ora. Aderenti dei liberali e del partito del pro-
gresso comineiarono a fare fuoco dalle case
SOI fuggitivi. I radicali di Zaiéar rimasero
passivi. „E una sciocchezza ciò che avete qui
impreso" disse loro il dr. Lazo Ilich deputato
del circolo di Alexinaz, uno dei più rag-
guardevoli deputati radicali del circondario ed
andò per la sua strada.
Quando poi due giorni dopo il deputato
radicale Marinko Markovich si presentò di-
nanzi Zaiéar con un battaglione armato di
fucili a retrocarica, e mezza batteria, e voleva
bombardarla e prenderla, il capitano Rado-
vich mandò a lai qual parlamentario il di lui
collega deputato d.r llich. I signori, in campo
aperto sotto una dirotta pioggia, tennero una
discussione di due ore, se il partito radicale
dovesse ritenere come suo l'attuale movimento;
la qual discussione terminò con ciò, che Ma-
rinko Markovich diede alla città di Zaiéar
cinque giorni per deliberare. Questo fu l'affare
di Zaiéar.
."Vostri carte^g;! particolari.
Cittavecchia, 5 decembre.
Un mistificatore da qui in due corrispon-
denze apparse nell' Avvenire di Piume, sotto
la maschera di autonomo, manifesta i suoi
disinteressati desideri, che a parroco di Cit-
tavecchia, nelle veci del compianto Gellinich,
venisse scelto 1' attuale parroco di Brusje an-
ziché quello di Vrisnik.
Che r autore delle due corrispondenze non
possa essere un autonomo, ma che invece
debba essere un volgare mistificatore che ap-
profitta della buona fede della redazione del-
l'^wemVe pei suoi scopi . particolari, lo si
deduce da ciò, che il parroco di Brusje è uno
dei più fanatici croati che esistano nella pro-
vincia, e che un vero autonomo non potrebbe
che considerare come un castigo o come una
disgrazia la venuta a Cittavecchia di un si-
mile individuo.
E noi, veri autonomi, speriamo che il Ve-
scovo non vorrà infliggere alla sua patria un
castigo, nè vorrà procurarle una disgrazia.
Jl parroco deve essere una persona stimabile
sotto ogni rapporto, e nel parroco di Brusje
sarebbe difficile trovare qualcosa di stimabile.
Crediamo che basti l'esempio scandaloso di
Spalato, dove la grande maggioranza dei cit-
tadini non saluta nemmeno il proprio vescovo.
Noi eravamo da lungo tempo abituati a sti-
mare il nostro parroco, e desideriamo che
non ci venga imposto un parroco che non ci
sarebbe possibile stimare.
Noi abbiamo bisogno di un parroco che non
sia un partigiano credente nel solo verbo del
Narodni List, e ritoniaroo che il vescovo non
vorrà agire in opposizione ai desiderii della
grande maggioranza dei suoi patriotti.
sorio maestro dirigènte di Vallegrande
Giovanni Jericevlch in maestro effet-
tivo presso la scuola di Trappano ; il
maestro effettivo della scuola mista di
Kućište Luca MIadineo in effettivo mae-
stro dirigente della scuola di Valle-
grande e il provvisorio maestro diri-
gente della scuola popolare di Žrn'ova
Marco Bodulich in effettivo maestro di-
rigente della scuola stessa.
I consiglii sanitario e scolastico or-
dinarono la riapertura delle scuole gin-
nasiali e reali, che questa mattina in-
cominciarono le lezioni.
Domenica 9 corr. cessava di vivere
in questa città T i. r. aggiunto giudi-
ziario addetto all' i. r. Tribunale di
Oattaro sig. Costantino JurfcLOYicIi,
ed oggi con splendidi funerali fu ac-
compagnato alla tomba. Animo gene-
roso e nobile, mente elevata e colta;
la famiglia desolata ne piange Tamara
perdita, il corpo giudiziario deplora la
scomparsa di uno dei suoi più valenti
membri.
Ci viene annunziata la comparsa di
un nuovo giornale pedagogico-didattico
slavo, intitolato la Zora, redatto dal
Professore Vincenzo Danilo e Maestro
Miho Zaglav.
Escirà due volte al mese e costerà
f. 3 all' anno.
Per le Signore. — Ci si annunzia T im-
minente pubWicazione del volume XIV della
Biblioteca delle Signore, edita a Torino. 11
nuovo romanzo ha per titolo "<28 Luglio !„
ed è dovuto alla Signora Guidi, l'autrice
del libro : "iZo una casa mia!„ che ebbe
anni sono tanta fortuna. L'aver scelto per ti-
tolo la triste data del terremoto di Casamlc-
ciola,!- ci fa conoscere come l'autrice si sia in-
spira a a quella terribile catastrofe dando vita
a qualcuno dei personaggi che ne furono te-
stimoni 0 vittime. Di questo nuovo lavoro
che il nome dell' autrice e 1' argomanto scelto
annunziano assai interessante,riparleremo quan-
do r avremo ricevuto e letto.
Gazzettino della città
e della provincia.
Dalla patriottica Neresi, riceviamo
il seguente lietissimo telegramma :
Neresi 10 dicembre. Oggi compironsi
le elezioni comunali. 11 concorso de-
gli eiettori fu straordinario, mai eguale.
Neresi confermò sè stessa; non venne
deposto un solo voto contrario. I se-
dicenti quattro avversari avviliti rinta-
nati non poterono esercitare alcuna in-
fluenza, nemmeno sui loro servi e debi-
tori che votarono tutti con noi. Ve-
dranno cosi gli avversari, che la po-
polazione di Neresi calma, dignitosa, ri-
mane salda sulla breccia sempre fe-
dele alla propria bandiera.
Teatro Nuovo. — Per giovedì a sera
13 corrente ci viene annunziata la be-
neficiata della egregia prima attrice
drammatica sig.a Eosina I. Dondini la
quale intese di offrire al pubblico un
trattenimento col dramma storico di C.
Benvenuti intitolato L' Orfanella Dal-
'^ata e la commedia in un atto La
(Consegna di russare. Sperasi di vedere
un pubblico numeroso, trattandosi prin-
cipalmente di rimeritare una distinta
artista, e di incoraggiare il depresso
spirito teatrale.
Il Consiglio scolastico provinciale ha
trovato di nominare il provvisorio mae-
stro della scuoia popolare di Janjina
Marino Giurgievioh in effettivo mae-
stro della scuola di Kaciste ; il provvi-
II Berni. — Periodico umoiistico setti-
manale, splendidamente illustralo e stampato
su carta di lusso, che si pubblicherà in tutta
Italia ai primi di decembre. Direzione e Am-
ministrazione: Milano - „Via Durini," 31.
(Stab. Tip. Ditta Editrice Francesco Manim).
Il Berni si propone per programma d'esser
d'indole gaja, brillante, faceta, umoristica
— nelle sue manifestazioni grafico-letterarie.
E dandosi a promuovere un riso schietto,
bonario, onesto, dovrà, peraltro, trattando
caricature e satire sociali, mantenersi assolu-
tamente impersonale ed estraneo ad allusioni
politiche e ad oscenità di qualsiasi genere.
Prezzi d' abbonamento : tranco nel Regno
Anno lire 12; semestre lire 6.50; — Unione
Postale Anno lire 15; semestre lire 8.
Si prega di chiedere Numeri di Saggio del
giornale 11 Berni, Milano - Via Durini, 31.
Numeri di Saggio a chiunque li chieda
Gratis.
Un buon affare per il capo d'anno. —
Abbiamo veduto il programma per 1' associa-
zione della Gambetta Musicale di Milano
edita dallo Stabilimento Ricordi; e non sap-
piamo spiegare a noi stessi come mai questo
elegante ed onesto periodico che conta circa
40 anni di vita, non abbia ancora centomila
associati. Siccome l'associazione alla Gazzetta
Musicale è proprio un buon afiare, ci cre-
diamo in dovere di spiegare brevemente ai
nostri lettori in che consiste, perchè non
perdano l'occasione di approfittarne. L'affare
è questo: con 20 lire annue anticipate, 10
per un semestre, 5 per un trimestre, ognuno
che canti o suoni (e chi non canta o suona 0
acquista subito nell' ampio catalogo dello Sta-
bilimento Bicordi (50,000 numeri) tanta musica
a sua scelta per l'importo lordo di L. 40 o
20 0 10; e quando ha così ritascato il suo
denaro, rimane associato per un atino, per un
anno, per un semestre, o per un trimestre alla
Gazzetta Musicale diretta da G. Bicordi e
compilata da S. Farina (un fascicolo elegantis-
simo, illustrato ogni domenica) e riceve altri
tre premi di non piccolo valore, in libretti
d' opera, libri, calendari, fotografie, ecc. Ora
qual è il maestro di musica, qual» il dilet-
tante che ogni anno non debba acquistare per
20 lire di musica? In ogni casa io cui è
un pianoforte, dovrebbe entrare la Gazzetta
Musicale. Si comprende come lo Stabilinrento
Bicordi, che da 40 anni pubblica la Gazzetta
Musicale per decoro Tdell' arte e della casa,
qoest' anno ne ampli il formato, vi aggiunga
delle illustrazioni, ne migliori i caratteri e la
carta, e la offra per nuUa, anzi per meno di
nulla, alle famiglie in cui si coltiva la musica
— si stenterebbe invece a comprendere che
ad un invito simile non rispondessero tutti i
musicisti e tutti i dilettanti che sanno fare i
loro conti.
RECENTISSIME
Vienna 9. Ieri si suicidò, con una
pistola caricata ad acqua, l'attore Leu-
hert del BurgtJieater.
Roma 8. A proposito del duello fra
Nicotera e Lovilo la Stampa scrive :
L' autorità giudiziaria non può non
impossessarsi d' ufficio dei diversi re-
ati consumati ed è a sperarsi che senza
lacuna di tempo venga innanzi alla
Camera la doppia domanda di autoriz-
zazione a procedere. Allora ci si vedrà
chiaro.
— Lovito ha dato le dimissioni di se-
gretario generale del ministero del-
l' interno.
Genova 8. Il principe di Germania
è aspettato il 16 corr. Scenderà al pa-
lazzo reale.
Parigi 9. Oourbet telegrafa essere
ormai incamminate le regolari opera-
zioni dì guerra contro Bac Ninh.
Galibert conferma che la squadra
francese distrusse parecchie posizioni
degli Hovas nella parte 'orientale del-
l' isola di Madagascar.
I francesi ebbero un ferito.
Londra 8. Telegrafano dal Cairo allo
Standard che l'inazione del 'Mahdi per-
mette di fortificare le frontiere.
COMUNICATO. *)
AI citrullo articolista il quale nell'an-
fibio giornale, nomato Gazzetta di Spa-
lato al N. 95 del 3 corr., fa i conti
alla locale Società dei Bersaglieri, che
da nessuno finora venne mai pubblica-
mente attaccata, sono incaricato di ri-
spondere, a nome di tutti, che non è
egli al certo colui dal quale abbiamo
bisogno di alcun consiglio. Fummo ab-
bastanza generosi, col permettergli di ri-
tirarsi da sè solo dalla Società dalla
quale doveva essere infamemente cac-
ciato. Invece di far i conti agli altri,
sarebbe assai meglio li facesse a sè
stesso, che vive, mangia e veste panni
alle spalle di chi sarebbe in debito di
mantenere.
Il §. 50 dello Statuto, lo conosciamo
tutti, e r amministrazione del patrimonio
sociale nulla lascia a desiderare, ciò
che non potevamo dire, allorquando ave-
vamo la disgrazia di tenerlo a segretario
ed a cassiere. Se i Contorni di Zara
gli hanno procurata un'indigestione, non
è nostra colpa, e noi lo possiamo ben com-
patire allorquando sogna i terremoti ed
i rombi per la Bilancia, ma non allor-
quando attacca 1' onestà di persone alle
quali non è degno di sciogliere i legacci
dei calzari.
Un ultimo consiglio, giacché le lettere
non sono per lui, e se con un onesto
lavoro egli vuol redimere il suo triste
passato, se si sente forte del suo dovere
di marito, di genero e di padre, faccia
il salumaio e fra le sardelle ed il bac-
calà sogni pure i tempi passati, che
per lui sono ormai tempi perduti.
Per ora soltanto questa tiratina mo-
rale di orecchie e, se ritorna alla carica,
il resto che gli compete.
Zara 10 decembre 1883.
UN BERSAGLIERE
per tutti.
*) Per qaesti articoli la Redazione noa assume al-
tra responsabilità ohe quella volnta dalla legge.
RirtgraziameAtL
A tutti quegli egregi che nella grave sven-
tura che e' incolse per la morte deirindimen-
ticabile nostro marito e padre rispettivo Gia-
como Šarić, ci furono cortesi di conforto,
s'adoperarono a lenire l'acerbo nostro do-
lore, a rendere più splendide le esequie del
defunto ; che si compiacquero d'accompa-
gnare air estrema dimora le mortali spoglie,
ed in ispecial modo all'Inclita I. B. Diri-
genza Tecnica pella Eegolazione del Narenta,
alla Spettabile Impresa Generale pella Rego-
lazione del Narenta, agli onorevoli membri
componenti la commissione pella Navigazione
del Narenta, alla Spett. Amministrazione Co-
munale, air Inclito I. E. Ufficio Daziario, alla
Spett. Direzione della Scuola maschile, ai
Molto Reverendi Parroci di Fort'Opus, De-
sne, Bagalovié e Komin, alle distinte fami-
glie: Egermayer, Franiòevié, GargaSevié, Ja-
kišić, Maylauder, Omann e Stepischnegg, a
tutti gli amici parenti, e conoscenti tanto di
Fort' Opus che fuori 1 quali confortarono con
visite, telegrammi o scritti, a tutta la popola-
zione di Fort' Opus e de' paesi circonTicini
ai medici curanti D.r Schmidinger 6 Nagy
che nulla trascurarono a debellare il fatai
morbo onde fu vittima, coli' animo profonda-
mente commosso rendiamo i più vivi ringra-
ziamenti, assicurandoli dell' eterna nostra gra-
titudine.
Fortopus, 6 dicembre 1883.
Maria consorte
Tomaso, Matteo, Giovanni, Anna
e Catina figli.
È uscito dalla tipografia 8.
Artale
LUNAI^IO
CATTOLICO GRECO ed EBRAICO
per r anno 1884
col seguente Sommario:
Domiimtore dell' Anno — Eoolissi — Equazioni —
Pianeti visibili ad occhio nudo — Appartenenze del-
l'Anno — Feste Mobili — Quattro Tempora — Tempi
pr le Nozze — Feste principali delia Dalmazia —
Ferie dei Tribunali — Lezione sulle Eeclissi — Ora
della Levata e Tramonto del Sole — Orticoltura —
Pesci ricercati — Lunario Cattolico, Greco ed E-
braico, con una fitcciata di fronte iu bianco per ogni
mese — Documenti storici : "I nobili zaratini devono
sapere leggere e scrivere," „Pene contro i nobili za-
ratini che non vengono in consiglio" — Fontioo —
Ospedali di S. Giacomo, S. Marco e S. Martino —
S. Simeone — „Parte presa nel mag.co Con^iìglio
degli Nobili di Zara" — Dieta provinciale — Giunta
provinciale — Deputati al Cousiglio dell' Impero —
Estrazione dei viglietti di tutte lo Lotterìe nell'Anno
1884 — Tariffa dei battelli a Vapore del Lloyd Austro-
Ungarico, della Società Florio-Kubattino e dei Fra-
telli Rismoudo — Tariffa delle Diligenze Erariali per
passeggeri — Tariffa ferroviaria per passeggeri Linea
Spiilato-Siverich-Sebenico — Tariffa pei trasmessi e
colli postali nell'Interno della Monarcnia —Prospetto
degli Stati per i quali sono ammesse le spedizioni di
Colli postali fino al peso di 3 Chilogrammi senza va-
lore dichiarato — Tariffa Postale e Telegrafìca —
Tariffa «iei Bolli per Petizioni di importi minimi —
Prospetto delle estrazioni dell' i. r. Lotto di Trieste
per 1' anno 1884 — Scala per la commisurazione dei
bolli e Documenti Cambiari.
Prezzo soldi 24.
Il Mercurio Triestino
Giornale delle Estrazioni dei Prestiti
IMazionaii ed Esteri.
Eivista Finanziaria e Commerciale.
ESO* in TBZBBTE di legola 11 &, 12, 30 e a? Ael mese di mattina.
Proz/o d' abbonamento por Trieste un anno fior. 2
Ffj m«si fior. I;20 per la Monarchia A.-iJ. un anno
. 2.40; sei mesi fior. 1.-40 — per V Estero franchi
8 all'anno.
Tutti gli associati ricevono Gratis: Un Prontuario
delle Cartelle dei Prestiti a Premio estratte dalla
prima Estrazione a tutto Dicembre 1H83.
Anno XIL — L'Amministraxione del Giornale II Mer*
curio Triestino eseguisce qualsiasi commissiono per
acquisto e vendita di Valute, Viglietti di Lotteria
Obbligazioni fruttanti interesge, Inoaego di cuponi'
Vincite eco. '
Anno XIL — Per la Verifica di più Cartelle tn tutti
le passate Estrazioni pagasi soldi 4 il Numero. —
Per una sola Cartella soldi 8. — Oli abbonati pa.
gano la metà.
Dirigere gli Ordini d'Abbonamento • le Commis-
»iđni air ilmmtnuera^tonc del Oiomale li ll«rourìa TriwtlM, Via Nuoya N. 18 IL PUno. (IQ-IQ)
iN
BT. 79. ZARA, Mercoledì 5 Ottobre 1387. Anno 3L
n
Associazione.
Per Tara fi. 8 anticipatamente, se-
mestre e trimestre in proporzione.
Per l'impero Austro-ungarico fi. 9,
semestre fi. 4:50 trimestre fi. 2:50
Per gli Stati appartenenti all'U-
nione postale fi. 13 all'anno se-
mestre e trimestre in propor-
zione. Per gli Stati non appar-
tenenti all' unione postale fi. 8
e di più l'aumento delie spese po-
stali, semestre e trimestre in pro-
porzione.
Un numero separato costa s. 10.—
tJn numero arretrato s. 16.
IL DALMATA
Giornale politico, economico, letterario.
Esce il mercoledì e il sabbato
Inserzioni.
Le associazioni e gli importi di de-
naro, in assegni postali si dirigano
all' amministrazione del "Dalmata,,
in Zara. Chi non respinge il foglio
dopo scaduta l'associazione s' intende
obbligato per il trimestre susse-
guente.
Le corrispondenze devono dirigersi
affrancate esclusivamente al Redat-
tore. Le lettere non affrancate sa-
ranno respinte. I comunicati si in-
seriscono al prezzo di s. 10 la linea.
Avvisi ed inserzioni a prezzo mode-
rato da convenirsi.
I manoscritti non si restituiscono.
RIVISTA POLITICA.
Il parlamento eli Budapest si è aperto.
Nel suo discorso l'imperatore accentuò
la necessità di economie e d' aumento
delle entrate, senza sovraccaricare il
popolo. Enumerò una serie di progetti,
fra ì quali un compromesso finanziario
colla Croazia, e il rinnovamento della
legge militare scadente alla fine del
1889 coli'Austria. Dichiarò essere la
monarchia in rapporti amichevoli e
buoni con tutte le potenze, e che quan-
tunque la situazione del mondo non
sia tale da far trascurare il perfezio-
namento dell'esercito, v' è la speranza
fondata del mantenimento della pace,
la quale resterà assicurata anche in
avvenire. Il governo continuerà a coo-
perare assiduamente coi suoi fattori, in
grazia dei quali esso riuscì a mante-
nere la pace fino a questo momento.
Fra una quindicina di giorni poi si
riaprirà il parlamento a Vienna, e qui
naturalmente verranno a palesarsi gli
effetti che nelle varie provincie, e nella
Boemia specialmente, han prodotto, du-
rante le vacanze, alcune misure prese
dal governo, e le rivalità scoppiate più
vivamente del solito in più d'un punto
fra le diverse nazionalità della monar-
chia.
Osserva a questo proposito la Neue
Freie Presse, che non è dato indovi-
nare le intenzioni del miuistero; se esso
desideri o no trasformare la maggio-
ranza, ma quel eh' è riconoscibile però
è, che, sulle basi attuali, la maggio-
ranza del parlamento non può conser-
vare che per poco tempo ancora la sua
posizione di partito governativo.
Sia che i vecchi czechi seguano nel
parlamento la tattica vecchia seguita
in casa loro, cercando di soverchiare i
colleghi del partito dei giovani; sia che
essi si sottomettano, ed è cosa molto
probabile; in un modo od in un altro
gli czechi vorranno sempre contrastare
al sistema di governo attuale ; ed è
cosa codesta che non s ignora nei cir-
coli parlamentari, come dimostra il fatto
che numerosi giornali polacchi fin d'ora
cercano il posto sicuro ove ricoverare
la barca polacca, quando la tempesta
scoppierà.
Abbiamo inoltre —continua il succi-
tato giornale — il partito clericale
messo in aspettativa da parecchio tempo
e avido di cogliere il momento peri-
coloso per ricordare al conte Taafte
l'azione conservatrice da lunga mano
promessa, e l'incoronamento della la-
APPENDICE
del Centenario di Castelnuovo.
(Continuazione, vedi Nr. 78).
Geronimo Donado Provveditore di Castel-
nuovo in data 3 aprile 1689, riguardo ai
meriti eh' erasi acquistati il Sargente Tomaso
Bossi nella espugnazione di Castelnuovo, lo
nominò ajutante militare di questa piazza.
Con decreto Lesina 15 aprile 1689 il Provv.
Gener. Cornaro nominò Angelo Renier quale
Quartiermastro di Castelnuovo, con incarico
di aver cura dei pubblici edifizi della città
e di tenere i registri relativi.
Quest' anno 1689 devon essere avvenute
molte diserzioni dalle compagnie eltramarine
che erano di presidio a Castelnuovo, perchè il
Provveditore Generale Alessandro Molin succe-
duto al Cornaro, con proclama datato Spalato
15 giugno 1689 trovossi costretto di emanare
delle misure straordinarie per richiamare i
mosa legislazione sociale, cioè la scuola
confessionale.
E sull'intenzioni bellicose del partito
clericale c' istruisce il congresso dei
cattolici, apertosi di questi giorni a
Linz alla presenza del luogotenente
barone de Weber, di molti deputati
alla dieta e ai parlamento e di circa
2000 ospiti, nel quale fu accolta ad
unanimità la mozione proposta dal ve-
scovo della diocesi, Mailer, circa la re-
integrazione del potere temporale del
papa.
Ben osserva a proposito la Gazzetta
di Venezia, che intanto per la doman-
data reintegrazione del potere tempo-
rale bisognerebbe cominciare a fare la
guerra.
Avesse il governo di queste idee bel-
licose, verserebbe i! sangue ed i mi-
lioni per causa ben più vitale, nè cer-
tamente lo farebbe contro l'Italia, i di
cui buoni rapporti gli stanno tanto a
cuore.
Sarebbe pazzia lo scontentare l'Italia,
la quale certamente dovrebbe mutare
indirizzo, ciò che alla Francia non par-
rebbe vero.
Ecco a proposito un importantissimo
comunicato da Vienna al Diritto:
La Francia negli ultimi tempi pro-
pose all'Italia, ove si distaccasse dal-
l'alleanza offensiva e difensiva con le
due potenze centrali e mantenesse, in
caso di guerra franco-tedesca, una neu-
tralità benevola, permettendo libertà di
azione alle forze della Francia meri-
dionale, di garantire all' Italia, anche
con le armi, l'acquisto di tutti i terri-
tori italiani dell' Austria, comprese lo
isole dell'Adriatico, e di accettare l'oc-
cupazione della Tripolitania da parte
degl'italiani. La Russia ha dal lato suo
confermate queste proposte.
Il governo di Roma rispose essere i
suoi vincoli con la Germania e con
l'Austria puramente difensivi e pacifici,
e non potere discostarsi dai patti accet-
tati, assicurando tuttavia i due gabi-
netti di Parigi e di Pietroburgo che
l'Italia nulla ha in mira di intrapren-
dere contro di loro. Le trattative quindi
non fecero cammino e caddero come
non avvenute. —
La stessa cosa viene confermata da
un articolo della National Zeitung di
Berlino. Dopo aver accennato, fra al-
tro, anche ai patti dell' Italia con l'Au-
stria e la Germania, le quali per unico
compenso sono pronte a chiudere un
occhio su nuove occupazioni italiane
in Africa, osserva infine che al gabi-
disertori, promettendo ad essi pieno perdono
qualora ritornassero nel termine di un mese.
Morto 1' arambascè Bajo Nicolióh in pub-
blico servizio, furono con terminazione C&t-
taro 26 settembre 1689 del Provv. Generale
Molin, aggregati Dimitri, fratello, Vuco e
Simon figli di esso Bajo nella compagnia di
cavalleria diretta dal capitano Soliman, as-
segnando a ciascheduno di essi la paga di
un soldato a cavallo.
Nella rassegna fatta a Castelnuovo dal
Provveditor Generale Molin della compagnia
di cavalleria di Nicolò Soliman, egli ha ri-
marcato molti disordini; sicché il Provvedi-
tore stesso con d.o 2 ottobre 1689 si è tro-
vato costretto di suggerire per iscritto i ne-
cessari rimedi; scritto questo che trovasi re-
gistrato nel Capitolare della Camera Fiscale.
