Ma siccome sempre stà nel proponimento del
aemonio di avversare l'altrui bene, così anche in
quest'occasione non mancarono i nostri avversa-
tori, e quindi l'elezione del Buzzplich, che in o-
rigine fu proposta nell'anno 1861, veniva sem-
pre osteggiata in modo che l'Amministrazione co-
munale fu costretta ripetute volte riconfermarla.
Ma venne intanto al governo spirituale della
diocesi metropolitana il pio, e benigno, e dotto
monsignor Maupas.
Dio lo ha inspirato, ed egli secondando la vo-
lontà del Signore, provvide con giusto, cristiano
e santo equilibrio, al benefizio della cappella di
Podprag restituendole il suo benefiziato cappellano
padre Bernardino Allujevich, ed alla parrocchia di
Obbrovazzo mandandole come parroco, ed amato
pastore, il sacerdote D.n Stefano Buzzolich.
Quantunque così scornato il demonio nella sua
opposizione e nelle sue vili calunnie onde con-
trariare la nominazione del Buzzolich a maestro
comunale, però egli, il demonio, maggiormente
fremette alla nominazione del Buzzolich in qua-
lità di parroco, nè ommise di ritentare nella mente
e nel cuore delle solite persone fatte suoi stru-
menti, onde in tale nominazione contrariare la
divina volontà, ed opporsi al miglior bene del no-
stro paese e dell'anime nostre.
Ciò che più sorprende però è il vedere che in
tale opposizione si mostrano principale scandoloso
esempio, perfino di seduzione, persone le quah per
ogni conto e riguardo dovrebbero in modo del
tutto opposto contenersi, ed anche tali mene ed
irrequietezze punire.
Ma i buoni si confortano nell'idea che pochi
sono i seduttori ed i sedotti, e così la popola-
yJone in generale benedice a Dio Signore ed al-
l'illustrissimo e reverendissimo monsignor arci-
vescovo Maupas, e contenta e lieta ripete : oggi
veniva il decreto, che nomina il nostro sacerdote
D.n Stefano Buzzolich a nostro parroco, un giorno
di vera letizia è questo dunque per noi! C.
Pregiatissimo Signor Eedattore !
A rettificare un fatto, non saprei da chi, nè
con quale sentimento svisato, e di cui fa cenno il
vostro giornale di data 31 gennaio p. p., vi prego
sig. Redattore a voler inserire questi pochi cenni
nel giornale medesimo, e ciò collo scopo di non
essere, col mio silenzio, tacciato di sohdarietà nel-
r articolo comunicatovi, e che tocca sì vivamente
caste e persone, alle quaU sento di professare sti-
ma, e gratitudine.
Chiamato alle 5 già scorse del mattino nel
dì 25 gennaio stesso da' miei famigliari il D.r
DraganiCh Veranzio, questi nel breve tempo di
circa un quarto d'ora trovavasi al letto della già
estinta mia figlia Filomena, ove istituite l'opportune
investigazioni, dichiarava come nel caso l'arte sa-
lutare tornava impotente. Itosene egli appena,
sopraggiungeva il molto reverendo D.n Vincenzo
Pugliav, che poco potendo a prò della defunta,
esortavami alla rassegnazione co'piìi speciosi con-
sigli inspiratigli dalla nostra Santa Religione.
L' autopsia cadaverica valse a provare esube-
rantemente come la cagione della repentina di lei
morte sì dovesse attribuire a profondi ed estesi
vìzii organico-vascolari-toracici, dall' arte assoluta-
mente inamovibili.
Eccovi il fatto puro, e genuino, e quindi ben
diverso da quello enunciato dall' anonimo articolista.
Accogliete intanto le proteste di mia conside-
razione. — Sebenico il 3 febbraio 1863.
If addoloralo padre
EENESTO BUEOVICH. • »-S
Notizie politiche.
AUSTRIA.
Vienna 5 (mezzodì). Breslavia. La Gazzetta
di mercoledì porta da Varsavia 2 : La forza prin-
cipale degl'insorgenti si trova nella regione di Au-
gustom comandata dal colonnello garibaldino Jelen-
kievicz. La seconda divisione, presso Revn, coman-
data da Tyskievkz. La terza, nella regione di Du-
blien, comandata da Frankovski. Nel Governo di
Radom, gl'insorgenti sono fortemente rappresen-
tati. — La comunicazione è interrotta. {O.T)
ITALU.
Roma, 31. —La congregazione dell'indice con-
dannò la Sorcièrc di Michelet, ed il giornale del-
l'abate Passaglia, il iV ed i a tore.
FRANCIA.
Parigi 30 gennaio. Nel senato la discussione
generale fu chiusa. Sei paragrafi furono adottati.
A proposito del settimo, relativo all'Italia,
Thouvenel spiegò i motivi della uscita dal mini-
stero. Dopo la repressione di Garibaldi, l'Impe-
ratore, non potendo dar Roma agl'italiani, egli,
Thouvenel, non poteva continuare nelle trattative
con Roma ricusante ogni conciliazione.
Sostiene che falsano la politica dell' Imperatore
coloro che pretendono conoscere segreti giammai
confidati; coloro che mettono innanzi combina-
zioni nuove di costituzione dell' Italia, dimentican-
do che r Imperatore proclamò il diritto di ciascun
paese di regolare liberamente le condizioni della
propria esistenza; coloro che non comprendono
che Vittorio Emanuele può solo rappresentare in
Italia i principii d' ordine, dimenticando le dichia-
razioni del ministero sull' unità italiana essere ora
un fatto compiuto , che sognano restaurazioni chi-
meriche , dimenticando che l'indipendenza italiana
costò alla Francia 30,000 soldati.
Thouvenel avrebbe voluto cha la commissione
dell' indirizzo, invece di proporre il paragrafo
settimo, avesse aderito al programma dell' Impe-
ratore.
Parlando della memoria pontficia, trova che
quelle riforme non sono serie; che i grandi o-
stacoli della concihazione stanno sempre a Roma.
Non ammette il diritto degli italiani di reclamare
Roma; ma è impossibile contestare ai romani il
diritto di essere governati secondo i loro voti. È
voto dei romani che l'autorità del papa si tra-
sformi. Duolsi che la commissione non lo abbia
constatato.
Parlano quindi il generale Gemeau e Laroche-
jaquelein.
Billault dice che importa precisare la situazione.
La politica dell' imperatore non si è mai mutata.
Egli ha sempre voluto 1' indipendenza della Santa
Sede. I diversi mezzi proposti non riuscirono.
L' imperatore vuole proseguire lo scopo. Caratte-
rizzando la situazione, devesi dire che il non
possumns che ricontrammo a Roma, lo troviamo
ora a Torino. Il Senato volle far prevalere le idee
di concihazione, che sono quelle dell'imperatore.
Il paragrafo è adottato.
Pariqi 30 gennaio. Fu data lettura nel corpo
legislativo del progetta d'indirizzo. Esso approva
pienamente la politica dell'imperatore, spera una
felice fine della guerra messicana e deplora che
le potenze non abbiano appoggiato la Francia
nell' America. Approva pure che 1' imperatore
abbia aiutato l'Italia senza patteggiare colla ri-
voluzione e protetta 1' indipendenza del papa, e
che continui una politica, la quale rassicurando
gli animi corrisponde ai sentimenti della Francia
cattolica e liberale. La discussione avrà luogo
lunedì.
Parigi, 1. febbraio. La deputazione del Senato,
incaricata di presentare l'Indirizzo all' Imperatore
fu ricevuta oggi. L'Imperatore trovavasi in mezzo
alla sua Corte; il principe Napoleone non era
presente. Assicurasi che il discorso all'Imperatore
non contenesse alcuna" allusione politica.
Lettere private da Varsavia del 30 gennaio,
annunziano che l'insurrezione trova molti parti-
giani nella Lituania e nella Volinia; anzi, dicesi
scoppiata anche in queste provincie, principalmente
a Vilna. Secondo queste lettere, l'insurrezione sa-
rebbe più debole della forza pubblica, e gl'insorti
battuti sovente : ma questi ottennero pure successi
importanti. Il governo spiega molta energia, ma
l'insurrezione fa grandi progressi, e sembra che
non potrà essere repressa immediatamente
GRECU.
Atene, 31. — Balbi venne eletto presidente
Elliot annunziò l'accettazione del duca di Coburgo
e suo nipote Coharg per erede, adottando la re-
ligione greca: questa notizia venne accolta favo-
revolmente.
RUSSIA.
— I giornali francesi pubblicano il seguente
proclama :
Polacchi !
Il reclutamento in Varsavia è in parte compiu-
to. L'inimico come un vile delinquente ed assas-
sino si scaghò contro persone che dormivano pa-
cificamente nelle loro case, egli strappò i padri
dal seno delle loro numerose famiglie in luogo
dei figli ; i fratelli minori egli prese in luogo dei
maggiori ; in una parola egh strappò dal loro tetto
coloro tutti che gli capitarono fra le mani in luogo
dei mancanti. Il mondo non ancor conosceva un
tal sistema di reclutamento, sistema degno del suo
autore, lo sprezzabile dehnquente e traditore Wie-
lopolski.
Il Comitato centrale nazionale avea tutto prepa-
rato onde non permettere il reclutamento, ma desso
incontrò degh ostacoli che non potevano entrare
nei suoi calcoli, specialmente dalla parte del go-
verno francese, che osteggiando il nostro movi-
mento con zelo eguale a quello dei gendarmi mo-
scoviti, ritardò in tal modo l'introduzione dell'ar-
mi in Polonia.
Il Comitato, senza lasciarsi scoraggiare da que-
sto avvenimento, ebbe ricorso ad altri mezzi; ma
non ebbe il tempo di porii intieramente ad ese-
cuzione quando la branca venne a sorprenderlo
improvvisamente nella notte.
Polacchi !
Questo disastro non ci fa punto retrocedere;
fidenti in Dio e nella santità della nostra causa,
noi non ci arresteremo giammai.
Il Comitato centrale nazionale non si è punto
disciolto, esso esiste, animato di tanto maggior
zelo che le situazione del paese esige da sua parte
una più grande attività ed energia. La nostra
bandiera non cadde e non cadrà mai; unitevi,
fratelh, intorno a lui colla forza e coli' ardore
con cui l'inimico cerca di schiacciarci ed oppri-
merci.
Non perdetevi di coraggio, o fratelli, ma rad-
doppiate al contrario la vostra energia. Se l'ini-
mico troverà ai suoi infami progetti una resistenza
eroica e vigorosa, egli non farà altre reclute.
Polacchi !
Appoggiatevi col vostro coraggio, colla vostra
abnegazione, colla vostra audacia, e noi giuriamo
di non abbandonarvi giammai e di perseverare
nella nostra causa che rimarrà alfin vittoriosa.
Il Comitato centrale nazionale proclama tutto
il paese in istato eccezionale ; egli ordina a tutti
i veri figli della patria di difendersi fino all' e-
stremo, fosse pure individualmente contro il reclu-
tamento ; egli ordina loro di liberare quelU che
furono già presi dai moscoviti e di dare a quelli
che lo ricercano asilo e protezione.
Esso dichiara fuori della legge Wielopolski pa-
dre e figho, come pure tutta 1' orda scellerata che
prese parte ai reclutamenti di Varsavia e tutti
coloro che fino ad ora prestarono o presteranno
sussidio ed aiuto agli atti infami e crudeli della
invasione.
È permesso a ciascuno di porre da lor stessi
questo giudizio e questa sentenza ad esecuzione,
senza punto incorrere le responsabilità di Dio e
della patria.
Varsavia, 16 gennaio 1863.
IL COMITATO CENTEALE NAZIONALE.
È imminente la pubbhcazione degli uomini il-
lustri del D.r Cerineo, già promesso da lungo tempo
e ritardata per ragioni estranee alla volontà del-
l' autore, lì nome del Cerineo già noto per la vi-
vacità dello stile umoristico, sono all'opera, suf-
ficiente raccomandazione.
Tipografia Fratelli BÀTTAEA. TJPCBHZO DUPLA2TCICH Redattore responsabile.
Noi abbiamo la coscienza di aver adempito a
questo dovere.
Graziosissiiuo Be e Signore!
Quando, all'epoca dell'ascenzione al trono di
V. R. M., noi Vi ci appressammo, manifestammo
la nostra convinzione, che in uno Stato giusto, è
prima condizione la sicurezza del diritto ; che in
esso con un popolo, la cui vita intellettuale, colle
benedizioni della religione cristiana, prosperò a
maturò a ricca attività, la protezione del diritto
è prima e splendida attribuzione del Re per gra-
zia di Dio ; che la sua mano deve confortare il
bene e il diritto di tutti, in tutte le classi della
popolazione.
Questa convinzione fermamente mantenemmo,
ed essa sussiste in noi inconcussa.
Perciò respingiamo lungi da noi il pensiero che
la Corona abbiada adoprare la sua potenza di
fatto per rompere il diritto. Noi sappiamo che
questa non ò l'intenzione del governo di V. JVI.
E non crediamo nemmeno che la - situazione sia
tale, che pel mantenimento del trono o della si-
curezza legale dei cittadini abbia a subentrare il
diritto della legittima difesa, il quale, come al-
l' ultimo dei sudditi, compete anche al re.
Ma noi preghiamo Dio e in lui speriamo, che
Egli vorrà guidare i cuori del nostro popolo, af-
finchè tutti i sinceri amici della vera monarchia
— in cui la piena autonoma cooperazione del
popolo alla legale formazione delle sue istituzioni
deve essere e restare congiunta colla piena e li-
libera amministrazione di sè stessi, nella cerchia
e nelle corporazioni piiì ristrette, se anche tra
loro di differente opinione intorno ad altre que-
stioni — pure in ciò nuovamente si accordino di
porre T indirizzo dei destini della nostra patria in
mano di coloro, i quali, siccome prima condizione
pel benessere della Prussia riconoscano una forte
monarchia; noi speriamo che sempre più s'allar-
ghi il convincimento, come soltanto la modera-
zione nel far valere i diritti politici guarentiti
dalla Costituzione, soltanto il rispetto e la sicu-
rezza del diritto, ovunque esso si troAÌ, da parte
del Governo, come da parte della rappresentanza
nazionale, possano assicurare l'accordo fra le au-
torità legislative dello Stato, accordo, che pre-
serva dai due pericoli deli' anarchia e dell' asso-
lutismo.
Il Governo ei V. R. M. riconobbe che per ot-
tenere questo accordo delle autorità dello Stato
importa prima di tutto di difendere entro i limiti
della costituzione e delle leggi i diritti della Co-
rona, di mantenere la forza difensiva della Prus-
sia, e finalmente di assicurare nel miglior modo
possibile il femo procedimento dell'amministra-
zione dello Stato.
In questo grave, ma inevitabile compito, noi
appoggeremo con tutte le nostre forze il Gover-
no di V. M.
Noi preghiamo Dio, che voglia concedere a
V. M. la forza di tenere con savia mano alto e
rispettato lo scettro, siccome quel vessillo, al
quale nel fluttuar della pugna tutti, che vogliono
ferma la sicurezza del diritto e'la libertà sotto
la protezione di una vera monarchia, dirizzano i
loro sguardi, e intorno al quale essi, dimenticando
per momento la differenza d'opinioni nelle singole
questioni politiche, devono schierarsi con vero
coraggio e nella fiducia, che coli' aiuto di Dio la
presente crisi, una di quelle, che non risparmiano
alcun Stato presente lasciato in balia delle pro-
prie forze, fiinirà soltanto pel meglio della no-
stra patria.
