Numero 95. ZARA, Sabbato 29 Novembre 1902. Anno XXXm IL DALMATA
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dazione. Le lettere non affrancate saranno respinte. I oomu>Ueali si Ìnti«vi«eoA
al pre««o di Cent. 25 la linea, oarattero teatino. ATTÌBÌ ed Insenioni a pressi
moderato da oonrenirsi. — I manoscritti non si restttnisooi o.
Come siamo stati eliminati
dalle statistiche.
E' curioso, e può esser divertente,
il vedere come i parlanti italiano in
Dalmazia siano stati eliminati dalle
statistiche.
Gli avversari, nella meravigliosa si
carezza di poter osar tiitto e a di-
spetto di tutti, non si sono presi nep-
pure il disturbo di salvare, con un
po' di pudore, le apparenze. Hanno ta-
gliato corto, mistificando, non solo
senza delicatezza, ma pur senza logica
coerenza.
L'ufficio centrale di statistica nou
analizza i globuli del sangue nazio-
nale, non rimonta per li rami alle ori-
gini delle famiglie, non vuole atti di
fede politici: chiede, semplicemente,
quale sia la lingua d' uso dei sudditi
fedelissimi e dei contribuenti aggrava-
tissimi.
Ora, dicendo la verità, tutta la ve-
rità come dioaozi ai giudici, i sè di-
centi croati della Dalmazia, che in fa-
miglia per lo più parlano soltanto l'i-
taliano, non muterebbero certo signi-
iicanza alla posizione conquistata. Una
statistica sincera sulle lingue d'uso
nou terrebbe ad essi un solo deputato
al Bdchsrath o alla Dieta del regno,
niuno dei seggi alla Giunta e ai Co-
muni. Non la sincerità delle statistiche
dovrebbe impressionare un partito, che,
come quello croato, si proclama V in-
terprete della coscienza pubblica, il
rappresentante plebiscitario (le baio-
nette non c' entrano) del mezzo milione
di^ató che sapete.
Ìnài, '1o avrete notato, al partito croato
il vincere non basta. Esso vuole stra
vincere. Vuole strafare. E nella adul-
terazione delle ultime anagrafi ha esa-
gerato in modo cosi grottesco da esser
colto subito in flagrante, come un vol-
gare ladruncolo di mele.
Voi già sapete che dai sessanta o
cinquantamila parlanti italiano, che si
era una quarantina di anni fa, si è
andati giù, scomparendo a rotta di
collo, decimati da una epidemia che
non ha nome e riscontro nelle stati-
stiche d'Europa. La parte meglio nu
trita e meglio alloggiata della popola-
zione dalmata, gli abitatori delie città,
che usavano ed usano in famiglia, più
0 meno agile e colorito, il dialetto ve-
neto, andarono scomparendo per un
misterioso flagello ; com' è fama che
sotto il re Davide, pei vezzi di ma-
dama Bersabea, scomparissero a mi-
gliaia gli innocenti israeliti.
Ma non era un flagello con cause
microbiche. Era il morbo della men-
zogna applicato sfacciatamente, impu-
nemente, dai croatofili manipolatori dei
ruoli: mistificatori di sè, del proprio
idioma, della religione civile della pro-
pria famiglia, e non volete, poi, di
quèlla degli altri?
Breve: per opera di siffatta gente
1 liarlantl italiano in Dalmazia erano
ridotti in apparenza, del 1890, ad un
plotone di 16.000 persone: cifra tonda
e precisa da mandare in visibilio un
contabile. E, con essa, si credeva che
i eroatoi&li avessero raggiunto 1' acme
della adulterazione, le colonne d' Er-
cole dell' impudenza. Me che 1 Prova-
tevi solo ad illudervi un po' sulla re-
missività di quei cari signori, che si
credono superiori al governo e alle
Anche la ridicola cifra dei 16.000
era una grazia troppo vistosa che ci
accordavano. Poiché potevano e pos-
sono esercitare ogni ripicco senza che
nessuna autorità se ne scomponga,
senza <jhe ninno 4i controlli e li arre-
sti, vollero spingere ancora più oltre,
se pur fosse possibile, V esagerazione.
Ed ecco che non siamo più neanche
16.000, ma siamo soltanto in 15,279;
e a quest' ora, forse, in cifra ancora
più esigua, perchè quest' ultima è la
cifra dell' ultimo censimento, del 1900.
Siamo dunque di fronte al singolare
fenomeno etnico che con un notevole
aumento percentuale della complessiva
popolazione dalmata, i parlanti italiano,
meglio nutriti e ricoverati come ho
detto più su, sono diminuiti in modo
desolante.
Diminuiti perchè il podestà di Spa-
lato, con tutto che portili torcetto alle
processioni e si accosti vistosamente
agli altari, ha fatto la caricatura
di Erode, facendo sì che, da 2015 che
erano del 1890 i parlanti italiano a
Spalato, si riducessero nel 1900 a soli
1062: che è quanto dire la elimina-
zione, in un colpo solo, spavaldo e
criminoso, di circa 1000 — notate:
mille — parlanti italiano. Spalato ha
notevolmente aumentato, nell' ultimo
decennio, la sua popolazione; Spalato
è città commerciale, nella quale, al-
l' infuori degli agricoltori, tutti parlano
l'italiano ; ma, pei la^ scandalosa mi-
stificazione dei croatofili, non repressa
da chi aveva pur obblighi di revisione
e di tutela, i soli parlanti italiano sono
stati decimati e ridotti, pare impossi-
bile, a poco più di un migliaio. Per
opera del podestà di Sebenico (che pur
è abile, assai abile calcolatore) e per
opera degli altri podestà di quel di-
stretto, i parlanti italiano, da 1128,
che erano del 1890, sono ridotti a 990
pei 1900; ingoiati in un solo boccone
ben 138. A Cattare — ove dai catto-
lici ìli ispecie si parla un dialetto veneto
molle e allungato — il factotum del Co-
mune, un forestiero cinico e sfrontato,
ha ridotti i parlanti italiano, da 716,
eh' erano dodici anni or sono, a soli
498 ; mentre, a dir poco, mille persone
usano a Cattare il dialetto italico. A
Macarsca, da 124, sono ridotti a 74;
a Scardona, da 71, a 561 Alla Braz-
za, ove, a detta dello stesso Narodni
List, in tutte quante le famiglie civili,
non si sa parlare altro che l'italiano,
alia Brazza, che dalla politica croato-
fila non ha avuto altro che danni e
miseria, la spudoratezza del falso ap-
pare visibile anche ai ciechi nati. Se
si mentiva dieci anni or sono coli' as-
serire in anagrafe che in tutta la isola
Brazza parlavano V italiano sole 607
persone, che cosa dire del mostruoso
mendacio di adesso, che dà a tutta
r isola Brazza soli 181 parlanti ita-
liano ? Centottautuno !l! Mentre è noto
che nel solo borgo di Boi almeno due-
cento persone non usano altro idioma?
E questi dati si danno come ufficiali?
E nessuno protesta, a impedire che
r ufficio centrale di statistica venga
così volgarmente corbellato?
Ma r esempio più eclatant della au-
dacia avversaria ce 1' offre Lesina.
Lesina, è noto, dopo Zara ed Arbe, è
la città di Dalmazia ove più diffusa
risuóna la lingua del gì; tanto è vero
che lo stesso rappresentante croatofilo
della città di Lesina, il vecchio Mac-
chiedo, usava alla Dieta del regno la
lingua italiana, anche in questi ultimi
anni, quando il parlare italiano era
reputato dai croatofili un crimenlese.
Orbene : Lesina, oggi che scriviamo,
secondo i risultati dell' ultima anagrafe,
non ha che 69 (dico sessantanove) par-
lanti italiano \ meno — è tutto dire I
— di Dernis, borgo alpino, che oggi
ne ha 78, meno d' Imoschi, al confin
turco, che ne' ha 120, meno di Knin,
che ne ha 114! E oltre che alla ve-
rità, non è una miserabile offesa, que-
sta, alle più gentili e civili caratteri-
stiche della veneta cittadetta? Ma o
nel cupo dell'animo nou sentite il ri-
morso di rinnegar di tal modo la pa-
tria e voi stessi ?
Ho parlato prima di incoerenza ; e
mi spiego.
Gii avversari, còlti in questa trap-
pola, parleranno, ad uscirne, di circo-
stanze politiche mutate e di coscienze
(hanno T audacia di parlar di co-
scenza!) rideste. Ma non è vero.
Nel caso concreto non si tratta già
di essenziali mutamenti etnici o so-
ciali; ma si di una maggiore o mi-
nore abilità nella frode. E ve lo provo
subito : e vi provo^ cioè, in modo splen-
dissimo, che si tratta esclusivamente di
basse mistificazioni partigiane.
Almissa, per esempio, ha l'identica
temperatura, 1' identico carattere ur-
bano, la identica proporzione tra abi-
tanti cittadineschi e rurali che hanno
i borghi della Brazza. Orbene : in Al-
missa, ove è pure un comune croato,
i parlanti italiano sono in notevole au-
mento. Curzola assomiglia perfettamente
a Lesina, in ogni intrinseca ed ester-
na caratteristica, anche pei molti ri-
cordi veneti. Ma, mentre a Lesina i
parlanti italiano scompaiono in cento
alla volta, a Curzola aumentano, poco,
ma aumentano. Bencovaz ha le iden-
tiche condizioni di borgo montano che
ha Sign ; ma a Bencovaz — poiché
al Comune si fa man bassa dei ruoli
anagrafici — i parlanti italiano, da 130,
sono ridotti a 43; mentre a Sign —
assai più onesto il Comune — i par-
lanti italiano, eh' erano soli 21 del
novanta, sono adesso 83 e forse.di più.
Ragusa, per l'imparzialità del Comune,
e sia pure croato, ha una c'fra ascendente
di parianti italiano ; Cattare invece li
riduce ai mìnimi termini. E le due
città sono vicine e in condizioni fisiche
pressoché eguali.
Ecco dunque trionfalmente esclusa
ogni influenza fìsica, deleteria ai par-
lanti italiano in Dalmazia. Se città
e borgate di una stessa provincia, a-
bitate nelle istesse condizioni climati-
che e fisiologiche e sociali, offrono dif-
ferenze anagrafiche così gravi e carat-,
teristiciie, vuol dire che la frode è cer-
tamente subentrata alla sincerità, la
malafede settaria a quella scrupolosa
esattezza, per cui le statistiche possono
essere elevate all' onore di documento
della storia.
Guai adunque il voler trarre pre-
messe e conclusioni da un cumulo così
ributtante di errori. La mistificazione
non può generare che la ingiustizia.
E sarà grave colpa un'altra volta l'af-
fidare ai comuni questo delicatissimo
incarico. ***
Sempione, Francia- e Italia.
La Revue de Paris pubblica un luogo ar-
ticolo inteso a dimostrare l'influenza che
il traforo del Sempione eserciterà sulla eco-
nomia degli interessi francesi.
Il primo risultato e il piìi sicuro del tra-
foro, secondo il periodico francese, sarà
quello di migliorare sensibilmente le comu-
nicazioni tra la Svizzera e l'alta Italia.
Per andare in ferrovia, per esempio,%da
Ginevra a Torino, a Genova e a Milano, oggi
bisogna toccare il territorio francese a Mo-
daue. A questo itinerario sinuoso il nuovo
raccordo fra Briga e Domodossola permet-
terà di sostituire una linea diretta, comoda,
la cui parte sotterranea sarà forse adatta
alla trazione elettrica e che metterà Gine-
vra a 400 chilometri da Genova e a 365
da Milano.
Il punto più interessante, per la rivista
francese, è quello di vedere se è Marsiglia
0 Genova, la Provenza o la Liguria, che
sono destinate a diventare l'emporio del
nuovo movimento.
Fin qui questo compito era toccato alla
Francia: dopo l'apertura del Sempione,
spetterà all' Italia.
Marsiglia è a 521 km. da Ginevra pas-
sando per Lione, ed è a 459 km. passando
per Grenoble ; fra due anni Genova si tro-
verà a 400 km. da Ginevra ed a 360 da
Losanna.
Marsiglia e la Paris-Lyon-Mèditerranée
perdono la clientela della Svizzera per tutti
1 prodotti di oltre mare e specialmente per
i cereali. Le primizie di frutta e di fiori
dei coltivatori liguri batteranno quelle dei
concorrenti di Provenza. E la clientela dei
consumatori si sposterà sempre più veiso
Firenze e Roma.
Il periadico francese scongiura di prov-
vedere rapidamente al danno che minaccia
gì' interessi francesi, sostituendo a^l criterio
della celerità dei trasporti, il basso prezzo
dei trasporti stessi e la loro agevolezza. Ma
ciò non basta; e qui l'autore dell'articolo,
Carlo Loiseau, assai competente in ma-
teria, suggerisce una diversione.
Si tiatterebbe di dirigere una linea quasi
retta da Berna sii Briga per Frutingeu e
fino dal 1899 e una relazione degli inge-
gneri Wittman e Granlich conclude in sen-
so favorevole all'impresa, per la quale oc
correrebbero 6 anni di tempo e 80 milioni
di spesa.
Il tunnel principale, più breve di quelli
del Gottardo e del Sempione, non oltrepas-
serebbe i 13 chilometri e mezzo.
Il tronco Frutingen-Biiga, di 60 km., co-
sterebbe 70 milioni. Il Loiseau ritiene, fi-
nanziariameute, quasi chimerica questa im-
presa, la quale pure aprirebbe una nuova
via da Basilea e dai paesi renani in Italia
e raidoppierebbe l'efficacia del Gottardo,
ossia, secondo lo scrittore francese, gio-
verebbe a ottenere questo : che il compito
normale de Sempione resti nel far comu-
nicare più agevolmente l'Italia con metà
della Francia, e sia scongiurato il compito
anormale, che sarebbe quello di avvicinare
il Reno al Po.
L'apertura del Sempione dev'essere il
mezzo di rifondere il sistema delle comu-
nicazioni tra l'Italia e la B>ancia, non es-
sendo più sufficienti nè la linea del Mon-
cenisio, nè quella isolata per Ventimiglia,
nè quella futura Nizza-Cuneo.
Con lavori complementari sul territorio
france.se si studierebbe di riparare la de-
viazione del transito interoccidentale tra
l'Italia, il Belgio e l'Inghilterra, richia-
mando il traffico anglo italiano sul territo-
rio francese.
In questo penso si espressero già i voti
delle Camere di commercio e dei consigli
generali francesi che si sono occupati della
questione del Sempione.
Il Loiseau conclude, auspicando alla ef-
fettuazione ili una grande linea di intere«?-
se occidentale (che sarebbe poi quella della
Faucille) a beneficio della quale fossero
associate Francia, Svizzera francese e Italia.
IL CORRIERE DELLA PROVINCIA
Da SPALATO
Altri arbitri. — Nella chiesa
dei frati di Pozzobon nell' ora di mag-
gior conce I SO dei giorni festin si co-
minciò a far celebrare una messa glago-
lita; e vi intervennero dimostrativamente
la prima volta il podestà Milich ed altri
di coloro che intendono portare la po-
litica in chiesa. Il fatto esacerbò molti
devoti, che uscirono a titolo di protesta
dalla chiesa.
Che i soliti mestatori senza convin-
zioni religiose, ed unicamente a scopo
di partito, abusino della chiesa, si ca-
pisce. Ma che i rappresentanti del po-
verello d' Assisi, che vivono della carità
di tutti, vi si prestino, in ogni incontro,
più 0 meno gratuitamente, questa è cosa
intollerabile e che fa seaz' altro nausea.
Noi non vogliamo entrare in merito
alle convinzioni politiche dei padri di
Pozzobon. Abbiaiisi quelle convinzioni
politiche che vogliono, ma si ricordino
che in chiesa essi sono i rappresentanti
della più augusta missione, e che ognuno
ha diritto da loro di esigere ciò ogget-
tivamente, sinceramente. Come rappre-
sentanti e continuatori del fondatore del
loro ordine essi devono mostrare anche
col fatto la loro povertà di spirito, non
solo per riguardo al peculio, ma anche
per riguardo alle passioni mondane,
delle quali devono essere spogli. Caldi
poi dell' affetto intenso di quel d'Assisi
verso la chiesa e le sue istituzioni, de-
vono essere essi i primi a garantirne
la esatta esecuzione. Ora chi non sa
che la loro chiesa è latina?
La chiesa di Pozzobon è chiesa la-
tina, perchè anche tale è T indole di
tutto queir ordine religioso. Si sa di-
fatti che quei frati hanno diverse e laute
parrocchie e in Dalmazia e nella Bosnia
ed Erzegovina, incorporate ai loro con-
venti. Eppure da per tutto queste chiese
hanno sempre mantenuto il carattere
latino. E quando si parla di parrocchie
dei frati francescani, non è giammai il
caso di trovarcene una sola colla liturgia
glagolita! Ma se la chiesa di Pozzobon
è chiesa latina perchè permettere che,
alV ora della maggior affluenza di di-
voti, la messa si celebri, con scanda-
losa, arbitraria innovazione, in giagolitof
Si dirà che si tratta di messa bassa.
Ma a, quei frati deve essere nota la
dichiarazione della Santa Congregazione
dei riti di data 14 marzo 1902, mediante il Colle del Loetschberg, traversatilo dal _ nord al sud\ii blocco granitico dell'Ober- ' i^^^àir vle^e YeteminaW c^^
land e cadendo perpendicolarmente sulla ^ ^ . ^ , i „„ ip
valle dei Rodano, nei dintorni di Gampei. ^^ private che, in base ali aiticolo
Gli studi di questa linea siono cominciati IX del decreto 5 agosto 1898, sareb-
bero permesse in glagoUto anche nelle
chiese latine, si devono intendere in
senso non strettamente liturgico, ma in
senso lato. Vale a dire „ad evitare di-
mostrazioni, ed onde rimuovere lo scan-
dalo, questa messa (bassa) non deve
assumere un carattere quasi solenne.'*'
Così si esprime la Santa Congregazione.
Perchè esiste adunque un' esplicita
dichiarazione della Santa Sede, che
proibisce quella messa, e perchè ai frati,
seguaci del poverello d' Assisi, sopra-
tutto, non si addice di cooperare a si-
mili insane dimostrazioni, che compro-
mettono il decoro della religione, ed li
prestigio delia chiesa, la messa nei
giorni festivi alle ore 10 nella chiesar
di Pozzobon è non solo un abuso, m2u
anche un permanente enorme scandalo.
E noi richiamiamo sopra questo fatto
r attenzione di monsignor vescovo dio-
cesano, e del molto reverendo provin-
ciale, disposti di rivolgerci alla Santa
Sede ed ai generale dei francescfHii, se
non vedremo tolta una sconsideratezza
riprovevole che non è giustificata da
nessun reale interesse religioso, ma che
unicamente per piacere a pochi fanatici
si mostra di voler tollerare.
Replica. — L' articolo Arbitrio e
provocazione^m^%niQ nel numero 91 del
Dalmata urtò i nervi sensibili degli
scribacchiatori del Jedinstvo. Sorpas-
sando le espressioni incivili delle quali
si servono, in mancanza di argomenti
sodi che sfatino le nostre gravi ragioni,
rileviamo semplicemente, come il mede-
simo giornale, non si sa se, con mag-
gior ignoranza o perfìdia, a giustifica-
zione del deliberalo del locale Consiglio i
comunale, onde nel cimitero venga de-^^
stinato un cappellano glagoUta, vien
fuori col dirci, che 1' oratorio del cimi-
tero apparteneva ai benedettini, e che
questi furono glagoliti, di più, ohe la
medesima chiesa venne regalata ad essi
dai re croati, che non erano nè italiani^
nè latinisti.
E' vero che nel sito del presente lo-
cale cimitero esisteva un convento di
benedettini coli' annessavi chiesa. Se-
nonchè sopra quale fondamento isterico
il Jedinstvo basa la propria asserzione,
che i benedettini furono glagoliti? Si
sa che T ordine di San Benedetto è un
ordine religioso eminentemente latino^
che usa, cioè, ia liturgia roman@4atina,
E di tale natura fu senza dubbio il con-
vento colla chiesa di San Stefano de
Pinis, come quella chiesa veniva co-
munemente chiamata. Del resto, già d&
diversi secoli soppresso quel convento,
i beni del medesimo vennero ridotti in
abbazia, mentre la chiesa veniva abban-
donata pel motivo che i titolari dell' ab-
bazia in parola, vivevano lontani, oc-
cupati in altre ecclesiastiche mansioni,
nè della chiesa, nè del loro titolo si pren-
devano grande premura. L' arcivescovo
di Spalato Stefano Cosmi eletto nel-
l'anno 1678, nell'occasione che fondava
a Spalato un seminario latino pel suo
clero, ottenne che papa Innocenzo XII,
con bolla 15 ottobre 1699, disponesse,
affinchè i beni dell'abbazia di Saa Be-
fano de Pinis vacante pella mor^ deli'
r ultimo abbate Bonesio, venissero de-
vòluti a benefìcio del neo-eretto seminarle
diocesano di Spalato. In tale incontro
monsignor arcivescovo Cosmi coi primi
proventi dell' abbazia ristaurò comple-
tamente ia chiesa di San Stefano, già
quasi del tutto diroccata, ed in compa-
gnia dei vescovi suffraganei di Trai e
Macarsca, ne fece la solenne benedizione
ed inaugurazione, ben inteso in lingua
latina.
Da queir epoca quella chiesa appar-
tiene al locale seminario diocesano la-
tino. Sotto quest' aspetto il deliberato
del Consiglio comunale è anche un' at-
tentata lesione di diritto privato, ed il
vescovo diocesano, quale primo respon-
sabile amministratore del seminario, è
chiamato, anche'sotto quest'aspetto, di
difendere i diritti del seminario, ed ji
carattere primitivo della chiesa, giusta
r esplicita disposizione deUa surrifetita
bolla, che i beni dell' abbazia d la
chiesa passino al seminario diocesano
in
mentazione, orchestra e banda e storia della
musica.)
Per consultare gli statuti, basta dirigere
domanda all' amministrazione del Liceo mu-
sicale di Trieste via Santa Caterina 1.1. p.
XJ6 liete nozze. — Il nostro egregio
amico signor Antonio Roich di Spalato si
è ui.ito oggi in matrimonio alla gentil si-
gnorina Benedettina Novak, figlia al signor
capitano Giacomo Novak di Cittavecchia.
Congratulazioni ed auguri.
La stampa onesta. — Uno dei repor-
to del Narodni Lui lia vedute l'altro dì
per le vie di Zara — come li hanno ve-
duti tutti — delle dozzine di operai italiani
regnicoli, i quali, evidentemente, anche pel
i&U.o che erano stati veduti dai cambio-
valute, rimpatriavano.
Tanto bastò al suddetto reporter e al-
l' onesto Narodni List (incapacela sua di-
chiarazione, di dire una menzogna) per
asserire che «centinaia di operai italiani
erano stati fatti venire dal nostro Comune
pei lavori di fognatura, a pregiudizio del
povero villico nostro, che muore di fame,
mentre da parte dei nostri si finge, nelle
colonne del Pravi Dalmatinac, di portargli
amore.»
Ma si può essere più sfacciatamente im-
postori ?
Anzitutto i lavori per la fognatura cit-
tadina non sono esegu ti dal Comune, ma
bensì dall' impresa barone Schwarz, la quale
potrebbe avere il diritto di impiegare chi
meglio credesse; e poi, nel caso concreto,
pei lavori di canalizzazione, la detta im-
presa impiega pochi operai, dei quali uno
solo — si noti ! — è forestiero.
Uno solo.
E v' ha di più. Anche i lavori dell' ac-
quedotto vennero lodevolmente eseguiti dalla
ditta Schwarz ; ma il Comune, a suo tempo,
e precisamente per dar da lavorare al po-
polo della nostra campagna, mise per con-
dizione all' improsa (e l'impresa accondi-
scese di buon grado) che i lavoratori fos-
sero tutti uomini dei dintorni, che avevano
necessità di guadagnarsi la giornata.
Vede come mente, adunque, e mistifica,
il Narodni List?
Il quale, s J mai, dovrebbe muovere il
rimprovero, che muove falsamente al Co-
mune di Zara, ai croatotili amici suoi, che
assunsero l'impresa dei lavori ferroviari
fra Spalato e Sigu e che impiegarono, ap-
punto, centinaia di operai itaiiani.
Ma avrebbe anche torto : perchè, mercè
la nota capacità e frugalità di tali operai,
l'impresa potè trarre 1' utile desiderato.
A tutela dei nostri oli d' oliva fini
da tavola. — Ci scrivono da Spalato :
«In relazione ad una corrispodenza dalla
Brazza comparsa nei Dalmata in data 24
gennaio anno corrente, ii signor Giuseppe
Levi sensale patentato in oli a Trieste,
sci ive nel N. 7692 del Piccolo della Sera
JU un articolo sull'importazione dell'olio di
cotone a Trieste le testuali parole: «...se
pure si può ammettere che mediante sforzi
straordinari i dalmati riuscirono a miglio-
rare piccoli quantitativi dei loro olii, si de-
ve pur convenire che non sono confronta-
bili cogli olii tini e soprafini d'Italia. Non
è colpa dei produttori, ma per il fatto che
i loro paesi non si prestano alle produzioni
dì qualità buone.»
Purtoppo da questo brano si rileva, che
ancora a Trieste non si ha la più pallida
idea di quello che si è fatto negli ultimi
auni nel campo dell' elaiotecnica e si è abi-
tuati a considerare gli oli fini dalmati d'og-
gigiorno alla stessa stregua di quelli mer-
cantili che si preparavano 20 o 30 anni fa.
La quantità d'olio fino fatto in Dalma-
zia non è poi tanto esigua come vorrebbe
far credere il signor LeVi, anzi all' ultimo
concorso di olii fini da tavola dalmati,
ch'ebbe luogo in marzo 1902 a Spalato,
gli oli assaggiati rappresentavano un quan-
titativo di quintali 1760, cifra non certo insi-
gnificante; e per quanto riguarda la bontà
ed i pregi degli oli d' oliva dalmati mi sia
lecito, per confutare le suesposte asserzioni,
citare ciò che scrisse il chiarissimo signor
dott. Eustachio Mingioli, professore di tecno-
logia agraria e direttore dell' oleifìcio spe-
rimentale annesso alla regia scuola supe-
riore d'agricoltura in Portici, nella sua re-
lazione sul concorso degli oli dalmati te-
nutosi a Spalato il 28 maggio 1896, pub-
blicata nella Eassegna dalmata, in agosto
dello stesso anno.
Il suddetto professore, uno dei più com-
petenti conoscitori d'oli d'oliva che vanti
l'Italia, ha dichiarato che «tutti gli oli
stranieri — misti insieme ai dalmati ed
alternati nella serie degli oli assaggiati,
ordinati secondo il loro grado di acidità
— presentarono caratteri meno pregevoli
dei migliori oli dalmati». Anzi qualcuno di
questi oli stranieri venne scartato già al-
l' assaggio generale, come può rilevarsi
dalia tabella sinottica allegata all'accen-
nata relazione.
Che cosa direbbe il signor Levi, cono
scendo le provenienze degli oli stranieri
degustati paralellamente a quel concorso?
Eccolo accontentato: 4 erano italiani, cioè
da Bari rispettivamente da Bitonto, 4 di
provenienza francese, da Aix, Nizza, Var e
dalle Bouches du Ehòne, ed infine due dal-
l'Africa settentrionale, cioè dall'Algeria e
da Tunisi, con la osservazione che i pro-
duttori dei suddetti oli stranieri vennero
categoricamente invitati di fornire i migliori
prodotti di quell'annata, facendo loro pre-
sente che i campioni da loro presentati do-
vranno servire di confronto nella gara che
si stava per indire fra gli oli d'oliva dal
mati.
