nilateralinente ridotto. Per b proposta Tinti invece, fis-
sata che fosse mediante una legge la misura dell' appa-
naggio d'un principe imperiale, resterebbe questa inva-
riabile finché una nuova legge non disponesse ailrinien-
ti, ed inaltersita dovrebbe essa accogliersi noi prelimi-
oaro, non bastando un solo f.itlore legislativo a immu-
tarla. La proposti Tinti però fu respinta quasi ad unani-
mità e lo stesso ministro conte ftecliberg non trovava di
potervi assentire. I motivi chi determinarono 1' uniforme
conclusione devono, ben s' intende, essere stati d'inJule
diversa. Mentre la giunta sorveglia gelosamente al più
ampio esercizio de' diritti costituzionali, si avvisava forse
il ministro essere meglio conforme alla dignità della co-
rona, die gli appanaggi e le dotazioni de" principi della
casa vengano iissati dal solo imperatore, ed essere d'al-
tronde indubitato, die le camere, nella loro devozione al
monarca, avrebbero rispettate in questa parte le sue di-
sposizioni. Non fu meglio fortunata 1' altra proposta dello
stesso barone de Tinti, per la quale sareLbesi dovuto sta-
bilire un importo fisso da accogliersi nel budget por le
spese della famiglia imperiale, senza specializzazione delle
singole partite e senza escludere la possibilità di un au-
mento straordinario per casi straordinarii. Parve al mini-
stro conte Rechberg di scorgere in qiicsta proposta l'es-
senza di una lista civile, ed ei i' oppugnò richiamandosi
al rapporto patriarcale, che avventuratamente sussiste tra
i popoli deir Austria ed il loro sovrano, il quale fidando
nella lealtà delle camere, non reputa necessario provve-
dere mediante un atto quasi contrattuale allo splendore
del trono, e loro abbandona d' anno in anno 1' approva-
zione della somma preliminata pei corrispondenti bisogni.
E questa figura infatti con una cifra cosi moderata, al
confronto degli altri stati di primo rango, che la giunta
non poteva non mantenerla intatta. — Il preliminare per
il gabinetto di Sua Maestà, pel consiglio de' ministri e
pel ministero di polizia non presentò motivo ad interes-
santi discussioni. In quello per il ministro degli esteri
merita considerazione il fatto, che anche questa volta venne
ridotto di fior. 6500 il soldo di funzione al presidente
della commissione militare in Francoforte, e di fior. 200U0
il soldo di funzione dell'ambasciatore in Roma. Il mini-
stro fece del suo meglio per conservare ai rispettivi fun-
zionarli questa non piccola frazione de' loro pingui emo-
lumenti, ma la giunta non credette di poter secondare i
suoi desideri!. —
Domani verrà discussa alla camera dei deputati la pro-
posta del deputato Brosche, appoggiata da oltre 100 de'
suoi colleghi, inte.sa all' abolizione della legge di componi-
mento pubblicata coli'ord. min. 18 maggio 1839, legge
che favorisce i fallimenti dolosi e demoralizza il com-
mercio. Vi ricorderete che alcuni mesi addietro il governo
avea prodotto un progetto di legge su questa materia, e
lo ritirò dopoché entrambe le camere vi aveano concor-
demente praticate essenziali riforme. Vi ricorderete forse
pur anco che la pubblica opinione avea accolto con molto
sfavore quel passo ministeriale per cui restava in vigore
la difettosissima ordinanza del 1859, Ora varii casi di ne-
gozianti, che protocollarono la loro firma per provocare
r indomani la procedura di componimento, determinò i se-
gnalarli della proposta Brosche a questo mezzo di coa-
zione morale, per cui il ministero debba o consigliare a
Sua Maestà la sanzione della legge già discussa e votata
dalle camere, o produrre tosto un altro progetto. Nella
pili trista ipotesi, vai meglio ritornare alle lungaggini del-
l'antica legge concursualo, di quello che mantenere un
temperamento fatale come la ordinanza suaccennata.
La commissione mista, cui era stato devoluto il diffi-
cile incarico di esperire un combinamento delle differenze
insorte tra le due camere nella legge sulla stampa e nella
appendice al codice penale, rassegnerà nella ventura set-
timana il risultato delle sue discussioni. In una mia cor-
rispondenza, se la memoria non m'inganna, vi accennai,
che le discrepanze in ultimo si limitarono all' artic. di
queir appendice, con cui vnlevasi togliere il carattere pri-
valo all' offesa toccata agi' impiegati, militari, parrochi, te-
stimoni e periti in relazione alle loro pubbliche incom-
benze, ed accordare anche allo stato il diritto di provo-
care la procedura penale per siffatti reali. Con una mag-
gioranza di 7 contro 5 voti stabilì ora la commissione
mista di proporre alle camere le seguenti modificazioni :
Sono da perseguitarsi d'uffizio quei soli delitti {non le
contravvenzioni) di offesa all' onore che riguardano pub-
blici impiegali, servi, militari e parrochi con relazione ai
doveri della loro vocazione. 2. Il procuratore di stalo deve
però previamente assicurarsi dell' assentimento dell' otteso.
3. Egli è tenuta al termine fìssalo dalla legge all' offeso
per produrre la sua azione. Dei cinque membri dissen-
zienti (tulli deputati) due respingevano onninamente I' ar-
ticolo ; tre volevano escludere i servi ed i parrochi dal
maleviso privilegio, limitarlo a favore dei funzionarli civili
e militari, che si trovassero in servizio effettivo all'atto di
produrre [azione penale; ed abilitare l'offeso a recedere
in qualunque stadio dalla procedura con etrello obbliga-
torio pel procuratore di stato. 1 sei membri della camera
alta ed il deputato Miihifeld formarono la maggioranza.
E assai dubbio il quesito se la camera dei deputali ac-
coglierà la proposta. Il desiderio di dar vita alla legge
sulla stampa potrebbe determinare la condiscendenza o
meglio la rassegnazione in questo iraporlantissimo argo-
mento.
Pei lo del p. v. novembre verrà con somma proba-
bilità chiusa b già troppo lunga sessione del consiglio
dell' impero. Al 1 di d<icen)bre verrebbero convocate le
diete. Per prima proposta di leg'„'e sarà loro prodotta la
legge comunale. Quella per la Dalmazia consta di ÌÌj
paragrafi I —
Milano 9 ottobre.
Il decreto di ainminislia e l-t relazione che lo accom-
pagna formano oggi l'argomento di tutti i [discorsi e di
tulli gli articoli dei giornali. L'Opinione, provando il bi-
sogno di discutere questi documenti dopo essere stata rac-
colta in sè slessa un giorno intero per cercare il pelo
nell'uovo, prorompe oggi con una filippica contro il mi-
nistero. Uatlazzi nel suo rap[)orlo al Re chiama l'illuìlre
ferito III generale Garibaldi«, e l'Opinione pretende che
dal titolo tgeneralet si jìossa dedurre che TiaribiiKli, es-
sendo militare, si trova compreso nell' eccezione f.itla
dai decreto rrguardo i diseriori. — Se Garibaldi è mili-
tare, non può essere amnistialo : se non è militare, per-
chè allora dargli ul'licialmenle il titolo di generalo"? - Questo
è il dilemma che il giornale delf estrema de.slra propone
al governo: dilemma chc indica o una grande ingenuità
0 una gran malafede, perocché ['Opinione sa benissimo
che il generale presentò tempo fa la sua dimissione.
I disertori dell'esercito, che non sono ammessi a go-
dere dell'amnislia, ascendono a 117, fra cui 2 ufficiali e
una dozzina di sotto ufficiali.
II principe Napoleone e la principessa ClolilJe sono
giunti a Napoli domenica mattina e pare che si ferme-
ranno colà qualche giorno. Le notizie del brigantaggio che
ci giungono da quelle parti, sono senza esagerazione do-
lorosissime per i sanguinosi falli che quotidianamente si
commettono sulle strade maestre e perfino nelle città. Se
il governo non si affretta a prendere misure severe ed
efficaci per estirpare dalle provincie meridionali la cana-
glia borbonica, esso perderà tutla la fiducia di quelle po-
polazioni.
Rattazzi sta per recarsi a Parigi e naturalmente si attri-
buisce una grande importanza politica a questo viaggio .
che dovrà effettuarsi verso il 15 del corrente.
Mi scrivono da Parigi: «Quelli che hanno invecchialo nelle
speculazioni di borsa nulla capiscono del movimento at-
tuale : due giorni di rialzo, e che rialzo ! Il prestilo ita-
liano ha toccato un aumento favoloso, e la rendita e tutti
gli altri valori sono salili di prezzo in proporzione. Le
strade ferrate romane montarono di 24 franchi in un sol
giorno. Tulli si domandano dove trova origine questo rapido
mutamento di cui non si tvovano esem[»i fuorché ni'gli
annali del mercato del 18^1 allavigiliadelcolpodistalo.il
L'Independance Belge — CogUo cVie neV mondo giorna-
nalislico gode della massima riputazione — pubblica un
carteggio di Parigi ed uno di Roma , che oggi saranno
riportali senza dubbio da tutti i periodici italiani e stra-
nieri per la importanza delle notizie che contengono L' ac-
creditato giornale belga' dice adunque che le truppe del
magnammo alleato saranno richiamale da Roma prima della
fine dell'anno e che il governo pontificio sarà abbando-
nato alla mercè de'suoi amatissimi sudditi.
Voi sapete che queste voci di soluzioni pronte e fa-
cili mi hanno trovato sempre scettico ; non occorre quindi
che vi dica che, non ostante l'autorità del gran foglio di
Brusselle, persisto nel mio ateismo politico
In un paesello vicino ad Ancona fu scoperto un comi-
tato, composto per la maggior parte di preti, che aveva
per iscopo di provocare la diserzione nelle file dell' c-
sercilo. l membri della nera combriccola furono arrestati
e saranno tradotti in giudizio.
Fiume 9, ottobre.
Siamo prosperi e felici; siam miseri c tristi. Se la no-
stra popolazione si mostra in apparenza tranquilla e ras-
segnata, per quanto scontenta, certi diarii e forse anche
certi dicasteri traggono motivo per giudicarla soddisfatta.
Se poi in qualche guisa si manifestano dei contrasse-
gni di mal umore, non si prevengono e non si tolgono
le cause, ma si attivano delle misure le quali seppelliscono,
senza estinguere, la bragia sotto le ceneri. Quando taluni
colla pubblicità indicano i bisogni e i malcontenti deri-
vanti da molivi legittimi, e propone i mezzi per rimediarvi;
in luogo di ottenervi adequala risposta o 1' opportuno ri-
medio, viene ricolmalo d'ingiuriose imputazioni.
V'hanno di quelli i quali parlano di conciliazioni e di
mutui accordi; quando poi occorre il momento dell'opera
vorrebbero dettare condizioni da conqiiislalori, senza am-
mettere transazioni di sorta. Se poi qualcuno accenna colla
stampa le vie d'una conciliazione, le acerbe glosse, qiiasi
deridendo le sue intenzioni, lo tacciano di pusillo e d'in-
coerente che si arrende agli avversarli.
L'attuale consiglio comunale oclroiz-zato, non avendo al-
tra facoltà che l'azienda economica, si mantiene ligio e
devotissimo. Sorpassa però i suoi limiti per nominare dei
cittadini d'onore, e non azzarda valicarli per ricuperare i
diritti municipali, i quali si van speidendo. Dopo due anni
di prove, la popolazione si mostrò conlenta dei taglio li-
bero delle carni ; ora, alla vigilia della scadenza, si slabi-
lisce l'appalto.
Persone d'influenza facevano nel passato insislenli mo-
zioni per la nostra autonomia; oggidì nei consessi, dove
hanno voto, la lasciano decadere a brani a Liani, senza
proferire sillaba.
Persone eminenti raccomandano agli studenti del gin-
nasio di dedicarsi alla lingua italiana , come utile in questi
paesi, senza procurare, colla loro pulente influenza, i con-
venienti mezzi per otienere lo scopo da loro stesse indicalo.
Sr va propalando noi giornali che coli'attuale organiz-
zazione del regio tribunale si arriverà final.nente a sop-
perire ai bisogni più adequatamente che non per il pas-
salo. Le voci generali sostengono essere troppo scarso il
persouiile e doversi attendere degli inconvenienti, essendo
destinati dei giudici i quali non conoscono fitaliano, al-
meno quanto s'abbisogna.
Tre anni addietro si allontanarono degli impiegati giu-
stiziali i quali avevano servito parecchi anni in Croazia,
perchè nativi da altre provincie. Ora si ammettono di quelli
i quali provengono da quegli stessi paesi, senza aver mai
posto piede sulla terra eroiila e su ([uella di Fiume,
I nostri impiegali nngistratuali vennero sospesi perchè
veniva loro attribuito a colpa di non aver prevenute le di-
mostrazioni di maggio, ch'essi non potevano prevedere.
La Neuste nachricht eccita un impiegato distrettuale a spie-
garsi circa un ordine che aveva egli dalo ai suoi subal-
terni, di applicare il bastone al sig. L. F. di qui se ar-
rivasse nella sua giurisdizione, volendolo supporre autore
principale di quei falli.
II commissario inviatoci per le faccende di maggio, che
si diceva regio e non era regio, con lusinghiere parole
assicurava la deputazione che gli esibiva un memoriale
relativo all'appianamento dei dissidi!, di prestarsi nel merito
in Vienna , e poi restituirsi a questa volta egli stesso per
restituire al nostro paese la desiderata calma e fiducia.
Scorrono dei mesi senzachè nulla si avveri, e scnzachè i
nostri impiegati vi otlengano quegli atti di giustizia che
essi andavano a ripetere a Vienna, dove loro furono pro-
messi, e che la popolazione ansiosamente attende.
La conferenza tenutasi a Zagabria , composta dai su-
premi conti, dai rappresentanti il possesso, i municipi! e
le camere di commercio, stabiliva a pieni voti essere tra
le linee delle strade ferrate al mare quella diretta per Fiume
la migliore e come tale da prescegliersi. Ora si spendono
50,000 fiorini per gli studii preliminari di quella di Segna,
senzadio per quella di Fiume si fosse assegnalo un solo
soldo, se si acceltuano le vistose otTcrie di danaro falle
dai Fiumani.
Abbiamo qui degli istituii di educazione maschile e fem-
minile i quali ponno soddisfare a qualsiasi esigenza; pa-
recchie famiglie mandano i loro figli altrove appresso i-
slituzioni mollo inferiori. Il signor Starcevich, notaio del
comitato di Fiume, uno degli oratori fervorosi della Dieta
croata, venne poslo in istalo di acusa per discorsi tenuti
aUa Congregazione (Skupština). Il supremo Coi>te rimetteva
testé l'ordine al comitato pella sua sospessione ab offi/io
et benefitio. Il vice Conte il quale regge il dicastero, (da
quanto ci viene narralo) rispinge il dispaccio senza ob-
bedirvi , basandosi sul principio 'che il diritto di sospen-
sione spella unicamente all'assemblea la quale nomina gli
impiegati. Quando venivano sospesi i nostri impiegati per
i fatti di mig.,'io, non era permesso eli pronunciare neppur
una sillaba a loro vantaggio e legiiliina difesa.
11 r. tribunale provinciale di Zagabria decretò di desistere
contro l'accusa del sig. Milich, aggiunto presso questo r.
tribunale, per alto Iradimento e perturbazione, in con-
seguenza ad articoli inseriti nella Gazzetta di Fiume, e venne
promosso a consigliere a Varasdino, 11 sig. Ercole Rezza
redattore langue nelle carceri iiiquisizionali da nove mesi,
senzachè ilj processo sia incominciato, e senzachè la de-
solata famiglia, per quanto supplichi, possa otlunerc l'in-
vocata evasione.
Questa è storia.
Ragusa, 9 ottobre.
Con questo vapore, proveniente da Anlivari, si è avuta
la notizia essere a Rignani stali uccisi alcuni turchi si-
gnori ila parto dei raji. Vukalovicli, fedele al suo man-
dato, vi accorse con o«ni alacrità per sedare tale movi-
mento; e, valendosi de'suoi mozzi autorevoli, gli è riu-
scito di risparmiare le triste conseguenze di siffatto in-
conveniente.
Da Costantinopoli è slato dal Sultano espressamente spe-
dito Seid pascià, suo aiutante; il quale fece a Podgoriza
una rivista dell' armata ottomana ne! numero di oltre qua-
ranta mila uomini. La ringraziò, in nome del Gran Signore,
della perseveranza ed annegazione mostrate nella ultima
guerra, ed ebbe a decorarne alcune bandiere per le pro-
dezze e vittorie riportate.
Fra poolii giorni, Oiner parte definitivamente per Co-
stantinopoli ; e sembra che Derviic pascià assumerà il co-
mand'» superiore di alcuni corpi d'armata, per essere pronto
a qualunque eventualità rispetto alla Servia.
Notizie politiclie.
AUSTRIA.
Zara, 14 ottobre.
Fino ad ora non è stato in alcun giornale in-
serito, per esteso, il testo articolato dell'«Aw«-
tam, indiritto dal serclaro Ekrem Omer al principe
di Mouteuero ; bensì lo furono in parecclii le con-
gpaveijtevole per una piccolissima provincia, qual
è la nostra? E se questa so.mma, che calcolare
io pieno si può a(J uao scarso milione di fiorini,
restasse nella provincia, quali beni non potrebbero
alla stessa risultare?
Pirò ancora, che con questo semplicissimo si-
stemai di accrescare l'imposta fondiaria nella sud-
detta proporzione, od in quella che più convenien-
temente si credesse, 1' erario non incontrerebbe
alcuna spesa nè per l'attivamento dello stesso, nò
tampoco per la sua esecuzione, dappoiché baste-
rebbe d'ingiungere al coltivatore, sotto severe com-
minatorie in caso di difetto, di denunziare alla ri-
gpettira autorità comunale (che pure dovrebbe in-
vigilare) i numeri delle particelle catastali che in-
tende coltivare, e questa spedire le relative specifi-
che ai competenti ufficii d'imposta per la commi-
surazione ed esecuzione.
