a prezzo tenue, e vincere per tal modo la concorren-
za estera. L'aumento dei piroscafi del Lloyd Austria-
co, il quale ritira per la massima parte dall' Inghil-
terra i suoi carboni, le strade ferrate, che in paesi
poveri di legna da ardere, dovranno servirsi del co-
ke, domandano, che a questo argomento, ed in ge-
nerale a tutti i letti di carbon fossile, che si trovano
in Dalmazia, sia rivolta quella,attenzione che merita
questo importante argomento, a fine di sviluppare, e
dare il desiderato impulso ai prodotti patrii, d'occu-
pare buon numero di braccia indigene, disseminare
il danaro nel paese, ed esimersi in questa ricchezza
di prodotti minerali nostri dalla necessità di ricorre-
re all' estero. (La fine nel prossimo nunu).
CENNO BIOGRAFICO.
Antonio Marincovicli.
Nato in Cornisa d'onesta famiglia, venne agli
studii in Italia, e v'attese con affetto severo. Ritor-
nato in patria visse ne'publici ufficii operosa la vi-
ta, e in età tuttavia vigorosa il giorno 6 giugno
morì. Padova lo rammenta con onore, Dalmazia lo
piange, io lo benedico ne'miei pensieri: perchè devo
a lui l'amore che mi prese della medicina ed am-
maestramenti che molto giovarono la mia giovanez-
za. Ammiratore della sapienza d' Ippocrate e devoto
al Baglivi, eh'è gran vanto a Ragusi, moderata-
mente piegò a più fresca dottrina. Abborriva i si-
stemi ostinati così come l'empirica cieca: l'arte no-
bilitò usando del ragionamento naturale eh' era in
lui sano e retto. Sapeva di storia e di filosofia: at-
tinse con lode all'eleganza latina. Buono, candido,
indulgente, pietoso. A'suoi sovvenne largamente, e
più badò ad educare i nepoti che a miseramente e
indecorosamente arricchire. La modestia generosa
gli serenò l'anima d'odii rei non afflitta. L'amicizia
sentiva nel cuore. — La riconoscenza de' buoni non
manchi alla sepoltura che accoglie quelle ceneri care.
18 giugno — Padova.
A. Mazzolenì.
I.
ANTONIO MARINCOVICH
DELLE MEDICHE SCIENZE
DOTTISSIMO
IL SESTO DI GIUGNO 1845
COMPIUTA NETTAMENTE LA VITA
AL BACIO DI DIO
SI UNIVA.
II.
DI TUTTE VIRTÙ
SEGUACE
DA POCHI DISAMATO
DEGLI ODII SECRETI IMPOTENTI
SPREZZATORE TRANQUILLO
ORNAMENTO DELLA PATRIA
SOMMO DE SUOI
VIVRÀ LA SUA MEMORIA
NON PERITURA.
HI.
LA LAGRIMA DE BUONI
LIEVE TI SCENDA SULLE OSSA SVESTITE
0 EGREGIO
l LAURI I CIPRESSI
PIETOSAMENTE COSPERSI
CRESCANO IMBELLISCANO
MALEDETTO
CHI CON EMPIA MANO SFRONDARLI
OSASSE.
QUESTO
DI AFFETTO RIVERENTE DI STIMA
TRIBUTO TRISTEMENTE DOLCE
DALLA SERENITÀ DE CIELI
ANIMA BENEDETTA
ACCOGLI. A. Bajamonti.
ì)axutà.
A Costantinopoli i Turchi cominciano a fre-
quentare diligentemente il teatro e l'opera italiana;
vi si danno spartiti di Rossini, di Donnizzetti, e quel
che maggiormente reca stupore, la stessa gazzetta
turca comincia a publicare articoli sul teatro. — Non
è maraviglia quindi, se vien dato anche a noi tal-
volta di leggere aun articolo teatrale turchesco.
— Il ferro un dì convertito in armi divideva i po-
poli; a'giorni nostri battuto in rotaie li ravvicina.
— Sei mila candele di cera ardevano nella sala,
in cui la società de' commercianti di Parigi aveva
dato il banchetto al maresciallo Bugeaud. Bella illu-
minazione, dirà più di uno: ma quale non sarà sta-
ta verso la fine della tavola l'illuminazione, che avrà
prodotto la sciampagna vuotata!
fl^f L'Editore prega i sigg. associati a questo gior-
nale in provincia, se per anco non ne aves*-
sero pagato l'importo del primo semestre o tri-
mestre, di versarlo agli il rr. uf jizii postali de'
rispettivi luoghi.
