Anno 2. - N. 33
Zara, 17 aprile 1919
Abbonamenti per ora non si ricevono"
Un «mPCTo centesimi 30 di corona Per le inserzioni rivolgersi all’Amministrazione
— Pagamento anticipato — — —
Redazione ed Amministrazione provvi
soriamente nella Tipografia Schonfeld.
QUBSTllKVr ECONOMICHE
fare da noi. E fare da noi vuol dire
Provveduto, mediante i rifornimenti perio
dici di viveri contingentati da parte del go
verno italiano alle più urgenti necessità di
generi alimentari, due problemi vitalissimi
dell appiovvigionamento restano tuttavia in
soluti, con grave'pregiudizio della nostra
economia del dopoguerra: quelli della car
ne e del pesce. Si può dire anzi, senza tema
d errare, eoe essi gravano comi? fattori es
senziali sull attuale crisi e determinano buo
na jParte di quei disagio economico dal
quale siamo ancora ' travagliati, dopo : gli
stenti 6 le. dolorose privazioni d5 ogni ma-
niera subiti nel lungo periodo della guerra
A risolverli, nell’interesse della cittadinanza
tutta e in particolare della classe più po
vera e. maggiormente colpita dal disagio
attuale, desideriamo contribuire con V o-
P?JÉW°S^a’ • Prom°vendo, sia sul nostre
sia in seno alle istituzioni chiamato
in prima linea a interessarsi ai bisogni della
collettività, una larga discussione. E per ora,
rimandando ad altra occasione il complesso
è arruffato problema deìì’approvvigionamento
della carne, intendiamo di occuparci di quel
lo della pesca e del pesce.
Quando, riconosciuta l’urgenza di ade
guati provvedimenti per rifornire il nostro
mercato di pesce più abbondante e a prezzi
compatibili colle condizioni economiche pre
senti, la questione del pesce fu discussa nel
Fascio nazionale, il provvedimento che par
ve di più facile e immediata aftuazione con
templava l’intervento nelle nostre zone di
pesca delle note flottiglie di pescatori chiog
giotti, che già prima della guerra erano i
più destri e costanti pescatori nelle nostre
acque. E s’invocava in questo riguardo
l’appoggio del Governo, che avrebbe po
tuto, a giudizio dei proponenti e sull’ e-
sempio di provvedimenti analoghi adottati
nella Venezia Giulia, agevolare la pesca
anche col sussidio di motoscafi della ma
rina messi a disposizione del naviglio pe
schereccio per una più rapida congiunzione
dei lunghi ; di pesce co> , di swalt’«--
mento.
Pur troppo da lungo tempo il Fascio non
dà più segni di -vita e noi non siamo in
grado di riferire sull’esito delle; pratiche
fatte. Nel frattempo però due articoli sono
apparsi sulla stampa italiana di particolare
interesse per la nostra questione. Nel ^Cor
riere dèlia Sera" l’on. Luzzatti discutendo,
con quella competenza che tutti gli ricono
scono, il lato economico e politico di una
più stretta unione e comunione dei paesi
posti sulle due sponde adriatiche, urgeva
per una rapida ripresa del,traffico e delia
pesca di altura, osservando che il go
verno italiano a Venezia ed a Trieste a-
vrebbe dovuto richiamare d’urgenza gii
abilissimi pescatori chioggiotti, metterli in in
timo rapporto coi pescatori istriani e, unendo
insieme i migliori elementi dell’alto Adria
tico, salvarci dal danno, dallo scorno che ie
antichissime pesche non si possano ripren
dere nell’ aprile.
