Lo stesso signore de Pfauenthal si
tramutò in un commis voyayeur dei più
sfegatali. Lordo di gesso e molle di
sudore, girò e gira tuttogiorno la provin-
cia a favore dell'industria croata, ed a
vantaggio dei privilegi governativi.
Smercia un diluvio di faatocci, ed io-
tasca un subisso di denaro, perchè si
guadagna le commissioni e da parte
del governo e da parte della compa-
gnia nazionale per la manipolazione
della scagliola.
Non o' è che dire : la fabbrica delle
teste di gesso, che, alla morte del ba-
rone Jovanovich, pareva dovesse vol-
gere al tramonto, ora è stata rialzata
dal signore von Pfauenthal. Il suo si-
stema di commessi viaggiatori funziona
magnificamente, ed i suoi capi scari-
chi hanno la prevalenza su tutte le in-
dustrie di questo mondo.
Ma c' è un piccolo guaio : i go$sa-
iuoii di campo s. Simeone hanno avuto
la debolezza di pensare all' esportazione.
Fabbricati i loro migliori pupazzi, Mon-
sieur Alphonse si è preso T incarico di
chiuderli in un cassone e spedirli, franchi
di porto, sul mercato di Vienna. Però, sia
che r imballaggio fosse stato infelice, o
che quelle teste fossero troppo fragili, il
fatto si è che a Vienna arrivarono dei
cocci.
Ne sorso quindi una questione ter-
ribile.
La fabbrica luogotenenziale giura di
aver mandato delle slatuine complete,
e vuole che il danno vada a carico dei
committenti; questi, all'incontro, si ri-
fiutano assolutamente di accettare per
fantocci interi dei frantumi di gesso.
Ma il signore di Pfauenthal, che per
tanto poco non perde la bussola, ha
trovato la sua panacea. Di questi gior-
ni rimandò in giro i suoi commis vo-
yageurs e si è messo in viaggio egli
stesso, per fare i rilievi necessari, e
raccórre i documenti relativi, onde di-
mostrare l'integrità corporale dei suoi
pupazzetti. Un po' di colla di pesce e
quattro pizzichi di scagliola, o il tutto
sarà accomodato.
0 credete forse che il nostro Alfonso
è come quel Badeni di Cracovia, che
di fronte a certi negozi, sudici parecchio,
sì lava le mani come Pilato, e si ritira
alla vita privata?
Non si è gessaiuoli per nulla,
luoomma, le speranze son grandi —
e i guadagni veramente piramidali. Noi,
è vero, saremo un po' seccati dalla mono-
tomìa della produzione— ma l'industria
croata, i privilegi luogotenenziali ed i
commessi viaggiatori saranno per fare
furore anche sulla piazza di Vienna.
Dunque che resta?
Chinare il capo ai fatti compiuti, en-
trare come soci nella compagaia na-
zionale della manipolazione del gesso,
ed aspirare ad un posto di commis vo-
yagewr.
Il signor Alfonso è un buon uomo
— e cosi, di seconda mano, il trenta per
cento ce lo farà guadagnare anche a
noi.
E allora avremo più certi scrupoli?
No, amici lettori, non ce li avremo
— anzi benediremo il commercio delle
teste di gesso.
La proposta Sdimerling.
JJella seduta del 28 ottobre S. E. il cav. dr.
SchmerliDg fece alla Camera dei Signori la
seguente proposta :
Mi permetto di presentare all'eccelsa
Camera pel trattamento costituzionale
una proposta, che è del seguente te-
nore :
In riflesso che la lingua d'ufficio in-
terna delle autorità giudiziario e "poli-
tiche è la tedesca;
V in riflesso che questo principio, nel-
rinteresse dello stalo e dell'unità del-
l'Iamministrazione, deve essere tenuto
fermo ;
in riflesso che l'ordinanza dell'eccelso
Ministero della giustizia del 23 settem-
bre 1886 è in contradizione a tale prin-
cipio ;
in riflesso ancora che tale ordinanza
non è in armonia [colle ripetute assi-
curazioni del presidente dei ministri,
nè conciliabile con parecchie delle di-
sposizioni della Sovrana Patente 3 mag-
gio 1853;
in riflesso che da tale ordinanza pos-
sono insorgere rilevanti pregiudizi per
l'ammiofetrazione della giustizia, e che
colla stessa viene limitalo l'impiego di
una grande parte del corpo dei giudici;
in riièsso finalmente àe tale ordi-
nanza dà motivo a sede apprensioni
In rigtfàrdo anche politico e di diritto
publico dello stato, voglia la Camera
deliberaro : ;
Sia dall' eccelsa Camera eletta una
commissione di nove membri per T e-
same dell'ordinanza dell' eccelso Mini-
stero della giustizia del 23 settembre
1886 tanto nella sua parte legale, quanto
anche in riguardo alla sua importanza
politica, e faccia su ciò rapporto al-
l' eccelsa Camera, rispettivamente pre-
senti corrispondenti proposte.
Firmati alla proposta sono Schraerliog, piiii-
cipe Coloredo Mansfeld, principe Schòoborg-
Hartenstein, conte Reehberg, dr. Unger, ca¥.
de Hasnfer, de Plener, conte Herbersteio, ba-
rone de Kònigsvarter, conte Wilczek, principe
Ferdinando Kinsky, barone de Neuinann, ba-
rone de Hondel, barone de WeWi, Damba,
conte Neiperg, barone de Hye, barone Mayer.
barone de Apfeltern, cav. de Arnelh, cav. de
Brtick, principe Rosemberg, barone Hàrdtl,
GògI, langravio Edoardo Fiirsteuberg ed abate
Karl.
Anche il conte Beust, il giorno avanti della
sua morte, avea assicurato per iscritto de Plener,
il membro della Camera dei Signori della
sua adesione e firma alla proposta Schraer-
liog.
Alla lettura di questa proposta, che sembra
essere stata una sorpresa tanto pel governo
quanto palla Camera, era presente lo stesso
ministro Prazak. Il proponente in mezzo ad
un sepolcrale silenzio la lesse ad alta voce,
in modo da esser chiaramente inteso da tutta
la Camera, ed essa fece la più protonda im-
pressione. Anche alla Camera dei deputati,
dova pochi momenti dopo se ne ebbe noti-
zia, produsse sensazione, e formò l'oggetto
di viva discussione. Nè poteva esser altri-
menti. Le iaterpellanze e proposte su tala
argomento nella Camera dui deputati pote-
vano apparire sospette, inspirate a spirilo
di partito, a scopo di agitazione, semplice
arma dell' opposizione. Fatte da Schrnerling
alla Camera dei Signori, non potevano più es-
sere considerate tali. Questioni nazionali e di
lingua sono affatto estranee alla stessa; unici
moventi no sono 1' ìoioroooo doUo otoio o la
tutela della legalità; nè alle personalità sotto-
firmate poteva imputarsi fanatismo nazionale.
Era il primo giudice dell' imploro che alzava
la sua voce, il fondatore della nostra costitu-
zione, l'iniziatore della nostra organizzazione
giudiziaria, colui che per primo V introdusse
la giuria ; vi erano firmate capacità giuridiche
di fama mondiale come Dngher e Hye, sta-
tisti esperimentali, generali dell' armata, pre-
lati e cavalieri che aveano dato mille prove
del loro patriottismo, uno dei quali anzi si
annovera fra i membri della Casa Imperiale. Tali
personalità trovavano che l'ordinanza Prazak
violava la legge, comprometteva 1' unità del-
l' amministrazione, rendeva periclitante il di-
ritto poblico dello stato. Vedevano che le con-
cessioni fatte iu oggi agli czechi, avrebbero
dovuto farsi domani agli sloveni, ai croati ed
alte altre nazionalità ; che a quelle nel campo
della giustizia doveano seguire a maggior ragione
ben altre nell' amministrativo ; in breve, che
neli' amministrazione subentrava il caos, dal
momento che le si toglieva il mezzo per cai
le autorità potevano comprendersi; che l'unità
delle autorità centrali diventava un' impossi-
bilità, e che le riforme amministrative con-
ducevano di necessità alle politiche, e quindi
allo smembramento dello stato. Questi i mo-
tivi della fatta proposta.
Simili apprensioni, esternate da tali perso-
nalità, sono manifestazioni troppo solenni, per-
chè restino senza conseguenza. La china, su
cui si è posto il Ministero, conduce al preci-
pizio; e la spinta principale ne viene dal Mi-
nistero della giustizia.
E' un'anomalia, della quale invano si cer-
cherebbe un esempio, che il portafoglio più
importante dell' amministrazione publica, per
anni ed anni, resti senza ministro e che esso
sia affidato ad un dirìgente, il quale poi non
è che un capo partito. Il d.r Prazak potrà
lungere da Landsmanminister, ma quale di-
rigente della giustizia egli diventa fatale. Mosso
da fanatismo nazionale, |compromesso coi suoi
consenzienti politici, obligato al partito che
lo portò al potere, la sua azione non può es-
sere che partigiana e scuotere le basi della giu-
stizia, che devono essere le basi dello stato.
Le conseguenze di quest'azione noi stessi le
esperimentiamo, ed una di queste si è la scelta
del capo della nostra amministrazione giudi-
ziaria provinciale, affidata a chi non ha altro
merito che quello del fanatismo nazionale.
E quale n'e Tefietto? Che alle utopie na-
zionali si sagrifica la giustizia, alle questioni
di lingua quelle del diritto, la capacità ed i
meriti di servizio dogi' impiegali alle cogni-
zioni linguistiche. Ciò che si vuole non è lo
spirito d'indipendenza, d'imparzialità e di le-
galità, ma ii servilismo e la professione al par-
tito, a cui è ascrìtto il capo. Che l'araministra-
zione della giustizia proceda più o meno regolar-
mente, che i giudici sieno o no penetrati del-
l' altezza della loro missione, che sentano a
meno la necessità di sode e profonde cogni-
zioni giuridiche, poco importa; si sorveglia
con occhi di Argo a che i protocolli, gli atti
siano estesi in lingua croata, che le porte delle
stanze portino le tabelle in doppia lingua è
la croata abbia il posto d' on&re, che in lii^ua
croata siano compilati i libri tavolarì: cosichò
ha maggiore merito e titoU maggiori a sidire
in alto, chi parla e Scrive croato. La legge
ordina che nei rapporti colle parti si debba
usare la lingua da essi parlata. I nostri pos-
sidenti 0 proprietari parlaa» tutù l'italiano,
in italiano sono estesi 1 documenti che costi-
tuiscono i loro titoli, ma il sig. Bercich ordina
la compilazione in lingua croata dei libri ta-
volarì. Viola la legge, compromette il diritto
dei cittadini, e lutto ciò per fanatl-jmo di una
lingua, che, come assicurano persone com-
petenti, egli stesso malamente conosce. Questo è
il campo a cui sì estende tutta l'azione del capo
del ramo giudiziarìo regalatoci dal Prazak, per
portare la disorganizzazione nell' amministra-
zione, e la demoralizzazione nei giudici, i quali,
e specialmente i giovani, vedendo ciò che si
pretende per «Sser promossi, deviauo daquel-
V indirizzo, che fino ad ora rendeva tanto sti-
mato e rispettato il nostro corpo giudiziario.
Se queste sono le nostre condizioni, facile
è imaginare quali siano fra gli czechi e slo-
veni, fra i quali ancor più si fa sentire l'in-
fluenza del ministro Prazak, e dov' egli spin-
to dal partito di cui era capo, deve eser-
citare un'azione ancor più nociva. Tali condi-
zioni, ed il perìcolo a coi va incontro lo stato,
doveano scuotere il primo giudice dell' impero,
ed indurlo ad un' iniziativa, colla quale, nel-
r ultima ora, cercasse d'impedirne l'imminente
rovina.
INiOTE POLITICHE.
— Il principe Giacomo, figlio unico di Don
Carìos dei Borboni di Spagna è malato a
Monaco di Baviera, La preoccupazione dei
carlisti è vivissima, imperocché grande era
r assegnamento eh' essi facevano su qaesto
giovanetto intelligentissimo.
Le manifestazioni religiose per la »ita
Iute si fanno pericolose. Invano il vescovo dj
M^drìd si sforza d'impedirle. Si è «pecfai,
mente il clero delle provinole di nord est che
associa completamente a tali diriaostiraiioQj
E' smentita ufficialmente la notizia cUn^
pt^tese pratiche di Albareda presso il govaf^jj
francese, per ottenere 1' espulsione di Buu
Zorilla.
— Fu publicato il decreto reale che tìor*
ganizza la polizia sopra nuove basi. Il gena^
rale Daban è nominato direttore generale di
polizia.
— Furono aboliti 1200 posti di sottoutfi.
ciali, per liberare l' esercito da elementi rivo»
luzionarì. Questa misura fu effettuata senza
alcun incidente. * * *
Austria-Ungheria. — Malgrado la do-
manda fatta dai delegati austriaci di tenere a
Vienna la sessione delle Delegazioni anziché
a Budapest, e ciò in causa del colèra, venne
deliberato che la sessione abbia'^luogo egual-
mente a Budapest.
— La Camera dei deputati aggiornò i suoi
lavori. Dopo 1' anno nuovo assa pertratterà e
deciderà il progetto di accordo coli'Ungheria
e gli altri progetti del governo.
Anche la Camera dei signori fece altrettanto,
dopo aver deciso su! bilancio provvisorio non-
ché su! contingente delle reclute,
— L'imperatrice Elisabetta partirebbe tra
giorni per un lungo viaggio all'estero. Pas-
sando per r Italia, si fermerebbe a Roma
per visitare prima il papa e quindi la fami-
glia reale italiana. Dopo ricevuta ìa benedi-
zione papale, l'imperatrice partirebbe per la
Palestina.
•— Non ha alcun foodaraento la voce corsa
di una visita che l'imperatore restituirebbe al
re d'Italia a Firenze.
— 1 funereli di Beust furono solennissimi.
L'imperatore era rappresentato da Hohenlohe,
il prìncipe imperìale dall' aiutante di campo
Wohlgemuth. Vi assistettero pure V arciduca
Cado Lodovico, i ministri, il corpo diploma-
tico, l'aristocrazia e i dignitari di corte.
— Giusta quanto telegrafano da Cracovia,
il club parlamentare polacco viene eccitato ad
occuparsi energicamente della polonizzazione
della Slesia e di accordarsi col club della de-
stra per ottenere delle concessioni sicure dal
governo.
«it * *
Francia. — Nei circoli diplomatici si è
convinti che la questione dell'Egitto non tar-
derà a surrogare la questione bulgara nelle
preoccupazioni dell'Europa, Si attende spe-
cialmente a vedere l'attitudine della Russia.
— Alcuni giornali annunciano che il mi-
nistro dei lavori publici abbia presentato le
sue dimissioni specialmente a causa della fer-
rovia metropolitana.
— La nomina di Laboulaye ad ambascia-
tore a Pietroburgo fu accolta molto favorevol-
mente. Essa mette fine allo screzio avvenuto
per r espulsione dei principi.
— La Camera, dopo una discussione che
durò otto giorni, accolse con voli 361 contro
175 la legge sulla laicizzazione del personale
insegnante di tutte le scuole popolari. Indi la
Camera si è aggiornata.
— L' ambasciatore francese Waddington a
Londra, in un colloquio con Iddesleigh trattò,
a quanto credesi, sul!' ultima nota russa al
governo bulgaro contenente la minaccia d' un
occupazione militare russa.
— Grery ricevette il duca di Leuchtenberg
cugino dello Czar.
— Il ricevimento cordiale fatto all'amba-
sciatore francese Herbette dall' imperatore Gu-
glielmo ed il banchetto datogli dal figlio di
Bismarek hanno prodotto un' impressione fa-
vorevolissima.
Le notizie bellicose, sfruttate dagli specu-
latori, incontrano sempre più il biasimo ge-
nerale. * » *
Spagna. — Si sono formate tre grosse
bande nei dintorni della capitale. Sono co-
mandate da sottoufficiali fuggiti durante la re-
cente insurrezione militare. La caccia che la
polisia dà ag^iflmti^ non ha dato sinora
aleuB risultato. Si teme qualche nuovo colpo
da parte dei ribelli.