Sarebbe perciò di somma soddisfazione
nostra avere in Dalmazia pel prossimo as-
saggio il signor Giuseppe Levi, quale esperto
conoscitore, onde imparare da lui come si
fa a conoscere e distinguere in una serie
d'oli dalmati uno o più oli forestieri e vi
ceversa.» (s.)
I lavori drammatici di un nostro
conoittadino. — La Scena di Prosa di
Milano a proposito del dramma «Senza
perdono» del nostro egregio concittadino,
signor G. Wondrich, scrive:
«Siamo in una grande città della Ger-
mania. Gunther Wolf, per sposare Paula,
della quale è innamorato, accusò crudel-
mente la sua prima moglie e ne ottenne
il divorzio. Cinque anni sono trascorsi dalle
seconde nozze e due soli dal giorno in cui
Paula ha scoperto la colpa di Gunther.
Morente per malattia di cuore, essa vuole
il perdono della vittima e la manda a chia-
mare. Anna viene, ma s'incontra prima con
Gunther e scopre a sua volta ch'egli pro-
vocò il divorzio non in buona fede, ma ca
licenza per l'importazione di tabacchi e
manufatti di tabacco oltre la linea doga-
nale. Se questo progetto sarà approvato,
ne verrà per conseguenza un aumento dei
prezzi delle sigarette e dei sigari esteri in
vendita presso i postini e le rivendite di
specialità.
Qualche giornale di Vienna crede di po-
ter assicurare che a questo aumento dei
prezzi dei tabacchi esteri terrà dietro, in
un termine più o meno breve, un aumento
generale nei prezzi di tutti i tabacchi della
regia austriaca.
inumandola. Il disgusto le olande l'animo ! "^eToz' ^^
ad nmii spinsn di niet.à Pania „—„ I is-aicevicn, operoso negoz uu nuovo, ele^
à' angoscia e resta come impietrito dai ri- \ uluue * àì m5mifattuve iu Calle Lam
operoso negoziante concittadino,
il suo perdono. Il" marito caccia'uu grido l T 'dVT° U? ™ovo elegantissimo negozio .v ano.ftsni, ; ; » u * • • \ ^ mod e di manifattori
0 VIIHIUO i «UUUU \ T)„- • X^
a ogni senso i pietà. Paula spira senza
i SUO OBvdnna. T\ a nannia nn ^ r, l *
morsi. Ora Anna vorrebbe andare verso la
morta come attratta da una forza ignota,
ma la presenza di Gunther di nuavo la
respinge.»
«È un dramma sobrio, di tristezza nor-
dica, in dialogo latico. L'antefatto delit-
tuoso s'iDsinua a poco a poco nella parlata
— che comincia con 1' agonia di Paula —
senza scuoterne l'equilibrio nè opprimerla:
i fantasmi del rimorso, della paura, delio
sdegno, non si sdoppiano dai personaggi
in viete e ridondanti declamazioni. La pa-
gina di dolore precipita serrata al suo ter-
mine, fatta, più che di parole, dì reticenze.»
E, a proposito di Bovina, dopo averne
dato il contenuto, dice:
«Anche in questa trilogia grande obbiet-
tività di giudizio, nessuna visione parti-
giana di uomini e di cose, misura scenica
nel dialogo, preziosa parsimonia di parole,
quando pure la crisi sociale che spazia
nell' animo dei personaggi, tormentandoli,
s' avvicina alla fase risolutiva
In un lavoro così denso di pensiero il
Wondrich non badò, evidentemente e di
proposito, alle esigenze della scena; questa
serbò — e la merita — per Senza perdono
Entrambi i lavori sono scritti italiana-
mente.»
Nel servizio sanitario. — Il medico
comunale di Zlarin, dott. Giorgio Gentilizza,
ed il medico privato dott. Doimo Caraman,
vennero nominati provvisori assistenti sa-
nitari, il primo presso la luogotenenza dal-
mata ed il secondo presso il capitanato di-
strettuale di Spalato.
Pei medici. — È aperto il concorso al
posto di medico comunale a Zlarin coli' an-
nuo salano di 3000 corone. Ha pure il di-
ritto di tenere 1' armadio farmaceutico.
Il ballo dei Veterani Militari al
Teatro Giuseppe Verdi riuscì beilo e ani-
mato. Vi partecipò in gran parte la i. e r.
ufficialità qui di guarnigione e vi parteci-
parono le varie rappresentauze ufficiali, con
a capo S. E. il luogotenente, S. E. il co-
mandante militare e l'ill.mo signor podestà.
L'incasso della festa, a favore del fondo
di mutuo soccorso, è stato rilevante.
I ricchi che viaggiano. — Ieri gettò
l'ancora nel nostro porto, proveniente da
Lussino, il bellissimo yacht Vesta con ban
diera germanica. Ripartì verso Sebenico
oggi alle 8 a. m., È comandato dal capi-
tano Thomas Diaper e vi viaggia con la
famiglia ii proprietario, consigliere di com-
mercio Bixenstein.
Società Zoofila della Dalmazia. —
In una delle ultime sedute direzionali la
vice-presidentessa signorina I. de Sticher
ebbe a presentare delle eleganti tavolette
dipinte ad olio, le quali rappresentano dei
gruppi d'uccelli, con relativo motto, col
quale gli stessi si raccomandano alla ge-
nerosità del pubblico per piccole oblazioni,
destinate per fornire il nutrimento durante
la rigida ed avara stagione invernale ai
poveri uccelli vaganti. Alle tavolette è ap
plicata uua cassettina di latta colla scritta
«Società Zoofila Dalmata» nella quale i
pietosi zoofili sono pregati di mettere qual-
che soldino.
Le cassette furono acquistate col denaro
sociale, mentre le tavolette sono opera e
gradito dono di alcune gentili e nobili si-
gnorine; alle quali la direzione della Zoofila
esterna qui pubblicamente la propria gra-
titudine e riconoscenza.
Dette cassettine sono esposte alla gene-
rosità dei cuoi i pietosi nei Caffè Centrale,
Cosmacendi, nonché nei restaurant Vapore,
Gned e Bristol. La direzione è incaricata
di ritirare il denaro raccolto e collo stesso
provvedere all' acquisto di miglio e simili col
quale vengono poi fornite le mangiatoie
esposte una al Giardino pubblico e due nel
Parco.
Zara-Barcagno. — L' altra sera ebbe
luogo una seduta della società che mediante
barcaccia a vapore esercita il servizio di
trasporto fra ia riva vecchia ed ii Barcagno.
Siccome il bilancio per 1' anno decorso pre-
sentò un sensibile deficit, così fu discussa
l'opportunità di sospendere 1' esercizio e
procedere ad una liquidazione. Prevalse
però l'opinione di coloro che, animati da
sentimenti di cittadina abnegazione, si di-
chiararono disposti d'arrischiare ulteriori
perdite nella speranza di potei con un più
largo appoggio da parte del pubblico con-
servare questo mezzo di comunicazione, co-
modo particolarmente nell' inverno. A mag-
gioranza di voti fu quindi deciso di conti-
nuare il servizio .per tutto l'anno corrente
in via d'ultimo esperimento.
Registriamo con vero piacere questo de-
liberato e non possiamo mettere in dubbio
che il pubblico, memore dei gravi incon-
venienti passati quando non esisteva detto
servizio, saprà apprezzarlo e vorrà quindi
cooperare alla conservazione di quest' im-
presa, eh' è divenuta indispensabile anche
per lo sviluppo edilizio al Barcagno.
E non potrebbe questa società procurarsi
inoltre una qualche sovvenzione?
Il rinoaro dei sigari e sigarette
d'importazione. — 11 ministro delle fi-
finanze ha presentato nei giorni scorsi alla
Camera ai Vienna un disegno di legge
circa uu aumento nelle cosidette tasse di
Il negozio, arredato con lusso e proprietà
e benissimo fornito, potrebbe figurare anche
iu città maggiore della nostra. E di ciò
va lodato il signor Raicevich, che concilia
1' utile proprio col decoro cittadino.
Camera di commercio di Ragusa.
— Il ministro del commercio ha confer-
mato la rielezione del conte Bernardo Ca-
boga a presidente e di Giuseppe Fazinich
a vice-presidente della Camera di com-
mercio e d'industria in Ragusa per l'anno
1903.
A Smilcich, stanotte, scoppiò un in-
cendio. Pare che il fuoco si sia sviluppato
nel uegozio Tebaldi e di lì appiccato ad
un gruppo di case. Il fatto è che con pompe
ed attrezzi stamane sono partiti per Smil-
cich parecchi dei nostri pompieri volontari.
Riferiremo di più nel prossimo numero.
Dibattimenti. — Ieri alla locale Corte
di giustizia si svolsero due dibattimenti di
un qualche interesse.
Gumich Giuseppe q.m Bartolomeo, oste
di Bencovaz, venne spodestato di tutta la
sua sostanza in seguito all' esecuzione av-
viata in suo confronto dalla di lui credi-
ti ice Amalia ved. Vidovich. Costei però,
nell' atto stesso in cui andava a preudere
possesso dei beni a lei deliberati, offerse
al Gumich la casa e l'osteria da lui fiuo
a quel momento occupate, purché le corri-
spondesse una adeguata pigione. Senou-
chè il Gumich, che a bella prima parve
accettare la. proposta, si chiuse più tardi
in un cupo silenzio, interrotto solamente da
qualche parola minacciosa, e poi, quando la
suddetta andò per pagargli il conto che
aveva fatto nella sua trattoria, diè di pi-
glio a un fucile carico a pallini e lo spianò
contro la Vidovich, la quale pazza di ter-
rore si mUe a correre, mentre Stefano Ba-
bich si slanciò sull' aggressore, gli afferrò
la cauna del fucile e con 1' aiuto di altre
persone sopj aggiunte potè disarmarlo.
Al dibattimento 1' accusato — difeso dal-
l' avv. Baijak — negò di aver avu'o l'in-
tenzione di minacciare o ferire la signora
Vidovich, sostenendo che prese il fucile
soltanto per uscire e andare alia caccia.
Ma i lestimonì assunti deposero tutti in
appoggio all' accula e quindi ia Corte con-
dannò ii Gumich per cnmine di pubblica
violenza mediaute pericolosa minaccia a un
mese di carcere duro inasprito, prendendo
in considerazione nel commisurare la pena
la grave commozione d'animo in cui ver-
sava l'accusato nel t. ovai si sul lastrico.
= Il secondo dibattimento venne tenuto
in^confronto a don Pietro Jadrossieh, par-
roco di San Cassiano, accusato pel crimine
di grave lesione corporale e difeso dal-
l' avv. R. Ghiglianovich. E' nota la vecchia
ruggine che vi è tra parroco e parrocchiaui.
Una notte 1' esplosione di una cartatuc-
cia di dinamite, collocata sullo scalino della
canonica, fece tremar l'edificio e balzare
di soprassalto il parroco e una sua cugina,
che abita con lui. il parroco ingiunse a
questa di ritirarsi nella sua camera, e poi
si appostò alla finestra, colle imposte soc-
chiuse, spiando armato di fucile se qual-
cuno tentasse di avvicinarsi di nuovo alla
canonica. Ad un tratto scorse una persona
che si avvicinò alio scalino. Sparò e ferì
piuttosto gravemente — chi? — la cugina
che aveva disobbedito all' ingiunzione. In
base alle risultanze processuali don Ja-
drossieh andò assolto.
Le rinomate semenze di rape da fo-
raggio impregnate di Mauthner fruttano i
più sorpiendenti raccolti. Eccellenti ed in-
superabili sono pure le sementi di legumi
e ai fiori di Mauthner.
A. Treveri 2, famiglie P. Valenti 1, del fu
Vallery 1. — Per onorare la memoria del
defunto signor Stefano Delich : V. de Dra-
gameli cor. 2. — Per onorare la memoria
del defunto signor Giacomo Poglaien: A.
Troiani cor. 1, B. Martinaz 1, S. Erzeg 1,
Giac. Venturini 1, R. ved. Delich 1. —
Per onorare la memoria del defunto signor
Niccolò Damiani: Giac. Venturini cor. 1,
Gius. Venturini 1. — Per onorare la me-
moria della defunta signora Angiolina Ba-
roni: Gius. Venturini 1, G. Kiswarday 2,
A. Perissich 1, Gior. Venturini 1, Giac.
Venturini 1. N. Benzoni 1, A. Nani c. 50.
E. Cepernich 1, L. Perissich 1, M. Cecoli
1, A. Troiani 1, G. Evzeg 1, G. Nani 1,
V. BoniceUi 1, R,. ved. Delich 2, F. ved.
Barich 1, famiglie de Marocchino 1, Sis-
setta 1, F. ved. Sugliat 1, G. ved. Hup-
tich 1. — Per onorare la memoria del de-
funto signor Angelo Bugatto : P. Piasevoli
cor. 1, Art. Persicalli 2, R. Raimondi 1, A.
de Benvenuti 2, M. Bottner 1, C. Pino 2,
N. dott. Bugatto in sostituzione di una
ghirlanda 10, C. de Benvenuti 2, G. Nani
1. — Per onorare la memoria del defunto
signor Alfredo Beros, decesso a Trieste:
M. Gonano cor. 4, V. Brunelli 1, Società
degli studenti italiani della Dalmazia 3. —
Per onorare la memoria del defunto signor
Tolentino, decesso a Trieste: V. Brunelli
cor. 2. — Per onorare la memoria della
defunta signora Elen? J^serum, decessa a
Trieste: B. Urschit? 1, E. Urschitz 1, M.
ved. Urchitz 1.
Qu-tle rifiuto di un assegno postale da
G. Solicky cent. 40.
Raccolte in famiglia della signorina Irma
cor. 4
Raccolte in questua cor. 3.10
N. N. per doppie caparre ricevute cor. 4.
Alcuni studenti italiani raccolti al Caffè
Unione Graz cor. 9.
* * *
La Lega Nazionale in Dalmazia
Pervennero al gruppo di Zara:
Pei onorare la memoria del defunto signor
Giuseppe Battala: Ab. Persicalli cor. 1, G.
Nani c. 60, R. ved. Delicli cor. 2, R. dott.
Nicolich 2, M. Luxardo 2. — Per onorare
la memoria della defunta signora Nicoletta
de Zamagna : G. B. Filippi cor. 3, famiglie
de Rossignoli 3, Callebich J, V. de Me-
dici 2. — Per onorare la memoria del de-
funto signor Arturo Cipriani, decesso a
Gorizia: F. Tamino cor. 1. — Per onorare
la memoria della defunta signorina Maria
Cima: D. Suich cor 5. — Per onorare la
memoria della defunta signora Catterina
ved. Jacquier : G. Kiswarday cor. 2, L. Mil-
licich 1, Gior. Venturini 1, Giuseppe Ven-
turini 1, N. Benzoni 1, A. Custich 1, V.
Bonicelli 1, A. Troiani 1, A. Crivelli 1, A.
Voivodich 1, G. Venturini 1, M. Cecoli 1,
F. ved. Tomsa c. 50, R. ved. Delich cor. 3,
famiglie de Marocchino 1, Banina L. —
Per onorare la memoria della defunta si-
gnora M. Voivodich : M. Luxardo cor. 3. —
Per onorare la memoria della defunta si-
gnora Teresa Fattovich: 0. Vezil cor. 1,
D. Medovich 2, N. Rigatti 1, F. Kukanitsch
1, R. Toniatti 1, N. dott. Krekich 4, E.
Donati 1, G. Baroni 1, L. Millicich 2, S.
dott. Ghiglianovich 3, F. Bòckh 1, V. Hof-
mann 1, L. dott. Ziliotto 3, G. Gosetti 2,
Gior. Venturini 1, P. 'l'amino 2, P. Vallery
1, S. Vallery 1, G. Bilìich 1, A. dott. Rolli
4, A. de Benvenuti 1, L. de Negovetich 1,
| A. Berettini 1, F. dott. Radnich 1, R. ved.
I Delich 1, G. Covalcech 2, G. Mialevich 1,
Pervennero al gruppo di Spalato:
Per onorare la memoria del defunto si-
gnor ingegnere Fed. Niesner: famiglia N.
Bilos (Lesina) cor. 3. — Per onorare la
memoria della defunta signora Francesca
ved. Jagodich : A. Gelich cor. 5.
Da X per rinvenuti sulla via cent. 20 *
* *
Pervennero al gruppo di Dernis-Knin :
Per onorare la memoria del defunto si-
gnor Ugo Grabovaz: I. Fiorovicli cor. 2.
Per una discussione fra amici a Dernis :
S, Foretich cor. 2, A. de Difnieo 2, M.
Gardun 2.
Durante il trattenimento di tombola al
Gabinetto di Lettura in Dernis, al l.o feb-
braio, a. c. ricavato netto cor. 14.46.
Aiutate tutti e sempre la Lega!
Le oblazioni varie
Società di beneficenza per gli stu-
denti italiani all' Università di Innsbruck.
— Terza lista di offerte. Liste precedenti
cor. 912. Muuicipio di Mori cor. 20. —
Prof. Umberto Vittori, Trieste, 3. — Asso-
ciazione democratica, Pola, 20. — Giovanni
Scomazzoni, Ala, 2. — Dott. Carlo Bellat,
Borgo di Valsugana, 10. — N. N. Trieste,
3. — Cons. dott. Leonardo de Dallago, Inn-
sbruck, 6. — Dott. Dojmi, Lissa, 10, Pie-
tro Bettiza, Spalato, 5 —1 Dott. Giulio
Dallago, Cies, 5. — Società Ginnastica,
Trieste, 25. — Unione filantropica triesti-
na «La Previdenza», 20. — Municipio di
Capodistria 20. — Comune di Gardolo 10.
— Municipio di Parenzo 40. — Stefano
Pedrini, chiusa di Bessanncne 4. — Dott.
Luigi C^ nella, Trento, 5. — A. Vielmetti,
Trieste, 5. — Maria Medeotti, Gorizia, 10.
— Dott. Natale Krekich, Zara, 5. — Mu-
nicipio di Buje 50. — Municipio di Mon-
falcone 20. — Dott. A. Marconi, consigliere
d' appello, Innsbruck, 10. — Prof. dott.
Bernardino Visitainer, Rovereto, 10. — Mu
nicipio di Condino 10. — Municipio di Cal-
donazzo 5. — Giovanni Bettiza, Spalato,
5. — Carlo Danelli, Trieste, 5. — Munici-
pio di Gradisca 10. — Camera di commer-
cio e industria, Rovigno, 20. — Municipio
di Trieste 200. — Municipio di Arco 30.
Somma complessiva delle offerte della
terza lista cor. 603. Totale complessivo
cor. 1515.
Alla Società Operaia Zaratina. —
Terza lista delle oblazioni pervenute in
occasione del ballo : Archimandrita Dositeo
Jovic cor. 5, Giovanni Battara 10, Giuseppe
Venturini 2, Francesco Malusa 2, Amedeo
Valenti 1. I Pompieri volontari d'ispezione
prestarono il loro servizio gratuitamente.
Le direzioni, preposte agli istituti bene-
ficati, porgono col nostro mezzo i più vivi
ringraziamenti ai generosi oblatori.
Grazie, o amici, vi assicuro che le
vostre affettuose dimostrazioni furono il
più largo ed ambito compenso alla mia
modesta operosità.
La soddisfazione immensa che voi mi
procuraste mi sarà sprone a fare sem-
pre e dovunque, quale medico e fun-
zionario, il mio dovere.
Dott. Arnoldo Ktìnig
i. r. medico distrettuale.
I NOSTRI J)ISPACCI
Vienna, 11 febbraio. — Si ritiene
ora clie la legge militare passerà alla
commissione, mentre invece non sus-
siste l'assoluta certezza che verrà ac-
colta in pieno dalle Camere, sebbene
sia pur probabile che l'astensione di
parecchi avversari del progetto, al mo-
mento della votazione, faccia passarla.
Si afferma che la decisione della
principessa Luisa di Sassonia di re-
carsi nel sanatorio sia stata del tutto
spontanea.
Secondo alcuni giornali Griron sa-
rebbe partito ieri sera per Ginevra.
Di questi giorni l'imperatrice Car-
lotta, l'infelice vedova di Massimiliano
del Messico, ebbe a subire una crisi
violenta, che però fu superata.
Alla malattia mentale si aggiunse
negli ultimi tempi il marasmo senile,
malgrado che 1' imperatrice abbia sol-
tanto sessantatre anni.
Le truppe di riserva in Serbia eb-
bero 1' ordine di tenersi pronte in caso
di mobilitazione.
Edit. e redat. resp. Luigi de Negovetich
Stabilimento Tipografico S. Artal*
Fratelli Mandel & Nipote
lianca Cambio-Valute
ZARA
Acquista e vende Carte di Valore
d' ogni specie sulla base del j listino
ufficiale di giornata. Per Cartelle di
lotteria „accorda il p igamento in rate
mensili^di cor. 2Jqo a 100, e più, se-
condo 1' entità|della vendita.
Sovvenziona verso deposito valori, alle
condizioni d'uso. Accetta versamenti in Conto Corrente,
con restituzione senza preavviso, cor-
rispondendo l'interesse del 4%•
Rilascia Assegni sulle principali piazze
dell' Interno, d'Italia, Francia eccetera
senza alcuna spesa. Assicura controlla perdita per ammor-
tizazione, Cartelle di lotteria e Ob-
bligazioni ai tassi che si praticano a
Vienna.
Assume assicurazioni nei Rami Incen-
dio, Vita, Accidenti e Responsabilità
Civile, quale Agenzia Principale delle
Assicurazioni Generali di Trieste.
Avverte infine che provvede alla rinno-
vazione dei fogli Coupons di Rendita
dello Stato ed altre obbligazioni, verso
semplice consegna dei Talons e rifu-
sione delle sole spese.
COMUNICATO
Appena arrivato alla mia nuova de-
stinazione sento imperioso il bisogno di
inviare ancora un affettuoso saluto ed
un grazie di cuore a tutti quei gentili
cittadini di Curzola che in occasione
della mia partenza da questa cara ed
indimenticabile città, tante e sì larghe
attestazioni di stima ed affetto vollero
tributarmi.
Davvero che non posso ancora pen-
sare ai momenti che precedettero la
mia partenza senza sentirmi l'animo
profondamente commosso.
Ai signori impiegati pel festoso ban-
chetto, al comitato cittadino pelle splen-
dide feste organizzate in mio onore,
all' ottimo corpo musicale cittadino che
vede accompagnarmi alla partenza, alla
spettabile Società Operaia che mi volle
suo socio onorario, a tutti indistinta-
mente la mia più viva riconoscenza e
gratitudine.
LA FILIALE
dell'I. & R. priv.
STABILIMENTO AUSTRIACO DI CREDITO
per Commercio ed Industria in Trieste
assume :
versamenti in Corone
verso Buoni di Cassa al portatore :
con preavviso di 4 giorni a 2y«%
n n i) ^ i; »
verso lettere di versamento a nome :
con preavviso di 4 giorni a 21/4%
» « * » 8 « » 2yto/o
» 30 „ „ 2*/«
in Napoleoni d' oro verso lettere di versamento :
con preavviso di 30 giorni a 2%
„ „ „3 mesi „ 2V«°/o
» 6 „ „ 2«/,o/0
Pei Buoni di Cassa e per le Lettere di versa-
mento in Corone attualmente in circolazione, ij
nuovo tasso d'interesse entrerà in vigore al 12
Marzo 16 Marzo e rispettivamente al 7 Aprile p. v.
a seconda del rispettivo preavviso.
Bancogiro in Corone
disponibili a vista, 2% 811 qualunque somma.
Corone e Napoleoni d' oro in Conto Corrente :
Condizioni da pattuirsi di volta in volta secondo
il termine di preavviso.
Rilascia Assegni
su Vienna, Budapest, Bruna, Carlsbad, Piume, Leo-
poli, Praga, Reichenberg, Troppavia, nonché su
Agram, Arad, Bielitz, Gablonz, Graz, Hermannstadi,
Innsbruck, Klagenfurt, Lubiana, Linz, OlmiKz,
Saaz, Salisburgo, franco spese.
Si occupa della Compera e Vendita
di divise, monete e valori.
Assume Incassi
di tagliandi, valori estratti nonché incassi d'ogni
altra specie.
Dà Antecipazioni
sopra Warrants e valori alle più modiche con-
dizioni.
Crediti verso documenti di caricazione
vengono aperti a Londra, Parigi, Berlino o su
altre piazze alle più correnti condizioni.
Lettere di Credito
vengono rilasciate su qualunque piazza.
DEPOSITI.
Si accettano in custodia carte di valore, monete
d' oro e d' argento e Biglietti di Banca. Le con-
dizioni si possono conoscere rivolgendosi alle
Casse dello Stabilimento.
Vaglia cambiarii.
Alle Casse dello Stabilimento sono pagabili i
vaglia cambiari della Banca d'Italia in lire ita-
liane oppure in Corono al corso di giornata.
Trieste, 8 marzo 1002.
CI RiriJDfÀ un Atlante geografico
AlUuuUn. usato, per le scuole
superiori. Rivolgersi al Negozio Ai tale.
Il consiglio direttivo ha dato l'incarico
ad un apposito comitato di far tutte le
pratiche necessarie, affinchè questa bella
istituzione possa già prosperare nei primi
mesi del prossimo anno. Questo è il desi-
derio più vivo e I' augurio fecondo che
anima gli iniziatori.
Onde ottenere un appoggio da tutti gli
italiani di Zara e della provincia, il co-
mitato invita pubblicamente tutti a con-
tribuire o con oboli o con invio di libri
di lettura.
Il comitato ha poi deciso di spedire un
apposito appello alle singole persone ed
agli enti morali della città e di fuori, il
quale verrà prossimamente diramato.
Fiduciosi di esser in questa opera re-
dentrice e civile assecondati da ognuno
er il comitato : F. Beden e A. Bucevich. tfB. I libri vanno consegnati ad Anto-
nio Bucevich, Zara (Via del Monte Civico
n>0 239). Le oblazioni sono da consegnarsi
a F. Beden, Zara (Riva nuova).
AH'Jedinstvo che fa il Rodomonte,
dicendo di averci messi nel sacco, men-
tre ci ha messi solo nella convinzione
che, in dati casi, è perfettamente inutile
il rispondergli, — all' «<Jedinstvo» diremo
che mai abbiamo immaginato di chiamare
Italiani i signori serbi e croati, che par-
lano 1' italiano. Ve n'hanno che sin dalla
infanzia, avendolo succhiato col latte ma-
terno, parlano l'italiano; ma se non vo-
gliono dirsi Italiani (come in realtà sono)
padroni. Ma v' hanno parlanti italiano che
non vogliono essere nè serbi, nè croati, e
quelli, vivaddio, sono nostri, e quelli vi-
vono in tutte le nostre città, ed anche a
Cattaro, ed a quelli le autorità anche ec-
clesiastiche hanno il dovere di rivolgere
la parola in italiano. Fanno bene i vesco-
vi di Cattaro e di Ragusa di pubblicare
le loro Pastorali ed i loro Indulti in lin-
gua slava, per gli slavi, ma fanno male,
nello stesso tempo, di non voler pubbli-
carle in lingua italiana per gli italiani.
Del resto, come sempre grafomane, il
«Jedinstvo» scrive all'impazzata e sposta
la questione. Le Bocche di Cattaro e Ra-
gusa non ebbero mai il glagolito, onde
non si capisce perchè dei vescovi cattoli-
ci romani, che devono essere i primi a
prestare obbedienza a Roma, vogliano in-
novazioni glagolite che Roma non vuole.
