; ' :
primi a provocare gli eccessi con le
Joro gfnda offensive,, con le loro sban-
dierate e il loro affannarsi per far
apparire Zara italiana in ' maschera
croata. ' /
La festa da ballò al „Casino''.
In onore degli oppiti fu tosto alle-
stita una festa da ballo al „Casino".
Sabato' a sera le sale di questa fio-
rente società ospitarono gli ufficiali
della marina g-iapponese, numerosis-
simi ufficiali nostri di terra e di mare
e il fior fiore della società. Notammo
tra i presenti gli ufficiali di marina
giapponesi signori Imokaia, Josikaia,
Stikaia, Lukai e Mujazaki, poi il te-
nente generale medico Rhò con uh
numeroso gruppo d' ufficiali di marina ;
c' eran anche alcuni ufficiali di terra,
tra i quali notammo qualcuno dei no-
stri concittadini, che, disertati dalle
linee austriache, corsero ad arruolarsi
per combattere per la -nostra libera-
zione. Tra un giro di walzer ed uno
di one steep venne servito agli ospiti un
maraschino d' onore.
Gli ospiti giapponesi presero parte
alle danze, e, cedendo alle insistenti
richieste, riempirono dei loro nomi
molte carte da visita e cartoline illu-
strate.
Le danze si protrassero animatissime
fino alla mezzanotte.
La partenza.
Ieri domenica, fu un continuo accor-
rere di gente alla Riva vecchia per
visitare le navi giapponesi, mentre i
marinai a frotte visitarono la nostra
città.
Verso sera si raccolse molta gente
alla Riva per assistere alla preghiera
della sera. Sei trombettieri suonavano
una toccante melodia, mentre le ban-
diere venivano lentamente ammaii^ate
e tutti prendevano la posizione d at-
tenti.
Questa mane poco dopo le sette i
due caccia mollarono gli ormeggi.
La Cronaca
Altri ringraziamenti del Re. Il Co-
mune e la locale Camera di Commer-
cio e d'Industria, in risposta alle espres-
sioni di devotissimo omaggio inviate
al Re nel giorno del Suo genetliaco,
ricevettero questo telegramma, a mezzo
del Comandante in capo di Sebenico.
„Sua Maestà il Re mi incarica di
trasmettere, a mezzo della S. V. al
Comune e alla Camera di Commercio
di Zara i Suoi sentimenti di gratitudine
pel patriottico omaggio giuntogli oltre-
modo accetto. Orlando."
Un altro telegramma di Orlando.
Il presidente del Consigli, on. Orlando,
ha inviato a S. E. il governatore della
Dalmazia, ammiraglio Millo, questo te-
legramma ;
„Pregola di far pervenire al Sindaco
di Zara la espressione della mia più
viva gratitudine pel patriottico tele-
gramma, inviatomi in occasione della
visita di V. E. a quella città. Con pari
animo le ricambio il saluto cordiale e
augurale. — Orlando".
Segretario generale per gli affari
civili. Sabato sera il cav. Umberto
Ricci, neonominato segretario generale
ger gli affari civili della Dalmazia
presso S. E. il governatore vice-ammi-
raglio Millo, ha assunto il suo ufficio
alla Luogotenenza di Zara.
In iin colloquio subito avuto coi rap-
presentanti del governo iugoslavo,
questi gli dichiararono di non po-
tere ulteriormente continuare a di-
rigere la luogotenenza, e che quindi
si dimettevano dal loro ufficio. In se-
guito a ciò la dirigenza per gU affari
correnti del dicastero venne affidata
al funzionario anziano, consigliere Golf.
In sostituzione delle bandiere iugo-
slave, al pogginolo del palazzo luogo-
tenenziale sventola da ieri la bandiera
provinciale, a sinistra della bandiera
dello Stato.
Ospiti graditissimi. Ieri alle 14 ap-
prodò nel nostro porto il caccia „Giu-
seppe Sirtori". V'erano a bordo il
colonnello Buckey, qttachè militare al-
l'ambasciata d[egli Stati Uniti d'Ame-
rica a Roma, il tenente colonnello in-
glese Cyril Rocke, addetto militare a
Roma, il capitano di fregata coman-
dante Ornati, capo gabinetto al Ministero
della Marina, e gli ufficiali di collega-
mento tenente Dotti e sottotenente
Topesco, addetti il primo all' ambasciata
inglese, il secondo all'ambascfata ame-
ricana. Golia gentile ^sresta^ione del
sign. Tamih(0, che mise a lóro dispo-
sizione la sua automobile, gli ospiti
illustri visitarono la città, ammirandone
le schiette impronte venete e il fervore
patriottico vivo e intenso. Vollero vi-
sitare in compagnia del comandante
de Boccard, liberatore di Zara, e del
maggiore Perlini, tanto caro a tutti i
concittadini per la sua attività intelli-
gente e proficua, anche il Museo ar-
cheologico, accompagnati da quella
guida solerte e sapiente che è il prof.
Smirich : gli ospiti s' accorsero subito
che quel museo è la piià chiara docu-
mentazione del nostro glorioso passato,
atto ad avvalorare la nostra afferma-
zione di secolare italianità.
La sera fu imbandit| al „Grand
Hotel" dalle regie autorità un banchetto
in onore degli ospiti, al quale presero
parte insieme con loro il dott. Umberto
cav. Ricci, segretario generale degli
affari civili per la Dalmazia, i coman-
danti giapponesi Morita e Egud^i, il
comandante de Boccard, il maggiore
Perlini, il prosindaco Ascanio Persicalli,
il consigliere di luogotenenza Francesco
Simonelli, 1' on. Krekich, parecchi con-
siglieri comunali, i rappresentanti delle
autorità e della stampa, tra i quali
c' era anche il nostro concittadino Ric-
cardo Forster, redattore del „Mattino".
La sala era stata addobbata dà al-
cune nostre gentili signore di drappi,
di bandiere italiane e alleate e di fiori.
Allo spumante il prosindaco Per-
sicalli disse parole d' omaggio per gli
ospiti illustri. Gli rispose — in lingua
italiana — il col. Buckey, ringraziando
e chiudendo il suo brindisi con un ev-
viva a Zara. '
n trattenimento al „Casino". An-
che ieri a sera la società del „Casino"
allestì una festa da ballo in onore de-
gli ospiti e degli ufficiali del 16.o fan-
teria.
Le numerosissime coppie stavano
appunto danzando la quadriglia, quan-
do gli ospiti giunsero. Vennero accolti
al suono del nostro bel „Si" e da
fragorosi applausi di tutti i presenti,
Gli addetti militari, i comandanti giap-
ponesi e gli ufficiali nostri fecero il
giro della sala, stringendo la mano
a tutte le signore e signorine. Poi pre-
sero parte alle danze, che si pròtras-
sera, con insolita animazione, fino alla
mezzanotte.
1 cari ospiti ripartirono stamane, ac-
centuando la loro sodisfazione per
r accoglienza festosa fatta loro dai cit-
tadini di questa nobile Zara italiana.
Risveglio. Apprendiamo con vivis-
simo piacere che a Curzola, a Lesina,
a Cittavecchia e in altre località Hai-
nori gli Italiani sono in pieno e pro-
mettente risveglio. Si costituiscono
ovunque dei „Fasci nazionali", e, con
le scuole della Lega, si fanno risorgere
le nostre istituzioni, brutalmente di-
sciolte dall'Austria. Raccomandiamo a
tutti di scriverci dettagliamente in pro-
posito.
Un*intervista. Il „Giornale d'Italia"
pubblica un' interessantissima intervista
con r on. Ghiglianovich. L'illustre no-
stro ' concittadino vi narra la sue im-
pressioni nel ritornare a Zara, descrive
le feste magnifiche tributate da Zara
all' ammiraglio Millo ed esamina a lun-
go, con commenti efficacissimi, il colpo
di mano, assenziente l'Austria, del-
l'insediamento alla luogotenenza dal-
mata di due funzionari croati, nominati
dal cosidetto governo iugoslavo di
Spalato. Nel accennare al groviglio
della situazione amministrativa in Dal-
mazia, e neir esigere utili provvedi-
menti, rileva con compiacenza come
nelle nostre terre liberate sia stata
istituita una sezione civile con a capo
un valoroso funzionario del Ministero
dall'interno — il cav. RÌQCÌ — che
per , la sua intelligenza e per la sua
energia, congiunta ad un fine tatto
politico, e purché gli vengano messi a
disposizione i mezzi necessari, è vera-
mente la persona atta al posto confe-
ritogli dal Supremo Comando.
Il Narodni List vorrebbe entrare in
polemica con noi; ma noi non abbia-
mo il proposito di secondarlo, scen-
dendo al livello suo. Daremo soltanto
alcune dilucidazioni ai nostri lettori,
se per avventura qualcuno non fosse
bene informato sulle questioni che ora
sono di attualità.
1). Per la questione del „dono del-
la flotta" rimandiamo agli articoli ap-
parsi in quasi tutti i giornali italiani
ed esteri sul trucco austro-croato e al
documento di consegna, firmato dai
Jugoslavi. L'ammutinamento poi della
flotta fu facilmente represso dall'Au-
stria, nè ebbe conseguenze politiche di
sorta. 11 Trumbić in fine non è testi-
mone attendibile, perchè parte in causa.
2). A difesa del nostro argomento
sulla „sicurezza nazionale" s'è discusso
e scritto tanto che è certo opera su-
perflua illuminare i lettori sulla que-
stione: un recente articolo poi del'
„Resto del Carlino" ribatte trionfal-
mente le schiccherature puerili degli
avversari.
3). Riguardo all' analogia tra la que-
stione dalmatica e quella dell'Alsazia
Lorena possiamo aggiungere ancora
questi cenni.
Geograficamente l'Alsazia non fa
parte della Francia, ove a questa non
voglia attribuirsi tutta intera la valle
del Reno, ciò che risulta manifesta-
mente assurdo alla prima occhiata che
si getti sulla carta. La Dalmazia fa
parte della Balcania, ma ne è nello
stesso tempo nettamente staccata dalle
Alpi Dinariche, che, continuando le
Giulie, la rendono quasi un appendice
d'Italia. E' risaputo che i fiumi e i
mari uniscono, i monti separano. Cosi
è, e così era specialmente prima che
le vie ferrate infrangessero le barriere
naturali.
Storicamente 1' Alsazia era occupata
da tribìi germaniche già ai tempi di
Cesarei Dalla formazione delle nazioni
moderne non appartenne durevolmente
alla Francia se non per due secoli
prima del 1870. Ma questo relativa-
mente breve lasso di tempo bastò per
rendere francesi di lingua le classi piìi
alte della popolazione, mentre le piìi
basse, pur restando di lingua tedesche,
divennero francesi di sentimento a me-
rito delle libertà loro arrecate dalla
rivoluzione francese. Tale era la situa-
zione nel 1870, e però è incontestabile
che r annessione alla Germania seguita
allora violò il principio di autodeci-
sione dei popoli, in quanto non è da
dubitarsi che gli Alsaziani volevano
restare uniti alla Francia. Dal 1870 in
poi successe un grande cambiamento
in Alsazia. Vi fu una forte emigrazio-
ne in Francia dell' elemento francofilo;
vi fu al contrario una forte immigra-
zione di tedeschi, richiamativi dallo
sviluppo industriale. Le pressioni go-
vernative ad uso austriaco fecero il
resto. Nei primi tempi 1' Alsazia-Lore-
na inviava al Parlamento germanico
soltanto deputati appartenenti al par-
tito della Protesta contro l'annessione
alla Germania. Il loro numero in pro-
gresso di tempo diminuì sempre, finché
si ridusse, se non erramo, ad uno
solo, mentre gli altri collegi venivano
conquistati dall'internazionale nera o
rossa. Il „Narodni List" rappresenta
falsamente le cose, quando sostiene
che anche ora la volontà della popo-
lazione alsaziana è di unirsi alla Fran-
cia. Così era nel 1870, non lo sarebbe
pili oggi. Tanto è vero che la Francia
nel far valere le sue rivendicazioni non
accetta plebisciti che sanzionerebbero
per il violatore del diritto delle genti
il profitto del suo male fatto, ma vuole
co consenso di tutto il mondo civile
la riparazione del reato puro e sem-
plice. Le accoglienze festose e deliranti
alle truppe francesi sono fatte questi
'giorni in gran parte dalla minoranza
francese: i tedeschi, sconfitti e moral-
mente depressi sono consci dell'inanità
di un eventuale opposizione e stanno
come appartati, acconciandosi al nuovo
stato di cose.
Facciamo ora un confrontò cotv la
Dalmazia, e dovremo rilevare che essa;
ebbe non due brevi secoli, ma due
lunghi millenni di storia italiana. 1 nu-
clei cittadini italici, che la storia ci
attesta sorvissuti all'inondazione bar-
barica, furono rinforzati dal lungo do-
minio veneziano, così che nel 1870 In
Dalmazia, come nell' Alsazia, le classi
più alte della popolazione erano di
lingua italiane, ed anche le più basse
nella loro stragrande maggioranza av-
versavano l'annessione alla Croazia,
come le alsaziane avversavano 1' annes-
sione alla Germania. Da allora le cose
in gran parte della provincia cangiarono.
E noi non negheremo che si sono mu-
tate, e diremo anzi che in ogni caso
si sarebbero dovute mutare per 1' av-
vento irres stibile delle forze più de»
mocratiche. Ma hanno torto i croati
quando non si avvedono, o addirittura |
quando, non sappiamo con quanta sin- |
cerità, negano che il rivolgimento non i
sia soltanto 1' effetto dello spontaneo
progredire della loro coscienza nazio-
naie, ma anche della sopraffazione go- ;
vernativa, dalla quale il loro movimento
fu bensì accelerato e intensificato, ma
rimase anche inquinato, snaturato. Noi
sosteniamo che in quanto il rivolgi-1
mento è dovuto a questa violenza del'
nostro oppressore, esso non può ve-
nire riconosciuto come sussisteiste in
diritto, e che è dovuta a noi pure una
riparazione come alla Francia in Al-
sazia. i
Crediamo che queste argomentazionii
siano oggi sufficenti per ogni lettore
che abbia seguito attentamente le va-!
rie fasi della discussione ; se i Croati
non vogliono intendere le ragioni del
nostro diritto e sì ostinano di addurre
obiezioni assurde, peggio per loro. Noi
scriviamo soltanto per quelli che vo-
gliono riconoscere la logicità dell' ope-
ra nostra e del nostro pensiero, per
quelli, cioè,, che sono uomini politici
pensanti e possono quindi essere va-
lori reali nella vita politica: cogito,
ergo sum !
Anche a Bencovaz una banda ar-
mata assalì e devastò la casa del'po-
destà Novaković e di altri croati, che
lianno dovuto cercar rifugio a Zara ed
invocare l'intervento delle truppe ita-
liane. Gli atti di terrorismo, commessi
dalla banda, pare siano nello stesso
tempo atti di vendetta, esercitati dai
serbi, che, allo scoppiar della guerra
subirono mille sopraffazioni da part^
croata.
Per r approvigionamento di Zara.
Il piroscafo „Cariddi" sbarcò a Zara
ventun vagone di riso, di fagiuoli e di
farina. Oggi — proveniente da Anco-
na e dopo aver sbarcate a Sebenico
abbondanti provviste — è arrivato qui,
per r approvigionamento di Zara, uf;
grande piroscafo, già ungherese ed orž
italiano, con oltre 60 vagoni di gener,
alimentari diversi: zucchero, caffè, olio
strutto, fagiuoli, riso, farina, vino, ecq
Direttore responsabile: Gaetano Feoli.
Editrice la Tipografia : E. de Schonfeld & C»
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Emissione vaglia M Banco ili Hapc
————_— '
^ ! Agenzia della Società di Navigazioj
Servizi marittimi italiani.
SS
b
l’Italia in suo soccorso. E noi speriamo che
l’Italia Grande sentirà la voce di questi suoi
figli disgraziati, minacciati nella vita e negli
averi soltanto perchè amano la loro patria
sopra ogni cosa al mondo.
Intanto protestiamo e reclamiamo presso
il Governo del Re per questa inaudita limi
tazione della libertà personale, contraria alle .
norme più elementari del diritto internazio
nale.
Un duello... rientrato. Giorni sono, il
marchese Luca de Bona venne sfidato a
duello per ragioni politiche dal nobile Ar
turo de Saracca. Ma il marchese rifiutò il
cimento, tacciando lo sfidatore di austria
cante. Il de Saracca, allora, in pieno Stradone
e durante il passeggio, colpì in faccia con
uno scudiscio il signor marchese.
Da Sebenico
Concerto al Teatro Mazzoleni. Ieri sera
(15 m. c.) ebbe luogo al Teatro Mazzoleni
V annunciato concerto vocale a beneficio
del Fondo Nazionale. *
Vi accorse un pubblico numerosissimo,
come nelle grandi occasioni, lieto di rendere
omaggio agli egregi ospiti dell’ italianissima
Zara. La signora P. Tezilacich-Alacevich e
il sig. E. Lorenzini ebbero al loro compa
rire una lunga ovazione.
La signora P. Tezilacich-A. in possesso
di una bella voce fresca di soprano, modu
lata in tutte le tonalità della gamma musi
cale, cantò con passione vera e arte squisita,
interpretando efficacemente il duetto del
Rigoletto „Signor nè principe io lo vor
rei11, assecondata dal sig. E. Lorenzini che
ha una simpatica e pastosa voce tenorile,
iena di espressione e di sentimento, mor-
ida, così da suscitare applausi e acclama
zioni vivissime.
Il sig. E. Lorenzini a noi noto, avendolo
sentito altra volta come virtuoso provetto,
cantò con foga professionale e arte grande
la romanza della Carmen „Il fior che avevi
a me tu dato" e s’ ebbe i più vivi applausi.
La scena coll’aria del Trovatore ,,D’amor
sull’ ali rosee** venne brillantemente eseguita
dalla signora Alacevich, che riscosse fre
quenti e calorosi applausi. Benissimo il sig.
ing. F. Tezilacich dalla rotonda e piena
voce baritonalewche interpretò con maestria
e buona mimica teatrale 1’ aria del Bar
biere e si meritò i più vivi applausi.
Con interpretazione ottima ed assai efficace
venne brillantemente eseguito il terzetto fi
nale quarto dell’ Emani „Solingo errante
misero** dalla signora P. Tezilacich . e dai
sig.i Lorenzini e Tezilacich, che furono tutti
applauditissimi. Alla signora venne offerto
un bellisimo mazzo di fiori col nastro tri
colore.
Fra applausi scroscianti comparve poi al
proscenio la leggiadra signorina Margherita
roiani, la quale disse con grazia, eleganza
« vivo sentimento i versi di Niccolò Tom
maseo „Speranza e Coraggio** e fu viva
mente applaudita. La seconda volta si
presentò in scena con in mano il vessillo
tricolore e recitò con entusiasmo la „Croce
di Savoia**, versi di N. Tommaseo, meritan
dosi uno scroscio di applausi ed entusiastiche
acclamazioni da parte dell’ uditorio, che in
neggiò con frenetici evviva alla Grande I-
talia, alla Dalmazia italiana ed a Spalato
italiana. Venne regalata di due splendidi
mazzi di fiori col nastro tricolore ed evocata
più volte al proscenio.
Il coro a due voci eseguì con perfetta
fusione e colorito V inno di Sebenico, com
posto in occasione della festa di S. Silvestro
dal sottotenente Matano, sotto V abile dire
zione del maestro Pietro Zuliani; per gli
incessanti applausi e le entusiastiche ova
zioni del pubblico cantò l’Inno di Mameli e
l’Inno di Garibaldi, ascoltati in piedi, le
„Campane di S. Giusto** ed il nostro elet
trizzante „Sì" fra applausi vivissimi e accla
mazioni patriottiche, fra le quali erompe
vano frequenti proteste contro Bissolati.
Così il grande concerto fu coronato da
un magnifico successo, anche per le cure
intelligenti del maestro Zuliani, che, con
arte da musicista, seppe anche accompagnare
gli artisti e istruire i cori e così conseguire
un incontestabile successo.
La festa riuscì animatissima, piena di pa
triottico entusiasmo e fruttò il belF incasso
di 3500 corone.
Da Lissa.
Dagli Ababurgo a Casa Savoia. Lissa,
dove tuttora guata, nella sua maestà mar
morea, il leone austriaco, pósto a ricordare
i morti e a testimoniare ai vivi la forza d’Ab-
sburgo; Lissa, perenne ricordo all’Italia tutta
della grave e iniqua sciagura della sua ar
mata, si ridesta al saluto del tricolore, spie
gato libero al vento del mare nuovamente
nostro. Svanisce la triste visione negli occhi
di coloro che videro la lotta, fra la giovane
nazione ancora impari al suo compito e lo
Stato secolare, condannato a sparire, ma
vittorioso un’ultima volta per forza d’armi
e tradizioni militari.
Oggi ritorna la gioia nei cuori fedeli e
s’innalza un inno di gloria all’Italia grande,
che vuole liberati e riuniti tutti i suoi figli.
Oggi gli isolani fedeli fanno il voto solenne
di scolpire nei propri petti un altro leone
ben più possente e vivo, giurando di far
buona guardia, nei secoli venturi, su questa
vedetta avanzata dell’Italia, posta dal de
stino a difesa sua e della Dalmazia, contro
gl’ invasori d' oltremonte.
Alle violenze, alle frodi perpetrate dal-
1 Austria, al disordine causato dalla guerra,
succedono l’ordine, la giustizia per tutti, e
la pace sotto l’usbergo della Bianca Croce
di Savoia e dei tre colori, che sanciscono
la rivendicazione definitiva delle terre strap
pate all’ Italia in tempi funesti.
Soldati e marinai d’Italia fanno a gara
per lenire le sofferenze della popolazione,
rovinata da tanti anni di guerra, e la vita
riprende il suo corso normale.
integrazione del territorio nazionale indi
spensabile alia sicurezza della vita laboriosa
e pacifica della nazione, e contro qualunque
patteggiamento o scambio, ricordando a
tutti òhe gli uomini non son beni permuta
bili, ma militi dell’ ideale provati alla lotta
e non fiaccati da essa;
ed afferma : che, assicurate le garanzie
necessarie per la vita indisturbata di tutte
le nazioni, queste si riuniscano in una fa
miglia, che, avverando il sogno di Cattaneo
e di »Mazzini, assicuri al mondo intero pace e
lavoro."
Distribuzione di balocchi. Ieri al nostro
Teatro Verdi seguì, da parte di alcuni uffi
ciali, gloriosi mutilati di guerra, la distribu
zione dei balocchi, mandati in dono ai bam
bini di Zara da un gruppo di gentili e pa
triottiche donne bolognesi e romagnole.
Alla distribuzione assistevano le signore
del Fascio Nazionale Femminile, il Sindaco
e parecchi notevoli cittadini
I bimbi dell’ Asilo Infantile, dei Ricreatori
e delle prime classi-delle scuole popolari —
circa trecento — ricevettero con gioia i
bellissimi doni da parte dei mutilati, pure
essi felici di compiere il gratissimo incarico.
II Sindaco rivolse ai fanciulli parole piene
di affetto per essi e di riconoscenza per le
generose donatrici. 11 pubblico, numerosis*
simo, uscì in frequenti applausi e rincasò
assai lieto.
Raccolta del Risorgimento italiano. La
Società Ginnastica "Si fa iniziatrice d’una
raccolta del Risorgimento italiano in Dal
mazia. La raccolta troverà posto in una
sala della società e verrà coordinata dall’ e-
simio prof. Brunelli, il quale anche F avrà
in consegna.
S’invitano dunque'tutti gii italiani di Zara
e della. Dalmazia a 5?oler mandare alla no
stra Ginnastica quadri, libri, opuscoli, lettere
di uomini politici, giornali (anche singoli
numeri della „Difesa" di Spalato, dei „Dal
mata" e del „Risorgimento") fotografie (an
che di giovani dalmati arruolatisi nel regio
esercito durante la guerra attuale) tutto ciò,
insomma, che può illustrare la partecipazione
della Dalmazia al Risorgimento italiano dal
1860 in poi. La raccolta potrà riuscire ricca
e interessante, se gli italiani vorranno se
guire l’invito.
Una torpediniera gloriosa. L’altro
giorno giunse nel nostro porto la R.
Torpediniera 4 PN. E’ la bella torpediniera
comandata negli ultimi sei mesi di vita e di
azione marinara dal glorioso martire di Ca
podistria. E il ricordo delle gesta di Nazario
Sauro è inciso in urta epigrafe affissa al
fumaiolo, che dice :
In memoria - — deh Capitano Nazario Sau
ro di Capodistria imbarcato in questa
silurante dal 9 gennaio al 29 luglio 1916
— fatto prigioniero i il 31 luglio — subì
eroicamente il martirió a Pola il 19 agosto
Il Fascio nazionale. Appena cessato il
terrorismo austriaco, anche qui, .come nelle
altre località della Dalmazia, si costituì il
„Fascio nazionale italiano**, che spedì i se
guenti telegrammi : ~
A S. E. il Ministro Sonnino. Roma. Gli
Italiani di Lissa fidenti nel loro dentino in
viano all’ E. V. il saluto augurale, segno di
vivo affetto per la grande patria. Per il fa
scio nazionale Dott. Dojmi — Guido Mac-
chiavelli.