Per controllare poi gli abusi che potrebbero
avvenire, minori risulterebbero le spese delle at-
tuali, avvegnaché non occorrerebbero quelle che
oggidì incontransi per la sorveglianza del confine,
e basterebbero le semplici ispezioni che ora sus-
sistono per scuoprire la clandestina coltura.
Dal complesso di queste riflessioni a pien me-
riggio risulta, che l'erario avrebbe un utile ben
maggiore dell' attuale e che più interessante an-
cora ne conseguirebbe il privato.
Ecco il mio sogno, che però qualora fosse rea-
lizzabile, d'uopo avrebbe di maggiore sviluppo;
pia egli è un sogno, e questi non si realizzano
M. COLLUDEOVIGH.
(Nostre Corrispondenze),
Vienna y 9 novembre.
La patenle sovrana pubblicata ieri l'altro dalla Gazzetta
ufficiale ha confermala la mia notizia sulla convocazione
delle 4iele provinciali pel giorno IO del p. v. de<;einbre.
La sera del 6 giovedì, ii Ministro di Slato raccoj^lieva
nella sua sala circa sessanta deputati per dare l'annunzio
ài questo avvenimento e giustificare in pari tetnpo le poco
calcolate espresssioni scappatogli di bocca nei due ultimi
suoi discorsi alla Camera. Le parole proferite in tale in-
contro dal Ministro meritano senza dubbio grave consi-
derazione sì pel tenore conciliante delle medesime e pei
principi! in esse professati, che per T esempio salutare delle
conseguenze inevitab,lmonte congiunte colf oblio dei ri-
guardi dovyti air opinione pubblica e ai legittimi rappre-
sentanti del popolo. Il Ministro dovette deplorare solen-
nemente che i suoi concetti abbiano dato luogo ad inter-
pretazioni sinistre, ed assicurare che egli non intendeva
di deviare di un pollice d illa posizione tracciata dalla Co
stituzione. Egli esternò il fermo proposito di rispettare i
conchiusi fatti e da farsi dal corpo rappresentativo ed il
vivissimo desiderio di trovarsi sempre concorde con esso.
Il risultato essenziale dell' interessante colloquio apertosi
dopo la parlata del Ministro si compendia nei seguenti
punti, il governo non fnrà opposizione se la Cimerà dei
deputati vorrà limitare ad un anno l'aumento delle im-
poste. 11 Consiglio dell' impero sarà convocato ogni anno
La legge sul controllo dei debiti dello Stato verrà discussa
e votata, in questa sessione. Il governo non persisterà nella
sua opposizione sugli atti della Banca se entrambe le Ca-
mere si accordassero altrimenti. — Alle Camere è ora ri-
servato il difficile compito di condurre a termine nelle
poche settimane che restano fino il iO decembre le leggi
finanziarie proposte alle loro deliberazioni. Gli atti della
Banca passarono ormai al secondo stadio, e nella prossuna
settimana sapremo se i nostri Lordi sicno anche questa
volta disposti ad indulgere alle vedute governative. I la-
vori della Giunta finanziaria sono prossimi al loro com-
pinjento. In pochi giorni potrà aver principio la discus-
sione sul budget 1863. Le diligenti pertrattazioni precedute
sul budget 1862 escludono la probabilità di lunghi dibat-
timenti in proposito, per modo che poche sedute baste-
ranno ad esaurire questo argomento. La Camera dei Signori
rifugge di regola dalle lunghe analisi ed am;i le votazioni
fin bloc; non è a dubitare perciò che nelle ultime mani-
festazioni di sua attività ella sia per seguire lo stesso si-
stema. Vi ha dunque ogni motivo a ritenere che colf ul-
timo del corrente si chiuda la sessione parlameniare. In
caso di bisogno si terranno due sedute al giorno.
11 Ministro Burger dovette comparire nella Giunta finan-
ziaria per offrire schiarimenti sulla futura organ zzazione
del Ministero della m^irina. Perdurano ancora le discus-
sioni sulla relativa partita del budget, discussioni calde
assai, che finiranno a quanto pare con rilevanti riduzioni.
Sono preliminati pel 1863 10 milioni, che la Giunta in-
tende ridurre a soli Q.
Ragusa, 11 novembre.
Ieri partiva il vapore turco Lulfii da Gravosa, ove, due
giorni sono, era approdato, proveniente da Klek con truppa
e provianda ottomana. Vi si trovano a bordo all' incirca
cinquecento soldati di varia arma branche, che militavano
nelfultima guerra di Montenero e nella sommossa dei
Ftaya delle provmcie limitrofe, e che doveano venir tra-
sportati a Costantinopoli. Senonchè, a quanto si vocifera,
stante le nuove insorgenze e complicazioni nella questione
orientale fu contromandato il divisamento, e lo sbarco di
detta milizia debbe intanto seguire in Antivari, fino a
nuovi ordini.
1 vapori dall' Albania nulla ci portano di nuovo.
(Articolo comunicato)
Sulle vie di comunicazione verso Fiume.
L'argomento della strada ferrata per Fiume non può
a meno di destare vivi e generali interessi. Sono venti
anni che viviamo angustiati dalle pene di Tantalo in fatto
di comunicazioni. La dieta ungarica stabiliva il congiun -
gimento del Danubio colf Adriatico mediante la strada
ferrata Vukovar-Fiume. Si istituivano i relativi studii e si
f)regustav3no già le grandi risorse; quando certi intrighi
e la sopravvenienza degli eventi del 48 giunsero a sep-
(lellirc nell'obblio tutti i piani e con essi la prosperità di
tante popolazioni e la nostra Una conferenza costituitasi
nel mese di settembre in Zagabria di^otterrava le primi-
tive questioni, con forze minori e meno potenti del pas-
sato, come egli è evidente, andando pur troppo la Sla-
v.mia e la Croazia disgiunte dall' Ungheria, la quale non
vi partecipava che scarsamente. L'accennata conferenza
sembrava Vider con tutta possa promuoveie finalmente
un'opera di conveniente [)rnsperità materiale, fissando quai
punti estremi d'una strada ferrata Semlino e Fiume, de-
viandone il tracciamento, volendola rasente a Zagabria.
Attualmente si ritrova a Vienna una deputazione inviata
da Zagrabia onde chiedere il permesso per f esecuzione
degli studii preliminari, e fare in pari tempo ricerca di
fondi, i quali, quando non venissero accordali dal gover-
no, sarebbero offerti da doviziosi patrioti, fra i qu;di si
annovera il nostro benemerito Iginio cav. Scarpa, il cui
nome in simili imprese, quando viene pronunciato, porta
seco le impronte dei generali e mentati elogi.
Un' altra società in cui prevalgono gli slavoniti tendo
ad unire semplicemente Vukovar a Zagabria, donde v'ha
la strada ferrata testé aperta verso Trieste. Risultano d,i
queste discrepanze tutti quegli svantaggi proprii delle di-
sunioni e degli smembramenti di forze.
Mentre gli studii da Garlstadt a Segna si van istituen-
do, si predice già che quella linea, per le molto difficoltà,
per le sproporzion ite spese, per le poche merci e pas-
seggieri e per i gravi ostacoli della bora, di mondiale e
trista rinomanza, non sia attivabile.
In questi progetti disparati scorgiamo non ben stabilite,
forse ad arte, le basi fondamentali, le quali dovrebbero
precedere in qualsiasi intrapresa e calcolo; tracciamento
più breve, facile e diretto dai paesi producenti e dagli
emporii al mare. Stando a questo principio, dovrebbe pre-
valere il primitivo divisamentn espresso d dia dieta unga-
rica, cioè la strada ferrata Vukovar-Fiumana. La sua im-
portanza è nota, senonchè, banchieri, m mopoìisti ed altri
elementi ancora, cui per ora non vogliam accennare, rin-
tracciano i possibili artifìzii per far tramontare la gran-
diosa idea. La rendibd là è dimostrata, ed i capitali li
sappiamo già offerti Ad onta di C!Ò, insorgono ost.ieoli,
e non lievi, cui la sorte ingiusta ci condanna da quattro
lustri.
In queste opere sogliono pur troppo signoreggiare le
opinioni dei potenti e dei ricchi; mentre le voci e gli
sforzi dei veri patrioti, i quali agli interessi degli opu-
lenti e degli speculatori antepongono le prosperità delle
popolazioni, restano frustrati o poco valutati. Nè ci manca
talvolta di subodorare delle aure di certi tristi sonniferi,
dei quali sogliono far uso alcune matrigne , per attutire
le grida degli orfanelli, i quali domandano pane , senza
calcolare che essi, divenendo adulti, potranno ripetere i
loro legittimi patrimonii, e rivendicarsi dei torti ricevuti.
La società del sud è intenta nell'igrossare, per quanto
possibile, il tronco che va a terminare a Trieste con e-
stese diramazioui. Se essa mirasse invece ad imposses-
sarsi dei miri, per allontanare delle concorrenze le quali
le devono causare qualche uiquietudine; la vedremmo sol-
lecita nel costruire i tratti della ferrovia da Garlstadt e St
Peter, cioè dalla linea del sud per Fiume. Per tal guisa
avviandosi i commercii da varie regioni su due punti del-
l' Adriatico, si ritarderebbe eziandio l'epoca in cui le strade
ferrate dalle provmcie turche alle rive d.dmate apporte-
ranno mollo più potenti concorrenze ed imbirazzi che non
le meschine gelosie e contririelà nel procurarci delle ri-
sorse, le qmli non ridonderebbero a sensibile scapilo al-
trui , e specialmente a Tritaste, soverchiamente gelosa di
veder sorgere delle rivali Se i rapporti politici tra uno
stato e l'altro non offrissero più oltre degli ostacoli e delle
barriere ai movimenti commerciali in oriente, come non
li presentano in altre regioni; la Dalmazia preparata a mi-
gliori destini, e forse preferentemente Spalato, diverrebbe
• •
un punto importante per gli scali d'importazione ed e-r
sportazione. In allora la società del sud potrebbe trovarsi
pentita, troppo tardi, di non aver approfittato delle oppor-
tunità che le presentano le attuali emergenze estendendosi,
per quanto possibile, ai luoghi produttivi e di sbocchi più
brevi al mare.
Se dai cenni esposti vorrem scendere a delle applica-
zioni ai casi nostri, dovrem dedurre che la strada ferrata
verso la Croazia si presenta lontana, nè meno vicina quella
di St. Peter, ad onta del contralto che la obbligherebbe ad
incominciarla nel 65. Aggiungasi alle difficoltà che ci si
affacciano, l'obbligo dell'erario di concorrere con un terzo
di spese, erogazione difficile nelle sue ristrettezze finan-
ziarie, e più ancora se non stimolato da suoi speciali in-
teressi strategici.
Si sta ora per dar principio ad una strada carrog^ia-
bilo da St. Peter a Fiume. Quest'impresa diviene per noi
uno di quei costosi palliativi, i quali van pietosamente e-
sibiti ai grami infermi, onde protrarre d' alcun poco una
misera esistenza. Nè ad altro scopo avrebbe giovato la
strada Ludovicea verso Cirlstult, di cui con tanti frustrali
impegni veniva chiesta la reluizione, con quanta erroneità
di calcolo veniva essa caparbiamente negata. Si abbiano
ora gli indiscreti suoi proprietarii le erbe, e lo sconforto
di aver procurati i danni proprii ed altrui. La via di St.
Peter, cui accenniamo, potrà arrecare dei profitti per gli
scali di doghe ed altri legnami, i qu.di, se apportano qual-
che utile, non basteranno a prevenire la consunzione del
nostro commercio, nè a riempire i magazzini ora vuoti,
nè a far fumare i camini, appresso i quali da giorno in
giorno si va ammorzando il fuoco. Se le nostre idee, forse
errate, non collimano con quelle dei promotori, non per-
ciò disconosceremo le riconoscenze dovute alle loro en-
comiabili prestazioni.
Le attuali nostie circostanze ci impongono di appog-
giare l'idea della strada ferrata versoli Danubio, e di rin-
tracciare senza remora l'altra risorsa di più facile esecuzione,
la strada ferrata cioè per St. Peter. Questa non servirebbe
soltanto per l'esportazione, ma eziandio per 1' importa-
ne, perchè la posizione geografica di Fiume offrirehbij
un approdo più vicino "alla Dalmazia, al Levante ed anche
ai bastimenti i quali giungono da alti mari, essendo 1' i-
sola di Sansego, punio di comune contatto, 40 miglia più
vicina a Fiume che a Trieste.
Sul modo poi di realizzare quest' idea abbiamo rasse-
gnala un' opinione alla nostra benemerita Camera di com-
mercio, la quale seppe in ogni evento plausibilmente sod-
disfare alla sua importante missione del bene patrio e dei
suoi commercii.
Fiume, novembre. . . . ich
Notizie politiche.
AUSTRIA.
Vienna, 10 novembre. Assicurasi che S. M. l'Im-
peratore voglia il 2 dicembre, anniversario della
sua ascensione al trono, chiudere in persona la
sessione del Parlamento; È qui giunto ieri il prin-
cipe Ypsilanti, colla famiglia.
— La Gazzella uffizìale di Vienna, reca la Pa-
tente impetiale del 4 novembre 1862, la quale
convoca le Diete delle provincie austriache, meno
quella di Trieste, dell' Ungheria, Transilvania, Croa-
zia e Venezia, pel 10 dicembre 18G2.
FRANCIA.
Parigi 8 novembre. I giornali greci del 31 ot-
tobre dicono che 1' Assemblea costituente si riu-
nirà aU principio di decembre.
Secondo la Franca, la Turchia avrebbe doman-
dato al Governo greco che venga sciolto il corpo
dei volontari formatosi a Vonitza, dichiarando che
l'esistenza di esso costituiva un atto di flagrante
ostilità contro la Turchia.
Parigi, 9 novembre. La Patrie d'oggi assicura
che la Francia abbia proposto all' Inghilterra ed
alla Russia di ottenere dalle parti belligeranti in
America un armistizio di sei mesi. Durante que-
sto periodo di tempo le potenze ofiVirebbero i loro
servigi per conseguire una concihaziona fra le due
parti, e domanderebbero che tosto avesse ad es-
sere levato il blocco.
SPAGNA.
Madrid, 11 corr. Il Re cadde di cavallo e si
slogò un braccio. L'ambasciatore americano rice-
vette istruzione di dare soddisfazione pel fatto di
Montgoinerij. (0. T.)
RUSSIA.
Vamaijia, 12. In seguito agli ultimi avvenimenti
il governo ha adottato misure energiche. Forti
pattuglie. Sessanta arresti. {0. T-)
Fi'atelli JPattas^, VINCENZO DUPLANCIOH Redattore responsabile.
Notizie politiche.
AUSTRU.
Neir ultima sua seduta la Camera dei deputati
del Consiglio dell' Impero deliberò di istituire una
commissione mista gratuita, composta di 10 membri,
la quale sarebbe incaricata di sorvegliare pcren-
nemeate il debito dello stato.
— Fra i deputati del Consiglio dell'Impero circo-
lavano di già pareccbie liste relative alla scelta
dei membri per la commissione controllante del de-
bito dello Stato. Siccome con 1' ultima decisione
della Camera, i membri di quella commissione non
sono tenuti ad avere il loro domicilio esclusiva-
mente a Vienna, i Deputati ebbero di mira siffatti
membri, ai quali sotto altre circostanze sarebbe
riuscito impossibile l'accettazione di queir incarico.
In una impoi'tante radunanza di deputati si rite-
nea come quasi certa l'elezione dei signori pro-
fessore Herbst, conte Kinsky, D.r Taschek e Wiii-
terstein, relativamente al quinto membro si era
incerti tra il deputato Skane e Tcliabaschnigg.
La pubblicazione dello Statuto veneto, secondo
recentissime notizie da Vienna, sarebbe imminente
e quindi sembra non mal fondato quanto dice in
proposito la Corrispondenza franco-ilaliaiia.
Vienna, 10 novembre. La camera dei deputati
decise ieri di stabilire una imposta sui viglietti di
viaggio, cominciando dal prezzo di passaggio di
4ue fiorini.
Altra del 13. La Presse reca: Ci vien annun-
ciato da buona fonte che il gabinetto turco ha
protestato energicamente presso vani gabinetti con-
tro l'imbarco di volontari italiani per la Grecia
e contro la loro concentrazione ai confini turchi.
Con ciò viene spiegata la notizia della France, la
-quale portava che la Turchia avesse reclamato lo
sciolgimeuto d' un corpo di volontari a Vonizza,
GERMANIA.
Berlino 11 novembre. La Gazzetta del Baltico
dice, che fu scoperta una cospirazione nella pro-
vincia di Posen fra gli alliìvi delle classi supe-
riori del collegio di santa Maria. Lo scopo della
cospirazione era di liberare la Polonia e ristabi-
lirla ne' confini del 1772. La cospirazione ha lar-
ghe ramificazioni in tutti i collegi della provincia.
Copenaghen 13 novembre. La Berling' sche Zei-
tung riferisce: Il Ee ha decretato la istituzione
d'un Governo locale per l'Holstein. Esso comi;.-
cierà ad entrare in attività al principio di de-
cembre. Questo Governo avrà sede neh' Holstein.
P conte Moltke è nominato presidente del Governo.
FRA-NCLV.
Parigi, 10 novembre. 11 corrispondente deWUalie,
parlando della nota del gabinetto francese in ri-
sposta alla circolare Durando, dice che il conte-
nuto di questa nota si tiene avvolto nel più gran
mistero. Nò bastandogli le precauzioni prese a Pa-
rigi per non lasciar traspirare nulla in pubblico
della risposta, il gabinetto imperiale si sarebbe vo-
luto premunire contro qualunque indiscrezione da
parte del gabinetto di Torino, e avrebbe pre-
gato il gabinetto italiano di non lasciarne tra-
spirare il contenuto, e di depositare la nota ne-
gli uffizii della camera quando si riunirà il par-
lamento.