Bulgaria. — A rendere più intrepoiàta la
questione bulgara, si aggiungono le condizioai
finanziario tutt'altro che floride. Oià sin" dal
settembre testé decorso essa avrebbe cr«ato «1
governo bulgaro i maggiori imbarazzi nel sod-
disfare gli stipendi agrjmpiegatì ed il soltlo
agli ufficiali. La Russia a sua volta coopèrò a
darne l'ultimo crollo, rìtirando, all'ulticao mo-
mento, dalla Banca nazionale bulgara la somma
di un milione' di franchi, A quell'epoca il đ«,
ficit del bilancio oscillava fra i 5 ed ^ io
milioni di franchi. Si contava però sull'aiuto,
se non materiale, almeno morale dell' Inghil-
terra, nel contrarre un prestito o garantendo
almeno la somma chiesta di 400.000 sterline
presso un qualche banchiere inglese. Ma l'In-
ghilterra, come nella questione politica, còsi
nella finanziaria, non volle uscire dal la riserya,
e la Russia ci tiene come ad uno dei Smezzi
di riuscita per i più forti.
— La riconciliazione fra la Serijia ìe la
Bulgaria è avvenuta finalmeate. alle segujenti
condizioni.
La Bulgarìa sgombera Begovo, che, fino alla
soluzione della questione, rimane neiitrale.
Nel caso che la commissione riconosca alla
Serbia il territorìo contrastalo, questa risarci-
sce la Bulgaria con altro corrispoodeuie ter-
ritorio al confine. ;
Entro ; due mesi, alla più lunga, verrà con-
vocata una commissione mista per la disàmina
dei vicendevoli rapporti commerciali, edentro
sei mesi si concluderà un trattato commerciale.
Dall'una e dall'altra parte si proibisce agli
emigrati di domiciliarsi entro il raggio di 60
km. dal confine comune, e s' obligano Tlcsn-
devolmente di agire contro ogni qualsiasi mena
da pai te loro. , .
La Bulgaria costruirà una linea ferroviaria
a "Weckarei-Sofia (Zarìbrod) fino af nnùtò
dove termina la linea serba.
L'accomodamento entra tosto in Vigere.
— Il comandante dei legni russi,;appiedati
a Varna, inviò un dispaccio al generale Èaul-
bars informandolo ch'egli tiene a bordo un
distaccamento di truppe, per tutéfare, occor-
rendo, i sudditi russi da qualsiasi vroienzà.
— A Sofia venne proclamatb lo StaÈo d'tó-
sedio.
— Si annunzia che il governo della reg-
genza abbia lasciato in libertà gli ufficiali, che
parteciparono alla cospirazione contro il prin-
cipe Alessandro.
— Credesi che il Sohranje pronuùcierà un
voto di sfiducia contro Karavelow, dopo diche
passerà alla ricostituzi one del gabinetto sepza
di lui.
— Vennero arrestati tutti gli autori Begli
assassini di Dubnltza. Essi confessarono di
essere stati pagati dal console russo.. Ogai
congiurato aveva rìcevuto 50 inibii.
— A Tirnova ebbe luogo una riaflione
preliminare dei deputati. Stambuloff espose la
situazione; conchiuse che la rielezione di X-
lessandro essendo impossibile, l'assemblea đeta
eleggere un candidato accetto alla Russil'
—-—\ ;
Cronaca Parlamentare«
(Camera dei deputati, — Seduta 102 —
26 ottobre). — Alla seduta presiede H dr.
Smolka ed assistono i ministri Bacquehe®,
Prazak, Dunajewski, Welfersheimb.
Si accetta in seconda e terza lettura, senza
discussione, il progetto di legge pel bilancio
provvisorio.
Prima lettura del progetto di legge sul coa-
tingente di reclute per V anno 1887.
Furnkranx osserva che le provincie cislei-
tane sono di troppo aggravate in coufroato
alle transleitane e gli sembra anche ' inesaUa
la ripartizione fra le provincie. Popovski
sidera per motivi sanitari ud migliore tratta-
mento della truppa. Boser trova che nell'as-
sento la visita dei cos^riUi è troppo superfi-
ciale, e propone una rìsoluzione perchè «H®
commissioni d'assento siano fissali termiai
più lunghi per le loro operazioni. Si
poi alla discussione speciale, nella qaale ^^®"
cettato il progetto di legge ed è accettata 1®
risoluzione Roser. ,
^Qgm la discussione gso^ral» sol trMl^
commerciale e degnale coli'Unehefia» .
SlfwgF? propone una
lažioae d* ma tritato éomaiereto'«^ ^^
maai«,- Bteifer dichiara die voteli
passi alla discussione speeiidej ^^beò« i
porti del governo eolla destra e le coneessioni
Matteo, Marco, Rocco e Giorgio Babich di
Pridraga, per tilolo di ratto. Presiedeva il pre-
sidente de Bersa, 1' accusa era sostenuta dal
procuratore di stato Cippico e la difesa dal-
l' av?. dr. 0. Ghiglianovich. Matteo Babich
venne condannato ad un anno di carcere, Giu-
seppe e Marco a due mesi, Rocco e Giorgio
a tre mesi, avendo i giurati respinto il que-
sito del ratto commesso con violenza e am-
messo quello riflettente il ratto semplice. —
Lunedi, 27 corr., in confronto a Carlo Demo
di Polesnik per crimine di omicidio. Presie-
deva il cons. prov. Brfrcich, l'accusa era rap-
presentata dal cav. Colombari e la difesa dal -
l'avv. dr. Pappafava. Avendo i giurati re-
spinto la questione dell' omicidio e ammessa
quella dell' uccisione, il Demo venne condan-
nato a sei anui di carcere. — Ieri è incomin-
ciato, e dura tuttora, il dibattimento iu con-
fronto a Lazzaro Oluich di Bilissane per cri-
mine di appiccato incendio. Presiede i! cons.
prov. degli Ivtllio, 1' accusa è sostenuta dal
sost. proc. Goicovich e la difesa dall' avv. dr.
G. Ghiglianovich.
X
Rettifica. — N.o 308.-res.
Onorevole Signor Redattore,
In base al §. 19 della legge sulla stampa,
ho il pregio di invitare l'Onorevole Signor
Rudattore a voler inserire nel periodico „Il
Dalmata", nel modo e tempo voluto dalla legge
stessa, la qui unita rettifica.
Sebenico, 24 novembre 1887.
L'i. r. Capitano distrettuale
TONČIĆ.
Rettifica
Nel N.o 91 del periodico „11 Dalmata", e-
scito alla luce in Zara il giorno 16 corrente,
si legge sotto la rubrica — Note Provinciali
— e sotto il titolo — Sacrilegi — quanto
segue:
„Gi scrivono da Sebenico in data 12 cor-
,,r> nte, e noi con orrore pubblichiamo :
„l Greci sono giustamente furenti, perchè
„la notte scorsa i soliti eroi del croatismo pe-
netrarono nel loro cimitero e ruppero le croci
„e fecero altri danni rilevanti."
A rettifica di ciò si. dichiara, che nella uotte
dall' 11 al 12 corrente furono nel cimitero
greco-orientale di Sebenico staccate dalle ri-
spettive croci, alle quali erano fermate con filo
di ferro, e furono portate via, tre tabelle di
latta, su cui erano incisi in lingua serbo-croata
cou caratteri latini il nome, il giorno della na-
scita ed il giorno della morte dei rispettivi
defunti.
Altri danni nè a quelle, nè alle altre croci,
nè altri guasti al cimitero non furono com-
messi. L'autore o gli autori dei fatto sono
tuttora ignoti; gli atti, però, dei rilievi iu pro-
posito assunti dalla Autorità politica vennero
rimessi all' i. r. Giudizio distrettuale di Sebe-
nico peli' ulteriore procedimento penale.
Sebenico, 2à novembre 1887.
IL' i. r. Capitano distrettuale
TONČIĆ.
DALLE PROVINCIE ITALIANE.
proposta pare tendasi a ristabilire
)a pace tra i vecchi czechi ed il
Ministero.
LONDRA, 30. — Nei circoli
medici di qui esistono ancora dei
dubbi, circa la natura cancrenosa
del male che affligge il principe
ereditario di Germania.
PARIGI, 30. — La dimissione
del presidente Grevy, malgrado le
voci sparse dai giornali, ritiensi
tuttavia improbabile.
„Pro Patria" — Nella ultima radunanza
straordinaria del gruppo locale Pro Patria
a Pola, venne deciso di esporre delle cassette
Pro Patria nei locali publici di primo rango,
come pure nei locali delle società maggior-
mente frequentate da cittadini. Nella stessa l'il-
lustrissimo sig. G. A. Wassermann, podestà di
Pola, dichiarava che nella prossima seduta della
Rappresentanza comunale avrebbe proposto che
anche il municipio di Pola s'inscrivesse quale
socio del Pro Patria. Venne quindi stabilito
ohe pel capo d'anno sia publicato un numero
unico d'un giornale il cui netto ricavato vada
a favore del Pro Patria, e sia dato pure a
tale scopo un publico divertimento.
Bravi i Polesi, coraggio e avanti !
X
Due naovi giornali. — Scrive VIndipen-
dente che a Trieste stanno per publicarsi due
nuovi giornali dal titolo Pro Patria.
Uno di questi sarà dato alle luce da un
comitato, il quale intende devolvere il ricavato
della sua intrapresa ad esclusivo beneficio del
fondo sociale Pro Patria. Di carattere lette-
rario, uscirà una volta al mese, in opuscolo
in ottavo grande, con ottanta pagine di testo
e con su la copertina colorata gli stemmi riu-
niti di Trieste e dell'Istria, di Trento e di
Gorizia. Costerà f. 4,60 all'anno. Siccome non
sarà publicato prima che siensi raccolte le
firme di 1000 abbonati, invitiamo i nostri a-
mici e consenzienti politici a fargli buon viso,
memori del vecchio adagio: Uno per tutti e
tutti per uno.
-t$C 1 -ss
NOTE BIBLIOGRAFICHE.
Telegrammi particolari
del „Dalmata"
PRAGA, 30 novembre. — Alla
Dieta boema il deputato Petak pro-
pose T istituzione di scuole indu-
striali e commerciali, in luogo delle
scuole medie, sciolte in seguito al-
l' ordinanza Gautsch. Con una tale
Per un nostro concittadino. — Ripro-
duciamo dal l'Arte di Trieste il seguente arti-
coletto del sig. M. Buono, non senza felici-
tarcene col chiar. sig. V. Pappafava, il quale
co' suoi lavori riesce di tanto onore alla patria
nostra :
À propos du caractere juridique et des Vi-
cissitudes historiques du droit de propriété
sur les oeuvres de littérature et d'art, étude
du docteur Vladimir Pappafava. — Grenoble
1887.
Il sig. Jules Olòzel, avvocato alla corte
d'appello di Lione, ha tradotto dall'italiano in
francese il dottissimo studio dell' avvocato da
Zara Vladimiro Pappafava sul carattere giuri-
dico e sulle vicissitudini storiche del diritto
di proprietà letteraria ed artistica.
E' un lavoro codesto di palpitante attualità,
il diritto esclusivo e naturale degli autori di
publicare e riprodurre, durante un dato tempo,
le opere del proprio ingegno, diritto recla-
mante la prolezione contro le piraterie consi-
gliate dalla volgare avidità degl' illeciti gua-
dagni, preesistevs alle leggi che lo riconobbero
e lo sanzionarono, e non è più d' un secolo
che fu proclamato in modo solenne, e ricono-
sciuto da' popoli più inciviliti. Cionondimeno
gì' ingordi usurpatori mal si acquetano a ri-
conoscerlo, e non cessano da' tentativi di fro-
dare le leggi, ov' esse esistano, appoggiandosi
anche su qualche autorità.
Diffatti Pruudtun, Ferrara ed altri negano
recisamente un tal diritto ed accusano di pri-
vilegio odioso ogni protezione che le leggi ac-
cordano agli autori: dottrina codesta combat-
tuta con salde ragioni da altri insigni publi-
cisti.
L' egregio Pappafava in questa eruditissima
monografia, cou la calma del filosofo, con la
dottrina del giurista, con I' entusiasmo del ri-
vendicatore de' diritti dell'ingegno e del genio
umano, combatte con argomenti inconfutabili
le usurpazioni invereconde di avidi speculatori,
che per tanto tempo perpetrarono tanti de-
fraudi alla più sacra delle proprietà.
E dopo aver scientificamente esaurito il
suo tema, ed uscito vittorioso nel polemico
agone, fa la storia delle leggi positive adottate
da' vari stati civili riguardo la proprietà arti-
stico-letteraria, sottoponendo a critico esame le
varie disposizioni delle medesime, ed espri-
mendo il legittimo desiderio di vedere messe
all'unisono le diverse legislazioni inlese a tu-
telare i diritti d'autore. Il chiarissimo autore
chiude il brillante suo studio citando un e-
stralto del magnifico rapporto dell'illustre Seia-
loja al senato italiano, sul progetto di legge
relativo alla proprietà artistica e letteraria.
„Se le legislazioni — dice lo Scialoja —
sono ancora diverse e variano su materie più
vecchie assai di quelle che riguardano il di-
ritto d'autore ; se la giurisprudenza di Koma
dà una parte, e del medio evo dall'altra non
sono ancora d'accordo sulle successioni, sulla
destinazione legale de' beni mobili ed immo-
bili, sulla condizione della donna e su tanti
altri argomenti controversi, non deve recar
maraviglia, che non siasi peranco raggiunto
un accordo completo sui diritti d'autore.
„E se il diritto di proprietà in generale
è combattuto sotto tutte le forme, negato da
alcuni, maledetto da altri come un male pu-
blico, non bisogna trarre alcuna deduzione
contro i diritti d'autore dalla diversità delle
opinioni relative alla loro protezione ed alla
loro durata."
X
Santuario della beatissima Vergine
Maria di Poisan presso la città di Spa-
lato è il titolo d'un nuovo lavoro testé pu-
blicato dal signor Giacomo cav. Chiudina. L'at-
tività letteraria dell'illustre vegliardo è vera-
mente invidiabile: ne fanno fede i suoi scritti
numerosissimi e lodatiss>rai, tendenti tutti ad
illustrare la patria. Abbiamo di lui i Cenni
sulla città di Sebenico, La Dalmazia prima
della sua sottomissione ai Romani, i Cenni
sulla città di Curzola, La legislazione civile
e criminale delle città dalmatiche nel medio
evo, 1 canti del popolo slavo tradotti in
versi italiani, L archimandrita Ducić, Ma-
ria Selebam de Cattaui, Verlika e il suo
distretto, Karagiorgie il grande, La città di
Spalato e la Storia del Montenero.
E non meno importante di que'lavori è que-
sto suo ultimo: basti considerare che ad illu-
strare il Santuario della Vergine di Poisan egli
attinse in gran parte ai documenti vecchi esi-
stenti una volta presso l'Archivio dell' i. r.
Luogotenenza dalmata, ed ora presso IA Curia
vescovile di Spalato. Sutla base di questi egli
ricerca le origini della chiesa primitiva e della
Confraternita di Poisan, di cui publica la ma-
dregola compilata già nel 1470, ei rifa la
storia della costituzione del Santuario, della
fabbrica del trono d'argento in cui e riposta
la Vergine e del suo altane di marmo. Inte-
ressantissime sono le notizia he troviamo sulla
confraternita di Poissan, sulh ^pulture e la-
pidi esistenti nel Santuario, sull' amministra-
zione del medesimo.
In appendice all'illustrazione storica, I' au-
tore ha voluto aggiungere alcune dell« com-
posizioni poetiche che iu varie circostanze
furono publicate in onore della Vergine dal
Dudan, dal Devich, dal Franceschi e dal de
Grisogono, nonché una breve esposizione sui
voti, doui o lasciti più importanti per cui il
Santuario venne arricchito. La li parte del
lavoro, che è una cosa a parte, c' intrattiene
sul culto piestato dalla chiesa e dai fedeli di
tutti i tempi alla Vergine, rilevando qualmente
ella venisse celebrata dall' Alighieri e dal Pe-
trarca.
