fi
ad intendersi, nè vi ha bisogno a spiegarri se
si considera, che questa è nella società la più
-generalizzata delle altre; motivo per cui i'ap-
d.i#fitaruna Aecessità anche p^qablli
che fino da .^famciu^lii i^nfo al caso di appren-
. derne un' alù-a, oltre la lingua parlata nella
famiglia, a qtiellaì^be.è.propria del paese.
gìòM f icòrdìJtè, (tiie in tut^e quelle
jprovineie dove si parlano due lingue, una si
è la lingua propria 0 a tutta o alla maggior
parte della nazione che l'abita, e 1' altra si è
la lingua di coltura. Di tali casi ne riscontria-
mo in Balinazia dove la lingua di coltura e
#'della società «i è l'italiana, nel^a Croazia dove
- V Ipovismo la feedèsca, e nella Boemia dove seb-
bene si debba attribuire una Jingua progredita
e quasi letteraria agli Òehi, pure la tedesca vi
inantieoe ancora il suo predominio nella cul-
tm formale. Non è del resto a non ricono-
scere che nella Croazia specialmente ni lavora
^ con tutta alacrità al prosperamento ed al pro-
gresso della lingua slava; ma rimane però an-
cora il fatto che la ispiratrice di questa lette-
ratura nascente si è la tedésca ; ed il medesi-
mo caso si ripete da noi in Dalmazia colla
differenza che i fattori che vi cooperano sono
tutti eterogenei ai dialetti del nostro popolo,
rper cui dalla confusione della cultura ita iana
e tedesca, nasce un gazzabuglio di croatismo,
germanismo, e serbiamo, che danneggia più
che non avvantaggi lo spirito del nostro vec-
chio illirico idioma. Fatta astrazione da ogni
altio riflesso, è sicuro che lo studio della lin-
gua francese dà luogo appunto ad una cultura
formale. Imporla però che lo scolare d' un Gin-
nasio-reale riceva soltanto le basi fondamen-
tali, te quali più tardi potranno condurlo a pe-
netrare le bellezze e le proprietà di questa lin-
?;tìa; e perciò l'istruzione deve progredire dl-igéntemente, iioperocchè con sole quattro ore
^settimanali in due anni si può fare assai poco.
Ogni tendenza d' utilismo dt5ve venire tenuta
lontana. La speditezza nella lettura ò la cosa
principale a rilevare più tardi i tesori di que-
sta letteratura. La cultura pratica è cosa ac-
cessoria.
L' insegnamento deve come nel latino pro-
cedere su, giuste basi, da maestri i quali hanno
fruito dVuu édupziorie^ filològica, non da cosi-
detti maestri dì''Ìfngu'à ; deve inoltre racco-
glierai^ un assieme di materia istruttiva, onde
poterla trattare adeguamente. Waitz osserva
nella sua Pedagogia universale (407). "Alle
"lingue moderne, di già abbastanza tardi in-
^trodotte, devesi subito dal principio accordare
"più forza nel trattarle di quello che loro ve-
fniva attribuito fino ad ora. 1 meschini pro-
"gressi nelle lingue moderni, hanno senza dub-
"biolaloro origine, principalmente e alla poca
,"preq.iira con cui si insegnavano, e alla non
"corrispondente attività che con esse veniva
Sposta in o|>era, ed bltre 'a ciò nen'imperfetto
paraPleM^mo e délV analogia, che
"esse fiìà^lbgono còlle lingue .antiche.,, Que-
sf.ujtiiB^ uj^^ok deviffisi intenderef^eome -si
Susot dire, cum grano Meglio che altro
in ^r&posito nfi^^rfìò'^per ie parole di
Herder : " Le ling".^ oiodern^ appfe^e, ^ei
'tniip nt^èeréi a; ehibifeias
'^detèsi^^^ avere'ili occhi, di non las^ciarsi
''sapplàntare dall'allettamento della moda, onde
"non trascurare per l'apprendimento delle lin-
'gUe- antiché ; ^ wm '^ciemd quanto più per-
*'fettqmmf^ epummmteviene insegnata, tanto
"più a&tta alla scuola essa diventa.,. Una
qiianUtà di obbiezioni si fecero sull' istituzione
{Id Ginnasio-reale. Io voglio quivi accennare
alle più rilevanti; specialmente a quanto ebbe
a^ìitó Th. Voght; "Le lingue non sono
flQ ^copo, ma il mezio. Per coloro che vo-
"gliono frequentare la Scuola reale ; 1' istru-
"zione n^lfe Hngaa latina'è quasi perduta, sen-
"docetó pochissimi pensano a studiarfà in se-
Quale sarebbe adunque lo scopo di un
"iBéegnamento di quattro anni in questa lin-
"gua'. Dunque non s' insegna una lingua allo
«seopo della lingaa^stessa ; si vuole un com-
"pehso alla fatica sostenuta nella lettura dei
«di lei sommi poeti e pensatori, sendocchele
"traduaicàiij non \^lgóno da più che un bel
A questo e da rispondersi,
Càm mmmmrn, la inaggiór parte de-
gff'^i^àft il Gianasio supe-
anche lo scfce d' una Scuola reale,
s^vvaotóggia abbastanza con un'isCruaione in-
tensità'flafiici 4)el pprso di Qùaitro almi
(Forme, Sintassi, Elementi di stìle, come pure
lettura dei classici), ne a ciò si potrà opporre
dubbio di sorta? Il latino, pel meno che m-
fiuisca, influirà al certo ad eccitare nello scolare
la eognizimie dello sviluppo della lingua, ed e-
gli ^àdagnò materialmente, in quanto che k
sfera dei suoi pensieri venne ad estendersi ri-
leTantemente, e ciò specialmente collo fami-
gliarizzarsi alla vita ed ai costumi di un po-
polo, quale era il Romano; egh guadagno
formalmente,- perché al paragone di questa
scienza si accuì il suo iatelletto.
((Jmitima.) Mtzzolenl.
GafXzéMtio (feHa dttà vi della provincia.
ik sédaia dietalé ^é ' dt^ fissata per
oggi venne rideputaU; a lunedi. Se
in quel giorno potrà radunarsi non sap-
pressimo indovinarlo. Sentiamo che i
deputati del partito nazionale riflutta-
rono la firma anche al foglio d'invitto;
cosa farà la frazione Zemljakista non è
bene accertato. Agli autonomi, l'attuale
qtìestione d'indole affatto personale fra
gli ultra nazionali ed il presidente, è
estranea. Eletti a tutellare l'interesse
del paese, non possono avere altro scopo
che questo, nè su di essi ricadrà là re-
sponsabilità degli eventuali danni che
la provittcia potrà risentire da lotte per
altri' scopi iniziate. La nostra dieta di-
visa com' è in tre gruppi, si trova alla
discrezione di uno fjfualuaq|ue di^tiestì;
ecco dove l'intrigo, la violenza e 1' e-
gaismo condussero il paese.
Ieri ebbimo di passaggio Liubibra-
tich. Annunziata con tutta sicurezza
la venuta, una massa di curiosi si
portò alla Marina nuova per attendere
r arrivo del vapore — la massima parte
per vedere l'atnazzone olandese. La cu-
riosità restò però deliisa, mentre il va-
pore non si arresto alla riva, ma gettò
r ancora fuori del porto, ed a nessuno
degli scortati fu permesso lo sbarco.
11 vaporetto Colibrì dell' uffizio di
porto era andato incontro al vapore
che arrivava, e sullo stesso si fecero
passare tre dei prigionieri, fra i quali
lo Stazich, i quali dovranno dirigt rsi
per Fiume. — Liubibratich, Faella,
Morelli, e la sig.na Markus, rimasero
a bordo il Messina. La folla allora si
disperse, ed in breve la marina re-
stò deserta. I deputati del partito
nazionale con pochi altri si portarono
allora a bordo del vapore a compli-
mentare Liubibratich.
Ciò che deve stupire però si è che
rfiutorità conosca tanto poco questi
cfitadini. Dall'apparato, anzi diremo
^Jlo spreco di forze, che fu posto in
s6ena, dobbiamo ritenere che essa te-
tìlfsse di, una qualche dimostrazione o
c|| un qualche disordine. Numerose
{i|,tuglie incrociavano sulla marinà, fra
i4ilranquilU cittadini ; altri gen4armi
sMvano in pronto all' ospitale militare,
e 'diceva che una parte della guar-
nigione era consegnata nelle tésamé
sMto le armi. A qua! prò tali disposi-
zi&ni? Sarebbe difficile spiegarlo. Una
sofa cosa non possiamo comprendere.
Sé^ all' autorità premeva di scansare le
tessero dar adito a disordini ; sarebbe
cui'are a Liubibratich e compagni una
ms^Vcia, che^^|?ed 1 suoi ammiratori
vorranno chiamare trionfale, lungo tutta
la costa della Dalmazia ed Istria, di
imbarcarli a Spalato, sopra apposito
vapore di guerra, e trasportarli diret-
tamente a Trieste. Non avendolo fatto
era meglio sorpassare le dimoàfrazioni
che, diremmo quasi, si volevano pro-
vo^re senza daré alle stesse un' im-
pqrìanza, che in fatto mai avrebbero
a>^a; e dare adito a commenti e ri-
fl(^ioni, sopra l'onestà di un individuo
ve^o cui lo stesso governo in altra
epoca si era mostrato tanto indulgente,
che su questo territorio era stato fe-
steggiato, banchettato, e curato senza
mai aver sofferta qualsiasi molestia.
(Sodiamo di poter pubblicare il se-
guènte ringraziamento dell' on. depu-
tatei sig. Co. Begna ai suoi elettori :
ì^ettori maggiori censiti del Circolo
if' alcfei %iei 'fmici 'e èoiiseif-
zienti polìtici-mi determinò ad assumere la
Vostra rappresentanza nella Dieta del Bagno.
L' Quanime voto da Voi datomi ieri mi rie-
sce tanto pià gradito in quanto dallo stesso
ritraggo una prova non dubbia che i prin-
cipi politici, da me sempre pi^fessati e noti,
ed ai quali staro stréttamente aUàecato, sono
oramai quelli dè^ etettori del pìtì importante
dei nostri eollegf. '
Onorevoli elettori alto censiti ! Unitamente
a tale mia piena soddisfazione Vi manifesto la
mia più sentita gratitudine.
Zara 16 marzo 1876.
Co. Begna Possedaria.
' ^ stjrivòno dkllai citta:" '' '
Sentilo, che fra giorni v^rantio convocati
i signori socii fondatori della Filarmonica per
essere informati dei risultati dell' amministra-
zione dell'anno 1875 e dei previsibili risul-
tati dell'anno corrente. Col generoso regalo
dell'Augusto Imperatore, sod^sfattissimo del
brillante concerto offerto alla Maestà Sua la
sera del 10 aprile, la Società filarmonica rie-
sci a mantenersi ed a soddisfare ai proprii
impegni nell'anno 1875; ma le visite ed i
regali imperiali sono fortune rarissime, ed i
bisogni invece e gli impegni sono continui,
sono costanti. — Strane contraddiziooi ! si parla
tanto dei meriti di questa Società filarmonica,
si scrive di frequente della sua utiUtà, ù ri-
pete che è di lustro e di decoro alla città,
che i forestieri non cessano di encomiare gli
squisiti trattenimenti che offre la medesima,
che nelle solenni occasioni si ha almeno a
chi ricorrere per approntare un graditissimo
divertimento, che mantiene una scuola affatto
gratuita di canto, di piano, e di violino, scuola
frequentata da più di trenta allievi, e dopo
tanta profusione di lodi, cosa succede?...
Siamo assicurati che i socii paganti sono
66 fondatori, 70 transilorii e 14 dilettanti, e
le tasse soddisfatte dagli stessi ascendono a
fiorini 1464 in un' anno; ammessa la migliore
ipotesi vale a dire che non esistano arretrati
di pagamento; la benemerita Comune di Zara
elargisce l'annuo sussidio di fior. 200. per
modo che i redditi sicuri ammontano a fior.