Lo stesso Provveditore Generale trovan-
dosi a Castelnuovo nel dì 11 novembre 1689
nominò Giovanni Antonio Rossi e Pietro
Diodati quali Sottocapi bombardieri, il Conte
Dragutino Gjurgevich quale Capitano della
compagnia de' nuovi abitanti ammassati dal
Sopraintendente BuroVich Giovanni e diretta
da Drasco Chiurich, che custodiva 1' impor-
tante porto di Zubzi, e il suddito Ivan An-
gelimeli quale Capitano dell' altra compagnia
netto di Roma ora stato offerto un ac-
cordo con la Francia e la Russia, il
risultato del quale sarebbe stato — in
caso di riuscita — Trento e Trieste
con l'Istria, il Goriziano e le isolo della
Dalmazia all' Italia.
Se tutto ciò è vero, nessuna mera-
viglia delle poche simpatie della repu-
blica per l'Italia, e eh' essa veda di
mal' occhio l'imminente spedizione con-
tro l'Abissinia. La République Frangaise
tradisce questa stizza in un suo arti-
colo sull'Italia a Massaua. Second) ossa
non sono gl'italiani che bloccano il Ne-
gus, ma è il Negus che blocca gl'ita-
liani a Massaua. Crispi poi si trove-
rebbe imbarazzatissimo : vorrebbe ven-
dicare l'ingiuria fatta alla bandiera ita-
liana, ma non credendo il nuovo spar-
gimento di sangue necessario, tentò di
negoziare col Negus, senza interrom-
pere gli armamenti; ma non ne fece
nulla ; nè sa se 1" Inghilterra sarà più
fortunata. Crede che il vero motivo
dell'intervento dell'Inghilterra, sia il de-
siderio di questa di vincolarsi più stret-
tamente all'Italia con la riconoscenza,
ora che vede i rapporti tra la Fran-
cia e l'Italia essere migliori.
La Riforma però risponde chiaro.
Si armi o no il Negus d' Abissinia, il
governo italiano sa precisamente quello
che vuole e quello che deve volere a
Massaua; e quali sieno gl'intendimenti
del Negus, l'Italia noti si lascierà smuo-
vere dalle sue intenzioni nè trascinare
ad un'azione più vasta di quella pro-
gettata. E, dichiarato che non ha mo-
tivo per dubitare del disinteresse del
gabinetto inglese, soggiunge : È sicura
la République Frangaise che altrettanto
disinteresse dimostrasse verso V Italia
qualche funzionario francese a Massaua,
indipendentemente, crediamo, dalle i-
struzioni del suo governo ? Ed è si-
cura la République Frangaise che il
console francese a Massaua non abbia
in varie occasioni mostrato di vedere
con poca simpatia la nostra occupa-
zione in Africa, che pure dovrebbe riu-
scirgli indifìerente ?
Ohe l'Italia non intenda punto ri-
nunziare alle sue intenzioni in Africa,
lo dimostra la nomina del tenente ge-
nerale conte Alessandro Asinari di San
Marzano a comandante delle truppe mi-
litari in Africa, perchè il Saletta come
maggior generale non avrebbe potuto
comandare un corpo di truppe così nu-
meroso.
In quanto riguarda l'incidente di Raon-
sur-Plaine, esso trovasi tuttavia nello
stadio delle ricerche ufficiali. Del resto
già fino ad ora in un consiglio dei
ministri, Flourens rendendo conto di
un suo colloquio col conte di Mtinster
e delle informazioni pervenutegli da
Berlino, ha potuto dichiarare che il go-
verno tedesco è oltremodo dispiacente
del deplorevole incidente e che darà
tutte le riparazioni legalmente ohieste
se i fatti verranno riconosciuti esatti.
E' chiuso invece l'incidente Schnaeble
figlio, colla costui condanna a tre setti-
mane di carcere e a venti marchi di
multa, avendo il tribunale ammesso che
egli abbia avuto coscienza della puni-
bilità della sua azione.
Del resto nulla d'importante dalla
Bulgaria. Il paese è in piena agitazione
elettorale, ma per quanto gli zanko-
wisti facciano, non credesi avranno la
maggioranza nel nuovo Sobranje.
La maggiornnza invece è assicurata
al partito Ristich in Serbia. Tra gli e-
letti non v'ha un solo partigiano di
Garascianin.
E a vittoria ottenuta, quale il con-
tegno del signor Ristich ?
già comandata dal conte Milutino Gjurge-
vich e che presidiava Zubzi e Braicove Krus-
sevizze, con ducati 14 al mese per ciasche-
duno. Drasco Chiurich era stato amosso per
mancamenti commessi.
In data 13 novembre 1689 da Cattaro, il
Provveditor Generale Molin nominò Gaetano
Tressino Capitano della compagnia di cer-
nide italiane stanziata a Castelnuovo, essendo
morto Francesco Tressino di lui fratello,
che prima la comandava.
Vuk e Castelnuovo.
Quanto mi piacque cercar d' illustrare
Castelnuovo col soccorso degli scrittori d' o-
gni lingua, tanto e più assai con quelli della
slava. Vuk Stefanović perciò, di cui tra-
duco i canti del II Volume, fu lui soprat-
tutto, che con ogni mia diligenza cercai in
tutti i volumi da esso stampati. Ma sventu-
ratamente, quanto Risano c' entra assaissimo,
altrettanto poco o quasi nulla Castelnuovo.
A chi la storia d' entrambi i paesi un poco
conosca, le ragioni di questa grande disu-
guaglianza si faran tosto manifeste.
Risano, la famosa Rhyzonium, che del suo
nome battezzò tutto il golfo delle Bocche
ANCORA SULLA LINGUA.
Per la sessione della Corte di assise, che
qui si apre ai 22 del venturo mese, tra gli
altri, venne destinato a presidente il sig. Gio-
vanni de Bersa; e siamo sicuri che ciò non
sarebbe avveuuto, se la destinazione dei pre-
sidenti fosse di eselusiva competenza della
presidenza d' Appello.
Quando pure il sig. de Bersa avesse le at-
titudini necessarie a dirigere un tribunale, del
che ci fauno dubitare i vari processi discipli-
nari contro di esso pendenti per contravven-
zione ai doveri di servizio, egli certo non è
al caso di presiedere ai dibattimenti, per la
perfetta di lui ignoranza della lingua slava.
Di tale ignoranza diede egli una luminosa,
non edificante prova, in uno degli ultimi di-
battimenti della precedente sessione della Corte
d' assise, dibattimento che si protrasse per ben
tre giorni, principalmente a causa delle do-
mande da esso fatte ai testimoni, in uu gergo
da essi non compreso, e delle risposte da que-
sti date e non comprese da esso. La direzione
di quel dibattimento scandalezzò non solo il
pubblico ed i giurati, ma henanco gli altri
membri della Corte ed i rappresentanti delle
parti, dal cui contegno traspariva evidente il
disgusto per quel prolungate scandalo.
Noi mai abbiamo avversata la lingua slava,
se non in quanto, per favorirla, in onta alle
vigenti leggi ed in onta alla giustizia, si vo-
leva condannare all'ostracismo l'italiana. E sa-
remmo disposti di perdonare ai nostri avver-
sari anche un tale eccesso, se potessimo cre-
derlo determinato da buona fede e da sincero
conviucimento.
Quando li vediamo, però, accordare sussidi
(Sinus Rhyzonicum), è in esse un punto
pre-romano, ed anzi il più splendido; mentre
Castelnuovo come città, data appena dal se-
colo XIV. In Risano pertanto, culla di antica
latina civiltà, dove fin dai primi tempi cri-
stiani fu una cattedra episcopale; dovevano
in sèguito, come in ben preparato nido, at-
tecchire e prosperare religione e civiltà di
qualunque forma e valore: e mentre quindi
Risano potè meglio coltivare i sacri depositi
della fede e della lingua de' popoli cristiani,
anche perchè più tardi e per poco tempo fu
mussulmana, Castelnuovo invece fu quasi un
miracolo che tutto ciò conservare potesse.
Tante volte turca e cristiana nelle rapide e
rovinose vicende, negli eccidi a cui andò
soggetta, essa non avea tempo di ricordarsi
neppure di religiose e civili '»istituzioni: con
questa aggiunta per quanto riguarda il poco
che di essa c' è in Vuk, che vuol dire nella
nazione, eh' essa non fu di religione orientalo
quanto lo fu Risano.
Ma vengo ai dettagli; a questi, meglio che
a soggettivi prammatismi, prestasi fede.
Nel I Volume delle „Srpske Narodne Pje-
sme" dove c' è moltissimo di Risano; di Ca-
stelnuovo, anzi da Castelnuovo non si legge
che la Pjesma seguente (664):
S. 95. ZARA, Mercoledì 30 Novembre 1887. Anno X
Associazione.
Per 7ara fi. 8 anticipatamente, se-
mestre e trimestre in proporzione.
Per l'Impero Àustro-ungarico fi. 9,
semestre fi. 4:50 trimestre fi. 2:50
Per gli Stati appartenenti alTU-
nione postale fi. 12 all' anno se-
mestre e trimestre in propor-
zione. Per gli Stati non appar-
tenenti air nnione postale fi. S
e di più r aumento delle spese po-
stali, semestre e trimestre in pro-
porzione.
Un numero separato costa s. 10.—
tJn numero arretrato s. 16.
Giornale politico, economico, letterario.
Esce il mercoledì e il sabbato
Inserzioni.
Le associazioni e gli importi di de-
naro, in assegni postali si dirigano
all' amministrazione del "Dalmata,,
iu Zara. Chi non respinge il foglio
dopo scaduta l'associazione s' intende
obbligato per il trimestre susse-
guente.
Le corrispondenze devono dirigersi
affrancate esclusivamente al Redat-
tore. Le lettere non affrancate sa-
ranno respinte. 1 comunicati si in-
seriscono al prezzo di s. 10 la linea.
Avvisi ed inserzioni a prezzo mode-
rato da convenirsi.
I manoscritti non si restituiscono
Ai nostri abbonati.
Siamo già prossimi alla fine del-
l'anno, e molti dei signori abbo-
nati non hanno ancora corrisposto
ai nostri ripetati inviti, rimetten-
doci l'abbonamento.
È noto a tutti quanto ingenti
sieno le spese per l'edizione di un
giornale, in ispecialità poi quando
esso appartenga alla stampa liberale
della nostra provincia. Ne 1' am-
ministrazione può fare a meno,
colla line dell' anno, di soddisfare
a tutti i propri doveri.
E perciò che facciamo appello
al patriotismo degli onorevoli no-
stri associati, pregando quelli che
non sono in corrente colla nostra am-
ministrazione, di rimetterei quanto
prima il prezzo dell' abbonamento
in corso, nonché gli arretrati, molti
dei quali datano da parecchi anni.
RIVISTA POLITICA.
La confusione in Francia aumenta
sempre più : se la crisi presidenziale
non è un fatto compiuto, essa pare ine-
vitabile. Clemenceau, Brisson, Raynal
Ferry e Ribot, in una parola le persona-
lità tutte più eminenti consultate da
Grevy per la ricostituzione del nuovo
gabinetto, finirono col dichiarare la di
lui dimissione essere assolutamente ne-
cessaria alla formazione del gabinetto.
E Grevy ne sarebbe finalmente convinto:
egli dichiarò che partirà soltanto dopo
aver emanato un messaggio per libe-
rarsi da ogni responsabilità nelle com-
plicazioni interne ed esterne che prevede.
E questa sua intenzione Grevy la comu-
nicò a Ribot, il quale sarebbe incaricato
di formare il gabinetto, che dovrebbe re-
care alla camera il messaggio di dimis-
sione. Ribot per altro pretese che que-
st' ultimo fosse sottoposto al suo giu-
dizio prima di approvarlo.
A questo gabinetto di transazione
Ribot, dicesi che parteciperebbero Wal-
deck Rousseau, Flourens, Sadi-Oarnot
e Ferron. Altri invece vogliono che con
Rt^ot entrerebbero nel nuovo mini-
stero Goblet e Danis.
, Circa poi al successore di Grevy, i
senatori opportunisti sostengono e fanuo
propaganda in favore della candidatura
del generale Saussier. Questa candida-
tura è però combattuta dai giornali ra-
dicali.
Pur troppo ha ragione lo Standard,
quando scrive che i partiti in Francia
non sanno unirsi che per demolire, ma
che essi sono incapaci di ricostruire
sopra una base razionale.
E la Neue Ir eie Presse, che si oc-
cupa del ritiro di Grevy, lo trova in-
comprensibile, anzi misterioso, vista
la unanimità di vedute in tutte le
persone che conferirono col presi-
dente. Secondo essa, o vi deve essere
un motivo segreto all'estero e noto solo
alla Francia, oppure un'ambizione smo-
data per il seggio presidenziale da parte
degli uomini politici che consigliarono
il Grevy. Comunque sia — conclude
— deve esistere assolutamente una
base e un vincolo di solidarietà tra gli
uomini politici, poiché la loro respon-
sabilità è straordinària.
Le dimissioni di Giulio Grevy, quan-
tunque fossero naturalmente attese,
hanno destato al Quirinale grande im-
pressione. Si temono gravi conseguenze
dopo questo avvenimento.
È veuuto il tempo, non per i bona-
partisti, chè non possono venir presi
in considerazione, ma per gli organi-
sti di arrabbattarsi per ispuntarla. Ed
a questo proposito circolano le voci
più strane. Così p. e. corre voce che
i banchieri orleanisti avrebbero rice-
vuto fondi dall' Inghilterra, probabil-
mente destinati a corrompere impiegati
e giornalisti per ricercare elementi per
un colpo di stato militare. Ma il go-
vernatore di Parigi ed il prefetto di
polizia hanno preso le loro precauzioni.
Tutti i picchetti militari furono aumen-
tati, lutti i posti di polizia rinforzati;
continue pattuglie sorvegliano lo adia-
cenze di Montmartre, dove i socialisti
tengono le loro riunioni. Secondo I E-
stafette, nove battaglioni di fanteria e
otto reggimenti di cavalleria ricevettero
l'ordine di rinforzare la guarnigione di
Parigi.
Con quale occhio si vedrà a Berlino
siffatto scalmanarsi del paese della ri-
vincita? Nulla ne dicono in proposito
i giornali; essi si occupano piuttosto
del discorso della corona all' apertura
del parlamento. Ed il discorso invero
nulla offre d'interessante, eccetto che
quello di ripetere per la centesima
volta, che la triplice alleanza null'altro
ha di mira che la pace. La National
Zeitung, che ne discorre estesamente,
trova di non comprendere il perchè del
silenzio sul prolungamonto della legge
contro i socialisti. Fa emergere però
l'accentuazione del carattere difensivo
della triplice alleanza; scusa se la vi-
sita dello czar non vi è menzionata,
perchè poscia si venne a rilevarne la im-
portanza soltanto relativa, e spera che
gli accennati risultati della politica pa-
cifica aumenteranno durante la sessione
inaugurata.
La Post invece, alludendo al discorso,
menziona la nuova legge daziaria russa
contro l'industria tedesca, seguita im-
mediatamente alla venuta dello czar a
Barlino, e dice che, anche non dando
importanza a questo atto, non si pos-
sono lasciare inosservati gir agglome-
ramenti di truppe russe ai confini, sullo
scopo dei quali non esiste dubbio. Se-
condo essa quelli che ne dubitano, du-
bitano del sole, mentre quello della
guerra austro-russa splende nel cielo
mattutino.
La Kólnische Zeitung a sua volta, di-
scorrendo della situazione russa finan-
ziaria, conclude essere un fatto che
alla Russia minaccia una crisi, e dice
che questa sarebbe affrettata, se la Ger-
mania, seguendo l'esempio della Russia,
chiudesse ai prodotti russi le sue fron-
tiere.
Dunque il conveguo di Berlino non
ha giovato a migliorare le relazioni
dei due imperi. Avrebbe giovato però
a mettere in chiaro alcuni fatti, i
quali, se veri, getterebbero una luce si-
nistra sul principe della Bulgaria. La
Kólnische Zeitung afferma, che nel col-
loquio dello czar col principe di Bis-
marck sarebbe stato stabilito che l'im-
peratore venno tratto in inganno da
false lettere del cancelliere. Se queste
lettere fossero state vere, con ragione
ne sarebbe stato adirato; ma invece
furono falsificate, e credesi da parte
orleanistica. Sarebbe stato inoltre sco-
perto che una piccola si, ma influente
parte dei circoli di^ corte a Berlino,
ha cooperato alla cosa, adoperandosi a
risvegliare in Pietroburgo la convin-
zione, che T imperatore Guglielmo non
trovasi sempre in pieno accordo col
cancelliere riguardo alla politica estera.
Se le comunicazioni del loglio di
Colonia sono esatte e la falsificazione
della corrispoudenza del principe can-
celliere sulla questiono bulgara potesse
provarsi, non solo falsificata, ma falsi-
ficata da parte orleanista, la oausa di
quest' ultima ne verrebbe a toccare un
gravissimo colpo. In ogni caso si dico
incamminato il relativo procedimento
giudiziario; vedremo che ne risulterà.
In attesa di ciò guardiamo all'Italia,
la cui politica d'espansione in Africa
è veduta di mal' occhio dalla Turchia.
A Costantinopoli non si vuol credere
che tanta truppa avviata a Massaua
tenda al solo scopo di metter a segno
1' Abissinia, no, si temono dei colpi di
mano d' altra natura. Un dispaccio da
Costantinopoli annunzia che un imbarco
di quattro reggimenti di fanteria ed
altri duo di artiglieria sono diretti per
Tripoli, cosi che la forza comples-
siva in rinforzo a quella qui stanziata
è di 14.000 uomini. La Turchia a-
vrebbe quindi a Tripoli una forza di
quasi 34.000 soldati.
Tale disposizione, com'era da preve-
dersi, mise in apprensione la popola-
zione di Tripoli, la quale prevede una
occupazione italiana. In ogni caso, si
scrive da colà alla Gazzetta, Piemontese,
la popolazione tripolina tende ad un
cambiamento di governo, e lo stesso
arabo agogna un governo migliore, ed
uno stato di condizione più felice. La-
sciamo al corrispondente la responsa-
bilità di essere smentito dai fatti.
Era poi corsa voce che una nave
francese fosse stata catturata presso la
baia di Obock; ora la notizia viene
smentita. Tanto meglio.
FINIS DALMAT1AE!
Quella malaugurata questione, che da ben
un quarto di secolo tiene divisi tra loro i fi-
gli d'uua stessa terra; quella questione perla
quale si sparsero rivi d'inchiostro e si con-
sumarono magazzini di carta; che diede tanta
matassa da dipanare a statisti e a giurecon-
sulti, a filosofi e a giornalisti, a secolari ed
a preti, a bianchi, a così così ed a ueri ;
quella questione le quale — dopo il martirio
di Nona — fu una delle principali fautrici
della celebrità dell'abate Danilo, per la defi-
nizione da lui datale di questione accademica;
quella famosa questione, lettori dolcissimi, venne
finalmente risolta: Dalmatia fuit! L'annes-
sione della provincia nostra alla Croazia ap-
partiene al numero dei fatti compiuti! Il
barometro politico europeo segaa: sego su tutta
la linea!
Qualcuno avrà la dabbenaggine di credere
che nello scioglimento del gran nodo, ammesso
che non ci sia entrata la spada di nessun A-
lessaodro, vi avranno avuto parte pelò i più
alti fattori legislativi della monarchia, come
ad esempio i ministeri cis e transleithano colla
rispettive Camere alte e basse, le Delega-
zioni ecc.
Niente dì meno t satto.
0 forse che per una simile inezia avrebbe
meritato la pena di strappare alla loro beata
quiete tante brave persone quali sono i depu-
tati, i luogotenenti, i ministri e così via?
Nemmeno per celia!
Amministrare un calcio al già ventenne dua-
lismo; dare alle stampe una edizione riveduta
e corretta della Costituzione, magari coi tipi
della tiskarnica che non esiste; pigliare
la Dalmazia per un orecchio e — come i pre-
stigiatori alle grida di uno due.... tre!
pssst! — farla politicamente passare da una
parte della monarchia all'altra, son cosuccie
che di primo acchito avrebb ro potuto imbro-
gliare anche un paio di Palmerston, se volete,
ma non già un Prodan alla vigilia di diven-
tare èanónico; il quale Prodan, in matèria di'
imbrogli diplomatici, sarebbe al caso di
dare trenta punti su quaranta allo stesso Bi-
smarck!
Tornando a noi, dunque, per soddisfare fe-
delmente al nostro compito di cronisti,. non
possiamo esimerci dai constatare il triste caso:
Dalmatia fuit! La poveretta, dopo lunga e
penosa malattia è passata a miglior vita senza
i soliti contorti, senza che nessuna prefica ne
abbia pianto la dipartita, senza che a nessun
cane sia saltato in mente di darle il vale di
prammatica: — reietta ed abbandonata in morte
come lo fu in vita! E se non ci fosse stato
prete Prodan ad annunziarne, commosso dalla
gioia del riuscitogli misfatto, l'improvviso de-
cesso, noi stessi, noi, figli di Dalmazia, ne i-
gnoreremmo la fine! Orribile!
Sien grazie perciò al molto futuro monsi-
gnoreil quale, se pure ci ha orbati d«lla ma-
div, ha avuto almeno la cristiana idea di av-
visarcene, perchè potessimo provvedere al de-
cente di lei collocamento nell' ultimo asilo.
Egli è vero che a monsignore non ha co-
stato nè molta fatica nò una spesa rovinosa il
regalarci la funebre notizia, giacché, parlando
nel suo giornale della Dieta dalmata, a lui è
bastato intitolarla: Hrvatski sabor u Zadru;
ma ciò non cale: ò alla buona intenzione che
bisogna badare, e noi vi badiamo.
Dunque Hrvatski sabor u Zadru e Hr-
vatski sabor u Zagrebu!
Immaginarsi la stizza delle altre provincie
della monarchia austro-ungarica, vedendosi con-
dannate alla fortuna di possedere una sola Dieta,
di froute alla privilegiata Croazia che ne conta
due, con uno Starcevich solo però, giacché
1" altro per ora è in campagna !
Senonchè, iu tutto questo benedetto guazza-
buglio che ha per soggetto la morte politica,
1' assopimento o la sparizione che dir si vo-
glia di questa grama Dalmazia, a noi sembra
d'intravvedere un tantino di mistero che, per
quanto ci scervelliamo, non riusciamo a spie-
garci. E quindi ci rivolgiamo umilmente a chi
ne sa più di noi, perchè voglia esserci cortese
delle seguenti risposte:
1. Come va che, essendo la nostra una
Dieta croata, sulla porta della Giunta si con
tinui a tollerare in pace la vecchia tabella colla
iscrizione: Pokrajnski Odbor Dalmatinski?
2. Come va che, essendo la nostra una
Dieta croata, i viglietti che la Giunta sullo-
data distribuisce per poter accedere alle gal-
lerie dietali, portino tuttavia l'intestazione:
Sabor dalmatinski ?
3. Perchè mai, se la Dieta dalmata è una
Dieta croata, S. E. il luogotenente nel suo
discorso d' apertura ha esordito colle parole:
„Visoki sabore, velečastna gospodo kraljevi ne
Dalmacije"?
4. Perchè, se una Dieta dalmata più non
esiste, l'ufficiale Avvisatore Dalmato si o-
stina a chiamarla Sabor dalmatinski?
5. Ed il croato Narodni List, che pure
dovrebbe saperne qualche cosa, perchè sci-
miotta P organo del Governo battezzando et>.so
pure la nostra Dieta col titolo di Sabor dal-
matinski? Forse per un rimasuglio di affetto
verso lo stari pobro?
6. E se la Dalmazia ha fatto fagotto per
1' altro mondo, se essa politicamente più non
esiste, per qua! motivo monsignor Prodan
continua a intitolare il suo cencio Katolička
Dalmacija e non Katolička Hrvatska? Sa-
rebbe forse per derisione? E si che il reve-
rendo Prodan, per quanto Prodan, nella sua
qualità di sacerdote almeno non dovrebbe i-
gnorare che de mortuis nil nisi bene!
Dunque?
In attesa delle sopra implorate sei risposte,
il dunque lo diremo noi in due parole, ed è
che il croatismo di monsignor Prodan è de-
generato in cretinismo!
sac... i tm -
GLI ITALIANHN AFRICA
Telegrafano da Massaua alla Tribuna che
ras Alula, non potendo alimentare tutte lo
truppe che s' erano concentrate all' Asmara,
ha pensato di distaccarne una metà nei vil-
laggi circostanti.
Trecento soldati sono accantonati a Ghinda.
La ferrovia dal forte Gherard a Monkullo
è quasi compiuta; non mancano più che un
500 metri.
— Il ministero della guerra ha disposto
perchè ai primi di dicembre si carichino
sulle navi tende, cuscini ed altre suppellet-
tili occorrenti alle ^quattro brigate che si
trovano in Africa. Inoltre il ministero della
guerra ha disposto che le navi Archimede'
Polcevera, Scrivia e Bosforo restino ormeg
Anno XXYI ZAEA, Mercoledì 25 Novembre 1891. Numero 94 IL DA LM ATA
ASSOCIAZIONE.
P«r Zara fior. 8 antiaipatamente, semestre e trimestr« ÌQ proporziooe.
Ptr l'Impero Austro-ungarico fior. 9, sein«stre fior. 4:50, trimestre fior. 2:^0
Per gii Stati appartenenti all'Unione postale fior. 12 all'anno, semestre e
trimestr» iu proporziene. Per gli Stati non appartenenti all'unione postale
8 e di j^iù l'aumento delle spese postali, semeslre e'trìmestre in
proporzione.
tfu nimer* separato eosta soldi IO. — Uu numero arretrato soldi 16.