G. Franceschi Estensore e Proprietario. — Zara coi tipi Demarchi-Rougier.
H2
ftior del regno, nè fornirebbero molti de' secondi pietre
imiil tracciate agli edili, con danno dell'eleganza,
alla quale è ptìr tempo che ci pensiamo. Un altro
articolo del medesimo statuto istituiva una specie di
cassa ài risparmio o' di vitalizio per i poveri del-
l'arte. Multe riscosse sui distruttori dei boschi, e
spontanee annuali1 oblazioni alla Banca di san Giu-
seppe, formavano il sacro patrimonio di quest' utilis-
simo stabilimento. I capitali che ne costituivano i fon-
di, divisi in maggiori o minori partiti e accordati &
censo a chi altramente avrebbe dovuto ricorrere allo
scrigno dello spietato usuraio, davano un' annua ren-
dita, di cui la minima parte era sacra al* culto del-
l'altare di san Giuseppe, an?i al suffragio de' bene-
meiSti trapassati; il più a sollievo di que' poveri e
morigerati artisti, che o per disgrazia o per malat-
tia s'erano a miseria ridotti. Nè v' è da supporre che
le voci di carne e di sangue si ascoltassero nella di-
stribuzione di tali aiuti, o che l'accettare senz'altro
in nome di Dio un pane non meritato, movesse là
Marna di san Giuseppe, alfe largizione. Che anzi
questo tribunale di censura non accordava se non
che1 a pluralità di voti, diretti dàlia più vigilé co-
scienza^ il pane dei povero, postò sotto il patrocinio
del Santo Gonfaloniere, e spesso dato e non chiesto
a que'poveri sì, ma non rei: giustissimo rimproverò
agli sfrontati- de;giorni nostri, die ammoniti de'fòro
eccessi, rispondono con perniciosa inverecondia : al-
la fin di tanti guai l'ospedal non manca mai, degni
così che manchi loro anche il pane della mano che
non bada al passato. Pace dall'altra, benedizione e
riconoscenza eterna providissimi padri nostri, che
In una sola istituzione, la quale abbracciava e ' &
monte di pietà, e la cassa di risparmio, e il fondo
di vitalizio, miravano alla morale e alla religione: e
sin da que' tempi in cui si pensava col cuore, sciò-
glievano forse i quesiti che il secol nostro propone,
sulla distribuzione migliore della carità publica, che
non è secondo Dio, se è dalla severa giustizia ao
compagnata.„
Nel Belgio il numero sempre crescente di brac-
cia per forza scioperate, consigliò di recente aprire
una cassa, dove ciascun operaio depone un franco
al mese,5 e n'ha, se mancante di lavoro, settanta-
cinque Centesimi al dì,* se malato, un franco.
VARIETÀ.
Contrasti. Lodovico II re d'Ungheria aveva
spedito nel 1526 il suo ciambellano Barany in
Moravia, per chiedere aiuti contro i nemici della
cristianità, e gli diede per le spese di viaggio quat-
tro zecchini, ossia 20 fiorini di buona moneta.
— Nel 1843 il direttore d'un teatro di Londra
pagò alla ballerina Maria Taglioni per spese di viag-
gio 5000 fiorini. ("Pann.)
— Nel 1560 si fondò ad Eichstàclt un seminario
composto di 5 professori e di 15 alunni. Pel man-
tenimento dei primi fu assegnato per settimana mez-
zo tallero ed un boccale di vino del valore di otto
fennich al giorno ; per ogni alunno poi 24 caranta-
ni alla settimana ed un boccale di birra del valore
di 7 fennich al giorno. Il vescovo diocesano riceveva
in qualità d'ispettore di questo seminario 13 talleri
all'anno, e tale somma formava un'importante ru-
brica nel novero delle sue rendite.
— Nel 1837 l'entrate dell'arcivescovo di Toledo
ascendevano a 0,730,000 franchi all'anno.
— Il grande Newton studiava nel 1650 a Gra-
ham, e non aveva più che due fiorini in circa onde
mantenersi durante la settimana. ;
— Net 1833 lord Shrewsbury comperò m dèn-
te di Newton per la somma di 16595 fr.
Coi primi di'agosto vedrà la luce a Presbur-
go il primo numero della Slovenske Nàrodne No-
vme (gazzetta nazionale sfava), e VOrd Tatrans-
ki (l'aquila del Tatra).
— Per mostrare Io stato del pauperismo in In-
ghilterra, un giornale di colà osserva che nel 1844
ricevevano suffragi due milioni di poveri all' incirca,
cioè l'ottava parte di tutta fa popolazione. Le tasse
dei poveri del paese ascendono annualmente a 120
milioni di fiorini. ,
— Dopoché a Londra venne diminuita la tassa
postale per le lèttere ed introdotta la posta d'un
penny (due car. e mezzo circa), il solò ufficio del-
le poste di Londra, spedì nei 1844 224 milioni di
lettere, cioè 22 milioni di più che nell' anno pre-
cedente. •
— Si stampa a Parigi una gazzetta italiana, che
publica tre volte per settimana il sig. Marino Fal-
coni. Dà un breve estratto di fatti politici generali;
riferisce delle cose italiane, letteratura, belle arti,
commercio ec., sino ai confini costa 40 franchi.
RETTIFICAZIONE. Noi N. 4, pag. 35 col. 2 lii». 60 kggssi••
dell'epoca degl'imperatori, — N. 5. pagi 43, col. 1. lin. 7., le
rendite dì quello stato importano ....
Nell'articolo del sig. A. Fenzi: I PADUI CONVENTUAII DI SEBÌ-
NICO, N. 11 di questo giornale, deve leggersi nella 1, co!, lin.
severità , alla col. 2 lin. 34 farla germogliare , e nell'ultima, coL
Urbarvo Vili.
G. Franceschi Edcnsore e Proprietario. — Tiara coi tipi Demarchi-Rougier.
130o&*
^idrea Baumgartner, e dal fkbbricatore sig. M.
Sp5rlin, si componeva di 40 membri, persone intel-
ligenti, parte professori , parte fabbricanti da tutte
le parti della monarchia, e nello stesso tempo espo-
sitori , i quali per essere esclusi dalla concorrenza
al premio, devono^ considerarsi giudici imparziali.