E non si capisce perchè si esiga il gla-
golito anche nelle parrocchie foresi di San
Cassiano, di Caie e di Santa Eufemia,
che furono sempre latine e sfuggono quin-
di alla clausola dei trent'anni. Che inno-
vazioni sono codeste e quale vantaggio,
veramente, ne traggono i Croati? In Croa-
zia tutta 1' ufficiatura è latina ; latine le
registrature parrocchiali; e i Croati, tut
tavia, non ci perdono nulla in patriotti
smo croato. Ma le innovazioni, portate in
chiese, latine sin dai tempi apostolici, rin-
crescono, perchè non celano altro che un
fine politico. Ora la chiesa è di tutti e
non della politica.
Il comnne di Arbe. — L'i. r. luo
gotenenza, d' accordo colla Giunta pro-
vinciale, ha destinato quale dirigente il
comune di Arbe il commissario distrettuale
Vincenzo Tudorin, in sostituzione dell' at-
tuale commissario dirigente, Luca Mosco-
vita, che venne destinato a prestare ser-
vizio presso il capitanato distrettuale di
Sebenico.
Promozione. — L' egregio nostro
concittadino, l'ingegnere superiore Pietro
cav. de Erco, venne promosso a consi-
gliere edile.
E' questa una promozione, della quale
proviamo una viva compiacenza, trattan-
dosi d'un funzionario che alle esimie doti
d'intelligenza e di capacità nel suo ramo,
accoppia quelle del caldo patriota e del-
l' ottimo cittadino.
Accetti pertanto il sig. de Erco le no-
stre più vive congratulazioni.
Ad ingegnere superiore nel ser-
vizio edile in Dalmazia venne promosso
l'ingegnere Giovanni Storff.
Cambiamento di luogotenente
in Dalmazia. — Sotto questo titolo
scrivono da Praga alla «Zeit» di Vienna:
«Come apprende il vostro corrispondente,
il luogotenente della Dalmazia, barone
Kandel, verrà tra breve sostituito da una
personalità conosciuta nei circoli di Praga.
Si tratta del generale maggiore Svetozar
Boroevich, attualmente di stazione quale
brigadiere a Pietro Varadino, e che era
innanzi a pochi mesi capo dello stato mag-
giore a Praga.
= Nelle sfere dirigenti, dicesi, havvi l'in-
tenzione di coprire il posto di luogotenente
in Dalmazia con un alto funzionario e
la personalità addatta sarebbe il generale
maggiore Boroevich, che conosce perfetta-
mente l'italiano ed il croato.
= Nel numero del 13 corrente poi della
stessa «Zeit» viene confermata tale noti-
zia, coli' aggiunta che al barone Handel
sarebbe accordato un lungo permesso, dal
quale non farebbe più ritorno in Dalmazia.
Al «Narodni List» poi scrivono da Vienna
che a successore del barone Handel viene
designato il barone Kutschera, attualmente
sostituto del Burian al ministero comune
delle finanze.*
A tali notizie però il «Narodni List»
non presta troppa fede; nè noi pure.
Per l'accordo fra il Lloyd e le
Società dalmate. -- Tutte le Società
di navigazione da e per la Dalmazia, che
tanno acceduto alla convenzione prelimi-
nare col Lloyd, erano di questi giorni rap-
presentate a Vienna dai loro direttori e
maggiori interessati. Oltre che dai ministri
i suddetti signori furono ricevuti dal re-
ferente commerciale marittimo consigliere
aulico signor Delles, il quale pure promise
il suo appoggio al rapido esaurimento delie
pratiche per l'approvazione del progetto
di convenzione. Quindi i delegati delle
Società si recarono dai deputati delie Pro-
vincie interessate, esponendo loro ed illu-
strando i vantaggi della nuova organizza-
tone dei servigi marittimi per la Dalmazia
ottenendone promessa di appoggio incon-
dizionato.
Attualmente le comunicazioni da e per
la Dalmazia sono mantenute da sette linee
settimanali, comprese le celerissime ; dopo
1 approvazione del progetto saranno por-
tate a undici ; attualmente le linee ^laterali
che settimanalmente congiungono fra loro
le varie isole ed i vari porti della Dal-
mazia sono 38, e diverrebbero 75. Non si
può dunque negare bontà al progetto, il
quale ridonda indubbiamente a vantaggio
generale.
Con 1' attuazione di questo progetto si
darà pure un discreto incremento alle
costruzioni navali, perchè mentre il Lloyd
per sviluppare e mantenere le linee cele-
rissime da e per la Dalmazia ha fatto ese-
guire i piani per due nuovi piroscafi tipo
« Wurmbrand», che saranno molto proba-
bilmente azionati da macchine a turbine ;
tutte le altre Società dalmate, che acce-
dettero alla convenzione col Lloyd, oltre
a migliorare e rimodernare le loro flotti-
glie, dovranno necessariamente aumentare
complessivamente di almeno altri sette
piroscafi.
Per una linea dì navigazione
dalmato-argentina. — Il barone de
Cali, ministro del commercio, rispondendo
ad analoga interpellanza, ebbe a comuni-
care che si sono già iniziate pratiche per
l'istituzione di una linea a vapore per
1' Argentina.
Si tratta, come è noto, dell'offerta della
ditta Nicolò Mihanovich, il quale è con-
sole generale a. u. a Buenos-Aires. Le
trattative tendono, da quanto si sà, a sta-
bilire una linea mensile fra Trieste, Gra-
vosa, Ragusa e l'Argentina. La toccata
di Gravosa avrebbe lo scopo di facilitare
il trasporto d'emigranti dalmati nell'Ar-
gentina.
Molti dalmati, come si sà, hanno già
trovato occupazione negli stabilimenti della
ditta Mihanovich.
Nel servizio politico - ammini-
strativo in Dalmazia venne accolto
1' assolto legale Francesco Lucovich, eol-
1' «adiutum» di annue corone 1000. Ven-
ne destinato a prestare servizio presso il
capitanato distrettuale di Cattaro.
Nelle Cancellerie. — Il sotto uf-
ficiale di I classe del reggimento conte
Lacy n.o 22 Federico Allodi, venne nomi-
nato cancellista di finanza a Zara nell'XI
classe di rango.
Banda Comunale. — Domani alle
dodici e mezzo la Banda Comunale ese-
guirà il concerto, con immutato programma,
che non potè eseguire, causa il mal tem-
po, domenica passata.
I reclami del pubblico. — Ci pio-
vono in redazione i reclami contro il si-
stema ora adottato per difendere le publi-
che piantagioni, quello cioè delle siepi
fatte di filo di ferro munito di chiodi ed
altro genere di punte aguzze.
Molti bambini ebbero già le manine
lacerate da quelle punte ; ma anche disgra-
zie maggiori potrebbero succedere. Ci si
osserva che qui non siamo a Porto Arturo,
e che d' altronde non v' è alcun Musolino
da pigliare tra noi. Si tolga perciò chillu
filu pericoloso, si sopprima un sistema
barbaro, e si provveda in qualche altro
modo a salvare le piantagioni dall' inva-
sione dei gatti, dei cani e dei bambini.
Per gli orfani Zauner. — Ecco
ancora delle oblazioni, pervenuteci a van-
taggio dei poveri tre orfanelli della Zau-
ner, uccisa, si ricorda, dal marito.
Giovanni Zurich impiegato cor. 2, in-
gegnere A. Palese 1, Giovanni Battara di
Pietro 10.
Teatro Giuseppe Verdi. — Un
bellissimo teatro per la «prima» della
«Figlia di Jorio» e un pubblico scelto
ma meno numeroso per la «replica» da-
tasi giovedì a sera. La stupenda trage-
dia pastorale di Gabriele d'Annunzio, già
ammirata per la lettura da tutto il pub-
blico colto, ha un' esecuzione lodevolissi-
ma da parte della compagnia Berti. L' e
levazione di quei semplici pastori fino al
vertice più sublime della poesia tragica
sembra talora anormale ; ma non è, per-
chè la immagine — se è squisitamente a-
^orna — non varca il confine della mon-tagna, della rustica casa, della vita pa-
storale, piena, nella terra d'Abbruzzo così
come nell'alpe dalmatica, di pregiudizi, di
usi e costumi bizzarri e di sangue. Ridir qui
la favola è superfluo e sarebbe forse pro-
fanazione. Ognuno la sa; ed ognun sa
che Gabriele D'Annunzio raggiunse e-
spressioni d' arte smaglianti di colore e
salde di rilievo in questi quadri rustica-
ni, pur dominati dal Fato ; e che, toglien
dosi alle consuete morbose magnificenze
stilistiche, togliendosi al vezzo di parlare
perpetuamente di se, facendosi sublime-
mente semplice com' è semplice e grande
la natura, produsse, finalmente, il capo-
lavoro : il capolavoro che affascina alla
lettura e che, interpretato sulla scena,
scuote, avvince, meraviglia, entusiasma.
La Varini è una Mila di Codra ammi-
rata, seppure anche nella selvaggia figu-
razione della Donna Coperta di France-
sco Michetti porti le inflessioni vocali
(quasi rantoli nello amore) di Francesca
La Mila attende un' interprete somma
che non deve avere eleganza di gesti e
di vesti : creatura reietta, abietta visione
di femmina, illuminata solo nei grandi
occhi sulla faccia oscura dall' amor nuo-
vo: torcia accesa d'amore! Ma la Varini
si inalza a vera dignità d'arte nel dia
logo d' amore dell' atto secondo : un gio
iello che non v' ha 1' eguale in nessuna
delle opere teatrali antiche e moderne :
solo degno di Sheakspeare. E pur nella
scena straziante del terz' atto, quando si
crocifìgge per 1' amor suo redentore ac-
cusandosi sortiera, ha rara efficacia di re
citazione o di passione. Applauditissima
Egualmente ammirato e plaudito il Berti:
un Aligi semplice pure nel sogno, che,
desto, lo afferra e lo tiene, pur nella vi-
sione, pur nell'amore, pure nel parricidio.
Bravissimo attore, che, forse, non dovrebbe
aver così improvvisa e affrettata la pa-
rola dopo la visione dell'angelo piangente
alle spalle di Mila. Una visione deve la-
sciar mutoli, almeno per qualche secondo ;
onde più estetico il contrasto tra 1' atto
bestiale della percossa e il dono celestiale
di vedere angioli.
Forse un po' esuberante nella emission
della voce, forse un pocolino «tiranno»
il Mascalchi, che, del resto, dà vigoroso
rilievo alla parte di Lazzaro di Rojo, ca-
poccia, e, punto dall' assillo del possesso,
riesce perfetto nella sconcia profferta a
Mila di Codra. La signora Lollio Strini,
un po' convenzionale nel primo, acquista
bella efficacia nel terz' atto, dissennata pel
tragico evento onde venne colpita la sua
casa. Le nozze d'Aligi maledette e il ma-
rito ucciso dal figlio e il figliolo Aligi
condannato a morire nei gorghi del fiu-
me, con la parricida man mozza e alle
prese, nel sacco chiuso, con un mastino
rabbioso ! Orrende visioni dopo gli orrendi
presagi !
Graziose le tre sorelle d' Aligi (Rosa-
spina e Majeroni. e Mancini) ; ma grazio-
sissima, anche nello straziante dolore, Or-
nella bella. Il signor A. Majeroni, nella
particina del Mietitore, che, ebbro di sole
e di vino, spia nella casa di Candia, si
rivela bravissimo. Par proprio, colla fac-
cia arrossata e la chiostra bianca dei den-
ti, figura staccata dal quadro del Mi-
chetti.
Gli altri attori bene : disciplinati e in
carattere. La messa in scena ed i vestiari
di una bellezza artistica notevolissima :
sicché son quadri di vita vera, non fin-
zioni piene di anomalie.
Queste due rappresentazioni del capo-
lavoro d'annunziano, dando vivo godi-
mento all' intelletto, restano lietamente
segnate, per 1' ottima compagnia Berti,
nelle cronache del nostro teatro.
Ieri a sera la interpretazione della
«Città Morta» non apparve soddisfacente
appieno e non piacque ; indisposti e svo-
gliati gli attori. Fortunatamente il libro
bellissimo del D'Annunzio venne accor-
ciato d' un terzo e l'incubo agoreo durò
meno. E mancò lo scenario con la sup-
pellettile meravigliosa, trovata nei sepol-
cri dell'Agora; suppellettile sostituita, con
poca reverenza pel pubblico, da alcuni
candelieri secessionisti (!!!) e da una ma-
schera di carta d' oro. La Varini era ed
apparve indisposta; non a posto il Ma-
scalchi. Il Berti disse con efficacia la
confessione terribile del pensiero ince-
stuoso. Applausi convenzionali al calar
della tela.
— Stasera «Rosa Bernd» di Hauptman.
E domani 1' ultima del breve ciclo.
Nuova pubblicazione. — Col pros-
simo Natale incomincierà, per ordine alfa-
betico, la stampa dell' atteso nuovo «Di-
zionario degli Scrittori del Mondo Latino»,
di Angelo De Gubernatis, e dovendo avere
il suo compimento entro il mese di maggio,
è cosa urgente che gli scrittori italiani
invitati dall' autore a fornire le loro noti-
zie, e quegli altri che fossero involonta-
un piroscafo che li avrebbe ricondotti a
Trieste. In quella sera essi cenarono a bor-
do, dopodiché uno degli operai, e preci-
samente Luigi Radinger, di anni 26, fab-
bro, si recò a terra. Quando ritornò a bordo
fatalmente causa 1' oscurità cadde nel fiu-
me. In quel punto la corrente è molto
rapida e il poveretto fu trasportato lontano.
Un collega del Radinger tentò di salvarlo,
ma inutilmente, e dovette poi lottare mol-
tissimo per potersi salvare egli stesso.
Il cadavere dell'annegato non fu peranco
ritrovato. La madre dell'infelice, che è a
letto ammalata, non sa ancora nulla del
fatto perchè i famigliari glielo nascondono
per tema d' una scossa fatale.
= A questo proposito ci scrivono da
Metcovich :
«Domenica 11 m. c. Luigi Radinger
d' anni 26 da Trieste, fabbro, provvisoria-
mente occupato sull' erariale n.o 5 dell' i.
r. governo marittimo in Trieste, ritornan-
do circa le 9 p. m. a bordo, cadde acci-
dentalmente nel fiume. L'equipaggio tutto
del detto cura-porti, udito il tonfo in acqua,
accorse in coperta ed il fuochista Caselari da
Ragusavecchia,benché vestito, e ad onta del-
la forte corrente, e della notte pioviginosa,
si gettò^nel fiume per salvare il periclitante,
ma, messosi al nuoto, non lo vide più. Il
povero Radinger annegò mentre il Case-
lari appena appena salvò la vita coli' ap-
pigliarsi ad una lanzana gettata dall' e-
quipaggio del vicino piroscafo erariale
«Porer». Il Radinger era buono ed aiuta-
va la madre vecchia ed ammalata, alla
quale pur troppo non restan che lagrime.
Il cadavere ancora non si rinvenne.»
La Lega Nazionale in Dalmazia
Pervennero al gruppo di Zara :
Per onorare la memoria della defunta
signora Anna Maria Scarpa: F. Bolis cor.
1, R. Brizzi 1, P. Brunelli 1, S. d.r Ghi-
glianovich 3, C. de Benvenuti 1, Ab. Per-
sicalli 1, A. Galasso 1, E. d.r Illiich 2,
fam. Boxin 1.50. — Per onorare la me-
moria della defunta signora Anna Can-
dias : A Zink 1, V. Crassich 1, Ab. Per-
sicalli 1.
Per aver felicemente risolto un intrigo
imprevisto in ricorrenza di giorno fau-
sto : da T. G. cor. 10.
Pervennero al gruppo di Scardona :
Per onorare la memoria del defunto
bambino Antonio Rosa: famiglia de Ma-
rassovich cor. 10, famiglie Alborghetti 2,
famiglia Filippi 5, Arturo Dudan 2, Nic-
colò Vidovich 5. — Per onorare la me-
moria della defunta signora Anna Maria
Scarpa, nata Vragnizzan : famiglia Delich
cor. 3.
* * *
Per onorare la memoria dell' adoratissi-
mo angioletto Antonio Rosa di Eugenio,
decesso a Scardona: notaio Vincenzo Rosa
cor. 10.
Aiutate tutti e sempre la Lega.
da tre giorni non vi furono combatti-
menti.
Vienna, 17 decembre. — Il par-
lamento verrà di nuovo convocato pel
3 gennaio.
Vienna, 17 decembre. — Due
ancora oggi sono le versioni sulla crisi
luogotenenziale in Dalmazia. La per-
manenza del barone Handel e la con-
vocazione della Dieta, la quale, non
potendo funzionare, verrebbe sciolta
con indizione di nuove elezioni; op-
pure la nomina del barone Handel ad
un posto elevato in un dicastero cen-
trale e quella, di nuovo, di un luogo-
tenente militare. Ad ogni modo la crisi
sarà risolta prima della riapertura del
parlamento.
Budapest, 17 decembre. — Pare
inevitabile lo scioglimento della Ca-
mera.
COMUNICATI
Ringrazio sentitamente dal più profon-
do del cuore il distinto operatore prof,
dott. Welponer, il quale, assistito dai pur
valenti medici dott.ri Brun e Silvestri,
operò mia moglie, affetta da «echinococco
peritoneale» in modo così brillante da li-
berarla dal gravissimo male e da ridonar-
la guarita, dopo la degenza di circa un
mese nel sanatorio di Trieste, all' affetto
mio e dei nostri figlioletti.
All' eminente chirurgo tutte le nostre
benedizioni.
Zara, 17 decembre 1904
Giovanni Boniciolli
montatore telefonico.
(6
Se-
riamente rimasti dimenticati nel primo
appello, avendo dato alle stampe alcun
lavoro notevole, mandino al De Gubernatis
le loro notizie, non essendo possibile, che,
quando egli incomincierà a stampare, possa
farsi altra ricerca di notizie.
Al suo invito è già stato corrisposto fin
qui in modo larghissimo ; il che promette
fin d' ora un' opera di grande utilità pub-
blica ; ma, desiderando l'autore, che la
rappresentanza dell' Italia scientifica e let-
teraria che scrive per mezzo del dizionario,
sia possibilmente compiuta, ci prega di
richiamare alla memoria degli scrittori
italiani in ritardo il suo desiderio di ren-
dere piena innanzi agli stranieri la dimo-
strazione del valore intellettuale dell' Ita-
lia, che deve starci grandemente a cuore.
A questo nuovo appello patriottico è da
sperarsi che i colleghi del De Gubernatis,
nella stampa e nella scuola, facciano solle-
cita accoglienza.
Corsi peli' innesto a secco e per
la coltivazione delle viti ameri-
cane verranno tenuti nei mesi di gen-
naio e febbraio a. v. in diversi luoghi
nei distretti di Zara, Bencovaz, Sebenico
e Knin.
A titolo di premio i commissari viticoli
potranno assegnare gli attrezzi occorrenti
per l'innesto delle viti americane ai fre-
quentatori che si saranno bene esercitati
nell' innesto.
Per ogni corso sono stabiliti 10 premi.
Parecchi proprietari di case prote-
stano a mezzo nostro contro il sistema
vessatorio dell' ispettorato d' imposta nel
voler spremere contributi maggiori di
quelli che umanamente è possibil di dare.
V' hanno proprietari di case che presenta-
no specifiche più che sincere e cui pur
non si vuol credere. E si circuiscono e si e-
scutono e si vuole che confessino rendite
maggiori di quelle che veramente hanno.
Un po' di umanità e di riguardo ci vor-
rebbe in ispecie ora che per le aumenta-
te imposte tutti si lagnano dei cresciuti
prezzi d' affitto. Cosa sono codeste inchie-
ste che sanno di polizia? 0 si vuol torre
anche la camicia di dosso ai contribuenti ?
Una fine tragica fece nel Naren-
ta il giovane triestino Luigi Radinger.
Il governo marittimo aveva inviato nelle
acque del|fiume Narenta il curaporti N. 5,
per lavori di escavo, e siccome per andare
colà esso doveva passare sotto un ponte
della ferrovia attraversante il fiume, il cu-
raporti vi fu inviato con la grua sostenente
la slitta smontata. Per montarla nuova-
mente dopo avere passato il ponte, si in-
viarono anche quindici operai addetti alla
sezione meccanica del governo marittimo
Domenica scorsa questi operai avevano fi
nito il loro lavoro e il giorno dopo sareb-
bero andati a Spalato per imbarcarsi su
Le oblazioni varie
All' asilo delle orfanello. — Per
onorare la memoria della defunta signora
Maria Anna Scarpa : Arrigo Czerwenka
cor. 1, Abelardo de Denaro 1, Carlo de
Ponte 1, Niccolò Lana 1, Antonio Carli 1,
Luca Fiorentù 1, Luigi Descovich 1, A-
lessandro Ziliotto 1, Rodolfo Pfeifer 1,
Marco Allegretti 1, Giovanni Mikulić 1,
Giorgio Kulisić 1, Demetrio Dimitri 1,
Giuseppe Decovich 1, Matteo Carpani 1.
Lino de Medici 1, Niccolò Zuviteo 10,
Pietro dott. Botteri 2, Orsolina Scarpa 2.
— Per onorare la memoria della defunta
signora Anna Candias : Abelardo de De-
naro cor. 1, Carlo de Ponte 1, Niccolò
Lana 1, Giovanni Moscovita 1, Floriano
Stipanovich 1, Giovanni Alujević 1, Gio-
vanni Bakotió 1. — Per onorare la me-
moria della defunta signora Ferri: Erne-
sto Ludwig cor. 1.
Il signor Giovanni Bonalumi per 1' an
niversario della morte di suo figlio cor. 4.
All' atto del ricevimento del resoconto
1903 dalla signora Anna Geiger cor. 8.
La direzione a mezzo nostro ringrazia
sentitamente i generosi oblatori.
3 noitrijispacci
Vienna, 17 decembre. — Notizie
dal teatro della guerra recano che il
freddo è intenso in Manciuria e che
„Una delle migliori acque
minerali saline d'esportazione".
GIUSEPPE LAPPONI
medico curante di Sua Santità il Papa
Spedizione esclusiva: S. ITngar jun. i. e r. Forni-
tore di Corte, Vienna, I. Jasomirgottstr. 4. Aqui-
stasi in ogni farmacia e drogheria.
Edit. e redat. resp. Luigi de Nogovetich
Stabilimento Tipografico S. Artale
Fratelli Mandel & Nipote
Banca Cambio-Valute
ZARA
Casa Fondata nel 1853.
Succursale della Banca Austro-Ungarica.
Raccomanda quali ottime Carte per
impiego di Capitali : Lettere di pegno
dell'Istituto di Credito fondiario dal
mato al 47a°/o — Obbligazioni Pre-
stito Provinciale Dalmate al 4% —
Lettere di pegno della Banca Com-
merciale di Budapest al 4 VaVo —
Lettere di pegno della Cassa di ri-
sparmio di Budapest al 4 % — Pre-
stito ferroviario della Bosnia-Erzego-
vina al 4 7a% ecc.
Accetta depositi di denaro, in Conto
Corrente e fissi al 4% annuo d'inte-
resse, con restituzione senza preav-
viso. Accorda sovvenzioni sopra Carte di
Valore, all' usuale tasso d' interesse.
Offre per le prossime estrazioni :
Cartelle del Credito mobiliare Aust.o 1858
Estrazione 2 gennaio 1905 — Vin-
cita principale Cor. 300,000 — in rate
mensili di Cor. 20.
Cartelle del Boden Credit 3 °/0 Aust.co II Em.e — Estrazione 5 gennaio 1905
— Vincita principale Cor. 100,000 —
in rate mensili di Cor. 10.
Croce rossa Austriaca Estrazione 2 gennaio
1905 — Vincita principale di Cor.
60,000 — in rate mensili di Cor. 3.
Presti Serbi a premi 2°l0 Estrazione 15 gennaio 1905 — Vincita principale
Cor. 80,000 — in rate mensili di
Cor. 5.
Assume Assicurazioni nei rami :
Incendi, Vita, Accidenti, furto con i-
scasso, marittimo, quale Agenzia Prin-
cipale delle Assicurazioni Generali di
Trieste.
SERRAVALLO - Olio notinole di /e-
goto di Merluzzo per
i bambini deboli e
convalescenti.
1 Banea Popolare di Zara
Agenzie Sebenico e Pago.
Cartelle a rate per I' estrazione di Gennaio 1905
Lotti Credit 1858 Vincita principale Cor. 300.000 in rate mensili di Cor. 15
140.000
50.000
50.000
70.000
Lotti Reg. Danubio 5%
Lotti Cracovia
Lotti Lubiana
Croce Rossa Aust.
Lotti Innsbruck
Lotti Salisburgo
Boden Credit II Em.
Lotti Salm
Prestito Serbo 2%
Lotti Serbi 1888 F.chi
30.000
40.000
100 000
84.000 80.000
100.000
10 6
4 2 6 6 8
10
4 2 La Banca assume 1' assicurazione di Biglietti eon e senza Lotteria con-
tro la perdita in seguito ad estrazione con importo inferiore al corso di Borsa.
La tariffa per 1' assicurazione trovasi esposta nei locali della Banca e
viene spedita a chi ne facesse richiesta.
La Banca assume a modiche condizioni in semplice custodia effetti pub-
blici, ed oggetti di valore di piccolo volume assume 1' accurata verifica delle
cartelle di lotteria depositate, procura l'incasso delle sorteggiate e dei ta-
gliandi alle rispettive scadenze.
ancora «he i termini del trattato, ben pre-
cisati a Gorizia, possano dar spesso mo-
tivo a discussiene e a proteste. •
Veloce olnb zaratino. — Martedì
14 alle ore 8 e un quarto pom. nella sala
del ristorante «Varietà» avrà luogo la
seduta generale di questo «Veloce club»
col seguente ordine del giorno:
1. Relavsione virtuale. 2. Relazione fi-
nanziaria. 3. Elezione della presidenza. 4.
Eventuali.
dalmato>albanese, che si e£Eettaerà da Trie-
ste nel pomeriggio d' ogni giovedì, verrà
abbreviata in modo da trasformarsi in una
linea postale accelerata. La linea Trieste-
Metcovich l'arà parte della navigazione li-
bera del Lloyd. Da questa linea furono
eselusi gli scali minori ed istituito in
quella vece un rapido servizio bisettima-
nale, in cui verranno toccati soltanto Se-
non si potrà dire che il cameriere ha di-
ritto di rubare perchè ha incassato poche
mancie !
Pur non vale la pena seguir l'organetto
nelle peregrinazioni tanto edificanti ; ri-
torniamo alla direzione del Lloyd.
Noi comprendiamo dunque che certe
irregolarità abbiano impressionata la di-
)itant be- I rezione; ma ncn vediamo opportuno que-
benico e Spalato e neji ritorno della linea | sto precipitarsi su degli effetti inevitabili
Metcovich A, anche Zara. | senza strapparne le radici d'onde trag-
Tutte le linee dalmate troveranno la I gono alimento. Tutta l' amministrazione ^ Decesso. — E morto in grave età il | coincidenza con i treni ferroviari, tanto a I va corretta con lungo e ponderato studio,
signor Pietro Dudan, da lunghi anni do-
miciliato nella nostra città ; uomo di mente
colta e di spirito arguto^ Uscito dalla ma-
gistratura, ed assunto l'ufficio di difen-
sore penale, egli andò vantaggiosamente
notato, per franca ed incisiva parola, in
alcuni processi politici. Ricordatissima la
parte di difensore da lui sostenuta in un
processo contro il barone Conrad, com-
plice, a Spalato, di audacissimi brogli a
elettorali. All'egregio consigliere postale
Niccolò Dudan e alla distinta signora | dacché viene adilnto a questa
Elisa Persicalli, figli amatissimi del de- ci»«- • • -
funto, le nostre più^sentite condoglianze.
