ST. 80. (Supplemento) zam, ÌO
Condizioni d' Assòciazione.
Pw Zara flor. 8 antioipatemente, ié-
mestre s trimcitro in proporziono.
PM r impero Aastro-Ungarico fier. 9;
aemMtre fior. 4:50 trimcitre fior. 2;50.
Per gli Stati appartenenti all' Unione po-
stale fior. 12 all'anno semestre e tri-
mestre e in proporzione. Per gli Stati
non appartenenti ali unione postale fior-
fi « di più l'aumento delle spose pè-
atali, semestre trimestre in proporzione-
I pagamenti si fanno in banconote austr-
oppuri in monete d'oro del paese.
Giornale politico, economico, letterario.
i V- Esce il mercoledi e il gabbato.
Le aM«fll«6Ìoai e gli importi di pa-
nare, in assegni postali, si dirigane al-
l' amministrazione dei "Dalmata« in iara
«hi nen respinge il fogllQ dopo seaduta
l'assoeiaaiOQ« sUnUnde obbl^ati» par il
trimMtre sossegueate. ,
Le «orrispoodenze devono dirigersi af-
trancate esolusiTamente al Redattore. Le
lettere non affrancate saranno respinto.
I eomnnloatì si inserisoene »I preaae di
soldi IO la linea. At?Uì ed iawrzioai »
prezeo moderato da conTonirsi.
Un numero separato eosta s. It.
Vn numero arretrato s. 16.
I maaoaoritti non si restitniseono.
Ricorrendo ieri i' altro la Fešta
dl S. Simeone, quest'Oggi ii gior-
nale esce dimezzato.
Il nuovo ixxinistero serbo.
Tutte le notizie sul nuovo Gabinetto serbo
si accordano nel rappresentarlo quale Mini-
siero della lotta e dell' opposizione contro le
pretese dei radicali e del liberali. Nicolò Kri-
stich si circondò di nomini, i quali o sono in
intime amichevoli ralazioni col Be, e quindi
sono allo stesso lealmente devoti; o che fino
ad ora si tennero lontani dalla lotti dei par-
titi e saranno disposti còme ministri ed ese-
gaire fedelmente gii ordini, come lo erano
quali impiegati. Nicola B^isjicl^.-avrebbe^ co-
minciato la sua carriera quale sotl^ffici^e
dèi reggimento confinario di B^tariràracììno.
Assolto l'obbligo militare passò in SerFia, en-
trò in servizio dello Stato e coprì parecchi
posti, fra cui quello di capitano .civico di
Belgrado. Dopo la dimissione di Oaraschanin,
sotto il principe Michele assunse la direzione
del ministero, ed ucciso il principe entrò nelle
fila dei più attaccati aderenti del principe Mi-
lan, lottò in queir epoca con tutta energia
contro l'agitazione del metropolita Michele, ii
quale voleva spianare la via al principato ad
un granprineipe russo. Stabilita la reggenza si
ritirò dalla vita pubblica, tutti però, anche gli
stessi suoi avversari, riconoscono pure che la
sua azione fu sempre corretta e leale.
Il corrispondente da Belgrado della Politi-
sche Correspondem scrive di lui:
Il nome di Nicola Kristich significa non
solo un principio, ma un programma coŠ pre-
cisione definito, ija Serbia lo conosce da luogo
tempo. Neil' anno 60 egli era Ministro del-
l'interno e per breve tempo fu a capo di un
gabinetto, nel quale figuravano i conosciuti e
stimati nomi di Cukich, Blaznavaz e Leschia-
nin. Fin da quell'epoca il sig. Kristich è co-
nosciuto come nomo d' azione, di un' azione
franca e risoluta. Egli non è un teoretico ed
è loQUno da ogni dottrinarismo ; ha due soli
principi : ferm^a ed onestà. Il sao program-
ma può riassumersi nelle seguenti poche pa-
role: Disciplina e leale adempimento dei do-
Teri del corpo degl' impiegati ; incrollabile
diftìsa della legge; rispetto a tutti i diritti;
incondizionata dtivozione al Be ed alla Dina-
stia; massima cura pegl'interessi generali. Fu
perciò egli anche sempre rigoroso Terso quelli
che nel servizio dello Stato si rendevano col-
pevoli di traseuranza o parzialità. Un impie-
gato che Tolésse esser agitatore radicale p li-
berale, sotto il regime di Kristich termine-
rebbe in breve la sua agitazione; ed egual-
mente non tollererebbe, che un cittadino di
qualunque partito esso si sia, turbi i' ordine
legale. Agii elementi turbolenti fra i radicali
non sarà più certamente concessa quella li-
bertà d' azione, della quale essi abusavano a
danno di tutte le istituzioni. Quello ohe so-
pra tutto distingue il capo del gabinetto è la
prestezza nella decisione, alla quale segue to-
sto r esecuzione. Ove egli scopra una viola-
zione della legge, la legale prescrizionfj presso
di lui non si fa attendere a lungo. Quello
che deve succedere, succede prima che lo si
aspetti. Egli è un carattere di grande seve-
rità, che parte in lui da un sentimento del
diritto fortemente sviluppato. Non essendo e-
gli mai stato propriamente un uomo di par-
tito, così nemmeno si lascia guidare da inte-
ressi di partito, che sono a lui sconosciuti,
ma unicamente dal bene generale. Un tale
carattere non può calcolare su simpatie, ohe
pel fatto egli non gode in abbondante mi-
sura; però egli sa imporre la generale stima
Énche verso i suoi più appassionali avversari.
|ja. missione, che gli fu affidata è altrettanto
importante quanto semplice, e dovrà conso-
lidare le fondamenta della società alquanto
scosse. Fello scioglimento di tale compito
sembra che egli offra tutte le desiderabili ga-
ranzie. Egli ha coraggio, costanza ed ener-
gia abbastanza onde assumere la lotta contro
gii elementi distruttivi. In ogni caso un Mi-
nistero Nicola Kristich dovrebbe senz' altro
significare 1' opposto di quello, chfì voleva il
partito radicale.
Milan Bogicevich fino ad ora ambasciatore
alla Corte di Vienna, nominato a ministro
degli esteri, passa per un amico dell' Austria,
e la sua chiamata nel gabinetto sembra che
voglia significare che la politica estera della
Serbia continuerà nell' attuale indirizzo.
Il sig. Spasich, nuovo ministro delle fi-
nanze, era pure per qualche tempo impiegato
air ambasciata serba a Vienna, ed in seguito
fungeva da capo-sezione nel min. degli esteri.
Il nuovo ministro della guerra, colonnello
Petrovich, era ministro delle pubbliche co-
struzioni nel ministero Pirotschanaz.
Gli altri ministri sono poco conosciuti, non
appartengono ad alcun partito, e possono qua-
lificarsi unicamente quali fedeli aderenti della
dinastia Obrenovich; ciò che specialmen te deve
dirsi del nuovo ministro pelle pubbliche co-
struzioni, colonnello Protich, il quale fino ad
ora era il secondo aiutante d' ala del Be.
Giorgio Fontelich, che ha il portafogli della
giustìzia, nonché del culto ed istruzione, era
fino ad ora consigliere presso la suprema
Corte di cassazione, ed ò calcolato come un
eminente giurista.
n JtmM Uft" oaliumktd.
Abbiamo ricapitolato la storia delle
smeatite, perchè anche le stesse dime-
APPENDICE.
strano un certo nesso fra gli avvenimenti
della Dalmazia e Croazia, fra il contegno
di questo partito croato con quello dei
diritto dì Zagabria, anzi una dipen-
denza del primo, il quale sembra quasi
muoversi ad una parola d'ordine.
Come siano state valutate le smen-
tite dei signori Readich, Kovacevich e
Folnegovich; l'abbiamo veduto; uè hanno
maggior valore per certo le rettifiche
e gli sfoghi del Narodni List. Anziché
lanciare a nostro carico la ridicola in-
sinuazione, che ii nostro primo articolo
sia stato scritto per inspirazione supe-
riore, dovea dimostrare, ohe abbiamo
avuto torto a scriverlo. In quòll' arti-
0010 noi ci siamo astenuti da ogni
spiegazione, ci siamo limitati, ad una
ricapitolazione di fatti ; e se da questi
risultava il nesso fra 1'azione dei due
partiti delia Dalmazia e della Croazia,
era forse nostra la colpa ? Ha potuto
11 Narodni List smentire forse uno solo
dei fatti in esso accennati? e se essi
sono veri, non è forse anche vera la
logica conseguenza ohe dagli stessi ne
derivava.
11 Narodni List chiama invece ma-
ligne invenzioni le notizie, che non da
noi, ma dai giornali esteri, furono pub-
blicate sul viaggio iu Dalmazia di Smi-
ciklas e compagni, e dice maligna in-
venzione il convegno a Spalato dei
detti capi-partito croati coi nostri ono-
revoli deputati ed assessori della G-iunta.
11 troppo zelo però insinua. appunto
il sospetto, che il Narodni List eolie
sue imprudenti rettifiche, negative e giu-
stificazioni vorrebbe allontanare.
La ricerca di documenti, e gli studi
storici sarebbero stati lo scopo del viag-
gio dei signori croati in Dalmazia.
Domandiamo però, si può credere che
per cercare documenti e per fare studi
storici, si faccia il viaggio a Macarsca,
si arrivi a tarda ora di sera e si ri-
parta nella mattina successiva? si può
credere ohe per fare degli studi storici
si vada a Sfirce fermandosi poche ore?
A Sfirce dove pochi giorni prima avea
avuto luogo una specie di meeting r„0-
mladina Hrvatska!^
Se i signori croati fossero venuti in
LOVRE ZAV0JA]«Č4]«I.^
I
FAVA POLJIČAI^II«
na sajmu o Gospojini
(Continuazione, e fine, vedi N. 79).
Xovre. Tamburovié zametnu lakrdiju kadje
svaka opremio podje s'njimam na polje gla-
sovanja, sastavise strankom protivnom pak
sva četiri glasovaše protiva stranki Popovski,
to bijaše preveè Popa ra^srdilo, koji je novce
dao, pak sa onom knjigom naredio je da
sudbeno ištu povratak; neki dan ja sam se
dogodio u Vrgorcu kad hjim je razprava
bila, kad sa je Sudac obavjestio od stvari
kako stoji, izdao je odluku da Tamburovié
neioa hjim novce pofratiti, »eè dft trtósaiei
imitai ma piatiM 5a z» paroiéke
UoSkove.
Pava Sađ vi4ja dasi imao uzrok smijati se,
Dalmazia quali semplici toms^«, e se lo
scopo dei loro viaggio fosse stato del
tutto innocente e lontano da ogni mo-
tivo politico, perchè a quel fatto attri-
buire uno scopo manifestamente falso,
ed elemosinare una giustificazione ohe
da nessuno può essere creduta? perchè
non rappresentarlo quale un viaggio
di diporto e di una visita agli amici ?
perchè con tanta insistenza negare il con-
vegno a Spalato coi signori Klaich e
Vrancovioh? È probabile e può cre-
dersi, che essendo di passaggio per
quella città i nostri membri delia Giunta,
e trovandosi ivi Smioiklas e compagni,
non abbiano essi cercato di trovarsi
con loro, e vedersi? Perdhè negare
quindi tale fatto, ohe ove non avesse
avuto anche un motivo secondario, sa-
rebbe stato invece magnificato dal Na-
rodni List, e pubblicato come un' av-
venimento patrio? Quale spiegazione si
dovea dare alle imprudenti negative ed
alle giustificazioni del Naródni List il
quale, forse sperava, ohe tali fatti sareb-
bero rimasti per tutti un segreto, e
ohe nessuno avrebbe osato portarli alla
pubblicità.
Quello che noi volevamo dimostrare
coi nostri articoli si era l'intima rela-
zione che regna fra il partito croato
della Dalmazia, ed il partito d' azione
di Starcevich nella Croazia. Può forse
il Narodni List negare tale relazione ?
Il programma di Starcevich e compa-
gni si è r unità e l'indipendenza della
Croazia — cielokupnost i nezavisnost.
Non era questo forse anche il pro-
gramma sviluppato da Paulinovich in
Dieta? Nella conferenza deir„Omladina
Hrvatska" a Sfirce a cosa s'inneggiò se
non appunto alla cielokupnost e neza-
visnost hrvatske I telegrammi
di felicitazione ohe da tutte le parti
della Dalmazia dagli aderenti del par-
tito Croato si diressero a quella con-
ferenza, tutti senza eccezione, espri-
mevano i più ardenti voti pella realizza-
zione di quel desiderio nazionale, ed
inalzavano allo Staroevich i loro Mvio.
Quei telegrammi furono pubblicati dal
Narodni List, avvertendo ohe ommet-
ieva la pubblioaziono di alcuni, perchè
zar nemogu se novci sudbeno naplatiti koji
se za izborne glasove daju.
Lovre. Eto razumi, još je prilični dogodjaja
bilo, zato Pop upravitelj občmski novaca
hotio je sadb<>no damu se povrate, što nei-
zadjemu za rukom, zašto izgled Tamburovié
ča sve završi.
Fava. Kadsmo od svačemu govorili deder date
još nešto upitam.
Lovre. Govori.
Pava. Od prvi godina običajno sam platjao
u Občinu za travarinu svake godine 2 ili
3 fiorina; u današnji dan na sajmu prodao
bi jednu kozu s'kojom bi smirio svu tra-
varinu i još bi mi ostao koji banovac za
napiti se, a "danas u ta svrhu prodaosam
četri koze pak još nemožemi zaleči, a bra-
vimi svaka godine ako ne smanjkaju doisto
nenapriduja.
Lovre. To jest Občina povišila namet na svaki
zub; u vrime prvi Načelnika plačalose je
na kozu novčiča 5 a sada se plača 12, vi-
diš koliko to odnosi.
^ haram trihaje oamet aa stoku,
kad hjim oniki norae od pririza na k^-
patik spiiva.
Lowrt. Polepuosti popovskoj nebi đotekla sva
Dalmacija kamoli če naš ufoožni Kotar; još
se glasa da sastavljaju s' Hrvatim nekakvu
haznu za njihovo rasplodište.
Pam Jesuli mogli Vitjajei zabraniti povišenje
tro vari ne.
Lovre. čujasi jurve od mene kakva je vrago-
lija ustrojena u sjednici, zapisnik odredbe
viča upisan bude uvjek koji dan prvo nego
se vjuče sastavi, pak ga Tajnik izpiše kad
je njemu drago, a Vitnici nespračeni vratese
kuči, gdi si bio, nigdi, štasi radio, ništa.
Pava. Nazad dvi godine glavari sa Rondom
pobraša mnogi nov-ac od naroda neznase
zašlo ni kako, neki su plačati do 60 fio-
rina i od mene uzeše 120 groša, čijajeono
zadorica bila? Kudli su oni novci otišli?
Lovre. To je odredba Prfpova, a novci su po-
šli kud i ostali od prireza i travarine, pak
ujdeli vuk kenjca?
Pava, Ajde okanise brezposlice, ta nije ni
Pop tako moguč da može mečati očito na-
met na vilajet, veČ valja reč da q to i
Vlada ulazi, kao kada smo sagrišili što i
Krivošijani.
Xdvre. Ti si tvrde glave, očeš svašto inati «
malo vjerovati. Pava. Ti mislii stosi često u grada i Sto
s gospodom kadgod občiš, dasi popio uji.
hovu pamet, zato uzdržiš dasmo mi brdiani
do konca ludi, neznašli da kadgod iz stru-
njave torbe izvalise pogača; medjuto osta-
vimo lakrdiju, već isporavimi u koji naslov
one se novce pobraše.
Lovre. Onosu bili ostanci travarine za 12 tro
dma što nisu naplaćeni pod l^adelnistvom
Fran.ča I Pervana. jer su jih oni pučanstva
propustili, nebuduči Občini bila potreba sad
pak današnjem Opraviteljstvu sve ie m.lo
pokupi od naroda sve do košulje, ovoii
činjeno protiva zakonu, buduči da niie do
pustjeno naplititi na brzu ruku nijadan ob-
čmski danjak potla tri godine.
Pava Po čijemu vitru lanjske godine glavari
pokupiše od svake kuče u svim selim DO 4
banovca; jeli ono bila glavarska posebica. ali
hjim je Vlada naložila. '
W ^i uvjek 0 Vladi kao gluv Turčin o
medjedu, razumime jednom dasu ovo sve
občmki posh, kojaja onda novi danjak na
vas Kotar najetnula i od svake kačž^nuJ
je uzeti po 40 novčiča, brojise usve S
kače ^40 t^D jpadv fiMina MMada.
Jeh dopastjeno Obfiini ùovi đanij mecAti. danjak na
/čl
ora. Aderenti dei liberali e del partito del pro-
gresso comineiarono a fare fuoco dalle case
SOI fuggitivi. I radicali di Zaiéar rimasero
passivi. „E una sciocchezza ciò che avete qui
impreso" disse loro il dr. Lazo Ilich deputato
del circolo di Alexinaz, uno dei più rag-
guardevoli deputati radicali del circondario ed
andò per la sua strada.
Quando poi due giorni dopo il deputato
radicale Marinko Markovich si presentò di-
nanzi Zaiéar con un battaglione armato di
fucili a retrocarica, e mezza batteria, e voleva
bombardarla e prenderla, il capitano Rado-
vich mandò a lai qual parlamentario il di lui
collega deputato d.r llich. I signori, in campo
aperto sotto una dirotta pioggia, tennero una
discussione di due ore, se il partito radicale
dovesse ritenere come suo l'attuale movimento;
la qual discussione terminò con ciò, che Ma-
rinko Markovich diede alla città di Zaiéar
cinque giorni per deliberare. Questo fu l'affare
di Zaiéar.
."Vostri carte^g;! particolari.
Cittavecchia, 5 decembre.
Un mistificatore da qui in due corrispon-
denze apparse nell' Avvenire di Piume, sotto
la maschera di autonomo, manifesta i suoi
disinteressati desideri, che a parroco di Cit-
tavecchia, nelle veci del compianto Gellinich,
venisse scelto 1' attuale parroco di Brusje an-
ziché quello di Vrisnik.
Che r autore delle due corrispondenze non
possa essere un autonomo, ma che invece
debba essere un volgare mistificatore che ap-
profitta della buona fede della redazione del-
l'^wemVe pei suoi scopi . particolari, lo si
deduce da ciò, che il parroco di Brusje è uno
dei più fanatici croati che esistano nella pro-
vincia, e che un vero autonomo non potrebbe
che considerare come un castigo o come una
disgrazia la venuta a Cittavecchia di un si-
mile individuo.
E noi, veri autonomi, speriamo che il Ve-
scovo non vorrà infliggere alla sua patria un
castigo, nè vorrà procurarle una disgrazia.
Jl parroco deve essere una persona stimabile
sotto ogni rapporto, e nel parroco di Brusje
sarebbe difficile trovare qualcosa di stimabile.
Crediamo che basti l'esempio scandaloso di
Spalato, dove la grande maggioranza dei cit-
tadini non saluta nemmeno il proprio vescovo.
Noi eravamo da lungo tempo abituati a sti-
mare il nostro parroco, e desideriamo che
non ci venga imposto un parroco che non ci
sarebbe possibile stimare.
Noi abbiamo bisogno di un parroco che non
sia un partigiano credente nel solo verbo del
Narodni List, e ritoniaroo che il vescovo non
vorrà agire in opposizione ai desiderii della
grande maggioranza dei suoi patriotti.
sorio maestro dirigènte di Vallegrande
Giovanni Jericevlch in maestro effet-
tivo presso la scuola di Trappano ; il
maestro effettivo della scuola mista di
Kućište Luca MIadineo in effettivo mae-
stro dirigente della scuola di Valle-
grande e il provvisorio maestro diri-
gente della scuola popolare di Žrn'ova
Marco Bodulich in effettivo maestro di-
rigente della scuola stessa.
I consiglii sanitario e scolastico or-
dinarono la riapertura delle scuole gin-
nasiali e reali, che questa mattina in-
cominciarono le lezioni.
Domenica 9 corr. cessava di vivere
in questa città T i. r. aggiunto giudi-
ziario addetto all' i. r. Tribunale di
Oattaro sig. Costantino JurfcLOYicIi,
ed oggi con splendidi funerali fu ac-
compagnato alla tomba. Animo gene-
roso e nobile, mente elevata e colta;
la famiglia desolata ne piange Tamara
perdita, il corpo giudiziario deplora la
scomparsa di uno dei suoi più valenti
membri.
Ci viene annunziata la comparsa di
un nuovo giornale pedagogico-didattico
slavo, intitolato la Zora, redatto dal
Professore Vincenzo Danilo e Maestro
Miho Zaglav.
Escirà due volte al mese e costerà
f. 3 all' anno.
Per le Signore. — Ci si annunzia T im-
minente pubWicazione del volume XIV della
Biblioteca delle Signore, edita a Torino. 11
nuovo romanzo ha per titolo "<28 Luglio !„
ed è dovuto alla Signora Guidi, l'autrice
del libro : "iZo una casa mia!„ che ebbe
anni sono tanta fortuna. L'aver scelto per ti-
tolo la triste data del terremoto di Casamlc-
ciola,!- ci fa conoscere come l'autrice si sia in-
spira a a quella terribile catastrofe dando vita
a qualcuno dei personaggi che ne furono te-
stimoni 0 vittime. Di questo nuovo lavoro
che il nome dell' autrice e 1' argomanto scelto
annunziano assai interessante,riparleremo quan-
do r avremo ricevuto e letto.
Gazzettino della città
e della provincia.
Dalla patriottica Neresi, riceviamo
il seguente lietissimo telegramma :
Neresi 10 dicembre. Oggi compironsi
le elezioni comunali. 11 concorso de-
gli eiettori fu straordinario, mai eguale.
Neresi confermò sè stessa; non venne
deposto un solo voto contrario. I se-
dicenti quattro avversari avviliti rinta-
nati non poterono esercitare alcuna in-
fluenza, nemmeno sui loro servi e debi-
tori che votarono tutti con noi. Ve-
dranno cosi gli avversari, che la po-
polazione di Neresi calma, dignitosa, ri-
mane salda sulla breccia sempre fe-
dele alla propria bandiera.