Col più profondo rispetto ci protestiamo di
V. R. m; Umilissima e fedelissima
CAMEEA DEI SIGNOEL
[Persev.)
Berlino, G febbraio. A Varsavia fu tentato colla
bella donna l'avvelenamento di Wielopolski e
della sua famiglia. Alla stazione della ferrovia di
Thorn furono sequestrate molte armi destinate
per Varsavia. Alle 4 di sera, le bande trincerate
in Wegrow vennero attaccate da tre compagnie,
tre squadroni e sei cannoni, furono disfatte e re-
Tipogi'atia FratelU BATTAIIAV
spìnte nel bosco, lasciando 150 morti e moltissimi
feriti. Le truppe le inseguono.
Berlino, 7 febbraio. Una corrispondenza da Var-
savia alla National Zeitung dà dettagli sui prin-
cipali nuclei della insurrezione polacca. Il nucleo
principale per numero e organizzazione è presso
a Wachok, nel governo di Radom, ed estendesi
fra Suchedniow, ove trovasi una fonderia di can-
noni, sino a Sandomircz, sulla frontiera della Ga-
lizia, donde gì' insorti traggono armi e provvigioni.
E comandato da Langewiez. Gl'insorti sono eser-
citati alle armi. Non furono ancora attaccati dalle
truppe. Il secondo nucleo è tra Diala, all' ovest
di Lukow, e Janow, sulla frontiera della Lituania.
"Wegrow, al nord di Diala, fu preso dalle truppe.
Il terzo nucleo è nel governo di Augustow: esso
cerca egualmente di dar mano alla Lituania. La
posizione del governo è grave. GF insorti impa-
dronironsi delle casse pubbliche, e ricevono nu-
merosi rinforzi. La Gazzetta del Nord dice che
Tiirr e Mieroslawski sono giunti in Volinia.
Dreslavia — La Gazzetta di Slesia dice che
gli avvenimenti della Polonia sono gravi. Furono
spedite altre truppe alla frontiera presso Mislo -
vitz. Tremila insorti sono presso Varsavia. La
strada ferrata è in poter loro. Alle 10 di sera,
giunsero qui grandi masse di Russi fuggenti. Più
che 500 erano disarmati. Da molti distretti i Russi
furono scacciati. Gl'insorti hanno molta cavalleria.
FRANCIA.
Parigi, 6 febbraio. Il Monileur dice che l'in-
surrezione scoppiata in Cocincina fu prontamente
repressa. L'ammiraglio Donnard non dubita che
la vigorosa repressione eserciterà un' influenza fa-
vorevole al mantenimento della pace. Egli tratta
per ottenere lo scambio delle ratifiche del trat
tato di Saigon.
Parigi, 7 febbraio {ritard.) Al corpo legisla-
tivo , discutendosi il paragrafo dell' indirizzo re-
lativo al Messico, il ministro Dillault protesta con-
tro le accuse d'avere il governo mancato di pre-
videnza, contro le insin|azioni che le nostre do-
mande fossero esagerate , che una speculazione
scandalosa dissimulasse j crediti di Jeker. Difende
la moralità e validità (Ìel credito Jeker. Eccita
la camera a protestare contro l'accusa che il go-
verno segua una politica d' avventura {applausi).
Favre risponde, ma il suo emendamento è ri-
gettato. I paragrafi 3 e 4 sono adottati.
— Nuovi rinforzi sono spediti in Cocincina.
SPAGNA.
Madrid, 6 febbraio. Assicurasi che la Francia
abbia domandato alla Spagna d'inviar altre truppe
nella Cocincina. La Spagna rispetterà il trattato
colla Cocincina. 0'Donnell è indisposto.
Madrid, 7 febbraio. Il ministero disapprovò l'e-
mendamento Rios Rosas; il che produsse grande
sensazione,
È annunziato un decreto di sospensione delle
Cortes, Credesi prossimo lo scioglimento delle
medesime.
La dimissione del ministro della giustizia è
stata accettata, ed è causa di grande sensazione.
Un dispaccio dall'Avana, 15 gennaio, afferma
che i francesi sieno entrati in Puebla.
INGHILTERRA.
Londra. — È pubblicata la corrispondenza di-
plomatica. Uji dispaccio di lord Russell a , lord
Cowley, in data 31 ottobre, con preghiera di co-
municarlo al signor Drouyn de Lhoys, dice es-
sere giunto il momento di cessare 1' occupazione
di Roma e di lasciare i Romani congiungersi col-
r Italia, se così desiderano. Seguono dispacci di
Odo Russell, che riferiscono le sue conversazioni
col papa e coli' Antonelli sull' argomento dell' ab-
bandono di Roma , e di ritirarsi a Malta od in
altra parte del territorio inglese. Un dispacciò di
Russell a lord Cowley, del 29 gennaio, espone
r origine dell' offerta dell' Inghilterra. La narra-
zione di Latour d' Auvergne è inventata. La ve-
rità è che Odo Russell fu chiamato, il 25 luglio,
dal papa, che domandogli s^ date certe circo-
stanze, poteva contare sull' ospitalità dell' Inghil-
— #• ——-
terra. La prima idea di ritirarsi a Malta è ve-
nuta al papa. Un altro dispaccio di lord Russell
a lord Cowley, del 31 ^maio, dice che il papa
ha ricevuto Odo Russell» 7 gennaio, e rino-iV-
ziollo dell' offerta, ^soggiu^endogli che accetterà
ma non per ora. '
Londra, 6 febbraio. Camera dei Lordi. Lord
Derby deplora che l'Inghilterra non abbia appog-
giato la mediazione in America, e spera che°i
documenti diplomatici motiveranno il rifiuto. Dice
che il possesso delle Isole Jonie è importante per
l'Inghilterra, e che non dovrebbesi cederle fa-
cilmente.
lì conte Russell difende la politica del ga-
Disraeli biasima la
binetto.
Camera dei comuni.
politica del governo relativa alle Isole Jonie.
Lord Palmerston sostiene la saggezza della ces-
sione. Dice che i negoziati col duca di Coburgo
continuano. Relativamente a Roma, dichiara che
Odo Russell non ha invitato il papa a lasciare
Roma ed a rifugiarsi in Inghilterra. Il papa fece
chiamare Odo Russell, gli domandò se poteva
contare sull'ospitalità dell'Inghilterra pel caso
dovesse abbandonare Roma, — Dowyer nega che
il papa abbia fatto seriamente tale domanda.
PRINCIPATI DANUBIANI.
Duharest, 7 febbraio. La camera dei deputati
respinse ieri il primo paragrafo del progetto di
indirizzo proposto dalla commissione, che, in se-
guito a ciò, si dimise. Fu nominata un' altra com-
missione.
GRECIA.
Alene. L'Assemblea ha deciso che il Governo
provvisorio conserverà il potere ed avrà il diritto
di nominare i ministri.
RUSSIA.
Crocovia, 7 febbraio. Ieri Maczki fu presa da-
gl' insorti, come pure Graniza, Sesnovize, Mod-
zejow; i Russi ebbero 49 tra moiti e feriti.
AMERICA.
Vera Cruz, 3 gennaio. I francesi cominciano
la lor marcia contro Puebla. Secondo una voce
non garentita, 1' antiguardo francese presso Pue-
fu totalmente battuto.
Ai coltivatori delle scienze
mediche.
Si pubblica regolarmente in Venezia all' annuo
prezzo di fiorini 8 e soldi 40 v. a. il Giornale
veneto di Scienze Mediche compilato dai međici e
chirurghi primarii di quel grande ospedale civile
e provinciale, e dai professori di medicina e chi-
rurgia ed ostetricia dell' Università di Padova,
e le puntate si mandono franche di posta agli
associati. Le ultime dispense del 1862 conten-
gono le seguenti materie: — Roviglio Storia
di pioemia per flebite uterina. — Namias malattie
dominanti e guarigioni di albuminurie. — Emor-
ragie tra la dura madre e l'aracnoidea cerebrale
— Esiti di limitata aracnoidite generatori di emi-
plegia. — Tubercoli in molte parti e fenomeni re-
lativi durante la vita. — Berti relazioni del mo-
nocomio, — Callegari, Asson e Minich Operazioni
chirurgiche. Fario malattie occulari. — Emeralo-
pia sanata. Valtorta istituto ostetrico. — Pi-oci-
denza del cordone ombellicale. — Levi sulla
patologia cellulare;lavoro premiato dall'Accademia
di Ferrara. •—• Asson sul cancro, Cini Bollettino
medico. — Calza re vista chirurgica. — Bollettino
chimico formaceutico, Varietà Avvisi di concorso
ecc. ecc.
lì fascicolo di gennaio 1863, oltre i lavori o-
riginali di primarii dell'ospitale di Venezia e le
riviste critiche mediche, chirurgiche, oculistiche,
ostetriche, chimiche e farmaceutiche, contiene una
memoria del dott. Pinali prof, di medicina cli-
nica all'Università di Padova.
Tutto ciò che spetta a questo giornale dev'esr
sere mandato franco di porto alla direzione del
Giornale veneto di Scienze Me.divhe ; farmacia
A nei Ilo campo San Venezia.
VSRCENŽO DUPLANCIGH Redattore responsabile.
maggior parte delle altre città e villaggi per re-
carsi,. quasi sotto gli occhi delle autorità civili e
militari, in bande numerose ai confini austro-russi
e rafforzare così moralmente e materiamente i
differenti corpi d'insorgenti che corrono in tutte
le direzioni le provincie polacche.
E a Vienna non è più segreto per alcuno, che
a parecchie riprese e durante parecchi giorni po-
terono impunemente passare il confine galiziano
de'trasporti d'armi e di munizioni da guerra, e
che questi soccorsi materiali, di cui gli insorti
avevano il più urgente bisogno, furono da essi
ricevuti con riconoscenza e aggradimento. Ne av-
venne infine che per non eccitare a Pietroburgo
altre misura il malcontento, dovettero a Vienna
risolversi a ordinare alcune misure di precauzione
e di sorveglianza, la cui apphcazione permette di
credere che bentosto cesseranno questi invii d'armi
alla gioventù combattente se non completamente,
almeno per modo da non essere più diretti in
vaste proposzioni dalia Galizia nell'interno delia
Polonia.
Fra queste misure devesi notare l'ordine spe-
dito dal ministro della guerra Degenfeld di far
avanzare due reggimenti di fanteria verso il con-
fine, il quale da Cracovia s'estende in misura
considerevole. Per tal modo a Vienna sperano di
aver con queste misure acquietato le suscettività
della Corte di Pietroburgo. {('crs.)
•GERMANIA.
Berlino, 11 febbraio. La Gazzetta, della Ger-
mania seitenìrìonale reca: Sei emisarii vennero
arrestati a Kulm. Fu sequestrata una quantità
d'armi. Si fecero arresti di proprietari nel circolo
di Strasburg, a cui si presero armi e corrispon-
denze rivoUizionarie comprovanti i progetti di coo-
perazione al movimento polacco. La tranquillità
regna nei distretti limitrofi della Polonia.
La Gazze!ta Nazionale annunzia che nel com-
battimento a Wengrow, 200 giovanetti quasi tutti
nobili, onde coprire la ritirata degli insorti, get-
taronsi sopra i cannoni dei russi, uccidendone gU
artiglieri. I giovanetti rimasero tutti vittime, ma
salvarono il nucleo degli insorti.
—- La Gazzetta della Germania settentrionale
smentisce la voce che il Governo abbia fatto
trattative di un prestito q abbia intenzione di
farne.
Alcuni emissari recanti istruzione dei Comitati
rivoluzionari, furono arrestati nella Prussia occi-
dentale ; altri arresti nella Slesia.
La Gazzetta Crociala assicura che la presenza
del principe Bariantinski a Berlino, benché ri-
guardi la Polunia, non ha alcuna relazione alla
domanda delia Russia di trasportare truppe sulle
ferrovie prussiane.
— Circa l'impressione prodotta alla Camera
dei deputati di Berlino dalla risposta all'indiriz-
zo, data dal re, scrivesi da quella città, in data
del 6, alla Neue Frankfurter Zeitung:
Senza alcun dubbio, il 6 febbraio 1863 rimarrà
memorando nella storia della costituzione e del
popolo di Prussia; perocché il conflitto agitatosi
finora fra la Camera dei deputati .e i ministri,
oggi a mezzogiorno si è mutato in un conflitto
tra la corona e il popolo. E possibile che Bismark
non abbia avuto intenzione di andar tanto in-
nanzi ; cionnondi|ieno egli col suo contegno ha
spinta la situazione a tali estremi, ove non può
rimanere, e dai quah il ritorno a una condizione
normale e costituzionale diventa straordinariamente
difficile e pericoloso. Invero erasi risaputo fino da
ieri sera in quale tuono fosse scritta la risposta
del re, ma tuttavia speravasi sempre che essa la-
scerebbe aperta una qualche scappatoia per ot-
tenere una conciliazione. Che questo non sia il
caso, lo dimostra il silenzioso e quasi irritato e
immobile contegno della Camera alla lettura di
quella risposta fatta dal presidente Grabow ; e lo
dimostrerà maggiormente l'accoglimento che la
risposta reale troverà nel popolo. Specialmente la
circostanza, che S. M. ha creduto oppornino di
emanare un atto così importante e gravido di con-
seguenze senza la prescritta costituzione contro-
segnatura di un ministro responsabile ha sorpreso
tutti ; egU così dà alla reale risposta un carattere
affatto personale, e ristabihsce l'antica relazione
dei ministri col re, quella dei servi col padrone.
Senza alcun dubbio ii progetto proviene dal sig.
Bismarck , ma ricevette alcune modificazioni ed
aggiunte di man« del re. Se anche esse non ci
fossero, il concetto della risposta corrisponderebbe
perfettamente alle disposizioni che alcune autorità
prussiane sogliono prendere su lagnanze di sin-
goli cittadini. Quello che sta ora per accadere ,
nessuno può in questo momento prevedere; la ri-
sposta reale si sottrae ad ogni discussione, non es-
sendo controfirmata da alcun ministro ; taluni forse
consiglieranno un secondo indirizzo, ma a pochi
esso sembrerà opportuno ; l'unica via, che resta
aperta alla Camera, è quella delle votazioni a
tempo opportuno, respingendo ogni nuova domanda
di danaro fin che la costituzione venga nuova-
mente reintegrata e rispettata. Questa sera le fra-
zioni terranno conferenze; in un pensiero però
tutti i deputati si accordano, cioè, che ogni passo
deve ora essere studiato colla massima precau-
zione, ma anche conseguentemente ed energica-
mente eseguito. (Pers.)
ITALIA.
Roma, 11 febbraio. La popolazione continua ad
astenersi dalle feste del carnevale, malgrado gli
sforzi del Governo. La soscrizione nazionale pro-
cede benissimo: le offerte raccolte ascendono a
lire 8000.
FRANCIA.
Parigi 11 febbraio. Corpo legislativo. Il mini-
stro Billaut, nella discussione del paragrafo re-
lativo all' Italia, dice :
L'abbandono di Roma è contrario agli inte-
ressi rehgiosi e politici della Francia; il papa non
può essere schiavo; prima che trovisi una solu-
zione liberale, la Francia non può sacrificarsi alle
pretese d'una sola parte. La politica della Francia
non si é mai cangiata : essa non ha mai promesso
Roma agli italiani. L'Inghilterra è contraria alla
unità d'Italia giacché raccomanda sempre agi' i-
taliani di rispettare Venezia. Se i francesi lascias-
sero Roma, e il papa chiamasse l'Austria, la Fran-
cia non avrebbe il diritto di opporsi. Billaut crede
che ritaha non potrebbe resistere da sola.