Ma un tecnico eminente della pesca, il
D.r Eugenio Bellemo, direttore della scuola
di pesca di Chioggia, in un notevole articolo
della „Gazzetta di Venezia" dimostrava la
impossibilità di un pronto e largo intervento
della fiotta da pesca chioggiotta nelle acque
istriano-dalmate e invocava anzi immediati
provvedimenti per quella classe peschereccia,
paralizzata dagli effetti disastrosi della guerra
e ridotta nella sua efficenza ad appena un
terzo. I contingenti di pescatori che ritorna
vano dal servizio militare non trovavano che
pochi bragozzi, armati stentatamente e af
frontavano. tuttavia i pencoli delle torpedini
vaganti nell’ Adriatico, che fanno saltare in
aria i natanti al contatto diretto o entrando
negli strascichi che rastrellano il fondo. E
constatava che in seguito al divieto del 23
luglio 1915, il quale per ragioni di guerra
sospendeva la navigazione e la pesca in
Adriatico „il patrimonio navale immobilizzato
nel Compartimento Marittimo di Chioggia
saliva a 908 natanti del valore complessivo,
tra scafi ed attrezzi, di L. 2,892.515. L ino
perosità totale del mare clausura ascendeva
a 3084 barche da pesca di un valore com
plessivo di oltre 9 milioni e 14.000 lavoia-
tori dovettero rassegnarsi ad abbandonare
il campo d’ azione, retribuiti con un miser
rimo soccorso giornaliero". E aggiungeva
che non è oggi possibile inviare ai fratelli,
imploranti da Grado a, Zara un aiuto, del e
flottiglie da pesca, perchè „la flotta da pe
sca della Venezia marittima, corrosa dalle
intemperie,* decimata da ragioni, militari, e
ora ridotta a ben poca cosa, in mano di
proprietari armatori immiseriti. Il solo centro
marittimo di Chioggia, il piu importante
dell’ Adriatico, tra danni agli scafi e agli at
trezzi e lucro cessante per arresto di lavori
subì una. perdita, in 43 mesi di stasi, non
inferiore ai 13 milioni".
. ** *
Occorre dunque che anche nella questione
" della pesca, almeno per ora, vediamo di
-_ cercare
in paese, colle forze nostre, di sopperire
alla mancanza di pesce sul mercato, di au
mentare 1’ afflusso della merce, perchè auto
maticamente ne ribassi il prezzo.
Notoriamente in Dalmazia non esiste una
maestranza di peccatori, organizzati, disci
plinati, che attendano preponderantemente
o esclusivamente ali’ occupazione della pesca.
Mancano i pescatori di professione. 1 villici
dei! insulario e dì certe regioni costiere al
ternano piuttosto la pesca con 1’ agricoltura.
Quando la stagione o le condizioni clima
tiche li chiamano ai lavori della semina, della
sarchiatura, della potatura, della vendemmia,
delia raccolta delle bacche d’olivo, essi
nella loro generalità, si sentono legati alla
terra e passano giorni e settimane intiere
fra i campì ; quando cessano le necessità
dell agricoltura, si danno alla pesca. Questa
è tradizione secolare, inerente alla partico
lare struttura fisica del paese, al grado
di produttività della terra e di pescosità del
mare, al carattere delle popolazioni e ad
altre cause, che per brevità tralasciamo. Ma
se è difficile rompere d’un tratto costu
manze e tradizioni inveterate, non è detto
olle esse non si possano lentamente modifi
care, quando fattori economici e morali,
forze ben disciplinate, mezzi adatti, concor
rano a quest’ opera di trasformazione, sopra
tutto se essa possa essere profittevole e alle
nostre popolazioni marinare e ai centri di
consumo.
Noi, per limitarci alla nostra zona ristretta,
sorretti anche dal consiglio e dalle informa
zioni di persone esperte nelle cose della
pesca e che conoscono per bene la psico
logia dei nostri isolani, riteniamo che non
dovrebbe riuscire impossìbile organizzare un
certo nurnpro di pescatori, una piccola flot
tiglia di bragozzi, che assicurasse pesce ab
bondante e continuo ai nostri mercati. Tutto
sta a vincere certe riluttanze, a trovare il
modo di allettare l’isolano a darsi con più
frequenza e Regolarità alia pesca, a fornirgli
i mezzi più urgenti e indispensabili per i
bisogni dell’ armamento, a provvedere di
adeguati rifornimenti di viveri gli equipaggi.
A ciò occorre 1’ opera dei volonterosi che
si prestino a raccogliere dati precisi, con
un’ indagine fatta sui luoghi, sullo stato at
tuale del naviglio da pesca, che sentano i
desideri e le esigenze dei pescatori, che li
incoraggino ad armare, non solo con parole di
persuasione, ma prospettando sicuri vantaggi
economici e aiuti concreti. Per ottenere i
quali converrà, per ora, far appello alla
cooperazione del Governo, il quale certo
non li lesinerà, quando, sulla base di un ac
curata statistica delle forze disponibili per
la pesca e di un fabbisogno delle necessità
più urgenti, abbia sotto mano elementi si
curi per giudicare della serietà di questa
iniziativa e dell’entità dei mezzi occorrenti.