IGOO coi quali bisognerebbe pagare le spese
fivsse ed mdispensabili che ascendono almeno
ad annui fiorini ^100 usando la massima e-
conomia, e vivendo anz^ in mezzo a stenti ed
a privazioni. Ogni bamlino può trarnè la /a-
cilissima, conseguenza, fior. 1600 di redditi, fior. 2100 di spese fisse ed indispensabili, ac-
corre adunque la rinnovazione del miracijfo
dei cinque pani e dei sette pesci RicorÀ^
alle accademie nel teatro, gridano gli ingenti;
alla prossima convocazione saranno anche pfief-
sentati i conti (coi documenti) del redditof^
delle spese delle accademie offerte dalla ^
cietà filarmonica in teatroj e dopo J ispezic^
di questi conti cJ^'tltóàtéremo owament
giudizio dei barabiai e dotiiaadecemo Ioro:|^
vantaggio di chi vfs^ori^^^^^Jl^ccadeì^
in teatro ? ... la :
vantaggio di tutti
costretta ad iaicreé^^
lestire un -,. / » ;
Ci viene narrato iprisèio èhe le nosfcifl'
informazioni non siano pienamente «isatte.
la^ Società filarmonica, in mezzo a tanti ost|j^
^óli, non potrà dur^e oltre agosto dell' anil4
corrente; — dopo tanti sagrifijsii, dopo tante
benemerenze verrà lasciata perire di lenta t^
questa utilissima secietà? Sarà forse vero^'
vaticinio di quelli che da un mese circa pré»f
sagiscoQo cb| ^na ntu)V% soci^à jjN^ pt^ |pr.
g|re-^àlfritiàenti the' siìl^ rovine di al fra già
vecchia? la culla della accarezzata Società ft-
któri^lBft^a jcfeHB sta ^ei^, situtìtfrre, sari fobici
la tomba della filarmonica? ^ \ ^
Noi raccomandiamo con ^^ore a tutti i;
signori socii fondatori di noif'mancare ali*
Jrossima convocazione, e di sorreggere cof
oro suggeri-finenti e coi loro consigli le pro-
poste che venissero fatte per la conservazione,
della benemerita Società filarmonica; — racco;»
mandiamo in particolar modo ai signori com-
ponenti il patrio consiglio comunale di non
mancare alla convocazione; non permettane
essi che la nostra città rimanga priva di que-
sta instituzione, unica in Dalmazia nostra, che
è di decoro e di utilità manife.sta, riconosciuta
da tutti: — se fatalmente la Filarmonica
vesse cessare, quanti ostacoli, quanti sagrifizifi
si esigerebbero per riaprirla!! e quanto sl^
lamenterebbe la perdita della giovevole insti-
tuzione!
^td %teÀ
K ' di d
Ci scrivono da Sebenico 16 corr.:
Oggi verso le 1 p. m. arrivò il piroscafo
Messina della linea dalmato-albanese. Invece
che accostare al molo esso si legò alla bova/
A bordo c'era Ljubibratich ed i suoi compa-/
gni d'infortunio. Di ciò i nostri nazionali
ve vano avuto avviso telegrafico, e prima del4
l'arrivo del vapore si vedevano gli appresta»;
menti ad una dimostrazione.
. \ifoii s'cbbéifecfuto jyi MJ^t
bdva,' il geirente a.r Dimitròvich con altri mem-
bri del Comune si portò in barchetta e giunto
tir Ai del battello, gli fu issata la sesia. Da
ciò nacquero delle proteste, si telegrafò a Za-
ra, e si ebbe il permesso che un piccolo nu-
mero di compUmei^anti potesèe recarsi a bor-
do. Allfi djel L|iifaitiratigli od a mada-
migella'Markus venne data licenza di scen-
dere » terra. Tutto il dopopranzo si feeé bal-
doria dai nostri nazionali, non cessavano i
èivio, le schioppettate, e uno straordinario
movimento alla riva. Alla sera si ballò in Ci-
taonica, e festeggiate vennero accompagnate a
bordo le due signore.
Da Zara vecchia ci scrivono:
1 nostri nazionali, fest<^giarono alla loj^ana
l'arrivo di Ljubibratich. Ci dicono che in ^ara
gli saranno ktte feste non mai vedute nò in-
tese. Bravo il governo ! Esso imprigiona i con-
dottieri degl' insorti, per farli passare da trionfo
in trionfo ? Ecco gli effetti della pacific|izioae.
Hisufn teneatis !
Ci scrivono da Macarsca 10 corr.:
Macarsea ^a vide sinora un funerale oom-
pagoo di quello testé fatto ad Antonio Cit»-
ricn da Diakovar ; questi >in quaranta ansi di
servizio con soli fior. 300 all' anno seppe far
sù dai 14 ai 15000 fiorini.
Non avendo famiglia fece testamento, e be-
neficò alcuni amici, i fanciulli ohe tenne al
fonte battesimale ed a cresima; si rieorctò
delle Chiese locali; lasciò un legato di f. 500
alla figlia minore dell' i. r. ricevitore doganale
Dobrich, ed infine fior. 7000 pel manteni-
mento di due suore di carità per assistere gli
ammalali del luogo.
Al funerale intervenae monsignor Vescovo
con tutto il capitolo, ed in piazza venne inal-
berata 'a bandiera austro-ungarica.
11 Citarich viveva solitario e misantropo.
VARÌETA'.
Gli spiritisti. — A .Jalferson sul Missouri,
negli Stati Uniti d' i\merica, orano una sera
radunati in una camera alcuni cultori della
scienza segreta che pone, o vuol porre i vi-
venti in comunicazione coi trapassati.
Raccelti in 12 fra uomini e donne attorno
ad un tavolo rettangolare, coperto da un verde
tappeto, su cui era una lampada a petrolio,
stavano intenti alle loro esperienze.
Il medium scriveva sotto il dettato dallo spi-
rito d' un uomo da poco morto:
"In virtù della l'orza <;liti vien dal Signore,
"del quale son parte, per(Ujò sciolto dall' in-
''volucro terreno, ;;paziu nell'inlinito eornu lui,
"a lui raggiunto, vyggo in quel die l'igno-
"ranza dell'uomo domanda passato, ma che è
"presente, perchè passato, presente e futuro si
"confondono nelle nostre libere menti. Turni
"chiedi di cose cui duole a mente rett» pensa-
"re; ma poiché lo vuoi, ti detterò una storia
"di sangue. Innanzi àgli occhi miei si com-
"piono i fatti, e scorgo occhi spaventati e cranii
"infranti, e membra lorde ed intrise.,,
A questo punto due' c^olpi distinti furono
battuti aU' uscio.
Gli spiritisti co«<ieatrati com'erano ed in-
tenti m quella terribile narrazione, ehe pro-
metteva d'essere delle più interessanti, sussul- '
tarono.
Il tappeto del tavolo tirato troppo da una
parte, trasse in rovina la lampada, che cadde
e si spense.
Tutti si alzarono esterrefatti.
Fu un fugffi fuggi, un gridare una confu-
sione indicibile.
Si precipitarono verso la porta per uscire;
ma là v' erano coloro che avevano ballato, i
quali nulla sapendo e imlla comprendendo, vo-
levano entrare; quindi maggior confusione,
imbroglio e terrore.
Lo spirito, lo spirito di Emberok! grida-
vano le signore.
— No.... SI.... li' ho veduto.... l'ho veduto.
— Ha spento il lume....
— lìil il ^demonio....
— E il signore....
Insomma, una vera Babele.
Questo era comico, ma ahimè! ie eonse-
gueuze furono tragiche.
Al domani mattina i medici di Jefferson ven-
nero chiamati in diverse famiglie, ove alcuni
signori erano caduti improvvisamente malati.
Una signora fu cercata intano per due giorni,
ed alfine, sul far della sei'» del terzo, un di
lei fratello la ritrovò. Era sedata su d'un sasso
in riva del Missouri, e pareva contaese i gra-
nelli dell'arena, su cui diasegnava strani ge-
roglifici con una verga.
Il fratello le si accostò, e come ella lo vide
mandò un grido e diedesi alla foga. I capelli
sparsi erano agitati dal vento e scappava gri-
dando :
— Emberok, pietà! Emberok, pietà!
Era pazza !
Fu alfine raggiunta, ed ora è nell'ospedale dei mentecati.
Un'altra signora che trovavasi in quello,
stato ìb mi ogni emotione può essere fat»le
ad uw dolina,.Diofivf dop9 poplji giorni, e^n-
sé^nando cosi alla tomba due vìttime della
spiritismo.
Sentiamo che al posto di consigliere
aulico presso la nostra luogotenenza sia
stato nominato il dr. Antonietti. Quan-
tunque non fummo noi tra i sosteni-
tori del dr. Antonietti, pure vogliamo
accogliere in buona parte la di lui no-
mina. Molti sono i bisogni della Pro-
vincia, ai quali si deve provvedere, e
molti i diftetti che devono esser tolti,
e siamo in. diritto di sperare che egli
approfitterà dell' aita sua posizione per
cooperare al suo benessere e pro-
gresso. — Il dr. Antonietti è Dalmata,
moìtrò di aver a cuore il bene della
Provincia ed ora ha 1' opportunità di
poterglielo procurare, nè l'attitudine gli
manca. Quello di cui abbiamo bisogno
è un operosità proficua animata da
un sincero affetto patrio; un impulso
ad un indirizzo iniziatore nell' am-
ministrazione dello Stato, tanto neces-
sario in un pa'ìse dove l'iniziativa pri-
vata 0 è assai debole, o manca alìaUo,
e dove mancano istituzioni che possano
supplire al difetto dell' azione dei pri-
vati. Se a ciò saranno dirette le care
del nominato consigliere aulico, egli
può esser sicuro che si avrà l'appoggio
di tutti i sinceri patriotti.
II signor Luigi Maschek, consigliere
imperiale, direttore degli uffici d'ordine
dell' imp. reg. Luogotenenza ecc. ecc.,
ha pubblicato 1' annata VI e VII del
suo Manuale del Regno di JDalmasia,
e ce ne ha favorito un' esemplare.
Parlare del merito e dell' utilità di
questa ormai cosi pregiata pubblica-
zione, sarebbe ripetere quanto in più
incontri ne disse la pubblica stampa.
La pazienza e 1' ottima distribuzione
dei molteplici argomenti di patrio in-
teresse che in esso si contengono, sono
prova dell' interesse con cui il signor
Maschek s' occupa delle cose nostre ;
interesse degno di ogni encomio, e che
noi vorremmo fosse imitato.
Per corrispondere al desiderio esternato dal
pubblico, la compagnia drammatica diretta dal
sig. Ettore Dondini, darà questa sera la re-
plica dell' Amleto^ tragedia di Shakespeare.
Il ben eneomiato attore sig. Drago, che la
prima volta riscosse tanti applausi, e s' ebbe
meritati elogi dal pubblico, è attore che me-
rita di essere sentito, e noi ci lusinghiamo
che gli intelligenti frequentatori del nostro
Teatro, non lascieranno passare così favore-
vole occasione di' ammirare e far plauso al
merito del sig. Drago, che nato per la trage-
dia, non tarderà a farsi degno di stare in li-
nea colla fama dei Rossi e dei Salvini.
llitiiue notizie.
f tit ^^ióia^^^ della neutralità au-
striaca in favore «Iella Russia, viola-
zione avvenuta in seguito al trasporto
di, viveri e munizioni sulle ferrovie
itìsteiache per approvvigionare 1' es^-
non sentire la comune vergogna; ma il cre-
déré^e?MllaEÌ»> Spaàdetta, la moglie del Moro
eia fuggita. ; . - .
— Basta, basta, basta, gridarono molti dei
convitati. Maria teneva il volto nascosto tra
le mani.
— E eon (jbi era fuggita ? Coli' onorevole
sjii: Tommaso Walpole^ ricco inglese, gran
viaggiatore, gran conošcenfte del Nelson, au-
torevole presso la Corte, mezzo poeta. Fuggi-
tiancL jJopa, ojCLJdWja iUafewàfi^^
iue dalla mia assenaà. Si conobbero a Napol|
Move to zia p^
Wcaie df à 0nimi), nfel» mia cas^
Stessa, fra le mie povftce pareti portarono l'ob^
èrobrio dei loro amori. Minacciato della vitó
ite al<t^ fiopolMJi, 1' dnorevote inglese- fug^
Siindi con lei a Parigi. Sì fatte donne veni-
«OBO prèsto a noia, ed ella quivf dopo du^
^tfi di prostitnzione, sì trovò una sera sola
m un abbaJjdonate dy loi|, con un^
wrsa d''oro cl^e le mise tra lem&pian serv^
' Maria ^ '^esta punto 'te
S^pereosse la «. di^atamente gridòs
cito russo che è in Rtimenia, detta
alla Neue Freie Presse seri lamenti
contro la politica della monarchia che,
come assicuravana i ministri Lasser e
Tisza nelle loro dichiarazioni ai due
parlamenti, "è sempre la stessa dal
principio dei torbidi d'Oriente.,, Ed
infatti, adesso come due anni addietro
r Austria comprende noi medesimo mo-
do l'osservanza della neutralità^ Di-
chiara il (foglio liberale di non volere
accusar nessuno, ma domanda come
mai r Austria usa sempre un linguag-
gio fermo verso la Turchia ed è sem-
pre remissiva colla Russia, perchè viola
sempre la neutralità in favore di que-
sta e mai di quella ? Dice che i timori
che si fanno sentire più vivamente in
Ungheria dove le passioni sono più
forti, esistono pure in Austria e ohe
r assicurazione data tante volte dai
ministri che gli interessi della monar-
chia sono protetti, non basta più a
tranquillare gli animi che vedono sèm-
pre curati gli interessi della Russia
invece dei propri. Osserva che la po-
litica austriaca "è soltanto conseguente
nella inconseguenza del suo contegno«
e che agita sempre più il popolo per
plesso.