Malgrado queste precauzioni si riuscì ad avere
In proposito della nota francese i seguenti indizii:
Il ministro francese degli esteri, rispondendo alla
circolare Durando, aftetterebbe di lasciare in di-
sparte la questione di Roma, almeno per quanto
concerne la soluzione sua radicale. Le aspirazio-
ni dell' italia non vi sarebbero nè formalmente as-
solte, nè condannate.
Da quel documento, stando sempre al citato cor-
rispondente, risulterebbe ad evidenza che il governo,
francese, che così a lungo bussò e invano alla porta
del Vaticano, per ottenere una transazione, rinun-
cia ora d' indirizzarsi al papa, e pensa rivolgersi
direttamente a Torino. Queste proposte fatte al
governo itahano avrebbero lo scopo, non già di
aprire agli itaUani le porte di Roma, ma d'in-
durre ritaha a una soluzione mista, la quale, a
giudizio della diplomazia, assicurerebbe, almeno per
un po' di tempo, la pace della Penisola.
Lo stesso corrispondente dice inattuabili queste
proposte, alle quali il governo italiano, alia sua
volta, opporrà il nonpossumus proverbiale della corte
pontificia. Ciò accadendo, Drouyn de Lhuys do-
vrebbe dimettersi, e cedere, alla sua volta, il po-
sto a Thouvenel e alla sua politica energica e
decisiva.
Parigi, 13 novembre. Il Monileur d'oggi pub-
blica un dispaccio di Drouyn de Lhuys alla Rus-
sia ed all'Inghilterra, il quale ha per iscopo di
proporre un armistizio di sei mesi all' America.
''La relativa comunicazione non dovrebbe impli-
care la manifestazione di alcun giudizio, nè una
pressione sulle trattative. L' ufficio delle potenze
sarebbe quello di appianare le difficoltà.,,
ITALIA.
— Scrivono alla Perseveranza da Torino 13
novembre: "La nota del sig. Drouyn de Lhuys è,
una risposta diretta alla circolare Durando : il mi-
nistro degh esteri francese, parla di quella circo-
lare, non senza dichiarare prima che s'egli ha
tardato a rispondere, gii è perchè lontano per lungo
tempo dagh affari politici, ha voluto anzitutto as-
sumere la pili estese ed esatte informazfoni sullo
stato in cui trovasi oggi la quistione romana; die
queste informazioni essendo tali da lasciargli spe-
rare un componimento, egli, facendosi interprete
delle intenzioni del suo Sovrano rivolgesi al ga-
binetto italiano per incoraggiarlo ad affrettare que-
sto componimento, facendo esso medes^o quelle
proposte che crederà meglio concludenti a questo
scopo.
"Le proposte del Governo italiano , soggiunge
il sig. Drouy de Lhuys, saranno accolte con de-
ferenza dal Governo dell'Imperatore.,. Dal com-
plesso della Nota rilevasi in modo chiaro che la
politica del temporeggiamento prevarrà, chi sa per
quanto tempo ancora, a riguardo della quistione
romana ; ma la nota non contiene alcuna frase
dalla quale possa dedursi esseve intenzione della
Francia di contendere, allorquando ogni tentativo
di componimento sarà esaurito, Roma all'Italia.
La sua conchiusione è poi molto lusinghiera per
gl'Italiani, al cui indirizzo vi sono espressioni di
simpatia usate ben di raro nei carteggi diploma-
tici. Mi chiederete : perchè la France ha voluto al-
terare il senso di questo documento? Vi rispon-
derò esser vezzo di questo giornale di spacciar
lucciole per lanterne.
— La France reca quanto segue da Torino: Il
gabinetto non è d'accordo sulla risposta da darsi
alla Nota del sig. Drouyn de Lhuys. Si sa oggi
in Torino, che questa Nota, benché assai conci-
liativa per r Italia, non dà veruna speranza di a-
vere Roma. Si sparse la voce, essere l'opinione
di molti ministri, di consultare il Piirlamento prima
di dare una risposta.
Sarzana, 8 novembre. La partenza del gene-
rale Garibaldi per Pisa si effettuò senza mconve-
nienti, per bocca d'Arno, col vapore Moncalieri.
Roma 7 novembre. Scrivono alla M)n. Naz. :
Dicesi arrivato ieri un inviato straordinario di
Napoleone III al papa: sarebbe latore di nuove
proposte di conciliazione fra Pio IX e 1' Italia.
Sembra che la presenza di questo personaggio im-
provvisato ritarderebbe a tempo indefinito 1' ar-
rivo in Roma del nuovo ambasciatore francese de
La Tour d' Auvergue.
GRECIA.
Il ministro degli affari esteri di Turchia, invi-
tato dall'incaricato d'affari ellenico a riconoscere
il nuovo ordine di cose stabihtosi in Grecia, ri-
spose che la Porta, pur rispettando sempre il vo-
lere della nazione greca collettivamente espresso
deve aspettare natm-ahnente h decisione delle po-
tenze protettrici prima di aderire a tal riconosci-
mento. Però la Turchia, affin di agevolare il com-
mercio, riconoscerà i passaporti del nuovo governo,
e farà continuare le ordinarie relazioni consolari.
— L'atto più importante del nuovo Governo è
F ormai seguita convocazione dell' Assemblea per
il 10{22 dicembre nella capitale del paese. Il pro-
clama diretto al popolo in tale occasione dice die
r Assemblea nazionale deve coronar V opera della
rigenerazione, cominciata la notte del 10[22 al-
l'11|2 3 ottol3re, consolidando il nuovo ordine di
cose ed eleggendo un principe, ed esorta i citta-
dini ad eleggere i rappresentanti della nazione li- '
beramente e secondo il proprio convincimento.
— Secondo una decizione del Governo prov-
visorio, la proprietà mobile del Re Ottone fu con-
segnata a questa legazione bavarese, tranne gli
scritti già suggellati nel palazzo (la corrispondenza
privata del Re) e le antichità appartenenti allo
Stato che per avventura si trovassero negli ap-
partamenti reali. L'assemblea nazionale dovrà de-
cidere definitivamente su ciò, come pure sugh sta-
bili di proprietà del Re Ottone.
TURCfflA.
La Patrie pubblica le seguenti notizie a pro-
posito del nuovo conflitto surto fra i Turchi e i
popoh cattolici dell' Alta Albania, e già annunciato
per telegrafo:
La tribù degli Otti, la quale, condotta dal capo
Assan, s' è voltata contro alle autorità turche, è
la maggiore del pascialato di Scutari; formata da
circa 450 famiglie, che fanno insieme quasi quat-
tro mila persone, tutte cattohche, eccetto dieci fa-
mighe, che si fecero in principio di questo secolo
musulmane per avere il favore del pascià. Per tale
rinnegamento di loro fede è frà queste eletto il
capo della tribù.
Gli Otti per la loro fama di valore hanno di-
ritto d'esser in battaglia schierati all'ala sinistra,
mentre i Mirditi, ancor essi cattolici, sono alla
destra. Questo popolo, ardito e guerriero, si som-
mise solamente di nome alla potestà turca, e spes-
so si voltò contro al pascià di Scutari. Esso a-
bita la sponda settentrionale del lago di Scutari
tra i Montenegrini e i Mirditi.
Neil' ottobre dell' anno passato, spinti dal furur
religioso, gii Otti si collegarono co'Turchi contro
ai Montenegrini, ma furono sconfitti al villaggio |
di Cernitza, e 300, tra'quah il capo Assan Otti, '
furon menati prigioni a Cettigne, dove rimasero
insino a tanto che fu di recente fatta la pace con
Omer pascià.
11 principe Nicola si studiò di cattivarsi i capi
di questa tribù ; e Assan Otti fu ripieno di cor-
tesie e di doni ; ed è senza dubbio per questo e
per r odio antico de'cattolici contro i Turchi che
ora si sono sollevati. Per telegrafo abbiamo sa-
puto che furono sorpresi dalle truppe ottomane
e molti di loro-mandati a Costantinopoli. È ora
da vedere se questo sarà bastato a soggiogarli.
Ora poi abbiamo di più inteso d'un altro con-
flitto de'Mirditi popolo assai più potente di 50
mila anime, che si sono, insieme co'loro conr.)a-
pagni di religione, abitatori delle montagne vicini,
sollevati contro ai Turchi, Questo sollevamento par
che avesse l'origine medesima dell'altro, domato
alcuni mesi fa, mercè ingeriniento del console iran-
cese signor Viet.
Centoventi Mirditi ch'erano venuti senza pro-
vocazione al mercato di Scutari, furono per arbi-
trio incarcerati.
Il loro capo Bil-Doda, celebre pel suo valore
nella guerra turca del 1854 sul Danubio, dimanda
che sieno liberati; se no, leverà un esercito di
dieci mila soldati. La Porta adunque ha appena
finito la guerra col montenegro, che è costretta
a ripigharla, in condizioni non meno malagevoli
e rovinose alle sue finanze.
Costantinopoli, 8 novembre. Il Sultano sarebbe
divenuto pazzo. (??)
Ragusa, 13 novembre. Il villaggio di Biniani è
insorto contro Wukalovich, che ritirossi a Zub/i
con 500 uomini. I Turchi accorsero in suo soc-
corso,
L'Albania è in agitazione, i Turchi si fortificano
su tutti i punti strategici.
Tipografia Fratelli Battala, VmoENzo DUPLANCICH Redattore responsabile.
liaiio non sembra attualmente inclinato a seguirne
i principii; e le pretese che il generale Durando
accampa nella sua circolare, iniluiono la Prussia
a protestare energicamente contro quanto potesse
far l'Italia a danno del Papa.
Questo docunieuto concliiude asserendo nel mo-
do il più esplicita che la Prussia considera la si-
tuazione religiosa e pohtica del Santo Padre come
intangibile, e chiede che non venga in nessun modo
con atti successivi attaccata.
Frattanto vengo assicurato che il principe Gort-
schakolf non si è pronunciato ancora nella forma
esplicita adottata dalla Prussia; ma lo farà ben
tosto, per secondare l'importunità con la quale
la Francia (nostra buona alleata!!) stu^izica in
questa faccenda il gabinetto russo.
Par quindi che la politica napoleonica tragga
partito dagli atti di riconoscimento della Kussia e
della Prussia, per stabilirsi più solidamente a Koma.
Notizie venutemi da buonissima sorgente, mi
fanno credere che il sig. Drouy de Lluiys pub-
blicherà quanto prima una nota circolare indiriz-
zata a tutte le Corti enropee, chiedendo che a
nome di tutte le Potenze, venga sanzionata l'oc-
cupazione di Roma.
FRANCIA.
È destinata, scrive la Gazzetta di Milano^ a far
grande sensazione la pubblicazione dell' opuscolo
del segretario del principe Napoleone. Al merito
dello scritto, all'autorità di chi lo ha dettato e
di chi lo ha inspirato, si aggiunge la varietà delle
sue vicende, a dargli maggior rilievo. Proibito, poi
permesso, poi ritardatane per ordine superiore la
sua pubblicazione, esso esce ora finalmente, quando
le circostanze lo mostrerebbero meno opportuno.
Mentre 1' attuale ministro francese degli esteri si
dichiara favorevole al potere temporale, e fa sforzi
di citazioni per provarlo consentaneo alle tradi-
zioni della politica francese, viene un opuscolo a
mostrare con esuberanza di prove che la politica
francese ha sempre condannato il potere tempo-
rale, che tutti i predecessori di Drouyn furono con-
trarii alle costui opinioni. Il signor Hubafne, cli'è
r autore nominale di questo lavoro, dichiara nella
prefazione eh' esso fu approvato da S. A. I. il prin-
cipe Napoleone il quale anzi, egli dice, volle "met-
tere a nostra disposizione i documenti inediti da
lui raccolti e il risultato delle sue ricerche che
noi pubblichiamo oggi.„
Lo scritto si divide in quattro parti: la prima
discorre del potere temporale sotto 1' antica mo-
narchia francese (XVII e XVflI secolo) ; la se-
conda traversa i tempi del primo impero ; la terza
quelli della ristorazione ; l'ultima reca sul potere
temporale e suU' unità d'Italia, l'opinione d' una
serie di personaggi che vissero in epoche diverse.
In questa parte trovansi i giudizi di Machiavelli
di Gouvion-Saint-Cyr, dei Lamartine (1847) e di
Pellegrino Rossi (stesso anno). Il signor di Lamar-
tine definisce così il potere temporale: i vizi di
tutti i governi riuniti in un solo, senza i loro
vantaggi, gli inconvenienti, le debolezze, le tiran-
nie, i disordini e i vizi della teocrazia, dell' oli-
garchia, dell'aristocrazia, della democrazia, della
repubblica e della dominazione straniera. Il cele-
bre poeta-ministro non ricorda probabilmente più
questa sua antica definizione.
Ma la citazione più importante dell' opuscolo,
è quella con cui essa ha voluto abilmente finire.
È la famosa lettera che nel 1831, al tempo della
insurrezione delle Romagne, veniva diretta a Gre-
gorio XVI dal principe Luigi Napoleone Bona-
parte, oggi imperatore dei Francesi.
ParUji, 26 novembre. L'odierno Consfitazionel
ricorda in un articolo firmato da Lymairac, che
la Francia non avrebbe motivo di respingere la
proposta dell' Inghilterra di rinnovare la conven-
zione delle tre potenze riguardo alla Grecia.
La situazione della Francia —- dice V articolo,
è pienamente chiara. L'assunzione al trono
del principe Alfredo non offenderebbe la Francia.
La Grecia è libera di sciegliere il suo sovrano.
Le nostre relazioni coli' Inghilterra sono tanto, cor-
diali, che non sentirebbero dispiacere per la no-
nlina 4fil piincipe Alfredo. La grande potenza ehe
vorrà mantenere la dinastia in Grecia si troverà
di fronte a due difficoltà. 0 bisognerà chiudere
il nuovo re entro i suui contini e farlo quin-li im-
popolare, oppure incoraggiare T ambizione della
Grecia e ciò aprirà la tenuità quistiune orientale.
Questi gravi imbarazzi risulteranno per l'Inghil-
terra dal trionfu del principe Alfredo. Si avrebbe
torto non volerh redere. Il Timca li ha perfetta-
mente compresi.
— Il ben informato corrispondente del Giornale
(li Ginevra, riassumendo le smentite della stampa
parigina riguardo al preteso attentata contro la
vita dell'Imperatore, vi trova una nuova ragione
per ripetere la sua asserzione v/ie (/uniche cosa
e era. Egli narra eh' era molto accreditato il suo
sospetto che due individui, di nazione italiana, a-
vessero la missione di attentare alla vita di Luigi
Napoleone, e fossero segnalati dalla polizia di Lon-
dra, donde devevano arrrivare a Parigi per la via
di Londra. Ma la polizia, eh' era in attesa dei me-
desimi, potè, per un errore, impadronirsi di un
solo, ed andò in cerca dell' altro nella casa del
banchiere Millaud, in seguito ad una falsa infor-
mazione, avuta alla stazione della ferrovia.
Si aggiunge che l'Imperatore si mostrò e assai
irritato di questo contrattempo , facendone rim-
proveri alla polizia, il cui Prefetto però non potò
a meno di osservare: "Io faccio la polizia col
mio sistema; il signor di Persigny fa la sua col
suo sistema. Vi ha di più la polizia particolare
del palazzo, poi la polizia generale dell'Impero :
in oltre la polizia militare ecc. Cosa ne segue? —
che tutte queste ])ohzie s'incrociano, rivalizzano
in zelo, cercano di essere meglio informate le une
in confronto delle altre, e che — in fine — da
tutto ciò non ne sorte niente di buono „.
GRECIA.
Scrivono da Atene 22 novembre: Ordine e tran-
quillità regna dappertutto e meglio di prima. Tutti
si occupano delle elezioni, che avranno luogo dal
6 al 9 del prossimo mese. L'opinione genarale
dal più alto all' infimo dei cittadini, anche nelle
più remote provincie, acclama il principe Vilfredo,
e se non si fosse deciso prima di convocare una
costituente, a quest' ora un plebiscito sarebbe pro-
clamato. Tutti gli altri partiti quasi non esistono.
I greci sono certi che l'Inghilterra accetterà e
designano fin d' ora il primo d'anno prossimo come
il giorno in cui Alfredo verrà preclamato re dei
greci.
Pel 24 si prepara una dimostrazione Monstre
a favore del principe Alfredo, capi ne sono il ce-
lebre Deplomati, Maurocordato e Triupe.
Nelle Isole Jonie sono stati dati ordini dal go-
verno inglese bi ricevere il principe Alfredo con
gli onori spettanti a principe reale, mentre tutti
i principi vi arrivavano sempre incogniti ; e le
popolazioni Jonie sono preparate col clero greco
alla testa di riceverlo con grande entusiasmo. Si
apparecchiano dimostrazioni anche nei villaggi. Il
governo inglese vede tutto ciò con simpatia. Il
principe è atteso da un giorno all' altro nelle I-
sole essendo arrivato già nel Mediterraneo.
INGHILTERRA.
Londra, 26 novembre II Morninc] Post contiene
un articolo nel quale viene sostenuto che se il
principe Alfredo rifiutasse la corona greca, la scelta
dei greci ricadrebbe in tal caso sul duca di Leuch-
temberg.
(Nostra Corrispoiulonza).