Non possiamo a meno di congratularci col-
l'egregio autore per questo suo lavoro, augu-
randoci di leggerne degli altri ancora.
11 prezzo d'abbonamento della „Wiener All-
gemeine Zeitung" per tutte le tre edizioni im-
porta in provincia soltanto sei fiorini al tri-
mestre, mentre gli altri simili grandi giornali
costano per sole due edizioni al giorno fiorini
sette. x
Napoli, 25 settembre 1885.
Sigg. Scott e Bowne,
L' Emulsione Scott, che ho avuto 1' agio
per parecchi mesi di esperimentare iu molti
bambini della mia pratica privata, mi ha sem-
pre reso degli utili servigi, non solo nelle al-
terazioni del processo di ossificazione, nella
scrofola e nel linfatismo, ma benanco nelle
lunghe o stentate convalescenze dei morbi
d' infezione.
In omaggio alla verità non posso che rac-
comandarla.
Dott. cav. GIUSEPPE SOMMA
Archivio di Patologia Infantile. Ufficio di Divisione
Via Duomo, 61 — Napoli.
X
Lotteria. — Rendiamo attenti i nostri let-
tori all' odierno avviso dei signori Kaufmann
db Simon in Amburgo. A chi desidera fare
un interessante tentativo di fortuna, e poco co-
stoso, si può specialmente raccomandare quella
lotteria garantita dallo stato, e che offre con-
siderevoli vincite.
TRAPASSATI.
A domicilio in città. — Il 23 novembre:Usigovieh
Giovanna, moglie di Girolamo, falegname, d'anni 70,
da mielite.
JSel suburbio. — 11 23 novembre: Matulich Gio-
vanni del fu Natale, agricoltore, d' anni 66, da vizio
al cuore.
Neil' ospitale militare. —- U 21 novembre: Stanis-
sich Pietro di Simeone, "i. r. marinaio, da Peterzane,
d' anni 29, da calcolo veseicale.
Neil' ospitale provinciale a Borgo Erizzo. — il
20 novembre: Jurlina Antonia di Giovanna, contadina
da Poglizza, di giorni 2, da diarrea infantile ; Rad-
manovich Paola di Saverio, contadina da Smilcich,
d'anni 32, da febbre intermittente; il 25 novembre:
Milinovich Elia del fu Simeone, cocchiere, da Ivos-
sevaz, d'anni 44, da vizio al cuore.
Ringraziamenti.
A lutte le Autorità ecclesiastiche, civili e
militari; alle lodevoli Rappresentanze delle So-
cietà cittadine; alle patrie Direzioni e mem-
bri della „Filarmonica", „Paravia", „Teatro
Nuovo" Bande „Cittadina" e „Bersaglieri", non-
ché a tutte quelle onorevoli Società, Corpora-
zioni e persone che con la loro cooperazione,
con vari e generosi doni e con offerte stra-
ordinarie, continuanti tuttora, vollero gentil-
mente gradire all'invito, perchè il fausto giorno
dell'inaugurazione del nostro sociale vessillo
avesse in tutte le sue parti un esito brillan-
tissimo, riconoscentissimi a tante dimostra-
zioni avute, quali interpreti de' sentimenti del-
l'intero corpo sociale, rendiamo dal cuore i
nostri più sentiti ringraziamenti.
Zara, 27 novembre 1887.
La Presidenza
della „Società Operaia Zaratina
N. 801.
AVVISO DI CONCORSO.
In seguito a deliberazione presa dal Consi-
glio comunale nella sua tornata 23 ottobre a.
c., si apre il concorso a due posti di medico
condotto comunale pel comune di Lissa, col-
l'annuo appuntamento di fior. 2000 per cia-
scheduno, dei quali f. 500 pel servizio comu-
nale e fior. 1500 a titolo di condotta privata.
L'appuntamento suddetto sarà da percepirsi
dalla cassa comunale in eguali rate mensili
anticipate.
Il servizio, che avrà la durata di un trien-
nio, verrà regolato mediante contratto da sti-
pularsi sulla base delle vigenti leggi.
Gli aspiranti dovranno produrre le loro do-
maude all'Amministrazione comunale a lutto
il 15 decembre p. v, comprovando la loro
età, la laurea in medicina universale, il ser-
vizio eventualmente prestato, I' autorizzazione
all'esercizio nei paesi rappresentati al Consi-
glio dell'Impero e la conoscenza delle lingue
erbo-croata ed italiana.
Dall' Amministrazione Comunale
Lissa, 12 novembre 1887.
Il Podestà
ti i A X A
L' Assessore
Siminiati.
Nel corso del corrente mese di novembre
furono elargiti a favore del locale Asilo delle
Orfanelle, fior. 20 dalle signore eredi Messale
in Dorchich, fior. 25 dai signori eredi del de-
funto Giuseppe Bakmazs, un sacco di formen-
tone dal signor Matteo Lovrich — terza ge-
nerosa off«rta in quest'anno — un barile di
vino dalla signora Mattea vedova Stipanovich,
e vari libri, oggetti di scuola e di cancelleria,
dai signori librai Mazzanti e Woditzka.
Alla generosa carità dei suddetti pii bene-
fattori, il comitato riconoscente porge, anche a
nome delle ricoverate, i dovuti più sentiti rin-
graziamenti.
Zara, 27 novembre 1887.
D. TEJA
ZARA - Via S.ta €aterina - ZARA
Grandioso deposito con invariato
assortimento di calzatura per uomini,
doune, fanciulli e bambini a prezzi
da non temere concorrenza alcuna.
Si assumono ordinazioni per tutta
la provincia verso rivalsa.
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seguito entro 24 ore precise.
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vengono guariti radicalmente ed in pochi gioru
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Vienna 1873 — fuori di Concórso
Diploma di Giurato internazionale.
Questa fabbrica fondata nell' anno
1857 fu la prima nella Monarchia ad
essere eretta con i moderni perfe-
zionamenti dell' arte meccanica.
A richiesta si rilascia il relativo prezzo
corrente e si rimetteranno i Campioni a
chi ne farà domanda accompagnata dal re-
lativo importo.
Merce esente del Dazio doganale
d' entrata.
Deposito Generale in Trieste
Riva pescatori N. 20.
K, 86. ZARA, Sabbato 27 Ottobre 1888. Anno XX
Associazione.
Per Zara li. 8 anticipatamente, se-
mestre e trimestre in proporzione.
Per TImpero Anstro-ungarico fi. 9,
semestre fi. 4:50 trimestre fi. 3:60
Per gli Stati appartenenti all'U-
nione postale fi. 12 all'anno se-
mestre e trimestre in propor-
zione. Pur gli Stati non appar-
tenenti all' anione postale fi. 8
e di più r aumento delie spese po-
stali, semestre e trimestre in pro-
porzione.
Un numero separato costa s. 10.—
Un numero arretrato s. 16.
IL DALMAT
Giornale politico, economico, letterario.
Esce il mercoledì e il sabbato
Inserzioni.
Le associazioni e gli importi di de-
naro, in assegni postali si dirigano
air amministrazione del "Dalmata^
in Zara. Chi non respinge il foglio
dopo scaduta l'associazione s' intende
obbligato per il trimestre susse-
guente.
Le corrispondenze devono dirigersi
aftrancate esclusivamente al Redat-
tore. Le lettere non affrancate sa-
ranno respinte. I comunicati si in-
seriscono al prezzo di s. 10 la linea
Avvisi ed inserzioni a prezzo mode-
rato da convenirsi.
I manoscritti non si restituiscono
CHIACCH)EB£
Dunque il vecchio Starcevioh rinnega
il vecchio Strossmayer. Abbiamo dun-
que due profeti che non vanno d' ac-
cordo e che possono creare uno sci-
sma. Eppure tutti e due giurano in
un verbo solo; tutti e duo mangiano
un tedesco a pranzo e un magiaro a
cena, tutti e due sono convinti della
missione civilizzatrice che sapete.
Ma, forse, allo Starcevich seniore
riuscì irritante la clamorosa réclame
condensala negli ultimi tempi sul capo
di monsignore. Come? Cera ohi si
permetteva di ofiuscarlo, c' era chi si
permetteva di fargli concorrenza nel
martirio politico? La Croazia della geo-
grafia ideale, per quanto vasta, non
può contenere che un solo profeta, che
un martire solo. Due sono di troppo;
uno, certo, deve levare 1' incomodo.
Così, d' ora in poi, alle tante frazioni
e sfumature di partito, se ne aggiun-
geranno due nuove. Vi saranno gli
starcevichiani e gli strossmayeriani, che
fiiiora non avevan ragione d'esistere.
Da che parte si schiereranno i croati
di casa nostra e del uostro cuore?
Divideranno imparzialmente i loro en-
tusiasmi rettorie], o parteggieranno per
uno solo dei due campioni? Il dilemma
è profondo come le elucubrazioni del-
l' avvocato Pastrovich.
Ma sapete che sono carini davvero
questi croati al di qua e al di là della
montagna? Non basta che non abbiano
fatto nulla per aver diritto all'unità
nazionale, non basta che di questa u-
nità si siano mostrati indegni, ci vole-
vano anche queste invidiose logoma-
chie, che provvedono al buon umore
del colto e doli' inclita.
Se uno dei pontefici del croatismo
dichiara l'altro anti-papa, con poca
reverenza alle persistenti aspirazioni
cardinalizie di monsignore, vi è facile im-
maginare la concordia che regna fra
la minor gente del partito croato.
Sono in pochi e non riuscirono an-
cora a mettersi d' accordo. Vi sono i
croati di mezza tinta, che hanno sacri-
ficata l'utopia del radicalismo alla bea-
titudine dell' opportunismo. Voi li co-
noscete: cacciatori di quietanze e di
prebende, adoratori del dio Fiorino,
malleabili come la cera. L' annessione,
per cui irent'anni fa versarono il loro
inchiostro, è un' utopia. Domani che
anche il croatismo moderato riesca im-
APPENDICE
Da Castelauovo a Cattare
Siamo lieti di pubblicare questo ca-
pitolo, tratto dall' opera d'imminente
uscita : Le Bocche di Cattaro dell' e-
simio dr. Giacomo cav. Ohiudina di
Spalato :
Lo spettacolo, che ha sotto gii occhi il
viaggiatore nel passaggio da Castelnuovo alla
volta di Cattaro, è il più grandioso, è il piii
bello che si possa cootemplare. Egli vede viag-
giando col piroscafo il pittoresco canale, ora
restringersi tra spoode ameoissime, ora allar-
garsi con giri tortuosi, poscia iosinaarsi entro
teira per più chilometri alle radici della Cr-
Dagora, che adergonsi colle squallide e rupi-
ginose lor cime, e sembrano dare coli' orrido,
che d'ogni intorno spargono, un magni-
fico risalto alle bellezze di questa meravigliosa
plaga.
Poi gii si presenta la cittadella di Castel-
nuovo, questa perla delle Bocche, che sì spiega,
portuno, sapranno adornarsi di una
coccarda perfettamente costituzionale.
Poi v' hanno i croati festerecci e
duri più delle roccie del Velebit. Per
loro r annessione è una coerenza, più
che una convenienza. Cantori di salmi
glagolitici, cercatori assidui delle co-
rone di latta dei tragici Terpimiri, ca-
valieri erranti del diritto croato, ab-
borrono gli opportunisti e vogliono un
programma netto o spiegato.
Ci sono i croati speculativi, che fanno
i croati per seguire la moda e che ri-
guardano il croatismo come un diploma,
un attestato, un titolo di promozione.
Non sanno parlare che l'italiano, ma,
se li udite in istrada, giurate suH' a-
nima buona del Parcié che hanno im-
parato tutto intero il suo dizionario.
E dall'altra parte? Croati banali,
ligi al verbo di Budapest e devoti al
governo, che, in fondo, 11 tratta assai
bene. Croati selvaggi, che, quando non
muovono a rumore la Dieta, prendono
a calci parlamentari o ginnastici i col-
leghi della maggioranza. Croati che in-
vocan la Russia; croati che vogliono
la fratellanza iugoslav.a: croati anti-serbi,
anti-bulgari, anti-cosacchi ; croati che
vogliono il regno qual'è; croati epici,
che vogliono mezza Europa a loro uso
è consumo; croati che voglion la luna;
croati che non sanno neanche loro che
cosa si vogliano. Tutte le specie vi
sono rappresentate, tutte le tinte, tutte
le velleità, tutti gli appetiti.. A completare
la collezione ci mancavano proprio ie ul-
time invettive del venerando contro il
venerabile.
Intanto la Croazia, anche piccola,
non può fare da sè. Mentre 1' Hrvatska
appunta i suoi strali di redazione coa-
tro il dr. Klaich e consorti, non si fa
neanche la parodia delle Cinque Giornate.
Le cannonate retturiche del dottor Anto-
nio non sfondano la più impercettibile
breccia e i telegrammi nordici di mon-
signor Strossmayer non innalzano la
menoma barricata. Mentre i croati dei
due emisferi si accapigliano fraterna-
mente, il loro grido di guerra — Bog
i Hrvati!— più che platonico, diventa
perfettamente umoristico. È vero che,
per tutti, il dr. Bulat si arma trucida-
mente ; ma credete che questo Pulzelle
di . .. Spalato basterà solo a redimere
e ad unificare la mamma patria?
Ecco dunque i nostri bravi antago-
nisti ridotti alle loro proporzioni natu-
rali, che appartengono al dominio del-
l'operetta. Senza unità di programma,
a guisa di grazioso ventaglio, sopra un colle
verdeggiante.
Lunghesso il lido, a destra e a manca, gli
SI affacciano le belle borgate e i villaggi, che,
ora in gruppi bene ordinati, ora in linee va-
gamente estese e adorne di eleganti edifizì,
pi'otendonsi Ano al punto, ove gli si presenta
la cittadella di Cattaro.
Il distretto di Castelnuovo corre sopra una
spiaggia ridente, fino allo stretto del canale,
abbracciando i fertili e vaghissimi villaggi di
Mojdož, Baosié, Podi, Kati, Zelenika, Gjono-
vié, Kameno, Kouibur, Kruševica, Jošića, Mo-
krine, Sašović, Topla, Igalo, Savina, Meljine
e Bijela, formanti la più deliziosa plaga del
canale, che dai viaggiatori tedeschi viene u-
niversalmente addomandata la più bella re-
gione dair Austria.
La natura ha un aspetto assai calmo, assai
sereno, «, qua e là, tra i vapori, apparisce un
campanile, una torre, un maestoso gruppo di
pini.
I colli sono ricolmi di ricchezza, come il
seno d' una madre, che allatta il suo primo
bambino.
Le bianche case spiccano sopra un fondo
di verdura, fra bellissimi boschi di olivi, di
aranci e di cedri.
E' un panorama rinnovato, senza posa, di
senza un patrimonio di civiltà secolare
che autorizzi fiducia nell'indipendenza
della patria, questi signori hanno ora un
bel fare della rettorica. Il principe di
Danimarca, dopo aver parlato del mar-
cio convenzionale, avrebbe ragione di
ripetere: parole, jìarole,parole! Vo^^ouo
continuare a far fremere i torchi e i
lettori; possono applicare all'elettricità
i novi entusiasmi; possono esaltare i
chiericotti a dimostrazioni ultra-croate.
Ahimè! Starcevich è grande; ma Stros-
smayer non è più il suo profeta ! L'an-
nessione è una parola magnanima, ma
rappresenta una grande utopia! L' odio
poi magiari è una santa missione; ma
due terzi dei croati si permettono d'es-
sere appunto del parere contrario. L' an-
tipatia pei tedeschi è un apostolato ; ma
i ncstri onorevoli sono i décrotteurs de-
votissimi dei possessori della lingua del
ja. Non c'è, insomma, coerenza, non c'è
decenza, non c'è alta e unitaria edu-
cazione politica, non c' è nemmeno se-
ria tendenza nazionale.