Il numera straordinario dei visitatori dell'espo-
sizione appalesa 1? interessamento che vi presero an-
che persone non industriali., Gli espositori esteri nel-
la maggior; parte vi si trovavano presenti. Dagli stati
tedeschi i: visitatori da prima erano scarsi, in se-
guito he crebbe il numero. Vi concorsero pure i de-
legati dei governi esteri, come a dire della Prussia,
della Baviera, della Danimarca, della Francia, e
della Toscana.
Le maniere cortesi ed amichevoli con cui ve-
nivano accolti gli ospiti, sono meritevoli d'ogni en-
comio, e la società d'industria dell'Austria Inferiore,
aveva cura particolare di porgere loro ogni neces-
saria informazione, e di rendere ad essi aggrade-
vole il soggiorno della capitale.
(G. U. e Gaz*. di Vienna).
ECONOMIA.
Sul modo , con cui i proprietarii di ulivi
del raguseo, possono aumentare la loro rendita.
È un assioma economico, che le imposte pre-
diali fisse tendono indirettamente a stimolare la pro-
duzione del suolo. L'imposta, essendo sottrazione a
prò dello stato d'una porzione di rendita del proprieta-
rio, questivien posto nell'alternativa odi rinunziare
a qualche godimento della vita, o di aumentare la sua
rendita col lavoro; ed è a questo partito che l'uo-
mo ragionevole si appiglia. Tal e la condizione, in
cui trovasi il produttore raguseo da che la decima
sull'annuale prodotto venne per Sovrana sapientis-
sima disposizione convertita in una fissa contribu-
zione, la1 quale non verrà abolita che per dar luogo
alla prediale basata sulla rendita netta constatata
dal censimento. —Voto di tutti gli agricoli produt-
tori dèlia Dalmazia, che ben comprendono i loro in-
teressi! L'aumento della produzione del suolo può
effettuarsi nella quantità, o nella qualità del pro-
dotto, coli'intraprendere la coltura di campi incol-
ti, o, coli'aumentare la forza vegetativa dei colti o
col migliorare le qualità del prodotto. La coltura
materiale del terreno, essendo giunta a tal grado
nella maggior parte dell'antico territorio raguseo,
che poco o nulla più avanzi a fare, non rimane al
produttore altra strada da aumentare la sua rendita,
che quella di migliorare la qualità del prodotto. L'a-
gronomia di certo potrebbe adottare nuove pian-
tagioni forse più lucrose delle attuali*, ma la mia
posizione commerciale^ non mi permette di conside*»
rare la. questione da questo lato; io la esaminerò
soltanto sotto l'aspetta? industriale colla scorta dei
più sani principii economici. L'ulivo costituisce la
principale ricchezza del raguseo. Quali siano i fat-
tori della produzione in questo paese, l'ho esposto
in varii articoli publicati nella Gazzetta di Zara
del 1843 e 1844, e da quell'esposizione appari-
sce dominar in Ragusa il sistema dei mezzaiuoli,
come in quasi tutti i paesi montuosi, sistema che
nel colono accumulando le qualità di capitalista ope-
raio, ed imprenditore, non permette che l'eccellenza
di questa qualità facilmente si combini in un villa-
no. Ciò che dunque si oppone al perfezionamento
dei prodotti, è difetto di divisione di lavoro. Due
operazioni distinte esistono nella produzione dell'o-
lio, l'agraria e l'industriale. Ammetto; benché mol-
to vi sia ancora da perfezionare, che la parte agra-
ria venga sufficientemente bfene trattata, ma non cosi
l'industriale. Quando l'uliva è vaiuolata ed annerita^
ed è spiccata dall'albero, allora dovrebbe cessare
la missione dèi contadino,» e cominciar quella del fab-
bricatore, e senza questa divisione , di lavoro non si
avrà mai un generale miglioramento nella qualità
dell'olio. Io non posso entrare nei particolari scien-
tifici, che insegnano al fabbricatore questi perfezio-
namenti, ma credo utile d'indicare la via economi-
ca, per cui tali risultati si possono ottenere. Dis-
graziatamente Ragusa non possiede degl'intelligenti
imprenditori capitalisti, che possano incaricarsi di
questa bisogna; conviene dunque chiedere allo spi-
rito di associazione, questa potente leva del nostro
secolo, eh' ei se ne incarichi; conviene cercare gli
associati fra coloro, che sono più interessati nella
questione, e che hanno qualche capitale — i pro-
prietari, — classe che conta pochi facoltosi, meno
ancora intelligenti, ma che pur ne conta qualchedu-
no, fornito di tanto patriotismo da non avere in vi-
sta il solo interesse proprio e del momento, ma di sa-
per guardare al generale ed al futuro. Dovrebbe dun-
que a mio parere costituirsi una società di proprie-
tarii, in commandita collo scopo di fabbricare del-
l'olio perfezionato colle olive ch'essa acquistasse,
e venderlo sotto la salva-guardia del suo nome. A
me par di travedere con certezza che quest'olio ver-
rebbe ad acquistar sui mercati esteri in brevissimo
tempo quell'opinione, che il poco di uno o più escuri
proprietarii, sia pur perfezionato, non giungerebbe
mai ad ottenere. Mi conforta a sperarlo l'esempio
di quanto avvenne degli olii della Puglia. Essi prf-
li DALMAZIA
INTESO AGL'INTERESSI DELLA PROVINCIA.