Teatro Nuovo. — Per giovedì a sera
13 corrente ci viene annunziata la be-
neficiata della egregia prima attrice
drammatica sig.a Eosina I. Dondini la
quale intese di offrire al pubblico un
trattenimento col dramma storico di C.
Benvenuti intitolato L' Orfanella Dal-
'^ata e la commedia in un atto La
(Consegna di russare. Sperasi di vedere
un pubblico numeroso, trattandosi prin-
cipalmente di rimeritare una distinta
artista, e di incoraggiare il depresso
spirito teatrale.
Il Consiglio scolastico provinciale ha
trovato di nominare il provvisorio mae-
stro della scuoia popolare di Janjina
Marino Giurgievioh in effettivo mae-
stro della scuola di Kaciste ; il provvi-
II Berni. — Periodico umoiistico setti-
manale, splendidamente illustralo e stampato
su carta di lusso, che si pubblicherà in tutta
Italia ai primi di decembre. Direzione e Am-
ministrazione: Milano - „Via Durini," 31.
(Stab. Tip. Ditta Editrice Francesco Manim).
Il Berni si propone per programma d'esser
d'indole gaja, brillante, faceta, umoristica
— nelle sue manifestazioni grafico-letterarie.
E dandosi a promuovere un riso schietto,
bonario, onesto, dovrà, peraltro, trattando
caricature e satire sociali, mantenersi assolu-
tamente impersonale ed estraneo ad allusioni
politiche e ad oscenità di qualsiasi genere.
Prezzi d' abbonamento : tranco nel Regno
Anno lire 12; semestre lire 6.50; — Unione
Postale Anno lire 15; semestre lire 8.
Si prega di chiedere Numeri di Saggio del
giornale 11 Berni, Milano - Via Durini, 31.
Numeri di Saggio a chiunque li chieda
Gratis.
Un buon affare per il capo d'anno. —
Abbiamo veduto il programma per 1' associa-
zione della Gambetta Musicale di Milano
edita dallo Stabilimento Ricordi; e non sap-
piamo spiegare a noi stessi come mai questo
elegante ed onesto periodico che conta circa
40 anni di vita, non abbia ancora centomila
associati. Siccome l'associazione alla Gazzetta
Musicale è proprio un buon afiare, ci cre-
diamo in dovere di spiegare brevemente ai
nostri lettori in che consiste, perchè non
perdano l'occasione di approfittarne. L'affare
è questo: con 20 lire annue anticipate, 10
per un semestre, 5 per un trimestre, ognuno
che canti o suoni (e chi non canta o suona 0
acquista subito nell' ampio catalogo dello Sta-
bilimento Bicordi (50,000 numeri) tanta musica
a sua scelta per l'importo lordo di L. 40 o
20 0 10; e quando ha così ritascato il suo
denaro, rimane associato per un atino, per un
anno, per un semestre, o per un trimestre alla
Gazzetta Musicale diretta da G. Bicordi e
compilata da S. Farina (un fascicolo elegantis-
simo, illustrato ogni domenica) e riceve altri
tre premi di non piccolo valore, in libretti
d' opera, libri, calendari, fotografie, ecc. Ora
qual è il maestro di musica, qual» il dilet-
tante che ogni anno non debba acquistare per
20 lire di musica? In ogni casa io cui è
un pianoforte, dovrebbe entrare la Gazzetta
Musicale. Si comprende come lo Stabilinrento
Bicordi, che da 40 anni pubblica la Gazzetta
Musicale per decoro Tdell' arte e della casa,
qoest' anno ne ampli il formato, vi aggiunga
delle illustrazioni, ne migliori i caratteri e la
carta, e la offra per nuUa, anzi per meno di
nulla, alle famiglie in cui si coltiva la musica
— si stenterebbe invece a comprendere che
ad un invito simile non rispondessero tutti i
musicisti e tutti i dilettanti che sanno fare i
loro conti.
RECENTISSIME
Vienna 9. Ieri si suicidò, con una
pistola caricata ad acqua, l'attore Leu-
hert del BurgtJieater.
Roma 8. A proposito del duello fra
Nicotera e Lovilo la Stampa scrive :
L' autorità giudiziaria non può non
impossessarsi d' ufficio dei diversi re-
ati consumati ed è a sperarsi che senza
lacuna di tempo venga innanzi alla
Camera la doppia domanda di autoriz-
zazione a procedere. Allora ci si vedrà
chiaro.
— Lovito ha dato le dimissioni di se-
gretario generale del ministero del-
l' interno.
Genova 8. Il principe di Germania
è aspettato il 16 corr. Scenderà al pa-
lazzo reale.
Parigi 9. Oourbet telegrafa essere
ormai incamminate le regolari opera-
zioni dì guerra contro Bac Ninh.
Galibert conferma che la squadra
francese distrusse parecchie posizioni
degli Hovas nella parte 'orientale del-
l' isola di Madagascar.
I francesi ebbero un ferito.
Londra 8. Telegrafano dal Cairo allo
Standard che l'inazione del 'Mahdi per-
mette di fortificare le frontiere.
COMUNICATO. *)
AI citrullo articolista il quale nell'an-
fibio giornale, nomato Gazzetta di Spa-
lato al N. 95 del 3 corr., fa i conti
alla locale Società dei Bersaglieri, che
da nessuno finora venne mai pubblica-
mente attaccata, sono incaricato di ri-
spondere, a nome di tutti, che non è
egli al certo colui dal quale abbiamo
bisogno di alcun consiglio. Fummo ab-
bastanza generosi, col permettergli di ri-
tirarsi da sè solo dalla Società dalla
quale doveva essere infamemente cac-
ciato. Invece di far i conti agli altri,
sarebbe assai meglio li facesse a sè
stesso, che vive, mangia e veste panni
alle spalle di chi sarebbe in debito di
mantenere.
Il §. 50 dello Statuto, lo conosciamo
tutti, e r amministrazione del patrimonio
sociale nulla lascia a desiderare, ciò
che non potevamo dire, allorquando ave-
vamo la disgrazia di tenerlo a segretario
ed a cassiere. Se i Contorni di Zara
gli hanno procurata un'indigestione, non
è nostra colpa, e noi lo possiamo ben com-
patire allorquando sogna i terremoti ed
i rombi per la Bilancia, ma non allor-
quando attacca 1' onestà di persone alle
quali non è degno di sciogliere i legacci
dei calzari.
Un ultimo consiglio, giacché le lettere
non sono per lui, e se con un onesto
lavoro egli vuol redimere il suo triste
passato, se si sente forte del suo dovere
di marito, di genero e di padre, faccia
il salumaio e fra le sardelle ed il bac-
calà sogni pure i tempi passati, che
per lui sono ormai tempi perduti.
Per ora soltanto questa tiratina mo-
rale di orecchie e, se ritorna alla carica,
il resto che gli compete.
Zara 10 decembre 1883.
UN BERSAGLIERE
per tutti.
*) Per qaesti articoli la Redazione noa assume al-
tra responsabilità ohe quella volnta dalla legge.
RirtgraziameAtL
A tutti quegli egregi che nella grave sven-
tura che e' incolse per la morte deirindimen-
ticabile nostro marito e padre rispettivo Gia-
como Šarić, ci furono cortesi di conforto,
s'adoperarono a lenire l'acerbo nostro do-
lore, a rendere più splendide le esequie del
defunto ; che si compiacquero d'accompa-
gnare air estrema dimora le mortali spoglie,
ed in ispecial modo all'Inclita I. B. Diri-
genza Tecnica pella Eegolazione del Narenta,
alla Spettabile Impresa Generale pella Rego-
lazione del Narenta, agli onorevoli membri
componenti la commissione pella Navigazione
del Narenta, alla Spett. Amministrazione Co-
munale, air Inclito I. E. Ufficio Daziario, alla
Spett. Direzione della Scuola maschile, ai
Molto Reverendi Parroci di Fort'Opus, De-
sne, Bagalovié e Komin, alle distinte fami-
glie: Egermayer, Franiòevié, GargaSevié, Ja-
kišić, Maylauder, Omann e Stepischnegg, a
tutti gli amici parenti, e conoscenti tanto di
Fort' Opus che fuori 1 quali confortarono con
visite, telegrammi o scritti, a tutta la popola-
zione di Fort' Opus e de' paesi circonTicini
ai medici curanti D.r Schmidinger 6 Nagy
che nulla trascurarono a debellare il fatai
morbo onde fu vittima, coli' animo profonda-
mente commosso rendiamo i più vivi ringra-
ziamenti, assicurandoli dell' eterna nostra gra-
titudine.
Fortopus, 6 dicembre 1883.
Maria consorte
Tomaso, Matteo, Giovanni, Anna
e Catina figli.
È uscito dalla tipografia 8.
Artale
LUNAI^IO
CATTOLICO GRECO ed EBRAICO
per r anno 1884
col seguente Sommario:
Domiimtore dell' Anno — Eoolissi — Equazioni —
Pianeti visibili ad occhio nudo — Appartenenze del-
l'Anno — Feste Mobili — Quattro Tempora — Tempi
pr le Nozze — Feste principali delia Dalmazia —
Ferie dei Tribunali — Lezione sulle Eeclissi — Ora
della Levata e Tramonto del Sole — Orticoltura —
Pesci ricercati — Lunario Cattolico, Greco ed E-
braico, con una fitcciata di fronte iu bianco per ogni
mese — Documenti storici : "I nobili zaratini devono
sapere leggere e scrivere," „Pene contro i nobili za-
ratini che non vengono in consiglio" — Fontioo —
Ospedali di S. Giacomo, S. Marco e S. Martino —
S. Simeone — „Parte presa nel mag.co Con^iìglio
degli Nobili di Zara" — Dieta provinciale — Giunta
provinciale — Deputati al Cousiglio dell' Impero —
Estrazione dei viglietti di tutte lo Lotterìe nell'Anno
1884 — Tariffa dei battelli a Vapore del Lloyd Austro-
Ungarico, della Società Florio-Kubattino e dei Fra-
telli Rismoudo — Tariffa delle Diligenze Erariali per
passeggeri — Tariffa ferroviaria per passeggeri Linea
Spiilato-Siverich-Sebenico — Tariffa pei trasmessi e
colli postali nell'Interno della Monarcnia —Prospetto
degli Stati per i quali sono ammesse le spedizioni di
Colli postali fino al peso di 3 Chilogrammi senza va-
lore dichiarato — Tariffa Postale e Telegrafìca —
Tariffa «iei Bolli per Petizioni di importi minimi —
Prospetto delle estrazioni dell' i. r. Lotto di Trieste
per 1' anno 1884 — Scala per la commisurazione dei
bolli e Documenti Cambiari.
Prezzo soldi 24.
Il Mercurio Triestino
Giornale delle Estrazioni dei Prestiti
IMazionaii ed Esteri.
Eivista Finanziaria e Commerciale.
ESO* in TBZBBTE di legola 11 &, 12, 30 e a? Ael mese di mattina.
Proz/o d' abbonamento por Trieste un anno fior. 2
Ffj m«si fior. I;20 per la Monarchia A.-iJ. un anno
. 2.40; sei mesi fior. 1.-40 — per V Estero franchi
8 all'anno.
Tutti gli associati ricevono Gratis: Un Prontuario
delle Cartelle dei Prestiti a Premio estratte dalla
prima Estrazione a tutto Dicembre 1H83.
Anno XIL — L'Amministraxione del Giornale II Mer*
curio Triestino eseguisce qualsiasi commissiono per
acquisto e vendita di Valute, Viglietti di Lotteria
Obbligazioni fruttanti interesge, Inoaego di cuponi'
Vincite eco. '
Anno XIL — Per la Verifica di più Cartelle tn tutti
le passate Estrazioni pagasi soldi 4 il Numero. —
Per una sola Cartella soldi 8. — Oli abbonati pa.
gano la metà.
Dirigere gli Ordini d'Abbonamento • le Commis-
»iđni air ilmmtnuera^tonc del Oiomale li ll«rourìa TriwtlM, Via Nuoya N. 18 IL PUno. (IQ-IQ)
per sè stesso, e ia conseguenza ne
sarà ohe subentrando il bisogno tutti
gli altri Comuni della Provincia do-
vranno fare altrettanto, la spesa ohe ne
risulterà sarà infinitamente maggiore.
Ma ciò non sarà tutto, che ove sorga
questa necessità, vi sarà il grave incon-
veniente, che per portarsi da un luogo
air altro della Provincia converrà si
facciano delle contumacie che si sareb-
bero evitale.
IL RE UMBERTO.
Dai vari giornali d' Italia riepilo-
ghiamo i seguenti particolari sulla
partenza da Napoli e sul viaggio fino
a Monza del Re Umberto.
li Be al Senato.
Telegrafano da Roma 15 al Corriere della
Sera:
Il Re ha mandato da Napoli al Senato ì\
seguente telegramma: „Li ringrazio per il te
legramma direttomi ; le condizioni molto m -
gliorate di Napoli mi permettoao di ripartir«-
con animo più tranquillo sulle sorti di questa
buona popolazione. — Umberto.^^
II presidente Grevy.
Oltre i dispacci dell' Imperatore Francesco
Giuseppe e dell' Imperatore Guglielmo, Re Um-
berto ha ricevuto questo del presidente della
Repubblica francese :
„La catastrofe che colpisce l'Italia suscita
in Francia e in tutto il mondo civile la piTi^
profonda commiserazione ; la sconfinata, subli-
me, eroica magnanimità della Maestà Vostra,
ammirazione ed entusiasmo."
Ijc parole del Re alla partenza
da Napoli.
Telegrafano da Napoli 15 al Pungolo-.
Ieri il Re, ricevendo la Giunta municipale,
che gli fu presentata dal Sindaco, le disse :
„.Non mi aspettava da una città colpita
„da così gravi affanni un' accoglienza così af- j
„ftìttuosa. '
„Prego il Sindaco e la Giunta di farsi la- |
„terprete verso la popolazione di Napoli dei >
„miei ringraziament, vivissimi, affettuosi. i
„Parto perchè il morbo declina, altrimenti
„sarei rimasto a dividere i vostri dolori, ad
„assisleie i vosUi infoimi. j
„Anche lontano rivolgerò a Napoli il mie
„pensiero, il mio affetto, attendendo e sperando
„migliori notizie.
„Mi auguro che la bella e sventurata città ;
„riprenda presto il suo brio consueto. .
„Assicurate in mio nome la popolazione |
„elle il Governo è deciso di concorrere con |
„tutti i mezzi a rialzare Napoli dalla sventura |
„che r ha percossa."
Alla Stazione, al momento di partire, strin- |
gendo la mano al sindaco, comm. Amore, disse !
jj Partendo — non resisto al desiderio d?
„rivolgervi uti' ultima parola di augurio che,
„col mezzo vostro, intendo d'indirizzare al
„l'intera città, stringendo nella vostra lama
„no di tutti."
Il ministro Mancini.
Telegrafano da Napoli 15 all' Arena :
11 Re era già nel treno quando sopraggi unse
il ministro Mancini, al quale aveva fatto dira
non uscisse di casa e si avesse riguardo.
Quando lo vide, lo rimproverò dolcemente:
„Non credete voi al cholera, caro Mancini?"
„E lei, Maestà, ci crede ?"
Il Re al Ticesindaco Capitelli.
Telegrafano da Napoli 15 Arenai
Neir atrio Sua Maestà parlò lungamente col
prìncipe Capitelli, lodando vivamente l'opera sua.
„Voi, disse il Re, che foste già sindaco e
„prefetto, accettaste con nobile slancio la ca-
„rica di vicesindaco in una sezione cotanto
„provata dal flagello. L'opera vostra è pertanto
* „doppiamente meritoria."
di Milano. Tutte le autorità, rappresentanze
e corporazioni colle loro bandiere accorsero
alla stagione, che non potendo contenerli si
sfilarono lungo il binario. Si calcola che oltre
a 20 mila persone erano ivi stipate. ; Quando
giunse il treno disperatamente fischiando, len-
tamente procedendo fra la massa compatta
per tema di stritolare qualcuno, un fermento
si difuse fra quella folla, da cui unànime pro-
rnpne nn urlo, più che gridò: Viva il Be!
M comparve sul terrazzino e divenne pal-
j:? a quella vista; la dimostrazione lo com-
mosse. Mentre il treno procedeva continua-
j ìoiio ì frenetici Evviva, e si udivano le ac-
clìraazioai.
Viva il degno figlio del Re Galantuomo!
Viva il simbolo vero e solo della nostra
unità' Viva Casa Savoja! — Sempre a-
Taniì Savoja ! — Viva 1' eroe della patria !
Le ìig'iore, che numerose erano fra la folla
stentoiuvaao i fazzoletti, e lagrime si vede-
vi,oo su molti occhi.
Intr/tjìiendosi colle autorità, al Sindaco Ne-
— lìon ho fatto che il mio dovere, non
u qualsiasi dimostrazione. Però que-
^ j. ». j - grande, che il mio cuore è com-
vìOt^yr U prego di ringraziare i Milanesi, che
• Ito e fra i quali ho passato ì mi-
j>i della mia vita. — Più tardi e-
, »! 4
. sdL'
; lef «
i j el'h)
A quali scene ho assistito !
' jò della salute pubblica e racco-
ì '' prefetto di continuare nella lotta
•i .f lontano dalla cara Milano il fia-
eolori da trovarvi i più belli e più svariati
effetti. Chi ha udito quelle masse convergere
ad una grandiosità affascinatrice del Kyrie e
del Gloria, poi le masse stesse conseguire
nel Sanctus, nel Benedictus e xn'WAgnus
gli effetti più finamente patetici, restò ammi-
rato come questo giovane ed infaticabile com-
positore accopii cosi felicemente 1' ispirazione
lirica all' epico canto.
La fusione e la varietà delle combinazioni
delle voci, ed una orchestrazione delle più
felici ed accurate, con un passaggio delizioso
dal tono minore al maggiore, costituiscono
specialmente del Benedictus un pezzo di non
comune fattura.
È veramente fortuna che la nostra città
accolga così eletto cultore della difficile arte,
e bene a diritto si riaffermò, anche in questa
occasione, nel convincimento di poter andare
superba dell' egregio maestro al quale, pello
splendido risultato, vogliono essere tributati i
più ampi ringraziamenti.
Vanno poi sinceramente encomiati i solisti
signori Pervan (tenore), Foretich (baritono),
Meco (cornetta) e Puciarelli (clarino), come
pure tutti i suaccennati elementi, i quali con
plausibile zelo si adoperarono a rendere inap-
puntabile r esecuzione.
Questa festa musicale riempì di legittimo
orgoglio la nostra città, poiché un così felice
risultato fu ottenuto quasi esclusivamente da
elementi cittadini.
Un' altra parola ancora assimilata
dalia moderna lingua croata, ci ha
spesso cagionato un senso spiacevole
di noia, ed è il nome DjaJc usato in
senso di studente. Bjàk deriva da Dia-
cono, che sa di seminario non solo,
ma ha senso servile. In croato quindi
lo studente, l'iucarnazione del moderno
movimento liberale è detto servo.
I nostri dalmati che studiano alle
università slave lo rigettino franca-
mente e risolutamente questo nome di
origine servile, uno più civile e più
proprio Io potranno trovare di leggieri.
X
La vendemmia ha incominciato fra
noi con un tempo stupendo ohe para
voglia continuare. Gli agricoltori ed i
possidenti ne sono lieti, e ne hanno
ben d' onde.
Ai!e >fe 2 m. 19 il treno si pose in cam-
r liao. Ld grida e le acclamazioni erano una
f eoesia, molti piangevano. Fuori della tettoia
1 e giovani si arrampicarono sul terrazzino e
[ì •t3t;e le siiani al Re gliele baciarono.
Monza era adornata fin dalla mattina, i bai-
e m erano pavesati, le vie parevano un labi-
rnito di bandiere. Alle 2 il piazzale dinanzi
k btaxiooe era già gremito di gente. Alle
2 35 venne la regina col principe ereditano;
a]!pariva molto commossa, le signore villeg-
g ant; e le Monzesi le offrirono due magnifici
« az/j di fiori. Alle 2:50 la banda cittadina
intuo lò la marcia reale ; il treno arrivava —
HKì IVA ar-cora ben fermo, che il Re balzò
"v -ai.'ino del vagone-salon e si gettò fra
1 i ' ""'H Joila regina, che piangeva dalla
»i.iììnwìMMj S. M. la baciò due volte, e poi
'>aì ' inamente il principe di Napoli. La
'..hda dall' emozione, si appoggiò al
j io, e s' avviarono per uscire dalla
M i'oinandò del sindaco, e presentatosi,
'5 nuho affettuosamente la mano. L'entu-
la folla era indescrivibile e le grida:
' ! — Viva Savoja —• Viva il prode
mi erano frenetiche ed interminabili,
i.^upo aicuoi minuti di sosta, durante i quali
vi furoo'j la congratulazione, 1' offerta di una
pergameiia dell' Asilo Umberto, e di una ma-
gnifica miniatura su seta da una deputazione,
ii Re colla Regina ed il principe di Napoli
i mooua'oìio in un landau a duecavalli, ed accla-
I madssimi partirono.
^ Parlando di quel viaggio uno degli adetti
: iiUa Casa Reale disse:
i — E'u un' ovazione continua per tutta la
i via percorsa; ad ogni fermata erano migliaia
di persone acclamanti al nostro buon Re.
^iistrì carteggji particolari.
Spalato 18 settembre.
il ilo scopo di festeggiare solennemente la
mavigur&zione del nuovo aitar maggiore della
chiesa di S. Pietro in Borgo Luciaz, riusci-tissimo lavoro della rinomata Ditta Dall' Ara
di Milano, la Fabbriceria di detta chiesa pregò
il nostro valente maestro di Cappella, signor Eligio Bonamici, accademico filarmonico di Bologna di metter su e dirigere una Messa a graade orchestra, eseguita la domenica del 14
eorr. alia quale Messa cooperarono i cantori
della Cattedrale, quelli della Società Filarmo-
nica, alcuni suonatori della Banda cittadina e
molli difettanti di orchestra del paese.
Tu ti questi elementi si misero all' opera
0 eiiti siasmo ed armonia tali, che ne uscì
DA'' di quei complessi che nei nostri paesi, oggi mai purtroppo ricorrono assai di rado.