Autodispaoeio. — Il «Narodni List»
si fa telegrafare da Vienna che il segre-
tario presidiale alla luogotenenza di Zara,
Trieste che negli scali intermedi.
Questo servizio del Lloyd avrà, fino a
nuora disposizione, carattere provvisorio.
Appena coli' introduzione nel servizio del
primo dei due nuovi piroscafi celeri in
costruzione per la Dalmazia, tutto l'iti-
nerario subirà una radicale riforma, ciò
che dovrebbe seguire già col prossimo
aprile.
Col nuovo anno s'inizia pure un muta- . ^
mento nella congiunzione con Venezia, | j^ommaseo a tuttofi anno decorso il signor
linea il pi- | Griuseppe Ceolin teneva 1' ufficio di econo-
tutta riformata e migliorata. Quanto poi
alle irregolarità dei dipartimenti camera
e cucina non dovrebbe vedere il Lloyd se
non sia opportuno lasciar quell' ammini-
strazione all' intraprendenza e all' inizia-
tiva privata, che pur dànno ottimi risul-
tati in altra Società di navigazione.»
Nel collegio Niccolò Tommaseo.
Dall'istituzione del convitto Niccolò
roscafo Metcovich, il quale è fornito di | ^^ questo importante istituto. Con ri-
ogni «comfort». L guardo però ai molti e difficili doveri che
Dal maggio in poi la linea di Venezia | incombono quale cassiere del locale
avrà una partenza giornaliera, e precisa- | istituito di pubblica beneficenza, ora no-
mente quattro g orni della settimana, con | tevolmente aumentati in seguito all'ammi-
sicno^ Tichv si è recato^colà in relazione I ^i®««^ durata massima di quat- | distrazione — devoluta al detto istituto — sipor iicny,si e recato coia, in reiapone l ^ j , • • notturni I della fondazione Pavaz, il signor Ceolin alia questione linguistica, invece il signor I _ ' " " I ha chiesto di essere sollevato dall' ufficio
Teatro Giuseppe Verdi. — Que-Tic^
da Za
non si è mosso, ma per un momento,
ara.
sConoittadiiio inventore. — Il gio-
vane concittadino si^or Graziano Talira
insieme al signor Romualdo Mohovich,
hanno ottenuto in data del 3 corr. dal
ministero di agricoltura, industria e com-
mercio del vicino regno, il brevetto di
privativa per sei anni, per l'invenzione
da loro fatta di un congegno da appli-
carsi alle locomotive, tendente ad evitare
gli scontri ferroviari. L' apparato — se-
condo la denominazione degli inventori —
si chiama «Dispositivo automatico di al-
larme e di segnalazione per pervenire gii
scontri ferroviari». Esso segnala automa-
ticamente ogni movimento del treno, su
cui è applicato, alla distanza di mezzo
sino a quattro e più chilometri ; e registra
contemporaneamente le segnalazioni ana-
loghe e di via libera, provenienti da altro
treno e dallo vicine stazioni della linea.
(ir inventori assicurano che le registra-
zioni del loro apparato sono di una pre-
cisione straordinaria ed escludono assolu-
tamente che vari segnali trasmessi nello
stesso tempo possano soprapporai, confon-
derai o elidersi a vicenda. Con questa in-
venzione sarebbero aboliti tutti gli altri
apparati di segnalazione ora in uso sia
lungo i binari sia nelle stazioni.
Quanto prima i due inventori faraaio
dei loro apparato un esperimento pratico.
sta sera, adunque, avremo la prima rap-
presentazione con r attrice di nove anni
Griulietta De Riso. Si dà «Cosi va il mondo
bimba mia», commedia in 2 atti dell' im-
mortale G. Grallina e «La lezione per do-
mani», nuovissimo monologo di Carlo Ber-
tolazzi scritto per la piccola attrice e
detto da Griulia de Riso. Chiuderà lo spet-
tacolo la brillantissima farsa in dialetto
milanese «Burrasca en dun dital».
Oltrecchè in Italia, e a Trieste e in I-
stria e nei teatri della nostra provincia
la piccola De Riso sollevò meritato entu-
siasmo. A Sebenico il teatro andò gremito
nelle recite da lei date ; e, nell' ultima,
venne colmata di applausi e di doni.
Cose del Lloyd. — Scrive 1' «Indi-
pendente» e noi riportiamo perchè molti
dalmati sono in servizio al Lloyd in qua-
litù di camerieri :
«E' una questione che ha suscitato non
poco scalpore nei circoli cittadini quella
dei camerieri del Lloyd. Infatti la dire-
zione del Lloyd apparisce essersi deter-
minata ad un atto ben grave quando si
rivolgeva alla polizia perchè sorprendesse
la sicura tranquillità di tante famiglie
con mattutine e notturne perquisizioni
nelle loro case.
Tra gli addetti del Lloyd colpiti da tale
misura corre la voce che a dar luogo alla
stessa sia stata una denuncia pervenuta
di economo da lui coperto per dieci anni
con generale soddisfazione.
La direzione del convitto, che suo mal-
grado ha dovuto accogliere^la^rinunzia, o
tutti i buoni patrioti hanno appreso col
massimo dispiacere la determinazione del
signor Ceolin, la cui opera indefessa, ze-
lante e disinteressata, dedicata a vantag-
gio di una delle nostre più care istitu-
zioni, è degna di essere pubblicamente ri-
cordata.
Suicidio."—IfGiovedi al| pomeriggio,
per cause ancora non bene precisate, si
suicidò a Sebenico Luigi Paut, d' anni
58, nativo da Traù, e geometra superiore
a Sebenico. E' dolorosa la tragica fine di
questo ottimo funzionario, che fu pur no-
stro buon consenziente politico. Oggi eb-
bero luogo i funerali dell' infelice. La
salma dal domicilio venne portata diret-
tamente al cimitero.
Il tempo che fa. — A Zara fa fred-
do ; e fuori, in mare, c' è stata fortuna
di bora. Anche il «Wurmbrand» sofferse
per la bora.
Naufragio di due bragozzi. — Se-
condo un telegramma oggi ricevuto, ieri
sera, in seguito a violento fortunale di
bora, due bragozzi chioggiotti, spezzati gli
ormeggi, si sbandarono sulle roccie di uno
scoglio presso Maoni vicino a Novaglia.
I pescatori si salvarono quasi a miracolo,
Antonietta ved. Bnbich 10, Maria ved.
de Zanchi 2, Gregorio Milossevich 2, Q-iu-
seppe Aiitissin 3, Venceslao Perlini 3,
Venceslao de Stermich 3, Riccardo Žo-
har 1, intendente Giuseppe Gosetti 10,
Pietro Vukich 2, Isidoro Simorina 2, cav.
Spiridione Mitrovich 2, dott. Giacomo
Ghiglianovich 5, dott. Roberto Ghiglia-
novich 5, Michele Smolian cent. 60, cav.
Antonio Gosetti cor. 10, Vincenzo de Me-
dici 2, Delich Silvio 1, Pietro Brunelli 2,
Maria Trigari-Messa 3, Giov. Giurissich
1, conte Colano Fanfognu 4, fam. di Eve-
lina Paltoni 2, Giuseppe Erzeg 1, Germa-
no ed Elisa de Benvenuti 2, Antonio Lo-
vrich 1, fam. Kirchmayer 2, dott. Antonio
cons. Rolli 4, Antonietta Rocchi 1, fam.
di Natale Mestrovich 2. • « *
Pervennero al gruppo di Sebenico:
Per onorare la memoria del defunto si-
gnor Gaspare Manos : Martino Kovacevich
(Zlarin) cor. 2, uno studente 2, F. F. C. 5,
Pietro Kovacevich 2, Emilio Beban 2, Mat-
teo Vukov fu Matteo 2, Fortunata ved.
Cicutovich 2, Stefano Macale 2, Stefano
Dean 1, Giovanni Suinca 1, Francesco
Dean 1, Stefano Kazia 1, Vincenzo Ros-
sini fu Vincenzo 1, signorina Agnese Bra-
nizza 5, Girolamo Strello 2, Antonio Bra-
nizza fu Antonio 1, Luigi Dean centesimi
50, Matteo Adum cor. 20, Girolamo Adum
10, Antonio Branizza di Antonio 1, Giro-
lama Branizza nata Dean centesimi 50,
Maria Branizza moglie di: Antonio cen-
tesimi 50.
Per onorare la memoria del defunto si-
gnor Gaspare Manos di Zlarin : Antonio
Bontempo cor. 4, Gaetano de Striseo 6,
Ugo Fosco 6, Gino Marassovich 5, Gio-
condo de Petris 10, Rocco Giadorou 2,
prof. Vincenzo Miagostovich 2, Simeone
Marin di Zlarin corone 60, Dott. Lorenzo
Dojmi (Lisea) cor. 10.
~er onorare la memoria del defunto si-
gnor Riccardo cav. Beden (Zara) : famiglia
C. Ruggeri cor. 5.
Parigi, 11 gennaio. — La popola-
zione di Fez proclamò Muley-Hafid a
sultano, destituendo Abdul-Hasis.
jmnmEjMEJii—JXILIIU-i— L_r—ITTIIT'—""
Edit. e redat. resp. Lidgi de Negovotiob.
stabilimento Tipo^rrafioo S. ArttI«
SETE
Le oblazioni varie.
Asile infantile. — La vedova ed i
figli di Riccardo cavaliere de Beden per
onorare la memoria del loro carissimo
estinto cor. 100, Famiglia Pastrovió 10,
Amalia Petricioli 10, Andrina ved. Ergo-
vaz 10, Maria ved. Karabaic 2.
La signora Culot nata Beden per ono-
rare la memoria del defunto fratello Ric-
cardo cav. de Beden ha vergato cor. 40 a
favore della Società per la prote-
zione degli orfani.
E noi auguriamo ai due giovani piena I si sa bene da che parte; ma, dicon j cercando ricovero in case di villici.
vittoria.
Malveazo. — E' malvezzo comune
alla stampa croata quello di rilevare l'an-
tico passaggio di talun nostro anziano
dalle file croate a quelle italiane: pas-
saggio che, del resto, risalendo ai tempi
dei tempi, si spiega. Ognuno sa che in-
torno al 60, al primo affermarsi di una
questione annessionista, gli animi di mol-
tissimi erano nella incertezza e quelli di
molti propensi a favorire una redenzione
iugoslava che si presentava affascinante
ad ogni spirito eletto. Molti altri invece,
i più, tenendo al partito autonomo, ave-
vano quasi intuito il futuro programma
di completa demolizione del partito croa-
to. E divenne naturale che al primo,
risoluto smascherarsi del partito croato,
essi, da una persona che negli ultimi tem-
pi ebbe a dimostrare fin troppo zelo nel
discoprire tutte le piaghe della ammini-
strazione lloydiana. Noi non ne sappiamo
nulla e passiamo oltre. Solo a noi consta
che negli ultimi mesi 1' arsenale ebbe ad
incassare circa 15,000 cor. da parte di
camerieri per oggetti comprati agli in-
canti; dunque è naturale che una consi-
derevole quantità di utensili e oggetti si
trovino nelle case dei camerieri, ma come
loro proprietà legittimamente acquistata.
Perciò il passo fatto dalla direzione del
Lloyd ci sembra alquanto precipitato e
non corrispondente alla difficoltà della
sceverazione della legittima proprietà dal-
l' illegittima, dell' acquisto dal furto : pure
noi attendiamo la soluzione della questio-
ne, certi che delle irregolarità si control-
li piroscafo del capitanato di porto que-
sta mattina partì pel luogo del naufragio.
Tlie radium cinematografo. —
Ecco il nuovo programma per le sere di
lunedi, martedì e mercoledì :
Parte I. — cSul Reno». Cinematografia
presa dal vero.
Parte II. — «Capitano Taylor». (Arti-
stica).
Parte III. — «Acciaierie di Terni». Ci-
nematografia presa dal vero.
Parte IV. — «La vita del pilota». Dram-
ma commovente in venticinque quadri.
Parte V. — «Carmencita». (Comica).
Darei non so che per sapere co-
me togliermi di dosso questo insopporta-
bile catarro. Toglierlo? Non è tanto fa-
cile cosi d' un fcmbito. Combatterlo bisogna.
per spose e sete Henneberg d:i
per sponsali
^ ^ di dazio e di porto,
di damasco
eoilene ^a-n^pìo'^i ® ncmesta.
Fabbricante di sete Henneberg in Zurìgo
arre-Mezzo infallibile
caduta dei capelli, far rinascere e crescer
gli stessi, è la mia «Pomata segreta» ove
non sia del tutto distrutta la radice dei
capelli. Signori e signore, che hanno usata
la mia «Pomata segreta» ne hanno otte-
nuto risultato efficacissimo, inviandomi
numerose dichiarazioni di elogio. Fiaschette
da 3 e 6 corono, inviare a Matteo Giur-
gievich. Spalato.
LE SEDI
— di —
Gorizia - Trieste - Pola
dell' I. & R. priv. Stabiliiento Aastr. di Credito
per Gommeroio ed Industria.
Capitale e Riserve: Corone I8S MilleiiiZ^p
Si occupano diftatte le operazioiii|di Banca
LE RECEJTISSIME
Il neoeletto bano della Croazia, ba-
rone Ranch, depose il giuramento nelle
mani dell' Imperatore.
Le conferenze riguardo le que-
stioni militari continuano a Vienna.
Oltre ai due ministri presidenti furono
ricevuti in udienza anche il ministro
comune della guerra SchiJnaich e il
ministro comune degli esteri barone
Aerenthal. Le udienze durarono a lun-
go. Tanto le udienze che le conferenze
avevano per argomento le questioni
militari.
Il ministro-presidente Wekerle ebbe
prima una conferenza col ministro della
LIBRETTI DI DEPOSITO
a rittparmio
a 4%)
L' imposi« rea lità Tiene pagata direttamente
dallo' Stabilimento
Custodia ed ammimstrazione di
valori.
Gompra-vendita
di valori nazionali ed esteri, divise e monete.
Assicurazione di Titoli
contro 11 sortesgio minimo
— Conti di Bancogir« e Conti Correnti —
T^CAHHl
d' effetti," documenti, tagliandi e'titoli estratti.
Lettere di Gredlto
Chòques — Vaglia — Asiegni.
e quando cominciarono le sevizie contro j le^anno e puniranno magari, perchè è im- invece. Nelle pastiglie minerali Sodener guerra SchSnaich e poi si recò insieme
gh autonomisti e gli italiani, molti illusi, I possibile ohe in tanto numero di addetti | genuine di Fay si ha un mezzo splendido 1 a Beck in udienza. Dopo questa We-
indignati, si mettessero a parteggiare per
gli oppressi, mal tollerando, sopratutto, il
proclamato ostracismo della lingua ita-
liana. Si capisce il rimarco ad un italia-
no di essersi gettato nelle braccia del
partito croato, di un partito, con cui tutto
aveva da guadagnare e nulla da perdere ; ma
in verità non si sa qual rimarco si possa
fare a chi — pur prevedendo ogni onni-
potente ostilità croata, pur sapendo di
non poter conseguire, ma in nessuna gui-
sa, nè lucri, nè onori — si affigliò, in per-
fetta cofcienza di bene, al nostro partito.
per estirpare completamente il catarro più
ìbbe
^ genuine ai Fay si ha un mezzo splendido
ad un'amministrazione non ci sieno dei di- '
sonesti, ma altrettanto certi che la rete
cosi precipitosamente calata per 1' agguato
ha tratto per la sua trama anche degli
immeritevoli di cosi poco onore.
L'unico impaziente in questa questione
. . _ _ Delegazioni _ _
lai chiaramente risolta, i ca- | Vendita all'ingrosso presso Francesco Meli, | j.ii. ^«„.Up, ^airli ufficiali non fn nnato
merieri sono tutti ladri, e son tali perchè | Trieste. (2) | UttlCiall non lU pOSlO
il Lloyd ha il torto marcio di pagarli • discussione.
ostinato, e di questo mezzo ella dovre
far uso. Ad ogni modo, un esperimento
non viene a costar troppo caro, perchè
con cor. 1.25 si può avere in qualunque
farmacia, drogheria o deposito di acque | presidente austriaco sulle questioni delle
li, una scatola di queste pastiglie. | Delegazion e rilevò che V aumento
Dopo questa
kerle conferì con Beck nel palazzo
ungherese per circa una ora. Finita la
conferenza Wekerle comanicò ai gior-
nalisti di aver conferito col ministro-
male.
Anzitutto vogliamo notare l'errore e-
norme di questo organo, il quale d'innanzi
ad una questione di si gran momento in
cui tante responsabilità sono in gioco, e
tante integrità d'uomini sono poste in
dubbio, risolve il dubbio in senso cosi de-
cisamente sfavorevole agli incolpati, fa-
cendoli, prima degli incaricati dell' in-
chiesta, dei ladri. Poi noteremo quale sen-
so morale addimostri l'organo medesimo
cipali non abbiano aderito all' invito della | nel giudicare certi fatti umani : noi non
direzione della «Società fra commercianti». | crediamo che sia del programma socialista
Il maggior riposo chiesto dagli agenti è | la predicazione della morale, pure ci pare
cosa equa, umana, tale da non pregiudi- | che sia contrario a quel contenuto d' idea-
care menomamente gli interessi dei prin- | lità e di perfezione morale che c' è nel
cipali, la grande maggioranza dei quali | programma socialista la predicazione del-
è persuasa esser finiti per sempre i brutti | l'immoralità ; massime queste tutte degne
tempi nei quali gli agenti erano trattati | di quel socialismo decadente e annaspante | gli
press' a poco come schiavi, adibiti ad un | in cerca di una via, di un metodo, d' un | Vi
• • T • I consiglio d'onde si sond sprigionate. •
Dunque è naturale che un operaio rubi
Sovvenzioni e prestiti
sopra Carte di valore - Azioni - Biglietti dì lot-
"~"tena — Merci - Warrants - Navigli ecc.
salutar« tóoiroìe affszioni diti« vit
talratorkiiBilo stan»eo e dilla vaactea.
Depositi nelle farmacie e prene Giorgio Brdić e
Spiridione j^Brčić in Zara.
La Lega Nazionale in Dalmazia| ^ nostfi AÌSP8CCL
Il luogotenente. — Si asserisce con
certezza che, tra breve, S. E. il luogo-
tenente della Dalmazia Nardelli tornerà a
Zara a riprendere il suo ufficio.
Le ragioni di un agente. — Ri-
ceviamo e pubblichiamo : «E' stato vera-
mente deplorevole che tatti i signori prin-
avoro accasciante. In ispecie gli agenti
in commestibili dovrebbero avere un ade-
guato riposo pel pranzo e non esser co-
stretti ad ingoiare i pasti, in fretta ed in
furia, in un retrobottega. fAnche pel n
se è mal pagato! Ma un operaio onesto
che sa di non poter viver di una profes-
sione se non rinunciando alla propria one-
Pervennero al gruppo di Zara:
In occasione del concerto a favore della
Lega ai 5 corr. dal signor Spiridione Ar-
tale cor. 10.
Per onorare la memoria del defunto si-
gnor Riccardo cav. de Beden : Dante In-
ghini cor. 2, Pietro Valenti 1, Giuliano
Gaus 3, fam. dott. Eugenio Rolli 5, dott.
Nilo Bugatto 3, Arnoldo Galasso 1, Gra-
zia Mircovich 1, Ottone Mayer 2, Osvaldo
Vezil e consorte 2, Pietro Piasevoli 2,
Antonio Matulovich 1, famiglia Palisca 4
Antonio Mestrovich 1, Eugenio Marinco-
vich 4, Giuseppe Petz 2, Celestina To-
niatti 2, Benedetto Bartulovich 2, fami-
lia Giaoomoni 2, Giuseppe Franck 1,
incenzo Bonicelli 1, Alfredo Brainovich
2, famiglia Descovich 2, Giuseppe cons.
Bressan 2, Orlich Stanislao 2, Doimo Al-
lacevich 2, prof. Vitaliano Brunelli 2, d.r
Simeone Ghiglianovich .",10, Giorgio Ven-
turini 2, famiglia Michieli de Vitturi 2,
Berlino, 11 gennaio. Il parla-
mento prussiano respinse contro i voti
dei liberali e dei polacchi le proposte
riforme elettorali.
Le dimostrazioni socialiste trascor-
sero in ordine.
Sofia, 11 gennaio. — Il deputato
Strachimirow, tenuto in carcere, inqui-
sito perSl'uccisione di Sarafow, si pro-
pose di lasciarsi mancar di fame, onde
sollecitare il suo interrogatorio.
NESTLÈ
FARINA LAHEA per
larranH« convaleecenfl.
malati dì stomaco.
Contiene del miglior latte alpint
rdeifdiii0Rtodeiiidinbtiilii»ia9i
Vienna LBiberstrasse 11.
poso'domenicale pareva che dovesse croi- | stà, rinuncierà piuttosto a quella profes- | baronessa Vittoria Lettis 2B, Antonio cons.
Iure il mondo; ma e poi si è veduto che | sione. i • , | Carlo Kiswarday 2, Gior-
nessun danno sostanziale ne derivò ai | Questa e umana gentilezza, quale noi la | gio Tamino sen. 2, Tiburzio Allacevicù 2,
proprietari. Si accettino gli uffici conci- | vogliamo veder brillare sempre sull'ascen- I dott. Pompeo Allacevich cent. 50 Remi-
iflff«; o vagirà «nn aoddisfàzione di | dente cammino dell umanita; 1 organo del | gio Bugatto e_fam. cor. 2, d.r Ernesto Nagy
BYRRH
ò un vino corroborante il quale a cagione delle sue proprietà igieniche a buon diritto
non dovrebbe mancare in alcuna casa.
N. 6 violet fréres Thuir (Francia)
iativi e si vedrà, con soddisfazione^
tutti, che si potrà andar facilmente d'ac-
cordo. «un agente a nome d'altri.»
socialismo triestino pare non abbia cosi | 2, famiglia Mandel 5, fratelli Simeone ed
delicato il senso della perfetta vita umana. | Antonio Stipanovich 5, Filippo Gazzari 2,
Quanto poi ai camerieri, la struttura | Biagio Urschitz 1, Carlo Bertuzzi 1, fam.
Nomine. — Il ricevitore d' imposte a | (jella loro professione è tale che la paga | Bauch 10, Cleto Rossi Sabattini 2, fam.
Curzola Giorgio Trojania venne nominato | piccola che loro si dà non è che il rico- | Ottaviano Raimondi 2, Oscar Randi 2,
ricevitore suoeriore delle imposte neir Vili | noscimento del vincolo di dipendenza tra | Antonio Rossi Sabatini 3, Domenico Ve-ricevitore superiore delle imposte
classe di rango.
Servisio del liloyd per la Dal-
maaia e Venezia. - Col primo gen-
naio sono entrati in vigore i nuovi itine-
rari del servizio dalmate del Lloyd. Le
linee celeri non subiscono alcuna altera-
aione, mentre nelle linee merci vengono
introdotte notevoli migliorie. La inea
principale e addetto; la fonte da cui essi | zil 2, de Medici dott. Ugo 2, G. Batt.
traggono il loro profitto restano sempre | cons. Filippi 5, dott. Luigi Ziliotto 10,
«le mancie». 1 Giulio Leibl 2, Venceslao floÉfmann 1,
Il principale che dà la paga e l'addetto | Edoardo Varda 2, Matteo Gardun 5, Fran-
che la riceve sanno l'esiguità della mede-1 cesco Salghetti Drioli 5, Niccolò Cattich
sima, ma contano tuttedue sul reddito del- | 5, fam. Zohar 2, Egidio Gallessich 1, Fran-
l'incerto guadagno : cosiffatta è la strut- * cesco conte Borelli 6, Rodolfo Inchiostri
tura della professione di cameriere. Onde : 2, Pierina Kouf 2, Guglielmo Maupas 1,
AN conrro il
Scarola
40 H
raffreddore
fesra
sità italiana a Trieste, si misero a
gridare come se le vespe di tutto un
alveare li avessero punti.
Ora ecco che 1' on. Bugatto giudica
i «cari» amici sloveni coi criteri più
mordenti e li bolla nella loro ingordigia
in questi termini:
cMa quel che non fa più il gover-
no perchè sembra essere venuto a
miglior consiglio — lo fanno ora altri
con tanto maggior zelo, cioè i nostri
vicini sloveni, che si son presi V as-
sunto di fare la parte di manigoldi in
casa nostra. Il malvolere, con cui è
trattata la nostra questione universita-
ria, è dimostrato dal modo con cui
tutti i partiti trattano la questione
della sede della nostra Università. Co-
me il governo non ebbe mai il corag-
gio di dire apertamente «non voglio
saperne di un'Università italiana» così
non si trova neppure alcun partito il
quale neghi la legittimità del nostro
postulato».
Ma in quanto alla sede? Dubbi e
restrizioni e dinieghi che denotano il
malanimo sloveno e fanno il giuoco
del governo.
E l'onorevole Bugatto chiama gli
sloveni «amici dai quali ci guardi Id-
dio» poiché sostengono che assoluta-
mente l'Università italiana non deve
sorgere a Trieste, perchè già conside-
rano Trieste come terra slovena (1!)
Ma il dott. Bugatto non si limita a
considerare l'opposizione in massa dei
tedeschi che non la vogliono nel Ti-
rolo, uè a Vienna; e il dott. Bugatto
fa bene a non insistere nemmeno su
ciò, mentre le esperienze di Innsbruck
e di Vienna devono aver fatto capire
l'impossibilità di quelle sedi anche al
governo. Si sofferma invece alla oppo-
sizione degli sloveni e dice :
«E qui mi permetto d'esporre l'opi-
nione, che l'opposizione degli slavi sarà
la più facile a vìncersi. Il conglome-
rato dei rappresentanti di tre naziona-
lità, che si chiama Unione ju^roslava,
colla dichiarazione letta dal deputato
Fon sulla questione dell' Università ita-
liana, si è segregato dal consorzio delle
persone colte, e si è rivelato sotto luce
sfavorevole al cospetto di tutto il mondo
civile».
E continuò, osservando che certe ami-
cizie sono «ipocrite» e citò ad esem-
pio appunto quella del Fon sloveno,
che, mentre prima votava a favore del-
la istituzione dell' Università italiana,
vota ora contro la Università italiana
a Trieste.
Come abbiam detto, riporteremo in-
tegralmente il discorso dell' on. Bu-
gattto nel prossimo numero.
:il Corriere ^la provincia
Da Sebenico.
Spari e gazzarre. — Lo scan-
dalo degli sparì per le vie della città neir ottava del Natale si è ripetuto
anche quest'ann#. Un vero pandemo-
nio, indegno di un paese civile. Ma
che non si possa una buona volta met-
tere un freno a queste indecenti bal-
dorie, che danno adito a gravissimi
abusi? L'arma in questi giorni diventa
un giocattolo lecito in mano della ra-
gazzaglia e dei teppisti, che ne appro-
fittano per isfogare i loro istinti bru-
tali. Si spara dovunque, senza riguardo,
anche nei centro della città; si intimo-
delia Dalmazia il Regolamento annesso al
presente Decreto.
Art. II. Collo stesso giorno vanno pure
ad esser messi in attività la Corte di Ap-
pello in Zara, i due Tribunali di prima
istanza civile e criminale in Zara e in
Spalato, ed i Griudizi di Pace secondo le
rispettive attribuzioni e lo scomparto Ter-
ritoriale portato dal Hegolamento mede-
simo.
Art. III. Per ora, e sino a tanto che
non venga dalla Sovrana Autorità diver-
samente disposto, restano in osservanza le
leggi, statuti, ed i metodi di procedura
civile e criminale, che sono già vigenti,
in quanto che però questi non si oppon-
gano al disposto dell'annesso B,egolamento,
ed agli altri di pubblica amministrazione
già pubblicati.