L' Italia può scegliere tra la rivoluzione e l'ap-
poggio della Francia, provvedendo alla propria
organizzazione. L'imperatore continuerà a fare
sforzi di conciliazione fra F Italia e il papa, nel-
r interesse dell' Italia e della raligione, conforme-
mente ai desiderii del mondo cattohco, e special-
mente della Francia.
L'emendamento è respinto. Il paragrafo viene
adottato.
— La Patrie ha da Saint-Nazaire, 11, le se-
guenti notizie da Vera Cruz, 17 gennaio: Lo stato
sanitario delle truppe è perfetto. L' ultimo con-
voglio d'artiglieria è partito il 10 gennaio da
Orizaba. Il generale Forey lascierà da Orizaba
ii 28 e raggiungerà le truppe in marcia verso
Puebla. Credesi che le operazioni incomincieranno
alla fine di gennaio. Lo sgombro di Tampico è
incominciato : l'armata trovò molti viveri nella
fortezza.
Parigi, 12 febbraio, dall'Avana, del 15 gen-
naio, smentiscono categoricamente che i Francesi
Siene stati sconfitti presso Puebla.
— Il Ti-ìnps reca : Oggi eseguironsi alcuni ar-
resti per una dimostrazione che alcuni studenti
vollero fare a favore della Polonia. Da 1200 a
1500 studenti delle scuole normali, di legge e di
medicina, uscendo dalle lezioni dei signor Saint-
Marc Girardin vollero recarsi al palazzo del prin-
cipe Czartoriski. Sembra che, durante il tragitto,
siasi gridato: Viva la Polonia! L'ordine non
venne altrimenti turbato. Il Ternps spera che gli
arrestati porransi presto in libertà.
Parigi 12 febbraio. Mille cinquecento studenti
passarono innanzi al palazzo del principe Czar-
torisky gridando: Viva la Polonia. Furono fatti
molti arresti.
L'imperatore e l'imperatrice furono al ballo
dall' ambasciatore d'Austria.
INGHILTERRA.
Londra 11 febbraio. Camera dei comuni. Dietro
interpellanze, si fanno dichiarazioni relative alla
Polonia ed alle Isole Jonie. Lord Palmerston di-
chiara che r Inghilterra non ha punto intenzione
di cedere Malta e Gibilterra. R signor Fitzgerald
annunzia alcune interpellanze sui trattati dF com-
mercio inglesi, e specialmente su quello che si
sta trattando coli' Italia, e dichiara che doman-
derà la comunicazione dei documenti.
SPAGNA.
^!adrid, 12 febbraio. Lo scioglimento della Ca-
mera, già deciso, avrà luogo prossimamente. La
nuova Camera convocherassi il 15 maggio per
discutere il bilancio.
RUSSIA.
Varsavia, 12 febbraio. La bande di Frankow-
ski venne disfatta presso Sandomir.
AXMERICA.
Nnom York 30 gennaio. — La spedizione del
generale Mac-Farlan è arrivata a Vicksburg. lì
generale Grant avanzasi nella stessa direzione. I
federah distrussero un piroscafo di separatisti nella
baia di West.
La legislatura del Missurl adottò la risoluzione
di chiedere al congresso 25 milioni per idennità
dell' emancipazione degli schiavi.
Un bastimento da guerra spagnuolo tirò .sopra
il piroscafo federale presso l'Avana. Quel
piroscafo ritornò all' Avana per comunicare il fatto
al console americano.
Zara, 18 febbraio.
Siamo lieti di annunciare che in seguito alla
partecipazione avuta della onorevole distinzione che
ebbe a Londra nella esposizione universale d'in-
dustria del 1862, il rosolio della fabbrica del sig.
Girolamo Luxardo, S. M. L R. A. con risoluzione
del 10 febbraio a. c. trovò di accordare al detto
benemerito fabbricatore, la Croce d' oro del me-
rito con corona, con esenzione dalla tassa.
Ai coltivatori delle scienze
Si pubblica regolarmente in Venezia all' annuo
prezzo di fiorini 8 e soldi 40 v. a. il Giornale
veneto di Scienze Mediche compilato dai medici e
chirurghi primarii di quel grande ospedale civile
e provinciale, e dai professori di medicina e chi-
rurgia ed ostetricia dell' Università di Padova,
e le puntate si mandono franche di posta agli
associati. Le ultime dispense del 1862 conten-
gono le seguenti materie: — Roviglio Storia
di pioemia per flebite uterina. — Namias malattie
dominanti e guarigioni di albuminurie. — Emor-
ragie tra la dura madre e l'aracnoidea cerebrale
— Esiti di limitata aracnoidite generatori di emi-
plegia, — Tubercoli in molte parti e fenomeni re-
lativi durante la vita. — Berti relazioni del mo-
nocomio. — Callegari, Asson e Minich Operazii)iii
chirurgiche. Fario malattie occulari. — Emeralo-
pia sanata. Valtorta isti'uto ostetrico. •—• Pi'oci-
Levi sulla denza del cordone ombellicale.
patologia cellulare; lavoro premiato dall'Accademia
di Ferrara. —• Asson sul cancro, Cini Bollettino
medico. — Calza revista chirurgica. — Bollettino
chimico formaceutico, Varietà Avvisi di concorso
ecc. ecc.
n fascicolo di gennaio 1863, oltre i lavori o-
riginali di primarii dell'ospitale di Venezia e le
riviste critiche mediche, chirurgiche, oculistiche,
ostetriche, chimiche e farmaceutiche, contiene una
memoria del dott. Pinah prof^ di medicina eh-
nica all'Università di Padova.
Tutto ciò che spetta a questo giornale dev'es-
sere mandato franco di porto alla direzione del
Giornale veneto di Seieme Mediche; farmaeia
Aneillo campo San Limi in Venezia.
Tipografia Friìtelii Battaha, VMOENZO Duplanoioh Eedattore responsabile.
paro e semplice, proposto dal deputato Ghiglia-
uovich, e accettato a grande maggioranza.
Il deputato G. R Maecliiedo lesse quindi una
interpellanza al governo, intesa a sollevare i co-
mimistì di Lesina dal sovérciiio peso delle impo-
ste. Sepl ^pi lettura del rapporto del comitato
tléìle pétizioui sull'istanza Jercovicli, a favore del
pretore V, Guglielmi, fatta dal relatore Giorgi.
Lette Je istanze dei comnaisti .dei luoghi fliperi-
denti da Sabioncello, tutte favorevoli al Guglielmi,
il Kadmilli notò non essere di competenza della
Dieta, r occuparsi d'un funzionario dipendente dal
potere esecutivo: ciò, in principio generale, senza
giudicare del caso speciale. La Dieta tuttavia de-
liberò, à grande maggioranza, di accompagnare
favorevolmente l'istanza.
Altri rapporti lesse poi il Giorgi del comitato
delle petizioni, sulle domande di sussidii dei mae-
stri delle scuole elementari di Spalato e Cattaro.
ie istanze relative furono rimandate al comitato
per l'istruzione popolare. Un rapporto della Giunta
venne presentato dal relatore Filippi, sull'aboli-
zione dei fìdecomissi, e sulle turbative di possesso,
domandate dai deputati Radmilli e Petrovicli. Venne
nominato a ciò un comitato di cinque membri, che
sono, i deputati Descovich, Lapenna, G. B. Mac-
chiedo, Giovannizio e Smerkinich,
La seduta si chiuse rimandando alla prossima
tornata la discussione del budget, per metterlo
in armonia col nuovo mutamento dell'anno da
camerale in solare, per il che si rende necessario
di aumentaré il preventivo di un sesto,
Le Diete provinciali austriaclie.
"Diciasette Diete provinciali siedono presente-
mente in Austria, consumano molte diete, parla-
no molto, interpellano assai, e finora hanno con-
chiuso ben poco „.Così la Gazzetta Costituzio-
sionale austriam.
Noi non vogliamo essere severi quanto il gior-
nale austriaco; e soltanto recapitoliamo in pochi
periodi ed indigrosso quello che finora hanno fatto
le diciasette Diete austriache.
Prima di tutto convien avvertire, che le dicia-
sette Diete sono già ridotte a sedici ; poiché quella
della Galizia venne prorogata a motivo deLvento
che spira dalla Polonia. Si ha temuto che i Gal-
liziani si ricordassero troppo di essere Polacchi:
è questo è uno degh indizii della situazione. Un
altro indizio si è, che dopo tanto parlare che se
ne fece, non si ebbe il coraggio di pubblicare lo
Statuto del Veneto. Quelli che conoscono lo spi-
rito del paese dissuasero il governo dal farlo. È
questa una vera infrazione della Costituzione del
febbraio. Il governo austriaco non è riuscito fi-
nora a dare uno Statuto alla Transilvania ed a
convocare la sua Dieta. È questa un' altra infra-
zione alla legge fondamentale dello Stato. La non
riconvocazione delle Diete della Ungheria e della
^Croazia, entro il termine stabilito dalla stessa
legge, è una terza infrazione; ciocché non costi-
tuisce certo una guarentigia per il resto. Adun-
que le Diete di tre quinti dell' Impero non sono
convocate a tempo debito: e questo è un al-
tro sintomo della situazione. Ciò prova, che sup-
posto che le istituzioni austriache procedessero
fegòlarmenté nel resto, in tanta parte dell'Impero
hon sono attuabih. Il dualismo tanto temuto dal
|overno centrale rispetto all'Ungheria, a cui non
si volle restituire la sua Costituzione secolare, è
creato adunque da lui medesimo; poiché ci sano
Provincie dove le istituzioni legali funzionano, e
ce ne sono che non godono di un tanto benefi-
cio. Si dirà ch'ò colpa degli Ungheresi, dei Po-
lacchi, degl'Itahani, se le cose stanno così. Noi
rispondiamo, eh' é colpa piuttosto d'una situazione
impossibile.
; ^ Un altro sintomo della situazione si é, die ai
Trentini venne negato dal governo il diritto di
petizione, tanto al Mohsraih quanto alla Dieta
d'Inspruck. Un altro, che per molto tempo pose
ostacoli alla riconvocazione del Consiglio di Trie-
ste, già sciolto una volta per impedire la famosa
(Ìkìchberechfiuuiuj riguardo alla nazionalità ita-
imm Sono •sintomi M pari importanti- le lotto
delle nazionalità in molte altre Diete, come in
quelle del Litorale, della Cariozia, della Carniola,
della Boemia, della Moravia, della Slesia, della
Galizia , della Dalmazia. In parecchie Diete si do-
mandarono riforme nella legge elettorale, come,
per esempio, in quelle |el Tirolo, della Boemia,
della Galizia. Molte chiesero l'attivazione del giurì,
specialmdnte per i delitti di stampa. Sovente si
vollero limitare le soverchie ingereiize del governo
negli interessi provinciali, e quasi tutte le Diete
votarono contro la presenza de'suoi commissarii
in seno del Comitato. dietale. Molte rivendica-
zioni si fecero di diritti locali e di proprietà pro-
vinciali, e si chiese al governo che si assuma certe
spese mihtari, ed altre ingiustamente messe a ca-
rico delle Provincie. In molti luoghi si cerca di
migliorare l'istruzione elementare e le condizioni
dei maestri e di istituire scuole tecniche od al-
tre d'immediata applicazione sociale, e trattasi di
altri interessi locali. Indarno sovente, come per
esempio, teste a Gorizia, si protestò contro il go-
verno che vuole introdurre l'istruzione in una
lingua affatto estranea al paese. Taluna, come per
esempio quella dell' Austria inferiore, attribuì ai
suoi componenti delle generose diete ; ciocché si-
gnifica pensare prima di tutto a sé stessi. Quella
del Tirolo si distinse per la sua avversione alla
libertà di coscienza.
In generale, come si lagna la Gazzetta costi-
tuzionale austrìaca, poco si occuparono sinora le
Diete provinciali delle propotte del governo, tra
le quali è quella che risguarda la legge comu-
nale : e certo nel resto di questo mese e nel
prossimo marzo quasi nessuna avrà esaurito le
materie da trattarsi. Noi recapitoliamo in poche
parole l'impressione lasciataci dal complesso di
questi piccoli Parlamenti. Prima di tutto è da
notarsi, che tre quinti, o piuttosto due terzi del-
l' impero trovansi in piena ostilità contro il go-
verno ; poscia, che in una metà del resto le na-
zionalità diverse cercano di premunirsi contro le
usurpazioni della nazionalità dominante, la tede-
sca. Quindi, che i pa^si tedeschi soltanto trovansi
in condizione di approfittare delie nuove istitu-
zioni. In fine, che anche in questi c' è piuttosto
diffidenza verso il governo che non fiducia in es-
so. Dopo tutto ciò, le Diete provinciali saranno
meno sterih del /?e/6'A5?'a^/ž, nell'àmbito delle loro
attribuzioni ; ed esse contribuiranno certamente
alla educazione politica dei rispettivi paesi. Que-
sto crepuscolo di libertà, se non sarà molto van-
taggioso alla consistenza dell' Impero, gioverà ai
popoli, alcuni dei quali sentiranno di potersi go-
vernare da sé. {Penev).
L'intervento in Polonia.
Le notizie che oggi ci arrivano sui fatti della
Polonia sono, a nostro credere, della più grave
natura. Il diritto pubblico europeo è un'altra volta
violato, a danno della piìi infelice e della più e-
roica fra le nazioni. Un'altra volta si è dimostrato
che la terribile solidarietà di un delitto trascina
irrevocabilmente a delitti nuovi ed a nuove viltà.
Che avrebbe detto 1' Europa se, quando la Lom-
bardia insorse, nel 1848, contro la dominazione
dell'Austria, si fosse permesso dalla Svizzera ad
un corpo d'armata austriaco di passare sul suo
territorio, per girare alle spalle e colpire da quel
lato l'insurrezione lombarda? Non vogliamo fare
ai governi d'allora il torto di credere che avreb-
bero veduto tranquillamente compiersi questo fatto.
Ora gli é appunto un fatto simile che ci si para
dinanzi.
V'è al nord dell'Europa un pugno di prodi,
che in nome di una oppressa nazionalità e della
civiltà offesa si levarono in armi, onde por fine
allo strazio che i generali russi facevano delle loro
famiglie. Contro questo pugno di prodi sta un e-
sercito di 800,000 soldati, sta tutta la forza del
più vasto impero d'Europa. Non basta. Bisogna
che uri' altra potenza, una potenza che pretende
avere il monopolio della dignità e della libertà
germanica, bisogna che la Prussia infine metta
anch'essa il suo piede sul collo di questo pugno
d' eroi, ed offi-a à 3C^OaO Eussi iUpassaggio -^
proprio territorio, affinchè 1' onore di massaeraro
i Polacchi non ispetti proprio tutto ed esclusiva-
mente allo czar.
_ E tutto questo perchè ? Perchè il signor H
Bismarck crede che 1' insurrezione abbia ad iscofo
il ristabilimento dell' antico regno di Polonia la
cancellazione dell'antico misfatto, contro cui da
novant'anni si dibatte invano la coscienza della
colpevole Europa.