"^'ì pabblico poi accompagnò con sì viva
simpatia questa festa musicale, che tale, ol-
iruchò leligìosa, vuole essere chiamata, da
trinar modo di assistere quasi furtivamente A Bologna si procurò di tenere segreta a.- jg alla prove parziali; mentre poi alla prova
r ora del passaggio, la si seppe appena nel ! eraie, tenuta nella stessa chiesa, vi si trovò
r ultimo momento, ma con tutto ciò un' im; | t>Qéio e numeroso, sofiermandovisi fino a
mensa quantità di persone si portarono alli ; -et assai inoltrata, da lusingare giustamente
stazione, ed essendo vietato l'ingresso si sfil' i i iov proprio dell'egregio maestro. Tuttala
A Roma vi fu una dimostrazione impo- |
nente, l'immenso piazzale anteposto alla sta- |
zione non bastava a contenere la folla, che i
acclamava il Re. Simili dimostrazioni si ria- i
novarono lungo tutto il viaggio ad ogni sts- |
zione, sebbene il passaggio seguisse di notte |
tempo.
stica quando S. M. si presentò al ballatoio
La stessa cosa si ripetè a Firenze.
La climostrazione più imponente si fu quell
Dfffatti questo esimio allievo di quella vi-
"stess ripèt . gorosa .scuola di Bologna, come la chiama
* - • • . •"«j^ Filippi, dispone di una tavolozza cosi riccadi
Gazzettino della città
e della provincia
Jl Ministero dell'interno ha emanalo
una circolare alle autorità del Tirolo
italiano, colla quale si raccomanda di
influire col mezzo della slampa e spe-
cialmente coi giornali ufficiali, in modo
istruttivo ed incoraggiante sulla popo-
lazione. Ha disposto inoltre che le au-
torità debbano con energia opporsi alle
quarantene locali che volessero atti-
varsi dai Comuni, facendo cessare le
già introdotte, inquantochè tali qua-
rantene, oltreché non essere autorizzate
da nessuna leggo, come le fatte espe-
rienze hanno dimostrato, sono non solo
impotenti a difendere da un' invasione
epidemica, ma si mostrano fÉfcora dan-
nose, perchè le autorità locali fidando
sulla loro efficacia, trascurano tutte le
altre misure, e nell'effetto poi i lazza-
ri i li diventano le più pericolose sor-
genti dell'infezione. L'esperienza diffatti
ha dimostrato che l'Italia e la Spagna,
10 quali credettero di difendersi dal-
l'invasione epidemica, mediante le mag-
giori misure contumaciali, ebbero in-
vece l'infezione dai lazzaretti. Ciò vale
non solo per le contumacie verso l'e-
stero, ma anche per quelle nell'interno,
e la fatta esperienza deve aver indotto
11 Ministero italiano a proibire ai Co-
muni r istituzione di misure contuma-
ciali. Si deve invece raccomandare alle
autorità locali di sorvegliare con tanto
maggiore rigore 1' arrivo di forastieri
da luoghi infetti, di sottoporre ad una
efficace disinfezione i loro effetti, ed in
caso sospetto isolarli e trasportarli in
ospitali, disinfettando tutti gli effetti
che furono in comunicazione con essi,
e distri^ggendo quelli senza valore.
Nell'appendice del Narodni List N.
66, o' è un raccontino, ed in uno dei
primi periodi c' è la frase: Baia Anta
Mìa stara ko pas svetog Boka; ebbene
questa non è punto frase croata, anzi
non è neppur slava; ma tolta di peso
dal vernacolo zaratino, frase nota sulle
labbra del nostro vispo biricchino, e
che a Zara ha un senso perchè si sa
ben a quale S. Eocco ed a qual cane
si accenni. Questa ft^ase perciò non ha
senso extra muros jadertinos, e men
che meno tradotta in altra lingua, nella
quale anzi deve fare 1' effetto del pro-
verbio veneziano: er hat das Blatt ge-
gessen. Ad ogni modo la Crusca di
Zagabria spiegando la frase, non si
dimentichi del nostro S. Eocco e del
suo cane, a proposito del quale c' è
anzi ancora una frasuccia, a dir vero
poco decente.
Ci scrivono da Spalato:
11 ben noto Politeo, cosidetto redat-
tore del Narod, che passeggia per Spa-
lato accompagnato sempre dal guarda-
spalle, è stato messo alla porta dai
fedeli accorsi alla consecrazione del
nuovo altare a S. Pietro in Borgo Lu-
ciaz. Il rinnegato pugliese è innega-
bilmente assai popolare!!
Giusta una decisione del Ministero
del commercio, la produzione di cap-
sule, di preparali esplosivi, nonché
la vendita di armi e munizioni, devono
riguardarsi quali industria concessio-
uata e quindi deve essere dimostrata
la capacità anche per V esercizio di
d(jtta industria.
Quest'oggi verso le 12 m. si è ma-
nifestato un principio d'incendio nella
farmacia Androvich, ohe non ebbe se-
guito.
i^otìzìe del Cholera.
Francia. — Nel giorno 14 corrente
noi dipartimenti orientali si ebbero 14
morti da cholera.
Spagna. — Nel giorno 13 sì ebbero
14 ammalati e 13 morti; nel 14 nella
provincia di Alicante 7 morti e a Bar-
cellona 1 caso sospetto; in Tortosa di-
versi ammalati.
Italia. — Il bollettino ufficiale del-
l' Italia ha i seguenti dati :
Nel giorno 13. — Napoli (città) 642
ammalati e 348 morti, nel circondario
27 ammalati e 23 morti; alla Spezia
38 ammalati e 28 morti; nel rimanente
del Eegno 74 ammalati e 31 morti; a
Eoma nessun caso.
Nel giorno 14. — Napoli (città) 643
ammalati e 371 morti; alla Spezia 17
ammalati ed 8 morti; nel rimanente
del Eegno 90 ammalati e 43 morti; a
Eoma nessun caso.
Nel giorno 15. — Napoli (città) 470
ammalati e 283 morti; alla Spezia 18
ammalati e 6 morti; nel rimanente del
Eegno 125 ammalati e 100 morti; a
Eoma nessun caso. Nella provincia di
Rovigo si ebbero alcuni casi sospetti.
E morto da cholera a Napoli il figliò
del Ee delle isole Sandvich.
RECENTISSIME.
Vienna 18. Kalnoky, Bylandt-Eeidt,
Kallay e i referendari partono, il 22
corr., per Budapest, a tenervi delle
conferenze ministeriali.
Boma 17. L' amministrazione degli
orfanotrofi accoglierà in ciascun istituto
2 fanciulli rimasti orfani in seguilo al
cholera.
L' Associazione della stampa ha vo-
tato iersera un indirizzo al Ee ed e-
rogò un sussidio di lire 1500 ai dan-
neggiati dal cholera.
^tala ed insultata dai Narod e da RUOÌ
pari, talché ormai ua insulto da quella
parte è cosa onorifica, perchè esso si-
gnifioa che V insaltato milita nelle file
degli onesti.
ISu questo terreno, V abbiamo già
detto, noi non seguiremo il Narod, noi
non siamo nella categorìa dei Gazzet-
tieri Eosa, e di quella stampa giornali-
stica inqualifìcabiie e demoralizzatrice,
che nata dal fango, col fango si alimenta.
Con gli onesti potremo forse anche
accettare una polemica d'indole perso-
nale, ma per farlo col Narod, dovremmo
rinunziare alla stima di noi stessi e di-
scendere al suo livello; ciò che è impos-
sibile. Ohi vive unicamente per insul-
tare due volte la settimana i sentimenti
di una nobile città, non può avere altro
sentimento che quello della bassezza.
Il podestà Trigari è avversario troppo
temuto dalla camorra venduta, perchè
ossa non abbia a tentare tutti i mezzi
per denigrarlo. Egli però sta troppo in
alto nella stima dei suoi concittadini,
ed ha troppi titoli alla pubblica grati-
tudine, perchè 1 vili attacchi del Narod
possano raggiungerlo. La questione
dell' impresa ferroviaria dalmata fu
tanto svolta, ohe se non fosse altro a di-
struggere ogni mistificazione, basterebbe
il noto fulminante discorso del com-
pianto Liubissa e unicamente il Narod,
può avere V impudenza di ripetere
ancora le stesse mistificazioni. Tutti
sanno che il podestà Trigari nè si
tolse dall' impresa, nè la vendette, ma
restò in società, ed a ciascuno può
ancora esibirò il relativo contratto.
L' affare dei mutui fu già piena-
mente svolto, 0 sarebbe ridicolo ritor-
narvi, d' altronde mutui li ebbero an-
che altre persone, che non hanno una
posiziono sociale non solo a Zara ma
a Spalato ed in altri luoghi, e le quali
non militavano nelle nostre fila, seb
10 o n o liv c n o/Ti. JOOoa. V lu gtainu^llc* ollO vt<^>'C«
11 cav. Trigari. Il torto però è nostro
di entrare in simili discussioni, quasi
il procedere di un Trigari, di un Iva
nics, potesse aver bisogno di giustifi
cazioni, o taluno di essi, avesse biso
gno di trovarsi a Vienna al Consiglio
dell'Impero, per far pensionare qual-
che consigliere, onde dar posto a qual-
che protetto 0 scongiurargli qualche cri-
minosa conseguenza. Gli attacchi dui
Narod non meritano che il disprezzo.
Se la Katolička Dalmacija avesse
letta prima la corrispondenza di Pago
inserita nel Narodni List di sabato,
non avrebbe certamente posto in dub-
bio la fede politica del partito cho
riuscì trionfante nelle elezioni del 27 e
28 ottobre. In quella corrispondenza
vi è un tale bouquet di frasi scelte,
di pensieri gentili e nobili, che nes-
suno può porre in dubbio essere desso ' _ ^ An!n t'Irvi lo /^Ì^TlltÒ un' emanazione autentica della civiltà
licaaa. Noi quindi non ci soffermere-
mo sui fiorellini croatici di quella cor-
rispondenza, considerando che dessa è
il rifiedso del carattere degli autori ed
inspiratori; io lutile è V uomo.
Quello però che non possiamo sor-
passare si è la parte meritoria della
stessa. — I licani di Pago immagi-
nano che quattro frasi da trivio, ed
una spropositata citazione di §§. di
una legge, che studiano, ma non ca-
piscono, basta a persuadere. Ci vuole
ifatti un' ingenuità unica, ad un impu-
denza tutta licana, per dire che le e-
ezioni furono fatte sulla base delle li-
ste compilate dal Podestà.
Quando in un corpo elettorale che
conta appena 70 elettori, dopo la com-
)ilazione della lista per parte del Po-
destà, il Commissario politico vi can-
cella dieci degli elettori inscritti, che
realmente hanno diritto di voto in quel
corpo, ed invece vi aggiunge ventidue
3roletarì, e sulla base di questa lista
così rettificata si fa l'elezione, domandia-
mo noi, da chi fu compilata quella li-
sta? L'addotta giustificazione è quindi
un tentativo di declinare dal vero au-
tore la responsabilità, sulla paternità
delia lista e sui vergognosi mezzi, che
furono posti in opera per comporla nel
modo che fu da noi dimostrato. Se i
licani di Pago non hanno migliori ar-
gomenti a giustificare il loro proce-
dere, li consigliamo a tacere piuttosto,
e pensare invece al modo, per approf-
fittare dei vantaggi della riportata vit-
toria, onde imporsi ad un intera po-
polazione, che non è, nè mai volle es-
sere, nè sarà licana.
e Giustina prenderanno posto nell'oscillante,
per andare alla luna, è deciso di vendicarsi,
facendo saltare in aria il loro meccanismo.
Anch' egli si è costruito un oscillante; e starà
aspettando i suoi rivali nelle ultime regioni del-
l'atmosfera, per sfidarli a lotta mortale. Ma Miss
Zibaldon ha scoperto i suoi disegni ; Miss Zi-
baldoo. la strana viaggiatrice inglese, che ha
comperato a peso d'oro il diritto di montare,
in questo .primo viaggio, alla luna.
E qui abbiamo una delle più riuscite scene
del romanzo : un duello tra due oseillanti, li-
brati suir atmosfera. Le armi sono l'elettricità
e la luce; vinto dalle quali, il prof. Tekhudej,
disperato, manda in frantumi sè e la sua mac-
china mediante una torpedine.
E così Barbicane coi suoi può arrivare sano
e salvo al nostro satellite, che viene descritto
con rara erudizione dal sig. Bersa. La man-
canza dell' aria produce nei viaggiatori delle
allucinazioni stranissime ; e la diminuzione
del loro psso li fa quasi volare sulle rovine
vulcaniche della povera lana. Barbicane e
Giustina, in mezzo a quell'idillica quiete, si
confessano il loro amore; e finalmente, dopo
molte altre avventure, toccate ai nostri per-
sonaggi, che tengono sempre desta l'atten-
zione del lettore, ripigliano terra a Trieste,
dopo dieci giorni di viaggio,
Clazzettìno della città
e della provìiicia^
In seguito al deliberato della Oa
mera di Commercio e d'Industria, proso
nella seduta del 24 ottobre d. la Pre-
sidenza rassegnava al sig. Ministro del
commercio il seguente atto, che ci
fu gentilmente comunicato:
Eccellenza.
Nella seduta del dì 24 corrente fa comu-
nicato alla Camera il riv. ministeriale dispaccio
di data 4 corr. N. 1750, relativo alla nomina
del sig. d.r Buiat a membro del Consiglio di
Stato ferroviario.
La Camera non poteva non risentire quella
penosa impressione, che già aveva destata
generalmente, ed in particolare nei Circondari
di queste e delle altre due Camfire di Rovigno
e Ragusa, una nomina, che poneva in non cale
le concordi proposte delle tre Camere di Zara,
Ragusa e di Rovigno, che si erano concretate
nel mettere innanzi, come meglio che altri,
capace a fungere quell' incarico il sig. Podestà
di Zara cav. Nicolò de Trigari, per dare pre-
ferenza alla proposta isolata della Camera di
E qui il romanzo avrebbe potuto finire col
matrimonio di Giustina e Barbicane ; ma il
signor de Beisa ha voluto ancora dare corso
alla sua fantasia. •
Il matrimonio^si va a celebrare sulla luna,
e pérfino il ^rimo figlio di Giustina vedrà la
luce sul nostro satelite. Il| quale, per cura
dei fisici e dei maÈèmatici, ripiglierà il suo
movimento di rotazione, si avrà t' atmosfera,
e sarà finalmente abitabile.
E già alcuni piccoli villaggi sorgevano sulla
luna, ed alleggerivano così la popolazione ter-
restre, quanto un chimico ehinese fece la
prodigiosa scoperta dì cangiare i sassi in pane.
A questa conquista della scienza umana, si
depose il pensiero di colonnizzare la luna ;
giacché oramai in terra ci sarebbe stato pane
per tutti.
Così il romanzo finisce ; romanzo che si
raccomanda per 1' erudizione, per la fantasia,
per lo spirito e la vivacità non comune del-
l'egregio autore. Noi lo raccomandiamo a tutta la
gioventù studiosa, perchè da esso imparerà, di-
vertendosi, molte cose appartenenti alle scienze
esatte ; e lo raccomandiamo anche agli adulti,
che vi passeranno, ridendo, un paio d' ore.
L. D.
Spalato, riguardo il sig. d.r Bulat, da V. E.
prescelto.
Doveva recare poi non lieve sorpresa il
motivo, che V. E. si compiacque di dare per
tale preferenza, vale a dire il difetto di una
concorde proposta di qaesta Camera con quelli*
delle Camere di Commercio e d'Industria di
Rovigno, Spalato e Ragasa ^ "in Erman-
„glung eines einvernehimlicheà Vorschlages àer
„Geehrten Handel und Gewerberkammer in
„Rovigno, Spalato und Ragusa" — Siccome tale
motivo stà in aperta contraddizione col fatto,
che le tre Camere di Zara, Ragusa e Rovigno
hanno fatto una proposta uguale, dovuta alle
loro precedenti cointelligenze, così esso de-
vesi ascrivere ad un semplice errore nella re-
dazione del dispaccio.
Intanto questa nomina oltre che è altamente
pregiudicevole agi' interessi delle tre Camere,
viene anche di mortificazione per la loro di-
gnità.
Era di somma importanza, che Zara, così
ingiustamente trascurata nell' argomento ferro-
viario, avesse una voce, che sarebbesi elevata
in f5uo favore nel seno del Consiglio ferro-
viario, ed avrebbe dimostrata come questa
trascuranza partisse da incompleta apprezza-
•zione delle vero condizioni di fatto. E questa
voce sarebbe stata sempre pronta a propu-
gnare anche gì' interessi dei Circondari di Ro-
vigno e Ragusa, ai suoi non opposti, mentre
non avrebbe avuto nessuna ragione per com-
battere quelli di Spaiato già stabiliti con la
creazione delle linee ferroviarie decretate.
In quella vece ì tre Circondari nel rappre-
sentante da V. E. nominato non avranno nes-
suna simpatia, non tanto perchè una giusta
valutazione dei reciproci interessi lo debbano
porre in una situazione opposta, quanto per
le passioni e risentimenti di partito politico.
Creato il Consiglio ferroviario a scopi mera-
mente economici, ognuno avrebbe dovuto spe-
rare, che quelle passioni avrebbero trovato
cniusa la porta al loro ingresso nella sala, in
cui seguiranno le sue deliberazioni. La pre-
ferenza data alla isolata proposta della Camera
di Spalato desta seri timori, che quel Con-
siglio abbia da essere inspirato soltanto ai
bisogni economici, ed ai giusti diritti.
Dalla equanimità di un Ministro, che siede
nei consigli della Corona, ed a cui è affidata
la tutela d'interessi tutto altro che politici,
ognuno ha ragione di attendere deliberati, che
abhiaiso per base soltanto la fondata valuta-
žioiia dì quasi' interessi.
Non per nulla la legge organica del Consiglio
ferroviario ha stabilito, che i 24 membri da
; ^:(:gUerr5Ì da V. E. dietio proposta delle Ca-
iiiere avesse per base questa proposta.
Se Olio dei principi più incontrastabili del si-
stema costituzionale, è quello del rispetto alla
volontà delle maggioranze, questo principio
avrebbe dovuto mettere considerazione pre-
ponderante quando trattavasi di una proposta
complessiva delle quattro Camere di Commercio.
Nel riv. dispaccio 5 luglio 1884 N. 1192,
V. E. eccitava la Camera a proporre un mem-
bro, ma senza porsi in accordo con le al-
tre 3 Camere por la proposta.
Essa ha fatto di più, e si è posta in cor-
rispondenza per tale proposta.
Se delle tre Camere, due hanno dato il
loro appoggio a questa, ricusandolo solamente
quella di Spalato, ciò non voleva dire, che
questa rappresentanza è in opposizione alle
mire delle altre tre: avrebbe dovuto bastare
questo riflesso per non dar loro ragione.
La Camera per questi motivi ha deliberato
di far conoscere alla V. E. la penosa impres-
sione destata da questa nomina, e le ^uste
sue preoccupazioni per la realizzazione delle
sue aspettative in argomento ferroviario.
V. E. vorrà accogliere il presente atto uni-
camente come una delle attribuzioni, che la
legge organica delle Camere di Commercio dà
loro, di fare presenti direttamente le lagnanze e
proposte intorno ad interessi riguardanti il
commercio e l' industria.
Zara, 28 ottobre 1884.
^ ' Il Presidente
S. SALGHETTI-DRIOLI.
I II IIL-XiUjjte
già da qualche tempo erano stati attaccati
dalla filossera. Se si riflette poi che anehe
nei vignati del Wienerwald, ed in Gumpolds-
kirchen si vedono già da qualche anno gl'io,
dizii dell'infezione, è forza concludere, che i
nostri bei tempi della rinomata produzione
vinicola sono terminati, fino a che non ai
abbia la speranza di nuovo prodotto, sebbene
dopo più anni, dalla vite americana resistente
air infezione. L' energico procedere del Miai-
stero d' agricoltura ungherese, il quale pro-
gettò di far venire già nel prossimo anno un
milione di viti resistenti dall' America, spe-
riamo che non resterà senza influenza nel no-
stro governo. Se si avrà curasche anche presso
di noi, i proprietari di vignati devastati dalla
filossera, possano avere secondo il bisogno di
tali trapianti, potranno sperare di superare in
10 0 20 anni la calamità della filossera.
Abbiamo riportata questa notizia quale
avvertimento ai nostri possidenti, onde
non ommettano tutte quelle precauzioni,
che giovano a salvarli da una calamità
che sarebbe la rovina della Provincia.
Il ministro del commercio ha nomi-
nato amministratore di posta in Cattare
queir i. r. ufficiale e dirigente 1' uffi-
cio postale in Cattare, Paolo Tironi.
Il Luogotenente di Sua Maestà i. e r.
Apostolica ha nominato il dottor Na-
tale Babarovich in provvisorio conce-
pista sanitario presso 1' i. r. Luogote-
nenza dalmata.
La Direzione provinciale delle finanze
ha nomitato il candidato al magistero
ginnasiale, Enrico Qelich, in cancellista
nella classe XI di rango.
Sotto il titolo Una supplica originale
a Sua Maestà l Imperatore alla Tages-
post di Gratz si scrive da Trieste : „Un
impiegato della Sildbahn di stazione a
Trieste, sloveno di nazionalità, di re-
cente innalzò una supplica a S. M..
l'Imperatore, nella quale pregava il
Monarca, a volersi degnare , di influire
perchè il supplicante sia traslocato da
Trieste a Lubiana. La domanda era
motivata con ciò, che a Trieste non vi
era qualsiasi istituto d'istruzione slo-
veno, nei quale il petente potesse na-
zionalmente educare i suoi figli; e ohe
questi nella scuola triestma veniva e-
ducati da irredentisti. Questa curiosa
supplica dalla Cancelleria imperiale di
gabinetto venne rimessa alla Luogote-
nenza di Trieste, che la proseguì alla
Direzione generale della Sùdbahu.
Il Segretario
Dr. G. Ghiglianovich.