Occorrerà procurare ai pescatori nostri
una certa quantità di canape. per riattare
le reti, materiale che negli anni della guerra
era divenuto quasi irreperibile; favorirli con
la somministrazione di carburo a prezzi mo
derati ; agevolare 1* acquisto di materiale da
costruzione per riparale i bragozzi meno
avareati. Ma sopratutto è necessario garan
tire alle barche, che sulle 30 miglia della
zona fra Sale e le incoronate battessero il
mare, un largo contingente di pasta, riso,
farina, poiché il lavoro faticoso, la prolun
gata assenza dal luogo di dimora, il ben
noto appetito degl’ isolani di Sale, Eso,
Selve, Ulbo esigono che si largheggi nei
viveri.
Se appoggi reali per simili provvidenze
si potessero ottenere in equa misura dal
Governo — e noi confidiamo che si pos
sano avere — il primo passo nell organiz
zazione non dovrebbe fallire. Non sarebbe
molto, ma certo un buon principio ; buono
per gli effetti immediati e come avviamento
ad affrontare e risolvere, estendendo il la
voro di propaganda e di organizzazione,
molti altri problemi inerenti alla questione
della pesca nelle nostre acque, cui biso
gnerà pure che un giorno le forze vive del
paese si dedichino, se non vogliamo, stando
al mare, chiudere gli occhi a quanto fanno
e provvedono le popolazioni che dal mare
e dalla pesca attingono benessere e ric
chezza come, per non uscire dall Adriatico,
! chioggiotti, i romagnoli, i pugliesi Pro
spettiamo solo “di sfuggita : la possibilità di
fondare cooperative tra pescatori e società
per lo sfruttamento della pesca di. massa
(sardelle e tonno) con V erezione di indu
strie nella nostra città e in altri luoghi adatti
dell’insulario e della costa; il perfeziona
mento tecnico e scientifico dei mezzi e modi
di pesca che oggi da noi sono quasi primitivi,
lo studio dei problemi inerenti alla conser
vazione e moltiplicazione, del., pesce nelle
nostre zone di produzione più accentuata e
la relativa legislazione; l’erezione di una
pescheria rispondente alle moderne esigenze
igieniche e industriali; la determinazione di
norme più rigorose per disciplinare la ven
dita, con calmieri a pitela del produttore e
del consumatore, ece. ecc.
Come si vede, un programma vastissimo
di studio e di azione, che non deve sco
raggiare per la ponderosità dei problemi,
rna animare quanti cittadini amano sincera
mente il loro paese e sanno che nelle diffi
Telegrammi della giornata
(. (Servizio particolare della „Stefani")
Scienziati italiani a congresso
PISA, 15. Il congresso delie scienze ha
iniziato i suoi lavori in alcune sezioni alle
ore 15. Il prof. Stellaha riferito ampliamento
sulle „Miniere di ferro in Italia", il prof.
Alcisi ha riferito sui „Materiali refrattari
italiani", il prof. Dachfardi ha parlato sui „Gia
cimenti italiani di m aerali di rame, antimo
nio mercurio e stagno", il prof, di Veste
ha parlato sul tema „La difesa igienica del
lavoro dopo la guerra."
Nello stesso tempo nella sala dei geografi
della R. Università, .sotto la presidenza del
generale Vacchelli, direttore del R. Istituto
geografico militare, si è riunita la prima
adunanza del convegno dei geografi italiani.
Il prof. Ricchieri, a nome del comitato del-
F associazione per il congresso delle*scienze,
ha portato il saluto dei geografi riuniti
in Pisa. Il prof. Marinelli ha riferito sul tema
„Di un atlante fisico d’Jtalia", il prof. Ciardi
sui „Plastici dell’istituto geografico militare",
il prof. Almagia su „Un glossario dei nomi
territoriali italiani" il prof. Richieri su „Un
atlante storico."
Alle 13 il rettore dell’Ateneo ha offerto
una colazione irftima al ministro Berenini,
cui hanno assistito alcuni scienziati.