Art. IV. Dal giorno suddetto cessano in
conseguenza dalle loro funzioni 1' attuale
Tribunale d' Appello, i Tribunali di prima
istanza, i Dirigenti e loro Assessori, e gli
attuali Giudizi di Pace, e cessano pure in
qualunque persona o corpo la giurisdi-
zione, facoltà e prerogative che per og-
getti civili, criminali e di polizia venis-
sero esercitate, e che fossero loro state
attribuite da qualunque precedente Rego-
lamento ; dovendo ogni autorità giudiziaria
unicamente concentrarsi sino alla defini-
tiva Sovrana disposizione ne' Tribunali e
Giudizi coll'annesao Regolamento stabiliti.
Zara, dal Palazzo Provveditoriale li
27 ottobre 1806.
risce la gente, si rompono vetri, e si
finisce col cacciare a qualcuno nelle
ossa delle graziose palle di revolver.
Ciò è accaduto appunto negli ultimi
anni. Perchè, sembra iacredibile, è tol-
lerato perfino l'uso delle rivoltelle ca-
riche a palle!
Un minuscolo avviso comunale, af-
fisso agli albi, minaccia i coatravven-
tori ; ma viceversa la polizia urbana
Qon sente e non vede nulla. Ciò peral-
tro non desta stupore, perchè all' iner-
zia della polizia si è abituati.
Ci sorprende piuttosto che l'autorità
politica non intervenga energicauieote
in questo brutto affare, e che i gen-
darmi non se ne curino affatto. Se la
sconcia abitudine è stata tolta in Bosnia
e nelle borgate dil montano, vi deve
essere, vivaddio, un mezzo per farla
smettere anche da noi. Questo avver-
timento valga almeno ad impedire che
lo scandalo si rinuovi durante i giorni
delle feste.
Giocond« de Petris, il nestore dei
notai di tutta la monarchia, venne testé
insignito della croce di cavaliere dell'Or-
dine di JFrancesco Giuseppe. Per iniziativa
di parecchi amici, la nostra J^anda citta-
dina sere or sono concertò sotto la sua
casa, e nella Piazza S. Giovanni vennero
accesi dei fuochi bengalici.
La morte di Francesco cav. Maz-
zoleni, che illustrò nell' arte la patria
e sovvenne pili volte i poveri della città
con memorabili concerti, venne appresa
con generale rammarico. Nel gioì no dei
funerali, il teatro, che porta il suo nomo,
espose la bandiera abbrunata in segno di
lutto. »
Furto. — La notte della scorsa dome-
nica ignoti malfattori penetrarono nel sa-
lone cinematografico, a])propriandosi dei
dischi contenenti le pellicole di un intero
programma. In seguito a ciò l'impresa fu
costretta a sospendere per un giorno Je
rappresentazioni. Il danno è di circa mille
corone.
Telefono. — Sono cinque anni che il
ministero ordinò le pratiche per l'impianto
di una rete telefonica urbana, e non si sa
perchò il progetto non viene messo in e-
sticuzione. Gli abbonati si sono inscritti
già da tempo, le formalità tecniche per la
trazione dei fili sono oramai esaurite: dun
que che cosa si aspetta? Eppure è indi-
scutibile che il bisogno del telefono si fa
sentire sempre più col sorgere di nuove
industrie e con la crescente espansione
della città.
Scuola reale. — Pare che dopo tante
insistenze sia stata decisa 1' istituzione di
una scuola media, ma non si sa ancoia se
sarà una scuola reale o un ginnasio-tecnico.
La scuola dovrebbe aprirsi entro poclii
mesi.
Dandolo Seopoli
Segretario Crenerale
CRONACH^ITALIANE
La navigazione interna dell'Alta Italia.
Tra le manifestazioni di vita pubblica
industriale che più evidentemente mostrano
il continuo progresso dell' Italia sono certo
da annoverarsi lo comunicazioni. Esse
hanno uno sviluppo quanto mai celare e
ammirabile. Una delle migliori prove di
questo progresso italiano sono le comuni-
cazioiy fluviali dell'Alta Italia.
A Milano si sono da non molto tempo
costituite, e vi hanno sede, due Società
per la navigazione fluviale, promosse e
dirette entrambe dal comandante signor
cav.Vincenzo Biancardi. Esse sono: la «So-
cietà Anonima per la Navigazione Interna»,
col capitale di 1,000,000 ; e la «Società A-
nonima per la Navigazione Pluviale-Ma-
rittima S. Marco», co-I capitale di L. 500,000.
Gli abruzzesi contro il giornale viennese
la «Seit». — Ci è pervenuto da Chieti un
numero unico Abruzzo forte e gentile nel
quale sono contenute la protesta e le firme
di oltre duemila cittadini abruzzesi contro
il giornale la «Zeit» la quale parlando con
la trivialità e la volgarità consuete nei
giornali viennesi quando parlano degli stu-
denti italiani aveva detto che questi ave-
vano usato metodi abruzzesi.
Hanno sciritto, a protesta, i u questo nu-
mero, il Croce il Masci, il Guelfi, l'Alto-
belli e 13'Annunzio, che ha telegrafato a
Pescara :
«Quanto onore volete fare ad un povero
gi'zzettiero ignorante! Non vi giova dipar-
tile dalle consuetudini paesane delle poche
parole. Anche al vecchio cinghiale di
Abruzzo può toccare il dignitoso motto
malatestiano : Non timeo culices. Salute a
tutti tì lode ai taciturni dalle spalle quadre».
Il giornale «Zeit» s' è scusato, dicendo
che la colpa non è sua, ma della lettera-
tura che ha messo in voga il termine. Noi
crediamo ohe la protesta abbia in ogni
caso valore, e perchè la «Zeit» ha usato
la frase parlando esplicitamente di italiani,
trovandola ci®è adeguata al fatto <; agli
studenti, conveniente per indicare quella
villania che voleva usare, e perchè può
servir di modello e d'esempio contro la
burbanza insolente e volgare di certi gior-
nali di Vienna.
Un lutto nel giornalismo. — Con la morte
di Ugo Pehci, pubblicista e letterato, spi-
rato a Bologna dopo una vita di lavoro
patriottico, generoso, proficuo, venne fatta
una perdita grave.
Ai suoi funerali avvenuti l'altro di a Bolo-
gna, che diedero prova palese delle esti-
mazioni in cui era tenuto, vennero dette
nobili parole, rivolte a lode di questo
forte atleta della stampa italiana, quando
il giornale era arma poderosa nelle lotte
epiche per la libertà.
Ecco come lo descrive un collega in
giornalismo :
«Il giornalista, il lavoratore indefesso,
tenace, paziente, instancabile, che muore
dopo aver scritto poche ore prima ancora
una pagina, l'ultima, nella quale traspare
la tristezza forse della prossima fine, sen-
tiva e giustamente più di cento altri lo
spirito patriottico del suo tempo. La gio-
vinezza sua si era animata agli ultimi
fragori dell'armi, il suo spirito fortificato
all' esempio delle più belle virtù che sanno
guidare al sacrificio e che non vedono o-
staooli al compimento di un dovere. E
questo suo spirito battagliero mantenne
sempre nell' opera giornalistica, compiuta
con fervore d'apostolo dal 1870 sino a
ieri, nel «Fanfulla», nella «Gazzetta d'I-
talia», nel «Corriere della sera», nella «Per-
severanza», nella «Gazzetta dell'Emilia»,
nel «Giornale d'Italia» e nelle più accre-
ditate riviste del nostro tempo».
£a CL^n aca
Sarebbe enorme! — In arguito
alla riforma delle cancellerie — rifor-
ma già seguita in altre provincie e nel
ramo politico — col primo dell' anno,
a quanto si dice, verrà soppresso il
protocòllo unico, generale degli esibiti,
alla luogotenenza dalmata, mentre gli
atti verranno assegnati in via diretta
ad ogni singolo dipartimento e da que-
sto protocollati.
Ora si assicura che, col primo del-
l'anno, questi protocolli dipartimentali
verranno tenuti esclusivamente iu lin-
gua croata.
Per quanto scettici, non possiamo,
non vogliamo ancora credere a questa
innovazione linguistica, che riuscirebbe,
senz'altro, una mostruosità^ Se in questo periodo di studi, di
progetti e di trattative per la regola-
zione della questione linguistica v' ha
autorità che debba evitare, ma scrupo-
losamente, qualsiasi innovazione, questa
è senza dubbio l'eccelsa luogotenenza:
il fattore, cioè, che di questi studi e
di questi progetti e di queste trattative si è fatto sempre T iniziatore.
La luogotenenza, eoa la ricerca di
una soluzione della questione lingui-
stica, che abbia a soddisfar tutti, rico-
nosce implicitamente, assolutamente, la
impossibilità di osare qualsiasi per quan-
to lieve innovazione.
Se, adottando la massima del sic
volo sic jubeo, e per saziare le ingorde
canne del partito croato, si stabilisce
in violenza un simile precedente, — a
quale scopo — si chiede — i progetti, le
conferenze e P obbligo di studio e di
riferta da parte dei singoli partiti ed
ispecie del nostro, che, nel caso con-
creto, sarebbe stato maledettamente tur-
lupinato ?
Se si voleva la croatizzazione all' in-
fuori della legge e di ogni trattamento
ufficiale, così come volevano una cosa,
in un tempo, lo czar ed il sultano, non
si dovevano incomodare tante brave
persone, uè fare la miseranda comme-
dia delle conferenze e dei tentativi di
accordo.
Si proclami una buona volta in ukase
la croatizzazione completa, e dato, cosi,
un saggio linale del trattamento fatto
agli italiani dal governo, la si finisca
anche una buona volta con le inutili
parate.
Ma, ripetiamo, non vogliamo amcora
creder vera quest'innovazione arbitra-
ria e staremo a vedere.
Veoohi peccatori. — Mentre pur
tra i croati v'hanno confortevoli voci
di riconoscimento al nostro diritto uni-
versitario a Trieste, e nel fervore dei
nuovi atteggiamenti politici v' hanno
slavi che considerano da un punto di
vista ben altrimenti elevato una possi-
bile ed utile intesa tra italiani e slavi,
— quel vecchio peccatore che è il si-
gnor V. M. di Spalato divaga in consi-
derazioni d'alta politica ed in minute
ostilità contro di noi — solazzevoli le
une e ìe altre e raccolte con gran zelo
dal <Narodni List», beato quando può
ritornare acrimonioso e volgare contro
gli italiani.
Non occorre possedere la profonda,
immarcescibile scienza politica dell'on.
M. per capire una cosa sola : che i
vecchi croati del suo stampo non hanno
mai saputo sottrarsi alla voluttà di fare
i gendarmi austriaci, e che coi gen-
darmi, ma è certo, un' eutente non è
neanche da immaginare.
E pare impossibile! Ogni qual volta
una voce o una tendenza slava si ma-
nifesta favorevole a quest'ew^ewfe (che,
a conti fatti, ed elevandoci proprio ad
un altissimo punto di vista politico,
potrebbe riuscir mille volte più van-
taggiosa agli slavi che agli italiani) il
gerocomio tabaccoso e fegatoso del
«Narodni] Li8t> si mette a guaire, a
protestare, a dirci di no: erede di mez-
zo secolo di rancori.
Ma si tranquillizzi, l'on. M. Non da lui,
nè dal verboso commodoro del «Narodni
List» noi chiederemo riconoscimenti ed
offerte di pace. E' deplorevole solo, e
non per noi, che vi siano dei giovani,
i quali, pur potendo ricevere luce da
nuovi orizzonti, seguano, senza sapere
il gran male che fanno a sè stessi, la
dottrina di questi vecchi peccatori
induriti!
Le feste di Natale. — Poiché ve-
nerdì e sabato ricorrono le feste di Na-
tale, il prossimo numero avrà wn supple-
mento, e sabato non escirà il giornale.
Società dei Bersaglieri di Bor-
go-Eriaszo. — La patriottica società dei
forti e simpatici bersaglieri di Borgo-E-
rizzo inizia domenica alle 3 pom. la serie
dei suoi trattenimenti sociali. Come gli
anni scorsi, cosi anche quest'anno, nume-
rosi saranno i cittadini che prenderanno
parte a questi lieti convegni di danza —
tanto più che il carnovale è alle porte. I
trattenimenti domenicali della società dei
Bersaglieri di Borgo-Erizzo promettono
di riuscire animatissimi e brillanti. I con-
vegni saranno inoltre un nuovo segno della
fraterna cordialità che regna fra la città
ed il piccolo, ma forte Borgo-Erizzo.
Il ballo degli studenti accade-
mici. — Carnovale è alle porte e già si
costituiscono i comitati per i grandi balli
della prossima stagione cai novalescn. Di
questi giorni s' è costituito il comitato per
il grande ballo mascherato che gli stu-
denti accademici organizzano a vantaggio
del fondo sussidi della «Società degli stu-
denti italiani della Dalmazia».
In tutti è il ricordo della splendida le-
sta giapponese dell'anno scorso; e non v' ha
dubbio che anche quest'anno il ballo degli
studenti accademici sarà la festa della
gaiezza e del vibrante patriottismo gio-
vanile.
Società Filarmonica. — Il concet to
coramoraorativo il cinquantesimo anno di
esistenza sociale avrà luogo mercoledì 23
corrente alle 8 pom. Apprendiamo con pia-
cere che vi prenderà parte anche la di-
stinta dilettante signora Ines Cronia, la
quale qtiantunque colpita da recente lutto
famigliare non potè resistere alle vive in-
sistenze della direziono, che non sapeva
adattarsi di restare priva per questa cir-
costanza dell'apprezzata e tanto desiderata
sua cooperazione.
Ecco il programma della serata:
I. «La filarmonica di Zara nei primi cin-
quant'anni di sua esistenza». Conni storici
del prof. Vitaliano Brunelli.
II. A ricòrdo del concerto inaugurale di
cinquant'anni addietro verranno ripetuti
il primo e l'ultimo numero di quel pro-
gramma :
1. Ouverture nel «Gruglielmo Teli» del
maestro Rossini sul pianoforte a quattro
mani : signora Maria de Paltoni e maestro
Antonio Ravasio. (Esecutori del primo con-
certo i signori Giuseppe dott. Nagy e mae-
stro Antonio Ravasio).
2. Preghiera finale con coro nell'op. «Gli
ultimi giorni di Suli» del maestro Ferrari.
Signor Giovanni Billich, dilettanti ed al-
lievi. (Esecutori del primo concerto i si-
gnori Michele dott. Milcovich e dilettanti).
Verdi. — «Don Carlos», gran aria di
Filippo, per basso, signor Ramiro dott.
Gazzari.
III. 1. Weber. Sinfonia «Oberon». — 2.
Verdi. «Emani» scena e cavatina per ba-
ritono signor G. Billich, — 3. Verdi. «La
forza del destino» aria di Eleonora, signora
I. Cronia. — 4. Schumann. «I due gra-
natieri» romanza per basso signor R. dott.
(irazzari. 5. Verdi. «Il Trovatore» scena,
aria e miserere per soprano, tenore e coro,
signora I. Cronia, signor G. Alesani o
dilettanti ed allievi. — 6, «Nabucco» core
d'introduzione, dilettanti ed allievi.
A piena orchestra.
Promozione- — Il nostro comprovin-
ciale, benemerite direttore della «Società
di soccorso degli studenti italiani della
Dalmazia» in Vienna, dott. Giovanni Iva-
nissevich, segretario di finanza alla dire-
zione generale della regia di tabacchi, è
stato promosso consigliere di finanza. Con-
gratulazioni.
li* on. Bulicli urge la verifica delle
sue elezioni. Vuole luce,,gran luce: Baiar-
do elettorale in collarino violetto. Ma lo
si accontenti, per l'archeologico Giove 1
Si sono verificate e placitate tante por-
cherie elettorali che una verifica di più
non può scandolezzare nessuno.
Per l'albero della Lega. — La
soscrizione per 1' albero ideale va a gon-
fie vele. In provincia circolano le liste e
tutti danno 1' obolo loro. Constatiamo con
piacere che mai invano si fa appello, ih
nome d:lla Lega, ai nostri consenzienti.
Date, date sempre alla Lega: in nome
del nostro carissimo idioma combattuto 1
Finora ci pervennero queste oblazioni
per r albero :
M. Luxardo cor. 20, F. Salghetti-Dnoli
10, R. Trigari 5, dott. Eugenio Rolli 5,
dott. G. I. Boxich 20, Enrico cav. de Schon-
ield 5, dott. Luigi Ziliotto 10, i licenziati
del ginnasio italiano dell' anno 1907-8 co-
rone 200, Giuseppe Tebaldi (Smilcich) 10,
Pietro Botteri (Milnà) 4, Manfredo Persi-
calli 20, Elisa Persicalli 10, Pietro Per-
sicalli (Monacò) 5, Giorgio Venturini 3,
N. N. (Spalato) 20, Lauro Galzigna (Arbe)
cor. 10.
11 discorso delFon. Bugatto.
Pubblicheremo a supplemento del prossimo
numero il notevolissimo discorso pronun-
ciato giorni sono alla Camera dall' on.
Bugatto.
Festeggiamento. — Il 22 corrente i
serbi ortodossi di Zara festeggeiunno, con
messa solenne e alla sera con un concerto
nel casino serbo, il primo centenario della
ottenuta libertà religiosa, e dell' istituzione
del vescovato ortodosso dalmate, procla-
mata il 22 decembre 1808 dal governatore
Dandolo in Zara, per ordine di Napoleone ì
imperatore dei francesi e re d' Italia.
Per la navigazione di cabottag-
gio. — Secondo .una notizia del «Neues
Wiener Tagblatt», sarà finalmente soddi-
sfatto un desiderio nutrito già da molti
anni dalla navigazione di cabotaggio au-
striaca, avendo il ministero del commer-
cio disposto che si sottoponga a una ra-
dicale riforma il servizio finora tanto tra-
scurato delle lanterne lungo le coste del.
l'Istria e della Dalmazia.
Già pel 1908 è stato accordato un credit»
suppletorio di 150.000 corone, e dentro
qncìsto stesso anno sarebbero attivate 41
lanterne, applicando le più recenti espe-
rienze della tecnica dei fari.
Meno male! Almeno saremo illuminati!
La fame in Dalmazia. — Se gli
stessi giornali viennesi si occupano della
carestia che regna in Dalmazia, recla-
mando provvedimenti dal governo, vuol
dire, proprio, che le condizioni di nostra
miseria sono eccezionali.
Si rileva come per la siccità siano man-
cati i raccolti e come la sovrabbondanza
abbia deprezzato il vino. Insufficiente il
ricolto delle olive e la pesca giovevole a
un limitato numero di famiglie.
La fame, nel cor dell' inverno, picchierà
alle porte di moltissime capanne dalmate.
Il rimedio ?
Ci vorrebbero i milioni promessi dal ba-
rone Beck; oggi divenuti — per cruda
ironia! — più leggendari di quelli del
Conte di Montecristo.
Il molo della sanità di Trieste
per le linee dalmate. — Sotto la
presidenza del luogotenente, principe Ho-
henlohe, la commissione triestina ai traf-
fici tenne una seduta, in cui si discussero
parecchie questioni d' attualità. Destò ge-
nerale interesse la proposta approvata al-
l'unanimità di facilitare il movimento dei
piroscafi per la Dalmazia nel porto di
Trieste, adibendo a loro uso particolare
oltre al molo Giuseppina anche il nuovo
molo della Sanità. Il molo della Sanità
dovrà essere perciò munito quanto prima
passibile di rotaie e di tutti gli altri im-
pianti necessari per 1' approdo e la sca-
ri(!azione.
Bella imparzialità! — Anche il
«Narodni List» accenna a deplorevoli ec-
cessi commessi a Sebenico da militi della
Territoriale, ad offesa e paura della popo-
lazione. E nel cenno, com' è naturale, di-
fende questa contro i militi, invocando
pravvedimenti da S. E. il Comandante
militare.
Ma quando consimili e peggiori ecce-
denze avvennero a Zara, il «Narodni
List» prese le parti degli ec(;edenti, ca-
pace, domani, di ripetere la difesa, o di
far peggio ancora.
Ma Zara — si sa — non è Sebenico!
Ad nn grande artista. — Nell'im-
minente gennaio si festeggerà l'ottantesi-
simo genetliaco di Tommaso Salvini, uno
dei più grandi attori drammatici d'Italia.
Per iniziativa del podestà di Trieste,
anche la Regione prenderà parte allo di-
mostrazioni di onoranza; dimostrazioni cui
si assoderà pure la nostra Zara a mezzo
della direzione del Teatro Giuseppe Verdi,
La «Dalmazia Agricola». — L'ul-
timo fascicolo di questa interessante pub-
blicazione, che raccomandiamo ai nostri
possidenti, contiene:
I rimedi contro la mosca (dearia e le
cure dovute agli olivi. — 11 consumo e
la ricerca del legname. — Il nuovo prato
«tipo» e la potassa. -— Del travaso dei vini.
— «Notizie dai campi e dalla fattoria»:
La carestia nel nostro contado; Le farine
esenti da dazio ; Piante utili per terreni
paludosi ; Vantaggi dell' acido citrico sul
tartarico nella cura dei vini ; Trapianto di
alberi; Il latte ed il formaggio vegetali;
Cera per bottiglie.
LnogM comuni. — Quando gli ono-
revoli del partito nazionale croato, i vecchi,
sapranno liberarsi dalla manìa di infarcire
tutti i loro discorsi di lu-oghi comuni con-
tro gli italiani?
L'on. Ivanissevich — in pieno parla-
mento — ha fatta la strabiliante scoperta
chele scuole della fLega Nazionale» sna-
zionalizzano gli scolari.
Ma guarda un po'!
Crede l'on. Ivanissevich, che i ragazzi
che a casa, col babbo e la mamma, par-
lano l'italiano, abbiano diritto all'istru-
zione italiana?
Si? Ebbene: favorisca di assister con
noi all'uscita dalle locali scuole popolari
tedesche e croate dei ragazzi e del e ra-
gazzine : e udrà — cosa strabiliante! —
('.he quasi tutti parlano il nostro dialetto,
il dialetto veneto.
Altro che snazionalizzazione! A conti
fatti, e per senso di giustizia, tutti questi
scolari, intedescati e croatizzati, dovreb-
bero esser messi alle scuole della «Lega
Nazionale».
Lo zampino di Tittoni? — Il «Na-
rodni List» nel suo ultimo numero, lagnan-
dosi del freddo indiavolato, che regna al
ginnasio del sua cuore, per mancanza di
fuoco (non di quello patriottico-politico)
fa (lei confronti, ed invidia il nostro gin-
nasio, ove dice esservi un bellissimo tepore,
perchè le stufe s'accendono ogni giorno;
ed il sullodato giornale non ci sa spiegare
tale differenza di trattamento.
Ci sorprendiamo che i r datteri del «Na-
rodni List», uomini politici di gran naso,
non abbiano subito compreso il quia della
cosa. Non potrebbe forse entrarci lo zam-
pino di S. E. Tittoni anche nella questione
delle stufe? ^
Una voce onesta — in mezzo a quelle
stnonate dei deputati, dagli studenti e
della stampa croata intransigente — è que-
Nomero 94 ZABA, Mercoleđi 24 HTovembre 1909 Anno SlilV
ASSOCIAZIONE
Pei Zara Cor. i6 antìctputamente, semestre e iiimestr - n proporzione.
Pei r impero Austio-Un^^aiico Cor. 18, semestre Cor. 9,tiime8lro Cor, 5.
Pei gli Siati appavtenenti all' Unione postale Cor. 24 all' anno, semestre
o tcinieetve in oropoizione. Per gli Siati non appartenenti airUnione
postale Cor. 16 e di più 1' aumento delle spese poslali, semestre e
trimestre in prcporaione. Un numero separato costa Cent, 20. Un
numero air. Cent. 32. I numeri del giornale si vendono cella Li-
bi eria Tnternaz. di E. 3cb6nfeld o ne^,li spacci principali di tabacco.
Giornale politico, eoonomleo, letterario
Esce il mercoledi ed il sabato
Ufficio di redazione: Via Carriera n.o 370 ^^
INSERZIONI
Le aasooiazioni e gli importi di denaro, in assegni postali» su din-
gano air Amministrazioae del DA-LMATA in Zara. Ohi non respinge i
foglio dopo scaduta l'associazione, a' intende obbligato p» il trinsestre
susseguente*
Le corrispondenze devono dirigersi affrancate esclusivamente
redazione. Le lettere non affrancate saranno respinte. I oomtmioatì w
inseriscono al presso di cent 25 la linea^ cairattere testino. Awlm ed
insersioni a preuo moderato da conveniisL — I muioacritti non u
stìtoiscono.
Un pregiudizio.
E' pregiudizio degìif avverHaiì —
adesso ripetuto dal «Narodni List» —
che, solo volente il partito autonomo,
del 61 si sarebbe potuta compiere l'an-
nessione a Croazia.
Non è facile il credere che, pure
autorizzati i convegni a discutere la
opportunità di un nuovo assetto, l'an-
nessione della Dalmazia a Croazia si
sarebbe proclamata in un attimo e a
tamburo battente. Gli avvenimenti del
66, che si stavano maturando già dal
60, non consentivano una Dalmazia
che non fosse in perfetto possesso del-
l'Austria. Dopo la perdita del Lom-
bardo, tanto più all'Austria, detentrice
di Venezia, urgeva l'amministrazione
diretta delia Dalmazia, prolungamento
marittimo ed etnografico di Venezia.
Pare al «Narodni List> che proprio
del 66 si sarebbe potuto dirigere la
guerra con l'Italia da Zagabria? Ctie
due paesi privi di comunicazioni, di
commerci, di vita in comune, avreb-
bero potuto unirsi in un fiat? Non sia-
mo cosi profondi, in politica, come i
signori del «iJarodni List», ma tutto
ci fa credere che il convegno del 61
avrebbe lasciato il tempo di prima. Gli
avvenimenti di subito posteriori, e la
creazione del dualismo, effetto di lunga
preparazione, appoggiano la nostra
credenza.
Ma e poi? Fosj'.ero stati pur maturi
i tempi per l'annessione, chi avrebbe
potuto violentare la coscienza pubblica
io Dalmazia? Il «Narodni List» dice
che i deputati autonomi alla prima
Dieta Dalmata obbedivano alle esigenze
della burocrazia e non del popolo; ma
esso sproposita, in piena malafede.
Era il popolo di tutte le città e di
tutti i borghi della Dalmazia, che, in
grandissima maggioranza autonomo,
non voleva sentirne a parlar di annes-
sione. I municipi erano in mano agli
italiani, e lo erano per volere del po-
polo, che odiava il nome croato. I
concetto dalmatico dominava le menti
ed i cuori. L'annessione riusciva ostica
come servile dedizione. E l'atteggia-
mento anti-annessionista dei deputati
italiani alla Dieta del regno veniva sa-
lutato con segni di gioia popolare, con
feste, con luminarie, con epigrafi.