Ragusa, 27 novemhre
In qiiosli seguono froqnonti approdi nel porto
di Gravosi» de'pirosc;ifi turchi dell.) società di Costanti-
nopoli per trasporto di proviande militari a Klck. Questa
oircoslanza induce alla supposizione che 1' armata ottomana
non sia per abbandonare ancora le limitrofe provinoie di
Bosnia ed Hercegovina, e die in conscgtitMiza sii-!sistano
tuttodì scn-tori «li un qualche movimento ostile da parto
di quei raya. Un'altra pure si presta per la eonferma,
lacchè vascel'i ed altri navigli da guerra, arrivali a Klek
air oggeUo" d'imbarco della truppa, vuoti ripartirono alla
volta di Antivari e della capitale di quell' Impero. Un solo
vascell!) vi staziona oggidì. Per altro, la dimostrazione dei
raya, rccentenfiente annunziata e, secondo fi soHto, ripor-
tata in parecchi giornali, Coiilro la persona di Luka Vu-
kslovich, è da considerirsi un alto vano o multo esage-
rato; là dove per sbarazzarsene vi sono j>iù mezzi di op-
portuniti ed efficacia senza tanto clamore ed allarme. Vuols»
anzi esservi jnulloslo del mal umore per la forzosa fa-
zione de'lavori stradali in quel lerrilorio, la quale occa-
siona r allonianamenlo clandestino de'raya dai propri fo-
colari. Anche riguardo all'.Albania . molto vi si vocifera
d" inquietudini intestine, che alla perfine sortirono vuote di
tristi etìetti.
I vapori ordinari della linea dalmato-albaocse ci giun-
gono senza iio\ità d'interesse.
L'.S. SOIKJ riserva, si parla essere in procinto il go-
verno otloriiano di t'urinare in Antivari un porlo fortifi-
cato e (il guerra, per dileguare 1' idea del Montenero di
[)retendere un punto di comunicazione al mare.
Tirate umoristiche.
Milano, 51 novembre.
La presente settimana sarà celebre negli an-
nali del parlamento italiano per le interpellanze,
quindi per i grandi discorsi, per le formah accuse,
per le trionfanti difese, per gli oh ! per gU ah !
della maggioranza, per i seniiraziocinii del terzo
partito (vulgo partito malva), per i poetici sdegni
(Iella sinistra. — Lasciar tutte queste interpel-
l i'ize nel semplice rendiconto delle sedute della
Camera, sarebbe un privarsi delle fonti più abbon-
danti dell'umorismo. Io ve ne dirò dunque qual-
che cosa, anche prima che gli onorevoli abbiano
compiuta la loro palestra; e se sarò cattivo pro-
feta, peggio per me!
Le prime interpellanze versano naturalmente
sulla quistione romana, per giudicare la quale sarà
bene dividere — ad imitazione del padre Segneri —
questo predicotto in tre punti. Parlerò quindi della
suddetta quistione: — 1. Avanti delle interpel-
lanze; — 2. Nelle interpellanze; — 3. Dopo le
interpellanze : e m'ingegnerò dimostrarvi eh' essa
è rimasta vergine sempre, almeno nel fatto.
Il papa, affetto da idropisia incurabile, stava
accocollato nel seggiolone di S. Pietro col trire-
gno in capo e le chiavi in pugno. Egli riposava
. . . . — i)osizione che non dava a divedere in
lui alcuna premura di muoversi. — Il sacro col'
legio dei cardinali appoggiava indefessamente il
riposo di Sua Santità. — Il cardinale Antonelli
si dava un gran moto ... di lingua contro l'I-
talia; nn gran moto di mani per prendere dalle
borse dei fedeli il denaro di S. Pietro; e final-
mente un gran moto di gambe, per premunirsi
contro i pericoli di una improvvisa marcia forzata,
—• Merode batteva il capo nel muro per trovare
gli spedienti che dovevano meglio riuscire a dar
noia al governo italiano, ed a gettar la polvere
negli occhi al miope Montebello. Tutto insomma
nella corte di Roma era disposto come se giam-
mai dovesse veriticarsi il grido che Italia tutta
manda a Pio IX: ??mne, teehel, phares.
A Torino invece ogni cosa si disponeva per
credere al vaticinio. — Migliaia di opuscoli ave-
vano illuminato l'opinione pubblica sulla necessità
della caduta del potere temporale. Scritti di Pas-
saglia, di Liverani e di altri preti più o meno
dotti avevano protestato contro il papato. Depu-
tati di ogni colore lo avevano fulminato talmente
dalla tribuna, che se i fulmini non fossero stati
in lingua italiana, avrebbero rovesciato, non il papa
soltanto, ma seco lui mezza cristianità. — Camillo
Cavour, Bettino RicasoU, Urbano Rattazzi ave-
vano sfoderato argomenti irresistibili, redatto let-
tere magnifiche, scambiato note logicissime, formu-
lato proteste piene di verve diplomatica per ot-
tenere da Napoleone le chiavi dell' eterna città :
ma la Sfìnge della Senna fece orecchie da mer-
cante, e la controversia romana, sciolta in mas-
sima, restò matassa imbrogliata per la ferrea im-
mobilità del papa, per la volontaria impotenza del
governo italiano, e per il non fìat del Due Dicembre,
Tutte le interpellanze esigono una pérsona che
si alza come un punto interrogativo ed un'altra
che le risponde come le pare. Se dunque la fòrzà '
delle interpellanze sta nel discorso, certamente la
questione romana non troverà la sua ecatombe
jnazia ; i Dalmato-slavi si prepararoa a combat-
terlo ; poscia vi si unirono a buoni patti, dopo
ricevuto il bacio di pace da quei re ; il quale poj
con molto seguito verme a Belgrado (Zaraveccliia)
e qui^i si feee iacoroiiare re di Dalmazia; e Zara
dopo breve assedio eoa mediazione del medesimo
san Giovanni lo riconobbe.
Successe il doniinio veneto, e quel sapi^^ntissimo
Senato non fece mai violenza nè ai nostri costu-
mi, nè alla nazionalità nastra, tanto che il nostro
popolo volonteroso servì quella bandiera ; e fino
alla caduta di quella Bepubblica la Dalmazia fu
più slava di Croazia. L' assisa nazionale dei Man-
dussich e dei Nakich veniva indossata dai Capo-
grosso e dai Bortolazzij le dalmate dame compa-
rivano in alcune feste in ornato slavo; alle Ca-
stella si commemorava la gloria dei nostri ré; la
Repubblica di Poglizza conservava il regime pa-
triarcale ; e per non dir altro, la madre del no-
stro insigne Marco Marulo, della nobilissima casa
degli Alberti, anche da storico latino ( Vita Marci
Mariili a Francisco Natale conscripla) è ciiiamata
Dobrica, non Bona, In somma, le nostre memorie
le nostre tradizioni provano, che eravamo una fa-
miglia sola, distratta dopo le rivolte del 97; riu-
nita un momento sotto la bandiera decorata della
stella della Legion d'onore; successe un assopi-
mento, ridesto da voce rubesta, che ancor ci tiene
discordi.
< Viva la bella lingua d'Italia, ma non si tra-
scuri la slava, e sempre più assiduamente la si
avvicini al seggio che un dì le competerà, per-
ciocché una nazionalità vi deve essere, promotrice
dello spirito patrio, fecondo delle più sublimi a-
spirazioni, e di quella pietà, che placò l'ira di
(Poriolano, e fece Temistocle gloriosamente morire.
Spalato, li 6 novembre 1862
prof. A. KUZMANICK.
—— (Nostre Corrispondenze).
Vienna 5 decembre.
Lunedì p. p. il signor conte de Fanfogna ed i signori
deputali Bujas e Lapenna ebbero l'onore di present.'ire in
piena udienza a Sua Maestà l'Imperatore una devotissima
rimostranza firmata da essi e dal deputato degli Alberti,
il quale per mabttia non potè loro associarsi anche al-
l'udienza. Questa rimostranza traendo occasione dal fatto,
che ora sta organizzandosi un Ministero della marina a
tutelare e preinuovere gì' interessi delle Coste, di cui Dal-
mazia costituisce indubbiamente la parte piij importante,
e dalia circostanza che anche in questo Ministero sembra
che nessuno dei dalmati sia chiamato ad aver voce in-
fluente (gran mercè se a taluno di essi sia riservato un
solo posto affatto sub;dterno) conchiude come segue: «Noi
osiamo supplicare Vostra Maestà di voler graziosissima-
mente disporre che, cessato 1' odioso privilegio, onde fi-
nora sembrano colpiti i Vostri fedelissimi dalmati, s'i-
nauguri un'era novella, coll'accogliere almeno presso quelle
supreme Autorità cenlrali, in cui si discutono essen-
zialmente e particolarmente interessi della Dalmazia, taluno
de' molti di questa provincia i quali racchiudono le qua-
lità e le attitudini necessarie a ricordare i bisogni e ri-
ferire sulle specialissime condizioni della loro palria ai
rispettivi Ministri. Questa misura influirà certamente ad
accrescere fede nel Governo imperiale e persuadere la
Dalmazia che innanzi al Trono della Maestà Vostra ogni
regno e paese trova eguale bilancia dei propri diritti e
doveri.» Nel porgere questa rimostranza il deputato La-
penna accennando brevemente alle ragioni , cui quella è
appoggiata, ricordava in ispecialità il fatto che dall'epoca
dell' atliinle dominazione aiisinaca mai un dalmata fu am-
messo a ponti sriperiori presso le supreme mayislrature del-
l' hi pero, ed assicurava Sua Maesià che la povera Dalma-
zia non è infeconda di chiari ingegni e che molti de' suoi
figli, i quali servono da lunghi anni Io Stato nelle varie
magistrature provinciali, possono a buon diritto aspirare al--
l'onore di servirlo anche nei dicasteri supremi. «Le mi-
gliori leggi non baslano, dicevasi, .«^e 1' ap()lioazione è di-
fettosa, e quesUi sarà sempre lale laddove gli organi del
potere esecutivo non conoscono appieno le condigioni dei
paesi, sui qii.ìli sono chiamali ad apf)|icare le leggi E ne
.soffriranno sempre più qsielle provincie che sono lontane
dal centro, e tra loro quelle che vieppiù difTeriscono dalle
Provincie vicine La l)nli>uizia si trova lal,d(iiente sotto
entrambi i rapporti nella situazione la più svantaggiosa.
La sua postura geografii?a, la qualità del sunlo, la varietà
delle sn« poj)ol.izioni, l'indole dei suoi confini, la scar-
.«fiZ2a delle sue materiali ri sorso, le vicende subite sotto
i suoi diversi governi, fanno della Dalmazia una provincia
veramente eccezionnìe. Chi non ved« la necessità che sif-
fatto psùse sia rripprt^'ićiiiotn sru-hc le Autorità cen-
trali dello Stato da uomini, che nati e cresciuti in esso,
lo conoscano in tutte le sue parti, sotto lutti i rapporti,
in tutti i bisogni?».
Sua Maestà uegnavasi accogliere con manifesto favore
le parole de'dalmati rappresentanti ; mostrò sorpresa della
circostanza, che verun dalmata mai fu chiamato a cuoprire
un posto superiore presso le Autorità centrali dell'Im-
pero; trovò equa la prodottagli domanda; promise ricor-
darsene; riconobbe che gl' interessi marittimi furono fi-
nora trascurati; disse da ultimo che fra breve avrebbe visi-
tata personalmente la Dalmazia. — Co.stituitisi interpreti
della gioia che sarà per sentire la loro palria all' avverarsi
di così fausto avvenimento , ^presero i dalmati rappresen-
tanti rispettoso commiato.
Un altro corrispondente viennese ci comunica in data del
quanto segue : La discussione cui dava luogo la scorsa
settimana fesame del budget della guerra ed il voto che
ne fu il risultato sembrarono degni d' interesse non solo
agli organi d'ogni colore della stampa interna: la mag-
gioranza della stampa estera e principalmente dell'inglese
se n'è vivamente preoccupata, il Globe, il Morning Aàver-
tiser ed il Times prodigano elogi al contegno del go-
verno : la North Briiisch Revieu spinge il suo entusiasmo
sino al punto da spargere incenso sulla memoria del prin-
cipe Metternich cui essa chiama l'iniziatore della riforma
auslri;!ca.
É facile r immaginare come i giornali più o meno uf-
fieiosi, più 0 meno devoti al ministero, si atTrettino a ri-
produrre ed a magnificare di soprasello il contenuto degli
articoli di quei giornali, quasicchè la conferma dell' esi-
stenza in Austria d'un riegime costituzionale dovesse giun-
gerci da Londra. Il lettore , però che sa intravedere fra le
linee, non tarderà ad avvedersi che gli elogi tributati dalla
stampa inglese al ministero Schmerling non hanno altro
scopo che quello di mascherare i piiì amari rimproveri al-
l' indirizzo del ministero Bismark, facendo risaltare il con-
trasto che passa fra la condotta di quest' ultmio e quella
del primo. Nel fare questo rimarco, non è nda intenzione
di scemare o negare i meriti che possa avere il mini-
stero pella condotta da esso tenuta nella questione del
bilancio della guerra: ma conviene che il pubblico non
si lasci abbagliare da elogi a doppio fine, nè si abban-
doni alla pericolosa lusinga che l'edificio costituzionale
sia presso di noi sì bello e compiuto che non occorra
aggiungervi più la menoma pietra. 1 veri amici del costi-
tuzionalismo in Austria, anzicchè cullare il pubblico a si-
mili sogni, hanno per debitd di porlo all' erta contro le
conseguenze di una soverchia fiducia.
La Gazzella di Vienna ha poslo fine questa mattina alle varie
dicerie che correvano di questi ultimi giorni sull'epoca in cui
comincierebbero le sessioni dèlie diete provinciali. Secondo
la notizia ufficiale Sua Maestà disponeva con risoluzione dellr
30 novembre p p. che la sessione delle diete della Boemia,
dell'Austria inferiore e superiore, del Salisburghese, della
Stiria, della Carniola, della Carintia, della Moravia, del!»
Slesia, de! Tirolo, del Voralberg, dell'Istria, di Gorizia e
Gradisca, resterà aggiornata per li 8 gennaio 1S6o, men-
tre la sessione delle diete della Dalmazia, della Galizia e
Lodomiria, compresavi la città di Cracovia, e finalmente
della Bucovina,,sarà aggiornata fino alli 12 gennaio 1865.
Nella parte non ufficiale la stessa Gazzetta di Vienna giu-
stifica questa misura adducendo che, malgrado l'attività e
r abnegazione del Reichsrath, varii importanti lavori legi-
slativi non possono esser condotti a termine sì tosto che
i deputati siano in grado di recarsi ad occupare il loro
posto in seno alle diete per li 10 dicembre, e che per
evitare un interruzione cui le [)rossime feste del Natale
avrebbero arrecato all'attività appena incominciata delle
diete, conveniva aggiornarle fino all'epoca portata dalla
succitata risoluzione.
Per quanto risguflrda 1' epoca della chiusura del Reichs-
rath nulla puossi anc^r precisare in proposito , stantechè
la discussione sugli Statuti della Ranca e sulla convenzione
da stipularsi colla medesima non è ancor cominciata alla
camera dei signori. Anche in quest' occasione sarà indi-
spensabile l'elezione d'una commissione mista incaricata
di appianare le differenze di vedute che risorgeranno pro-
babilmente fra le due camere.
Mirko Petrovich fece parlare molto di sè nella scorsa
settimana. Dopo esser stato ricevuto in udienza partico-
lare da S. M egli si recò a far visita ai ministri di Fran-
cia, d'Inghilterra e della Russia Ei prese parte inoltre ad
una soireè data nei saloni del ministro di Stato, ove si
distinse ed attirò l'attenzione generale, sia per la pre-
stanza della persona, sia pel pittoresco del suo costume.
Vuoisi che il suo soggiorno in questa capitale stia in re-
lazione con una missione affidatagli dal principe suo fi-
glio presso il gabinetto viennese, senza che però alcuno
sia in gonio di definire l'indole di questa missione.
La questione dell'Assia Elettorale puossi, almeno por
ora, risgiiardarsi come finita. Al suo ritorno da Cassel il
lenente-maresciallo de Sohmerlmg, fratello del ministro di
egual nome, potrà col celebre -.veni, vidi, vici, render conto
della sua missione. Gli è questo un nuovo trionfo che I
nostro gabinetto deve alla politica del rniuislero Bumarck,
in odio al quale soltanto, secondo ([uanto si legge nella
Bbrsenhalle e nelh Gazzetta d'Amburgo, il principe elet-
torale si sarebbe affrettalo di cedere alie sollocitaziuni del-
l'inviato austriaeo.
Le notizie che ci giunsero questa sera da Londra a
mezzo del telegrafo annunciano una nuova crisi nelle di.
sposizioni del gabinetto inglese riguardo alla questiono
greca. Il Times di questa mattina osserva che l'ingfiilterra
dovrebbe declinare riconoscente l" elezione del principe
Alfredo, e pratendere nelfistesso tempo dalla Russia che
ella faccia altrettanto riguardo al principe di (..euchlen-
berg. La Grecia, così finisce il Times potrebbe fare una
scelta eccclleuto nella persona dell'arciduca Ferdinando
Massimiliano. Il linguaggio del Morning Posi, che come è
ben noto è l'organo di lord l'almerston, armonizza culla
prima parte dell' articolo del Times. Appena scoppiata la
rivoluzione in Grecia, dice il Morning Post, l" Inghdterra
avrebbe chiesto la rinnovazione del trattato del 1850 che
esclude dal trono tutti i p.irenti delle potenze protettrici.
La Russia avrebbe fatta la ina_^gior opposizione a questa
proposta, di cui si fa campione ora che l'elezione del
principe Alfredo può risguardarsi come assicurata Non sarà
difficile però 1' intendersi, conchiude quel giornale, purché
la Russia abbandoni la candidatura del principe Leuch-
tenberg, l'Inghilterra essendo disposta a sensi di conci-»
liazione.