Si publica ogni Giovedì. Il prezzo annuo per Zara è di fiorini 4, per semestre fiorini 2; per fuori frane»
di porto fiorini per semestre fiorini 2 car. SO. Le associazioni si ricevono, in Z*ara dal proprieta-
ria», fuori da tutti gl'ii. rr. ufficii poetali. Non si accettarlo gruppi o lettere che franche di posta e con
recapito, alla estensione del giornale in stamperial Demarchi-Rougier,.
M16* Giovedì 14 Agosto. \ 845.
SOMMÀRIO.
storia. — Letteratura. — Mineralogia^ — Bio-
grafia. — Economia.
DOMENICO ZAVOREO DI SEBElWCO.
L'Ili sin ire, dit un Ancien, plait
toujours de quelque maniere qu'elle
toit éorile. D'Alembert-
Menano vanto e con ragione Spalato, per lo
«rèo Tomaso Arcidiacono, Traù per Giovanni Lucio
scrittori di patrie memorie e fonti, a cui attinsero
tutti coloro, che poscia della Dalmazia favellarono.
Sebenico gloriasi pure del suo Zavoreo, spes-
so menzionato, pochissimo conosciuto, perche lo
scritto di lui non veniva anèora Onorato collo splen-
dore della stampa. Noi l'avevamo un dì veduto, quan-
do men guardinghi e più cortesi mostravansi i no-
stri concittadini nello aprirci que* tesori letterari!*,
che gli avi loro serbarono a decoro delle famiglie
* lustro della patria. Ma da quel!' epoca alquanto
tfemota, non più.
In mezzo però alla pofca liberalità o piuttosto
scortesia presente (giustificata forse dai cangiar
dei tempi) fummo lieti di rinvenire gentile persona,
la qqale, siccome crede sacro suo dovere di non fi-
dare, nè riporre in mano altrui i conservati mano-
scritti, così di buon grado' accorda poter frugare
ne' medesimi, a chi non per vanitoso intendimento ,
ma per profitto comune brama svoglierli. Quivi ap-
punto trovammo la sospirata opera dello Zavoreo
col seguente titolo : Istoria dalmatica dì Domenico
Zavoreo, nobile di Sebenìco 1603j tradotta dal la-
tino in italiano, d'Alberto Papali, nobile Spalatino,
Ella è divisa in Cinque libri, anterióre a quel-
la de! Lucio di circa 65 anni, e le notizie ramas-
sate venivano dagli autori classici, che della pro-
vincia nostra facean menzione, spicciolate.
Studieremo darne qui una leggiera idea, spe-
rando che un di forse la patria carità vorrà trarla
dalPobblivione, in cui fino ad ora era condannata,
fcnde aggiungere un nuovo fregio alla corona de'no-
stri storici.
* Trascorre ella l'età remotissima eroico-favòlo-
sa, ed a passi, non regolari però, giunge fino alla
morte di Sigismondo re d'Ungheria, avvenuta nel
1437. Ai fatti narrati non commette riflessioni, nè
i caratteri degl'introdotti personaggi colora, nè av-
vi quell'impronta filosofica, che il secolo nostro suo-
le dare agli studii storici, anco spesso con sover-
chia lucentezza. Ne fa di essa la dedica a Fausto
Veranzio, famiglia per discendenza di sangue, per
signoria di stato delle pip illustri, come per lo sot-
tile suo ingegnoj salito in grande fama ed onore.
Non mancammo noi anche mostrarlo tale in due ap-
pendici d'ella gazzetta di Zara dell'anno 1837, ai
N.« e SO.
Ma non togliamoci dal primo scopo. Riportia-
mo qui per intero la dedica eome giace, affine di
Tuartco re di Bosna, il quale accoglie anco in que-
sto incontro le deputazioni di Spalato, Traù e Se-
benieo, che giurangli fedeltà. Una potente fazione in
Ungheria ne scaccia la regina e la reggente, e ra-
minghe verso la Dalmazia volgono i passi. Per fel-
lonia di Giovanni prefetto della Croazia e del vesco-
vo di Zagabria vengono imprigionate, ed Elisabette
gittata nel vicino fiume. Le galere venete salvano
Maria, la quale nuovamente annodasi al suo sposo, e
vi risale in trono. Narra che nel convento un dì de-
nominato san Salvatore a Sebenico, vi era una con-
gregazione di flagellanti, sorta di setta che all' aspet-
to di volontario martirio, facevasi lecito commettere
le più abominevoli nequizie. Siccome in questa ag-
gregavansi donne, cosi soppressa, rimasero esse,
indossando l'abito delle benedettine, e sottomettendo-
ci alla regola del fondatore.
Ma lo spirito fazioso degli Ungheri innalzala!
regno Ladislao, e depone Sigismondo, ne pago di
tanto lo imprigiona. Riacquistata ei la libertà, s'avvia
verso Zara, onde battere il rivale* Ladislao vende ai
veneziani la città, ed una lettera di sommissione e di
.amicizia invia a Sigismondo prima di far tragitto in
Puglia. Ma gli affari degli Ungheri piegando in peg-
gio per la perduta battaglia di Nicopoli, le città del-
la Dalmazia minacciate di frequente dall'armi tur-
chesche, fermano di darsi ai veneti unici contro tan-
ta potenza. Prima narra le discordie della sua pa-
tria in questi estremi momenti, le quali la condusse-
ro con le altre città poi marittime a dedicarsi alla
regina in allora dell'Adriatico, la quale non più la-
sciolle fino al suo morire. Colla morte di Sigismon-
do gli Ungheri non hanno tra noi più potestà. Ècco
in pochi tratti ciò che contengono i cinque libri del-
lo Zavoreo ch'ei chiama istoria dalmatina.