Con tante deficienze, con rancori così
pronunciati, contali screzi politici non si
fanno davvero le nazioni. La Croazia —
per sua fortuna non potrà mai rea-
lizzare le sue aberrazioni geografiche,
che assomigliano a quelle di Campa-
nella. Perchè, concessa l'iperbole, si a-
vrebbe uno spettacolo meraviglioso ;
r opera buffa rappresentata da un' in-
tera nazione. Tutti vorrebbero essere i
primi. Primi i Dalmati, primi i Croati,
primi gli Sloveni: tutti primi! I Boulan-
ger al sego si moltiplicherebbero all'infi-
nito. Ognuno vorrebbe far prevalere le
proprie idee. Sarebbe 1' apoteosi del caos,
il cantico dei cantici della confusione.
Dopo un mese — lo giuriamo sulT om-
bra inulta del canonico Paulinovich —
se ne avrebbe di grande Croazia fin
sopra gli occhi. Dopo un anno — as-
sai probabilmente —• si tornerebbe allo
statu quo ante, il migliore di tutti.
In fondo, tutte queste battagliole
ci fanno sorriciere. Ma, pensandoci
poi un poco sul serio, sentiamo ram-
marico che in nome di tale confusio-
nismo, in nome d' una Croazia iperbo-
lica, un' accozzaglia di ciarlatani politici
abbia sconvolto il nostro disgraziato
paese. Stavamo tranquilli in casa no-
stra, felici dei nostri postulati civili, della
nostra lingua, dell' armonia esistente
fra slavi e italiani. Avevamo devo-
zione al passato e fiducia nell'avvenire;
ci credevamo chiamati a un rinasci-
mento materiale, mercè il concorso d'uo-
ville e di giardini fioriti, che danno ai venti
i loro profumi.
Zampilli di acque fresche, irradiati da un
sole d' oro, rinfrescano 1' aere odoroso.
Queste rive richiamano, in diversi punti,
ora il lago di Lacerna, ora il Bosforo ed ora
la rada di Smirne.
Valicato lo stupendo stretto delle Catene^ il
viaggiatore ammira la città di Perasto colle
sue bianche case, disposte lunghesso la riva,
a guisa di navigli lungo la rada.
In mezzo a un limpido spazio, che si
apre in faccia a Perasto, appariscono due leg-
giadre isolette: S. Giorgio e la Madonna dello
Scalpello.
E, proseguendo, vede spingersi e campeg-
giare maestosa la interminabile linea, a sinistra,
di bianchi edifizì della bella borgata di Do-
brota, eh' è alla Dalmazia ciò eh' è Broek al-
l' Olanda ; bianchi e rifulgenti d' una luce an-
cor più viva, pel contrasto eh' essi presen-
tano colle cupe cime della Sierra di Sant'E-
lia; e, a fianco, cogl'indivisibili, sempreverdi
e sempre fruttiferi, arboscelli dell' arancio e del
limone.
Ecco Stolivo, colle sue belle case campestri
disposte in anfiteatro, sul pendio di una ri-
dente collina, con la guglia piramidale della sua
chiesa, inalzantesi come una preghiera miste-
mini nostri, troppo poveri per fare del-
l' alta politica, dotati di troppo buon
senso per crear delle lotte civili.
Ma un brutto giorno s' udì una pa-
rola ancora più brutta: annessione, ahe
ne generò delle altre bruttissime: tutti
croati ! ostracismo agli italiani ! in mare!
Dio e i Oroati!. .. e così via dicendo,
a nostro ineffabile gaudio.
E, dopo venticinque anni di lotta
snervante, dolorosa, titanica, dopo aver
fatto indietreggiare di un secolo il pro-
gresso della nostra Dalmazia, si venne
a sapere dagli stessi provocatori che
r annessione era una parola priva di
senso comune e che uno dei grandi
Madhi della grande Croazia aveva torto
da vendere.
A chi dunque credere? Come oriz-
zontarci? Si fa 0 non si fa questa be-
nedetta Croazia? Si innalzano o non si
innalzano i roghi agli eretici unghe-
resi e tedeschi ? E a quando 1' ora del
nostro riscatto? Quando il Velebit sarà
un'espressione geografica?
Tutte queste domande ci si presen-
tano cosi imponenti, che abbiamo ri-
solto di rivolgerci per la spiegazione
all' on. Vrancovich, il più croato dei
nostri contemporanei.
-»^n.i»».,'»^''-
L'anno 1888 va segnalato pel gran
numero di esposizioni internazionali ohe
esso vide attuate. E un fenomeno de-
gno di nota questo moltiplicarsi di tali
feste del lavoro, quando appunto tutto
induceva a ritenere che esse volgessero
al loro termine, come strumento con-
sunto e non più adatto allo sviluppo
economico. L'indifferenza dei governi
non ha impedito che esso aorgano e si
attuino per opera di privata iniziativa;
però sarebbe assurda V affermazione che
le esposizioni odierne siano del tutto
identiche a quelle promosse e dirette
dagli stati. La differenza delle origini
e dei mezzi ha determinato anche una
differenza sostanziale fra le une e le
altre.
Le grandi esposizioni internazionali,
che, iniziatesi a Londra, si sono suc-
cedute a Parigi, a Vienna, ad al-
trove negli anni passati, poteano repu-
tarsi effettivamente universali, imperoc-
ché esse si estendevano a tutte le ma-
nifestazioni dell' attività umana, così nel-
r ordine intellettuale come in quello ma-
teriale : ciascun paese teneva a figu-
riosa dal seno d' una folla devota raccolta; poi
la graziosa borgata di Perzagoo, riparata alle
falde delle sue roccie e colla sua vaghissima
Madonna della natività, sparsa di case, edi-
ficate alla sponda della costa, come una co-
rona sgranata; poi le tre costruzioni d'una
medesima forma, legate l'una all'altra da uno
stretto pensiero di affezione, e addimaudate le
tre sorelle {tri sestrice), che nell'amicizia loro
fedele d'amore si fecero un'eguale dimora.
Quale delizioso colpo di vista, quale va-
rietà di quadri d'ogni parte, ad ogni istante,
in questi contorni argentati ; in questi allarga-
menti del canale, colla moltitudine delie chie-
suole, che, dall'alto delle loro colline, sembrano
invitare i viaggiatori ad elevare l'anima verso
Dio ; nella prospettiva di questi villaggi,
eJevantisi, a guisa di gradini, sull'ertezza del-
le montagne, e d'altri modestamente assisi in
UDO stretto vallone, e d'altri giacenti alle sponde
dei fiotti come nidi di gabbiani !
Quale contrasto fra le cime denudate di
queste montagne e V abbondante vegetazione,
che ne ricopre i fianchi!
Quale contrasto sullo stesso punto, sulla
rupe stessa, sì triste alla sommità, sì ridente alia
sua base !
E qual piacere non si prova nel mirare
questi edifizi d'ogni maniera, queste fascie dì
afifari comunali prese ancora nel mese di otto-
bre, che però restaron giacenti, e la cui inti-
mazione fu ritardata per due mesi e, per cu-
riosa coincidenza, seguì in questi giorni. E si
vorrà dira ancora che questi signori forestieri
non abbiano zelo ufficioso?
Società Filarmonica. — Domani a
sera avremo l'annunciata accademia. Nel pro-
gramma, com' è noto, sono compresi parecchi
pezzi della Gioconda. Ci dicono che i cori,
specialmente, riescono assai bene. Vedremo,
applaudiremo.
Offerte al Pro Patria. — 11 signor
S. Salghetti-Drioli, che perdeva la dilettissima
sorella Carolina in Cippico, offerse a beneficio
del Fra Patria, pei corso d' un anno, il suo
palchetto al Teatro Nuovo. La Direzione del
gruppo adempie ad un sacro dovere, ringra-
ziando r egregio patriotta.
La patriottica società Canottieri rimise
un importo di denaro al Fra Pa^na, per ono-
rare la memoria della signorina Natalia Filippi.
La prima biblioteca del „Pro
Patria". — Il Raccoglitore arrivatoci ieri
reca la seguente notizia: „Il ministero dell'in-
terno, riformando la decisione della sezione di
luogotenenza di Trento, ha impartito la con-
cessione per la istituzione di una biblioteca
circolante a Predazzo."
Come a suo tempo abbiamo riferito, la luo-
gotenenza di Trento non aveva approvato la
fondazione d' una biblioteca circolante popo-
lare a Predazzo, motivando il rifiuto della
coocessione coli' accampare le disposizioni che
risguardano 1' esercizio dell' industria libraria,
quantunque la speculazione non c'entrasse
neanche per riflesso.
La direzione del Fro Fatria, basandosi
sullo statuto sociale che contempla appunto
nella sfera di attività dell' associazione l'isti-
tuzione di biblioteche circolanti italiane, ha
ricorso a Vienna. Ed il signor ministro, que-
sta volta, diede torto all' i. r. luogotenenza,
giacché se allo Schidverem si concedono le
biblioteche circolanti, queste non si potrebbero
senza una palese ingiustizia rifiutan-; ai Fro
Fatria.
Artisti concittadini. — Leggiamo
nel n.o 24 della Scena che il nostro concitta-
diuo Osmino Maddalena, attualmente attore
nella compagnia drammatica Mozzi-Dolfi-Dili-
genti, ha intenzione di formare una buona
compagnia pel venturo anno comico.
Un buon giornale. — Uno dei più a-
ristocratici giornali è senza dubbio la Scena
illustrata di Firenze. — Occupandosi di mu-
sica, di teatro, di letteratura, J suoi articoli
hanno il pregio della brevità e della novità.
Scritti con brio, spigliatezza, interessano per la
curiosità degli arg\ menti e per la minuziosità
delle ricerche. Gli aneddoti di teatro, la leg-
genda del palcoscenico, i profili artistici, le
macchiette, i bozzetti, le poesie vi sono colti-
vati con vero amore e buon gusto artistico.
Nella copertina si trova un compendio inte-
ressantissimo di notizie sulle novità teatrali di
prosa e musica e sull'esito nei teatri dell'Ita-
lia e dell' estero.
Le illustrazioni, poi, sono veramente su-
perbe: molto spesso, oltre i disegni di fanta-
sia, vi trovi i ritratti dei più eccelsi artisti di
prosa e di canto e quelli degli scrittori e dei
musicisti più noti.
Tirata in sei pagine di testo a grande for-
mato, la Scena è tutta un' eleganza di fregi e
di ornati, di tipi e di carta.
Vanta i migliori collaboratori d'Italia, fra
cui primeggiano il Cavallotti, il Deamicis,
Paolo Lioy, Faldella, Panzacchi, Verdinois,
Giacosa, ecc., e fra gli stranieri Zola, Coppèe
ed Emilio Castelar.
La Scena conta ventiquattro anni di vita
rigogliosa e costa per 1' estero franchi 15.
Per associarsi, rivolgersi alla libreria inter-
nazioDale del signor A. Nani, Zara.
Interdizione. — 11 Narodni List è
stato interdetto nelle provinole occupate.
L'interdizione ci meraviglia altamente. Nella
sua qualità di organo semi-ufficiale, il Naro-
dni List non può destare nessun sospetto che
non sia profondamente umoristico.
Per un fatto personale.
E' stata richiamata la mia attenzione sovra
un lurido articolino, pubblicato nell' organo
comunale di Spalato, che mai rieevo e mai
leggo.
Obi lo redige mi fa oggetto ad un' allusione
fosì scientemente bugiarda da esigere una
pronta e per me facile smentita.
Tutti a Spalato sanno assai bene che, Ire
anni dopo la morte di mio padre — avvenuta
oel 76 — io sono uscito dalla casa paterna
per non più rientrarvi; tutti sanno che io ho
vissuto sempre col mio lavoro, modestamente
ma onestamente, senza ricorrere mai air e-
lemosina di chisisia; tutti sanno, infine, che
la mia famiglia — la famiglia di cui
sono capo e alla cui esistenza provvedo —
non ha mai avuto bisogno — mai — di soc-
corsi umilianti e meno che meno poi d es-
ser sfamata — come dice il ribaldo — dal
vescovo Calogerà, che io non ho mai avuto la
grazia di avvicinare, sotto nessun pretesto, e
che il Dalmata non ha offeso, perchè la tomba
consiglia riguardi, forse soverchi dinanzi alla
storia, ma mai censurabili.
(Questo sappia il ricattatore, che degli elogi
al defunto prelato fece bassa speculazione; e
sappia che saprei sostenere con animo lieto
ogni privazione piuttoato che ricorrere ad in-
confessabili aiuti.
Perchè io posso uscire di casa con alta la
fronte e la coscienza tranquilla; perchè posso
adempiere ai miei doveri di pubblicista senza
rossori, senza restrizioni, senza paura che al-
cuno mi rinfacci un paragrafo del codice pe-
nale a stento evitato, o un' elemosina dimen-
ticata.
Non so, né mi curo di sapere, se il man-
tenuto pubblico che mi attacca possa dire al-
trettanto. So d' aver detto, per la prima e l'ul-
tima volta, quanto m' importava di dire.
Zara, 20 decembre 1888.
Gaetano Feoli.
Riceviamo e pubblichiamo, biasimando il si-
stema di rinfacciare sovvegni a chi mai si è
sognato di reclamarli, a chi di sovvegni non
ha, nè mai ha avuto bisogno:
„Essendo venuto a mia cognizione che cir-
cola in città la voce trovarmi io e la mia fa-
miglia nel numero delle persone che erano
beneficate del fu Mons. vescovo Calogerà, mi
trovo nella necessità di asserire pubblicamente
che non solo non ebbi mai alcun rapporto di
interessi con Mons. vescovo, ma inoltre che
la sola volta che parlai con lui fu nell' occa-
sione della Cresima in punto di morte d'una
mia bambina, mancata parecchi anni sono.
Spalato, 19 decembre 1888.
Rosina ved. Rossignoli.''
NOTIZIE E COMMENTI.
Alla Camera. Esauriti i rimanenti punti della legge mili-
tare senza modificazioni, seguì la discussione
del trattato con la Svizzera. Parlarono il rela-
tore Sochor ed altri oratori favorevolmente. Il
ministro del commercio espose brevemente i
vantaggi del nuovo trattato; dopo di che si
troncò la discussione. Ne! fissare T ordine del
giorno della prossima seduta si adottò la pro-
posta di Kopp di mettere ali' ordine de! giorno
la legge contro gli anarchici.
Nella discussione sull' ordinanza contro gli
anarchici, il consigliere ministeriale Krall ac-
cennò ai fatti del 1884 ed osservò non po-
tersi glorificare delinquenti anarchici, quali uno
Stellmacher e altri, come martiri politici, e che
gli operai stessi protesterebbero contro tale
glorificazione. Dal 1887 gli anarchici hanno
perduto terreno fra gli operai, ma i loro pe-
riodici: "Ereiheit, Autonomie, Rebell cercano
sempre di aizzare la classe operaia.
Wrabetz e Pernerstorfer parlarono contro la
ordinanza. 1! ministro di giustizia, difendendo
r ordinanza, fece una distinzione fra anarchici
e socialisti e disse che il governo aveva di-
mostrato di voler venire incontro a quanto
chiedevano i socialisti. Trattarsi della sicurezza
dell'amministrazione della giustizia. L'ordi-
nanza venne presa a notizia con voti 142 con-
tro 122 ad appello nominale.
Il presidente Smolka comunicò alla Camera
che I' aula verrebbe illuminata a luce elettrica
sistema Siemens e Haloki. —• Pattay e Koser
sollecitarono la discussione delle proposte ri-
flettenti il riposo domenicale e 1' abolizione
dell' obligo di legalizzazione.
Il ptesidente, infine, augurò ai deputati buone
feste.
I^e scuole confessionali.
Secondo le Tiroler Stimmen il progetto per
r introduzione di scuole confessionali sarebbe
entrato in un nuovo stadio. Il governo, cioè,
per prevenire ogni agitazione esclusivamente
cattolica, è deciso di presentare un proprio
progetto e precisamente alla Camera dei Si-
gnori. Sarebbe stata prescelta la Camera alta
perchè il governo è dell' opinione che la cosa
verrebbe discussa in quel consesso con meno
passione di parte, con più tranquillità, e quindi
rivestita dalla Camera ereditaria potrà presen-
tarsi ai signori deputati con maggiore fiducia.