Nella N. F. P. leggiamo la seguente
notizia sulla fillossera:
Come successe, anche in quest' anno si
vide palesamente poco prima della vendemmia
il danno cagionato alla vite dalla filossera.
Chi addietro una settimana avesse ispezionato
i vigneti sui pendii di Weidling, del Kahlem-
berg, di Nussberg, Grinzing, Sievering, \ Dò-
bling, dalle vili intisichite e spoglie di uve,
avrebbe potuto accertarsi del lavoro sotterraneo
di distruzione dell' insetto che va sempre più
propagandosi in maniera sconfortante. È>a
tali circostanze era da prevedersi, che non
sarebbero rimasti esenti i vigneti in Dorn-
bach. Ed ora da alcuni giorni è un fati;o che
anche i vigneti presso Alseck in Dorabar.h
Leggesi neh' Am. Balm.:
Contemporaneamente all' esposizione gene-
rale che avrà luogo a Budapest nell'anno
venturo, vi saranno esposizioni periodiche iu-
terzionali di animali, cioè, di cavalli, bovini,
lanuti, suini, conigli « volatili domestici. Vi
sarà inoltre un' esposizione apistica.
Coloro che intendessero inviare a quella
esposizione degli animali od oggetti, attinenti
all' apicoltura, vogliano rivolgersi alla Luogo-
tenenza, per ottenere i relativi programmi spe-
ciali, nonché le occorrenti stampiglie pella in-
sinuazione.
Notizie del €hoIera.
Italia. — Nel giorno 8 vi furono 3
ammalati nella provincia di Napoli; al
9 nella stessa provincia 1 ammalato;
nel giorno 10 non vi fu alcun caso.
Francia. — A Parigi: Dalla mezz^:
notte dell' 8 al mezzogiorno del 9 ^J
furono 48 ammalati e 12 morti. Dal
mezzogiorno del 9 alla mezzanotte 1S8
ammalati e 51 morti. Dalla mezzanotte
del 9 al mezzogiorno del 10 ammalati
55 e morti 27. Dal mezzogiorno del
10 alla mezzanotte morti 72. Dalla
mezzanotte del 10 al mezzogiorno dtl-
r 11 morti 36. Dal mezzogiorno alla
mezzanotte morti 20. Dalla mezzanotte
dell' 11 al mezzogiorno del 12 fur^^?
consegnati negli ospitali 132 am mala"
e ne morirono 51.
In Nantes vi furono nel giorno o
5. 78. ZARA, Martedì 13 Ottobre 18S5. Anno 4
Associazione.
Per Zara fi. 8 anticipatamente, se-
mestre e trimestre in proporzione
Per V impero Austro-ungarico fi. 9,
semestre fi. 4:50 trimestre fi. 2:50
Per gli Stati appartenenti all' XJ-
nione postale fi. 13 all' anno se-
mestre e trimestre in propor-
zione. Per gli Stati non appar-
tenenti air unione postale fi. 8
e di più l'aumento delle spese po-
stali, semestre e trimestre in pro-
porzione.
Un numero separato costa s. 10.—-
Un numero arretrato s. 16.
Inserzioni.
Giornale politico, economico, letterario.
Esce il martedì e il sabbato
v^mema
Le 12 Imi® di! piiiMftpikti
IV.
però spicca tutta la malignità
dei nostri capi-partito croati, si è nella
proposta ottava colla quale da essi si esigo
il trasferimento da Zara a Spalato di
alcuni degli uffici amministrativi.
Con questa domanda si dirige lo
strale contro la nostra città; è una di-
mostrazione ostile ed un atto di ven-
detta contro di essa. Zara è la città,
che per eccellenza fino ad ora ha re-
sistita a tutte le arti del partito croato,
dove né la" tentata corruzione, nà le
usate pressioni hanno potuto ottenere
i! loro effetto. Si adoperarono lusinghe
e minaccie, si posero in opera ipocriti
elogi e contumelie; alle lodi si unirono
le denunzie e le più vili calunnie. Qui
si diede alla luce l'organo magno del
partito croato ; si fondò la narodna ti-
sfcamića; ši costituirono gitaonica e sokol,
si chiàtìiarono in aiuto dalia provincia
proletari che nulla avevano da perdere,
ed ai quali a spese del paese si assi-
curava una comoda esistenza in mezzo
agli agi della capitale; si organizzò il
club centrale del partito; vi posero
sede i capi dello stesso — tutta questa
agitazione però riesci impotente a sna-
turare i sentimenti e le convinzioni
della nostra cittadinanza. Zara con
quella civiltà e coltura che la distingue •
rispettò il forassero, rispettò i principi
e le convinzioni di qualunque; ma volle
rispettati anche i propri, ai quali essa
restò fedeie.
Riuscite iuutili queste arti, si tenta-
rono altre vie Si volle compromettere
la di lei fkma. Verso una città glo-
riosa del suo tradizionale sentimento
di fedeltà al governo, s'inventò la ca-
lunnia dell'irredentismo; si tentarono
provocazioni onde creare disordini;
Zara però con sdegno respinse le ca-
lunnie, e disprezzando le provocazioni
fu superiore alle stesse, dando maggio
di senno civile, mostrandosi, qual'era,
un paese amante dell' ordine e della
legalità.
Tanta fermezza e costanza di carat-
tere e di principi suscitarono le ire e
l'odio di quelli che sono abituati a
APPENDICE,
DEI SEPOLCRI DELL' UER VE ¥
traduzione poetica libera di Giandome-
nico Stratico, vescovo di Lesina e Brazza,
tra gli Arcadi Tessalo Cefallenio. 1794.
(Continuazione, vedi Nr. 77.)
MEDITAZIONE DECIMA
SOPRA I SEPOLCRI DI PERSONE VECCHIE.
Leggo le varie etadi. In queste tombe
Giacciono assai, che il quarto lustro e
['1 quinto
Non passar oltre. Qui taluno intiero
D' un secolo sostenne il lungo corso.
Questi percorser della vita il cerchio,
E '1 tempo a man le decalvate teste
Al feretro portò. Tremulo il passo
Di forza scevro oltrepassar non puote,
Sebben angusta, la scavata fossa,
A cui trista canizie aitili gli trasse.
Non obbliaro i fiacchi vecchi infermi
D' esser mortali, ed il creator presente
Ebber fin dall' età fiorente e verde,
Quando immobil sembrava e trionfale
cangiare ad ogni mutare di vento, come
si fa di una frusta casacca, le proprie
convinzioni, se pur qualcuna ne hanno.
Con quel livore che è la caratteristica
del malvagio si giurò guerra e ven-
detta a questa città; e quale primo passo
a tale guerra e vendetta si è fatta la
proposta.di trasloco,
Rabbiosi che Zara, ferma nei suoi
principi, conservi la cittadina concor-
dia, e con questa ed un amministra-
zione, la' quale anziché all' agitazione
politica, mira all' interesse cittadino,
progredisca; tentasi la di lei rovina
economica e materiale, e credono rie-
scavi, togliendo a Zara la sua secolare
posizione di capirle della provincia;
privandola della sede delle autorità pro-
vinciali, che da secoli stanziarono sem-
pre in questa città. Questo è lo scopo
di quella domanda. Con questo mezzo
essi credono di privare Zara di uua
delle principali sue materiali risorse;
di toglierle il di lei lustro, di vedere
crescere, come profetizzava il Narodni
List, 1' erba per le sue piazze, di ri-
durla infine alle condizioni di una bor-
gata qualunque.
Ecco in qual modo i pseudo-deputati
tutelano e cercano gì' interessi del paese;
ed a quale sco|o essi pretendono farsi,
eleggere a rappresentanti della pro-
vincia. Sorpassando al fatto^^l% essi
vennero eletti n^l modo che tjìftf sanno,
non possono pretendere, e non Ha no
diritto di rappresentare il paese, u:
meno quei cinque, contro le elezioni d#f
quali pendono le relative proteste, nelle
quali colla prova più che certa si dimostra
l'illegalità dell' elezione, e la mancanza di
veste di seder in quella Camera, nella
quale s'introdussero con la violenza e
con la baratteria. Ohe se anche ciò
non fosse, domandiamo noi, avrebbero
essi avuto il mandato degli elettori alla
cui roviva congiurano ? Il danno ch'essi
tentano, se dovesse riuscire, non si
limiterebbe alla città di Zara, esso col-
pirebbe, ed in modo grave, tutto il di-
strette, con Beneovaz e Obbrovazzo in
specialità, che con la capitale hanno
si vivo scambio di commercio; se ne
risentirebbe tutto l'insulare fino a Lus-
sino ; ed a Sebenico, già tanto danneg-
giata dalla camorra croata, che sta in
tanti rapporti con Zara, se ne riflettereb-
Del tempo il carro, ed essi le dorate
Redini ne reggean; quando le snelle
Ore parean a lor piacere il ratto
Passo far lento. Non n' ebber l'avviso
Dal bianco crin, che giunse il freddo
[verno
Di decrepita età: stagion languente,
Morta stagion, quando nè il seme cade,
Nè frutto più produce, ed i custodi
Treman della magion, e a quei che stansi
Alle finestre una confusa nube
Toglie gli oggetti; quando al curvo dorso
Lieve locusta enorme peso appare.
Oh triste età! Quanto miglior saria
Un letargico sonno, o un' infantile
Reduce debolezza, onde sia occulta
La fiacchezza che investe, e che previene
Per lungo affanno e per continua morte
Quei dì pesanti, che a se stessi e ad altri
Per misera inazion molesti sono.
Se nelF ultimo albor manca alla lampa
L'ardente umor, quando di morte 1' ombre
Si fan spesso all' intorno, e come andarne
A provveder ed esser pronti, quando
Apre l'uscio lo Sposo, e a n««ze invita?
Senza il ricordo del senil languore,
Guai per colui, che in un sì lungo corso
Se medesmo obbliò, che i sommi detti
Dell' Autor suo divin non ebbe in mente.
fero le conseguenze. E tale danno chi
Jl ^che lo tenta? Quelli che si dicono
I rappresentanti di questi paesi.
• Con quale coscienza io zaratino Conte
*M. Borelli può associarsi a simili attentati,
per cooperare alla rovina della sua
patria? Continua egli in questo modo le
tradizioni delia sua famiglia? È questa
la maniera, con cui egli vuol rendersi
'degno della fama dei suoi antenati, e
mostrarsi erede di quell'illustre uomo
tanto grato e benemerito di questa città?
È questa l'eredità di afìetti e di citta-
dino sentimento dei quali era animato
jl'illustre suo genitore, la cui memoria
resterà imperitura in Zara, e della
quale egli, in ogui occasione con tanto
senno, con tanta abnegazione, e sagri-
nolo ue difese gl'interessi? Non lo spa-
venta la sola idea deli' onta, ciré col
suo procedere riceve quel nome cinto
fino ad ora di una tale aureola di gloria.
Onta che riescirebbe un obbrobrio, ove
si volesse dar ascolto all' opinione di
coloro che ritengono la sua eiezione un
mercato! Non crede egli infine, che qua-
lunque al suo posto, e nelle sue condizioni,
avrebbe alzato la voce per protestare
contro l'attentato alla sua patria.
Klaich, che si dice il deputato del
collegio forese di Zara; Supuk, che
ha la sfacciataggine di presentarsi alla
Camera come il rappresentante di Zara
e Sebenico, con quanta onestà occupano
tale 4?|)sto, mentre invece di curare
gfuìéressi di quelli che dicono loro e-
iettori, nè tentano la rovina per puro
stogo di un diabolico sentimento di odio
e di vendetta? È questo il mandato
che a Klaich diedero gli elettori dei
Comuni di Zaravecchia, Nona, Nove-
gradi, Sale, Selve e Beneovaz, ed è
questa la maniera, con la quale cre-
de di corrispondere alla fiducia, che
dissero di avere in lui? Lo elessero
essi forse perchè possa sfogare il suo
odio che ha per Zara, e provocare
la di lei rovina? Perchè nessun altro mo-
vente può esservi a tali pretese, che
| quello della più brutale passione. Nes-
sun motivo didatti nè politico nè eco-
nomico potrebbe giustificare le misure
chieste dai pseudo-deputati, ed esse
non si potrebbero spiegare che come un
atto di yeodetta verso Zara per parte
dei di lei più mortali nemici.
L'alma dal tempo avrà indurato e forte
Dal delitto e dal vizio l'uso indegno.
Troppo ferme radici avran gittate
L'usanze ree del cuor, che ad ogni fibra
Saran congiunte; e quasi altra sostanza
Reser un solo oggetto, al par del fosco
Color d'Etiope sulla cute, e come
Del leopardo la pelle ha le sue macchie.
Prodigio fia d'alto favor superno,
Se tal uom fugge l'eternai condanna.
Salvo sarà, ma per penace fuoco
Convien che passi. Ah! la vecchiezza è
[il verno
Di nulla produttor; gode il sagace
Coltivator de'pria serbati frutti
In algente stagion, nè allor si serba
Di sperar dalla terra il sen fecondo.
Tutto può il Nume eterno. Ubbidiente
Il nulla stesso al cenno suo risponde:
Sia la luce, Ei comanda, ed è la luce
Più ratta del pensier, più assai veloce
Del lampo. Essa dal sen del Re superno
Si spande, e fin le più remote e oscure
Della notte region passa e penetra,
domanda il Nume, e l'invecchiata scabbia
3ade dal corpo, e divien puro, Un solo
jenno del suo voler il cuore infrange
Del peccator più fermo, e a se il soggioga.
Sia pur da pochi dì ridotta in polve,
Le associazioni e gli importi di de-
naro, in assegni postali si dirigano
all' amministrazione del "Dalmata,,
in Zara. Chi non respinge il foglio
dopo scaduta l'associazione s'intende
obbligato per il trimestre susse-
guente.
Le corrispondenze devono dirigersi
affrancate esclusivamente al Redat-
tore. Le lettere non affrancate sa-
ranno respinte. I comunicati si in-
seriscono al prezzo di 9. 10 la linea.
Avvisi ed inserzioni a prezzo mode-
rato da convenirsi,
I manoscritti non si restituiscono.
Da una tale misura a Zara ed a
tutta la Dalmazia settentrionale potrebbe
derivare grave danno, ma nessun u-
tile nè alla provincia nè a qualsiasi
luogo della stessa in particolare. Si
crede, è vero con farisaica ipocrisia di
illudere Spalato, onde renderla arren-
devole a! partito croato, ma la gene-
rosa Spalato è accertata dal temico Da-
naos• altri sono i campi della sua atti-
vità, altre Io vie dell'avvenire che l'at-
tende; Spalato, ne siamo sicuri, ripu-
dierebbe anche un' apparente utile,
quando questo dovesse ottenerlo col
danno e Colla rovina di altri paesi.
Si spera di portare con tale questione
f antagonismo e la divisione delle due
città, e perciò anche la scissura nel
campc autonomo; ma Spalato [e Zara
conoscono i loro avversari, e le loro
mefistofeliche arti, ed entrambe sapranno
rimeritarle del condegno loro disprezzo,
e nella loro unione invece cercheranno
di lottare ancora per la salvezza della
patria, per la salvezza di questa mi-
sera provincia cosi basso caduta, da
dover esser rappresentata da tali rin-
negati — Spalato soffre già abbastanza
dalla prepotenza croata, e se essa in
altri tempi protestò contro la ipocrita
insinuazione, quanto più non pretesterà
ora che le tendenze avversarie sono
manifeste, intese a seppellire 1' ultimo
baluardo della coltura e dell' autono-
mia dalmata.
Quésta, come tutte le altre proposte
fatte dai pseudo-deputati croati, e da
noi superficialmente solo analizzate, per
quanto ce lo consentivano i ristretti
limiti del nostro giornale, dimostrano
le loro tendenze reazionarie e fatali.
S'insulta la patria magistratura, e si
attenta alla giustizia ; si fa onta al buon
senso dei Dalmati ; si distruggono le
ultime basì della coltura ; si procura
la rovina morale e materiale del paese.
Ecco ciò che si vuole. Tutti i Dalmati,
lo speriamo almeno, vedranno ciò che
si cerca, vedranno i pericoli che mi-
nacciano la causa della libertà e del
progresso, e tutti insorgeranno a pro-
testare contro il micidiale tentativo.
Fu la cooperazione dei nostri depu-
tati, che concorse ad aggravare la pro-
vincia di nuovi pesi; ma mai si vide
da essi una proposta, una domanda che
!i-JOi!UlBliliaBB
0 da più antica età la fragil salma,
Che uno spirto abitò, se a Lui pur piace,
Dall'obbliata tomba Ei la richiama -
Ma giusto è ancor del pari ; ah, non
[v' acciechi
Una falsa fiducia, anzi una folle
Persuasion di sua bontà, 0 mortali,
Che degli anni nel fior lunge mirate
La falce altera dell' aspra nemica.
Muovesi il cocchio, e al suo ferir declina;
Ma la rapidità ne cela il corso,
Che senza moto appar, che sì v'inganna.
Si approfitti dell'ore; ah, chi s'avvede
Come spariscan tosto? e finché torpido
Nella nave del corpo altri si giace,
Vicin forse è lo scoglio; e forse morte
La falce aguzza, e prende voi di mira.
Incauto augel così scherza sul ramo,
Vago di sua beltà svolazza, e scioglie
Nel suo grazioso errar sonori accenti.
L' occulto cacciator incurva intanto
L'arco, ed il dardo scocca. Pel sentiero
Dei venti vola morte, e al mal accorto
La vita invola, e la crude! ferita
Lo stende a terra, onde infelice preda
Nel più lieto garrir divien di quello.
Questo è il fato dell' uom! frivoli oggetti
Ruban gì' istanti, che a lui son concessi
La giustizia a placar, mercarsi il serto
essendo«hè a ciascuno è libero di spaventarci
anche della sua ombra, e temere le improv-
vise rivoluzioni anche nella più tranquilla città,
senza però che per tale sua morale disposi-
zione si possano derivare conseguenze dannose
alla libertà ed ai' diritti degli altri;
Con riguardo a ciò, eh« anche per lo stesso
deliberato dell'i, r. Capitanato la dimostrazione
politica non stava nell'intenzione della società,
nè il trattenimento per sè stesso poteva rite-
nersi per tal«, ma tale significato gli sarebbe
derivato dalle condizioni politiche di quel tempo;
Con riguardo a ciò, che fra le condizioni
politiche di quel tempo, il mondo, che delle
stesse si occupa, 5' interessava sopratatto del
conflitto anglo-russo pel possesso nell'Asia, e
della caduta del ministero Ferry in Francia p.>r
gli affari del Tonkino;
Con riguardo a ciò, che dalla ricordata de-
cisione non si comprende, se l'i. r. Capitanate
riflettesse al Tonkino od all'Afganistan, quando
ricordava le condizioni politiche di allora, e
per la quale il trattenimento della Srpska
čitaonica si dovea riguardare come una di-
mostrazione politica — che il naturale inten-
dimento della meute umana non arriva a com-
prendere in quel modo il Tonkino 0 I' Afga-
nistan potevano avere un' influenza sul signi-
ficato di un trattenimento, che organizzava
una società zaratina — che in qualunque caso,
sia che fosse il Tonkino 0 1'Afganistan, od
entrambi, il motivo, per cui quel trattenimento
dovea riguardarsi come una dimostrazione po-
litica, svìbbe stato ingiunto di riversare sulla
Srpska Čitaonica la responsabilità per tali
politiche condizioni, che non furono da lei
create, perchè a nessuno riesca difficile il
credere, che la Srpska Čitaonica di Zara non
ha la colpa dell' insuccesso delle truppe iran-
casi al Tonkino, nè della vittoria del generale
Komaroff sugli Afgani;
Con riguardo a ciò, che passando dai gene-
rale orizzonte politico nei limiti del nostro
impero, il principale avvenimento politico, di
cui in quel tempo maggiormente si occupava
l'opinione pubblica, si era appunto la festività
che gli slavi austriaci cattolici organizzarono
a Velehrad, in onore dello stesso apostolo
Metodio, di recente proclamato sauto della
chiesa occidentale — che a tale festività, resa
nota con tutti i mezzi della pubblicità, ac-
correvano migliaia di persone — che nell'in-
vito a tale festività il comitato di Velehrad
indicò come scopo finale della stessa, che gli slavi
orientali entrino nel seno della chiesa cattolica;
c«n riguardo che i motori di [quella festività
soli e senza riguardo ad altre condizioni po-
litiche imposero il suggello del significato po-
litico-religioso a quel convegno — che per
tutto ciò, nè con riflesso alle condizioni igie-
niche, essendosi allora sparsa la vociferazione
dell' insorgenza di malattie contaggiose a Ve-
lehrad, le autorità dello Stato non impedirono
punto che liberamente si tenesse quella festività;
Riflettuto, che questa circostanza poteva u-
nicamente indurre 1' i. r. autorità locale di
procedere in egual modo anche pel tratteni-
mento della Srpska Čitaonica, quand' anche
la stessa fosse pure congiunta a qualche se-
greta tendenza politica, ciò che però non si
può sostenere;
Riflettuto, che quaud' anche si volesse pur
ritenere che la Dalmazia è, e dev' esser una
eccezione delle altre provincie dell' Impero
nel godimento dei diritti costituzionali, pure
nella breve divergenza di dieci giorni di tempo
ed a piccola distanza, nella stessa occasione
del millenario dell' apostolo Metodio, a Spalato
pubblicamente si tenne la festività, con di-
scorsi nei quali si ricordava quella nostra fer-
rovia, si fomentava con lodi e gloria l'opera
dei deputati dalmati, e si parlava dijjquelle così
dette elezioni di deputati pel Consiglio del-
l' Impero, e tutto ciò senza qualsiasi impedi-
mento per parte dell' autorità politica;
Riflettuto adunque, che nè condizioni politiche
nè generali, nè dell' Impero, nè della provin-
cia impedirono agli altri di liberamente can-
tare le glorie dell'apostolo Metodio, ed in-
sieme anche di altri più piccoli apostoli ancor
viventi, mentre il Capitanato distrettuale di
Zara per tali condizioni politiche dovea rite-
nere il trattenimento della Srpska Čitaonica
di Zara per una dimostrazione politica, e come
tale proibirlo;
Riflettuto, che la decisione del Capitanato
di Zara, se riguardava il detto trattenimento
quale un' eco contraria a quelle festività degli
slavi cattolici, e perciò una dimostrazione po-
litica, tanto meno serebbe giustificata e risul-
terebbe anzi parziale, poiché in questo modo
1' autorità distrettuale di Zara avrebbe accor-
dato agli slavi cattolici 1' esclusivo monopolio
di festeggiare gli apostoli slavi, negando tale
diritto a quelli, che meglio degli altri con-
servarono f eredità dei primi maestri slavi ;
— e che tale decisione ancor peggio si do-
vrebbe giudicare, se l'autorità, che metteva il
divieto, vedeva una dimostrazione politica in
ciò, che la Srpska Čitaonica di Zara, insieme
agli altri slavi ortodossi, si mostrasse alquanto
repugnante verso l'invito del comitato di Ve-
lehrad, di passare nell' altra chiesa, perchè
in tal maniera si dovrebbe venire alla con-
clusione che fa una dimostrazione politica co-
lui che volta il capo, quando un altro lo
invita a sputare sulla fede avita;
Riflettuto a tutte le circostanze i sottoscritti,
hauno l' onore d'interpellare il c. r. commis-
sario governativo ;
Quali sono le condizioni politiche, per le
quali il trattenimento della Srpska čitaonica
di Zara in onore dell' apostolo slavo Metodio
si dovea riguardare come una dimostrazione
politica, e come tale vietarlo ?