Alle 15 1’ on. Berenini, accompagnato
dagli on. Quirolo, Dello Sbarba e Mancini,
si è recato a visitare la casa ove morì Giu
seppe Mazzini, attuale sede del R. Ispetto
rato dei monumenti. Il ministro si è lunga
mente soffermato nel giardino della casa,
sotto lo storico arancio che fu piantato dallo
stesso Mazzini. Accompagnato dal soprain-
tendente ai monumenti, prof. Bacci, l’on.
-Berenin: he v;ska&ri>-k camera in cui spirò
il grande pensatore* genovese, intrattenen-
dovisi lungamente.
Il ministro ha firmato il registro dei visi
tatori, apponendovi il seguente motto : „In
atto* di religiosa devozione nell’ ora sacra
alle realizzazioni."
L’ on. Berenini, prima di lasciare la casa
ha promesso al prof. Bacci tutto l’interes
samento del governo per lo sviluppo del
museo mazziniano, sorto nella casa stessa.
Quindi rientrato all' Hotel Nettuno, ove egli
alloggia, poco dopo ha ricevuto una com
missione maestri.
il ministro ha dichiarato che sarà in queste
settimane sottoposto all’ approvazione del
consiglio dei ministri un piano di riforme
economiche per le scuole elementari e po
polari e che i desideri dei maestri saranno
soddisfatti in una misura superiore forse
loro speranze.
In GeiBiania « nnll’Wa .Mena
BERLINO, 15. Notizie da Monaco an
nunciano che la repubblica dei consigli è
stata rovesciata colle armi.
BERNA, 15. Le comunicazioni telegrafi
che e telefoniche con Monaco sono state
interrotte. Mancano ancora particolari circa
il modo con cui si è verificato il cambia
mento del regime. Secondo un dispaccio da
Berlino i rivoluzionari opposero viva resi
stenza ed una lotta accanita si svolse alla
stazione di Monaco, il cui interno sarebbe
demolito e saccheggiato. Vi sarebbe una
sessantina di feriti.
Il „Locai Anzeiger" dice invece che il
rovesciamento del governo rivoluzionario
avvenne nella massima calma. La popola
zione venne informata del cambiamento di
regime mediante manifesti. I principali edi
fici di Monaco sono occupati dalle truppe.
La maggior parte deh capi rivoluzionari son
Stati arrestati o si trovano in fuga. Lipp,
commissario, del popolo per gli affari esteri,
è stato chiuso in una casa di salute. Il co
munista Levin è fuggito. Si annuncia che
sarebbe in Svizzera. Sedici membri dei go
verno sono in stato d’arresto, e tra essi
Wagner, Rich e Mùhsam.
In tutto il rimanente della,Baviera si af
ferma l’autorità del governo.
Ad Augusta i comunisti hanno, abbando
nato, il potere. Schweinsfurt, Kochomfrem-
burg e Loch, capi comunisti, si sono arresi
senza condizioni.
La „Frankfurter Zeitug" dice che il go
verno, rifugiatosi a Bamberg, .avrebbe in
tenzione di opp or re-r esistenza.
ZURIGO, 16. Si ha dà Augusta : Un te
legramma dell’ „AgenzkpWolff" conferma la
completa ripresa del potere a Monaco . da
parte dei comunisti.
BASILEA, 15. A Dresda una deputazione
di- dimostranti sj recò- domenica scorsa pres
so il .ministro Buch, il quale le„ accordò
coltà e nella lotta si moltiplicano le energie
e si temprano le volontà. E per ora limi
tiamoci a un’ azione moderata, ma non meno
proficua: vinciamo le prime difficoltà, che
son le più gravi, provvediamo ai bisogni
del momento, che sono i più sentiti; pre
pariamo con modesti principi l’opera più
vasta dell’avvenire.
tutto ciò che chiedeva. La deputazione di
chiarò di non aver più motivi di mantenere
l’occupazione del ministero della guerra, il
quale venne sgombrato.
La giornata di domenica passò calma.
Quattro persone, sospette di partecipazione
ali’ assassinio del ministro Nourtag, furono
arrestate.
in tutta la Sassonia è stato proclamato lo
stato stato di assedio. Il comando militare
è stato conferitola Brunnkirchner di Dresda,
il quale ha proclamato la legge marziale.