* * *
Ecco il testo del telegramma inviato
air imperatore Alessandro dal granduca
Michele comandante superiore dell' ar-
mata in Asia, sulla presa di Ardahan :
"Ho l'onore d'inviare a Vostra Mae-
stà le mie felicitazioni pella presa di
Ardahan. In questo punto ricevetti dal
generale Melikoff un dispaccio nel quale
annunzia che le opere avanzate di Ar-
dahan, e le fortificazioni con 60 con-
noni, e grande quantità di provigioni
e munizioni giacciono ai piedi di Vostra
Maestà. Il 17 maggio il fuoco meravi-
glioso della nostra artiglieria, che durò
dalle 3 fino alle 6 pomer., aperse la
breccia nelle mura della città; alle 6
seguì r assalto per parte dei reggi-
menti, Eriman, Tifìis, Baka e degli zap-
patori? i' ipìMcc^ m)ir pó.tà resistere al-
l' urto, prese la fuga lasciando molti
morti sul terreno. Abbenchè regnasse
r oscurità r inimico fu inseguito dalla
cavalleria, alle ore 9, lei truppe occu-
parono al suono dell' inno nazionale
la città e le fortificazioni e festeggia-
rono entusiasticamente la vittoria; la
bandiera russa sventola su tutti i forti.
Le nostre perdite non sono ancora e-
sattamente note, si ritiene però che
1 - ufficiale e 50 soldati rimasero morti
e che 4 ufficiali e 180 soldati furono
feriti. Io non posso bastantemente e-
saltare il valore e la freddezza dei no-
stri giovani soldati, e Le eccellenti di-,
sposizioni prese dagli uffiziali. Un so-
lenne uffizio divino avrà quest' oggi
luogo nel centro delle fortificazioni col-
r intervento di tutte le truppe.,,
cor lui, lui che à ràjgibné nòn si curava più
di te, ,perchè ti aveva pagata.
— vero» grfd^iva foeri di seirao Marài
— E vero^ ma ^^ p qui
finisti a il liaè r^aw^ lì vero,
ima la memrfrià ^eNuo vècchié ti
si risvegliava nel cuore: non ti cavò una .la-
grima r idea che tu parricida lo avevi spinto
nel sepolcro. Sì, pochi gil)rtii fdopò ia tua
fuga, egli morì colla maledizione sulle sue
labbra. SttHa terra che lo copre io V ho rin-
|iovata quella male^ioir^ >6; i^n e$sa nei cuore
Francia e Italia per molti anni cercan-
lotì: Ma invano ti mutžcti n'oiaè, invano spa-
liroQÓ dii tuo ivóllio k rose éotaè dal ciwre
l'iunocenz^. Qu^, servo che ti aveva pagato,
£onoseìiiÌbo da mè per caso o pèr volere di
pio- à 'J^rigf, inài raccotó» toitóf mi nàlsè sulle
luft .orme^ ed ora io ti ho trovata.
^ Qui r mterruppe il marchese: — Dovete
inccorgervi che sceglieste un brutto tempo a §ue»to vostro raftconto e che non dovreste più Itr® veiiaei^re Jb «» fiazi^^
- iVbi siete molto buono e Mri dngra]tìo.<
ìft fitii pamtft.
f élegmmmi partìcolari del "Dalmata.,,
Oostantinopoli 25. I Turchi si
preparano ad assaltare Bajazid. Il
comandante di Ardahan fu posto
sotto processo.
^ — 25, Presso Adler i Turchi
prendendo r offensiva, fecero su-
bire ai Russi delle gravi perdite.
— 25. Vennero sospèse le lì-
nee di navigazione tra Costantino-
poli-Smirne e Creta, e tra Conea-
Derna-Bengassi-Tripoli-Malta per-
chè i battelli vengono presente-
mente occupati nel trasporto di.
truppe.
Parigi 25. Il sig. Thiers decise
di procrastinare la pubblicazione
dell'annunziato suo manifesto.
Il sig. Gambetta partì per un
giro politico in Francia.
Vienna 25. Corre voce che Bi-
smarck si abboccò coli' Imperatore
e con Moltke per isventare even-
tuali progetti francesi inspirati a
rivincita. Ha luogo una vivissima
corrispondenza col governo italiano.
Londra 25. Le potenze neutrali
non faranno nessuna protesta pella
dichiarazione d'indipendenza della
Rumenia, lasciando lo scioglimento
anche di questa questione alle trat-
tative di pace.
Roma. 25. Domani il Pontefice
riceverà i pellegrini della Monar-
chia Austro-Ungarica. Pel giorno
5 giugno fissò udienza particolare
ai pellegrini della Dalmazia.
Rivista letteraria.
Il marito amante della moglie.
E' questa una commedia in tre atti,
nuova per le nostre scene, scritta dal
simpatico l^eta contemporaneo Giu-
seppe Giaèoha del quale conoscevamo
già la Partita a scacchi ed il Trionfo
d' amore.
Il tema generale del lavoro è: Fe-
deltà coniugale; riassumeremo i parti-
colari in poche parole.
Ottavio đ AlbavUla spinto dal suo
tutore a sposare una sedicenne fan-
ciulla, compita appena la cerimonia
matrimoniale riceve fra le mani un vi-
glietto col quale lo si avverte averlo
il duca unito a quella fanciulla per ot-
tenerne più facilmente le grazie. Ottè-
vm sdegnato cerca lo scampo nella fuga.
Sotto il nome di (Hno di Monfiorito si
incontra dopo dieci anni ad un ballo
— Morire, morire prhna ehé «^aìrìo, gridò
disperatamente Maria.
£ ^trai aadie mori s« U desideri.
Tu qaindi innanzi pn potrai vivere o morire
em me. . . -
— Portate altrove, ioggiunse'tosto il mar-
chese, poi tate altrove le vostre minacce, li-
sci te. Se avete ragioni su questa donna, non
è qn^tò il luogo di farle valere. Or ella è in
casa mia, e ne uscirà non come Maria Moro,
ma come Maria Greco quale vi è entrata. —
Tutti i convitati si levarono in piedi. Ad
un suono di campanello entrarono parecchi
servi 6 da chi con belle paròle, da chi con
tninaee& colui fia persiìs^ ad aodarseae. < v
Dopo mezz* ora M convegno era sciolto. L«
Greco fu condotta semiviva in una carrozz»
alla saia casa e il Gottifredi rimasto solo 4
andato al salotto, disse:
— Ora,. Alberto, andiamo ; ho voglia di
battermi. Ma Alberto ncm erla più in quel
salotto, nè in qnel palazzo.
. , .. XII. •i
con la consorte abbandonata, e senza
pure conoscerla ^e ne invaghisce. In-
dagando chi fosse questa dama viene
subito a sapere essere dessa la con-
tessa Beatrice đ AlbaviUa, la donna da
lui respinta e che pure portava il suo
nome ancora. Egli se le fa presentare
da un amicO' il cavalier Maurilio, che
pure n' era invaghito, ma si ritira non
appena lo conobbe. La povera Beatrice
è guardata a vista dallo zio il mar-
chese Fulgenzio e dal cavaliere
baie suo amico, ambidue vecchi ed in-
namorati di lei in modo da non tol-
lerare che nessuno «la avvicini fuor di
loro. Accortisi della crescente inclina-
zione di Beatrice pel supposto conte
Gmo essi cercano tutti i modi per al-
lontanarlo, ma ne riesce contrario l'ef-
fetto, giacché essa al fine gli confessa
d' amarlo e fatto ciò gì' impone subito
di allontanarsi da lei, cui la fedeltà
coniugale da un lato e 1' onestà dal-
l' altro non permettono di tollerarlo più
a lungo vicino. Entusiasmato da tali
nobili sentimenti egli le si scopre e ne
ottiene il perdono, tanto più gradito,
quanto meno sperato.
Il fatto quindi di per sè stesso non
è nuovo, e trova mille riscontri nelle
drammatiche produzioni é' oggidì. Non
quindi un episodio, non una situazione
che per la sua novità, possa produrre
sicuro effetto. Arrogi a ciò la lungag-,
gine di tre atti nel primo dei quali, e
subito al principio, puoi comprendere
lutto intero lo scioglimento e vedrai
che il lavoro non può riuscire troppo
interessante. Di fatti pochi, anzi pochis-
simi i momenti d'effetto drammatico
e quindi meschino T interesse ed oltre-
modo esigui gli applausi. 11 carattere
della donna istessa è poco chiaramente
dipinto ; fanciulla. maritata e vedova,
come suo zio la caratterizza, ora ella
ti sembra una folleggiànte fanciulla,
ora una raffinata civetta, tal fiata una
donna posata e sicura di sé. Nel cava-
lier Maurizio si vede un intruso a
forza il quale non serve ad altro che a
sentire il racconto della vita di Ottavio
ed a presentarlo a sua moglie. Ed a
che quei due vecchi uno del quale
riesce perfettamente inutile? 11 mar-
chese Fulgenzio è lo zio della ragazza,
ne è invaghiio e non si dichiara che
vagamente; mentre il cavalier Asdru"
hale lo fa in sua presenza e senza reti-
cenze, l'altro se ne impazienta un po-
chino, ma poi ritornano amici quasi
subito. Perchè la gelosia verso gli al-
tri e quella armonia amichevole fra i
due vecchi amanti? In una parola, il
quadro offertoci questa volta dal Già-
cosa, non corrisponde all' aspettazione
ned al concetto che co ne ripromet-
tevamo, e ciò per quanto riguarda
l'argomento e l'azione comica.
{Continu^i.)
Moro fosse stato disposto tra il marchese e
Saverio Pagano per ridurre l'amico alla buona
via. Io non saprei affermarlo. Alcuni però
davano per certo di aver veduto la mattina di
quel giorno il Pagano parlare col Moro lun-
gamente in via Toledo.
Fatto è che il Moro la mattina dopo venno
arrestato per opeia del marchese, che possente
in Napoli bastava accennasse un sospetto so-
pra colui, perchè fosse tolto di mezzo. Dicosi
anche che prevedendo il mal termine della
Maria avesse cosi cercato di darle temno a
fu^ire. ^
Prattpto il'conte Giorgio Castello, saputo
la vendila del fondo che Evellina aveva a
Chieti; ed i debiti di Alberto, si presentò ai
tribunali e ottenne che fosse tolta di mano
allo scapestrato^^ ogni amministraaìone dei bòni
di Evellma. 01 più, nel Iprimo impelo della
sua indegoazione, voleva indur 1» nipote a
lasciare la d«l marito, ma «llir sulenae^
mente gh disse : Da lui non mi potrà disiriuii.
gire che la morte. ««
L'iatèrdixione di Alberto dopo poctii di fli
pubblicata e credette egli di perderne il capo
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(CftUiuua). AM^BmMi.
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t-^fmrv -Tir. » V -A,' '-e. >
ZASA, Mércifle^.S LugUo 1878. inno Xm.
CcMidiwOBi d'AssoeiaJiione.
vl^^r Zara fior. 8 aalìcifjatamente, se-
; .taestee e trimestre in propor^ioue.
Per ri mpeto lustro^Wngarlco fior.
9; ,s<ìs|i€atre fior. 4:50 trimèstre
. gli Stati appartenenti all'Un
-ivV 'Éloaft pestale ifior. 12 air anno
> iseató&tra e trinle»tre in proporzioiie.
. i Per gli Stati non appartenenti
all'Unione pestale fior. 8 è di più
r aumento delle apese postali, seme-
stre e trimestre in proporzione.
I p^^pafiietoti si laano in Mneonote àttstr^
r' «pjitre in moneta d' oro del paese.
polìtico^ economico, létterarìo,
Esce il merealedk e il mbMo.
Le associazioni e gli importi di d«l
naroj 'in assegni postali, si dirigano
air amministrazione del'^lmata„ ia
Zara. Chi non respingSfffig^^^
scaduta T associazion® ifiteiadè ^jóK^
bligato per il trimed^%:|||À^nte.
Le corrispondenze dev^omrairigersi s
affrancate esclusivamente al Redattore.
Le lettere non affrancate saranno re-
spinte. comunicati si inseriscono ai
prezzo di soldi 10 la linea. Avvisi «d
inséizioni a prezzo moderato da con-
venirsi. Un numero separato costa s. 8.
^^ I ignori associati, cui sca-
de l'^^bbuonamento, soflo pre-
gati di rlimoTarlo con ia rimessa
del denaro anticipàtamente se-
condo le condizioni.
I socii morosi sono eccitati al
pagamento del debito loro. Eguale
invito rivolgiamo ai debitori per
inserzióni o ringràziamenti.
Zara, 2 iuglio.
Gazzetta del Congresso.
Sai modo di regolare la questione
finanziaria della Turchia sembra che
non siasi presa alcuna definitiva de-
cisione. A quanto pare però vi sarebbe
r intenzione di ridurre sensibilmente il
complesso del debito turco, avendosi
la convinzione si appagherebbe di un
risultato qualunque che garantisce una
parte almeno deir indenizzo. Tutte le
parti ohe sarebbero staccate dalla Tur-
chia dovrebbero assumere una propor-
zionata quota di tale debito ridotto, ca-
pitalizzarla ed ammortizarla, e la quota
che resterebbe alla Turchia sarebbe e-
gualmeate capitalizzata ed ammortizzata.
Le strade ferrate turche le quali
appartengono ora ad una società au-
striaca sarebbero divise in linee della
Rumalia, della Bulgaria, e della Bo-
snia, e l'esercizio di tutte avrebbe
la società austriaca. Sembra che spe-
cialmente su tale questione sia riuscito
un completo accòrdo fra Andrassy e
la Eùissià, òhe avrà iL siio pieno Metto
qaàiido sarà effettuata la congiunzione
delle linee austriache colle orientali,
cioè quando sarà completata la rete
ferroviaria della Bosnia, e sarà questa
congiunta colle linee austriache, un-
gheresi e dalmate.