Qualuoque poi si fossero queste politiche
condizioni, per qual motivo la loro malaugu-
rata influenza si dovea limitare alla Srpska
Čitaonica di Zara, mentre altre simili festività
furono tenute non solo nelle altre provincie
dell'Impero, ma anche nella stessa nostra pro-
vincia, anche quando nelle stesse eravi un
se timento politico?
Se quella festività avea in ogni caso un' e-
spressione religiosa, se la stessa fu permessa
agli appartenenti dell'altra chiesa e vietata a-
gli ortodossi; se la confessione ortodossa è
legalmente riconosciuta nel nostro Impero, e
se le leggi fondamentali garantiscono 1' egua-
glianza di diritto a tutte le chiese legalmente
riconosciute nello Stato — come si può giu-
stificare la ricordata deliberazione dell' i. r.
Capitanato di Zara, col quale si viola un prin-
cipio fondamentale della costituzione deli' Im-
pero ?
Se è disposto 1' onorevole sig. commissario
governativo di dare quanto prima spiegazioni
in questo affare, a tranquillità degli animi,
i quali in seguito alla ricordata deliberazione
sono condotti nella credenza, che la differenza
delle confessioni porta seco limitazioni 0 per-
dite di diritti costituzionali ?
È disposto 1' i. r. governo di indirizzare le
autorità subalterne, ad applicare in modo co-
retto e coscienzioso le disposizioni della legge
sul diritto di associazione verso le società le-
galmente esistenti ?
Gazzettino della città
e della provincia
Nella seduta di stamane — tumultuosissima
oltre ogni dire — gli onorevoli Bielanovich e
Bakotich stigmatizzarono, con un' efficacia stra-
ordinaria, il procedimento governativo, me-
diante la c. r. gendaimeria, tanto durante il
periodo delle ultime elezioni, quanto durante
i recenti episodi teatrali. — L'on. Bielanovich
portò a conoscenza della Dieta fatti molteplici,
che rivelano, anche troppo, le partigianerie
governative; e 1'onor. Bakotich chiese —tra
l'ilarità generale — se forse la provincia do-
vesse .mantenere un numero di gendarmi tanto
straordinario onde gli stessi facessero da spal-
liera a qualche podestà.
Ai brillanti e valorosi oratori i commissari
governativi, naturalmente, risposero con dei
monosillabi inconcludenti.
La destra, cioè la maggioranza clero-croata
governativa, ha taciuto, soddisfatta, come era
naturale, delle risposte governative.
Del resto, sono significantissimi gli screzi
nati recentemente in grembo alla maggioranza
avversaria. Bulat odia Rendich (una rara avis
di onestà nel campo croato) e viceversa; Bu-
lat, Iìendich e gli altri poi — Vraucovich
sopratutto — odiano caunibalescamente Pau-
linovich, il quale è sostenuto unicamente dal-
l' on. Didolich — questi che illustra splendi-
damente, nei drappi che ascendono le sue nu-
dità, la maggioranza clero-croata-govemativa.
A sostegno di tali dicerie è eloquentissima
la locale pubblicata nell'ultimo Narodni List,
ove si dichiara, eh" le lodi tributate da quei
giornale all' on. Rendich nel numero a quello
antecedente, vennero rese di pubblica ragione,
non per inspirazione del club croato, bensì
per inspirazione della Redazione di quel gior-
nale.
Acquista poi fon damento la chiacchiera di
una scena violentissima [che sarebbe seguita
tra l'on. Vrancovich e il canonico Paulinovich
in una discussione del co mitato finanziario.
Sugli stadi successivi d i tutte queste picci-
nerie avversarie, noi informeremo esattamente
i nostri amici della provincia.
Ci è stata intimata la seguente de ci-
sione :
N. 5948-pen. a. c.
Al sig. Vincenzo dr. de Benvenuti
Zara
DECISIONE.
In Nome di Sua Maestà I' Imperatore
L' I. R. Corte di Giustizia di I. Istanza in
Zara quale competente giudizio di stampa, de-
liberando sulla proposta 6 Dicembre a. c.
N. 5863 dell' i. r. Procura d> Stato in Zara
ha giudicato:
Costituire il contenuto del resoconto del Di-
battimento Demarehi-Forlani-Conrad, inserito
nella rubrica intitolata „Nostri carteggi parti-
colari, Spalato 2 Dicembre", stampato nella
quarta colonna delia prima facciata, in tutte
e quattro le colonne della seconda facciata a
nelle tre prime colonne della terza [facciata
del periodico politico 11 Dalmata N. 93, u-
scito alla luce in Zara, la sera del 5 Dicem-
bre 1885, coi tipi di Spìridione Artale e sotto
la redazione del D.r Vincenzo de Benvenuti,
che incomincia con le parole „Qui continuano"
e termina con quelle „pura verità" gli estremi
del delitto di sedizione previsto dal § 300
C. p. nonché quelli del crimine di perturba-
zione della pubblica tranquillità a sensi) del §. 65 lit. a. C. p. e per ciò conferma 1' av-
venuto sequestro di detto articolo, pronun-
cia il divieto dell'ulteriore sua diffusione, or-
dina la distruzione degli esemplari sequestrati
e di quelli che venissero in seguito appresi,
nonché la scomposizione del relativo apparato
tipografico
Locchè con la comunicazione dei motivi
s' intima all' i. r. Procura di Stato in Zara
ed al redattore Dr. Vincenzo de Benvenuti.
Motivi
Visto che con le espressioni usate nell'in-
criminato articolo si cerca con contumelie e
dileggi di eccitale all'odio ed al disprezzo
contro il Governo Provinciale e contro sin-
goli Agenti del Governo in riguardo alle fun-
zioni del loro Ufficio non solo, ma si cerca
altresì di eccitare al disprezzo contro 1' am-
ministrazione dello Stalo;
Visto quindi costituire 1',articolo stesso^ non
solo gli elementi costitutivi il delitto di sedi-
zione previsto dal §. 300 C. p. ma anche
quelli del crimine di pubblica violenza ex §.
65 litt. a, C. p.
Si è perciò trovato di emettere 1' odierna
decisione. Zara 9 decembre 1885.
U Presidente.
BERSA.
Ieri seguirono i funerali di S. E il
Luogotenente bar. Jovanovich la cui
salma venne imbarcata sul piroscafo da
guerra Trieste che deve trasportarla a
Ragusa.
L' ordine fu perfetto e il comporta-
mento della popolazione ammirabile.
L'annunzio che fa il Narodni List
nel suo N. 92 sulla morte del Luogo-
tenente bar. Jovanovich è, per lo meno
nelle sue prime linee, una profanazione
alla di lui memoria. Secondo prete Bian-
chini, Jovanovich negli ultimi suoi mo-
menti parlando col deputato Didolich a-
vrebbe detto : ritenere di aver procurato
un benefizio alla Dalmazia, con la no-
mina di A. Bercich a dirigente il nostro
Tribunale d' Appello.
Se quelle frasi fossero esatte, l'in-
cauto Bianchini avrebbe commesso una
grave indiscrezione ed un gravissimo
errore. Egli avrebbe compromesso il bar.
Jovanovich facendolo parlare d' un ar-
gomento assai serio e delicato con un
uomo pressoché analfabeta come il Di-
dolich; avrebbe compromesso S. E. il
Ministro di giustizia, presentandolo come
un istrumento delle vedute partigiane del
bar. Jovanovich; avrebbe compromesso
il Bercich la cui promozione dovrebbesi
attribuire non già alla magistratura, giu-
dice competente dei suoi meriti, ma al-
l' influenza del Luogotenente, il quale
aggravato da spaventoso morbo, non po-
teva ben valutare nè i tempi nè gli
uomini ; comprometteva finalmente il Di-
dolich che indelicatamente metteva in
piazza un dialogo confidenziale.
Martedì sera è partito per Trie-
ste diretto per Vienna il nuovo diri-
gente di questo Appello, Antonio Ber-
cich. La morte seguita poche ore prima
del suo benefattore Luogotenente bar.
Jovanovich avrebbe dovuto consigliarlo
a differire la partenza onde almeno far
atto di presenza ai suoi funerali; e
dicesi infatti, che egli volesse s 'Spen-
derla, ma è voce generale, che il dr.
Klaich alle ore 6 di sera gli abbia
imposto l'immediata partenza per Vien-
na, e Klaich fu obbedito. Se il fatto
fosse vero, e erodiamo lo sia, il paese
non può che altamente trepidare e dif-
fidare sulle relazioni tra Klaich e Ber-
cich.
Ci scrivono da Sebenico 9 corr. :
Eccoci pur troppo di nuovo alle
prese coi selvaggi-, eccoci di nuovo in
mezzo a scene di terrore e di vergogna.
Ieri sera mediante grosse pietre
venne, da malfattori ignoti, mandata in
frantumi 1' elegante insegna della far-
macia dell'autonomo Nicolò de Mistura,
farmacia che è una delle più eleganti
in Dalmazia.
Nella stessa notte una compagnia di
giovinastri affigliati alla setta supu-
chiana, tra i quali tre figli di Matteo
Sunara, un Rora, un Mileta, quest'ul-
timo già tempo addietro rimasto ferito
in una rissa, fecero gravi danni al
caffè Ciro, demolirono alcuni klafter
di muro alle case Mazzoleni e Sisgoreo,
percossero un garzone del barbitonsore
Coaole, e non è improbabile che a
questi loro atti di vandalismo si ag-
giunga quello della farmacia.
Sono scene ributtanti che puzzano
di anarchia, ed è un vile mentitore
chi volesse sostenere che regna 1' or-
dine a Sebenico.
Ci racaomandiamo all'intervento del
vostro giornale in difesa della - povera
Sebenico.
Giovedì arrivava a Zara il capitano
distrettuale di Spalato barone Conrad,
quello stesso che acquistò una certa
celebrità anche nel recente processo
intentatogli dall'egregio cav. do Marchi
e dall'avvocato Forlani — quello stesso
che fu recentemente schiafìeggiato da
una cuoca.
Ci scrivono da Traù :
Sere fa il canonico Tucaz-zappavovi si ri-
duceva alle sua abitazione, e pietendendo che
quando egli si ritirava, dovessero ritirarsi tutti,
chiuse a chiavistello le porte d'ingresso. Dopo
aver cenato, D.n Tucaz, acceso il sigaretto, si
mise alla finestra tutto lieto che il suo scri-
gno fosse al sicuro. Mentre stava contemplando
il denaro che se ne andava in fumo, sente
picchiare alle porte di casa; ma D.n Tucaz
non si scompone. Osserva chi picchia ; au-
mentano e divengono più forti le battute,
ma D.n Tucaz non si muove. I picchianti,
erano marito e moglie, sollevato il capo, vi-
dero il grazioso D.n Tucaz. La signora a quella
vista lo apostrofa: „dindio! se non fai aprire
noi andremo all' albergo e ti irapetiremo per-
chè ci rifondi le spese che avremo incontrate."
La signora aveva toccato nel lato vulnerabile
il grosso dindio, e ciò bastò perchè egli tosto
si muovesse ed ordinasse alla domestica di a-
prire.
E poiché gli avari sono crudeli, vi par-
teciperò anche questa. D.n Tucaz aveva una
Perpetua, che da olire quaranta anni serviva
con fedeltà esemplare in casa sua, e, da buona
massaja, lo aveva coadiuvato nel por su quel
po' di quattrini, che possiede. La poveretta,
divenuta vecchia, non era più atta a prestali
faticosi servigi, e D.n Tucaz, ritenendola in
casa per gratitudine, prese a servizio una do-
mestica più giovane. Senonchè l'avarizia la
vinse, ed egli tempo addietro la licenziò!
In relazione a quanto abbiamo scritto
alcuni numeri scorsi aggiungiamo anche
il seguente brano tolto dal supplemento
al N. 331 del t'affavo di Genova dove
si parlò della beneficiata di un simpa-
tico nostro concittadino, il baritono An-
tonio Pini-Corsi :
La serata del baritono signor Antonio Pini-
Corsi, al Modena di Sampierdarena riuseì-
ieri, sera, molto brillante. Il pubblico sampier,
darenese era accorso in massa. Il seratante fa
festeggiatissimo e dovette replicare l'aria della
vendetta, e il duetto del Crispino che canlò
fra un atto e 1' altro del Rigoletto.
Gli venne fatto dono dall' egregia direzione
del teatro, d'un ricco astuccio.
Una cordiale congratulazio ne all' ar-
tista lontano.
Protocollo di seduta
della Camera di Commercio e d'Industria
Zara, 7 novembre 1885.
(Continuazione, vedi Nr. 94.)
V. Lo stesso sig. Gaspar presenta un'altra mo-
zione per la istituzione di due pes . pubbliche per le
provenienze di terraferma alle porte di questo nome
e per le provenienze di maro alla riva vecchia dellaj
città, domandando la trattazione d' urgenza.
Ammesso questo, il m. sig. cav. de Trigari avverte,
che questo argomento è di spettanza del Comune, il
quale intenda provvedere alla regolazione di una pesa
pubblica nella piazza del mercato. A suo parere la
proposta incontrerebbe difficoltà inquanto alla spesa,
che non verrebbe certamente coperta dalla entrata
nè erede che il Comune potrebbe accoglierla senza
imporsi un grave sacrificio, che non sarebbe corri-
spondente all' entità del movimento commarciale, ed
urterebbe le pratiche tino ad ora usate.
Il sig. presidente Pedini, coli adesione del propo-
nente, propone, eh«' la mozione sia passata alla spot.
Amministrazioue Comunale, affinchè voglia prenderla
in riguardo, con dichiarazione che anche la Camera
sarebbe dal suo canto disposta a concorrere con
qualche importo da stabilirsi, a far fronte alla rela-
tiva spesa.
VI. Insinuato per un posto patentato di sensato
nella piazza di Zara. — Viene deliberato di restituire
la istanza come mancante di ogni -documento atto a
dimostrare, che il petente possiede i requesiti legali.
VII. Parere sul progetto dell' Ecc. I. R. Ministero
del Cemmercio per regolare l'estensione delle indu-
stri« esercitate sotto nomi collettivi. — La Presidenza
ritiene, che anzitutto la Camera non sarebbe in grado
di dare un fondato parere in argomento, perchè trat-
tandosi appena rifila istituzione dei nuovi Consorzi,
qui non si poss;tj..uo «e necessario esperienze. D'al-
tronde il progetto suppone uno stato industriale e
commerciale assai progredito, in cui i rami si mol-
tiplicano all'infinito. Nei paesi iuvece in;ca i il campo
è assai limitato, come da noi, i negozianti ed indu-
strianti sono obbligati di occuparsi di più rami, in
K. 88. ZARA, Kercoledi 3 jJoTemWe 1886. Anno XXL
Associazione.
Per Zara tì. 8 anticipatamente, se-
mestre e trimestre in proprzione.
Per rimpero Anstro-ungarico fi.
semestre fi. 4:50 trimestre fi. 2:50
Per gli Stati appartenenti all'U-
nione postale fi. 13 air anno se-
mestre e trimestre in propor-
zione. Per gli Stati non appar-
tenenti air unione postale fi. 8
e di più r aumento delle spese po-
stali, semestre e trimestre in pro-
porzione.
yn numero separato costa s. 10.—
Un numero arretrato s. 16.
Al NOSTRI ABBOIsATl
Siamo già al quarto trimestre
— e molti dei signori abbonati non
hanno ancora corrisposto al nostro
invito, rimettendoci 1' abbonamento.
E' noto a tatti, quanto ingenti
siano le spese per Y edizione di un
giornale ~ e come il sostenere la
stampa liberale della nostra pro-
vincia sia non solo dovere, ma ne-
cessità.
Facciamo quindi appello al pa-
triotismo degli onorevoli nostri a-
mici ; e preghiamo quelli, che non
sono in corrente colla nostra am-
ministrazione, di rimetterci quanto
prima 1' abbonamento in corso, e
gli arretrati, molti dei quali da-
tano da parecchi anni.
11 Suburbiensis della Poglizza
dinanzi alla vera critica.
(Continuazione vedi N. 87.)
E giacché siamo ai documenti, agli
stemmi ed ai nobili della Poglizza,
diro in proposito due sole parole, le
quali basteranno a mettere in chiaro
il valore di tutti ^aei documeati ine-diti, che possiede il Suburbiensis.
Venuti gli austriaci in Dalmazia, i
poglizzaai dovettero presentare lutti i
loro privilegi e tìtoli, per ottenerne la
approvazione ; e questo archivio li pos-
siede' sotto il titolo „Stampa de Po-
glizzani al Laudo^. In questo volume
c è grazia di Dio dal 1235 in poi; ma,
ahimè, la fatalità volle che fossero sotto-
posti ar più accurató esame. Infatti dopo
qualche tempo il governo emanò un
verdetto, in cui diceva cho la maggior
parie dei documenti erano apocrifi, e
provò questo as^rto con argomenti
fondati. Lo stesso~avvenne per i docu-
menti di Rogosnica, vicino alla Poglizza;
e mi sia lecito di qui riportare a propo-
sito due b^ni dei parere espresso dal
proc. fiscale Trifon Pasquali (are. luog. f.
VII num. 852 anno 1802). „Li stemmi
gmtilićij finalmente impressi nella pHma
pagina della Stampa de Nobili, sono un
invenzione altrettanto chiìmrlea ohe ri-
dicola. Delle sette Famiglie sedicenti no-
bili di Bogosnizza due sole conservano
attualmente il proprio stemma. Queste
sono le famiglie Petricich e Vojneo, ma
V una e t altra ne possedono uno affatto
diverso da quello, che colla moderna in-
venzione viene loro assegnato; come si
può rilevare dagli atti annessi del Nod.
Petricich muniti del Sigillo la prima e
del Foglio la^seconda. Non si può fare
alcuna osservazione sopra gli stemmi delle
altre cinque famiglie, poiché ed riferir
della Sup.a non v è memoria, che mai
ne avessero, quando fer stemmi genti-
lizi considerar non si vogliano la vanga
e X aratro," E più sotto, parlando d' un
documento dol 1443, il Pasquali dice:
n Qui molto acčonciamente osserva la Sup.
che questa adulterata Copia è firmata da
quel med. NodT Ballerino, eh' estrose le
Copie de^i enunziati Diplomi 1289,
IBIO e 1360, cioè Nemaficich, Cotro-
manovich e Tuarco. E veramente V au-
dacia di adulterare un Documerdo di cui
esistono antiche e recetUi Copie, oUre al
Megistro càe si conserva preèso la Comu-
nità di Almissa, deve infondere una giusta
diffidenza riguardo alV autenticità delle
Giornale politico, economico, letterario,
Esce il mercoledì e il sabbato
Inserzioni.
Le associazioni e gli importi di de-
naro,, in assegni postali si dirigano
air amministrazione del "Dalmata»
ih Zara. Chi non respinge il foglio
dopo scaduta l'associazioiie s'intende
obbligato per il trimestre susse-
guente. '
Le corrispondei)ze devono^ dirigersi
affrancate esclusivamente al Iledat-
tore. Le lettere non affrancate sa-
ranno respinte. 1 comunicati sjì in-
seriscono al prezzo di s. 10 la ììnea.
Avvisi ed inserzioni a prezao mode-
rato da convenirsi,
I manoscritti non si restil^uiscono.
Copie stesse. fatto si riferisce a
Rogosnica, ma vale anche per la Poglizza,
trovandosi in questa Stampa al Laudo
molti documenti apocrifi di quella con-
tea. Di queste falsificazioni i poglizzani
ne comniisero molto — e basta confron-
tare in proposito l'Annuario (voi. II
pag. 250, voi. Ili pag. 12). Credo ohe,
con simili prove in mano, qualsiasi
storico imparziale doveva andare molto
cauto nello scegliere i documenti; e
con ciò si spiega, perchè il mio lavoro
offra alle volte delle lacune. Vi potranno
essere in Poglizza dei documenti ine-
diti, ma non possono essere molti. Se
ciò non ostante voi, egregio Subur-
biensis, persistete nel voler regalare
alla Poglizza una grossa storia, com-
pilata su documenti veri ed apocrifi,
fatelo pure; ma permettete d'altra parte
ch'io compianga i vostri patnotti, i
quali, dopo tanto attendere, avranno
un impasto di menzogne e non una
storia.
L'ultimo argomento, condotto in cam-
dal Suburbiensis, il quale non conosce
ancora la differenza fra „studio storico^
e ,^storia", si è eh' io non confrontai
i dotti scrittori slavi V, Klaié e Pavli-
novié. Il Narodni List, evidentemente
non soddisfatto di due nomi soli, volle
accrescerne la dose, e vi aggiunse quelli
del Kukuljeviée del Miklosié; ma, po-
veretto, si prese un granchio solenue. Il
Kukuljevié favori al prof. Mesié quattro
manoscritti dello statalo poelizzano, af-
finchè li pubblicasse, e il Miklosté pariò
delle difficoltà filologiche di questo statu-
to, Siccome io non aveva da trattare in al-
cun luogo di questioni filologiche, non
poteva per conseguenza occuparmi del
Miklosid In quanta al Kukuljević poi, egli
ci entra come Ponzio Pilato nel Credo.