Le notizie come puotesi scorgere dal presente
sunto, trovansi sparpagliate e non da nodo crono-
logico avvinte. Menda, in cui inciamparono i susse-
guenti scrittori ancora, non già per poco valore d'in-
gegno, nè per poco studio o diligenza, come diino-
strossi altrove, ma per ostacoli quasi insuperabili.
Egli le raccolse per alleviare l'amarezza dell' esilio.
La sua stessa posizione gli toglieva la possibilità di
poter condurre regolato il suo lavoro. Pure non si
smarrì, e converse la disavventura a profitto nazio-
nale. Bello esempio! Quanto potente è l'amor di pa-
tria, quando egli è sincero! Sembra che nelle disgra-
fie s'affini più ed animoso e più caldo si faccia.
Se l'autore merita in ciò compatimento, non lo
sperarem noi ohe prememmo nei presenti cenni le
medesime orme ? Libava ei dagli automi stranieri le
notizie, ed ha il vanto di aver preceduto in tali inda-
gini i Lucio, Farlati, Boman ecc.
Diede così il bandolo per isvogliere quella ma-
tassa, che rimane ancora per nostro dannò avvilup-
pata. Debbonglisi perciò lode e riconoscenza.
Non crediamo neppure che tutte le notizie sia-
no ripurgate d'ogni scoria. Il detergerle è un do-
vere della critica più illuminata : del giorno. A noi
stava il qualunque siasi congegnato lavoro trarlo dal-
la polvere, e fargli Aver vita. Di tanto ci sdebitammo.
Se dato poi fosse era allo Zavoreo rivedere la luce,
forse di ciò ci saprebbe grado. L'otterrem noi per la
cura presaci da'suoi concittadini? lo confidiamo: men-
tre YHistoire plccit toujours de quelque maniere
qui elle soit écrite. A. Fenzi.
È LA DALMAZIA STERILE?
II giornale : (Esterreichische Blàtter fur Lite-
ratur und Kwnst, publicava nei suoi Numeri 52 e
53 di quest'anno il sunto d'una dissertazione dèi
sig. Pietro Rottura, professore di filosofia nel liceo
di Zara, e direttore generale dei ginnasti in Dal-
mazia, intesa a dimostrare, che a torto veniva det-
to nell'appendice della Gazzetta di Milana, 3 mag-
gio 1844: nel far paragone tra l'Austria da un .can-
to, la Francia e la Prussia dall'altro, in quanto alla
fertilità del suolo, doversi eccepire in tale confron-
to l'Ungheria e la Dalmazia, quella per l'attuale
stato della sua agricoltura, questa per la grande
sua sterilità. Sembrerebbe perciò doversi da questo
passo tirare la conseguenza, che la Dalmazia fa
dalla Provvidenza condannata a perpetua povertà,
e che non può aspirare a que' progressi di coltura,
a cui tende la natura umana.
A confutare quest'asserzione riporteremo sul-
le basi del' pregiato giornale tedesco, e del ma-
noscritto originale cortesemente favoritoci , alcu-
ne considerazioni, colle quali il chiarissimo autore
va dimostrando ad evidenza il contrario. "Non è,
„ dice, la Dalmazia sterile, la si deve anzi ritenere
„per fertilissima; e se i prodotti del suo suolo son
„ proporzionatamente pochi, non è questa la conse-
„ guenza della sua sterilità, sibbene della scarsa col-
tivazione del terreno.,,
L'abitatore della campagna, che alla sveglia-
tezza dell'ingegno accoppia bella taglia, robustezza
e forza, come nell'abbondanza de' viveri talvolta, «
specialmente nelle gozzoviglie d'occasione, mette a
prova tutte le forze digestive del suo stomaco; nel-
180 ca-
rato di magnesia, allontanare il cloruro di magne-
sia, aggiungervi del sale marino in abbondanza, co-
stituisce il secreto delle operazioni del sig. Balard.
Una soluzione in tal modo apparecchiata d'e-
state, e conservata sino all'inverno a riparo della
pioggia,, si stende sui cristallizzatoi delle saline in
istrati di circa 4-pollici, misura viennese, e basta
ima notte fredda per depositare sopra le superficie
salifere un: p*'più d'uà terzo di pollice del solfato
di soda cristallizzato : si fa colare rapidamente Ta-
qua madre,, e numerosi operai radunano in mucchi
il solfato, e lo trasportano nei magazzini.
