Fario in quelli tulli eh' ebbero il bene d' avvici-
cinario, fecero di buon grado accogliere la lu-
singa di rivederlo un' altra volta piìi comoda-
mente percorrere questa provincia, che a quanto
credesi fu culla de' suoi maggiori, oriundi dalla
isola di Lesina (1' antica Faria), e che non può
quindi non provare un giusto motivo di compia-
cenza d'aver dato all'Italia un soggetto così di-
stinto per le qualità sue e pe'suoi meriti.
Astronomia.
Una bella cometa s'attrae da qualche sera
gli sguardi. Essa, secondo la Gazzetta di Vene-
zia^ trovasi attualmente nella costellazione della
Lince, e spinge la lunga coda fra 1' Orsa mag-
giore e la Stella polare fino oltre il k del Dra-
gone. Il nucleo suo rotondeggiante ha margini
bene definiti e distinti dalla nebulosità, ond' è
circondato. Lo splendore e il volume di questo,
e le enormi dimensioni della coda, che occupa
circa un sesto dell' emisfero celeste, collocano
già questa comela di primo trailo fra le più belle
del secolo. — Di più non ne possiamo noi dire
per ora, poiché gli astronomi nostri, occupali a
trastullarsi colle code del Diavoletto^ non pen-
sano punto a quelle degli astri, massime per i-
struirne la Voce Dalmatica. Chi sa che anzi
qualcuno d'essi non vegga in quella coda (giac-
ché taluni ci veggono sempre qualche sinistro)
la spada vindice della giustizia, che deve far
pentire questa petegola di certe propalale verità,
cui non potevano ben di ragione fare buon viso
coloro, i quali avrebber voluto che ciecamente
non solo, ma tacitamente, la patria nostra s'im-
molasse al destino da lor impostole. Comunque
sia, la cometa c' è, e se qualche interessante no-
tizia ci verrà fallo di rilevarne in seguito, non
mancheremo di comunicarla ai leltori nostri.
Varietà.
Ecnnomia. — Il sig. Thierry indirizzò alla
società di acclimatazione di Parigi la formula di
un liquore insellicida che uccide immediatamente
le pulci, le cimici, le formiche, il tarlo ecc. ecc.
Eccola: prendasi un litro d' aqua di pozzo, un
cuchiaio di calfè di quassia in polvere e 30 gram.
di sapone grasso, si mescoli e faccia bollire il
tutto per 5 minuti. Si umettino con una spugna
i siti e le piante infestate da tai sorla di inselli
per vederne loslo il desiderato effetto.
Folografia. — il celebre Desiderj, il foto-
grafo dell'imperatore dei Francesi, ha aperto te-
sté a Parigi un nuovo studio ad uso di quei si-
gnori che amassero di farsi ritrarre in naturai
proporzioni a cavallo ed in carrozza, poiché es-
so ha portato l'arte fotografica a tal punto di
perfezione da poter dare opere così stupende.
CRiv. Fr.j
Annunzi bibliog^rafici.
Venne già publicalo dalla nostra tipografia
Baltara T importantissimo libro di Tommasèo che
porla per titolo:
LA OllESTiONE DALMATICA
rigruardaia
m SUOI NUOVI ASFETTI.
Prezzo fior. uno.
Siamo pregati d' annunziare che il tipografo
di Rovigno Antonio Coana, convenutosi per la
stampa del Bullellino degli atti della Dieta pro-
vinciale dell' Istria, ne apre un' associazione con-
tenente 20 puntate, ciascuna di 8 pagine, del
formato del periodico Y Istriano., al prezzo di fior.
1, franche di spese postali.
L'importo relativo dovrà essere anlecipato
perchè ne segua la spedizione.
IL NOTAJO POPOLARE
ITALIANO-ILLIRICO
ossia
Manuale pratico per l'erezione di ogni sorla di
contralti ed altri legali documenti, contemplati
dalle vigenti leggi austriache, conlenente le ne-
cessarie norme, e 105 differenti formolo dei me-
desimi in ambe le lingue ecc., compilato da
GIOVANNI JURASICH da VEGLIA
Fiume^ tip. Rezza.
L'opera, che verrà data immediatamente alla
stampa, sortirà in due separati volumi, i quali
conterranno in complesso circa 900 pagine.
Il prezzo pei p. t. signori associali, che gen-
tilmente si compiaceranno di anticipare T importo
di prenumerazione, e spedirlo colla posta al ri-
spettivo autore in Fiume, sarà di fior. 4 v. a-
per r opera intera, pei rimanenti sigg. prenume-
rati sarà di fior. 4 s. 50; la sola parte italiana
poi, che conterrà anche il Vocabolario, sarà fior.
3, r illirica fior. 2.
Quegli che procaccia 10 associati, riceve
in dono un esemplare.
Tip. Demarchi-Rousier. D.r COSIMO DEGNA DI P0SSIĐAR1A e GIUSEPPE FERRARI CIIPIILI, Redalteii responsabili.
della Gazzetta di Venezia^ che annunciò 1' arrivo
di essa proprio in testa al foglio, e nel posto
consacrato agli arrivi e partenze di personaggi
illustrissimi (f. nostro numero precedente).
Anche nella Perseveranza^ in data dell' 1
corrente, ieggevasi un annuncio quasi identico ;
se non che il prof. Cavalieri soggiungeva que-
ste parole: ^La sua improvvisa comparsa accen-
na probabilmente a due cose: 1." chela cometa
scomparijL'à ben presto; 2.° che potrebbe rag-
giungere dimensioni enormi,,.
Da quanto dunque, o lettori garbati, avete
letto fin qui risulta che la cometa di questo pri-
mo del mese ha eccitato potentemente la curio-
sità degli astronomi e dei non astronomi, ed io
ci metto pegno che per telegrafo se ne sono
diggià annunciati i connotati a tutti i paesi ove
per caso non fosse visibile, poiché si tratta di
un' incognita, di un X che viaggia per le regioni
eteree, senza carta di legittimazione firmata e
controfirmata dai direttori delle specole ed os-
servatori astronomici dei due mondi.