Non meno interessante di questi si è Y articolo del
Journal de St. Petersbourg trasmessoci pure quest'oggi in
via telegrafica. Quest' articolo destinato a servir di rispo-
sta a quello che comparve nel Morning Fost delli 24 no-
vembre dice presso a poco quanto segue: Sotto l'impero
di altre circostanze, la Russia avrebbe veduto non senza
soddisfazione uno dèi suoi principi ascendere il trono
della Grecia ; ma ella sa troppo bene che gli è mestieri
allontanare delle rivalità deplorabili che attraverserebbero
10 sviluppo della Grecia. La candidatura del principe Al-
fredo non può però es-ser presa sul serio. Il Morning
Post si è preso giuoco di noi, dell' Europa, e particolar-
mente della Grecia.
Le due candidature del principe Alfredo e del principe
di Leuchlenberg possono adunque esser considerate come
abbandonate dai governi che potevano avere un interesse
ad appogiarle. Ma e se la Grecia persistesse nell' unanime
preferenza data al primo, e minaciasse in caso di rifiuto
collo spettro di una nuova repubblica? La è questa un
ipotesi cui i pubblicisti non hanno osato prevedere, ma
che forse non è tanto lontana dal realizzarsi quanto si
crede. Che faranno allora le p itenze protettrici ? Saravvi l'in-
tervenzione armata, e 1" occupazione militare mista, di cui
11 Vaterland predicava giorni sono la necessità ? E dato
eh' essa abbia luogo, quali ne sarebbero i frutti ? Questione
grave, ma grave assai, che non tarderà a farsi strada sul
tappeto della diplomazia. Ad ogni modo, dobbiamo atten-
derci di vedere fra breve ripulhilare i candidati al trono
della Grecia, e farsi questo infelice paese il teatro di rag-
giri e d' irìtrighi d' ogni sorta.
Finisco con una notizia che non mancherà certo d'in-
teresse per la Dalmazia. L'organizzazione del Ministero
d-^'lla marina ha già ricevuto la sanzione di 8. M, A quanto
mi si dice, un Dalmata sarebbe stato nominato a vice-
segretario. Il Ministro della mai ina barone de Burger è
partilo stamane per Trieste, e si recherà ad aprire a suo
tempo la Dieta istriana.
Altra dell'8. Col presente anno scolastico si è formata
dagli studenti della Università di Vienna un gabinetto di
lettura sotto il titolo di : Akademischer Leseverein. Scopo
di questa riunione è di procurare e facilitare all'accade-
mica gioventù la coliura politica, letteraria , e scienlific."»,
a mezzo de' migliori e più importanli giornali, opuscoli ,
ed opere, sì nazionali che straniere. Facendo parte della
società anche molli Dalmati, questi espressero al Comitato
il loro desiderio di vedere rappresentata anche la propria
provincia a mezzo de' patrii giornali, come lo sono di già
tutte le altre nazionalità e provincie dell'impero; al qual
effetto essendosi quello rivolto alle rispettive Redazioni, le
medesime non mancheranno certamente di concorrere a
così nobile scopo.
Torino S dicembre.
Sperava potervi quest'oggi annunziare la definitiva com-
posizione del nuovo gabinetto, ma all' ora in cui scrivo
non havvi ancora nulla di certo. Ecco quali sono le voci
più accreditate, e che si ripetono con maggiore insistenza.
Gli onorevoli Pasolini e Cassinis non avrebbero ancora
declinato il difficile e delicato incarico loro affidato dalla
fiducia sovrana: il Pasolini, come vi scrivea ieri, fu rice-
vuto dal Re mercoledì sera, e ieri eziandio; il non avere
ancora declinata questa responsabilità addimostra , che la
composizione del Ministero è quasi compiuta. La voce che
il Villamarina sia stato chiamato dal Re per comporre e-
gli un gabinetto perchè il f^asolini non è riescilo, è una
frottola. Ieri sera il marchese d'Afflitto era designato qual
ministro dell'interno: credo potervi assicurare che tale
nomina è priva di ogni fondamento : pare invece che il
ministro dell' interno sarà il conte Ponza di San Martino;
almeno così mi viene assicurato da molte persone auto^-
revoli Come è facile comprendere , il trovar un perso-
naggio idoneo a tale dicastero è la maggior difficoltà : se
realmente, come spero s'avveri, il S. Martino sarà, chia-
mato a reggerlo, credo che vi si sarà provvisto molto con-
venientemente, perchè ceito nessuno gli contrasta la fama
ben meritata di abile ed energico amministratore. Alcuni
(emono che tale energia qualche l'olla vada ,un pò^^troppo
tura e del'a polizza e delle otterte per riscontrare
iti che 1' una dall' altra differiscono, ed esaurita
breve discussione; il sig. Podestà fa la proposta
che sia esperita una nuova asta sulla base della
stessa polizza d'incanto, mutando solamente la
cifra dai 5000 ai GOOO fiorini; la qual proposta
appoggiata dagli assessori de Sterniich ed Abelich,
e dal consigliere conte Borelli, riene messa ai voti
ed approvata ad unanimità.
Intorno al secondo argomento, il sig. Podestà
informa il Consiglio come lino dall'anno 1854 pel
pericolo di prossimo crollo venisse autorizzata dal-
l'autorità politica la demolizione almeno della parte
superiore dell' antico Torrione di Malpaga, e la
vendita del materiale all'asta pubblica; come al-
lora nessuno si fosse presentato peli' acquisto, e
che in quanto al materiale, questo non equivalera
le spese di demolizione ; come avendone recente-
mente fatta domanda d'acquisto il sig. Giacomo
Calvi, che ha attigua una sua casa di campagna
e le sue possessioni, ei ritenesse di poter far luogo
a quella domanda pel prezzo offerto di fior. 20
Tal. aust. —•
Sorta discussione fra i consiglieri conte Borelli,
che ritiene essere la torre di Malpaga propiietà
di quel comune e non di quello di Zara, che ne
è soltanto amministratore e rappresentante ; F av-
vocato Dr. Ghiglianovich e Dr. de Pellegrini che
desiderebbero informazioni piìi esatte sull'appar-
tenenza di quel bene; Dr. de Benvenuti e de Ponte
che stanno peli' accettazione dell' offerta Calvi ; ri-
prese F argomento il sig. Podestà, che crede po-
tersi considerare come proprietà comunale quella
Torre, che abbandonata ab antiquo dalF erario, non
venne da alcuno pretesa al momento che se ne
voleva fare la vendita alFasta pubblica nel 1854, e
facendo calcolo della concretata proposta del conte
Borelli e ritenuta esaurita la discussione, propone
che il convocato comunale di Malpaga si esterni
unicamente sulla domanda del sig. Giacomo Calvi.
I consigheri conte Borelli, Dr. de Benvenuti e Dr.
Ghiglianovich ritirarono le loro separate mozioni,
e la proposta del sig. Podestà messa ai voti, ot-
tenne la maggioranza.
Passato il Consiglio alla formazione delle schede
pella nomina d'un assessore in sostituzione del
defunto conte Marco Cernizzr., la terna resta for-
mata dei signori Valerio nobile de Ponte, Fran-
cesco conte Borelli e Faustino conte Fanfogna.
Raccoltesi poscia le schede pel rimpiazzo del
posto d'uno dei tre direttori onorarii della bi-
bhoteca comunale Paravia rimasto vacante pella
morte del compianto conte Cernizza, viene nomi-
nato a maggioranza il reverendo sacerdote 3 pro-
fessore di questo seminario centrale don Nicolò
Valentich.
Assentatisi alcuni consiglieri e non essendo più
legale il numero dei presenti, la seduta venne so-
spesa e levata alle ore 1 pom.
Sdbil.tà, gli t- cOflu .lo[,!oc.ìL.!e clu; per r^s.
e s' inco(.{ji il djiiiio J.;li' universale f oj.ora
nticlisr.-illi.
I.;' (-iin.r., lid ijfj.utali ripreritl,
dult', st'iizi l'IiL- si.i nolo pe:ancor
desi de! rostu cii.j a o giuiie dei
Sì aUnniTM
•..MSIJIIV.I liei
II' S'IO n'-
loiKii; 0-.;-b'
(Nostre Corrispondenze).
Vienna, li 9 dicembre.
Al momento in cui vi scrivo la Camera dei sit^nori in-
comincia la discussione sul!' allo della banca. Stando alle
voci che circolano in proposito c parlicolarrnonte ni cenni
pubblicati dalla Presse, il rapporto della commissione si
distaccherà dalle coticliiusioni della Camera dei deputati, che
un accordo fra i due corpi legislativi in qnest'importante
questione diviene di più in più inverosimile. iMentre la
Camera elettiva vuole che il prestilo di 80 milioni non
frutti interessi, la comn»issione propone di accordare a-
gli azionisti un annuita di un milione che equivsic ad
1 V4 P^*" cento : il privilegio ristretto dalla prima ad un
decennio vuoisi dalla seconda esteso alla durata di 14 anni;
dissentono alfine il voto della Camera dei deputati e quello
della commissione, sia circa il ritiro dalla circolazione delle
note da fior. 5, sia circa la misura e la specie del fondo
metallico che dovrebbe servire a garanzia delle note e-
messe e da emettersi dalla banci nazionale. Quale ssrà
il risultato di queste divergenze, che non si sono che
troppo di sovente ripetute, fra il modo di vedere deli' u-
na e dell'altra Camera.^ La sessione del Reichsrath si chiu-
derà senza che sia pre.'^a alcuna decisione sul cosidotto
atto di'lla banca, al quale sonosi pur sagrificati rarii im-
portunti progetti di legge, senza l'attivazione dei qu;di il
nostro edificio costituzionale non può riguard;4rsi come
completo. Senza volerai addentrare in una disamina delle
Cg oni di queste si.stcmatiche — non dirò d ssensioni —
diversità di vedute, o del chi ne porti la precipua respan-
•'.'I: Ih
11»- tJt
I ll'-j'Mltltl
|j Camera non sarà lioinani in numero If-^idi-,
Stando ad informazioni ricevute da ottifiia fonte, la tjue-
sìiono ilella Trun.s:Ivama avrebbe fallo un passu impor-
tante verso 1 1 s'ia .sol i/.iune Una ddlo [.riMei|.ali ilifiicolt i
in proposito onsisteii'!.., come è noiu, ii-t!a elet-
torale tutlodì in vgo'-e, la quale non rendj al
principio della p.ir.'ticiz one della nazi >ti;«!i; j, il j;'.vorno
sarebbe presso ad octruver una nuova le^ge eleltoulo Irj-
sata su questo princijiio.
Rilevo djlla medesima fonte che seguendo 1" esempio
del comitato della Sirmia, vani comitati della Cronzi » e
delh Slavonia hanno invialo, altri son presso ad inviare
delle deputazioni a S. >1 , onde sollccilar l.i convoc.izion.!
della Dieta. Ei jvir infatti die in Croazia il «Icsiderio d'in-
tendersi coir Ungheria sia »Itretlanto vivo quanto il ram-
marico che in uno alle Diete delle provincie germano —
slave non siena slate convocate altresì ijut-lle ilelle Pro-
vincie facenti parte della corona ungarica
Se pesò un ravvicinamento fra luro di (pieste provincie
acquista ognidì maggior probsbilità, non può dirsi altret-
tanto di quello che dovrebbe aver luogo fra la Corona
ungarica ed il reslo della monarchia Fu un barlume e
nulla più. Al primo passo fatto d'ambedue le parti su-
bentrò r apatia, la freddezza e la diffidenza. E ciò che
ha più nociuto all'interesse della conciliazione si è il lin-
guaggio bugiardo di alcuni organi ispirali, i quali in un
eccesso di spinto zelo dispinsero i Magiaii ridotti a qual-
siasi concessione per forza di circostanze materiali, e non
ottennero altro con ciò che il'inasprire gli animi e riaprire
più larga una piaga presso a rimarginarsi. Ecco i buoni
oflicii di una stampa ligia o venduta ad interessi o ad in-
tluenze di parte!
La Gazzetta del Danubio portava di questi giorni due
articoli che non posso a mono di segn ilare alla vostra
attenzione. Il primo aveva per argomenta la questione
greca, e conteneva, circa la modifìc.nùone dei trattati, una
frase che produsse profonda sensazione. 7o quoque! po-
tranno Ora esclamare, rivolgendosi all' organo del gabi-
netto Schmerling, i p.iladini della legiltiiriilà e del rigido
inflessibii rispetto dei trattati ! Il secondo articolo conte-
neva un giuilizio retrospettivo sul Ueicliscalh, cui tributava
rdogio d'avere, in tempi così difllcili , contribuito alla
consolidazione dell'Impero e ad accrescerò sì all'interno
che all' estero la liducia nelle sue istituzioni costituzionali
Permettetemi di riportarvi tradotto il passo con cui chiude
questo interessante articolo: • Un' im noderata libertà può
condurre «d abusi allrettanto quanto il potere assoluto il
più illimitato. Per godere dellì^ libertà individui e popoli
debbono portar seco intenzioni sincere e moderale : in
queste riposa la garanzia della durata dello istituzioni li-
berali. Non si fa che render omaggio alla verità , aifer-
mando che finora la vita costituzionale dell'Austria non
seguì direzione diversa da quella. La constatazione di quo-
to ffttt 0 offre sufficiente garanzia sulla rnalurità dei po-
poli, i cui rappresentanti possono ritirarsi dalla scena d' a-
zione colla dolce compiacenza d'aver cooperalo in circo-
stanze oltremodo critiche e con felice successo alla con-
solidazione dell' Impero«.
Il Senatore del Montenegro, Mirko Petrovich , continua
ad occupare di sè i circoli diplomatici, f^o scopo del suo
viaggio a Vienna e di quello ch'egli intendeva d'intra-
prendere per Parigi e Pietroburgo, non è più un mistero
per chicchesia. Il padre del principe Nikita sperava pre-
venire, mercè 1' intervento amichovole dell' Austria della
Russia e della Francia, l'erezione dei Idockhaus e la co-
struzione (lolla via militare sul territorio montenegrino cui
il trattato di pace testò concliiuso »utorizza la Porta. Ora
però che la Porla ha mostralo coi fatti, incominciando cioè
ad erigere i blockhaus, che essa non è punto disposta ad
abbandonare un ette dei suoi diritti, par ohe il principe
rinunci all'idea di rivolgersi dircttamonte alle corti di Pa-
rigi e di Pietroburgo. Egli ebbe però ripetute coniVrenzo
coi ministri di ^•'^•ancia e di Russia, e si recò di questi
giorni, nel più superbo costumo nazionale od aeciuiip«-
gnato da lutto il suo seguito, dal principe Callimaclii am-
basciatore turco col quale si trattenne circa due ore.
Le ultime notizie tetegraficho giunteci da Alene in dal.ì
delli 5 Corrente annunziano che il siiflVagio universale
vi ha incominciato, e che tutti i voli ciati finora, circa
250l), sono pel principe Alfredo. L' elezione di questo
principe si risguarda come sicura. Il governo provvisorio
è presso a contrarre un prestito di 6 milioni di dramme.
Il 'iiìo .rio d. {• n.ui I- \\n'.:u {•!•' \ i l' i roìi.,
(i;u .if!t_-c; iiii--nle d! o/i.t j ; .».^i' !:.•, ci.-- • ... - ne {yub-
Lhea liiiiJ M ' I I ilipjiiliaUi.
1.' l'i.orcx i-.^e d.:l niiuiu .i-nu'.o
a duci ui sostscza li 00 ii[)'.:.i'ii > <: U.'i.l-
taliana è pur seinjjre !'nitenlu rn <-.-IKI-» lìei g'jvei IÌM, C Jfi.u
ò il su|>."<'iiiO voto della naziojio , i.'ia cfi". forti di questa
slessa lede, nazione e guvcmu Ininio uno verso l'altra
ti debito di min esigere e di IH-H aritxMparno promesse ;
r adempiineiito dei destini d'Itaha dMVersi cuneurJemento
attender.,' dt-il'j >\olginiei.to degli eventi ti dalie Nigdato
e l aiutale (,icea->iori', seiizi siiioJjie s['eruiue, euuie seii/;»
ili lucia; duv.'rsi c ist.Mjire rin'iij'e.'i'l-riza e con egual caia
nruitene're le alleiiue; frattaritu -- ui ;:ent;ss:fiio enuipito
- con - soluijre gli acquisti, svolgerL,' la liùeru , aifurzare
l'ordine, far rdiorire le finanze, nform ire 1'ammiriiilrazione,
sulla base di mi largo discenlraiiientu.
Sono queste le parole e le idee che riscuatevnno 1' al-
tro ieri r a[q)lauso caloroso d-dla Camera; sono queste le
idee, se non le parole, a cui la (paniera dieci mesi fa tri-
butava non meno cordiale adesione. La fede nell' unità i-
lahana e nell'indipendenza, — che è il pruno consegui-
mento del diritto nazionale, — non cessò mai di essere
la base dei (>rogroinini di tulli gli uomini di stalo che si
.suceessero nel governo. Ratlazzi pure non si astenne dal
fare promesse, senza che fosse allora mestieri a lui di
dichiarare, come ora a Farini, di non volerne fare. Le al-
leanze che il sig. Farini vuole mantenute non sono di-
verse da quelle che designale da llattazzi ; e se il Farini
vmde intatta la nostra indipendenza, il Ilattazzi la voleva
anch' egli.
Se insisto in questi raffronti non è già perchè appongo
a difetto del nuovo manifesto ministeriale questa sostan-
ziale consonanza con quello che lo ha procedalo, ma per-
chè mi preme di constatare che finora non fu determi-
nata veruna alterazione di indirizzo.