Dopo l'opposizione al famoso progetto sco-
lastico Lichtenstein e le mille favole inventate
dacché il govorno ritenne prudente di metterlo
a dormire, ci sembra che la nova rivelazione
del giornale ultramontano sia, più che altro,
un pio desiderio.
Il clericalistno è invece più fortunato quando
si dedica ad opere di carità, che corrispondono
meglio alla sua missione spirituale. Difatti,
dal progetto di Windhorst contro la tratta de-
gli schiavi, accolto con grande maggioranza
nel Reichstag, ai trionfi del cardinale Lavige-
rie a Roma e Napoli, dova predica la guerra
ai mercanti di schiavi, sino alle numerose So-
cietà che vanno formandosi in tutti gli Stati,
sotto gli auspici del clero e de'suoi alleati per
la soppressione della schiavitù in Africa, si
comprende che, mantenendosi entro la cerchia
delle loro attribuzioni, la società civile è pronta
ad appoggiarli.
li** incidente alla Camera italiana.
Discutendosi alla Camera dei deputali la
legge sanitaria, sorse un vivo incidente tra
Nicotera e Fortis, provocato da alcune osser-
vazioni di Branca. Nicotera disse regnare il
caos tra i partiti, a cui dà l'esempio la pre-
senza di Fortis al ministero. Fortis replicò
vivamente. Quando Nicotera cominciò a par-
lare, molli deputati gli si raggrupparono in-
torno; egli parlò benevolmente verso Magliani,
che disse vittima della situazione parlamen-
tare. Fortis disse: „Mi meraviglio che l'ono-
revole Nicotera voglia trascinarmi in una si-
mile discussione, mentre sarebbe più oppor-
tuno che aspettasse la presenza di Crispi."
Natalia.
Si ha da Odessa che l'appartamento già
fissato e già all' ordine, per la regina Natalia,
venne con telegramma lasciato in libertà.
E' certo che, rimandando il suo viaggio in
Crimea, Natalia ha seguito il consiglio dei
capi del suo partito, i quali credono che le fi-
lezioni serbe e le loro conseguenze, non lon-
tane, riescirauno a spingere il re Milan ad
abdicare. Qualche giornale russo parla di Mi-
lano Obrenovich come di un futuro pensionato
privalo dell' Austria: c' è una attiva propaganda
in senso russo in Serbia.
Fra l'Italia e il Papato.
La Nuova Antologia pubblica un impor-
tante articolo di Raffaele De Cesare, anfore
del libro sul Conclave.
L'articolo tratta del crescente dissidio tra
l'Italia ed il Papato; riassume i fatti che in-
crudirono i dissensi tra lo stato e la chiesa,
dimostrando che non giunsero giammai a
tanta acutezza. Gl'intransigenti clericali invo-
cano la guerra, convinti che, restando l'Italia
soccombente nella lotta, il Papa riavrà il tem-
porale; la stampa italiana ministeriale e radi-
cale, alla sua volta, incita il governo alla re-
sistenza, sollevando 1' odio della nazione con-
tro il Vaticano,
Lo scrittore afìerma che la recente enciclica
del Papa all' Episcopato americano circa 1' e-
migrazione prestasi nei sospetti dei radicali e
degli amici dal governo ; dimostra l'ingiusti-
zia del diniego del patronato del Re alle scuole
fondate dall'associazione nazionale per soccorso
ai missionari italiani.
Crede il dualismo nocivo al prestigio del
nome italiano all' estero. Nota che la situa-
zione spinge il governo in balìa del radica-
lismo, rendendo fosco 1' avvenire.
Opina che in caso di guerra nessuno con-
siglierebbe il Pontefice a restare in Roma.
Il governo ha gravi doveri, soprattutto quello
di saper distinguere gl' interessi religiosi e
conservatori dagl' interessi clericali.
Lo scrittore teme la prevalenza del radica-
lismo ; augurasi che ciò non accada: avve-
nendo, il Papa verrebbe in assoluta balìa dei
faziosi intransigenti.
In Serbia.
Il risultato elettorale in Serbia assicura al
partito radicale una imponente maggioranza.
11 momento è decisivo: fra pochi giorni si
riunirà la grande Skupština, nè ancora si co-
noscono i sentimenti di re Milan verso i pa-
droni della situazione. Il re vuole 1' accetta-
zione en hloc della Costituzione riveduta; i ra-
dicali invece sono sempre fermi a rifiutare
fra le prerogative regali quella di proclamare
la guerra. Si prevede quindi che la minaccia
di scioglimento della rappresentanza nazionale,
fatta comprendere dal re, possa effettuarsi.
Il re si premunisce, avendo ordinato a! mi-
nistro della guerra, Protich, di rafforzare la
guarnigione di Belgrado.
Può essere che si venga a stabilire un mo'
dus vivendi, tanto più che i radicali in Serbia
non sono per principio antidinastici.
La questione di Panama.
11 governo francese non è riuscito a stor-
nare la catastrofe che minaccia la Compagnia
del Qanale di Panama.
La mala riuscita della sottoscrizione alla
nuova emissione di obbligazioni della società
del canale in Francia fa un contrasto ben no-
tevole col successo strepitoso della sottoscri-
zione all'imprestito russo. I francesi hanno
più fede nel ministro delle finanze di Ales-
sandro III che nel loro grande concittadino,
il Lesseps. Il governo volle intervenire per i-
scongiurare la catastrofe che minaccia la Com-
pagnia, ed ha proposto all' approvazione della
Camera un disegno di legge tendente ad au-
torizzare la Compagnia stessa a differire di tre
mesi il pagamento delle somme da lei dovute,
compresi i cuponi delie azioni ed obbligazioni
e il servizio d'ammortamento delle obbliga-
zioni.
Presentando tale proposta, il ministro delle
finanze disse che il governo giudicava questa
deroga al diritto civile come imposta dall' in-
teresse che si annette alla impresa di Pa-
nama.
Ma la proposta stessa fu accolta con pro-
teste ed atti di meraviglia: tuttavia, dopo una
lunga ed ardente discussione, la Camera, con
262 voti contro 188, rifiutò di passare alla
discussione degli articoli.
Un tal voto produrrà forse il fallimento del-
l'impresa di Panama; e questo non potrebbe
non cagionare disastri finanziari privati in
Francia.
Difatti un giornale calcola che il fallimento
della società del canale di Panama, se fosse
dichiarato, avrebbe gravissime conseguenze per
la Repubblica.
Dimostrazioni a Roma*
La sera del 20 si tennero a Roma varie
commemorazioni. Si calcolano a parecchie mi-
gliaia i dimostranti raccolti nelle varie sale.
Uscendo, dopo le commemorazioni, due gruppi
con bandiere percorsero le vie principali, gri-
dando.
Un gruppo si sciolse subito dopo le intima-
zioni delle guardie; un altro, in via Nazionale,
resistette e ne nacque una collutazione; vi fu-
rono alcuni contusi e tre arrestati.
Telegrammi particolari
del „Dalmata"
Vienna 21 decembre. — I
progetti di legge sul numero delle
reclute pel 1889 saranno presen-
tati ai Parlamenti austriaco ed un-
gherese dopo r approvazione della
legge militare. Il reclutamento a-
vfà quindi luogo V anno venturo
più tardi del solito.
Vienna 21 decembre. — E'
censurata l'espulsione degli stra-
nieri da parte del governo russo.
Generalmente si giudica come una
grave rappresaglia politica perchè
i maggiormente colpiti sono sud-
diti austriaci.
Parigi 21 decembre. — È'
accertato ohe si porrà in opera o-
grii mezzo per sorreggere l'im-
presa di Panama. Nel congresso
degli azionisti, fissato pel 26 di
gennaio, si proporrà un altro titolo
e un' altra direzione all' impresa.
Londra 21 decembre. — Tutti
i giornali recano nuove notizie da
Suakim sulla vittoria riportata sui
dervis dagli inglesi e dagli egiziani
comandati dal generale Grreenfell.
' l'I i.Wff^
Napoli, 25 settembre 1885.
Sigg.t Scott e Bowne.
V Emulsione Scott è nutriente e medica-
mento assieme assai ragionevole, ed io, che l'ho
spesso usato, ho sempre trovato che corrisponde
assai bene nella pratica — specie in quelle
forme di linfatismo eretistico che tanto affligge
l'infanzia e la fanciullezza e nelle malattia e-
saurienti a corso cronico.
Dott. GIOVANNI SCOTTI di Uccio.
Via Nardones, 17.
I\ingraziamenti.
Col cuore profondamente commosso, porgo
i miei più sentiti ringraziamenti a tutti quei
pietosi che resero 1' ultimo tributo di onore
alla salma dell'amata mia consorte Leopolda.
Uno speciale, riconoscente ringraziamealo si
abbiano gli egregi medici dottori Orlaađioi,
Zanella ed Hordynski per le premurose core
prestate alla povera defunta.
Zara, 22 dicembre 1888.
L'addolorato ausilo
Matteo FaUS.
Corso deg^li Effetti e dei CaniJbi
all' i. r. Borsa pubblica di Vienna
1. Debito pubblico.
Rendita in carta
Rendita in argento
Rendita in oro „ 5 OJo Marzo . ...
2. Azioni.
Azioni della Banca nazionalu . .
„ dello Stabilimento di cradito
Corso dei Cambi della
Borsa medesima.
Londra, per 10 lire sterlina . . .
Argento, per 100 fiorini ....
Napoleoni d'oro
Zecchini imperiali
100 marchi imperiali valuta germa«
nica
Corso mtd. in v
21 se
DECEMtRE
81 80
82 55
110 25
97 70
SI 85
89 45
189 95 m 55
876 -
807 10
874 -
a06 90
121 26 121 30
9~b8
5 74
9 58
6 74
59 60 69 50
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Opr Uy big fl. 7.65 per Meter (ca. 2000 T«r-
OO Kl. schiedonen Farben und Dessins) TM-
sendet roben und stiickweise zollfrei das FABRIK-
DEPOT G. HBNNEBERG (k. k. Hoflieferant), ZB-
rich. Muster umgehend. Brief* 10 kr. Porto.
Giovane
versato nel ramo vini, che ha viaggiato più
volte la Croazia, l'Ungheria, il Tirolo, il Vo-
rarlberg e la Svizzera, con molta conoscenza
della clientela, e che conosce perfettameute
le lingue italiana e tedesca come pure la te-
nitura di libri e tutti i lavori di scrittoio con
referenze primarie, cerca migliorare la sua po-
sizione.
Gentili offerte sotto le iniziali A. Z. all'Uf-
ficio Annunzi del signor A. Hirschfeld, Trieste.
Ova, Pulcini, Galline
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si spedisce dietro richiesta dallo Stabi-
limento Pollicoltura.
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OOLOGNOLA AI COLLI -- Verona.
N. 77. ZARA, Mercoledì 26 Settembre 1889. Anno XXIV.
Associazione.
Per Zara fi. 8 anticipatamente, se-
mestre e trimestre in proporzione,
per T impero Austro-ungarico fi. 9,
semestre fi. 4:50 trimestre fi. 2:50
Per gli Stati appartenenti all'U-
nione pestale fi. 12 all' anno se-
mestre e trimestre in propor-
zione. Ter gli Stati non appar-
tenenti ali'unione postale fi. 8
e di più P aumento delle spese po-
stali, semestre e trimestre in pro-
porzione.
Un numero separato costa s. 10.—
Un numero arretrato s. 16.
IL DALMATA
Giornale politico, economico, letterario.
Dicevamo nei nostri ultimi numeri
alcune cose intorno alle scuole popo-
lari, rilevando e i doveri che devono in-
combere alle autorità scolastiche per
l'imparziale adempimento delie leggi,
e i diritti dei nostri consenzienti poli-
tici, alla difesa dei quali essi sono chia-
mati a vigilare. Ora vogliamo tenere
parola di vari fatti, che hanno attinenza
colle scuole medie, specie di quelli che
debbono tutelare la nazionalità dei no-
stri figliuoli e T incorrotta grafia dei
nostri nomi di famiglia.
Non è raro il caso in cui da parte
dei nostri amici vengono sollevati dei
lagni contro i direttori dei ginnasi e
delle scuole reali, i quali si renderebbero
responsabili di mutare arbitrariamente in
senso croato e la nazionalità e i co-
gnomi degli scolari, che accedono agi' i-
stituti da loro diretti. Ammesso che
tutti gì' italiani della provincia com-
piano il loro dovere di dichiararsi per
tali anche nell' ambiente ufficioso di
una scuola governativa, e che quindi
la statistica della gioventù studiosa rie-
sca sbagliata a danno nostro per catti-
veria degli avversari e nou per la so-
lita pecoraggine di certi eroi da ope-
retta, noi vogliamo oggi rendere av-
visato il pubblico delle leggi, che in
proposito esistono, e invitare contempo-
raneamente il governo a curare la loro
puntuale esecuzione.
Di questi giorni, sulle colonne del
giornale ufficiale, furono pubblicati da
parte delle direzioni delle scuole me-
die della provincia i soliti avvisi c rea
f apertura delie scuole medesime, e circa
le pratiche da farsi da chi voglia pre-
sentarvi i propri figliuoli. Ebbene, que-
sti avvisi non erano tutti concepiti allo
stesso modo, anzi differivano special-
mente in una cosa per noi di grande
importanza. Le direzioni di ctee sole
scuole esigevano che gli scolari di
prima iscrizione dovessero essere mu-
niti del nazionale, le altre di questo
documento non facevano parola. Que-
sto nazionale, secondo il nostro modo
di vedere, è un atto di molto rilievo,
perchè i genitori o chi no fa lo veci
dichiarano in esso quale sia la lingua
materna del futuro scolare; e questa
loro dichiarazione, firmata di proprio
pugno, è una prova palmare di ciò
che asseriscono, superiore senza dub-
bio a quanto essi possano esprimere a
viva voce al direttore all' atto della i-
sorizione, garanzia poi indiscutibile per
1' esattezza della matricola dell' istituto.
Ebbene, perchè in alcune scuole me-
die si esige questo nazionale, e perchè
in altre apparisce che esso venga tra-
scurato? Si fonda la presentazione di
questo documento sopra una semplice
pratica, o sopra una disposizione di
La presentazione del nazionale da
parte degli scolari è obbligatoria, per-
chè dipende da una ordinanza ministe-
riale. E se il trasportarne i dati nella
matricola è solo compito del direttore,
ogni capoclasse, al princìpio dell anno
scolastico, deve raccogliere i nazionali
degli scolari, e riportare nel giornale di
classe tutte quelle indicazioni, che da esso
derivano. Così ha dichiarato il mini-
stero medesimo in un recente volume
di leggi scolastiche. (Weisungen ecc.
pag. 50.)
Come avviene adunque che in alcune
scuole della provincia questa legge non
venga osservata? E se ì direttori non
Esce il mercoledì e il sabbato
la osservano, perchè non alzano in pro-
posito la loro voce i signori professori,
specialmente quelli che si dicono ap-
partenere al nostro partito? E se di-
rettori e professori non fanno in que-
sto riguardo il loro dovere, perchè il
governo non interpone la sua autorità,
e non fa in modo che la legge venga
eseguita ?
Noi ci limitiamo quest' oggi a segna-
lare questa irregolarità alle autorità sco-
lastiche superiori, sperando eh' esse si
adopereranno, affinchè sia tosto levata.
E sta anche nell' interesse dei governo
medesimo ch'essa venga tolta: per-
chè, offrendosi così a ciascuno un modo
positivo di manifestare e tutelare la
propria nazionalità, non potranno più
avere base alcuna le tante recrimina-
zioni in proposito, giacché ognuno o
si godrà il frutto del proprio civile co-
raggio, oppure dovrà attribuire a se
stesso le conseguenze della propria vi-
gliaccheria.