Aspettiamo dunque, o lettori, con pazienza ;
ed i benemeriti astronomi suddetti ci daranno la
descrizione di questa nuova cometa, come fece-
ro delle 150, di cui seppero annoverare le orbite
con precisione matematica^ e delle seicento o set-
tecento di cui air indigrosso notarono l'apparizio-
ne e la corsa attraverso le cognite costellazio-
ni. Eglino sono già all'erta; e fanno benissimo,
in quanto che le comete, più che una specie od
un genere, costituiscono altrettante individualità
ben distinte per forma svariatissima. La cometa
in discorso (a differenza delle telescopiche che
sono quasi sempre senza coda) ne presenta, an-
che ad occhio nudo, una di dimensioni lunghis-
sime. Ma non temete però, o lettori, poiché vi
hanno comete con code lunghe e dilatatissime,
che empiono spazii immensi (per esempio, per-
fino 20,000,000 di miglia in sola lunghezza ,. .
piccola bagatella!}: talvolta la coda di esse èu-
nica, talvolta le code sono doppie, una volta si
osservarono sestuple, talvolta rettilinee, talvolta
curve, e così via via. Non temete, o lettori; le
code, anche tra gli astri, non debbono più incu-
tere paura a nessuno. Anzi, guardate il bel pen-
siero ! io opino essere la cometa del 1 luglio
un fenomeno confortante, un precursore d'una
buona nuova. Ned io spiffero già codesta opinio-
ne a casaccio, nò; ma la raffermo, come usano
far sempre i galantuomini, col principio dell'au-
torità. Gli astronomi Cinesi ne chiamano la coda
con un nome assai caratteristico, cioè sui, in buon
vulgare scopa. Dunque? dunque la cometa sco-
perà via qualcosa. E cosa?.. Scoperà via (nè
parlo già io; parla quell'altro io che nella terra
dei viventi si chiamò Alessandro de Humboldt)
la malattia delle vite, o crittograma. L'Humboldt
difatti ricorda nel Cosrnos qualmente nelle cam-
pagne tedesche e nelle amene vallate del Reno
e della Mosa ascritto venne ad uno di questi sì
a lungo calunniati corpi celesti qualche cosa di
salutifero, cioè un benefico influsso sulla prospe-
rità dei vigneti.
Alziamo dunque le mani verso la cometa
del 1 luglio, e gridiamole un eocica. Che se an-
che il benefico infiusso attribuito alle comete da
que' benemeriti amici di Bacco, cui accenna rilum-
boldt, non si avverasse e tosto e totalmente, ab-
biamo almeno la certezza essere le comete af-
fati«) inocue. Ce lo attestano difatti i signori En-
cke, Biala, Valz, Faye, Brorsen, Arago, e tanta
altra brava gente, che valgono ben qualcosa più
dei rugiadosi e degli armoniosi passati, presenti
e futuri. (^Iliv. Fr.)
a.
Il preteso I^uigi X.VII in Kara.
Sopra il segreto sulla condizione del def. Giuseppe
Trevisan, rivelato alla publica curiosità dopo la sua morte,
abbiamo raccolti alcuni particolari, per fare seguito al bre-
vissimo cenno del nostro nuin. 25, che potrebbero servire
forse di norma a chi bramasse far qualche indagine, fos-
s' anche soltanto nelP interesse storico.
La semplicità della persona che da 24 anni fu depo-
sitaria di tale segreto, e la civile ma modesta sua condi-
zione, che non gli concesse i vantaggi di certa coltura in-
tellettuale, ci fecero sicuri che quanto ella ci raccontò non
lo possa avere attinto da altre foiili che dai discorsi mede-
simi del defunto, com' egualmente la posizione nostra, che
per fortuna non ci fa essere giornalisti di mestiere, e le
costanti prove da noi date di amare la verità, servir potran-
no di garanzia sulF autenticità del racconto, che quantunque
vago ed impreciso, noi es[»orremo come lo abbiamo udito.
Nel settembre del 182() Giuseppe Trevisan, venendi»
da Lossino, dove esercitava il mestiere d' oriolaio, si stabilì
in Zara. Erasi egli unito in matrimonio a Trieste noi 1817
con Girolama Argenti di Padova, ma non regnava fra loro
troppo buona armonia. Qui fece conoscenza colla famiglia
Zappich, il cui capo era tenente ex-veneto, e stretta coi»
essa qualche intimità, trovandovisi una volta a passare le
feste di Pasqua, venne proso da grande tristezza, e pian-
gendo disse che era molto infelice, ma nuli' altro. Rimasto
solo per causa d'incessanti discordie colla moglie, nel 32
l)rese alloggio presso la famiglia suddetta. Nel 1836, allor-
ché in Dalmazia inlìerava il colera, risolse improvvisauiente
di partire, e cedendo alle istanze ed alle affettuose premure
delle padrone di casa, sotto vincolo di mantenere il più pro-
fondo segreto, palesò loro V arcano delP esser suo, aggiun-
gendo che lo aveva sempre a tutti taciuto, per nou voler
essere causa d' altre disgrazie, e che si allontanava per evi-
tare r incontro di persone che doveano venire a rintrac-
ciarlo. Partì per Traù ; ritornò dopo un mese • poi si
recò a Sebenico, e dopo qualche tempo si restituì a Zara.
Durante la sua assenza, vennero qui tre francesi, che pre-
sero delle informazioni riguardo a lui, ed il 16 ottobre 1838
arrivò, sotto le apparenze d' un pittore, il figlio d' una grande
famiglia legittimista di Francia, cui tolto avevano tutti i beni,
e questi ebbe con lui uu lungo abboccamento, e si scam-
biavano scritti.
Nel 1840 un' altra persona, sotto un mentito abito
alla croata, venne dal Trevisan, e lo confortò colla speranza
che in breve le sue sorti avrebbero dovuto mutarsi. Final-
Pagliano^ Io collocano addirittura nel novero dei
Tacchinardi, dei Crivelli, dei Nourry, dei Duprez,
dei Donzelli, de' quali egli è il vero legittimo
tipo^ con privilegi maggiori però, cominciando
dai mezzi vocali. Quando ei vuole comraove ed
esalta, sia che poggi sopra nota bassa, media,
ed acuta; sia che vibri; sia che canti di vera
mezza voce; sia che ci metta sentire appassio-
nato od eroico; in tutti i modi insomma egli ha
il segreto, le mille risorse, nientemeno che di
entusiasmo. L'impressione stragande che questo
sommo tenore produce seralmente sull' accalcato
publico del Pagliano^ attirandolo in gran folla, a
consolazione dei fratelli Marzi, prova la verità
di quanto asseriamo; concludendo che 1' arte può
andar superba di contare nel Mazzoleni uno di
quei tenori, dei quali da gran pezzo si era per-
duto lo stampo,,.