Ma sarà dunque eterno questo sodalizio dello
potenze che hanno crocifissa la Polonia e spartito
le sue vestimenta ? E basterà a legittimare sempre
un intervento attivo il dubbio che dai fatti ac-
caduti in uno Stato vicino possa prepararsi una
complicazione dannosa ai proprii interessi? Ma
allora la Russia potrebbe intervenire in Austria
ove credesse che 1' ordinamento politico delia Ga-
lizia eccitasse nelle proprie Provincie agitazioni o
desiderii ; 1' Austria potrebbe intervenire in Italia,
perchè il sistema unitario minaccia di prossimo
pericolo il suo possesso della Venezia.
E colpa dei Polacchi se la rimembranza della
patria non ha potuto in novant' anni cancellarsi
dall' animo loro ? E dovrà la Prussia soffocare col
sangue dei Polacchi di Varsavia le aspirazioni di
indipendenza nazionale che covassero nel cuore
dei Polacchi di Posen ? Noi non sappiamo che cosa
dirà la Francia, che cosa dirà l'Inghilterra, del-
l' attitudine die la Prussia ha creduto di prendere
intorno agli aff"ari della Polonia. Ai nostri occhi
essa costituisce una vera violazione del principio
di non-intervento, che è ormai cardine riconosciuto
dal diritto internazionale moderno. Da tanti anni
si va cercando fra i governi hberali d'Europa un
modo efficace di esprimere simpatie ai Polacchi;
sarebb'egli troppo pretendere, che si desse loro
il diritto di trovarsi soli contro il loro governo
ed unicamente contro di esso?
La sproporzione di forze tra una insurrezione
della Polonia e l'esercito russo è tale, che l'Eu-
ropa dinastica non dovrebbe aver dubbio sull' e-
sito definitivo di tali lotte. Che se, malgrado que-
sta sproporzione, la Russia dovesse trovarsi im-
barazzata ad ottenere là vittoria, sarebbe indizio
che la causa della Polonia ha tale preponderanza
morale nello stesso organismo dell'impero mosco-
vita, da esigere inevitabilmente una soluzione van-
taggiosa ; e in questo caso sarebbe più che de-
fitto, sarebbe infamia dell' Europa, ove permettesse
ad aiuti stranieri d'impedire un risultato provvi-
denziale, che per altri mezzi 1' Europa stessa, pur
desiderandolo, non vorrebbe o non saprebbe ot-
tenere.
Badino le potenze occidentali, che sulle fosse
insanguinate del territorio polacco potrebbe risor-
gere ed ingrandirsi il fantasma della Santa Alle-
anza. Oggi V Austria si atteggia a liberale, e lascia
volentieri alle antiche sue complici la responsa-
bihtà e la difficoltà delle nuove stragi. Ma che
un villaggio insorga in Galizia , e vedremmo il
sig. di Schmerling abbracciare puramente e sem-
plicemente la politica del principe Metternich.
Perché ciò non succeda, é necessario che il
principio di non-intervento sia di nuovo sancito
e fatto rispettare al nord come al sud dell'Eu-
ropa. Bisogna che la Prussia sia trattenuta dal-
l' avanzarsi su quella via d'intervento, che il sig.
di Bismarck ha lasciato presentire nel suo di-
scorso alla Camera e che più francamente ha an-
nunciato il suo organo ufficioso, la Gazzetta te-
desca del Nord.
Pur troppo l'Italia non ha ancora una situa-
zione diplomatica tale che le permetta di giovare
attivamente la causa degli sventurati Polacchi. Gfi
augurii di vittoria che tutti i liberali italiani man-
dano all'eroica insurrezione non possono neces-
sariamente trovare un efficace interprete nel no-
stro Governo; obbligato a mantenersi nei limiti
di una sterile simpatia, laddove alla Polonia oc-
correbbero aiuti larghi e immediati.
Si è per ciò che noi speriamo vedere nel con-
tegno diplomatico delle due grandi potenze occi-
dentali patrocinata efficacemente quella politica
giusta e generosa, che solo esse potrebbero far
trionfare, a beneficio della maltrattata Polonia. Già
la durata dell'insurrezione^,e il numero dei ^om-
Il nobile lord ignora se vi sia una convenzio-
ne che stipuli il soccorso delle truppe prussiane.
L'Austria dichiarò la propria intenzione di re-
stare neutrale. Tale è la situazione attuale; la
politica futura dell' Inghilterra di fronte alla me-
desima, domanda serie deliberazioni. Il Governo
jsa pochissimo delle intenzioni degli insorti.
PRINCIPATI DANUBIANI.
Bucarest, 19 (via di Parigi). La discussione
dell' indirizzo sollevò scene tempestose. Gli oratori
dell'opposizione scagliaronsi violentemente contro
l'ingerenza delle potenze negli affari dei Principati;
dichiararono che la camera non voterà il bilancio;
G chiesero che venga posto in esecuzione il voto
emesso di domandare che il sovrano dei Princi-
pati appartenesse ad una dinastia straniera.
L'agitazione limitasi alla sola assemblea. Il
paese e tranquillo.
GRECIA.
Atene, 22 febbraio. — Yenerdì, Canaris diede
la sua dimissione. Bulgaris e Rufos formarono il
nuovo gabinetto. Galligas fu nominato ministro
degli esteri, Londos all' interno, Maia alle finanze,
Artemis alla guerra ed alla marina, Balbi alla
giustizia, Kiriacos all' agricoltura. L' Assemblea ne
approvò la formazione. Ma ieri, dietro imponente
dimostrazione contro Rufos, Bulgaris ed il ministero,
diedero tutti la loro dimissione. Non vi sarà più
governo provvisorio. L' Assemblea nominerà il mi-
nistero e il presidente.
TURCHIA.
Costantinopoli, 20 febbraio. Safety-effendi fu
nominato muscir e presidente del gran consiglio;
Omer pascià, ministro del commercio; Halim-pa-
scià, ministro della giustizia.
Gl'inviati montenegrini giunsei:o oggi.
Costantirìopoii, 19 febbraio. L'affare delle armi
inviate in Servia è condotto a termine. Il carico
del naviglio, che trasportava piombo e salnitro,
sarà restituito.
POLONIA.
La Corrispondenza austriaca reca i seguenti
cenni riassuntivi sull'estensione della rivoluzione
polacca, attinti a fonti genuine e quindi piena-
mente credibili:
Nella parte sud-ovest del regno di Polonia
ove Kurowski comanda gli insorti (la ex-Woivo-
dina di Cracovia, ora compresa nel governo di
Radom), quasi tutti i paesi sono nelle mani de-
gli insorti. Similmente nella parte orientale del
governo dì Radom, già Voivodina di Sandomirz,
ove comanda Langievicz. In tutto il Governo non
ci sono che le città di Miechow, la importante
Kielce, Korskie, Szydlowiec, Czenstochowa, il ca-
poluogo Radom, e Sandomirz, testé rioccupate dai
Russi, che siano ancora in poter loro. Kurowski
concentrò la sua colonna principale, di circa 6000
uomini, presso Dombrowa; altri distaccamenti sono
a Olskusz e Ojcow. Egli domina così la ferrovia
Varsavia-Cracovia e la strada per Oppeln.
Langievicz trovasi nuovamente tra Slupce e
Wonchow, giacché da qui domina la strada che
da Cracovia per Radom va a Varsavia, la quale,
oltre la ferrovia Varsavia-Cracovia, è la sola li-
nea importante di comunicazione fra Varsavia e
Cracovia. Piìi a oriente, al di là della Vistola
(governo di LubHnò) stanno parecchi minori di-
staccamenti d'insorti presso Josefow, Majdau e
Bilgoraj. Quivi tuttavia essi non posson prender
pié fermo, come nella parte occidentale, perchè
i Russi dalla fortezza di Zamosc continuamente
li molestano. Anche quivi era intendimento degli
insorti di dominare coli' occupazione di Tamaszow
la strada che da Varsavia corre per Lublino a
Lemberg; ciò che non riesci. Bande maggiori in
numero di qualche mighaio trovansi soltanto nel-
r estrema parte orientale presso Hrubjeszow, Du-
bienko e Kazimiers, quindi parzialmente già nella
Volinia sulla strada da Zamosc a Vladimir. Quivi
comanda Frankowski. È ben vero che il Journal
de Saint'Petcrsboiirg vuole aver ricevute da Kiew,
12; la notizia che la colonna di Frankovski, forte
di 2000 uomini, sia stata completamente distrutta
ed egli stesso fatto prigione, ma devesi attendere
su ciò la conferma, perchè tali notizie si mostra-
rono finora poco fidate.
Un altro capo d'insorti in quella regione e
Neczaj, cosacco d' origine. Per quanto ne potei sa-
pere, sembra che a lui sia. stato affidato il co-
mando nell'estremo Oriente, e specialmente l'or-
ganamento dell' insurrezione in Volinia, non senza
riguardo alla sua origine. Molto più a settentrione,
ma ancora nel governo di Lublino, nella cosidetta
Podlachia, sta Vengrow, una piccola cittadella,
ove ultimamente vennero combattute quelle lotto-
tanto accannite e sanguinose, ma di nessun risul-
tato. Quivi comandava un certo Sokol (fa/co, e-
videntemente un anagramma). Un altro capo in
quella parte si fa chiamar Mucha {'nosca). I punti
principali dei Russi nel Governo di Lublino sono :
a mezzogiorno la fortezza di Zamosc sulla strada
da Varsavia a Lemberg, poi Janow, ove pose il
suo quartier generale quel famigerato colonnello
Bicdraga, che manda i suoi soldati a eseguire
delle aggressioni nelle vicine cascine; più su a
settentrione Lublino, e piìi in là ancora Siedlce.
Gli insorti, che prima trovavansi a Biala sulla
strada da Varsavia a Brzesc-Litewski, dopo aver
due volte battuto il generale Nosriz sonosi riti-
rati a oriente, passarono il Bug a Janow, con che
s' avanzarono nella Lituania e quivi, forti già di
parecchie migliaia, sostennero a Siemiatyeze un
sanguinoso combattimento col generale Maniukin,
intorno al quale non si hanno ancora particolari,
ma che deve essere stato favorevole agli insorti
giacché essi furono dopo ciò in grado di spin-
gersi più avanti nella Lituania e sommuovere
maggiormente il paese. La divisione del generale
Maniuldn era veramente diretta a Wengrow, ma
fu dagli insorti impedita di prender parte a quella
battaglia, e non potè nemmeno passare il Bug,
ciò che non è sicuramente indizio di vittoria. Che
poi il conte Nostiz abbia vinto è palesemente una
falsità ; giacché questi allora non avrebbe al certo
permesso che gli insorti passassero il Bug. E qui
é a notarsi, che, secondo la sua asserzione, gii
insorti che passarono il Bug erano 600 e a Sie-
miatyese divennero subito alcune migliaia, di cui
1000 caddero, mentre i Russi non perdettero che
12, uomini, di cui 6 ufficiali !
Una seconda schiera, che trovavasi prima a
Budka, s'è ora recata in Lituania. Più avanti a
nord-est non si hanno notizie del governo di Au -
gustowo ; tuttavia sembra che quasi tutto il paese
sia in mano delh insorti guidati da Walovicz e
Czapski. Del resto, il terreno è colà interrotto
da fiumi, laghi, paludi e boschi, perciò assai fa-
vorevole all'insurrezione. Eguale terreno presen-
tano i finitimi distretti lituani. Czapski, un assai
abile ufficiale di cavalleria, sì occupa assidua-
mente a organizzare una cavalleria polacca. Nel
governo di Plock a nord ovest l'insurrezione si
propaga sempre più. Essa non vi fu mai com-
pressa pienamente, ma solo in parte. I boschi di
questo paese offrono alli insorti specia^m'^nte bravi
tiratori. Nella parte occidentale presso Kalisc.h (go-
verno di Varsavia) torna a rivivere l'insurrezione.
Nei boschi di Konin presso al confine prussiano
si mostrarono nelli ultimi tempi numerose bande
d'insorti. Konin giace sulla strada da Varsavia a
Posen. Nell'intero del paese, presso alla stessa
Varsavia, si videro bande d'insorti, specialmente
nei boschi tra Skiernevice e Bolimow, da dove
inquietano la ferrovia. Questo è precisamente il
punto, ove la ferrovia di Varsavia si dirama per
Cracovia e Thorn, e quindi di grande importanza.
Perciò vi furono spediti da Varsavia volontarii
della Guardia; ma questi si lasciarono prendere
in un'imboscata, così che di 300 non ne ritor-
narono dai Boschi che circa la metà. Tuttavia,
com' è naturale, qui la vicinanza della capitale,
ov'é la maggior forza dei Russi, e della fortezza
di Modlin tiene li insorti per certa guisa in rispetto.
Dal complesso si scorge che li insorti prose-
guono conseguentemente e non senza fortuna il
loro piano di stancheggiare da per tutto i Russi,
tagliar loro tutte le comunicazioni da Varsavia ed
altri luoghi, e raccogliersi frattanto gradatamente
in esercito per mutar poi la guerriglia in guerra
grossa, che, secondo la loro intenzione, deve ab-
bracciare tutte le Provincie russe dell'antica Po-
lonia. Si osservi anche come essi, malgrado im-
portanti sconfitte, che vennero però compensate
da altri vantaggi ottenuti, s'avvicinano, formando
un semicerchio, sempre più a Varsavia, senza per-
der tuttavia di vista i punti più lontani. Il valore
ddli insorti viene riconosciuto dalli stessi Russi.
(Persev.)
RUSSIA.
Cracovia, 21 febbraio. Lo Cza>i riferisce la voce
c'iG Langiewicz ha tagliato la ritirata ai Russi
nelle vicinanze di Stobnica, sospingendoli verso la
frontiera austriaca.
AMERICA.
Nuovn-Yorh, 9 febbraio. È probabile che Mac-
Clellan riprenda il comando. I rapporti dei sepa-
ratisti sul fatto di Charieston sono esagerati.
Il blocco non fu mai tolto. La flotta destinata a
mantenere il blocco fu considerevolmente aumentata.
Vera Cruz, 28 gennaio. La sconfitta dei fran-
cesi presso Puebla non si conferma.
Nuova York 7 febbraio. — Assicurasi che il
generale Butler è nominato segretario di stato per
la guerra.
Le truppe federali fanno grandi apparecchi per
attaccare Charleston. I confederati hanno attac-
cato le truppe federali sull'isola N. 10, ma ne fu-
rono respinti.
Il corpo legislativo di Nuova York ha confer-
mato la promulgazione dell'emancipazione. Il va-
pore federale Queen West ha rotto il bloccò di
Viksburg.
I confederati hanno battuto gli unionisti nel
golfo di Texas.
La legislatura di Indiana discute due proposi-
zioni relative alia stipulazione della pace fra il
Nord ed il Sud.
Telegrammi.
Viennaf 26 febbraio (mezzodì).
Breslavia, 25 febbraio. La Gazzetta Slesiana
porta: Le ultime notizie annunziano esservi du-
rata più di otto ore una battagUa presso Kutno.
I russi dovettero cedere, e ritirarsi dietro i con-
fini prussiani.
Alene, 25 febbraio. L'assemblea nazionale ha
nominato lunedì il nuovo ministero, Valbis, pre-
sidente. Smolenz, guerra. Avgerinos, affari interni
Demetrius Maurocordato, affari esterni. Charalamby,
finanze. Dosios padre, Culto. Boadouris, Marina.
Papagaphiropulos, giustizia.
Costanti uopo! i, 25 febbraio. Il Sw/to^jo abbassò'
l'annuale lista civile di 30 milioni di piastre;
scemò gli appuntamenti alle Sultanine ; e diminuì
gl'impiegati. È arrivato ls».ai!'pamà per lice vere
r investitura. Oggi si tiene la conferenza tra gh
ambasciatori negli affari dei Principati.