La Serbia non dovrebbe ottenere al-
cun aumento di territorio nella parte
occidentale, ma in quella non otterrebbe
tutto il sangiacato di Nisch fin oltre
a Pirat, un territorio ricco e produt-
tivo con una popolazione . che supera
i 60(i.000 abitanti.
Nella seduta tenutasi dal Congresso
nel giorno 27 corr, Gortschakpff in un
discorso da lui tenuto avrebbe, osser-
vato: Ohe i suoi colleghi aveano fatto
concessioni ohe andavano molto oltre
a quanto si era divisato ; che egli però
conosceva troppo bene i sentimenti dei
suoi colleghi per farvi eccezioni, e de-
siderava unicamente di dichiarare, che
la Russia fece quei sagrifizi al deside-
rio di pace dal quale era animata, e
non tendeva a qualsiasi scopo egoi-
stico, Beaconsfleld rispose esternando
la sua ammirazione pei sentimenti di
Gortschakoff, che venivano apprezzati da
tutto il Congresso» ed esprimeva la
speranza di incontrare gli stessi senti-
menti anche nelle ulteriori trattative.
La questione d' Antivari sembra che
non incontrerà difficoltà, bensì quella
della Grecia, i cui delegati domandano
che ove non si voglia accordare V an-
nessione deir Epiro e della Tessaglia,
si cerchino almeno coutìni naturali pro-
ponendo la linea di Fiatris da una parte
e quella di Tempo dall' altra. La Gre-
cia, dopo che le fu notificato che era
ammessa al Congresso con voto con-
sultivo, nominò a suoi delegati Delia-
nis e Rangobe. Si crede però che i
delegati turchi si opporranno alle do
mande della Grecia.
Da tutte le potenze venne unica-
mente decisa la libertà di tutti i culti,
senza differenza nella Bulgaria e nella
Rumelia.
Gli Armeni pure presentano un Me-
morandum al Congresso nel quale si
raccomandano le seguenti riforme : Con
una precisa determinazione di confini
la nomina di un governatore inamis-
sibile per 5 anni con un consiglio.di
amministrazione composto dai direttori
delle finanze e dei lavori pubblici, da
un assessore legale, dal comandante
militare e dai sopraintendenti delle
scuole maomettane e cristiane; e la
divisione delle provincie in sangiacati.
Il venti per cento delle pubbliche
rendite deve esser versato nella cassa
dell' impero, ed il rimanente impiegato
a benefizio del paese. L' istituzione di
giudizi maomettani, cristiani e misti e
la nomina dei giudici per psrtè del
, AEPimGE.
D a r\ t e storie o.
(Oont. e fine vedi n.r 52.)
Rilevasi dal cpmento come Dante narrò
glorie ed, ignominie, ed anche lodi o riprenda,
eppur vittt^El.^api, imperatori e re; uomini
politipjl e letterati ; guerrieri e frati e T uma-
nità in generale. Insomma quel wo che da
pochi s'intese e che pochissimi il vollero com-
prendere e promulgare «arà chiarito con luDga
iliiistrazione, .
Gli uomini dacché si conoscano, pacano
dinanzi al sommo Vate, quasi paiorosi di es-
sere marchiati d'infamia, ed egli,, come il
suo Min,(fse, conoscitor delle peccala e eome
Os«*tpre ^ante della rettitudine, assegna a
jijfascuno il posto che loro è dovuto nei tre
regni da hi d^ritt^ .. ^
y ìiiàsire (jiiddi Hprqplain. helìa sua
;^ppedia pas^ ijnj frégna gli
Sc'aUàèifi» i ^^fg^lM^. i. Boria, ì i Ma-
lès^m^i, 1 Buónàeorsi è i Tìsconti oa un lato^,
qup' da Romano, da Oumraino, da Valazzo, da
Polenta, da Castello, da Verrucchio, daMon-
tefeltro dair altro ; costoro hanno fama o in-
famia da un verso, da un motto di Dante,
più che. da niplfi volami e da croniche che
ponno trovarsi, nelle biblioteche. Le repub-
bliche italiarie e pressoché tu|ti gli stati eu-
ropei per. le imprese, e la politica bugna o
cattiva che si fpsse avean diritto di occupare
storie o poenii, e hanno sulla commedia di
Dante e, nel suo comentatore più che altrove
un eterno monumento d'infamia p di gloria.
L'opera divina deirAlighieri e per la na-
tura delle cose, e per la situazione dei paesi,
dell' indole dei personaggi, e degli avvenimenti,
convien confessare essei; essa fijpsofica, tedo-
gica, storica e geografica, senza cessare di
apparire un grande poema: però assai di
quelle azioni commendevoli o riprovevoli ven-
nero sovente nel poeii^ di Dante, siccome a
que' tempi a tutti noti, appena apcennate, le
^qnali ora, per ^ere ignote,a pon pochi, ab-
bi^ógnanf), Ji .parziale e, ,i come^fea-
,Ì9^i non furono di darne^a con^cere
quégli illustri persona]^, onde n^^ poema li
dolenti p^ l^ bolgie dell' Inferno,
smorte ombre nél monte del ^^urgatorio, rag-
governatore; i capi locali devono fun-
gere da giudici di pace. Piena libertà
di culto, ed il mantenimento del clero
a carico dei comuni, una milizia na-
zionale della forza di 4000 uomini, ed
una gendarmeria nazionale pel mante-
nimento dell' ordine e della tranquillità
pubblica ; e finalmente l'istituzione di un
consiglio generale elettivo. L' esecu-
zione di tali riforme deve essere con-
trollata da una commfesione interna-
zionale delegata dalle potenze.
Sugli ulteriori accordi relativamente
alla Bulgaria ed alla Kumelia si dice
esser stato stabilito : Ohe T annessione
del sangiacato di Sofia alla Bulgaria
deve farsi in modo da assicurare a
questo principato una linea di confine
strategica, e per conseguenza la città
di Sofia deve conservare la sua im-
portanza difensiva, senza però poter
esser utilizzata quale base di opera-
zioni oftensive. Lo statuto organico deve
esser compilato da un commissario
russo colla cooperazione dei notabili
del luogo, appellandosi in caso di di-
screpanza ad una commissione conso-
lare che a tal'eiìetto verrà; .istituita.
Compilato Io statuto si procederà al-
r elezione del principe e cesseranno
le funzioni del commissario russo.
La Rumelia avrà un governatore
cristiano, al quale sarà aggiunta una
commissione mternazionale, che avrà
poteri più estesi della ppiflipissione
della Bulgaria. Una commissione na-
zionale formerà il governo del paese,
essa sarà costituita appena il Congresso
avrà terminata la sua opera, e com-
pilerà lo statuto dell'organizzazione am-
ministrativa del paese sui principi sta-
biliti dalla conferenza di Costantinopoli.
Belativamente al pre^dio turco venne
accolto il progetto di Vaddington, se-
condo il quale ai Turchi è libero di
tenere nei Balcani il numero di truppe
che credono necessarie, con ciò però
che esse in nessun caso, e nemmeno
durante la marcia, possono venir ac-
quartierate presso ,gli abitanti, e nel-
l'in terno è esclusa ogni guarnigione
turca. I Turchi possono unicamente
presidiare i confini meridionali.
gianti spiriti nei celesti astri, ma finita la poe-
tica azione la istoria loro, che già mancò da
principio di glorie, ci fa desiderare una so-
luzione che sarebbe la notizia chiara dell' in-
dividuo «ccennato; e a questo dififetto ha sop-
perito r illustre prof. Guddi Hercolain, suo
enciclopedista in modo che con la sua .guida
le allegorie, le parafrasi, le storie, le favole
sono chiarite e delineate: e benché, a prima
vista, sembrino portare confusione i nomi di
Annibale, Roberto e Guiscardo; di Maometto
e di frate Volunio; di Bertram del Bornio e
di Pietro da Medicina, per mostrarli in una
medesima scena figure diverse, pure nel vo-
cabolario saranno bene distinte ed illustrate
dimostrando pur sempre le infinite concordate
bellezzie dell'opera Dantesca: per tal modo
potrà, dirsi Dante all' Italia, quale Omer® alla
Grecia, primo pittore delle memorie antiche
ed il ricercatore degli altri mondi invisibili,
non avrà più mestieri di sostare, ad ogni pie'
sospinto e chieder® lungo il cammino » que-,
ed a qucdl' ^nima, qual fosse la patri»,
r età, il nome 6 le colpe eommesftB ;. pwfehè
ogni voce potrà riscontrare nel vocabolarip;
del chiarissimo Guddi Hercolain e cosi, pre-
viamente istrutto, attenderà alla parola Dan-
La Situazione interna.
Sanzionate le leggi suU' accordo, il
parlamento Ungherese venne solenne-
mente chiuso e l'Austriaco aggiornato.
Il grande compito che costò due anni
di dibattimenti e trattative, che avea
provocato una crisi ministeriale, prima
nella cis- e poi nella trans-leitania,
le quali si sciolsero entrambe in forma
tanto straordinaria e si poco parla-
mentare — è finalmente raggiunto. La
lotta, ohe paralizzava ogni azione 4®!-
r Impero all' interno, e portava una
triste influenza anche sull'azione estera,
è finalmente terminata. Per dieci anni
r Impero riposerà, e l'antagonismo fra
le due parti della Monarchia non si
farà sentire — almeno non in forma
così acuta. Le conseguenze di quella
lotta sono però più fatali, e più nella
cis- che nella trans- leitania. In Un-
gheria sebbene la maggioranza parla-
mentare è assotigliata, e le varie fra-
zioni dell'opposizione riuscirono a coa-
lizzarsi; pure i ministero ha sempre
un partito che lo appoggia, il quale
costituisce la maggioranza del parla-
mento, e restò compatto. Il ministero
Tisza esce dalla lotta scosso bensì,
ma sempre capace di vita fino alle
nuove elezioni, ed un opposizione seb-
bene forte pella riuscita coalizione, ma
costituita da elementi tanto disparati, ;
non può mantenersi a lungo.
Nell'Austria le condizioni sono peg-
giori. Le pertrattazioni sul!' accordo,
alle quali si aggiunsero quelle sulla
riforma finanziaria risvegliarono diver-
sità tali di opinioni, e discrepanze così
acute da portare il disaccordo negli
stessi club, le passioni furono eccitate
in modo, che le discussioni degenera-
rono in personalità, dimenticandosi per-
fino la forma parlamentare. Non si
conobbe più disciplina, la scissura en-
trò nel partito costituzionale che si
divise in frazioni, ed il ministero ot-
tenne bensì la maggioranza alle sue
proposte, ma non coli' appoggio del
partito costituzionale, ma colle frazioni
dei vari partiti, e specialmente del
club polacco, che non può dirsi co-
-' ' IMIII .•gj^Bp^.uBnW
tesca. Diamo per esempio Ugolino, che alla
pronuncia s' accorse dover esser fiorentino
quel vivente che lo interrogava:
r non so chi iu »ie, nè per che modo
Venuto Be' guaggiu, ma fiorentino
Mi sembri veramente qutmd: i' t' pdo
Tu dei saper eh' e' fui 7 ponte Ugolino.
E questi V Arcivescovo Buggeri:
Or ti dirò percK io aon tal vicino
Che per Y effetto de' moi ma' pensieri
Fidandomi di lui io fossi pretto
B poscia morto, dir non è mestieri.
Però, gite? che non puoi cVoer intefo,
Cioè- come la morte mia fu cruda
Udirai, e scupra% se m'ha offeso.
Inf. XXXIII 10 ai 18.
Il personaggio ora in isoena Ugolino della
Gherardesca dice al poeta: quello che non
puoi avere udito si è come avvenne la crudel
mia morte. Infatti poteva essere che quanto
risultava manifesto a tutti nel 1300 noi fosse
oggi per ogni lettore di Dante. Chi alle pa-
role di Ugolino dovesse sospendere la lettura
dei versi per imparare allora le ommesse cir-
4os^an»e, certo che, nfl^tsi poi all' inter-
rotto studio^ non potìriif avere sott' oechio
pM^tore < patòend efferatamente di
un fceMhio, U^ èoèeè tutta insan-
guinato, ia forbiva aUe ciocche dei rimasti
Ir. 3 0 . mi, Sabbato 12 Aprile 1879. Anno
Condizioni d' Associamone.
Per Zara fior. 8 anticipatamente,
mestre e trimestre in proporzione.
P«r l'Jmperu Austro-Ungarico fior.
9; semestre fior. 4:50 trimestre
fior. 2:50.
Per gli Stati appartenenti all'U-
nione postale fior. 12 all' anno-
semestre e trimestre in proporzione.
Per gli Stati non appartenenti
air Unione postale fior. 8 e di più
r aumento delle spese postali, seme-
gtie e trimestre in proporzione.
I pagamenti si fauno in banconote austr.
oppiire in moneta d' oro del paese.
IL DILIMTt
Giornale politico, economico, letterario.
Esce il mercoledì e il sabbato.
Le associazioni e gli importi di de-
naro, in assegni postali, ^si dirigano
all' amministrazione del "Dalmata,, in
Zara. Ohi non respinge il foglio dopo
scaduta 1' associazione s'intende ob-
bligato per il trimestre susseg ir ute.