Giornale politico, economico, letterario.
Esce il mercoledì e il safibato.
^^^ Uffleio di Redazione in Casa Trigari - Piazza dell'Erte.
INSERZIONI.
Le assooiazioni e gli importi di denaro, io aswfni postali^ 0i dirigano
all'amministraziono del DALMATA in Zar», «li non rospiafo il foglio dopo
saaduta 1'assooiasiAno s'intende obbligato ptr U trimestre snaseguente.
le iorrispondenze devene dirigersi affraneate esclusivamento »1 redat
toro. Le lettere non affraneate saranno respinte. I Mmunitati si ingeriieono
al prezzo di soldi IO la liaea, carattere testino. ATVÌI! sd inserzioni a preszo
moderato da convenirsi. — 1 manoseritti non li restituissono.
Se fossero onesti—
Il Narodni List SGi'iveudo sulla
nota risposta del rniaislro Gautsoh alla
Camera — confessa che i suoi con-
senzienti, i croati, posseggono già un
mezzo di grande coltura nella lingua
italiana, più confacente ed adatta della
tedesca.
Non ripeteremo quanto abbiam detto
in più incontri sulla misericorde qua-
lifica di lingua di coltura data alla lin-
gua italiana. Un idioma, eh'è univer-
salmente parlato in Dalmazia, anche
dalle classi popolari, è assai di più di
una lingua di coltura. Volendo acco-
gliere questo enunciato, si stabilirebbe
il paradosso linguistico che i nostri
popolani possono concedersi il lusso di
una lingua di coltura, precisamente
come i gentiluomini allo corti di Oat-
terina II o di Federico il Grande,
La lingua italiana, indigena in Dal-
mazia, ha caratteristica nazionale, av-
Talorata da tradizioni, da documenti,
dalla universale estensione. Lo abbiamo
scritto mille volte, dimostrandolo fino
alla sazietà.
• Ma torniamo al contraddicente e-
nunciato del Narodni List. E chie-
diamo: come va che l'organo magno
dei croati conviene sulla necessità de-
gli eftìcaciasimi mezzi di coltura of-
ferti dallo scibile italiano, mentre il
partito stesso è il più implacato di-
struitort) dtjlla lingua italiana in Dal-
mazia? Com'è possibilò di realizzare i
benefici dt^ila coltura italiana, se l'o-
dio contro tutto ciò che sa d'italiano
è elevato a sistema dai nostri avver-
sari? Oomt possono le nuove genera-
zioni usufruire i vantaggi della coltura
italiana, se tutte le dalmate scuole
sono, 0 vogiiouo essere, croatizzate, in
odio appunto a quella secolare civiltà
italica, che diede fama alla nostra pro-
vincia? E il Narodni Xis^, mentre con-
viene sulla necessità di questa coltura,
come fa, noi tempo medesimo, a coo-
nestare la dannosa e illegale croatiz-
zazione del seminario teologico?
Il Narodni List, adunque, fa degli,
atroci bisticci, per quanto possa essere
caratteristic-A la sua confessione. Affer-
mare la necessità della coltura italiana,
e, nello stesso tempo, combatterla,
è un paradosso superiore alla credibi-
lità. La coltura italiana sì; l'alfabeto
Italiano no. L' obbligo di approfittare di
tutti i libri d'Italia, si; ma non quello di
mandar libri italiani alla scuola. Con
questo non senso eiffelliano è come
voier costruire una casa dal tetto!
I giovani non possono avvantaggiarsi
della coltura italiana perchè, in pro-
vincia, anche se nati italiani, devono
NOTERELLE GOL^DONIANE
La visita al Voltaire.
I.
J?a r Albergati a procurare al Voltaire la
coDosceoza delle opere dfl Goldoni, e a creare
cosi la relazione ira i due, che D« fu la con-
BegUHDZa. Egli stesso era eotrato in corrispon-
deoza epistolare col grande filosofo sotto il prete-
sto di qualche informazione sul modo di rap-
prfcs Qtare b sua Semiramide. Poiché, come
è uoto, Fraacesco Albergati fu anch'egli com-
mediografo e lenuva in casa sua UD piccolo
teatro, dove agivano signore e signori della
migliore società di Bologna.
Si conoscono nove lettere del Voltaire al
Goldoni % ma del Goldoni al Voltaire soltanto
una '), e in quesla è evidente il tentativo di
. Gfr. in proposito e snll' Albergati in generale il
bel libro del Masi; La vita, i tempi, gli amiei di
grammo Albergati, commediografo del secolo
A Kiii Bologna Nigbla Zanichelli lb88 (seconda e-
aizione) - Per le sue relazioni col Voltaire vedi
cap. Ul. — 11 Goldoni dedica air Albergati un elegio
grandissimo nelle Memorie (parte IL, cap. XV). In-
titolò a lui la Serva amorosa (tedi edizioni Pape-
ruii e Pasquali) e l'intero tomo X. del Nuovo tea-
tro comico, edito dal Pittori. Compose ancora per il
Hall commedie (redi cap. 45, parte If.
aeiie Mem.) Le lettere del nostro pubblicate dal Masi
ì;5?^,^»®<^Zanichelli 1880) sono in gran parte dirette
Oeuvres complètes Nouvelle édition.
yr m 1885. Cfr. ivi i volumi XL. XLII. ALII/ xjLvj^i
Rn.-L iv?^^* dei Goldoni, raccolti da A. Q. Spinelli, pagtus.
divenir cretini nello scuole croate. Guai
a chi parla o a chi scrive, commer-
ciante 0 impiegato, in lingua italiana!
8i croatizzauo persino i monumenti e
poi si vien fuori col dire che la col-
tura italiana è idonea ed indispen-
sabile!
E' proprio quanto abbiam detto noi:
i croati bea veggono adesso a che co^
li abbia condotti il loro odio snaturato
e parricida contro la nostra lingua e
contro la nostra coltura. Hanno mise-
ramente sconvolto il paese; hanno as-
sassinato, con intenzione proditoria,
l'avvenire intellettuale di migliaia di
giovani ; hanno voluto far lavorare à-
varicameute il piccone senza sapere
che cosa edificare sulle rovine. E,
quando predetteró di averla finita cogli
italrani — che sono indigeni, che sono
fratelli, che hanno gli stessi ideali di
patria, riassunti nei nome glorioso di
dalmati — si avvidero di aver fatto
un lavoro pazzo ed inutile, avendo di
contro un altro avversario: il tede-
sco.
E adesso si accorgono e confessano
che la coltura italiana è appropriata
ed indispensabile, facendo argomentare
anche i più ingenui sulla loro riprove-
vole incoerenza di demolitori, che pian-
gono sulle cose demolite.
E' che i nostri avversari non sanno
e non possono essere onesti. Alle pa-
role del signor Gaatsch, e per tutto
quello che possono significare per l'av-
venire degli slavi dell'Austria, essi
avrebbero dovuto opporre, almeno a
nostro riguardo, un sincerissimo atto
di contrizione, vedendo di renderci un
po' di giustizia, perchè non v' ha ele-
mento straniero che possa dominare un
popol compatto, anzicchè come il nostro
miseramente scisso da lotte di parte.
Dire: „Dio signore; abbiamo voluto
„distruggere il tesoro inapprezzabile
„della lingua italiana, mentre nulla
„avevamo da sostituirle; abbiamo sa-
„crificati, martoriati, vessati coloro che
„difendevano tanto tesoro; e, adesso,
„conveniamo eh' era mille volte pre-
„feribile alla lingua e alla coltura
„germaniche, che penetrano in tutti i
„meati dell'amministrazione e vanno
„lassù, nel cuore dei popoli slavi, a
„significar chiaramente che, per noi,
„non c' è utopia di redenzione lingui-
„stica. Abbiamo peccato, gravemente
„peccato; ed è nostra colpa, nastra gra-
„vissima colpa!"
Avessero coscienza, dovrebbero dire
cosi; e cambiar sistema e finirla con
quello di una croatizzazione pazza, esi-
ziale, e, in fin dei conti, inutile perfe t-
tamente, perchè va a beneficio di terzi.
imitare lo stile epistolare meritamente celebre
del suo grande ammiiatore, nè si può dire
che vada fallilo 1' intento. La stessa corrispon-
denza però tra il Voltaire e T Albergati pare
che abbia la sua ragione d' essere nel nome
del Goldoni soltanto; poiché non c'è quasi
lettera del Voltaire al senatore bolognese, dove
non ricorra il nome del nostro poeta, del quale
si parla sempre con affetto e coli' interesse più
cordiale : una prova che 1' ammirazione per
lui tra sincera.
Il primo accenno del Voltaire al Goldoni è
in una lettera del 15 ft^bbraio 1760 all' Al-
bergati^ in queste belle parole: „AspeUo il
caro Goldoni. Amo la sua peisona quando
leggo le sue commedie. Egli è veramente un
buon uomo, un buon carattere, tutto nainra,
tutto verità.« Il Voltaire alludeva evidenle-
ra^nte colle prime parole alla promessa del
Goldoni di toccare nel suo viaggio alla volta
di Parigi il castello di Ferney, dov' egli allora
risiedeva. E in una lettera dello stesso anno
f 19 giugno) il Voltaire mandava all'Albergati
le noie quartine nelle quafi riassumeva il
suo giudizio sul poeta italiano, dicendolo pit-
tore della natura: „ficco mio signore —con-
cludeva — la mia sentenza. Mi iusingo ch'ella
sarà firmata al vostro tribunale.« I versi
furono resi di pubblica ragione nella Gan^éta
veneta di Gasparo Gozzi, e già nel numero
seguente c'è una lettera di Carlo Goldoni al
Gazzeltiere, dove la sua contentezza per que-
sta prova d' ammirazione da parte del Voi-
Le conferenze dei vescovi a Vienna
Negli scorsi giorni si sono tenute a
Vienna delle conferenze dai vescovi
austriaci. E' da qualche anno che si
ripete la pratica.
Ciò che vanno a fare codesti mon-
signori alla capitale dell' impero non
potremmo asseverarlo con certezza ;
ma, giudicando dai fatti, ben potremmo
dire, che i risultati di tali congressi,
almeno per quanto ci riguarda, sono
dt-1 tutto negativi. .
Pur troppo, ci par di scorgere, che
mentre in codeste radunanze si sta trat-
tando di alti quesitf, iu parte politici,
si concede un piccolo posto e subordi-
nato a molte altre questioni più scot-
tanti, più imperiose, e d'immediato in-
teresse religioso, come sarebbero quelle
che direttamente e in supremo grado
riflettono la chiesa, il clero, la disci-
plina sacerdotale, le funzioni sacre e
la morale cristiana.
Non è perchè noi lo diciamo, ma
perchè da tutti constatato e sentito: lo
spirito religioso, la fede, la pietà, 1' a-
more del prossimo, la riverenza ai mi-
nistri del signore ebbero negli ultimi
tempi da noi scosse terribili, esiziali ;
e non soltanto nella parte colta e ci-
vile* delle città, ma peggio ancora nelle
campagne, in generale.
La qual cosa noi la spieghiamo
come un tovagliolo. Quando alla reli-
gione si confondo la politica, e peggio
ancora quesf liltima si sovrappone sulla
prima, la pietà e iL timor di Dio non
possono non sentirne detrimento. Co-
desti sentimenti — la religione e la
politica — sono inconciliabili fra loro,
non possono quindi eonfondcrsijsenza
pericolo di cader nel fango, brultando
sè stessi 0 la soma, per usare del con-
cetto di Dante, che pur ne sapeva
qualche cosa.
Di solito .si accusano i cosi detti si-
gnori d' apatia e d'indifferentismo per
tutto quanto sa di religione : sarà'vero
e noi non io contestiamo ; ma, volgendo
gli occhi alle campagne, so sono giu-
sti, codesti accusatori avranno ben più
da deplorare e da rammaricarsi. Quivi
non troveranno apatia e indifferenza
soltanto, ma immoralità, spergiuri, vio-
lenze, grassazioni, sacrilegi, disonestà
pubblica e privata. Per capacitarsi di
ciò che diciamo, basta consultare i
ruoli penali dei giudizi e dei tribu-
nali.
Dunque 1' immoralità e l'irreligione,
più che farsi strada, trionfarono da
noi negli ultimi tempi, a grande scon-
forto dei timorati, degli onesti, di tutti
quelli, infine, che nella'^ religiene vi-
dero sempre, non pure un freno alle
') Voltaire, op. cit.
Cfr. Masi, Lettere ecc.
') Toltairo. 0^. cHr
XIX.
taire è evidente: „L'essere da un sì gran-
d' uomo lodato — scrive-il Goldoni — è una
marea indelebile all' onor mio, di cui ringra-
ziarlo vorrei, se degnamenie sapessi farlo."
E' procurò io verità di mostrargli la sua ri-
conoscenza, dedicandogli nel 1761 con parole
che furono lodate (vedi stranezza!) da Giu-
seppe Baretti Pamela maritata, un lavoro
però de' più deboli, e dove non v' ha traccia
di quello studio e finezza eh' egli assicura
nelle Memorie^) di averci messo. E' strano
però che anche un critico moderno ne parli
con lode
Se era nell' uso dell' epoca di dar la stura
ad elogi strampalati nelle dedicatorie — e il
Goldoni in questo riguardo mi pare che non
restasse mdietro a nessuno — si può imma-
ginarsi che parole avrà adoperato traitandosi
del Vollaire. In fatti esager-a davvero. Per l'e-
pica lo vuol uguale a Virgilio, per l'eloquenza
a Cicerone, per la lirica ad Orazio, per la
storia a Giulio Cesare e — è il caso di dire
Cfr. Opere del conte Gasparo Gozzi Viniziano,
Bergamo 1825. Tomm. Fantozzi. Ivi voi. V. Gazzetta
veneta n.ri 45, 46. La lettera del Groldoni è riportata
anche dall'Urbani nella sua raccolta di lettere del
Goldoni. Venezia. Ongania. 1880. Lett. XXVI.
La Frusta letteraria di G. B. Milano. Dalia
Società tipografica de'Cliissici italiani 1838. Voi. 11.
") Mem. parte II. oap. XXXVIII. — Autore
a cMHegge di quest'opera (Ed. Pasquali) il Solda
dice : „Tutto quello che ha di buono la presente mia
opera è la dedica a Monsieur Voltaire." Evidente-
mente non si trattava che d'una cortesia. Ma era
pfèss' a poco la verità.
") „Pamela maritata, lavoro bello por intelligenti
osservazioni, per linezza di moralità." Cosi Ferdi-
nando Galanti nel suo libro G. G. e Venezia nel se-
colo XVm. Padova, Prateni Salmin, 1882.
smodate passioni, ma un necessario
fattore di caritatevole e civile con-
vivenza.
Se ciò è vero, come indubitato, sorge
naturalmente la brama di eruire le
cause di tanto abbandono, peggio, anzi,
di tanto sfacelo nelle cose attinenti
alla chiesa, alja religione, alla morale
cristiana.
Per noi, dunque, la principal causa
di quanto sopra, non in altro luogo la
troviamo che in una parte del clero. Non
diciamo di tutto, che di sacerdoti buoni,
pii, timorati e anche bravi insieme, ce
n' è una beila e onorata falange, alla
quale siamo sempre pronti di rendere
ampia giustizia. Se non ohe que-
sf ultimi sembra abbiano perduto ogni
prestigio, e dal momento che le curie
vescovili non trovano la forza, il vi-
gore, r autorità di opporsi e di arre-
stare la corruzione che viene ed è
sparsa a piene mani, non si può ad
altri accagionare i presenti mali che
ad una parte del clero stesso.
Nè ci sembrerebbe affatto impossi-
bile di mettere un argine a codesto
andazzo ; purché si voglia, tutto si può
raggiungere. Ad ogni modo conver-
rebbe addimostrare per io meno la
buona disposizione di voler agire con
energia.
Eitornando alle conferenze dei vescovi
piglieremo le conclusioni che ne fa' in
proposito la Neue freie Presse di Vienna.
Eccole :
„L'anno scorso il conte Ozaky ha
fatto, e non egli solo nè per il primo,
l'osservazione che la chiesa cattolica
si trova in uno stato di rivoluzione
interna. La brama di guerra non ha
origine, meno singole eccezioni, noli'e-
piscopato. I vescovi sanno benissimo
che nè in Austria nò in Ungheria la
chiesa non è avversata nè dal governo
nè dalla legislazione, e che ovunque
c'è il desiderio di vivere in pace colla
chiesa non solo, ma di conservare alla
crescente generazione il sentimento re-
ligioso, (osa questa conciliabilissima
coir istruzione laicale. Ma dacché la
chiesa è discesa nell'arena politica, ed
è diventata un partito, sono sorti in
essa i radicali come negli altri partiti.
La politica miope dei Rudiger e degli
Zwerger credeva di esser utile alla
chiosa, educando nel clero una gioventù
battagliera e non ha fatto che provo-
care un pericolo. Questa gioventù è
divenuta più potente dell' episcopato ; e,
poiché il suo elemento è la guerra,
essa vuole Ja guerra.
Lo spassionato osservatore vede o-
gni giorno come i vescovi, invece di
dirigere il movimento ecclesiastico, ven-
gono da quello trascinati, e, esitanti e
tardi nelle loro manifestazioni, accon-
sentono a ciò che il clero, motu pro-
prio, ha intrapreso, senza attendere i
loro comandi.
La rivolta dei membri contro il capo
entra nel Vaticano, dove il comando
di Leone XIII non è asooltato di più
che lo siano i vescovi austriaci nelle
loro diocesi."
— chi più n' ha più ne metta. Ma poi rileva
il benefizio immenso a cui equivale per lui
una tal lode, e qui esagera soltanto sino a un
c<»rto .punto. Si sa qual era 1' influenza del
Voltaire in Europa nel secolo scorso e si può
dire che il secolo prenda il nome da lui e
dagli enciclopedisti suoi compagni. Al Gol-
doni, che appunto alloii si trovava alle prese
eoi suoi emuli ed avversari, e che, dopo tanti
anni di lavoro glorioso, era io procinto di
cercar pane in terra di Francia, secondo
le parole del Tommaseo una testimonianza
del suo valore da un tribunale tanto alto ca-
pitava quanto mai opportuna, e non è mera-
viglia se colla sua ing^'ouilà consueta se ne
vanta e vi aitribuisoe anzi maggior significato
che non abbia.
La miglior prova dell' importanza d'un tale
avvenimento per il Goldoni fu lo sgomento
dei suoi avversari. Un elogio tanto chiaro da
parte del Voltaire fece proprio pigliar la stizza
ai Grauelleschi, che per levarsela di dosso
non seppero far meglio che mettere in bur-
letta da prima le famose quartine, cho per
non essere gran cosa si prestavauo a ciò, e
poi, avvedendoar che la mediocrità dei versi
nulla toglieva al giudizio eh» contenevano, ne
misero in dubbio l'autenticiià. K Giuseppe
Baretti, che pur di dar addisse al Goldoni ri-
nunziava a quella sua logica rude ma esube-
rante di vita e di efficacia, ch<i lo fa uno
degli iniziatori più benemeriti del rinnova-
mento della nostra letteratura, affermava che
') N. Tommaseo. Storia civile nella letteraria.
Torino. Loeseher, 1872. Vedi il saggio del Chiari
pug. 273.
A un corrispondente .
E sempre doglianze contro prèti
calunniatori e libellisti I Da noi, anzì,
in ogni evenienza politica un po' cu-
riosa, si. potrebbe parafrasare il motto
del celebre Lecoq con quest'altro: —
cercate il prete croato. Il nostro eccel-
lente amico on. Nicolò Vidovich ha
trovato il suo prete, che accumulò, con
pubblico scandalo, delle accuse scioc-
che e maligne contro di lui, tanto da
far perdergli la pazienza; di farla per-
dere a lui, eh' è il più leale e il più
conciliativo degli uomini.
E quando — domandiamo — finirà
questo sconcio spettacolo di preti cor-
rispondenti di libelli politici? Quando
verrà ridato interamente alle cure e-
vangeliche il sacerdote ?
Attendendo la risposta, diamo la pa-
rola all' on. Vidovich, che si dirige al
famigerato Xi6, corrispondente da Scar-
dona nel n.ro 91 del giornale comunale
di Spalato :
„Non amore dell' arte, non filantropia
e meno ancora carità cristiana, non
desiderio di concordia vi spinsero a
scrivere la corrispondenza del 2 cor-
rente. L' avete fatto coli' intenzione dì
acquistarvi merito presso persone della
vostra levatura e del vostro carattere,
e per dar sfogo all' odio verso due
partiti che dovreste rispettare, e perchè
rispettabili e onde poter esigere rispetto
al vostro. Dev' essere prepotente in voi
la passione, se non siete riescilo a
frenarvi almeno per qualche tempo!
Siete venuto qui da poche settimane
appena, e villanamente attaccate con
ingiurie e calunnie serbi ed autonomi,
che formano la sterminata maggioranza
in confronto del vostro partito!? Dav-
vero che se non foste, nella vostra
qualità di prete croato, un ragazzo
viziato, vi si dovrebbe giudicare paz
zo. E dire che siete mandato qui a
esercitare missione sacerdotale !
Dai sacri libri certamente non avete
appreso altro se nonché c' erano una
volta dei Farisei e S. Tommaso, V in-
credulo, da voi ricordati nella coi-
rispondenza. No, avete ancora appreso
qualche cosa, voglio dire l'inimicizia
che certi popoli antichi si sentivano in
il Voltaire non aveva letto nemmeno le coni-
medie del Goldoni, e non le aveva lette per-
chè non sapeva l'italiano. Ora io non spc z-
zerei neanche una lancia a provare che 1' ita-
liano del Voltaire fosse superiore ad ogni b a-
simo. Basta ricordare la truffaldinesca tradu«
zione, come la disse il Baretti del canto
XXVIl éaW Inferno per aver una prova evi-
dente che il tuscanu del grande filosofo zop-
picava maledettamente, ma che non ne sapesse
neanch« tanto da poter leggere il nostro au-
tore, questo non lo credeva neppure il Ba-
retti.
Scrive il Voltaire d' aver dato alla proni-
pote del gran Corneille le commedie del Gol-
doni onde vi apprendesse la lingua e i co-
stumi, poiché egli ammirava la tendenza
morale che è nella più parte delle opere tea-
trali di questo puhUico avvelenatore coni e
r a va (l< tlo il Barelli, non più iriticando
ma iiiurdendo. E nella Frusta letteraria A-
risiatou «canuabue pensando alla liugua tra-
saiul.iiji dift^Uosa del Goldoni si nd« alle-
grauKiite che il filosofo francese la facessf
servir.' a questo scopo. Non c'è difficoltà ad
amili liere che la forma di queste commedi,
lasci ;i desiderar«, ma con'emporaneaineute si
potrebbe d-mandaM: Dov'era prima d. l no-
stro (lotta una prosa facile e naiuraii; che
h'ad;iUassB a quest'effetto?
E. Maddalena.
Baretti. Op. cU. 8" numero.
Cfr. sull'italiano del Voltaire. Moran.li. Vo'tair
I contro Shake^eare e Baretti contro Voltaire. Oitui t di Castello, S. Lapi. 1884. Cap. X.
Io parecchie sere dell' inverno 1891-92 il
Buble e il Zamala rabarono dei lumi dagli a-
tri e pianerottoli delle case.
La sera del 25 marzo di quest' anno, V A- .
krap, il Bubie e lo Zrinski, provedutisi di un
pezzo dì ferro, ruppero una porta dell' ex Caffè
Stefania alla Biva Nuova; e, penetrati nel
locale, vi asportarono in più volte bicchieri e
bicchierini e una scacchiera, i quali oggetti
in gran parte vennero poi restituiti al pro-
primario dagli stessi acquirenti.
Infine il dopopranzo del 6 maggio, pure di
questo anno, 1'Akrap si introdussn io una ca-
nova della casa Petranovich-in Via dell' Ospi-
tale e quivi si tenn« appiattato fino a sera i-
noitrata. Poi, attraverso uj» finestrino, entrò
del negozio di Simeone Mestrovich, e da un
cassetto rubo oltre 50 fiorini, indi dì bel nuovo
tornò nel suo ' nascondiglio. Il Buble e il
Ciossicb, in quel frattempo stavano in sulla
via, in vedetta; e, quando avvisarono il mo-
mento propizio, che nessuno passava, diedero
il fischio convenuto, al qual segnale 1' Akrap
uscì, Il bottino venne diviso fra loro e in parte
nascosto n*i vari punti della città.
Tutti e sei . i ladruncoli furono riconosciuti
colpevoli dei reati posti loro a carico, J quali
pel solo Buble si qualificano a crimini, men-
tre per gli altri, attesa l'età inferiore ai quat-
tordici anni al tempo dei fatti commessi, seb-
bene di loro natura criminosi, si risolvono
nelle corrispondenti contravvenzioni ; e come
tali vennero condannati: il Buble, in conside-
razione che sedusse gii altri, a un anno e
mezzo di duro carcere, l'Akrap a quattro
mesi di reclusione in separato luogo dì custo-
dia, il Raucieh, lo Zrinski e il Zamala a un
mese, e il Ciossich a due settimane.
E' da sperare che le severe pene loro in-
flitte varranno a farli pentir del malfatto e
serviranno in pari tempo di eaiutare esempio
agli altri.
. E qui cade in acconcio di rilevare quanto
sia benefica, e degna d' incoraggiamento nelle
sue iniziative, la società per la tutela dei ra-
gaazi vagabondi; e di ricordare ancora una
volta ai genitori il sacro dovere di vegliare
con tutta diligenza sui figli, per risparmiare
loro il disonore e la dura esperienza del
carcere.