Il sentire della e&orme maggioranza
dei Dalmati veniva confortato dalla
autorevole, magistrale parola di Niccolò
Tommaseo. Da Firenze, pur in mezzo
a profondi e delicati lavori filologici,
il gran cieca trovava il tempo di man-
dare ai Dalmati opuscoli, ch'erano vi-
brante e generosa protesta contro l'an-
nessione. Opuscoli, ch'eran Vangelo
politico ai Dalmati e che scaldavano
gli animi a fierezza patriottica ; opu-
scoli cui si era goffamente o povera-
mente risposto dall' ancor vivente Vin-
cenzo Milich e dal defunto Costantino
Voinovich. Il pensiero autonomista do-
minò nelle popolazioni insino a quan-
do V Austria, perdute le provincie ita-
liane, si orientò ad oriente e pensò di
pigliare gli Slavi con gli Slavi, come
si pigliano i pesci coi pesci. Fu il go-
verno di Vienna che decretò l'avvento
del partito croato coi modi crudeli
che tutti sanno e per cui un dopo
' altro ci vennero portati via e comuni
e istituti scolastici: storia sanguinosa
di ieri. Fu il governo di Vienna che,
mettendo in programma la croatizza-
zione totale della Dalmazia per sot-
trarla ad influssi italiani, investi di
onnipotenza il partito croato, il par-
tito annessionista; mi — contraddi-
zione solo possibile in Austria — al-
lontanando da esso il miraggio dell' an-
nessione in proporzione diretta ai fa-
vori che gli elargiva. Più il partito
croato veniva colmato di doni e più
l'annessione a Croazia si faceva uto-
pia. Migliaia di Dalmati, deficienti di
senso morale, vedendo che il vento
soffiava soltanto nelle vele croate, e
che col croatismo c' era tutto da gua-
dagnare, mutarono subito rotta, diser-
tando le file dell'autonomia e assicu-
rando ai nostri avversari un successo
ancora maggiore.
Il Patto di Fiume smascherò com-
pletamente il governo centrale. La
pania di solo un tentativo di unione
alla Croazia, lo fece sollecito promet-
titore di tesori per la Dalmazia. Con-
fessò di averla trascurata indegnamen.-
te per un secolo. E la volle avvinta
a sè, indissolubilmente, con un monile
di perle. Lo stesso governo, che 1' ave-
va snaturata a violenza per farla croa-
ta, dimostrava che la Dalmazia non
doveva diventare Croazia, in nessun
caso, mai. Vienna non prepara certo
per Zagabria le coste orientali del-
l' Adriatico ; nè progetta spese di milioni
per darli poi in dono al Banato. Illu-
dersi su questo punto è follia!
Come dunque la rappresentanza po-
polare del 61 avrebbe potuto opporsi
all' onda dellaf volontà popolare ? Come
avrebbe potuto chiedere l'annessione
se il solo nome dì Croazia destava
sdegno o raccapriccio ? Se l'animo dei
deputati ripugnava profondamente dal-
' annessione ?
Eppure — ad entrare nel mondo
delle ipotesi come il Verne od il Wells
— sarebbe curioso il congetturare che
cosa sarebbe stato di noi, Italiani, una
volta annessi a Croazia. Del 61 i
Croati della Conferenza Banale ave-
van promesso in un manifesto ai Dal-
mati il rispetto alla lingua di Dante e
dell'Ariosto: il sacro rispetto alla se-
colare coltura dei Dalmati. Gente de-
siderosa di progredire, favorita da me-
cenati nei primi tentativi artistici e
letterari, avrebbe arrestata la mano
parricida dei Dalmati, alzata a demo-
lire le conquiste dello spirito italiano
in Dalmazia, oppure avrebbe aiutato
r ijnpeto demolitore? Del 60 i Croati
del Banato — non ancora avvelenati
Le £laftti.
A sud di E-agusa s'estende un territorio
clie per il buon clima marittimo e per
l'abbondante irrigazione è il più fertile
di tutta la Dalmazia. Vi si trova una flora,
quale per varietà e bellezza difficilmente
se ne troverebbe una simile in tutta Eu-
ropa. E in mezzo a questo paradiso ter-
restre giace Canosa coli'impareggiabile
parco di platani giganteschi, proprietà dei
conti Grozze; è un paesaggio recondito,
ma indescrivibilmente bello, indimentica-
bile per chi ha avuto la grazia di ammi-
rarlo e di respirare le sue aure balsamiche,
di passeggiare per quei meravigliosi viali
di palme e di sentire il simpatico mormo-
rio di cristallini ruscelletti.
Vicino a questa incantevole costa dal-
matica nuota neir azzurro Adriatico un
gruppo di isole, dotate della medesima
lussuriosa vegetazione, della stessa bel-
lezza (li paesaggio.
Già Plinio conosceva quelle isole che
incominciano con Calamotta e terminano
coir isola di Jaklian, e cui egli diede il
da certi giornali intransigenti — sa-
rebbero stati, forse, rispettosi di noi e
dei nostri diritti; ma più tardi, forse,
non più. Comunque — lo ripetiamo
— r annessione avrebbe portata al
colmo la confusione. Zagabria avrebbe
in breve rinnovato lo spettacolo della
biblica Babele.
Il tumulto di rivalità e di appetiti,
di velleità e di ambizioni, che erompe
dalle gazzette croate, basta a farci per-
suasi quale paradiso terrestre avremmo
conquistato col triregno. E da un reg-
gimento croato, deliziato da bani liber
ticidi, il cielo ne scampi e liberi. Suona
ironia, certamente, il motto liberté comme
en Autriche; ma neanche il cadere dalla
padella nella brace è, a quanto pare,
piacevole cosa.
Potere fascinatrice dell' arte italiana
sul nostro popolo.
Amenità di natura, dolcezza di clima,
tradizioni di civiltà raffinata e antichis-
sima, armonica tempia degli animi, af-
finità greco-romane, furono elementi
tutti che concorsero in efficace unione
a elevare l'arte italiana a quelle som-
mità di perfezione e di buon gusto,
che non poterono essere raggiunte da
alcun altro popolo.
Fu prima l'Italia a destarsi dal pro-
fondo sonno del medievo; e prima la
Sicilia fece udire, in un'alba precoce
del rinascimento, i canti dei suoi poeti,
che, accolti a Firenze, maestra di ci-
viltà, determinarono quel glorioso pe-
riodo in cui un' eletta schiera di artisti e
di letterati risuscitarono le meraviglie
di Grecia nell' età sua più bella e più
fiorente.
E l'arte italiana non ebbe soltanto
splendori periodici e solitari, ma, con
tradizione perenne, si riprodusse sotto
diverse forme in tutte le età. Potranno
all'Italia mancare in qualche età i grandi
ingegni, ma i grandi artisti non le
mancheranno mai; poiché l'ingegno,
nel giro dei secoli, può stancarsi e
isterilire talvolta, ma il sentimento del
bello, che ha radice in tutto l'orga-
nismo e che riceve la sua vita e il suo
alimento dalie meraviglie della natura
circostante, non potrà mai affievolirsi
nella delicata e sensitiva fibra degli
italiani.
Ecco perchè l'Italia unica al mondo
produsse i due supremi aitisti della
bellezza: Ariosto e Raffaello. Il nome
armonioso d'Italia, l'azzurro limpido
del suo cielo, la dolcezza infinita de
Buo idioma, dicono a tutti i popoli, che
fra le sue cento città, gloriose di storia
fra i suoi monti e le sue campagne
doviziose di tutti i tesori della natura,
cresce e vive un popolo che ha nel
sangue, come siero fecondante, il gusto
e il sentimento dell'arte. E quest'arte
è così grande, cosi delicata di sfuma-
ture, cosi vibrante di passione, che fece
sentire a tutti i popoli della terra con
forza iriesistibile il suo fascino di maga
e di dea.
Anche nella nostra Spalato quest' ar-
te ha saputo imporsi vittoriosa, incate-
nome di Elafiti, cioè isole dei cervi. Esse
ebbero nel medio evo e ai tempi di Filippo
li. di Spagna un'importanza storica. Oggi
però sono quasi dimenticate, perdute nel
mare; eppure appunto quella solitudine
accoppiata a quello sfarzo di bellezza do-
vrebbe esser oltremodo gradita al forestiero
che vuol sfuggire alla vita rumorosa e
agitata delle capitali. È ben vero che le
comunicazioni sono alquanto deficienti;
però usando dei piroscafi in servizio lucale
e se animati da un certo desiderio d'esplo-
razione, si potranLO ammirarvi dei pae-
saggi unici per la loro strana bellezza, vi
si imparerà a conoscere il carattere del
paesaggio e delle popolazioni dalmatine
quale esso è veramente, molto meglio che
facendo il solito viaggio sui piroscafi ce-
leri.
Le isole principali di questo gruppo sono
quattro; esse altro non sono che la con-
tinuazione della catena di monti che, pa-
rallela a qjiella della costa dalmata, forma
Lapad e Sabbioncello e che sporgendo qui
e li sul livello del mare cc>stituisce 1' ar-
cipelago della Dalmazia meridionale.
Presso Ragusa troviamo prima l'isola
di Calamotta (Kolocep) che da Plinio è
chiamata Caiaphodia; è la isola più pic-
cola delie Elafiti e conta 281 abitanti. Essa
nando fanatismi ed odi inveterati. Di-
nanzi ad essa, ricreatrice rigogliosa
dello spirito affaticaito e addolorato
dalle tristi cure della vita, ogni senti-
mento di parte è rimasto vinto e sof-
focato. A teatro, dove la compagnia di
[lemma Caimmi ed Ettore Berti fece
conoscere con fine interpretazione le
opere del genio latino, accorsero quasi
a gara italiani e croati, manifestando
quasi questi più che quelli il loro en-
tusiasmo con fervorosi applausi.
L'arte è sacra; essa celebra i suoi
riti 8u di un altare, e gli altari vanno
rispettati; è questa una religione in-
ternazionale, che si eleva sopra tutte
le divisioni convenzionali, ed abbraccia
l'umanità tutta.
Chi pensi e paragoni il malumore e la
diffidenza con cui furono accolte le pri-
me stagioni di opera, escluse ogni qual-
volta la lotta nazionale si inaspriva,
con Tentusiasmo odierno per l'arte
nostra drammatica, avrà un indice
dell'efficacia e potenza sicura di que-
st' arte, che, in un tempo relativamente
breve, ha saputo insinuarsi piena di
lusinghe e di attrattive anche in animi
ostili e costringerli all'ammirazione e
all'applauso spontaneo ed irresistibile.
E il fenomeno è tanto più caratte-
ristico ed acquista maggior importanza
psicologica, inquantochè questo popolo
slavo, che ha lasciato nella storia ve-
stigia così profonde d'intolleranza e
di fanatismo nazionale, segue ancora
oggi le sue poco liberali tradizioni e
perseguita anch« in Dalmazia il popolo
con cui convive, cercando di distrug-
gere quel carattere di secolare c.viltà
latina, che vi è impresso insieme coi
monumenti storici nella lingua e nei
costumi dei suoi abitanti. E per una
incoagruertza, che solo il fcinatismo può
spiegare, mentre da un lato s' accanisce
contro la civiltà italiana, e massime
contro la sua lingua, che n'è l'espres-
sione più viva e più gagliarda, dal-
l'altro lato mostra di appassionarsi
fino air Ciitusiasmo per la sua arte e
per i suoi artisti.
La popolazione civile croata di Spa-
lato ha dovuto subire il potere fasci-
natore dell'arte nostra drammatica,
poiché nella secolare convivenza con
l'elemento italiano ne ha appreso per-
fettamente la lingua e si è assimilata
in gran parte i costumi e l'educazione.
Ora se l'aite italiana emigra in tutte
le parti della terra, anche là dove i
divini accenti del nostro dolcissimo
idioma non sono intesi, non sarebbe
una troppo volgare animosità il non
voler accogliere quest'arte, quando se
ne intende il significato ed il senti-
mento ?
Alcuno obbietterà: gli slavi consci
di avere a fronte un formidabile ele-
mento italiano, il quale possiede la
virtù assimilatrice di tutte le nazioni
colte, temono che il teatro divenga in
tal modo un'istituzione snazionalizza-
trice. Timore vano e puerile. Il teatro
sarà meglio in questo caso un'istitu-
zione educatrice, e servirà al raffina-
mento del sentire e del buon gusto.
Ma certo coloro che si sentono slavi
nel profondo del cuore, slavi non per
opportunità dei tempi ma per convin-
zione, non abiureranno la propria fede
e l'amor saldo e verace verso la pro-
pria nazione per un paio di ore di di-
vertimento a teatro.
Informato evidentemente alla logica
di questo ragionamento, lo stesso gior-
nale croato «Naše Jedinstvo» credette
a suo tempo di dover spezzare una
lancia in favore degli spettacoli ita-
liani, eccitando ad accogliere nel kaza-
lište non solo l'arte lirica italiana, ma
anche l'arte drammatica, che miete
allori dovunque sono popoli civili.
Il popolo slavo, che ha cominciato a
muoversi sulle vie del progresso, se
vuole percorrerle con passo più spe-
dito, deve, anziché separarsi con ge-
loso livore dai popoli maturi di civiltà,
che il caso della storia gli ha messi
vicini, intraprendere sotto la loro guida
il tirocinio morale ed il discepolato di
coltura.
Sotto questo aspetto l'arte italiana
diventa per esso una maestra, alla
quale con slancio di gratitudine do-
vrebbe ripetere le parole di Dante e
Virgilio :
Tu duca, tu signore, tu maestro.
Ma purtroppo non è così; il popolo
slavo ha mostrato di non conoscere che
cosa sia gratitudine, poiché, mentre ha
ricevuto dagli italiani il fomite del pro-
gresso e l'iniziazione alla civiltà, e
mentre fruisce con voluttà dei suoi
godimenti artistici ed intellettuali, con-
duce una spietata campagna contro
l'italiano per sopprimerlo nel campo
amministrativo e scolastico, giacché
non è possibile nella vita pubblica.
Nondimeno, se per circostanze d'uo-
mini e di tempi non possiamo atten-
derci in ricambio dei benefizi dati una
politica più equanime, rimarrà sempre
per noi italiani un dolce conforto il
verificare la potenza dell'arte nostra,
che ha saputo trionfare sempre anche
su cuori invasati di odio e di disprezzo
contro tutto ciò che é e suona italiano.
Giovanni Demicheli.
è molto fertile e dalle sue alture si gode
un panorama incantevole della pittoresca
baia di Gravosa coi molti scogli che la
circondano. I due piccoli villaggi dell' i-
sola Donje Selo e Grornjo Selo distano
r uno dall' altro un tiro di fucile. Cala-
motta, come anche le altre Elafiti, posse-
deva un tempo una popolazione più nume-,
rosa, come attestano le ruine di ville e
case abbandonate. Slaccata da Calamotta
da un canale^giace l'isola alquanto più
grande e molto interessante di Mezzo (Lo-
pud) con 349 abitanti; quest'isola, che da
Plinio é detta Delaphodia, raggiunge l'al-
tezza di 216 metri edera untetupo ricca-
mente cosparsa di vigneti e frutteti, di
cui gran parte oggi purtroppo son dive-
nuti selvatici. Mezzo ebbe grande impor-
tanza nella storia di Ragusa; la popola-
zione assai bellicosa pHrtecipava costante-
mente colle sue navi alle spedizioni guer-
resche'degli spagnoli. I capitani e marinai
di Mezzo combatterono nel 1540 con Carlo
7 contro Tunisi, tacevano parte della
grande armada di Filippo II contro l'In-
ghilterra e anche in seguito essi erano
sempre al iianco dogli spagnoli nelle loro
S|jeiLziooi marittime in Europa, Africa e
America. Nel secolo XVI la popolazione
di quell'isola era proverbiale per la sua
agiatezza e ricchezza; senonchè per le con-
tinue imprese guerresche essa decadde e
impoveri. Basti ricordare una spedizione
di Carlo V contro Algeri nel 1541, nella
quale ben trecento abitanti di Mezzo pe-
rirono sul campo di battaglia, per cui le
loro famiglie piombarono nella miseria.
A Mezzo si conserva ancoftì la bandiera
del capitano Michele Prazzato che mori nel
Messico dove aveva prestati i suoi servigi
alla Spagna e lasciò in eredità alla repub-
blica di Ragusa 200.000 dobloni d'oro
spagnoli. Altri ricordi storici sono un pre-
zioso altare di famiglia tolto a Enrico
Vili d'Inghilterra in una spedizione guer-
resca e adorno di dodici statue d'argento
raffiguranti gli apostoli, inoltre un osten-
sorio con pietre preziosissime. In passato
l'arte dell' oreficeria era molto esercitata
dagli abitanti ài quell' isola. Molto pitto-
resco è l'aspetto del caseggiato colle an-
tiche mura di cinta, il convento fortificato
e le ruine di un forte costruitovi dal duca
Cosimo 111 de' Medici. La chiesa paroc-
chiale fondata dai Visconti di Milano, come
attesta lo stemma all'aitar maggiore, pos-
siede due pale artistiche; una terza, di-
pinta da Nicolò Raguseo nel 15là e raf-
figurante l'Annunciazione, si trova nel
convento dei Domenicani. Presso Mezzo si
L'importanza di una minoranza.
Gli italiani sono chiamati per la
prima volta a prender parte alla di-
scussione nel dissidio tra gli slavi e i
tedeschi. Bienerth s'aggrappa più che
mai al seggio presidenziale; il governo
e i partiti conservativi hanno bisogno
anche della sempre misconosciuta mi-
noranza.
Venerdì sera si radunarono tutti i
partiti tedeschi per vedere se era pos-
sibile in qualche modo di fare che la
Camera finalmente una volta lavori.
Dopo aver parlato e discusso si ricordò
(nell'ora del pericolo vengono le buone
idee) che alla Camera non vi sono
solamente slavi, tedeschi e polacchi,
raccolse anche sotto Marco Grimani quella
terribile flotta di 1500 navi dei veneziani,
spagnoli, ragusini e di Papa Paolo III.',
flotta che passò poi al comando di Don
Griovanni d'Austria e riportò a Lepanto
(1571) vittoria decisiva, che fu vittoria
della cristianità tutta sulla mezzaluna mao-
mettana. L'isola di Mezzo è la più bella
e la più pittoresca delle Elafiti. Più grande
però é Griuppana (Sipan) che misura 20-45
chilometri quadrati e conta 1100 abitami.
D'una fertilità eccezionale è pure que-
st' ultima ; cinti di meravigliosi oliveti e
vigneti giacciono due villaggi, Sugjaragi
e Luka. La popolazione s'occupa anche
di pesca e dell'allevamento di ostriche e
r«Anglobank» vi impiantò una fabbrica
per la conservazione «Ielle sardine. Queste
tre isole passarono ben presto, Mezzo già
nel 990 e Giuppana nel 1050, sotto il do-
minio della repubblica di Ragusa.
Vorremo che il governo nella sua pro-
gettata aziono di soccorso per la Dalmazia
non dimenticasse quelle incantevo.li Elafiti,
le quali, col migliorare le comunicazioni
ed erigere alberghi sovvenzionati, dovreb-
bero indubbiamente costituire per le ec-
cezionali loro bellezze nn punto di forte
attrazione per thtta la Dalmazia.
Adige ed Adria.
sero conquistato un lembo di para-
diso : evviva la cosHtmione. Mentre al-
tri ostentavano un gran cartello, su
cui spiccavano le eleganze di una te-
sta da morto, con sotto due tibie in
croce e la scritta:
M<yrte alla polizia!
Poco importa se un signore qua-
lunque, che potrebbe chiamarsi anche
Bach, abbia, pochi anni dopo, privata
la Dalmazia con un de facto della
costituzione e se nell'anno 1911 la
polizia abbia ripreso tutto il suo do-
minio. Abbiamo anche avuto e diplo-
mi e patenti e manifesti e l'ultima
Magna Charta del 1867 che riassicu-
rarono anche alla Dalmazia il trat-
tamento tutto carezze promesso anni
avanti.
Ma non si arrestano ([ui le bene-
merenze centrali.
Evacuato nel '60 il Veneto, vien
provveduto agli studi superiori dei
dalmati — come degli studiosi del-
l' Istria, Trieste, Trentino, eccetera —
cui provvedevano le università italia-
ne, colle università... tedesche di Vien-
na e Oraz; si conquista, nel 1873,
l'indipendenza del parlamento dalle
Diete provinciali, ma la Dalmazia
meridionale perde de jure nel 1869
e de facto nel 1882 i privilegi doga-
nali e militari, goduti sino allora;
nel 1878 si acquista un magnifico
hinterland e si va via via perdendo
quasi completamente il commercio
delle ricche carovane, che affluivano
regolarmente ai mercati dalmati dalle
ex Provincie ottomane.
E' qui tutto? No, c'c dell'altro.
Soli cinque anni più tardi, nel 1883,
si firma una convenzione colla quale
viene assicurata la costruzione di li-
nee ferroviarie che dovranno unire la
capitale dell'impero, la diletta resi-
denza di Vienna.... alla Dalmazia ? a
Trieste? Ma che mai: a Costantino-
poli ed a 8alonicco. Ed il sogno di
Hajainonti va man mano a svanire,
•distraendo il grosso del movimento
coir Oriente ottomano e coli' Egeo dal
suolo dalmate
Intanto, nel 1877, cedendo allo
spauracchio di ferrovie costruite ed
esercite d;i impreso estere, si inaugu-
rano due graudi\ arterie ferroviarie :
Spalato - Siverich e Hebenico - Perco-
vicli, completando la prima alcuni
an'ii dopo sino Kuin; ma la locomo-
tiva non }>rocede più in là, ed oggi
ancora nessuno può dire so, ef'fettiva-
mcnfn, la congiunzione potrà operarsi
nel corso del secolo ventesimo.
Per la quale o le quali cose, se
siamo più che mai senza libertà e
senza ferrovie, non possiamo, nò dob-
biamo prendercela col governo : visto
e considerato che, risparmiando i mi-
lioni occorrenti ai binari, alle sta-
zioni e ai parchi ferroviari, ha risolta
la nostra maggiore delle questioni....
coi carrozzoni automobili.
31 Corriere ^a proilittcia
Da Spaiato.
strane cose.
1/ avvento del partito democratico al-
la partecipazione della amministrazione
del Comune va congiunto a segni che non
s' accordano con gli ordinari principi della
democrazia, e non sembrano atti a favo-
rire un indipendente e liberale andamento
delle cose.
I consiglieri comunali del partito demo-
cratico si sono costituiti in club, provo-
cando la costituzione d'altro club anche
per parte dei consiglieri del partito na-
zionale. Ora, questo sistema dei clubs, co-
piato dalle assemblee politiche, e più pro-
priamente dagli esempi viennesi, è di per
sé disdicevole ai membri di un' assemblea
che ha da trattare interessi economici, a
giudicare dei quali deve valere 1' indipen-
dente criterio dei singoli, e non già la
ferrea ed illiberale disciplina di clubs di
partito.
Far votare i consiglieri comunali quali
membri di un club di parte, anziché quali
liberi esponenti degli elettori, pur sul
campo economico, è una mala innovazione
dei nuovo regime.
Come ciò non bastasse, leggiamo che il
Comune ha costituito un comitato dei con-
siglieri-contadini. Il ristabilimento delle
caste, delle classi sociali, degli stati'^ Que-
sto non ci pare né opportuno nè serio.
Gli agricoltori che appartengono al Con-
siglio sono cittadini comoì gli altri j nè
agli altri si può fare il torto di ritenerli
meno solleciti degli interessi di un ordine
di persone che di un altro. Ed allora (|ual
bisogno di uno speciale permanente Go-
mitalo di difesa di una classe sola di cit-
tadini? Nò c'è motivo di particolare tu-
tela nè di particolare privilegio, e questa
costituzione ha l'aspetto, almeno, d' una
superfluità. Perchè poi, se si riconosceva
la necessità di una partecipazione più at-
tiva e più diretta della classe agricola
nelle cose del Comune, allora era meglio,
invece del comitato, conservare la pratica
— proprio adesso abolita — di mettere
un agricoltore fra gli assessori, c oé nella
mmmistrazione comunale.
li' acqua
sarà finalmente condotta fino alla vaile
delle Botticelle. Questo deliberato del
nuovo Comune, che corrisponde ad una
elementare e sentita necessità cittadina,
va sinceramente lodato.
lia Camera deg^li avvocati
ha costituita la propria Giunta pel ven-
turo triennio nella seguente maniera: a
presidente venne eletto il dott. G. Man-
ger, a vice-presidente il dott. G. Karlo-
vac, a membri gli avvocati Desković, Salvi
e Niseteo ; sostituti gli avvocati Grgié e
Trumbié. Il dott. Manger venne inoltre
eletto presidente del comune consiglio di-
sciplinare delle Camere degli avvocati
della Dalmazia, ed il dott. Grgié a pro-
curatore delle Camere stesse dinanzi al
Consiglio disciplinare.
Il Gabinetto di liOttura
ha rieletta, per l'anno in corso, la dire-
zione uscente nelle persone dei signori:
avv. dott. E. Salvi presidente, dott. Dormo
Karaman, vicepresidente, prof. G. Mar-
cocchia segretario, cons. d' app. E. Torre
bibliotecario e ing. A. Riboli cassiere.
La ragguardevole associazione darà nel
corso del carnovale due soirées, il 27 gen-
naio ed il U) febbraio.
IjO, „Sloboda'' copre delle sue ali
redattoriali (abituate del resto a dir male
(li tutto il mondo, e di qualche cosa al-
tro) il virulento ed incivile aggressore
degli artisti italiani che diedero il «Chan-
tecler*. E si torna ad asseverare, in uno
sfogo di esagerata ed incompetente pre-
sunzione critica, che soltanto chi ha per-
vertito il gusto poteva trovare anche di-
screti i saltimbanchi che recitarono l'ope-
ra di ilostand. Noi potremmo metterci al
riparo della scomunica estetica della
«JSloboda» citando la stampa di città ben
altrimenti educate al gusto teatrale della
nostra, e che trovarono meglio che di-
screta la esecuzione della compagnia ita-
liana, incoraggiata e lodata dallo stesso
Lorenzo Stechetti, uno dei ,traduttori del
poema ; potremmo citare ciò che ne scris-
se, dopo la recita a Zara, il direttore del-
la «Smotra», che indubbiamente può dar
lezioni di critica d'arte a noi, ed al fu-
ribondo pseudo-esteta della «Sloboda».
Ma non ne vale la pena. Egli delira per
idrofobia nazionale, e noi, per uno spon-
taneo e sereno istinto di politezza, abbia-
mo lasciato andare lo scatto d' una legit-
tima reazione contro il suo secondo at-
tacco scurrile contro artisti d'Italia.
Del resto, egli che ci accusa di cattivo
gusto, non ha semplicemente saputo di-
stinguere e sceverare l'insuccesso dell'o-
pera, caduta (^ni come a Parigi, come do-
vunque, dalla esecuzione. Ora, quando si
ha una percezione così incompleta, una
visione cosi grossolana della realtà, non
si va al teatro, ma al cinematografo, od
almeno non se ne scrive, e per dare dei
saltimbanchi agli altri !
Da Sebenico,
Il caso occorso al signor Ferruzzi.
Avremmo preferito non toccare questo
disgustoso argomento d'indole privata, ma,
essendo stato ripetutamente trattato da
altra parte, il nostro silenzio potrebbe
sembrare inopportuno.
11 signor Ferruccio Eerruzzi, facoltoso
possidente veneziano, da circa due anni
prese fra noi stabile dimora per ammini-
strare i suoi beni che anche qui possiede.
Allo scopo di arrotondare la sua assoluta
proprietà nelle vicinanze d' un suo villino
suir isola di Zlarin, sciolse il rapporto
colonico con alcuni suoi coloni, certi Be-
ban-Kalabrez, tre fratelli, pagando loro
per le migliorie più del doppio del valore
effettivo.
I coloni però vantavano ancora altre
pretese e per questo motivo si recarono
l)iù volte dal proprietario. Giorni or sono
essi assieme al figlio di uno di loro si
presentarono con provocante arroganza
nello scrittoio del signor Ferruzzi, che,
stanco d'esser tanto importunato, fini col
metterli alla porta.