Queste parole, che tant' onorano V egregio
nostro connazionale, togliemmo noi dall' Italia
artistica di Firenze, e troppo lunghi saremmo se
tutte le altre riportare volessimo che a lui con-
sacrate vedemmo dai giornali tutti della Penisola.
In loro vece però valga la seguente lettera, che,
per dire così, le compendia, e che a lui diriz-
zava lo stesso illustre autore della Giuditta^ al
cui splendid' esito contribuì cotanto il Mazzoleni
cogli straordinarii suoi mezzi:
Canssimo "Mai.^oVtTivVl
Da alcuni giorni la mia salute migliora sen-
sibilmente, e spero che in breve sarò ristabilito.
Mi correva l'obbligo di rallegrarmi con voi e di
ringraziarvi, come autore della Giuditta; perchè
si dalle lettere che ho ricevute di costì, quanto
da tutti i giornali che ho potuto vedere in que-
sti giorni, e che i medici non mi hanno lasciato
leggere prima, vedo che avete avuto un esito
colossale nel mio spartito. Bravo Mazzoleni ! Siete
giovane assai, ma il vostro nome è ormai chiaro
quanto quello d'un vecchio artista. L' amore che
avete all' arte, e i vostri potentissimi mezzi vo-
cali vi assicurano quella via alla quale avete a-
spirato, e che ora avete dritto di percorrere
trionfalmente.
Non so dirvi quanto sia stato il mio dis-
piacere per non aver potuto passare alcuni giorni
insieme, nè vi nascondo che avevo grandissimo
desiderio di udirvi nella parte di Gionata^ che
ora sento da tutti starvi a pennello. Ciò eh' è
differito non è perduto, e spero di udirvi in al-
tra circostanza.
Nuovamente vi ringrazio dell' interesse che
avete preso, perchè la mia musica avessi^ un
buon esito, e desidero una circostanza per pro-
varvi col fatto la mia riconoscenza.
Amate
V affeùonatissimo vostro amico
Adi (Ile Peri.
Dalla villa Camola presso Reggio^ li 28
settembre 1861.
L'Ateneo Veneto e la ®Yoce Dalmatica;,.
Sendoci noi fino dall' istituzione del nostro
giornale recato ad onore di spedirne ma copia
all' onorevolissimo Ateneo di Venezia^ ricevemmo
teste da esso lo scritto che ci è dolce di publi-
care^ a testimonianza di gratitudine per l'acco-
glienza benigna che al giornale medesimo ve-
diamo fatta da quel dotto consesso:
AlV onorevole Redaùone della Voce Dalmatica.
Il sottoscritto si pregia di porgere a cele-
sta onorevole Redazione i piìi sentiti ringrazia-
menti pel gentile invio del giornale eh' essa di-
rige con tanto senno e patriottismo, da parte
della Presidenza di questo Ateneo, ed avverte
in pari tempo che di tale cortese invio è tenuta
regolarmente parola negli Atti accademici.
Accolga celesta onorevole Redazione i sensi
della mia slima profonda.
Venema, li 24 ottobre 1861.
Dott. Antonio Derti
Vicepresidente dell' Ateneo Veneto.
Corriere delia Redazione.
L'onorevole Redazione della Gazzetta del Popolo di
Trieste viene avvertita che la Voce Dalmatica si stampa in
Zara e non in Spalato, e quindi la si prega di regolare a-
nalogamente la spedizioile dei cambi del suo riputalo giornale.
— Articoli d' elogio ad i. r. funzionari, che assumo-
no od abbandonano gli ufficii loro in qualche località della
provincia, non saranno accolti da questo giornale se non
partono dalle Comuni rispettive, le quali sole possono espri-
mere i veri sentimenti dei propri amministrati, e rispondere
della forma con cui vengono espressi. Vogliano inoltre anche
in questi casi i signori capi comunali compiacersi d'apporre
ad articoli siffatti la propria firma.
Rettìfica.
Nel num. 43, pag..344, colonna l.a, linee
13 e 14, sotto la rubrica Diarie degli stenografi
leggasi per giorni 90 in luogo di 75.
Tipografia Demarchi-Rougier. G. Ferrari Cupilli Redatlwe rtjp.
^ ma insieme gli lascia libertà e gli infonde animo
di volare da sè, e a ciò gli apre campo. Or a
questo è conducevole mirabilmente T indetermi-
nato de' suoni; che ciascuno uditore può non so-
lamente applicarli al sentimento proprio e ai gradi
del suo sentimento, ma sì a nuove idee; e quelle
melodie convertire ad altre parole dell'anima sua,
così come altri maestri potrebbero quelle stesse
parole avvivare ciascuno di nuove armonie. L'in-
, definito eli' io dico, tiene dell' infinito anche in
questo, che, siccome nel punto medesimo quattro
e sei voci e anime diverse accompagnano al
medesimo concetto musicale diversi e contrari
sentimenti, così l'uditore nel punto medesimo ac-
cogliendoli neir unità dello spirito, sente in sò
Dio, in cui non è successione di tempi. Così la
scienza de'numeri e l'arte del numero si colle-
gano in vincolo sacro; e se 1' architettura è la
matematica delle forme, la musica è F algebra
sublime de' suoni; e da ogni moto, siccome da
ogni forma, gli antichi sentivano spirare armonie.
Così intendesi in parte, come i paesi meridionali
d'Italia, al paragone men ricchi nelle arti del
bello visibile, vantino, insieme con matematici e
pensatori valenti, musicanti sovrani; e come l'i-
stinto musicale, più che altrove, sia ivi proprietà
popolare, (Confinila].
TSf. 'S'ummaséo*
Il Pepatalo Lapenaa al Redatlore del ''Tempo,,.