VIENNA, 14. Il plpfiipotenziario militare
brittanico ha comunicato ieri al segretario
dj stato per gli affari esteri Bauer di essere
stato autorizzato dal governo brittanico a
dichiarare ufficialmente che, nel caso in cui
avvenissero disordini nell’Austria tedesca,
l’importazione merci, compresi ì viveri e le
materie prime, sarebbe completamente ar-
reststei*
FRANCOFORTE, 15. La commissione
tedesca per l’armistizio ha protestato con
tro l’occupazione di Grisheim, dichiarando
che il governo non può che aver l’impres
sione che i francesi vogliano semplicemente
mettere la mano sulle fabbriche di prodotti
chimici di Grisheim.
La commissione ha pregato il comando
delle truppe alleate di trasmettere la sua
protesta al consiglio supremo alleato.
BERLINO, 15. Il generale, Merker ha ri
cevuto l’ordine di entrare colle sue truppe
a Brunsvick, nei prossimi giorni, per assicu
rare le comunicazioni postali, telegrafiche e
ferroviarie ed impedire atti di violenza ver
so il personale.
La crisi ministeriale
in Ispagna
MADRID, 15. Il presidente del Consìglio,
conte di Romanones si è presentato al re
nel pomeriggio. Subito dopo è giunto Mau
ra. Il colloquio è stato lunghissimo. All’u
scita dal palazzo il conte di Romanones ha
annunciato le dimissioni del gabinetto. Ri
spondendo alla domanda se farà parte del
nuovo gabinetto, il conte di Romanones ha
risposto : „Nè come presidente, nè come
ministro."
MADRID, 15. Gli ex ministri conserva-
tori si sono riuniti sotto la presidenza di
Dato per esaminare la situazione politica.
BARCELLONA, 15. La vita normale è
stata ristabilita. Gli operai hanno ripreso
totalmente il lavoro.
Dàlia Provincia
Da Sebenico
Conferenza. Sotto gli auspici del „Fascio
giovanile" ebbe luogo venerdì 11 corr. una
conferenza del nostro concittadino sig. Rug
gero Ruggeri al teatro „Mazzoleni" sul tema
„1 martiri nostri".
Il teatro era affollatissimo e la poetica
rievocazione degli uomini nostri che all’ i-
deaìe della redenzione diedero in puro olo
causto la vita, suscitò in tutti commozione
intensa.
Tutto il pubblico prodigò calorosi applausi
all’ egregio conferenziere, il quale svolse la
patriottica conferenza con eleganza di frase,
con lucidità di concetto e con eloquenza af
fascinante.
ÀI nostro* palazzo di giustìzia. Una cosa
che stona a Sebenico è lo standardo giallo
nero del locale palazzo di giustizia. Perchè
non abbatterlo, come fu abbattuta l’Austria ?
Un’ altra cosa. Quasi tutti i secondini che
prestano servizio presso le carceri criminali
di Sebenico sono degli jugoslavi sfegatati,
i quali si rifiutano di passare al servizio del
Governo italiano, ma non rifiutano i viveri,
che vengono loro gratuitamente assegnati.
Alcuni fra costoro portano impunemente una
specie di berretto serbò. La sbrveglianza
delle carceri, invece che a tali individui do
vrebbe essere affidata ai nostri bravi ca
rabinieri.
Bisognerà offrirla ai nostri bravi carabi
nieri, i quali disimpegneranno il loro servizio
nel modo più zelante.
Censurato
*
Pesce d’aprile. Un bel pesce d’aprile
.yenne, qui offerto ai erbati al primo d’aprile,
cioè la venuta di Bissolati. Immaginarsi la
contentezza dei croati locali per l’arrivo
.del Messia !
E lo attendono ancora, come l'annessione
della Dalmazia alla Jugoslavia. Sperare licei.
La festa al „Casino" in onore di S. E.
il tenente generale Montanari. Domenica
13 corr. venne data una festa da ballo alla
Società „Casino" in onore dell’ ospite illustre
S. E. il Tenente generale Montanari, arrivato
tra noi venerdì col caccia „Indomito".
La sala era letteralmente gremita di scelto
pubblico e presentava l’aspetto delle occa
sioni solenni.
Tra gli intervenuti notammo: S. E. il Go
vernatore E. Millo, il contrammiraglio Gal-
leanf, il maggior generale cav. Viora coi
rispettivi Stati maggiori, il perfetto avv. cav.