Per tal cosa uno di loro ebbe 1' ardire
di offendere con le più grossolane ingiu-
rie il signor Ferruzzi; e questi, preso da
naturale impulso d'ira, senza riflettere al
livello sociale cui 1' offensore appartiene,
gli diede un manrovescio. Allora tutti e
quattro i Kalabrez assalirono il signor
Ferruzzi che avrebbe potuto sortirne assai
malconcio, se i vicini e i suoi agenti non
lo avessero fatto rientrare nello scrittoio.
Siamo oltremodo rincrescenti che ciò
sia accaduto all' egregio signor Ferruccio
Ferruzzi, cugino del compianto conte E-
manuele Fenzi, gentiluomo perfetto, dal
tratto squisito, da tutti universalmente
stimato e beneviso.
E' inutile però aggiungere che in gene-
rale, qui da noi, i coloni sono di tale bal-
danza da considerarsi essi i veri padroni
delle terre ; fanno ciò che loro maggior-
mente aggrada, senza curarsi dei pro-
prietari, i quali sono per tutto sempre in
seconda linea.
Da Lesina,
^ Partenza.
E partito per Spalato — novella sua
destinazione — e dietro propria domanda
Bartolomeo Granich, impiegato alle poste.
Ottimo nostro amico. Persona retta. Fun-
zionario zelante e cortese. Godeva la ge-
nerale estimazione pei suoi modi gentili
nel disimpegno delle mansioni del suo uf-
ficio. Pronto sempre a far piaceri a chiun-
que — senza distinzione di partito e di
casta — nei limiti della legge. Alla riva
convennero tutti gli impiegati a salutarlo
e numerosi cittadini. Un saluto ancora
caldo all' amico buono, assicurandolo della
nostra ricordanza anche nei giorni del-
l' avvenire. Gli amici.
Calìgine.
I tempi nostri nella loro essenza morale
sono volgari.... Nella rumorosa e scandalosa
seduta del Cur-Salon, nella^sera di S. Sil-
vestro, venne votata r esclusione del «Dal-
mata». Anche i preti — bontà loro — vo-
tarono contro il «Dalniata» per rappre-
sentare degnamente la tragicommedia so-
ciale di Lesina.... Gli italiani protestarono.
Si levarono dalla società in numero di
sedici.
Da Cattato,
Téatralla.
«La Comicissima» qui ebbe ad ottenere
pieno successo. Piene enormi. Sei recite
sei esauriti ; parecchie dimostrazioni di
simpatia ai bravissimi Brizzi e Corazza e
al Paluello. Si sta preparando la serata
del Brizzi ed il teatro per quella sera è
di già venduto.
Abbiamo piacere che anche a Cattare
si sia ripreso l'uso di dare dei corsi di
recite: chè, altrimenti, la noia è immensa.
Dà. Miinà.
A rettifica.
Spettabile Redazione del «Dalmata». In
base al § 19 della legge sulla stampi la
invito di voler rettificare quanto sta scritto
nella terza colonna del «Dalmata» n.o 5
del 17 gennaio 1912, sotto il titolo : «Il
fattaccio di Milnà. Non è vero che il sot-
toscritto podestà SÌB stato spalleggiato da
due famuli suoi e che abbia aggredito e
percosso il Botteri. E' vero bensi che il
podestà incontratosi da solo alla riva
presso il negozio Botteri, e ciò a caso,
chiedeva al medesimo per qiial mcitivo Io
offendesse a mezzo della stampa; il Bot-
teri in risposta sollevò le mani verso il
podestà in atto di aggredirlo. Il fatto è
sub-giudice. E' vero invece che il Botteri
corse ben tosto nell' interno del proprio
negozio, e, uscitone alla porta, mostrava
(jualcosa di nascosto colla mano, dicendo:
adesso la vegtia se la ga coraggio. Non è
vero che pesi sul sottoscritto alcuna gra-
vissima responsabilità e neppure, coll'ag-
gressione del Botteri, di aver provocato
pel primo il sistema delle vie di fatto e
di non aver saputo o voluto prevenire il
conflitto nella sera fatale. Niko Maran-
giinić.D
(Noi manteniamo inalterate le nostre
versioni : e chi legge attentamente vede
che lo stesso signor Marangunió, nella
sua rettifica, si contraddice. N. d. R.)
Da Pago.
Lia colpevole mancanza di un me-
dico. — Chi il responsabile?
Sei anni or sono il nostro comune mo-
dello faceva contratto col dott. Pecotió.
E siccome in tutto il nostro comune pra
vasso è un comune modello, cosi anche in
queir occasione, da comune modello, firmò
il contratto, che il comune mai potrebbe
licenziare il medico, neppure con regolaro
disdetta, mentre quest' ultimo potrebbe al-
lontanarsi in qualunque momento dal suo
servizio. Così verso la line d'ottobre il
dott. Pecotló abbandonava da un giorno
all' altro il proprio servizio sanitario, la-
sciando seimila cittadini senza il menomo
soccorso.
Il nostro Comune finalmente apri il con-
corso pel nuovo medico. E la prima con-
dizione — assai buffa — era che il me-
dico dovesse essere pravasso. Ma pare che
gli Esculapì pravassi non abbondino : e
perciò, da tre mesi, grazie al Comune mo-
dello, siamo senza medico.
Addì 14 corrente un uomo giovane, di
28 anni, rincasando verso sera, cadde da
soli tre scalini; e, pare incredibile, per
la impossibilità di ottenere le necessarie
cure mediche, il giorno di poi egli era
cadaver..
Quale la causa di sì repentina morte ?
La risposta al signor Budak, nostro ma-
gnifico, e alle autorità di tutela che lo
proteggono in modo veramente meravi-
glioso.
Addi 17 il compaesano Caravanich Mar-
tino, nostro buon consenziente politico,
j cui porgiamo anche dalle colonne del pa-
trio «Dalmata» le nostre sincere condo-
glianze, improvvisamente ebbe a piangere,
per un caso del tutto fortuito, la perdita
dell' amato sao figliuolo Bernardo, vittima
dell' esplosione improvvisa di un fucile da
caccia.
L' egregio nostro concittadino, dott. Pal-
cich, gli prestò bensi le cure più zelanti ;
ma, venuto qui per trovare suo padre,
non aveva portato naturalmente con sè
i ferri chirurgici necessari aduna pronta
operazione.
Hicorrere al medico comunale? Ma a
qual medico? A quale chirurgo? Il Co-
mune, proclamato modello, ci lascia da tre
mesi senza medico: e i colpiti d'accidenti
devono morire per mancanza delle neces-
sarie cure.
Ora sorge semplice la domanda: chi
porta la responsabilità morale di tutte
queste tragiche disgrazie? La risposta la
attendiamo dal signor Budak e dai suoi
incliti protetti.
E chiediamo: fino a quando il Comune
abuserà cosi impunemente della nostra
pazienza?
MARINA E COMMERCIO.
Le comunicazi ni della Dalmazia
con Trieste.
Lo sviluppo delle comunicazioni via
mare risulta centuplicato nelle congiun-
zioni fra Trieste e i vari porti della Dal-
mazia, delle sue isole e di quelle istriane.
Si sa dei viaggi celerissimi tra Trieste e
Cattare che tre volte alla settimana com-
pie il Lloyd, mentre dieci anni fa si fa-
ceva un solo viaggio e 1' arrivo del «Wurm-
brand» da Cattaro era quasi un avveni-
mento cittadino. Però già allora il Lloyd
eserciva altre due linee merci e passeg-
geri da e per la Dalmazia. Oggi all'infuori
del venerdì, ogni giorno parte un lloydiauo
3er le isole e la Dalmazia, mentre sulla
inea Trieste-Spizza e Trieste-Cattaro i
suoi piroscafi fanno scalo pure in alcuni
porti della costa istriana. I sei vapori a-
dibiti a questo servizio sono tutti piro-
scafi nuovi di discreto tonnellaggio e gior-
nalmente arrivano e partono carichi di
merci e di passeggeri.
Altrettanto si dica della società Ragu-
sea, la quale, fino al principio del 1910,
eserciva le sue linee con i piroscafi «Pet-
ka» e «Dubrovnik» e dal principio del
1910 aumentò la sua flottiglia con due
vapori nuovi, più grandi, il «Lovrinac» e
il «Locrum».
La società che alle comunicazioni da
e per la Dalmazia ha provveduto ed eser-
cisce tutte le linee da Trieste e i princi-
pali porti dalmati fino a Metcovich e dai
principali porti in tutti quelli piccoli della
costa e delle molte sue isole con una se-
rie di viaggi laterali anche verso i luoghi
e le isole meno importanti e le meno note
è la società «Dalmatia», sorta,dalla fu-
sione delle vecchie società «Topic, tli-
smondo, Pio Negri e Zaratina».
La «Dalmatia» ha ora una flottiglia di
36 vapori rappresentanti un tonnellaggio
di circa 10.000 tonnellate di registro netto,
ai quali quanto prima se ne aggiungeranno
altri quattro nuovi. Cosi saranno 40 i va-
pori sulla cui ciminiera spiccherà la pri-
ma lettera del nome sociale, il «D*.
L'attività esplicata durante il 1911 dalla
«Dalmatia», e che va sempre più miglio-
rando e progredendo, è rappresentata dalle
seguenti cifre, le quali molto meglio di
qualunque descrizione fanno emergere il
lavoro compiuto dalla suddetta società. !
viaggi compiuti nel 1911 da <' per Trieste
e tutti i porti della costa fino a Metco-
vich e delle isole istriano-dalmate furono
4530. Le miglia mirittime percorse furono
542.645, le merci trasportate raggiunsero
la cifra di 2.202.420 quint mctr., in fine
i passeggeri trasportati con i vapori della
«Dalmatia> ascesero alla bella cifra di
433.850 persone, non compresi i fanciulli
al disotto dei sette anni d' età.
La e ronaca
Seduta comunale. — Stasera ha
luogo la prima seduta del nuovo Consi-
glio comunale nella sala della Biblioteca
Paravia e col seguente ordine del giorno :
Comunicazioni del pod' sta.
Nomina del comitato finanziario.
Nomina della commissione sanitaria.
Nomina del consiglio d' amministrazio-
ne dell' officina elettrica e dell'acquedotto.
Nomina di un rappresentmte del Co-
mune e di un sostituto nel curatorio del-
la fondazione di San Demetrio.
Nomina di tre direttori d- Ha Biblioteca
Paravia.
Nomina della commissione d'ornato.
Nomina della commissione annonaria.
Nomina della commissione per il mer-
cato di Valle dei Ghisi.
Nomina della commissione alle pubbli-
che piantagioni.
Nomina del comitato relativo alla do-
manda degli impiegati e degli inservienti
comunali per regolazione dei loro emolu-
menti.
Fissazione del programma annuale circa
r esecuzione dei lavori contemplati dal
prestito comunale approvato nella seduta
del 20 settembre 1900, nonché proposta e
rispettivamente nomina di uno o più co-
mitati per assistere l'amministrazione du-
rante la preparazione ed esecuzione dei
suddetti lavori.
Proposta di un regolamento interno per
i comitati consigliari.
Parere circa una tariffa per il noleggio
di vetture pubbliche per la città di Zara
ed il territorio.
Domanda di condono della spesa di
consumo di energia elettrica.
Domanda del commissario annonario
Pietro Valenti che una parte del contri-
buto da versarsi da lui al fondo pensioni
venga assunto a carico del Comune.
Pareri in oggetto industriale.
Domande per conferimento di perti-
nenza.
Nomina della commissione di benefi-
cenza di Borgo Erizzo.
Udienza sovrana. — Neil' udienza,
in cui fu ricevuto il luogotenente conte Ma-
rio Attems, r Imperatore volle essere in-
formato in dettaglio delle condizioni eco-
nomiche della Dalmazia, dei lavori in
corso, eccetera. Informato di tutto ciò
espresse il suo soddisfacimento perchè
colla sollecita esecuzione dei lavori, di-
retti ed innalzare le sorti della Dalmazia,
questa va incontro ad un migliore avve-
nire.
Società del Casino di Zara. —
Mercoledì 17 mese corrente ebbe luogo
l'adunanza generale dei soci. All'ordine
del giorno erano: l'approvazione del bi-
lancio sociale pel triennio 1909-1910-1911,
la nomina della nuova direzione ed even-
tualia.
Scusata, per malattia, l'assenza del pre-
sidente signor A. Inchiostri, la seduta
venne aperta dal direttore anziano, signor
P. Brunelli.
Prima di passare all' ordine del giorno,
egli, con belle parole, deplora la mancanza
del presidente, e, dietro sua proposta,
viene inviato al presidente un saluto col
desiderio grandissimo di vederlo ben pre-
sto ristabilito.
Invitato, il revisore signor Nadali dà
lettura del bilancio sociale, i cui risultati
vengono accolti con soddisfazione ed ap-
plausi.
. Dopo approvato a voti unanimi il bi-
lancio, si passa alla nomina della nuova
direzione : e per acclamazione vengono e-
letti i signori: Alfredo Beucovich, Angelo
de Benvenuti, Pietro Brunelli, Ugo In-
chiostri e Federico Tecilazich.
Alla eventualia, viene raccomandato alla
nuova direzione di studiare la ricerca di
nuovi locali più corrispondenti all' uso
della società.
Congresso generale ordinario della
«Società dei Bersaglieri di Zara». Domani
avrà luogo nella .sala della sede sociale
in casa Basilisco il congresso generale
alle ore 11 ant. col seguenti; ordine del
giorno :
Lettura ed approvazione del protocollo
dell' ultimo congn-sso ; Relazione virtuale;
Lettura ed approvazione del bilancio so-
eia,le; Nomina della nuova presidenza;
Eventualia.
Esemplo da imitare. — Ci scrivo-
no : «Quello degli egregi avvocati italiani
di Sebenico è esempio degno di imitazio-
ne. Tutti coloro, che sono leŠi da evasioni
0 da intimazioni croate, hanno il mezzo,
ed il dovere, di farsi rispettai-e.
Ma vi ha di più.
Le parti, che si sentissero gravate dal-
l'evasione in una lingua diversa da quella
del loro esibito, hanno il diritto, non sol-
tanto di interporre ricorso perchè sieno
rispettate le ordinanze linguistiche, ma
di chiedere espressamente, in pari tempo,
che il giudice, che violò le ordinanze, sia
condannato a pagare tutte le spese del
ricorso.
La condanna — 1' ho ricordato anche
altra volta — sarà in consimili casi ine-
vitabile : ed i nostri consenzienti si per-
suaderanno che quello che non avrà even-
tualmente trovato di disporre la superiore
autorità disciplinare, sarà conseguito, a
tutela dei loro diritti, quando i signori
giudici, ribelli alle ordinanze ed incuranti
dell'altrui diritto, dovranno porre mano
alla saccoccia».
11 ballo dègli studenti avrà luogo
come abbiamo già annunciato, sabato 3
febbraio.
Ha assunto la presidenza onoraria il si-
gnor conte Francesco Borelli, promettendo
tutto il suo appoggio.
Quest' anno avremo la «Festa delle rose».
La sala, l'atrio e le scale saranno tra-
sformate in una magnifica serra. Siamo
certi che anche quest' anno si avrà una
festa degna degli anni precedenti e per
concorso di maschere e per concorso di
pubblico.
Xote personali. — È tornato ieri a
sera da Vienna — ove venne accolto in
udienza dal sovrano — il nuovo luogote-
nente della Dalmazia, Mario conte At-
tems.
Per la formazione del gran re-
gno croato. — A Zagabria venne tenuta
domenica una conferenza dei deputati del
partito del diritto della Dalmazia, della
Croazia e della Bosnia. Furono discussi
il contegno da adottarsi per 1' attuazione
del programma del partito del diritto e
le pratiche che il partito deve intrapren-
dere nelle Diete della Croazia, della Bo-
snia, della Dalmazia e dell' Istria. Su tutte
le deliberazioni sarà mantenuto il segreto ;
si assicura però che sarà compilato un
indirizzo coi lagni dei croati che sarà
presentato al sovrano. Alla cancelleria di
gabinetto fu mandato intanto un telegram-
ma firmato dal dott. Starcević in cui è
detto: «I rappresentanti del popolo, radu-
natisi, esprimono, insieme con la assicura-
zione di fedele sudditanza e di profondo
omaggio, la speranza inalterata cheS.M.
unirà i paesi croati spezzati e tutelerà il
diritto di stato croato».
Solidarietà nazionale. — Ci scri-
vono da Orsera (Istria): «Se tutti i doni
che giunsero pella festa data a favore di
questo gruppo della Lega Nazionale ci
riescirono graditi, con un senso di viva
compiacenza e gratitudine abbiamo veduto
quelli speditici dalle vostre spettabili
grandi ditte industriali Luxardo e Vla-
hov, e ciò perchè in questi doni abbiamo
veduto la solidarietà che regna tra tutti
gli italiani delle nostre provincie.
Vadano pertanto agli egregi patrioti i
nostri fraterni saluti e ringraziamenti.»
Sul fattaccio di Milnà. ~ Per
quanto, necessariamente, scrivano con una
certa oggettività, tanto il «Narodni List»
quanto il «Novi List» di Fiume fanno dei
giuochi di parole e delle inesattezze sul
fattaccio di Milnà.
Non è vero che grandi dimostrazioni
italiane avessero destato il paese di Milnà
a reagire.
E' vero, semplicemente, che numerosi
giovanotti di Milnà, figli di genitori auto-
nomisti, ed alieni da sentimenti e da at-
teggiamenti croati, intendevano ed inten-
dono di costituirsi in società: in una spe-
cie eli Unione Dalmata. Ed è vero che, se
anche cantavano in italiano, non offende-
vano nessuno al mondo cosi da legitti-
mare le sevizie del Comune come organo
di polizia. In italiano e alla Brazza, un
tempo non tanto lontano, cantavano tutti.
Non è vero che il Trebotich rimase uc-
ciso in una zuffa.
E' vero, invece, che senza alcuna neces-
sità e senza la menoma attenuante, egli
venne aggredito e sgozzato come un agnel-
lo, mentre soddisfaceva, inerme, ad uti bi-
sogno personale.
Ed il «Narodni List» non venga fuori
a sdottorare con sottigliezze e con cavilli-
A Zara, in momenti di grande efferve-
scenza pubblica, determinata dalla provo-
cazione avversaria, accaddero episodi di
violenza. Ma il solo che venne ucciso, in
condizioni pressocchè identiche a quelle
in cui Venne ucciso il Trebotich, fu l'ita-
liano Zanella e per mano di un feroce
soldato di Sebenico.
I giornali croati, che trovano quasi lo-
gica la morte del Trebotich, hanno man-
cato infine al più essenziale dei loro do-
veri : a quello di stigmatizzare con tutt i
la loro influenza il fanatismo che trasci-
na,^come si è visto, all' omicidio.
Ed era questa mancanza che noi abbia-
mo stigmatizzata.
£sami. — Apprendiamo che 1' egregio
nostro consenziente, Marino Smerchinich
Nella udienza venne accennato al mo-
vimento dei forestieri ed alla conseguente
costruzione di nuovi hotels, mercè i quali
il concorso dei forestieri verrà aumentato.
E pure S. M. riconobbe la necessità^ della
congiunzione ferroviaria coi due centri della
Monarchia.
A titolo di cronaca aggiungiamo che
l'azione pel sollevamento economico della
Dalmazia viene nella sua massima parte
condotta con molto interesse, e da molti
anni, dal consigliere di luogotenenza dott.
cav. de Kammler.
I^a Società dei Bersaglieri di Zara
offre ai suoi soci domenica a sera un trat-
tenimento di drammatica e ballo.
Ricreatorio popolare. — Questa
benemerita istituzione, sorta con l'inten-
dimento di tenere lontani i ragazzi dall'in-
fluenza perniciosa della strada, offre ogni
domenica svariati trattenimenti, ai quali
accorrono numerosi i nostri apprendisti.
Domenica scorsa i ragazzi del Ricrea-
torio diedero ^a farsa in due atti «Il ser-
vitore di due padroni».
I bravi esecutori, alla fine d'ogni atto,
s'ebbero le loro... brave chiamate da parte
dei convenuti che si divertirono e si sma-
scellarono dalle risa.
lia lavanderia zaratina a vapore,
come abbiamo annunciato, tiene nel giorno
17 corrente l'assemblea ordinaria pella
presentazione dei bilanci, pella nomina di
cariche sociali, eccetera.
Con riguardo all'esito del bilancio, ed
alle disposizioni contenute in una recente
decisione della Suprema corte di giusti-
zia in Vienna, si rendono prentamente in-
dispensabili dei provvedimenti per assicu-
rare r ulteriore regolare continuazione del-
l'azienda.
11 consiglio d' amministrazione, pertanto,
con uaa circolare inviata a tutti i consor-
tisti, li invita ad intervenire tutti all' as-
semblea, onde si possano prendere norme
dai consigli che verranno in argomento
suggeriti.
Società di pesca e piscicnitura
mariua in Trieste. — Nel giorno 2A
marzo anno corrente alle ore 11 ant. avrà
luogo nella sala minore di Borsa, gentil-
jnente concessa, il ventesimoquarto con-
gresso generale della Società austriaca di
pesca e piscicultura marina in Trieste,
col seguente ordine del giorno : Lettura
ed approvazione del protocollo del con-
gresso precedente. Lettura del rapporto
annuale e successiva discussione. Presen-
tazione ed approvazione del bilancio so-
ciale per r anno 1911. Presentazione ed
approvazione del preventivo sociale per
r anno 1912. Proposta di modificazioni
dello statuto sociale. Elezione della dire-
zione sociale per il triennio 1912-1914.
Elezione di due revisori del bilancio. E-
ventuali proposte dei soci. Comunicazioni-
Polemiciie. — È mal vezzo del «Na-
rodni List» di dare agli altri dello sme-
morato; mentre egli stesso non ricorda
fatti essenziali e non sa assai spesso quello
che si dica.
Cento volte, e non una, abbiamo sotta-
ciute per effetto di spirito superiore le
monellerie degli scolari croati messi a
studiare a Zara ; e, per quello che ri-
guarda gli attacchi contro il signor diret-
tore Kuss.ir, il «Narodni List» — a pro-
posito di smemoratezza — dimentica l'es-
senziale: che, cioè, noi non abbiamo fatto
altro che riferirci all'«Hrvatska Riec» di
Sebenico.
Perchè dunque il «Narodni List» — in-
vece di prendersela con noi — non se 1' è
presa col giornale di Sebenico ?
Il tanto abusato clichè dell' era buro-
cratica riesce assai male nel giornale
della delazione perpetua e che qui fece
r apoteosi della polizia di stato. 11 «Na-
rodni List», organo poliziesco, non ci co-
glierà mai in flagrante di delazione : ma
per quanto nocivo possa riuscirci l'attacco
avversario.
Noi, più che prender la cosa sul serio,
abbiamo scherzato sul patriottardismo dei
martiri, dei marinai e dei geometri croati,
che dettero 1' obolo per 1' «Hrvatski Dom» :
figurarsi se, proprio per questo, noi ci an-
dremo a guastare il sangue!
I signori croati sono padronissimi di
dare quanti quattrini mai vogliono per la
casa croata, che non riuscirà mai a croa-
tizzare la italiana essenza di Zara e 1' a-
nimo degli zaratini. Perpetua antitesi alla
casa croata saranno i monumenti secolari
« gloriosi della nostra latinità.
E più verranno appuntate armi contro
di noi e più ci stringeremo compatti gli
uni agli altri nella difesa del carattere
cittadino.
Ma anche qui, come sempre, il «Narodni
List» fa dei paragoni claudicanti quando
raffronta 1' attività dei signori dell' «Hr-
vatski Dom» a quella della nostra Lega e
dei nostri Gabinetti di Lettura. Compara-
tio claudicai,
II programma del com-tato deir«Hrvat-
ski Dom» suona sfida, provocazione ed
oltraggio al sentimento di Zara e all' o-
spitalità cortese che Zara consente ad o-
gni altro dalmata che qui giunga dalla
provincia; le circolari diramate per lo
spaccio delle azioni dell' «Hrvatski Dom»
vorrebbero essere squillo di guerra contro
la buona e tollerante italianità di Zara : il
programma della Lega Nazionale non suo-
na provocazione od aggressione, ma solo
amore alla lingua italiana, ma solò difesa
della lingua italiana; mentre quello dei
nostri sodalizi riguarda l'onesto svago
socievole.
Ecco dunque che non regge affatto lo
stupido paragone del «Narodni List». E
che ben diverso è l'associarsi, da parte
di ii. rr. impiegati, ad un'azione di pro-
vocazione, di sfida e di mal sognata con-
quista politica e r associarci ad un'azione
legalissima di semplice tutela, o il ricer-
care una semplice ricreazione dello spi-
rito.
Salvata da morte. — Caduta in
mare. — Mercoledì a sera, verso le 8 e
mezzo, la giovine Mina Tudorov si tro-
vava a passeggiare al molo di riva nuova
assieme a due sue compagne.
Ad un tratto, sia che scherzasse con le
compagne, o sia che fosse colta da improv-
viso malessere, la Tudorov, che si trovava
all' estremità del molo, cadde in mare.
La gente al molo cominciò a gridare, e
provvidenziale fu l'intervento di alcuni
pescatori di Cale, che, dalla loro barca,
trassero su la caduta.
La giovine Tudorov, tratta dall' acqua e
messa a giacere sul molo, non dava segno
di'vita.
Ma, accorso subito sul luogo l'egregio
dott. E. Rolli, egli si adoperò con tanto
e cosi lodevole zelo da salvarla. Al molo,
subito, le fece delle iniezioni d'etere, for-
zandola a respirare, e poi, nella vicina
farmacia Perlini, le prestò ancora cure
cosi efficaci da farla completamente rin-
venire.
Anche l'egregio dott. Ostoich, soprag-
giunto, prestò le sue cure alla Tudorov,
la quale, se fosse rimasta solo un minuto
di più senza così yalido soccorso, dormi-
rebbe oggi, molto probabilmente, un sonno
senza risveglio.
Coadiuvarono efficacemente i medici il
falegname Ciurcovich ed il capitano ma-
rittimo signor Scopinich.
La Tudorov venne portata con barella
a domicilio.
Società Zoofila della Dalmazia. —
Riceviamo e pubblichiamo :
«E già la terza settimana che per 1' e-
sigenze di una legge, tendente a combat-
tere r idrofobia nei cani, manifestatasi nei
nostri paraggi, Ja caccia ai gatti tiene in
sospeso tante persone, le quali, parte per
necessità, parte per affetto, sono proprie-
tarie di felini. Passiamo in silenzio sul
modo con cui questa persecuzione fu ese-
guita durante i primi giorni, finché un
ordine superiore mise fine a degli spet-
tacoli poco edificanti. Alcune trasgressioni
eccettuate, i gatti vaganti vengono ora
presi di nottetempo. Lungi dal voler cri-
ticare una legge che mira alia sicurezza
pubblica — di pieno accordo colle misure
prese riguardo ai cani, per i quali la mu-
seruola ed il guinzaglio formano una ga-
ranzia contro un eventuale contatto fata-
le — osserviamo che la caccia ai gatti
non dovrebbe prendere tali dimensioni da
significare lo sterminio di animali neces-
sarissimi, senza i quali andremmo incontro
a gravissimi inconvenienti, non soltanto,
ma bensì ad un serio pericolo, al pericolo
delle malattie infettive, di cui i ratti —
come ognuno sa — sono i principali por-
tatori.
L'Inghilterra, nazione pratica e non
avvezza ad agire alla cieca, continuamente
importa nelle Indie dei gatti, finché que-
sti raggiungeranno il numero di 300.000.