Vienna, 26 febbraio (sera).
La festa della Costituzione è riuscita dignitosa-
mente. Alle solenni funzioni ecclesiastiche, in S.
Stefano, furono presenti le sommità dei posti cen-
trali, la generahtà, le autorità civili e militari e
numerosi devoti.
Al festevole banchetto imbandito presso il Bor-
g'«mastro di Vienna, il brindisi allusivo alla so-
lenne occasione, propinato da esso alle Loro Mae-
stà , fu accolto con tr',iilic(>, Evu va eutusin^tieo.
A tale brindisi seguirono altri al Ministero, alla
città di Vienna, alla Dieta, e al Luogotenente.
In questo momento si hanno libere rappresenta-
zioni in tutti i teatri de' sobborghi con grande calca
di spettatori. Nel téatro d'opera dalla corte feste-
vole rappresentazione onorata della presenza delle
LL. Mnestà e dell' eccelsa corte. Le Loro }laeslà
furono accolte con entusiastici Evviva-, e in sul
principio della rappresentazione l'inalzato gran
quadro rappresentante, il bmto di Sua Maesla,
circondato dai popoli dell'Austria, fu salutato eoa
vivo entusiasmo.
Tipografia Fratelli BATTAIÌ^, VmoENZo PUPLANO^CH Redattore responsabile.
u iOu autorizza I' autorità polìtica di^irdluale ad in-
fliggere [iene tliscipliinn tino a venti fiorini a'que pretori
clJd Irasgrailisooiio i loro doveri, ed asso^'getla la Coiii'ine
»Ile spese Ji un altro organo che dovrebbe esservi surrogalo.
Non sarebbe il complesso d< questa leggo un incubo,
che con slermin.ito peso, scliiaccierebbe la bimm volontà
delle {)ivere Comuni, poste iti tale vero strettoio da do-
ver consultare la voluniù del prelore, prima di pciictre a
fare un passo qualunque ? .N'"n vi pare dessa niiMi libe-
rale ili quella, che ora abbiamo, di quella cioè, dt-ll'anno
di quell'anno, in cui sarebbe stato d.-litto il [iro-nunziare solamente la p,-4rola cos{itu:,iorìe, o libere Comuni!
Eppure colla legge di aliora, non l'autonlà politica di-
strettuale, ma il governo della provincia, la Luog.itentMiza,
esercitavano la sorveglianza sulle Comuni , riè s' abbassa-
va mai il voto del consig.io comunale alia disi.-retezza
del pretore, anzi il pretore che [lur interveniva al consi-
glio non aveva nemiueiio la parolu. Ora invece egli sa-
rebbe tutto.
E non valeva meglio la pena lii presentare alla di-
scussi<me della Dieta la legge approvata da Sua Maestà
pelle Oimuni colla patente 17 marzo 1849, eh'è iti at-
tività in varie province, di quello cliè il progetto che viene
presentalo? La Iciige del I8i9, quantunque sorta in mo-
intMito iji cui non serio riflesso , ma agiva sugli animi
l'orgasmo della prima impressione per cambiamenti mai
sperati, era qualche cosa, ina l'attuale progetto non si
saprebbe come chiansare.
Dobbiamo sperare che la nostra Dieta si occuperà con
interesse ia <{uesto grave argomento, e che alle Comuni
saranno dati que'diritts, cine iti tutti gli altri stati costi-
tuzionali godono, che in sostanza esse verranno conside-
rate le rappresentanze dei popoli a libertà costituiti. Con
ciò non si vorrà supporre, che debbano essere lasciale, per
dir così, in balìa di se stesse, nò; ma è necessario che
siano assoggettate ad una sorveglianza o se volete dipen-
denza più opportuna e piw decorosa, propria cioè di que-
gli organi, che sorti da elezione popolare, sono più cor-
rispondenti a* tempi ne'quali si vive, ed all'attuale progresso.
Ma sempre, sempre, quell'autorità politica distrettuale,
(i paralizza ogni volere, e più ancora quando si rifletta
alla recente pittura che delT autorità piditica distrettuale
facea nel rinforzato Consiglio dell' irjipero il principe Salin,
chiamando i pretori gP iiilìnii pascià di distretto.
Dal poterlo fare im[iuneinente, 1' uomo costituito in au-
torità facilmente ne abusa, e l'esperienza di quaranta-
quattro anni in Dalmazia, pur troppo ci ha persuasi, che
l'opinione di Sua Altezza anche fra noi poteva avere qual-
che applicazione.
Noi abbiamo la nostra Dieta ; abbiamo la Giunta che la
rappresenta; vi sono le autorità maggiori dello stato, alle
qiia!i i pretori potranno esporre gli eccessi contrarli alla
legge , e gli arbitrii delle Comuni , ma togliendole dalla
servilità de' pretori, si lascino le Comuni una volta in un
;<zif)ne decorosa, autonoma, libera, peli'esercizio pro-
prio ben essere, e sicura <li poter agire senza teiìia di
incapp;ire ad ogni passo in quella sorveglianza della buro-
cratica polizia, che set/ipre no/i cornspond.i ad ogni buona
intenzione. A.
(Articolo comunicato.*}
Onorevole Redazione !
Obbrovazzo li 24 febbraio.
Uno straniero, qui e altrove molto ben cono-
sciuto perle sue stravaganze, dettava in data 12
corrente da questa borgata un articolo, sottose-
gnato da X e riportato nella Voce Dalmatica nr.
14, in cui senz'esserne informato e meno ancora
autorizzato, ardiva costituirsi interprete dei senti-
menti di questa popolazione, e ciò in una circo-
stanza delle più solenni, qual si fu quella del tanto
sospirato acquisto del novello suo pastore, nella
persona del suo concittadino D.n Stefano Buzzo-
ìich. GÌ' insulti che l'impudente sua penna più o
meno direttamente osò versare sul nostro bene-
amato compatriotta sono troppo gratuiti, troppo
inverecondi perchè abbiati bisogno d' esser ricac-
ciatigli in gola ; ci limiteremo pertanto a constatar
alcuni fatti stranamente travisati dal signor X ;
fatti che noi nell' interesse del medesimo signore
e de' suoi amici e protetti avrem.nio voluto pas-
sar sotto silenzio, ma che l'imprudenza sua ci
obbliga, a lode della verità, a render di pubblica
ragione.
Prima ancora che si fosse difusa la nuova della
tanto bramata e paventata nomina del signor Buz-
zolich, si vide infatti un affacendarsi per la no-
stra borgata, ma non già come vuol far credere
il signor X dell' intera popolazione, sibbene del
reverendo padre Bernardino Allujevich, cappel-
lano di Podprag, che mediante il segrestano e la
*3 Per questi articoli la Redazione non assume altra respon-
•ft|iJIit» «Ae quella volala «iail» lej^
guardia comunale, qui sottoscritti, faceva racco-
gliere di buon mattino in casa propria parecchi
del volgo, e poi andava di bottega in bottega, di
bisca in bisca, di uffizio in uffìzio, di casa in casa,
e mandava messi quà e là pei vicini villaggi, e
abbeverava di acquavita i pochi accorsi, e arringava
tutti, con ciglio lagrimoso, per muoverli ad ap-
porre lor firme e croci ad uno scritto, che diceva
diretto al reverendissimo Ordinariato, collo scopo
di smentire certe accuse e calunie che si preten-
devano fatte contro il reverendo padre, e le quali
avrebbero indotto il reverendissimo Ordinariato a
dimetterlo dal posto non già di parroco e decano
come sogna il signor X ma di provvisorio ammi-
nistratore parocchiale e vice decano di Obbrovazzo.
Non è a meravigliare pertanto che per questa
guisa, ed in tal senso, gl'interessati abbiano po-
tuto raccogliere e firme e croci; anzi parecchi
dei sottoscritti al presente articolo non ebbero ri-
pugnanza ad apporvi le proprie. Che se in ciò vi
fu alcunché degno di rimarco, non fu che il sov-
verchio zelo dei niemb.ii della nostra burocrazia
e un qualche suo adepto che con invidiabile ac-
cordo s'affrettarono a sottoscriversi perfino a nome
di moglie e di figli peranco bambini ! Eppure nes-
suno meglio di questi signori era al caso di sa-
pere che il loro devotissimo padre, nell' essere
sollevato con decreto curiale dalle sue provvisorie
mansioni veniva espressamente ringraziato^ come
non manca d'avvertirci l'inspirato articolista, per
le zelanti e proficue sue prestazioni qual am-
ministratore parocchiale e vice decano.
Con quanta gioia e festa abbia poi la popola-
zione di Obbrovazzo accolto il suo novello pastore,
credevamo non essere necessario rammentarlo al
signor X. Dacché però egh mostra di ignorarlo,
anzi di voler far credere tutto il contrario, sap-
piasi che appena a Obbrovazzo si venne a cono-
scere che il signor Buzzolich s' approssimava, fu-
rono allestiti e ornati di bandiere tutti i battel-
letti che si trovarono all'uopo, e quanti vi po-
terono essere capiti, andarono ad incontrarlo fino
alla metà del fiume Zermagna, donde con inces-
santi salve di archibugi e fragorosi živio l'ac-
compagnarono fiino al suo domiciho fra le accla-
mazioni della popolazione accorsa. La sera poi
la luminaria, fu, checché ne dica il signor X, ge-
nerale, e la tenebria di certe finestre non servì
che a rendere più desiderabile ed invidiabile quel
segno di letizia per la venuta del diletto concit
tadino e pastore. E qui soltanto vi fu chi potè
osservare un qualche cenno iV alto coruccio ;
quale però partì dal cuore della nostra consor-
teria burocratica, che usciva in parole di stizzosa
disapprovazione. Nè faceva d' uopo che il signor
X e consorti dieno agli Obbrovazzani lezioni di
buona creanza, dacché essi non potevano ignorare
che al pranzo fatto la domenica seguente per fe-
steggiare r arrivo del nuovo parroco , venivano
pure invitati, oltre il reverendo ex amministratore
anche i signori i. r. impiegati, ma sì l'uno che
gli altri ebbero la gentilezza di rifiutarvisi, dando
con ciò agli abitanti una prova novella dell'amore
di quella concordia che tanto ci dovrebbe stare
a cuore.
Quanto poi a certe studiate reticenze del sig. X,
e certe cose di' ei vorrebbe ftir supporre dal lettore
ma che un avanzo, per quanto tenue, di pudore, e
più forse il timore di pubblico smascheramento non
gli lasciò dire; e specialmente quanto all'ascri-
vere sfacciatamente ai soli parenti del signor Buz-
zolich le dimostrazioni di stima e di affetto, sono
arti troppo vili per abbisognare di esplicita smen-
tita. Basti il dire che rispetto a parenti la fami-
glia Buzzohch qui non ha che quella del signor
Belan, il quale però nella ordinaria sua dimora
a Krussevo tanto poco seppe e della nomina e
e della venuta del nipote da neppur trovarvisi
presente ; come non vi si trovarono presenti nep-
pur altri individui della famiglia Buzzolich tranne
il più giovane fratello, c. r. impiegato, affatto allie-
no da qualunque specie di pubbliche dimostrazioni.
Rispetto ai meriti del reverendo padre Bernar-
dino Allujevich pare che il signor apologista si
fosse trovato un pò imbarazzato a ricordarceli, dac-
ché non trovò lodarlo d'altro che di zelo nella
istruzione, che quand'anche vi fosse, solo, non
basta; e quanto al resto, d'aver saputo accumu-
lar danari, cera, paramenti sacri ecc. tutte cose,
come ognun vede, che potrebbero avere il loro
lato debole. Ma qui pure il signor X non seppe
contenersi nei limiti della verità e della giustizia,
esagerando il valore degli oggetti accumulati, de-
fraudando della porzione di merito gli altri membri
della fabbrica della chiesa, scemando, con aperta
menzogna, queUi del predecessore dello Allujevich,
r attuale m. r. decano di Selve D.n Vincenzo Se-
garicli, di cara ed indimenticabile memoria.
Termineremo col pregare alcuni forestieri, a
non voler per 1' avvenire ingerirsi nò punto nè
poco in cose che lor non spettano, e di cessar
da una opposizione che ha loro scemato non poco
prestigio, e che continuata, nò scemerà assai di
più. L' articolista poi in ispecie preghiamo a non
costituirsi per l'avvenire interprete dei sentimenti
nostri, e così toglierci dalla necessità di rompere
un altra volta quel silenzio, che quantunque più
fiate provocati, sapevamo serbare sì a lungo.
Copia delle firme:
Angelo Simoiielli — Paolo Marinovìch — Do-
menico Giancovich — Valerio Lazaneo — Trifone
Mandich — Giuseppe Camerani — Giacomo Ma^
strovich — Ciriaco Radulovich — Andrea Sugliat
— Bortolo Bolis — Bartolomeo Treu — Giuseppe
Sassa — Patdo Jurgevich — Giovanni Elle-z —
Marco Celcovich — Petar Jurgevich - Miai Vranich
— Giorgio Miculich — Stefano Vhilelia guardia
comun, — Francesco Nachich — Matte Bugliat —
Giovanni Madrich Rosso — Giorgio Ivanovtch —•
Giovanni Madrich sacrista -- Gregorio Busolich
— Sima Miculich — Gio. Battista Fabbro — Giu-
seppe Bilich — Giuseppe Oluich — 'Itane Madrieh
— Giorgio Radulovich — Teodoro Massura —
Lago Jochich — Sttfan Zagar — Marco Giagne-
vich — Petar Vulelia — Ivan Maricich — An-
tonio Maricich — Luigi Barizon — Nicola Ti-zza
— Antonio Armadori.
Notizie politiche.
AUSTRIA.
L'-mberg, 24. — Gl'insorti respinsero nn at-
tacco dei Russi, presso Dubienka, e presero loro
due cannoni.
Vienna, 25. — La Corrèspondance gènèrale
dice che Lincoln ricusò le proposte di mediazione.
GERMANIA.
Berlino 25. — La Gazzetta della Croce assi-
cura che le notizie allarmanti diflfuse dalla stJim-
pa, relativamente alila questione polacca, non han-
no alcun fondamento, e che nessuna potenza fece
alcun atto, il quale possa rendere più difficile la
soluzione amichevole delle quistioni pendenti.
lìcrlino, 25. — La Corrispondenza Zeiler an-
nunzia un sequestro di 300 bombe e granate
presso polacchi abitanti a Berhno. Incominciossi
il relativo processo.
Berlino, 26. Parecchi ministri essendo avversi
alla convenzione colla Russia, Bismarck diede la
sua dimissione che finora non fu nè accettata nè
rifiutata.
ITALIA.
Torino 22 febbraio. Alle molte invenzioni già
proposte 0 sperimentate per costrurre sulle mon-
tagne delle strade ferrate da esercitarsi col va-
pore, deve aggiungersi ora il progetto dell'inge-
gnere inglese, sig. Fell, il quale propone di co-
struire sul Cenisio, a suo rischio e pericolo, una
strada ferrata sulla strada ordinaria stessa pel
trasporto dei viaggiatori e delle merci, mercè una
locomotiva di sua particolare invenzione. Il mini-
stro dei lavori pubblici, gen. Menabrea, ha inca-
ricata una commissione per l'esame del progetto,
ma quando potesse credersi attuabile, bisognersb-
oe intendersi colla Francia per la sua appHca-
zione. • ippin)
La proposta del sig Fell, pel passaggio del
Cenisio, venne accettata dal Governo italiano, a
condizione che l'accetti anche la Francia.
y Italia Militare porta un decreto reale che
scioglie le divisioni attive di fanteria e cavalle-
ria. I generali, comandanti le divisioni e sott^-
Napoleone, in cui lo czar lo farebbe arbitro della
questione polacca. E questa una notizia gravissi-
ma, laonde ve la do esitando. Intanto, si confer-
ma che la conrenzione russa-prussiana è quasi
anullata, come io ho preveduto.