Ognuno comprenderà ora quale parte
faccia il detto giornale 1!
Ma ritorno al Suburbiensis, onde di-
mostrargli la vanità delle sue osserva-
zioni rispetto al "Riaié ed al Pavlinovié.
Il mio lavoro consta di 111 pagine
— di queste dedicai soltanto otto al-
l'introduzione, origine e costituzione
della Poglizza, per cui è chiaro che il
mio scopo precipuo era quello di trat-
tare la parte storica. Quando per questa
introduzione di otto pagine io presi per
fondamento un' lavoro esteso, come è
quello del Franceschi, più lo statuto e
le opere del Pe^ter e del CattaUnich,
credeva di avere'^eseguito il mio dove-
re nel modo più scrupoloso — ed ognuno
mi darà perfettamente ragione. Ciono-
nostante vediamo quale danno arrecò
al mio lavoro il non avere consultato
quelle due opere.
V. Klaié, [scrittore noto, ha pubbli-
cato nel 1881 l'opera in8.o„0/)is ze-
malja u kojih obitavaju hrvati'' — ed
in questa sono dedicate alla Poglizza
soltanto 12 pag. di numero, beachè
r autore tratti dell' origino, geografia,
Costituzione e storia di quella contea.
Mi rincresce dirvulo, caro Suburbiensis,
ma questo lavoretto del Klaié non è
niente affatto originale, poiché è preso
completamento dal PavUnovié. Volete
delle prove? eccovele. Klaió pagT-133. „Početkom 11 sto-
ljeća tri sina velikoga kneza Miroslava,
po imenu Tješimir, Krešimir i Elem,
odseliše iz Bosne s nekoga nesklada, što se
bješe dogodio medju gospodom i kraljevu.
Nakon obijanja i skitanja sadjoše u Zve-
canj i u Ostrovicu kod vode Pokornika
i nahođeći zgodnu i pitomu zaklonicu sa
liepim poljicima, tu se se stalno nastane..."'
e cosi di seguito fino alla pagina se-
guente, senza citare il PavHaovié.
Pavlinovié pag. 59. ,,Početkom
jednaestoga meka, tri sina velikoga kneza
Miroslava, Tješimir, Krešimir i Elem,
odseliše iz Bome s nekoga '^esklada što
se bio dogodio medju gospodom. Nakon
ob^anja i skUmja, sadjoše u Zvečanj i
u Ostrovicu kod vode Pokornika, i našav
tu sgodu i pitomu mUonicu sa liepiem
poljicima, tu se nastave..."' continua come
«opra sino alla fine della pagina.
iOaić pag. ÌZòu Dvanaest pogla-
vitih sela ili katuna Poljičkih imalo je
dvanaest glavara, koji su se zvali knezom
ili katunari. Knezovi su bili prvi sudci,
svaki svamu katunu. Vrhovnu vlast nad
sidom župom vršio je veliki knez sa svoja
dva opravnika (prokuratura) i perovo-
djom {kančilirom)... e cod avanti.
Pavlinovié pag. 59. „Dvanaest
poglavitih sela {katuna) imalo je dvanaest
knezova, {glavara). Knezovi su bili prvi
sudci, svaki svomu selu. Vrhovna vlast
bila je prvi Velikom Knezu i njegovim
dvama opravnicima {prokuraturim) ipe-
rovodja {kančeUra}...." e così di seguito^
Appena aFla metà della pag. 135 il
Klàiéoita il Pavlinovié, dal quale copia
senza riguardi tre intere pagine. K qui
finisce la parte che tratta della geo-
grafia e costituzione; le rimanenti sette
pagine trattano in coi^pendio la storia —
ed anche qui si può scorgere una sor-
prendente identità fra il Klaié od il
Pavlinovié! I !
{Continua).
- I -x:;} -
G0MM18 VOYAGEURS,
Il barone Jovanovich, buon' anima
sua, morto troppo presto per i suoi
meriti e troppo tardi per la felicità
dulia patria nostra, aveva stabilito al
palazzo governativo una specie di ma-
gazzini alia printemps, ed uso e consu-
mo delle industrie croate.
Le quali industrie croate ~ inter-
pretando sovranamente il genio arti-
stico delle trecche di Agram — si ar-
rogavano il privilegio dì mandare in
commercio un mondo interminabile di
figurine e di pupazzetti, rubando così
il mestiere ai gessaiuoli di Lucca.
Noi, veramente, che in fatto di arte
— salva sempre 1' autorità degli ap-
pendicisti del Narodni List — siamo
un po' schifiltosi, anche quando si tratti
di statuine di gesso^ facevamo il viso
dell'arme dinanzi a questa produttività
privilegiata, per la semplice ragione
che tutti quei musi, mandati in circo-
lazione per la provincia, presentavano
costantemente i tratti medesimi.
Ma se il gesso abbondava, i modelli
erano pochi — se il governo dava la
materia, la forma scappava fuori iden-
ticamente dalle solito mani.
Da qui le giusto rampogno di ma-
d nna critica. .
Ma se la critica è facile, amici lettori,
questa stessa critica non può dimenticare
che l'artista ha pure un qualche diritto
al subiettivismo, e che una parto di
so si trasfondo immancabilmente nel-
l' opejra sua.
Se Domeneddio, l'artista supremo,
impastando d'argilla il vecchio Adamo,
r ha fatto ad imagine e similitudine
sua; volete voi che i croati, i quali a-
vevano aperto i loro negozi all' ombra
del palazzo luogotenenziale, si parto-
rissero i propri fantocci, senza regalare
loro le proprie fattezze?
Tolta questa innocente monotonia,
tutiio il resto procedeva con una spe-
ditezza così prodigiosa, che pareva un
incanto. Anzi, la luogotenenza, o per
impedire lo falsificazioni, o per garan-
tire le coscienze timorate di troppo,
applicava alla merco croata una marca
particolare, una specie d' imprimatur
curiale, buono ptr tutti i tempi o per
tutti i luoghi.
Ciìe cuccagna per gì' imprenditori
della Narodna tiskarnica! che vittoria
amministrativa per il barone Jova-
novich!
Queste statuinc, dal muso identico o
dalla marca medesima di sotto ai cal-
cagni, allagarono letteralmente la no-
stra provincia.
Dagh apparitori ai consiglieri aulici,
dai maestri agl'ispettori scolastici, ci fu
da per tutto una sostituzione volontaria
o forzata di queste figurine gentili. Ma,
dove il loro spaccio raggiunse vera-
mente l'inverosimile, si fu nella conf^é-
zione delle amministrazioni comunali,
delle autorità politiche, e dei corpi
rappresentativi.
La nostra potrà parere un' esagera-
zione — ma, pur troppo, non è che
la pura realtà.
Ed ecco ve ne la prova.
Levata gli stivali a tanti magnìfici
podestà, denudate le calcagna a tanti
capitani distrettuali, mettete i sandali
cappuccineschi a tanti nostri depu-
tati—voltateli sottosopra; e, senza a-
vtT bisogno di un microscopio, scopri-
rete sui loro talloni il segno rfldefebilo
della solita industria liccàna, avvAlòrata
dalla marca di fabbrica, impressa —-
a freddo, bene inteso — dalla^ aestra
luogotenenza-
0' era proprio di che ammattire.
Non potevate faro un passo fuori di
casa, cho da ogni lato vi si gridava
agli orecchi: qua le belle statuine!
Entravate appena in un publico ufficio
0 in una publica scuola, che, accocco-
lati sui loro scrittorucci, vi ridevan sul
viso i noti pupazzetti, drappeggiati da
consiglieri e da professori. Da per tutto
poi polvere di gesso e tanfo di sca-
gliola, da sciuparvi le vesti e mozzarvi
il respiro.
E bisognava subirli.
Potevate sgranare tanto di occfhi,
ed aprire tanto di bocca dinanzi alle
cento riproduzioni felici di Marco Bruto
—- vi restava libero di sacrare contro
le mille copie conformi del romito di
Podgora: era fatica sprecata. Alzato
graziosamente il peduccio, e messa in
mostra la marca di fabbrica, quelle
statuine si assicuravano la propri« esi-
stenza, e vi salutavano, mostrandovi le
fiche.
Ma, siccome non tutto le ciambelle
riescono col buco, così le teste di gesso
non arrivavano sempre al loro destino
colla calotta sana. E poi e' èra la con-
correnza — la sazietà del genere —
la moda, ed altre diavolerie
Air industria croata si minacciava
il tracollo — alla marca di fabbrica,
impressa dalla luogotenenza, non si pre-
stava più fede.
Ultimo colpo: il barone Jovanovich
avea tirato il calzetto!
Si ricorse ad un nuovo espediente ; ai
commessi viaggiatori.
Consiglieri aulici ed ispettori scolastici
— bene inteso, gli autentici, non quelli
di gesso — furono mandati in giro
per la provincia con campionari ric-
chissimi. Esibivano costoro diplomi di
onore, certificati d' elogio, articoli di
giornali ; parlavano speditamente ita-
liano, croato e tedesco ; offrivano ai
rivenditori uno sconto vistoso ; giura-
vano per i' esattezza dei modelli, e per
la veridicità della marca.
S. 95. ZARA, Mercoledì 30 Novembre 1887. Anno X
Associazione.
Per 7ara fi. 8 anticipatamente, se-
mestre e trimestre in proporzione.
Per l'Impero Àustro-ungarico fi. 9,
semestre fi. 4:50 trimestre fi. 2:50
Per gli Stati appartenenti alTU-
nione postale fi. 12 all' anno se-
mestre e trimestre in propor-
zione. Per gli Stati non appar-
tenenti air nnione postale fi. S
e di più r aumento delle spese po-
stali, semestre e trimestre in pro-
porzione.
Un numero separato costa s. 10.—
tJn numero arretrato s. 16.
Giornale politico, economico, letterario.
Esce il mercoledì e il sabbato
Inserzioni.
Le associazioni e gli importi di de-
naro, in assegni postali si dirigano
all' amministrazione del "Dalmata,,
iu Zara. Chi non respinge il foglio
dopo scaduta l'associazione s' intende
obbligato per il trimestre susse-
guente.
Le corrispondenze devono dirigersi
affrancate esclusivamente al Redat-
tore. Le lettere non affrancate sa-
ranno respinte. 1 comunicati si in-
seriscono al prezzo di s. 10 la linea.
Avvisi ed inserzioni a prezzo mode-
rato da convenirsi.
I manoscritti non si restituiscono
Ai nostri abbonati.
Siamo già prossimi alla fine del-
l'anno, e molti dei signori abbo-
nati non hanno ancora corrisposto
ai nostri ripetati inviti, rimetten-
doci l'abbonamento.
È noto a tutti quanto ingenti
sieno le spese per l'edizione di un
giornale, in ispecialità poi quando
esso appartenga alla stampa liberale
della nostra provincia. Ne 1' am-
ministrazione può fare a meno,
colla line dell' anno, di soddisfare
a tutti i propri doveri.
E perciò che facciamo appello
al patriotismo degli onorevoli no-
stri associati, pregando quelli che
non sono in corrente colla nostra am-
ministrazione, di rimetterei quanto
prima il prezzo dell' abbonamento
in corso, nonché gli arretrati, molti
dei quali datano da parecchi anni.
RIVISTA POLITICA.
La confusione in Francia aumenta
sempre più : se la crisi presidenziale
non è un fatto compiuto, essa pare ine-
vitabile. Clemenceau, Brisson, Raynal
Ferry e Ribot, in una parola le persona-
lità tutte più eminenti consultate da
Grevy per la ricostituzione del nuovo
gabinetto, finirono col dichiarare la di
lui dimissione essere assolutamente ne-
cessaria alla formazione del gabinetto.
E Grevy ne sarebbe finalmente convinto:
egli dichiarò che partirà soltanto dopo
aver emanato un messaggio per libe-
rarsi da ogni responsabilità nelle com-
plicazioni interne ed esterne che prevede.
E questa sua intenzione Grevy la comu-
nicò a Ribot, il quale sarebbe incaricato
di formare il gabinetto, che dovrebbe re-
care alla camera il messaggio di dimis-
sione. Ribot per altro pretese che que-
st' ultimo fosse sottoposto al suo giu-
dizio prima di approvarlo.
A questo gabinetto di transazione
Ribot, dicesi che parteciperebbero Wal-
deck Rousseau, Flourens, Sadi-Oarnot
e Ferron. Altri invece vogliono che con
Rt^ot entrerebbero nel nuovo mini-
stero Goblet e Danis.
, Circa poi al successore di Grevy, i
senatori opportunisti sostengono e fanuo
propaganda in favore della candidatura
del generale Saussier. Questa candida-
tura è però combattuta dai giornali ra-
dicali.
Pur troppo ha ragione lo Standard,
quando scrive che i partiti in Francia
non sanno unirsi che per demolire, ma
che essi sono incapaci di ricostruire
sopra una base razionale.
E la Neue Ir eie Presse, che si oc-
cupa del ritiro di Grevy, lo trova in-
comprensibile, anzi misterioso, vista
la unanimità di vedute in tutte le
persone che conferirono col presi-
dente. Secondo essa, o vi deve essere
un motivo segreto all'estero e noto solo
alla Francia, oppure un'ambizione smo-
data per il seggio presidenziale da parte
degli uomini politici che consigliarono
il Grevy. Comunque sia — conclude
— deve esistere assolutamente una
base e un vincolo di solidarietà tra gli
uomini politici, poiché la loro respon-
sabilità è straordinària.
Le dimissioni di Giulio Grevy, quan-
tunque fossero naturalmente attese,
hanno destato al Quirinale grande im-
pressione. Si temono gravi conseguenze
dopo questo avvenimento.
È veuuto il tempo, non per i bona-
partisti, chè non possono venir presi
in considerazione, ma per gli organi-
sti di arrabbattarsi per ispuntarla. Ed
a questo proposito circolano le voci
più strane. Così p. e. corre voce che
i banchieri orleanisti avrebbero rice-
vuto fondi dall' Inghilterra, probabil-
mente destinati a corrompere impiegati
e giornalisti per ricercare elementi per
un colpo di stato militare. Ma il go-
vernatore di Parigi ed il prefetto di
polizia hanno preso le loro precauzioni.
Tutti i picchetti militari furono aumen-
tati, lutti i posti di polizia rinforzati;
continue pattuglie sorvegliano lo adia-
cenze di Montmartre, dove i socialisti
tengono le loro riunioni. Secondo I E-
stafette, nove battaglioni di fanteria e
otto reggimenti di cavalleria ricevettero
l'ordine di rinforzare la guarnigione di
Parigi.
Con quale occhio si vedrà a Berlino
siffatto scalmanarsi del paese della ri-
vincita? Nulla ne dicono in proposito
i giornali; essi si occupano piuttosto
del discorso della corona all' apertura
del parlamento. Ed il discorso invero
nulla offre d'interessante, eccetto che
quello di ripetere per la centesima
volta, che la triplice alleanza null'altro
ha di mira che la pace. La National
Zeitung, che ne discorre estesamente,
trova di non comprendere il perchè del
silenzio sul prolungamonto della legge
contro i socialisti. Fa emergere però
l'accentuazione del carattere difensivo
della triplice alleanza; scusa se la vi-
sita dello czar non vi è menzionata,
perchè poscia si venne a rilevarne la im-
portanza soltanto relativa, e spera che
gli accennati risultati della politica pa-
cifica aumenteranno durante la sessione
inaugurata.
La Post invece, alludendo al discorso,
menziona la nuova legge daziaria russa
contro l'industria tedesca, seguita im-
mediatamente alla venuta dello czar a
Barlino, e dice che, anche non dando
importanza a questo atto, non si pos-
sono lasciare inosservati gir agglome-
ramenti di truppe russe ai confini, sullo
scopo dei quali non esiste dubbio. Se-
condo essa quelli che ne dubitano, du-
bitano del sole, mentre quello della
guerra austro-russa splende nel cielo
mattutino.
La Kólnische Zeitung a sua volta, di-
scorrendo della situazione russa finan-
ziaria, conclude essere un fatto che
alla Russia minaccia una crisi, e dice
che questa sarebbe affrettata, se la Ger-
mania, seguendo l'esempio della Russia,
chiudesse ai prodotti russi le sue fron-
tiere.
Dunque il conveguo di Berlino non
ha giovato a migliorare le relazioni
dei due imperi. Avrebbe giovato però
a mettere in chiaro alcuni fatti, i
quali, se veri, getterebbero una luce si-
nistra sul principe della Bulgaria. La
Kólnische Zeitung afferma, che nel col-
loquio dello czar col principe di Bis-
marck sarebbe stato stabilito che l'im-
peratore venno tratto in inganno da
false lettere del cancelliere. Se queste
lettere fossero state vere, con ragione
ne sarebbe stato adirato; ma invece
furono falsificate, e credesi da parte
orleanistica. Sarebbe stato inoltre sco-
perto che una piccola si, ma influente
parte dei circoli di^ corte a Berlino,
ha cooperato alla cosa, adoperandosi a
risvegliare in Pietroburgo la convin-
zione, che T imperatore Guglielmo non
trovasi sempre in pieno accordo col
cancelliere riguardo alla politica estera.
Se le comunicazioni del loglio di
Colonia sono esatte e la falsificazione
della corrispoudenza del principe can-
celliere sulla questiono bulgara potesse
provarsi, non solo falsificata, ma falsi-
ficata da parte orleanista, la oausa di
quest' ultima ne verrebbe a toccare un
gravissimo colpo. In ogni caso si dico
incamminato il relativo procedimento
giudiziario; vedremo che ne risulterà.
In attesa di ciò guardiamo all'Italia,
la cui politica d'espansione in Africa
è veduta di mal' occhio dalla Turchia.
A Costantinopoli non si vuol credere
che tanta truppa avviata a Massaua
tenda al solo scopo di metter a segno
1' Abissinia, no, si temono dei colpi di
mano d' altra natura. Un dispaccio da
Costantinopoli annunzia che un imbarco
di quattro reggimenti di fanteria ed
altri duo di artiglieria sono diretti per
Tripoli, cosi che la forza comples-
siva in rinforzo a quella qui stanziata
è di 14.000 uomini. La Turchia a-
vrebbe quindi a Tripoli una forza di
quasi 34.000 soldati.
Tale disposizione, com'era da preve-
dersi, mise in apprensione la popola-
zione di Tripoli, la quale prevede una
occupazione italiana. In ogni caso, si
scrive da colà alla Gazzetta, Piemontese,
la popolazione tripolina tende ad un
cambiamento di governo, e lo stesso
arabo agogna un governo migliore, ed
uno stato di condizione più felice. La-
sciamo al corrispondente la responsa-
bilità di essere smentito dai fatti.
Era poi corsa voce che una nave
francese fosse stata catturata presso la
baia di Obock; ora la notizia viene
smentita. Tanto meglio.
FINIS DALMAT1AE!
Quella malaugurata questione, che da ben
un quarto di secolo tiene divisi tra loro i fi-
gli d'uua stessa terra; quella questione perla
quale si sparsero rivi d'inchiostro e si con-
sumarono magazzini di carta; che diede tanta
matassa da dipanare a statisti e a giurecon-
sulti, a filosofi e a giornalisti, a secolari ed
a preti, a bianchi, a così così ed a ueri ;
quella questione le quale — dopo il martirio
di Nona — fu una delle principali fautrici
della celebrità dell'abate Danilo, per la defi-
nizione da lui datale di questione accademica;
quella famosa questione, lettori dolcissimi, venne
finalmente risolta: Dalmatia fuit! L'annes-
sione della provincia nostra alla Croazia ap-
partiene al numero dei fatti compiuti! Il
barometro politico europeo segaa: sego su tutta
la linea!
Qualcuno avrà la dabbenaggine di credere
che nello scioglimento del gran nodo, ammesso
che non ci sia entrata la spada di nessun A-
lessaodro, vi avranno avuto parte pelò i più
alti fattori legislativi della monarchia, come
ad esempio i ministeri cis e transleithano colla
rispettive Camere alte e basse, le Delega-
zioni ecc.
Niente dì meno t satto.
0 forse che per una simile inezia avrebbe
meritato la pena di strappare alla loro beata
quiete tante brave persone quali sono i depu-
tati, i luogotenenti, i ministri e così via?
Nemmeno per celia!
Amministrare un calcio al già ventenne dua-
lismo; dare alle stampe una edizione riveduta
e corretta della Costituzione, magari coi tipi
della tiskarnica che non esiste; pigliare
la Dalmazia per un orecchio e — come i pre-
stigiatori alle grida di uno due.... tre!
pssst! — farla politicamente passare da una
parte della monarchia all'altra, son cosuccie
che di primo acchito avrebb ro potuto imbro-
gliare anche un paio di Palmerston, se volete,
ma non già un Prodan alla vigilia di diven-
tare èanónico; il quale Prodan, in matèria di'
imbrogli diplomatici, sarebbe al caso di
dare trenta punti su quaranta allo stesso Bi-
smarck!
Tornando a noi, dunque, per soddisfare fe-
delmente al nostro compito di cronisti,. non
possiamo esimerci dai constatare il triste caso:
Dalmatia fuit! La poveretta, dopo lunga e
penosa malattia è passata a miglior vita senza
i soliti contorti, senza che nessuna prefica ne
abbia pianto la dipartita, senza che a nessun
cane sia saltato in mente di darle il vale di
prammatica: — reietta ed abbandonata in morte
come lo fu in vita! E se non ci fosse stato
prete Prodan ad annunziarne, commosso dalla
gioia del riuscitogli misfatto, l'improvviso de-
cesso, noi stessi, noi, figli di Dalmazia, ne i-
gnoreremmo la fine! Orribile!
Sien grazie perciò al molto futuro monsi-
gnoreil quale, se pure ci ha orbati d«lla ma-
div, ha avuto almeno la cristiana idea di av-
visarcene, perchè potessimo provvedere al de-
cente di lei collocamento nell' ultimo asilo.