Le corrispondenze devono dirigersi
affrancate esclusivamente al Eedattcre.
Le lettere noli affrancate saranno re-
spinte. I comunicati si inseriscono al
prezzo di soldi 10 la linea. Avvisi ed
inseizioni a prezzo moderato da con-
venirsi. Un numero separato costa s. 8.
1 manoscritti non si restituiscono.
JiUl!lUJg|l
Zara, aprile.
In alcune provincie e specialmente
in Boemia oominoia già 1' agitazione
pelle prossime elezioni del Oonsiglio
dell' Impero. A Praga durante le ferie
Pasquali vi sarà una conferenza dei
deputati del partito costituzionale, collo
scopo di organizzare l' azione. Si vor-
rebbe istituire un comitato ^centrale
colla sede a Praga e comitati filiali
sparsi in tutto il Regno. Sembra però che
anche il partito czeco non sia inattivo.
Il Narodny Listy di Praga dell'8 corr.
porta la seguente dichiarazione di Slad-
kovsky : "In seguito a fattami domanda
devo dichiarare pubblicameate, che nè
per deliberazione, nè in nome del par-
tito liberale nazionale fu chichessia inca-
ricato di eccitare le società politiche
ad iniziare un' agitazione peli' ingresso
nel Consiglio dell' Impero. Qualunque
pertanto, e sia esso chi si voglia, il
quale diede, o dovrebbe dare un simile
incarico agisce di suo arbitrio, e non
per autorizzazione degli uomini di fi-
ducia del partito liberale nazionale.,,
Tale dichiarazione pubblica deve far
ritenere che nel partito czeco si inizia
un' agitazione indipendente dagli uo-
mini di fiducia, e la quale avrebbe lo
scopo di cessare la politica passiva.
La Turchia ha accettato il progetto
dell' occupazione mista nella Rumelia
orientale. Oon ciò però non può dirsi
ancora assicurata la realizzazione del
progetto stesso. Le trattative entrarono
in nuova fase, ma non sono ancora
condotte a termine. La Turchia accet-
tando quel progetto abbandonò il campo
del trattato di Berlino, ma entrò in
quello in cui si sono poste l'Inghilterra
e l'Austria, secondo le quali lo scopo
dell' occupazione sarebbe di evitare
nuove complicazioni ed assicurare alla
Turchia il possesso nella Rumelia. Le
condizioni quindi che essa pone al-
l' occupazione sarebbero: l'attivazione di
una nuova amministrazione con alla
testa un governatore nominato dalla
APPEUDIGE.
Porta, sotto il controllo della commis-
sione internazionale. Essa vuole quindi
garantito il suo diritto di sovranità ed
assicurato il possesso della provincia.
]']' dubbio però se la Russia accetterà
tali condizioni. E' noto che la Russia
realmente mai abbandonò il piano del-
l'unione della Rumelia alla Bulgaria, e
della costituzione di un principato bul-
garo che si estende dal Danubio al-
l' Egeo. E noto che la circolare, che
proponeva l'occupazione mista non era
sottoscritta da Gortschakofi, e quella
proposta fu interpretate per un trionfo
di Scuvaloiì sulla politica del cancelliere
russo. Non sarebbe quindi da stupire se
ora insorgessero nuove e tali difficoltà
che potrebbero fare abortire tutto il
progetto, essendo tanto diversi gli scopi
che coll'occupazione si volevano seguire.
Continuano i commenti sul brindisi
del conte Karoly. A Londra viene in-
terpretato in senso favorevole, e la
stampa di Berlino non vi vede alcuna
allusione alla Germania, Anche a Ou-
stantinopoli fece una buona impressione,
ed allo stesso si vogliono attribuire le
migliorate relazioni coir Austria. Da
Costantinopoli giunge difìatti la notizia
essere state superate lo difficoltà pel-
r occupazione del distretto di Novi-
Bazar, e la relativa convenzione do-
vrebbe essere stata anche sottoposta al
Sultano pella firma.
Rispetto alla Grecia la Porta si mo-
stra pronta a nuove concessioni, e ce-
derebbe alla Grecia. Arta, Locisse, Volo
ed Agrafe nella Tessaglia, restando però
ferma rifiutare Prevesa e Janina, il go-
verno ordinò ai suoi delegati di fermarsi in
Prevesa in attesa delle nuove istruzioni.
La Grecia insiste però nelle sue pre-
tese anche relativamente a Janina.
Nuove complicazioni si annunziano
da Tirnova, dove l'assemblea bulgara,
si sarebbe dichiarata incompetente al-
l'elezione del Principe, ma contempo-
raneamente avrebbe rimesso alla futura
rappresentanza popolare il diritto di
stabilire i confini del principato, ed a-
vrebbe dichiarata ereditaria la dignità
del principe, violando con ciò aperta-
mente il trattato di Berlino, e per con-
seguenza il delegato della Porta avrebbe
insinuata la sua protesta contro quelle
deliberazioni.
Più gravi ancora sono le notizie che
giungono dall'Egitto. Il Khedive con
un colpo di Stato volle svincolarsi da-
gli obblighi assunti verso l'Inghilterra
e la Francia, licenziando i ministri c-
steri Vilson e Blegnieres e costituendo
un nuovo ministero composto da in-
digeni sotto la presidenza di Soheif
pascià, avendo il principe Teufik pa-
scià rinunziato alla stessa. Quella no-
tizia produsse una grave sensazione
tanto in Inghilterra che in Francia, a
Londra si radunò tosto il Consiglio dei
ministri e le risoluzioni prese furono
comunicate tosto a Parigi. Tutti i gior-
nali di Londra convengono che l'In-
ghilterra non può tollerare quell'insulto,
e che "qualche cosa deve esser fatto.
Lo stesso Baly News è d'avviso che la
Francia e l'Inghilterra non possono tol-
lerare quella provocazione ed aggiunge:
"Noi non possiamo permettere che il
Khedive si liberi dalla nostra influeza.
Egli -^OVfcJfHa itnioo/mento por ari-ìo
chirsi ma non ha alcun apoggio nella
popolazione.- Il Daily Telegraf vede l'u-
nico mezzo di salvezza nella destituzione
del Viceré. Lo Standard consiglia a
non precipitare, ed agire d'accordo
colla Francia. Il Times crede che forse
il Khedivè dovrà esser allontanato. La
quiestione importante sarà pelò la sceltà
del sucessore, ed una cosa è sicura : o la
dinastia, o la persona devono cangiarsi.
Il Globe del resto quasi sempre bene
informato scrive : Il procedere del Khe-
dive giustifica le più rigorose misure
per parte delle potenze offese; non è
possibile un'ulteriore pazienza, sarebbe
vergognoso se la Francia e l'Inghilterra
retrocedessero dinanzi a questo piccolo
falletto.
PER UN FIORE.
RACCONTO.
(ContinuRZÌon» vedi N.r 29.)
IV.
Dunque era vero? la contessa Irene di
Moncalvo, lei che giurava e spergiurava di
rimanere vedova per tutta la vita, [ripigliava
marito !...
Sicuro era proprio cosi! La farfalletta a fu-
ria di ronzare intorno al lume aveva finito
per bruciarsi le aluzze dorate. Amore, quel
briconcello, ne aveva fatta una delle sue :
prese 1« forme di un bel capitano dei bersa-
glieri e ferì il cuore della contessa. Ritornava
a galla l'antico idillio di Marte e Venere.
Le amiche di Irene, dal momento che sep-
pero del suo prossimo matrimonio, comincia-
rono al soHto, ad arruolare le loro lingue alle
spalle della povera Irene. Quando esse si tro-
vavano insieme, apriti cielo! Prima, ne dice-
vano il diavolo e peggio criticando la di lei
libertà di vedova: ora che ripigliava marito,
non erano contente e seguivano a dirne sem-
pre male.
Sentite quelle belle ciarliere come parlano
della loro amica la contessa.
— Già quello scandalo doveva finire una
volta: era proprio una vergogna!
— Si, sì, ha fatto bene a ripigliare marito,
Irene non poteva durare in quella vita dà
scapata,
— Basta, che il povero capitano non si
abbia poi a pentire di avere domato quel cuore
tiranno.
— Eh! eh! il lupo perde il pelo, ma il
vizio mai !
—' Hum, per rne non vorrei essere nei
paùni del capitano.'
E seguitavano su questo metro per un'ora.
Oh! donnine, donnine! pare impossibile che
le vostre rosee bocche, fatte per i baci, deb-
bano racchiudere tanto fiele !
Quando poi si trovavano con la contessa,
allora mutavano linguaggio.
— Cara Irene — dicevano — dunque
quello scellerato di un capitano ti ci porta via?
— E come faremo senza di te ? dove pas-
seremo delle serate così belle come in casa tua?
— Ed hai proprio rinunziato alla tua libertà?
— Ma dimmi, hai pensato a quanti sacri-
fizi va incontro la moglie d' uà militare? Ora
qua, ora là, mai uq mom^ato di riposo.
COSE VECCHIE.
Nell'ultimo numero del vostro pre-
gialo giornale vi meravigliate delle in-
giustizie, che va commettendo il consiglio
scolastico provinciale e dei favori che
va spargendo sopra alcuni individui,
che non hanno merito alcuno per rice-
verli. Dio mio ! è questa una cosa,
che già ha principiato nel 1870, e che
in questo anno di grazia raggiungerà
j-robabilmente il suo colmo, dopoché
i maneggi dei nostri avversari han po-
tuto sbalzare di seggio ogni nostro
rappresentante politico.
Se nei tempi andati il merito perso-
nale era nulla, e le protezioni eran
tutto; ora sopra ogni altra qaalita si
richiede la fiducia politica della più
pura e verginale nazionalità slava, in-
nanzi alla quale ogni grado accade-
mico, ogni forma letteraria, ogni nome
scientifico impallidisce e si dilegua. Non
sappiate neppure una sillaba di lingua
croata o serba che sia, infischiatevi
anche in cuor vostro di tutte le gram-
matiche e letterature slave di questo
mondo; basta che nei cafiè e nei cir-
coli vi professiate sacerdoti di Marco
KvoiljovioK ori ammiratori dol CloranO.
stampato per cura e per opera della
colonia cittavecchiana, insediata in Piaz-
zetta Marina, ed allora, siatene si-
curi, avrete ogni ben di Dio. Ma una
volta che avrete messo il piede in qual-
che palazzo burocratiòo, non abbiate
mica la pretensione di venir fuori con
idee vostre, o con progetti e disegni
nuovi di zecca. No, signori ! Voi non
dovrete mai permettervi di avere delle
idee ; ma, come gì' Indiani che si la-
sciano assorbire ed annientare dalla
loro terribile divinità, voi dovrete par-
lare ed operare a detta dei vostri im-
mediati superiori, che vi hanno con-
cesso neir alta loro munificenza il bra-
mato osso, da poter rosicchiare.
Ed infatti date un' occhiata a tutti
quest' intrusi, che hanno tolto a tanti
galantuomini la possibilità di fare del
— lo vorrei sapere come ha fatto ad in-
namorarti.
— E vero, il capitano non è brutto, ma
degli uomini più belli di lui ce ne sono a
migliaia a Firenze.
— Son forse i suoi baffi neri che ti hannt)
rnbato il cuore?
— 0 le spalline luccicanti?
—- 0 il piumetto del cappello?
— 0 il tinnio della sciabola?
— 0 il racconto di qualche battaglia?
— Va' là, Irenuccia, che questo tiro tu non
ce lo dovevi fare. Il giorno delle tue nozze
Firenze pigllerà il lutto, perchè è proprio una
sventura per noi tutte il doverti perdere. Si
vorrebbe sapere perchè ti sei innamoirata.
Irene le ascoltava, e sorridendo rispondeva;
— La colpa è tutta sua, di lui, del capi-
tano. — Intanto ricordatevi di non mancare
giovedì sera. Lo sapete che giovedì è per
r appunto il giorno della mia nascita. Sarà
forse r ultima festa che io darò da vedova.
In quella sera mi ritroverete ancora l'Irene
di una volta. Eccovi un bacio e a giovedì:
siamo intese.
V.
Venne il giovedì. Fino dalle prime ore del
mattino il palazzo della contessa Irene di
MoBcaho pareva una serra gigantesca. Si ve-
devano fiori da per tutto. Irene aveva rice-
vuto dei mazzi bellissimi accompagnati da
profumati bigliettini, nei quali era scritto o
una frase galante, o un motto di circostanza.
— Venne poi la volta della poesia e non vi
so dire gli acrostici, i sonetti e le odi che
ingombravano il tavolino della contessa: ce ne
erano tanti e tanti di quei versi che a met-
terli insieme avrebbero fatto un grosso volume.
Tutti quei versi cantavano — alcuni stuona-
vano in vario metro le bellezze della con-
tessa. Certi poeti poi, alludendo al dì lei pros-
simo matrimonio, accendevano le faci d'Imene
e facevano lume alla coppia eletta, ecc. Oh!
i poeti, di che non sono capaci in uno slan-
cio di lirismo?
Arrivò la sera, e la festa, una splendida
festa, incominciò. Non mancava una delle
tante conoscenze della contessa. Si ballò fino
a mezzanotte. Dopo il ballo, gl'invitati passa-
rono in una stinza dove era imbandito il
buffet.