La legge però, provvida in tutto,
non protegge soltanto queste dichiara-
zioni franche e leali della propria na-
zionalità, ma toglie ancora tutte quelle
scappatoie, che possono in questa ma-
teria essere escogitate dalla paura e
dai soliti riguardi umani dei tanti pi-
pistrelli della politica. C' è infatti qual-
cheduno --e questa è la peggior ge-
nia dì uomini, che mai possa immagi-
narsi — che non ha la forza di dirsi
o bianco o nero ; ma, camuffandosi d'en-
trambi i colori, vuole essere croato ed
italiano ad un tempo, oppure tedesco
ed italiano. In tali casi non è permesso
ai direttori delle pubbliche scuole il
decidere sopra queste dubbie naziona-
lità; bensì spetta a loro il fare osser-
vare ai genitori degli scolari o ai loro
sostituti che debbono dichiararsi per
1' una o per l'altra delle lingue ma-
terne, da essi citate come indizio di
nazionalità. (Ofr. Marenzeller „Norma-
lien" I pag. 109 Nota).
Un altra questione per noi interes-
sante è la grafia dei cognomi. Molte
volte e in vari luoghi si è alzata la
voce contro il brutto arbitrio, introdotto
in qualche scuola media, di alierare
capricciosamente i cognomi degli sco-
lari a seconda del partito politico, a
cui appartiene il direttore dell' istituto.
Anche qui la legge parla chiaro e tu-
tela questo sacro retaggio degli avi
nostri, obbligando i direttori a ripor-
tare nelle loro matricole i cognomi de-
gli scolari in quella forma, sotto la
quale si attrovano nella fede battesi-
male. Spetterà quindi ai genitori il con-
statare se ciò avvenga in realtà. Ma
siccome certi ministri del Signore sono
più amici della politica che della mo-
rale, così all'atto dell'estrazione della
fede dai libri battesimali dovranno i
nostri badare che la grafia del cognome
corrisponda al vero, e non permettere
eh' essa sia alterata dal fanatismo di
un prete qualunque.
Questo noi volevamo far sapere e al
governo e ai genitori; al primo, acciò
imparzialmente s'adoperi per T esecu-
zione della legge, ai secondi, perchè
facciano rispettare i propri diritti. E a
questi ultimi noi ricordiamo ancora
questo, che cioè i buoni patriotti si
conoscono ai fatti e non alle parole.
Ohi ha paura di dichiararsi per quello
che è, perchè teme p. e. il rigore dei
professori, il brutto muso del suo capo-
ufficio, una promozione, un sussidio o
uno stipendio non ottenuti, non è per-
sona costui che possa stare sotto la
nostra bandiera; anzi noi preghiamo
tutti questi egregi signori di passare
con armi e bagaglio nelle file avver-
sarie, per non contaminare d'avvan-
taggio colla loro presenza le nostre.
Ivi avranno tutto quel ben di Dio, che
potranno mai desiderare.
Ma qualcuno potrà obbiettare : se an-
che le statistiche nelle scuole croate
riusciranno a nostro vautaggio, in quelle
scuole non sarà mutata perciò la lin-
gua d'insegnamento. — Può essere: ma
sarà almeno palese l'ingiustizia della
loro esistenza. E allora potremo dire
che questa ingiustizia non la si trova
solo p. e. a Pisino, ove c' è un gin-
nasio tedesco, quantunque due terzi
degli scolari sietio italiani ; nè solo a Go-
rizia, in cui parimenti al ginnasio te-
desco accede una maggioranza di stu-
denti italiani; ma potremo dichiarare
eventualmente la medesima cosa per
qualche città della Dalmazia meridio-
nale. E, nella peggiore delle ipotesi,
potremo chiedere al governo 1' istitu-
zione di corsi paralelli italiani, facen-
doci forti dell' esempio del ginnasio i-
taliano di Trento, a cui furono aggiunti
dei corsi paralelli tedeschi.
Voi probabilmente ci tornerete ad
obbiettare che chi comanda ci riderà sul
viso e farà orecchie da mercante di-
nanzi alle nostre esigenze, E sia pure:
ma allora la parzialità sua sarà pa-
lese, e convaliderà 1' opinione che a
tutte le nazionalità in Austria si dà
quartiere, fuorché all' italiana. E noi
constateremo questa anormalità con
animo esulcerato sì, ma sempre tran-
quillo, perchè dalia storia di tutti i
tempi abbiamo imparato questa verità
indiscutibile, che nessuna ingiustizia,
quanto quelle commesse verso i popoli,
producono prima e poi delle conse-
guenze deplorevoli.
Ancora alcune cose: e queste vanno
dirette al solo governo.
È vero che nelle scuole croate della
provincia Io studio delle lingue vive è
trascuratissimo, e che laggiù i più dei
docenti se la cavano dinanzi agli sco-
lari con questa trovata : La lingua slava
già la sapete, T italiana non occorre, la
tedesca V imparerete a Vienna? !
È vero che, nella foga.... delle
spiegazioni ex cathedra, alcuni profes-
sori ingemmano il loro stile di quelle
frasi popolari croate, che saranno gio-
ielli in certi luoghi, ma che sono por-
cherie belle e buone tra persone e-
ducate ?
È vero che la pronunzia della lin-
gua latina se ne va a Zara da Erode
a Pilato in barba alla grammatica dtllo
Schultz, che è il testo prescritto, e che
subito alla prima pagina avverte che
le consonanti leggonsi in latino come
in italiano, meno il t ed il nesso ph?
Noi non sappiamo proprio, se tutto
ciò sia vero ; il governo intanto s'in-
formi in proposito, e, se fosse del caso,
faccia il suo dovere.
t —-
LE POSTILLE
Panslavismo! Ecco il babau, V orco, il
lupo mannaro della politica ... conciliativa.
Il Wiener Tagblatt c' informa che un decreto
del Capitanato distrettuale di Macarsca ha
vietato lo scoprimento del monumento al
poeta Kacich-Miossich.
E sapete perchè ? Perchè quei signori del
comitato, invece di limitarsi a onorare il
poeta, hanno voluto dedicarsi una dimostra-
zione politica, facendo scolpire sullo zoccolo
della statua dodici stemmi slavi, più lo
stemma uno e trino del regno ideale che
sapete.
Tutta questa gazzarra araldica, d' un prò-
Inserzioni.
Le associazioni e gli importi di de-
naro, ili assegni postali si dirigano
all' amministrazione del "Dalmata»
in Zara. Chi non respinge il foglio
dopo scaduta l'associazione s' intende
obbligato per il trimestre susse-
guente.
Le corrispondenze devono dirigersi
affrancate esclusivamente al Redat-
tore. Le lettere non affrancate sa-
ranno respinte. I comunicati si in-
seriscono al prezzo di s. 10 la linea
Avvisi ed inserzioni a prezzo mode-
rato da convenirsi.
I manoscritti non si restituiscono.
tmneiato carattere panslavista, ha urtati i
nervi e ha determinato il divieto, che luogo-
tenenza e ministero confermarono.
Il sottoscritto, modestamente, si permette
di meravigliarsi della meraviglia dei supe-
riori. I croati di casa nostra, trattati sem-
pre a zuccherini e a ciambelle, avevano il
diritto di credere alla più illimitata libertà
in fatto di dimostrazioni.... statuarie.
Ed erano logici. Non vediamo noi, da
parecchi anni, le tricolori croate con tanto
di stemma del triregno? E queste bandiere
non son date al vento, liberamente, impune-
mente, in ogni ogni occasione? E se i sim-
boli panslavisti possono essere ricamati, o
dipinti, perche non possono essere anche
scolpiti? Lo scalpello non ha gli stessi di-
ritti dell' ago e del pennello <?
*
Evidentemente il governo s'avvede che i
protetti e gV imposti, nella sicurezza del-
l' impunità, hanno varcata la misura. Ieri
hanno espresso il voto pel distacco della
Dalmazia dal nesso cisleitano ; oggi stanno
per perpetrare un monumento a base ....
politica per un poeta che mai s' è sognato
di farla. Di che cosa, mio Dio, non saranno
capaci domani?
Noi, per programma, siamo lungi dall' ap-
provare ogni misura Imitatrice. Ma pur
non possiamo rimanere indifferenti u, queste
restrizioni, a queste resipiscenze del governo,
che, quasi ogni giorno, ha da esperimentarc
la verità del doloroso proverbio: dagli amici
mi guardi Iddio.... con quello che segue. * #
La politica della conciliazione b divenuta,
viceversa, la politica dell' irritazione. 1 con-
ciliati sono irritati; i gaudenti, in nome del-
l' eguaglianza nazionale, sono frementi.
Ed eccovi il menu politico d oggi.
Gli czechi sono irritati contro gli uffi-
ciosi per la leggerezza con cui trattano il
noto argomento dell' incoronazione.
I ruteni della Gallizia sono irritati con-
tro il governo e si preparano a un energica
opposizione in Dieta.
Gli slavi della Moravia sono irritati per-
chè si dicono trascuratissimi in linea di i-
struzione superiore e vogliono una univer-
sità czeca anche per loro.
II comitato esecutivo dei tedeschi dellat
Boemia e irritato per la nomina del conte
Thun, eh' è favorevole al progetto d' incoro-
nazione. E, non potendo ottenere dichiara-
zioni rassicuranti dal governo, il comitato
stesso mandò a monte le trattative pel ri-
torno dei tedeschi alla Dieta di Praga.
I liberali tedeschi sono irritati perchè il
ministero seguita a favorire le aspirazioni
slave e retrive.
Viceversa, i conservativi tedeschi sono ir-
ritati perchè il conte Taaffe va sempre più
allontanandosi dai loro principi.
Irritati gV italiani, irritati i croati, irri-
tati gli sloveni.... è un plebiscito, è una
torre Eiffel d' irritazione.
* *
E meno male se la claque urlante fosse
rinchiusa nei confini segnati per noi dal
Leitha. Il conte Taaffe, superiore a queste
burrasche, potrebbe ancora sfidarle. Ma, die-
tro ai tedeschi, agli czechi, ai polacchi, agli
italiani, agli sloveni, ai croati, si osservano
i magiari.
Avete veduto che gli ungheresi non pos-
sono guardare con indifferentismo orientale,
tutto questo imporsi di pretese, tutti questi
acri conflitti di nazionalità. Essi, più lon-
tani, vedono anche le cose con più perspi-
cacia. E prevedono che, per esempio, dopo
V incoronazione di Praga, ne verrebbe un' al-
tra : quella di Zagabria ; poi un altra an-
cora: quella di Cracovia.
Se si dà V offa desiderata agli czechi, i
croati esigeranno un eguale trattamento. Senza
parlare dei polacchi e di San Casimiro .....
L' avventura, certo, sarebbe delle più ca-
ratteristiche. La duarchia austro ungarica
si muterebbe prima in triarchia, poi in te-
trarchia, e, infine, in pentarchia.
Ciò, naturalmente, non può punto garbare,
alla discendenza di Arpad e compagni. *
* *
Sempre coerenti i Barnaba della Pulitik.
Quella officina di denunzie, quel laboratorio
di delazioni, quella fabbrica di spionaggi
mette le sue colonne al servizio dei croati
dell' Istria, dopo averle messe — è noto con
qual risultato — a servizio dei croati della
Dalmazia.
Anche in un recente carteggio da Parenzo
quel libello famoso accumula più delazioni
I. 93. ZARA, Mercoledì 20 Novembre 1889. Anno XXI?:
Associazione.
Per Zara fi. 8 anticipatamente, se-
mestre e trimestre in proporzione.
Fer l'impero Austro-ungarico fi. 9,
semestre fi. 4:50 trimestre fi. 2:50
Per gli Stati appartenenti all'U-
nione postale fi. 12 all' anno se-
mestre e trimestre in propor-
zione. Per gli Stati non appar-
tenenti all' unione postale fi. 8
e di più l'aumento delle spese po-
stali, semestre e trimestre in pro-
porzione.
Un numero separato costa s. 10.—
Un numero arretrato s. 16.
IL DALMATA
Giornale politico, economico, letterario.
Esce il mercoledì e il sabbato
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DELL'ANNESSIONE
(Documenti e ricordi).
III.
Il 7 febbraio del 61 una deputa-
zione dalmata si presentava all' impera-
tore, pregandolo di devolvere la deci-
sione della questione, fatta sorgere dalla
Conferenza Banale di Zagabria, alla
prima Dieta dalmata. E, nei domandar
ciò, la deputazione rilevava che „le
storiche tradizioni ricordano rispettato
ed integro il nome dalmato sino dai
secoli più remoti, prima a fronte del
grande colosso romano, poscia nelle
secolari rivalità fra Veneti e Unghe-
resi."
In quest'incontro il Municipio di Zara
ringraziava in forma pubblica e solenne
i membri della deputazione, rilevando
che, con quell'atto, s'era trattato „di
tutelare e di difendere la dignità, il
decoro e il diritto, non già di una sola
città, ma di tutto il regno, eh' era mi-
nacciato di perdere la propria perso-
nalità."
E tutte le Comuni dalmate — allora
che erano ignote le spudoratezze croate
— furon concordi nella rimostranza
anti-annessionista al monarca. Ma allora
era pur viva e potente la idea dalmatica,
né pochi disgraziati non avevano an-
cora osato di snaturare il paese e di
gabellarlo per croato, valendosi di so-
perchierie incoraggiate, e, spesso, san-
zionate persino.
E, pur nel 60, il d.r Bajamonti,
quando riseppe aver la Croazia risve-
gliate le idee del 1848, s'adoperò a
dimostrare con lucente intuizion pa-
triottica quanto intempestiva e dannosa
sarebbe f unione della provincia nostra
alla Croazia. Bajamonti parlò rivestito
della carica di rappresentante del po-
polo : e nel popolo, che aveva coscienza
dell' esser suo e non voleva esser servo
a Croazia, destò entusiasmo. Il discorso
del d.r Bajamonti, primo e vigoroso i-
nizio di lotta, venne stampato in o-
puscolo.
Ma un altro opuscolo uscì in quel
torno di tempo, editore quel Morpurgo,
annessionista convinto a sè di tutto
ciò eh' è ed era speculazione. L' opu-
scolo s'intitolava : Considerazioni sul-
T annessione del Regno di Dalmazia a
quelli di Croazia e di Slavonia; e la
sempre solerte Voce Dalmatica pole-
mizzò con l'autor dell'opuscolo, scri-
vendo, fra le moltissime altre, questo
belle parole: „Dalmazia vuol essere e
rimanere Dalmazia; non è così vile e
smemorata d'apostatare all'essere suo ;
ma sostiene di non appartenere per nes-
sun diritto alla Croazia, nè Croazia vuol
diventareE poi, chiedendo all'autor
dell' opuscolo, che aveva alluso al se-
colare possesso dei Croati: — „Diche
possesso intende parlare ? Croazia non
ebbe giammai diritto sulla Dalmazia,
ma la prima come la seconda furono
soggette all' Ungheria e pur simile as-
soggettamento esclude diritto al pos-
sesso. "
E qui, di nuovo, sopraggiunge la
parola autorevole del Tommaseo, che
dedica un altro scritto ai Dalmati ; lo
scritto : Via facti. La Croazia e la Fra-
ternità. E qui pure, nella reverenza pel
Grande, non tentiamo di riassumere
f opera sua, ma di citar qualche brano,
bello e potente.
„Egli è un fatto — scrive Niccolò
Tommaseo — che la più gran parte
del piccolo regno di moto spontaneo,
prontissimo, dissentì dal confondersi con
1' altro regno, dimostrò di non ricono-
scere nè 1' utilità nè la soavità di co-
testa confusione E certamente se Ra-
gusa e se Cattaro sentissero sè Croate,
al primo cenno avrebbero allargate le
braccia correndo a Zagabria, e gri-
dando: mescoliamoci." E più giù:...
„Via facti! 1 principi più assoluti e
più risoluti interrogano o fanno le
viste di interrogare il volere dei po-
poli che ancora non hanno.... La Croa-
zia banale, dopo ricevuto il niego del
suo desiderio, lo afferra come un as-
senso, e conclude : appunto perchè non
volete è cosa fatta. Gli è certamente
uno sforzo d' amore impaziente ; ma il
matrimonio non ha a essere ratto, nè
l'amplesso strozzare." E, al capitolo
quarto: — „Non solamente i Dalmati
non sì sentono nè si sentirono mai
Croati, ma i Croati stessi non han dato
segno di sentirsi Dalmati se non adesso
che trattasi di un loro politico inten-
dimento." E, a proposito del famoso
diritto storico: — „Guai se una noti-
zia pescata nelle cronache del medio
evo, se un nome di equivoca signifi-
cazione, si facesse titolo a rimpasti po-
litici, e valesse a decidere il destino
di anime a milioni ! I Croati dor-
mirono dodici secoli ; e adesso s' ac-
corgono d' aver popolate le terre dal-
matiche e d'essere Dalmati!"