Egli è vero che a monsignore non ha co-
stato nè molta fatica nò una spesa rovinosa il
regalarci la funebre notizia, giacché, parlando
nel suo giornale della Dieta dalmata, a lui è
bastato intitolarla: Hrvatski sabor u Zadru;
ma ciò non cale: ò alla buona intenzione che
bisogna badare, e noi vi badiamo.
Dunque Hrvatski sabor u Zadru e Hr-
vatski sabor u Zagrebu!
Immaginarsi la stizza delle altre provincie
della monarchia austro-ungarica, vedendosi con-
dannate alla fortuna di possedere una sola Dieta,
di froute alla privilegiata Croazia che ne conta
due, con uno Starcevich solo però, giacché
1" altro per ora è in campagna !
Senonchè, iu tutto questo benedetto guazza-
buglio che ha per soggetto la morte politica,
1' assopimento o la sparizione che dir si vo-
glia di questa grama Dalmazia, a noi sembra
d'intravvedere un tantino di mistero che, per
quanto ci scervelliamo, non riusciamo a spie-
garci. E quindi ci rivolgiamo umilmente a chi
ne sa più di noi, perchè voglia esserci cortese
delle seguenti risposte:
1. Come va che, essendo la nostra una
Dieta croata, sulla porta della Giunta si con
tinui a tollerare in pace la vecchia tabella colla
iscrizione: Pokrajnski Odbor Dalmatinski?
2. Come va che, essendo la nostra una
Dieta croata, i viglietti che la Giunta sullo-
data distribuisce per poter accedere alle gal-
lerie dietali, portino tuttavia l'intestazione:
Sabor dalmatinski ?
3. Perchè mai, se la Dieta dalmata è una
Dieta croata, S. E. il luogotenente nel suo
discorso d' apertura ha esordito colle parole:
„Visoki sabore, velečastna gospodo kraljevi ne
Dalmacije"?
4. Perchè, se una Dieta dalmata più non
esiste, l'ufficiale Avvisatore Dalmato si o-
stina a chiamarla Sabor dalmatinski?
5. Ed il croato Narodni List, che pure
dovrebbe saperne qualche cosa, perchè sci-
miotta P organo del Governo battezzando et>.so
pure la nostra Dieta col titolo di Sabor dal-
matinski? Forse per un rimasuglio di affetto
verso lo stari pobro?
6. E se la Dalmazia ha fatto fagotto per
1' altro mondo, se essa politicamente più non
esiste, per qua! motivo monsignor Prodan
continua a intitolare il suo cencio Katolička
Dalmacija e non Katolička Hrvatska? Sa-
rebbe forse per derisione? E si che il reve-
rendo Prodan, per quanto Prodan, nella sua
qualità di sacerdote almeno non dovrebbe i-
gnorare che de mortuis nil nisi bene!
Dunque?
In attesa delle sopra implorate sei risposte,
il dunque lo diremo noi in due parole, ed è
che il croatismo di monsignor Prodan è de-
generato in cretinismo!
sac... i tm -
GLI ITALIANHN AFRICA
Telegrafano da Massaua alla Tribuna che
ras Alula, non potendo alimentare tutte lo
truppe che s' erano concentrate all' Asmara,
ha pensato di distaccarne una metà nei vil-
laggi circostanti.
Trecento soldati sono accantonati a Ghinda.
La ferrovia dal forte Gherard a Monkullo
è quasi compiuta; non mancano più che un
500 metri.
— Il ministero della guerra ha disposto
perchè ai primi di dicembre si carichino
sulle navi tende, cuscini ed altre suppellet-
tili occorrenti alle ^quattro brigate che si
trovano in Africa. Inoltre il ministero della
guerra ha disposto che le navi Archimede'
Polcevera, Scrivia e Bosforo restino ormeg
BajamoDtì ricorre, lo coglie al varco. E, appro-
filtaodo dei § 95 della legge sulle acque, ri-
conosce di dover sospendere la commissione,
ma, contemporaneamente, in base all' ultimo
inciso del § stesso, prende un interioaie pro-
vedimento. E quale? Incarica semplicemente
il Comune di dare una girata al rubinetto del
tubo alimentatore e di togliere alla fontala
queir acqua, di cui le autorità giudiziali aveiino
riconosciuto il possesso al d.r B»jaraonti.
E' vero che il § 95, cui accenna il signor
Truxa, si riferisce a una decisione dtfiniliva,
che, in seguito alla procedura ediltalt% tosse
stata pr.'Ba dal capitanato: ma che monia?
lu ogni caso si guadagneranno sette od otto
mesi, ed è pure qualcosa.
Ma, quasi tulto ciò non bastass»», ve u' è an-
cora. — Nella famosa seduta comunale del 9
corrente, eh' ebbe a provocare un vero scan-
dalo, Buiat chiedeva (! ?) al Consiglio di es-
sere autorizzato a rivolgersi contro il dispac-
cio ministeriale alla Suprema Corte aramioi-
slrativa. Pt-r fare uno stufato di lepre, diCii
un noto aforisma, ci vuole il l^pre. Ora, nel
caso concreto, dov' è ?
Non era una controversia che si agitasse
tra Comune e Bajamonti quella che venne ri-
solta col deciso ministeriale del 28 giugno; ma
la riforma di un deciso di questo capitanato,
confermato dalla Luogotenenza in seguito a
gravame interposto da Bajamonti.
Quindi non il Comune, ma il Capitanato —
16 la legge lo permettesse — dovrebbe rivol-
gersi alla Corte Suprema; ma siccome le au-
torità inferiori non possono far ciò, non resta
al Capitanato che l'obbligo di ubbidire al
deciso superiore.
Ma se voi credete che Buiat se ne potesse
acquietare sareste degli ingenui di prima riga.
Buiat torce e contorce la sua materia greggia
ed assicura il ministero di essersi rivolto alla
Corte amministrativa, e il ministero, se pure
debba sapere che in ogni caso verrebbe re-
spinta la domanda ad limine, non potendo
essa costituire, per le ragioni esposte, base di
discussione presso quella eccelsa magistratura,
il ministero, in base al §. 17 della legge or-
giinica del tribunale dell'impero, sospende il
Kiio deciso del 28 giugno. Che ve ne pare?
Che cosa ne dite?
Intanto — per tornare un palmo indietro —
giovf'di doveva aver luogo la ordinata com-
missione onde rilevare se vi fosse spreco d'ac-
qua— dove e come; se la fontana rimase sem-
pre ermeticamente chiusa, e se da questa ne
Vf-nisse danno a quei benedetti interessi publici,
dl cui si fece tanto sciupio negli ultimi tempi.
Duemila persone, alle 8 del mattino di quel
giorno, di tutte le classi sociali, erano raccolta
sul piazzale Marmont per recarsi al Capitanato
onde dimettere in proposito, come interessate,
le loro deduzioni. Ma quale non fu la sor-
presa loro, sentendo della decisione sospensiva,
loiimata poche ore innanzi al dr. Bajamonti?
Gli accoliti si concretarono allora in una digni-
tosa protesta — che probabilmente vi sarà
mandata per la stampa — incaricando una
d^-putazione di venti dei più rispettabili citta-
dini, onda la portassero al capitano distrettuale.
La protesta fu tosto dettata e coperta da
circa 1400 tra firme e croci; e, poiché la si do-
veva trascrivere e 1' agitazione aumentava, Ba-
jamonti e gli altri suoi amici, raccolti, per-
suasero la popolazione a rimettere alla depu-
tazione trascelta la presentazione della prole-
sta, giacché — dovete saperlo — la popola-
zione in massa voleva presentarla. Uno della
polizia, di cui ignoro il nome, dimenticando il
proprio dovere entrò nella sala ove era rac-
colta una buona parte di quella popolazione,
ordinando ai suoi agenti di penetrarvi.
Fortunatamente vi fu chi col richiamo alla
legge risparmiò a lui e a chi rappresentava
un atto assolutamente illegale.
Air eloquente parole de' suoi amici, il po-
polo, finalmente, si acquetò e promise di scio-
gliersi non senza ricevere sacra promessa che
la protesta sarebbe stata assolutamento presen-
tata ; il che, infatti, avvenne al mezzogiorno,
mediante la deputazione di 20 e più rispetta-
bili cittadini.
Bajamonti presentò con poche parole la
protesta. Il signor Truia'entrò subito nel campo
dt-gli schiarimenti e delle giustificazioni, che
i protestanti stavano udendo colla massima in-
d fferenza. Bajamonti rispose brevissime parole,
sfuggendo la questione meritoria ed accen-
nando alla lunga serie di contrarietà, che da
otto anni subivano gli oblatori della fontana
monumentale. Truxa voleva ripetere, ma, a-
pt'rto il labbro, tutti i protestanti chinarono il
capo e volsero le spalle, lasciando la stanza.
Eccovi assai brevemente e magramente ac-
cennato a quanto ebbe a succedere la mattina
del 23 corrente.
Alla prossima volta ulteriori dettagli sull'in-
termioabile vertenza.
CiitaTecchia, 28 agosto.
Eccoli dunque, il Nisiteo e la Morelli, as-
sieme, probabilmente allorché il primo era di-
rettore del liceo di Gorizia ai tempi del Go-
verno Italico. Caduto Napoleone, il Nisiteo
deve aver rinunziato a queir uffizio e con lei
essersi ritirato qui in patria.
Vivevano insieme ; non sappiamo se uniti ;
e meno se da nozze clandestine o da libero
amore. Colei però conservò sempre il nome
di Conlessa Morelli. Signora e tornita di ren-
dite pecuniarie lei, e grande possidente ma
un po' sdruBcito lui, facevano ultimare e rior-
di Dare il palazzo Ettoreo e abbellire 1' attiguo
giardino di viali, di piante e torretta; abbel-
iim enti oramai affatto scomparsi da un re-do to che oggidì par cimitero,
La Biblioteca era (ma non è più) un am-
pia sala con due nicchie una di fronte all'al-
tra negli scaffali dei due lati più lontani ; una
era per lui e 1' altra per lei, E li studiavano
e lavoravano e li brillavano le dotte, le amene,
le gaie e gentili conversazioni.
E lì, bambino, deve esser stato carezzato
dalla Contessa 1' uomo che ^Morni sono abbiamo
veduto scomparso, e lì aver ricevuto il primo
avviamento agli studii.
E poi da li lo troviamo verso il 1825 a
Padova con la istessa Morelli, che, dopo un' as-
senza di 10 0 15 anni, vi era ritornata e ne
voleva esser aia ed educatrice. Vi studiò uma-
nità e indi medicina sino al 1836 circa ; frat-
tempo in cui sembra che la Contessa sia morta.
Allora gli studii si facevano in latino e li-
teniamo con superiore vantaggio e per le scienze
e pel buon gusto, perchè questa grande e u-
niversale balordaggine e aberrazione moderna
di nazionalizzare la vesti del sapere non ^ra
ancora infiltrata nelle midolle delle masse i-
gnoranti e degli speculatori che fanno per esse,
balordaggine che trova il suo riscontro, men-
tre crede di ritrovarne il coerettivo reagente,
nella invenzione di lingue da guano univer-
sali.*) ^
E fu^buon latinista. Sapeva a mente, a non
dire dei classici italiani, mezzo Ovidio, mezzo
Virgilio, mezzo Orazio, e, con citazioni ora
lunghe ora brevi, ma sempre accomodate alla
circostanza, riusciva a divertire e a ricreare
10 spirito e dei malati e dei non malati. A-
mava raccontare aneddoti e ripetere motti sa-
gaci di spirilo e verità dello Zio e della Con-
tessa, e, per costoro bocca, anche dei dotti
con i quali i medesimi avevano avuto dome-
sticità. E deploriamo di non esserci trovati io
grado di farne raccolta; sopratutto ne sapeva
tanti del Cesarotti.
Non ne ricordiamo che dud e, tanto fa, li
ripeteremo :
I primati di Padova avevano giuocato non
sappiamo che tiro al Governo di Napoleone.
Sdegnato ae voleva soddisfazione.
E il Cesaratti, incaricato a placarlo :
— „Maestà: non à da tenerne calcolo ; sono
fatti di plebe."
— „Di Plebe ? — E 1' Aristocrazia ! ..
— „Sì, di Plebe, perchè. Maestà, tutto quello,
che non è illuminato dalla luce del sapere, è
plebe."
— „Si, avete ragione, avete ragione."
E l'ira del Grande venne scansata.
Un' altra volta sedevano a mensa.
— „Cesarotti (fa a lui Napoleone, a lui che
era poliglotta) quante lingue possedete?"
— «Due.«
— „Due sole?"
— „Sì, una per alzar lodi a Dio, e 1' altra
per cantare le glorie di Napoleone..
Esercitò medicina pratica prima a Lesina,
poi a Cattaro, indi a Cittavecchia, e dovunque
e sempre con buon saccesso. Aveva il dono
dell' occhio e colpiva. Però al letto del malato,
non era, come tant' altri sogliono, ciarliero e
ciarlatano. Non perdeva il suo tempo a infor-
mar, malato e famiglia e di fantasia, sulla co-
struzione interna dell' individuo, sulla genesi,
sul processo e sulla prognosi della malattia,
come si suol fare da qualche meschinello sci-
miotto che più io là del naso non ci vede
una spanna. Era anzi riserbatissimo. Ma il
suo guarirà era guarimento sicuro; il suo
morrà era morte.
Non era quindi il caso con lui di ridere,
come settimanalmente si rìde, sulle sentenze
sbagliate di certi moderni Esculapiatti e sulle
operazioni pomposamente laudate di certi Nor-
cini, pei quali, 1' ammalato spacciato, risana, e
11 dato per guaribile spiega le vele.
E anche da qui la fiducia che ispirava nella
popolazione sia del paese che dei villaggi con-
termini.
Segnalossi sopratatto durante 1' epidemia del
colera, che, del 1855, ebbe a mietere vittime
numerose tra noi, forse, per la natura del
sottosuolo tutto di imbonimento e acquitrinoso
e per la condizione delle vie punto o mal la-
stricate a quel tempo, favorevole al difondersi
dei miasmi e dei morbi di infezione.
Lungo sarebbe 1' accennare agli atti di co-
raggio e di abnegazione, in quei momenti di
desolazione spaventevole, di cui ebbero a dar
prova segnatamente i due medici del paese,
lui, cioè, e il pur defunto dr. Domenico Gazzari.
Ne diremo solo di uno finale. Dal Comune,
cioè, che offriva loro una gratificazione in de-
naro, non vollero nulla, ma dissero:
— Impiegate quell' importo a riselciare con-
trade.
E si cominciò colla Via di Mezzo; e, da
allora, ebbe principio la lenta opera di risa-
namento del paese mediante publici lavori
sopratutto di lastricatura, opera però da qual-
che anno rimasta interrotta e che sotto le at-
tuali lunazioni, benché le imposte a carico di
noi non croati crescano d' anno in anno e in
via spaventevole, non può esser ripresa, o, se
ripresa, non certo con senno e competenza.
Torna superfluo il ripetere dell' influenza
che ebbe il Nisiteo ai comizii tutti, dalla inau-
gurazione della cosi detta era costituzionale
sino alle elezioni politiche del 1885.
Ma, sin d' allora e forse da prima, la sua
fibra aveva cominciato a indebolirsi, dove per
ragione di età e dove per prepotente dovere
di quiete.
II Nisiteo non aveva conosciuto le segrete
soddisfazioni che i più attingono al focolare
domestico; era solo; viveva celibe e non sap-
piamo se confortato da qualche segreto sorriso
di donna; ma era anche libero e indipendente
*) Ecco, per esempio, un argomento da discutersi.
La Bedazione.
e poteva perciò guardar dritto e andar ^ dritto
pel suo cammino. Ma, da un tratto all' altro,
gli toccò di trovarsi come in famiglia e in
famiglia che non divideva i suoi ideali. E da
allora fu osservato che la sua tempra aveva
cominciato a dar segni di infiacchimento e si
pretende con intensità di morali dolori.
Figurarsi ! Alle elezioni comunali riescono i
croati e le sue finestre ardono per lumi di
gioia. L' Amministrazione croata si installa, i
croati fanno baldoria, e i suoi balconi riman-
dano gli stessi bagliori di giubilo!
E, per amor di pace, ei deve tacere, che è
quanto dire soffrire, e soffrire veramente, per-
chè non v' ha dolore più profondo del dolore
senza sfoghi, senza effusioni, senza sollievi,
del dolore imp^'netrabile, del dolore segreto.
E da tre anni accusava impedimenti ed op-
pressioni proprio alle regioni della milza e del
fegato, proprio là dove il dolore morale suole
incidere le sue impressioni fatali, impressioni
che andarono man mano crescendo sino a non
concedergli da qualche mese, crediamo dal-
l' aprile, più 1' uscita di casa. E soffrì pene
non certo meritate, ma con rassegnazione in-
dicibile. Dall' estremo ed enorme gonfiare al-
l' ultimo ischeletrimento. E il di 23 luglio
verso le 10 del mattino spirava e spirava fra
le braccia dei suoi.
Dal Circondario di Zaravecchia, 28 agosto.
{La verità a suo luogo.) — Nel n.o 61
del Dalmata, m. c., vi abbiamo detto in po-
che parole come il nostro ogromni podestà
Tomo Lukaèié da Zaravecchia facesse piantare
la tenda sui prati, e, dando in cambio ai fa-
sci di fieno, la maggior parte di furtiva pro-
venienza, vino, pane e carne arrostita, facesse
un buon guadagno con questo illecito mezzo
di speculazioni.
Nel n.o 65 del Narodni List, rn. c. — di-
ciamo puramente N. L., senza apostrofi, cioè
senza imitare il corrispondente della Obéìna
Biogradska, il quale chiama il vostro gior-
nale niente meno che hezohrami Dalmata —
comparve un carteggio pieno di espressioni
luride invece che di buone ragioni. Ma che
volete; disprezzate il suo autore e ditegli col
poeta:
Tersite, eterno trovator di scoaei
Motti protervi.....
con quello che segue. Da parte nostra non fa
d' uopo cha ci rompiamo la testa per rispon-
dergli. Il corrispondente del Narodni, nella
sua bile, ha già confermato tutto quello che
noi abbiamo detto nel nostro carteggio, in i-
rae veritas; soltanto ha volato dare una pic-
cola variante comica alla scena, la quale va-
riante, a dire il vero, ci muove a sorriso, come
ci muoverebbe al riso una scimmia vestita in
tabarrello e col berrettuolo piumato in testa!
Ecco che cosa dice il dopisnik in difesa del
proprio padrone; ma padrone di nomt», veh!
Che un tale da Torrette ha pregata la obéina
di dargli il permesso di poter vender vino sui
prati, durante la falciatura del fieno, e nello
stesso tempo di arrostire qualcho castrato, o
per dire colle sue parole: i uz to da hi iz-
pekao po koje hravče, — soggiungendo che
con tale permesso la obéina ha f/;tto un alto
nobile e generoso, perchè così la povera gente
si ristoraviì^nella stagione canicolare, in quel pe-
stifero miasma paludoso. Riportiamo la frase:
To mu je obéina i dozvolila, uciniv tim ple-
menito djelo, jer pruža jadnom puku, koga
Ilijnštak pali kroz vrieme kosidbe, u zapar-
nim i kužnim baretinam, bar malo okrjepe.
Se tale permesso fosse stato un atto nobile e
generoso, domandiamo ora, perchè 1' anno
scorso il Capitanato di Zara lo avrebbe vietato
ipso facto, in seguito delle fatte doglianza?
Ma,-fosse pur stato un atto nobile e generoso,
tutti sanno che, dopo messo in pratica, i pro-
prietari dei prati soffrono sensibili furti di
fieno, per cui ci sia permesso almeno di ri-
petere il vecchio adagio: Tutti son galantuo-
mini, ma il cappotto manca!
In quanto alla tenda da noi accennata nel
primo nostro carteggio, il dopisnik dice che
tenda non vi era; e che vino si vendeva, sì,
ma all'ombra di un pero, e, se non si in-
gannava, di un pero salvatico. Nu težak, egli
dice, poceprodavati vino, nu ne podkakvim
tendam, nego pod kruškom i to, ako se ne-
varamo, pod divljom. (!!!) Dunque quello che
non è lecito esercitare sotto la tenda, lo è per
altro sotto un pero, e meglio ancora se sel-
vatico!! — Oh! Se non ridi di che rider
suoli? Siamo certi che qualcuno dei vostri
benevoli lettori vorrebbe sentire ripetuta que-
sta frase, ma noi un poco .sgarbati tiriamo a-
vanti.
Il dopisnik espettora anche queste pa-
role : Tomo Lukaèié vazda ostajt onoj što je
bio: — ne conveniamo pienamente, fosse an-
che un sacco di patate ! — pravi i pošten
čovjek čelični Hrvat, ecc. ecc. Ma chi di
hrvati ha "mai parlato?! Dunque un čelični
Hrvat è m diritto di causare dei furti e di
alimentar dei disordini?! Se così fosse, sa-
rebbe da gridar živio da senno al nostro če-
lični Hrvatu Noi però, che non bazzichiamo
colla politica, e che dei partiti non ci occu-
piamo niente affatto, diremo al famigerato do-
pisnik con r acuta mente di Massimo d' Aze-
glio : „ho tanto inveterata in me 1' abitudine
di chiamare uom dabbene o ribaldo chi credo
tale realmente, e non chi appartiene ad un
partito 0 ad un altro."
Ci sorprende che il dopisnik abbia sotta-
ciuto e non abbia soggiunto che la persona,
che esercitava 1' atto nobile e generoso, ven-
dendo vino e carne arrostita, era un consi-
gliere comunale; ci sorprende non abbia detto
che talvolta anche il ser Načelnik veniva al-
l' ombra della divlja kruška a mangiare ^
fumante rognonata, e spacciando consigli colla
tazza in mano a' suoi janjičari, come Ne-
store agli eroi dell' Iliade.
In chiusa il dopisnik dice che invano noi
attendiamo da lui la risposta, e che rare volte
ce la darà, perchè l'amore verso il popolo,
la concordia e la pace gli stanno a cuore pi^
che le nostre sciocche parole. Qui il dopisnik
varca i limiti della più grande spudoratezza.