Non è però la sola stagione fredda, che si ri-
chieda assolutamente per la produzione della soda;
l'aqua del mare semplicemente concentrata da 16
ai 18 gradi dell'areometro de'sali dà eziandio delle
ragguardevoli quantità di questo prodotto. (^Astraen-
do dai dispendii di prima ^istituzione, tutti gli altri
si riducono alla, semplice raccolta). Balard intanto non
ristette di rivogliere i suoi studii onde poter gua-
dagnare sui campi saliferi il solfato di soda anche
d'estate, mettendo a profitto una proprietà del sol-
fato di soda,.che si libera dall'aqua coli'aiuto del
calorico, in seno ad una soluzione saturata. Esso si
combina in tale stato con altri solfati, con quello p.
e; di calce. L'azione che il solfato di soda anidro
esercita sopra il solfato di calce, l'esercita anche
sul. solfato di magnesia, ed una soluzione che con-
tiene simultaneamente e sale marino e questo solfa-
to, dà per l'azione del colore un sedimento Cschlost)
di magnesia, il quale sdoppiandosi mercè della so-
luzione calda e del raffreddamento in solfato di ma-
gnesia più solubile, ed in solfata di soda idrato, che
si cristallizza, permette clic quest'ultimo s'isoli nel-
lo stato puro. lutai modo dunque Balard può continua-
re la fabbricazione del solfato di soda sui tondi sa-
liferi per nove mesi dell'anno, eccettuati i soli mesi
d'estate'; mentre prima credeva di non potervi la-
vorare che d'inverno solamente.
La. quantità della soda, che con tale processo
si può ottenere dai fondi saliferi, è maggiore mi-
nore, e viene regolata dalla quantità del sale fatto.
Si può far ascendere la soda al 4 per 100 del
sale fabbricato nella decorrenza dell'estate.
Le saline della Dalmazia, la cui superficie di
evaporazione importa 344 iugeri a 1038 klafter
quadrati,, ove tale industria vi si potesse introdurre
e se ne conoscesse il metodo pratico, dovrebbero
dare qualche poco di meno di 45 mila centinaia di
solfato si soda; ma questa cifra, che giusta i calcoli
di Balard vale in teoria, non regge poi io pratica,
come lo stesso inventore lo provò, e sopra una su-
perficie, che di due iugeri circa supera la superficie
di tutte le nostre saline, non conseguì che sole
10,900 centinaia di solfato di soda. Ben ebbi ad
osservare però, che se la pratica dista tanto dalla
teoria, vi si presenta in ciò solo un vastissimo cam-
po a perfezionare questa nuova industria ed aumen-
tare. la quantità del prodotto.
Il solfato di soda, che Balard consegui l'anno
se., era puro, conteneva però 50 per cento di aqua,
che si elimina coli' evaporazione, e le sue sperienze
fatte in grande, provarono, che la quantità della so-
da raccolta sui campi saliferi è più abbondante di
quella che proporzionatamente si può ricavare dalla
decomposizione del sale coli'acido solforico. Se la
quantità che coll'andar del tempo si potrà ricavare
dalle saline dovesse eccedere in Francia il consumo
delle fabbriche di vetro, s'impiegherà il rimanente
in quelle di sapone. A Marsiglia il prezzo di questo
nuovo solfato è in oggi di un fiorino e 28 caranta-
ni al centinaio di Vienna, quando il solfato ha 5 per
100 di aqua, e di 3 fiorini e 15 carantani, quando
è accidro. Trovò in oltre questo chimico il modo di
ritrarre dalle saline della potassa; spera egualmen-
te di levarne dello zolfo, e verrebbe per tal guisa
a bandire dalla Francia 234 mila centinaia di zol-
fo, che deve ogni anno ritirare dalla Sicilia, die u-
nicamente servivano a decomporre il sale marino e
fabbricarne il solfato di soda. Dalla stessa aqua di
mare guadagnerebbe poi tanto di zolfo quanto oc-
corre pei consumo di tutte le altre industrie in Fran-
cia. L'inventore, conseguito il privilegio della sua
scoperta, s'associò alla casa commerciale Rigai e
Comp. di Mompellieri, e per lei solamente esercita
questo nuovo metodo, con cui sin dall'autunno scorso
ha prodotto già una vistosa quantità di soda.
Sì questo che gli altri prodotti chimici, allora
quando saranno in attività le fabbriche ideate, sog-
giaceranno a grandi ribassi di prezzo. B.
VARIETÀ.
La gazzetta tedesca di Pietroburgo narra un
caso strano. Un israelita di Kiovia, dell'età di anni
20 pativa il verme solitario, e dopo lunghe ed inutili
cure, presa avendo un giorno una quantità di latte
inacidito, riusc^€ rigettare 4 rane vive (rana tempo-
raria L.). Coll'aiuto di varii emetici, c dopo d'aver pre-
so abbondanti quantità di olio di trementina, nei ripe-
tuti accessi del suo male conseguì che in 7 volte ri-
gettasse 35 rane vive, tutte della lunghezza di 1 a
3 pollici, e di color bianchiccio. Sembra che in tal
guisa sia stato estirpato il^ido delle rane nel suo sto-
maco, poiché va ricuperali) la sua salute. QU.ng.')
G. Franceschi Estensore e Proprietario. — '/Lara coi tipi Ibernarchi-Rougier.
e di tante terre prese, solo si tenne Ostia, e Castel
sant'Angelo di Roma. „ (Jib. 12).