Signor G. Piccoli farmacista in Lubiana.
In seguito ai risultati di analasi chimica
certifico che lo „SCIROPPO Dì LAMPONE"
da lei preparato è un prodotto ECCELLEN-
TISSIMO.
Imp. reg. stazione sperimentale chimica fi-
siologicajn Klosterneuburg presso Vienna 21
dicembre 1891.
Il Direttore
Prof. D. li. Boesler
Sciroppo di Lampone, concentrato a va-
pore, filtrato e limpidissimo. Viene preparato
accuratamente eoi frutti aromatici delle Alpi.
— Una bottiglia del contenuto di un chilo-
grammo 65 soldi; bottiglie piccole a 35 soldi
I' una. Pesato, a 55 soldi il Cg. Viene spedito
in damigiane del contenuto di Cg. 3 1{2 di
sciroppo di lampone (pacco postale) a f. 2.33,
da 10 Cg. a f. 6.16, da 20 Cg. a f. 12.10,
da 40 Cg. a f. 24.20, inclusivo imballaggio.
Si spediscono campioni franchi a chiuuque ne
farà richiesta
che, con scienza e cuore, tentò .ogni mezzo
per istrapparlo alla morte. E — per le loro
gentili ed indimenticabili prestazioni -- si ab-
biano grazie riconoscenti e le famiglie Petras,
Roccamarich, Rohenbauer e il signor Damele
Petranovich e le signorine Marietta Silvestrich
ed Annetta Vincich e i signori Giovanni Be-
vilacqua e Niccolò Oluich.
Zara, 25 ottobre 1892.
Le famiglie Valenti e Kopfensteiner.
Tipografia Artaie.
Edit. e redat, responsabile Riccardo Forster.
Ricerco praticante
per la mia libreria, il quale abbia assolto, per
lo meno, 3 classi ginnasiali o reali e conosca
I' italiano, lo slavo e possibilmente il tedesco.
E. de Schónfeld, libraio, Zara.
Avviso.
Il sottoscritto si pregia di prevenire i nu-
merosi suoi avventori, nonché il P. T. pub-
blico di Zara e della provincia, che, dai giorno
d' oggi in poi, nel suo ben fornito deposito
di mobili, egli vende ogni articolo al puro
prezzo di costo, e ciò colle relative fatture
alla mano.
Zara, 26 ottobre 1892.
devotissimo
Leopoldo Kiswarday.
TÌq itoti fiora UD fornimento completo
U a VUliUtllD io raso da stauza da
ricevere. Stoffa gialla e legno dorato ; disegno
artistico. Rivolgersi, per informazioni, alla ti-
pografia.
MIGNON
CAVALLERIA RUSTICANA
I PURITANI
spartiti completi per pianoforte e canto o pia-
noforte solo, in vendita ed a nolo presso'
E. de Schónfeld, libraio, Zara.
Da collocarsi un capitale di
fior. 8000, od eventual-
mente una somma minore, o
anche maggiore fino a fior. J6.000f verso prima inta-
volazione di stabile in città.
Per informazioni rivolgersi alla ti-
pografia del nostro giornale.
E' pubblicata la 2.a edizione del
Consigliere per sani ed ammalati del
parroco Seb. Kneipp.
Vendesi presso E. de Schónfeld - Zara
a soldi 80.
Fratelli landel & Nipote
Banca — €ambio-valute
in Zara
— Filiale Catturo —
nella deficenza dei mezzi e nelle difficoltà
dell' esecuzione.
Spera che, assistito dall' onorevole consiglio
e dalle giovani forze che gli stanno a fianco,
gli sarà facilitato il suo compitola che non
riusciranno ad appagare i desideri di tutti;
ma ciò non deve disanimarli. 11 conforto lo
devono cercare nella coscienza di aver fatto
il possibile, senza curarsi delle dicerie, che
forse qualche volta ad arte si spargono per
denigrare la città. Si agisca; e non si badi
a ciò che si dice, allo scopo, forse, di creare
e il disamore e la svogliatezza. Non man-
cherà di dedicare tutte le sue forze al grave
compito, al quale dalla fiducia del consiglio
è nuovamente chiamato, sebbene le sue con-
dizioni fisiche esigau riposo. Prega di acco-
gliere queste parolo, che partono 'dal cuore,
come espressione del sentimento di affetto
e di lealtà, col quale cercò sempre, e cer-
nerà in avvenire, qualunque sia la posizione
in cui possa trovarsi, di giovare a questa
sua cara patria. Prega di esser ricambiato
di amicizia e di fiducia.
Le parole del primo cittadino di Zara sono
lungamente e vivamente applaudite e la se-
duta è sciolta.
Auguriamo al nuovo Comune, rinfrescato e
rinnovato, che in intima armonia di pensiero
e di azione prosegua securo ed energico di
conserva col nostro partito nella difesa sa-
cra dei diritti nostri nazionali e linguistici;
e battano con successo e d'accordo sempre
la via maestra dell'ordine e della dignità.
Pubblica violenza. — Da Sebenico
riceviamo questa notizia, che sta in rela-
zione con un trafiletto della K D.
„Il 22 ottobre 1 1892 alle ore 11 antime-
ridiane, nella stanza dell' i. r. capitano di-
strettuale, in presenza dì lui e di varie per-
sone, il capo della polizia locale Ante Supuk,
gridando e menando le mani in atto di col-
pire, minacciò il maestro delle scuole civi-
che signor Cristoforo Ourkovié, ripetendogli:
10 vi farò ammazzare; o credete voi, perchè
albanese, di non dovere aver paura di nes-
suno? Io vi farò vedere chi sia Supuk; io
vi farò impalare qui abbasso, in Pogliana.
E volgendosi all' i. r. capitano distrettuale :
Ella lo consigli di non sortire questa sera
di casa. Questi è quel Supuk, che, ripetuta-.
mente redarguito e poi condannato una volta,
quale podestà, ad una multa, per indecoroso
contegno in giudizio, dall' attuale i. r. giu-
dice distrettuale signor Raimondo Visich, fu
poi condannato, quale podestà, a quaranta
giorni di carcere da quell' inaccessibile giu-
dice, ora consigliere, signor Eugenio Celligoi.
Mai, come questa volta, l'i. r. capitano di-
strettuale ha 1'obbiigo di fare il suo dovere,
dimostrando che la giustizia e la legge sono
eguali per tutti.
I veri rappresentanti di un governo de-
vono reprimere le violenze da qualunque
parte esse avvengano. Le ingiustizie hanno
-sempre commosso e commuoverano il po-
polo. Sia dunque dimesso il podestà Ante
Supuk, che con tristi esempì ha distrutto la
secolare civiltà di Sebenico e siagli sosti-
tuito un gerente governativo. Così vuole la
pubblica opinione; così vuole la giustizia;
così vogliono i cittadini di Sebenico ; e il
governo nou terna di fare un' opera saggia,
che un' intiera città dalla sua giustizia ur-
gentemente domanda "
Elezioni. — Sono fissate per il giorno
17 novembre le elezioni per un posto di
deputato nel collegio Cittavecchia-Lesina.
Inutile ogni ammonimento: i nostri amici
di Cittavecchia, ne stiamo garanti, sapranno
trovar la persona che più favorevolmente e
'più .opportunamente si raccomanda per qua-
lità personali e per popolarità a raccogliere
11 maggior numero possibile di voti. Trove-
ranno le energie che costituiscono tanta parte
del passato patriotico di Cittavecchia.
Il posto rimasto vacante per la rinunzia
del d.r Spalatin, qualora . avesse regolare e
logico corso il procedimento elettorale, do-
vrebbe venir occupata dal nostro candidato.
Ai nostri amici non 1' ammonimento che sa-
rebbe superfluo, ma fio d'ora l'approva-
zione per 1' azione serrata e decisa che da
loro attendiamo.
=f Le elezioni suppletorie per la curia fo-
rese Dernis-Knin-Verlieca sono fissate pel 16
novembre.
Sulle elezioni comunali di Spalato,
ricche di. notevolissimi dettagli, un nostro
corrispondente scriverà nei prossimi numeri.
Per Carlo Dordi. — Ci scrivono da
Spalato, in data del 24 corrente:
„La notizia della morte di Carlo Dordi ci
pervenne soltanto coi giornali di Trieste.
Tosto venne diretto al municipio questo di-
spaccio : „Oggi soltanto pervenne luttuosa
novella. In nome dei connazionali di Spalato,
sascntti porgono, con cuore di fratelli, vi-
vissime condoglianze codesto spettabile mu-
nicipio per perdita illustre benemerito Dordi, "
Avvocato Cmdro — Girolamo degli Alberti
— Simeone de Capogrosso."
Altri telegrammi vennero pure diretti al
municipio di Trento dal deputato provinciale
d.r Salvi, dalla gioventù italiana di- Spalato
— con molte firme — e da alcune corpo-
razioni.
Si ricordava, in questa triste occasione, la
fratellevole solidarietà del municipio di Trento,
del compianto Dordi, e dei deputati italiani
alla Dieta d'Innsbruck, quando la morte ci
tolse Bajamonti. "
Per replezione di materia dobbiamo
sopprimere la solita rubrica politica. Così
sopprimiamo le pedanterie della Katolička,.
che cerca il pelo anche nell'uovo della nostra
ristampa.
Lega Nazionale. — La direzione
della Lega ringrazia per i seguenti importi
ricevuti: fiorini tre raccolti dai signori An-
tonio Voivodich, Giusto Andretta e Giovanni
Prencis in un gruppo d'amici ; fiorini cin-
que e cinquanta per onorare la memoria
della signora Eosa Locatelli.
= Ci venne consegnato da N. N. 1 fio*
rino, frutto d'una scommessa, e lo abbiamo
passato subito al gruppo locale della Lega.
Scommettete, scommettete e la Lega in-
casserà.
= Le oblazioni per la Lega si ricevono
^W Appalto Fogagnolo all'angolo della via
Larga. Aiutate tutti la Lega !
Il nuovo canonico. — Il canonico
onorario don Ercolano G.ampieri venne no-
minato canonico effettivo della nostra Basi-
lica Metropolitana.
La nomina venne appresa da tutti con
piacere perchè don ErColano, oltre ad es-
sere un sacerdote veramente esemplare, è
un saldo patriota, un buon figlio di Zara.
*A lui, e alla sua famiglia, le nostre feli-
citazioni.
Il nuovo segretario. — Appren-
diamo con piacere, che, nella seduta di ieri
a. sera della Camera di Commercio, 1' egregio
d.r Luigi Ziliotto venne nominato segretario
della Camera stessa, in sostituzione dei ri-
nunziatario avvocato d.r Giacomo Ghigliano-
vich, che però rimane in carica sino alla fine
dell' anno. E' un buon acquisto che fa la
rappresentanza commerciale, e ce ne. con-
gratuliamo con essa e col neo-nominato.
Il nuovo avvocato. —- Stamane, con
buon successo, fece l'esame d'avvocato il
d.r Simeone Petricevich, da Dernis, che e-
serciterà in quella borgata.
Congratulazioni.
Ad alcuni giornali d'Italia. —
E' un vezzo che dura da qualche tempo e
alle volte si ripete come a scadenze fisse.
Abbiamo avuto il conforto che molti dei
giornali del regno, quando avevano la no-
zione precisa dei fatti, e non parlavano così
a vànvera come si parla degli articoli di
moda o del tempo che fa, o dei frizzi ba-
lordi di Puntolini e di Livio Cianchettini,
hanno discorso dell' italianità della Dalmazia
con abbondanza di fatti e di prove non cam-
pate sulle nuvole. Abbiamo visto Ruggejro
Bonghi far giustizia piena e riconoscere da
pari suo con quanta tenacia nelle resistenze
e quanta fede nella continuità della tradi-
zione si lotti in Dalmazia per la conserva-
zione linguistica. Tutti quelli che sono ve-
nuti da noi, dal Marcotti a Pietro Sbarbaro,
da Pietro Sbarbaro a Giacinto Gallina, e che
hanno voluto vedere le cose come sono ve-
ramente al loro posto, ne hanno poi parlato
e scritto con veridica esattezza.
Pure, di quando in quando, come l' ornai
logoro oboe fuori di chiave, salta su qual-
che giornale a dir degli spropositi che se
venissero da altra parte farebbero ridere.
Invece che ne deriva? I nostri avversari,
che per i primi ne conoscono l'insussistenza,
se ne fanno belli e' li gridano sui tetti.
Giorni fa sul caso Ivanovich la Gazzetta
di Venezia, non si sa perchè, stampò un'in-
sinuazione storicamente destituita d'ogni
base coli' aggravante d' una Sciocchezza come
giunta alla derrata. La Perseveranza poi si
fa citare dal Narodni List, poco allegro
ono're, come pezza d' appoggio, come si di-
rebbe in un linguaggio sciaguratamente cu-
riale, per negarci 1' italianità. Se molti gior-
nali italiani hanno della Dalmazia quella
conoscenza geografica che Omero aveva
della America, stiano cheti e non vengano
a porre le mani nel bucato nostro, che a
risciacquarlo ci bastiamo noi. Ci si dirà che
l'ignoranza di pochi non cambia un pelo
della questione, e che le cose restano quelle
di prima. D'accordo; ma è pure irritante
per chi lotta da anni a dover ingollare sia
pure a intervalli lunghissimi delle corbel-
lerie così marchiane. Ed è perciò che una
volta almeno ne sarà permessa la protesta
contro giudizi trinciati così alla leggiera
senza cognizioni di fatti, di uomini e di cose.
Sono stonature singole ed isolate, ma anche
le stonature non abbiamo nè la voglia nè
il dovere di mandarle giù, tanto più che
sono stonature che non offendono solo l'orec-
chio. Certe cose bisogna lasciarle dire ai
giornali avversari ad uso e consumo della
polemica croata, che i giornali italiani non
hanno da imitare, almeno così ci sembra.
Ed è tempo che il triste vezzo finisca una -
volta.
Gratitudine croata. — Ci scrivono
da Spalato, in data del 23 corrente :
„Il giornalaccio del comune di Spalato ha
parlato giorni sono della gratitudine nostra,
a proposito della supposta conversione al
croatismo d'un recidivo penale, di cui quel-
l'organo mostrava inorgoglire. (!!!)
Noi siamo, senza cercarlo, al caso di ci-
tare la gratitudine dei suoi signori.
E' morto di crepacuore, ier 1' altro, quel
famoso sergente di polizia Cekada, di cui
tante volte si discorse. Aveva avuti dei con-
flitti, per ragioni di competenza e d'inte-
resse professionale, coli'assessore Pope Ma-
tossich, ed era stato sagrificato per conser-
vare al comune, nelia fuga universale, al-
meno quel gramo amministratore in šibica.
Avvilito, privo del suo posto, e beffato dai
biricchini, l'eroe Cekada morì in un paio di
mesi, lasciando numerosa famiglia, che nes-
suno^ di coloro pei capricci dei quali arri-
schiò per molti anni, giorno per giorno, la car-
cere, soccorse o parla di.soccorrere.
Al trasporto funebre di quel capo della
polizia locale non comparve neanche un in-
serviente comunale!
Addirittura nessuno. *
Solo alcune guardie di polizia ed alcuni
gendarmi seguivano il fèretro.
11 Lecoq del d.r Bulat finì nella più triste
e commiseranda delle maniere. Ètnunc eru-
dimini!"
Il Narodni List s' offende, quasi, per-
chè venne ordinato alle autorità àteurali di
servir le parti con stampiglie rispondenti alla
lingua usata dalle parti stesse.
Una volta — logicamente e utilmente —
le stampiglie erano soltanto italiane e nes-
suno se ne lagnava. Ora però, che si sla-
vizza a tutta oltranza, il N. h. ha ancora
il fegato di lagnarsi. H
Cosa vuole di più? La cacciata degli ita-
liani ? * * ; \
Folchetto. — Siamo stati assicurati ;
che il conte Piero Tartaglia, di Spalato, pi-
glia un cappello numero uno ogni qua! volta
viene nominato dal Dalmata.
11 conte Piero Tartaglia ha torto.
Noi sappiamo eh' egli è un buon diavolac-
cio, e, Croazia a parte, un gentiluomo com-
pito. Siamo quindi lontani le mille miglia
dall' intenzione di offenderlo.
Ma ci dica, se ha un po' di spirito. Come
fa a permettere che il famigerato Zvonimir
— lo Schiesonc d'oltre Velebit — lo mi-
stifichi in un modo così grossolano, effigian-
dolo nella verde età di vent' anni, taMo da
parere Polchetto,
.... il giovin paggio
Di Raimondo eli Tolosa?
Nel soprabito del conte Piero— per San
Zvonimiro ! —• vorremmo protestare.
Perchè, di fronte a certe anomalie, egli può
insegnarci con Giovenale eh'è assai difficile il
trattenere la satira.
I giudici popolari. — Anche questa
volta — contrariamente a legge — viene pub-
blicata in slavo la lista dei giurati per la sessione
d' assise, che avrà principio il 15 decembre
al nostro tribunale. Traduciamo, poiché ne-
anche per gentilezza si può avere una carta
italiana da un ufficio, che, a lingua interna,
ha l'italiana.
Giurati ordinari: Locas d.r Simeone, av-
vocato, da Sebenico — Erak Matteo, possi-
dente, da Strétto — Inchiostri Bonifacio,
possidente, da Sebenico — Glamoč Giovanni,
possidente, da Stretto — Pleslich Marco,
possidente, da Morter — Petrovich Giacomo,
possidente, da Bilize — Grubissich d.r Gi-
rolamo, avvocato, da Dernis — Ciala Spiri-
dione, possidente, da Sebenico — Dean To-
maso, possidente, da Zlarin — Lapenna Fran-
cesco, possidente, da Sebenico — Kursar
Giacomo, possidente, da P. Sepurine — Di-
dovich Giovanni, possidente, da Zman — E-
skinja Marco, possidente, da S. Filippo-Gia-
como — Skracich Andrea, possidente, da
Morter — Matacich Andrea, negoziante, da
Sebenico — Korofsky Pietro, possidente, da
Pristeg.— Kózul Lorenzo, possidente, da
Rasanze —; Nimira Cristoforo, possidente, da
Arbe — Mattiazzi Vincenzo, possidente, da
Sebenico —- Baricich Matteo, negoziante, da
S. Filippo-Giacomo— Eskinja Simeone, pos-
' sidente, da S. Filippo-Giacomo — Bubalo
Pasquale, possidente, da Scardona — Balikas
Rocco, possidente, da Cerniza — Benzia An-
tonio, industriante, da Pago — Pekota An-
tonio, possidente, da C. Venier — Montanari
Antonio, possidente, da Sebenico — Bares-
sin. Giovanni, possidente, daVodizze — Ple-
slich Paolo, possidente, da Morter — Cleva
Antonio, industriante, da Ulbo — Vucieh
Giovanni, negoziante, da Sebenico — Supi-
cich Giuseppe, assessore comunale, da Selve
— Bujas Simeone, possidente, da Dolaz —
Mazura Giuseppe, possidente, da Stretto —
Balanza Giovanni, possidente, da Capocesto
— Celar Gregorio, possidente, da Sebenico
— Barach Giovanni, possidente, da Rasanze.
Giurati supplenti: Vascotto Domenico, ne-
goziante, da Zara — Sossa Matteo, eapovilla,
da Oltre — Marcetich Nicolò, possidente —
•Voivodich Antonio, falegname — Negri Giu-
seppe, possidente — Bercich Spiridione, ne-
goziante— Mazzoni Girolamo, imprenditore
— Ivanov Paolo, negoziante, tutti da Zara.
Nomine. — Il ministrò del commercio
ha nominato il controllore delle poste Fer-
dinando Riboli ad amministratore postale
in Sign, i praticanti postali Giovanni Cova-
cich, Nicolò Degiovanni, Eugenio Santich,
Filiberto Businello ed Andrea Aluievich ad
assistenti postali; e Paolo Franich, Antonio
Macchiedo di Girolamo, Antonio Prebanda,
Antonio Arneri, Ugo Lana e Francesco
Chimielewski a praticanti postali in Dalmazia.
X<a squadra d' evoluzione — che stette
ancorata molti giorni nel nostro porto — è
partita lunedì alle 7 e mezzo. La corvetta
Friedrich ritardò la partenza, perchè —
causa- unfforte vento di tramontana—1'àn-
cora sua, con lieve danno, cedette.
Un desiderio. — Alcuni abbonati alla
stagione d'opera manifestano — a nostro
mezzo — un desiderio. Vorrebbero udire,
cioè, nella Cavalleria rusticana, anche la
.signorina Maria Arnoldi, una russa gentile,
che debutta e eh' è stata scritturata con re-
golare contratto.
U desiderio di udirla non può scemare
minimamente la bella rinomanza acquistatasi
dalla egregia signora Montalcino.
Dunque e l'impresa e la signorina Arnoldi
vedano di soddisfare tale domanda.
== Stasera Cavalleria. Sono incominciate,
al cembalo, Se prove dei Puritani.
lavoro d'arte. — L'intagliatore
Marco Zanardo, da Piave, fa vedere una
cornice in légno, da lui finissimamente, e
con rara abilità,artistica, intagliata. E' un
magnifico lavoro, tutto fogliami, fiori, frutta,
farfalle, in istile rococò. Il Zanardo, che ha
perduta la vista, è costretto a mostrare,
per vivere, questa sua splendida cornice. E'
un atto di filantropia V aiutarlo.
Triste convoglio. — Ieri partirono
da queste carceri criminali parecchi dete-
nuti per Oapodistria. Alla riva c' era mezza
popolazione di Borgo Erizzo, perchè nel con-
voglio erano pure i due fratelli Stipcevich,
gli uccisori del Liubicich.
Ladretti alla sbarra. — Ieri V al-
tro si tenne presso il tribunale il dibattimento
contro una banda di piccoli malfattori, com-
posta da Simeone Akrap, Simeone Apen detto
•Raucieh, Antonio Buble, Giuseppe Zamala,
Antonio Zrinski e Giovanni Ciossieh, accusati
di furto.
Lo spettacolo di quei ragazzi, dei §xià\i il
più vecchio conta quindici anni e il più gio-
vane undici appena, spinti così per tempo sulla
via del delitto, produsse, in quanti ebbero il
disgusto di assistere a quel dibattimento, un
senso di penosa impressione. Le confessioni
uscite loro di bocca attestano a qual grado di
depravazione li condusse l' abbandono ne! vi-
zio, in cai sono lasciati da congiunti senza
cuore. •
Ecco i fatti di cui si resero colpevoli.
Nel settembre del 1890 1' Akrap e I' Apen,
approfittando dell'assenza del padrone, entra-
rono nel negozio di certo Giovanni Meleda,
nel Borgo interno, e dal cassetto del banco
rubarono circa 4 fiorini e da una vetrina un
pacchetto di sigari del valore di fiorini 6:50.
La mattina del 19 novembre 1891 l'Akrap,
da sólo, penetrò attraverso una finestra in una
stanza a pianoterra della casa Perlini alla
Biva Nuova, e, trovate le chiavi d' un cas-
setto, lo aperse e portò via un astuccio con-
tenente varie monete d1 argento ed altri og-
getti di valore, elle poi vendette per poco qua
e là.
; .——
Telegrammi particolari
del „Dalmata"
VIENNA, 25 ottobre. — E'
smentito il ritiro di Sterneck.
— E' imminente la firma del
compromesso con T Italia che chia-
risce i punti controversi della clau-
sola pei vini.
-— La crisi ministeriale unghe-
rese, se non scongiurata, è ag-
giornata.
— Il bilancio dello stato au- *
striaco, che verrà presentato all'a-.
pertura dei Reìchsrath, prevede
un piccolo civanzo.
-ft^r 1 Ej'Stfg*
RACCOMANDANO quale utile im-
piego di piccoli risparmi, l'acquisto di vi-
glietti di lotteria concessionati verso paga-
mento in rate mensili da stabilirsi con f. 1
a f: 10, secondo 1' entità dell' affare.
Offronsi Croci rosse austriache — ungheresi
— italiane, Viglietti Serbi 3°/0 e Serbi Ta-
bacchi, Basilica di Pest (Dombau) „Josziv =*
Buon Cuore", Bodrn Credit 3 % — Credito
mobiliare, Città di Vienna, Lubiana, Inns-
bruck, Salisburgo ecc., a prezzi ristrettissimi.
Gruppo di Cartelle consigliabile:
1 Lubiana
1 Cedola di premio del Boden Credit
1 d.o d.o della Banca Ipotecaria 4°/0
1 Croce rossa austriaca
1 Croce rosea italiana
1 Basilica di Pest (Dombau)
1 Serbo Tabacchi
1 „Josziv — Buon Cuore"
verso 28 versamenti mensili da f. 5.
23 Estrazioni anuue — Totale delle vincite
principali nella prossima estrazione: fiorini
I55.v/X) e franchi 165.000.
Altri gruppi raccomandabili:
Un Viglietto orig.Ie della Croce rossa auet.ca
» » » » » » ung.se
» » » » » » ital.na
» » » » Basilica (Dombau)
„ Prestito Serbo Tabacchi
» » » » Buon Cuore Joesiv
„ „ „ „ Torco da f.. 400
Una Cedola di premio del Boden Credit I. Em.
» » y> » » « II. Em.
» » „ della Banca Ipot. ungh.
37 Estrazioni annue per un importo di f
517000.
Pagabile in 46 rate mensili da f. 5.
1 Viglietto orig.Ie Credito fond. aust.co 3°/
1 n „ Prestito Turco da f. 400
1. » Prestito Serbo Tabacchi
1 » n Croce, rossa italiana
Con 19 estrazioni annue e vincite di com-
plessivi f, 331.000 per singola estrazione.