A S. E. il Governatore Millo. Sebenico.
Confidando nel sancimento delle sue più
sacre aspirazioni, il Fascio nazionale di Lissa
invia all’E. V. il saluto augurale, segno di
vivo attaccamento alla grande Patria. Dott.,
Dojmi, preside. *
I?Ammiraglio Millo rispose ringraziando
1’ intemerato ed energico cittadino cav. dott.
Lorenzo Dojmi di Delupis, che in questo
cinquantennio della peggior furia austro
croata custodì, assieme al manipolo fedele,
puro ed incontaminato ì’ immenso amore
all’ Italia.
Fra soldati e popolo. Il 13 decembre, al
passaggio dei delegati di Ragusa e delle
Isole al congresso di Ancona, il Coman
dante di Lissa, fen. di vasc. Sportiello, as
sieme ai suoi ufficiali, offerse ai congressisti
un vermouth d’onore. Si brindò all’Italia,
al Re, a Sonnino, e- poi s’inviò un tele
gramma di fede a S. E. Millo, in cui ra
gusei ed isolani inneggiavano alì’ Italia gran
de ed unita.
La sera del 29 decembre vi fu un riusci
tissimo trattenimento all’ antico forte inglese
di S. Giorgio, organizzato dal benamato
Com. Sportiello, coadiuvato dai suoi simpa
tici ufficiali. In un teatrino improvvisato,
colla cooperazione d’ una buona orchestrina
di soldati, si produssero i marinai del pre
sidio, interpretando con vero brio napole
tano una commedioìa e cantando varie can
zonette popolari. Si distinsero parecchi ma
rinai napoletani che furono vivamente ap
plauditi dai numerosi spettatori, fra cui c’ e-
rano molte gentili signore e signorine. La
simpatica festa terminò col canto degli inni
nazionali e con un’ ovazione al Com. Spor
tiello, Qualche giorno dopo per invito di
S. E. il contrammiraglio Galliani fu servito
un rinfresco sulla R. N. Basilicata. Fra gl’in
tervenuti v’ erano il cav. dott. Dojmi, il
giornalista americano sig. Benton, noto ami
co dell’Italia, il comandante delle isole Cur-
zolane Piazza e il comandante Sportiello.
Gli ospiti, seguendo V invito dell’ ammiraglio,
fecero poi una visita minuta alla bella nave.
E’ d’ augurarsi, che simili contatti fra ìa_
popolazione e i nostri soldati si facciano
sempre più frequenti per stringere sempre
più forti i legami che ci uniscono alla ma
dre Patria, ora e sempre.
Da Stretto
Genetliaco. Nella ricorrenza del genetliaco
di S. M. la Regina Elena, per cura ed ini
ziativa dei solerte comandante del locale
Presidio sottotenente di vascèllo Giuseppe
Caruso, ebbe luogo nella chiesa parocchiale,
per l’occasione addobbata a festa, un so
lenne ufficio divino.
La messa venne cantata dal m. r. don
Antonio Sare, che si prestò gentilmente.
Alla stessa, oltre gli ufficiali e ì marinai
del presidio, intervennero i capi di tutte le
autorità civili, un gran numero di villici
del capoluogo, nonché alcuni dei villaggi
vicini giunti espressamente per la fausta
occasione ad onta del tempo pessimo. Le
navi in porto avevano innalzato il gran pavese
e sugli uffici sventolava il vessillo nazionale.
in tale circostanza venne inviato a S. E.
l’ammiraglio Millo un telegramma del se
guente tenore :
„Ci permettiamo di pregare F Eccellenza
Vostra di voler trasmettere a S. M. la Re
gina, nella fausta ricorrenza del suo gene
tliaco, i fervidi sensi dì reverente omaggio
e di profonda devozione di Stretto italiana.
Il sindaco Salamun**.
Alla sera poi, dietro gentile invito dei
nostro sindaco, Francesco Salamun, ardente
patriotta e degno figlio della Dalmazia ita
liana,- convennero ad una festicciola familiare
tutti gli ufficiali del presidio, i membri del
comitato nazionale italiano^ quelli del fascio
giovanile ed un gran numero di persone
del nostro partito, fra le quali il signor
Nicolò Riboli, commerciante di Fiume e
figlio di quella eroica città italiana.
La serata trascorse animatissima al canto
e al suono degli inni più cari ai nostri cuori.
Si scambiarono pure dei brindisi con fer
vide acclamazioni alla nostra amata Regina,
alla grandezza d’Italia e a Spalato.
Circolo di lettura. Pur qui si è costituito
un Circolo di lettura con annessa biblioteca
circolante sotto il nóme dell’ immortale Nic
colò Tommaseo.
Il Circolo ha lo scopo di riunire quanti di
qui si sentono italiani e di curare in pari
tempo che il nostro beli’ idioma sempre più
si propaghi tra noi. Nella seduta costitutiva
il signor Bruno Sascor si rivolse a tutti i
presenti, invitandoli a contribuire allo svilup
po del Circolo, sottoscrivendo per il primo
un generoso importo. 11 suo nobile esempio
venne seguito da tutti gli altri ed in un
attimo si raccolse il bell’ importo di Cor. 700.
Ci sentiamo obbligati a rivolgere un grazie
speciale al signor Riboli per la sua generosa
oblazione.
La Cronaca
Un voto delia Camera del lavoro, lì Co
mitato politico della Camera del lavoro di
Zara convocato a seduta, e con l’assenso
unanime delle leghe professionali, ha votato
il seguente ordine del giorno :
„Il comitato politico della Camera del
lavoro di Zara, protesta contro chiunque si
arroghi il diritto di limitare o rinunciare alla
sti primi tempi dopo l’occupazione, rotte
tutte le vecchie relazioni d’affari per g i
eventi della guerra, i nostri commercianti e
industriali ne stanno riallacciando di nuove
con case del Regno e che questo laborioso
processo, il quale tocca la nostra vita eco
nomica del dopoguerra e vitalissimi intei essi
dell’Italia, esige una larga corrispondenza
dalla Dalmazia per l’altra sponda ; chi pen
si come vengano in tal modo sensibilmente
aumentate le spese postali per una impor
tantissima e operosa classe sociale, troverà
più che giusto il lagno per la stridente di
sparità di trattamento fra le varie terre re
dente. E noi speriamo che verrà presto
eliminato questo illogico e dannoso incon
veniente.
Atto di carità. Abbiamo ricevuto, assie
me ad un vi ghetto di banca di L. 100,
questa lettera :
„Il 16.o Reggimento Fanteria invia a co-
testa Direzione la somma di L. 100 con
preghiera di metterla a disposizione della
famiglia della udinese Delmisser,di cui sono
state rappresentate le misere condizioni nel
n.o 5 del suo pregiato giornale. Distinti
saluti L. Bottari**.
Ringraziamo sentitamente i caritatevoli
sovvenitori dell’infelice vedova Dalmisser,
additandone il generoso esempio.
Alia Dalmisser, subito, abbiamo conse
gnato F importo ricevuto. Lo accolse, bene
dicendo i donatori.
La riconoscenza del contadino. Una si
gnora ci racconta il seguente grazioso fat
terello. Passando per via essa incontrò un
vecchio contadino che parlando in slavo,
s’affannava a farsi intendere da alcuni no
stri soldati. La signora incuriosita si fermò
un momento. Allora uno dei soldati pregò
la signora di chiedere al contadino che co
sa egli volesse da loro. E il contadino
spiegò alla signora, che suo figlio era stato
ferito e fatto prigioniero al Piave, e che
dall’ ospedale aveva scritto a casa raccon
tando le cure affettuose alle quali era fatto
segno pur essendo in prigionia. Il vecchio
padre, udito che gli italiani erano venuti a
Zara, commosso per quanto gli aveva scritto
il figlio, aveva deciso di recarsi a Zara pur
lui, per dimostrare agli italiani la sua rico
noscenza. Infatti, egli col suo lungo discor
so, anteriore all’ intervento della signora,
aveva voluto indurre i soldati ad accettare
dal burro e delle uova, che aveva portato
con sé come prova tangibile della sua ri-
conoscenza. Rinnovò, umilmente, la sua
offerta per mezzo della signora. E restò
confuso e un pò avvilito, quando i soldatini,
pur ringraziando, rifiutarono.
Niente maschere e mascherate per le
vie. Un bando del governatore proibisce
rigorosamente in tutto il territorio occupato
di adoperare in pubblico la maschera, sotto
qualsiasi forma, e tanto singolarmente quan
to collettivamente. L’ uso della maschera
solo consentito nelle case private e nelle
sale da ballo e nei teatri. Le persone ma
scherate, che si recano ai balli in maschera,
debbono transitare le vie a volto scoperto.
Il mistero della larva, per ora, è finito.
La fila. Riceviamo e pubblichiamo : ,,A-
desso, che, grazie a Dio, la Patria ci for
nisce in abbondanza e con regolarità i ge
neri alimentari di prima necessità, si do
vrebbero anche abolire finalmente quelle
fastidiosissime file, eh’ erano una caratteri
stica dei tempi di guerra.
L’avviso del comitato di approvvigiona
mento dice chiaro : ,,F acquisto di tutti
questi generi (farina, riso, pasta, strutto)
deve venir fatto entro il mese di gennaio".
La qual cosa prova che il contingente dì
generi è proporzionato al numero dei con
sumatori e che ognuno deve ricevere asso
lutamente la razione che gli spetta. E, se
ognuno deve ricevere il tanto di riso, di
pasta, di farina e di grasso che gli spetta,
che bisogno c’è di rinnovare il doloroso spet
tacolo delle file? Non possono tutti com
perare con comodo quanto vogliono o cre
dono? Invece no. Il negoziante si ammazza
a vendere; sulla via, davanti alle porte delle
botteghe fanno ressa e fila centinaia di per
sone, e magari al vento e sotto la pioggia,
e alla sera i ritardatari, quelli che si erano
fidati dell’ avviso, scoprono che il negoziante
ha venduto tutto. E allora son nuove corse
e nuovi agglomeramenti inutili. Poiché la
roba da mangiare c’ è, si dispongano altri
menti le cose. Si dimostrino praticamente
inutili, e, occorrendo, si vietino le file, la
sciando che chi vende e chi compra possa
vendere e comperare con comodo, lenta
mente, nel termine fissato dall’avviso, cioè,
nel caso concreto, entro tutto il mese di
gennaio."
— Apprendiamo che molte persone —
per la gran ressa di questi due ultimi giorni
nelle botteghe di commestibili — non fu
rono in grado di comperare nella prescritta
misura i generi di prima necessità posti in
vendita. Siamo sicuri che il comitato d’ ap
provvigionamento provvederà a rifornire su
bito i negozi perchè tutti abbiano quanto è
loro necessario.
I guastatori e i ladri. Eccitiamo nuova
mente le autorità a provvedere con il più
inflessibile rigore contro i guastatori brutali
delle pubbliche piantagioni Torre la cor
teccia agli alberi delle Mura e guastarli con
pietre è lo stesso che volerli condannare ad
un sicuro deperimento. Ed è atto di barbarie.
E peggio che barbarie, vero furto alla pro
prietà privata è quello perpetrato ancora
continuamente nel boschetto in Val dei Ghisi,
dove ogni giorno si tagliano impunemente
le belle piante che erano pure ornamento e
decoro di un luogo preferito dai cittadini
per passare qualche ora in pace al rezzo
di alberi profumati. Raccomandiamo la cosa
ai carabinieri di ronda, perchè qualcuno del
vicinato rimedia regolarmente ai suoi bisogni
di legna segando o abbattendo a colpi di
Decorato per la seconda volta. Il nostro
concittadino dott. Maurizio Mandel, capitano
medico, è stato decorato per la seconda
volta con la croce di guerra al merito per
i servizi resi durante 1 ultima offensiva. Con
gratulazioni vivissime.
Menzogne. 11 „Narodni list** asseriva nel
suo penultimo numero che il municipio di
Zara aveva pagate le spese di viaggio agli
studenti accademici, che si sono recati nella
Penisola a visitare i loro colleghi e fratelli
d oltremare. Quest’ è una delle solite tro
vate dell’ organo jugoslavo, che non è abi
tuato a vagliare le notizie prima di pubbli
carle.
11 municipio non si è nemmeno sognato di
sovvenzionare gli studenti. Ma il „Narodni
list", naturalmente, che vuol saperla lunga,
mentre invece non vede al di là del proprio
naso, propala delle menzogne per il solo
gusto di propalarle.
Circolo Canottieri Diadora. Venerdì 24
ha luogo nei locali della „Società del Ca
sino * a ore 19.30 F assemblea generale di
questa nostra simpatica istituzione.
La direzione raccomanda caldamente ai
soci tutti di intervenire numerosi, essendo
ché gli argomenti posti all’ ordine del gior
no sono di vitale importanza.
Decesso. E morto, compianto da quanti
ebbero a conoscerlo, il consigliere di fi
nanza Giuseppe Demicheli, ,uomo colto e
di modi gentili. Fu nostro buon aderente
politico e pieno di affetto 'per la sua fami
glia. Ad essa porgiamo vive condoglianze.
Cose della posta. Da molti amici ci è
stato fatto notare, e a buona ragione, che
è un’offesa perenne all’italianità genuina di
Zara Fuso del timbro bilingue al nostro
ufficio postale. Non per questo dovrebbe
esser venuta fra noi l’Italia, a perpetuare
il ricordo dell’ odioso imbastardimento del
passato. Ora siamo liberi, italiani per sem
pre, e il primo segno di riconoscimento del
fello compiuto dovrebbe venirci dalle auto
rità di occupazione. Speriamo che sia stata
una svista, tanto più che sarebbe addirit
tura buffo il leggere ancora a Zara un tim
bro bilingue, mentre a Sebenico è già stata
adottata la dicitura italiana e altrettanto ci
consta che si è fatto a Trieste \e nel
Trentino.
Noi vorremmo anche chiedere ai fattori
competenti come si spieghi la diversità di
tassazione nel servizio postale fra la Dal
mazia e la Venezia Giulia e Tridentina.
Abbiamo ricevuto, provenienti dalle re
gioni anzidette, cartoline possali e lettere-
affrancate che portano impresso in nero sul
francobollo un timbro con F osservazione :
„Vale 10, 20 centesimi di corona**. Dunque
gli italiani delle altre terre redente si pos
sono servire delle RR. Poste pagando la
vecchia tassa austriaca; noTper una carto
lina spendiamo 10 centesimi di lira, ossia
25 centesimi di corona, e per le lettere in
proporzione. Chi pensi che proprio in que
del giorno. Un’ ccehiatina in qualche casa
del vicinato non guasterebbe per insegnare
il rispetto alla proprietà e ai bandi del g0,
vernatore.
Investimento. Domenica mattina F ex pi.
roscafo lloydiano „idabsburg’ , ora con ban
diera italiana, si incagliò nei pressi di RiVa
Derna per averla troppo avvicinata. Veniva
a prendere delle truppe, destinate a Sebe
nico. Dopo poche ore, per effetto dell alt a
marea, si disincagliò da sè, senza danno.
POSTA APERTA.
Sig. A. C. Sebenico- — Chi ha anche una me
diocre conoscenza delie norme giornalistiche sa
che degli scritti che le pervengono la Redazione
non pubblica che quanto essa crede adatto e op
portuno; il resto semplicemente si cestina e i ma.
noscritti non si restituiscono.
R. Stazione Aerologie» di Zara
Ballettino meiereologico.
del 22 gennaio 1919 (ore 8)
Pressione Barometrica in rn/rn : 762,7. Tempera
tura C. : 1°,8. Umidità relativa: 74/100. Nebulo-
sità in decimi: 4/10. Mare: calmo Vento al suolo
(in m. al min. sec.): m. 1.8 da E. Temperatura
massima (nelle 24 ore precedenti l’osserv.): 8°.2;
minima: 0°.l. Acqua caduta (nelle 24 ore precerf.
l’osserv.): m/m. 0.0.
Direttore responsabile: Gaetano Feoli.
Editrice la Tipografia : E. de Schonfeld & Co.
Annunzi economici.
Gli annunzi economici, senza distinzione di cate
goria, si pagano a cent. 15 la parola, minimo
Lire 1.50, in carattere marcato il doppio.
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dalla flotta italiana ovvero Epopea Serba — La
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13 (Lyda Borelli) — Sulle rovine dell’ Amore
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stamagna) — Avventure di Collette (Anna Zangl)
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provincie da! confini della Svizzera a quelli
del Montenegro, sommante in tutto a meno
di un milione, venivano trattati col massimo
sospetto e diffidenza, inquadrati per siste
ma in unità composte di elementi estranei
più fidati, e cosi isolati, sorvegliati, erano
ridotti all’impotenza di nuocere. 1 Jugo
slavi, numeranti oltre 7 milioni, formavano
intere grosse unità militari sotto proprio
comando, e avrebbero potuto ben altrimenti
giovare alla causa della libertà sulla fronte
di battaglia, mentre invece furono i più
pertinaci sostenitori dell' Austria e gli ul
timi a cedere.
Avevano in Croazia un regime autonomo,
un* rappresentanza propria, la Dieta del
Regno, ma prima della finale disfatta non
un passo fu tentato, non una manifestazio
ne fu emessa da questi organi a favore
della indipendenza propria ed altrui, atta a
scuotere la compagine delia Monarchia au
striaca.
Nel 1848-9 i Jugoslavi stettero dalla parte
dei vincitori, ma furono dal tiranno defrau
dati del premio, giusta nemesi storica. Nella
guerra recente furono dalla parte dei vinti,
ma adesso vorrebbero darsi 1’ aria di alleati
dell’Intesa per lucrare dopo la sconfitta i
benefizi della vittoria. Hanno organizzato a
tale scopo una propaganda senza pari, fa
vorita dalla poca conoscenza delle nostre
condizioni, dalla conseguente buona fede di
mezzo mondo, nonché dall’invidia per la
nuova fortuna d’Italia. Cosi di tratto in
tratto come supplemento ai loro giornali esco
no fogli volanti in francese o in inglese,
che non rifuggono alle volte dalla menzogna
e dalla calunnia. Noi, forti dei diritti con
quistati dalla nostra nazione a prezzo di
tanti sacrifizi di sangue e di denaro, di pri
vazioni e di sofferenze assai maggiori di
quanto si crede, durate per tanti anni da
tutto il popolo, non esclusi noi che geme
vamo sotto il gi->go austriaco, sdegnavamo
occuparcene, tanto limpida era in noi la
coscienza del dovere compiuto, tanto inof-
fuscabile ci sembrava la faccia della verità.
Ma ormai per segni non dubbi dobbiamo
ricrederci, dobbiamo constatare il successo
incredibile di quella propaganda, e com
prendere la necessità di alzare la nostra
voce a nostra legittima difesa.
Non seguiremo gli avversari in tutti i
particolari, perchè ciò ci trascinerebbe troppo
in lungo ; ci accontenteremo di occuparci
dei punti più importanti, di ristabilire la ve
rità nei suoi aspetti principali.
Poiché tutto il mondo conosce la umanità,
la mitezza, la gentilezza del soldato italiano,
e la liberalità, anzi la eccessiva condiscen
denza che impronta ogni atto del Governo
italiano, e la squisitezza di forme che usano
nel disimpegnare le mansioni i funzionari
italiani, sarà perfettamente superfluo spen
dere una parola a confutare i Jugoslavi là
dove giungono a imputare i soldati o i fun
zionari italiani jii maltrattamenti alle nono»-
làziòni dei paesi occupati, o di oppressione
dei loro diritti. Se qualche imprigionamento,
o confinamento, anche questo al più di po
chi giorni, o qualche scioglimento di società
ebbe luogo, lo si deve ascrivere esclusiva-
mente a colpa di coloro che ne furono col
piti e che, ad onta di ripetute ammonizioni,
volevano continuare, non già a difendere le
loro aspirazioni nazionali, ma a seminare
l'odio e il disprezzo contro l’Italia e a su
scitare disordini. E quello precisamente che
avvenne al rev. Bianchini, redattore del
„Narodni List". Del resto, poiché si volle
ricordare il suo articolo „Per la verità",
è bene si sappia che egli in quello esaltava
i fasti militari dei Jugoslavi contro l’Italia
sull* Isonzo ; lasciamo giudicare agli altri con
quanta coerenza verso la nuova tesi di pre
sentarsi come alleati e collaboratori del
l’Intesa.
Non possiamo invece fare a meno di oc
cuparci più estesamente di quella parte che
si riferisce alla storia e alle condizioni della
nostra Dalmazia. Come queste furono fog
giate in un secolo d’oppressione austriaca
potrebbero a uno straniero che fosse ignaro
del nostro passato apparire degne di essere
poste a base della decisione per il nostro
avvenire e sarebbe una grave ingiustizia che
si commetterebbe a nostro danno.
I Jugoslavi accusano gli Italiani d’ignorare
la storia della Dalmazia, di non considerare
nemmeno da quale epoca i Croati ed i Serbi
sono calati alle rive dell’Adriatico ; ma nello
stesso momento omettono di dire quale po
polazione vi trovarono, e fingono che questa
popolazione sia stata tutta esterminata dagli
invasori, e sostengono che gl’italiani di
Dalmazia furono una importazione posteriore
'di molti secoli sotto il Governo di Venezia,
accarezzata e favorita in ultimo ancora più
dal Governo austriaco. Come se non fosse
nota nel mondo la propensione speciale che
nutriva l'Austria per tutte le genti italiche!
La storia documenta invece, che gl’ invasori
trovarono una popolazione romanizzata di
lingua, di costumi, di sentimenti e già cri
stiana, che non tutte le città dalmate dove
viveva, vennero allora distrutte dalle orde
selvagge, che i profughi da quelle distrutte
fondarono altri centri come Spalato e Ra
gusa. Basta all’uopo leggere Tommaso Ar-
cdiacono. Le città alla costa e sulle isole,
che cosi conservarono la impronta nazionale
latina, continuarono a formare la „Dalmazia
romana" in contrapposto al Regno di Dal
mata, Croazia e Slavonia dell’interno. Di
mano in mano che il potere centrale del
l’Impero romano s’indeboliva, si sviluppa
rono a staterelli di fatto indipendenti, se non
di diritto, con propria costituzione, con
propri statuti, redatti prima in latino poi in
italiano. Sollecite sopra tutto della propria
libertà, nelle competizioni dei più potenti
vicini si dedicavano a quello che momen
taneamente era il più forte, salvo a scuoterne
*1 ?'°go alla prima occasione favorevole,
conservando sempre la propria individualità
politica e sfruttando tutte le contingenze per
farsi confermare o addirittura ampliare i
propri privilegi. Si ribellarono, sicuramente
parecchie" volte a Venezia, non per avver
sione derivante dal sentimento nazionale,
ma per la ragione suddetta, per la quale
facevano nelle medesime circostanze la stessa
cosa contro ai Re croati e ungheresi, ri
chiamando Venezia, finché al principio del
XV secolo soggiacquero definitivamente alla
dominazione veneziana.
Falsa la storia , chi da quelle ribellioni
vuole trarre argomento per determinare il
carattere nazionale slavo delle città dalmate.
Bisogna invece osservare il fenomeno nel
suo complesso, e allora non può sfuggire
la stretta somiglianza che ebbe lo sviluppo
e il carattere dei comuni in Dalmazia con
quelli d’Italia. Non vi mancarono nemmeno
le guerre esterne tra comune e comune, du
rate talvolta per decine di anni, nè le fa
zioni interne cittadine perpetuantisi di ge
nerazione in generazione, quali quelle degli
Intrinseci e degli Estrinseci, e della plebe
contro i nobili. Una prova del carattere ita
liano dei comuni dalmati, Oltreché dalla fi-
sonomia e dai tratti caratterestici della loro
vita politica si può dedurre ancora dal fatto
che un simile sviluppo municipale mancò
affatto nelle limitrofe terre croate e serbe.
Il fenomeno rimase circoscritto alle rive del
l’Adriatico, certamente perchè determinato
dal carattere etnico di queste città e dagli
influssi della civiltà latina.
Naturalmente in tanto volgere di secoli e
di vicende non poteva non avvenire che
anche l’elemento slavo della provincia non
finisse col penetrare nelle cittadinanze co
stiere e col formarne una parte cospicua.
Ma non riuscì mai a sopraffare l’elemento
italico indigeno. Glottologi insigni come
l’Ascoli e il Bartoli dimostrano l’esistenza
di un volgare dalmatico evoltosi dalla par
lata latina su tutta la costa orientale del
l’Adriatico, e spentosi circa un secolo fa,
lasciando il posto al dialetto veneto. Nulla
meglio di ciò prova il nostro indigenato. La
lingua della vita pubblica delle città dalmate
rimase nei primi secoli il latino, e non fu
un fenomeno da ascriversi all’ influsso gene
rale della coltura, bensì propriamente etnico,
perchè nei secoli successivi il latino non fu
sostituito dallo slavo, ma dall’italiano, fuor
ché a Ragusa, dove infine sull’italiano pre
valse lo slavo per deliberato proposito po
litico, onde meglio premunirsi da! dominio
veneziano. Ma anche a Ragusa l’origine
della maggior parte della aristocrazia che
dominò durante la repubblica era ita
liana; tutti gli scrittori coltivarono oltre il
latino e lo slavo con pari amore e padro
nanza anche l’italiano, e tutta la popolazione
usa ancora oggi uno strano dialetto in cui
ogni poche parole si alterna l’italiano allo
slavo.