Onorevole sig. Redattore.
Una corrispondenza da Zara, riportata nel
n. 48 del Tempo^ parlando di Dalmazia e di
dalmati non può, come essa si esprime, non con-
sacrare qualche linea alla mia persone. V ano-
nimo autore si manifesta del partito annessioni-
sla, e disapprova con modi ed in termini ornai
di moda fra molti di quel partito, le direzioni e
le aspirazioni di coloro, i quali combattono per
r autonomia della propria patria. Io, che disde-
gno r avversario mascherato, non prenderò la
penna per occuparmi di lui, quand'anco meno ba-
rocche ne fossero le argomentazioni, meno igno-
bili le frasi usate sul conto mio. Le mie con-
vinzioni politiche io ho formulale chiaramente
neir assemblea, di cui mi onoro far parte, e nei
publici fogli, sempre a ^visiera alzata, senza la
maschera dell' anonimo o del pseudonimo.
I numerosi indirizzi delle comuni di Dalma-
zia e de'suoi piìi rispettabili cittadini, se non mi
fanno prender illusione sulle mie forze, mi ras-
sicurano però che io ho rettamente interpretati i
sentimenti della grande maggioranza de'miei com-
patriotti, ed ho data a questi sentimenti la giusta
espressione. Se trovo tuttavia, di non passare
sotto silenzio la corrispondenza suaccennata, gli
è solamente perclr essa si richiama — per ve-
rità con poca buona fede di citazione — ad una
data {!LQVC Algemeiue Zeitunrj^ la quale mette in
rapporto con scopi politici la*mia recente gita a
Venezia. L'improbabilità di questa notizia, una
delle tante fole, onde si abbellano talvolta i fo-
gli stranieri, era tanto manifesta che verun foglio
austriaco trovò di accoglierla nelle sue colonne.
Nè io credo che il corrispondente di Zara, se
dalmata, ha diversamente giudicala quella notizia.
Nella piccola Dalmazia, ove abbiamo la fortuna
di conoscerci pienamente nelle nostre relazioni e
nelle nostre tendenze, era notorio lo scopo del
mio viaggio — modestissimo privatissimo: era
allettuosa sorpresa al mio vecchio genitore, il
quale vive una vita privatissima, modestissima,
in quella città meravigliosa. Siccome però code-
sta notizia, richiamata in una corrispondenza, ac-
colta da un giornale riputato e diffuso, potrebbe
0 in buona o in mala fede trovar lettore dispo-
sto a farne capitale, credo opportuno sraentirla
formalmente dichiarando mancarci ogni fonda-
mento di verità.
Non dubito, sig. Redattore, eh' ella colla
imparzialità che la distingue, e alla quale io
delibo grazie per la gentile accoglienza fatta, non
ha guari, nel suo periodico all' indirizzo, onde
mi onorava il Municipio di Spalato, in proprio ed
in nome de' miei elettori, vorrà accordare un po-
sticino nelle stesse colonne anche alla presente
mia dichiarazione. — Vienna^ 30 noDemhre.
D.r fljBiigi Eiatienna.
Deputato dalmata al Consiglio deW Impero.
Altra dicliléiraaloise.
Signor Redattore della Voce Dalmatica.
Nel n. 285 della Gazzetta di Fiume è in-
serito un articolo comunicalo da Zara col titolo:
Un contrattempo.—La proprietà letteraria è sa-
cra a qualunque miseria si riferisca : debbo perciò
declinare 1' onore che mi viene attribuito da in,-^
genui o perspicaci amici, d'essere l'autore di
quello spiritoso articolo. Io non comprendo il giu-
sto valore della teoria sulle macchine proclamala
dal sig. -S., per poterla professare ; non sono tanto
papista^ da lanciare sarcasmi all' indirizzo di nes-
sun ortodosso; non dò importanza a problemati-
che fischiate morali^ per parlarne con tanto ca-
lore. Le parole d'encomio riguardo ai membri
attuah della Camera di commercio sono le sole
a cui potrei sottoscrivere.
La prego d'inserire nel suo giornale ques;ta
dichiarazione.
Zara, 5 dicembre 1861.
D.r ff^» Buiat
Segretario della Camera di commercio.
Alcluic coìisMcriizioni
c rettificazioiii.
Nella Gazzella di Fiume del 21 decembre
testé decorso si trova riportato un articolo of-
fendente la riputazione del sig. Vincenzo degli
Alberti nella duplico di lui qualità di deputato
per la Dalmazia al Consiglio dell' Impero, e di
direttore provinciale delle finanze, venendo in
esso particolarmente posla in rilievo la di lui
taciturnità presso l'eccelsa assemblea, e le sue
tendenze non favorevoli al ben essere della pro-
vincia.
Pretendere che lutti 1 deputati di una dieta,
d' un parlamento e simile, abbiano assolutamente
a far udire la loro voce dalla tribuna, per poi
venire alla conclusione che solamente in questo
modo ogni provincia potrà avere la compiacenza
di ritenersi degnamente rappresentata; sarebbe
un disconoscere il procedimento delle grandi u-
nioni parlamentari, dove pochi deputati hanno il
privilegio dell' iniziativa e della parola, e gli al-
tri suppliscono col buon senso e colla indipen-
denza della loro opinione, manifestati mediante
il voto di aHermazione o di negazione.
Nelle questioni dibattute sino ad ora nel
Consiglio dell' Impero in Austria, gli interessi
della Dalmazia non solamente non sono stati com-
promessi, ma in contrario vennero a trovarsi fa-
voriti dallo svolgimento di principii e di teorie,
che unitamente agli interessi della monarchia,
venivano a comprendere quelli speciali di questa
provincia. Il bisogno adunque che avesse ad in-
sorgere una voce di più, alfine di poter dire: sono
d' accordo ancor io, veniva a presentarsi come
non sussistente e neppure ricercato.