Pagabile in ventiuna rata mensile da f. 10.
1 Viglietto della Croce rossa italiana.
1 » » n r ungherese.
1 * della Basilica di Pest Dombau.
1 „ ungherese Buon cuore Joseiv.
1 „ del Prestito Serbo Tahacchi.
14 Estrazioni anuue. — Totale,delle vincite
principali complessive in un anoo f.chi 540 700
e fior. 140.950.
Pagabile con f. 57.— in 19 rate mensili
da f. 3.
Immediato diritto alle vincite già col paga-
mento della prima rata.
Rivolgersi alla
Banca Cambio-valute
Fratelli Mandei & Nipote
in
Zara.
Ringraziamenti.
La commissione dirigente l'istituto di ca-
rità per l'infanzia e per la puerizia, ringrazia
I' onorevolissimo signor Pietro Africh, i. r, di-
rettore delle poste e telegrafi per la generosa
elargizione di fiorini 4 devoluta a vantaggio
di questo pàtrio istituto per onorare la me-
moria delle signore Ivcevieh, Obradovich e
Rosa vedova Locatelli nata Ceolin e di Si-
meone Hein.
Zara, 25 ottobre 1892.
La Commissione dirigente.
Rattristati dalla prematura perdita della no-
stra amata Rosina, c^Jurono di non lieve
conforto le numerose compartecipazioni al no-
stro lutto, per le quali ringraziamo di cuore.
Serberemo memore riconoscenza al signor
d.r G. Ivanics, medico curante, e al signor
d.r R. Batt'ara, il quale, sostituendo il signor
Ivanics assente, passò lunghe ore al letto della
povera ammalata, non badando a fatiche, pur
di lenirne i dolori.
Ed eguale riconoscenza serberemo al m. r.
don L. Bujas, il quale, disinteressato, più che
amico, vegliò per intere notti al capezzale
della morente.
Zara, 27 ottobre 1892.
. Marianna ved. Ceolin per sé
e congiuuti.
Vivamente commosse e piene di ricono-
scenza, le sottoscritte ringraziano tutti quei
generosi, che vollero prestare assistenza e con-
forto al compianto loro figlio, e rispettiva-
mente fratello
Antonio Valenti.
Uno speciale ringraziamento dirigono e al
m. r. don Carlo Ballarin, confortatole amoroso
del povero defunto, e al d.r Nilo Bugatto,
inno XXYIII. ZAM, Mereoledì 22 Novembre 1893. Sumero 93.
se• IL
ASSOCIAZIONE.
DALMATA
P«r Zara fior. 8 anticipatamente, semestre e trimestre in proporzione.
Pff l'Impero Austro-ungarico fior. 9, semestre fior. 4:50, trimestre fior. 2^50
Fer gli Stati appartenenti all' Unione postale fior. 12 all' anno, semestre •
trimestre in proporzione. Per gli Stati non appartenenti all' unione postale
fior. 8 e di più r»uiaen,to delle spese postali, semestre e trimestre in
proporzione. ,
Ua namro separato «sosta soldi IQ. — Un numero arretrato soldi 16.
Giornale politico, economico, letterario.
Esce il mercoledì e il sabbato.
Uflltio lì Rtiazieie ia Caia Trigari - Piazza dell' Erbe.
INSERZIONI.
Le Msociazioni • gli importi di denaro, in assegni postali, si dirigano
all'amnainistrazien» del DALMATA in Zara. Chi non respinge il fogli® dopo
••aduta 1' associazione s'intende obbligato per il trimestre susseguente.
Le «orriapondenze devono dirigersi affrancate esclusivamente al redat-
tore. Le lettere non affrancate oaranno respinte. I comunicati si inseriscono
al prezzo di soldi IO la linea, carattere testino. Arrisi ed inserzioni a prezzo
moderate da eoaveuirii. — 1 manoscritti non si restituiscono.
Dopo aver letto il „Narodni List"
L' italianità io Dalmazia è una men-
zogna ; il partito autonomo è un di-
sgraziato che avrà da mordersi ia lin-
gua.... rettorica ; i dispacci ai d.r Piener
lasceranno ii bratto tempo di prima;
noi, come sempre, siamo morti e se-
polti Ma, intanto, il Narodni List
dedica a quegli innocentissimi dispacci
nientemeno che un lungo carteggio da
Vienna (con monologhi da morlacco)
un luogo articolo, un trafiletto e un
dispaccio. Troppa grazia, Sant' An-
tonio !
E1 ben curioso quel partito che grida
sui tetti: —Badate; io sono il padrone
assoluto della Dalmazia ; la Dalmazia
b interamente e veramente croata.... E
poi, e poi, come I'Amazzasette del tea-
tro comico, si allarma al più piccolo
rumore, al più insignificante segno di
reazione. A un partito, che monopo-
lizzasse veramente !a> provincia, non
dovrebbero far nè caldo, nè freddo le
manifestazioni di chi non esiste. Poiché
di italiani, sia benedetto San Cirillo glo-
rioso, non v' ha, in Dalmazia, neppur
1' ombra ; gli autonomi, per San Me-
todio, son morti ; e tra defunti e fe-
riti, come diceva quel tal nostro lupo
di mare, ghe ne xe una sèssola piena.
Dunque ?
Non sono, 110, reverendi, i di-
spacci all'illustre Piener che destano
il vostro aliai me. Di dispacci — ove
si fosse voluto imitare il giochetto
vostro delle circolari ingiuntive — ne
avremmo poniti mandar cento all' il-
lustre statista; mentre quelli che a lui
pervennero sono effetto di spontanea
e patriottica gratitudine. Non sono, no,
i dispacci che vi fanno scrivere tante
sciocchezze; ma è l'esatta intuizione,
0 la coscienza, che, se domani uomini
nuovi ristabilissero il dominio vero
della GIUSTIZIA in provincia, risolle-
vando le coscienze da un iniquo si-
stema di sospetto e di terrorismo, il
gran baraccone croato crollerebbe con
tutti i burattini, come castello di carte
da giuoco.
E avete il coraggio, ancora, di dire,
che la hrvatska stranka — quella del-
le baionette! — non ha mai telegra-
fato, a ministro, per nomina! Oh, la
hrvatska stranka ha fatto ben ci i più !
Ha votato col ministero tedesco e cen-
tralista, prima delle elezioni dirette, in
odio ai suoi principi nazionali e a dan-
no della popolazione dalmata. Ha tran-
satto nella persona dell' ora morto Pau-
linovich cogli Schwabi del ministero.
Ha trovato necessario, nello stesso
Narodni List, l'adozione della lingua
tedesca come Staatssprache. Ha fatti
cittadini onorari baroni e baroncini
tedeschi. Ha lodato e festeggiato, in ogni
occasione, gli autoritari d'ogni gros-
sezza e d' ogni colore. Ma noi, perchè
abbiamo telegrafato in atto di grati-
tudine a quel Piener, che, privi di
rappresentanti alla Camera, ci offrì una*
splendida, tutela, — noi abbiamo com-
messo grave peccato di servilismo !
Sta a vedere che dovevamo mandare
a dire delle insolenze all'illustre pa-
trocinatore !
E il Narodni List, ancora, ha il fe-
gato di venirci a dire con ia disinvol-
tura di Pagliaccio: — Ah, vedete: gli
autonomi sperano in qualche combina-
zione, in qualche pressione autoritaria,
in tutto, fuorché nella propria forza e
nella propria virtù !
Chi parla!!
Ma se nella čista hrvatska zemlja il
deputato croato del secondo collegio
cittadino carpisce da otto anni — inve-
rificalo ! — il suo seggio alla Camera
dei deputati ; se il porta-bandiera del-
1 'hrvatska stranka riesci eletto — a
beatitudine del parlamento e a terrore
degli stenografi — con due 0 tre soli
voti di maggioranza; se, dovunque si
sono insediati con la violenza, gli annes-
sionisti hanno il quotidiano bisogno di
ricorrere a nuove violenze per farsi
oppressori del nostro partito, che re-
siste e non vuole piegarsi!
E voi — voi ! — parlate di virtù !
Ma che cosa ha dato il nostro par-
tito in compenso a chi lo segue- con
sempre immutabile afretto ? Il partito
autonomo-italiano ha elargite le pre-
bende, le quietanze, le sinecure, onde
va ricco — per lungo e iniquo arti-
ficio — il sè dicente partito croato ? No,
no, signori ! Il nostro partito e da ven-
t'anni che combatte per un ideaie, per
un diritto, e, più che con virtù per-
sonale, con vero eroismo; e ci è di
orgoglio vivissimo il dirlo. Mentre i
martiri della stranka prava facevano il
gruzzolo, gli uomini nostri, sì, per Dio,
pagavano di borsa e di persona. Niuno
di noi, certo, vendette la propria fede
politica per uffici, moneta od onori.
E, chi ci abbandonò, ci depuro.*)
Anche senza licenza del Narodni
List, noi seguiteremo quindi a combat-
tere con aspirazioni legali, cercando
tutela nel § 19 della legge di fonda-
mento. Se ia nostra resistenza esaspera
i signori del Narodni List, niente di
meglio : vuol dire eh' essa è ben più
seria di quanto si creda. Ah, i morti
vi seccano ? Egregiamente : vuol dire
che son più vivi di prima. Ah, la ita-
lianità, in Dalmazia, è una menzogna?
Benissimo : sorgeranno, tra breve, de-
gli altri gruppi della Lega Nazionale.
E ti ti cichi e mi me la godo, dice il
ritornello trasmessoci da certi ante-
nati della.... Licca. Ma lo torniamo a
ripetere : è ben da commiserarsi quel-
f onnipotente e munificente partito,
che, dicendosi il depositario dell' idea
paesana, ha paura, come Arlecchino,
delle fantasima. Chi mai ce 1' avrebbe
detto, dopo aver subiti per più di
venti anni e canagliate e sevizie ? Po-
chi ed affettuosi dispacci ad una eccel-
lenza bastano per far venire la trema-
rella in corpo agli eroi del Triregno.
Che diavolo ! Da Spizza ad Arbe la
Dalmazia non è tutta croata ? Non do-
vete annettervi, domani, alla Croazia
e comporre il gran regno, che darà
da pensare a tedeschi e a ungheresi?
Su, dunque, forti, e niente paura!
_—_—»a®;, [1 ^ m*
(Ina pagina di storia
Con questo titolo, riportiamo dall' Istria
del 18 corrente, l'articolo La caduta del
conti Taaffe, nel quale articolo è descritto
eoo verità e con la riservatezza imposta dalla
censura, un funesto periodo attraversato, per
ciò che riguarda le nostre provincie.
„Il conte Taaffe durò tredici anni in ca-
rica, e, quantunque più volte la maggioranza
che lo sosteneva alla Camera tosse più che
altro, irrisoria e persino talvolta gli si mo-
strasse contraria, tuttavia aveva messe sì sal-
de radici che nessuno fin qui fu capace di
abbatterlo. E di fatti ebbe una straordinaria
abilità, ad ogni minaccia di crisi, di attirare
a sè, con più o meno opportune concessioni,
dei gruppi di deputati quanti bastavano per
ottenere il suo intento. Parecchi anche ap-
proffittarono di questo sistema, tutto proprio
del conte Taaffe, in particolar modo 1 Gali-
ziani e gli Slavi del sud, e fino ad un certo
punto anche i Czechi. Ma tutto ciò avveniva
a scatti, senza programma fisso e determinato,
coli' unico intento di sbarcare, come suol
dirsi, bene 0 male, il lunario.
Veramente era sorto il conte Taaffe con un
programma detto di conciliazione fra le varie
nazionalità dell' impero : all' atto pratico, però,
egli non solo non raggiunse l'intento, ma
3uscito tante passioni opposte, da trarne fuori
una matassa ingarbugliata di esigenze, di con-
testazioni e di pretese, che mai si è veduta
1' eguale. Per cui fu detto da qualche pub-
li nostro partito — che non attende favo-
ri da nessun governo ma solo giustizia —
sostenne e sostiene a sue spese quei sodalizi
e quegli istituti che il partito sèdicente croato,
reso arbitre di molto eotto il regime del
conte Taaffe, sostiene, viceversa, coi pubblici
fondi. Il famoso partito TJnico si fa mantenere
della provincia e dagli stessi avversari, dai
nostri, cioè, che sono i maggiori contribuenti.
Pubblicheremo anzi tra breve uno studio, do-
cumentato, a provare presso a poco quanto abbia
costato alla provincia il partito degli italiani,
che si atteggiano a croatofili, e quanto, vi-
ceversa, abbia costato alle tasche degli uo-
mini nostri il partito, che abbiamo l'onore
di rappresentare. N. d. R.
blicista, che egli il bene fece male, e il male
fece bene.
La cosa del resto la si spiega ben facil-
mente. Se è vero, coma si dice da tutti, che
P impero austro-ungarico si trova sulla via
d' una decisa trasformazione, anche nei rap-
porti del diritto pubblico interno, per le esi-
genze sempre più accentuate dwlle singole po-
polazioni, conveniva favorire questo graduale
svolgimento sulla base del diritto storico
di ogni singola regione o dominio, senza
predilezione, nè per 1' uno nè per 1' altro, ma
in eguale misura pet tutti. In quella vece è
successo tutto all' opposto, e le concessioni
fatte senza criterio e direttiva finirono col-
I' accontentare, momentaneamente, solo i più
rumorosi. Dal che n' è avvenuto ancora, di
provocare in parecchie provincie, come nella
nostra e nelle altre finitime, un pandemonio
di incertezze, di contestazioni, di rivalità, di
gelosie e di prepotenze. Onde il risultato ef-
fettivo del sistema Taaffe fu quale 1' abbiamo
di sopra descritto, quello, cioè, di accrescere
in modo straordinario le esigenze e le pre-
tese di tutti, senza accontentare nessuno. Da
ciò la grande confusione in ogni parte delia
Monarchia, e ia preponderanza dei partiti e-
stremi, di quei partiti, cioè, che sanno tutto
osar*» pur di raggiungere la mèta che ciascuno
di loro si è proposta.
Ma al fine lo stato delle «ose giunse ad un
punto che non si poteva più sostenere, e la
stravagante legge sull'allargamento del voto e»
lettorale, prodotta iuopinatamente dal conte
Taaffe al parlamento, nonché il fatto troppo
precipitato della proclamazione del piccelo
stato d' assedio a Praga, determinarono la
sua caduta.
Noi, certo, non lo compiangiamo; che nes-
suno dei governi, che si sono seguiti a Vien-
na, fino dall' epoca della proclam]g«r«ne della
costituzione, ci ha recati tanti grattacapi
come questo ultimo dei conte Taaffe.
Ed in vero, si fu appunto in quest' epoca
che la nostra Dieta provinciale si è conver-
tila, senza prò, in una palestra quasi di pu-
gilato, di violenze e di confusione. Ormai non
si viene più in Dieta per tare, come un tempo,
della buona amministrazione, ma per pro-
muovere conflitti, suscitare scandali, eternare
discordie, appunto da quei deputati slavi del-
la minoranza che coi favori del nuovo si-
stema seppero farsi largo e venire a galla.
E si osò fino I' incredibile, senza trovar
maniera di porre un argine a siffatte escan-
descenze.
Nessuna meraviglia, quindi, che un tale
«ontegno della Dieta portasse delle funeste e
deleterie conseguenze suhe popolazioni e del-
le città e della campagna, le une irritate dal-
l' impronto atteggiamento di chi osava sfidare
i sentimenti più delicati del cuore e le se-
colari consuetudini ; le altre, imbaldanziti dal
sentirsi sollecitate a rivendicare fantastici di-
ritti, e lusingate di migliore avvenire eco-
nomico, quando si staccassero da quelli che
un dì chiamarono fratelli, e che ora son loro
dipinti quali acerrimi nemici. Il che tutto
produsse uno stato di intolleranza, di incom-
patibilità e di violenza ehe mai si è veduto
1' eguale. Basti dire che la ribellione e la per-
secuzione invasero persino i sacri tempii.
Fu appunto in quest' epoca, che, non ba-
stando lo stato caotico in cui era caduto il
paese per gli antagonismi nazionali, artificial-
mente creati, si volle ancora portare la con-
fusione delle lingue nel campo dei tribunali
e dei giudizi E qui non ripeteremo quello
che abbiamo già detto le cento volte ; ognuno
sa quanto abbia scapitato il prestigio della
giustizia stessa sotto I' impero dei sistemi in-
garbugliati e contradicenti, di utilità pratica
per nessuno, e gravosissimi alle parti.
Nè qui è finita la dolorosa istoria delle pe-
ripezie e dei disagi subiti dal nostro paese
nei 13 anni sopra detti, tanto in ordine so-
ciale, che politico, giudiziario e persino reli-
gioso; basti dire che converrebbe riportarsi
col pensiero a molti anni addietro, all' epoca
più assoluta del sistema metterniohiamo, per
trovare un periodo tanto convulso come fu il
presente. Diremo anzi, che fra i due sistemi
il secondo potrebbe avere la preferenza sul
primo, se non altro perchè il principe Met-
ternich sapeva quello che voleva; mentre dal
conte Taaffe, da tutto 1' insieme dei suoi atti,
non si potè mai comprendere che cosa voles-
se e quale mèta intendesse raggiungere. Che se
egli ebbe, a quando a quaudo, dei riguardi
per 1' una o per 1' altra delle varie nazionalità
dell' impero, per gli italiani non ne ebbe mai
alcuno; intendiamo dire non per noi soltanto,
ma anche per Trieste, Gorizia, pel Trentino
e per la Dalmazia. Su di che ci sarebbe da
dire, veramente, delle cose mollo gravi, se
la libertà della stampa fosse, come tante al-
tre, una cosa reale e non fittizia. Ed ora,
caduto Taaffe, che cosa accadrà ? E' prudente
di aspettare."
Il Battemberg
Nella graziosa villa della L$ech-
gasse a Graz è entrato il lutto; il prin-
cipe Battemberg, che per sette anni
aveva regnato sul giovane popolo bul-
garo, è morto e tutto il mondo sente
la grave perdita. Era un «roe ed un
uomo sventurato : chi non si senta
commosso della sua così intempestiva
e così deplorevole fine?
À ventidue anni era salito sul trono.
La sua gioventù forte e nobilmsnts
baldanzosa e i suoi talenti promette-
vano un' èra felice per la Bulgaria. Ma
nè le sue belle doti nè gli allori me-
ritati sul campo di battaglia valsero
a consolidare il suo tronco. L'invidia
dell' impero moscovita lo scosse « l'in-
grato suo popolo, che ? i soldati stessi,
eh' egli aveva condotto alla vittoria, lo
rovesciarono.
Non riesoirà csrto discaro un po' di
storia. Alessandro di Battemberg era
il secondogenito dal matrimonio mor-
ganatico del principe Alessandro d'As-
sia colla contessa Giulia Hanek e na-
cque il 5 april« 1857 a Verona. Alla
contessa era stato conferito il titolo
di principessa di Battemberg, titolo
che ereditarono pure i figliuoli.
Il padre del principe era al tempo
della nascita di Alessandro gsnerale di
brigata nell' armata austriaca in Italia
sotto Radetzky, che tenne il neonato
principe al fonte battesimale.
Assolti gli studi militari il principe
Battemberg entrò come tenente nei
24.o reggimento dei dragoni grandu-
cali di Assia. Nell'anno 1877 prese
parte alla guerra russo-turca e ebbe
già allora occasione di conoscere la
Bulgaria. Dopo la guerra fu trasferito
a Berlino e sin da quei tempo l'atten-
zione di coloro che pensavano dare un
principe alla Bulgaria, si volse su lui
che, anche nefMa modesta posizione in
cui si trovava avea dato nel corso
della guerra turco-russa saggi bril-
lanti del suo valore e della sua va-
lentia.
An«he ii fatto che era nipote dello
czar Alessandro II gli preparava la
via al trono; e, di fatti, nella seduta
del 26 aprile 1879, il grande Sobrauje
lo elesse a unanimità a principe di
Bulgaria e la potenze lo conferma-
rono.
L'8 luglio 1879 egli fece il suo so-
lenne ingresso a Tirnovo e prestò il
giuramento di osservare e mantenere
)a costituzione del principato. A resi-
denza scelse Sofia. Salutato in tutto il
paese con vera gioia, seppe cattivarsi
sempre più le simpatie dei bulgari e
ottenere presto una popolarità e una fi-
ducia invidiabile, che si vide ben pre-
sto costretto di metter a prova. Il So-
branje, in oui prevalgono gli elementi
radicali, si mise di mezzo alle sue a-
spirazioni e tentò di limitare il suo
potere.
Alessandro di Battemberg dichiarò
allora di dover diporre la sua corona,
se non gli venivano accordati straor-
dinari pieni poteri. La simpatia per il
principe la vinse, ed ottenne ciò che
aveva domandato.
Anohe la stragrande influenza che
i russi si erano acquistata in Bulgaria
fu limitata mercè la tua avvedutezza.
Egli si proponeva render libera la Bul-
garia in tutti i riguardi, specialmente
poi sottrarla ad ogni esterna influenza.
Conseguenza di questi virili e nobili
propositi fu l'implacabile avversione
dello czar e del partito paslavista in
Russia. Lo si designò come un in-
grato e si cercava di sbalzarlo dal
trono. Quando poi, dopo la solleva-
zione della Rumelia orientale, il prin-
cipe di Battemberg, per consiglio del
ministro-presidente Karaw«low, accettò,
pur violando il trattato di Berlino, il
dominio offertogli dalla reggenza prov-
visoria rivoluzionaria, e nel proclama
di Tirnovo del 20 settembre si chiamò:
„principe delle due Bulgarie per la
volontà dell' onnipotente Iddio e del
popolo," lo czar, in risposta, lo feq*
cancellare dalle liste dell' armata rusgs
e cercò di render la Bulgaria quasi.»
condizioni d'impotenza ad ogni di&B&
col richiamare tutti gli ufficiali russi
dall' esercito bulgaro.
Poco tempo dopo il principe con-
dusse i suoi soldati contro la Serbia.
Slivnitza e Pirot furono due catastrofi
}«r re Milano.
Frattanto la Russia lavorava inde-
gnamente a danno del principe. Il vec-
chio colosso russo avsa paura dello
staterello appena sorto e del suo prin-
cipe! Le agitazioni crebbero e finirono
con un atto vigliacco, che non si sa-
rebbe mai aspettato dai militari bul-
gari. Hanno la sola scusa che la Rus-
sia vi aveva la mano dentro.
Nella notte del 21 agosto 1886 il
principe fu costretto a firmare 1' atto
di abdicazione. Fu tenuto prigioniero
e scortato nella oitlà di lioni, ove, per
ordine dello czar, fu rilasciato in li-
bertà. Durante il viaggio verso la pa-
tria tedesca, riseppe essere desiderio
generale il suo ritorno e eho i cospi-
ratori, che lo avevano scacciato, erano
stati arrestati. Di fatti vi foco ritorno
e fu accolto con giubilo indicibile. Ma
la Russia continuò la sua opera inde-
corosa, e il principe, vista la scortese
repulsa alla sua umile preghiera, con-
siderato che si sarebbe circondato di
traditori e che le congiure, 1' agita-
zione nel paese sarebbero state all'or-
dine del giorno, rinunciò spontanea-
mente e definitivamente al trono. Lo
fece il 7 settembre 188B.
Per parecchio tempo non si parlò
più di lui. Ritornò in mernoi ia quando
si trattava del suo matrimonio colla
principessa Vittoria, la seconda figlia
dell'imperatore Federico 111. Però que-
sta unione, per la proterva opposizione
di Bismarek, che vinse fin la decisa
volontà dell' imperatore Federico, non
ebbe luogo.
11 principe poco tempo dopo prese
il congedo dall' esercito prussiano.
Al principio del 1889 la notizia del
suo matrimonio colla cantante del tea-
tro di corte di Darmsladt, signorina
Loisinger, rese attonito il mondo. Egli,
in quest' incontro, prese il nome di
conte di Hartenau. I novelli sposi si
recarono a Graz, ove acquistarono una
villa, nido d' un romantico amore. Nel
1892 il conte Hartenau entrò nell'eser-
cito austrìaco come colonnello e poco
dopo saiì al grado di maggiore ge-
nerale. Ora lascia la vedova con due
figliuolini, dei quali l'ultimo, una
bimba, nacque poche settimane fa.
Il conte Hartenau era una figura
simpaticissima. Alto di statura, dalie
spalle larghe, con una bella barba
biondo-scura ed ii viso abbronzito ; gli
occhi sfavillanti e il naso aquilino:
un assieme di forza e di genio, un
vero tipo di condottiero.
A Graz lo conoscevano tutti o tutti
s' interessavano di lui e dei suoi casi.
Chi lo vedeva passart a cavallo per i
viali dello Stadtpark, teneva dietro co-
gli occhi a quel cavaliere che andava,
pensoso, forse ricordando il suo pas-
sato e sorutando nel futuro, dal quale
desiderava altri allori. Ad Alessandro
di Battemberg non bastava Slivnitza a
Pirot. E ora giace morto nell'avello, lui,
che avrebbe potuto mettere in agita-
zione il monde intero.