Presto l'allegria si comunicò a tutti gli in-
vitati. Ad ogni bottiglia di champagne si gri-
dava evviva alla contessa, e c' era sempre
qualcuno che accompagnava questo evviva
con qualche discorsetto, o con un brindisi
improvvisato lì per lì.
(Contmm.)
chiamano Bariaktar (porta bandiere.) 4 ^T
berare sopra questioni che interessano tatti i ì
monti, sarebbero convocati i Bariaktar sott'ć1|:
presidenza dèi capitano yjfffale. Quanta^e
il distretto di Oh i mara è WftgMameute i8o.
iato e diviso dai monti: furej. comoùaaafi
freàWdi ra^man^jp^fb stìsso govtm0
anche per taUajgttj^Bešsendo esso escl^,
vamente di confessione
greco-ortq^^^H^HT hanno costami ^eou»
suetudini tf^HL^nionlgiiri dell' Alt^
Da più anni noi siamo privati da ogni con-
forto religioso, non abbiamo nè prete, nè
chiese. Non possiamo contrare matrimoni le-
gittimi : i nostri figli restano senza battesimo,
i nostri ammalati muoiono inconfessi e senza
esser muniti dei sacramenti, e noi stessi seppe-
liamo i morti come nei primi tempi del Cristia-
nesimo, senza la benedizione ecclesiatica. Noi
siamo trattati con una severità crudele • senza
aver commesso altro delitto che quello di esàer
rifnasti fedeli alla religione dei nostri ante-
nàti.
È vero, che questa fede è a noi cara,
che noi mai rinunzieremmo alla stessa, che
nati, battezzati, ed educati dai nostri genitori
nella santa chiesa cattolica-romana del culto
greco-unito,' soffriremo tutte le persecuzioni,
ed anche la stessa morte, ove si tratti, piu-
tosto che abiurare a ciò, che è l'unico con-
forto della Mostra vita. È questo però un de-
litto ; è questo un motivo per punirci così ri-
gorosamente?
Noi crediamo invece, che avendo fatto tale
confessione S. M. l'imperatore il quale non
fcpuò avere che patema intenzione per tutti i
i suoi sudditi, si degnerà di vogliere uno
sguardo di misericordia su di noi, e di ordi-
nare che la nostra disperata condizione sia da
ora in poi alquanto mitigata.
Noi crediamo, che noi mentre viviamo con-
formemente alle prescrizioni della nostra santa
chiesa, adempiamo a ciò che ci ordina la vo-
lontà dell'imperatore e le leggi del paese ; pa-
ghiamo regolamente la nostra contribuzione
e preghiamo pella salute e prosperità dall'au-
gustissima persona del nostro monarca; pos-
siamo avere anche il diritto di esercitare li-
beramente la religione nella quale fummo al-
levati e nella quale vogliamo educare i nostri
figli.
Implorando la protezione divina noi ci vo-
gliamo a V. E. nella piena fiducia e nella
speranza che S. M. per vostra interposizione,
sig. conte, si degnerà di concederci il libero eser-
cizio della nostra religione, ponendo un limite
alle ingiuste punizioni e multe che da tanti
anni sopportiamo, e che alle autorità locali
sarà impartito l'ordine di non constringerci
più mediante migliaia di martiri e persecu-
zioni ad apostatare dalla nostra santa religione,
e ciò tanto più inquantochè i dispotici mezzi,
ci condussero già ad un tal grado di miseria,
che fra breve non saremo più nella possibi-
lità di soddisfare alle imposte, e nemmeno
provvedere all'esistenza delle nostre famiglie.
Per dare a V. E. un giusto concetto della
miseranda condizione, nella quale siamo ca-
duti, ci permettiamo di unire la lista deBe
persone nonché una più dettagliata descrizione
delle punizioni e multe, che esse soffersero nel
solo villaggio di Sevory. Se fosse necessario
potremmo aggiungerne una per tutti i villaggi
e borgate della nostra provincia.
avvicendarsi di dimostrazioni e di feste
brillanti, che sempre più dimostravano
l'entusiastica accoglienza che la Galizia
avea apparecchiata air Imperatore, e
colla qn*le i Polacchi volevano dimo-
strare il loro attaccarneato all'Impèro.
Splendida oltre ogni dire riuscì 1' illu-
minazione e la festa di ballo data nella
seconda sera. Neil' illaminazione sì ri-
marcavano trasparenti di allusione po-
litica e fra gli altri uno, nel quale
era rappresentata 1' acquila polacca li-
brata sopra gli stemmi Polonia,
Lituania ed Ucrania, tiene una co-
rona d'alloro, ohe pigliava il volo verso
l'aquila imperiale austriaca, e sotto vi
era la seguente iscrizione : "Una volta
in Polonia signoreggiava l' acquila po-
lacca, difendendo il cristianesimo dal-
l' inondazione pagana, dopoché essa
sogiaoque a traditrice prepotenza, non
può più difendere i suoi orbati figli.
Prendili sotto le tue ali, grande Mo-
narca, amato padre.,. Un altro traspa-
rente rappresentava le tre potenze, nel
cui possesso si trovano in oggi i paesi
che un tempo appartenevano al regno
di Polonia, nel seguente modo : 1' ac-
quila che sollecita proteggeva i suoi in
mezzo, ed ai lati un orso ed una volpe.
Venne pure pubblicata un ode, nella
quale si esalta il Monarca, che si mosse
a compassione dei polacchi, ed i quali
a lui ringraziano la riacquistata libertà.
L'ordine fu sempre esemplare, e fu
ovunque mantenuto dalla guardia cit-
tadina. e mai vi fu bisogno dell'inter-
vento dell' autorità.
Sequestro d' Cini in ^^^R
Alla N. F. P. fN^ouJj mk
notizie: dm W' JÉÉ
Da Sarajevo in data
dal 23 al 24 agosto fur®pB|pilIa Zep
molte casse di armi e perizio me furono ir;
restati 10 dei più ricchi e ragguardevoli tur-
chi. Da quanto si dice un turco avrebbe reso
attenta l'autorità. I dieci arrestati saranno cfln-
segnati al giudizio in Travnik peli'inquisisi«^
preliminare. L'agitazione che il /atto portò fa
la popolazione è grande/Dettagli più precisi
fino ad ora mancano.»
Da Brood turco in data 31 agosto: "La go-'
nosciuta dita M. *đi Brood assunse addiètro
alcuni giorni la spedizione di una forte ri-
messa di colli verso l'interno della Bosnia. Il
trasporto veniva fatto mediante animali da
somma. Viaggio facendo il convoglio s'incon-
trò in una pattuglia militare, appunto nel mo-
mento che un collo accidentalmente cadde da
un cavallo. Si constatò che i colli, anziché 1$
merci dichiarate, contenevano fucili. La spe-
dizione fu confiscata, e per ordine superiore
da questa mattina alle ore ÌO ant. si fanno
da 10 militari escavi nei cortili della casa ML;
sospettandosi che vi siano altre- armi «otter*
rate. Il sig. M. venne posto sotto sorvegliane
di polizia. ;, .i-, ,
Petizione dei greci uniti della
Polonia.
I cittadini e contadini, di confessione
greco-uniti, dei distretti di Kostantinov
e Eadzym della Polonia diressero al
conte Loris-Melikov la seguente peti-
zione fornita di più migliaja di sotto-
scrizioni :
Noi sottoscritti abitanti della provincia di
Sielda avendo rilevato dai nostri fratelli che
servono nell'armata, che S. M. l'imperatore
nella sua paterna premura estende la sua pro-
tezione anche oltre ai confini del suo impero,
ovunque popoli della nostrà razza soffrono la
persecuzione, che S- M. non risparmia nè
spese, nè il sangue dei suoi sudditi per assi-
curare a quei popoli un' esistenza nazionale
felice e la libertà dei loro culti, azzardammo
di rimostrare replicatamele a! governatore
della nostra provincia le inaudite persecuzioni
e le grandi ingiustizie che esercitano nei nostri
distretti le autorità locali
Tutti i nostri passi però restarono senza
effetto e disperati per una tale condizione di
cose ci prendiamo 1« libertà di rivogherei di-
rettamente a V. E. colla preghiera che l'illu-
strissimo conte [voglia intromettersi presso
l'augusta persona dell' imperatore, e rappre-
sentare a S. M. la condizione senza esempio,
nella quale ci troviamo. -
Legge organica pell'organizzazione
dei Vilajet.
Alla PoUtische Gorrespondenz si scrive
da Costantinopoli :
La legge compilata dalla commissione in-
ternazionale peli' organizzazione dei Vilajet
della Turchia europea contiene 17 titoli e circa
450 articoli. Il Medschlis (consiglio provin-
ciale) è elettivo e fornito della più estesa com-
petenza. Le leggi dallo stesso votate devono
avere la sanzione del Sultano, il quale però
non la può rifiutare, ammenoché la legge re-
iativa non violi le prerogative del Sultano,
Egli entra come un colpo di sole, e il suo care agli uomini dell'1830, egli diviene in-
rapido parlare fa sorgere delle risa. quieto, muove la gamba, getta di tratto in
Burlone e mordace, tracciando con dei motti trato un "ma smorzato dalle grandi ri-
delle silhouettes follemente ridicole lanciando sate Flaubert; poscia, quando il volo lirico dei
su tutto un'ironia stupenda, meridionale e per- suoi amici un tantino si calma, egli riprende
sonale Alfonso Daudet porta seco una via di dolcemente la discussione, e con tutta tran-
Parigi, di Parigi vivente, palpitante, irrequieto, quillità, servendosi del suo modo di ragionare
elegante, di Parigi dello stesso giorno a que- come si fa d'un ascia attraverso le vergini
sti due grandi, che subiscono il fascino del foreste, egli argomenta cautamente, senza em-
suo entusiasmo eloquente, la seduzione della balage in un modo saggio e giusto quasi
sua figura e del suo gesto la scienza delle sue sempte.
narrazioni ognor messe insieme come fossero Arrivano degli altri ; Edmondo De Goncour
dei racconti in volume. con dei lunghi capelli grigi, scolorati ; un mu-
Ma Zola traffelato dai cinque piani, e se- stacchio un po' più bianco, e degli sguardi
guito da Saolo Alexis, comparisce alla sua singolari, causa la sua enorme pupilla. Gran
Volta. La profonda affezione che egli inspira signore, avente un impronta dalla testa Ano
al padrone5di casa lo manifesta l'accoglienza, ai piedi del secolo XVlII.o che egli studiò
Non e' è soltanto un' alta stima per 1' emi- sì passionatamente, nervoso come il sno stile,
nente romanziere, c'è uno slancio cordiale, avendo un portamente si dignitoso, che i va-
un'amicizia viva per l'uomo sincero e giusto letti quasi per istinto dovrebbero dirgli:
che apparisce nel "Buondì mio caro,, e nella "Signor Duca . . . .„ semplice nonostante e
mano largamente tesa. semplicemente vestito, egli entra tenendo in
Egli si getta traffelato ancora sovra una mano un pacchetto di speciale tabacco che
poltrona, ed il suo sguardo osservatore cerca porta sempre con lui, nel mentrechè stende
sul volto dei circostanti lo stato dei pensieri, ai suoi amici l'altra mano rimasta libera. Con-
il tuono della conversazione. Seduto un po' temporaneamente appare Filippo Burty bibe-
da parte, una gamba sopra l'altra e parlando lotier co no Goncour il primo japoniste di
pochissimo egli ascolta attentamente. Talvolta Francia, maestro conoscitore di tutte le arti,
quando un entusiasmo letterario una digres- portando sovra un grosso veu tre una testa a-
sione di artisti porta quei ciarloni in quelle mabile e furba. Un riso ha risuonato nell'an-
teorie eccessive,, stupende e paradossali, cosi Ucamera» Una voce giovane parla altamente,'
paco avpoco fra loro si svolge l'intera istoria
del cervello umano, dopoché all'uomo fu con-
cessa la parola.
