe subito
trovare delle irregolarità a danno di quel
deputato, tanto che, in circa una quaran-
tina di giorni, egli era bello e spacciato.
Era il famo o procuratore di stato dottor
Eeriancich che in queir incontro — come
sempre, del resto, quando trattasi di dar
addosso agli italiani — dispiegò .uno zelo
degno di miglior causa nell' interesse dell«
sua relazione, le cui conclusioni finali ot-
tennero la maggioranza del parlamento. Ora
però, che s'è trattato del Borcich e del
Laghigna, ci vogliono parecchi anni, per
discoprire le grosse magagne intervenute
nelle loro elezioni; e possiamo star sicuri
che passerà ancora qualche anno fino a che
si arriverà a fare i rilievi richiesti dalla
commissione parlamentare. Ora domandiamo
noi : come s' ha egli mai da qualificare un
sì fatto comportamento ? È vero o non è
vero che in ogni cosa gli italiani sono
posposti ai croati ? Cosi avverrà, che, in
barba a tutte le riconosciute irregolarità
-— perpetrate a forza di violenze d'ogni
sorta — il Borcich ed il Laghigna reste-
ranno al loro posto di de.utati fino alla
fine del periodo legislativo, e.... chi le ha
avute, le ha avute.
Ecco una delle tante applicazioni della
teoria dell' equiparazione !
Il Cronista di Setociirco. — Anche
quest' anno quel distinto patriota, eh' è il
professor Vincenzo Miagostovich, imprende
la pubblicazione del Nuovo Cronista di Sc
benico, Calendario cattolico e greco, Strenna
e Giornale per 1' anno 1895 — Anno III —
Trieste, tip. G. Balestra — in ottavo grande
d'oltre 200 pagine, eh' escirà alla fine del
corrente decembre.
Conterrà:
Il ritratto del defunto vescovo di Sebe-
nico monsignor Antonio Giuseppe Fosco.
La prefazione.
Il Calendario con le appartenenze del-
l' anno, le lunazioni, i santi delia chiesa
latina e della greca.
La Strenna, comprendente:
I. Ricordi poirì, circa 200, da ogni e-
poca della storia di Sebenico, distribuiti
per ciascun mese nel giorno in cui ricor-
rono.
II. Alla memoria di N. Tommaseo : — Per
il natalizio: D'alcune poesie di N. Tom-
maseo tradotte dall'inglese. — P§r l'anni-
versario della morte: Due poesie del prof.
D. G. Poletto.
III. Varietà patrie: — Il bagattiuo di
Sebenico (con 1' impronta intercalata nel
testo). — Lettere inedite dell' abate Giro-
lamo de' conti Draganich-Veranzio ad An-
tonio Marinovich. — Venti canzoni popo-
lari slave, versione di Ferdinando de' Pel-
legrini. — La famiglia de Difnico. — Se-
benicesi allo studio di Padova, dal secolo
XV al XVIII. — Lega Nazionale a Knin-
Dernis, a Scardona, a Sebenico. — D'una
grotta scoperta alla cascata del Cherca
presso Scardona.
IV. Documenti inediti e noterete per ser-
vire alla storia patria : —• Alcune parti
prese nel Consiglio di Sebenico, 1497-1520.
— Terminazione del provveditore generale
Alvise Mocenigo concernente le mura della
città di Sebenico. — Codici preziosi nella
biblioteca de' Conventuali di Sebenico. —
Daniele Jurich, voivoda di Scutari. — Raf-
faele Zovenzoni e Giorgio Sisgorer. — Gio-
vanni Barbetta da Sebenico. — I De Vi-
siani in Francia. — Uu' esperienza chimica
a Sebenico nel 1808. — La nave da guerra
«Sebenico». — Lo stemma de'conti Subich
di Bribir a Sebenico (intercalato nel testo).
V. Di lonsignor Antonio Giuseppe Fosco.
VI. Per la bibliografia sebenicese, ap-
punti.
Giornale per annotazioìii con massime
morali per ciascun giorno dell' anno.
Appendice : Autorità e cariche ecclesia-
stiche, civili e militari della città di Sebe-
nico ; preposti agli istituti ; esercenti pro-
fessioni e industrie ; agenzie consolari. —•
Giuochi d'ingegno. — Calendario generale
delle estrazioni delle carte valori per il
1895. — Orari de'piroscafi, della ferrovia,
della posta. — Prospetto per il bollo delle
cambiali e de' documenti.
Il prezzo d'ogni esemplare è di soldi 80.
E noi non possiamo che caldamente rac-
comandare ai nostri compatrioti questa ot-
tima pubblicazione, che onora tanto la città
di Sebenico quanto il Miagostovich, il quale
cosi esemplarmente le tributa affetto fi-
gliale. Chi vuole 11 Cronista può anche ri -
volgersi alla nostra redazione. Lo avrà
subito.