Budini, il sindaco avv. cav. Sim. Lombardi
e un brillantissimo gruppo di ufficiali su
periori di terra e di mare.
Allorché S. E. il Ten. generale entrò in
sala 1’ orchestra intonò l’inno reale, ascoltato
in piedi fra entusiastiche acclamazioni, dopo
il quale si eseguirono gli inni nazionali ac
compagnati dal canto dei presenti. Poi si
intrecciarono le danze — interrotte da un
lauto rinfresco offerto con signorilità — che
si svolsero animatissime fino a tarda ora.
La festa riuscitissima fu una bella affer
mazione d’italianità, di gentilezza e di grazia
che lasciò un impressione gradita in quanti
vi presero parte.
Il calmiere. Il Capitanato distrettuale e il
Comune di Sebenico fissarono un calmiere
sul pesce e su diversi altri generi alimentari,
allo scopo di impedire lo strozzinaggio. A
quanto si può constatare, i prezzi massimi •
non vengono osservati ; anzi alcuni nego
zianti se ne infischiano degli ordini emanati
dalle autorità.
Ecco un esempio : il prezzo fissato dal
calmiere per il carbone è di 16 cor. il quin
tale, mentre invece taluni lo vendono nien
temeno che a 30 corone il quintale; e così
segue di tutto il resto.
In pescheria continua il solito pandemonio:
è una vera babilonia. Là si commettono
delle ingiustizie intollerabili, poiché il per- w
sonale addetto a quell’ ufficio agisce con
evidente parzialità. Per evitare quindi gravi
malumori e disordini bisogna cambiare tutto
il personale senza riguardo e metter un im
piegato dell’ annona per controllare.
Chi disimpegnerebbe, meglio di tutti, que
sto servizio, sono i R. R. Carabinieri; urge
quindi il loro intervento in pescheria, come
dappertutto, per far osservare scrupolosa
mente i prezzi fissati dal calmiere. E la po
polazione seguirà con plauso 1’ opera degli
amministratori.
II vino, malgrado 1' abbondanza, è ancora
a 8 cor. il litro. Perchè non si potrebbe far
venire vino dal Regno ?
Caffè Tommaseo. Giorni or sono è stata
inaugurata la riapertura dell’ ex „Caffè alla
Poliana" col nuovo nome di „Caffè Tom
maseo".
Oblazioni pervenute alTondo Nazionale Italiano.
Per onorare la memoria della def.a sig.ra Angiolina
Kecskmènty: famiglia Antonio Montanari cor. 10,
Antonietta ved. Radetich cor. 5, Antonio Medich
cor. 2. — Per onorare la memoria della def. sig.na
Anita Matcovich: famiglia Alborghetti cor. 5, An
drea Rude cor. 5, Mauretich e Pacor cor. 12, Er
minio Montanari cor. 10, Marsilio de Mistura cor.
10, famiglia Dr. Doimo Cace cor. 5. — Per onorare
la memoria del def. Giuseppe Modun : Marsilio de
Mistura cor. 10, Andrea Rude cor. 3, famiglia Al
borghetti cor. 5, famiglia Dr. Doimo Cace cor. 5,
Antonio Delich cor. 6. — Per onorare la memoria
del def. Alessandro Steiuwender: famiglia Bacarci^
cor. 5, famiglia Stecherle cor. 5. — Per onorare la
memoria del def. Matteo Matcovich: Niccolò Al
borghetti cor. 5.
Da Tenin.
Circolo italiano. Il 5 corr. si è inaugurato
a Tenin il circolo italiano „Anton Maria
Lorgna". La simpatica riunione, indetta dal
Fascio Nazionale locale, fu inspirata alla più
schietta cordialità.
Il presidente del circolo, cosigliere dott.
Francesco Madirazza, con erudito discorso
inaugurale' illustrò la geniale figura del Lor
gna, grande italiano, nato a Tenin nell’anno
1726 fondatore della Società dei Dotti Ita
liani e famoso per opere di ingegneria e
matematiche. Fragorosi, interminabili ap
plausi salutarono la fine del bellissimo di
scorso del dott. Madirazza, il quale con
esemplare costanza presta l’opera sua in
telligente a vantaggio di ogni manifestazione
patriottica, di cui è sempre l’iniziatore.