Parigi 27 febbraio. Il Moniteur reca un sunto
della risposta di Lincoln, il quale ricusa di en-
trare in trattative col Sud. H Moniteur crede che
n miglior modo di discutere la questione, sarebbe
di completare il congresso mediante la convoca-
zione dei rappresentanti del Sud, salvo di far san-
cire la decisione da una convenzione nazionale.
SPAGNA.
Madrid, 27 febbraio. Accettata la dimissione
del ministero 0'Donnei per parte della regina;
questa nominò il maresciallo Narvaez presidente
del nuovo gabinetto.
Madrid, 1. marzo. — Il Ministero è composto.
Ne fanno parte i signori Duero, Posada Herrera,
Canovas, Salaverria, Mayans, Zavala e Luyan.
Lunedì si apriranno le Camere.
Madrid, ! marzo. L'annunciata combinazione
ministeriale {vedi sopra) è fallita. Duero continua
h pratiche per formare il gabinetto.
TUECHIA.
Costantinopoli, 27. — La conferenza degli am-
l?asciatori indizzò ai consoli a Buka,rest un tele-
gramma, consigliandoli a mantenere lo stato legale
ed a proteggere i diritti del principe Cuza.
, Costantinopoli, 28 marzo. La Porta aderì alle
àomande dei montenegrini di regolare le difficoltà
relative alla erezione dei fortini e di fissare i li-
miti dei confini mediante una commissione locale.
Istìiail'pascià ricevette l'investitura del vice-
yeame dell':Egitto e ricevette gli ambasciatori.
RUSSIA.
Pietroburgo, 27 febbraio. Lo Zar ordinò di sop-
primere, a qualsiasi costo entro 10 giorni, la cre-
.scente insurrezione polacca.
Varsavia, 28 febbraio. Affermasi che Langievicz
sìa stato definitivamente battuto i giorni 25 e 26.
ia sua banda fu dispersa e molti rimasero pri-
gionieri. Langievicz, ferito, fuggì verso Jederzejov
aella direzione di Cracovia. Altre bande furono
egualmente disperse.
Craenvia, 1 marzo. — 40,000 russi avanzansi
Terso il Bug. Lo Czar ordinò di reprimere pre-
sto l'insurrezione. Il combattimento a Malogosz
durò sei ore; i russi vi perdettero 400 uomini.
Il governatore e gì' impiegati russi di Miekow ri-
fugiaronsi a Cracovia.
La Gazzetta Nazionale di Berlino pubblica la
relazione del signor Sybel, secondo la proposta
dei signori Hoverbeck e Carlovitz, intorno al sol-
levamento della Polonia:
Il relatore mostra da prima aver la Commis-
sione fatto conoscere al Ministero il giorno e la
ora della sua adunanza; ma non esservi venuto
alcun ministro. La proposta, senza dettare al Go-
verno il suo officio, poneva il principio, secondo
il quale dovrebbero essere giudicate le sue opere
in questa faccenda del sollevamento polacco.
La Commissione ha ricercato se le cose sino
ad ora fatte dal Governo, danno motivo alla pro-
posta dichiarazione. Ciò fu da tutti approvato.
L' utile della Russia vi si dice vuole che non sia
aiutata alcuna delle parti che combattono in Po-
lonia; e poiché il Governo s'è attenuto a modo
diverso, ai rappresentanti della nazione couvien
levar la voce e dire che la pubblica opinione è
stata sprezzata.
Il relatore ricorda che soldati russi entrarono
in quel di Prussia, furono loro lasciate l'armi e
concesso di tornare in Polonia. Un trattato fu
formato con la Prussia, nè il Governo ne ha dato
punto schiarimento : ma gli avvisi de' giornali, il
bando del prefetto di polizia, i contratti per for-
nir le truppe, mostrano chiaramente che si aveva
in mente di passar il confine.
Inoltre un telegramma di Londra dice che i
ministri di Russia e Prussia avevano avvisato il
Governo inglese che i loro Governi stipularono
un trattato, mercè il quale i soldati de' due Stati
potrebbero a vicenda passar le frontiere.
E poiché non si dice nel telegramma quanto
spazio di confine sia aperto ai soldati russi, si
può conghietturare che tutte le 150 miglia di
frontiera che ha il nostro regno verso la Polonia,
sarebbero aperto, e così un terreno di 580 mi-
glia quadrate sarebbe esposto a tutti i mali del-
la guerra.
La proposta non toccò delle frontiere, del pos-
sesso, e dell' ordine pubblico. Questa è cosa da
non porsi in questione ; e solo volevasi consigliare
il Governo a tenersi lontano da ogni ingerenza
nelle cose polacche.
Ma per contrario il Governo ha gittate gran
parte della Prussia quasi nello stato di guerra.
La proposizione non manifesto favore o disfa-
vore ad alcuna delle parti nel regno di Polonia.
La Commissione giudica questo giusto. In atto
come questo non conveniva mostrar interesse che
per la Prussia, senza farsi giudici se i Polacchi
avevano avuto torto o ragione a sollevarsi.
E la Commissione concordò nella massima prin-
cipale della proposta, che non si aiutasse alcuno
dei combattenti. Solamente intorno alla forma vi
fu divario di pareri.
Alcuni proponevano ridire i termini tecnici della
neutralità e della non ingerenza, per levar ogni
dubbio sul fine della proposta. Ma fu mostrato
esser megho schivar tutte queste parole, per non
mettersi in disputazioni di dottrine. Uno disse non
poter la Prussia chiarirsi contro ad ogni inge-
renza, essendo forse poi chiamata a pacificare. La
Commissione approvò queste ragioni.
Un altro commissario disse che la proposizioae
faceva agguagliare i Russi ai sollevati, e presentò
un ammendamento, per rimediarvi. La Commis-
sione non r accettò, perchè la proposizione non
mentovava governo d'insurrezione, ma semplice-
mente di sollevati, e mirava sopratutto all'impar-
zialità fra'combattenti.
E però la Commissione accettò la proposta del
signor Hoverbech e Carlovitz così compilata:
"L'utile della Prussia vuole che nel solleva-
mento avvenuto in Polonia il Governo del re non
porga aiuto o favorisca nè il Governo russo, nè
i sollevati, e per ciò non lasci alcuno de' combat-
tenti entrare in Russia senz' esservi disarmato.,,
Telegramma.
Da Vienna 5 marzo, mezzodì.
Cracovia. — Il Czas di giovedì riferisce : Ieri
ebbe luogo un combattimento sino a Piaskovaskala.
Langievicz con 5000 abbandonò Skala in di-
rezione ignota ; lasciando ivi dietro di sè Jizio-
ranski con 800 de' suoi. — Dopomezzodì, es-
sendo costui assalito da 2000 Russi, dopo un
combattimento d' un' ora e mezza, si ritirò in sel-
vose alture, dove rimase sino a sera. — Detta-
gli pili minuti restano ignoti. — Anche presso
Unigov, vicino a Miedmv, ebbe luogo un combat-
timento. — (0. D.)
Bibliografìa.
"Guida pratica per la retta pronuncia della
Hngua itahana, e metodo per diffonderla mediante
r ortografia, di Isidoro Tedeschi di Trieste. ~ Un
volume in 8" di 400 pagine. — Lire it. 2 50.-
Siena 18G2. Tipografia dell' Ancora di G. Landi „
Una delle parti più importanti e al tempo stesso
meno agevoh di una hngua è certamente l'Or-
toepia, ossia la retta pronuncia dei vocaboli, cia-
scuno dei quali vuole un'inflessione di voce sua
propria ed un determinato accento tonico, senza
di che la lingua corre grave pericolo di perdere
la sua nativa fisionomia e di subire alterazioni,
talora anche sostanziali, che ne guastano la in-
trinseca bellezza e ne sformano il tipo originale.
Da questa legge, comune a tutti gU idiomi, non
va esente la hngua italiana, se pure non dee
dirsi come ne sia piìi bisognosa dell'altre per la
moltiplicità dei suoi dialetti e per la varietà de-
gli elementi ond' essa è costituita. Percorrendo i
diversi paesi d'Italia è facile accorgersi della no-
tabile difierenza che passa nella pronuncia di molte
e molte parole non solamente tra provincia e pro-
vincia, ma ancora tra città e città d'una provin-
cia medesima, e come bene spesso 1' errato modo
di pronunciare le parole dia luogo a spiacevoli
equivoci e perciò a false interpretazioni di signi-
ficato. Era dunque di suprema necessità stabilire
una regola ferma ed invariabile, mercè la quale
ogni Italiano fosse sicuro di pronunciare retta-
mente le parole della sua bellissima lingua.
A questo bisogno ha provveduto il sig. Isidoro
Tedeschi colla sua Guida pratica per la retta
pronuncia della lingua italiana e col suo metodo
per diffonderla mediante l'ortografia. Con poche
e semplici norme facilissime ad apprendersi, e con
un piccolo numero di segni ortografici opportu-
namente e razionalmente adoperati, dei quali pro-
pone e raccomanda l'uso nella scrittura e nella
stampa, il Piemontese, il Lombardo, il Veneto, il
Ligure, il NapoUtano, il Siciliano ecc. possono
in brevissimo tempo parlare correntemente come
si parla in Toscana, alla quale nessuno vorrà ne-
gare il primato nella hngua e nella esattezza della
pronuncia.
Il lavoro del sig. Tedeschi è diviso in tre parti.
Nella prima parla dei suoni delle lettere e spe-
cialmente del modo di pronunziare le quattro let-
tere E, 0, S e Z di doppio suono ; addita le re-
gole dell'ortografia adattata alla retta pronuncia
con opportuni schiarimenti ed acconce osservazioni
suir accento acuto, sul grave, sul circonflesso, sulla
dieresi, ecc. e finalmente mostra i vantaggi di
scrivere e di stampare coli' ortografia da lui pro-
posta in servizio della retta pronuncia. La seconda
parte comprende un copioso e ben ordinato PRON-
TUARIO di vocaboli coli' accento tonico sulle vo-
cah E ed 0 di suono chiuso ed aperto, e di quelli
che contengono le consonanti S e Z di suono a-
spro e di suono dolce. In questo Prontuario, di-
sposto per categorie di suoni e di terminazioni,
avranno gli studiosi non solamente un mezzo fa-
cile e pronto di trovare i vocaboU di suòno
bio, ed una scorta sicura per pronunziarli
mente, ma conosceranno altresì come dL\
pronunciarsi tutti i vocaboli della hngua itak
Serve come di appendice al Prontuario un'\
bendante serie di omonimi che variano significati^
per le consonanti scempie e per le doppie e per
la loro pronuncia lunga o breve. Nella terza parte
sono raccolti alcuni esercizi utihssimi di lettura
in prosa ed in poesia, impressi col metodo orto-
grafico, proposto dall' Autore, adatto a rischiarare
la retta pronuncia, per mezzo del quale il lettore,
per inesperto eh' ei sia nella hngua, non potrà leg-
gere nessuna parola nè con suono nè con accento
errato.
Se si considera la semplicità dei mezzi adope-
rati dall' Autore per conseguire il suo scopo, e
questa semplicità si paragona cogli importanti van-
taggi, che tutti possono trarre da quest'opera, è
forza confessare che il Tedeschi ha fatto cosa u-
tilissirna ed ha soddisfatto ad un vero bisogno,
del quale ora maggiormente si sentiva 1' urgenza,
che le genti italiane sono giunte a costituirsi in
unità di nazione, della quale la più durevole e la
più nobilissima caratteristica è senza dubbio quella
della hngua. Noi pertanto non pos^.iamo che rac-
comandare caldamente questo lavoro a tutti gli
Italiani amanti della purezza e dell' armonia del
loro idioma, e far voti che venga generalmente
adottato il sistema ortografico da lui proposto.
Per ristringere in brevi parole quanto abbiamo
detto fin qui, noi portiamo opinione ehe la GUIDA
PRATICA del signor Tedeschi, indispensabile
agli stranieri che amano di pariare con proprieU
e con grazia la lingua del divino Alighieri, sia
non meno necessaria ai non Toscani per acqui-
stare speditamente e sicuramente una facile e retta
pronuncia, e che debba tornare ancora assai pro-
ficua e vantaggiosa ai Toscani medesimi.
Dessa tmvasi vendibile in Zara presso i signori
fratelli Battara.
Tipogra-FIŽ^ Fratelli CATTAE^A, Ymmna PUPI^A^TOICH Redattore responsabile.
fiducia della Corona, è il maresciallo Narvaez. Egli
ebbe ieri sera due lunghi colloqui colla regina, e
tutti pensano eh' egli risalirà al potere. V ha di
più, ed è che, malgrado il suo passato reazionario,
10 si reputa disposto a mostrarsi più liberale che
non sia mai stato O'Donnell, tanto costui aveva
spinto innanzi lo spirito d'intolleranza e d'asso-
lutismo. Alcuni giornali vincolati alla sua fortuna,
e ne conta persino nel partito dei progressisti
puri, hanno già pubblicato uno de' più seducenti
programmi liberali che mai siensi immaginati, at-
tribuendo naturalmente al loro patrono tutto l'o-
nore d'una sì bella conversione. In quanto a me,
non presto alcuna fede a codeste brillanti pro-
messe, e persisto a credere che il maresciallo Nar-
vaez, ove giunga al potere, continuerà ad essere
uno de' più induriti peccatori della reazione e della
consorteria clericale.
Non vi sono in questo punto che due uomini
sul cui liberalismo si possa realmente contare : il
signor Bios Eosas ed il signor Pacheco. Il primo
vuole risolutamente il discentramento amministra-
tivo e l'emancipazione de'Municipii; il secondo
è fautore dichiarato del principio delle nazionalità,
ed il primo articolo del suo programma sarebbe
11 riconoscimento dell' unità italiana. Ambedue fu-
rono già ministri della Corona, ma le loro idee
sono troppo avanzate, troppo antipatiche alla di-
nastia, perchè abbiano probabilità d'essere chia-
mati a succedere ad O'Donnell od a spiantare
il maresciallo Narvaez. Per giudicare d'ora in a-
vanti, con piena cognizione di causa, il cangia-
mento operatosi nel Governo spagnuolo, basterà
ricordarvi che il maresciallo O'Donnell era un
iiltra-conservatore sotto la maschera dell'Unione
liberale, e che il maresciallo Narvaez non cessò
imi finora d'essere francamente anti-rivoluziona-
rio: con quest'ultimo si sa almeno che cosa a-
spettarsi. Le Cortes non saranno più libere di
darsi un regolamento che loro piaccia; una legge
creerà maggioraschi speciali per mantenere un pa-
rlato ereditario, e la libertà della stampa conti-
nuerà ad essere soggetta al beneplacito della cen-
sura. Tali sono i principali elementi dell' attuale
Situazione. Non si saranno cangiati che i nomi
degli invitati al banchetto del bilancio, fino a che
non sopraggiunga una rivoluzione.