La loro conversazione, ove un motto ap-
pella uu fatto, uu fatto un pensiero, un pen-
sièro una legge, va senza posa dall' anedotto
all'idea generale ; e certo non trascorrono cin-
que minuti senza che la più insignificante
delle novelle arrivi per la connessione delle
deduzioni, a sollevare qualche profonda que-
stione. Essi discorrono in seguito d'arte e
e di filosofia, di scienza e di storia, e la loro
prodigiosa coltura dà loro un'unita veduta sui
tempi antichi; giacché non considerano la mo-
dernità che come un punto di comparazione
colle epoehe passate, rimangono sempre avvi-
luppati in un'idea, come Te sommità nelle
Ma il campanello ancora una volta suona,
ed un uomo giovane dalla taglia piccola e
aera come un Bohémien, viene a sedersi. fra
questi due colossi. La sua testa bellissima,
delicata è coperta da un onda di capelli d'e-
bano, i quali discendono sulle spalle, si con-
fondono alla barba riccia, di cui egli intor-
ciola sovente le acute cime. L'occhio semi-
chiuso Iascià passare uno sguardo nero come
l'inchiostro, vago talvolta, in seguito ad una
eccessiva miopia. La sua voce canta un po';
ba il gesto vivissimo, il portamento nobile;
tulli i conotati d'un figlio del me&ogiorno.
e ciascuno sorride riconoscendola. La pórty
s'apre — egli appare. Senza un capello bianco
frammisto ai suoi capelli neri lo si prende-
rebbe per un adoloscente. È un giovane agile
e bèllo, con un mento leggiermente appuntito»
ombreggiato di bleu causa una barba dura i
scrupolosamente radala. Elengantissimo, nato
per la frase simpatica, ammenoché la frase noa
sia nata per lui, Veditore Charpentier sì av-,
vanza. La sua entrata fa sempre sensazione,
imperciocché tutti hanno da parlargli, tutti
hanno da fargli delle raccomandazioni, tutti
pubblicano i loro libri presso di lui. Egìisor-
ride continuamente a mo' di scettico gioco^
fa sembianza d'ascoltare, promette tutto ciò
che si vuole; accetta un volume di cui BOP
nè sarà l'editore, seguita in un canto ciò che
disse in un altro canto del salone ; poi si as-
side fumando uno sigaro che lo assorbe bea
presto completamente. Ma quando la portò
s'apre nuovamente, egli trasalisce come se
allor allora si fosse destato. È Bergerat ilsaò
"complice,, redattore in capo della Vie Mo-
derne, Bergerat, lui stesso, genero del grande
Téo *). Tosto, dietro di lui il suo fratellastri
agile e biondo con una faccia da Cristo: il
• Tepfilo Gauthier - l'autore di «Mademoiselle
Moupin,,, uno dei i capì della scuola Romantica J»
r* chvamat0, P,0J?°>N»ente "le 'grand Téo» -
nato a Tarbes nel 1811 morto a Parigi il 1872.
' '«^eđe an pericolo maggiore che si minacciasse
dal Montenegro. Per ora tutt' al più si pren-
deranno misare per porre un fine al conti-
nuo andare e venire da una all' altra partf*
Il ministro per ultimo esterna la speriMlìw"
che i fuggiaschi fra breve ripatrierann«, e
ciò tanto perchè ne hanno il desiderio, qnaulé.,
perchè il Montenegro non sarà più a loilgo
nella possibilità di sostenere le spese del loro'
mantenimento.
Delegato Desiderio Seitagyi. È egli Vero
che il principe del Montenegro domandò ttn
indenizzo per le spese che sostenne pei ri-
fuggiati.
Ministro degli esteri conte Kalnóky. Di
ciò è vero soltanto, che il principe si lagnò
delle forti spese, un indenizzo però mai Io
ba domandato.
Delegato conte Francesco Zichy conferma
le opinioni del Ministro sui Montenegrini.
Essi sono bellicosi unicamente in patria, fuori
sono quieti ,e pacifici. Così per una lunga
serie di anni egli vide a Costantinopoli, che
le centinaia di Montenegrini che annualmente
vi vengono, si fanno artisti, ma preferente-
mente guarda portoni.
Delegato Desiderio Szilagyi: È vero ohe
i capi dell' insurrezione girino liberi ed ar-
mati pel Montenegro?
Ministro degli esteri conte KaTmoTey: Ad
una tale domanda è impossibile di dare una
risposta precisa, poiché in uno Statò, nel
quale non si hanno condizioni ordinate, non
è possibile controllare ogni singola persona.
Delegato Desiderio Seilagy: Si potè vedere
un cangiamento nel contegno dei Montene-
grini verso la nostra Monarchia, dopoché il
principe ritornò dal suo viaggio di Pietro-
burgo.
Ministri Kallay e Kalnohy (contempora-
neamente) Nò.
Dopo alcune interpellanze sulle ferrovie o-
rientali e sulle demolizioni delle fortificazioni
lungo il Danubio, alle quali viene tosto ri-
sposto; il delegato Desiderio Szilagy domanda:
So sia vero che furono fatti passi diplomatici
per la definitiva regolazione dei rapporti di
diritto delle provincie occupate verso la Mo-
narchia ?
Ministro conte Kalnohy. Su tale argomento
nè turon« fatti passi diplomatici, nè sono in
corso.
Dopo alcune altre dichiarazioni sugli affari
dell' Egitto, la seduta venne levata.
Conferma di quanto dissimo
La conferma di quanto abbiamo
scritto della Dalmazia, nei nostri due
precedenti articoli, anche troppo presto
r abbiamo nel Narodni List: Se vi fosse
ancora qualche ottimista, il quale non
vedesse ciò che si vuole, e dove si va
coll'attuale nostro indirizzo, gli articoli
che quel periodico scrive sulle elezioni
di Pago, dovrebbero torgli anche 1' ul-
tima illusione. Le elezioni dì Pago fu-
rono da noi illustrate sotto ogni aspetto,
ponendo in piena luce e nella loro ve-
rità, tutta la massa degli intrighi e dei
raggiri, pei quali le stesse furono ca-
ratterizzate. Il Narodni List, al quale
però mai manca il coraggio della sfa-
ciataggine, e che con impudenza so-
stiene anche la più ingiusta causa, nei
levarono il loro vivente fardello. Piegavano
sotto il peso, pure s' inoltrarono risolutamente
nel lungo corridoio della Tremlays. Da ogni
parte esse udivano le risa e i canti dei Lupi,
che per avventura, occupati seriamente a bere,
non turbarono la ritirata delle nostre due gio-
vani. Traversaron esse senza ostacolo le cupe
gallerie del castello, ed arrivarono alla soglia
del cortile, ov' esse deposero il capitano affine
di riprendere lena.
Fior di Ginestra ansava e tremava, Alice
respirava dolcemente, e non sembrava punto
stanca. La sua compagna la contemplava con
ammirazione mista a spavento. Alice e Fior
di Ginestra si conoscevano fin dall' infanzia ;
la loro amicizia non risentiva punto della dif-
ferenza della loro condizione sociale. V'era
bensì neir aflszione di Maria un po' di ri-
spetto, ma questo rispetto era tutto istintivo,
e non aveva nulla a fare colla fortuna o col
grado di madamigella di Vaunoy. Quanto a
questa, dessa amava realmente Maria, e come
r animo di lei era tra tutti il più nobile, ve-
nendo a interporsi fra lei e la povera sua
compagna un uomo, non potè ciò mutare per
nulla il cuor suo. Forse, se il dovere non l'a-
vesse imposto, ella avrebbe difeso la propria
felicità, com'è di diritto a tutte le donne, ma
il suo sagrifizio era fatto già da gran tempo,
e non le avea costato molto per amare tene-
suoi due ultimi numeri, dedicò a quelle
elezioni due suoi articoli. Uno scrìtto
in lingua italiana, e del quale si vede
la idflte.tìffieiale, è dedieata all'alto,, e
deve lare il suo èftetto goverao;
l'altro, scritto in Utìgiià ftla?», è pei
soliti lettori del J^^radni: . -
Nel primo il ì^éMniUM 0 iì^a
del contano dei governo.
' Nai lappiamo che, per le óom^ia-
centi prestaziotii dall' utózio steural^
vennero moltiplicati all'infinito i pochi
voti dei <juali potevano i disporre/gli
avversar! del Comune, che mediaote
la trascendentali interpretazioni del
commissario esposto Desecco, il quale
in tale circostanza spiegò tutta la sua
scienza giuridica, le liste furono rifatte
e frazionate a tutto benefizio e favore
dèlta stessa cUgUe, portando nel secondo
corpo elettori che non avrebbero avuto
diritto di starvi, e posponendo altri,
che aveano diritto di esservi, nel terzo,
— conferendo il diritto elettorale a chi
non lo avea — attribuendo a serventi
d' uffizio il carattere d' impiegati ecc.
ecc. Abbiamo veduto che, sebbene esi-
sta una disposizione ministeriale, con
oui è raccomandato che il Demanio
non faccia uso del suo diritto eletto-
rale, nelle elezioni comunali di Pitgo,
fu incaricato quel ricevitore doganale
a rappresentare il Demanio e votare
per esso. Sappiamo che quasi tutti i
pubblici funzionari, non escluso il com-
missario esposto Desecco, votarono
colla lista, per la quale tanto s' inte-
ressa il dr. Klalch, ommettendo il sig.
Desecco di portarsi in Arbe dove il
pubblico servizio lo chiamava, onde
non defraudare del suo voto quella li-
sta. Conosciamo e 1' arbitraria sospen-
sione delle elezioni per ben due volte,
e il tentato sequestro giudiziario delle
liste, onde renderne impossibile la con-
tinuazione. Questi sono fatti, che non
possono essere negati dallo stesso rod^i List, e che dimostrano i'app(^^io
che la clique, graziata della prr-3zione
del dr. Klaich, si ebbe daliCàutorità
— appc^gio che noi mai avremmo nem-
meno sognato di avere.
Ma tutto ciò pel dr. Klaich non ba-
stava ancora. La stessa autorità pro-
vinciale dovea aggiungere tutta la sua
influenza, per consacrare colla sua san-
zione quanto dai suoi organi era stato
fatto. Essa dovea imporsi a far riuscire
la lista voluta dal dittatore. Con quali
mezzi? ciò non importa. Lo dice l'ar-
ticolista ufficiale del Narodni List; la
discussione sulla legalità è cosa che
annoia. Quando si tratta di eseguire i
voleri del dr. Klaich, la legge dev'es-
sere lettera morta — vi devono esi-
stere altri mezzi, e questi doveano tro-
varsi. Per non averlo fatto è pronta
ramente la sua stessa rivale. Eppure ella a-
mava; amava di un amore serio, profondo e
che doveva durare eternamente. Fior di Gi-
nestra al contrario non aveva mai avuto so-
spetto dell' amor passaggero di Didier con A-
lice ; se lo avesse saputo, forse avrebbe re-
spinto ben lungi le premure della ricca ere-
ditiera della Tremlays: giacché Maria aveva
la sospettosa fierezza de' figli della natura, e
dall' altra parte la vita intera di lei si con-
centrava nella tenerezza esclusiva eh'ella por-
tava a Didier. Ora da qualche minuto il velo
s' era squarciato. Alice era stata sua rivale, e
Maria sentiva che Alice era superiore alle al-
tre donne. Non aveva forse ragione di te-
mere ?
Le due giovani rimasero un istante immo-
bili, separate dalla lunghezza del corpo del
capitano. Fior di Ginestra la guardava timi-
damente ai raggi della luna che brillava in
cielo in tutto il suo fulgore.
— Che cos' è questo ? domandò madami-
gella di Vaunoy additando un oggetto che s!
moveva nel!' ombre accanto al muro.
— li un cavallo, rispose Maria. Mentr' io
errava nel cortile, un servo del signor della
Tremlays, vostro padre, è venuto ad attac-
carlo presso la porta.
— Allora non avremo più bisogno della
chiave della scuderia... Quanto a quella
r accusa di antichi e recenti attacca-
menti consorteschi; di ambizioncelle più
0 meno nascoste; di passioni più o
meno legittime.
i^eir articolo però, oltreché essere
un rimprovero pel passato, è un av-
vertimento pel fùturo. I campioni della
vecchia seaolA burocratica, coi loro
adepti dell' età recento ; le volpi ed i
conigli, che avranno a decidere sui
prodotti reclami, dovranno riflettere che
nella questione è impegnata la Tolontà
del d.r Klaich ; e di ciò li averte la
protesta da lui prodotta alla Giunta.
A quel nome tutto deve piegare, legge,
autorità, diritto, giustizia.
L' articolista rimprovera il governo
di essersi ecclissato di fronte al pode-
stà di Pago ; ma la sua tendenza sa-
rebbe, che osso abdichi dinanzi al dr.
Klaich.
Il consìglio che il Podestà, che sorte
di carica, abbia la facoltà di nominare
1 membri della nuova rappresentanza
Comunale — è un ironìa peir artico-
lista — ed alle nostro condizioni sa-
rebbe assai più consentaneo, che om-
messa tutta la comedia delle liste, delle
pubblicazioni, dei ricorsi, e di tanti di-
sturbi pegli elettori, i membri dei con-
sigli comunali ed ì deputati, fossero no-
minati secondo la volontà del d.r Klaich.
Speriamo però di non essere ancora
giunti a tanto; e siamo certi che il
governo, il quale in tutto il corso del-
l' elezioni di Pago si mantenne nella
più stretta legalità ; farà rispettare la
sua dignità, e respingerà certe esor-
bitanze da qualunque parte esse ven-
gano ; e che qualunque sia per essere
la sua decisione ; essa sarà informata
a quel rispetto per la legge, che è
la sola garanzia di tutti i diritti ; perchè
la legge è per tutti.
Delle falsità contenute nel secondo
articolo, scritto in lingua slava, non ci
occuperemo ; esse sono smentite da
quanto venne già scritto su tale argo-
mento. È un fatto 0 nò che il comi-
tato elettorale, ohe si diede il nome
di nazionale, a Pago, per mesi e mesi
studiò presso l'uffizio imposte, i re-
gistri steurali? che negli stessi fece
tutte le possibili ed impossìbili volture
ed iscrizioni di nuovi contribuenti ?
È un fatto che tali lavori furono la
base su cui l'autorità politica nell'e-
vasione dei ricorsi, rettificò le liste
compilate dal Comune; non avendo al-
cun riguardo alle quote d'imposte pa-
gate dai coloni, che con regolari spe-
cìfiche pubblicate, venivano compro-
vate? È un fatto che mediante tale o-
perazione sì giunse perfino a far com-
parire elettore nel secondo corpo il
servo della citaoniza, che mai avea
prima pagato un soldo d' imposte ?
della porta esterna, le genti della foresta han
fatto in modo che non ci occorre più nulla
per passarla... Ancora uno sforzo, ragazza mia!