La politica d' aspettativa è esplicitamente mantenuta dal
ministero Farini che ci esorta ail attendere gli eventi. In
un solo punto tra il programma Raltazzi e quello del nuovo
gabinetto è qualche differenza. Nel primo larga parte era
fatta al princìpio della conciliazione : nel secondo, questo
argomento è lasciato in disparte e si insiste particolar-
mente sulla necessità di afforzare l'ordine ed invigorire l'au-
torità delle leggi. Ma tuttavia , anche in questa diversità
di linguaggio, io per ora non voglio scorgere alcuna di-
versità di vedute e d'intendimento. — Ordine e conci-
liazione, leggi e concordia, sono alla fin fine termini di-
versi di un medesimo concetto; e cuai al nuovo mini-
stero, se esso non saprà riconoscere tale verità.
Milano, i4 dicembre.
Allorquando il precedente gabinetto, prevenendo un volo,
che non avrebbe dato ad esso furza sufficiente e ne a-
vrebbe scemata al suo successore, prese le sue diin.ssioni,
gì' Italiani si chiesero qual mai programma si potesse at-
tendere dagli uomini nuovi che si sobbarcavano al peso,
sojto al quale tanti omeri robusti eransi già piegali ; e
senza farsi illusioni in proposito, tulli hanno compreso nes-
sun altro disegno di governo essere possibile, tranne quello
delineato da! programma di P.altazzi.
Notizie politiclie.
ITALIA.
Rechiamo il discorso pronunciato dal presidente
del nuovo ministero italiano Farini al parlamento
dopo d'aver fata lettura del decreto reale di nomina.
"Signori
" Poiché ci fu dalla fiducia del re affidato il
grave incarico dell' amministrazione dello Stato, ò
nostro debito di dichiarare che noi cercheremo
anzi tutto nell' appoggio del parlamento quella au-
torità che è necessaria per compiere neirinterno
i buoni ordinamenti, e per rappresentare all' e-
stero ronore e gl'interessi dell' Italia.
"La nazione sente, come sia venuto il tempo
di assicurare le conquiste e i beneficii dell' unità,
e di dare efficace opera all' interno ordinamento.
"Noi ci proponiamo di rispondere a questa a-
spettazione dei popoU, indagando studiosamente i
bisogni ed interessi loro, com])icndo le riforme am-
ministrative designate dall' esperienza sulla baso
d' un largo discentraniento, e dando o])era solerte
allo svolgimento delle libertà costituzionali in o-
gni parte dell'organismo dello Stato.
''Ma questo svolgimento di libertà ha per sue
prime e ncrossaric condizioni Y ordine pubbhco.
Se l'ordine ])ul)blico non fosse fermamente man-
tenuto, r Italia sentirebbe diminuire in se la fi-
ducia del proprio trionfo, e troverebbe come un
ostacolo sulla sua via le insuperabih diffidenze dei
governi e dei popoli d'Europa.
"Gli italiani hanno dimostrato come decisi e
sicuri nei proponimenti della nnità e del diritto
nazionale, essi non disgiungano questa fede dalla
loro profonda devozione alla monarchia ed alla legge.
"Allo spettacolo di senno civile che ha dato
l'Italia, si unisce il sentimento della riconoscenza
nazionale verso l'esercito, simbolo e „pégno dei
nostri destini, che dopo avere eroicamenttj com-
battute le battaglie dell'indipendenza, diede, in
una dolorosa prova, il piìi nobile esempio diab-
negazione e di discipliiui. restaurando k violata
autorità delia leu'w.
spazio minore di tempo, cioè in due - mesi, offrire
i bramati risultati, Trattandosi poi che tutti i di-
Btretti non sono in pari condizioni topografiche
e perciò non eguahnente soggetti alla trista condi-
spione di sopportare il peso della malvivenza, jo repu-
terei, che come già venne riconosciuta la necessità, ed
ammesso anche il principio di localizzare le co-
lonne, le stesse, aumentate ad otto, cosi si ripar-
tissero :
2 Nel distretto di Knin
2 Nel distretto di Ohbrovazzo
1 Nei distretti di Sebenico e Dernis
1 Nei distretti di Scardona e Kistagne
1 Nel distretto di Bencovaz
1 Nel distretto di Zara.
Tale aumento di forze non apporterebbe spese
maggiori, e diverrebbe quella stessa da eseguirsi
in due anzicchè in quattro. Si avrebbe poi, se non
la matematica certezza, almeno la persunzione che
perseguitati con raddoppiate forze i malviventi, do-
vrebbero cadere in mano della forza, e così ri-
torneremmo alla desiata tranquilUtà ed al tanto
bramato giorno di veder repristinata, se non in
tutto, almeno da questo lato, la pubblica sicurezza.
Occorrerebbero ancora altre indispensabili mi-
sure, Sarebbe cioè necessario che alla direzione
delle colonne, in generale, fosse messo a capo un
impiegato superiore, come altrettanto era stato
fatto in altri tempi di eguale sventura, quando li
signori D.r Paulovich, D.r Mary, e Giurich diri-
gevano le loro mosse, e come altra volta in questo
giornale era stata tenuta parola, indicando il Pre-
tore di Obbrovazzo quale persona cui sarebbe da
affidarsi questo incarico.
Importerebbe poi sommamente che a capi delle
rispettive colonne fossero prescelti uomini di fi-
diìcia^ che, in eguaU servizii, diedero indubbie prove
di buon servire, perfettamente conoscitori sia dei
liioghi che delle persone, che non sieno costretti
procurarsi queste indispensabilissime qualifiche ora
dirigendo le colonne. La scelta sarebbe facile a
farsi, e importerebbe cadesse sopra persone for-
nite di conoscenze locali e personali|, e che die-
dero prove indubbie di buon volere in proposito.
A maggiore incitamento, importerebbe che tutti
i prescelti dirigenti di colonna fossero notiziati
dell' intendimento superiore di voler distrutta la
malvivenza, e quindi assicurati che le loro pre-
stazioni sarebbero condegnamente rimeritate dalla
J]ccelsa I, R, Luogotenenza con corrispondenti gui-
derdoni per quelli chi si distinguessero; assicu-
randoli che in casi di evenibili infortunii, le fa-
miglie di quelh che vi fossero colpiti sarebbero
con riguardi alla circostanza, in via eccezionale,
trattate, e ciò tantoppiù che la mercede loro con-
cessa di fior, 3, se si considera le gravi priva-
jgioni cui sono soggetti ed i patimenti a cui va
congiunta 1' opera loro, non è che assai meschi-
nissimamente retribuita. Eguali intimazioni sarebbe
necessità pure di fare a tutti i componenti le
colonne, i quah, pagati col tenue importo di soldi
50 per giorno, espongono se stessi, le loro fami-
glie, e le sostanze, per il pubblico bene. Ogni ri-'
tardo esser può dannoso,
La stagione propizia ci è, ed altro non resta che
disporre § sollecitamente.
Notizie politicli0,
GJEEMANIA,
Berlino^ 23 dicembre. Nell'assemblea dei mem-
bri del comitato dei quattro distretti elettorali di
Berlino fu consegnato dagli elettori della Capitale
nn indirizzo di ringraziamenlo e fiducia coperto
da 40,000 firme alla Camera dei deputati.
Altra del 23, Talleyrand ha rimesso le sue let-
tere credenziali. Nei loro discorsi, il re e Talley-
rand si felicitarono per V accrescimento delle re-
I?,zioni amichevoli delle due nazioni,
ITALIA.
S^nvono da Torino alla Perseveranza',
La Fronce accennava stamane, sulla fede di
so quale corrispondenza o dispaccio da To-
II VI F.J -
rino, a disaccordi fra taluni membri del Ministe-
ro ; Io stesso giornale e qualche altro accennavano
altresì a voci d' imminenti modificazioni ministe-
riali. Posso smentire ricisamemte entrambi queste
notizie.
Avrete visto che 1' Opinione mantiene, a di-
spetto della smentita del Costitutionnel, quanto
aveva asserito circa ai colloqui tra il conte di
Sartiges il cav. Farini, e le dichiarazioni di que-
st' ultimo a riguardo di Roma. Io credo che tutti
e due i giornah abbiano in qualche modo ragione.
Ritengo che nè il Farini aJ Sartiges, nè il Nigra
al ministro degli esteri francesi abbiano fatto di-
chiarazione esplicita che il governo italiano vuol
lasciare per ora, a riguardo di Roma, le cose come
si trovano, stante 1' attitudine poco favorevole a
una soluzione presa da qualche tempo dal Go-
verno imperiale.
Ma d'altro canto lo stesso programma politico
esposto dal cav. Farini alla Camera esprimevasi
a questo proposito in modo abbastanza chiaro.
Può darsi quindi benissimo che nei colloqui se-
guiti tra il conte di Sartiges e il conte Passolini
e tra il primo e il cav. Farini, questo concetto
sia stato posto in maggior luce, senza che per
altro i ministri italiani abbiano fatto formali di-
chiarazioni. Tale è l'interpretazione che si dà co-
munemente a Torino a questo fatto, e lo ripeto,
parmi che, ove lo si consideri sotto questo punto
di vista, se r Opinione non ha torto, anche il Cott-
stitutìoml ha ragione.
Le voci secondo le quali il partito garibaldino
tornerebbe ad agitarsi continuano a correre nei
crocchi politici e ad essere accolte da alcuni pe-
riodici. Da informazioni recenti, attinte a fontt
sicura, mi risulta che queste voci non sono sol-
tanto esagerate: esse sono prive di fondamento
Giungono dalle Provincie napolitano numeros
rapporti i quah lodano il contegno patriotico er
energico della guaj'dia nazionale a fronte del bri-
gantaggio. Molti cittadini appartenenti a quest;
arma sonosi segnalati in parecchi combattimenti co
briganti, e a costoro spetta di diritto un segno d
distinzione. Ma, come vi facevo notare l'altro
giorno, la Commissione incaricata di assegnare que-
ste ricompense avrà un bel da fare prima di sod-
disfare le giuste esigenze del paese. Questa Com
missione siede ora regolarmente : ma è da notare
che, da sei mesi a questa parte, prima che il nuo-
vo Ministero non ve la incitasse, essa non si era
più riunita.
Oggi era corsa voce che il Lamarmora avesse
rassegnato le sue demissioni : era una notizia del
tutto priva di fondamento.
Voi sapete che una delle cause principali del
brigantaggio sta in questo, che in alcuni paesi le
autorità locaU sono tutt'altro che nemiche dei
briganti, I membri del Consiglio comunale di S. Vi-
taliano (provincia di Terra di Lavoro) non bril-
lavano, a quanto sembra, nè per ispecchiatezza, nè
per patriottismo, nè per fedeltà al re e alle leg-
gi : e il governo, il quale sembra deciso di tron-
care il male dalla radice, sciolse, con decreto del
14 corrente, quel Consiglio, e nominò a reggere
interinalmente 1' amministrazione il consighere pro-
vinciale Vincenzo Barone.
FRANCIA.
Parigi^ 23 dicembre. La France dice, che mons.
Chigi comunicherà prossimamente a Parigi la li-
sta delle riforme realizzate a Roma e di quelle
decise a compiersi. De Merode e Montebello si
sono riconcihati, L'autorità militare francese pren-
derà a Roma le misure da lungo tempo reclamate
dalla Santa Sede.
Secondo la Patrie, Lincoln,, dietro i reclami
della Spagna, privò il capitano del ^lontogomery
del suo comando, e promise di accordare le in-
dennità necessarie.
Altra del 23. La Patrie dice che l'Inghilterra
subordinerebbe la cessione delle Isole Ionie alla
condizione che la Grecia mantenga la forma mo-
narchica e rispetti i trattati che hanno fin qui
regolato l'esistenza del regno greco.
Parigi 26 dicembre. La France assicura die
due delle grandi potenze si mostrano contrarie
che l'Inghilterra ceda le isole Ionie.
SPAGNA.
Madrid, 22 dicembre. Le voci di crisi ministe-
riali sono false. La Gazzetta annunzia 1' abolizione
di tutti i passaporti.
Nel Senato, il generale Chonca combatte la po>
litica di Prim e Collantes, e critica gli atti dei
plenipotenziari alleati al Messico. Crede la mo-
narchia necessaria, ma la scelta di un principe
spagnuolo pericolosa.
RUSSIA.
Pietroburgo 24 dicembre. Il giornale di Pie-
troburgo d' oggi porta una circolare del ministro
russo agli affari esteri in data 14 corr. Dopo a-
ver dilucidato le anteriori trattative, dice la me-
desima: "I rappresentanti la Russia in Parigi e
Londra ricevettero, li 30 novembre, 1' ordine, di
dichiarare, che noi non abbiamo mai proposto la
candidatura del duca di Leuchtemberg. Questa can-
didatura non esisteva giammai per noi politica-
mente, ad onta che qualsiasi spiegazione avesse po-
tuto ottenere il trattato in via giuridica. Dopoché
il governo inglese si era appagato di questa di-
chiarazione, propose il nostro ambasciatore, di for-
mulare un accordo comune. Delle note scritte in
tal senso furono firmate li 4 corr. e scambiate
fra lord Russell ed il barone Brunnow. Esse ri-
cordano il trattato il quale esclude le tre grandi
potenze dal trono greco, e riguardano quale una
30sa naturale, che 1' elezione del principe Alfredo
;onie quella del duca di Leuchtemberg venga cal-
colata come non successa, se si eleggesse l'uno
•) l'altro di quelli. Il giornale suddetto smentisce
' asserzione del Mord, il quaie disse, che le tre
potenze avessero richiesto l'abolizione dell'articolo
iella costituzione greca, la quaie obbliga il re-
gnante di appartenere alla Chiesa greca.
IH' trohurgo 25 dicembre. L' odierno Journal
^e St Pe'ers'ioarg scrive: Se l'Inghilterra è li-
bera di cedere le Isole Ionie, allora non può de-
cidere che l'Europa intorno alla loro sorte avvenire.
Varsaida, 24 dicembre. Ieri scoperse la polizia
la t pografia delle stampe segrete. I partecipanti
furono colti sul fatto mentre componevano il de-
cimo numero di questa pubblicazione.
AMERICA.
Nuova York 13 dicembre. La maggior parte
dell' armata di Burnside passò il Rappatrannok.
Sigei si congiunse con Barnside. I confederati si
concentrarono dietro due batterie a tergo di Fre-
deriksburg. È imminente una battaglia. Il Con-
gresso ripetè la risoluzione, la quale condanna il
proclama di emancipazione.
Altra del \ 5. Sigei ha raggiunto Burnside.
I separatisti hanno costruiti due linee di bat-
terie dietro Fredericksbourg.
La battaglia è incominciata.
(Articolo comunicato)
Ad alcuni passeggieri del Bosforo (??.••)
(vedi n. 82 del Na%ionule')
Quando, con la proterva impudenza ddla pro-
stitute, non vi fate scrupolo d'invertire il senso,
d' altronde chiarissimo, dell' articolo indirizzatovi
nel n. 55 della V. D., crederei esser tempo spre-
cato l'occuparmi piiì oltre di voi e del vostro protetto.
Trovo necessario soltanto l'avvisarvi, ove l'i-
gnoraste, che una corrispondenza da Spalato nel
n. 85 del Nazionale accenna a parecchie man-
canze verso noi Dalmati da parte della società del
Lloyd e di alcuni capitani addetti al suo servizio.
Che quel lagno sia giustissimo , e che il bisogno
d'una riforma apparisca necessario, credo nessun
Dalmata oserebbe negarlo.
Ma voi Paladini del secolo XIX che ne dite
in proposito ?
^ 'l'ipp^r^ìfk Fratelli BATTAJI^, YMOENZO DUPLANOICH Redattoi'G responsabile.
uaggi che vi erano interessati, non è più mestieri
fermarsi ad esaminare come e da chi invitato la-
sciasse l'isola il generale Garibaldi. Certo è che,
appena sbarcato a Genova, l'audace capitano si sentì
forte dell' appoggio che egli prestava d ministero
Rattazzi. E in allora che il generale Garibaldi per-
corse, con piglio quasi principesco, la Lombardia,
accettando dalle masse entusiaste adulazioni ed o-
vazioni, che non valsero certo a crescergli ri-
putazione di cittadina modestia.
Mentre così, nel!'alta Italia, si rinfocavano le
passioni e si andava disponendo il deplorabile taf-
feruglio di Sarnico, il viaggio del re a Napoli por-
geva occasione ad effimeri provvedimenti e a li-
beralità di apparato, con cui il Ministero credeva
guadagnarsi popohrità, e si preparava invece dif-
iicoltà inestricabili. La passione del successo mo-
mentaneo sembrava prevalesse nel commendatore
Battazzi al pensiero di ottenere durevoli risultati.
E così le dimostrazioni d'onore delle flotte alleate,
e l'arrivo a Napoli del principe Napoleone, e il
richiamo, avvenuto in quei giorni, del generale Go-
yon si usufruttavano dai giornali ministeriali per
mantenere l'illusione che lo sgombro di Roma non
tosse lontano ; illusione, il cui rovescio doveva ne-
cessariamente prevedersi fatale per coloro stessi
che pili avevano contribuito a fomentarla.
Il moto di Sarnico proruppe durante la dimora
a Napoli del re e del Mhiistero. E qui chiara-
mente disegnavasi l'indole e la necessità della po-
litica ministeriale. Perocché, mentre il generale
Garibaldi, con queir impeto che tutti ricordano, si
dichiarava pubblicamente solo e vero inspiratore
dell'impresa, una circolare del segretario generale
dell'interno sforzavasi di mettere fuori di causa
il nome dell' illustre colpevole e rigettare su altri
una responsabiUtà che evidentemente sembrava im-
barazzare il Ministero piìi assai di Garibaldi. Gli
arrestati di Sarnico furono ben presto liberi; e la
discussione che ne seguì alla Camera non provò
altro, se non che un grande e biasimevole equi-
voco aveva dominato e nel Ministero e nel paese
e nel Parlamento. Il voto però di approvazione
che il Ministero ottenne per la pronta ed ener-
gica repressione di quel tentativo avrebbe dovuto
incoraggiare l'onorevole Ptattazzi ad abbandonare
definitivamente l'equivoco, e a collocarsi franca-
mente sul terreno parlamentare, su cui era certo
di trovare un appoggio contro l'iniziativa illegale
e turbulenta delle fazioni. Invece non fu così; e
Sarnico doveva, dopo corto intervallo, ripetersi,
con maggiori proporzioni, ad Aspromonte.