„Nè solamente per tradizione conti-
nua, e per tranquilla possessione, i Dal-
mati sono Dalmati; ma perchè, du-
rante i lunghi secoli che li tennero
dalla Croazia divisi, più che 1' Oceano
non divida Inghilterra da America, essi
col proprio sudore inaffiarono, col san-
gue proprio difesero e rivendicarono
il terreno da sè posseduto. Combatte-
vano per la Croce e per S. Marco,
combattevano per le proprie case e
famiglie, martiri e cittadini. In Dal-
mazia furono le ultime vittorie dei Ve-
neti ; 1' ultima linea di confine, che più
s'innoltrava nella terra tenuta dagli in-
fedeli, i Dalmati l'hanno segnata col
sangue. Questa è proprietà; qui non
ci hanno parte Croati."
Splendide parole, invero, e memo-
rabili, che dicono più di quanto si sia
detto di questi giorni suli' autonomia
nostra e sulla insussistenza delle pre-
tese croate.
I Dalmati — come abbiam detto —
avevano chiesto all' imperatore che la
questione provocata dalla Conferenza
Banale fosse risolta dalla nostra Dieta. E,
a manifestare in anticipazione qual fosse
il sentimento pubblico, il dì 7 aprile
1861, in cui s'inaugurò solennemente
la prima sessione dietale, andò pub-
blicata la seguente epigrafe, eh'è pur
documento notevole di quel tempo :
VI aprile MDCCCLXI — Giorno fausto
solenne — In cui — La Dieta Dalmatica
— Dal sovrano senno raccolta — In
quest' antichissima — Capitale del Re-
gno — Inizia — La grand'opera —
Che guarentire dem alla Patria — La
gloria del suo nome — La giustizia
dei suoi diritti — V indipendenza del
viver suo — Il beneficio — Di liberali
e provvide istituzioni. — Viva Dal-
mazia !
Nella seduta del 18 aprile, difatti,
all'ordine del giorno era pure la trat-
tazione di una proposta governativa
circa l'invio a Zagabria di deputati
dalmati per esaminare il quesito del-
l' annessione della Dalmazia ai regni
di Croazia e Slavonia. L'interesse per
assistere a queste discussioni era tanto
vivo da parte dei cittadini che il con-
corso fu invero straordinario. Le gal-
lòrie erano tutte stipate e pur v'erano
molto gentili signore. Approvato il pro-
cesso verbale della precedente seduta,
il presidente fece preleggere una mo-
zione del deputato d.r Galvani, colla
(juale questi dimostrava che la proposta
governativa non era d'accettarsi. Tre-
dici deputati annessionisti — tredioi!
— presentarono allora una protesta; ma
essa venne trovata incostituzionale e
quindi passata fra gli atti della presi-
denza.
Nel prossimo numero accenneremo
brevemente assai ai discorsi memorandi
che, da parte degli uomini nostri, ven-
nero fatti in questa solenne occasione.
Qui ne basti notare che la proposta
Galvani — fàtta eccezione, naturalmente,
pei tredici che si astennero — venne
accolta ad unanimità dai deputati vo-
tanti, in mezzo ai segni d'entusiasmo
suscitati da questa prima e magnifica
prova di dalmato patriottismo. E, ad in-
terpretare la soddisfazione alta dei Dal-
mati, andò pur stampata e largamente
diffusa un'altra bellissima epigrafe, in
cui era detto che la Dieta Dalmata,
di civile senno e coraggio, d'eloquenza
e dottrina mirabilmente animata, pro-
clamando a gran voce la dalmatica
autonomia, 1' aspettazione adempiva e le
speranze allegrava di tutto un popolo,
dell'avite sue glorie e del nome onorato
della sua patria custode geloso.
pMW*
La, fintai MI1 missioni sia
Bilia di Zagabria
—
a) Diritto storico croato.
(Continuazione, vedi Nr. 92).
Il deputato Gjurkovié dichiara che, secondo
lui, l'unica base dell' annessione sono le leggi
d«l 1868. La proposta Barcié sta su tutt'altra
base; essa non parla di diritti scritti, ma
si riporta unicamente al diritto pubblico e
nazionale. Qual'è però questo diritto? Forse
quello dell' epoca in cui nemmeno eravi Croazia
e Slavonia, ma unicamente Dalmazia, quale
provincia romana ? o dell' epoca in cui croati e
serbi scesero al litorale, e nella quale nem-
meno esisteva diritto pubblico, ma possesso di
conquista che si basava sulla rapina? o il
diritto dell' epoca, in cui Croazia e Slavonia,
quale regno, erano dipendenti dall' imperatore
bizantino? o del tempo in cui erano dipen-
denti dall'imperatore d'occidente? o dell'e-
poca, in cui Croazia e Slavonia ricevevano
corona ed ambasciate dal pontefice romano? o
dell' epoca in cui erano proprietà della corona
ungherese? E' il diritto pubblico dell' anno
1389, in cui il re della Bosnia Tvarko, dopo
la battaglia di Cossovo, conquistò la Dalmazia?
o quello dell'anno 1433, in cui il re Sigi-
smondo col trattato di Ferrara cesse la Dal-
mazia ai Veneti? Il diritto pubblico del prò-
ponente è forse quello che si basa al trattato
di Carapoformio del 1796, dopoché la repub-
blica veneta ebbe la Dalmazia per 363 anni?
o dell'epoca del possesso francese quando la
Dalmazia si chiamava Illiria? o quello da
quando 1' Austria come impero, dopo il con-
gresso di Vienna del 1815, si ebbe la Dal-
mazia e la unì all' impero come provincia au-
striaca senza alcun rapporto colla Croazia e
Slavonia? Di questi diritti sceglietene uno. 0
credete forse che il diritto pubblico possa com-
porsi come un conglomerato di più diritti pub-
blici, che si basano ora sullo stato di fatto,
che esisteva molti secoli addietro, ora su quei
trattati scritti, che casualmente trovate a voi
favorevoli ?
Comprende il proponente. Egli, probabil-
mente, pensa: io accetto come diritto pubblico
croato ogni diritto pubblico ed escludo solo le
leggi del 1868. Il suo scopo è d'ingrandire
più che sia possibile la Croazia. Tale scopo
come patriota è lodevole; ma allora che egli non
parli di diritto pubblico, ma di scopi di na-
zionale individualità. Egli cerca il diritto pub-
blico nel corso di 12 secoli, allo scopo di
tiovare più titoli che sia possibile a formare
l'integrità della Croazia, Slavonia e Dalmazia;
ma iuvece non vede che, se si allontana dalle
leggi del 1868, non può nemmeno parlare
della Dalmazia. Senza riandare l'epoca dei
primi bani croati, e della quale nulla si sa di
positivo, nè quanti fossero questi bani, nè fino a
= dove si estendesse il loro potere, nè quale fosse
MI loro potere, — l'oratore ricorda che già al
tempo dei re e dei bani croati esisteva la pre-
fponderante potenza bizantina e quella della
repubblica veneta, e che il cosidetto re Drzi-
slavo era patrizio dell' imperatore di Costanti-
nopoli; che la Croazia già nel 998 domandò
la protezione della veneta repubblica. I re e i
bani croati, anzi, sempre chiesero la protezione
ora dall' impero d'ofc dpntf, ora da quello
d' oriente, ora dal pontefice, ora da Venezia.
E' noto che nel 1076 ii re ungherese Colo-
mano s'incoronò a Zaravecchia, e che al con-
gresso di Crisevaz si stabilirono i rapporti fra
1' Ungheria e la Croazia ; sono note le lotte
colla repubblica veneta, la quale finalmente
nel 1438 si ebbe la Dalmazia, e non solo,
come si vorrebbe, le città, ma tutto il territo-
rio conosciuto sotto il nome di vecchio acqui-
sto; nel 1699 colla pace di Carlovitz ebbe i
distretti di Zara e di Knin conosciuti col nome
di nuovo acquisto, e finalmente nel 1718 il
cosidetto nuovissimo acquisto, cioè il territo-
rio da Sign a Macarsca. Questo era il dominio
veneto, che nel 1796 passò ai francesi.
Relativamente alla Dalmazia inferiore, l'ora-
tore ricorda la repubblica della Poglizza, fon-
data da emigrati boanesi e magiari verso l'un-
decimo Becolo, che per molti anni ebbe i suoi
conti di nazionalità magiara, e che cessò col-
1' occupazione francese nel 1796. Ricorda la
repubblica di Narenta, che esisteva prima della
venuta dei croati in Dalmazia, nella quale im-
migrarono poi i soli serbi, che assoggettarono
anche le isole di Brazza e Curzola. Ricorda la
repubblica di Ragusa, la cui esistenza data dal
settimo secolo e visse fino al 1796. Ricorda
la repubblica delle Bocche di Cattaro, che
stette sotto la protezione ora dei re serbi, ora
degl' imperatori d' oriente, ora dei re bosnesi,
ora della repubblica veneta. Ricorda che la
Poglizza, Narenta, Ragusa e Cattaro mai ebbero
qualsiasi rapporto sia eoi croati sia coi ma-
giari, ma erano indipendenti. Conclude da ciò
che, volendo basarsi al diritto croato dei de-
corsi 12 secoli, alla Croazia potrebbe appar-
tenere tutt' al più la parte della Dalmazia da
Zara a Spalato, e le altre parti dovrebbero u-
nirsi alla Bosnia-Erzegovina. (Dr. Brlié: —
Dica alla Serbia). 1)
Barcié nella replica, come prova del preteso
diritto storico, cita il trattato di Cettigne del
1525, e la prammatica sanzione del 1712. 2)
b) Programma del club croato dalmato
e proposta Barcić.
Miskatović, ricordando il programma pubbli-
cato dal club croato dalmato, osserva che lo
stesso partito nazionale della Dalmazia colla
sua azione dimostra di non avere la più lontana
speranza, che il desiderio dell'annessione possa
realizzarsi ; se ciò non fosse, essa non si sa-
rebbe decisa ad una manifestazione del club,
nella quale dice: che il partito nazionale è
pronto di chiedere in ogni momento oppor-
tuno, che il benignissimo Re, sulla base dei
diritti nazionali e scritti, confermati dalla sa-
cra parola di S. M., unisca ìa Dalmazia alla Croa-
zia e Slavonia. Esso avrebbe agito, seriamente,
ove avesse avuta la speranza che tale serietà po-
tesse condurre allo scopo. L'oratore afferma
invece: che dal ministero austriaco è sta-
to sconsigliato al partito nazionale tale
passo, e quel ministro, che diede tale consi-
glio, non lo avrebbe fatto se non avesse avuta
l'approvazione di S. M. É evidente quindi
che il partito nazionale della Dalmazia ritiene,
che a domandare 1' annessione bisogna atten-
dere il momento opportuno. Se ciò sia pa-
triottico, 1' oratore non sa.
Barcié. Dal programma del club croato dal-
mato deduce che la maggioranza di quella
Dieta sta ferma al diritto pubblico croato, ed
il suo scopo si è l'incorporazione della Dal-
mazia alla Croazia. Relativamente alla sua pro-
posta, dichiara che questa, se non ha altro me-
rito, ha quello di provocare una manifestazione
ufficiale da parte della Dieta dalmata.
Granzupano Kovacevié. E' convinto che
gli stessi proponenti non considerano seria la
loro proposta dell' annessione della Dalmazia.
Vogliono colla stessa guadagnarsi il tavore del
1) Da tutta questa discussione sul diritto pubblico
croato risulta che non uno dei vari oratori ha saputo
non solo defluire, ma neppur dimostrare l'esistenza dello
stesso; ma che invece esso non è ohe il parto del-
l'immaginazione di fauatici, che, per evitare di par-
lare di un diritto nazionale, inventano un diritto sto-
rico, che non esiste, nè ha mai esistito.
2) Atti pubblici di un* epoca, in cui la Dalmazia
di diritto e di fatto apparteneva alla repubblica ve-
neta. La Redazione.
fanno in Dalmazia le elezioni. Non riporte-
remo i giudizi della stampa liberale, che si
potrebbe accusarla di partigianeria; interessa
però il giudizio della slampa ufficiosa. — Il
semi-ufficioso TagUatt scrive: „Vennero fi-
nalmente in pertrattazione le elezioni dalmate,
che dal principio della sessione parlamentare
erano escluse dall' ordine del giorno. La Ca-
mera si occupò coir elezione Massovcieh. La
maggioranza del comitato, rappresentata dal de-
putato Feriancich, naturalmente proponeva la
convalidazione, mentre il deputato Menger ri-
levò tutte le circostanze, che ne dimostravano
la nullità. Era un quadro assai fosco, quello
fatto dal dr. Menger. Morti votarono, detenuti
nella casa di pena a Capodiatria presero parte
air elezione, da parte dell' autorità locale ven-
nero usati atti di violenza, il servente comu-
nale minacciò gli elettori di arresto. Queste
accuse furono per quanto era possibile com-
battute dal deputato Klaich e dal relatore Fe-
riancich, e, colle anormalità delle condizioni
locali, si scusarono le irregolarità, che non si
potevano smentire. La conclusione si fu la
verifica dell' elezione.
L'ufficioso Fremd>enhlatt,^-Ax\d^nàQ di quel-
l'elezione dice: „11 relatore d.r Feriancich ne
proponeva la conferma. Il deputato d.r Men-
ger l'opponeva, e precisamente per irregola-
rità delle liste prime elettorali, difficoltà d^l-
l'eserczio del diritto di reclamo per non esser
permessa l'ispeziona delle liste, difficoltà delle
comparse all' atto elettorale causate da irrego-
lari 0 del tutto ommesse citazioni, mancanza
di libertà di voto in conseguenza di minaccie
ed alti di violenza; esclusione dall'elezione
di aventi diritto ed ammissione di quelli che
tale diritto non avevano. Il reclamo ha una
specifica secondo la quale votarono 17 morti,
31 elettoli votarono'più valle, altre 100 p^^r-
sone volarono che non erano inscritte nelle
liste, 17 persone che votarono, e le quali sia
perchè minorenni, e perchè non pagavano
qualsiasi imposta, e perchè sotto inquisizione
penale, non potevano esercitare il diritto e-
lettorale. Neil' elezione degli elettori eletti,
quando sembrava che i serbi^^potessero riuacire
in maggioranza, il capitano distrettuale li
mandò a casa, dicendo che nel giorno succes-
sivo si continuerebbe l'elezione; ritornati il
giorno dopo le porte del locale elettorale non
si apersero. Nella votazione fu convalidata
r elezione.
Potremmo riportare anche articoli del Neues
Wiener TagUalt, della Deutsche Zeitung,
della Presse; ommettiamo però di farlo per
mancanza di spazio.
Seduta comiLiiale. — Questa sera ha
luogo una seduta comunale per trattare del
preventivo per 1' anno venturo ed altri argo-
menti. Riferiremo.
Il sindizio di una egregia signo-
ra. — Al molti giudizi espressi sull'attentato
dietale del 6 novembre p. d.— ci scrivono da
Dernis — aggiungete pur questo, che è
r espressione più schietta del cuore di stimala
e colta gcniildonna, scevra da passioni parti-
giane e da scopi di personale tornaconto.
Io m'ebbi la rara fortuna di raccoglierlo
in una brillante ed animata conversazione, della
quale la nobii dama con isquisita cortesia fa-
ceva gli onori.
Caduto il discorso sulle nostre disgraziate
condizioni, delle quali essa mostrava di essere
perfettamente informata, mi sono permesso
d'invocare il suo giudizio sul voto dietale con-
cernente la croatizzazione delle scuole medie
di Zara.