I Jugoslavi vantano per quasi ogni luogo
della Dalmazia qualche scrittorello che può
avere "na certa importanza nella storia dellaiwj —----- ...----- --------------
al tempo presente. Senonchè il fatto non ha
l’importanza di indice nazionale che gli vor
rebbero attribuire, perchè altrettanti nomi
per quasi ogni paesello possiamo fare noi,
di scrittori latini e italiani dai tempi più
antichi ai presenti, e ci limiteremo per amore
di brevità a ricordare per 1’epoca più antica
il giureconsulto romano Modestino, e il padre
della Chiesa S. Girolamo; per l’epoca del
Rinascimento i nomi di Francesco Patrizi di
Arbe, uno dei precursori della moderna fi
losofia, di Marco Antonio Dominis pure di
Arbe, un precursore di Galileo e di Newton,
del più grande storico dalmata, Giovanni
Lucio da Traù, degli architetti e scultori
fratelli De Laurana di Zara, noverati tra i
più grandi artisti italiani, e per il tempo mo
derno del grande patriotta e scrittore Nicolò
Tommaseo da Sebenico. Essi ebbero ben
altra importanza nella storia e per la cultura.
Da tutto ciò si può ragionevolmente con
cludere soltanto che le due nazionalità erano
commiste.
La Cronaca
Il nostro Sindaco è partito parecchi giorni
fa per Roma, dove attualmente si trova an
che 1’ on. D.r Pini, proveniente da Sebenico.
La sua partenza che aveva offerto a suo
tempo a nemici e amici lo spunto ai più
svariati commenti e a induzioni arbitrarie, è
sufficentemente spiegata dalle importantis
sime questioni economiche e politiche, che
attualmente interessano l’amministrazione
municipale e l’avvenire della città e di tutta
la regione.
Intanto a nessuno può sfuggire nel mo
mento presente l’alta importanza dell’ u-
dienza privata concessa al D.r Ziliotto da
S. M. il nostro Re il giorno 14 corrente,
Dai giornali di Roma si rileva che il no
stro Sindaco ha voluto presentare all’Au
gusto Sovrano i sentimenti di profonda de
vozione della capitale della Dalmazia e che
il Re ha molto gradito questo omaggio.
Nel colloquio, durato mezz’ ora, S. M. si
mostrò straordinariamente affabile col Sin
daco, il quale rimase commosso della cor
dialità del nostro Sovrano.
Apprendiamo da fonte competente, che il
Sindaco Ziliotto approfitterà del suo sog
giorno nella capitale anche per avvicinare
tutte quelle personalità del mondo politico,
il*cui valido appoggio potrà giovare note
volmente al trionfo delle nostre aspirazioni.
D'altra parte la competenza del D.r Zi
liotto nelle varie e multiformi questioni in
teressanti le rivendicazioni italiane su que
sta sponda potrebbe determinare i fattori
responsabili a valersi dell’ opera sua anche
altrove.
E certo in ogni modo che il Sindaco reste
rà assente da Zara ancora per qualche tempo.
11 vice-ammiraglio Cagni a Zara. Ai 15
la nostra città ebbe l’altissimo onore di
ospitare S. E. il vice-ammiraglio Umberto
Cagni, eh' è una deljlorie più belle della
nostra marina.
Reduce da un vialq in provincia, arrivò
a Zara verso le 10 bezzo con il contro
caccia „Rosolino Pil| atteso a riva .vec
chia dalle rappresetjze civili e militari,
dalla Banda Municfe e da un’enorme
folla festante, recancentinaia di tricolori.
E pur la città era tà pavesata e imban
dierata a tricolori. ì
Salutato all’atto silo sbarco dal pro
sindaco Persicalli e i rappresentanti delle
autorità, S. E. si iò per Calle Larga al
Municipio, seguito i un imponentissimo
corteo di cittadini £ ogni classe, i quali
alternavano alle nohnusicali il canto degli
inni patriottici e le iclamazioni, fervidissi
me e sonore, all* os;e illustre e alla gran
de Italia.
Piazza del plebiso, ove si fermò il cor
teo, offerse lo speicolo, ornai consueto,
delle grandi manifeizioni d’italianità della
nostra Zara. Un imfo il refrenato di accla
mazioni e di canti Un bagliore immenso
di bandiere. Si E., »stretto ad affacciarsi
al poggiuolo del Micipio, pronunciò, visi
bilmente commossojelle care parole. Disse
che il suo vecchio tore esultava al cospet
to dei cittadini di ara, sintesi dell’ italia
nità dell* intera proncia. E portò il saluto
delie terre d’Itali? stringenti in un solo
amplesso tutta la dmazia.
La Banda intonai Marcia Reale; e l’en
tusiasmo eruppe i magnifico modo, tra
l’agitarsi dei tricori e lo sventolio dei
fazzoletti e dei capelli. i
L ammiraglio s’trattenne famigliarmente
coi consiglieri comnali, ai quali diede le
più ampie e constanti assicurazioni sulle
nostre più care astrazioni per l’avvenire,
raccomandando pa.enza, calma serena e fi
duciosa e assoluta:oncordia.
Finita la solennererimonia, quando, S. E.
lasciò il Palazzo mnicipale per attraversare
nuovamente Piazzadel Plebiscito, il popolo
fece ala al suo pasaggio,Reclamandolo con
viva commozione;
L’ammiraglio sirecò quindi a visitare i
principali monumetti cittadini e il Museo di
S. Donato, sotto i guida dell’ egregio prof.
Smirich. Qui s’interessò particolarmente alle
preziose antichità -ornane che sono una te
stimonianza gloria* dell’ indelebile latinità
di queste sponde.
A mezzogiorno ebbe luogo una colazione
intima e alle 13.3) seguì la partenza, alla
quale assisteva di nuovo gran folla che non
cessò d’acclamare l’ospite insigne, 1* Italia
e la gloriosa marna italiana, finché il „Ro
solino Pilo", filando velocissimo, non fu al
largo fuori del porto.
L’arrivo della commissione degli ammi
ragli interalleati. Sabato dopo il tocco
sono arrivati a Zara i contrammiragli com
ponenti la commissione interalleata di am
miragli che, provenienti da Pola, hanno ini-
sono arrivate
al comando del comandante Miraglia con a
bordo il contrammiraglio Ugo Rombo, la
H. M. S. Diamond al comando del coman
dante Scott con a bordo il contrammiraglio
inglese E. G. Kidle e la nave americana
Maury al comando del comandante Newton
con a bordo il contrammiraglio americano
Niblack.
Ieri poi è arrivato S. E. il Governatore
viceammiraglio Enrico Millo assieme al con
trammiraglio francese Ratyè.
La città, in questi giorni, era tutta imban
dierata a festa. Le navi sono partite stamane
per la provincia.
Sui festeggiamenti, fatti agli ospiti illustri,
diremo nel prossimo numero.
11 dittico di Zara che, come già annun
ziammo, venne donato dal poeta della Pa
tria al nostro municipio, è esposto nella ve
trina della libreria de Schónfeld.
I giornali croati asseriscono che qual
cuno intenda di formare nella nostra città
un partito democratico slavofilo, avverso
all’ attuale amministrazione comunale.
A questa notizia, inesatta e tendenziosa,
n<--n si dà alcun credito da persone che
devono essere bene informate. Ora gl’ita
liani — lo sappiano amici ed avversari —-
vogliono essere soltanto Italiani, cioè com
patti e forti; gli screzi non esistono che
nelle fantasie dei gazzettieri jugoslavi. (
Quanto a noi, restiamo fedeli ai principi
propugnati nel programma politico, che svol
giamo anche oggi e svolgeremo ancor più
ampiamente in seguito, proponendoci di con
tribuire, per quanto sta in noi, al migliora
mento materiale e morale del paese. Questa
nostra opera, frutto di profondi convinci
menti, come non è soggetta a influssi di
persone o di istituzioni, cosi potrà svolgersi
completamente spontanea e indipendente
anche per 1’ avvenire.
Stonature di Curia. Mi è capitato tra
mano, non so come, il „Folium Dioecesa-
num" di gennaio, organo ufficiale della Cu
ria Arcivescovile di Zara e della Curia Ve
scovile di Sebenico. Non è nelle mie abitu
dini di leggere i fogli curiali, ma tant è ;
la mania del leggere ci ha pervasi così,
che quando si son letti tutti i giornali che
ci favorisce il Nani, si legge anche il . . .
„Folium Dioecesanum".
Naturalmente a Zara italiana e finalmente
redenta, con tanti sacerdoti italiani, con
tutto un popolo italiano, io mi immaginava
che almeno la Curia arcivescovile di Zara
avesse qualche cosa da dire anche a noi
italiani. E’ ben vero che, uscita di neutralità
l’Italia, anche il foglio curiale, più radicale
nelle conclusioni dello Stesso giornale del
governo, dichiari guerra all’italiano espel
lendolo dalle sue colonne; ma oggi la, si
tuazione politica è ben diversa. Un po’ di
riguardo a Zara italiana m’era sembrato
naturale almeno oggi. M’ingannai. Nella
curia arcivescovile di Zara come in quella
di Sebenico siamo in piena Jugoslavia,
taliano è stato bandito del tutto; anzi n
c’è più posto neppure per il latin.°’ Pe.rc, ,
in tutto quel foglio di latino, all infuori del
titolo, non trovi che un decreto papa.e e
l’esecuzione di un decreto papale che, na
turalmente, non potevano apparire in veste
jugoslava.i , .
li resto, sette pagine di testo, in lingua
croata, o più modernamente, in lingua serba-
Vi trovi commenti §al diritto canonico di
certo Bock di Sarajevo, vi trovi il notiziario
di curia che ti dà relazione sulle funzioni
in duomo; c’è anche un decreto destinato
ai sacerdoti diocesani; vi sono due cenni
necrologici; tutto in croato. E passi il ne
crologio croato di prete Perié, gran pa-
triarca croato, che, a detta del redattore
Kirigin, avrebbe avuto gran fama di filolo
go e di poeta. Ma che madre „Klaudija
Cerati", nata a Cesano-Maderno nella pro
vincia di Milano, e che per giunta è morta
a Zara nell’ educandato italiano di S. De
metrio dopo 54 anni di vita religiosa, debba
subire un necrologio croato nel foglio della
Curia Arcivescovile di Zara, eh via, signor
redattore Kirigin, è una stonatura di cui
non si sarebbe resa rea neppure la defunta
i. r. Smotra d’infausta memoria!
Reverendi 1 che non si possa esser più
seri e più oggettivi ? Che non abbiate an
cora capito che Zara è italiana e italiana
resterà ?
La vertenza tra operai e proprietari di
tipografia è stata risolta con vicendevole
sodisfazione. Il lavoro è stato ripreso sabato.
Ma, intanto, sul nostro tavolo, si sono
accumulati molti manoscritti, che, con la
migliore nostra volontà, non possono ,esser
oggi pubblicati. Lo faremo nel prossimo
numero. Nel prossimo numero daremo rela
zione delle sedute del Fascio Nazionale di
Zara, della cerimonia di consegna della ban
diera del Fascio Nazionale femminile di Roma
al Fascio femminile di Zara, delle feste
della Ginnastica, del Casino e pubblicheremo
altri stelloni di cronaca, oggi rimasti indietro.
La lettera ai dalmati riprodotta in un
opuscolo. La lettera ai Dalmati di Gabriele
d’Annunzio, è stata ora riprodotta in ele
gante opuscolo destinato ad avere la più
larga diffusione nel Paese, poiché la Lettera
in una forma mirabile con una passione
trascinante esprime il sentimento dell’ intera
Nazione e 1’ angoscia dei fratelli doloranti
dell’ altra sponda. Nessuno vorrà lasciar
passare 1’ opportunità di procurarsi la bella
pubblicazione che riproduce la più alta pa
rola detta da italiano in difesa dell’ italianità.
Gabriele d’Annunzio e il secondo col
legio di Roma. Siamo autorizzati a dichia
rare che a Gabriele d’ Annunzio non fu of
ferta in nessun modo la candidatura nel
secondo Collegio di Roma e che perciò
Egli non ebbe occasione di rifiutarla.
----- LLautor» zLella Lettera ai Dalmati, abituatoa manifestare sempre direttamenre li suo
pensiero, non riconosce alcun interprete e
si riserba la più larga libertà d’ azione.
Gli operai e il Governo. L’ Ufficio Affari
Civili del Governo della Dalmazia, assecon
dando anche la richiesta della Camera del
Lavoro di Zara, si è recentemente interes
sato di procurare lavoro ad alcuni operai
(muratori, falegnami, pittori) disoccupati di
detta città ed è riuscito a farli assumere alla
dipendenza del Comando della Difesa Mi
litare Marittima di Sebenico, col salario
giornaliero di 10 a 12 lire, oltre il vitto
(rancio marinai) e 1’ alloggio franco. Si è
però appreso con dispiacere che detto Co
mando ha dovuto, dopo pochi giorni, licen
ziare gli operai assunti perchè i medesimi
si sono mostrati pieni di pretese e, d’altra
parte, la loro capacità professionale ed il
rendimento del loro lavoro non sono risul
tati nemmeno lontanamente corrispondenti
alla elevata mercede loro corrisposta. Non
dubitiamo che 1’ Ufficio Affari Civili del
Governo della Dalmazia non ometterà in
avvenire, per questo spiacevole incidente,
di interessarsi premurosamente alla sorte di
tanti operai disoccupati esistenti in Zara,
ma riteniamo opportuno d’ altra parte rac
comandare agli operai stessi e per essi alla
Camera dì Lavoro di voler corrispondere
all’ interessamento del Governo con maggior
buona volontà, sia moderando le eccessive
pretese, sia in ogni modo facendo almeno
corrispondere alle mercedi richieste un ren
dimento di lavoro adeguato.
Decessi. È morto a Cittavecchia, gene
ralmente compianto, Francesco Tanascovich,
uomo probo, intemerato patriotta e teneris
simo marito e padre.
— Giovedì scorso i macellai e gli operai
della nostra città tributarono commoventis
sime esequie a Nino Gallioppi, un povero
giovane nostro concittadino morto a Fiume
in un sanatorio.
Alle famiglie in lutto porgiamo le nostre
condoglianze.
L* uso delle lingue nei pubblici uffici è
stato regolato in modo chiaro e preciso da
S. E. il governatore. L’italiana è lingua
interna d’ufficio; e italiana è la lingua della
luogotenenza.
Noi sappiamo, invece, da fonte positiva,
che, giorni addietro, in risposta a un bre-
vimano della Direzione provinciale di Fi
nanza, scritto, come di dovere, in lingua
italiana, il Consiglio scolastico prov. rispose
in croato. L’atto porta il N. 58 ed è fir
mato „conte Viskovic".
Associatevi alla
„LEGA NAVALE".
Neanche a farlo apposta! Riceviamo e
pubblichiamo: „Ieri ho ricevuto una lettera
da Zara : una locale, come si suol dire. Eb
bene. 11 francobollo è obliterato da appena
un soffio di timbratura, tanto che non si sa
da che ufficio p-ovenga la lettera; mentre,
nel bel mezzo della busta, nitidissimo sullo
spazio bianco, si presenta un bel timbro con
tanto di Zadar in testa. Che cosa vogliono
dire questi due timbri in una lettera sem
plice? Sono scherzetti di follia jugoslava, o
combinazione? Se è combinazione, è una
gran brutta combinazione. E i signori, che
dirigono 1’ ufficio postale, devono disporre
perchè non abbia a ripetersi mai piu .
Notizie postali. A datare dal giorno 9
febbraio a. c. i telegrammi privati d ìndole
commerciale sono ammessi non soltanto per
la città di Trieste, bensì anche per tutta la
zona italiana occupata dipendente dal Go
vernatorato di Trieste.
Per rìdere. Siamo in pieno carnovale. E,
dopo quattro anni di tetra quaresima, ab
biamo il diritto di divertirci.
Chi ci fa stare immensamente allegri,
oggi, è un professore. Anzi un regio lettore
di lingua italiana all’università di Zagabria:
il prof. Taddeo Bartolomeo Poparic.
11 quale — ma guarda quanta gentilezza!
—- ci manda una sua pappolata pubblicata
in italiano nell’„Obzor". In italiano per
modo di dire. Perchè, se il prof. I addeo,
nonché Bartolomeo, insegna come scrive, j
suoi scolari devono saper 1 italiano come,
press’ a poco, gli abitatori dello Scioa.
Ma questo importa poco. La forma è
niente, quahdo impera lo spirito. E lo spi
rito del prof. ‘ Taddeo, o Bartolomeo, è
semplicemente tremendo.
Perchè egli non si accontenta di lanciare
anatemi contro l’Italia usurpatrice; ma rug
gisce ancora:
„Figli d’Italia! L’oppressione vostra pe
sa ^a piombo ! La tirannia vostra e tale, che
dovrebbe farci sospirare la risurrezione dei
nostri testé abbattuti tiranni secolari! Ma
no ! Opprimeteci ancora più forte, depre
date, guastate le „nostre città e colti col-
1’ asta inimica e il peregrin furore", abbat
tete con sacrilega mazza le pietose lapidi,
sotto le quali „all’ombra dei cipressi e
dentro le urne" riposano i nostri cari morti,
— non riuscirete a nulla !"
Dio, che sgomento!
Ma più di queste sfuriate da burattino,
quelle che impressionano sono le scoperte
del prof. Taddeo, o, se volete, Bartolomeo.
L’Italia — secondo lui — dimentica che
i Croati le hanno dato in tutti i secoli un
largo tributo di architetti, di pittori, di
incisori e di rettori di università ; e dimen
tica — sopra tutto — di essere stata sal
vata ad opera dei Croati dalle invasioni
turchesche.
E tombola.
Non è l’Italia, face divina, che ha illu
minata questa nostra sponda : non è il Ri-
nascimento italiano xkc La ctiuesiti i nostri
ingegni più belli, affratellandoli a quelli
della Penisola; non è in virtù dell’ arte
italiana che i Maestri e gli Umanisti dal
mati si sono resi celebri ; ma sono i geni
croati del prof. Poparic che scesero all’ im
provviso, e bell’e fatti, come lo spirito
santo, ad illuminare, in nuova Pentecoste, i
barbari d’Italia.
E l’altra buffonata dei Turchi? „Senza
Venezia — scrisse Nicolò Tommaseo — la
Dalmazia, invece di governatori, avrebbe
pascià."
Del resto — a proposito degli orrori ita j
liani — rimandiamo 1’ ameno prof. Bartolo
meo e tutti i tristi pennaiuoli della Croazia,
fabbri assidui di menzogne, alla protesta
del Radic e del suo milione di agricoltori.
Lì, lì, c’ è musica, e di quella buona. Lì,
lì, sono illustrate drasticamente le delizie
dell occupazione serba, cui ultima ratio è
sempre quella del bastone e della fuci
lazione.
Edificatevi in quella, signor professore e
lettore. E non bestemmiate il santo nome
d Italia, profanando il nostro dolcissimo
idioma.
Le note di banco alleate. Consta che
circolano nel territorio occupato della Dal
mazia monete cartacee austro-ungariche,
portanti impresso il bollo della Jugoslavia
e della Croazia e Slavonia.
Poiché si ritiene che tale valuta cartacea
sia introdotta nella zona occupata a spregio
del divieto d introduzione di moneta austro-
ungarica, disposto in genere con l’art. 5
dell ordinanza 26 novembre 1918 del Co
mando Supremo del R. Esercito e col cor
rispondente Bando N.o 13 di S. E. il Go
vernatore per la Dalmazia, — si reputa
opportuno porre in guardia il pubblico a
non ricevere le monete cartacee recanti
. ° jugoslavo, avvertendo che a ca
rico dei contravventori è comminata la pena
della reclusione da 3 a 7 anni, oltre la con
fisca delie valute.
Nostri concittadini a Trieste. 11 R. Go
vernatore della Venezia Giulia ha affidato
al nostro concittadino prof. Giuseppe Miiller,
assieme al dott. Marchesatti, il compito di
TrfeVte23^ 6 dÌr'gere ‘ civici musei di
==H Sindaco di Trieste ha nominato il
nostro concittad.no Giorgio Tamino farma-
cista a quell ospedale civico.
Per le ricerche batteriologiche. Con re
cente dispostone di S. E. il Governatore,
al laboratorio batteriologico ed igienico di
V Osned 7 ?CnZa Cd al laboratorio presso
1 Ospedale di marina d: ° H
anche state affidate tutte
riologiche, cliniche
marina di Sebenico sono
le ricerche batte-
e bromatologiche perconto del R. Esercito
del'RE FC del 2iuraH- « Comando Supremo
u s 'haEdrC,t°/0nLOrdinanza 31 gennaio
«• s. ha disposto che le liste dei Giurat
formate per 1’ anno 1918 valgono anche peri
dinanzi al detto ex commissario austriaco
Luger. Il reato consisteva nell’ aver distribuito
dei buoni per i viveri.
È naturale che i nostri amici di Traù non
si lascino intimorire da simili angherie e
prepotenze, che sorpassano di gran lunga
in perfidia i sistemi polizieschi dell’Austria,
nè che mai intendono o intenderanno di
ottemperare a ingiunzioni che non fossero
quelle forzose. Questi fatti che si ripetono
quotidianamente vi danno un’ idea di ciò
che sono le autorità austro-croate. Non vi
dirò tutte le violenze perpetrate e tutti
gl’ insulti lanciati contro quella parte della
popolazione che apertamente si professa ita
liana, e che non è in grado di reagire contro
un nucleo di malfattori protetti dalle baio
nette serije.
Ma vi narrerò soltanto alcuni fatti più sa-
lienti.,
Una donnaccia, pagata della suddetta
cricca terroristica, soleva da lungo tempo
lanciare le più oltraggiose contumelie contro
le donne italiane al.loro passaggio per le
pubbliche vie. Degl’ignòti la picchiarono di
santa ragione. E subito il commissario Lu-
gher sguinzaglia i gendarmi con V ordine di
arrestare un nostro consenziente, persona
tranquilla e laboriosa, mentre neppure l’ag
gredita stessa non aveva saputo indicare il
suo aggressore. Siccome il detto nostro con
senziente, certo Buble Francesco, si trovava
a Sebenico per affari, fu citata invece sua
moglie, che il commissario minacciò pure di
far arrestare. Il giorno 17 corr. passarono
sopra la città a bassa quota due idroplani
italiani,, salutati da sventolìi di fazzoletti.
Immediatamente alcuni nostri aderenti furono
chiamati dal signor Lugher, il quale li mi
nacciò di pene severe in caso^ di recidiva
di così grave reato !
E così, per ogni atto anche, il più insigni
ficante e, come vedemmo, anche senza base
alcuna, gl’ italiani vengono citati, minacciati
e perseguitati, mentre tanti e tanti delin
quenti rimangono impuniti perchè non italiani.
Un certo Balov Andrea fu trovato morto
in mare. Si disse ch’era caduto accidental
mente nell’ oscurità della notte, mentre rin
casava. Ci consta però che era possessore
di 28000 corone, ricavate dalla vendita re
centissima di una casa e che i detti denari
non furono più trovati. Nel vicino villaggio
di Seghetto una ragazza fu aggredita e spo
gliata nuda da un gruppo di delinquenti in
pieno giorno; riuscita a svincolarsi e a scap
pare le furono sparati dietro dei colpi di
fucile, che fortunatamente andarono a vuoto.
1 malfattori però non furono molestati.
Questi i fatti più gravi, ed ora sentite i minori.
Un certo Emer, croato, barbiere, entrò
nella farmacia del signor Nutrizio Luigi chie
dendo del carbonato di ammoniaca. Il far
macista gli rispose che non ce n’ era più.
Allora V energumeno si diede a battere il
pugno sul banco e a gridare : — Badate
che qui siamo in Jugoslavia e che noi siamo
i padroni. ' ' •
Un ragazzino di 5 o 6 anni, salì a bordo
della piccola nave americana che staziona
nel porto, spintovi da curiosità infantile. La
prelodata signora Medini, che si trovava a
bordo, visto che il bambino portava sul
berretto una scrìtta italiana, lo apostrofò con
le parole : „Marsc kurbo taljanska, cosa sei
venuto a fare qui ?“
I commenti li faccia il lettore !
II giorno 12 febbraio il prete Braievich
organizzò un corteo per festeggiare il pre
sunto riconoscimento della Jugoslavia da
parte dell’ America, con sventolii di ban
diere croate e suon di musica. Il novello
Demostene tenne pure un discorso sulla
pubblica piazza e disse, fra 1’ altro, che gli
taliano vogliono annientare i croati, che il
).r Lubin è andato in Italia per vendere la
Dalmazia, che è meglio che i soldati d’Italia se
ne yadano e non patiscano più oltre il freddo.