^^
KALNOKY A MONZA E LA TRIPLICE
La Gazzetta Piemontese, discorrendo
della triplice, dice che nel trattalo la
eventualità di un aiuto reciproco in
caso di aggressione fu preveduta tra
1' esercito germanico e 1' esercito austro-
ungarico da un Iato, e tra l'esercito
germanico e l'esercito italiano da un
altro lato. — E l'articolo della Gaz-
zetta continua:
Più chiaramente: l'Italia, in date
( condizioni, si è impegnata a tenere
disponibile un'armata di operazione in
sostegno dell'esercito germanico, ma non
> si è impegnata a tenere disponibile
e luogo acclamare i padroni, i nostri
potres patriae 9 Si dispendiarono oltre
fiorini 50,000 per lavori inconcludenti
che all' acquedotto non abbisognavano
affatto ; ma si fecero per capriccio, per
discreditare, sopratutto, 1' opera memo-
randa del d.r Bajamonti. Si spesero
fiorini 20.000 circa per depurare l'ac-
qua, onde sia limpida, perchè tor-
bida alquanto quando fa pioggia ; ma
l'acqua è sempre la stessa. Polvere
negli occhi -ai poveri grulli !
E' da notarsi, che, quando piove,
T acqua dalla sorgente scende torbida
nel fiume. Come si può adunque pre-
tendere che diventi limpida nel depo-
sito, se viene torbida dalla sorgente ? Ma
ciò basta per dimostrare che l'acquedot-
to è mal costruito ; e non importa poi che
si sprechino delle migliaia di fiorini.
La costruzione dell' intero acque-
dotto, opera colossale, venne a costare
fiorini 300.000 ; e si gridò contro il
povero Bajamonti e lo si martoriò in
mille modi. Orbene : 1' attuale ammi-
nistrazione comunale, por restaurarlo,
come dice il Jedinstvo, preventiva fio-
rini 200.000. È enorme!
E che cosa è di Solta? Che cos'è,
ora che le rendite dovrebbero essere
di più del doppio di quelle che si ri-
traevano all'epoca di Bajamonti? Coll'au-
mento nei prezzi dei vini e gli im-
pianti di viti, fatti da quindici anni a
questa parte, le rendite devono esser
vistose. Con tutto ciò, le rendite non
ascendono neppure a quanto ascende-
vano all'epoca Bajamonti, nella quale
epoca — si noti — il vino era a fio-
rini 4 il barile, mentre ora lo si vende
a fiorini 10!
Ma non basta che le rendite non
corrispondano; vi sono anche le enormi
spese, sostenute dall' attuale ammini-
strazione per ritirare la domenicale.
Sotto l'amministrazione Bajamonti si
incantinavano oltre a 2500 barili di
vino, si acquistava del bottame, e, per
far la vendemmia, non si arrivava a
spendere fiorini 2000; mentre oggi,
senza acquistar bottame, e per incan-
tinare dagli 800 ai 1000 ettolitri di
vino, si spendono fiorini 5000; e que-
sta spesa la si sostiene, non già per-
chè sia necessaria, ma perchè si vuole
occupar della gente, che all'occasione
possa gridare dei živio frenetici alla
Croazia e magari alla .... santa Russia.
Che cosa volete di più ? Vi fu un anno,
sotto 1' amministrazione croata, che si
incantinarono circa 1000 erAolitri di
vino. Volete sentirne una grossa?
Quando si effettuò la consegna, ossia
il travaso, vi fu uno scemo di più di
100 ettolitri divino, mentre lo scemo non
doveva essere che tutt'al più del 2 per
cento, essendoché il vino, che s'incan-
tina, è vino netto. L'amministratore
si giustificò, dicendo che una buona
parte del vino era stata consumata dai
sessanta zupani, spediti a Solta dal
Comune per la vendemmia, onde, as-
sistiti da venti gendarmi, sotto il co-
mando dell' amministratore dei beni di
Solta, prender d' assalto i soltani.
Che bevute ! !
E questi signori, che in modo così
egregio amministrano il povero Comune
di Spalato, si mantengono al potere
anche dopo trascorso il termine legale;
e non si provvede perchè sieno una
volta tolti dalla mala amministrazione
e sostituiti interinalmente da un com-
missario governativo, onde ponga ri-
paro a tanta enormità!
Falso è che nei preventivi — sotto
l'amministrazione Bajamonti — non
fossero contemplate le rendite e le
spese dei beni di Solta e di Slatine;
e che perciò il preventivo annuale a-
scendeva dai 60.000 ai 70.000 fiorini,
mentre oggidì, sotto L'amministrazione
modello, ammonta a oltre fior. 200.000.
1 preventivi della gestione Baja-
monti contenevano sempre la rubrica
Rendite e Spese dei beni di Solta e
di Slatine; e se veniva tenuto un gior-
nale separato sugli introiti ed esiti di
questi bèni, il registro era interinale,
mentre i risultati sommari venivano ri-
portaci e conteggiati nel giornale prin-
cipale di cassa.
Se nell'ultimo anno di gestione del
povero ed illustre d.r Bajamonti il pre-
* ventivo aumentò, questo aumento di-
pendette unicamente dalla spesa con-
templata pella costruzione dell' acque-
dotto, e non per altre spese, che sotto
l'attuale amministrazione si preventi-
vano senza bisogno di riscontro.
E che cosa si dirà dell' enorme di-
spendio fatto pel teatro? Dell' impresa
dei lavori, affidata al consigliere co-
munale Brajnovieh, e nella quale erano
incaratati i martiri Isacchetto e com-
pagni, i quali ebbero un guadagno, po-
veri diavoli, di oltre 100.000 fiorini ?
Non basta, che, a causa del teatro,
eh' è passivo, oltre al prestito di fio-
rini 400.000, se ne sia fatto un altro
di fiorini 200.000 ; ma si vuole farne
ora uno più grosso ancora, un bel debi-
tone di fiorini 600.000!
E che.cosa importa che il Comune
si immerga in un oceano di debiti?
Non temete, contribuenti, non sarete
aggravati nell' aumento d'imposta e
nelle altre addizionali; non soffrirete
1' enorme carestia e .... i debiti si e-
stingueranno da sè.
Ma crede forse il Jedinstvo di poter
darla ad intendere? E' passato il tem-
po di far vedere lucciole per lanterne;
nè siamo tanto sciocchi da lasciarci
illudere dalle sue proteste.
Sostiene il Jedinstvo che il Comune
attualmente sostiene più spese di quelle
che si sostenevano sotto 1' amministra-
zione Bajamonti.
Queste spese si sostengono, perchè
si vogliono sostenere, non già perchè
siano necessarie ed indispensabili.
Chi vi dice di tenere al Comune
una moltitudine d'impiegati e di per-
sone sussidiarie ; chi vi dice di spen-
dere tante migliaia di fiorini, senza
che siano poi buoni a disimpegnare il
loro servizio ; mentre, con quattro
buoni impiegati, si farebbe molto di
più di quello che si fa coi dodici e si
spenderebbe la metà di quello che si
spende adesso ? E' la mala direzione,
è la cattiva amministrazione, che vi fa
spendere e che fa ascendere i preven-
tivi ad oltre fiorini 200.000.
Spalato è abbandonata; e, se non
verrà tolta dalle mani dei despoti, essi
la condurranno allegramente alla totale
rovina.
Ed ecco poi quanto scrive lo
stesso Narodni List:
«È da deplorarsi altamente che il comune
di Spalato, il quale si trova in condizioni
peggiori di quelle di un negoziante fallito,
permetta che il giornale, il quale si sostie-
ne unicamente ed esclusivamente con le pe-
cuniarie sovvenzioni che percepisce dal co-
mune, scriva in tale forma vergognosa.
Non sarebbe cento volte meglio, che que-
sta sovvenzione, la quale ingiustamente si
toglie a'magri introiti comunali, col mani-
festo intendimento di avvelenare tutte le
condizioni nazionali, politiche e morali, fos-
se impiegata a pagamento dei debiti nei
quali il comune di Spalato senza sua colpa
si trova inviluppato ? Che i signori capi e
membri del partito nazionale croato, pon-
gano le mani nelle proprie saccoccie, se
vogliono mantenere un organetto, che canti
la loro gloria e che con modi triviali e
maligni attacchi gli avversari. Ma non de-
fraudino denari d' altri, che sono proprietà
di tutto il comune, il quale ha bisogno di
risparmiare anche il soldo, ove non voglia
che lo colga il krach morale ed economico,
che già batte alle porte. Non è cosa da
pigliarsi a gabbo il debito di un milione,
al cui pagamento sarà necessario sagrifi-
care ogni anno il terzo del preventivo co-
munale. Ad illustrazione delle infelici con-
dizioni comunali, basti il dire, che già
ognuno a Spalato desidera e sospira il com-
missario governativo, come unica salvezza
nelle difficili ed intrigate condizioni di cose.
Ecco in pochi anni dove si giunse col così
detto risveglio artificiale della città di Zvo-
nimiro. Fatale, ma vero. Sotto V illusoria
superficie della pretesa era della legalità,
delV ordine e del lavoro, a Spalato il più
fracido marciume ha già invaso tutti i rap
porti sociali, nazionali e politici ; e noi qui
(a Spalato) nuotiamo nell' ampio mare del-
l' epoca romana di Tiberio. E la stessa
idea dello stato, per la quale si rompono
tante lancie, nulla ha da guadagnare in
questo caos ed in questo disordine. E si
deve inoltre riconoscere con cuore morti-
ficato, che a Spalato, non solo è morto il
trasporto e 1' entusiasmo per il croatismo,
e per l'idea croata, ma che è cessato per-
fino il più comune sentimento croato. L' a-
patia e l'indifferentismo sono dominanti
su tutta la linea ; e ciò per colpa di quelli
che stanno al timone della cosa pubblica.
A Spalato si ha abbondante e pronto mate-
riale per foggiare lina qualsiasi Debreczin
magiara, o una tedesca Meklemburg. Altro-
ché gingilli e ciambelle /»
Si può essere più categorici di così?
E, badate, non siamo noi che scri-
viamo.
I NOSTRI CARTEGGI
Botte e risposte.
Cattare. 7 ottobre.
Allorché giunge il Dalmata tutti accor-
rono in caffè per leggerlo.
— C' è qualche cosa da Cattaro ? doman-
dano subito a chi fu il più lesto a pren-
derselo; e, se questi dice di si, tutti gli
altri attendono il turno, guardando in fac-
cia chi lo legge, per conoscere, se il gior-
nale contiene delle droghe, o della malva.
— Oh! arriva il commissariò?
— Baie! — rispondono gli altri — da
quanto tempo lo si attende e non viene
mai
— Sentite quest'altra. I ricorsi eletto-
rali sono stati evasi e le elezioni si faran
no quanto prima.
— Che quanto prima d'Egitto ! Sono
trascorsi tre anni, e siamo sempre al sicut
erat, quasiché non ci fossero disposizioni
tassative in proposito.
— Ha per 1* amor del cielo, insorge un
altro a dire. Credete voi che colle nuove
elezioni trionferà il partite autonomo-serbo ?
E non sapete, che Bismarck ha detto beati
possidentes, il che, nel caso nostro, vuol di-
re, che chi sta bene non si lascia muo-
vere !
— Olà compare! risponde un quarto.
Dunque credi che il Comune debba passa-
re in eredità come un feudo ; e che il .mag-
giorasi sia de'croati ?
— Caro compare ! Io vedo che essi lavo-
rano, mentre, fra di noi, non vi è unione e
nemmeno spirito di sacrifizio....
— Lascia, compare, le chiacchiere. Al
momento delle elezioni vedremo le forze
e le misureremo.
— Non sperar niente, te lo dico io.
Quello che vorranno i signori di palazzo
sarà fatto.
— Dunque, compare, ne sai qualche
cosa?
-— Io non so niente; ma ripeto, che da
quasi tre anni siamo senza una legale rap-
presentanza; e le cose sono andate lo
stesso avanti, perchè, di uomini, non ab-
biamo che il fusto.
— E credi tu, che sarebbero cosi an-
date le cose, se vi fosse stato chi avesse
alzata la voce in luogo competente?
— Perdio ! la stampa ha parlato ben
chiaro.
— Non basta la stampa.
— Ma, allora, che cosa si sarebbe do-
vuto fare ?
— Che cosa? Quello che avrebbero fatto
in qualunque altro paese, capisci? Abbiamo
diritto si o no? Ebbene! questo diritto si
doveva farlo ben valere.
— Adesso ho capito! Hai ragione!
— Finalmente mi hai compreso. Avreb-
bero mandato un commissario imperiale da
molto tempo.
— E noi non domandiamo di meglio.
— Ed io ti dico, che le cose sarebbero
andate meglio, più. legalmente e più deco-
rosamente.
Adesso . '.. sarebbe inutile ...
— Adesso conviene attendere che si fac-
ciano le elezioni; ma, se dovessero ritar-
dare, bisognerebbe insistere, mandando una
deputazione magari a Vienna.
— Abbiamo a Vienna il deputato Kve-
kvich.
— Niente di meglio. Si manda a lui una
protesta con molte firme, perchè la presen-
ti e 1' appoggi.
— L'idea è buona; così egli potrà dire :
Vedete ... qui ci sono molti cittadini, che
reclamano un sacrosanto loro diritto; e
questo diritto non può venire dilazionato
senza mettersi in opposizione colle stesse
leggi.
In questa maniera si mostrerà di esser
vivi, di avere il coraggio di sostenere il
proprio partito e di far uso di un diritto
incontestabile ; altrimenti, noi non cesse-
remo di essere ritenuti, o imbecilli, o in-
fingardi.
— Affemia! che parli bene.
— Ma, pai, dopo ciò, è pur d'uopo ve-
nire ađ un accordo fra serbi ed autonomi.
— Volendo, si può raggiungerlo. Io be-
ne ricordo, che, non sono troppi anni tra-
scorsi, il cattolico col greco erano amici e
compari. Adesso, invece, croato ha signifi-
cato di cattolico e serbo vuol dire greco ;
mentre autonomo vuol dire propriamente
colui che non fa entrare la religione nel-
l'interesse della cosa pubblica.
— Dunque, prima di tutto, il bene pub-
blico ?
— Certamente!
— Io bandirei, infatti, gli appellativi, e,
piuttosto che dirai cattolico o greco; mi
vorrei dire cristiano e figlio delle buone
azioni.
— Questo si pratica in paesi meno igno-
ranti ; ma il popolino vuole venir soddi-
sfatto da bandiere, da professioni di fede,
dal mangiar bene e dal lavorar poco.
— Che importa a noi del popolino ?
— Eh! via! Le masse sono sempre gui-
date da certi messeri, cui preme il disac-
cordo. E, per tagliar corto, ti dirò, che al-
le Bocche di Cattaro si parte sempre da
un principio, il quale è santo in chiesa e
fatale in piazza.
— Basta, basta. I migliori patrioti si uni-
scano contro i croati, al solo effetto di com-
battere i croati; ed io sono certo che il
Comune cadrà finalmente in mani migliori.
Noterelle lissane.
Lissa, ? ottobre.
Il raccolto delle nostre uve darà il so-
lito eccellentissimo vino, forte e limpido,
che gode tanta fama nel commercio euro-
peo. Il vino di Lissa, infatti, è degno del-
la sua notorietà e v'hanno augusti perso-
naggi, che lo preferiscono ai più prelibati
prodotti della cantina francese.
Non è vero che si vogliano fortificare le
isole di Lissa e di Comisa e di Busi, o,
almeno, è vero che nulla appare che le-
gittimi tale notizia.
Lissa, una volta, era bene fortificata, e
lo stato, cogli anni, e con lenta spesa, a-
vrebbe potuto mutarla in una seconda Gi-
bilterra.
Vi sarà noto che a nostro podestà ven-
ne eletto il signor Serafino Topich, che,
quantunque nostro avversario politico, non
può altrimenti dirsi che uomo onesto, in-
telligente e pieno d'intraprendenza.
Vi sarà noto eziandio che fra giorni si
procederà alla nomina degli altri assessori
a completare l'amministrazione, mentre in-
fatti i due soli nominati non bastano. E
cosi Lissa, con sei assessori, potrà gareg-
giare appunto con le altre città dell'im-
pero.
Fra i quattro assessori da eleggersi sup-
pletoriamente vi saranno due autonomi, in
prova che il signor Topich non teme il
controllo degli avversari politici, anzi li
desidera nella pubblica azienda dappertut-
to, come nella commissione della Pubblica
Beneficenza, nel consiglio scolastico ed in .
tutti gli istituti cittadini. ,
Speriamo che questo accordo amministra-
tivo sarà aggradito da tutti e che altri co-
muni troveranno utile e pratico d'imitarne
l'esempio nell'interesse del paese.
Se saranno rose, fioriranno.
LA CRONACA
II ginnasio croato a Zara.
— Non vogliamo, non possiamo an-
cora credere che, in una città pretta
italiana come la nostra, e ad onta del-
la legale e patriottica protesta del no-
stro Comune, si possa imporre un gin-
nasio croato, un ginnasio esotico, un
ginnasio, che, aperto, sarebbe fonte per-
petua di provocazione.
A Zara si vive tranquilli; ognuno
vi è rispettato e nessuno neanche si
sogna la necessità di un istituto me-
dio croato, in irritante contraddizione
coi sentimenti della vera e propria
popolazione, tutta italiana, sempre i-
taliana.
Pure abbiamo letto che nel bilancio
del ministero della pubblica istruzione
è stato fissato V importo pel ginnasio
croato di Zara !
E possibile ciò ? È possibile che ra-
gioni di partito, o piuttosto volgari
puntigli di singoli, abbiano potuto con-
sigliare una misura, che colpisce al
cuore e turba ogni leale cittadino di
Zara ?
Perchè il ginnasio croato, se gli
stessi serbi dei distretti limitrofi, che
avrebbero maggiore comodità nel man-
dare i loro figliuoli al ginnasio di
Spalato, li mandano invece a Zara ?
Per dare il gusto al pretuncolo Zarich
— energumeno fabbricator di croati —
e ai pochi italiani rinnegati, che, per
fare le scimmie croate, incretiniscono
i loro figliuoli col mandarli alla scuo-
la croata, mentre di croato non sanno
sillaba ?
Oggi — pur coli' animo pieno di
proteste — ci soffermiamo qui, dispo-
sti a gridar forte perchè Zara italiana
sia rispettata, intenzionati di esporre
a sua eccellenza il signor ministro
del culto e della istruzione -- a tutela
della pubblica moralità e della giusti-
zia — tutte le nostre ragioni, tutto
quanto proclama il ginnasio croato di
Zara una lesiva superfluità.
Pel nostro diritto. — Da fon-
te autorevole veniamo informati che il
ministero della difesa del paese —
venuto a rilevare che in epoca ante-
riore, ad insaputa dello stesso, ed ar-
bitrariamente, venne eliminata dalle
tabelle dei comandi ed appostamenti
dell' i. r. gendarmeria la lingua ita-
liana — ebbe ad ordinare ai rispettivi
organi di attenersi d' ora in poi stret-
tamente alle prescrizioni in proposito
vigenti, per le* quali 1' uso delle lingue
del paese sulle dette tabelle deve es-
ser conforme a quello osservato dalle
preposte autorità politiche. E quindi,
in Dalmazia, dopo la tedesca, quale
lingua di servizio, devono figurare sulle
tabelle ambo le lingue del paese : V ita-
liana, cioè, e la serbo-croata.
Finalmente — almeno in tesi di
principio — ci si rende un po' di giu-
stizia e si toglie una triste anomalia,
contro la quale il nostro Dalmata ha
mille volte reclamato.
Vedremo adesso se questa dispo-
sizione sarà eseguita, o se resterà let-
tera morta, come tante altre.
Vedremo.
Zara a Dante. — Curiosità cit-
tadine. — Il giorno 17 maggio 1865 la
pubblica loggia, in cui si trova la Biblio-
teca comunale fondata dal nostro P. A.
Paravia, anch' esso illustratore di Dante,
era rivestita a festa e sfarzosamente ad-
dobbata. Sul frontone leggevasi la seguente
epigrafe : Nel secentesimo anniversario —
del natale — di — Dante Alighieri — za-
ratini ed estranei — onorate V altissimo
poeta.
Nell'interno, fra trofei di bandiere, e
sotto apposito padiglione, una maestosa
immagine in rame di Dante, circondata da
una corona di alloro, con sotto le varie
edizioni ed illustrazioni delle sue opere. E
poi componimenti poetici, tutto in giro,
e vaghissime rame fiorite. Ma il fregio più
bello della Biblioteca consisteva in forse
un centinaio di ritratti dei più valenti dal-
mati, che nelle lettere, nelle scienze e nelle
arti illustraron la patria. Talché in un
componimento leggevasi :
A Te, fra i vati massimo,
Più che di lauri e gigli
Corona fa Dalmazia
De'propri illustri figli.
Osservabili si rendeano del pari sei
busti di gesso, i quali avevano il pregio
di rappresentare antichi illustri zaratini e
di avere appartenuto ad un' Accademia e-
sištita nel secolo scorso in questa città.
Nè la Biblioteca soltanto, ma la città
tutta scorgevasi adorna dell' effigie dell'im-
mortale poeta e dei diversi componimenti
poetici sorti in luce per l'occasione. La
sera, nel mentre la Loggia accoglieva nu-
merosi visitatori, il teatro, sfarzosamente
illuminato, era gremito d'un pubblico eletto,
e l'attore Vernier, ora impresario tea-
trale, sollevava T entusiasmo^del pubblico,
declamando il canto XXXIII della Divina
Commedia. 1 , '
I giornali dell'epoca tributano grandi
elogi al distinto concittadino bibliotecario
Giuseppe de Ferrari Cupilli, operoso e
valente cultore della stona patria e orga-
nizzatore di queste feste.
Decesso, T- Giovedì, in tarda età, è
morto il nostro concittadino signor Urbano
Giancix, persona generalmente stimata per
la bontà del carattere; uno dei vecchi e
saldi patrioti zaratini, di cui, pur troppo,
si va perdendo lo stampo. Era affezionato
esemplarmente alla nostra causa, sempre
tra i primi, anche grave d'anni, nel farle
onore. Sulla sua bara diamo sincero, affet-
tuoso compianto.
Mare magno croato. — La Katoli-
àka, l'altra mattina, si è alzata di malu-
more e si è accorta che gli italiani -,
guarda un po' — gratificano i croati die-
piteti animaleschi.
Tutta una fauna.
E prete Prodan — a concludere — ha
ripetuto 1' apotegma cretino dell' arco trop-
po teso..... col resto che sapete.
Ah sì, eh?. Ma quando trenta o qua-
ranta manigoldi croati ruttano in coro can-
zonaccie oscene contro gli italiani e gli
autonomi, sotto le orecchie della 'beneme-
rita, che cosa ci sa dire di bello quel caro
don Giovanni?
Che corda, allora, ha da spezzar l'arco
troppo teso?
La corda, forse, reclamata pel collo degli
italiani ?
*** E anche giorni sono, a Spalato, come
se il processo del ginnasio fosse stato un
piatto di fragole inzuccherate, quei cari
minorenni, che fanno la Croazia.... nei
calzoncini, hanno strillato parecchie ore
vituperi contro gli italiani e gli autonomi.
Ma il faut que jeunesse se passe.
Noi soli, secondo le teorie di don Gio-
vanni, abbiamo il diritto al silenzio, Y acre
silentium di Plinio.
*** La stessa effemeride asserisce che i
giovani Blagorod Belja e Palocca vennero
condannati dalla locale corte di giustizia
per motivi politici.
Motivi politici un fico secco !
Due fanatici aggrediscono e a momenti
freddano un povero diavolo, che neanche
conoscono, ma che ha il torto di canta-
rellare in italiano .... e quest' azionaccia
brutale viene elevata all' onore di un fatto
politico ? !
0 sta a vedere che, da qui a cent'anni,
si festeggerà con banchetti il martirio po-
litico del Eelja (juniore) e del Palocca!
Proprio come pei martiri Zriny e Fran-
gipani.
Ma ! Se ne vedono tante nel mare magno
croato.
*** C'è qualche idiota, che, a casa sua,
coi suoi figliuoli, non sa, non può parlare
altro, che il venezianino, o il zaratino.
Ma, fuori, nella posa eroica di Bruto,
colla mano nello sparato del gilè, fa da
croato, da ultra-croato, da più che croato.
E mette i figliuoli — che non sanno dir
pane in croato — nella scuoletta esotica,
nella scuoletta provocazione, diretta dal-
l' illustre glottologo Paulicevich,
Bella coerenza !
Facciano almeno una cosa, prima.
Facciano venir d' oltre monte una balia,
perchè almeno giovi ai loro marmocchi la
formola della lingua succhiata col latte.
Saranno meno ridicoli, se anche dovranno
spendere qualche fiorino di più.
*** L'on. Bianchini celebra le nozze
d'argento con la sua gazzetta.
El bon don Nico riproduce il capitolo
doloroso dei primi istanti: la povera sof-
fitta, l'insonnia, gli stenti... .
Cose da far lacrimare un moro di bronzo.
Don Bianchini scriveva sedici ore al
giorno, su ventiquattro. E niente divaga-
z oni ! niente sospiri ! niente disavven-
ture !
Ma, poi, il Narodni List, colle belle mi-
gliaia di fiorini pappate a monsignor Stros-
smayer, mise pancia, divenne robusto e
vivacchiò allegramente.
E, da grafomane, don Giorgio divenne
oratore.
Egli ha bisogno di salire quotidiana-
mente su qualche cosa per tenere un di-
scorso.
Quando si celebreranno le sue nozze
d'oro, avrà più parlato lui di tutti i ciar-
latori greci e romani messi assieme.
Uno sgomento ì
JLa fiera. — Favorita da un tempo ma-
gnifico, la fiera tradizionale di San Simeone
— patrono di Zara — lasciò in tutti, que-
st' anno, una gratissima impressione.