Un solo argomento di eventuale importanza
per la Dalmazia è stato portato in discussione
da un solo deputato, il quale aveva per assunto
di farne uscire una deliberazione conforme ai
desiderii delle persone di cui era l'organo co-
municativo. Fu un argomento cotesto contro il
quale tutti i deputati dalmati, professanti un'opi-
nione contraria, si sarebbero trovati in situazio-
ne di far udire la loro voce con eguale fran-
chezza in Vienna, come si trovavano già dispo-
sti di farlo qui in Zara allorquando 1' argomento
stesso fu portato in discussione per la prima volta
a questa parte. Senonchè, la voce di un solo
valse per quella di tutti, e coli' essere state ac-
cettate a grande maggioranza le conclusioni del
medesimo, diventava meno necessario che altri
si facessero a ripetere le stesse cose.
Sembra che una considerazione sia sfuggita
air autore dell' articolo della Gazzetta di Fiume^
oppure sia stata da esso ignorata, quella cioè
che r attività ed il buon volere d' uu deputato
ad un parlamento nazionale, non deve andar mi-
surato dalla comparsa più o meno clamorosa
eh' egli si trova in situazione di fare nei dibat-
timenti publici delle assemblee; in quel caso,
come si è detto di sopra, pochi sarebbero gli
eletti e molti i riprovati. Accanto dei parlamenti
in attività, sussistono i cosidetti comitati, giunte,
commissioni, ecc: unioni parziali codeste, le quali
dietro delegazione delle assemblee plenarie, han-
no per assunto di studiare maturamente gli ar-
gomenti di maggiore importanza, e di prepararli
per le deliberazioni dilfinitive.
Ora, potrebbe egli 1' autore dell' articolo della
Gazzetta di Fiume trovarsi in situazione di ga-
rantire che il deputato degli Alberti, per non a-
ver fatto risuonare la sua voce nelle aule del
parlamento, non abbia egualmente preso parte
ai lavori parziali dei comitati, i quali nell' orga-
nismo parlamentario vengono a costituire la parte
pili essenziale e più laboriosa; ed assicurare che
i di lui lumi, e le va.ste sue cognizioni, ed il
suo sano criterio, non abbiano mai esercitata una
influenza di merito sopra gli argomenti fino ad
ora pertrattati, e non sia neppure per esercitarla
sopra quelli ancora più importanti che si stanno
maturando ?
Che poi si dovrebbe dire della tanto infon-
data quanto abbietta allusione al godimento delle
diarie di deputato, senza (è l'autore dell'arti-
colo che così pretende) aver nulla operalo per
meritarle; allusione appena sopportabile sulle lab-
bra di un padrone verso un suo subalterno, il
quale presta la sua opera verso una mercede
giornaliera ?
Ciò in quanto alla taciturnità e come de-
putato.
Per ciò che risguarda all' altro appunto prin-
cipale attribuito al sig. degli Alberti, di aver u-
salo della di lui influenza di funzionario publico
piuttosto in aggravio che in sollievo della pro-
vincia, conviene trovarsi nell' assoluta ignoranza
delle vicende finanziarie della Dalmazia in questi
ultimi tempi per poter mandar fuori di simili im-
putazioni.
Durante la influenza del sig. degli Alberti
in qualità di impiegato superiore di finanza di
questa provincia, sono state attivale le due im-
poste suir industria e sulle rendite, furono resi
operativi alcuni imprestiti, e fu decretato un au-
mento straordinario sopra tulle le imposte dirette,
e parzialmente sulle indirette, sotto la denomi-
nazione di addizionale di guerra.
Si domanda, se di fronte ai presenti biso-
gni dello stalo, i quali hanno resa necessaria
r attivazione di provvedimenti di tale natura, e
di fronte alla volontà Sovrana di renderli appli-
cabili a tùtte le provincie senza distinzione, un
dirigente di finanza avrebbe potuto nutrire lusln-
ragguardevole punto di vista, specialmente al-
l' occhio del forastiero.
Compiuto avendo il sig. Sisgoreo lodevol-
mente due trienni del secondo comunale servi-
zio, già encomiato anche dall' autorità superiore,
accolga i nostri più vivi ringraziamenti per le
tante sue utili ed amorose operazioni, delle quali
si conserverà gratissima e ben giusta memoria,
resa ancor più incancellabile dalle sue ultime cure
prestate alla città nostra, procurato avendo egli
che S. A. I. il Serenissimo Arciduca Massimi-
liano facesse qui giungere il celebre idroscopo
francese ab. Richard, il quale praticate con assai
buoni risultati delle investigazioni sul rinvenimento
nei nostri dintorni di molti rami d'aqua sorgiva,
ci lasciò 1' assicurazione dell' esistenza di essa, e
suggerì sopraluogo i mezzi opportuni ad ottene-
re r intento, ed apportare un benelizio tanto ne-
cessario a questa città, pel difetto d' aqua pota-
bile in cui si trova, specialmente nella stagione
estiva.
Scelto ora a podestà altro egregio indivi-
duo, quanto distinto per lumi, altrettanto per zelo
patrio commendatissimo, noti si può che nutrire
sempre maggiori speranze di vedere continuali
i miglioramenti nella città nostra, e di veder essa
fra pochi anni emulare anche nel suo materiale
progresso le altre della nostra provincia.
Alcuni cittadini di Sebenico.
I coiilìzii agricoli.
htitmione degna d' imitazione.
I comizii agricoli, queste istituzioni compo-
ste di proprietari, fittaiuoli e scienziati, i quali si
riuniscono nello scopo di favorire la industria a-
gricola e 1' economia rurale, ebbero origine in
Francia non prima del 1830. Furono ben tosto
imitati in Inghilterra ed in Germania, ove s'eb-
bero vita più rigogliosa ed espansiva, poiché con
periodiche publicazioni, appropriate alla fortuna
ed alla intelligenza degli agricoKori, andarono
propagando, come fanno ancora oggidì, i risul-
tamenti del loro senno e delle loro esperienze.
— Non minore sviluppamento si ebbero negli
stali del re di Sardegna nel 1843. Ivi si si e-
stesero per tutto il regno, e salde relazioni si
stabilirono fra il comizio centrale ed i comizii
provinciali; e mentre questi badavano agi' inte-
ressi doli' agricoltura speciali e locali, quello non
curava che gl' interessi e le norme generali. Il
numero degli associali in breve tempo divenne
estesissimo, congressi agrari si tennero, e una
gazzetta della società imprese a propagare le più
utili cognizioni agrarie. Gli avvenimenti del'1848
no sospesero 1' andamento, e non rimasero che
i soli comizii centrali. Nel 1852, per incitamento
del governo, si ricostituirono alcuni comizii, e
poco dopo si riapersero i congressi annuali, che
si tennei'o in Tortona, Cuneo, Mortara, e nel-
r autunno del 1857 in Voghera.