Seguì una conferenza tenuta dal colon
nello Fulvio cav. Enrico, comandante il 143
Reggimento Fanteria, sull’ arte e sull’ italia
nità di Dante.
L’ oratore, profondo conoscitore di tutta
l’opera dantesca ed in particolare della
Divina Commedia, volle rievocare l’opera
del grande Alighieri ; illustrò alcuni episodi
del poema, dando maggior rilievo a quelle di
Francesca, delEarinata e del conte Ugolino per
metterne in luce 1’ arte multiforme. Traendo
argomenlo“dal canto del mantovano Sordello,
caro all’ Alighieri, e da quello di Giustiniano,
con rara maestria diede rilievo all’ italianità
del Poeta e alla sua religiosa venerazione
per la gloriosa aquila romana, simbolo e-
terno di cività. Chiuse la conferenza, che
per la sua genialità ed eleganza destò la
generale ammirazione e 1’ entusiastico plauso
di tutti gli intervenuti, con un saluto affet
tuoso ai Dalmati italiani, che serbarono ge
losamente intatto 1’ avito patrimonio lingui
stico malgrado 1’ oppressione e 1’ odio cui
furono fatti segno.
NOTIZIE,
Con molto piacere abbiamo letto nella
Gazzetta cV Italia del 17 febbraio un lusin-
ghiero elogio al sig. Arturo Descovich, che
i nostri lettori devono ben conoscere, se
non altro, per aver egli collaborato assidua-
mente nel nostro periodico. Noi ci congra-
tuliamo cordialmente col sig, Arturo De-
scovich; lieti dell' onore che egli fa alla
patria nostra. Ecco testualmente le parole
della Gazzetta d^ Italia:
„Permettetemi l'onore di presentarvi il
sig. Arturo Descovich di Spalato, giovane
che ha oltrepassati appena i quattro lustri
e che dà molto belle speranze di sè tradu-
cendo nella nostra lingua dal russo e dal
tedesco le poesie più scelte, gareggiando col
Zendrini, anzi superandolo per eleganza, gu-
sto e spontaneità in alcune traduzioni di
Heine."
Dopo di ciò la Gazzetta di' Italia porta per
saggio la bellissima traduzione dei Tre^ fa-
cendola precedere da una breve notizia bio-
grafica e critica sull' autore di quella poesia,
il Lenau.
Fra i campi il mio primo,
D' Euterpe il secondo ;
Se il terzo t' esprimo
Scortese rispondo;
Del tutto, eh' è un fiore,
Ti molce 1' odore.
Soluzione del Quesito precedente
A-iuo-ie.
PICCOLA POSTA.
Sig. L. Gazzari. Zagruda. Sig. E. Berberovich.
Risano. Vi abbiamo spedito tutti i numeri rego-
larmente: reclamate presso i rispettivi uffici postali.
— Sig. E. Fenzi. Venezia. Unitamente al N.o 17
vi abbiamo spedito i tre numeri che reclamaste ;
ci è impossibile Inviare a ciascun socio numeri
già spediti, che per caso andarono smarriti: re-
clamate voi pure agli uffici postali. La vostra
associazione scade col 31 corrente. — Sig. M.
Lanza. Venezia. I numeri 17 e 20 che, non per
colpa nostra, non avete ricevuti, non possiamo
spedirveli la terza volta perchè esauriti. Scusate
e non dimenticateci. — Sig. E. P. Graz. Abbiamo
ricevuto : esamineremo.
Pagarono pel II." semestre:
Sigg. V. Scarich. Zara. — M. Scarich. Pastire.
— Zarbarini D.n Gregorio. Spalato.
AV^SO.
Si prevengono i signori
abbuonati di spedire importi
di denaro o vaglia postali
eselusivamente all'Ammini-
strazione, perchè d^ora in
poi la Direzione non vi ha
ingerenza alcuna.
S'invitano poi i signori
abbuonati che sono in arre-
trato di pagamento a voler
porsi quanto prima in cor-
rente.
che questa sua progettata miglioria non abbia
avuto effetto, perchè un anno dopo la pre-
potenza di un governo militare francese ro-
vesciò ogni iniziato benessere in questa pro-
vincia, che fu staccata dall'Italia, e resa,
direi quasi, l'appanaggio di un maresciallo
di Francia.