Una giornata estiva, piena di sole, di
movimento e di allegria. Le vie gremite. Il
solito, caratteristico frastuono di fischietti
e di trombettine ; il solito assalto ai negozi
di giuocattoli.
1 mercanti di trastulli hanno fatti in-
cassi ragguardevoli.
Nel'a bella chiesa collegiata, ove il santo
riposa nell' arca d' argento, 1' arca del dolce
miracolo, le funzioni ebbèro luogo con so-
lennità straordinaria; con lusso di argen-
terie, di fiori, di cere.
Il Comune — per antico privilegio — è
il custode dell'arca. Esso ne ha le chiavi;
e, per vecchia e cara consuetudine, il pri-
vilegio viene in questo giorno avvalorato.
Un assessore apre solennemente l'arca.
Mai come quest' anno numerosi i devoti
che passarono innanzi la reliquia, colla fede
nell' animo e la prece sul labro. '
Al solenne pontificale venne eseguita
assai bene, da provetti cantanti cittadini,
diretti dal m.o Eavasio, la bella méssa del
Canetti, a piena orchestra.
Finita la funzione ebbe luogo uno scelto
concerto della Banda comunale.
Alle funzioni serali si è ammirata la
splendida illuminazione nell' interno del
tempio, rischiarato vividamente anche a
luce elettrica.
La spesa d'installazione della luce elet-
la barca spinse in alto mare il fra-
gile schifo, nè si arrestò — dopo aver
percorso tutto il canale — che frangen-
dosi sulla riva di Pogliana, ove i ragazzi
sbarcarono, quasi morti dallo spavento.
E in grande spavento — sinché non ne
seppero novelle — furono giovedì i loro
genitori.
Condannato a morte. — Abbiamo
già raccontate nel «Dalmata» per lungo
e per largo le avventure di quell' Ivo Dro-
pulich, che, cara personcina, ebbe ad ini-
ziare la sua carriera con parecchie con-
danne per furto ed a chiuderla con un
furto sacrilego ed un omicidio commessi,
nel distretto d' Imoschi, alla distanza di
poche ore.
Ricorderà, infatti, il lettore che una
notte il santuario di Bagalovich venne
alleggerito dei preziosi e che, la notte
successiva, 1' oste di Biorine Jurissich ven-
ne trucidato barbaramente nel suo letto.
Chi si era divertito a sopprimer così
osti ed ostensori ? Il Dropulich, il quale
venne arrestato nei pressi di Mostar, da
quella «benemerita».
Ma ecco che al Dropulich riesce com-
pletamente il colpo di evader dal carcere,
travestito da secondino ; ed ecco una se-
conda volta sguinzagliata la truppa con-
tro di lui.
Circondata la montagna dove si era ri-
fugiato, dovette arrendersi. E, bene am-
manettato, questa volta, fu anche bene
custodito nei He carceri di Mostar.
La scorsa settimana, finalmente, ebbe
luogo il processo in di lui confronto, e la
Corte di giustizia di Mostar, a voto una-
nime, ebbe a condannarlo alla pena di
morte.
Il Dropulich confessò tutti i suoi mi-
sfatti ; e, se non lo salva la sua giovane
età (non ha che vent' anni) farà tra breve
conoscenza, con tutta probabilità, con la
forca.
Come tutto viene involato. —
Nella (Gazzetta di Basilea dei 22 gennaio
a. c. nella rubrica notizie di polizia leg-
giamo : «Il 9 decembre 1904 venne invo-
lato presso 1' amministrazione dei beni del
Baden una cassa destinata per Graz, se-
gnata D. B. 18144 contenente 300 fia-
schette di 6irolina del peso di 117 chilo-
grammi. Sirolina è un rimedio di cura
contro le malattie degli organi della re-
spirazione e viene preparata da una firma
di qui. Le fiaschette portano il nome della
firma. Un errore nella spedizione è esclu-
so, essendo che tutte le relative investi-
gazioni alle stazioni dell' estero sono ri-
maste senza effetto.»
CORRISPONDENZA APERTA.
X. — Qui. Il Museo Civico di Storia
Naturale si aprirà quando ci sarà un nu-
mero conveniente di esemplari da esporre.
All' uopo, anzi, si intende di formare un
sodalizio.
O. B. Il suo lavoro sulla pesca andrà
nel prossimo numero.
0. B. — Qui. Linea Trieste-Venezia, via
Cervignano : può partire alla mattina, da
Trieste, alle 6.12 a. In coincidenza coi
vapori, e senza perder tempo, alle 12.30 p.
Ezio. — Qui. E così, è così ! Certi si-
gnorini, mai abbastaza intransigenti, mai
abbastanza severi censori dell' altrui tie-
pidezza, appena entrano in un i. r. ufficio,
o aspiran d'entrarvi, mutano stile. Meglio
un patriottismo equilibrato, moderato, a-
lieno dalle esagerazioni bombastiche e
dalle recriminazioni perpetue, ma sempre
eguale, franco, coerente.
Signor D. li. Ci occupiamo col massimo
impegno dell' affare.
La Lega Nazionale in Dalmazia
Pervennero al gruppo di Zara :
Dalla calzoleria Teja per multa inflitta
a due garzoni cor. 2.
Per onorare la memoria del defunto
signor Lino prof. Buzolić : Gr. Nani cor. 1,
A. Galasso 1, famiglie : Michieli de Vit-
turi 1, Petz 1. — Per onorare la memoria
del defunto signor Marco Pavissich : R.
Tocigl cor. 1. — Per onorare la memoria
della defunta signora Domenica ved. Ad-
dobbati : N. dott. Krekich cor. 2. — Per
onorare la memoria del defunto signor Pie-
tro Griacomoni: F. Agonia cor. 2, M. de
Beden 1, A. ved. Yitaliani 1, Ab. Persi-
calli 1, D. Yezil 1, famiglia Toman 1. —
Per onorare la memoria del defunto signor
Bartolomeo Calebich: A. Brainovich cor.
1, Gr. Huptich 2, P. Zarich 1, F. Bolis 1,
B. Bartulovich 2, Gr. Barone 1, A. Alace-
vich 1, Gr. dott. Persicalli 2, A. Galasso
1, 0. Raimondi 2, Y. Mandel 1, P. Cri-
velli 2, G. Ghergurovich 1, N. N. 2, Y.
de Stermich 1, P. de Beden 1, C. Lana 1,
0. Vezil 2, V. Crivelli 2, Ab. Persicalli
2, G. Galasso 1, C. Desiderio 1, A. B. 2,
A. Mestrovich 1, N. dott. Krekich 2, Gir.
e Griov. Mazzoni 5, D. Yezil 1, P. Cassa-
ci 1, P. cav. de Erco 2, M. Persicalli 2,
U. de Medici 1, Y. Brunelli 1, M. Ber-
tuzzi 1, C. Bertuzzi 1, N. N. 2, D. Ba-
rich 2, P. Brunelli 1, A. dott. Rolli 3,
famiglie: de Zamagna 4, dott. Inghini 3.
— Per onorare la memoria della defunta
signora Anna Bolcovich : fratelli Vezil cor.
1» N. N. ì. — Pei onorare la memoria
del defunto signor Alberto Demarchi, de-
cesso a Montagnana : Gius. Venturini cor.
2, L. Kiirn 1, R. Kiirn 1. — Per onorare
la memoria della defunta signora Anto-
nia ved. Bianchi: F. Rossandich cor. 1.—
^er onorare la memoria del defunto signor
Giovanni Sala, decesso a Spalato: club
«Baccanale» cor. 3.
* * *
Pervennero al gruppo di Spalato:
Per onorare la memoria del defunto
signor Marino Foretich : N. Illich cor. ó,
dott. G. Illich 3, Italia Fabris 2, dott Bo3mi (Lissa) 5, A. Vucassovich (Dernis)
5. — Per onorare la memoria del defunto
don Agostino Casotti: C. Mutarello cor. 1
1, A. Valle 2, D. Savo 2, E. Pezzoli 5, s
A. ved. Foretich 2, T. Giovannizio 1. — j
Per onorare la memoria del defunto signor
Giovanni Sala : A. Sisgoreo cor. 2. — Per
onorare la memoria della defunta signora
Maria ved. Bellan : famiglia Dorchich (San
Pietro) cor. 4.
Da L. R. per vinte ai giuoco cor. 1.20. *
* *
Pervennero al gruppo di Ragusa:
Per onorare la memoria delia defunta
signora Albina Opuich, nata Simonich :
famiglia Filomeno Cattich di Zara cor. 3.
Raccolte durante la festina di domenica
29 gennaio 1905 nella Società Operaia
«Progresso» per multe convenzionali in-
flitte ad alcuni soci cor. 3:36.
# * ik
Pervennero al gruppo di Dernis-Knin :
Per onorare la memoria del defunto si-
gnor Marino Foretich di Spalato: «Gabi-
netto di Lettura» di Dernis cor. 5, Giro-
lamo degli Alberti (Dernis) 4.
*
* * Pervennero al gruppo d'Imoschi :
Dal signor Girolamo Testa a saldo ca-
noni mensili prò gennaio e febbraio cor. 2.
Dal signor dott. Gjivović dentista da
Ragusa il guadagno del preference cor. 1:14.
Raccolti fra quattro giuocatori nei lo-
cali sociali del «Casino» cor. 3:20.
Da un croato per festeggiare il 90.mo
compleanno di monsignor Strossmayer cor. 1.
Dalla ragazzina Anna Ligutich il gua-
dagno dei mercante in fiera cor. 1.
Per onorare la memoria della defunta
signora Maria Bittanga : Pietro Benzon
cor. 4.
Aiutate tutti e sempre la Lega.
Le oblazioni varie
Società degli studenti Italiani del-
la Oalmazia. — Elargizioni in occa-
sione del balio :
Società Canottieri «Diadora» cor. 10,
Osvaldo Bettali 20, signora de Erco 5,
redazione del «Dalmata» 20, console cav.
M. Camicia 20, alcuni studenti 10, Miche-
langelo Luxardo 40, dott. R. Ghigliano-
vich 20, Isidoro Simorina 10, «Pompieri
Yolontari» 20, Andrea Caiussi 10, famiglia
G. Mazzoni 10, «Società dei Bersaglieri»
di Zara 20, podestà dott. L. Ziliotto 40,
D. Medovich 20, F. Salghetti-Dholi 20,
agenti di commercio 20, can. Y. Miosse-
vich 6, Ottaviano Raimondi 3, contessa S.
Nagy de Borelli 10, contessa Antonietta
de Borelli 20, contessa Gina Maschek 5,
Antonio Alacevich 2, G. C. V. 2, Dome-
nico Basilisco (Pago) 10, Emilio Ragaz-
zini 4, Leopoldo Kiswarday 5, S. F. Z.
10, V. Bomcelli 2, N. Sgarabottolo 2, G.
Kerstich (Borgo Erizzo) 10, Giovanni Ghi-
glianovich 2, Emanuele de Fenzi 10, Gio-
vanni Rubcich 5, N. N. 5, Giovanni
Battara 10, Ant. Rossi Sabatini 3, Raul
Bellini 3, Lodovico de Schonfeld 10, Giu-
seppe Sascor 2, dott. G. Nakic d' Osljak
lire it. 5, prof. T. Erber cor. 10, dott. G.
Persicalli 10, Eugenio Gloria 3, Ruggero
Nicolich 5, prof. Giov. Faccini 5, Giorgio
Venturini 5, dott. N. Krekich 10, dott. S.
Ghiglianovich 20, Ant. Matzenik 5, Rod.
Tocigl 5, Manfredo Persicalli 10, dott. M.
Campitelli (Rovigno) 10, un amico della
gioventù 5, Emilio Valentini 10, Demetrio
Luxardo 10, Spiridione Artale 5, prof. C.
Boara 5, Catterina Boara 2, Armando
Boara 2, prof. E. Nicolich 5, cav. R. de
Trigari 10, G. Dellich 5, Giuseppe Per-
lini 10, Gino cav. de Paitoni 4, Giovanni
Hrach 2.
Le ulteriori oblazioni si possono conse-
gnare nel negozio del signor E. de SchOn-
feld.
Alla Società di San Vincenzo de
Paoli. — Per onorare la memoria della
defunta signora Amalia Cassani : dott. Ca-
simiro Abelic di Melada cor. 2.
Air istituto di pubblica benefi-
cenza in Zara. — Per onorare la me-
moria del defunto signor Bartolomeo Ca-
lebich : funzionari dei capitanato distret-
tuale di Knin cor. 20.
All' asilo infantile. — Per onorare
la memoria del defunta signora Anna
Candia : Filomeno Cattich cor. 1. — Per
onorare la memoria della defunta signora
Anna Scarpa: Filomeno Cattich cor. 1,
Demetrio Luxardo 2. — Per onorare la
memoria della defunta signora Maria ved.
Hein: famiglia Drabek cor. 1. — Per o-
norare la memoria del defunto signor
Luca Millicich : fratelli Luxardo cor. 4.
— Per onorare la memoria del defunto
giovanetto JUbertino Borelli: cons. Illich
cor. 2. — Per onorare la memoria della
defunta signora Domenica ved. Addobbati :
cons. Tamino cor. 2, contessa Amelia Lan-
tana 2. — Per onorare la memoria della
defunta suor Salesia Ziska: famiglia, Drabek
cor. 1. — Per onorare la memoria della
defunta signora Antonia ved. Bianchi :
Sebastiano Bottner cor. 1, Maria ved. Re-
berschegg 1. — Per onorare la memoria
del defunto signor Lino Buzolich: Deme-
trio Luxardo cor. 4. — Per onorare la
memoria del defunto signor Pietro Gia-
comoni: Maria Maupas cor 1, famiglia
Drabek 1, famiglia Bacotta 1. — Per o-
norare la memoria del def unto signor Bar-
tolomeo Calebich : fratelli Luxardo cor. 6,
Pietro Kassandrić 2. — Per onorare la
memoria della defunta signora Elisabetta
Pesino: famiglia Gaus cor. 3. — Per o-
norare la memoria del defunto signor Do-
menico Gilardi: fratelli Luxardo cor. 6,
Amalia ved. Teindl 1, Donato Filippi 1,
Giovanni Rolli 1.
All' a§ilo delle orfanelle. — Per
onorare la memoria della defunta signora
Amalia Cassani : Francesco Gosetti cor. 2.
per onorare la memoria della defunta signora Giovanna ved. Brainovich: dott.
Giuseppe Luxardo cor. 1. — Per onorare
la memoria della defunta suor Salesia
Ziska : rev. don Giovanni Valentie cor. 2.
— Per onorare la memoria della defunta
signora Francesca Achetz, decessa a Pola :
Vincenzo Crassich cor. 1. — Per onorare
la memoria della defunta bambina A. Ske-
lin, decessa a Dernis : coniugi Salvi cor.
10. — Per onorare la memoria del de-
funto signor Lino Buzolich : Vincenzo
Crassich cor. 1, Cellino Benvenuti 1, Nic-
colò Lana 1, Filomeno Cattich 1, Giovanni
Alujevich 1, Carlo Ponte 1, famiglia Ma-
nesi 1, Giovanni Moscovita 1, Paolo Ra-
dovani 1, Giuseppe Cattich 1, Carlo Zach
1. — Per onorare la memoria del defunto
signor Bartolomeo Calebich : dott. Giu-
seppe Luxardo cor. 1, Carlo Zach 1, Giu-
seppe Cattich 1, dott. Dragomiro Dominis
2, Maria ved. Haracić 1, Matteo Dunatov
2, famiglia Millicich 1.
Le direzioni porgono col nostro mezzo
i più vivi ringraziamenti ai generosi o-
blatori.
Te r e c ejtt i s s i m e
Appena completata l'istruttoria, Mas-
simo Grorki verrà rilasciato in libertà.
E, molto probabilmente, varcherà il
confine.
= II governo austro-ungarico con-
tinua ad ammassare truppe al confine
albanese ed a prendere tutte le di-
sposizioni necessarie nel territorio di
Novibazar per una prossima occupa-
zione del vilajet di Scopia. Molti uf-
ficiali austriaci travestiti percorrono per
ogni parte il vilajet, prendendo minu-
tissimi rilievi topografici.
=* Il professore Adolfo de Menzel
è morto a Berlino. Era il pittore au-
lico di Guglielmo II ; ma era anche
una delle più geniali figure dell1 arte
tedesca dell' ottocento.
= Ad una interpellanza di (Jam-
poreale e ad un' altra di Pierantoni sulle
relazioni fra l'Austria-Ungheria e l'I-
talia, il ministro degli esteri italiano,
on. Tittoni, ebbe a rispondere giovedì
che nulla è cambiato fra l'Austria e
l'Italia e che fra i due governi regna
un sincero accordo e reciproca fiducia.
Il governo austro-ungarico che in al-
tri tempi si era allarmato per le agi-
tazioni nel regno confida nella ret-
titudine del governo italiano.
In riguardo all' oriente dice che al-
l' infuori del trattato di Berlino vi so-
no due questioni : la macedone e 1' al-
banese; nella prima si tutelano i patti
della alleanza; e circa la seconda esi-
ste fra l'Italia e PAustria un forma-
le impegno scatto già illustrato par-
lando alla 'Minera dopo il convegno
di Abbazia.
In quanto all' Inghilterra l'Italia si
trova con essa^in perfetto accordo ; la
Germania, fedele alleata, ha per base
della sua politica i buoni rapporti con
la Russia, alla quale la Francia è le-
gata con vincolo di alleanza.
Sono adunque più specialmente i
rapporti dell'Italia con l'Austria e
con la Russia che in questo momento
hanno grande importanza.
Il ministro disse associarsi comple-
tamente a quanto ha detto il Pieran-
toni circa il principio delle nazionalità,
pure dover disapprovare le manifesta-
zioni avvenute in Italia, che varcarono
ogni limite ed ogni misura, e, sprezzan-
do qualunque riguardo e qualunque
cons derazione di convenienza interna-
zionale, hanno in varie occasioni crea-
to imbarazzi al governo e reso diffi-
cilissima l'opera del ministro degli e-
steri per la tutela di gravi interessi
del paese.
Le dimostrazioni di piazza ed i voti
dei consigli comunali e provinciali, che
hanno fatto della politica estera, co-
stituiscono una vera usurpazione dei
poteri del parlamento.
= JSlella commissione agli affari mi-
litari, discutendosi il progetto relativo
al contingente di leva, l'on. Rizzi dis-
se che i deputati italiani al parlamen-
to austriaco voteranno contro il proget-
to di legge relativo al contingente del-
le reclute per ragioni politiche e per
altri motivi.
= Un' importantissima iniziativa è
stata presa dal re Vittorio Emmanue-
le in favore degli agricoltori di tutto
il mondo.
— Il «Petit Journal» ha da Pietro-
burgo: corre persistente la voce che
nuovi conflitti sarebbero avvenuti fra
gli scioperanti e la truppa ; vi sareb-
bero molti morti e feriti.
3 nostri dispacci
CURZOLA, 9 febbraio. — Dome-
nica ebbe luogo la veglia mascherata
a favore della «Lega Nazionale». E
riuscita sotto ogni aspetto, mentre fu
rilevante il concorso di gente ed al
solo bacile si introitarono 600 corone.
Riuscitissima anche la mostra dei
doni, molto numerosi.
ROMA, 11 febbraio. — I giornali
riferiscono la eccellente impressione
prodotta all' estero dal progetto del re
d'Italia a favore delle classi agricole.
La stessa stampa socialista lo saluta
con compiacenza.
VIENNA, 11 febbraio. — Il «Frem-
denblatt» considera le dichiarazioni del
ministro degli esteri italiano, on. Tit-
toni, come quelle di un vero patriota,
dalla cui sapienza e dalla cui cordia-
lità i rapporti austro-italiani esciranno
rinvigoriti.
Anche la «Neue freie Presse» com-
menta molto favorevolmente il discorso,
dicendosi sicura eh' esso troverà una
eco simpatica presso la intera opinione
pubblica della monarchia.
BUDAPEST, 11 febbraio. — Si
aspetta con sommo interessamento il
risultato sulla visita di Kossuth al-
l' imperatole.
VIENNA, 11 febbraio. — A Lodz
avvennero nuovi gravissimi scontri tra
la truppa e gli scioperanti. Occorsero
terribili episodi tra singoli gruppi di
soldati e di operai.
Nel conflitto perirono oltre cento
persone.
Altrettante vittime si ebbero ieri a
Sosnowiz, in un nuovo conflitto tra
operai e il militare.
PARIGI, 11 febbraio. — La Ca-
mera accettò ieri con voti 386 contro
116 un ordine del giorno proposto dai
gruppi della sinistra e propugnante la
separazione della chiesa dallo stato.
VIENNA, 11 febbraio. — Una de-
putazione di impiegati civili triestini
condotta dagli on.i Hortis e Mazorana
si recò ieri dal ministro Hartel, espo-
nendogli la preghiera relativa all' ere-
zione a Trieste di un' accademia com-
merciale superiore con annessavi fa-
coltà giuridica.
Il ministro, riconoscendo la neces-
sità di tale erezione, dichiarò che il
ministero si occupava da lungo
tempo di tale progetto e promise di
prendere nota del manifestatogli de-
siderio.
"comunicati-
Il sottoscritto, colto da grave ma-
lattia, che da più di un mese lo tiene
alle riserve della casa e del letto, deve
ora la sua convalescenza all' egregio
medico dott. Silvio Bulat, il quale,
coli' aiuto dell' arte salutare, e colle
cure fraterne, lo ridonò alla famiglia
desolata.
Abbia il medico egregio per tutto
ciò i miei più sentiti ringraziamenti, e
l'assicurazione della mia perenne gra-
titudine.
Zara, 9 febbraio 1905.
Giovanni Ivanissevich
ricevitore superiore delle imposte.
RINGRAZIAMENTI
A tutti coloro che vollero in vari
modi partecipare al mio dolore nel-
1' occasione della morte del mio ama-
tissimo padre
Domenico
porgo ringraziamenti, serbando d' o-
gnuno eterna riconoscenza.
Zara, 10 febbraio 1905.
Arturo Gilardi
per sè e congiunti.
Le sottoscritte, affrante dall' immane
sciagura che le colpì, togliendo ai loro
affetto 1' amato padre, suocero, rispet-
tivamente nonno
Bartolomeo,
rendono commosse i più sentiti ringra-
ziamenti a tutte quelle gentili e pie-
tose persone, che in qualsiasi guisa
vollero onorarne la memoria.
Zara, 11 febbraio 1905.
Le famiglie Calebich.
La sottoscritta, profondamente commossa
per tante prove di viva partecipazione ri-
cevute nella dolorosa circostanza della
morte del suo amato capo
Pietro Giacomoni,
ringrazia sentitamente il rev. don Carlo
Ballarin, che con cristiana carità assistè
1' amato defunto fino all' ultimo istante,
1' esimio medico dott. Battara, che s' ado-
però tutto per lenirne le sofferenze, i
maestri della «Lega Nazionale» Giuseppe
Franck e Giovanni Pinamonti, il signor
Niccolò Pastrovich, maestro della scuola
popolare italiana, per 1' assistenza vera-
mente figliale prestata al caro estinto.
Porge pure le grazie più vive a tutte
quelle gentili e pietose persone che, par-
tecipando al funerale, inviando corone, o
in altra maniera, vollero onorare le spo-
glie dell' amato marito, dell' adorato padre.
Famiglia Qiacomoni.
A tutti quelli — autorità civili e mili-
tari e privati — che pietosi e gentili, vol-
lero in qualsiasi modo onorare la memoria
dell' indimenticabile nostro
Isacco Tolentino
i. r. consigliere provinciale
ed a noi essere larghi di conforti, espri-
miamo i più sentiti ringraziamenti.
Cattaro-Ragusa, 9 febbraio 1905.
Famiglie Tolentino.
A tutti quei gentili e pietosi, che in
qualsiasi guisa vollero prender parte al
nostro profondo dolore per la morte della
nostra amatissima madre
Elvira Filippi nata Rosa
e rendere onoranze alla defunta, con cuore
commosso e grato esterniamo la nostra
indelebile riconoscenza.
Scardona, 9 febbraio 1905.
Giovanni, Maria, Antonio Erminia,
Oscar Filippi.
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sità italiana a Trieste, si misero a
gridare come se le vespe di tutto un
alveare li avessero punti.
Ora ecco che 1' on. Bugatto giudica
i «cari» amici sloveni coi criteri più
mordenti e li bolla nella loro ingordigia
in questi termini:
cMa quel che non fa più il gover-
no perchè sembra essere venuto a
miglior consiglio — lo fanno ora altri
con tanto maggior zelo, cioè i nostri
vicini sloveni, che si son presi V as-
sunto di fare la parte di manigoldi in
casa nostra. Il malvolere, con cui è
trattata la nostra questione universita-
ria, è dimostrato dal modo con cui
tutti i partiti trattano la questione
della sede della nostra Università. Co-
me il governo non ebbe mai il corag-
gio di dire apertamente «non voglio
saperne di un'Università italiana» così
non si trova neppure alcun partito il
quale neghi la legittimità del nostro
postulato».
Ma in quanto alla sede? Dubbi e
restrizioni e dinieghi che denotano il
malanimo sloveno e fanno il giuoco
del governo.
E l'onorevole Bugatto chiama gli
sloveni «amici dai quali ci guardi Id-
dio» poiché sostengono che assoluta-
mente l'Università italiana non deve
sorgere a Trieste, perchè già conside-
rano Trieste come terra slovena (1!)