In che differisce un comizio agricolo da una
società economica, o da una accademia agraria?
Queste non si occupano che di teorie, di prin-
cipit astratti, cercano il vero più che 1' applica-
zione di esso: quello versa su fatti concreti, so-
pra esperimenti particolari e topografici. J1 co-
mizio agricolo è tutto pratico, tutto approprialo
alle esigenze del luogo e del clima, in cui si
trova, ed abborre da lutti gli apparati, e da tutte
le astrazioni della scienza.
In ogni provincia un comizio provinciale,
un comizio centrale uel capoluogo, tulli compo-
sti di fittaiuoli, massai, vecchi coloni, e proprie-
tari, e tulli in relazione fra loro, e con F obbligo
dei congressi generali annuali : ecco in poche
parole qual dev' essere 1' organamento di tale i-
stiluzione.
11 più largo progresso dell'agricoltura, della
industria agricola e della economia rurale è il
programma generale dei comizii agricoli. Doveri
speciali poi ne sono il perfezionamento dei me-
todi esistenti, e l'introduzione di nuovi; introdu-
zione di piante cereali, di alberi frultiferi e di
ortaggi; metodi per allevamento del bestiame, ed
acclimatazione di qualche nuova specie di questo;
nuovi sistemi di concimazione; determinazione
dell' epoca più opportuna per la potagione, per
la semina, per la messe, per l'apertura dei trap-
peti; indicazione di novella specie di coltura in
certi dati sili; introduzione di nuovi istrumenti e
di nuove macchine agricole, dissodamento di ter-
reni incolti, costruzioni rurali, e cose simili. Ma
fra i doveri speciali del comizio agricolo è su-
premo quello della istruzione tecnica alle masse,"
il che deve praticarsi mediante apposite gazzette,
e con le scuole seroline e dòmenicali. E, come^
chè tulio questo non può farsi, come ancora l'in-
troduzione di nuovi istrumenti e di nuove piante
non può avvenire senza che un capitale vi con-
corra, così i cottiizii agricoli hanno il diritto di
aprire a tal fine delle sottoscrizioni, e 1' obbligo
di presentare esattamente i loro bilanci alla fine
di ciascun anno.
I comizii agricoli non debbono parimenti
mancare di distribuire annualmente dei premi ai
più diligenti pastori o bovari, non che a coloro
che si saranno maggiormente distinti nella col-
tura dei fondi, o nelle scuole tecniche.
In questo paese, che la maggiore sua pro-
sperità deve attendersi dalla agricoltura, ed ove
pur l'agricoltura non altrimenti si esercita che
per forza di cieche costumanze e di vecchie tra-
dizioni, in questo paese, dicevamo, di quanta u-
tilità possano risultare i comini agricoli, non vi
ha chi noa vegga. (Dalla Palrta di Nap.)
tenne favoreveli sette, contrari due; la seconda
ebbe favorevoli nove, nessuno contrario *).
IL
Della istituzione di un gonfalone cilladino
si era trattato ancora anni or sono, e nel giu-
gno 1858 il Consiglio aveva deliberato di darvi
mano, dopo oh' era stata accettala la proposta
dell'in allora Podestà sig. Antonio Nachich, di
pregare le nostre gentili dame a mettere in o-
pera le delicate loro dita per i necessari ricami.
La deliberazione del Consiglio giaceva attendendo
l'approvazione tutoria fino a giorni or sono, in
cui vennero conferiti al Comune pieni poteri
peli'esecuzione del progetto.
Queste nozioni preliminari venivano date in
oggi al Consiglio dal Podestà, dopo di che il
cons. Petricioli proponeva che la Congregazione
municipale sia autorizzata ad agire di suo arbi-
trio. Il cons. avv. Benvenuti propone che sia
piuttosto eletto un comitato, il quale s' adoperi
per offrire nella prossima sessione quel progetto
in dettaglio che sembrasse più conveniente; ed
approvata unanimente tale ultima proposta, il co-
mitato restò formato dal Podestà qual presidente,
dall' assessore de Cernizza e dal consigliere conte
Borelli quali membri.
m.
Sortirono proposti a consiglieri i signori D.r
Cesare de Pellegrini, Vincenzo Duplancich e
Giacomo Calvi.
Dopo di che venne levata la seduta.
Udimmo che allo Scharlach venne già conferito dall' ecc.
Luogotenenza uno stipendio, indipendentemente dalla mo-
zione comunale.
Bibliografìa.
Intorno siili'ep>ooa<
DELLA VITA NUOVA
DI
DANTE ALLIGHIERI
DISSERTAZIOIVE CON UNA APPENDICE
SULL'EPOCHE DEI TRATTATI DEL CONVITO
»1 AlVTOlVIO
professore straordinario di lingua e letteralura
italiana nell' i. r. Università di Graz. Graz 1862,
coi tipi di Giuseppe A. Kienreich, in 8," di f. 48.
È questa la stampa della bella Dissertazione
letta dall'illustre prof. Lubin nell'Ateneo di Ve-
nezia, ed accennata, dietro a quanto ne disse
quella Gazzetta, anche dal nostro giornale, num.
52 a. p. L'aggiuntavi Appendice, che non fu
letta nell'Ateneo, aggiunge merito all'erudito ed
ingegnoso lavoro presso i cultori degli studii
danteschi, fra i quali si fece già molt'onorevole
seggio l'esimio nostro Lubin, dapprima con la
sua Malelda, ed ora con questa Dissertazione,
sotto il cui modesto titolo, come bene osserva
il Tages Post di Graz, sciolte rimangono molte
interessanti questioni con veduto e ragioni quanto
nuove, altrettanto fondate.
Varietà.
Bachicoltura. — Un distinto bachicultore
indirizzò alla società di acclimatazione in Parigi
alcuni esemplari di un suo opuscolo publicato
sotto il titolo: La rigenerazione dei bachi per
via dell'insolforazione preventiva del gelsi.