La teppaglia viene aizzata contro gl’ ita
liani ; s’ tenta di spingerla ad eccessi ; di
incendiare le case italiane di bastonare ed
ammazzare possibilmente gl’ italiani.
Uri un membro del Comitato traurino del
Fascio Nazionale ricevette un mandato di
comparizione dal commissario Lugher, con
cepito nei termini seguenti:
Odmah na Obćinu (subito al comune).
E siccome il citato si rifiutò di ottempe
rare all’ ingiunzione, il commissario gli fece
affìggere sul portone di casa il suddetto
mandato, come si affigge una sentenza di
morte sulla casa di un delinquente latitante.
In seguito a ciò il fermento in città andò
man mano aumentando ; le famiglie più bi
sognose che maggiormente risentono della
grave situazione eòonomica si raccolsero
dinanzi al comune e con grida e minacce, ele
vando clamorose proteste. — Il commis
sario ingiunse a due suoi sicari di pianto
nare i due portoni di casa del suo perse
guitato perchè nessuno potesse salire a pre
levare i buoni per i viveri. Là situazione
ittsomma divietìe, molto critica. II fermento
nei pomeriggio era tale che si ebbe persino
a deplorare un vero e proprio combatti
mento con armi da fuoco.
Gli italiani si trovano pienamente in balìa
di se stessi, senza protezione da alcuna
parte. Perciò in momenti gravi devono dar
di piglio alle armi e difendersi da sè.
Così oggi alcuni contadini diedero 1’ as
salto alla casa di un contadino nosto ade
rente politico. Armati di fucili e di grosse
pietre iniziarono 1’ assalto, così che il misero
aggredito si vide costretto a rispondere alle
fucilate ed alle sasàate con colpi di rivoltella,
uno dei quali andò à colpire ad un braccio
uno degli aggressori, '
Ma questo primo fatto di sangue non e
che la scintilla di quanto inevitabilmente
dovrà accadere a Traù.
H comitato locale per T approvvigiona
mento minaccia di non dare più viveri a
tutti coloro jkche vanno a prenderne dagli
italiani; anzi già fin d’ora ad alcune fami
glie fu negata la quota.
Nel caso che V incendio divampi, i primi
ad essere massacrati dai sicari del comitato
terroristico di Traù saranno i più notevoli
cittadini? .x
Questi hanno tante volte chiesto prote
zione, ma invano.’
Censurato.
Nostre corrispondenze
Da Bencovaz.
Il „Circolo Savoia/4 < Per iniziativa degli
ufficiali del 16.o Fanteria, domenica scorsa
si inaugurò qui un nuovo circolo, che è
fiero di aver assunto il nome glorioso e si
gnificativo di Casa Savoia. La festa solenne
fu favorita da un tempo magnifico e allietata
dal concorso di numerosi ospiti graditissimi
venuti da Zara; uno stuolo di graziose si
gnore e signorine, parecchi ufficiali e citta
dini, che con tre camions e due automobili
eran partiti nel pomeriggio verso il tocco,
per giungere qui poco dopo le 14. Notiamo
fra gli intervenuti il comandante del 16,o
reggimento fanteria, colonnello Bottari, e un
redattore del „Popolo d’Italia".
Erano a ricevere gli ospitile a fare gli
onori di casa il comandante del distacca
mento locale di fanteria, maggiore Dalia-
persia, il gerente comunale, sig. Bruno Bo
netti, e gli ufficiali del presidio.
La festosa comitiva fece un giro per la
borgata e quindi si raccolse nella sala del
consiglio comunale magnificamente addobbata
per F occasione. Vi figuravano i ritratti delle
LL. Maestà e il busto di Dante.
Tosto un’orchestrina dì mandolinisti ve
nuta colla comitiva da Zara intonò gli inni
patriottici, che ridestarono nella sala gli echi
sopiti della vecchia italianità ora risorta a
nuovo rigoglio di vita per la magnifica virtù
delle armi d’Italia. Dopo V inaugurazione del
circolo cominciarono le danze animatissime,
interrotte per il buffet, servito con vera
signorilità, durante il quale si scambiarono
parecchi brindisi di spiccata intonazione pa
triottica.
Le ore volarono rapide, e verso le 18 i
gitanti zaratini ripartirono con le automobili
accompagnati dagli ufficiali qui di stanza
e da numerosi cittadini. Speriamo che man
terranno la promessa fattaci di ripetere tra
breve la visita tanto gradita.
Sappiamo che il redattore del „Popolo
d’Italia" si interessò vivamente di conoscere
gli usi e i costumi del popolo di questa
borgata e si fece numerosi appunti per ri
ferirne al suo giornale.
Egli espresse anche il desiderio di ritor
nare fra noi per dedicare qualche ora a una
visita ai vicini scavi romani di Asseria. Ben
vengano fra noi gli italiani della Penisola;
troveranno sempre nuovi argomenti a rin
calzo della causa nostra, che è la causa della
civiltà e delle giuste rivendicazioni d’Italia.
Da Sebenico
A proposito dello strozzinaggio. Due pa
role sincere non stanno mai male.
Malgrado il benessere apportatoci dagli
Italiani, pure il pane bianco nelle pistorie
si vende a cor, 8 il Kg. ed a cor. 4 quello
di frumento; nelle macellerie la carne di
manzo, di qualunque posizione (compresele
ossa e simili) a cor. 20 e 24 il Kg. e quella
di agnello a 34 cor. il Kg. ; in pescheria il
prezzo del pesce potrebbe ancora di molto
diminuire; nelle offellerie una pasta, che
appena si vede con il , microscopio, la
fanno pagare a cor. 2:50. È il colmo !
Il vino, malgrado l’abbondanza, è a cor. 8
il litro. Nella piazza delle frutta è ancora in
vigore lo strozzinaggio del tempo di guerra.
Lì si approfitta in ispecial modo dei poveri
soldati, che al pomeriggio vi si riversano
per fare gli acquisti.
Bisogna mettere al posto coloro i quali,
volendo far troppi guadagni, danneggiano
la popolazione.
Concludendo invitiamo l’autorità compe
tente a metter riparo con un energico in
tervento e senza riguardi a questo stato di
cose, chè la guerra è finita e con essa anche
l’Austria, la protettrice dello strozzinaggio.
E la, popolazione seguirà con plauso l’opera
degli amministratori.
Ospiti inglesi. Ai 20 corr. è arrivata nel
nostro porto la nave inglese ,,H. M. S. Fo-
rester" con a bórdo il comandante sig.
Richard Thornton Dovon.
In onore degli ospiti graditi venne tosto
allestita una festina da ballo alla società
„Casino." Le giovani coppie intrecciarono
con fervore le danze, così che la festa riuscì
animatissima e piena di brio.
Oblazioni pervenute al „Fondo-Nazionale." Per
onorare la memoria del def. A. Florer: Stellano
Cusmich cor. 20. —- Per onorare la memoria del
def. Antonio Unich: Giuseppe Matacich cof. 4;
Antonietta ved. Radetich cor/ 10. — Per onorare
la memoria del def. Lino de Medici: Antonietta
Ved. Radetich cor. 5; Giuseppe Traini cor. 5. —
Per onorare^ la memoria del def. Casimiro Ciurco-
vich : Antonietta ved. Radetich cor. 5. — Per ono
rare la memoria della def.a Nives Descovich : Nic
colò Covacev cor. 5; Giuseppe Rude cor. 3. —
Per aver ricevuto notizie del fratello Filippo: Eu
genio Bessoni cor. 25. — Per ortorare la memoria
della def.a Antonietta Merlale : Antonietta ved. Ra
detich cor. 4; Antonio Montanari cor. 2; Maria
Marasovich cor. 3. — Per onorare la memoria del
def. Stanislao Courir : Maria Marassovich cor. 3. —
Per onorare là memoria della def.a Emilia ved. de,
Sisgoreo: Riccardo Pasco cor. 5; Fam. Giuseppe
Meneghelli cor. 10; Antonio de Mattiazzi cor. 5;
Francesco Courir cor. 4; Antonio Courir cor. 3;
Giuseppe Rude cor. 3.
Da Nona.
Finalmente anche sulla perta principale
deli’antica Aenònsa, "ricca e magnifica citta
della Cfalmazia romana, sventola il sacro
vessillo dellaPatria. Ridótta a un misero
borgo infestato dalla malària, in seguito
alle devastazioni e , .;ÌlF incuria di barbari an
tichi e moderni, Nona, ricongiùnta per sempre
alla Gran Madre, / attende una giusta ripa
razione a tanto Abbandono. E il principio
è arra di un migliò^ avvenire ! Intanto ben
presto le sùe pòrte ritorneranno ad essere
fregiate dei bei leoni che. i nuovi vandali
avevano sacrilegamente levati 9 sotterrati.
Grazie alle solerti cure dell’egregio coman
dante cap. Massimo Taggi, si riuscì a sco
prire il luogo dove erano stati ^sotterrati,
quasi a cancellare,, in maniera così puerile,
la storia di cui facevano testimonianza.
Del resto la vita segue un corso rego
lare. Fuggito il famigerato dott. Zanchi, gli
altri capoccia italofobi quietarono i loro
bollenti spiriti; in ogni modo sarebbe bene
allontanarli del tutto dalla pubblica ammi
nistrazione. Timeo Danaos et dona ferentes !
La Cronaca
11 leone dì San Marco sulla Torre Ci
vica. Oggi tutta Zara era in fèsta ed im
bandierata per una semplice, ma significante
solennità cittadina. ,
Dal Museo Civico venne tolto un grande
leone di San Marco eh’ ebbe un tejnpo ad
ornare i veneti bastioni di Pago e che a
disfregio era stato gittate dai croatofili in
una cantina — e fi collocato sulla torre del
corpo di guardia, il Piazza del Plebiscito,
al posto dì yna grande aquila austriaca,
divelta e spezzata nei giorni della recente
rivoluzione.
I Vigili Volontari trasportarono 1’ artistico
Leone sopra un carro adorno di verzura
dal Museo alla Cìvica Biblioteca Paravia,
preceduto e seguito da una gran folla fe
stante, che cantava inni patriottici ed agitava
tricolori.
Al tocco, alla Cìvica Biblioteca, ebbe
luogo la solenne consegna del bassorilievo
da parte 4eI conservatore del Museo, f e-
gregio prof. Smirich, al Comune. Alle belle
parole del prof. Smirich; rispose in rap
presentanza dei Comune 1’ assessore signor
Artale, che espresse, a nome della città, vi
vissimi ringraziamenti.
L’ on. Krekich rivolse poi alla gran folla
stipata in piazza vibranti parole di saluto ,a
Venezia, il cui emblema simbolo nel passa
to della grandezza e del tenerissimo affetto
dei Dalmati per essa * oggi vaticinio di
tempi più belli,
Agli applausi si ?Tsn arono fragorosi gli
evviva a Venezia c J a grande Italia. Poi i
Vigili avvicinare v il ra: ro alla torre ed il
bel Leone, che ’ : rà m aurato nei prossimi
giorni, venne soderai-» s ad’armatura.
II ballo mascbcr.rio ai „Casino."' La so
lerte Società fù ' ■ >“ ha organizzato
nella notte dei Gio/eci t asso un grandioso
ballo mascherai v ine i. Suscito una mera
viglia. Uno sucn e uv iato di mascherine
vispe ed eleganti invierò la sala già piena
di cavalieri e di dame che attendevano di
slanciarsi nel voriic c die danze. Bellissimi
e svariati i costura: 1ne incipriate alla
rococò, un gruppo di deliziose pescatrici
napoletane, angioletti, diavolini fecero an
dare in visibilio i molti inficiali e i moltis
simi cavalieri che damarono animatamente
fino alle prime ore del giorno seguente.
Per il rispetto alia nostra lingua, ai
nosti sentimenti e alle disposizioni già ema
nate negli uffici, Siamo costretti a insistere
ancora una volta su certi abusi, che, se non
sfuggono a noi e 3 gran pubblico, il quale
se ne lagna, tanto meno dovrebbero passare
inosservati a chi per le su » funzioni è chia
mato in particolare a vegliare perchè i la
mentati inconvenienti r.on succedano e i
regolamenti siano c »seri iti.
E in primo luogo, desidereremmo che fosse
introdotto in tutti i reparti dell’ ufficiò po
stale il solo e unico tipo di timbro colla
dicitura italiana. E veramente inspiegabile il
fenomeno di lettere timbrate in un modo
simpatico e dr altre che presentano ancora
il ricordo d’ un triste passato. Ma qui certo
la simpatia e 1’ antipatia non dipendono dal
povero timbro, ma con tutta probabilità da
chi lo maneggia E non ci pare di chieder
molto se esprimiamo il desiderio e la volontà
della cittadinanza che una buona volta si
faccia un rigoroso controllo su quei quattro
pezzi di ferro e quelle gomme, che incon
sciamente rinfrescano sulle buste una pagina
di storia ormai tramontata che non è certo la
storia più simpatica di Zara e della Dalma
zia. Basterà impórre ai capi d’ogni reparto
sotto la loro personale responsabilità di to
gliere quella dicitura che è contraria alla
lingua d’ ufficio e si otterrà stubito la neces
saria unità di trattamento.
Il lagno vale anche per qualche altro uf
ficio. Di recente ci è capitata sott’ occhio
una certa liquidazione di spese, in cui il
testo croato precedeva F italiano, quest’ ul
timo era zeppò di spropòsiti e le due lingue
si frammischiavano e ingarbugliavano a se
gno, che n’ era uscita una cosa buffa e di
vertente. Accidempoli ! Neanche se si vivesse
nel paese di Oga Magoga, anziché nel bello
italo regno. < v
Il Narodni List conia sorprendenti notizie
da Parigi. Il suo ipotetico corrispondente
avrebbe avuto accesso nella sala del con
gresso interalleato e ÌBalfoùr gli avrebbe
ammiccato con un sorrisetto di simpatia. Fin
qui non c’ è che delia farsa grottesca per
ringalluzzire gli Jùgòslavi. Si aggiunge però
che Orlando e Wilson si sarebbero accor
dati di consegnare la Dalmazia al triplice
regna, salvo restando ih diritto pei; gl’italiani
di Zarà a due scuòle medie e a un console,
rappresentante d’Italia. Per il popolo croato
può essere stata quella di ieri una giornata
di tripudi®; ma a sera venne la doccia fredda
delle delusioni. Si lesse nel, „Jadran" del 26
1’ asserzione del jugoslavo Ciok che le aspi -
razioni croate sui territori Contemplati dal
patto di Londra si dovevano ritenere tra
montate e si constatò da una corrispondenza
del Vettori che il patto di Londra restava
inviolabile, rimanendo ancora in discussione
le sorti di Fiume, che in nessun caso verrà
aggregata alla Croazia, e quelle di Spalato.
'1 Quando sis dice esser nati sotto cattiva
stella ! Con le loro bubbole avevano pensato
di sollevare il morale depresso dei fratelli
rimasti al verde al primp del mese e impen
sieriti per Fintervento interalleato a Spalato.
Ma quando il castello di carta era bell’ e
fatto, eccoti una raffica importuna che te lo
rovescia di punto in bianco senza pietà !
La biblioteca „Paravia" e V approvvi
gionamento. Il comitato comunale d’ap
provvigionamento ’— proprio come ai tempi
del regime Scarić — continua a servirsi
della „Paravia" come di succursale per la
distribuzione di tessere e biglietti.
Questa manomissione potrebbe terminare
una buona volta, perchè la biblioteca deve
essere aperta a disposizione degli studiosi
e non servire a spaccio di tessere.
Sussidi per studenti. Delle 20.000 lire
che il Municipio d’Ancona, con atto di
magnanima e fraterna carità, elargì ai po
veri di Zara, il nostro Municipio decise di
devolvere 2000 lire per gli studenti univer
sitari meno abbienti, che intendano frequen
tare una scuola superiore del Regno.
Il Municipio apre quindi un concorso a
dieci sussidi di lire 200 per studenti uni
versitari zaratini di nazionalità italiana, che
intendano frequentare una scuola superiore
della Penisola.
Le domande dovranno presentarsi al pro
tocollo deglL uffici municipali (pianterreno).
Sulle domande presentate deciderà un
comitato composto dal Sindaco, da due pro
fessori e da due studenti.
Sono stati messi in circolazione i buoni
di cassa ed i biglietti di Stato italiani di
serie speciali, preannunziati nel bando 17
dicembre 1918 N.o 9 di S. E. il Governa
tore. Essi sono così specificati :
Buoni di cassa da L 1 serie 9 - Buoni
di cassa da L 2 serie 61 - Biglietti da L 5
dalla serie 3183 alla serie 3212 inclusa. Bi
glietti da L 10, dalla serie 2561 alla serie
2590 inclusa.
Si avverte ad ogni buon fine, che in for
za dello stesso Bando detti buoni di cassa
e biglietti di Stato hanno corso legale e
devono essere ragguagliati alla valuta au
striaca sulla base di L 0.40 per una corona.
Chiunque si rifiuta di accettarli in paga
mento al ragguaglio predetto, sarà deferito,
in forza dell’ art. 3 del Bando anzidetto, al
tribunale militare e punito con la reclusione
militare fino al massimo di anni 3.
Per una fabbricazione nazionale di mac
chine agricole» In questi giorni è stato
portato a termine un accordo tra la Socie
tà „Gio. Ansaldo e C." e la „Società Agri
cola Italiana" che ha sede in Bologna, per
la costruzione ed il commercio delle mac
chine agrarie.
La combinazione si propone un program
ma completo che verrà gradualmente e ra
pidamente svolto, allo scopo di provvedere
all’ agricoltura italiana e di altri paesi le
macchine più adatte ai particolari bisogni
delle diverse zone, emancipandoci dalla im
portazione estera.
La larghezza e la potenza di mezzi tec
nici della Società „Gio. Ansaldo e C.", che
nei propri stabilimenti e con propri mezzi
trasforma il minerale bruto nei materiali
siderurgici più perfetti e nelle macchine
di qualunque entità meglio finite, l’orga
nizzazione della „Società Agricola Italiana",
che si è assicutata un personale specializ
zato e già da lunghi anni in intimo con
tatto con gli agricoltori, ed a conoscenza
di quanto occorre ad essi, dànno il migliore
affidamento, che le macchine prodotte po
tranno competere ed anzi superare sotto
ogni aspetto quanto finora trovavasi sul
mercato.
Servizio telegrafico. Il Comando Supre
mo del R. Esercito italiano (Segretario Ge
nerale per gli Affari Civili) ha disposto che
dal 1. marzo p. v. gli uffici telegrafici di
Trento, Bolzano, Trieste, Pola, Gorizia, Zara
e Sebenico sono autorizzati a scambiare
telegrammi privati senza alcuna limitazione
fra loro e con Fiume, nonché con gli uffici
del Regno o degli Stati alleati e neutrali.
Per F accettazione e trasmissione di tele
grammi in partenza dai predetti uffici della
zona occupata saranno osservate le norme
e le tariffe del cessato regime, vigenti al 3
novembre 1918, applicando però rispetto
all’ Italia, la tariffa interna austro-ungarica.
I telegrammi privati provenienti dal Regno
o dall’ Estero all’ indirizzo di altri uffici te
legrafici della zòna occupata non autorizzati
al servizio telegrafico privato, e che erro
neamente fossero accettati ed inoltrati, po
tranno essere istradati fino agli uffici di
Trento, Bolzano, Trieste, Pola, Gorizia, Zara
e Sebenico e quindi proseguire per posta.
Restano, in ogni modo inalterate le di
sposizioni vigenti sulla censura.
Satima legli Sigienti Italiani Iella Dalmazia
! AVVISO.
La scrivente Società, nella seduta dire
zionale dd. 27/II a. c., ha deciso di mettere
in concorso 15 sussidi di Cor. 50Ó (cinque
cento) l’uno , per quegli studenti poveri e
bisognosi, membri di questa società, che
intendono ancora nel corso di quest’ anno
scolastico iscriversi o frequentare le Uni
versità, Scuole superiori tecniche e com
merciali. '
Le domande in iscritto debitamente cor
redate di un regolare certificato fdi povertà
e dei documenti comprovanti gli studi fatti
e la diligenza del petente, sono da prodursi
al più tardi entro il 10 (dieci) marzo a. c<
all’Amministrazione del Fondo Sussìdi ,per
il tramite della Direzione della Società, a
mani del collega Giovanni Tolja junior.
Zara, addì 28 febbraio 1919.
La Direzione della Società degli studenti
italiani della Dalmazia.
Giovanni Tolja junior Ugo Galessich
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sorelle arbensi. Ecco il testo del messaggio :
„Due nostri concittadini che il 19 dicembre*
ultimo scorso nella sede della Società operaia
triestina avevano la ventura di recare alle
italiche terre gloriosamente liberate F omag
gio di devozione e di fede della repubblica,
di Marino, come presso F eccellentissima
Reggenza adempivano all’ incarico loro affi
dato dall’ illustre dottore Ugo Inchiostri di
dire che Arbe nel nome del suo Santo, che
la Dalmazia tutta vuole ricongiungersi al-
F Italia, cosi a noi porgevano il grazioso
saluto che alcune di Voi, presenti al Con
vegno, interpreti gentili del sentimento di
tutte le donne dalmate, vi compiaceste in
viarci. In questo giorno commemorativo, che
in tutta la Diocesi di Veglia da circa quattro
secoli si celebra F Ufficio proprio di San
Marino e per la festa solenne nella magni
fica vostra Cattedrale tutte le campane di
Arbe suonano a musica, dall’alto del nostro
scoglio, tendendo il nerbo della vista sulla
stesura delle acque a scorgere le materne
sponde d’llliria, porgiamo attento F orecchio
quasi per udire il concento delle sacre squille
e le vostre voci imploranti dal Santo la fi
nale redenzione. Col cuore che trema di
tenerezza, alle vostre uniamo le nostre fer
vide preci, e scelte giovinette vanno attorno
per la città e per i sobborghi a dire la
Vostra passione e raccogliere da ciascuna
sposa, da ciascuna figlia la firma votiva, che
in più elenchi Vi mandiamo insieme col
presente messaggio. Sorelle! Come voi del-
F isola di Marino, come tutti i nostri fieri e
leali fratelli Dalmati, in quest’ ora piena di
fati, da questa oasi dal nostro Santo sacrata
alla pace e alla libertà perpetua, noi pure
angosciate ma fidenti protendiamo le braccia
oltre l’Adriatico mare, il mare nostro, "per
stringervi per sempre nel nome augusto
d’Italia in un lungo fratellevole abbraccio
di gioia e d’amore. Dalla Repubblica di S.
Marino, il 28 gennaio 1919.
Il messaggio, su artistica pergamena, por
ta le firme di parecchie distinte signore e
signorine di S. Marino, fra cui quella della
presidentessa del Comitato femminile „Pro
combattenti", signora Marietta Fattori.
L’arrivo del „San Giorgio". Addì 6 cor
rente gettò le ancore nella rada di Arbe
F incrociatore corazzato „San Giorgio". La
sera venne allestito nei loceli del Grand
Hotel un thè d’ onore, offerto dal Circolo
Italiano. Vi presero parte tutti gli ufficiali
della nave col contrammiraglio Notarbartolo
e gli ufficiali del Presidio. Al saluto rivol
togli a nome degli italiani di Arbe da parte
del presidente del Fascio nazionale Lauro
Galzigna il contrammiraglio rispose ringra
ziando per F accoglienza fattagli ed augu
rando che tutte le antiche terre italiane
ritornino alla Madre patria. Indi la festa
trascorse animatissima, lasciando negli ospiti
graditissimi un dolce ricordo del nostro
paese e del forte patriottismo che vi regna.
D ì Tenin.
Fascio Nazionale. Gli italiani di questa
borgata sono in pieno risveglio. E, appena
accolte e salutate con entusiasmo le truppe
liberatrici, pensarono di costituirsi in un
„Fascio Nazionale". La costituzione del Fa
scio riuscì solenne. Agli animosi discorsi si
alternarono le acclamazioni più entusiastiche
all’ Italia redentrice e ai suoi vittoriosi sol
dati. A presidente del Fascio venne nomi
nato 1 egregio dott. Stefano Borovich.
Un banchetto. La sera del 27 febbraio,
a suggellare la perfetta, amorevole cordia
lità che regna fra gli italiani e gli ufficiali
del presidio, il „Fascio Nazionale" offerse
un banchetto alle autorità militari; banchet
to che riuscì splendidamente per la patriot
tica fusione degli animi e degli intenti e
per la scelta ricchezza del menu.
Vi presero parte, invitati, 25 ufficiali, e
35 erano gli italiani della borgata interve
nutivi.
Allo champagne pronunciarono belli e
vibranti brindisi il presidente del Fascio,
dott. Stefano Borovich, il colonnello Vacca-
rono, comandante del presidio, il consigliere
dott. Francesco Madirazza, il dott. Roberto
Hoffmann, Giovanni Scopinich, il tenente
colonnello Zina e il dott. Giuseppe Portada.