Poco tempo dopo quei fatti, un successo diplo-
matico di qualche importanza veniva a sorreggere
il credito del governo italiano: il riconoscimento
ufficiale delle due grandi potenze nordiche, la Rus-
sia e la Prussia. Quel riconoscimento, dovuto ai
buoni ufficii del gabinetto francese, non mutava
però in nulla la nostra situazione diplomatica in
faccia alle due ardenti questioni di Roma e Ve-
nezia. Le riserve che accompagnavano i ricono-
scimenti russo e prussiano erano identiche a quelle
che avevano accompagnato il riconoscimento fran-
cese; e, rapporto alla questione di Roma, il con-
tegno del gabinetto napoleonico diveniva anzi di
giorno in giorno più resistente. Il generale di Mon-
tebello ricalcava, con poche varianti, le orme del
generale Goyon; Francesco II divertivasi sempre
ad accogliere ed assoldare briganti; la reazione
che avvolgeva i gradini del trono imperiale face-
vasi sempre più fitta e sempre più esigente.
Era in tali condizioni che Garibaldi approdava
inaspettato in Sicilia, ed inalzava a Marsala il suo
grido famoso: 0 liomn o I tempi si fanno vi-
cini, gh avvenimenti tristi; precipitiamo il racconto.
Sui fatti che hanno preceduto la catastrofe di
Aspromonte un po' di luce hanno sparso le discus-
siom pariamentari dello scorso novembre. L'invio
a Palermo del marchese Pallavicino, le sue fran-
che dichiarazioni, il discorso del generale Cugia
il processo dei due comandanti navali Avogadro
e Giraud hanno provato ad evidenza con quale
immenso riserbo il Ministero muoveva il passo,
pur mostrandosi contrario ai disegni di Garibaldi
bla conseguenza di anteriori progetti, sia fiducia
grandissima nel senno politico del prode generale,
il ministero Rattazzi sembrava convinto che la spe-
dizione organizzata a Ficuzza non fosse destinata
pel territorio romano.
Almeno, fu soltanto dopo conosciutosi lo sbarco
a Melito, che gli ordini più severi furono dati, af-
finchè la ribelUone fosse sconfitta, e il proclama
reale non rimanesse più a lungo lettera morta.
Quegli ordini furono'eseguiti colla prontezza e colla
precisione che distinguono V esercito italiano ; e,
sulle alture di Aspromonte, si dovette convincere
il generale Garibaldi che non ha seco la vittoria
chi non ha seco il rispetto alla legge e il consenso
della nazione. Spetterà alla storia il dimostrare
se, in tutta quella funesta intrapresa, vi sia stato
inganno, e da qual parte fossero gì' ingannatori, da
quale gì' ingannati. A noi non resta che tirare un
velo sul doloroso ricordo, augurando che solo il
patriottismo abbia a cogUer frutto da così amara
esperienza.
Qui comincia pel ministero Rattazzi un altro pe-
riodo di imprevidenze e di errori, dalle cui conse-
guenze non valse a salvarlo lo zelo più coraggioso
che abile degh amici suoi. L'amnistia discussa, ne-
gata, e poi tardi e a malincuore accordata ; lo stato
d'assedio mantenuto sopra una metà del regno
fino alla vigilia della riapertura del Parlamento;
r arresto e la lunga detenzione di tre deputati, con-
tro cui nè flagranza di reato potè provarsi, nè
base legale di procedimento ; il brigantaggio stra-
ordinariamente cresciuto, malgrad o, anzi a cagione
del regime eccezionale impiegato a reprimerlo ; una
diffidenza guasi sistematica verso l'autorità del
Parlamento, che doveva pur essere il giudice co-
stituzionale della situazione ; un vorticoso muta-
mento e rimutamento di impiegati e di prefetti
pohtici, che passavano davanti alle attonite popo-
lazioni come bolidi aggirati dalla bufera: questi
ed altri fatti, onestamente rimproverati al Mini-
stero dall' onorevole Boncompagni, fecero pesare
suir amministrazione Rattazzi quella sfiducia ge-
nerale, di cui fu poi conseguenza la dimissione
del 1. dicembre. E quasi non avesse bastato quel
cumulo di errori interni, il Ministero si procurava,
nella politica estera^ un ultimo ed amaro disin-
ganno, lanciando, dopo sette mesi di compiacente
silenzio, una brusca nota al Gabinetto francese.
Il quale, sorpreso di queste inaspettate velleità
d'indipendenza, diede, coni' era da attendersi, una
fulminante risposta alla circolare Durando : la no-
mina di Drouyn de Lhuys.
Così finiva il programma degli equivoci. Così,
mentre la sognata conciliazione s' era risoluta in
un conflitto, quella Roma, promessa da si gran
tempo alle assetate labbra degl'Italiani, si dile-
guava dinanzi a noi, come il miraggio dinanzi al
viaggiatore africano. Il ministero Rattazzi soccom-
beva sotto la rovina delle sue speranze, sotto il
peso delle sue promesse.
A mezzo però degli eventi politici, non sempre
heti, si è compiuto un grande atto, a cui tutta
la nazione applaudì con sentimenti di gioia e di
riconoscenza. Una giovane principessa di quella
illustre Casa di Savoja, i cui destini sono ormai
destini d'Italia, andava sposa e regina sulle rive
del Tago, accompagnata dai più fervidi voti della
sua terra natale, e accolta con festa nella nuova
patria di adozione. Che se non è più il tempo in
cui gli interessi delle dinastie dominavano quelli
dei popoli, r alleanza di due famiglie ugualmente
fedeli agli istinti di grandezza delle loro nazioni
ed ai principii di libertà, non era tuttavia senza
significazione e senza augurio per 1' avvenire.
Ed ora, quah saranno i criterii, quah i pro-
nostici del 1863? A nessuno, pei tempi che
corrono, è dato di farne. Il ministero Farini ha
un arduo compito dinanzi a sè ; la sua vita è
ancor troppo recente perchè si possa giudicarla;
però i suoi primi atti c'inspirano fiducia, e noi
speriamo eh' esso non sarà minore della sua ripu-
tazione. In ogni caso, dovrebbe valere a incorag-
giarlo il sentimento della forza vera d'Italia, che
si è, nello scorso anno, così chiaramente mani-
festata.
Noi siamo passati, in pochi mesi, traverso a tre
grandi crisi pohtiche. Abbiamo visto la forza della
legge trionfare dell'idolo popolare forse piiì amato
che la storia ricordi; abbiamo udito dichiararci,
da parte della potenza con cui abbiamo maggiori
vincoli d' amicizia, eh' essa ci contenderà sempre
il raggiungimento del voto più ardente della na-
zione ; abbiamo assistito alla formazione, all' evo-
luzione e alla caduta di un Ministero, che fu per
sè stesso una delle più grandi commozioni, a cui
si presti il sistema costituzionale. Ciascuna di que-
ste crisi avrebbe bastato in un paese anche solido
per es. in Francia, a provocare disordini e rea-
zioni funeste alla patria. Noi le abbiamo subite
tutte, e quasi contemporaneamente, senza che il
concetto nazionale venisse meno, senza che sce-
masse la fiducia della nazione nell'esercito, nel
Parlamento, nel re. È questo un risultato di cui
dobbiamo essere alteramente orgogliosi. L'anno
ora scorso fu una lunga ed aspra esperienza fatta
subire alle nostre istituzioni ed alla nostra fede
unitaria. Da questa prova uscimmo vincitori, e
colla coscienza che il nostro edificio non crolla
per forti scosse.
È per ciò che dicemmo in principio di questo
articolo, non essere applicabile al 18G2 il dien
perdidì dell'imperatore romano. Possa l'Italia, nelle
sue future vicende, provare agli stranieri, che
come è fatale l' abuso della propria forza, così è
salutare il sentimento di possederla !
» e
Notizie politiche.
AUSTRIA.
Vienna 50 dìceml>re. L'odierna Gazzetta uffi-
ciale porta la legge sullo svincolo parziale dei feudi.
— L' Ostdeutsrhfl Post reca :
Il nuovo ministro della giustizia d.r Hein ha
assunto oggi la direzione del suo ministero. Rac-
colse in questa occasione i suoi impiegati e in un
discorso raccomandò loro di aiutarlo a compiere
il difficile assunto. Promise loro di adoperarsi a
tutt' uomo per migliorare la posizione degl' impie-
gati giudiziarii. — A quanto udiamo , dopo do-
mani verrà pubblicata la nuova legge sulla stampa.
ITALIA.
Torino 1 gennaio. Una nuova circolare del mi-
nistro dell'interno ai prefetti è oggi pubbhcata
dal foglio officiale. Questa circolare si riferisce
alla dolorosa piaga del brigantaggio, e lo scopo
immediato al quale essa tende è tale da riscuo-
tere gli applausi dell' intiera nazione. Trattasi di
venire in aiuto delle infelici popolazioni delle Pro-
vincie napohtane infestate dal brigantaggio. Il mi-
nistro, rammentando come tutte le parti che co-
stituiscono uno Stato debbano essere sohdali fra
loro, e recando ad esempio la carità cittadina del-
l'Inghilterra nel soccorrere gli operai del Lanca-
schire rimasti senza lavoro in seguito alla guerra
di America, rivolgesi ai prefetti perchè vogliano
aprire nei varii Comuni ima pubbhca sottoscri-
zione in favore dei danneggiati napohtani. Niun
dubbio che 1' appello del ministro alla generosità
cittadina sarà fecondo di ottimi risultati.
La deputazione della Camera incaricata di e-
sprimere a S. M. gli augurii e i voti dei rappre-
sentanti della nazione in occasione del principio
del nuovo anno fu ricevuta stamane in udienza
dal Re. La M. S. accolse con piacere gh augu-
rii della Camera, e pregò la deputazione di vo-
ler significare ai propri colleghi i suoi fervidi voti
per la felicità dell'Italia. "Alcuni desiderii degli
Italiani, soggiunse il Sovrano, rimasero insoddi-
sfatti nel 1862. È d'uopo adoperarsi colla con-
cordia, colla perseveranza, colla fede, a far sì che
tali desiderii non tardino ad effettuarsi. Dal canto
mio, farò di tutto perchè all' Italia sorrida un av-
venire sempre più heto,,. La M. S., nel conge-
darsi dai deputati, fece gli elogi del giovane e-
sercito, ch'è speranza d'Italia; e conchiiise col
dire ai deputati: "Abbiate in me quella fede che
10 ho in voi,,.
S. M. ricevette pure la deputazione del Senato
11 Municipio ed altri Corpi civili e militari.
Il foglio officiale d'oggi contiene la nomina a
cavalieri gran croce decorati del gran cordone dei
ss. Maurizio e Lazzaro degh onorevoli Peruzzi e
della Rovere, ministri dell' interno e della guerra,
Roma 27 dicembre. Il sig. de La Tour d'Au-
39 « 40
40 „ 41
41 „ 42
42 „ 43
43 „ 44
dal 38 al 39 . , . . - 0,04
. . . . , 1,59
. , . . , 0,32
. . , . . 1,39
. . , . . 0,94
„ .. . .. . ^ V . ' ' 0,67
media
Nessun periodo può stare a confronto di que-
sto triennio. Il progresso pepò non fu uguale in
tutti i circoli come risulta dai seguenti rapporti
Zara Spalato Eagusa Cattai'o
dal 57 al 58 1,21 1,96 1,02 1,10
58 , 59 2,32 2,37 0,99 0,77
. „ 59 „ 60 1,36 1,73 0,96 0,83
. Pei distretti non possiamo istituire confronti
con altr'epoche, non possedendone i movimenti
che per V ultimo anno.
La Dalmazia viene annoverata da Guillard fra
i paesi che aumentano in popolazione più rapi-
damente di 1 anno> Eccone la lista in or-
dine decrescente ^
Stati uniti . . 3,60 Prussia , , . 1,50
Serbia, , . . 3,60 Polonia . . . 1,34
Turchia . . . 2,90_ Svezia. . . . 1,24
Valacchia. . . 2,10 Yenezia . . . 1,16
Grecia. . . , 2^10 Spagna , . 1,10
Dalmazia . . . 1,65 Finlandia . . . 1,06
Ungheria . . . 1,55 Russia. . . . 1,00
Al prossimo censimento che dovrebbe seguire
sul fine del 63 si constaterà F esattezza dei ri-
sultati desunti dalle nascite a dalle morti. Avemmo
già occasione di osservare negli studii sull'ana-
grafe quanta varietà emerga tra il fatto e i cal-
coli annuali. Ciò si dica specialmente delle città su
cui più delle nascite e delle morti influiscono le im-
migrazioni ed emigrazioni. Si dee però ritenere che
questa volta la differenza nel complesso della pro-
vincia non sarà così rilevante come lo fu per l'in-
tervallo dal 51 al 58, essendosi, almeno in quan-
to al numero, eseguita la seconda anagrafe piìi
accuratamente della prima^
4. Ove quello da noi rilevato per 3 anni e 2
mesi fosse effettivo, cioè di 1,77. "/OJ all'anno, e
tal progressione continuasse inalterata, la popo-
lazione della Dalmazia arriverebbe al doppio in
= 39 anni cioè nel 1901, anzicchè in 87 come si
argomentò sulla base dell'aumento di 0,80 veri-
ficato sul periodo di 49 anni decorsi dal 1806
al 1857, e il milione vagheggiato da Dandolo si
raggiungerebbe in 45 anni. Ma perchè ciò avven-
ga, si esigerebbe una costante, sia pur mediocre
prosperità, che non istà nella natura delle cose li-
mane, 0 un grande progresso di attività che hi'
lanciasse le tristi vicende e apprestasse i mezzi
di sussistenza ai nuovi venuti,
5. Chi bramasse di conoscere approsssimativa-
mente la popolazione indigena della Dalmazia colla
fine del 1860 dovrà fare il seguente calcolo
Popolazione effettiva. , , . . ab/ 427600
dedotti gli estranei alla provincia
in numero eguale a quelli del 1857 1857
Aggiunti gl'indigeni assenti fuori
della provincia in numero c, s, . ,
Più il contingente militare attivo
che in 8 anni diede 7615 uomini, e
detratti i morti, i hberati ecc. ecc.
vuoisi ridurre a circa .....
425743
12789
7000
Totale dei Dalmati . 445532
Avvi nel Nazionale del 25 la continuazione di
un articolo Sotto pretesto di progresso che segnala
dei gravi abusi economici nella picaola città di
R che si capisce voler dire Ragusa.
L' autore non dev' essere Dalmata ma sibbene
un uomo del gran mondo, perchè se Dalmata fosse,
parlando di cose provinciali, misurerebbe la gran-
dezza di Ragusa dalle altre città della Dalmazia
fra le quali è una delle principali per popolazione,
senza contare il resto. Ei dev' essere altresì un
gran credenzone a lasciarsi infinocchiare tante bugie.
Come vi potrebbero esser oggidì dei monopo-
listi in ogni ramo d'industria e specialmente nel
commercio delle farine ? Sarei ben curioso di sa-
perlo. So al contrario che in tutti i rami di com-
mercio a Ragusa regna un accanita concorrenza,
e che di farine vi sono depositi di Trieste, Fiume,
Strazig, Vienna, Lubiana, Ebenfurth in più mani,
senza contare le frequenti partite avventizie. È
tanta la concorrenza in questo ramo che i ven-
ditori vanno a cercare i compratori col cappello
in mano, e concedono tutte le possibili facilità di
prezzo e pagamento. Rari sono i casi che il de-
posito scarseggi. Con tutto ciò benissimo fece il
signor M a progettare 1' erezione di un piccolo
mulino a vapore a Gravosa, ed io gli auguro di
tutto cuore ottima riuscita. Io spero eh' esso non
si limiterà a macinare il grano altrui, ma vi as-
soderà la speculazione per conto proprio, ciocche
riescirebbe un vero bene al paese in generale e
al commercio in particolare, perchè richiamerebbe
una parte dei bastimenti diretti per il golfo e da-
rebbe occasi^^ a, una serie di più estesi afRìri.
S' egli abbia aspettato 45 giorni per ottenere
il permesio non lo so, nè so se si trattasse della
lioenza industriale o di quella costatazione tecnica
eh'è prescritta per le fabbriche soggette a peri-
coli d'incendio e dj^ esplosione ; so bene che la
perdita di £ 2000 che vuoisi avvenuta
per questa dilazione . grossa carota che non
passa per chiunque abbia..uh po' di pratica di affari.
Un' altra grossissimà carota sarebbe l'appoggio
che gli attuali venditori di carne godrebbero ad
esclusione dei forestieri. I genii di cui parla l'ar-
ticolo non potrebbero essere gli attuali ammini-
stratori del Comune; ma io so di certissima scienza
che la Comune si sbraccia continuamente per tro-
var nuovi concorrenti, e che il commercio delle
carni è liberissimo da 8 anni come lo è quello
del pesce, e come spero che fra poco lo sarà quello
del pane. Che la carne da febbraio a luglio scar-
seggi spesso, e sia di cattiva qualità, è conseguenza
inevitabile della posizione di Ragusa, è istoria vec-
chia di m@lti secoli, e àurerà finché l'Erzegovina
non abbia un buon governo che renda facile e
sicuro il commercio dèi bestiame. In questi tempi
poi di fiera e generale epizoozia Dio voglia che
la carne non manchi aff'atto !
Ho voluto rettificare queste inesattezze perchè
conosco perfettamente i fatti, e perch' esse ri-
cadono a discredito dell'Amministraziono comu-
nale di Ragusa, la quale tollererebbe che la po-
polazione venisse sacrificata a dei monopolisti, es-,
sendo dovere di ogni buon cittadino il difenderla
quando venga calunniata. E sottoscrivo questa ret-
tificazione perchè credo che quando si asseriscono
fatti, se ne debba assumere apertamente la re-
sponsabilità. Luiai SEERÀGLI.