Coltura dei cereali.
Quanto si disse intorno alla decima in
natura ci dà materia e naturale passaggio
a trattare dello stato dell' agricoltura in pro-
vincia, giacché, almeno pei terreni continen-
tali, le sole granaglie costituivano la ric-
chezza dell'agricoltore. Si notò allora che il
prodotto della decima in termine medio era
annualmente di 50.000 staia di granaglie, le
quali poi erano così divise: frumento staia
5000, segala 3000, orzo 15.000, avena e
spelta 10,000, frumentone 7000, miglio 5000,
panico 1000, sorgo rosso 3400, legumi 600.
Adunque tutto il prodotto dei terreni di
nuovo e nuovissimo acquisto ammontava in
medio annualmente a 500.000 staia di gra-
naglie, divise nelle anzidette propornioni.
Si domanda ora: questo prodotto corri-
spondeva al numero dei terreni arativi ed
era aufficiente al consumo della popolazione?
La statistica di quei tempi risponde a queste
questioni. Intanto dai 500.000 staia, detratta
la decima, restano staia 450.000 da cui, tolta
la semente del valore di circa 75.000 staia
(giacche ordinariamente questa ammonta a
tre ventesimi circa del totale prodotto) ecco
che tutto il grano, serbato al consumo, era
di staia 375.000.
Dandoci le anagrafi alla fine del secolo
passato ed al principio del nostro in termine
medio 120.000 abitanti per la Dalmazia con-
tinentale, si può calcolare quanto a ciascun
individuo toccava annualmente e giornalmente
di grano. Pesando uno staio di grano dal-
mate libbre circa 106, è chiaro che tutto il
prodotto netto importa libbre 39.750.000. La
qual cifra, divisa pel numero della popola-
zione, dà pel consumo annuale di ogni indi-
viduo libbre 331 y^, giornalmente circa oncie
10, compresa la crusca. Questo prodotto po-
teva esso bastare a sostenere la vita di una
popolazione, che nulla altro sapeva ricavare
dai suoi campi? Che non conosceva la coltura
degli ulivi, della vite, delle patate, delle ci-
vaie e di tutto ciò che può servire al vitto
giornaliero? Che all'infuori del latte, del
formaggio e delle carni, che suol fornire il
gregge minuto in alcuni mesi dell'anno, di
nulla potova disporre se non che di dieci
oncie di granaglie al giorno? Se vendeva
poi le sue dieci oncie di grano, ne ricavava
appena tre gazzette, colle quali cosa po-
teva acquistarsi?
Da notarsi ancora che l'esattezza di questi
calcoli poggia su due fattori importantissimi
per l'agricoltore: le pioggie abbondanti, e la
mancanza di debiti. Ma tutti sappiamo che
qui in provincia fallisce spesso il raccolto a
motivo della siccità, il che suole preparare
un anno di carestia e di mortalità. E sap-
piamo ancora come non solo la decima e la
semente debbano detrarsi da tutto il prodotto
del suolo, ma ben anche delle altre grosse
partite, che vanno in mano degli usurai o
come capitale restituito o come semplice fratto.
Nè andrebbe troppo lungi dal vero colui, che
sottraesse dall'importo netto di 375.000 staia
ancora 50.000 staia, a saldo di anticipazioni
ricevute e di usure spietate.
Giacche non era Venezia quella che levava
r ultima pelle di dosso ai suoi sudditi, ma
molte persone caritatevoli, che approfittavano
') Questa proporzione è basata sul prezzo del grano
d' allora, che si vendeva comunemente a quattro fiorini
10 staio. La gazzetta poi era una moneta spicciola
veneta, che si suddivideva in due soldi, e che ebbe
corso anche dopo la caduta della repubblica. Avea il
nome di gazzella, perchè presentava nel suo diritto
11 s. Marco in gazzetta, cioè 1' effigie del leone alato
atteggiata in modo, che col capo e le ali spiegate al-
l'intorno formasse un cerchio, il cui centro era il petto
dell' animale. È questa una moneta comunissiraa anche
ai giorni nostri, che porta nel rovescio la leggenda:
DALMA — ET — ALBAN. Sotto gli Austriaci due
gazzette facevano un carantano, il cui spezzato fino
ai nostri tempi si chiamò gazzetta.