Notevole su tutti riuscì il brindisi del
dott. Francesco Madirazza. Il quale, por
tando un caldo saluto ai fratelli italiani,
mise in rilievo come sia finalmente risorta
la vecchia bandiera dalmata dai tre leopar
di, eh’ era divenuta un semplice pleonasmo
decorativo, relegata nell’ ufficio della Giunta
e degli ospedali e proscritta da una gran
parte di Dalmati, dimentichi del loro glo
rioso passato. Perfino San Gerolamo, il vec
chio patrono ufficiale della Dalmazia, aveva
dovuto di fatto cedere il posto ad altri
santi. E rilevò come Leonardo Foscolo e
Girolamo Cornar, con gli ausili dalmati,
condotti dai Difnico, dai Veranzio, dai Fen-
zi e dagli Alberti, avessero liberato il di
stretto dai Turchi e dotato riccamente il
convento Francescano di Tenin. Ricordò
infine che l’antico nome delle porte del
Castello — Porta Cornerà e Porta Loreda
na — seppur caduto in dimenticanza, non
venne arbitrariamente cambiato come tante
altre cose: nome fatidico di condottieri ita
liani, salutato con reverenza dai soldati
d’Italia.
Ai brindisi si alternarono le acclamazioni
più fervide alla grande Italia, al Re, all’ e-
sercito ; e la bellissima riunione, che lasciò
memoria incancellabile negli intervenuti,
durò sino a notte bene inoltrata.
Da Pago
R. Commissario. Giorni fa giunse fra noi
il neonominato Commissario regio al Co
mune di Pago, avv. Pompeo Allacevich di
Zara. Tale nomina seguì in seguito alle di
missioni date dal precedente gerente, sig.
A. Grimani, il quale — contrariamente alla
versione data nel giornale ufficiale croato —-
fu costretto à .tabpapso, non- per i motivi
ivi, indicati, perchè la suà posizione si
era addimostrata. ulteriormente insostenibile.
Ed in questo senso la sua sostituzione ebbio
F adesione e il plauso della popolazióne.
A S. E. Mitto vennero inviati telegrafica
mente gli; auguri della popolazione italiana
in occasione del. suo onomastico ; e S. E.
gradendo le felicitazioni rispose con un te
legramma di ringraziamento.
Una giornata memoranda per Pago sarà
quella del 17 febbraio. Al mattino, essen
dosi trasportato nell’ edificio comunale il Co
mando del presidio, a ore 8, presente un
picchetto di marinai che presentarono le
armi e un buon numero di cittadini a capo
scoperto, al segnale „alza bandiera", venne
issata per la prima volta sull’ edificio del
Comune il bel tricolore della Patria, che
per sempre garrirà al vento, tutela e spe
ranza nostra. Il Comune diede di ciò par
tecipazione telegrafica a S. E. Millo, che
rispose ringraziando per gli omaggi fattigli
pervenire.
Al pomeriggio si tenne nella sede della
„Società Dalmata", che si avvia a sempre
maggiore e più proficua attività, una nume
rosissima adunanza degli Italiani di qui.
L’adunanza venne aperta dal presidente,
che espose lo scopo della radunanza. A lui
segui F avv. Pompeo Allacevich, che tracciò
un programma di lavoro nell’ interesse della
causa nostra, che deve comprendere, oltre
F attività politica, anche quella nel campo
scolastico e nazionale. E propose la costitu
zione di un „Fascio nazionale" e di una
sezione della „Lega Nazionale."
Dopo che da parte di tutti gli interve
nuti vennero approvate le proposte fatte,
calorosamente appoggiate anche dal cons.
dott. Testa, si procedette alla costituzione
della direzione del „Fascio nazionale." Riu
scirono eletti i cittadini : Calebotta Gio
vanni, Custich Antonio, Palcich Francesco,
Paro-Vidolin Francesco, Testa dott. Giro
lamo, Usmiani Giuseppe iunior, Valentich
Andrea. Si elesse anche un comitato pro
motore della sezione locale della „Lega Na
zionale" formato dai signori : Calebotta Gia
como, Custich Giovanni, Dessanti Francesco,
Jurina Enrico, Palcich Biagio e Pocorni Ro
dolfo.
Dopo approvata la proposta di comuni
care corporativamente al comandante del
presidio e telegraficamente a S. E. Millo la
costituzione del „Fascio nazionale," fra ap
plausi incessanti e con un „Evviva F Italia"
venne chiusa 1 adunanza.
Mutamenti nel presidio. A succedere al
tenente di vascello Sur di, che ritorna al
campo d’ aviazione, giunse fra noi graditis
simo il maggiore del R. esercito cav. Con
forti, un eroe anche lui della grande guerra,
che ha il petto fregiato di parecchie me
daglie al valore, poiché fu per ben tre volte
gravemente ferito, e porta ancora le cica
trici visibili.
A dimostrare al partente comandante tutto
F amore e la stima di cui era circondato ed
al nuovo il compiacimento per la sua venuta
tra noi venne da un volonteroso comitato di
giovani allestita una cena d’addio, a cui
parteciparono tutti gli ufficiali del presidio
e le più cospicue personalità del luogo.
La cena venne servita brillantemente. Allo
spumante il sig. B. Palcich in nome della
sezione della „Lega Nazionale" diede il sa
luto ai due comandanti, che ringraziarono
commossi, il primo dicendosi dispiacente di
dover abbandonara Pago, F altro assicurando
di tutto il suo appoggio. In nome di tutta
la popolazione del Comune beneficata con
tinuamente dal comandante Surdi porse
l’addio commosso il commissario R., avv.
Pompeo Allacevich, e a nome del „Fascio"
il dott. G. Testa, che volle ancor una volta
accentuare tutte le ragioni militanti a favore
dell’ unione dei nostri paesi all’ Italia.
Tutti i discorsi erano improntati al più
alto patriottismo e dalla sala della „Società
Dalmata" che il coni. Surdi chiamò una
„sala storica" per Pago, echeggiarono fin
sulla Piazza gli „Evviva" all’ Italia, ai Sovrani,
all’ Esercito, alla Marina, e a Pago per sempre
italiana.
Partenza del Comandante. Lunedì con la
„Vedetta G. 38" partirono per Zara il
comandante Surdi, il tenente di vascello
L’Abate, il S. T. di vasc. Marini, che per
qualche tempo resse molto bril!antemente il
presidio di Novaglia, e numerosi marinai
aviatori.
A prendere congedo dai partenti conven
nero alla riva numerosi cittadini, che vollero
così ancor una volta esternare ad essi
tutto il loro rincrescimento e insieme la loro
gratitudine. Sollevò vera commozione il ta
cito, ma ardente saluto di un povero mu
tolo, beneficato ripetutamente dai partenti;
fu una vera lezione di educazione per molti
maggiorenti del partito avversario, che facil
mente avevano dimenticato le prestazioni
del comandante Surdi anche a loro favore.
Echi deL carnovale. Le ultime due do
meniche e F ultimo giorno di carnovale eb
bero luogo dei riuscitissimi balli improntati
alla più alta cordialità e democrazia nei lo
cati della „Società Dalmata", che anche in
quaresima pensa di dare ai propri soci
dei piccoli divertimenti.
Durante i balli vennero cantate molte can
zoni patriottiche e si inneggiò all’ Italia e a
Pago italiana.
Da Stretto
Per una partenza. Mercoledì scorso, in
occasione della partenza del comandante il
distaccamento di Betina, tenente Chini, ri
chiamato ad assumere altro più importante
servizio alla capitale, gli venne offerto un
„lunch",
La sala, addobbata artisticamente, pre
sentava un aspetto gaio. All’ entrare del
sig. Chini F orchestra intonò, fra calorosi e
incessanti applausi, la WWa reàfe> che venpe
ascoltata ija; piedi dai ^jjenti. -,
Disse senate parole $ sindaco sig.
mun> che* il sÌ£. Chini, icqtnroóissp, ring-ras»^
per F onore; tributatogli» promettendo di
portare all’ eterna Rom$ Lsaltìtf, Italiani
di questa sponda e ricordare quanto Sia vivo
ed intenso l ’affeWi che* essi nutrono per
F Italia.
Il giorno dopo seguì la partenza, alla
quale assisteva molta gente che volle salu
tare ancora una volta il caro comandante,
il quale durante il viaggio per Roma ha in
viato il seguente telegramma: „Sindaco Sa-
lamun, Stretto. Memore entusiastica manife
stazione simpatia invio Lei e fratelli italiani
Stretto cordialissimi e affettuosi auguri. Te
nente Chini".
Lega Navale. Si è costituita qui una se
zione della Lega Navale Italiana che conta
già 100 soci. L’iscrizione continua; ma in
tanto alla neo-istituita sezione vadano i no
stri più fervidi auguri ed un plauso ai- pro
motori.
La Cronaca
Congresso prò Dalmazia e Fiume a Mi
lano. Ieri ebbe luogo a Milano un grandioso
congresso prò Fiume e Dalmazia sotto la
presidenza del principe Colonna. Al con
gresso intervennero Gabriele d’ Annunzio e
moltissime altre personalità.
Il nostro Municipio vi si è fatto rappresen
tare, e la Camera di commercio nonché tutti
i sodalizi cittadini hanno spedito telegrammi
di adesione e di plauso.
I fiorentini a Zara. La signora Maria
Ziliotto ha ricevuto questo telegramma :
„Toccando il suolo della madre pratria, Le
inviamo un saluto affettuoso e F augurio
fervido all’ Italia nuova, riconoscenti per le
accoglienze ospitali. Capponi, Santarelli
Pachò, Biaciocchi".
Seduta comunale. La seconda seduta del
consiglio comunale si tiene stasera nella Biblio
teca Paravia col seguente ordine del giorno:
Conti consuntivi del comune e delle
aziende comunali prò 1917. — Preventivi
comunali prò 1919. — Nomina del comitato
finanziario. — Elezione di un assessore co
munale in sostituzione del defunto N. Cat-
tich. — Domande di sanatoria per delibe
rati dell’ amministrazione comunale. — Con
ferimento di borse di studio. — Domanda
di esenzione dalle addizionali comunali. —
Domanda di alcuni òrgani comunali per
un’ aggiunta di carovivere ed aumento di
competenza di vestiario. — Domanda del
sottoispettore M. Maghich per collocamento
nel permanente stato di riposo. — Appro
vazione di contratti. — Domande di confe
rimento di pertinenza. — Pareri in oggetto
industriale. — Domande di condono di spe
se ospitalizie. — Parére circa la proposta
di una tariffa per i servi di piazza. — Pa
rere circa il completamento della tariffa per
il trasporto a domicilio di legna e carbone.
L’ on.~Salvi ci scrive: „Nella mia lettera
al D.r Cingrija, che avete pubblicato nel
N.ro 14 del 26 febbraio, laddove mi riferivo
alla pretesa deposizione del conte Attems
dicevo : „non credo che un uomo, per quanto
debole e coartato, possa aver inventata di
sana pianta una tale sozzura". Le parole
,,e coartato" furono omesse, nella stampa,
per inavvertenza del proto, il che lascia
men chiaro ciò che volevo dire. Compiace
tevi di rilevarlo".
Ecco fatto.
Nuovo plebiscito. Lunedì nel pomeriggio si
sono recate dal Capo dell’ Ufficio affari ci
vili della Dalmazia, cav. Umberto Ricci, le
rappresentanze di tutte le associazioni di Zara
per comunicargli il voto unanime dei ri
spettivi soci che la provincia di Dalmazia
venga quanto prima annessa all’ Italia. E
nello stesso tempo le rappresentanze delle
società pregarono il cav. Ricci di trasmettere
questo voto a S. E. il Governatore. Il cav.
Ricci si mostrò oltremodo sodisfatto da
questo atto patriottico e promise di portarlo
tosto a conoscenza del Governatore.
Sappiamo poi che gli impiegati italiani
della Dalmazia hanno, presentato un me
moriale, col quale chiedono essi pure la
immediata annessione della Dalmazia al-
F Italia.
La partenza degli Italiani. Gli jugoslavi
si dilettano, con intensità e con insistenza,
a diffondere la voce della prossima partenza
degli Italiani, che starebbero già, facendo
fagotto, per lasciar la Dalmazia. E un de
siderio umano e nessuno può impedire a
chicchessia di sperare o anche di sognare.
E si sogni pure. È precisata anche la data
della agognata partenza, il 28, il 30, o giù
di lì, di questo mese. Una, quindicina di
giorni, ancora, da soffrire.
Informazioni esattissime hanno quei signori 1
Noi potremmo, a nostra volta, opporre
la certezza. E la certezza, salda quanto la
nostra fede, è che non solo gl’ Italiani non
se ne andranno, ma ne giungeranno degli
altri, baldi e fieri, per restarvi, finché du
rerà, fra le alpi e il mare, la divina Italia,
La quale promette di durare un bel pezzo...
Echi, del ballo accademico. Il comitato
dèi ballo accademico porge a mezzo nostro
i più sentiti ringraziamenti a tutti coloro
che tanto con oblazioni che in qualsiasi altro
modo hanno cooperato alla buona riuscita
della festa.
Siamo rincrescenti di non. poter pubblicare
quest’ anno la lista delle oblazioni*; pér la
assoluta mancanza di spazio»
II comitato stesso ci prega di avvisare
che nella notte della; fèsta vennero scambiati
degli scialli. Coloro che hanno scambiato
involontariamente lo scialle sono pregati di
portarlo dal custode della società del Ca
sino, dove sono depositati gli scialli scam
biati.
■f* Matteo Matcovich. Ci giunge da Stretto
la notizia della morte di Matteo Matcovich,
nostro vecchio e buon consenziente.
Fu marito e padre impareggiabile e pa
triotta integerrimo, pronto alla lotta nei mo
menti più difficili,, vigile e laborioso sempre.
Con grandissima giòia egli, che discendeva
da vetusta e cospicua famiglia di Stretto,
salutò la redenzione recata dall’ Italia.
Associandoci ai nostri amici e connazio
nali di Stretto, porgiamo alla desolata fa
miglia dell’ estinto le più profonde condo
glianze.
Borse di studio. Abbiamo per telegrafo
da Roma:
„Per disposizione del comando supremo
furono istituite a beneficio degli studenti
universitari e dei giovani licenziati dalle
scuole medie delle terre redente e di quelli
di nazionalità italiana appartenenti al residuo
territorio della cessata monarchia austro-
ungarica, i quali frequentino e intendano di
frequentare le scuole superiori del Regno,
100 borse di studio di Lire 100 mensili
ciascuna, e 50 mezze borse.
Le domande devono esser subito pre
sentate, eoi dati e documenti necessari, dai
giovani già inscritti a scuole superiori del
Regno, ai rettori ed ai direttori di esse, da
quelli che risiedono nelle terre redente ai
rispettivi governatori e ai commissari civili,
da quelli che risiedono in altre parti del
territorio della cessata monarchia austro-
ungarica alle autorità e missioni militari che
rappresentano F Esercito e lo Stato Italiano
al di là dei confini d’ armistizio."
Nomina. L’ „Agenzia Stefani" comunica
la nomina del comm. Francesco Salata a
prefetto a disposizione.
Questa nomina non può che rallegrare
vivamente tutta quanta la popolazione delle
terre redente. Francesco Salata, ex-deputato
alla Dieta dell’ Istria, è una delle menti più
illuminate ehe noi possediamo. Ed è stato
sempre e specialmente durante la guerra —
come fuoruscito — assieme agli altri pa-
triotti uno dei più tenaci assertori dei no
stri diritti sull’Adriatico.
Francesco Salata copre da qualche anno
ormai la carica di segretario generale per
gli affari civili presso il Comando Supremo,
e fa parte, quale consulente tecnico della
Delegazione italiana alla conferenza di Parigi
Senza cibo ! Il „Narodni List" non smette
ancora il suo vezzo delle bugie, del quale
neppure F Italia è riuscita a curarlo.
Nel numero 10 di quest’ anno pubblica
questa notizia: „Sono 15 giorni che Oltre,
Pogliana e Sant’ Eufemia non ricevono generi
alimentari. E ciò una vendetta, un ripicco
o cos’ altro ? In qualunque caso portiamo
questo a conoscenza dell’ Intesa, perchè sap
pia come si proceda con noi".
A smentire questa tendenziosa informa
zione stanno le seguenti cifre relative ai
generi alimentari forniti a quelle popolazioni
dal 19 febbraio al 19 marzo : kgr. 98.000
di farina, kgr. 9.600 di riso, kgr. 2000 di
fagioli e kgr. 294 di zucchero.
Riteniamo che di un rifornimento di viveri
così generoso quei villici debbano essere
contenti. Che ne dite, sereni gazzettieri
croati ?
Fabbrica di notizie false. La psicologia
dei nostri avversari è svelata, o meglio
smascherata, dalla indegna fabbricazione di
notizie false, con le quali si illudono di gal
vanizzare un poco i lettori dei loro giornali.
Ieri, nella vetrina della cosidetta libreria
croata, e di due altre rivendite di giornali,
venne esposto un cartello, una specie di
sommario degli articoli, che avrebbero do
vuto comparire la sera in un giornaletto ju
goslavo, redatto da certo Malenizza e stam
pato dal troppo noto Vitaliani.
Nel sommario, fra altro, era annunciato
che la rivoluzione era scoppiata in Italia (!!!)
e che l’esercito, ammutinato, aveva niente
meno che proclamata la repubblica.
L’annuncio, quantunque balordo, destò
indignazione; quell’indignazione che gli av
versari, appunto con intenzione provocato
ria, desideravano.
Ma per F intervento dell’ autorità militare
— che procede contro i propalatori della
stolta notizia e contro i contravventori alle
norme della censura — il canagliesco car
tello venne confiscato.
L’illuminazione elettrica. Gli industriali,
che fanno uso dell’ energia elettrica con
motori, seguitano a lagnarsi che la corrente
venga distribuita appena alle 17, in modo
che cogli orari, sempre invariati, la possibi
lità di utilizzazione non ascende che a sole
due ore> affatto insufficienti per poter rica
vare, colla produzione in questo breve ter
mine, le ingenti spese sostenute. Dovendosi
supplire ai bisogni con ore straordinarie,
che, oltre al maggior costo, nocciono al-
1 igiene dell’ operaio, gli industriali si rivol
gono a mezzo nostro alla direzione della
Centrale elettrica con la istanza di distri
buire F energia almeno alle 16, anticipan
done la chiusura alla mattina.
N. 141/19.
AVVISO DI CONCORSO
a due stipendi di Corone 400 (quattrocento)
l’uno dai fondi generali detta Camera, uno
per studi commerciali e F altro per studi
industriali.
Gli' aspiranti devono presentare le loro
istanze, corredate dai relativi documenti, alla
Camera di Commercio e Industria fino al
20 marzo 1919.
Dalla Camera dì Commercio e industria.
Zara, li 2 marzo 1919.
Il Presidente II Vicegretario
Luxardo D.r Tolja
AVVISI ECONOMICI
»Provvista dei necessari accessori la sott^.. scritta rimoderna, pulisce e ripara cap^jy di qualsiasi genere di feltro o paglia per sigaofè signori e bambini con garanzia di ridurli a nuovo’
Prezzi moderati. Si assume anche ordinazioni Der L provincia. MARIA Ved. DURO - 2<
Direttore responsabile : Gaetano Feoli.
Editrice la Tipografia : E. de Schonfeld & Co.
Continui importami arrivi di tessuti.
Recapito presso:
A. Magnelli e Marsan - Zara
Calle del Tribunale N. 3
dirimpetto al palazzo Fozza
Vendita esclusivamente all* ingrosso.
2—6
^AAAAAAAAAAAAAAAP
txxxxxaxoxxxx»
I Glomeruli Ruggeri
sono pillole miracolose, infallibili, sorprendenti
contro l’Anemia. Non vi è rimedio al mondo
che per effetto possa vincere questo preparato.
In 15 giorni la persona anemica, la clorotica la
più grave sente rinnovarsi la propria vita. Torna
la forza, il colore, la gaiezza, 1’ appettito, la sa
lute come prima, insomma; e chi rivede la per
sona resta sorpreso del cambiamento quasi istan
taneo. Dopo il settimo giorno che l’ammalato
prende i Glomeruli, già sente um miglioramento
grandissimo. In seguito in breve tempo, la salute
viene e completa. E si noti: senza avere riguardo
pei cibi, la fatica, niente. Si può mangiare male,
si può nutrire d’ insalata, di erbe, di polenta, di
ciò che uno crede.Tanto il rimedio agisce lo stesso.
I Glomerulii Ruggeri vanno usati solamente
contro 1’ Anemia.
Nessuno deve illudersi che possano giovare
in altri mali esaurienti, come 1’ etisia, ecc. \
L’ Anemia à uno di questi segni :
1. Pallidezza del viso, delle labbra e delle gen
give : 2. Dolore dì capo ; 3. Respiro affannoso e bat
ticuore salendo le scale ; Poco appetito e dolori
di stomaco; 5. Debolezza nelle gambe ; 6. Qualche
doloretto di ventre; 7. Pochi od eccessivi mestrui.
Quindi chiunque può conoscerla. E poi quan
do una ragazza è pallida eome cera, c’ è poco
da sbadigliare : quella è anemica, lo dice il viso.
I Glomeruli Ruggeri costano L. 4 (tassa spe
cialità compresa) la scatola di 100 pillole suffi-
niente per una cura di 15 giorni.
Per averli, inviare ordinazioni alla
Ditta 0. RUGGERI - PESARO, Marche
Chiederli in tutte le farmacie.
•smotGooocxxxxxx«
BEI y
v / 'A . ; <?*£V
X
Sarebbe cosa assai audace il riepilogare
una conferenza letteraria di tanto valore ;
e quindi per iniziativa del Fascio Nazionale,
grato all’ illustre colonnello Fulvio, la stessa
verrà pubblicata in apposito opuscolo a
perpetuo ricordo della indimenticabile se
rata, in cui ebbe a costituirsi il primo cir
colo italiano in Tenin, dopo la redenzione.
Alla conferenza segur un breve ma sim
patico discorso del presidente del Fascio
Nazionale, dott. Stefano Borovich, che ebbe
cortesi parole di ringraziamento per gli ora
tori e per gli intervenuti e che chiuse il
suo dire con fervidi auguri alla bella isti
tuzione.
Vanno qui particolarmente rilevati anche
i discorsi riuscitissimi, di forma assai eletta,
del sindaco Scopinich e del ten. colonnello
Zina, riboccanti dei più nobili sensi di pa
triottismo.
Alla festa interv.ennero numerosi tutti gli
i taliani di Tenin con molte avvenenti signóre
e signorine gentili in belle ed eleganti toi-
lettes. Intervennero anche gl» ufficiali del
presidio con a capo il Generale-cav. Sac-
comani, comandante la Brigata „Taranto",
che ebbe altissime e spontanee parole di amore
all’Italia ed alla Dalmazia e che chiuse il
suo discorso col grido di „Viva il Re", cui
fecero eco col più grande entusiasmai? tutti
i presenti. Nella seconda parte del ricco
programma concertarono le signore e signo
rine italiane di Tenin, accompagnate da una
scelta orchestrina organizzata dall’ infatica
bile dott. Valenti. Emerse per dolcezza di
voce e maestria nell’ arte del canto la signora
Lidia Borovich. Nelta Nona rapsodìa di
Liszt la signora Raffaella Hoffmann ebbe
campo di mostrare somma agilità e perfetta
tecnica nella difficile esecuzione. Seguirono
graziosi couplets, eseguiti con valentia dal
provetto sig. Specchia, ed esilaranti danze
eccentriche dal sig. Dionisi. Le danze ani
matissime, cui fu opportuno complemento
uno squisito e ricchissimo buffet, si protras
sero fino a tarda ora.
Se il comitato promotore è stato in grado
di organizzare una simile festa ne va in primo
luogo il merito al generale cav. Saccomani,
che fu largo di consigli ed appoggi. Il ge
nerale Saccomani per le sue grandi bene
merenze, in questo breve tempo, seppe .cat
tivarsi non solo gli animi degli italiani; ma
ben anco le simpatie di tutta la popolazione.
La splendida festa resterà indimenticabile
per tutti coloro, che ebbero la’ fortuna di
intervenirvi, e ne rimarrà indelebile l’im
pressione anche fra i numerosi ragazzi ita
liani presenti, che purtroppo fino ad ora
non venivano educati al culto della Patria
italiana.
.. — ------------------ —à---------- ----------------------------------- -----------------—--------
Cronaca
Bruxelles a Zara. La nota patriotta belga
Ermeline Ruelle, che dopo la rotta di Ca-
poretto percorse le città d’ Italia per narrare
le atrocità commesse dalla rabbia tedesca
nel suo paese e incitare i fratelli latini ai-
fi unione e alla resistenza, invia al Sindaco
di Zara il seguente telegramma da Bruxelles :
„Beìges reunis reception soldats italiens
arrives Bruxelles aujourdhui envoient fervent
ve jux solidarietè Dalmatie, terre sacrèe de
Risroondo martyr de Spalato/*
Un telegramma del nostro Municipio.