Qui la coscienza ci si ribella e vorrebbe non
permetterci di rispondergli, ma noi ci facciamo
coraggio, e, turandoci il naso, passiamo questo
pantano colle gruccia. Sarebbe un perdere di
rispetto a noi stessi se dovessimo attendere U
risposta da un' alma s\ bassa, vile e pi^m
di tenebrosi passati ; noi raccontiamo in pie.
cola parte i fatti che succedono e non dell.»
menzogne e delle cose scipite.
Ma poi; come si può attendere la risposta
da UQ individuo che vi dice: Trattatemi a
calci se agiterò o prenderò parte alle elezioni;
sputatemi in faccia se resterò un solo mo-
mento a Zaravecchia dopo finite le elezioni?
E questo stesso individuo, invece, prende parte
e agita in modo il più ributtante, falsificando
le liste ed i nomi degli elettori ; e resta au-
cora a Zaravecchia per perseguitare tutti co-
loro, che non vollero piegare ai suoi disonesti
bccitamenti. Tirati in lingua diremo franca-
mente che, fino al tempo delle ultima ele-
zioni comunali di Zaravecchia, la popolazione
di questo distretto era il modello per concordia
e quiete ; ma, dopo venuto il notissimo aguz-
zino e protetto di don Kaže, le cose cangia-
rono rapidamente. Le più visibili famiglie si
odiano a morte. Persone civili e tranquille
vengono insultate con fischi ed urli sotto le
finestre. Proletari avvinazzati provocano i probi
cittadini con minaccia ed offese. Ai capivilla
onesti vengono sostituiti individui irrequieti e
che puzzano del miasma della carcere. Si vo-
tano gravosi preventivi per assoldare persona
tristi e farle abbaiare a propria difesa ! In
una parola, sì fanno sanguinose persecuzioni e
spaccate ingiustizie contro tutti coloro che non
si sottomisero alla volontà e prepotenza di un
individuo disonesto e che pesca nel torbido !
Quando questo triste dice :. .. . jer nam lju-
bav pr ama narodu, sloga i mir u ovom puku
više vriede, nego li tvoja luda i bez ikakova
temelja načrčkana bulaznenja, il sangue ci
si gela e domandiamo a noi stessi se è vero
quello che leggiamo e se un individuo qua-
lunque possa essere tanto depravato e possa
tanto spudoratamente mentire. Un illustre scrit-
tore francese, scrivendo la vita di Messalina,
moglie all' imperatore Claudio, dice che il no-
me di questa donna è sinonimo di tutte la
turpitudini e di tutte le infamie umane, e che,
se chiamate una donna la più perversa e la
più corrotta con questo nome odioso, essa si
rialzerà dal fango, e se la sua faccia non sa-
prà arrossire saprà ancora impallidue! j\la
noi pur troppo abbiamo uomini che stanno
tre palmi più bassi di Messalina e non sanno
né arrossire, nè impallidire !
1
Cronaca provinciale.
Necrologio. —• Ci scrivono da Citta-
vecchia, in data del 29 agosto :
„Domenica, 26 corrente, ebbimo il dolore di
assistere alla morte del compianto capitano
Pietro Ivanissevich, persona che riuniva in sé
le due più belle qualità che possano ornare
un uomo : gran buon cuore e gran buon senso.
Podestà di Cittavecchia per ben dodici anni
e da ultimo rinunziante alla carica, varie fu-
rono le opere utili al paese eseguite durante
la sua amministrazione, alcune anche ideate
da lui stesso.
Era uomo che risentiva del marinaio, rude
se volete alquanto, ma schietto e sincero] e di
parola calda e incisiva. Da qui la sua grande
influenza sul popolo. Autonomo liberale con-
vinto, fu in gran parte suo merito se questo
bersagliato partito ebbe fra noi i più segna-
lati trionfi.
Passata la prima età sul mare, visse il re-
sto della vita in beli' agiatezza in patria, cir-
condalo da forti domestici affetti, amato e sti-
mato da tutti. Ciò che appunto venne lumi-
nosamente provato neir occasione dei suoi fu-
nerali, seguiti con gran pompa di torcie, co-
rone e seguito numeroso di popolo di ogni
ceto e condizione.
Molte composizioni funebri comparvero in
quella circostanza, ad espressione del pubblico
lutto.« ^
Al quale ei associamo sinceramente, sicuri
che il nostro egregio corrispondente da Citta-
vecchia vorrà dire di più del benemerito tra-
passato.
Disordini a Traù. — Ci scrivono da
quella città, in data del 29 agosto :
„Da parte avversaria si vanno ad inscenare
dei nuovi disordini e proprio alla vigilia della
ripresa del Potere.
Domenica ne abbiamo avuto le prime prove.
Alla sera v' era un pubblico divertimento, a
CUI anche intervennero i più visibili membri
del nostro partito. Lo si dava in casa Andreis,
e, per arrivare alla sala, si doveva passare un
lungo corridoio. Le cose da principio anda-
vano quietamente, quando ad un certo punto
si introdusse, parte pagando e parte di viva
forza, una trentina di individui aderenti del
Puovié.
Questi si diedtro subito ad insultare i no-
stri correligionari politici, ed a viva voce in-
terrompendo la rappresentazione si diedero a
If. 102. ZARA, Sabbato 22 Dicembre 1888. Anno
Associazione.
Per Zara fi. 8 anticipatamente, se-
mestre e triniestre in proporzione.
Per r impero Aiistro-Hngarìco fi. 9,
semestre fì. 4:50 trimestre fi. 3:50
Per gli Stati appartcìiciiti all'U-
nione postale tì. l-J ali'anjio se-
mestre e tvimeistre in ì)roi)or-
zione. Ter gli Stati non appar-
tenenti all'unione postale fi. 8
e di più 1' aumento delle spese po-
stali, semestre e trimestre in pro-
porzione.
Un numero separato costa s. 10.—
Un numero arretrato s. 16.
IL DALMATA
Giornale polìtico, economico, letterario.
UN OPUSCOLO
L' anonimo raguseo ebbe dunque la
finezza di escluderci dal novero delle
sue combinazioni e di eliminarci dalla
esistenza politica. Puro, precisamente
Ragusa, ebbe ad offrire nelle due ultime
elezioni politiche il maggior numero di
suffragi a vantaggio del candidato dei
nostro partito. E' vero clie questo suc-
cesso era in parte dovuto alla coopc-
razione di quegli onesti slavi, che non
possono essere acquiescenti alle soper-
chierie speculative del partito croato;
ma è vero altresì eh' essi aveano so-
lennemente riconosciuta la legalità, la
importanza e la vitalità politica di que-
gli autonomi, che per 1' autore dell' o-
puscolo souo divenuti una quantité né-
gligible.
C è poi bisogno di ripetere che il
nostro partito, perchè temuto, viene
ancora osteggiato con ogni illegalità e
con ogni sopruso? 0'è bisogno di as-
serire che a Zara la imponente mag-
gioranza dei cittadini aderisce soltanto
al nostro programma? Ohe a Spalato,
a Traù, a Pago, a Oittavecchia e in
altri luoghi le maggioranze reali son
nostre e vivono di vita attiva, per
quanto resa difficile dalle lotte continue?
0' è bisogno di ricordare che, dell' 85,
i nostri avversari hanno dovuto ricor-
rere ad ogni enormezza per toglierci i
nostri rappresentanti alla Camera? Ohe,
dallo liste orribilmente sofisticato, ven-
nero tolte centinaia di nostri aderenti
politici? Che, a Spalato, dall'urna ven-
nero discacciati circa duecento elettori
del nostro partito e introdotti mino-
renni e nullatenenti croati? Che, nel-
r ultima elezione pel deputato dei mag-
giori censiti, il trionfo — il più bel
trionfo che segoi la cronaca provinciale
—^ fu nostro, quantunque fosse pubbli-
camente notorio il cinismo con cui i
croati diminuivan, truffando, il numero
dei nostri elettori?
Occorre ripetere che, per affermarci
come partito pieno di vitalità, abbiamo
bisogno di sola giustizia, giustizia al-
l' urna e in palazzo ? Che, quando fosse
ristabilito l'impero della legge, potremmo
scendere in campo perfettamente ag-
guerriti e con la certezza di più d' un
successo ?
No. Ripetere tutto ciò sarebbe per-
fettamente inutile. In venticinque anni
di lotta, il nostro partito ha attraver-
sati molti momenti diffìcili, ha subite
prove ben dolorose; ma, anziché dimi-
nuito, anziché smembrato, esso è u-
scito da questa lotta più temprato, più
puro. Si : tutti gli equivoci, tutti gli spe-
culatori del quarto d'ora, fiutando il
vento a noi sfavorevole, si sono sban-
dati. Ma guai al partito che volesse ri-
petere consistenza da cotesti percor-
ritori di tutta la rosa dei venti politica,
da codesti Girella, che hanno ia tasca
una collezione di coccarde! Si sono
messi senza convinzione nel partito
croato, perchè esso ascendeva, perchè
lucrava tutti i favori, perchè col partito
croato e' era tutto da guadagnare e
nulla da perdere, perchè i Rodich e i
Jovanovich si facevano frequentatori di
Čitaonice. Ma noi, certo, uon deplo-
riamo simili assenti; noi confidiamo
soltanto in noi stessi e nella legittimità
della nostra causa. Cambiano gli uo-
mini, cambiano gi' indirizzi politici. Non
è impossibile che, al primo mutar di
vento, questa turba di opportunisti ci
venga di nuovo tra i piedi. Intanto,
anche oppressi, noi contiamo seria-
Esce il mercoledì e il sabbato
Inserzioni.
Le associazioni e gli importiTfrde-
naro, in assegni postali si dirigano
air amministrazione del "Dalmata„
in Zara. Chi non respinge il foglio
dopo scaduta l'associazione s' intende
obbligato per il trimestre susse-
guente.
Le corrispondenze devono dirigersi
atìrancate esclusivamente al Redat-
tore. Le lettere non affrancate sa-
ranno respinte. I comunicati si in-
seriscono al prezzo di s. 10 la linea
Avvisi ed inserzioni a prezzo mode-
rato da convenirsi.
I manoscritti non si restituiscoDQ.
mente come elemento di partito, per-
chè con noi è 1" intelligenza, è la col-
tura, è il censo, è 1' elevatezza del sen-
timento, è la parte migliore della gio-
ventù. Se r anonimo è di parere con-
trario, la colpa non è nostra.
Ma proseguiamo. Forte della teoria
che nega graziosamente la nostra esi-
stenza, il raguseo, che ha il debole per
le operazioni aritmetiche, fa un' altra
divisione. La politica è un' aritmetica,
ha detto un grand' uomo, e 1' anonimo
s' ingegna di salire sui trampoli, prati-
cando la massima.
Il raguseo passa dunque in rasse-
gna la proposta formulata dal partito
croato nelle trattative d' accordo e la
trova soddisfacente. Ma 1" operazione
dei posti è sbagliata, perchè, secondo
lui, cinque posti di deputato al consi-
glio dell' impero devono esser dati ai
croati e gli altri quattro ai serbi. Alla
Giunta provinciale poi ci dovrebbero
essere due croati e due serbi, con un
presidente neutro ed imparziale.
Santa semplicità! L'operazione ci
risparmia tutto il lusso dispendiosissimo
di liste elettorali, dì commissari viag-
gianti, di gite di dispiacere all' urna
e di morti resuscitabili.
Non ci sarà più bisogno di quelle cen-
tinaia di ricorsi con cui si tenta di ret-
tificare le liste. 11 regolamento elettorale
diverrà un pleonasmo; la convocazione
alle urne sarà soppressa; e gli autonomi,
gli autonomi, che pagano le loro im-
poste come tutti gli altri, non avranno
altro incomodo che quello di portare
il loro denaro all' esattore e . . plau-
dire. Plaudite cìvesì
Né — Dio ne guardi — noi discu-
teremo con serietà quest' amabile cor-
belleria. Non ricordate la favola dei
cacciatori che facevano i conti sulla
pelle dell' orso, mentre il medesimo era
ancor vivo? Noi — paragone a parte
— non siamo disposti a lasciarci scuo--
iare a benefìcio d' un opuscolaio d' E-
pidauro. E proferiamo il vecchio si-
stema, quello d- ir elezioni, per quanto
ci sia stato contrario sin qui. Perchè
siamo convinti che, ove il nostro par-
tito volesse, ma fortemente volesse, e
ove la legge fosse una buona volta
scrupolosamente applicata, tutti i cal-
coli dell' anonimo andrebber sconvolti.
Del resto, egli non si accorge di ca-
dere in una grossa contraddizione. La
parte inferiore della Dalmazia, da lui
decretata .ai serbi, non darebbe quattro
collegi ai serbi. Dunque uno o due
deputati serbi dovrebbero essere eletti
dai croati, e, quello eh' è peggio, su
terra croata !
Un' altra anomalia. Per devenire al-
l' accordo, 1' incognito propone una
cosa, giustissima in sè, ma immensa-
mente impraiica nei riguardi del par-
tito croato. Egli vorrebbe che tanto i
croati quanto i serbi escludessero l'in-
gerenza del clero dalla politica, togliendo
ai preti la redazione degli organi di
partito. E qui è 1' utopia. Imponete ai
croati la lingua del Vuk, obbligateli a
muoversi entro confini prestabiliti, pri-
vateli della possibilità di monopolizzar
tutto e di fare speculazione di tutto,
togliete loro, infine, l'ausilio potente
del prete e del frate .e di croati
non avrete più neanche 1' ombra. Per-
chè, per loro, la prepotenza è condi-
zione d'esistenza ; perchè se i preti
fossero solo ministri dell' altare e ri-
pudiassero la politica, il partito croato
non avrebbe più nei seminari e nelle
parocchie e nei conventi focolari d' a-
gitazione; perchè il Narodni List —
per esempio --- è un lutto omogeneo
e indivisibile col suo redattore e il
scinderli è cosa impossibile.
Però — siamo imparziali — l'au-
tore dell'opuscolo ha ragione. Tutti i
cittadini, che assistono addolorati allo
nostre lotte, e ne sludian le cause, sono
d'accordo nel reclamare pel prete tutto
altro compito che quello della politica.
E così bella, è così augusta, è così
umana la religione di Cristo, sono cosi
efficaci i suoi precetti, sono tanti i bi-
sogni morali del popolo nostro, — che
al sacerdote veramente tale non do-
vrebbe rimaner tempo a preoccupa-
zioni e a provocizioni politiche.
Ma, pur troppo, è come dire al muro.
Il male c' è e bisogna soffrirlo. E se
vi accennate in nome doil'interesse co-
mune, in nome della moralità e della
pace, 1 preti gazzettieri vi dan sulla
voce come per un crimenlese com-
messo.
Uii'ultima osservazione. L'autore della
brochure dice che il posto dei depu-
tati al Consiglio dell' Impero — serbi
e croati, naturalmente — non può es-
ser dubbio. Al parlamento — dice lui
— non vi sono partiti politici, ma na-
zionali. Tutti gli slavi hanno un av-
versario comune : i tedeschi. Da qui
la coalizione della destra, cui devono
aderire i deputati della Dalmazia.
Ma — data e non concessa l'ipo-
tesi che il programma doil'anonimo si
effettuasse — potrebbero i sorbi imi-
tare il sistema tutto speculazione dei
deputati croati? Non ebbe lo Srpski
List a stimatizzare sovente codesto si-
stema, basato a concessioni continue?
Potrebbero i serbi sconfessare ad un
tratto le loro premesse di liberalismo,
e, dall'opposizione fin qui mantenuta,
passare nelle file governative? Tutto a
questo mondo è possibile ; ma, confes-
siamolo, r evoluzione sarebbe per lo
meno curiosa.
Eliminati con un tratto di penna gli
autonomi, tolti all' opposizione i serbi,
modificati essenzialmente i croati, l'au-
tore dell'opuscolo offre alla travagliata
Dalmazia le beatitudini del paradiso.
Con un colpo di bacchetta magica, tutti
i parlili scompaiono, o, meglio, ne ri-
mane uno solo : quello che dovrebbe
rendere i suoi deputati acquiescenti alle
vedute del conte ministro. Se le uto-
pie dell' opuscolo diventano le realtà
di domani, potremo gridare col Ferra-
villa: — Oh, che bella'fefta! Oh, che
bella fefta!
Il Giornale Vinicolo Italiano pubblica
quest' articolo, che noi riproduciamo nei
punti più essenziali, certi di far cosa
gradita a quanti in provincia s' inte-
ressano di viticoltura, argomento omai
di capitale importanza anche pei Dalmati:
Ija recente constalazione della fillossera in
alcun • località dei territori di Gorizia e Trie-
ste, e ia scoperta di altri nuovi focolari e cen-
tri infetti importati nella parto insulare e con-
tinentale di questa provincia dell' Istria, hanno
richiamato a giusto titolo 1'attenzioue dei vi-
ticultori delle limitrofe provincia italiane, se-
riamente minacciate per l'immediato contatto
dai territori viticoli conflaanti, e per le diu-
turne relazioni alimentate dai rapporti agricoli
e commerciali tra i rispettivi paesi.
A chiarire le notizie divulgate in proposito,
e a porgere una più retta cognizione delle o-
dierne condizioni di queste provincie sotto 1' a-
speUo della questione fillosserica, gioverà per-
tanto di dare una fedele e succinta esposi-
zione delle reali condizioni di fatto qui create
dalle ultime esplorazioni fillosseriche; come
non riuscirà inutile accennare ancora ai prov-
vedimenti qui già attivati a difesa contro il
temuto flagello.
Che per le provincia viticole dell' Austria
lo stato presente della questione fillosserica
sia molto grave ciò risulta pur troppo anclie
dalle pubblicazioni officiali comparse su que-
sto argomento in questi ultimi tempi : talchi
nessuuo più potrebbe dubitarne.
Ma 8Q lo stato fillosserico nell' Austria era
già grave nel 1886, di molto venne poi a peg-
giorare nelle susseguenti annate 1887 e 1888,
coma è facile dedurlo dalle continua e sem-
pre più numerosa scoperte di nuovi focolari
d'infezione in località per 1' avanti del lutto
immuni.
Suir andamento della infezione nel volgente
1888 non si posseggono al presente che po-
che ed incomplete indicazioni. Queste però già
bastano a mostrare 1' incremento spaventevole
preso dal malanno, che nella ^trascorsa estate
ebbe ad infierire con una violenza non ancora
veduta in passato. Senza soffermarci a men-
zionare le stragi menate su quel di Pirano e
Isola, dove diede il crollo a molli vigneti che
avevano sopportato abbastanza bene gli ante-
cedenti assalU della fillossera, e il suo continuo
avanzarsi nelle opposte direzioni di setten-
trione e mezzogiorno, basti fare menzione del-
l' infezione scoperta nell'isola di Lussino, so-
pra ben 60 mila viti e su di un'area di oltre
660 eltaii, con sn-i indizi di una infezione
anteriore alla prima scoperta della fillossera
nella parte continentale dell' Istria, cioè al 1880!
Con la fillossera ai due estremi di Oapodi-
stria e Lussino, probabilmente anteriore al
18&0, e con 800 e più ettari di vigneti già
infetti, ripartiti sopra una estensione di circa
150 chilometri quadrati, l'Istria oggidì trovasi
dunque in condizioni punto migliori di quelle
dtiir Austria inferiore, della (Jarniola e della
Siiria, e deve accingersi ad una lotta disperata
per iscongiurare più gravi ed imminenti di-
sastri.
La lotta mediante i trattamenti d'estinzione
è — salvo in certi casi speciali — già da
parecchi anni abbandonata in Istria, nell' in-
terno delle zone infette di Pirano ed Isola,
dove ora si provvede ad esperimentare i trat-
tamenti colturali e si dà larga mano alla dif-
fusione delle viti americane.
Nè giova qui nascondere, che la speranza
di spegnere l'infezione non è punto il mo-
vente che induce a continuare, nei casi spe-
ciali su citati, la lotta coi mezzi estintivi ;
imperocché l'esperienza largamente fatta in
passato ne allontana purtroppo da siffatte illu-
sioni. Si continua, sia per non contrariare di
soverchio l'opinione del volgo dei viticultori,
che ancora protesta e reclama che pur qual-
che cosa si distrugga, quasi che questo sa-
crifizio espiatorio valga a placare i Numi fil-
losserici avversi ; sia per la lusinga di rallen-
tare in tal guisa l'inevitabile cammino del
flagelio e dare tempo al tempo.
Dopo una non breve perplessità e discor-
danza di pareri, l'opinione che finalmente ora
sorge poderosa e generale nei meglio avve-
duti è però tutta ed unicamente a favore delle
viti americane resistenti. E giustizia vuole che
qui si dica come l'Istria, la quale pure fu
tra le ultime regioni ammesse a fruire della
difesa offerta dalle viti americane resistenti,
oggidì già si schierò tra le prime ad affer-
mare con inoppugnabili fatti il valore di que-
bttì stesse viti con tanta perseveranza recla-
mate.
Ed, invero, per iniziativa del Consiglio a-
grario provinciale, furono già introdoUe in Pi-
rano ed Isola 20 mila talee di viti Riparia
selvatica, York-Madeira, Solonis e Kupestris,
ritirate direttamenia dalla Francia. Queste, cu-
stodite per un anno in vivaio, vennero poscia
distribuite gratuitamente, parte innestale colle
varietà più indicale pel luogo, e parta sotto
f irma di piante madri. Altre 4000 barbatella
delle varietà suddette attendono presentemente
r innesto nel vivaio provinciale di Pirano, al-
l'ogi^etto di servire ad erigere, nei principali
centri fillosserati, dei filari modello di viti a-
mericane innestate.
Questo Istituto agrario provinciale, d' altro
lato, mediante talee ritirate dalla Boemia e da
luoghi della Stiria notoriamente ancora im-
muni, da tre anni lavora indefessamente a
moltiplicare le vili Riparia, Solonis e York-
Madeira, delle quali già possiede un vigneto
di circa un ettaro nel Podere sperimentale per
la costa in Parenzo, in terreno immune, a
suolo argillo-ferrugginoso (terreno siderolitico
dei geologi o terra rossa) povero di calcare,
poggiante su roccia calcarea della formazione
cretacea superiore; ed un secondo vigneto nel
centro dell' Istria, in Pisino, a circa 300 me-