Le immense dimissioni di cui nelle mie prece-
denti v'ho parlato gravarono sul capo del mini-
stro della marina, e non contribuirono poco a
precipitare la caduta del Ministero 0' Donnell. Non
jìo d'uopo dirvi che, ieri sera, al momento in cui
la dimissione del Ministero venne accettata dalla
regina, una folla d'alti funzionarli appartenenti
air Unione cosiddetta liberale per V amor del bilan-
cio , si affrettarono a prevenire una destituzione
coir invio della loro dimissione. Tutti i pubblici
servizi sono disorganizzati. (Persev.)
Madrid, 2 marzo. Duero e Argero (Armerò?)
non sono riusciti. Fu chiamato Narvaez. Assicu-
rasi che egli abbia il gabinetto già pronto, e che
sarà pubblicato domani.
Madrid^ 4 marzo. Narvaez non è riuscito. La
Gazzetta annunzia che Miraflores forma un ga-
binetto insieme al marchese d'Avana. Assicurasi
che il nuovo Ministero riaprirà le Camere.
PRINCIPATI DANUBIANI.
BuJcarest, 2 marzo. L'insieme del progetto di
indirizzo dell' opposizione fu addottato con 58 voti
contro 6. Cinquanta deputati si sono astenuti dal
votare, dichiarando di non voler concorrere ad un
indirizzo che pone in discussione il principe eletto
dall' intero paese, i suoi diritti, le istituzioni, i trat-
tati, e racchiude passi proprii a far dubitare della
saggezza dei rumeni e dei loro sentimenti di ri-
conoscenza verso le potenze garanti,
Bukarest 5 marzo. Ricevendo la deputazione
della camera, il priucipe Cuza ricusò di ascoltare
la lettura dell'indirizzo.
SYEZIA.
Stoccolma^ 3 marzo. Fu tenuto un grande mee-
ting in favore della causa della Polonia. Vennero
emessi voti in favore della libertà della Polonia,
e proteste contro la convenzione russo-prussiana.
RUSSIA.
II Comitato rivoluzionario di Mosca, che ha
per programma il motto "Zemha i Wola„ (Terra
e Libertà), ha col mezzo della stampa clandestina
divulgato il seguente proclama, che riportiamo
dal Diritto:
Popolo Russo!
Già da nove mesi l'insurrezione della Polonia,
provocata dalle crudeltà inaudite e degli arbitrii
del governo russo, ha posto l'esercito nostro in
una condizione impossibile.
Esso deve — o tradire il suo giuramento ed
unirsi ai Polacchi — o continuare l'infamante o-
pera del carnefice e, dopo terminato il mas-
sacro, coprire di eterna vergogna il nome russo
agli occhi degli onesti di tutto il mondo, mostran-
doci abbieti e servilissimi birri, devoti ai selvaggi
capricci di un tedesco, che è nostro czar.
Tutto questo voi sapete, o fratelH; ma non
tutti fra voi conoscono quale onta e quale sven-
tura aspetti la nazione russa, a cagione della stolta
ostinazione del governo, che mantiene, anche a-
desso, contro la giustizia e contro il bene della
Russia, le sue inutili e violenti pretese sulla Po-
lonia, la quale, come nonio è oggi, così non sarà
russa nè domani nè mai.
E tale non sarà, perchè l'idea della sua libe-
razione non morrà nella nazione polacca, finché
sarà vivo un solo de'suoi figli. — E questi, che
noi vediamo sotto l'armi, hanno giurato di non
lasciarle prima che sia raggiunto il loro scopo,
0 rimanga in piedi un solo dei loro animosi con-
cittadini.
Per loro è più facile che noi non pensiamo,
ottenere la loro libertà ....
Più facile, perchè tutti sono penetrati da un
profondo patriottismo, ed hanno già operato tali
miracoli di coraggio e di eroismo da obbligarci
ad ammirarli ed a prostarci innanzi a loro.
Più facile ancora, perchè avendo scritto sulla
loro bandiera: Per la nostra libertà e per la vo-
slra (russa) agiscono a favore così di sè stessi,
come di tutti coloro che amano e vogliono la li-
bertà in Russia.
Più facile principalmente per questo che la sim-
patia di tutta Europa è con loro.
Questa volta non è probabile che quel senti-
mento di simpatia si hmiti a sole parole come
nel 1831. Inghilterra, Francia, Italia, la libera
Svizzera, la Svezia e fin anco 1' Austria, vanno
a gara per pronunciarsi in favore del ristabili-
mento dei Polacchi, nè si mostrano ahene dal
prestare il loro armato concorso
Tutti questi paesi hanno preso un' attitudine
così risoluta, perchè sono profondamente inde-
gnati che la Russia abbia clandestinamente con-
chiuso colla Prussia un trattato offensivo e difen-
sivo, non già contro nemici esteri, ma pel più
pronto sterminio dei Polacchi
Un tale fatto riesce molto più importante per
noi, in quanto che in quel trattato contiensi una
certa condizione segreta, in forza di cui la Prus-
sia si obbliga a far entrare le sue truppe nelle
Provincie della Russia, in caso di un movimento,
che nella Russia stessa avvenisse per la quistione
delle terre e per la libertà (Zemlia i Vola).
Quasi che, adunque, non fosse sufficiente l'a-
vere impiegati tedeschi, che da centocinquant' anni
derubano, opprimono e rovinano la nazione, lo
czar, in attestato della sua sovrana clemenza vuol
farci assaggiare miche le baionette prussiane!
È poi superfluo aggiungere che nella stessa
Prussia r opinione pubblica è altamente indignata
contro sì vergognosa convinzione.
Ma in ciò non istà tutta la nostra sventura.
La maggior disgrazia si è che mercè quel trat-
tato la Russia trovasi ora quasi alla vigiha di una
guerra ; imperocché, con esso, la Russia e la Prus-
sia hanno conculcate le convenzioni prestabihte ;
e Francia, Inghilterra ed Austria sono pronte a
domandare alla Russia, anche colle armi il rista-
bihmento della Polonia.
Se in seguito di questa guerra la Russia sarà
forzata di ristabilire la Polonia, allora tanto il go-
verno quanto il popolo russo avranno perduto il
meritorio onore d'aver con benevola risoluzione
riscuscitato esso la Polonia ; epperò, invece di a-
vere i Polacchi amici ed alleati, noi li avremo
nemici e nemici vicini. Dovendo essi la loro li-
bertà, non al popolo russo, ma alle potenze oc-
cidentali, non dimenticheranno mai che il popolo
russo, pure avendo l'occasione di aiutarìi, non
volle, 0 forse non seppe fario, continuando invece
r opera vergognosa di una nefanda carneficina.
Finché adunque questa violenta ed illegale car-
neficina sarà continuata, continuerà sempre an-
che contro di noi l'infame guerra che contrista
tutta la Russia colle nuove imposte, coi recluta-
menti e con altre rovinose misure; e tutto ciò
nel momento in cui abbiamo più che mai il bi-
sogno di costituirci nella propria nostra casa.
Popolo russo ! Per evitare tutte queste disgra-
zie, noi dobbiamo, con umanità e con fermezza,
dichiarare al nostro governo che noi non vogha-
mo la continuazione dei macelh umani in Polo-
nia. Dobbiamo dichiarare altamente che noi tutti
desideriammo V immediato ristabilimento del re-
gno di Polonia, coW annessione mlontatia di tutte
le Provincie occidentali, ove gli abitanti di quelle
Provincie manifestino di volerla colla maggioranza
dei loro voti, e non col solo suffragio della no-
biltà, come altra volta si è praticato nelle Pro-
vincie di Lituania e di Podolia.
La Russia non perderà nulla della sua gran-
dezza e della sua potenza, se questa provincia
che si mantiene colla violenza, si separerà da lei.
Dichiariamo che non vogliamo la guerra eu-
ropea, ricusando il nostro aiuto al governo per
soffocare la rivoluzione polacca. Quando avremo
terminato questa quistione, come il cuore e la
coscienza ci impongono, noi potremmo allora riu-
nirci in NAZIONALE CONCILIO DI TUTTA LA TEEBA
RUSSA, allo scopo di trattarvi il nostro principale
programma, che è quello di TBEEA E LIBERTA'
{Zemlia i Wola). (Pers.)
Mosca, h 4 (16) febbraio 1863.
Cracovia, 5. — Un corpo di Cosacchi passò l'al-
tro ieri sul territorio austriaco presso Raranow:
le truppe austriache a guardia delle frontiere fe-
cero fuoco sopra di essi.
Dispacci russi smentiscono le notizie dei suc-
cessi degl' insorti a Zobkovice a Miactow.
Cracovia, 5. — Dopo un combattimento di sèi
ore, Langievicz respinse l'attacco dei Russi a Lia =
skova Skala.
AMERICA.
Nuova York, 19 febbraio. Il World biasima
Seward di aver rigettati i consigli di Napoleone;
aggiunge essere necessario prepararsi alle com-
plicazioni che potrebbero produrre il riconosci-
mento del Sud e l'autorizzazione data al presi-
dente di questo stato di emettere per tre anni
successivi lettere di marca per tutte le guerre in-
terne ed estere. — È voce che gli occidentali
del Nord pensino di formare una confederazione
separata. Oro 63 li9. Cambi 181. Cotone 90.
Nuova-York, 21 febbr. — L'attacco di Yik-
sburg, è imminente : attaccheraasi pure Savannah
e Charleston.
Il giornale New York Times porta che il go-
verno considererebbe il riconoscimento del Sud
come una dichiarazione di guerra. Nel congresso
dei separatisti fecesi la proposta di ritirare, il 1
maggio, r exequatur ai consoh di tutte le potenze
che non riconosceranno il Sud.
Nuova-York, 21 febbraio. L'attacco di Yik-
sburg è imminente: attaccheransi pure Savannah
è Charleston.
Il giornale New York Times porta che il go-
verno considererebbe il riconoscimento del Sud
come una dichiarazione di guerra. Nel congresso
dei separatisti fecesi la proposta di ritirare, il 1
maggio, V exeqmUiir ai consoli di tutte le potenze
che non riconosceranno il Sud,
Tipografia Fratelli BATTAEA. YMCMIÀO DUPLANCÌCH edit., impr. e red, responsabile.
Xiàva 11 Msurzo 1^63« 4Ulio
Prezzo d'assoc'iiizinne in valuta austriaca per
Zara: pur un anno fiorini S; per sei nu'si liorini -t ;
per tre mesi fiorini 2. Pel riiuanente della Provincia
a fuori: per un anno fiorini 9; per sei mesi fiorini -t
solili 50; per tre mesi fiorini 2:25. Per l'estero, e
j)el Lombardo Veneto gli stessi prezzi in argento, fran-
che del porto-posta.
Giornale polKìco-letterario
Esce il Mercoledì ed il Sabato.
I grappi e le commissioni, franclii delln spese
postali, siiiiriffono in Zara a \ incen/o Diiplanc eh Ile-
dattore della Voce Dalmatica, e ^li alilnionamen'i, ut
negozii librarli dei sis^nori fratelli Battara c Pietro
Abelich, (ili avvisi lii linee rostano 1 fiorino, e (i|ini
linea di più soldi b'. La tassa ili finanza resta a rarif»
di.'I committente. Un numero separato costa soldi 10.
Sulle scuole popolari.
Bisogna organizzare —riformare bisogna ! Que-
sta è la parola ci' ordine del nostro tempo. La
vita pubblica deve essere riformata, riorganizzata
in tutte le sue parti. — Di quale importanza in
tale proposito sieno le scuole, ciò non può così
facilmente essere dimostrato, in quantocliè ogni
riforma da esse deve avere principio.
Un antico proverbio dice: Quali i maestri le
scuole. —• E prima di tutto, per applicare ade-
quatamente tale sentenza infallibile, fa duopo strin-
gere relazione colle nostre scuole; ma per rie-
scire a ciò fa duopo di conoscere in prima i mae-
stri. E noi penetrati dall' importanza dell' oggetto
vogliamo, con questi brevi cenni, rivolgere 1' at-
tenzione dei lettori alla pubblica istruzione, e dire
alcunché specialmente delle nostre scuole.
Per questa volta daremo un cenno generale
e specialmente si soffermeremo sulle popolari, es-
sendo esse la vera base dell' istruzione tutta.
E chi potrebbe negare, che qui da noi, havvi
molto a deplorare e desiderare in tale proposito ?
E più di tutto è vero, clie buona parte del man-
camento che si riscontra nell'assieme delle nostre
scuole popolari, dipende assolutamente dai pochi
mezzi che si danno in mano ai maestri stessi per
rendere proficua F istruzione poco pedagogica ;
e per offrire un incontestabile esempio, si badi
alla pochezza dei libri di testo. Ma se in tale ri-
guardo deve essere riparato, questo è ufflcio al
certo d' uomini adatti, e se in ciò devesi progre-
dire, prima di tutto la pedagogia deve essere trat-
tata come scienza, poi sia libera tale scienza, ed
in fine da se facciansi provenire le regole am-
ministrative. Tutte le scuole popolari in Austria
sono opera della grande imperatrice Maria Teresa,
ed uno degli istituti relativi a questa, si fìi 1' am-
ministrazione dei libri scolastici. Trovammo op-
portuno accennare tale istituzione imperocché da
APPENDICE.
Togliamo dalla Perseveranza il discorso del
ministro Menabrea sui lavori pel traforo del
Moncenisio:
"Il traforo delle alpi ha per iscopo di evitare
il valico sopra la vetta di quelle montagne, la cui
minor altezza di passaggio è di circa 2100 me-
tri, mentre quella cui si dovranno alzare i vagoni
per superare le Alpi, mercè questo traforo, sarà
al maximum di metri 1333, 8 sopra il livello
del mare. La galleria deve avere una lunghezza
di 12,220 metri, e l'orifizio meridionale, quello
cioè dalla parte di Susa al paese di Bardone che
si trova all'altezza di metri 1335, 38 sopra il
livello del mare.
A partire da quel punto sino alla metcà della
galleria, essa va rialzandosi con una pendenza
media di metri 0, 5 per mille. Giunta alla di-
stanza di 6110 metri, cioè alla metà della gal-
leria, si presenta una contropendenza verso Savo-
ja del 22,2 per mille, per cui l'altezza della
bocca della galleria si trova a metri 1202, 82
sopra il livello del mare.
Accennerò ora alla Camera quale sia il sistema
adottato per compiere questa grandiosa opera, la
quale non trova esempio nei tempi passati, e per
essa stimiamo provenire il maggior danno alle
scuole elementari. I maestri circoscritti ad un testo,
il più delle volte non confacente alle intelligenze
dei teneri discepoli, si trovano costretti di ren-
der arida e pedante l'istruzione ; nò possono al-
trimenti trattare la loro materia, perchè la ri-
strettezza di tempo da una parte, la vastità del-
l' oggetto dall' altra, li tiene così costretti ad un
punto, nò v' ha modo che svincolare si possano. E
per offrire un esempio, si dia un' occhiata alle gram-
matiche di lingua itaUana prescritte per le nostre
scuoh elementari, e si dica s' egli è fattibile che un
ragazzo, dopo aver percorso tutta una scuola e-
lementare, sia in grado di fare una proposizione
e di annahzzarla convenientemente. Saprà, e ciò
non sempre né tutti, distinguere il nome dal verbo,
ma confonderà di sicuro l'aggettivo col primo;
non distinguerà né i tempi nè i modi né le per-
sone dei verbi, non conoscerà le regole piìi ovvie
della sintassi, ed ignorerà assolutamente quelle
dell' ortografia. E questa è somma sventura, ed il
più delie volte di così poco, profitto tutta la colpa
viene a versarsi sui maestri. Io non dirò che nel
piano scolastico tutto sia male applicato, che non
sianvi pur troppo ! anche fra i maestri di quelli,
che 0 non conoscono o penetrarsi non vogliono
della delicatezza del loro mandato ; ma riguardo
al piano, ripeterò che per migliorarlo ci vogliono
più cose, e fra le tante tre dovrebbero essere le
principali, cioè:
1. Ridurre la pedagogia ad una scienza.
2. Aprire istituti di preparandi maestri, affin-
cliè coloro che dedicar si vogliono a così nobile
ufdcio trovino campo di rendersi atti in tutto il
senso della parola.