Il nostro Municipio ha inviato questo tele
gramma :
„A S. E. Vittorio Emanuele Orlando, Pre
sidente del Consiglio dei Ministri, Parigi.
Nell’ ora storica in cui la Gran Madre, rac
cogliendo i frutti della Sua incomparabile
vittoria, s’ appresta a stringere al suo seno
lutti i suoi figli, il Municipio di Zara, ca
pitale e cuore di questa terra martoriata,
legittimo interprete di tutti i fratelli dalmati
aspettanti con fede sécura il loro definitivo
riscatto, invia all’ Eccellenza Vostra, strenuo
tutore dei diritti e dell’onoré della patria
ed ai suoi valorosi, collaboratori un fervido
e riverente saluto augurale. — Prosindaco
Persicalli."
L’ arrivo di S. E. il Generale Montanari.
Proveniente da Sebenico, dalla visita ai pre
sidi dì Dalmazia, è giunto oggi, verso sera,
e sarà ospite tra noi, S. E. il Tenente Ge
nerale Umberto Montanari, comandante il
XXX Corpo d’ Armata, che fu tra i più
solerti e forti preparatori della resistenza e
drila riscossa italiana.
Al Montello, nel svigno 1918, quando già
gli austriaci avevano passato il ' Piave e,
sfondate le linee italiane, tendevano ad al
largare la breccia, il XXX Corpo con vio
lenti combattimenti corpo a corpo in una
brillante controffensiva riuscì a fermare e
ricacciare, indietro 1’ avversario, che premuto
contro il fiume e battuto dalle artiglierie,
si dava a fuga precipitosa e disastrosa.
Al Grappa, il Monte ormai sacro alla
Patria, ritornava dopo poche settimane il
XXX e dopo una strenua difesa preparava
1’ offensiva, che doveva portare V Italia alla
vittoria finale. Il 24 ottobre il XXX Corpo,
prima che la battaglia generale si accendesse
fra l’Astico^e il mare, iniziava il bombar
damento e continuava poi V azione sua po
derosa, strappando al nemicò fino al 31
ottobre una serie di importantissime posi
zioni di montagna, tenacemente difese. Poi,
determinato lo sfondamento, si precipitava
alle calcagna del nemico in fuga attraverso
le aspre giogaie montane della conca di
Schievenin e nel solco di Feltre ; e la sera
di quel, giorno il XXX separava definitiva
mente gli scacchieri strategici del Trentino
e del Cadore e ridonava la libertà al Fel-
trese, lungamente martoriato.
Al valoroso generale, che fu anche sot
tosegretario di Stato alla guerra, all’ ospite
illustre, vada il saluto d’ ammirazione e di
affetto della nostra città.
Per nn donò. La „Società dei Bersaglieri"
di Zara, all’ atto del suo spontaneo sciogli
mento, donò alla fanfara del 16.o Reggi
mento di Fanteria qui di guarnigione un
istrumento musicale. Il tenente colonnello
comandante del Reggimento ha inviato alla
direzione.della Società questa lettera:
„Il dono che con animo gentile questa
benemerita Società ha voluto fare alla fan
fara della nostra eroica Brigata, ci ha infi
nitamente commossi. In questa primavera' di
vittoria, fra le prime benefiche aure di pace,
esso, insieme ai fratelli maggiori e minori,
canterà a voi, martiri dell’ italianità, gli inni
de la redenzione, e a noi, fratelli vostri,
F inno de la vittoria. A noi e a voi, agli
Italiani tutti, canterà l’inno de la compiuta
quarta Italia. Gradiscano pertanto infiniti
ringraziamenti. II Ten. Colonnello comandante
Int. del Reggimento G. Cirillo".
Il „Veloce Club zaratino" ha ripreso la
sua attività, richiamando a sè quel nerbo
di gioventù ardita che anche in bassi tempi
aveva saputo portare alto il prestigio, della
nostra città, trionfando in varie corse inter
nazionali, affermandosi nei più aspri paragoni
dello „start". Ma ben più profondo signifi
cato assumevano allora quegli aspri cimenti,
quella indefessa preparazione muscoli e
di garretti, quel gonfalone portato con tanto
amore e con tanto orgoglio. I forti giovani
avevano la missione nobilissima di far sen
tire la voce dei combattenti e dei martiri
oscuri all’ Italia, e scopo dei loro certami
non era il briciolo di gloria, ma fi orgoglio
di poter dimostrare che anche oltre la di-
stesa dell’ Adria c* era una legione pugnace y Zagabria che a Spalata venhe celebrato un
d’Italiani, che armandosi aspettava
11 „Veloce Club zaratino", vanto della
città nostra, è risorto. Si propone ora dì
essere un vincolo d’amore fra noi ed i
fratelli d’ oltre mare, accanto ai quali saprà
dovunque vincere nel santo nome d’Italia.
Nella seduta del 13 m. c. fu eletta la dire
zione composta dai seguenti signori : Dr.
Ugo Inchiostri presidente, Giovanni Devetak
vicepresidente, Giuseppe Ballarin segretario,
Chimmer Isidoro cassiere, de Denaro Gu
stavo e Giovanni Mestrovich direttori, Be-
nevenia Dante e Paparella Marcéllo revisori.
La novella direzione, che si propone
un’ attività indefessa , e seria, mentre incita
i soci a una collaborazione compatta e te-'
nace, esorta i cittadini a tributare al soda
lizio l’onore che si merita, aiutandolo con
tutti i mezzi e prendendo parte attiva al
suo sviluppo e al suo benessere.
Salutiamo con sincera sodisfazione la
rinascita di questa società, che continuerà
ad essere, come fu nel passato, fiorente e
utile. *
li martire confessa, li discorso tenuto
alla Skupòina da don Biankini, se riesce
sollazzevole dal punto di vista del suo mar
tirio, è altrimenti degno di rilievo per una
confessione.
Don Biankini, deputato alla Skupòina e, di
chissà qual collegio ideale, ha gridato che
appunto per il loro odio indomabile verso
l’Italia, i soldati croati sono stati fino ai-
fi ultimo i » più fieri e terrìbili combattenti
contro fi esercito italiano. E, naturalmente,
intendeva di glorificarli per quest’ odio e
per questo valore.
Le parole, sfuggite nell’ impeto della pro
testa al protomartire, abbattono, se ce ne
fosse ancora bisogno,. la leggenda di quella
fiacca resistenza delle truppe croate, che
avrebbe cooperato allo sfacelo dell’Austria.
Don Biankini, pur sulla foga del discorso,
ha chiaramente prospettata la posizione di
combattimento dei croati e degli sloveni:
feroci e obbedienti scherani dell’Austria,
sino all’ ultimo, contro fi Italia,
Un altro fatto — che avvalora queste
considerazioni — non venne posto a suffi-
cenza in rilievo.
Due mesi circa prima del finir della guerra,
quasi tutti i giornali del crollato impero
pubblicarono, tra gli altri, un comunicato
del supremo comando a.-u., nel quale si
assicurava che tutte le pressioni ušate dagli
italiani nei campi di concentramento dei pri
gionieri austriaci per tentare di costituire
delle legioni di volontari croati, dirette contro
l’Austria, erano miseramente fallite.
Lo stesso organo di don Biankini, il
„Narodni List", riportò questo bollettino,
che combina magnificamente, nel significato
e nel risultato, con le parole da lui tuonate
all’assemblea di Belgrado.
L’Italia, nei Croati, ebbe sempre davanti
a sè dei nemici. Nè la mascheratura serba,
nè il trucco dello jugoslavismo valse a mu
tare la loro fisonomia e a dar loro un
aspetto meno indecente. L’Italia avrebbe
dovuto considerarli subito come dei nemici
vinti.
E invece no. Se l’Italia fosse rimasta neu
trale e gli Imperi centrali avessero vinto la
guerra, molto probabilmente l’Austria non
avrebbe concesso ai Croati più di quel regno
trino, 'che costituì sempre il loro massimo
programma unitario. Invece, abbattuta l’Au
stria a Vittorio Veneto, l’Italia in un oblio
generoso consente ai Croati — agli stessi
nemici viriti, su cui poteva gravare la mano
— tanto spazio di terre e tanta ricchezza
z di porti e di, fiumi, che sarebbe stato
demenza solo il sognare, quando i Croati
si armavano con entusiasmo in nome e a
sostegno dell’ Austria contro la Serbia e
l’Italia. ,
Ma andate un po’ a far contenti i Croati I
Sono gli stessi di cinquant’ anni or sono,
quando il governatore austrìaco Mamula di
ceva : „date loro un dito e vorranno la
mano; date loro la mano e vi vorranno af
fettare tutto quanto."
Campione tipico della ingordigia e della
megalomania croata è 1’ on. Biankini.
z
Le solite menzogne jugoslave. Leggiamo
nell’ „Obzor", in una corrispondenza da
Selve :
„II popolo dell’Isola è affamato, perchè
il governo di occupazione solo una volta
distribuì un po’ di viveri, e, da allora, mai
più." . ■
Facciamo grazia al lettore delle furfanterie
contenute nel carteggio, a denigrare l’oc
cupazione italiana. Ci limiteremo all’ essen
ziale, con date e cifre- alla mano.
Il governo di occupazione ha fatto fin’ ora
cinque spedizioni regolari di viveri nell’ isola
di Selve. La prima — del 13 dicembre —
comprendeva 500 chili di riso, 1400 di fa
gioli, 2900 di farina; la seconda — del 4
gennaio — 2000 chili di riso, 1660 di pasta,
Z900 di farina, 206 di zucchero ; la terza —
del 25 gennaio — 8600 chili di farina, 1720
di riso, 860 dì pašta’e 400 di fagioli; la
quarta — del 17 febbraio — 5000 chili di
farina, 1000 di riso e 1000 di legumi, il
tutto distribuito gratuitamente alla popo
lazione; la quinta spedizione comprendeva
3870 chili di farina, T290 di riso, 129 di
zucchero, 50 di lardo e 25 di caffè. Ora è
imminente l’invio di altri generi alimentari
per la popolazione, e, gratuitamente, per la
refezione degli scolari.
Occorre altro? :
Occorre altro a smascherare la spudorata
campagna di calunnie è di denigrazioni, so
stenuta negli ultimi tempi contro l’Italia
dalla stampa jugoslava?
L’isola di Selve non,ha ricevuto in quattro
anni di guerra dall’Austria quanto ha rice
vuto in cinque mesi *-di occupazione dal
l’Italia.
Spigolando. Leggiamo nella „Riječ" di
solenne ufficio (parastós) funebre per i sol
dati Serbi caduti in guerra.
Chissà quanti di questi soldati sono ca
duti sotto il piombo dei soldati croati!
= Dallo stesso giornale traduciamo queste
linee :
„I malefici antijugoslavi, per portarci via
Fiume, sono veramente diabolici. Ma noi
pensiamo che si possa, confidare in Wilson,
Clemenceau ed in Lloyd George, i quali
consentiranno al volere della cittadinanza
fiumana."
• Bravo. E quello che diciamo noi.’ Ed è
quello che appunto desidera la cittadinanza
fiumana. Esser sodisfatta nel suo volere
supremo di veder annessa Fiume all’ Italia.
—‘ Nell’„Obzor", a proposito di Fiume,
è stampata questa noìizietta. Un patriota
(croato) ha consigliato un - membro della
compagnia drammatica^ di’ Zagabria di pre
pararsi, coi suoi compagni, per venire a
dare un corso di recite al „Teatro Comu
nale" di Fiume, redentà alia Jugoslavia.
Che invece di fare i .bauli, la compagnia
drammatica dì Zagabria non abbia piuttosto
ad impagliare dei fiaschi?
A proposito del cambio delle corone
circolava ieri e oggi in città con insistenza
la voce, che sarebbe ^arrivata telegrafica
mente un’ ordinanza ch^ intimava il cambio
forzato delle corone in lire coi solito rag
guaglio del 40% entro tre giorni. Possiamo
assicurare, per informazioni assunte a fonte
competente, che questa notìzia è per ora
destituita di qualsiasi fondamento. Se una
ordinanza simile arrivasse, è naturale che il
pubblico ne sarebbe subito reso avvertito
dalle autorità preposte.
Tribunale di guerra. Di questi giorni, al
locale Tribunale di guerra, ebbero luogo
parecchi dibattimenti per detenzione d’armi,
spaccio di note di banca timbrate, ricetta
zione di oggetti militari da parte di borghesi,
eccetera. Alcuni degli imputati vennero as
solti, altri condannati a pene non eccessive.
E se non ridi... Un ufficiale della Regia
Marina ritornato da una breve licenza presso
Napoli spediva un telegramma da Zara alla
sua famiglia di questo tenore:
„Arrivato felicemente segue lettera saluti."
Il telegramma invece arrivato alla famiglia
a Napoli diceva:
,,Lm Colli 22 G 4 colli due diretto cav.
Longoni rispondete Parisi." Tableaux!
Al Parco di città. Molti si lagnano che
il Parco di città, una volta vanto e decoro
di Zara, ora sia abbandonato e lasciato in
balia dei devastatori.
Peccato. I fanti, che occupano la grande
caserma del Parco, non hanno incombenze
di polizia. E ancora fi autorità non ha prov
veduto alla manutenzione del vasto ed om
broso recinto.
Però, pare a noi, che finche le cose non
vèngano definitivamente assettate, le senti
nelle farebbero bene a vietare l’ingresso al
parco alla ragazzaglia, la quale o per scon
sideratezza o per mal animo commette delle
devastazioni, e a permetterne la frequentazione
solo a persone civili e rispettose del decoro
cittadino. ■
Il servizio telegràfico per privati viene
riattivato. Il servizio telegrafico dei privati
è riammesso da e per le seguenti località:
Venezia Giulia e Dalmazia : e, cioè, Trieste,
Trento, Fiume, Pola, Bolzano, Gorizia, Zara,
Sebenico, Ala, Avio, Borghetto e Storo;
Repubblica Czeco Slovaca (Boemia) ; Al
sazia Lorena.
Lussenburgo, Finlandia, Russia d’Europa,
cioè per le sole località di Alessandrowsk,
Arcangelo, Burmansk ed i porti russi del
Mar Nero e la Russia d’Asia : Rumenia, Bul
garia, Turchia d’Europa e d’Asia, comprese
in quest’ ultime la Siria, l’Armenia, il Kur-
gistan, la Mesopotamia e la Palestina.
Associatevi alla
„LEGA NAVALE".
ULTIMA ORA
(Nostro servizio telegrafico).
L’Italia non cede
PARIGI, 16, 1 colloqui t^a Wilson e Or
lando continuano. Si telegrafa al „Giornale
d’Italia" che la delegazione italiana respin
gerà una cattiva pace. Rimarrà patrimonio
nazionale quanto l’esercito ha conquistato.
Il bel trucco jugoslavo
La firma dell’arcivescovo di Zara falsificata
PARIGI, 16. Gli Jugoslavi si vantano di
aver inviato un memorandum a Parigi per
dimostrare che fa Dalmazia chiede con voto
plebiscitario di essere annessa alla Jugosla
via. Si tratta di poche firme autentiche e
molte croci di illeterati. L’arcivescovo di
Zara e qualche canonico dichiarano falsifi
cate le loro firme.
Oliando a Gatt D’Annunzio
PARIGI, 16. Il presidente del Consiglio
ha inviato al Poeta della Patria questo si
gnificativo dispaccio: ,,E* mio dovere
supremo di restar solidale con la
fierezza italiana, anche nelle ipotesi
estreme, che auguriamo ci siano ri
sparmiate. Orlando”4.
Un generale francese per il diritto
d’Italia sull’ Adriatico.
PARIGI, 16. Il generale Corville in un
articolo sulle rivendicaziuni italiane nell’ A-
driatico scrive : „Il dominio dell’ Adriatico è
una questione vitale per fi Italia. Sono ri
vendicazioni legittime". E dopo aver dimo
strato che la popolazione si è . pronunciata
per fiunione all’ Italia e che il suo appello
ha avuto una eco nell’ Italia intera, Cor-
ville conclude : „Stiamo in guardia ! Sareb
be pericoloso lo scherzare con un tale sen
timento. Se gli interessi degl’ italiani e quelli
degli jugoslavi sono opposti, riteniamo che
quelli italiani debbano avere la precedenza,
che, si intende, va data con tutti i tempe
ramenti possibili per gli altri; poiché infine
se i serbi combatterono con noi non pos
siamo dimenticare che i croati furono gli
avversari più risoluti dell’ Italia, i soldati
più fedeli dell’ imperatóre d’Austria. Fra
gli alleati diversi, che fecero le loro prove
al nostro fianco sulie Alpi e sul Piave e
che la preoccupazione della comune difesa
contro il germaniSmo manterrà uniti a noi,
e gli alleati di domani, che appena si svegliano
all’unità nazionale possiamo noi forse titubare?
Ciò che il cuore ci consiglia, ee lo ordina
.anche la ragione. Per la stabilità della pace,
la Francia deve andare al Reno e l’Italia
deve essere sull’ Adriatico. Questa tesi, che
per noi latini è l’evidenza stessa, finirà per
prevalere ? Una tale domanda dovrebbe es
sere inutile. Tuttavia bisogna farla. Ah! che
cosa è divenuto quel magnifico slancio di
fede Cori cui furono sollevati L nostri c/ori
all’ indomani della vittoria!" 1
la ..Mornina Post“ per la sicurezza Seli’Italia
LONDRA. 16. La „Morning Post", com
mentando in un articolo editoriale i lavori
della Conferenza della Pace, dice: ,,È una
buona notizia che la questione adriatica sta
per essere rapidamente risolta in modo so
disfacente e speriamo di poter felicitare i
nostri alleati italiani che i loro interessi sono
stati finalmente tutelati. La sicurezza dell’ 1-
talia è per 1’ Inghilterra un’ interesse d’ im
portanza eguale alla libertà del -Baltico,
perchè fi Italia è la naturale alleata dell’ In
ghilterra nel Mediterraneo. L’ Italia, perchè
desidera di ottenere i passi delle Alpi Giulie
e Dinariche è stata scioccamente qualificata
come sciovinista e imperialista nel cattivo
senso di queste parole, delle quali è stato
fatto un grande abuso ; ma noi non pos
siamo vedere nulla di aggressivo nè di cu
pido nel desiderio di una nazione di garan
tirsi la propria sicurezza."
In fascio
— Dei sommergibili germanici assegnati
all’Italia come preda di guerra due sono
arrivati nelle acque delia Sardegna e visita
no i porti dell’ isola tra I’ entusiastico con
corso delle popolazioni.
— Gli alleati hanno costituito nel settore
della Bessarabia una nuova fronte sulla riva
destra del fiume Dtyiester.
— L’agitazione nel Giappone per otte
nere alla conferenza di Parigi l’equiparazione
delle razze continua. Trentasette grandi as
sociazioni giapponesi hanno mandato in que
sto senso delle dichiarazioni.
PICCOLA POSTA
„Dalmata" Sebenico. Non abbiamo potuto pub
blicare quelle due bellissime relazioni, a cui Ella
accenna nell’ultima lettera, perchè ci vennero re
capitate troppo in ritardo. La preghiamo di spedire
in seguito tali importanti notizie con sollecitudine,
premendoci che abbiano non soltanto valore di
contenenza e di forma, ma anche sapore di novità.
Direttore responsabile: Gaetano Feoli.
Editrice la Tipografia : E. de Schonfeid & Co.
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sono pillole miracolose, infallibili, sorprerden
contro l’Anemia. Non vi è rimedio al mond
che per effetto possa vincere questo preparati
In 15 gioirli la persona anemica, la clotzitica
più grave sente rinnovarsi la propria vifOrori
la forza, il colore, la gaiezza, P appettilo, la s;
Iute come prima, insomrna; e chi rivede la pe
sona resta sorpreso del cambiamento quasi ista-
1 settimo giorno che P ammalai
prende i Glomeruh, già sente um miglioramenl
grandissimo. In seguito in breve tempo, la salu
viene e completa. E-si noti: senza avere riguarć
pei cibi, la fatica, mente. Si può mangiare mal
può nutrire d insalata, di erbe, di polenta,
ciò che uno crede.Tanto il rimedio agisce lo stess
contro ™nn9 "Sati Sol!lmcn
. Nessuno deve illudersi che possano aiova
in altri mah esaurienti, come P etisia, ecc
L Anemia a uno di questi segni •
• h. Prezza del viso, delie labbra’e delie ee
give. 2. Dolore di capo ; 3. Respiro affannoso e ha tieuóre salendo le scale ; Poco appetito e do^
di stomaco; 5. Debolezza nelle gambe ■ 6 Quale?
doloretto di ventre;. 7. Pochi o/eSvì mesta
Quindi chiunque può conoscerla. E poi qua
do una ragazza è pallida eome cera, c’è poi
oa sbadigliare; „„ella è anemica, lo dice il v?s
. 1 Glomeruh Ruggen costano L. 4 (tassa sn
cialda compresa) la scatola di 100 pillole suf
niente per una cura di 15 giorni. *
Per averli, inviare ordinazioni alia
Oc’h^G,GERI ■ PESARO, March,
h.ederh in tutte le farmacie.
spillò, con vino c liquori, il denaro dalle
tasche del pubblico.
Ogni soldato intervenuto alla festa s’ebbe
in dono un sacchetto di carta tricolore,
conteneste una succulenta porzione di ar
rosto, un pezzo di dolce, del formaggio e
pane. Venne distribuito anche vino in ab
bondanza.
LI elezione della reginetta e delle pricin-
pessine della festa riuscì molto animata.
Vennero proclamate elette, in mezzo a grandi
applausi, le leggiadre Pina Ginich, reginetta,
e Anita Bianchi e Maria Fattovich, princi
pessine.
Peccato, ripetiamo, che la pioggia abbia
interrotto la festa, quando era nel suo pieno
fervore, e che non si sia potuto svolgere
intero il programma.
Tributiamo elogi incondizionati al solerte
comitato che 1’ ha organizzata e diretta,
interpretando i sensi di amore e di ricono
scenza della popolazione * verso i soldati di
Italia, che, gràzie a Dio, e per sempre, sono
i nostri soldati.
„Le loro menzogne". Sotto questo cu
rioso titolo il „Narodni List", dopo aver
riprodotto i commenti di due giornali ita
liani alla notizia della falsificazione di alcune
adesioni ai così detti „plebisciti jugoslavi",
riferisce le rettifiche di tre cospicui croati
di Zara, le cui firme furono credute e di
chiarate non autentiche. L’arcivescovo si
pronuncia in questi termini : „Dichiaro che
per mio ordine espresso venne apposta la mia
firma sulla lista concernente la .nazionalità
degli abitanti della città di Zara".
Con quella lealtà verso gli avversari, che
è indizio ed effetto di buona educazione
politica, prendiamo atto delle dichiarazioni
apparse nel „Narodni List". Ma non pos
siamo reprimere il nostro stupore nel rile-*
vare che 1’ arcivescovo incarica altra persona
ad apporre la sua firma a questa lista, anzi
che apporla lui stesso, come dovrebbe aver
fatto ogni croato. Ad ogni modo resta da
mettere in rilievo questo fatto : V arcivesco
vo che asserisce di aver firmato durante il
periodo d’interregno jugoslavo una lista
„concernente la nazionalità", nega d’aver
consentito di firmare una domanda di an
nessione alla Jugoslavia, che invece era
stata diffusa, a quanto ci assicurano, negli
ambienti diplomatici di Parigi anche colìsuo
nome. Che 1’ arcivescovo sia croato, lo sap
piamo da tempo, come lo sanno anche i
corrispondenti dei giornali della penisola ;
ma potrebbero i croati fornirci un docu
mento, da cui appaia evidente e irrefutabile
che mons. Pulišić abbia aderito ad una pe
tizione di carattere politico, chiedendo l’u-
nione di queste terre alla Jugoslavia? Cre
diamo di no. E ancora : quel plebiscito di
nazionalità, a che scopo si faceva ? per of
frire dati statistici alla sezione anagrafica ?
No; ma per scalzare le affermazioni nostre
e del governo italiano e per addurre circo
stanze di fatto inesatte a Wilson e agli al
tri delegati alla Conferenza di Parigi.
Il nocciolo della questione resta sempre
10 stesso, senza 'che Sia compromessa la se
rietà delle nostre informazioni. Evitando inu
tili equivoci, possiamo concludere : L’ arci
vescovo, benché si proclami croato, non ha
chiesto V unione allo Stato jugoslavo. Se in
una simile petizione dovesse figurare la sua
firma, nqi siamo ancora autorizzati, anche
dopo le dichiarazioni apparse nel „Narodni
List", a ritenerla falsificata.
Invitiamo il giornale croato, con quella
franchezza e con quell’ amore della verità,
di cui noi diamo saggio, a rispondare chia- •
ramente a queste nostre obbiezioni.
I giovani trentini a Zara. Gli studenti
di Trento inviarono ai loro colleghi di Zara
11 seguente telegramma:
„Gli studenti trentini riuniti oggi a co
mizio, interpreti sicuri della ferma volontà
di tutta la gioventù redenta, protestano
contro Finfamante disconoscimento delle
nostre sante aspirazioni e con fiducia in
crollabile nei destini d’Italia affermano so
lennemente : con voi nella schiavitù, con voi
nella vittoria. — Renato Baldo stud. liceale."