Ripresero il loro fardello e dopo molti ten-
tativi giunsero a collocare sul cavallo il capi-
tano. Malia si mise in sella sostenendolo nelle
braccia.
— Va, mia cara, disse, Alice, tu che 1' ami
gli saprai ben trovare un asilo.
Nel momentb di separarsi. Fior dì Gine-
stra provò vergogna ed amarezza pe' suoi so-
spetti. Si chinò, ed Alice le impresse sulla
fronte un bacio.
— Voi siete buona e generosa, madami-
gella, mormorò allora Maria. Perdono per lui
e per me !
I Lupi aveano infatti lasciata aperta la porta.
Alice battè con la mano sulla groppa del ca-
vallo, e questi tosto parti.
— Che Dio vegli su lui! disse quindi.
Poscia si assise oppressa sul banco di pie-
tra eh' è r accessorio d' obbligo di tutte le
porte nella Bretagna. 11 suo scopo era rag-
giunto; la forza di lei, fittizia e risultato di
un' eroica volontà, cadde come per i ncanto.
Essa ritornò come era un'ora prima, una po-
v(*ra fanciulla affranta dalla febbre ed incapace
di muoversi.
Mastro Alano infrattanto, un po' sconcertato
dall' apparizione della figlia del suo padrone,
E dopo tali fatti il Narodni List ha il
coraggio di accusare di partigianeria
la compilazione delle liste ! Sissignorì,
vi fu partigioneria, ma da qual parte?
E quanto al contegno del Podestà
dì Pago e della commissione elettorale,
basta il riflesso che vennero respìnti
tanto elettori che votavano colla cosi-
detta lista comunale, quanto altri che
votavano colla lista, detta nazionale;
ogni qual volta si trovava o irregola-
rità nella rappresentanza, o mancanza
di diritto nel votante.
La menzogna e la mistificazione sono
però le solite armi del Narodni List,
e non è quindi a stupirsene, se esso le
adopera anche nel commentare le ele-
zioni di Pago, venendo alla conclusione,
che gli eletti non erano i voluti dagli
elettori, e non erano gli uomini di fi-
ducia del paese.
Il Narodni List in segno di gloria
più volte ripetè che degli elettori na-
zionali di Pago, non mancò un solo —
ma tutti comparvero all' urna. — Ora
dopo tutti i maneggi adoperati nella
compilazione delie liste, dopoché si
moltiplicarono all' infinito i pochi voti
che si aveano, dopo che nel terzo corpo
furono fatti volare colla lista nazionale
i poveri lavoranti delle saline sotto la
minaccia di esser espulsi, e quelli di
Loni colla promessa di far risorgere
l'antica questione con Puntaloni; do-
poché la Usta nazionale ebbe 1' appog-
gio di quasi tutti i pubblici funzionari
e dopoché dalla distanza di miglia e
miglia si fecero venire parroci per
dare il loro. voto, dal quale aveano
promesso di astenersi; dopo tutti que-
sti sforzi erculei, e dopo tutti gì' in-
trighi, ed i mezzi leciti ed illeciti che
furono adoperati — quanti erano que-
sti voti coi quali il d.r Klaich preten-
deva in onta alia volontà del paese, dì
insediare la rappresentanza da luì vo-
luta ? Sommati tutti i voti riportati
dalla lista nazionale essi arrivano ap-
pena al numero di 225, d^i quali 28
dovettero esser esclusi; ed ove si di-
falchino i voti raccolti nel terzo ^?orpo
mediante illecite pressioni, e bugiarde
promesse, quelli dei pubblici funzionari,
e di alcuni intrusi nelle liste eletto-
rali, restano appena forse 10 voti di
veri cittadini, che per ispirito e per
reale disposizione di logge dovrebbero
essere elettori. Questo è il suffragio ohe
il Narodni List pretende essere la ma-
nifestazione della volontà popolare, in
confronto al migliaio di elettori, che
tutti votarono per gli eletti, e che e-
rano per loro gli uomini di fiducia. Ecco
come avrebbe il Narodni List inter-
pretata la libera volontà cittadina, ed
ecco in qual modo esso vorrebbe che
si facessero le elezioni.
era andato a narrare al signor di Vaunoy l'e-
sito infelice dell'attacco notturno tentato con-
tro la persona di Didier. Il vecchio maggior-
domo ebbe a ben che lare per rinvenire il
suo padrone. Questi avea lasciato il suo ap-
partamento ai primi rumori dell'assalto, aveva
fatto insellare il cavallo, quello stesso sul
quale Fior di Ginestra e Didier galoppavano
in quel punto ne' viali della foresta ; poscia
confidando ne' peifìdi spedienti presi per ri-
durre le genti del re all'impotenza, s'era re-
cato presso i Lupi eh' egli in persona avea
condotti alla tettoia, ove le vetture cariche del
denaro si trovavano al coperto. Fatto ciò, egli
contava d'inforcare gli arcioni del suo cavallo,
e correre d' un tratto fino a Rennes.
Il suo piano, per essere estremamente seni-
plice, non era meno sagace. Didier, assassi-
nato durante l'assalto da'suoi proprii staffieri,
passerebbe naturalmente per morto nel difen-
dere i fondi del fisco che aveva in custodia.
I «olì Lupi sarebbero certamente accusati di
questa morte, ed egli, Vaunoy, arrivando il
primo a Hennes per recare tal nuova, mo-
strerebbesi ben desol ato per questa catastrofe
che toglieva così sul fiore dell'età un giovine
officiale di si alte speranze. Anche la cono-
sciuta intrepidità di Didier doveva aggiunger
fede alla probabilità della narrazione del si-
gnor della Tremlays. Così quest' ultimo ira
KRKA
Liquore Stomatico Corroborante
di Antonio Cosmacendi
Fornitore Della Sovrana Corte Austro-Ungarica
in ZIRA.
Questo liquore è composto esclusivamente di erbe e di
radici dalmate, raccolte in dati tempi e in date circostanze
atmosferiche, le cui virtù eminentemente salutari venivano fino
dagli evi i più remoti da tutti conosciute e in mille guise
adoperate e, perchè esse allignano sui salubri colli, circostanti
alla mondiale cascata del fiume Erka, questo liquore si ebbe
il suo nome commerciale.
Questa bibita è indispensabile principalmente a coloro
che sono costretti ad abitare in luoghi paludosi, perchè essa,
prendendola giornalmente, preserva dalle febbri terzane ed
intermittenti, che provengono dall'aria malsana. Essa è inoltre
il migliore preservativo nei mali epidemici e contagiosi. Il
farne uso, eccita 1' appettito, combatte con benefico effetto le
febbri terzane ed intermittenti; solleva, i mali di capo; attutisce
i dolori dello stomaco e quindi i moti di vomito ed il maìe
di mare; guarisce l'ipocondria; vince le diarree e così via tutti
1 disturbi che provengono da cattiva digestione e da ingrossa-
mento del sangue.
Già dal suo primo apparire nei commercio, nel 1871,
questo igienico liquore, sotto il nome di Xjiqnore Stomatico,
si accaparrò la generale simpatia e, assieme ai miei Rosogli,
fu premiato nello stesso anno, tanto nell" Esposizione di Trieste,
che in quella di Napoli, nella prima colla grande medaglia
d'argento, nella seconda colla medaglia d'onore al merito.
Sotto il novello appellativo Krka esso fu premiato al-
l'Esposizione mondiale di Vienna 1873 colla grande medaglia
del merito di bronzo e col diploma al fabbricatore di Fornitore
di Corte. All'esposizione di Londra si ebbe contemporanea-
mente la grande medaglia d'oro e la medesima pure alla
prima Esposizione Nazionale di Scardona nel 1875. In seguito
in tutte le Esposizioni che furono fatte nelle primarie "città
del mondo, riportò alte onorificenze, come p. e. a Filadelfia
nel 1877 la medaglia di bronzo, a Parigi la medaglia d'oro
e così via, senza enumerare gV infiniti, certificati dei più distinti
medici e le moltissime lettere di ringraziamento da tutti coloro
i quali, in virtù di questo liquore, furono in breve e radicalmente
guariti dalle malattie sopra nominate.
Il Erka è di un gusto gradevolissimo e si può prendere
tanto puro, che coli'acqua, caffè, vino, thè, latte o brodo.
Può somministrarsi facilmente tanto agli adulti, quanto ai
bambini, pei quali è anche vermifugo, i primi prendano due
cucchiai da tavola, uno i secondi e ciò alla mattina a digiuno
od un'ora avanti il pranzo o avanti la cena, per mia o due
0 tre volte al giorno, secondo la gravezza della malattia o
secondo che se ne senta il bisogno per ottenere il benefico
efietfco.
Per evitare falsificazioni ogni fiasca sarà munita dalla
firma A. Cosmacendi, impressa nel vetro ed involta in questa
istruzione in quattro lingue.
Prezzo di una bottiglia da 1 Litro fi. 1. 20 V. A.
» » n » » 5) 60 j, „
» 5) !> !! t> ^ji ;) }} 40 „ „
Casse ed imballaggio da conteggiarsi a prezzi di fabbrica.
Pagamento per accettazione a 3 mesi, oppure per cassa
pronta, allo sconto del 2 ®|o
Merce franca a bordo qui a Zara.
KRKA
Želudacno-okrjeplivi Liker
Antuna Cosmacendi-a
u ZADRU
obskrbitelja c. k. Austro-Ungarskog Dvora.
Ovaj se liker sastoji izključivo od dalmatinskih trava i
korena, sabranih u stanovito doba i u stanovitim podnebnim
okolnostima. Zdravstene krj eposti štono ovaj liker u velike
imade bijahu od prostaro doba od svakoga prepoznate i na
sto načina rabljene; a pošto te trave uspjevaju na obližnjim
brežuljcima glasovitog vodopada rieke Krke, od ovud je ovomu
likeru trgovačko ime.
Ovo je piće neobliodno potrebito osobito onima koji
moraju da stanuju u močvarnim mjestima, jer pijuć ga danomice
čuva od obične i neprekidne groznice, kojima je uzrokoin
kužni zrak. Ono je uz to najbolje čuvalo od kužnih i priljepčivih
bolesti. Upotrebljujući ovaj liker, jede se tečnije, on suzbija
dobrotvornim uspjehom obične i neprekidne groznice, umanjuje
glavobolje, uništuje želudačne muke, a tijem i skolnost na
riganje i zaprj^čuje zlo koje prouzrokuje more; lieči od sla-
binosti i predobije lijavicu, kao što sve betege kojima je uz-
rok slabo probavljanje ili odebljanje krvi.
Čim je ovaj zdravsteni liker, prvi put godine 1871, stupio
u trgovinu pod imenom želudažnl liker zadobio je sveobću
sućut, a zajedno je sa mojim Rosolijima iste godine bio od-
likovan toli na Tršćanskoj, koli na Napuljskoj izložbi, u prvoj
sa velikom srebrnom kolajnom, u drugoj sa kolajnom za zasluge.
Pod novim nazivom Erka bijaše odlikovan na svjetskoj
Bečkoj izložbi godine 1873 sa velikom mjedenom kolajnom za
zasluge, a tvorničaru bije dozvoljen naslov dvorskog obskr-
bitelja. Istodobno je na Londonskoj izložbi odlikovan sa veli-
kom zlatnom kolajnom a slično je odlikovanje zadobio na pr-
voj pokrajinskoj izložbi u Skradinu. Iža toga na svim ob-
držanim izložbom najprvim gradovima svieta, zadobio je visokih
odlikovanja, n. p. u Filadelfiji godine 1877 mjedenu kolajnu,
u Parizu zlatnu kolajnu i tako napried, a da ne nabrojimo
neizmjerne svjedoćbe najglasovitijeh Ijećnika i mnogobrojne
zahvalne knjige svijuh onih, koji su sa pomoću ovog likera u
malo doba sasvim ozdravili od gorerečenih bolesti.
Erka je veoma ugodna teka, a može se uzeti cio ili
sa vodom, kafom, vinom, čajem, mliekom i juhora. Može se
lako dati bilo odraslim ljudima, bilo djeci, kojima čini dobro
i za crve; prvi nek uzmu dvie stolne žlice, a drugi jednu, a
to u jutro na tašće, ili uru prije objeda ili večeru, za jedan
dva i tri put na dan, po jakosti bolesti, ili kako je komu
potrebito da zadobije blagotvorni uspjeh.
Da se izbjegnu potvaranja, svaka će staklenica hositi
podpis A. Cosmacendi, utisnut u staklo i biće obavita ovim
naputkom sastavljenim u četeri jezika.
Svaka staklenica od 1 litra fl. 1 20
. . . - 60
• » . . - 40
Sanduci i odpravni troškovi uračunati će se tvorničkom
cjeniku.
Može se, uz primanje, izplačivati kroz tromjesečni rok,
ili pako gotovim novcem, uz odbitak od 2 %
Prenos do broda ovdje u Zadru tvorničar preuzimlje na se.
Tip. S. Aitale.