Coir abituale sua friinchezza e sincerità, e
con una rara chiarezza d'idee, mi rispose
quanto appresso:
„Oggi è pur troppo da deplorarsi chegl'i-
„taliani di Dalmazia abbiano di soverchio ge-
„neralizzata la loro coltura. Forse che, senza
„la stessa, il d.r Claich ed i suoi compiacenti
„pedissequi avrebbero tutto ai più contribuito,
„col mestiere ereditato dai loro padri, a gua-
„slare qualche piede con piena soddisfazione
„del callista Treves di Trieste.
„Così almeno, io luogo delle maledizioni di
„un intero paese, avrebbero la riconoscenza
„di chi con molta maestria sa lenire uno dei
„tanti dolori che affliggono la povera umanità."
Codesta sentenza, quanto eloquente altret-
tanto giusta, la segnalo all' attenzione delle
altre dame della nostra provincia, onde, nel-
l'educazione famigliare dei loro figli, sappiano
trarre lutto il tesoro racchiuso in queste auree
parole.
La Katolička Dalmacijav commen-
tando dal suo punto divista l'ultimo ew^n^^e^
del Narodni List sugli impiegali, viene alla
categotica conclusione che gli amici della
legge e della libertà devono considerare gli
impiegali come cittadini. Gli impiegati hanno
perciò il diritto e il dovere d'ingerirsi in
questioni politiche: questo diritto non può
essere disconosciuto a nessuno e quindi nean-
che agli impiegati.
Ma — come abbiam detto — il comizio al
Teatro Nuovo non aveva nulla a che fare
con la politica. Invece possiamo contare a
dozzine le dimostrazioni politiche croate, alle
quali presero parte dei pubblici funzionari.
A questo proposilo scrive anzi il corrispon-
dente da qui del Mattino:
„11 Narodni List è lieto che si vogliano
gli impiegati alieni da dimostrazioni politiche.
Ma a chi parla desso? E non conviene prima
precisare esattamente quali siano queste di-
mostazione politiche?
Dimostrazioni politiche, per esempio, erano
le adesioni telegrafiche a mons. Strossmayer,
dimostrazioni politiche erano quelle perpetrate
di recente col pretesto di onorare il poeta
Cacich: dimostrazioni politiche erano indub-
biamente quelle fatte dai croati a manifestare
il loro giubilo per la caduta dei comuni autt)-
nomi di Spalato, di Traù e di Cittavecchia.
A queste manifestazioni, senza dubbio, non
avrebbero dovuto prendere parte attiva i pubblici
funzionari; nè il Narodni List può avere
due criteri difierenti per approvare uoa sola
premessa.
Ma dimostrazione politica non era, nè po-
teva esser comunque, 1' ultimo comizio citta-
dino, a solo scopo di difesa scolastica. Un'a-
dunanza, permessa dall' autorità, e ove si di-
scussero legalmente i mezzi per difendere una
nostra secolare conquista civile, facendo peti-
zione ossequiosa a S. M. l'Imperatore, non
può essere considerata neanche remotamente
come una dimostrazione politica.
Epperò le argomentazioni del Narodni List
sono semplicemente sbagliate. Prima d'ogni
altra cosa — come ho detto — è necessario
di distinguere bene l'indole di una manifesta-
zione da quella di un' altra. Quo bene distin-
guit, bene docet,^
Tabacco. — Il ministro delle finanze ha
detto air on. Elaich che è stata approvata la
coltivazione di quattordici milioni di pianti-
celle di tabacco in Dalmazia.
E quando verrà iniziato il tronco ferroviario
Zara-Knin? E quando verrà approvato e ini-
ziato uno dei tanti progetti per unire il no-
stro litorale alla rete delle altre lerrovie?
La donna in Austria. — Un co-
mizio operaio tenuto giorni sono aLeopoli, e
al quale era intervenuta anche tutta la parte
intelligente del gentil sesso, deliberò di far
presentare dal deputato Kronawetter al parla-
mento una petizione chiedente il suffràgio u-
niversale e il diritto elettorale della donna.
I nostri monumenti. — Nella se-
duta che la seconda sezione della commissione
tenne il 31 ottobre 1890, sotto la presidenza
dell' i. r. consigliere edile superire Federico
barone de Schmidt, il conservatore Smirich
riferì essere compiuti i ristauri nel coro della
chiesa dei Fiancescaoi in Zara, fatti sotto la
sua direzione, e pregò che i frammenti orna-
mentali trovati sieno lasciati al museo di S.
Donato.
Lo stesso conservatore riferisce che la chiesa
di S. Domenico in Zara fu demolita e che i
pezzi ornamentali più importanti furono col-
locati nel Museo S. Donato.
La strenna trentina. — Splendida
per tipi e disegni ci giunse una copia della
Strenna Trentina pel 189L I nomi dei poeti
e dei prosatori sono i più noti della famiglia
artistica trentina. Beile le poesie; eletto lo
stile delle prose ; i disegni pieni di elegante
originalità. E', in complesso, una vera opera
d' arte, onorante gli egregi che vi coopeiarono
e lo stabilimento che ne assunse 1' edizione.
La Strenna trentina si vende a vantaggio
della Lega Nazionale.
Banda Comunale.— Domani alle ore
4 pomeridiane la Banda Comunale in Piazza
dei Signori eseguirà un concerto col seguente
programma :
1. Marcia. Ballo in Maschera . M.o Verdi
2. Sinfonia „ Suppè
3. Scena e Duetto nell' Opera
Linda di Chatnounix ... „ Donizetti 4. Màinraa,. Supplemento al Car-nevale Flossmana
5. Sestetto finale il. dell' Opera
Lucia di Lammermoor . . „ Donizetti
6. Polca. Pickfein „ Zlehrer
II tempo che fa. — La nebbia; la
nebbia calda, umida, che pare inevitabile
quando vengon le feste di Natale e le vie
son piene di gente gaia e animata. Colla
nebbia il termometro si è innalzato, e il pa-
radosso d'ieri è diventato a Zara la verità
d'oggi. Noi viviamo in una Nizza! Infatti,
quest'affermazione non è un'iperbole, ma una
pura venia. A Nizza, giorni sono, la tempe-
ratura era scesa a zero gradi! Nessuna ma-
raviglia se nella vicina Gorizia, detta la se-
conda Nizza, il termometro segnò tre gradi
sotto, e a Pola 1 Va, ed a Firenze edaEoma
un grado sotto, A Torino poi il freddo era
più birbone ancora: arrivava fino a sette
gradi sotto lo zero.
Chi vuol star bene non ha altro mezzo che
quello di recarsi a Brindisi od a Malta, ove
avrà il refrigerio di 10-12 gradi, come in
primavera. Peccato che il viaggetto non sia
tanto breve !
A Vienna c'è 9 gradi sotto, a Graz 8, ad
Amburgo 10, a Stellino 11, a Berlino 12, a
Danzica 13.
La città più fredda d'Europa è Kiew, con
19 gradi sotto zero ! E' questo 1' unico pen-
siero che può confortare le nostre gentili let-
trici freddolose.
Rettifica. — Riceviamo e pubblichiamo:
Spett. Redazione del periodico „Il Dalmata"
Zara.
In base al § 19 della legge- sulla 'stampa
la s'invita di pubblicare nel prossimo numero
del suo periodico la seguente rettifica:
Nel n.o 95 del 29 novembre a. c. sotto la
rubrica Cronaca Adesioni da Proviechio-Se-
purine si legge fra altri firmati Giacomo Cur-
sar, capovilla.
Si dichiara che 8ime Vlahov q.m Paolo è
il capovilla di Provicchio-Sepurine e non il
detto Giacomo Cursar.
Dair Amministrazione comunale
Zlarin, 13 dicembre 1890.
Il Podestà
MACALE.
L'assessore
jp. Adum.
La tariflE'a postale e telegrafica
si trova pubblicata nel Dalmatino, lunario
per il 1891.
Prezzo soldi 25; chi spedisce alla tipografia
editrice di S. Artale in Zara fiorini uno an-
ticipato riceverà quattro esemplari franchi di
spese postali.
Cavalleria coniugale. — Quella
del fuochista Nicolò S. d'anni 29, da Zara,
non è, a dir vero, da prendersi a modello.
Figuratevi che l'altra sera, in via della Log-
gia a Trieste, armato di una chiave, perco-
teva di santa ragione la propria consorte
Mattea, dalla quale vive separato.
Le guardie fecero le vendette della moglie,
arrestando il violento marito.
Rimedio unico. — Chiunque voi siete,
ovunque vi troviate in città od in campagna
se la vostra digestione non è regolare e vi
sentite mal di stomaco, inappetenza, lingua
arida, sete continua, specialmente dopo il pasto
non esitate a prendere l'acqua ferruginosa
ricostituente, inventata dal dott. Mazzolini di
Roma. Può essere il mezzo di salvarvi la vita.
Ha già salvato molti e molti. Un individuo
sartore di professione ogni giorno dopo il
pasto si sentiva male, smaniava, si indeboliva,
gli doleva la testa, era incapace di lavorare,
era ridotto all'estremo smagrimenlo. Ciò du-
rava da molto tempo. I rimedi non facevano
nulla. Prese l'acqua ferruginosa del Mazzo-
lini e guarì perfettamente. Un possidente sof-
friva di forte diarrea che gli aveva cagionato
r uscita delle emorroidi. Per consiglio di un
amico impiegato che n' era guarito dopo tutto
tentò l'acqua ricostituente del Mazzolini di
Roma, fugò la diarrea e viuse l'emorroidi.
Questa prodigiosa acqua è slata premiata al-
l' Esposizione mondiale di Parigi — unica
specialità italiana premiata. — Le bottiglie
sono confezionate come quelle dello sciroppo
depurativo di Pariglina, inventata dal Dott.
Mazzolini di Roma, costa L. 1,50 la bott.
Unici depositi garantiti : Zara: Farmacia Ber-
cich, Farmacia Bianchi. — Trieste: Farmacia
Prendini. — Gorizia: Farmacia Pontoni. —
Fiume: Drogheria Pavacicb. — Riva di
Trento: Farmacia Canella. — Trento: Farmacia
Giuppone. — Ragusa: Drogheria Lopizich.
kad ode u daleke kraje neka može lašoje do-
biti za komad kraha sebi izraditi.
Imočanin.
Telegrammi particolari
del „Dalmata"
Pel censimento. — Vienna 19
decembre. — I giornali riportano in-
tegralmente l'importante interpellanza,
presentala ieri alla Camera dall'on.
Trojan, perchè il governo prenda senza
indugio le necessarie misure per tute-
lare la libera dichiarazione della lin-
gua, parlala dalle minoranze nazionali,
nei ruoli del ceasiment'o.
La cura Koch. — Vienna 20
decembre. — Oggi cominciarono negli
ospitali militari le iniezioni colia linfa
di Koch.
Grave incidente. — Roma 20
decembre. — In seguito ad un grave
incidente avvenuto alla Camera tra
Crispi e Seismit-Doda, Crispi pose im-
mediatamente la questione di fiducia.
I radicali abbandonarono la sala. Se-
gui la votazione con 280 voti favore-
voli al ministero e 100 contrari. Quindi
la seduta venne sospesa.
COMUNICATO
Cadim se a iséuditi se nemogu što u broju
98 Narodnoga lista pišu hrvali iz Imotskog,
proti slavnoj gospodi imotske kraine, da su
autonomi priskočili u pomoć gospodina načel-
nika Trigari svojim glasom da zadarska gi-
mnazija i realna ostanu škole talijanske. To je
sveta dužnost da svaki pojedini se podpišu za
to i pobrinu, jer škola talijanska jest ona škola
koja jest mnogo civilizatija nego li škola hr-
vatska ; dapače svak u cieloj Dalmacji znade
govoriti i talijanski i hrvatski, zašto da neidje
naprid školom talijanskom? Jer neka mi kažu
ti Imotski hrvati kamo mogu proé njiovim
hrvatskim jezikom? Evo primer; kad sam se
uputio iz Imotskoga, prošao sam tobože malo
po Dalmacji i čuo sam di govore hrvatski i
talijanski, a više dio talijanski nego hrvatski.
Uputio sam se put Istrije i Trsta ; nidje ni
besjede hrvatski ; učinio sam put Italije i Fran-
cije, i u Franciju sam cuo govoriti talijanski :
a hrvatski nezna se što će reć besjeda. ÌJputijo
sam se put Azije i Amerike i tu se govori ta-
lianski a ni besjede hrvatski. Isti dalmatinci i
hrvati koji tamo pribivaju, koji su stanje uči-
nili, i isti nadničari nagovore drugim jezikom
negoli talianskim, a da neznaju talianski, nego
samo hrvatski, umerli bi od giada i od svake
nevolje. Pak zašto da se zapusti taj jezik koji
nikomu na putu oestoji, nego pomoga dosta
najskoli cieloj mladeži dalmatinskoj, koja ide
po moru u daleke kraje za lašnje priživiti?
Dakle tko ima i malo dušu u persima nek
reče da taj jezik talianski jest otrovani jezik.
Dakle ko zna što je sviet oni će se svaki po-
brinuti i podpisati nek ostane talijanska škola
u Zadru i da pače da se poveća po cieloj Dal-
maciji, da lim jezikom se prosvietli narod i
Abbiamo ricevuta la carta geografica
delV Austria-Ungheria, che è un lavoro com-
pletamente nuovo, eseguito sotto la direzione
di A. Steinhauser e pubblicato dalla stam-
peria Artaria et G.o (Vienna IKohlmarkt9)
E' un foglio di 76/60 cen., nella proporzione
di 1: 2'5 migl., con indicazione delle loca-
lità. Essa abbraccia non solo la monarchia
austro-ungarica, ma ben anche i paesi confi-
nanti, specialmente i paesi balcanici fino a
Salonicco, Costantinopoli ed Odessa. — La
straordinaria quantità di descrizioni, l'esatta
indicazione di tutte le ferrovie, l'essere fatta
in sei colori la rendono una chiara e completa
carta geografica, il cui valore poi è di molto
aumentato dall' unito indice delle località (tanto
della monarchia che dei confinanti paesi me-
ridionali). Il suo prezzo è di fio. 1. 50, le-
gata in tela 2.50.
Posta economica.
Signor N. - Spalato. — Conosciamo il fior di
briccone ohe scrive ì carteggi da qui al noto li-
bello. Se la sua teoria andrà applicata anehe ai
croati staranno frescfai. Del resto non lo abbiamo
mai risparmiato.
S. C. iS. — E' impossibile, per ragioni facili a
comprendersi. Dovrebbe essere troppo mutilato.
Signor P. M. — Abbiamo ricevuta la gradita sua
Nulla di simile, speriamo, accadrà in avvenire. Ci
scriva.
Signor G. — Un po' di pazienza; il giornale è
piccolo e la materia cresce sempre.
Un curioso eec., ecc. — Ha ragione Lei; ma, in
questo, imitiamo il pretore romano. ,
Signor N. T. — Ella ci manifesta bellissime idee
Ne approfitteremo alla prima occasione.
ARRIVATI
Grand Hotel. — Alessandro Pones, Pola; Doimo
Baranovich, Bencovaz ; Matteo Forlani, Trieste ; Gior-
gio Malessevich, Bencovaz; Michele Tedeschi, Trie-
ste; Pietro Ciulich, Bencovaz; Ignazio Grasparini,
Trieste; Ugo Fosco, Sebenico ; Edoardo Viatto, Se-
benico.
jE\ingraziamenli.
A tutti indistintamente coloro che in qual-
siasi modo vollero onorare la memoria, e si
prestarono nella lunga malattia e morte del
nostro amato defunto
Giorgio Mazzoni
esterniamo le più sentite grazie, assicurandoli
della nostra perenne riconoscenza.
Famiglia Mazzoni di Giovanni.
A tutte quelle cortesi persone, che, nell' oc-
casione della morte di Antonia Baiai,
nata Vicarovich, nostra madre, presero sì
viva parte al nostro intenso dolore, porgiamo,
commosse, i nostri più sentiti ringraziamenti.
Spalato, 15 decembre 1890.
Caterina ed Elisabetta Bulat fu Antonio.
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di fiducia verso un'alta provigione. Si preferiscono
quelli che hanno una conoscenza degli abitanti e
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