Di Peretto si trova più fiate menzione anche
sotto il regno di Giovanna II, successa a Ladislao,
ed una volta parlando il Costanzo di certa rissa nata
in corte, nomina il conte di Troia „ che come gran
siniscalco, ave va-potestà di punire gl'insulti che si
fanno nella casa reale „ (lib. 13). Dopo queste pa-
role non si vede più rammentato, ed anzi leggen-
dosi ch'in sullo scorcio del 1415 la regina „ vo-
lendo ordinar sua corte, pose l'occhio e '1 pensiero
sopra Sergianni Caracciolo,^ lo fece gran siniscal-
co „ (Iib. 13.)? Pu°ssi arguire che Peretto cessas-
se in quel torno dal servigio, e, come dicono alcu-
ni, in patria si ritirasse, e i giorni suoi vi chiudes-
se carico d'anni e di gloria (1). Alla quale non dee
punto nuocere, che le insegne da lui seguite, non
fossero sempre guidate da una giusta causa; nulla
ciò togliendo a quel merito e valor personale, on-
d'esso ebbe luogo tra i più nominati capitani del
tempo suo. (sarà coni.). Q. F. C.
(lih'. Jt- TCit&K
STATO DELLE SCUOLE ELEMENTARI IN DAL-
MAZIA ALLA FINE DELL' AKNO SCOLASTICO
1 S 4 4.
Che gli elementi della prima istruzione — e-
stesa più che sia possibile fra il popolo, e sì che
vi prenda parte la gioventù d'ogni classe d'abitanti
— siano le basi di quella generale coltura, per cui
si va ad assicurare il viver migliore individuale e
sociale ^ lo sanno ben molti, e superfluo quindi ren-
derebbesi il rivolgere loro di nuovo la parola in
questo argomento. Gioverebbe però, che ognuno sia
penetrato dei reali vantaggi dell'insegnamento ele-
mentare, e che perciò tutti quelli, che o per la po-
sizione loro son in grado di sorreggere istituti di
tal genere, od a cui la fortuna porse abbondevoli
mezzi di proteggerli, sostenerli^ incoraggiarli, abbia-
no specialmente cura della tenera gioventù, chè,
quale ne sarà l'avviamento nei primi anni, tale si
mostrerà avanzata: quindi solamente dall'istruzione
religioso letteraria, dai buoni principii, che s'instil-
leranno nelle tenere menti, si potrà attendere in
Dalmazia e nel popolo minuto delle città, e segna-
tamente della campagna, quella generazione, che col
(1) Paolo Andreis nella sua manoscritta Storia di
Traù, accenna più volte una divisione de* considerevoli
beni di famiglia, seguita nel 4429, tra i fratelli Bia-
gio cavaliere e Pietro o Pierellot che potrebb*essere il
medesimo di cui è qui discorso.
sentire ed operare corrisponda all'esigenze de'tem-
pi, e vi sia perciò avviata ed informata a divenire
agricola, industriosa, sobria, provida. Con tutte le
forze dunque all'opera, e si pensi seriamente all'av-
venire: riconoscenti i posteri, di buon grado tribu-
teranno benedizioni a chi avrà loro procurato bene
sì grande.
Leggemmo nel X.* 68 della Gazzetta di Z*a~
ra, c. per disposizione della superiorità meri-
tamente encomiati quelli che nel 1844 si prestaro-
no a prò delle scuole elementari e all'istituzione del-
le nuove là dove mancavano. Ci è sommamente grato
inoltre di osservare, e lo facciamo colla più sentita
soddisfazione, che per zelante cooperazione delle
potestà della provincia a ciò chiamate, riusci, spe-
cialmente in quest'ultimi anni a mettere in piedi molte
scuole elementari, che all'uopo concorse buon nu-
mero di abitanti con offerte proporzionate per la lo-
ro attivazione, che parecchie furono istituite nella
decorrenza del 1845, e nutresi la dolce lusinga,
che l'esempio dato non rimarrà senza imitazione,
poiché i bisogni sono grandi, e moltissimo rimane
da fare in questa parte della prima educazione pu-
blica del popolo, onde di mano in mano possa es-
sere più agevolmente istruito sulle operazioni del
campo, si corregga degli errori inveterati, presti o-
nore a chi cerca d'essere utile a se, al campagnuo-
lo, alla patria, nutra sentimenti di carità, di mora-
le, di religione, e generalmente raggiunga quel gra-
do di avanzamento che dal popolo appunto si esi-
ge, lo che evidentemente si conseguirà, se ogni co-
mune censuario avrà una scuola regolare, e se il
massimo numero di fanciulli e di fanciulle la fre-
quenterà diligentemente.
Già per cogliere lo scopo della prima istitu-
zione religioso letteraria della gioventù, secondo la
mente del legislatore, onde l'insegnamento elemen-
tare sia a portata di tutti, venne saviamente dispo-
sto, che porzione di libri per le scuole di città ven-
ga voltata in illirico, e siano così a doppio testo ad
imitazione delle altre provineie dell'impero, in cui
ad una parte del popolo sono famigliari due idiomi.
L'opera non è lontana dall'essere portata a compi-
mento, e così per alcune comunità, tolto Postacolo
de'libri italiani, vi sarà un'impedimento di meno per
la fondazione di scuole elementari minori, che cor-
rispondano ai bisogni del popolo, e siano il gradino
necessario per apprendere con qualche fondamento
e l'illirico e l'italiano, e per appianarsi la via agic
studii superiori per chi vi fosse chiamato.