3. Che togliendo il privilegio all' amministra-
zione dei libri scolastici in Vienna di pubblicare
esclusivamente i testi prescritti, si lasci campo ai
singoli docenti di presentare talvolta colle stampe
saggi della loro attività e del loro zelo.
la quale si richiedeva il concorso dell' ingegno e
nello stesso tempo della scienza moderna.
È noto, 0 signori, che per formare le gallerie
delle strade ferrate ordinariamente si lavora non
solo alle due estremità, ma si aprono ancora dei
cunicoli e pozzi verticali, mediante i quali si viene
a stabilire il lavoro sopra vari punti della galle-
ria. In tal modo, mercè questi pozzi che raggiun-
gono il suolo della galleria, si possono impiegare
varie squadre di lavoranti per accelerare il com-
pimento dgir opera-
Trattandosi del traforo delle alpi, questo si-
stema era del tutto impossibile ad attuarsi, per-
chè dal suolo della galleria alle vette sovrastanti
vi è una elevazione di circa 1,600 metri. Era im-
possibile quindi che si potessero intraprendere
pozzi di tanta profondità, i quali avrebbero ri-
chiesto un tempo se non eguale, certo poco mi-
nore di quello che si richiedo per fare la galle-
ria orizzontale.
Ora, volendo principiare i lavori della galleria
soltanto alle due estremità coi mozzi ordinarii, si
affacciavano varie difficoltà e la prima era quella
del tempo.
Si sa che coi mezzi ordinarii il procedimento
di questi lavori è assai lento, e quindi, anche
supponendo che avessero potuto effettuarsi, si sa-
rebbero impiegati ti-enta o trentaeiiKiue anni per
poter traforare couipletameute le Alpi. Allora si
Fra le tante cose che accennar si debbono su
tale riguardo bastino por ora queste ; ed io sono
sicuro che per tal modo cominciando a riformare
le scuole nostre, non tarderassi ad avere più a-
bili maestri, e migliori allievi. J\1.
{Sarà continuato).
La base della piramide.
Dalla Gazzetta di Genova togliamo il seguente
articolo.
Giambattista Say acconciamente ha paragonato
la società ad una piramide, nella quale gli strati
inferiori sono molto larghi e gli altri successiva-
mente si vanno ristringendo finche il vertice li-
nisce in una o pochissime pietre. Gli strati infe-
riori rappresentano le classi più numerose della
società e formano la base, che tende sibbcne a
ristringersi successivamente, ma nella quale il nu-
mero delle pietre (supponendo che queste fossero
tutte eguali in tutti gli strati) è numerosissimo;
gli strati pili vicini al vertice rappresentano le
classi più agiate che diventane tanto meno numerose
quanto più ricche sono, e finalmente il vertice
rappresenta i capi della società che sono od un
uomo 0 pochissimi uomini.
Neil' economia politica non solo, ma ancora nella
scienza di Stato, trattasi di far penetrare il be-
nessere in quella maggior misura che si può da-
gli strati superiori agli strati inferiori, come trat-
tasi pure di rendere responsabile e solidali della
felicità e prosperità pubWica tutte le classi della
società. Ogni conquista dell' incivilimento industriale
fa discendere di uno strato la possibilità della
soddisfazione di un bisogno che altre volte era
riserbata alle classi superiori : ogni conquista del-
l' organismo politico fa discendere di uno strato la
partecipazione agli affari pubblici, ed estendersi ad
un numero maggiore di cittadini la dignità ed il
sentimento di legislatori. Questo duplice progresso
pensò di aver ricorso alle macchine, ma qui na-
sceva un' altra difficoltà.
Quando si progettò quest'immenso lavoro si con-
sultarono gli uomini i più dotti dell' Europa, e fra
gli altri il celebre Humbold, il quale affacciava
come principalissima la difficoltà di aver l'aria
respirabile nell' interno delia galleria, ed è appunt >
contro di essa che hanno l >ttato i nostri ingegneri.
Mentre dunque questi superavano un tale osta-
colo che era giudicato il più grave, nello stesso
tempo trovavano i mezzi di accelerare i lavori in
modo affatto prodigioso. Invece di servirsi del mez-
ordinario degli uomini per la perforazione, si pro-
posero di usare la forza dell' aria compressa.
Ricorderò l'origine di questa invenzione.
Un inglese, il signor Barklett, aveva adottato,
per agevolare i lavori del perforamento delie gal-
lerie, una macchina a vapore, la quale metteva
in movimento un perforatore, il quale eseguiva
buchi per le mine con una rapidità otto o dieci
volte maggiore di quella che si ottenesse colla
mano dell' uomo ; ma è evidente che la macchina
a vapore non poteva essere impiegata in su pro-
fonda galleria, perchè senza aria che alimenti la
combustione non può aversi vapore, ed è appunto
l'aria che mancava nella galleria che si trattava
di eseguire.
Adunque non era possibile di pen^^as-e al
re: si pensò allora di cuinpriniere Tarla in ÌÌÌU i •
— Lo stesso giornale reca:
Un gran numero di polacchi di tutte le età,
impiegati nelle ferrovie francesi o in altre grandi
amministrazioni dello stesso genere, rassegnarono
le loro funzioni e partiranno tra breve per U
loro peese.
Parigi, 15 marzo. Il Moniteur reca molte no-
mine nell' esercito.
Parigi^ 15 marzo (sera). E giunto il conte A-
rese, che fu invitato subito dall' imperatore a re-
carsi alla Tuilleries, ove vennegli destinato un ap-
partamento.
Parigi, 15 marzo (sera). I documenti diploma-
tici relativi alla Polonia sono oggi comunicati al
Senato. Un dispaccio di Drouyn de Lhuys, in data
del 26 marzo 1855 a Walewski, ambasciatore a
Londra, ricorda l'imperatore Nicolò nel 1831 es-
sersi sciolto dagli obblighi verso l'Europa impo-
stigli dai trattati del 1815 relativamente alla Po-
lonia. Le potenze comprendono i pericoli dell'in-
grandimento della Russia, e i vantaggi del ritor-
nare ai trattati che le interdicono di possedere
la Polonia altrimenti che come uno Stato distinto.
Il momento sembra venuto di ricordarsi degli im-
pegni che la Russia aveva preso coli'Europa re-
lativamente alla Polonia.
Drouyn de Lhuys termina invitando Walewski
ad indagare le intenzioni di Clarendon su questo
soggetto.
Un dispaccio di Walewski a Persigny, in data
15 ottobre 1855, constata che Clarendon aveva
la stessa opinione di approfittare degli avveni-
menti, nella misura del possibile, in favore della
Polonia, ma non crede necessario farne una con-
dizione assoluta del ristabilimento della pace colla
Russia.
Un dispaccio di Drouyn de Lhuys a Talleyrand,
in data 17 febbraio 1863, duolsi che la Prussia
sia uscita dalla neutralità. L'inconveniente della
risoluzione presa dalla Prussia è di formulare la
questione polacca, di risvegliare l'idea della so-
lidarietà tra le differenti popolazioni dell'antica
Polonia 5 di provocare l'insurrezione veramente
nazionale, e di gettarsi così gratuitamente in gravi
imbarazzi, e di creare una situazione che sin da
ora è causa d'inquitudine e può diventare sor-
gente di complicazioni pei gabinetti.
Un dipaccio di Drouyn de Lhuys al duca di
Montebello, a Pietroburgo, in data dell'8 febbraio
scorso, constata che la questione polacca, piucchè
ogni altra, ha il privilegio di risvegliare in Fran-
cia le simpatie di tutti i partiti.
Rendendo conto d'una conversazione con Bud-
berg, dice non avergli nascosto che, nostro mal-
grado, gli avvenimenti potevano diventare imba-
razzanti, e che la pressione del sentimento pub-
blico s'imporrebbe maggiormente a misura che la
gravità delle circostanze aumentasse.
Drouyn de LhuySj rammentando le speranze che
l'avvenimento al trono dell' imperatore Alessandro
fece concepire, non nascose, che, esse non realiz-
zandosi, la Russia si creerebbe e farebbe a noi
stessi una situazione penosa. Gli dice di tenere
10 stésso linguaggio al principe Gortciakoff.
Finalmente una circolare di Drouyn de Louys,
del primo marzo, agli agenti francesi sulla con-
venzione russo-prussiana, rende conto de' passi fatti
su questo soggetto.
Parigij 16 marzo. Leggesi nel Moniteur^ che
11 senatore Pietri fu nominato all'amministrazione
della Gironda.
GERMANIA.
Berlino^ 12 marzo. La nomina di Bentkowski,
deputato di Posen al nostro parlamento, e offi-
ciale di artiglieria, come ad latus di Lankowski,
produsse grande sensazione.
Berlino, 13 marzo. Leggesi nella Gazzetta della
Slesia: Langiewicz ricevette 2700 fucili, molte
munizioni, viveri e un rinforzo di cavalleria.
Francoforte 13. — V Europe afferma che T Im-
peratore d'Austria chiamò Metternich a Vienna,
per discutere eopra un' alleanza tra Francia ed
Austria.
SVEZU.
Stoccolma, 14 marzo. Il conte Stael-Holstein
e Bjorek presentarono alla Dieta una proposta
tendente a dichiarare che la Svezia appoggia l'in-
surrezione della Polonia.
La discussione è fissata a lunedì.
RUSSIA.
Varsavia, 12 marzo. L'arcivescovo Felinski
diede la propria dimissione da membro del consi-
glio di stato.
Dal confine polacco, 13 marzo. Ieri Langiewicz
fu proclamato dittatore a Varsavia. Lunedì i russi,
sotto Toll, furono battuti dagl' insorgenti presso
Myszevo, nel governo di Plock.
Telegrammi.
Da Vienna 18 marzo:
Costantinopoli, 18 marzo. Ai primi d'aprile il
Sultano accompagnato da Fauld-pascià, farebbe un
viaggio in Egitto, rimanendo assente per 40 giorni.
La Presse di mercoledìi in data da Cracovia 17
porta: Il quartiere principale di Langievicz sa-
rebbe in Dzyaloscy. Nuovamente, da Cracovia, 17
a sera : La forza principale di Langievicz sarebbe
stata ieri in Ihiaz Wielki.
Parigi 17 marzo. Nel Senato incominciò il di-
battimento sui Polacchi. Parlano Bonjean, Lagiie-
roniere Poniatowski. Lagueroniere propone, l'or-
dine del giorno, nell' interesse della pace.
Da Vienna, !^ marzo mezzodì:
Parigi, 19 marzo. Mercoledì, nella seduta del
Senato ; Walewski protesta contro 1' asserzione di
Larochjaquellins : che i Polacchi siano un popolo
ingovernabile. Ne accagiona la stessa divisione
della Polonia. Il Principe Napoleone sostiene : che
il movimento della Polonia non sia rivoluzionario.
— Sotto il Governo di Napoleone III non si
può per se stesso inspirare pei trattati 1815.
Si deve parlar di loro puramente, per impre-
care ad essi. La Russia cerca di separare la Fran-
cia dall' Inghilterra per motivo dell' Oriente.
Il contegno dell'Austria mi può sorprendere,
ma esso mi tranquillizza. Sarebbe deplorabile il
consigliare i Polacchi alla rassegnazione.
L'imperatore è in pièna vigoria di età e di
genio. La nostra situazione è grande.
È arrivato il momento per agire. BillauU do-
manda che il dibattimento venga aggiornato ; af-
finchè il Governo possa rispondere alle impru-
denti parole che furono pronunciate. (0. D.)
Ma pace... premio della indisertabile
Pugna al natal gemella.
Ch'agli eletti più e più si serra, e l'ultimo
Giacer di lauri abbella.
Ma silenzio... sigillo e ingenua aureola
Dalla parola ornata.
Che ferace sgorgò, ch'ebbe qualch'anima
Accesa e innamorata
Al riso dell' eterno, vivo, fulgido
Ideal cui battea
Il cor nel tuo segreto... e in estri e cantici
I voli a lui spandea!
0 pace! o invidiabile silenzio
Che suoni i muti avelli,
E d' amor li ringemmi, e indissolubili
A vivi l'innanelh
0 mio Giovanni, s'il desio di porgersi
Oltre la fiamma estrema
Anche di qua, grido è di Dio, cuor d'anima
Cui r anima non gema ;
Se dell'ardore che traesti, vivide
Si parver le faville
Seme d'affetti e di pensier che valsero
E ancor vàvianno mille:
L'acherontèo torpore... oh queste frangono
Le leggi d' una fossa,
Onde a soli risacre... e vita e fremiti
Mandano conscie 1' ossa
A me tu spiri... il nugolino eh' ondula
Piangente al sol caduto,
A lui riverte la fuggevol porpora
In menore tributo...
POESIA.
Alla memoria di
Giovanni Franceschi
UHirambo.
Dove sei mio Giovanni?., un tardo annunzio
Che acuto il petto m'ange,
T'impone anche al mio pianto... al desiderio
Ch' ad un avel si frange !..
Ahi recusando eredità... la lacrima
Flebil chi sa a qual pietà,
Altrice stilla a vivi cespi... inutile
Spesso su steril creta.
Pur invocata della vita all'ultima
Orma ... là pia si spande ...
E benedetta !.. Oh sì ì' aprii dà a ceneri
Ad ambe man ghirlande!..
Tu fosti !.. ed or ?.. giran le spere, vigila
La nostra speme ancora,
E sempre fitta all'oriente e immobile
Non so qual' alba implora...
Ed una imbianca... e non è quella ... e a gemiti
E a prieghi il labbro alterna...
Muto a'geli sepolti... e là t'avvolgano
Silenzio... pace eterna!
La "Madre Slava,, che non ebbe al vindice
Suo grido Ausonia sorda
Forse in prima al tuo suon, della magnanima
Ira temprò la corda.
E quel pietoso fior che man femminea
A tua memoria porse,
Ingenuo fior! desto al tuo lampo, a'roridi
Influssi tuoi non sorse ?..
E non vive nel raggio che su gì' ardui
Cacumi il sol saetta.
Quando avallato nell' estremo oceano
A prode opposte affretta? . . . .
No, la vita non muore ! e quando scingesi
I veli egregia un'alma,
Qual pio guerrier lo stanco brando, e chiudesi
Entro il suo ciel di calma;
La Patria allor, come a gelosa gloria...
Come a retaggio sacro ...
Si getta sopra i santi avanzi, e innondali
Dell' espiator lavacro...
E al cor li serra... e singultante gli aliti
Erranti ne raccoglie,
E nel furor de' baci, e senno e palpiti...
Degli estri il nume coglie...
Quindi la tomba è un' ara... ad essa striugesi
Come a invincibil loco
Un fausto genio... e guarda intaminabile
Vestale il sacro fuoco
Da' quattro venti indi il gran squillo ... destasi
La rediviva polve,
E non occidua dal caòs de'tumuli
L'alba di Dio si svolve !
Venezia li 2 Febbraio 1863.
ANTONIO Bossi.
Tipografia Fratelli BATTARA. VJÌSCEKZO DUPLANOICH edit., iropr. e red. responsabile.