Ma il dott. Bugatto non si limita a
considerare l'opposizione in massa dei
tedeschi che non la vogliono nel Ti-
rolo, uè a Vienna; e il dott. Bugatto
fa bene a non insistere nemmeno su
ciò, mentre le esperienze di Innsbruck
e di Vienna devono aver fatto capire
l'impossibilità di quelle sedi anche al
governo. Si sofferma invece alla oppo-
sizione degli sloveni e dice :
«E qui mi permetto d'esporre l'opi-
nione, che l'opposizione degli slavi sarà
la più facile a vìncersi. Il conglome-
rato dei rappresentanti di tre naziona-
lità, che si chiama Unione ju^roslava,
colla dichiarazione letta dal deputato
Fon sulla questione dell' Università ita-
liana, si è segregato dal consorzio delle
persone colte, e si è rivelato sotto luce
sfavorevole al cospetto di tutto il mondo
civile».
E continuò, osservando che certe ami-
cizie sono «ipocrite» e citò ad esem-
pio appunto quella del Fon sloveno,
che, mentre prima votava a favore del-
la istituzione dell' Università italiana,
vota ora contro la Università italiana
a Trieste.
Come abbiam detto, riporteremo in-
tegralmente il discorso dell' on. Bu-
gattto nel prossimo numero.
:il Corriere ^la provincia
Da Sebenico.
Spari e gazzarre. — Lo scan-
dalo degli sparì per le vie della città neir ottava del Natale si è ripetuto
anche quest'ann#. Un vero pandemo-
nio, indegno di un paese civile. Ma
che non si possa una buona volta met-
tere un freno a queste indecenti bal-
dorie, che danno adito a gravissimi
abusi? L'arma in questi giorni diventa
un giocattolo lecito in mano della ra-
gazzaglia e dei teppisti, che ne appro-
fittano per isfogare i loro istinti bru-
tali. Si spara dovunque, senza riguardo,
anche nei centro della città; si intimo-
delia Dalmazia il Regolamento annesso al
presente Decreto.
Art. II. Collo stesso giorno vanno pure
ad esser messi in attività la Corte di Ap-
pello in Zara, i due Tribunali di prima
istanza civile e criminale in Zara e in
Spalato, ed i Griudizi di Pace secondo le
rispettive attribuzioni e lo scomparto Ter-
ritoriale portato dal Hegolamento mede-
simo.
Art. III. Per ora, e sino a tanto che
non venga dalla Sovrana Autorità diver-
samente disposto, restano in osservanza le
leggi, statuti, ed i metodi di procedura
civile e criminale, che sono già vigenti,
in quanto che però questi non si oppon-
gano al disposto dell'annesso B,egolamento,
ed agli altri di pubblica amministrazione
già pubblicati.
Art. IV. Dal giorno suddetto cessano in
conseguenza dalle loro funzioni 1' attuale
Tribunale d' Appello, i Tribunali di prima
istanza, i Dirigenti e loro Assessori, e gli
attuali Giudizi di Pace, e cessano pure in
qualunque persona o corpo la giurisdi-
zione, facoltà e prerogative che per og-
getti civili, criminali e di polizia venis-
sero esercitate, e che fossero loro state
attribuite da qualunque precedente Rego-
lamento ; dovendo ogni autorità giudiziaria
unicamente concentrarsi sino alla defini-
tiva Sovrana disposizione ne' Tribunali e
Giudizi coll'annesao Regolamento stabiliti.
Zara, dal Palazzo Provveditoriale li
27 ottobre 1806.
risce la gente, si rompono vetri, e si
finisce col cacciare a qualcuno nelle
ossa delle graziose palle di revolver.
Ciò è accaduto appunto negli ultimi
anni. Perchè, sembra iacredibile, è tol-
lerato perfino l'uso delle rivoltelle ca-
riche a palle!
Un minuscolo avviso comunale, af-
fisso agli albi, minaccia i coatravven-
tori ; ma viceversa la polizia urbana
Qon sente e non vede nulla. Ciò peral-
tro non desta stupore, perchè all' iner-
zia della polizia si è abituati.
Ci sorprende piuttosto che l'autorità
politica non intervenga energicauieote
in questo brutto affare, e che i gen-
darmi non se ne curino affatto. Se la
sconcia abitudine è stata tolta in Bosnia
e nelle borgate dil montano, vi deve
essere, vivaddio, un mezzo per farla
smettere anche da noi. Questo avver-
timento valga almeno ad impedire che
lo scandalo si rinuovi durante i giorni
delle feste.
Giocond« de Petris, il nestore dei
notai di tutta la monarchia, venne testé
insignito della croce di cavaliere dell'Or-
dine di JFrancesco Giuseppe. Per iniziativa
di parecchi amici, la nostra J^anda citta-
dina sere or sono concertò sotto la sua
casa, e nella Piazza S. Giovanni vennero
accesi dei fuochi bengalici.
La morte di Francesco cav. Maz-
zoleni, che illustrò nell' arte la patria
e sovvenne pili volte i poveri della città
con memorabili concerti, venne appresa
con generale rammarico. Nel gioì no dei
funerali, il teatro, che porta il suo nomo,
espose la bandiera abbrunata in segno di
lutto. »
Furto. — La notte della scorsa dome-
nica ignoti malfattori penetrarono nel sa-
lone cinematografico, a])propriandosi dei
dischi contenenti le pellicole di un intero
programma. In seguito a ciò l'impresa fu
costretta a sospendere per un giorno Je
rappresentazioni. Il danno è di circa mille
corone.
Telefono. — Sono cinque anni che il
ministero ordinò le pratiche per l'impianto
di una rete telefonica urbana, e non si sa
perchò il progetto non viene messo in e-
sticuzione. Gli abbonati si sono inscritti
già da tempo, le formalità tecniche per la
trazione dei fili sono oramai esaurite: dun
que che cosa si aspetta? Eppure è indi-
scutibile che il bisogno del telefono si fa
sentire sempre più col sorgere di nuove
industrie e con la crescente espansione
della città.
Scuola reale. — Pare che dopo tante
insistenze sia stata decisa 1' istituzione di
una scuola media, ma non si sa ancoia se
sarà una scuola reale o un ginnasio-tecnico.
La scuola dovrebbe aprirsi entro poclii
mesi.
Dandolo Seopoli
Segretario Crenerale
CRONACH^ITALIANE
La navigazione interna dell'Alta Italia.
Tra le manifestazioni di vita pubblica
industriale che più evidentemente mostrano
il continuo progresso dell' Italia sono certo
da annoverarsi lo comunicazioni. Esse
hanno uno sviluppo quanto mai celare e
ammirabile. Una delle migliori prove di
questo progresso italiano sono le comuni-
cazioiy fluviali dell'Alta Italia.
A Milano si sono da non molto tempo
costituite, e vi hanno sede, due Società
per la navigazione fluviale, promosse e
dirette entrambe dal comandante signor
cav.Vincenzo Biancardi. Esse sono: la «So-
cietà Anonima per la Navigazione Interna»,
col capitale di 1,000,000 ; e la «Società A-
nonima per la Navigazione Pluviale-Ma-
rittima S. Marco», co-I capitale di L. 500,000.
Gli abruzzesi contro il giornale viennese
la «Seit». — Ci è pervenuto da Chieti un
numero unico Abruzzo forte e gentile nel
quale sono contenute la protesta e le firme
di oltre duemila cittadini abruzzesi contro
il giornale la «Zeit» la quale parlando con
la trivialità e la volgarità consuete nei
giornali viennesi quando parlano degli stu-
denti italiani aveva detto che questi ave-
vano usato metodi abruzzesi.
Hanno sciritto, a protesta, i u questo nu-
mero, il Croce il Masci, il Guelfi, l'Alto-
belli e 13'Annunzio, che ha telegrafato a
Pescara :
«Quanto onore volete fare ad un povero
gi'zzettiero ignorante! Non vi giova dipar-
tile dalle consuetudini paesane delle poche
parole. Anche al vecchio cinghiale di
Abruzzo può toccare il dignitoso motto
malatestiano : Non timeo culices. Salute a
tutti tì lode ai taciturni dalle spalle quadre».
Il giornale «Zeit» s' è scusato, dicendo
che la colpa non è sua, ma della lettera-
tura che ha messo in voga il termine. Noi
crediamo ohe la protesta abbia in ogni
caso valore, e perchè la «Zeit» ha usato
la frase parlando esplicitamente di italiani,
trovandola ci®è adeguata al fatto <; agli
studenti, conveniente per indicare quella
villania che voleva usare, e perchè può
servir di modello e d'esempio contro la
burbanza insolente e volgare di certi gior-
nali di Vienna.
Un lutto nel giornalismo. — Con la morte
di Ugo Pehci, pubblicista e letterato, spi-
rato a Bologna dopo una vita di lavoro
patriottico, generoso, proficuo, venne fatta
una perdita grave.
Ai suoi funerali avvenuti l'altro di a Bolo-
gna, che diedero prova palese delle esti-
mazioni in cui era tenuto, vennero dette
nobili parole, rivolte a lode di questo
forte atleta della stampa italiana, quando
il giornale era arma poderosa nelle lotte
epiche per la libertà.
Ecco come lo descrive un collega in
giornalismo :
«Il giornalista, il lavoratore indefesso,
tenace, paziente, instancabile, che muore
dopo aver scritto poche ore prima ancora
una pagina, l'ultima, nella quale traspare
la tristezza forse della prossima fine, sen-
tiva e giustamente più di cento altri lo
spirito patriottico del suo tempo. La gio-
vinezza sua si era animata agli ultimi
fragori dell'armi, il suo spirito fortificato
all' esempio delle più belle virtù che sanno
guidare al sacrificio e che non vedono o-
staooli al compimento di un dovere. E
questo suo spirito battagliero mantenne
sempre nell' opera giornalistica, compiuta
con fervore d'apostolo dal 1870 sino a
ieri, nel «Fanfulla», nella «Gazzetta d'I-
talia», nel «Corriere della sera», nella «Per-
severanza», nella «Gazzetta dell'Emilia»,
nel «Giornale d'Italia» e nelle più accre-
ditate riviste del nostro tempo».
£a CL^n aca
Sarebbe enorme! — In arguito
alla riforma delle cancellerie — rifor-
ma già seguita in altre provincie e nel
ramo politico — col primo dell' anno,
a quanto si dice, verrà soppresso il
protocòllo unico, generale degli esibiti,
alla luogotenenza dalmata, mentre gli
atti verranno assegnati in via diretta
ad ogni singolo dipartimento e da que-
sto protocollati.
Ora si assicura che, col primo del-
l'anno, questi protocolli dipartimentali
verranno tenuti esclusivamente iu lin-
gua croata.
Per quanto scettici, non possiamo,
non vogliamo ancora credere a questa
innovazione linguistica, che riuscirebbe,
senz'altro, una mostruosità^ Se in questo periodo di studi, di
progetti e di trattative per la regola-
zione della questione linguistica v' ha
autorità che debba evitare, ma scrupo-
losamente, qualsiasi innovazione, questa
è senza dubbio l'eccelsa luogotenenza:
il fattore, cioè, che di questi studi e
di questi progetti e di queste trattative si è fatto sempre T iniziatore.
La luogotenenza, eoa la ricerca di
una soluzione della questione lingui-
stica, che abbia a soddisfar tutti, rico-
nosce implicitamente, assolutamente, la
impossibilità di osare qualsiasi per quan-
to lieve innovazione.
Se, adottando la massima del sic
volo sic jubeo, e per saziare le ingorde
canne del partito croato, si stabilisce
in violenza un simile precedente, — a
quale scopo — si chiede — i progetti, le
conferenze e P obbligo di studio e di
riferta da parte dei singoli partiti ed
ispecie del nostro, che, nel caso con-
creto, sarebbe stato maledettamente tur-
lupinato ?
Se si voleva la croatizzazione all' in-
fuori della legge e di ogni trattamento
ufficiale, così come volevano una cosa,
in un tempo, lo czar ed il sultano, non
si dovevano incomodare tante brave
persone, uè fare la miseranda comme-
dia delle conferenze e dei tentativi di
accordo.
Si proclami una buona volta in ukase
la croatizzazione completa, e dato, cosi,
un saggio linale del trattamento fatto
agli italiani dal governo, la si finisca
anche una buona volta con le inutili
parate.
Ma, ripetiamo, non vogliamo amcora
creder vera quest'innovazione arbitra-
ria e staremo a vedere.
Veoohi peccatori. — Mentre pur
tra i croati v'hanno confortevoli voci
di riconoscimento al nostro diritto uni-
versitario a Trieste, e nel fervore dei
nuovi atteggiamenti politici v' hanno
slavi che considerano da un punto di
vista ben altrimenti elevato una possi-
bile ed utile intesa tra italiani e slavi,
— quel vecchio peccatore che è il si-
gnor V. M. di Spalato divaga in consi-
derazioni d'alta politica ed in minute
ostilità contro di noi — solazzevoli le
une e ìe altre e raccolte con gran zelo
dal <Narodni List», beato quando può
ritornare acrimonioso e volgare contro
gli italiani.
Non occorre possedere la profonda,
immarcescibile scienza politica dell'on.
M. per capire una cosa sola : che i
vecchi croati del suo stampo non hanno
mai saputo sottrarsi alla voluttà di fare
i gendarmi austriaci, e che coi gen-
darmi, ma è certo, un' eutente non è
neanche da immaginare.
E pare impossibile! Ogni qual volta
una voce o una tendenza slava si ma-
nifesta favorevole a quest'ew^ewfe (che,
a conti fatti, ed elevandoci proprio ad
un altissimo punto di vista politico,
potrebbe riuscir mille volte più van-
taggiosa agli slavi che agli italiani) il
gerocomio tabaccoso e fegatoso del
«Narodni] Li8t> si mette a guaire, a
protestare, a dirci di no: erede di mez-
zo secolo di rancori.
Ma si tranquillizzi, l'on. M. Non da lui,
nè dal verboso commodoro del «Narodni
List» noi chiederemo riconoscimenti ed
offerte di pace. E' deplorevole solo, e
non per noi, che vi siano dei giovani,
i quali, pur potendo ricevere luce da
nuovi orizzonti, seguano, senza sapere
il gran male che fanno a sè stessi, la
dottrina di questi vecchi peccatori
induriti!
Le feste di Natale. — Poiché ve-
nerdì e sabato ricorrono le feste di Na-
tale, il prossimo numero avrà wn supple-
mento, e sabato non escirà il giornale.
Società dei Bersaglieri di Bor-
go-Eriaszo. — La patriottica società dei
forti e simpatici bersaglieri di Borgo-E-
rizzo inizia domenica alle 3 pom. la serie
dei suoi trattenimenti sociali. Come gli
anni scorsi, cosi anche quest'anno, nume-
rosi saranno i cittadini che prenderanno
parte a questi lieti convegni di danza —
tanto più che il carnovale è alle porte. I
trattenimenti domenicali della società dei
Bersaglieri di Borgo-Erizzo promettono
di riuscire animatissimi e brillanti. I con-
vegni saranno inoltre un nuovo segno della
fraterna cordialità che regna fra la città
ed il piccolo, ma forte Borgo-Erizzo.
Il ballo degli studenti accade-
mici. — Carnovale è alle porte e già si
costituiscono i comitati per i grandi balli
della prossima stagione cai novalescn. Di
questi giorni s' è costituito il comitato per
il grande ballo mascherato che gli stu-
denti accademici organizzano a vantaggio
del fondo sussidi della «Società degli stu-
denti italiani della Dalmazia».
In tutti è il ricordo della splendida le-
sta giapponese dell'anno scorso; e non v' ha
dubbio che anche quest'anno il ballo degli
studenti accademici sarà la festa della
gaiezza e del vibrante patriottismo gio-
vanile.
Società Filarmonica. — Il concet to
coramoraorativo il cinquantesimo anno di
esistenza sociale avrà luogo mercoledì 23
corrente alle 8 pom. Apprendiamo con pia-
cere che vi prenderà parte anche la di-
stinta dilettante signora Ines Cronia, la
quale qtiantunque colpita da recente lutto
famigliare non potè resistere alle vive in-
sistenze della direziono, che non sapeva
adattarsi di restare priva per questa cir-
costanza dell'apprezzata e tanto desiderata
sua cooperazione.
Ecco il programma della serata:
I. «La filarmonica di Zara nei primi cin-
quant'anni di sua esistenza». Conni storici
del prof. Vitaliano Brunelli.
II. A ricòrdo del concerto inaugurale di
cinquant'anni addietro verranno ripetuti
il primo e l'ultimo numero di quel pro-
gramma :
1. Ouverture nel «Gruglielmo Teli» del
maestro Rossini sul pianoforte a quattro
mani : signora Maria de Paltoni e maestro
Antonio Ravasio. (Esecutori del primo con-
certo i signori Giuseppe dott. Nagy e mae-
stro Antonio Ravasio).
2. Preghiera finale con coro nell'op. «Gli
ultimi giorni di Suli» del maestro Ferrari.
Signor Giovanni Billich, dilettanti ed al-
lievi. (Esecutori del primo concerto i si-
gnori Michele dott. Milcovich e dilettanti).
Verdi. — «Don Carlos», gran aria di
Filippo, per basso, signor Ramiro dott.
Gazzari.
III. 1. Weber. Sinfonia «Oberon». — 2.
Verdi. «Emani» scena e cavatina per ba-
ritono signor G. Billich, — 3. Verdi. «La
forza del destino» aria di Eleonora, signora
I. Cronia. — 4. Schumann. «I due gra-
natieri» romanza per basso signor R. dott.
(irazzari. 5. Verdi. «Il Trovatore» scena,
aria e miserere per soprano, tenore e coro,
signora I. Cronia, signor G. Alesani o
dilettanti ed allievi. — 6, «Nabucco» core
d'introduzione, dilettanti ed allievi.
A piena orchestra.
Promozione- — Il nostro comprovin-
ciale, benemerite direttore della «Società
di soccorso degli studenti italiani della
Dalmazia» in Vienna, dott. Giovanni Iva-
nissevich, segretario di finanza alla dire-
zione generale della regia di tabacchi, è
stato promosso consigliere di finanza. Con-
gratulazioni.
li* on. Bulicli urge la verifica delle
sue elezioni. Vuole luce,,gran luce: Baiar-
do elettorale in collarino violetto. Ma lo
si accontenti, per l'archeologico Giove 1
Si sono verificate e placitate tante por-
cherie elettorali che una verifica di più
non può scandolezzare nessuno.
Per l'albero della Lega. — La
soscrizione per 1' albero ideale va a gon-
fie vele. In provincia circolano le liste e
tutti danno 1' obolo loro. Constatiamo con
piacere che mai invano si fa appello, ih
nome d:lla Lega, ai nostri consenzienti.
Date, date sempre alla Lega: in nome
del nostro carissimo idioma combattuto 1
Finora ci pervennero queste oblazioni
per r albero :
M. Luxardo cor. 20, F. Salghetti-Dnoli
10, R. Trigari 5, dott. Eugenio Rolli 5,
dott. G. I. Boxich 20, Enrico cav. de Schon-
ield 5, dott. Luigi Ziliotto 10, i licenziati
del ginnasio italiano dell' anno 1907-8 co-
rone 200, Giuseppe Tebaldi (Smilcich) 10,
Pietro Botteri (Milnà) 4, Manfredo Persi-
calli 20, Elisa Persicalli 10, Pietro Per-
sicalli (Monacò) 5, Giorgio Venturini 3,
N. N. (Spalato) 20, Lauro Galzigna (Arbe)
cor. 10.
11 discorso delFon. Bugatto.
Pubblicheremo a supplemento del prossimo
numero il notevolissimo discorso pronun-
ciato giorni sono alla Camera dall' on.
Bugatto.
Festeggiamento. — Il 22 corrente i
serbi ortodossi di Zara festeggeiunno, con
messa solenne e alla sera con un concerto
nel casino serbo, il primo centenario della
ottenuta libertà religiosa, e dell' istituzione
del vescovato ortodosso dalmate, procla-
mata il 22 decembre 1808 dal governatore
Dandolo in Zara, per ordine di Napoleone ì
imperatore dei francesi e re d' Italia.
Per la navigazione di cabottag-
gio. — Secondo .una notizia del «Neues
Wiener Tagblatt», sarà finalmente soddi-
sfatto un desiderio nutrito già da molti
anni dalla navigazione di cabotaggio au-
striaca, avendo il ministero del commer-
cio disposto che si sottoponga a una ra-
dicale riforma il servizio finora tanto tra-
scurato delle lanterne lungo le coste del.
l'Istria e della Dalmazia.
Già pel 1908 è stato accordato un credit»
suppletorio di 150.000 corone, e dentro
qncìsto stesso anno sarebbero attivate 41
lanterne, applicando le più recenti espe-
rienze della tecnica dei fari.
Meno male! Almeno saremo illuminati!
La fame in Dalmazia. — Se gli
stessi giornali viennesi si occupano della
carestia che regna in Dalmazia, recla-
mando provvedimenti dal governo, vuol
dire, proprio, che le condizioni di nostra
miseria sono eccezionali.
Si rileva come per la siccità siano man-
cati i raccolti e come la sovrabbondanza
abbia deprezzato il vino. Insufficiente il
ricolto delle olive e la pesca giovevole a
un limitato numero di famiglie.
La fame, nel cor dell' inverno, picchierà
alle porte di moltissime capanne dalmate.
Il rimedio ?
Ci vorrebbero i milioni promessi dal ba-
rone Beck; oggi divenuti — per cruda
ironia! — più leggendari di quelli del
Conte di Montecristo.
Il molo della sanità di Trieste
per le linee dalmate. — Sotto la
presidenza del luogotenente, principe Ho-
henlohe, la commissione triestina ai traf-
fici tenne una seduta, in cui si discussero
parecchie questioni d' attualità. Destò ge-
nerale interesse la proposta approvata al-
l'unanimità di facilitare il movimento dei
piroscafi per la Dalmazia nel porto di
Trieste, adibendo a loro uso particolare
oltre al molo Giuseppina anche il nuovo
molo della Sanità. Il molo della Sanità
dovrà essere perciò munito quanto prima
passibile di rotaie e di tutti gli altri im-
pianti necessari per 1' approdo e la sca-
ri(!azione.
Bella imparzialità! — Anche il
«Narodni List» accenna a deplorevoli ec-
cessi commessi a Sebenico da militi della
Territoriale, ad offesa e paura della popo-
lazione. E nel cenno, com' è naturale, di-
fende questa contro i militi, invocando
pravvedimenti da S. E. il Comandante
militare.
Ma quando consimili e peggiori ecce-
denze avvennero a Zara, il «Narodni
List» prese le parti degli ec(;edenti, ca-
pace, domani, di ripetere la difesa, o di
far peggio ancora.
Ma Zara — si sa — non è Sebenico!
Ad nn grande artista. — Nell'im-
minente gennaio si festeggerà l'ottantesi-
simo genetliaco di Tommaso Salvini, uno
dei più grandi attori drammatici d'Italia.
Per iniziativa del podestà di Trieste,
anche la Regione prenderà parte allo di-
mostrazioni di onoranza; dimostrazioni cui
si assoderà pure la nostra Zara a mezzo
della direzione del Teatro Giuseppe Verdi,
La «Dalmazia Agricola». — L'ul-
timo fascicolo di questa interessante pub-
blicazione, che raccomandiamo ai nostri
possidenti, contiene:
I rimedi contro la mosca (dearia e le
cure dovute agli olivi. — 11 consumo e
la ricerca del legname. — Il nuovo prato
«tipo» e la potassa. -— Del travaso dei vini.
— «Notizie dai campi e dalla fattoria»:
La carestia nel nostro contado; Le farine
esenti da dazio ; Piante utili per terreni
paludosi ; Vantaggi dell' acido citrico sul
tartarico nella cura dei vini ; Trapianto di
alberi; Il latte ed il formaggio vegetali;
Cera per bottiglie.
LnogM comuni. — Quando gli ono-
revoli del partito nazionale croato, i vecchi,
sapranno liberarsi dalla manìa di infarcire
tutti i loro discorsi di lu-oghi comuni con-
tro gli italiani?
L'on. Ivanissevich — in pieno parla-
mento — ha fatta la strabiliante scoperta
chele scuole della fLega Nazionale» sna-
zionalizzano gli scolari.
Ma guarda un po'!
Crede l'on. Ivanissevich, che i ragazzi
che a casa, col babbo e la mamma, par-
lano l'italiano, abbiano diritto all'istru-
zione italiana?
Si? Ebbene: favorisca di assister con
noi all'uscita dalle locali scuole popolari
tedesche e croate dei ragazzi e del e ra-
gazzine : e udrà — cosa strabiliante! —
('.he quasi tutti parlano il nostro dialetto,
il dialetto veneto.
Altro che snazionalizzazione! A conti
fatti, e per senso di giustizia, tutti questi
scolari, intedescati e croatizzati, dovreb-
bero esser messi alle scuole della «Lega
Nazionale».
Lo zampino di Tittoni? — Il «Na-
rodni List» nel suo ultimo numero, lagnan-
dosi del freddo indiavolato, che regna al
ginnasio del sua cuore, per mancanza di
fuoco (non di quello patriottico-politico)
fa (lei confronti, ed invidia il nostro gin-
nasio, ove dice esservi un bellissimo tepore,
perchè le stufe s'accendono ogni giorno;
ed il sullodato giornale non ci sa spiegare
tale differenza di trattamento.
Ci sorprendiamo che i r datteri del «Na-
rodni List», uomini politici di gran naso,
non abbiano subito compreso il quia della
cosa. Non potrebbe forse entrarci lo zam-
pino di S. E. Tittoni anche nella questione
delle stufe? ^
Una voce onesta — in mezzo a quelle
stnonate dei deputati, dagli studenti e
della stampa croata intransigente — è que-