I nostri studenti hanno così risposto :
„Immutabilmente sicuri, incrollabilmente
fedeli, insieme con voi giuriamo di voler
riaffermare magari col sangue i santi diritti
d’Italia sulla patria nostra. Ringraziando,
per gli studenti del liceo e d'elle tecniche.
— Federico Allodi".
Decesso. Da Trieste ci giunge la notizia
della morte del nostro concittadino Giuseppe
Maddalena, consigliere di Appello in riposo.
Uomo colto e dotato di una squisita genti
lezza di parole e di modi, fu nostro saldo
aderente politico, sempre pronto sostenitore
di ogni associazione e di ogni iniziativa pa
triottica. Fu per non breve tempo presidente
della nostra Società Filarmonica, per il fiorir
della quale impegnò costante ed affettuoso
interesse. Chi lo conobbe di persona, e ne
apprezzò le bellissime doti lo compiange
vivamente. Noi a nome della cittadinanza
— inviamo alla vedova di lui e all’illustre
fratello, il prof. Edgardo Maddalena, le nostre
più vive condoglianze.
Un nobile esempio di altissimo amore al-
1’ Italia e a Zara, sua secónda patria, è
quello datoci ieri dalla signora Ida Codo-
gnato. Tanto è vero che gli affetti più no
bili son quelli che sdegnano la pubblicità
clamorosa e si coltivano nel segreto * del»
l’anima, col culto delle memorie. La povera
signora, madre di un bravo operaio tipo
grafo decorato in guerra con medaglia d’ar
gento per il valore dimostrato in uno scon
tro sul Pasubio, rievocando la cara imma
gine e il sacrificio del figliolo, morto da
eroe il 10 giugno 1916, venne da noi poco
prima del comizio di ieri a pregarci di espri
mere tutta la sua adesione al plebiscito del
popolo di Zara per l’annessione all’ Italia.
Citiamo il suo esempio a titolo d’ onore ;
ma è certo chè* cosi nobilmente sentono e
pensano migliaia di madri in questo mo
mento in Italia, mentre i negoziatori ten
tano di mutilare indegnamente i giusti di
ritti della nazione. E la voce dell’ anima
che si ribella all’ inaudita sopraffazione di
ogni giustizia.
La spedizione di giernali. Ci viene co
municato che S. E. il Governatore ha di
sposto che sia vietata' la spedizione di gior
nali di seconda mano, impostati dal pubblico,
sia pure con regolare francatura, in questo
territorio occupato. 1
Suicidio. Oggi, verso le 12, Antonio Bucz
kowsky, tipografo, malato da molti mesi,
allontanato con un pretesto il barbiere eh’ era
venuto in casa per raderlo, si impossessò
del rasoio di questo e si recise profonda
mente la gola.
L’infelice morì dopo pochi istanti.
Il Buczkowsky era un tipografo e dise
gnatore abilissimo e lascia numerosa famiglia.
Il male inguaribile ond’ era affetto lo trasse
al disperato proposito.
Oblazioni pervenute all’ Associazione nazionale
fra mutilati ed invalidi di guerra. Michelangelo
Luxardo L. it. 100, Cons. Tornasti Medić cor. 20,
Carlo Pio Bianchi cor. 200, Eredi Petrìciolli-Sal-
ghetti cor. 20, Roberto Vlahov cor. 100, Prof. Umb.
Santncci cor. 20, Cons. Rodolfo Tocigl cor. 20,
Colonnello A. Bettali cor. 20, Bonetti Ernesto cor.
10. Inoltre, per onorare la memoria del defunto
sig. N. Benzoni: Prof. Rodolfo Inchiostri cor. 10,
Cap. med. d.r M. Mandel cor. 10 e per onorare la,
memoria della defunta signorina Elvia Baumeister:
Carlo Piperata cor. 10.
Il prossimo numero della „Voce
Dalmatica** esce domani,
CRONACHE TEATRALI
Al Teatro ,,G. Verdi**
Sabato venne rappresentata una piana e
piacevole commedia di Sabatino Lopez: „lì
terzo marito". Si riavvicina per festività dia
logica, per semplicità di procedimenti e per
vivace coloritura delle figure e dell’ ambiente
alla „Buona figliuola", offrendo all’autore oc
casione di prospettarci il suo giocondo tempe
ramento a mezzo di rfavvicinamenfi ricchi di
contrasti, dai quali scaturisce senza sforzi
psicologici e senza sofisticazioni sottili una
piccola beffarda moralità.
La signora Caterina, che ha perduto già
due mariti, che è aricora giovane e bella,
rivede ai bagni di Viareggio Fausto de
Falchi. I due giovani s’innamorano presto.
Ma c’ è un guaio : il fidanzamento. Caterina
vorrebbe unirsi in legale matrimonio con
Fausto, il quale è esasperato dal trovarsi
ogni momento i suoceri di Caterina fra i
piedi e sente in confuso che per sposare
la vedova di due mariti bisogna proprio
aver perduto la testa. Ma Caterina sa coi
suoi vezzi persuadere Fausto a condiscen
dere di sposarla e il giovine innamorato tien
testa fermamente a tutti gli ostacoli grandi
e (piccini che sorgono sulla via, ad ogni piè
sospinto, finché la donna amante, irritata
dalla ipocrita congiura delle convenienze
sociali, decide di concedersi sotto l’egida
d’ una legge più indulgente e benevola.
„Ascolta — dice a Fausto — tu mi hai
dato una grande prova d’ amore ed io voglio
dartene un’ altra, altrettanto grande. Ti rendo
la. parola. Non siamo più fidanzati. Saremo
soltanto due amanti felici. In seguito si vedrà.
Ci sposeremo quando saremo ben certi che
anche sposati non cesseremo d’ amarci".
Ma la commedia non è in questa breve
sintesi : è nella sua compagine, nei suoi spi
riti, nelle sue forme, nella scintillante veste
dialogica. La comicità è continua: nel se
condo atto siamo anzi vicini alla farsa. Al
dialogo non inventivo, ma svelto, vivace e
ameno, la commedia deve il suo successo
più che alla favola scarna e disadorna o ai
personaggi che sono figure prive di segni
distintivi.
Piacquero specialmente i primi due atti,
i più comici e leggeri ; il terzo parve rispetto
agli altri grave e serio più del bisogno. Le
commedia fu recitata con sicurezza e viva
cità. La Casilini, attrice spontaneamente
briosa, seppe dare a Caterina garbo, finezza
e sincerità di espressione. Il Giardini rese
con abbastanza Pzs comica la parte di Fausto,
forzando un poco V effetto in qualche punto
del secondo atto. In generale la commedia
del Lopez venne recitata abbastanza bene:
gli attori si vedrebbero certamente più in
coraggiati, se il pubblico fosse più numeroso.
** *
Domenica, per variare, si presentò al nostro
/pubblico un lavoro del teatro spagnuolo, il
„Juan José" di Dicenta. Ma non sapremmo
lodarne la scelta. Quel dramma coi suoi
quattro atti smilzi, quasi senza intreccio, con
certi, personaggi più decorativi che stretta-
mente necessari all’intelligenza e allo svi
luppo della favola principale, non s’ attaglia
al gusto di un pubblico, che non abbia par
ticolari simpatie per le produzioni da „grand
Guignol". In certi teatri della Spagna potrà
aver riscosso quegli applausi, di cui il po
polo è largo ai bei colpi dell' espada e ai
capricci passionali delle donnine alla Carmen ;
sui teatri italiani il lavoro del Dicenta perde
anche 1’ attrattiva e la freschezza che gli può
venire dalla materia inspirata al gusto, ai
sentimenti e ai costumi paesani. «
Ci avvolgiamo tra i bassi fondi di Madrid.
Nel primo atto la scena si svoge in una
taverna dell’ infima specie, dove bazzicano
operai di fabbrica, donnine allegre, lenone e
don Giovanni in cerca d’ avventure e vi co
nosciamo Juan José, un bravo operaio che
vive con Rosa, di famiglia decaduta e che
si trova a disagio nella povertà del nuovo
stato, tutta infatu ta dai ricordo dei begli
abiti, dei monili, della discreta agiatezza
d’altri tempi e impensierita dal crescente
sfiorire della sua bellezza fra gli stenti. Di
questo stato d’animo e della vanità femmi
nile di Rosa, un’ anima non fatta per le lotte
eroiche del sacrificio, approfitta la losca fi
gura di Isidora, una vecchia megera che
campa di lenocinio è/ aspetta nella bettola
le sue vittime. Pacp, il padrone della fab
brica dove lavora Juan José, invaghitosi
pazzamente della belia Rosa, ricorre all’ ope
ra é alle arti infernali di Isidora, che lenta
mente infiltra nell’anima della ragazza il ve
leno della corruzione; Un giorno la mezzana
fa trovare alla bettola Paco con Rosa, che
finalmente consente a cantare una canzone
e a sederglisi vicina. Ma Juan José, ormai
insospettito e geloso, la sorprende e in una
vivace scenata ingiuria il padrone che si
vendica licenziandolo.
A casa si piomba nella più squallida mi
seria ; il lavoro manca e si soffre la fame.
Rosa, che ha sempre ai panni Isidora, si
ribella a quella vita di stenti e il povero
operaio, in un atto di disperazione, per con
tentare la donna, ricorre al furto. Sorpreso
e condannato a otto anni di galera, è tor
mentato da un solo pensiero : che sarà della
sua Rosa ? lo ricorderà ? gli sarà fedele ?
A fargli cadere la benda viene la lettera
d’un amico. La donna è passata subito a
vivere con Paco. Juan José inferocisce di
gelosia e di vendetta; un ergastolano gli dà
il modo di fuggire dal carsere ed egli corre,
sorprende Rosa abbigliata sfarzosamente per
ìa passeggiata, in attesa di Paco. Ma Juan
José previene il rivale, lo affronta sulle
scale e l’ammazza; poi strozza Rosa che
inveisce contro 1’ assassino.
Vero che il dramma a forti tinte permet
teva una certa coloritura ; tuttavia in qualche
punto il gesto più parco e l’espressione
passionale meno caricata avrebbero conferito,
anziché „tolto, all’ interpretazione del prota
gonista — Umberto Giardini — una nota
di naturalezza e di vera umanità. La parte
di Lina Caolini non offriva molte risorse;
F artista ebbe tuttavia dei momenti felici.
Efficace il Rosaspina nella parte di Cano.
t. *
Jersera si esumò la brillantissima comme
dia dello Scribe : „Una battaglia di donne."
Benché il pubblico fosse scarso, tuttavia gli
attori sostennero le loro parti con certo
impegno, il Giardini ci parve meno spigliato
e sicuro che nelle altre recite."
Oggi nel pomeriggio si replica in onore
dei nostri soldati, che vi hanno accesso gra
tuito, „Una battaglia di donne." Stasera si
ripete „La maestrina" di D. Nicodemi.
ULTIMA ORA
(Nostro servizio telegrafico).
Roma invoca Minta annessione
di Fiume e della Dalmazia
ROMA, 28. Oggi nel pomeriggio i citta
dini di Roma, radunatisi sul Campidoglio e
adiacenze, mentre il Consiglio Comunale
votava un ordirle. dd, ^iprnsE «on cui il po
polo prende atto della legittima, concreta
volontà di Fiume di annettersi all’ Italia, in
vocarono F immediata annessione dei terri
tori inclusi nel trattato di Londra, ricordando
al governo di liberare altre città non ancora
redente, specialmente Spalato e Traù. Quindi
il sindaco diresse al popolo l’invito di for
mare un corteo portando il gonfalone di
Roma. Mentre le campane del Campidoglio
suonano a stormo, il corteo si dirige verso
il Quirinale. In questo ihomento la manife
stazione popolare . raggiunge un’ intensità
senza precedenti. Il corteo imponentissimo
è ravvivato da una miriade di bandiere. Si
susseguono gli evviva all’ Italia, al Re, al-
1’ Esercito, a Fiume e alla Dalmazia, fra grida
deliranti di cittadini che reclamano 1’ annes
sione. Il Re e la Famiglia Reale, tra ovazioni
interminabili della folla sfilante davanti al
Quirinale, si affaccia al balcone dove com
paiono poi il fondaco e r consiglieri comu
nali. Anche due arditi erano al balcone dove
agitavano i loro gagliardetti neri. li Re si
trattenne a colloquio con i consiglieri. Una
imponente dimostrazione si svolge poi anche
dinanzi a Montecitorio.
II volere d’Italia
ROMA, 28. Qualsiasi cronaca delle o-
dierne manifestazioni in tutta l’Itali» riesce
inadeguata alla grandiosità dello spettacolo
di virile concordia nazionale, a difesa degli
irriducibili diritti italiani. Avvengono ovun
que dimostrazioni continue, incessanti : si
tratta di un’ esplosione di popolare unani
mità senza il minimo incidente. Non v’ è
angolo d’Italia ove non si chieda l’imme
diata annessione delle terre occupate. A
Bologna ci fu una dimostrazione di 100.000
persone ; a Firenze, Inaugurandosi il monu
mento a Oberdan, si invocava 1’ annessione
dei fratelli irredenti ; a Milano si susseguono
i comizi in vari punti della città : le vie sono
tappezzate di manifesti dicenti : Tutta Italia
agl’Italiani. Vogliamo l’annessione. A Ge
nova uba folla immensa ha salutato con
frenetiche àcclamazieni il voto solenne del
Consiglio Municipale per F annessione di
Fiume e della Dalmazia.
A Spezia le maestranze operaie hanno
organizzato manifestazioni prò Fiume e Dal
mazia italiana con l’adesione di tutta la cit
tadinanza : uguali dimostrazioni di maestran
ze si ebbero a Taranto, Castellamare e Na
poli.
Pace di tradimento
ROMA, 28. La „Tribuna" dice, che se
si arrivasse al convegno di Versailles nelle
attuali condizioni di cose, l’Italia potrebbe
non solo rifiutarsi di recarvisi, ma anche le
gittimamente inibire agli alleati di prender
vi parte. Che se malgrado ciò gli alleati vi
si recassero, essi inaugurerebbero patente-
mente la politica degli „stracci di carta" è
non conchiuderebbero che una pace di tra
dimento.
Democratici e repubblicani
contro WIlsosi
Altri echi della stampa
NEW-YORK, 28. L’ „Observer" assicura
che i democratici degli Stati Uniti d me
rica sono proclivi ad accordarsi coi par io
repubblicano per disapprovare a£ne 1
ilson verso' 1 Italia.
Anche la „Tribuna", notoriamente un
giornale italofobo, ora si schiera £ontro i
Presidente.
I proprietari dei giornali della provincia
in un convegno votarono un ordine de
giorno, nel quale si deplora che 1 America
entri in contesa con F Italia e si creino delle
aspre inimicizie.
Berach, leader del partito repubblicano,
ha dichiarato che Wilson si è attirato 1 ini
micizia dellTtalia e del Giappone, i sospetti
della Cina e le critiche della Francia. Inve
ce è generalmente lodata dalla stampa la
serenità della risposta dell’ on. Orlando.
Fra gli altri echi della stampa si segnala
il giudizio del „Morning Sund", il quale
deplora che le frontiere si vogliano fissare
su basi accademiche e conferma ìa giustizia
delle richieste italiane.
La „New York Tribune" afferma la ne
cessità d’ accontentare F Italia per conservare
la coalizione democratica, che vinse la
guerra.
II „Daily Mail" scrive che F unione inat
tesa di tutto il popolo d’Italia è una prova
sicura che Wilson nòn ha capito la psicolo
gia e la volontà della nazione italiana.
La „Libre Parole" ritiene impossibile che
si possa firmare la pace senza l’adesione
dell’ Italia.
La politica dell’America
ROMA, 28. Fu molto notata negli am
bienti politici la circostanza che F amba-
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a nome degli italiani per tante sue presta
zioni e pel vivo interesse alla nostra causa.
Tutti i presenti, ed in particolare modo il
Commissario civile dott. Francesco Madi-
razza, che per il capitano Tredici professò s
speciale estimazione, presero nel modo più
affettuoso commiato dal distinto ufficiale,
che ci fu veramente amico e fratello.
Telegrammi. Venne spedito questo tele
gramma a S. E. il Presidente del Consiglio
Orlando, a S. E. il Ministro degli Esteri
Sennino ed al Presidente del Parlamento
on. Marcora a Roma :
„Il popolo di Tenin con imponente odierna
manifestazione, ^esprime il più fervido plauso
alla Delegazione italiana che con fermezza
incrollabile ha difeso e difende il diritto e
Fonore dell’ Italia. Il popolo stesso, col con
corso di tutte le Autorità locali e dei mag
giorenti villici, chiede l’immediata annessione
di tutta la Dalmazia al Regno d’Italia. —
Sindaco Scopinich".
Un altro dispaccio venne inviato dal Fascio
Nazionale di qui all’on. Sonnino.
L’on. Sonnino rispose con questi tele
grammi :
„Sindaco di Tenin. Giungemi graditissimo
il nobile telegramma inviatomi. Ringrazio
vivamente codesto popolo per l’affermata
solidarietà nazionale. — Sonnino".
„Presidente Fascio Nazionale di Tenin.
11 suo nobile e patriottico telegramma mi
giunse graditissimo. Ringrazio vivamente gli
italiani di tutto codesto distretto politico
per il loro saldo attaccamento alla Patria, —
■Sennino". ■_____
Da Zaravecchia
Ladri di legna. Il 2 andante, di giorno
ed in varie riprese, dieci contadini di qui
tagliarono e asportarono legna da questo
bosco comunale, causando un danno all’ am
ministrazione di circa 30.000 corone.
I primi sei vennero arrestati e gli altri
quattro denunziati perchè irreperibili. Si
recedette al - sequestro di parte della re-
rtiva.
dominazione italiana, la quale porta, tra altre
più : o. meno autentiche, la firmà^jdeU’ arci- ;
vescovo pòlišić, .
2) Non.si nega che F arcivescovo possa aver
incaricato altra persona di firmare a nome
suo la dichiarazione di nazionalità creata ;
si nega che abbia apposto la sua firma a
una domanda d’ annessione alla Jugoslavia^
o alla protesta contro F occupazipfté italiana.
3) -,O F arcivescovo è in bona :,fede,S:p°n
sapendo a quale documento i croati abbiano
appiccicato la sua firma o gioca, o altri lo
fa giocare, indegnamente d’ equivoco.
Noi siamo inclini ad ammettere che mons.
Pulišić, persona d’ ingegno insignita di una
delle più alte cariche ecclesiastiche, sia
superiore a qualsiasi sospetto di poca sin
cerità ; e allora quali deduzioni se ne trag
gono ? Ci pensi chi deve. Noi intanto, per
continuare la discussione su basi positive,
chiediamo che si pubblichi dal „Narodni
List" la dichiarazione che si legge in testa
al così detto plebiscito jugoslavo. Soltanto
allora la polemica potrà entrare nella fase
risolutiva.
Tasse sull’ esportazione di merci. 11 Segre
tario Generale per gli Affari Civili del Co
mando supremo pubblica le seguenti dispo
sizioni relative all’ esportazione di merci
all’ estero : „ . '
Art. 1. — Sono estese ai territori occu
pati dal R. Esercito le disposizioni dell’art.
1 del R. D. 15 settembre 1915 n. 1373 all.
A, e dell’art. 2 del D. L. 31 agosto 1916
n. 1090 all. D, con le modalità stabilite
dagli articoli seguenti.
Art. 2. —- ^permessi per l’esportazione
di merci all’ estero rilasciati subordinatamente1
alle particolari disposizioni che- regolano le
esportazioni stesse, sono - sottoposti ad una
„tassa di concessione governativa" nella mi
sura dell’ annessa tabella.
Art. 3. —• La tassa sarà liquidata dai Go
vernatorati in calce al permesso, anche se
rilasciato da altra Autorità.
I permessi saranno inviati dai Governatori
all’Ufficio Doganale o all’Ufficio delle Im- ~
poste più vicino alla residenza del richie
dente od a quello che il richiedente stesso
abbia indicato.
L’ Ufficio riscuoterà la tassa e consegnerà
il permesso dopo avervi annotato gli estremi
della partita d’ introito. Comunicherà al Go
vernatore F avvenuta riscossione.
Per la tassa, che costituisce un provento
dell’amministrazione finanziaria, saranno te
nute distinte scritture contabili.
Art. 4. — In quei territori occupati nei
quali ha tuttora corso legale la valuta del
cessato regime austro-ungarico, la tassa
potrà essere corrisposta con detta valuta,
ragguagliata in ragione di due corone e
mezzo per ogni lira italiana.
Art.f 5. — Le controversie che possono
sorgere saranno definite dal Segretariato
Generale.
Art. 6. — Le disposizioni della presente
determinazione entreranno in vigore il 20
aprile 1919.
Ritiro dei deposili presso le basiche 'di
Vietassi». La Missione italiana a Vienna. ha
avviato trattative coi Governo dell’ Austria
tedesca per il ritiro dei depositi che citta
dini delle terre redente hanno tuttora presso
le banche di Vienna. Tali pratiche sono state
condotte a buon punto, e si spera di otte
nere quanto prima 1 adesione formale del
Ministero delle Finanze dell’ Austria tedesca.
Per concretare però le richieste e per av
viare 1’ organizzazione del trasporto di tali
valori nel Regno occorre stabilire :
l.o. Quali siano i depositi di cui dovreb
be essere chiesto il ritiro.
2.o. Presso quale banca siano stati fatti
e per quale importo.
3,o. Quali depositanti desiderano che i
loro depositi siano ritirati a cura del regio
Governo.
4.o. Le qualità di pertinenti ai territori
occupati in coloro che chiedono la restitu
zione dei loro depositi.
GF interessati sono pertanto invitati a for
nire gli elementi di cui sopra ai rispettivi
Capitanati o alla Camera di Commercio e
Industria di Zara, che sono incaricati di rac
cogliere i dati in parola.
Fiorì d’arancio. Oggi la gentil signorina
Elda de Grafenstein si è unita in matrimo
nio coll’ egregio nostro concittadino, il ca
pitano medico dott. Maurizio Mandel.
Felicitazioni ed auguri.
Cartoline illustrate. E’ da deplorarsi vi
vamente che anche in alcuni negozi italiani
vengano messe in vendita cartoline illustra
te di Zara con dicitura croata, edite dalla
filiale della società „Mercur".
Se anche questa sterile offesa al carattere
italiano di Zara non abbia mai riportato
il minimo successo, pure spesse volte è
causa di inconvenienti spiacevoli. Immagi
niamoci F effetto prodotto da una di queste
cartoline spedite in Italia — e i nostri sol
dati ne spediscono giornalmente a centinaia
— con tanto di dicitura „Zadar" e per di
più : „Obala Franjo Josip" !
I proprietari di questi negozi dovrebbero
una buona volta comprendere Finconveniente,
ed ordinare cartoline con vedute della no
stra città, le quali, con dicitura esclusiva-
mente italiana, corrispondano al carattere
di Zara e al sentimento della sua cittadi
nanza.
Sequestro d’armi. In una perquisizione
fatta a domićilio a Drasković Giovanni si
rinvennero una pistola ad avancarica e 10
cartucce a pallottole per armi di modello
1891.
L’ arma e le munizioni furono sequestrate
e il responsabile arrestato.
Ostruzione di strade. Ci si lagnano che
parecchie calli, specialmente quelle del borgo,
sono sempre ostruite da carri. Quest’inco-
veniente deve essere evitato.
£
In un diverbio. Il 29 aprile u. s. in S.
Cassiano Dorich Simeone, in un diverbio
con Digan Giuseppe, lo colpì alla testa con
una zappa, producendogli ferite lacero-con
tuse giudicate guaribili in giorni sedici, salvo
complicazioni. Il feritore venne arrestato.
------- -------------------------------------- ---------------
Cronaca
Zara a Fiume sorella. Il nostro Sindaco
ha inviato questo dispacciò al „Commenda
tore dottor Grossich, presidente del Con
siglio Nazionale di Fiume. Zara, mentre ieri
tributava entusiastiche accoglienze ai rap
presentanti della stampa romena e di altre
nazioni latine sorelle, in piazza ed in teatro,
tra deliranti infinite acclamazioni di popolo,
si pretese con 1* anima tutta verso Fiume
eroica, riaffermando che niuna forza umana
varrà a strapparla alla madre Italia, cui per
volontà sua e di Dio consacrò perennemente
i suoi destini. -— Sindaco Ziliotto".
Revoca di interdmom austriache, il Co
rnando Supremo del r. Esercito italiano ha
emanato il seguente ordine :
„Noi tenente generale cavaliere di Gran
Croce Pietro Badoglio, sottocapo di stato
maggiore dell’esercito; visto F art. 251 del
Còdice penale per F esercito ; visto i nn. 39
(5 comma) e 41 del „Servizio in guerra"
parte La; Ordiniamo: Art. 1. I provvedi
menti emanati per ragioni di ordine politico,
in danno di sudditi di nazionalità Italiana,
dopo il 1 agosto 1914 dal Governo o dalle
Autorità locali della cessata Monarchia,
austro-ungarica, comunque concernenti in
terdizione da pubblici uffici o dall’ esercizio
di professioni o di arti, sono, a tutti gli
effetti, revocati dalla data in cui vennero
emessi.