(Nostre Corrispondenze).
Ragusa, 22 gennaio.
Da corrispondenze dell' Albania rilevasi che pure fra
Costantinopoli ed Antivari vi è un gran movimento de'pi-
roscafi e de'navigli a vela con a bordo della milizia turca
e delle vettovaglie. In parecchi punti di quella provincia si
sono formati straordinarii magazzinaggi e depositi per ri-
cevere le proviande; ed a quest' ora diconsi già approda-
tivi più, di sessanta bastimenti carichi a tale uopo. Si sup-
pone l'esistenza di un'armata considerevole e superiore
alla cifra di quaranta mila, riferita nel!' ultimo articolo 6
corrente. Una parte di questa occupa già le frontiere della
Grecia e del Monlenero.
Se non che, all'atto de'trasporti e trasbordi della sol-
datesca, ed in particolarità durante il viaggio, si è fatal-
mente sviluppato il tifo che cagiona molte vittime, non
risparmiati neppure alcuni dell'aquipaggio ; e se ne lamenta
qualcuna perfino fra 1'uffizialità al comando de'vapori.
Intanto, la strada militare è stata compiutamente con-
dotta al termine ; non così però i progettati Blokaus ; il
lavoro de' quali, se non sospeso affatto, come taluni riten-
gono, al certo assai lentamente prosegue.
Tutte le altre notizie che mano mano ci pervengono,
oppure si spargono forse per bizzarria, sono o molto in-
certe od al tutto inconcludenti.
In questo momento, ha approdato nel porto di Gravosa
il vapore - Omer pasrià, - reduce da Antivari, eh'è diretto
per Klek al fine d'imbarcare un corpo di tre cento qua-
ranta uomini Dicesi altresì, essere approntati colà altri due
mila per lo stesso oggetto.
Zara, 27 gennaio.
Ci gode r animo di poter annunziare il bell'ac-
coglimento che le musiche note onde il nostro e^
gregio concittadino sig. Giovanni Salghetti rivestì
la ballata, intitolata Elisa e il prigioniero^ trovano
dovunque quella è maestrevolmente interpretata da]
Mazzoleni ; avverandosi così i presagi che del SUQ
nobile ingegno ci accade più volte di fare.
La Fama n. 2, 13 gennaio 18G3, riporta dal
Diario della marina, giornale d' America :
"Ultimamente il Mazzoleni cantò al gran cM
liberale tedesco, ove c' imparadisò con una bal-
lata del titolo Eh sa e il prigioniero, che venne
accolta con entusiasmo, e della quale si volle il
bis. È lavoro veramente egregio del maestro Gio-
vanni Salghetti, che io amerei udire in tutte le
società, ove interpretato dalla voce e dall'arte,
stupende, del Mazzoleni,,.
Il Figaro n. 1, 1 e 3 genn. 1863 nei giornali
d'America :
"11 Mazzoleni è invitato a cantare in tutte le
società, e ultimamente in uno dei più eletti ciuf)
disse una ballata con cori Elisa ed il prigioniero
di Giovanni Salghetti, Dalmata, con esito straor-
dinario, in modo da doverle ripetere fra un su-
bisso di applausi. Questa ballata onora molto il
suo autore, perchè degna per l'ispirazione e la
scienza di un grande maestro,,.
Sien rese pubbliche grazie a questi distinti
compatrioti nostri, che il nome dalmato, già noto
ovunque sono in pregio gentilezza e coltura, fan
risuonare con tanto onore nelle più lontane regioni.
»•
Telegrammi.
Da Vienna 26 gennaio (mezzodì). Pietroburgo.
È scoppiata una sollevazione nel Regno di Polo-
nia. L'assalto dei ribelli, la notte dei 22 in Var-
savia ha separato le truppe accantonate, ed ha uc-
ciso singoli soldati. Distaccamenti di truppe po-
terono riunirsi e respingere i ribelli. La perdita
delle truppe ascende a 30 morti e 90 feriti. Fu
proclamato nel Regno lo stato d'assedio.
Vilna 23. La notte dai 22 ai 23, fu destinata
dal partito della rivoluzione qual notte di S. Bar-
tolomeo. — A mezzanotte in tutta la Provincia,
nello stesso momento, accadde l'assalto sui distac-
camenti delle truppe nelle città. I soldati sorpresi
in letto furono strozzati. GÌ' insorgenti incendia-
rono i villaggi vigorosamente difesi dai soldati ;
ma furono da per tutto con gravi perdite respinti.
— Fu proclamata la legge marziale. {O. D.)
Weimar 21 gennaio. Secondo la Gazzetta uf-
ficiosa di Weimar, il duca Ernesto avrebbe accet-
tato la corona greca a condizione di rimanere
reggente a Coburgo, e che la Baviera rinunzii ad
ogni pretenzione.
Cairo, 19 gennaio. Ieri ebbero luogo i fune-
rali di Said-pascià. Grande concorso di popolo. 1-
smail prese possesso della cittadella, e ricevette le
autorità. Adesione generale al nuovo governo.
Tutti i consoli e le autorità turche d'Alessandria
giunsero al Cairo, e furono ricevutr • immediata-
mente dal nuovo viceré.
N. 27. AVVISO. 3
Si porta a pubblica notizia che l'incanto i>er
la vendita dei fondi di fabbrica al giardino, o fu
piazzale Marmont, in Spalato, seguirà nei giorni 29,
30 e 31 gennaio 1863 con tutte le condizioni por-
tate dall'avviso d'asta 30 decembre 1862 n. 2713.
Chiunque desiderasse prendere ispezione dell'av-
viso d'asta, potrà farlo presso le principali Ammi-
nistrazioni Comunali della Provincia alle quali
viene contemporaneamente spedito.
I piani ed i disegni relativi sono ostensibili
presso lo scrivente nelle ore d'uffizio.
Dalla Congregazione Municipale
Spalato 15 gennaio 1863.
Pel sig. Podestà eccepitosi
L' Assessore
D.r P. ILLICE
V Assessore
D.r A. CINDEO.
Il Segretario
GIAXA.
Tipografia FratelM JìxnAUx, TISTGÉKZO DUPLAI^CICH Redattore responsabilt.
J!lf. 9, Zara 31 Gennaio 1§63.
(J %
Aiilio IV.
Prezzo d'associazione in valuta anstriaca per
Zara: per un anno fiorini 8: per sei niosi fiorini 4;
per tre mesi fiorini 3. Pil rimanente delia Provincia
a fuori: per un anno fiorini 9; per sei mesi fiorini 4
Boltli 50; per tre mesi fiorini 2 : '45. Per 1' estero, e
pel Lombardo Veneto gli stessi prezzi inargento, fran-
che del porto-posta.
Giornale politico-letterario
Esce il Mercoledì ed il Sabato.
T gruppi e le cnmnilssioni, franchi delle ppese
postali, si dirigono in Zara a V incenzo Duplanc eh Ke-
dattore della Voce Dalmatica, e gli abbuonamenti, u i
negozii librarli dei t.ignori fratelli Baitara e Pietro
Abelich, Gli avvisi di 8 linee costano I fiorino, e ogni
linea di più soldi 6. La tassa di finanza resta a carico
dui committente. Un numero separato costa soldi 10.
Zara, 50 gennaio.
Sentiamo che 1' accordo seguito tra la maggio-
ranza liberale degli autonomisti della Dieta, e i
nazionali, non trovi tra i primi quella adesione
generale che era da attendere, e che si rende ne-
cessaria a costituire un partito prevalente di mo-
derata opposizione. Ri ti ut crebbero non pochi di a-
derire, non tanto al programma formato e ai prin-
cipii che vi sono dichiarati, quanto appunto a co-
stituire un partito di mezzo, che rannodi i mem-
bri indipendenti e moderati di ciascuna opinione.
Causa incolpevole di ciò saremmo stati noi stessi,
i quali, neir annunciare la cosa, ci siamo valsi, a
denotare i membri aderenti del partito autonomo,
della qualificazione di srìiieltaiw-nUt liberali; dando
così luogo a sospettare che coloro che non si tro-
varono presenti all' adunanza nella quale fu fer-
mato l'accordo, tali non si stimassero dagli interve-
nuti, onde si intendesse di escluderU. Rannodando
a questa credenza il dissapore, per quanto leggero
e senza ragione e radice, pur vivo ancora, susci-
tato tra i concittadini nostri e i signori di Spa-
lato, dal duplice progetto di strada ferrata, si de-
dusse, essere intendimento dell' accordo, di creare
una maggioi'anza esclusivamente favorevole a Zara
e avversa a Spalato; per il che i più autorevoli
e liberali deputati di quel circolo intenderebbero
tenersi in disparte.
Prima d' ogni cosa è a notare, e noi godiamo
di aver occasione di apertamente dichiarare, non
stare noi a' servigi di nessun partito, avere opi-
nioni nostre indipendenti, le quaU si possono più
0 meno accostare a quelle dell' uno o dell' altro,
secondo che il nostro sentire Bi consiglia, ma che
non presumiamo abbiano ad essere giammai 1' e-
satta riproduzione di quelle d' altrui. Coaie non
intendiamo essere responsabili per nulla delle
credenze, nè delle deliberazioni, nè delle azioni di
nessun partito; così non dev' essere tenuto re-
sponsabile, partito, 0 corpo morale, o città, o paese,
0 provincia, o persona nessuna delle nostre parole.
Il cenno di cui favelliamo, fu dettato da noi, sulle
informazioni avute, liberamente, spontaneamente,
per dovere di giornalisti, non per consiglio, nè
sprone, nè incarico di chicchessia; non è pertanto
da far giudizio sovr' esso degP iuteadimenti dei
membri di queir adunanza.
Ciò premesso, noi crediamo di poter dimostrare
nulla esservi nel cenno medesimo, che possa
condurre alle conclusioni che si vogliono dedurre,
lìè che possa ragionevolmente indurre nessuno a
tenersi lontano dal nuovo partito.
Che nella Dieta nostra , come in ogni altro
corpo rappresentativo, il governo abbia un partito
a lui favorevole, cioè che sostenga i suoi disegni
e i suoi progetti, è cosa troppo ovvia perchè al-
cuno possa dubitarne; che questi sia per natura
più conservativo e abbia per intento di rattenere
e frenare lo slancio del partito progressivo che
correrebbe per sè agevolmente a pericolo, e che
debba perciò dirsi meno liberale, è pure evidente.
Che questo partito non sia nemico del paese,
ma che ne abbia anch' egli a scopo il maggior
bene, benché creda di conseguirio con mezzi di-
versi, è pure cosa certa; come è certo tale do-
versi pure supporre lo scopo del governo. Nessuno
pertanto avrebbe potuto tenersi offeso dell' essere
creduto appartenente a questo partito, nè noi ve-
diamo nessuna ragione perchè chi veramente vi
appartiene non lo dichiari schietto e non si metta
in una posizione che sarebbe tanto più onorevole
quanto più avrebbe ad essere netta e sincera.
Che r adunanza perciò di cui parliamo abbia
supposto nella Dieta l'esistenza di questo par-
tito, e che abbia voluto sceverarsene per ran-
nodarsi alla opinione più liberale non è a mara-
vighare, nè a dolersi; ma che ella abbia inteso
di non tenere aderente a se chi non era pre-
sente, è cosa non solo affatto contraria a verità
ma è cosa che non può in nessun modo dedursi
neppure dalla lettura del nostro cenno, dal quale
anzi risulta evidentemente il contrario. Il cenno
difatto dice che al nuovo partito liberale era
assicurata la maggioranza, il cui numero non po-
teva calcolarsi ; il che equivale a presupporre
altri a questa dover rannodarsi che non erano
presenti, e che numerare non si potevano, e par-
lando di maggioranza, era troppo chiaro che si pen-
sasse agli assenti, non essendo i presenti che otto.
Il vero è che i membri radunati avevano troppo
piena conoscenza delle opinioni dei loro antichi a-
mici politici, da non dubitare neppure che non con-
sentissero ad approvare ciò che per loro si faceva,
troppa fiducia in loro per non dubitare di fare
sovr' essi sicuro assegnamento e di prendere im-
pegno per essi. Lo stesso facevano i membri del
partito nazionale, che non essendo che due, pure
credettero di potere aderire (e non fu invano) per
tutto il partito. Che se si fa lamento non essere stato
chiamato all'adunanza un numero maggiore di de-
putati; è a riflettere che il pensiero di tentare l'ac-
cordo era venuto tardi, perchè nella stringenza
del tempo, se ne potesse raccogliere di più; che la
maggior parte non erano ancora giunti tra noi
per darne loro comunicazione, mentre pure impor-
tava di prendere una subita risoluzione.
Queir adunanza poi, non si eresse punto in par-
tito formato e costituito, nè determinò tutte le
condizioni dell'accordo per le quah venisse que-
sto irrevocabilmente fermato, nè tracciò la via
della condotta a tenere in seguito. Non fece ella
che ventilare e stabilire i principi generali pei
quali r accordo fosse possibile, e sulle cui basi si
potesse poi creare e convenientemente sviluppare
un particolareggiato programma. Perciò deliberò
essa che ogni membro presente avesse a infor-
mare dell' avvenuto quanti più deputati potesse,
invitando ciascheduno aderente, a rannodarsi agh
altri per venire insieme a deliberazione concreta
e stabile. Che si intendesse poi di tener conto degli
altri assai, provano le scelte pei comitati inca-
ricati di esaminare i nuovi progetti di legge, ca-
dute per la maggior parte sugli assenti.
Non occorre che soggiungiamo parola a togliere
il sospetto che alcun interesse municipale abbia
suggerito r accordo. Il tranquillarsi del primo im-
peto della passione, farà tosto veder chiaro ai cit-
tadini di Spalato, che la loro credenza nella ini-
micizia di Zara contro la loro città natale, era
una troppo grande ingiustizia, perchè non abbia-
no a dar bando ad ogni odiosa supposizione, e
non assentano a rannodare la vecchia amicizia.
Zara 23 gennaio.
Il giorno 20 del corrente il consiglio munici-
pale, con alla testa l'ottimo e amatissimo nostro
podestà sig. conte Cosimo Begna, recavasi dal
benemerito ed illustre sig. Antonio nobile de Ster- j
mich di Valcrociata, per esprimergli, a nome di
questi abitanti, i più vivi sensi di gratitudine e
di amore pel nuovo tratto di generosità eh' Egli
volle usare testé verso il locale Mante di pietà.
Tah sensi vennero al sullodato signtn^e dall' ama-
tissimo podestà nostro colle seguenti parole si-
gnificati :
"Per qualsiasi patria istituzione rendasi bene-
merito un cittadino, corre strettissimo obbligo al
municipio, che tutti ne rappresenta gl'interessi ed
i titoli, di palesare al benefattore la pubblica gra-
titudine.
In tale gratissima situazione trovasi attual-
mente il municipio di Zara pel nuovo tratto di
generosa beneficenza da Lei, illustre signore, te-
sté compiuto.
Fra gli antichi istituti, che attestano ancora la
religiosa pietà ed il patrio amore de' maggiori
nostri, era vi pur quello di un monte di pietà, che
per triste vicissitudini, aveva perduta la propria
esistenza. Ma Ella, per magnanimo impulso d'un
cuore commosso ai bisogni de' propri fratelli, lo
richiamò a vita novella. E, contemporanea a que-
sta ed ugualmente per di Lei merito, Zara ri-
corda r erezione dell' Asilo infantile di carità, pri-
mo che, fra queste istituzioni, ventidue anni ad-
dietro, sorgesse in Dalmazia.
Col lasciare al Monte di pietà, pel restante
della di Lei vita, che noi auguriamo lunghissima,
quel capitale che fu dallo stesso, per tale decorso
d' anni, senza censo veruno, goduto, Ella fece uh
nuovo e più segnalato benefizio al paese, che da
questo istituto ritrae tanti vantaggi, ed il paese
ne serberà sempre vivissima e grata memoria.
Permetta quindi, nobile ed illustre signore, che
il municipio, in nome dello stesso. Le esprima i
dovuti sensi di ringraziamento e si procuri inoltre
l'onore di significarle le proteste della più pro-
fonda considerazione. „
Alle parole dell' esimio podestà il nobile signor
de Stermich rispose, esser egli altamente commos-
so per la dimostrazione che gli veniva da suoi con-
cittadini e dal loro rappresentante. I bisogni cui
versava il paese essere tanti e di tale grandezza da
non essere certo la sua fortuna, nè quella d'altro
privato nessuno sufficienti a recarvi notevole prov-
vedimento ; ad ogni modo esser egli sempre pronto
a soccorrere volenteroso alle necessità della pa-
tria e a procurarne il suo miglior bene.
Possa r esempio di uomo sì degno trovare tra
i ricchi della nostra città e d' ogni paese, molti
imitatori.
Leggiamo nella Gazzetta uffizìale di Vienna ;
Vienna 18 gennaio. È pervenuto da parte della
spettabile Camera di Commercio in Zara all' i. r.
Ministero del Commercio ed agricoltura un inte-
ressantissimo rapporto sugli esperimenti di accli-
matisazione i di cui risultati promettono già ad-
desso un rilevante aumento di fondi di acquisto
in Dalmazia.
Uno di tali esperimenti si riferiva alla coltura
d^uia speda nuova di pianta di cotono, le di cui
sementi aveva portato il D.r Polak, già medico della
Siria, di Persia. Siccome tale specie viene cohi-
vata in Persia sui più alti ])endii di montagne,
di cui il clima si approssimava assai a quella
della Dalmazia in terreni alpestri; supponeva il D.r
Polak che la di lui coltura potrebbe essere van-
tairgiosa alla Dalmazia e comunicava tale parere