Industria. — Non conlenti i savi francesi
di promuovere con ogni studio la piscicoltura,
dopo aver posto l'ingegno a fondare dei banchi
artificiali d'ostriche (come abbiamo già veduto
in queste pagine stesse) ora si argomentano a
trovar modo di moltiplicare artificialmente le spu-
gne specialmente sulle coste dell' Algeria. Il gior-
nale che accenna a questa nuova industria, loda
le cure poste dal celebre eremita di Caprera per
naturalizzare le spugne sulle coste del famoso
suo scoglio. (Riv. Fr.)
Invitali, annunziamo di buon grado che an-
che nel 1862 uscirà in Casale Monferrato
IL COLTIVATORE
Giornale di agricoltura pratica
scritto dal professore G. A. Ottavi
A^i^O Vili
con tre premi dì macchine agricole
del valore complessivo di fr. 1000, da estrarsi
a sorte fra gli associati
1." Premio pel valore di fr. 500
2.» Id. Id. „ 300
3.» Id. Id. „ 200
L' estrazione dei premii si farà il 26 di di-
cembre innanzi alle autorità locali
Prezzo d' associazione per tin anno dal i." gen.
Interno fr. 8 — Estero fr. 10
Il giornale esce il sabbato di ogni settima-
na e dà in fine dell' anno l'indice delle materie.
Le 7 annate arretrate si cedono a fr. 6 ca-
duna peri' interno e fr. 7 per l'estero.
Tipografìa Demarchi-Rougier. G. Ferrari Cupilli Redattóre mp.
d' Ipocrate, non dovrebbe lucrare con esorbitanza
sulle droghe farmaceutiche, somministrate di suo
capriccio a qualche malato, come pure non do-
vrebbe inculcare ai moribondi con pressante in-
sistenza di lasciare, senza riguardo alla famiglia,
parte della sostanza al prete, onde sulTraghi l'a-
nima trapassata, per la quale, secondo esso, non
vi sarebbe altrimenti salvezza. Non dovrebbe in-
fine esercitare alcuni atli di religione sotto l'im-
pero di momentanee commozioni, come le pu-
bliche maledizioni in chiesa al malfattore ed al
ladro, con suono di campana all' agonia ecc. ecc.
ecc. ').
Quesl' è la trave che sta nel!' occhio men-
tre si parla della pagliiica. Ecco in qual modo
un curatore d'anime, abusando dell' ignoranza e
superstizione altrui, può recar danni gravissimi,
oltre che agli spirituali, anche agi' interessi eco-
nomici del suo gregge. Ecco in qual modo un
padre incauto fa varie volte mancare il pane a'
suoi teneri figliuoli. Ecco in qual modo all' aride
forme ed alle mendaci apparenze viene talora
sacrificala la palpitante essenza morale. Qui dun-
que un' emenda, ed allora dirò anch' io coli' au-
tore della riforma: Date dei buoni e bravi sa-
cerdoti^ ed avrete ma popolazione morale ed
istruita, da cui scatturirà il suo benessere; ma
pur troppo! a questo sublime ulficio
Multi sunt vocali, pauci vero electi.
Torrette^ in gennaio 1862.
Cr. Santini.
0 Nell'anno 1854 un amministratore parrocchiale fece co-
noscere alla publica Autorità d' avere distribuito una gros-
sa partita di grano ai languenti di miseria, per cui n'eb-
be lusinghiero decreto d'elogio, quando invece il grano
. venne a lui pagato, e non al preizo convenuto in ori-
gine, ma ad uno esorbitante. Di più, nello stesso anno
forni a diversi parrocchiani del denaro, esigendo per 10
fiorini, restituibili entro sei mesi, il modico censo d' un
barile di vino, e facendo stipulare tali contratti a nome
della sua fantesca, per salvare il proprio decoro.
Aut.
Di queste arpie, che abusano della bonarietà e
necessità del povero villico per dissanguarlo con enormi
usure, non ne mancarono mai e non ne mancano tut-
todì e nelle campagne e nelle città, ed a guest' ora ta-
luni hanno già cominciato ad approfittare delle attuali
calamitose circostanze per fare de' buoni affari; nè que-
sti pertengono, come già s' intende, al ceto levitico, del
quale non vogliamo noi punto parlare, o parlare inten-
diamo con tutto il rispetto.
ned.
Motizie varie.
Fu publicata a Vienna dall' i. r. capi-
tano Sestak, e dal proprietario dell' Agenzìa
universale G. di Scherb, una "Descrizione
militare dei pascialalo di Erzegovina, e del
principato del Monlenero„, in edizione spe-
ciale. Essa ci dà un quadro rislretlo, ma
chiaro, della conformazione, del clima, dei
prodotti, e degli abitanti di quei paesi, an-
cor poco noli, e dipinge particolarmente il
loro valore strategico, e il modo di combat-
tere di quegli abitanti. A maggior chiarezza
ci va congiunta una carta di quei piccoli
paesi.
— Ai 4 del corr. morì in Venezia, ove
da molli anni facea dimora in islalo di quie-
scenza, r ili. e rev. mons. Benedetto Kra-
glievich, che fu il primo vescovo di rito
greco n. u. in Dalmazia, creato dall' impera-
tore Napoleone I, in seguito alla sistema-
zione operatasi delle cose di tale rito me-
diante un sinodo tenuto in Zara negli anni
1808-9. Fu esso uomo collo e di merito,
era commendatore del real Ordine ellenico
del Salvatore, ed avea raggiunta 1' età gra-
vissima di 97 anni. I prepositi della veneta
confraternita di s. Giorgio de' Greci, nel por-
gere in quella Gazzetta l'infausto annunzio,
si riservarono di fare a più comodo tempo
menzione delle preclare doli, che distingue-
vano r animo di questo venerando prelato.
Beneficenza publica.
Vennero soccorsi dall' Istituto locale di
beneficenza nel mese di febbraio 1862.