Art. 2. Spetta ai governatori di provve
dere sulle istanze ali’ uopo presentate dai
singoli interessati, con obbligo, per quanto
riguarda i Consigli professionali, di unifor
marsi al provvedimento adottato. Addì 15
aprile 1919. Il sottocapo di stato maggiore
dell’ esèrcito : Badoglio.
Certe lapidi. Ci scrivono dalla città: „L’o
pera di distruzione dei primi giorni dopo
la caduta dell’Austria ha risparmiato diversi
sconci lapidei, inavvertiti forse dall’ira ge
nerosa dei demolitori.
La lapide marmorea dei Cappuccini, lo
sconcio immurato sulla facciata dell’ ufficio
portuale, la pretenziosa opera simbòlica del
liceo di S. Demetrio, il lapidone a caratteri
d’oro della Casa di ricovero — odiosi ri
cordi di umiliazione eccitano un senso
acuto di umiliazione e di disgusto.
E’ poi facile immaginare l’impressione
prodotta sul visitatore da quei ricordi che
offendono Zara nel suo carattere e nella
sua prerogativa di libera città italiana, acqui
stata dopo tanti dolori. I cittadini non insi
stono che quelle lapidi siano demolite. Insi
stono solo che siano quanto prima levate e
collocate in qualche angolo tetro del museo
perchè, un giorno, sia dato modo al fore
stiero di ricordare il secolo d’oro della do
minazione austriaca". Il
Il „Narodni List" si mostra, quando gli
torna conto, più abile negli accorti-ripieghi
che incline ad affrontare le questioni in
modo aperto e preciso. Riguardo alla retti
fica dell’ arcivescovo, il giornale croato vor
rebbe completarla con quelle di altri due
suoi cortnazionali, come se 1’ arcivescovo non
sapesse e potesse, volendo, chiarirla e com
pletarla da solo. Ma questo è meno interes
sante; noi insistiamo ancora su questi tre
punti :
1) I creati di Zara hanno mandato a Pa
rigi una dichiarazionè di protesta contro la
Arresti per illecito possesso di corone
timbrate^ Giorni sono Rilié Elia di Smo-
covich» di giornqhè nel pròprio domicilio,
vénne^ trovato in possesso dì 414 corone
timbrate con bollo jugoslavo. Le corone
vennero sequestrate. / ?
In Obbrovazzo vennero” arrestati tre indi
vidui perchè trovati in possesso di monete
cartacee a.-u. timbrate còn bollo jugoslavo
per un importo di dòrone 1693.
La nominata Draghicevié Elena venne
dichiarata in arresto perchè trovata in pos
sesso di moneta cartacea timbrata con bollo
jugoslavo per F importo di corone 206. E
il denaro venne sequestrato.
Tentato suicidio, ieri la piccola A. G.,
figlia di un trattore, tonto di suicidarsi con
dell’acido carboìico. Ma un vicino, irrom
pendo nella camera ove si era rinchiusa, ie
impedì di compiere l’atto disperato. La ra
gazzina venne trasportata all’ Ospedale con
gravi ustioni alla faccia e alla bocca. E oggi
sta meglio.
Errata-corrige. Nell’ ultimo numero, nel
sunto del discorso del capitano Cittadini,
invece di leggere: „l’Italia non vuole« si
legga: ,,F Italia non vende la sua vittoria."
E’ un errore di stampa che F intelligente
lettore avrà corretto da sè.
CRONACHETEATRALI
, AI Teatro Verdi44
Giovedì sera per la „serata italiana" era
no'in programma tre lavori drammatici in
un atto e la recitazione di una leggenda
medievale in martelliani.
La Commedia di G. Rovetta „Scellerata"
non è, nè per ampiezza di studio psicolo
gico, nè per arte di svolgimento, delle cose
meglio riuscite. La caricatura della diplo
mazìa, impersonata in un vanesio e beffata
da una marchesa, è a tinte così caricate
che confina coll’ inverosimile, sia nel fatto
che nei caratteri. lì diplomatico è abbassato •
al livello buffo di uno scolaretto pazzamente
innamorato, che si piglia la sua.brava le
zione in tutte le regole, in circostanze così
grottesche, che contrastano col più ^elemen
tare buon senso»*Dalla pochezza dei lavoro
hanno tratto quegli effetti scenici che me
glio potevano la Casilini e il Giardini.
Drammaticamente migliore è> ,,L’ Amico"
di Marco Praga, che pur nel breve giro
d’un atto svolge con perizia d’analisi uno
dei temi più generalmente trattati dai tea
tro e dal romanzo : F adulterio perpetrato
con l’amico del marito. Si può dire che il
dramma si compendia in una scena notevole
per il contrasto fra due forti passioni, il
geloso sospetto del tradimento nei marito e
F ansia di nascondere ih proprio fallo nella
donna colpevole. La recitazione fu accurata
ed efficace.
I versi di Gattesco Gatteschi che narrano
un truce episodio^ medievale, dando forma
poetica a una leggenda corrente su „La
torre dei Diavoli" tra i valligiani del Ca
sentino, furon detti da Umberto Giardini
con verità di coloritura nelle parti descritti
ve, meno misuratamente nelle affettive.
La serata si chiuse con un atto brillante
di Belli Blanes, una cosuccia abbastanza.
*
Iersera si rappresentò per la prima volta
in Italia un grottesco in* tre quadri di Um
berto Giardini, primo attore della compagnia,
lì lavoro s’intitola: „Io!..." Una ricca si
gnora s’innamora d’un giovane ricco di
buone speranze, ma corto a quattri. Men
tre passano allegramente una nottata d’a-
more nella stanzaccia matrimoniale della
signora, capitano due agenti di polizia,
dai quali apprendiamo che il povero ma
rito al momento della partenza per Ge
nova venne uccìso e che il sospetto grava
sull’ amante della beila donnina. Lui e lei
si trovano in un bel pasticcio. Ma, per, for
tuna, ecco che ritornano i due agenti per
avvertire la signora che l’omicida è stato
rintracciato e riconosciuto in un contadino
che le uccise il marito, perchè aveva mac
chiato F onore di sua figlia. Questa è, se
riuscimmo a comprendere F intreccio, la con
tenenza del grottesco. Sul valore dramma
tico di questo singolare lavoro siamo incom
petenti a dare un giudizio: lasciamo ai cri
tici d’Italia F ardua sentenza.
Quanto all’ esecuzione, diremo soltanto
che, come nelle altre recite, gli attori det
tero interpretazioni schiettamente personali
alle loro parti. Un cenno particolare si me
rita la Casilini che, sorpresa e confusa dalle
enormi difficoltà di rendere il segreto con
cetto dell’ autore, non sapeva se dovesse
colorire di tragico o di čomico la sua parte
di protagonista.
II pubbl ico era scarso. Forse molti citta
dini non erano coscienti del dovere di as
sistere alla prima rappresentazione di quest’ o-
pera, che la direzione del teatro aveva be
nignamente sottoposto al loro autorevole
verdetto.
Al Teatro Radium *
recita pure una piccola compagnia comica,
che piace. Vi si producono poi canterine e
ginnaste che vengono applaudite. Ed è
pure molto applaudito il baritono Passuti
Là coppia Felios fa ridere con duetti e
scene in romanesco. Il Felios riproduce con
.molta vis comica vari tipi popolari.
Oggi dalle T6 alle 18 il proprietario del
Radium fece dare lodevolmente una recita
gratuita per i soldati.
Aiutate F Associazione
Pro Mutilati e Invalidi.
_ _____ > all’ estremo, per sventare tale pericolo; Per.
1 if TPIllf? * * ’< A ciò ì ore più che mai nćc^ano che j
popolo mantenga la disviphn* nazioni
; ' l’unione la fede e la fiducia nena sua ’(Nostro servivo telegrafico). . unione,
La delegazione austriaca
sarà depodomani a Parigi '
. PARIGI, 10. Si conferma che l’arrivo della
delegazione austriaca avrà luogo il 12 coir.
La traduzione i preliminari di nate
mandata a -Berlino
VERSAILLES, 9. Dopo il pranzo delia
missione tedesca, che fu silenzioso, il conte
Brockdorff-Rantzau fece cominciare la tra
duzione dei preliminari di pace ; lavoro che
terminò alle ore 3 di stamane. Un esemplare
della traduzione fu portato stamane alle
3 e 15 nella camera del conte Brockdcrri,
il quale ne intraprese la. revisione immedia
ta, che condusse a termine mentre si era
fatto giorno. Numerosi esemplari del ti attuto
partirono ieri sera per Berlino con la va
ligia diplomatica.
Una campagna odia stampa tedesca
VERSAILLES, 9. I delegati tedeschi han
no lavorato nella serata di ieri fino alla
mezzanotte. Sei membri Vi ella missione te
desca sono partiti ieri sera per Berlino, ac
compagnati da Cahen, segretario di Brock-
dorf-Rantzau, e da parecchi giornalisti.
Si crede che questi giornalisti siano par
titi con la missione di iniziare una campagna
nella stampa contro i preliminari di pace.
Appello ai tedeschi dell’est
BERLINO, 9. Il governo dell’ impero ed
il governo dello ' stato prussiano hanno
trasmesso il seguente appello ai tedeschi
dell' est: ;
„Il governo dell’impero si è rivolto al
popolo tedesco dopo aver preso cognizione
delle condizioni di pace ; ma deve ancora
rivolgere una parola speciale alle popolazioni
delle provinole dell’est. La separazione dal
l’impero dell’alta Slesia e l’incorporazione
di territori puramente, o per enorme ma-
gioranza, tedeschi nell’ alta e nella bassa
Slesia, a Posen, nella Prussia occidentale, in
Pomerania e la separazione di un’ antica
città anseatica dall’impero costituiscono una
violazione del diritto di libera disposizione
della popolazione di tali territori, la quale
ha acquistato col lavoro tedesco ciò che
oggi possiede.
Tali violazioni son incompatibili coi prin
cipi del presidente Wilson.
La consultazione popolare richiesta per
parte' del sud-est delle provincie della Prus
sia orientale non può velare il carattere di
violenza dì tali pretese incompatibili. La
separazione imposta del nord-est dalla pro
vincia della Prussia orientale, non costituisce
soltanto una violenza alla popolazione, la
quale, malgrado -la propaganda fatta dal di
fuori, si sente assolutamente tedesca ; ma
completa nello stesso tempo la separazione
della Germania dai territori del grande po
polo russo, mentre la continuazione di uno
scambio non ostacolato di merci con que
st’ ultimo è una condizione per la pro
sperità dei due popoli.
La popolazione delle provincie ^orientali
della Prussia deve esser convinta che il
governo della repubblica farà di tutto, fino
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LONDRA, 9. Telegrammi dall’India aj
Times dicono che le truppe afghane si Son0
impadronite di posizioni al di qua dell,
frontiera dell India. E. impossibile dire se jj
Luogotenente Emire è. al corrente di questa
violazione della frontiera ; ma il proclama
in cui egli rivendicava 1 indipendenza, del-
F Afghanistan e il cortese congedamento da
lui effettuato dei. tre inglesi che si trova,
vano al suo servizio sono significanti.
fili Sloveni ratreiti a sloggiare
ROMA, 9. L’ufficio stampa della Com
missione Nazionale di KiagenTurt comunica;
„Le nostre truppe raggiunsero mercoledì
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delia frontiera nazionale .furono dunque 0C-
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namenti et dele usanQe dela universitade et
delo comun dela isola de Lagusta facte et
ordinate per tutti li homeni dela universitade
de quella isola in publico arengo de populo,
in lo tempo de Ser Biasio de Sorento conte
della ditta ysola per lo nobile et savio homo
miser Bartholomio Gradenigo honorabile con-
te de Ragusa, le qual usan9e et ordinamenti
sono concedudi et ^Qonfirnaadi alla dieta uni-
versitade et alo comun de Lagosta per lo
predicto miser Bartholomeo conte^, anno Do-
mini MCCCX, Indictione octava, die decimo
mensis Januarii.
Da notarsi ancora, che Io statuto di Cur-
zola, oltre il testo latino, di cui ho parlato,
ha anche il testo italiano, che così comincia:
Questi sono li statuti et ordinamenti del Co-
mune et homini della Città, et Isola di Cur-
zola fatti, dati in luce, composti, et authen-
ticati per il minor, mazor et generale Con-
siglio dell' istessa Città et Isola, nel Mille
Doicento Quattordese, neir Indictione secon-
da, nelli giorni infra 'I detto anno corrente =
Tale è il raffronto che si può fare tra i
proemi dei nostri vari statuti e quello di
Spalato. Circa poi alla dissertazione sull' ori-
gine di Spalato, Percevalle segue la comune
opinione che il nome delle città derivi dal
Palatium di Docleziano. E se Mica Madio
nel c. 15 della sua cronaca, di cui sopra ho
parlato, ci dà la peregrina notizia che Sa-
lona era contemporanea di Troia, e che mandò
72 galee armate in aiuto dei Greci, e che
fu distrutta da Totila, capitano dei Polacchi ;
Percevalle non gli sta indietro, raccontando
quanto segue : Et Valerio recita de Salone
filosofo, che nella sua vechiga et decrepita
età non cessava a imparare scientia e sa-
pientia. Et nelo ultimu dì dela sua vita, es-
sendo i suoi amici ad esso Salone filosofo
et conferendo con esso d' alguna questione,
la quale si crede che lussi della conserva-
tione della republica della città de Salona,
per che modo la città de Salona, si potessi
melio e più salutiferamenti in istato paci-
fico governare. Salon incontinenti algò lo
capo, et domandato dali amici, i quali erano
lì, perchè esso avissi fatto questo, respose:
ago che, quando io averò audito perfecta-
menti determinare questo che voi desiderate
sapere con alegrega per lo statu dela repu-
blica, io in pace morerò e repossarò — Ori-
gine a questa fola ha dato, come dice lo
stesso statuto, Valerio, che è Valerio Mas-
simo. Infatti questa narrazione fu presa da Val.
Max. Factorum et dictorum memor. ¥111,14^
e svisata in modo stranissimo. Ecco il testo
dell'autore latino, che si potrà confrontare
con quello dello statuto: Nam Solon quanta
industria flagraverit et versibus conplexus
est, quibus significat se cotidie addiscentem
senescere, et supremo vitae die confirmavit,
quod adsidentibus amicis et quadam de re
sermone inter se conferentibus fatis iam
pressum caput erexit, interrogatusque qua
propter id fecisset, respondit: ut cum istud,
quidquid est, de quo disputastis, percepero,
moriar„ — Così i nostri antenati scrivevano
la storia !
y? RUNELLI.
RECENTI PUBBLICAZIONI.
Ci pervenne una copia dell' opera : Narodni
Hrvatski odvjetnik ili savjetni priručnih za
sastavljanje svakovrstniJi pogodba, ili ugovora
i drugih zakonskih 'pisama, molba i. t. d. —
scritta da I. Jurašić.
E un libro assai utile per tutti gli slavi,
sia nella pertrattazione degli affari pubblici,
che privati.
Si acquista presso Giovanni Jurasié, diret-
tore del R. Uffizio Tavolare in Fiume al
prezzo di fior. 5 (pag. 645).
.'vwvAriAriruvuvvvs.
Smrt faéitmu « Sloboda narodu I
MkItik Mm oitrtdartt Ittwii »nuti a i>in UUt
Br. 67 Zedar. 8 ;(li. 1944. (liHI 11 Km
Hrvat$kl Zadar u hUtoriJukom »lavlju.
Oslobođen je KNIN - potljednje neprijaieljtko uporUte u Dalmaciji.
Crvena Armija brto odmiče kroz Mađarsku prema granicama Au-
strije, Hntatske i Slovenije.
Tfi Savetničke divixije pođ Saarbruckenom.
Trst je proslavio oslobođenje Beograda,
Hrvatski Zadar u historijskom slavlju
.n dra.
.f i
3 proalnva proilAvIo je narod iluvog uđjirakof okroffii povratak I preporod lirv«l»k<in 2«Jra h kdlo «vuf uvKa)« • Hrvaiike Domovtnr,
S.OfiO hiljuda Hrvftta i Srha h i^tuvog okruga / grodn Za' zajedno sa horvima NOV tastaii tu at u alobodnvm Zatiru na XHliko Narodno siav/jr. Ntdoglfdn^ pwtorke IjudK Irna, djece, trantpnrcnala, piinos-nih hrvatskih i srpskih tn.\tava, siiio te k'-ot uiicr Zadru. Dola' sili su ta svih strana — u kolima, pjt'ik^, gajaluma i motorima. On/ »1 Bukovice, navigradtke i tmUćidke općine nisu presali ni pred Intdum, koduii su čak i po 70 km .. .
Zadrom Je togu dana snair.o prvtirujio novi duh — duh naroda koji je sve svoje »n'ige utoiio na obrani ugr»iene tioltode i samostalnosti. Uoii proslave goriie sti xtatre u Zadru i no brriuljcima či-tavog okruga, vijale su narodne sostotfe, a ta tv, Sfoiije, sft, Sime i sv. Frane u Zadru ndjek-ttaia tu crktvna svena , . . Gradom tu maràirah Jedinice NOV us pratnju glazbe XIX Diviiijv. 0 'Va trgu pred hiviom kasarnom Kadomom sakupio te puk. vojska, hrojne naro*ine sastave i trampatriti. G wornicka tribina ukrnirna je selenilam, nacionalnim i Sofvetničkim zastavama i sliiiami maršala Tita, Viod-tnlm Nazora i hana Ribara, ^
se zbijemo oko NOO-a. jet su oni temelj na kojima pUix>a fede-, rolna Hrvattkn u Drmokratskoj i federativnoj Jugotiaviji". I Govor druga Gitd éa bio je popraćen čestim prekidima I aplauzima.
Zatim govori drug Lukica Htiamarič, tajnik Okruinog Od-brra JAOF-a Zadar, koji u k-atkim potezima iznosi medunarod' au situaciju i ulogu Jugoslavie u međunarodnom svijetlu. / da-lje nastov'ja : „Mi moramo čuvati i jačati jedinstvo srpskog i hr-UQttkog narodu. Ono se mora najjače očitovati u ravnoprajnosti Srhn u HrvattkaJ, /Jok je Hrvatska jaka, Srbi mofiu biti sigitmi, n dok je Srb'ja jaka. sigurni su i Hrvati, / saključuje riječima : njrdinttvom, tlogom, rudnm i moh'Usodjom svih snaga ćttvajma tekovine NO borbr, čuvajmo bratttvo i jedintivo hrvatskog i srp' tkog narodu i (o je put koji če nat nojbria dovetti do potpune pobjede". U nast:vku govora joi su govorili prcdstauruci tfojsk
AFZ-u, omlnd'nt: i vidi q/iriri Snwzniàke mornari^. Sa sbora su otpos'ani brsojuvni pozdravi Titu, AVNOJ-u, Nacionalmm Komi-tetu, ZAVNOH-a i Izorin^m OMnra JNOF-a sa Hrvatsku, MiHng je zattriio sviranjem himn- ^F.j Slaveni'.
Poslije podne u Turskim kućama u 15 sati odriana je' Sve-čana priredba na kojoj su nastupile ta bogatim I rasnoiikm pro-gramo/,t Kataliine druHne Zadar, Šibenik. Diletanlska grupe XIX VV nst u rn'susivu^^Jmk'i^^ Ohin^'. P.ir.^f» pf
vesničkih pomorskih oficinSj pre^^f^drtik Okruinog JlfOF.à Zadar, i »t^fvibaio preko 1.500 osoba.
W
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Frane Glaoàn'Xktvorio je Narodni zbor, ^>dravoprisutni nurvd i dao riječ drugu Dani Škarici, pr^xjedniku OLlusnog Odbora JNOF-a za Dofmuriju. . " • q
U. svom govoru drug Pane ikarica pond tstn'og rekao je i slijedeće : „Ir^ltamo sakupiti i mobi'lzireti sve naie snage da istjeramo neprij tteijù iz cjcU Jugoslavije i da zatim dam t sve od sebe sa obnova federalne H vahke u Fedlmtnmoj i Dimo t- kraiskoj Titovoj Jugoslaviji. Mjramt bili na čistu da samo slo-gom i radom moiemo obnovili naiu nopačmu, porušenu I po-paljenu zemlju. Mnramo se uzdati u vlaUite' snage i noie Sa-ve snike." Dl takavii se fiaiijana koji Uve u Zadrv, drug Dane Skaricà rekao j-'t „Na // susjeda "iju AVNOJ'O doneatna je odluka kojom je snjnmćena puna sloboda i kulturni razvitak naeionainim manjinama. Prema tome Talijani koji oslaja u Zadru imat čf sva prava, ali moraju idit lojalni graduai u novoj Ju-goslaviji". U nastavku svoga gttvota drug Dan« Marica je kasao: ^Mi čamo učiniti sne da nmm se powuti naiu Istra, Trst, Rijeko I Koruika. Mi tude ne čemc, a svoje ne domo, kntuo jm drug Tito I mi itr éemo popustiti dnk f« i jt^un nai tunarodnjak ne oslobode tiranskih okova talijannkag faiisma. Ovo nije nik Jhta prijftnja %KČ pravo naroda.
Ptdom govori drug Drago Gisdič, tojn'k Oblasnog Odbora JNOF-a Daimcije,^. »Nakon tri i po godine vidimo p'odovenaie borbu Naie irtv 'vdih su trostrukim plodom. Ne tamo Zad^tr, nego ( svi mrodi Jugoslatdje, koji su stenjali pnd fu ti trnom 1 domaćim velikfsrpisk-m rtiim^m, slobodni tu. Mi danas iommo orgamisiranu ve^nkm, gora/te^ da »* staro tdie nikada neće po-vratili i da po Zndra naée pUe gnsUi foUstička ft trna. Im>mm
I» ratnih komunlkeja
Vrhovnog Štaba NOV i POJ
B«ogr«d, U DALMACIJI NA SEKTORU KNINA SAVUDAN |E
SVAKI NEPRIJATELJSKI 0TP08 I JEDINICE FROSUVtJENOG
Vin DALMATINSKOG KORPUSA USlE SU U KNIN. NA TAJ NA-
ČIN ZADNJI NEPRIJATEIJSKI KASTION U DAUUajI PAO JB
U RUKE JUNAČKIH BORACA N. 0. VOJSKE JUGOSLAVIJE.
U Srbiji nakon napnrniH I tcslokih bn|«v/) nate leđinlce (x;)t>» IxHJik >u NOVi PAZAR. Nasc ( huKamtcc snagr ncuniitm* gon« pulućrno}( ncpriHitcIja I nalaze ce n« domaVu Sjrnicf. Na i«:l(iarn rijeke Ibra u dvodnevnim onorćeniin lv>JevJin« n«k jedmiće ctMab«»-dile tu KRALJP.VO. U ht»rhamA t« Kral.evo poNjeno ft 7!iO. a narobljeno 350 Nijemaca. ZapUjenjeno je: 7 topwn. 2 trnka. 23 v« ffona inuntdie, ogromitc knitcinc pu««kt i 40() v«R<>na i lokomotiva, llniitcna su 4. tr>p« i 30 katni m«. U d«>Uni rapcdnc M<ir«v# nate iedinic« iHvIe mi u CACAK i «mUivdc* Ciiav Katnituit Vcide se testokc borbe za 1 Vitezu.
U CtmJ G«H na^ttvl « u kc I ut« ot^rsaji Rjrv<Tno od t'iK rk^. Naie jedinice «t^lno napadaja neprijtvlja i ntntm mu udarce.
U SMi^tek« vodtf «e b«»rbr u btifini B^iloft C gumeni »u neprl}*irlj*ki p »ki»*iji da «e jvoWje « prav« kr»vca. U ti« haft*<»Tia uMjcnn jf 120 Nir^iH« • ««fliijt^ bacata. 12 mitraljeM i enatne k'»lici«e »aint cij>ri«iMf. Na k«ci|i Sjenica-PriJ«poljc raibtjcua je |td*ta ntfnijjik lJUta mi-jcdtnica. UnHJc««) ft » iti.*.»r»«h vrwifa i nepiij'rtf') letke fcrtw « I »dtt*M. t* <t<.|i;ii rljHtf B<»»«e u«* jedi« dtiefiin «»metajK ocftijaM »kl «KiHratiil ilH^n«' jc 1» U D»lMlft fu^ «M^e (»loh'^iiu- M miSiNSKO
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dsmokratsku narodna vlast, kmlctm m pamit historija hnattkf naroda, o-niti Hisfarija ost^h nerada Jag^lm^. Imamo vh*4 i N^"« Kmit« «te »«»«f brro m prtm»;« •r kojnf odhsù^ aam fhdf* ft dn^l Gisdič nm^Hndmt \ » «HJ« M*»^ v'.Je tert »Treba dm jedii^ttveno dademo pudrikm naiof demoikratdtaf niasH I sh p^trastročimo mifpatet Jee prod immm sfa^ 'peiikt sadott. i
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