L'esperienza ha insegnato, che non si ma-
nifestano né la peste, nò il tifo in quelle
case, ove i gatti distruggono i ratti ed
i sorci; e la legge impone alle famiglie
colà di tenere almeno una di queste be-
stie, che da noi vengono sacrificate ad un
eccesso di precauzione, giacché non c' era
fra loro neanche un caso sospetto.
Si dovrebbe contentarsi di diminuire il
numero ; la loro completa distruzione però
é un'esagerazione, che può avere, come
già è stato osservato, delle conseguenz«
serissime.
Vogliono che i gatti domestici siano
rinchiusi in casa ; ciò fu possibile per un
certo tempo ; ma chi conosce la natura
di questi animali, indipendenti, coli'istinto
della libertà, dovrà confessare che alla
lunga la loro prigionia diventi un' asso-
luta impossibilità.
Perciò: moderazione, moderazione! Pur
troppo è un fatto deplorevole che in Dal-
mazia delle misure — saggie per sè stes-
se — sorpassino colla massima facilità i
giusti limiti; ne abbiamo la prova sotto
gli occhi : cioè quella di volere prevenire
un pericolo ipotetico colla certezza che
dall' altra parte ne sorgerà uno molto più
grave.»
li' influenza attraversa da capo a fon-
do il paese e la sua comparsa è origine
di gravi malattie. Ogni raffreddore, ogni
più leggera tosse devono venir presi sul
serio. Nessun rimedio è più addatto a
preservare da simili inconvenienti che pos-
sono essere la causa di gravi complica-
zioni quanto la «Sirolina Roche». Questo
rimedio, che può esser acquistato in ogni
farmacia, a cagione del suo piacevole gu-
sto, viene preso volentieri anche da bam-
bini. Siccome poi è composto di creosoto,
cosi esso incontrastabilmente uccide i ba-
cilli togliendo cosi alla malattia la sua
principalissima base. L'impiego della Si-
rolina deve però esser fatto per tempo, e,
tanto più per tempo la si prende, tanto
più facilmente e sicuramente agisce, per
cui non dovrebbe mancare in nessuna casa,
per averla sempre all' occorrenza a mano.
Finalmente ! Ora 1' hai esperi-
mentate anche tu e sai quindi che le
pastiglie minerali Sodener genuine di Fay
non falliscono mai lo scopo ; esse fanno
miracoli anche nei casi disperati. Tu hai
cantato oggi meravigliosamente bene, men-
tre ieri non eri in grado di emettere una
nota, e ciò in virtù soltanto alle pastiglie
Sodener. Le pastiglie minerali Sodener
genuine di Fay costano cor. 1.25 la sca-
tola e si vendono in tutte le farmacie,
drogherie e negozi di acque minerali. Non
accettare in nessun caso delle imitazioni.
Nomine, onorificenze e traslochi.
I! revidente doganale Leandro Nachich
venne nominato ispettore doganale nell'ot-
tava classe di rango.
La Lega Nazionale in Dalmazia
Pervennero al gruppo di Spalato :
Dalla locale Società di Beneficenza Ita-
liana in ricognizione per la istruzione e
libri scolastici somministrati a ragazzi
poveri cor. 50.
Per onorare la memoria del defunto si-
gnor Antonio Selem : A. Jellicich-Martinis
cor. 10.
Per onorare la memoria del defunto gio-
vane Pietro Marcovina: , E. Pez^oli cor. 10.
Le oblazioni varie.
Al comitato del ballo dei Pompieri Vo-
lontari pervennero dal signor d.r Antonio
Bottura cor. 10.
I dispacci del „Dalmata"
L'attentato contro 1 reali d'Italia. —
Roma, 14 marzo. — Stamane i reali,
accompagnati dai corazzieri, reca-
vansi al Panteon per assistere alla
messa in suffragio di Re Umberto.
In Via Lata un muratore romano,
certo Antonio D'Alba, ventenne, e-
splose tre revolverate contro i reali,
rimasti illesi. Il comandante dei co-
razzieri, maggiore Lang, che scortava
il Re, cadde da cavallo ferito e venne
trasportato all'ospedale. L'attenta-
tore venne subito arrestato.
I reali continuarono la via pel
Panteon. E, finita la messa, un' im-
mensa folla acclamò i sovrani, ac-
compagnandoli in mezzo ad entusia-
stiche ovazioni al Quirinale.
II Re, subito, in automobile aperta,
e sempre acclamato, recossi all'ospe-
dale a visitare il ferito.
= Roma è tutta imbandierata a
festa. Le vie sono tutte affollate. Un
corteo imponentissimo, formatosi alle
ore 10 e mezzo, le percorse, accla-
mando ai sovrani e alla casa Savoia.
L'attentatore anarchico veline quasi
linciato. La folla tumultua innanzi
al carcere ed inneggia al Re.
== L'autore dell'attentato, sfuggi-
to al linciaggio, dichiarò di chiamarsi
Antonio D'Alba e di esser da Roma.
Dichiarò di essere anarchico, ma negò
di aver agito d'incarico di un comi-
tato giovine turco.
Vienna, 15 marzo. - L'Imperatore
rimase vivamente impressionato alla
comunicatagli notizia dell' attentato
contro i Reali d'Italia. Egli manife-
stò telegraficamente ai Reali la sua
contentezza per lo scampato pericolo.
Roma, 15 marzo. — Alla Corte d' I-
talia e a quella del Montenegro giun-
gono dispacci da tutte le Corti e da
tutti i governi, esprimenti indigna-
zione per l'attentato e congratulazioni
per r essere i Reali d'Italia rimasti
incolumi.
Roma, 15 marzo. — L'esecrando
attentato provocò oggi una grande,
imponente manifestazione di devozione
e di affetto della rappresentanza na-
zionale.
Alla Camera dei deputati parlarono
il presidente del Consiglio OJ. Gio-
litti, il presidente della Camera Mar-
cora, il decano dei deputati on. La-
cava, che propose di recarsi corpora-
tivamente al Quirinale per presentare
al Re le felicitazioni, l'on. Sonnino,
e l'on. Pantano a nome di tutta l'E-
strema Sinistra.
La proposta dell' on. Lacava è stata
approvata per acclamazione.
Al Senato del Regno si ebbe pure
una imponente manifestazione di de-
vozione al Re ed alla Casa Savoia.
Si hanno notizie che in tutte le
città italiane avvenero manifestazioni
di giubilo per lo scampato pericolo
dei Reali e così pure a Tripoli, che
è tutta imbandierata.
In Calle Larga
affittasi prontamente
Forno compietamente arredato
eventualmente Tendevi a buo-
ne condizioni intero stabile com-
posto di due grandi negozi, quattro
piani, forno e tre grandi locali adat-
tabili ad uso laboratorio.
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Edit. e redattore responsabile Luigi de Negovetich
Stabilimento Tipografico S. Artale.
La vostra salute coDsorvrJte! La vostra debolezza, i vostri dolori si dileguano, i vostri occhi, i nrrvi, i UBUscoli, gli ardenti desideri si riforzano. Il vostro sonno come il vostro generale benetjs re ritorna quando adoperate il vera flaido generico di Feller col nome «El-8afluid>. Seguite il nostro consiglio. Fate la prova ordinando con 5 Cor. franco
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(N.ro 3
e
Il nostro quartetto alla Filar
monica. — lì valoroso Quartetto Zara-
tino — m.o G. Zinb, G. Brainovich, A.
Kamenarović e G. Frauwallner — diede
sabato a sera, dinanzi ad un pubblico
scelto e numeroso, alla nostra Filarmonica,
una delle sue magnifiche produzioni.
Esso ha abituati gli intenditori di mu
sica classica ad esecuzioni inappuntabili :
sia per precisione di tecnica, sia per bel
lezza di colorito, sia per profonda intui
zione e giusta sentimentalità.
Il Quartetto eseguì, con successo di am
mirazione, quartetti dello Schubert, del
Tschaikowsky, del Grieg .e del Dvorak :
riscuotendo entusiastici applausi alla fine
di ogni pezzo e pur eseguendone, a ri
chiesta del pubblico, fuori programma.
Vìgili Volontari. — Sabato a sera,
a festeggiarne 1’ onomastico, i nostri bra
vi Vigili Volontari offersero un banchetto
al 1 oro amato e prestantissimo comandan
te, il cav. Venceslao de Stermich. La se
rata trascorse lietissima e con concordia
veramente fraterna. A mensa, e dopo i
brindisi, i nostri valentissimi Vigili Vo
lontari, che sono pure caldi patrioti, rac
colsero un bell’ importo per la nostra ca
rissima «Lega Nazionale». Onore ad essi.
Società Ginnastica dì Zara. — Ri
ceviamo e pubblichiamo:
«Vennero eletti a completare la dire
zione nella dirigenza delle sezioni i si
gnori: Detoni W., Manzin G. e Paulin G.
per la ginnastica; Basilisco A., Inchiostri
dott. U. e Luxardo N. per la scherma;
Benevenia U., Giacasa V. e Lorenzini E.
per il podismo; Filippi N., Lana N. e Rolli
A. per la palla al calcio; Degiovanni N.,
Delich P. e Mazzocco B. per la danza;
Devetak G., Marussich P. e Toniatti A.
per l’altea; Degiovanni N., Palisca A.
e de Zanchi cav. C. per aóZ’aperta;
Lorenzini 1., Luxardo G. e Rolli G. pel
nuoto; Bonavia R. Menardi Malto L., e
Rossi-Sabatini A. pei pattinaggio».
Contri» ogni piu delicato senso di
collegialità commerciale, ed addirittura
con sottintesa recrim nazione contro rispet
tabili società di assicurazioni nostrane, è
stilizzata la circolare di una Casa di assi
curazioni czeca, piantata a Trieste col pro
posito ostentato e di denigrare e di dan
neggiare gli antichi istituti triestini. In
tutta la circolare si ricanta la nota del
denaro slavo che non va dato agli Italia
ni: quasi gli Italiani — anziccliè offrir la
maggior garanzia possibile in linea a scru
polosità e a generosa correntezza — fossero
una manica di ladri. E il peggio di tutto
è poi che la circolare della casa czeca —
gonfia di torbida rettorica anti-italiana —
viene mandata anche a nostri consenzienti
in provincia: uno dei quali la rimandò agli
Czec ’i, non senza qualche pepata e giu
sta nota di commento. Ben fatta!
Il regime della mano forte. —
L’ „Obzor4 di Z agabria, accennando ad al
cuni trasferimenti per supposti motivi poli
tici d’impiegati croati da Spalato a Zara,
dice che si inaugura il cosidetto regime
della „mano forte11.
11 Narodni List, sempre volgare, accen
nando alla stessa cosa, dice che si ritorna
alle persecuzioni dell’ era Lapenniana.
Ma perchè, invece dell’ era Lapenniana,
non ricorda un’ era più recente : 1’ era cioè
croata', nella quale le persecuzioni contro
gli italiani ed i serbi della Dalmazia,
fatte a base di spionaggio e di denuncie,
valsero agli uni e agli altri persecuzioni
e prigionie, e ridussero e gli uni e gli
altri nelle condizioni nelle quali presente-
mente si trovano ?
Non fu 1’ era Lapenniana che escogitò
le polizie di Stato ; ma fu invece 1’ era
croata che inaugurò il regime della «mano
forte» col chiedere ed ottenere la polizia
di Stato per Zara.
Macchinari e motori necessari ad
industrie non sono pignorabili. —
Il tribunale di Klagenfurt ha pronunciato
un’importante decisione a favore degli in
dustriali, giudicando che macchinari e
motori in uso presso un industriale non
sono soggetti ad esecuzione.
Secondo il par. 251 del regolamento di
esecuzione non sono pignorabili oggetti
od istrumenti di artieri, operai ecc. i quali
sono necessari al loro esercizio. Nella pra
tica seguita sinora macchinari e motori
non venivano ritenuti «oggetti necessari»
all’ esercizio delle diverse arti e mestieri.
Recentemente vennero pignorati ad un
salumaio un motore elettrico ed un mac
chinario per mescolare ed insaccare la
carne per la confezione delle salsiccie. Il
salumaio chiese la sospensione dell’ese
cuzione perchè il motore ed il macchinario
gli erano necessari per il suo mestiere. Il
perito sentito meritoriamente dichiarò che
il motore ed il macchinario non erano in
dispensabili al salumaio, che poteva con
fezionare le salsiccie anche a mano. Il
primo giudice trovò di sospendere l’ese
cuzione.
Il tribunale provinciale di Klagenfurt
chiamato a decidere respinse il ricorso
della parte attrice.
Nella motivazione è detto : «Nel metodo
di esercizio delle diverse industrie deve
venir preso in considerazione il progresso
dei tempi e della tecnica che nel corso
degli ultimi decenni ai lavori manuali ha
sostituito largamente 1’ opera dei macchi
nari. Ogni singolo industriale è per mo
tivi di concorrenza obbligato di usufruire
dei benefici dei meccanismi moderni, per
chè senza di questi meccanismi moderni
l’esercizio di un’industria è bensì possi
bile ma di molta difficoltà ed in conse
guenza poco retributiva. Con una inter
pretazione più corrispondente ai tempi
attuali si deve per ciò ritenere che il
macchinario è indispensabile nell’ esercizio
di certi rami d’industria e come tale
quindi va contemplato nei sensi del par.
251 del regolamento di esecuzione.»
Oh, che burloni! — L’organo dei
monsignori ragusei — e la bugìa, s’inten
de, è peccato mortale! — hanno scritto
nel loro giornale, a proposito dell’ ultimo
congresso studentesco a Zara:
«Le acclamazioni degli zaratini erano
coperte dalle acclamazioni altitonanti a
Zara croata, che salivano al cielo; la
marcia del Sì era soffocata dal nostro
inno sublime, e alle aggressioni risponde
vamo con la tempesta dei nostri pugni....»
Ah, come sono lepidi, e come sono sol
lazzevoli, quei carissimi monsignori ! Al-
trocchè le cannonate dei forte Mincetta!
„La Parola44. —- Uscirà prossimamen
te pei tipi della Casa Editrice Italiana
di Torino un nuovo giornale settimanale
letterario - politico - illustrato, intitolato
„La Parola44. Esso si prefigge di rispec
chiare in sintesi obbiettiva ed arguta i
principali avvenimenti.
Costerà 5 cent, al numero e L. 2,50 al-
1’ anno. Auguri.
IJn fatto inaudito. — Il giornale
comunale di Ragusa narra un fatto inau
dito.
Un detective — dopo aver vigilato atten
tamente e a lungo nei pressi della tipo
rafia ove si stampa quel giornale — quan-
o vide uscire il fattorino con le copie
er la distribuzione lo arrestò e lo con-
usse con tutti i giornali al Capitanato.
E’ un abuso di potere inaudito: contro
il quale protesteremmo tata corde, se il
giornale raguseo non fosse stato uno dei
più caldi faqtori di quella polizia di stato
per Zara, che aprì le cateratte ad una
vera cascata di detectives, sparsi in tutta
la Dalmazia.
Trasferimento. — 11 cav. Sabetta,
vice-console d’Italia a Ragusa, da un
mese gerente di questo R.o consolato ge
nerale, venne trasferito con patente di
console a Casablanca (Marocco).
li nuovo pievano. — Il m. r. don
Vincenzo Selem, parroco decano di Selve,
venne nominato parroco-pievano della in
signe collegiata di San Simeone.
Hinnovamento. — Dopo un certo
ristagno nell’opera di abbellimento citta
dino, constatiamo un certo risveglio, che
ci fa veramente piacere.
Ormai le oscure botteghe dei tempi pas
sati sono quasi del tutto scomparse nelle
vie principali, per dare posto a negozi
ricchi ed eleganti, che, in ispecie alla sera,
con la illuminazione elettrica, danno alle
vie un aspetto giocondo di modernità.
Calle dei Papuzzeri — una volta carat
teristica per le oscure botteguccie d’artiere
— andò tutta ringiovanita.
Calle San Vito pure tutta si trasforma
modernamente. E restauri sono stati e
vengono eseguiti un po’ dappertutto, in
tutte le contrade: in un nuovo risveglio,
in nuovo anelito di vita da parte del no
stro piccolo mondo industriale e commer
ciale, sempre costante e sempre lodevole
nello sforzo di conciliare l’utile proprio
col decoro cittadino.
Cosi avessimo una ferrovia ! Così po
tesse Zara divenire, com’ è degna di di
venire, un’ importante piazza di traffico
e di transito. Si vedrebbe allora quanta
la virtù e quanta la intraprendenza dei
nostri negozianti e dei nostri industriali.
Siamo forse in Croàzia ? — L’i. r.
amministrazione demaniale di Vrana, nelle
sue pubblicazioni, dovrebbe tener conto
anche della stampa italiana della provin
cia. E non lo diciamo già per il lucro di
qualche corona; ma in omaggio a quel prin
cipio di doverosa equiparazione che deve
inspirare ogni emanazione ufficiosa.
Non è un ufficio croato che possa ser
virsi esclusivamente del «Narodni List» e
della «Kruna» pei suoi avvisi di vendita
di grano : ma è un i. r. ufficio dello stato,
che nelle sue pubblicazioni deve tener
conto così della stampa slava come della
stampa italiana della provincia.
Senza contare che tali avvisi possono
interessare i parlanti 1’ una e 1’ altra lin
gua del paese, i contribuenti di una e dei-
fi altra nazionalità.
Perché venne espulso. — 11 mae
stro Antonio Vladislavió, dirigente la scuo
la popolare maschile di Milnà, dichiara in
rettifica, riferendosi ad una notizia com
parsa nel nostro giornale:
«Non è vero, come si legge nel «Dal
mata» n.o 55, dell’anno corrente, che un
ragazzo venne espulso dalla scuola «per
ciò solo che, in un libro scolastico, serbava
un disegno dello stemma dalmata». Invece
è vero che fu espulso in base al § 85
della legge scolastica per il suo cattivis
simo e indecente comportamento».
I nostri corrispondenti da Milnà possono
dire la loro.
«Dalmata» n.ro 76 del 24 p. m., che le
colonnine su nel primo ordine della fac
ciata della chiesa di San Grisogono non
siano state rimesse per mancanza di de
naro; bensì è vero che dall’autorità su
periore fu deciso che non vengano ri
messe».
Oh, bella !
Teatro Giuseppe Verdi. — Grande
attesa per la inaugurazione, domani a
sera, della stagione col Grand Guignol.
Domani a sera si danno tre lavori, uno
più suggestivo dell’ altro : «Al mulino» ;
«Automa» e le «Notti dell’Hampton Club».
La fama eccellente della compagnia, e il
desiderio vivissimo di spettacoli, affolle
ranno domani, e nelle sere successive, il
nostro Verdi.
Visita pastorale. — Xou si può
parlare di un attentato. — Monsi
gnor vescovo serbo-orientale di Zara, De
metrio Brankovió, compì gli scorsi giorni
la visita pastorale nella sua diocesi, ovun
que accolto festevolmente.
Fu pure a restituire la visita a Cattaro
a quel vescovo serbo-orient ile, monsignor
Boberió.
Di ritorno colla ferrovia da Knin alla
stazione di Siverich, mancò poco che non
dovesse subire le conseguenze di un gra
vissimo accidente.
Vicino alla stazione di Siverich, e sovra
un binario, era stata collocata una quan
tità di dinamite, che, al passaggio del
treno, mandò gran fumo, che empì tutti
i vagoni, ma che però non esplose.
Il panico è stato grande; ma, fortuna
tamente, nulla ebbe ad accadere.
Non puossi parlare d’un attentato dac
ché pare che nessuno sapeva che il ve
scovo dovesse viaggiare proprio a quel
l’ora e su quel treno.
La gendarmeria indaga.
Disgrazia automobilistica. — Lo
chaffeur Menzel ebbe l’incarico di andare
a prelevare a Vienna l’automobile di
S. E. il luogotenente: automobile che a-
veva avuto bisogno di essere riparata; e
da Vienna ricondurla per terra a Zara.
Però nelle vicinanze di Ogulin l’automo
bile ebbe a cozzare contro un albero così
forte da rimanere gravemente danneg
giata, pur colla rottura d’ un asse. Cari
cata sopra un carro fu ricondotta a Ogu
lin. Come pure fu trasportata all’ ospe
dale di Ogulin la consorte dello chafeur,
la signora Giulietta Menzel, congiunta ai
signori Ferrato di qui, che nel grave ac
cidente si ebbe spezzata una gamba. Lo
chaffeur riportò delle escoriazieni alla
faccia.
Contiliuamente si sentono lagni
sui disturbi che producono le ìusopporta-
bili tossi e raucedini nei teatri e concer
ti. In vero, contro i raffreddori in questa
stagione nessuno è esente e sarebbe vera
mente ingiusto di pretendere che la gen
te raffreddata debba evitare ora tutti i
divertimenti. Riguardi però si dovrebbe
sempre prendere e ciò m questo caso è
particolarmente facile. Quando ci s’invia
a teatro come pure quando vi si sorte
far sciogliere in bocca una pastiglia mine
rale (Fay Sodener) è il miglior modo
per vincere di certo lo stimolo della tos
se ed evitare così agli altri il tormento
che assalti di tosse producono sempre in
locali pubblici.
li’autunno è una bella, ma pur troppo
spesso anche una veramente pericolosa
stagione, e proprio pericolosa per quelli
che vanno soggetti a raffreddori e che
hanno molto da combattere con tossi e
catarri. A tali persone sirebbe di gran
giovamento una cura colla ben conosciuta
Sirolina «Roche», la quale si presta par
ticolarmente nelle malattie degli organi
respiratori. Però si deve, esistendo molte
contraffazioni, aver cura d’acquistare ge
nuina Sirolina «Roche». Questa acquistasi
solo nelle Farmacie.
17 attuazione della prammatica
e la resistenza degli impiegati pó
stali. — A quanto si assicura nei circoli
bene informati, si farà il tentativo di sol
lecitare l’esecuzione della prammatica di
servizio ed il disbrigo al Parlamento del
piccolo piano finanziario. Si crede di poter
ritenere che la resistenza degli impiegati
postali, rispettivamente degli inservienti
postali, che dovrebbe essere deliberata in
una seduta da tenersi prossimamente per
Natale, potrà essere evitata.
JLe colonnine. — Riceviamo dall’i.
r. direzione dei lavori di restauro della
chiesa S. Grisogono :
Non è vero ciò che Evenne inserito nel
tro, al rinnovamento della triplice al
leanza e alla volontà concorde da
parte delle grandi potenze di mante
nere all’ Europa un lungo periodo di
pace.
O o zxx u n i c at o.
Non potendo corrispondere, come vor
rebbe 1’ animo riconoscentissimo, a tutti
particolarmente, mi servo di questo mezzo
per esternare le mie più sentite grazie a
tutti coloro che in un modo o nell’altro
hanno voluto dimostrarmi tante gentilezze
e tanta predilezione nelle mie nozze d’ oro.
Profondamente commosso, perenne saprò
conservare per tutti il mio ricordo.
Arbe, 28 settembre 1913.
Don Simeone Valkovié.
RINGRAZIAMENTI
Le famìglie Pini, immerse nel più
profondo dolore pella morte improv
visa del loro amato
Luigi,
esprimono i sensi della più viva rico
noscenza a tutte quelle persone che
nella notte fatale furono loro larghe
di aiuto, accorrendo premurose al
letto del caro defunto, nonché a tutti
coloro che o colla presenza ai fune
rali od in altra guisa vollero addi
mostrare la loro schietta amicizia.
Zara, 28 settembre 1913.
La Lega Nazionale in Dalmazia
Pervennero al gruppo di Zara:
Per onorare la memoria dei defunto si
gnor Luigi Pini : dott. Roberto Ghigliano-
vich cor. 3, fratelli Pcrsicaili 5, Lauro
Galzigna (Arbe) 3.
Per onorare la memoria della defunta
Antonia ved. de Ponte: Emerita ved. Gran-
cicli cor. 2, fratelli Persicalli 10.
Per onorare la memoria dei defunto si
gnor Giuseppe Rismoudo : Lauro Galzigna
^Arbe) cor. 5, Enrico Macaus 2, Giuseppe
Cicin 1.
Festeggiando l’onomastico del coman
dante Venceslao cav. de Stermich raccolte
al banchetto fra i Vigili volontari cor. 23.16.
I dispacci defi „Dalmata"
^Lo scioglimento della Camera ita
liana. — Roma, 1 ottobre. — Il gior
nale ufficiale pubblica il decreto reale
che scioglie la Camera dei deputati
ed indice le nuove elezioni pel 26
ottobre, riservate le elezioni di bal-
bottaggio al 2 novembre.
IL comunicato ministeriale, che ac
compagna il decreto, accenna, tra al-
Il Consorzio di risparmio
ed anticipazioni
della I.a Sooietà Generale degl’ Impiegati
della monarchia austro-ungarica in Zara.
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degli studenti italiani della Dalmazia44 apre
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Le relative domande, corredate dai do
cumenti comprovanti gli studi percorsi e
le condizioni economiche, saranno da pre
sentarsi al Consiglio direttivo per l’Am
ministrazione del „Fondo sussidi44, a mezzo
del rispettivo delegato fino il giorno 15
ottobre 1913.
Il Presidente
dott. Bruno Marincovich
Il Segretario
Attilio Alesani
il'er membri della Società a
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Cercasi prontamente insegnante croato-italia
no. Se possiede cauzione cederebbesi di
rezione filiale. Scrivere, mandando fotogra
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med. prim. Ospedale maggiore.
I nostri denti. E’ possibile che nessuno si sia
accorto che malgrado una pulizia quotidiana con
polvere e pasta dentifricia, i denti (specialmente
quelli molari) frequentemente si guastano e s
cariano? Non è questa la prova migliore che la
pulizia dei denti con polvere o sapone è del tutto
insufficiente? I nostri denti non sono cosi com
piacenti da guastarsi solamente laddove noi pos
siamo arrivare comodamente con lo spazzolino.
Anzi, proprio nelle parti più difficilmente acces
sibili, come il lato interno dei denti molari, gli
interstizi, i fori della carie, i vani dove i denti
mancano, ecc. ha luogo più rapidamente e sicu
ramente la fermentazione e quindi la carie.
Volendo quindi preservare i denti da questi
perle di, e mantenerli sani, bisogna ricorrere ad
un dentifricio antisettico come l’Odol, e si rag
giungerà con tutta sicurezza lo scopo. Esso pe
netra durante lo adacquamento dappertutto, uei
denti cariati, come negli interstizi, nella parte
interna dei denti molari, ecc. ITOdol toglie ai
microrganismi, distruttori dei denti, le condizioni
necessarie alla loro vegetazione, e preserva con
seguentemente i denti dalle carie. Raccomandiamo
perciò caldamente e coscienziosamente, a tutti
coloro che vogliono conservarsi sani i denti, di
abituarsi ad un regolare e costante cura col-
fi Odo).
L’azione eminentemente benefica
dei lavaggi della testa al Pixavon è ormai uni
versalmente conosciuta, come pure, ed in modo
speciale, l’influenza favorevolissima di questo
prodotto sulla CRESCITA DEI CAPELLI. - La
facilità, colla quale il Pixavon scioglie la forfora
e la sporcizia delia cute capillare, la magnifica
schiuma, che può essere eliminata dai capelli
senza difficoltà con semplici abluzioni, nonché il
suo odore simpatico, facilitano assai l’uso di que
sto preparato. E’ notevole la sua potente azione
contro la caduta dei capelli di origine parassi
tarla, azione che va attribuita al suo contenuto
di catrame.
Prezzo di un flacone sufficiente per dei mesi:
corone due e mezzo. In vendita presso tutte le
farmacie, drogherie e profumerie. Tutti i migliori
parrucchieri da ambo i sessi eseguiscono dei la
vaggi della testa col Pixavon.
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fra cui a Davos, Arco, Merano ecc. si «sa costantemente la Ivlllldl »»Bit
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