A. Con assegni fissi:
38 Orfani abbandonali con fi.
124 Vecchi ed impossenti con „
57 Vedove con ... .
44 Individui vergognosi con
55'
79:40
185:19
96:55
94:50
B. Con assegni straordinari:
76 Poveri con . . . 173:68
fior. 629:32
Domani sera avremo una terza ed ulti-
ma assoluta rappresentazione in teatro del
ben noto prestigiatore italiano, professore (!)
Antonio Grassi. — Nel prossimo numero ne
parleremo.
Tipografia Deniarclii-Ron|;ier, G. Ferrari Cupilli Rcdalt«re resp.
lanza relativa al titolo di quella suprema Auto-
rità amministrativa per la Croazia e Slavonia,
che nel mentre flnora sussisteva sotto il nome
di regio Dicastero croato-slavone, ora dovreb-
be appellarsi regia Cancelleria aulica pel Regno
di Dalmazia, Croazia e Slavonia, i Dalmati tutti,
assenzienti al voto pronunciato dalla maggioran-
za della loro Dieta, e gelosi della propria au-
tonomia, senza essere perciò meno caldi propu-
gnatori di civile libertà, protestarono contro le
parole pronunciate dall' uomo di Stato, racchiu-
denti una storica allusione, la quale, per lo me-
no, potrebbe considerarsi alta a fomentare le
speranze della minoranza, e quindi a tener de-
ste le intestine discordie.
Letto poco dopo nella Gazzetta ufficiale di
Vienna dell'undici marzo il teslo della Vostra
interpellanza, ci fu oltremodo grato il sapere così
valentemente patrocinata la nostra causa, com-
prendendo tosto il debito della nostra ricono-
scenza.
Senonchè, nel mentre si suscitava in noi il
sentimento di tale riconoscenza verso gli ono-
revoli Deputati che firmarono la Vostra interpel-
lanza, e verso di Voi in ispecie, non poteva re-
primersi in noi stessi un moto di troppo giusto
risentimento nel vedere, se non ravvivata, non
spenta per certo ancora una questione, la quale
così categoricamente era stata risolta dalla nostra
Dieta. E non potemmo fare a meno di rimpian-
gere la dolorosa nostra condizione, onde ci è
forza ricorrere per la guarentigia dei nostri di-
ritti a patrocinatori a noi così stranieri per na-
zione, per linguaggio, per interessi, per aspira-
zioni, per principi!, quali sono quelli che siedo-
no alla sinistra del Parlamento austriaco, e di
cui Voi siete uno dei più generosi campioni.
Però conviene subire l'ineluttabile necessità
dei tempi, e nella speranza di più sereno avve-
nire, aggrapparci frattanto a quelle poche tavole
di salvezza, che nell' universale naufragio ci ven-
gono pietosameute proferte.
Sia lode pertanto a Voi ed ai Vostri ono-
revoli Colleghi della parte presa a nostro pro-
fitto; e se per avventura nelle discussioni che
eventualmente potessero ancora imprendersi nel
Parlamento sulla nostra questione, taluno invo-
casse r autorità della storia, ripigliate la parola,
che così pronta e così efficace vi corre in sul
labbro, e dite, che male si avvisa chi nel de-
cidere della sorte di un popolo si mette all'om-
bra del diritto storico, non tenuto ormai più le-
gittimo da nessuno, mentre abbiamo continuo l'e-
sempio di nazioni che lo disdicono ai re, e lo
infrangono senza che alcuno si levi a difenderlo,
e mentre ormai è da tutti riconosciuto che uni-
co scopo di ogni associazione umana si è il be-
ne comune; e dite ancora, che senza toccare e-
poche più lontane, quattro secoli di veneto pos-
sesso, il quale durò sino allo scorcio del pas-
sato con irrecusabile vantaggio della civiltà mi-
nacciata dal Turco, distruggerebbero qualunque
argomento che si attentasser d' attingere alle fonti
della storia i fautori dell' annessione.
Ricevete frattanto il cordiale saluto, che
dalle or squallide, ma un dì fiorenti ed invidiate
sue marine Vi manda Zara, 1' antica Jadera, la
liburnica città, a mezzo del suo Municipio.
Zara, 3 aprile 1862.
A proposito di liiigiie.
(CoinuDÌcato).
Letta e riletta la circolare publicala nel
precedente numero di questo giornale, nessuno,
senza frantenderne di proposito il senso, potrà
arrivare alla conclusione, che colla medesima la
Giunta abbia inteso di far propriamente appren-
dere ai nostri fanciulli slavi della campagna la
lingua italiana. La lingua d' insegnamento, mal-
grado la circolare della Giunta, resterà nelle
contemplatevi scuole la stessa di prima, la sola
illirica cioè in alcune, e l'italiana e l'illirica in
altre, nè può essere diversamente, ove solo si
consideri, che in questo punto la Giunta non
diede alcuna disposizione, e che, come incompe-
tente, non avrebbe nemmeno avuto il diritto di
darla. Egli è vero bensì che con quella circo-
lare fu determinato un premio maggiore per quei
maestri, che saranno per olfriro un migliore ri-
sultato neir insegnamento, oltre che dell' illirica
anche della lingua italiana, ma ne fu esposta
francamente anche la ragione, e tale, che sem-
braci non se le possa opporre alcuna onesta ec-
cezione. Dal momento poi che la lingua italiana
s'insegna nella nisiggior parte delle nostre scuole,
si vorrà appuntare la Giunta se diede un'impul-
so, perchè la si apprenda bene piuttosto, che
male? Crediamo non essere per anco spuntata
r aurora del giorno nefasto, in cui si debba e
si possa spegnere nella nostra Dalmazia la cara
favella del sž, e la nostra credenzà la vogliam
suggellare col voto, che quest' aurora non sia
per spuntare giammai. Che la fede e la speranza
nostra non sieno una vana parola, lo può dimo-
strare bastevolmente il solo fatto, che nella se-
duta dell' Amministrazione comunale di Obbrovaz-
zo, del 3 corr., meritevole del resto d'ogni
lode e per la publicità che vi si diede a mezzo
della stampa, e per le presevi deliberazioni, di
quella Comune dove, come nella seduta stessa
fu espresso, l'elemento slavo non è preponde-
rante soltanto, ma quasi unico, si parlò la lingua
italiana, si estese il relativo protocollo non al-
trimenti che in lingua italiana, se ne diede pu-