220 c&>
egualmente molta cura mettono nella nutrizione de
bachi ; quella più particolarmente non tenue frutto
Ticavando da alcune qi/alità de'tessuti di seta. Al-
tri punti della provincia ne /ormarono dà varii an-
ni soggetto interessante • delle loro operazioni con
risultati b«ne spessori tannatura, da sperare, che
l'esempio loro i luoghi vicini induca a tentare al-
trettarnto» Parecchi tra comuni e privati non sareb-
bonò alieni dal prestarvisi; ma difettano di elemento
principale, della foglia, necessaria aila nutrizione
del filugello. Presso molti finalmente la coltura è
nell'infanzia dell'arte; da altri direbbesi o ignorata
<o del tutto tenuta a vile e trascurata. Confidiamo in
tempi migliori, ed in qualche felice congiuntura, che
Inducesse l'abitante della Dalmazia, là dove quest' in-
dustria è abbandonata, a comprendere i vantaggi del-
l'educazione del baco, allettato dal sicuro guadagno,
Jdhe ritrarrebbe dai filugelli dopo alcune settimane di
•cura ; ovvero, dove per domestiche difficoltà non va-
lesse a prestatisi, fruire almeno del ricavato del-
la foglia, coltivando I gelsi a prò di quelli, che non
Avetfdtì àlberi proprii, vorrebbono pur tentare l'alle*-
framento d'un po' di filugelli.
Ed affinchè il compagnuolo potesse avere a suf-
ficienza di foglia, pavidamente pensò l'autorità a sor-
Teggerlo; a migliaia di piante furono per più anni
-distribuite, e si continua a farlo: di chi è la colpa
dunque, se il rustico al comineiàmento dell'estate non
'può aiutarsi nè coi bozzoli nè colla foglia? Più volte
sì domandò, perchè finora non sieno state destinate
-almeno alcune porzioni dei fondi comunali per pian-
tarvi buon numero di gelsi? Non sarebbe stato per
tal modo possibile di provvedere abbondantemente il
mercato di foglia, quando più la occorre, e fornirne
quelli, che non hanno alberi proprii, onde fare qual-
che libra di bozzoli ?
Progredendo adunque con lentezza la pianta-
gione de' gelsi, égli è di necessità, che tenue pure
fisulti l'aumento nel prodotto della seta. Il nostro
•prof» Rottura ben a ragione riponeva tra i primi
'bisogni della provincia la diffusione dei mori; sem-
braci'^ jche vi si potrebbe soddisfare alla meglio, qua-
lora, se non hi ogni villaggio, almeno in ogni sinda-
cato si trovasse qualche persona intelligente e filan-
tropa, che, senza punto pregiudicare a proprii inte-
ressi, destinar volèsse un iugero di terreno in semen-
zaio de'gelsi, da poterli, dopo breve giro d'anni, di-
stribuire o vendere a modico prezzo ai comunisti,
liberandoli per tal modo dalle non indifferenti spese
che devono incontrare per procurarseli da qualche
punto discosto della provincia, e per lo più dall'I-
talia, donde, quantunque ben condizionati, giungono
d'ordinario in uno stato cattivo in conseguenza dei
lunghi viaggi, che incontrano i bastimenti nella sta-
gione invernale durante la loro traversata da Vene-
zia o da Trieste. Egli è evidente inoltre, che coi
gelsi de'proprii semenzai, oltre al tenue prezzo d'a?-
cquisto, s'avrebbero piante acclimatizzate, mettereb-
bero più facilmente radici ed in maggiore quantità,
che non quelli d'oltre mare. (sarà cont.J
VARIETÀ.
(Non voglìam più Associati). La caccia di as-
sociati, che fanno i giornali di Parigi, si appalesa
a prima vista a chi prende in mano un giornale, un
annunzio librario francese. Ogni attrattiva di novi-
tà perdette l'impudenza, con cui qualche giornalista
imbandisce menzogne, e da rodomonte campeggia per
la sua gazzetta. La Pi-esse dichiarava ultimamente
che non voleva più associati, che de'nuovi non né
poteva più ricevere, quasi volesse con ciò far co^
noscere, che le sue forze non reggevano a stampare
un cento mila copie al giorno. A tale spampanata
il Charivari ne contrappose un'altra. Per frustare
il sig. Emilio Girardin che altre volte aveva corso
più d'una burrasca, e ne era scappato con qualche
ceffata, ec. narra che il redattore della Presse Em.
Girardin, era uscito non ha guari all'annottare, e
che venne aggredito da quattro robusti individui,
tre de'quali lo afferrarono, mentre il quarto si sfor-
zava di empiere i taschini del gilè del povero re-
datore con 330 franchi, obligandolo così a riceve-
re , contro sua voglia, il prezzo del giornale per 8
associati. Riuscì pur troppo a que' miserabili l'atten-
tato alla libertà del sig. Girardin, clie dovette in-
ghiottire suo malgrado quella pillola di 320 fran-
chi, ma-giurò che quindi anzi non sarebbe uscito di
casa verso sera, se non ben armato, per garantirsi
dalla violenza di quelli che volevano ad ogni costo
associarsi alla sua Presse.
— II nuovo giornale fràndeìse VEpoque, è di for-
mato veramente gigantesco, ed a quanto ne giudi-
cano gl'intelligenti in questo genere, esso risponde
bene alle aspettative. Vi vogliono poco men di cin-
que ore per leggerlo da capo a fondo. E la gran-
dezza del foglio? Per leggerlo comodamente, con-
verrebbe stenderlo sulla piazza, e passeggiare a
cavallo lungo le sue colónne.
G. Franceschi Estensore e Proprietario. — Zara coi tipi Demarchi-Rougier.